Full Immersion

di CowgirlSara
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Rimbocchiamoci le maniche ***
Capitolo 2: *** 2 - Là dove nessun Numenoreano (o Elfo) è mai giunto prima ***
Capitolo 3: *** 3 - Una notte in... Compagnia ***
Capitolo 4: *** 4 - Alla ricerca del Luke perduto ***
Capitolo 5: *** 5 - Salvare il salvabile ***
Capitolo 6: *** 6 - Molti addii ***



Capitolo 1
*** 1- Rimbocchiamoci le maniche ***


1

1. Rimbocchiamoci le maniche

 

Eccoci qua, un intero fine settimana da dedicare all’immersione totale nel Capolavoro; genitori e fratelli partiti per il week end, amici rompiballe dispersi nelle nebbie, stereo a disposizione, cibo  e bevande in quantità ben stipati in cucina.

Comodamente spaparanzata sul divano, con sul tavolino una ciotola di pop corn e scorta di cola ben gasata, la ragazza afferrò il grosso volume; lo posò sulle ginocchia, ne carezzò la copertina di  pelle bordeaux, su cui le scritte erano tracciate in oro: il nome dell’autore, il titolo, e una cornice di lettere misteriose, ma che conosceva bene, erano l’incisione dell’anello.

Ripensò a tutta la fatica che lei e Luke avevano fatto per accaparrarsi quel volume, e la spaventosa botta di culo che aveva avuto, quando si erano giocati la possibilità di leggerlo per primi col lancio della moneta… e pensare che non aveva mai vinto a quel gioco…

Aprì il volume e, convinta, decise di saltare la prima parte, per leggere subito alcuni dei suoi capitoli preferiti: quelli delle miniere di Moria. Sapeva che non era bello ignorare la prima parte del Capolavoro, ma aveva troppa fretta di entrare nel vivo della storia; ad ogni modo era intenzionata a leggere tutto, prima di dare il libro a Luke, ma, per ora, visto che lo conosceva a memoria, si voleva gustare i suoi capitoli preferiti.

La lettura la prese come al solito, nonostante fosse l'ennesima volta che affrontava quelle pagine; non c'era niente da fare, la magia di quel libro era infinita per lei, era come se ogni volta ne leggesse uno nuovo, scopriva sempre nuove sfumature, particolari che le erano sfuggiti, s'innamorava maggiormente degli splendidi personaggi... E, di nuovo, non poté trattenere la lacrimuccia, quando Gandalf precipitò nella voragine, pur sapendo perfettamente che la sua scomparsa non era definitiva.

Arrivata alla fine del capitolo, prima che l’intristita Compagnia lasciasse i Rivi Tenebrosi, la ragazza si accorse di aver bisogno di fare un bisognino... Posò il grosso volume sul tavolino, aperto alla pagina che stava leggendo, poi si alzò stiracchiandosi; decise di usare il bagno del piano di sopra, così avrebbe preso anche un altro cuscino in camera, mentre passava. Salì le scale.

 

Si stava asciugando le mani, quando sentì dei rumori sospetti al piano di sotto; allarmata girò lo sguardo verso la porta, c'era anche qualcuno che saliva le scale. Non potevano essere i suoi, sarebbero dovuto tornare solo il lunedì... e poi, quei passi pesanti, decisamente non potevano essere quelli dei suoi familiari... Cazzo, le prese il panico... dopo qualche istante di paura cieca, si ricordò che c'era la porta che dava in camera di suo fratello; l'aprì ed entrò nella cameretta.

Nell'angolo vicino all'armadio a muro se ne stava, tranquilla e beata, la mazza da baseball di suo fratello; la prese e si rigirò l'impugnatura tra le mani, serrando la stretta. I passi sulle scale continuavano, ma lei avrebbe venduto cara la pelle!

"Ahhh!" Gridò spalancando al porta, prese pieno qualcuno; ma c'era un altro tizio che aveva superato ormai la porta, prima che si girasse lo colpì alla base del collo con la mazza, quello crollò lungo disteso.

Stava per avventarsi contro gli altri dietro la porta, ma qualcuno afferrò al volo la mazza, fermandogliela a mezz'aria; lei provò in tutti i modi a sfilarla dalla presa del tizio, ma la stretta era forte e lui cocciuto.

"Non svaligerete la mia casa, io chiamo la polizia!" Gridò la ragazza dimenandosi nel vano tentativo di riprendersi la mazza.

"Ma... è una fanciulla..." Affermò una voce dolce, con tono divertito.

"Ragazza..." Disse una voce più profonda, quella che reggeva la mazza. "Ragazza, fermati!" Ma lei puntava il piede sul ginocchio dell'uomo, cercando di fare forza. "Per Elbereth, non siamo qui per farti del male!" Esclamò l'uomo spazientito; la ragazza si bloccò a quelle parole, cercando di focalizzare il viso del suo interlocutore, nel corridoio buio.

"Come hai detto, scusa?" Domandò, mollando la presa sulla mazza.

"Ho detto che non siamo qui per farti del male..." Ripeté l'uomo.

"Hai detto 'per Elbereth'..."

"Beh, certo, non volevi..."

"Aspetta un secondo..." Lo interruppe la ragazza, sporgendosi verso la parete; tastonò un po', poi trovò l'interruttore e lo spinse.

Sotto la luce della fredda lampada al neon, Sandy sospettò che la sua vittoria al lancio della monetina non fosse stata una fortuna, ma bensì una recrudescenza della sua mitologica sfiga...

 

Un uomo alto, vestito di abiti piuttosto vissuti, la guardava con espressione interrogativa, reggendo ancora nella mano la mazza da baseball; aveva i capelli castani, dal taglio "straziato" (come avrebbe detto sua madre), e due profondi e indagatori occhi grigi, la sua bellezza era severa, ma allo stesso tempo selvaggia. Accanto a lui c'era una specie di sogno ambulante: viso perfetto, lunghi capelli biondi, fisico statuario, e due occhi da infarto. Sandy deglutì.

"Ordunque, fanciulla, vuoi cortesemente spiegarci dove ci troviamo?" Le domandò, con voce flautata, l'incarnazione dei suoi sogni fin dall'età di sei anni.

"Capiamo che sei spaventata, ma comprendi anche noi, eravamo in marcia per Lothlòrien e ora siamo qui." Intervenne il ramingo... eh sì, proprio un ramingo...

"Aragorn!" Urlò la ragazza, riemergendo dallo stato comatoso; l'uomo spalancò gli occhi, poi lanciò un'occhiata al suo compagno.

"Conosci il mio nome?" Domandò lui, ma Sandy non lo stava ascoltando: zompettava sul posto, agitando le mani, in preda ad una misteriosa frenesia, con sulla faccia un sorriso beota.

"E tu... tu sei Legolaaaaas!" Gridò all'altro, che indietreggiò guardandola come se fosse un tripode etrusco che si era messo a ballare; all'improvviso la sua agitazione cessò, e la ragazza guardò in basso il corpo steso a terra. "Quello non sarà Boromir?" Domandò timidamente.

"Se già ci conosci, perché lo domandi?" Replicò l'elfo.

"Oddio!" Esclamò la ragazza, ricominciando ad agitarsi. "Ho ucciso Boromir! Prima del tempo! Cazzo, cazzo, cazzo!"

"E, per la barba di Durin, per poco non avete ucciso anche un nano, madamigella." Sbottò una voce profonda da dietro la porta; il robusto componente della Compagnia spuntò massaggiandosi la fronte. "Fortuna che indossavo il mio elmo."

"Tecnica discutibile, ma efficace." Scherzò Aragorn, mentre era piegato sull'amico svenuto. "Ad ogni modo, non crucciarti, egli non è morto, ma soffrirà soltanto di un forte mal di testa." Sandy li osservava in preda all'incredulità più totale, non sapeva se volare in cielo tipo razzo, dalla felicità, o maledire il giorno della sua infausta nascita: aveva la Compagnia dell'Anello in casa!

"Si... siet... sie..." Balbettò in faccia all'elfo; lui la fissò, con un misto di stupore e divertimento. Ma cosa credeva, che fosse facile parlare con uno come lui?!

"Sì?" La incitò con un sorriso. Ecco, ora, se non sveniva, poteva pure fargli una domanda...

"Siete soli?" Chiese infine Sandy, senza riuscire a staccare gli occhi da quelli di Legolas; la voce che le era uscita era "leggermente" acuta.

"Di sotto ci sono gli hobbit..." Rispose lui.

"Gli hobbit?!" Esclamò la ragazza entusiasta. "Frodo, Sam e gli altri?! Fantastico!" I tre la osservavano, convinti che, ovunque fossero capitati, era un posto ben strano; la ragazza dovette accorgersene, poiché smise di ridere come una scema e fece una faccia imbarazzata. "Oh, scusate, ragazzi, ecco... sarà meglio che lo mettete qui..." Indicò la stanza da cui era saltata fuori. "...sul letto, io vado a prendere un po' di ghiaccio." Aggiunse, raggiungendo le scale.

Ghimli guardò i compagni, che stavano trasportando Boromir nella camera; poi sospirò deciso, stringendo la sua ascia.

"E' un po' strana, sarà meglio seguirla, per assicurarsi delle sue mosse." Dichiarò, poi diede le spalle agli amici e seguì Sandy giù per le scale.

 

Sandy arrivò in salotto e ci trovò i quattro hobbit che gironzolavano con aria smarrita; uno di loro osservava con espressione curiosa la ciotola del pop corn.

"Salve, ragazzi." Li salutò la ragazza; si voltarono verso di lei. "Io sono Sandy, la padrona di casa." Si presentò; si sentiva più a suo agio con i piccoli uomini.

"Salve." La salutò uno hobbit dagli occhioni azzurri.

"Tu sei Frodo?" Gli domandò la ragazza.

"Sì..."

"Uh! Uhuh... ho conosciuto Frodo!" Esclamò entusiasta; gli hobbit la guardarono stupiti.

"Lo dicevo io che era strana..." Commentò il nano, che l'aveva raggiunta.

"Questo che cos'è?" Domandò lo hobbit intento ad osservare la ciotola, indicandone il contenuto.

"E' pop corn." Rispose Sandy; sguardi interrogativi. "Ehm... granturco... scoppiato..." Spiegò.

"E perché lo chiamate così?"

"Ecco... perché quando scoppia fa POP!" Disse la ragazza, mimando lo scoppio con le dita. "Capito? POP POP!" Continuò sorridendo.

"Sembra divertente!" Esclamò un hobbit.

"Lo è!" Rise Sandy. "Potete anche mangiarlo, se volete..."

"Hm..." Ghimli tossicchiò, attirando la sua attenzione; la ragazza lo guardò.

"Ah, già... Boromir!" Si ricordò la ragazza, battendosi una mano sulla fronte, poi corse in cucina.

Prelevò i cubetti di ghiaccio direttamente dal distributore del frigorifero, riempiendo la borsa e sconvolgendo il povero nano, che l'aveva seguita, con la tecnologia del XXI secolo; poi tornò in salotto, dove i simpatici hobbit si erano già spolverati tutto il pop corn.

"Ragazzi..." Sandy li chiamò, loro si girarono subito. "Una raccomandazione." Gli disse la ragazza, mentre tirava la tenda. "Cercate di non farvi vedere, non aprite la porta e non affacciatevi alla finestra, per favore." Gli chiese.

"Oh, non ti preoccupare, è la cosa che sappiamo fare meglio ultimamente..." Commentò Frodo.

"Comunque ci annoiamo..." Mormorò un'altro, che Sandy sospettò fosse Pipino, incrociando le braccia.

"Beh... guardatevi MTV." Suggerì la ragazza accendendo la televisione col telecomando, poi li lasciò.

I Mezzuomini rimasero totalmente ammutoliti, davanti allo spettacolo; stava andando in onda il video di Punjabi MC, con quella musichetta indiana che mette voglia di zompettare in giro, agitando le mani a caso...

Sandy tornò all'improvviso sui suoi passi, trovandoli tutti e quattro seduti sul divano con le bocche spalancate dallo stupore; la ragazza si avvicinò al tavolo e chiuse il libro con un gesto brusco, poi disse: "Non aprite questo libro, per nessun motivo, non voglio che ne esca qualche cosa di meno... raccomandabile..." Poi se ne andò di nuovo.

 

Un'oretta più tardi, Sandy si accorse di non avere idea di come fare a rimandarli a casa, a compiere la loro missione; si rese conto anche che era quasi ora di pranzo.

Mentre gli hobbit divoravano la sua scorta di spaghetti, lei, Aragorn e Legolas improvvisarono un mini consiglio su da farsi.

"Non hai dunque proprio idea di cosa fare?" Le chiese il ramingo; lei scosse la testa.

"Non conosci nessuno che ci possa aiutare?" Rincarò l'elfo; Sandy sospirò rassegnata.

"No, aspetta!" Esclamò poi, riprendendo vigore. "Potrei chiamare Luke, lui è il massimo esperto di ISDA!" Aggiunse battendosi un pugno sul palmo dell'altra mano.

"E' uno stregone?" Domandò Legolas, con espressione ingenua.

"Beh, non direi..." Rispose la ragazza imbarazzata. "E' uno studente..."

"Un apprendista mago?" Intervenne Aragorn, posando le braccia sul tavolo.

"Sì, Harry Potter!" Sbottò Sandy scoraggiata.

"Conosco un Harry Potter a Lungacque." Affermò Pipino.

"No, ti sbagli." Lo corresse Merry. "Quello è Harry Potta, di Via Sdrucciolosa..."

"Eh, sì." Confermò Sam annuendo.

"No, no, no, vi sbagliate entrambi, quello che dico io è Potter, imparentato coi Lobilunghi, e cugino di quinto, sesto grado dei Tuc..." Insisteva Pipino; Sandy li osservava sconvolta.

"Discussioni hobbit." Dichiarò Aragorn.

"Andranno avanti fino a stasera." Commentò Legolas; Sandy si voltò verso di loro.

"Pensiamo alle cose serie, puoi rintracciare questo Luke?" Le domandò il ramingo.

"Penso di sì." Rispose la ragazza, poi si avvicinò allo scaffale ed afferrò il cordless; compose il numero e aspettò con l'attrezzo appoggiato ad un orecchio.

I due la osservavano come si farebbe con un alieno verde con le antennine sulla testa; probabilmente, abituati a orchi e affini, un alieno gli avrebbe fatto meno effetto.

"Non è in casa." Disse Sandy con una smorfia, dopo aver posato il telefono.

"Che cos'è quell'attrezzo?" Le domandò l'elfo.

"E' un telefono, serve per parlarsi a distanza..." Legolas e Aragorn si scambiarono un'occhiata. "Per esempio: Pronto, sono Elessar da Gondor, ciao Legolas, tutto bene lì a Bosco Atro..." Mimò la ragazza; loro la guardavano basiti. "Ho capito, non riconoscete il fascino di questa forma di comunicazione..."

"Torniamo a noi." La interruppe sbrigativo l'elfo.

"Sì, ecco, hai detto che non è a casa, allora?" Chiese il ramingo.

"Forse so dove trovarlo, ma dovrò andarci..." Affermò lei con aria rassegnata.

"Veniamo con te." Annunciò Aragorn, dopo uno sguardo a Legolas, che annuì.

"Ma non potete!" Esclamò la ragazza. "O, almeno, non vestiti così..." Aggiunse, accorgendosi delle loro espressioni. Li osservò per qualche secondo, poi fece un sospiro. "Beh, vedrò di fare qualcosa, aspettatemi un attimo qui."

Uscì di casa velocemente, tirandosi la porta alle spalle; tornò poco dopo con due paia di pantaloni e li diede ai nuovi amici.

"Ecco qua, ora vi prendo un paio di camicie di mio padre, intanto mettete questi." Gli disse. "E sappiate che ho rischiato per averli, credo che a quella squinternata della mia vicina sia venuto qualche sospetto..." Aggiunse salendo le scale.

Quando ridiscese trovò Legolas in mezzo al salotto, con addosso solo i jeans, e con i piedi scalzi; solo la sua forza d'animo la salvò dall'accidente che le stava venendo.

"Oddio, se ho una certezza in questo momento, è che sei meglio dell'attore che t'interpreta nel film!" Esclamò la ragazza, con l'occhio pallato fisso sui suoi addominali.

"Chi?!" Chiese, con tutta l'ingenuità immaginabile, l'elfo.

"No, nulla, lascia stare..." Disse Sandy, ovviamente senza smettere di ammirarlo.

"Sono un po' aderenti..." Dichiarò la voce di Aragorn dalle sue spalle; la ragazza si girò: pure lui stava a torso nudo, con i pantaloni che lo fasciavano in modo molto provocante. La sua pelle era più scura di quella dell'elfo, ma la sua muscolatura altrettanto perfetta; una leggera peluria, assai virile, gli scendeva dal petto all'ombelico. Sandy aveva il respiro mozzo.

"Voi due mi volete uccidere..." Mormorò con voce rotta.

"No." Intervenne un'altra voce maschile. "Tu volevi uccidere me!" Aggiunse Boromir, entrando nella stanza.

"Eheh... si è svegliato..." Biascicò imbarazzata la ragazza. "Gli ho spiegato, grosso modo, come sta la faccenda." Continuò poi. "Vado a prenderti qualcosa per il mal di testa..." Gli disse allontanandosi; tornò poco dopo con un bicchiere d'acqua.

"Che mi vuoi propinare, scellerata?" Domandò il cavaliere. 

"Aspirina effervescente." Rispose gettando un pastiglione nel bicchiere; l'acqua si mise a sfrigolare, Boromir spalancò gli occhi.

"Questa è magia!" Esclamò l'uomo.

"No, è... lasciamo stare... Sì, è magia, ti farà passare il mal di testa, bevi." Così dicendo gli porse il bicchiere.

"Non sarà una pozione avvelenata?" Ipotizzò lui, prendendo titubante il bicchiere sfrigolante.

"Se avesse voluto ucciderti Boromir, non credi lo avrebbe fatto con la mazza?" Gli chiese Aragorn; Sandy si girò verso di lui, sorridendo, ma rimase ancora una volta ammutolita davanti ai suoi muscoli.

"Mettiti la camicia, va!" Gli disse, stanca di perdere un battito ogni volta che lo guardava. "Pure tu..." Aggiunse voltandosi verso Legolas. "E' sul div...a ... no... ahhh..." Le dava le spalle, mostrando la schiena e qualcos'altro... "Mi sa che il suo lato migliore non l'avevo ancora visto..." Commentò maliziosa la ragazza, osservando le perfette natiche dell'elfo dentro ai jeans.

"Come hai detto?" Chiese Legolas, girandosi con la camicia tra le mani; Aragorn si fece un sorriso divertito, mentre allacciava i bottoni.

"Ah, tesoro, beato te che caschi dal pero!" Sbottò corrucciata Sandy, poi lasciò la stanza.

"Dal pero? Ma non c'è nessun albero qui..." Affermò Legolas guardandosi intorno; Aragorn scosse la testa.

 

Dopo aver spiegato tutto agli altri, ed aver lasciato un'infinità di raccomandazioni, Sandy condusse i due guerrieri nel garage. La cosa più difficile fu convincere Aragorn a lasciare la spada e Legolas l'arco; onestamente le sembravano un po' inadeguati.

Un altro problema sorse nel garage: i suoi le avevano lasciato la macchina col cambio manuale, che lei usava circa... mai. Sandy odiava il cambio manuale.

Cercando di non far accorgere i due del suo disagio e aprì la saracinesca; poi diede un'occhiata in giro, per vedere se c'era qualche curioso per la strada. Fortunatamente era l'ora della pennichella pomeridiana.

"Bene!" Esclamò infine, con falso entusiasmo. "Saliamo, dunque." I due osservavano con preoccupazione il misterioso mezzo di trasporto.

Un po' recalcitranti, infine, l'elfo ed il ramingo, salirono sull'auto, ma conservavano un'espressione poco convinta; Legolas si sedette davanti, a fianco della guidatrice, mentre Aragorn si mise sul sedile posteriore.

"Dunque?" Domandò l'elfo, notando l'indecisione di Sandy.

"Ora andiamo." Rispose lei, non mascherando un tono offeso.

"Lo sai... usare, non è vero?" Intervenne Aragorn.

"Ma certo che sì, cazzo!" Sbottò la ragazza agitandosi sul sedile.

"Va bene, va bene, ma calmati ora..." La blandì l'uomo alzando le mani.

"Ok, ora vado..." Dichiarò Sandy, più decisa. "Allora..." Mormorò respirando poi intensamente. "Cambio in folle, frizione, freno..." Riepilogò a bassa voce; Legolas e Aragorn si scambiarono uno sguardo preoccupato. "Ora metto in moto..." Girò la chiave e... dalla radio partì a tutta "Rock Dj" di Robbie Williams; l'elfo si portò una mano alla fronte.

"Ma da dove arriva questa musica?" Domandò il ramingo.

"Spengi, per favore." Chiese Sandy all'elfo.

"E, quale sarebbe il modo, di grazia?" Ribatté lui.

"Quel tasto lì!" Gli indicò lei; naturalmente Legolas sbagliò, ma almeno sulla nuova stazione c'era Springsteen che stava urlando di essere "Born to run". "Lasciamo stare... partiamo, va." Si arrese la ragazza. "La prima, poi si lascia delicatamente la frizione, piano piano il gas..." A quel punto la macchina fece un saltello in avanti, poi si bloccò.

Sandy si girò con lentezza meccanica verso Legolas, mostrando un sorrisino nervoso, e lo vide con le mani sporte in avanti, una sul cruscotto e l'altra sul parabrezza.

"Ma deve fare così?" Esordì Aragorn, con tono allarmato.

"Certo che no!" Gridò lei; Legolas continuava a guardarla con gli occhi di fuori. "Sarà meglio che ti metti la cintura..." Suggerì lei.

"La cintura?" L'elfo si guardò la vita.

"Questa." Disse Sandy, sporgendosi davanti a lui e afferrando la cintura di sicurezza. "La devi tirare... così." Gli fece vedere che scorreva; lui la prese e la srotolò fino al termine. La ragazza si mise le mani nei capelli.

"Va bene così?" Domandò l'elfo, con la solita disarmante ingenuità.

"Beh... sì..." Rispose scoraggiata Sandy. "Ora metti l'augello nel... nel... insomma in quel buco..." Gli indicò la fessura. "Così possiamo partire davvero..." Legolas seguì le indicazioni e, per farlo, lasciò la cintura, che si riavvolse nel suo vano, schiacciando l'elfo contro il sedile; diede alla ragazza un'ultima occhiata sconvolta, mentre finalmente la macchina si muoveva.

 

CONTINUA…

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Capitolo 2
*** 2 - Là dove nessun Numenoreano (o Elfo) è mai giunto prima ***


2

2. Là dove nessun Numenoreano (o Elfo) è mai giunto prima

 

"Eccoci qua!" Esclamò entusiasta la ragazza, voltandosi sorridente verso i suoi due accompagnatori; li trovò con espressione poco convinta e le braccia incrociate sul petto.

"Che posto sarebbe questo?" Chiese Aragorn, indicando il futuristico padiglione alle spalle della ragazza.

"E' Lab City, la fiera del fantasy e della fantascienza." Rispose Sandy allegra.

"E dovremmo trovare delle risposte, al suo interno?" Intervenne Legolas. "Io non capisco..."

"Capirai quando sarai dentro." Affermò lei, portando le mani sui fianchi. "Io vado a pagare l'ingresso, aspettatemi qui." Tornò poco dopo. "Ecco fatto! Lorsignori vogliono precedermi?" Gli disse, indicando con un gesto l'entrata. "Così io mi godo lo spettacolo..." Aggiunse a bassa voce.

"Quale spettacolo?" Domandò Legolas voltandosi di scatto; Sandy rimase interdetta, per essere stata sentita, non aveva tenuto conto l'udito elfico, ma si riprese subito.

"Quello del tuo culo, tesoro." Lui sgranò gli occhi. "Forse non te ne rendi conto, ma hai un'arma impropria qui dietro..." Aggiunse passandogli accanto e dandogli una pacca sul sedere. "Uh, che soddisfazione!" Esclamò, poi entrò nel padiglione.

Legolas guardò Aragorn con un'espressione esterrefatta ed un po' offesa; il ramingo non resisté e scoppiò a ridere.

Dentro c'era un bel viavai di gente, i tre si ritrovarono in mezzo a ragazzini in corsa, adulti incuriositi, adolescenti vestiti in modo bizzarro, musica ad alto volume; Legolas si guardò intorno con aria smarrita, Aragorn con espressione allarmata.

"Va tutto bene ragazzi, seguite me e non perdetemi di vista." Gli disse Sandy, accorgendosi del loro spaesamento.

La ragazza procedeva tranquilla, ogni tanto salutava qualcuno, spesso gente vestita in modo strano, si fermò a parlare qualche minuto con una tipa che indossava una strana uniforme rosa e blu, con un colletto squadrato; i due accompagnatori si scambiarono un'occhiata, notando le dimensioni assai ridotte della sua gonna. La seguirono ancora, finché l'attenzione dell'elfo non fu attirata da qualcosa alla sua destra; Aragorn e Sandy, fortunatamente, se ne accorsero e lo seguirono, mentre si avvicinava ad uno stand. La ragazza sorrise, quando riconobbe le inconfondibili decorazioni della stanzetta.

"Ciao." Lo salutò il ragazzo che stava dietro al banchetto; era vestito quasi come un hobbit, solo che era molto più alto. Aveva pure le orecchie ed i capelli simili a quelli di Sam.

"Salve." Rispose l'elfo.

"Vuoi diventare socio?" Gli domandò il falso hobbit. "Vedo che ti sei già organizzato..." Aggiunse strizzando l'occhio e indicando le sue orecchie; Legolas aggrottò le sopracciglia sottili.

"No, Eric." Intervenne Sandy. "Lui è un mio amico, è solo di passaggio."

"Oh, ciao Sandy!" La salutò il tizio. "E' un po' che non ti si vede alle riunioni." Affermò.

"Ehhh, sai, sono stata impegnata..." Si giustificò imbarazzata lei. "Senti, hai mica visto Luke?" Gli chiese poi.

"E' passato ieri sera, ci ha dato una mano a montare il banco, oggi però non l'ho ancora visto." Le rispose Eric; Aragorn e Legolas intanto stavano osservando l'arredamento, stranamente familiare, e delle figure di cartone appoggiate al muro.

"Questo è un elfo?" Domandò il biondo arciere, Sandy e Eric si voltarono verso di lui.

"E' Legolas!" Rispose entusiasta il ragazzo vestito da hobbit.

"Cosa?!" Esclamò l'elfo vero, poi tornò a fissare l'immagine nella foto.

"Quelli sono i cartoni originali della prima." Continuò il falso hobbit. "Ma che non conosce il film?" Chiese poi a Sandy.

"Beh, sai è di fuori città, non hanno il cinema..." Rispose lei imbarazzatissima.

"Il cinema?" Intervenne Legolas, dall'alto della sua angelica ignoranza.

"Lascia stare." Lo bloccò lei, prendendolo per mano e costringendolo ad allontanarsi. "Ciao Eric, ci vediamo... ah, se vedi Luke mi fai uno squillo sul cellulare?" Il ragazzo annuì.

"Quello non sono io..." Protestava nel frattempo l'elfo. "Non mi somiglia per niente..."

"Senti Eric..." Aragorn era rimasto un po' indietro, per chiedere una cosa all'amico di Sandy. "Chi sarebbe quello nell'immagine a destra?" Domandò, indicando il faccione di Viggo Mortensen.

"E' Aragorn!" Rispose allegro il falso hobbit.

"Ah... lo sospettavo..." Commentò il ramingo allontanandosi; Eric guardò la strana compagnia sparire, domandandosi come Sandy riuscisse a farsi amici sempre i tipi più strampalati.

"Ma la sapete una cosa?" Disse Aragorn, quando ebbe raggiunto Sandy e l'elfo. "Io sono molto meglio di quello lì." Aggiunse indicando col pollice l'immagine lasciata alle spalle.

"Questo è poco, ma sicuro!" Esclamò la ragazza ridendo.

"Il tuo amico ha detto che eravamo noi, ma non è vero... io non capisco..." Affermò Legolas, con aria abbattuta.

"Su, tesoro, non farmi quella faccettina..." Gli disse la ragazza. "Te lo spiego io, sono attori che v'interpretano, è una rappresentazione, è teatro, ora capisci?" Continuò.

"Recitano?" Domandò il ramingo.

"Esatto." Annuì Sandy.

"E interpretano noi?" Intervenne l'elfo.

"E' così, siete dei personaggi famosi sapete!" Dichiarò la ragazza ridendo.

"Eh, amico mio, le nostre gesta sono divenute leggenda." Scherzò Aragorn passando un braccio sulle spalle di Legolas, che lo guardò poco convinto.

"Ne dubitavi?" Gli chiese poi, con un sorriso scherzoso.

"Hey, Sandy!" I tre si voltarono nella direzione del richiamo; stava arrivando un tizio con un’assurda parrucca bionda e degli abiti verdi e neri.

"Oh, ciao Bobby..." Salutò con poco entusiasmo la ragazza.

"Non ti si era ancora vista quest'anno, verrai a vedere la nostra rappresentazione, vero?" Le chiese il ragazzo; non era altissimo, e piuttosto in carne, poi il suo viso era tempestato dall'acne.

"Può darsi, se sono libera... e tu... anche quest'anno fai..." Balbettava, come cercando di evitare il discorso.

"Faccio Legolas, che domande!" Intervenne Bobby; Sandy strinse i denti e socchiuse gli occhi, aveva la sensazione che l'espressione dell'elfo, in quel preciso momento, valesse da sola il disastroso viaggio fin lì, compresi i due spegnimenti della macchina sul semaforo.

"Che cosa?! Ma stiamo scherzando?!" La melodiosa, elfica, sconvolta, voce di Legolas la fece girare di scatto; la sua espressione era allibita. "Lui NON può interpretare un elfo!" Sbottò poi.

"E sentiamo, perché?" Replicò Bobby, portando le mani sui fianchi.

"E lo domandi anche..."

"Si sta alterando, Sandy fai qualcosa..." Le suggerì Aragorn a bassa voce.

"Io..." La ragazza stentava a trovare una soluzione.

"...sei troppo basso, prima di tutto, poi i chili sono troppi, e hai la faccia piena di pustole!" Ruggiva il vero Legolas nel frattempo.

"Senti, grandissimo stronzo, io sono il presidente del Club Ortodosso Tolkieniano, e interpreto Legolas da cinque anni, ho anche fatto un corso di tiro con l'arco..." Ribatté, altrettanto incazzato Bobby. "...e poi, guarda che, la maggior parte della gente, non è uscita dal paginone centrale di Fotomodello dell'anno!"

"Ragazzi, per favore..." Tentò Sandy, senza riuscire a bloccare la discussione.

"Tu non puoi interpretare un elfo, punto e basta, e specialmente Legolas."

"Scommettiamo?"

"E poi che cosa sono questi?!" Domandò infine l'elfo, afferrando un orecchio appuntito dell'antagonista... SWOOP... la protesi di lattice gli rimase tra le dita...

"MA CHE CAZZO FAI?!" Urlò Bobby. "Mi ci sono voluti quarantacinque minuti per metterli!"

"Sono finte..." Mormorava nel frattempo Legolas, osservando la protesi allibito.

"Maledetto idiota!" Gridò Bobby, lanciandosi contro di lui e afferrandogli un orecchio con tutta la forza; Legolas lanciò un urlo, dimenandosi.

"Adesso basta!" Intervenne Aragorn staccandoli. "Questa discussione è durata anche troppo." Aggiunse con il tono da re Elessar.

 

"Ma si può sapere come ti è venuto in mente di cavargli l'orecchio?" Domandò Sandy, mentre i tre camminavano mestamente per i corridoi della fiera.

"Non lo so, sembravano così... finti..." Rispose l'elfo.

"E, in effetti, lo erano." Disse Aragorn.

"Ti fa ancora male?" Chiese poi la ragazza a Legolas.

"Un po', quel pazzo me lo voleva staccare..." Affermò il biondo arciere.

"Era incredulo, non capiva perché non si scollasse." Commentò il ramingo, con un sorriso ironico.

"Per fortuna mi è venuta l'idea di dirgli che era attaccato con la colla teatrale che hanno usato nel film..." Intervenne Sandy. "Adesso comincerà a cercarla per mare e per terra!" Aggiunse ridendo.

"Però, intanto, io ho l'orecchio in fiamme..." Si lamentò Legolas.

"Oh, povero angelo, fammi vedere." Disse Sandy carezzandogli delicatamente il bordo dell'orecchio fino alla punta.

"S... Sandy è meglio che non continui..." Balbettò l'elfo, scansandosi leggermente.

"Perché?" Domandò stupita la ragazza.

"Le orecchie degl'elfi sono molto sensibili." Spiegò Aragorn, con un sorriso malizioso.

"In che senso?" Ribatté lei, che però aveva capito benissimo.

"In quel senso..." Rispose il ramingo gongolando.

"Ahh, e tu ne sai qualcosa, mi pare..." Affermò allora Sandy, con aria complice; Aragorn, però, aggrottò le sopracciglia, girandosi poi verso l'elfo.

"Credo alluda ad Arwen." Gli disse l'amico, sorridendo divertito.

"E come lo sai?! Dovrebbe essere un seg..." Sbottò l'uomo, tornando a guardare la ragazza.

"Tesoro, siete usciti da un libro che ho letto a dir poco sette volte, credi che abbia ancora qualche segreto per me?" Replicò Sandy, con atteggiamento sicuro. "Andiamo, vi offro un gelato." Aggiunse poi, indicando il bar.

"Buonasera, mi fa tre coppe Monte Fato, per favore." Ordinò la ragazza appoggiandosi al banco.

"Coppa..." Mormorò Legolas, che stava alla sua sinistra.

"Monte Fato?" Concluse Aragorn dalla sua destra; lei guardò prima l'uno poi l'altro.

"Ragazzi, partiamo dal presupposto che andare in giro con due figoni come voi mi faccia anche piacere, ma che ora vi mettiate pure a parlare in stereo..." Affermò poi, loro la osservavano come fosse un cono gelato con le gambe. "Andate a sedervi a quel tavolino..." Indicò sconsolata. "Il gelato ve lo porto io..."

Li raggiunse dopo pochi minuti, portando un vassoio con tre grosse coppe di vetro con all'interno una misteriosa sostanza compatta e lucida; Legolas e Aragorn si scambiarono un'occhiata poco persuasa.

"Ecco qua!" Annunciò Sandy, posando il vassoio sul tavolino. "Godetevi il Monte Fato." I due guerrieri fissavano il misterioso alimento con aria interrogativa, mentre Sandy lo aveva già attaccato.

Aragorn afferrò il cucchiaino e prelevò una piccola parte di materia marrone, coperta di denso sciroppo al cioccolato che rappresentava la lava; l'uomo si avvicinò titubante la parte di gelato alle labbra e leccò distrattamente la punta del cucchiaino: il suo viso s'illuminò.

Sandy, che aveva osservato tutta la scena, rise sommessamente; Legolas, invece, guardava l'amico ancora poco convinto. La ragazza gli diede un colpetto col piede, sotto il tavolino, lui la guardò.

"Fatti coraggio." Gli disse strizzando l'occhio; l'elfo si girò di nuovo verso il ramingo, e lo vide gustare con gioia il dolce.

Legolas prese il cucchiaino con una smorfia e lo affondò tra la crema di cioccolato e i ciuffi di panna; se doveva soffrire lo avrebbe fatto bene: si portò l'abbondante porzione alle labbra e le richiuse sul cucchiaio. Sandy sorrideva guardandolo.

Era freddo e si scioglieva delicatamente in bocca, non lo immaginava così... Il sapore era dolce, con una punta di amaro del cacao... era delizioso...

L'elfo alzò gli occhi sulla ragazza con un sorriso soddisfatto, lei corrispose divertita; Aragorn, intanto, procedeva nella sua personale distruzione della montagna oscura.

 

Finito di mangiare il gelato si recarono in un'altra zona della fiera, nei padiglioni dedicati alla fantascienza; Sandy salutava gente qua e là, spesso facendo uno strano gesto con le dita. Si fermarono vicino ad uno strano oggetto, somigliava un po' alla macchina di Sandy, ma senza le ruote, sulle fiancate c'erano scritte e numeri; da dietro l'oggetto spuntò un ragazzo corpulento.

"Ciao Albert!" Salutò la ragazza; quello le venne incontro sorridendo col suo faccione occhialuto.

"Ciao Sandy!" Rispose lui abbracciandola; sembravano molto amici.

"Senti, ti devo chiedere una cosa." Continuò la ragazza. "Non hai per caso visto Luke, non riesco a trovarlo..."

"E' passato ieri, oggi non mi pare di averlo visto in giro... Forse al club di LOTR..." Le disse Albert.

"No." Sandy scosse la testa. "Anche lì è passato ieri, ho parlato con Eric..." Aggiunse sconsolata. "Vabbé, lo rintraccerò in qualche modo... Ma torniamo a noi! Avete fatto un lavorone quest'anno!" Riprese con più entusiasmo.

"Visto, è stata dura, ma questa è la perfetta copia di un Runabout di Deep Space Nine." Dichiarò il ragazzo indicando il misterioso oggetto alle sue spalle; l'elfo e il ramingo la osservarono incuriositi.

"E' fantastico!" Esclamò Sandy.

"Volete vedere dentro?" Chiese Albert, la ragazza già annuiva.

Aragorn osservava i pannelli neri e traslucidi, retroilluminati, all'interno dello strano affare, mentre Sandy e Legolas erano seduti sulle poltroncine di comando; la ragazza volteggiava sulla sedia girevole, e l'elfo si guardava intorno.

"Cosa sarebbe questo coso?" Domandò Legolas osservando i comandi sulla sua testa.

"E' un Runabout... una navetta spaziale." Rispose Sandy.

"E a che cosa serve?" Continuò Aragorn poggiando le braccia sulla spalliera del sedile della ragazza; lei alzò il capo per guardarlo.

"Serve per viaggiare nello spazio, tra le stelle, solo che è finto, la tecnologia ancora non ci permette viaggi spaziali come quelli di Star Trek, purtroppo..." Spiegò.

"Navigare tra le stelle... credo che si possa fare solo con la fantasia..." Mormorò l'elfo.

"E, infatti, non è mica vero!" Esclamò la ragazza.

"Ma è tutto finto in questo posto, non c'è qualcosa di vero nel tuo tempo, Sandy?!"

"Quelle ragazze che ti guardano da fuori il vetro, però, non mi sembrano tanto finte." Affermò Aragorn, con tono ironico, indicando due ragazze fuori dalla navetta, vestite con sfolgoranti minigonne d'argento e dotate di caschetti di allucinanti capelli viola.

"Sarà... ma di che colore sono i loro capelli?!" Sbottò esterrefatto l'elfo.

"Tranquillo, sono parrucche!" Lo rassicurò Sandy ridendo. "Scendiamo." Aggiunse poi, alzandosi dalla poltroncina.

"Tutto finto, artificiale..." Borbottava nel frattempo Legolas; il ramingo lo osservava divertito.

Giunti fuori dalla navetta si videro venire incontro le due ragazze dai capelli viola; le aliene ignorarono Sandy per avvicinarsi subito a Legolas.

"Ciao!" Salutarono in coro con sorrisi da cinemascope.

"Lunga vita e prosperità." Rispose lui, imitando il saluto spesso usato da Sandy; la ragazza trattenne un sorriso, mentre le due fanciulle si scambiavano un'occhiata.

"Quello è un saluto di Star Trek, noi siamo le ragazze di UFO." Rispose poi la prima.

"Eh già." Confermò la seconda annuendo.

"Oh, scusate..." Mormorò imbarazzato l'elfo, con l'aria di uno che non ci ha capito nulla; Aragorn e Sandy ridacchiavano in un angolo.

"Io sono Cindy e lei è Mindy." Si presentò la prima ragazza, indicando la sua compagna; Legolas aggrottò le sopracciglia.

"Sì." Annuì la seconda. "Io sono Mindy, lei Cindy." Ribadì; l'elfo era leggermente interdetto.

"Beh... Cindy e Mindy..."

"Ma no, lei Mindy, io Cindy!" Sbottò la ragazza a destra; Legolas non sapeva più dove guardare.

"Io, veramente..." Biascicò timidamente.

"Ragazze..." Intervenne Sandy, passando il braccio sotto quello di Legolas. "Me lo confondete." Affermò con tono premuroso; lui la guardò, sospirando sollevato. "Che ne dici, ce ne andiamo?" Gli domandò poi.

"Oh sì, ti prego." Rispose l'elfo con espressione supplichevole.

"Allora..." Sandy tornò a voltarsi verso le ragazze. "Vi salutiamo, baciate tutti alla Shado." Disse loro con tono scherzoso; le due aveva un'espressione stupita.

"Ma è il tuo ragazzo?" Domandarono in stereo, mentre la ragazza e l'elfo gli davano le spalle; Sandy voltò il capo, sorridendo.

"Perché? Che ci sarebbe di male?" Rispose soddisfatta, stringendo il braccio di Legolas; le ragazze si scambiarono un'occhiata a bocca aperta, Aragorn le salutò con la mano.

"Non abbiamo trovato il tuo amico." Ricordò il ramingo, quando furono nel piazzale del parcheggio; Sandy fece una smorfia rassegnata.

"Beh, ho ancora un paio di posti dove cercarlo, però adesso torniamo a casa, si è fatto tardi." Affermò lei, osservando il sole che tramontava dietro al padiglione; i due amici annuirono.

 

CONTINUA…

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Capitolo 3
*** 3 - Una notte in... Compagnia ***


3

3. Una notte in... Compagnia

 

"Siamo a casaaa..." La voce, inizialmente allegra, di Sandy andò a morire in un sussurro soffocato quando, entrando in salotto, vide seduta in mezzo agli hobbit una ragazza in uniforme da cheerleader...

Rideva, accavallando le sue gambe scoperte dalla cortissima minigonna a pieghe, mentre una coda di cavallo color pannocchia ondeggiava sul suo capo, e mostrava il suo sorriso "raccomandato dai migliori dentisti".

"Felicity, che cosa stai facendo?!" Domandò sconvolta la padrona di casa; la ragazza bionda si girò e le sorrise amichevole.

"Sto parlando con i ragazzi, sono molto simpatici!" Rispose allegra, dondolando la sua coda adornata di due "graziosi" pon pon blu.

"Chi, che... chi..." Balbettò Sandy, cercando di controllare l'istinto omicida.

"Chi l'ha fatta entrare?!" La interruppe la voce profonda di Aragorn; era talmente autoritaria la domanda, che le sembrò tremassero i vetri delle finestre.

"Beh, ha suonato il campanello..." Esordì Pipino. "Ma non abbiamo aperto!" Si preoccupò di aggiungere.

"Ha anche bussato e chiamato Sandy." Intervenne Frodo. "E lo stesso non abbiamo aperto, poi..." Continuò. "Poi ha fatto il giro ed è entrata dalla porta di dietro..." Ammise intimorito lo hobbit.

"E' entrata dalla porta di dietro?!" Esclamò Sandy. "Ma le mie raccomandazioni le avete sentite?"

"Tu ci hai detto di chiudere la porta davanti." Rispose Pipino.

"Eh, sì." Annuì Frodo; Sandy si mise le mani nei capelli, mentre cominciava a ballarle un occhio.

"Io non ero d'accordo." Bofonchiò Gimli, seduto in un angolo con le braccia incrociate. "Ma loro fanno tutto da soli, prendono le decisioni..." Aggiunse severo.

"E Boromir dov'è?" Chiese Aragorn, anche lui notevolmente incazzato.

"Eh?!" Una testa arruffata spuntò da dietro la spalliera di una poltrona. "Devo essermi appisolato..." Biascicò il cavaliere; Legolas si passò una mano sulla fronte.

"Vi lascio due, dico due ore da soli e guarda che casino!" Sbottò sconsolata Sandy.

"E questo cos'è?" Domandò l'elfo, tutti si girarono verso di lui; teneva in mano un involucro quadrato di cartone.

"Felicity!!!" Sandy si girò di scatto, sibilando verso l'altra ragazza.

"Che dovevo fare? Avevano fame, ho ordinato qualche pizza." Rispose candida lei, allargando le braccia.

"Con che cosa le hai pagate?" Domandò Sandy, improvvisamente allarmata.

"Con i soldi che c'erano nel contenitore vicino al telefono." Dichiarò noncurante Felicity.

"La mia bolletta di internet!" Esclamò disperata l'altra ragazza.

"Ma è avanzato qualcosa..." Disse la ragazza pon pon, mentre Sandy roteava gli occhi. "Dai, non fare così, in fondo sono la tua migliore amica..." Aggiunse con tono mieloso.

"No, Felicity, ti sbagli!" Ribatté l'altra, mettendo le mani sui fianchi. "Lo eri alle medie, poi tu sei diventata cheerleader e io mi sono iscritta al club di Star Trek!"

"Non è colpa mia se frequenti tutta gente sbarellata, come questi..." Disse Felicity indicando la Compagnia. "Anche se gli stanno così bene i pantaloni di mio fratello..." Aggiunse fissando un malizioso sguardo sul didietro dell'elfo.

"Come?" Chiese lui voltandosi.

"A proposito, dove sta Gondor, in Arkansas?" Chiese Felicity, tornando a guardare Sandy.

"No, più a sud, in Alabama." Rispose l'altra con acidissimo sarcasmo.

"Ah..." Annuì la ragazza bionda.

"Dobbiamo togliercela dai piedi." Dichiarò Aragorn, mentre spingeva Sandy in cucina.

"Lo so, cosa consigli, eliminazione fisica?" Replicò la ragazza ironica.

"Burp... Ops, scusate..." Questa fu l'accoglienza riservata loro da Sam in cucina; lui e Merry erano seduti al bancone e mangiavano ancora, accompagnando il tutto con abbondanti dosi di Diet Coke.

"Ah, ciao Sandy, ha chiamato tua madre." Le disse distrattamente Merry combattendo con un filo di mozzarella che penzolava dalla sua fetta di pizza.

"Che cosa!?" Gridò sconvolta la ragazza, voltandosi di scatto verso di lui. "Hai risposto al telefono!?" Gli chiese poi.

"Huhum..." Annuì lo hobbit. "E' simpatica tua madre." Sandy si girò di lato e cominciò a sbattere piano la testa contro lo stipite della porta.

"Voglio morire..." Mormorava la ragazza con gli occhi socchiusi; poco dopo sentì qualcuno circondarla con le braccia.

"Su, non fare così, a tutto si rimedia." Le sussurrò la dolce voce di Legolas.

"Uhuuu..." Piagnucolò la ragazza, voltandosi e sprofondando il capo nel suo petto... con una discreta soddisfazione, a dire il vero...

Dopo essersi fatta debitamente consolare dall'elfo (allungando sapientemente i tempi...), Sandy decise che era inutile perdere tempo: ordinò la pizza anche per se, Aragorn e Legolas, che non avevano mangiato. Grazie, probabilmente, all'intercessione divina, Felicity li lasciò verso le nove, poiché aveva un appuntamento col suo adorato Mike, capitano della squadra di football dalle onde cerebrali ultrapiatte.

La cosa più difficile del dopo cena fu spiegare a sua madre che la casa non era invasa da un'orda di ventenni abbirrazzati che la stavano demolendo dalle fondamenta; la telefonata occupò tre quarti d'ora buoni. Alla fine Sandy spense il cordless e si gettò sul divano a fianco di Gimli.

"Che stai guardando?" Domandò al nano, che osservava poco convinto il televisore. "Oh, la Bella e al Bestia, che carino!" Esclamò poi, spostando lo sguardo sulla tv.

"Hm..." Commentò poco convinto il nano.

"Beh, certo hai ragione, c'è di meglio... chessò Ghost in the Shell..." Affermò titubante la ragazza; l'occhiata che le diede Gimli le ricordò la totale ignoranza della Compagnia in fatto di capolavori dell'animazione giapponese...

"Eheh..." Sandy rise nervosamente. "Sarà meglio che me ne vada a letto, è stata una giornata pesante." Dichiarò poi alzandosi. "Notte Gimli."

"Buonanotte madamigella." Le rispose il nano con un inchino, mentre la ragazza si avvicinava ad Aragorn, fermo presso la finestra; l'uomo le sorrise.

"Gli altri sono a letto?" Gli domandò.

"Sì, ho sistemato gli hobbit nella stanza col letto grande, Boromir in quella dove a riposato stamani, Gimli si sistema qui sul divano." Le rispose lui.

"Legolas dov'è?"

"Credo sia di sopra anche lui." Le disse Aragorn.

"Tu non vai a riposare?" Chiese allora Sandy.

"Io sto di guardia, Legolas mi darà il cambio tra qualche ora." Spiegò il ramingo.

"Ma non ce n'è bisogno, abbiamo l'allarme." Dichiarò la ragazza indicando un pannello con lucette verdi sulla parete. "Suonerà, se qualcuno cerca di entrare." Aggiunse digitando il codice sulla tastiera; le luci divennero rosse.

"Non importa, voglio essere qui quando, e se, suonerà." Proclamò l'uomo deciso.

"Ti sono piombate addosso molte responsabilità dopo la scomparsa di Gandalf, eh?" Disse Sandy con tono comprensivo; lui annuì sospirando. "Ce la farai, io so di cosa sei capace." Aggiunse la ragazza sorridendo.

"Sono felice della tua fiducia, spero di meritarla." Mormorò Aragorn.

"Hey, non dimenticare che so come va a finire la storia, Elessar!" Esclamò Sandy allegra. "Sei un grande uomo, e lo dimostrerai."

"Grazie..." Sussurrò l'uomo.

"Ora vado, notte." Gli disse poi, sollevandosi sulle punte e baciandogli la guancia.

"Buonanotte Sandy." Replicò gentilmente lui, mentre la ragazza, salutando con la mano, saliva le scale.

 

Sandy, quando ebbe raggiunto il piano superiore, decise di dare un'occhiata in tutte le stanze: in camera dei suoi, gli hobbit dormivano pacificamente nel lettone, doveva essere un bel pezzo che non si facevano un sonno riposante; Boromir, nella camera di suo fratello, russava come un motore diesel, poveraccio, si era preso proprio una bella botta...

Socchiuse la porta della cameretta di suo fratello, su cui troneggiava una minacciosa immagine di Wolverine, artigli spiegati e ghigno feroce, poi proseguì nel corridoio; dalla porta aperta della stanza di sua sorella fuoriusciva una tenue luce azzurra, Sandy si avvicinò.

La ragazza mise la testa dentro e vide Legolas steso sul letto della sua sorellina, con sul viso un sorriso infantile; sul comodino era accesa una lampada azzurra e rotonda, che proiettava sul soffitto e sulle pareti il riflesso delle costellazioni, ricreando un cielo completo. Sandy sorrise, poi si avvicinò al letto; lui si girò appena fece un passo.

"Che fai?" Gli chiese la ragazza.

"E' bellissimo quest’oggetto." Affermò entusiasta l'elfo. "Sembra proprio un cielo vero..."

"Ti piace? La mia sorellina ha paura del buio, così le ho comprato questo."

"E' uno splendido regalo, Sandy." Le disse dolcemente.

"A lei piace molto, forse è un po' elfica." Dichiarò sorridendo la ragazza, mentre si sedeva sul bordo del letto.

"Tutti i bambini un po' lo sono." Rispose lui girandosi su un fianco per guardarla.

"Senti Legolas, perché non vai in camera mia a riposare, questo letto è troppo piccolo per te." Mormorò Sandy, osservando l'elfo disteso, splendido nella luce azzurra della lampada.

"Io non mi muovo di qui..." Rispose lui. "Se guardo un punto dove il muro è vuoto, posso immaginare di essere nella mia foresta..." Aggiunse a bassa voce.

"Mi piacerebbe davvero molto vederla..." Sussurrò la ragazza; lui le sorrise.

"Vieni, stenditi vicino a me." La invitò; lei spalancò gli occhi, ma Legolas l'incitò con un gesto, così lo assecondò. Si stese al suo fianco nel piccolo letto, supina; l'elfo le prese la mano.

"Guarda." Le indicò il soffitto, le stelle coprivano tutta la visuale. "Ora immagina... immagina che intorno a te ci siano grandi alberi scuri nella notte, con le foglie mosse dalla brezza e, intorno a te, il profumo dell'erba e del muschio, lontano il gorgogliare delle limpide acque di un ruscello, sopra di te, le stelle nel cielo blu..." La sua voce era una melodia ammaliante, dolce e flautata, sentiva la sua mano stringere la propria, e non riusciva certo a pensare agli alberi... Fece appena in tempo ad accorgersi che Legolas aveva cominciato a cantare in elfico, prima di addormentarsi.

 

Ahhh... uno dei sogni più assurdi che avesse fatto si era concluso nel migliore dei modi, su un letto, con un elfo bellissimo che le teneva la mano nella sua, ad immaginare foreste vergini e popolate di creature fantastiche... Ora si sarebbe svegliata e tutto sarebbe stato a posto, la sua solita strampalata, anticonformista esistenza sfigata, che bello!

Sentì, invece, un improvviso peso sullo stomaco e, con sgomento, si accorse che i piedi le spuntavano oltre il bordo del letto; aprì gli occhi, ed il sogno non era ancora finito... poiché Legolas, dotato ancora della sua angelica capigliatura e delle sue adorabili labbra da elfo, si sporgeva sopra di lei spegnendo la luce.

"Che succede?" Bisbigliò preoccupata Sandy; lui non si mosse, stando ben attento a non sfiorarla pur restandole sopra. Purtroppo la sfiorava, eccome.

"Ho sentito dei rumori sospetti." Le disse.

Ma potevano tranquillamente prenderle la casa a cannonate! Lei aveva un elfo bellissimo che le parlava da, a dir tanto, quindici millimetri dalla pelle!

"Scendo da Aragorn." Dichiarò Legolas; lei avrebbe voluto fermarlo, ma non fece in tempo, poiché, dopo un agile balzo dal letto, l'elfo era già uscito dalla camera. Sandy sbuffò delusa, poi decise di seguirlo.

"Che palle!" Esclamò poco prima di infilare anche lei la porta.

Al piano di sotto, riuniti sotto la finestra del salotto, c'erano tutti i guerrieri della Compagnia; Anduril sbrilluccicava nel pugno di Aragorn, Gimli brandiva l'ascia, Legolas stringeva l'arco e Boromir la sua spada. Sandy sollevò le sopracciglia allarmata.

"Che cazzo sta succedendo!?" Chiese con voce acuta, facendoli voltare.

"Shhh!" Il nano si portò l'indice alle labbra.

"Ci sono delle figure che si muovono furtivamente lungo la strada, forse sono orchi." Le riferì Aragorn a bassa voce.

"Che!?" Urlò lei con gli occhi di fuori.

"Shhh!" Insisté Gimli.

"Ragazzi, guardate che è impossibile..." Sandy negò col capo, chiudendo gli occhi e portando le mani sui fianchi.

"Beh, se noi siamo usciti dal libro, potrebbero averlo fatto anche loro..." Ribatté Boromir.

"Stai scherzando, spero..." Mormorò la ragazza.

"Si sono fermati davanti ad una casa, qualche metro più avanti." Annunciò Legolas.

"Andiamo a controllare." Dichiarò Aragorn. "Tu Gimli resta qui con gli hobbit." Il nano annuì; gli altri tre si spostarono verso la porta.

"Aspettate un momento..."

"Tu è meglio che resti qui, Sandy." Le consigliò con premura Aragorn, posandole una mano sulla spalla.

"Ma non se ne parla nemmeno!" Sbottò lei. "A parte che non credo gli orchi stiano invadendo il quartiere, ma pensi davvero che mi perderei la scena?" L'uomo scosse la testa.

"Sappi che potrebbe essere pericoloso." Continuò lui.

"Per favore! Conosco meglio di voi gli 'orchi' di questi tempi!" Esclamò lei.

Uscirono dalla casa di Sandy usando la porta sul retro, poi percorsero guardinghi i metri che li separavano dall'abitazione assaltata, nascondendosi infine dietro a dei cespugli di lauro che costeggiavano il giardino del vicino della ragazza; dall'altra parte della strada figure scure si muovevano affannosamente intorno alla casa.

Quando la ragazza vide la prima striscia bianca attraversare il cielo notturno, si portò una mano alla fronte e cominciò a scuotere la testa, con sulle labbra un sorriso ironico.

"Ragazzi, non..."

"Dobbiamo farli allontanare, venite con me." La interruppe Aragorn; gli altri due annuirono e lo seguirono mentre, quasi invisibile nella notte, attraversava la strada.

"Ragazzi!" Li chiamò Sandy quando se n’accorse. "Non sono orchi!" Gli gridò dietro, e le sembrava impossibile non se ne fossero accorti. "Non sono orchi, sono solo imbecilli..."

I tre guerrieri accerchiarono i cinque loschi figuri, appostandosi dietro agli alberi del viale; quando li videro armeggiare intorno ad uno scatolone saltarono fuori. Boromir si gettò, con un grido belluino, contro quello più vicino allo scatolone, e lo prese in pieno con lo scudo, facendolo cadere nella scatola; quello non fece in tempo a reagire, ma emise solo un lamento sordo. Un altro lanciò un oggetto contro Legolas, che lo infilzò in volo, conficcandolo nel tronco di un albero; era un rotolo di carta igienica... ma Sandy dubitò che i suoi amici ne conoscessero l'esistenza, e l'uso...

"Fermi, ragazzi!" Gridò Sandy, correndo verso di loro; i tre si girarono. Uno dei tipi approfittò della distrazione per tirare un rotolo di carta ad Aragorn, prendendolo sulla nuca; il ramingo si voltò sorpreso, poi si avvicinò e lo stese con un diretto degno del campionato mondiale dei pesi medi. Il povero disgraziato crollò a terra.

"Ma chi cazzo siete!?" Esclamò allora uno dei tre rimasti in piedi.

"Voi, piuttosto!" Sbottò Boromir, osservando quello che aveva steso immerso nei rotoli di carta igienica.

"Se sapevamo che in questo quartiere c'era un servizio di vigilanza, col cazzo che ci venivamo." Affermò uno dei ragazzi aggrediti.

"Volevamo solo fare uno scherzo al nostro amico Joey, che ha perso la verginità..." Spiegò il terzo, un brufoloso con gli occhiali; a quelle parole Legolas strabuzzò gli occhi.

"Usate festeggiare tali ricorrenze in simili modi?" Domandò l'elfo, con la sua classica espressione ingenua, stringendo in mano un rotolo ed osservandolo incuriosito; i tre ragazzi si guardarono basiti, sospettando di stare guardando un alieno, viste anche le sue orecchie....

"Vi prego, andiamo a casa, non ce la faccio più!" Esclamò ridendo Sandy, poi si avvicinò a Legolas e Aragorn, spingendoli verso la sua abitazione. "Andiamo Boromir." Chiamò anche l'altro guerriero.

"Peccato che siete solo dei ragazzi, avete perso l'occasione di battervi contro Boromir, figlio di Denethor Sire di Gondor." Proclamò il cavaliere, poi rinfoderò la spada con gesto orgoglioso; i tre liceali erano sconvolti, i loro amici si lamentavano per i colpi, mentre quella strana compagnia si allontanava tranquilla.

"Aspettate un momento..." Mormorò il brufoloso; Sandy si girò.

"Ragazzi, mettiamola così, ora avete scorta sufficiente a pulirvi il culo per i prossimi sei mesi! Ahahahaha!" E ridendo scortò in casa i prodi membri della Compagnia dei Nove.

"Pulirsi il culo..." Rifletté Boromir, osservando l'ultimo rotolo ruzzolato lungo il vialetto. "Ecco a cosa serviva..." Lo calciò dritto nello scatolone, facendo emettere un breve lamento strozzato al tizio che c'era dentro.

 

CONTINUA...

 

 

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Capitolo 4
*** 4 - Alla ricerca del Luke perduto ***


Ringrazio tutti i lettori, e in particolar modo coloro che hanno commentato la fic, spero che anche il resto non vi deluda, pe

Ringrazio tutti i lettori, e in particolar modo coloro che hanno commentato la fic, spero che anche il resto non vi deluda, perciò divertitevi! ^_______^ E  continuate a commentare!

Un bacio

Sara

 

4. Alla ricerca del Luke perduto

 

Legolas fu attirato in cucina da misteriosi, quanto fastidiosi, rumori di tamburi, misti ad una specie di musica; si affacciò nella stanza incuriosito: in mezzo alla cucina c'era Sandy.

La ragazza, circondata da una selvaggia e altissima musica, tamburellava sulle pentole ed i coperchi, ogni tanto portava il mestolo alle labbra, e cantava a squarciagola, saltellando scompostamente tra i mobili; non lo vide.

"SHO TRU DE ART, AN YO TU BLEIM, YU GHIV LOV E BED NEIM!" (trad. necesaria per rispetto agli autori: shot through the heart, and you're to blame, you give love a bad name) "AI PLEI MA PAR, AND YU PLEI YOR GHEIM..." (I play my part, and you play your game) Cantò Sandy a occhi chiusi, con tutta la voce, scuotendo i capelli. "YU GHIVE LOV E BED NEIM!" Continuò lanciando i capelli indietro, pronta per la prossima strofa, ma si bloccò, mentre la canzone continuava. "Legolas..." Mormorò imbarazzata.

"No, non smettere." La pregò sorridendo; appena alzato, senza una piega, capelli perfetti, bello come una statua greca, ma come cazzo faceva?

"Dai, ero ridicola..." Ribatté Sandy chinando il capo per nascondere il rossore.

"Invece sei brava, un po' scomposta nel ballo forse..." Replicò dolcemente l'elfo, appoggiato allo stipite con le braccia incrociate.

"Qualcosa che non va?" Era la voce di Aragorn; la ragazza rialzò gli occhi e si trovò davanti il ramingo con addosso solo un asciugamano bianco sui fianchi.

"Cazzo, ma mi vuoi far venire in infarto di prima mattina, porchissimo mondo!" Esclamò la ragazza.

"Oh, scusa..." Balbettò imbarazzato il ramingo.

"Vai a vestirti, accidenti!" Con espressione da cane bastonato, Aragorn se ne uscì dalla cucina mesto mesto; Legolas non riuscì a trattenere una timida risata, imitato da Sandy.

"Ora che ci penso, anch'io avrei bisogno di lavarmi." Dichiarò poco dopo l'elfo; la ragazza si voltò di scatto verso di lui, con espressione furba.

"T’insegno io come si usa la doccia!" Si offrì entusiasta; lui sorrise sorpreso, poi il suo viso divenne malizioso.

"Non ci conosciamo da troppo poco, per fare la doccia insieme?" Le domandò fissandola negl'occhi.

"Ma senti, fa tanto l'innocentino, l'ingenuo... e invece, sotto sotto, vuoi vedere che..." Rispose la ragazza osservandolo con un sorriso sbieco.

"Beh, ho 2931 anni, qualche esperienza l'avrò pur fatta..." Intervenne Legolas; quel sorriso seducente e sensuale ancora non glielo conosceva, e le metteva i brividi.

"Non avrò qualche migliaio d'anni, ma pure io un paio d'esperienze..." Replicò Sandy.

"Immagino, però, che un elfo nell'elenco ti manchi."

"Non mi provocare, Legolas." Rispose lei. "Potrei accettare." Lui sorrise compiaciuto.

"A livello scientifico, potrebbe essere una scoperta..." Mormorò lanciandole uno sguardo ironico e malizioso.

"Ahhh, i tuoi vili sistemi per concupirmi non mi faranno cedere, elfo!" Esclamò la ragazza divertita; lui sorrise. "Adesso vai di sopra, cambiati, lavati, profumati..." Aggiunse poi avvicinandosi. "...e dì ad Aragorn che stamattina vi porto in un bel posto, e speriamo di trovarci Luke, perché a questo punto non so più dove cercarlo." Continuò spingendolo verso le scale.

"A dopo." La salutò Legolas salendo e ridendo.

 

"Esattamente che cosa ci facciamo qui, sotto il sole, vicino ad un... palo, con attaccato un cartello?" Domandò il ramingo, indicando la fermata.

"Aspettiamo l'autobus." Rispose scocciata Sandy, che era vicina a lui con le braccia incrociate; sguardi interrogativi. "Mhhh... un mezzo di trasporto pubblico, su cui possono salire più persone, vi basta?" Aragorn e Legolas annuirono.

"Scusa, ma perché non prendiamo la tua... come si dice... macchina?" Le chiese educatamente l'elfo; Aragorn fece una breve risata ironica.

"E lo domandi pure, Legolas!" Sandy si girò di scatto verso il ramingo, piantandogli un broncio mitologico.

"Vabbene, non sarò una gran guidatrice, ma cazzo, vi ci ho portato a destinazione, o no?!" Sbottò stizzita la ragazza; Legolas e Aragorn si scambiarono uno sguardo allarmato.

"Beh, certo..." Ammise timidamente l'elfo. "Con qualche fermata imprevista..."

"Legolas..." Lo avvertì in ritardo l'amico, mentre Sandy si voltava con occhi furenti; l'elfo sollevò le mani in segno di resa.

"Scusa..." Biascicò Legolas.

"Vedi di contare fino a dieci la prossima volta, prima di aprire quella tua boccuccia di rosa..." L'arrivo dell'autobus interruppe la valanga d'improperi che stava per eruttare la bocca della ragazza, imitando la voragine del Fato.

Salirono sul mezzo, non c'erano posti a sedere, così i tre rimasero in piedi vicino alla macchinetta dei biglietti.

"Devi obliterare il biglietto, Leg." Disse Sandy all'elfo.

"Devo fare che cosa?!" Replicò lui basito; la ragazza roteò gli occhi, mentre Aragorn li osservava.

"Dammi la manina." Gli prese il polso, guidandolo verso la macchinetta. "S'infila il biglietto qui..." Gli fece inserire il cartoncino nella fessura. "...e siamo a posto." TLAK! L’obliteratrice fece il suo lavoro; Legolas prelevò il biglietto timbrato, osservandolo con curiosità. Aragorn lo imitò, timbrando il suo cartoncino; poi lo fece anche Sandy.

Il viaggio proseguì senza particolari scossoni, a parte il fatto che l'autobus si riempì di gente, così che Sandy si ritrovò schiacciata tra Aragorn e Legolas; non era esattamente una prospettiva malvagia, anche se il ramingo le dava le spalle.

"Mi perdoni, per la mia scarsa delicatezza di prima?" Le domandò l'elfo con dolcezza; lei sollevò il capo e lo guardò negl'occhi.

"Ma certo che ti perdono, non so portare rancore io." Rispose la ragazza. "Non potrei mai arrabbiarmi sul serio con te."

"E perché?" Chiese lui, sbattendo le lunghe ciglia sugli occhioni blu mare; Sandy ebbe un leggero momento di liquefazione.

"Perché sei..." La frase rimase a metà, poiché l'autobus frenò all'improvviso; tutti e tre si ritrovarono addosso alla macchinetta dei biglietti. "Cazzo, Aragorn! Ma hai il culo di piombo!" Sbottò la ragazza.

"Scusate ragazzi, vi siete fatti male?" Domandò preoccupato il ramingo; gli altri due si scostarono dalla macchinetta.

"No, va tutto bene, sopravvivrò." Rispose ironico Legolas.

"Pure io." Confermò Sandy, scostandosi dall'elfo e massaggiandosi un gomito.

"Tra quanto scendiamo da questa trappola?" Domandò Aragorn asciugandosi il sudore dalla fronte.

"La prossima è la nostra." Rispose la ragazza.

 

Il palazzo ipetecnologico si stagliò davanti a loro non appena scesero dall'autobus; era un insieme di vetro, plastica e tubi colorati, ricoperto di cartelloni dagli sgargianti colori e dalle scritte eclatanti. Un mare di automobili ricopriva l'enorme spiazzo antistante, mentre un'infinità di persone formicolavano nei dintorni.

Sandy li guidò fino all'entrata, costringendoli a non fermarsi ogni volta che vedevano qualcosa di strano ai loro occhi; attraversarono le porte automatiche e furono aggrediti da una gelida folata di aria condizionata.

I tre amici si fermarono al centro dell'atrio, davanti alla scala mobile; intorno a loro migliaia di persone: adulti indaffarati, bambini che piangevano, ragazzini dai vestiti coloratissimi, musica in filodiffusione, piante finte, fontane artificiali e messaggi pubblicitari dall'altoparlante. Legolas e Aragorn si guardarono intorno smarriti, molto più che alla fiera.

"Ma che cosa viene a fare la gente, in questo posto?" Domandò il ramingo, spostando lo sguardo su Sandy.

"A comprare." Rispose la ragazza; Legolas la osservò sollevando le sopracciglia.

"Comprare che cosa?" Chiese incuriosito l'elfo.

"Qualsiasi cosa, abiti, cibo, libri, giochi, tutto, qui si trova tutto." Spiegò Sandy.

"Noi per quale motivo siamo qui?" Aragorn la fece di nuovo voltare verso di se.

"In questo centro commerciale c'è la più fornita fumetteria della città, nonché il più grande music store, specializzato in colonne sonore di anime giapponesi." Affermò la ragazza entusiasta; la guardarono come se le fossero spuntate le ruote. "E' praticamente la seconda casa di Luke, se non lo troviamo qui..." Aggiunse incerta.

"Dove dobbiamo andare?" Domandò allora Aragorn.

"Lassù." Sandy indicò il piano superiore.

"Le scale?" Chiese l'elfo.

"Sono quelle." La ragazza gl'indicò la modernissima scala mobile che trasportava una fiumana di persone su e giù.

"Ma si muovono!" Esclamò allarmato Legolas, sostenuto dall'annuente Aragorn.

"E per l'appunto le chiamano scale mobili." Proclamò scoraggiata Sandy. "Dai andiamo..." L'elfo continuava a negare col capo.

Dovettero praticamente trascinarcelo sopra, salvo poi scoprirlo, al termine del viaggio, entusiasta come un bambino; Aragorn e Sandy si scambiarono uno sguardo compiaciuto.

 

Entrarono nel grande negozio, e Sandy si avvicinò subito al bancone; dietro c'era un ragazzo alto e piuttosto carino, con una maglietta dei Simpson.

"Ciao Ben, hai visto Luke?" Gli domandò con urgenza la ragazza; lui la guardò stupito, sollevando gli occhi dal fumetto che stava leggendo.

"Ciao Sandy... Luke? Sì, è là, al reparto anime..." Rispose titubante il commesso.

"Oh, grazie... Ti adoro Ben!" Esclamò Sandy, partendo in quarta verso destra.

"Ah, Sandy!" La richiamò il ragazzo, lei si voltò. "E' arrivato l'ultimo numero di Evangelion." Le disse.

"Grande! Mettimelo via, appena ho i soldi vengo a prenderlo." Affermò la ragazza, poi lo salutò con la mano.

Il commesso, dopo aver riferito la notizia a Sandy, tornò a girarsi verso la porta e si trovò davanti Aragorn e Legolas con espressioni disagiate.

"Ciao, stai nel club di Star Trek?" Domandò all'elfo.

"No, in quello del Signore degli Anelli." Rispose tranquillamente Legolas, stupendo il ramingo; poi i due si allontanarono seguendo Sandy.

"Vedo che stai diventando più smaliziato." Si compiacque Aragorn con l'amico, il quale sorrise.

"Sai com'è, in questo mondo bisogna sapersi cavare d'impaccio..." SQUEEK! Quel rumore, che interruppe la frase dell'elfo, fece chinare il capo ai due.

Ai loro piedi c'era una bambina, avrà avuto non più di cinque anni, carina e bionda; teneva tra le mani un pupazzo dall'apparenza stranamente familiare... SQUEEK! Quando gli strizzava la pancia emetteva quel fastidioso rumore.

"Bambina..." Le disse Legolas. "Bambina, che cos'è quello?" Domandò dolcemente.

"E' il pupazzo dell'effo Legolash..." Lui corrugò immediatamente la fronte. "Vedi..." Sporse la bambola verso di loro. "C'ha le orecchie a punta, i capelli biondi e pure l'arco e le frecce!"

"E' molto carino..." Disse Aragorn; fulmineo sguardo poco rassicurante dell'amico. "Hm... volevo dire..." Cercò di rimediare, ma... SQUEEK! Legolas si portò le mani alla fronte, abbastanza sconvolto.

"Senti... se gli strizzi la pancia fa così..." SQUEEK! Legolas sussultò, come se la bambina avesse strizzato la sua vera pancia.

Con una faccia verdognola e corrucciata, il povero elfo si girò verso il ramingo, che cercava di trattenersi dal ridere, con uno sforzo da non sottovalutare...

"Lo senti... sfrucugna..." Balbettò Legolas, quasi con le lacrime agli occhi.

"Sì sì." Annuì la bambina. "E mio fratello c'ha anche un pupazzo di Gandalf, che se lo strizzi gli spunta il pisellino!" A quel punto Aragorn non ce la fece più: scoppiò a ridere, appoggiandosi ad uno scaffale, mentre l'elfo rimaneva immobile come una statua di sale.

"Questo è veramente troppo..." Riuscì ad articolare il ramingo tra le risate.

"Ora vado, ciao signori." Li salutò la bambina prima di allontanarsi; Legolas alzò appena la mano, con un sorriso meccanico.

"Ciao." Le disse invece Aragorn, mentre si asciugava gli occhi.

"Sarà meglio se raggiungiamo Sandy." Dichiarò poco dopo l'elfo, con una voce estremamente severa; l'amico guardo un attimo la sua schiena, poi, convinto che era meglio smettere di ridere, lo seguì.

 

Sandy, nel frattempo, era impegnata ad osservare l'ennesima scena assurda che vedeva da quando conosceva Luke: un ragazzo alto, con i capelli corti, si contendeva con un ciccione con la maglietta dei Metallica una confezione di cd; sembrava il tiro alla fune.

"Luke..." Il ragazzo alto distolse appena gli occhi dalla sfida.

"Ciao Sandy... Rrrghh!" Il ciccione non mollava.

"Luke, che cosa stai facendo?" Domandò preoccupata la ragazza.

"Mollalo disgraziato!" Urlava il ciccione.

"L'ho visto prima io!" Ribatteva Luke. "E' l'ultimo CD Box di Cowboy Bebop, cazzo!"

"Non è vero, l'ho afferrato prima io..." Protestava l'avversario.

"Luke, io ho un problema grosso a casa..." Intervenne Sandy, cercando di attirare la sua attenzione.

"Tu hai molti grossi problemi, per esempio tuo cugino... Rrrrghhh!" Rispose il ragazzo, filandola il giusto; Aragorn e Legolas si erano avvicinati.

"Non fare lo stronzo come sempre, è una cosa seria!" Sbottò Sandy, battendo i piedi.

"Qualunque cosa sia, non può essere più seria del CD Box di Cowboy Bebop!" Esclamò lui, continuando a tirare.

"Luke, ho la Compagnia dell'Anello giù a casa." Affermò allora lei, disperando di attirare la sua attenzione.

"Che?!" Il ragazzo mollò improvvisamente la presa, facendo crollare il ciccione a terra; il prezioso cd sulla sua pancia molle.

"La Compagnia..."

"Zitta, ferma!!" Esclamò lui, alzando una mano; lei rimase con la bocca aperta.

Il ciccione si lamentava ancora, intontito, così Luke si chinò e, velocissimo, afferrò il cd, poi prese la mano di Sandy e la trascinò via; Aragorn e Legolas li seguirono, scambiandosi prima uno sguardo allibito.

"Ciao Ben, ci vediamo!" Salutò di corsa il ragazzo, depositando una banconota sulla cassa.

"Lo scontrino..." Ma i quattro stavano già uscendo.

"Hai la macchina, Luke?" Gli domandò Sandy, mentre ancora correvano sulla terrazza del centro commerciale.

"Sì, tieni, guida tu." Le diede le chiavi.

"Ma che sei scemo!? Toh, io non guido!" Replicò la ragazza restituendole; Luke si fermò di colpo, facendo quasi cadere Sandy.

"Non avrai ancora quelle fisime col cambio manuale?" Le domandò corrugando le sopracciglia.

"Certo che sì." Annuì la ragazza, mentre salivano sulla scala mobile.

"Tu hai qualche problema..." Mormorò Luke scuotendo la testa.

"Ma la smetti di farmi 'sta menata tutte le volte!?" Sbottò la ragazza.

"Io la smetto, ma guarda che non è normale, non riuscire a guidare la macchina come tutte le persone capaci di questo mondo..." Replicò lui con aria saccente; i due che li seguivano si trovarono a concordare col ragazzo.

"L'abbiamo già fatta questa discussione." Dichiarò Sandy, incrociando le braccia. "E poi non  voglio prediche da uno che in camera ha il poster di una chitarra, senza nessuno che la suona!"

"Quella è..."

"Non me ne frega un cazzo."

"E allora figurati cosa frega a me se tu non guidi." Dopo queste ultime affermazioni i due ragazzi incrociarono le braccia e si diedero le spalle.

"Pensi che questo tizio ci potrà davvero aiutare?" Chiese a bassa voce Aragorn all'elfo.

"Mah, non lo so... a me sembra più strano di Sandy..." Fu l'incerta risposta di Legolas.

"A proposito, chi sono 'sti due baccelloni?" Domandò Luke indicandoli col pollice, dopo averli sentiti bisbigliare; loro lo guardarono aggrottando la fronte.

"Ti presento Aragorn figlio di Arathorn e Legolas Verdefoglia." Rispose Sandy, continuando a non guardare e indicandoli con un gesto della mano.

"No, dico, hai voglia di prendermi per il culo?!" Esclamò il ragazzo saltando l'ultimo scalino della scala mobile e girandosi verso gli altri tre.

"Guarda che, quando dicevo di avere la Compagnia dell'Anello a casa, non mi riferivo al libro." Replicò sarcastica Sandy; ora erano tutti nell'atrio del centro commerciale.

"Questo è... è... è fisicamente impossibile!" Balbettò allibito Luke, osservando i due strani tizi.

"Guardali!" Intervenne la ragazza. "Sono qui, in carne e ossa! Guarda quest'elfo, non è Orlando Bloom, è proprio Legolas!" Continuò spingendo avanti il biondo arciere.

"Orlando... chi?!" Chiese l'elfo con gli occhi pallati.

"Lasciamo stare!!" Ribatterono in coro Sandy e Luke; Legolas guardò Aragorn.

"Mi fanno paura..." Biascicò il ramingo, fissandolo con espressione allarmata.

"Anche a me..." Confermò annuendo il principe del Bosco Atro.

"Sarà meglio che venga a pranzo a casa tua." Suggerì il ragazzo. "Devi spiegarmi come fai a metterti sempre in questi casini." Aggiunse, riprendendo il cammino; Sandy roteò gli occhi, poi lo seguì, accompagnata dai due guerrieri.

"A volte avrei voglia di staccarmi un braccio, pur di avere qualcosa con cui picchiarlo..." Commentò la ragazza; l'occhiata che si scambiarono Legolas e Aragorn fu alquanto preoccupata.  

 

CONTINUA...

 

 

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Capitolo 5
*** 5 - Salvare il salvabile ***


5

5. Salvare il salvabile

 

"Hai della musica di merda." Commentò Luke piegato sul mobiletto dei cd, e assediato dai curiosi hobbit.

"Ohh, mi dispiace, ma la mia collezione di rock gotico l'ho venduta all'ultima edizione di Trash&Go!" Replicò Sandy, seduta accanto ad Aragorn sul divano.

"Ah ah ah, simpatica..." Ribatté lui acidamente.

"Senti, ma quant'è che conosci questo tizio?" Domandò Boromir sussurrando, dopo essersi seduto a fianco a Sandy.

"Beh, dalle scuole elementari..." Rispose lei; Aragorn ascoltava in silenzio.

"In soldoni?" Insisté il guerriero.

"Circa vent'anni."

"E come hai fatto a sopportarlo?" Chiese allora l'uomo di Gondor.

"Come ha fatto tuo fratello con te." Rispose Luke, continuando a spulciare i cd.

Boromir si alzò lentamente dal divano, percorse la distanza che lo separava dal ragazzo, poi allungò le sue lunghe braccia verso di lui.

"Io ti stacco quella testa bacata e la do in pasto..." Ringhiò.

"Boromir, lascia stare." Gli consigliò con saggezza Aragorn, rimanendo seduto; il guerriero si girò verso il compagno di viaggio con sguardo furente.

"Non può permettersi di mettere in mezzo mio fratel..."

"Ahhhhhhhhhhh!!" Il grido di Luke fece girare tutti verso di lui. "E te la prendi come me! Quella a cui andrebbe staccata la testa è la proprietaria di un disco di Robert Picardo!" Esclamò poi, mostrando la copertina di un cd con sopra il faccione simpatico di un uomo pelato; Sandy si coprì la faccia.

"Vabbene che hai sempre amato il Dottore Olografico, ma da qui a comprare il suo disco ce ne corre." Continuò Luke. "L'ho sempre detto che non capisci una mazza di musica..."

"Smettila..." Mormorò la ragazza. "Non l'ho comprato io, è un regalo di Jake..."

"Ah, Jake..." Commentò lui con un sorrisetto sarcastico. "Quello che preferiva farsi le seghe con gli hentai, che farsi te."

"E' per quello che l'ho mollato, non ricordarmi di aver sprecato del tempo con quell'essere immondo." Replicò lei. "E ora falla finita, metti un cd qualsiasi e siediti, dobbiamo parlare."

Luke si piegò ed inserì un disco nel lettore, poi prese il telecomando ed andò a sedersi vicino a Sandy, sul divano; Boromir, invece, ora brontolava su una poltrona. Partì la musica.

 

I close my eyes  and I keep seeing things

Rainbow waterfalls

Sunny liquid dream

...

 

"Ottimissima scelta, Luke." Si complimentò la ragazza annuendo.

"Ne dubitavi?" Replicò lui, compiaciuto.

"Beh, passiamo ad altro." Intervenne Aragorn. "Tu, Luke, hai qualche idea di come potremmo fare a tornarcene a casa?" Domandò il ramingo.

"Assolutamente no." Rispose allegramente il ragazzo, stringendosi nelle spalle.

"Come no!?" Saltò su Boromir. "Sandy ha detto che tu sei il massimo esperto di..."

"Calma, abbassa il tono, cowboy." Lo fermò lui, alzando una mano. "Io so tutto quello che c'è da sapere su LOTR, ma si tratta d'informazioni. Ora, è chiaro che, questa faccenda, non ha niente a che fare con la conoscenza, ma con una qualche forma di magia legata al vostro mondo fantasy." Affermò Luke.

"E dunque?" Chiese l'elfo.

"Dunque, ci vorrebbe uno stregone, cosa che io non sono." Rispose il ragazzo allargando le braccia.

"Allora tutta la fatica per trovarti non è servita a nulla..." Si lamentò scoraggiata Sandy.

Luke fece una smorfia, piegandosi in avanti; poi allungò la mano e prese il libro abbandonato sul tavolo, aprendolo distrattamente.

"Luke, che cazzo stai facendo!" Urlò la ragazza, saltando in piedi. "Chiudilo subito, potrebbero uscire..."

"Porca puttana..." La sommessa imprecazione dell'amico, ed il suo sguardo allibito, fece immobilizzare Sandy.

"Che c'è?" Chiese preoccupata, abbassando le mani e facendo un passettino verso di lui; Luke teneva ancora gli occhi fissi sul libro, poi cominciò a girarne freneticamente le pagine.

"Che succede?" Il tono di Aragorn era decisamente allarmato, mentre tutti si stavano radunando intorno al tavolino del salotto. "Parla, Luke."

"Sta... sparendo..." Balbettò il ragazzo, mostrando il libro a Sandy; lei lo guardò.

"Oh, cazzo..." Le ultime pagine del volume erano già tutte bianche, mentre le altre stavano sbiadendo lentamente. "La storia sta scomparendo."

"No, è impossibile..." Mormorò Legolas.

"La nostra storia... la nostra vita..." Rincarò Aragorn, sconvolto.

"Fate qualcosa!" Gridò Gimli; gli hobbit erano ammutoliti, Boromir aveva gli occhi spalancati.

"E che cosa possiamo fare..." Biascicò Sandy, crollando seduta sul divano; nessuno riuscì a pronunciare un'altra parola.

In seguito scoprirono, esaminando un'altra copia del libro, che il racconto non stava sparendo solo dal volume incriminato, ma anche dagl'altri; nemmeno gli hobbit pranzarono quel giorno...

 

Legolas, nel primo pomeriggio, decise di salire al piano di sopra; non vedeva in giro Sandy dalla scoperta del fatto del libro, ed era un po' preoccupato.

Arrivato sul pianerottolo, l'elfo vide la porta della camera della ragazza socchiusa; si avvicinò silenzioso e guardò dentro. Lei era sul letto, zappettava col cucchiaino in una piccola vaschetta bianca, c'era musica.

"Posso?" Chiese Legolas, sporgendosi dentro; la ragazza si girò e gli sorrise annuendo.

L'elfo si avvicinò al letto, sedendosi poi sul bordo; si diede un'occhiata intorno: la camera era semplice, ma arredata con gusto. Sorrise, osservando quello che c'era attaccato alle pareti, e gli strani oggetti sui mobili.

"Che stai facendo?" Le domandò dolcemente; lei lo guardò.

"Affogo i dispiaceri nei fermenti lattici vivi." Rispose poi, mostrando il piccolo vasetto bianco; lui alzò le sopracciglia. "E ascolto la musica." Allora Legolas si concentrò sulla canzone, mentre Sandy lo guardava negl'occhi.

 

I taste the seed upon your lips, lay my tongue upon your scars

But when I look into your eyes, we stand worlds apart...

 

"E' molto bella." Commentò infine l'elfo.

"Eh, lo so..." Sospirò lei.

"Non devi essere triste, Sandy." Le disse Legolas.

"E come faccio, non sappiamo come fare a mandarvi a casa, la vostra storia sta sparendo, sarete costretti a rimanere qui..."

"Ti dispiacerebbe molto, se dovessimo davvero restare?" Le chiese, con un sorriso divertito.

"Scemo!" Protestò la ragazza, dandogli una piccola spinta. "Lo sai che ne sarei felice, ma sarei più felice se la vostra storia rimanesse intatta."

"Capisco." Annuì l'elfo, stendendosi su un fianco, per continuare a guardarla in viso.

"Quel libro, tu, tutti i personaggi, avete cambiato la mia vita." Continuò Sandy, accorata. "Non so spiegare il mio legame con quella storia, ma è molto, molto, importante per me."

"Sei una bella persona, Sandy." Affermò Legolas, carezzandole una guancia; lei, come al solito, tendeva allo struggimento, in tali occasioni. "Sono contento di averti conosciuta."

"Cavolo, ma perché sei un elfo!" Si lamentò la ragazza. "Perché non può esistere un ragazzo come te, anche solo al 20%!" Legolas rise.

"Vedrai che lo troverai uno che ti vada bene!" Esclamò sempre ridendo.

"Io lo avevo già trovato, ma mi sa che non se ne fa di nulla..." Ribatté la ragazza, indicando la parete di fronte; l'elfo guardò in quella direzione, attaccata al muro c'era una gigantografia di un tizio che nuotava, con degli occhialini scuri.

"E quello chi è?" Domandò il principe.

"Hmmm... Alexandre Popov..." Rispose sospirando la ragazza; occhiata interrogativa dell'elfo. "Un campione di nuoto, io lo amo da una vita!" Spiegò, con occhi sognanti.

"Ti piace proprio molto, pare." Commentò divertito Legolas.

"Prendi quello." Gli indicò un contenitore ad anelli; lui lo afferrò, posandoselo sulle ginocchia. "Apri." Lo incitò; l'elfo ubbidì, ritrovandosi davanti ritagli di riviste e giornali, e pagine su pagine di foto del suddetto nuotatore. Legolas fu sorpreso. "Sono tutte le sue vittorie." Spiegò Sandy.

"Perché fai tutto questo, per una persona che non conosci?" L'espressione dell'elfo era interrogativa.

"Beh, lo ammiro per quello che è riuscito a fare nello sport, e poi... è bellissimo!" Rispose la ragazza entusiasta.

"Sii seria." La blandì lui; Sandy gli fece una breve linguaccia.

"Sai, a dire il vero, io non lo so perché mi piace così tanto, è stato un colpo di fulmine, quando l'ho visto nuotare la prima volta... non avevo mai visto nessuno nuotare così, si capisce subito la differenza... E' il più grande, è un mito..."

"Credo di aver compreso, non è facilmente spiegabile quella strana alchimia tra le azioni che compie, il suo aspetto, le sue vittorie, è così?"

"Penso di sì..." Ammise la ragazza sorridendo.

"Hm, ragazzi... scusate il disturbo..." Sam era fermo sulla porta, quando i due si girarono. "C'è un tizio un po' strano alla porta... Sarà meglio che Sandy scenda..."

 

"Allora, che facciamo?" Domandò Luke, mentre, dietro alla tendina insieme a Sandy, osservava l'assurdo tizio spazientito davanti all'entrata.

"Oddio, somiglia al cantante dei Jethro Tull..." Commentò la ragazza.

"Hum, sì... è pure un po' all'insegnante di tango di mia nonna..." Rincarò l'amico.

"Tua nonna va a lezione di tango?"

"Oh, sì..."

"Insomma, lo facciamo entrare, oppure no!?" Sbottò Boromir alle loro spalle.

"Sembra innocuo, direi di aprire almeno la porta." Suggerì Aragorn. "Noi ci sistemiamo dietro la porta della cucina, se tenta qualcosa interverremo." Detto questo fece un cenno a Legolas e si allontanò con lui; Gimli e Boromir tornarono in salotto.

Luke e Sandy si scambiarono un'occhiata poco convinta, poi si decisero ad aprire la porta; quando l'uscio fu aperto, il vecchietto si voltò e li fissò con saettanti occhi pallati tipo condor. Luke stava per ribattergli in faccia la porta, ma fu fermato dall'amica.

"Voi due, stolti!" Gridò l'uomo, avvicinandosi a grandi passi; i due ragazzi erano rimasti immobili e lo fissavano allibiti. "Avete commesso atti impuri!" Continuò il vecchio, puntandogli contro il dito.

"Sì, confesso, una volta gli ho messo una mano nelle mutande, ma giuro che non è successo nulla!" Esclamò spaventata la ragazza; Luke la guardò con gli occhi di fuori.

"Lasciatemi passare, impuri!" Ordinò il tizio, facendosi spazio brandendo una giannetta con l'impugnatura a forma di testa di pappagallo.

"Prima di tutto, si può sapere chi cazzo sei?" Intervenne energicamente il ragazzo.

"Io sono Fandarmar, l'ultimo degli Istari!" Proclamò il vecchio, entrando nell'atrio. "E voi avete profanato il Libro Rosso, impuri!"

"Ma impuro ci sarai tu, che l'ultimo bagno lo hai fatto quando innaffiarono la folla a Woodstock!" Protestò Sandy, seguendolo dentro casa.

"Sei veramente uno degli Istari?" Domandò Aragorn, uscendo dalla cucina e fermandosi davanti al vecchio.

"Dubiti di me, figlio di Arathorn?" Replicò lui.

"Non dubito mai degli stregoni, ne sottovaluto il loro aspetto." Rispose il ramingo; il vecchio annuì soddisfatto.

"Dov'è il libro?" Chiese allora Fandarmar.

"Di là." Gl'indico Aragorn; Sandy gli lanciò un'occhiata allarmata.

"Ti fidi davvero?" Gli domandò a bassa voce la ragazza.

"Credimi, è uno stregone, l'ho letto nei suoi occhi." La rassicurò l'uomo; lei fece una smorfia incerta.

"Se lo dici tu..." Mormorò poco convinta; poi seguì gli altri in salotto. "Allora, signor Wonderbra, puoi davvero fare qualcosa?"

"FANDARMAR!" Le urlò, quasi spettinandola. "E sì, posso fare qualcosa, anche se voi impuri avete creato notevoli sconvolgimenti..."

"E continua, con questi impuri..." Commentò Luke a braccia conserte.

"Dovrò approntare un rito, ci vorrà del tempo." Dichiarò lo stregone, guardandosi intorno.

"Possiamo fare qualcosa?" Gli chiese Sandy, con fare servizievole.

"Sì, certo, preparami una bistecca..." Rispose lui con noncuranza, dandole le spalle. "Ah..." Tornò a guardarla. "E un'insalata di pomodori." Si girò di nuovo.

"Dimmi un po'..." Intervenne acido Luke. "...non è che il tuo nome, in elfico, significa Colui che ha la faccia come il cul..." Non poté finire la frase, perché Sandy lo trascinò via.

La ragazza si fermò solo quando furono in cucina, lo piantò in un angolo e poi si avvicinò al frigorifero; lui l'osservava allibito.

"Ascolta Sandy, non sarai davvero convinta che quel residuato di un kibbutz dove coltivavano marijuana sia in grado, veramente, di rimandarli a casa?" Le chiese.

"E' la nostra possibilità più concreta, fino ad ora." Rispose la ragazza senza guardarlo, mentre scaldava la padella per la bistecca.

"Dammi retta, quello tra un paio d'ore, quando avrà mangiato e bevuto a piacere, se ne andrà senza aver combinato un cazzo!" Replicò l'amico, allargando le braccia.

"Vuoi cercare di essere meno polemico, e un po' più collaborativo, per una volta?" Gli disse lei, voltandosi con le mani sui fianchi.

"Collaborativo?"

"Sì..."

"Ma fammi il favore!"

"E come no, certo che te lo faccio!"

"Ragazzi..." La voce, sempre melodiosa, di Legolas l'interruppe; si voltarono verso di lui. "Fandarmar dice..."

"Ma vada affanculo!" Sbottò Luke, accompagnando la frase con un eloquente gesto del braccio.

"Luke, cazzo!" Lo rimproverò Sandy.

"Vi prego, smettetela di discutere..." Li supplicò l'elfo, osservando le loro facce scure.

"Vuoi veramente cucinargli quella bistecca?" Domandò Luke, indicando il pezzo di carne sul piano del fornello.

"Certo che sì, e anche l'insalata..."

"Vabbene, fai come ti pare..." Dichiarò allora lui, sedendosi su uno sgabello della cucina. "Poi ne riparliamo..." Aggiunse con tono saccente, dandole le spalle e incrociando le braccia.

"Oh, ci puoi giurare che lo farò..." Annunciò la ragazza, continuando a spadellare nervosamente.

Legolas, fermo sul vano della porta, osservò ancora per qualche istante la scena, poi sospirò scuotendo il capo e tornò in salotto.

 

"Vado a portargli questa roba." Dichiarò Sandy, quando ebbe finito di cucinare la bistecca; Luke le diede un'occhiata distratta e saccente, tornando poi a spulciare un quotidiano.

"Umpf..." Sbuffò il ragazzo, appena lei ebbe varcato la porta.

Sandy andò in salotto; prima di entrare osservò al scena: Fandarmar aveva scansato il tavolino ed ora stava in mezzo alla stanza, sollevando il suo bastone con la testa di pappagallo, e pronunciava frasi in una lingua misteriosa con voce profonda. Gli altri gli stavano intorno, assorti, concentrati quasi; l'unico che se ne stava in disparte era Boromir, seduto sul divano con espressione persa.

"Ecco qua, signor Fandarmar..." Stavolta Sandy scandì ben bene il nome giusto. "...la sua bistecca e la sua insalata..."

"Brava cara, mettili là..." Rispose distrattamente lo stregone; la ragazza alzò gli occhi al cielo, arresa, poi posò i piatti sulla mensola del caminetto. Dopo averlo fatto si avvicinò a Legolas, che stringeva nervosamente il libro rosso.

"Come va?" Gli domandò timidamente.

"Non bene, il tempo stringe." Rispose l'elfo, continuando a guardare lo stregone; poi alzò gli occhi incrociando quelli ansiosi di Aragorn, infine guardò Sandy. "Il secondo libro sta per essere completamente cancellato..." La ragazza spalancò la bocca, ammutolita; qualche istante dopo chinò lo sguardo.

"Capisco..." Mormorò tristemente.

Legolas tornò a fissare Fandarmar ed a seguire la sua litania; la ragazza fece una smorfia e andò a sedersi vicino a Boromir. Il guerriero sembrava estremamente pensieroso.

"Tutto bene?" Gli chiese Sandy; lui parve uscire dalle sue elucubrazioni, scosse la testa e la guardò.

"Sta sparendo..." Mormorò l'uomo; lei sbatté gli occhi.

"Lo so, ma se lasciamo lavorare Fandarmar..."

"La mia memoria sta sparendo..." La interruppe lui; Sandy fu meravigliata, non aveva pensato a questa eventualità. "Le persone che amo stanno uscendo dalla mia mente... mia madre, mio padre, mio fratello... e... ho paura..."

"Non ti preoccupare, tutto si metterà a posto." Cercò di rassicurarlo lei, posandogli una mano sulla schiena. "Quando tornerete a casa, anche la memoria tornerà."

"Io non sono più me stesso..."

"La tua memoria tornerà, credimi!" Esclamò la ragazza.

"Non è questo..." Ribatté Boromir, poi la fece alzare, prendendola per un braccio, e la trascinò nel corridoio. "E' l'Anello..." Ammise una volta fuori, chinando il capo. "Da quando l'ho avuto sotto gli occhi sono combattuto, c'è una parte di me che m'implora di fuggirlo, di andare il più lontano possibile da quell'oggetto maledetto, e una parte che mi grida di prenderlo e di portarlo a Gondor!" Stava cominciando a farle paura. "Sandy, tu devi dirmi cosa mi succederà!" Urlò l'uomo, prendendola per le spalle e scuotendola. "Io ho bisogno di sapere, e tu conosci la storia, dimmelo!"

"Boromir, io non posso!" Ribatté preoccupata lei; sentiva chiaramente di non dovergli dire nulla, o la storia sarebbe forse cambiata, e non poteva permetterlo.

Il guerriero davanti a lei tremava, visibilmente sconvolto, era pallido e sudato; Sandy si chiese se dipendesse dalla sua mazzata, o dalla nefasta influenza dell'Anello...

"Ti prego..." La implorò, mentre una lacrima scendeva sulla sua guancia; in quel momento le fece molta pena, e così la ragazza decise di dirglielo, in fondo si trattava della sua vita.

"Dunque, ad Amon Hen tu..." Si accorse di avere un improvviso vuoto di memoria. "Frodo e Sam vanno a Mordor, hm... a Parth Galen... e combattete contro gli Uruk, e Aragorn..."

"Non voglio sapere di Aragorn, voglio sapere di me!" Sbottò disperato Boromir.

"Sto cercando di ricordare!" Esclamò rammaricata; si torceva le mani, in atteggiamento concentrato, ma non riusciva a recuperare la trama del libro.

"Allora!?" La incitò l'uomo.

"Non riesco a ricordare... all'inizio del secondo libro tu..." Fu improvvisa, come una rivelazione. "Sto dimenticando la trama, sparisce dalla mia mente come dalle pagine del libro..." Affermò la ragazza, con espressione sconvolta.

"Non è possibile! NON è POSSIBILE!!" Urlò Boromir.

"Lukeeee!!" Sandy corse via, in direzione della cucina; era sull'orlo del pianto più sfrenato. "Luke!"

"Ma che succede?" Domandò il ragazzo avvicinandosi alla porta; lei gli arrivò praticamente addosso.

"Che cosa succede a Boromir all'inizio del secondo libro?" Gli chiese con urgenza; lui la guardò stranito, aggrottando le sopracciglia.

"C'è un secondo libro?" Domandò poi, incredulo.

"Certo che c'è!" Esclamò Sandy, prendendolo per le braccia. "Le due..." Si grattò il naso. "Le due... com'era..."

"Le due Spade?" Suggerì Luke.

"Ma no!" Sbottò lei, battendo i piedi. "Era Le due... Oh, cavolo..."

"Le due hobbit?" Insisté il ragazzo.

"No, non era così... Oddio, è più grave di quello che credevo..." Si lamentò Sandy preoccupata.

"Io non capisco cosa sta succedendo..." Mormorò Luke.

"La stiamo... li stiamo perdendo... Luke, la nostra memoria sta cancellando Il Signore degli Anelli!!" Esplose Sandy, stringendogli le braccia.

"Vabbene, mi starò dimenticando questo libro, ma non scordo la nostra discussione di poco fa..." Lei lo lasciò e fece un passo indietro, guardandolo stupita e arrabbiata.

"Io... io ti ODIO!!" Gli urlò in faccia. "Io ci sputo sul tuo maledettissimo orgoglio! Ma non capisci, una cosa importantissima della mia, della TUA, vita sta scomparendo per sempre, nessuno lo potrà più leggere, nessuno potrà più sognare su quelle pagine, e noi due non possiamo permetterlo..." Si fermò riprendendo fiato. "Perciò è ora di farla finita con le tue cazzate!" Lui la fissava spaesato.

"Per sempre?" Sandy annuì. "Il Signore degli Anelli?" Annuì di nuovo all'amico. "Scusa, io... io non so cosa mi sia successo..." Si rammaricò il ragazzo, chinando il capo.

"Sarà l'influenza dell'Unico." Rispose lei con noncuranza.

"Cazzo!" Sbottò lui. "Allora che aspettiamo, andiamo a dire a quel ciarlatano di sbrigarsi!" Aggiunse prendendola per mano e trascinandola verso il salotto; della serie: il ritorno del vero Luke.

 

CONTINUA...

 

Note: le canzoni usate in questo capitolo sono “Call me call me” dalla colonna sonora di Cowboy Bebop, e “Worlds apart” di Bruce Springsteen da “The rising”, e appartengono ai loro rispettivi autori; come sempre le ho usate per amore.

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Capitolo 6
*** 6 - Molti addii ***


6

Benvenuti all’ultimo capitolo di “Full Immersion”! Sono molto molto molto felice che questa ff vi sia piaciuta, e che vi siate divertiti a leggerla anche solo la metà di quanto mi sono divertita io a scriverla. Mi spiace che questa storia non sia molto lunga o che non soddisfi le vostre aspettative, ma era un racconto nato di getto, ha avuto un suo percorso naturale. Ringrazio tutti coloro che l’hanno letta, in special modo quelli che hanno lasciato un commento, grazie, grazie a tutti. Spero che leggere con piacere anche le mie storie precedenti (per chi non le ha già lette) e le prossime che pubblicherò. Grazie ancora e un bacione a tutti!

Sara

 

6. Molti addii

 

Quando Sandy e Luke irruppero in salotto, incitando poco delicatamente lo stregone ad accelerare i tempi, furono rimproverati nell'ordine da: Fandarmar, che urlò come l'ultimo avvoltoio prima dell'estinzione, Aragorn, Boromir, Gimli, Frodo e Sam, ricevendo anche un'occhiata retorica da Legolas. Tutto ciò li fece ritornare a più miti consigli.

I due ragazzi, a quel punto, decisero di trovare vie alternative per sfangare l'attesa, che tra parentesi gli metteva addosso un'ansia mostruosa; Luke si piazzò in camera del fratellino di Sandy, trucidando nazisti in un qualche gioco per pc, mentre lei si diresse nelle altre stanze, con l'intenzione di sistemare quello che era fuori posto.

Ora stava rassettando il letto dei suoi genitori; alla radio stava passando una delle sue canzoni preferite, "Because the night" di Patty Smith, e questo la rendeva stranamente allegra.

"Che cosa fai?" Quella voce, vellutata come una carezza, l'avrebbe riconosciuta tra un milione; si voltò e vide Legolas che le sorrideva, bello come non immagineresti mai qualcuno possa essere.

"Rifacevo il letto dei miei, non vorrei pensassero che ci ho fatto qualcosa di sconveniente, tipo... pomiciare con un elfo." Rispose ironica la ragazza.

"Pomiciare... non voglio sapere che significa..." Ribatté l'elfo sorridendo.

"Peccato, io te lo spiegherei volentieri..." Affermò lei, guardandolo dritto negl'occhi; lui la fissò un attimo, poi fece un sorriso malizioso. "No, me lo hai letto nella mente! Non è giusto!" Protestò la ragazza, quando capì.

"Tu non dovresti fare di certi pensieri..." Rispose Legolas. "O, almeno, non guardando negl'occhi un elfo..." Sandy sorrise, poi si abbassò per finire di fare il letto.

"Come va, sotto?" Domandò la ragazza poco dopo.

"Ci siamo..." Lei si rialzò, tornando a guardarlo, sorpresa. "...il passaggio sta per aprirsi."

"Capisco..." Era felice che avessero trovato il modo per tornare, ma non poteva fare a meno di essere dispiaciuta di perderli; chinò lo sguardo.

"Fandarmar ci ha detto di salutare, io sono già passato da Luke, e ora voglio salutare te." Sandy alzò di scatto la testa; cos'era, questo tono che stava usando?

"E... deve essere un saluto particolare?" Gli domandò incuriosita.

"Certo." Rispose Legolas annuendo. "Siediti." Le disse, indicandole il letto; la ragazza ubbidì.

"Ora, perché mi hai letto nella testa questa cosa, non pensare che..." L'elfo rise dolcemente, accomodandosi accanto a lei.

"Non temere, non ho cattive intenzioni." Affermò poi divertito, prendendole le mani e guardandola in viso; i suoi occhi erano così blu da sembrare due zaffiri trasparenti, Sandy si sentiva quasi ipnotizzata. "Prima di tutto ti voglio ringraziare, per averci aiutati, per averci insegnato tante cose di questo tuo strano mondo, e per esserci stata amica, senza chiedere nulla..." La ragazza fece un sorriso lusingato, lui le carezzo il viso. "E poi voglio dirti che non ti dimenticherò mai." Aggiunse, piegando il capo di lato e sorridendole.

"Oh, Legolas, ma come fai a sapere che non dimenticherai tutto di questi giorni, quando tornerai nella Terra di Mezzo?" Chiese lei, cercando d’essere realista.

"Io so che, nel profondo del mio cuore, qualcosa resterà, anche se non ricorderò a cosa è dovuta quella dolce malinconia." Rispose lui, osservandola con dolcezza.

"Quanto sei elfo!" Esclamò Sandy, levando gli occhi al cielo e ridendo; Legolas le teneva ancora le mani.

"Tu ti ricorderai di me?" Le domandò poi; la ragazza tornò subito a guardarlo negl'occhi.

"Che domande! Io ti adoravo già prima di conoscerti!" Affermò sicura. "Certo... sempre che anch'io non perda la memoria di questi giorni..." Aggiunse più titubante.

"Questo te lo ricorderai..." Mormorò lui, alzando un braccio e sfilandole gli occhiali; poi le prese il viso tra le mani, avvicinandolo al suo.

Quando le sue labbra sfiorarono quelle della ragazza, Sandy perse ogni contatto con la realtà; il cuore pompava talmente forte che le sembrava di avere un enorme tamburo nel petto. Le labbra di Legolas erano così fresche e morbide, e dolcissime... e la sua lingua era così... Oddio, come era diverso dal baciare un semplice umano!

Gli passò le braccia intorno al collo, tra quei suoi meravigliosi capelli biondi; era decisa a godersi il momento fino in fondo, perché quello era il più bel ricordo che lui le poteva lasciare... solo qualche altro attimo...

 

Luke sentì qualcosa piombargli al fianco; gli urtò il braccio, impedendogli di aprire una presa d'aria nella testa di un nazista. Il ragazzo imprecò violentemente, mentre il suo avversario reagiva, facendo fuori il suo omino.

"Cazzo!" Esclamò con rabbia, girandosi verso l'oggetto non identificato; si trovò di fronte l'espressione ebete di Sandy, che sorrideva sbatacchiando le ciglia, sembrava circondata da fiorellini gialli e cuoricini rosa, come in un manga.  

"Hai una faccia assurda." Le disse, guardandola tra il preoccupato ed il sospettoso; lei fece un sorriso più grosso.

"Legolas mi ha baciata..." Mormorò giungendo le mani e levando gli occhi al soffitto con aria sognante.

"Errrr..." Luke rispose solo con un suono gutturale ed un'espressione schifata.

"Con la lingua..." Continuò estasiata Sandy.

"Ma fai veramente schifo!" Sbottò allora il ragazzo, scostandosi.

"Eddai, quanto sei palloso, avrei voluto vedere te al mio posto..."

"Bleargh..." L’interrupe con un verso; la ragazza incrociò le braccia, con aria scocciata.

"Non al mio posto a baciare lui..." Luke fece una smorfia. "...ma se ci fosse stata Arwen, o Galadriel, oppure... la tua preferita... Eowyn..." Sandy usava un tono allusivo.

"Beh, in quel caso..." Ora il ragazzo guardava da un'altra parte. "...bisogna sempre vedere la situazione..."

"Eheheh! Lo sapevo!" Rise lei, stendendosi sul tappeto; poi si fermò e riassunse la sua espressione sognante. "Comunque, la situazione era perfetta... Lui mi teneva le mani..." Cominciò a raccontare. "...e mi guardava con quegl'occhi così blu, grandi, dolci, luminosi..."

"Ma si può sapere cosa cerchi, in un ragazzo? Un surrogato di Bambi, meno peloso e più arrapante?" Lo sguardo che gli lanciò Sandy fu veramente poco divertito.

"Sei davvero bastardo, ma proprio nel profondo." Affermò poi.

"Non si può nemmeno più scherzare!" Sbottò Luke, cadendo anche lui disteso sul tappeto; la ragazza gli diede una spinta.

"Ad ogni modo, è stato bello." Dichiarò dolcemente Sandy, qualche attimo dopo.

"Non ti sei mica innamorata di lui?" Domandò lui, con un tono leggermente preoccupato; girarono entrambi la testa e si guardarono negl'occhi.

"Innamorata è una parola grossa, anche se lui è... notevole, e non parlo solo di bellezza." Continuarono a fissarsi per qualche minuto, finché lui non le prese la mano.

"Ragazzi..." Una timida vocina li fece voltare verso la porta; era Frodo. "Pare che ci siamo, se volete scendere..."

"Grazie Frodo." Gli disse Sandy; lo hobbit annuì.

"Arriviamo subito." Aggiunse Luke; Frodo annuì di nuovo, poi sparì oltre la porta socchiusa. "E' il momento." Disse poi alla ragazza, mentre la aiutava ad alzarsi.

"Eh, sì..." Rispose tristemente lei, chinando il capo.

 

Scesero; tutta la Compagnia era radunata in salotto, insieme a Fandarmar. Su un lato della stanza, proprio in corrispondenza del prezioso preghiera Pakistano della povera nonna, c'era una specie di mezzaluna di luce.

"Wow, un'apertura spazio-temporale!" Commentò Luke, appena entrato, spalancando gli occhi.

"Cavolo, sembra un episodio di Star Trek!" Rincarò Sandy, fermandosi al suo fianco.

"Questa è la magia degli Istari." Proclamò lo stregone. "Donata loro direttamente dai Valar, inchinatevi al suo potere, impuri." Luke roteò gli occhi.

"Vabbene, vabbene, lasciamo stare la nostra impurità..." Intervenne Sandy, attirando l'attenzione dello scocciato amico. "...e salutiamo i ragazzi." La ragazza raggiunse i membri della Compagnia.

"Ciao Sandy, grazie di tutto." Le disse Frodo, con un piccolo inchino. "Ciao Luke." Aggiunse rivolto al ragazzo.

"Sì, siete stati molto gentili." Intervenne Sam. "Grazie."

"E' stato fantastico stare qui!" Esclamò Pipino. "Non dimenticherò mai Mtv!"

"E io non dimenticherò la pizza, ed il telefono!" Sandy fece un'espressione rassegnata, alle parole di Merry. "Grazie Sandy, grazie Luke." Strinse le mani ad entrambi; Sandy diede un bacio sulla fronte di ognuno di loro.

"Addio, madamigella." La salutò Gimli, togliendosi l'elmo.

"Addio, prode Gimli, è stato un onore conoscerti." Gli porse la mano e lui la baciò ruvidamente; la ragazza sorrise.

Mentre Luke salutava Gimli e gli altri, Sandy si avvicinò a Boromir; il guerriero sembrava aver riacquistato la sua calma, ora il suo viso era rilassato. Si guardarono negl'occhi per un lungo momento.

"So che non puoi dirmi nulla, anche se la tua memoria è tornata." Le disse l'uomo. "E ti capisco... Ad ogni modo, sono deciso ad affrontare il mio destino, ed a combattere per il mio futuro e quello di Gondor." Aggiunse con sicurezza.

"Oh, Boromir..." Mormorò lei, trattenendo le lacrime. "E' stato bello conoscerti."

"Anche per me, nonostante la mazza." Rispose l'uomo, con un breve sorriso.

"Scusa ancora..." Biascicò imbarazzata Sandy.

"No, non ti preoccupare, ora sto bene." Affermò sorridendo; poi le posò le mani sulle spalle. "Addio Sandy." Le disse.

"Addio Boromir." Ribatté tristemente lei; il guerriero la abbracciò, dopodiché si allontanò verso l'apertura. "Ah, Boromir..." Lo richiamò; lui si voltò. "Stai attento agli Uruk-hai..."

"Lo farò." Rispose l'uomo, annuendo, poi raggiunse Fandarmar.

Sandy fece un lungo sospiro e, infine, si voltò socchiudendo gli occhi; quando li riaprì si trovò davanti il bel viso di Aragorn, che le sorrideva.

"Permetti anche a me, di dirti addio?" Le chiese.

"Non vorrei mai che lo facessi." Rispose lei, cercando di non piangere.

"Purtroppo devo."

"Allora fallo, ma sbrigati, prima che mi metta a piangere." Lui la osservò, con espressione comprensiva.

"Ringraziandoti mi ripeterò, ma devo farlo, perché non so cosa avremmo fatto senza di te." Le disse, carezzandole la guancia.

"Ma no, ve la sareste cavata benissimo..." Biascicò umilmente la ragazza, sperando di non essere arrossita troppo.

"Allora lo farò anche solo per la tua amicizia, e per l'amore che hai per la nostra storia, e per la fiducia che riponi in noi." Il ramingo sarebbe stato davvero un grande re, ne era sicura.

"Grazie a te, per queste parole." Gli disse lei; l'uomo sorrise, poi le baciò la fronte. Sandy represse un singhiozzo.

Quando Aragorn la lasciò, per raggiungere gli altri vicino al passaggio, la ragazza si accorse che Legolas la stava guardando, con espressione dolce e malinconica.

"Oddio..." Mormorò Sandy, rendendosi conto che non ce la faceva più a trattenere le lacrime; si stropicciò il naso; lui si avvicinò di un passo.

"Puoi piangere, se vuoi, non c'è nulla di male." Le disse dolcemente.

"Mi sento così stupida..."

"Oh, no, non lo sei davvero..." La rassicurò l'elfo, sorridendole; le prese il viso tra le mani, sorridendo con tenerezza, quando vide le lacrime scendere dai suoi occhi.

"Noi ci siamo già detti tutto, non è così?" Le chiese poco dopo; lei annuì.

"Penso di sì..."

"E non c'è, dunque, niente da aggiungere." Continuò l'elfo, abbracciandola.

"No, no davvero..." Mormorò lei, appoggiando il capo al suo petto.

"Legolas, dobbiamo andare..." La titubante voce di Aragorn li interruppe; si scostarono l'uno dall'altra, e l'elfo seguì il ramingo verso il passaggio.

Sandy raggiunse Luke, che li stava già guardando, mentre, uno alla volta, entravano nell'apertura; Fandarmar era accanto a loro, immobile stringeva il libro. Aragorn e Legolas erano rimasti gli ultimi; il ramingo salutò i due ragazzi e lo stregone con un gesto della mano, lo stesso fece l'elfo. Ma Legolas fermò gli occhi in quelli di Sandy, e mormorò un'ultima cosa. "Namàrië."

La ragazza, con espressione commossa, non poté fare a meno di sussurrare a sua volta l'addio elfico. "Namàrië..." Legolas, con un ultimo sorriso, seguì Aragorn dentro il passaggio di luce.

"Ah, ragazzi!" Li richiamò Luke, i due si voltarono, mentre già stavano sparendo. "Salutateci Gandalf." Gli disse, con un sorriso divertito; i due spalancarono gli occhi.

"GANDALF!?!?!?" Il coro delle loro voci allibite, fu l'ultima cosa che uscì dall'apertura, prima che collassasse su se stessa.

Sandy e Luke si scambiarono un'occhiata molto divertita, poi scoppiarono a ridere, sotto lo sguardo pieno di disapprovazione dello stregone.

 

"Bene, io vado." Dichiarò infine Fandarmar, riappropriandosi del suo bastone e dirigendosi alla porta con il libro sottobraccio.

"Hey, aspetta un attimo!" Esclamò Luke, smettendo di ridere e assumendo un'espressione seria, mentre lo seguiva nel corridoio; Sandy gli era dietro.

"Che c'è?" Domandò lo stregone, con la faccia più ingenua di questo mondo.

"Il libro!" Rispose il ragazzo indicando il volume.

"Sì! Ci è costato un capitale!" Rincarò Sandy, con le mani posate sui fianchi.

"Ah, ma io non posso permettere che questo preziosissimo volume rimanga nelle mani di impuri come voi." Spiegò tranquillamente Fandarmar. "Esso è l'unica copia rimasta dall'originale Libro Rosso di Bilbo Baggins, perciò lo tratterrò presso di me, fino al giorno in cui partirò per Valinor." Aggiunse con orgoglio; i due ragazzi si scambiarono un'occhiata allibita.

"Ma, senti un po'..." Intervenne Sandy, aggrottando le sopracciglia. "...perché non ci vai subito, a..."

"Oh, non posso!" La interruppe lui; lo guardarono stupiti. "Ad Aman non ci sono i dischi dei Led Zeppelin!" Dichiarò poi, mentre, tutto contento, usciva dalla casa fischiettando.

"E questa mi pare una ragione pienamente condivisibile." Affermò Luke annuendo con le braccia conserte.

"Beh, sì." Confermò Sandy, seria. "Non ce li vedo proprio gli elfi a suonare quel tipo di sound..." Si interruppe e guardò il ragazzo, quando si accorse che aveva cominciato a mormorare un motivo ben conosciuto.

Si guardarono negl'occhi, e poi... "...stairway to heaven..." Cantarono in coro.

"Evvai!" Esclamò poco dopo un Luke entusiasta; suonò il telefono.

"Vado a rispondere." Disse Sandy. "Per favore, metteresti a posto il tavolo del salotto?" Lui annuì, mentre l'amica rispondeva.

Qualche minuto dopo, Sandy raggiunse Luke in giardino, sedendosi accanto a lui sull'erba; il sole stava tramontando.

"Chi era?" Domandò il ragazzo.

"Mia madre, saranno qui tra poco, si sono fermati a prendere la pizza." Rispose lei.

"Uff, che storia..." Sbuffò poi Luke.

"A chi lo dici..." Ribatté la ragazza.

"E pensare che non lo potremo mai raccontare a nessuno, senza essere presi per pazzi." Affermò lui, continuando a guardare l'orizzonte.

"Davvero... Ho baciato un elfo e non lo potrò dire a nessuno!" Si lamentò Sandy.

"Ah, che palle! Me la menerai per il resto della vita, con questa storia!" Sbottò lui, con il suo solito tono acido.

"Beh, almeno lui non ha l'alito fetente come i ragazzi normali..."

"Io non ho l'alito fetente!" Replicò Luke, girandosi verso di lei, con espressione offesa; la ragazza ridacchiò. "Io mi lavo i denti, uso il filo interdentale..."

"Non dicevo di te." Lo interruppe lei, divertita. "Come farei a saperlo, se non ti ho mai baciato?" Aggiunse ironica.

"E preferisco così, credimi." Affermò lui.

"Sono d'accordo, è il bello della nostra amicizia, il non voler andare oltre." Rispose Sandy annuendo.

"Piuttosto, hai guardato se il libro è tornato a posto?" Le domandò poi; la ragazza tirò fuori una copia del romanzo.

"No, volevo farlo insieme a te." Dichiarò posandosela sulle ginocchia.

"Vai, sono pronto." Le ordinò, ma c'era una certa titubanza nella sua voce; la ragazza aprì lentamente il volume, esplorandone le pagine.

Entrambi sollevarono gli occhi dal libro e si guardarono in faccia; tutti e due avevano dipinto sul viso un sorriso enorme: il testo era tornato al suo posto, dal primo all'ultimo capitolo! Gettarono il libro in aria e si abbracciarono gioiosamente.

Quando il pesante volume gli ricadde addosso, si stesero sull'erba ridendo, e continuando a tenersi per mano; smisero solo quando qualcuno aprì la portafinestra. Girarono il capo in modo innaturale per vedere chi era.

"Sandy..." Era la madre della ragazza, che, accorgendosi di Luke, si girò con un sorriso mieloso verso il ragazzo. "Oh, ciao Luke." Disse.

"Buonasera..." Salutò lui.

"Che state facendo?" Domandò gentilmente, osservando le loro mani unite; i ragazzi si scambiarono un'occhiata.

"Parliamo, ridiamo, sai quello che fanno i ragazzi..." Rispose la figlia distrattamente.

"Resti a cena, Luke?" Chiese la donna, ignorando la risposta precedente; lui guardò l'amica, che annuì, spronandolo ad accettare.

"Mh, sì, perché no..." Rispose allora alla padrona di casa.

"Bene..." Annuì soddisfatta la donna, rientrando in casa.

I due ragazzi si guardarono di nuovo, con espressione poco convinta; sapevano perfettamente quello che pensava la madre di Sandy, e anche che è difficile far cambiare parere ad una mamma.

"Quando lo capirà che non stiamo insieme?" Domandò retoricamente Luke.

"Mai." Rispose rassegnata Sandy, mentre afferrava il libro e lo apriva.

"Mi leggi le ultime righe?" Le chiese il ragazzo. "Quelle dell'ultimo capitolo..." La ragazza annuì, poi cercò il punto e iniziò a leggere.

 

"Egli vide una luce gialla e del fuoco acceso: il pasto serale era pronto, e lo stavano aspettando. Rosie lo accolse e lo fece accomodare, e gli mise la piccola Elanor sulle ginocchia.

Egli trasse un profondo respiro. “Sono tornato”, disse."

(J.R.R. Tolkien - Il ritorno del re)

 

FINE ?

 

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"Sandy! Sandy!" La voce concitata di Luke la fece voltare; era davanti a casa, di ritorno dalla facoltà. Aggrottò le sopracciglia vedendolo arrivare di corsa.

"Cosa c'è?" Gli domandò quando si fu fermato; lui non rispose subito, riprendendo fiato.

"Di recente, hai riletto Il Signore degli Anelli?" Le domandò poi, quando si fu ripreso un po'.

"No, sai, dopo l'ultima esperienza..." Rispose titubante la ragazza. "Perché, che mi sono persa?" Domandò poi, sarcastica.

"Boromir che combatte al Fosso di Helm, per esempio..." Ribatté, con altrettanto sarcasmo, lui; gli occhi di Sandy per poco non le schizzarono fuori dalle orbite.

"E'... è vivo?!" Esclamò la ragazza; Luke annuì. "Ho cambiato la trama, cazzo!" Sbottò poi; ma quanto ne era contenta...

 

FINE DAVVERO

 

 

 

 

 

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