~La ladra e lo stalker. di raimbowcomet (/viewuser.php?uid=119088)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ~La ladra e lo stalker. ***
Capitolo 2: *** ~EXTRA 1 ***
Capitolo 3: *** ~EXTRA 2 -prima parte- ***
Capitolo 4: *** ~EXTRA 2 -seconda parte- ***
Capitolo 5: *** ~EXTRA 3 ***
Capitolo 1 *** ~La ladra e lo stalker. ***
Shot completamente senza senso nata da un sogno.
Spero vi piaccia e
che lascerete un commentino, ci vediamo alla fine!
La dedico alla mia
geme kresbiten, che mi ha rotto i coglions fino all'inverosimile per
leggerla.
Ringrazio fino allo
sfinimento la mia Nichi per la copertina.
Respirava nervosamente
seduta davanti allo specchio: doveva essere perfetta! Sarebbe stato il
suo debutto nella nuova scuola, non voleva di certo fare una brutta
figura! Tutti avrebbero dato un giudizio in base alla prima
impressione, non sarebbe stato il massimo iniziare come “la
sfigata nuova”, no non poteva permetterlo. Aveva lasciato la
caotica Phoneix e aveva fatto la grande scelta di trasferirsi a Forks,
una piccola cittadina con 3000 modesti abitanti, proprio per
ricominciare, perché non si era mai trovata bene ma solo ora
aveva trovato il coraggio per parlarne con la madre.
Era arrivata circa due
settimane prima ed era stata troppo impegnata a disfare scatoloni su
scatoloni per fare nuove amicizie. Fortunatamente un pomeriggio di
pioggia era andata di corsa a comprare il latte al supermarket, e si
era scontrata con una simpatica ragazza folletto che d’allora
non l’aveva più lasciata. Scoprì solo
successivamente il nome di quella che sarebbe diventata la sua migliore
amica per tutta la vita, Alice Brandon, che proprio in
quell’istante stava invadendo la camera con la sua allegria.
-Bella sai, penso
proprio che ti troverai benissimo nel nostro liceo, certo se non
consideri le oche e i cervelloni!- rise controllando
l’interno della tracolla nera dell’amica.
-Lo spero vivamente
Alice, sono stanca di sentirmi sempre fuori luogo- mugugnò
preoccupata.
-D’ora in
poi il tuo posto sarà al mio fianco! Prima
dell’inizio di tutte le lezioni ti inserirò nel
comitato studentesco, vedrai sarà fantastico
e…-iniziò eccitata ma la interruppe
immediatamente.
-No, no Alice davvero,
grazie ma non penso di essere adatta, se c’è
qualche altra attività per i crediti andrà
benissimo!
L’amica si
fece pensierosa:
-Emh..va bene,
vedrò di procurarmi la lista allora e te la darò
a mensa.
-Grazie mille- sorrise
gentilmente come suo solito e la folletta non poté fare a
meno di ricambiare, contagiata dalla sua dolcezza.
Primo giorno della
Forks High School e Alice si era praticamente autoinvitata a casa sua
per scegliere cosa avrebbe dovuto indossare per
quell’occasione, usufruendo dei nuovi abiti comprati in una
sessione intensiva di shopping avvenuta pochi giorni prima.
-Devi capire Bella- le
aveva spiegato passandole dei leggins lunghi e neri attillati
come una seconda pelle, insieme ad una semplicissima canotta a bretelle
larghe bianca con scritto “I love London”
e delle converse basse nere- che in questo buco del cavolo che
chiamiamo Forks, primo: bisogna approfittare immediatamente delle
rarissime giornate di sole in cui ci si può vestire leggeri,
secondo: vestiti carina e non avrai problemi, vestiti male e sarai
tormentata, terzo: hai un fisico perfetto, mettiamolo in mostra!
Una volta cambiata, la
mora dubbiosa si portò davanti allo specchio e
notò con piacere che era davvero adorabile; se lo avesse
saputo prima che le cose attillate le stavano così bene,
avrebbe immediatamente gettato le migliaia tshirt larghe che possedeva!
-I capelli al naturale
leggermente boccolosi….e ora trucco!- disse eccitata la
folletta.
-Emh..no Alice io non
mi trucco mai per andare a scuola…-iniziò.
-Da ora in poi
sì!- disse e non ammise discussioni.
-Pochissimo- si arrese
sospirando.
-Ovviamente Bella, non
hai bisogno di quintali di trucco, sei bellissima la naturale, ma
risaltiamo leggermente ok?- le chiese dolce e comprensiva.
-Va bene…
Bhè doveva
ammettere che il risultato era davvero ottimo- pensò
allungando il viso per arrivare a cinque centimetri dallo specchio e
rimirarsi meglio, stava scoprendo quel briciolo di vanità
racchiuso in qualche parte dentro di lei.
Alice le aveva
applicato semplicemente un eyeliner nero sopra l’occhio e poi
cipria illuminante sul volto. Niente meno, niente più.
Eppure si trovava bellissima, ma non quel bella perchè
appariscente, ma bella nella sua semplicità.
-Possiamo andare-
disse felice aggiungendo una spruzzata di profumo e prendendo per mano
l’amica.
-Ci stai prendendo
gusto eh?!- le chiese lei ridendo.
-Forse… sai
a Phoneix non ho mai avuto un’amica per fare queste cose,
ecco perché non ho mai curato particolarmente il mio aspetto
fisico.. ma ora ci sei tu… ed è nata una nuova
Isabella!- sorrise felice abbracciandola.
-Su forza, Jasper ci
starà già aspettando!- disse impaziente. Jasper
era il ragazzo di Alice, l’aveva conosciuto una settimana
prima ed era stato feeling a prima vista: parlavano e scherzavano come
se fossero amici da sempre, erano diventati uno strano trio e le
avevano confessato che erano felici di aver trovato una ragazza
simpatica come lei in modo da non essere più solo in due.
Scesero le scale e
Bella chiuse la porta di casa sua per poi salire nel sedile posteriore
della macchina e sorridere dolcemente.
-Complimenti siete due
splendori!- disse il ragazzo con un occhiolino.
-E tu un adulatore!-
rispose Alice dandogli un bacio e per un secondo si sentì di
troppo, ma fu una sensazione che sparì
all’improvviso poiché i due non facevano mai
pesare l’atmosfera. Scherzarono fino all’arrivo a
scuola quando le si strinse lo stomaco per il nervosismo.
-Bella, è
tutto ok, davvero.- la rassicurò la sua amica.
-Se con tutto ok
intendi che riceverà le occhiate furiose delle cheerleader
per il suo abbigliamento, allora si, è tutto ok-
ridacchiò il biondo.
-Cosa?- fece lei
diventando più pallida del normale; Alice immediatamente
fulminò con gli occhi il ragazzo e si rivolse a lei
accarezzandole un braccio per tranquillizzarla:
-Questa mattina ha una
particolare voglia di scherzare, non ti preoccupare tesoro!
-M…ma
Alice, io ti ho lasciato fare…ma se hai esagerato…
-Oh andiamo hai
imparato a conoscermi ormai e sai benissimo che il mio gusto
è impeccabile o no?
-Si...si certo
ma…
-Niente ma!
-V…va bene.
-Su non farmi quella
faccia, un bel sorriso e sarai perfetta!- lei tentò di
accontentarla e contagiata dalle loro risa crescenti ci
riuscì; prese un respiro profondo e stringendo la mano della
sua amica varcò le porte della scuola.
Si sentiva leggermente
in soggezione: tutti la guardavano in corridoio come se fosse
un’aliena mentre camminava normalmente con il nuovo orario in
mano e Alice e Jasper al suo fianco.
-Che armadietto hai?
-Il
numero…-controllò nella pila di fogli che erano
stati assegnati, tra documenti da far firmare ai professori, piantina
della scuola e combinazione dell’armadietto- F69.
Contemporaneamente
suonò la campanella:
-Bella scusa ma
abbiamo lezione dall’altra parte dell’istituto e
non arriviamo in tempo altrimenti, possiamo lasciarti sola, ce la fai?
-Ma certamente! Andate
pure ragazzi, vi aspetto all’entrata della mensa.
-Allora ti
lasciamo, a dopo tesoro!- le scoccò un bacio sulla guancia e
Jasper le sorrise facendo un saluto militare prima di scomparire nel
caos degli studenti.
Cercò il
suo armadietto e quando lo trovò e lo aprì,
notò con dispiacere che era già occupato con
delle cose non sue: un libro di biologia e uno di letteratura, un
deodorante maschile e un CD, che afferrò e,
rimirandolo rimase sorpresa dalle tracce scritte con un
pennarello in copertina: chi mai avrebbe ascoltato..
-E’ tua
abitudine ficcanasare negli armadietti altrui?- chiese una voce alle
sue spalle. Si girò di scatto e si ritrovò
davanti il ragazzo più bello che avesse mai visto: due occhi
color smeraldo la fissavano e una zazzera rossiccia incorniciavano un
volto da angelo con un sorriso storto.
-C…Come
scusa?
-Oltre che ladra anche
sorda?- ironizzò lui- quello è il mio armadietto.
Un espressione
perplessa si dipinse sul volto della ragazza:
-No penso ci sia un
errore, questo è il mio- disse indicando il foglietto che
aveva in mano.
-Sono arrivato prima
io- fece lui.
-Ma si può
sapere chi sei?- domandò stizzita.
-Io-sorrise sghembo-
sono Edward Cullen carina- schioccò la lingua portandosi un
dito al petto.
-Ed io- rispose lei
portando il dito di Edward verso il suo petto- sono Bella Swan e
questo- puntò il dito del ragazzo- è il mio
armadietto, facile no?- parlò lentamente come ad un bambino.
-Ladra, sorda e
acida…ma da dove esci?- chiese squadrandola da capo a
piedi; la mora sospirò impaziente e prese coraggio:
-Senti, non voglio
sembrare scortese davvero, sembri un bravo ragazzo ma ora ho lezione e
dovrei lasciare i libri, sono pesanti- sottolineò
l’azione soppesando i circa 5 libri che teneva. Edward li
afferrò immediatamente e la trascinò gentilmente
per un braccio fino alla porta della segreteria.
-Ma cosa..?!- fece lei.
-Dobbiamo risolvere
questo imprevisto, ora- esclamò deciso, Isabella
annuì e silenziosamente varcò la soglia accanto a
lui tenendo gli occhi bassi; li rialzò soltanto quando
sentì una voce terribilmente nasale pronunciare quelle
parole:
-Oh Edward, caro cosa
posso fare per te?- chiese un’anziana signora con capelli
rosso tinti da dietro un paio di occhiali a fondo di
bottiglia; se li tolse e sbatté le ciglia vistosamente.
Disgustoso.
Ci stava provando con
quello che avrebbe potuto anche essere suo figlio, per non dire suo
nipote.
-Buon giorno signorina
Cope- disse cordiale. Signorina? Si chiese mentalmente Bella, era
zitella per caso?- per sbaglio ci è stato assegnato lo
stesso armadietto, potrebbe rimediare?- il ragazzo sbatté le
lunghe ciglia e assottigliò i due smeraldi usando le sue
doti persuasive.
-Ovviamente-
rispose togliendosi gli occhiali facendo comparire degli
insignificanti e piccoli occhi marrone fango. Si alzò poi e,
aggirando la scrivania uscì allo scoperto, rivelando
così un’orribile e a dir poco vomitevole completo
dai colori stinti che una volta molto probabilmente erano sgargianti e
ovviamente avrebbero fatto a cazzotti tra loro ancora
più visibilmente. Isabella si fece da parte per
non disturbare ma anche ad occhi bassi avvertì lo sguardo
della rossa sulla sua figura.
-La figlia della
sceriffo?-chiese rivelando una scintilla di pettegolezzi nei suoi
occhi. Ma ovviamente sapevano già chi fosse, figurarsi se a
Forks qualcuno riusciva a tenere la bocca cucita una buona volta.
-Si, sono
io- si arrese sospirando.
-Oh ben arrivata cara,
ti troverai benissimo qui con noi- sorrise valsa e le venne voglia di
vomitare. La “signorina” Cope
scartabellò per un attimo e poi si girò verso di
loro, e anche se parlava con Bella, osservava soltanto Edward, che
invece da parte sua, non la smetteva un secondo di seguire ogni minima
mossa della nuova ragazza.
-Ecco le chiavi del
nuovo armadietto per Isabella, è proprio affianco al tuo- le
disse tendendogli una piccola chiave che afferrò osservando
le lunghe unghie arcuate e dipinte di rosso.
-Grazie-
mormorò stringendole nel piccolo pugno.
Uscirono dalla
segreteria e Edward si sentì lievemente in soggezione ad
essere nuovamente solo con quella dea scesa in terra.
-Allora…la
prima ora ormai è andata…Isabella giusto?- si
schiarì la voce nervoso, doveva pur iniziare da qualche
parte.
-Emh…si…-balbettò
portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio mentre
seguiva l’affascinante ragazzo che si sedette sulle scale del
secondo piano, lo imitò.
-Da quanto
tempo ti sei trasferita?- la osservò a lungo
stupendosi di non averla mai vista in giro. Sicuramente
l’avrebbe notata, come si poteva non prestare attenzione ad
una creatura così…affascinante?
Aveva l’aria
di essere sveglia e incredibilmente sagace, oltre che bellissima
ovviamente. Sentiva l’estremo bisogno di scoprire
qualcos’altro in più su di lei e non ne capiva il
motivo; solitamente erano le ragazze che facevano la fila alla sua
macchina soltanto per “chiedere appunti”, invece
questa Isabella Swan non l’aveva degnato neanche di un misero
sguardo.
O almeno
così pensava lui.
-Due settimane- disse
rimirando lo smalto nero che le aveva messo la sera prima Alice.
-Possibile che in due
settimane non ti abbia mai visto? Insomma Forks non è di
certo una metropoli…
-Sono stata impegnata
con il trasloco- disse secca guardandolo finalmente negli occhi verdi
che le facevano girare terribilmente la testa. Non credeva esistessero
occhi di quel colore così profondo, così simili
agli smeraldi- per cui non ho avuto tempo per uscire.
-Quindi…non
conosci ancora nessuno?- chiese speranzoso di essere il primo a
sorpassare il confine inviolato della sua confidenza.
-Emh…no-
rispose lei non capendo il motivo di tanto interessamento- conosco
già Jasper Hale e Alice Brandon, abbiamo legato molto.
-Ah- fece secco,
conosceva già delle persone quindi non aveva bisogno di
qualcuno che le mostrasse la scuola o qualcuno che le facesse visitare
la città; non capiva proprio il motivo ma voleva essere lui
quel qualcuno.
Ci fu un silenzio
imbarazzante, molto imbarazzante.
-Così…ascolti
Debussy?- gli chiese la ragazza improvvisamente.
-Come?!- fece stupito,
come lo aveva scoperto?
-Non è tuo
il CD nell’armadietto?- fece perplessa.
-Si…ma
intendo come hai fatto a capire che fosse lui? C’erano
scritti solo i titoli delle tracce..
-Anche io
lo…-era indecisa ma si
trattenne-...ascolto….Debussy intendo.
Edward e Isabella
erano a dir poco stupiti all’inverosimile: non
avevano mai conosciuto nessun altro che ascoltasse quel genere di
musica e per di più lo stesso artista menzionato.
Altro silenzio
imbarazzante, decisamente imbarazzante.
-Che…che ne
pensi del tempo?- domandò d’un tratto e solo dopo
che aprì bocca si rese conto dell’enorme cazzata
sparata.
-Mi…mi
chiedi cosa penso del tempo?- appunto. Tossì imbarazzato:
-Bhè…non
deve essere facile per te cambiare dall’Arizona a
Forks…
-Come fai a sapere da
dove…?!- si bloccò capendo che data la modesta
grandezza della cittadina le notizie probabilmente circolavano in un
batter d’occhio.
-Sì- si
arrese infine la mora- non è stato affatto facile, ma mi
sento soddisfatta, mi trovo molto bene qui, ci sono molte persone
gentili…- allusione velata a lui? Forse.
Sorrise storcendo
leggermente un angolo della bocca e il cuore della ragazza perse un
battito: quel sorriso, era la seconda volta che lo faceva ma
già sentiva appartenergli. Sentì il sapore amaro
in bocca quando realizzò che probabilmente lo faceva a tutte
le ragazze per farle capitolare ai suoi piedi.
-Bhè meglio
che mi diriga verso la prossima aula, non voglio perdere altro tempo,
sei stato molto gentile Edward. Grazie mille.
Si alzò
velocemente e senza attendere una risposta iniziò a correre
all’impazzata verso un punto a caso della vecchia scuola per
sfuggire al ragazzo che le aveva rubato il cuore.
**
-Isabella,
perché Edward Cullen ti sta fissando?- chiese Jessica con
voce intrisa di acidità.
-Ne sei sicura?-
fissò intensamente il tappo della sua soda.
-Sì…-disse
Alice- ti sta proprio divorando...
-Smettetela
immediatamente di guardarlo- ordinò fulminandole con gli
occhi e le ragazze ridacchiando fecero quanto detto e ritornarono al
loro pranzo. Erano nella mensa e stranamente Bella non riusciva a
mangiare nulla, aveva lo stomaco serrato da una morsa che arrivava fino
alla gola.
-Allora…il
motivo di tanto interesse?- chiese Jasper con un sorriso da lupo e
alzando le sopracciglia più volte facendo ridacchiare la sua
ragazza.
-Stamattina gli ho
rubato l’armadietto-ammise rossa di vergogna.
-Tu cosa?!- Jessica
strabuzzò gli occhi. Quella insulsa nuova ragazzina aveva
profanato l’armadietto del dio sceso tra gli studenti? Le
avrebbe sul serio mozzato la testa se avesse potuto, o magari si
sarebbe fatta raccontare cosa ci fosse al suo interno per capire i
gusti del ragazzo perfetto.
-E’ stato un
incidente! Per sbaglio ci è stato assegnato lo stesso e io
aprendolo…bhè ho sbirciato fra le sue
cose-sussurrò mentre il suo viso assumeva una dolce
colorazione tendente al ciliegia.
-Solo per questo?-
domandò la folletta osservando attentamente Edward senza
aver paura di poter essere colta in flagrante mentre lo studiava e lo
fissava.
-Si certo!- disse lei
non capendo mentre Alice alzava un sopracciglio sicura che ci fosse
dietro qualcosa, era impossibile che il modello per eccellenza la
osservasse così, mai e poi mai aveva colto Edward
Cullen intento a fissare così intensamente una
ragazza.
-Va bene allora- fece
alzando le spalle con non chalance, tanto avrebbe scoperto tutto, come
sempre.
**
Giorno numero nove
alla Forks High School per Isabella Swan e le cose sembrava andare a
gonfie vele: avanti con il programma, studentessa modello a detta dei
professori e nuovi amici gentili e simpatici pronti ad aiutarla in ogni
cosa; persino Jessica e Lauren si erano mostrate accondiscendenti verso
di lei ogni tanto.
Grazie ad Alice era
più sicura verso il suo aspetto e questo aveva influito
molto anche verso il suo carattere, incredibile ma vero; mentre grazie
a Jasper aveva finalmente imparato a guidare in modo decente.
Si sentiva felice
anche se in otto miseri giorni aveva visto solo da lontano il suo
vicino di armadietto che sembrava evitarla.
Mai una singola volta
si erano incontrati, mai una singola volta si erano parlati,
solo Alice disse di averlo visto fissarla un giorno, ma Bella
pensò si trattasse di puro caso: magari facendo vagare lo
sguardo per la mensa si era fermato un secondo su di lei e la sua amica
aveva ingigantito la cosa…si sicuramente era andata
così.
Fu il secondo
lunedì dopo il suo arrivo che le cose cambiarono.
La mattina, dopo aver
parcheggiato la sua Smart bianca al solito posto ed essere scesa, si
accorse che di fianco ad essa c’era una volvo grigia
metallizzata. Strabuzzò gli occhi pensando e sperando si
trattasse di un sogno.
O di un incubo magari.
-Ciao Swan-
sussurrò lui appoggiato alla macchina con le braccia
incrociate al petto. L’aveva chiamata per cognome per
stuzzicarla ma a lei la cosa sembrò soltanto maledettamente
eccitante.
-C…ciao
Edward, ti ricordo che ho un nome, potresti anche usarlo-
cercò di riprendere una parvenza di contegno
afferrando la borsa. Il ragazzo sorrise divertito dalla sua
sfrontatezza, aveva trovato il punto debole per stuzzicarla.
-Come stai?- chiese
vellutato mentre si avvicinava. Era stanco di provare a resisterle,
aveva desiderato baciarla e stringerla a lui dal primo istante in cui
l’aveva vista di spalle. Non si sarebbe
più negato tutto ciò, avrebbe fatto soltanto
quello che desiderava da bravo egoista: avrebbe allungato le mani e
afferrato senza chiedere ciò che era suo di diritto.
-Oh vedo con piacere
che ti ricordi che esisto- sbottò forse un po’
troppo acida.
-Che intendi dire?-
assottigliò gli occhi sperando di aver bene inteso quella
sottile scintilla di gelosia nel tono di voce.
-Niente, dico solo che
sei sparito dalla circolazione, pensavo ti avesse risucchiato il tuo
armadietto, oppure segui dall’ombra…non
è che sei uno stalker?- sorrise nuovamente acida, ci stava
prendendo gusto nello scoprire questo suo nuovo lato.
Il rosso sorrise
sghembo e la seguì incamminandosi verso la scuola fino ad
arrivare al loro armadietto.
-Forse…ti
dispiacerebbe?- chiese sorridendo divertito dal nomignolo
affibbiatogli- andiamo…ti…ti chiedo scusa se non
mi sono più fatto vivo è solo
che…-gesticolò con le mani cercando di trovare le
parole adatte.
-Aspetta- lo
fermò lei- non ti ho detto nulla...figuriamoci cosa mi
interessa di te, era solo curiosità- bugiarda, bugiarda,
bugiarda sentì la sua coscienza urlare.
-Non ti interessa?-
chiese lui senza voce.
-Perché mi
chiedi questo Edward?- ribatté alterata sbattendo
l’anta dell’armadietto- cosa ti importa a te se mi
interessi oppure no?
-Bhè…perché
forse non ti viene in mente che vorrei provare a cucire una sorta di
rapporto con te?- disse spazientito. Non ci voleva proprio arrivare eh?!
-Senti, abbiamo
iniziato con il piede sbagliato, sono stato uno
stupido…-ammise rosso come i suoi capelli-che ne dici
se…- improvvisamente si sentì sopraffare da un
corpo.
-Edwarduccio!!-
perfetto ci mancava solo quello! Bella era scioccata dalla massa del
ragazzo appena piombato sulle spalle del suo interlocutore.
-Ma tu devi essere
Isabella Swan!- disse scendendo dalle spalle e avvicinandosi a lei- io
sono Emmett Mc Carthy piacere- la afferrò e la
stritolò in un abbraccio senza preavviso. La ragazza
strabuzzò gli occhi e non potendo fare altro,
ricambiò.
-P...piacere mio-
disse con voce strozzata.
-Ma sei proprio bella
eh, aveva ragione…-disse attirandosi una gomitata da parte
di una stupenda ragazza bionda; l’aveva visto di sfuggita e
ne aveva tanto sentito parlare: era Rosalie Hale, la bionda della Forks
High School e al suo confronto si sentì
immediatamente come a Phoneix: invisibile e terribilmente sciatta, non
avrebbe potuto di certo competere.
-Io sono Rosalie ciao-
le allungò la mano che la ragazza strinse con timore.
-Bella.
-Mi piace molto la tua
gonna, complimenti- disse cercando di metterla a suo agio; la mora si
guardò la minigonna bianca che indossava e sorrise
arrossendo e mugugnando un flebile grazie.
-Di cosa parlavate?-
chiese l’orso.
-Bhè prima
che arrivaste- Edward era a dir poco furioso- stavamo conversando su un
argomento molto importante- disse con tono allusivo e infatti il
sorriso sul viso di Emmett si spense subito. Sapeva cosa stava per
chiederle, ne avevano parlato fino allo sfinimento e per la prima volta
da quando si conoscevano, Edward gli aveva chiesto consiglio su come
comportarsi con una ragazza. Evento a dir poco epico.
-Oh-fece lui
tossicchiando.
-Ah-fece Rosalie anche
lei a conoscenza della situazione.
-Eh- fece Edward
passandosi una mano sul viso.
-Uh!- fece una voce
alle spalle di Bella ridendo, si girarono: era Alice con Jasper
sottobraccio.
-Mancava solo questa
vocale…-ridacchiò-Buongiorno cari-sorrise
nonostante non avesse la massima confidenza con loro, ma si erano
trovati più volte ad uscire con la stessa compagnia e
conversavano come se si conoscessero da una vita.
-Bella è
tardi- fece ticchettando con un dito sull’orologio- mi
dispiace rubarvela, ci vediamo dopo se volete…
-Si, va
bene…-sospirò- a dopo Swan- la
stuzzicò.
-A dopo Cullen-
rispose lei schiacciandogli l’occhiolino.
**
-Bene- fece Alice
accomodandosi vicino a lei nell’aula di pittura- cosa intendi
fare?
-Mh?- chiese la mora
infilando il grembiule.
-Manca
poco…- disse osservandola.
-A cosa precisamente?-
preparò la tavolozza con i colori perplessa.
-Ma come a cosa! Al
ballo d’inverno ovviamente!- fece eccitata la folletta
tirando fuori l’album da disegno.
-E cosa me ne
importa?- chiese non capendo.
-E’ ovvio
che Edward te lo chiederà…- sganciò la
bomba e attese la sua reazione che non tardò ad arrivare: le
cadde dalle mani il pennello che aveva appena afferrato.
-Non dire sciocchezze.
-Non è una
sciocchezza- fece sicura della sua teoria.
-E cosa te lo fa
pensare sentiamo.
-Il fatto che si fa
vivo e ti doveva chiedere una cosa importante…e mentre lo
stava per fare era bianco come un cadavere e balbettava.
-Ci hai spiati?-
sgranò gli occhi.
-Bhè..-tossicchiò
lievemente- non userei proprio quel termine, fa così
squallido…
-Alice…-
alzò un sopracciglio.
-E va bene si! Mentre
entravo ho visto che ti seguiva e così…-
alzò gli occhi al cielo facendo leggermente ampi cerchi con
la mano destra.
-Comunque il fatto non
è questo!- riportò l’attenzione del
discorso su di loro- Edward Cullen ti sta per invitare al ballo
d’inverno!- fece con voce isterica.
-Non lo
farà…-disse con tono pacato: non si sarebbe mai
interessato ad una come lei, probabilmente ci avrebbe portato una
cheerleader.
-Ok- fece Alice
capendo che non avrebbero concluso niente- ma…tu metti caso
lo facesse…cosa faresti tu?
-Bhè
scoppierei a ridere e rifiuterei perché probabilmente
sarebbe uno scherzo idiota- alzò le spalle e
iniziò a dipingere agitata dal discorso che stavano tenendo.
Possibile che la professoressa non passasse a riprenderle
perché parlavano troppo?
-Risposta sbagliata-
disse dosando l’acqua- ti devi far attendere un pochino, non
dargli la soddisfazione di farti vedere ai suoi piedi, ne ha miliardi
di ragazze così. Si è interessato a te
perché non l’hai minimamente calcolato, continua
così e vedrai…
-Aspetta- interruppe
la linea che stava tracciando- vuoi dirmi che se...ipoteticamente lui
me lo chiedesse, dovrei lasciarlo nel dubbio?
-Si ma non per tanto,
diciamo del tipo: “ci devo pensare”
“forse” “credo di si”,
ovviamente non te la tirare ma neanche immediatamente… mi
capisci?- agitò il pennello davanti ai suoi occhi.
-Si…si…-
mugugnò apprendendo velocemente quel nuovo consiglio- ma non
dobbiamo preoccuparci, non me lo chiederà mai…-
continuò triste.
-Bella?
-Si?
-Ti piace Edward?- le
chiese a bruciapelo; ormai l’aveva ammesso con se stessa,
perché non farlo anche con la sua migliore amica?
-Sì-
sospirò impercettibilmente.
-Benissimo, allora te
lo chiederà.
La discussione si
concluse così per la felicità della mora e
tornando a disegnare, iniziò a riflettere sulla
possibilità che Edward glielo chiedesse davvero, sarebbe
stato un sogno.
**
-Ah!-
strillò Isabella portandosi una mano al cuore quando,
chiudendo l’anta dell’armadietto, si era trovata
davanti la stupenda faccia da schiaffi di Edward Cullen che
ridacchiò.
-Mi segui ovunque!
Sono sempre più convinta della mia tesi sullo stalker!
-Una ladra di
armadietti e uno stalker… che bella coppia- rise apertamente
coinvolgendola.
-Allora…-fece
lui schiarendosi la voce- mi chiedevo se…
-Oh cielo!-
sgranò gli occhi guardando l’orologio appeso alla
parete dietro al ragazzo- è tardissimo! Ho lezione di
ginnastica! Aspettami fuori dagli spogliatoi va bene?
Così parliamo- disse velocemente dandogli un bacio sulla
guancia e correndo verso la palestra.
Erano in due ad essere
stupiti.
Isabella lo era
perché non riusciva a credere all’audacia del suo
gesto e per averlo mollato per la seconda volta consecutiva come uno
stupido in mezzo al corridoio; ed Edward che ancora imbambolato
realizzava che la ragazza dei suoi sogni, quella che aveva aspettato
per diciotto anni, l’aveva appena baciato sulla guancia senza
aspettarsi nulla in cambio.
Senza che lo sapessero
sospirarono innamorati nello stesso istante con i pensiero rivolto
all’altro.
-Ah!-
strillò Alice portandosi una mano al cuore e saltellando
quando la sua amica le disse di averlo baciato sulla guancia
prima di scappare via.
-Lo sapevo, lo sapevo
lo sapevo!- fece uno strano balletto agitandosi tutta e attirando gli
sguardi perplessi degli altri studenti.
-Smettila!- le disse
calmandola.
-Awwwww!!!!- la
abbracciò.
-Gli ho detto di
aspettarmi fuori dagli spogliatoi per parlare.
-No
aspetta…dopo ginnastica? Fra cinque miseri minuti?
Isabella
annuì mordicchiandosi il labbro inferiore.
-Professore scusi!-
alzò la mano la folletta.
-Ma cosa fai?-
strabuzzò gli occhi.
-Fai silenzio, siediti
ed impallidisci o te ne pentirai- la minacciò con lo sguardo
ed immediatamente la mora fece quanto detto senza alcuna fatica dato il
colore pallido della propria pelle.
-Professore scusi, ma
la signorina Swan non si sente tanto bene.. posso accompagnarla in
infermeria?- chiese con sguardo innocente.
-Ma certo signorina
Brandon, andate immediatamente.
-Prima ci fermiamo un
attimo negli spogliatoi…sa…deve prendere una
cosa…-fece alludendo agli assorbenti.
-Ah…-fece
comprensivo il professore- andate andate ragazze, avete finito la
lezione per oggi- concluse non volendo immischiarsi ulteriormente in
questioni femminili delicate.
-Grazie mille- sorrise
leggermente prendendo Bella per un braccio e incamminandosi lentamente
verso la porta.
-Non penso che tu
voglia parlare con lui mentre puzzi di sudore no?
-Non ci avevo pensato-
fece lei allargando gli occhi, grazie mille Alice!
Appena ebbero varcato
la porta, al sicuro dallo sguardo del prof, iniziarono a correre:
-Hai…-guardò
l’orologio con il fiatone- un minuto per farti la doccia
prima che la campanella suoni e lui si catapulti da te, sbrigati!- la
spinse nel bagno dello spogliatoio femminile e intanto accese il mega
stereo per far loro compagnia e iniziò a cantare
“Single Ladies” di Beyoncè.
Bella la
imitò una volta uscita, aveva fatto la doccia più
veloce di tutta la sua vita. Si asciugò in modo supersonico
e infilò l’intimo e gli shorts di jeans che
indossava quel giorno.
Facendosi prendere dal
ritornello e dimenticandosi improvvisamente di Edward
salirono tutte e due sulle panche e iniziarono a ballare dimenandosi
senza remore.
Alice le
lanciò un flaconcino di shampoo mentre ne usava un altro
come microfono: sembravano due pazze e ad Isabella piaceva, non aveva
mai fatto nulla del genere, si sentiva finalmente normale e non avrebbe
interrotto quel momento intimo con la sua best per nulla al mondo,
cosicché anche lei usò lo shampoo come microfono
e girandosi di spalle iniziò a sculettare
vistosamente mentre cantavano la canzone stroppiando le
parole.
Si stavano divertendo
così tanto che non si accorsero della porta che si
spalancava e degli sguardi su di loro, né dei fischi di
apprezzamento e delle risate trattenute per continuare ad osservare il
loro divertente teatrino.
Arrivate alla fine
della canzone si girarono con un sorriso a trentadue denti, ma mentre
quello di Alice rimase inalterato alla vista dei loro compagni, quello
di Bella si spense e le sue guance diventarono del solito color
ciliegia notando Edward in prima fila, appoggiato al muro intento a
fissarla voracemente. I suoi occhi sembravano neri e la sua mascella
contratta, insieme ai suoi pugni….come se stesse cercando di
trattenersi.
Isabella
deglutì: due settimane in quella scuola e già
aveva fatto la sua prima figuraccia, le sembrava strano che
tutto andasse per il verso giusto.
-Siamo delle ottime
cabarettiste eh?!- scherzò Alice per stemprare la
tensione, difatti tutti risero dirigendosi verso le loro sacche come se
quello appena accaduto non li avesse minimamente toccati, avevano
soltanto il sorriso sulle labbra, non avevano fatto né
battutine volgari, né sorrisetti ironici, forse Forks era
davvero la casa perfetta per lei.
Cercando di fare
l’indifferente scese dalla panca afferrando la maglietta e
sorridendo si diresse verso le scarpe; quando stava per voltare
l’angolo sentì la sua voce:
-Ehi ladra!- la
chiamò sorridendo allegramente, o adesso o mai
più, non poteva rimandare in eterno. Raccolse tutto il
coraggio che possedeva in corpo mentre lei voltava leggermente la testa
per guardarlo negli occhi:
-Sei libera per il
ballo?- trattennero tutti e due il respiro e Bella si
ricordò i consigli di Alice che, nonostante il cuore le
esplodesse in petto seguì:
-Forse
Stalker…. forse.
******************************************************************
#coff
coff#
Se
siete ancora qui allora avete letto questa schifezzuola, wow!
Spero
vi sia piaciuta, non è niente di speciale ma
l’avevo in mente e non potevo di certo ignorarla.
SE
VORRETE POSSO SCRIVERE QUALCHE EXTRA (tipo il famoso ballo e eccetera,
se avete richieste fatele, mi raccomando!) ditemi voi o se vi ho rotto
abbastanza. Me lo lasciate un commentuccio? Sarebbe molto importante
per me, almeno se vi è piaciuta almeno un pochino pochino
fatemelo sapere :')
Un bacione care, Athena xx
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Capitolo 2 *** ~EXTRA 1 ***
Dedico anche questo extra alla
mia geme kresbiten (sei una compi coglions ma ho bisogno di te!)
e ringrazio Nichi per la
copertina. Vi avverto che ci saranno delle "scene" di Twilight e BD eh
:D
-Ehi
ladra, sei libera
per il ballo?
-Forse
stalker...forse.
**
Era passata una
settimana da quel “forse” ed Edward non aveva
mollato Isabella neanche un attimo. La mattina la aspettava appoggiato
alla sua adorata Volvo grigia, si dirigevano insieme ai loro armadietti
e la scortava alle lezioni, sedevano insieme a pranzo sotto gli occhi
invidiosi di tutta la scuola e poi la riaccompagnava alla sua Smart
bianca.
Erano diventati
inseparabili, la coppia perfetta insomma.
Peccato che non
fossero ancora una coppia.
Isabella ripensava a
questo “futile” dettaglio ogni singolo momento in
cui lui le afferrava la mano e passeggiavano insieme. Molti forse
avevano frainteso, e forse persino lei: non sapeva che diamine volesse
dire quel gesto! Era sempre più confusa ma non voleva
parlarne con lui per paura di perderlo, di essere derisa...anche
se...l'aveva invitata al ballo.
Edward Cullen aveva
invitato LEI al ballo.
Già.
Alice glielo ricordava
ogni santo giorno, le occhiatacce che riceveva a scuola glielo
ricordavano ogni giorno, persino Edward glielo ricordava ogni giorno
ribadendo quanto si sarebbero divertiti!
Era proprio quel
“divertiti” che la faceva innervosire: sapeva
benissimo come si concludevano i balli scolastici per il novantanove
percento degli studenti.
Facendo... sesso.
Anche Edward voleva
questo?
Lei cosa avrebbe fatto
se fosse capitata l'occasione?
Certo le piaceva ma
non ancora abbastanza per compiere un passo così
importante... non era ancora amore quello che li legava; indubbiamente
era una forte attrazione ma non era amore.
Anche se sentiva che
piano piano lo sarebbe diventato.
Era così
difficile non innamorarsi di un ragazzo così perfetto.
Avevano parlato
così tanto, e aveva imparato che metteva sempre le altre
persone al primo posto, cercava di compiacere tutti ma... era un
ragazzo per l'appunto. E aveva delle...esigenze.
Se... se... ok basta
non poteva continuare così, avrebbe capito al momento
opportuno come comportarsi. Era una ragazza con la testa
sulle spalle e se ne vantava interiormente.
-Fatto!- con questa
singola parola ricadde con i piedi a terra.
Era pronta.
Era agitata.
Ok agitata era un
eufemismo ma...non sapeva descrivere cosa provasse in quel momento.
Ore diciassette e
quarantanove di venerdì sera.
La serata del ballo.
Era davanti allo
specchio e Alice aveva appena finito di sistemarla, non smettendo
neanche un secondo di elogiarla:
-Bella sei uno
schianto! Cioè l’avevo notato dalla prima volta ma
con questo vestito…sei...wow!- si complimentò
-Potresti fare concorrenza alla Hale!- scherzò Alice.
Isabella strabuzzò gli occhi:
-Ma che dici!
-Dico che non hai
nulla da invidiarle! Fisico, gambe, culo e tette, guarda qua!-
indicò i punti strategici lasciati scoperti dal
semplicissimo vestito nero senza spalline e la mora arrossì
vistosamente, ma dovette darle ragione: quel vestito valorizzava il suo
fondo schiena grazie all’enorme scollatura che le lasciava
completamente la schiena scoperta, faceva risaltare il suo fisico
longilineo in una maniera incredibile e quei tacchi vertiginosi le
slanciavano le lunghe gambe, infine il suo decolté faceva
bella mostra grazie al reggiseno che le aveva fornito Alice. Per non
parlare dei capelli alzati e acconciati in morbidi boccoli che le
lasciavano scoperto il collo niveo e il leggero trucco che faceva
splendere le due pozze di cioccolato che erano i suoi occhi.
-Alice ma non
sarà troppo?- azzardò rossa come un pomodoro
nonostante amasse quel vestito. Era semplicissimo: nero come la notte,
lungo e stretto senza spalline, che lasciava la schiena completamente
scoperta fino a un centimetro sopra al sedere.
-No affatto!
Perché coprire quello che ti è stato donato?
-V...va
bene…- rispose insicura. In fondo cosa poteva essere? Non si
era mai vestita in quel modo precedentemente, ma aveva imparato a
conoscere Alice e il suo gusto decisamente impeccabile, e se aveva
detto che stava benissimo e non era esagerata e ridicola, allora le
credeva ciecamente, senza alcun dubbio.
Un rumore la
immobilizzò:
Dlin
dlon.
Campanello.
Edward.
Oddio.
-Bella, Bella calmati-
la invitò Alice notando il cambio repentino dell'amica-
respira, adesso andiamo ad aprire...andrà tutto bene-
parlò lentamente rassicurandola in ogni modo possibile ed
immaginabile.
Diamine! Cosa le
succedeva?
Sentì la
porta spalancarsi, dannazione aveva aperto Charlie! Il quale, per
inciso, dopo aver saputo che la sua adorabile figliola sarebbe andata
al ballo con Edward Cullen stranamente non aveva fatto
scenate di gelosia, anzi si era dimostrato piuttosto accondiscendente.
Ma ora era un'altra
storia, la paura che potesse dire qualcosa di imbarazzante e
che il ragazzo fuggisse a gambe levate era alta.
Molto alta.
-Buona serata Capo
Swan- sentì dire Edward dal fondo delle scale.
Ti
prego fa che non
sbagli nome, fa che non sbagli nome.
-Buona sera Edward-
bene almeno ci aveva preso. Nei giorni precedenti lo aveva chiamato in
tutti i modi possibili: Edwin, Edgar, Edmund.
Per un po non
sentì nulla, ma poi nel silenzio proruppe la voce di suo
padre:
-Bella dovrebbe
scendere a momenti- lo informò e la mora, sentendosi
chiamata in causa iniziò a torturarsi le mani e a respirare
fortemente.
Alice non ne poteva
davvero più: un conto era sopportare una Bella agitata, un
conto sopportarne una psicotica!
-Allora- la prese per
le spalle e la scosse- ora tu carina mi stai a sentire: di sotto
c'è Edward ok? Edward. E ti sta aspettando, ce la fai
scendere le scale e a non piangere dal nervoso per evitare di
sciogliere il tuo nuovo viso?
Lei annuì
cercando di regolarizzare il respiro.
-Andiamo tesoro non
è difficile: respiro, scale, Edward, sorriso! Ce la puoi
fare dai!- la rassicurò gentilmente.
-Ok...scale, Edward,
sorriso.
-Non dimenticarti di
respirare!- la riprese scherzosa. Era uno spasso vedere la sua amica
solitamente riservata e composta, comportarsi così per un
qualunque ragazzo. Bhè alt, era Edward Cullen non un
qualunque ragazzo! Capitano della squadra di football, ma che al
contrario degli stereotipi non si era fatto neanche un quarto di
cheerleader, aveva sempre una parola buona per tutti, ottimi voti
scolastici, faceva volontariato, neanche una singola pecca nel
curriculum e suonatore eccezionale di pianforte.
Un ragazzo perfetto
che non aveva degnato mai di uno sguardo qualsiasi ragazza sulla faccia
della terra. Fino a quando non ha visto Isabella Swan ovviamente; da
lì il suo mondo è cambiato.
Pensava a lei giorno e
notte, a quanto le sarebbe piaciuto stringerla tra le braccia e baciare
quei petali di rosa che aveva a posto delle labbra fino a farle
diventare rosse, a sfiorare quelle morbide guance, passare una mano tra
i suoi setosi capelli e perchè no, anche ad accarezzare
quelle cosce e quelle natiche così sode, era pur sempre un
ragazzo!
Proprio in
quell’istante lo stesso ragazzo si trovava nell'ampio salotto
di casa Swan, “preda” dello sceriffo.
-Allora Edward fai
qualche sport?- lo interrogò, doveva avere
informazioni di chi usciva con la sua bambina!
-Sono il capitano
della squadra di football della scuola signore- rispose con timore
quasi reverenziale: ci teneva a fare bella figura con quello, che
sperava, sarebbe diventato suo “suocero” ovviamente
se Bella avesse voluto.
-Capitano
addirittura?-era sinceramente colpito, a Forks si sapeva tutto sulla
condotta dei giovani ed era noto quanto fosse un ragazzo con la testa
sulle spalle Edward Cullen, per questo non aveva fatto storie, ma
addirittura capitano! Per non farsi trascinare dall'ambiente sportivo
ci voleva buona forza di volontà.
-Si, dicono che me la
cavo- scherzò per stemprare la situazione.
Parlarono per tre
minuti del più e del meno in attesa di Bella.
-Che quadra tifi?-
domandò ad un certo punto affilando lo sguardo.
Oh oh.
Era il momento finale.
Edward
respirò a fondo:
-I...Lions?- disse
come se fosse una domanda. Charlie Swan lo guardò e il
ragazzo trattenne il respiro fino a quando non gli batté una
pacca sulle spalle:
-Risposta esatta
figliolo!- lui sorrise e sgonfiò il petto, palesemente
più rilassato.
-Bella dovrebbe
scendere a momenti- lo avverti ed infatti si sentì un po di
trambusto e dei tacchi posarsi leggiadramente sulle scale fino ad
arrivare sul pianerottolo.
Isabella non
alzò lo sguardo da terra finchè non
arrivò davanti ai suoi due uomini, infine si decise
fissandoli con le guance rosse come ciliege.
Edward era a dir poco
estasiato.
Non aveva mai visto
niente di più bello, era semplicemente divina, non vi erano
altre parole per descriverla. Una dea scesa in terra.
Lo stesso
pensava il signor Swan.
La sua piccola era
cresciuta così in fretta ed era diventata una donna ormai.
Una splendida donna dolce e responsabile.
-Vi faccio una foto
insieme!- trillò Alice mentre Edward appuntava al polso di
Bella il piccolo bouquet di rose bianche come da tradizione.
La ragazza non
poté far altro che annusarli e bearsi del fatto che aveva
scelto proprio i suoi fiori preferiti, ma d'altronde lo sapeva
già, era stata una delle numerose domande a cui aveva dovuto
rispondere durante gli “interrogatori”.
Si spostarono nel
portico e quando le mise una mano tremante per circondarle la vita, fu
scossa da mille tremori e quando avvicinò la testa
alla sua e sentì il suo respiro caldo solleticarle un
orecchio il cuore prese a batterle velocemente.
-Dite
“cheese”!
-Cheese- sussurrarono
entrambi. Alice premette il pulsante e la macchinetta
scattò: era fatta, ora e per sempre avrebbe avuto un ricordo
indelebile di quel ballo con Edward Cullen.
Dopo le
varie raccomandazioni (durante le quali Edward non aveva neanche
accennato a lasciarle libero il fianco) salutarono con la promessa di
non rientrare troppo tardi e entrarono in macchina.
Fu un viaggio
silenzioso, non avevano molto di cui parlare visto che ormai ognuno
conosceva ogni singolo dettaglio della vita dell'altro, soltanto quando
arrivarono davanti alla palestra Isabella trattenne il respiro.
Scesero dall'auto e
prendendosi per mano- lei per prima si stupiva di quanto fosse lui che
bramasse quel contatto- varcarono la soglia della palestra.
Isabella fu investita
da decine di luci colorate e dalla musica assordante, da centinaia di
voci e corpi che muovevano frenetici vagando per la grande sala.
Vacillò per un secondo sugli enormi trampoli che indossava
ma si riprese subito e sgranò gli occhi per osservare meglio
l’ambiente in cui si era ritrovata. Non era mai stata ad una
vera festa a Phoneix, non perché le mancassero i cavalieri,
ma perché non si era mai sentita parte integrante di quegli
ambienti e aveva sempre preferito un buon libro a tutto il resto. Ma
ora con Edward era tutto diverso.
Buona parte delle
persone si voltarono verso di loro.
Edward Cullen e
Isabella Swan: la coppia più attesa dell'intero liceo.
Il bel capitano
modello e la bella nuova arrivata.
Edward la teneva per
la vita e sembravano irreali per quanto perfetti insieme.
-C'è la
gara di ballo...partecipiamo?- le chiese. Il panico si fece padrone
della ragazza.
-Edward
io...-tentò di rifiutare gentilmente senza offenderlo- non
credo di...
-Non ti preoccupare!-
la interruppe- ti condurrò io- sbatté gli occhi e
gli smeraldi si accesero.
Come poteva dirgli che
non aveva mai ballato e non sapeva quindi come fare? Temeva di compiere
una figuraccia colossale! Su quei trampoli poi! Cadere davanti a tutto
il liceo e al ragazzo dei sogni non rientrava propriamente nei suoi
piani.
Desiderava solamente
rientrare nella norma, non eccellere eppure...eppure quella proposta
era così allettante...sarebbe bastato così poco e
Edward sembrava proprio un così bravo ragazzo.
-B...Bhè se
tu mi imparassi forse...- balbettò timida e lui sorrise
felice:
-Oh si Bella non te ne
pentirai! Ci divertiremo molto!
Ugh.
Ancora quel
“divertiremo” che risvegliava in lei brutti
pensieri, ma non voleva penarci, non ora.
Sentì
qualcosa sfiorarle un braccio: Alice!
Edward si
staccò:
-Vado ad iscriverci,
torno subito- sorrise dolcemente accarezzandole una guancia, ma in
realtà tutti e due sapevano che voleva solo lasciarle un
attimo di intimità con l'amica appena arrivata. Si
abbracciarono e si guardarono complici, la vide poi salutare verso ogni
direzione e ricevette milioni di sguardi sulla sua attraente figura;
per un attimo si sentì orgogliosa di aver indossato un abito
semplice ma appariscente come quello nero che era stata letteralmente
obbligata ad infilare.
-Buonasera-
sentì una voce dietro di lei e si girò notando
una piccola comitiva: subito tutti le sorrisero e le strinsero la mano
mentre i ragazzi si soffermarono un po’ troppo sul suo corpo.
Fu riaffiancata
immediatamente da un Edward dallo sguardo corrucciato che la prese
immediatamente per mano.
-Buonasera ragazzi-
salutò con la voce roca e suadente, educato. Sempre galante,
mai un atteggiamento fuori posto, pensò Isabella con stima.
Iniziarono a
conversare amabilmente, anche se la ragazza aveva notato che forse lui
avrebbe preferito un po di privacy, quando ad un certo punto
però qualcuno dal palco richiamò gli studenti
all’ordine.
-Qualcuno si salvi!-
esclamò Jasper.
-Cosa succede?- chiese
Bella curiosa.
-Ora come al solito
Mike Newton darà inizio alla gara di ballo, non prima
però di aver chiamato sul palco ogni. Singola. Coppia.
Partecipante.- scandì Angela con fare terrorizzato visto che
come Isabella aveva saputo prima, questo era il primo anno che si era
iscritta.
-A cosa serve?- chiese
dubbiosa.
-Assolutamente a
niente, ma tutti si divertono a vedere le poverine che devono in ogni
modo rifiutare le avances di Mike anche davanti ai loro ragazzi...come
per esempio fa ogni anno con Rosalie Hale.
Tutti risero e si
unì a loro proprio mentre un ragazzo biondo e
dall’aria spavalda fece il suo ingresso sul palco acclamato a
gran voce e, impugnato il microfono, parlò:
-Buonasera a tutti!
Come stanno i nostri professori?- si rivolse scherzosamente ai docenti
che chiacchieravano sorvegliandoli in un angolino- e voi
invece…siete pronti?- un coro di ovazioni e fu incitato a
continuare:
-Iniziamo
subito? Allora…- fece vagare lo sguardo per la sala- Rosalie
Hale e..accompagnatore!
-Che
casualità!- scherzò Jessica mentre la ragazza
bionda salì le scale avvolta in un vestito rosso sangue: era
davvero bellissima e leggiadra come una dea; tutti
applaudirono e lei salutò agitando una mano; subito dietro
di lei l'omone riconosciuto come Emmett McCarty che squadro Mike
minaccioso.
Alcune domande di rito
anche se ormai tutti si conoscevano: “nome, età,
hobby, hai il ragazzo?” e bla bla bla.
Coppia dopo coppia,
tutte stavano subendo lo stesso trattamento e la mora stava diventando
sempre più preoccupata. Diamine cosa avrebbe risposto alle
domande? La sua vita era stata così monotona e lei
così noiosa!
Anche se, c'era da
dirlo, da quando era a Forks non sembrava neanche lei! Era diventata
più socievole, spigliata e stava iniziando a rispondere
anche a tono con battutine magari.
-Stai tranquilla-
sentì Edward sussurrarle all'orecchio: quella vicinanza
così improvvisa e inaspettata le fece nascere un brivido
lungo la schiena.
-S..si, sono
tranquilla- mentì con molta difficoltà.
-Mhh non è
vero e lo sai bene- alitò lui. Il suo profumo la
confuse, sapeva di menta, oh si! Di menta piperita.
Si voltò e
fuse i suoi occhioni cioccolato con i suoi smeraldi.
-E'...è che
non so cosa rispondere a quelle domande- ammise chinando il capo rossa
come una ciliegia. Lui le prese gentilmente il mento con il pollice e
le rialzò il viso arrivando così a far sfiorare i
loro volti.
Fortunatamente erano
addossati al muro e nessuno si sarebbe accorto di niente, si erano
allontanati dai ragazzi.
-Non devi aver
paura...ci sono qui io...- soffiò ad un centimetro dalle sue
labbra.
-Mhh-
mugugnò lei completamente incapace di dire altro: la sua
vicinanza l'aveva stregata, non sapeva più cosa dire, cosa
fare, cosa pensare, forse non si ricordava neanche più come
si chiamasse!
Erano neanche ad un
millimetro, sapevano entrambi cosa stava per accadere e bhè,
non dispiaceva a nessuno dei due, lui si chinò, lei protese
le labbra...
-Edward Cullen e
Isabella Swan! Sul palco forza!- l'atmosfera romantica rovinata e quel
bacio mancato li fecero imprecare dentro di loro.
La mora divenne rossa
e il rosso storse il naso: desiderava con tutto se stesso baciarla,
fare finalmente suoi quei petali di rosa e invece... quello stupido di
Newton!
-Ma…ma se
farò una figuraccia colossale?- si preoccupò, non
voleva davvero rischiare di iniziare l’anno in modo
disastroso.
-Bella, proprio non
capisci! Dato il tuo aspetto questa sera, l’ultima cosa che
noteranno sarà la tua figuraccia, sempre ammesso che tu ne
faccia una ovviamente- la rassicurò calmandosi, era come un
pulcino spaurito, così bisognosa di amore!
Sospirò e così dicendo la sospinse leggermente
verso il centro della sala con un sorriso d’incoraggiamento;
lei facendo un respiro profondo, si incamminò tenuta per la
vita da Edward, sotto lo sguardo stupito di tutti i presenti.
Salita le scale ci fu
un mormorio generale quando, girandosi di spalle, strinse la mano a
Newton rivelando la vistosa scollatura della schiena.
Edward si sentiva
strano a sapere che tutti la stavano osservando...era... si forse era
geloso ecco.
Wow, finalmente
l'aveva ammesso, un bel passo avanti.
-Potremmo sapere il
nome di questa stupenda creatura?- chiese con sguardo languido Mike. Ma
era stupido? L'aveva chiamata sul palco proprio ora!, penso il rosso
innervosendosi.
-Emh…Isabella
Swan- disse lei timida.
-Che bei nuovi arrivi
che ci sono quest’anno allora! Che ne dite?- chiese al
pubblico. Bella si ritrovò a pensare che evidentemente ci
stava provando e la cosa non le andava proprio bene, qualsiasi
occasione avesse con Edward, bhè ora era nulla. Alla sua
esclamazione seguirono una serie di commenti non molto eleganti che
furono però stroncati sul nascere.
-Bhè dato
che ci siamo, e il signor Cullen lo conosciamo tutti molto bene,
facciamo anche l’interrogatorio alla signorina Swan, per
conoscerci meglio no?- tutti applaudirono.
-Non penso sia il
caso…ecco…-iniziò lei diventando
nervosa.
-Dai
bellezza…solo dieci domande- solo? Solo?
-Te ne concedo tre-
disse arrendendosi alla proposta, sapeva che non avrebbe potuto
scampare e perché non approfittare dello scherzoso
siparietto intavolato per rispondere a domande che le avrebbero posto i
ragazzi prima o poi.
-Sette almeno.
-Cinque e non si
transige.
-Vada per le cinque-
sorrise il biondo affascinato da quel suo modo di fare -Nome completo-
iniziò scherzoso. Forse era una faccenda davvero divertente-
si ritrovò a pensare la mora.
-Isabella Marie Swan.
-Età e non
si bara!
-Diciotto il 13 di
questo mese.
-Provenienza.
-Nata a Forks ma
emigrata a Phoenix.
-Domanda da dieci
punti: fidanzata?
Bella
arrossì improvvisamente: molti familiari glielo chiedevano
ma la sua risposta era sempre: “non ho tempo per pensare a
certe cose”, ma ora...ora si accorse del guizzo delle mani di
Edward e con la coda dell'occhio osservò il suo volto
improvvisamente teso. Dunque...anche lui sperava che non lo fosse? Le
numerose teorie di Alice erano giuste?
Si limitò a
dire semplicemente “no” sorridendo e scuotendo la
testa facendo sobbalzare quei pochi ricci non appuntati da una parte
all’altra.
-Ultima domanda-
intimò.
-Dobbiamo giocarcela
bene ragazzi- scherzò Mike, era davvero un presentatore nato.
-Io direi che non
è fidanzata….quindi… numero di
cellulare?
Isabella e Edward
sgranarono contemporaneamente gli occhi, non si aspettavano di certo un
Newton così diretto, neanche con Rosalie era stato
così sfacciato!
-Non credo che
sia…- deglutì.
-Oh
andiamo…- tentò ancora il biondo, Mike era
estremamente affascinato da quella nuova studentessa così
dolce e bella.
-Emh io…-si
girò impercettibilmente verso Alice, la sua ancora di
salvezza, non poteva di certo fissare Edward dopo la precedente
domanda, e la vide fare cenno di no- non credo sia proprio il
caso, sono informazioni top secret- sdrammatizzò la
situazione agitandosi una mano davanti al viso.
-Io ci ho provato!-
alzò le mani il ragazzo molto deluso- grazie mille signorina
Swan.
-Oh Bella va bene, non
mi piace molto il mio nome completo- rivelò.
-Perfetto abbiamo
ricavato un’altra informazione importantissima- le fece
l’occhiolino e lei ridacchiò divertita.
-Posso andare ora?-
chiese supplicante, lui annuì ed insieme al rosso scese le
scale prestando particolare attenzione a dove mettesse i piedi con
quelle scarpe.
-Sei stata fantastica
Bella- esultò Alice non appena lei le si avvicinò
mentre Jasper le sorrise cameratesco.
-Newton è
una piaga, ed è sembrato molto interessato, mi manterrei
alla larga da lui- lanciò una frecciatina per vedere la
reazione di Cullen e così fu:
-Andiamo non
preoccupiamoci, non la farò di certo avvicinare a
quell'essere-borbottò- andiamo a prendere da bere?-
nuovamente gentile, i suoi sbalzi di umore facevano venire il mal di
testa.
-Già e poi
non penso che qualcuno mi abbia notato...-ammise lei.
-Oh Isabella, ho come
la netta sensazione che qualcun altro ti abbia notato-
sussurrò la folletta senza farsi sentire mentre i due si
diressero verso le bibite.
**
Entrambi senza fiato
si addossarono al muro della palestra.
Erano stanchi, con il
cuore al mille, ma felici.
Bella era felice
perché aveva scoperto di saper ballare, e non aveva neanche
una volta pestato il piede a quel povero ragazzo, evitando quindi
gaffe, Edward invece lo era perché aveva potuto tenerla
stretta fin quando non erano stati eliminati.
Non avevano vinto, ma
erano arrivati a buon punto e ne erano molto felici. Ripresero fiato a
guardandosi negli occhi si presero per mano e si avviarono in un posto
meno affollato.
-Che
bello...-sussurrò la ragazza rimirando il gazebo addobbato
con fiori bianchi nel giardino scolastico.
-Già...-
non sapeva cosa altro dire, come comportarsi, aveva paura di fare la
figura dello stupido.
-Ti..ti va di
ballare?- chiese timido porgendole la mano.
-Ma non abbiamo fatto
altro fino ad ora?!- esclamò lei sorpresa.
-Un...un lento
intendevo...- spiegò avvicinandosi.
-Ma non c'è
la musica...- continuò perplessa.
-Non ti
preoccupare...- la afferrò per la vita e la
avvicinò fino ad arrivare a pochi centimetri dal suo caldo
corpo.
Iniziò a
cantare:
“My gift is
my song
And this one's for you
And you can tell
everybody
That this is your song
”
Le parole di
“Your
Song” di Ewan Mc Gregor uscirono dalla sua
bocca, cantate con voce roca e dolce. Come la conosceva?
Presero a dondolarsi
semplicemente in cerchio al centro del gazebo, Isabella posò
la testa nell'incavo della gola del ragazzo, prima che se ne potesse
rendere conto lui le accarezzava i boccoli con tenerezza.
Sembravano
così all'ordine del giorno quei gesti!
Era difficile per un
estraneo che li guardasse, capire che in realtà quello era
il loro primo appuntamento.
“It maybe
quite simple
But now that it's done
Hope you don't mind
I hope you don't mind
That I put down in
words
How wonderful life is
now you're in the world”
Edward le fece fare
una piccola giravolta cantando e guardandola negli occhi profondamente
e sussurrando quelle dolci parole.
Cioccolato contro
menta.
Edward contro Isabella.
Amore
contro... amore.
“Sat on the
roof
And I kicked off the
moss
Well some of the
verses well
They got me quite
cross
But the sun's been
kind
While I wrote this
song
It's for people like
you that
Keep it turned
on”
Strinse la presa,
ormai tra i loro corpi non c'era neanche un millimetro, addossati,
schiacciati, premuti uno contro l'altro.
Era quello il momento
giusto, si, ora o mai più si disse lui per la seconda volta.
Avvicinò lentamente il volto a quello di Bella.
Sapevano entrambi cosa
stava per accadere, lo attendevano ciascuno con ansia. Bella aveva
paura: non aveva mai baciato un ragazzo: avrebbe saputo farlo? A Edward
sarebbe piaciuto? Ma domande più importanti affollavano la
sua mente: cosa sarebbe successo poi? Cosa sarebbero diventati?
Ora non importava, no,
non importava proprio.
Si fissarono e le
carezzò una guancia, mentre sussurrava ancora quelle parole:
“It's for
people like you that
Keep it turned
on”
E'
per persone come te
che tengo acceso il Sole.
E accadde.
Si baciarono.
Niente di
più semplice e naturale al mondo.
Prima timidamente,
solo uno sfiorarsi di labbra, per assaporarle poi schiudendo la bocca.
Isabella si stava meravigliando inconsciamente di quanto fosse facile,
di come le venisse bene, e si vantò interiormente di quanto
fossero compatibili, non solo a parole e gusti.
Lui
continuò ad sfiorarle la guancia e scese sul collo, mentre
lei in un gesto istintivo portò le mani dietro la testa del
ragazzo, ad accarezzargli i morbidi capelli.
Un solo pensiero
vagava per la mente di entrambi:
Finalmente.
*******************************************************
Eccoci
:)
Spero
davvero che vi
sia piaciuto! E scusate per il ritardo, ma sapete, all'ispirazione non
si mette fretta ;)
No,
va bene, scherzavo
e cercavo scusanti ahahahahah. La verità è che ho
avuto un milione di cose da fare e solo ultimamente ho avuto tempo per
mettermi a scrivere/correggere questa...
'cosa'.
VI RINGRAZIO PER TUTTE
LE MERAVIGLIOSE RECENSIONI! E PER UNA ONE SHOOT
SONO TANTISSIME OMG! Non pensavo
aveste accolto
questa storiellina senza nessuna pretesa così :')
Siete
troppo belline,
davvero. Ho già in mente il secondo extra, vedremo cosa ne
uscirà fuori.
Un
bacione, Athena xx
|
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Capitolo 3 *** ~EXTRA 2 -prima parte- ***
Ecco a voi
la prima parte dell'extra! La seconda sarà pubblicata
prossimamente!
Spero lo
apprezzerete, come sempre lo dedico alla rottura conosciuta come
kresbiten.
Isabella sprofondò nel comodo sedile di prima classe
dell'aereo e sbuffò pesantemente:
-Non ci posso credere!
Ci è riuscita davvero!- incrociò le braccia sotto
al petto.
-Pensavo te ne fossi
resa conto un po prima amore- le fece notare Edward.
-Si stupido ma questo
rende tutto così...reale!- cercò di spiegare
gesticolando. Lui rise e le lasciò un dolce bacio sulla
guancia:
-Tu e i tuoi discorsi
intricati!- lei mugugnò qualche insulto ed estrasse il
cellulare dalla borsa componendo prima un messaggio di vita o di morte
(la destinataria l'avrebbe uccisa altrimenti):
“Aly
siamo appena saliti, appena arriviamo ti telefono, già mi
manchi tantissimo!! :'( salutaci Jazz e non combinare casini!
Ti voglio bene, Bella”
e poi uno breve e
lapidario:
“Mamma
stiamo per decollare, per le 4 dovremmo essere lì.
Bella”
Ebbene sì.
Renee l'aveva convinta
a trascorrere una settimana durante le vacanze estive a Phoneix. Voleva
finalmente conoscere il suo
fantomatico ragazzo.
Ovvero Edward Cullen,
orgogliosamente il suo ragazzo da nove mesi a quella parte,
che aveva accettato l'invito senza pensarci due volte: tutto pur di non
staccarsi neanche sette giorni dalla sua amata.
Non poteva essere
più entusiasta: sole, mare e divertimento in Arizona! Forse
Bella ci era abituata ma lui di certo no. Non si sarebbero annoiati e
anche se sapeva che lei non si era trovata molto bene in quella
città, ora le sarebbe stato lui accanto e non avrebbe avuto
modo di preoccuparsi.
In realtà,
quello che “terrorizzava” la mora era ben altro: un
confronto diretto con la madre dopo tanto tempo; certo si erano tenute
in contatto: telefonate, messaggi, skype (Renee era una tipa molto
tecnologica) ma non si erano mai viste e anche se le aveva parlato fino
allo sfinimento del suo ragazzo perfetto, aveva paura della sua
reazione.
Sua madre aveva un
comportamento decisamente poco consono all'età che in
realtà aveva. Più volte quando viveva con lei
l'aveva vista cinguettare con dei ragazzi dell'età di sua
figlia e la cosa non le era mai andata giù.
Certo, ora si era
risposata ed era felice, ma il terrore che si comportasse in maniera
strana con Edward rimaneva anche se si fidava ciecamente di
lei (sapeva che non le avrebbe mai fatto una cosa del genere)
e del suo ragazzo, quella strana sensazione non spariva. Non poteva
farci nulla, questo suo lato sensibile era rimasto del
“vecchio” carattere.
Sentì
Edward accarezzarle dolcemente il palmo della mano che aveva preso tra
la sua:
-Piccola
andrà tutto bene dai: riabbraccerai tua madre, mi farai
visitare la città, prenderemo tanto sole- la
rassicurò teneramente- e finalmente divertimento senza
Charlie- disse malizioso.
Lei
ridacchiò e gli stampò un bacio sulle labbra:
-Pervertito!
-Oh andiamo, non sono
io che ha messo in valigia certi indumenti...- ammiccò lui
conscio che la ragazza non avrebbe tardato a comprendere:
-Cosa?! Come fai a
saperlo?!- chiese rossa come una ciliegia.
-Chiamiamolo sesto
senso- trattenne le risate a fatica, e lei alzò un
sopracciglio:
-Ok...forse e dico
forse...potrei aver sentito per caso un pezzo della tua
conversazione con Alice mentre ti aspettavo in salotto.
-Hai origliato?!-
chiese fintamente scandalizzata.
-Andiamo
su...-cercò di rabbonirla lui.
-Sei uno stalker!
-Lo so cara, e tu una
ladra- le baciò il palmo della mano.
-Non è
vero!- protestò la ragazza.
-Certo e sai per caso
chi ha preso il mio ipod?- chiese sbattendo gli occhi verdi come
smeraldi sapendo di aver ragione.
-L'avevi dimenticato
sopra il mio letto..-tentò di giustificarsi lei.
-Le cose non cambiano:
ladra!- rise lui.
-Ma...- fu interrotta
dalla voce metallica di una hostess all'altoparlante:
-Preghiamo i gentili
signori di spegnere ogni oggetto elettronico e di allacciare le cinture
di sicurezza: stiamo per decollare, grazie.
Fecero come ordinato e
Bella perse interesse nel controbattere: tanto avrebbe vinto lui, come
sempre.
-Me la pagherai cara-
gli sussurrò appoggiando la testa sulla sua spalla e
sentendo gli occhi pesanti a causa della prematura sveglia mattutina.
-Si, mettimela pure in
conto piccola- bisbigliò lui sorridendo.
-Sbruffone-
mugugnò.
-La mia permalosa- le
baciò la testa con tutto l'amore del mondo e la strinse a se
mentre sentiva il suo respiro farsi più pesante e regolare.
**
-Oh Edward sono
così felice che ti piaccia casa, l'ho arredata io!- Renee
non la smetteva di mostrare ogni minimo angolo dell'abitazione e
ciarlare, ciarlare, ciarlare: non aveva fatto altro da quando li era
andati a prendere all'aeroporto.
Il povero ragazzo
non ce la faceva più: voleva soltanto rilassarsi
tenendo la sua piccola ladra tra le braccia, era troppo?
Invece la sua tenera
metà l'aveva abbandonato per andare a sistemare le valigie e
telefonare ad Alice, “questioni da donne” aveva
detto lei facendogli la linguaccia, tradotto in parole povere?
Sei
voluto venire? Ora la sopporti senza il mio aiuto!
Che fidanzata
amorevole che aveva- pensò ironico, ma la adorava anche per
quello.
Bella invece, era
salita al piano di sopra per disfare realmente la valigia, ma una volta
appuratone il contenuto, chiamò la sua adorata amica per
farsi dare spiegazioni visto che aveva insistito nel prepararla lei:
questa volta non l'avrebbe passata liscia, oh no.
Intanto al piano di
sotto il bell'eroe dai capelli rossi era alle prese con una suocera
molto attiva:
-Edward? Edward ci sei
caro?- lo riscosse dalla sua trance.
-Si si certo mi scusi
signora, pensavo che la casa si addice perfettamente al panorama
fuori...- sparò la prima grandissima cazzata che gli venne
in mente per compensare la sua disattenzione momentanea: non ne poteva
più!
-Già, ci ho
messo molto a decidere come verniciarla e sistemarla. Bene
ora vado a fare la spesa per la cena, ti lascio riposare in santa pace,
a dopo cari, Phil rientrerà tardi questa sera quindi
riposate senza problemi- gli disse tutto d'un fiato, afferrando la
borsa e sbattendo la porta di casa.
Che donna bizzarra,
Bella non aveva tutti i torti.
Scosse la testa e
salì le scale ma anziché dirigersi nella camera
degli ospiti, cioè la sua, aprì la porta della
stanza davanti, ed entrando trovò la sua piccola ragione di
vita addormentata, rannicchiata su se stessa e con il respiro leggero.
Si incantò
a fissarla perdendo il senso del tempo, seppe solo che improvvisamente
si riscosse e si avvicinò stendendosi, cercando di non
svegliarla.
In un riflesso ormai
del tutto normale (passavano la maggior parte delle notti insieme
eludendo la sorveglianza di Charlie) lei si avvicinò e
posò la testa sul petto del ragazzo che la strinse e le
annusò i capelli che sapevano di fragola: era
quello il profumo che lo faceva impazzire, non aveva bisogno di
importanti e costose fragranze per farlo uscire di testa.
Era così
stanco che in pochi minuti si addormentò pensando che quella
vacanza era cominciata proprio nel migliore dei modi.
**
Quello rosso o quello
blu? Quello verde o quello arancione?
Alice le aveva
infilato così tanti costumi in borsa che non sapeva davvero
quale scegliere. Stava letteralmente impazzendo.
Il fatto poi che
sapesse che Edward era una stanza di distanza e che l'avrebbe osservata
per bene non l'aiutava affatto.
Ovviamente l'aveva
vista persino nuda, pensò arrossendo, ma con un costume
c'era un senso del pudore...accentuato ecco.
Si portò
davanti allo specchio e riprovò più volte i vari
bikini, Alice le aveva categoricamente vietato i costumi interi e lei
come al solito si era fidata, per poi scartare quello arancione e
quello rosso: colori troppo accesi, per lei ci voleva qualcosa di
più tenue...un bel blu magari.
Se lo
infilò del colore stabilito e non si specchiò,
altrimenti avrebbe ricominciato con le paranoie e non sarebbe
più uscita da quella camera.
Indossò poi
un vestitino bianco completamente trasparente (prima o poi
avrebbe strozzato la sua migliore amica ne era certa, a tutto c'era un
limite!) e afferrando i suoi Raiban neri e calzando le zeppe
bianche “morbide”, si Alice voleva proprio morire,
uscì dalla camera.
E...
Naturalmente lui era lì.
Bello come un dio,
appoggiato con una spalla allo stipite della porta, che sorrideva come
solo lui sapeva fare. Il cuore le perse un battito e il respiro le si
incastrò in gola. Nove mesi insieme e ogni volta aveva
sempre la stessa reazione dannazione! Doveva farsi curare, non c'era
altro modo.
La squadrò
da capo a piedi come sempre e, strabiliato
dall'abbigliamento provocatorio indossato, la prese per mano e la
baciò a stampo dolcemente.
Si erano
già fatti beccare nello stesso letto, grazie al cielo
semplicemente addormentati e con tutti i vestiti addosso, non voleva
altri problemi con la madre di Isabella.
Lei
ricambiò il bacio insoddisfatta storcendo il piccolo nasino
e gli si appoggiò su una spalla inspirando il suo forte
odore.
Anche lei non aveva
saltato il rituale 'raggi X' ma lo aveva fatto con più
discrezione e indifferenza, cosa che faceva sorridere entrambi.
Edward indossava un
costume a pantaloncino bianco a righe sottili blu e un'aderente maglia
bianca: senza neanche saperlo si erano coordinati!
Entrarono nella cucina
deserta ed uscirono dirigendosi verso la spiaggia, wow era davvero
colma di persone che correvano in ogni direzione, con i pattini, con la
bicicletta, in auto, a piedi e ragazzini in skateboard.
Phoenix era davvero
bella, pensò il ragazzo mentre riceveva le occhiate dei
passanti.
-Ti porto nel mio
solito posto ti va?- gli chiese con un sorriso, lui annuì e
si diressero in una parte di spiaggia affollata da ragazzi
più o meno della loro età che giocavano e
scherzavano.
-Sai- disse lei-
venivo sempre qui, ma non mi spogliavo mai, mi vergognavo troppo, non
ero molto sicura del mio aspetto fisico come ora- arrossì e
puntò lo sguardo in basso- così dopo un po' gli
altri smisero di calcolarmi, me ne andavo sempre per i fatti miei a
fare lunghe passeggiate.
Edward era a dir poco
scioccato: gli aveva raccontato che la sua vita prima a Phoenix non era
mai stata niente di speciale e non aveva avuto mai un ragazzo (cosa
che riteneva impossibile dato la sua bellezza e dolcezza) ma
non pensava fino a questo punto!
-Bhè- la
interruppe abbracciandola e seppellendo il viso nei suoi capelli
profumati- ora non ti dovrai più preoccupare,
perché farai romantiche passeggiate e bagni rinfrescanti con
il tuo bel fidanzato- iniziò a farle solletico e
così stemprò l'atmosfera.
-Su- si
alzò lei spogliandosi e rivelando il ridotto bikini blu- ho sete, andiamo
a prendere qualcosa da bere!- il ragazzo fece appena in tempo a
togliersi la maglietta che fu trascinato dalla sua adorabile metà ad un chiosco
colmo di ragazzi.
Isabella aveva troppa
sete, la gola era riarsa e doveva bere qualcosa, ma aveva una folle
paura di incontrare qualche sua vecchia conoscenza.
Come iniziarono ad
avvicinarsi e ad avvertire le risate e le urla caratteristiche si
bloccò:
-Ho cambiato idea
vieni, andiamo da quest'altra parte- sussurrò tirandolo per
il braccio; lui aveva intuito quale fosse il problema ma doveva
superarlo, non doveva ritornare ad essere la fragile ragazza che era.
-No, mi piace questo
chiosco, andiamo qui...oh, aspetta ho dimenticato i soldi, vado a
prenderli, tu ordina intanto ok?- le sorrise e schioccandole un bacio
sulla guancia, si diresse lentamente verso i loro asciugamani.
Perfetto, pensò la ragazza,
ora cosa diavolo faceva?
Calma, si impose, non poteva farsi
rovinare le vacanze per un branco di stupidi adolescenti. Respirando a
fondo rilassò le spalle e riprese a camminare verso la sua
meta.
Una volta arrivata
sprofondò in una poltrona e portò le braccia al
petto per nascondere tutte le sue forme, non voleva che la riconoscesse
nessuno.
-Un bicchiere di
tè al limone- ordinò con un sorriso al cameriere.
Solo dopo un secondo si accorse che lo conosceva, erano allo stesso
corso di letteratura quando abitava lì e faceva parte della
“sua” combriccola. Lui la squadrò con
insistenza ma non sembrava averla conosciuta, così fece
finta di nulla e, presa la sua ordinazione, si diresse verso uno stuolo
di ragazzi a due tavoli di distanza per confabulare.
Quelli, misteriosamente, si avvicinarono e scorrendo,
finirono sul tavolo attaccato al suo con casualità.
Il cameriere
tornò con la sua ordinazione in un lampo e una volta
servita, si fece coraggio per capire se ci avesse visto bene:
-Isabella Swan?- la
ragazza per poco non sputò tutto il tè che stava
bevendo. Oddio, l'aveva riconosciuta! Ora cosa faceva? Come si doveva
comportare? Dove era Edward? Quanto ci metteva?
Fu assalita dal panico
ma si impose di restare calma, in fondo cosa poteva capitare di
così sconveniente?
-Si sono io...-
immediatamente tutto il tavolo di fianco occupato dai ragazzi che
conosceva si girò:
-Bella!-
strillò una rossa, che subito dopo identificò
come l'odiosa Irina Denali- sei tornata a casa cara!- si
alzò e mostrando lo striminzito due pezzi verde elettrico,
andò ad abbracciarla sculettando e scoccandole due baci
sulla guancia, finti come le borse che Alice si rifiutava di comprare
al negozio dell'usato. Irina Denali era la cosa più vicina
ad un'amica che avesse avuto in quella città, le diceva
spesso quanto fosse carina, ma come lei azzardava ad infilare un paio
di pantaloni un po' più stretti, la riprendeva dicendo che
non le stavano bene. Con il senno di poi, aveva capito che faceva
apposta, si sentiva minacciata dalla sua bellezza pura e
perciò tentava di tenersela buona e
“amica”.
-Solo
per una settimana, sono in vacanza- precisò lei
sorridendo finta mentre tutti la squadravano. Cosa guardavano? In
sedici anni nessuno le aveva prestato la più minima
attenzione, ora sembrava essere diventata l'attrazione del giorno. La
ragazza non sapeva però, che era mutata molto, grazie alla
sua “nuova” sicurezza appariva più bella
e disinvolta, cosa impossibile agli occhi dei vecchi compagni.
-Ma sei qui da sola?-
chiese la bionda fintamente dispiaciuta e con un filo di invidia:
averla di nuovo qui e soprattutto in costume, non l'avrebbe aiutata,
anche se si fermava per poco, forse avrebbe potuto approfittarne per
farle fare di nuovo qualche figuraccia colossale, la divertiva un mondo.
-No- rispose lei
palesemente fiera- sono qui con il mio ragazzo...
-Hai un ragazzo?-
chiese scettica l'amica del cuore di Irina, una mora tanto bella quanto
insipida.
-Sì,
è andato a prendere una cosa nella borsa- spiegò-
dovrebbe tornare a momenti.
Nessuno credeva che
Isabella Swan, la timida e remissiva Isabella Swan potesse avere
un ragazzo, sicuramente era una balla inventata per non fare brutta
figura, poi anche ammesso che l'avesse avuto, sarebbe stato uno di
quegli sgorbi tutto brufoli e occhialoni, il tipico secchione.
-Perché non
vieni a sederti qui con noi?- la invitò la bionda Jane
Volturi. Ecco, ci mancava solo quell'altra arpia ora. Il suo tormento
era appena iniziato.
-Non so se...-
tentò di rifiutare gentilmente prima che iniziasse a
strillare presa dall'isteria, non voleva dannazione! Voleva solo
passare una giornata rilassante con il suo ragazzo, che la stava
facendo innervosire sempre di più, quanto diavolo ci metteva?
-Andiamo...-le diede
una gomitata Irina- così parliamo come ai vecchi tempi- le
sorrise nuovamente finta. Vecchi tempi? Oh certo, niente di
più divertente!
-Ok- si arrese
sospirando e si alzò rivelando il corpo fino ad allora
celato dalla poltrona. Ora stavano zitti eh?! Non si aspettavano di
certo quel corpo mozzafiato sotto quegli indumenti extra large!
La mora
afferrò uno sgabello girandosi di spalle e
mostrando così il perfetto lato b che si ritrovava, per poi
avvicinarsi e mettersi seduta al loro tavolo con il tè. Fece
un grande sospiro, facendo così sobbalzare il seno
che i ragazzi stavano osservando con la bava alla bocca.
-Allora-
iniziò sorridendo leggermente, doveva stare lì
per forza finché il suo dannatissimo ragazzo non sarebbe
ritornato, quindi meglio iniziare con il piede giusto,
pensò- come va la vita qui?
-Sempre la stessa
storia: ogni sera una festa, divertimento fino all'alba...-
spiegò annoiata Jane.
-Bene- rispose giusto
per educazione.
-O santo cielo- Irina
strabuzzò gli occhi.
-Cosa?- chiesero
interessate le ragazze.
-Quel tipo che
è appena entrato!- sussurrò allungandosi sul
tavolo con fare cospiratorio- guardate quanto è figo! Deve
essere nuovo, si nota che non conosce nessuno...
Immediatamente tutte
si girarono e cosa vide Bella? Il suo bellissimo ragazzo che aveva
appena varcato la soglia, guardarsi intorno con sguardo spaesato. I
loro sguardi si incontrarono per una frazione di secondo, e lui si
aprì in uno spettacolare sorriso sghembo.
-Dio guarda che
sorriso! E sta sorridendo a noi!- fece isterica Irina- ragazze
sorridete e sono sicura che si avvicinerà-
ordinò, quante volte aveva usato il termine sorridere in una
frase? Il suo vocabolario era proprio ridotto; subito tutte ubbidirono
e quel dio greco si incamminò verso il loro tavolo.
-Sta venendo verso di
noi!- disse incredula la mora di prima.
-Già- le
fece eco un'eccitata Jane mentre gli altri ragazzi storcevano il naso,
consci che con un tipo del genere il loro momento di attenzioni era
terminato.
Edward
arrivò alle spalle di Isabella e sorrise:
-Ciao-
salutò educato.
-Ciao- risposero in un
lampo tutte.
Irina si era sistemata
il costume mettendo il seno in evidenza e si era data una sistemata al
trucco utilizzando come specchio il porta fazzoletti d'argento del bar.
Disgustoso.
Credeva di avere
qualche possibilità?
Edward non avrebbe mai
neanche lontanamente considerato una come lei.
Si piegò
appoggiando le mani sulla pancia della sua amata e le baciò
il collo languidamente, accarezzandole i fianchi e facendole sbucare
davanti il suo telefonino:
-Amore mio, tua madre ha
chiamato, ecco perché ci ho messo tanto, vuole sapere se
torniamo per pranzo- parlò sotto lo sguardo sbalordito di
tutti.
-Cosa le hai detto?-
chiese lei trattenendo le risate che minacciavano di scuoterla da un
momento all'altro.
-Le ho detto di si,
dopo voglio andare a fare una passeggiata, che ne dici?- le
appoggiò il mento sulla spalla continuando ad accarezzarle
il ventre.
-Dico che si
può fare...-gli diede ragione lei.
-Oh che sbadato!-
ridacchiò sotto i baffi il rosso- non vi ho neanche
calcolato scusate- lo disse in un modo che se Bella avesse potuto, si
sarebbe rotolata a terra dalle risate- sono Edward Cullen, il fidanzato di Isabella- calcò
sulla parola fidanzato per far comprendere meglio a tutti il concetto.
Silenzio tombale.
Lei intanto sorrideva
compiaciuta, sapeva di avere un ragazzo che era la fine del mondo,
anche se ancora non si capacitava che avesse scelto proprio lei come
compagna.
-Sei il suo ragazzo?-
chiese con voce strozzata e occhi spalancati Jane Volturi. Uno come
lui...con una come la Swan! Certo, era cambiata radicalmente ma...ma...
andiamo!
-Si.- rispose
semplicemente lui. Cosa c'era di tanto strano? Lo diceva ad ogni
singola persona che incontrava, lo avrebbe voluto urlare al mondo
intero!
-Già, ve
l'avevo detto no?- sorrise la mora sospirando.
-Si...-sussurrò
Irina.
-Bene- fece Bella
alzandosi dallo sgabello- ora vi lasciamo, pensavamo di andarci a fare
un bagno.
-Perché non
vi unite a noi?- domandò un ragazzo biondo.
Isabella si
voltò terrorizzata verso di Edward che, capito il suo stato
d'animo, la rassicurò con lo sguardo.
-No grazie- prese lui
la parola, togliendola d'impaccio- voglio stare un po da solo con la
mia ragazza, non so se capite- fece un sorriso sghembo e a lei
avvamparono le guance mentre gli dava una botta sul petto indispettita:
spiattellare così i loro affari, cosa gli diceva il
cervello? Si alzarono e dopo aver lasciato i soldi per il
tè, uscirono dal bar.
-Bella! Edward!-
strillò Irina nell'esatto momento in cui varcarono la porta,
e i due si girarono, che diavolo voleva ancora?- venerdì
sera, al “Stars on the beach” c'è una
festa con poi falò sulla spiaggia...siete dei nostri vero?-
chiese con voce zuccherosa, cavolo! Avevano rifiutato già
una volta non potevano farlo di nuovo...e poi non voleva ridursi come
prima, quando accampava scuse di ogni genere... bhà!
All'ultimo minuto avrebbe finto un malore nella peggiore delle ipotesi:
-Ma certo!- disse
sorridendo finta.
-Perfetto,
lì alle 21 e 30! Vi aspettiamo!- li salutò con la
mano rimettendosi seduta, aspettando che uscissero.
-Ma sei scemo o cosa?-
lo aggredì non appena uscirono da quel fottutissimo bar.
-Cosa?- fece finta di
non capire guardandosi attorno.
-“Voglio
stare un po da solo con la mia ragazza, non so se capite”!
Così sembra che prendiamo e andiamo a fare sesso in mezzo al
mare!- disse imbronciandosi e tirandolo verso l'acqua dopo aver posato
il portafoglio nella borsa- non potevi inventarti un altra scusa?-
sbuffò lei entrando nell'acqua fredda e rabbrividendo al
contatto. Edward la seguì immergendosi completamente e
arrivandole ad un palmo dal naso:
-Ma quella non era una
scusa- sussurrò al suo orecchio- cosa ti dice che io adesso
non ti circuisca e non finiamo col fare l'amore proprio lì-
indicò con un cenno le rocce nascoste nell'insenatura poco
lontana. La ragazza lo guardò scandalizzata mentre un
brivido le percorreva la schiena e un calore improvviso le infiammava
il basso ventre.
-B...b...bhè
non credo che...insomma noi...- balbettò strofinando le
gambe tra di loro: soltanto il pensiero di loro due appoggiati a quelle
rocce che bhè...lui che spingeva...oddio!
La prese dolcemente
per la mano e nuotarono verso il punto precedentemente indicato, voleva
davvero...?
Respirò
affannosamente, merda!
-Cosa faresti se ti
prendessi...-e la afferrò per i fianchi- poi ti appoggiassi
proprio qui...-la fece aderire al suo corpo e la spinse contro la
roccia arrotondata- e iniziassi a convincerti...- prese ad accarezzarla
con le mani calde ovunque, delicatamente.
-Edward- proruppe
frustrata- per favore non dire queste cose...- non doveva lasciarsi
andare, altrimenti non ci sarebbe stata via di scampo, negli ultimi
tempi erano diventati molto passionali e...innovativi ecco.
-N...non possiamo-
fece con voce strozzata.
-Ah no?- le
baciò il collo soffiando quelle parole.
-No- sibilò.
-E chi lo dice?-
continuò a provocarla il ragazzo. La voleva in quel momento
e niente l'avrebbe fermato, a parte ovviamente il fatto che lei non
volesse, ma dai gemiti sommessi che stava cercando di trattenere, non
era affatto così.
-Io...oh...-
sospirò quando prese ad accarezzarle il seno da sopra il
costume. Prese a baciare il ragazzo voracemente strusciandosi sul suo
corpo che reagì in un batter d'occhio.
-Sai che se passasse
qualcuno ci potrebbe denunciare per atti osceni in luogo pubblico?-
ridacchiò baciandogli il mento.
-Sai che non me ne
importa proprio un bel niente?- la riprese lui scostandole i capelli
dal collo. Ormai erano partiti per la tangenziale e bhè, non
gli dispiaceva proprio provare anche quell'esperienza... l'amore non ha
limiti, aveva scelto quel momento per esplodere, chi erano loro per
reprimerlo?
Continua...
******************************************************
Allora,
ho fatto un bel salto temporale eh? Volevo scrivere del compleanno di
Bella ma poi ho pensato sarebbe stata una cosa troppo scontata e mi
è piaciuto mettere subito in chiaro quanto lei fosse
cambiata, grazie all'amore e all'amicizia, rendendola più
sicura e apprezzata. A
Phoneix non ci sono spiagge,
concedetemi questa licenzia
ahahahah!
Irina
è una
stron.. emh si, lo abbiamo capito tutte, ma la storia è
stata progettata come leggera, quindi non rovinerà la
serata, o non eccessivamente, vedremo come Bella finalmente riesca a
tirare fuori gli attributi e farsi rispettare dopo anni ;)
La
scena hot anche se
accennata dovevo metterla, mwahuahu scusate. Altrimenti non sono
contenta *me versione perv*
Spero
vi sia piaciuto,
non è il massimo dato che stavo male quando l'ho scritto, ma
è uscito così, quindi.
Un
bacione care,
Athena xx
|
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Capitolo 4 *** ~EXTRA 2 -seconda parte- ***
Emh...
ennesimo ritardo ma non mi dilungo. Ecco l'ultima parte dell'extra.
Hope you
enjoy it e as usual lo dedico alla mia scassatura preferita kresbiten!
-La uccido! Ecco cosa sarà la prima cosa che farò
appena atterrati! La strangolerò con le mie stesse mani!-
era circa un quarto d'ora che Isabella stava sbraitando davanti allo
specchio.
La povera
destinataria del milione di insulti appena emessi era proprio la sua
migliore amica, Alice Brandon, colpevole di averle riempito la valigia
di completini sexy, abiti super scollati e scarpe dal tacco troppo
elevato.
Non si sarebbe mai
più fidata, questa volta aveva proprio
esagerato!
La ragazza osservava
sconsolata l'ampia gamma di abiti sparsi sul suo
letto, con le rispettive scarpe e accessori abbinati.
Aveva pensato proprio
a tutto quella streghetta in miniatura!
Certo, le era capitato
di indossare capi del genere ma erano state
occasioni importanti... non per una semplice vacanza!
Si sedette a terra a
gambe incrociate, doveva pur sceglierne uno; li
fissò tutti, dal primo all'ultimo e il suo sguardo si
soffermò proprio su quello che aveva scartato a priori:
troppo...scollato, troppo succinto, troppo rosso...troppo tutto!
Eppure...
Ci sarebbero state
tutte le sue vecchie conoscenze, quelle stupide
galline che, ne era sicura, ci avrebbero provato con il suo ragazzo
sbattendogli in faccia le tette che avrebbero minacciato di fuoriuscire
da quegli straccetti.
Perché non
mostrare anche lei le sue grazie? In fondo non
avrebbe fatto nulla di sbagliato, avrebbe fatto vedere la nuova Bella,
quella che non aveva paura del loro giudizio, che se ne fotteva
altamente di quello che pensavano. Aveva imparato a fregarsene ormai:
il mondo non si cura di te, fai quello che più ti aggrada.
Fece ruotare gli occhi.
Ma si cazzo!
Ora o mai
più!
Si mise l'intimo rosso
che quella matta dell'amica le aveva infilato in
valigia, notando che era proprio... cioè le culottes erano
di pizzo e il reggiseno era leggermente
a balconcino, ma almeno erano culottes non tanga- si ritrovò
a pensare sconsolata- ma per una volta...
Fece un sospiro e
afferrò l'abito indossandolo, notando che
non era poi così elaborato come pensava: senza spalline,
aderentissimo certo (quasi non respirava) e le arrivava appena sotto il
sedere ma non aveva fronzoli e fiocchetti vari. Riluceva appena a causa
della stoffa speciale con cui era stato confezionato, era stupendo,
Alice ci sapeva fare eccome, glielo doveva concedere proprio.
Si mise ai piedi delle
semplici decolté lucide rosse, senza
brillanti vari o cinturini speciali e per concludere trovò
un nastrino di raso rosso con la chiusura, uno stupendo girocollo.
Prese la pochette, rossa ovviamente, mettendoci dentro cellulare,
portafoglio (a fatica dato le dimensioni della borsa) e chiavi di casa.
Ora il bello: e i
capelli? Come li acconciava?
Non aveva scelta dato
che non sapeva cosa fare...
-Mamma!!-
strillò affacciandosi dalla porta.
-Si tesoro?- si
affrettò a rispondere Renee salendo le scale
e arrivandole davanti, per una volta che la figlia chiedeva di lei
meglio approfittarne- wow!- esclamò nel vederla con quel
vestito, non ci era proprio abituata! Di solito il massimo che aveva
osato in quegli anni era stato un paio di pantaloni al ginocchio!
D'altronde ormai non si sarebbe più stupita di nulla, da
quando aveva visto il suo ragazzo aveva capito che era cambiata
visibilmente, in meglio.
-Bella sei... o tesoro
sei bellissima!- sussurrò con le
lacrime agli occhi: solo ora si era resa conto di quanto donna fosse
davvero sua figlia, di come fosse cresciuta da sola e fosse diventata
quella che era adesso.
-Grazie-
arrossì orgogliosa- ma... non so come acconciare i
capelli, o il trucco...di solito ci pensa Alice...avrei bisogno di un
consiglio-sussurrò.
-Non ti preoccupare,
ci sono qui io ora- disse dolce- allora, io
proporrei un semplice eyeliner nero e poi un rossetto rosso scarlatto
come il vestito, stop, nient'altro, sei così bella al
naturale, magari un po di cipria e basta... Che ne dici?- era partita
in sesta quando le aveva concesso di aiutarla.
-Emh...direi di
si...io...io mi fido di te mamma- le sorrise
sospirando, e sedendosi sperò di aver fatto la scelta giusta.
-Mh, per i capelli-
Renee si portò una mano sulla guancia e
storse la bocca in una smorfia così simile a quella della
figlia e poi sorrise- Tesoro, che ne dici di un bello chignon alto?
Così lasciamo scoperto il tuo bel viso e...il collo-
ammiccò maliziosa, cosciente di quanto piacesse agli uomini
quel punto, ormai la sua bambina era una donna e dal comportamento che
teneva con Edward, pensava proprio si fossero inoltrati abbastanza...
La ragazza
annuì felice di quel momento così
intimo e si lasciò andare alle mani esperte della madre.
Ad Edward per poco non
prese un colpo quando vide la sua ragazza. Gli
si bloccò il respiro e iniziò a tossire
diventando completamente rosso in viso:
-Caro respira- lo
riprese Renee canzonandolo e quello tentò
davvero di rilassarsi, ma con una dea del genere a pochi passi era
impossibile!
Non c'erano abbastanza
aggettivi per descriverla, dovevano ancora
inventarne degli efficaci. Era stupenda, bellissima e...sua.
Lei gli sorrise e
arrivandogli accanto, gli passò un braccio
sulla vita.
-Ciao-
sussurrò sul collo.
-C-ciao-balbettò
lui cercando di riprendersi- sei...perfetta.
-Bhè...grazie-
si fece stringere nel suo abbraccio e si
avviarono verso la porta.
-Ragazzi divertitevi,
tornate quando volete ma siate responsabili ok?-
sorrise loro Renee. Entrambi annuirono e salutando si avviarono alla
discoteca all'aperto.
-Dovrò
starti attaccato questa sera- borbottò
Edward.
-Perché di
solito non mi calcoli vero?- lo riprese la mora.
-Oggi specialmente,
sono sicuro che arriveranno come gli orsi con il
miele- fece rabbuiandosi.
-Ci saranno tante
altre ragazze, molto più belle di me,
fidati- lo tranquillizzò.
-Non credo proprio,
forse non ti rendi conto dell'effetto che fai agli
altri amore- le spiegò.
-Certo, certo- gli
concesse per farlo stare zitto.
Svoltarono l'angolo e
si trovarono davanti ad un enorme chalet con luci
stroboscopiche e musica altissima. Perfetto.
-E...se ce ne
andassimo in riva al mare per una seratina romantica?-
tentò di svignarsela lei.
-Fammi
pensare...mh...no!- la prese per la mano intrecciando le dita e
attraversarono la strada. Ogni tentativo di sfuggire a quella che, ne
era certa, sarebbe stata una serata raccapricciante, fallì
miseramente.
Una volta all'interno
della discoteca si guardarono intorno alla
ricerca di qualche viso familiare ma non c'era ancora nessuno.
Si fermarono
così al bancone e ordinarono da bere.
Isabella si concesse
finalmente di fare una radiografia al suo ragazzo
e per poco non le andò di traverso il drink: indossava dei
jeans neri attillati che mettevano in risalto i sedere tonico e una
maglia con le stampe con sopra una camicia bianca a quadri grigi e blu;
ai piedi le solite sneakers nere. Cavolo, anche così era
capace di far sgorgare fiumi di saliva dalle bocche delle povere
ragazze! Ma cosa aveva pensando Esme mentre lo concepiva? Doveva
proprio farle un monumento!
Iniziò ad
avvicinarsi al suo ragazzo per dagli un bacio-ne
sentiva un bisogno consumante- quando una voce stridula si fece larga
nel suo cervello, nonostante la musica altissima.
-Edward! Isabella!-
perfetto, ora Irina Denali era ufficialmente sulla
lista nera, bhè no, c'era anche prima- siete arrivati! Come
mai non ci avete raggiunto?- perchè volevano stare da soli,
ecco il motivo!
Isabella si strinse
improvvisamente ad Edward mentre la rossa la
squadrava da capo a piedi. Non le piaceva essere fissata da chi
reputava pericolosa, lei specialmente.
Irina, da parte sua,
non poteva credere ai suoi occhi: chi era quella?
E cosa ne era della vecchia Bella? Aveva sempre saputo che celasse un
bel fisico, ma non pensava fino a quel punto, dannazione! Faceva
sfigurare persino lei, perfetta nel suo mini abito nero e trampoli
abbinati.
-Venite al nostro
tavolo?- chiese facendo gli occhi dolci (male per il
trucco troppo pesante) e sbattendo le ciglia appesantite dal mascara.
Edward le strinse forte un fianco per cercare di calmarla.
-Ma certo-
tentò di essere amichevole, ma nulla lo faceva
infuriare come vedere la sua ragazza, la ragazza che amava, nervosa e
quasi terrorizzata.
La prese per mano
dandole un rapido bacio,cercando di infonderle
tranquillità e seguirono Irina nel marasma di persone.
Tranquilla
Bella-
si diceva- andrà
tutto bene, li saluterete e scapperete a ballare...Edward neanche le
guarderà e andrà tutto per il meglio.
Quello era il suo
mantra, peccato che non stesse funzionando.
Appena scorsero in
lontananza il tavolo, iniziò a tremare
inquieta sui tacchi e il ragazzo, accorgendosene, la
avvicinò ulteriormente e la sorresse. Era diventata pallida,
ancora più del solito e non andava affatto bene. Cosa
diamine le avevano fatto quegli individui per ridurla in quello stato?
Che infanzia e adolescenza le avevano fatto passare? Erano stati
così cattivi con una semplice ragazzina forse troppo timida?
Che razza di gente era? - si ritrovò a riflettere mentre si
avvicinavano.
-Amore- le
sussurrò lui.
-Sì?-
rispose in un soffio affaticato. Si stavano
avvicinando alla tana del lupo. Non riusciva a staccare gli occhi dal
tavolo incriminato. Erano tutti lì, anche quelli che non
c'erano al mare, si erano riuniti come al solito, un po per noia e
routine, un po perchè- ne era sicura- Irina aveva
sicuramente sparso la voce del suo ritorno.
Passò
velocemente in rassegna tutti i volti in fila, ecco
coloro che le avevano fatto venire complessi, che le avevano impedito
di vivere la sua vita nel migliore dei modi, come era stato possibile?
Se ci ripensava ora,
si dava della stupida, non avrebbe dovuto
permettere che degli stupidi ragazzini la condizionassero!
-Lo sai che ti amo?-
chiese apprensivo sfiorandole il collo con le
labbra, stava tentando di rilassarla e l'unica cosa che sapeva dire era
quella, la pura verità... Isabella si girò di
colpo e lo baciò velocemente ma appassionatamente avendo
colto il suo dolce tentativo di farla rasserenare.
-Certo che lo so
sciocchino- rise- altrimenti non saresti qui con me-
continuò carezzandogli la guancia. Il sorriso che fece il
rosso fu come un faro nell'oscurità per lei: aveva lui, a
cosa e servivano loro?!
Respirando a pieni
polmoni- per quanto l'aria consumata lo permettesse-
si decise finalmente ad avvicinarsi. Cosa avrebbe dovuto dire?
“Salve”?
oppure “Buonasera”?
O meglio esordire con un “Ehi
ragazzi, vi ricordate di me?”
-Ciao-
esclamò infine. Il più veloce e indolore
possibile. Un mormorio d'approvazione fu l'unica risposta che ottenne,
a parte gli sguardi di quelle arpie sul suo vestito e sul suo ragazzo.
-Possiamo sederci qui
con voi?- ci pensò Edward a rompere il
ghiaccio, con il suo solito sorriso a cui nessuna sapeva resistere.
-Certo!- rispose la
bionda Jane Denali con tono disgustosamente mieloso.
Stronza
stronza stronza
stronza stronza stronza stronza stronza stronza- pensava
lei, oca-
invece lui.
-Allora Isa- Irina
intanto la stava fulminando con lo sguardo- cosa ti
porta di nuovo qui a Phoenix? Non te ne eri andata nello stato di
Washington?- proruppe acida con tono fintamente interessato.
-Sono, siamo qui in
vacanza cara- sorrise melliflua- sai ogni tanto
staccare la spina serve no?
-Già...e
quanto tempo restate?- chiese facendosi
più attenta.
-Siamo in partenza,
dopodomani- la informò.
-Restate
così poco?- falsa, perchè voleva che si
togliesse dai piedi il prima possibile, l'aveva invitata un po per
curiosità, un po per provarci con il suo ragazzo; era
maledettamente bello, sembrava divertente ma l'unica sua pecca era il
fatto di essere perdutamente innamorato della Swan. Lo aveva capito
subito, la guardava come suo padre guardava sua madre, non aveva
degnato le altre neanche di una misera occhiata e bhè, i
baci e le parole sussurrate dolcemente erano la ciliegina sulla torta.
In fondo- lo sapeva
anche lei- Isabella era sempre stata una ragazza
estremamente dolce, ma troppo timida, schiva e riservata, per cui a
lungo era diventata semplicemente invisibile.
Tutti potevano far a
meno di lei, non c'era una singola persona che
aveva chiesto negli anni “Ehi
dove è? Non viene con noi?” no, se ne
fottevano altamente.
Ora invece, a
guardarla muoversi abbastanza sicura in pista, tra le
braccia del ragazzo aveva capito una cosa, e si dava della stupida per
non esserci arrivata prima:
Isabella
Swan era
pericolosa.
Ecco cosa pensava, e
sebbene sarebbe stata lì per altri
pochi giorni, si sentiva minacciata da quello scricciolo moro. Tutti si
erano accorti del suo cambiamento radicale e diamine, persino Josh
aveva fatto un apprezzamento su di lei! Lui che l'aveva sempre snobbata
e derisa! Si sentiva tradita nell'animo da quelli che pensasse fossero
i suoi compagni di avventure ed invece ora avevano interesse per lei e
la guardavano famelici.
Bella si muoveva a
tempo addossandosi al suo ragazzo e circondandogli
il collo con le esili braccia. Aveva resistito all'interrogatorio,
grazie al cielo Irina dopo un po si era fatta taciturna, come se
pensasse a qualcosa della vitale importanza. A quel punto si era
preoccupata: poche volte l'aveva vista così, non era affatto
stupida- al contrario di quello che molti pensavano- aveva una mente
molto calcolatrice e sapeva incutere terrore quando voleva.
Voltò il viso e guardò in giro per la sala,
notando uno luccichio fissò gli occhi verso quel punto, e
vide la rossa intenta a fissarla, a fissarli. Cosa diamine
voleva? Si strinse ancora di più ad Edward e sotto il suo
sguardo attento lo baciò, come ad imprimere nella sua pelle
il fatto che fosse proprietà privata, che fosse suo, per poi
fissarla di nuovo. Spostò la sua attenzione su di lui, che
stava cantando a squarciagola la canzone del momento. Gli
accarezzò una guancia e rise prendendo a cantare.
Era felice finalmente,
e non avrebbe permesso a nessuno di rompere
quell'idillio.
Irina li osservava da
lontano, era seduta su uno sgabello con un
bicchiere di Cosmopolitan in mano. Bella appariva spensierata e serena
con il suo ragazzo e provò un repentino moto d'invidia. Era
riuscita dove lei aveva fallito: avere qualcuno che ti considerasse
importante.
Perchè,
perchè la rossa e perfetta Irina Denali
non era capace di avere un ragazzo? Perchè tutti vedevano in
lei soltanto un corpo da sfruttare ed esibire? Perchè non
riusciva a trovare qualcuno che l'amasse per quello che era, senza
vestiti microscopici e costosi e quintali di trucco?
Non poteva
semplicemente essere se stessa? Comportarsi normalmente
anziché fare la civetta continuamente?
Evidentemente no.
Eppure lei
c'era riuscita cazzo!
Cosa avevano di
diverso? Da piccoline giocavano insieme! Poi lei aveva
capito che se non si sarebbe fatta notare, avrebbe fatto la fine
dell'emarginata e con quella paura, era cambiata, facendo vivere a
Bella il suo incubo. La legge del più forte aveva colpito
ancora.
Irina Denali era
diventata quella che era ora per semplice paura.
Strinse convulsamente
il bicchierino e ne mandò
già la metà in un solo sorso, la gola le bruciava
e gli occhi le si fecero umidi a causa dell'alcool.
La mora si
girò per caso verso di lei- che la stava ancora
osservando- e si strinse al ragazzo per poi fissarla con astio e
baciarlo, come a ricordargli che era sola, mentre lei no.
Era diventata stronza
eh?!
Voleva vantarsi di
avere un ragazzo?
E dire che per un
secondo aveva pensato addirittura di scusarsi per
essersi comportata male con lei. Bhè, ora non più.
La Swan aveva
riportato il suo sguardo lontano da lei e aveva ripreso a
ballare e cantare. Aveva così paura che le portasse via il
ragazzo? Forse la sua paura non era così illegittima...
**
-Amore vado un secondo
in bagno- disse la mora con il fiatone.
-Certo, torna subito
da me eh- rispose lui baciandola.
La osservò
mentre, ancheggiando sugli altissimi tacchi,
spariva nella folla. Sembrava così piccola e indifesa,
così desiderosa d'affetto che mai e poi mai l'avrebbe
lasciata. Con lei aveva conosciuto l'amore vero- incredibile- ed aveva
imparato ad attendere i suoi tempi, a farla sentire importante e
coccolata. Amava vezzeggiarla e viziarla in tutti i modi: ogni mattina
le portava la colazione ed ogni pomeriggio avevano la chiamata assidua
che precedeva la sua entrata- furtiva, di nascosto a Charlie- nella sua
camera da letto per passare la notte insieme. La sua vita era perfetta
ora, dall'entrata in scena di quella piccola ladruncola di armadietti.
Certe volte si
ritrovava a pensare che se quei ragazzi non avessero
fatto gli stronzi, lei non avrebbe mai deciso di cambiare
città e di andarsene a Forks... e lui... bhè lui
non l'avrebbe mai incontrata.
Non riusciva
più ad immaginare una vita senza la sua Bella.
Si vergognava del
pensiero egoistico che certe volte si impossessava
del suo cervello, ma non poteva farne a meno.
-Ehi Edward!- una voce
squillante lo sorprese.
-Ciao Irina- sorrise
voltandosi verso di lei e trovandosi davanti il
suo prosperoso decoltè. Ugh. Amava la sua ragazza, ma era
davvero... insomma si faceva notare di certo.
-Come mai solo
soletto? Bella ti ha abbandonato?- chiese ironicamente,
ma sotto sotto ci sperava davvero.
-No, è
andata al bagno- spiegò sperando di
togliersela di torno.
-Ah... e ti ha
lasciato qui solo soletto?
-Sì- fece
seccato da quella sua osservazione, non l'aveva
abbandonato, era andata solo al bagno!
-Sai- gli si
accomodò accanto accavallando le gambe e
scoprendole- io fossi in lei non ti lascerei indifeso tra questo
ammasso di ragazze con gli ormoni in sovraccarico- sorrise maliziosa.
-Non si deve
preoccupare, sa che amo solo lei e non c'è
nessun rischio- fece sicuro e anche un po seccato. Stava forse
insinuando che sarebbe stato capace di tradirla? Non lo conosceva
affatto!
-Già... ma
gli inconvenienti delle volte ci sono... e poi
non sto di certo dicendo che tu non la ami, andiamo non sono cieca.
Dovrebbe ritenersi fortunata ad aver un ragazzo come te accanto.
Si avvicinò
non avendo intenzione di restare con le mani
ferme e prese ad accarezzargli le spalle; lui poveretto,
stentò di spostarsi e si mosse inquieto sullo sgabello.
-Irina...-disse.
-Si?-chiese
innocentemente.
-Smettitela-
sibilò sottraendosi al suo tocco.
-Di fare cosa?-
sussurrò.
-Di toccarmi- si
allontanò inquieto.
-E perchè?-
fece tentando si essere sensuale, ma non
funzionava molto.
-Perchè ho
la ragazza! Sai nel caso non te ne fossi accorta
te lo ribadisco...- fece acido scostandole le mani dal suo petto.
-Andiamo... so che
anche tu lo vuoi...- si riavvicinò.
-Solita frase fatta, e
mi dispiace la risposta è ancora no-
il tono di voce era perentorio e si stava decisamente alzando.
Un ragazzo stava
rifiutando Irina Denali? Non era possibile.
Improvvisamente quello
che era partita come una semplice ripicca, uno
sfizio, si stava trasformando in un fatto d'orgoglio, nessuno poteva
rifiutarla. Nessuno.
Il mondo le si
sgretolò sotto ai piedi.
Essere bella, sensuale
e desiderabile era l'unica certezza nella sua
vita. Non aveva nient'altro a cui aggrapparsi, né l'amore
familiare, né tanto meno quello vero, né degli
amici leali... niente. Ora invece aveva trovato qualcuno che poteva
fare a meno di lei, che non la voleva, che forse la disprezzava e...
non sapeva cosa fare, sicuramente c'era un errore.
-Guardami negli occhi-
gli prese il viso tra le mani- tu non mi
vuoi?-fece con voce rotta, incredula.
-No Irina, come te lo
devo dire?!- Edward iniziò a calmarsi,
forse poteva farla ragionare.
-M...ma
perchè, insomma io...- balbettò mentre
gli occhi le diventavano umidi. Pensava che ogni ragazzo la volesse, se
non per il carattere almeno per il corpo, era così sola e
disperata che le sarebbe bastato, una parvenza d'amore, anche piccola,
per poi sfumare la mattina dopo ma in quel momento ne aveva assoluto
bisogno.
-Io la amo, non potrei
mai tradirla. Tu sei una bella ragazza per
carità ma nulla a che fare con lei. Mi dispiace...-
alzò le spalle sperando di essere stato convincente mentre
la musica variava.
-No... non
può essere, tutti... ti stai sbagliando, tu mi
vuoi- e così dicendo gli si gettò addosso
disperatamente cercando di baciarlo doveva dimostrargli che si
sbagliava, che poteva volerla.
Non fece in tempo ad
appoggiare le labbra su quelle del ragazzo che la
spinse via e una voce conosciuta parlò:
-Cosa sta succedendo?-
si girò e vide Isabella, stupenda nel
suo abito fissarli con i labbro tremante e gli occhi spalancati e
lucidi.
-Bella, io ti giuro
non...- fece sbiancando Edward.
Ma lei aveva capito,
aveva sentito, non era stata colpa del suo
ragazzo, aveva fatto tutto da sola quella sgualdrina! Si
avvicinò velocemente e la allontanò con uno
strattone:
-Cosa cazzo stavi
facendo?-fece alzando la voce.
-I..io non..-
balbettò lei.
-Tu cosa? Lo sapevo,
lo sapevo, non smetterai mai di rovinarmi la vita,
non dovevamo venire!
-Non volevo...
-Non volevi cosa? E'
sempre stato il tuo obiettivo mettermi i bastoni
tra le ruote, non sopporti che qualcun altro sia più felice
di te! Perchè mi chiedo, perchè devi farmi
questo, perchè proprio io?!- la scosse violentemente per un
braccio, Bella non era mai stata così furiosa con nessuno,
forse perchè la sua più grande paura si era
appena avverata, un po perchè non voleva che la persona a
cui tenesse di più al mondo le venisse portata via, no
questa volta non l'avrebbe di certo permesso.
-Calmati posso
spiegare...- Irina era davvero scossa e impaurita, le
constatazioni appena fatte le ronzavano ancora in testa e non riusciva
a ordinarle, analizzarle e soprattutto accettarle.
-Calmarmi?! Come posso
calmarmi quando l'unica cosa che vorrei fare
è prendere a schiaffi quel tuo bel faccino truccato eh?!
-Scusa...ecco...
-No stammi bene a
sentire ora, te lo ripeterò una sola
volta, dopo di chè sparirai definitivamente dalla mia vita
ok?- la rossa spaventata cercò di capire cosa le stesse per
dire e si fece ancora più attenta per quanto potesse in
quello stato:
-Tu sei un essere
spregevole, come puoi soltanto guardarti allo
specchio senza provare ribrezzo verso la tua figura? Dovresti
vergognarti perchè trai felicità dai fatti
negativi degli altri... come riesci?! Mi fai schifo Irina, solo questo,
vorrei tanto esserci quando finalmente aprirai gli occhi e ti
accorgerai di tutto l'odio e la falsità che ti circonda!
Rimarrai sola, e troppo tardi capirai che hai sbagliato...-
così dicendo affievolì la voce, le
lasciò le braccia e prendendo Edward per mano le rivolse un'
ultima occhiata prima di andarsene.
Sospirò
uscendo all'aria aperta, finalmente si era liberata
di tutto quello che aveva dentro, era riuscita a dire tutto quello che
aveva sempre pensato.
-Bella io...-
iniziò Edward disperato, non sapeva cosa fare.
-Tranquillo lo so...-
voltò il viso verso di lui e sorrise
dolcemente- ti amo- sussurrò.
-Anche io- fece
sollevato- avevo così paura che non
capissi...
-So come è
fatta Irina, infatti spero di averle dato una
bella lezione, dopo diciotto anni...- sospirò affranta.
-Ehi- la
fissò negli occhi- hai fatto la cosa giusta,
capirà vedrai...- la baciò dolcemente, mettendola
al sicuro nelle sue braccia e carezzandole i capelli, si la sua ragazza
era davvero un angelo.
Qualcun altro nel
fragore della discoteca si era appena accasciato su
un divanetto, con gli occhi sbarrati, realizzando che aveva davvero
sbagliato tutto. Non sapeva come avrebbe fatto, quello no, ma una cosa
era certa: prima o poi avrebbe rimediato ad ogni cosa.
***************************************************
ALCUNI
CHIARIMENTI:
Non
è che Irina si sia innamorata follemente di Edward
appena ha posato gli occhi su di lui (anche se fosse stato
così non le avrei dato torto eheheh), semplicemente si
è sentita messa da parte da tutti quell- falsi- che prima la
apprezzavano e ora avevano occhi solo per Bella. Così si
è voluta riprendere la sua rivincita personale, come se fino
ad ora non ne avesse avute -.-, provandoci con Edward, non essendo
abituata ad essere rifiutata da nessuno e quello che è
successo ha sgretolato le sue certezze. Non è una ragazza
stupida, soltanto prigioniera della sua trappola dorata. Ma
lì arriva Bella e son cazzi eh, dopo che le fa un
bel discorsetto ye! e la ragazza capisce finalmente che forse non era
tutto perfetto come pensava.
Avrei
voluto fare l'ultima parte di questo extra, ma preferisco
lasciarlo aperto, sta a voi immaginare come abbia rimediato ;)
IL VESTITO INDOSSATO DA
BELLA E' QUESTO, per
chi volesse vederlo.
Non
so quando arriverà il prossimo extra, ma penso proprio non
sarà per ora.
Spero
vi sia piaciuto, un bacione come sempre,
Athena
xx
|
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Capitolo 5 *** ~EXTRA 3 ***
La ladre e lo stalker, extra 3
Anche l'ultimo extra
è dedicato a kresbiten, con l'aggiunta di Giuls senza la
quale non lggereste questa... 'cosa'.
Si affrettò
a scendere le scale e percorse velocemente il
corridoio invaso dagli studenti, essendo ora di intervallo. Si era
accorta poco prima che quella peste di sua figlia aveva dimenticato il
pranzo nella sua borsa, così era scesa dai piani del liceo
dove insegnava letteratura inglese, fino alla classe minore di sua
figlia, che aveva dieci anni.
Cercò di
sgusciare tra i vari ragazzini, tenendo saldo il
sacchetto al petto, onde evitare di farlo cadere a terra: sarebbe stato
il colmo dopo che praticamente neanche aveva quasi dato i compiti alla
sua classe per fare in tempo, cosicchè non comprasse
qualcosa alla mensa della scuola che faceva davvero rabbrividire in
quanto a cucina.
Varcò la
soglia dell'aula e scandagliò
in cerca della sua piccolina, fino a trovare una testa rossa ben
conosciuta.
Le arrivò
dietro di soppiatto e si chinò con il
busto per vedere cosa stesse scrivendo sul diario, concentrata al
massimo.
Aveva le sopracciglia
rosse scure aggrottate e gli occhi marroni
socchiusi, come se stesse vergando qualcosa molto difficile di assoluta
importanza. In realtà altro non era il nome del suo compagno
di banco, che le piaceva molto, circondato da cuoricini.
Tipica fase da
ragazzina innamorata insomma, l'avevano passata tutti.
Che dolce però.
-Ehi, topolina.- si
decise a palesare la sua presenza.
-Mamma!-
sobbalzò e chiuse di scatto il diario, diventando
tutta rossa e guardandosi freneticamente intorno.- che ci fai qui?
Sapeva quanto si
vergognasse certe volte, essendo nell'età
'si-ormai-sono-grande-e-posso-fare-tutto-da-sola' ma quel giorno non
poteva farne a meno di essere lì.
-Ti sei dimenticata il
pranzo nella mia borsa.- alzò un
sopracciglio e indicò il sacchetto, la figlia glielo
strappò quasi dalle mani e lo aprì,
controllandone il contenuto.
-Ah, grazie...- fece
imbarazzata, arricciando il nasino in una smorfia
colpevole.
-Che sia l'ultima
volta eh, non costringermi a scendere in mezzo ai
marmocchi.- scherzò e le scombinò i capelli.
-Non siamo marmocchi,
pft.- mugugnò addentando il panino al
pollo appena tirato fuori.
-Certo, certo.- le
concesse lei, sorridendo.- torno nel regno del
liceo, ora che ho portato a termine la mia missione.
Le diede un bacio tra
i capelli lisci e la salutò, per poi
scomparire nel corrridoio.
Ritornata ai piani
superiori, si diresse verso l'aula insegnanti per
prendere il suo di pranzo, e si sedette comodamente su un tavolo per
consumare il suo pasto. Si ritrovò a pensare a quanto amasse
quella piccola peste che le aveva riempito l'esistenza, era diventata
tutta la sua vita, oh almeno la metà di essa. L'altra
metà era suo marito ovviamente.
Quanto le mancava...
Sarebbe stata
volentieri tutto il giorno tra le sue braccia ma sapeva
non poter essere possibile, sfortunatamente.
Mentre finiva di
mangiare, la sedia accanto alla sua era stata spostata
o occupata, già sapeva da chi.
-Bellezza, come stai?
-Ma fai pure con
comodo Riley, non era occupato quel posto.- disse
acidamente e ignorando la domanda.
-Eri tutta soletta,
andiamo.
-Ci sarà
stato un motivo no? Ci avevo appoggiato la borsa,
che ora grazie a te è a terra.
-Ma come siamo
indisponenti oggi, zuccherino.
-Smettitela per una
buona volta!- si alzò esasperata.
Non lo sopportava
proprio. La importunava con battutine e se lo
ritrovava ovunque fin dal suo primo giorno di insegnamento, nonostante
aveva messo in chiaro di essere felicemente sposata e con una figlia.
Certe persone non avevano proprio alcun remore.
Se Edward lo avesse
saputo probabilmente si sarebbe catapultato a
scuola e lo avrebbe fatto allontanare a suon di cazzotti, o avrebbe
impedito a lei di andare a lavoro, conoscendolo.
Era sempre stato
impetuoso suo marito, fin da ragazzo, anche se era
estremamente dolce in qualunque situazione: mai una sola volta aveva
alzato troppo la voce e non gli era neanche passato per la testa di
sfiorarla con un solo dito durante un litigio. Certo, non era stato
tutto rose e fiori in quegli undici anni di matrimonio, ma erano una
coppia perfetta e collaudata, con la giusta dose di pazienza, amore e
dialogo avevano superato tutto nel migliore dei modi.
Lei ed Edward si erano
sposati a ventitrè anni, non appena
conclusa l'università, ed erano andati a vivere insieme.
Anche prima durante gli studi convivevano, ma in un
appartamento e bhè, un matrimonio rendeva tutto
più ufficiale e speciale. Aiutati dai loro genitori e dai
soldi di vari stage e supplenze, erano riusciti a pagare ogni cosa
desiderassero ed ad avere i lavori dei loro sogni, per i quali avevano
studiato tanto: lei insegnante e lui avvocato.
Dopo un anno nacque la
luce dei loro occhi, Katherine, che avevano
aspettato e desiderato tanto. La piccola rese ancora tutto
più perfetto e nonostante le loro paure, si dimostrarono fin
da subito dei genitori modello. Si dice che dopo un figlio la vita
coniugale si affievoliva, ma non pensava fosse affatto vero. Sotto le
lenzuola avevano sempre fatto faville, fin da quando, studenti del
liceo, si appartavano nella macchina di Edward per coccole non
propriamente caste, con l'arrivo dell'università poi, si
poteva dire che avevano passato più tempo dilettandosi in piacevoli
attività
che studiando per gli esami. Da novelli sposini la passione aveva
infiammato ogni angolo della casa, e persino ora, quando Kathy dormiva
dei nonni tutto la loro malizia si risvegliava, al contrario dei
normali giorni in cui dovevano fare in silenzio, non essendo soli in
casa.
Nonostante questo
però, la dolcezza e i sorrisi timidi non
erano mai mancati tra di loro, ogni volta che si guardavano negli occhi
era sempre come se fosse la prima. Stupendo per due persone che stavano
insieme da più di quindici anni a momenti.
-Se suo marito fosse
stato qui ti avrebbe già preso a
calci.- disse Emily entrando in sala insegnanti. Appoggiò i
suoi numerosi registri in quanto la sua materia insegnata era
religione, e sollevò il sopracciglio notando una Bella
esasperata e un Riley che non mollava facilmente.
-Cosa ci vedi in quel
rosso? Cosa ti piace di lui? Io sono meglio.
-Bhè dato
che stiamo insieme da praticamente sempre qualcosa
ci vedo, tu che dici?- gettò il sacchetto del pranzo e si
aggiustò la camicetta e la gonna che portava. Quanto la
indisponeva quell'uomo. Che poi aveva anche una pseudo scopamica,
Victoria.
Lo trovava
così squallido.
-Tra te e lui non
c'è paragone, fidati.- lo riprese Emily,
guardandolo molto ambiguamente. Sapeva che tutte andavano pazze per suo
marito, ma a differenza di molte non era gelosa di lei, era sua amica e
sapeva che apprezzava solamente, non si era mai permessa di andare
oltre alcune battutine, anche perchè era fidanzata e
prossima alle nozze.
Riley
sbuffò e se ne andò offeso dall'aula,
borbottando.
-Ma non demorde mai
quello, eh?- le chiese.
-Non so davvero cosa
abbia nel cervello.- le rispose- come se dopo tre
anni non l'avesse capito.- scosse la testa e afferrò il
cellulare, notando che stava quasi per squillare la campanella.
-Si ritorna
nell'inferno.- sibilò Emily e la mora sorrise
alzando le spalle: amava il suo lavoro, e non le pesava stare in
classe, anche se alcune volte i suoi alunni erano proprio terribili.
Uno poi non la smetteva di fare apprezzamenti su di lei, ben sapendo
che fosse troppo grande per lui. Il genere maschile di quella
città era un po' strano.
Sospirò e
afferrando la borsa con la mano sinistra, sorrise
soffermandosi ad osservare il suo anulare, sul quale splendeva un
anello Tiffany e una splendida fede d'oro, simbolo del loro amore
eterno.
**
-Sei sicura di
sentirti bene?- domandò Bella alla sua
migliore amica, seduta sul divano di casa sua, mentre si asciugava le
lacrime e singhiozzava, portandosi alla bocca un cucchiaio enorme di
gelato alla vaniglia. Era piuttosto perplessa dal suo comportamento,
l'aveva vista così davvero pochissime volte, e soprattutto
durante il periodo in cui aveva rotto con Jasper.
-Ali...- le
accarezzò i capelli e quella iniziò a
piangere più forte, incapace di contenersi. Che diavolo era
successo? Sembrava andare tutto così bene da qualche mese a
quella parte! Per la sua quasi sorella, in quegli anni, non era sempre
stato tutto rose e fiori.
Oggettivamente, poche
persone rimangono insieme per tutta la vita, o
magari sposano il ragazzo storico del liceo, come era successo a lei e
ad Edward, ma quando Alice e Jasper si lasciarono, a metà
del secondo anno di università, fu uno shock per molti.
Stavano insieme dal
primo anno di liceo, e nessuno si sarebbe mai
aspettato una rottura del genere.
Anche lei era stata
malissimo, per lei Jazz era diventato come il
fratello che non aveva mai avuto, e vederlo rovinare una cosa
così importante come il suo rapporto con Alice era stato
devastante. Sapeva per certo che lui la amava, ma non si era potuta
dare una risposta logica; le aveva semplicemente detto al telefono che
le loro vite avevano ormai preso strade opposte e che era giunto il
momento di porre fino ad un sogno ad occhi aperti. Lei si era accontenta di
quella spiegazione e non aveva chiesto nulla alla sua amica, onde
evitarle altre lacrime inutili. Aveva tentato di tirarla su di morale
in ogni modo possibile, non forzandola, dato che era certa che prima o
poi il suo cuore avrebbe smesso di sanguinare e sarebbe guarito, pronto
ad accogliere nuovo amore.
Peccato
però, che il cuore di Alice, sembrava adatto solo a
Jasper e la sua esuberanza, la sua sfacciataggine e la sua
briosità la portavano sempre a concludere una nuova
relazione prima ancora di averla effettivamente iniziata. Bella sapeva
che non ci stava neanche provando, ma cosa poteva fare se non parlarle
e cercarla di farla ragionare? Nella sua mente paragonava qualsiasi
ragazzo al suo ex, e nessuno gli sembrava più bello,
più interessante, più dolce e comprensivo di lui.
Ci era davvero andata
vicino con Liam, con il quale era stata sette
mesi, l'anno precedente, ma proprio durante il loro periodo idilliaco,
ecco che nella vita della dolce ragazza dai capelli corti e corvini era
ricomparso lui.
Perchè era ritornato a rovinare tutto? Cosa voleva ancora?
Non gli era bastato rovinare ogni cosa?
Si era semplicemente
giustificato con il fatto che la sua vita senza di
lei non aveva senso, e dopo vari tentamenti da parte della ragazza
erano ritornati insieme. D'altronde, potevano stare solo insieme.
Bella non seppe mai
con esattezza cosa era accaduto tra di loro, ma
l'importante era che ora stessero bene. E proprio per questo non capiva
perchè la sua sorella acquisita stesse piangendo sul divano
di casa sua: con il suo ragazzo andava tutto a gonfie vele da quanto le
aveva raccontato!
-Che ne dici se ti
calmi e mi racconti?- tentò di
incoraggiarla. Che diamine aveva?
-Tu non capisci, non
capisci.- singhiozzò a bocca aperta.
-Alice, per la
miseria, respira. Qualunque cosa sia la sistemeremo
insieme va bene?- la afferrò per le spalle e la
fissò negli occhi. Negli anni avevano imparato a consolarsi
a vicenda e contro ogni prospettiva, Bella era diventata davvero molto
forte psicologicamente, al contrario di quando era ragazzina: aveva
imparato a cavarsela, con una persona che amava e che la supportava in
ogni singola decisione. La moretta annuì tirando su col
naso, mentre si stringeva la coperta al petto e prendeva un respiro
profondo.
-Sono incinta.-
sussurrò con voce tremante.
Bella
sgranò gli occhi e per poco non cadde dal divano.
-Cosa?
-Si...-abbassò
gli occhi, mentre una lacrime le scendeva
sulla guancia.
-M-Ma... è
di Jasper vero?- tentò di mantenere la
calma, e appena la sua amica fece segno di sì con la testa,
la abbracciò.
-E allora di cosa ti
preoccupi? Un figlio è la cosa
più bella del mondo Al, ti cambierà la vita e
sono sicura sarai perfetta!- gli occhi della mora già
brillavano d'eccitazione, sarebbe stata una zia perfetta, e non
l'avrebbe abbandonata. Sarebbero andate un passo alla volta, ed ora che
era tornata con il suo storico fidanzato non c'era motivo di
preccoparsi.
-E' troppo presto.-
proruppe angosciata. Era questo il problema allora?
Non si sentiva pronta?
La capiva, lei aveva
scoperto di essere incinta con un matrimonio
solido e un marito perfetto, ma per la sua amica non sarebbe stato lo
stesso. Sentiva che aveva paura di dirlo a Jazz, temeva un suo
possibile rifiuto ed allontanamento come l'ultima volta. Solo
però che questa volta ci sarebbe stato un bambino di mezzo,
una creatura innocente che avrebbe risentito delle decisioni degli
altri.
La
abbracciò e le fece posare la testa sul suo petto,
accarezzandole i capelli.
-Ehi, ti ricordi che
ci sarò sempre vero? Ce la faremo,
qualunque cosa succeda. Male che vada questo pupetto avrà
due mamme.- tentò di tirarle su il morale- cosa che non
accadrà, perchè sono sicura che il tuo ragazzo
farà i salti di gioia e ti coccolerà anche
più di prima.- la stuzzicò.
-Non è
Edward...- tentò di ribattere ma venne
immediatamente fermata da una Bella piuttosto battagliera.
-Oh, lo spero
vivamente per te, altrimenti avrai la tentazione di
strozzarlo per nove mesi!- rise ricordando
l'iperprotettività di suo marito quando aspettava la loro
bambina. La esasperava per la maggior parte del tempo, ma era
assolutamente adorabile.
-Glielo
dirò il più presto possibile okay?
Già mi ha assillato in questi giorni notando
quanto fossi irritabile e lo notavo triste... mi dispiace un sacco
Bells! Non volevo...- smise finalmente di piangere e si
tranquillizzò un po'.
-Stai tranquilla
tesoro, comprendo le tue insicurezze ma non devi
essere terrorizzata, non ti fa bene nelle tue condizioni. Io sono qui,
per te e con te, ricordi?- Alice annuì nuovamente commossa,
ma questa volte le lacrime che premevno per uscire erano di tenerezza e
di felicità.
-Come farei senza di
te?- la abbracciò stretta scoccandole
un bacio sulla guancia.
-Non so, e non lo
scoprirai mai dato che nessuno mi scollerà
dal tuo fianco, 'Lice.- era il soprannome che le aveva dato da
ragazzine ed era un in'infinità di tempo che non la chiamava
così, le era mancato. Quel nomignolo per loro, era una
promessa.
**
-Allora?- chiese a sua
figlia, in trepidante attesa.
-Mh...- fece una
faccia birichina per farla attendere e poi si
aprì in un meraviglioso sorriso- sono perfette!
Bella
sospirò e si accinse a portare in tavola in tavola le
patate arrosto che Katherine aveva appena assaggiato, aveva pensato
fossero troppo salate ma l'aveva tranquillizzata. Odiava fallire in
cucina, anche se non se non sarebbe morto nessuno nessuno per un po' di
sale in più, la innervosiva. Per lei sinonimo di brava donna
era capace di
cucinare perfettamente.
-Ora a lavarti le mani
su, che fra poco ritorna papà e si
cena!- le diede una dolce pacchetta sul sedere e la sospinse verso il
corridoio, mentre si girava nuovamente verso il piano cottura. Qualche
secondo dopo, udì il portone di casa chiudersi e i familiari
passi di suo marito nell'atrio. Entro' in cucina con ancora la
valigetta tra le mani e si precipitò a baciare sua moglie,
la prima cosa che faceva una volta rientrato a casa. Bella adorava il
fatto che dopo ben quindici anni facesse ancora caso a quelle piccole
attenzioni che la facevano sentire la donna più desiderata
del mondo. Non era molto, ma un cioccolatino fatto trovare sul cuscino
o una rosa in un giorno qualunque la facevano salire al settimo cielo.
Il marito perfetto.
Baciare Edward era
sempre stata una delle esperienze più
paradisiache del mondo, avrebbe potuto scriverci un'intera
enciclopedia. Il sapore della sua lingua, la consistenza delle sue
labbra, la morbidezza dei suoi capelli, il suono dei gemiti trattenuti
e la pressione delle sue mani... era tutta un calore solo a pensarci!
-Ehi...-
sussurrò lui sorridendo lievemente dopo essersi
staccato- come sta la mia bellissima mogliettina?
Bella
ridacchiò e allacciò le braccia dietro al
suo collo:
-Mh, direi decisamente
meglio ora. E il mio dolcissimo marito?
-Direi che sta
decisamente meglio anche lui dopo questo bentornato.-
sorrise sghembo e portò le mani ai suoi fianchi.
-E' andato tutto bene
oggi?- la mora appoggiò la guancia sul
suo petto e sospirò mentre le accarezzava dolcemente i
lunghi capelli.
-Sì, sono
stato in riunione fino a poco fa. Te invece?- le
baciò la testa e immerse il naso tra i capelli.
-Solito. Dopo scuola
sono passata a fare la spesa e poi a casa. E'
venuta Alice a trovarmi...
-Ah sì?
Come ti è sembrata?- chiese con
nonchalance. Lei corrugò la fronte e si staccò da
lui, per guardarlo negli occhi.
-Perchè me
lo chiedi? C'è qualcosa che non so?-
alzò un sopracciglio e incrociò le braccia al
petto. Edward esitò e distolse lo sguardo dal suo,
imbarazzato. Non avrebbe voluto svelare ogni cosa alla moglie, quindi
sarebbe stato meglio non fissarla: dopo tutti quegli anni si capivano
con un solo sguardo.
-Hai due secondi per
raccontarmi tutto se non vuoi dormire sul divano.-
gli intimò.
-Cosa? In quindici
anni non ho dormito una sola volta sul divano!-
replicò stupito. C'erano state delle incomprensioni ma non
erano mai arrivati a quel livello.
-C'è sempre
una prima volta caro.-lo rimbeccò e
alla sua faccia sconvolta cercò di trattenere le risate-
allora?
-Se te lo dico, giura che
non dirai nulla ad Alice. GIURALO.
-Oddio, la vuole
lasciare un'altra volta vero? Io lo ammazzo, giuro che
domani mi presento da lui e gli taglio le palle, ci puoi scommettere
quanto è vero che mi chiamo Isabella Swan. Per la miseria
che ritardato, che cosa ha che non va quell'uomo nel cervello? Che
cazzo di problemi ha?- iniziò ad inveire senza dare nessuna
possibilità di replica.
-Ehi ehi, amore
calmati!- la afferrò per le braccia.
-No che non mi calmo!
Porca di quella miseria Edward, Alice
è incinta! Incinta!
Come la mettiamo adesso? Eh?- abraitò come una pazza,
afferrando il coltello che si trovava sul piano della cucina e
poggiandolo rabbiosamente sul tavolo. Il marito si tirò
indietro onde evitare di essere colpito e la guardò
scioccato.
-Incinta?- non credeva
alle sue orecchie. Jasper gli aveva detto che in
quei giorni era stata parecchio strana, ed era arrivato persino a
pensare che l'avrebbe lasciato lei stavolta, invece si era sbagliato.
-Sì!
Incinta!- sillabò la moglie con gli occhi
spalancati dalla rabbia.
-Ah, bene.-
sospirò sollevato. Aveva pensato al peggio,
invece si sarebbe sistemato tutto.
-Bene?-
strillò lei.
-Sì,
perchè Jazz le voleva chiedere di sposarlo,
smettila di fare l'isterica, sembri tu quella incinta!
-Q-quindi s-si
sposano?- sorrise come una pazza e iniziò a
ridere da sola, incredula.
-Se lei accetta penso
proprio di sì, stasera appena tornato
a casa glielo avrebbe chiesto, quindi bhò.-
allargò le braccia- spero proprio di sì, se lo
meritano quei due.- sorrise dolce.
-S-si!- stava per
piangere, e l'avrebbe fatto se un piccolo uragano non
fosse entrato nella cucina strillando 'papi' e
catapultandosi su di lui.
-Amore di
papà!- l'accolse lui abbracciandola e sollevandola
in aria, per poi darle un bacio sulla fronte- ecco la mia principessa!
In quel momento il
telefono di casa squillò e Bella si
precipitò a rispondere:
-Sarà
Alice, voi intanto iniziate a mangiare, ne
avrò per un po',- strillò eccitata. Edward
sorrise e scosse la testa, a volte sua moglie ritornava un'adolescente,
e l'adorava anche per questo.
**
-Ancora? Ma non ti
stanchi mai?- sussurrò l'uomo contro il
cuscino.
-Ancora papi! Dai dai
ti prego!- fece gli occhi dolci sua figlia.
-Va bene, ma poi a
nanna.- intimò facendola infilare sotto
le coperte. Katherine si era appena fatta la doccia ed era
ora di dormire, le aveva promesso una favola mentre la madre sistemava
la cucina. Di solito si rilassavano tutti mezz'oretta in salotto, ma
quel giorno era stato pesante per tutti, così non vedevano
l'ora di finire nel loro caldo letto.
-Raccontami ancora
come vi siete conosciuti tu e la mamma! E' la mia
preferita!- sorrise eccitata, nonostante conoscesse quella storia a
memoria. Si sistemarono entrambi sul cuscino ed Edward
iniziò a raccontare, perso nei ricordi.
-Allora, era il nostro
penultimo anno di liceo e...
**
-Non ero io la pazza.-
affermò Bella ad una frase del rosso,
entrando in camera a piedi scalzi. Marito e figlia si voltarono
immediatamente verso la porta, ridacchiando.
-Si invece.
-No! Eri tu uno stalker!
Kathy te lo ha detto di quando mi seguiva e me lo ritrovavo ovunque?-
salì sul letto a carponti e si andò a sistemare
vicino a loro.- è sempre lui a raccontare la sua versione,
così passo per la ragazzina immatura.- sbuffò
scherzando e abbracciandoli entrambi.
-Non la ascoltare
amore di papa', lei è sempre stata la
peggiore. Era una ladra!-
la bambina allargò gli occhi, sorpresa da quella nuova
variante della storia.
-Perchè?
Cosa ti ha rubato?- chiese stringendo il cuscino e
fissandoli, lunghi accanto a lei, mentre si stringevano la mano
dolcemente.
-Il cuore tesoro,
questa ladra fin dal primo sguardo mi ha rubato il
cuore.- le rispose sussurrando, guardando negli occhi una delle sue
ragioni di vita. Bella sorrise, deliziata da quelle parole. Se lei le
aveva rubato il cuore, bhè, in famiglia allora ce ne erano
sempre stati due di ladri.
**************************************************************************
No
non state
sognando. Posto l'ultimo extra ad un anno di distanza, wow.
Non
picchiatemi ma
è stato un anno difficile, infatti sono ritornata da poco
sul fandom, e ho sentito solo ora la necessità di mettere
una parola 'fine' a questa storiella senza pretese, iniziata per
scherzo e che avete accolto con grande ardore. Quindi grazie grazie
grazie a tutte voi. Spero che non siate deluse e che mi facciate sapere
se siete disposte a lasciare un commentino :)
Questo
Edward in
versione marito-papà è la mia morte, lo adoro.
piccolo e dolce lui ç_ç e volevo farmi avere un assaggio della loro vita insieme, sono perfetti aw.
PS:
GIULS SE NON TI
PIACE TI ATTACCHI AL CAVOLO, MI HAI ROTTO LE BALLS PER 4 MESI PER
QUESTO EXTRA. SE NON VEDO UNA MEGA RECENSIONE TI AMMAZZO. LOV IU.
Un
bacione, Athena
xx
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