True Story

di Bloodygirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.1 ***
Capitolo 2: *** 2.2 ***
Capitolo 3: *** 3.3 ***
Capitolo 4: *** 4.4 ***



Capitolo 1
*** 1.1 ***


“Signor Rose cerchi di ragionare per favore…” il tono pacato del manager della Geffen, casa discografica del fiore delle rock band americane, lasciava presagire niente di buono. In realtà quell’uomo era molto impressionato dalla presenza dell’ormai cinquantenne leader della band che in un certo senso, seppur per un breve periodo, aveva segnato la produzione rock degli ultimi vent’anni. Si aggiustò nervosamente gli occhiali sopra il naso, si maledì per quel gesto nervoso che tradiva tutto il suo terrore nascosto sotto strati e strati di quiete apparante. Sul bel volto ormai segnato da anni e anni di eccessi del suo interlocutore apparve un sorrisetto compiaciuto. “Signor Smith..” la voce strascicata era segno di sicurezza e insolenza. Ormai dopo anni di rapporti lavorativi aveva imparato a riconoscerlo. “ Preferisco ritirami a vita privata piuttosto che ospitare nella mia casa una petulante ragazzina,” il tono andava via via aumentando di parola in parola. “ Ma io dico una ragazzina! Non bastavano anni e anni di ragazzini senza un briciolo di talento che giocano a fare i divi, ora anche le donne si mettono in testa di fare rock!”. Bingo, Smith sorrise per il colpo basso che gli era stato offerto su un piatto d’argento ed improvvisamente ricordò perché i rapporti con quell’uomo squinternato e un po’ pazzoide erano stati affidati a lui. “Omofobo, maschilista, violento… ne vogliamo aggiungere altre sig. Rose. La sua posizione mi sembra già abbastanza precaria, senza contare che il disco, a sua detta del secolo, ha incassato meno di un terzo rispetto alle sue previsioni.” Smith con un gesto brusco tolse gli occhiali, scattò in piedi e poggiò le mani sulla scrivania, piegandosi quel tanto che bastava per giungere all’altezza degli occhi del suo interlocutore. È ora di tirare fuori le palle, pensò, concentrandosi nell’espressione più minacciosa che poteva. “ Signor Rose le ricordo” sibilò suadente “ Che la Geffen a forza di dirlo, la fa veramente andare in pensione anticipatamente.” Axl scattò in piedi e allargo le narici in un espressione omicida. Smith non indietreggio di un centimetro, non poteva perdere quella battaglia, non ora che aveva scommesso tutto su di lui. Contro ogni previsione Axl mise una mano sulla porta e con sorriso vittorioso: “Signor Smith. Accetto. Facciamo questa cosa, ma le assicuro che farò di tutto per rendere quest’esperienza un inferno.”




1 Agosto 2011, una data che Angela Rossi non avrebbe mai scordato. Non appena i suoi piedi avevano toccato terra si era sentita sollevata. Los Angeles la città degli angeli, tutte le rock star di rispetto avevano iniziato da li. Si ma da sole. Senza un produttore discografico del cazzo che ha brillanti idee del cazzo. Come preavvisato un signore vestito di tutto punto la aspettava allo sbarco con un cartello in mano. Incredibile. Avevano sbagliato anche il nome del gruppo. Eppure lei e le ragazze avevano spaccato il culo di brutto a mezza Europa, mancava solo il salto di qualità, le ripeteva Stefano, il suo menager come una nenia. Ecco la brillante idea. Lei e le ragazze sarebbero state messe in osservazione da niente di meno che la Geffen, appresa la notizia avevano fatto tutte i salti di gioia. Fino a che Stefano non aveva letto la clausola. La geffen in cambio voleva restituire visibilità a qualche rock star ormai troppo vecchia e fuori forma. Da qui l’idea di due mesi di convivenza nei quali, ogni componente della band SEPARATAMENTE sarebbe stata ospitata da qualche vecchio depravato che aveva consumato tutta la sua vita in alcool,droga e sesso suonando in concerti, ospizi e cazzate varie. Insomma, pubblicità in cambio di pubblicità. Se il progetto avesse reso il necessario le ragazze sarebbero state prese sotto il patronato di qualche magnate megalomane della geffen che cooperando con la loro casa di appartenenza italiana, avrebbe garantito serate,collaborazioni importanti e sponsor in sostanza. Angela sbuffò al solo pensiero. Una morsa le attanagliò lo stomaco. Si era appena ricordata che il suo vecchino con catetere annesso era niente di meno che Axl Rose. Stefano aveva detto che, essendo lei la mente ferma del gruppo, sarebbe stata quella meno sbranabile. Insomma, a farsi i cazzi suoi, ci si guadagna tre volte penso la ragazza stringendo la custodia della sua chitarra. “Piacere” l’uomo le tese la mano “ il signor Rose ha incaricato di venire a prenderla.” Era il classico autista da rockstar, occhio spento, pancetta e poi chissa quante ne aveva viste. Si sposto una ciocca di capelli dorati di lato e inforcò gli occhiali annuendo. Il viaggio in macchina, non fu tanto lungo, anzi troppo corto per i suoi gusti. Non appena intravide la villa uno strano senso di inquietudine le pervase lo stomaco. Mantenere la calma. Si facile dopo 12 ore di volo, il fuso sballato e una notte insonne. “Siamo arrivati..” le annunciò l’uomo facendola sussultare e spegnendo la macchina nel mezzo dell’immenso giardino. Grazie a sto cazzo, Angela sorrise nervosamente. “Le do un consiglio signorina.” Disse quando andò ad aprirle la portiera. “ il signor Rose è un despota. Questo è noto a tutti. Io non sono pagato per esprimere giudizi in merito, ma le consiglio di stare molto attenta e di non osare troppo. Anzi non parli per niente. Ma comunque se ha qualche problema io sono Bruce e questo è il mio numero..” le disse porgendole un bigliettino. “Grazie..” sussurrò la ragazza con un filo di voce afferrando la valigia e la chitarra. “Buona fortuna! “ le urlò l’uomo prima di sgommare via. Fantastico ,pensò la ragazza, adesso si che le sembrava di essere in un film Horror. Si avvicinò alla grande porta in mogano trascinando la valigia sulla ghiaia e lanciando occhiate a destra e a manca verso il giardino che sembrava il paradiso terrestre. Suonò il campanello e poco dopo la porta si aprì rivelando una figura minuta in divisa da cameriera. Era una ragazza molto carina, mulatta e con due occhi luminosissimi. Angela non era mai stata una musona, questo per natura. Le porse la mano e si presentò, ma la ragazza indietreggio quasi impaurita. “ Il signor Rose mi ha detto di farla entrare.” Lo sguardo timoroso puntò il pavimento. Angela sorrise cordiale ritirando la mano. Povera ragazza. “Faccio io.” Disse impedendole di toccare la sua valigia. “Mi segua..” replicò lei mogia. La casa dall’interno era un qualcosa di strabiliante. C’erano fiori aria e vetrate immense ovunque. Una luce da far paura. Angela si tolse gli occhiali guardandosi intorno strabiliata. La tensione si era dileguata tutta di un botto. “ aspetti qui.” Disse sparendo dietro quello che doveva essere il soggiorno. Le budella le si stavano letteralmente attorcigliando nello stomaco. Non appena la ragazza uscì dicendole che poteva entrare credette di svenire. Si pose di fronte alla porta e cercando di ricacciare indietro tutte le emozioni contrastanti amplificate dai suoi venti anni e facendosi forza aprì la porta.





Axl e Dj quel giorno stavano componendo. Per la verità Dj si limitava ad annuire distrattamente al suo capo. Di questo si trattava lui ordinava e l’altro eseguiva. Ogni volta che proponeva qualcosa veniva stravolto e rigirato. Tutto secondo progetto di Axl. Infondo poco importava. La giovane cameriera romena della quale più volte aveva ammirato le grazie improvvisamente piombò nella stanza. Axl la fulmino “Spero per te che sia importante..” il sibilo di un serpente avrebbe suonato meno minaccioso. Dj guardò la piccola ragazza con pietà. “
E’ arrivata..” si limitò ad ansimare la ragazzina.
“Falla entrare.” Un ordine perentorio. Quasi tuonato. Ashba distolse lo sguardo, non avrebbe osato chiedere. Sapeva che non doveva immischiarsi negli affari del capo.



Strinse la sua chiatarra più forte e sospirò. Erano lì seduti su un divano di pelle rigorosamente nero. Uno dei più grandi miti del rock, il suo cuore fece una capriola. A dispetto di quello che si diceva era ancora l’uomo più sexy che avesse mai visto, magari con qualche chilo in più, ma sciocchezze a confronto dei suoi occhi vermigli. Due fari splendenti e letali. Il volto era se possibile ancora più bello di come lo ricordava. Si morse distrattamente il labbro inferiore scorgendo solo in quel preciso istante il chitarrista. Era davvero carino, non aveva mai visto nessuno a cui lo stile gotico si addicesse tanto. Le sorrise infondendole un po’ di sicurezza. Axl, probabilmente infastidito da tutte quelle attenzioni non indirizzate a lui sbuffò. “Ashba ci vediamo domani alla stessa ora…” il ragazzo si riscosse e dopo aver sussurrato un debole ciao che fece arrossire oltremodo Angela la abbandonò al suo destino. Si odiò per essere arrossita come una scolaretta, ma infondo doveva apparire tale agli occhi di Axl. Le si avvicino in modo felino e giunto di fronte a lei si poggiò con il sedere sullo schienale del divano. “Troverai una lista di regole in camera.” Voce atona incolore. Angela non riusciva a distogliere lo sguardo dai suoi piedi. “Guardami in faccia quando ti parlo.” Si aggiusto nervosamente una ciocca ribelle e fece ciò che le era stato ordinato meledicendosi per aver mal celato la sua soggezione. “Molto meglio..” sussurrò Axl assorto “ segui quelle regole e la tua permanenza qui sarà una pacchia sgarra e ti sbatto fuori…” semplice e diretto.” Il pranzo è tra dieci minuti. Sii puntuale” disse uscendo e sbattendo la porta. Angela sibilò incazzata nera e si girò alla sua destra. Quello stronzo. Stefano aveva ragione lei era la riflessiva del gruppo ma cazzo se necessario avrebbe tirato fuori le palle. Si girò alla sua destra notando solo in quel momento che assorta come era non aveva notato la colf che valigia in spalla si era incamminata per le scale. Le fu mostrata la stanza. Semplice come piaceva a lei. Niente sfarzi, un letto un bagno e una finestra luminosa. Si rinfrescò e ripose la sua chitarra sul letto. Non aveva granché fame ma meglio non contraddire la rock star. Si diresse giù per la scalinata per la quale era salita. In salotto trovò uno spettacolo raccapricciante. Una biondona ossigenata si strusciava contro Axl senza ritegno. Cosa si poteva aspettare?? Sbuffò attirando l’attenzione della donna che nonostante il rosso fosse visibilmente contrariato scattò in piedi. “Scusate” sostenne quegli sguardi accusatori e si diresse fuori dal salotto. Cazzo. Nemmeno dieci minuti e già lo aveva fatto irritare e che schifo ricacciò indietro le lacrime. Sarebbe stata una lunga permanenza. Una donna sulla cinquantina le venne incontro e sorridendole materna si presentò. “Piacere. Sono ursula. Tu sei?” Sorrise finalmente qualcuno interessato a lei! “Piacere Angela!” sorrise gioviale. La donna la prese a braccetto. “immagino tu non sappia dove si trova la cucina, vieni ti ci scorto.” Ursula si era rivelata una sorta di nonnina. L’aveva accolta fatta chiacchierare, le aveva raccontato la sua vita ed era riuscita persino a farla ridere. Insomma aveva alleggerito di non poco il clima. Axl osservava la scena nascosto dietro la porta. Quella ragazza gli avrebbe portato un sacco di guai. Difficilmente i suoi ospiti avevano fatto colpo su Ursula…

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Capitolo 2
*** 2.2 ***


Era passata una settimana. La vita di Angela era ormai scandita da ritmi serrati e ripetitivi. Era inquietante come quell’uomo riuscisse a farti crollare psicologicamente ed emotivamente. Le aveva lasciato la massima libertà. Pretendeva soltanto che si presentasse puntuale ai pasti e stesse il più possibile fuori dalle scatole. Sarebbe stato una pacchia, ma il fatto è che la casa era situata a 30 km dal centro abitato, i mezzi pubblici non circolavano in quella zona dimenticata da Dio e lei non aveva l’autorizzazione ad utilizzare l’autista. Dopo una settimana di mare la chitarrista ormai scalpitava, era stata sempre una ragazza straattiva, considerando anche il fatto che nell’ultimo periodo in Italia aveva passato la maggior parte delle giornate a comporre con le ragazze! Che tra l’altro non poteva sentire perché non aveva un cazzo di pc e una connessione internet. Quella mattina si sveglio insolitamente presto, tirò fuori la sua acustica (l’elettrica sarebbe arrivata dall’italia la settimana successiva) e cominciò a strimpellare qualcosa in soggiorno. Era talmente presa da un riff che non aveva sentito la porta aprirsi. “Ciao” Dj le si era immediatamente seduta accanto “wow te la cavi alla grande!” aveva concluso stendendo la mano “ sono Dj la settimana scorsa non abbiamo avuto modo di presentarsi.” “Angela” la ragazza aveva tirato fuori un sorriso a 32 denti felice che finalmente avesse un contatto umano con qualcuno che non fosse Ursula. Dj rispose al sorriso stordito da tanta vitalità. “ Davvero ti piaceva?” chiese la ragazza. Poi notando lo sguardo confuso del ragazzo “Ahahaha. Il riff Dj!” “Certo” e volse lo sguardo altrove offeso “ Guarda che avevo capito!”. “Dai non offenderti!” continuò “ Era per dire .. Lo so che i rockettari non prendono neppure in considerazione le ragazze che suonano. Ma sono ugualmente convinta che io e le ragazze spaccheremo anche negli states.” Dj si maledì per averla fatta rattristare. “Ti mancano?” chiese a bruciapelo. “Abbiamo vissuto insieme per tre anni, siamo finite talmente tante volte nella merda insieme, abbiamo vissuto di stenti per un lungo periodo,litigato,fatto pace,rilitigato e poi finalmente vediamo uno spiraglio di successo conosciamo un discografico interessato a noi, esce il nostro cd che in Europa va alla grande e lui che fa ci divide? E non solo la sfiga mi fa finire nella casa di un pazzo megalomane che non mi permette neppure di sentirle!” disse tutto ciò di un fiato senza neppure pensare alle eventuali conseguenze, infondo non conosceva neppure quel ragazzo. Dj sorrise della sua espressione impaurita “ Tranquilla il megalomane non sarà a casa prima di pranzo. Mi ha mandato qui per farti da balia. Ursula non c’è è uscita e lui temeva per i suoi strumenti.” La ragazza scattò in piedi e corse su per le scale. Entrò in camera e comincio a mettere le sue cose in valigia. Lui non si fidava, pensava di avere a che fare con una stupida ragazzina fan sfegatata, sapeva che non sarebbe stata facile la convivenza con l’uomo ma di certo non credeva di essere trattata come la peggio ladra. Dopo dieci minuti sentì un leggero bussare alla sua porta e si ritrovò Dj davanti. “Che stai facendo?” chiese sornione. “Secondo te?” rispose lei imbufalita. Ashba sospirò e si sedette sul suo letto scaraventendosela in collo. Angela trattenne il respiro per due minuti buoni. Si sentiva leggermente in trappola. “Ascoltami attentamente. Hai ragiona Axl è un megalomane, ma ti assicuro che è una brava persona,ed è inutile che sbuffi perché lo è. Ti sta solo mettendo alla prova. Devi cercare di entrare nelle sue grazie e vedrai che la tua permanenza qui prenderà una svolta.” Angela si perse in quelli occhi ghiaccio. Non si accorse neppure che il ragazzo si era alzato e l’aveva mollata inebetita sul letto. “Cosa dovrei fare per entrare nelle sue grazie? Le nostre case discografiche hanno stipulato un patto che lui non sta rispettando dato che non mi permette neppure di provare con voi!” asserì angela. Ashba le sorrise aprendo la porta di camera. “Disfai le valige a raggiungimi in sala.” Disse uscendo di camera. La ragazza fece come le era stato ordinato e non appena giunse al piano di sotto notò Dj con una Les Paules in mano. Corse febbrilmente verso di lui allungando le mani verso la chitarra. “Ehi ragazza. Io non faccio suonare la mia chitarra alle sconosciute!” sorrise Dj passandole la sua bambina. “fammi sentire qualcosa coraggio.” Le disse. La ragazza incapace di parlare con un sorriso di parte in parte del volto cominciò l’intro di Paradise City. Dj rimase sconvolto lui era bravo tecnicamente parlando si, Angela magari era leggermente inferiore anche perché non doveva avere più di venti anni, ma il suo suono era una sorta di firma, una impronta digitale, solo i grandi chitarristi potevano vantare un modo di suonare tutto proprio. Guardò meglio le sue mani e dal movimento notò che doveva essere un autodidatta. “Chi ti ha insegnato a suonare?” le chiese a esecuzione finita. “Ho il diploma al conservatorio in violino, ma la chitarra mi ha sempre appassionato molto, quindi ho bazzicato qualche lezione in conservatorio, ma per di più ho utilizzato you tube.” Disse ricordando le sere passate a cercare di emulare quei chitarristi famosi. Dj nascose la sua espressione sorpresa. “Beh” disse staccando la chitarra dall’amplificatore “ Ripeto ciò che ti ho detto stamani.Te la cavi alla grande.” Le sorrise “E’ questo ciò che devi fare con Axl devi cercare di stupirlo. Axl è un animale strano divide il mondo in ebeti, mediocri e suoi pari. Io rientro sicuramente nella seconda categoria per lui.” Angela fece per parlare ma lui la zittì “ Tu hai tutti i requisiti per entrare nella terza, sta a te giocare bene le tue carte.” Angela si sedette accanto a lui nel divano. “dj sei un ottimo chitarrista e Axl è solo un piccolo bambino viziato che riesce a cantare come un uomo con i coglioni stretti all’uscio, cosa che lo rende particolare. E sinceramente sei un uomo adulto e vaccinato per cui dovresti smetterla di farti questi problemi da checca e per favore cambiamo argomento.” Dj le sorrise grato “ Hai mai visto Los Angeles?” Passarono il resto della giornata a zonzo per i negozi, al lunapark e perfino al cinema. Dj era stato un vero e proprio gentleman, le aveva parlato molto della sua ragazza, il che significava solo una cosa il territorio era ahime marcato. Angela gli aveva raccontato di come aveva incontrato le ragazze, di come avevano trasformato il loro sogno in una realtà consolidata e quando arrivarono davanti a villa Rose la ragazza fu invasa da uno strano senso di inquietudine. Dj parcheggiò nel vialetto e notando il suo malessere si offrì di accompagnarla di fronte al portone. “Grazie” disse angela tutto di un fiato baciando dj sulla guancia. Lui le intrappolò una mano tra le sue e sorridendole le dette un buffetto sulla nuca. “Ehi bionda, tranquilla, non stai andando al patibolo. Stai calma e comportati come con me oggi vedrai che andrà tutto bene.” Angela sorrise “ma sei sicuro di essere proprio impegnato impegnato no perché nel caso non lo fossi potrei mettermi con te e potresti non so ospitarmi a casa tua?” Dj rise forte. “Sciocca entra e vai a dormire. Da domani devi dare il meglio di te l’hai promesso.” Detto questo le restitui un bacio sulla guancia e si allontanò lasciando la ragazza al suo triste destino. Che cavaliere senza macchia penso angela aspettando che la macchina di Dj scomparisse dal vialetto. Bussò piano e si ritrovò davanti un Ursula tutta preoccupata. “ma dove sei stata ragazzina?” le chiese trascinandola in cucina. “Non sai che scusa mi sono dovuta inventare con quello lì” disse gesticolando. “Con dj..” disse angela prendendo posto a tavola. Ursula sbuffò. “Ragazzina non ti cacciare…” Angela non la fece neppure finire di parlare. “Tranquilla siamo solo amici, e poi mi ha fatto chiaramente capire di essere fidanzato…” Angela si estraneò pensierosa “ E poi sinceramente non penso di provare un bel niente per lui, insomma lo so che è strano..” stava per cominciare una sua disquisizione logorroica sui rapporti di amicizia che rimangono fini a se stessi quando sentirono la porta della cucina aprirsi e Axl fece la sua entrata squadrandola da capo a piedi. Come di prassi non disse una parola , si limitò a delle occhiate indagatrici prendendo posto a capo tavola. Angela fissava il suo piatto in silenzio e Ursula si dileguò altrove pensando fosse necessario lasciare ai due il tempo per chiarirsi dato che conosceva abbastanza bene Axl e sapeva che era meglio che la bomba scoppiasse subito. “Allora divertita?” chiese l’uomo ostentando una tranquillità che mal si addiceva ai suoi modi quasi nevrotici. Angela alzò lo sguardo dal suo piatto maledicendosi per non aver chiesto ad Ursula cosa aveva raccontato ad Axl. “Si” rispose fredda. “La prossima volta che esci sei pregata di comunicarmelo..” sibilò l’uomo “questa casa non è un albergo.” Angela sbuffò sinceramente infastidita dal suo comportamento. “Beh sto rispettando i patti, sono a casa in orario per la cena e poi sinceramente non ho fatto proprio nulla di male sono solo uscita un po’ con un amico e…” axl la interruppe bruscamente battendo un pugno sul tavolo. “Non mi interessa un cazzo se fuori di casa mia la svendi a chi vuoi!” disse scattando in piedi “ Ma hai un contratto con me quindi ti atterrai alle mie regole..” disse uscendo e sbattendo la porta. Angela si alzò a sua volta decisa ad affrontarlo. Doveva giocarsi il tutto per tutto con quell’uomo altrimenti non si sarebbe mai guadagnata la sua fiducia. Si fermò in sala. Non aveva idea di dove potesse essere, ma una melodia molto malinconica proveniente da un piano attirò la sua attenzione. Doveva essere lui. Prese coraggio e fece l’unica cosa che le era stata espressamente vietata in tutte le lingue del mondo, scese in sala prove. Non aveva mai visitato il piano terra ,era off limits. Come tutta la casa presentava uno stile semplice, ma areoso. Seguendo le note ben presto si ritrovò di fronte ad una porta socchiusa. Fece un sospiro e cercando di controllare i battiti cardiaci aprì un piccolo spiraglio in modo da poter entrare senza deconcentrare l’uomo. Axl era magnificamente assorto nelle suo note e assecondava i movimenti del piano con il corpo. La ragazza non potè fare a meno di avvicinarsi al piano e silenziosamente prese posto nello sgabello accanto al cantante. Era bellissimo. Un animale raro,regale e pericoloso. Non avrebbe potuto essere descritto diversamente. Era talmente assorta nei pensieri che quella strana melodia le procurava da non essersi neppure accorta che il piano aveva cessato di suonare. Fissò l’uomo nelle iridi che emanavano rabbia da tutti i pori. Nessuno dei due disse niente e per Angela fu automatico avvicinarsi e cercare di toccare il volto di Axl. Il significato di quella carezza era ignoto perfino a lei. Nessuno certo poteva immaginare neppure la reazione del cantante che fece meglio aderire la guancia a quella mano tremolante. Angela per la prima volta si rese conto che forse quella che leggeva negli occhi dell’uomo non era rabbia ma disperazione. Gli si avvicinò come si fa con un gattino selvatico e baciandogli una guancia “Notte Axl…” Uscì dalla stanza ancora tremante e si diresse in camera sua. Sotto le coperte ripensò alla sua giornata. Dj era stato fantastico certo un buon amico, ma era certa di non aver mai provato ciò che stava provando per Axl. Quell’uomo semplicemente le mozzava il respiro con un solo sguardo e poi quegli occhi… incapace di dormire prese la sua bambina e cominciò a comporre… doveva cercare di scavare meglio nella vita di quell’uomo e finalmente aveva capito che tattica di avvicinamento utilizzare.

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Capitolo 3
*** 3.3 ***


Non era successo un granché da quella sera. Anzi non era successo proprio niente. Angela si limitava a vegetare tutto il giorno in quella casa enorme, non vedeva essere umano a parte Axl e Ursula da circa due settimane, aveva ricevuto una telefonata dal suo menager che l’aveva pregata di stringere i denti e tenere duro e, nonostante il finto pianto e il tono moribondo che aveva adottato, Stefano era stato irremovibile. Le aveva consigliato di rabbonirsi il padrone di casa, al più, se non ci fosse riuscita, le aveva consigliato di prendere la sua permanenza a Malibù come una vacanza, di rilassare i nervi e di comporre per quello che poteva. Le aveva raccontato che le altre erano state ben accolte e che per alcune di loro, tipo la loro bassista, un po’ inferiori tecnicamente, ma non per questo meno talentuose, quella permanenza sarebbe stata un toccasana. Ursula si aggirava indaffarata come ogni mattine, nell’atrio di casa quando notò la loro ospite seduta a gambe incrociate sulla sdraio in giardino. Imbracciava la sua fedelissima chitarra, i capelli sparsi al vento il solito abbigliamento pratico (tuta nera) mordicchiava nervosamente la punta della sua biro era tutta protesa in avanti e fissava uno spartito assorta in chissà quali pensieri. Guardò i tramezzini accuratamente depositati sul vassoio per quegli sciabordati che tutti i giorni si chiudevano nei “sotterranei” a scrivere chissà cosa. Sorrise e si avvicinò alla ragazza. “Angie” la ragazza balzò indietro “ Scusa non volevo spaventarti.” Avvicino il vassoio e le lasciò un tramezzino e un po’ di succo. “stamani non hai toccato cibo a colazione e sono tre ore buone che ti scervelli di fronte a questo foglio…” la ragazza le sorrise e in tre balletti addentò il panino. Se c’era una cosa che adorava di quella ragazza è che era un tipino sano e genuino, non si faceva problemi a mangiare, come del resto tutte le sue coetanee e anche se non era il classico stecchino malnutrito era di gran lunga più bella di tutte le donne giovani o meno che William aveva frequentato. La porta di casa si spalancò. Un axl infuriato percorse il vialetto fino al cancello. Si aggrappò letteralmente alle inferriate del cancello ispirando aria un paio di volte. Ursula si alzò “Cara io vado a rassettare la casa…” “Un’altra mezz’oretta e arrivo…” sorrise la ragazza richinandosi sui fogli. Ambedue avevano imparato che quando Axl era incazzato era meglio stargli alla larga. Imbracciò nuovamente la chitarra e riprodusse la melodia fino al punto in cui era giunta. Era buona tutto sommato. Continuò così una, due, tre volte. “Io ci metterei un do….” La ragazza sobbalzò. “Volete farmi morire fra tutti?” rispose fissando i suoi occhi in quelli smeraldini dell’uomo che aveva preso posto di fronte a lei. “Era buono…” rispose lui evadendo la domanda. Angela strabuzzo gli occhi. Ad Axl sfuggì una risatina divertita quando la bionda si guardò dietro le spalle per assicurarsi che il complimento fosse rivolto a lei.. “Da quanto suoni?” chiese nuovamente l’uomo. “Quindici anni il violino due la chitarra.” Stavolta fu lui a strabuzzare gli occhi ma vide bene di nascondere la sua espressione prima ancora che Angie potesse percepirla. “Conservatorio..” rispose la ragazza intercettando i suoi pensieri. “ La chitarra mi ha sempre appassionato soprattutto da quando… da quando ho scoperto i Ramones.” Disse omettendo il resto. “Sei la solista vero?” lei annuì distrattamente. Axl si alzo stirandosi come un gatto. “Ragazzina mi serve una mano per portare giù gli spartiti…” disse avviandosi verso casa. Angela strabuzzò nuovamente gli occhi, raccolse tutta la sua roba e lo seguì come un cagnolino. Avrebbe conosciuto i Guns’n Roses. Axl raccolse due tre fogli abbandonati sul piano in soggiorno e le fece strada verso la sala prove. Non appena varcò quella soglia un brivido le percorse la schiena ripensando a quella notte. Cinque paia di occhi si fissarono istantaneamente su di lei e Dj le corse in contro gioviale aiutandola a posare la chitarra in un angolino. “ragazzi lei è..” cominciò Axl. “Angie.” Continuò Dj afferrandola per un braccio. Axl lo guardò truce mentre la spintonava e un Dizzy con due occhi stile maniaco patentato si presentava poggiandole la mano sulla schiena. Vide Angie spostarsi inconsapevolmente nella sua direzione e afferrandola per la vita in un gesto istintivo e del tutto inaspettato fini le presentazioni senza mai abbandonare la presa sul suo fianco in modo che gli altri capissero che la ragazza era territorio marcato. Angela ringraziò mentalmente l’uomo e cercò di concentrarsi con tutta se stessa per non dare segni della tempesta emotiva che aveva dentro. “quindi” ricapitolò Dizzy “Tu ci hai tenuto nascosta questa bellezza per tutto questo tempo?” chiese dopo aver sentito la striminzita presentazione di Angela. Axl sbuffò rinsaldando la presa sul fianco della ragazza. “Dizzy Angela è qui come rinforzo tecnico a Dj quindi vedi di cambiare l’espressione su quel volto da porco maniaco!” i ragazzi sorrisero sornioni. E angie arrossì in parte per tutte quella attenzioni gratuite, in parte per la vicinanza con Axl. “Beh facci sentire qualcosa.” La incitò stavolta il chitarrista ritmico. Dj le porse prontamente la chitarra. “Troppo facile ragazzina.” Disse Dizzy prima che potesse cominciare anche solo a controllare l’accordatura. “Decidiamo noi cosa sentire…” rincarò il batterista. “Ok.” Sorrise la ragazza sedendosi per terra e cominciando ad accordare.

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Capitolo 4
*** 4.4 ***


Dizzy Reed picchiettava freneticamente il piede nella moquette della sala prove, nel viso la più malefica delle espressioni, gli occhi rivolti verso quella giovane ragazza. Si massaggio la guancia con fare pensieroso e spostò il peso da un piede ad un altro. L’intento era cercare di metterla più in difficoltà possibile. Angela era sicuramente una bella ragazza e se fosse stato un po’ più giovane sicuramente avrebbe impiegato meno di un nano secondo a sedurla e ancora meno a portarsela a letto,ma sembrava già essere territorio doppiamente marcato, l’immagine di Ashba occhi a pesce lesso glielo stava riconfermando. Incrociò lo sguardo del boss e gli sorrise di rimando. “Ehi guarda che mi si sta afflosciando il di dietro qui in terra!” sbottò la ragazzina “ e poi sono le due ho fame..”. Ashba sghignazzò “Allora Reed hai deciso cosa farle fare?”. In quel momento l’unico pensiero che venne in mente a Dizzy fu che il tatuaggio che sporgeva dalla maglina del moro non poteva essere più rappresentativo della sua persona (demented). Un sorriso gli sfuggì inconsapevolmente dalle labbra. Si piego ad altezza del viso della ragazza e incrociò il suo sguardo. “Perché non ci fai sentire l’intro di paradise city?” sogghignò. Quel pezzo aveva sempre dato grandi difficoltà allo stesso Ashba che tecnicamente era un mostro ma purtroppo non aveva neppure la metà del carisma del grande Slash, ma guai a ricordarlo al capo o lo avrebbe disintegrato in mezzo secondo. Angie sorrise e si sollevo da terra attaccando la chitarra all’amplificatore. Controllo che tutte le corde fossero a posto. L’adrenalina sembrava volerle bucare le vene. Certo in parte era attribuibile alla tensione dovuta alla presenza di Axl e Company, ma per la maggiore sentiva bruciarle dentro un fuoco di rivalsa contro quel gradasso del cavolo. Lo aveva sempre ritenuto il pesce fuor d’acqua del gruppo. Un errore giovanile di Axl che nel voler rinnovare il sound della band aveva solo finito per “arruolare” gente fuori luogo. Attaccò sicura e tutte le sue paure svanirono. Era sola con la sua chitarra. Come quando in Italia si ritrovava nel magazzino di Rita , la chitarrista ritmica, con le altre. Un sorriso sfuggì distrattamente dalle sue labbra ripensando alle ragazze. Ylenia con il suo carattere schivo e riservato si sarebbe sicuramente sotterrata viva se fosse stata al centro di tutte quelle attenzioni maschili. Silvia la vocalist avrebbe consigliato a Dizzy una sana scopata per calmare i suoi bollenti spiriti. Anna avrebbe tirato fuori una bottiglia della sua amata crema di whiskey e si sarebbe fatta un bicchierino. Avrebbe chiesto ad Axl se sapeva qualcosa di quelle sciabordate era deciso.. Dizzy così come il resto della truppa, spalancò la bocca si ricompose solo quando anche l’ultima nota fini di risuonare nelle sala. Angela sollevo gli occhi da le sue mani e appena in tempo per tentare di schivare la pacca di ashba dietro la schiena. “Brava..” le sussurrò sorridente. Incrociò lo sguardo di Axl che al momento era inespressivo. Reed e gli altri le fecero dei compimenti molto freddi e poi accamparono una scusa per uscire dalla sala il prima possibile. Il batterista prima di uscire le fece l’occhiolino come a scusarsi. Ashba le si avvicinò. “Sei piaciuta molto a tutti.” Sospirò “Ma vedi quando il capo è pensieroso abbiamo imparato che è meglio lasciarlo a se stesso.” Volsero lo sguardo verso Axl. “Andiamo a mangiare…” disse l’uomo “Daren rimani con noi?” fece un sorriso di circostanza al ragazzo. “Devo scappare anche io mi dispiace. Ci vediamo domattina.” Prima di dileguarsi salutò Angie con un bacio nella guancia. La ragazza non fece in tempo a incrociare i suoi occhi che era già partito a passo spedito per la cucina anche Axl. Risalii pensierosa e sinceramente frustrata dato che tutti tranne una particolare persona sembravano averla apprezzato. Fece il suo ingresso nel salone trovando un tavolo apparecchiato per due e una Ursula tutta indaffarata a servire il pranzo al re. Le fece un sorriso radioso indicandole il posto vuoto di fronte a lui. “Domani io e i ragazzi siamo fuori per una premiazione ma dopo domani cominciamo alle 8.00” le disse l’uomo . Angie annuì sorridente. Per un attimo aveva temuto di dover rincominciare tutto da capo. Per il resto del pranzo non ci furono altri scambi di battute tra i due. Ad un certo punto Axl si alzò e salì nelle sue stanze tornando dopo neanche mezz’ora tutto lavato e profumato. Angie che stava leggendo un libro sul divano quasi si strozzò con il caffè a trovarselo davanti così, ringraziò mentalmente tutte le divinità umane e paradisiache che avevano fatto si che l’uomo,indaffarato al telefono, non le avesse rivoltò il benché minimo sguardo. Si concesse altri dieci minuti per sbavargli letteralmente dietro e prima che potesse rivolgere la sua attenzione su di lei si costrinse a puntare gli occhi sul libro. Lo sentì avvicinarsi al divano, ma testarda come al solito lo ignorò bellamente. “Angie..” l’uomo parve soppesare il tono della voce. Angie arrossì pensando che mai nessuno aveva pronunciato il suo nome con tale cadenza. Incrociò il suo sguardo smeraldo sorpresa di ritrovarselo sul divano. “Devo andare fuori per lavoro stasera…” la ragazza sorrise pensando che in quel momento più che estranei sembravano una normale coppia. “Non penso di rientrare stanotte dato che l’evento a cui devo partecipare si protrarrà per le lunghe, quindi ci rivediamo mercoledì. Non..” sospirò pesantemente sentendosi un idiota completo “Non distruggere casa.” Le sorrise beffardo. “Ok ma devo sentire le ragazze.” Angie si morse la lingua e Axl la guardò confuso. “Le altre della band…” “Ma tu non sei un cantautrice?” le chiese irrigidendosi. Merda, imprecò mentalmente Angie, ora Stefano le avrebbe riservato un bel cazziatone chissà cosa avevano raccontato a quelli della Geffen. Poggiò il libro sul tavolo e si girò meglio verso il suo interlocutore. “Ehm no… Sono la prima chitarra di una band rock-metal italiana.” Sorrise cercando di far leva sulle sue fossette. “Beh ma quindi le altre dove sono?” chiese incuriosito. Angie tirò un sospiro di sollievo. “Non lo so non le sento da un mese.”L’autista fece il suo ingresso proprio in quell’istante. “Signore la sua accompagnatrice è in limo.” E si dileguò. Axl le posò un bacio sulla fronte. Angie sospirò carezzando lievemente la mano che aveva posto accanto alla sua gamba. “Chiama chi vuoi mi racconterai meglio mercoledì” sorrise nuovamente e fece la sua grande uscita di scena. Angie rimase piacevolmente sorpresa dalla sua reazione, ma al contempo senti come una stratta allo stomaco. Lui avrebbe avuto una accompagnatrice per la serata. Trascorse il resto della serata a leggere e non ne volle sapere di cenare. 3.00 controllò nuovamente la sua sveglia provò ad alzarsi ma un dolore lancinante la costrinse a riabbassare la testa. Si sentiva stordita e infreddolita. Provo ad alzarsi ma le gambe sembravano non volerne sapere. La vista le si oscurò e cadde rovinosamente a terra facendo un gran trambusto. Angie si risvegliò solo molte ore più tardi al tocco di due labbra materne sulla fronte. “Si sta svegliando..” sussurrò una voce che identificò con Ursula. Aprì gli occhi di scatto riconoscendo la figura della donna che le accarezzava la fronte. “Bambina mi hai fatto prendere un bel colpo!”

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