Il cammino

di tazsebao
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La locanda ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il viaggio é ancora lungo passeranno ancora tante lunghe ore di cammino, ma già mi vedo con una buona pinta di birra in mano nella prossima locanda. Ormai stiamo camminando da giorni e giorni, ogni volta su sentieri tutti un po' uguali. Un passo e poi un altro, non c'é molto a cui pensare e nemmeno molto di cui parlare. Sono stati lunghi giorni gli ultimi, ormai la stanchezza ci ha tolto anche la forza di raccontarci le nostre storie. Sogno una grande birra fresca che mi aspetta, una piccola certezza su questo cammino lungo ancora a venire.

Intanto lo zaino comincia a pesare e le spalle non ne possono più, propongo una pausa. Trovando tutti di comune accordo mi butto a terra bevo una sorsata d'acqua dalla borraccia e mi arrotolo una sigaretta, che fumo di gran gusto. Attorno a noi la prateria si estende fin dove gli occhi riescono a vedere. Un mare di verde mosso soltanto da un leggero soffio di vento. 

Facciamo passare un pezzo di pane da mettere sotto i denti, e poi ci prepariamo a partire di nuovo. La giornata é giunta quasi agli sgoccioli e spero solamente di raggiungere il villaggio prima di notte, per godermi una bella birra e un po' di calore da un camino.Finalmente riesco a vedere da lontano il fumo dei camini che sale altro nel cielo; siamo vicini, mancano si e no un paio di ore di marcia e poi ci divertiremo e riposeremo fino a domani.

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Capitolo 2
*** La locanda ***


Butto il sacco a terra e mi bagno la faccia nella fontana. Lascio distendersi i muscoli delle gambe e delle spalle. Siamo finalmente arrivati alla locanda per riposarci e ristorarci. La stanchezza di oggi scomparirà con i sogni di questa notte.

Sui tavoli abbondano i boccali di birra. Chi ride, chi canta, chi litiga, chi discute di grandi piani per cambiare il mondo e altri ancora. Intanto io ascolto curioso e sorseggio piano la birra. Ogni sorso mi lascia un po' di schiuma sui baffi. Sono rilassato; la locandiera mi osserva incuriosita. Non capisce come un uomo della mia stazza e peso rimanga così tranquillo in questo caos di bifolchi ed ubriaconi.

Fuori é notte, i primi si avviano incerti verso le loro case e mogli che aspettano pazientemente con il batti-panni in mano sull'uscio di casa. Penso, intanto, al cammino dell'indomani. Sono tanti i passi che ci porteranno sempre più lontani da dove siamo venuti. Non posso fare a meno di sentire un po' di tristezza e un senso di amaro nella gola. Ma forse questo é solo colpa della birra comprata per un paio di spiccioli e un sorriso sprecato.

La stanchezza prende il sopravvento. La vista é già un po' annebbiata, comincio già a sentire le lontani voci dei sogni che mi chiamano. Raggiungo piano piano la stanza dove un paio dei nostri già russano rumorosamente. Beata l'ignoranza e la leggerezza priva da responsabilità e verità; nel sogno é tutto così più semplice e leggero. Mi accascio sul letto e in men che non si dica sono partito anche io. Nel cielo le stelle cantano canzoni silenziose, raccontano di speranze e coraggio. Sotto la luna un ultimo disperato ululato di un lupo che nella sua solitudine piange ed invoca pietà.

Sono il primo a svegliarmi alla luce del nuovo sole, lontano sento cantare un gallo che piano piano sveglia anche gli altri. Ci prepariamo per una nuova giornata di duro cammino. Prima di partire però serve un po' di coraggio, che vado a rubare ad un cuore più grande del mio. La locandiera sta preparando la birra calda per la colazione. Vado dritto verso di lei, neanche mi vede é girata. Mi appoggio al bancone e la chiamo si gira e mi guarda; con due occhi grandi come la luna, profondi e scuri come il cielo della notte. Con promesse e sogni che riempiono il cielo di stelle la notte. Un sorriso che toglierebbe il fiato anche al più feroce degli stalloni. Una voce che apre le porte del paradiso e fa invidia al canto degli angeli.

Finiti gli addii raggiungo di fretta e con il fiatone il resto del gruppo che si sta già allontanando oltre il villaggio.

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