Hands are silent, voice is numb.

di Louissbottom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. La brutta notizia. ***
Capitolo 3: *** 2. Carla! ***
Capitolo 4: *** 3. Arrivo a Londra ***
Capitolo 5: *** 4. L'invito. ***
Capitolo 6: *** 5. Go Louis, go! ***
Capitolo 7: *** 6. Una chiaccherata con Louis non guasta mai. ***
Capitolo 8: *** 7. Non ti permettere mai più. ***
Capitolo 9: *** 8. Cambio di programma. ***
Capitolo 10: *** 9. Love is in the air. ***
Capitolo 11: *** 10. Tempismo perfetto, Harry. ***
Capitolo 12: *** 11. Situazione di merda. ***
Capitolo 13: *** 12. Sofia. ***
Capitolo 14: *** 13. Ti amo! ***
Capitolo 15: *** 14. Dichiarazioni. ***
Capitolo 16: *** 15. Zayn nasconde qualcosa. ***
Capitolo 17: *** 16. La festa. ***
Capitolo 18: *** 17. Hope. ***
Capitolo 19: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo:

Ciao sono Cristina, ho 16 anni e vivo una vita d’adolescente abbastanza normale.
Ma la normalità è troppo monotona, no? Per questo ci deve essere sempre qualcosa che deve cambiare.

Ho 3 migliori amici: Marco, Sofia e Salvo.
Beh con Salvo non credo ci sia solo amicizia, credo che ci sia qualcosa che si avvicina all’amore ma non lo è.
Si, lo so, è una cosa molto strana.

Che dire della mia famiglia? Non molto in realtà,
una normalissima famiglia dove oltre i miei genitori c’è mia sorella Alessia di 14 anni e il mio fratellino Matteo di soli 3 anni.


..Era una giornata di scuola come tutte le altre e stavo tornando a casa.
Era il 24 novembre, oh si, ricordo quel giorno come se fosse ieri.
Quel giorno cambiò e stravolse tutta la mia vita. Il giorno più brutto della mia vita o forse no…

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Capitolo 2
*** 1. La brutta notizia. ***


Ero molto preoccupata, mia madre non aveva mai parlato più seriamente di così. Iniziò mio padre a parlare…

Papà: Allora ragazze… -

Mamma: No, fai parlare me. -

Io: Mamma, non sto capendo niente. Mi sto preoccupando! -

Mamma: Hai ragione. Allora. Abbiamo un problema. Lunedì mattina partiremo perché papà ha trovato lavoro in un’altra città. -

Io: Ti prego dimmi che stai scherzando. -

Mamma: Non ne ho molta voglia credimi. -

Io: E quale sarebbe questa città? -
 
Iniziai a sentire i miei occhi pizzicare leggermente.

Mamma: Londra, abbiamo trovato casa lì. -

Io: Significa che io dovrei abbandonare i miei amici? -

Mamma: Non sai quanto mi dispiace risponderti affermativamente. -
 
Non riuscivo a parlare. Una sensazione inspiegabile.
L’ unica cosa che riuscii a fare fu quella di andare in camera mia a piangere.
Perché? Boh! Tutti sognano do andare a vivere a Londra. Io la presi così.
Mi buttai sul letto e iniziai a pensare come sarebbe stata la mia vita senza coloro che me la rendono speciale, ovvero Marco e Salvo.
Per loro ero come un libro aperto perché erano gli unici che riuscivano a comprendermi.
Dopo circa un’ oretta di sfogo andai in cucina a capire meglio la situazione.

Io: Mamma, sono confusa. -

Mamma: Tranquilla, andrà tutto bene. -

Io: Quindi in poche parole ho solo tre giorni per stare con i miei amici per l’ ultima volta prima di partire? -

Mamma:  Tranquilla che qualche volta verremo a trovare famiglia e amici. -

Io: mi sentirò più sola che mai. – Dissi sottovoce.

Mamma: Tranquilla che farai nuove amicizie. - 

Io: Lo spero tanto. -
 
Tornai in camera mia a riflettere e a pensare come avrei dovuto dire tutto a Marco.
Cercai di schiarirmi un po’ le idee ascoltando “In aria” di Entics, la nostra canzone, mia e di Salvo.
Dopo un paio di minuti ecco che mi arrivò il solito messaggio pomeridiano di Marco.

Marco: -Buon pomeriggio!  =D

Io: -A te.

Marco: -Tesoro, che succede?

Io: -Niente, storia troppo lunga.

Marco: -Ho tutto il tempo che ci vuole.

Io: -Se sei in giro ti raggiungo e ti spiego.

Marco: -Sono al campo, corri!

Io: -Arrivo tesoro! –

Scesi in cucina ad avvisare mia madre.
Raggiunsi Marco dieci minuti circa dopo.

Io: Marco! – Urlai correndo verso di lui.

Marco: Ehi tesoro che succede? – Mi sussurrò abbracciandomi.

Io: Non riesco a parlare. – Eccola! Una lacrima che rigò il mio volto.

Marco: Tesoro adesso calmati e spiegami. -

Io: Non so da dove cominciare. -

Marco: Io direi dall’ inizio. – Accennò un sorriso.

Io: Questi saranno gli ultimi giorni in cui potremo vederci perché da lunedì non sarò più in questa città e nemmeno in questo paese. -
 
Dissi tutto d’ un fiato. Marco non ebbe nessuna reazione o forse stava per esplodere. Lo guardai sorpresa con le lacrime agli occhi.

Io: Perché non mi dici niente? -

Marco: Non voglio farti capire che mi mancheresti da matti. -

Io: Dai, non rendere tutto più difficile. -

Marco: Lo sai che ti vorrò sempre bene, vero? -

Io: E tu lo sai che sarà lo stesso per me? -

Marco: Certo tesoro. Salvo lo sa? -

Io: Non ancora. Per ora lo sai solamente tu. -

Marco: E che aspetti a dirglielo? Sai che sarebbe molto peggio se venisse a saperlo in un altro modo. -

Io: Non so che dirgli. -

Marco: Non pensarci. Le parole ti usciranno da sole proprio come hai fatto con me. -

Io: Si, hai ragione. Più tardi glielo dico. -
 
Intanto si avvicinò Salvo mentre piangevo. Si parla del diavolo…

Salvo: Crì, che hai? Marco che hai combinato? -

Marco: Fattelo spiegare da lei. Adesso vado. -
 
Si allontanò lasciandoci soli e raggiungendo gli altri spiegando tutto.

Salvo: Allora, cos’ è che devi dirmi? -

Io: Ti prego, abbracciami. -

Salvo: Certo! – Disse abbracciandomi. – Adesso vorrei sapere cosa devi dirmi. -
 
Quant’ era difficile. Non sapevo come iniziare, non sapevo che reazione avrebbe avuto.

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Capitolo 3
*** 2. Carla! ***


Io: Ecco, vedi… Devo darti una brutta notizia. -

Salvo: Mi stai spaventando. Dai parla. -

Io: Lunedì mattina vado a Londra. – Dissi sospirando.

Salvo: E non sei contenta? Finalmente il tuo sogno si è avverato. È da due anni che aspetti questo momento! – Esclamò.

Io: Nono, forse tu non hai capito. Io a Londra ci andrò a vivere e non so né se né quando tornerò qui per vedervi. -

Salvo: Ah, adesso la situazione cambia radicalmente. Ma non preoccuparti, noi saremo sempre uniti. – Mi rassicurò.

Io: Non ci vedremo più però. -

Salvo: Si ma tu sarai sempre con me. -

Io: E come scusa? -

Salvo: Sarai sempre nel mio cuore. -
 
Ovviamente io a quelle parole mi sciolsi e lo abbracciai stampandogli un bacio sulla guancia.

-----

*Era molto speciale per me, una di quelle poche persone a cui puoi dare liberamente corpo e anima.
La nostra non era una semplice amicizia, era qualcosa di più, si avvicinava all’amore ma non lo era.
Qualche volta dubitavo del suo comportamento e lui faceva lo stesso con me.
Un ragazzo molto dolce ma allo stesso tempo stronzo, quindi i litigi non potevano mancare, alla fine, però, si risolveva sempre tutto.
Mi dispiaceva molto lasciarlo perché era davvero importante per me.*

Salvo: Andiamo a fare un giro da soli perché non abbiamo molto tempo per i saluti. -

Io: Va bene, avviso gli altri. -

Salvo: Ragazzi stiamo andando a fare un giro! –Disse urlando.

Marco: Non vi perdete e soprattutto non dimenticate di tornare! - 

Salvo: Tranquillo. -

Salvo: Andiamo con il mio. – Disse indicando il suo motorino.

Io: Va bene. Ma stai attento. -

Salvo: con me non devi preoccuparti! – Disse facendomi l’occhiolino.

Io: Senza convinzione! -

Salvo: Modestamente! -
 
Scoppiammo a ridere e partimmo. Qualche minuto dopo arrivammo al parco della nostra città.
Un posto fantastico, sempre pieno di gente con i loro bambini e ovviamente anche ragazzi come noi.
Trovammo una panchina libera di fronte al chioschetto e decidemmo di sederci lì. Dopo una mezz’oretta di chiacchere nessuno parlò più.

Salvo: Vado a prendere qualcosa? -

Io: Nono, grazie lo stesso. -

Salvo: E dai, finiscila, vado a prendere dei frullati. Come lo vuoi? -

Io: Va bene anche fragola. -

Salvo: D’accordo, torno subito. -
 
Accesi un po’ di musica e misi gli auricolari. Poco dopo si avvicinò una bambina.

Lei: Ciao. -

Io: Ehi ciao, come ti chiami? -

Lei: Carla,  e tu? -

Io: Cristina, piacere. – Le accennai un sorriso, faceva troppa tenerezza.

Carla: Perché ascolti musica? Sei triste? -

Io: Nono, perché dovrei? – Mentii ovviamente.

Carla: Ascolti i One Direction? -

Io: No, non li conosco, chi sono? -

Carla: La band preferita di mia sorella. Se vuoi un consiglio, prova ad ascoltarli, se vuoi ti dico alcune delle loro canzoni… -

Io: Certo, dimmi. – Dissi incuriosita.

Carla: La prima che ti consiglio assolutamente è ‘What makes you beautiful’, poi c’è ‘One thing’ e poi… -

-Si avvicinò Salvo…-

Salvo: Ciao… -

Carla: Ciao. Comunque fammi sapere Cristina! Adesso vado. -

Io: Ciao bellissima. La salutai e poi presi il frullato che mi aveva portato Salvo. -

Salvo: Cavolo, mi mancherai un casino. -

Io: Anche tu. –

Durante quell’abbraccio sentii il suo cuore battere molto velocemente e lo guardai dritto negli occhi.
Erano lucidi. Non ebbi il tempo di realizzarlo che mi accorsi che si stava avvicinando sempre di più a me ma soprattutto alle mie labbra.

Io: Se continui ad andare avanti cambieranno molte cose. Soffriremo di più. -

Salvo: Tanto soffriremo lo stesso. – Disse ancora sulle mie labbra.

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Capitolo 4
*** 3. Arrivo a Londra ***


Salvo: Tanto soffriremo lo stesso. –

Disse ancora sulle mie labbra.

Non so perché ma non lo fermai. Mi baciò.

Io: Adesso devo andare. -

Salvo: Andiamo, ti accompagno. -

Mi accompagnò a casa e appena arrivai andai dritta sotto la doccia a togliere il pensiero di quello che avevo appena fatto.
Tentativo inutile. 
Passarono un paio di giorni e la mia partenza era sempre più vicina.
Certo, salutare i miei amici era molto doloroso ma allo stesso tempo andarmene mi avrebbe fatto un po’ di bene.
Cambiare aria, ma soprattutto CONOSCERE GENTE NUOVA! Era il mio punto fisso.


-----

Il lunedì mattina mi svegliai alle 8.00 dato che il volo era previsto per le 10.00.

Mamma: Alessia, Cristina! Dai sbrigatevi, è arrivato il taxi per andare in aeroporto. -

Dopo aver caricato i bagagli sul taxi arrivammo in aeroporto dove ci aspettava un lungo viaggio in aereo.
Prima di salire su quel mezzo guardai per l’ ultima volta il mio paese, al solo pensiero mi venivano gli occhi lucidi.
Ma non dovevo pensarci, ormai quello che era stato fatto non poteva essere cambiato.
Salii su quell’aereo che mi avrebbe cambiato la vita. Dopo qualche ora arrivammo a Londra.
Finalmente! Avevo bisogno di dormire, solo quello. Il resto veniva dopo.

Che dire della mia nuova casa?
Semplicemente fantastica, la mia stanza era un sogno realizzato, da sempre desideravo una stanza con il balconcino, e adesso era lì, proprio davanti a me.
Sistemai la mia roba negli armadi e nei cassetti, si fece sera e andai a riposarmi un po’.
A svegliarmi l’indomani mattina fu mia mamma che mi ricordava che quel giorno sarei dovuta uscire a girare per le scuole del posto.
Mi alzai di fretta e dopo aver fatto una doccia uscii con mia mamma e mia sorella…
Tra le scuole visitate ne notai una dove il preside mi dava un’aria molto familiare. Fu mia mamma a farmi capire meglio.


Mamma: Ma quello non è il preside della tua vecchia scuola? -

Io: Si hai ragione, ecco perché mi sembrava di conoscerlo. È stato nell’altra scuola per soli due mesi, adesso capisco perché ce l’hanno cambiato. -

Parlammo per un po’ con lui e alla fine mi consigliò una classe mista, italiani e inglesi.
Il primo giorno andò più che bene, mi accolsero tutti molto bene, tranne un ragazzo dai capelli scuri, seduto tra i primi banchi.
Forse era la timidezza o forse era disinteressato a quello che gli capitava intorno, ma quel ragazzo mi trasmise un senso di misteriosità.
Finita quella giornata tornai a casa dove mi aspettava la mia famiglia per pranzare.


Mamma: Ehi com’è andata? -

Io: Abbastanza bene, mamma. -

Mamma: Ma..? -

Io: No, niente di che. Mi sembra di non stare molto simpatica ad uno dei miei nuovi compagni di classe. -

Mamma: Magari non stava bene di suo, che ne sai? Non preoccuparti per ogni minima cosa! -

Io: Boh, speriamo sia così. –

Le accennai un piccolo sorriso e dopo aver finito di pranzare salii in camera mia.
Mi mancavano i miei amici così decisi di fargli una piccola sorpresa.
Li chiamai in video chat.
Passammo una mezz’oretta a parlare del più e del meno, della nuova scuola, i nuovi compagni, la città e soprattutto della mia nuova casa.
Io, Marco, Salvo e Sofia avevamo in comune lo stesso sogno: adoravamo le case inglesi.
Si, eravamo un bel gruppetto. Non appena staccai la chiamata arrivò Alessia in camera tutta elettrizzata.


Alessia: Pomeriggio si fa shopping! -

Io: Non dirmi che… -

Alessia: Papà ci ha lasciato un pensierino! –

Cominciò a saltare per tutta la stanza fino a quando io con la mia negatività la interruppi.


Io: E se non sappiamo la strada per tornare a casa? -

Alessia: Si, certo perché ormai google maps si è estinto! Smettila e muoviti. Tra quindici minuti sotto, non tardare stronza. – Molto dolce lei.

Io: Va bene idiota. –

Era il nostro modo di volerci bene.

Appena finii di prepararmi scesi in cucina ad aspettare Alessia per poter finalmente uscire.

Alessia: Dai andiamo! -

Avvisai mia madre e poi uscimmo di casa.

Arrivammo in centro e già dopo qualche negozio iniziammo ad avere un bel po’ di buste.
Passammo davanti un negozio maschile e Alessia mi ci trascinò letteralmente dentro.


Io: Ma non sai leggere?! Qui dentro per noi non troveremo niente. -

Alessia: Sei una vera egoista! Domani è il compleanno di papà, prima che finiamo i soldi compriamogli almeno qualcosa. –

Annuii e la seguii. Dopo qualche scaffale non avevamo ancora trovato niente.


Io: Facciamoci aiutare da qualche commesso altrimenti da qua non usciamo nemmeno per stasera! -

Mi guardò e dopo averci pensato un po’ su (certo, perché doveva pure pensarci -.-) ci avvicinammo ad un ragazzo con una maglia a righe e una marea di vestiti in mano.
Sembrava un commesso.


Alessia: Mi scusi, potrebbe darci una mano? -

Appena si girò notai subito il colore dei suoi occhi ma soprattutto la freschezza del suo sorriso, dal quale rimasi meravigliata.

Lui: No, ragazze, mi dispiace, non sono un commesso. -

Alessia: Ops, mi scusi. -

Lui: Dammi del tu, anzi, datemi – disse rivolgendosi verso di me – in fondo ho solo 19 anni ragazze.. -

Io: Oh, allora scusami! –

Gli risposi con tono di superficialità per non fargli capire che mi aveva fatto arrossire guardandomi negli occhi.
Mi fissò per qualche secondo e subito dopo si presentò.


Lui: Scusate, piacere, il mio nome è Louis. Qual è invece quello di queste simpatiche ragazze? -

Alessia: Piacere, Alessia. -

Io: Cristina. -

Louis: Quindi cosa avreste dovuto chiedermi se fossi stato un commesso? -

Io: Dovremmo fare un regalo a nostro padre per il suo compleanno che è domani. -

Louis: Allora vi serve senz’altro il mio parere. -

Dopo aver guardato qualche scaffale ci uscì un bel maglione e ce lo porse.

Louis: Che ve ne pare? -

Io e Alessia: È perfetto! -

Louis: Per forza, i miei gusti non sono paragonabili a nessuno! -

Lo guardammo stranite.
Lo conoscevamo da così poco e già avevamo una bella confidenza.
Ognuno pagò la propria merce e poi ci dirigemmo verso l’uscita.


Louis: Vi accompagno a casa. -

Senza nemmeno pensarci accettammo anche perché eravamo stanche di camminare.
Appena salii sul suo furgoncino non partì subito (io ero seduta vicino a lui), prese il suo cellulare e dopo aver composto un numero decise di chiamarlo.


X: Dimmi Lou. -

Louis: Sono preoccupato, e tanto! -

Io e Alessia lo eravamo molto più di lui. Ma che intenzioni aveva?

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Capitolo 5
*** 4. L'invito. ***


X: Che succede Lou? Hai fatto un incidente? -

Louis: No, Harry, no. Ho conosciuto due ragazze molto simpatiche oggi… -

Harry: E…? -

Louis: …E non mi hanno assalito. –

Disse quasi ‘entusiasta’ (?)


Harry: E che aspetti a portarle a casa e farmele conoscere? -

Intanto io avevo ascoltato la discussione e gli dissi subito di no anche perché i miei genitori aspettavano me e Alessia per la cena.

Louis: Non possono, mi dicono, devono tornare a casa! -

Harry: peccato. In ogni caso voglio conoscere ugualmente. E non dire loro chi siamo. Ricorda che è un’occasione molto rara. -

Louis: Ovvio, coglione!  -

Gli staccò praticamente in faccia.


Io: Nono, tu adesso, ora, in questo momento, in questo preciso istante mi spieghi il tuo comportamento. Perché avremmo dovuto ‘assalirti’? -

Louis: Diciamo che lo scoprirai molto presto. –

Sorrise e mise in moto. Appena partimmo iniziò a canticchiare una piccola strofa:  ‘ Something’s gotta give now, cause I’m dying just to know your name…’

(Dove cazzo ho sentito sta canzone?) - Pensai. Lo guardai e gli feci un mezzo sorriso per cercare di capire dove avevo sentito quella canzone.
Quando mi mettevo qualcosa in testa riuscivo a toglierla soltanto cercando la soluzione giusta per risolvere quel ‘problema’. Sì, un po’ testarda.


Louis: Ti piace? -

Io: Sì, l’ho sentita da qualche parte qualche mezza volta ma non ricordo dove. -

Louis: Quindi presumo che non conosci nemmeno chi la canta, giusto? -

Io: Esatto. Possibilmente lo incontro per strada e non so nemmeno che la canta lui. -

Louis: Sì, l’ho notato. Ecco, siamo arrivati. -

Alessia: Grazie mille! -

Io: Grazie Louis. -

Louis: Ma figuratevi! Domani sera uscite? -

Io: Non lo so perché? -

Louis: Beh, in ogni caso dovete uscire lo stesso e se avrete qualche impegno lo annullerete perché alle otto passerò a prendervi e siete invitate a cena da me. -

Io: Ma questo è un tuo pensiero. Dammi una motivazione valida per cui dovremmo accettare. –

Risposi acida. Non mi accorgevo nemmeno quando lo facevo, ma quella volta lo capii perché con la coda dell’occhio vidi Alessia sbattersi una mano sulla fronte.


Louis: Mi state simpatiche e vorrei farvi conoscere ai miei amici. -

Io: Va bene, a domani. -

Louis: A domani ragazze! –

Mise in moto e se ne andò.

Io e Alessia stavamo percorrendo il vialetto che ci conduceva all’entrata principale di casa nostra quando la fermai di botto.

Alessia: Che c’è adesso? –

Disse sbuffando.


Io: Cazzo, domani è sabato! -

Alessia: Ancora non ci eri arrivata? -

Io: Wow, il nostro primo sabato sera qui a Londra e già siamo ben organizzate. Si inizia mooolto bene! -

Alessia: Ricorda che qui non siamo in Italia. Qui è molto meglio! 

Appena arrivammo dentro fummo ‘invase’ dal solito odorino del venerdì sera di mia mamma.
Per lei era una tradizione fare un dolce il venerdì, una tradizione che si era inventata lei.
Dopo aver assaggiato quella meraviglia al cioccolato salii in camera mia.
Era una mia abitudine, appena tornavo a casa dopo un pomeriggio di shopping, avevo da fare solo tre passi: doccia, twitter e facebook.
‘Louis Tomlinson ha cominciato a seguirti’ diceva una nuova interazione.
Lo seguii di ricambio e sbirciai nel suo profilo.
L’unica cosa che mi colpì fu il numero dei suoi follower, seimila..no aspetta, ma che cazz?
Sei milioni! Wow, doveva essere molto conosciuto in città (Sì, in città °-°).
Ma che cavolo m’interessava? Boh, sono solo un po’ troppo esageratamente curiosa. Tipico del genere femminile.

Indossai il mio pigiama rosso preferito quando sentii un rumore alquanto fastidioso provenire da fuori. ‘sta grandinando’ pensai.
Invece no, appena aprii le tendine notai delle piccole pietre sul balconcino così decisi di uscire fuori.
Di sotto vidi quel deficiente di Louis che cercava altre pietre da tirarmi.


Io: Ehi! –

Urlai facendolo voltare di botto.


Louis: Oh, finalmente! Trent’anni per uscire da quella dannata finestra! -

Mi urlò di ricambio.


Io: E non urlare che è tardi idiota! –

Ovviamente urlai anche io e lui mi guardò male.
Gli feci segno di salire dalle scale di emergenza del mio balconcino.
Lo feci entrare e ci sedemmo sul mio letto.


Io: Allora, signor voglio rompere le scatole a Cristina, che sei venuto a fare? Non hai di meglio da fare stasera? –

Louis: In realtà avrei molte cose da fare ma sono passato a darti la buona notte. -

Io: Almeno mi avvisavi e non facevo sta figuraccia. -

Louis: Tutte uguali, vi ‘vergognate’ a farvi vedere in pigiama. -

Io: Siccome tu ci esci con il pigiama! -

Louis: Ma che ragionamenti fai? –

Disse scherzosamente.
Non so cosa c’entrava ma dopo esserci messi a ridere mi abbracciò.
Appena ci staccammo mi guardò fisso negli occhi ed io ebbi una strana sensazione.
Ma certo! Stessa identica cosa passata con Salvo in Italia.
Cazzo, non doveva succedere di nuovo, mi sarei sicuramente pentita, di nuovo.
Al pensiero di quello che avevo fatto con il ‘dolce, piccolo’ Salvo, cominciai a piangere. Perché?
E che cazzo ne so, sfogo! Una buona scusa per non commettere di nuovo lo stesso errore…

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Capitolo 6
*** 5. Go Louis, go! ***


Louis: Ehi, che succede? -

Io: No, niente. -

Louis: Non mentire. Se fosse stato veramente così, non avresti pianto. Dai, racconta. Puoi fidarti di me. -

Io: Ecco, vedi… In poche parole mi è successa la stessa cosa ma con un’altra persona. –

Cominciai a raccontargli tutta la vicenda di Salvo tralasciando il bacio che mi diede, e
lo vidi incupirsi sempre di più.


Louis: Ti prego, dimmi che non l’hai baciato! -

Io: Perché? -

Louis: Altrimenti ho sprecato il mio tempo a venire qua. -

Io: Mi dispiace, davvero. -

Louis: Almeno sei sincera. Ti perdono solo perché quando è successo, non ci conoscevamo. -

Io: Ma siamo solo amici. Non sarebbe potuta andare mai oltre. -

Louis: Ma a te piace lui? -

Io: Ma no! Assolutamente. Che dici?! -

Louis: Mm… Ti credo. Adesso dovrei andare. -

Annuii.
Stavo seduta sul mio letto con la schiena appoggiata alla testiera e la mia testa tra le mie gambe, avvolte dalle mie braccia.
Lou si avvicinò per salutarmi ma capii subito che quello non sarebbe stato un semplice saluto.
Non avrei voluto, semplicemente per non commettere di nuovo lo stesso stupido errore. Lui sembrò leggermi il pensiero.


Louis: Non ti permetterò di commettere un errore. Te lo prometto. – Finì la sua frase dandomi un bacio sulle labbra. – Io ti voglio bene. Lo so che ci conosciamo da poco, ma è così. -

Non riuscii nemmeno a rispondergli, mi aveva totalmente sconvolto. Avevo paura, sì. E molta direi, non volevo soffrire.

Louis: Adesso vado davvero. Domani ti darò un passaggio per la scuola. –

Disse mostrandomi il suo fantastico sorriso.


Io: Ma non serve, veramente. -

Louis: Dai lo so che ti scoccia camminare! -

Io: E va bene. –

Mi arresi. Si alzò dal letto ed io lo seguii davanti alla finestra.


Louis: Buona notte Chris. –

Disse dandomi un bacio sulla guancia, questa volta.


Io: Notte Lou. -

Uscì dalla mia stanza e lo vidi andare.
Si era fatta mezzanotte avanzata ed io sarei dovuta andare a dormire.
Come ci sarei potuta riuscire dopo quello che era successo?
Mi stirai sul letto dentro le calde coperte e la mia mente cominciò a lavorare da sola.
Ero stanca, così finalmente mi addormentai con una frase in testa: ’Non ti permetterò di commettere un errore. Te lo prometto.’


------------

L’indomani mattina fui svegliata alle 7.30 dalla sveglia di mia sorella.
Dopo essermi preparata alle 8.15 ero già pronta e andai in cucina ad aspettare Lou.
Qualche minuto dopo si sentì un suono di clacson. Era arrivato. E avevo l’ansia. Aprii il portoncino e uscii di casa.


Io: Alee! Veloce o faremo tardi. -

Alessia: Arrivo! -

Appena me la trovai vicino iniziammo ad incamminarci verso Louis.

Alessia: Ma con chi è venuto? –

Disse bisbigliando.


Io: Boh, non chiederlo a me! -

Arrivammo al furgoncino e Louis scese insieme al suo amico presentandocelo.

Louis: Buongiorno ragazze. Lui è Harry, il mio coinquilino. -

Notai qualcosa di strano: Harry sembrava non voler distogliere lo sguardo da Alessia, sembrava su un altro pianeta.
Mentre la guardava si avvicinò a me presentandosi e poi tornò da lei come se una calamita lo attirasse. Nel frattempo Louis mi si avvicinò.

Louis: Ma li vedi come si fissano? Il mio piccolo Harry cresce! –

Disse felice. Lo guardai storto.


Io: Mia sorella sembra una rincoglionita, ma vabbè. –

Dissi tra le risate. Poco dopo tornammo seri entrambi. C’era molto imbarazzo, logico!


Louis: Quindi, beh, come va? -

Io: Bene grazie. Tutto apposto. –

Louis: Oh, vedi che non voglio vederti mai più piangere, capito? Mi hai fatto rattristire molto. -

Io: Scusami, non volevo. Dovevo sfogarmi. Nessuno sapeva di questa storia e tu sei stato il primo. Che poi non capisco nemmeno il motivo per cui te l’ho raccontato. -

Louis: Wow. –

Disse dopo essersi passato una mano sulla nuca.


Io: Anyway, andiamo a scuola che si sta facendo tardi. – Dissi cambiando discorso. – Vero Ale? – Facendola girare.

Alessia: Cosa? Ehm… Sì, andiamo a scuola. -

A quella sua reazione Louis ed io ci guardammo accennandoci un piccolo sorriso.
Salimmo sul furgoncino per poi andare a scuola.
Quando arrivammo Lou scese dalla macchina e mi salutò dandomi un bacio sulla guancia un po’ troppo vicino la bocca.
Entrammo a scuola per sopportare quelle ore di lezione interminabili. All’arrivo della ricreazione scesi in cortile e vidi Alessia venirmi incontro.


Alessia: Crì, dammi un po’ di soldi per mangiare. -

Io: Va bene, ma poi mi racconterai tutto per filo e per segno su Harry. -

Alessia: Va bene mamma! -

Mentre prendevo i soldi dalla mia tasca dei pantaloni mi cadde un bigliettino.
Lo presi e lo lessi ad alta voce in modo che Ale potesse ascoltare.
Diceva: ‘Vengo a prenderti io al ritorno. Mandami un messaggio con l’orario d’uscita. Sotto c’è il mio numero di cellulare. Louis.’


-Oh cazzo! – Esclamai.

Alessia: A quanto pare anche tu devi parlare, eh signorina iosonounasanta ? -

Io: Siamo pari. -

Alessia: Adesso mandagli subito un messaggio cogliona. Che aspetti? -

Io: Dici? -

Alessia: Cazzo, cosa non capisci della frase ‘inviagli un messaggio’? Occasioni del genere non capitano tutti i giorni. Adesso vado a mangiare. Ci vediamo all’uscita. -



LOOK AT ME!
So che è la prima volta che faccio uno spazio autrice ma prima non sapevo che dire ahahah, ok, no, basta.
Innanzitutto volevo ringraziare federicaMalik che è stata la prima a recensire e poi perché è stupenda!

Inoltre volevo ringraziare tutte quelle bellezze che hanno messo questa storia tra i preferiti, nelle ricordate o che semplicemente la leggono :).
Love ya, see you soon! <3

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Capitolo 7
*** 6. Una chiaccherata con Louis non guasta mai. ***


Seguii il consiglio di Alessia e quindi inviai un messaggio a Louis:
‘Esco alle 13.20. Cristina.’ Mi rispose subito dopo: ‘A dopo, un bacio.’
Okay, sì, stavo per impazzire, iniziai ad arrossire, ero felice, troppo.

- Due ore dopo.  -

Aspettavo il suono della campana delle 13.20. Ormai mancavano gli ultimi venti minuti e poi sarei uscita da quel carcere.
A distrarmi dal conto alla rovescia fu il collaboratore entrando in classe con un bigliettino in mano.

Prof: Qualche novità, John? -

John: Un’uscita anticipata professoressa. -

La prof guardò prima il bigliettino, poi guardò male me ed infine il collaboratore, John.

John: È il cugino, è maggiorenne. Tutto regolare non si preoccupi. -

La professoressa mi guardò nuovamente.

Prof: Dai che è il tuo giorno fortunato. Tuo cugino ti aspetta fuori. -

Mi preparai e dopo essere uscita dalla classe e avendo salutato mi affrettai ad andare verso l’uscita,
curiosa di sapere chi fosse questo mio presunto ‘cugino’ anche se potevo immaginare già.

Appena uscita da scuola vidi Louis venirmi incontro e abbracciarmi in segno di saluto.

Io: E così saresti mio cugino ormai? -

Louis: Mi serviva una buona scusa per farti uscire. –

Mi trattenni dalle risate.


Io: Hai una scusa di scorta? –

Non ce la feci e scoppiai, ma divenni subito seria ascoltando quello che Louis mi disse subito dopo.


Louis: Volevo stare un po’ con te, posso? -

Io: Ma certo. Stai tranquillo che non ho tutta questa voglia di tornare in classe. –

Risi. Salimmo in macchina.


Louis: Poi si è fatto sentire quel tuo ‘amico’? –

Disse mimando i segni delle virgolette con le mani.


Io: Ma chi? Salvo? No, adesso che ci penso è un po’ strano. -

Louis: Stronzo, direi. –

Disse borbottando tra sé e sé.


Io: Come? -

Louis: No, ho detto che è strano. -

Io: Si, infatti. –

In realtà avevo capito ma volevo la certezza.


Louis: Non mi hai parlato molto di te. -

Io: Che cosa vuoi sapere? –

Dissi sorridendo.


Louis: Boh, che so, quanti anni hai, se hai un ragazzo, che ci fai qui, si capisce che sei nuova. –

Mi fece quelle domande come se fosse una semplice discussione. Ma avevo capito che in realtà ne voleva solo una di risposta.

Io: Ho sedici anni e sono qui perché mio padre ha avuto un nuovo lavoro da queste parti e, no, non sono fidanzata. Ma sarà così a lungo, fidati. -

Louis: Sei troppo convita, ragazza. Riuscirò a farti cambiare idea, fidati. –

Disse quella frase in tono di sfida fissandomi.

Poco dopo tornò a guardare la strada.
Passammo gli ultimi dieci minuti a ridere e scherzare, era una coglione quel ragazzo!

Andammo a prendere Alessia a scuola e Lou ci accompagnò a casa.

Louis: Ragazze, alle sette, puntuali. A stasera. -

Io: A stasera. –

Dissi guardando quel magnifico paio d’occhi.

Appena entrammo in casa consegnammo il regalo di compleanno a mio padre, il quale apprezzò molto il pensiero.
Risi al pensiero di quello che era accaduto grazie a quel regalo. E di quello che stava accadendo.
Ero elettrizzata all’idea di uscire con Louis e conoscere gente nuova.

Papà: Stasera fate qualcosa, insomma avete già fatto nuove amicizie? –

Quella domanda da parte di mio padre era molto strana perché di solito quando eravamo in Italia non mi faceva domande del genere,
ero sempre io a chiedere di poter uscire.

Da come mi aveva chiesto se avessi fatto nuove amicizie capii subito che qualcosa non andava,
d’accordo che non gli andavano molto a genio i miei ‘vecchi amici’, ma cambiare città pur di non frequentarli era esagerato.

Io: Si, abbiamo conosciuto un paio di ragazzi in città e dato che ancora non conosciamo molta gente ci hanno proposto di uscire un po’ con loro stasera.
Si sono offerti di darci un passaggio per andata e ritorno. -

Papà: Sono contento per voi, ragazze. – Disse baciandoci in fronte. Strano, molto strano anche questo. – Poi me li farete conoscere, vero? – Da aggiungere anche questo alla lista delle cose strane.

Io: Ovvio! Adesso salgo di sopra. –

Salii in camera mia e Alessia mi seguì.


Alessia: No, non c’è niente tra te e Tomlinson. -

Io: Dai, smettila, non lo so nemmeno io. -

Mi guardò con aria investigativa e poi lasciò la mia stanza con lo stesso sguardo.
Era abbastanza strana quella ragazza.
Dopo un paio d’ore iniziammo a prepararci e stranamente fummo pronte in tempo, anzi, dieci minuti prima.


Ore 19:00. Squillo del citofono.

Papà: Ragazze, vi aspettano. – Disse urlando. – Prego, accomodati. – Sentii. Cazzo.

Io e Alessia iniziammo a scendere le scale e mi bloccai leggermente (se così si può dire, lo stavo praticamente fissando) vedendo Louis.
Ero molto orgogliosa quindi non dovevo farglielo capire, così continuai le scale andando a salutarlo.

Io: Papà, lui è… -

Papà: Ci siamo già conosciuti. –

Cazzo al quadrato.

Io: Ah, okay. -


Louis: Andiamo, ragazze? -

Annuii ed uscimmo di casa.
Durante il tragitto da casa mia alla sua auto mi fissò tutto il tempo.
Forse non ero vestita adatta?

Ero una ragazza molto semplice quindi decisi di mettere un paio di pantaloni blu elettrico e una maglietta rossa.
Appena arrivammo alla macchina lo guardai come per dire ‘Che c’è?’ e lui mi sorrise.
Bella risposta, eh!

Salimmo e dopo una manciata di minuti arrivammo a casa sua.
Appena entrammo io e mia sorella gli consegnammo cappotto e borse e ci fece accomodare in sala da pranzo dove c’era Harry che stava cucinando. Andammo a salutarlo.

Alessia: Ciao Harry. -

Harry: Ciao bellezza. –

Un corteggiatore nato, direi. Mi avvicinai a lui per salutarlo meglio.


Harry: Ehi Cristina, come va? Mi ha detto Lou che… -

Louis: Che hai avuto una giornata pesante a scuola, vero? – Disse interrompendolo. – Coglione! – Stavolta lo sussurrò.

Io: S-si, è vero. Finalmente oggi è sabato. Vuoi una mano? -

Harry: Ma dai, figurati se mi faccio aiutare. -

Louis: Ecco Chris, non ha bisogno d’aiuto. Vieni di là. –

Non riuscivo a capire se la temperatura stesse aumentando per via del calore dei fornelli o perché
Louis disse quella frase mettendomi una mano dietro la base della schiena, boh.
Andammo a sederci di fronte al camino passando vicino la tavola apparecchiata.


Io: Ehi Lou, posso chiederti una cosa? -

Louis: Certo, dimmi. -

Io: Se noi siamo quattro, perché la tavola è apparecchiata per uno, due, tre… sette? -

Louis: Perché… -

Fu interrotto dal suono del campanello.

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Capitolo 8
*** 7. Non ti permettere mai più. ***


Louis: Perché… -

Fu interrotto dal suono del campanello.


Harry: Vado io! –

Andò ad aprire il portoncino d’ingresso.


Louis: Ecco, qui c’è la tua risposta. – Entrarono due ragazzi, uno biondo con gli occhi del colore del mare e un altro con i capelli castani e gli occhi dello stesso colore, e con un sorriso stupendo. Tutti e due rimasero davanti l’ingresso a salutare Harry. – O meglio, i due terzi della tua risposta. – Mi guardò con aria un po’ interrogativa e poi tornò a guardare i due ragazzi appena entrati. – Ragazzi, dov’è Zayn? -

Niall: Sta parcheggiando la macchina. Lui e Liam si avvicinarono a me e Louis. -

Liam: Non ci presenti le tue amiche? -

Louis: Certo, lei è Cristina, Chris per me, e lei invece è sua sorella Alessia. -

Io e Alessia: Piacere! -

Liam: Liam. Il piacere è tutto mio ragazze. -

Mi venne spontaneo guardare Louis che letteralmente mi stava fissando con i denti stretti.

Liam: Ehy Lou, non mettere in imbarazzo la ragazza. -

Louis: Eh? Cosa? Ma io non la sto mettendo in imbarazzo! È che mi piace la sua maglietta, tutto qui. -

Liam: Sì, infatti sei del suo stesso colore. -

Dio mio santissimo, in quel momento si che ero veramente in imbarazzo.
Liam lo aveva fatto di sicuro apposta, Louis gli aveva raccontato tutto, ne ero più che sicura.
A distrarmi dai miei pensieri arrivò Niall.


Niall: Che bello finalmente posso dirti il mio nome senza che tu lo sappia già. Piacere, Niall. -

Io: Piacere, Cristina. E perché in teoria dovrei già sapere il tuo nome? -

Niall: Oddio, l’ho detto a voce alta. -

Louis: Tranquilla, stava scherzando. Gioca a fare il vip. Ptf. Vieni con me di là. –

Disse prendendomi una mano.
Avete presente la prima volta che avete ascoltato Little Things?
Tutti quei brividi? Ecco cos’ho provato.
Il mio stomaco era andato…a farsi fottere?
Molto probabile. Lo seguii e andammo vicino la tavola dove c’era Harry che sistemava le ultime cose sulla tavola.
Secondo me era tutta una scenata, uno perché la tavola era perfettamente sistemata, e due Harry alzava lo sguardo di continuo perché mia sorella stava parlando con Niall e Liam.
A me e Lou colpì una frase detta sia da Niall che Alessia.


Niall: Ti piace mangiare? -

Alessia: E me lo chiedi pure? -

Io e Louis: Oh god! -

Io per la risposta di mia sorella e Louis per la domanda di Niall.
Tutti e due deficienti si misero a ridere e poi Alessia venne da me.
Nel frattempo suonarono di nuovo al campanello.


Louis: Finalmente è arrivato l’autista! Adesso si cena. –

Disse andando ad aprire il portoncino.

Appena vidi entrare Zayn il mio umore si abbassò di livello.

Io: Ale, quello è il ragazzo della mia classe, quello che non si è presentato, ricordi quando te l’ho raccontato? –

Dissi sottovoce.


Alessia: Minchia, e menomale che i ragazzi della tua classe non erano un granché. Perché non lo saluti così me lo presenti? –

Disse con aria maliziosa.


Io: Ma tu sei pazza! Io non ci vado, se viene lui bene, ma io non gliela do questa soddisfazione. -

Alessia: Determinata la ragazza. –

Le feci segno di stare zitta anche perché si era appena avvicinato Louis.


Louis: Mi piacciono le ragazze determinate. –

Non capii il senso di quello che aveva appena detto ma ci riflettei subito dopo.


Io: Finalmente un ragazzo che ragiona. -

Zayn fece il giro dei saluti ed andò  a presentarsi a mia sorella che come la cogliona che era cominciò a fissarlo e a balbettare.
Dico io, ma che cazzo di figure mi faceva fare?
Subito dopo si avvicinò a me che lo guardai in po’ scazzata, ma lui fece lo stesso. Louis lo notò.


Louis: Ehm… Vi conoscete già? -

Io: In teoria sì. -

Zayn: In pratica stiamo nella stessa classe. Piacere, Zayn. -

Io: Cristina. –

Guardai i suoi occhi e subito chissà perché capii la reazione della cogliona di mia sorella, ma io a differenza sua, io non glielo feci notare.


Niall: Va beh, dopo tutte ste presentazioni che ne dite se passiamo alle cose serie e iniziamo a cenare? –

Tutti annuirono e si andarono a sedere a tavola.
Gli ultimi fummo io e Louis che ovviamente ci sedemmo vicini.


Louis: Dimmi cos’è successo con Zayn, so che non vuoi dirmelo ma per favore. -

Io: No, non è niente di che, solo che il mio primo giorno di scuola mi è sembrato un comportamento molto strano che  non si è venuto nemmeno a presentare. -

Louis: E ti ha dato fastidio, giusto? -

Io: Lo sapevo non dovevo dirtelo, sempre a puntualizzare su tutto. –

Non mi rispose. Cazzo no!
Mi ero ripromessa di non essere acida con lui ma non resistetti a quel commento!

Harry portò il cibo in tavola e iniziammo a cenare.
A sinistra avevo Louis e a destra ci stava Alessia. (più avanti capirete perché l’ho specificato lol)
Quando finimmo sia il primo che il secondo, (si erano organizzati bene!) Liam si alzò per prendere il dolce e io stavo parlando con Lou di come mi trovavo a Londra e di ste cose varie, e lui sembrava davvero interessato alla discussione dato che era completamente girato verso di me.
Ad un tratto sentii toccarmi la gamba destra.
Alessia mi faceva spesso degli ‘scherzi’ di questo genere perché sapeva quanto mi davano fastidio.


Io: Ale minchia se non la smetti ti uccido! -

Alessia: Ma che vuoi, stai calma eh. -

Per una volta la vidi sincera, non era stata lei.
Mi girai di botto verso Louis e lo guardai malissimo.


Io: Non ti permettere mai più. –

Dissi alzandomi e andando verso il camino.


Louis: Chris, aspetta. Scusa, non volevo. -

Mi raggiunse.

Io: Ah sì? Ma davvero? Davvero non volermi far fare quella grandissima figura di merda davanti ai tuoi amici? -

Louis: No, davvero, scusami. Perdonami, ti prego. –

Disse fissando i miei occhi che pressappoco sarebbero scoppiati in lacrime.
Non ebbi il tempo di rispondergli che mi prese dai fianchi e poggiò le sue labbra sulle mie.
La mia pelle cominciò a tremare, non provavo certe sensazioni da molto tempo, e lui ci riusciva con così poco.
Si staccò dopo qualche secondo lasciandomi un bacio a stampo. Mi accarezzò la guancia continuando a fissarmi negli occhi.


Louis: Scusa, anche per questo. –

Non ebbi la forza di rispondere, non mi uscivano le parole.
Ad interrompere quell’atmosfera fu il mio cellulare che cominciò a squillare.
Mio padre. Parlai con lui per un paio di minuti, dopodiché staccai la chiamata.


Louis: Chi era? -

Io: Papà. -

Louis: Tutto bene? -

Io: Si tranquillo, niente di che. Torniamo di là? -

Louis: Sì ma che scusa gli inventiamo? –

Disse sorridendo.


Io: Beh, io questo non lo so, qui sei tu l’uomo. -

Tornammo in sala da pranzo sperando che nessuno facesse domande alle quali non sapevamo rispondere.

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Saaalve belle :D Come va? Spero bene.
Per chi ha potuto non vedo l'ora per voi che si realizzi il vostro sogno, io purtroppo non potrò andare al concerto ç_ç ma sarò lì con il cuore, giuro!
Adesso passiamo al capitolo. Che ne pensate?
Na mezza cagata ahahhaah no dai, seriamente, voglio sapere che ne pensate. Ho una bella notizia, la volete?
Sì, che la volete lol. Mi sto avvicinando alla parte che mi piace di più mlmlml e dipende tutto da quella telefonata.
Secondo voi che ha detto il padre a Cristina? Una bella o brutta notizia? Lo scoprirete nella prossima puntata.
No, okay è na cretinata quello che ho appena scritto u.u 
Volevo dare un enorme ringraziamento e un abbraccio virtuale a tutte quelle meraviglie che mi hanno recensito tfctcjutccrsdf le adoro, mi hanno dato la spinta per poter continuare. Ovviamente non hanno avuto ruolo meno importante coloro che mi hanno messo la storia tra preferite/ricordate/seguite asdfghjkl vi amo.
Adesso dopo avervi rotto un po', mi dileguo.
Ciao splendori ♥

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Capitolo 9
*** 8. Cambio di programma. ***


Ripresi il mio posto e aspettai che Liam portasse il dolce in tavola.

Alessia: Tutto bene? -

Io: Si. -
 
La situazione si era fatta abbastanza imbarazzante perché avevo lo sguardo di tutti puntato addosso.
Mangiai il dolce in silenzio, senza dire nemmeno una parola.
I ragazzi parlavano tra di loro e notai che Alessia aveva un bel rapporto con tutti.
Da quello che vidi, Liam era quello con la parlantina più sviluppata e parlava in un modo terribilmente veloce.
Finimmo di mangiare e mentre Harry e Niall sparecchiavano, io rimasi seduta in tavola a parlare con gli altri, più che parlare, ad ascoltare.

Liam: Ehi Chris, non parli da quando tu e Louis siete tornati in tavola, è successo qualc… -

Louis: Ragazzi, che ne dite di un bel film? -
 
Vidi Zayn che prima guardò Liam, poi Louis e dopo aver guardato me abbassò lo sguardo con un sorriso.
Secondo me aveva capito qualcosa!
Scegliemmo il film e ci posizionammo sui divani.
In quello di sinistra io e Louis, in quello centrale ci stavano Liam, Niall e Zayn, Harry nel divano di destra e Alessia era.. ma dove cazzo era mia sorella?

Io: Ehm, Harry, sai percaso dov’è Alessia? -

Harry: Io? Ehm.. no perché? Ma comunque credo che sia in bagno. Eccola! –

Disse vedendola uscire dal bagno e avvicinarsi a noi.

Alessia: Posso? –

Disse avvicinandosi ad Harry.

Harry: Sisi, certo, vieni. –

Si spostò un po’ e la fece accomodare vicino a lui.
Dopo che ci sedemmo tutti ai nostri posti, Niall spense le luci e mise play al film.
A Louis, come d’altronde pure a me, del film non gliene fregava niente tanto che la prima mezz’ora del film la passò su twitter dal suo cellulare,
prendendosi un rimprovero da parte di Liam e alla fine lo spense.
Era un film molto bello, tanto bello quanto noioso, mi stavo addormentando.

*LOUIS*

Sì, è un bel film, ma troppo noioso, forse se ne avessimo scelto uno un po’ più comico sarebbe stato meno noioso.
Ma comunque non credo che questa sia la scusa più giusta della mia distrazione, c’è un’altra spiegazione per cui sono troppo distratto, o meglio, una persona.
La vedo qui, seduta vicino a me, è appoggiata allo schienale con la testa un po’ all’indietro, credo che si stia per addormentare, vorrei prenderla e baciarla, magarli renderla mia, ma non posso, ho paura di poterle fare una brutta impressione, quindi devo trattenermi.
La vedo dura! In ogni caso devo fare qualcosa di carino per farle capire che si può fidare di me, adesso la faccio appoggiare sulla mia spalla.

*CRISTINA*

Oh, grazie al cielo, finalmente l’ha capito che sto per addormentarmi.
Lo sentii avvicinarsi a me e mi fece appoggiare sul suo petto, sbaglio o quella ripetizione continua erano i battiti accelerati del suo cuore?
Non volevo illudermi anche se le carte sulla tavola erano state scoperte. 

*LOUIS*
 
Si è addormentata, o quasi, ed ha appena appoggiato la sua testa sulle mie gambe.
Adoro i suoi capelli castano-chiaro, tanto che comincio ad accarezzarglieli, adesso sì, l’ho fatta addormentare.
Com’è dolce! Vorrei prenderla e portarla di sopra, a dormire su un letto, così che possa stare un po’ più comoda, ma non voglio tenerla lontana da me.
Da come è messa capisco che ha un po’ di freddo così decido di prendere la mia giacca di lana e coprirla,
ma mentre faccio tutto ciò sento qualcosa che vibra, il mio cellulare non può essere dato che l’ho spento, dev’essere il suo, per forza.
So che non si fa, ma io devo vedere chi è che alle undici e mezza di sera la disturba, spero solo che non sia quel suo amico italiano.
Ecco che prendo il cellulare e vedo un nuovo messaggio: era suo padre.
C’è qualcosa di strano, poco fa l’ha chiamata, adesso le manda un messaggio, sono curioso, ecco che apro il messaggio, dice:
‘tesoro, non credo che per domani pomeriggio ce la faremo a tornare, sicuramente se ne parla lunedì pomeriggio per vederci,
prenditi cura di Alessia, mi raccomando, buona notte.’
Da quanto ho capito i suoi genitori non sono a casa, ciò vuol dire che dovrebbe passare la notte tutta sola?
Aspetto che mi spieghi tutto lei. Cavolo, ma perché mi sto preoccupando così tanto?
Era soltanto qualche giorno di conoscenza, e da quel momento sono stato più vicino a lei che a qualcun altro.
Forse significava qualcosa infondo. Ecco che finalmente questo film è finito, e vedo Niall alzarsi per accendere le luci.
Non appena lo fa, chiedo a tutti di fare silenzio portando un dito davanti la bocca. Tutti annuiscono e vanno in cucina a parlare un po’.
Adesso siamo soli, solo io e lei, lei ed io, e questo mi fa uno strano ma stupendo effetto. Adesso aspetto solo che si svegli.

 
*CRISTINA*
 
Mi sentii qualcosa addosso, non riuscivo a capire dov’ero.
Mi ero appena svegliata, sono sdraiata sulle..gambe di Louis?!
O sono scema o non c’è altra spiegazione.
Che figura. Decisi di alzarmi e chiedergli cosa fosse successo.

Io: Oddio, mi sono addormentata? Che figura, ma non potevi evitarlo? Ma che ore sono? Dov’è il mio cellulare? -

Louis: Ehi ehi, ehi, tutte queste domande appena sveglia? Stai tranquilla, ti sei solo addormentata perché il film era troppo noioso. –

Ero confusa, avevo una giacca addosso, forse, anzi, di sicuro era la sua.
Mi diede il cellulare e vidi che erano già le dodici e mezza. Quella serata stava per finire.

Louis: Ehm, Chris, devo dirti una cosa, probabilmente mi odierai ma io voglio essere sincero con te. -

Io: Dimmi. –

Che cazzo aveva combinato?

Louis: Mentre dormivi ti è arrivato un messaggio ed ero troppo curioso per non aprirlo. Scusa. -

Io: Tranquillo, non è niente di che. Ti preoccupi per poco. –

Dissi sorridendogli, e lui mi ricambiò il suo sorriso perfetto.
Presi il messaggio e lo lessi.
Cavolo, lo sapevo, lui mi aveva detto che al massimo l’indomani pomeriggio sarebbe tornato.
Va beh, un giorno più o uno meno non cambia molto. O si?

Louis: C’è qualche problema? -

Io: No, niente di che, i miei sono dovuti tornare in Italia per un paio di giorni. -

Louis: Quindi sarete sole a casa? -

Io: Sì, ma alla fine non è la prima volta. –

Dissi accennando un sorriso. Avevo già capito le sue intenzioni.

Louis: Beh, se non volete stare da sole, qui c’è il posto.. Io posso dormire sul divano e tu e Alessia nella mia stanza, anzi vado a cambiare le lenzuola. – Disse alzandosi.

Io: Dai, Lou, non vogliamo disturbare, adesso andiamo a casa. -

Louis: Ma quale disturbo? -

Io: E poi non posso, devo andare a casa, non ho nemmeno l’occorrente per dormire. -

Louis: Liamm! – Disse urlando. Liam arrivò e chiese cosa volesse Louis. – Tu e Harry potreste accompagnare Alessia a casa a prendere le sue cose a casa sua? Stasera dormiranno qui. -

Liam: S-sì, certo. –

Disse guardandolo curioso.
Dissi tutto ad Alessia, dei nostri genitori e le chiesi se per lei andasse bene restare dai ragazzi.
Ovviamente mi disse di sì e quindi le dissi quello che avrebbe dovuto prendere a casa.
I ragazzi parlarono tra loro e decisero che sarebbero rimasti tutti dato che l’indomani era domenica.
Dopo un’ora arrivò mia sorella con Liam de Harry e mi diede il mio ricambio.

Alessia: In macchina ho parlato con Harry e abbiamo deciso che dormirò con lui. Tranquilla, ho il ciclo quindi non posso fare niente. – Disse con aria maliziosa.

Io: Ah, bene. Quindi.. – Non ci stesi niente a fare due più due. – Io dormirò con..Louis?



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Ehilà :D come va? Tutto bene?
Vi è piaciuto questo capitolo?
Io spero di si anche perché mi sono impegnata molto.
Vi dico già che il capitolo successivo lo sto già scrivendo quindi credo che arriverà molto presto, ve lo prometto.
I'm very excited. Domani uscirà l'album asdfghjk.
Anyway, tornando alla storia, per favore, potreste lasciarmi una recensioncina di almeno dieci parole?
Grazie a chi lo farà C:
Volevo ringraziare tutte quelle persone che hanno recensito, messo tra le ricordate, seguite o semplicemente coloro che leggono la storia silenziosamente :D
Secondo voi cosa succederà? mlmlml datemi un vostro parere.

#MuchLove. <3
Seguitemi on twittah, sono: Louissbottom

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Capitolo 10
*** 9. Love is in the air. ***


Io: Ah, bene. Quindi.. – Non ci stesi niente a fare due più due. – Io dormirò con..Louis? -

Alessia: Non dirmi che ti dispiace! -

Io: No, non è quello, è che ho paura di disturbare. -

Alessia: Ma te l’ha chiesto lui di restare, giusto? -

Io: S-sì, ma..boh. –

Lasciai la frase in sospeso, non sapevo cosa dire.
Quindi andai da Louis, a chiedergli dove mi sarei dovuta sistemare per la notte.


Io: Ehi Lou, senti.. Alessia mi ha detto che dovrà dormire con Harry, quindi praticamente, ceh, insomma.. -

Louis: Tranquilla, io posso dormire sul divano se ti do fastidio. - 

Io: Hai visto perché non volevo dormire qui? Figurati se ti faccio dormire sul divano, al massimo dovrei essere io a dormirci. -

Louis: Ma tu a me non darai fastidio nel letto, anzi mi fa piacere dormire in compagnia di qualcuno. – Disse sorridendomi. Io gli ricambiai il sorriso ma lui capì che mi sentivo un po’ a disagio, infatti mi diede un abbraccio con un bacio sulla guancia. – Dai, adesso andiamo a sistemare le cose in camera da letto. –

Salimmo e dopo aver sistemato tutto sul letto scendemmo di sotto.
Mi misi sul divano con un plaid a coprirmi, stavo iniziando a sentirmi un po’ male, mi faceva male il basso ventre.
Controllai l’agenda dal mio cellulare, no, non poteva succedere, mancavano ancora due giorni al mio ciclo.
Andai a dire tutto a mia sorella e poi salii in camera a controllarmi.


*LOUIS*

Che ha Chris? Mi sembra un po’ strana è seduta su quel divano da quando siamo scesi dalla mia stanza.
Ecco che la vedo avvicinarsi a sua sorella e poi la vedo salire le scale. Decido di avvicinarmi ad Alessia per capire meglio.


Io: Alessia, senti. Ma dov’è Cristina? -

Alessia: È salita in camera, non sta molto bene. -

Io: Ma cos’ha? -

Alessia: Oddio, che imbarazzo, come te lo spiego? Hai presente quando c’è un mutuo da pagare ogni mese? Ecco, le sta scadendo il mese. -

Louis: È indisposta? -

Alessia: Non ancora, ma manca poco. -

Louis: Ho capito, vado a vedere come sta. –

Salii di fretta le scale per dirigermi da lei.
Sentii dei piccoli lamenti provenire dalla mia stanza.
Mi avvicinai alla porta, la vidi sdraiata con le sue mani sul basso ventre e diceva delle piccole frasi tipo ‘proprio adesso’ oppure ‘perché tutta questa violenza?’
Bussai ed entrai, subito lei si portò le mani vicino gli occhi per asciugarsi le lacrime.
Ma perché piangeva? Mi ci avvicinai e mi sdraiai vicino a lei.


Io: Ehi, che succede? -

Cristina: Niente, tranquillo, solo un po’ di mal di pancia. Tutto qui. -

Io: Alessia mi ha detto il vero motivo, dai, puoi parlare con me. Cosa posso fare per aiutarti? -

Cristina: Niente, per adesso. Mentre è strano, ci sono due giorni di anticipo. -

Io: Mmh, capito, ma se hai mal di pancia perché non provi a togliere i pantaloni, non saranno un po’ stretti? -

Cristina: Sì, hai ragione. –

Disse cercando di mettersi seduta, non ci riuscì, si sdraiò di nuovo ricominciando a piangere.
Non sapevo che fare, ero impreparato, così d’istinto l’abbracciai cercando di consolarla.
Sentii i ragazzi nel corridoio, stavano andando a dormire, sicuramente Alessia gli aveva detto tutto, infatti non passarono a darmi la buona notte, ma chi se ne frega?
Adesso dovevo solo pensare a far stare meglio Cristina.


Io: Ehi, dai, ti aiuto io a metterti il pigiama. –

Cominciai a toglierle le scarpe, i pantaloni, ed infine la sua maglietta.
Dopodiché le misi il pigiama e le avvolsi la coperta.
Sembrava un po’ più calma, era con lo sguardo fisso sul soffitto e le mani sul suo ventre.
Ne approfittai per mettermi il pigiama pure io (se così si può chiamare, erano solo un paio di pantaloncini) e mi misi sotto le coperte vicino a lei.


Louis: Ma come mai hai tutto questo dolore? Le mie sorelle non si lamentavano molto. -

Io: Beh, dipende, ad alcune ragazze porta molto fastidio, ad alcune il contrario. Cazzo, mi sta riprendendo di nuovo! –

Disse cominciando a toccarsi di nuovo il ventre.


Io: Posso? –

Dissi avvicinando la mia mano alla sua. Lei annuì.
Cominciai a farle dei piccoli massaggini sperando che questo dolore almeno le avesse potuto dare la possibilità di dormire tranquillamente.


*CRISTINA*

Che dolce, stava cercando in tutti i modi di farmi stare meglio, e devo dire che ci stava riuscendo.

Louis: Come va? -

Io: Meglio, grazie. Adesso ho bisogno di riposarmi un po’. –

Dissi mettendomi rannicchiata su un fianco verso di lui.
Lo sentii avvicinarsi a me e mi diede un bacio tra i capelli, faceva molto freddo quella notte, ma con le sue braccia attorno al mio corpo non lo notai più di molto.
Non riuscivo a dormire e credo nemmeno lui dato che continuava a giocare con i miei capelli. Alzai la testa e lo vidi sorridere.


Louis: Come stai? -

Io: Adesso bene, ma non riesco a dormire. -

Louis: Beh, nemmeno io, anche se ho sonno, ma devo dire che è quasi impossibile dormire stanotte! -

Io: Non ti capisco, che intendi? -

Louis: Beh, cercare di dormire con te vicino è un’azione impossibile. –

Disse abbassando lo sguardo. Io mi posizionai di fronte a lui e lo guardai dritto negli occhi.


Io: Beh, devo ammettere che allora siamo nella stessa situazione. -

Louis: Senti Chris, io non ce la faccio più, devo dirtelo, non posso stare così, in bilico, devo togliermi questo peso. – Disse sospirando. – Io e i ragazzi siamo una band, abbiamo molte fan che ci stanno intorno e ho paura che tu ti possa fare influenzare da questo.

Io: Cioè? -

Louis: Cioè siamo i One Direction e questo non dovrebbe influenzare le cose. -

Io: Adesso capisco tutto questo mistero. E poi quali cose dovrebbe influenzare, scusa? -

Louis: Che..niente lasciamo perdere. Spero tu abbia capito il motivo di tutto questo mistero. –

Terminò quella frase con un sorriso sulle labbra. Dopo di che sentimmo bussare alla porta. Era Zayn.
Louis si alzò ed andò ad aprire. Stavano parlando sottovoce ma riuscivo ugualmente a capire quello che dicevano.


Zayn: Tutto bene? -

Louis: Sì, adesso sta meglio. Cazzo, Zayn, non ce l’ho fatta, ero sul punto di dirglielo ma le ho detto un balla. -

Zayn: Ma come, Lou? E sentiamo, cosa le hai detto? -

Louis: Che noi siamo i.. -

Zayn: Come l’ha presa? Che reazione ha avuto? -

Louis: Abbastanza calma. Ma non è questo il punto, cavolo Zayn, devo dirglielo! -

Zayn: Allora torna di là e diglielo. Guarda che non morde. -

Louis: Ci provo. –

Sentii Zayn andarsene, Louis chiudere la porta e venire da me.


Io: Chi era? -

Louis: Zayn, voleva sapere come stavi. -

Io: E quale era questa cosa che dovevi dirmi? –

Mi guardò negli occhi e deglutì, poi prese a parlare.


Louis: Hai presente quel giorno in cui mi hai scambiato per un commesso? Ecco, è stato uno dei giorni più belli della mia vita, non credevo all’amore a prima vista prima di incontrarti, ecco perché da quel momento non ho fatto altro che stare con te il più possibile, ecco perché quella sera a casa tua ti ho baciata rischiando un tuo schiaffo, ma sono stato fortunato, ecco perché quando ti guardo mi perdo e comincio a non capire più niente, ecco perché non volevo farti sapere subito chi ero, volevo che tu mi conoscessi come il ragazzo che sono realmente, come Louis da Doncaster, e no come Louis dei One Direction… -

Io: È questo quello che provi, quindi? -

Louis: Anche molto di più. Io non credo che noi funzionassimo molto come amici. –

Lo guardai e poi abbassai lo sguardo con gli occhi lucidi, non me l’aspettavo.
Ecco che puntualmente mi prese il viso tra le sue mani e portò i miei occhi a direzione dei suoi.


Louis: No, non fare così, io voglio che tu mi guardi negli occhi e mi dica che anche tu la pensi come me, se la tua risposta sarà negativa posso capirlo, tranquilla. -

Io: Non è il fatto di capire o no, Louis. Il fatto è che non ci conosciamo da nemmeno una settimana, capisci? E poi… -

Louis: Va beh, ho capito, buona notte, a domani. –

Disse sdraiandosi sul letto dandomi completamente le spalle.


Io: No, Louis, hai capito male, per favore ascoltami, fammi terminare quello che ho da dire. –

Dissi toccandogli la spalla. Lui si mise con lo sguardo verso il soffitto.


Louis: Ti sto ascoltando. -

Io: Non credo nemmeno io all’amore a prima vista ma come ogni regola ha la sua eccezione, io credo di aver trovato la mia di eccezione. -

Louis: Quindi, cosa vuoi dire? –

Disse  mettendosi seduto di fronte a me.


Io: Louis, anche tu mi piaci. -

Louis: Ma tu non mi piaci Chris, hai capito male, molto male. Io sono innamorato di te, il che è un po’ diverso. –

Non ebbi il tempo di rispondere.
Mise una sua mano dietro la mia nuca e mi diede un piccolo bacio a stampo.
Da quell’innocente bacio cominciammo a baciarci con più passione, mi sdraiò sul letto e si mise su di me tenendosi con una mano cercando di non farmi pressione, cominciò a baciarmi il collo lasciando dei piccoli baci sul petto fino a risalire su per arrivare nuovamente alla mia bocca quando io affondai le mie mani nei suoi fantastici capelli.
Mi diede un ultimo bacio e poi si mise sdraiato di fronte a me.


Louis: Quindi, sono stato abbastanza chiaro? –

Disse sorridendomi.


Io: Molto esplicito. – Dissi guadagnando un suo sorriso sonoro. – E la mia risposta è stata abbastanza chiara? -

Louis: Non aspettavo altro. Adesso credo che potrò andare a dormire più tranquillamente. -

Io: Stessa cosa per me. -

Louis: Buona notte piccola. –

Disse dandomi un ultimo bacio prima di addormentarci di nuovo.


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Salvee :) Mi dispiace davvero moltissimo se ho fatto aspettare qualcuno davvero molto, ma vedo troppe poche recensioni D: Chiedo molto per una semplicissima recensione? Non vi piace? Datemi pareri su come potrei migliorarla, vi ascolterò, promesso :) Anyway, che ve ne pare di Cristina e Louis? Il prossimo capitolo sarà mooolto più movimentato, cosa succederà secondo voi? Spero di soddisfarvi al meglio! Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra preferiti, ricordati, seguiti, o semplicemente i lettori silenziosi :)
Se volete seguirmi su twitter sono Louissbottom ricambio tutte :D A presto! xx

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Capitolo 11
*** 10. Tempismo perfetto, Harry. ***


Louis: Non aspettavo altro. Adesso credo che potrò andare a dormire più tranquillamente. -

Io: Stessa cosa per me. -

Louis: Buona notte piccola. –

Disse dandomi un ultimo bacio prima di addormentarci di nuovo.
Fui svegliata da un messaggio che mi arrivò. Era il buongiorno da parte di Sofia, la mia migliore amica.
Vidi l’orario, erano le dieci e un quarto. Misi di nuovo a posto il cellulare e rimasi un altro po’ sdraiata sul letto.

Louis: Buongiorno tesoro. –

Disse dopo avermi dato il bacio del buongiorno.
Bene, già mi faceva star male ad inizio mattinata.

Io: Buongiorno. -

Louis: Come stai oggi? -

Io: Un po’ meglio rispetto a ieri. -

Louis: Se vuoi posso riprovarci come ho fatto stanotte. -

Io: No, tranquillo, anzi, adesso vado a farmi una doccia rilassante, a dopo. –

Lo baciai, cosa che a lui piacque.
Presi le mie cose ed andai nel bagno di Louis a lavarmi.

*LOUIS*

Che bella sensazione, devo ammettere che ancora non ci credo, mi aspettavo di peggio, non credevo ricambiasse, mi sbagliavo.
Adesso è in bagno, mi manca di già. Nel frattempo decido di vestirmi ed aspettarla, ecco che la sento chiamarmi. Mi avvicino alla porta.

Io: Dimmi Chris. -

Cristina: Sul letto c’è un beauty-keys, potresti prendermelo? -

Io: Certo. -

Vado vicino al letto e lo prendo, era aperto così mi cade l’occhio su quello che c’èra dentro.
Trentaduemila matite, e altri vari oggetti e tubetti di cui non capisco a che servono, e poi c’èra anche qualche assorbente,
credo che sia quello ciò che in realtà le serviva. Lo chiusi e glielo portai.

Io: Ehi Chris, io vado di sotto che hanno appena citofonato, torno subito. -

Cristina: Va bene. -

Scesi di sotto ad aprire.

Io: Ma guarda chi si vede! Josh!  Che ci fai qui? –

Dissi abbracciandolo.

Josh: Ciao amico, mi mancavate. Ecco, ho portato la colazione, scommetto che gli altri ancora dormono, quindi tieni, mettila in frigo. Io vado a posare questa roba di sopra. –

Disse indicando il suo impermeabile e salendo le scale.

Io: Va bene. Però adesso li svegliamo. –

Passarono un paio di secondi e subito ricordai: Cristina!
Salii subito le scale ma fu troppo tardi, Josh era appena entrato.

*CRISTINA*

Avevo appena finito di asciugarmi i capelli quando sentii la porta.

Io: Lou, sei tu? –

Non rispose nessuno, così decisi di uscire dal bagno per vedere chi fosse. Eh no, non era Louis.

Io: Ehm, e tu chi sei? -

Josh: Dovrei essere io a chiedertelo anche se immagino già. Comunque sono Josh, il batterista dei ragazzi. –

Disse sorridendomi cordialmente.

Io: Ah, si giusto. –

Ricambiai il sorriso. Ecco che arrivò Louis.

Josh: Non è directioner, vero? -

Louis: Nono, veramente fino a ieri sera non sapeva niente di tutto ciò. -

Josh: Ah, mi stavo preoccupando, infatti. –

Posò le sue cose su una sedia e scese di sotto.

Louis: Scusami. -

Io: Ma stai tranquillo. Gli altri si sono già svegliati? -

Louis: No, dormono ancora, è normale, tranquilla. –

Disse avvicinandosi pericolosamente a me.
Mi prese per i fianchi avvicinandomi a sé e facendo combaciare perfettamente i nostri corpi prese a baciarmi,
com’era dolce, i suoi movimenti delicati, il suo comportamento preoccupato, lui.
Piano piano ci avvicinammo sempre di più al muro e le mie farfalle stavano uscendo dal lungo letargo.
Appiccicai letteralmente la mia schiena al muro e attorcigliai le mie braccia attorno al suo collo affondando le mie mani nei suoi capelli,
lui passò le sue mani dai miei fianchi fino a scendere sotto i miei glutei, a quel punto mi prese di peso e camminò fino ad arrivare al letto,
mi sdraiò e si mise su di me baciandomi con più foga di prima.
Era un momento bellissimo, ma si sa, qualche rompicoglioni deve esserci sempre, giusto?
Bussarono alla porta, dalla sua voce rauca capii che era Harry.

Louis: Tempismo perfetto, Harry, proprio perfetto. –

Si alzò ed andò ad aprire la porta, io nel frattempo per non destare sospetti cominciai a rifare il letto quando avvicinarono un Louis un po’ incazzato con Harry, ed un Harry un po’ assonnato con il cellulare di mia sorella in mano.

Harry: Chris, hanno chiamato Alessia, ma non ho fatto in tempo a rispondere. -

Io: Ma scusa, lei dov’è? -

Harry: Abbiamo avuto un piccolo battibecco e quindi non ha dormito con me, è andata a dormire con Zayn dimenticando il cellulare nella mia stanza, quindi.  -

Io: Capisco. –

Presi il cellulare e vidi una chiamata persa da mia madre. La richiamai.

Io: Pronto, mamma? Alessia ancora dorme e io mi sono appena svegliata. Sì, tranquilla, tutto bene. Mi mancate anche voi, a presto mamma.– Staccai la chiamata. – Tranquillo Harry, adesso la faccio ragionare io a quella.

Harry: Va beh, non preoccuparti, non è colpa sua, è colpa mia. -

Louis: E quando mai! –

Disse sghignazzando prendendosi un’occhiata da Harry.

Io: Va beh, adesso scendiamo di sotto a fare colazione. -

‘Chi ha detto colazione?’ Si sentì Niall passare dal corridoio.

Io: Appena si svegliano tutti cominciamo, tranquillo. -

Niall: Devi cogliere l’attimo Chris. E la colazione è un attimo.–

Dio, ogni minuto passato a conoscerlo mi faceva sempre più simpatia, adoravo quel ragazzo.
Scendemmo di sotto aspettando gli altri.
Vidi Niall e Harry saltare letteralmente addosso a Josh, non avevo mai visto un’amicizia così forte.
Nel frattempo scese Liam anche lui a salutare Josh.
Mancava mia sorella la solita dormigliona, e Zayn, non scherzava Louis quando diceva che Zayn ci va giù pesante con il sonno.
Decisi di andare a svegliarli insieme a Louis.
Arrivammo davanti la porta, bussammo ma non ci rispose nessuno.

Louis: Io so cosa fare! -

Io: Che intenzioni hai? -

Non mi rispose ed entrò nella stanza urlando come un dannato ‘SUPERMAAAAAN!’
Più tempo passava e più capivo che era un coglione esagerato.

Io: Ma sei cretino o cosa? -

Louis: Oh amore, dai non fare così. –

Disse facendo il cretino.

Alessia: Zayn, svegliati, ho sentito una strana parola. -

Zayn: Non mi piace quando qualcuno mi nasconde qualcosa, lo sai Lou. –

Diventai rossa per l’imbarazzo e cercai di uscire dalla stanza.

Zayn: Dove vai signorina? Torna subito qui e ditemi quello che dovete dire. -

Io non parlai anche perché non sapevo che dire, troppo imbarazzo.
Aspettai che Lou prendesse parola.

Louis: Caro mio Zayn, le ho detto che siamo i One Direction. -

Zayn: Sì, questo lo sapevo. Voglio sapere il resto. -

Alessia: COOOSA? NON DITEMI CHE VOI SIETE QUELLI CHE CANTATE WHAT MAKES YOU BEAUTIFUL, È UNA CANZONE STUPENDA. L’HO SENTITA UN PAIO DI SETTIMANE FA ALLA RADIO! –

Mia sorella si era rincoglionita, stava sclerando come una bambina con la sua nuova bambola.

Zayn: Yes, baby. Ora non iniziare a dirlo in giro o ti uccido! -

Alessia: Finiscila di fare il coglione. Torniamo all’argomento più importante. Louis, sorella, cosa ci nascondete? -

Ecco che era tornata sulla Terra. Ma dico io, non poteva stare un altro po’ dove si trovava fino a cinque secondi prima?

Louis: Sì hai ragione, praticamente… -

Io: Cazzo Louis, di nuovo il mal di pancia. –

Ovviamente era una scusa per deviare la discussione e lui capì.

Louis: Oddio no! Andiamo di là. –

Appena uscimmo dalla stanza ci mettemmo a ridere ed esprimemmo la nostra ‘felicità’ baciandoci.

Zayn: Cazzo, lo sapevoo! AHAHAHAHAH CHE BELLO! –

Cominciò a ridere come un rincoglionito. E ora?

Io: Zitto, non gridare! -

Louis: Ecco appunto coglione, non gridare! -

Zayn: Per quanto vorrete nascondervi? -

Louis: Ma noi non vogliamo nasconderci, infatti. -

Zayn: E allora perché non lo dite agli altri? -

Louis: Ma fatti i cazzi tuoi, tranquillo che glielo dirò. Quando sarà il momento. -

Io: Ma la smettete? -

Zayn: Si, scusa è che qui noi ci diciamo sempre tutto  e.. -

Louis: Zayn, ma sei scemo? Tranquillo. -

Zayn: Va bene. Adesso scendo di sotto a fare colazione. -

Io: Sì, arriviamo. Poi devo parlarti Zayn. –

Annuì e scese al piano di sotto seguito da Alessia

Mia sorella non mi aveva fatto domande per il semplice fatto che in seguito le avrei raccontato tutto.

Io: Ho paura Lou. -

Louis: Ma di cosa scusa? Mica ti mangiano! – Gli sorrisi. – Dai vieni. –

Mi prese la mano e lo seguii scendendo per andare dagli altri.
All’ultimo gradino gli lasciai la presa della mano, forse era la timidezza, ma non me la sentivo.

Louis: Aspettarci no, eh? -

Niall: Carpediem! –

Disse con la bocca piena. Facemmo colazione e poi a mano a mano che tutti finivamo ci alzavamo dalla tavola.
Io fui una delle prime così appena mi alzai mi sedetti sul divano dove c’erano già Liam, Niall ed Harry.

Josh: Ehi Lou, andiamo un po’ in giro? -

Louis: Si certo. -

Avvicinò Louis diretto verso di me.

Louis: Adesso vado un po’ in giro con Josh, è da molto che non ci vediamo. –

Si avvicinò e mi baciò dolcemente sulle labbra.

Io: Va bene, a dopo. –

Dissi sorridendogli. Uscì di casa mandandomi un bacio al vento.

Niall: Ehm, Chris, ci siamo persi qualcosa percaso? -

Liam ed Harry: Ecco, infatti. -

Io: Cristo, questa sì che è una situazione molto imbarazzante, da dove comincio? -

Liam: State insieme? –

Ecco, stavamo insieme? Non ne avevamo ancora parlato, non ne avevamo avuto il tempo.
Che dovevo dirgli? Cazzo ma perché mi aveva lasciata in quella situazione del cazzo?
Dovevo risolvere io, che merda.
 

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Ehiiii *si intrufola* che ne pensate di questo capitolo? Harry, sempre il solito. Poteva anche farsi i cazzi suoi,no?
Anyway, vi è piaciuto? Ci ho messo l'anima per scriverlo e quindi spero sia di vostro gradimento :)
Ringrazio tutte le meraviglie che hanno messo la fanfic tra ricordate, preferite, o seguite.
Grazie anche a voi, lettori silenziosi *-*
Lasciatemi una recensione, bella o brutta che sia, io accetto anche le critiche :)
Volevo fare un enorme ringraziamento a 
Meme__

E se volete seguirmi su twitter, sono Louissbottom

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Capitolo 12
*** 11. Situazione di merda. ***


Liam: State insieme? –

Ecco, stavamo insieme? Non ne avevamo ancora parlato, non ne avevamo avuto il tempo.
Che dovevo dirgli? Cazzo ma perché mi aveva lasciata in quella situazione del cazzo? Dovevo risolvere io, che merda.

Io: Beh, ecco, non lo so nemmeno io, veramente. –

Dissi torturandomi le mani.

Niall: Ti va di raccontarci tutto? Ti prego! –

Disse sfoggiando il suo meraviglioso sorriso.

Io: E va bene. È iniziato tutto dalla sera di quando ci siamo incontrati in quel negozio d’abbigliamento, non lo so, è stato come un colpo di fulmine, non so come sia successo ma ci siamo baciati. Un semplice bacio, così, all’improvviso, e da quel momento ho capito che finalmente iniziava un nuovo capitolo della mia vita ma ora come ora non so dirvi di più. Tutto qui. -

Harry: Quindi da come ho capito, avete passato una bella nottata, non è vero? –

Disse con fare malizioso.

Liam: Hazza, smettila! -

Io: Liam, tranquillo. Harry, mi dispiace deluderti ma in questi giorni non posso proprio. 

Harry: Povero Louis, mi dispiace per lui. E per te ovviamente! –

Disse sempre con un sorrisetto malizioso.

Io: Ehm, Harry? Non hai niente da fare? –

Dissi scherzando.

Harry: Vado a vestirmi. –

Disse regalandomi uno dei suoi fantastici sorrisi.

Liam e Niall: Siamo contenti per te, piccola. Anche per Lou che ha trovato una ragazza come te. -

Io: Daiii, così mi fate arrossire. -

Liam e Niall: Oh, la piccolina si emoziona. –

Dissero venendomi ad abbracciare.
Appena ci staccammo dall’abbraccio si allontanarono e ne approfittai per parlare con Zayn, avevo una discussione in sospeso con lui.

Io: Ehm, Zayn? -

Zayn: Chris, dimmi. -

Io: No, niente di che, volevo solo una semplice chiarezza, dimmi la verità, il mio primo giorno di scuola aspettavi qualcun altro al mio posto e ci sei rimasto male, non è così? -

Zayn: S-sì. Ma come hai fatto a capire? -

Io: Dai non è così difficile. Adesso voglio sapere di chi si tratta. –

Dissi sorridendogli.

Zayn: Un’amica conosciuta sul web, mi aveva detto che a giorni sarebbe dovuta arrivare… -

Io: Mmh, capisco. E posso sapere come si  chiama? -

Zayn: Oh, sì, certo. È italiana, si chiama… -

Fu interrotto dallo squillo del mio cellulare.

Io: Scusami devo rispondere. -

Zayn: Sì, certo. Fai pure. -
 
*Al cellulare*
 
Io: Sofi, sei una cogliona, ma che fine hai fatto? –

Dissi ridendo.

Sofia: Sì, anche io ti amo. Devo darti una bella notizia. La vuoi sapere? -

Io: Dai, lo sai che sono curiosa. E poi anche io devo darti una bella notizia. -

Sofia: Uuh, non vedo l’ora, allora. Comunque domani devi essere per forza a scuola? -

Io: Ehm, non credo di andarci. Sono ‘sotto controllo’ a casa di alcuni deficienti. -

Sofia: Ehm, devi dirmi molte cose a quanto pare. Anyway ricordi quando ti ho detto che avevo vinto quella vacanza e che ti sarei venuta a trovare? Arrivo domani all’aeroporto di Heathrow alle dieci credo, ti farai trovare? -

Io: Ma sei scema? E me lo chiedi pure? Ovvio che mi farò trovare lì. Dio cogliona, non vedo l’ora. Comunque devo farti una domanda. Come si chiamavano quei cantanti per cui andavi matta? -

Sofia: Per cui ne vado ancora, ti correggo. -

Io: Sì, va beh, quello che è. -

Sofia: Comunque sono i One Direction. Perché? -

Io: Ehm, no, così. -

Sofia: Chris, che minchia mi nascondi? -

Io: Ma chi? Io? Assolutamente niente. -

Sofia: Stronza. E comunque alla fine sono riuscita a farmi seguire da uno di loro su twitter e indovina un po’? Abbiamo un po’ preso a parlare e in questi giorni dovremmo vederci. Cazzo, ci credi che finalmente vedrò i miei idoli? -

Io: Per favore, non iniziare a sclerare. Mi racconterai meglio domani anche perché non ti sento molto bene. Dormirai da me, vero? -

Sofia: Ma veramente ho prenotato una stanza di un albergo. -

Io: Ma sei scema? Tu domani dormirai da me. -

Sofia: Va bene amore, adesso devo staccare. Ci sentiamo. Ti stupro. -

Io: Ciao amore, a domani. -

Dopo aver chiuso la chiamata tornai da Zayn.

Zayn: Era Lou? -

Io: Nono, era la mia migliore amica. Doveva venirmi a trovare e mi ha informata che arriverà domani. -

Zayn: Sono felice per te. Adesso vado di sopra a vestirmi. -

Io: Dai, salgo con te. Devo sistemare la stanza di quel deficiente, sembra un porcile. -

Zayn: Ti do due giorni al massimo, tornerà come prima. –

Disse ridendo.

Io: Proviamo. –

Dissi schiacciandogli un occhio.
Entrai nella stanza di Louis e cominciai a rifare il letto, poi a sistemare i suoi vestiti.
Appena finii sentii che mi stava tornando quel dolore al basso ventre così decisi di stirarmi sul letto.
In casa c’eravamo solo io e Zayn.
Alessia era uscita con Liam e Niall per fare una piccola corsetta domenicale, Harry era andato in centro con sua sorella.
Non ce la facevo più, dovevo chiamare Zayn, ma non dovevo farlo preoccupare.

Io: Zayn? -

Zayn: Arrivo. -

In qualche secondo fu da me.

Zayn: Chris, che hai? Sei un po’ pallida. -

Io: Niente Zayn, tranquillo. Dovresti farmi un piccolo favore. -

Zayn: Certo, dimmi. -

Io: Nel mio beauty-Keys c’è una compressa potresti portarmela assieme ad un bicchiere d’acqua? -

Zayn: Certo. Ecco, tieni. – Disse porgendomi la compressa con l’acqua. - Alessia mi ha detto tutto. Sicura che adesso starai meglio? -

Io: Sì, certo. Grazie. Adesso se vuoi puoi tornare a fare quello che stavi facendo prima che ti disturbassi. -

Zayn: Disturbare? Ma ti senti? E comunque non stavo facendo niente d’importante. Meno male che non sono andato con Liam e gli altri altrimenti saresti morta. -

Io: Ah, grazie. –

Dissi sorridendo.

Zayn: Hai visto che ti ho fatto sorridere? -

Passammo una mezz’oretta a parlare fin quando non si sentì il rumore del portoncino aprirsi e richiudersi.

Louis: Piccola sei dentro? –

Disse urlando.

Zayn: Siamo di sopra Lou. –

Urlò di risposta.
Si sentirono dei passi e poi Louis entrò in stanza.
Appena mi vide sdraiata e pallida in viso si precipitò da me dandomi un leggero bacio sulle labbra.

Louis: Lo sapevo, non sarei dovuto uscire. -

Io: Tranquillo, non ero sola. -

Louis: Grazie, Zayn. -

Zayn: Di niente. –

Disse uscendo dalla stanza.

Louis: Cos’è successo? -

Io: Il solito. -

Louis: Ma sarà così per tutto il periodo? -

Io: No, assolutamente. Solo i primi due giorni, e questo è il secondo. -

Louis: Allora il peggio è ormai passato. -

Mi sorrise e si avvicinò a me cominciando a baciarmi il labbro inferiore.
Nello stesso momento schiusimo le nostre labbra quando i nostri baci presero vita.
Aspettammo che tornassero tutti e dopo aver pranzato, passammo il pomeriggio a casa dato che faceva molto freddo. Si fecero presto le otto.

Io: Harry, per stasera cosa prepariamo? -

Harry: Beh, non lo so. Tu che dici? -

Niall: Fate cibo italiano, per favore! -

Io: Per stasera ti accontento! -

Niall: Dio grazie! –

Disse venendomi incontro riempiendomi le guance di baci. In quel preciso momento avvicinò Louis.

Louis: Ehm… Manteniamo le distanze, signorino! –

Disse separandoci.

Niall: Sì, okay, scusa, scusa! –

Disse ridendo.

Io: Comunque Harry, potresti aiutarmi? -

Harry: Sì, certo. Cosa ti serve? -

Io: Devi prendere la carne che è in frigo, poi la panna da cucina, il ketcup ed il pesto. -

Harry: Ecco. – Disse porgendomi il tutto. – Cosa devi fare? -

Io: Si chiama 'Pasta alla Montecarlo' ed è il mio piatto preferito. –

Dissi sorridendogli.
Preparai il tutto e a cena finì con i complimenti da parte di Niall, soprattutto.
La serata passò tra scherzi tra di noi, film, e tante, tante risate. A fine serata, stanchi, andammo tutti a dormire nelle rispettive stanze.
Louis prima di venire in stanza, andò da Zayn a dirgli non so cosa. Vidi entrare mia sorella e sedersi vicino a me.

Alessia: Mi racconti, vero? -

Io: Sì, certo. Ricordi quando quel pomeriggio ci siamo conosciuti? Beh, diciamo che è stato una specie di ‘colpo di fulmine’. -

Alessia: Ma tu non ci hai mai creduto ai colpi di fulmine. -

Io: Sì, prima di incontrare lui. -

Alessia: Oh, sono felice per te. – Disse abbracciandomi. – E com’è, come bacia? -

Io: Ma smettila! – Dissi ridendo. – Tu che novità hai? -

Alessia: Beh, inizialmente mi attraeva Harry, ma adesso ho capito che potremmo essere solo amici, e basta. -

Io: L’importante è che sei felice. -

Alessia: Certo, io adoro questi ragazzi! -

Louis: Ehm.. –

Disse tossendo.

Alessia: Sì, scusa, vado. -

Louis: No, non è per quello. Ti aspetta Zayn di là. -

Alessia: Va bene. Buona notte. -

Io e Louis: Notte. -

Alessia uscì chiudendo la porta.

Louis: Lo stesso pigiama di quella sera. –

Disse sorridendomi.

Io: Eeh, quella sera. -

Louis: Ci sei rimasta male? Cioè, intendo, non te l’aspettavi? -

Io: Beh, male, no. Ma non me l’aspettavo proprio. -

Louis: Neanche io. –

Disse mettendosi sotto le coperte e abbracciandomi.

Io: Ma è successo. -

Louis: Già. – Disse baciandomi. – Che ne dici se per tipo diciamo, una settimana, ci conosciamo meglio? -

Io: Beh, non posso non accettare. –

Dissi baciandolo io questa volta.
Louis prese a baciarmi più appassionatamente mettendo una sua mano dietro la mia schiena dove arrivò al gancio del mio reggiseno.

Io: Lou, Lou! Dimentichi? Ho il ciclo. -

Louis: Dio, scusami. Mi son fatto prendere. -

Io: Tranquillo. – Dissi sorridendo tra le sue labbra. – Devo chiederti una cosa, ma non devi sentirti obbligato. -

Louis: Io per te ci sono sempre. Dimmi. -

Io: Siccome domani arriva la mia migliore amica, non è che potresti farmi compagnia? -

Louis: Ma certo tesoro. -

Io: Non ti vede nessuno? -

Louis: Tranquilla, so coprirmi bene. -

Io: Grazie. -

Louis: Di niente. Buona notte, piccola. -

Io: Notte, a domani. –

Disse dandomi il bacio della buona notte.


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C'è qualcuno? Ehi tu, sì, dico a te! Che ne pensi? Ti è piaciuto questo capitolo?
Ti prego, dimmi di si. AHAHAHAH dai, dimmi cosa ti è piaciuto e cosa non ti è piaciuto.
Secondo voi chi è questa ragazza che ha conosciuto Zayn sul web? Dai, usate anche la fantasia se volete :)

Ehi Meme__ grazie! Sei un tesoro! A massive thank you lol.

Spazio pubblicità:
Vi consiglio assolutamente di leggere questa fanfiction, la sto seguendo pure io e,
fidatevi, è stupenda!
Qui c'è il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1302658&i=1

Se c'è qualcuna di voi che vuole un po' di pubblicità, mi mandi il link tramite messaggio :)
A presto babes. <3


Ps: Oggi ho letto che Take Me Home è finalmente primo in Italia! #proud :')
Mi trovate su twittah: Louissbottom

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Capitolo 13
*** 12. Sofia. ***


Louis: Di niente. Buona notte, piccola. -

Io: Notte, a domani. –

Disse dandomi il bacio della buona notte.
L’indomani mattina mi svegliai verso le otto.
Appena sveglia mi feci una doccia e dopo essermi vestita, svegliai Louis.

Io: Ehi Lou. -

Louis: Buongiorno. -

Io: Buongiorno. –

Dissi baciandolo sulle labbra.

Louis: Sono sotto la doccia. -

Io: Va bene. -

Cominciai ad asciugarmi i capelli e appena finii Louis uscì dalla doccia. Si erano fatte già le nove.

Io: Cosa ti preparo per colazione? -

Louis: In realtà non ho molta fame. -

Io: Capito. -

Louis: Che hai? Sei strana stamattina. -

Io: No, niente. Tranquillo. Sono un po’ in ansia per l’arrivo della mia amica. -

Louis: Come si chiama? -

Io: Sofia. È una ragazza troppo simpatica. L’adoro. –

Dissi sorridendo.

Louis: Non vedo l’ora di conoscerla allora. Dai, sei pronta? -

Io: Sì, scendiamo. -

Appena scesimo le scale vidi Zayn uscire di casa, lo chiamai ma aveva già chiuso la porta, quindi non rispose.

Io: Ma dov’è andato? -

Louis: Boh, non ne ho idea. -

Persi un bel po’ di tempo a cercare le chiavi di casa mia e finalmente dopo varie ricerche le trovai.
Indossai il cappotto ed uscimmo di casa diretti all’aeroporto. Arrivammo verso le dieci e un quarto, in ritardo ovviamente.
Su una panchina vidi due ragazzi che si abbracciavano, una sembrava lei, la mia Sofia. Lui aveva un’aria molto familiare.
Ne ero certa, lei era Sofia. Lei non mi aveva ancora visto, le corsi incontro.

Io: Zayn? Ma che cazz? -

Non potei continuare la frase che Sofia mi saltò letteralmente addosso.

Io: Cogliona, come stai? -

Sofia: Adesso che ho visto di nuovo te e un quinto della mia felicità, direi che le cose mi vanno abbastanza bene. -

Io: E allora perché piangi? -

Sofia: Perché sono troppo felice! Ma tua sorella dov’è? -

Zayn: Dorme ancora. -

Sofia: Ma ce l’avevo con… Che mi sono persa? -

Io: Lunga storia, magari te la racconterò. -

Sofia: Sì, infatti. Guarda Chris, ma quel ragazzo che si sta avvicinando non è… Oh cazzo, è proprio lui. Dio, mi sento male! –

Disse sedendosi.
Arrivò Louis ad abbracciarmi da dietro.

Louis: Non mi presenti la tua amica? -

Io: La bocca ce l’hai e poi lei ti conosce già. -

Louis: Antipatica. –

Disse sorridendo.
Louis si avvicinò a Sofia e lei intanto si alzò tremando.

Louis: Allora, partendo dal fatto che tu mi conosci già e che io so che ti chiami Sofia e che sei la migliore amica di sta deficiente dietro, mi potresti spiegare come hai fatto a riconoscermi? -

Sofia: Lou, le vere Directioners vi riconosceranno sempre, anche travestiti da donna, tranquilli. -

Louis: E di vere ce ne sono poche, non è così? -

Sofia: Sì, purtroppo. Posso abbracciarti? -

Louis: Ovvio! -

Lei era la mia migliore amica, e lui era colui che mi aveva letteralmente cambiato la vita, ma le gelosia aveva preso il sopravvento. Mi avvicinai a loro.

Io: Ehm, le distanze. –

Dissi tossendo.

Sofia: Tranquilla tesoro, lo sai di chi sono realmente innamorata. -

Louis: E poi sono io il geloso, comunque dimmi chi è, subito! -

Sofia: Lo capirai. –

Disse schiacciandogli un occhio.

Io: Dai, andiamo a casa mia a lasciare i bagagli. Zayn, vieni con noi? -

Zayn: Sì, va bene. -

Sofia prese la sua borsa dalla panchina e Zayn l’aiutò con i bagagli. Ci dirigemmo verso l’auto di Louis.
Salimmo in macchina per andare a casa mia. Io e Sofia stavamo nei sedili posteriori…

Io: Che mi racconti? È successo qualcosa da quando me ne sono andata? -

Sofia: Beh, sì. Sono cambiate molte cose. Dopo che te ne sei andata Salvo ci ha provato pure con me… -

Louis: Stronzo. –

Disse sottovoce.
Sofia mi guardò con aria interrogativa.

Io: Storia complicata. E Marco, com’è, che dice? -

Sofia: Beh, è distrutto. Prima tu, adesso io. Sai quant’è sensibile. -

Io: Eh si, mi dispiace. Dovrei fargli una sorpresa quando avrò un po’ di tempo libero. -

Sofia: Sì, infatti. -

Louis: Siamo arrivati ragazze. -

Io: Casa, dolce casa. -

Presimo i bagagli di Sofia ed entrammo.
L’accompagnai nella mia stanza, dove avremmo messo le valigie.
Zayn e Louis ci aspettavano fuori.

Sofia: Ma cosa sta succedendo, con Louis? –

Disse con un sorriso sotto i baffi.

Io: Stavolta credo di essermi innamorata, So’. -

Sofia: Hai visto? E tu che non mi credevi. -

Io: Sì, ma io ho visto anche quanto hai sofferto. -

Sofia: E guardami, adesso sto realizzando il mio sogno. -

La guardai sorridendo e poi scendemmo di sotto per raggiungere i ragazzi.
Mentre scendevamo sentii il portone di casa chiudersi.

Io: Ragazzi, siete voi? Mamma, che ci fai qui? Non dovevi tornare oggi pomeriggio? E dov’è Matteo? -

Mamma: Sì, hai ragione. Vedi, è che… -

Io: Non dirmi che hai litigato di nuovo con papà. – Non mi rispose. – Va beh, ho capito. E che cazzo, ogni volta che siete soli litigate. -

Mamma: Dai, non fare così. Adesso dove stai andando? -

Io: Come se t’importasse. –

Dissi uscendo di casa e raggiungendo Sofia e i ragazzi.

Sofia: Tutto bene? -

Io: No, per niente. Andiamo? –

Dissi dopo, rivolgendomi a Louis.

Louis: Sì, certo. Ma cos’è successo? -

Io: Niente, non me ne parlare, per favore. -

Louis: Va bene. -

Salimmo in macchina ed andammo a casa dei ragazzi. Stavolta nei sedili posteriori c’erano Sofia e Zayn.
Nello stesso momento si misero a cantare il ritornello di One Thing e si misero a ridere seguiti da me e Lou.
Finalmente dopo aver cantato qualche canzone arrivammo a casa dei ragazzi.

Sofia: Wow! –

Disse entrando in casa.

Io: Zitta che dormono tutti. -

Sofia: Ah giusto, accompagnami da Alessia che la sveglio! -

Zayn: Ehm, è nella mia stanza. –

Disse toccandosi la nuca.

Sofia: Ah. E accompagnami allora! -

Zayn: Ceerto! -

Salirono al piano di sopra e Sofia saltò addosso ad Alessia svegliandola, naturalmente.

Alessia: Ma che cazz… Sofia! –

Disse abbracciandola.

Sofia: Ti sono mancata, eh? Dillo che ti sono mancata! -

Alessia: Dai, ti do questa soddisfazione. Ma quando sei arrivata? -

Sofia: Stamattina alle dieci. Dai, adesso alzati che sono le dodici e mezza e tra poco si pranza. -

Alessia: Va bene. Cazzo mi sei mancata un casino. -

Zayn: E io ti sono mancato? -

Alessia: Per niente. Stanotte non mi hai fatto dormire. Ti muovevi sempre! -

Zayn: Mi fa piacere che non hai dormito. -

Alessia: Stronzo! –

Disse tirandogli un cuscino.

Zayn: Ti aspettiamo di sotto. -

Scesimo di sotto e io e Louis ci sedemmo sul divano a guardare un po’ di televisione mentre Sofia e Zayn uscirono fuori.

*SOFIA*

Seguii Zayn fuori e ci sedemmo su un muretto. Presi il pacchetto di sigarette dalla tasca del mio giubbotto e ne accesi una.

Zayn: Ehi, ma che fai? –

Disse togliendomela dalla bocca.

Io: Che c’è? Anche tu fumi. -

Zayn: Ma un conto è che lo faccio io, un altro è che lo fai tu. -

Io: Se credi che lo faccio perché lo fai tu, tranquillo. Ho iniziato già prima di conoscervi. –

Dissi sorridendogli.

Zayn: Allora non ti dispiace se ti faccio compagnia, vero? -

Io: Nono, assolutamente. -

Prese una sigaretta e l’accese.

Io: Oh mio dio, Zayn Malik dei One Direction sta fumando insieme a me! –

Dissi imitando alcune bambine.

Zayn: Oh dio, ci sono persone che hanno questa reazione? -

Io: Ahahahah sì, e dovresti vedere come mi diverto a prenderle in giro! -

Zayn: Raccontami di voi, insomma, delle Directioners. Cosa pensate di noi, beh, cosa provate. -

Io: Non so davvero da dove cominciare, l’unica cosa che posso dirti è che noi siamo sempre e comunque dalla vostra parte, qualsiasi cosa succeda noi vi difenderemmo in ogni caso. Quello che proviamo è davvero difficile da spiegare. Se riesci a descrivere con le parole un sentimento, allora non è un vero sentimento. Capisci cosa intendo? -

Zayn: Sì. Wow. Non credevo vi facessimo quest’effetto. -

Io: Credici. Per noi, voi non siete solo semplici cantanti da amare, ci avete cambiato la vita e lo state ancora facendo. Siete molto importanti nella nostra vita, davvero. -

Zayn: Wow, ceh, sono senza parole. Per noi significa molto. -

Io: Basta adesso, altrimenti mi metto a piangere. –

Dissi sorridendo.

Zayn: Addirittura! -

Io: Non puoi immaginare. Questo è il minimo. Adesso entriamo dai, fa un po’ freddo. –

Entrammo dentro e sentii Alessia gridare. Sempre la solita quella.

Alessia: E che cazzo! Devi sempre rompere! -

‘Ma stai un po’ calma!’ – Le rispose lui. Dalla sua voce immaginavo fosse lui, lui che mi ha fatta innamorare tramite una semplice foto, la sua fantastica voce che mi ha accompagnata nelle mie nottate più buie. Lui che era considerato una brutta persona, ma che in realtà era la persona più dolce sulla faccia della terra. Avevo ragione, era lui. Eccolo, lo vedo scendere dalle scale appena sveglio, si vedeva. Aveva un paio di pantaloni di tuta ed una maglia bianca che lasciava intravedere il suo fantastico corpo scolpito. Lo stavo fissando, lui se n’era accorto ma fece finta di niente. Zayn lo fece avvicinare.

Zayn: Harry, vieni. Ti presento una persona. -

Si avvicinò a noi ed il mio cuore stava per scoppiare da un momento all’altro, i miei battiti erano decisamente aumentati e non avrei retto abbastanza.

Harry: Sei Directioner, vero? -

Gli feci cenno di sì abbassando la testa.

Harry: Piacere, il tuo nome? –

Disse prendendo la mia mano.

Io: Sofia. -

Harry: Dai, non fare la timida, non ti mangio mica. -

Avevo lo sguardo di tutti i presenti puntato su di me. Ero in imbarazzo, si capiva. Ma che m’interessava? Avevo finalmente incontrato l’amore della mia vita e in quel momento non desideravo altro che perdermi nei suoi occhi.


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Styles sei un coglione! Ma perché fai sempre quest'effetto? Dovrai spiegarmelo di persona lol.

Anyway, che ne dite? Non mi piace molto, ma è di passaggio. Tutto quello che ha detto Sofia sui ragazzi è quello
che io penso su di loro, magari ci sarà qualcun altro che avrà le mie stesse emozioni, qualcuno di più, qualcuno di meno.

Cosa posso fare per ringraziarvi? Ditemelo per favore e.e
Voi non potete immaginare che emozioni mi date quando appena pubblico il capitolo e già c'è gente lo va a leggere subito.
Siete fantastiche asdfghj.

Ovviamente i ringraziamenti a chi recensisce, e a chi, non meno importanti, chi mette la storia tra
preferite/ricordate/seguite.


Vi amo tutti, davvero. ♥ 

Qui c'è il mio profilo twitter:
Louissbottom

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Capitolo 14
*** 13. Ti amo! ***


Splendori, è un poco lunghetto, quindi mettetevi comode e buona lettura :)


Avevo lo sguardo di tutti i presenti puntato su di me. Ero in imbarazzo, si capiva. Ma che m’interessava?
Avevo finalmente incontrato l’amore della mia vita e in quel momento non desideravo altro che perdermi nei suoi occhi.

Harry: Sofia mi fai un favore? -

Io: Certo, dimmi. -

Harry: Potresti andare a chiamare Niall e Liam? -

Io: M-ma sei fuori? Già è un trauma vedere voi, vuoi farmi morire seriamente? -

Harry: Dai, lo so che tu praticamente sai tutto di noi, quindi saprai anche il miglior modo per farli alzare di buon umore. Dai. -

Io: Sì, è vero. Però boh, va bene, mi hai convinto. -
 
Salii di sopra e vidi due stanze chiuse. Entrai in una di esse e vidi Liam sotto le coperte.
Era dolce anche quando dormiva. Mi avvicinai e lo scossi leggermente per svegliarlo.

Io: Ehi Liam, è ora di pranzo. Dai, svegliati. -

Liam: Si un att… E tu chi sei? -

Io: Piacere, sono Sofia. Harry mi ha chiesto di svegliarti. E… Sono una Directioner. -

Liam: Oh! Ciao. Piacere di conoscerti! -

Io: Non sai quanto piacere fa a me. -
 
Gli sorrisi.

Io: Dai alzati, devo andare a chiamare Niall. -

Liam: Stai attenta, è un po’ irritante la mattina. -

Io: Lo so, lo so. –

Gli feci un occhiolino ed uscii dalla stanza.
Andai dritta verso la stanza di Niall ed entrai pure li.

Io: Ehi dormiglione. Dai, alzati, è ora di pranzo. Non hai fame? –

Dissi accarezzandogli le guance.

Niall: Ci scommetto che tu sei l’amica di Zayn. -

Io: Di Alessia e di Cristina anche. Piacere, sono Sofia. -

Niall: Piacere mio, è sempre bello conoscere nuove Directioner. -

Io: (Piacere tuo? Non immagini quanto io stia resistendo dall’uccidervi di baci e abbracci) Eh già. Ti aspettiamo di sotto per il pranzo. -

Niall: Arrivo subito! Ho una fame! -

Io: E quando mai. -

Niall: Cosa? -

Io: Niente, tranquillo. -
 
Scesi di sotto ed andai dagli altri.

Io: Cazzo, sono ancora viva. Non ci credo. -

Zayn: Credici tesoro! –

Disse circondandomi le spalle con il suo braccio.

Io: Scusa, ma devo farci l’abitudine. –

Dissi togliendo il braccio. Che grande cogliona.
Vidi Louis correre verso di me e cominciare a farmi il solletico. Dio l’avrei ucciso.

Louis: Allora vedi di abituarti subito. -

Io: No, Louis, no! Cazzo! Lo soffro troppo! -

Louis: Uh che bello! -

Io: Dai smettila subito! Cristina fa’ qualcosa! –

Dissi urlando tra le risate.

Cristina: Il divano si offende se lo lascio. .

Io: Stronza. -

Cristina: Cosa hai detto? -

Io: Ti amo amore! Cazzo Louis basta! Ma porca miseria qualcuno che mi aiuti?! -
 
Si avvicinò Harry con la sua elegantissima lentezza, coglione, almeno poteva sbrigarsi.

Harry: Ehi Lou, non vedi che le dà fastidio? –

Disse cominciando anche lui con il solletico.

Io: Testa di cazzo, anche te ti ci metti? -

Liam: Ragazzi se non la smettete vi butto fuori a morire di freddo. -
 
Liam, mio caro Liam, sei il mio angelo.

Io: Oh finalmente, grazie a Dio! –

Dissi buttandomi letteralmente a terra dalla stanchezza.
Rimasi lì sdraiata finché Harry non si sedette vicino a me.

Harry: Scusa! –

Disse con una faccia da cucciolo.

Io: Vaffanculo Harry. –

Dissi scherzando.
Mi porse una mano per aiutarmi ad alzarmi. Cazzo, le sue mani.
Sappiamo tutti come sono le sue meravigliose mani.
Appena in piedi mi sentii chiamare da Cristina.
Voleva un aiuto a preparare la tavola.
Quasi mi emozionavo a vedere quella scena: io, la mia migliore amica, sua sorella e coloro che mi hanno accompagnato nella mia vita da un anno a questa parte, lì, insieme a me ad aspettare che il pranzo fosse pronto, come una famiglia.
Mi risvegliai dai miei pensieri quando fu tutto pronto da portare in tavola.

Louis: Ragazzi, lo sapete che Sofia è innamorata ma non ha voluto dirmi di chi? –

Disse quel coglione seduto di fronte a me.

Zayn e Harry: Eh no, ora lo vogliamo sapere! -

Io: Sono innamorata di Kevin, contenti? -

Louis: Dai, non prenderci per il culo. Tanto io l’ho capito! -
 
Non potevo rischiare di rispondergli con una frase del tipo ‘e sentiamo, chi sarebbe?’
Era abbastanza intelligente, e se avesse indovinato? Nono, assolutamente.

Io: Va bene, ma ora stai zitto. -
 
Liam: Tanto lo so che prima o poi me lo dirai, non è così? -

Io: Sì, certo. –

Dissi sarcasticamente. Non potevo farmi scoprire così.
Era troppo ‘presto’. Finimmo il pranzo ed andammo tutti in salotto.

Zayn: Ehi Sofia, senti, stasera io, Liam ed Harry usciamo. Sei con noi? -

Io: Sì, va bene. –

Risposi senza pensare. Cristina mi chiamò. La seguii al piano di sopra.

Io: Chris, tutto bene? Sei strana. -

*CRISTINA*

Non ero gelosa. Volevo solo che la mia migliore amica stesse un po’ attenta a non farsi illusioni.

Io: Tesoro, so che tutto ciò che ti sta capitando è una cosa meravigliosa, ma vorrei che tu stessi un po’ attenta a non farti illudere facilmente, me lo prometti? -

Sofia: Amore, sta’ tranquilla. Secondo te una come me si fa illudere? Ptf. -

Io: Credo di poter stare più tranquilla adesso. E con..Harry? Che vuoi fare? -

Sofia: Cazzo non lo so. Secondo me ha capito qualcosa. Già da stamattina l’ho fissato due volte e sono sicura che se ne sia accorto. Non voglio che lo capisca lui. Dovrò essere io a dirglielo. -

Io: Hai un piano? -

Sofia: Oh si! -

Io: Apposto. Perfetto. Adesso andiamo. -
 
Tornammo dagli altri con il sorriso sulle labbra.
Mi piaceva da matti quando Sofia aveva un piano.
Di solito funzionava sempre e ci divertivamo da morire.

Louis: Tutto sto ridere? Da cosa è causato? -

Io: Vieni che te lo spiego. –

Dissi in tono di sfida.

Louis: Mi stai sfidando Chris? -

Io: Ma chi? Io? No. Assolutamente! –
 
Dissi ridendo. Lo vidi avvicinare verso di me con un sorrisetto malizioso.
Appena arrivò da me mi prese per i fianchi e mi diede un leggero bacio sulle labbra.

Sofia: Io me ne vado che è meglio. -

Non le risposi. Sorrisi solamente.
Louis posò le sue mani sulla mia schiena e cominciò a baciarmi con più passione.
Cominciammo a camminare verso una piccola stanza vuota dove entrammo.
Cominciò a baciarmi il collo lasciandomi alcuni baci umidi.
Cosa che mi faceva impazzire, e lui lo sapeva.
In un punto dietro al mio collo mi lasciò un bacio un po’ più passionale.

Louis: Cazzo, si vede. Menomale che hai i capelli lunghi e puoi coprirlo. -

Mi disse sorridendo. Capii che era un piccolo succhiotto.

Io: Tranquillo. –

Gli dissi ricambiandogli il sorriso.

Louis: Porca troia. -

Io: Cosa? -

Louis: Non ci riesco. -

Io: Ma a fare cosa? -

Louis: Te lo direi se solo non fossi bloccato. -

Io: Bloccato da cosa? -

Louis: Dalle mie emozioni. -

Io: Lou, non ti capisco. -

Louis: Il fatto è che non ci riesco a dirtelo. Mi sembra presto ma è così. -

Io: Dirmi cosa? -

Louis: Che TI AMO! Oh cazzo l’ho detto. –

Disse portandosi le mani davanti la bocca.
Inizialmente rimasi senza parole, ma quando lo vidi portarsi le mani davanti la bocca, capii che lui era ciò che da sempre avevo desiderato.
Non c’era altra persona al mondo che come lui mi facesse battere il cuore così forte con un semplice bacio.
Quando stavo con lui il mondo attorno a me tutto ad un tratto non esisteva più e i problemi sparivano assieme ad esso.
Mi aveva cambiato la vita.
Gli tolsi le mani dalla sua bocca e cominciai a baciarlo.
In quel momento il mio istino mi disse di fare così e io seguii semplicemente gli ordini.

Louis: Chris, io più di così non so che fare per farti capire quanto stai diventando importante nella mia vita. Mi hai cambiato la vita. -

Io: Tu sei tutto ciò che ho sempre desiderato e adesso non ho voglia di lasciare andare colui che mi ha resa migliore. Lou, io prima di incontrarti credevo che mai nessuno mi avrebbe fatto provare delle emozioni di questo genere. Ma adesso ho te e sei riuscito a farmi cambiare idea. E lo sai che sono testarda. -

Louis: Penso che la cosa sia reciproca. –

Disse sorridendomi.

Io: Sei la cosa più bella che mi sia potuta capitare. -
 
Subito dopo gli posai un dolce bacio sulle labbra e poi tornammo dai ragazzi.

DODICI GIORNI DOPO

Io e Sofia passammo una settimana stupenda con i ragazzi.
La prima sera che Sofia era a Londra in teoria doveva uscire con Zayn, Liam ed Harry.
Liam e Zayn si erano organizzati per mettere in atto un piano che facesse mettere Sofia con Harry, ma lei, più furba di loro, ne aveva già in atto un altro.
Tutto si concluse con gli insulti di Sofia, la quale non si faceva mai mettere i piedi in testa da nessuno.
Da quel momento i ragazzi cercavano in tutti i modi di scusarsi e farsi perdonare, hanno faticato abbastanza.
Poveri. Io e Sofia la sera dormivamo a casa mia anche perché dopo quello che era successo con mia madre, lei tornò in Italia e mio padre non tornò a Londra.
Alessia aveva ricevuto una chiamata dalla Francia, dove la presero per fare dei provini come aspiranti modelle.
Lei aveva un corpo perfetto e in fondo lo meritava.
Adesso non la vedevo da cinque giorni e un po’ mi mancava nonostante ci vediamo quasi tutti i giorni via webcam.
Suonò la sveglia delle 07.30 e io e Sofia dovevamo alzarci per andare a scuola.

Io: Tesoro, dai, oggi finalmente è sabato. -

Sofia: Mi alzo solo per questo. –

Disse sbadigliando.
Cominciammo a preparaci e appena pronte uscimmo di casa aspettando un taxi che ci accompagnasse a scuola.
La giornata scolastica passò molto tranquillamente tra qualche risata e qualche chiacchierata tra compagni di scuola.
Arrivò l’ora di pranzo e tornammo a casa.

Io: Vanno bene delle uova per pranzo? -

Sofia: Sì certo. Ma cucina te perché io non ne sono capace. -

Io: Lo so! –

Dissi ridendo.
Dopo pranzo mi chiamò Louis.

Louis: Ehi tesoro, che fai? -

Io: Io e Sofia abbiamo appena finito di pranzare. -

Louis: Mmh, che si fa stasera? -

Io: Non ne ho la più pallida idea. I ragazzi che fanno? -

Louis: Non lo so. Sai che facciamo? Ti chiamo tra dieci minuti, il tempo che gli chiedo che intenzioni hanno, e poi ne discutiamo io e te se stiamo con loro o no, okay? -

Io: Sisi, per me va benissimo qualsiasi cosa tu scelga. -

Louis: A dopo allora. -
 
Chiuse la chiamata senza neanche farmi rispondere, me lo faceva apposta, sapeva quanto mi desse fastidio. Ma si può punire uno come Louis? Non credo proprio. -

Io: Sofi, il cellulare! –

Dissi urlando.

Sofia: Rispondi te, io arrivo. -
 
Sullo schermo lampeggiava il nome di Harry. Sorrisi.

Io: Pronto? -

Harry: Ehi splendore. -

Io: Ehm, forse non sono lo splendore che stai cercando. -

Harry: Oh, ciao Chris. Tu sei lo stesso uno splendore. -

Io: Dai smettila, che ti serve? -

Harry: Sofia. Devo chiederle che si fa stasera. -

Io: Ah sì, è di sopra. Anzi no, è appena scesa, te la passo. -
 
Le passai il cellulare e quando lei lo prese, intanto sorrise, poi siccome doveva mettersi lo smalto, mise il vivavoce.

Sofia: Dimmi, Harry. -

Harry: Che stai facendo? -

Sofia: Mi sto mettendo lo smalto. Vai al sodo Hazza. -

Harry: Va bene. Allora, che si fa stasera? -

Sofia: Te che vuoi fare? -

Harry: I ragazzi stanno andando in un pub e io non ne ho voglia. Ti va se ti porto a cena e poi a casa sotto le coperte a guardare un film? Che te ne pare? -

Sofia mi guardò come per cercare una risposta dai miei occhi.
Mi limitai solamente ad abbassarle la testa.

Sofia: Va bene. Ma se scegli un film deficiente come te ti piastro i capelli. -

Harry: Tranquilla tesoro, a stasera. Passo alle otto e mezza. -

Sofia: Okay, a stasera. -
 
Staccarono la chiamata.

Sofia: Non è un’ appuntamento. -

Io: È un appuntamento. -
 
Lo dissimo nello stesso momento.
Mi guardò terrorizzata.
Forse non era ancora pronta.
In quel momento mi richiamò Louis.

Louis: Ehi tesoro, ho parlato con i ragazzi e mi hanno detto che vanno in un pub. Sinceramente a me non va molto e poi stasera fa freddo. Che ne pensi se ti vengo a prendere e passiamo una serata dentro? -

Io: Da soli io e te? -

Louis: Sì tesoro. -

Io: Mmh, va bene. -

Louis: Va bene se passo verso le otto? -

Io: Certo. A stasera. –

Stavolta gli attaccai in faccia.
La vendetta è un piatto che va servito freddo.
Okay, non c’entra un cazzo ma va beh.

Io: Sofi, problema vestiti. -

Sofia: Senti, ma io da quando sono qui non sono mai andata in un negozio, che ne pensi se oggi usciamo? -

Io: Buona idea. -
 
Aspettammo l’orario d’apertura dei negozi e alle sei (stranamente così presto) avevamo già ‘finito’.
Appena tornammo a casa ci fiondammo sotto la doccia. Io nel bagno della mia stanza e Sofia in quello di Alessia.
Ormai aveva preso il suo posto dato che era in Francia. Lei di solito era sempre la più veloce a prepararsi e infatti finì prima di me.
Erano le otto e cinque minuti e io ero in ritardo. Suonarono al campanello. Era di sicuro Louis.

Io: Sofi apri, io sono quasi pronta. -
 
Lo fece entrare e si sedettero sul divano.
Nel frattempo io finii di prepararmi e scesi di sotto.

Louis: Tesoro, andiamo? –

Disse avvicinandosi e dandomi un bacio.

Io: Certo. Sofi, le chiavi sono al solito posto. Non le perdere o ti uccido. -

Sofia: Sempre molto gentile. -
 
Uscimmo di casa e ci dirigemmo a casa di Lou.
Entrammo e vidi Harry vestito tutto in tiro che correva verso l’uscita salutandomi con un veloce bacio sulla guancia e augurandoci un ‘buona serata’.
Appena uscì suonarono al campanello. Era il pizzaiolo che ci portò le pizze.
Consumammo il tutto in modo molto silenzioso e dopo salimmo in camera sua dove avremmo dovuto guardare un film. Appena entrai vidi tutto molto ordinato,
Louis che andò verso il suo comodino ad aprire un cassetto e prendendo qualcosa che non riuscii a capire, dato che lo aveva nascosto dietro la sua schiena.
La scena era alquanto strana, io seduta sul suo letto ad osservare tutto ciò che Louis faceva.
Lo vidi avvicinarsi al suo comodino, prese quell'oggetto, lo nascose dietro la sua schiena, si avvicinò a me con un passo molto lento, appena arrivato da me si abbassò mettendosi in ginocchio e poggiando una sua mano su una mia gamba.

Io: Lou, stai bene? -

Louis: Certo. Mai stato meglio. Penso che tu abbia capito quello che provo per te e tutte le emozioni che mi fai provare tu e solamente tu. Nel caso in cui non l'avessi capito, io te lo ripeto che ti amo da morire, adesso non so se tu provi la mia stessa intensità di emozioni, ma io provo tutto questo, e te lo dico proprio perché quando sto con te mi sento libero di essere me stesso. Quindi, adesso, con il cuore in mano, ti sto dicendo che il mio desiderio più grande sarebbe quello che tu diventassi la mia ragazza, e che sei l'unica persona in grado di realizzarlo. -
 
Ero sorpresa. Non avevo parole.
Non avevo le parole esatte per poter esprimere quello che veramente provavo.
Lui era lì, con il suo cuore tra le mani, me lo stava porgendo.
Solamente avevo paura di ferirlo, di dirgli qualcosa che lo facesse stare male.
Non ero brava in queste situazioni.

Louis: Tranquilla, puoi prenderti tutto il tempo che vuoi. -
 
E anche in questo caso non gli risposi.
Lo fissavo solamente con gli occhi umidi dalle emozioni ma le mie parole non ne volevano sentire di uscire dalla mia bocca.

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Permesso? Grazie. Quindi? Mmh, Cristina mi sembra un po' confusa, o no?
Secondo voi riuscirà a dire a Louis quello che prova? Non lo so nemmeno io.
Una buona notizia? Il prossimo capitolo sarà al 90% dedicato a lei e Louis.
E che succederà? Lo scoprirete nella prossima puntata. Che schifo di battuta!
Una 'brutta' notizia? Siccome per scrivere il prossimo capitolo dovrò impegnarmi
di brutto, credo che ci vorrà un po' più del solito anche perché sono piena di interrogazioni! D:
Sto parlando troppo, vero? Okay,okay. Adesso me ne vado.
Chiudo in bellezza dicendovi che siete sempre più numerose e sempre più fantastiche.
Meme__ SEI UN ANGELO!
Detto questo, a presto meraviglie.


Twitter: Louissbottom

Ps: stasera c'è l'esibizione dei ragazzi al Madison Square Garden.
Sono troppo orgogliosa di sti cinque deficienti che mi hanno rubato il cuore.

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Capitolo 15
*** 14. Dichiarazioni. ***


Ero sorpresa. Non avevo parole.
Non avevo le parole esatte per poter esprimere quello che veramente provavo.
Lui era lì, con il suo cuore tra le mani, me lo stava porgendo. Solamente avevo paura di ferirlo, di dirgli qualcosa che lo facesse stare male. Non ero brava in queste situazioni.

Louis: Tranquilla, puoi prenderti tutto il tempo che vuoi. -

E anche in questo caso non gli risposi.
Lo fissavo solamente con gli occhi umidi dalle emozioni ma le mie parole non ne volevano sentire di uscire dalla mia bocca.

Io: Lou… -

Louis: Va beh, ho capito. –

Disse alzandosi e andando verso la porta. Lo seguii fermandolo per un braccio.

Io: Lou, hai capito male. –

Louis: Dai smettila, lo sai anche tu che ho capito benissimo. –

Io: Dipende da cosa hai capito. –

Louis: Ho capito bene, fidati. –

Non gli risposi, cominciai a baciarlo. Inizialmente rimase bloccato, poi si sbloccò.

Io: Era questo quello che avevi capito? –

Louis: N-no. –

Io: Ecco. –

Louis: E allora perché non me l’hai detto subito? Cosa volevi dirmi? -

Io: Beh, ecco, è che ho un po’ di paura. Paura di soffrire. -

Louis: Non dovresti. E avresti già dovuto capirlo. –

Io: Me lo prometti? –

Louis: Certo, consideralo fatto. Quindi la tua risposta è un sì? –

Io: Sì. Ti amo Louis. –
E finalmente anche io dopo tanto tempo avevo ammesso a lui, ma soprattutto a me stessa, che lo amavo, e niente da quel momento avrebbe cambiato le cose.
Mi baciò e mi prese in braccio facendo allacciare le mie gambe alla sua vita.
Cominciammo ad avvicinarci al suo letto dove mi sdraiò e lui si posizionò sopra di me, poggiandosi sui gomiti per non farmi peso. Iniziò a darmi dei piccoli baci sul collo scendendo di poco fino ad arrivare al colletto della mia camicetta.
Con movimenti molto delicati infilò le sue mani sotto la mia camicia cominciando a togliermela.
Io arrivai ai bottoni della sua camicia, sbottonandogliela.
La mia e la sua camicia fecero compagnia al pavimento freddo di quella stanza.
Arrivò al bottone dei miei pantaloni cercando di sbottonarli.

Io: Lou, senti, per me… -

Louis: Amore, tranquilla. Non ti farò male. La prima volta deve essere speciale e io farò in modo che lo sia. Solo se tu sei pronta. -

Io: Sì. –

Dopo avermi sbottonato e tolto i pantaloni, io feci lo stesso con lui.
Non mi sarei tirata indietro anche perché ero sicura che quello sarebbe stato amore.
Io sarei diventata SUA. Si avvicinò alle mie labbra baciandole sempre con più passione.
Poi scese a baciarmi il collo, fino ad arrivare al mio petto, dove con le mani raggiunse il gancetto del mio reggiseno, il quale andò a finire con gli altri indumenti. I miei slip ed i suoi boxer sparirono dai nostri corpi.
In quel momento con un gesto del tutto veloce delle sue braccia, allargò le mie gambe per poi fissarmi negli occhi.
Aspettava un mio cenno, un consenso, che non tardò ad arrivare.
In un modo molto lento e delicato ci unimmo nel piacere dell’amore, tutto mentre ci fissavamo e di tanto in tanto scappava qualche bacio.
Mi scappò una piccola lacrima, e Louis si precipitò ad asciugarmela con la sua mano.
Venimmo insieme nello stesso momento e lui si accasciò stanco su di me, che cominciai ad accarezzargli i capelli.
Alzò il viso per un attimo, per guardarmi negli occhi.

Louis: Ti amo Chris. –

Io: Anche io ti amo Louis. –

Mi diede un piccolo bacio sulle labbra e si accasciò di nuovo su di me addormentandosi seguito da me.
Io ero sua e lui era mio. Non avevo mai provato emozioni del genere e questo era successo anche grazie a lui e alla persona fantastica che è.
Quello di cui avevo bisogno era lì, sopra di me, che dormiva come un angioletto.
Lo amavo, probabilmente come non avevo mai amato nessun altro in vita mia.


*TRE ORE DOPO*

Mi squillò il cellulare e saltai letteralmente dallo spavento. Senza nemmeno vedere chi fosse risposi.

Io: Pronto? –

Sofia: Ehi, Chris. Sono io, stasera torni o no? Perché sai, qui c’è Styles che dorme come un ghiro e non mi va di svegliarlo. –

Disse sottovoce.
Guardai Louis che mi fece un cenno per dirmi che sarei potuta restare a dormire da lui.

Io: Va bene, tranquilla. Ci vediamo domani mattina. -

Sofia: Okay, poi magari mi racconti. -

Io: Ciao! –

Dissi sorridendo e chiudendo la chiamata e tornando a dormire.


*SOFIA*

Io: Missione compiuta Styles! -

Harry: Per noi due o per Chris e Lou? -

Io: Dai, entrambi. Per noi due, ovviamente. E comunque da come parlava Chris sono sicura che sia successo qualcosa in quel letto. La conosco troppo bene. -

Harry: Uffa, voglio sapere i dettagli. -

Io: Ma te sei sempre il solito pervertito! –

Harry: Non offendermi, lo sai che posso vendicarmi in qualsiasi momento. –

Disse con uno sguardo malizioso. Mi avvicinai a lui e gli diedi un leggero bacio sulle labbra.

Io: Il mio contributo l’ho dato, adesso se permetti vorrei un po’ dormire. –

Dissi mettendomi sotto le coperte e dandogli spalle.

Harry: Sai, non credevo sarebbe potuto succedere, cioè, di innamorarmi di una mia fan. Tu cosa provi per me? –

Spalancai gli occhi, un momento, stavo sognando o era veramente Styles a parlare?
Era tutto troppo vero, non poteva essere un sogno. Mi girai verso di lui e cominciai a parlare.

Io: Harry, tu sei innamorato di me. Io no, io ti amo. Potresti chiedermi come faccio ad essere così consapevole ma non ti saprei dare risposta. Io ti amo, ti amo e basta. Questo è l’unico motivo per il quale sto andando avanti ed è l’unica cosa di cui sono consapevole. Non rispondermi, ti prego, non voglio sapere se provi lo stesso per me o no, io ti amo incondizionatamente ed è così che andrò avanti, convinta, che tu mi ami allo stesso modo o no. -

Harry: Ma noi, beh, stanotte abbiamo fatto l’amore. -

Io: Non credere che io sia così Harry, cioè, che lo faccio con chi mi capita, ho ceduto solo perché ti amo. –

Mi baciò molto passionalmente e mi addormentai tra le sue braccia.
Mi ero liberata, non avevo mai detto a nessuno quello che provavo per lui se non a Cristina, ma ora finalmente lo avevo detto a lui, al diretto interessato e questo mi faceva stare meglio.


*CRISTINA*

L’indomani mattina mi svegliai con l’odore dei cornetti appena usciti dalla pasticceria.

Io: Buongiorno amore. –

Louis: Giorno a te splendore. –

Disse dandomi un piccolo bacio sulle labbra.

Io: Ma non c’era bisogno di comprare pure la colazione. –

Louis: Dai mangia, non fare complimenti. Anzi, mangiamo. –

Consumammo la colazione e poi lui si fiondò sotto la doccia.
Quindi ne approfittai per chiamare mia sorella.

Alessia: Pronto? –

Io: Ehi, come va? Tutto bene? –

Alessia: Qua tutto bene, tra un paio di giorni dovrei tornare, mi daranno circa due settimane di vacanze natalizie. –

Io: Oh, finalmente! –

Alessia: Eh sì, non vedo l’ora, finalmente un po’ di riposo. Comunque adesso devo staccare, ho un impegno di lavoro. –

Io: Di domenica? –

Alessia: Già. Ti chiamo io. Salutami i ragazzi.  –

Io: Va bene, a presto. –

Detto questo staccai la chiamata.

Louis: Chi era? –

Disse uscendo dalla doccia.

Io: Mia sorel… Cazzo Louis, potresti almeno avvisare! –

Louis: Sono irresistibile, vero? –

(Cazzo, aveva solo un'asciugamano addosso!)

Io: Ma smettila. –

Dissi sorridendo. Il che lo stimolò ad avvicinarsi in modo molto provocante a me.

Louis: Ah, non sono irresistibile? –

Io: Certo che se fai così rischi molto. –

Louis: Cosa rischio? Essere stuprato da te? Allora correrò molto volentieri questo rischio. –

Disse baciandomi. Io ricambiai molto volentieri il bacio. Ovviamente.

Louis: Amore, stanotte sono stato molto bene. –

Io: Anche io mi sono sentita bene, come mai prima d’ora. –

Louis: Sono felice del fatto che io sia stato il primo con cui tu abbia fatto l’amore. –

Io: Anche io. –

Dissi sorridendo e ricevendo un bacio sulla fronte.
Fummo interrotti dalla porta d’ingresso che si aprì e che si richiuse subito dopo.
Louis andò a vestirsi e io scesi al piano di sotto.

Io: Buongiorno ragazzi. –

Harry e Sofia: Buongiorno a te. –

Harry: Dov’è Lou? –

Io: Di sopra, si sta vestendo. –

Vidi una faccia a dir poco sconvolta sia di Harry che di Sofia.
Avevano di sicuro capito male.

Io: È appena uscito dalla doccia. –

Dissi con una faccia da tratto punto tratto.
Ecco che finalmente scese anche lui e salutò i ragazzi.

Harry: Cazzo ma oggi ne abbiamo già venti? –

Disse guardando il suo iPhone.

Io: Tra poco Natale! -

Harry: Ecco, a proposito. Come siamo organizzati? -

Io: Ehm, non lo so a dire il vero. -

Louis: Va beh, poi ci pensiamo. Per ora organizziamoci per stasera. -

Io: Sì, ma ricorda che domani io e Sofia abbiamo scuola. Non per puntualizzare, però! -

Louis: Tranquilla, a mezzanotte torneremo. -

Io: Prendi per il culo pure? -

Louis: Ma no amore! -

Sofia: Sì, va beh. Basta con queste smancerie però, eh. -

Harry: E fattela 'na scopata ogni tanto! -

Quella battuta fu troppo pesante, vidi la faccia di Sofia abbastanza incazzata e sorpresa.
Da quel momento Sofia cominciò a rincorrere quel pervertito di Harry mentre lui se la rideva.
E poi c'eravamo io e Louis che a momenti avremmo chiamato un manicomio ma non lo facemmo perché quella scena era troppo divertente.
Tutto quello che stava succedendo fu interrotto da una chiamata al cellulare di Louis.

Louis: Pronto, Paul? Sei tu? -

Paul: Sì, senti. Siete stati invitati ad un piccolo concerto di beneficenza a New York. Ci starete fino al 24 sera. Ah, e partirete stasera. -

Louis: Ma scusa, aspetta... -

Paul: Senza ma. Dai è beneficenza. -

Louis: Sì, ho capito. Ma almeno tipo avvisare un po' prima. -

Paul: Sì, hai ragione. Ma vedi, la chiamata mi è arrivata adesso. -

Louis: Mmh, okay. Dove stasera? -

Paul: All'Heathrow. -

Louis: A stasera Paul. -

Staccò il cellulare e dopo aver guardato Harry, guardò me con un'aria un po' dispiaciuta.

Louis: Mi dispiace, è lavoro. -

Io: Ma figurati. Non pensarci. -

Harry: Chiamo Liam e gli dico di raggiungerci con gli altri. -

Sofia: Posso spargere la notizia su twittah? -

Harry: Tanto già tra due minuti lo sapranno tutti. Io non riesco a capire come cazzo fate a sapere sempre tutto in così poco tempo. -

Sofia: Non lo so nemmeno io. Ecco che qui c'è già un rumor. -

Disse leggendo la timeline di twitter dal suo cellulare.

Harry: E che dice? -

Sofia: Testuali parole: #Rumor: Si dice che i ragazzi a breve faranno un concerto di beneficenza a New York. Niente di confermato. -

Harry: Oh cazzo. Ma com'è possibile? -

Sofia: Devo capirlo anche io. -

Harry: Ma siete terribili voi. -

Disse sorridendo e chiamando Liam al cellulare. Dopo una mezz'oretta circa, ecco che arrivarono i ragazzi.

Zayn: Chris! -

Disse venendo ad abbracciarmi.

Io: Ehi! -

Salutai tutti e poi Lou cominciò a riferire loro ciò che Paul gli aveva detto al cellulare.

Zayn: Uhm, okay. Almeno per Natale siamo qui. -

Liam: Sperando che non blocchino i voli. -

Zayn: Non me ne fotte un cazzo, ci vado io e li faccio partire subito. -

Niall: Non pensiamo in negativo. -

Io: Ecco, appunto. -

Niall: Ma dov'è Sofia? -

Zayn: Ma veramente manca pure Harry. -

Io: Merda. -

Forse ci sentirono ed ecco che li vidimo arrivare al tavolo dove stavamo discutendo.

Harry: Parli tu o parlo io? -

Sofia: Parlo io. -

Io: Ragazzi? Tutto bene? -
Sti deficienti mi stavano facendo morire, che cazzo dovevano dire?









Olààà eccolo. Madonna lo so, vi ho fatto aspettare un casino.
Harry sarebbe stato più veloce lol. Passiamo al capitolo.
Che ve ne pare? Bello? Brutto? A me è piaciuto molto la parte mlmlml di Louis e Chris,
ma è stata molto dolciosa anche quella tra Sofia ed Harry *-*
Secondo voi che succederà tra loro? E cos'hanno da dire?
Volete una risposta? Ancora non lo so nemmeno io AHAHHAAH.
È stato un prto proprio 'sto capitolo D: non mi era mai successo.
Sto parlando troppo lo so, ma oggi sono troppo gasata e non so
nemmeno il perché O.o
Anyway: GRAZIE.
A coloro che recensiscono.
A coloro che la preferiscono.
A coloro che ce l'hanno tra ricordate o seguite.
A coloro che leggono asdfghj.
Meme__ <3 ti amo :D
Alla prossima ;) VI ADORO. <3


Twitter: Louissbottom
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Capitolo 16
*** 15. Zayn nasconde qualcosa. ***


Io: Merda. -
Forse ci sentirono ed ecco che li vidimo arrivare
al tavolo dove stavamo discutendo.
 
Harry: Parli tu o parlo io? -
 
Sofia: Parlo io. -
 
Io: Ragazzi? Tutto bene? –
Sti deficienti mi stavano facendo morire, che cazzo dovevano dire?
 
Sofia: Mi dispiace, devo tornare in Italia. -
 
Io: Dai, non dire cazzate. -
 
Sofia: Mi hanno detto che se non ci torno entro due giorni
mi faranno perdere il lavoro. -
 
Io: È così importante? –
 
Sofia: Beh, sì. –
 
Io: Dai, possiamo trovare una soluzione. –
 
Liam: Ma che lavoro è? –
 
Sofia: Lavoro in un’azienda di moda,
ma il mio è un ruolo secondario anche perché ci lavoro da poco.
 
Liam: Tu da qui non ti muovi. –
Disse uscendo con il cellulare in mano.
 
Sofia: Ma che intende fare? –
 
Zayn: Non ne ho la più pallida idea,
ma quando ci si mette di mezzo lui,
di solito conclude qualcosa di buono. –
 
Io: Sofi, non puoi lasciarmi. Ti prego resta. –
Ecco che subito dopo rientrò Liam.
 
Liam: Sofi, per domani entro le 12:00
saresti in grado di preparare un qualsiasi capo d’abbigliamento? –
 
Sofia: S-sì, certo, ne ho uno quasi pronto. –
 
Liam: Allora perfetto. Domani lo porteremo a Sharpay McRole. –
 
Sofia: Ma chi è? –
 
Liam: È una stilista che conoscono i nostri manager.
Va beh, storia complicata. Tu cerca di non mancare all’appuntamento. –
 
Sofia: Beh, ovvio. Chris mi aiuti? –
 
Io: Certo! –
 
Detto questo, salimmo con Lou in macchina, che ci accompagnò a casa mia
dove avremmo preso l’occorrente per completare il capo d’abbigliamento di Sofia.
Tornammo a casa dai ragazzi e ci mettemmo subito al lavoro.
Io non me la cavavo molto, ma non ero nemmeno tanto male.
Quando lei voleva una mano, io ero sempre a sua disposizione.
Arrivò la sera e avevamo già finito l’abito che Sofia da qualche settimana aveva iniziato.
I ragazzi non ci avevano aiutate perché erano impegnati a preparare le loro valigie.
Verso le dieci, dopo aver cenato, li accompagnammo in aeroporto, dove ci demmo gli ultimi saluti.
 
Io: Ehi, fatti sentire. –
 
Louis: Certo tesoro. Mi mancherai. –
 
Io: Anche tu. –
 
Louis: A presto piccola. –
 
Io: Ciao amore. –
 
Terminammo la nostra conversazione con un piccolo bacio sulle labbra.
Guardai poi Harry che sembrava veramente molto dispiaciuto di doversene andare.
Si convinse poi da un gesto molto carino da parte di Sofia: per tranquillizzarlo lei gli diede la sua sciarpa,
cosa che lui accettò molto fiducioso, non me l’aspettavo così, così sensibile.
Io e Sofia salutammo tutti i ragazzi e poi con un taxi tornammo a casa mia.
 
Io: Che giornata! –
 
Sofia: Già. Sono stanchissima. Direi di andare a dormire. –
 
Io: Hai ragione. Adesso mando un messaggio a Lou, così quando arrivano, mi risponde. –
 
Sofia: Mmh, tu devi raccontarmi qualcosina.
Adesso che non abbiamo quei rompipalle tra i piedi potresti anche riferirmi tutto, e non cercare scuse! –
 
Io: Va bene, va bene. – Dissi sorridendo. – Tu non sei meno colpevole di me. –
 
Sofia: Sì, hai ragione. Dai, comincia a parlare. –
 
Io: Beh, che devo dirti? Lo amo più di me stessa,
ce n’è voluto di tempo per ammetterlo anche a me stessa ma alla fine ci sono riuscita, e lo sai benissimo quanto sono testarda. –
 
Sofia: Lo so, so anche com’è fatto Louis e ti posso dire che lui non è così dolce come appare con te.
Non puoi nemmeno immaginare quanta gente ha mandato a quel paese.
Lui e Zayn sono l’accoppiata vincente per smerdare la gente. Quindi, se lui si comporta così con te, ti consiglio di tenertelo stretto,
perché come lui ce ne sono pochi in giro. In ogni caso volevo sapere altro, tipo ieri sera. –
 
Io: Tesoro, ti conosco troppo bene. Ho capito dove vuoi arrivare e credo che tu ci sia già arrivata da sola.
E credo di sapere anche tutto o quasi su te ed il riccio. –
 
Sofia: Come sei intelligente! Ma da cosa l’hai capito? –
 
Io: Beh, forse dal fatto che dopo ieri sera tu e Harry state appiccicati come due cozze
e che vi lanciate sguardi troppo innamorati. Dai, l’ha capito pure Niall! –
 
Sofia: Oddio, si vede così tanto? –
 
Io: Sembri un pomodoro! –
 
Sofia: Sì, lo ammetto. Mi piace. Troppo. –
 
Io: Lo ami, Sofi! –
 
Sofia: Ammetto anche questo. –
 
Continuammo a chiacchierare fino a verso l’una quando i nostri occhi si stavano per chiudere.
L’indomani mattina fummo svegliate da un messaggio sul mio cellulare da parte di Lou,
dove mi diceva che erano arrivati da un paio d’ore. Erano le dieci circa e dopo esserci fatte una doccia rinfrescante,
prendemmo ciò che dovevamo portare a Sharpay e salimmo su un taxi che ci portò a destinazione.
 
*
Sofia: Buongiorno, scusi, vorremmo parlare con Sharpay McRole. –
 
Segretario: Avevate un appuntamento? –
 
Io: Ehm, non proprio. –
 
X: Siete la signorina Sofia? – Disse una donna di mezza età, la signora Lizbeth.
 
Sofia: Sì, sono io. –
 
Liz: Perfetto. Venite di là, Sharpay vi aspetta. –
Seguimmo Liz ed entrammo in un’enorme stanza con le pareti rosa. Io e Sofia ci guardammo meravigliate, ma fummo interrotte da Sharpay.
 
Sharp: Dai, fatemi vedere quello che siete riuscite a fare. –
 
Io: Io non ci ho lavorato molto, l’abito è di Sofia. –
 
Sharp: Va beh, quello che è. –
 
Sofia uscì dalla busta la sua creazione, era un semplice abitino di stoffa di velluto fucsia corto fino al ginocchio,
scollatura a cuore ed un cinturino alla vita color argento con degli strass luccicanti.
Per me era semplicemente fantastico ma le persone come Sharpay sappiamo tutti che sono quelle persone che non danno soddisfazioni a nessuno.
 
Sharp: Mmh, carino. Come mai siete qui? –
 
Sofia: Beh, ci manda Liam Payne. –
 
Sharp: Ah, capisco. E perché vi ha mandate qui? –
 
Sofia: Io non sono inglese, sono italiana. Ieri mi è arrivata una chiamata dall’Italia,
dove mi dicevano che se entro due giorni non sarei tornata in Italia dove lavoro, avrei perso il lavoro,
quindi Liam mi ha chiesto di fare un tentativo qui da voi, poiché vi conoscete. –
 
Sharp: Beh, sai che ti dico? Chiama l’Italia, dì loro che provano a cercare altra gente da far lavorare con loro,
perché si capisce benissimo che non capiscono un granché di personale lavorativo. Domani inizierai il tuo nuovo lavoro qui. –
 
Sofia: Dio, la ringrazio infinitamente, davvero. Non so che dirle, sennonché sto studiando, quindi in teoria vado a scuola. –
 
Sharp: Sta’ tranquilla, in questi giorni avete le vacanze natalizie, giusto?
Bene, tu cominci a lavorare qui, tanto sono sicura che se questa sia la tua vera passione ti troverai meglio qui che in quegli odiosi banchi.
La scuola dell’obbligo l’hai finita. Anch’io ho lasciato la scuola alla tua età,
e adesso guarda un po’ dove mi trovo: felice con il lavoro dei miei sogni e con delle persone che nutrono le mie stesse passioni. –
 
Sofia: Non so che dirle, sono emozionata. Provo a seguire il suo consiglio, domani verrò qua a darle una mano. –
 
Sharp: Ma certo, io ti aspetterò. Anche la tua amica ha la tua stessa passione? –
 
Io: Beh, non proprio. Io non sono molto abile a maneggiare stoffa e fili. Diciamo che me la cavo di più con il disegno, ma il mio è solo un hobby. –
 
Sharp: Ci servirebbe proprio qualche schizzo. Ne hai qualcuno con te? –
 
Io: S-sì. Ma come le ripeto, è solo un hobby quindi la maggior parte dei disegni rappresentano i miei stati d’animo. –
Dissi uscendo dalla mia borsa l’album che porto sempre con me.
 
Sharp: Beh, sai che per essere solo un hobby non è niente male? –
 
Io: Dice davvero? –
 
Sharp: Certo, e fidati che io di solito non faccio tutti questi complimenti, ma voi mi state molto simpatiche.
Quindi domani vi aspetterò qui alle nove e trenta. Non un minuto in più, non uno in meno, mi raccomando. –
 
Io e Sofia: D’accordo, a domani. –
Detto questo uscimmo fuori dallo studio di Sharpay ed incredule aspettammo che un taxi ci riportasse a casa.
Nel frattempo ne approfittai per mandare un messaggio a Liam.
 
Io: -Ehi Payne. Volevo ringraziarti. Grazie a te adesso sia io che Sofia abbiamo una piccola speranza di un lavoro. Ti voglio bene. –
 
Liam: -No, seriamente? Sono molto felice per voi. Adesso devo scappare alle prove, a dopo. –
 
Io: -A presto, salutami tutti. E dì a Lou che lo amo. –
Il pomeriggio passò molto serenamente. Inutile negare che mi mancavano i ragazzi.
Sofia per farmeli sentire un po’ più vicini mi raccontò tutta la loro storia e i loro progressi di due anni.
Mi fece poi guardare i loro video diary. Lo immaginavo. Erano dei deficienti patentati.
L’indomani mattina la sveglia suonò alle 8.30 e un’ora dopo arrivammo da Sharpay.
La nostra mattinata passò con un giro turistico di quell’enorme edificio ed infine Sharpay ci portò in una stanza molto graziosa.
Ce la presentò dicendo che sarebbe stato il nostro studio. Elettrizzate? Di più.
 
*24 ORE DOPO*
 
Io: Scusami Sharp, devo rispondere. – Dissi indicando il mio cellulare che squillava da un po’.
 
Sharp: Fai pure. – Mi allontanai un po’ e risposi.
 
Io: Harry, dimmi. –
 
Harry: Ciao splendore. Domani è il compleanno di Lou, giusto?
Con i ragazzi avevamo deciso di organizzare qualcosa. Io e Zayn arriveremo domani pomeriggio,
mentre gli altri domani sera così avremo il tempo di preparare il tutto. –
 
Io: Sembra perfetto. Scusa ho una chiamata nell’altra linea. Ale? Dimmi. –
 
Alessia: Pomeriggio ho il volo quindi credo che stasera dovrei essere lì. –
 
Io: Oh, finalmente. Ti aspetto. Chiamami quando arrivi. Scusami ma ho Harry nell’altra linea. –
 
Alessia: Tranquilla, a stasera. –
 
Io: Harry? Sei ancora lì? –
 
Harry: Sì, chi era? –
 
Io: Mia sorella, arriva stasera. –
 
Harry: Quindi domani rivedremo Alessia? Sì, Zayn, sua sorella.
Chris, qui c’è Zayn che è particolarmente euforico. Ah, ti saluta. –
 
Io: Sì, l’ho sentito. Ricambia. Adesso devo tornare al lavoro. –
 
Harry: A domani Chris. –
 
Staccai la chiamata e tornai a lavorare. La sera finimmo verso le otto e quindi tornammo a casa,
giusto il tempo di una rinfrescata che dovemmo uscire di nuovo per andare a prendere mia sorella in aeroporto.
Erano circa le undici e un quarto quando i passeggeri di quell’aereo uscirono da esso; ed ecco che dopo quasi un mese avrei rivisto mia sorella.
Mi corse incontro e ci lasciammo andare in un caloroso abbraccio seguite a ruota da Sofia.
 
Alessia: Ehi! Che mi raccontate di nuovo? Cos’è successo mentre io non c’ero? –
 
Io: Tutto benissimo. Io e Sofia abbiamo trovato lavoro! –
 
Alessia: Ah, sì? Raccontate! –
Le raccontammo tutta la vicenda dalla chiamata di Sofia e tutto quello che era successo,
capii che mi stava ascoltando, ma senza interesse.
 
Alessia: Mmh, e con i ragazzi? Tutto bene? –
 
Io: Sì, tutto apposto. Louis ed io andiamo molto d’accordo. –
 
Sofia: C’è *tosse* dell’altro *tosse* che non ti ha *tosse* detto. –
 
Alessia: Oh, dio. Sei incinta? –
 
Io: Ma che cazzo dici? Assolutamente no! –
Ci mettemmo a ridere e mentre tornavamo da casa, Sofia le raccontò di lei ed Harry
e della festa che dovevamo organizzare a Louis.
 
Sofia: Domani pomeriggio finalmente arrivano Zayn ed Harry! Mi mancano da morire.
Ho bisogno di parlare con Zayn e recuperare il tempo perso. Mi è mancato il mio migliore amico. –
 
Alessia: Eh già, è un ragazzo fantastico. –
 
Sofia: E poi dai, ammettiamolo. È un bel ragazzo! Anche di più! –
 
Alessia: Sì, hai ragione. Ha qualcosa che attrae. –
 
Sofia: Hai ragione. –
 
Vidi Sofia avvicinarsi un po’ di più a me incitandomi a guardare lo schermo del suo cellulare.
Stava scrivendo un messaggio a Zayn:




‘Tesoro, ho appena parlato un po’ con Alessia,
la situazione non è molto facile ma sono più che sicura di poterti aiutare.
La conosco, so come aiutarti. See ya. :)’




E ti pareva che non combinava qualcosa?
Lo avevo intuito ma non ne ero certa, in quel momento potevo dire di conoscerla molto, molto bene.
Tutto stava nell’aspettare il giorno seguente.
Non credo che ad Alessia sarebbe dispiaciuto ricevere certe attenzioni da parte di un ragazzo come Zayn,
ma era abbastanza testarda e decisa, cosa di famiglia.
Tornammo a casa e dopo esserci messe il pigiama, decidemmo di dormire nello stesso letto.




--------------

Ehmm. Sì, lo so. Scusatemi.
Ho avuto qualche problema con il pc,
ma adesso è tutto risolto!
Da adesso potrò aggiornare con più velocemente
e con più costanza. Detto questo, che ve ne pare?
Cosa nasconde quel deficiente?
Mmh, lo scoprirete molto presto, questo ve l'assicuro ;)
A presto splendori.

Ringraziamenti:
Meme__ ♥
Grazie a tutti voi che recensite, leggete, preferite o seguite.
Vi adoro.

Twitter: Louissbottom

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Capitolo 17
*** 16. La festa. ***


E ti pareva che non combinava qualcosa?
Lo avevo intuito ma non ne ero certa, in quel momento potevo dire di conoscerla molto, molto bene.
Tutto stava nell’aspettare il giorno seguente.
Non credo che ad Alessia sarebbe dispiaciuto ricevere certe attenzioni da parte di un ragazzo come Zayn,
ma era abbastanza testarda e decisa, cosa di famiglia.
Tornammo a casa e dopo esserci messe il pigiama, decidemmo di dormire nello stesso letto.
 
*24 DICEMBRE, ORE 10:15*
 
(I, I, I wanna save you, wanna save your heart tonight…)
 
Io: Cazzo Sof, ti sta suonando il cellulare! –
 
Sofia: Mmh, pronto? – Disse con la voce ancora impastata dal sonno.
 
Harry: Hey, dolcezza. Buongiorno. Scusami tanto se ti ho svegliata! –
 
Sofia: Ma guarda un po’ adesso sono molto sveglia! – Disse con il sorriso sulle labbra.
 
Harry: Tesoro, ho pochi secondi per parlare, tra poco parte il nostro aereo privato.
Volevo sentirti prima di entrare. Ci sentiamo tra qualche ora. –
 
Sofia: Oh, tesoro, che dolce. A presto allora. –
Quei due deficienti staccarono la chiamata e poi Sofia per un motivo a me sconosciuto cominciò a sclerare. –

Sofia: Cazzo, minchia, porca troia, ancora a letto state? Dai, su. Alzatevi e cercate di essere più attive possibile. –
 
Io: Sof? Tutto bene? Prima cosa, stai calma, e seconda, che succede? –
 
Sofia: Ma niente, oggi è il 24 dicembre, è la vigilia
e noi non abbiamo ancora comprato qualche pensierino ai ragazzi,
loro pomeriggio saranno qui e noi abbiamo solo diciamo, un paio d’ore per uscire?
Ciò mi fa capire che siamo nella merda. –

Disse l’ultima frase sorridendo nevroticamente.
Io e mia sorella dopo qualche secondo di fissarci, subito ci alzammo e ci preparammo di corsa per poi uscire da casa.

 
Io: Dove siamo dirette? –
 
Sofia: Non ne ho la più pallida idea. Andiamo in centro, vediamo se lì possiamo trovare qualcosa. –
 
Alessia: Ma almeno hai qualche idea? –
 
Sofia: No, per niente! –
 
Alessia: Ah, bene! –
Dopo qualche negozio tornammo a casa con le mani piene di buste e pacchi,
diciamo che avevamo fatto un po’ troppo in fretta!
Arrivammo a casa all’ora di pranzo, così appena finimmo di pranzare,
ci mettemmo comode sul divano in attesa dell’arrivo di quei due coglioni.

Stomaco pieno, televisione accesa, coperta sulle nostre gambe, ecco che come tre deficienti, ci addormentammo.
 
(I, I, I wanna save you, wanna save your heart tonight…)
 
Sofia: Sì, pronto? –
 
Harry: Siamo appena arrivati. Venite a prenderci o no? –
 
Sofia: Cosa? Ehm, sì. Chiamiamo un taxi e arriviamo! –
 
Harry: Ti ho scoperta! Stavi dormendo! Comunque noi siamo già a casa. –
 
Sofia: Arriviamo! –
 
Harry: Okay. –
 
Io: Sono arrivati vero? –
 
Sofia: Sì, cazzo. Dai andiamo! –
E in men che non si dica ci ritrovammo su un taxi che ci avrebbe portati da quei poveri deficienti.
Appena arrivammo, fu Zayn ad aprirci la porta.

 
Zayn: Ehi, Sofi! Mi sei mancata da morire. Devo raccontarti tantissime cose! –
 
Sofia: Hai fatto un nuovo tatuaggio, Malik? –
 
Zayn: No, non devo parlarti di questo. –
Dopo averla stretta in un abbraccio, lei andò alla ricerca dell’altro deficiente.
 
Zayn: Ehi, Alessia, ciao. È passato molto tempo dall’ultima volta. Come stai? –
Disse timidamente e balbettando quasi. Mmh, qualcosa non andava.
Continuavo a guardarli con gli occhi chiusi a fessura per cercare di capire cosa stesse succedendo.

 
Alessia: Tutto apposto, grazie. Magari dopo ti racconto. –
 
Zayn: Sì, certo. Voglio sapere tutto! – Le diede un timido bacio sulla guancia e poi salutò me.
 
Zayn: Eccola, la protagonista dell’evento! Come stai tesoro? –
 
Io: Bene Zayn, grazie. Ora me lo spieghi che significa che sono la protagonista. Che devo fare? –
 
Zayn: Ti spiegherà tutto Harry. –
 
Io: Apposto, entriamo adesso. –
Dopo avere tolto cappotto e borsa,
ci sedemmo attorno al tavolo della sala da pranzo e cominciammo a parlare del compleanno di Louis.

 
Harry: Allora, Chris. Noi sistemeremo tutto e voi ragazze dovrete darci una mano,
ma tu avrai un ruolo più centrale. Dobbiamo fare qualcosa che gli resti in testa, non le semplici feste a sorpresa. –

 
Io: A dire la verità ho già qualcosa in mente. –
 
Zayn: Tipo? –
 
Io: Mi dispiace, non posso dirvelo. –
 
Harry: Si, va beh. Ho già capito. Se vuoi ti aiuto io a sistemare la sua stanza
e se ne hai proprio bisogno posso uscire con te per qualche completino sexy,
conosco i suoi gusti e poi se vuoi posso anche… -

 
Io: Basta, Styles! Hai già parlato abbastanza e quello che hai detto non è servito a nulla. Sei inutile. –
 
Sofia: Ecco, sei inutile. – Disse dopo avergli mollato un piccolo schiaffo in testa. Povero.
 
Harry: Adesso devi farti perdonare! –
 
Sofia: Per favore, non parlare di certe cose che in questi giorni lo so solamente io come mi sono sentita. –
 
Harry: Ti sono mancato, vero? –
 
Sofia: Moltissimo! –
 
Io: Ehm, per le smancerie c’è tutta la notte, adesso parliamo del compleanno.
Avete già prenotato da mangiare? –

 
Harry: Sì, tutto fatto. I ragazzi arrivano stasera
e Liam mi manderà un messaggio quando saranno in aeroporto. –

 
Io: Sembra perfetto. –
 
Harry: Sì, infatti. Adesso, Alessia, che mi racconti? –
 
Alessia: Harry, già è tanto che sono in casa tua, non mi provocare. –
 
Harry: Non mi hai ancora perdonato? Un attimo, ma che avevo fatto? –
 
Alessia: Vedi? Non ti ho perdonato proprio per questo, sei un deficiente. –
 
Zayn: Ehi, non iniziate! Ale, parla con me, a me puoi dirlo. –
 
In quel preciso momento vidi Sofia che guardò prima Zayn e poi Alessia,
scoppiando in una risata silenziosa contagiando pure me, ma loro non se ne accorsero.

 
Alessia: Mi sta sulle palle. –
 
Zayn: Sì, lo so quant’è deficiente. –
 
Alessia: Appunto. Comunque niente, che devo dirvi?
Sono stata benissimo, ho conosciuto molte persone nuove e alcune delle quali con cui ho stretto amicizia.
All’inizio era imbarazzante perché non sapevo parlare molto bene la lingua,
ma siccome nel mio lavoro non serviva molto parlare, quindi mi sono trovata abbastanza bene. –

 
Zayn: E in che cosa consiste il tuo lavoro? –
 
Alessia: Ogni settimana o due, ci portano dei capi da collezione e noi giriamo le città per mostrare questi capi. –
 
Zayn: Una sorta di modella, quindi? –
 
Alessia: Sì, beh. Non è ancora un posto fisso ma ho qualche punto di vantaggio rispetto alle altre quindi mi pagano bene. –
 
Zayn: Che intendi? –
 
Alessia: Sono molto stabile con la mia forma fisica quindi per ogni abito,
loro sanno già che possono prendere un numero di taglia e che è sicuro che mi sta bene.
Poi anche per il mio carattere, perché sono abbastanza sfacciata e loro dicono che riesco a portare molto bene i loro abiti. –

 
Zayn: E sfilate da sole? –
 
Alessia: Non sempre. Alcune volte sfiliamo insieme a modelli che mostrano gli abiti maschili. –
 
Zayn: Ah, ho capito. Wow, deve essere molto cool. –
 
Alessia: Sì, molto. A gennaio, quando torno al lavoro, faremo un esperimento.
Ci saranno due settori che collaboreranno insieme: vestiario e pettinatura.
Tutto consiste nel fatto che nella coppia uno deve mostrare la pettinatura, e l’altro gli abiti campionari.
Il problema è che non si trovano molte partecipazioni. Un attimo. Zayn, che ne dici se un paio di giorni vieni a Parigi?
Ci potrebbe fare comodo anche perché i vostri fans potrebbero venire a trovarti. –

 
Zayn: Sì, buona idea. Devo prima parlare con i manager, se conviene a loro oppure no. –
 
Alessia: Ma cosa interessa a loro, scusa? –
 
Zayn: Sai che hai ragione? In fondo è come se stessi prendendo un paio di giorni di riposo. –
 
Alessia: Ecco, infatti. Ragazzi, volete vedere qualche mia sfilata? –
 
Sofia: Certo. Oddio, ma è tuo? – Disse indicando l’iPhone di mia sorella.
Aspetta, ma mia sorella quando se n’è andata non ne aveva uno. Ma che cazz?

 
Alessia: Sì, me l’hanno regalato dopo due sfilate. –
 
Io: Minchia! –
 
Zayn: Chris, contieniti però, eh. –
 
Io: Sì, scusa. –
Vedemmo qualche foto dei suoi abiti e devo ammettere che la invidiavo, stava sfruttando al meglio le sue qualità.
Dopo una mezz’oretta decidemmo di cominciare a sistemare la stanza e a riempirla di addobbi.
Per prima cosa, cominciammo a fare l’albero di Natale, dato che i ragazzi non c’erano stati, poi passammo al resto.

 
*ORE 20.00*
 
Harry: Ragazzi, Liam mi ha detto che sono appena arrivati in aeroporto.
Ci sono le fans quindi saranno qui verso le nove e mezza.

 
Io: Apposto, perfetto. Noi andiamo a casa a prepararci, faremo più in fretta possibile. –
 
Li salutammo e dopo essere andate a casa per prepararci, alle nove e venti tornammo dai ragazzi.
 
Zayn: Chris, Liam mi ha detto che sono in macchina e stanno arrivando. Allora, pronta? –
 
Io: Più che mai. –
Eravamo tutti dentro, al buio, tranne Zayn che era fuori ad aspettarli.
Si sentì il rumore di una macchina che si fermò proprio davanti alla villa.
Ero ansiosa. Mancavano pochi minuti e lo avrei rivisto. Dio, che ansia.

 
*Fuori…*
 
Zayn: Ehi, siete arrivati. –
 
Louis: Che cos’è quest’aria sconsolata? –
 
Liam: Zayn, perché fumi? Non avevi detto che fumavi solo se eri nervoso? –
 
Zayn: Sì, infatti. Beh, Lou. So che non è il momento perfetto per dirtelo, ma gli amici non hanno segreti. –
 
Louis: Amico, che sta succedendo? Non dirmi che è successo qualcosa con Chris. –
 
Zayn: Ecco, appunto. –
 
Louis: Adesso dov’è lei? –
 
Zayn: È dentro con Harry, loro non hanno colpa. –
 
Louis: Zayn, che stai dicendo? Fammi entrare. –
 
Zayn: No, Lou, no. Non entrare. Ti prego! –
 
Louis: Zayn non farmi incazzare. –
Ecco che si aprì la porta e lo vidi lì, in tutta la sua bellezza.
Volevo saltargli addosso e baciarlo fino a farlo restare senza fiato ma dovevo trattenermi.
Mi alzai dal divanetto che c’era vicino la porta d’ingresso e andai verso di lui.

 
Io: Ciao Lou, ti chiedo scusa in anticipo. –
 
Louis: Dio, quanto mi sei mancata. Non ho fatto che pensarti a tutte le ore. –
 
Io: Non continuare. –
 
Louis: Chris? Tu-tutto bene? –
 
Io: Ecco, vedi, io…praticamente.. –
 
Louis: Stai parlando come Harry, che sta succedendo? –
 
E in quel momento Harry, Alessia e Sofia accesero tutte le luci della stanza gridando ‘Buon compleanno’
e la faccia di Louis passò da preoccupato a confuso. Subito dopo però comprese,
e fece un sorriso che illuminò tuta la stanza, ma soprattutto, il mio cuore.


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Salve, tutto bene? Come avete subito il trauma della prima settimana di scuola?
Spero stiate tutte bene :)
Vi mando un bacio e un saluto dalla stanza di Zayn,
per il suo compleanno mi ha invitata a casa sua e sto postando il capitolo lol.
Come vorrei non scherzare!
Ad ogni modo, grazie splendori. Vi adoro.
Al prossimo capitolo, Debora. ♥
Twitter: https://twitter.com/Louissbottom

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Capitolo 18
*** 17. Hope. ***


E in quel momento Harry, Alessia e Sofia accesero tutte le luci della stanza gridando ‘Buon compleanno’ e la faccia di Louis passò da preoccupato a confuso.
Subito dopo però comprese, e fece un sorriso che illuminò tutta la stanza, ma soprattutto, il mio cuore.

Era stata la serata più bella della sua, ma soprattutto della mia vita.
Quello che provavo per lui era qualcosa che non poteva essere espresso in parole, qualcosa di raro, unico.

Passammo sia il Natale che il capodanno tutti insieme ed il divertimento non poteva mancare,
così come l’amore e la passione che cresceva sempre di più tra me e Louis.
Zayn e Alessia andarono in Francia, dove l’azienda nella quale lavorava lei, accettò di far sfilare Zayn.
La sfilata ebbe molto successo.

È il 29 Agosto, io e Louis ci siamo lasciati da un paio di giorni, dopo aver avuto un pesante litigio.
Dovrei andare alla festa di compleanno di Liam, ma non me la sento, avrei passato una serata di merda.
Nonostante la colpa fosse sua. Sapeva che mi dava fastidio che lui parlasse con le sue ex,
me lo faceva apposta ed io questo non lo sopportavo. Lo avevo già avvisato che non avrei retto abbastanza a lungo,
ma lui sembrava non darmi ascolto. Dal momento in cui gli ho detto esplicitamente che non avrei voluto continuare la nostra storia,
mi mandava sempre sms, e-mail, ed altri metodi di comunicazione dove mi diceva che non ci aveva più parlato.
Non ne avevo la prova, così non gli ho creduto.
 
(*Suoneria del cellulare*)
 
Io: Ehi Zayn, ciao. Dimmi. –
 
Zayn: Ti prego Chris, stasera devi venire. Lou non può più stare senza di te.
Sta troppo male. Parlaci, per favore. Ha sbagliato e lo sa, si è pentito.
Dimmi che lo perdonerai. Fallo per me, per noi. –
 
Io: Mi dispiace Zayn, non credo che ci sarò. Salutami tutti e dì a Liam che gli voglio bene. –
 
Zayn: Beh, ci ho provato. Non è mai troppo tardi per ripensarci. –
 
Io: Non cambierò idea. –
 
Zayn: Fa’ come vuoi, ma sappi che non è la decisione giusta. –
 
Io: Devo andare Zayn, ciao. –
Non lo feci rispondere che gli staccai in faccia.
Sì, lo amavo ancora, ma ero troppo orgogliosa per tornare da lui.
Avevo tutti contro. Faceva male. Le lacrime stavano iniziando a prendere strada sulle mie guance,
ma non l’avrei permesso. Decisi. Dovevo vederlo, almeno per un’ ultima volta.
Decisi quindi di fare una sorpresa a tutti, ma soprattutto a lui.
Arrivai in ritardo, stavano già tutti cenando, a parte Lou, che era seduto su un divano con la testa all’indietro.
Inutile dire che appena entrai gli si illuminarono gli occhi.
Si alzò e cominciò a camminare molto lentamente verso di me.
Dopo che tutti mi salutarono e feci gli auguri a Liam, lui arrivò da me cominciando a parlare.
 
Louis: Ehi. –
 
Io: Ehi. –
 
Louis: Sei bellissima. –
 
Io: Lou. –
 
Louis: Lo so, ho tirato troppo la corda,
mi avevi avvisato ma io ti ho data per scontata e riconosco di aver sbagliato.
Adesso ti prego, potresti perdonarmi? Sei la cosa più importante che finora mi sia capitata.
Ti amo ancora Chris. –
 
Io: Lou, mi dispiace. Dovresti cercare di farti un’altra vita. –
E mentre dicevo ciò, morivo dentro.
Arrivò Niall ad interromperci.
 
Niall: Dai, entrate dentro, venite a cenare. –
Lo seguii e feci come mi aveva consigliato.
Cominciai con una tartina, ma ero già sazia, quindi andai dagli altri per cercare di fargli capire che ero interessata alla loro discussione.
Non passò mezz’ora che corsi in bagno, cominciando a vomitare tutto. Sentii entrare qualcuno. Era Louis ovviamente.
 
Louis: Ehi, rilassati. Che succede? Ha sicuramente avuto un’indigestione. –
 
Entrò anche Sofia.
 
Sofia: Tesoro, stai meglio? –
Volevo risponderle di sì, lo stavo per fare, ma cominciai di nuovo a vomitare.
Dopo la seconda volta, durante la serata, non mi capitò più.
Io e Sofia tornammo a casa e dopo esserci messe il pigiama, ci infilammo sotto le coperte.
 
Sofia: Ehi, hai visto Lou come sta ridotto? –
 
Io: Ci avrebbe dovuto pensare prima. –
 
Sofia: Lo so che lo ami ancora e cercando di fare finta di odiarlo mi dai ancora più conferma. –
 
Stavo per risponderle quando mi arrivò un sms:

‘Ehi come stai? Spero bene.
Sai, mi sono preoccupato davvero moltissimo
ed in questo momento vorrei essere lì accanto a te,
avvolgendoti in un abbraccio e consolandoti. Mi manchi. –Lou’

Non risposi e mi misi a dormire.
L’indomani mattina mi svegliai con un senso di vomito,
che si trasformò subito dopo in un vero e proprio vomito.
La situazione andò avanti così per una settimana. Il settimo giorno, dopo aver vomitato, suonarono al campanello. Harry.
 
Harry: Ehi, non hai una bella cera. Come stai? –
 
Io: Beh, ho appena finito di vomitare, fai tu. –
 
Harry: Cioè? –
 
Io: È dal giorno del compleanno di Liam che va avanti sta storia.
Ci ho ormai fatto l’abitudine. Scusa. –
 
Corsi di nuovo in bagno. Harry andò a salutare Sofia che ancora dormiva.
 
Harry: Buongiorno piccola. Ma che ha Chris? –
 
Sofia: Oh mio Dio, è andata di nuovo a vomitare? –
 
Harry: Sì, mi ha detto che questa storia va avanti da un po’. –
 
Sofia: Lo so, le ho detto un’infinità di volte di andare da un medico, ma non mi ascolta.
Dice di non volere. Domani se vomita di nuovo lo chiamo io. –
 
Harry: Ecco. Se vuoi ti do il numero di un buon medico. –
 
Sofia: Tranquillo. –
Passai davanti la stanza nella quale si trovavano loro ed andai nella mia.
Dopo circa un’oretta Harry passò a salutarmi e poi se ne andò.
Dopo un po’ di tempo arrivarono Liam e Niall, che, venuti a conoscenza della notizia portata loro da Harry, vennero a vedere come stavo.
 
Liam: Ehi tesoro. Riprenditi il prima possibile. –
 
Niall: Ci manchi a casa Direction. –
Feci un piccolo sorriso e poi mi rivolsi a Sofia.
 
Io: Tesoro, che giorno è oggi? –
 
Sofia: È il sei settembre perché? –
 
Io: Ah, ho un giorno di ritardo. –
Liam e Niall mi guardarono con una faccia da punto interrogativo.
 
Io: Tranquilli, è normale. Mi capita quasi sempre. –
 
Liam: Sarà così, ma voglio chiederti una cosa.
Per caso tu e Louis prima di lasciarvi avete fatto qualcosa? –
 
Io: Sì, ma non ero fertile quindi non può essere. –
 
Liam: Boh. Speriamo. –
 
E dopo qualche imbarazzante discussione, se ne andarono,
seguiti da Sofia che si fece dare un passaggio per andare non so dove.
Tornò dopo una mezz’oretta entrando nella mia stanza.
 
Sofia: So benissimamente che non vuoi farlo, ma devi.
Almeno ci togliamo ogni dubbio. –
 
Io: Un-un test di gravidanza? Ho già sentito troppe cazzate. –
 
Sofia: Dai, per togliere il dubbio. –
 
Io: Va bene. – Dissi sbuffando.
Andai in bagno, feci il mio dovere e dopo quattro minuti guardai la seconda linea del test, quella che indicava lo stato di gravidanza.
Aveva un colore più sbiadito rispetto alla prima, quindi non me ne preoccupai.
 
Sofia: Oddio, Chris, la vedi anche tu? –
 
Io: È più sbiadita della prima quindi il test è falso. –
 
Sofia: Smettila di negare l’evidenza. Aspetti un bambino e questa è l’unica cosa che dovrebbe renderti felice.
E dovresti dirlo al padre del bambino, gli spetta. –
 
Io: Non dirò proprio niente a nessuno. Non voglio la compassione degli altri. Io con lui non ci torno. –
 
*20 MAGGIO 2013*
 
Io: Ehi Sofi, svegliati. Credo che sia ora. –
 
Sofia: Oddio, oddio, oddio. Dai sbrighiamoci. Dobbiamo andare subito in ospedale. –
 
Io: Anche prima di subito. –
Un paio di mesi prima Sofia aveva preso la patente, quindi salimmo subito sulla sua auto e ci incamminammo verso l’ospedale.
Appena entrati, ci raggiunse il dottor Morrison che capì subito la situazione e mi fece entrare in sala operatoria.
 
*SOFIA*
 
Eravamo appena arrivate e il dottor Morrison la fece entrare in sala operatoria.
Non vidi uscire nessuno per almeno cinque minuti.
Sentii aprire la porta d’ingresso.
La persona giusta al momento giusto.
Era appena entrato Louis.
 
Io: Ehi ciao Lou, che ci fai qui? –
 
Louis: Sofi, quanto tempo. Te che ci fai qui? –
 
Io: Te l’ho chiesto prima io. –
 
Louis: Giusto. Ho una visita medica, niente di che. –
 
Io: Ah, io sono qui perché c’è Cristina in sala operatoria che sta per partorire.
Oddio che cazzo dico? QUELLA MI SPARA MINIMO! –
 
Louis: P-partorire? Com’è possibile? –
 
Io: Lou, mi dispiace, non posso parlare. –
 
Dottore: Signorina Sofia, è ora. Vuole entrare? –
 
Louis: Entro pure io. –
 
Dottore: E lei chi sarebbe? –
 
Louis: Sono il padre. –
Disse un po’ stranito.
Il dottore non fece altre domande ed entrammo.
Io rimasi un po’ indietro mentre lui si avvicinò a Cristina.
 
*CRISTINA*
 
Era ora, stavo per dare alla luce il frutto del mio amore con Louis, ma lui purtroppo non c’era.
Avevo le allucinazioni? Vidi entrare qualcuno dalla porta. Una era Sofia.
L’altra era un corpo maschile. Si stava avvicinando. Sì, era lui. Il mio amore.
 
Io: L-Lou, sei qui? –
 
Louis: Sì tesoro. Adesso ci sono io con te. Ti amo. –
Si avvicinò e mi diede un leggero bacio sulle labbra.
Mi strinse la mano per tutto il tempo del parto.
In quel momento non avrei desiderato altra persona al di fuori di lui.
Era arrivato al momento giusto. Non mi fecero vedere subito il bambino, o la bambina.
Non l’avevo voluto sapere. Mi portarono in camera e Louis arrivò subito dopo.
 
Louis: Tesoro, mi sei mancata. –
 
Io: Anche tu amore. Ti amo. –
Fece un sorriso a trentadue denti e mi baciò nuovamente.
Vidi entrare una dottoressa che portava un cullino vuoto.
La guardai un po’ male ma poi subito dopo vidi entrare Sofia con in mano un bambino, il mio, il nostro bambino.
Mio e di Louis. Il frutto del nostro amore. Sofia mi porse il bambino ed io lo presi tra le mie braccia.
Stava dormendo. ‘È una femminuccia tesoro.’ Sussurrai a Louis.
 
Louis: È il frutto del nostro amore. –
 
Dottoressa: Che nome diamo a questa meraviglia? –
 
Io e Louis: Hope, Hope Tomlinson. –
Dissimo guardandoci negli occhi. La dottoressa segnò il nome su un registro e se ne andò.
Hope si svegliò e cominciò a piagnucolare. Aveva di sicuro fame.
La allattai fino a quando non fu sazia e poi Louis mi guardò come per chiedermi il permesso di prenderla tra le sue braccia, e gliela porsi.
 
Louis: Ha le tue labbra. –
 
Io: Ha i tuoi occhi. –
 
Dopo quelle nostre affermazioni mi vennero gli occhi lucidi, ma fu tutto fermato da un ‘Vas Happening’ di Zayn molto familiare.
Era il giorno più bello della mia vita.
Entrarono i ragazzi, Liam con un mazzo di fiori in mano,
Zayn con dei cioccolatini e gli altri due con dei regalini per Hope.
Cominciarono a fare i deficienti come loro solito con la mia povera bambina,
ovviamente Louis portava la bandiera. Cazzo era diventato padre. Povera bambina.
I ragazzi restarono fino all’ora di pranzo ed andarono a pranzare in un bar lì vicino,
lasciando me e Sofia finalmente da sole.
 
Sofia: Tesoro, sono felicissima per te. – Disse abbracciandomi. – Adesso raggiungo gli altri. Torniamo presto. –
 
Io: Okay, tranquilla. –
 
Sofia: E tu che non volevi dirglielo. Hai visto che è andato tutto bene? –
 
Io: Avevo paura. –
 
Sofia: Lo so. –
Disse sorridendomi e raggiungendo gli altri.
Passò qualche minuto e sia io che Hope ci addormentammo.
Mezz’ora dopo sentii baciarmi la fronte. Lo riconobbi subito.
 
Louis: Tesoro, mi mancate già. –
Passai un paio di giorni in ospedale, e dato che non ci furono problemi,
quando mi diedero il permesso di dimissione, mi venne a prendere Lou.
 
Louis: Come stai? –
 
Io: Sono la ragazza più felice del mondo. –
 
Louis: Io sono il padre più felice del mondo. –
Arrivammo a casa mia ed andammo a sdraiarci sul letto.
Quella sera eravamo soli perché Sofia era andata a casa dagli altri.
 
Louis: Amore, posso farti una domanda? –
 
Io: Quello che vuoi. –
 
Louis: Quando eravamo alla festa di Liam, avevi vomitato per via della gravidanza, vero? –
 
Io: Sì, ma non lo sapevo ancora. –
 
Louis: E quando l’hai saputo, perché non me l’hai detto? –
 
Che domanda. E ora?



--------------------









TAADAAAAN
E ora? Come la mettiamo la situazione?
Eh, bella domanda.
Cosa capiterà?
Louis se la prenderà a male o no?
Eeeeh, boh.
Fortuna che è arrivato al momento giusto *-*

Volevo ringraziare tutte coloro che hanno recensito sdfghjjkl
Siete stupende ♥

La brutta notizia ci sta:
Il prossimo capitolo sarà sicuramente l'ultimo o il penultimo.
Dipende dalla mia ispirazione.
Peccato, mi ero affezionata a Chris.

Adesso vado. A presto.
Un bacio, Debora. ♥

Twitter: http://twitter.com/Louissbottom

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Capitolo 19
*** Epilogo. ***


Louis: Amore, posso farti una domanda? –
 
Io: Quello che vuoi. –
 
Louis: Quando eravamo alla festa di Liam,
avevi vomitato per via della gravidanza, vero? –
 
Io: Sì, ma non lo sapevo ancora. –
 
Louis: E quando l’hai saputo, perché non me l’hai detto? –
 
Che domanda. E ora?
Cercai di guadagnare un po’ di tempo per cercare le parole giuste da dirgli.
Mi misi seduta sul letto a gambe incrociate, e cominciai a parlare. Louis mi imitò mettendosi nella mia stessa posizione.
 
Io: Ecco, Lou. Non so come dirtelo. Probabilmente ti incazzerai  e diventerò una ragazza madre.
Ma non voglio mentirti. Lo so, dovevo dirti tutto dall’inizio, ma.. –
 
Louis: Oh cazzo. – Disse portandosi una mano alla bocca.
 
Io: Cosa? –
 
Louis: Mi hai per caso tradito mentre stavamo insieme e quindi non eri sicura di chi fosse il figlio, non è così? –
 
Io: Che cazzo dici Lou, mi vergognerei di me stessa. –
 
Louis: E allora qual era il problema? –
 
Io: Avevo paura. So che potrebbe sembrare una cosa stupida, ma io avevo paura seriamente.
Paura che tu fossi troppo incazzato con me perché non ti avevo dato un’altra possibilità,
paura che mi avresti lasciata da sola e non avresti riconosciuto la piccola.
Così ho preferito non dirti niente, almeno non avrei saputo la tua risposta.. –
 
Louis: E quindi hai preferito scappare?
Scappare da me che ti amo più di quanto tu possa immaginare? –
 
Io: Scusa. –
 
Dissi mentre qualche lacrima cominciava a scendere sul mio viso.
Louis si avvicinò un po’ più a me e con il pollice della sua mano destra mi asciugò quella lacrima.
 
Louis: Dai, basta. Non fare così.
Adesso quello che importa è che io sono qui,
con te, con la nostra piccola e che vi amo da impazzire. –
 
Disse dandomi un leggero bacio sulle labbra.
 
Io: Mi dispiace. –
 
Non disse niente, si limitò ad abbracciarmi ed insieme ci distendemmo sul letto.
 
Louis: Amore? – Disse sussurrando.
 
Io: Tesoro. – Risposi a tono.
 
Louis: Sono contentissimo di averti ritrovata. –
 
Io: Io invece ci speravo. –
 
Detto questo, gli diedi un piccolo bacio e mi girai dalla parte opposta a lui.
Mi strinse in un abbraccio ed insieme ci addormentammo.
L’indomani mattina mi svegliai verso le dieci, e non trovando né Louis né la piccola, scesi in cucina.
 
Louis: Ehi, piccola. La mamma si è svegliata. – Le disse sussurrando.
 
Venne incontro a me e dopo avermi dato un bacio pieno d’amore, mi porse Hope.
 
Louis: Amore, la piccola aveva un po’ di fame, così l’ho fatta mangiare. –
 
Io: Cosa? Tu che fai il responsabile? No, questa devo segnarmela. –
 
Gli dissi ridendo.
 
Louis: Eddai, smettila. –
 
Io: Lou. – Divenni seria.
 
Louis: Dimmi amore. –
 
Io: Adesso che siamo un po’ più tranquilli, ti va se chiariamo le cose del passato? –
 
Louis: Certo amore. –
 
Andammo a sederci sul divano e cominciò a parlare.
 
Louis: Mi dispiace che tu l’abbia presa così male, lo sai come sono fatto, è il mio modo di scherzare. Scusami. –
 
Io: L’importante è che tu abbia capito l’errore. –
 
Louis: Certo, e me ne sono anche pentito. Ora, posso farti una domanda io? –
 
Io: Certo. – Chiesi curiosa.
 
Louis: Hai ogni ricordo di Hope di questi nove mesi, vero? –
 
Io: Certo. Tieni un secondo la piccola. –
 
Gliela porsi e salii in camera mia, dove presi una scatola con delle foto.
C’erano foto dell’ecografia di ogni mese, foto che ritraevano me con il pancione.
E poi c’era una foto che credo sia stata la più bella.
C’ero io, sdraiata sul divano, al settimo mese di gravidanza, il pc sul tavolino ed una canzone tagliata al pezzo dove canta Louis.
Dissi ad Hope che quello era suo padre, e appena finita quell’affermazione, la sentii muovere in movimenti molto delicati.
Il giorno prima il ginecologo mi aveva consigliato di far ascoltare al bimbo un po’ di musica, quindi non potei non farle ascoltare suo padre.
Mi emozionai moltissimo, infatti nella foto si possono benissimo vedere i miei occhi lucidi.
Scesi di sotto e porsi lo scatolo a Louis. La piccola dormiva, quindi Lou la mise nel cullino.
 
Louis: Cos’è? –
 
Disse guardando la scatola.
 
Io: Tutto quello che ti sei perso. Dal primo all’ultimo mese di gravidanza.
Stai attento che è tutto messo in ordine. –
 
Louis con le mani tremolanti prese in mano la scatola e l’aprì.
Cominciò a guardare tutte quelle foto con un sorriso di commozione provocato da ogni foto.
 
Louis: Amore, perché in questa foto piangi? –
 
Disse prendendo quella foto del settimo mese di gravidanza.
 
Io: Amore, qui c’è tutta la famiglia riunita.
Il ginecologo il giorno prima mi aveva consigliato di farle ascoltare un po’ di musica, così ho pensato
‘E perché non farle ascoltare suo padre?’
Infatti appena partì la musica, dissi ad Hope che colui che cantava era suo padre,
e lei dopo quelle parole si mise a fare dei movimenti che sembravano una ninna nanna. –
 
Louis: Oddio amore, sono troppo emozionato. Che canzone era? –
 
Io: La tua parte in ‘Moments’. –
 
Mi fissa e vedo scendere dal suo viso una lacrima con un sorriso.
 
Louis: Quando eravamo lontani cantavo sempre quel pezzo. Mi ricorda te. –
 
Io: Tu sei tutto quello che ho sempre desiderato. –
 
Dopo un po’ Hope si svegliò ed andai di sopra a cambiarla.
Sentii la porta del bagno aprirsi.
 
Io: Louis, chiudi subito, altrimenti esce l’aria calda e la piccola si raffredda. –
 
X: Oh, come si preoccupa per la sua piccola. –
 
No, non era assolutamente Louis.
Ma quella voce era molto familiare.
Non la sentivo da molto tempo.
Mi girai di scatto.
 
Io: Cazzo, Marco! –
 
Corsi ad abbracciarlo mentre Louis continuò a vestire Hope.
 
Io: Minchia, mi sei mancato un casino.
Come ho fatto tutto questo tempo senza di te? –
 
Marco: Tesoro, sempre più bella sei.
Sono felicissimo. Non immagini quanto.
Mi se mancata da morire. Ho una sorpresa per te. –
 
Io: C’è Salvo, vero? –
 
E dopo quella mia domanda vidi entrare Salvo dalla porta ed andai ad abbracciare pure lui.
 
Io: Mi sei mancato tantissimo anche tu. –
 
Salvo: Anche te sei mancata. –
 
Ed ecco che si sentì chiudere il portone e subito dopo arrivò Sofia a completare l’abbraccio di gruppo che avevamo creato io, Salvo e Marco.
Dopo che Hope fu pronta invitai i miei amici a scendere di sotto e a restare per il pranzo.
Chiamai anche il resto dei One Direction e facemmo un pranzo molto movimentato, direi.
Salvo e Marco si trovarono molto bene con i coglioni che avevo conosciuto non appena trasferitami a Londra.
Beh, ovvio, tutti gli amici coglioni me li ritrovo io.
Passammo il pomeriggio a ridere e scherzare,
ma soprattutto a raccontare a Salvo e Marco tutto quello che io e Sofia avevamo fatto durante la nostra assenza dall’Italia.
Arrivò la sera e suonarono al campanello. Eravamo tutti lì, non aspettavo ospiti. Andai ad aprire. Corsi ad abbracciarli.
Erano i miei genitori che, non appena venuti a conoscenza di essere diventati nonni,
presero il primo aereo che partiva per Londra e vennero a conoscere Hope.
Avevano affittato una stanza di un hotel lì vicino nonostante io gli avessi detto che potevano tranquillamente restare da noi, ma preferirono lasciarci soli.
Harry quella sera dormì a casa mia con Sofia, così che Salvo e Marco sarebbero stati ospiti a casa Direction.
Quella sera stessa Louis decise che un anno dopo mi avrebbe sposata, e ovviamente dopo aver accettato,
lo ringraziai dicendogli qualcosa che non avrei mai pensato di dire.
 
Io: Louis, ti amo da morire. Ed è per questo che io voglio invecchiare insieme a te e crescere tutti i figli che desidereremo avere. –
 
Louis: Io ti amo più della mia stessa vita. –
 
Continuammo a parlare decidendo, o almeno farci un’idea, dove avremmo dovuto festeggiare il nostro matrimonio.
Mi sembrava di stare in un film dove tutto quello che succede sembra più fantascienza che realtà.
Ma quella era la mia realtà, la nostra realtà ed ero sicura che non avrei desiderato altro. Cosa volevo di più?
Diciotto anni, una figlia bellissima da amare, e amare non sarebbe bastato, un ragazzo di ventun anni che mi amava così come lo amavo io,
che un anno dopo avrei pure sposato. I miei migliori amici che erano sempre disponibili con me. I miei genitori non discutevano più.
Era tutto perfetto. La cosa che era più perfetta era l’amore che provavo per Louis e per Hope.
Un amore che non sarebbe stato possibile misurare con le parole.
‘Love can’t be explained. Love can only live.’Ovvero, ‘L’amore non si spiega. L’amore può solo vivere.’
Una frase che mi aveva acompagnata da due anni a quella parte.
E che avevo capito il vero significato grazie a Louis. Colui che mi fece capire cosa vuol dire veramente amare.
 
Io: Amore, posso chiederti un favore? –
 
Louis: Tutto quello che vuoi. Ogni tuo desiderio è un ordine. –
 
Io: Prendi Hope e mettila qui vicino a noi. Voglio che stanotte dorma con noi. –
 
Senza farmi domande, la prese e fece come gli avevo chiesto qualche secondo prima.
 
Louis: E adesso? –
 
Io: Mettiti comodo e guardami negli occhi. –
 
Fece come dissi e mi fece un cenno come per chiedermi quello che avrebbe dovuto fare.
 
Io: Potresti cantarmi la tua parte in ‘Moments’? –
 
Sorrise, mi guardò e cominciò a cantare.
 
Louis: Hands are silent, voice is numb…-








Okay, ora piango. Sì, è finita. So già che mi mancherà questa FF.
Mi ero già ambientata alla casa di Chris.
Sì, ho immaginato come potrebbe essere **
e la immagino un po' così:



Sto sognando un po' troppo. LOL.
Adesso vado ad asciugarmi giusto qualche lacrima.
Spero abbiate gradito questa storia.
Grazie a chi ha messo tra preferiti/ricordate/seguite.
Grazie a chi ha recensito, dandomi utili consigli e voglia di continuare.
Grazie a te, lettore silenzioso, che hai fatto salire le visite.
Grazie a tutti.

Un bacio, Debora. ♥

http://twitter.com/Louissbottom


https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=sykstAslE40

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