Tu che sei venuta dalle stelle

di hussykawa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Astral ***
Capitolo 2: *** Bambino ***
Capitolo 3: *** Cuore ***
Capitolo 4: *** Desiderio ***
Capitolo 5: *** Energia ***
Capitolo 6: *** Fragilità ***
Capitolo 7: *** Gioco ***
Capitolo 8: *** Messaggio ***
Capitolo 9: *** Hopeless ***
Capitolo 10: *** Innocenza ***



Capitolo 1
*** Astral ***


Tu che sei venuta dalle stelle

 

Sono passati ormai anni da quando Yuma combatteva come Duellante per diventare un grande campione. Ora il ragazzo ha diciott'anni ed è fidanzato con Tori. È da tempo che la ragazza pensa al matrimonio, ma qualcosa ferma Yuma. Tanti ricordi gli affiorano nella mente, la traccia indelebile di una presenza venuta dalle stelle, una ragazza spirito a cui Yuma si è affezionato. La chiamata dalla Terra alla Galassia attende Astral, che si prepara a tornare nel nostro mondo. Ma un nuovo nemico sta per affrontarla, e questa volta la vita di Astral e quella di tutto l'Universo è appesa ad un filo.

 

Capitolo 1: Astral

«Tori! Dovè la mia chiave?» Yuma era disperato.

La stanza era completamente a soqquadro, devastata dalle mani frenetiche del ragazzo.

«E che ne so io? Prova a guardare sul comodino!».

«Giusto!» esclamò Yuma, afferrando la Chiave dell'Imperatore.

La baciò un paio di volte, sussurrando: «Oh, mia adoratissima chiave! Smack, smack! Credevo di averti persa!».

All'improvviso, mentre Yuma la baciava, la chiave si illuminò; una figura eterea ed azzurrina fece la sua comparsa nella stanza, con le labbra appoggiate a quelle di Yuma.

«Eh? Cosa?» Astral fluttuò indietro, confusa.

«Astral?!» Yuma le si avvicinò, con gli occhi sgranati.

«Yuma! Ehm... Ciao!» la ragazza astrale era visibilmente imbarazzata e le sue guance si colora­rono di blu.

«Ma che ci fai qui? Credevo fossi tornata sul Mondo Astrale!».

«Tu mi hai rievocata. Non so come tu abbia fatto ma...» Astral si interruppe bruscamente, per­ché Tori entrò in quel momento.

«Con chi parli, amore?» poi vide la Chiave dell'Imperatore splendente di luce e disse balbettan­do: «Astral?! È to-totornata?».

Tori aveva iniziato a vedere male la ragazza astrale da quando aveva appunto scoperto il suo essere una ragazza; però finse di non sapere niente e la salutò cordiale: «Ciao Astral! Che... bel­lo rivederti!».

Lo spirito percepiva chiaramente le vibrazioni negative che emanava Tori, ma non si seppe dare un perché.

E poi, figurarsi se le avrebbe detto che aveva appena baciato Yuma!

Per errore, certo, ma si erano comunque baciati.

Anche il ragazzo era imbarazzato, ed arrossì visibilmente.

Tori fece una smorfia e se andò, lasciandoli soli.

I due si sedettero sul letto e cominciarono a chiacchierare in pace: «Allora, Yuma, cosa hai fatto per tutto questo tempo?».

«Mah, ho continuato a duellare. Era difficile... senza di te» fece il ragazzo, con una pausa carica di tristezza e malinconia.

Poi riprese: «Sono diventato un campione di Duel Monster, ma poi ho lasciato. Il mio obiettivo era raggiunto, non aveva più senso. Nulla aveva più senso. Così mi sono fidanzato con Tori. La sua presenza mi rende felice, riempie lo strano vuoto che ho dentro da tanti anni. Ho comin­ciato a lavorare a scuola come insegnante, proprio come il professor Kei. Ti ricordi? Volevo es­sere proprio come lui. Ora sto tutto il tempo con dei ragazzini che sono proprio come ero io qualche anno fa. Ecco tutto. Ma ancora non mi spiego come hai fatto a tornare».

«Boh... Raccontami cosa hai fatto stamattina».

«Allora... Non trovavo la chiave e Tori mi ha consigliato di cercarla sul comodino. Così l'ho tro­vata e l'ho baciata. E poi sei apparsa tu e...».

E mi hai baciato” completò mentalmente Astral, azzurrendo.

«Che hai?» chiese l'altro, appoggiando una mano sulla spalla nuda della ragazza.

Astral rabbrividì al contatto e si alzò in volo: «Oh, niente, Yuma. Sono... distratta».

«Ehi, Astral! Ti va di duellare?» chiese il ragazzo con il solito entusiasmo.

«Oh?!» lo spirito sobbalzò, stupita, e poi disse: «Accetto. Come è vero che mi chiamo Astral».

 

ANGOLETTO DI ALICE

Ohayo a tutti! Questa è la mia prima ff su questo argomento, e spero di non aver fatto troppo schifo. Siate clementi, eh? Comunque, sappiate che per me Astral è indubbia­mente un ragazzo, ma siccome odio lo yaoi l'ho fatto diventare una ragazza. Beh, è così carina! Secondo me lei (o lui) e Yuma stanno benissimo insieme. Un grande scusa a tutti i fan delle ToYu... SCUSATEEEE! T-T Anche secondo me sono un'altra coppia perfetta, ma Astral è il mio preferito e volevo scrivere qualcosa su di lui. A PurpleRose, a blackmew e a tutti quelli che l'hanno letta, un GRAZIE enorme da

Alice

P.S.: per ogni capitolo ci sarà una colonna sonora. Per questo è...

Non so se sapete la traduzione della sigla iniziale di Yu-Gi-Oh! Zexal, quella in giapponese, comunque, si intitola Masterpiece. Guardatevi la traduzione. È splendidaaaa! Ditemi se non parla di Yuma ed Astral. Che teneriiiii! *w*

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Capitolo 2
*** Bambino ***


Capitolo 2: Bambino

Yuma era felicissimo del fatto che Astral avesse accettato la sfida; i due uscirono in fretta e fu­ria e scesero in cortile.

Il ragazzo attivò il D-Gaiser ed entrambi prepararono i D-Disk.

«Sei pronta, Astral? Ah, vedo che ti sei procurata un Deck tutto tuo!».

La ragazza astrale sorrise orgogliosa e mostrò un bel mazzo di carte.

Poi disse: «Ci sei? INIZIAMO!».

Mentre i due duellavano, una figura femminile li osservava dalla finestra.

O meglio, solo Yuma.

Tori aveva indossato il suo D-gaiser ed accarezzava sospirando il proprio Deck.

Aveva iniziato a duellare poco dopo la sparizione di Astral, per farsi notare un po’ di più da Yuma.

Si era allenata tantissimo ed ormai era la più brava duellante in circolazione.

Solo una persona era migliore di lei in questo campo: Astral.

Tori sbuffò e provò a riflettere sul perché lo spirito fosse più capace di lei.

Forse non poteva competere con la bravura di un essere alieno?

O forse c’era un altro motivo?

Non lo sapeva, e perciò osservò attentamente le strategie adottate da Astral.

Ma si sentiva inferiore.

Una. Sola. Lacrima.

Scese lungo la guancia della giovane e fece 'plic' cadendo sul davanzale.

La ragazza spirito la percepì chiaramente e si girò di scatto.

Tori, improvvisamente, si sentì osservata e mise a posto la tendina, mentre lo sguardo pene­trante di Astral la attraversava.

«Che c'è, Astral?» chiese Yuma.

«Niente. Era solo una sensazione. Continuiamo! Ok, tocca a me! Sovrappongo questi due mo­stri e creo la rete di sovrapposizione. EVOCAZIONE XYZ! Mostrati a noi... NUMERO 17, DRAGO LEVIATANO!».

Tori, con soltanto un occhio non coperto dalla tendina (quello con il D-Gaiser) sbirciava le mosse dei due.

Ma quello è uno dei Numeri di Yuma! Mah, glielo avrà prestato... un momento... Ma Yuma non mi permette mai di toccare il suo Drago Leviatano! Chissà che ha di speciale... MA CERTO!” Tori pensava, e riportava alla mente tanti ricordi.

Rammentava perfettamente la scena: quel Numero era quello contro cui Yuma aveva combat­tuto... l'ex Numero di Shark!

Il giorno in cui era apparsa Astral per la prima volta.

Ricordò che sia lei che Bronck all'inizio non credevano affatto all'esistenza dell'aliena.

Pensavano infatti che Yuma fosse completamente sclerato.

Poi, però, durante la lotta con quell'indovino... e quando Astral era stata posseduta dal Numero 96... avevano potuto osservare il suo corpo perfetto e slanciato, né maschile né femminile, i suoi occhi penetranti di colore diverso e la luce azzurrina che emanava la sua figura.

Tori non l'aveva mai più rivista.

Yuma doveva essere davvero speciale per non essere stato posseduto dal Numero Originale, ovvero Astral.

Era lì, immersa nei suoi pensieri che scoppiavano e galleggiavano nell'aria come bolle di sapo­ne, quando squillò il telefono.

Tori corse subito a rispondere, e quasi non credette alle parole della tizia all'altro capo del te­lefono.

Fuori di sé dall'agitazione, quasi fece cadere il telefono a terra.

Lo riafferrò al volo e corse fuori, scossa da tremiti convulsi, consegnando il cordless al fidanza­to, precipitandosi nel campo di battaglia.

«Che cosa?!» sbottò Yuma, con le pupille dilatate ed il fiato corto.

Astral, dall'altro capo del campo di battaglia, non capiva una singola parola, a parte le esclama­zioni a tutto volume del ragazzo, che sembrava stesse per esplodere.

Lo spirito decise di finirla lì e concluse il duello, arrendendosi per finta.

Ora è molto più importante capire quel che si stanno dicendo quei due” pensava mentre flut­tuava verso gli amici.

«Che succede, Yuma?!» chiese concitata.

Quando udì la risposta trasecolò.

L'emozione fu così intensa da renderla visibile per un attimo.

Tori poté quindi vedere i suoi occhioni dalle lunghe ciglia perfette sgranarsi all'improvviso.

«Astral...» mormorò Yuma col fiato corto «Tori... Insomma, lei... Aspetta un bambino».


 

ANGOLETTO DI ALICE

Ohayo a tutti! Beh, vi ho tenuto col fiato sospeso per un po'... E mi scuso per aver pubbli­cato così tardi. I'm sorry! T-T Ma mia mamma dice che se non finisco tutti i compiti non mi fa scrivere al computer ed io sono disperata! Dice anche che siccome l'anno prossi­mo andrò alle superiori dovrò mettermi a studiare sul serio (cosa che non ho mai fatto) e quindi... meglio rendermi la vita impossibile fin da subito?! -.-” Comunque, so che vole­te sapere la colonna sonora di questo capitolo, ovvero quella che ascolterete mentre lo leggete. Beh... io ho pensato a 'Rainbow in the Dark' di R.J.Dio. È un pezzo rock molto bello, e lo adoroooo.... Ah, le ultime due cose e poi vi lascio: questa ff diventerà a Rating Rosso, perché.... lo scoprirete molto presto. E poi metterò degli avvertimenti vari che centrano sempre col Rating. Ed ho modificato l'Angoletto Autrice del precedente capito­lo, leggetelo e ditemi cosa ne pensate, ok? Ohayo, Symmetrical Kisses,

Alice

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Capitolo 3
*** Cuore ***


Capitolo 3: Cuore

Astral era scioccata. Com'era successo?

Lei non lo sapeva, e dalle sue Osservazioni passate non emergeva niente.

Non sapeva.

Si sentiva stupida, come quando Yuma, uno dei primi giorni, le aveva detto che, se fosse entra­ta in bagno, lui si sarebbe trasformato in un porcellino d'india.

A quel tempo credeva a tutto ciò che le diceva il ragazzo.

Era nuova in un mondo nuovo, e doveva imparare.

Era così si sentiva in quel momento, mentre cercava di star dietro alla situazione.

Yuma la osservò e comprese lo stato d'animo in cui si trovava: era confusa ed aveva bisogno di spiegazioni urgenti.

Lanciò uno sguardo molto esplicito a Tori che annuì.

«Vieni, Astral» e si avviò verso casa, mentre lo spirito lo seguiva con lo sguardo a terra.

I due entrarono nella camera del ragazzo, che si sedette a guardare Astral, la quale vagava con lo sguardo per la stanza, fin quando i suoi profondi occhioni non si soffermarono su di lui.

Lei sorrise dolcemente e si sedette accanto a Yuma mentre lui attaccava a spiegare.

Mano a mano che Yuma proseguiva nel racconto, Astral prendeva appunti mentali e si promise di sigillare bene nella memoria quelle informazioni.

Chissà, magari in futuro avrebbero potuto essergli utili.

«Risultato dell'Osservazione Numero 1bis: quando due umani si amano, possono creare una nuova forma di vita tramite un processo molto complesso che implica uno 'spinto' contatto fi­sico».

Yuma annuì e chiese: «Ma, Astral, com'è che nasce qualcuno nel tuo mondo?».

«Noi viviamo molto a lungo, siamo quasi immortali, quindi di solito non facciamo figli. Però, se si vuole creare un nuovo spirito astrale si fa tramite il pensiero» la ragazza si appoggiò le mani sul cuore e continuò: «Quando due di noi si amano producono una scintilla di pensiero puro che si trasforma in un altro essere perfettamente formato».

Yuma era sorpreso ed interessato.

Sentiva che l'amica aliena, dopo aver appreso la notizia del figlio di Tori, si era fatta triste e malinconica.

Ma come mai?

«Astral... Vieni qui».

Lo spirito aprì gli occhi pieni di lacrime ed abbracciò il ragazzo, facendo ben attenta a non at­traversarlo.

Le lacrime cristalline di Astral erano gocce di pura luce che, cadendo, illuminavano i volti dei due.

Yuma sussurrò: «Mi dispiace, cara. Ma è così e non ci puoi fare niente».

Le parole del ragazzo suonarono vere, ma Astral sentiva che non lo erano fino in fondo.

Ma stava ugualmente... di merda.

Si sentiva uno schifo.

«Yuma... Ora ho capito. Ora so che le parole possono fare male al cuore».

 

ANGOLETTO DI ALICE

Ohayo a tutti! Beh, devo dire che mi sono fatta un po' aspettare... Ma pubblicherò anche il quarto capitolo al più presto. Lo giuroooo! Scusate tantissimo. Adesso non aspetto ol­tre... Buona lettura a tutti! Ah, volevo solo farvi sapere che la canzone di questo cap è Dynimite di Taio Cruz e questa http://i50.tinypic.com/14tr6vc.jpg

è Astral ragazza disegnata dalla mia carissima amica e Maestra dell'Arco Lirin97, comu­nemente detta Bianca-san. Grazie di tutto, alla prossima! Ohayo, Symmetrical Kisses,

Alice

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Capitolo 4
*** Desiderio ***


Capitolo 4: Desiderio

«Ehm... Signore?» il ragazzino era intimorito e non sapeva bene che cosa fare.

Sapeva che svegliare il capo nel cuore della notte poteva essere rischioso.

«Spero che questa alzataccia sia per un buon motivo, Stevie» il capo era scocciato.

«Ho rilevato una forte energia. Uno squilibrio. Sembra provenga da quel ciondolo».

«Davvero? Arrivo subito».

Stevie vide il capo apparire sui monitor luminosi, mentre lo raggiungeva nella stanza centrale.

«Spostati» con un gesto brusco il ragazzo spinse via il più piccolo, che quasi cadde dalla sedia.

Poi si mise al computer, individuando precisamente la fonte del segnale.

Un ghigno malefico si allargò sul bel viso del capo, che mormorò fra sé e sé: «Come è vero che mi chiamo Dart, Cacciatore di Spiriti, io ti prenderò e ti farò mia, ragazza Astrale!».

Astral era seduta sul comodino di Yuma e guardava assorta la Luna, chiara e lucente come lei.

Osservava anche i due ragazzi, vicini nel sonno, che respiravano piano.

Lo spirito sospirò pesantemente e toccò il ciondolo, per evitare di sorbirsi ancora quella scena penosa.

Almeno, all'interno della Chiave dell'Imperatore, avrebbe potuto riflettere con calma.

Si recò nel cuore dell'Astronave Dorata, dove fluttuavano le Carte Numero.

Le fissò per un bel po': le Carte davano ordine ai suoi pensieri ed erano vitali.

Fece un po' di autoanalisi: “Perché sto così male? Dovrei essere felice per Yuma. Sta per avere un figlio dalla persona che più ama al mondo, devo essere felice. Tanto so che non potrò mai averlo tutto per me...” e qui si fermò.

Le parole le circolavano nella testa come trascinate da un vento impetuoso, pensate d'istinto senza riflettere.

Quindi... “Sono innamorata di Yuma. No, non è possibile. Siamo troppo diversi... Lui è fidanzato, per di più... Sono solo un'illusa”.

Astral sospirò ancora e fluttuò fuori dall'Astronave, sedendosi sul bordo con le gambe penzolo­ni.

Appoggiò una mano sul proprio cuore (era ormai diventata un'abitudine) e guardò lontano.

Poi, ad un tratto, avvertì una strana sensazione, un brivido che la attraversava dai piedi alla punta dei capelli azzurri e morbidi.

Ma... quello che sento qui è... Desiderio?”.

 

ANGOLETTO DI ALICE

Ohayo a tutti! Come promesso pubblico il quarto capitolo oggi. Evvai! Sono proprio con­tenta ed orgogliosa di me stessa e di tutti voi che mi recensite. Siete fantastici! ^.^ Co­munque... la canzone di questo capitolo è Hangover (è abbastanza famosa, la conoscere­te di certo) perché mi ricorda quando Astral guarda Yuma e ripensa ai bei tempi passa­ti. E poi, qui c'è il link di un'immagine molto bella che ho trovato io.

http://i46.tinypic.com/2v1vzhe.jpg

L'ho chiamata 'Legati'. Carina, eh? Beh, ora mi dileguo. Ohayo, Symmetrical Kisses,

Alice

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Capitolo 5
*** Energia ***


Capitolo 5: Energia

«Forse dovremmo chiedere il permesso!» propose Stevie, anche se in cuor suo sapeva perfet­tamente che la sua proposta sarebbe stata declinata ancor prima di uscire dalla sua bocca.

Il capo fece un gesto con la mano, come per dire ‘Chissenefrega’ ed indicò al più giovane il ra­gazzo dai capelli neri e rossi che camminava tranquillo.

Al collo portava uno sfavillante ciondolo dorato.

«Hai capito? Devi essere talmente rapido che non ti si dovrà neanche vedere».

«Certo, capo» gli assicurò Stevie.

Il ragazzino si concentrò e stese i muscoli guizzanti.

Poi si lanciò verso Yuma, ad una velocità estrema.

Strappò la collana, ed il battito del cuore del moro si fermò.

Vide la gazza ladra volare sempre più in alto, mentre Astral lentamente scompariva, con un sorriso dolce sul viso, gli occhi semichiusi, in uno stato quasi trascendentale.

Meravigliosa. Stupenda. Fu questa l'ultima immagine che Yuma ebbe di lei prima che si dissol­vesse.

Stevie, agitando veloce le ali, lanciò uno sguardo d'intesa al capo e volò via in un frullo d'ali, di­retto alla base.

Yuma era sconvolto. Un uccellino aveva appena portato via la sua chiave.

E la sua Astral.

«NO! TORNA INDIETRO, BRUTTO UCCELLACCIO!» Yuma si mise a corrergli dietro, ma dopo un po' lo perse di vista.

Avrebbe corso tutta la vita pur di ritrovare Astral, ma quel coso volava.

Lo spirito ce l'avrebbe fatta, ma lui... no.

«Astral...» mormorò Yuma affranto, in ginocchio, per terra, con gli occhi lucidi «Di nuovo... ASTRAL! TORNA DA ME, TI PREGO! ASTRAL!».

Era ormai passata un'ora da quando Stevie aveva rubato la Chiave dell'Imperatore ed ormai il ragazzo-uccello era giunto a destinazione.

Scese in picchiata, chiudendo le ali ed entrando da una piccola apertura costruita apposta per lui, che lo lasciava passare a malapena.

Il palazzo era immenso ed occupava tutta l'isoletta privata su cui era costruito.

Stevie si infilò nella stretta apertura a lui adibita e, lottando contro la claustrofobia, sbucò nel­la sala comandi centrale.

Si posò sulla sedia e, in un breve sfavillio, riacquistò forma umana.

Si aggiustò i capelli a caschetto che, da quando aveva acquisito la capacità di trasformarsi in una gazza ladra avevano assunto il caratteristico colore bianco e nero dell'uccellino.

Certo, acquisito la capacità. Come no.

Sospirò e predispose tutto per l'arrivo di Dart.

Appoggiò la chiave su di una specie di ripiano all'interno di un grosso ed alto cilindro di vetro infrangibile, che a malapena avrebbe contenuto una persona di piccola taglia.

Il cilindro si sigillò appena Stevie estrasse la mano e quest'ultimo poté tornare alla postazione di controllo.

Premette alcuni tasti ed un sottile filo argenteo salì dalla chiave e finì in un altro cilindro, uguale (ma senza ripiano), tramite un tubicino.

E nell'altro cilindro apparve, tremolando, la figura eterea di Astral.

Lei si guardò intorno, stupefatta.

Quando comprese la situazione in cui si trovava, cominciò ad osservare tutto con occhi spa­ventati, gridando: «Fammi uscire, ti supplico!».

«Che cazzo succede qui? Che è 'sto casino?».

Poi vide Astral.

Gli occhi del capo cambiarono subito luce ed assunsero un'aria strafottente e maligna.

«Ciao, dolcezza. Stevie? Apri il cilindro, ma attiva il C.M.E.D.P» disse girando attorno alla pri­gione di Astral.

«Subito, capo!» il ragazzo-uccello premette qualche bottoncino ed il cilindro si spalancò.

Astral fluttuò velocissima verso il muro, cercando di attraversarlo, ma rimase fulminata.

Cadde a terra, ansimando, mentre il capo diceva, ghignando: «Campo Magnetico Elettrico Di Protezione... un giochetto da nulla. Sappi che nel momento esatto in cui sei uscita da quella chiave sei diventata solida. Ecco come riusciamo a vederti e perché non puoi più passare attra­verso i muri».

Dart le tese una mano, che Astral prese: era troppo distrutta per volare.

Era troppo ingenua.

Il capo la attirò a sé e la baciò, mentre l'aliena astrale cercava in tutti i modi di divincolarsi.

La morbida lingua di lui si insinuò a forza nella bocca della giovane, che non sapeva che fare.

Poi, tirandogli una ginocchiata nei coglioni, riuscì a liberarsi dall'abbraccio d'acciaio.

«Eddai scendi, bellezza! Non voglio farti del male!» le gridò il ragazzo.

Il cuore di Astral batteva ad una velocità inaudita: brividi le percorrevano il corpo, ancora tra­sparente ma solido ed impenetrabile.

Non vedeva via di fuga.

Quel tizio era peggio di Kite. Kite! Chissà che fine aveva fatto.

Sorrise, al pensiero: un po' di anni prima il Cacciatore di Numeri le faceva terribilmente paura.

Per lei era come la Morte.

Poi era passato tutto: al World Duels Carnival avevano combattuto ancora, e gli animi si erano placati.

In quel momento avrebbe preferito anche il vecchio Kite, quello che aveva più volte tentato di ucciderla, piuttosto che quel tizio -figo, eh- ma pur sempre dannatamente sporcaccione ed in­vadente.

Si prese un attimo di calma e fece un bel respiro.

«Ah, sì? Ma davvero? Brutto porco, dovrei scendere? Secondo te?» alzò un sopracciglio e lo guardò, diffidente e dannatamente desiderabile.

Dart guardò la luce degli schermi accarezzare lievemente la curva del seno di Astral, dei suoi fianchi e delle sue gambe snelle e perfette.

Deglutì, sudando freddo, e disse: «Non ti farò niente se scendi. Davvero. Dovresti solo rientrare nel cilindro».

Astral era dubbiosa e come sull'orlo di un precipizio.

Ma aveva un piano -rischioso, eh- ma l'aveva. L'aveva sempre.

«Me lo prometti?» chiese in tono da innocentina, sbattendo gli occhioni e arrotolandosi una ciocca di capelli.

Doveva recitare bene la sua parte.

Il capo era diventato improvvisamente rosso e continuava a sudare: «Ok. Per oggi».

Lo spirito, da ingenuo, si accontentò della risposta e fluttuò nel cilindro.

La prigione di vetro infrangibile si chiuse su di lei, mentre bende di garza dorata la avvolgeva­no.

Astral guardò spaventata Dart, che ghignava :«Mentivo, tesoro».

Due cavi elettrici bianchi dalla punta rossa sfiorarono i due lati della fronte della ragazza astrale, illuminandosi all'improvviso.

Le ultime parole che Astral sentì furono quelle del capo, che disse: «Sarai mia. Tu hai il Potere. L'Energia. La tua Memoria è preziosa. Contiene l'Universo».

Poi tutto fu buio, mentre intorno a lei fluttuavano scintille di Energia.

Si staccavano da lei.

La stavano abbandonando.

L'Energia.

ANGOLETTO DI ALICE

Ohayo a tutti! Wow, non sto più nella pelle! Questo capitolo è stato più atteso da me che da voi! E adesso l'ho pubblicatoooo! °(^.^)° Non sto più nella pelle. Allora... la canzone di questo capitolo è 'Live to win', mentre oggi abbiamo ben 2 immagini: una è 'Astral Ra­gazza' di Alessia Eater, mentre l'altra è tratta da un episodio ed è la mia faccia preferita di Astral. Eccole!

http://i47.tinypic.com/26476eb.jpg

http://i50.tinypic.com/2h6emnk.jpgù

*w* Astral non è adorabile? *sbava* Ohayo, Symmetrical Kisses,

Alice

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Capitolo 6
*** Fragilità ***


Capitolo 6: Fragilità
YUMA’S POV
Cazzo. Ed ora che faccio? Sono disperato.
Ho due situazioni complicatissime da affrontare, il che rappresenta un paio di belle gatte da pelare.
Chissà come sta Astral…
Chi l’ha presa? Come è successo?
Non so cosa fare, sono perso…
In più, con la storia di Tori e di nostro figlio…
Perché è nostro, e devo anche abituarmi all’idea di diventare padre…
«A Che pensi, Yuma?» mi chiede Caswell, un po’ preoccupato.
«Oh, niente. Sono solo preoccupato. Per Astral, per Tori…».
«Ti devi tirare su di morale, Yuma!» mi incita Bronck, lasciandomi le 5 dita sulla spalla dopo una delle sue solite ‘delicatissime’ pacche.
Io quasi soffoco.
Mi riprendo e gli rivolgo un mezzo sorriso.
Cat-chan, al braccio di Caswell, cammina lentamente, assorta in chissà quali gatteschi pensieri.
È diventata una gran bella gnocca.
Come Tori.
«Ragazzi, per caso qualcuno i voi sa che fine ha fatto Flip?» si scuote lei ad un certo punto.
«Sai che non lo so? Mi pare di ricordare che fosse entrato nella polizia investigativa ma… per il resto vuoto totale».
«Forse alla fine della fiera ci ha sparaflashato» suggerisce Caswell «Come in ‘Men in Black’! Adoro quel film, è pieno di tecnologie!» conclude con gli occhi luccicanti.
Cathy lo fissa con sguardo a metà fra il dubbioso ed il divertito, poi gli stampa un bacio sulle labbra, tirandolo improvvisamente fuori da quel suo mondo fatto di 0 e di 1.
Poi tutti continuiamo a camminare con lo sguardo a terra.
La conversazione è giunta ad un punto morto.
Sembra che il mio umore, più basso della suola delle mie scarpe, abbia contagiato tutti.
Il mio umore è talmente a terra da inciampare nei sassolini.
Ehi, non credevo si saper fare delle metafore così… così, ecco!
Forse Astral mi ha regalato un po’ della sua intelligenza brillante…
Mi manca da morire.
Che palle.
Senza dire una parola mi stacco dal gruppo e faccio rotta verso casa.
Nessuno si accorge che me ne vado.
ASTRAL! DOVE SEI!
END YUMA’S POV
ASTRAL’S POV
YUMA! DOVE SEI! Sono in una situazione molto molto spinosa.
Anzi, direi tragica.
Questo tizio è uno sporcaccione.
A volte mi bacia, credendo che a me faccia piacere. Si sbaglia.
E gli esperimenti continuano.
Divento sempre più solida, la mia pelle protende sempre al rosa, i capelli si allungano.
Sto diventando umana? Non so. Ma non mi piace.
Ed è dolorosissimo: sono ormai sfiancata.
AIUTAMI! Ti amo, e amerò solo te! Salvami, Yuma. Ti prego.
END ASTRAL’S POV
­­­­­­­­­­­­Astral aveva sempre più paura.
Le bende la legavano talmente stretta che quasi non respirava, ma lei era disposta a tollerarlo, finché esse le fermavano le perdite di sangue.
Il suo sangue, un tempo azzurro e trasparente come l’acqua, diventava a mano a mano rosso e caldo.
Cosa le stava accadendo?
Stevie continuava ad entrare e ad uscire dalla sua mente attraverso quei dannatissimi cavi bianchi e rossi e spesso la ragazza astrale sveniva o si trovava in preda alle convulsioni.
Ma resisteva.
Teneva ben chiusa la zona del suo cervello che celava la sua memoria e teneva ben chiuse anche le gambe (ma non serviva a molto).
Stava dormendo profondamente (sotto l’effetto di narcotici) quando un rumore la fece svegliare di soprassalto: era Dart.
Aveva la solita aria strafottente che adottava solo con lei e sembrava un maniaco sessuale.
Molto probabilmente lo era.
Lui la squadrò dalla testa ai piedi, soffermandosi un po’ troppo sulle parti intime.
Astral era troppo stanca per muovere un braccio e coprirsi.
In quel momento sapeva cosa provavano gli esseri umani ad essere nudi in pubblico.
Ma lei i vestiti non li aveva mai portati.
Gli sguardi di Yuma, di Kite e di Hart erano gli unici fino a quel momento ad averla osservata per bene e la cosa non le aveva mai dato alcun fastidio.
Dart la baciò ancora, violentemente, ed Astral non poté fare a meno di ricambiare.
Era l’unico modo che aveva per sopravvivere, là dentro.
A costo di diventare una puttanella che paga la vita con il sesso.
Ormai il suo piano era andato in fumo: compiacendo il ragazzo aveva solo ottenuto l’effetto di farlo osare ancora di più.
Stevie entrò, timoroso come sempre, nel laboratorio in cui lo spirito era stato trasferito durante il sonno farmacologico.
Aveva le pareti bianche e lisce, lucenti e a specchio sotto la luce dei neon, che le davano un’aria da studio di vivisezione.
In effetti c’erano vari strumenti da chirurgo (e secondo lei anche di tortura, cose molto peggiori di quelle che avevano usato per i precedenti esperimenti) messi in bell’ordine, perfettamente lucidati, su un banco accanto al grosso tavolo operatorio che troneggiava al centro della stanza.
Tutto ciò era spaventosamente orribile e cinico.
«Ehm… capo» disse Stevie «L’abbiamo trovata… la sua debolezza… la sua fragilità».
 
ANGOLETTO DI ALICE
Ohayo a tutti! Non aggiungo altro. Fatemi sapere per i disegni! La canzone di questo capitolo è… ‘Where you gonna sleep tonight’ di Amy Mc Donald. Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Ohayo, Symmetrical Kisses,
Alice

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Capitolo 7
*** Gioco ***


Capitolo 7: Gioco

«Hai capito, Stevie?» fece Dart.

«Certo Capo!» cinguettò l’uccellino, muovendo le ali.

«Allora vai! Vola e portalo da me. E adesso a noi due, piccola» disse infine rivolto ad Astral appena Stevie fu volato via.

La ragazza sudava freddo.

Non sapeva proprio cosa aspettarsi da quel tizio imprevedibile, anche se di una cosa era certa: sarebbe stato terribile e doloroso.

«Ok. Sarà una cosa rapida se farai come ti dico. Tutto ciò è necessario per l’estrapolazione dei tuoi ricordi, ovvero le Carte Numero. Non posso prenderle dalla Chiave dell’Imperatore e basta... Devo proprio rimuoverle dal tuo cervello. Devi cambiare natura» disse in tono neutrale avvicinandosi a lei, legata ad una sedia bianca con quelle solite bende ed i cavi elettrici appoggiati minacciosamente ai lati della testa, pronti ad attivarsi come una promessa di morte.

«C-cosa... vuoi farmi?» chiese Astral quasi piangente, gli occhi lucidi e la testa bassa, come ad implorare pietà per la sua natura aliena e per la sua Anima.

«Sssh... Lo faccio perché voglio conquistare il mondo, tesoro... Anzi, l’Universo... E poi sarai molto più desiderabile, nella tua nuova forma...» le disse Dart sempre più vicino.

L’aliena era sconvolta: era davvero un pazzo maniaco conquistatore dell’Universo, quel tipo!

Kite, Yuma, dove cavolo siete?!

Il ragazzo si mise alla sua altezza e le prese il mento fra due dita, costringendola a guardarlo negli occhi verde scuro, abissali.

«Sei splendida. Non te ne rendi neanche conto» commentò Dart dandole un bacio sulle labbra.

Almeno ci era andato piano, quella volta.

Almeno per ora.

Infatti durò poco: il ragazzo si alzò e, in un fruscio di vesti, fu di fronte al tavolo dove erano disposti ordinatamente tutti i suoi strumenti da laboratorio.

Selezionò con cura alcuni oggetti: una grossa siringa dall’ago lungo e sottilissimo, piena di un liquido bordò, un bisturi dalla lama affilata come un rasoio e un pennarello nero indelebile.

«Questi oggetti servono per l’operazione. Per la tua trasformazione. Oggi diventerai completamente umana, per mano mia. Ma, diciamo, ‘l’ingrediente’ più importante arriverà dopo. Stevie non fallirà, è sicuro» disse Dart in tono risoluto.

Poi aggiunse, rivolto di nuovo alla ragazza: «Adesso apri bene gli occhi. Ti giuro che questo è necessario. Così non avrai paura e riuscirai a rilassarti».

Astral fece quanto aveva detto Dart, che le appoggiò sugli occhi due lenti a contatto nere, colorate dal pennarello.

Non vedeva assolutamente niente, era come cieca tutt’aun tratto.

Poi arrivò.

Un dolore lancinante, come mai ne aveva provati, alla mano destra, e subito dopo a quella sinistra.

Si sentiva come trafitta da mille aghi bollenti e freddissimi, che le trapassavano le dita, i palmi ed i polsi, e che salivano su sulle spalle, percorrendo malefici le braccia sottili.

Dart aveva inserito la sua lunga siringa nelle sue vene, ed il sangue umano stava combattendo per emergere su quello azzurro ed astrale dell’aliena.

Poi altre due fitte, ai piedi, come se il ragazzo la stesse crocefiggendo, inchiodando al pavimento.

Con le lenti aveva ancora più paura!

Non sapeva cosa aspettarsi.

«Basta, ti prego, basta!» le lacrime scendevano copiose dagli occhi oscurati della ragazza, sciogliendo l’inchiostro nero del pennarello.

«Astral! No!» un urlo.

Una voce familiare, la voce della salvezza, la luce per uscire da quel baratro di ombre.

«Yu-Yuma?» domandò lei con voce flebile, aprendo solo un occhio, come se avesse paura di accorgersi che se l’era immaginato.

Ed invece no: il ragazzo dai capelli rossoneri era lì davvero, nella stanza, con le mani ed i piedi legati, seduto per terra con lo sguardo rivolto a lei.

In un luccichio, Stevie tornò umano.

«Ottimo lavoro, ragazzo mio, ottimo davvero» commentò Dart, congratulandosi con il ragazzo-uccello.

«Chi sei tu, e che cosa hai fatto ad Astral?» domandò Yuma infuriato e confuso.

«Oh, niente. Sta solo diventando umana. E tu sei colui che ci permetterà di realizzare il suo destino. E di prelevare i suoi ricordi» rispose Dart con un ghigno e, fulmineo, colpì il ragazzo al braccio con i bisturi, lasciando zampillare il sangue.

«Ahia, merda...» si lamentò Yuma appoggiando immediatamente la mano al braccio, cercando di fermare l’emorragia, ma ormai era troppo tardi.

Stevie prelevò alcune gocce di sangue dalla ferita, e poi fermò la perdita con una garza pulita.

«Così si dovrebbe fermare» disse, e poi allargò la mano a pochi centimetri dal braccio di Yuma, sussurrando qualcosa.

Sembrava più un cinguettio, a dirla tutta.

Una luce nera e bianca fuoriuscì dal palmo aperto del ragazzo-uccello, e si posò sulla penda.

«Adesso è sterile e ti sta disinfettando. Guarirà presto» spiegò, lanciando a Yuma uno sguardo carico di scuse e di non so che altro, un sentimento strano che nasceva dal profondo dell’Anima di Stevie.

Era... compassione? Pietà? O qualcos’altro?

Fatto sta che il ragazzo-uccello non poteva in alcun modo essere d’aiuto a Yuma, ed uscì dalla stanza per non vedere altro, consegnando prima la provetta con il sangue del ragazzo a Dart.

Questi riempì un contagocce con una stilla di sangue; poi riafferrò un bisturi pulito e praticò un taglietto sulla fronte di Astral, esattamente al centro.

Alcune gocce di sangue rosso, umano, scaturirono dalla piccola ferita.

Svelto, Dart chinò all’indietro la testa della ragazza e versò quell’unica goccia di sangue di Yuma sulla ferita.

Un bruciore, un dolore atroce attraversò Astral quando la goccia si mischiò al suo nuovo sangue, ma poi più nulla.

Una splendida sensazione la avvolse per un secondo, e le passarono davanti tutti i suoi ricordi, e quelli di Yuma.

I cavi elettrici ai lati della testa di Astral si illuminarono, e vennero attraversati da piccole scariche: i ricordi della ragazza.

La stavano abbandonando, per finire chissà dove.

Il corpo di Astral si illuminò, come un piccolo sole abbagliante, costringendo i due ragazzi a schermarsi gli occhi con le mani.

Anzi, solo Dart, visto che Yuma aveva le mani legate: lui fissò bene il centro della luce, la sua fonte, e vide una cosa meravigliosa.

Il corpo di Astral mutava.

I capelli azzurri si allungavano e lisciavano, diventando ampi ed estesi fino a metà schiena, rimanendo però del loro colore originale, solo più scuro, come quelli di Caswell.

La pelle diveniva rosea e morbida come una pesca, mentre le guance lisce si coloravano di un lieve rossore.

Sparivano tutti gli strani segni mistici sulla cute della ragazza, lasciando il posto ad una pelle priva di imperfezioni.

I graffi, le ferite e le punture accumulate in quei giorni si rimarginavano sotto gli occhi esterrefatti di Yuma, che guardava estasiato.

Infine, le ciglia perfette, lunghe e sensuali di Astral si alzarono, mossi dalle palpebre, per lasciar ammirare due occhi enormi ed azzurri come era lei prima di tutto, puri ed innocenti.

Le labbra rosee si dischiusero in un sorriso sereno, ed Astral parve un angelo.

Poi, improvvisamente, la luce si spense, come si spegne una lucciola che muore, e la ragazza (non più ‘ragazza astrale’) si accasciò a terra, nuda.

«Cazzo, Astral, mi senti?» Yuma era disperato.

Era riuscito a liberarsi ed ora abbracciava stretto il corpo esanime di Astral, mentre le sue lacrime bagnavano il suo petto ed i seni sodi e ben più grandi di prima.

«Yuma...» riuscì a dire Astral aprendo leggermente gli occhi e fissandoli in quelli del ragazzo.

«Oh Astral grazie al cielo...» mormorò Yuma stringendola forte.

Poi la baciò leggermente, quasi avesse paura di farle un torto.

Astral era sorpresa, ma ricambiò d’istinto, socchiudendo le labbra.

«Ah, l’amore... È così commovente... Non trovi, Stevie?» commentò Dart perfido, rivolto ai due ragazzi e al piccolo, giunto in quel momento.

«S-sì, signore» balbettò il ragazzino-uccello.

«Scusami, ma questa è mia» aggiunse poi, separando violentemente i due con una scarica elettrica.

Ora tutto era pronto.

Stevie e Yuma guardavano.

Astral era separata da loro e non potevano farci assolutamente niente, perché il campo energetico che separava i due da lei era controllato dal bracciale multiuso che portava lui, ed era collegato al computer centrale.

«Non capisci, ragazzo?» domandò infine Dart a Yuma, appoggiando una mano sui seni di Astral «Adesso lei è mia. Posso farci quel che voglio. Stai giocando con le mie regole. Stai giocando al mio gioco».

 

ANGOLETTO DI ALICE

Konbanwa a tutti! Yeah! Finalmente, dopo tanto, riesco a pubblicare. Dico solo che la colonna sonora di questo capitolo è Poker Face di Lady Gaga, neanch’io so perché, e le immagini sono queste: http://i45.tinypic.com/ux0qt.jpg

http://i48.tinypic.com/1249f78.png

Beh, aggiungo anche che il prossimo capitolo sarà irto di violenza e scene poco raccomandabili, però io so che voi avete stomaci forti ed una predilezione per le scene osé quindi vi piacerà, anche se soffrirete un sacco. Credo che lo abbiate già fatto in questo capitolo ma non ci sono limiti alla mia cattiveria... MUAH, AH, AH! >:) *risata malefica* Sapete, uso un po’ troppo spesso questa emoticon... ;) Hi, hi, hi! Adesso evaporo! Ah, il prossimo capitolo si chiamerà ‘Horror’, e direi che è un nome molto adatto (sapete già perché)! Fatemi sapere per disegni, immagini ed eventuali statue, templi e mausolei che volete erigere in mio onore! ^.^ *vanesia* Konbanwa, Symmetrical Kisses,

Alice

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Capitolo 8
*** Messaggio ***


Messaggio dalla vostra Ali-chan,

meglio conosciuta come Vampire_Froggy

 

Ciao ciao ciao a tutti, amabili lettori! Questo è un messaggio che non gradirete. Ma sono costretta, anche per amor vostro. ù.ù Sappiate che questa ed altre mie storie saranno sospese. Vi chiederete per­ché! Beh, perché NON HO TEMPO! Mi vengono continuamente idee nuove e non ho il tempo per svilupparle. Quindi finirò una ff alla vol­ta, iniziando dalla mia raccolta di Drabble. E così via di seguito.

L'ordine sarà questo:

  1. Gara a colpi di Drabble con Juliet Capulet

  2. Pronto Soccorso Camera della Morte

  3. Tu che sei venuta dalle stelle

  4. Team Battle-Soul Eater

E poi la ff che sto scrivendo a 4 mani,

  1. Il Divino Black*Star e la sua Commedia

 

Sappiate che non inizierò più una ff se prima non l'avrò conclusa. Sì, perché così avrò la garanzia di trovarle una conclusione. Sto lavoran­do duro, gente, comprendete questa povera Anima persa... -.-”

Ah, un'ultima cosa prima di lasciarvi: se non riceverò tante recensioni quasi quanto sono le visite, chiuderò immediatamente quella storia. Bisogna ricorrere alle maniere forti per farvi recensire?! Se tenete veramente ad una mia ff dovrete recensirla, non ci sono scuse. è.é Con affetto... Sayonara, Symmetrical Kisses,

Vampire_Froggy

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Capitolo 9
*** Hopeless ***


Capitolo 8: Hopeless

I cuori di Yuma, Astral e Stevie battevano allo stesso, frenetico ritmo.

Il primo non sapeva cosa aspettarsi, la seconda temeva per il suo nuovo e magnifico corpo e l'ultimo.... Stevie era il più spaventato.

Sapeva cosa aveva in mente Dart, e per questo tremava.

A soli 13 anni aveva visto più orrori di qualsiasi altra persona e quindi il terribile spettacolo che di lì a poco si sarebbe presentato ai suoi occhi non era certo una novità.

Ma tremolava ugualmente, perché era ormai legato Anima, Corpo e mente a quella strana ragazza e al diciottenne dai capelli rossi e neri accanto a lui.

Deglutì e lanciò uno sguardo a Yuma, che ricambiò.

Stevie non aveva mai visto tanta disperazione, però, che superava di gran lunga ciò che immaginava.

Era il terrore di perdere una persona amata.

E si decise.

Aveva un'unica possibilità di tirarli fuori da lì prima che accadesse il peggio, ma era rischioso.

Ma doveva essere coraggioso, non doveva sprecare neanche un secondo.

«Signore, scusi... Ha presente il file che abbiamo scaricato l'altro giorno? Penso che abbia contratto un virus... È meglio che vada a controllare tempestivamente» disse il ragazzino timidamente, recitando la sua parte alla perfezione.

Dart, che non aveva distolto un attimo lo sguardo famelico e desideroso dalle parti intime di Astral, annuì e lo lasciò andare.

Stevie fece un rapido inchino, di malavoglia, e si volatilizzò, con il cuore in gola e una missione delicata e pericolosa da svolgere.

Ah, e ancora fissi nella mente gli occhi sconvolti e affranti di Yuma.

Dart, appena la porta automatica si richiuse, si gettò su Astral.

Non le diede neanche il tempo di respirare, di prendere fiato (una novità per lei) che già la sua lingua si era infilata con forza nella bocca della giovane.

Lei tentò debolmente di respingerlo, ma non è che fosse molto scattante: la trasformazione l'aveva sfinita.

Ebbe però la prontezza di sigillare le labbra ed i denti, mordendogli quella sua linguaccia invadente.

«Ah ah, ti rifiuti? Guarda che non ci metto niente a polverizzare il tuo amichetto dai capelli strani qui accanto, lo sai? E questa ne è la prova!» e così dicendo il ragazzo premette un pulsantino giallo sul suo orologio multiuso.

Dalla barriera elettromagnetica che li divideva partì una scarica elettrica abbastanza intensa, che colpì in pieno Yuma.

Lui si accasciò a terra, mentre la scossa lo percorreva.

Piano piano l'elettricità aumentava, facendolo trasalire e agitarsi come un topo in trappola.

Yuma urlava, disperato e sofferente, pregando che tutto questo finisse.

«No! Basta!» implorò Astral con le lacrime agli occhi «Uccidi me! Uccidi me! Non Yuma! Fammi tutto quello che vuoi, ma lascialo stare! Ti prego!».

Dart smise di torturare il ragazzo e la osservò: era allo stremo delle forze eppure aveva il coraggio di sfidarlo.

«Davvero?! Sei disposta ad aprire quelle belle gambette e a sacrificare la tua verginità per lui? Per questo cretinetto che non è stato neanche capace di salvarti da me?! Molto divertente, davvero. Comunque, ti prenderò sul serio. Concediti a me o lo faccio fuori. Sai bene che non scherzo. Quando voglio una cosa la ottengo, con le buone o con le cattive maniere. E non ti farò male (o forse sì) se collaborerai. Io voglio te e tu vuoi lui, mi sembra un accordo fattibile!».

Astral non capiva la metà delle parole che Dart diceva, ma non poteva essere diffidente.

Qualsiasi cosa avesse chiesto lui, lei lo avrebbe fatto.

Tutto per salvare colui che amava.

«No, Astral, non voglio che tu lo faccia. Non devi sacrificarti così per me. Io ti... amo. Non posso sopportare di vederti così. Volevo che tu stessi con me... Insomma, non farlo! Ha ragione lui, sono un idiota e non sono neanche stato capace di salvarti! È per il tuo bene, che è l'unico che mi interessa. Mi offro io al posto tuo, non meriti di soffrire» la supplicò Yuma.

I pensieri scorrevano frenetici nella mente di Dart, che guardava divertito i due innamorati che lottavano per salvarsi l'un l'altro.

I loro cuori battevano all'unisono, le loro Anime fremevano per l'altro e le loro menti erano in sintonia perfetta.

Ma lui doveva distruggere quel legame, piegarli al proprio volere.

Li avrebbe usati come cavie da laboratorio, abusando di lei e torturando lui.

Perché quando voleva una cosa, la otteneva.

Poi il suo sguardo si soffermò su Astral, l'oggetto del suo desiderio, che disse: «Ormai ho deciso, Yuma. Non si torna più indietro. Dimmi cosa devo fare» lo sguardo della giovane era triste ma deciso.

«Ah, ragazza... Adesso sì che si ragiona!» esclamò Dart perfido, che la tirò a sé.

E, come nel peggiore degli incubi, con la vista annebbiata e il cervello in palla, Yuma vide Astral che veniva gettata per terra, come una bestia, mentre Dart si calava su di lei.

Era già venuto da un pezzo e doveva assolutamente soddisfare la propria voglia.

Lei cercava debolmente di respingerlo, ma era troppo fragile sotto il peso e la forza di Dart, che le allargò le gambe a forza, penetrandola violentemente.

Yuma osservava atterrito la scena, gli occhi fuori dalle orbite, lucidi e il viso contorto in una smorfia disperata.

Dart, intanto, si calava ancora di più nell'inguine della giovane, che urlava in preda al panico.

Le lacrime scendevano copiose dai suoi bellissimi occhi azzurri, le guance contratte, i seni schiacciati dalle mani e dal petto del ragazzo.

Ad un tratto Dart sentì la resistenza dell'imene e fece ancora più pressione, lacerando la sottile membrana.

A quel punto il dolore si fece acuto come non mai e Astral, in preda al panico e alla sofferenza, lanciò un grido lancinante e svenne.

«NO! ASTRAL!» gridò Yuma, ma era tutto inutile; il ragazzo si ripiegò su se stesso, il viso rigato da un pianto ininterrotto.

Temeva che la ragazza amata fosse morta.

Si preparava al peggio.

Non c'era più motivo di vivere senza di lei, nulla avrebbe più avuto un senso.

Poi arrivò.

L'esplosione.

Forte, un boato che assordò Yuma e gli fece fischiare le orecchie.

E le ultime cose che avvertì furono le parole concitate e arrabbiate di Kite, che diceva: «Ehi, Yuma! Non te la cavi neanche un secondo senza di me, eh? Ma che cazzo è successo? Astral! Astral ti prego rispondi! Merda... Non c'è limite all'orrore. Ho già visto e fatto abbastanza, non riesco a sopportare più di così. Stevie, Hart, datemi una mano vi prego. Portiamoli via da qui. Questo posto senza speranza... This hopeless place... Hopeless».

 

ANGOLETTO DI ALICE

Konbanwa a tutti! Allora, come va? So cosa starete pensando: questo capitolo fa veramente schifo. È corto e orrendo, probabilmente riceverò solo recensioni negative. E avete ragione, cavolo! Non ho mai tempo di scrivere T-T e quando lo faccio scrivo da cani. Ma compatitemi, please! Comunque, a qualcuno sarà piaciuto, no? La canzone di questo cap è 'Diamonds' di Rihanna, che mi piace davvero tantissimo, e le immagini sono le seguenti (una non è per niente pertinente, ma me ne frego, adoro queste foto ^.^):

http://i48.tinypic.com/zxr90o.gif

http://i48.tinypic.com/35c30gl.jpg

 

La prima si chiama: Astral mangia una polpetta di riso e la seconda invece Yuma disperato. Penso che la prima renda quanto è carino Astral, mentre la seconda evidenzi la disperazione di Yuma in questo capitolo. Ecco, immaginatevelo così ma elevato a n, con n tendente a INFINITO. Ok, sto algebrizzando. Non credo che questa parola esista, ma stendiamo un velo pietoso *i fan delusi e incacchiati stendono il velo sopra Froggy* *Froggy sparisce stile Mago Casanova* *nessuno la vide più*

Beh, siccome mi avete fatto sparire (e avete tutta la ragione di questo mondo) vi saluto! Sayonara, Symmetrical Kisses,

Alice

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Capitolo 10
*** Innocenza ***


Capitolo 9: Innocenza

 

Yuma aprì prima un occhio e poi l’altro. Sbatté le palpebre per abituarsi alla luce e poi si mise seduto.

Anche solo stare in quella posizione gli costava fatica. Si guardò attorno: era in una piccola stanza circolare, dalle pareti bianche verdi e blu.

Astral era sdraiata su di un lettino accanto al suo, profondamente addormentata. Yuma sorrise e la baciò delicatamente, come un soffio.

Cavolo… era una situazione impossibile. Da una parte c’era Tori, che lui non sarebbe mai riuscito ad amare, incinta di un figlio suo.

E dall’altra parte c’era Astral, che Yuma sentiva sua e che adorava ancora di più nella sua nuova forma umana.

Come sarebbe potuto venire a capo di una situazione del genere? Non sapeva più che pesci pigliare. Diciamo che riflettere non era il suo forte, ecco.

Era roba da Kite. Lupus in fabula, in quel momento entrò proprio il Cacciatore di Numeri, in un fruscio di vesti.

«Ben svegliato» sorrise il ragazzo, accompagnato dal fratellino Hart.

Nonostante i suoi 12 anni, Hart era rimasto mingherlino e gracile, ma aveva recuperato i suoi incredibili poteri.

«Ti ho portato qualcosa. Prendi un biscotto, dai!» propose il ragazzino porgendogli un vassoio pieno di leccornie.

Yuma afferrò ‘solo’ 4 biscotti, perché sentiva lo stomaco chiuso come uno scrigno e un leggero mal di pancia a causa delle forti scosse elettriche ricevute il giorno prima.

«Astral si è svegliata?» domandò Hart con la sua vocina lieve, stringendosi al fratello più grande.

«No…» fece Yuma imbarazzato. Dopotutto, Kite aveva assistito alla scena. O almeno all’ultima parte, ecco.

Yuma è molto scosso” pensò Kite “Forse è meglio che Hart lo porti fuori, sul ponte, per prendere un po’ d’aria fresca. E poi… ah sì, Stevie deve parlare con Astral. A quanto pare sembrava una questione molto urgente. Chissà di che cosa si tratta… ma è meglio non immischiarmi” concluse saggiamente.

Scambiò un rapido sguardo con il fratellino, che spinse il letto di Yuma fuori, sul ponte dell’aeronave su cui si trovavano.

Poi Kite uscì, lasciando il posto ad un tremolante Stevie.

«Parlale, chiariscile le idee. Ha passato dei momenti parecchio brutti. Confido in te, non voglio che sia traumatizzata a vita» mormorò il ragazzo passandogli davanti.

Poi si dileguò, lasciando il ragazzino-uccello con una responsabilità, un dovere importante da compiere.

Stevie si sedette sul lettino di Astral. Fece ciondolare un po’ i piedi, pensieroso, fino a quando la ragazza non si svegliò.

«Ahwwww… ciao Stevie!» sbadigliò lei. Indossava una camicia da notte di lino leggero, che emanava un buon profumo di camomilla e vaniglia.

Il ragazzino la abbracciò con affetto, poi esordì: «T-ti devo raccontare una cosa. Immagino che tu voglia sapere la mia storia…».

Astral era stupita, ma contenta che Stevie avesse trovato il coraggio di dirle tutto.

«Sarò molto felice di ascoltarti, Stevie. Poi annoterò tutto nelle mie Osservazioni. Risultato dell’Osservazione n°2 bis: a quanto pare, sulla Terra esiste un uccello chiamato Gazza Ladra. È attratto dagli oggetti luccicanti, per qualche inspiegabile motivo. Il suo piumaggio ha una colorazione bianca e nera. È rapido, silenzioso ma abbastanza piccolo» quando ebbe finito di pensare ad alta voce, Astral si ricordò dov’era e disse: «Scusami, Stevie, vai avanti dai».

Lui fece un bel respiro e cominciò..

 

La strada è buia e sferzata dalla pioggia. Fa freddo, fuori. Si gela. Il ragazzino orfano è in piedi sotto la pioggia, alla ricerca di qualcosa nella spazzatura.

Questa città così orribile non è Heartland. Non è piena di luci e colori. È un ghetto, un posto immondo.

Il ragazzino ha trovato un osso e un torsolo di mela. Fa un mezzo sorriso e poi si avvia verso il suo scatolone, al riparo sotto una tettoia. Scansa alcuni senzatetto e poi si ripara nel cartone.

Si arrotola, cercando di dormire, quando qualcuno lo sveglia. È un ragazzo. È vestito in modo strano ma elegante, non ha di certo gli stracci che indossa Stevie.

Il suo aspetto è magnifico: il volto è disteso e sorridente, i capelli ordinati e gli occhi luminosi. Apre un altro ombrello e lo porge a Stevie. «Hai fame, ragazzino?».

Fu così che Stevie conobbe Dart. Forse era stato ingenuo a fidarsi, pensò entrato nella macchina del tizio. Ma, in fondo, cosa c’era di peggio di rubare, stare in un cartone e rovistare nella spazzatura per vivere? Niente. Quindi, qualsiasi alternativa era migliore, anche la morte.

E poi quel ragazzo sembrava così gentile…

Dart condusse Stevie nel palazzo sull’isola e lo fece mangiare a sazietà. Dopodiché gli preparò un letto morbido e una stanza tutta per lui.

Il ragazzino si fece anche un bagno caldo e si mise dei bei vestiti nuovi. Chissà per quale strano motivo, ogni capo era metà bianco e metà nero.

Ma Stevie non diede peso alla cosa. Dal giorno seguente Dart iniziò a dare a Stevie lezioni di scienze, matematica, storia e geografia. Il ragazzino imparò ben presto a leggere e scrivere, e la sua intelligenza si affinò di giorno in giorno.

Ma fu dopo qualche tempo che iniziarono. Sì, gli esperimenti. Mentre dormiva, Dart prelevava campioni di DNA di Stevie, incastrandoli con quelli di una gazza ladra, il piccolo uccellino bianco e nero. E li impiantò nelle cellule di Stevie.

In breve tempo, il ragazzino fu in grado di trasformarsi nell’uccello e fu legato a Dart per sempre.

 

Stevie concluse il racconto con gli occhi lucidi. Astral lo abbracciò e maledisse Dart per il male che aveva procurato a lei, a Yuma ed a Stevie. Dentro di sé rimuginò una vendetta. Una vendetta che aveva il sapore di un duello. Non un duello qualunque. Astral voleva l’Anima di Dart e avrebbe potuto prendersela anche in forma umana. Dopotutto, una parte dei suoi poteri era rimasta. Certo, non poteva più volare… e non aveva più i suoi ricordi. Quelli li aveva Dart.

#

Yuma era sul ponte, ancora seduto sul lettino. Kite era appoggiato alla sbarra del ponte e lo fissava intensamente, con uno sguardo ambiguo.

«Ehm... cosa c’è Kite?» chiese Yuma arrossendo.

«Nulla. Sto solo pensando a tutto quello che tu ed Astral avete dovuto passare. E so anche il motivo. In passato volevano Hart, non essendo a conoscenza dell’esistenza di Astral. E adesso vogliono lei, perché il suo potere è infinitamente più grande e spaventoso».

«Qual è il suo scopo?».

«Si è impadronito dei suoi ricordi e dei suoi poteri. O, almeno, questo è quello che crede lui».

«In che senso?».

«Noi abbiamo un vantaggio: conserviamo ancora la Chiave dell’Imperatore. E i ricordi di Astral in cui viene menzionata li abbiamo ancora noi, Dart non è riuscito a sottrarceli. Quindi, quando avrà completato il rituale per accedere al Mondo Astrale e avrà spezzato le catene del Portale, non avrà la Chiave per aprirlo! In più, la trasformazione di Astral non è definitiva. Una volta recuperati tutti i suoi ricordi tornerà ad essere lo spirito che tutti conoscevamo».

«Sono sollevato. Almeno, non abbiamo completamente fallito. C’è ancora una speranza!».

«Tu non ti arrendi mai… Eh Yuma?» commentò Kite sorridendo.

«Mai, specialmente quando c’è in gioco la vita delle persone a me più care. Un momento, e Tori?».

#

Dart osservava la ragazza incatenata alla parete, fra i vari scheletri centenari. Era soddisfatto: in colpo solo aveva trovato una nuova preda, e aveva anche messo in difficoltà Yuma.

«Allora, vuoi dirmi tutto quello che sai?» la minacciò lui, brandendo una frusta d’energia.

«Aspetta, io…» mormorò lei, un attimo prima che partisse una scudisciata.

Venne presa dritta in faccia, sulla guancia sinistra, che presto cominciò a sanguinare.

«Basta aspettare. Rivelami i tuoi segreti».

Tori era ormai giunta allo stremo. «Io… io voglio aiutarti. Voglio la mia vendetta sulla ragazza astrale, e voglio anche la vita di colui che ha rubato la mia».

Un ghigno si dipinse sul volto di Tori, ormai rosso e infiammato. Le goccioline di sangue le scivolavano addosso come lacrime scarlatte.

Fece una risatina folle, e Dart sorrise diabolico: «A quanto pare ho trovato la ragazza perfetta. Sai la vera storia, sai quello che ti hanno fatto Yuma, Astral, Kite. Cosa vuoi?».

«Vendetta».

 

 

 

ANGOLETTO DI ALICE:

Ciao a tutti! Lo so che volete mandarmi al rogo, mi mangerete e poi mi ucciderete, e chi più ne ha più ne metta… Dico solo: scusatemi, sommi lettori! Non merito la vostra gentile attenzione… sono solo un’infima autrice che crede di saper scrivere e che aggiorna con secoli di ritardo… Ma spero comunque che, fra una randellata e l’altra, avrete tempo di recensirmi. Quindi affilate i forconi, accendete le torce e magari scrivetemi eh?

Alice

 

P.S.: per chi mi considerasse ancora degna di attenzione, la canzone di questo capitolo è: 'Enter Sandman' dei Metallica. So che probabilmente nessuno di voi caga la colonna sonora né tanto meno le immagini, ma fateci un salto e ascoltate un po' di sano Hard Rock. *metallara nel cuore* Poipoipoi... Ah, già: le immagini sono le seguenti:

 

http://i42.tinypic.com/2h34ho5.jpg

 

http://i41.tinypic.com/1z1sf2q.jpg

 

Spero che vi siano piaciute e che riserverete per me una morte rapida ed indolore, al contrario della lunga agonia che avevate previsto. :D

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