I'll be there, i know it, to fix you with love

di Curly_Survivor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 THE BEGINNING ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 HAPPINESS FOR BREAKFAST ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 THE BEGIN OF MY LIFE ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 LIVING WITH A STAR ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 IDEA FOR A SURPRISE ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 I LOVE YOU TOO ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 DREAM OF LOVE ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 THE PARTY OF OUR LIFE ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 TOGETHER AS ONE ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 THE HOLIDAY STARTS ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 FROM AMERICA WITH LOVE ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 THE VOICE OF AN ANGEL ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 GOODBYE GRANNY ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 FIRST HATER ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 THE BEGINNING ***


-Sily scendi! E’ pronto in tavola!-
-Arrivo ‘mà!-
Chiusi il portatile e scesi in cucina.
-Ancora pizza scongelata?- chiesi guardando il mio piatto.
-Ehi chi doveva andare a fare la spesa questa settimana? Toccava a te!- esclamò mia mamma ridendo.
Misi su un finto broncio, poi risi e mi sedetti a tavola. A volte momenti del genere mi facevano pensare. Per un estraneo saremmo potute sembrare due amiche che convivevano, e non una figlia con sua madre. Il fatto è che nonostante io avessi già 19 anni, lei ne aveva ancora solo 38 e li portava benissimo. Vabbè.
Mentre finivo l’ultimo trancio, il campanello suonò. Mia madre mi guardò ridendo.
-Ho capito, vado io- dissi scocciata. Andai ad aprire la porta e mi ritrovai davanti il mio migliore amico in lacrime.
-Ciao Sily-
-Ehi Lou? Ma che ti è successo? Dai entra-
 
Ok, ora vi starete chiedendo “Ma come Lou? Vuoi dire Louis Tomlinson?”.
Eh già, proprio lui.
Il fatto è che quando ci trasferimmo in Inghilterra, venimmo a vivere a Doncaster, proprio di fronte alla famiglia Tomlinson. Louis ha solo due anni in più di me, quindi siamo praticamente cresciuti insieme. Abbiamo frequentato le stesse scuole, e siamo migliori amici fin da piccoli.
 
Andammo in salotto e lo feci sedere a fianco a me. Presi un fazzoletto da una scatola lì vicino e glielo porsi. Lui sorrise debolmente come ringraziamento poi cominciò ad asciugarsi le lacrime.
-Aspettami qui- dissi. Andai in cucina e dopo due minuti fui di ritorno.
-Ecco qua. Coca Cola con i cubetti di ghiaccio al limone, proprio come ci piace a noi!- esclamai soddisfatta posando i due bicchieri sul tavolino di fronte al divano. Lui si limitò a mormorare grazie e dopo aver buttato giù qualche sorso della bevanda appoggiò il bicchiere e si schiarì la voce.
-Allora? Ti va di dirmi cos’è successo?- chiesi.
Lui  mi guardò, poi si gettò tra le mie braccia e singhiozzando disse:
-Io e Eleonore ci siamo lasciati-
-Oddio Lou! M dispiace tantissimo!- dissi.
-Era diventata un po’ strana da qualche settimana e stamattina mi ha chiamato. Mi ha detto di incontrarci al centro commerciale. Quando sono arrivato mi ha  parlato dicendomi che si era accorta di non amarmi più. Ha detto che non voleva fingere e prendermi in giro quindi era meglio se ci lasciavamo-
Non dissi niente e cominciai ad accarezzargli i capelli. Trascorremmo il pomeriggio insieme guardando un film alla tv. Lui teneva la testa sulle mie gambe e io gli accarezzavo costantemente le guance e i capelli. Verso le dieci di sera mi stiracchiai.
-Ehi Sily, i miei sono fuori città e le mie sorelle sono in campeggio. Ti va di venire a dormire da me stanotte?- mormorò.
Io stavo per rifiutare, ma poi lo guardai in viso. Vidi una lacrima  secca che era rimasta sulla sua guancia e mi si strinse il cuore al pensiero di ciò che gli era successo. Gli sorrisi poi urlai:
-‘Mà! Io vado a dormire da Louis e domani resto con lui. Ti faccio sapere domani i miei piani!-
-Ok!- urlò mia mamma dalla cucina.
Ci alzammo e andammo in camera mia. Presi una borsa e ci misi dentro un pigiama, qualche vestito e un paio di sandali. Mi misi in tasca il cellulare e le chiavi di casa, poi uscimmo. Attraversammo la strada e arrivammo davanti alla casa di Louis. Mi condusse in salotto e mi fece aspettare sul divano. Fu di ritorno con un grosso pacco grigio.
-Aiutami a spostare il divano e il tavolino- disse. Quando il divano e il pesante tavolino di vetro e marmo furono posti a lato della stanza, Louis aprì la sporta. C’era una materasso gonfiabile e un mini-compressore. Sistemate anche le coperte, ci buttammo sopra al materasso.
-Maratona di film horror?- chiese con un sorriso.
-E magari anche 2 chili di popcorn per accompagnarla degnamente?- conclusi io.
-Ecco perché sei la mia migliore amica!- esclamò.
-Scegli i film mentre io vado a preparare i popcorn- dissi io ridendo e andando in cucina.
Quando tutto fu pronto, ci stendemmo sul materasso e ci godemmo i film.
Ci addormentammo verso le due di notte.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 HAPPINESS FOR BREAKFAST ***


Una colonna di luce che filtrava dalle tende scostate mi svegliò. Mi voltai e mi ritrovai addosso a Louis. Era rannicchiato contro la mia spalla e dormiva in posizione quasi fetale. Sorrisi. Sembrava un angioletto, o un cucciolino. Mi scostai delicatamente ed andai in cucina. Preparai la colazione e poi andai a svegliarlo.
-Lou. Svegliati!- dissi dolcemente. Posai una mano sulla sua guancia. Lui sorrise nel sonno e mormorando qualcosa di incomprensibile posò una mano sulla mia, poi aprì gli occhi. Mi fissò, poi uno sguardo triste calò sui suoi occhi.
-Ehi Sily. Buongiorno.- mormorò.
-Ma che hai fatto Lou? Tutto bene?- chiesi preoccupata.
-No, è che il modo in cu imi hai svegliato è lo stesso che usava Eleonore- disse triste.
-Ah, scusa- mormorai.
-No, stai tranquilla non è colpa tua-
-Vieni dai ti ho preparato la colazione all’italiana- gli sussurrai sorridendo. L’avrei trattato con le pinze nei prossimi giorni.
Si alzò dal materasso e grattandosi la testa mi seguì in cucina.
-Ma cos’è?-chiese guardando i due piatti con il pane e la nutella. Io gli feci l’occhiolino e gli porsi la sua tazza con la tisana ai frutti rossi.
-E questa?- chiese annusando il liquido fucsia.
-Eddai bevi un sorso e mangia il pane!-gli dissi sorridendo.
-Ma è cioccolato quello sul pane?- chiese. Sembrava sconvolto.
-Oh no non è cioccolato. E’ molto di più. E’ Nutella, e c’è gente in Italia che riuscirebbe a drogarcisi- dissi cominciando a ridere.
Lui sorrise, poi addentò il pane. Il suo sorriso si allargò. Afferrò la tazza e bevve un lungo sorso. Ormai potevo quasi vedergli i molari da quanto era grande il suo sorriso.
-Allora?- chiesi.
-Non ho mai mangiato nulla di più buono!- esclamò.
-D’ora in poi vivrai con me e mi preparerai la colazione ogni giorno!-disse ridendo. Si avvicinò a me e prendendomi in braccio cominciò a farmi girare in aria.
-Ehi Tommo! Smettila! Dai!-
-No, non lo faccio. Tu sei troppo speciale! Sei riuscita a farmi tornare il sorriso semplicemente preparandomi la colazione!- esclamò posandomi a terra. Mi abbracciò.
No, ok. Cos’è questo calore improvviso nel petto? Potrebbe essere… Nah. Mi staccai da lui.
-Allora? Programma per oggi?- chiesi.
-Io. Te. I ragazzi. Alla “casa matta” (così chiamavamo la loro casa).- disse in modo teatrale.
-Sissignore!- esclamai ridendo. Andai a prendere la borsetta e il cappotto e uscimmo.
Mentre varcavo la soglia della “casa matta”, mi squillò il cellulare. Era mamma.
-Ehi che c’è?- risposi.
-Ehm, cucciola… la nonna sta male. Sono in ospedale con lei adesso. Credo che dovrò passare un po’ di tempo qui con lei. Stasera torno a casa per prendere un po’ di vestiti. Louis è lì con te?-
-Sisi. Te lo passo?- chiesi.
-Sì-rispose.
-Lou mia mamma ti vuole parlare- gli dissi porgendogli il cellulare.
-Ok. Ciao Lidia, dimmi pure. Sì. Oh, mi dispiace molto. Non c’è problema. Mi è venuta un’idea. Potrebbe stare a casa con gli altri. Sì, non abbiamo programmi particolari per le prossime settimane. Esatto, Paul ci ha dato un po’ di vacanze. Perfetto allora, glielo dico. A presto.- e chiuse la chiamata.
-Quindi?- chiesi.
-Verrai a dormire da noi a tempo indeterminato. Tua mamma starà in ospedale con tua nonna e non ti vuole lasciare a casa da sola-
Io mi litai ad annuire.
-E’ arrivata la carota più bella e simpatica del mondo!- urlò Lou chiudendosi la porta di casa alle spalle.
-E si è portato dietro la carotina più carina e dolce dell’universo!- aggiunsi.
-Ehilà!- salutò Zayn abbracciandomi.
-Ehi Za!- esclamai baciando sulle guance il moretto.
-Ennò così divento geloso!- disse Lou. Mi prese per una mano e mi tirò via.
-Lei è solo mia! E’ la mia cuoca personale per la colazione!- urlò stringendomi a sé.
No, ok.. cosa stava facendo? E cosa stava succedendo a me? Perché mi sentivo così… così… strana.
-E io allora?- esordì Harry.
-Tu sei solo il mio ricciolino!- urlò Louis. Si staccò da me e saltò addosso a Harry, poi lo afferrò e fecero finta di baciarsi.
-Dai chiamate anche gli altri e riuniamoci in salotto. Abbiamo un paio di cose da dirvi- dissi rivolta a Zayn e Harry.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 THE BEGIN OF MY LIFE ***


Dopo aver salutato anche Liam e Niall, ci sedemmo tutti sui divani del salotto.
-Allora, come prima cosa, Paul ci ha dato qualche mese di vacanza- disse Lou.
-Ye! The party starts now with Dj Malik!- urlò Zayn.
-Ok, Za, calmati. Secondo, io resterò a dormire qui con voi, visto che mia mamma resta in ospedale- continuai.
-Oddio, cos’ha fatto? Sta bene?- chiese Liam preoccupato. Erano tutti molto affezionati a mia mamma. Avevano passato tanti giorni a casa mia tra risate e scherzi, provando le loro prime canzoni nel mio garage.
-No, stai tranquillo. Lei sta bene, ma mia nonna ha avuto una ricaduta e sta male- dissi.
Dimenticavo di dirvelo. Mio nonno è morto quando avevo 4 anni e mia nonna aveva scoperto di avere il cancro 2 anni fa.
-Oh, in questo caso ci vuole un bell’abbraccio di gruppo!- annunciò Harry.
-Vieni qui, tu!- mi disse Louis stringendomi a sé. Tutti gli altri strinsero attorno a noi. Harry e Zayn mi strinsero appoggiando le teste sulle mie spalle. Liam mi accarezzò i capelli e Niall mi accarezzò la schiena. Una lacrima mi scivolò sulla guancia, e tutti si strinsero di più attorno a me.
-Ok, basta ragazzi, così mi stritolate!- dissi ridendo e asciugandomi la lacrima.
-Ehi Sily, d’ora in poi la colazione la fai tu?- chiese Lou.
-E io? No ti piace più come cucino io?- chiese Harry facendo l’offeso.
-Oh, ma tu non hai sentito cosa mi ha preparato stamattina! Era tutto fantastico!- esclamò Lou. Io sorrisi.
-Ok, allora oggi pomeriggio mi accompagni a casa mia. Faccio un po’ di valigie e mi porto dietro una scorta per farvi la colazione per circa un paio di mesi- proposi.
-Ok, perfetto. E ora che si fa?- chiese Niall.
-Mh.. che ne di te di… una partitina alla Play?!!- urlai mentre sui loro volti si aprivano sorrisi a 32 denti.
-Ma lo sai che ti adoro quando fai così!?- disse Harry accendendo il loro schermo ultra piatto e la console.
Sì, ok, lo so. Sono un po’ strana. Ho 19 anni e mi piace fare shopping, ma se mi metti davanti alla playstation con un pacco di patatine e qualche bibita mi vengono gli occhi a cuoricino e ci gioco finché non stramazzo a terra!
Giocammo fino all’ora di pranzo. Io e Harry cucinammo di tutto e di più. Dopo pranzo, mentre gli altri si facevano un’altra partitina, io e Lou andammo a casa mia. Presi la valigia più grande che avevo e ci buttai dentro più cose che potei. Riempii uno scatolone con una decina di barattoli di nutella e quattro pacchetti di tisana ai frutti rossi visto che probabilmente in Inghilterra non l’avrei mai trovata e la nutella non cresceva nelle dispense di casa Direction (ogni volta che tornavo in Italia facevo la scorta).
Alle 17, dopo non so quante partite a calcetto in giardino, rientrai in casa. Tagliai 6 fette di pane belle grandi e le spalmai per bene di nutella. Poi ne preparai un’altra che nascosi. Dopo aver fatto anche sei belle tazze di cioccolata calda, urlai:
-Ragaaazzi! La merenda è prontaaaa!-
Il primo ad arrivare fu Niall, seguito da Lou e dagli altri.
Addentarono il pane e il loro occhi diventarono a cuoricino. Divorarono le loro fette in due secondi, poi cominciarono a bere la cioccolata. Tranne Niall. Stava facendo una faccia da cucciolo indifeso.
-Io ne vorrei un’altra- disse facendomi gli occhi dolci. Io scoppiai a ridere e tirai fuori l’altra fetta che avevo preparato. Lui mi venne incontro abbracciandomi, poi prese la fetta e la divorò. Dopo che anche lui ebbe bevuto la cioccolata, i ragazzi uscirono. Io rimasi da sola in casa e, dopo aver rimesso un po’ a posto la casa, andai a farmi un pisolino nella camera di Louis. Quando entrai mi scappò un sorriso. Il pavimento si vedeva a malapena sotto lo strato di vestiti. Il suo odore saturava la stanza. Era buono. Scostai le coperte, mi stesi sul letto e mi addormentai.
 
Fui risvegliata da un tocco delicato che mi scostava i capelli dal viso. Ancora mezza incosciente mi appoggiai a quel tocco e sorrisi, poi aprì gli occhi. Era Louis.
-Ehi!- mormorai alzandomi a sedere. Lui mi sorrise dolcemente, poi sul suo viso comparve un’espressione eccitata.
-Che c’è?- domandai.
-Mettiti le scarpe e seguimi- si limitò a dire.
Uscimmo dalla sua camera. Il corridoio era buio, così come la cucina, e il salotto.
-Ora chiudi gli occhi- mi sussurrò. Si era avvicinato a me per dirmelo, e ora il suo ciuffo e il suo respiro caldo mi solleticavano l’orecchio. Mi immobilizzai e mi mancò il respiro. Cosa diavolo mi stava succedendo? Intanto lui aveva poggiato le mani sulle mie spalle e mi stava spingendo fuori dalla porta nel giardino sul retro. Improvvisamente si accesero tutte le luci esterne.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 LIVING WITH A STAR ***


-Festaaaa!-
-Ehi, ma che..?-
Neanche il tempo di finire la domanda che fui scaraventata nella piscina.
-Ragazzi, ma siete impazziti?- urlai riemergendo dall’acqua. Ok, anche se era dicembre la piscina era riscaldata e i ragazzi sapevano che durante le vacanze portavo il costume al posto dell’intimo perchè stavo più comoda. Sì, lo so ,sono strana.
-Ennò, siamo One direction!- esclamò Louis. Tutti insieme si svestirono rimanendo in boxer, cioè con il costume da bagno, e si buttarono in acqua. Io ridendo mi sfilai i pantaloni e la maglia e li buttai a terra fuori dalla piscina.
-Ora va meglio- disse Louis avvicinandosi e facendomi l’occhiolino.
-Ma che dici?- chiesi mezza imbarazzata. Lui  mi abbracciò da dietro e mi strinse a sé. Il suo torso nudo premuto contro la mia schiena mi fece venire i brividi.
-Ehi, hai freddo?- chiese scostandosi.
-No no, tutto a posto- risposi.
-Ragazzi, siamo in sei! Battaglia a tre!- urlò Harry montando sulle spalle di Louis. Niall montò su quelle di Liam e io mi issai su quelle di Zayn. Alla fine vincemmo noi, e dopo cena giocammo per due ore con la Wii. A mezzanotte mi venne in mente un piccolo problema.
-Ehi, ma io dove dovrei dormire?- chiesi ai ragazzi.
-Tranquilla, ti abbiamo preparato una stanza nel nostro appartamento. E’ a fianco a quella di Mr. Carota- disse Harry.
-Le tue valigie sono già lì- mi informò Liam.
Perfetto, allora vado a farmi una doccia poi mi vado a letto. Sto morendo!-
Abbracciai e accarezzai i capelli di tutti tranne Louis, che mi accompagnò alla mia stanza. Dopo avermi mostrato anche il bagno, mi baciò sulla guancia e se ne andò. Dopo la doccia andai a letto.
 
I giorni passavano tra partite a calcio e alla play. Ogni mattina io e Harry preparavamo la colazione. Orami i ragazzi si erano abituati ad avere roba dolce la mattina. Pane, nutella e tisana ai frutti rossi. Lou era l’unico a cui piaceva lo shopping, così ogni tanto uscivamo e andavamo in centro a Londra.
La mattina del 20 dicembre mi svegliai molto tardi. Erano quasi le undici e quando scesi trovai sveglio solo Harry.
-Ehi Sily, buongiorno!-
-Giorno ricciolino!- dissi andando a dargli un bacio sulla guancia.
-Mh, se ci vede la carota diventa geloso- disse ridendo.
-Hahah la domanda è: di chi diventa geloso?-
-Ma di me, è ovvio!-
Cominciammo a ridere come degli scemi.
-Ehi, ma sai che giorno è oggi?- chiese improvvisamente.
-Certo che lo so! Mancano quattro giorni al compleanno del nostro cucciolone!- esclamai.
-Quindi mi sembra arrivato il momento di preparargli la festa!-
-Io ho già in mente una bella idea. Vado a svegliare anche Za, Liam e Niall e ve lo dico- dissi.
-Forse è meglio se Niall lo sveglio io. Mi sa che gli ho attaccato un vizietto e adesso dorme nudo-
-Ah ok-.
Salii al piano superiore. Mi diressi verso l’appartamento di Zayn. Non era in camera, così andai al suo bagno. Sentii il rumore dell’acqua che scorreva. Bussai alla porta. Il rumore cessò e la porta si aprì. Zayn era tutto bagnato con un asciugamano intorno alla vita. Ops.  Mi voltai.
-‘Giorno Sily. Hai bisogno?- chiese totalmente tranquillo facendosi scappare un ghigno.
-Ehm, preparati e scendi. Dobbiamo parlare della festa per Lou- dissi imbarazzata. Poi mi voltai e mi diressi verso la stanza di Liam. Entrai nella camera e lo trovai sul suo letto con le gambe attorcigliate alla coperta. Sorrisi, poi mi avvicinai al letto e gli tolsi le coperte di dosso. Ops, era in bermuda.. Cristo ma sti ragazzi non lo sentono il freddo di notte? Spalancai la finestra facendo entrare un vento freddo. Liam si svegliò di soprassalto e si tirò addosso la coperta.
-Ma che..? Silvia, sei impazzita?- disse Liam. Io ridacchiai un po’, poi mi avvicinai e gli arruffai i capelli.
-Dai, preparati e scendi. Dobbiamo discutere della festa per Louis- gli dissi, poi uscii e andai in cucina. Preparai la solita colazione, ovviamente due fette di pane e nutella per Niall. I ragazzi scesero. Scoppiai a ridere alla vista della faccia di Niall.
-Ehi Hazza cosa hai fatto al mio irlandese preferito?-chiesi. Il riccio scoppiò a ridere e rispose:
-Chiedigli come l’ho svegliato- disse sghignazzando. Mi voltai verso il biondino.
-Mi ha buttato giù dal letto- rispose lui imbronciato.
-Oh vieni qui follettino mio!- dissi con voce dolce. La abbracciai e poi gli diedi un bacetto sulla guancia.
-Ennò allora il bacino lo vogliamo anche noi!- disse Harry. Ridendo baciai le guance di Harry e Zayn, poi mi diressi in sala a posare i piatti.
-E io?- chiese Liam facendo la faccia da cucciolotto.
-Tu sei fidanzato, cocco mio!- dissi posandogli davanti il piatto e la tazza fumante mentre si sedeva. Mentre mangiavamo cominciammo a pianificare.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 IDEA FOR A SURPRISE ***


Hai trovato un baco su EFP, per questa non vedi il testo della storia.

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Si tratta di un form per violazioni del regolamento, ma copiate pure quanto scritto in grassetto nella casella.
La storia con indirizzo 'stories/Cu/Curly_Survivor/1326478.txt' non e' visibile.

L'amministrazione provvedera' a fare il possibile per sistemare.
Grazie in anticipo per la preziosa collaborazione.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 I LOVE YOU TOO ***


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Grazie in anticipo per la preziosa collaborazione.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 DREAM OF LOVE ***


-Puoi… puoi ripetere, scusa?- mormorò Louis.
-Ti amo anch’io- ripetei.
-Non ho capito- disse. Io sorrisi. Aveva gli occhi e la bocca spalancati. Era buffo.
-Ultima volta però. Louis Tomlinson, io ti amo-
-Sto sognando?- sussurrò.
-No- dissi sorridendo, poi mi avvicinai a lui e posai nuovamente le labbra sulle sue. Lui intrecciò le mani fra i miei riccioli, poi le fece scendere verso i miei fianchi. Mi fece stendere sopra di lui sul suo letto e cominciò ad accarezzarmi la schiena.
-L… Louis- mormorai staccandomi dalle sue labbra. Le sue intenzioni erano evidenti, ma io.. non ero ancora pronta. Ed ero ancora vergine. Intanto lui ci aveva fatti rotolare entrambi, finendo sopra di me. Mi carezzò una guancia, poi fece scendere la mano sul mio collo. Cominciò a slacciare il mio accappatoio.
-No Louis! Ti prego fermati!- esclamai. Lui si alzò di scatto.
-Scusa, scusa- disse. Mi misi a sedere e incrociai le gambe.
-Sto correndo troppo, scusa-
-No, non è colpa tua. E’ che io… io sono vergine- risposi.
-Ah-
-E… il bacio che mi hai dato quattro giorni fa… è stato il mio primo bacio- sussurrai arrossendo.
-Cioè.. vuoi dire che.. non hai mai avuto un ragazzo?-. Io annuii.
-Allora per stasera la mia piccolina dormirà nel mio lettone e ci faremo solo delle gran coccole-
Sorrisi e lo guardai mentre si stendeva sul suo letto. Mi slacciai e mi tolsi l’accappatoio. Lui alzò la testa e mi guardò da capo a piedi. In quel momento mi ricordai cosa avevo addosso: la camicia da notte di Playboy che mi avevano regalato delle mie amiche per il 18 compleanno. Arrossii. Mi stesi accanto a lui sul letto e poggiai la testa sulla sua spalla. Lui mi abbracciò. Ci addormentammo dopo pochi minuti.
 
La mattina ci svegliammo insieme e scendemmo al piano di sotto mano nella mano.
-‘Giorno ragazzi!- urlò mentre entravamo in salotto. Sfilai la mano dalla sua, ma lui si voltò verso di me. Mi sorrise e la riprese.
-Olallà!- disse Zayn appena vide le nostre mani intrecciate. Arrossii violentemente.
-Finalmente hai capito quello che mi avevi detto l’altro giorno!- esclamò Harry rivolto a me.
Louis sorrise ai ragazzi, poi si voltò verso di me, mi prese il viso tra le mani e posò un bacio leggero sulle mie labbra. Io sorpresi tutti, compresa me stessa, afferrando Louis per i fianchi.
-Tornate in camera! E tu Niall copriti gli occhi!- urlò Liam.
-Ah no! Quello che si deve coprire gli occhi è la mia carotina!- dissi io. Presi un fazzoletto e bendai Louis. Lo guidammo in cucina, dove avevamo organizzato la colazione per il compleanno.
-Ora togli la benda- disse Harry. Louis obbedì.
-Sorpresa!- urlammo tutti.
-Oh, ma ragazzi!- esclamò Louis.
Mangiammo insieme la mini-torta al cioccolato e panna.
-E ora i regali!- disse Zayn.
Io gli avevo fatto una maglietta con la scritta “Stripes for life ”, Harry e Zayn un Rolex , Liam e Danielle due biglietti per il London Eye e Niall due buoni per mangiare da Nando’s. C’era anche un piccolo pacchettino che aveva portato Eleonore qualche giorno fa mentre Louis era a Doncaster. Era un piccolo braccialetto di cuoio e un bigliettino con su scritto “Senza rancore. Buon compleanno”. Avevo pensato che quel regalo l’avrebbe fatto soffrire, ma Louis lo spacchettò con un sorriso. Mentre Louis giocava con gli altri alla Play, presi da parte Harry.
-Ehm, ti devo chiedere un consiglio- mormorai.
-Certo! Chiedi pure- rispose lui con un sorriso.
-Ecco, ti ricordi l’altro giorno, quando ero scappata in giardino. Ero confusa, perché non avevo ancora capito di essermi innamorata di Louis. Lui è il mio primo ragazzo, e non ho esperienze precedenti- cominciai, poi gli raccontai quello che era successo quella notte.
-Il fatto è che… io sono vergine, ma sarebbe fantastico se Louis fosse la mia prima volta-
-Però hai un po’ paura- concluse il ricciolino per me. Io annuii.
-L’unica cosa che ti posso dire è che devi rilassarti e lasciare che i sentimenti che provi per Louis ti guidino- disse. Io sorrisi. E come poteva non dirmi qualcosa di così bello e dolce uno come Harry? Lo abbracciai stretto stretto, poi tornammo dagli altri.
-Allora, programma per oggi : io e Louis sfruttiamo i regali di Niall, Liam e Danielle e stiamo insieme tutto oggi mentre voi ragazzi farete quel carota che vi pare! Ma prima di tutto dobbiamo vestirci!- annunciai.
I ragazzi abbassarono lo sguardo verso i loro corpi: erano tutti in bermuda, e io ero ancora in camicia da notte. Scoppiammo tutti a ridere, poi andai in camera. Indossai un paio di jeans chiari, una doppia canotta rosa pallido/giallo canarino e un copri spalle a maniche lunghe bianco. Lasciai il vestito per la festa in camera di Zayn e dopo aver indossato anche le immancabili converse con la stampa della bandiera britannica e il cappotto, uscii con Louis. Dopo il pranzo da Nando’s e il giro sul London Eye, andammo ad Hayden Park.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 THE PARTY OF OUR LIFE ***


-Vieni con me- dissi trascinandolo per mano.
-Ehi dove mi porti?- chiese divertito.
-In un posticino solo per noi- gli risposi sorridendo.
Arrivati al luogo (una piccola radura circondata da alberi alti e siepi, praticamente invisibile dal resto del parco) lo sorpresi saltandogli in spalla e facendo cadere entrambi a terra. Rotolammo un po’ sull’erba ridendo come pazzi, poi ci fermammo. Lui era sopra di me, ma usava le mani per tenersi sollevato. Ci alzammo a sedere, e lui cominciò a fissarmi negli occhi. Alzò lentamente la mano e mi scostò dal viso una ciocca di riccioli che mi copriva un occhio.
-Ti amo- mormorò. Io sorrisi e mi allungai verso di lui. Questa volta quando le nostre labbra si incontrarono sentii un brivido percorrermi la schiena. Mi gettai su di lui. Le nostre labbra si socchiusero insieme e le nostre lingue si incontrarono danzando sulla pista da ballo delle nostre bocche unite. Quando la sua lingua lasciò la mia e sfiorò i miei denti aprii gli occhi. Mi staccai e senza farmi vedere buttai un occhio al mio orologio. Era ora.
-Questa sarà la serata più speciale della tua vita- dissi. Era il segnale. Da una siepe spuntarono fuori i ragazzi e un amico di Niall, Shane, con dei passamontagna in testa (l’amico di Niall sarebbe stato l’unico a parlare altrimenti Louis avrebbe riconosciuto le voci dei ragazzi).
-Venite con noi e non vi sarà fatto del male!- urlò Shane mentre i ragazzi ci puntavano addosso delle pistole finte. Io mi aggrappai al petto di Louis, ma i ragazzi ci furono addosso. Infilarono in testa a Louis un cappuccio per non fargli vedere niente. Lo presero su di peso e cominciarono a camminare velocemente verso il luogo dove ci aspettava Paul con il furgoncino.
-Silvia!- urlò Louis. Io stavo correndo a fianco di Harry, mentre Zayn, Niall e Liam trasportavano Lou.
-Louis sono qua! Andrà tutto bene!- urlai coprendomi la bocca con le mani per modificare la voce. Arrivati al furgoncino salimmo tutti insieme. Legarono le mani dietro la schiena a Lou e lo fecero sedere sul pavimento del retro del pulmino. Presi una delle bende nere e mi legai la bocca, poi con una corda i ragazzi mi legarono i polsi dietro alla schiena e mi fecero sedere con la schiena attaccata a quella di Louis. Toccai le sue dita e gli strinsi una mano come potei.
-Silvia, sei tu?- chiese Louis mentre gli toglievano il cappuccio. Si girò appena verso di me e mi vide imbavagliata.
-Andrà tutto bene, ok? Silvia, andrà tutto bene!- mormorò. Io annuii con aria spaventata. Poi lo bendarono agli occhi. Intanto mi liberarono la bocca. Mi girai verso Harry, che sedeva al posto di passeggero vicino a Paul che guidava. “Hai il mio vestito?” mimai con la bocca, e lui annuì. Il viaggio durò circa mezz’ora. Quando il furgoncino si fermò, la mano di Louis si strinse forte intorno alla mia. Ci fecero scendere, poi ci portarono nel salone. Mi allontanai da Louis e mi slegai le mani.
-Dove la state portando?- urlò Lou attraverso la benda.
-Taci, e non le sarà fatto del male!- gli urlò Shane. Intanto io e i ragazzi andammo nel camerino per cambiarci. Mi svestii dietro un separé poi indossai le panta-collant, il vestito, il copri spalle e le ballerine, poi mi guardai allo specchio. Il copri spalle era giallo fluo, le ballerine verde fluo e le panta-collant rosa fluo. Il vestito era senza spalline, con la scollatura a cuore. Era stretto e bianco fino alla vita, poi scendeva diventando nero aperto fino alle ginocchia. Uscii dal separé e guardai i ragazzi. Erano vestiti con “i loro stili”: Harry pantaloni, canotta e giacca, Zayn con la giacca da Football, Liam con la camicia a quadri e Niall con la polo. Uscimmo e tornammo al salone. Era tutto buio e Louis era l’unico illuminato da una torcia. Era seduto su una sedia. Mani e bocca erano stati liberati. Rimaneva solo la benda agli occhi. Andai dietro di lui velocemente gli tolsi la benda, poi gli coprii gli occhi.
-Te l’avevo detto che questa sarebbe stata la serata più speciale della tua vita- gli mormorai all’orecchio, poi gli liberai gli occhi. Le luci si accesero e tutti i presenti urlarono “Sorpresa!”.  Lou si girò verso di me.
-E’ stata una tua idea?- chiese io annuii ridendo.
-Non farmi mai più una cosa del genere!- disse, poi sorrise e mi abbracciò.
E la festa cominciò. I ragazzi avevano invitato praticamente tutti i loro conoscenti. C’erano anche delle persone famose, come Ed Sheeran, Simon, Matt Cardel e Cher Lloyd . Finalmente li potevo conoscere. Mentre chiacchieravo con Cher, mi sentii toccare la spalla. Mi voltai. Era Eleonore.
-Ciao Silvia- disse timidamente.
-Ciao- dissi rimanendo vaga. Non sapevo quali erano le sue intenzioni.
-Ehm, mi hanno detto che l’idea del rapimento è stata tua. Molto divertente- disse lei. Io annuii sorridendo.
-E, dal quel che ho capito, adesso stai con Louis-. Eccola, era arrivata al succo. Io annuii di nuovo.
-Sono contenta per voi. Mi sembra che ora sia felice, e anche io lo sono- disse, mentre si avvicinava a lei un ragazzo.
-Lui è Chris, e stiamo insieme da due settimane- continuò mentre io stringevo la mano al ragazzo. Il sorriso sulle mie labbra si era allargato. Ero veramente contenta per come si erano sviluppate le cose. In quel momento arrivò Louis.
-Ciao El- disse mentre mi stringeva la mano.
-Ciao Lou. Mi fa molto piacere che adesso ci sia Silvia con te- disse mentre Chris le stringeva un braccio attorno alla vita.
-Allora, che ne dite di andare a prenderci un drink?- chiesi all’improvviso. Ci dirigemmo al bancone, dove si trovava una mia amica italiana, bravissima a preparare i drink.
-Duda, facci 4 Pims!- esclamai. Era il mio drink preferito. Louis dopo il primo ne prese altri, e altri, e altri ancora. Dire che era ubriaco era un eufemismo. La festa continuò fino alle 5 della mattina. Prima di terminarla ufficialmente, salii sul banco e presi il microfono.
-Prima di lasciarvi andare, voglio ringraziarvi e, visto che sono le 5, augurarvi buon Natale!- dissi, poi andammo tutti a casa.





Spazio autrice:
Ehilà bellezze!! C'è qualcuno? no, perchè per questa FF non ho ancora ricevuto neanche una recensione!! Ma vi piace o no fin'ora? Dai dai dai lo voglio sapere!!!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 TOGETHER AS ONE ***


Arrivammo a casa stanchi e quasi tutti ubriachi. Gli unici sobri eravamo io e Liam, che non andava matto per le sbornie. Mentre cercavo di salire le scale con Louis che si aggrappava a me, lui alzò un po’ la testa e mormorò:
-In cucina. Caffè-
-Lou, ma come farai a dormire con il caffè?- dissi stupita.
-Caffè- ripeté lui. Io mi arresi e lo accompagnai in cucina. Preparai una bela tazza di caffè nero, ideale per far passare le sbornie. Dopo che l’ebbe bevuto, sembrò migliorare un po’. Lo accompagnai in camera sua, poi cominciai a spogliarlo. Dopo averlo coperto con la trapunta, feci per uscire, ma lui mi tirò una mano.
-Resta qui- sussurrò.
-Vado a mettermi la camicia da notte- gli dissi. Lui annuì. Andai in camera mia e mi misi la camicia, poi tornai da lui e mi infilai sotto la trapunta accanto a lui. Ci addormentammo quasi subito, sfiniti dalla festa.
La mattina fumo svegliati da Harry e Zayn, che spalancarono le finestre e ci tolsero le coperte.
-Ehi!- disse Louis. Io sorrisi e guardai l’orologio appeso al muro. Ommamma era mezzogiorno!
-Ragazzi, scendete. Paul ci ha portato il regalo di Natale!- esclamò Niall dal piano di sotto. Scendemmo tutti e trovammo Liam e Niall che osservavano una grossa busta rossa.
-E lui dov’è?- chiesi.
-E’ andato via subito- rispose Liam. Aprimmo la busta e trovammo un biglietto. C’era scritto “Ecco il mio regalo di Natale! Ve lo meritate veramente, dopo due anni di duro lavoro! Ci rivediamo l’anno prossimo! Buone Feste!”. Poi tirammo fuori le altre cose dalla busta. Oh mio Dio! Erano sette biglietti aerei per l’America e per l’Italia! In più c’erano anche tutti gli indirizzi degli alberghi che erano stati prenotati per noi!
-Andremo in Italia?- chiesi. Da una parte era stracontenta di tornare al mio paese, dall’altra ero un po’ spaventata perché sapevo che avrei dovuto incontrare mio padre, con cui avevo litigato.
-Si parte domani pomeriggio dopo pranzo- esclamò  Zayn nel panico.
-Le valigie!- esclamammo tutti insieme. Dopo aver pranzato, passammo tutto il pomeriggio a preparare i bagagli. La sera cenammo velocemente, poi io e Louis decidemmo di andare a letto. Prima di salire lanciai un’occhiata a Harry, che mi fece l’occhiolino. Entrammo insieme nella sua camera, e io mi chiusi la porta dietro alle spalle. Ero un po’ agitata.
-Non devi andare a mettere la camicia da notte?- chiese.
-Non credo che mi servirà- risposi timidamente. Lui mi guardò, poi spalancò gli occhi. Io annuii.
-Sei sicura?-
-Sì-. Mi avvicinai a lui e gli misi le braccia attorno al collo. Cominciò a baciarmi il collo, poi mi portò sul letto. Nel giro di due minuti ci ritrovammo nudi sotto le coperte. Le nostre bocche e i nostri corpi si unirono all’unisono.
-Ti amo!-
-Ti amo anch’io Silvia!-
Fu la notte più bella della mia vita. Fu delicato e tanto, tanto dolce. Non riuscivo a descrivere l’immensa gioia che provai. La mattina dopo mi svegliai prima di Lou. Restai a guardarlo per 10 minuti buoni. Era semplicemente meraviglioso, con un leggero sorriso che gli curava le labbra. Guardai l’orologio. Erano le 8. Cominciai a baciargli una guancia, poi l’altra. Quando arrivai alle sue labbra, quelle si curvarono ancora di più.
-Se questo è un sogno non svegliatemi mai più- mormorò.
-Dai alzati. Voglio godermi l’ultimo giorno prima delle vacanze- dissi. Lui aprì gli occhi e sorrise maliziosamente. Rotolò finendo sopra di me, poi cominciò a mordicchiarmi un orecchio.
-Non intendevo in quel senso- esclamai. Lui si alzò ridendo. Lavati e vestiti, scendemmo giù per la colazione mano nella mano.
-Eccoli i due piccioncini!- esordì Liam.
-La prossima volta fate meno rumore!- disse Harry. Ops, allora l’occhiolino della sera prima… ah che imbarazzo!
-Programma per oggi?- chiesi.
-A mezzogiorno io vado a prendere Danielle, poi ci incontriamo da Nando’s. Alle due dobbiamo essere in aeroporto. Il volo è alle due e mezza- spiegò Liam.
-Perfetto. Amore mi vuoi accompagnare in ospedale?- chiesi a Lou. Mezz’ora dopo eravamo fuori dalla stanza di mia nonna.
-Oh, non sai come sono stata contenta quando mi hai chiamato  per dirmi che vi eravate messi insieme!- esclamò mia madre. Io sorrisi e abbassai lo sguardo sulla mano di Louis, intrecciata alla mia.
-Già non puoi immaginare la gioia che mi dà tua figlia!- esclamò Lou.
-Quindi, ricapitolando, Paul vi ha regalato dei biglietti per l’America e l’Italia e vi ha prenotato non sapete quanti alberghi in giro per i due paesi?- chiese mia mamma. Io annuii sorridendo felice.
-E c’è un’altra sorpresa. Tu verrai con noi in Italia!- esclamai. Lei si coprì la bocca con le mani, poi mi saltò al collo.
-Questo è il programma. Oggi pomeriggio partiamo per l’America e ci restiamo fino a fine gennaio, poi torniamo in Inghilterra per la prima settimana di febbraio, poi andiamo in Italia, tu verrai con noi e ci resteremo per un mese-
-In questo caso ci vediamo l’anno prossimo- disse mia mamma.
Scoppiammo a ridere, poi ci abbracciammo e io e Louis uscimmo dall’ospedale. Mentre andavamo da Nando’s, Louis mi sorprese con una domanda inaspettata.
-Quando saremo in Italia mi presenterai a tuo padre?-

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 THE HOLIDAY STARTS ***


Mi guardava incuriosito, in attesa di una risposta, ma io esitavo. Avevo litigato con mio padre l’anno prima, e da allora non ci eravamo più sentiti.
-Ho detto qualcosa di sbagliato?- chiese Louis.
-No no, tranquillo, non è colpa tua. E’ che l’anno scorso ho litigato con lui e non lo sento da allora-
-Mamma mia! Un anno di silenzio! Cos’ha mai fatto di così male?-
-Beh, i suoi genitori, i miei nonni, erano morti in estate e lui era rimasto solo, così mi aveva chiesto di trasferirmi da lui in Italia-
-Ah, ok. Beh mi dispiace per i tuoi nonni-
-Tranquillo. Ma sai una cosa? Adesso lo chiamo!- esclamai. Lui sorrise, lasciandomi senza fiato. Si, perché non era uno dei suoi soliti sorrisi. Era uno di QUEI sorrisi. Uno di quei sorrisi che nascono solo sui volti delle persone buone di cuore. E in questo caso era nato sul viso di Louis, che era felice perché avevo deciso di riappacificarmi con mio padre. Una lacrima scivolò sulla mia guancia.
-Ehi, piccola? Cosa c’è?- disse. Frenò di colpo la macchina e accostò. Io sorrisi.
-Niente, tranquillo- mormorai.
-No, tu adesso mi dici perché stavi piangendo- esclamò afferrandomi delicatamente per le spalle.
-Il tuo sorriso. Era uno di quei sorrisi che nascono solo sulle labbra di persone buone e altruiste. Eri felice semplicemente perché ho deciso di riappacificarmi con mio padre- dissi.
-Oh, Silvia!-
Poggiò le mani sulle mie guance, poi si avvicinò e posò le labbra sulle mie. Fu un bacio dolce, pieno di adorazione e amore.
Mentre ripartiva, composi il numero di mio padre.
(La conversazione è in italiano, perché mio padre è una frana con qualsiasi altra lingua)
-Pronto?-
-Ciao papà- risposi timidamente.
-Silvia! Dio Santo è dall’anno scorso che non ci sentiamo! Come stai? Qualche novità?-. Sembrava che si fosse dimenticato della nostra lite dell’anno prima. Risi per il suo tono sorpreso/preoccupato.
-Ehm, sì, ti ho chiamato per dirti che la seconda settimana di febbraio io e mamma verremo in Italia e ci resteremo un mese-
-Ah… bene. Comincerò a preparare una stanza-
-Veramente io starò in albergo. Però credo che mamma potrà dormire da te-
-Oh, ok. Allora ci vediamo a febbraio-
-Sì. Ciao papi-. Lo sentii ridere.
-Allora non ti sei dimenticata di quel soprannome!-
-Eh già. Ciao papi, ti voglio bene!-
-Ciao cucciola- e chiusi la chiamata.
-Quindi?- chiese Lou.
-Tutto bene. Gli ho detto che andremo da lui a febbraio, che io dormirò in hotel e mia madre dormirà da lui-
-Ma non gli hai detto di noi due- concluse lui. Io annuii. Intanto eravamo arrivati da Nando’s.
-Meno male che sono arrivati!- esclamò Harry vedendoci.
-Ma guarda se quella non è la mia fatina preferita!- disse Danielle venendo ad abbracciarmi.
(Piccola spiegazione. Danielle mi chiama fatina perché io sono alta solo un misero metro e sessantacinque e ho i capelli biondo scuro ricci, molto ricci e lunghi fino alle spalle. E inoltre io mi vesto spesso con colori molto accesi).
-Ed ecco la mia ballerina preferita!- dissi io.
Dopo aver mangiato andammo tutti all’aeroporto. Ovviamente Paul ci aveva prenotato la prima classe. Quel birbone si sarebbe beccato un abbraccio grande come una casa al nostro ritorno. Mentre ci sedevamo, sentii un urletto. Mi voltai. Erano tre ragazzine. Fans.
-Omioddio!  Ragazzi, siamo vostre fan! Possiamo fare qualche foto?- chiese una. Io sorrisi e mi spostai per lasciare loro spazio.
-Ehi aspetta! Dove vai?- mi disse Lou prendendomi la mano.
-Vi lascio un po’ con le fans- risposi.
-Ehi, ti sembra che Dani se ne vada? No! Quindi resti qui con noi e ti presentiamo come mia ragazza!- esclamò sorridendo. Io sorrisi.
-Ho sentito bene? Sei la ragazza di Louis?- chiese una delle fans. Io le annuii sorridendo leggermente.
-E Eleonore?- chiese un’altra mentre la prima le dava un pizzicotto e le lanciava un’occhiataccia.
-Ci siamo lasciati, ma siamo ancora amici. Lei è Silvia, ed è, anzi era, la mia migliore amica d’infanzia. E ora è la mia ragazza- rispose Lou senza farsi troppi problemi.
-Allora possiamo farla anche con te la foto?- chiese di nuovo la ragazza. Io annuii un po’ sorpresa. Visto che le tre ragazze avevano i posti dietro ai nostri, tanto valeva fare qualche chiacchera. Si presentarono come Kate, Cindy e Sharon. Dopo le foto (io e Dani sorridevamo normalmente, mentre i ragazzi facevano le facce strane) ci chiesero anche gli autografi. Essendo i miei primi autografi, scrissi semplicemente la dedica in stampatello e il nome in corsivo.
-Wow hai una bellissima grafia!- esclamò Cindy. Io la ringraziai di cuore. Nessuno prima d’ora mi aveva trattato così.
-Possiamo chiedervi dove state andando?- disse Sharon rivolta ai ragazzi.
-Regalo di Natale di Paul- disse Niall.
-Viaggio in America e poi in Italia- aggiunse Liam.
-Chissà che bello!- esclamò Kate. Tra una chiacchera e l’altra, le due ore di viaggio passarono velocemente e arrivammo in America. Evvai!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 FROM AMERICA WITH LOVE ***


Scesi dall’aereo salutammo e le ragazze e prendemmo i taxi che ci portarono all’hotel. Paul ci aveva prenotato il meglio del meglio: una suite con due camere matrimoniali e una camera a tre. Era semplicemente meraviglioso! Per la cena usammo il servizio in camera, poi io e Lou uscimmo per una passeggiata. Dopo mezz’ora trovammo un negozietto che faceva gioielli e incisioni. Ne uscimmo sorridenti e felici. Lui aveva comprato per me una collana con il ciondolo a forma di L, mentre io gli avevo comprato una targhetta come quelle da militare e ci avevo fatto incidere la frase “Finalmente felice con la mia fatina”. Dopo un’altra oretta buona tornammo all’albergo. Dopo aver dato a tutti la buona notte, andammo in camera. Il nostro letto era enorme. Mi ci buttai sopra non appena lo vidi. Poi mi voltai verso Lou. Stava chiudendo la porta a chiave, poi si voltò verso di me.
-Io non sono stanco, e tu?- disse maliziosamente. Io spalancai gli occhi sorpresa. Non avrei mai immaginato che potesse…
Si avvicinò lentamente a me, poi mi fece stendere sul letto e si mise sopra di me. Mi scostò i capelli dal viso e mi guardò dritto negli occhi.
-Ti amo- mormorai. Lui sorrise e poggiò le labbra sulle mie. Dopo un bacio leggero come una piuma e breve come un respiro, cominciò  a baciarmi tutto il viso, dalla punta del naso alle guance, dalla fronte al mento e il collo.
-Dai, Lou! Mi fai il solletico!- esclamai. Appoggiai le mani sulla sua schiena , poi le infilai sotto la sua maglietta. Lui sorrise. Io gli sorrisi di rimando, poi gli sfilai la maglietta. Lui mi slacciò la camicia, e il resto fu semplicemente abbandonarsi l’una all’altro. Fu un’altra notte splendida.
La mattina dopo mi svegliai e trovai il letto vuoto. Sul comodino c’era un biglietto. “Buongiorno Piccola. Io e i ragazzi siamo fuori per controllare delle cose. La colazione è in sala. Puoi uscire con Danielle, che probabilmente sta ancora dormendo. Torneremo per l’ora di pranzo e dopo dovremo rifare le valigie, perché stasera andiamo a New York City. Ci vediamo dopo. Ti amo”. Dopo una doccia veloce, indossai  una gonna lunga di jeans e un golfino di cachemire rosso aderente. Andai in sala e trovai Danielle che beveva da una tazza.
-‘Giorno- dissi. Lei si voltò e mi sorrise, poi si alzò e indicò un grande vassoio che era sul tavolo. Era pieno di paste alla crema e al cioccolato, biscotti e altre leccornie.
-Cappuccino?- chiese porgendomi una tazza. Io annuii e la presi.
-Anche Liam ti ha lascato un biglietto?- le domandai.
-Già. Quindi che si fa?-
-Shopping?- proposi. Lei batté le mani in segno di approvazione. Finita la colazione uscimmo. Dopo neanche due ore avevamo già due sporte a testa. Quando si fece ora di pranzo, cominciammo ad incamminarci verso l’albergo. Svotammo all’angolo della via dell’hotel e fummo assalite dai fotografi e fai giornalisti.
-Ehi Danielle, chi è la tua amica?- chiese uno.
-E’ vero che sei la nuova ragazza di Louis?- mi chiese un altro.
-Che fine ha fatto Eleonore?- domandò un altro ancora. Danielle mi afferrò una mano e facendosi spazio in mezzo alla folla cominciò a correre verso l’hotel. Arrivate nella hall ci fermammo per riprendere fiato. In quel momento uscirono dall’ascensore i ragazzi. Vedendoci stanche e affaticate, si precipitarono da noi.
-Piccola, tutto bene?- mi chiese Louis.
-Attacco di paparazzi- rispose Dani ansimando.
-Che scocciatura!- esclamò Harry. Andammo a pranzare ad una pizzeria lì vicino, poi cominciammo a fare le valige. Alle 6 arrivò un furgoncino blindato a prenderci. Alle 10 arrivammo a New York City. L’hotel era semplicemente stupendo.
-Ragazzi! Indovinate cosa mi è venuta voglia di fare?- chiese Liam dopo aver posato le valigie.
-Mh, vediamo, cosa potrà mai voler fare il nostro Liam?- dissi con fare teatrale.
-Una Twicam!- dissero i ragazzi. Liam lo disse con tono entusiasta, gli altri con tono annoiato.
-Ok, io ci sono- esclamai. Liam corse ad abbracciarmi, poi, sempre tenendomi stretta a sé, si rivolse ai ragazzi.
-Vedete? Lei mi sostiene!- disse. Danielle rise e corse a prendere il portatile e la webcam. Io e gli altri prendemmo i cellulari e ci collegammo a Twitter. “Twicam in arrivo! Accorrete!” scrivemmo tutti.
-Ciao a tutti! Qui è Liam, da niente poco di meno che New York City!-
La cifra che indicava i viewers cominciò a crescere vertiginosamente. Toccò il milione, poi aumentò ancora.
-Ehilà!- esclamarono Louis e Harry in coro entrando nel campo di visione della webcam. Quando si aggiunsero anche Niall e Zayn, i viewers arrivarono a un miliardo.
-E ci siamo anche noi!- disse Dani aggiungendosi e tirandomi per una mano.
Intanto i tweet stavano arrivando a valanghe. Ne notai uno in particolare che diceva “Chi è la ragazza nuova?”. Lo indicai a Lou.
-Ok. Presentazione ufficiale! Lei è Silvia! E’ la mia ragazza!- annunciò Louis.
I tweet cominciarono a riempire la casella dei commenti. Dani ne notò uno.
-Ehi guardate quello- disse. C’era scritto “Ehi ragazzi sono Sharon. Vi ricordate di me? Abbiamo chiacchierato in aereo”.
-Ciao Sharon!- esclamò Harry. “Ci cantate qualcosa?” chiese una fan. I ragazzi si guardarono, poi cominciarono a cantare .
-I wanna stay up all night and jump around until we see the sun/ I wanna stay up all night and find a girl and tell her she’s the one/hold on to the feeling and don’t let it go/cos we got the floor now/get out of control/I wanna stay up all night and do it all with you/up all night like this all nigh/up all night like this all night/up all night-. Altri commenti arrivarono, compreso uno che mi fece sbiancare. “E Silvia sa cantare? Se sì, può cantare qualcosa?”. E ora? Ormai anche i ragazzi e Dani avevano visto il commento. Si voltarono tutti verso di me.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 THE VOICE OF AN ANGEL ***


Entrai nel panico. Ok, sto esagerando, però il fatto è che con la questione del cantare ho qualche problema. Cioè, sono abbastanza brava, ma mi vergogno un po’. Canto nel coro della mia chiesa, certe volte faccio qualche assolo e ho fatto qualche corso, ma tutto qui.
-Ehm, non saprei- dissi. Ero arrossita e guardavo verso il basso. E poi cosa avrei dovuto cantare?
-Dai Piccola! Fallo per me! Dai!- cominciò a brontolare Louis.
-Dai Sily! Nessuno di noi ti ha mai sentito cantare!- aggiunse Harry.
-Dai fallo per la tua carotina!- disse Dani.
-Ok ok.. fatemi pensare cosa potrei cantare-. Cosa avrei potuto scegliere? Poi mi venne in mente che in Italia conoscevo due cantanti che vivevano nella mia città. Le loro canzoni erano molto belle, così scelsi la canzone che li aveva resi famosi.
-Questa canzone è di due cantanti italiani che abitano nella città dove sono nata. Si chiama L’Amore- poi cominciai.
-Guardo il cielo e non vedo altro colore/solo grigio piombo che mi spegne il sole/l’unica certezza è gli occhi che io ho di te/ due fotografie è tutto ciò che rimane/ sul mio letto il vento le fa volare/ la distanza che ci divide fa male anche a me/ se non vai via, l’amore è qui/ sei un viaggio che non ha né meta né destinazione/ sei la terra di mezzo dove ho lasciato il mio cuore, così/ sono solo anch’io/ come vivi tu/ cerco come te/ l’amore-
Mentre cantavo tenevo gli occhi chiusi. Detti fondo a tutte le mie conoscenze in merito all’armonia e sfruttai al massimo le mie corde vocali. Quando finii, presi un respiro profondo. Volevo assolutamente aver fatto bella figura, ma avevo paura. Aprii lentamente gli occhi. I ragazzi e Dani mi stavano fissando a bocca aperta. La casella dei commenti si stava praticamente intasando. Poi notai due piccole lacrime che stavano scorrendo sulle guance di Dani e Lou.
-Lou? Dani? Vi sentite bene?- chiesi preoccupata. Louis mi sorrise dolcemente.
-Scusateci un attimo- disse Lou rivolto alla webcam, poi rivolto agli altri. Ci alzammo e mi prese per mano, poi mi portò in camera nostra.
-Amore? Che c’è?- domandai. Lui mi venne in contro a passi veloci e prendendomi per i fianchi incollò le labbra alle mie. Mi spinse contro il letto e mi fece stendere, poi si mise sopra di me.
-Louis, ma che ti prende?-
-Piccola, ma ti rendi conto della splendida voce di cui sei dotata? Ti rendi conto che in confronto a te un angelo canta come una cornacchia?-
-Esagerato!-
-No, seriamente. Piccola, sei straordinaria! Mi chiedo come cavolo ho fatto a non capirlo prima!- poi riprese a baciarmi.
-Dai Lou! Ci sono gli latri di là! E poi dobbiamo finire la Twicam!-
-Ma io volevo..- brontolò, ma io lo interruppi.
-No! Dopo. Adesso andiamo!- esclamai. Ci alzammo e tornammo dagli altri.
-Siete stati veloci-disse Harry quando ci vide arrivare.
-Sì come no!- mormorai io sorridendo.
-Hazza, stai tranquillo che l’avrei potuta tenere chiusa in camera per ore se avessi voluto- gli disse Louis. Gli diedi una gomitata nello stomaco, poi tornammo nella visuale della webcam.
-Siamo tornati!- dissi sorridente.
-E mi è venuta un’idea!- aggiunse Lou.
-Spara!- disse Zayn.
-A tutte le Directioners che ci stanno guardando! Fate un piccolo video di voi stesse in cui ci dimostrate quanto tenete a noi, poi postateli sul vostro profilo Twitter con il trend #VideoFor1D. Ognuno di noi ne sceglierà uno e vi seguirà su Twitter-
-Idea magnifica!- esclamò Niall. Anche le fans concordarono scrivendo commenti su commenti.
-Adesso andiamo, e domani controlleremo i vostri filmati!- annunciò Liam.
-Ciao!- salutammo noi altri, poi spegnemmo tutto.
-Notte!- dissero Dani e Liam, poi si chiusero in camera. Dopo aver salutato anche gli altri, ci dirigemmo nella nostra stanza. Lou andò in bagno. Io sorrisi e dopo aver chiuso a chiave la porta lo raggiunsi. La stanza da bagno era satura di vapore profumato. Louis era immerso nella vasca, che era colma di acqua calda e soffice schiuma. Quando mi sentii arrivare, sorrise e mi fece segno con la mano.
-Vuoi unirti a me?- chiese. Io annuii sorridendo, poi mi svestii ed entrai nella vasca.
-A che punto eravamo arrivati prima?- mormorai al suo orecchio poggiandogli una mano sul petto.
-Mh.. credo che..- ma non finì la frase. Le sue labbra trovarono subito le mie e le nostre mani trovarono il corpo dell’altro.
 
-Amore? Piccola? Svegliati Cucciola!-
Guidata da quella dolce voce uscii dal mondo dei sogni e affiorai in quella che era la meravigliosa realtà in cui vivevo. Aprii gli occhi. Il viso di Louis era sospeso sopra al mio ed era illuminato dai raggi di sole che entravano dalla nostra finestra. Sorrisi, poi gli accarezzai la guancia.
-Sembri un angelo. Il mio angelo- sussurrai, poi gli presi il viso e lo avvicinai a me. Dopo un dolce bacio ci alzammo e dopo esserci preparati uscimmo. Passammo tutta la giornata insieme, girando per New York City. Fummo fermati da svariati fans, molti che ci dicevano di aver visto la Twicam della sera prima. Per l’ora di cena ci ritrovammo con gli altri davanti ad un ristorante in centro.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 GOODBYE GRANNY ***


Dopo la cena tornammo in albergo e ci collegammo ad internet con i nostri cellulari per scegliere i vincitori del concorso che avevamo indetto la sera prima. Io ne trovai uno che mi piacque tantissimo. Era di una ragazzina di 15 anni che aveva dedicato a me e Louis alcune canzoni cantandocele. Scelsi quella. La seguii, poi le scrissi ringraziandola per la sua dolcezza. Anche gli altri intanto avevano scelto le loro vincitrici. Dopo che anche loro ebbero seguito le loro prescelte, iniziammo un’altra Twicam. Ognuno di noi aveva fato un cartello con su scritto il nome delle nostre prescelte. Uno per uno li mostrammo. Le vincitrici scrissero dei commenti che sembravano urlare. Dopo le varie congratulazioni e ringraziamenti, passammo a rispondere ad un po’ di domande. Ad un certo punto quella che aveva vinto il follow da Louis chiese come ci eravamo conosciuti io e lui.
-Mia madre si trasferì a Doncaster dall’Italia quando io ero appena nata. Il caso volle che ci trasferimmo proprio di fronte alla famiglia Tomlinson- dissi sorridente.
-Siamo stati migliori amici fino a poco più di un mese fa. Dopo che io e Eleonor ci siamo lasciati il mio punto d’appoggio è stata Silvia e passando del tempo insieme ci siamo accorti di amarci- terminò Louis cingendomi le spalle.
Alle 23 chiudemmo la Twicam e andammo a letto.
Il 31 gennaio non tardò ad arrivare e dopo aver soggiornato nelle più grandi città d’America, tornammo a casa. Arrivati all’aeroporto di Londra verso le dieci di sera, mi venne in contro mia madre in lacrime.
-Mamma! Che hai fatto? Cos’è successo?!- esclamai.
-La nonna- sussurrò lei. Io sbiancai.
-E’..- ma lei scossò la testa.
-No, ma le rimane poco tempo. Corri con me in ospedale! Sta tenendo duro per te!-mormorò. Guardai Louis con apprensione.
-Vengo con te. I ragazzi ci aspetteranno a casa- annunciò.
Io, mamma e Lou corremmo in ospedale. La nonna era stesa sul letto e la sua espressione era pacifica e serena. La sua carnagione era pallidissima e vederla mi fece male al cuore. Scoppiai a piangere e Louis mi prese la mano.
-Ciao cucciola. Sono molto felice di vederti. Ma chi è questo bel ragazzo?- mormorò nonna. Io mi avvicinai a lei e le strinsi la mano.
-Nonna, lui è Louis Tomlinson. Ti ricordi di lui? Giocavamo insieme da piccoli e veniva sempre da noi in estate per la piscina nel giardino. Ora stiamo insieme- le dissi. Le sue labbra si strinsero in un lieve sorriso, poi allungò una mano verso Lou. Lui si avvicinò e lei gli sussurrò qualcosa all’orecchio, poi ci guardò uno per uno negli occhi.
-Vi voglio bene- disse con un fil di voce, poi chiuse gli occhi sorridente.
-Mamma? Mamma!- urlò mia madre prendendogli la mano, ma lei non reagì. Io scoppiai a piangere sulla spalla di Louis. Lui mi strinse in un abbraccio delicato. Senza dire niente uscimmo dall’ospedale e andammo a casa. Ci dirigemmo subito in salotto e ci sedemmo sul divano. Le lacrime continuavano a scendere e offuscarmi la vista, ma i singhiozzi erano finiti. Appoggiai la testa sulla spalla di Louis e lasciai che il mio dolore gli inzuppasse la maglietta mentre lui mi cingeva le spalle. I ragazzi arrivarono di corsa ma si immobilizzarono quando videro in che condizioni ero. La consapevolezza di ciò che era successo si impadronì dei loro occhi e fecero l’unica cosa che potevano fare: Harry si sedette a fianco a me e appoggiò la testa sulla mia spalla, Liam e Niall invece si sedettero per terra ai miei piedi e presero le mie mani cominciando ad accarezzarle e Zayn si mise alle mie spalle e vi poggiò le mani. Restammo così forse per delle ore. Quando il campanello suonò fu Niall che andò ad aprire. Erano Danielle e Perrie (non avevo ancora rivisto la biondina delle Little Mix perché era tornata da un viaggio mentre noi eravamo ancora in America). Evidentemente Niall aveva detto loro cos’era successo, perché quando entrarono in salotto avevano le stesse espressioni dei ragazzi. Io mi alzai e le andai ad abbracciare.
-Ci sei mancata Perrie- mormorai sforzandomi di sorridere.
-Ehi non sforzarti di sorridere. Vorrei dire che mi dispiace ma so che non servirà a molto. Sappi solo che hai tutto il mio appoggio- rispose lei.
-Grazie Perrie, non potevi dire di meglio- le dissi. Dopo esserci salutati, Dani e Perrie se ne andarono e noi andammo a dormire. Io e Louis ci sistemammo nella mia stanza, abbracciati e avvolti in un piumone.
-Te la senti di andare in Italia?- mormorò al mio orecchio dopo dieci minuti. Io non avevo il minimo accenno di riuscire ad addormentarmi.
-Sì. Ora come ora niente mi farebbe meglio che rivedere mio padre- risposi.
-Mh ok. Ti va di accompagnarci domani all’aeroporto? Vogliamo prenotare i biglietti per Perrie così potrà unirsi a noi per il soggiorno in Italia. Per gli alberghi dormirà con Zayn- disse. Io mi limitai ad annuire, poi mi venne in mente una cosa.
-Lou, cosa ti ha detto mia nonna prima di morire?- chiesi. Lui sorrise dolcemente, poi mi baciò una guancia.
-Mi ha detto che vedeva la felicità oltre il momentaneo dolore nei tuoi occhi e mi benediceva per questo. Ci ha augurato tutto l’amore e la gioia del mondo, poi mi ha detto che ti avrei dovuto proteggere e che ti avrei dovuto rendere felice- sussurrò. Una lacrima rigò la mia guancia destra. Un’unica lacrima, che Louis sciugò con un tenero bacio.
-Grazie Nonna- dissi.
-Ora veglierà su di noi dal cielo. Che possa risplendere nella luce di Dio- disse Louis. Io gli presi il viso tra le mani e lo baciai.
-Ti amo. Non potrò mai essere abbastanza grata per il giorno in cui l’ho capito, e sarò ancora più grata per il fatto che tu mi ricambi-
-Ti amo. Ti amo più della mia stessa vita e ti prometto che farò quello che tua nonna mi ha detto di fare- disse lui.
Lo guardai negli occhi e vidi tutta la mia vita. Vidi le giornate estive della mia infanzia passate nella piscina insieme a lui nel giardino di casa Tomlinson. Vidi le sere invernali trascorse sotto ad un piumone sul divano di casa mia a guardare film dell’orrore. Vidi i momenti simili a questo, quando gli altri miei nonni erano morti. Louis c’era sempre stato, spalla su cui piangere e amico fidato.
Un’altra lacrima mi rigò il viso, ma questa era di felicità. Sorrisi, poi lo baciai di nuovo. Lo strinsi a me, e lui fece lo stesso. Ci addormentammo felici una tra le braccia dell’altro.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 FIRST HATER ***


Il giorno dopo io e Louis ci svegliammo tardi, circa verso le 11:30. Dopo pranzo accompagnammo Perrie all’aeroporto e quando anche i suoi biglietti furono prenotati andammo a fare una gita sul Tamigi. La sera, mentre rientravamo in casa, ricevetti un sms. Il numero era sconosciuto. Lo aprii e lo lessi.
“Ti odio! Louis non ti merita! Sei solo una piccola puttanella che ha fregato il ragazzo a Eleonor! Fai schifo! Ricordati che quando ti incontrerò Louis sarà mio!”
Le mie mani stavano tremando.  Avrei dovuto sapere che prima o poi ci sarebbero state delle fan che avrebbero cominciato ad odiarmi… ma non così presto! Cercai di trattenere le lacrime, ma non ci riuscii.
-Silvia? Piccola? Cos’è successo?- chiese Lou preoccupato, ma io non dissi niente. Lui vide che mi tremavano le mani e stavo fissando il cellulare, così me lo strappò di mano e lesse il messaggio. Vidi le sue dita stringersi forte attorno al mio cellulare, poi senza dir niente mi abbracciò.
-Non è niente. Amore, devi dimenticare quel messaggio e quelle parole- mormorò al mio orecchio. Io mi scostai e scrutai l’azzurro profondo dei suoi occhi. L’unico sentimento che vi vidi fu la rabbia. Rabbia? Perché io ero stata insultata? Intanto era uscita Perrie, e vedendoci lì sulla soglia venne da noi. Quando vide che stavo piangendo, mi posò una mano sulla spalla.
-Ehi Silvia? Tutto bene? Cos’è successo?- chiese preoccupata. Io le porsi il telefono. Lei lesse il messaggio poi alzò di colpo alzò testa per fissarmi negli occhi. Le sue labbra tremarono e mi saltò al collo. Mi strinse a sé massaggiandomi la schiena con una mano, poi mi lasciò.
-Ci sono passata anch’io. Ignorala e continua la tua vita- disse, poi entrammo in casa. Zayn corse incontro a Perrie e la baciò dolcemente. Io sorrisi. Non riuscivo a capire tutta quella gente che li criticava! Sono una coppia stupenda.  Poi ricordai l’SMS e due lacrime scesero sulle mie guance.
-Scusate, vado a farmi una doccia- mormorai poi senza dire nient’altro andai nel bagno di Louis. Azionai  il getto d’acqua regolandolo su bollente poi mi svestii ed entra nella doccia. Il calore dell’acqua mi sciolse i muscoli e il dolce profumo del mio bagnodoccia al cioccolato mi rilassò i nervi. Finito di lavarmi uscii e avvolsi il corpo in un asciugamano. Raccolsi i capelli in una lunga treccia di lato e poi l’asciugai. In quel momento entrò Louis. Senza preoccuparsi del fatto che fossi coperta solo da un asciugamano mi prese per i fianchi e posò le labbra sulle mie. Le sue mani scivolarono dolcemente fino alle mie spalle che strinse delicatamente per avvicinarmi a sé. Io posai le mani sul suo viso e dopo una bacio di circa due minuti lo allontanai a malavoglia da me.
-Tutto a posto?- chiese. Io annuii.
-Vieni giù? Abbiamo ordinato le pizze. Ti ho preso la tua preferita: quella con i frutti di mare- disse. Io sorrisi leggermente. In momenti come quello mi veniva in mente che avere il tuo migliore amico come ragazzo faceva comodo, perché così lui conosceva già tutto di me. Annuii, poi andai in camera mia. Indossai l’intimo, un paio di jeans chiari, un maglioncino rosa e le converse bianche, poi scesi. Dopo la pizza e naturalmente due bei bicchieroni di Coca-Cola, io e Louis uscimmo. Mano nella mano arrivammo fino ad Hayden Park. Ad un certo punto i suoi occhi si illuminarono. Stinse la mia mano e cominciò a correre. Riconobbi il posto in cui mi stava portando. Era la radura dove gli avevo teso l’imboscata per la sua festa a sorpresa. Si fermò all’improvviso e si voltò verso di me. Sorrise, poi si stese sull’erba. Faceva freddo, ma entrambi avevamo un giubbotto quindi mi stesi anch’io accanto a lui. Mi voltai verso Louis e lo baciai dolcemente.
-Ti amo- gli mormorai. Lui mi baciò la punta del naso.
-Vedi quante stelle ci sono in cielo? Il mio amore per te può essere paragonato solo alla moltitudine di quelle stelle- mi sussurrò all’orecchio lui. Io intenerita gli montai sopra.
-Esiste una persona più dolce di te?- gli chiesi mordicchiandogli un orecchio.
-Certo che esiste! E’ una meravigliosa ragazza che sto per baciare- disse, poi rotolò finché non si portò sopra di me, poi mi baciò. Presi tra le dita la cerniera del suo giubbotto e cominciai ad abbassarla, quando il suo cellulare squillò. Lui sorrise e si alzò a sedere.
-Pronto? Sì, siamo al parco. Ok, arriviamo.- disse, poi chiuse la chiamata.
-Era Hazza. Dobbiamo rientrare- mormorò. Ci alzammo e ci avviammo verso casa.
Il giorno prima della partenza per l’Italia ci fu il funerale di mia nonna. I ragazzi, Danielle e Perrie furono presenti. Harry, Zayn, Liam e Niall dissero che era stata una donna dolce e gentile per quel poco che l’avevano conosciuta. Poi fu il turno di Louis.
-Ogni volta che passavo da Silvia sua nonna era lì con un vassoio di biscotti caldi. Quando era in punto di morte l’unico suo pensiero è stato quello di benedirmi per aver reso felice sua nipote. Vi voglio bene sono state le sue ultime parole. Capite dunque grande il cuore di cui era in possesso. Tutto quello che posso dire che ora sta servendo biscotti caldi agli angeli- disse con un lieve sorriso. Tornò accanto a me e mi cinse i fianchi con un braccio. La cerimonia durò tutta la mattina. Per pranzo mia madre si unì a me e i ragazzi con Perrie e Danielle e andammo da Nando’s. Il  pomeriggio io, Louis e Harry uscimmo per un po’ di shopping dell’ultimo minuto. Arrivati al mio negozio preferito entrammo con “solo” due buste a testa. Mentre gironzolavo tra gli scaffali mi incantai davanti ad una felpa. Era larga, con il cappuccio, bianca e rosa, con una scritta in azzurro: “I Finally Found My Angel” diceva. Sentii due mani intorno ai miei fianchi e una testa che si appoggiava sull’incavo della mia spalla. Era Louis. Vide la felpa poi sorrise.
-C’è anche il modello maschile?- chiese. Io sorrisi a mia volta, presi la felpa poi andai in cerca di qualcosa di simile per lui. Ma purtroppo non vedevo niente di interessante. Purtroppo arrivò l’ora di andarsene, così andai a cercare Lou e Harry nella sezione uomini, ma non li trovai. Chiamai Louis al cellulare ma rispose Harry.
-Ehi Sily!-
-Hazza non vi trovo dove siete?- chiesi.
-Ops, ci siamo dimenticati di dirtelo… ehm, noi siamo già a casa- disse.
-Ah… in questo caso, sto arrivando- dissi, chiudendo poi la chiamata. Uscii dal negozio e chiamai un taxi. Nel giro di un quarto d’ora fui a casa. Entrai in casa e posai le sporte accanto al divano in salotto. Louis arrivò e mi gettò le braccia al collo.
-Ehi, bentornata. C’è una sorpresa, ma la vedrai solo domani mattina- disse sorridendo.


#SpazioAutrice

Ehi, come va? Mi dispiace tanto del ritardo, ma sono molto incasinata e distratta e non riesco a conciliare niente... so che quasi sempre pubblico il capitolo e basta ma non so mai cosa scrivere sotto.. mah.. spero vi piaccia la storia fin'ora, la scrivo con il cuore come tutte le mie storia :) pubblicherò il prossimo capitolo al più presto!

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