Nel baratro dell'insicurezza.

di LalieDalton
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sette mesi. ***
Capitolo 2: *** Ottima, peccato non lo sia il commensale. ***
Capitolo 3: *** Non tutti i segni son positivi. ***
Capitolo 4: *** Sfida accettata Weasley. ***
Capitolo 5: *** Promettimelo. ***
Capitolo 6: *** Se sei felice e tu lo sai... ***
Capitolo 7: *** Jack & Sally ***
Capitolo 8: *** Un invito insolito ***
Capitolo 9: *** Io so tutto di te. ***
Capitolo 10: *** Poteva essere chiunque. ***
Capitolo 11: *** Come una bambola vera. ***
Capitolo 12: *** Bisbetica. ***
Capitolo 13: *** Il ballo - parte I ***
Capitolo 14: *** Il ballo - parte II ***
Capitolo 15: *** Fidati. ***
Capitolo 16: *** Il mattino dopo ***
Capitolo 17: *** Una scia di tristezza e rabbia ***



Capitolo 1
*** Sette mesi. ***


« HUGO SCOTT WEASLEY IO TI AMMAZZO.»
 
Un urlo interruppe il monotono pomeriggio degli studenti nella Sala Grande. Diverse teste si voltarono verso l'entrata trovando l'artefice di tale minaccia: Rose Weasley. 
 
La ragazza aveva corso per tutto il castello alla disperata ricerca del fratello minore trovato infine nel posto più frequentato dal rosso - eccezion fatta per le cucine - la sala da pranzo.
Rose avanzò con passo pesante e veloce cercando di riprendere quanto più fiato poteva durante il tragitto verso il tavolo rosso-oro.
Arrivò accanto ad Hugo che si era semplicemente limitato a voltarsi con un toast pieno di marmellata tra i denti  e l'espressione confusa, che fece infuriare ancora di più la Grifondoro. Come faceva a non sapere che sarebbe corsa a cercarlo non appena venuta a sapere dello scherzo? 
Acciuffò l'orecchio destro del fratello costringendolo ad alzarsi dal tavolo.
« Ahi! AHI! ROSE LASCIAMI! » si lamentò Hugo mentre il toast finiva rovinosamente a terra, imbrattando il pavimento in pietra. « IL MIO TOAST! ROSE MOLLAMI » si infervorì cercando di riprendere il proprio pasto.
« No che non ti lascio » sibilò la rossa ripercorrendo i metri che la dividevano dal Salone D'Ingresso. 
Sotto lo sguardo stupito e decisamente curioso degli studenti presenti, Rose portò via Hugo dalla Sala Grande trascinandolo fino al bagno delle ragazze situato al terzo piano. Ovviamente con tutte le lamentele possibili da parte del ragazzo.
Spalancò la porta di legno scuro del bagno con un piede, spinse il fratello all'interno e lasciò andare l'orecchio che aveva assunto una strana sfumatura di rosso. Sembrava un tutt'uno con i suoi capelli vermigli. 
« Chiedile scusa » sbottò mettendo le mani sui fianchi e guardando con durezza il fratellino.
« Chiedere scusa a chi? » borbottò il rosso mentre si massaggiava l'orecchio dolorante. Possibile che finiva sempre così? Un giorno glielo avrebbe staccato dal resto del corpo.
« A LEI! » urlò afferrando il ragazzo per la manica della divisa e costringendolo a voltarsi verso una figura rannicchiata per terra, tremante e che teneva stretto un cappello sulla testa. Da esso sfuggiva qualche ciocca di capelli di un colore insolito: azzurro.
La figura si chiamava Emily Bradford. Era una ragazzina del quarto anno della stessa classe di Hugo, solitamente i suoi capelli erano di un acceso color del grano, ma a causa di uno scherzetto di Hugo e Lily, si era ritrovata con i capelli di quel colore. Tutto perché aveva osato parlare con il ragazzo della Potter.
« Oh andiamo, non è nulla di che! » cercò di rimediare Hugo mentre pian piano arretrava verso la porta.
« Tu non ti muovi, chiedile scusa. » esclamò la rossa afferrandolo per un braccio e non mollando la presa.
« Rose ma--- okay, scusa Emily. » mormorò non appena incrociato lo sguardo furente della sorella.
 
Rose era sempre stata un Prefetto insolito. Evitava di controllare le ali del castello nelle quali sapeva si svolgessero strani eventi, non toglieva punti per scherzi innocui e non metteva quasi mai in punizione.
Essere beccato a fare una malefatta da lei era quasi una fortuna, sempre se il suo umore era buono e non fosse tanto grave in danno inferto.
A quanto pare, per la rossa, un semplice cambiamento di colore era grave.
« Non sono scuse sentite. Mettici più impegno moccioso. » sussurrò con un tono di voce alterato.
Hugo le lanciò un'altra occhiata e poi osservò la compagna di corsi che per tutto il tempo non aveva alzato lo sguardo. « Emily, mi dispiace averti fatto questo, ti posso dare la pozione giusta per farli ritornare normali, va bene? » chiese mentre si avvicinava alla ragazza e si accucciava proprio di fronte a lei.
Emily in tutta risposta smise di tirarsi il cappello e sollevò il viso in modo tale da incrociare lo sguardo del ragazzo. Hugo sorrise e Emily sembrò essere convinta delle scuse. Si limitò ad annuire ed infine si alzò accompagnata dal rosso.
« Dalle quel che devi darle e poi assicurati che funzioni. » ordinò Rose mentre si avviava fuori dal bagno, era quasi uscita quando si voltò verso Emily « e se non funziona, dimmelo che non avrà solo l'orecchio dolorante. » disse in modo minaccioso lanciando un'occhiataccia al fratello e poi uscì.
 
 
Quando era venuta a sapere dello scherzo, Rose si era infuriata. Non era stato il fatto del colore dei capelli o che fosse stato suo fratello, era stata la motivazione a farla arrabbiare.
Prendersela con una coetanea solo perché parla con un altro studente era da stupidi. E venire a sapere che c'entrasse suo fratello era ancora peggio. Perché non aveva ereditato parte del cervello di mamma anche lui? Lei infondo era uguale a papà però ragionava prima di fare qualcosa!
 
Sbuffando la rossa salì le rampe di scale che l'avrebbero portata al quarto piano; proprio lì, alla fine delle scale seduto sull'ultimo scalino stava Oliver Dream che sorrideva.
La vista del proprio ragazzo fece spuntare un sorriso sulle rosee labbra della Grifondoro, salì in fretta gli ultimi gradini e buttandogli le braccia al collo lo baciò sulle labbra. 
Oliver rispose al bacio approfondendolo e poi si scostò spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
 
« Ti aspettavo. » mormorò il ragazzo mentre Rose sedeva accanto a lui sul gradino.
La rossa ridacchiò mentre il sorriso ritornava sul suo viso e gli strinse il braccio poggiando il mento sulla sua spalla e lo guardò.
« Ho dovuto risolvere una cosa. » sussurrò arricciando il naso che venne subito baciato da Oliver, Rose in risposta rise. Era un'abitudine ormai, ogni volta che lei arricciava il naso o le labbra lui si chianava a baciarla « Perché sei così adorabile? » sbuffò aggrottando la fronte e avvicinandosi al suo viso per baciarlo di nuovo. Lui la lasciò fare e poi si scostò nuovamente per primo. 
« Per ricordarti che non tutti sono cattivi. » disse ridacchiando e poi si alzò in piedi tirando su anche la ragazza. La avvolse in un abbraccio e poi prendendole la mano riscesero le scale fino al piano terra, uscendo in cortile.
 
Il debole sole di Ottobre era quasi un miraggio dopo un'intero mese di pioggia continua. I nuvoloni carichi di pioggia avevano abbandonato il proprio posto sopra Hogwarts spingendosi verso Est, lasciando spazio a nuvole bianche e un sole pallido.
Il caldo arido era quasi una leggenda in Scozia, pari al mostro di Lochness.
La coppia di Grifondoro sedette su una delle panchine di pietra senza schienale addossate al muro di cinta del cortile, si sedettero al contrario in modo tale da far poggiare la schiena a Rose contro il petto di Oliver e non dare le spalle all'entrata. Il ragazzo lasciò scivolare le proprie braccia intorno al corpo della rossa e la strinse a sé. 
 
« Sette mesi Rose. » sussurrò a pochi centimetri dal suo orecchio prima di baciarle il lobo.
La Grifondoro emise un risolino per il solletico causato dal sussurro e voltò il viso verso destra incrociando il suo sguardo. « E' un traguardo. » concluse Oliver.
« Dovremo festeggiare, sette è il numero magico per eccellenza. E' una cosa positiva non credi? » rispose mordicchiandosi il labbro inferiore.
Lei era sempre stata una ragazza sicura di sé, ma con Oliver era quasi sempre incerta e dubitante. Sembrava aver sempre bisogno di essere appoggiata nelle scelte. Sentiva che lui era la sua ancora.
 
Ma come l'ancora ti tiene salda nella stessa posizione... può anche farti affondare nel baratro più oscuro.
 
E Rose lo scoprì a spese del proprio cuore.

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Capitolo 2
*** Ottima, peccato non lo sia il commensale. ***


Erano passati cinque anni da quel primo viaggio sul treno diretto ad Hogwarts.
Cinque anni in cui Rose aveva reso fieri i propri genitori. Ottimi voti, ottima reputazione, ottima educazione, ottima amica, ottima figlia e ottima sorella. 
Era ciò che era diventata Rose per Hermione e Ron. Ottima.
A volte, si credeva di essere una pietanza che nessuno aveva il coraggio di mangiare perché perfetta.
Fortuna, che Oliver aveva voluto assaggiare questa ambita cibaria!
 
Lo conosceva fin dal primo giorno; era stato il primo a sorriderle non appena preso posto alla tavolata Grifondoro. Un ragazzino dai capelli a spazzola di un castano chiaro e gli occhi color blu notte, che le sorrideva.
Forse si era innamorata in quel momento stesso.
Si misero insieme alla fine del quinto anno. Lui l'aveva aspettata sveglio dal suo ritorno di ronda e Rose stupefatta gli aveva intimato di ritornarsene in camera, perché adesso poteva anche togliergli punti per questo. In tutta risposta lui la baciò, dicendole che se glielo permetteva, avrebbe voluto aspettarla sveglio sempre. 
Come ben sapeva tutta la scuola, Rose era molto... emotiva. 
Scoppiò a piangere e gli urlò di rimangiarsi tutto perché non erano cose carine da dire ad una ragazza in piena fase ormonale.
Lui scoppiò a ridere e la baciò nuovamente.
Il giorno dopo, tutta Hogwarts sapeva che il prefetto Weasley aveva un ragazzo.
Molti persero le scommesse sulla rossa in quel periodo e chi vinse fu solo Kirke.
Quel ragazzo sembrava un veggente a volte. 
 
 
Il sesto anno era iniziato, Ottobre era alle porte e con esso la festa di Halloween. 
Era un evento straordinario per gli studenti, perché quell'anno era stato deciso dal comitato studentesco e dai professori... un ballo.
E non uno di quelli tutti fronzoli e giravolte, ma nemmeno uno di quelli rock & roll e droghe. 
Un tranquillissimo ballo a coppie con maschere babbane.
Al suono di queste normali parole, metà tavolata Serpeverde era inorridita all'idea.
Come biasimarli?
 
 
*
Il sole mattutino penetrava dalle grandi vetrate della Sala Grande illuminando perfettamente ogni cosa al suo interno. Con il sole di quei giorni, molti degli studenti preferivano stare all'aria aperta nonostante il vento forte rendesse tale proposito quasi un disturbo. Ma c'era qualcuno che preferiva consumare la colazione seduta al caldo della sala.
 
« Rose, Rose! Potresti aiutarmi con il tema di Storia della Magia? »
Una frenetica Lily si avvicinò alla cugina più grande e le sedette accanto poggiando con poca grazia la pergamena sulla colazione della rossa.
Rose osservò la pergamena senza alcuna macchia d'inchiostro e voltò il viso verso Lily. Inarcò un sopracciglio e tolse senza tante cerimonie l'oggetto dalla sua pietanza.
« No. Non ti farò il tema Lily. »
« Ma-- andiamoo! Voglio solo un aiutino! »
« Non hai scritto nulla Lily, non è un aiuto, è un favore. »
« E fammi un favore allora. »
« Scordatelo. »
« Perché sei così acida con me? »
« Emily Bradford. » rispose lapidaria.
A quelle parole la piccola Grifondoro impallidì e si morse l'interno della guancia fino a farlo sanguinare.
« Era solo uno scherzo... »
« Raccontalo a qualcun'altro. »
« Non è giusto però! James ne combina sempre tante con Fred e lui non lo punisci mai! Anzi lo aiuti sempre con i compiti! » sbuffò Lily arrotolando la pergamena e ficcandola in borsa. Avrebbe preso una T un'altra volta, ed era solo colpa di Rose.
« James non provoca danni permanenti alle ragazzine solo perché hanno osato parlare con il suo ragazzo! »
« Dovevi vederla! Gli stava appiccicata e sorrideva di continuo! »
« Sono amici Lily! Non puoi allontanare tutte le amiche di Jason, alla fine si stancherà della tua gelosia! » mormorò scuotendo la testa e portando alla bocca un pezzo di bacon.
« Oh, tu che ne sai? Tu non sei per niente gelosa di Oliver ed infatti si scopa tutte senza che tu lo sappia! » sbottò in risposta.
Gli occhi azzurri di Rose si sgranarono e si voltò lentamente verso la cugina che in tutta risposta si morse il labbro e preso lo zaino corse fuori dalla Sala Grande.
 
Agghiacciata. Immobile. Come se un secchio di acqua gelida le fosse caduto addosso e non potesse più muoversi per un incantesimo d'ostacolo. 
Oliver la tradiva? 
Oliver, il ragazzo che le portava un fiore ogni giorno a colazione e che le dava il buongiorno la tradiva?
Oliver che le aveva catturato il cuore in una morsa di ferro promettendole di tenerlo al sicuro? 
Rose non credeva alle sue orecchie, ma Lily... Lily non diceva bugie. Non in questo caso. Non a lei.
Abbassò lentamente lo sguardo sulla propria colazione. Non aveva più fame e chissà quando le sarebbe rivenuta. Allontanò il piatto e fissò quella margherita bianca accanto alla forchetta. Il fiore del giorno... senza alcuna cura lo lasciò cadere sul pavimento di pietra.
Serrò i pugni e presa la propria cartella si alzò dalla panca dirigendosi alla prima lezione del giorno. 
Ringraziò Morgana che Oliver non seguisse Artimazia. Aveva bisogno di pensare prima di incontrare i suoi occhi blu di nuovo.
Forse... sette non era proprio un numero tanto magico. 
Maledetti sette mesi.

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Capitolo 3
*** Non tutti i segni son positivi. ***


La lezione come al solito si era svolta nel peggiore dei modi. Artimazia era una delle materie in cui Rose andava peggio; ovviamente non scendeva mai sotto l'Accettabile, ma abbassava la sua media al tal punto da poter far vincere Scorpius Malfoy agli esami. E lei odiava che quel biondastro la battesse.
Vi era stata una tacita promessa con il padre, il primo settembre del suo primo anno, una promessa che Rose si era impegnata a mantenere: stracciare quel purosangue in ogni singolo esame.
Artimazia ed Astronomia però, non riusciva mai a vincerle.
 
La mattinata era passata veloce e fortunatamente non aveva mai incontrato Oliver. Aveva saltato la lezione di Difesa contro le arti oscure per chissà quale arcano mistero. "Forse si sta sbattendo qualcuna nello stanzino delle scope" pensò con astio la rossa mentre si dirigeva verso la Sala Grande per il pranzo. Doveva indagare, perché ne valeva la sicurezza del suo cuore e della faccia del ragazzo. 
Rose era un tipo molto vendicativa, ma non del genere "occhio per occhio", era una vendetta quasi morale.
Lo avrebbe fatto sentire come sterco di Ippogrifo. 
Non. Si. Feriva. Rose. Weasley.
E doveva anche evitare che James lo venisse a sapere o di Oliver Dream non vi sarebbe più stata traccia.
 
*
 
E neppure a pranzo si era fatto vedere. Prima non avrebbe mai avuto problemi, ma adesso il sapere dov'era era una notizia importante. La stava tradendo proprio adesso?
Uscì in giardino subito dopo pranzo, dando le spalle all'entrata e sedendosi su una delle panche di marmo.
Stava per prendere un libro dalla borsa quando si sentì abbracciare.
 
« Buongiorno. »
« Mi hai tradita Oliver? » mormora non appena sente le braccia del proprio ragazzo intorno alle spalle.
« C-cosa? Chi te lo ha detto? » sussurra allarmato Oliver.
« Quindi lo hai fatto... » 
« Andiamo, certo che no! Vorrei sapere chi ha osato dire una cosa su di me. » deglutisce mentre le deposita un bacio sulla tempia.
« Lily. »
« Quella ragazzina è una bugiarda! Crederesti a lei? » 
« Quella ragazzina si chiama Lily ed è mia cugina. Non mi ha mai mentito. Non dice bugie. » esclama lapidaria divincolandosi dal suo abbraccio.
« Non puoi crederle Rose, andiamo! »
« Guardami negli occhi Oliver e dimmi che non mi hai tradita. » risponde piazzandosi di fronte a lui e osservandolo bene. Aveva la cravatta allentata e la camicia appena sgualcita.. come se avesse abbracciato a lungo qualcuno. « .. cos'hai sul collo? »
« Non è niente. Rose... andiamo! » 
Mormorò Oliver in fretta sistemandosi il colletto e nascondendo un segno violaceo alla base del collo: un succhiotto. 
« ... vattene. » gli intima la rossa fissando quel segno.
« Non può finire così. » mormora rabbioso stringendo i pugni.
« Mi dispiace anche che sia iniziata a questo punto... non siamo più una coppia. Vattene. »
« Non me ne vado. Tu sei MIA Rose Weasley. E lo sarai sempre. »
« Non mi piace condividere le cose Oliver. Ed io sono solo di me stessa. »
« Mi appartieni. »
« Non più. »
« Okay! Va bene! Tanto a rimetterci sei tu. Chi altro ti vorrebbe? Ero la tua unica possibilità! »
« Fottiti idiota. » 
A quelle parole Oliver si avvicinò rabbioso e le afferrò il viso con forza avvicinandolo al suo. 
« Ti ho dato sette mesi e tu non sei nemmeno venuta a letto con me. Voglio quello per cui ho perso tempo. »
« Lasciami Oliver! Mi fai male! » urla Rose, spingendolo via senza tanti risultati. Batte più volte i pugni chiusi contro al suo petto prima che egli la baci con forza.
Lottò come meglio potè, spingendolo e cercando di dare calci ai 'gioielli di famiglia'. Provò anche a spostare il viso senza risultato.
Ma qualcosa interruppe quel momento di 'violenza'. Un pugno dritto sullo zigomo destro del ragazzo che adesso era steso per terra. 
Rose arretrò di un passo osservando James con il fiatone e il pugno sinistro ancora stretto lungo il fianco. 
« Stai bene? » chiese mentre i suoi occhi vagavano sul corpo del Grifondoro.
« Ora sì, grazie. »
« Ti ho sentita urlare e poi ho visto lui. Lily... mi ha detto... »
« Le notizie volano eh. »
« Voleva scusarsi con te, e conoscendoti sapeva che avresti troncato la cosa da sola. Voleva che avessi le spalle coperte. I traditori non sai mai che reazione abbiano. »
« ... grazie. Spostiamolo, se lo vede qualcuno verrai messo in punizione. » mormora in risposta, estraendo la bacchetta e facendo levitare il ragazzo dietro un cespuglio. « Torniamo dentro mh? » propone prendendo la propria borsa e spingendo il cugino maggiore dentro al castello. 
 
 
 
« Hai idea di quante volte ti abbia tradito? »
« James possiamo non parlarne? Il mio cuore ne risente in questo momento. »
« Okay, scusami. »
« ... aveva un succhiotto sul collo. Mi ha tradito poco prima di dirmi che era la mia sola possibilità di avere un ragazzo. Cose che vuoi sentirti dire durante una rottura ovviamente. »
« Sai che non è vero Rose, troverai qualcun'altro. Ma questa volta gli faccio un discorsetto prima. »
Rose rise, risollevata leggermente dalla situazione. James era un toccasana per l'anima. Non lo aveva mai definito il cugino preferito - quel posto era sempre di Albus - ma era quello che amava di più. 
« Non so se il mio cuore sarà pronto a concedersi di nuovo. E se incontra un altro amore sbagliato? Quante delusioni può sopportare? »
« Non succederà »
In cuor suo, Rose, sperava davvero che non succedesse. Ma da quel giorno non avrebbe più potuto fidarsi delle belle parole. 
" Per ricordarti che non tutti sono cattivi. "
Vaffanculo Oliver Dream. 
 
 
*
 
« Non ci credo che è stato con te solo per portarti a letto. » esordì la ragazza dai ricci capelli biondi seduta sul letto a baldacchino.
Il suo nome era Alinee Stewart ed era stata la prima amica di Rose non appena varcato il buco del ritratto. Erano state migliori amiche fino al quarto anno; anno nel quale entrambe erano cambiate. Rose era diventata il 'bocconcino' che non si poteva avere, mentre Alinee era diventata quella che si poteva avere e basta.
Il suo soprannome a scuola era la 'cortigiana'. La differenza dello stile di vita era stata come una forbice nel loro legame. Zac. Solo compagne di stanza e basta. Però almeno, Alinee i segreti li manteneva.
« Sue esatte parole. Sono stata così sciocca! » bofonchiò premendosi il cuscino sulla faccia e lasciandosi ricadere sul letto.
« Io non ci sono mai stata, o te lo avrei detto prima. »
« Grazie Alinee, lo apprezzo. » mormorò sarcastica e poi si mise a sedere di colpo, lasciando che i capelli rossi ondeggiassero sulle proprie spalle.
« Devo fare un regalo a Lily. »
« Il suo compleanno non è il 14 febbraio? »
« Oh, non per il compleanno! E' l'unica che mi ha detto come stavano le cose. Sono sicura che quello stronzo si fosse portato a letto una sua compagna o lei non avrebbe potuto saperlo no? Che schifo, s'è fatto una quattordicenne... »
« Le fai il regalo solo per aver fatto la spia? »
« No, no, no! Dovevamo... festeggiare i sette mesi Alinee. Mi ha risparmiato un dolore maggiore, ci sarei andata a letto. » borbottò arrossendo e scendendo dal letto con un balzo.
« Ah vero. Il Sette è il numero magico... blablabla. »
« Da oggi, cambio anche numero fortunato! Porta solo sfortuna questo numero sette! »
« Bando alle ciance! Cosa le regali? »
« Diciamo che posso iniziare con una E in Storia della Magia... che dici? »

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Capitolo 4
*** Sfida accettata Weasley. ***


 
 
« Basta che termini spiegando i motivi della rivolta dei Goblin e andrà più che bene »
« Credi davvero che posso predere una E con questo? »
« Sì »
« Grazie Rose... e mi dispiace di averti dato quella notizia come nulla fosse. Ero solo arrabbiata per il tuo rifiuto... »
Rose sorrise alla cugina più piccola che in quel momento tormentava quella povera piuma con le esili dita. Le era addirittura caduta una grossa goccia di inchiostro blu sulla gonna della divisa per via del continuo stritolarla.
« A me dispiace solo averlo saputo così tardi. Ho avuto i paraocchi per tutto questo tempo... »
« E' stato con Maggie, la mia amica del quinto. E' lei che me lo ha confessato. Le diceva che era lei quella adatta per lui, che era unica. Le solite frasi fatte degli uomini dei tuoi libri. Ma poi ha scoperto che anche una sua compagna era stato con lei.  »
« I libri non mentono mai, almeno loro! Dovresti leggerne qualcuno di storia, Lily. Potrebbe esserti utile. »
« Oh no, no! Mi bastano quelli di avventura che mi regali ogni Natale! »
Sbottò la piccola Grifondoro riprendendo a scrivere con un sorrisetto.
Rose la osservò completare il proprio tema e si alzò dalla sedia osservando la Sala Comune. C'era un gruppetto di primini davanti al camino - unico momento in cui gli studenti più grandi permettevano che fosse occupato - e due ragazzine del terzo anno che giocavano a carte ad un tavolino gemello a quello che usavano le due rosse. C'era troppa calma quella sera.
« Lily, vado a fare una passeggiata. Non vedere tuo fratello e Fred mi preoccupa. » mormorò sollevando entrambe le sopracciglia e si diresse verso il buco del ritratto mentre la cugina ridacchiava. C'era in ballo qualche scherzo e ne stavano sicuramente approfittando della sua momentanea assenza, Rose se lo sentiva.
 
 
*
 
 
Il quinto piano era famoso per essere il piano delle autorità.
In quel livello vi erano: l'entrata dell'ufficio del Preside, il bagno dei prefetti, l'aula dei prefetti e le stanze del professore di Antiche Rune e della professoressa di Trasfigurazione. ( Si vociferava in giro che ci fosse una tresca tra il professore Reed e la professoressa Grimm, ma nessuno li aveva mai beccati in flagrante! )
Se volevi fare una malefatta in quel piano, la possibilità di svignartela con le mani pulite erano quasi nulle. Pari a quelle del piano terra, in pratica.
Però, i rumori di strani ticchettii e di lamenti ovattati arrivavano da là; e Rose non ci pensò due volte prima di dirigersi con passo felpato in quel corridoio.
 
Quello a cui i suoi occhi assistettero fu una cosa allucinante. 
James e Fred erano sdraiati agli angoli opposti del corridoio e si lanciavano delle strane macchinine babbane che andavano a scontrarsi sul povero Jimmy Carson. Un ragazzino del secondo anno di Tassorosso, legato come un salame al centro del corridoio. Intorno a lui vi erano diverse macchinine rotto e alcune fumavano pure!
 
« Merlino, che sta succedendo qua? » sbottò mettendo le mani sui fianchi ed osservando Fred ai propri piedi alzare il viso che mostrava un'espressione sconvolta.
« R-r-r-r-rose! Niente, stavamo solo giocando! » balbettò arretrando fino ad arrivare al dodicenne e si sbrigò a slegare le corde.
« Lo chiami giocare questo? Dieci punti in meno a Grifondoro. Per i vostri giochi insulsi. »
« Ci annoiavamo Anya, niente di che. »
« Non chiamarmi con il mio secondo nome! Quel ragazzino ha le lacrime agli occhi! Non credo si annoiasse pure lui! Tornate alla torre. ORA. »
Senza farselo ripetere due volte, i due diciassettenni si ripresero le proprie macchinine, fecero un sorrisetto di scuse al dodicenne e andarono via.
« G-grazie prefetto Weasley. »
« Dovere Jimmy, e ricorda: se ti chiedono di giocare, chiedi prima che gioco sia. » raccomandò prima di vederlo sparire nella direzione opposta.
 
Un applauso alle sue spalle la fece voltare di colpo, incrociando gli occhi color ghiaccio di Malfoy. Rose arricciò il naso e incrociò le braccia sotto al seno aspettando che esordisse nelle sue solite frasi.
 
« Complimenti Weasley, vedo che sei sempre pronta a salvare i Tassofessi dai tuoi cugini. Ci sono davvero dei brutti ceffi in giro vero? E pensare che veniamo definiti noi i 'cattivi'. »
« A te piace essere il cattivo, Malfoy. Ti è utile nel prendere in giro le ragazzine dicendo che con loro vuoi solo dolcezza. »
« Deduco che la Stewarts parli molto con te, pensavo non foste più amiche. » mormorò con una punta di acidità nella voce.
« Non da affidare all'altra la propria vita, ma si confida ancora. »
« Sì, va be. Ho una notizia da darti Rossa. » esclamò estraendo una pergamena dalla borsa e lasciando che si aprisse davanti al viso della ragazza. « Ti ho superato anche in Difesa, mia cara. »
Una E + di un color porpora acceso dominava nell'angolo destro del foglio. Rose sgranò gli occhi e afferrò la pergamena con forza strappandola dalle sue mani. Non poteva essere vero! No, no, no! 
« Non ti sopporto! » sbuffò schiacciandogli la pergamena contro il petto e spingendolo via. Arretrò di qualche passo decisa ad andarsene e gli puntò il dito contro mentre lui rideva. « Ti batterò, Malfoy. Sarai sempre secondo a me, nello studio. »
« Sfida accettata Weasley. »

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Capitolo 5
*** Promettimelo. ***


 
Erano passati cinque giorni dalla rottura con Oliver, cinque giorni nei quali Rose si era mostrata sorridente e  solare, come se niente fosse mutato.
Come se il dolore al petto, il cuore spezzato, la delusione fosse stato solo un brutto sogno. 
Peccato che il dolore fosse ancora vivo dentro di lei.
Quanto tempo doveva passare perché le ferite al cuore si rimarginassero? 
 
 
Tutti gli studenti erano in fermento per la festa di Halloween e l'unica cosa alla quale pensava Rose era il doversi presentare senza accompagnatore.
Stranamente, dopo che parole di Oliver sul fatto che fosse la sua 'unica opportunità', aveva ricevuto diversi inviti.
Ma non poteva accettare. Non poteva perché non avrebbe apprezzato un singolo gesto o una semplice parola di cortesia pensando che fosse tutto una presa in giro.
Quando vieni tradita... è difficile fidarsi di nuovo.
 
Dopo pranzo si era diretta verso le serre per la prossima lezione di Erbologia quando una mano le trattenne il braccio e la sbatté contro al muro esterno del castello. Le iridi azzurre di Rose incontrarono quelle nocciola di James.
 
« Jamie! Cha cavolo fai? Potevi farmi male! »
« Non mangi da tre giorni. » sibila lentamente fissandola neglio occhi.
« C-cosa? Certo che mangio! » esclama « Ogni giorno »
« No, tagli le tue porzioni fino alla parte più piccola ma non porti mai il cibo alla bocca. Io ti osservo Rose. Come potevi pensare che non me accorgessi? »
« Andiamo James! Come puoi pensare che io non mangi? Sono Rose! Ho lo stesso appetito di mio padre! »
« Sei sempre stata una pessima bugiarda! Smettila! » tuonò scuotendola per le spalle.
Rose rimase in silenzio, gli occhi sgranati e le labbra dischiuse pronte per pronunciare altre parole. Ma quello che successe fu inaspettato.
Gli occhi della ragazza presero a lacrimare e calde goccie salate scivolarono sulle sue guance mentre lo sguardo si piegava sconfitto al terreno. 
Davvero, come poteva pensare che lui non se ne accorgesse?
« N-non riesco a farlo James. Non riesco a inghiottire nemmeno un piccolo boccone. Neanche un biscotto. »
« Ti farai male così Rose, ti rovini la salute! »
« Il mio stomaco non collabora. »
« Promettimi che riprendi a mangiare. Che proverai almeno. »
« Non sono brava con le promesse. » balbettò asciugandosi gli occhi con il palmo della mano.
James portò le mani incrociate alla testa e si scompigliò i capelli mentre la lingua andava ad inumidire le labbra. 
« Non puoi continuare così, andrò da Mr. Dallas oggi pomeriggio e vediamo se ha qualcosa per farti mangiare senza problemi. »
« Oh andiamo James! Davvero? Vuoi andare dal Medimago scolastico solo per farmi mangiare? Passerà, è solo questione di tempo. Ho tanto grasso in eccesso sul sedere che basta per un anno! »
« Non dire stupidaggini, il tuo sedere sta benone. Ed io ci andrò lo stesso. Ti osservo. Ricordalo. » sbuffò e dopo averle schioccato un bacio sulla guancia corse via alla prossima lezione di Divinazione.
 
James era sempre lì per lei. L'unico che si accorgeva che i suoi occhi avessero pianto, che non dormiva la notte, che aveva altri pensieri per la testa... che un sorriso non era vero. 
Ma lei di mangiare proprio non aveva voglia, come avrebbe fatto? 
Dopo un lungo respiro, si staccò dal muro e si diresse a lezione. 
 
 
 
*
 
 
 
« Secondo me le farebbe solo bene. »
« Ma cosa vuoi saperne tu? Sei una serpe! »
« Sono tuo fratello! »
« Sei una serpe comunque, fratello. »
 
 
Albus guardò truce la sorella più piccola ma rimase in silenzio e incrociò le braccia indispettito. Da quando in qua quella piccoletta aveva iniziato a fare così? Il 'raggio di sole che ti ruba sempre un sorriso' come la definiva Rose, che fine aveva fatto? La serpe era diventata lei, frequentava troppo Lucy. 
 
« Fatto sta che un ragazzo potrebbe solo curare le sue ferite. » mormorò Fred incerto.
« Rose non ha bisogno di un ragazzo. Ha bisogno di affetto e comprensione! »
« Sei solo geloso James. » esordì Dominique con una risatina.
« Argh, vaffanculo. »
« Andiamo ragazzi, dobbiamo cercare un tipo in gamba. Un Tassorosso? » propose Roxanne addentando uno dei biscotti che Dominique aveva portato dalle cucine per la riunione clandestina.
« Penso che basti non sia di Corvonero, conoscendo Rose. » borbottò Hugo. Quel piccoletto con la chioma rossa si chiedeva il perché dovessero parlare della vita sentimentale di sua sorella, davanti a lui poi!
« I miei amici sono simpatici... » iniziò a proporre Albus subito zittito da tutte le donne della famiglia presenti.
« I tuoi amici sono tutti purosangue e di nobile famiglia. Non vogliamo tipi così tra noi. » lo interruppe Lily agitando una piuma color rosa pastello. Stava stilando una piccola lista di nomi 'accettabili'. 
La missione: "Trova un ragazzo per Rose" aveva inizio.
 
« E se a Rose piacessero le donne? » mormorò Louis mentre accordava la piccola chitarra che si portava sempre appresso. Tutto il clan 'Weasley-Potter' si voltò verso di lui con uno sguardo senza bisogno di parole. Il biondino alzò lo sguardo e deglutì « P-poteva essere... suvvia! »
« Dopotutto non ha provato nessuno delle due, che ne sappiamo? » rispose Lucy andando in aiuto al cugino.
« Rose non è lesbica, una Serpeverde del settimo anno un anno fa ci ha provato con lei. Ma lei ha detto no. Non è lesbica. » rispose Molly togliendo qualsiasi dubbio sulla faccenda. Molly era sua compagna di stanza, certe cose le sapeva più degli altri. 

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Capitolo 6
*** Se sei felice e tu lo sai... ***


Quella sera era successo il caos.
Pix si era introdotto in ogni singola Sala Comune e aveva deliberatamente lanciato caccabombe fino alla nausea, costringendo gli abitanti a scappare a gambe levate. Era impossibile anche solo stare a tre metri da una delle quattro sale senza svenire per il fetore.
Per non parlare delle condizioni delle stanze... Pix aveva anche introdotto strani vermicelli rosa che adesso si contorcevano in ogni angolo.
Gli studenti che in quel momento se ne stavano nelle loro stanze erano stati tratti in 'salvo' da tutto lo staff dei professori.
Dormire nel proprio letto, quella sera, era impossibile.
 
Ed eccolì là, tutti gli studenti di Hogwarts raggruppati per Casa davanti ad un falò.
Ve ne erano cinque grandi e tredici piccoli in tutto, in modo da non lasciare la gente che non si sopportava a contatto. Il parco di Hogwarts ardeva quella notte, sotto il cielo stellato.
 
Si era pensato di riunirli tutti in Sala Grande, ma la cosa sarebbe sicuramente degenerata. Anche la Stanza delle Necessità era passata per l'anticamera del cervello della Preside, ma no anche quella. Se gli studenti avessero scoperto in massa quella stanza, chi li fermava più nel creare festini proibiti?
I professori si erano riuniti davanti ad un falò, il professor Paciock si era pure portato una scorta di marshmallow e canticchiava 'Perché Weasley è il nostro Re' con il disappunto della professoressa Grimm. 
Ogni studente era stato provvisto di sacco a pelo e cumuli di coperte così da non morire di freddo nella notte sotto le stelle.
 
 
 
« La cosa che mi scoccia, è il fatto che sia obbligatorio. » sbuffò Lily gonfiando le guance e coprendosi con una pesante coperta gialla. Le odiava il freddo, lo aveva sempre odiato e non sopportava l'idea di dormire fuori. Non aveva mai partecipato ai campeggi se non in compagnia della mamma.
Hugo la guardò e le porse una delle sue cioccorane. Rose e Lily erano le uniche a ricevere cibo da lui senza doverlo pagare con una promessa di risarcimento. 
« Dai, non ti preoccupare. Sarà una bella serata! Louis potrebbe anche suonare la chitarra e canteremo! »
L'espressione di Lily suggeriva tutto tranne felicità per quest'ultima notizia.
« Che c'è? » borbottò il piccolo Weasley.


*

 
« Sono esausto! » esclamò James sedendosi accanto a Rose.
« E' raro sentirtelo dire. Che hai fatto per ridurti così? » mormorò la rossa mentre gli faceva passare un lembo della coperta sulle spalle e si stringeva a lui. 
« Ho dovuto accompagnare William alla ricerca della bionda. Mi ha fatto girare tutti i falò e poi siamo dovuti volare fino alla Torre per riprendere un libro che voleva ridarle come.. come approccio. Quel ragazzo è andato. Devo trovarmi un nuovo discepolo. »
Rose a quelle parole rise. William Finnigan era sempre stato il migliore amico di James, fin dal primo anno. Si erano spalleggiati più volte con le ragazze e ai professori ricordavano tanto i Malandrini. Ma da quando si era innamorato... non era più lo stesso dongiovanni di una volta! 
« Arriverà anche il tuo momento di fare follie per amore, James. »
« Stranamente... » si voltò a guardare la cugina e le spostò una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio. « lo spero. Ho diciassette anni e non ho ancora avuto una ragazza del quale essere innamorato. Non voglio restare solo. »
« Non sarai solo, James. Nemmeno se lo volessi. » rispose stringendogli un braccio e dandogli un bacio sulla guancia. « A costo di farti sposare Alinee. »
« Oh per tutte le pluffe, NO! » quasi urlò prima di scoppiare a ridere seguito dalla rossa.
« Hey gentaglia! » esordì Albus piazzandosi tra i due e costringendoli a spostarsi se non volevano beccarsi il suo sedere in faccia.
« Serpe! Sempre a rovinare i bei momenti con il tuo sedere! »
« Il mio sedere li migliora soltanto i bei momenti, fratello. »
La risata cristallina di Rose esplose prima di ovattarla con entrambe le mani. Quanto adorava quei due?
Albus si sedette tra i due ragazzi e incrociò le gambe. 
« Rose, sei disposta ad andare al ballo con un accompagnatore segreto? »
Adesso Rose, non ci trovava nulla da ridere. James serrò i pugni mentre osservava di traverso il fratello. Era stata l'unica soluzione della riunione clandestina. Un appuntamento al buio, così che Rose non avesse potuto rifiutare o fare ricerche sullo sfortunato. Peccato che il sorteggio avesse voluto che fosse proprio Albus a scegliere un candidato, che gli altri non dovevano conoscere.
« Ti sembro così disperata di ricorrere ad un accompagnatore segreto? » mormorò indispettita. James ridacchiò.
« No, no! E' solo... è un tipo in gamba, solo che se tu sai chi è non crederesti che voglia venire al ballo con te. » mormorò di rimando Albus non tanto convinto. Doveva ancora chiederglielo... 
« Non mi fido della gente che conosco e pensi che possa fidarmi di lui? »
« Albus ti sta solo dicendo di provare Rose, alla fine... non sei obbligata a passare il ballo con lui, se non ti piace vieni da me o da Albus. Ma accetta, forse è la volta buona. » borbottò James. Cosa gli toccava fare? « Tanto avevi l'intenzione di andarci sola, cosa cambia? »
Rose guardò James che la guardava di rimando. Se era lui stesso a dirglielo, doveva fidarsi. Non avrebbe mai permesso che le succedesse qualcosa, mentre Albus era il tipo che si fidava facilmente...
« Okay. Ma voglio uno dei marshmallow di zio Neville prima. »
« Ottimo Rose, non ved-- ah lo vuoi ora? Okay, vado, vado! »
« Bravo Albie! » gli sorrise guardandolo correre verso il falò dei professori e spostò lo sguardo su James. « E' la cosa giusta, vero? »
« Sì. »
La rossa annuì e si strinse nella coperta pensando che quell'estate aveva ballato intornò ad un falò con Oliver. Aveva fatto la stessa domanda a James quando si era messa con Oliver e lui non aveva risposto, dicendo che era una sua scelta. Avrebbe dovuto capirlo allora.
 


 
« LOUIS ALLONTANATI DA ME »
« Dai Lily, è solo una canzone canta con noi! " Se sei felice e tu lo sai- " »
« AAAAAAAAH SMETTILAAA » urlò la piccoletta prima di correre via verso il falò dei Tassorosso.

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Capitolo 7
*** Jack & Sally ***


Le foglie degli alberi iniziavano ad ingiallirsi, molte erano già di un vivo color rosso ed erano sparse per il parco. Già calpestate e già disintegrate.
Rose amava l'autunno, forse perché era instabile, come lei. Poteva fare freddo, come poteva fare caldo. Era una mezza stagione.
Era seduta sotto ad un albero, circondata da foglie rossicce e giallognole quando Dominique si sedette al suo fianco ed aprì il barattolo di biscotti appena sfornati che rubava dalle cucine.
 
 
 
« Che costume hai scelto per la festa, Rose? »
« Pensavo di andare ad Hogsmeade, in uno di quei negozietti di roba babbana. Forse trovo qualcosa inerente a chi voglio rappresentare » rispose afferrando uno dei biscotti e addentandolo senza tanti complimenti.
« E chi? »
« E' una dei protagonisti di un film d'animazione su Halloween. Una bambola dai capelli rossi. Sally credo si chiami. »
« Parli di uno di quei cosi che tua mamma ci costringeva a guardare da piccole? » mormorò sconvolta la biondina.
« Esatto Dominique. » ridacchiò Rose chiudendo il libro che stava leggendo e mettendo una foglia in mezzo per tenerne il segno.
« Buona fortuna. Anche se... » aggrottò la fronte e si guardò intorno « potrei travestirmi anche io come uno di quei cosi. Però in versione macabra ovviamente. »
« Una Cenerentola con i piedi macchiati di sangue per il cristallo delle scarpette in frantumi? »
« Una specie sì. Come facevi a sapere che pensavo a Cenerentola? »
« Era l'unico che mi costringevi a vedere tu. » ridacchiò e guardò la cugina. « Vai con qualcuno al ballo? »
« Jeremy Lewis, un Tassorosso. Te? »
« Jeremy è simpatico, ottima scelta-- io sì.. beh.. non lo so chi è a dire il vero. »
« Hai accettato la proposta di Albus? »
« I-o sì, come fai a saperlo? »
« Ecco... » Dominique si morse il labbro capendo di aver appena fatto una mossa falsa « Aveva chiesto a me se tu eri pronta per un incontro al buio. Gli ho detto di controllare da sé. »
« Capisco... beh, non lo conosco. Almeno credo. »
« E' Albus, non dovrebbe essere così male il tuo accompagnatore. »
« Se mi ritrovo davanti Goyle penso che urlo. »
Entrambe le ragazze scoppiarono in una fragorosa risata e si godettero i biscotti al cioccolato per l'intero pomeriggio.
 
 
*
 
 
 
 
Le torce serali si accesero, illuminando ogni singolo corridoio del castello. Il corridoio del settimo piano rimase però al buio, e dei passi frettolosi si udirono tra quelle mura di pietra. Un arazzo venne spostato rivelando una minuscola porta di legno bianco; il possessore di quei passì si introdusse all'interno appena in tempo.
 
« Scusate il ritardo, mi ha tenuto a mangiare biscotti per ore. » snocciolò in fretta la bionda appena giunta nella Stanza delle Necessità.
« Domi, dovevi solo chiederle una cosa, non passarci tutta la giornata. » la rimproverò Molly incrociando le braccia.
« Prova tu a dire no a Rose Weasley. » sbuffò sedendosi su una delle poltroncine e inumidendosi le labbra. « Si vestirà come la bambola del film di Halloween. »
« L-La bambola assassina?! » gemette Lucy stringendo il braccio di Louis in una morsa serrata.
« N-no, no! Quella del cartone... Nightmare... qualcosa che c'entra anche con il natale! »
« Okay ho capito! Ora devo solo proporlo... fortunatamente ha scelto un personaggio che ha la sua coppia. » mormorò Albus appuntandolo nel quadernetto tra le sue mani.
« Mi spiegate perché dobbiamo fare tutto alle sue spalle? » si lamentò Hugo
« Perché è della sua felicità che parliamo. E lei non sarebbe felice di saperlo, razza di idiota. » sbottò Lily dandogli uno scapellotto sulla nuca.
« Non picchiatevi su. » 
« Jack e Sally. Forse le daremo il miglior Halloween della sua vita. » ipotizzò James osservando il soffitto della stanza circolare. Lui desiderava solo che Rose non soffrisse ancora.
 
 
*
 
 
« Ci andresti al ballo con mia cugina? »
« Ne hai 5. Quale? »
« Quella che ogni mercoledì fa le ronde con te. »
« Rose?! Perché dovrei andare al ballo con lei? Te lo ha chiesto? »
« Sarà un appuntamento al buio, devo trovarle un accompagnatore... è una lunga storia. Ci stai? Lei non sa che sei tu. »
« E lascia che sia tu a scegliere? »
« Le ho già detto che c'era... solo che dovevo ancora chiedertelo. Era la scelta migliore. »
« Mi sta simpatica e non mi odia come tua sorella, perché dovrei rovinare tutto con un appuntamento al buio? Si sentirà presa in giro. »
« Per favore. »
« Va bene. Ma si fa a modo mio. »
« Ottimo! Ti ho preso il costume. »
« Che fine ha fatto il 'si fa a modo mio'? »
« Dai, non rompere! »
« Potter io ti uccido. »

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Capitolo 8
*** Un invito insolito ***


L'aula dei prefetti era uno stanzone rettangolare con un tavolo e dodici sedie intorno, al centro del tavolo era disegnato sul legno lo stemma della scuola e il motto. Le pareti erano di un grigio chiaro, e vi erano diversi quadri e diverse foto dei vecchi 'gruppi' di responsabili della scuola. C'erano anche i suoi genitori in una foto, e questo a Rose piaceva. 
Tre grandi finestre alla fine della stanza e davanti a quella centrale era posto un leggio con sopra un grande librone. Lì venivano raccolte le firme, le annotazioni e gli orari di ogni prefetto e caposcuola.
Il lavoro dei Caposcuola non cambiava granché dai prefetti, però potevano mettere in punizione senza passare da un professore. Certo non potevano sospendere o cose del genere, però era una sorta di potere esclusivo dei Caposcuola poter agire senza bisogno dei professori.
 
Le due vetrate laterali erano aperte lasciando che il venticello autunnale di quel giorno entrasse nella grande stanza. 
Solo due delle dodici sedie erano occupate. Da una parte vi era Rose, i capelli rossi legati in due trecce laterali e la divisa perfettamente al suo posto; dall'altra c'era Leonard Avery, il prefetto Serpeverde con i suoi capelli spettinati e la felpa grigia senza tasche.
 
Leonard era l'unico Serpeverde, oltre Albus, che chiamava la riccia per nome. Il loro rapporto si era stretto l'anno precendente, entrambi prefetti, entrambi scontenti, entrambi con famiglie che si aspettavano il meglio. I genitori del ragazzo erano due dei Guaritori più famosi della Gran Bretagna, suo padre aveva scoperto una cura per il problema mentale dei coniugi Paciock, ma vi era ancora bisogno di tempo per migliorare gli effetti. Adesso, però, riconoscevano Neville.
( Il professore di Erbologia, avuta la notizia, si era precipitato in Sala Grande correndo da Avery - che in un primo momento si era spaventato - e lo aveva abbracciato. )
La madre era di origini francesi, purosangue. Riusciva ad estrarre un cuore in tre secondi esatti con solo l'utilizzo di un coltellino da burro. La miglior Cardiomaga del paese. 
Gli Avery erano stati lontani dalla Gran Bretagna durante la Seconda Guerra. Il padre, William, aveva frequentato una scuola in Francia al posto di Hogwarts e lì aveva conosciuto Amelie, diventata sua moglie. 
 
Leo - come lo chiamavano i suoi amici - era un tipo in gamba. Divertente, un buon amico e ben educato. 
Era stato cresciuto come uno dei soliti rampolli di nobile famiglia purosangue, ma al contrario di quanto si pensi ( per via del nonno ) il sangue non era importante per gli Avery. Loro giudicavano le azioni. 
L'unico difetto del ragazzo era il suo vizio per il fumo. Lo si vedeva spesso dare strani pacchetti ai ragazzi più grandi; fortunatamente non si azzardava a coinvolgere gli studenti più piccoli. 
Ed è proprio una sigaretta quella che spunta dalle labbra carnose di Leonard.
Rose gli aveva lanciato diverse occhiatacce intimandogli di spegnerla, ma ogni volta che lui portava la sigaretta alla suola della scarpa... non faceva in tempo a spegnerla che ne accendeva un'altra.
 
 
« I tuoi genitori non ti dicono che il fumo fa male? » mormorò Rose continuando a compilare gli orari dei prefetti. Quella settimana era il loro turno e dato che erano gli orari di tutti i prefetti, era meglio che decidessero due fazioni differenti, per non avere particolarità.
« I genitori dicono tante di quelle cose... ma la vita è la mia. » soffiò in risposta il moretto spostando la sigaretta dalle labbra e puntando gli occhi scuri in quelli azzurri della rossa. « I tuoi genitori non ti dicono che frequentare serpeverde fa male? »
« Mio padre afferma che voi maschietti verde-argento siete dei poco di buono, dici che ha ragione? »
« Assolutamente. Dovresti vedere cosa combina Malfoy quando non ci sono. »
« Non mi interessa » rispose roteando gli occhi e arricciando le labbra indispettita. « E poi non frequento Serpeverde. N-non in quel modo. » mormorò arrossendo leggermente sulle gote e guardando le pergamene tra le sue mani con insistenza.
Leonard si mise a ridere e spense anche l'ultima sigaretta rimasta nel suo pacchetto ormai vuoto. Lo stritolò accartocciandolo e lo lanciò nel cestino all'angolo della stanza.
« E' vero che tuo padre ti ha detto di non sposare un purosangue? Me lo ha detto Albus. »
« Ah, beh. Ha detto che mio nonno non ne sarebbe stato felice. »  disse in fretta scrollando le spalle e afferrata la pergamena la allunga verso di lui. « Dimmi se ti vanno bene. »
« Ti sei abbonata al mercoledì sera? » chiese osservando lo schema impostato dalla rossa. « Mi va bene, tanto il lunedì è una noia. »
« So gestire gli impegni con il mercoledì occupato, tutto qui. »
« Con chi vai al ballo, Rose? »
Rose sgranò gli occhi osservando il viso del ragazzo e si morse il labbro. 
« Vado con qualcuno. »
« Ci avrei scommesso, ma con chi? »
« Non lo so. »
« Non ti hanno invitata? »
« No, non so il nome. »
« Non glielo hai chiesto quando l'ha fatto? »
« E'... complicato. E' tutto all'oscuro delle identità. » fece una smorfia e poi gonfiò le guance. « Perché questo interrogatorio? »
Leonard si inumidì le labbra e poi le sorrise.
« Pensavo ti sarebbe piaciuto venirci con me, ma se sei occupata con il tuo ammiratore segreto.. » si strinse nelle spalle e si alzò in piedi andando a poggiare la pergamena sul leggio.
Rose osservò la sua schiena e sospirò. Accidenti, con Avery almeno sarebbe stata tranquilla.
« Mi avrebbe fatto piacere. Ma ho già detto di sì, e sarebbe scortese rifiutare... anche se non potrebbe venire nessuno »
« Ci vedremo lo stesso al ballo. Ricorda che voglio un ballo con te, Rossa. »
Rose sorrise e scosse la testa.
« Va bene. Lo avrai. »
 
 
*
 
 
« Dici che devo vestirmi da scheletro? »
« E' uno scheletro diverso... cioè avrai i capelli. »
« Non mi metto una cuffia pelata solo per farti contento. »
« Sì, sì-- la miglioreremo. Dai. »
« Perché non le dici che sono io? »
« Perché non credo sarebbe contenta fosse un mio compagno di stanza, sai? »
« Se non chiedi... »
« Lo so, okay? »
« E se qualcuno la invita? »
« Rose ha un senso... del dovere molto forte. Non dirà sì ad un altro se ha già un impegno. E l'impegno lo ha preso. »
« Sei un cattivo cugino, Albus. Tremendo. »
« Stai zitto e prova questa giacca. Dovrai essere perfetto amico. »

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Capitolo 9
*** Io so tutto di te. ***


Mattinata fredda quella del 24 Ottobre.
I nuvoloni grigi e carichi di pioggia si erano soffermati sopra Hogwarts fin dalle prime luci dell'alba ed ancora non erano intenzionati ad andarsene. 
Il vento autunnale rendeva difficile anche solo raggiungere le serre d'Erbologia, per quanto fosse sferzante e glaciale. Ma nonostante tutto, gli studenti affrontavano anche questa difficoltà pur di assistere alle lezioni di Neville Paciock.
Dopo la notizia della guarigione dei suoi genitori - o meglio lucidità - Neville si era dimostrato molto più felice e rassicurante di quanto lo fosse. Il poter parlare con i propri genitori, l'essere riconosciuto, l'abbraccio di sua madre... era per lui un sogno.
Ma quel giorno a lezione vi fu una sorpresa.
Non vi era Neville ad attenderli, ma Victoire Weasley.
Avrebbe sostituito il professore di Erbologia per l'intera settimana; molti degli studenti non appena varcata la soglia avrebbero voluto darsela a gambe levate.
 
« Victoire! » esclamò Rose con gli occhi sgranati e andò ad abbracciare la cugina (non la vedeva da ben un anno per via del suo viaggio in Francia con sua zia Gabrielle) che in tutta risposta mise le mani avanti evitando qualsiasi contatto.
« Professoressa Weasley; manteniamo i ruoli Rose. » affermò lapidaria scoccando uno sguardo di dissendo all'unico studente che sgattaiolava fuori dalle serre. Avrebbe appuntato il suo nome e tolto dei punti, sicuramente. « Prendete posto, da bravi. Sostituirò il professor Paciock per una settimana; settimana nella quale voglio che mostriate il meglio di voi e che non combinate guai. Siete sotto la mia custodia e per nulla al mondo accetto di venir sottovalutata. Intesi? Tutti davanti al Bubotubero, adesso. »
Un coro di "Sì, professoressa Weasley" si elevò e ogni studente prese posto.
Erbologia non sarebbe stata più così bella, per quella settimana.
Avrebbe preferito avere zio Percy come professore che quell'acida di Victoire.
 
*
 
 
« Victoire sostituisce zio Neville. Che palle. » sbottò James sedendosi accanto a Rose e servendosi senza aspettare quintali di cibo nel piatto « Non solo dobbiamo sopportarla ogni Natale, anche ad Hogwarts adesso! Brutta arpia »
« Andiamo Jamie, non potrai odiarla per sempre! » sbuffò Lily lanciando un pezzo di pane in aria che venne subito afferrato dalla bocca di Hugo, dall'altro lato del tavolo. 
« Non giocate con il cibo, marmocchi! » li apostrofò Rose scuotendo la testa e fissando il viso scocciato di James « Vedrai che andrà tutto bene. E' solo una settimana! »
« E' la settimana di Halloween, se volevano farci spaventare, ci sono riusciti. » sibilò acido osservando con la coda dell'occhio il tavolo dei professori dove una Victoire civettava apertamente con Mr. Dallas. « Come ha fatto Teddy a starci? »
« Amici di infanzia, sempre insieme, sembrava destino. Fortuna che Teddy si è scoperto gay. » snocciolò in fretta Dominique. Nemmeno Albus sedeva con loro a pranzo, ma Dominique nonostante fosse serpeverde, era sempre stata al loro tavolo. « Meglio per lui... e si parla di mia sorella! »
« Suvvia... è sempre una Weasley. » cercò di placare le acque Lily. Lei aveva sempre adorato Victoire, la sua cugina preferita. Quella sempre alla moda, sempre circondata da ragazzi e sempre dolce, almeno con lei!
L'intero gruppo si voltò a guardare il tavolo dei professori.
Victoire aveva appena imboccato un Mr. Dallas decisamente rosso in viso.
Stupida civetta.
 
 
 
*
 
 
Rose sedeva tranquillamente nella Sala Lettura della Biblioteca.
La Sala Lettura veniva chiamata così perché nessuno lì poteva parlare, ci si limitava a leggere. Era una piccola parte della Biblioteca nella quale stavano diversi divanetti e poltroncine, tutte circondate da scaffali più piccoli e ricorperti di libri e di quotidiani. Spesso era il punto dove vedevi i professori leggere tranquillamente un libro( Il Professore di Incantesimi, Mr. Altaman, era uno di questi ).
Era immersa nella lettura del suo libro di Medimagia: "Mille consigli per la carriera"; quando un rumore la distrasse costringendola a voltare il viso per ammonire il colpevole. L'espressione di fastidio fu sostituita dal panico. Oliver Dream si era seduto nella poltroncina accanto alla sua e la guardava con un sorrisetto beffardo.
Quel giorno la Biblioteca era vuota, erano rimaste solo lei e la bibliotecaria che proprio cinque minuti fa era uscita per andare a parlare con la professoressa Grimm.
Erano soli, in un posto silenzioso.
La mascella della ragazza di serrò e si ostinò a tornare con lo sguardo sul proprio libro; ignorare, ignorare, ignorare. Non puoi commettere omicidi, pensò.
 
« Mi sei mancata Rose » sussurrò Oliver allungandosi appena oltre il bracciolo. La rossa rimase in silenzio concentrata per la quarta volta a leggere la prima riga. « Mi sei mancata così tanto... le tue labbra, il tuo calore. » continuò a sussurrare mentre si alzava lentamente e afferrato il libro della ragazza lo lanciò lontano. « Ti rivoglio. »
« Non mi interessa! » sbottò rialzandosi in piedi in fretta ed allontanandosi da lui. « Non potrai avermi mai più! » 
« Lo credi davvero? So i tuoi punti deboli rossa. » sussurrò avvicinandosi sempre di più mentre Rose arretrava in fretta. Avrebbe dovuto scappare, ma da Grifondoro... non le era possibile. « So che piangi ancora per me, nella rientranza fuori dalla tua finestra. So che non mangi per me, so che non dormi per ME. So tutto di te, Rose. E so che ti manco. »
« N-non è vero. » mormorò sbattendo contro lo scaffale e guardandosi intorno.
« E so anche che non sai dire le bugie. » si avvicinò ancora di più e le afferrò i polsi portandoli sopra la sua testa mentre le labbra prepotentemente si poggiavano sulle sue.
Avrebbe voluto scappare, ma nel corpo a corpo non era mai stata brava. Ribellarsi ad un ragazzo 'alla babbana' non ce la faceva. Era troppo debole e a nulla valsero le sue lamentele, le sue lacrime, il suo spingerlo via.
Le rimaneva appiccicato, come fosse incollato a lei e le violava la bocca con così tanta cupidigia che si sentiva soffocare.
Una mano si era intrufolata sotto la sua gonna, palpandole il sedere e tirando la stoffa delle mutandine. Rose sgranò gli occhi azzurri e cercò di spingerlo con l'utilizzo delle gambe, di pestargli un piede, di colpire qualcosa... ma senza via di scampo.
Si stava prendendo quello che voleva fin dall'inizio e lei era troppo debole.
Sentì un ulteriore strappo alla sua biancheria intima prima di vedere Oliver volare alla sua sinistra. Rose scivolò sul pavimento mentre cercava di riprendere fiato. Due mani forti e lisce la afferrarono, una di esse stringeva la bacchetta che doveva aver schiantato Oliver.
Il suo sguardo vagò sul suo petto, osservando la cravatta verde-argento prima di alzarsi sul suo viso.
 
« Weasley, stai bene? »
« M-Malfoy... » mormorò prima di scoppiare a piangere e nascondersi il viso tra le mani.
« Ehm... andiamo dai. » borbottò in difficoltà tirandola su e facendola uscire dalla Biblioteca. Un'ultimo sguardo al corpo privo di sensi e uno sbuffo « E poi dicono che siamo noi i cattivi. »

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Capitolo 10
*** Poteva essere chiunque. ***


La porta di legno sbatté contro il muro mentre Malfoy lasciava entrare Rose Weasley dentro al bagno delle ragazze.
Si guardò un attimo intorno imbarazzato sperando di non essere visto e decise di entrare avvicinandosi alla rossa che si stava asciugando le lacrime davanti al lavandino.
Rose si guardò allo specchio valutando il proprio aspetto.
I capelli ricci disordinati le incorniciavano il volto mentre una mollettina a forma di ranocchia teneva il ciuffo legato all'indietro sulla testa. Le labbra gonfie, gli occhi, la punta del naso e le guance rosse. Terribile. 
Aprì il rubinetto dell'acqua sotto lo sguardo attento del biondino e si sciacquò la faccia; prese una delle salviettine a lato e si asciugò il volto, lasciandolo premuto sul viso. Rimase così per un po' prima di scoppiare di nuovo a piangere.
Era più forte di lei, nonostante avesse giurato a sé stessa di non farsi mai vedere in quelle condizioni da nessuno ad Hogwarts. Stava piangendo davanti a Malfoy, che aveva schiantato Oliver. Cosa sarebbe successo se Malfoy non fosse arrivato? Oliver avrebbe ottenuto quello che voleva fin dall'inizio.
La ragazza si accucciò su sé stessa, abbassandosi e stringendosi contro le proprie gambe.
 
 
« Oh Salazar, no! Weasl-- WEASLEY riprenditi, per tutte le pluffe! » sbottò scompigliandosi i capelli ed osservando la ragazzina tremante davanti a sé. 
Non aveva mai visto Rose Weasley piangere, non l'aveva nemmeno vista in atteggiamenti intimi. Motivo per cui alla vista della Weasley costretta contro lo scaffale aveva agito d'impulso. Se lo avesse voluto davvero era sicuro che lei sarebbe stata più discreta.
E poi era la cugina di Albus, non poteva di certo fare come niente fosse. « E'... è tutto okay, adesso. Non ti farà niente. »
« Soh- c- deb-- » gracchiò contro la salviettina Rose.
« Togliti quella cosa dalla faccia, non ti capisco. » borbottò di rimando avvicinandosi di un passo e abbassandosi alla sua altezza. 
Che diamine ci faceva lì, a consolare la Weasley?
« Sono stata così debole! » sbottò tra le lacrime lanciando via la salviettina e tirandosi su prese a camminare per la stanza come un'anima in pena. « Sarei dovuta correre, o avrei dovuto urlare, o avrei dovuto schiantarlo... ma non riuscivo a muovermi... » sussurrò avvilita avvicinandosi al muro vuoto e poggiandosi la fronte cominciò a dare dei piccolo colpetti contro al muro.
« Oh Merlino, Weasley vuoi darti un contegno? Ad Hogwarts tutti ti conoscono. Pregi e difetti. La tua ottima mira e la tua scarsa forza fisica. Tutti. Poteva approfittarsene chiunque. »
« E' questo il problema! » gridò mentre gli occhi ripresero a lacrimare « Lo poteva fare chiunque. Perché sono debole, sono indifesa, sono... sono una stupida che non sa difendersi! »
« Non volevo dire questo, andiamo! » provò a dire Scorpius, ma senza risultato.
Rose scosse forte la testa e superandolo scappò via, fuori dal bagno. Via dalle proprie debolezze e dalle proprie sofferenze.
Doveva diventare più forte, doveva imparare a difendersi. Non era più solo questione di un cuore ferito... adesso poteva rischiare tutta sé stessa.
 
 
Non seppe per quanto tempo corse né in quale angusto corridoio sperduto fosse finita. Sapeva solo che non vi erano quadri e c'era solo una torcia alla fine del corridoio ad illuminare una singola porta. 
Non c'era mai stata lì, com'era possibile? 
Si passò una mano sul viso notando che la pelle era leggermente screpolata per via delle lacrime ormai asciutte. Tirò su col naso e si avvicinò piano piano alla porta. Un'occhiata alle sue spalle e poggiò la mano sulla maniglia, aprendo la porta. Essa emise uno scricchiolio fastidioso e non appena fu spalancata Rose si pentì di averla aperta.
« Oh per tutti i boccini! » esclamò prima di arretrare e correre via.
Non era da tutti beccare due professori avvinghiati tra loro in un'aula sperduta. Beh, almeno adesso sapeva che i pettegolezzi sulla Grimm e Reed erano veritieri.
Un piccolo sorrisetto divertito spuntò sulle sue labbra mentre correva via per i corridoi. Questo doveva dirlo a Dominique!
 
*
 
 
 
« Ma se mi vestissi normalmente? »
« Ti ho detto che è uno scheletro il tuo personaggio! »
« Sì, ma non sono obbligato a vestirmi così no? »
« E'... è per lei! »
« Secondo me le andrei bene anche con la semplice divisa scolastica. »
« Ti sopravvaluti troppo, amico. Forza, riprova il tutto. »
« Sai Potter, potrei anche ripensarci per la tua arroganza. »
« ... andiamo... ormai hai promesso. »
« Solo per tua cugina. E per me, forse. »
« Giusto solo per Ro--- che significa PER TE? »
 
 
*
 
 
« Ho visto la Grimm e Reed darci dentro. » sussurrò all'orecchio della bionda non appena le arrivò alle spalle.
« COSA? » urlò Dominique alzando gli occhi dalla propria copia del Profeta.
« Shhhh! Che ti urli?! » la redarguì Rose, sedendo sulla panchina accanto a lei. « Erano in un'aula di non so dove, ma sapevano il fatto loro. »
« Non ci credo! Ah, il mio futuro marito... con al Grimm. » mormorò aggrottando la fronte e utilizzando un tono offeso « Ora me ne devo cercare un altro. Dici che il professore di volo sia disponibile? »
Rose scosse la testa con forza. Sapeva fin troppo della non disponibilità del professore. « E' dell'altra sponda. Potresti provare anche tu, sai? » rise. La prima risata della giornata. Peccato che il macigno sul cuore era ancora lì, non si era mosso. « Comunque... tu sai fare a botte, vero? Alla babbana intendo. »
« Mmh? Ah sì, mamma ha voluto che imparassi con lei. Voleva sentirsi meno inerme. Perché? »
« Mi ... insegneresti? Credo che mi farebbe bene. »
« Era anche ora! Finalmente un po' di movimento. Iniziamo adesso ti va? Mi annoiavo un po' in effetti e il Profeta non ha novità eclatanti. »
« Cos--- okay! Sì. »
« Speriamo che la stanza delle necessità non sia occupata. Ho già un manichino in mente su cui puoi allenarti! »
La rossa osservò la cugina alzarsi e camminare pensierosa verso l'ingresso del castello... era stata una buona idea coinvolgere lei? 

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Capitolo 11
*** Come una bambola vera. ***


Un tonfo secco ed un gemito di dolore si elevarono verso il soffitto.  Una frenetica Dominique spostò lontano il manichino a forma di Jasmine Maurice e si accasciò al suolo accanto alla figura sul pavimento. Dei capelli rossi si diramavano sulla pietra, in ogni direzione, mentre la ragazza reggeva il proprio naso con entrambe le mani.
 
« Morgana, Rose! Mi dispiace tantissimo! » pigolò la biondina strappando via le mani della cugina dalla sua faccia con un verso di dolore da quest'ultima.
« N-non fa niente Niki, sono io che sono un'imbranata cronica. » borbottò Rose di rimando sollevandosi appena e massaggiandosi la esta.
Aveva chiesto a Dominique di insegnarle a fare a botte, e la cugina ne aveva approfittato trasformando un manichino nella figura della Maurice; ella era una studentessa di Corvonero della stessa età di Rose, avevano avuto diversi diverbi ed una volta l'aveva pure picchiata. La nemesi della rossa, in pratica.
Solo che durante la colluttazione con il manichino, la bionda lo aveva urtato e questo aveva colpito Rose dritta in faccia.
« Forse è meglio smettere per oggi. Almeno so come liberarmi da una stretta. » mugolò rialzandosi in piedi aiutata dall'altra.
« Scusami ancora! »
« Non è niente! Neanche una goccia di sangue, visto? » le sorrise rassicurante prima di avviarsi verso la porta della stanza delle necessità. « Grazie Niki, ti devo un favore. » mormorò prima di uscire.
 
 
 
Il settimo piano era stranamente silenzioso, nonostante gran parte del corpo studenti conoscesse la stanza. Però sembravano proprio non aver bisogno di essa. A quanto pare, le generazioni cambiano.Si massaggiò ancora una volta la testa dolente ancora per la caduta e svoltò l'angolo ritrovandosi niente poco di meno che Malfoy. 
ggrottò la fronte e voltando lo sguardo lo superò senza tanti complimenti né saluti.
Malfoy guardò la Grifondoro allontanarsi e si accigliò.
 
« Non si saluta più Weasley? »
La ragazza si fermò controvoglia e voltò appena il viso per guardarlo. 
« Ciao. » disse lapidaria inarcando un sopracciglio.
« Che caloroso saluto per qualcuno che ti ha aiutato mentre eri in difficoltà. Vedo che non sei per nulla riconoscente. » sibilò avvicinandosi a lei con le mani affondate nelle tasche della divisa. « Dovresti esserlo Weasley, dimostrami che sei riconoscente. »
« Io non devo dimostrarti proprio nulla. »
« Sei scappata dopo che ti ho aiutata. »
« Ti ringrazio per avermi aiutata Malfoy, buona giornata. » mormorò voltandosi e riprendendo a camminare. Ma il biondino non sembrava molto contento ed infatti le afferrò il polso costringendola a voltarsi.
« Sei scappata da me, Weasley. Perché? »
Rose serrò le labbra fissando gli occhi grigi di Scorpius e poi sbuffò divincolandosi dalla stretta.
« Perché dovevo dimostrare a me stessa che sapevo ancora scappare... »
« Non ti avrei fatto del male. »
« Lo so. Ma dovevo... andare. » sbuffò voltando il viso verso un quadro particolarmente attento alla loro chiacchierata.
« Tu sei strana Weasley. Molto. Riuscirò a capirti prima o poi. Devo, sennò impazzisco. »
« Buona fortuna Malfoy, nemmeno io stessa riesco a capirmi. » disse e arretrando di qualche passo si voltò nuovamente e corse via. Di nuovo, lontano da Scorpius. Non aveva mai avuto problemi con lui oltre i soliti battibecchi nei corridoi, in classe, alle partite, in Sala Grande, sull'espresso, ad Hogsmeade... okay, battibeccavano sempre. Però non era mai stato qualcosa di pericoloso. Sapeva che non le avrebbe mai fatto male perché la rispettava nonostante il suo cognome. Come lei rispettava lui.
Addio vecchi pregiudizi.
C'era solo l'ostilità delle casate e quello scolastico tra loro.
Solo quello.
 
 
*
 
« Davvero farai indossare a quella serpe questo costume? » borbottò James osservando il completo a righe. « E' osceno. »
« Non ti ci mettere anche tu, e aiutami con quei bottoni! » biascicò Albus staccando il filo con i denti e lisciando il cravattino a forma di ragno.
« Okay. » sbottò il moretto e presi i bottoni neri li passò ad fratellino che in quel momento era una strana imitazione di nonna Molly al maschile. « Ti rendi conto che stai cucendo un abito?! »
« L-Lo so Jamie... ma è per Rose. Okay? Per lei... posso anche sembrare una ragazzina. » sbuffò guardando il proprio operato. « Credi che avremmo dovuto andare noi con lei al ballo? »
« Sì, ma la maggioranza ha votato. » lo guardò storto e sedette sulla poltrona accanto « Deve trovarselo da sola. Per una sera poteva divertirsi solo con noi... che male c'era? Almeno era sicuro che stesse bene. »
« Cosa abbiamo fatto James? »
« Ci siamo messi in messo, Al. E pagheremo le conseguenze »
« Vuoi sapere chi ho scelto? »
« ... chi hai scelto? »
« L'unico con cui non hai mai avuto una rissa. »
« L'unico... ho davvero picchiato tutti i tuoi amici? »
« Sì, Jamie. » sbuffò contrariato e tornò a cucire i bottoni
« Spero che non dovrò picchiare anche lui a fine ballo. »
« Se non lo hai dovuto fare finora... »
« Vedremo. »
 
 
*
 
La lezione di Incantesimi era finita. Gli studenti si apprestavano ad uscire dall'aula e Rose salutò con un sorriso Alice mentre usciva insieme alle sue compagne Tassorosso. Quella ragazza le piaceva davvero, se Finnigan l'avesse fatta soffrire l'avrebbe castrato.
Scosse la testa mentre raccoglieva i propri libri e li infilava dentro alla borsa. Era quasi pronta per uscire quando il professor Altman le chiese di avvicinarsi alla cattedra.
 
« Miss Weasley, dobbiamo parlare del suo compito. Non ho voluto farlo prima perché non mi sembrava il caso di dirlo davanti alla classe... » iniziò l'uomo con la sua solita voce pacata e profonda.
Ecco, era sicura che avrebbe preso un brutto voto. Doveva scrivere qualcosa in più sugli incantesimi Rallegranti ne era certa! E sicuramente il suo consiglio sull'utilizzo dell'Oblivion non era stato apprezzato...
« ... mi sono meravigliato molto nella lettura, non pensavo che fosse davvero così brava. »
Brava? Aveva detto brava?
« Ufficialmente, davanti ai suoi compagni ha preso un Eccezionale, ma si renda conto che per me vale un punto in più. Diciamo che su 10 lei ha fatto 13. Dovrò premiarla. »
« I-io... la ringrazio Mr. Altman! Davvero! » esclamò portando una mano alle labbra per nascondere il sorriso spontaneo che le era spuntato sul viso.
« Non posso premiarla scolasticamente, ma posso farle un favore per il ballo. » l'uomo le sorrise divertito
« P-Per il ballo? »
« Le incanterò il vestito Miss Weasley. Qualsiasi vestito lei abbia scelto, lo incanterò purché sia il più reale possibile. »
« Oh ma si figuri... non è necessario... »
« Insisto mia cara! Che abito ha scelto? »
« U-una bambola... » balbettò confusa
« Sarà molto realistica ad Halloween, Miss Weasley. Come fosse una bambola vera! »
« Grazie Mr. Altman... »
Non era più tanto sicura che fosse una buona notizia... che fosse stato meglio un Desolante in Incantesimi?
 
 
*
 
 
« Ti incanterà il vestito? » mormorò perplessa Alinee sedendole accanto e fissandola.
« Sì, ha detto così. Sono ancora confusa! »
« Io starei attenta. Quel vecchiaccio è capace di incantarti per farti fare quello che vuoi, si sa che dopo la morte di sua moglie sia rimasto a secco... »
« ALINEE! Oh Merlino! Ma che vai pensando?! » sbottò Rose alzandosi dal letto e andando alla finestra aperta.
« Tutto può essere, perché non lo ha detto quando eravamo in classe? »
« Perché deve rimanere segreto? Forse vuole che sia una sorpresa anche per gli altri... »
« Secondo me è sospetto. »
« Mi ha sempre trattata come una figlia Alinee! Andiamo! »
« Va bene, va bene. Tu portati lo spry al peperoncino però. »
« Tu sei tutta scema. »

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Capitolo 12
*** Bisbetica. ***


30 Ottobre - Aula di Incantesimi
 
 
« Guardi Miss Weasley, posso rendere questa parte del vestito migliore in modo che non salga su durante il ballo  »
« Mr. Altman davvero, non c'è bisogno... »
« Miss--- Rose. E' un piacere per me. »
« ... okay, ma niente di troppo particolare, per favore. Poi mi è difficile liberarmene a fine ballo. »
« Oh mia cara, non avrà alcun problema a liberarsene! »
 
 
Certamente l'ultima frase del professore poteva essere facilmente fuorviata, e fu proprio così che la interpretò Rose. Sbiancò serrando le labbra e sgranando gli occhi mentre osservava il mago armeggiare con il suo vestito di diverse stoffe colorate. 
Perché più andava avanti e più sembrava avverarsi ciò che annunciava Alinee?!
Sospirò riprendendo pian piano colore ed osservando con attenzione la bacchetta del professore di Incantesimi.
E' solo un premio, Rose, solo un premio - si ripeteva mentalmente.
 
 
*
 
L'ora di pranzo era giunta, accolta con grande soddisfazione da tutto il corpo studentesco.
Quel giorno la Sala Grande era particolarmente affollata anche per via degli stormi di gufi che recapitavano gli oggetti, i vestiti e tutto il necessario per il ballo di Halloween.
Pilgrim, il gufetto nero di Rose, planò dolcemente proprio davanti a lei recando una lettera ed un piccolo pacchetto azzurro delle dimensioni di un galeone.
Vide Lily sporgersi curiosa oltre il tavolo per osservare il contenuto della scatolina e la rossa rise aprendola senza alcuna riservatezza. Era una piccola catenina d'argento con un ciondolo a forma di rosa bianca. 
Rose la osservò a lungo e poi la passò alla cugina che la guardava con occhi incredibilmente sospettosi. Dopo la faccenda di Oliver, Lily la teneva sotto osservazione come se potessero farle del male... era adorabile. Più piccola di lei, ma già pronta a sfidare il mondo pur di non vederla piangere. Assomigliava così tanto a zia Ginny.
Prese tra le mani la lettera e la aprì, estraendo la pergamena al suo interno. Aveva una forma a forma di farfalla ed era di un colore viola.
 
            "       Sei invitata alla festa post-ballo nella Stanza delle Necessità.
                       Ore 01.00 a.m., non mancare.
                         Sarà da paura.         "
 
Non appena letta l'ultima parola, il bigliettino prese fuoco proprio sul suo pranzo. Osservò con il naso arricciato la cenere sul proprio puré e guardo Lily che la fissava di rimando. 
 
« Pubblicità. »
« Da quando in qua, la pubblicità prende fuoco? » mormorò la ragazzina stizzita
« E' una pubblicità segreta, credo. » borbottò chiudendo il discorso e cambiando piatto.
Aveva pur sempre fame!
 
 
*
 
 
Un duetto di primini serpeverde fuggì via da un'aula del terzo piano, correvano così forte che sembravano spaventati da qualcosa o come se qualcuno li stesse inseguendo. Rose, di ritorno dalla Biblioteca aveva trovato tale atteggiamento sospetto e senza pensarci due volte aveva varcato la soglia dell'aula andando a sbattere contro il petto di colui che ne usciva.
« Rose! » esclamò il moretto appurando che chi le fosse venuta addosso era niente poco di meno che la Weasley.
« Cos- ahi... » brontolò massaggiandosi il naso e rialzando lo sguardo incrociò gli occhi del suo interlocutore « Leonard! Che-- sono scappati due ragazzini, che è successo? » 
Che gli hai fatto...?
« Ah sì, Turner e Asterd. Stavano lanciando caccabombe dalle finestre a tuo cugino James. Li ho fermati in tempo, Potter li avrebbe fatti fuori » mormorò passandosi una mano tra i capelli ed arretrando di due passi mantenendo le distanze dalla ragazza. « Almeno, non ci riproveranno oggi.»
« Oh, beh. Ottimo lavoro. » 
« Grazie. » le sorrise prima di incrociare le braccia al petto ed osservarla « Qualcosa non va, Rose? »
« Faranno una festa dopo il ballo. Sicuramente illegale. »
« Lo so. La organizzano le serpi. »
« Ecco. Lo sospettavo. » sbuffò gonfiando una guancia e guardandolo con un cipiglio severo « non riesci proprio a trattenerli? »
« Tu riesci a trattenere Potter e Weasley? » replicò senza scomporsi
« Touché- »
« Ti hanno invitata alla festa? »
« Ho ricevuto l'invito stamattina, se di invito si può parlare. Ma credo avessero sbagliato gufo. »
« Dipende; hai ricevuto la collana? »
« Faceva parte dell'invito? »
« Esatto, ti mostrerà come far aprire la stanza. » ridacchiò « che colore era? »
Rose fece una smorfia rispondendo « Bianca »
« Allora sei un'invitata di Albus. »
« A volte dimentico che mio cugino è dei vostri. »
« Fai male. »
« Sarà-- con chi andrai alla fine, al ballo Leonard? »
« Segreto. » mormorò sfiorandosi il naso e ridacchiando.
« Mi hanno un po' stancato tutti questi segreti. » rise con lui e poi scrollò le spalle. « Devo andare, Emily mi aspetta per le ripetizioni. Ciao Leonard »
« Ciao Rose. »
 
 
*
 
« Ti ha invitata tuo cugino, non so cosa ci sia di più squallido. »
« Vedo che hai sempre belle parole per me, Alinee. »
« Andiamo, è vero! Okay, la organizzano le serpi, ma questo non vuol dire niente! Io ho ricevuto tre collane oggi. »
« Puoi smetterla per favore? Sto cercando di studiare! »
« Forse è per questo. »
« Cosa? »
« Sei sessualmente bisbetica. »
« Ma che miseriaccia stai dicendo? »
« Se fossi sessualmente facile avresti tante collane adesso! Come le mie, guarda: gialla, nera e viola! Sono bellissime! »
« Alinee. Dovresti andare da uno psicologo. »
« Tu da una sessuologa, potrebbe aiutarti. Dici che Mr. Dallas sia esperto in questo campo? Tua cugina forse lo pensa! »
« Vai all'inferno Alinee! »

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Capitolo 13
*** Il ballo - parte I ***


 
31 Ottobre - mattina
 
 
Il pallido sole autunnale penetrava dalla finestra centrale della stanza illuminando la schiera di vestiti sopra il letto a baldacchino della nostra rossa preferita. Le altre erano già scese a fare colazione, ma al suo risveglio Rose aveva trovato qualcuno di inaspettato dentro la propria stanza che frugava nel suo baule: Victoire.
 
« Posso sapere perché mi mostri altri vestiti, quando so già cosa indossare? » chiese con uno sbuffo Rose fissando la cugina rimirarsi allo specchio con indosso uno dei cappelli di Alinee.
« Perché non puoi davvero vestirti da bambola per Halloween. O almeno, non da bambola comune. Perché non mostri un po' più la scollatura? Sembri vestita di stracci! » ribatté la biondina mandando un bacio allo specchio magico che in tutta risposta fischiò un apprezzamento.
« E' una festa scolastica, non una delle sue Professoressa Weasley. » borbottò acidamente spostando via tutti quegl'abiti poco pudici per una sedicenne.
« Dominique non li ha voluti indossare, non capisco cosa ci trovate di cattivo in questi abiti. Sono babbani! »
« La... gattina sexy... l'infermiera con le giarrettiere commestibili... Victoire, dovresti evitare di portare certi abiti tra le studentesse... » sospirò Rose sedendosi sul letto e prendendo tra le mani il proprio abito già incantato dal professore Altman. Le aveva pure dato un incantesimo per migliorarlo da sé in caso lo volesse... più corto. Ma Rose era convinta di non doverlo usare.
« Hai sedici anni Rose, in futuro potresti non porteli più indossare perché il lavoro d'ufficio ti farà ingrassare. »
« E se facessi qualcos'altro? Ho scelto Medimagia, va bene. Ma se facessi altro? »
« Non è affar mio ciò che fai, mi importava che abito indossassi, solamente. Porterò questi abiti a Lilian. »
« Oh te lo scordi! Ha quattordici anni, per tutte le pluffe! »
« Indossalo al post festa allora. Uno solo. »
« Quale post festa? »
« Non fare questo giochetto con me. Io so, Rose. So ogni cosa. Era anche la mia scuola, so come accedere ai pettegolezzi. »
« Non ti prometto niente. »
« E' pur sempre qualcosa, beh, au revoir Red. »
« Sì, certo, ciao. »
 
La porta si richiuse alle spalle della biondina e Rose si chiese se davvero quest'anno doveva essere così tremendo! E pensare che ai tempi dei suoi genitori c'erano problemi peggiori di una festa scolastica.
Sbuffò nuovamente osservando i vestiti e pensando che forse- beh, quello da coniglietta era carino.
Si morse il labbro con forza fino a farlo sanguinare e si alzò scuotendo la testa. Perché mai avrebbe dovuto vestirsi da coniglietta?!
Era Halloween, non Carnevale!
 
 
31 Ottobre - Ora di colazione
Sala Grande
 
 
« Quindi le serpi danno un party. » commentò Lily da sopra la sua ciotola di cereali alla zucca. « Pensavo che mio fratello fosse più intelligente. »
Hugo e Dominique ridacchiarono addentando entrambi contemporaneamente uno dei muffin mandati da nonna Molly.
« Perché hai questo odio verso noi serpi, Lily? » chiese Dominique con una risata divertita
« Perché sono furbe e quindi approfittatrici. Hanno sempre un secondo fine, come fai a fidarti?! Fortuna che Jason è un corvo. I corvi sono tipi come si deve. »
« Certo, vai a dirlo a Rosie. » sbuffò Hugo con un sorrisetto « Beh, noi non possiamo andarci alla festa no? » chiese in direzione della biondina « Siamo al quarto anno e non voglio marmocchi. » 
« Glie lo faccio vedere io chi è la marmocchia. » borbottò Lily sputacchiando qualche cereale qua e là causando la faccia schifata di qualche commensale « Oh che sarà mai, è sempre cibo! »
« Tu non ti muovi, marmocchia. » proferì una voce maschile alle sue spalle prima di poggiare una mano sulla sua testa in modo grave. 
« Sei un guastafeste James. » ribatté la rossa in risposta.
« Mi sono fatto invitare dalla Balzac. » iniziò lui evitando accuratamente la sorellina e sedendo tra lei ed Hugo « così terrò d'occhio la bambola. Non credo Albus possa fare molto. »
« La Balzac è quella che sta mangiando la faccia di Higgs? » domandò Hugo guardando il tavolo Serpeverde.
« Esatto. E' una tipa in gamba... più sulle gambe degli altri però » ridacchiò il moretto prima di tornare subito serio. « Fatto sta che ci sarò io a sorvegliare la situazione lì, voi vi occupate del ballo, intesi? »
« Non credo le farebbero del male, lo sai. Albus non è così coglione da scegliere qualcuno come Goyle. »
« Vigilanza costante, Dominique! Lo ripete sempre tuo padre no? Beh, scappo ad Incantesimi, ciao! »
« Ciao, Jamie. » mormorò il trio osservandolo scappare via.
« Mi chiedo perché non la si possa lasciare single. » si lamentò il rosso mangiucchiando il muffin con aria afflitta.
 
31 Ottobre - Ora di Pranzo
Cortile interno
 
Rose non aveva avuto la forza nemmeno di raggiungere la Sala Grande. Dopo la lezione di Pozioni si era lasciata andare sul prato proprio sotto uno degli alberi del cortile interno. Aveva poggiato la testa e la schiena al tronco ed aveva chiuso gli occhi cercando di rilassare tutti i muscoli.
La lezione era stata orribile. Era finita in coppia con Oliver e era dovuta rimanere tutto il giorno all'erta prima che potesse anche solo sfiorarla. Oltretutto erano insieme ai Serpeverde e quindi aveva gli sguardi di Albus e Malfoy addosso - gli unici che sapevano cosa fosse successo.
La ciliegina sulla torta? La pozione non sembrava un granché ed il professor Zabini aveva dato loro solo una O, invece delle solite E della ragazza. PURE LA MEDIA ABBASSATA, VAFFANCULO DREAM.
La cosa orribile era che Oliver fosse il figlio adottivo del professore di Difesa; e lei amava quel professore! Come poteva essere diventato così... meschino nel giro di qualche mese? 
Lui le portava un fiore diverso ogni mattina...
 
Scosse la testa con forza riaprendo gli occhi e trovandosi la faccia di Malfoy fin troppo vicina.
« Per le mutande sporche di Merlino! » sobbalzò appiattendosi completamente al tronco dell'albero e tirando le gambe strette al petto.
« Oh, Salazar. Weasley, pensavo fossi morta! Dovresti respirare di più sai? » sbottò quest'ultimo rialzandosi dalla posizione accovacciata e incrociando le braccia al petto « ti eri addormentata? »
« N-no, ero solo... sovvrapensiero » borbottò rilassando le gambe e tirando un sospiro. 
« E' Ottobre Weasley, fa freddo. Non dovresti stare sull'erba... con la gonna. » mormorò con una smorfia e le porse una mano per aiutarla ad alzarsi.
Rose la guardò per un po' prima di decidere di afferrarla e farsi aiutare.
« Il freddo però non sembra più dominarti. Ci siamo addolciti Malfoy? » ridacchiò spolverandosi il retro della gonna.
« C'è ancora, ma hai già avuto la tua delusione oggi a lezione. Io ho preso una E, ricordami cosa hai preso tu? » ghignò soddisfatto prima di allontanarsi di qualche passo. « Ti batterò quest'anno Weasley, niente più targhetta per te! »
« Sono combattuta tra l'ucciderti o l'ignorarti! » sbuffò nella sua direzione sentendo in risposta solo una risata divertita. Che stessero diventando amici? No, non poteva essere così.
Sospirò e presa la propria cartella si decise ad andare a pranzo. Hugo aveva accennato ad un dolcetto della nonna che le aveva conservato. Gnam!

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Capitolo 14
*** Il ballo - parte II ***


31 Ottobre - pomeriggio inoltrato
Dormitorio femminile del 6° anno.
 
« Continuo a pensare che non dovremmo andare alla festa dei Serpeverde. » iniziò col dire Rose osservando la propria figura allo specchio. L'incantesimo del professor Altman all'abito faceva in modo che il corpo apparisse 'ricucito' solo se lo indossava. Spariva non appena toglieva l'abito e quindi era anche più semplice. Tirò lievemente il lembo beige della gonna quando la voce di Alinee arrivò chiara fin da dentro il bagno.
« Accidenti Rose! E' solo una festa! Stiamo al ballo per un po' e non appena James ci dice di andare... noi andiamo! Semplice. »
« Non mi piace affatto quest'amicizia con mio cugino, bionda. »
« Tranquilla, non ho più legami con lui dall'ultima volta. » sbuffò uscendo dal bagno con il proprio vestito color rosso sangue. 
« Spero tu stia scherzando. » mormorò scettica Rose osservandola da capo a piedi « Jessica Rabbit, davvero? »
« Non trovi sia molto sexy? Aggiungo qualche ferita sul collo qua e là e... voilà! Sembro o non sembro una donna appena uccisa? »
« Tu sei tutta matta. E' Halloween non carnevale. »
« Sono Jessica Rabbit morta, più spaventoso di questo cosa c'è? Poveri maschietti allupati... »
« Ricordami un po' il perché siamo amiche...? » sospirò la rossa sistemandosi una spilla a forma di ragno sulla spalla. 
 
 
*
 
 
Boom.
Tic, Tac.
Boom.
 
I rumori quella sera erano i più lugubri mai sentiti. Nemmeno la festa di complemorte di Sir Nick poteva essere tanto deprimente come quel momento.
Rose doveva affrontare un cavaliere ignoto, che solo Albus sapeva chi fosse. 
Scendendo i gradini della scalinata principale, la rossa si chiedeva come fosse stato possibile accettare una tale proposta. Lei così seria e composta, lei che cercava di placare l'istinto con la ragione, lei che trovava una scusa per non rischiare mai.
Lei si era lasciata convincere da due occhi color smeraldo che mai l'avevano tradita. 
Eppure... era cerca che a fine sera, sarebbe stata lei a tradirli.
Si bloccò di colpo a metà rampa, costringendo Alinee ad arrestare la propria camminata.
« Rose? Che ti prende? » domandò preoccupata afferrandole una mano e tirandola leggermente per farla scendere.
« N-non posso venire al ballo. »
« Non dire sciocchezze, tu ci vieni! »
« N-no. Non posso. » strattonò via la mano e dopo averla guardata negli occhi con uno sguardo spaventato, corse indietro, diretta lontano dalla Sala Grande.
« ROSE! »
 
 
I passi veloci della ragazza rimbombavano tra le mura dei corridoi. Voleva allontanarsi il più possibile. Lontano dal rischio, dall'ignoto... dal pericolo. Perché sapeva di essere in pericolo. Sapeva che Albus avrebbe scelto qualcuno di 'adatto', forse fin troppo. Ma lei aveva già amato. Lei aveva amato ed aveva sofferto. Lei aveva già il cuore lacerato dalla delusione.
Non ce l'avrebbe fatta.
Non ora.
Non in così poco tempo.
Non... non così.
Fermò la propria corsa in prossimità dell'ufficio della preside Sprite. Osservò il gargoyle in pietra mentre il respiro si regolarizzava in gola. 
Sbatté più volte le ciglia e poi si guardò intorno. 
Era scappata. Che Grifondoro del piffero!
Sospirò portando una mano sulla fronte e camminando con la testa bassa. Sarebbe tornata al dormitorio, si sarebbe messa il pigiama e avrebbe mangiato cioccolato fino ad esplodere. 
Non poteva fare altro. No. Non poteva.
 
 
Sala Grande
Ore 20.02
 
 
« Dov'è Rose, bionda? » domandò James porgendo un bicchiere di burrobirra ad Alinee.
« E chi lo sa? E' scappata dicendo di non poter venire. »
« Cosa?! E l'hai lasciata andare? »
« Ho un tacco 12, Potter. Non mi metto a correre dietro ad una tipa con le ballerine. » sbuffò allontanandosi mentre James portava entrambe le mani tra i capelli con un'espressione spaventata in volto.
Si guardò intorno per un po' fino a riconoscere un vampiro fin troppo familiare.
« AL! » urlò sgusciando in mezzo a diverse coppiette ed arrivando davanti al fratello che parlava con un Malfoy in tenuta da baseball sportiva e piena di sangue ed un Avery vestito da scheletro. Ecco chi era 'Jack', pensò.
« Rose è scappata, non verrà. »
« Che vuol dire 'scappata'? » borbottò il moretto poggiando il bicchiere sul tavolo e fronteggiando il fratello. I ragazzi al suo fianco si lanciarono un'occhiata d'intesa prima di poggiare anche loro i bicchieri e far un passo avanti.
« Potter, devi andare a cercarla. » mormorò piano Scorpius guardandosi intorno con uno sbuffo. Sia Albus che James lo guardarono interrogativi prima che il secondogenito prendesse parola.
« Perché? »
« Perché Dream non è qui. »
« E con questo? » sbottò James irritato. Odiava quando non andavano dritti al sodo della questione.
Scorpius serrò la mascella osservando nuovamente Avery e sospirò « Ho fermato Dream mentre cercava di entrare dentro le mutande di tua cugina con la forza. Se non sappiamo dov'è potrebbe riprovarci. »
James e Albus sbiancavano, mentre Leonard stringeva i pugni lungo i fianchi.
« Dimmi che stai scherzando, Malfoy. »
« Non scherzo. Ed ora dobbiamo andarla a cercare. Se la trova prima lui e lei non riesce a difendersi... »
« Oh Merlino. » Albus guardò James ed una manciata di secondi dopo, i fratelli Potter correvano fuori dalla Sala Grande.
« Pensi davvero che possa rifarlo? » mormorò Leonard osservando la gente ballare di fronte a loro.
« Penso solo che Rose Weasley sia una ragazza fin troppo emotiva. Potrebbe riuscirci. »
« Dobbiamo andare anche noi. »
« Sapevo l'avresti detto. » sospirò roteando gli occhi e dirigendosi fuori dalla Sala Grande insieme al proprio migliore amico.
 
 
Corridoio sesto piano
Ore 20.13
 
Un solo piano e sarebbe arrivata a destinazione, nella protezione della sua Torre... come Raperonzolo e tutte le principesse nei libri di mamma. Era sempre una Torre, in un castello, immerso nel verde. Credeva di aver trovato il suo principe qualche mese prima. Solo che le fiabe sono per i bambini, e lei bambina non era più.
Non lo era più da tempo, perché il cuore faceva ancora male. Ed i bambini non soffrono per amore...
Una figura le si parò davanti bloccandole un'ulteriore avanzata. Sollevò lo sguardo incrociando quello dell'ultima persona che avrebbe voluto incontrare in quel momento.
Stava già per indietreggiare e allontanarsi ma una mano premette sulla sua bocca ed un braccio l'attirò a lui, schiacciandola al muro.
 
« Buonasera Principessa. Pronta per una serata da incubo? »
 
Oliver Dream - nel suo vestito da Freddy Krueger - ghignava sotto la luce fioca della torcia.
Sarebbe stato solo il tuo cuore a soffrire dopo questa notte, Rose?

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Capitolo 15
*** Fidati. ***


Aula vuota, sesto piano.
Ore 20.26


« Allora Rose, come mai non sei andata alla festa? » la voce di Oliver riecheggiò per l’aula in disuso; non veniva utilizzata da secoli dopo che un’esplosione dovuta ad un incantesimo andato a male aveva reso inagibile metà aula. In alcuni punti mancavano ancora delle mattonelle e spiccavano diversi mattoni conficcati nei muri di pietra.
Rose era seduta su una sedia al centro della stanza, i polsi legati allo schienale della sedia rendevano impraticabile qualsiasi opportunità di fuga. Le aveva anche tolto la bacchetta, quel coglione.
 Lo sguardo fiero di Rose, nonostante la sensazione di trappola, sorreggeva quello del ragazzo.
« Avevo dimenticato una cosa in dormitorio, mi staranno aspettando. » mormorò la rossa serrando la mascella.
Il ragazzo in tutta risposta avvicinò una sedia a lei, piazzandola davanti alla ragazza e sedendosi. Tra le sue dita roteava la bacchetta di abete rosso della ragazza.
« Non sei mai stata brava a dire bugie, Rosie. » ghignò Oliver picchettando la bacchetta contro il suo ginocchio. « Voglio quello per il quale ho atteso sette lunghissimi mesi. »
« Non te l’ha data nessun’altra nel frattempo vero? »
« Questo mi ricorda di dover fare un discorsetto alla tua cuginetta dalla bocca larga. »
« Osa toccarla e… » ringhiò dando uno strattone alla corda che le legava i polsi e gemendo per il dolore.
«  E cosa? Mi urli contro? » rise e con la punta della bacchetta sollevò un lembo della gonna della ragazza.
« Ti uccido con le mie mani. »
«  Queste minacce! Non sono tipiche di una brava ragazza come te. Attenta alla lingua Rose, ti servirà per altro stasera. »
Rose sbiancò, sgranando gli occhi e spostando la gamba in modo tale da far riabbassare la propria gonna.
« Tuo padre non sarebbe fiero di te. »
«  Il Professor Dream non sarebbe fiero di nessuno, e non è mio padre. L’adozione mi dà il suo nome, non il suo sangue. Rimango figlio di Janette McNair. »
« E di un babbano. »
« Nessuno è perfetto. »
« Lasciami andare, Oliver. Non ne valgo la pena. » sbuffò;
« Scopare una vergine provoca molto piacere Rose. Non posso lasciarmelo scappare. »
« Peccato che io non sia vergine. » roteò gli occhi guardando altrove.
« Menti. Non hai avuto nessuno mentre stavi con me. » Oliver serrò la mascella guardando duramente la ragazza.
« Ho avuto qualcuno prima. »
« Chi? »
« Daniel Matthews, dovresti conoscerlo. E’ amico tuo. »
« Non ti credo, e ti scoperò. »
« Allora te ne accorgerai da solo. »
La certezza del ragazzo vacillò ed egli si alzò in fretta dalla sedia, piazzandosi davanti a lei. L’afferrò per i capelli alla base della nuca e la costrinse a guardarlo.
« Tu menti. »
« Io non so dire bugie, Oliver. » disse lapidaria a denti stretti, per il dolore alla nuca.
Il ragazzo emise un verso di disappunto e premette le labbra contro le sue, con forza e con rabbia.
Rose cercò di ribellarsi come meglio poteva, ma l’incapacità manuale e la stretta alla nuca rendevano impossibile qualsiasi movimento. Non poteva utilizzare nemmeno le gambe, serrate com’erano da quelle del ragazzo. Era alla sua mercé ed avrebbe preferito essere andata alla festa, quella sera.



Corridoio quinto piano
Ore 20.30


«  Muoviti con quella cosa, Potter » gracchiò il biondino spalancando la prima porta alla sua destra. Vuota.
« Non mettermi fretta, Malfoy, hai idea di quante aule ci siano in questo castello?! » sbuffò James, tra l’agitato ed il nervoso.
« Come te la sei procurata quella map---? » chiese incuriosito Leonard ma venne bloccato da Al.
« Non è il momento di fare due chiacchiere, dobbiamo trovare Rose. » sbottò Albus guardando di traverso.
« Nel dormitorio non c’è. E nemmeno al quinto piano. Dovremmo salire ancora. »
« Forse dovremmo dividerci. » ipotizzò Leonard tirando leggermente il colletto del suo costume. « Lo sapevo che avresti sbagliato misure, Albus. »
« Non risolveremo niente divisi. »
« E pensi che insieme stiamo risolvendo molto, Scorpius? »
«  Dico solo che insieme abbiamo la mappa di Potter, divisi siamo solo topi in un labirinto alla ricerca del formaggio. »
« Come siamo poetici. » roteò gli occhi James e si voltò in fretta, dando un calcio al muro con rabbia. « Se le ha fatto qualcosa io gli taglio le palle. »
« La troveremo, James. Non temere. »
« Saliamo al sesto piano, forza. Da qualche parte dovrà essere. » tagliò corto Leonard.
« E se fosse nella stanza delle necessità? »
« No, James, ci sono Zabini e Goyle che sistemano per la festa clandestina. »
«  Ah già. »




Aula in disuso
20.40


Oliver aveva continuato a baciare la ragazza, contro la sua volontà. Con la magia le aveva intimato il silenzio, togliendole anche la parola – oltre ai movimenti. Le aveva palpato rozzamente il seno, e con forza le aveva sollevato la gonna del costume da bambola, sfiorandole l’intimità con due sole dita e ghignando per l’azione andata a buon fine.
Le lacrime, furiose, sforzavano per uscire, nonostante Rose cercasse di trattenerle come meglio poteva. Non gli avrebbe mai fatto vedere le sue lacrime, erano un potere su di lei che non poteva permettergli.
Il ragazzo aveva afferrato i lembi della sua biancheria intima e stava per tirarle verso il basso, ma un tonfo alla porta lo fermò. Essa si aprì, facendo entrare quattro figure scure. Due di esse si avventarono sul ragazzo, sbattendolo sul pavimento e disarmandolo della bacchetta.
Due pugni in viso dal maggiore dei Potter e Oliver Dream svenne.
Mentre Scorpius e James si occupavano del corpo svenuto di Dream, Albus e Leonard si erano avvicinati a Rose, liberandola dalle corde.
Rose cercò di parlare, facendo capire la sua impossibilità.
Leo estrasse la bacchetta e le ridiede la parola.
« I-Io… »
« Stai bene? » chiese allarmato Albus, ma non riuscì a chiedere altro che Rose gli si tuffò tra le braccia e scoppiò a piangere.
James diede un ulteriore calcio al corpo di Oliver e ci sputò sopra. Afferrò la bacchetta della quale lo avevano disarmato e si avvicinò al gruppetto.
« Vado a cercare la preside. Come sta? »
« Potter. Vado io, tu resta con lei. Ha bisogno di voi. » mormorò Scorpius avviandosi verso l’esterno dell’aula.
«  Malfoy. » lo richiamò James.
Scorpius si voltò per metà, guardandolo in viso.
« Grazie del tuo aiuto. »
« Non siamo poi tutti così cattivi, giusto? » ghignò e si allontanò.
Leonard era indeciso sul da farsi e lasciò che i due Potter abbracciassero la rossa. Si avvicinò ad Oliver e con un incantesimo lo legò ad un vecchio banco rotto.
« Eppure sembrava un tipo in gamba. »
« Mai fidarsi delle apparenze. » mormorò Albus mentre continuava ad accarezzare la schiena di Rose, ancora scossa dai singhiozzi. « Torniamo alla Torre, va bene Rosie? »
La ragazza annuì.
Voleva che la serata finisse al più presto.
« Resto io con Dream. » esclamò Leonard voltandosi verso di lui.
Albus annuì trascinando verso l’uscita Rose.
« Resto con lui… dalle una tisana come quelle di nonna, Al. »
«  Lo farò. »
Mentre i due cugini sparivano oltre la soglia, James si voltò verso Avery squadrandolo da capo a piedi.
« Aveva davvero scelto te, per accompagnare Rose? »
« Preferivi Malfoy? »
« N-no, però… credevo fossi gay. »
« Affatto. Sono più etero di te. Fidati. »
« Avrei dei dubbi al riguardo. »
« Fidati, Potter.  »

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Capitolo 16
*** Il mattino dopo ***


Un incubo, o almeno così sembrava.
Rose si svegliò lentamente, aprendo gli occhi e lasciando che si abituassero alla luce del mattino. Le tende non erano state tirate come al solito, questo voleva dire che si era addormentata senza rendersene conto. Lei chiudeva sempre le tende, o Alinee non poteva spalancarle ogni mattina prima di cantare.
Si tirò a sedere, stropicciandosi un occhio ed osservando il proprio corpo. Indossava la camicia da notte – cosa insolita – ma quello che la sorprese di più fu Victoire seduta ai piedi del suo letto che la fissava.
Sobbalzò, sgranando gli occhi e svegliandosi di colpo.

« Cosa fai qui? » esclamò Rose guardandosi intorno.
« Cosa faccio qui? Te lo spiego subito, signorina! » sbottò la bionda alzandosi in piedi e mettendo le mani sui fianchi «Qualcuno non si è presentata alla festa, finendo per cacciarsi in un guaio più grosso. Se non fosse stato per James e Albus... oh, non voglio nemmeno immaginarlo! »
Gli occhi di Rose si spalancarono e le labbra si dischiusero per la sorpresa e l’orrore. Non era stato un incubo, era successo davvero. Oliver...
« Dov’è? » chiese con la salivazione zero, gettando le gambe oltre il bordo del letto e cercando le pantofole.
« Dov’è? Di certo non è più a scuola! Sai che nottata mi hai fatto passare? Ti ho dovuta cambiare e togliere tutto quel trucco dal corpo! In più non facevi che urlare durante il sonno!  Che strazio! »
Ma in quel momento Rose pensava a ben altro – anche se avrebbe voluto rifilare del veleno a Victoire come James proponeva sempre di fare – infilò le pantofole, prese la divisa pulita e corse in bagno senza dare ascolto alle parole della cugina più grande.
 
*
 
James era irrequieto. Da quando Rose era stata portata via non aveva più potuto vederla. Aveva ricevuto un veloce “Oh mon Dieu, è un donna, le donne sono forti” da Victoire e basta, cosa che lo aveva fatto andare in escandescenze. Rose non era solo un donna, era Rose.
La sera precedente lui ed Avery erano stati raggiunti da Malfoy e la preside, il biondino aveva spiegato la situazione alla donna che non appena messe le mani su Oliver, lo aveva spedito davanti alla “polizia magica”. Era stato espulso e costretto ad un ordine ristrettivo  nei confronti della rossa.

Quella mattina Avery si era avvicinato per sapere notizie, ma nemmeno lui ne era a conoscenza. Se ne stava davanti al ritratto della Signora Grassa, seduto sul gradino più alto, alla continua ricerca di autocontrollo. Si diceva che non poteva irrompere nella stanza delle ragazze in sella alla scopa...
Il ritratto si aprì, lasciano uscire una figura magra, slanciata e bionda. Alinee, nel suo metro e settantacinque, sedette accanto al ragazzo. Incrociò le gambe ed arricciò le labbra.

« Sta bene. Ma è scappata dalle grinfie di Victoire. Non chiedermi come abbia fatto, credo che nascondesse la scopa in bagno. » esalò decisamente divertita. Aveva sempre spinto Rose a non reprimere la sua parte istintiva e selvaggia, quindi una azione di questo tipo la rendeva fiera della sua migliore amica.
 
James imprecò sotto voce e si alzò in fretta. Baciò la testolina bionda di Alinee e corse via, dopo averle sussurrato un grazie. Lui sapeva dove l’avrebbe trovata.

*
« Dovrebbero sbatterlo ad Azkaban. »
« E’ il figlio del professore Dream, sebbene solo per adozione, lui è abbastanza un tipo okay per mandargli il figlio ad Azkaban. Lì ci vai se uccidi qualcuno di importante, di certo non per la Weasley. »
L’indifferenza di Marcel non faceva altro che alimentare la sua insofferenza. Scorpius balzò giù dal letto, mandò a fanculo l’amico ed uscì dalla porta, abbandonando la stanza Serpeverde. Attraversò il lungo corridoio dei dormitori, superò la Sala Comune ed uscì.
Si malediceva per non aver parlato prima. Per non aver potuto fare di più. La prima volta si era limitato a portar via la Weasley, la seconda aveva solo atterrato il ragazzo insieme a Potter e poi era corso dalla Preside.
Avrebbe dovuto picchiarlo a sangue.
Poteva avere un nome pericoloso a detta di tutta la scuola, ma lui non avrebbe mai nemmeno pensato ad una azione del genere. Perché poi?
Era così importante averla?

Sbuffò, dando un calcio ad un muro e continuando a camminare. Aveva bisogno di aria e di gente che non sparava cazzate.
 
Salì i gradini a due a due ed uscì al piano terra, a pochi metri dalla Sala Grande. Osservò il portone d’Ingresso aperto ed optò per una passeggiata. Stava già per avviarsi verso l’esterno quando una figura gli sbarrò la strada.
« Tu. »
« Siete una cima nei saluti, voi Potter. »
« Non rompere. » l’irritazione di James era palpabile e il biondino la capì al volo.
« Che succede? »
« Rose non si trova. Pensavo fosse al Platano a lanciare oggetti contro quel povero albero, ma non c’è. »
« Si può sapere perché deve sempre sparire? Ha qualche problema mentale?! »
« Non parlare così di mia cugina. » James prese il ragazzo per il bavero della camicia e lo strattonò.
Scorpius si liberò senza troppa fatica, di certo non desiderava fargli del male.
«Giù le mani. Non hai quella pergamena per trovarla? »
« Sarei davanti a te se potessi trovarla?» sbottò scocciato.
Il biondo inarcò le sopracciglia confuso.
« A che ti servo? »
« Tu riesci a trovarla senza volerlo. Ora camminiamo e la trovi.»
Si inumidì le labbra e si passò due dita sulle palpebre.
« Per chi cazzo mi hai preso? Per un sensitivo? »
« Andiamo e basta. »
« Un giorno di questi ti faccio fuori.»

*

Non avrebbe sopportato una sola parola in più. Non era stato difficile scappare; in camera erano così disordinate che per tenere qualcosa fuori dal cumulo di vestiti di Alinee dovevi solo metterla in bagno, e così aveva fatto con la sua scopa.
Aveva indossato la divisa, era montata in sella ed era uscita dalla finestra.
Facile, anche se adesso girovagava con le pantofole.

Era stata al settimo piano, dove ormai la stanza che misteriosamente spariva dopo una festa era ormai vuota.
Non riusciva ancora a credere che nessuno studente fosse incuriosito da quella stanza. Ci entravano, ne uscivano e si dimenticavano di essa, come se fosse tutto un sogno. Magari davano davvero qualcosa prima di lasciare le feste, affinché dimenticassero. Ma essa era parte integrante dei pochi racconti che riuscivano a “rubare” ai grandi. O meglio, a zio Percy ubriaco.
Era stata lì per un po’, a prendere a calci quel manichino che Dominique le aveva insegnato a massacrare. A cosa erano servite le lezioni se poi non era riuscita a difendersi? Se non fossero arrivati...
Scosse la testa il più forte che poté e legò i capelli in una coda alta.
Si era nascosta in una nicchia ormai vuota di una armatura, non molto lontano dalla “piccola palude” dei gemelli Weasley – i suoi zii. La scopa era ai suoi piedi; se ne stava rannicchiata, in una sorta di trance finché il viso di Leonard apparì davanti a lei. Sobbalzò e lanciò un urlo, subito soffocato dalla mano del ragazzo.
« Hey, hey! Scusa, non volevo spaventarti. Penso proprio che avrei dovuto annunciarmi, mi dispiace. »
Le parole del ragazzo la tranquillizzarono e Rose annuì, mentre Leonard ritirava la mano.
« Come stai, rossa? »
« Come quando ci si sveglia da un incubo. »
« Non deve essere affatto un granché »
« E’ uno schifo. »
« James ti sta cercando, anche se credo sia impegnato a fare coppia con Scorpius. »
« Coppia? »
Leonard ghignò e prese posto accanto alla ragazza, mentre Rose si spostava più in là.
« Ti farò una confessione. Li vedo molto bene insieme, non trovi? »
Rose sgranò gli occhi e si coprì le labbra dischiuse con una mano.
« Sono... sono...? »
« Sarebbe un risvolto interessante »
« Sarebbero una coppia gradevole. »
« Già. »
La ragazza prese a ridere, mentre Leonard al suo fianco le sorrideva.

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Capitolo 17
*** Una scia di tristezza e rabbia ***


« Camminiamo da un'ora e non l'abbiamo ancora trovata, sei inutile Malfoy. »
« Un'ora della mia vita sprecata con un deficiente. »
« Vuoi collezionare occhi neri? »
« Toccami se hai coraggio! »

Cosa sarebbe accaduto, però, rimase un mistero. Rose apparse di fronte a loro, la scopa stretta nella mano destra e l'aria di una che cercava un motivo per metterli in punizione.

« State litigando? » domandò, con le labbra strette in una riga sottile. « Perché se così fosse dovrei prendere provvedimenti. »
« Rose! » il maggiore dei Potter le andò incontro nel giro di due secondi, stringendola in un abbraccio che avrebbe tolto il respiro a chiunque. 
« Mi- soff---James! » 
« Scusa, scusa, scusa. Non ti trovavo da nessuna parte, dove eri andata? »
Rose mosse le spalle, stirando la schiena. « Avevo bisogno di aria. » agitò appena la mano destra, per mettere in risalto la scopa — sicura che James non l'aveva manco notata!

« La prossima volta lascia un biglietto, questo cretino mi ha costretto ad andare in giro manco fossi un segugio. » sbottò il Serpeverde, deciso ad allontanarsi quanto più poteva dal moretto.
« Perché? » domandò la ragazza, confusa. Guardò il cugino in cerca di risposta ma lui si limitò a scuotere la testa e fingere che Scorpius avesse detto una cosa folle.
« Si diventa pazzi a stare con voi. » esclamò fissando truce il Grifondoro. « Come stai? »
« Be' ora bene. » disse James
« Allora sei cretino davvero. »
Rose portò la mano alla bocca, nascondendo una risata.
« Vedi, lo pensa pure tua cugina. »
« Su, basta. » mormorò, per finire qualsiasi lite stesse per nascere « Sono... al sicuro, grazie a voi. » 
« Avresti dovuto esserlo e basta, senza... Quel bastar- »
« James, no. » lo interruppe Rose, stringendo la presa sul legno del manico di scopa. 
Non era ancora pronta a parlarne, era stata una serata troppo intensa per poterne parlare. Sperava finisse tutto nel dimenticatoio, di cancellare ogni schifoso ricordo di un incubo. 
Scorpius si limitò ad osservare la rossa, in silenzio, mentre James al suo fianco si tratteneva dal parlare, dall'urlare o fare qualsiasi altra cosa che facevano i Potter: esternare le emozioni. 
« Dovresti avvisare che stai bene, potrebbe farlo tuo cugino, se non vuoi tornare al tuo dormitorio. » propose il biondino, incrociando le braccia al petto. 
James si voltò a guardarlo confuso, lo stava cacciando?! 
« James, mi faresti un favore enorme, non voglio che vengano a cercarmi, sto bene. Voglio stare il più possibile lontano da Victoire che si lamenta di qualcosa di inutile. Puoi farlo? »
« Io... sì, vado. Ma voglio trovarti al solito posto, quando torno. Intesi? »
Rose portò la mano al capo e fece un tipico saluto militare, mentre James si allontanava. Non prima di aver lanciato uno sguardo truce a Scorpius.
« Lo so, sotto sotto mi ama. » commentò quest'ultimo.
« Certo, ed io amo le torte di mele. »
« Cosa ti hanno fatto le torte di mele? Sono buonissime! »
« Bleah. » accompagnò il commento con una smorfia.
« Sei strana. »
« Me lo hanno già detto. »
« Mh. »
Calò il silenzio tra loro, Rose sorreggeva il suo sguardo ed era consapevole che fosse merito suo se erano andati a cercarla. Lui sapeva cosa aveva fatto Oliver in Biblioteca. Lui l'aveva fermato la prima volta.
« Grazie, Scorpius. Per averli avvisati. »
L'uso del nome lo sorprese più del grazie. Sciolse le braccia, facendole ricadere lungo i fianchi e guardandola incredulo.
« Scorpius? Siamo diventati così intimi adesso? »
« Resti un deficiente, ma un deficiente al quale sono riconoscente. »
« E che ti supera in ogni materia. »
« Guarda, mi rimangio ogni cosa! » sbuffò, roteando gli occhi.
« Oh no, non puoi! »
« Cretino. »
« Strana. »
Tornò il silenzio, ma entrambi sorridevano. 



« Potter. »
« Hey, l'ha trovata? »
« Ho seguito la scia di tristezza e rabbia... »
« Non scherzare su questo. »
« Scusa! Sta bene, l'ho fatta ridere un po', ma non la supererà facilmente. »
« Cosa possiamo fare, Leo? »
« Possiamo? »
« Sì, io e la mia famiglia. »
« Ah- giusto, beh, starle vicino. »
« Basterà? »
« Per iniziare, sì. »

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