For An Angel

di _Hiromi_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One ***
Capitolo 2: *** Two ***
Capitolo 3: *** Three ***
Capitolo 4: *** Four ***
Capitolo 5: *** Five ***
Capitolo 6: *** Six ***
Capitolo 7: *** Seven ***
Capitolo 8: *** Eight ***
Capitolo 9: *** Nine ***
Capitolo 10: *** Ten ***
Capitolo 11: *** Eleven ***
Capitolo 12: *** Twelve ***
Capitolo 13: *** Thirteen ***
Capitolo 14: *** Fourteen ***
Capitolo 15: *** Fifteen ***
Capitolo 16: *** Sixteen ***
Capitolo 17: *** Seventeen ***
Capitolo 18: *** Eighteen (END) ***
Capitolo 19: *** Nineteen (EXTRA) ***



Capitolo 1
*** One ***


Hello boys and girls ^O^
Vi sto proprio rompendo con le mie ficcyne vero? XD Beh, mi spiace per voi, ma ho promesso alle mie sempai Teriel Donavan e ladyVegeta1988 che avrei continuato a scrivere su questa meravigliosa copia *_* e poi, inutile negare che ADORO questi due e non riesco a non scrivere su questo pairing *_*
Beh...so perfettamente che dovrei finire 'I Wish You A Merry Christmas', ma...ehm...piccolo blocco ^^'' non riesco a concluderla!
Intanto, spero che vi godrete questa new ficcy! ovviamente nata come one-shot, alla fine è diventata troppo lunga! XD come al solito! XDXD
Buona lettura!! ^O^

***

Barcolli pericolosamente rischiando di cadere mentre fai qualche passo in avanti, trovando difficoltà nel compiere quel movimento tanto scontato quanto difficile da eseguire nelle tue condizioni.
Tieni gli occhi socchiusi e hai la vista offuscata, e perciò non riesci a vedere bene dritto davanti a te. Il tuo corpo è scosso da innumerevoli brividi di freddo, ed è normale considerando che indossi abiti troppo leggeri per proteggerti dal gelo della notte invernale.
Cammini a tentoni e non sai dove stai andando, e non t'importa nemmeno a dir la verità.
Non ti interessa sapere qual'è la tua meta; vuoi solo che la sofferenza che affligge il tuo animo sparisca il prima possibile, perchè sai che non resisterai in quelle condizioni ancora per molto.
Sei stanco, hai freddo e sei solo...dannatamente solo.
Avevi una sola persona al tuo fianco ma ora è andata via: ti ha abbandonato, ti ha lasciato, e ti senti perso.
Credevi di riuscire a vivere anche da solo, di poter stare senza parenti o amici, senza il tuo migliore amico, ma hai ostentato troppa sicurezza, fingendo di avere una forza che in realtà non possiedi.
Non hai cercato l'aiuto di nessuno e, d'altra parte, nessuno te l'ha offerto.
Hai tentanto invano di affrontare la situazione da solo, ma non ce l'hai fatta. Era troppo per te.
Stavolta neanche la tua maschera di indifferenza è riuscita a difenderti dalla solitudine: si è sgretolata con estrema facilità.
Non hai più nessuno vicino a te e continui a camminare allo sbando, senza guida, senza meta.
Sbatti il piede contro qualcosa e il colpo ti fa perdere del tutto quel poco equilibrio che ti restava.
Rimani lì steso a pancia in giù sul marciapiede, e non cerchi nemmeno di muoverti.
Le gocce di pioggia ti cadono addosso gelandoti anche le ossa, ma neanche quelle riescono a smuoverti da quello stato di torpore in cui sei caduto.
Senti il viso rigato da continui rivoli d'acqua, ma non sai se si tratta delle gocce che cadono dal cielo o delle lacrime che non smettono di uscire dai tuoi occhi.
Hai freddo, hai davvero tanto freddo, ed è un gelo che non si accontenta di impadronirsi del tuo corpo; vuole paralizzarti anche il cuore, la mente, stringendoti a sé con dita di ghiaccio, in una morsa d'acciaio dalla quale non puoi liberarti.
Con fatica ti metti in piedi, barcollando ancora, tremando e piangendo.
E così, in quelle pessime condizioni continui a camminare senza meta, e ti fermi solo quando le forze ti abbandonano del tutto.
Sei stanco ed infreddolito, perciò decidi di sederti per terra, sotto un portico per ripararti dalla pioggia.
Porti le gambe al petto ranicchiandoti in posizione fetale, e finalmente smetti di piangere: sei troppo sfinito anche per quello.
La sofferenza si è affievolita, o forse sei tu che sei troppo stanco per accorgerti ancora di lei, e ha lasciato dietro di sé solo una spiacevole sensazione di vuoto, un buco che non sai come riempire.
Avvolgi le gambe con le braccia per trattenere più calore corporeo possibile, ma sei fradicio e non basterà così poco per riscaldarti.
Poggi la testa sulle ginocchia coprendo il volto mentre i capelli si attaccano alla pelle totalmente impregnati d'acqua.
Da quando sei scappato da quella casa non hai desiderato niente, troppo preso dalle emozioni violente che si agitavano in te, ma ora desideri ardentemente una coperta, un camino acceso: semplicemente del calore per contrastare quel gelo che ti avviluppa senza tregua.
Senti le palpebre pesanti ora che ogni vigore ha lasciato il tuo fisico esile e debilitato, e vorresti cedere al sonno, abbandonarti tra le braccia di Morfeo per sfuggire alla realtà.
Per un attimo pensi che sarebbe meglio non risvegliarti ma la ragione, per quanto stremata, ti obbliga a respingere quell'ipotesi estrema ed illogica.
Prima di cedere completamente al sonno avverti dei flebili rumori vicino a te, ma è troppo tardi per cercare di capire che ti succede intorno e così il buio ti avvolge, portando con sé l'incoscienza ed allontanando ogni sensazioni.

***

Primo capitolo un pò corto, lo so ^^''' ma nel prossimo mi rifarò! promesso!! ^_^
Beh...che ve ne pare? Spero che vi sia piaciuta almeno un pò!
Mi piacerebbe tanto sapere che ne pensate ^///^ e i commenti sono taaaanto graditi! XD

Alla prossima!!

Besos Besos!!!

_Hiro_ ^O^

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Capitolo 2
*** Two ***


Dedico questo capitolo alle mie sempai ladyVegeta1988 e Teriel Donovan, e alla mia adorata zietta Violet Nearina!! Vi adoro! Grazie per il sostegno che mi date!! ^O^

Buona lettura!! ^_-

***

Non sai quanto tempo è passato da quando ti sei addormentato, e non t'importa: avresti preferito continuare a dormire.
La prima cosa che avverti è una piacevole sensazione di tepore che ti avvolge, che ha scacciato il gelo che ricordi ti ha tormentato prima di addormentarti.
Poi ti accorgi di essere sdraiato su qualcosa di morbido...troppo morbido per essere il marciapiede sul quale ti trovavi.
Sbarri gli occhi allarmato e ti metti a sedere di scatto; gli occhi saettano da una parte all'altra mentre l'apprensione si insinua lentamente in te e mille domande ti sorgono spontanee.
Dove ti trovi? Come ci sei arrivato? Chi ti ha portato lì?
Percorri con lo sguardo ogni elemento presente nella stanza, osservando tutto con minuziosa attenzione, alla ricerca di qualche indizio che ti aiuti a comprendere.
All'improvviso, quando meno te lo aspetti, la sofferenza, il dolore, la solitudine tornano con violenza alla mente, stordendoti e lasciandoti bloccato sul quel materasso caldo.
Che t'importa di dove sei? Che importanza ha chi ti ha portato in quel posto? Scoprirlo non cambierà la tua misera esistenza.
Eri solo quando ti sei addormentato sul quel gelido marciapiede e sei solo ora che ti sei svegliato su un letto accogliente: non è cambiato nulla.
Gli occhi pizzicano un pò, ma ignori quella spiacevole sensazione deciso a non abbandonarti ancora una volta al pianto: ora come ora non puoi cedere all'emozione; per qualche attimo devi riuscire a comportarti con la solita pacatezza che ti ha sempre caratterizzato.
Anche se sei solo, non vuoi restare in quel luogo sconosciuto, e preferiresti tornare in mezzo alla strada: lì ti senti in trappola, imprigionato; e quella sensazione non ti piace.
Con un pò di difficoltà ti trascini fino al bordo del grande letto matrimoniale, poggiando i piedi per terra mentre, con fatica, ti tiri su. Barcolli quando raggiungi la posizione eretta, e ti coglie un capogiro: sei troppo debole per compiere qualunque movimento, ma non ti arrendi.
Noti la finestra aperta e decidi di affacciarti con la speranza di riuscire a capire almeno dove ti trovi. Quando raggiungi la meta, la fredda brezza notturna ti sfiora ogni centimetro di pelle scoperto, e solo allora ti accorgi di indossare degli abiti che prima non avevi, che non hai mai visto, che non ti appartengono: biancheria che ti sta decisamente grande e la parte superiore di un pigiama nero che ti arriva poco più su del ginocchio, lasciando in bella vista il resto delle gambe.
Nel frattempo che ti scervelli per capire perchè sei conciato in quel modo, senti un lieve cigolio alle tue spalle.
Vorresti girarti ma rimani immobile nella tua posizione.
Sei riuscito a bandire la sofferenza nell'angolo più remoto del tuo conscio, per affrontare al meglio questa nuova situazione in cui ti trovi, ma una sensazione ancora più spiacevole ha preso il suo posto. E' forse paura quella che provi? Sei spaventato da quello che ti troverai davanti quando ti volterai? E' probabile...e giustificato.
Sei stanco e piuttosto indebolito, da solo in una casa sconosciuta di cui non conosci nemmeno l'ubicazione, impossibilitato a difenderti in caso di aggressione, in balia di un individuo che potrebbe essere un potenziale psicopatico.
Hai paura, e questo non va bene. Quest'emozione rischia di incrementare lo squilibrio già abbastanza evidente tra te e il tuo 'avversario', e non puoi assolutamente permettere che quella cappa di terrore attecchisca le tue già esigue capacità di ragionamento.
E così, non sapendo che fare, preferisci non muoverti, aspettando.
-Se vuoi buttarti, evita di farlo dalla mia finestra. Mi procureresti inutili seccature.-
Sussulti al suono di quella voce fredda e sensuale al contempo, mentre un brivido ti percorre la spina dorsale senza alcun motivo apparente. Non rispondi, ostinato nel tuo silenzio, e aspetti con apprensione che lo sconosciuto ti raggiunga, come intuisci dal suono dei suoi passi che si fanno più vicini.
Cerchi di restare impassibile, di mostrarti padrone delle tue emozioni e della situazione stessa.
-Ehi, mi hai sentito?-
Ancora una volta la sua voce si propaga tra quelle quattro mura rompendo il silenzio della notte, e subito dopo avverti una leggera pressione sulla spalla.
Volevi apparire come un ragazzo coraggioso che non si piega davanti a nulla, sicuro di sè, e non come un cucciolo fragile e facilmente bistrattabile; ma la tua maschera va in frantumi a quel tocco, e non puoi far altro che scostarti bruscamente, spaventato, sentendoti come un animale in gabbia succube del proprio carceriere.
Ti volti rapidamente verso lo sconosciuto così da poter controllare i suoi movimenti, tentando di mantenere la tua solita espressione neutra, e intanto indietreggi per mettere più distanza possibile tra di voi. Due passi e ti ritrovi contro il muro, la spina dorsale premuta contro il davanzale interno della finestra, unica via di fuga possibile. Ovviamente tu non la prendi nemmeno in considerazione mentre con lo sguardo osservi ciò che ti circonda, alla ricerca di un modo per raggiungere la porta.
Per qualche attimo scordi tutto quanto, ti dimentichi di dove sei e perchè, della paura e del dolore, e resti immobile e sorpreso a fissare la persona che ti sta di fronte, aspettandoti tutto ma non di trovarti davanti un ragazzo, forse un pò più grande di te, dai capelli lisci e biondi che sfiorano appena le spalle. Tuttavia, a richiamare in particolar modo la tua attenzione è la cicatrice che gli sfigura una parte del volto, e nonostante gli sforzi, proprio non riesci a distogliere lo sguardo da lui. Quella cicatrice, ai tuoi occhi, lo rende più spaventoso che mai...e affascinante, pericolosamente attraente.
Sei rimasto imbambolato a guardarlo, ammaliato dalla sua bellezza. Ti senti come un serpente di fronte al suono di un flauto, di fronte al suo incantatore, del tutto incapace di distogliere lo sguardo da lui.
Lo vedi sollevare un braccio e solo allora noti quel che tiene in mano: una barretta di cioccolato appena iniziata. Se la porta alle labbra, spezzandola poi con i denti e, come te, non ti toglie gli occhi di dosso.
Restate a fissarvi per quella che sembra un'eternità, i vostri sguardi legati da un filo che tu non sei in grado di spezzare, ma alla fine è lo sconosciuto stesso a smettere di osservarti, girandosi e andando a sedersi su una poltrona in pelle nera.
Tu controlli ogni suo spostamento, ma ora che è più lontano ti rilassi un pò, anche se non abbassi la guardia.
-Perchè eri in mezzo alla strada, sotto la pioggia?- ti chiede continuando a sgranocchiare la sua barretta, gli occhi leggermente socchiusi mentre ti guarda, come se ti stesse analizzando; nel suo tono indifferente però, noti una certa curiosità.
Ma ancora una volta non rispondi: non dirai certo ad un estraneo di cui non ti fidi che cosa ti ha spinto ad abbandonare casa tua.
Intuisci che, non ottenendo le informazioni che cerca, il biondo continuerà probabilmente a farti delle domande, perciò preferisci prenderlo in contropiede e rispondere alla sua domanda con una domanda.
-Perchè mi hai portato qui? Chi sei? Che cosa vuoi?-

***

Eccomi qua con il secondo capitolo *_* avevo deciso di aspettare un pò prima di postarlo, ma non ho resistito *_* appena ho scritto l'ultima riga cinque minuti fa, ho deciso di pubblycarlo XD

Grazie mille!! ^///^ non mi aspettavo di ricevere tutte queste recensioni! Grazie mille davvero!! =)

-_Metallica_: Grazie per la il tuo commento ^_^ sono contenta che ti ispiri almeno un pò questa ficcyna ^///^ spero che ti sia piaciuta anche questo secondo capitolo =) kiss _Hiro_ ^O^

-himeno chan: Cugynetta!! pure qua ti ritrovo!? ma non mi libererò mai di te, vero?? XD beh, per sapere che è successo a Nearino, dovrai aspettare ancora un pò U_U alla prossima! besos besos ti vu bi!! -Chie- ^_^

-Darseey: ciao ^_^ grazie mille per il tuo commento ^///^!! ops, non sapevo se scrivere 'cammini a stento' oppure 'a tentoni' e alla fine è venuto fuori a 'stentoni' XD!! grazie comunque! ho corretto ^_^
Pure io sono fissata per quei due *_* sono assolutamente adorabili secondo me! e proprio non riesco a non scrivere su di loro *_*!! Grazie per i tuoi complimenti...non credo di meritarmeli ^///^ sono ancora alle prime armi! XD Spero che questo secondo capitolo ti sia piaciuto ^_^ mi farebbe piacere sapere che ne pensi (anche qualche appunto, correzione o consiglio sarebbe fantastico ^///^!!)! ciao ciao! kisses _Hiro_ ^O^

-Fe85: Hi Fe'!^^ Che bello sentirti anche qui *_* sei un tesoro! smack ^O^!! io e te andiamo proprio d'accordo U_U ormai avrai capito che scrivo solo MelloxNear U_U e quindi anche in questa ficcy questo meraviglioso pairing non può mancare! XDXD Grassie mille per la recensione! è sempre un piacere sapere che ne pensi ^///^!! baciotti _Hiro_ ^O^

-Elly_Mello: grazie per il commento! mi fa piacere che il primo capitolo sia stato apprezzato ^///^ !! Il genere che piace a te? uhm...ti piacciono le ficcy drammatiche, o comunque un pò tristi?? *_* pure a me! però, l'happy end nn può mancare U_U
Spero che anche il continuo della storia ti abbia interessata ^///^ kisses _Hiro_ ^O^

-the vampire girl: ed ecco qua il nuovo cappy!! ^_^ spero di non averci messo troppo tempo ^///^ e mi auguro che ti abbia interessato almeno un pochetto =) thanks for la recensione!! bacioni _Hiro_ ^O^

-WindOfTheNight: vero ç_ç condordo con te ç_ç è troppo triste vedere Nearuccio in queste condizioni ç_ç!! chissà se si riprenderà mai...ç_ç!! grazie per il commento cara! spero che questo cappy ti sia piaciuto come il primo! kisses kisses!! _Hiro_ ^O^

Inoltre, grazie a Chasy, Fe85, himeno chan, _Metallica_, _wara ningyo_ per aver messo la ficcy tra i loro preferiti
e grazie anche a Liby_chan per averla messa tra le seguite

Alla prossima!!

besos^^

_hiro_ ^___^

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Capitolo 3
*** Three ***


***

-Perchè mi hai portato qui? Chi sei? Che cosa vuoi?-
La tua voce esce dalla bocca piuttosto roca, e solo in quel momento ti accorgi di avere la gola secca.
Anche lui non apre bocca per replicare alle tue questioni, e si limita ad indicare con una mano qualcosa al tuo fianco.
Segui le sue indicazioni senza neanche accorgertene, e vedi un vassoio poggiato sul tavolo poco distante da te: una brocca, un bicchiere, del cibo è quello che noti con una rapida occhiata.
Sei fortemente tentato di versarti dell'acqua per rinfrescare la gola arida, ma non ti fidi: e se ci ha messo della droga per compiere con più facilità i suoi sporchi comodi? E' meglio evitare, ti dici con diffidenza.
Forse il ragazzo capisce i tuoi dubbi, perchè si alza all'improvviso e raggiunge in pochi passi il tavolo, mentre tu, nuovamente ansioso per la sua vicinanza, cerchi di arretrare ulteriormente, sapendo di trovarti già contro la finestra, impossibilitato ad indietreggiare. Sussulti quando senti il davanzale in marmo premere con forza contro le vertebre. Tuttavia, nonostante la tua reazione, il ragazzo non ti tocca, e non ti guarda nemmeno, e riempie il bicchiere versandoci il liquido fresco della brocca, bevendone poi un lungo sorso. Dopo aver poggiato il bicchiere sulla superficie in legno, torna sulla poltrona.
Visto e considerato che anche lui ha bevuto senza conseguenze immediate, cedi al desiderio e ti avvicini al tavolo, finendo l'acqua che ancora c'era nel bicchiere e versandotene dell'altra: bevi avidamente, ma quello che hai ingoiato sembra non placare la tua sete: non pensavi di averne così tanta; solo quando hai sentito il liquido freddo scivolare lungo la trachea ti sei reso conto di quanto bramassi quella frescura.
Finito di bene, poggi nuovamente il bicchiere sul vassoio, tornando a guardare il biondo: ti chiedi che cosa succederà ora.
Lo sconosciuto non ha cattive intenzioni nei tuoi confronti, o almeno così ti sembra. Continua a guardarti mangiando la sua cioccolata, senza muoversi.
-Hai intenzione di restare lì impalato?- chiede, e la sua voce bassa ti fa scorrere un brivido lungo la schiena.
Ti piace quella voce. E' così bassa, calda, strascicata, rassicurante...estremamente suadente! E, nonostante la situazione spinosa in cui ti trovi, riesce a tranquillizarti.
Il biondo solleva un sopracciglio, guardandoti in attesa di una risposta, e solo allora ti accorgi di essere rimasto incantato dalla sua voce, ignorando palesemente la sua domanda.
Restare impalato?
In effetti sei stanco. Ora che sei un pò più tranquillo data la distanza tra voi, la stanchezza, prima messa a tacere dall'adrenalina, si fa sentire. Anche se hai dormito per non sai quanto ore, ti senti stranamente senza forze: il pianto, l'aver dormito sotto la pioggia, non aver mangiato nulla, le emozioni provate in questa nuova situazione...tutto concorre a toglierti quelle poche energie che avevi raccimolato durante il sonno.
Senti le gambe pesanti, che tremano leggermente per sostenere il tuo peso, per quanto questo possa essere esiguo.
Allunghi un braccio e afferri una delle sedie poste vicino al tavolo, spostandola lentamente; poi ti siedi, trattenendo un sospiro di sollievo nel momento in cui prendi posto: ti sarebbero bastati pochi minuti per crollare sul pavimento, esausto.
Un mezzo sorriso incurva le labbra sottili del biondo, e tu chini il capo fissando le tue mani candide, poggiate sulle gambe, e senti il sangue raggiungere immediatamente le tue guance, tingendole di un lieve rossore.
Perchè a quella vista il tuo cuore ha preso a battere più velocemente?
La stanchezza mi sta giocando brutti scherzi., ti dici sforzandoti di restare concentrato.
Però, devi ammettere che, con quel sorriso sulla bocca, era davvero....bello...
-Come ti chiami?-
Non sollevi neanche lo sguardo, assolutamente ostinato nel tuo silenzio inmotivato.
Perchè?
Perchè continua a farti domande? Avrà capito che non risponderai.
E tu perchè non rispondi? Una parola non potrà certo ucciderti! E poi, con sorpresa, ti rendi conto di voler parlare, di voler rivolgere la parola a qualcuno, anche a quello sconosciuto che potrebbe farti del male.
Questa è colpa del tuo migliore amico, e lo sai: se lui non fosse mai entrato nella tua vita, non sentiresti questo fastidioso desiderio di comunicare...
E così, nonostante tutto, continui a restare in silenzio.
Che sia la diffidenza a bloccarti? O la paura? O la stanchezza? O qualcos'altro che non riesci a definire?
Senti dei rumori che vanno a rompere il silenzio calato nella stanza, e a quel punto alzi immediatamente lo sguardo: devi controllare ogni movimento dello sconosciuto, sempre.
Fino ad ora non ti ha fatto niente. Sembra davvero intenzionato ad aiutarti...
Tuttavia, l'apprensione non ti abbandona.
Con lo sguardo segui il ragazzo finché non abbandona la stanza, chiudendo la porta dietro di sé e lasciandoti di nuovo da solo.
Finalmente ti rilassi: per il momento sei al sicuro, anche se non hai mai davvero corso qualche rischio.
Lo sconosciuto non ti ha mai minacciato, anzi! Ha sempre cercato di metterti a tuo agio, come quando ha bevuto l'acqua per dimostrarti che era pulita oppure quando si è seduto sulla poltrona, allontanandosi da te.
A spaventarti maggiormente è la situazione in cui ti trovi, e non l'estraneo in sé: non sai dove ti trovi, e non sai come comportarti; però, certo è che quell'estraneo dall'espressione impassibile ti mette addosso una strana inquietudine.
Ti alzi dalla sedia e vai a prendere posto sulla poltrona che prima occupava il biondo, e noti con piacere che è ancora calda, la pelle nera che la riveste intiepidita dal calore del suo corpo.
Resti lì riflettendo sulle tue condizioni, sulle possibilità che hai, sulle intenzioni che potrebbe avere il ragazzo...
Rifletti su ogni cosa, ma ad un certo punto perdi il filo dei pensieri quando il volto sorridente del tuo migliore amico si fa strada nella tua mente, distraendoti per qualche attimo.
Ti manca. Ti manca da morire.
Quando hai perso le uniche persone che ti amavano, lui ti è stato vicino, ma ora anche lui è andato via.
Perchè? ti chiedi, piegando le gambe al petto e stringendole tra le braccia.
E prima di poter trovare una risposta, Morfeo ti avvolge tra le sue soavi membra, trascinandoti nel baratro dell'incoscienza.

***

Hello!! Eccomi qua con un nuovo capitolo! In realtà non mi convince granché, ma è uscito così e non sono riuscita a modificarlo a dovere ^^'' spero che vi piaccia comunque ^O^!!!
Che emozione! Non mi aspettavo lo stesso numero di recensioni ^///^ grazie mille per il vostro sostegno, adorati lettori ^O^ spero di non avervi deluso con questo cappy così così ^^'''!!!

-Elly_Mello: Grazie per la tua recensione! E quoto in pieno! *__* le storie tristi, struggenti, sono favolose! Il bello delle ficcy è poter scrivere e strapazzare i personaggi *__* ma alla fine, non può mancare l'happy end, o almeno la maggior parte delle volte! XD Alla prossima (spero! XD) kiss kiss _Hiro_ ^O^

-Darseey: non ci credo U_U non credo che le tue prime ficcy siano così orrende come dici! sto seguendo le tue ficcy (quella che preferisco è 'Obsesion [the way i love you] *__* favolosa!!!), e adoro come scrivi! comunque sono d'accordo con te! nemmeno io sopporto le ficcy scritte con abbreviazioni e simili è_é non è affatto piacevole leggere una storia scritta così! mi chiedo che cosa costi digitare 'che' al posto di 'ke' oppure di scrivere il numero in lettere e non in cifre! Grazie mille per i tuoi complimenti (anche se mi mettono in imbarazzo, lo ammetto!, e anche in ansia! XD) e per il tuo sostegno ^///^ spero di non averti fatto aspettare troppo questo new cappy! e spero che ti sia piaciuto! besos _Hiro_ ^O^
P.S. siiiiii!!! riempiamo EFP di fanfic MxN, l'unica vero coppia yaoi di Death Note!!! *__* Mello & Near 4ever!! *__*

-WindOfTheNight: Ciao tesoro! ^O^ è un piacere ritrovarti anche qui! sono felice che le mie ficcy ti piacciano ^///^ povero mello! la tua primadonna preferita!! XDXD se ti sentisse! XD!! uhm..hai ragione! batuffolo di neve mi da proprio l'idea di un gattina annacquato! XDXD per scoprire che cosa l'ha depresso a tal punto dovrai aspettare un pò, ma dal prossimo cappy cominceranno a capirsi alcune cose *_*!! alla prossima!!! bye bye! besos besos!! _Hiro_ ^O^

-Liby_chan: Hello! che bello ricevere una tua recensione ^O^!!! grrrr é_è pure a me qualche volta creano problemi queste cavolo di recensioni! ormai ho perso il conto delle volte che mi ha tagliato qualche commento è_é!! sono contenta però che il tuo sia arrivato ^O^!! è bello sapere che ti piace questa ficcy! spero che continuerai a seguirla! byeeeeee!!! smack smack _Hiro_ ^O^

-himeno chan: oh mia adorata cugynetta! lo sapevo che avresti commentato! ormai non posso liberarmi di te! XD! O_O ehm...devo preoccuparmi? voglio passare una vita tranquilla, io! non stressarmi, o non aggiornerò più muahahaah!!! sono contenta che ti piaccia ^O^ anche se comincio a pensare che sei un pò di parte >.> mah! spero di leggere ancora una tua rece, cugy! ahola! ti voglio bene! -Chie- ^O^

-Teriel Donovan: ^///^ sempaiuccia! l'onore è mio, per aver ricevuto una tua recensione ^///^ sono davvero contenta che ti piaccia (anche io!! ndGhosty) (O_O ma...ma...perchè?? perchèèèèèè???? ndChie) *ignoriamolo e andiamo avanti U_U* eh già! ho un debole per le sotire deprimenti! adoro strapazzare i protagonisti *__*
non c'è bisogno che mi ringrazi sempai ^O^ è stato un piacere! e volevo assolutamente ringraziarvi per il vostro sostegno, e quello mi è sembrato il modo adatto ^_^!! non devi ripagarmi....anche se....una hot MxN......*ç* sto già sbavando! XD alla prossima sempai!! t vojo bene!!! -Chie- ^O^ (e Ghosty!!! ndGhosty) (crepa maledettooooooo!!! ndChie) (sono già morto, tiè! ndGhosty) (O_O..... ç_ç ndChie)

-Fe85: Fe!!!! che bello! sono contenta che continui a seguirmi! mi fa piacere sapere che anche il precedente cappy ti è piaciuto ^O^ cosa combineranno? beh...vedrai un Mellino più dolce della cioccolata che adora tanto *__* o forse no? mah! dovrai scoprirlo leggendo!! XDXD bye byeeeee!!! kississimi!!!! _hiro_ ^O^

Grazie a the vampire girl, anxieroxiemuxie_chan, Darseey, Fe85, ladyVegeta1988, Near Keehl, philotaty, Xx_Sophiestar_xX per aver messo la ficcy tra i loro preferiti! E grazie anche a indialilla, Myrose, Ninive Shyal, RobyChan91 e WindOfTheNight per averla messa tra le seguite!!

Al prossimo capitolo!!

Besos besos besos besitos!!

Vi Adoro!!!!!!

_Hiro_ ^O^

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Capitolo 4
*** Four ***


Hello!^^ Ecco un nuovo cappy ^O^ Stavolta aggiorno da casa di mia zia! XD approfitto del suo computer eheheheh XD
Spero che il cappy vi piaccia!! ^O^

***

Il volto giovane e allegro di un ragazzo ti appare nella mente ma, per qualche motivo, non riesci a collegare quel volto ad un nome, ad una persona che conosci.
La tua mente inquieta cerca quel nome, si sforza di ricordare, ma non ci riesce, e sai che non va bene: devi ricordare chi è, perchè tu sai chi è.
Perciò, mentre dormi, ti muovi, ti giri, ti agiti, non trovando alcuna pace nemmeno nei sogni occupati interemante da quel viso, da quel sorriso, da quei capelli rossi e quegli occhi verdi che sai di aver già visto.
E allora il suo nome comincia a martellarti in testa, come un mantra da non dimenticare, come quelle fitte dolorose che ti attraversano il capo senza darti tregua.

Matt Matt Matt Matt Matt, ancora, ancora e ancora.

Quel nome, quella persona...era tutto ciò che avevi...e ora l'hai perso, per sempre.

Una fitta più forte delle altre ti sveglia, privandoti di quella visione che ti procura tanta sofferenza anche nel sonno, ma, nonostante ciò, non ti senti affatto meglio.
Ti stanno colpendo la testa con un martello, o qualcuno continua a usare un tamburo vicino a te. Se così non fosse, perchè la testa ti dovrebbe martellare con tanto dolore?
Ti muovi un pò, e ti sfugge un gemito sofferente a quell'impercettibile movimento. Vuoi aprire gli occhi, ma sollevare le palpebre è più difficile di quanto immaginassi, sono più pesanti di quanto ricordassi. Ti ostini, ti sforzi, e alla fine un piccolo raggio di luce ti trafigge gli occhi, ferendoli e costringendoti a richiuderli. Ci riprovi, ma la luce è troppo forte per i tuoi occhi abituati all'oscurità portata dal sonno: tuttavia, non ti arrendi.
Li socchiudi ancora una volta, e stavolta cerchi di proteggerli sollevando un braccio per portartelo davanti al viso. Ti sfugge un secondo gemito, e ti accorgi di quanto ti facciano male i muscoli quando ti muovi, come se si rifiutassero di collaborare, di mettersi in moto.
L'ennesima fitta alla testa ti obbliga ad abbassare le palpebre, e per un folle attimo desideri che qualcuno ti privi del cranio per liberarti da quella doglia insopportabile.
Dei brividi di freddo ti percorrono ogni fibra del corpo, e ti stringi maggiormente addosso le coperte che ti avvolgono.
In un attimo di lucidità pensi che non dovresti essere sotto quelle coltri, sopra quel caldo letto, perchè non ti sei mai steso, ma un'altra fitta ti distrae e, prima che te ne possa accorgere, ti sei già adentrato nuovamente nel mondo dei sogni.


Sei seduto su una vecchia panchina arruginita, le gambe strette al petto, il viso nascosto tra le ginocchia. Sei solo in quel parco illuminato dai raggi candidi della luna, e sei contento di quella solitudine che stai vivendo e di quel silenzio che ti avvolge: lo desideravi da tanto.
Sei sempre solo, proprio come adesso, eppure questa nuova solitudine ti rilassa invece di spaventarti come fa di solito.
Senti dei rumori vicino a te, ma non sollevi nemmeno lo sguardo, del tutto disinteressato: non ti importa, sia che siano malviventi sia che siano gli uomini di tuo nonno: vuoi goderti questi attimi di tranquillità finché durano.
-Ehi! Che ci fai qui ragazzino? Questa zona è pericolosa di notte!-
Finalmente ti decidi a sollevare lo sguardo e, con sorpresa, ti ritrovi ad osservare un ragazzo che dovrebbe avere più o meno la tua età, capelli rossi ad incorniciargli il viso magro e grandi occhi verdi che ti fissano con evidente curiosità.
Non parli, continuando a fissarlo e chiedendoti se davvero si sta rivolgendo a te: quando tempo è passato dall'ultima volta che hai parlato con una persona estranea alla famiglia? Proprio non ricordi...
Ingenuamente, in un tipico atteggiamento infantile, volti il capo a destra e a sinistra, accertandoti di non avere nessuno alle spalle col quale il rosso avrebbe potuto parlare.
-Si, parlo con te.- sbuffa lo sconosciuto, sollevando un sopraciglio e guardandoti perplesso.
-Non ho paura.- replichi infine con voce atona, mal interpretando le parole del ragazzo.
-Non era quello che intendevo!- dice infatti, sempre più stranito dal tuo comportamento inusuale. -C'è brutta gente in giro, devi stare attento!-
-Perchè ti preoccupi per me?- chiedi sinceramente interessato alla risposta, non capendo perchè quell'estraneo si cura della tua incolumità: non vi siete mai visti, che gli può importare di te?
Lui ti guarda perplesso più di prima, poi scuote il capo e sorride.
-Sei strano forte, tu! Mi chi....-

La voce del ragazzo si affievolisce per poi spegnersi del tutto nel momento in cui ti ridesti dal sonno. E subito ti accorgi di essere più stanco di quando ti sei addormentato.
Perchè ti senti così? Conosci la risposta, ma non riesci a concentrarti abbastanza da poter estrapolare la diagnosi dai tuoi pensieri sconnessi.
Tenti di aprire gli occhi, per scoprire se qualcosa è cambiato, ma ti arrendi quando li senti bruciare fastidiosamente al contatto con la luce.
Respiri affannosamente, con fatica, e il pigiama nero ti aderisce alla pelle per via del sudore, così come le ciocche bianche che ti ricoprono la fronte madida.
Ti senti uno schifo, e non hai le forze necessarie a risolvere il tuo problema, e anche avendole, non sapresti comunque come risolverlo visto e considerato che non hai nè medici nè medicine a disposizione. A chi potresti chiedere aiuto?
L'unico che avrebbe potuto farlo non è più al tuo fianco, e le persone vive che potrebbero farlo sono molto più felici se tu non sei tra i piedi; così possono godersi indisturbatamente la tua eredità...
Deglutisci e senti la gola ardere, secca ed infiammata: vuoi acqua.
Cerchi di metterti a sedere, ma ti risulta quasi impossibile nelle tue condizioni.
Diamine! Ma quanto è alta la febbre?!
E poi, all'improvviso, senti qualcosa posarsi sulle tue labbra mentre una mano delicata ti sfiora la nuca prima di aiutarti a sollevare leggermente il capo.
Vorresti aprire gli occhi, ma rinunci prima ancor di tentare, e ti limiti a bere avidamente, ma con fatica, dal bicchiere apparso dal nulla.
L'acqua è fresca, ma ha un sapore strano; è...amara.
Gemi insoddisfatto quando non senti più il vetro contro le labbra umide: hai ancora sete, anche se ingoiare ogni sorso è quasi una fatica. Poi, di nuovo il bicchiere sulla bocca, e stavolta l'acqua è cristallina.
Quando finisci di bere, la mano che prima ti sorreggeva, ti abbandona, lasciandoti ricadere dolcemente sul cuscino.
Senti dei rumori flebili rompere il silenzio della stanza, e tenti ancora una volta di concentrarti per capire che sta succedendo, ma il mal di testa te lo impedisce con le sue fitte incessanti.
Nuovamente, quasi contro la tua volontà, l'oscurità ti avvolge: speri solo che, risvegliandoti, ti senta un pò meglio.


-Che ci fai qui?-
La tua voce è neutra, non esprime alcuna emozione come al solito, ma sei sorpreso di ritrovarti davanti lo sconosciuto dai capelli rossi lì, davanti a casa tua..
Il ragazzo sorride imbarazzato mentre si gratta la nuca con una mano, evidentemente impacciato.
-Ti ho seguito.- dice poi, sorridendo ancora.
-E perchè mi hai seguito?- replichi sgarbatamente, mostrando per la prima volta un qualche segno di emotività: in un primo momento sei riuscito a camuffare la sorpresa, ma ti ha dato molto fastidio scoprire di essere stato pedinato senza che te ne accorgessi; ti fa sentire un cretino!
-Dai, non ti arrabbiare!- il rosso agita le mani davanti a sè, cercando di placare la tua crescente irritazione -Ero solo in ansia per te! Se ti avessi lasciato tornare a casa da solo, poi mi sarei sentito in colpa se ti fosse capitato qualcosa! Sembri così indifeso, che non ho resistito!-
L'ira che stava nascendo in te sparisce totalmente a quelle parole, lasciandoti perplesso mentre continui a ripeterti la stessa domanda che ti sei posto quando l'hai incontrato al parco: perchè si preoccupa per te se non vi conoscete nemmeno? Che abbia cattive intenzioni e stia cercando di avvicinarsi con la gentilezza? Non è da escludere. Come lui stesso a detto, non c'è da fidarsi degli estranei: c'è strana gente in giro.
Non sai che rispondere di fronte a quelle bizzarre affermazioni, ma una risposta non si vede necessaria dato che il ragazzo parla ancora una volta, toglientodi la possibilità di replicare.
-Beh, ora che sei a casa, posso andare!- dice ridacchiando di fronte alla tua espressione basita -Buonanotte batuffolo bianco!- e prima che tu possa lamentarti per come ti ha chiamato, si è già voltato ed è corso via.
-Che strano individuo...- mormori tra te e te mentre fai il giro del recinto per entrare dal retro dell'abitazione.

Ti agiti sul materasso mentre ti sfilano velocemente davanti agli occhi dei volti, stordentoti, confondendoti le emozioni e lasciandoti in balia di una tormenta che non riesci ad arginare. All'inizio sono confusi, sfuocati, indistinguibili, poi pian piano cominciano a schiarsi, mostrandoti infine i tratti e le loro espressioni.
Prima una donna, dai capelli chiari e gli occhi grig, i tratti delicatii: sorride; poi un uomo, gli occhi neri, il viso spigoloso e severo, eppure hai la strana sensazione che trasmetta affetto e non austerità e durezza...
Poi il viso di Matt, così conosciuto, che ti ispira una dolcezza e una fiducia che mai nessun'altro ti ha ispirato...
E poi ancora un altro viso, un volto non tanto noto, che però hai già visto...un giovane, i capelli biondi ad incorniciargli il volto e gli occhi azzurri che hanno la capacità di penetrare le tue difese, sconquassandoti l'anima...
Oppure, è solo la tua impressione?

Sono dei flebili rumori a destarti completamente.
Con sollievo di accorgi di come il mal di testa si sia affievolito, dandoti un pò di tregua, e di come il tuo corpo abbia un pò più di forze, abbastanza da permetterti di aprire gli occhi, anche se sei costretto a schermarli con un braccio, sollevato a fatica.
Rincuorato un pò, cerchi mi metterti a sedere, e dopo vari tentativi ce la fai, anche se devi poggiare entrambe le mani sul materasso per non crollare ancora. Nel momento in cui raddrizzi la schiena, qualcosa ti cade sul grembo, facendoti scivolare un brivido in tutto il corpo. Abbassi lo sguardo e vedi un panno umido, lo stesso che fino a poco fa ti rinfrescava la fronte. Non puoi evitare di chiederti se è stato lo sconosciuto con la cicatrice a sistermarlo lì, e non riesci a capire il perchè di tutta quella premura.
Cominci ad avere freddo, e ti tiri su le coperte che sono scivolate quando ti sei messo seduto, mentre con gli occhi socchiusi osservi la stanza. Lo sguardo si sofferma sulla poltrona in pelle: ricordi perfettamente di esserti addormentato lì....che sia stato ancora una volta il biondo a portarti sul letto?
Senti ancora gli stessi rumori che ti hanno svegliato, un crepitio che riconosci ancor prima di posare lo sguardo sul fuoco che scoppietta nel camino.
In quel preciso istante la porta si spalanca, permettendo al biondo di entrare nella stanza: subito noti il vassoio che ha in mano, ma non sai che c'è sopra: non riesci a vederlo.
Lo sconosciuto si avvicina al letto a grandi passi, poggiando il vassoio sul comodino posto vicino alla testiera.
Ti ranicchi il più possibile, allarmato dalla sua improvvisa vicinanza, e l'ansia diventa panico quando si siede sulla sponda del letto e allunga una mano verso di te.
Sbarri gli occhi, e istintivamente ti lasci cadere all'indietro, spaventato, cercando di allontanarti da lui.
Si china su di te, fissandoti negli occhi, poi parla con voce fredda, controllata.
-Devi cambiarti i vestiti.-
Apri la bocca per urlare, terrorizzato da quelle parole che, nella tua mente affaticata, nascondono mille orrendi significati, eppure dalle tue labbra dischiuse non esce un suono.
Il biondo ti afferra per un braccio e ti tira su con grande facilità e, anche se i suoi movimenti sono dolci, tu non lo noti nemmeno.
Vorresti ribellarti, vorresti lottare, ma non hai neanche la forza per restare seduto: trovare una via di fuga è impossibile.
E così, non ti resta che aspettare l'inevitabile...

***

Hello!!! ^O^
Stavolta è stato un aggiornamento rapido! Mi sorprendo di me! XD
Beh, dato che il cappy era finito e visto che per un bel pò non potrò scrivere (ç_ç), ho deciso di postare comunque, senza farvi aspettare!! ^O^
Questa volta il capitolo è più...emozionante! XD se nell'altro non è successo niente, in questo cominciano a chiarirsi un pò di cose ^_^ Spero che vi sia piaciuto!! ^///^

-himeno chan: Ciao cugynetta ^O^ in tutti i casi, continuo a pensare che sei di parte U_U non riusciresti mai a dirmi che un qualche capitolo non ti piace! non mi faresti MAI rimanere male U_U in tutti i casi, sono contenta che mi lasci dei commenti ^O^ spero che questo capitolo ti sia piaciuto! povero nearino vero? ç_ç tutto abbattutto ç_ç ci mancava solo la febbre, bah! al prossimo cappy! Tvb! -Chie- ^O^

-Fe85: Hello Fe'!! Grazie per la recensione ^O^ hai ragione, nel cappy precedente non succede praticamente nulla, ma dovevo lasciarlo così per forza U_U un capitolo di transizione ci voleva! XD spero di essermi rifatta con questo ^///^!! bye bye!! _Hiro_ ^O^

-the vampire girl: ciao!^^ grazie per aver lasciato un commento ^O^ in realtà, nearuccio non fida ancora granché del biondino, ma...*__* si sente attratto da lui *__* ihihih!! spero che questo capitolo ti sia piaciuto! _Hiro_ ^_^

-Near Keehl: Mia fantastica sempai!! ^O^ è bellissimo leggere i tuo commenti ^///^ sono contenta che la ficcyna ti piaccia! mi soddisfa davvero tanto ^O^ chissà...chissà cosa succederà tra i due *_* ihihih! meravigliosa? io? uhm...non mi pare proprio U_U ma grassie comunque del complimento ^///^ Anche io ti voglio bene ^O^ ma questo lo sai già, vero? XD kiss kiss! tvttt...b -Chie- ^O^

-ladyVegeta1988: Mia strepitosa sempai! ^O^ che onore ricevere una tua recensione ^O^ me very happy ^O^ pure io mi sentirei un tantino spaesata XD è il minimo XD però, chissà, forse col tempo il nostro biondino tirerà fuori il suo lato tenero e conquisterà il nostro batuffolo di neve *_* grazie ancora per la rece! e comunque, non sono bravissima U_U ma ti ringrazio lo stesso! Ti vojo bene! besos! -Chie- ^O^

-Darseey: Hello!! ^O^ in effetti, all'inizio pure io pensavo di far sbottare Mello, di fargli perdere la pazienza, ma mentre scrivevo è uscito così, e non mi andava di cambiarlo ^///^ in fondo, anche se fa il duro, è un tenerone il nostro Melluccio ^///^ perchè avrebbe dovuto maltrattare il nostro cucciolo terrorizzato? non sarebbe stato affatto carino U_U addirittura dopo un secondo? XDXD stavolta ho aggiornato presto, ma per il prossimo bisognerà aspettare un pò ^^''' grazie ancora per i tuoi complimenti ^///^ bye bye! smack! _Hiro- ^O^

-Ninive Shyal: mia dolce cognatina! grazie per il commento! i'm so happy! ^O^ e si, il nostro Melluccio è davvero tenero ^///^ Near riesce a tirare fuori il meglio di lui *_* e poi, è abbastanza intelligente da capire che, forzandolo, non avrebbe ottenuto proprio nulla U_U grassie ancora! salutami Ryuga ^_-!! t vojo bene! -Chie- ^O^

-WindOfTheNight: Ciau ciau!! Hai ragione cara U_U Nearino ormai non ha scampo ihihih *__* ormai è caduto nella rete cioccolatosa di Melluccio, e alla fine non potrà far altro che arrendersi...credo! XD grazie per continuare a seguirmi! sei un tesoro! besos!! _Hiro_ ^__^

E sia giunti alla fine di questo capitolo ^_^
Grazie a tutti quelli che hanno messo la ficcy nei preferiti e nelle seguite ^///^ (andrei a controllare i nomi, ma è mezzanotte passata, e nonna vuole tornare a casa sua! mi sta stressando! ç_ç)

Alla prossima!!

Besos!

_Hiro_ ^O^

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Capitolo 5
*** Five ***


***

Ti stringi maggiormente nel giaccone beige, tentando invano di proteggerti dal gelo notturno.
Ancora non riesci a capire per quale assurdo motivo sei di nuovo lì, in quel parco deserto, seduto nella stessa panchina della notte precedente. Sei di nuovo scappato di casa...la prima volta per goderti un pò di libertà, ma stavolta perchè l'hai fatto?.
Poi, all'improvviso, quando senti la voce allegra del ragazzo della notte precedente, capisci che
quello era proprio ciò che cercavi, ciò che volevi.
-Ehi batuffolo di neve! Ancora qui?- ti saluta con un sorriso smagliante, come se ti conoscesse da sempre, come se foste grandi amici.
Sollevi lo sguardo su di lui, e mormori un timido 'Ciao', incapace di dire altro, per poi tornare ad osservare il suolo sotto i tuoi piedi.
Il rosso si siede al tuo fianco, senza smettere di sorridere, sistemandosi sulla panchina in modo tale da poterti osservare bene.
-Se continuo a trovarti qui, penserò che vuoi provarci con me!- esclama dopo un attimo di silenzio, facendoti arrossire leggermente.
Ti volti di scatto nella sua direzione, pronto a replicare acidamente, ma le parole ti muoiono in gola quando ti fa l'occhiolino e scoppia a ridere, estremamente divertito dalla tua espressione da ebete.
Con un sorriso che ancora gli aleggia sulle labbra, tira fuori dalla tasca del giubbotto nero un pacco di sigarette e un accendino.
-Ne vuoi?- ti chiede mentre se ne accende una.
Scuoti il capo, ma rimani a fissarlo, imbambolato, affascinato dai suoi gesti così naturali.
Lo invidi; invidi quello strano ragazzo che si comporta spontaneamente anche con te che sei uno sconosciuto; tu non ricordi nemmeno l'ultima volta che non hai calcolato, pensato un tuo gesto o una parola...Tutto nella tua vita è definit... non c'è spazio per la libera espressione...
-Perchè vieni qui la notte?- chiede l'altro prima di aspirare una boccata di fumo.
-Non voglio stare a casa...- sussurri, e solo dopo aver pronunciato quelle parole ti rendi conto di quel che hai detto.
Distogli velocemente lo sguardo dal rosso, sperando che non ti abbia sentito.
Per quale motivo hai detto una cosa simile a quel ragazzo? Perchè ti ispira fiducia anche se è un estraneo?
Devi stare molto attento, o rischi di scottarti e di rimanere deluso...
-Vieni qui ogni notte?-
-Questa è la seconda volta...- rispondi, e mentre le parole lasciano le tue labbra, l'ansia si fa strada nella tua mente, prepotente, impossibile da ignorare: se quel ragazzo continuerà a farti domande, finirai per raccontargli tutto di te! Non riesci a non rispondere ai suoi quesiti tanto è forte la voglia di conversare con lui!
-Verrai qui anche domani?-
-Non lo so...- replichi prima di rinchiuderti nuovamente nel tuo silenzio.
Ti senti stranamente attratto da quel ragazzo, e la cosa non ti piace. Ti incuriosisce, ti attira a sè, ti spinge a cercare la sua vicinanza, e non va bene.
Lo sai. Hai sempre saputo che non potrai, non dovrai mai stringere amicizia con nessuno...se la tua famiglia dovesse scoprirlo, ti impedirebbe sicuramente di frequentare quella persona. E tutto perchè, sotto un'influenza diversa dalla loro, potresti cominciare a pensare con la tua testa, e questo non si concilia con i loro interessi...
-Ti accompagno a casa.- dice il rosso, prendendoti alla sprovvista, alzandosi dalla panchina e spegnendo il mozzicone sotto la scarpa da tennis.
Sei tentato di rifiutare la sua offerta, ma il sorriso dolce che ti rivolge ti convince ad accettare, e così ti ritrovi a camminare al suo fianco diretti alla tua abitazione.

Ti agiti nel sonno, muovendoti scompostamente sul letto, segno che non dormirai ancora a lungo.
Nel tuo sogno, nella tua mente l'immagine di voi due e della strada svanisce lentamente, poco alla volta, offuscata da una sempre più fitta nebbiolina grigia e, prima di aprire gli occhi, senti le ultime parole del rosso ...

-Se vuoi, ogni notte io sarò lì ad aspettarti.-

Lentamente, con fatica, sollevi le palpebre, scoprendo le pozze nere che celavano.
Ti metti a sedere mentre ti coglie un capogiro, e capisci subito che la febbre è salita di nuovo, annebbiandoti leggermente i sensi.
Troppo stanco, decidi che è meglio restare sdraiato, sperando che la temperatura scenda da sola: in fondo, non sai quando potrai prendere delle medicine.
Afflitto e abbattuto ripensi alle ultime parole del tuo sogno, del tuo ricordo... è stata quella la volta in cui avete iniziato a frequentarvi.
La notte, quando nella tua dimora tutto taceva, sgattaiolavi fuori passando per la porta di servizio, scavalcando il cancello e raggiungendo il prima possibile il parco, sedendoti nella medesima panchina ad aspettare il tuo amico dai capelli rossi.
Solo dopo un paio di giorni gli chiedesti il nome, come se fino a quel momento non fosse un dettaglio importante.
Mail...Matt per gli amici ti rispose e, con immensa gioia, scopristi che tu eri uno di quelli che poteva chiamarlo Matt.
Nelle notti che si susseguivano serene e piacevoli, scopristi mille cose sul tuo nuovo amico, e lui di te.
In realtà, all'inizio, non volevi raccontargli di te, della tua odiosa famiglia, ma fosti costretto a cedere quando lui ti raccontò della broncopolmonite che uccise suo padre, lasciandolo da solo con la madre. Ricordi ancora perfettamente la vostra conversazione al riguardo durante l'ultimo incontro prima che i tuoi nonni scoprissero le tue fughe notturne...

-Mi dispiace Matt...non avevo idea che...-
Lui ti interrompe, sorridendo mestamente. -Non preoccuparti. Son cose successe tanti anni fa. Non ha senso rivangare il passato.-
Abbassi il capo, gli occhi leggermente umidi, triste per quel ragazzo che ha perso parte della sua famiglia.
Non è giusto. Non è affatto giusto.
Mail è un ragazzo troppo buono e gentile per meritare una sofferenza simile!
-Anche io ho perso i miei genitori...- confessi all'improvviso, ansioso di parlare al ragazzo: vuoi assolutamente ricambiare la fiducia che il rosso ha mostrato nei tuoi confronti, e che tu provi nei suoi.
Matt si gira verso di te, guardandoti in attesa che tu prosegua: non ti ha mai fatto domande invadenti e fastidiose, ma è sempre stato curioso di sapere chi sei e cosa ti spinge ad andare in quel parco di notte.
-Sono...morti in un incidente stradale...- mormori, la voce flebile, lievemente incrinata dalla sofferenza ancora bruciante in te -io...avevo quasi...undici anni...- stai per aggiungere qualcos'altro, ma la voce si spezza del tutto, rifiutandosi poi di uscire dalla tua gola.
Il silenzio scende denso su di voi, avvolgendovi tetro in quella notte fredda. Alla fine è il rosso a parlare per primo.
-Adesso...con chi abiti?-
-Con i... genitori di mio padre...- dici, e all'altro non sfugge il modo in cui ti sei rifiutato di pronunciare
'nonni'.
E, mentre Matt si immagina dei simpatici vecchietti amorevoli e dolci con il loro nipotino rimasto orfano, nella tua testa si affacciano prepotenti i volti austeri e severi dei tuoi nonni, un sorriso crudele ad incurvar loro le labbra.
Avvoltoi... ti ritrovi a pensare con disprezzo.
-Se posso chiedertelo...come è successo?-
Hai notato chiaramente l'indecisione intrisa nelle sue parole, come se non fosse sicuro, come se non fosse certo di poter chiedere.
-la....la dinamica dell'incidente non è...mai stata chiara...- cominci a dire, evitando volontariamente di esprimere i sospetti che nutri nei confronti dei tuoi nonni -io...non ricordo cosa successe...ero seduto nel sedile posteriore...guardavo fuori dal finestrino...e, al momento dell'impatto, sbattei la testa contro il vetro, perdendo i sensi...quando aprii gli occhi, ero già all'ospedale...- ti sfugge un singhiozzo che interrompe il racconto. Ti sforzi di continuare per non sai quale motivo, ma il rosso ti blocca.
-Nate...basta così. Per oggi è abbastanza.-
E sono quelle parole dolci a segnare la fine dei tuoi freni: cominci a piangere, e prima di accorgertene sei tra le braccia dell'altro, le mani strette a pugno sul suo cappotto, il viso premuto contro il suo petto.

Quella era la prima volta che parlavi con qualcuno del giorno dell'incidente...

Un tuono violento ti fa tornare con i piedi per terra, alla triste realtà. Automaticamente volti il capo verso la finestra, restando incantato ad osservare le gocce insistenti d'acqua che colpiscono i vetri, la notte illuminata ogni tanto da lampi, il silenzio notturno rotto da qualche tuono.
Poi, all'improvviso, dimentico di tutto il resto, ti torna il mente il biondo che ti ha portato lì, e con un brivido ripensi a poche ore prima, quando, per cambiarti, ti ha spogliato con le sue stesse mani.
Stringi con più forza la trapunta rivivendo il panico provato in quei minuti, l'apprensione al ritrovarti nudo tra le braccia di quello sconosciuto, la paura all'idea di quelle mani sul tuo corpo indifeso e debole...semplicemente il terrore provato in attesa della violenza che sarebbe arrivata.
Chiudi gli occhi, stringendoli con forza, mentre ancora qualche brivido ti scuote.
Hai avuto paurra, ma quel biondo non ti ha fatto del male, non ti ha forzato a fare qualcosa di osceno...come aveva preannunciato, ti ha solo cambiato il pigiama visto che tu non eri in grado di farlo da solo.
Col senno di poi, rifletti su come fossero delicate le sue mani su di te, su come cercasse di toccarti il meno possibile, e ti ritrovi costretto ad ammettere che quell'estraneo ti sta solo aiutando...
Eppure, abituato all'ipocrisia di quelli che avrebbero dovuto proteggerti e amarti, non riesci a concepire l'idea che uno sconosciuto ti abbia raccolto dalla strada, quasi fossi un cucciolo abbandonato, per soccorrerti in un momento di difficoltà.
Tuttavia, ti fa notare una voce nella tua testa anche con Matt è stato così.
Non hai il tempo di riflettere su quella considerazione, perchè la porta della stanza si apre, e il biondo entra; stavolta non porta alcun vassoio, e ti chiedi se abbia intenzione di farti morire di fame.
Quasi ti avesse letto nei pensieri, ti fissa negli occhi e ti chiede perchè non hai mangiato ciò che ti ha portato. In risposta, gli rivolgi uno sguardo interrogativo, e lui indica il comodino.
Con la coda dell'occhio noti un piatto, due bicchieri (uno mezzo pieno e l'altro vuoto) e una brocca.
Il biondo si siede sulla poltrona nera, precedentemente sistemata di fronte al letto, scartando una tavoletta di cioccolato fondente.
-Mangia.- ordina con voce pacata, un tono che non ammette repliche.
Sussulti leggermente, indeciso sul dafarsi, ma alla fine convieni sul fatto che mangiare ciò che ti offre non può che esserti utile: devi riprenderti da quell'influenza che ti sta indebolendo.
Mettendoti lentamente a sedere, ti appoggi contro la testiera in ferro battuto del letto, allungando un braccio sul piatto, prendendolo e poggiandolo sulle gambe distese. Afferri il cucchiaio e, sotto lo sguardo attento del biondo, cominci a mangiare.

***

Bonjour a tout le monde! ^o^ dopo cinque mesi, eccomi qua con il nuovo cappy! In fondo, nuovo anno, nuovo cappy XDXD
Chiedo scusa per il ritardo, ma l’ispirazione se n’è andata da qualche parte, al riparo da me^^’’’ e, ad essere sinceri, nn è che questi paragrafi siano molto di mio gradimento T_T

-Fe85: Hello Fe’! eh eh^^’’’ il seguito non è che sia arrivato poi tanto presto^^’’ grazie mille per i complimenti! Sono contenta che il cappy ti sia piaciuto, e mi augro che anche questo ti piaccia^^’’’ besos! _Hiro_ ^o^

-LadyVegeta1988: oh sempaiuccia! È sempre un piacere leggere le your recensioni *__* me very happy! ^O^ eeeeh! per quando riguarda il rapporto tra Mattino e Nearuccio, ne abbiamo già parlato ihihih, per cosa gli è successo…beh…mica posso spifferarti le cose, no? XD grazie mille per il commento e i complimenti ^///^ me imbarazzata ma happy ^o^!! besos besos besos!! Ti vojo bien! –Chie- ^O^

-Myrose: ^///^ grazie mille! Sono davvero contenta che la ficcy ti stia piacendo ^///^ sono d’accordissimo con te U_U c’è un bel micino nascosto in ognuno di noi ihihih *_* spero che anche questo capitolo ti sia gustato (sperando di farmi perdonare così l’immane ritardo^^’’’)! Baciximi! _Hiro_ =)

-himeno chan: tessssoro!! *__* thanks you!! Me very very happy ^O^ però, tanto non mi fido dei tuoi complimenti U_U sei mia cugyna, sei assurdamente di parte U_U ahahaah XD
Nearuccio innamorato di Mattino? Uhm…chi lo sa! Puoi solo leggerlo per scoprirlo *__* ihihih! Alla prossima cugys! Ti lovvissimo! –Chie- ^O^

-WindOfTheNight: eh eh ^^’’’’ un tantino in ritardo il cappy, non credi?^^’’’ spero comunque che ti piaccia!^^ macché! Nessuna lacrima all’orizzonte…uhm…credo…forse^^’’’ fossi in te, nn mi fiderei di me XDXD grazie per le tue recensioni! Kisses kisses! _Hiro_ =) =) =)

-Ninive Shyal: oh my god! O_O cognatina mia! È da un’eternità che non ci sentiamo!!!! Come stai?? *__* io sono viva, e già questo è una grandissima cosa, nn credi? XDXD e con Ryughino? Tutto bene? *__* ihihih Ellino vorrebbe vederlo il suo gemelluccio adorato ç_ç gli manca ç_ç
Coooomunque! Grazie mille per il commento *_* me happyssima *__* ihih! Alla prossima! (sperando di riuscire a sentirci presto T_T) muchos, muchos besitos!! –Chie- ^O^

-Near Keehl: sempaiiiiii *__* me felice di leggere un tuo commento *__* sono contenta che la ficcy ti piaccia anche se è un tantino deprimente a volte^^’’’
uhm….mi spiasce ma non posso dire nulla U_U sia che Mattino conosca Mellino, sia non lo conosca, ho la bocca cucitissima XDXD
Oh si, povero batufoletto ç_ç anche a me viene voglia di abbracciarlo, coccolarlo e fallo sentire tanto amato ç_ç che dolciura! Bye bye! ^O^ (smack smack smack)x1000!! Ti vojo bien!!! Chie ^____^

-marty_ohba: hi^^ grazie per la recensione^^ anche se un pochino in ritardo ecco il new capitolo! spero ti piaccia^^ baciotti _Hiro_ ^__^

Grazie anche a chi messo la ficcy tra i preferiti, le seguite e chi ha semplicemente letto^^ Grazie di cuore^^

Alla prossima (che spero ardentemente non sia tra qualche mese^^’’’’)

Baciottoli!!!

_Hiro_ ^o^

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Capitolo 6
*** Six ***


Bene gente! ecco a voi il new cappy! spero vi piaccia!!! ^o^
ATTENTION!!!!! In questo cappy cambia il POV! non più Nearino, ma Melluccio!
Buona lettura!!! ^o^

***

Scosti con gesto stizzito le tende bianche della finestra osservando la luna piena attraverso il vetro sottile, masticando svogliatamente un pezzo di cioccolato: per la prima volta da moltissimo tempo non hai una gran voglia di dolce.
Sbuffi seccato, irritato per un motivo che ancora ti sfugge, e ti allontani dalla finestra non più interessato, cominciando a misurare a grandi passi il tappeto scuro ai piedi del letto matrimoniale, avanti e indietro senza fermarti.
Sono uscito fuori di testa!, ti dici cercando di convincerti: è l'unica scusa 'logica' che ti è venuta in mente, l'unica possibile e credibile.
Se così non fosse, perché dovresti aiutare uno sconosciuto come fosse un gattino annacquato raccolto per strada?!
Sbuffi ancora abbandonandoti mollemente sulla poltrona in pelle, poi un sospiro ti sfugge dalle labbra sottili. Non sei uscito fuori di testa e lo sai perfettamente, solo non vuoi ammettere che ti senti ancora legato ad un ricordo, ad una promessa fatta tanti anni prima.
Porti la tavoletta alle labbra, mordendola senza alcun interesse, facendolo per inerzia, posando poi lo sguardo sulla figura candida stesa sul tuo materasso, quasi totalmente celata al tuo sguardo dalle coperte pesanti.
Perché lo stai facendo?
Te lo chiedi da quando l'hai poggiato per la prima volta su quel letto, fragile e febbricitante, e ancora non hai trovato una risposta che ti soddisfi.
Arrivato a questo punto, il tuo interesse nei suoi confronti va ben oltre la promessa fatta o la semplice umanità.
Dovevi dargli un posto caldo in cui stare, e lo stai facendo.
Dovevi dargli ciò di cui aveva bisogno per guarire, e lo stai facendo.
Dovevi dargli dei pasti caldi perché riprendesse le forze, e lo stai facendo.
Dovevi assicurargli una protezione costante, e lo stai facendo.
E allora, a cosa è dovuta quell'insana apprensione che turba costantemente il tuo animo? Non era nei patti, e non l'accetti!
Scatti in piedi all'improvviso lasciando cadere il cioccolato sul tavolino di fronte a te, avvicinandoti poi lentamente al letto.
Non dovresti avvicinarti, non dovresti essere interessato, lo sai, eppure non riesci a trattenerti.
Appena gli sei vicino allunghi una mano verso di lui, scostando un po' a trapunta per poter vedere il suo viso mentre dorme, così rilassato, così indifeso. All'inizio il suo sonno era piuttosto agitato, adesso invece sembra più tranquillo, come se fosse a suo agio sotto quelle calde coltri.
Un sorriso spontaneo ti incurva le labbra, appena accennato ma carico di tenerezza. Te ne accorgi quasi subito e aggrotti le sopracciglia, incredulo e scettico, tornando alla tua solita espressione distaccata, apatica.
Non devi, assolutamente non devi! Ti è proibito Mihael! ti imponi con rabbia, scostandoti dal letto e appoggiandoti al muro poco distante.
Sei stanco, improvvisamente senza forze, e non riesci a stare in quella stanza per la paura della vicinanza di quel piccoletto.
Con passo spedito ti allontani, uscendo dalla stanza senza chiudere nemmeno la porta alle tue spalle.
Che cazzo hai in testa Mihael? ti domandi istintivamente scendendo a due a due i gradini delle scale per raggiungere il piccolo garage. Spalanchi la porta e subito ti fiondi sulla tua moto, salendoci in meno di un secondo. Premi il pulsante di attivazione a distanza sul telecomando e poi lo ficchi in tasca mentre il cancelletto si apre silenziosamente, per richiudersi solo quando hai messo in moto e sei partito a gran velocità sfrecciando tra le strade della città illuminate dai lampioni. Quando rientri al tuo appartamento il sole è già sorto da un pezzo illuminando la città con i suoi raggi dorati. Chiudi la porta d'ingresso a chiave e percorri lentamente il corridoio che porta alla camera da letto. Ti accorgi che la porta è ancora aperta così come l'avevi lasciata, ma il piccoletto non dorme più ed è seduto vicino alla finestra intento ad osservare fuori.
-Come ti senti?- chiedi senza riuscire a tenere la bocca chiusa.
Lui sussulta e volta di scatto il capo nella tua direzione, spaventato dal tuo apparire improvviso. Poi abbassa lo sguardo, forse intimidito o impaurito, smettendo di fissarti.
Innervosito dal suo totale rifiuto di comunicare, per niente disposto ad accettare ancora un simile comportamento da quel piccoletto che hai salvato, fai un passo avanti minaccioso, pronto ad essere sgarbato o intimidatorio.
-Io...sto meglio...- sussurra lui sorprendendoti e facendo sfumare la rabbia come fosse neve al sole.
E' la prima volta che senti la sua voce e, nonostante sia un po' roca per non essere stata utilizzata per molto, è comunque dolce, sottile, quasi femminile.
Il silenzio cala di nuovo fra voi e a te non viene in mente nulla da dire per romperlo ma, inaspettatamente, è proprio lui a parlare dopo essersi schiarito la gola.
-Ti...ringrazio per...avermi aiutato...- balbetta come se fosse indeciso; è evidente che ancora non si fida di te e, chissà perché, ciò ti infastidisce.
Ti avvicini a lui poggiandoti al muro davanti a lui incrociando le braccia al petto.
-Non c'è di che.- rispondi come se parlassi di un nonnulla, sorridendo lievemente senza riuscire a trattenerti: devi ammetterlo, quel bimbetto ha uno strano effetto su di te.
Ancora silenzio, poi lui alzo lo sguardo su di te, improvvisamente coraggioso.
-Perché l'hai fatto? Neanche mi conosci...- e dal tono in cui lo dice è chiaro come sia qualcosa di incomprensibile per lui, di anomalo, anormale.
-Perchè ne avevo voglia.- replichi distogliendo lo sguardo, mentendo spudoratamente e sentendosi in colpa per quello. Ma in fondo, a che pro dirgli la verità? Pochi giorni e se ne andrà, pochi giorni e non vi vedrete mai più.
Lui gira nuovamente il capo per non guardarti, forse stupito dalla tua risposta, o forse insoddisfatto.
-Ti deciderai mai a dirmi il tuo nome ragazzino?- gli chiedi sperando che stavolta ti risponda.
-...Near...-
Aggrotti le sopracciglia sospettoso, poi torni alla tua espressione sorniona: se si presenta per soprannomi per te va benissimo.
-Mello.- rispondi allungando una mano verso di lui ma, te ne rendi conto dopo, non lo fai per essere educato bensì per poter sentire ancora una volta la pelle delicata di Near contro la tua.
Lui rimane ad osservare quella mano guantata di nero evidentemente indeciso, poi solleva il proprio braccio per stringerla e, mentre stringi la sua a tua volta, un brivido ti attraversa il corpo.
Con un enorme sforzo di volontà riesci a non ritirare la mano di scatto, violentemente, ma fremi a disagio: come può un così semplice contatto riscaldarti a tal punto?
Dopo qualche secondo lasci cadere il braccio lungo il fianco mentre il piccoletto lo posa in grembo con fare timido; le sue gote sono leggermente arrosate facendolo apparire ancora più fragile e delicato, e ciò ti fa venir voglia di abbracciarlo e stringerlo a te per proteggerlo da tutto e da tutti, da qualunque cosa possa fargli del male.
Metti a tacere quel moto di inspiegabile tenerezza tirando fuori una tavoletta di cioccolato dalla tasca del cappotto rosso che ancora indossi, sperando che quella ti distragga dalle labbra sottili dell'albino, il quale le sta martoriando con i denti, labbra che sicuramente sono molto più dolci del cioccolato che ti appresti a mangiare.
Distogli lo sguardo fissando un punto imprecisato fuori dalla finestra mentre trattieni un sospiro rassegnato.
Per carità, in che situazione mi hai cacciato Mail?

***

Aehm...bastano delle sentite scuse per farmi perdonare?? ^^''' stavolta c ho messo una vita ad aggiornare, ma spero che questo capitolo vi sia piaciuto e mi abbia fatto guadagnare un paio di punti ihihih *__*

-Myrose: ^///^ grazie mille per i complimenti! sono contenta che la ficcy ti piaccia! anche se un pò (tanto) in ritardo, spero che questo cappy ti sia piaciuto^^ grazie ancora^^ besos!! _Hiro_ ^o^

-marty_ohba: aehm...diciamo che sono un pochino in ritardo ç_ç chiedo umilmente venia per il ritardo ç_ç spero che mi sia fatta perdonare almeno un pò con questo capitolo ^///^ grazie mille per il commento! kisses kisses! _Hiro_ ^o^

-Near Keehl: sempaiiiiiiiiii *_* me sempre felicissima quando leggo una tua rece! grazie grazie grazie mille ^o^ ihihih niente spoiler anche se sei la mia sempaiuccia U_U Lo siento muahahaha XD spero che questo cappy dal POV di Melluccio ti sia piaciuto^^ ciauz! Ti vojo bien!! (besitos besitos)x1000!!! -Chie- ^o^

-himeno chan: oh cugyola! ma nn ti perdi un capitolo?? se tussissima! beh, hai ragione, se vuoi leggere la ficcy devi per forza lasciarmi in vita e in forma U_U sono intoccabile!! muahahahah *__*! beh, spero ti sia goduta questo cappy! alla prossima!! ti lovvissimo!!! -Chie- ^o^

-RobyChan91: ciao dolce nee-chan ^o^ eh si, nearuccio così triste mi fa venire voglia di strapazzarlo per coccolarmelo tutto ç_ç uhm...però anche a melluccio viene questa inspiegabile voglia *_* mah, chissà come mai *_* muahah! grazie per la rece! ti vojo bene!!! -Chie- ^o^

-Fe85: Hello Fe'!!! grazie per la recensione! sono contenta che nonostante il lavoro trovi il tempo di lasciarmi un commentuccio ^//^ me happyssima eh eh ^///^ spero che questo capitolo ti sia piaciuto!^^ grazie ancora! besos! _Hiro_ ^__^

Beh, grazie anche a chi ha messo la ficcy tra i preferiti, le seguite o quelle da ricordare e anche a chi ha semplicemente letto ^o^ Arigatou!!

Alla prossima!!!

_Hiro_ ^o^

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Capitolo 7
*** Seven ***


Prima di tutto chiedo scusa per il ritardo con cui aggiorno, ma sono stata molto impegnata con l'esame di maturità, e ora che è finito spero di riuscire a pubblicare con più frequenza^^ Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia^^ ah! dimenticavo!! Si torna al punto di vista di Nearino!! Buona lettura!! ^o^

***

Stai correndo sotto la pioggia, ridendo nonostante le gocce di acqua gelida che ti cadono continuamente addosso. Matt corre davanti a te, anche lui ridendo, invitandoti di tanto in tanto a correre più velocemente per raggiungere il prima possibile un riparo.
I capelli bagnati sono attaccati alla testa, gocciolanti, e alcune ciocche bianche ti sono finite in faccia, disturbando la visuale. Eppure non t'importa. Ti stai divertendo. Correndo sotto quella pioggia scrosciante, ti stai divertendo da matti!
Il rosso si ferma di fronte ad un vecchio palazzo con il portone aperto, entrando e tirandoti per un braccio così da far entrare anche te.
-Cavolo! Chi pensava che avrebbe piovuto!- esclama scuotendo il capo per liberarsi di un pò d'acqua.
Tu ridi divertito, e il ragazzo ricambia il sorriso.
-E' bello vederti ridere.- dice improvvisamente serio, fissandoti dritto negli occhi.
Abbassi lievemente la testa, a disagio: sai che presto dirà qualcosa che rivangherà il passato.
-Matt non...- cominci a dire, cercando di bloccarlo prima che aggiunga una sola parola, ma è lui bloccarti.
Si avvicina di qualche passo, ritrovandosi a pochi centimetri da te. Ti prende il mento tra l'indice e il pollice, costringendoti a sollevare lo sguardo su di lui, e tu arrossisci un pò.
-Sei più bello quando sorridi.- sussurra facendoti avvampare ancora di più.
Il suo viso si fa più vicino e tu sbarri gli occhi, sconvolto.
All'improvviso Matt si allontana di scatto, ridendo a crepapelle, le lacrime che si confondono con le gocce d'acqua che gli scivolano dai capelli.
-Dovevi vedere la tua faccia!- esclama senza smettere di ridere, tenendosi un fianco e tentando invano di calmare le risa -Eri buffissimo!-
Tu, divertito anche se lievemente offeso, assottigli gli occhi, rivolgendogli un'occhiataccia.
-Idiota- sbotti incrociando le braccia al petto e voltando il capo da una parte, per non guardarlo.
Il rosso ti si avvicina di nuovo, con un sorriso.
-Eddai Nate! Non prendertela!-
Ti volti di scatto e gli fai la linguaccia, scoppiando poi a ridere.
-Stupido! La tattica del finto bacio! Non posso cascarci ancora! Sei monotono- e ridi ancora più forte.
-Nate, lo sai che non ti lascerò mai, vero?- sussurra all'improvviso, sorprendendoti con il suo cambio di argomento.
Ogni volta quel ragazzo cambia argomento ed umore tanto velocemente da lasciarti spesso basito.
Annuisci lentamente, certo che le sue parole siano la pura verità. E' il tuo migliore amico, e ora che non hai nessun altro è l'unico che porta una ventata di allegria e spensieratezza nella tua vita.
-Lo so Matt...anche io ti starò sempre vicino...-
-E come potrebbe essere il contrario, piccolo Near?- dice con un sorriso, appellandoti con quello stupido sopranome che non sopporti.

Distogli lo sguardo dalla finestra smettendo di osservare le gocce d'acqua che bagnano il vetro trasparente, allontanando dalla mente quei ricordi dolorosi che la pioggia porta con sé.
Oh Matt...mi manchi tanto... pensi e, per la prima volta da quando lui se n'è andato, pensando a lui non avverti solo la sofferenza, bensì un misto di tristezza e felicità; non più solo il dolore per la perdita, ma anche la gioia per i bei momenti che avete passato insieme, per l'allegria che ha portato nella tua buia esistenza anche se per poco.
Non capisci a cosa sia dovuto quest'improvviso cambiamento, non lo sai, e al momento non t'importa: ti basta smettere di provare quel senso di incompletezza e mancanza che ti ha tormentato per l'ultimo periodo della vita.
Si dice che col tempo si impari a metabolizzare ed affrontare le sofferenze che la vita ti mette davanti e tu, forse, hai cominciato a farlo.
La porta della stanza si apre e il biondo che ti ha salvato dal baratro entra rivolgendoti un cenno veloce di saluto.
-Perché non hai mangiato?- ti chiede adocchiando il vassoio col cibo intatto sul comodino vicino al letto.
-Mangerò più tardi, adesso non ne ho voglia.- rispondi senza guardarlo e arrossendo un po' sotto il suo sguardo indagatore.
Dopo aver poggiato il proprio cappotto rosso su una sedia, Mello si avvicina al letto per sedersi al tuo fianco.
-Sei rosso. Non avrai di nuovo la febbre!- si lamenta allungando una mano per toccarti la fronte.
Tu sussulti un po' ma non ti ritrai come le altre volte: ormai ti stai abituando alla spontaneità e tranquillità con le quali quel ragazzo ti tocca, ti parla, ti si avvicina, e devi ammettere che non ti da affatto fastidio...ti sembra di tornare indietro nel tempo, a quando hai conosciuto Matt...
Quando senti la sua pelle contro la tua un po' sudaticcia arrossisci ancora di più, imbarazzato dalla sua vicinanza e da quel gesto ai tuoi occhi così intimo.
Lui fa una smorfia di disappunto, senza capire perché continui ad essere rosso se non sei caldo. Sbuffa seccato poi si alza avvicinandosi all'armadio; lo apre e tira fuori una maglietta extra-large nera e un paio di boxer, sempre neri. Esce dalla stanza e torna poco dopo per tornare al tuo fianco. Scosta le coltri che ti coprono e ti sorride per non spaventarti quando ti prende in braccio.
Senti il viso già in fiamme raggiungere temperature elevatissime e abbassi il capo per non farglielo notare. Nonostante la situazione non hai paura, e sai perfettamente che ti sta portando in bagno per permetterti di fare una doccia: due giorni prima, quando la febbre finalmente è scesa, ti ha indicato la strada per arrivarci e ti ha dato la roba così che potessi andarci da solo, ma appena hai poggiato i piedi per terra ti sei accasciato di nuovo, troppo debole, e così Mello è stato costretto a prenderti in braccio. Ora pensi di avere abbastanza forze per andarci da solo senza bisogno di aiuto, ma è davvero piacevole farsi 'coccolare' da quel biondo che, da quel che ne sai, mangia solo cioccolato.
Quando la porta della toilette si chiude alle tue spalle e ti ritrovi da solo, cominci a spogliarti smanioso di entrare nella vasca e goderti un bel bagno caldo.
Mentre l'acqua lentamente riempie la vasca, tu perdi tempo ad osservarti allo specchio. Il riflesso che osservi ti piace; ha un aspetto più sano, forte e sereno di qualche giorno prima, ed è merito solo di quel ragazzo che, con la sua sola vicinanza, ti ha infuso più forza di quanta credessi; più il tempo passa e più assomiglia a Mail, ti fa provare la stessa tranquillità, la stessa serenità, ma anche qualcos'altro che ancora non riesci a definire.
Ti immergi nell'acqua calda e gemi di piacere al sentire quel dolce tepore avvolgerti completamente.
Vorresti restare in quel limbo per sempre: quello sconosciuto che ti coccola così come faceva Matt, la serenità che ha preso il posto della solitudine che attanagliava il tuo cuore...
Vorresti restare in quell'appartamento per sempre, per che sai che, appena lasciato quel nido tranquillo, lontano dalle cure e dalle attenzioni del biondo, dovrai tornare al mondo cupo e lugubre nel quale i tuoi nonni ti hanno segregato, senza amore, senza affetto, senza rispetto, senza attenzioni, caratterizzato solo dalla più totale indifferenza.
Scuoti il capo scacciando quei pensieri, tentando di proteggerti il più a lungo possibile, approfittando fin che puoi di quello che la buona sorte ti ha messo di fronte prima di tornare all'amara realtà.
Sospiri e, quando avverti l'acqua farsi più fredda, decidi di uscire per asciugarti e tornare in camera.
Infili i boxer e la maglia che ti copre fino a metà coscia, poi esci e, a piccoli passi per non rischiare di cadere, percorri il breve corridoio.
Quando superi la soglia Mello si gira verso di te e ti viene incontro, allarmato nel vederti in piedi senza la sua supervisione, ma all'improvviso si blocca e distoglie lo sguardo da te. Lo guardi stranito, senza capire, ma sei costretto a lasciar perdere quando lui ti parla distogliendo la tua attenzione dal suo strano atteggiamento.
-Perché non mi hai chiamato?! Sei ancora debole!- esclama senza guardarti, fissando un punto indefinito del muro.
-Mi sento bene.- dici per tranquillizzarlo, e ti sorprendi nel constatare che sei stato tu a dire qualcosa per tranquillizzare Mello, e non il contrario come al solito. Sorridi soddisfatto per questa nuova vittoria.
Ti avvicini al tavolo e prendi uno dei libri che il biondo ti ha prestato per passare il tempo quando lui non c'è, ed è un bene visto che esce molto spesso.
-Devo uscire per un paio d'ore. Torno prima di cena.- ti informa afferrando il cappotto tolto solo mezz'ora prima e prendendo le chiavi. -Vedi di mangiare.- ordina perentorio prima di sparire oltre la porta.
Sospiri rassegnato e, riapponggiando il libro, vai a prendere il vassoio che Mello ti ha portato per pranzo. Consumi quasi la metà delle pietanze, e speri che basti perché non ne hai proprio voglia.
Stai per sederti su una delle poltrone per leggere qualcosina quando ti viene voglia di dare un'occhiata in giro visto che il padrone di casa non ti ha fatto fare un giro 'turistico' e sei curioso di vedere qualcos'altro non sia la camera e il bagno! Cedi alla tentazione, sapendo che cercare di resistere sarebbe del tutto inutile. In fondo che c'è di male? Il biondo non c'è e ti senti abbastanza in forza da avventurarti per l'appartamento da solo.
Esci dalla camera da letto, superi il bagno e ti ritrovi due porte davanti. Ad una ad una le apri: la prima nasconde uno studiolo con varie librerie a tappezzare il muro, mentre l'altra è un ripostiglio.
Entri nello studio per guardarti intorno, curioso. Ti avvicini alle librerie per vedere che libri, oltre a quelli che ti ha portato, ha a disposizione, ma la tua attenzione viene attratta da una scatola bianca posta orizzontalmente su uno degli scaffali. La sfili per vedere cos'è, e rimani stupito nello scoprire che è un puzzle.
Un sorriso nasce subito sulle tue labbra: rappresenta un paesaggio, ma ti ricorda comunque il puzzle totalmente bianco che ti aveva regalato Matt dicendo che si addiceva al tuo 'colore'.
Apri la scatola e, non potendo resistere alla tentazione, rovesci il contenuto sul tappeto scuro per terra, cominciando subito a ricostruirlo.
All'improvviso senti la voce di Mello chiamarti a gran voce e sussulti spaventato: ti chiedi quanto tempo è passato da quando sei entrato in quella stanza; di certo qualche ora visto che hai avuto il tempo di fare il puzzle una ventina di volte e ora sei di nuovo a metà dell'opera. Il biondo compare sulla soglia e il pezzo di puzzle che hai tra le mani scivola dalle tue dita.
-Che ci fai qui dentro?- dice con tono irritato, e un brivido ti percorre la schiena per la paura: ti fidi di lui, ma le reazioni violente ed improvvise ti mettono in agitazione più di quanto vorresti. Lo guardi paralizzato e pensi che, forse, non dovevi entrare lì...
-Ehm...ecco...mi annoiavo e...- cominci a dire, ma ti blocchi subito abbassando lo sguardo non riuscendo a reggere il suo. -Ho solo preso il puzzle! Non ho toccato niente!- esclami all'improvviso, scusandoti con foga -non volevo far nulla di male, pensavo...-
A quelle parole il biondo pare rilassarsi, e tu con lui. Mello si passa una mano tra i capelli, distoglie lo sguardo, poi torna a fissarti.
-Ti piace quel puzzle?-
-Si...-
-Puoi tenerlo se vuoi.- e così dicendo si sfila il cappotto e sparisce di nuovo: forse è andato a poggiarlo in camera, pensi.
Posi lo sguardo sul puzzle mezzo svolto e non puoi far a meno di sorridere di nuovo: ha detto che puoi tenerlo, e ciò ti rende felice. Quando tornerai in quel posto che dovresti chiamare 'casa' ma che assomiglia più ad una prigione, potrai fare e rifare quei due puzzle che le persone più importanti della tua vita ti hanno donato.

***

Allora....che dire di questo cappy.....uhm....finalmente le cose si sta smuovendo! Nearino non è riuscito a resistere alla gentilezza dimostrata da Mellino perchè gli ricorda troppo il suo unico amico Mattino! e per il puzzle...beh, non ho saputo resistere!! Per me le manine di Near e i puzzle sono due parti della stessa medaglia!! XDXD!!! Comunque, spero che questo capitolo non vi abbia deluso vista la lunga attesa^^'''

-marty_ohba: Ciao Marty-chan!! ^o^ sono cotenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto, e spero che anche questo non sia stato da meno^^''' sono un pò in ansia (più del solito XD) perchè di punto in bianco ho deciso di cambiare alcune cose della trama originale, ed è uscita fuori 'sta cosa XD è un piacere ringraziarti! mi fa felice leggere le tue recensioni!!! non ti ringrazierò mai abbastanza!! besos besos!!! _Hiro_ =) =)

-RobyChan91: Neeee-chaaaaan!!! visto??? ieri ti ho detto che l'avevo quasi finito sto cappy, ed eccolo qua XDXD mi sono messa d'impegno per finirlo presto!!! ihih!! non importa se sei indietro con le recensioni!! sei stata molto impegnata pure tu!!!^^ Sono contenta che il cappy precedente ti sia piaciuto, e spero che questo non ti deluda! Sto cercando di schiarire pian piano la trama, ma non so se ci sto riuscendo^^''' grazie per la rece!!! ti voglio bien!!! -Ely- ^o^

-xxxmacky96xxx: Ciao marika!! sono felice che la ficcy ti piaccia! e ne approfitto subito per ringraziarti per aver messo la fanfic nei preferiti^^ eh già! Nearino è tanto dolcioso! anche a me vien voglia di strapazzarlo di coccole (ma evito quando c'è Melluccio in giro^^''' potrebbe prenderla male XD) Grazie mille per il commento!! spero che questo capitolo ti sia piaciuto^^ kisses!!! _Hiro_ ^o^

-himeno chan: aehm.....dimmi che sono perdonata nonostante il ritardo??? non è stata colpa mia!! lo giuro!! è colpa dell'esame!! dell'esameeeee!!!! XD da ora in poi spero proprio di aggiornare con più assiduità!!!^^ ci proverò, promesso!!!^^
Eh si, Melluccio non poteva non cedere alla dolcezza dell'albino^^ in fondo, sono fatti l'uno per l'altro, è questione di alchimia!! *__* spero che il cappy ti sia piaciuto!!! ti lovvo lovvo lovvo!! -Chie- ^____^

-Near Keehl: Seeeempaiiiiii!!!! ^o^ è sempre bellissimo leggere una tua recensione!!! me happyssima!!! ^o^ spero che nonostante il ritardo non sia il tuo fantasmino a recensire^^''' mi sentirei in colpaaaa!!! uff, tutta colpa dell'esame T_T!!! comunque!! chissà chissà se l'incontro tra Nearino e Melluccio è stato un caso o meno...magari c'entra Mattino, magari no...non te lo dico *__* ihihih!!! spero che il cappy ti sia piaciuto!!! ti voglio bene!!!!! besitos besitos!!! -Chie- ^____^

-Fe85: Hello Fe'!!! non ti preoccupare del ritardo! sarai sicuramente piena di impegni ^_^ ops! colpa mia! in realtà non volevo dire 'apatico', ma non sono riuscita a trovare un altro termine, e poi mi sono dimenticata di cambiarlo^^''' quello che volevo dire è che Mello cerca di nascondere il proprio interesse per il piccoletto perchè non gli piace provarlo, più o meno...ehm, credo di non essere stata per niente chiara nel spiegare quello che volevo dire in realtà^^''' scusa! cmq, spero che questo capitolo ti sia piaciuto^^ besos!! _Hiro_ ^o^

Bene! Grazie a tutti quelli che leggono, che hanno messo la ficcy tra i preferiti o le seguite o quelle da ricordare^^ grazie di cuore! e ovviamente grazie a tutti quelli che recensiscono e mi sostengono con il loro appoggio! thanks!!

Alla prossima!!!

Kiss Kiss Kiss

_Hiro_ ^o^

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Capitolo 8
*** Eight ***


ATTENZIONE!!! Capitolo dal punto di vista di Mellino ^o^

***

Ti lasci cadere sulla poltrona nera mentre finisci di masticare il pezzo di cioccolato che hai in bocca, l'ultimo dell'ennesima barretta della giornata. Sei completamente al buio: tutte le lampade della stanza sono spente, e la luce della luna non riesce a sostituirle perché bloccata dalla tende scure tirate sulle due finestre. In realtà non ti importa molto di essere al buio, anzi, per te è un bene perché almeno così non riesci a vedere il volto innocente ed eccitante di Near, placidamente addormentato sul tuo letto; tu, al contrario, non riesci a chiudere occhio. Quando ti sforzi di addormentarti, anche solo per qualche oretta giusto per riposarti un po', vieni assalito dai ricordi di anni passati, momenti trascorsi all'insegna dell'allegria insieme al tuo migliore amico, l'unico che puoi considerare un fratello, un membro di quella famiglia che tu non hai mai avuto. E, come se quello non bastasse, ora che quel nanerottolo tutto bianco si trova sotto il tuo stesso tetto, senti desiderio e passione spingerti verso di lui, come un metallo inevitabilmente attratto da una calamita, e sai di non potervi cedere perché molto presto lui se ne andrà, e non puoi permetterti di legarti a lui in alcun modo.
Il filo dei tuoi pensieri viene momentaneamente spezzato dal frusciare leggero delle lenzuola, e istintivamente ti giri verso il letto scrutando nel buio la sfocata figura del piccoletto lì steso; lo senti mugugnare qualcosa di incomprensibile mentre si agita un po' sul materasso e, senza neanche rifletterci, ti alzi e ti avvicini, sedendoti poi sul bordo del materasso tentando di non far troppi movimenti per evitare che il ragazzino si svegli. Non riuscendo a resistere alla tentazione scosti la trapunta per scoprire il suo volto, e quasi imprechi quando qualche fioco raggio di luna lo illumina permettendoti di vederlo nell'oscurità che ti circonda: anche se hai spostato le coltri non volevi vederlo, o almeno non in quelle condizioni, quando è addormentato, totalmente indifeso, il viso infantile illuminato dalla luce argentea dell'astro celeste che lo fa apparire ancora più candido e fragile di quanto già non lo sia. A quella vista ti si stringe il cuore ed emozioni contrastanti nascono violentemente in te: senti la voglia di abbracciarlo per proteggerlo e dimostrargli che non è solo, ma dall'altra parte, con maggior impetuosità, avverti il desiderio di baciarlo, accarezzarlo, possederlo in tutti i modi possibili per poter ammirare quella pelle candida quando diventa rossa per l'imbarazzo, la passione e il piacere. Digrigni i denti e ti allontani di scatto, irritato per l'ennesima volta con te stesso per esserti lasciato ancora andare a pensieri lussuriosi sul tuo ospite, ben sapendo di non poterli soddisfare.
Torni a sederti sulla poltrona maledicendoti mille volte, sforzandoti di tenere a bada il desiderio riuscendoci abbastanza bene. Non è la prima volta che ti capita di provare un simile interessamento per qualcuno appena conosciuto, in fondo la carne è carne, ma non era mai successo in modo così violento, incontrollabile, quasi sia del tutto impossibile resistere alla tentazione che costituisce. Chiudi gli occhi sperando così di allontanare il suo viso dalla mente, ma alla fine sei costretto ad alzarti ed uscire dalla stanza. Ti bruciano gli occhi e così passi una mano su di essi, sfregandoli con forza, ma quel bruciore non accenna a diminuire: l'unica cosa di cui avresti bisogno è una lunga e tranquilla dormita. Trascinandoti senza forze ti dirigi verso l'ufficio dove hai trovato il piccoletto nel pomeriggio, e poi ti lasci andare stancamente sulla poltrona dietro la scrivania. Rimani immobile per un attimo, troppo esausto anche per respirare, e solo dopo qualche minuto apri uno dei cassetti tirando fuori una vecchia fotografia. Un amaro sorriso ti incurva le labbra nel vedere il tuo migliore amico sorridere al fotografo, i capelli rossi scompigliati, un braccio avvolto sulle tue spalle.
Quanto tempo è passato da quel giorno? Non ti metti a calcolarlo, ma sai che sono parecchi anni, forse quattro, forse qualcuno in più. Lasci cadere la foto sulla scrivania rilassandoti contro lo schienale.
Mail..., pensi con un moto di tristezza nel cuore, perché te ne sei andato anche tu? Mi hai lasciato da solo...di nuovo...
Chiudi gli occhi tentando di controllare le tue emozioni, ma è difficile: hai cercato di scappare da quel dolore per troppo tempo sperando che così sarebbe scomparso, ma ti sbagliavi...è rimasto dentro te e sempre ci rimarrà.
Dicono che il destino sia davvero crudele, e solo adesso dopo aver perso chi avevi di più caro ti rendi conto di quanto quell'affermazione sia vera: prima ti costringe ad affrontare il dolore, poi ti regala un periodo di felicità, ed infine, veloce come te l'ha regalata, ti riporta via quella serenità...
Non hai avuto un'infanzia felice, passando da un affido ad un altro con la speranza di trovare una casa, una famiglia che ti accogliesse. Eppure, non l'hai mai trovata perché qualcosa è sempre andato storto contro ogni tuo volere, e così alla fine sei rimasto nell'orfanotrofio nel quale, appena nato, quella che doveva essere tua madre ti ha lasciato, abbandonandoti perché non ti voleva. Inevitabilmente tutti i rifiuti ricevuti ti hanno reso aggressivo, diffidente, e geloso di chi aveva qualcosa che a te mancava, di qualunque cosa si trattasse. Poi la vita ti aveva regalato un po' di luce, una salvezza donata sotto le spoglie di un ragazzino incontrato per caso in un parco. E da allora tutto era cambiato, tu eri cambiato, ed era merito solo di Matt. Ma adesso....adesso che lui non c'è più, che cosa dovresti fare? Non sei più un bambino, non ti lasci abbattere dagli eventi drammatici della vita, sei forte abbastanza per superarli, ma...con chi condividerai i tuoi successi, le tue preoccupazioni, i tuoi pensieri? Mail è l'unico col quale tu abbia mai stretto amicizia, una vera amicizia.
Continuerai per la tua strada, ti lascerai il passato alle spalle, ma il dolore resterà per sempre, e lo sai bene; al momento però, la tua unica preoccupazione non è il futuro bensì quel bambinetto bianco che dorme a qualche metro di distanza. E' l'ultima cosa che il rosso ti ha chiesto di fare, aiutare quel piccoletto, ed è quello che farai prima di andare avanti. In realtà non ti ha detto molto su di lui, solo qualche accenno sul loro incontro, sulla loro amicizia, niente di particolare, ma se è quello l'ultimo desiderio di tuo fratello non ti tirerai indietro.
Sospiri e rimetti la foto nel cassetto prima di chiuderlo, poi ti abbandoni di nuovo contro lo schienale e chiudi gli occhi cercando di allontanare tutti i pensieri per poter dormire un po'; l'ultima cosa che pensi prima di abbandonarti tra le braccia di Morfeo è che è stata una fortuna che il piccoletto non abbia visto quella foto di Matt...almeno così ti sei risparmiato un sacco un inutili e dolorose spiegazioni.

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Nonostante la tua poca fiducia hai dormito tutta la notte, e quando apri gli occhi sono le otto del mattino; di certo non è stato un sonno sereno e comodo, ma almeno ti sei potuto riposare.
Prima di alzarti ti stiracchi un po', sentendo tutti i muscoli tendersi e contrarsi con fastidio dopo quelle ore passate sulla poltrona, poi vai in bagno e ti infili sotto la doccia, rilassandoti contro il getto di acqua calda. Dieci minuti dopo sei asciutto e, con un asciugamano intorno alla vita, ti dirigi in cucina per prepararti il caffè e prendere una barretta di cioccolato dalla credenza; mentre l'acqua della macchinetta riscalda, ne approfitti per andare in camera tua a controllare il piccoletto. In realtà cerchi di resistere alla tentazione, di lasciar perdere, ma sai che il tempo a tua disposizione sta per scadere e vuoi memorizzare ogni suo più piccolo particolare prima che vada via.
Mordendo il cioccolato che tieni in mano entri nella stanza guardando direttamente il letto, ma ti accorgi che è vuoto. Subito ti volti verso le poltrone, ed infatti lo trovi ranicchiato lì con un libro che gli hai prestato tra le mani, tanto concentrato nella lettura che neanche si è accorto del tuo ingresso. Ti avvicini a lui per poi chinarti leggermente verso di lui nel momento in cui gli sei affianco.
-Non dovresti dormire un po' di più?- gli dici dando uno sguardo veloce alla pagina aperta del volume.
Near sussulta spaventato e il libro gli sfugge dalle dita finendo a terra. Con gli occhi sbarrati si volta a fissarti, ma distoglie immediatamente lo sguardo quando si accorge del tuo abbigliamento.
-Mi...mi hai spaventato...- sussurra piegandosi per raccogliere il volume caduto, le guance rosse per l'imbarazzo. -Pensavo fossi uscito...-
All'improvviso, rendendoti conto di essere quasi completamente nudo a pochi centimetri dall'origine del tuo desiderio, il sangue prende a scorrerti più velocemente nelle vene come fosse fuoco liquido, infiammandoti tutti i sensi, mentre l'odore delicato della sua pelle ti stuzzica le narici inebriandoti con la sua dolcezza. Ti sollevi di scatto e subito prendi della biancheria e un paio di pantaloni dal cassettone, dandotela poi a gambe. Dal canto suo, il piccoletto non ha poggiato nuovamente gli occhi su di te neppure una volta, imbarazzato, dimostrandosi ancora una volta tanto innocente da acuire il tuo già abbastanza violento desiderio di lui. Rientri nella camera solo cinque minuti dopo, a petto nudo ma almeno con indosso i pantaloni, un vassoio con una tazza di caffè, un caffè-latte e dei biscotti tra le mani, la barretta di cioccolato tenuta tra i denti. Poggi il tutto sul tavolino tra le due poltrone e poi prendi posto continuando a sgranocchiare la barretta.
Il piccoletto comincia a fare colazione mangiucchiando un biscotto, per nulla intenzionato ad aprire una conversazione, probabilmente perché troppo imbarazzato nell'averti di fronte mezzo nudo. Tu invece vuoi parlare, devi parlare, perché ormai sono passate quasi due settimane e quel ragazzino deve tornare a casa sua: non vorresti affrontare questa particolare conversazione, ma Near deve andarsene, lo sai, ha una famiglia che sarà disperata per la sua scomparsa, una casa nella quale tornare. Per fortuna però, né al telegiornale né alla polizia è stata fatta denuncia per la scomparsa del piccoletto: hai controllato ogni TG e ti sei informato in questura tramite dei conoscenti che lavorano lì, ma nulla, nessuno l'ha cercato. Anche se questo ti sembra strano, sai che l'albino ha un posto in cui andare perché te l'ha detto lui stesso durante una delle vostre chiacchierate, e a dir il vero non ti sembrava molto felice quando parlava di tornare a casa...
Cerchi di lasciar perdere le tue paranoie, dicendoti che è solo una tua impressione perché vuoi che resti con te: il nanerottolo deve tornare dalla sua famiglia, come è giusto che sia.
Ingoi l'ultimo pezzo di cioccolato e poi finalmente ti decidi a cominciare.
-Near, dobbiamo parlare.- dici cercando di attirare la sua attenzione; subito lui si irrigidisce, rifiutandosi di guardarti.
-Di cosa?- mormora indeciso, la voce leggermente incrinata, quasi sapesse già che cosa stai per dire.
-Devi...devi tornare a casa.- sussulta e si volta a fissarti; apre la bocca per replicare ma la richiude senza proferir parola, infine china il capo.
-Si...lo so...- e il tono della sua voce ti fa venir voglia di stringerlo a te per impedirgli di andarsene: perché è così triste? Proprio non capisci.
Tu non rispondi, rimani in silenzio perché tanto non sapresti che dire, e Near si alza dalla propria poltrona e, mormorando un flebile 'Vado in bagno', si dirige alla porta. Prima di uscire, senza voltarsi, ti dice: -Quando finisco, mi accompagni in quella casa.-
Per te è impossibile non notare come si sia rifiutato di dire 'casa mia', e abbia preferito definirla semplicemente 'casa', un posto dove andare che però non gli appartiene. Sospiri e ti abbandoni contro lo schienale.
Dannazione Matt...che cosa non mi hai detto su di lui? E ora...che dovrei fare?.

***

Allura....che ve ne pare di questo cappy?? Non è successo molto, ma lameno abbiamo scoperto che pensa Melluccio a proposito di Nearino...anche se era ovvio *_* ihihih!!!
Cosa succederà ora che Batuffolo di neve deve tornare a casa? Beh, lo scoprirete nel prossimo capitolo U_U

-himenochan: cugyyyyy *_* mi spiace ma, anche se Nearino è quasi tendente al cotto, non può stare con Mellino U_U deve tornare a casa sua, come è giusto che sia U_U ….. ceee!! sembro quasi convinta di quello che ho detto XDXD grazie per la rece!!! ti lovverrimo!!!

-Fe85: Hello Fe^^ si, la maturità è andata benissimo *_* ho preso 99/100 ^o^ me happy! E domani devo fare il test d'ammissione per farmacia @_@ speriamo bene!!! spero che questo capitolo ti sia piaciuto^^ besos besos!!! _Hiro_ =) =)

-marty_ohba: ciao Susy ^o^ come sempre, grazie per l'incoraggiamento e per l'appoggio ^///^ sono contenta che la ficcy continui a piacerti nonostante proceda così lentamente^^''' sisi, l'esame è andato benissimo! Ho preso 99/100!!! questa settimana che viene, invece, ho i test d'ammissione all'università!!! spero che vadano bene!!
Tranquilla!!! le labbra di Matt mai e poi mai sfioreranno quelle di Batuffolo di neve! Al massimo, la guancia U_U grazie ancora per il commento!!! bacioni! _Hiro_ ^o^ ^o^

-Shalott: ciao!!! sono contenta che la ficcy ti stia piacendo! E mi auguro che anche questo nuovo capitolo ti sia piaciuto^^grazie mille per la recensione, fa sempre piacere sapere cosa ne pensano i lettori ^///^ _Hiro_ ^_^

Grazie anche a quelli che leggono la ficcy (l'ultimo cappy l'hanno letto in 258 persone!!! me feliceee!!!)^^ susu, non siate pigri e fate felice è un'autrice disperata che vi stressa con le sue storie XD recensite!! ^o^

Alla prossimaaaa!!!

_Hiro_ =) =)

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Capitolo 9
*** Nine ***


***

Sei di nuovo a casa, sei appena tornato, e vorresti fuggire ancora una volta, stavolta però per non ritornare mai più...
Senti lo sguardo attento di Mello su di te, quasi potessi avvertirlo davvero sulla pelle tanto è intenso, quasi fosse un mantello immaginario che ti avvolge nel suo tessuto bollente.
Prendendo un profondo respiro ti prepari ad affrontare il suo sguardo, poi infine ti volti verso di lui, l'ombra di un sorriso sulle tue labbra.
-Grazie..- mormori, la voce spezzata da un miscuglio di emozioni che neanche tu riesci a comprendere fino in fondo -io...davvero non so come ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me...io...- sei costretto a fermarti perché non ti escono le parole, non sai come esprimere quello che provi in quel momento, sensazioni contrastanti tra loro che non puoi mettere in ordine.
In che modo puoi spiegargli che per te è stato più di un semplice incontro casuale, che la sua vicinanza ti ha donato una serenità che non provavi da tempo, che è più difficile di quel che pensassi separarsi da lui con la consapevolezza che non vi rivedrete? Come puoi dirglielo? Però, adesso che ci pensi bene, credi che non dire nulla sia la cosa migliore per entrambi: non avrebbe alcun senso dirgli quel che senti...renderebbe solo la separazione ancora più dolorosa, almeno per te...
-Non devi ringraziarmi...è stato un piacere Near.- e per la prima volta da quando avete lasciato l'appartamento ti rivolge un sorriso.
Ti ritrovi a ricambiare quel dolce sorriso, fissandolo come mai l'hai fissato prima d'ora, cercando di imprimerti in testa quel bellissimo viso, dannatamente attraente nonostante la cicatrice che lo deturpa, e solo in quel momento ti domandi come se l'è procurata: non gliel'hai mai chiesto, eppure ci sono così tante cose che vorresti sapere di lui...
Apri lo sportello della macchina e una fredda folata di vento ti costringe ad avvolgerti ancora di più nel giubbotto di qualche taglia più grande che ti ha prestato il biondo; sei molto tentato di rinfilarti nell'auto chiedendogli di portarti con lui, anche disposto a fingere la tua morte pur di non vedere più la tua odiosa famiglia, ma la ragione subito ti riporta sulla retta via: anche se tu desideri stare al suo fianco, non è detto che anche Mello lo voglia...
Con il corpo scosso da lievi tremiti, esci dall'auto; con la coda dell'occhio vedi che anche il biondo sta aprendo la portiera.
-Non...non c'è bisogno che scendi...davvero...è qui di fronte...- dici sforzandoti di sorridere, indicando poi con una mano il cancello in ferro battuto a pochi metri da te. Lui socchiude gli occhi, forse insoddisfatto o irritato dalle tue parole, ma in tutti i casi richiude la portiera e poi resta immobile a guardarti. Prendi tra le mani fredde la scatola del puzzle che ti ha regalato, stringendola al petto come fosse un tesoro di inestimabile valore, sussurri l'ennesimo 'Grazie', e richiudi la portiera.
Fai qualche passo verso 'casa', gli occhi che pizzicano per la voglia di piangere, ma ti blocchi all'improvviso come folgorato, voltandoti e tornando indietro: prima di andare c'è una cosa che devi dirgli.
Vedendoti tornare Mello abbassa il finestrino dalla parte del passeggero, sporgendosi poi verso di te. Ti pieghi leggermente in avanti per poterlo guardare e, mentre una singola lacrima solca la tua guancia pallida, parli.
-Mi chiamo Nate...Nate River.- e dopo averglielo detto sorridi mestamente e ti allontani di corsa senza voltarti. Per un attimo ti sembra di sentire la sua voce che ti chiama, ma ti convinci che è stata solo un'illusione creata dal fruscio rumoroso del vento unito al tuo desiderio di restare con lui.

---

Ormai hai perso il conto dei minuti che hai passato immobile in mezzo al salotto, con ancora il giubbotto addosso e il puzzle stretto al petto: ti hanno aperto il cancello immediatamente, il maggiordomo ti aspettava sulla soglia della villa e, senza neanche rivolgerti uno sguardo o una parola ti ha fatto cenno di seguirlo nel salone, e lì sei rimasto, in piedi, in attesa di non sai bene chi.
Ti guardi intorno socchiudendo gli occhi per riuscire a vedere bene anche nella penombra che regna nella sala: con una stretta al cuore ti rendi conto che l'arredamento è totalmente diverso da quello che c'era qualche settimana prima. Le lacrime pizzicano prepotenti ma cerchi di trattenerle: dove sono finiti i mobili scelti da tuo padre? Dove sono i loro quadri? Che fine hanno fatto le tende che tua madre adorava? E i suoi soprammobili, portafoto e lampade?
Poggi delicatamente la scatola sul divano di uno squallido marrone cercando di non pensare a quello giallo e arancio che tua mamma aveva comprato prima di trasferirvi lì, e ti avvicini alla portafinestra che dà sul giardino afferrando con rabbia crescente le tende scure; in quel momento senti dei passi dietro di te, e volti appena il capo per vedere di chi si tratta.
-Ah, sei tornato.- dice con voce disgustata tuo nonno, lo sguardo puntato su di te carico di disprezzo. Distogli subito lo sguardo dal suo e con uno scatto rabbioso scosti le tende permettendo alla luce del sole di illuminare l'intera stanza, e solo dopo ti giri completamente ad affrontarlo.
-Che fine hanno fatto i mobili?- chiedi tentando di mantenere un tono pacato, distaccato.
-Buttati.- risponde l'uomo che hai di fronte avvicinandosi al divano e sedendosi sulla scatola del puzzle, schiacciandola con il suo peso. Sbarri gli occhi, sconvolto, l'ira e il disprezzo che ribollono nelle vene come fossero acido. -Facevano schifo e li abbiamo cambiati.- continua l'uomo mentre si accende un sigaro preso dalla scatoletta in legno posata su uno dei tavolini in mogano.
-Nessuno vi ha dato il permesso.- dici con rabbia socchiudendo gli occhi e avanzando di mezzo metro, furioso.
Tuo nonno si alza e a grandi passi si avvicina a te, buttandoti in pieno viso il fumo appena aspirato e facendo cadere la cenere sui tuoi vestiti. Istintivamente fai un passo indietro per proteggere gli abiti che Mello ti ha dato dalla cenere, non volendo rovinarli in alcun modo. Stai per parlare, per ribattere, ma vieni bloccato dall'altro.
-Permesso? Chi ti credi di essere moccioso? Qui comando io, tu non sei niente. Dovresti ringraziarmi per averti permesso di restare qui.- e sputa nuovamente una boccata di fumo contro la tua faccia.
-Ringraziarti?- ripeti allucinato, non riuscendo a credere a quel che senti -Questa è casa mia! Tu...- non finisci la frase perché un forte schiaffo ti ferma, facendoti girare la testa di lato, la guancia dolorante.
-Non osare ragazzino. Non so cosa ti sia successo in queste settimane, e neanche mi interessa, ma sono certo che non hai dimenticato che questo genere di atteggiamento da parte tua non è ben accetto. Non permetterti più.- e dopo aver detto quelle parole con voce dura si dirige verso la porta e, passando affianco al divano, lascia cadere il sigaro ancora acceso sulla scatola lì poggiata. Prima che la soglia si chiuda alle sue spalle, l'uomo si rivolge ancora a te, dicendo solo qualche parola, e a quel punto le lacrime cominciano a scorrere sul tuo viso pallido.
“Sarebbe stato meglio se fossi morto.”
Ti lasci cadere a terra, in ginocchio, piangendo, tremando, le parole di quell'uomo che ti rimbombano nella testa senza darti tregua, pugnalandoti il cuore sempre più in profondità.
Perché? Perché i tuoi genitori ti hanno lasciato in balia di quei pazzi? Ti chiedi disperato, ma sai già che non troverai risposta alle tue domande. Te le sei poste mille e mille volte chiuso nella tua camera, ma mai hai trovato quel che cercavi.
Continui a piangere e pensi a Matt, a Mello, e i singhiozzi diventano più violenti: è colpa loro, ti dici in preda alla disperazione, è colpa loro se ora non riesci ad estraniarti dal mondo circostante, se ora non riesci a restare indifferente di fronte a quella crudeltà, se ora tenti di resistere a quelle angherie nonostante tu sappia a quali punizioni vai incontro; è colpa loro che ti hanno dimostrato gentilezza, dolcezza e affetto, che ti hanno tirato fuori dalla bolla di indifferenza nella quale ti eri rifugiato, che ti hanno dato calore e forza per andare avanti.
Ora che loro non ci sono più, chi ti darà la forza e l'amore di cui hai bisogno per sopravvivere?

***

Rieccomi con un nuovo capitolo^^
E' un pò cortino, lo so, ma ho dovuto lasciarlo così^^''' spero che comunque non vi deluda!

-Valelle96: ciao!!!! ^o^ grazie mille per la recensione! sono contenta che la fanfic ti piaccia ^///^ fa sempre piacere essere apprezzati ^///^ spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!!! ciauz! e grazie ancora!!! _Hiro_ =) =)

-Fe85: Hello hello Fe'!!! ^o^ grazie per i commenti che mi lasci ad ogni capitolo, mi rendono felice anche se potrà sembrarti da stupidi ^///^ beh, alla fin fine, volente o nolente Melluccio ha riportato Batuffolo di Cotone a 'casa' (tsk)...peccato però che nessuno dei due ne sia felice T_T spero che il capitolo ti sia piaciuto anche se è un pò breve rispetto ai soliti^^''' bye bye!!! besitos besitos!! _Hiro_ ^___^

-Shalott: Ciao!!! ^o^ sono felice che il precedente capitolo ti sia piaciuto, e spero valga anche per questo^^''' ahimè Melluccio non si è fatto valere e ha lasciato andare il suo piccoletto ç_ç poverinii tutti e due, si sono appena separati e già son depressi!!! grazie mille per la recensione!! spero di risentirti^^ kiss kiss _Hiro_ ^o^

-marty_ohba: Susy-chaaaan *__* anche a me fa moltissimissimo (esisterà 'sta parola? mah ?_?) leggere i tuoi commenti ^o^ sono proprio contenta che la ficcy continui a piacerti, per non parlare del tuo sostegno per continuare a postare il più in fretta possibile eheheh XD!! beh, che dire, Melluccio non si è fatto avanti, ne tantomeno quell'albino batuffoloso, e alla fine si son dovuti separare...chissà se sarà qualcosa di definitivo *_*!! grazie ancora per i tuoi commenti \(^o^)/ tanti baciottoli e abraccioni _Hiro_ ^__^

-himeno chan: oh carissima cugynaaa!! e come potevi mancare!! XD!! e soprattutto, come potevi non lamentarti del precedente capitolo T_T ehi! mica la vita può essere tutta rosa e fiori!! boh!! purtroppo il destino di questi due piccioncini è avverso e crudele e li ha separati! chissà cosa succederà ora!! leggi per scoprire ^_- muahahah!! ti lovvissimo troppo troppo!!! -Chie- =) =) =)

-Irene Kirsh: Ciao!!! ^o^ grazie per avermi lasciato una recensione ^///^ sono contenta che la ficcy ti stia piacendo^^ spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e non ti abbia annoiata^^''' ciauz! e grazie ancora^^ _Hiro_ ^___^

-redseapearl: O_o io davvero non so che dire ^///^ avresti potto semplicemente commentare l'ultimo capitolo e invece hai lasciato un commento in ognuno ^///^ grazie mille davvero ^///^ sono contenta che la ficcy ti piaccia,e spero che questo cappy non ti abbia delusa o annoiata^^''' ahimè Melluccio non ha avuto il coraggio di rifiutarsi di portare Nearino in quella orribile casa, ma...in fondo, stiamo parlando di Mello no? ti sembra il tipo da lasciar perdere la sua impulsività o qualcosa che desidera? *__* ops, sto zitta prima di rischiare di spoilerare qualcosa di prossimi cappy U_U
Eh già, purtroppo Matt non c'è più, ma non poteva lasciare Batuffolo di Neve completamente da solo proprio quando si stava riprendendo, e perciò ha pensato al suo caro amico Mello *__* grande idea Rosso *_* sicuro che aveva già capito che erano fatti l'uno per l'altro *__* (XDXD)!! Grazie ancora per le recensioni^^ mi hanno davvero resa felice ^///^ ciauz!! besos besos!!! _Hiro_ ^o^

Grazie a tutti quelli che hanno letto il capitolo (230 persone!! evvai!! ^o^), che hanno messo la ficcy tra le preferite/seguite/da ricordare^^

Grazie di cuore a tutti quelli che hanno commentato ^///^ avete fatto felice una sciocca autrice che si commuove per tutto ^///^ spero di non avervi fatto aspettare troppo per questo nuovo capitolo, che dedico a voi per il vostro sostegno ^///^ grazie mille!!

Alla prossima!!!

_Hiro_ ^______________^

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Capitolo 10
*** Ten ***


***

Sei ancora accasciato sul quel tappeto scuro quando la porta del salotto si spalanca di scatto, ma tu non ti muovi e resti immobile a fissare il pavimento con le lacrime che scorrono via dai tuoi occhi neri.
-Oddio!- senti appena la voce acuta della donna mentre questa si fionda al tuo fianco, abbracciandoti, stringendoti a sé con forza. -O mio Dio, signorino! Sta bene! Sta bene!-
Sollevi lo sguardo su Eve, la domestica che si prende cura di te da sempre: è la figlia della balia che avevi quando eri piccolo e, quando questa è andata in pensione, Eve ha preso il suo posto nonostante la giovane età.
-Oh signorino! Ero così preoccupata!- esclama scostandoti un po' dal suo corpo prosperoso e fissandoti attentamente. -Ha un aspetto orribile.- dice molto sinceramente -venga, le preparo un bagno caldo e qualcosa da mangiare.- Ti aiuta ad alzarti e dolcemente ti guida fuori da quella sala, per i corridoi appena illuminati della casa, per le scale che conducono ai piani superiori, e si ferma solo dopo quella che ti è sembrata un'eternità.
-Eccoci qua.- dice con evidente allegria forzata e, aprendo la porta, ti sospinge delicatamente dentro la camera. Ti guardi attorno spaesato, non capendo perché ti trovi in quella stanza.
-Eve...ma cosa...?- mormori con voce spezzata dai lievi singhiozzi che ancora ti scuotono. -Questa non è la mia camera...è quella...- ti blocchi, voltandoti poi di scatto per uscire da quella che era stata la camera da letto dei tuoi genitori quando erano in vita -Non è la mia camera.- ripeti con lo sguardo basso.
-Mi...mi rincresce tantissimo signorino, ma...la sua stanza non...non è più la sua stanza...-
Sollevi gli occhi sulla trentenne che hai davanti, senza capire le sue parole, aspettando che arrivi una sorta di spiegazione, ma lei non parla e ti guarda con tristezza, e allora capisci cosa intende dire: per i tuoi nonni tu dovevi essere morto, la tua stanza non ti serviva più e ne hanno fatto quel che volevano. Torni a guardare la camera e, cercando di consolarti, ti rallegri un po' perché almeno quella è rimasta uguale, non è cambiata di una virgola; sembra quasi che i tuoi genitori possano entrare da un momento all'altro per stendersi sul grande letto a baldacchino.
-Dopo la sua scomparsa, quando suoi nonni hanno deciso di riarredare la casa, li ho convinti a lasciare questa stanza così com'era in segno di rispetto,- dice Eve cercando di distrarti e tu, anche se non ti volti verso di lei, ascolti con attenzione quello che ha da dirti -ed io...l'ho pulita tutti i giorni nella speranza che Lei tornasse...-
-Grazie Eve...- mormori girandoti verso di lei per regalarle un piccolo sorriso di gratitudine, subito ricambiato.
-Le preparo il bagno, Lei cominci a cambiarsi.- ordina con voce dolce ma perentoria, e tu non puoi che obbedire. Mentre lei si dirige verso la porta del bagno comunicante la stanza, tu prendi a sbottonarti il giubbotto, scostando con le dita quella poca cenere che è rimasta attaccata al tessuto. Solo in quel momento ti ricordi del puzzle e, dopo aver poggiato il giubbotto sul letto, vai verso la porta per andare a recuperarlo.
-Dove crede di andare signorino?- ti richiama Eve avvicinandosi a te a grandi passi, irritata dalla tua tentata fuga. -Andrò io a prenderle quella scatola, non si preoccupi.-
La guardi chiedendoti come abbia fatto a capire quello che volevi, ma lasci perdere e annuendo ti dirigi in bagno. Chiudi la porta alle tue spalle e poi finisci di spogliarti, poggiando poi la roba perfettamente piegata su uno dei mobiletti in legno verniciati di bianco. Ti avvicini lentamente allo specchio, percorrendo con le dita il marmo rosato della specchiera, sentendo il materiale freddo sotto i polpastrelli. Alla fine trovi il coraggio e sollevi lo sguardo per osservare il tuo riflesso e, al vederti, un sorriso mesto ti incurva le labbra. Neanche ventiquattro ore fa stavi facendo la stessa cosa nel bagno dell'appartamento di Mello, e ti sentivi soddisfatto per il tuo aspetto riposato e sereno; ora...ora sembri invecchiato di qualche anno. I capelli scompigliati, gli occhi rossi e gonfi per il pianto, e così anche il naso, la pelle pallida e priva di colore, lo sguardo triste, disperato.
Sospiri e ti decidi ad infilarti sotto la doccia per lavarti velocemente, anche se in realtà lo fai solo per perdere tempo, per non stare a far nulla. Quando esci non ti asciughi nemmeno e ti stendi direttamente nella vasca mezzo piena, tentando di rilassarti mentre aspetti che l'acqua ti ricopra del tutto.
Sei tornato a casa e vorresti già fuggire via, lontano, in un posto dove non ti possano raggiungere le loro cattiverie, ma sai di non poterlo fare, o almeno non ancora.
Ormai hai diciassette anni, qualche mese e sarai maggiorenne, e poi potrai fare quel che vuoi, indipendentemente dalla volontà dei tuoi nonni: stavolta non riusciranno a rinchiuderti.
Per i tuoi nonni prima era molto più semplice controllarti; avevi solo undici anni quando è avvenuto l'incidente, e tu desideravi solo avere qualcuno vicino che ti proteggesse, ti amasse, ma di certo i tuoi carissimi nonni non erano interessati a quello quando ti hanno preso con loro. Eri piccolo e avresti fatto qualunque cosa per renderli felici, e così non facevi che render loro più facile il lavoro: non opponevi resistenza e loro ti usavano come un burattino. Poi verso i quattordici anni ti sei ribellato, litigavi con loro, rispondevi sgarbatamente, li insultavi per quello che ti stavano facendo, e loro ti punivano, ti chiudevano in camera tua senza cibo né acqua per ore, a volte giorni, o ti picchiavano, oppure ti rinchiudevano nello sgabuzzino lasciandoti da solo al buio; ricordi chiaramente le sensazioni, la paura, la disperazione che quelle punizioni facevano nascere in te, con l'unico conforto portato dalla dolcezza di Eve: se non ti davano da mangiare, lei ti portava il cibo di nascosto; se ti piacchiavano curava dolcemente le tue ferite, e se ti chiudevano nello sgabuzzino, lei restava fino a che poteva dall'altra parte della porta a raccontarti favole e storie o a cantarti qualche canzone per bambini. Da che ricordi, Eve è sempre stata quella sorella che non hai avuto, sempre disponibile, sempre dolce, sempre protettiva, l'unica amica in una casa di nemici...le devi molto, e probabilmente non lei hai dimostrato chiaramente quanto le sei grato e quanto le vuoi bene...
Le cose sono cambiate ancora quando sei scappato di casa, una notte, ed allora hai incontrato Mail: avevi quasi sedici, e lui era il primo amico che avevi. Da quel momento sei stato più sereno: in casa la situazione era insopportabile, ma avevi Matt ad aspettarti la notte in quel parco, e solo quella certezza ti era di conforto e ti permetteva di sopportare tutto. Smettesti di ribellarti riprendendo ad obbedire ai tuoi nonni, non uscendo in giardino, non parlando con nessuno, non disturbando, studiando a casa con i tutori privati, facendo praticamente quello che loro volevano, ma non t'importava perché avevi qualcuno di amico non solo dentro, ma anche fuori da quelle quattro squallide mura.
E poi, qualche mese fa, i tuoi nonni hanno scoperto le tue fughe notturne e ti hanno messo delle guardia addosso per scoprire quel che facevi, ed è stato così che hanno saputo di Matt, di quella persona che poteva influenzarti e rovinare i loro piani per plagiarti ed ottenere la tua eredità, e così ti hanno proibito di vederlo. Ti sei rifiutato, ti sei opposto, dando così adito alle loro paure, ma poco tempo dopo il rosso ti ha lasciato per sempre, e tu ti sei ritrovato di nuovo da solo e abbandonato, e hai perso la forza per combattere e lottare. E alla fine, il giorno del funerale, i tuoi nonni ti hanno impedito di andarci, e così tu sei scappato sotto la pioggia scrosciante, ed hai incontrato Mello...
Sospiri e ti lasci scivolare lungo la porcellana liscia per immergerti sotto l'acqua calda, restando in apnea.
Ora hai diciassette anni, e ti sei stufato dei tuoi nonni e della loro avidità: i tuoi genitori hanno lasciato loro tutto ciò che possedevano con la fastidiosa clausola di prendersi cura di te, e non resterai con loro più del necessario; il giorno del tuo compleanno te ne andrai e non potranno dirti nulla (e di certo non cercheranno di fermarti), e allora tu sarai finalmente libero.
Ti metti a sedere inspirando profondamente per recuperare ossigeno, poi ti decidi ad uscire dall'ampia vasca rotonda, asciugandoti ed avvolgendoti nell'accappatoio lasciato da Eve.
Vai in camera sperando di trovarci Eve: non hai voglia di stare da solo in quella casa, vuoi parlare con qualcuno; purtroppo però la donna non c'è. Con un sospiro ti avvicini al letto per prendere il pigiama che Eve ha lasciato e, con la coda dell'occhio, noti una scatola lì affianco. Molli subito il tessuto e l'afferri, fissando con sguardo vacuo l'enorme buco sul cartone, i contorni bruciacchiati.
Chiudi gli occhi per un attimo, stringendo le dita intorno al cartone, poi sospiri e riappoggi l'oggetto: perché danneggiare le poche cose che ti sono rimaste? Ti chiedi con tristezza, che cosa ci guadagnano?
Lentamente ti infili il pigiama bianco, aspirando profondamente il profumo di ammorbidente che emana il tessuto lavato di recente, godendo appieno della sua morbidezza. Scosti le lenzuola del letto e, dopo un attimo di esitazione, ti stendi sul materasso; non hai sonno, ti senti abbastanza riposato, ma in quella casa non hai nessun altro posto in cui stare, è come se i tuoi nonni ti avessero segregato in quella stanza...
Chiudi gli occhi e ti ranicchi su un fianco, sforzandoti di non pensare a nulla, pregando perché accada qualcosa che ti trascini via dalla tua condizione.
La porta della stanza si apre e Eve entra portando tra le mani un vassoio.
-Signorino deve mangiare.- ti informa con tono che non ammette repliche avvicinandosi al letto e poggiando tutto sul comodino color panna e ciliegio. Apri gli occhi guardandola di sbieco, pronto a dirgli che non avresti mangiato, che non ne hai voglia.
-Su, si metta seduto.- la donna ti prende dolcemente per un braccio e ti tira su senza darti altra scelta, -Le ho preparato il suo piatto preferito!- esclama con un sorriso allegro.
Non hai fame, hai lo stomaco chiuso, ma come puoi non cedere di fronte alla felicità che Eve dimostra nell'averti vicino, sano e salvo?
Accenni un piccolo sorriso e allunghi una mano per prendere uno dei piatti.

---

Sono passati già due giorni da quando sei tornato a casa e, nonostante senta la mancanza di Mello, ti accorgi di riuscire ad affrontare bene la situazione. Per fortuna i tuoi nonni non si sono fatti vedere, e tu non sei uscito neanche una volta dalla stanza dei tuoi genitori, preferendo la sola compagnia di Eve e dei tuoi puzzle.
E' mattina inoltrata, e sei seduto sul grande tappeto di quella che ormai è la tua stanza, i pezzi del puzzle sparsi davanti a te mentre ti accingi a ricominciare per l'ennesima volta. Eve, seduta su una delle poltrone a rammendare alcuni calzini, ogni tanto solleva lo sguardo su di te e sorride, quasi non riesca ancora a credere che sei davvero lì davanti a lei, e intanto canticchia una vecchia canzone per bambini che ti cantava quando eri piccolo. Potresti dirle che ormai sei troppo grande per le canzoni da bimbi, ma è piacevole sentire la sua voce limpida espandersi tra quelle quattro mura; ti rilassa, ti fa sentire amato, rende quel posto un po' più sopportabile.
-Eve, non hai altre cose da fare?- le chiedi curioso di sapere perché non abbia fatto altro che starti vicino da quando sei tornato; però, appena pronunci quelle parole, temi di esser stato troppo sgarbato, e cerchi di rimediare -cioè...mi fa piacere se resti con me, ma...-
La donna ridacchia divertita. -Sono la sua cameriera fin da quando sono stata assunta; faccio quel che serve a Lei, non agli altri.-
-E...quando non c'ero?-
-Ho avuto ben poco da fare, in effetti. Però, da ora in poi, non mi lascerà più senza lavoro, vero signorino?-
Tu arrossisci in imbarazzo, distogliendo lo sguardo dal suo, poi annuisci con un piccolo sorriso sulle labbra;
Ti riconcentri sul puzzle totalmente bianco, chiedendoti come faresti a sopportare quella sorta di prigionia se non ci fosse Eve, ma scacci subito quel pensiero dicendoti che lei c'è, e che questo è l'importante.
-Signorino, ma...-
Sollevi lo sguardo sulla donna, fissandola incuriosito, aspettando che continui, ma lei non parla più.
-Eve, quante volte dovrò ripeterti di chiamarmi Nate?-
Eve sbuffa seccata -E va bene! Ha vinto lei!- esclama alzando gli occhi al cielo -la chiamerò Nate, soddisfatto?-
Per la prima volta da quando sei arrivato ti ritrovi a ridere di gusto, estremamente divertito dall'espressione insoddisfatta e seccata della cameriera, la quale non può non sorridere felice nel sentirti finalmente ridere.
-Comunque, che volevi dirmi?-
Lei distoglie lo sguardo per un attimo, sembra indecisa, ma torna a guardarti.
-Dov'è stato in queste settimane?- dice tutto d'un fiato -so che non sono affari miei ma...ma ero così preoccupata per Lei! Era spartito senza dire nulla, non si è fatto sentire! Ho pensato al peggio...- si blocca per un attimo, abbassando il capo e il tono della voce -dopo quello che è successo a quel suo amico credevo...che non l'avrei più rivista...- e, nonostante lei non l'abbia detto, capisci che dopo quel 'rivista' manca 'in vita'.
-Mi sono ammalato.- dici alzandoti da terra e avvicinandoti a lei. -Un...un ragazzo mi ha aiutato...è stato lui a riportarmi qua.-
Appena sei a portata di braccia la donna ti afferra e ti stringe a sé con forza, quasi con disperazione, mentre qualche lacrima scivola sul suo viso.
-Non lo faccia mai più!- ti intima scrollandoti per le spalle -Non mi faccia star in pena in quel modo...-
La abbracci a tua volta mentre una morsa di tristezza e gioia ti pressa il cuore; sapevi che Eve ti vuole bene, te l'ha dimostrato mille volte, e sei felice per averla vicino...eppure non riesci a non sentirti in colpa per averla abbandonata senza spiegazioni e senza neanche pensare a lei; più passa il tempo, e più quella donna si sforza di prendere il posto lasciato vuoto dai tuoi genitori...
-Mi dispiace...- sussurri non sapendo che altro dire.
Dopo qualche altro secondo Eve si allontana leggermente da te, fissandoti in volto.
-Nonostante sia cresciuta, sono ancora una piagnona.- si prende in giro asciugandosi il viso con il dorso della mano,e tu le sorridi.
-Su, finisca quel puzzle! Sono proprio curiosa di vedere se ha altri colori a parte il bianco!-
-Non ti illudere, è tutto così.- la informi mentre riprendi il lavoro.
-Nate...- un brivido ti attraversa la schiena nel sentirti chiamare per nome...da quant'è che non succedeva? -quel ragazzo di cui parlava...si chiama Mello?-
Rimani bloccato, paralizzato con un pezzo di puzzle in mano, sorpreso.
-Come...?-
Lei ti blocca prima che tu possa chiedere. -L'ha detto mentre dormiva...un paio di volte.-
Sussulti non aspettandoti qualcosa di simile, poi arrossisci per l'imbarazzo e la vergogna: chissà cosa penserà Eve di te!
La domestica si alza di scatto fiondandosi al tuo fianco, inginocchiandosi davanti a te.
-Le piace!- esclama incredula -Quel ragazzo le piace!-
Lasci cadere il pezzo di cartone che tenevi ancora tra le dita, agitando poi le mani davanti a te, preso alla sprovvista.
-No no, che vai a pensare! Gli sono semplicemente grato! Mi ha salvato...e poi è un ragazzo...-
-Suvvia non sia così di ristrette vedute! Se le piace, che importanza ha se è uomo o donna? L'amore è amore, e basta.-
Distogli lo sguardo, e davanti ai tuoi occhi vedi sfumare tutti gli sforzi che hai fatto in questi giorni per evitare di pensare a Mello e alle strane sensazioni che ti faceva provare.
Che Eve abbia ragione? ti chiedi confuso, prendendo in considerazione quell'ipotesi cui non avevi pensato, che mai avresti preso in considerazione.
-Le piace?- chiede Eve curiosa, fissandoti senza darti tregua, decisa a sapere la verità, anche a costo di essere inopportuna o invadente: è la prima volta che ti vede comportarti in quel modo, la prima volta che mostri interesse per qualcuno, la prima volta che provi qualche emozione, e lei non può che essere felice per questo, perché significa che quei nonni che tanto odia non ti hanno reso arido e incapace di provare amore come loro.
-Io...penso di si...- mormori indeciso, confuso, la testa vuota, il cuore che batte a mille per l'emozione della scoperta. -Mi piace Mello...- ripeti e, mentre lo dici, cominci a capire, ad accettare quei sentimenti nuovi.
Poi la realtà si abbatte nuovamente su di te: ti piace, d'accordo, e allora? Non cambierà le cose...non lo rivedrai mai più, e poi chi ti dice che il tuo interesse sia corrisposto?
Ti alzi e ti avvicini alla finestra, guardando fuori -Anche se l'ho capito non cambia le cose: Mello non c'è.-
Eve abbassa leggermente il capo non sapendo cosa rispondere di fronte all'evidenza, e ti penti delle tue parole: non volevi metterla a disagio o in difficoltà; non è colpa sua se ti trovi in quella situazione, anzi! Se fosse per lei avresti tutto ciò che vorresti!
-Eve, ho fame...mi prepari qualcosa da mangiare?- sussurri senza guardarla e, dopo aver mormorato un 'si' non tanto convinto, esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Torni a sederti sul tappeto ma ti è passata la voglia di finire quel puzzle, e perciò lo rimetti accuratamente nella scatola, sfiorando con delicatezza ogni pezzo quasi fosse un pezzo del tuo cuore, di te.
Non sai quanto tempo è passato, forse cinque o sei minuti, ma all'improvviso Eve piomba nella stanza come un uragano, spalancando la porta e, afferrandoti per un braccio, ti trascina fuori dalla camera, per le scale fino ad arrivare all'ingresso.
-Eve! Ma cosa...?- non hai il tempo di chiedere delucidazioni riguardo il suo più che strano comportamento: una stretta decisa ma delicata ti stringe il polso del braccio libero.
Ti giri di scatto per vedere chi sia, e il tuo cuore perde un battito, bloccandosi per un nanosecondo, per poi riprendere a battere sempre più velocemente. Apri la bocca per parlare, per sapere, ma non esce alcun suono dalle tue labbra dischiuse.
-Chi è lei?- la voce seccata del maggiordomo ti arriva come ovattata alle orecchie, e lo ignori palesemente -Esca immediatamente da questa casa!-
E in quel momento ti senti tirare fuori di casa, nel vialetto, nel giardino, ed infine oltre il cancello d'ingresso, e solo allora vi fermate.
La persona che ti ha guidato fin lì finalmente si toglie gli occhiali da sole che indossa, voltandosi a guardarti, ed allora incontri i suoi occhi azzurri, sussurrando il suo nome in attesa di vederlo scomparire come un'illusione davanti ai tuoi occhi.
-Mello......-

***

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Capitolo 11
*** Eleven ***


Attention!!!! POV di MELLO!!!!

***

-Mi chiamo Nate...Nate River.-
La sua voce esce spezzata, quasi fosse sull'orlo del pianto, ma comunque ti sorride, e quel sorriso triste e rassegnato ti spezza il cuore in un modo che mai avresti immaginato, è una sensazione quasi...dolorosa. Si volta e corre via, scappando da te e da quello che rappresenti, e tu non riesci a trattenerti: spalanchi violentemente la portiera dell'auto e scendi, chiamandolo per nome, gridando nella speranza che si volti, che torni da te, ma lui non lo fa. Sei tentato di seguirlo, di fermarlo, disposto anche a rapirlo se necessario, ma è troppo tardi: lo vedi superare il grande cancello in ferro battuto della proprietà. Osservi quel cancello chiudersi lentamente, e ad ogni centimetro avverti delle strane fitte al petto, come se ti stessero pugnalando più e più volte.
Rientri in macchina chiudendo la portiera, ma non riesci ancora ad andartene da lì, non riesci a mettere in moto e partire come se nulla fosse...semplicemente non puoi.
Ti lasci andare contro il sedile, gli occhi chiusi, e ripensi alla prima volta che l'hai incontrato, piccolo, tremante e bagnato, abbandonato in mezzo alla strada come un cucciolo, sotto la pioggia scrosciante e il gelo invernale. Certo che, allora, non sapevi che cosa sarebbe successo, che cosa avresti provato, e perciò non ti eri fatto nessun problema nel prenderlo in braccio e portarlo a casa tua: dovevi mantenere la promessa fatta a Mail, e poi, in fondo, si trattava solo di rimettere in sesto quel relitto umano e restituirlo nuovamente al mittente. Quella sera pensavi davvero che sarebbe stato facile, una cosa da niente, rapida e indolore per te, di cui ti saresti scordato in men che non si dica, però...
Però ti sbagliavi, eccome se ti sbagliavi!
Ti passi una mano tra i capelli biondi, scompigliandoli, mentre un sospiro ti sfugge dalle labbra: chi l'avrebbe mai detto che saresti stato così stupido...se qualcuno l'avesse insinuato, probabilmente gli saresti scoppiato a ridere in faccia! E invece...ci sei cascato, in pieno, come un vero idiota; e pensare che sapevi fin dall'inizio che sarebbe andata a finire così...
Trattenendo a stento la voglia di andare a riprendere Near, metti in moto l'auto e parti diretto al tuo appartamento; le nocche diventano bianche tanta è la forza con cui stringi il volante...con cui cerchi di lasciar andare quel ragazzino...
In meno di un quarto d'ora sei a casa, e l'unica cosa che riesci a fare è buttarti a peso morto sul letto, esausto, una stanchezza più mentale che fisica che ti impedisce di fare alcunché. Chiudi gli occhi, tentando di rilassarti, e speri di essere così fortunato da riuscire addirittura ad addormentarti.
Il tempo passa, lento, inesorabile; i secondi scorrono uno dopo l'altro, uguali, identici, e ti trovano sempre nella medesima condizione, abbandonato sul materasso con gli occhi chiusi in preda ad un'angoscia che inutilmente cerchi di scacciare.
Ti giri, nervoso, e finisci steso su un fianco,un braccio a farti da cuscino, ma non sei abbastanza comodo perciò ti muovi ancora, senza pace, finché non resti supino sul letto a fissare il soffitto bianco, e allora non riesci più a trattenere un'imprecazione scocciata che ti sfugge dalle labbra tese in una linea dura.
Perché? ti chiedi innervosito Perché sono finito in una situazione del genere? Non bastano le sofferenze che ho patito fino ad ora? Non sono sufficienti?
Sbuffi seccato per poi scattare a sedere, non sapendo che fare, e con una stretta al cuore ti rendi conto di come sia cambiata la tua routine quotidiana da quando Near è entrato in casa tua, nella tua vita. Prima eri abituato a stare solo, non ti annoiavi quando stavi a casa senza far niente, e quelle poche volte che riuscivi ad incontrarti con Mail fra i vari impegni lavorativi (tuoi e suoi) erano più che sufficienti per impedire alla solitudine di attanagliarti il cuore. Ora però...quello stesso appartamento che prima ti andava benissimo ti sembra vuoto, freddo...ti eri già abituato all'avere Near che gironzolava per la tua camera, che occupava il tuo letto, che disordinava il tuo bagno, che leggeva i tuoi libri seduto sulle tue poltrone...per quelle due settimane, ti è sembrato che quella casa non fosse solo tua, ma vostra, ed era una sensazione che ti scaldava ogni centimetro del corpo.
Ti lasci di nuovo cadere sul materasso e, disperato, cerchi di pensare ad altro, di allontanare l'immagine di quello pseudo-bambino candido dalla tua mente, ma ti risulta difficile, molto difficile.
Oddio! Ma come ci sono finito in queste condizioni?! ti lamenti provando una sofferenza ben diversa da quelle che hai provato nella tua vita, un tipo di dolore che non sei affatto in grado di controllare, di arginare in alcun modo, ti stringe a sé e non ti lascia alcuna possibilità. Sbuffi ancora, sempre più agitato ad ogni secondo che passa, e a quel punto non riesci a stare fermo in un punto e ti alzi dal letto cominciando a camminare avanti ed indietro sul tappeto, senza sosta.
Ed io dovrei essere un genio! l'agitazione svanisce per un attimo lasciando spazio alla rabbia, alla frustrazione, ma non te ne curi, continuando nella tua opera di autocompiangimento Lo sapevo, lo sapevo che sarebbe andato via!
-E allora perché cazzo mi sono innamorato?!- urli fermandoti in mezzo alla stanza, ansimando nervoso, scioccato anche tu per quello che hai detto.
Innamorato?
Te lo ripeti nella testa, una volta, due volte, tre volte, quattro volte, ancora, ancora, ancora, cercando di capire, e alla fine non puoi che accasciarti al suolo, sconvolto da quell'insensata ed inaspettata scoperta, ancora alla ricerca di una qualche altra ragione che spieghi quel che provi, quel che senti.
Innamorato...di Near?
Ci ripensi, lo ripeti, ma alla fine sei costretto ad accettare quell'innegabile evidenza, una realtà che ti sta davanti agli occhi e che non puoi ignorare e, incosciamente, ti correggi.
Innamorato di Nate River., e sorridi per un secondo, prima di tornare a pensare che è davvero una situazione assurda.
Com'è potuto succedere in così poco tempo? Non...non mi è mai successo..., e rendendoti conto di ciò, ti senti impotente, confuso, senza sapere che fare, da dove cominciare, e alla fine è il tuo corpo stanco a dirti cosa fare: comincerai col riposare.

***

E' quasi l'alba quando sollevi le palpebre, e solo una tenue luce filtra attraverso le tende scure, non disturbando i tuoi occhi ancora abituati al buio portato dal sonno.
Rimani fermo per qualche istante, sorpreso per essere riuscito a dormire per così tante ore nonostante tutto, poi ti alzi per stiracchiarti un po' i muscoli indolenziti, e dopo mezz'ora sei lavato e vestito a cavallo della tua moto, una barretta di cioccolato stretta trai denti: ancora non sai che farai, ancora non hai un piano, l'unica cosa che sai è che devi andare a casa sua, per assicurarti che stia bene, sperando, magari, di riuscire a vederlo...
Ti basta un quarto d'ora per arrivare a destinazione e, una volta lì, rimani seduto a guardare l'immensa villa, chiedendoti per l'ennesima volta perché quel ragazzino abbia abbandonato un posto simile, una famiglia, rischiando di morire sotto una pioggia scrosciante. Ed è in quel momento che decidi di usufruire delle tue conoscenze.
Afferri il cellulare e chiami J, uno dei tuoi contatti più fidati, l'unico dell'orfanotrofio con cui sei rimasto in comunicazione, e dopo pochi squilli ti risponde.
-Ehilà Mello! Da quanto tempo!-
-Ciao J...- e prima che tu possa aggiungere qualcosa ti blocca ridacchiando.
-Che ti serve?-
-Informazioni su un tizio.-
-Avanti, spara!-
In pochi minuti concludi la conversazione, e riprendi a fissare l'abitazione, immaginando Nate che cammina per quei corridoio, che parla felice con la propria famiglia festeggiando il suo rientro a casa, eppure, nonostante si tratti di un'inutile immaginazione, ti ritrovi a pensare che, probabilmente, le cose in quella casa non sono proprio così...
Una stupida apprensione per il piccoletto e le sue condizioni si fa strada in te, e desideri che J ti chiami al più presto per darti qualche informazione, magari anche qualche risposta.

***

E con questo cappy la storia si avvia alla fine... Alla Prossima!!!! ^___^

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Capitolo 12
*** Twelve ***


POV MELLO!

***

Sono passati tre giorni da quando Near è tornato a casa sua, tre notti che passi buttato davanti a casa sua, senza motivo, senza il coraggio di bussare, e sono anche passati due giorni da quando hai chiamato J.
Sei seduto sulla poltrona dello studio, in una mano una tavoletta di cioccolato, nell'altra la foto tua e di Matt. Continui a guardarla, e per la prima volta non provi dolore o angoscia, solo un'incredibile moto di gratitudine e affetto, e sai perfettamente che tutto ciò è legato a Nate River, il ragazzo di cui, inspiegabilmente, ti sei innamorato.
Sussulti sorpreso quando il tuo cellulare comincia a squillare rompendo il silenzio della stanza e, afferrandolo, noti che sullo schermo appare la scritta 'anonimo'. Sorridi e rispondi immediatamente: come al solito J sta usando un telefono usa e getta per passarti le informazioni.
-J, mi hai fatto aspettare parecchio!-
Dall'altro capo del telefono ti risponde una risata allegra, spontanea, che un po' ti ricorda quella di Mail.
-Parecchio? Ma se c'ho messo due giorni!- si lamenta ridacchiando -Di solito passano settimane, e invece stavolta mi hai dato proprio un lavoro semplice!-
-Che sai?-
-Allora, Nate River, nato nel '91, 17 anni, ne compie diciotto il 24 di Agosto; orfano, vive nella casa dei suoi genitori insieme ai nonni; a quanto pare ha sempre studiato a casa, e...-
-Orfano?- lo interrompi confuso; non sapevi che avesse perso i genitori. -Com'è successo?-
-Incidente stradale, aveva undici anni, lui si è miracolosamente salvato ed ora è sotto la tutela dei nonni paterni fino alla maggior età.-
-Altri parenti?-
-Una zia che vive in Italia, e i nonni materni che stanno in America.-
-Perché è finito con quelli paterni?- non riesci a smettere di chiedere, di fare domande una dopo l'altra, avido di sapere, di conoscere tutto a proposito di quel ragazzino e, soprattutto, sperando di scoprire perché sembrava così triste all'idea di tornare a casa...
-Uhm...da quel che dice la sentenza del Giudice così c'era scritto nel testamento dei genitori, ma...- si ferma e senti il frusciare di fogli di carta attraverso la cornetta.
-Ma?- lo inciti a continuare, in ansia.
-Nel testamento non viene mai menzionato nulla di simile.-
-Cosa? E come fai a saperlo?-
-Ne ho una copia in mano.
-Ma come...?- stai per chiedergli come diavolo abbia fatto ad averne una copia, ma ti blocchi perché tanto sai che non te lo dirà mai: anche lui ha i suoi 'contatti', ed è per questo che chiami solo lui quando ti serve un lavoro ben fatto. -Quindi nel testamento non c'è scritto nulla al riguardo?-
-No, anzi! Hanno preferito affidarlo ad una certa 'Eveline Smith', con la clausola che avrebbero vissuto nella loro casa. Aspe', te lo leggo.-
Mentre ascolti e memorizzi quello che J ti dice, il tuo cervello comincia a lavorare freneticamente, unendo i tasselli che man mano ti vengono forniti e, quando l'altro finisce di parlare sai già che chiedere, hai le idee più chiare.
-Che mi dici del Giudice che ha emanato la sentenza?-
-Come già avrai capito è il Giudice Meyers, ben noto per la...ehm...'bontà' dimostrata nei confronti dei ricchi.-
-D'accordo, ho capito. E dei nonni che mi dici? Che tipi sono?-
-Ehi! Mi hai chiesto di indagare sul ragazzino, non sui nonnetti!-
-Non sai nulla?- insisti ben sapendo che J non è tipo da fermarsi alla 'consegna' del lavoro: è per questo che è il migliore.
-E va bene! Il nonnino aveva parecchi debiti di gioco, ma è riuscito ad appianarli misteriosamente dopo la morte del figlio e, da quel che so, ora ha smesso del tutto. La nonnetta invece è di famiglia benestante, figlia unica, è stata cresciuta in un collegio; nessun precedente particolare da segnalare. E' tutto quel che so.-
-Grazie J, ti devo un favore!-
-Per quel che ne so io, me ne devi parecchi! Ma ti perdono se mi inviti un gelato e mi presenti questo piccoletto.-
-E' mio.- lo informi con un ghigno, e lui ride.
-Ti ho solo chiesto di presentarmelo!- si scusa ridacchiando -Sono curioso di conoscere colui che ha sciolto il tuo freddo cuoricino!- ti prende in giro e, all'improvviso, ti rendi conto di quanto ti sia affezionato quel ragazzo, e te ne freghi del fatto che abbia già capito tutto sui tuoi sentimenti verso Nate; alla fin fine, puoi davvero considerarlo un amico.
-Grazie amico, ti devo un gelato!- e dopo qualche altro minuto chiudete la conversazione.
Appoggi il cellulare e ripercorri la chiamata, sistemando tutte le informazioni come in un puzzle, una dopo l'altra, in ordine, creando così una sequenza temporale che ti rende chiara tutta la situazione. E allora capisci che non lo lascerai in quella casa per un altro istante.
Afferri le chiavi della moto e, due minuti dopo, stai sfrecciando verso casa sua.

***

Ancora non riesci a credere di averlo fatto. Non ci credi neanche adesso che ce l'hai di fronte, il suo sguardo nero puntato contro di te, interrogativo, confuso, sorpreso.
-Mello...- lo senti sussurrare con voce flebile, e al sentire la sua voce un brivido di piacere ti scivola lungo la schiena, irrefrenabile.
Near è davvero davanti a me? ti chiedi e, rendendoti finalmente conto di ciò, uno strano calore ti avvolge tra le sue spire, mentre l'ansia e l'apprensione che hai provato fino ad ora svanisce, sciogliendosi come neve al sole.
-Che cosa ci fai qui?-
E nel momento in cui il piccoletto ti pone quella semplice domanda, ti accorgi di non avere una risposta pronta: dirgli che ti mancava da morire e volevi vederlo? Oppure che lo ami e vuoi che resti con te? O che i suoi nonni lo hanno ingannato fin da quando l'hanno preso in custodia? Escludi tutte quelle ipotesi e, in definitiva, ti ritrovi senza sapere che dire.
Per fortuna la stessa donna che ha trascinato Nate da te lo chiama correndovi incontro. Per un attimo temi che lo costringa a rientrare in casa, poi noti il giubbotto che tiene tra le mani.
-Signorino! Non può andarsene conciato così!- lo rimprovera fermandosi al suo fianco -Ecco, tenga.- e con un sorriso smagliante le porge il tuo giubbotto, quello che gli hai prestato prima di riportarlo a casa.
-Grazie Eve.- mormora Nate indossandolo, e solo allora ti accorgi che la donna ti sta fissando.
-Si prenda cura di lui.- ti raccomanda con un altro sorriso e, dopo aver dato un bacio sulla guancia all'albino, se ne va veloce com'è arrivata.
-Sembra simpatica...- dici stupidamente, incapace di articolare qualunque altra frase, e Near ti guarda sollevando un sopracciglio.
-Hai intenzione di farmi stare qui fuori al gelo?-
-Andiamo.- rispondi indicandogli la moto e, nonostante lo sguardo preoccupato che rivolge alla due-ruote, ti segue senza fare storie, e dopo mezz'ora siete a casa tua.

***

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Capitolo 13
*** Thirteen ***


Attention!! con questo cappy si torna al POV di Near^^

***

Non sai quanto tempo è passato da quando vi siete accomodati nello studio dell'appartamento di Mello, solo la scrivania in mogano a dividervi.
Il silenzio che vi avvolge ti mette un po' a disagio, vorresti dire qualcosa, chiedergli perché è tornato a prenderti e, anche se sai che non riuscirai mai a dirglielo, vorresti sapere se quella flebile speranza che ti brucia nel cuore abbia ragione di esistere: se è venuto a prenderti, non puoi far a meno di pensare che, forse, lui provi qualcosa per te, e a quel pensiero, la tua fantasia comincia a vagare ed a immaginare un futuro ipotetico (e stupendo, per te) nel quale avete una relazione, nel quale non devi preoccuparti dei tuoi nonni, nel quale, insieme a Mello, vivi nell'amata casa dei tuoi genitori...
Il corso dei tuoi pensieri si rompe nel momento in cui Mello si schiarisce la voce, abbandonando sulla scrivania la carta della tavoletta di cioccolato appena finita; poi il ragazzo posa gli occhi su di te, incrociando finalmente il tuo sguardo nero.
-Come stai?- ti chiede, e un piccolo sorriso ti sfugge al sentire quella domanda così semplice, quasi infantile.
-Sto bene.- 'Ora che sono con te.' aggiungi mentalmente, non del tutto sicuro che sia il momento giusto per esporti in quel modo, anzi, per niente convinto di volerti esporre ad un possibile rifiuto: in fondo, chi ti dice che a lui tu piaccia? O addirittura che gli piacciano i ragazzi!
Per qualche altro secondo restate in silenzio ma, alla fine, stufo dell'indecisione del ragazzo, ti decidi a chiedere quello che davvero ti preme in questo momento.
-Perché sei venuto a prendermi?- la voce ti esce un po' flebile, quasi spezzata, timoroso di sentire la risposta, e per la prima volta vedi un lievissimo rossore colorare le guance dell'altro. Lo guardi senza capire la sua reazione ma lui distoglie lo sguardo.
-Volevo solo sapere come stavi, niente di più...-
-Allora non era necessario portarmi qui.-
All'improvviso Mello scatta in piedi, fissandoti con intensità, e sotto quello sguardo serio e per te sconvolgente senti il tuo cuore cominciare a battere più velocemente, mentre le guance vanno a fuoco; tuttavia, nonostante l'imbarazzo che quel contatto visivo ti provoca, non riesci a smettere di fissarlo a tua volta, totalmente perso in quelle pozze azzurre che sembrano volerti dire mille cose.
Lo vedi allungare una mano e senti un cassetto che si apre, e subito dopo il ragazzo fa scivolare un pezzo di carta nella tua direzione. Blocchi l'oggetto con una mano prima che possa cadere a terra, osservandolo con curiosità. In un primo momento non capisci che cosa sia, che cosa significhi, poi capisci che è il viso di Mail quello che ti sorride attraverso una vecchia foto.
Sfiori l'immagine con le dita, i pensieri in disordine, senza capire, confuso e spaesato di fronte ad essa. Attraverso quella foto i ricordi cominciano a rivivere davanti ai tuoi occhi, come se li stessi vivendo in questo momento; ripensi a tutte le conversazioni, le fughe da casa, gli incontri segreti, e la separazione forzata, ricordando ogni momento passato con lui.
Attraverso quella coltre di ricordi ed emozioni, avverti appena la voce di Mello che ti spiega il perché di tutto ciò. Solo quando il silenzio torna a scendere su di voi stacchi gli occhi da quel cimelio, osservando come in trance il ragazzo davanti a te, immagazzinando e riordinando le informazioni che ti ha dato negli ultimi minuti.
Conosceva Matt, erano amici e, soprattutto, è stato proprio lui a chiedergli di prendersi cura di te, quasi sapesse che stava per succedergli qualcosa.
-Era questo che volevi dirmi?- chiedi con un filo di voce, triste perché, fino all'ultimo, hai sperato che fosse venuto a prenderti per te, per qualche sentimento nei tuoi confronti...e invece, voleva solo dirti che conosceva l'unica persona che ti ha voluto bene dopo la morte dei tuoi genitori, che fino alla fine quel ragazzo ha pensato al tuo bene e si è preoccupato per la tua incolumità.
E allora ti senti in colpa perché, invece di ringraziare il tuo unico amico per aver cercato di aiutarti anche dopo la sua scomparsa, stai pensando solo a Mello e al fatto che il tuo amore non sarà mai corrisposto.
'Mail...mi dispiace...' le lacrime pungono i tuoi occhi, e tu non cerchi nemmeno di trattenerle nel momento in cui cominciano a scorrere lentamente lungo le tue gote ceree 'sono solo un ingrato...ma io lo amo...' e mentre lo pensi ti rendi conto di quanto ciò sia vero; volevi molto bene a Matt, gliene vuoi ancora nonostante la sua morte, ma è totalmente diverso dal sentimento che provi per Mello. Matt era tuo amico, quel fratello che non hai mai avuto, mentre Mello,beh, lui è l'uomo col quale vorresti condividere ogni cosa, la tua vita, la tua anima, il tuo corpo, tutto.
In un attimo il biondo è al tuo fianco, inginocchiato vicino alla sedia sulla quale sei seduto.
-Dannazione, non avrei dovuto dirtelo!- sbotta arrabbiato con se stesso, e tu scuoti il capo, cercando di fargli capire che non c'è problema, che volevi sapere.
Quando finalmente ti calmi e il pianto si spegne in piccoli singhiozzi che scuotono il tuo fragile corpo, Mello si siede davanti a te, sulla scrivania. Attraverso lo sguardo ancora appannato noti che si morde appena le labbra e sembra nervoso.
-C'è...qualcos'altro...che...devi dirmi?- mormori tentando di fermare i singhiozzi.
-Non è il caso che te lo dica ora.- è la risposta decisa che ricevi, ma tu insisti, deciso a sapere tutta la verità, stanco di essere il piccolo e debole Nate che viene protetto da tutti sempre e comunque, prima da Eve, poi da Matt, e ora addirittura da Mello.
-Voglio sapere tutto.- dici guardandolo in viso, convinto di quel che fai, pronto ad affrontare qualunque cosa.
Per qualche attimo il biondo tentenna, indeciso, ma alla fine decide che è giusto che tu sappia tutta la verità, o almeno la parte che lui conosce, e così come ha fatto qualche minuto prima, comincia a parlarti e a spiegarti quello che ha scoperto e sa dei tuoi nonni.

***

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Capitolo 14
*** Fourteen ***


Salve gente!!! ^o^
Stavolta ci ho messo poco ad aggiornare, un pò perchè volevo farmi perdonare il capitolo precedente, un pò perchè il cappy si è praticamente scritto da solo senza darmi alcun problema, e un pò perchè sarà l'ultimo capitolo che posterò per un bel pò di tempo^^''' purtroppo adesso ricominciano gli appelli per gli esami, e ho una marea di cose da studiare @_@ perciò abbiate pazienza^^'''
Vi dico già che il primo paragrafo è un pochino noioso, molto introspettivo, ma dovevo fare il punto della situazione e spiegare cosa provava Near^^''' per il resto, beh, ho cercato di farlo il più lungo possibile visto che mi assenterò per un pò ^_^
Ora bando alle cance! vi lascio alla lettura^^ Spero che vi possa piacere e che non vi deluda ^///^

***

Quando apri gli occhi impieghi qualche secondo a capire dove ti trovi, a mettere a fuoco quel che ti circonda, poi ti ritorna in mente quello che è successo la sera prima.
Grazie alle persiane e alle tende il buio ti avvolge completamente anche se è mattina, e perciò ne approfitti per restare ancora steso sul letto, tentando di dare un senso, una logica a quello che Mello ti ha detto.
I tuoi nonni si sono appropriati della tua casa, del tuo denaro, della tua vita, di ciò che ti appartiene, e il tutto senza rispettare le volontà dei tuoi genitori, che volevano solo il meglio per te; ti hanno affidato a Eve, alla dolce, affettuosa e cara Eve perché non si fidavano dei propri genitori e hanno cercato di proteggerti fino all'ultimo, ma non è servito a nulla perché quelle sanguisughe hanno ignorato il loro volere solo per essere ricchi, per soddisfare la propria avidità.
Richiudi gli occhi e, con estrema razionalità, decidi che devono pagarla. Non ti importa di quello che hanno fatto a te, degli anni di paura in cui sei stato segregato e minacciato, rinchiuso in quattro mura sotto un regno di terrore e prigionia; non ti importa della brutta vita che ti hanno fatto vivere, ma non dovevano macchiare il ricordo dei tuoi genitori, delle loro ultime volontà, prendendosi senza permesso quello che apparteneva loro.
'Manca poco,' ti dici facendoti forza 'devo aspettare di compiere diciotto anni, dopo di ché potrò riprendermi quello che mi appartiene.'
Mentre pensi a quali saranno le tue prossime mosse, un suono flebile molto vicino a te ti distrae, un respiro caldo e delicato che ti accarezza il volto. Apri gli occhi e giri il capo, e per un attimo tutti i pensieri svaniscono dalla tua mente di fronte alla visione che ti appare davanti: Mello è steso a pochi centimetri da te, profondamente addormentato, sistemato su un fianco e girato nella tua direzione, gli occhi chiusi, i capelli disordinati, e le labbra leggermente schiuse. Un sorriso sorge spontaneo sulle tue labbra davanti a tanta dolcezza, e con incredulità ripensi al vostro primo incontro in quella stessa stanza, chiedendoti come diavolo hai fatto a trovare spaventoso un uomo simile.
Senza provare a resistere alla tentazione allunghi un braccio verso di lui, sfiorando appena con i polpastrelli la cicatrice che ha su viso, e subito dopo prendi tra due dita una ciocca di capelli biondi che ha sugli occhi.
Non credi di aver fatto troppo rumore o di essere stato troppo brusco, ma non puoi fare nulla nel momento in cui il ragazzo apre gli occhi incrociando i tuoi. Lasci andare i suoi capelli, allontanando la mano di scatto e voltando il capo nella speranza che non si accorga del rossore che ti ha imporporato le guance.
-Sei sveglio da molto?- ti chiede mettendosi a sedere e stiracchiandosi, e tu non puoi vedere il sorriso che incurva le sue labbra: non te lo dirà mai, ma per lui è stato bellissimo aprire gli occhi e trovarti al suo fianco mentre gli accarezzavi il viso.
-No...- mormori senza guardarlo -mi sono appena svegliato...- e mentre parli pensi che svegliarti ogni mattina in questo modo non ti dispiacerebbe affatto, e non puoi sapere quanto questi tuoi pensieri siano simili a quelli dell'altro.
-Vado a preparare la colazione.- ti dice dopo essersi alzato, e così rimani da solo in quel grande letto.
Ora che non sei più distratto dalla vicinanza di Mello, ti rendi conto che non dovresti essere così tranquillo dopo aver scoperto l'inganno dei tuoi nonni, eppure non puoi fare altrimenti. E' vero, provi rabbia per quello che hanno fatto, per come si sono comportati, e hai intenzioni di rimediare a tutto ciò, ma per il resto sei del tutto apatico. In fondo, non ti è mai importato di loro, li hai sempre odiati e disprezzati, e aspettavi con ansia la maggiore età per poter finalmente fuggire da quella casa, e tuoi nonni pure. Ora però sai che anche quella era una menzogna: non era vero che i tuoi genitori ti avevano affidato a loro, che avevano regalato loro tutti i beni con la clausola di prendersi cura di te fino ai 18 anni; era tutto un imbroglio per liberarsi di te una volta diventato maggiorenne, e ciò non può che renderti felice perché finalmente potrai riappropriarti della casa che tanto ami, in cui hai trascorso un'infanzia felice con due genitori amorevoli che ti adoravano e si prendevano cura di te.
Un mezzo sorriso incurva le tue labbra a quel pensiero: potrai riprendere in mano la tua vita, potrai punire i tuoi nonni per quello che hanno fatto e far così rispettare le volontà di tua madre e tuo padre, potrai pensare con più serenità al tuo futuro, e finalmente sarai libero.
Per un attimo la tua felicità vacilla al pensiero che Mello non corrisponde i tuoi sentimenti, ma basta un attimo perché ti riprenda: forse non starete insieme come coppia, ma farai di tutto per restare suo amico, per potergli stare ancora vicino; vuoi comunque che lui faccia parte della tua vita, e farai qualunque cosa perché ciò avvenga, e solo in quel caso, quando sarete amici e avrai recuperato quel che è tuo, potrai ritenerti soddisfatto.
Un secondo dopo il ricordo di Matt ti attraversa la mente e, stranamente sereno, pensi che sia stato il Destino a mandartelo, a fartelo incontrare. La sera prima ti sei sentito in colpa per aver egoisticamente pensato solo all'amore che provi per Mello, ma ora ti rendi conto che, ancora una volta, Mail ti ha salvato dalla solitudine alla quale saresti andato incontro se gli fosse successo qualcosa, e non puoi che essergli grato per quello.
Perso com'eri nei tuoi pensieri non ti accorgi del ritorno di Mello, il quale è costretto a chiamarti più volte per attirare la tua attenzione. Scatti subito a sedere, scusandoti per la tua distrazione, ma lui ti sorride e ti dice di raggiungerlo per la colazione.
Ti alzi senza pensarci, facendo qualche passo verso di lui, ma ti fermi all'improvviso quando lo vedi fissarti intensamente, un'occhiata rovente che percorre con insistenza il tuo corpo senza abbandonarti un attimo. All'inizio non capisci il perché di quella reazione, di quello sguardo che sembra volerti spogliare lì seduta stante, poi ricordi che per dormire Mello ti ha prestato una sua maglia che ti arriva poco più su di metà coscia e che lascia scoperto tutto il resto. Arrossisci violentemente e abbassi il viso imbarazzato, ed è quella tua reazione spontanea a destare il ragazzo dalla sua trance e, ormai scoperto in flagrante, a convincerlo a guardare la propria tazza di caffè.
A piccoli passi ti avvicini alla poltrona che ormai hai occupato infinite volte in quelle ultime settimane e, dopo esserti accomodato, cominci a tirare la maglietta per coprire il più possibile le gambe: quando ti sei seduto, è salita quasi fino a scoprirti la biancheria intima! Dal canto suo, Mello cerca di non guardarti, agitandosi sulla poltrona. Sembra in tensione ma proprio non riesci a capirne il motivo; ma poco ti importa del perché adesso sia così nervoso, non riesci a smettere di pensare al modo in cui ti ha guardato, quegli occhi color del cielo che ti osservavano come affamati, desiderosi di osservarti ancora e ancora.
Senti quella flebile speranza che ancora brucia in te rinforzarsi davanti a quella reazione del biondo, ed insieme ad essa avverti delle nuove sensazioni che mai hai provato nella tua breve vita e che a stento riesci ad identificare: uno strano calore che ti invade il corpo, un lieve formicolio al basso ventre, e un inspiegabile senso di soddisfazione per essere stato tu a provocare quello sguardo bruciante e quel desiderio. Per qualche attimo ti crogioli in quella felicità, poi però ti imponi di tornare alla realtà, di tenere a freno la tua fantasia, dicendoti che è il tuo amore a farti vedere cose che in realtà non esistono.
Prendi tra le mani scosse da un leggero tremito una tazza di caffè aggiungendoci un po' di latte e un cucchiaino di zucchero, poi la porti alle labbra per sorseggiarla.
Dopo qualche altro minuto di silenzio, Mello torna ancora a guardarti, anche se non ti osserva per più di qualche secondo per volta, quasi non ci riesca.
-Near...ti senti bene?- ti chiede con fare serio, probabilmente preoccupato per te, per quel che provi ora che hai scoperto la verità sul suo rapporto con Matt e sui tuoi nonni.
-Sto bene,- dici con un mezzo sorriso per poi sorseggiare ancora il caffèlatte -Ho sempre pensato che i miei nonni nascondessero qualcosa, se no non avrebbero avuto motivo di tenermi segregato e lontano dalle persone che avrebbero potuto farmi domande, farmi ragionare sulla mia vita e sul loro strano comportamento nei miei confronti. L'ho sempre pensato, e ora ho solo avuto la conferma.- e sorseggi ancora la bevanda.
Mello ti guarda interrogativo e confuso, pensando che è alquanto strano che tu sia così placido dopo aver scoperto che i tuoi nonni ti hanno ingannato per tutta una vita.
-E quindi che cosa farai adesso?-
Per un attimo non rispondi, riflettendo attentamente, lo sguardo basso puntato sulla tazza che tieni in mano.
-Gliela farò pagare e mi riprenderò ciò che è mio, a cominciare dalla mia casa.-
-Ti aiuterò.-
Sollevi il viso di scatto, confuso, speranzoso, e piacevolmente sorpreso.
-Grazie...- mormori riabbassando il capo, imbarazzato ma felice.

***

E' passato un mese e mezzo da quando ti sei trasferito definitamente nell'appartamento di Mello, e devi ammettere che sei felice, sereno.
Se fosse per te, ti accontenteresti di lasciare le cose così come stanno, dimenticando i tuoi nonni e tutto ciò che li riguarda. Vorresti restare semplicemente con Mello in quell'appartamento, trovarti un lavoro e cominciare una nuova vita ma, per quanto tu lo possa desiderare, sai di non poterlo fare: non lascerai casa tua nelle mani di quei bastardi, non ce la fai, ti fa star male il solo pensiero, e poi devi pensare anche a Eve.
Per ora, fino al tuo compleanno, ti godrai le piccole gioie che questa convivenza ti può regalare, a cominciare dalle vostre conversazioni, quelle in cui parlate di tutto e niente, di voi, delle vostre vite: è durante una di queste che Mello ti ha raccontato un po' di sé, della sua infanzia, di come ha conosciuto Mail, e il fatto che si sia aperto in quel modo con te, che si sia fidato, ti rende davvero felice.
Sei felice, eppure...
Hai trascorso parecchio tempo con Mello, e ora sei più sereno e rilassato di quanto tu sia mai stato, eppure c'è una cosa alla quale non riesci a smettere di pensare, che ti preoccupa, che non ti fa stare del tutto tranquillo: la consapevolezza di aver lasciato Eve in quella orribile dimora, ed è a lei che stai pensando anche in questo momento mentre finisci di sistemare le stoviglie al loro posto. Lei è la tua cameriera, una tua amica, una specie di mamma, e le avevi promesso che non l'avresti più lasciata senza lavoro, che non l'avresti più abbandonata, che non l'avresti più fatta stare in pena...
-A cosa pensi?-
Sussulti per la sorpresa e fai cadere per terra le forchette che tenevi in mano, girando di scatto il capo verso la porta della cucina.
-Mi hai spaventato!- ti lamenti chinandoti a raccogliere ciò che ti è scivolato dalle mani. Dalla soglia, Mello ridacchia e si avvicina per aiutarti, tenendo tra i denti la tavoletta di cioccolata che stava mangiando in modo da avere le mani libere.
-Scusa, credevo mi avessi sentito arrivare.-
Noti il suo ghigno divertito e sbuffi contrariato, trattenendoti a stento dal fargli una linguaccia.
-Mi manca Eve...- dici poi rispondendo alla domanda che ti ha fatto prima, e lui smette di sorridere per un attimo.
-Sa che sei al sicuro,- ti dice tentando di rassicurarti -sono certo che preferisce che tu stia lontano da lei ma sereno, piuttosto che in quella casa.-
-Si, hai ragione.- un mezzo sorriso ti incurva le labbra – ma mi manca lo stesso. E' l'unica persona che mi ha dato conforto e la forza di andare avanti quando ero da solo tra quelle mura.-
-Near...-
-Eve è forte,- lo interrompi sorridendo -resisterà finché non si sistemerà tutto, e dopo potremo stare ancora insieme.- e conoscendo la vitalità e la forza di quella donna sai che è davvero così, e ciò ti tranquillizza un po', ti rasserena anche se non puoi averla vicino.
Quando finite di raccogliere le posate vi rimettete in piedi e, mentre tu le passi nuovamente sotto l'acqua, Mello si avvicina ad un cassetto, lo apre e poi lo richiude.
-Dannazione!- sbotta con evidente irritazione e quell'esclamazione ti convince a guardarlo interrogativo -Ho finito la cioccolata!- risponde alla muta domanda che gli hai posto.
-Vai a comprarle, no? Posso stare da solo per mezz'ora.-
Il ragazzo ti guarda non del tutto convinto, ma sa di non poter resistere a lungo senza la sua amata cioccolata.
-Torno presto.- ti dice con convinzione, e poi esce dalla cucina. Tu sorridi e scuoti il capo divertito: mai vista una persona così adita al cacao! Con tutto il cioccolato che ingurgita è davvero un miracolo che sia così magro!
Quando finisci di sistemare anche le ultime posate, prendi dallo studio il libro che hai iniziato quella mattina e ti dirigi in camera per sistemarti sulla solita poltrona in attesa che Mello torni.

---

Eri talmente preso dalla lettura che non ti accorgi che Mello è rientrato finché non senti il rumore della porta che si chiude con un tonfo, e non hai idea di quanto tempo sia passato da quando è andato via.
Sollevi lo sguardo in tempo per vedere il biondo che entra nella stanza tenendo un paio di buste in mano. 'Ma non doveva comprare solo la cioccolata?' ti chiedi guardando il ragazzo mentre poggia le borse per terra.
Stai per chiedergli cosa contengano, ma le parole ti muoiono in gola quando vedi Eveline alle sue spalle, un sorriso smagliante stampato in faccia. Scatti in piedi, sorpreso e confuso, il libro che ti scivola dalle mani per finire a terra, ai tuoi piedi.
-Eve....ma cosa....- non finisci la frase perché la donna si fionda al tuo fianco per poi stringerti forte al suo petto, rischiando così di soffocarti.
-Oh signorino! Come mi è mancato!- esclama con la voce di qualche timbro più alta, poi ti allontana dal suo corpo per poterti osservare meglio -La trovo bene.- e, se possibile, il suo sorriso si allarga. -Ma sta mangiando adeguatamente? Sono seriamente preoccupata: se non ci fossi stata io quel ragazzo avrebbe comprato solo cioccolata!- si lamenta mettendo su un'espressione tra il corrucciato e il pensieroso. -Dov'è la cucina? Sono già le sette e devo prepararvi la cena! Ho comprato un bel po' di ingredienti! Chissà che posso preparare...- e veloce come è arrivata vicino a te, si sposta verso il padrone di casa che, scioccato davanti a quella forza della natura, le indica in fretta dove si trova la cucina. Con un sorriso sulle labbra, la donna raccoglie le buste e, prima che Mello possa muoversi per aiutarla, sparisce oltre la soglia diretta in cucina.
Rimani imbambolato dove sei, un sorriso ebete sulle labbra, il cuore che batte forte per l'emozione che quella sorpresa ti ha provocato, e ti senti immediatamente più tranquillo nell'averla vicino. Il tuo sorriso si allarga ancora di più quando quando senti il rumore metallico delle pentole che proviene dalla cucina: la donna ha già marcato il proprio territorio, e sembra intenzionata a recuperare tutte quelle settimane in cui non si è presa cura di te. Quando la senti canticchiare qualcosa finalmente smetti di osservare la porta dalla quale è sparita, voltandoti così a guardare Mello, in piedi a pochi metri da te.
-Ma perché...?- sussurri fissandolo senza capire, confuso, tentando di tenere a bada la speranza.
Mello si avvicina di qualche passo, guardandoti serio. -Eri preoccupato, e lo era anche lei. Era da stupidi stare lontani se non c'era una vera ragione. Il posto per lei non manca visto che c'è la stanza degli ospiti; una persona in più non disturba, soprattutto se è così vitale!- un sorriso soddisfatto incurva le sue labbra, e tu non puoi far altro che ricambiare, gli occhi umidi per l'emozione: l'ha fatto per te; sapeva che eri preoccupato ed è andato a chiederle se voleva raggiungerti e, ovviamente, Eve non ha rifiutato.
-Grazie...non so che dire...-
-Non devi ringraziarmi.- si avvicina ancora di un passo -non mi piace vederti triste o preoccupato, e facendo così siete più tranquilli sia tu che lei.-
E a quel punto, rimasto senza parole, felice per avere la tua amica vicino, commosso per quel gesto così carino da parte del ragazzo che ami, non riesci più a trattenere i tuoi sentimenti, i tuoi istinti, e senza rifletterci lo abbracci di slancio e gli posi un leggero bacio sulla guancia dopo esserti messo sulle punte dei piedi.
-Grazie!- dici guardandolo in viso, e solo vedendo la sua espressione sconvolta ti rendi conto di quello che hai fatto. Arrossisci e cerchi di allontanarti, ma il ragazzo te lo impedisce stringendoti a lui con un braccio.
Lo guardi confuso, imbarazzato, e un sospiro ti sfugge dalle labbra quando ti accarezza una guancia, i capelli, la nuca, facendoti venire i brividi.
-Mello...- mormori ancora indeciso sul da farsi, desideroso di lasciarti avvolgere da quelle braccia ma timoroso che quel comportamento sia scaturito dalla situazione che hai creato e non da sentimenti verso di te, che per lui sia solo un attimo di smarrimento.
La tua mente continua a lavorare frenetica, ma gli ingranaggi si fermano del tutto quando il biondo china il capo e poggia delicatamente le labbra sulle tue, sfiorandole appena per un secondo. Arrossisci ancora di più, senti le farfalle nello stomaco e le ginocchia tremare, ma non ti scansi, spaventato all'idea che quell'atmosfera possa dissolversi con un solo gesto o parola. Il ragazzo ti guarda ancora negli occhi, e sembra confuso quanto te: forse anche lui si sta facendo guidare dall'istinto e non si aspettava che finisse in questo modo. Vi fissate per qualche altro breve secondo, poi Mello torna a chinarsi e ti bacia ancora, stavolta con più decisione. Senti le sue labbra al sapore di cioccolato premere contro le tue, affamate, vogliose, e subito dopo cerca di violarle con la lingua. Per un attimo resti interdetto, non sapendo che fare, del tutto a digiuno di situazioni del genere, inesperto e con la paura di deluderlo, ma alla fine ti lasci andare contro di lui, deciso a goderti appieno quel momento. E, senza più pensare a nulla, schiudi leggermente le labbra per permettergli di approfondire il bacio.

***

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Capitolo 15
*** Fifteen ***


Attention!! si torna al POV MELLO

***

Quando hai pensato di andare a chiedere a Eveline se voleva trasferirsi da te per poter stare con Nate (sapendo già che avrebbe detto si), non ti aspettavi che il ragazzo in questione reagisse in questo modo.
Sai di doverti fermare, di doverti controllare, di dover evitare qualsiasi contatto intimo con Nate, ma è impossibile resistere quando ti abbraccia e ti sfiora la guancia con le labbra, mandandoti mille brividi lungo la spina dorsale, costringendo il tuo corpo a chiedere di più, più vicinanza, più contatto, più passione...più tutto.
Probabilmente è stato un gesto istintivo il suo, forse non si è nemmeno reso conto di quel che stava facendo finché non si è ritrovato intrappolato tra le tue braccia. Ti fissa confuso, il volto in fiamme, sicuramente preoccupato dal tuo comportamento; eppure, nonostante tenga il suo sguardo scuro e dannatamente innocente puntato su di te, non riesci a sentirti a disagio, a sentirti in colpa per quello che provi e per quello che vorresti fargli. Sai che è sbagliato, che non dovresti costringerlo a restare vicino a te, ma non puoi lasciarlo andare, semplicemente non vuoi, ti rifiuti.
Passa qualche secondo e ti accorgi che, in realtà, lui non sta affatto cercando di allontanarsi, di spezzare l'abbraccio che vi unisce, e ciò ti lascia perplesso. Lo guardi con intensità, e stavolta sei tu ad essere confuso, a non capire perché ti resta vicino in quel modo; sembra quasi che ti stia invitando a fare di lui quello che vuoi...
Tenendolo stretto in vita con un braccio, con quello libero ti dedichi ad accarezzare tutto ciò che ti capita a portata di mano: il suo viso cocente per l'imbarazzo, il collo sottile sotto la cui pelle senti il battito accelerato del suo cuore, la nuca lievemente umida di sudore, e infine i capelli, quei delicati fili candidi nei quali hai sempre desiderato affondare le dita per saggiarne la consistenza e morbidezza.
-Mello...-
La sua voce suona flebile tra voi, quasi gli manchi il respiro per l'emozione, e quel fioco suono richiama la tua attenzione sulle labbra del piccolo, spingendoti a chiederti per l'ennesima volta che sapore abbiano, se siano dolci come ti sembrano, e a furia di rifletterci non resisti alla tentazione di provarle: ti chini verso di lui, sfiorandogli appena la bocca con la tua, leggero come una brezza, appena percettibile. Aspetti che lui si scosti disgustato, ma ancora una volta resti sorpreso nel vedere che non si allontana.
Lo fissa ancora più confuso, e alla fine ti lasci andare: ti abbassi nuovamente alla sua altezza e stavolta lo baci come si deve, con più decisione, premendo con forza, fame e desiderio, ansioso di approfondire il contatto; lambisci con la lingua le labbra innocentemente chiuse di Nate, incitandolo a dischiuderle per andare oltre. Per un attimo si irrigidisce, forse impaurito da quel che sta succedendo, ma alla fine si rilassa contro il tuo petto, schiudendo la bocca per permetterti l'accesso, e quella dolce resa ti scalda il cuore e fa nascere in te la speranza che, forse, ci sia la possibilità di un futuro insieme.
Spingi la lingua in quell'antro umido alla ricerca della sua, e dopo qualche attimo finalmente la incontri, iniziando una lenta ed appassionante lotta con essa, tentando il ragazzo con la tua esperienza e al tempo stesso insegnandogli come comportarsi in questa situazione evidentemente nuova per lui.
Ti stacchi un secondo per riprendere fiato, ma subito riprendi da dove ti eri fermato, totalmente inebriato da lui, incapace di controllarti. Continui a baciarlo, e ti rendi conto che la realtà supera di gran lunga la tua fantasia: quelle labbra non sono semplicemente dolci come immaginavi, sono calde e delicate, tanto morbide da farti venir voglia di morderle.
Da mordere... rifletti con la mente appannata dal desiderio, e il pensiero e l'azione si confondono immediatamente. Ti separi quel tanto che basta per afferrargli dolcemente il labbro inferiore tra i denti, tirandolo leggermente e mordicchiandolo con dedizione, come se da ciò dipendesse la tua stessa vita; lo prendi tra le labbra e lo succhi lentamente, e un flebile gemito sfugge da quella bocca ora rossa e gonfia per le attenzioni che le stai dedicando.
E' così eccitante... ti ritrovi a pensare, e ripeti l'azione per poter sentire ancora una volta quel dolce gemito che è musica per le tue orecchie.
Ingaggi nuovamente una lotta con la sua lingua, stavolta più passionale ed eccitante, mentre con la mano libera percorri il suo corpo snello: parti dalla nuca (sulla quale prima l'avevi abbandonata, troppo concentrato sulle labbra), percorri la schiena sfiorando ad una ad una le vertebre, e alla fine gli afferri i fianchi con entrambe le mani, schiacciandotelo ancora di più addosso. Nate porta le braccia sulle tue spalle per poi intrecciare le dita dietro il tuo collo. Visto che le sue braccia sottili non ti sono più d'intralcio, ne approfitti per far scivolare una mano sotto la sua maglia, sfiorandogli il ventre e risalendo più su, verso i capezzoli. Ne sfiori appena uno, e Nate si irrigidisce all'improvviso tra le tue braccia; ti separi all'istante, temendo di aver esagerato. Cerchi subito il suo sguardo, e quello che leggi sul suo volto ti lascia perplesso e accuisce il tuo desiderio: ha il respiro affannato, le labbra gonfie e le guance arrossate, e gli occhi sono socchiusi, lucidi, e ti fissano con desiderio misto ad apprensione.
-Mello...- ti chiama, e confusione e turbamento sono evidenti nel suo tono basso. -Che...cosa stai...facendo?- sussurra senza fiato -cosa...stiamo...facendo...?- si corregge poco dopo, corrugando un po' le sopracciglia quasi gli venga difficile formulare una frase coerente.
Ci rifletti un attimo, chiedendoti la stessa cosa ma conoscendo già la risposta: lo ami, e l'hai baciato perché non desideri altro che stargli vicino, stringertelo addosso e baciarlo fino a togliergli il fiato, carezzare quel corpo morbido e caldo che ti attira come una calamita e possederlo finché non sarà soltanto tuo. L'hai fatto perché vuoi che ti appartenga, perché lo ami e lo desideri ma ti manca il coraggio di dirglielo a parole e stai provando a dimostrarglielo in altro modo. E' per questo che l'hai fatto (e lo rifarai appena ne avrai l'occasione), ma Nate perché lo fa?
Che anche lui provi qualcosa per me? ti chiedi sperando ardentemente che sia così. Se così non fosse, perché avrebbe accettato di trasferirsi da te? Senza considerare il fatto che l'hai baciato e lui non si è tirato indietro.
-Mello...- ti chiama ancora, in attesa di una risposta che non arriva, ma tu non sai che dirgli, e alla fine dici la prima cosa che ti passa per la testa.
-Mihael.- dici carezzandogli una guancia -Mi chiamo Mihael.-
Nate sbarra leggermente gli occhi, aspettandosi tutto tranne quello, poi sorride felice e gli si illumina il viso.
-Mihael...- ripete senza smettere di sorridere -E' un bel nome...-
Quando senti la sua voce ripetere il tuo nome con tale gioia, capisci perché è stata quella la prima cosa che ti è venuta in mente: da quando ti ha detto il suo vero nome, non hai fatto altro che desiderare di sentirgli dire il tuo. In fondo, è passato moltissimo tempo dall'ultima che qualcuno ha pronunciato il tuo vero nome, e devi ammettere che è una sensazione stupenda, soprattutto ora che lo dice Lui.
Stai per chinarti nuovamente a baciarlo quando la voce di Eveline vi chiama dalla cucina, ordinandovi di preparare la tavola perché la cena è quasi pronta.
Nate ti fissa ancora per un attimo, poi arrossisce e si divincola dalla tua stretta. A malincuore lo lasci andare, e un sorriso nasce sulle tue labbra quando lo vedi correre via in completo imbarazzo, urlando 'Arrivo Eve!'. Stai ancora sorridendo quando ti dirigi anche tu verso la cucina.

***

Ecco, questo è qualcosa cui non avevi pensato.
Baciarlo, abbracciarlo e toccarlo è stato fantastico, non ti sei pentito di quello che hai fatto e mai lo farai, ma ora sei davvero in una situazione spinosa: avete cenato ed è arrivata l'ora di andare a letto, a dormire; come diavolo farai a resistere alla tentazione adesso che hai saggiato quella labbra e quel corpo contro di te?!
Probabilmente Nate sta pensando alla stessa cosa perché, in piedi dall'altra parte del materasso, fissa a capo chino il letto, quasi possa trasformarsi in un mostro da un momento all'altro.
-Ehm...- cominci a disagio e anche un po' in imbarazzo -è mezzanotte passata...è meglio se dormiamo...- lo dici e subito ti siedi sul letto, dandogli le spalle e togliendoti la maglia nera che indossi. Senti un lieve singulto alle tue spalle, e ti domandi quale sarà la reazione del piccolo nel momento in cui ti sfilerai i pantaloni.
-Forse è meglio...- lo senti sussurrare, e qualche secondo dopo avverti il materasso inclinarsi lievemente mentre il ragazzo si stende. Ti imponi di non girarti a guardarlo e ti sbottoni il pantalone nero lanciandolo poi sul comodino, poi ti infili sotto le coperte come ha fatto Near.
Appena ti stendi l'albino si irrigidisce, arrossendo fino alla punta dei capelli, e a quel punto non resisti più: allunghi un braccio e lo tiri verso di te, stringendolo contro il petto. Lui cerca di allontanarsi, probabilmente nel panico più totale, ma non lo lasci andare.
-Tranquillo Nate...- gli sussurri all'orecchio mentre con una mano gli accarezzi i capelli -non voglio fare niente...-
A quel punto solleva lo sguardo su di te, guardandoti scettico, e tu non puoi che ridacchiare divertito.
-Ok, forse qualcosa vorrei fare,- ammetti con un sorrisino malizioso (e ciò lo fa arrossire ancora di più) -ma non voglio costringerti, perciò puoi stare tranquillo.-
Mentre dici quello, ti rendi conto che quel rifiuto da parte di Nate ti ferisce. Ci sei rimasto male ma non puoi dargli torto: per quanto possa essere innocente ed inesperto, non è così ingenuo da non capire i desideri nascosti dietro i baci che vi siete scambiati, e lui probabilmente non si sente pronto ad un passo simile.
Forse Nate intuisce la tua delusione, perché ti abbraccia a sua volta poggiando la testa contro la tua spalla, e alla fine parla con voce incerta, cercando le parole adatte.
-Mihael...- comincia indeciso, e sentire il tuo nome pronunciato da lui ti fa scorrere un brivido lungo il corpo. Cavolo! Devo abituarmi al modo in cui lo dice! -Non è che io non voglia....ehm....andare oltre...- arrossisce ancora una volta e io sorrido intenerito -ma...è tutto nuovo per me...sono confuso...e non so come comportarmi...vorrei fare le cose con calma...-
Rimani interdetto da quelle parole, ma non possono che renderti felice: anche se vuole aspettare e andarci cauto, non rifiuta l'idea di stare con te, anche fisicamente parlando.
Lo stringi e ti pieghi un po' in avanti per baciarlo: al momento non t'importa se il piccoletto provi solo attrazione fisica per te, ti accontenti di quel che ti viene concesso; e poi non è detto che i suoi sentimenti non possano intensificarsi, evolvere verso qualcosa di più serio. Per ora ti va bene così, ti basta che lui sia ancora vicino a te, che non sia scappato via disgustato quando l'hai baciato e stretto a te.
-Rilassati piccolo, non ti sto chiedendo nulla. Aspetterò.- gli dici continuando ad accarezzargli i capelli, incapace di resistere a quella morbidezza.
Restate in silenzio per qualche secondo poi Near ti chiede l'ultima cosa che ti saresti aspettato.
-Mihael?- ti chiama per attirare la tua attenzione, e quando lo guardi continua a parlare -Domani mi porti da Matt?-
Ha sussurrato appena ma capisci che per lui è stato difficile chiederti una cosa simile, soprattutto in questo momento. Per un attimo pensi di chiedergli il motivo di quella richiesta, confuso e senza capire, con l'atroce dubbio che Nate abbia provato per Mail (e forse provi ancora) quel che tu provi per lui, ma alla fine desisti, forse spaventato dalla risposta che potresti ottenere; e poi, se avesse voluto dirti il motivo l'avrebbe fatto.
-Certo piccolo...-
Dopo qualche minuto Nate si addormenta, ma in compenso tu non riesci a chiudere occhio fino alle cinque del mattino.

***

Eccomi qua con un nuovo capitolo!!! chiedo umilmente perdono per il ritardo, ma davvero non sapevo come procedere^^''' e alla fine ho dovuto cambiare POV perchè con Near non sono riuscita a cavare ragno dal buco^^''' (vado a sotterrarmi!!)
Che dire di questo cappy? Ho scritto tutto quello che mi è venuto in testa, senza rifletterci, e alla fine l'ho riletto per vedere se almeno era coerente grammaticalmente parlando XD mi è piaciuto scrivere il bacio dal punto di vista di Mello (anche se credo di aver esagerato con la lunghezza della descrizione^^''')! e poi, volevo dare un pò di spazio a Mello e alla sua introspezione, oltre alla descrizione dei comportamenti di Near visti dal biondino^^ e per la seconda parte del capitolo beh, così è uscito fuori, e così l'ho lasciato^^'''
per quanto riguarda invece l'evoluzione del rapporto tra mellino e nearino beh, nei capitoli precedenti ho più o meno evidenziato la loro paura di essere rifiutati, di non essere corrisposti, perciò ho deciso di procedere per gradi^^ in fondo, sono innamorati l'uno dell'altro, perciò è normalissimo che ci sia anche l'attrazione fisica tra i due!!
in conclusione, spero che non vi abbia deluso o annoiato^^''' il prossimo capitolo è già in stesura, ma non so quando potrò finirlo e postarlo^^''' domani purtroppo ricominciano le lezioni all'università ç_ç sigh! per ultimo, vorrei dire che la storia ormai volge al termine^^ mancano davvero pochissimi cappy!!
Mi farebbe piacere sapere che ne pensate di questo cappy, che cosa non vi è piaciuto o cosa dovrei migliorare^^
Buonanotte (vista l'ora!!)!!

_hiro_ \(^o^)/

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Capitolo 16
*** Sixteen ***


Attention!! POV NEAR

***

Quando ti svegli è mattina inoltrata, e senza bisogno di aprire gli occhi avverti subito la mancanza di qualcosa che durante la notte c'era. Ti giri sull'altro fianco e i tuoi dubbi trovano conferma: l'altra parte del letto è vuota. Ti metti a sedere e subito guardi nella direzione delle poltrone e del tavolino, ma capisci subito che Mihael non è nella stanza.
Cerchi di ignorare la fitta di delusione, ma è davvero difficile: certo non ti aspettavi chissà quale risveglio romantico, ma speravi che almeno restasse lì al tuo fianco per darti il buongiorno e rivolgerti quel sorriso seducente che ti fa sciogliere. E invece non c'è.
Ti lasci cadere nuovamente sul materasso, chiudendo gli occhi e sospirando rassegnato: per quanto tu possa sperarlo, per quanto abbiate fatto enormi passi avanti e vi siate avvicinati di più, tu e Mello non siete una coppia, e forse mai lo sarete. Il biondo ha ammesso di provare attrazione nei tuoi confronti e di desiderarti, te l'ha dimostrato, ma ciò non è sufficiente, non è amore...
A questo punto ti chiedi che cosa 'siate' l'uno per l'altro, quale sia la natura del vostro rapporto: decisamente non siete fidanzati, di certo non siete solo amici, ma non siete neanche amanti. Ci rifletti ancora e ancora, ma non riesci a trovare una definizione per la vostra relazione. Sbuffi seccato, confuso da tutta quella situazione che ti sta mandando in pappa il cervello: non sei abituato a questi sentimenti, non sei preparato ad affrontare questi dubbi che ti assalgono quando meno te lo aspetti e, soprattutto, non sai come mettere in ordine le emozioni e i pensieri per poter poi decidere come procedere.
Ti riscuoti dai tuoi pensieri quando qualcuno bussa alla porta e, dopo che hai mormorato uno stanco 'Avanti', Eve entra nella stanza reggendo tra le mani un vassoio.
-Buongiorno signorino.- ti saluta con un sorriso smagliante -su, si alzi! Le ho portato la colazione.-
In realtà non hai molto appetito, ma l'allegria che senti nel tono della donna ti convince a scendere dal letto per raggiungerla. Ti lasci andare sulla poltrona che occupi di solito e lei ti poggia davanti il vassoio.
-Dormito bene?-
-Si, grazie.- dici cercando di ricambiare il suo sorriso e afferrando la tazza del caffè-latte. -Tu? Ti sei trovata bene nella nuova stanza?-
-Oh si, è perfetta!- e mentre lei continua a parlare della stanza, di come ha intenzione di sistemarla, chiacchierando poi della cucina e di quello che vorrebbe preparare a pranzo, tu torni a perderti nei tuoi pensieri, finché non resisti più e ti decidi a chiedere quello che davvero ti preme.
-Eve...- la chiami per attirare la sua attenzione -sai dov'è andato Mello?- Lei corruga le sopracciglia, fissandoti intensamente quasi volesse leggerti dentro.
-Non lo so,- dice infine continuando a guardarti preoccupata -credo fosse già uscito quando mi sono alzata, perché non l'ho visto. E' successo qualcosa?-
Non vuoi rispondere ma, anche se avessi voluto, non avresti avuto la possibilità, perché sulla soglia della stanza compare il biondo.
-Preparati.- ti dice senza guardarti direttamente -Tra mezz'ora usciamo.- e dopo quelle poche parole si defila nel suo ufficio, lasciandoti lì basito e con una Eve che appare più confusa e preoccupata di prima.
Forse la donna capisce che non hai voglia di parlare perché si alza e, senza dire una parola, ti prepara la roba e te la porta in bagno; tu la segui, ancora stordito dall'improvvisa apparizione del padrone di casa e dal suo comportamento distaccato, ti spogli e ti infili sotto la doccia automaticamente, senza rifletterci.
Adesso si che sei davvero confuso! Perché si è comportato in quel modo con te? Perché quel tono duro? E soprattutto, perché non ti ha neanche guardato in faccia mentre si rivolgeva a te? Non capisci davvero, è come se la sera prima non fosse successo nulla, anzi, come se foste due estranei! Con un sospiro stanco ti chiedi che cosa sia successo, che cosa l'abbia fatto arrabbiare in quel modo.
Ho forse fatto qualcosa che l'ha offeso? ti chiedi preoccupato; poi ti dici che non è colpa tua, che non hai fatto niente di male, che è lui ad avere qualche problema: non puoi mica dare la colpa a te stesso se lui ha deciso di ignorarti a quel modo! Ci manca solo che cominci ad incolparti e a farti inutili paranoie!
L'iniziale delusione e confusione si confondono con una rabbia crescente per quel comportamento antipatico e insopportabile: non può baciarti, accarezzarti, stringerti a sé per tutta la notte e poi trattarti in quella maniera! Non lo accetti!
Con gesti rapidi e seccati che mostrano la tua irritazione ti lavi velocemente e, dopo esserti asciugato, ti infili i vestiti che Eve ti ha preparato, fiondandoti subito dopo nell'ufficio di quel biondo volubile.
-Sono pronto.- annunci fissandolo truce e il ragazzo sussulta sulla poltrona, forse sorpreso da tuo improvviso arrivo, così come è capitato a te poco più di un quarto d'ora fa. Ben ti sta. pensi soddisfatto e con una punta di acidità.

---


Siete in macchina da dieci minuti ma nessuno dei due ha aperto bocca, quasi aveste deciso di comune accordo di avercela reciprocamente con l'altro.
Però, ora che ti trovi vicino a lui, capisci che c'è qualcosa che non quadra: in un primo momento Mihael ti era sembrato irritato, probabilmente arrabbiato, e invece ora sembra quasi...triste? E' questa l'impressione che ti da il suo viso, il suo sguardo cupo, la linea dura della bocca, ma non riesci a comprendere quale sia il problema e, a dire il vero, non sai nemmeno come comportarti, se continuare ad essere irritato con lui per come si è comportato, oppure dar retta al tuo istinto e chiedergli cosa lo preoccupa.
Prima di fare una mossa azzardata o di direi qualcosa che possa farlo incupire ancora di più, decidi di riflettere sugli ultimi avvenimenti, alla ricerca della motivazione a tutto ciò.
Fai mente locale ripensando alla sera prima e constati che fino all'ora di cena Mello non ha dato alcun segno di irritazione o disagio, e lo stesso puoi affermare rispetto al seguito della serata, fino ad arrivare all'ora di andare a dormire. Siete rimasti vicini, avete parlato e in parte chiarito la situazione, ma il biondo è rimasto tranquillo finché...
Ma che senso avrebbe? ti dici quando arrivi ad una conclusione non plausibile. Non avrebbe davvero alcun senso quello che stai pensando, visto che l'unico momento in cui Mihael si è irrigidito ed è ammutolito è quando gli hai chiesto di portarti da Matt.
Cercando di non farti notare, lanci uno sguardo in tralice al ragazzo al tuo fianco, silenzioso e totalmente concentrato sulla strada. Perché dovrebbe prendersela per una cosa simile? ti chiedi se non voleva accompagnarmi bastava dirlo...
Torni a guardare fuori dal finestrino e solo allora ti accorgi che siete arrivati a destinazione.
Ancora senza dire una parola Mello parcheggia poco lontano dal muro di cinta del cimitero, spegnendo il motore e restando immobile al suo posto; non sembra intenzionato a scendere dall'auto e tu, d'altro canto, fai lo stesso, limitandoti a slacciare la cintura di sicurezza. Passano i secondi e alla fine cedi davanti a quel silenzio teso.
-Si può sapere qual'è il problema?- sbotti all'improvviso girandoti verso di lui -E' da stamattina che ti comporti in modo strano.- aggiungi quando lui ti guarda come a dire 'non so di che parli'.
Il biondo resta ancora in silenzio, ma dopo un po' sospira e si volta a guardarti.
-Perché sei voluto venire qui?- dice con fatica, evidentemente indeciso, quasi non volesse davvero porti quella domanda ma gli fosse sfuggita dalla bocca.
Rimani interdetto dalla domanda, non aspettandotela, e distogli lo sguardo dal suo: non puoi rispondere con sincerità, se lo facessi dovresti ammettere i sentimenti che provi per lui, ed è una cosa che non sei disposto a fare.
Non vuoi dirglielo, ma sai perfettamente perché sei lì, perché hai sentito il bisogno di presentarti davanti alla tomba del tuo migliore amico; semplicemente ti senti in colpa per quello che è successo, per non essere andato al funerale e per non avergli portato dei fiori, per aver pensato solo a te stesso e ai tuoi sentimenti quando Mello ti ha raccontato cosa l'ha portato da te, per non essergli stato grato per tutto quello che ha fatto per te...
-Rispondimi Nate.-
Il flusso dei tuoi pensieri viene interrotto dalla richiesta di Mihael; ti volti verso di lui, non capendo il perché di quel tono basso e sofferente, di quell'espressione seria e preoccupata che ha sul viso.
-Da quando è...successo...non sono mai venuto a trovarlo...- mormori indeciso, col timore che il biondo capisca che stai dicendo una mezza verità.
-Tu...sei innamorato di Mail?-
Sbarri gli occhi, sconvolto, non capendo da dove salti fuori quel dubbio, quella domanda.
-Cosa?- riesci solo a mormorare, il tuo cervello che lavora freneticamente alla ricerca di una spiegazione plausibile o quanto meno accettabile.
-Ti ho fatto una domanda precisa, e 'cosa' non è la risposta che voglio.-
Continui a guardarlo stralunato, chiedendoti ancora se sia impazzito o qualcosa di simile, ma ti basta osservarlo in viso per capire che fa sul serio, che pensa davvero quello che dice.
-Questa domanda non ha senso- dici smettendo di fissarlo per un attimo -e non merita una risposta.-
E a quel punto Mihael si arrabbia, all'improvviso, senza motivo: ti afferra il volto con una mano e ti tira verso di lui, facendoti male.
-Voglio una risposta!- ringhia fissandoti dritto negli occhi, e capisci che è proprio quello il problema di Mello: si sta arrovellando il cervello per capire se eri (o lo sei ancora) innamorato di Mail. Ma perché?
-Mihael, mi stai facendo male...- mormori cercando di liberarti dalla sua presa ferrea, inutilmente.
-Rispondi.- e allora perdi la calma. Schiaffeggi con forza la mano che ti blocca e la allontanati con rabbia.
-Che senso ha rispondere?!- sbraiti, alzando per la prima volta la voce dopo moltissimo tempo: quasi non ricordi l'ultima volta che hai gridato così -Mail è morto! Morto, capito?!- e cominci a singhiozzare, disperato e infuriato, continuando a fissarlo truce: ma come può essere così insensibile? Non capisce che parlare di Matt ti fa male, riapre ferite del cuore che ancora non si sono rimarginate?
Forse il tuo scatto di rabbia risveglia Mello dal torpore in cui è caduto, perché all'improvviso impallidisce (forse sconvolto dal suo stesso comportamento), per poi attirarti tra le sue braccia e cullarti dolcemente, mormorando infinite scuse al tuo orecchio.
Devi ammettere che la posizione non è delle più comode (la leva del cambio preme contro il fianco e ti fa male), ma trovarti tra le braccia del biondo ti fa dimenticare tutto, ti fa sentire parte di lui, parte di 'qualcosa'.
-Mihael?- lo chiami senza muoverti, il viso nascosto contro il suo petto -volevo bene a Mail, moltissimo, ma era come un fratello per me...non l'ho mai considerato sotto quel punto di vista...-
Non sai perché ora ti sei deciso a rispondere a quella stupida domanda, forse perché non vuoi che Mello pensi che il tuo cuore appartiene ad un altro, così da non far nascere delle incomprensioni, oppure semplicemente non riesci a sopportare di vedere il biondo in quelle condizioni, così abbattuto, così preoccupato.
Mihael non si stacca da te, non si muove nemmeno, e continua a tenerti stretto quasi abbia paura che scappi da un momento all'altro, lasciandolo lì da solo.
-Ero geloso.- dice alla fine stringendoti più forte -sono geloso.- si corregge subito dopo, e il tono con cui lo dice ti fa correre un brivido lunga la schiena mentre il cuore comincia a battere più in fretta a dimostrare l'agitazione che provi, l'emozione che ti sconvolge i pensieri: Mello è geloso di te, teme che te ne possa andare, e tu non puoi fare a meno di pensare che quella sia una dimostrazione del suo...amore?
-E...perché sei...geloso?- sussurri con un filo di voce, timoroso di esserti sbagliato, di aver dato troppo spazio alla fantasia lasciandoti guidare dalla speranza che i tuoi sentimenti siano corrisposti; ”forse è solo un'illusione...”
Mihael non ti risponde: infilando una mano tra i tuoi capelli ti tira indietro la testa senza farti male, e subito dopo si impossessa delle tue labbra in un bacio bramoso, disperato, violandole subito con la lingua. Dopo l'iniziale sorpresa ricambi le attenzioni del ragazzo, lasciandoti andare contro di lui, ormai più sicuro su come comportarti in quel frangente.
Quando vi staccate per riprendere aria la vostra non è una separazione lunga, perché il biondo riprende subito a baciarti, lasciando che le sue mani vaghino indisturbate alla ricerca della cerniera del giubbotto che indossi e, quando la trovano, la abbassano per potersi poi infilare sotto il maglione, smaniose di toccare la pelle candida che nasconde alla vista.
Il tempo passa lentamente, e Mello non sembra intenzionato a lasciarti andare molto presto, ma sei costretto a scostarti da lui quando lo senti armeggiare con la zip dei tuoi pantaloni.
-Mihael...- lo chiami con il respiro affannato, la voce tremula e flebile. -Questo non è...- ma non finisci la frase perché vieni ammutolito dall'ennesimo bacio.
-Mihael..- lo chiama ancora, e stavolta ti ascolta, fissandoti, lo sguardo azzurro e carico di desiderio posato su di te.
-Ti voglio.- ansima con voce roca, piegandosi per andare a mordicchiarti il lobo dell'orecchio – Ti voglio...- ripete accarezzandoti attraverso la stoffa dei jeans.
Quelle carezze, quelle attenzioni, sono troppo per te, per il tuo corpo che non è abituato a simili sensazioni, e qualche piccolo gemito ti sfugge dalle labbra, facendoti arrossire per l'imbarazzo. Lo chiami, del tutto fuori di testa, e non riesci ad opporre resistenza quando intrufola una mano dentro i tuoi pantaloni.
-Non...non è il...posto...adatto...- è il massimo che riesci a blaterare tra i gemiti, per niente convincente neanche alle tue orecchie, le attenzioni del biondo che si fanno più intense, più intime, e il cervello che ti abbandona completamente al tuo destino, impedendoti di ragionare o anche solo di formulare un pensiero coerente.
-Mihael...- mormori disperatamente il suo nome, più e più volte, il piacere che aumenta ad ogni carezza, il caldo che diventa insopportabile, i brividi che diventano sempre più frequenti; tutto ciò è troppo per il tuo corpo, e nascondendo il viso nel petto del ragazzo per soffocare il grido che altrimenti ti sarebbe sfuggito, raggiungi l'apice di quelle piacevoli sensazioni per poi accasciarti tra le sue braccia, improvvisamente privo di forze.
-Tutto bene piccolo?- lo senti dire con tono divertito, e non puoi fare a meno di sbuffare.
-Idiota...- borbotti con ancora un lieve affanno.
-Nate?- ti chiama abbracciandoti -Sono geloso perché ti amo.-
Quelle parole raggiungono in un attimo le tue orecchie, ma il tuo cervello, ancora annebbiato dal piacere, si rifiuta di elaborarle, quasi non fossero mai state pronunciate o fossero solo frutto della tua immaginazione. Però, quando avverti il corpo dell'altro che si irrigidisce contro il tuo, capisce che non te le sei immaginato, che sono reali.
Sollevi lo sguardo su di lui, intontito, e lo fissi ad occhi sbarrati.
-Cosa hai detto?- mormori mentre il cuore accelera ancora una volta il battito, un piccolo sorriso che comincia ad incurvarti le labbra.
-Niente, dimentica quello che ho detto.- è la tetra risposta che ottieni mentre il biondo cerca di allontanarti, evitando il tuo sguardo.
Ormai sorridi apertamente, e la felicità è evidente sul tuo viso: non aspettavi altro che sentire quelle parole, e anche se Mihael le ha dette senza rifletterci, d'istinto, facendosi prendere dalla situazione, non vuoi che si tiri indietro, che faccia finta di nulla, non puoi permetterlo.
Gli prendi il viso tra le mani obbligandolo a fissarti e, con voce tremula nonostante sia sicuro dei tuoi sentimenti, finalmente pronunci quelle paroline che tenevi nascoste dentro di te per paura di essere ferito.
-Anche io ti amo.- sussurri prima di posargli un lievissimo bacio a stampo sulla bocca.

***

Ed eccoci qua con il capitolo 16!^^
Oddio O_O non chiedetemi perché è uscito così, perché non ne ho la più pallida idea!! giuro che 'sto disgraziato si è scritto da solo!! @_@
Seriamente parlando (certo, come no T_T), non saprei che dire al riguardo^^''' credo che parli da solo^^''' in via generale il cappy mi piace, mi sembra quasi soddisfacente, però ho paura che non siano chiare le motivazioni di Mello, il perché del suo comportamento, visto che il POV è di Near, e quindi non era a conoscenza dei dubbi e dei timori del biondino^^'''
voi che dite? è tutto troppo improvviso? insensato? noioso? avrei fatto meglio a darmi all'ippica piuttosto che continuare a scrivere queste schifezze? @_@
Beh, dopo questi tristi piagnistei, vi dico che il prossimo sarà il penultimo capitolo, e poi ci sarà l'epilogo^^
E ora, che altro posso dire? non mi resta altro che ringraziarvi per aver letto la fanfic, per averla messa nelle seguite/preferite/ricordate, e un enorme bacione a tutti quelli che hanno recensito fino a qui e che hanno permesso a questa storiella senza pretese di raggiungere le 100 recensioni ç_ç grazie! vi adoro ç_ç
Alla prossima (che non sarà tanto presto perché a novembre ho un esame^^''')

_Hiro_ ^o^

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Capitolo 17
*** Seventeen ***


Hellohello!!! \(^o^)/
Chiedo umilmente perdono per il ritardo con cui posto, ma mi sono bloccata a metà capitolo e non riuscivo a decidermi su come procedere^^''''
Cooooomunque, quello che state per leggere è un capitolo 'speciale' (bah, chiamiamolo così XD), perchè non sarà ne dal POV di Near ne da quello di Mello, bensì da quello di Eveline! Lo so che avreste certamente preferito il batuffolo di neve o il cioccolatomane ma, dopo la dichiarazione del precedente capitolo, non sapevo come far procedere le cose e mi sono buttata su Eve per risolvere la sitution! XD e poi, devo ammettere che mi è piaciuto un sacco scrivere dal suo punto di vista!! è stato decisamente più semplice del PO Near XDXD infine, vi dico che questo è il terzultimo capitolo^^ nel prossimo comincia l'epilogo, che dividerò in due parti: una dal POV di Mello e una dal POV di Near!^^ e dopo tutto 'sto monologo perlopiù inutile vi lascio al new chapter ^_^ spero che vi piaccia almeno un pò ^///^

***

Extra Chapter: POV Eve

***

Sono passate quasi due settimane da quando ti sei trasferita a tempo indeterminato nell'appartamento di quel Mello, il biondo che si è preso cura del signorino in tua assenza, e devi ammettere che ti piace questa nuova condizione, questa nuova quotidianità che si è creata: pulisci la casa (aiutata dai due ragazzi nonostante le tue proteste), ti occupi dei pasti e della spesa (spesso accompagnata da Mello), e dedichi il tempo libero alla lettura di qualche libro preso dalla fornita libreria della casa.
Un po' ti dispiace non stare a Villa River, dove praticamente sei cresciuta e hai sempre lavorato, ma non riesci proprio a sentire una vera nostalgia per quella casa: per te la cosa più importante è che Near stia bene, vicino a te, non il luogo in cui siete. E poi dei ammettere che da quando vivete in quell'appartamento Nate sembra più felice e sereno, e ovviamente non sei così ingenua da pensare che quella felicità sia dovuta all'abitazione in sé piuttosto che al proprietario dell'immobile, e un sorriso ti incurva le labbra a quel pensiero.
Quando Nate ti disse che gli piaceva quello conosciuto che l'aveva aiutato sei stata felice, entusiasta per quella notizia, anche se temevi che il ragazzo non avesse speranze e stesse andando incontro alla sua prima delusione amorosa; però, quando per la prima volta hai visto il biondo e il modo in cui guardava l'albino, hai capito di non doverti preoccupare, che sarebbe andato tutto bene, perché in quello sguardo color del cielo hai letto le stesse emozioni e paure che si agitavano in quello scuro del tuo capo. E ora che sono passati quasi due mesi da quel giorno, ti rendi conto che avevi perfettamente ragione, che non ti sei sbagliata, e ciò non può che renderti felice e soddisfatta.
Senza smettere di sorridere versi l'impasto che hai appena finito di preparare in una tortiera, mettendola subito dopo al forno; intanto che la torta cuoce cominci a pelare un paio di patate per poi tagliarle a cubetti, preparando così il contorno per la bistecca.
Guardi l'ora in modo da regolarti per mettere a bollire l'acqua per la pasta, ma sono solo le sette, e i ragazzi ancora non sono rientrati.
Il tuo sorriso si allarga ancora di più: quei due sono davvero innamorati, e da quel che hai capito si sono anche dichiarati: per quanto cerchino di nascondertelo (probabilmente perché si vergognano) conosci il signorino da una vita e mai l'hai visto così allegro e felice. E poi è evidente che il loro modo di approcciarsi l'uno all'altro sia cambiato: stanno sempre vicini, appena ne ha l'occasione Mello mette le mani addosso all'altro, toccandolo e accarezzandolo quasi voglia assicurarsi che sia reale e sia suo e, dal canto suo, Nate non cerca di allontanarlo e accetta tutte quelle attenzioni con fare imbarazzato anche se evidentemente felice; e poi l'altro giorno li hai beccati mentre si baciavano nello studio (e per fortuna non ti hanno notata!).
Oh, sono così adorabili! e ridacchi divertita mentre continui a cucinare.

---


Sono quasi le undici e sei nella tua stanza a rilassarti leggendo un romanzo rosa stesa sul letto quando qualcuno bussa alla tua porta.
-Avanti.- dici a voce alta, sorpresa che uno dei ragazzi venga a chiamarti a quell'ora: in fondo sono due giovani in salute e innamorati, dovrebbero dedicarsi a ben altre attività quando tu non sei nei paraggi!
Sulla soglia compare il signorino, i capelli spettinati e le labbra lievemente rosse. Un sorriso ti incurva le labbra a quella visione: probabilmente Mihael la pensa come te e non era tanto felice di lasciarlo andare.
Poggi il libro affianco a te e ti metti a sedere.
-C'è qualche problema signorino?-
-Uff, quante volte devo dirti di chiamarmi Nate?- si lamenta il ragazzo, tergiversando ed ignorando la domanda. Tu scuoti il capo, rassegnata, e gli fai segno di raggiungerti sul letto.
-Come posso aiutarla, Nate?- chiedi allora con un piccolo sorriso.
-Ecco...c'è qualcosa che non ti ho detto...- mormora indeciso, quasi non sia certo di volersi confidare con te.
-Se riguarda lei e il signorino Mihael so già tutto.- rispondi, cercando di aiutarlo e di facilitargli il compito. Forse, però, non è la sua relazione con Mello che vuole confessarti, perché si volta verso di te arrossendo come un peperone e cascando dalle nuvole.
-Cosa...come..? io...non...vedi...-
Ridacchi divertita di fronte al suo imbarazzo ma non puoi ignorare quell'ansia che pian piano ti assale: se non voleva parlarti di Mello, che cosa deve dirti di così importante?
-Sono contenta per lei.- dici con un sorriso mentre gli accarezzi dolcemente la testa -Mihael la ama davvero.- Lui arrossisce ancora e non dice nulla, forse sorpreso dal fatto che tu sappia di 'loro'.
-Ma...se non voleva parlarmi del suo compagno...- ti blocchi per un attimo, in tensione -qual'è il problema?-
-Ecco, devo parlarti dei miei nonni.-
Sbarri gli occhi, confusa, non capendo il perché di quell'affermazione: Near non ha mai voluto parlare dei nonni, si è sempre comportato come se non esistessero; perché mai dovrebbe tirarli in ballo ora che è finalmente sereno?
E mentre tu stai in silenzio il signorino ti racconta tutto quello che sa: dai debiti di gioco del nonno al giudice corrotto, dal testamento alla sua volontà di riprendersi tutto ciò che apparteneva ai genitori e che gli è stato portato ingiustamente (ed illegalmente) via.
-Io...perché mi dice queste cose?- sussurri alla fine stordita e sconvolta da tutte quelle informazioni: sapevi che quei maledetti nascondevano qualcosa, che erano delle persone crudeli e senza scrupoli, ma non avresti mai pensato che facessero una cosa simile al proprio nipote pur di continuare a vivere nel lusso.
-All'inizio ho pensato di aspettare la maggiore età,- comincia il ragazzo, spiegandoti il perché di quelle confidenze -ma non voglio che quei bastardi trascorrano un solo giorno in più in casa mia.- Deglutisci un poco spaventata dal tono e dallo sguardo irato del giovane, ma ti costringi a parlare,volendo renderti utile come puoi.
-E come posso aiutarla?-
-Secondo il testamento sei tu il mio tutore legale; i miei genitori mi hanno affidato a te.-
Quella notizia ti sconvolge più delle altre, probabilmente perché ti riguarda personalmente, ma la sorpresa passa immediatamente in secondo piano lasciando spazio alla semplice felicità di fronte a quella scoperta: i signori si fidavano a tal punto di te da affidarti il loro unico e amato figlio. Senti gli occhi farsi umidi, commossa, ma tenti di resistere all'emozione.
-Ti voglio bene Eve, tanto...sei l'unica famiglia che mi resta, e mi fido di te così come si fidavano i miei. E per questo voglio che sia tu la mia rappresentante in tribunale.-
E a quel punto scoppi a piangere. Afferri Nate per un braccio e lo attiri a te, stringendolo forte.
-certo, certo...- piagnucoli senza allontanarlo da te – farei qualunque cosa per lei, lo sa...-
Restate così per non sai quanto tempo, forse pochi secondi o forse qualche minuto, e quando vi separate un sorriso tenero e felice ti incurva la bocca.
-Sono contenta che abbia chiesto il mio aiuto.- dici accarezzandogli dolcemente una guancia, come farebbe una mamma (e un po' ti senti tale) -Ora però è meglio che torni dal signorino Mihael.- e il tuo sorriso diventa un tantino malizioso -Sono certa che la sta aspettando con ansia.-
Nate arrossisce ancora e dopo aver posato un leggere bacio sulla tua guancia fa come gli hai detto.
-Buonanotte Nate.-
-'Notte Eve...- sussurra con un timido sorriso prima di uscire.
Resti immobile lì come sei, seduta e con lo sguardo puntato sulla porta: di certo non ti aspettavi che la serata finisse così.
Però, nonostante lo shock iniziale, sei contenta di poter aiutare il piccoletto a riprendersi quello che gli spetta: anche tu odi quei bastardi che hanno maltrattato il ragazzo senza motivazione, solo per il gusto di farlo, ed è un onore per te poterlo aiutare nella sua rivendicazione.
Sospiri e ti stendi di nuovo, spostando il libro sul comodino e spegnendo l'abat-jour.
Dopo tutte queste emozioni è meglio dormire un po'.

***

-Il pranzo è pronto!-
Mihael, impegnato al cellulare, sussulta quando ti sente urlare all'improvviso e la tavoletta di cioccolato che tiene in mano quasi gli sfugge dalle dita. Ridacchi divertita quando lo senti sbuffare e lo vedi alzare gli occhi al cielo, ma sei troppo di buon umore per dispiacerti o altro, e senza smettere di sorridere ti dirigi alla stanza adiacente.
-Signorino Nate, il pran...-
-Due minuti!- ti interrompe il ragazzo -finisco di controllare questi conti e arrivo, promesso!-
Stai per obbiettare, facendogli notare che si sta dedicando eccessivamente a quei documenti, ma desisti notando l'interesse e l'avidità con le quali osserva i fogli davanti a sé.
-Non ci metta troppo.- ti limiti a raccomandargli scuotendo il capo rassegnata e tornando in cucina, dove cominci a servire la pasta nei piatti
Per fortuna Nate è di parola e dopo pochi minuti vi raggiunge a tavola, scusandosi per l'attesa e cominciando a farvi un resoconto di quello che ha appreso dai documenti. In realtà non ti interessa nulla di conti, bilanci, spese ed entrate (soprattutto perché riguardano quelle orribili persone quali sono i nonni del signorino), ma il modo in cui il ragazzo espone le sue scoperte ti impedisce di distrarti o proporre un nuovo argomento: è così felice ed entusiasta che ti sentiresti davvero in colpa se non lo ascoltassi!
-...so dove li hanno venduti, ho trovato la ricevuta! Perciò c'è la possibilità di recuperare qualcuna delle vecchie cose dei miei genitori! Dovremmo andare a controllare uno di questi giorni e...-
Perdi il filo del discorso quando ti alzi per prendere il secondo dal forno e, mentre ritiri velocemente i piatti fondi e metti a tavola quelli piani, non riesci a smettere di sorridere: non hai mai sentito un ragazzo parlare con così tanto entusiasmo di mobili e tende!
Dopo aver finito di pranzare e aver cacciato dal tuo territorio i ragazzi nonostante le loro proteste, ti dedichi con energia al riassetto della cucina: ti è sempre piaciuto fare le faccende domestiche, ma ora che finalmente ti sei riappropriata della cucina di Villa River quasi smani dalla voglia di pulire!
Canticchiando una vecchia canzone per bambini cominci a sparecchiare mentre i tuoi pensieri vagano tra ricordi recenti e lontani collegati a quella stanza...
Anche se è passa un'eternità, ancora ricordi quei giorni in cui dovevi sgattaiolare di nascosto nella cucina per prendere qualcosa da mangiare per il signorino Nate, rinchiuso nello “stanzino delle punizioni” senza cibo né acqua; ripensi anche a quando fuggiva a notte fonda per tornare quasi all'alba, stanco ed infreddolito, e tu lo trascinavi lì per preparargli una bella cioccolata calda per riscaldarlo prima di mandarlo a letto. A ripensarci così, dopo tanto tempo, ti rendi conto ancora una volta di quanto siano stati difficili quei giorni per il signorino, che doveva sopportare tutto ciò, e per te, che dovevi sforzarti di far finta di nulla per evitare di essere licenziata.
Era stato un brutto periodo per tutti, e ora che finalmente è tutto finito avverti tutta la gioia e la soddisfazione che la libertà ti da, sensazioni che probabilmente anche Nate prova.
In realtà, ancora hai difficoltà a credere che davvero sia tutto finito, che Villa River appartenga nuovamente al legittimo proprietario, che quei bastardi che osavano chiamarsi 'nonni' e 'tutori' siano veramente in prigione a scontare la propria pena insieme al giudice corrotto, e che finalmente Nate abbia trovato una persona che lo ami e lo rispetti. E' tutto troppo bello per essere vero!
Sono passati cinque mesi da quella notte in cui il signorino ti chiese di aiutarlo a riprendersi ciò che gli apparteneva, e ora che la causa si è conclusa e vi siete trasferiti definitivamente in quella casa tutti e tre insieme, finalmente puoi affermare che è tutto perfetto e che non potresti volere di più dalla vita.
Finalmente siete a casa.

***

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Capitolo 18
*** Eighteen (END) ***


Salve a tutti gente!!!
Ecco qui il nuovo capitolo!! So che avevo detto che l'epilogo avrebbe avuto due parte, una dal POV di Mello e una da quello di Near, ma non sarà così^^'''' quindi, con le lacrime agli occhi vi dico che questo è l'ULTIMO capitolo della ficcyna ç_ç ma non disperate! Ci sarà una piccola sorpresa per farmi perdonare ihihih *_* ci sentiamo a fine capitolo \(^o^)/

POV Mello

***

Sei poggiato allo stipite della porta d'ingresso di Villa River, una tavoletta di cioccolato in mano e un sorriso divertito sulle labbra. Nate, a pochi metri da te, istruisce a dovere gli operai spiegando loro ciò che dovranno fare dopo la pausa pranzo; è adorabile in questo momento con il viso illuminato dal sole, un cappellino rosso sui capelli chiari e un alone di sorriso sulla bocca.
E' davvero un piacere stare a guardarlo quando è così sereno e felice, mentre si dedica con energia ai lavori di ristrutturazione della villa nella quale è cresciuto e dove ha intenzione di vivere con la sua adorata Eve e, beh, con te!
Devi ammettere che non te lo aspettavi... Eri convinto che una volta risolta la questione con i nonni l'albino si sarebbe trasferito a casa propria e tu saresti rimasto nel tuo appartamento, e invece, appena si è conclusa la causa ti ha chiesto di trasferirti da lui con la scusa che la casa era troppo grande per sole due persone, e ovviamente tu sei stato più che felice di accettare! Un po' ti spiace dover lasciare quell'appartamento in cui sei vissuto per tanto tempo, ma tutto passa in secondo piano rispetto a Nate e alla possibilità di vivere ancora con lui; state insieme da quasi sei mesi e dopo tutto quel tempo sei sicuro che non ti piacerebbe tornare a vivere da solo!
Quasi avesse avvertito i tuoi pensieri su di lui, l'albino ti viene incontro con un gran sorriso.
-Che fine hanno fatto gli operai?- chiedi appallottolando la stagnola della tavoletta che hai finito e mettendola in tasca.
-Pausa pranzo: Eve li ha sequestrati.-
-Uh...quindi non c'è nessuno in giro...- mormori maliziosamente afferrandolo per un braccio e tirandolo a te -giusto?- e lo blocchi contro il tuo petto stringendolo in vita.
Nate arrossisce terribilmente ma annuisce, chiudendo gli occhi e allacciandoti le braccia dietro il collo: cavolo, quando fa quell'espressione imbarazzata ti vien voglia di mangiartelo!
Senza perdere ulteriore tempo ti chini su di lui e unisci le tue labbra con le sue, approfondendo subito il bacio e lasciandoti andare alla passione. Mentre la tua bocca e la tua lingua si saziano del suo sapore, con le mani accarezzi lentamente i suoi fianchi snelli e la sua schiena, sentendo il suo corpo tremare lievemente contro il tuo; ti separi da lui solo quando siete completamente a corto di fiato.
Entrambi affannate un po' ma non aspetti oltre e ti pieghi sul suo collo cominciando a tempestarlo di baci e lievi morsi, lasciando una leggera scia umida e pelle arrossata dietro di te.
-Mihael...non credo... sia una... buona idea...- mormora Nate poggiandoti le mani sulle spalle, quasi volesse allontanarti -potrebbero... tornare gli... operai...- La sua voce è flebile e il suo respiro pesante, e ovviamente non è per niente convincente con le sue deboli proteste: nonostante tema che i muratori possano tornare da un momento all'altro (cosa assai improbabile visto che hanno appena staccato) e possano così trovarvi in quella situazione imbarazzante, sai perfettamente che anche lui lo desidera tanto quanto te, solo che è più timido e ha paura di dimostrarlo. Quasi a confermare le tue ipotesi il piccolo si stringe più forte a te nonostante le sue precedenti proteste, cercando ancora le tue labbra e avvolgendo le braccia dietro il tuo collo, impedendoti così di allontanarti troppo da lui, cosa che ovviamente non avresti comunque fatto.
Nate comincia ad agitarsi leggermente contro di te, muovendo il bacino inconsapevolmente verso il tuo, carezzandoti con lievi tocchi, mandandoti il sangue alla testa, mille brividi lungo la schiena e rischiando di farti perdere il controllo sul tuo corpo. Probabilmente non si rende perfettamente conto dell'effetto che ha su di te, di come riesca a mandarti fuori di testa in pochi secondi, e dopo tutto il tempo passato insieme diventa sempre più difficile controllarsi e fermarsi prima che sia troppo tardi, soprattutto perché la tua voglia non è ancora mai stata appagata del tutto: state insieme da un po' ma ancora non avete fatto l'amore perché l'albino è ancora spaventato all'idea di raggiungere quel livello, e tu non puoi che aspettare anche se l'attesa diventa sempre più frustrante e pesante da sopportare. Eppure, nonostante il desiderio che provi per lui, non riesci ad essere arrabbiato o innervosito per la difficile attesa cui ti sottopone; lo ami, non potresti mai fargli del male o costringerlo a fare qualcosa che non vuole, e poi devi anche considerare che, oltre ad essere la sua prima volta ed è quindi normale che sia impaurito, l'albino non è abituato al contatto fisico come un normale adolescente, e ciò dipende ovviamente dall'orribile infanzia che ha avuto. Al momento non puoi averlo completamente, e per ora ti accontenti dei preliminari, che già da soli riescono a soddisfarti più che abbastanza!
Con il desiderio che ti fa bruciare il sangue nelle vene infiammandoti ogni cellula del corpo, afferri i fianchi di Nate per bloccarli e scostarli di qualche centimetro, continuando a baciarlo tenendo a bada la lussuria, cercando di concentrarti su di lui e sulle sue reazioni e non sul tuo desiderio e la tua voglia di lui.
Forse il piccolo capisce che le cose stanno diventando troppo bollenti e difficili da tenere sotto controllo, perché si allontana leggermente da te, continuando ad abbracciarti ma impedendo che lo baci ancora.
-Direi che questo... non è il posto adatto...- sussurra con le guance imporporate.
Tu ridacchi divertito e gli accarezzi dolcemente i capelli per poi sfiorargli il viso con la punta delle dita.
-uhm... probabilmente hai ragione, ma è difficile trattenersi se mi provochi in questo modo!- E così dicendo spingi il bacino contro il suo facendo scontrare le vostre eccitazioni quasi del tutto deste. Lui non può far altro che arrossire violentemente, colpendoti debolmente in testa e distogliendo poi lo sguardo in totale imbarazzo.
-Ehi!- ti lamenti prima di posargli un bacio sulla fronte -non sarebbe mica giusto se solo io finissi in queste condizioni, ti pare?-
-Stupido...- brontola nascondendo il viso contro il tuo petto -non sei mai l'unico a...a finire così!- forse solo dopo aver pronunciato quelle parole si rende veramente conto di ciò che ha detto, perché solleva lo sguardo su di te e ti da un altro colpo in testa -guarda che cose imbarazzanti mi fai dire, idiota!- e tu scoppi a ridere divertito stringendolo forte a te, e lui ti rivolge un'occhiataccia sbuffando come un bambino capriccioso, facendoti sorridere ancora.
-Su piccolo, non te la prendere!- e per farti perdonare lo baci ancora, stavolta con più calma e dolcezza.
-Pensi di riuscire a farti perdonare così?- borbotta quando vi staccate.
-Uhm...si, mi sbaglio per caso?- e un sorriso di vittoria ti incurva le labbra quando lui alza gli occhi al cielo.
-Forse è meglio che vada a salvare quei poveri operai dalle grinfie di 'mamma Eve'.-
-D'accordo...- borbotti non del tutto convinto a lasciarlo andare. Ti chini sul suo collo e succhi quella pelle candida per fargli un succhiotto, marchiandolo come tuo -Questo discorso lo continueremo più tardi...- concludi con tono malizioso, e detto ciò lo lasci andare.

***


Sono le dieci e mezza, sei steso sul divano con la testa poggiata sulle gambe di Nate, in completo relax, e nonostante tu non stia facendo nulla sai che in questo momento non potresti volere di più. Con un mano il piccoletto ti accarezza i capelli e il viso, fermandosi solo quando deve girare pagina del libro che sta leggendo.
-mmm...è rilassante...- borbotti chiudendo gli occhi e sospirando. Lo senti ridacchiare mentre continua a sfiorarti le guance, la fronte, il naso.
-E' bello stare così a rilassarsi, senza far nulla...- lo senti dire, e tu ti limiti ad annuire accennando un sorriso.
-Anche domani controllerai a vista gli operai?-
Nate abbandona per un attimo la lettura, guardandoti dall'alto.
-Perché? Hai in mente qualcosa di meglio da fare?-
Trattieni a stento una battuta maliziosa che sicuramente lo farebbe arrossire e ti concentri sull'appuntamento che hai con J: ti ha chiamato quel pomeriggio per sapere come stavi e se avevi risolto con quel piccoletto di cui eri stracotto, e dopo aver scoperto che sei riuscito a conquistare l'albino con i 'nonni delinquenti', ti ha costretto ad invitargli il gelato che gli avevi promesso per poter conoscere il tuo boyfriend.
-Dovrei incontrarmi con un mio vecchio amico, e mi chiedevo se ti andava di venire con me.- dici alla fine con un sorriso appena accennato sulle labbra.
-Per me va bene.- risponde Nate, e dopo si china per posarti un leggero e casto bacio sulle labbra.
-mmm...che ne dici se andiamo a letto?- mormori sollevando un braccio per posargli la mano dietro la nuca ed impedirgli di scostarsi -se ricordo bene avevano un certo discorsetto in sospeso, io e te...- lui arrossisce un po' ma annuisce e ti bacia ancora.
-E allora che stiamo aspettando?- ti provoca con un sorriso divertito, e tu non te lo lasci ripetere. Ti alzi in un lampo, e dopo averlo sollevato tra le braccia ti dirigi a passo spedito verso la camera da letto, quella che era stata dei genitori di Nate e che ora è la vostra.
-Ti amo...- mormori baciandolo appassionatamente dopo averlo poggiato sul letto matrimoniale ed esserti steso su di lui -tu non immagini quanto...- e sposti le labbra sul collo mentre con una mano cominci a slacciare i bottoni della camicia a maniche corte che indossa. Lui sospira eccitato cercando ancora le tue labbra mentre tenta di sfilarti la canottiera nera senza riuscirci; alla fine sei costretto a scostarti per togliertela da solo. La lanci da qualche parte per terra e in poco tempo altri indumenti la seguono, uno dopo l'altro, finché entrambi non siete completamente nudi.
-Nate...- sospiri eccitato mentre le tue mani vagano sul suo corpo magro e pallido -Ti voglio...- e per rendere più esplicativo il tutto poggi le mani sulle sue natiche, spingendolo contro di te per fargli sentire la tua crescente eccitazione.
Nate si irrigidisce per un attimo mentre trattiene il respiro, e tu sai che vuol dire quella reazione senza bisogno di chiedere.
-Tranquillo...- sussurri poggiando le labbra sulla sua spalla, spostandola verso la clavicola e poi più giù, verso il capezzolo destro -non farò niente che tu non voglia...- e dopo quelle parole rassicuranti l'albino si scioglie completamente sotto le tue attenzioni, tentando in tutti i modi di ricambiare le cure nonostante non sia ancora molto esperto.
E mentre la notte avanza vi date piacere a vicenda, dimostrando ancora una volta il vostro amore, il vostro desiderio, finché entrambi non siete soddisfatti e troppo esausti per muovervi.
Nate si stringe forte a te, rabbrividendo appena quando la fresca brezza notturna gli sfiora la pelle nuda e accaldata e, dopo aver cercato a tentoni il lenzuolo, copri entrambi con la sottile stoffa, stringendo il ragazzo a te.
-'Notte piccolo...- gli sussurri all'orecchio, ma in risposta ottieni solo un mugugno incomprensibile, segno indicativo della sua stanchezza; e infatti dopo pochi minuti Near si addormenta profondamente tra le tue braccia. Tu, al contrario, nonostante sia stanco, non ti addormenti subito: preferisci restare qualche altro minuto ad osservare la persona che hai tra le braccia, ammirandola mentre la luce argentea della luna gli illumina lievemente il viso.
Ti senti un po' idiota a comportarti così, come uno stupido che non riesce a smettere di guardarlo quasi abbia paura di vederlo svanire davanti ai suoi occhi come un sogno o un'illusione. Sai che è stupido, che è insensato, ma è più forte di te e non riesci a combatterlo. Dopo l'infanzia che hai avuto e dopo aver perso Matt nel momento in cui pensavi di aver finalmente trovato una famiglia, ti è rimasta la paura di perdere ancora una volta la persona che ami; temi di veder svanire la felicità che provi ora che sei con Nate, e pensi con terrore al dolore che proveresti se dovessi perderlo.
Sospiri e scuoti il capo dandoti dell'imbecille per l'ennesima volta, sapendo di farti inutilmente del male pensando a cose così deprimenti ma non riuscendo comunque a smettere.
'Dovrei solo godermi questi momenti senza pensare ad altro...mi è stata donata una seconda possibilità di essere felice nonostante mi sia rinchiuso nel mio dolore dopo la morte di Mail...non ha senso preoccuparsi! Nate è qui con me, mi ama e stiamo iniziando un nuova vita insieme, non potrei chiedere di più!'
E sai che è la verità, perché ora come ora davvero ti senti felice e completo come mai in vita tua, e questa gioia ti è stata donata dal tuo migliore amico nonostante non ci sia più.
Sorridi riflettendo sul fatto che, anche dall'aldilà, il rosso è riuscito ad aiutare te e Nate, impedendovi di affogare nel vostro dolore e dandovi la possibilità di trovare una persona con la quale condividere la sofferenza e con la quale provare a superarla. Sicuramente Mail non poteva prevedere che vi sareste innamorati, ma vi conosceva tanto bene da sapere che tu e l'albino eravate abbastanza compatibili da diventare buoni amici e così non restare soli con la vostra angoscia.
Un piccolo sorriso tra l'amarezza e il divertimento ti incurva le labbra pensando all'ironia del destino: dalla sofferenza e dalla perdita di un amico hai guadagnato un amore e una nuova ragione di vita. Non è giusto che quel ragazzo che per te era un fratello non ci sia più, che non abbia la possibilità di vedere quello che ti ha donato facendoti incontrare il tuo piccoletto, ma in cuor tuo speri che in qualche modo il tuo affetto e la tua gratitudine abbiano raggiunto Mail...
Non sei mai stato un tipo molto religioso o credente, non sai se davvero ci sia qualcosa dopo la morte e in realtà non ti è mai interessato rifletterci su, ma ora come ora non riesci a smettere di sperare che, in qualche modo, Mail sia vivo da qualche parte, che vi tenga d'occhio con il suo solito sorriso smagliante sulle labbra, e che continui a vegliare su di voi come un angelo amorevole così come faceva quando era in vita...
Dopo aver osservato per qualche secondo il cielo stellato della notte, finalmente ti addormenti stringendo Nate a te con un sorriso disteso sulle labbra.

*THE END*

Eccoci infine giunti alla fine di questa storia....sigh sigh...ammetto che sono combattuta tra felicità e tristezza ç_ç sono contenta di aver concluso questo percorso, sperando che vi sia piaciuto leggere questi capitoli così come è piaciuto a me scriverli, ma mi spiace concluderla ç_ç mi ci ero affezionata dopo tutto questo tempo sigh sob sigh ç_ç
Beh, gente! Consoliamoci pensando che, anche se la storia è finita, questo non sarò l'ultimissimo capitolo!! ebbene si, miei/mie cari/care, pubblicherò un altro chapter, un extra, che probabilmente sarà a rating arancione/rosso *_* di conseguenza modificherò il rating della ficcy, anche se specificherò che il rating alto è solo per l'ultimo capitolo^^
e con questa (spero) lieta notizia vi lascio *abbraccio*
Mi farebbe piacere sapere che ne pensate di questa storia e di questa conclusione probabilmente troppo smielata^^'''
comunque, vi dico già che il prossimo capitolo lo pubblicherò tra minimo un mese^^''' adesso comincia la sessione di esami e avrò pochissimo tempo!!^^'''

Un grazie di cuore a tutti quelli che hanno recensito, letto, e a quelli che hanno messo la ficcy nelle preferite/seguite/ricordate ^///^ vi ringrazierò come si deve nel prossimo capitolo, ma sappiate che vi adoro ihihih ^o^

Bacioni!!

_Hiro_ ^___^

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Capitolo 19
*** Nineteen (EXTRA) ***


Ebbene, eccomi qua con l'ultimissimo capitolo di questa storia^^ Come annunciato, è a rating arancione (mmm non credo sia da rosso, ma se secondo voi devo cambiare il rating, fatemelo sapere!) ^///^ ammetto che non sono del tutto soddisfatta di come è venuto fuori questo extra, ma alla fine non sono riuscita a modificarlo^^''' è solo la seconda lemon che scrivo, perciò credo proprio che non sia uscita un granché eh eh^^''' spero che comunque sia leggibile e che gradiate la lettura ^///^
Bacioni!!!

***

Quando Mihael ti spinge lungo disteso sul letto sai perfettamente cosa sta per succedere ma, nonostante il timore che ancora provi, non hai intenzione di tirarti indietro: lo ami, lo desideri, vuoi donarti a lui, fargli capire anche col corpo quanto sei felice di poter stare insieme senza problemi o preoccupazioni, e poi devi ammettere che aspetti da tempo il momento in cui finalmente sarete un tutt'uno.
Con momenti lenti e calcolati ti sfila la biancheria intima, ultimo indumento che ti resta addosso, e non puoi fare a meno di arrossire un po' sotto quello sguardo famelico che divora ogni centimetro di pelle scoperto. Mihael si stende sopra di te cercando di non pesarti troppo addosso e tu allunghi subito le braccia per poterlo abbracciare e stringere mentre le vostre labbra si incontrano di nuovo.
Senti le mani bollenti del biondo avvolgerti e i polpastrelli sfiorarti la colonna vertebrale mentre la sue labbra si avventavano sul tuo collo, baciandoti e mordicchiandoti quasi fossi un piatto prelibato, e intanto brividi di piacere ti percorrono il corpo facendoti venire la pelle d'oca.
Poco dopo, probabilmente stanco di dedicarsi solo a quella piccola area di pelle, Mello lascia perdere il collo e continua la discesa lungo il petto pallido mordendoti una spalla, leccandoti la clavicola e proseguendo poi verso il capezzolo destro e, quando lo stringe tra le labbra succhiandolo appena, ti sfugge l'ennesimo flebile gemito che, invano, hai tentato di trattenere. Incitato dal tuo evidente apprezzamento continua nel suo operato mentre le mani riprendono il loro percorso arrivando così sui tuoi fianchi magri, sfiorandoli e massaggiandoli con movimenti lenti.
-...Mihael...- lo chiami con un sospiro, quasi totalmente sopraffatto dalla passione, pregandolo di muoversi, di non aspettare ancora a darti il piacere che agogni.
Sollevando il capo Mello punta lo sguardo color del cielo sul tuo viso arrossato, e un sorriso malizioso gli incurva le labbra nel momento in cui avvolge le dita intorno alla tua erezione e tu spalanchi la bocca in cerca di aria, improvvisamente a corto di fiato.
-Ti piace?- ti provoca ridacchiando divertito cominciando ad accarezzarti con scatti veloci del polso, ma tu sei troppo preso dal piacere che quelle attenzioni ti danno per poter anche solo pensare di rispondere.
Il biondo torna a chinarsi su di te tempestandoti il viso, il collo, il petto di baci, lasciandoti di tanto in tanto qualche piccolo succhiotto sulla pelle chiara, a dimostrazione che gli appartieni, anima e corpo. Soddisfatto dei segni lasciati prosegue ancora nella sua lenta discesa, verso una meta che lo attira di più, e quando raggiunge la tua virilità ci soffia sopra, con delicatezza, facendoti venire i brividi, e nonostante il tuo evidente desiderio Mello non ti accontenta e continua a farti aspettare e penare per un po' di soddisfazione.
Cercando di non spaventarti ti afferra le cosce e ti incita a divaricare le gambe e, dopo l'iniziale resistenza, acconsenti e gli permetti di sistemarsi tra di esse, in ginocchio. Fissandolo senza dire nulla segui i suoi movimenti, e sbarri appena gli occhi quando lo vedi prendere la bottiglietta di lubrificante che aveva preparato precedentemente e, nonostante i tuoi sforzi, non riesci a trattenere un piccolo gemito quando la apre con uno schiocco secco. Sentito il tuo lamento Mihael ritorna su di te e, con l'intento di tranquillizzarti, ti bacia dolcemente prima la fronte e poi sulle labbra.
-Stai tranquillo piccolo, rilassati.-
Annuisci mentre qualche tremito ti scuote e, per scacciare la paura che cerca di prendere il sopravvento, gli stringi le spalle per farti coraggio.
Senza smettere di fissarti per controllare ogni tua reazione versa un po' del liquido sulle dita e poi le avvicina alla tua apertura. Istintivamente cerchi di allontanarti da quella sensazione di freddo, ritraendoti e scivolando appena sulle lenzuola. Mello se ne accorge e ti afferra dietro un ginocchio per bloccarti ed impedirti di muoverti ancora, poi torna a sfiorarti con la punta di un dito cominciando a penetrarti.
-Mihael...- mormori impaurito e infastidito da quell'intrusione ma lui non si ferma e, dopo qualche attimo, aggiunge un secondo dito al primo, e stavolta ti sfugge un flebile lamento anche se non è doloroso come ti aspettavi. Quando allarga le dita a forbice serri con forza gli occhi e ti mordi le labbra per trattenere qualsiasi eventuale gemito.
Mihael continua a prepararti, con calma, lentamente, cercando di farti abituare il più possibile ma, nonostante le sue attenzioni, non riesci a rilassarti, rendendo più difficoltoso il suo operato; per cercare di sciogliere la tensione del tuo corpo, senza che tu possa vederlo, si china su di te e prende la tua eccitazione tra le labbra cominciando a suggere con foga senza darti tregua, e così facendo riesce facilmente a distrarti.
Qualche gemito ti sfugge mentre affanni in preda al piacere e, anche se sentire le dita dentro di te è ancora fastidioso, la bocca del biondo riesce perfettamente a distogliere la tua attenzione da tutto il resto.
Dopo un po' Mello sfila le dita e si solleva e, istintivamente, ti agiti insoddisfatto quando si allontana da te per togliersi velocemente i boxer che ancora aveva addosso e per cospargersi l'evidente erezione con il lubrificante. Quando si stende nuovamente su di te e si sistema meglio tra le tue gambe sai che è arrivato il momento e che stavolta non c'è marcia indietro.
Senti il suo membro premere contro di te e, spaventato, cerchi di unire le gambe e di ritrarti: ami Mihael, lo desideri e vuoi andare fino in fondo, ma un istinto primordiale ti spinge a rifuggire ciò che, lo sai, ti farà male.
Tenti ancora di tirarti indietro ma la sua stretta sui fianchi ti impedisce di muoverti.
-Mihael...ho...-
Cominci ma ti chiude la bocca con un casto bacio per poi legare il suo sguardo al tuo, sorridendoti rassicurante: -Non aver paura, andrà tutto bene.-
Lo fissi per qualche istante e alla fine annuisci e prendi un profondo respiro nel tentativo di rilassarti.
-Perdonami, ma è la cosa migliore.-
Non capisci cosa vuol dire ma non hai il tempo di chiedere: Mihael ti penetra con un'unica veloce spinta, prendendosi finalmente ciò che vuole, prendendosi ciò che gli appartiene, prendendosi ciò che gli offri.
Non capisci perché quello fosse il modo migliore ma non t'importa saperlo: ti fa male, molto male, e per sfogare in qualche modo quel dolore che provi gridi con quanto fiato hai in gola mentre le lacrime pungono prepotenti i tuoi occhi scuri.
-NO!-
Ti eri ripromesso di sopportare, di resistere finché non fosse passato, ma non ci riesci e ti agiti convulsamente nel tentativo di fuggire, di allontanarti dalla causa del tuo dolore; ci provi, ma il biondo ti tiene bloccato sul materasso impedendoti la fuga.
-Mihael...- piagnucoli mentre qualche lacrima ti riga il volto -no...basta...per favore...-
Ti bacia dolcemente cercando di calmarti mentre ti asciuga le guance con qualche carezza.
-Va tutto bene, rilassati, adesso passa...-
Continua a mormorare frasi rassicuranti per tranquillizzarti, ma i suoi tentativi non servono a molto: sei troppo teso e, nonostante tu sappia che in questo modo farà più male, non riesci a rilassarti e a stare fermo. Dal canto suo Mello resta immobile per darti il tempo di abituarti a quella dolorosa intrusione.
-...mi...mi fa male...- tenti ancora una volta anche se sai che non ti lascerà andare.
-Rilassati...cerca di resistere...passerà presto...-
Per un attimo la sua voce ti distrae: perché è così...sofferente? Sta affannando, e sembra che stia affrontando uno sforzo fisico immane.
Cercando di vedere attraverso le lacrime ti concentri sul viso dell'altro, e a quel punto capisci che quel momento non è difficile solo per te: Mello sta dando fondo a tutto il suo autocontrollo per resistere alla tentazione di muoversi; sta sacrificando il proprio desiderio per darti il tempo di abituarti, per non farti più male del necessario.
Anche io devo fare la mia parte.
Finalmente ti immobilizzi e, dopo aver preso qualche profondo respiro, afferri con forza le lenzuola che hai tra le dita e muovi il bacino contro quello di Mihael. Una fitta di dolore più intensa ti fa gemere ma stringi i denti e ti muovi ancora una volta.
Al più grande gli sfugge un gemito roco ma, nonostante tu ti stia impegnando per lui, ti afferra i fianchi e ti blocca.
-Non devi...- affanna con il fiato corto -se ti fa ancora male posso...- e per una volta sei tu ad interromperlo baciandolo con veemenza.
-Ti amo,- dici fissandolo dritto negli occhi -e ti amerò sempre...non devi più trattenerti, sto bene, e ora sono pronto. Solo...fa piano...-
Lui ricambia il tuo sguardo ma non sembra molto convinto e, se te lo chiedesse, non potresti certo dirgli che non provi alcun dolore, ma alla fine il desiderio prende il sopravvento su tutto il resto e, tentando ancora di controllare la passione, spinge nuovamente per penetrarti fino in fondo, si ritrae e poi spinge ancora in un via vai lento e controllato. Qualche gemito di dolore ti sfugge ma tieni duro in attesa che passi, e quando le dita bollenti di Mihael ti stringono il membro cominciando ad accarezzarti il piacere si mischia al fastidio in una miscela che ti lascia senza fiato, fremente e col cuore che ti batte a mille. Poi, all'improvviso, una potente scarica di piacere ti percorre il corpo mandandoti innumerevoli brividi lungo la colonna vertebrale.
-Ah..ah..Mihael...- ansimi e tenti di prendere profondi respiri per riprendere fiato, ma la successiva spinta di Mello ti toglie quella possibilità facendoti gridare mentre inarchi la schiena istintivamente.
Aggrappandoti a lui in cerca di un appiglio cominci ad assecondare i suoi movimenti, andandogli incontro mentre quel poco di lucidità che ti era rimasta ti abbandona lasciandoti in balia di emozioni forti e sconvolgenti che mai avevi provato. Anche se un leggero fastidio resta, il piacere e la passione lo mettono in secondo piano e te lo fanno dimenticare, facendoti concentrare esclusivamente su Mello e le sue spinte che diventano sempre più veloci e profonde. Tutto quel mix di emozioni, di dolore e piacere, di trepidazione e passione, di vergogna e lussuria, ti lasciano scombussolato come se fossi in balia di una tempesta sopra una misera zattera sgangherata.
-Mihael..Mihael!...- continui a chiamarlo più e più volte senza neanche sapere il perché, ripetendo il suo nome tra una spinta e l'altra, stringendoti a lui con forza e allacciando le gambe intorno alla sua vita.
I tuoi gemiti acuti riempiono la stanza spezzando il silenzio della notte, seguiti da quelli più rochi e bassi del biondo, i cui movimenti diventano più frenetici, meno costanti e controllati.
Completamente perso nel vortice del desiderio e del piacere dell'amplesso, portato al limite dalle dita che continuano a stringerti l'erezione, raggiungi il culmine sporcando i vostri ventri e le dita di Mello che, ormai vicino all'orgasmo, sembra non accorgersene nemmeno. Continua a penetrarti più volte, facendoti forse un po' più male del necessario, e dopo l'ennesima spinta viene dentro di te lasciandosi sfuggire un verso quasi animalesco, un ringhio soddisfatto, per poi cadere di peso su di te.
Ansimate entrambi e, nonostante ti stia quasi schiacciando, lo abbracci e lo stringi forte mentre riprendi fiato.
Qualche minuto dopo, una volta che la sua respirazione è tornata quasi normale e l'ossigeno ha ripreso a circolare verso il cervello, Mihael fa leva sulle braccia per sollevarsi e poi si lascia cadere accanto a te stringendoti in vita e trascinandoti sul suo petto.
-Perdonami.- mormora accarezzandoti una guancia con il pollice, e tu davvero non capisci a cosa si riferisca; solo dopo qualche attimo ti accorgi di avere il viso inumidito dalle lacrime -Avrei dovuto fare più attenzione, sono stato troppo rude, e ti ho fatto male.-
Per rassicurarlo ti stringi forte a lui e gli posi un veloce bacio a stampo sulle labbra.
-Sto bene.- dici sorridendogli per trasmettergli la gioia che in quel momento provi -Davvero!- aggiungi davanti alla sua espressione scettica -All'inizio ha fatto un po' male, ma dopo è stata bellissimo.-
Mentre pronunci quelle parole ti ritrovi ad arrossire terribilmente e, di fronte alla tua risoluzione e felicità, Mello non può che lasciarsi andare e smettere di preoccuparsi, godendosi la tranquillità e la soddisfazione del momento.
-Ti amo.- dice accarezzandoti i capelli candidi e, con un sorriso smagliante, non puoi che rispondere “Anch'io ti amo”.
Il biondo posa un leggero bacio sulla tua fronte ancora un po' umida di sudore e, nonostante l'indolenzimento generale e la sensazione non tanto piacevole del seme che ti scivola tra le cosce, sai che non potresti immaginare un momento più perfetto di quello.
Senti il calore della felicità che ti riscalda il cuore ed i sensi, un sentimento che hai imparato a provare e a riconoscere dopo aver incontrato Mello e, senza davvero capire, ti domandi come hai fatto a raggiungere i diciotto anni senza conoscere cosa fosse la vera gioia.
Con timore ripensi agli anni passati in quella casa insieme ai tuoi nonni e alla possibilità che quella serenità possa sparire da un momento all'altro lasciandoti di nuovo in balia della solitudine e della disperazione ma, scuotendo il capo, allontani quei tristi ed inutili pensieri: Mihael è lì con te, ti stringe e ti sta vicino, si preoccupa per te e ti sostiene, e ti ama, ti ama come nessuno ha mai fatto nella tua vita.
Sono stato fortunato ad averlo conosciuto., e anche se sai che l'amore che è nato tra di voi non poteva prevederlo, non puoi che esser grato a quel tuo unico amico che, anche dopo averti lasciato da solo, ti ha permesso di ritrovare la felicità.
E, mentre Mihael ti chiede se vuoi fare un bagno, non puoi che rivolgere una preghiera al cielo e ringraziare il destino che, in quella lontana notte invernale, ti fece incontrare quell'angelo dai capelli rossi che ti ha istruito sull'amicizia e sull'amore, diventando tuo amico e tuo protettore e affidandoti a quello che è ora diventato l'uomo della tua vita.
Mello ti solleva tra le braccia per andare in bagno e, mentre ti stringi a lui, un piccolo sorriso ti incurva le labbra e un singola lacrima ti solca una guancia.
Grazie Mail.

THE END.

Ed eccoci alla fine, e stavolta per davvero ç_ç
approfitto di questo piccolo spazio per ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito fino alla fine ^///^ a tutti i lettori e a tutti quelli che hanno messo la ficcy nelle seguite/preferite/ricordate ^///^ e ovviamente a quelle persone che, nonostante i mille impegni, hanno sprecato un po' del loro tempo per lasciarmi un commento ^///^ grazie di cuore!
Alla prossima!
kiss kiss

_Hiro_

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