A fifty centimetre difference.

di happley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** # height. ***
Capitolo 2: *** # camera. ***
Capitolo 3: *** # ease. ***
Capitolo 4: *** # surrender. ***
Capitolo 5: *** # stretch. ***
Capitolo 6: *** #parents. ***
Capitolo 7: *** #peach. ***
Capitolo 8: *** #storm ***
Capitolo 9: *** #grounded ***
Capitolo 10: *** #playing gooseberry ***
Capitolo 11: *** #yummy. ***
Capitolo 12: *** #oracle ***
Capitolo 13: *** #wild. ***
Capitolo 14: *** #glint ***
Capitolo 15: *** #being in a fuddle. ***
Capitolo 16: *** #goldfishes. ***
Capitolo 17: *** #dullness. ***
Capitolo 18: *** #non-sense. ***
Capitolo 19: *** #thank you. ***
Capitolo 20: *** #afternoon. ***
Capitolo 21: *** #always. ***



Capitolo 1
*** # height. ***


Alla mia BananaH 



# height
 
Niente da fare –c’era troppa differenza fra loro due.
 
Anche alzandosi sulle punte, arrivava appena a sfiorare con le labbra la sua clavicola.
Allora, rinunciando alle sue labbra, aveva affondato il viso nel suo petto. Anche così doveva stare sulle punte, dannazione.
Aggrappato a lui, con le dita chiuse nel tessuto della sua felpa, respirava piano, nervoso.
Il suo profumo era inebriante.
“…cos’hai da guardare?” borbottò, rivolto al ragazzo che lo guardava sorpreso.
Aveva aspettato un bacio, e invece aveva avuto un goffo abbraccio.
Ma anche così, era bello, pensò e avvolse le braccia intorno al corpo dell’altro.
Gli cinse la vita con delicatezza, senza stringere, per la paura che scappasse via –perché lui aveva la brutta abitudine di fuggire non appena si sentiva un po’ a disagio.
“Niente.” rispose con semplicità, forse un po’ ironico.
“Dovrei picchiarti.” minacciò il ragazzino, che lo conosceva troppo bene per non cogliere quel velato sorriso nella sua voce, il sorriso di uno che si sta divertendo molto.
L’altro scosse il capo. “C’è parecchia gente che vorrebbe picchiarmi.” Lo avvisò.
Ovviamente si riferiva agli invidiosi, ma anche a quelli a cui aveva involontariamente soffiato la ragazza -magari solo perché l’aveva degnata di uno sguardo e lei era caduta ai suoi piedi, e subito dopo gli era subito diventata insopportabile.
Perché Atsushi preferiva di gran lunga quel ragazzo che lo minacciava di morte se non avesse smesso di guardarlo; ma lui continuava fissarlo finché l’altro non fuggiva, e allora lui poteva afferrarlo e rinchiuderlo in un nuovo abbraccio.
“Mettiti in fila. Credo di avere non pochi nemici.” Aggiunse, divertito.
Ma l’altro non era d’accordo. Alzò il volto e gli afferrò il bavero della tuta per tirarlo a sé e annullare la fastidiosa differenza di altezza.
“Stronzate. Me ne sbatto degli altri. Sono disposto a picchiare tutti quelli in fila per poterti picchiare io, e solo io. E se ti azzardi a farti colpire da qualcun altro, allora il pugno te lo darò sul tuo bel visino, così magari ti sfregio una volta e per tutte.” dichiarò, con disarmante serietà.
Atsushi lo guardò sorpreso, poi tornò a sorridere.
Lo colse di sorpresa -gli bloccò entrambe le braccia, tirandogliele dietro la schiena, e si chinò per posargli un bacio sul collo.
Ridacchiò contro la sua pelle, che si era fatta bollente per l’imbarazzo.
Poteva dire, anche senza guardarlo in viso, che molto sangue stava fluendo lassù.
“Ah, ah. Sempre ammesso che ci arrivi al mio viso, Norihito.” Disse, malizioso.
E l’altro, arrabbiato e imbarazzato, gli tirò un pugno nello stomaco.
 
C’era troppa differenza fra Atsushi e Norihito –una differenza di cinquantatré centimetri d’altezza.





---**Angolo della MelaH_**
Ciao :D
Sono Roby delle Marlboro_Ohana, ma da adesso potete chiamarmi anche MelaH; userò quest'account per pubblicare soprattutto storie originali e oneshot, mentre continuerò a postare le mie long sull'altro account. 
Questa raccolta avrà come protagonisti Minamisawa e Kurama, su cui la mia Camy ha appena cominciato una long a rating rosso -andate a leggerla, barboni (??)-.
Ogni capitolo sarà indipendente l'uno dall'altro e per scriverli userò vari prompt trovati mentre vagavo su internet, per cui non so ancora quanti capitoli saranno.
Io amo la MinaKura. La considero una delle mie OTP assolute -val a dire, che non distruggerei mai. 
Ci tengo a precisare che non sono per nulla una fissata con i canon, non sono statica anzi mi piace cambiare spesso i soggetti su cui scrivo, e soprattutto ultimamente sto vivendo una crisi delle OTP per cui alla fine in testa ho solo un gran casino (?) -ma la MinaKura è una delle poche coppie su cui non ho mai dubbi <3
Spero che deciderete di seguirla e magari anche di recensire <3

Baci, 
      Roby

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Capitolo 2
*** # camera. ***


# camera.
 
“Fotografa qualcosa che ti piace.”
 
Vicino al campetto da calcio, sul versante della collina verde, c’era un bel venticello.
Steso sulla schiena, Minamisawa fissava il foglio del compito che doveva svolgere per arte.
Ma che rottura. Perché all’improvviso quella vecchia zitella si era fissata con la fotografia?
A lui, in realtà, non piaceva nulla in particolare.
“Vuoi restare lì a fissare quel foglio all’infinito?” gridò Kurama.
Il ragazzino dalla pelle scura stava più giù, in mezzo al campo, a palleggiare.
Lo stava guardando torvo, come se stesse pronunciando un muto rimprovero.
“Essere ignorato dal sottoscritto non è facile da mandar giù, eh?” lo prese in giro Minamisawa.
Come risposta si beccò una pallonata addosso.
Si mise seduto, dolorante, e il foglio gli volò via di mano. Minamisawa restò a guardare rassegnato mentre il vento se lo portava via.
“Uffa, Norihito. E’ sempre colpa tua.” Commentò. L’altro arrossì impercettibilmente.
“Oh, scusami tanto.” Replicò con un tono tutt’altro che di scuse, mentre lo fulminava con lo sguardo.
Il ragazzino si avvicinò per riprendersi la palla, ma Minamisawa non gli consentì di andare via –gli afferrò entrambe le braccia e lo tirò giù con sé.
Minamisawa lo strinse a sé. Kurama sospirò e lasciò stare.
“Certo che tu sei davvero stupido…” mormorò e chiuse gli occhi.
Stettero un po’ in silenzio, poi Minamisawa capovolse le posizioni; Kurama, trovandosi improvvisamente sotto, sovrastato dal corpo dell’altro, arrossì violentemente.
“C-cosa pensi di fare? Siamo all’aperto!!”
“Posso farti una foto?”
“Ho detto che…cosa?” Kurama alzò un sopracciglio, perplesso.
Minamisawa sorrise. “Volevo solo farti una foto col cellulare. Cosa credevi, maniaco?”
“M-m-maniaco, io?! Da che pulpito! E no che non puoi!” replicò Kurama piccato.
“Non posso cosa?”
“Farmi una foto. Non ti azzardare.”
Minamisawa stava per ribattere, poi si accorse del rossore che illuminava le guance del compagno –si poteva dire facilmente che fosse imbarazzato e a disagio di fronte alla sua insolita richiesta.
“Ah, che tenerezza.” Commentò. “Diventi timido di fronte all’obbiettivo, Norihito?”
Stranamente Kurama non lo minacciò di morte, né tentò di picchiarlo. Chiuse di nuovo gli occhi con un sospiro e borbottò qualcosa che Minamisawa non riuscì ad afferrare, ma il ragazzo dai capelli violetto intuì che Kurama doveva essere stanco perché poco dopo lo sentì russare placidamente.
Allora si spostò da sopra di lui e si sedette a gambe incrociate.
Non riusciva a smettere di fissarlo…
Kurama, nonostante loro due fossero tutto fuorché amici, sapeva sempre come trattare con lui. E, pur avendo cento e più difetti, era l’unico in grado di ipnotizzarlo in quel modo.
“Fotografa qualcosa che ti piace, eh?” mormorò. Con la coda dell’occhio intravide il suo foglio posarsi in acqua, e rimanere invischiato nella corrente del fiume –sarebbe affondato a breve.
“Forse dopotutto hai ragione… Neanche io voglio farti una foto.” Disse, anche se il compagno non poteva sentirlo. Allungò la mano verso il suo viso e gli scostò alcune ciocche di capelli, per poi accarezzargli la fronte con le nocche. E in quel momento ne ebbe la certezza.
Non gli avrebbe mai fatto una foto, perché non gli piaceva affatto il pensiero che qualcuno oltre lui potesse vedere Kurama e accorgersi di quanto fosse adorabile…
Perché lui era suo. Solo suo.
 
 
 
---**Angolo della MelaH_**
Ciaooooo. 
Come secondo prompt avevo "camera", che in inglese vuol dire "macchina fotografica".
Mi sono immaginata come Minamisawa avrebbe reagito a un compito di questo genere visto che come studente non mi sembra tanto male, anche se magari un tantino scazzato -ma poi boh (?), cioè, quando mai questi di IE stanno a scuola? - :'D
Non ne so so molto, ma leggendo vari manga (o guardando anime, of course) mi sono resa conto che in Giappone questo tipo di compiti sono molto comuni, soprattutto nelle materie dove idee e creatività sono molto importanti, come economia domestica o disegno.  Esistono persino i club di fotografia nei licei! 
Per scrivere questa shot mi sono un po' ispirata alla canzone "Camera Shy" di school boy humor, canzone che mi fa pensare alla Minakura -ci ho anche fatto un video, lol- perché secondo me Kurama è il tipo che diventa timido di fronte all'obiettivo xD
Spero che la shot vi sia piaciuta ^^
ora vado un po' in giro a cercare blog su Matt e Mello di Death Note, che poi cioè io lo odio però camy mi ha fatto fissare con la coppia e vabbè.
Baci, 
      Roby

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Capitolo 3
*** # ease. ***


# ease
 
La leggera penombra della stanza stava iniziando a rabbuiarsi.
Steso nel suo futon, con le dita strette nella coperta, Kurama osservava lo scuro della notte che si allungava nella stanza in cui lui, Hamano, Hayami e Minamisawa stavano dormendo.
Il ragazzino odiava il buio, perché nel buio ci sono cose che non puoi vedere. Il buio deforma, distorce la realtà, e lui odiava non avere punti di riferimento chiari e precisi; lo metteva a disagio.
Chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi su qualcos’altro.
Hamano russava incontrollabilmente: il ragazzo moro si era liberato quasi del tutto della coperta ed dormiva avvinghiato con le braccia e con le gambe ad Hayami, suo –sfortunato- vicino di letto, che sonnecchiava con la testa rossa appoggiata sulla pancia del compagno.
Da fuori venivano solo i rumori della campagna, quella fottutissima campagna sperduta in cui il coach Kudou li aveva portati a fare un training-camp. Lui odiava i training-camp, lo costringevano a fare un sacco di attività scomode come la canoa o, appunto, dormire nei futon con altra gente che magari russava.
Riaprì gli occhi e rotolò sulla pancia, affondando la testa nel cuscino.
Non sapeva dire se lo infastidiva di più il canto dei grilli, il soffiare del vento o il russare di Hamano.
Il giorno dopo avrebbe preso a calci il suo migliore amico, questo era poco ma sicuro.
Si girò di nuovo, inquieto, e pensò ad un modo per addormentarsi.
Una pecora, due pecore, tre pecore, quattro pecore, cinque pecore, sei pecore, sette pecore, otto pecore, nove pecore, dieci pecore, undici pecore…
Era appena arrivato al proprio numero di maglia che una voce gli sussurrò all’orecchio.
“Non riesci a dormire?”
Kurama sobbalzò e si voltò di scatto verso il viso che lo osservava nell’ombra.
“…no.” Rispose infastidito. Minamisawa si era avvicinato di soppiatto e stava accovacciato accanto al suo futon, con il viso chino su di lui.
“Hai paura del buio?” chiese piano. Sorrise e gli posò un bacio sul collo bollente.
Kurama lo allontanò bruscamente. “Smettila.” Intimò, imbarazzato e arrabbiato.
“D’accordo. Ma è difficile dormire con uno che si agita così tanto, sai.” Replicò Minamisawa con un sospiro.
Kurama lo sentì abbandonare il posto vicino a lui per tornare al suo futon.
“Aspetta…” mormorò, ma poi tacque. Non poteva chiederglielo, non poteva… Si morse il labbro per orgoglio.
“Norihito?” chiamò Minamisawa, in attesa. Kurama non rispose e Minamisawa sospirò.
Se non glielo chiedeva, beh, allora lo avrebbe fatto lui.
“Norihito, vuoi dormire con me?” sussurrò sorridendo, più per sincero divertimento che non per malizia.
Attese e udì il fruscio delle coperte poco lontano da sé, poi il calore di un altro corpo attaccato al suo. Con le braccia, lentamente, avvolse il ragazzino e lo attirò a sé.
“Stasera mi sento magnanimo, quindi ti accontento.” Disse Kurama accoccolandosi contro il suo petto.
Minamisawa ridacchiò. Non poteva vederlo arrossire, ma lo immaginava benissimo.
“Certo. Buonanotte, Norihito.” Bisbigliò, gli baciò la fronte e chiuse gli occhi.
Kurama si strinse a lui. Aveva i piedi gelati ed era straordinariamente irritante anche quando voleva essere dolce, ma Minamisawa Atsushi era l’unica persona in grado di farlo sentire così a suo agio.






---**Angolo della MelaH_**
Ciao :D
Sono la vostra MelaH!  
Il prompt del terzo capitolo è "ease ", che significa "agio". Tutti i prompt sono in inglese perché in cotal lingua (?) è il sito da cui li prendo settimana per settimana.

Credo che alla fine farò una ventina di capitoli -tipo stavo pensando di farne 21, perché questo è il numero che esce sommando i numeri di maglia di Minamisawa e Kurama (10 + 11) xD
Santo Melone, io amo troppo questa coppia.
Spero abbiate gradito questo capitolo ^^ Stavolta non c'è niente di "malizioso", è solo un po' di sano fluff <3
Ora devo lasciarvi per andare all'università.
cazzoooooo, qui diluvia e io sto a piedi DDD:


Baci, 
      Roby

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Capitolo 4
*** # surrender. ***


# surrender
 
Voltò pagina e sospirò. Doveva finire quel libro entro due giorni per il compito in classe di inglese, ma in mezz’ora aveva letto a stento tre pagine.
Non riusciva per niente a concentrarsi.
Se solo lui avesse smesso di fissarlo, come gli aveva chiesto circa un’ora prima.
Gliel’avrebbe volentieri chiesto di nuovo, ma tanto sapeva con certezza che l’unica risposta che avrebbe ottenuto sarebbe stata tipo “Non ti sto fissando, razza di idiota, fisso il vuoto.”
Minamisawa alzò il volto verso Kurama, giusto per controllare che fosse ancora immerso nella sua contemplazione del “vuoto”; lo colse di sorpresa, i loro occhi si incrociarono per un attimo e il ragazzino sussultò. Minamisawa tornò a leggere, scosse il capo e sospirò.
“Non penserai che possa stare tutto il giorno a fare questo, vero?” disse, con gli occhi fissi sul libro, ma senza leggere una parola. “So che non è facile accettare di essere ignorato dal sottoscritto, ma impegnati un po’ di più, d’accordo? Non riesco a leggere se mi fissi così intensamente…”
“N-non montarti la testa! Ti ho già detto che non ti stavo fissando!” ribatté Kurama.
Minamisawa non aveva nemmeno bisogno di girarsi per sapere quale espressione avesse: gli occhi bassi, pieni di vergogna, le guance rosse e gonfie, un adorabile broncio.
No, no, concentrazione, concentrazione.
Kurama poteva diventare l’essere più testardo e fastidioso del pianeta se voleva. Quel giorno sembrava che ce la stesse mettendo proprio tutta.
Nella stanza calò il silenzio e Minamisawa pensò di avere finalmente trovato pace. Lesse velocemente ben cinque pagine consecutive e riuscì persino ad arrivare fino alla pazzia e al suicidio di Ofelia, tanto che credette di poter finire l’Amleto quel giorno stesso.
Già, credeva… Invece no.
Due braccia esili e spigolose gli circondarono il collo e lo strinsero forte.
Minamisawa fu colto di sorpresa, ma si rilassò subito con i battiti regolari del cuore che batteva nel petto premuto contro la sua schiena; il respiro dell’altro gli spostava leggermente i capelli sulla nuca.
“…che stai facendo?” chiese alzando un sopracciglio.
“Sto cercando di strozzarti.” Fu la risposta, una minaccia che suonava più come una supplica. La voce di Kurama era bassa, quasi un sussurro, insicura, capricciosa.
Minamisawa si morse il labbro inferiore.
“Basta, mi arrendo. Sei veramente un ragazzino impossibile.” Disse alla fine, chiuse il libro e si voltò per ricambiare lo strano abbraccio di Kurama, che affondò il viso imbarazzato nel suo collo. Minamisawa gli scostò i capelli dall’occhio destro e posò un bacio delicato sulla palpebra.
Kurama borbottò un insulto, ma strinse l’abbraccio.
Minamisawa gettò un ultima occhiata al libro e decise che la lettura poteva anche aspettare: in fondo Amleto e Ofelia (oh, soprattutto lei) non andavano da nessuna parte, Kurama invece poteva fuggire da un momento all’altro!





---**Angolo della MelaH_**


Ciao :D
Stavolta il mio prompt era "surrender", che vuol dire "resa" o "arrendersi".
Okay, lo so che è un headcanon piuttosto diffuso che nella coppia Minamisawa sia il pervertito e Kurama lo tsundere -cosa che condivido anche io, almeno in parte xD-, però io con questa raccolta mi sono prefissata l'obiettivo di 
approfondire un po' di più questa relazione: insomma, di mostrare le molte sfumature di questa coppia scoppiettante (?) ;)
Partendo da questo presupposto, è evidente che altenerò momenti di fluff a momenti più "erotici" e momenti malinconici a momenti divertenti. Affronterò temi e situazioni molto diverse, per cui nè Minamisawa né Kurama saranno personaggi statici. 
Come si sarà capito, il povero Atsushi doveva studiare Amleto per il compito in classe, ma non è proprio facl studiare quando qualcuno ti fissa, io lo so per esperienza perché la mia cagnolina mi fissa sempre e mi snerva parecchio :'DDD però sia lei che Kurama sono carini perciò la tortura è sopportabile, lol.
Baci,
      Roby

 



 

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Capitolo 5
*** # stretch. ***


# stretch
 
“Aaah! N-no… è impossibile, impossibile!”
“Sta calmo, so che fa male ma devi rilassarti…”
“R-rilassarmi?! Fa malissimo, dannazione! Ahi, ahi, ahi, non spingere così forte!“
“Devo spingere, sennò non risolveremo nulla…”
“Ah… le mie gambe si romperanno, me lo sento! Si romperanno, si romperanno, si stanno rompendo...!”
Minamisawa gettò un’occhiata esasperata al compagno girato di schiena e sospirò.
“Senti un po’, Norihito… sai che sei veramente negato per lo stretching? Sembri fatto di legno!” osservò.
Kurama gli rispose con un insulto non ben comprensibile, sembrava troppo occupato a soffrire per dire qualcosa di senso compiuto. Minamisawa scosse il capo, non aveva mai conosciuto nessuno che avesse così tanti problemi a toccarsi almeno le punte dei piedi. Erano bastati un paio di esercizi a terra per far entrare Kurama nel panico.
“Abbiamo finito?” domandò Kurama con voce tanto lamentosa quanto piena di speranza.
“No. Non puoi lasciare a metà lo stretching, o rischi di farti seriamente male” rispose Minamisawa fermo.
“Ugh. Dannazione” borbottò Kurama, teso nello sforzo di afferrare almeno le caviglie con le mani senza piegare le ginocchia. Minamisawa lo osservò per un po’, poi decise di fermarlo per pietà.
“Facciamo così: resisti altri dieci secondi e poi ti lascio andare, d’accordo?” propose.
“V-va bene…” acconsentì Kurama. Minamisawa gli fece incrociare le gambe, poggiò le mani sulle sue cosce e iniziò a spingerle verso il basso, mentre contava ad alta voce.
“1… 2… 3… 4…”
Visto che incredibilmente Kurama stava zitto, Minamisawa si chinò in avanti per controllare che stesse bene, e si sorprese vedendolo tutto concentrato nell’esercizio. Si stava davvero impegnando, quel nanerottolo…
“5… 6… 7… 8…”
Kurama stringeva pugni, denti e occhi per resistere. Minamisawa sorrise di fronte a quella tenerezza. Si chinò ancora di più, fino a sfiorare con il naso la sua fronte.
“9… 10.” Finì di contare e gli posò un bacio sul naso. Kurama aprì gli occhi di scatto e lo guardò sconvolto.
Prima che potesse dire qualunque cosa, Minamisawa lo precedette.
“Bravo, Norihito, vedi che se vuoi ce la fai? Anche se un po’ mi sorprendi… credevo che fossi abituato a sentire dolore dietro.” Sussurrò nel suo orecchio malizioso, poi si raddrizzò e se ne andò ridendo.
Kurama rimase un attimo perplesso, poi capì e avvampò e gli lanciò la borraccia dell’acqua dietro la nuca. 





---**Angolo della MelaH_**

Ciao :D
Per pubblicare questo capitolo, EFP mi ha fatta dannare -.-"" Si bloccava continuamente! 
e anche tumblr è impazzito, disperazione dramma  tragedia
Il prompt è "stretch" che vuol dire "allungarsi". In questo caso, l'ho riferito allo stretching prima degli allenamenti.
Se pensate che questo capitolo sia pieno di doppisensi... beh, avete ragione. Lo è e l'ho fatto anche apposta xD
Spero che vi sia piaciuto :)
Baci, 
        Roby

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Capitolo 6
*** #parents. ***


# parents

Quando gli era arrivata la chiamata, Kurama non aveva esitato un attimo a raggiungerlo.
Avevano camminato insieme lungo il fiume per molto tempo –Kurama non avrebbe saputo dire quanto, perché nessuno dei due aveva detto niente e il silenzio sembrava allungare i minuti.
Avrebbe voluto interrompere quel clima teso, ma la verità era che non sapeva cosa dire: non aveva idea di quali parole potessero lenire la sofferenza di Minamisawa, forse non ce n’erano.
Il ragazzo dovette accorgersi dell’intensità con cui veniva fissato, perché si voltò.
“Che c’è, Norihito? Non preoccuparti, io sto bene.” disse.
Kurama osservò il suo volto pallido e contrito e scosse il capo.
Minamisawa affrontava sempre le difficoltà in quel modo, fingendo che non esistessero, ma Kurama non si lasciava ingannare: Minamisawa lo chiamava sempre, ogni volta che i suoi genitori iniziavano a litigare, e negli ultimi tempi succedeva molto spesso. 
Solo che stavolta il dolore di Minamisawa non riusciva a stare nascosto dietro la maschera, si vedeva nei suoi occhi e nei suoi lineamenti tirati.
“Hanno deciso di divorziare. E’ meglio così, alla fine. Almeno non dovrò più sentirli litigare…” disse Minamisawa, lugubre, mentre cercava di stiracchiare un sorriso.
“Passerà, andrà tutto bene.”
Lo sguardo di Kurama parlava chiaramente-non va bene per niente, questo è uno strappo che non si ricucirà mai più, il vuoto lasciato dai genitori non si sostituisce.
Minamisawa tornò a guardare avanti, cercando di ignorare quel muto rimprovero, ma Kurama non si diede per vinto: inspirò profondamente, raccolse tutto il suo coraggio e con delicatezza lasciò scivolare la propria mano in quella dell’altro, che gliela strinse forte.
Minamisawa scoppiò in un pianto silenzioso.
Kurama si voltò per non vedere le sue lacrime e si mise a fissare il fiume -era attraversato da una scia brillante, la luce del sole ormai tramontato. 








--- **Angolo della MelaH_**
Ciao a tutti :)
Eccomi il nuovo aggiornamento della raccolta -più o meno ne faccio uno a settimana. 
Stavolta avevo il prompt "parents", cioè "genitori". Sono stata a lungo indecisa su cosa scrivere, e infine la scelta è ricaduta su questo tema che, sono sicura, non sarà nuovo a nessuno -personalmente non mi è successo, ma conosco parecchia gente coi genitori separati e sono veramente pochi i figli che affrontano in modo positivo la situazione.
Comunque, diciamo che la mia opinione a riguardo è contenuta, in parte, nella risposta di Kurama. 
Minamisawa, anche a giudicare da quel che si vede nell'anime, non è esattamente il tipo che affronta i problemi. Preferisce fuggire, nascondersi, far finta che non esistano.
Kurama, invece, è un tipo schietto e diretto,  tuttavia anche lui, in una situazione del genere, non sa cosa dire: consolare una persona in questa situazione, quando non ne sai nulla, è davvero molto difficile.  Ecco perché i gesti sono la cosa migliore. Persino voltarsi per non vedere le sue lacrime è un gesto d'affetto, perché Minamisawa è molto orgoglioso.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :)
Baci, 
      Roby

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Capitolo 7
*** #peach. ***


# peach

Le porte di vetro della scuola si aprirono ed entrò il vento.
Kurama si portò istintivamente un braccio davanti agli occhi e gli venne da starnutire -il vento contrario gli sputava addosso il terriccio rosso della strada, che gli finiva in faccia e si andava ad infilare persino nei vestiti. Si strofinò gli occhi con la manica del giubbino, bestemmiando.
Odiava la polvere, gli faceva venire l’allergia… gli sfuggì uno starnuto e dovette soffiarsi il naso.
Poi un profumo forte e dolciastro gli arrivò alle narici libere.
Kurama ne rimase stordito per alcuni attimi, mentre con gli occhi velati di lacrime scrutava il paesaggio, in cerca dell’oggetto che potesse emanare quell’odore inebriante.
Il suo sguardo si posò sul ragazzo che lo aspettava in piedi vicino al cancello del cortile: cercava invano di sistemarsi i capelli viola, ma il vento gli scompigliava continuamente il ciuffo -era una battaglia persa in partenza e, a giudicare dall’espressione esasperata sul suo volto, anche Minamisawa lo sapeva bene.
“Ehi.” Minamisawa lo salutò stirando un sorriso. “Ho pensato di passare a prenderti… Vogliamo andare alla sala videogiochi, o a mangiare qualcosa?” propose, desideroso di entrare in un luogo chiuso, dove i suoi capelli sarebbero stati al sicuro da fastidiose correnti d’aria.
Allungò la mano per prendere quella di Kurama, ma il ragazzino lo anticipò e lo attirò a sé, costringendolo a chinarsi in uno strano abbraccio.
“Norihito? Qualcosa non va?” disse Minamisawa interrogativo. Gesti così intimi e imbarazzanti non erano decisamente nello stile di Kurama, che di solito invece faceva di tutto per allontanarlo da sé.
Passarono alcuni minuti e il ragazzo più alto piano piano si stava abituando alla sensazione, seppur insolita; ma proprio nel momento in cui si era deciso a chiudere le braccia intorno al corpo dell’altro, Kurama lasciò la presa e arretrò di qualche passo.
“Lo sapevo!” esclamò trionfante. Minamisawa lo fissò spaesato.
“…cosa?”
“Ho sentito un profumo di pesca. E’ il tuo shampoo, vero?”
Minamisawa si costrinse ad annuire; continuò a fissarlo incredulo e un rossore si fece largo sul suo viso mentre realizzava cosa era appena successo e perché.
“Andiamo a mangiare qualcosa, allora? Ho una fame…!” chiese Kurama. Iniziò ad avviarsi, ma vedendo che il compagno non si muoveva si fermò. “Beh, che c’è? Stai ancora tenendo il broncio per i tuoi capelli? Non puoi vincere contro il vento, Atsushi, è la natura delle cose.”
 “Sta zitto, Norihito.” Borbottò Minamisawa, e si tirò la zip della felpa fin sotto il naso nella speranza di nascondere quel maledetto imbarazzo.  






---**Angolo della MelaH_**
Buona sera :)
Il ptompt di questa settimana è "peach", che vuol dire "pesca". 
Ebbene sì, Minamisawa usa uno shampoo alla pesca (?), non so perché il colore dei suoi capelli mi sembra adatto totally nonsense :'D
Di solito è sempre Kurama ad imbarazzarsi, invece stavolta è il turno di Minamisawa di arrossire un po'! Sono dell'idea che Kurama non abbia la minima idea dell'effetto che può fare all'altro ragazzo xD Che imprudente xD poi si incazza se lui gli salta addosso ma cioè lo provoca (?)
Mi piace anche molto l'idea della "battaglia" fra Minamisawa e il vento, visto che lui è un tipo che ci tiene all'aspetto esteriore xD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :)
Recensite recensite!
Baci, 
      Roby


I CAPELLI DI MINAMISAWA FANNO SWIIIIIIIIIIIIIISH. (?)

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Capitolo 8
*** #storm ***


# storm
“M-ma che cavolo hai fatto?! Sembra che tu abbia un’alga rossa in testa!” esclamò Norihito col suo solito tatto, scoppiandogli a ridere in faccia.
E certo, lui era stato al caldo sul divano tutto il tempo.
Quando quella mattina Atsushi aveva visto il meteo, un ometto dal sorriso più largo della propria faccia aveva annunciato con gioia che la mattinata sarebbe stata radiosa, offuscata solo da una "pioggerellina".  
Ma quale pioggerellina del cavolo.
Con quel diminutivo “-ina” non ci aveva proprio nulla a che fare con la tempesta che era venuta giù; sembrava che Zeus avesse deciso di annaffiare le piante lanciando violente secchiate d’acqua giù dall’Olimpo, infradiciando le persone come nemmeno la più sadica delle vecchine dei secondi piani sa fare.
E il bello è che lui l’ombrello se l’era pure portato –peccato che quello stupido, inutile oggetto avesse deciso di rompersi nel bel mezzo di un acquazzone torrenziale.
Ora Atsushi stava in piedi nell’ingresso del proprio salotto, fradicio fino alle ossa, e i suoi adorati capelli erano in una condizione veramente indecente. In quel momento avrebbe ucciso chiunque anche solo con lo sguardo. Scosse il capo e scattò, irritato, “Piantala, Norihito.” Stranamente, Kurama si zittì. 
Atsushi lo ignorò ed andò a cambiarsi; dopo una decina di minuti, mentre tentava di ridare vita al suo ciuffo, Kurama fece capolino dalla porta del bagno.
“Cosa c’è?” chiese Atsushi esasperato, voleva soltanto rilassarsi.
Kurama esitò. “Ti ho preparato la cioccolata calda… sempre se la vuoi. Non che io debba farmi perdonare di qualcosa, ovviamente.-. Mi andava soltanto di farla. E sempre se vuoi di là c'è anche una coperta calda… ma io non ti sto assolutamente aspettando, eh. C-ciao.” disse e si chiuse la porta alle spalle –eh sì, che si sentiva in colpa.
Atsushi rimase a fissare il punto in cui era sparito, sorpreso, e sentì l’irritazione scivolare via per fare il posto ad una calda sensazione di tenerezza.
Tutto sommato, forse valeva la pena beccarsi la pioggia, se in cambio poteva farsi viziare da Norihito.



---**Angolo della MelaH**
Salve.
Non aggiorno questa raccolta da quasi due settimane, o forse anche di più DD:
Vi chiedo scusa, ma proprio non avevo ispirazione.
Il prompt di questa settimana è "storm" che vuol dire "tempesta", come credo tutti -più o meno- sappiate già :'D 
Diciamo che non era particolarmente difficile scrivere su questo tema, considerato il tempaccio che fa qui -sì, sembrava davvero che Zeus lanciasse giù secchiate d'acqua sulla povera gente, e fra la povera gente c'ero io col mio ombrellino di un metro quadro e la mia borsa dell'uni che pesava duecento chili (?). Ma che bimba fortunata che sono!
Norihito, ti prego, falla pure a me la cioccolata calda e la coperta çuuuç
Immaginare Atsushi con i capelli rovinati dall'acqua è esilarante xD Dico, se non fosse stato Kurama forse l'avrebbe davvero ucciso (?).
Questo capitolo era tanto fluff e nonsense <3
Boa noite ;)
Roby  





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Capitolo 9
*** #grounded ***


#grounded

“No-ri-hi-to. Mi sto annoiando.”
Kurama sospirò. Irritante, irritante persino nel modo in cui pronunciava il suo nome. Come poteva esistere qualcuno di così irritante al mondo? E perché doveva capitare proprio a lui, poi?
“E io che ci devo fare? Devo studiare per il test di matematica quindi zitto e tranquillo.” Sbuffò.
Minamisawa non rispose; rimase in silenzio per un po’, poi si alzò dal letto. Kurama alzò lo sguardo dal libro di matematica e lo guardò torvo. “Che fai?” chiese.
Minamisawa si fermò, accigliato. “Mi sto avvicinando.” Rispose, ovvio.
“Questo lo vedo, ma se muovi un altro passo ti spezzo le gambe.” Minacciò Kurama, sbuffò e tornò al suo libro.
Anche tutte quelle stupide x e y sembravano volersi prendere gioco di lui.
E intanto Minamisawa col cavolo che stava fermo.
“Senti, non ho tempo di giocare a un-due-tre-stella con te, quindi perché non te ne vai a—“ Kurama s’interruppe sul più bello: improvvisamente vide la stanza sottosopra, poi si ritrovò a fissare il soffitto. Il tutto troppo rapidamente.
Ci mise un po' a realizzare che la sua schiena combaciava quasi alla perfezione con la superficie del pavimento liscio e duro, e che un certo qualcuno era sopra di lui.
“Atterrato.” Esclamò Minamisawa con un sorriso trionfante.
Kurama diventò rosso fin sopra le orecchie. “Ma che—?! Lasciami, imbecille!“ protestò.
“No-o.” Minamisawa sembrava un bambino cocciuto. “Non mi piace essere ignorato, e poi tanto a quel test prenderai lo stesso un brutto voto perché sei una schiappa.”
“Ma quanto amore.” Sibilò Kurama sarcastico.
Minamisawa sorrise e disse, “Dai, sono meglio della matematica, ammettilo.”
“Sei tremendo. Se ti metti sullo stesso piano della matematica, è difficile resisterti…”
“E tu perché cerchi di resistermi?” Minamisawa ridacchiò e lo baciò, poi lo abbracciò. “E poi, se fallisci il test , posso sempre darti io ripetizioni…” propose, insolitamente allegro.
Kurama sospirò, rassegnato e anche leggermente inquieto.
“Non oso immaginare ripetizioni di cosa…” 





----**Angolo della MelaH_**
Ciaoooo :D
Stasera aggiorno anche questa raccolta <3 Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento <3
Dopo aver reso Minamisawa un povero sfigatello (?) negli scorsi capitoli, ecco un prompt che lo invitava proprio a tornare pervertito xDDD
"Grounded" in italiano sta per "atterrato" <3
Minamisawa non poteva chiedere prompt migliore, insomma! Anche se Kurama non è tanto d'accordo :'DD
Ho l'impressione che un Minamisawa che da' ripetizioni a Kurama sarebbe un disastro, finirebbero col fare tutt'altro  fuck Maths, sex at school, yeah. (?)
Ooookay. Non fate tanto caso quest'ultima affermazione xD
Alla prossima!
Baci,
        Roby




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Capitolo 10
*** #playing gooseberry ***


# playing gooseberry

Non appena sentì il rumore delle chiavi nella toppa, Kurama accese la tv. Non distolse lo sguardo dallo schermo neppure quando Minamisawa entrò in casa, neppure quando lo sentì mostrare la casa alla sua fidanzata, neppure quando se la portò in camera.
I programmi serali non erano questo granché. Odiava guardare la tv la sera. Alzò il volume al massimo per non sentire le voci provenienti dall’altra stanza.
La fidanzata entrò per un momento in cucina e prese qualcosa dalla giacca, un lucidalabbra. Kurama la osservò di sottecchi mentre se lo metteva e si specchiava nel vetro della finestra –era carina, senza dubbio, con quei lunghi capelli setosi, le ciglia lunghe e il viso truccato. Una bambolina, in cui di vero chissà quanto c’era, se c’era. Lei gli lanciò uno sguardo malizioso mentre passava dietro il divano per tornare di là, e Kurama fece cortesemente finta di non averla notata.
Minamisawa, invece, non si fece vedere finché non venne l’ora definita, quella in cui la ragazza –chiunque essa fosse- veniva gentilmente accompagnata alla porta.
“Ci vedremo domani, vero?” chiese lei speranzosa.
“Certo. Ciao, dolcezza.” Rispose Minamisawa. Kurama non poté trattenere un verso sarcastico, che però dissimulò con un colpe di tosse.
Senza neanche controllare sapeva che Minamisawa stava sorridendo…
Quel sorrisino gretto, popolare, bugiardo. Il lato peggiore di quel ragazzo.
La porta si chiuse e dopo soli pochi minuti Minamisawa lo raggiunse sul divano: Kurama si ritrovò intrappolato in un abbraccio e poi si sentì spingere giù, sotto di lui.
“Ti sei già stancato di giocare?” sussurrò Kurama freddo.
“Mmm.” Mugugnò Minamisawa contro il suo collo. Kurama rabbrividì sentendo le sue labbra calde contro la pelle e poi i suoi denti morderlo delicatamente. Mentre le mani di Minamisawa lo toccavano su tutto il corpo, Kurama provò anche un po’ di pietà per la fidanzata, chiedendosi se lui avesse fatto le stesse cose anche a lei…
Perché doveva ancora capirlo, chi era a fare il terzo incomodo, in quella stupida situazione.







---------------**Angolo della MelaH**
Buonasera :')
Nonostante la stupida linguistica generale, sono riuscita a scrivere questo capitolo (?). Quando ho iniziato la raccolta, mi ero ripromessa di postare ogni settimana, ma la verità è che poi ho saltato alcuni aggiornamenti per cui sto cercando di recuperare.
"Ma ci sono le vacanze di Natale, di tempo ne hai in abbondanza!", direte voi. Invece no: io nelle vacanze studio perché c'ho gli esami a gennaio/febbraio, asdfghjsdfghj. DDD:
Alloooora, gli ultimi capitoli erano molto fluff, mentre questo è leggermente angst. Voglio dire, ma con questo prompt cosa mi aspettavo? Sì, "playing gooseberry" in inglese vuol dire "fare il terzo incomodo". Che cosa carina, nevvero? Che poi, cosa cavolo dovrebbe significare "gooseberry"?! I modi di dire inglese mi lasciano sempre più perplessa.
Non ho voluto dare né un nome né una vera identità alla ragazza di Atsushi -lei è solo "la fidanzata", perché è così che Kurama la vede. "La fidanzata" e basta. 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto anche se Atsushi è uno sporco doppiogiochista che merita tanti calci in culo <3
Baci, 
       Roby





 

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Capitolo 11
*** #yummy. ***


# yummy

Da dove diavolo erano uscite quelle cose?
Kurama gettò un’occhiata sconfortata,  anche leggermente disgustata, alle masse di burro bruciacchiate e informi che giacevano sul vassoio, avvolte elegantemente nella carta da forno. Decisamente, non assomigliavano per niente all’immagine dei deliziosi biscotti sullo scatolo della ricetta.
“Dannazione.” Brontolò. Doveva aver sbagliato qualcosa nella preparazione… di nuovo.
“Norihitooo, è più di un’ora che sei barricato in cucinaaa.” Lo chiamò Minamisawa, allungando con voce lamentosa e petulante le vocali. “Che stai facendooo?”
“Niente che ti debba interessare! E smettila di importunare le povere vocali!” ribatté il ragazzino, stizzito.
Minamisawa ridacchiò e aprì la porta della cucina, infilandosi nella stanza. Osservò curioso la stanza, annusò l’odore dolciastro, infine guardò Kurama, il quale stava cercando di far sparire il corpo del reato.
“Norihito, voglio assaggiareee.” Lo canzonò e gli afferrò il braccio, impedendogli di buttare la carta con i biscotti dentro nel cestino. Kurama si divincolò.
“Lasciami! Tanto so già cosa stai pensando. Fanno schifo.” Borbottò, distogliendo lo sguardo.
“Beh, è la verità. Fanno schifo.” Osservò Minamisawa. Kurama stava per picchiarlo col vassoio, ma l’altro fu più rapido: afferrò una manciata di biscotti e se li ficcò in bocca.
“Mmm… sì, sono veramente indecenti. Forse però come arma di distruzione di massa avrebbero un futuro.” Sorrise e si portò la mano di Kurama alla bocca, leccando via i residui d’impasto e zucchero rimasti attaccati ai polpastrelli. “Appetitoso.” Aggiunse, gli fece l’occhiolino.
Kurama scosse il capo e sospirò. In fondo per quel cretino anche quello era un modo di mostrare il suo amore nei suoi confronti: sapevano benissimo entrambi che, come sempre, Minamisawa sarebbe stato malissimo dopo aver mangiato la cucina di Kurama. 







-------**Angolo della MelaH**
Buonasera :)
Non so come io sia riuscita a scrivere una capitolo così fluff dopo essermi fatta un'endovena di angst con l'ultimo episodio di K. Ceh, devo avere un qualche dono, per cui trovo sempre anime tristissimi in cui muoiono quasi tutti i miei preferiti che culo :'DDDD Comunque, mi sono commossa, è davvero un bel finale. Mi ricorda un po' No.6, da questo punto di vista però lì non moriva quasi nessuno
ASDFGHJKSDFGHJK. Ma sto divagando (?).
Tornando al capitolo, si fonda su un mio headcanon -già affiorato in una mia vecchia fic, "Yours"- secondo cui Kurama fa particolarmente schifo a cucinare, ma Minamisawa mangerà sempre tutto, a costo di farsi un buco in stomaco, perché ama troppo il suo Norihito <3
Come potrete immaginare, "yummy" vuol dire "appetitoso". 
Fatemi sapere che ne pensate :3
Bacioni, 
             Roby


Ma perché cavolo Saruhiko e Misaki non si sono baciati nell'ultimo episodio, dannazione!



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Capitolo 12
*** #oracle ***


# oracle

Kurama lanciò uno sguardo afflitto al foglietto di carta che aveva fra le mani. Ogni volta che la riguardava, la scritta “Cattiva fortuna” sembrava quasi piegarsi in un sorrisetto malefico. E non era certo la prima volta che gli capitava: decisamente non aveva un buon rapporto con gli oracoli!
Sospirò pesantemente e alzò lo sguardo al cielo.
“Aaah, cavolo! Ma ditemi almeno che vi ho fatto!” strepitò in direzione di una qualunque divinità celeste che lo stesse a sentire, si sentiva disperato e irritato allo stesso tempo.
Qualcuno sbuffò alle sue spalle; si voltò e vide Minamisawa che si premeva una mano su un orecchio, con aria seccata. “Sarà colpa tua se divento sordo!” esclamò. “Si può sapere che cavolo hai da urlare? Parli anche da solo, adesso?”
“N-non sono solo! Ci sono Hayami e Hamano…” ribatté Kurama. Minamisawa fece un sorrisetto.
“Ah sì?” disse guardandosi intorno. Kurama lo imitò: ora che ci pensava, in effetti non aveva la più pallida idea di dove fossero finiti… Sospirò, esasperato: c’era troppa folla e lui aveva un senso dell’orientamento pari a zero, quindi forse entro sera sarebbe riuscito a trovarli.
“Sono davvero sfortunato.” Borbottò, accartocciando il foglietto malefico.
“Cattiva fortuna come al solito, eh?” lo prese in giro Minamisawa. “Beh… non crederci troppo, sotto molti punti di vista si potrebbe invece dire che sei molto fortunato.”
Kurama alzò un sopracciglio, scettico.
“E con questo che vorresti…” non riuscì a completare la frase a causa del bacio che Minamisawa gli rubò, rapido, prima di sfoderare il suo solito sorriso malizioso.
Tu hai me. Non credi che sia una grande fortuna? ” disse, e Kurama diventò di mille colori per l'imbarazzo.







----**C'era una volta una melaH...*
Salve salvino °^°
Oggi pomeriggio ho una partita a Salerno mado' che freddo che fa là, tremo al solo pensiero brrrrrr però ci tenevo ad aggiornare la raccolta prima di uscire :) Il capitolo l'ho scritto ieri sera, mi sembrava un peccato non postarlo, anche perché ho saltato parecchi aggiornamenti! Spero che vi sia piaciuto, dunque <3
"Oracle" in inglese sta per "oracolo", e io l'ho interpretato secondo la tradizione giapponese di farsi predire il futuro il pimo giorno dell'anno: in pratica si va al tempio, si prega e si prende uno di questi biglietti chiamati "oracoli", che posso essere di buona, cattiva, o mediocre fortuna. 
E se vi state chiedendo dove siano Hayami e Hamano... beh, questo lo lascio alla vostra immaginazione <3
Bacioni, 
           Roby



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Capitolo 13
*** #wild. ***


# wild

Il sapore rugginoso del sangue nella bocca, seguito dall’ormai familiare dolore, gli fece chiudere gli occhi per qualche istante. Lo aveva baciato ed era stato morso. Prevedibile.
Norihito si staccò e passò la lingua sul suo labbro, fino all’angolo della bocca, mentre le sue mani scendevano a toccargli il cavallo dei pantaloni.
“Sei già al tuo limite?” sussurrò divertito. Atsushi gli afferrò le mani e se le portò alle labbra, baciandole.
“Secondo te, di chi sarebbe la colpa?” chiese, retorico.
Norihito fece finta di rifletterci, poi lo spinse giù sul letto e si sedette a cavalcioni sul suo stomaco.
“Tua perché sei un pervertito.” Rispose, e Atsushi non poté fare a meno di sorridere
Una lotta all’ultimo colpo –anche sotto la cintura, sì-, ecco cos’era il sesso con Norihito.
Atsushi quasi si meravigliava di quanto potesse scatenarsi a letto quel ragazzino che arrossiva ad ogni minimo doppiosenso… morsi, graffi, gli lasciava segni e lividi in ogni parte del corpo, soprattutto in posti visibili da tutti, quasi volesse fargliela pagare del modo in cui lo imbarazzava continuamente.
“Se io sono il pervertito, tu sei un selvaggio…” commentò, le sue mani già scivolavano sotto la maglia del suo ragazzo.
Norihito gli lanciò un’occhiata sorpresa, ma fu solo un attimo; si chinò su di lui, restando ad un soffio dalle sue labbra, caldo, bollente, e sussurrò, “E non dirmi che non ti piace…” 






----------**Angolo della melamelindah**

perché ho cambiato nickname e allora cambia anche il nome dell'angolo

Salve °^°
Con questo capitolo finalmente ho dato un senso al rating arancione, anche se mi vergogno tanto come mio solito. 
Il prompt "wild" sta per "selvaggio", e ho deciso di sfruttarlo in questo modo perché che Norihito e Atsushi facciano sesso violento è un mio headcanon non ditemi che sono perversa pls çuuuç. Insomma, anche loro hanno i momenti fluuuuuff (?), è vero, ma secondo me si picchiano con tanto lovelove <3
Oggi ho fatto un esame, e domani vado a comprarmi le converse, e poi ho un altro esame ed infine il resto di Febbraio sarò libera e potrò scrivere tanto. Yeppi-yee :'DD
E non so perché il macellaio è venuto a consegnarci la carne alle dieci di sera (?)
Ora vi lascio perché sto vedendo Love Story, ed è un film troppo triste e sono arrivata alla parte super-triste e ora mi metto a piangere, nghé çuuuç
Baci baci,
               Roby





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Capitolo 14
*** #glint ***


# glint

Minamisawa si guardò intorno, distrattamente. Hyoudou era impegnato in una fitta conversazione con Sangoku e Shinsuke –dopotutto, non era male quel piccoletto- di cui lui si era perso gran parte dell’ultimo pezzo mentre tentava di liberarsi degli abbracci spaccaossa di Kuramada e Amagi.
I due ragazzi erano così entusiasti di vederlo che a momenti non volevano più lasciarlo andare via; Minamisawa si era sentito quasi commosso di tutto quell’affetto, che nemmeno si era accorto di aver mai ricevuto nell’anno e mezzo in cui aveva fatto parte del club di calcio della Raimon. Anche Shindou, Sangoku e tutti gli altri lo avevano accolto con un sorriso. Beh, tutti proprio no. Ovviamente Kurama no. Era passato un mese dall’ultima volta che si erano parlati.
Minamisawa sospirò, chiedendosi se il ragazzino non lo avesse ancora perdonato per averlo mollato senza dirgli nulla. Era testardo, il suo adorato Norihito. Oh, quanto avrebbe voluto camminare verso di lui, strapparlo ad Hamano e Hayami e stringerlo forte a sé, magari baciarlo... 
Ma strinse i pugni e si trattenne. Tornò a fingere di ascoltare ciò che stava dicendo Hyoudou.
“Kurama? Mi ascolti? Che stai guardando?” esclamò Hamano all’improvviso.
Minamisawa si voltò di nuovo, incapace di fermarsi, e catturò lo sguardo di Kurama: fu solo un attimo, ma intravide un brillio nei suoi occhi neri. Norihito lo stava fissando, e da quel brillio voglioso Atsushi intuì cosa pensava. 
Non lo aveva perdonato. Lo voleva, lo desiderava ancora.  
Minamisawa sorrise e si ravviò i capelli, sentendosi improvvisamente molto più allegro. 







---**C'era una volta una melaH...**
Buongiorno!
Ieri sera mi scocciavo di andare a dormire, così sono andata a caccia di prompt per questa e altre raccolte. Ho fatto scorta per un po', eheheh. 
"Glint" vuol dire "brillio". La flash si ambienta più o meno nell'episodio 37 di IEG, quello in cui Minamisawa e Hyoudou vanno alla Raimon per aiutare Shinsuke con il suo avatar. Personalmnte ho adorato quella puntata così come adoro tutte quelle in cui c'è Minamisawa <3 Perché, dai, è così dolce che voglia aiutarli <3 Peccato però che fra lui e Norihito non ci sia praticamente nessuna interazione, ci speravo visto che nei primi episodi stanno sempre assieme :'C
 Non vi dico cosa faranno Atsushi e Norihito dopo essersi scambiati questi sguardi appassionati (?) , potete immaginare da soli <3
Alla prossima!
Baci, 
          Roby





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Capitolo 15
*** #being in a fuddle. ***


# being in a fuddle

Cambiò programma ancora una volta e sbuffò. Non c’era davvero niente da vedere, a parte i drama di sua madre? Quella roba era talmente sdolcinata da cariare i denti.
Norihito non aveva mai sentito il bisogno di tutto questo romanticismo nella propria vita, anche perché il suo rapporto con Minamisawa non era esattamente “romantico”… in fondo il loro era perlopiù una relazione di letto.
Sì, per il bene della propria salute mentale in quella relazione non doveva esserci più di quello, questo Norihito l’aveva deciso all’inizio della loro storia.
Tuttavia, quando Minamisawa scivolò vicino a lui e gli appoggiò la testa sulla spalla, Norihito non poté fare a meno di arrossire furiosamente.
Il cuore gli batteva all’impazzata per il semplice fatto di essere stato toccato da lui. Non era niente di pervertito, niente di troppo sensuale, ma era sufficiente a mandarlo nel pallone.
“Ehm… A-Atsushi?” chiese, esitante. Si voltò appena, sentendo forte il desiderio di baciarlo, ma girandosi si accorse che Minamisawa si era soltanto appisolato contro di lui.
“C-che…” balbettò, ancora con la testa sottosopra. Non poteva credere di aver avuto il batticuore per una cosa così stupida!
Si arrabbiò tanto con se stesso e con Minamisawa che si alzò di scatto, facendo cadere il compagno giù dal divano.
“Ouch! Che diavolo ti prende, Norihito? Che male!” protestò Minamisawa massaggiandosi il sedere, mentre Norihito scappava dalla stanza urlando, “Zitto, cretino!! È sempre tutta colpa tua!”
“Eeeeh? Ma che ho fatto stavolta?!”
“Zittoooooo! Non ti sopporto!”






---**C'era una volta una melaH...**
Buon pomeriggio ;)
"Being in a fuddle" è un'espressione inglese per indicare lo stato d'animo che noi definiamo come "essere nel pallone". Ovviamente, l'unico modo in cui potevo svilupparlo era infilando uno dei due personaggi in una situazione imbarazzante xD La vittima prescelta è stato Norihito, per il semplice motivo che le sue reazioni sono più divertenti. In fondo, Minamisawa non gli ha fatto nulla di particolarmente "maniaco", lol -ma tanto qualunque cosa faccia può mandare Kurama nel pallone :'DD
Sarà un suo potere speciale (?) 
Avevo avuto un'idea per una mini-long MinaKura, ma... la dura e triste verità è che sono sepolta di idee e roba che sto già scrivendo :'DD Adesso che è anche ricominciata l'università, mi sa che non avrò proprio tempo per fare nulla, perciò mi limiterò a mandare avanti questa raccolta... e un giorno chissà (?)
E volevo anche iniziare altre due raccolte, ma adfghjasdfghjk uffa. 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! ;)
Baci,
      Roby






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Capitolo 16
*** #goldfishes. ***


# goldfishes

Kurama si guardò intorno, sorpreso. Era sicurissimo che Minamisawa gli stesse camminando proprio a fianco, fino a un minuto prima, ma ora non lo vedeva più da nessuna parte. Si fermò e si alzò sulle punte per cercare di guardare oltre la folla che sommergeva la strada –per fortuna, Atsushi era abbastanza alto e il colore dei suoi capelli era piuttosto brillante, per cui trovarlo non fu difficile.
Kurama lo raggiunse e gli tirò un pugno nella spalla.
“Ouch” si lamentò l’altro. “Per cos’era quello?”
“Perché non si abbandona in mezzo alla strada la persona a cui hai chiesto di uscire, imbecille.”
Minamisawa rise. Kurama sbuffò, ma il suo broncio crollò subito quando gettò un’occhiata alla vetrina davanti alla quale Minamisawa si era fermato.
“Un negozio di animali? Vuoi un cucciolo per Natale?” chiese, accigliato.
“Mancano sette mesi al prossimo Natale, Norihito” fece notare Minamisawa. “Guardavo gli acquari.”
Attirato dalla sua voce stranamente bassa e gentile, Kurama seguì il suo sguardo verso gli acquari esibiti in vetrina, nei quali pesci tropicali dagli splendenti colori nuotavano misti a (banali?) pesci rossi.
“Quand’ero piccolo, desideravo tanto avere un animale da compagnia. Volevo sentirmi meno solo mentre i miei erano a lavoro... però mia madre non ha mai voluto comprarmi nemmeno un misero pesce rosso” disse Minamisawa, leggermente nostalgico. “Diceva che erano troppo delicati, bisognava prendersene troppa cura… mi sono sempre chiesto se non pensasse la stessa cosa di me.”  
Abbassò lo sguardo. Kurama restò in silenzio.
 
Minamisawa si appoggiò al bracciolo del divano e sospirò, senza Kurama in giro la vita era terribilmente noiosa. Non sentiva il ragazzo da tre giorni, non una chiamata, non un messaggio… niente. Minamisawa non era mai sicuro se quello fosse il suo modo di apparire desiderabile o se semplicemente non ci pensasse per natura.
Il suo cellulare vibrò all’improvviso e lui rispose all’istante.
“Norihito?”
“Apri la porta, testa di mora.” Minamisawa sorrise all’insulto totalmente privo di senso e andò ad aprire la porta; i suoi occhi si spalancarono di sorpresa quando si trovò davanti Kurama, tutto rosso in volto, con una boccia colma d’acqua fra le mani: al suo interno, due pesciolini rossi nuotavano rincorrendosi.
“Così non ti sentirai solo mentre io non ci sono” borbottò il ragazzino, senza guardarlo negli occhi.
Minamisawa gli prese la boccia di mano e la posò con delicatezza sul tavolo della cucina, poi strinse a sé Norihito, che ricambiò imbarazzato.
“Ti piace?” gli chiese in un sussurro. Minamisawa sorrise. “Potrei riempire quella boccia solo con lacrime di felicità.”





---**C'era una volta una melaH...**
Buon pomeriggio <3
Come avrete sicuramente capito, i "goldfishes" inglesi non sono altro che i nostri "pesciolini rossi" italiani chissà perché poi si chiamano gold e non red :'D.
Già nel capitolo 6, avevo accennato al mio headcanon secondo cui Minamisawa non ha una situazione familiare molto allegra (?). Qui ritorna lo stesso tema, anche se in modo molto diverso. I pesci rossi sono paragonati a persone, hanno bisogno di cure e amore e fanno compagnia. Sono solo pesciolini, ma io da piccola ne ho avuti alcuni e piangevo per settimane quando ne moriva uno. Ma una mia amica ne ha uno da dieci anni, è incredibile. :'DDD
Questo capitolo è percorso da una vena di malinconia, ma è molto fluff <3 Mi piace il fluff, anche se ultimamente tendo verso l'angst (?) <3
Spero che il capitolo via sia piaciuto :)

Baci,
        Roby





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Capitolo 17
*** #dullness. ***


#dullness

Come al solito, le ragazze sulla metro lo squadravano da capo a piedi e facevano commenti sul suo aspetto. Minamisawa ogni tanto gettava loro un’occhiata, un sorriso. Sapeva quanto la prima impressione in una scuola nuova –iniziare le medie, peraltro, non era uno scherzo- potesse essere importante. Un gruppetto di tre o quattro ragazze ridacchianti scese alla sua stessa fermata e lo fermò.
“Sei iscritto alla Raimon Junior High? Ti va di fare la strada con noi?” chiese la più bassina. Minamisawa osservò il suo volto pieno, il seno prosperoso e i capelli rossicci.
“Sarà un piacere” rispose. Le ragazze si schierarono ai suoi fianchi, circondandolo, e durante il tragitto lo inondarono di domande; Minamisawa, abituato a questo genere di attenzioni fin dalle elementari, rispondeva in modo vago e affascinante: parole belle ma vuote e un sorriso di circostanza sembravano bastare a quelle persone. Approfittando di un momento in cui le ragazze parlottavano fra loro –argomento: lui, di sicuro- alzò lo sguardo verso il cielo azzurro e sospirò.
Era annoiato della monotonia nella sua vita, nulla sembrava più entusiasmarlo e tutto gli appariva insopportabile…
Immerso nei suoi pensieri urtò una borsa, trascinando a terra il proprietario. Abbassando lo sguardo vide un ragazzino -così basso da sembrare uno studente delle elementari- che lo fissava truce con l’occhio non coperto dalla frangia dei capelli. “Sta più attento, cretino!” lo rimproverò, si alzò e se ne andò arrabbiato, senza lasciargli il tempo di scusarsi.
“Che antipatico!” commentò stizzita una ragazza, le sue amiche concordarono. Nessuna di loro si accorse che Minamisawa stava sorridendo con sincerità, per la prima volta quella mattina: era sicuro al cento per cento di aver trovato qualcuno capace di irrompere nel grigiore della vita quotidiana.





---**C'era una volta una melaH...**
Salve salvino :D
Questa flash ci riporta temporalmente al primo giorno di scuola media di Minamisawa e Kurama, e al loro "traumatico" primo incontro. Ho pensato di fare così sia perché l'anime ovviamente non si sofferma molto su queste cose, sia per sfruttare al meglio il prompt, il cui significato è "monotonia". Con questa flash volevo esprimere questo headcanon, secondo cui per Minamisawa Kurama è un'incognita, qualcosa che cambia continuamente il suo modo di pensare e di agire, e non è mai noioso, ma è anche molto più sincero e "vero" delle altre persone: ecco perché decide di avvicinarsi a lui. La scena di Minamisawa che butta a terra Kurama mi fa ridere XD Capita in metro o semplicemente nei luoghi affollati che qualcuno ci urti e ci faccia perdere l'equilibrio, e Kurama viene trascinato a terra dalla borsa perché è molto leggero essendi piccolo di corporatura :'DDD
Spero che la flash vi sia piaciuta ;)
Alla prossima <3
        Roby



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Capitolo 18
*** #non-sense. ***


 # non-sense

Sollevato sui propri gomiti, Atsushi osservava pensieroso il compagno che dormiva di fianco a lui; era una cosa che soleva fare ogni mattina, dal momento che si svegliava sempre un po’ prima amava osservare il volto dormiente di Norihito. Il ragazzino si voltò a pancia in su e sospirò, poi disse il suo nome. Atsushi lo guardò sorpreso: sognava di lui? Era una cosa incredibilmente adorabile, ma in un certo senso lo irritava. L’espressione crucciata di Norihito, insieme al rossore che dava colorito alle guance, faceva intuire che non era esattamente un sogno casto e puro. A cosa diavolo stava pensando? Ma, cosa più importante, perché stava lasciando che un qualche Atsushi dei suoi sogni gli facesse certe cose, quando poteva avere quello vero? Atsushi si sentì oltremodo infastidito, e svegliò subito Norihito mordendogli il collo.
“Ouch! Cosa—” Il ragazzino sobbalzò e aprì gli occhi, confuso, e Atsushi lo baciò senza aspettare altro. 
“Cosa sognavi?” chiese a bassa, bassissima voce.
Norihito rabbrividì e avvampò, una risposta più che eloquente. Atsushi sbuffò interdetto e lo morse di nuovo, tracciando poi con la lingua il segno dei suoi denti.
“Idiota…” borbottò Norihito, dolorante. “Si può sapere qual è il tuo problema?!”
“Non fare sogni strani.”
“Cos—Aspetta, non sarai geloso di ciò che sogno? Ti rendi conto che è assolutamente insensato vero?”
Atsushi ci pensò. Naturalmente lo era, ma sapere che non aveva senso non lo rendeva impossibile.
Prima che Norihito potesse sfotterlo, gli lasciò un bacio umido appena sotto il lobo dell’orecchio, poi liberò entrambi dalle lenzuola e sorrise soddisfatto quando, semplicemente sollevandogli una gamba, strappò un gemito all’altro. Baciò sensualmente il suo interno coscia e disse: “Ti farò sentire anche meglio di uno stupido sogno…” 



---**C'era una volta una melaH...**
Buongiorno <3
Ecco un nuovo capitolo della raccolta, che ha una leggera sfumatura di arancione -Minamisexy di nome e di fatto (?)- ma che come dice il prompt si basa su una situazione insensata: un Atsushi fin troppo possessivo, al punto di diventare geloso persino di se stesso, o meglio del se stesso nei sogni di Kurama! Nello sviluppare questo prompt mi sono divertita troppo, lo ammetto, e spero che abbia fatto sorridere anche voi xD
Diciamo che ieri, peraltro, non avevo proprio un bel niente da fare perché non avevo internet a disposizione, per cui ho scritto un bel po' :'D e ho finito di leggere Il castello errante di Howl, ma questo non c'entra.
Alla prossima :)
Baci,
        Roby


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Capitolo 19
*** #thank you. ***


# thank you

Ogni tanto, Minamisawa sentiva il forte bisogno di dire a Kurama cosa provava per lui.
Non capitava mai in un momento o luogo preciso; poteva succedere in mezzo al campo da calcio, magari durante un allenamento –peggio: una partita-, o sulla strada di casa, o ancora mentre giocavano ai videogame, a casa dell’uno o dell’altro. Si fermava, qualunque cosa stessero facendo, e diceva: “Mi piaci.”
Non era davvero sicuro del perché lo facesse, all’inizio, poi aveva capito.
Voleva soltanto che Kurama rispondesse: “Anche io.”
Ma per quante volte Minamisawa ci avesse provato, niente era mai andato secondo i suoi piani. Ogni volta Kurama arrossiva, distoglieva lo sguardo e faceva finta di niente. Oltre che snervante, era diventato una noiosa e prevedibile routine.
“Norihito” lo chiamò, giocherellando con la penna. Kurama alzò lo sguardo, interrogativo, dal libro di matematica che stava sfogliando e sottolineando a matita.
“Mi piaci” dichiarò Minamisawa, tranquillo, e ammirò distrattamente il rossore che compariva sulle guance dell’altro.
Esattamente come aveva previsto, Kurama abbassò gli occhi, strappandogli un sospiro rassegnato.
Passarono alcuni minuti, poi la voce di Kurama lo spiazzò: “…grazie.”
La penna gli cadde dalle mani e rotolò a terra. Minamisawa lo guardò sorpreso: apparentemente era tornato a studiare, ma intravide un brillio nei suoi occhi neri, il rossore non era ancora defluito dal suo viso e il suo respiro era al minimo. Minamisawa non poté fermare il sorriso di gioia che gli stava nascendo sulle labbra. Non era esattamente un “Mi piaci”, ma quel “Grazie” conteneva molti più sentimenti di quanto apparisse –o almeno ne faceva trasparire abbastanza da fargli sussultare il cuore.




xxx

**C'era una volta una melaH...**
Buonasera c: 
Siamo arrivati al diciannovesimo capitolo afghsdfghjk ne mancano ancora due! 
in realtà l'ultimo ce l'ho scritto già da due mesi, ma dettagli
Per questo capitolo avevo finito i prompt per cui ne ho cercati altri e ora ho una lista di centonovantanove prompt XD Ringrazio Fay per avermi aiutata a trovare quello con cui si intitola il capitolo -credo che sia inutile dirvi cosa significa, lol-. Ci ho dovuto riflettere un po' per tirare fuori un'idea, ma alla fine ce l'ho fatta, yeah.
Ho un certo headcanon secondo il quale Kurama ha avuto diversi problemi nell'ammettere ad alta voce i propri sentimenti, per cui Minamisawa ha fatto come l'acqua che scava le rocce goccia dopo goccia (?), cioè gli ha tipo ripetuto ogni giorno i propri sentimenti finché non è riuscito a fargli dire lo stesso :') In questo capitolo sono a metà del processo, diciamo (?), Kurama ancora non dice "Mi piaci" espressamente, ma il suo "Grazie" contiene già una forma di accettazione, di resa. 
Spero che vi sia piaciuto! Sono un po' triste che questa raccolta stia per terminare, ma probabilmente dopo ne inizierò una sulla DemeKiri. 
Baci,
     Roby

 
 

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Capitolo 20
*** #afternoon. ***


#afternoon

Il pomeriggio, per Atsushi, era il momento migliore della giornata.
Aveva già sorpassato la mattina, con la scuola, i volti, le persone, le chiacchiere, era sopravvissuto alle loro ipocrisie e per un’altra metà di giornata avrebbe potuto fare a meno di sorridere falsamente come un idiota, cosa che gli dava un vero sollievo; ma ancora era distante dalla sera, il cui buio portava con sé i pensieri negativi, le riflessioni esistenziali, la conta di difetti e pregi –e i difetti risultavano sempre maggiori di numero, ovviamente. Il pomeriggio era l’unico momento in cui si sentiva veramente sereno, soprattutto se Norihito acconsentiva a venire a casa sua o lo invitava a casa propria: allora Atsushi si stendeva sul letto dell’altro, fingendo di studiare molto più di quanto gli fosse necessario –lui dopo due sole letture aveva già memorizzato tutto- solo per poter osservare l’altro di soppiatto.
Poche ore di pace e tranquillità, che trascorrevano dolcemente.
Verso le sei, poi, quando il pomeriggio si accingeva a finire per lasciare posto ai dubbi della sera, Atsushi gettava i libri e si avvicinava a Norihito, che di fatto smetteva anche lui di studiare dal momento che non riusciva a concentrarsi con le mani dell’altro infilate sotto la maglietta.
“Come mai hai sempre le mani fredde?” commentò stringendogli i polsi senza troppa intenzione.
Atsushi scrollò le spalle e affondò il viso nella sua spalla, respirando piano.
“Mani fredde cuore caldo, no?” disse, sorrise sentendo l’altro sbuffare.
“Non ci credi?” lo interrogò ironico.
Norihito scosse il capo e si voltò leggermente, le sue mani lasciarono i suoi polsi e gli andarono ad accarezzare il volto. “Ti sbagli. Sei tu a contare i tuoi difetti, sei tu a non crederci” disse. La sua voce si abbassò in un sussurro. “Io ci credo” aggiunse e poi gli strappò un bacio dall’espressione sorpresa.
Atsushi chiuse gli occhi: era il momento della giornata in cui Norihito scioglieva i suoi dubbi e rendeva la sua giornata piena di qualcosa –esattamente non sapeva cosa fosse quel qualcosa, ma lo faceva stare bene.
E questo bastava a rendere il pomeriggio la parte migliore della giornata.



---**C'era una volta una melaH...**
'giorno c:
Oggi pomeriggio dovrò studiare per cui ho deciso di aggiornare stamattina -ho scritto gli ultimi due capitoli di questa raccolta ieri sera, per cui credo che la concluderò in settimana. Come sempre, sono un po' triste perché finisce ;w; Mi rattristo sempre quando completo qualcosa, però al contempo mi dispero quando non riesco a finirle (??) roba da scrittici di fanfiction psicologicamente instabili, insomma
Parlando del capitolo... beh, la riflessione sul pomeriggio come parte migliore della giornata mi appartiene, e ho voluto trasferirla ad Atsushi che in effetti vedo molto come tipo che passa la notte ad interrogarsi sulla propria esistenza -perché è un vigliacco, un egoista, un ipocrita, non fa quasi mai la cosa giusta, e perché ne è consapevole. Anche Norihito, che lui tende ad idealizzare, in realtà è un concentrato di difetti e non è meno stronzo di lui, ma a differenza di lui è capace di accettare i propri difetti "alla luce del giorno". Il pomeriggio è quindi un punto d'incontro, diciamo <3
Spero che vi sia piaciuto, ci vediamo nell'ultimo capitolo!
Baci,
           Roby


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Capitolo 21
*** #always. ***


# always

Kurama guardò il suo libretto medico e sgranò gli occhi. Aveva sempre odiato le visite mediche a scuola, soprattutto per il fatto di dover misurare la propria altezza, suo punto debole a causa del quale tutti lo prendevano in giro, persino quel cretino di Hamano che, in fondo, tanto più alto di lui non era.
Questa volta, però, le cose erano andate diversamente.
“Kurama-kuuun. Perché stai lì impalato?” chiese proprio Hamano, affacciandosi sopra le sue spalle, curioso.
Kurama gli mostrò il libretto, quasi commosso. “Sono cresciuto di tre centimetri!” disse.
Hamano lo abbracciò ridendo. “Che bello, ma allora anche tu cresci!” esclamò, ma Kurama era troppo felice per badare alla sua idiozia. Si sentiva terribilmente fiero dei suoi tre centimetri in più.
Hamano individuò Hayami nella folla di studenti e corse verso di lui, lasciandolo solo. Poco dopo, altre persone uscirono dall’infermeria e fra loro c’era anche Minamisawa.
“Cos’è quell’aria pensierosa, Norihito? Non avevano dei metri abbastanza corti per poterti misurare?” lo prese in giro il ragazzo, avvicinandosi. Kurama si voltò di scatto, pronto a madarlo al diavolo, quando qualcosa lo colpì: con quei tre centimetri, la differenza di altezza fra loro era diminuita! La sola idea gli dava soddisfazione.  
“Ridi, ridi, intanto sono cresciuto di ben tre centimetri!”  annunciò allegro.
Minamisawa sembrò sorpreso e Kurama esclamò trionfante: “Ah, non te lo aspettavi, vero, spilungone!”
“No, infatti… Ma anche io sono cresciuto un po’, sai” rispose Minamisawa.
“Di ben. Tre. Centimetri.” Scandì, un sorriso si allargò sul suo viso nel vedere Kurama impallidire e poi diventare paonazzo in rapida successione.
“T-tu… non ci credo! Non vale!” gridò il ragazzino incredulo. “I-io… ti detesto!”
Minamisawa rise e lo prese in braccio, sollevandolo da terra, poi lo baciò a fior di labbra.
“Rassegnati, Norihito~ fra noi due ci saranno sempre quei favolosi cinquantatré centimetri d’altezza~”




---**C'era una volta una melaH...**
Ciao c:
So che sarete tutti tristi (?), ma questo è l'ultimo capitolo di questa raccolta. Quasi non ci credo che sono arrivata alla fine! Non mi capita spesso di finire qualcosa fissa Spy Eleven e ride :'DDD 
Il prompt "always" è più difficile di quanto non si pensi D: Non volevo cadere troppo nello sdolcinato, perciò mi sono mantenuta sulla solita linea "comica" che caratterizza il fluff MinaKura -è inutile, Kurama, più di così non cresci~ ma soprattutto contro Atsushi non vincerai questa gara, povero piccolo, ahahaha~
E poi, davvero, quei cinquantatrè centimetri di differenza sono un capolavoro ♥ 

Ringrazio tutte le magnifiche persone che hanno messo questa fic fra le preferite/seguite/ricordate e che mi hanno lasciato recensioni, in particolare Crow Angel of White Roses, Summer 38, Gelb e chocobanana che hanno recensito praticamente tutti e ventuno i capitoli ;w;
Grazie infinite! ♥

Bacioni,
           Roby

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