the love that consumes you.

di xofrancy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** who you think you are? ***
Capitolo 2: *** wild attraction ***
Capitolo 3: *** i can't shake him ***
Capitolo 4: *** i remeber ***
Capitolo 5: *** he got under my skin. ***
Capitolo 6: *** my princess of darkness ***



Capitolo 1
*** who you think you are? ***


Who you think you are?



"Ho scelto Stefan, non te."

Le crude e aspre parole pronunciate da Elena la sera precedente, continuavano ad echegiare ininterrottamente nella mente di Damon procurandogli un dolore lancinante. Ancora una volta, si era illuso di poter conquistare un ruolo di rilievo nella vita della giovane e ancora inesperta vampira, di poter far breccia nel suo cuore. Ma la ragazza era irremovibile.

- Sarà sempre Stefan. -

Esclamò amareggiato, roteando fra le mani un bicchiere di wisky.

Era tempo per lui di voltare pagina, aveva già sofferto abbastanza per Katherine, non aveva alcuna intenzione di ripetere lo stesso errore con Elena. Se aveva deciso che Stefan era l'uomo ideale per impararle a destreggiarsi con la sua nuova natura, per aiutarla a controllare la sete di sangue ed insegnarle a nutrirsi correttamente, perchè avrebbe dovuto opporsi? Si sarebbe resa conto da sola dell'enorme errore commesso, e allora sarebbe ritornata da lui implorandolo di aiutarla.

"Stefan non è neanche in grado di controllare sè stesso, figuriamoci gli altri!"
pensò ridendo sommossamente, pregustando già l'odore della propria rivincita.

Poggiò le labbra sul bicchiere e, tirando indietro il capo, ingurgitò l'alcolico in un'istante, prima di essere raggiunto dalla sua nuova fiamma, la sensuale e spigliata April.

- Lo sai che è da maleducati abbandonare la propria ragazza dopo aver consumato un'intenso ed estenuante rapporto fisico? -

Le braccia della bella brunetta si attorcigliarono attorno alla vita del vampiro, imprigionandolo in un'infrangibile stretta. Damon sorrise sornione, voltandosi immediatamente verso la sua preda.

- Beh, allora dovrei farmi perdonare per averle mancato di rispetto, signorina Young. E penso anche di sapere come...-

Aggiunse insinuando la mano sotto la propria camicia, che la ragazza aveva indossato per coprirsi. La conturbante donna, avvicinò le labbra all'orecchio del vampiro.

- Oh si, dovrà farsi perdonare per bene, signor Salvatore. -

Damon impulsivamente spinse il corpo della giovane contro la parete del salotto, baciandole freneticamente la gola. La ragazza ansimando, avvolse le gambe sul bacino del vampiro, affinchè i loro corpi aderissero perfettamente. Damon le sfilò velocemente la camicia, riprendendo a baciarle la pelle bianca e candida. April poggiò la testa sulla parete, chiudendo gli occhi e respirando con affanno, in preda al piacere. Proprio quando Damon stava per liberarsi dell'ultimo indumento intimo, pronto a sfogare i propri istinti primordiali, Stefan e Elena fecero il loro trionfante ingresso in casa.

- Oddio!-

esclamò April cercando di nascondere il proprio corpo nudo dietro quello di Damon.

Il vampiro voltò leggermente il capo, incontrando lo sguardo sconvolto di Elena.

- Ok, noi....andiamo fuori mentre voi cercate di ricomporvi.. -
disse Stefan evidentemente imbarazzato, afferrando la mano dell'amata.

- No!- esclamò la vampira infuriata.

- Questa è anche casa tua, Stefan. Non siamo noi quelli fuori luogo, sono loro!-

Recuperando la camicia dal pavimento, April si rivestì velocemente rifugiandosi in camera di Damon, completamente umiliata per quanto accaduto. Il vampiro roteò gli occhi irritato, rialzandosi la zip dei pantaloni neri.

- Ovviamente, non si può avere neanche un pò di privacy in questa casa...-
disse voltandosi ma evitando lo sguardo di Elena.

- Privacy? Se volevi un pò di privacy vi sareste dovuti chiudere in camera piuttosto che esibirvi all'ingresso! -
esclamò furiosamente la Gilbert.

Damon rise avanzando verso di lei.

- Non sarebbe servito a nulla, sai? Avresti sentito il cigolio del letto, le urla di April che esprimeva tutto il suo appagamento, e il mio ansimare mentre mi davo da fare per raggiungere le vette alte e inesplorate del piacere più intenso. -

Si fermò proprio dinanzi al suo viso e le sorrise maliziosamente.

- E poi avresti immaginato tutta la scena e magari, eccitata, avresti chiesto al mio caro fratellino di riservarti lo stesso trattamente, ovviamente senza riuscire ad ottenere il risultato desiderato, visto che lui non è... me. - aggiunse sogghignando.

La furia di Elena raggiunse il culmine. Cercò di schiafeggiarlo in pieno viso, ma Damon le bloccò la mano a mezz'aria, avvicinandosi pericolosamente a lei. Solo pochissi centimetri separavano le loro labbra. Stefan si mise in mezzo.

- Stai esagerando Damon. -
gli poggiò una mano sul petto, costringendolo ad indietreggiare e mollare la presa sulla mano di Elena.

- Allora dì alla tua ragazza di moderare il linguaggio in mia presenza.-
rispose tornando bruscamente serio e risalendo le scale.

Poi improvvisamente si fermò; e aggiunse:

- Oh, dimenticavo...insegnale anche a controllare le sue emozioni. Non mi picciono le scenate di gelosia.-

Riproponendo il solito sorrisetto sgradevole, Damon salì gli ultimi gradini e si avviò nella sua stanza.

- Ti detesto!!-
gli
 urlò dietro Elena, trattenuta dalle braccia di Stefan.

- Lascialo stare, dai. Lo sai com'è fatto. -

- Si ma quando si comporta così non riesco a tollerarlo...Ti giuro, vorrei prenderlo a schiaffi.-
disse ancora irritata.

- Ti danno fastidio le sue battute, o il fatto di averlo colto in fragrante con una tua amica? -

Elena lo guardò negli occhi turbata.

-Cosa? No...no, non è per quello.- disse poco convinta. - Vorrei solo che fosse più rispettoso nei nostri confronti, tutto quì...Voglio dire, lo sapeva benissimo che saremmo potuti tornare da un momento all'altro, avrebbe potuto evitare quest'imbarazzante situazione. -

Stefan sorrise ammiccando.

- Hai ragione. Facciamo così... - le cinse la vita con un braccio - Domani cercherò di parlargli, ok? Ma non ti prometto nulla...-

Elena gli sorrise ritrovando la serenità antecedente.

- Ok. Grazie... - 
si avvicinò a lui e lo baciò dolcemente sulle labbra.

- Vado a prepararti una bella tazza di A negativo, ti và?-
sussurrò fra le sue labbra.

- Altrochè, muoio di fame.-

Stefan rise per quella battuta totalmente fuori luogo.

- Ma come siamo spiritosi ultimamente.-
disse stringendole la mano per condurla in cucina.

- No, aspetta. Mi sento un pò sudicia dopo la lezione di stasera. Ti dispiace se vado un'attimo in camera a cambiarmi mentre tu prepari la nostra cena?-

- Nessun problema. - rispose lui con un'enorme sorriso.

Ricambiando dolcemente il suo sguardo, attraversò il lungo corridoio e salì al piano superiore, mentre Stefan si avviò in cucina. Raggiunta la stanza dell'amato, si sfilò la maglietta sporca rimanendo solo in intimo, frugando nell'armadio di Stefan alla ricerca di una camicia da indossare. Nel silenzio della stanza riuscì a sentire perfettamente i discorsi nella camera adiacente, quella di Damon.

- Oh, andiamo. E' stato solo un piccolo incidente di percorso. Come potevamo sapere che sarebbero rientrati in quel momento?-

- Beh, si, questo è vero. Ma Elena e una mia vecchia amica di lunga data e non voglio che mi veda più in quelle situazioni compromettenti. Perciò la prossima volta che vorrai fare sesso, ci daremo appuntamento altrove.-

Quelle furono le ultime parole, poi regnò il silenzio.

Elena stranamente incuriosita si avvicinò in punta di piedi alla camera di Damon, dimenticandosi completamente di rivestirsi. La porta era socchiusa ma la vampira riusciva perfettamente a percepire la presenza di qualcuno al suo interno. Sbirciando dalla piccola fessura, Elena vide il letto disfatto ma completamente vuoto. Divorata dalla curiosità decise di inoltrarsi all'interno, sempre facendo estremamente attenzione a non fare rumore. I vestiti di Damon erano sparsi sul pavimento e dal bagno si udiva il suono dell'acqua che urtava violentemente contro il vetro del box doccia. Probabilmente stavano sperimentando qualcosa d'insolito e erotico, a cui non aveva alcuna intenzione di assistere. Proprio quando stava ritornando in camera di Stefan, Elena sentì una voce alle sue spalle.

- Ah, sei tu. Che ci fai quì?-

Elena s'irrigidì immediatamente, maledicendosi per esseri lasciata trascinare in quella storia.

- Ho sbagliato stanza. - disse voltandosi con disinvoltura - Credevo fosse quell..OH MIO DIO!-

Esclamò spalancando occhi e bocca per ciò che che si ritrovò di fronte. Damon era completamente nudo e totalmente bagnato. Si era mostrato senza alcuna inibizione davanti a lei, sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori.

- Lo sò. Dicono tutti la stessa cosa ogni volta che mi vedono.-
disse ironicamente, vantandosi delle sue qualità.

Elena gli diede nuovamente le spalle, sconvolta da quella visione sublime. Stranamente si sentiva molto agitata. Sentiva il sangue pulsare freneticamente nelle vene, e le guancie completamente in fiamme. Non si era mai sentita così, almeno non prima di diventare vampira.



Spazio Autore.

Salve a tutti cari lettori, questa storia parte laddove era terminata la 3 stagione, ovvero con Elena ormai vampira.
Avevo in mente ormai da fin troppo tempo di scrivere una fan fiction Delena, quindi ho cercato di fare mente
locale e questo è stato il risultato. Ho deciso di saltare la noiosa situazione iniziale, in cui Elena è frustata per essere
diventata vampira e si lamenta continuamente perchè non vuole nutrirsi di sangue umano. La storia parte dal
presupposto che sia Damon che Stefan hanno cercato (in modi differenti) di aiutare Elena ad adeguarsi alla
sua nuova natura, e quindi a nutrirsi di sangue per sopravvivere. Solo che inizialmente lei ha scelto il metodo
di caccia di Stefan, liquidando nuovamente Damon. Quindi quest'ultimo decide di trovarsi una nuova distrazione
per cercare di dimenticare per sempre quell'amore impossibile. Solo che, come avete notato, le cose non sono andate
esattamente come sperava. Che altro aggiungere? Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto e che deciderete di
seguire questo racconto. Alla prossima.
Francy.

 

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Capitolo 2
*** wild attraction ***


Wild attraction.



Damon le osservò la schiena bianca e scoperta, priva di qualsia indumento, eccetto il reggiseno di pizzo nero.

- Perché sei venuta nella mia stanza nuda? Cos'e, hai preso in considerazione la mia proposta? Devi imparare a non prendermi troppo seriamente, sai?-
disse ironicamente avvicinandosi al profilo della vampira.

Elena cercò di coprirsi il petto nascondendolo con un braccio.

- Ti ho già detto che mi sono confusa, ho sbagliato stanza...tolgo il disturbo. -

Cercò nuovamente di fuggire da quei sentimenti prepotenti che erano riaffiorati, che le offuscava la mente impedendole di ragionare razionalmente, ma Damon la blocco immediatamente mettendo una mano sulla porta, imprigionandola fra l'uscita e il suo corpo completamente nudo. Elena sentiva il respiro di Damon sul suo collo, e il contatto freddo delle gocce d'acqua che ricadevano sulle sue spalle, stemperando la temperatura elevata che si era stabilita fra di loro.

- Perché sei quì, Elena?-
le sussurrò nuovamente con voce calda e s
ensuale.

Elena si sentì letteralmente soffocare, se mai fosse possibile, nonostante non fosse più umana.

- Ti prego Damon! Lasciami andare-
rispose flebilmente in preda all'eccitazione.

Damon riuscì a percepire l'ondata di calore sprigionata dall'anima di Elena. Sapeva che era in balia di quei sentimente che per troppo tempo aveva cercato di negare anche a sé stessa.

- Prima dimmi la verità...lo sò che stai mentendo.-
le sussurrò nuovamente, stavolta accostando le labbra al suo orecchio.

- Lo sento dal tuo respiro, costante e affannato, e dal tuo corpo, rigido e teso.-

Le sfiorò un fianco con l'indice, facendola sussultare.

- A meno che questa tensione, non sia dovuto ad altro-
aggiunse poi sorridendo compiaciuto.

Elena strinse il suo corpo fino al limite del possibile, contro la porta, cercando di mantenere le distanze da lui. Ma era bloccata e non aveva alcuna via di fuga. Poteva appellarsi solo alla sua clemenza.

- Damon, ti prego. Stefan mi sta aspettando di sotto. 
Se non mi vede arrivare potrebbe salire per controllare che fine abbia fatto.-

- E questo sarebbe un male, no? Scoprirci nudi nella mia stanza potrebbe compromettere il vostro rapporto.-
disse divertito. 

- E anche il vostro!-
esclamò la vampira ritrovando la forza per reagire.

Si voltò verso di lui cercando di mantenere lo sguardo serio fisso sul suo viso e un'atteggiamento dignitoso.

- Vuoi davvero rovinare il vostro legame per questa stupida storia?-

- Voglio solo sapere perché ti sei intrufolata nella mia stanza, vuoi dirmelo per favore?-
rispose tornando serio.

- Ok, va bene te lo dico!! Perché avevo il timore che tu avessi ucciso April. Vi ho sentiti litigare e poi improvvisamente è tornato il silenzio. Così sono venuta a controllare cosa fosse succeso, ed è chiaro che eravate impegnati in altro per questo avete smesso di discutere.-
aggiunse tutto d'un fiato, quasi liberandosi di un peso.

Damon la fissò intensamente negli occhi per qualche istante.

- Tu credi che io e April stessimo facendo sesso sotto la doccia?-
chiese lui più esplicitamente.

- Se non è così allora lei dov'è?-

- Se n'è semplicemente andata.-
rispose lui immediatamente.

-Oh!- esclamò Elena quasi sollevata. Poi si rettificò.
-Oh, io mi sono sbagliata. Mi dispiace...-

- Sai, non sò se offendermi perché tu abbia pensato che io l'avessi uccisa, o se compiacermi per la tua esultanza nel comprendere che non stavamo facendo nulla.-

- Beh, mentre tu ci rifletti io direi che è meglio che tu mi lasci andare. Così posso raggiungere Stefan.-

Damon abbassò lo sguardo sul suo petto incastonato in un minuscolo e attillato reggiseno, desiderando ardentemente di poterlo sfiorare. Elena cercò di divincolarsi dalle sue braccia ma lui sembrava irremovibili. Le sue braccia erano tese e rigide, le impedivano qualsiasi movimento. Il suo sguardo ricadde inevitabilmente verso il basso, arrossendo per ciò che aveva notato. Damon sorrise alzandole il mento.

- Se fossimo stati soli oggi, avrei continuato a istigarti fino a farti cedere in preda al desiderio, ma dato che non lo siamo...-
indietreggiò liberandola finalmente da quella tortura psicologica. 
- sono costretto a lasciarti andare. A meno che tu non voglia sperimentare le tue fantasie erotiche sotto la doccia insieme a me!-

Elena lo fulminò con lo sguardo.

- Neanche se fossi l'ultimo essere vivente sul cuore della terra!-
esclamò duramente prima di voltarsi e fuggire dalla sua camera.

Damon sorrise appagato, per aver avuto la conferma di ciò che Elena sentiva. Era gelosa, e sopratutto non riusciva a mantenere le distanze fra loro. Prima o poi si sarebbe lasciata andare e avrebbe ammesso che erano loro, quelli destinati a stare insieme per sempre. Fino ad allora avrebbe continuato a frequentare April senza considerare ciò che gli altri avrebberero detto a riguardo.

Contento si diresse nuovamente fischiettando in bagno, per riprendere la doccia rilassante laddove era stata interrotta.


Spazio Autore.

Allora, prima di tutto ci tengo a ringraziare tutti coloro che hanno commentato e aggiunto questa storia fra le
seguite/preferite. Grazie, grazie e grazie di cuore. Sono lieta che vi sia piaciuta. Riguardo a questo capitolo: beh,
siamo solo all'inizio, e non sono scesa molto nei dettagli nel descrivere la tensione fisica che si annida fra questi due
piccioncini, anche se spero di esserne riuscita a trasmetterne almeno un pò, ma posso assicurarvi che se e
sopratutto QUANDO Elena deciderà di lasciarsi andare con Damon, allora cercherò di descrivere tutto più
accuratamente, senza tralasciare alcun dettaglio ;). Da questo capitolo inoltre si può anche dedurre che Elena si
sente attratta da Damon, ma è dovuto solo a una questione fisica o hai ricordi che le sono riaffiorati sul passato?
Nel prossimo capitolo ci sarà ancora più carne sul fuoco, vi consiglio di non perderlo.
Alla prossima.
Francy.

 

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Capitolo 3
*** i can't shake him ***


I can't shake him.



Dopo aver ingerito un'abbondamente quantità di sangue necessario ad attenuare la fame, Stefan e Elena si ritirarono nella stanza del giovane Salvatore, per scambiarsi tenere effusioni. I baci però divennero sempre più caldi e coinvolgenti, ed Elena sentì la necessità di andare ben oltre. Baciandolo con foga lo fece indietreggiare obbligandolo a distendersi sul letto alle loro spalle. Stefan le cinse i fianchi con le mani, quando la ragazza avanzò verso di lui sbottonandogli la camicia e baciandogli l'addome muscoloso. Stefan ansimò, inclinando indietro il capo e accarezzando la testa dell'amata. Elena improvvisamente alzò il busto sfilandosi rapidamente la maglietta e liberandosi del reggiseno. Stefan la osservò incantato, prima di riprendere il controllo e gettarla sul letto capovolgendo la situazione. Con foga le strappò i jeans, mentre Elena armeggiava con la cintura di Stefan per liberarlo dagli ultimi indumenti superflui. Pochi secondi dopo, i loro corpi entrarono in contatto, frementi per il desiderio e la voglia repressa da mesi. Stefan cominciò a muoversi lentamente dentro di lei, impartendo colpi lenti e ben mirati a donare piacere all'amata. Ma Elena non riusciva a provare nulla. Per diversi secondi rimase in attesa, mentre Stefan continuava a muoversi sempre più rapidamente su di lei, nella speranza di riuscire a compiacere la propria donna. Era la prima volta che aveva un rapporto fisico con Stefan da quando erano tornati insieme, e sopratutto era la sua prima volta da vampira. Probabilmente le sue aspettative erano molto più elevate del dovuto, o forse era l'ansia da prestazione, ma il piacere tardava ad arrivare. E mentre Stefan sembrava quasi giunto al culmine, Elena cercò di vagare con la mente, nel disperato tentativo di appagare i propri sensi. Chiuse gli occhi, e una sagoma prese lentamente forma nella sua mente, assumendo le sembianze di un uomo, le sembianze di Damon. Immaginava fosse lui ad accarezzarle i capelli, a baciarle dolcemente le labbra e a guardarla intensamente negli occhi, mentre con foga muoveva il bacino contro il suo, aiutandola a scoprire le nuove sorprendi sensazione dell'essere vampira. Elena strinse con foga le gambe intorno al bacino di Stefan, e affondò le unghie nella sua schiena non appena una scarica eletrrica cominciò a diramarsi dal basso ventre raggiungendo ogni cellula del suo corpo, facendola sussultare in preda a spasmi, mentre la stanza si riempì di gemiti simultanei e rumorosi. Anche Stefan aveva raggiunto l'apice del piacere, ed esausto, si accasciò sul corpo di Elena, ancora scosso da piccole vibrazioni. La vampira sorrise appagata, mentre cercava di inalare l'aria sufficente a stabilizzare il respiro.

"Damon" pensò, infilando la mano fra i capelli del giovane ancora disteso su di lei.

Quando Stefan si voltò a guardarla negli occhi Elena sembrò risvegliarsi dal lungo torpore, cambiando rapidamente espressione.

- Che c'è? - chiese subito Stefan preoccupato. - Io non.....non sono stato...all'altezza? -

Elena cercò di rirprendersi, e gli sorrise scuotendo la testa.

- No...sei stato perfetto. -

- Davvero? -

Elena ammiccò e Stefan la strinse fra le sue braccia felice, carezzandole la pelle nuda.

La neo vampira abbassò prontamente lo sguardo. Turbata per quanto accaduto. Era risucita a raggiungere il piacere, soltando immaginando che fosse Damon a cercare di donarglielo, non Stefan. Com'era potuto accadere una cosa simile? Forse tutti i ricordi affiorati e le nuove emozioni contrastanti, le avevano offuscato la mente portandola a pensare a lui, o forse, semplicemente, desiderava davvero consumare un rapporto con Damon.

"Che diavolo ti viene in mente!" pensò, quasi rimproverando se stessa per aver anche solo osato prendere in considerazione tale opzione. 

Mentre si torturava cercando di trovare una spiegazione plausibile a tale fenomeno, Stefan si era addormentato accanto a lei, esausto per l'estenuante giornata. Scivolando lentamente dalle sue braccia, Elena si alzò dal letto frugando nella tasca dei jeans sul pavimento, recuperando il cellulare. Poi sìinfilò la camicia di Stefan e uscì dalla stanza il più silenziosamente possibile. Aveva assolutamente bisogno di parlarne con qualcuno, e Caroline era l'unica che avrebbe potuto capirla. Scese in salotto, per evitare che Stefan potesse sentire, e compose il numero dell'amica. Purtroppo il telefono era spento, ed era partita la segreteria telefonica. Normalmente avrebbe atteso il giorno seguente per riprovare a contattarla, ma quella situazione, richiedeva un'attenzione particolare, così decise di lasciarle un messaggio in segreteria.

"Ciao, sono Caroline. Se sentite questo messaggio probabilmente sono impegnata e non posso rispondervi, perciò lasciate un messaggio dopo il beep...BEEP!"

- Caroline, sono Elena. Ti prego, quando senti questo messaggio richiamami immediatamente. E' importante. Si tratta di Damon. -

Ancora turbata per quanto accaduto, chiuse la chiamata appoggiandosi esausta contro la parete di fronte.

- Si tratta di me? Perchè non ne parliamo, allora? - disse Damon, comodamente seduto sulla poltrona.

Elena si voltò terrorizzata. Adesso era davvero nei guai.



Spazio Autore.

Eccoci al 3 capitolo! Scusate immensamente per il ritardo, ma ultimamente ho pochissimo tempo a disposizione
per dedicarmi ai miei passatempi preferiti. Allora, premetto che ho cercato di essere il più evasiva possibile nel
descrivere il rapporto fisico fra Stefan e Elena per non turbare nessuno, visto anche il rating giallo. Quindi
spero che non l'abbiate trovato troppo volgare. Poi lo sò, vi starete tutti chiedendo: ma questa non è una storia
Delena? Cosa c'entra Stefan? Serve ai fini di trama. Infatti, come avete ben notato, mentre Elena si dava da fare
con Stefan, solo pensando a Damon è riuscita a soddisfare i propri piaceri fisici. Il perchè di questo avvenimento
verrà spiegato nel capitolo successivo, dalla diretta interessata. Infatti scopriremo di più sui suoi sentimenti e
sull'impatto che hanno avuto su di lei i ricordi dei momenti più salienti con Damon che le aveva fatto dimenticare
Chissà se Elena riuscirà a reggere tutte queste emozioni... ;)
Alla prossima.
Francy.

 

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Capitolo 4
*** i remeber ***


I remember.



Cercando di mantenere il controllo della situazione, Elena inspirò profondamente fingendosi sollevata.

- Mi hai spaventata! -

esclamò poggiando una mano sul petto, all'altezza del cuore.

- Che modi sono questi! Non ti hanno mai detto che è maleducazione origliare? -

- Senti chi parla. -

rispose lui sfoggiando un delizioso e accattivante sorriso.

- Non eri tu quella che ha "accidentalmente" ascoltato una conversazione privata fra me e la mia attuale ragazza? -

- Io... -

Damon aveva la straordinaria capacità di lasciarla senza parole. E questo la irritava ancora di più.

- Non l'ho di certo fatto apposta, mi trovavo lì per caso e... -

improvvisamente aggrottò le sopracciglia, scuotendo la testa.

- E poi cos'è questa storia della nuova ragazza? April è una mia carissima amica, Damon. Fra voi due non può esserci nulla, intesi? -

- Calma, calma. Si può sapere perchè ti stai scaldando tanto? Infondo sono libero di frequentare chi voglio, non devo di certo chiedere il permesso a te. -

disse girandole attorno con aria divertita.

- Infatti non intendevo questo. Puoi frequentare tutte le ragazze che vuoi, a me non me ne importa nulla, solo che....-

- QUINDI - 

la voce prepotente e possente di Damon offuscò completamente la sua.

- Visto che non t'importa niente di me, com'è che il tuo argomento principale sono sempre io? Insomma,- continuò indicandole il cellulare che teneva fra le mani - hai pronunciato esplicitamente il mio nome. -

- Il tuo nome? Ti sbagli, non ti ho proprio menzionato. -

disse orgogliosamente, fissando un punto indefinito del soffitto.

Il sorriso sornione di Damon prese nuovamente forma sul suo viso.

- Oh, ma davvero? Eppure in 150 anni non ho mai avuto problemi d'udito. -

- Che vuoi farci, il tempo passa per tutti. -

rispose sarcasticamente, continuando ad evitare il suo sguardo.

Damon si fermò proprio dinanzi a lei, impedendole di rivolgere altrove il suo sguardio.

- Può darsi, ma sono più che certo che sia tu quella a mentire. Come sempre del resto. -

- Io non mento mai! -

esclamò fissandolo intensamente negli occhi.

Quando era con Damon, una parte più competitiva di se stessa prendeva il sopravvento. Una parte di cui ignorava completamente l'esistenza e che, da vampira, era emersa con maggiore evidenza.

- Lo sappiamo entrambi che non è così. -

rispose lui cessando la disputa con un gesto estremamente dolce e inaspettato.

Le scostò con le dita un ciuffo di capelli dal viso, spostandolo con particolare delicatezza dietro l'orecchio.

- Ma non posso continuare ad espormi sempre io se dall'altro lato nessuno prova a tendermi la mano. -

le sussurrò poi accarezzandole il viso.

Per un'istante, fissando i suoi incredibili occhi azzurri, ad Elena sembrò di rivivere un momento passato, quando Damon le aveva dichiarato i suoi sentimenti, per poi obbligarla a dimenticare tutto. Adesso ricordava perfettamente ogni singola parola pronunciata, ogni singolo sussulto, ogni singolo battito cardiaco. Ricordava il timore iniziale, quando, avanzo verso di lei, le aveva mostrato il ciondolo che credeva smarrito. Ricordava la dolcezza con cui aveva suggellato quelle dichiarazioni con un bacio sulla fronte. E poi ricordava quella singola lacrima che solcava il suo viso, simbolo dell'immenso dolore con cui la congedava, obbligandola a dimenticare tutto e a proseguire con la sua vita. Il suo era stato un gesto di puro altruismo. L'aveva resa libera di vivere la sua storia con Stefan, nonostante l'amore incondizionato che nutriva per lei.

- Damon... -

sussurrò tornando drasticamente alla realtà.

- Io....ricordo. -

- Cosa? -

rispose lui spiazzato, aggrottando la fronte.

- Ricordo quello che mi hai detto... - riprese lei - Perchè, perchè l'hai fatto? -

- Fatto cosa? Non capisco a che ti riferisci. -

Elena improvvisamente lo spinse con rabbia, urlandogli contro tutto il suo disappunto.

- Perchè mi hai obbligata a dimenticare! Non avevi nessun diritto di scegliere al posto mio. Tu lo fai sempre, mi impedisci di scegliere, non rispetti le mie decisioni. -

Dopo quelle parole, in Damon prevalsero la rabbia e il risentimento che da tempo cercava di domare.

- Io non ti rispetto? IO NON TI RISPETTO? Hai ragione, Elena. Avrei dovuto rispettarti lasciandoti prendere decisioni sconsiderate. Avrei dovuto lasciarti morire tutte le volte che i tuoi piani si sono rivelati dei veri e propri fallimenti. Avrei dovuto lasciare che Klaus ti dissanguasse, che Stefan ti gettasse giù dal ponte, che Rebekah ti strappasse il cuore, che Kol ti spezzasse la spina dorsale, che Esther ti sacrificasse per decimare tutta la stirpa vampiresca. Avrei dovuto lasciare che tutti i tuoi piani suicidi andassero in porto così da ritrovarti rinchiusa in una bara e sepolta sotto strati di terra. -

- Si avresti dovuto! E' tutta colpa tua se adesso sono un vampiro. Se adesso non ho una vita normale, se non potrò sposarmi, avere dei figli e dei nipoti. -

- IO? - gli urlò in faccia. - IO? NO, è solo colpa TUA. Tua e di quello stupido di mio fratello che ha preferito lasciarti annegare piuttosto che farsi odiare da te esattamente come adesso stai odiando me. -

Damon era davvero infuriato per tutto l'odio che Elena gli aveva riversato contro. Per mesi, si era sempre preoccupato di proteggerla, difenderla, consolarla e aiutarla, ma lei non aveva mai preso in considerazione i suoi sentimenti, calpestandoli e ferendoli senza alcun ritegno.

- Sai cos'altro c'è? - riprese con calma apparente. - Sarei dovuto andarmene molto tempo prima. -

Sgaggiando quella bomba, si voltò uscendo di casa e sbattendo forte la porta.

Elena rimase immobile, in piedi, stringendo fra le mani il cellulare. Non voleva. Non aveva alcuna intenzione di ferirlo accusandolo di qualcosa di cui non aveva colpa. Non pensava realmente ciò che aveva detto. Si era comportata come una stupida, accecata dall'orgoglio e sconvolta dai ricordi. Quei dolcissimi ricordi che avevano avuto un'impatto devastanate sui suoi sentimenti. Sapeva perfettamente che nel suo profondo, nutriva qualcosa di forte e sincero per Damon. Un sentimento che andava ben oltre la semplice amicizia. Ma non voleva ammetterlo. Non voleva confrontarsi con se stessa e riconoscere che forse quei sentimenti che cercava insistentemente di negare e contrastare, erano veri reali e tangibili. Esattamente come quelli che provava per Stefan...o forse anche di più.

"Cosa devo fare..."

pensò accasciandosi sul divano e nascondendo il viso fra le mani.

"Perchè è tutto così complicato... Vorrei tanto che mia madre fosse quì ad aiutarmi."

Asciugandosi meticolosamente le lacrime, tornò al piano superiore, sdraiandosi sul letto accanto a Stefan. Lo osservò per diversi minuti, prima di abbandonarsi fra le sua braccia. Aveva bisogno delle sue dolci rassicurazioni, del forte senso di protezione che sentiva quando era al suo fianco. Stefan era il suo porto sicuro, la sua ancora di salvezza quando il resto del mondo diventava un peso troppo opprimente da sopportare. Con lui sarebbe stata sempre al sicuro. Ma allora perchè continuava a pensare a Damon?


Spazio Autore.

Ancora una volta mi scuso per l'immenso ritardo. Purtroppo è un periodo piuttosto strano questo, sono costantemente
occupata e non trovo mai tempo per scrivere. Oggi per fortuna sono riuscita a ritagliarmi uno spazio libero per completare
questo capitolo. Allora, il rapporto fra Damon e Elena prosegue sempre fra alti e bassi, pieni di momenti apparentemente
dolci ma anche di litigate pesanti. Elena come sempre cerca di negare ciò che prova, e sappiamo tutti che quando i suoi
sentimenti per Damon cominciano ad emergere, lei rovina tutto dicendo qualcosa di stupido e insensato. Ovviamente i ricordi
dei momenti che Damon le aveva fatto dimenticare, l'hanno sconvolta e colpita nel profondo e la porteranno a porsi domande
sempre più insistenti sui suoi reali sentimenti. Damon però si sente offeso dalle parole utilizzate dalla donna che ama, che l'ha
accusato di essere la causa di tutte le sue disgrazie. Deciderà davvero di abbandonare Mystic Fall's? Ed Elena come si comporterà?
Vi ringrazio ancora di cuore per tutti i complimenti positivi.
Alla prossima.
Francy.

 

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Capitolo 5
*** he got under my skin. ***


He got under my skin.



Elena aprì lentamente gli occhi, e dopo averli strofinati per bene con le dita, si stiracchiò per risvegliare ogni muscolo sopito. Dalla finestra laterale, filtrarono i primi raggi del sole, illuminando l'intera stanza e irritando le pupille sensibili della neo vampira. L'anello che le aveva preocurato Stefan le consentiva di esporsi al sole senza prendere fuoco, ma di certo non impediva ai raggi solari di svolgere la loro azione odierna, illuminando l'intero esmisfero. Richiuse per qualche secondo le palpebre, ancora assuefatta dalla luce accecante, e si rilassò affinando l'udito. Riuscì perfettamente ad udire il fruscio di un leggero vento primaverile, che scuoteva le foglie sui rami degli alberi. Il cinguettio degli uccelli nel nido, che attendevano con ansia il ritorno della madre con il pasto mattutino. E poi una voce femminile, proveniente dal piano inferiore. Elena corrucciò la fronte perplessa. Cercò di concentrarsi solo su quel suono stridulo e possente, isolandosi dal resto del mondo.
 
- Sei proprio sicuro di quello che dici, Stefan? -
 
Stefan.
 
Elena spalancò immediatamente gli occhi voltando il capo verso la sua sinistra. Il letto era ancora disfatto e le lenzuola stropicciate. Tastò la federa con la mano ed era ancora tiepida. Doveva essersi alzato da poco, ma la cosa strana è che non l'aveva risvegliata amorevolmente come di consueto. Senza indugio, Elena scostò i capelli dietro l'orecchio e si concentrò nuovamente sulla voce.
 
- Pensi che sia in grado di trovarsi del nutrimento da sola? Io penso che abbia ancora bisogno di qualche lezione extra. -
 
- Dobbiamo darle una possibilità. Ormai è da un bel pò di tempo che caccia insieme a noi. Non credo che senta ancora la necessità di nutrirsi di sangue umano. -
 
- Non lo escluderei. Dopotutto neanche io riesco ancora perfettamente a controllare la mia natura da predatore. Penso che abbia bisogno di più tempo. E' ancora spaesata, confusa....E se devo essere del tutto sincero, sono un pò preoccupato er lei. Stanotte si lamentava durante il sonno. Sussurrava qualcosa, ma non sono riuscito a capire cosa dicesse...A te ha per caso confidato qualcosa? -
 
- No, assolutamente no. Io penso che la ragione del suo comportamento sia da attribuire allo stress fisico ed emotivo a cui è sottoposta. Non c'è da preoccuparsi, stai tranquillo...è una reazione del tutto normale. -
 
- Già, lo spero... -
 
Elena si alzò istintivamente, mettendosi a sedere sul letto. Aveva riconosciuto la proprietaria della voce...era Caroline. La sua migliore amica si era preoccupata di proteggerla o forse semplicemente non aveva ancora ascoltato il messaggio in segreteria in cui la incitava a farsi viva il prima possibile perchè aveva bisogno di parlare di....Damon.
 
Damon.
 
Ora tutti i tasselli erano al loro posto. Aveva quasi dimenticato la sfuriata della sera precedente, e l'animato dibattito con Damon. La tristezza con cui era ritornata in camera e la disperazione con cui si era addormentata pensando a lui. Forse era proprio per questo motivo che si era lamentata durante il sonno. Era dovuto al dispiacere con cui si era conclusa la loro lite.
 
'Sarei dovuto andramene molto tempo prima.' 
 
Erano state le sue ultime parole.
 
Che avesse davvero intenzione di partire? 
 
No, non poteva, non doveva. Non per quelle stupide cose che aveva detto e che non avevano alcun significato. Preoccupata, Elena scese dal letto infilandosi la vestaglia di seta e raggiungendo i ragazzi in cucina.
 
- Elena! - esclamò Caroline correndole incontro e abbracciando l'amica. - Buongiorno, come ti senti oggi dormigliona? - 
 
- Bene, grazie. - rispose la brunetta dispensando sorrisi forzati.  - Di che parlavate? -
 
- Di sciocchezze. - disse Stefan avvicinandosi e baciandola teneramente sulle labbra. - Non hai un bell'aspetto oggi, sei proprio sicura di stare bene? - riprese osservandola preoccupato.
 
Elena ammiccò cingendogli le spalle con le mani e poggiando la testa sulla sua spalla.
 
- Si, certo. Ho solo un leggero languorino. -
 
- Oh, perfetto. - intervenne Caroline - Perchè non vai a prepararti così andiamo a fare colazione? -
 
Elena voltò il viso verso di lei, mantenendo la stessa posizione. Poi le sorrise cordialmente, allontanandosi dall'abbraccio dolce e protettivo del suo innamorato.
 
- E va bene. Vado a sistemarmi. - disse con poco entusiasmo. - Ma tu mi farai compagnia. -
 
Le afferrò la mano strattonandola con forza.
 
- Emh...ok. Ma sappi che non sono incline a certe tendenze sessuali. A me piacicono gli uomini, sia chiaro. -
 
rispose ironicamente la bionda vampira mentre veniva trascinata al piano superiore.
 
Stefan le osservò sorridendo, poi raggiunse l'ingresso poggiando un braccio sul poggiamano di legno della scalinata.
 
- Io vado avanti. Quando siete pronte raggiungetemi nei boschi, ma non fatemi attendere troppo, siate clementi. - 
 
E un sonoro 'siii' lo accompagnò durante l'uscita dal pensionato.
 
***
 
Al piano superiore Elena rovistava fra la sua roba per trovare qualcosa di adeguato da indossare, mentre Caroline si guardava intorno incuriosita.
 
- E' la prima volta che vedo la camera di Stefan. Devo dire che è molto spaziosa. - disse la vampira gettandosi di peso sul letto. - Allora, devi raccontarmi qualcosa? - aggiunse con un sorrisino malizioso stampato sul volto.
 
- A che ti riferisci? - chiese Elena pensando si trattasse della questione Damon.
 
- Ma al sesso, ovviamente. Su, su...voglio sapere tutti i dettagli. Com'è stata la vostra prima notte d'amore? -
 
Elena abbassò prontamente lo sguardo dentro la capiente borsa contenente gli abiti da ricambio.
 
- Bene. E' stata...perfetta. -
 
- Oh, si. L'ho notato. -

aggiunse Caroline con un tocco d'ironica.

- Ma guardati! Sprizzi gioia da tutti i pori... -

Elena roteo gli occhi irritata.

- Cosa vuoi che ti dica, Caroline? E' stato magnifico, l'abbiamo fatto e rifatto in tutte le posizioni fino allo sfinimento. La prossima volta proverò a cronometrarlo così ti faccio sapere quanto tempo abbiamo impiegato, umh? -

- Scusami Elena, non volevo di certo mancarti di rispetto o sembrare invadente. E' solo che credevo fosse stato più entusiasmante per te, che le tue sensazioni fossero state più amplificate, che fosse stata un'esperienza unica e sconvolgente di cui avresti voluto parlare... -

- Ma lo è stata. - disse Elena cercando quasi di convincere se stessa.

Caroline inarcò un sopracciglio guardandola con uno sguardo da inquisitrice.

- Elena, io ti conosco da tanto tempo ormai, e sono più che sicura che stai nascondendo qualcosa. Oh, avanti! Sono la tua migliore amica. Puoi fidarti di me, giuro solennemente di non aprire bocca con nessuno. -

Con estremo gesto teatrale, la bionda vampira posizionò la mano destra sul petto, all'altezza del cuore. Elena sorrise, poi si arrese all'evidenza.

- Beh, ieri ti avevo lasciato un messaggio in segreteria, non l'hai sentito? -

- No, veramente no. Cosa diceva? -

- Avevo bisogno di parlarti di......di Damon...-

Caroline si alzò istintivamente, mettendosi a sedere sul letto.

- Che è successo, che ha combinato questa volta? -

- Lui niente...sono stata io... -

- Che intendi dire, Elena? -

chiese l'amica perplessa.

- Intendo dire che... - cominciò a camminare nervosamente avanti e indietro per tutta la stanza - Intendo dire che non faccio altro che pensare a lui. Continuamente, anche nei momenti più...intimi. -

disse scrutandola attentamente, in attesa di rilevare una sua reazione. Caroline la osservò per alcuni secondi aggrottando le sopracciglia, poi spalancò occhi e bocca quando comprese.

- Oh mio Dio, Elena! Tu mi stai dicendo che mentre eri a letto con Stefan, pensavi a suo fratello? -

- Non proprio durante tutto il rapporto...Solo nel momento più...importante - diceva con titubanza, cercando di trovare le parole più appropriate - quando volevo...beh, hai capito quello che voglio dire no? -

- In realtà sono un pò stordita da queste ultime parole. -

- Dai Caroline, sono seria! E' una cosa grave! - sbuffò tirandosi nervosamente indietro i capelli con una mano.

- Si, si lo capisco. Dai siediti un attimo, prova a rilassarti e a raccontarmi tutto con calma. -

Caroline le allungò una mano, sorridendole affettuosamente. Elena la strinse lasciandosi guidare sul letto e prendendo posto accanto a lei.

- Io non sò come sia potuto succedere Caroline. Mi sentivo tesa, e per quanto Stefan cercasse di afre del suo meglio, non riuscivo a lasciarmi andare, a provare qualcosa... -

- E quando hai immaginato fosse Damon, invece? - chiese Caroline con voce calma e rassicurante.

- E' come se fosse esploso qualcosa dentro di me. Mi sentivo...carica di tensione, eccitata. Fino al punto in cui la sensazione è divenuta più vivida e forte facendomi letteralmente sussultare in preda al piacere...-

Caroline la osservò turbata.

- Ok questo è un grosso problema. -

- Si lo è- riprese Elena - anche perchè non è finita quì! -

- C'è dell'altro? -

chiese la vampira sconvolta.

Elena ammiccò osservando le assi del pavimento, quasi in imbarazzo per tutta la situazione venutasi a creare.

- Ieri abbiamo litigato pesantemente. E' stata colpa mia però, perchè ho detto cose che non pensavo veramente e che lo hanno ferito profondamente. Così prima di uscire mi ha urlato contro che varebbe abbandonato la città. - 

- Oh, santo cielo! Che liberazione. - esclamò istintivamente Caroline prima di essere fulminata dallo sguardo di Elena. - Voglio dire, probabilmente questo sarà un bene per te. Così se non hai modo di vederlo non avrai neanche modo di pensarlo. E poi, onestamente Elena. Sai come la penso a riguardo. Secondo me tu e Stefan siete anime gemelle unite dal destino. -

- Si, Caroline lo sò, ma non volevo un tuo parere sulle mie relazioni, bensì solo un consiglio su come comportarmi perchè mi sembra di impazzire in quest'ultimo periodo. -  disse massanggiandosi energicamente le tempie con le dita.

- Ehy, lo sai che sono dalla tua parte...sempre e comunque. - rispose con dolcezza l'amica cingendole la spalla con una mano.

Elena le sorrise guardandola negli occhi. 

- Grazie. -

- Figurati, a che servono le amiche altrimenti.- alzandosi improvvisamente dal letto, rovistò nel borsone di Elena, individuando un top adeguato che avrebbe potuto indossare. - Bene, adesso però vestiti e usciamo. Sei debole e hai proprio bisogno di nutrirti. E poi non vorrai fare aspettare Stefan tutto quetso tempo, vero? - le sventolò il top nerò davanti con un'enorme sorriso stampato sul volto.

Elena ammicò, accettando la proposta. Si chiuse in bagno, sfilandosi la vestagia e vestendosi velocemente. Abbinò al top un paio di jeans aderenti al punto giusto, e delle sneakers comode ed eleganti. Quandò ritornò nella stanza fece una lenta piroetta, sorridendo. - Allora, che te ne pare? -

- Sei perfetta direi. -

- Ma grazie, reginetta di Mystic Fall's. - aggiunse la neo vampira prendo l'amica sottobraccio. - Adesso possiamo anche anda... -

Non fece in tempo a finire la frase che dei rumori all'ingresso richiamarono la loro attenzione. 

- Dev'essere Stefan! - esclamò Caroline mordendosi il labbro inferiore preoccupata. - Sarà arrabbiato con noi, l'abbiamo lasciato attendere per più di mezz'ora. -

Percosero entrambe velocemente il lungo corridoio che le separavano dal piano inferiore.

- Hai tutto il diritto di essere adirato, Stefan. Ma la colpa è tutta della signorina quì presente che era indecisa su come agghindarsi per.... -

voltato l'angolo che occultava la visione dell'ingresso, le due vampire si resero conto di aver sbagliato persona.

Damon era appena ritornato dopo la nottata trascorsa fuori casa, e a giudicare dall'aspetto, aveva avuto una serata piuttosto movimentata.

- Toh, guarda chi si vede. Colui che avrà aggreditò delle povere donne indifese solo per dar libero sfogo alle proprie frustrazioni!! -

esclamò acidamente la bionda vampira, che da sempre provava rancore nei suoi riguardi.

Elena rimase immobile, quasi terrorizzata dal tirmore. Si limitava ad osservarlo mentre goffamente cercava di raggiungere le scale con un'andatura cadente. Doveva aver bevuto tutta la notte per sopprimere il dispiacere, e probabilmente aveva scatenato una lite furibonda, viste le condizioni in cui si trovava. La camicia era strappata su vari punti, i capelli, solitamente sempre in ordine e ben curati, erano scomposti e arruffati, e sul viso emergevano i segni evidenti di uno scontro fisico. Piccole chiazze di sangue coagulato s'intravedevano sulle guance e sul labbro inferiore. Il vampiro si fece strada in mezzo a loro senza prestare alcuna attenzione alla provocazione di Caroline, sostendosi con una mano sulla parete. Elena e Craoline lo seguirono con lo sguardò fino a quando raggiunse il piano superiore e scomparse rifugiandosi nella propria stanza.

- Che razza di maleducato! Non ci ha degnate neanche di uno sguardo. E poi hai visto come era ridotto? -

Elena era pietrificata. Fissava il vuoto senza un'apparente ragione, stritolandole il braccio con la mano.

- Elena ti senti bene? -

- Io...io devo parlare con lui, Caroline. Devo scusarmi e sopratutto assicurarmi che non abbia ferite gravi. -

- Ma... Elena, e Stefan? Cosa gli dico? - le urlò dietro mentre Elena saliva velocemente gli ultimi gradini, senza ottenere alcuna risposta.

Caroline scosse la testa sospirando. Cosa le passava per la testa? Non riusciva mai completamente a decifrare i sentimenti di Elena. Era abbastanza evidente che Damon aveva assunto un ruolo di rilievo per lei nell'ultimo periodo, il problema era che non riusciva a esporsi completamente, a mettersi in gioco dichiarando apertamente ciò che provava. Ma forse questa sarebbe stata l'occasione giusta. Non voleva lasciarla da sola con quel mascalzone di Damon, voleva essere presente per intervenire nel caso ne avesse bisogno, ma non poteva. Stefan li stava aspettando e se non li avrebbe visti arrivare sarebbe tornato in casa magari scoprendoli in atteggiamenti compromettenti, ci sarebbe stata l'ennesima lite furibonda e un'ulteriore squarcio nel rapporto appena ricostruito dei fratelli Salvatore, per non parlare dello sconvolgimento emotivo di Elena, le cui condizioni erano già abbastanza delicate. Sbuffando nervosamente si avviò nei boschi cercando di accampare una scusa plausibile all'assenza di Elena, nell'attesa che i due "amanti" chiarissero definitivamente le loro divergenze.

Spazio Autore.

Allora questa volta sono imperdonabile perchè il capitolo l'avevo finito da un pezzo solo che la mia pigrizia mi ha
impedito di trascriverlo sul pc. Sono un caso disperato, lo sò ahahah. Comunque avrete sicuramente notato che
questo capitolo è molto più lungo dell'altro, questo perchè ho cercato di chiarire il punto di vista di Elena, anche se
mi sono mantenuta sul vago perchè ho intenzione di far esternare i suoi sentimenti nel prossimo capitolo, in un
confronto diretto fra Damon e Elena. Quì abbiamo visto una Caroline sconvolta e implicata in una situazione delicata
anche se avrete recepito che si è subito schierata dalla parte di Stefan. Insomma, lo sappiamo tutti che ha un debole
per lui, quindi... Spero che non abbiate trovate il capitolo noioso, era privo di scene Delene ma il prossimo riguarderà
solo loro, ve lo prometto. Ero indecisa se inserire qualche scena adesso, poi mi sono detta: 'No, meglio focalizzarmi
sul Delena nel prossimo capitolo. Deve accadere qualcosa di importante fra di loro.' ;)
Non smetterò mai di ringraziarvi per i complimenti che mi spingono a continuare la storia.
Alla prossima.
Francy.

 

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Capitolo 6
*** my princess of darkness ***


My princess of darkness.



Con passo svelto e deciso, Elena raggiunse la camera di Damon. La porta era già spalancata, non dovette neanche sforzarsi di aprirla. Lentamente si fece strada al suo interno scorgendo la figura di Damon intento a fare i bagagli.

-Che stai facendo! -

Esclamò immediatamente correndogli incontro.

-Me ne sto andando.-

Taglió corto il vampiro infilando il giusto necessario nella valigia.

- No, no! Damon, aspetta, lasciami spiegare...-

- Non abbiamo piú nulla da dirci. Sei stata già abbastanza esaustiva ieri sera. -

- Invece no, perchè ho soltanto detto delle stupidaggini senza senso, e ti ho incolpato di qualcosa di cui non sei responsabile! -

Damon continuava ad ignorarla, mentre ripiegava le camicie con cura, depositandole all'interno dell'enorme bagaglio.

Elena lo bloccó poggiandogli una man
o sul braccio.

- Ti prego, Damon...Fermati un'attimo e ascoltami. -

Il vampiro sospirò pesantemente prima di voltarsi verso di lei. Elena fece scivolare la mano lungo il braccio fino a raggiungere la sua. Damon la seguì per tutto il tragitto, trattenendo il fiato quando le loro mani si sfiorarono. Rialzando nuovamente lo sguardo incrociò quello di Elena, carico di paura e dispiacere per ció che era accaduto fra loro.

- Che hai fatto? - gli sussurró sfiorandogli la ferita sulla guancia.

- Niente. - ribattè Damon - è solo un graffio...- scostó il viso cercando così di allontanare la sua mano. - Non ho bisogno della tua pietá! -

Istintivamente Elena gli strinse la mano avvicinandosi ancora di 
più.

- Ma che dici! Sono davvero preoccupata, Damon. Ehy, guardami... -

Gli voltó il viso con la mano libera, guardandolo intensamente negli occhi.

- Ti prego, non andartene. Mi dispiace tantissimo per le cose orribili che ti ho detto. Non volevo ferirti, te lo giuro. Ti scongiuro, credimi quando ti dico che sono profondamente pentita! Non voglio che tu te ne vada...-

- E perchè dovrei restare? Dammi un solo motivo valido.-

- Per Stefan...voi non potete separarvi proprio adesso che avete ricostruito il vostro rapporto -

scosse la testa

- Non basta. Io e Stefan potremmo comunque rivederci in qualsiasi momento... Abbiamo tutta l'eternitá da vivere. -

- Beh allora che mi dici di Mystic Fall's? -

- Non ho più niente che mi lega a questo posto. Ero venuto per Katherine ma poi tutti com'è andata a finire, quindi...-

- Quindi è solo lei che ti lega a questa cittá? Hai dimenticato quante persone sono entrate a far parte della tua vita da allora? E hai dimenticato quanto sei cambiato grazie a questa piccola e accogliente cittadina dell'Atlanta? -

- A) Le persone che conosco mi odiano e... B) Non è di certo merito della cittá se sono cambiato... -

Disse abbassando lo sguardo

- Apprezzo il tuo tentativo, ma i motivi elencati non sono sufficenti...- si voltó nuovamente verso la valigia, dandole le spalle.

Elena deglutì con fatica prima di trovare il coraggio di esporsi più del dovuto.

- Perchè ho bisogno di te. - disse con un'agghiacciante lentezza. - Perchè non 
voglio perderti e perchè....io ti....-

Le parole le si gelarono in gola, come se le corde vocali si rifiutassero di termire la frase. Le sue labbra socchiuse cominciarono a tremare non appena si rese conto di ció che stava per pronunciare. Damon si voltó improvvisamente, ammirandola incredulo.

- Che...che stavi dicendo? -

Il petto di Elena cominció a muoversi ritmicamente, come in piena crisi epilettica.

- Io...- sussurró impaurita quando Damon le si avvicino con occhi speranzosi. - Damon....io....non mi sento tanto bene...-

-Cosa?- chiese il vampiro perplesso.

Elena non riuscì neanche a trovare le forze per spiegarsi, le sue gambe cedettero improvvisamente a causa di un mancamento. Damon riuscì ad afferrarla appena in tempo, prima che il suo corpo si schiantasse al suolo, sorreggendola fra le sue braccia. Elena percepì un presa salda e poggió la testa sull'elemento piú solido che riuscì a trovare: il petto di Damon.

- Elena, Elena...-

Il vampiro le prese il mento fra le dita cercando di far focalizzare l'attenzione dell'amata verso di lui.

- Damon ho bisogno di nutrirmi. - ammise la donna - Mi sento debole...- sussuró prima di perdere conoscenza.

Damon si piegó in avanti, il giusto necessario per riuscire ad infilare una mano sotto le sue gambe, e prenderla in braccio, depositando poi il corpo sul letto morbido e spazioso. Infine senza alcuna esitazione, si morse il polso portandolo sulle labbra socchiuse della vampira. Elena sembró ridestarsi dallo stato vegetativo 
in cui si trovava. Riuscì a percepire l'odore aspro e pungente del sangue che ammorbidiva le sue labbra secche, infiltrandosi fra di esse. Quando aprí gli occhi, Damon li vide molto arrosati, e il suo viso stava cominciando a mutare. Le pupille le si dilatarono e i canini cominciarono ad affilarsi, pronti a sfamare la propria sete di sangue. I due si guardarono negli occhi. Elena stava cercando di resistere. Serrava le labbra per impedire al sangue di oltrepassare la soglia. Non voleva cedere, non voleva lasciare che il suo istinto e la sua fame prorompente prendessero il sopravvento.

- Avanti Elena...- sussurró Damon con voce calda e rassicurante. - Non avere paura di lasciarti andare, ti prometto che non diró una sola parola a Stefan, se è questo che ti preoccupa. Sará il nostro piccolo segreto. -

Elena non riuscì più a lottare. Istintivamente afferró il braccio di Damon affondando i canini nella carne. Pochi secondi dopo il corpo di Elena venne pervaso da una sorprendente sensazione di benessere, non solo fisico ma anche mentale. Era definitivamente in pace con se stessa, mentre impacciamente cercava di intaccare l'arteria per far defluire più sangue nel suo palato. Damon la osservava ammaliato, mentre con le dita scostava i capelli che le ricadevano sul viso, macchiandosi di sangue. Era assolutamente bellissima. E si sentiva profondamente soddisfatto per aver condiviso qualcosa di così intimo con la donna che amava. Si distese sul letto accanto a lei, per contemplare più 
dettagliatamente il suo candore e la sua femminilitá. Elena si nutrì molto a lungo del suo sangue, prima di allontanare con riluttanza il polso del vampiro dalle sue fauci. Quando il suo sguardo smarrito si rialzó, incroció immediatamente quello di Damon che la osservava con un dolce sorriso stampato sul volto. Elena nascose rapidamente il viso fra le mani per la vergogna. Non voleva che Damon vedesse quella parte di se stessa che tanto detestava, quel mostro che stava insistentemente cercando di reprimere. Damon percepì subito il suo disagio e provó a rassicurarla scostandole le mani dalle labbra.

- Non devi vergognarti di ció che sei.- sussurró avvicinandosi a lei.

Elena lo guardó profondamente negli occhi, appiattendo il corpo sul materasso. Damon avanzò cautamente, per evitare di essere respinto, posizionandosi su di lei e catturando il suo intero campo visivo. Elena si lasciò trasportare dalla serenità che quegli occhioni azzurri riuscivano a trasmetterle, scostando lentamente le mani e mostrando a Damon quella parte di sè che non riusciva ancora ad accettare. Dal canto suo, Damon la trovava irresistibile. Si avvicinó alle sue labbra ancora sproche di sangue, e le sfioró con la punta delle dita. Elena le dischiuse, avvicinandosi a quelle del giovane Salvatore. Le sentì, fredde e carnose, tastare con dolcezza le sue, prima con calma, con una sensuale lentezza, poi con più trasporto, forti e aggressive, imponevano il loro dominio. Elena non riusciva a resistere al loro richiamo. Sottomessa 
dalle possenti emozioni che le facevano provare, si lasció guidare da quel conturbante e sensuale gioco di lingue.

Improvvisamente lo sentì ritrarsi, ed Elena si sentì letteralmente soffocare. A
veva bisogno di lui proprio come il corpo ha bisogno dell'ossigeno. Scatto in avanti, ritraendolo verso di sè e insinuando una mano nei fluidi capelli neri.

Un'altro bacio.

Inaspettato, coinvolgente passionale. Ed era stata lei a guidarlo, a volerlo con tutta se stessa. Damon scivoló nuovamente su di lei, aggrovigliando le gambe toniche alle sue piccole e affusolate. Il sangue di Damon, ancora presente sulle delicate labbra di Elena, continuava a fluire di bocca in bocca, scatenando un vero e proprio incendio di passione. Elena ansimava mentre Damon lasciava scorrere le sue labbra su ogni centimetro della sua pelle fino a raggiungere la gola, la parte più eterogenea di ogni vampiro.

- Damon...- sussurró ansimando, mentre pressava la sua testa con le dita affinchè procedesse.

Damon non tardò ad appagare la sua richiesta. Con estrema attenzione infiltró i canini nell'arteria piú esposta, facendo sussultare Elena, inizialmente, in preda al dolore.

'All'inizio faceva maledettamente male.'

Pensó trafiggendo le spalle del vampiro con le unghie. Aveva persino pensato di allontanarlo, di pregarlo di smettere perchè il dolore era insopportabile. Ma poi improvvisamente percepì una sensazione forte e chiara esplodere dentro di lei, un tripudio di emozioni viscerali che sostituì quella fastidiosa sensazione di dolore e che le fece perdere 
completamente la luciditá. Chiuse gli occhi, e si lasció travolgere da quell'ondata di calore che riscaldava ogni cellula del suo corpo fino a farla sussultare di piacere. Infine, spossata, lasció ricadere la testa di lato, le sue labbra si contrassero in un sorriso di completo appagamento e tutto intorno a lei smise di esistere.


Spazio Autore.

Ok, questo capitolo l'ho scritto malissimo, lo sò, ne sono consapevole. Mi dispiace tantissimo, era anche il più
importante e avrei voluto che fosse stato più accattivante, ma vabbè. Spero che lo apprezzerete ugualmente.
Oh beh, che dire, quì abbiamo avuto un vero è proprio stravolgimento della storia. Elena (finalmente) si è lasciata
andare non solo fisicamente, ma anche sentimentalmente con il nostro bel vampiro dagli occhi di ghiaccio.
Un confronto in cui tanto è stato detto, e forse anche fin troppo. Damon infatti non si aspettava quella mezza
dichiarazione da parte di Elena. Come pensate che si sentirà interiormente? Finalmente ha quasi ottenuto tutto
ciò per per cui ha lottato così duramente. Ma Elena si pentirà? E Stefan e Caroline che fine hanno fatto? Lo
scoprirete nella prossima puntata ahaha :P Ancora un'immenso grazie a tutti coloro che mi seguono
con costanza e mi spronano a continuare la stesura dei capitoli.
Grazie di cuore, alla prossima.
Francy.

 

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