Alexandra.

di FlooIdiot
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Turning point? ***
Capitolo 2: *** Now, I'm alone. ***
Capitolo 3: *** New friends? ***



Capitolo 1
*** Turning point? ***


Capitolo 1 : Turning Point?

Era Settembre del 1989 e a Berkeley faceva abbastanza freddo. Stava tornando a casa a piedi, avendo perso il pullman. Quella era stata una giornata pesante a scuola e mi ero dovuta anche fermare più del previsto.
Era l’inizio del quarto anno ed io ero la ragazza più brava dell’istituto e questo mi rendeva perfetta agli occhi dei miei genitori, erano orgogliosi di me ed erano convinti che non li avrei mai delusi. Avevo anche buoni amici, tutti ben visti anche da mio padre. Lui era un poliziotto della città di Berkeley e ci teneva che sua figlia frequentasse bravi ragazzi. 
Ad un certo punto del mio percorso, vidi tre ragazzi mai visti prima, più o meno della mia età, che erano seduti su un muretto vicino a un piccolo parco. Ridevano e scherzavano, mentre fumavano qualcosa che senza dubbio non si poteva classificare come una semplice sigaretta. Appena mi videro passare, mi osservarono da capo a piedi, continuando a ridere. Uno di loro poi, cercando di non farsi sentire e abbassando la voce con scarsi risultati, disse: “Hey ma è la figlia di quel poliziotto, il signor Cooper. Viene nella nostra scuola, credo si chiami Alexandra. Dicono sia una secchiona…”. Sentendo queste parole mi girai, mandando un occhiataccia ai ragazzi, vedendo che due di loro, tra cui il ragazzo che aveva parlato, stavano chiacchierando e ridendo tra di loro, come se niente fosse, mentre mi ritrovai lo sguardo del terzo puntato addosso. Continuai a camminare, voltandomi, dimenticando ciò che avevo sentito. Effettivamente una frase come quella non era la prima volta che la sentivo, tutti mi conoscevano perché “secchiona” e figlia di un poliziotto e a me questo dava parecchio fastidio, perché a parte i miei amici ai quali non interessava, tutti gli altri mi stavano alla larga. Fortunatamente arrivai a casa dopo qualche minuto ed entrai salutando i miei, per poi catapultarmi letteralmente in camera. Appena arrivai di sopra buttai lo zaino in un angolo, accesi la radio e mi sdraiai sul letto. Mi addormentai e mi svegliai soltanto nel momento in cui mia madre salì per dirmi che era pronta la cena.
“Alexandra, cara, è pronta la cena, vieni di sotto.” Mi disse mia mamma.
“Ok, arrivo subito.”
Mi sedetti a tavola e raccontai la mia giornata scolastica ai miei genitori. Avevo preso due A, tanto per mantenere la mia perfetta media. Come sempre i miei genitori erano contenti e si congratularono con me, io ormai ero indifferente ai miei voti.
Poi mi misi a fare i compiti, fortunatamente quelli per il giorno dopo erano pochi, così, in un’ora riuscii a finire tutto. Mi sdraiai nel letto e la mente iniziò, come sempre, a fare un giro di pensieri. Mi ritrovai a pensare a me stessa: ero contenta di avere una famiglia che mi voleva bene e dei buoni amici che mi stavano accanto, però sentivo che mi mancava qualcosa ma non riuscivo a comprendere cosa. Mi addormentai poco dopo.


Il giorno seguente, mi svegliai e mi preparai per una nuova giornata. Arrivai alla fermata e aspettai il pullman e quando arrivò salii. Non so cosa fosse successo quel giorno, ma il pullman era pieno come non lo era mai stato prima. Vidi un posto libero e mi avvicinai per potermi sedere, quando mi accorsi che nel sedile accanto era seduto uno dei tre ragazzi del giorno prima. Era proprio il tizio strambo che mi diede della secchiona.
“Ehm...pensi di sederti o vuoi restare lì imbambolata a guardarmi? Cazzo, ho solo dei fottuti capelli verdi, perché devono tutti guardarmi male?” mi chiese. Sentii delle risate provenire dai sedili posteriori, erano i suoi amici che se la ridevano non poco.
“Ehm, si scusa…Comunque non ho niente contro i tuoi capelli, stai tranquillo eh!” dissi sedendomi.
“Trè lascia in pace questa povera ragazza. E’ già tanto che si sia seduta vicino a uno come te; pensavo che papino le proibisse di stare così vicino a una testa di cazzo come te.” disse il ragazzo dai capelli biondi, quello che scoprii fissarmi il giorno prima. Trè? Che nome strano.
“Dai, Billie Joe e Trè smettetela…” disse l’altro ragazzo. Poi rivolgendosi a me disse: “Ehm…Piacere Mike, scusali ma sono degli idioti…” e mi sfoderò un sorriso amichevole.
“Ma tu che sei così gentile, come fai a girare con due idioti come questi qui? Comunque io sono Alexandra.” Ricambiai il sorriso.

Fortunatamente arrivai a scuola e trovai ad aspettarmi i miei amici, come sempre. C’erano Matt, Chris, Anne, Julie e Joe. Li salutai e ci dirigemmo verso l’entrata della scuola.
Dovevo ancora abituarmi al nuovo orario delle lezioni. Comunque, alla prima ora avevo Letteratura e come ogni anno nessuno dei miei amici si trovava nel mio stesso corso, quindi li salutai e mi diressi verso l’aula.
Entrai e sbuffai nel vedere che l’unico posto libero era vicino al biondino, “Billie qualcosa”. Com’era possibile che in quattro anni, io non l’avessi mai visto e ora me lo ritrovavo ovunque? Con poca voglia mi sedetti in quell’ultimo banco vuoto.
“Hey ragazzina!” mi disse sghignazzando. “Insomma ci si rivede…”
“E non sai quale gioia” dissi con fare ironico.
“Ragazzina, nemmeno io sono contento di avere una secchiona come te accanto”. Non gli risposi, era tempo perso rispondere a un imbecille come quello.

L’ora di Letteratura passò in fretta e anche tutte le altre ed era finalmente arrivata l’ora di pranzo. Mi recai alla mensa e feci la fila per prendere il cibo, poi mi sedetti a un tavolo, aspettando che arrivassero come sempre anche gli altri.
“Hey ciao Alex, posso chiamarti così?” vidi Mike, che si avvicinò tutto sorridente insieme al suo amico dai capelli verdi.
“Ehm…ciao Mike! Certo, Alex mi piace di più di Alexandra” risposi sorridendo.
“Volevo ricordarti che ci sono anche io, ciao eh!” mi disse testa verde.
“Ah, si…ciao anche a te.” Dissi smettendo di sorridere e abbassando lo sguardo senza nemmeno guardarlo.
“Dai, scusa per stamattina, non volevo essere antipatico. E’ solo che molti mi guardano male solo perché ho i capelli tinti di verde, a me non sembra poi una cosa così malvagia!”
“Ok, va bene. Siamo partiti male io e te! Comunque sappi che non ho nulla contro i tuoi verdi capelli” ridemmo tutti e tre. ”Hey, però voi due siete molto più simpatici del vostro amico…”
“Tranquilla anche tu mi stai antipatica!” Ecco, non finii di parlare che “Billie qualcosa” arrivò, fermandosi anche lui davanti al tavolo al quale ero seduta.
“Oh ragazzi cosa fate, venite a sedervi al tavolo o pensate di stare a parlare con questa qui?” domandò poi.
“Arriviamo!” rispose Mike.
“Scusaci, ma andiamo. Ci si vede in giro Alex” salutò Trè. Mike alzò gli occhi al cielo e mi salutò anche lui.
Subito dopo arrivarono Chris e Joe. “Alex ma come mai parlavi con quei 3 delinquenti?” mi chiese Joe?
“Ciao anche a voi!” dissi sarcastica, poi continuai “Chi? Mike e Trè? Non sono proprio delle persone normali, ma sono simpatici almeno.”
“Ma ti sei fusa il cervello? E’ brutta gente quella e poi che mi dici di Billie Joe Armstrong? Che ci faceva anche lui qua?”
“Ah così si chiama? Lui è un idiota, credo di non aver mai conosciuto qualcuno peggio di lui.”
“Infatti, non ha una bella fama. Stai attenta Alex, tuo padre potrebbe venire a sapere che parli con quella brutta gente…” mi disse Chris.
“Oh ma che palle! Mio padre di qua, mio padre di là…solo perché è un poliziotto non vuol dire che debba scegliere lui con chi devo uscire, con chi devo parlare e tutto il resto. Ho una testa e credo di essere in grado di usarla adeguatamente. Ora finiamola qui comunque..”

Arrivarono anche gli altri e chiudemmo così quella conversazione. Durante il pranzo parlammo delle solite cose, che per me iniziavano a essere noiose.
Una vocina dentro di me mi stava dicendo che qualcosa sarebbe cambiato da quel giorno e non aveva tutti i torti.

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Capitolo 2
*** Now, I'm alone. ***


Ciao a tutti! Colgo l'occasione per dire che tutta la storia è frutto della mia fantasia, dato che non l'ho specificato nel primo capitolo. Mi piace immaginare Billie Joe, Trè Cool e Mike da giovani.
E' la prima volta che scrivo una FanFiction nella quale i Green Day fanno parte dei personaggi.

Comunque ecco qui il secondo capitolo di questa storia. Spero sia di vostro gradimento e mi raccomando recensite (si accettano anche critiche negative)! :D
Ringrazio Vale Dirnt e lilith93 per le recensioni!
Vi lascio alla lettura. Alla prossima!
P.S.: scusate eventuali errori di battiura.

                                                                           Flo.

Capitolo 2: Now, I'm alone.

All’uscita da scuola, notai che avevo perso un’altra volta il pullman per tornare a casa. Colpa dei professori che mi trattenevano sempre di più a parlare. Questo voleva dire solo una cosa, tornare a casa a piedi, di nuovo. Mi rassegnai e mi incamminaio verso casa quando mi sentii chiamare “Aleeeex. Aleeex”. Era Mike, possibile che anche lui ora era ovunque? Mi fermai per aspettarlo, dato che stava correndo verso di me. “Hey ciao Alex, dove stai andando di bello?”
“Mike, ciao! Stavo tornando a casa, ho perso di nuovo il pullman. Tu invece?”
“Anche io sto tornando a casa. Sono rimasto a scuola un’ora in più del previsto…in detenzione.” Disse sbuffando.
“No, che cosa hai combinato?”
“Parlavo con il vicino di banco e quando l’insegnate mi ha richiamato ho detto che la sua lezione non mi interessava e che era noiosa, dunque ho continuato a parlare con il mio vicino di banco. Quindi si è incazzato e ci ha mandati entrambi in detenzione.”
“Ho il sospetto che l’altro ragazzo era Trè o Billie, giusto?”
“Ehm, si era Trè…solo che lui doveva rimanere un paio d’ore in più, perché nel momento in cui ci ha detto di restare a scuola un’ora in più, lui l’ha mandato a quel paese.”
Pensai: Cavolo che razza di personaggi ho incontrato? Non avevo mai visto qualcuno che mandava a quel paese il professore o che diceva, senza alcun problema, all’insegnate che la sua lezione non fosse interessante.
“Comunque da che parte vai?” interruppe i miei pensieri.
“Di qua” dissi facendogli segno.
“Anche io, facciamo la strada insieme allora.” Bhè, Mike non era male, a differenza di Billie Joe mi stava simpatico nonostante anche lui non fosse un ragazzo “modello”, di quelli che mio padre era contento che frequentassi.  E lo stesso pensavo di Trè.
“Ok, va bene.” Sorrisi. “Ma l’altro tuo simpaticissimo amico dov’è?”
“Chi Billie? Proprio vi odiate voi due eh!” si mise a ridere “Comunque lo devo incontrare per la strada, devo andare a provare da lui oggi.”
“Si, odio è proprio quello che provo verso di lui. E’ irritante.” Feci una pausa e poi ripresi ”Ah provate? Quindi avete una band, giusto?” chiesi curiosa.
“Sisi, i Green Day. Ogni tanto suoniamo in qualche locale qui in città. Io suono il basso, Trè la batteria e Billie è la voce e chitarra.”
“Wow, interessante.” Sorrisi.
“Se hai voglia alla prossima serata fai un salto e vieni a guardarci, magari con i tuoi amici. Ti faccio sapere quand’è appena so qualcosa.”
“Con i miei amici…” dissi titubante. “Sarà difficile” pensai. ”Ehm dai vediamo, cerco di far di tutto per venire, ma non so se ci saranno anche i miei amici. Tu comunque fammi sapere.”
“Ok perfetto!”
Camminammo per ancora qualche minuto parlando e poi Mike disse: “Oh, ecco Billie, io mi fermo qui.”
Solo vedendo quella testa bionda mi veniva il nervoso.
“Ciao Mike” disse lui, poi girandosi verso di me: “Ragazzina.”  Si girò nuovamente verso Mike e indicandomi gli chiese: “E lei che ci fa qui?”Cavolo, ma era davvero irritante.
“Ci siamo trovati fuori scuola e dovevamo fare la stessa strada, così l’abbiamo fatta insieme. E non essere sempre così antipatico Billie!” rispose Mike.
“Niente, io vado. Ciao Mike, ci si vede in giro.” Sorrisi, poi tornado seria: “Armstrong.”
“Ciao ragazzina.”
“Alex, ci vediamo. Ciao” mi salutò Mike. Io mi voltai e proseguì per la mia strada. Vedere Armstrong mi metteva sempre di cattivo umore.

Arrivai a casa poco dopo e trovai i miei genitori ad aspettarmi e dissi loro che avevo perso il pullman come il giorno prima. Dopo poco suonò il campanello e mi venne in mente che mi dovevo vedere con Chris per studiare insieme. Mi era proprio passato di mente. Andai ad aprire, lo salutai e lo feci entrare. Prima mangiammo qualcosa guardando la tv. Ad un certo punto mi disse: “Hey, oggi ti ho vista che tornavi a casa a piedi, hai perso di nuovo il pullman eh? Non ti ho chiamata, perché ho visto che eri con i tuoi nuovi amici.”disse con tono sarcastico.
“Hai dei nuovi amici Alexandra?” chiese mio padre.
Chris l’aveva fatto apposta a dire così quando c’era mio padre in salotto con noi. Che stronzo.
“Si papà, gente che ho conosciuto stamattina sul pullman, sono simpatici.”
“Come si chiamano?” chiese ancora, curioso. Conosceva gran parte della cittadina di Berkeley e anche lui era abbastanza conosciuto.
“Michael Ryan Pritcharde Billie Joe Armstrong, ma forse lei li conoscerà già signor Cooper.” Rispose al mio posto Chris. Perché faceva così? Perché doveva mettermi nei guai con mio padre? Lo sapeva come la pensava lui. Chris poi è sempre stato il mio migliore amico, mi ha sempre ascoltata e aiutata quando avevo bisogno.
“Quei due? Certo che so chi sono e non hanno una bella fama, per niente! Ti proibisco di parlare con loro ancora Alexandra. Se lo farai sarò costretto a metterti in punizione.” Ecco, come immaginavo, li conosce anche. Sì, ora sì che ero nei guai. Ma perché doveva decidere lui chi avrei dovuto frequentare? Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che se ne andò, uscendo dal salotto.
“TU! Ora vieni di sopra con me. Io e te dobbiamo parlare.” Dissi a Chris con tono molto alto.
Lui non disse niente, mi seguì lungo le scale e arrivammo in camera mia. Chiusi la porta e iniziai: “Perché l’hai fatto Chris? Perché hai detto a mio padre di loro?”
“Lo sai perché, io e Joe te lo abbiamo detto oggi a pranzo il perché. Non è bella gente, hai sentito tuo padre? Sai quante volte li ho visti fumare? Sai quante volte li ho visti ubriachi al pub? Cristo Alex hanno la nostra età!”
“Non mi interessa. Ho 17 anni, credo che io sia in grado di decidere con la mia testa con chi parlare e con chi no. Poi tu sei sempre stato mio amico, il mio migliore amico. Cosa ti prende ora? Mike, Trè e Billie Joe li ho incontrati per caso. Siamo solo “conoscenti” non amici.  E poi non sopporto Armstrong.”
“Io non voglio solo che giri con quei tre e nemmeno che ci parli. E anche gli altri della nostra compagnia sono d’accordo con me e Joe, anche le ragazze.”
“Ma il punto è che non devi decidere tu e nemmeno mio padre dovrebbe. Quindi mi parlate alle spalle voi tutti eh? Voi non siete nessuno per decidere con chi devo parlare. Ti rendi conto a che punto siete arrivati? Questa è la mia vita, decido io cazzo.”
“Vedi stai già cambiando. Diventerai come loro Alex. Vuoi essere loro amica? Va bene, ma poi non venirci a cercare.”
“Cosa? Chris ma ti senti? Ora mi fai i ricatti? Siamo arrivati a questo punto? Sai una cosa Chris? Vai al diavolo, non voglio più vederti e anche gli altri. Potevano venire pure loro a parlarmi, dicendomi le cose in faccia, ma vabbè.”
Chris si alzò dal mio letto sul quale era seduto, si avviò verso la porta ma prima di aprirla si girò dicendomi: “Se è questo che vuoi…Ciao Alex.” Aprì la porta e uscì sbattendola.
Mi sdraiai sul letto e mi misi a piangere. Loro non capivano, mio padre non capiva. Mi sentivo oppressa, mi mancava la libertà, la libertà di scelta. Fino a quel momento la mia vita era stata tutta decisa da altri e mai da me.
I miei amici mi avevano abbandonata solo perché ho avuto un paio di semplici conversazioni con quei tre ragazzi. Dopotutto a me non sembravano tanto male, a parte Armstrong lui era insopportabile.
In quel momento mi trovavo sola, non avevo più nessuno con cui confidarmi e come se non bastasse mio padre e mia madre mi avrebbero chiesto sicuramente il motivo per il quale non vedevevano più i ragazzi e le ragazze (quelli che consideravo miei veri amici) venire a casa.
 
Ero rimasta da sola, non c’era più nessuno che mi capiva…forse nessuno mi aveva mai capito e me ne ero accorta solo in quel momento.

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Capitolo 3
*** New friends? ***


Cieeeeeo! Eccomi di nuovo!
Eeee sì, ci ho messo un pochetto ad aggiornare, però eccomi qua!
Non è uscito come volevo questo capitolo, spero di rifarmi con il prossimo.
Ora vi lascio alla lettura.
Scusate eventuali errori.
Ovviamente le recensioni sono sempre ben accette! :D
P.S.: GRAZIE PER LE RECENSIONI DI "Sarah Bennington" E "lilith93"! <3
Buona lettura e al prossimo capitolo!

                                                    Flo.

         Capitolo 3, New Friends?

Il giorno dopo mi svegliai per andare a scuola. I miei videro che non ero dell’umore giusto, non sapevano che il giorno prima avevo litigato con Chris e non avevo intenzione di spiegar loro la situazione. Fortunatamente non chiesero niente. Feci colazione come sempre e poi scappai fuori di casa, urlando un “Ciao” mentre uscivo dalla porta. Il pullman arrivò pochi minuti dopo alla fermata, era pieno anche quel giorno.  Questa volta, dovetti stare in piedi. Da lontano vidi Mike e Trè che si sbracciavano per salutarmi e allora alzai la mano e sorrisi. Armstrong, invece, fece finta di niente, ma non ci feci molto caso. Arrivammo davanti scuola e pregai per il fatto che Mike non venisse a salutarmi da vicino. Peccato però che le mie speranze andarono in frantumi nel momento in cui vidi Trè che avvicinarsi nella mia direzione. “Aleeex! Ciao, come va?”
“Hey Trè! Benone…perdonami ma devo proprio scappare.” Mi allontanai a passo svelto con questa stupida scusa, senza nemmeno dargli modo di replicare.
Entrai nell’edificio e mi venne in mente che le prime tre ore avrei dovuto avere Letteratura. Di male in peggio. Avrei dovuto sopportare tre ore la presenza di Armstrong accanto a me. Arrivai in classe e mi sedetti al solito posto, poco dopo iniziarono a entrare tutti. Mancava solo una persona, il mio “carissimo” vicino di banco, che ovviamente non si degnò di entrare che dopo cinque minuti dal suono della campanella, ricevendo così una ramanzina dal professor Smith. Fortunatamente per lui, non si beccò la detenzione. Si sedette accanto a me dicendomi “Hey secchiona”. Mi voltai a guardarlo fulminandolo e alzando gli occhi al cielo dissi: “Ciao anche a te Armstrong.”
La lezione continuò tranquilla, Armstrong non disse più nulla, si mise solo a scarabocchiare qualcosa su un quaderno, se così poteva essere chiamato, mentre io prendevo appunti. Verso la fine dell’ora il professore ci disse che avremmo dovuto fare un lavoro a coppie, una ricerca su un autore da lui indicatoci. Tutti iniziavano a mettersi d’accordo per creare le coppie tranne Armstrong, che ovviamente era nel suo mondo, ma il professore ci interruppe: “Nono ragazzi! Le coppie, come l’autore sul quale ricercare materiale, le decido io e non si discute. Non sarà possibile cambiare coppia.” Fantastico, non mi restava che sperare di non essere in coppia con Armstrong, altrimenti sarebbe stata la fine. Non feci nemmeno in tempo a finire il mio pensiero che…”Armstrong e Cooper voi due starete insieme. Dovrete fare una ricerca su un autore irlandese. Oscar Wilde.” Merda, merda, merda. “Ma Mr. Smith io…” cercai di replicare “Non si discute Cooper. Le coppie rimarranno tali e magari lei può dare una mano, cercando di aiutare Armstrong ad alzare la sua media.”
“Bene, a quanto pare dovremmo lavorare insieme secchiona. Non vedo l’ora di farti diventare matta.” Disse sghignazzando Billie Joe.
“Fantastico.” Risposi sarcastica. Non era possibile, mi toccava studiare con quell’idiota, era un’ingiustizia.

La lezione finì e dopo altre due ore in classe, era finalmente ora di pranzo. Ero contenta, ma nel momento in cui mi venne in mente che avrei dovuto mangiare da sola, senza i miei, ormai ex, amici, mi rabbuiai.
Mi diressi verso la mensa e feci la fila come al solito. Poi, trovai un tavolo vuoto e mi sedetti da sola. Dopo poco vidi passare Chris e tutti gli altri. Non mi degnarono nemmeno di uno sguardo e passarono oltre. Non potevano essere davvero miei amici, gli amici non si comportano così. Ancora una volta mi sentii sola e iniziai ad avere gli occhi lucidi. Cercai di non piangere, dato che in quel posto c’era praticamente tutta la scuola. Sarebbe stata un’umiliazione.
Ad un certo punto, mentre fissavo il piatto contenente il mio pranzo, sentii qualcuno sedersi accanto a me. Alzai lo sguardo e vidi gli occhi azzurrissimi di Mike. “Hey, ciao Alex!” disse tutto sorridente.
“Ciao Mike” cercai di sfoderare il mio miglior sorriso, con scarsi risultati.
“Hey, che succede?” chiese preoccupato.
“Niente, tranquillo, tutto a posto.” Finsi un altro sorriso.
“Sicura? Non ti costringo, ma se vuoi puoi dirmi tutto.”
Almeno qualcuno si preoccupava per me, almeno qualcuno mi considerava. Mike era sincero e si vedeva. Al diavolo tutte le cavolate che pensavano Chris, mio padre e tutti gli altri su di lui e i suoi amici. Solo in quel momento capii che loro non mi avevano mai capita e non c’erano mai stati nel momento del bisogno. Anche se all’apparenza non sembrava, ero sempre stata da sola. Io, me, Alexandra Cooper, avevo finalmente aperto gli occhi.
“Ok. Allora, ieri ho litigato con Chris per delle cazzate che pensa. Ora tutti quelli che consideravo amici, non mi guardano nemmeno più in faccia, così da un giorno all’altro. E il motivo è una cazzata. Una di quelle cazzate galattiche. E poi Chris, colui che credevo fosse il mio migliore amico, ieri mi ha fatto ricevere una ramanzina da parte di mio padre. Simpatici i miei amici eh?”
“Che razza di stronzi. Infatti, ho visto che non eri seduta al solito tavolo con loro. Comunque sappi che io ci sono quando vuoi. Non meriti degli amici come loro.”
“Grazie.” Sorrisi.
Intanto, poco dopo, arrivarono anche Trè e Billie. Trè si sedette senza problemi anche lui al tavolo dopo avermi salutata. Billie protestò: “No, devo starle vicino anche a pranzo adesso? Cosa c’è Pritchard, è la tua nuova ragazza?” sbuffò.
“Coglione, siediti e stai zitto. Ha litigato con i suoi amici, ha bisogno di qualcuno che la faccia divertire.” Rispose Mike.
“Hey, Alex, sei con tre pazzi, dimenticherai presto i tuoi amici, ti facciamo divertire noi” disse tutto entusiasta Trè.
Billie Joe non disse più niente, si mise a mangiare come se non mangiasse da giorni. Doveva avere proprio fame.
Ad un certo punto arrivò una ragazza con i capelli neri e le punte blu, che salutò i tre ragazzi e si sedette vicino a Armstrong.
“Hey ciao, io sono Ashley, conosci anche tu questi tre idioti?” sorrise porgendomi la mano. “Piacere sono Alexandra, ma chiamami pure Alex. Li ho conosciuti in questi giorni…”
“Oh, bene, quindi una nuova ragazza nella compagnia, che bello. Non mi sentirò più sola. Dovresti uscire con noi un giorno di questi.”
“Si, dovresti Alex e vedrai che ti divertirai un sacco.”continuò Trè. Mike annui.
“Beh, si può fare sì…”sorrisi. Avrei dovuto dire qualche bugia a mio padre, ma avrei di sicuro trovato qualche idea. Era ora che decidessi io con chi uscire.
“Ragazzina, ricordati che abbiamo un compito da fare insieme.” Oh, Armstrong mi ricordò che dovevamo studiare insieme. Da dove era uscito tutto quell’interesse per lo studio?
“Certo che mi ricordo Armstrong, piuttosto io pensavo che te ne fossi dimenticato. Comunque quando vuoi che ci vediamo?”
“Oggi pomeriggio. Facciamo in biblioteca alle 17.3O, ok?”
“Ok, ma vedi di venire. Non darmi buca.”
“Non ti preoccupare ragazzina, sarò puntuale.”
“Speriamo”pensai. Anche se da una parte l’idea di studiare con lui non mi andava per niente a genio.

Il pranzo continuò con calma, parlai molto con Ashley ed era molto simpatica. Poi arrivò l’ora di tornare in classe, salutai tutti e decidemmo di trovarci tutti e cinque fuori scuola per prendere il pullman insieme. A parte Armstrong, gli altri erano simpatici con me e io mi trovavo benissimo con loro.

Le ore pomeridiane passarono lente e io non vedevo l’ora di tornare a casa.
Finalmente la campanella dell’ultima ora suonò e tutti si avviarono al di fuori dell’istituto. Io mi fermai vicino al muretto al quale avevo “appuntamento” con gli altri. Arrivarono pochi istanti dopo tutti insieme e dunque ci incamminammo verso la fermata del pullman che prendemmo insieme.
Durante il viaggio ci mettemmo d’accordo per vederci la sera. Ai miei avrei detto che sarei andata in centro con una nuova amica, Ashley. Io e Armstrong ci saremmo invece visti da soli nel pomeriggio per studiare insieme. Non vedevo l’ora di togliermi questo pensiero dalla testa.

Arrivai a casa e mangia qualcosa, avevo molto fame. Poi andai a cambiarmi e dato che non c’era nessuno in casa, lascia un bigliettino ai miei spiegando che sarei andata in biblioteca a studiare, perché il signor Smith ci aveva assegnato un compito a coppie. Presi il mio zaino e partii verso la biblioteca.
Mi stupii vedendolo che mi aspettava fuori dalla biblioteca, mentre si portava alla bocca una sigaretta.
“Armstrong, sei venuto.”
“Ragazzina, te l’avevo detto che sarei stato puntuale. Piuttosto tu sei in ritardo di due minuti…”
“Oh, allora dato che hai tanta fretta di iniziare, perché non entriamo?”
Sghignazzò e si diresse verso l’ingresso mentre io lo seguii. Si sedette subito, mentre io mi curai di prendere i libri che ci sarebbero serviti per la ricerca. Ovviamente lui non si era portato dietro nulla, avrei dovuto scrivere tutto io.
Sempre più stupita, mi accorsi che anche Billie Joe si diede da fare per aiutarmi con questa ricerca, da lui non me lo sarei mai aspettato. Non parlammo d’altro che di Oscar Wilde fino al momento in cui m’interruppe chiedendomi : “Ragazzina ma c’è qualcosa tra te e Mike?”
“No, assolutamente. Perché questa domanda?”
“Mike parla sempre di te e poi andate d’accordo da quanto vedo. Secondo me tu gli piaci.”
“Non penso proprio. Comunque lo conosco da poco ed è simpatico e anche Trè, invece di te…non si può dire lo stesso…”
Rimase zitto, non rispose. Era strano non ricevere risposta da una persona che ha sempre la risposta pronte. Forse non avrei dovuto dire quell’ultima frase, anche se mi sembrò strano che un menefreghista come lui ci fosse rimasto male.
Ad ogni modo, finimmo la ricerca un’oretta dopo. Armstrong non disse più nulla dopo la mia risposta di prima.
“Bene, abbiamo finito. Possiamo andare a casa…”
“Ok…ci si vede in giro secchiona.”finalmente parlò, sembra tornato come prima.
“Stasera ci sarai anche tu?”
“Ah già, stasera sei dei nostri…pensi di venire sul serio? ma cosa dirai a papino? Guarda che lo so che non vuole che tu stia con noi, dopotutto è un poliziotto.”
“Tu che ne sai?Pensi che io non abbia un cervello per decidere con chi uscire?”
“Vedremo se ci sarai stasera.” Sorrise. “Ciao ragazzina, ci si vede!”si accese una sigaretta e s’incamminò.
“A stasera Armstrong!”gridai. Mi girai e mi avviai verso casa.
Lo avrei stupito. Era davvero convinto che non mi sarei fatta vedere quella sera, ma doveva ricredersi. 

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