Il chiama angeli

di nande no ai
(/viewuser.php?uid=122366)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Sarà mio ***
Capitolo 3: *** Uscirai con me adesso ? ***
Capitolo 4: *** L'appuntamento ***
Capitolo 5: *** La sera dopo ***
Capitolo 6: *** La mattina più lunga 1a parte ***
Capitolo 7: *** La mattina più lunga 2a parte ***
Capitolo 8: *** Le due parti ***
Capitolo 9: *** Andare avanti ***
Capitolo 10: *** Decisioni ***
Capitolo 11: *** Il passato di Shin ***
Capitolo 12: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 13: *** Posso aspettare ***
Capitolo 14: *** A casa di Shin ***
Capitolo 15: *** Cambiamenti ***
Capitolo 16: *** Un nuovo arrivo ***
Capitolo 17: *** l'inizio della fine 1a parte ***
Capitolo 18: *** L'inizio della fine (parte seconda) ***
Capitolo 19: *** La memoria di Soichiro ***
Capitolo 20: *** Finalmente Insieme (parte prima) ***
Capitolo 21: *** FINALMENTE INSIEME (parte seconda) ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Il suono della campanella avvisa gli studenti che finalmente per quel giorno la scuola era finita In pochi minuti tutti i ragazzi esco dall’edifico, tutti tranne SOICHIRO ODAGIRI (17) che per l’ennesima volta e stato costretto a trattenersi in classe dal professore per essersi addormentato durante la lezione.
– ODAGIRI!!!! COSA DEVO FARE CON TE !!!-
Urlava l’uomo con un piccola vena pulsante sulla fronte, molto visibile data la pelata e lucida testa, da cui spuntava un unico capelli riccio.
 – E SEMPRE LA STESSA STORIA … LE MIE LEZIONI NON SONO FATTE PER PERMETTERTI DÌ FARE UN SONNELLINO!!! Visti i voti che hai poi dovresti essere quello più attento-
Il ragazzo se ne stava in silenzio nel suo banco. Poi con faccia quasi scocciata gli rispose
- scusi obata-sensei ma le sue lezioni sono così noiose-
La piccola vena ricomincio a pulsare frenetica, quasi stesse per esplodere. 
-NOIOSEE? PICCOLO DELINQUENTE SE TI ADDORMENTI  ANCORA DURANTE LE MIE LEZIONI QUESTA VOLTA TI FACCIO SOSPENDEREE … ORA VATTENE PRIMA CHE TI ROMPA QUELLA TESTACCIA!!!-
Soishiro esce correndo dalla classe, mentre il professore sbraitava ancora. Sfreccia per i corridoi velocissimo ,non volendo far tardi al suo club di disegno, fin che non andò quasi a sbattere contro un ragazzo che riuscì a schivare prontamente finendo però con la testa contro un muro.
Rialzatosi ancora dolorante guardò il ragazzo contro cui era  quasi scontrato, ma quello che vide lo folgorò sul posto. Davanti a lui c’era il ragazzo più bello che avesse mai visto.
Era più basso di lui, la pelle, che ricopriva quello sensuale corpo tonico, era talmente chiara da sembrare quasi trasparente. Folti capelli bianchi che gli ricadevano  sulle spalle esili, ma ben sviluppate.
Piccole labbra rosee leggermente aperte per prendere aria (era per caso nervoso?).
Ma erano  gli occhi che soishiro non poteva far a meno di guardare fino a perdercisi dentro. Grandi e profondi occhi grigi talmente, chiari e luminosi da sembrare due pozzi di acqua limpida sotto il sole.
Soichiro non riusciva a smettere di guardare quel ragazzo che tanto gli sembrava famigliare.
Il bisogno di stringere a se  e proteggere quel angelo bianco lo assalì.
Nella sua mente immagini a lui sconosciute gli apparvero come  flash.

 - due bambini che sorridono e giocano insieme su in grande letto bianco, un letto d’ospedale? Poi correvano per dei lunghi corridoi, giocando a nascondino, ma chi erano? -

Non poté farne a meno. Si avvicinò al ragazzo e lo strinse a se protettivo, assaporando il tepore del suo corpo e il profumo che emanava. Il più piccolo si strinse in quel abbraccio a sua volta ,chiudendo gli occhi per farsi cullare dal calore quasi intossicante che emanava lo sconosciuto.
Sembrava cosi naturale stringe quel esile corpo. Ma il contatto, non durò a lungo, infatti, subito dopo l'albino lo allontano con uno spintone e corse via terrorizzato.
Soichiro rimase immobile per qualche minuto. Altre immagini. Troppo confuse questa volta per poter cogliere quello che la mente tentava di ricordare. Riusci solo a udire un tintinnio e un campanello che cade al suolo. Una “promessa” ? -
Corse dietro al ragazzo con le lacrime agli occhi, gli sembra di rivivere un avvenimento che aveva rimosso e che non voleva si ripetesse. Ma giunto nel cortile della scuola questo era sparito lasciandosi dietro solo un grande vuoto che gli procurava delle tremende fitte al cuore.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sarà mio ***


Sovrappensiero soichiro entrava lentamente a scuola. La sua mente era affollata da pensieri che non riusciva a scacciare, o semplicemente non voleva.
 Dopo l’accaduto della settimana prima non rivide più il ragazzo, alcune volte restava in classe anche più del necessario per poterlo incontrare nei corridoi, ma niente, e questo gli faceva male.
 -SOICHIRO!!!!-
Il suo nome urlato a squarciagola lo destò dei sui pensieri e giratosi notò hirobumi e hirofumi venirgli in contro correndo mentre una tranquilla chiaki camminava lentamente con il telefono in mano. Appena arrivato da lui hirofumi gli salto letteralmente addosso.
 – BUON GIORNO SOI-CHAN … che bello rivederti mi sei mancato tantooo!-
Diceva mentre lo stringeva quasi a volerlo soffocare.
-HIROFUMII!!! –
Il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo di girarsi che il fratello lo stacco dal biondo.
– QUANTE VOLTE TI DEVO DIRE DÌ NON FARE COSI CON LE PERSONE!!!- urlava scuotendo il gemello per il colletto delle divisa scolastica. Hirofumi a questo punto fece gli occhio dolci, a cui il fratello non poteva resistere, e abbracciandolo teneramente gli disse:
– scusa fratellone lo sai che io voglio bene solo a te - questo facendo una faccia da ebete abbraccio di rimando il fratellino e lanciò un’occhiataccia a soichiro.
 - ciao soi-chan- sentì – oi chiaki-chan … per fortuna che ci sei tu … -
- questi mi terrorizzano- aggiunse a bassa voce indicando i due fratelli che ancora giochicchiavano abbracciati.

Restarono a  chiacchierare fin che non arrivarono tutti gli altri.
 - CHIAKI TESORO SEI TORNATA!!-
Sbraitò, una ragazzo moro, kaito, mentre correva verso chiaki, come in una scena di un film sdolcinato. Questa però  si scostò facendolo andare contro horofumi e ricevendo subito dopo un calcio dal fratello di quest’ultimo che stringeva possessivo il gemello.
  Il tempo passò velocemente tra mitsuhito che faceva vedere le foto dei suoi pesci nuovi. Yumiko che fotografava in continuazione i due gemelli ancora inseparabilmente abbracciati.  Kaito che cercava di attirare l’attenzione di  chiaki che lo ignorava bellamente. Chojiro che some sempre se ne stava per i fatti sui. E soichiro , beh lui  aveva ancora intesta il suo angelo.
Erano tutti talmente impegnati che non si accorsero che la campanella era suonata da un bel pezzo finendo con il correre per i corridoi come una mandria impazzita.
 Proprio mentre stava per prendere le scale del secondo piano, soichiro, lo vide.
Era il ragazzo della settimana prima e stava lentamente entrando nella classe di fianco alla sua. In pochi istanti il tempo si fermò, e come accadde la prima volta, ci fù solo il ragazzo dai capelli bianchi nella sua visuale. La voglia di stringerlo e proteggerlo lo travolgeva, ma incapace ci muoversi  rimase immobile a fissarlo.
Chiaki vedendo come si fosse immobilizzato alla vista dello sconosciuto, si avvicino a lui e lo spinse davanti alla porta della sua classe e prima di entrare nella propria gli regalò un sorriso complice. Durante le ore di lezione che precedevano l’ora di pranzo, soichiro si ritrovò spesso a  rivolgere lo sguardo verso la finestra pensando all’albino. Prendendosi anche un cancellino in faccia dal professore. Appena la campanella suonò si precipitò nell’aula di fianco alla sua, chiaki gli sorrise e andò dagli altri per il pranzo.
Rimase per un po’ di tempo di fianco alla porta della sua classe, non avevo il coraggio di entrare.
Aspettò che tutti uscissero e si affacciò, sporgendo la testa dentro. L’aula sarebbe stata completamente deserta se non fosse stato per un ragazzo pallido che mangiava piano in uno degli ultimi banchi. A quella vista si sentì male. Ogni tanto l’albino volgeva lo sguardo verso la finestra a scrutare l’infinito per poi continuava a mangiare con calma.
Non si era ancora accorto di lui cosi rimase per degli interminabili minuti a osservarlo rapito dalla sua bellezza quasi sovrannaturale.
 Poi shin si scosta un ciuffo ribelle facendolo deglutire a vuoto, improvvisamente questo poi si voltò verso di lui che cadde all’indietro dallo spavento.
Consapevole di essere stato scoperto  si rialzò rosso in viso e appoggiandomi con una mano alla porta puntò gli occhi nella sua direzione pronto a fare le mie scuse, ma a quanto pare quella non era proprio la sua giornata.  Appena incontrò  quello sguardo magnetico gli  si formò un groppo in gola che gli impediva la parola.  Ebbe la sensazione di aver smesso di respirare. Annegare. Perso per l’ennesima volta in quello sguardo che gli scavava nell’animo facendolo sembrane nudo di tutti i suoi segreti, quello sguardo indagatore lo fece arrossire maggiormente. Come non gli succedeva da quando era piccolo.
 Improvvisamente però una strana sensazione lo assali e senza pensarci corse via, creando nel ragazzo seduto lo stupore che scemando gli dipinse un sorrisetto sulle labbra.
Andò sulle scale d’evacuazione dove il resto della combriccola stava mangiando e si mise a pranzare con loro, anche se aveva la testa da tutt’altra parte.
 Quel ragazzo, non riusciva proprio a toglierselo dalla mente. Ogni volta  stravolgeva tutto il suo mondo e lo faceva agire in modo strano, da completo idiota. Ha come la sensazione di conoscerlo o per lo meno di averlo già incontrato ma non ha ricordi di lui. Aveva provato a chiederlo a suo nonno ma non era finita molto bene, visto che questo non ci pensò due volte a piantarlo alla cassa per correre dietro a una donna.
Oltre a questo e già un po’ di giorni che faceva degli strani sogni, più che sogni incubi ;
 in questi ce lui  da piccolo che cammina in  un lungo corridoi d’ospedale, va avanti finche non arriva davanti a una porta socchiusa, cerca di aprirla ma prima accosta l’occhio nello spiraglio aperto e guarda dentro, all’interno ce un bambino seduto su un grande letto che scruta dalla finestra con aria triste e pensierosa. Poi lui entra e il bambino accortosi di lui si volta e gli sorride , un sorriso bellissimo e soprattutto vero, che gli scalda il cuore. Corrono per un lungo corridoi mano nella mano ridendo, sorridono del benessere che gli procura l’altro. Svoltano in un angolo e..
 -SOICHIROO!!! – l’urlo lo destò dai suoi pensieri, e solo dopo un paio di secondi si accorse che kaito lo scuoteva per attirare la sua attenzione, confuso si guardò attorno e si accorse che tutta la combriccola lo stava fissando con un grosso punto di comanda sulla testa, a disagio velocemente chiese scusa e se ne andò.
 Voleva stare un po’ da solo, non riusciva a capire cosa avesse , possibile che la presenza di quel ragazzo lo sconvolgesse tanto; camminò per un po’, poi si sedette su una panchina sistemata sotto dei grandi alberi che circondavano la scuola, pochi secondi dopo vide chiaki arrivare e sedersi di fianco a lui.
Come sempre non dovette nemmeno cominciare a raccontare che già la ragazza aveva capito tutto. Come ha sempre fatto, leggendogli dentro, nemmeno fosse un libro aperto .
Lei comincio a parlare…

 - si chiama SHIN ISHIKANA, ha 16 anni ed è arrivato nella nostra scuola settimana scorsa; è molto bravo a scuola, anzi si può dire che sia un genio, per questo sono in molti ad avergli messo gli occhi addosso, oltre per il fatto che e davvero un bello, ma forse si interessano a lui perché non hanno mai visto un albino in vita loro. Nonostante questo però non parla mai con nessuno, anzi non parla proprio, nemmeno con gli insegnanti , se ne sta zitto infondo alla classe, come se fosse un fantasma, e non si fa nemmeno toccare, mi hanno raccontato che il primo giorno di scuola hirofumi lo aveva abbracciato per dargli il benvenuto, e lui gli ha dato una ginocchiata nello stomaco talmente forte da stenderlo e poi  e corso via , hirobumi era già pronto a picchiarlo, il solito iperprotettivo, ma fu allora che il professore disse a tutta la classe che a shin non piace essere toccato e che bisogna lasciarlo in pace, me lo ha detto oggi anche a me. Come avrai già capito  anche tu, sta sempre da solo anche a pranzo ed è sempre l’ultimo ad uscire dalla classe…-

Ascoltava le parole dell’ amica rapito, ma anche in po’ amareggiato per quello che gli stava dicendo, non voleva che lui soffrisse ma che fosse sereno, come quando scruta fuori dalla finestra il cielo con aria sognante. Si voltò verso chiaki, con sguardo supplichevole, volendo sapere altro .
Voleva sapere tutto di quel ragazzo tanto simile ad un angelo dagli occhi tristi, ma lei gli disse semplicemente  - non so altro, soi-chan mi dispiace- si demoralizzo un po’, ma non si diede per vinto. Ripromettendosi che avrebbe scoperto  tutto su quel ragazzo che si ritrova sempre più spesso a definire il suo angelo.
- grazie chiaki-chan, sei unica- le disse prima di darle un bacio sulla guancia e correre via verso l’edificio.
 La ragazza dai capelli viola e rosa, sorridendo dolcemente sussurrò - buona fortuna soi-chan – mentre guardava il ragazzo davanti a lei. 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Uscirai con me adesso ? ***


Da quel giorno provai in tutti i modi ad attirare l’attenzione di shin senza nessun risultato però. Lui infatti non mi degna di uno sguardo e non pare minimamente interessato a conoscermi. Non mi do per sconfitto però infatti ogni giorno trovo modi diversi  per avvicinarmi a lui, ma inutilmente;insomma chi non aiuterebbe qualcuno che dice di essersi rotto una gamba, quel ragazzo è insensibile.
Ma fu  proprio dopo uno dei miei patetici tentativi che ottenni la mia arma segreta, quel giorno finì per andare a sbattere contro shin e caderci addosso, inutile dire che questo mi ha a mollato un pugno talmente forte che pensavo mi avesse rotto il naso, ma ne e verso la pena visto cosa trovai per terra poco dopo.

Suonata la campanella aspettai  che tutti se ne fossero andati, come faccio quasi ogni giorno ormai,ed entro nella classe del mio angelo dove questo sta come sempre pranzando da solo al suo posto.
Entro, prendo una sedia la volto nella sua direzione e mi siedo con lui a pranzare.
Lo vedo guardarmi curioso,  ma non dice nulla si limitava a fissarmi per poi ricominciare a mangiare ignorandomi come fa sempre. Dopo pochi minuti comincio a parlare:
- Senti, come avrai capito voglio uscire con te-
Lui non mi degnava di uno sguardo, continua a mangiare fingendo di non ascoltarmi. Gli sorrido, amo come mi tiene testa.
-bene allora … - continuandolo a guardare, mi metto una mano in tasca e tiro fuori la mia arma segreta , il ciondolo che gli era caduto il giorno in cui ci eravamo “casualmente” scontrati.
Alla vista del piccolo oggetti i suoi bellissimo occhi si allargano per la sorpresa. rimase a guardare l'oggetto per pochi secondi poi  tentò di strapparmelo  dalla mano ma ritraendola velocemente glielo impedì.
-BINGO – urlo mentalmente.
Con un sorriso beffardo che mi dipingeva il viso mi sporsi in avanti avvicinandomi ulteriormente a lui, subito il suo profumo mi riempie le narici facendomi girare la testa, lo ispiro estasiato. -Ha un odore buonissimo- penso, mentre questo si allontanava un poco.
Mi fa male trattarlo cosi, ma sventolandogli davanti il ciondolo gli dico :
- Se lo rivuoi dovrai uscire con me -
parlo guardandolo dritto negli occhi con aria di sfida, mentre lui faceva altrettanto.
-Mi sembra uno scambio equo, no?- aggiungo poi quasi beffardo.
Shin mi guardava shockato e poi nei suoi occhi cambiò qualcosa, la campanella suona e con estrema calma consapevole di avere il coltello dalla parte del manico mi alzo e mi avvicino alla porta. Prima di uscire do un’occhiata al ragazzo che ancora sconvolto mi fissa e gli dico semplicemente :
-Pensaci … angelo- e me ne vado, sotto lo sguardo ancora più incredulo di lui.

Sono passati diversi giorno dalla proposta che feci a shin e quest’ultimo non mi ha ancora risposto si limita a lanciarmi sguardi inceneritori che accoglievo con il sorriso sulle labbra.
– Almeno sa che esisto- mi ripeto.

Dopo quasi una settimana mentre esco dalla classe mi trovo davanti improvvisamente il mio angelo che mi fissa con occhi penetranti senza parlare, e il mio cuore perde un battito per l’emozione.
Mi porge un biglietto che aveva in mano e se ne va.
Non ebbi nemmeno il tempo di realizzare che questo già non cera più, apro il biglietto e leggo il contenuto(un paio di volte per essere sicuro di aver capito) , gli occhi mi brillarono non potendo trattenermi urlai  un -  EVVIVA!!!  -che probabilmente ha sento tutta la scuola ma non mi importava ,mi metto il foglietto in tasca e con un radioso sorriso stampato in faccia esco  velocemente dall’edificio, ho un appuntamento da organizzare .

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** L'appuntamento ***


10 minuti prima delle 20 ero arrivato davanti  alla caffetteria dove shin mi aveva scritto di farmi trovare. Ora sono qui ad aspettare da qualche minuto in piedi , sono nervosissimo.Poi stanco però mi siedo su una panchina posizionata di fronte al locale.
Non mi sembrava ancora vero che saremmo usciti insieme; all’inizio pensavo che non si sarebbe mai presentato ma i rassicuramenti di chiaky  mi hanno tranquillizzato, almeno in parte.
Passa una macchina e mi alzo sperando sia lui ,ma per l’ennesima volta da quella macchina esce una ragazza tutta in ordine che dopo essersi guarda in giro sorride e si avvicina verso il suo accompagnatore di stasera, osservo i due mentre si allontanano chiacchierando, quando un’auto bianca metallizzata mi si ferma davanti, la squadro bene, era una favola,(AC schnitzer ACS7 4.01) completamente tirata a lucido, con vetri oscurati e favolosi cerchioni argento chiarissimo.
Troppo preso ad ammirare quella meraviglia  non mi accorgo del ragazzo che ne esce e tanto meno dello sguardo scocciato che mi lancia. Alzo gli occhi quando questo mi si ferma davanti e mi scruta seccato con le mani incrociate al petto. Credo proprio che il mio cervello si sia scollegato quando riuscì a mettere a fuoco la figura di chi mi stava davanti, e per l’ennesima volta mi si forma un groppo in gola che mi impedisce di parlare quando incontro gli  occhi del mio angelo –shin- penso solo.
 E bello, questo lo sapevo benissimo, me ne resi conto già dal nostro primo incontro, ma quella sera non era solo bello, era semplicemente spettacolare; indossava dei pantaloni di jeans grigi, che lo fasciavano delicatamente, facendo intravedere abbastanza chiaramente le sue forme morbide, una stretta maglietta bianca un con disegni neri e sopra una pelosa felpa nero sbiadito, non indossava niente di speciale ho di provocante, ma era quell’aria da angioletto che lo rendeva terribilmente sexy,.
Ingoio a vuoto e mi alzo veloce balbettando un – c- ci- ciao! – e sorridendogli quasi timidamente
. Shin non rispose al mio “saluto” si limita ad allungare un mano verso di me:
Inizialmente non capì ma poi mi fu tutto chiaro e con un sorriso, che nascondeva un po’ di delusione cha svanì subito, allungai la mano e gli mostrai il piccolo ciondolo che adesso indossavo.
 – questo lo riavrai alla fine del nostro … appuntamento – marcando volontariamente l’ultima parola, e trattenendomi dal ridere al suo sguardo inceneritore mi avvio verso il locale.

Entriamo nella caffetteria, premurandomi di aprirgli la porta e commentando sotto voce, in modo che potesse sentirmi solo lui, un educato – prima le signore – ricevendo come previsto un altro dei suoi sguardi, che prima o poi finiranno per incenerirmi veramente.
 Ci avviniamo ad un tavolo infondo alla  stanza vicino alla finestra , tento di spostargli la sedia ma questo me lo impesce strappandomela letteralmente di mano; non potei fare a medo di sorridere ancora di più quando questo vedendo la mia espressione arrossisce leggermente e mi ignora voltandosi.
 Rimanemmo in un imbarazzante silenzio per degli interminabili minuti, ogni tanto lo fisso sottocchio e quello che vedevo ogni volta mi rende dubbioso.
Shin sembrava nervoso, a disagio, addirittura imbarazzato, non capisco il perché. La cameriera non tarda ad arrivare, si avvicina al tavolo e con voce gentile chiede: - cosa vi porto ragaz .. –
Rivolgo lo sguardo curioso  verso di lei, con ancora il menù in mano, e non ci metto molto a capire che la cosa che guarda scettica è Shin. lo sguardo che gli riserva mi fa parecchio innervosire , in un momento tutto mi è chiaro e mi guardo in torno in cerca della conforme della mai teoria. Come immaginavo infatti nonostante ci fossimo seduti infondo alla sala molti occhi erano puntativi verso di noi, o meglio verso Shin, le coppiette nel locale lo guardavano come se fosse un’ alieno e poi bisbigliavano complici chissà cosa. Rivolgo il mio sguardo verso Shin che come prima, tiene la testa bassa e le mani giunte sulle gambe snelle quasi a proteggersi. Non ci vedo più dalla rabbia, ma cerco di stare calmo per non creare troppi casini che potrebbero farlo stare peggio.
Mi alzo e con passi lenti mi avvicino a lui, che alzato lo sguardo mi fissa, tentando di nascondere inutilmente la tristezza nei suoi occhi
- Andiamocene , questo posto non mi piace – gli dico serio, lui non si muove si limita a guardarmi  confuso cosi gli sorrido; poco dopo si alza e lenti andiamo verso la porta sotto gli occhi di tutti.
Prima di uscire mi volto e rivolgo un sguardo gelido a quegli ipocriti che si sono permessi di trattare cosi il mio angelo, questi si voltano di scatto colpevoli e me ne vado.
 
 Camminiamo per un po’ , quando intravedo un piccola fiera dove poche persone la visitano. Ci avviciniamo ad essa, ma dopo poco la stessa scena di prima si ripete, nemmeno il tempo di metterci piede che già tutti gli sguardi erano rivolti verso di lui.
- Andiamo a fare un giro da un’ altra parte ? – gli dico gentile,  lo vedevo chiaramente che non gli piace stare li ma troppo orgoglioso, lo vedo scuotere la testa in dissento, avanzando deciso, non allontanandosi però troppo da me.
Camminiamo vicini per le bancarelle quando in una di esse vedo la soluzione a tutti i problemi.
– Aspetta qui !-
Mi avvicino rapido a quella piccola bancarella, scelgo quello che mi sembrava più adatto e dopo aver pagato ritorno subito da Shin che non si era mosso di un millimetro e si guardava in torno a testa leggermente bassa. Mi avvicino a lui e  gli porgo il mio regalo.
Lui mi guardava le mani interrogativo e poi mi fissava dritto negli occhi.
- Mettilo ! – lo incitai, ma lui scuote la testa vigorosamente, mettendo un broncio adorabile.
– Se non lo metti tu , te lo metto io ! – continuo , lui sbuffando prende l’oggetto morbido e se lo mise in testa. Sistematolo per bene alza il viso verso di me, che stupido mi feci scappare un – Sei bellissimo – che ebbe il potere di farlo arrossire e rivolgere lo sguardo a terra. Le sorrisi un po’ imbarazzato e tornammo a fare il nostro giro.
Come pensavo con il piccolo cappello, nero e bianco con le orecchie da coniglietto che ricadevano morbide, indossato da Shin, poteva passeggiare quasi del tutto inosservato, senza attirare l’attenzione sul bianco quasi abbagliante dei suoi capelli .
Rimaniamo li per un po’, compriamo lo zucchero filato, dei dolci, che ho notato al mio angelo piacciono molto, sono riuscito anche a vincere un piccolo peluche a forma di rana che l’ho scoperto guardare di sottocchio  divertito;.
Siamo arrivati alla fine della fiera. Mi volto verso un Shin intento a finire il suo zucchero filato, mi stupisco sempre come quel ragazzo potesse essere adorabile in tutto quello che faceva.
- Viene ti porto in  un  posto bellissimo ! – gli dico prima di avviarmi verso un parco li vicino .
 
Dopo un breve e silenzioso tragitto, arriviamo all’entrata del parco. Appena entriamo veniamo avvolti dalla totale calma che avvolgeva quel luogo, camminiamo lenti per il sentiero.
– Quando voglio stare da solo vengo sempre in questo parco – cominciai a raccontargli – Di giorno e un po’ affollato ma già al tramonto tutti cominciano ad andare via ed e molto tranquillo … vieni ti faccio vedere un posto segreto – Gli sussurro quell’ultima frase direttamente all’ orecchio, facendolo arrossire come un bambino, comincio a correre nella direzione del mio posto segreto, ogni tanto mi volto e vedevo lui che mi corre dietro con uno spensierato e radioso sorriso sulle labbra. 
Ci fermammo davanti ad un grande cespuglio verde.
– Eccoci !- gli dissi sorridendo, lui mi guardava interrogativo, la sua faccia mi fa sorridere, cosi scostai leggermente i rami del tondo cespuglio e gli faccio cenno di entrare, un po’ diffidente lui mi oltrepassa ed entra in quello, sbucando subito dopo dall’altra parte. Lo imito e oltrepassato il cespuglio mi aggrappo a uno dei braccio del piccolo ponte, che vi è all’intero su cui ora siamo.
Il ponte si destava su un laghetto naturale di acqua limpida, eravamo completamente avvolti da dei grossi cespuglio, che circondavano il ponte, nascondendolo, tranne che per uno spiraglio di luce lunare che si rifletteva sull’acqua illuminando quel posto altrimenti avvolto nelle tenebre. Il mio sguardo si posa su un curioso shin che si guardava in torno, era stupendo sotto la luce pallide della luna, come sempre del resto.
 Guardao l'orologio e poi mi avvicno a lui.
– In questo posto mi ci portò un giorno mio nonno , e mi disse “se saprai aspettare la luce degli angeli ti aiuterà” – gli dico , lui si volta verso di me e mi guardava interrogativo.
- bhe… non ho mai capito fino in fondo cosa abbia voluto dire , ma  mi ha spiegato, che questo posto è magico, e che quando si forma un sentimento speciale fra due persone, appaiono le luci degli angeli per sugellare quel legame … come se fossero queste luci a creare un filo rosso -  tento di spiegare, non capendo bene nemmeno io quello che dico, piano mi avvicino a lui,  ancora un po’ pensieroso per il mio racconto, mi tolgo il piccolo ciondolo dal collo e faccio per metterglielo, ma questo colto di sorpresa indietreggia bruscamente, gli sorrido più dolcemente che posso per tranquillizzarlo.
– Non ti tocco – dico piano, mi avvino a lui, gli metto le mani dietro al collo sottile attento però a non toccarlo e aggancio il gioiello.
 Il tempo di allontanarmi leggermente , mantenendomi sempre però ad una distanza tale da poter sentire il suo respiro caldo, che sta cominciando a farmi girare la testa, e lui già osserva compiaciuto la piccola sfera luccicante .
 Alza gli occhi puntandoli sui miei, con sguardo profondo ma indecifrabile, non potrei farne a meno, il suo profumo mi inebriava i sensi, mi avvino piano a lui, che questa volta non si muove , ora la vicinanza rende la sua immagine confusa ma sempre perfetta, mi avvino ancora un po’ finche le mie labbra non si posano delicate sulla sua pallida fronte.
Lui continua a rimanere immobile , chiude gli occhi, il suo respiro regolare mi fa capire che il contatto non lo disturbava e ne sono compiaciuto, mi allontano di poco.
– Scusa … ti ho toccato – gli sussurro piano, con gli occhi leggermente socchiusi mi scruta dentro l’animo e inaspettatamente fa un passo verso di me, facendo aderire quasi completamente i nostri corpi, avvicina la sua mano alla mia e cattura il mio indice con il suo, poi alza il viso aspettando una mia mossa.
Mi avvino ancora al suo viso stordendomi, questa volta scendo ancora più giù seguendo un percorso stabilito in precedenza, e come prima le mie labbra si posano delicate sul suo piccolo naso, mi ci trattengo per pochi secondi, e come prima mi allontano di poco aspettando che sia di nuovo  il mio turno:
Stiamo giocando ad armi pari, un gioco fatto di sguardi e tocchi furtivi, un gioco antico come l’uomo, ma che non si può definire corteggiamento, perche non è questo e molto di più; piano il mio angelo fa un altro passo finendomi morbidamente addosso, adesso i nostri corpi aderiscono, come i pezzi di un puzzle si incastrano alla perfezione, la sua vicinanza mi stordisce a tal punto da sentirmi mancare, la sensazione del suo corpo premuto sul mio, quasi possessivo ma morbido, mi fa sentire delle scariche elettriche che partono dalla schiena e si espandono veloci in tutto il corpo fino alla punta delle dita,non so più dove cominci lui e dove finisco io, e come se fossimo un unico essere. 
Mi prende anche l’indice della mano destra con il suo, e con estrema lentezza, quasi esasperante, posiziona la testa parallela alla mia, i nostri respiri si mischiano, mi sento la testa leggera. Ormai i nostri corpi si muovono automatici, mentre le nostre menti fanno da spettatrici ad una scena su cui non possono intervenire, rimane fermo con gli occhi socchiusi aspettando la mossa che non tardo a fare, mi avvicino ancora al suo viso, questa volta più lento, per assaporare ogni singolo attimo, sto per appoggiare le labbra sulla sua morbida e pallida pelle, non so dove, so solo che voglio toccare una parte di lui che mi permetta di averlo interamente
- DRIIIIIN DRIIIIN DRIIIII … -  
Quel suono improvviso fece si che ci staccassimo con un balzo, è il telefono di Shin, lui velocemente lo tira fuori dalla tasca e guardando il nome sul display risponde con un mugugno , poco secondi  dopo mette giù e mi guarda un po’ rosso in viso, - devi andare ? – chiedo, conoscendo già la risposta e rattristendomi un po’ , quando lui  annuisce guardandomi di sfuggita negli occhi.

Ritorniamo silenziosamente in strada, finché giungiamo quasi davanti alla caffetteria dove eravamo entrati, lui si ferma e fa per togliersi il cappellino, gli posai leggero le mani sulla superficie nera del berretto e gli dico sorridendo :
– è tuo … l’ho preso per te – così se lo risistemava piano.
Pochi secondi dopo la macchina con cui era arrivato si fermò davanti alla caffetteria, ormai il momento in cui finiva tutto era arrivato. lo vedo allontanarsi ma prima di attraversare la strada  si volta, guardandomi di sott’ occhio.
Non mi va di lasciarlo così, inizialmente feci un passo verso di lui ma poi mi limitai a sorridergli – Buona notte angelo – gli dico, ricevendo prima un piccolo broncio che si trasformò in un sorriso divertito e timoroso che mi fece andare in tilt il cervello .
 
Lo guardo mentre attraversa veloce la strada, mentre infilandosi dentro  richiude la portiera dell’auto che riparte dopo poco.
 
 Faccio la strada di ritorno con un sorriso a trentaquattro denti. Entrato in casa vado subito in camera mia e mi sdraio sul letto, cadendo poco dopo tra le braccia di Morfeo con in mente ancora il mio angelo.  Un secondo prima di addormentarmi, in testa mi si forma una domanda:

“ cosa sarebbe successo se quel telefono fosse suonato solo pochi minuti dopo? ”

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** La sera dopo ***


Il fine settimana non mi era mai parso tanto lungo come questo, ero ansioso di tornare a scuola, o meglio di rivedere il mio angelo.
Sono passate solo poche ore dal nostro appuntamento eppure già mi manca.
Le emozione che mi ha fatto provare solo ieri sera sono state indescrivibili, non mi era mai capitato con nessuno. Dopo aver raccontato tutto quello che era successo la sera prima a Chiaki lei era rimasta letteralmente a bocca aperta, ha persino supposto che io sia gay, ma scherziamo, si ,insomma, quello che provo nei confronti di Shin sembra tanto una cotta da ragazzine, ma non e cosi, lui è diverso. Effettivamente non so nemmeno io cosa sia, so soltanto che stare con lui mi fa stare bene, che non vorrei mai vederlo triste ma solo sorridente perché ha un sorriso talmente bello da poter illuminare tutta un stanza.
 
Me ne sto sul letto, sono talmente su di giri che non riesco a prendere sonno, nonostante mi faccia forza per farlo.
Prendo dal comodino l' MP4, vicino a una foto raffigurante una giovane donna dai lunghi capelli corvino e occhi azzurro cielo che stringeva affettuosamente un bimbo sorridente dalla zazzera bionda e gli occhi del medesimo colore di lei.
Sorrido appena.
– la mia mamma -
Mi metto le cuffie, alzo al massimo il volume e mi volto verso la finestra di camera mia guardandovi fuori come faceva il mio angelo ogni volta che lo spiavo da lontano senza che lui se ne accorgesse; dopo pochi minuti mi addormento cullato dalla consapevolezza che domani rivedrò il ragazzo di cui non sono innamorato.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** La mattina più lunga 1a parte ***


Appena varco il cancello della scuola individuo i mie amici e vado verso di loro che se ne stanno in una delle panchine che circondano la scuola.
- SOI-CHAN !!! -
- ciao soi-chan -
- ohayou (1) soichiro-kun-
- oi soichiro- mi salutano tutti.
- buon giorno ragazzi - dico raggiante, mentre faccio alzare chiaki e la siedo sulle mie gambe.
- come mai quel sorrisone soi- chan ? - chiede curioso Hirofumi tra le braccia del fratello che gli cinge la vita.
- Forse a qualcuno è andato bene l'appuntamento con l'angioletto? - prosegui Kaito, facendomi arrossire come un pomodoro e scatenando le risate di tutti.
- Bel amico che sei hai raccontato tutto a Chiaki e a noi niente-  disse un po’ impicciato mitsuhito, sbuffai appena - ok ok  avete ragione adesso vi racconto tutt...- non feci in tempo a finire la frase che mi erano già tutti attorno come degli animali affamati. Un po’ nervoso mi grattai la guancia e cominciai a raccontare - ok allora... –   
 
 Come pensavo alla fine del racconto, dove fui costretto a raccontare ogni singolo particolare, tutti, tranne Chiaki, mi fissavano con la bacco talmente spalancata che quasi toccava terra.
- Oddio, vi stavate per baciare al primo appuntamento- (hifofumi)
-Lui che sembrava un santarellino, non me lo sarei mai aspettato - (chojiro)
- Ma che dolciiiii !!! - (yumiko)
- Tutto alla prima uscita, ti dai da fare ne Soichiro - (mitsuito)
Troppi commenti imbarazzanti, quelle facce spaventose che stavano facendo quegli psicopatici dei miei amici mi terrorizzavano, il suono della campanella fu la mia unica ancora di salvezza in quel momento, mi alzai in mezzo secondo e corsi via.
- Ci vediamo dopo - dissi allontanandomi velocissimo con Chiaki sotto braccio.
 - IMBROGLIONE ASPETTAAAA!!!!!! - sentii urlarmi dietro.   
 
Mi fermai solo quando ebbi raggiunto la classe del mio angelo, lascio la mano a Chiaki e mi appoggiai al muro riprendendo fiato.
 - Scusa se ho trascinato vai anche te - gli dissi ancora con il fiatone.
- Tranquillo, dovevo venirci per forza prima o poi ... questa non e solo la sua classe - specificò sorridendomi furba, capendo al volo il riferimento al fatto che oltre alla classe di shin quella era anche la sua e dei gemelli, mi fu spontaneo arrossire visibilmente, come succede spesso ultimamente quando si introduceva nel discorso shin. 
 
Poco a poco gli studenti cominciarono ad entrare nelle classi, in pochi minuti i corridoi si svuotano, rimaniamo solo io e Chiaki, che intuite le mie intenzioni rimane fuori con me più del necessario per farmi compagnia. 
 
Passarono pochi minuti, dal suono e già comincio a tremare leggermente per il nervosismo, chiaki se ne accorge e subito mi viene vicino stringendomi la mano e sorridendomi dolcemente al fine di aiutarmi a calmarmi - tranquillo ... - gli sorrido debolmente, ispirando piano, poi alzo lo sguardo, e lo vedo mentre svolta l'angolo. 
E’ bellissimo come sempre, anche di più, lo osservo mentre si avvina lentamente e smetto di respirare.
Davanti a me non vedo nient’altro che lui, il nervosismo di prima scivola via, adesso ce solo il mio angelo. Mi allontano da Chiaki, che si mette in disparte, e mi posiziono del centro del corridoi.  
 
Continua ad avanzare con una lentezza esasperante, è a pochi metri da me adesso, posso già distinguere le sfumature dei suoi occhi, il cuore comincia a battermi talmente forte che ho paura che lui possa sentirlo. Ora è a pochissimi passi, un passo, pochi centimetri, percorre con calma la distanze che lo separa da me, e mi sorpassa non degnandomi di uno sguardo, entrando nella sua classe.  
 
Ci metto un po’ a realizzare quello che è appena accaduto, è talmente assurdo da concepire che resto immobile non so per quanto tempo.   
Sento una mano scuotermi un po’ mi volto e vedo chiaki un po’ preoccupata - soi-chan ? - le sento dire.
- ma che gli e preso ?- le chiedo, come se lei potesse saperlo, infatti si stringe nelle piccole spalle, chiara posa che non ne ha idea, mi volto verso la classe di shin sperando di riuscire a trovarlo con gli occhi ma essendo all'ultimo banco gli altri lo coprono impedendomi di vederlo.
- vuoi che ci parli ? - mi chiese un po’ dubbiosa chiaki.
- no .... no, non ti preoccupare ci parlo io dopo ... grazie - le risposi senza nemmeno guardarla in feccia ancora confuso sul comportamento di shin.


(1) ohayou = buon giorno

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La mattina più lunga 2a parte ***


Appena sentì il suono della campanella, preso il mio bento, uscì dalla classe diretto a quella di fianco.
Rimasi, come sempre, fuori da questa ad aspettare che tutti se ne andassero.
I primi ad uscire, mano nella mano, furono i gemelli che non si accorsero di me, intenti a flirtare come al solito, subito dopo Chiaki, che mi fece un cenno con la testa e se ne andò.
Verificai che tutti se ne fossero andati ed entrai.
Dentro la classe, come sempre, ce Shin che mangia da solo. Sentendomi entrare alzò leggermente gli occhi e guardandomi sbuffò seccato. Mi siedo, come l'ultima volta, davanti a lui, limitandomi semplicemente a guardarlo.
Dopo qualche minuto si stufa e smettendo di guardare fuori dalla finestra e mi fissa accigliato.
 - Allora ... che è successo ? - gli dico, cercando di nascondere il nervosismo, per l'espressione sbrigativa che mi sta riservando.
Non disse nulla, ovviamente, sbuffò nuovamente e si voltò.
 - Perché fai così ... dopo tutto quello che è successo l'altra sera, non mi merito almeno una spiegazione ? - urlo quasi, sbattendo le mai sul piccolo banco, facendolo  voltare di scatto. ma che diavolo gli succede. 
Mi guarda. Prima scosso, poi sempllicemente , mi mostra il ciondolo che ha al collo.
In un millesimo di secondo, la verità mi apparve chiara come un lampo a ciel sereno.
- lo hai fatto solo per riavere la collana ? – dico, quasi in un sussurro , e lui annuisce.
Delle fitte tremende al cuore cominciarono a farsi sentire.
Tutta l'energia che avevo quella mattina in un secondo mi abbandonò, e lentamente esco da quella stanza diretto non so bene dove.
 
 - Sono stato uno stupido a pensare che per lui fosse stato importante .... infondo non ci siamo promessi amore eterno –. 
 
Mi sento malissimo.
Mi ritrovo sul tetto della scuola, seduto con le spalle contro il muro.
Rimango li, fissando il nulla per interminabili minuti. Poi un flash .
 
-NON MI LASCIARE! - urlava un bambino dai grandi occhi grigi mentre in lacrime veniva portato via a forza, - MI DISPIACE, MI DISPIACE ! - diceva un altro, crcando di raggiungerlo, ma non riuscendoci - NOOOO !!! - ricomincio ad urlare il bambino disperato , - MI DISPIACE, MI... –
 
- Dispiace, mi dispiace... - continuo a ripetere quella frase come un mantra, mentre per l'ennesima volta delle immagini sconosciute mi appaiono in testa. - Mi dispiace, mi dispiace ... - - SOI-CHAN ? SOICHIRO , SOICHIRO RISPONDIMI ... -
Mi sento scuotere freneticamente dalle spalle e questo mi desta dallo stato di trans in cui ero caduto. Mi guardo attorno disorientato, fin che non incontro gli occhi verdissimi di Chiaki che mi guardano preoccupati.
 - Soi-chan … ci sei ? - mi chiede piano
. Annuisco appena e mi porto le mani ai testa quasi a strapparmi i capelli - mi fa malissimo - .
 - Ti stavo cercando ... e visto che non eri con lui ho pensato fossi qui... – al solo sentirlo nominare le fitte ricominciarono a farsi sentire, più profonde e dolore di prima. Mi porto una mano al petto per cercare di placarle, ma queste continuano insistenti.
 - E’ andata così male ? –
Non rispondo subito, prendo fiato e - Non ha significato niente per lui, rivoleva solo la sua collana ... - Mi sento gli occhi pizzicare e piccole lacrime cominciano a solcarmi le guance scagliandosi poi al suolo. Alzo il volto verso Chiaki, e dalla sua faccia capisco che devo avere e un' espressione patetica.
 - Che ho fatto di sbagliato ? - dico tra i singhiozzi - Io volevo solo stargli vicino ... non desideravo altro ... - aggiungo disperato , stringendomi nelle spalle - Avrei-avrei fatto di tutto, io ... io non potrei più a stare senza di lui ,sento che non ci riuscirei -. 
Concludo in un sussurro, spezzato dalla voce roca del pianto.
Lei mi stringe forte cullandomi - Shhh andrà tutto bene ... te lo prometto – mi diceva, ma sapevo che non era vero.
 
POV CHIAKI
 
Non l’avevo mai visto cosi’, mai. L’espressione sul suo volto mi spezza il cuore, - Perché soffre cosi tanto ? -, come è possibili che esista una sofferenza tanto grande.
Lo stringo forte, sentendomi impotente di fronte a tutto quel folle dolore, che mi contagia, facendomi male.  - Si è già legato cosi tanto a lui ?.... mi dispiace soi-chan, ma gli dei dovevano essere davvero furiosi con te il giorno in cui ti hanno permesso di mettere gli occhi su quel ragazzo - .

POV AUTRICE
 
Ad assistere alla scena non cera nessuno. Nessuno tranne due grandi occhi che nascosti nell'ombra avevano osservato tutto, non lasciandosi sfuggire niente, o quasi. Solo una piccola lacrima, infatti, quegli occhi non furono in grado di vedere, lasciandola accarezzare morbidamente la pallida guancia, per poi venire rimossa in malo modo e andarsene di fretta.

EVVIVA ME CHE SONO RIUSCITA GRAZIE ALL'AIUTO DI PYRA A PUBBLICARE UN CAPITOLO LEGGIBILE.
SPERO IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO.
PS. AVVISO CHE D'ORA IN POI SARò PIù LENTA NELLE PUBBLICAZIONI, PER UNA SERIE DI SFORTUNATI EVENTI.
PPS. "gli dei dovevano essere davvero furiosi con te, il giorno in cui ti hanno permesso di mettere gli occhi su quel ragazzo." QUESTA FRASE , PURTROPPO, NON E' DEL TUTTO FARINA DEL MIO SACCO, INFATTI L'HO TROVATA, IN UNA SASUNARU (Prigioniero di chibikitsune). ALLA PROSSIMA
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Le due parti ***


Dopo aver passato tutta l'ora di pranzo sul tetto a farsi consolare da chiaki e rassegnarsi a quello che era stato, ormai inutile negarlo, il suo primo amore. Soichiro chiese il permesso di andare in infermeria dove si fermò fino alla fina delle lezioni.
Mentre camminava piano per i corridoi gli arrivo un messaggio da chiaki
 - Vuoi che ti aspetti fuori da scuola ?-( chiaki )
 - No , vai pure a casa, sto bene-(soichiro)
 -Ok ci vediamo domani. Fammi sapere se hai bisogno-(chiaki)
Voleva solo starsene un po’ da solo e fare chiarezza negli ultimi avvenimenti, che lo avevano colpito cosi profondamente. Piano attraversa il giardino della scuola dirigendosi al cancello a testa bassa. Tutti gli studenti se ne erano ormai andati, tutti tranne lui e con sua grande sorpresa shin, che era davanti al cancello della scuola.
Si fermo’ bruscamente e con gli occhi sgranati fissa sorpreso il ragazzo che gli aveva spezzato il cuore e che adesso, si avvicinava piano a una macchina nera decapottabile ferma davanti alla scuola.
 Curioso rivolse lo sguardo verso il guidatore. Era un ragazzo sulla ventina aveva un fisico atletico, un ed espressione gentile sul viso, incorniciato da lunghi capelli neri. Saltava all'occhio subito la sua pelle chiara, nulla paragonabile a quella di shin però. Lo sconosciuto scese dalla macchina e regalo un dolcissimo sorriso a shin, che ebbe subito il potere di scatenare la gelosia del biondo che ricomincio a mamminare cercando di mantenere un aria disinteressata. Mentre avanzava pero l'occhio non poteva fare a meno di guardare i due mentre salivano sulla macchina e si preparavano a partire.
Quando soichiro passa di fianco alla macchina lo sconosciuto dai capelli neri, lo guardo’ distaccato e shin fece lo stesso. A lui non importava del ragazzo dai capelli neri ma quello sguardo negli occhi di shin lo feriva.
 Il petto ricominciò a fargli terribilmente male. Si fece forza per mostrargli lo sguardo più carico di odio che potesse avere e voltandosi se ne andò. Voleva mostrarsi indifferente, fargli provare lo stesso atroce dolore che ora gli stava strappandolo il cuore dal petto. Ma sapeva che sarebbe stato inutile, visto che hai suoi occhi era poco più di un insetto insignificante ed era cosi che si sentiva mentre nascondeva all'albino la smorfia di tristezza mista a sofferenza che involontariamente il suo volto fece.
La macchina parti e lo sconosciuto dai capelli neri notò lo sguardo triste e perso nel vuoto del ragazzino che gli stava di fianco - era lui soichiro ? - chiese con tono pacato. L'altro annui non alzando nemmeno lo sguardo, continuando a fissare il vuoto
 - sei sicuro di aver fatto la cosa giusta ? – proseguì il maggiore - questi non sono affari tuoi, kanata - disse un impicciato shin.
Il più grande fece un sorrisetto beffardo -siamo nervosetti oggi ... solo che si vede lontano un miglio che quel ragazzo ci tiene a te e mi sembra molto stupido trattarlo cosi solo... –
 - stai zitto, tu non sai niente -lo interrompe shin innervosito.
 -cosa non capisco , che ti sei accorto di tenere a quel ragazzo e lo allontani solo perche hai paura ? - alle parole del nero gli occhi di shin si allargarono pieni di consapevolezza.
Sapeva già di provare qualcosa per soichiro ma non voleva ammetterlo. Non voleva commettere ancora lo sbaglio di legarsi a qualcuno per dopo rimanerne ferito. Improvvisamente la macchina si fermo permettendo a entrambi di vedere nuovamente l'entrata di villa ishikana. L'unico posto in cui shin si sentisse libero da ogni fardello o pregiudizio sul suo aspetto.
Varcò la soglia e subito il maggiordomo, iruka, venne a dargli il benvenuto.
 - ben tornato signorino shin - disse educatamente il vecchio facendogli un piccolo inchino.
 – BOCCHAN(1)E’ TORNATO FINALMENTE- una formosa donna sulla cinquantina, ma che ne dimostrava al massino venti di meno, gli venne incontro -la stavo aspettando bocchan, gli ho preparato una merenda speciale - disse entusiasta la donna mostrandogli il carrello pieno di meravigliosi dolci.
Shin si avvicino al carrello e dopo aver scrutato, con occhio indagatore, ogni singolo dolce, si volto e se ne andò. Tutti i presenti rimasero sconcertatiti, mai nella sua vita shin aveva rinunciato a mangiare dei dolci e se quello capitava voleva dire solo che, o il mondo stava per finire, o il signorino era in procinto di avere una delle sue crisi, pensiero che faceva impallidire tutti.
Shin entrò nella sua stanza e si sdraio sul letto. Subito una piccola ranocchia verde di peluche, su di esso, attirò la sua attenzione. Allungo un braccio e la prese, posizionandola sulle ginocchia come si fa con i neonati, la guardava con un piccolo sorriso.

 - - che guardi angelo? – sussurra soichiro divertito, direttamente nell’orecchio dell’albino, che arrossisce voltandosi imbronciato a quel nomignolo. Il biondo ridacchiando guarda nella direzione dove prima era rivolto lo sguardo di lui e sorrise leggermente – la vuoi ? - gli chiese, ma non ricevette risposta, cosi si allontanò e tornò qualche minuto dopo con la ranocchia in mano. – tieni – gli disse, poi porgendogliela, shin la prese in mano. Gli occhi gli si illuminarono facendogli apparire in viso, l’espressione che fanno tutti i bambini quando vedono un cosa sconosciuta per la prima volta, mancava solo il ditino in bocca , - ti comprerei tutte le ranocchi del mondo se vedessi tutte le volte quel bellissimo faccino - -

Al ricordo di quel momento non poté fare a meno di arrossire furiosamente, coprendosi il viso con la ranocchia.
Un bussare lo fece girare e dopo pochi secondi kanata entrò nella stanza del bianco - so che vuoi stare solo, ma sei sicuro di stare bene ?-disse con tono preoccupato questo. Shin non risponde, si limito solo a guardarlo di sfuggita per poi ignorarlo. Il corvino sbuffò leggermente e fece per uscire dalla stanza ma prima che potesse richiudersi la porta alle spalle..
 - avevi ragione ... ci tengo molto a lui, come pensavo non potesse più capitarmi .... ma ho paura che succeda di nuovo- disse shin, più a se stesso che al ragazzo, mentre accarezzava la ranocchia con un malinconico sorriso sulle labbra.
 Kanata richiuse lentamente la porta e vi si appoggiò piano - non posso permettere che succeda di nuovo - pensò.

 -ME LO AVEVI PROMESSO, LO AVEVI PROMESSO ... NON MI LASCIARE ! - un infermiere teneva stretto il bambino dai grandi occhi grigi che continuava a dimenarsi - MI DISPIACE  MI DISPIACE - diceva una voce dall'altra parte della stanza , grandi occhi azzurri e capelli biondi - NOOOOOOO !!!- un urlo agghiacciante usci dal bambino pallido mentre tenuto fermo, con una siringa gli iniettavano del tranquillante.
                                                                                                   Shin si sveglio di soprassalto, sudato dall'incubo appena avuto. Con ancora il fiatone si portò una mano al petto, cercando di controllare la respirazione. Dopo esserci riuscito, allunga una mano verso il cassetto vicino a lui e tira fuori una foto, che ritraeva due bambini che sorridenti giocavano su un letto completamente bianco. Il biondo aveva al collo un piccolo chiama angeli argento, involontariamente shin si portò la mano al collo prendendo in mano il ciondolo della foto che adesso portava lui . Voltò la foto e leggendo quello che c’era scritto una piccola lacrima gli solcò la guancia.

 Shin e Soichiri. Insieme per sempre.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Andare avanti ***


Il mattino dopo i due si svegliarono, si vestirono, mangiarono poco o niente per colazione e poi andarono a scuola chi a piedi e chi in macchina. Soichiro varcò il cancello della scuola, vide i suoi amici ma subito la voglia di andare da loro gli passò e decise invece di andare direttamente in classe. Da lontano loro lo guardarono rattristati.
- è veramente a pezzi - disse Mitsuhito.
- Dovremmo fare qualcosa- prosegì Hirofumi, quasi in procinto di piangere, stringendosi al fratello.
- No....ha solo bisogno di stare un po da solo- (Chiaki)
- Ma Chia...-
- LASCIATELO STARE! - urlò infine la ragazza zittendo tutti e andandosene.
Chiaki camminò con passo svelto verso l'edificio. Salì le scale per raggiungere la sua classe, ma prima di entrare sporse la testa in quella di fianco, dentro la quale uno spettacolo pietoso gli fece riempire gli occhi di lacrime. Dentro la classe se ne stava, con la testa sul banco, e un espressione dolorante guardando nel vuoto, Soichiro, o per lo meno quello che restava di lui. Si vedeva lontano un miglio che sarebbe scoppiato da un momento all'altro, che la lontananza di quel ragazzo per cui aveva provato tutto quell’ affetto, quasi morboso, lo distruggeva da dentro.
Chiaki avrebbe tanto voluto entrare e stringere forte l'amico, ma sapeva che non avrebbe risolto niente, anzi, forse avrebbe solo peggiorato la situazione. Cosi se ne andò, lasciando, anche se a malincuore, Soichiro da solo.
Quest ultimo passò tutte le ore di lezione guardando nel vuoto, nessuno osò avvicinarsi ho chiedergli quale fosse il problema. Perché, per quanto lo negasse anche a se stesso, il problema c'era ed era fin troppo palese. Nemmeno il professore ebbe la forza di rimproverare il ragazzo, che in quel momento pareva talmente fragile che qualsiasi cosa avrebbe potuto romperlo.
La campanella suonò, per l'ennesima volta, e tutti si alzarono per andare a pranzare. Tutti tranne Soichiro. Lui rimase lì. Immobile. Continuando a guardare nel vuoto, non avendo nemmeno la forza di reagire.
Sapeva che era stupido farlo così, quel ragazzo lo conosceva da poco più di un mese, ma non poteva farne a meno. Le immagini del giorno prima erano ancora vivide e dolorose nella sua testa.
Shin che ignorandolo, gli faceva chiaramente capire che per lui non rappresentava assolutamente niente, per poi vederlo andarsene in macchina con un tizio che non conosceva. Il sangue cominciò a ribollirgli nelle vene. Si alzò dal banco e si diresse verso la classe di Shin. Non sapeva ancora cosa gli avrebbe detto, ma il momento di piangersi addosso era finito.
Con passi veloci varcò la soglia della classe di fianco, ma niente.
Il banco di Shin era vuoto.
Era deluso, davvero. Si avvicinò al posto dell’albino e si sedette sulla sedia. Non sapeva perchè lo stesse facendo, ne sentiva semplicemente il bisogno. Passò piano la mano sul banco e subito il suo viso angelico gli apparve sulla superficie liscia. Accarezzò la figura con le dita. Non era da lui deprimersi a tal punto. L’ultima volta che si era sentito cosi male, fù alla morte del padre, allora aveva solo dieci anni... 
Doveva reagire.
- Soi-chan ? –
Un voce femminile attirò la sua attenzione. Chiaki era sulla soglia della porta e lo guardava un po’ timorosa.
- Chiaki-chan ! - sussurrò Soichiro mentre si alzava lentamente dal banco per avvicinarsi alla ragazza. "Se non per me, lo devo fare almeno per lei." Pensò.
Arrivatogli di fronte - Scusa - gli disse solo, sorridendogli dolcemente.
Gli occhi di lei divennero lucidi e due lacrime traboccarono dai limpidi occhi verdi, avvicinandosi si strinse nel petto del biondo che ricambiò l'abbraccio.
- Ero cosi preoccupata ... sei uno stupido, stupido - disse fra i singhiozzi .
- Non volevo farti preoccupare, ora va tutto bene -.
Rimasero cosi per qualche minuto, poi lui si allontanò leggermente.
- Ecco adesso mi sono anche rovinata il trucco, e colpa tua! - disse un po’ scocciata la ragazza dai capelli rosa e viola.
- heheh scusa Chiacchan - disse invece Soichiro grattandosi la testa. Vizio preso da piccolo e mai abbandonato. La campanella suonò.
- Oh no e già suonata, devo sbrigarmi - squittì disperata Chiaki, comincinado a correre.
- Ma che devi fare? - 
- DEVO RIFARMI IL TRUCCO !!! - Soichiro fece una faccia divertita, mentre la ragazza sfrecciava in bagno. Cosa avrebbe fatto senza di lei.
Fece per ritornare nella sua classe ma prima si voltò un ultima volta per guardare il posto del ragazzo, un sorriso triste gli si dipinse sulle labbra prima che se ne andasse.



Era il tramonto ormai, e Shin era ancora sdraiato sotto le coperte, stringendo la piccola ranocchia verde. Bussarono alla porta e Kanata entrò.
– Shin, non credi sia ora di uscire da quel letto e mangiare qualcosa? - gli disse preoccupato, non ricevendo però risposta dal più piccolo.
- E’ tutto il giorno che stai a letto è no mangi niente ... shin ? – insistette.
Alla fine sbuffò, arrendendosi, e usci dalla camera lasciando il ragazzo da solo.


Quella mattina Kanata lo aveva accompagnato a scuola presto, per evitare di incontrare Soichiro. Entrò dall'ingresso secondario e salì le scale guardandosi attorno ripetutamente. Era un comportamento stupido lo sapeva anche lui, ma solo l'dea di rivedere Soichiro e che questo lo guardasse con odio, come aveva fatto il girono prima lo terrorizzava. Fece un sospiro di sollievo quando vide che nel corridoio non c'era nessuno, così, tranquillo avanzò verso la sua classe. Ma per andare nell' aula doveva inevitabilmente passare di fronte a quella del biondo. Mentre ci passava davanti intravide una figura, tornò indietro, curioso, per verificare chi fosse e sporgendosi, cercando di non farsi notare, lo vide. Con la testa sul banco e gli occhi vuoti. Gli venne una stretta al cuore talmente forte da farlo inginocchiare per terra con le mani a stringere il petto.
- Che ho fatto - pensò, prima di correre via e chiamare il moro per farsi venire a prendere. Arrivati a casa, se ne andò in camera sua e non ne usci più.


Le lacrime gli ricominciarono a scendere dagli occhi, ripensando alla scena di quella mattina. Si raggomitolò su se stesso ulteriormente, e stringendo più forte la ranocchia verde, sussurrò tra i singhiozzi...
- Mi dispiace -
Sussurrò che Kanata riuscì a sentire dallo spiraglio della porta aperta.





ecco un altro capitolo. d'ora in poi i miei numerosi errori saranno corretti dalla mia fantastica beta _Milly_ ( ottima beta, non che eccezzionale scrittrice). quindi ringraziamo tutti _Milly_ per  l'ottimo lavoro che ha fatto e continuerà a fare, sperando che un giorno ci delizi con una delle sue storie.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Decisioni ***


POV SOICHIRO

Mi arrendo, no riesco a capirci niente, sarà la decima volta che provo a risolvere l'esercizio assegnato dal professore ma niente, appoggio il 
quaderno sul tavolo e a testa bassa comincio a scarabocchiare sul foglio bianco.
 -Non è venuto nemmeno oggi – penso rattristandomi improvvisamente, e quasi una settimana che Shin non viene a scuola, e nonostante stia cominciando a superare il fatto che non potrò più avvicinarmi a lui, devo ammettere che sono un po’ preoccupato.
 Sento la campanella e mi alzo, andando fuori a pranzare sulle scale di evacuazione;
 - Finalmente! - mi dice Hirobumi un po’ seccato, con in braccio il gemello che appena mi vide mi regala un sorriso raggiante - Soi-chan sei arrivato! - gli sorrido di rimando e mi siedo vicino a Chiaki e Yumiko; Quando improvvisamente sentiamo urlare...-RAGAZZIII!!! – Ci girammo tutti nella direzione da cui proveniva l' urlo e per niente stupiti vediamo Choijiro e Kaito correre all’impazzata verso di noi. Arrivati a pochi metri cominciarono a frenare lasciandosi un polverone dietro – L’avete saputa la notizia ? – dice euforico Chojiro, noi tutti continuiamo a fissarlo ignari della “notiziona” di cui parlava – Dei! Ma dove vivete?! … abbiamo sentito che Oda Takagi si inscriverà nella nostra scuola! … - Continua poi Kaito. Rimaniamo tutti a bocca aperta alla notizia.

–Oda takagi ? …. Quel Oda Takagi ? – balbetta Yumiko.
 – L’artista emergente ? – continua Chiaki.
 – Quello a cui hanno dato il premio come uno dei migliori artisti a soli 15 anni ? – concluse Hirofumi.
 – Si proprio lui! – 

Resto sbalordito , insomma un vero talento naturale si iscriverà alla nostra scuola! Non sto nella pelle!
– Hai sentito Soi-chan … non è fantastico Oda-san è il tuo idolo – mi dice Chiaki scuotendomi – Si è favoloso … ma quando arriverà? – chiedo euforico, sentendo poco dopo la campanella suonare, - Bhe in verità non lo sappiano, ma spero presto – mi rispose Kaito .
Ci alziamo, per dirigerci poi verso l'edificio. Arrivati davanti l'aula del club di disegno saluto gli altri per poi entrare in classe. Il pomeriggio passa tranquillo, anche se l’euforica gioia che mi aveva dato la notizia che avrei conosciuto un artista eccezionale che stimo, è andata via via scemando, inspiegabilmente; Anche se infondo il motivo lo conosco benissimo ed è la figura che mi ritrovo a rappresentare nel ritratto a carboncino che l’insegnante di disegno ci ha assegnato: grandi occhi limpidi, labbra piccole ma carnose, lunghi capelli, resi abbaglianti dalla mancanza di sfumature in essi, che ricadevano sulle spalle esili di un corpo forte ma aggraziato e per niente acerbo: Shin.
Un suo ennesimo ritratto che metterò in un cassetto, pieno di figure simili in pose differenti, custodendo anch’esso gelosamente.
 Esco lento dal laboratorio di arte a testa bassa, pensavo di averlo superato ormai, ma credo di non essere ancora pronto, non riesco a lasciarlo andare. Mi avvicino al cancello e li mi accorgo di un auto che ho già visto un paio di volte, il cuore mi batte frenetico, la testa comincia a girarmi non riesco a muovermi: sono terrorizzato, riconoscendo la macchina del ragazzo che aveva portato via Shin.
 Non voglio stare ancora male, non lo sopporterei; mi faccio violenza e comincio a camminare, aumentando il passo ogni volta, tengo la testa bassa, e dopo pochissimi secondi mi ritrovo davanti alla macchina ma non mi fermo, anzi, aumento il passo e quasi correndo la sorpasso evitando di guardare il ragazzo dai capelli neri appoggiato ad essa.
 – Soichiro-kun ? – a questo punto non so che fare, mi sento in trappola, ingoio a vuoto e tenendo gli occhi bassi mi volto piano, mi viene da piangere, anche se non so perché, ho paura. Alzo appena gli occhi, ma subito li riabbasso...quegli occhi...

-Devi stare lontano da lui!- 
Urlò un ragazzo al piccolo Soichiro 
–Ma-ma io …- 
Tentò con gli occhi gonfi di lacrime...
–Niente ma … devi stare lontano da mio fratello, altrimenti mi costringi a portarlo via– 
Replicò il maggiore infuriato prima di andarsene, mentre il piccolo scoppiava a piangere


Quegli occhi...mi fanno paura. 
Lo sconosciuto si avvicina piano a me, indietreggio, sono terrorizzato, poi lui si ferma – Soichiro-kun, io sono Kanata Ishikana … il fratello di Shin – dice calmo.
 Gli occhi mi si sgranano dalla sorpresa - Suo fratello ? – penso mentre guardo sconcertato, quello che dovrebbe essere il fratello del mio angelo.




finalmente un nuovo capitolo. grazie alla collaborazione di _Milly_, che come sempre a fatto un ottimo lavoro.
spero il capitolo vi sia piaciuto e che commentiate in tanti ... ci vediamo tra 2 giorni con il prossimo capitolo.^_______^

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Il passato di Shin ***


POV SOICHIRO

Passo non so quanto tempo a fissare sbalordito il ragazzo che mi sta davanti – Sei … sei il fratello … di Shin – è più una domanda che una esclamazione.
– Già – mi dice tranquillo, mostrandomi un piccolo sorrisetto appena accennato.
Lo squadro per bene ed effettivamente noto una certa somiglianza, i colori sono completamente diversi, anche la pelle per quanto sia chiara non potrebbe mai somigliare a quella di Shin, l’uguaglianza stava nei tratti degli occhi, che mostravano la stessa espressione distaccata e anche nelle piccole labbra, che per quanto appartenessero ad un uomo maturo, erano come quelle di Shin.
– Vorrei parlare con te Soichiro-kun … se sei libero ovviamente – Mi chide gentile.
Sono un po titubante, insomma chi lo conosce questo, ma nonostante la paura mi assalga inspiegabilmente quando lo guardo negli occhi, questo ragazzo mi infonde anche sicurezza, come se fossi sicuro che nonostante tutto non farebbe mai del male – D-d’accordo Ishikana-san – rispondo un po’ restio.
– Chiamami pure Kanata -
- Ok Sanata-san - .
Lui apre la portiera della macchina, salendovici e io faccio lo stesso. Facciamo il tragitto fino ad un bar vicino, in completo silenzio, scendiamo dall’auto ed entriamo nel locale.
Sono ancora un po' nervoso, ma Kanata-san è molto educato e questo mi tranquillizza. Subito la cameriera arriva per prendere le ordinazioni, e non mi è difficile notare l’interesse che la ragazza riserva a Kanata-san come del resto tutto il genere femminile presente nel locale, che sembra divorarlo con gli occhi.
Rimaniamo in silenzio per pochi minuti, che a me sembrano interminabili, non ho nemmeno il coraggio di alzare gli occhi dalla mia tazza di caffè.
–Allora Soichiro-kun, credo tu abbia capito che sono qui per parlare del mio fratellino –
Sobbalzo leggermente, avevo immaginato che il tema del discorso fosse lui, ma l'dea mi spaventa lo stesso.
- Si - pigolo.
Mi sto comportando come una femminuccia, così decido di alzare lo sguardo, non posso fare queste figure, soprattutto davanti al fratello di Shin, che ora mi sorride leggermente.
– Shin non mi ha detto cosa è successo la sera del vostro, appuntamento … -
Comincio a sentire le guance andare a fuoco dalla vergogna, quando in testa mi affiorano i primi ricordi, non vorrà mica sapere quello che è successo vero?
– E non ho nemmeno intenzione di chiederlo a te … -
Sospiro impercettibilmente
– Volevo solo chiederti di continuare a cercare di avvicinarti a lui – I miei occhi si allargano per la sorpresa. – Come scusa ? -
- Lo so che Shin ha un carattere difficile, ma te lo chiedo per favore … Da quando era piccolo era sempre stato predisposto a stare lontano dagli altri, isolandosi, nemmeno io sono mai riuscito a farlo aprire fino in fondo … quando aveva cinque anni nostra madre decise di lasciare papà è questo diede la colpa a lui, perché la mamma lo accusava della malattia di Shin. Le cose cominciarono a peggiorare finchè un giorno arrivò la notizia che mia madre aveva intenzione di risposarsi e nostro padre arrivò a picchiarlo mandandolo all’ospedale… -
Mi manca il fiato.
– Rimase in coma per un mese, poi la riabilitazione i vari controlli, questo lo segno molto … Ma non è la cosa peggiore … -
Kanata-san raccontava gli avvenimenti passati, come se gli stessero passando davanti in questo momento, non sta parlando a me ma a se stesso,
– Quando venne dimesso fummo portati a casa di nostra madre e del suo compagno, all’inizio era tutto tranquillo, tutto pian piano cominciava a ritornare come prima, ma dopo qualche mese Shin cominciò a comportarsi in maniera strana, aveva smesso di farsi toccare e di parlare, mia madre lo aveva portato dai migliori medici e psicologi ma nessuno sapeva dire cosa avesse, finchè un giorno tornato a casa prima del solito trovai Shin … -
Si ferma improvvisamente come risvegliatosi da una trance.
– è poi … che è successo a Shin ? –
Dico sbattendo le mani sulla tavolo, lui mi guarda sterrefatto, poi abbassa lo sguardò e dice piano – Mi dispiace Soichiro-kun ho detto fin troppo … -
- Cosa ? No, puoi lasciarmi cosi … Me lo devi dire … - lo prendo per il colletto della giacca – Dimmi cosa è successo al mio Shin … - Sbalordito lui mi guarda – Il tuo Shin ? … -
A quelle parole realizzo quello che ho appena detto, lo lascio e mi risiedo con la testa bassa, come ho potuto dire un casa del genere. Rimaniamo in silenzio per un po’.
– Tu ci tieni a mio fratello Soichiro-kun ? – Lo guardo un po' stupito per poi rispondergli – Si, moltissimo -
-Bene.. – prosegue mostrandomi un sorriso.
– Allora, per favore non lasciarlo solo, da quando ti ha conosciuto Shin è più tranquillo, ... sorride … e non lo faceva da molto… Aiutalo a ritrovare la fiducia nelle persone, e quando sarà il momento lui ti racconterà tutto -
- Ma lui non mi vuole più vedere- Dico triste.
– Ha solo paura Soichiro-kun … Tu sei l’unico che ci può riuscire, perché lui è legato molto a te, anche se non lo vuole ammettere -
- Davvero?-
-Si, parole sue –
Mi appare un sorriso a trentadue denti in faccia e gli occhi cominciarono a brillarmi di gioia.
– Lui prova qualcosa per me! – dico piano, sorridendo come un ebete.
Ci alziamo dal tavolo per poi uscire dal locale.
– Quindi posso contare su di te Soichiro-kun? – mi chiede il fratello di Shin.
– Ci puoi contare Kanata-san, non permetterò a nessuno di fare del male al mio angelo – dico entusiasta prima di correre via, lasciandomelo dietro.
 
POV KANATA
 
Salgo in auto mentre il biondino corre via scatenato, un sorriso mi si forma inevitabilmente sulle labbra – E bravo il mio fratellino te lo sei scelto davvero bene – Penso, mentre sto per entrare in casa .
Subito dentro mi ritornano in mente le parole del biondo.
Ci puoi contare kanata-san, non permetterò a nessuno di fare del male al mio angelo
Quella frase l’ho già sentita da qualcun altro, anche se non ricordo chi fosse.
Ignorando quei pensieri vado al terzo piano dell’enorme villa diretto in camera di mio fratello.
Busso alla porta, per poi aprirla dopo pochi secondi. Rimango sulla soglia senza entrare.
Nella spazziosa stanza illuminata da luce artificiale, sul candido letto matrimoniale c'è un fagotto di coperte che si muove impercettibilmente, seguendo il respiro regolare del ragazzo che vi sta sotto, in mezzo a tutto quel bianco nessuno all'infuori di me avrebbe notato dei piccoli ciuffetti di capelli candidi che fuoriescono dalla parte superiore del fagotto appoggiandosi poi leggermente  sul cuscino.
- Otooto, che fai ancora a letto? –
Come pensavo non mi risponde. – Iruka-san mi ha detto che non hai mangiato nemmeno oggi … -
- tsk.-
Un sorriso mi dipinge il viso a quella "risposta".
– Bhe ti conviene mangiare, perché domani ritorni a scuola –
Mentre sto per richiudere la porta, il fagotto si deforma velocemente e Shin mi guarda incenerendomi con lo sguardo.
– Non ci voglio andare - mi dice deciso.
- Non mi importa, tu ci andrai … - dico senza ammettere repliche, ricevendo un altro dei suoi sguardi omicidi, poi i miei occhi si poggiano sul piccolo peluche che tiene tra le mani, stringendolo possessivo, come faceva da piccolo con i suoi giochi preferiti.
– A proposito ... Che carina la tua ranocchia otooto, a Soichiro-kun farebbe piacere sapere che ti piace così tanto da non staccartene mai – Dico prima di uscire – KANATA!!!- sento il mio fratellino urlare, facendomi sorrridere.


finalmente sono riuscita a pubblicare un nuovo capitolo, dopo quello mini di due giorni fa XD
bhe spero che anche questo sia di vostro gradimento e commententate tanto tanto ... che forse pubblicherò i capitoli più velocemente hehhe XD
ps. come sembre un ringraziamento a _Milly_ per l'ottimo lavoro che stà facendo e per il sostegno che mi ha dato qualchè giono fa quando erò andata in piena crisi " non so come andare avanti con la storia la mia vita è finita ", fortunatamente adesso superata ... alla prossima 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Di nuovo insieme ***


POV SHIN

Mi alzo scocciato, non voglio andare a scuola, solo all’idea di doverlo vedere soichiro, il petto comincia a dolermi, come se fosse stretto in una morsa.Ne sono sicuro, se dovessi continuare a vederlo ogni giorno, ricevendo quello sguardo che tanto mi ha fatto male, ma che sono consapevole di aver meritato, certamente finirei per cedere, finendo per avere una crisi di nervi o peggio.
Scendo in cucina, e mi siedo, Iruka-san mi mette davanti un piatto con una fetta di torta alla panna e fragola, dall’aspetto invitante, prendo il cucchiaino e ne prendo la fragola mangiandola con gusto, poi lo rimetto giù, bevo un sorso di acqua è mi alzo, sotto lo sguardo vigile di Iruka-san. Mi dirigo fuori, dove l’autista mi aspetta per portarmi a scuola, mentre mi avvicino alla porta vedo mio fratello che scende della scale.
– Buona giornata otooto –
Mi dice canzonandomi, lo ignoro e aumentando il passo esco e salgo in macchina; A volte lo vorrei strozzarlo, ma so che mi vuole molto bene e io ne voglio a lui, non glielo dimostro mai ma gli sono grato per tutto quello che ha fatto per me. E’ l’unica persona di cui mi sono sempre potuta fidare, che non mi ha mai tradito e che mi ha sempre fatto sentire speciale, il mio aniki (1).
La macchina avanza piano fra le strade affollate, qualche minuto dopo siamo davanti a scuola, scruto fuori, che non ci sia nessuno e dopo averlo verificato esco, avvinandomi all’edificio. Cammino lento, continuando a guardarmi in giro come se da un momento all’altro quel’ uragano biondo potesse sbucare fuori da un momento all’altro. Entro, salgo le scale e mi avvio verso la mia classe –Fin qui tutto bene- penso - oh no! –
Proprio mentre pensavo che quella giornata dopo tutto poteva andare bene ecco che me lo ritrovo davanti alla porta della classe, che faccio adesso?.
Mi nascondo dietro al primo muro che trovo, e aspetto che se ne vada, ma per mia fortuna lui non si sposta di un millimetro.
- Maledetto, vattene in classe! – esclamo a denti stretti, lo fisso torvo appurandomi di non farmi notare, il corpo ben fatto è pigramente appoggiato al muro di fianco all’entrata della sua classe che guarda fuori dalla finestra con aria pensierosa, gli spettinati capelli paiono fili d’oro sotto la tenue luce del sole, gli occhi chiari splendono come pozzi d' acqua limpida e la pelle ambrata è cosi appetibile ma far venire la bava alla bocca; è un ragazzo davvero bello non ce che dire, per non parlare poi del carattere solare e un po’ esuberante.
Ricordo benissimo il nostro primo in contro, perché appena mi guardò negli occhi ebbi la sensazione di starmi lentamente sciogliendo.

flash back
Cammino lento per i corridoi, anche oggi è finita, non capisco perché non posso studiare a casa.
Ogni giorno in ogni differente scuola che ho frequentato è sempre la stessa storia, appena metto piede in classe sembra che abbiano visto chissà che cosa.
Non ci vengo più in questo posto, lo giuro!
I miei pensieri vengono interrotti da una zazzera bionda che mi viene in contro a massima velocita, tento di scansarmi ma non faccio nemmeno in tempo a realizzare che questo si scansa all’ultimo momento, cadendo per terra.
Mi appoggio al muro per sorreggermi.
Dio! che spavento!, il cuore comincia a battermi ad un ritmo più veloce del normale, spalanco leggermente la bocca per prendere aria e cercare di rilassarmi ma inutilmente.
Quegli occhi, il ragazzo biondo mi stava fissando dritto negli occhi, mi sento strano, la testa mi si alleggerisce e non vede nient’altro oltre a lui, mi sento … al sicuro, lui si avvicina per abbracciarmi e io non oppongo resistenza, chiudo gli occhi e mi stringo a lui. Il suo corpo mi scalda intossicandomi con il suo profumo, e cosi naturale stringersi a questo corpo forte e farmi accarezzare dolcemente.
Mi stacco improvvisamente quasi scottato.
– Cosa sto facendo – penso.
Scappo via correndo, scendo in fretta le scale, attraverso il cortile e mi fiondo nella macchina, lontano da lui.
fine flash back



A ripensarci avvampo dalla vergogna e divento incredibilmente rosso, sento la seconda campanella suonare e vedo Soichiro che dopo essersi guardato un po’ in torno sbuffando entra nella sua classe, faccio un sospiro di sollievo e lo imito.

POV SOICHIRO

Mi siedo al mio posto sbuffando – Non è venuto nemmeno oggi, pensavo che Kanata-san lo avrebbe convinto a venire … Come faccio a mantenere la promessa se non lo vedo? – Ancora una volta mi sono illuso, pensavo che non mi sarei più dovuto far violenza per non pensare a lui, perché lo avrei avuto tutto per me. Quanto mi sbagliavo. Gli occhi mi cominciano a pizzicare leggermente, mentre rivolgo lo sguardo fuori dalla finestra – Mi manchi, Shin - .
Sento al campanella suonare, la voglia di andare giù a pranzo mi passa totalmente, me ne sto sul mio banco a guardare fuori dalla finestra con ancora in mente lui, non ci dovrei pensare perché mi fa male, ma non posso farne a meno; fantastico degli interminabili minuti, poi il telefono vibra e mi volto per prenderlo, ma la mia mano no arriverà mai a prenderlo, in una frazione di secondo la mia attenzione passa dal telefono che ansioso continua a vibrare e il piccolo ragazzo che nascosto in malo modo dietro la porta mi spiava. Il cervello mi va in tilt – Shin - .
Il mio angelo che fino a pochi secondi fa mi stava guardando da lontano, come facevo tutti i giorni io con lui, adesso tentava di nascondersi in malo modo dietro la porta, mi sento scoppiare dalla gioia, mi alzo in fretta e vado alla porta, lui è ancora lì, appoggiato al muro e alzando gli occhi mi guarda un po’ timoroso;
- Shin !- Sussurro felicissimo, mi avvicino a lui che indietreggia di poco e poi fa per andarsene – Aspetta, per favore! –
Lui si ferma senza girarsi – Ascolta Shin, io-io non so cosa tu provi per me, l’unica cosa di cui sono certo però e che ci tengo molto a te … non so in che modo, ma … solo il pensiero di starti lontano mi fa stare male … io-io voglio solo che tu mi permetta di starti affianco … -
Lo vedo tremare leggermente mi avvicino piano è mi metto di fronte a lui, che tiene lo sguardo basso, faccio un passo verso di lui che non si muove, posso sentire il suo calore e dei brividi mi attraversano il corpo, allungo piano una mano – Non ti farei mai del male … - porto il braccio a cingerli leggermente la vita - … Te lo prometto –
Lo attiro a me, lui non si oppone si fa avvolgere dalle mie mani come creta, spingendosi morbidamente verso di me. Gli cingo la vita con entrambe le braccia mentre lui avvicina piano le mani verso di me stringendomi piano, la camicia della divisa scolastica e alzando leggermente il morbido viso pallido. Punta i suoi grandi occhi nei miei annebbiandomi il cervello; aspiro il suoi dolce profumo e appoggiando la fronte sulla sua gli sussurro piano, -ti fidi di me?- non mi aspetto una risposta.
-Si – gli sento sussurrare piano.
- Ma cosa?...-
"Perché non parli mai?- chiedeva innocente un bambino dai grandi occhi azzurri –Oggi me lo dici come ti chiami? – Prosegui il bimbo, da un grande letto degli occhi limpidi lo guardano timidi – Io mi chiamo … -"
-Quella voce, quella splendida e melodiosa voce, mi entra in testa, spiazzandomi, facendo scattare qualcosa in me, sento qualcosa che mi accarezza la faccia e mi desto dallo stato di trance in cui ero caduto, il mio angelo e qui fra le mie braccia che mi accarezza piano una guancia. Avvicino piano le mie labbra a lui, lentamente le poso sulla fonte liscia di Shin, che socchiude gli occhi – Soichiro … – sussurra. Le sposto più in basso, piano, stavolta le poso sul piccolo naso, il suo alito caldo mi accarezza le labbra, che piano si spostano più in basso verso quei piccoli petali di rosa, che mi attirano come delle calamite, mi avvicino sempre di più bramando quelle carnose labbra che avrei voluto assaggiare quella sera, le sfioro e lui le socchiude paino...
DRIIIIIIIIIIIIIIIN
Il suono della campanella ci fa staccare bruscamente, con ancora il fiato ci stacchiamo completamente.
Restiamo a guardarci per diversi minuti, dopo poco cominciamo a sentire le prime voci provenire dai corridoi, lo guardo – Ci vediamo dopo ? – Chiedo un po’ titubante e lui annuisce, gli sorrido mentre lui si volta e si dirige verso la sua classe.
Improvvisamente il mio angelo si volta e mi viene incontro velocemente, fatico a realizzare subito quello che sta succedendo, Shin mi stava vicinissimo, piano mi avvolse le braccia al collo e posa le sue labbra sulle mie, in un bacio tenero, a fior di labbra, pieno di dolcezza e amore, che non tardo a ricambiare stringendolo possessivo. Ci stacchiamo solo dopo aver assaporato appieno quel contatto che tanto bramavo, ispirando contemporaneamente l’aroma dell’altro, inebriandoci. Ci allontaniamo, rimanendo però ancora abbracciati – Ti aspetto fuori angelo – gli dico non resistendo e dandogli un altro veloce bacio prima di lasciarlo andare.


(1) aniki = fratello maggiore\ fratellone. Eccovi qui con un'altro capitolo che spero piaccia ... come sempre SPERO COMMENTIATE IN MOLTI XD E SEMPRE BELLO RICERE ANCHE SOLO DUE RIGHE DI APPREZZAMENTO XD ....
Al prossimo capitolo ...

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Posso aspettare ***


POV SHOICHIRO

Sono passate diverse settimane da quel giorno ormai, e io e Shin non stiamo solo iseme, ma siamo inseparabili.
La mattina lo aspetto davanti a scuola e lo accompagno in classe. Durante l’ora di pranzo, mangiamo insieme, o meglio io mangio lui si limita a guardarmi. Il mio angelo mangia pochissimo, e quando mangia si rimpinza di dolci, e questo mi spaventa un po’. Anche se Kanata-san mi rassicura, dicendomi che i suoi problemi alimentari non sono molto preoccupanti.
Il pomeriggio lo passiamo a casa sua, che tanto per la cronaca è immensa. Insomma tre piani di villa, piscina interna, planetario, persino belle mini terme .
E per la grande gioia del nonno, il pomeriggio Shin mi aiuta a studiare.

I momenti che passiamo insieme, qualsiasi cosa facciamo, sono sempre magici. Lui ha ancora un po’ di problemi a relazionarsi con i miei amici, soprattutto con Hirobumi, che ce l’ha ancora con lui per la ginocchiata all’amato gemello, ma non gli metto fretta.
Per me è perfetto così. Con lui è sempre tutto perfetto.

Quando la mattina arriva e arrossendo leggermente mi da un tenero bacio sulla guancia.
Quando durante l’ora di pranzo dopo aver mangiato andiamo sul tetto e piano mi si avvicina, finchè io non lo gli cingo le spalle e si accoccola a me.
Quando alla fine delle lezioni lo passo a prendere in classe e mi regala un bellissimo sorriso.
Quando siamo in macchina con il fratello e io lo abbraccio, facendolo arrossire dalla vergogna.
Con lui le giornate sono sempre perfette.
Questi sono i miei pensieri, oltre a quello di non farmi socoprire, mentre furtivo mi richiudo la porta alle spalle. Sono circe le 2 del mattino, e io, invitato a restare a dormire a villa Hishikana, uscito dalla stanza degli ospiti, cercando di fare il più silenziosamente possibile, in punta di piedi mi avvicino alla scala a chiocciola, che porta al terzo piano, dove ce il mio obbiettivo.

La stanza di Shin.

Piano salgo la scala, fermandomi ogni tanto ad origliere. Nessun rumore, proseguo.
Dopo 33 gradini sono al terzo piano, e un lunghissimo corridoio ormai conosciuto mi appare davanti, illuminato solo dalla luce della luna che filtra attraverso le tende.
In questo piano ci sono solo la camera di Kanata- san, il planetario e quella di Shin, in quest’ordine. Quindi, mi manca solo un piccolo ostacolo e arriverò alla meta.
Piano ricomincio a camminare in punta di piedi.
Cerco di respirare meno possibile, per la paura che il fratello lo possa sentirmi. Proseguo. Sto sudando freddo. Ancora pochi passi e … eccomi. La camera di Kanata-san e superata. Ora manca davvero poco.
Proseguo silenzioso, finché non mi ritrovo davanti la stanza di Shin.

Piano abbasso la maniglia della porta, che fortunatamente viene giù morbida.
Entro e me la richiudo dietro.

- SI! – dico, prima di tapparmi la bocca con entrambe le mani, resomi conto di non aver controllato al meglio il tono della mia voce, uscito troppo alto.
Mi avvicino al grande letto matrimoniale, posizionato al centro della stanza, reso visibile dalla pallida luce lunare.
Su di esse scorgo subito un piccolo fagotto, che mi fa affiorare un leggero sorriso sulle labbra.
Scosto leggermente le candide coperte e mi accoccolo al piccolo corpo caldo del mio angelo, che percependo un movimento, si scosta bruscamente, tentando di allontanarsi, ma lo afferro per la vita prima che lo possa fare.
Gli poso un palmo sulla bocca, per evitare che emetta suoni.
– Shhhhhh sono io angelo – gli sussurro, e lui si immobilizza. I suoi muscoli si rilassano leggermente.

Si risistema nel letto e mi sfiora il viso, come per verificare che fossi veramente io.
Soddisfatto poi sussurra piano – Che fai qui ? – un ghigno mi dipinge le labbra, mi avvicino veloce e lo bacio.

Un bacio possessivamente pieno d' amore. Mi posiziono sopra di lui, che mette le sue mani alla base del mio collo, e gli accarezzo piano una coscia liscia, coperta dal pigiama.
– Sono venuto a trovarti … - gli sussurro, mantenendo ancora le nostre labbra attaccate.
– … Non sei contento ? – gli dico dopo facendo il finto offeso.

- Si - dice prima di baciarmi, portandomi le mane nei capelli, e attirandomi a lui.
Quando fa così mi fa perdere la testa. Gli allargo piano le gambe posizionandomi tra esse. Passo le mie mani lentamente sulle cosce, poi salendo sfioro i glutei sodi, i fianchi e attraverso tutta la schiena arrivando poi fino al piccolo collo morbido. Le nostre lingue danzano, lussuriose e voraci.
Lo sollevo con un unico movimento, facendolo sedere sulle mie gambe.
Comincio a baciargli il collo avido.

Lui geme leggermente quando passo la mia lingua in un punto sensibile dietro all’orecchio. Gli sbottono i primi bottoni del pigiama e scostando leggermente il tessuto gli bacio la spalla, mentre una mano si sposta in basso e sollevando piano il pigiama gli accarezza tutta la schiena morbida, facendolo inarcare, piano.
Il suo corpo e talmente invitante, che dopo poco il cavallo dei pantaloni comincia a indurirsi.
Senza pensare, sposto tutte e due le mani sui fianchi e spingo lento ma profondamente, facendoglielo sentire tutto, lo vedo alzare il viso al cielo.
Riporto le mie labbra sul suo collo, che voraci lasciano piccoli segni rossi sulla pelli diafana. Segni che rimarranno per un bel po’.
Poi si spostano ancora sulle sue labbra per sentire il suo sapore. Ma ce qualcosa che non va. Mi allontano leggermente e portandoli una mano al viso sento piccole lacrime bagnargli le guance.
Mi allontano del tutto e lo guardo, sta tremando e trattiene a stento i singhiozzi. Che ho fatto?
- Shin, Shin guardami … - gli sussurro dispiaciuto, prendendogli il viso tra le mani e asciugandogli le lacrime.
– Ti prego perdonami -.
Lui solleva piano le palpebre e dopo avermi guardato con gli occhi ancora gonfi di lacrime, si stringe forte a me.
– è colpa mia – dice con a voce roca – No, piccolo, no … è solo colpa mia sono andato troppo oltre … - Lo rassicuro – Non succederà più, te lo prometto … Non ti farei mai del male angelo mio – Concludo poi coprendo entrambi e accarezzandogli piano i capelli per farlo addormentare.


POV SHIN

 - ciao fratellino – salutò un giovane Kanata appena tornato da scuola, senza ricevere risposta. – stai bene, fratellino ? – chiese preoccupato. Shin si alzò da terra e tenendo in mano un peluche, si avvinò alle scale che conducevano al piano di sopra. – Sto bene - 

POV SOICHIRO 

Sono un vero idiota. Non è la prima volta che capita. Arrivati ad un certo punto lui si tira indietro, mi ha confessato di non essere pronto e gli ho detto che mi va bene aspettare. Ed è vero. Non voglio forzarlo a fare niente. Aspetterò tutto il tempo necessario. Però, è più difficile di quanto pensassi.
Lui è cosi bello. Così eccitante da farmi perdere letteralmente la testa. Quante volte sono dovuto scappare in bagno solo baciandolo.
Per me lui è tutto , e se dovessi un giorno fargli qualcosa contro la sua volontà ne morirei, ma – è troppo difficile – sussurrò mentre stringo forte a me il mio angelo.
Ma, non ti farò mai del male. Ti amo troppo. Solo l’idea di forzarti è inconcepibile.

POV SHIN

- È troppo difficile - Gli sento sussurrare quella frase, ignaro che io sia ancora sveglio.





ATTENZIONE !!!!!BENE, una altro capitolo pubblicato, è un po' cortino ma visto che le storie le pubblico ogni 2 giorni concedetemi almeno questo.
comunque ... purtroppo non ho potuto pubblicare tutto il capitolo PER INTERO perchè andavano un pochino contro le regole di EFP; sono solo due flash che però sono molto significativi, senza indugiare oltre se volete leggere queste due piccole frasi, sarò felice di inviarvi il capirolo non censurato basta contattarmi.
bene ho detto tutto ... alla prossima XD


ultima cosaaaa ... COMMENTATE IN TANTI MI RACCOMANDO !!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** A casa di Shin ***


I tenui raggi del sole, filtrano attraverso le tende della camera di Shin, illuminando due figure, ancora dormienti, che di li a poco si sarebbero risvegliate dal lor placido sonno.
Il primo a lasciare le braccia di morfeo è Soichiro. Il ragazzo apre piano gli occhi, per poi richiuderli velocemente abbagliato dal sole. Mettendosi una mano a proteggere i due pezzi di cielo, riuscì ad aprirli, li sfrego leggermente e si guarda attorno. Non riconoscendo quella stanza tenta di alzarsi, ma un peso sullo stomaco glielo impedisce. Guardando in basso, verso la fonte di quel blocco, sorride teneramente a quella vista. L’albino ancora addormentato, lo sta usando come cuscino, mentre chiuso a bozzolo, gli arpiona delicatamente le gambe con le sue. Il biondo non può che definire quella scena paradisiaca, mentre accarezza piano, il viso dell’ albino. La piccola bocca leggermente schiusa e la tranquilla espressione sul suo viso, lo rilassano molto.
La mano del più grande, si sposta sui morbidi capelli. Li accarezza piano, godendosi la delicatezza di quei ciuffi, del colore della neve, che incorniciano il pallido viso del suo angioletto, per poi ricadere delicatamente sulle sue palle e sulle coperte.
- Sei bellissimo - sussurra, pensando che sarebbe fantastico svegliarsi tutti i giorni con quella meraviglia nel letto.
Come a volergli risponde, Shin strofina il viso sul ventre scolpito di questo, per poi alzare piano il viso verso di lui.
- Buon giorno angelo –
- Buon giorno – risponde il più piccolo.
Shin, ancora assonnato, si siede sul bacino del biondo, che ingoia a vuoto nervoso.
Il piccolo mette le mani sugli addominali di Soichiro. – Ma-ma non hai la maglietta – balbetta l’albino.
- Bhe, ecco avevo caldo – gli dice l'altro arrossendo leggermente.
Shin lo fissa, poi lentamente gli accarezza il petto, scendendo giù fino al ventre, tutto con lentezza esasperante.
- N-no no no, aspetta, fermo - lo interrompe il biondo togliendoselo da sopra e sedendosi sul bordo del letto.
L’albino un po’ offeso gli si avvicina da dietro, gli poggia le mani calde sulle spalle per poi farle scendere sul petto abbronzato.
Soichiro trema leggermente, ma non si muove.
- Che succede ? – sussurra, ingenuo, Shin direttamente nell’orecchio dell’altro, che sentendo un brivido attraversargli tutto il corpo si alza di scatto, facendo cadere l’altro all’indietro.
- Io … io … niente, solo che … - tenta di spiegare, interrompendosi poi quando capisce dov’era rivolta l’attenzione di Shin. Abbassa lo sguardo e arrossisce fino alla punta dei capelli, quando nota l’evidente rigonfiamento che sfoggia tra le gambe.
Mette velocemente le mani, a coprire l’erezione.
- Io .. io … torno subito – conclude correndo fuori dalla stanza.
Sfreccia nel lungo corridoio diretto al bagno, del secondo piano, cercando di fare il meno rumore possibile.
Arrivato davanti alla porta, fa per aprirla ma questa era chiusa – Dei, che faccio adesso ? – borbotta, guardandosi attorno.
Dopo poco, sente la serratura della porta scattare.
Il biondo comincia a sudare freddo. In quel bagno ci andavano solo due persone, e se una era ancora shockata nella sua stanza allora … - Kanata- san – sussurra timoroso, quando la porta aprendosi piano mostra il giovane uomo che vi stava dentro e che adesso lo fissa torvo.
Soichiro resta immobile, temendo ogni azione.
Il moro lo guarda dall’alto in basso, osservandolo scrupolosamente, finchè i suoi occhi non si posano sul “problema” del ragazzo, facendogli spuntare una venina sulla fronte.
Sospira piano.
– Che fai qui, Soichiro-kun ? –
- Io … hem io … stavo cercando il bagno ecco – balbetta l'altro raggelato.
- A capisco, e dimmi, perché non indossi la maglietta? – prosegue gelido.
- Hehehe sentivo un caldo e così... –
- Già in camera di mio fratello, fa proprio caldo –
- Già … cioè no, io non ero … -
- Non ti preoccupare Soichiro-kun è normale, sei giovane – gli dice, poggiandogli una mano sulla palla.
Kanata si allontana, per andare al piano di sopra. Prima di salire le scale però, si volta verso il ragazzo.
- A proposito Soichiro-kun … - comincia, mostrandogli un sorriso del tutto finto – Tieni lontano dal mio Otooto, il tuo amichetto, se non vuoi che ti mostri la mia collezione di Katana, che per l’appunto affilo tutti i giorni… Ci siamo capiti ? – conclude fulminandolo.
- S-si, sissignore – risponde terrorizzato il ragazzo, prima di catapultarsi in bagno.
Una volta dentro, si appoggia alla porta per prendere aria.
– Aiuto –

POV SHIN

- Era...era eccitato – riesco a pensare solo a quello mentre, ancora sul letto, guardo nel vuoto.
- L’ ho fatto eccitare – penso con una nota di entusiasmo, che svanisce presto al ricordo della sera prima.
- E’ troppo difficile- aveva detto, la notte prima.
Mi sento triste e in colpa. So che per lui è difficile, mi vuole molto bene lo so, ma anche lui ha dei bisogni e mi fa star male non poterli soddisfare. Anch’io voglio farmi amare completamente da lui. Ma non ci riesco. Ogni volta che andiamo un tantino oltre la paura mi assale. Non voglio perderlo.
Mi chiudo a bozzolo, mentre gli occhi mi cominciano a pizzicare. Non sopporterei di perderlo.
Le lacrime cominciano a scendermi dagli occhi mentre la paura mi assale ancora. Procurandomi un senso di angoscia che mi fa dolere il petto.
- Otooto ? –
Alzo velocemente il viso, rivolgendolo a mio fratello che è appena entrato.
- Nii-san – gli dico, tendendo le braccia verso di lui, per farmi stringere.
Mio fratello si avvicina veloce a me, e mi attira a se, consolandomi. Scoppio a piangere. Un pianto irrefrenabile e angosciante.
– Shhh Otooto, che succede? -
Non gli rispondo. I singhiozzi non me lo permettono.
Lui continua a stringermi e dopo aver placato in parte il mio pianto, mi prende il viso sollevandolo.
- Che succede … ti ha fatto qualcosa ? – scuoto la testa energico - No –
Sento un dito di mio fratello accarezzarmi piano un punto preciso del collo.
- Cos’è questo ?… non lo difendere Shin! che ti ha fatto ? – disse infuriato.
- Non mi ha fatto ni-niente … non-non mi h-ha forz-zato a fare niente – gli spiego, portandomi una mano a coprire il succhiotto.
- Se non ti ha fatto niente, allora perché piangi, è ? – era arrabbiato.
- P-perché io-io vorrei dargli tutt-to Kanata … ma-ma ho paura – vedo gli occhi di mio fratello sgranarsi dalla sorpresa.
- Anch’io lo voglio … v-voglio che lui … che noi … - mi interrompo, non riuscendo ad andare aventi.
-Shin- dice accarezzandomi i capelli.
- Non sei obbligato a farlo-
- Si invece, lui-lui non me lo chiede mai … si ferma sempre quando vede il mio disagio, ma lo so che vorrebbe andare avanti, e ha ragione – Gli urlo, arrabbiato con me stesso.
- Voglio solo riuscire a dargli tutto, perché io … i-io non lo voglio perdere … - confesso, ricominciando a piangere - … è troppo importante per me – concludo, tuffandomi nella braccia di mio fratello, che mi stringe forte, avvolgendomi nel suo calore.
- Shin, quel ragazzo stravede per te … non si allontanerà per così poco – mi dice gentile
- Non è una cosa da poco.. –
- Si che lo è, a lui non interessa quello, mi sembra si stia impegnando per non farti fretta, no? –
Annuisco.
- bene, allora non dubitare mai del suo amore per te Otooto … perché lui.. –
- SHIN –
Ci voltiamo entrambi verso la porta, da dove Soichiro mi guardava perplesso.
Si avvicina a me in un batter d’occhio, spostando in malo modo mio fratello, che finisce per terra, e stringendomi le mani nelle sue mi dice:    
- Angelo, che succede? Perché piangi ? –
Mi chiede protettivo, mentre mi accarezza piano una guancia. Guardandomi dritto negli occhi preoccupato, aspettando una risposta.
- Non è n-niente – gli dico cercando di tranquillizzarlo. Ma la voce spezzata dal pianto e gli occhi gonfi, non aiutavano.
- Come fai a dire che non è niente? … è colpa mia vero … Io-io... ti prego perdonami non succederà più Shin … vuoi che me ne vada? Me ne vado subito se vuoi, ma ti preg.. –
Interrompo quel fiume di parole senza senso, con un bacio. Un bacio lento a fior di labbra.
Mi stacco leggermente, mantenendo ancora il contatto.
- Non dire stupidaggini, non voglio che te ne vai – gli sussurro, portandogli le mani al collo e allacciando ancora le nostre labbra. Lui risponde subito al bacio,inizialmente riluttante poi rendendolo profondo e languido.
Mi stringe possessivo, portandomi una mano dietro la testa per approfondire il bacio.
Il suo sapote, il suo odore, il calore del suo corpo premuto sul mio, sono piccole cose che mi inebriano i sensi. Non ce più niente intorno, solo noi due.
Ci stacchiamo per riprendere aria. Socchiudo appena gli occhi tuffandomi, nel meraviglioso azzurro di quei pezzi di cielo.
Il suo sguardo languido, mi fa andare a fuoco.
– Non ti farei mai del male, angelo mio. –
Quella frase dettami, la sera prima con tanta premura, ebbe la forza di incoraggiarmi.
Impaziente mi avvento sulla sua bocca. Divorando quelle sensuali labbra. Cercando la sua lingua. Immergendo le dita nei morbidi fili dorati, che sono i suoi capelli. Mi sembra di annegare in queste sensazioni inspiegabili che ci riempiono, facendomi perdere il lume della ragione.
Lui mi accarezza una coscia, sollevandola leggermente, stringendomi a lui. D'istinto mi porto sopra il suo bacino, rendendo tutto più facile ad entrambi.
Stacca le labbra dalle mie, portandole al collo.
– ah – gemo piano, quasi impercettibilmente.
Le mie mani vagano, per tutto il suo petto, per poi scendere sugli addominali scolpiti.
–com’è bello – penso.
Lo spingo, sul materasso guardandolo ,dall’alto, direttamente negli occhi pieni di passione.
Mi allungo su di lui, e lascio una scia di piccoli baci sul collo, rendendogli irregolare la respirazione. Lo sento posare entrambe le mani sulle cosce, e stringerle piano.
In un attimo, mi ritrovo sul materasso con lui sopra posizionato fra le mie gambe. Mi guarda ghignante. Rispondo sorridendogli di rimando, cercando di nascondere almeno un pò il disagio, prima di riprendere quelle labbra che mi intossicano l’anima e ricominciare a giocare con la sua lingua.
Come la sera prima sento chè mi strofina l’erezione fra le gambe. Ma questa volta non ho paura. Spingo leggermente il bacino verso il suo, che non perde tempo e si struscia forte su di me, facendomi inarcare.
Immerso in quella passione non mi accorgo di lui che mi slaccia ogni singolo bottone del pigiama. Mi solleva di peso, e messomi sulle sue gambe, mi strappa letteralmente via la parte sopra del pigiama.
Quella violenza mi spaventa. Lo spingo via terrorizzato.
Mi sento abbracciare; scosso, alzo lo sguardo e vedo Kanata.
– è stato qui tutto il tempo – il pensiero mi fa arrossire.
- Cretino . Cerca di frenare un po’ i bollori – urla mio fratello a Soichiro ancora per terra confuso.
I nostri sguardi si incontrarono. Mi dispiace. Ho le lacrime aglio occhi.
È nervoso. Lo vedo chiaramente. Sta soffrendo. I suoi occhi me lo stanno urlando.
Si alza veloce.
– Mi-mi dispiace, sono un idiota. Me ne vado. Non ti disturberò più. – dice velocemente, con la voce roca, prima di correre fuori.
Resto ancora tra le braccia di mio fratello, facendomi cullare.Mi ci vuole un po’ per realizzare il tutto. Stava piangendo.
- Me ne vado. Non ti disturberò più
Che voleva dire? ... No .
Prendo la camicia e gli corro dietro disperato, rischiando di cadere più volte.
- Shin – sento mio fratello, ma non mi fermo.
Scendo veloce la scala. Percorro tutto il corridoi e mi precipito per l’altra rampa.
– Soichiro – chiamo .
- Boccchan ? che succede ?- mi sento chiedere da Karin.
- Dov’è ? – quasi l’aggredisco.
- Chi ? –
- Soichiro , dov'è Soichiro ? – le urlo, strattonandola per il bavero.
- Shin, calmati… - interviene Kanata
- È nella camera degli ospiti che prende le sue cose –
Non lo faccio nemmeno finire, che già corro al secondo piano. Arrivati alla stanza apro la posta veloce.
- Soichiro ?! –
Lui si gira, interrompendo quello che stava facendo. – Shin ? –
- N-non te ne andare ti prego … - lo supplico tra i singhiozzi – t-ti preg-go … n-non lasciar-mi … n-non mi lasciare d-da solo … -
Cado atterra disperato. L’idea di perderlo mi fa troppo male.

POV SOICHIRO

Vederlo così mi spezza il cuore. No ti prego.
Veloce mi inginocchio davanti a lui e lo stringo forte.
- Non piangere Shin, ti prego non mi fare questo – le lacrime cominciano a rigarmi le guance.
- N-non lasciarmi, non l-la-lasciarmi … - mi ripeteva stringendosi a me.

-"NON MI LASCIARE … ME LO AVEVI PROMESSO, ME LO AVEVI PROMESSO … NON LASCIARMI SOICHIRO -"

- Non ti lascio te lo prometto angelo , te lo prometto –
Lo prendo in braccio e lo sdraio nel letto. Gli accarezzo i capelli e faccio per alzarmi, ma lui mi ferma stringendomi saldamente la maglietta.
- D-dove vai ? – mi chiede spaventato.
- Vado a chiamare, Kanata-san –
- Perché ? –
- Non lo so … io pensavo che magari .. bhe –
- S-stai qui co-n m-me … ti … P-rego –
A quella supplica il mio cuore si scioglie. Non voglio vedere gli splendidi occhi del mio angelo gonfi di lacrime. Mai più.
Mi sdraio vicino a lui, che vi avvicina ulteriormente, facendo aderire perfettamente i nostri corpi.
Lo stringo un po’ riluttante. Gli accarezzo piano i capelli, mentre i singhiozzi lentamente si placano.
- Mi dispiace … – gli sento dire
- Pensavo veramente di farcela … solo … -
-Shhhhh tranquillo non è niente – lo rassicuro
- È stata colpa mia, mi sono fatto troppo trascinare … -
- Io voglio … io voglio fare l’amore con te … -
Fare l’amore . E' una frase cosi bella detta da lui che mi scalda il cuore. Mi sento le farfalle nello stomaco.
- Anchio … -
- Ho paura – la sua confessione mi spiazza. Avevo intuito che c’era qualche problema, ma non ha mai voluto parlarmene.
- Non ti farei mai del male –
- Lo so … vorrei poterti dire tutto –
- Puoi farlo –
- No, non posso-
Non puoi? perché?, perché Shin?. Questo mi fa star male. Perché no riesci a fidarti me?.
Lo stringo forte.
- Saprò aspettare Shin. Ci tengo troppo a te per buttare via tutto per una cosa cosi stupida. Tu sei molto di più di un bel culetto, angelo –
Lo sento sorridere piano e baciarmi la mascella.
- Grazie –
- Bhe è vero angelo, hai un fondoschiena da favola –
Lui mi spinge debolmente via – scemo –
-hehheh –
Ci guardiamo negli occhi per un po’, coccolandoci a vicenda. Poi lo vedo sdraiarsi su di me a gambe aperte e appoggiare le labbra sulle mie.
Ci scambiamo un bacio dolce e piano di amore.
Dopo poco, lo sento approfondire il bacio e lo seguo a ruota; anche se ho paura di cosa possa succedere non posso fare a meno di cadere sotto le sue avances.
Mi prende per il colletto della maglietta e mi guida su di lui, che se ne sta ora comodamente sdraiato mentere io sono posizionato tra le sue gambe. Sposta le sue labbra sul collo, dove lascia dei piccoli morsi, che mi fanno perdere la testa.
Gli accarezzo le cosce, una delle parti del corpo di quel ragazzo che adoro. Sono morbide e sode. Le stringo leggermente ribaltando le posizioni.
Lui comincia a leccarmi il lobo dell’orecchio.
– h-ha – dio mi farà impazzire un giorno.
- Do-dovremo a-andare giù – cerco di dire. Se continua cosi, il controllo che ho avuto fino a quel momento se ne andrà a farsi benedire.
Mi prende le mani e me le appoggia sui suoi fianchi, lasciati scoperti dalla camicia del pigiama sbottonata.
I suoi movimenti sono lenti e un po’ timorosi, ma non si ferma.
Il cavallo dei pantaloni, mi si indurisce ogni secondo di più e voraci le mie mani esplorarono tutto il suo petto, ben fatto. Le spalle morbide. La schiena, che inarca piano, facendomi perdere la testa.
Si solleva, rimanendo seduto sul mio bacino. Rimane a fissarmi negli occhi per interminabili secondi, come a volermi leggere dentro, assicurandosi di qualcosa.
- Shin ? –
La mia voce, involontariamente, esce più come una supplica e subito me ne pento. Non voglio obbligarlo a fare niente, voglio che arrivi fin dove se la sente.
Sto per aprire la bocca di nuovo, per dirgli di fermarci, ma lui appoggiava i palmi sul mio petto e fa oscillare piano i fianchi sul mio cavallo.
- Oh dei – esclamo tra i denti.
I suoi movimenti si fanno via via più veloci e profondi. Puntando precisamente alla mia erezione.
Stavo per impazzire dal piacere. Da dove gli è uscito tutto questo coraggio? Lo guardo mentre continua la sua lenta tortura. Il mio sguardo languido si posa su di lui, che mi fissa di rimando. Lo sto letteralmente divorando con gli occhi e per quanto mi sforzi non posso farne a meno. È stupendo.
Lui scende sul mio viso, piano, senza mai smettere di muoversi, anzi ora i movimenti sono più forti. Mi bacia piano le labbra, regalandomi un tenero contatto, per niente adatto a questa situazione, ma lo accetto volentieri.
Afferro forte le coperte del letto. So che se riprendo a toccarlo probabilmente andrebbe a finire male.
Shin continua a ondeggiare sul mio bacino, è una sensazione stupenda ma non è abbastanza.
Faccio un respiro profondo e cercando di essere delicato lo prendo per il bacino, capovolgendo le posizioni e comincio a muovermi. Veloce e forte.
Una scarica elettrica mi attraversa il corpo. Ora ci sono solo i suoi occhi, il suo calore, il profumo della sua pelle. Ora c'è solo Shin.
Mi avvento sul suo collo, affamato, lasciando una scia di segni rossi al mio seguito.
-Non la ce la faccio più – dico a denti stretti, in procinto di fermarmi ma sento le sue braccia, leggermente tremanti, stringermi forte come a incitarmi e continuo. Lo sta facendo per me.
Quella è l’ultima goccia. Con altre poche spinte raggiungo il culmine, sporcandomi.
Crollo al suo fianco con il fiatone. Mentre cerco di riprendere fiato, lui resta immobile senza muoversi.
Mi alzo a sedere veloce, credendo di averlo ferito di nuovo.
- Shin? – gli sussurro timoroso, avvicinando una mano alla sua guancia ma ritraendola subito, terrorizzato dal pensiero di spaventarlo. Lui si gira.
Smetto di respirare.
Mi sorride piano, alzandosi anche lui e baciandomi dolcemente. Di solito quando mi bacia sono sempre propenso ad approfondire il contatto, ma adesso no. Voglio ringrazialo. Regalandogli un bacio lento e pieno di tutto l’amore di cui il mio cuore si è riempito grazie a lui.
Quanto amo questo ragazzo.



ecco qui un'altro capitolo finalmente pubblicato. allora, spero di non avervi terrorizzato con queste scene un po ... diverse da quello a cui siamo abituati a leggere in questa storia. per quellI a cui la scena e piaciuta dico "grazie XD" e .... mi dispiace ma non ci saranno altre scene del genere (purtroppo) ... a chi invece non è piaciuta perche shin forse era troppo ooc, "mi dispiace, VI SUPPLICO PERDONATEMI "ma se la storia e arancione bisognava metterci qualcosa scusate, ma potete consolarvi al penisero che non ce ne saranno più e che da ora in poi sarà tutto rosa è fiori ... heheh scherzavo, le avventure non sono mica finite qui che pensavate ci sono ancora molte cose da svelare .... al prossimo capitolo e vi faccio notare che questo è un bel capitolone lungo per i miei standard (viva me) e.... COMMENTATE IN TANTE PER FAVOREE !!!! XD ciaoooo

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Cambiamenti ***


POV SOICHIRO

Varco il cancello della scuola e mi dirigo dai miei amici.

- Oi guarda un po chi si fa vedere –dice Kaito
- Buon giorno Soichiro-kun -
- 'giorno Soi-chan – mi salutano Chiaki e Yumiko.

- Che onore avervi tra noi umili mortali Soichiro-sama – mi canzona Hirobumi.
Mi gratto piano un guancia –Avete ragione vi ho trascurato un po’ ultimamente –
-Solo un po’ ? … Praticamente stai sempre con quel tipo – risponde Kaito.
- Quel tipo si chiama Shin … è poi e normale visto che stiamo insieme –
- Si ma è anche normale, uscire con gli amici ogni tanto, non credi? – ribatte Hirobumi.
- Smettila Hirobumi – 
- Dai fratellone, e logico che Soicchan voglia passare tanto tempo con Shicchan … si vogliono così bene – tenta di calmarlo il gemello. Ma il maggiore continua a non demordere.
– Sono un po’ come noi due … inseparabili – pigola il minore baciandogli una guancia e stringendosi a lui. A questo punto il moro è talmente occupato a farsi coccolare dal fratello che non bada più a me.
- Questo sabato io e Chojiro organizziamo una festa … visto che ci hai trascurati e ovvio che ci sarai vero, Soi-chan ? – mi chiede furbo Mitsuhito, poggiandomi un braccio sulla spalla.
- Certo, ci saro –
- Fantastico. Ci sarà anche il tuo angioletto immagino –
- Bhe ecco, non credo che se la sentirà di venire – borbotto imbarazzato
- E per quale motivo scusa – chiede curioso
- Bhe ecco lu.. –
Il suono della campanella mi interrompe.

- Salvato dalla campanella – Dice scherzoso Mitsuhito, mentre si avviavano tutti ad entrare.
- Capisco che tu voglia passare del tempo con lui, solo … Ti chiedo solo di stare un po' anche con noi Soi-chan – mi dice Chiaki prima di allontanarsi.

Non ho il tempo di risponderle che se n'è già andata, mi siedo sulla panchina ad aspettare Shin, che arriva pochi secondi dopo.
- Buon giorno – mi dice, sorridendomi. Uno stupendo e caldo sorriso.
- Buon giorno, angelo – gli rispondo alzandomi.
Lui si avvicina piano a me, poggiandomi le mani sulle spalle. Gli cingo piano la vita, e ci scambiamo un tenero bacio a fiordi di labbra.
- Mi sei mancato ieri sera – gli sussurro all’orecchio.
- Scemo – risponde lui tutto rosso.

Lo accompagno in classe, dove Hirobumi mi lancia uno sguardo di fuoco, che intercetta anche Shin. Il mio angelo mi guarda poi interrogativo.
- Non ti preoccupare, è solo un arrabbiato perché li sto trascurando un po’ … sai com’è fatto … se la prende per tutto … - gli spiego cercando di sdrammatizzare. Da lontano vediamo l’insegnate arrivare e ci separiamo.

L’ora di pranzo arriva e come al solito, vado nella classe di Shin. Con mia grande sorpresa, ci trovai anche i due gemelli.
- Che ci fate qui ? – dico sbigottito
- Siamo venuti a prenderti … allora che fai Soichiro vieni giù con noi o stai qui ? – mi risponde secco Hirobumi.
Cos’era quello? Un ultimatum? Come poteva fare un a cosa del genere?
- Fratellone ma che fai ? – chiede scettico Hifofumi.
- La sai già la mia risposta – gli dico con aria di sfida, avvicinandomi a Shin e facendolo sedere sulle mie gambe.
Per tutto il tempo, si era solo limitato a guardarci senza proferire parola. Gli cingo la vita per rassicurarlo. Volto lo sguardo verso il maggiore dei gemelli, che mi fissa terribilmente scocciato.
- Tsk . Sono qui solo perché agli altri manchi. Anche se devo ammettere che mi stai stupendo Soichiro. Preferisci stare con lui piuttosto che con i tuoi amici. –

POV SHIN

Il problema è più grave di quanto pensassi. è tutta colpa mia, se sta litigando con i suoi amici.
Mi sento in colpa. Mi avvicino al suo orecchio e piano gli sussurro: – Vai con loro -.
- Cosa? No, voglio stare qui – mi dice quasi allarmato.
- Per un giorno non morirò, per chi mi hai preso? -
- Ma .. – cerca di nuovo di contestare. Quanto è cocciuto. Mi alzo e prendendolo per le mani lo faccio mettere in piedi. Mi avvicino piano al suo orecchio – Io ti aspetto qui – Gli diCO, regalandogli poi un sorriso.
- Vieni anche tu – mi chiede. Scuoto la testa. E dandogli un leggero bacio lo spingo verso la porta.
- Coraggio andiamo! – gli dice uno dei gemelli portandoselo via.
- Si si ok .. haia aspetta Hirobumi – lo sento urlare dal corridoi.
- Grazie shicchan – mi dice l’altro prima di correre fuori dalla classe.
Mi siedo al mio posto e guardo fuori dalla finestra. Il cielo è stupendo oggi. Dipinto di un azzurro profondo. Come i suoi occhi.
Ma a che penso, se ne è andato da 5 minuti e già mi manca? Non ci posso fare niente.
Soichiro.
Lo stesso nome di quel bambino. Era da tanto che non mi soffermavo a pensare a lui.


POV SHIN
-è successo tutto circa sette anni fa. All’epoca avevo solo 10 anni. I miei genitori si erano lasciati da diversi anni. La mamma ci passava a prendere ogni fine settimana per portarci ogni volta in posti diversi. E fu uno di quei giorni che accadde tutto. Io e Kanata eravamo felicissimi, perché eravamo andati al planetario, il posto che preferivo in assoluto. Tornammo a casa la sera e quando mio papà arrivò, la mamma diede la notizia che si sarebbe risposata, con un uomo che aveva conosciuto durante un viaggio di lavoro. La notizia fu inaspettata. Ricordo che Kanata le aveva semplicemente detto – Se sei felice tu, lo sono anch’io – . Io invece ero più scettico, ma ero felice per la mia mamma. Papà invece era furioso, dopo aver urlato contro la mamma uscì di casa senza dire dove andava. Ricordo ancora lo sguardò che mi lanciò prima di uscire. Per quanto fossi abituato alla mancanza d' affetto da parte di mio padre, che dopo essere stato accusato da mia madre della mia malattia, smise anche di guardarmi in faccia, quello sguardo mi terrorizzò.
Quella sera, quando mio padre torno a casa entrò nella mia stanza. Dentro di me ero felice, perché pensavo volesse scusarsi o semplicemente darmi la buona notte come faceva con Kanata. Ma dovetti ricredermi. Quella notte mio padre mi picchiò. Ripetutamente. Forte. Mi urlava che era colpa mia se la famiglia si era divisa, che sarebbe stato meglio se io non fossi mai nato. Andò avanti per non so quanto tempo. Quando smise, mi prese per il collo, e avvicinandomi a lui mi disse – Devi morire – il suo alito forte mi riempì le narici. Un forte odore d' alcool mi intossicò i polmoni facendomi tossire ripetutamente. Successe tutto in un momento, mio padre che tirava fuori una pistola. Mi buttava per terra. Guardandomi freddo caricava l’arma e me la metteva in bocca. Chiusi gli occhi aspettando il colpo che non arrivò. O meglio che arrivò...ma non a me. Riaprii gli occhi pieni di lacrime non sentendomi più il freddo metallo dell’alma in bocca, e fu allora che vidi Kanata. Era immobile davanti alla porta con in mano una pistola ancora fumante – Nii-chan – urlai, con le ultime forze che mi rimanevano, poi svenni.
Quando mi risvegliai, accanto a me c’era mio fratello, che piangendo mi abbracciava delicato. Solo qualche settimana dopo mi fu detto che mio padre era morto. Ucciso da mio fratello.
Numerose ossa rotte. Emorragie interne. Ematomi. Rimasi in coma per un mese e in riabilitazione per quasi un anno. Questa fu la mia sorte. Fui portato da diversi psicologi. E psichiatri. Ma io mi rifiutavo di parlare con tutti. Anche con mia madre e mio fratello. Finché, non incontrai lui. 
Era entrato un giorno per caso nella mia stanza, dicendo che le infermiere gli aveva detto che c’era un bambino della sua età. Ma io non gli rispondevo mai. Così tutti i giorni veniva da me. Mi raccontava di tutto, dai cartoni amimati he gli piacevano, al cibo preferito, persino quello che gli era successo quella mattina. Un giorno mi disse che era lì perché sua madre doveva partorire, ma purtroppo il bambino era nato morto .– Perché non parli mai ? – mi chiese un giorno –Oggi me lo dici come ti chiami ? – continuò salendo sul letto e sorridendomi. Di quel bambino mi ricordo solo quel bellissimo sorriso – Io mi chiamo Soichiro - . Lo guardavo timoro – Io sono Shin – dissi alla fine. – Haaa che bella voce che hai – disse facendomi arrossire.
Da qual giorno fui come rinato. Ripresi a parlare con tutti, anche se ancora un po’ restio. Tutti i giorni io è il bambino giocavamo insieme, nell’ospedale in poco tempo tutti cominciarono a conoscerci come “ i due uragani”. le infermiere ci fecero anche una foto per ricordarsi di noi. Le sedute con gli psichiatri continuavano però. E dicevano tutti, che sarebbe potuto capitare che da un momento all’altro manifestasti degli attacchi di rabbia. Ma non me ne preoccupai. E questo errore lo pagai caro in seguito.
- Ciao – sentii. Voltandomi incontrai il bambino dai grandi occhi blu come il cielo. – Ciao –
- Ce qualcosa che non va ? – gli chiesi vedendo il suo faccino triste –N-no – mi rispose
Si avvicinò piano al mio letto e si sedette di fianco a me. Passarono pochi minuti e poi lui deciso mi guardò negli occhi e mi porse il piccolo ciondolo che fino a qual momento aveva sempre portato al collo.
- Io voglio stare con te per sempre, perché ti amo – disse tutto talmente veloce che ebbi paura di aver capito male. Lui continuava a fissarmi, con il tondo viso tutto rosso per la vergogna.
- Anch’io voglio stare per sempre con te – sussurrai piano. Lui sorrise raggiante e mi mise il ciondolo al collo.
- Io non ti lascerò mai. Se terrai questa collana io tornerò sempre da te, perché tu sei il mio angelo, capito ? –
- Me lo prometti –
- Certo – mi disse prima di abbracciarmi forte.
Ero felice. Perché c’era qualcuno che mi voleva bene. Qualcuno al di fuori della mia famiglia, che mi accettasse per come ero. Ma la mia felicità duro poco. Mentre giocavamo un giorno Soichiro cadde dalle scale e fu costretto a subire un’operazione al cervello. Venivo a trovarlo ogni giorno senza che nessuno mi vedesse, finchè un giorno non si svegliò.
- Soichiro, sei sveglio – esclamai felice.
- Lui un po’ spaesato si guardò attorno – Mamma ? –
I medici chiamarono subito la madre, che arrivò di corsa dal figlio.
Rimasero stretti per innumerevoli minuti, mentre io me ne stavo in disparte osservando la scena.
- Mamma ma chi è quel bambino ? – chiese lui.
- È Shin tesoro, non lo riconosci ? –
- No, io non lo conosco – quella frase mandò in frantumi il mio mondo in pochi secondi. Scappai via e non andai più a trovarlo. Nelle settimane successive la situazione degenerò, finchè io non smisi di parlare e di mangiare. Le uniche cose che mangiavo, anche se a stento, erano i dolci che mi portava Karin-san. Creandomi un problema alimentare che tutt’ora ho.
Mia madre preoccupata pensò di chiedere a Soichiro di venirmi a trovare, anche se mio fratello non era d’accordo. E fù in quel momento che ebbi la prima crisi. Su una cosa gli psichiatri avevano ragione, quando queste si manifestano, non si sa mai cosa possa succedere.
Non diedi nemmeno il tempo al biondo di entrare che gli saltai addosso, prendendolo a pugni.
-ME LO AVEVI PROMESSO, LO AVEVI PROMESSO ... NON MI LASCIARE ! – urlavo, mentre un infermiere cercava di tenermi fermo, ma io continuavo a dimenarmi. - MI DISPIACE MI DISPIACE – diceva lui, non sapendo che fare, se non far sgorgare grosse lacrime dagli occhi azzurri- NOOOOOOO !!! - urlai in fine mentre tenuto fermo, con una siringa mi iniettavano del tranquillante.
Da quel giorno non lo vidi più...
E di lui mi rimase solo quel piccolo chiama angeli.






ecco qui un'altro capitolo, che spero sia di vostro gradimento, inizalmente i capitoli dovevano essere due, ma poi ho cambiato idea e gli ho pubblicati insieme; comunque beh ... COMMENTATE !!!!
alla prossima .... ^___^

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Un nuovo arrivo ***


POV SOICHIRO

Sono tre giorni che io e Shin non pranziamo insieme, e mi manca. Pranzare come prima con i miei amici è divertente, si, ma  io voglio vicino il mio angelo. Non poterlo avere vicino ultimamente mi rende inquieto.
- Soichiro –
Sento una voce chiamarmi, e mi volto. Il mio Shin è arrivato.
Mi alzo dalla panchina e mi avvicino a lui, stringendolo per la vita.
- Buon giorno, angelo – gli sussurro sulle labbra, prima di baciarlo piano.
- Andiamo ? – mi chiede leggermente rosso in viso.
Ci avviciniamo all’edificio davanti a noi. Entriamo. Saliamo le scale, e ci fermiamo davanti alla sua classe.
Mi metto con le spalle al muro e lo attiro a me.
– Oggi posso pranzare con te? – gli chiedo.
Si, perché è lui che continua a ordinarmi di pranzare con i miei amici, nonostante io non lo voglia lasciare solo. Non vorrei trascurare i miei amici, soprattutto Chiaki che non se lo merita proprio, ma senti che ho bisogno di lui. Voglio che i sui occhi guardino solo me in ogni momento. Voglio essere tutto il suo mondo. Il mio attaccamento a lui cresce ogni giorno senza che io me ne accorga, rendondo i miei sentimenti instabili, e morbosi nei suoi confronti.
Mi sorride piano, e per un momento credo la risposta sia positiva. Ma scuotendo la testa poco dopo, distrugge tutte le mie speranze.
- Ma perché, insomma … li vedo tutti i giorni –
Alza il dito e si indica.
- Ma che vuol dire, anche se ti vedo tutti i giorni … non è mai abbastanza –
Sussurro l’ultima frase, direttamente nel suo orecchio, facendolo arrossire.

DRIIIIIIIIN

Sbuffo piano. Passerei tutto il giorno con lui, se solo potessi.
Si alza in punta di piedi e appoggia delicatamente le labbra sul mio orecchio.
- Ci vediamo dopo –
I brividi mi percorrono la schiena a quel contatto. Il suo alito caldo mi fa ribollire il sangue. Lo vedo allontanarsi ed entrare nella sua classe, ma non prima di essersi voltato per regalarmi un sorrisetto furbo.


Entro in classe e mi siedo al mio posto, con un sorriso stampato in faccia.
Dopo qualche minuto il professore entra in classe.
- Buon giorno – dice serio.
- Buon giorno, Sensei – rispondiamo in coro.
L’uomo, dopo aver appoggia sulla cattedra la valigetta, si posiziona davanti ad essa.
- Da oggi in poi avrete un nuovo compagno di classe… - anticipa, mentre i bisbigli si alzano dalla classe.
- … Silenzio. Vieni avanti – esclama, rivolgendosi a qualcuno che entra in classe poco dopo.
Nel momento in cui il ragazzo fa la sua comparsa, la classe si ammutolisce.

Takagi Oda.

Il ragazzo entra piano in classe. Non passano nemmeno due minuti che tutti cominciano a bisbigliare tra di loro.
Non ci posso credere, le voci che giravano per la scuola erano vere! Takagi Oda, l’artista, avrebbe frequentato la nostra scuola.
Si mise di fianco al professore e dopo aver fatto un leggero in chino cominciò a presentarsi.
- Mi chiamo Takagi Oda, ho 17 anni e spero potremo andare d’accordo –
Lo guardo stupito. E' davvero bello. Alto e snello, lineamenti morbidi ma virili, piccoli occhi allungati di color grigio chiaro, labbra morbide e piene e la carnagione leggermente abbronzata che fa risaltare gli spettinati capelli castani con una ciocca blu scuro.
Aveva un espressione tranquilla e socievole in volto.
E’ ancora più bello di quando lo facevano vedere in televisione. Il professore lo invita a sedersi nel banco dietro al mio. Si avvicina, sotto lo sguardo ammaliato di tutti, per poi sedersi.
- Bene, possiamo cominciare – dice il professore, prima di cominciare con la lezione di oggi.
Neanche a dirlo, durante le ore di lezione che anticipavano il pranzo, Takagi, dimostra di essere un ottimo studente. Non c'è domanda di cui non sappia la risposta, o esercitazione che non sappia risolvere.
La campanella suona, volevo avvicinarmi a lui e parlargli, ma il mio angelo mi aspetta. Prendo il bento e mi appresto ad uscire dalla classe.
- Soichiro ? – mi sento chiamare. Mi volto per vedere chi fosse. - Ta- Takagi-san ? – sussurro.
- Mi hanno detto che sei un’artista, Odagiri – mi dice gentile.
- Cosa? Io ? bhe non proprio, sono alle prime armi – rispondo grattandomi la nuca.
- Il preside mi ha detto di stare lontano da te però … a quanto pare sei un casinista di natura –
- Cosa? Ma cosa diav… -
- Scherzavo Soichiro-kun … -
Mi si avvicina piano, e prendendomi il mento tra due dita mi alza il viso verso di lui.
- … E anche se fosse, questo non ci impedirà di conoscerci meglio, giusto ? –
Ma cosa diavolo stà facendo questo ? Ci prova con me per caso?
Mi avvicino piano a lui, che mi sorride seducente. Gli rispondo di rimando e avvicinandomi al suo orecchio.
- Certo Takagi-kun ... nei tuoi sogni – gli dico prima di andarmene.
E io che lo stimavo anche, ma da dove è uscito questo?

In giro non ce nessuno. Entro nella classe di fianco alla mia. Dentro ci sono Hirobumi, Hirofumi e Shin.
I due fratelli, se stanno su una sedia, uno sopra l’altro a dirsi chissà cosa all’orecchio, mentre Shin è al suo posto, che guarda fuori dalla finestra.
- Soichiro-kun sei arrivato! – sento dire Hirofumi.
- Finalmente, possiamo andare ? – ribatte l’altro.
Non li sto ascoltando. Mi avvicino a Shin che si è voltato verso di me, regalandomi un sorriso. Rapito, lo faccio alzare, e senza perdermi ogni suo singolo movimento lo faccio sedere sulle mie gambe.
- Ciao angelo – gli sussurro piano all’orecchio prima di catturare le sue labbra. Ci scambiammo un bacio lento e pieno di sentimento. Finalmente potevamo stare di nuovo da soli.
- Hey voi due ! Smettetela di fare i piccioncini e andiamo – Si lamenta il gemello più grande.
Di malavoglia mi stacco dalle labbra del mio angelo.
- Resto qui oggi –
- Cosa ? perché ? – dicono i due.
- Perché voglio stare qui –
- Dai soichiro … -
- Ci vengo la prossima volta … - comincio facendo alzare Shin e imitandolo subito dopo.
– … Noi avremmo altre cose da fare dissi prima di uscire dalla porta diretto sul tetto.

POV SHIN

Ce ne stiamo sul tetto della scuola, uno di fianco all’ altro. Lo osservo di sfuggita, mentre mangia veloce il suo bento.
Mi mancava tutta questa tranquillità. Poter stare da solo con lui, senza nessun altro. Farmi abbracciare e baciare, con così tanta tenerezza che a volte, quelle carezze, non sembrano provenire da un ragazzo come lui.

Soichiro è energia pura, in tutto quello che fa. Ha sempre un bellissimo sorriso sulla faccia, solare, raggiante. È alto, snello, ma muscolo. I capelli biondi, naturali, con qualche ciuffo arancio ( sicuramente qualche sperimento di Chiaki, a cui lui non ha saputo dire di no) calzano a pennello con la sua carnagione abbronzata. L’abbigliamento, il portamento e i diversi piercing sull’orecchio, gli danno un aria sbarazzina, quasi da “delinquente” , come insiste a chiamarlo il professore di matematica. Quello che toglie il fiato di lui però sono gli occhi azzurri. Talmente profondi da sembrare due pezzi di cielo vivo e limpidi come quelli di un bambino.
Il mio sguardo è perso. Non posso fare a meno di guardare lo splendido ragazzo che mi sta’ a fianco e sentirmi fortunato.
- Ne vuoi un po’ ? – mi sento chiedere da lui, indicando il bento.
– No –
- Ok – finisce velocemente tutto, si prende un sorso di acqua , richiude il tutto e avvicinandosi a me sorride. Gattono tra le sue gambe e mi ci siedo in mezzo, facendomi stringere da dietro.
- Ti sono mancato ? – mi sussurra all’orecchio, baciandomi poi la base del collo.
- Neanche un po’ –
- Cattivo –
Riprende a baciarmi il collo piano, facendo lo fusa. E questo dovrebbe essere un “ragazzaccio”, a me sembra solo un gattino troppo cresciuto.
Mi volto e gli lascio un bacio sulla guancia, su un occhio, sul naso e poi sulle labbra.
Gli dò un bacio lento, che lui non perde tempo ad approfondire, facendomi voltare e mettendomi a gambe aperte sulle sue. Mi cinge la vita forte, avvicinandomi a lui approfondendo maggiormente il contatto e cominciando a giocare con la mia lingua.

Il suo odore mi offusca la mente. Mi accarezza la schiena e la base del collo facendomi venire i brividi. Mi sento delle vampate di calore e facendomi trasportare, gli porto le mani nei capelli e lo bacio passionale.
Ci stacchiamo per prendere aria. Abbiamo entrambi il fiato spezzato e il viso rosso. Tengo la mia fronte appoggiata alla sua.
- Non ti facevo così focoso anche a scuola angelo – mi dice ironico.
- Scemo – dico, prima di baciarlo ancora. Muovo il bacino, inconsciamente, in movimenti chiari e inconfondibili. Lo sento mugugnare nel bacio per poi staccarsi di poco, anche se bruscamente.
- Fermo … - mi dice, prendendo aria.
- Ho fatto qualcosa che non va’ ? –
Gli chiedo, timoroso.
- No tranquillo … - dice mentre mi toglie dalle sue gambe - … è solo che, ecco … - si avvicina al mio orecchio - … non è facile resistere se ti muovi così in certi momenti – dice imbarazzatissimo.
Divento rosso per la vergogna è abbasso lo sguardo. – M-mi dispiace –
Lui mi fissa per un po’, poi sorridendomi mi accarezza i capelli.
- Non ti devi scusare angelo, sei solo, innocentemente eccitante –
- Scemo – gli dico, dandogli un bacio a stampo.
Improvvisamente il telefono di Soichiro comincia a vibrare. Lo prende e legge il messaggio.
- è Chiaky … dice che devo scendere subito … mh? –
- Ok –
- No, aspetta resto qui con … - lo guardo male e lo vedo tremare leggermente.
- ok ok , aspettami qui però … torno subito – dice prima di aprire la porta e scendere le scale correndo .

Sorrido piano e appoggiandomi bene al muro socchiudo gli occhi rivolgendoli al cieli. Il vento leggero mi fa ondeggiare i capelli. Odora di primavera, di ciliegi ancorano non sbocciati e di …
- Guarda guarda chi abbiamo qui –
Mi volto di scatto spaventato. Sulla soglia della porta c'è un ragazzo che riconosco al volo.
Takagi? Allora le voci erano vere. Takagi Oda avrebbe frequentato la nostra scuola.
Non parlo, mi limito a fissarlo, cercando di capire cosa voglia. Il suo sguardo è gelido, vuoto con una nota di qualcosa che non riesco bene a comprendere. Non si muove, in mobile mi fissa, centimetro per centimetro studiandomi, facendo affiorare un ghigno sadico sulle labbra.
La paura comincia ad assalirmi.
Calmati Shin. Soichiro tra poco sarà qui, ti ha detto che sarebbe arrivato subito.
- Ciao ! Come ti chiami ? – mi chiede, non smettendo di fissarmi intensamente.
- Che ce ? perché non parli … sei timido? – continua avvicinandosi.
Continuo a stare zitto e immobile, finché non si avvicina troppo allora mi alzo velocemente in piedi indietreggiando.
- Non ho mai visto uno come te … -
Continua ad avanzare. Indietreggio ancora di un passo e subito mi accorgo della ringhiera. Sono in trappola.
Lui continua ad avanzare fino a trovarsi a pochissimi centimetri da me, allunga un braccio. Stringendo la ringhiera tra le dita, prendo coraggio e corro via, ma subito lui mi riprende e mi sbatte conto un muro vicino.
- Soichiro – urlo mentalmente.
- Dove credi di andare? … abbiamo appena iniziato a giocare – dice sorridendo divertito mentre mi prende il mento fra due dita.




ecco un'altro capitolo che spero piaccia ... purtroppo e possibile che da domani io non abbia più internet per un pò, di conseguenza mi sarà difficile pubblicare i prossimi capitoli, quindi mentre trovo una soluzione ne carico subito un'altro per scusarmi ^\\\\\\^... alla prossima e commentate, per farmi sapere i vostri pareri ... CIAOO!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** l'inizio della fine 1a parte ***


ecco come promesso il prossimo capitolo che spero apprezziate, siamo quansi arrivati alla fine ormai ... bhe non mi dilungo oltre ... buona lettura e ... COMMENTATE !!!! XD


POV SOICHIRO - QUALCHE MINUTO PRIMA

Scendo le scale di fretta, non voglio lasciare troppo tempo il mio angelo da solo.
La scuola è deserta, da quando hanno messo quei distributori automatici e il posto per sedersi sono tutti fuori a mangiare.
Arrivo alle scale d' evacuazione di corsa, dove trovo gli altri.
- Che c'è ? - chiedo frettoloso a Chiaki.
- Soi-chan, pensavo non saresti venuto ... Allora racconta dai ... - dice euforica.
- Cosa dovrei raccontare scusa ? -
- Come " cosa"? ... ci ha detto Mitsuito che oggi nella vostra classe è arrivato Takagi Oda -
- Ah si ... bhè non ce niente da dire. Non ho avuto nemmeno il tempo di presentarmi che già il cretino ci provava ... Gli ho dato il ben servito e sono andato a prendere Shin - dico sbrigativo e scocciato.
- COOOSAA ??!??!! - ribattono in coro.
- Takagi Oda ci ha provato con te ?- ( Hirofumi)
- Senza sapere nemmeno chi eri ? - ( Chiaky)
- E tu non ci sei stato ? - (Mitsuhito)
- Lo hai rifiutato, per andare da Shin ? - (Kaito)
Quell'ultima affermazione mi fa scattare, prendo Kaito per il colletto e lo strattono.
- Cosa intendi dire? che Shin è facilmente rimpiazzabile con qualsiasi puttanella di turno ? Mh ? - Dico tra i denti, furioso.
- No amico, non intendevo quello dai -
- Soi-chan lascialo - intervenne Chiaky, ma vedendo che non mollo la presa urla. - SOICHIRO - ed è solo allora che mi decido a lasciarlo.
- Scusa Kaito - dico seriamente dispiaciuto .
- Soichiro ci devi dire qualcosa? - interviene Chojiro.
Accidenti, se ne sono accorti. Chojiro non parla mai, ma quando lo fa è per insultare qualcuno o perchè è successo qualcosa di grave.
- N-no - bisbiglio
- Soi-chan... - ( Hirofumi )
- Ti stanno tornando gli attacchi di rabbia ? - Dice qualcuno.
Mi vergogno, ma è così. Non mi succedeva da tempo ormai ma ultimamente ...
- Forse ... un pò ... - Sospiro - … Sì -

- Perchè non ce ne hai parlato ? - dice serio, quasi arrabbiato Hirobumi.
- Non volevo farvi preoccupare, non ho ancora perso il controllo quindi non mi sembrava grave ... - Dico imbarazzato.
- Devi tenerci sempre informati Soichiro, proprio come facciano noi ... Lo sappiamo tutti chè è difficile, ma devi sforzarti - Dice Chojiro.
- E' successo qualcosa Soi-chan ? ... Con Shin, per esempio ? -
Tremo leggermente. Ci hanno azzeccato al promo tentativo, ma cosa mi potevo aspettare dai miei amici, solo loro riescono a capirmi fino in fondo.

- Con Shin è tutto perfetto. Starei con lui tutte le ore del giorno perchè lo amo da impazzire, così tanto da farmi male ... - Comincio.
- E allora qual è il problema ? Hai fatto qualcosa che non andava quando eravate a letto insieme e ti senti in colpa ? - Chiede Kaito senza vergogna o ironia.
- No, noi non abbiamo ancora...bhè ecco ... - Arrossisco vistosamente e mi gratto la testa.
- Davvero, non avete mai ...? - tentenna il più piccolo dei gemelli.
- Lui non si sente pronto, cioè quando andiamo un pochino oltre si tira indietro e quando non lo fa comincia a tremare, ha paura, ma non di me, di qualcosa che gli è successo ... -
- E cosa? -
- E' questo il problema, non lo so. Non me ne vuole parlare. Dei! ... Posso aspettare tutto il tempo di cui ha bisogno, perchè l'unica cosa che voglio e stare con lui ... Ma non posso più ignorare tutte queste cose. Devo sapere! ... - Dico, arrabbiandomi con me stesso.
- Soi-chan devi dargli tempo -
- Chiaky ha ragione Soichiro-kun -
- Non potete capire ... Voi non lo avete visto. Non lo avete visto tremare terrorizzato le prime volte che lo toccavo. Non sapete quante volte mi sono dovuto trattenere, dal non fargli violenza, perchè lo voglio da morire, e come una malattia. Non lo avete visto tentare di andare oltre, perchè capiva che per me era difficile resistere, per dopo accorgermi che era spaventato, ma non me lo voleva dire. Non lo avete visto piangere ... supplicarmi in lacrime di non lasciarlo da solo ... -
Mentre racconto, loro se ne stanno in silenzio, ascoltando. Nei loro occhi leggo sorpresa e inquietudine.
Hirofumi si stringe al fratello, Chiaki prende la mano di Kumiko, Chojiro e Mitsuhito si guardano per pochi secondi, mentre Kaito non mi toglie gli occhi di dosso, con sguardo indecifrabile.
- ... il mio attaccamento per lui, sta diventando quasi morboso. Non sopporto che le persone lo guardino, ho cominciato ed essere geloso persino di suoi fratello ... Voglio che i suoi occhi guardino solo me. Voglio essere tutto per lui. E l'idea che qualcuno gli abbia fatto qualcosa, mentre io non gli ero accanto, mi fa andare in bestia - Concludo sferrando un pugno contro il muro, facendomi sanguinare le nocche.
Nessuno disse niente per degli interminabili minuti.
Poi Chiaky si alza.
- Andiamo a bagnare quei tagli - mi dice prendendomi per mano e portandomi verso la scuola.

POV SHIN

Mi studia con occhi sadici che mi fanno accapponare la pelle.
Prende ad accarezzarmi una guancia, facendomi rabbrividire terrorizzato.
- Hai una pelle stupenda. è così ... -

- ... bianca e morbida –

A quelle parole un ricordo mi attraversa la mente, facendomi venire la nausea dalla paura.
Takagi abbassa la mano, poggiandola sul mio collo. Non riesco a respirare.
Con troppa lentezza questa scende sul mio petto appoggiandosi all'altezza del cuore, che frenetico pulsa.
Sorride ancora di più.
Scende ulteriormente passandomi la mano sul ventre. Il respiro mi si spezza in gola a sentire quella pressione da un tatto sconosciuto.

Perchè sono così debole? Perchè non riesco a reagire? Basta, non toccarmi, basta!

flash back
"Ti prego basta, basta ... Soichiro !!!
Urlavo, mentre quell'uomo usava il mio piccolo corpo a suo piacimento"

fine flash bachk

Soichiro, aiutami . Sgrano gli occhi all'improvviso terrorizzato. Takagi mi sta ... mi sta baciando.
Resto immobile per pochi istanti, sperduto, ma subito dopo gli dò un calcio facendolo allontanare e corro, corro più veloce che posso. Scendo le scale il più velocemente possibile, rischiando anche di inciampare.
Soichiro, dove sei ?
Sto scendendo anchè l'ultima rampa che mi avrebbe condotto alla mia classe. Lo so che è inutile andare li, ma la speranza e che ci sia qualche studente non mi abbandona.
Mancano solo pochi gradini, - Ci sono quasi penso - penso, ma proprio in quel momento mi sento prendere per il braccio e strattonare.
No!
Mi sbatte contro il muro e porta una mano alla bocca.
Cerco di liberarmi, ma lui è più forte di me e mi stringe entrambi i polsi al muro.
Spalanco gli occhi, rimasti chiusi fino ad adesso e lo vedo. Lo riconosco.

Lo sguardo malato negli occhi del ragazzo che mi tiene stretto. Uno sguardo che terrorizza. Lo stesso sguardo che faceva lui mentre ...
- Questa me la paghi - sussurra vicinissimo alla mia faccia.
Mi prende per i capelli e mi trascina per diversi metri.

Perchè ? Perchè anche a scuola ?
Mi hai mentito. Mi hai mentito Nii-san.
Avevi detto che a scuola sarei sempre stato al sicuro! Che le cose che si sentivano in tv sul bullismo non succedevano in tutte le scuole. Anche se questo non è bullismo e molto peggio.

Mi sento sbattere su un pavimento freddo, apro gli occhi. I bagni.
In un secondo mi sovrasta, bloccandomi a terra e impedendomi di muovermi.
- E' finita - penso, mentre sento che mi sbottona la camicia.
Smetto di pensare.

Ho sperato fino all'ultimo che le cose potessero migliorare, ma mi sbagliavo.
Aveva ragione mio padre, sarebbe stato meglio per me e per tutti morire quel giorno. Avrei risparmiato tanta sofferenza a tutti.
Kanata non avrebbe le mani sporche di sangue per colpa mia. Sangue del suo stesso padre.
Il soichiro, che conobbi all'ospedale, non sarebbe caduto dalle scale perdendo la memoria per colpa mia.
E la mamma ... La mamma non si sarebbe uccisa.
Anche se io avevo fatto come lui mi aveva detto. mi aveva promesso che sarebbe andato tutto bene, se non avessi detto niente. Aveva detto che quello che faceva non era niente di male, ma che doveva restare il nortro segreto.
Allora, perchè Kanata quel giorno ha fatto quella faccia? Perchè ha picchiato il nuovo marito della mamma? Perchè quando la mamma e tornata si è messa a piangere e dopo essere uscita si è buttata giù da quel ponte? Perché?
E perchè lui non aveva mantenuto la promessa. Io ho tenuto il chiama angeli. Ma lui non mi ha ritrovato, non è rimasto con me .
Aveva detto che ero il suo angelo, allora, perchè mi hai dimenticato e mi hai lasciato solo?

- Shin! -
Questa voce. Spalanco piano gli occhi, li tengo socchiusi.
Vedo ...
Due grandi occhi azzurri. Sono bellissimi. Profondi e limpidi. Poi dei folti capelli dorati.
Io ti conosco.
Tu sei ...


"Io non ti lascerò mai. Se terrai questa collana io tornerò sempre da te, perché tu sei il mio angelo, capito ?"

... Soichiro, mi hai ritrovato.
L’immagine sfuocata, diventa pian piano limpida, permettendomi di vedere meglio la figura che mi sta davanti agli occhi.
Un ragazzo biondo, dagli occhi azzurri mi guarda preoccupato, con le lacrime agli occhi.

Tu ... Eri tu ... Sei sempre stato tu ... Voi siete ... La stessa persona.
Poi... il buio.


Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** L'inizio della fine (parte seconda) ***


POV SOICHIRO

Saliamo le scale in silenzio. Chiaki mi tiene ancora la mano ma non parla ne tantomeno mi guarda.
- Lo so che è difficile da accettare Soi-chan … - comincia poi improvvisamente a parlare lei.
- … Ma dovresti aspettare che sia lui a parlarti dei suoi problemi … Se lo metti sotto pressione peggiorerai solo le cose –
So che ha ragione ma non voglio accettarlo. Continuo a camminare in silenzio, senza risponderle.
Arrivati di fronte al bagno dei maschi entrammo entrambi. Per Chiaky la distinzione dei sessi era solo una questione di testa e capacità di procreare, oltre a questo femmine e maschi sono uguali.
- Che c'è? Non ti dimeni più adesso ? – Sentiamo.
C'è qualcuno in bagno ? Avanziamo piano finchè due figure non ci appaiono davanti.
Quello è … è Shin ? Takagi ? Cosa sta facendo al mio angelo ?
- Che sta succedendo qui ? – Chiaki.
Takagi si volta di scatto verso di noi, permettendomi di guardare il viso di Shin. Tiene gli occhi chiusi, come a isolarsi da tutto quello che sta succedendo all’esterno.
- Soichiro-kun ? sei arrivato in un brutto momento, adesso sono impegnato – Dice tranquillo il moro.
- Lascialo stare – sussurro tra i denti.
Mi sento il sangue ribollire nelle vene. Come si e permesso di toccare il mio angelo . Sto perdendo inesorabilmente il controllo.
- Come scusa ? – Dice beffardo.
- Ho detto, di togliergli subito le mani dosso – Urlao prima di saltargli addosso.
Non vedo più chiaramente. Comincio a sferrargli una serie di pugni in faccia, lui mi spinge via, ma lo riprendo subito sbattendogli la testa contro uno dei lavandini facendolo sanguinare.
- SOICHIRO, SOICHIRO FERMATI COSì LO AMMAZZI – sento Chiaky urlare, ma non mi fermo.
Lo prendo a calci e pugni ripetutamente, senza dargli tregua. Improvvisamente lui perdei i sensi. Lo sbatto per terra e lo guardo. Ha la faccia pena di sangue. Mi volto per niente in colpa e vado velocemente dal mio angelo.
Chiaky lo ha portato fuori dal bagno, per allontanarlo. Allontanarlo non dal pestaggio in generale ma da me.
Quando mi vede avvicinare, stringe forte Shin e cerca di allontanarsi, in quello stesso momento sento delle braccia prendermi da dietro per bloccarmi i movimenti. Sono arrivati.
- Chiaky, che è successo stai bene – (Kaito)
- Che ha Shin ? – (Hirofumi )
Cerco di divincolarmi dalla presa. So che mi devo calmare ma non ce la faccio, devo andare da Shin.
- Lasciami subito, maledizione – Urlo scalciando. Mi bloccano anche le gambe e sento qualcuno sedersi sopra di me.
- Lasciatemi, lasciatemi – Continuo a urlare
- No, non ti lasciamo finche non ti calmi - (Hirobumi)
- Calmati Soichiro, calmati … Se ti avvicini a lui gli farai male calmati – Chojiro
Comincio a respirare profondamente. Hanno ragione. Devo calmarmi, rischierei di ferirlo.
Dopo qualche secondo, apro gli occhi e vedo Chojiro seduto su di me, mentre Mitsuito mi tiene le gambe e Hirobumi le braccia.
- Ti sei calmato? – Mi chiede qualcuno.
Annuisco appena e loro piano mi lasciano, permettendomi di alzarmi, ma tenendomi ancora d’occhio.
- Che è successo Soichiro –
Non rispondo. Dov'è Shin ? Mi guardo attorno e dopo averlo visualizzato mi precipito da lui.
Chiaky me lo porge delicata .
- Non si sveglia – Dice.
Ha la camicia dell’uniforme sbottonata, la scosto per coprirlo, sporcano il candido tessuto sottile del liquido rosso che mi impregna la mani. Gli accarezzo i capelli e lo scuoto leggermente. Niente . Perdonami, non ti ho protetto. Poi …
- Shin... – Sussurro e lui apri gli occhi.
Mi guarda prima spaesato, poi mi riconosce e mi sorrise piano prima di svenire.
- Cosa è successo ? – Chiede Mitsuhito. C'è un attimo di pausa e dopo Chiaky comincia a parlare.
- Siamo saliti per sciacquare la mano di Soichiro, ma quando siamo entrati in bagno abbiamo visto … Takagi, stava … -
- Takagi ? Takagi Oda ? – chiede qualcuno
- Si … Lui stava sopra Shin e… - Non riesce a finire la frase, che qualcuno fa la sua comparsa, uscendo dal bagno. Takagi.
Si regge a stento in piedi, il sangue è stato ripulito in malo modo e respirando a fatica guarda tutti i presenti per poi puntarmi gli occhi addosso.
- Tu, bastardo, guarda che mi hai fatto. Tutto per una puttanella dai capelli bianchi –
Vedo tutti impallidire, Chiaky e Hirofumi mi tolgono dalle braccia Shin pochi secondi prima che mi avventassi di nuovo sul oro. Lo picchio con tutta la forza che ho in corpo. Il sangue mi sale alla testa e mi è impossibile fermarmi. Sento delle urla, qualcuno cerca di allontanarmi dal bastardo che sto picchiando, inutilmente.
- Hirobumi – chiama qualcuno, poi mi sento la testa leggere e non vedo più niente.

POV KANATA

Sono appena tornato a casa quando il cellulare comincia a squillare, è Soichiro o almeno credevo.
Una certa Chiaky mi parla al telefono con voce roca.
- Pronto ? –
- Katana-san ? –
- Si, chi parla ? –
- Sono Chiaky, un amica di Soichir-o, d-deve venir-e subito qui-i. Shin … Shin s-sta male, n-non si sveglia. … Satanta-san? –
*TU TU TU*
Chiudo velocemente il telefono e mi precipito alla macchina diretto a scuola.
Sfreccio per le strade senza curarmi, di segnali stradali o semafori.
Se ne è accorto.
Prendo il telefono dalla tasca, cerco il numero e chiamo.
- Si, chi parla ? – Sento pochi secondi dopo.
- Dottor Yamamoto, sono Kanata Hishikana. Ho bisogno di lei. –
- Arrivo subito – sento prima di mettere giù.

Arrivo davanti all’edificio in pochi minuti. Parcheggio e velocemente entro nel cortile della scuola completamente dove numerose persone erano raccolte attorno a un’ambulanza.
Subito penso al peggio e comincio a correre. Mi infilo tra la marmaglia. Spintonando paparazzi e studenti, mi faccio largo fino alla vettura.
In pochi attimi una barella esce dall’istituto con sopra una ragazzo dai capelli neri sdraiatovi sopra.
Faccio un sospiro di sollievo, consolazione che dura poco alla vista del ragazzo ferito.
Il viso, solitamente sottile è ora gonfio e violaceo. Il sangue ricopre buona parte di esso e qualche chiazza è finita anche sulla divisa scolastica. L’occhio destro è nascosto da un bozzo. Ma quello che spicca è un grosso taglio sulla fronte dal quale nonostante le fasciature continuano a sgorgare gocce di sangue.
Ma cosa diavolo era successo in questa scuola?
Quel ragazzo doveva essere stato picchiato da quattro o cinque persone, che come animali si erano accaniti su di lui.
La paura mi assale . Shin .
Corro dentro, dove regna il caos. Insegnati al telefono. Ragazzi interrogati dalla polizia. Una donna che urla e un uomo che se la prende con un ufficiale, intimandogli a fare qualcosa. Probabilmente i genitori del ragazzo.
- Lei chi è ? – uno dei professori si avvicina a me nervoso.
- Io sono il tutore di Shin Hishikana, dov’è ? –
- Mi segua –
Camminiamo per un lungo corridoio, poi ci dirigiamo verso l’infermeria del primo piano.
Di fianco alla porta, chi in piedi chi seduto per terra ci sono dei ragazzi.
- Kanata-san ? – mi chiede un ragazza dei capelli viola e rosa.
- Tu devi essere Chiaky . –
- Si, sono io –
Ha gli occhi rossi, come anche altri del gruppo.
- Venga Hishikana-san – mi dice il professore.
Entriamo nell’infermeria. è spaziosa e luminosa.
All’interno vi sono due letti. Sul primo c'è Soichiro e nell’altro … shin.
Mi avvicino veloce al mio fratellino. Scosto velocemente le coperte ispezionandolo da cima a fondo. Nemmeno un graffio.
- Non sapevamo che fare, non accenna a volersi svegliare. –
- Che è successo ? – dico serio, continuando a fissare e accarezzando i capelli al mio otooto.
- Secondo il racconto dei ragazzi. Odagiri Soichiro e Matsuo Chiaky hanno trovato suo fratello e Oda Takagi in bagno, dove questo sta per … abusare di suo fratello. Odagiri, probabilmente per difenderlo, a picchiato Oda. –
- Cosa ? e stato lui da solo ? – dico allarmato. È impossibile.
- Quel ragazzo è un delinquentello. Ha anche diversi problemi, che risalgono alle medie, di controllo della rabbia. Anche se questa volta a proprio esagerato –
- … I suoi amici si sono visti costretti a tramortirlo, visto che, a quanto pare oda abbia dato della … puttana, mi scusi, a suo fratello . –
Mi comincia a ribollire il sangue. Come diavolo si e permesso. Se non ci avesse già pensato Soichiro, probabilmente lo avrei ucciso quel moccioso.
Mi volto appena, per guardare il biondo. è incredibile pensare che abbia ridotto cosi quel ragazzo, riportando solo un labbro rotto.
Grazie.
- Lo porto a casa – dico all’insegnate, che annuisce.
La porta si apre, e un uomo entra nell’infermeria dirigendosi verso Soichiro.
- Odagiri- san è arrivato- dice il professore all’uomo anziano o meglio al nonno di Soichiro.
Lo guarda triste, ma non preoccupato. Alza il viso e mi fissa beffardo.
- Quanto tempo, Kanata-kun. Sei cresciuto . –
- Sette anni, Odagiri-san –

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** La memoria di Soichiro ***


POV SOICHIRO

Mi sento la testa scoppiare dal male. Mi porto una mano tra i capelli, massaggiandola piano.
Apro lentamente gli occhi e subito una pioggia di tonalità dall’arancio al rosso mi abbagliano, filtrando dalla finestra.
Mi metto a sedere e mi guardo attorno. Sono in camera mia.
Sono confuso, come ci sono arrivato qui ? Mi sforzo per ricordare, ma niente. L’ultima cosa che ricordo è …
Improvvisamente un fiume di immagini mi comincia a scorre nella mente facendomi aumentare la respirazione … Shin .
Mi alzo velocemente e corro al piano di sotto, dove mio nonno seduto sul divano beve il thè. Si volta nella mia direzione.
- Soichiro, finalmente ti sei svegliato. –
- Come ci sono arrivato qui ? Dov’è Shin ? – dico tutto d’un fiato.
- Hey tranquillo, qui ti ci ho portato io e il ragazzino è a casa sua. – Mi risponde calmo.
- Sta bene ? –
- Non lo so –
- Vado da lui … - dico avvicinandomi alla porta
- No – mi sento dire da lui mentre lo vedo alzarsi.
- Cosa ? –
- Ho detto che non andrai da quel ragazzo. Non lo rivedrai più –
Ma che diavolo stà dicendo ?
- Ma sei pazzo? Per quale motivo non lo dovrei più rivedere? –
Lui calmo si siede su una delle sedie della cucina e mi invita a imitarlo. Mi avvicino e mi siedo.
- Ora ti racconterò una cosa, e non dovrai fiatare nel frattempo – Dice cercando di nascondere un leggero nervosismo.
Il nonno comincia a parlare. Mi guarda dritto negli occhi, mentre racconta, come per cercare di percepire ogni mio sentimento.
Le parole gli escono lente dalla bocca. Ogni volta più dolorose. Ogni singola lettere è una pugnalata, che non ti uccide, no, ma fa terribilmente male.
Non è vero. Non è possibile.
Basta . In pochi minuti tutto finisce. Il nonno smette di parlare. Forse. Non ne sono sicuro.
- Ma cosa diavolo stai dicendo nonno … ?- gli urlo.
- è tutto vero. Ed è per questo che non lo puoi più rivedere … Sei stato bene fino ad adesso, poi ricompare quel moccioso e all’improvviso pesti a sangue un tuo compagni di classe. È un miracolo che quel ragazzo non sia morto , te ne rendi conto? … è sei fortunato che i genitori non abbiano esporto denuncia -
- L’unico motivo per cui non mi hanno denunciato e perché quello in torto era qual bastardo. Ha provato a violentare Shin, cosa dovevo fare altrimenti, he ? –
- Non mandarlo in coma almeno. – urla furioso.
In coma ? Takagi è in coma ?
- Anche suo fratello è d’accordo … -
- K-kanata-san ? –
- Si … anche lui è d’accordo sul farvi stare lontani. Quindi, qualsiasi cosa tenterai di fare, non lo rivedrai più. –
Non potrò più vedere Shin. No, non lo posso permettere. Noi dobbiamo stare insieme. Il petto mi duole rerribilmente.
Corro fuori senza nemmeno mettermi le scarpe. Corro, corro. Non so dove, ma continuo a correre.
Sento delle goccioline che cominciano a schiantarsi al suolo e presto scoppia un temporale, ma non mi fermo.
Sento l’erba sotto i piedi. La pioggia rende scivoloso il terreno e inciampo, cadendo rovinosamente a terra. Le lacrime mi solcano il viso che alzo leggermente guardandomi attorno, dopo aver recuperato un po’ di ragione.
Sono in un grande prato che riconosco subito. Mi alzo piano e mi dirigo come un automa verso un luogo ben preciso. Scosto il fogliame ed entro. Mi siedo sul piccolo ponte asciutto e mi raggomitolo lasciando uscire i singhiozzi.
- … Voi vi siete già conosciuti, sette anni fa, la notte in cui tua madre partorì … -
La testa comincia a dolermi tantissimo. Una forte emicrania mi assale facendomi quasi urlare.
<< - Nonno perché la mamma piange ? - - Perché il tuo fratellino non ce l’ha fatta - >>
<< - Come ti chiami ? - - Perché non parli mai ? - >>
<< - Io mi chiamo Soichiro - - Io sono Shin - >>
Un uragano di immagini, voci, ricordi mi vorticavano in testa improvvisamente. Allora è vero. Io e Shin ci siamo conosciuti quella sera. Ma allora perché non ricordo niente … ho la nausea la vista si mi appanna …
<< - Io voglio stare con te per sempre, perché ti amo - >>
… forse...
Mi ricordo che correvamo, ero felice perché ci eravamo promessi di stare insieme per sempre. Correvamo per un corridoio mano nella mano, poi svoltammo per un angolo e...
… delle scale …
… sono caduto dalle scale.
<< - Mamma chi è quel bambino ? ->>
Quella volta non l’avevo riconosciuto.
La mamma mi aveva detto di andarlo a trovare, e anche se non volevo ci andai. Ma quando arrivai lì …
<< - ME LO AVEVI PROMESSO … ME LO AVEVI PROMESSO … - >> mi urlava, con le lacrime agli occhi.
Non ho mai capito perché avesse reagito così, e ne la mamma ne il nonno me lo volevano dire. Ma ora. Ora ricordo tutto.
- Mi dispiace, mi dispiace –
E’ tutta colpa mia, se adesso sta male e colpa mia.
- Secondo Kanata, Shin si deve essere accorto, non si sa come, che quel bambino eri tu e ne è rimasto traumatizzato, per quello no si svegliava più … -
Le parole del nonno mi echeggiano nella testa dolorose. Ti ho fatto ancora del male angelo mio, perdonami.

POV SHIN

Mi sveglio e piano apro gli occhi stanchi.
Camera mia ? Mi metto a sedere e appoggio la testa alle mani.
- Ti sei svegliato Shin –
Una voce familiare mi fa voltare verso la porta. Dott. Yamamoto ?
- Ciao Shin è da tanto che non ci vediamo –
Dice l’anziano uomo avvicinandosi al mio capezzale.
- Mi hanno detto che hai avuto un brutta esperienza oggi, me ne vuoi parl.. - - Soichiro -
Non lo lascio nemmeno finire di parlare che quel nome mi esce balle labbra.
Soichiro era quel bambino. Era lui, mi ha ritrovato.
Mi alzo velocemente dal letto correndo verso la porta.
- Shin dove vai ? – sento chiedermi. Non mi volto nemmeno.
Scendo veloce le scale fino al piano terra dove incontro mio fratello.
- Shin ? –
- Kanata, dov’è Soichiro ? Portami da lui . – gli dico quasi saltandogli addosso
- Hai parlato con il dottore ? – mi chiede serio.
- No, non ne ho bisogno, voglio solo vedere Soichiro, adesso . –
Vedo il dottore scendere le scale, guardandomi serio.
Mi volto verso Kanata interrogativo poi di nuovo verso il dottore. I due mi fissano, con il lutto in faccia. La paura mia assale.
- Che succede, dov’è Soichiro ? – chiedo.
Nessuno mi risponde. Mi avvento sul maglione di mio fratello violento.
- Cosa è successo a Soichiro, dimmelo! Quello là gli ha fatto qualcosa ?-
Perché non mi rispondono ? Che succede? Quel Takagi ha fatto qualcosa a Soichiro ? no, per favore no.
Il respiro mi diventa irregolare, sto sudando freddo. La testa mi gira talmente tanto da farmi cadere in ginocchio. Sto andando in iperventilazione.
- Shin, Shin, calmati respira –
- Non è successo niente a Soichiro-kun, Shin … ascoltami non gli è successo niente, ora e a casa sua . –
Sta bene. Sochiro sta bene.
- Respira –
- Voglio vederlo … - dico con un filo di voce. Ho bisogno di vederlo.
- Non puoi – mi dice mio fratello.
- Cosa ? –
- E meglio che tu non riveda più quel ragazzo, Shin –
Cosa sta dicendo. Non può dire sul serio. Mi allontano da lui rimanendo però ancora per terra.
- Non puoi farmi questo … tu non capisci. È lui. È il bambino dell’ospedale … -
- Lo so –
- Come … ?- chiedo confuso.
- Me ne sono accorto qualche settimana fa e ne ho avuto la conferma oggi, quando in infermeria ho incontrato suo nonno.
- In infermeria ? – lui sapeva che Soichiro era il bambino dell’ospedale.
- Anche Soichiro era in infermeria con te, perché era stato tramortito per non permettergli di combinare altri guai. –
Lo guardo confuso. Di cosa sta parlando ?
Lui sospira leggermente e poi – Soichiro ha picchiato Takagi, che ora è in ospedale. –
Soichiro ha mandato all’ospedale Takagi per difendermi ? Devo vederlo.
Mi alzo velocemente e faccio per uscire ma prima di poterci riuscire mi sento afferrare per un braccio.
- Cosa hai intenzione di fare ? –
- Vado da Soichiro mi sembra chiaro. Non ho intenzione di smettere di vederlo per nulla al mondo –
Mi fissa perplesso, poi il cellulare suona, e tenendomi ancora stretto risponde.
- Pronto ? –
- Si … No qui non cè … mhmh, cosa ? –
- S-si, se posso aiutar … ok d’accordo –
- Arrivederci.
Lo guardo e lui ricambia lo sguardo.
- Soichiro … suo nonno gli ha raccontato tutto, è uscito di casa un’ora fa e non è ancora tornato. Non si sa dove sia … Shin, aspetta! –
Corro sotto la pioggia. Soichiro aspettami.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Finalmente Insieme (parte prima) ***


20.

POV SOICHIRO

Sicuramente non vorrà più vedermi. L'ho fatto soffrire talmente tanto che di certo adesso mi odierà.
Le lacrime continuano a scendermi copiose, mentre continue, dolorose fitte al petto, mi fanno piegare in due.
Non voglio che lui mi odi. Non lo sopporterei.
- Soichiro -
Mi volto spaventato. Shin. Il mio Shin è lì, completamente fradicio e mi fissa sorridente.
- C-cosa ... - non finisco nemmeno la fase che lui si stringe forte a me caloroso.
Dopo un primo momento di confusione ricambio l'abbraccio con lo stesso sentimento. Il calore del suo corpo allevia il mio dolore. La sua pelle profumata mi fa sentire la testa leggera.
Lo sento staccarsi leggermente e guardarmi negli occhi, per poi appoggiare la sua fronte sulla mia.
- Perchè piangi ? - Mi chiede piano, appoggiandomi le piccole mani sulle guance.
- Io ... Io ... Mi d-dispiace. Ti preg-o perdonami Shin - esclamo stringendolo maggiormente a me e ricominciando a piangere.
- Di cosa stai parlando ? -
- Di quello che ti ho fatto all'ospedale. Ti avevo promesso che saremo sempre stati insieme, invece ... Invece io, mi sono allontanato e t- ... - Le sue labbra impediscono al fiume di parole che stavo dicendo di fuoriuscire. Mi bacia. piano, con tanto amore, poi si allontana.
- Non dire stupidaggini, hai perso la memoria Soichiro, non è colpa tua. Per un po' sono stato arrabbiato con te, ma poi me ne sono fatto una ragione, anche se dentro di me speravo sempre che tu mi ritrovassi. Poi... ti ho odiato ... -
Quell'ultima frase mi fa sussultare. Mi odia. Gli occhi mi cominciarono a pizzicarmi. Shin mi odia.
- ... Avevi promesso di proteggermi e invece non eri lì ... Non eri lì mentre lui ... Mi faceva quelle cose ... - disse, sussurrando l'ultima frase.
Lui ?
- D-di cosa parli Shin - gli chiedo subito, ma non mi risponde, abbassa il capo e trema piano.
Lo stringo forte a me, baciandogli la fronte.
- Puoi dirmi tutto Shin, tutto ... fidati di me, te ne prego - lo scongiuro.
Fa una pausa e tenendo sempre il capo basso comincia a parlare, o meglio sussurrare, raccontando quel segreto che continua a intromettersi tra di noi.
- Quando sono uscito dall'ospedale sono andato a vivere con mia madre e il suo c-compagno ... Per i primi mesi andava tutto bene, lui mi aiutava e mi confortava quando stavo male. Cominciai a volergli bene da subito, ma poi un giorno ... - si interrompe.
Lo guardo in faccia, sta piangendo. Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio piano.
- Sono quì angelo - gli sussurro sulle labbra rassicurandolo.
- ... U-un giorno lui mi chiese se volessi giocare a un gioco speciale con lui, di cui però non avrei dovuto parlare con nessuno, che sarebbe stato il nostro segreto ... -
Sgranao gli occhi capendo subito dove vuole arrivare e il sangue comincia a ribollirmi nelle vene, ma non mi muovo continuo a stringerlo delicatamente.
- ... Ha cominciato a toccarmi e a ... a farmi altre cose. Tutto quello durò per qualche giorno, io ho provato a dirgli che quel gioco non mi piaceva mi lui si è arrabbiato e ... E mi h-ha ... Soichiro - sussurra il mio nome invocando aiuto. Lo stringo. Lo stringo forte cullandolo.
- Basta cosi ... è tutto finito angelo, basta -
- M-mi ha fatto male, tanto. mi ha det-to che ...Che se ne parlav-o con qualcuno avrebbe fatto la s-stes-sa cosa a Kanata e ... E io non volevo ... Non volevo che facesse del male al mio Aniki ... -
Dice tutto d'un fiato tra i singniozzi. Mi stringe forte, cercando conforto.
Come si poteva fare una cosa del genere a un bambino di dieci anni?
- Ora è tutto finito Shin, basta è tutto finito - Cerco di essere forte per entrambi ma le lacrime continuano a scendere lo stesso.
- ... è anda-andata avanti cosi per settimane, finchè Kanata tornato a casa da scuola non sc-opri tutto e lo picchiò, lo picchiò tanto. Poi arrivò anche-e la mamma, che si mise a piangere ... e corse via … La trovarono tre giorni dopo ... annegata in un fiume.-
-... In quel periodo ti odiavo, ti odiavo perchè non eri con me, perchè mi avevi lasciato da solo ... -
Dice continuando a piangere.
- Perdonami Shin, ti prego , p-perdonami – dico, mentre il cuore mi si stringe nel petto, colpevole.
Rimaniamo lì per infiniti attimi, piangendo. Stringendoci l'un l'altro e scambiandoci baci furtivi.
Col passare del tempo il temporale passa, smettendo di bagnare le strade, ma nonostante questo restiamo sul piccolo ponte, abbracciati.
Lui è seduto sulle mie gambe, e stretto al mio petto, si fa accarezzare i ciuffi bianchi. Poi improvvisamente lo sento tremare leggermente.
- Hai freddo? - Gli chiedo apprensivo.
- Un po' -
- Ok allora, andiamo - Dico mentre lo faccio alzare e poi imitandolo faccio per uscire, ma lui mi prende un braccio. Mi volto a guardarlo interrogativo.
- Sei scalzo - mi fa notare. Guado in basso e vedo i miei piedi nudi, poi guardo i suoi.
- Tu hai le pantofole - Questa volta è lui a guardarsi i piedi e arrossisce leggermente.
Ci guardiamo per un po, poi mi viene un'idea
- Facciamo così, toglitele - Lui ubbidisce e io mi metto le pantofole, poi lo guardo ghignante e lo prendo in braccio come fosse una principesse.
- Siete pronta hoime-sama (1)? - Gli dico scherzoso, facendolo arrossire fino alla punta dei capelli.
- Mettimi giù scemo! - Dice dimenandosi. Così con un balzo esco dal cespuglio e lui per il movimento brusco mi si stringe al collo.
Ridacchio piano e mi avvio verso casa, con la mia principessa in braccio.

POV SHIN

Arriviamo a casa mia in pochi minuti. Appena suono il campanello, il cancello si apre e vedo mio fratello corrermi in contro.
- OTOOTO !!!! -
Giunto a pochi metri sferra un calcio a Soichiro, facendolo volare a qualche metro di distanza, e mi prende al volo.
- Come stai otooto ? Guardati sei tutto bagnato e scalzo - Mi dice analizzandomi da capo a piedi.
- Si, sto bene ... Ma ... Soichiro ? - Chiedo mentre lui si rialza, massaggiandosi la testa.
- Sto bene - Gli sento dire, mntre si avvicina.
- Forza tutti dentro - (Kanata)
Entriamo in casa, e subito Karin e Iruka ci vengono incontro.
- Karin prepara il bagno per questi due per favore - Dice mio fratello.
- Certo, sub... - - No, aspetta - La interrompo, scendendo a terra e avvicinandomi a Soichiro che mi guardava interrogativo. Mi avvicinO al suo orecchio e a bassa voce gli chiedo ...
- Vuoi fare il bagno con me ? -
- D-davvero p-posso ? –
Annuisco piano aggiungendo un po' imbarazzato -Solo se vuoi- .
Lui arrossisce fino alla punta dei capelli.
- S-si , si !!! Certo che voglio - urla quasi.
Mi volto verso Karin.
- Prepara solo quella di camera mia, per favore Karin - Le dico e lei corre subito via, con un sorrisetto nascosto malamente.
- Cosa ?!? Nemmeno per sogno, non farete il bagno insieme. Tu, piccolo mostro non mettere strane idee in testa al mio Otooto - urla Kanata a Soichiro che terrorizzato tiene le mani giunte in mezzo alle gambe, come a proteggersi. Perchè mai ?
- Dai Aniki ... -
- Neanche per idea . Non voglio . - Dice incrociando le braccia e mettendo il broncio.
Mi avvicino a Soichiro e prendendolo per mano, corriamo al piano di sopra, con Kanata che sbraita ancora.
Corriamo per i corridoi e su per le scale, ridendo come due bambini. Come facevamo una volta e non posso che sentirmi terribilmente felice.


******
(1)Hoime-sama= principessa

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** FINALMENTE INSIEME (parte seconda) ***




 

POV SOICHIRO

Sono sdraito sul letto di Shin, guardando il nulla, distratto ancora dalla splendida visione del mio angelo immerso nella vasca.
*flash back*
Entro nella vasca, assaporando il tepore dell'acqua calda, immergendomi fino al naso.
Chiudo gli occhi, rilassandomi ,quando dopo poco, sento l'acqua muoversi leggermente e spalancando piano gli occhi vedo Shin mentre entra anche lui nella vasca.
Tutto rosso in faccia, s' immerge nell'acqua cercando di coprirsi con la schiuma imbarazzato. Ma quelle nuvolette di sapone non impediscono del tutto ai miei occhi di assaporare il suo corpo.
Le gambe toniche, le cosce morbide, il ventre piatto e ben fatto il piccolo petto e le spalle morbide. La sua pelle bianchissima rendeva quello splendido corpo quasi sovrannaturale.
I capelli bianchissimi gli ricadeva morbidi sulla spalle, incorniciandogli quel bellissimo viso con ancora gli occhi da bambino.
*fine flash back*
A quel ricordo mi sento arrossire. Il mio angelo è cosi bello.
Sento la porta aprirsi e richiudersi subito dopo, mi volto e il protagonista delle mie fantasie mi si para davanti.
Gli occhi mi si illuminano a quella visone.
Shin è avvolto in un candido pigiama, molto più grande di lui. Le maniche gli coprono le mani giunte in segno di imbarazzo, mentre il morbido tessuto gli ricade sulle gambe snelle lasciate scoperte.
Mi si avvicina piano e si sdraia di fianco a me, guardandomi negli occhi, senza dire niente, semplicemente sorridendomi piano.
Mi metto anch’io sotto le coperte e spalanco leggermente le braccia per farlo avvicinare a me. Lui si avvicina subito poggiandomi la testa sul petto nudo e io lo stringo possessivo baciandogli i capelli e accarezzandolo.
- Hai chiamato tuo nonno ? - Mi chiede
- Sì. Ho chiamato anche Chiaky e gli altri, per dirgli che stiamo bene. Dovevi sentirla, era preoccupatissima -
- Già... - Risponde semplicemente. Lo allontano piano e guardandolo in faccia gli chiedo ...
- Che c'è ? -

POV SHIN

Mi vergogno un po a dirlo ma lo faccio lo stesso.
- Ti hanno sospeso per colpa mia . Non ci voglio andare a scuola se non ci sei anche tu - Gli dico con la testa bassa.
- Ma che razza di ragionamenti fai? Se non ci sono io ci saranno Chiaky e gli altri a farti compagnia . -
- Sì, ma non è la stessa cosa. E poi ... Io a loro non piaccio sicuramente, non voglio essere un peso. -
Sento il suo sguardo su di me e poi un leggero pugno sulla testa.
- Stupido. Non te ne sei reso conto vero? ... - mi dice, mentre lo guardo interrogativo.
- Con il tempo angelo … Ti renderai conto, che loro sono in grado di capire qualsiasi cosa tu possa avere in testa. è vero sono propensi a fare sempre casino, ma … Nemmeno loro hanno avuto un passato facile … - Mi dice.
Sgrano leggermengte gli occhi, quelle parole mi hanno trasmesso una brutta sensazione...vorrei chiedergli, ma so che non è lui a dovermele dare.
Poi mi sorride e mi stringe al petto.
- Adesso non posso scendere nel dettaglio, ma una cosa te la posso dire...Non avere mai paura di essere un peso per noi, perchè non lo sarai mai. Con il passare del tempo ti renderai conto, che anche uno scontroso come Hirobumi o uno stronzo come Chojiro possono dimostrarsi dei veri amici, amici che ti capisco fino in fondo ... Abbiamo imparato che anche se la vita ci volta le spalle con dei buoni amici ce la possiamo sempre fare-
Mi sorride all'ultima frase, avvicinandosi a me e baciandomi piano.
- Mi dispiace - gli dico mentre mi stringo forte a lui .
Ci voltiamo entrambi, sentendo dei rumorosi passi fuori dalla porta. Non facciamo nemmeno in tempo a realizzare che ...
- SOI-CHAN !!!! - - SHICCHAN !! - - SOICHIROOOO -
C'erano tutti, Chiaky, Mitsuito, i gemelli, Yumiko, Chojiro, Kaito...Non mancava proprio nessuno.
Ancora tra le braccia di Soichiro li fisso mentre come una mandria impazzita si fiondano sul letto, tutti tranne Chojiro che se ne stà in disparte.
- Come state ? Eravamo preoccupatissimi - Dice Hirofumi, stretto dal fratello.
- Siamo venuti prima possibile - (Kaito)
- Non è stato per niente facile riuscire a entrare, sai? - (Hirobumi)
- Il maggiordomo, non ci voleva far entrare e poi un tipo con una katana ci è corso dietro ...- (Chiaky)
- Ma alla fine ce l'abbiamo fatta hehhe - dicono infine in coro.
Cominciano a ridere e scherzare sul letto, trascinando nei giochi anche Chojiro.
- PIGIAMA PARTY !!!! -
Urla qualcuno, facendo cominciare una guerra di cuscinate. In pochi minuti la stanza si riempie di piume.
Scendo dal letto e li guardo. Sorridevano. Hanno un legame bellissimo. Vederli giocare come dei bambini, mi rende felice.
- "Abbiamo imparato che anche se la vita ci volta le spalle con dei buoni amici ce la possiamo sempre fare" –
Le parole di Soichiro mi ritornano in testa facendomi sorridere.
- Hey angelo non vieni qui con noi? - Mi volto e vedo Soichiro pieno di piume che mi tende una mano, mentre tutti gli altri mi guardano sorridendomi.
- Dai Shin, vieni qui con noi -
- Si Shicchan vieni che giochiamo tutti insieme –
- Dopo esserci auto-invitati a casa tua ci sembra il minimo -
Mi incitano. Piano prendo la mano di Soichiro e vado sul letto con loro.
Ci mettiamo in cerchio sul letto.
Chojiro e Mitsuito vicini , Kaito vicino a Chiaky che lo ignora voltandosi verso Yumiko i due fratelli uno sopra l'altro coccolandosi a vicenda e io e Soichiro nella medesima posizione.

POV SOICHIRO

Passiamo la maggior parte della notte a raccontarci storie dell'orrore finchè, dopo essere riusciti a spaventare anche quel ghiacciolo di Chojiro, non ci corichiamo per dormire chi sul letto e chi nei futon portati da Iruka e Karin.
Mi sistemo meglio sotto le coperte e stringo a me Shin, che mi guarda intensamente per dopo darmi un tenero bacio, che non tardo ad approfondire. Gli do un bacio passionale e possessivo, che lui ricambiava timido, tenendomi le braccia al collo.
- Hey voi due , non vorrete farlo con noi qui spero - Sentiamo dire a Hirobumi, facendo scatenare le risate di tutti. Vedo Shin nascondere il volto arrossato nel mio petto, timido.
- Ti piacerebbe, vero? . – Gli dico beffardo
- Che cosa ?! Dai vieni qui se hai il coraggio, o hai paura di fare una figuraccia davanti al tuo angioletto, eh ?! –
Mi stuzzica.
Con un balzo gli sono addosso e in pochi secondi cominciamo a picchiarci per gioco, sotto le risate e i vari incitamenti degli altri, che già scommettevano su chi avrebbe vinto, belli amici che ho .
Andiamo avanti con il, nostro “gioco”, dal quale abbiamo rimediato un occhio nero a testa, finche Kanata non irrompe nella stanza.
- SMETTETELA SUBITO PICCOLI MOSTRI !!! SAPETE CHE ORA E’ ?!? … Otooto se questi animali ti danno fastidio li posso cacciare subito sai. –
Gli sento chiedere a Shin che fa di NO con la testa imbarazzato.
- Se sento solo una parola vengo qui e vi sbatto fuori, capito ? –
- Sissignore !! – diciamo da bravi soldatini in coro.
- Buona notte Otooto –
Katana-san esce, tranquillizzandoci molto. Facendo il meno rumore possibile ci mettiamo a dormire rimandando la lotta al giorno dopo.
Stringo il mio angelo e dopo pochi minuti sento gli altri iniziare a russare. Abbasso lo sguardo su Shin, dorme anche lui. La calma nell’aria è palpabile e rilassante.


Un chiama angeli...Mi è così strano pensare che tutto sia partito da quella piccola sfera lucente, come il suo dolce suono sia stato il legame che ci ha uniti, attraverso il tempo e lo spazio, attraverso la memoria distorta e i ricordi annebbiati. Quel suono leggero, ci ha in qualche modo ricondotti l'uno sul cammino dell'altro, sconfiggendo il tempo e le sfortune che ci hanno separato, conducendomi infine tra la braccia di un angelo...il mio angelo.
Talvolta riguardando indietro al passato e alla serie di eventi che ci hanno separato e poi riavvicinato mi chiedo se ci sia un significato in tutto ciò che abbiamo passato, un motivo valido a giustificare tutto ciò a cui il destino ci ha messo davanti, a volte credo si sia trattato di una sorta di test, per me e Lui, una sfida, contro gli eventi positivi, quelli negativi, e forse contro il destino stesso, e alla fine credo di poter dire che siamo andati piuttosto bene, abbiamo preso le nostre decisioni, abbiamo scelto di restare insieme, e credo sia questa la cosa più importante.
Inevitabilmente, ciò che ci ha segnato non scoparirà dall'oggi al domani, e forse temo non scomparirà mai del tutto, io continuerò a combattere i miei attacchi d'ira, lui combatterà contro gli incubi passati, ma lo faremo insieme l'uno di fianco all'altro, usando come armi ogni momento, ogni singolo istante trascorso insieme, e anche se a volte cadremo troveremo la forza di rialzarci. Anche quando le cose belle non ci faranno dimenticare quelle brutte allo stesso modo quelle brutte non metteranno in ombra le cose belle, ne tantomeno le faranno perdere d'importanza. Così continuerò a combattere, andrò avanti...sempre e comunque, con lui...per lui. Perchè adesso sento di poter sopportare un mondo di demoni per il bene di un angelo, e ora che l'ho ritrovano non permetterò più che me lo portino via...

Poi, magari ci saranno dei giorni speciali, giorni così sereni da sembrare reminescenze di un sogno, giorni in cui non sarà necessario combattere... Così, ora e in futuro, quando il vento soffierà leggero e il chiama angeli riempirà l'aria del suo suono...noi saremo lì, saremo felici e soprattutto...insieme
.



Così si è arrivati alla fine di questa storia... almeno per ora, perchè come disse una volta un vecchio saggio..."no doubt endings are hard but then again nothing ever really ends, does it? "
Quindi per ora questo capitolo si chiude, seppur come ultimo, con un gran "to be continued" alla fine, accompagnato da un punto di domanda altrettanto grande XD c'è l'ipotesi di un sequel, ma non saprei dirvi quanto sia concreta o in quanto tempo potrebbe diventarlo quindi per ora mi limito a dire  grazie di cuore a chi ha letto questa storia!! grazie davvero da parte dell'autrice e della sua beta! e...alla prossima storia! ;)

Ah, quasi dimenticavo...Grazie in particolare a tutte coloro che hanno recensito:
Pyra
EuphieKai
mao18

e un ringraziamento speciale a
Justanechelon , che ha sempre commentato ed è stata gentilissima!!
Milly, che ha betato la storia...

grazie!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1226515