Bionda Becker.

di Psychedelic Mushroom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Capitolo. ***
Capitolo 2: *** Secondo Capitolo. ***
Capitolo 3: *** Terzo Capitolo. ***
Capitolo 4: *** Quarto Capitolo. ***
Capitolo 5: *** Quinto Capitolo. ***
Capitolo 6: *** Sesto Capitolo. ***
Capitolo 7: *** Settimo Capitolo. ***
Capitolo 8: *** Ottavo Capitolo. ***
Capitolo 9: *** Nono Capitolo. ***
Capitolo 10: *** Decimo Capitolo. ***
Capitolo 11: *** Undicesimo Capitolo. ***
Capitolo 12: *** Dodicesimo Capitolo. ***
Capitolo 13: *** Tredicesimo Capitolo. ***
Capitolo 14: *** Quattordicesimo Capitolo. ***
Capitolo 15: *** Quindicesimo Capitolo. ***
Capitolo 16: *** Sedicesimo Capitolo. ***
Capitolo 17: *** Diciassettesimo Capitolo ***
Capitolo 18: *** Diciottesimo Capitolo. ***
Capitolo 19: *** Diciannovesimo Capitolo. ***
Capitolo 20: *** Ventesimo Capitolo. ***
Capitolo 21: *** Ventunesimo Capitolo. ***
Capitolo 22: *** Ventiduesimo Capitolo. ***
Capitolo 23: *** Ventitreesimo Capitolo. ***
Capitolo 24: *** Ventiquattresimo Capitolo. ***
Capitolo 25: *** Venticinquesimo Capitolo. ***
Capitolo 26: *** Ventiseiesimo Capitolo. ***
Capitolo 27: *** Ventisettesimo Capitolo. ***
Capitolo 28: *** Ventottesimo Capitolo. ***
Capitolo 29: *** Ventinovesimo Capitolo. ***
Capitolo 30: *** Trentesimo Capitolo. ***
Capitolo 31: *** Trentunesimo Capitolo. ***
Capitolo 32: *** Trentaduesimo Capitolo. ***
Capitolo 33: *** Trentateesimo Capitolo. ***
Capitolo 34: *** Trentaquattresimo Capitolo. ***
Capitolo 35: *** Trentacinquesimo Capitolo. ***
Capitolo 36: *** Trentaseiesimo Capitolo. ***
Capitolo 37: *** Trentasettesimo Capitolo. ***
Capitolo 38: *** Trentottesimo Capitolo. ***
Capitolo 39: *** Trentanovesimo Capitolo. ***
Capitolo 40: *** Quarantesimo Capitolo. ***
Capitolo 41: *** Quarantunesimo Capitolo. ***
Capitolo 42: *** Quarantaduesimo Capitolo. ***
Capitolo 43: *** Quarantatreesimo Capitolo. ***
Capitolo 44: *** Quarantaquattresimo Capitolo. ***
Capitolo 45: *** Quarantacinquesimo Capitolo. ***
Capitolo 46: *** Quarantaseiesimo Capitolo. ***
Capitolo 47: *** Quarantasettesimo Capitolo. ***
Capitolo 48: *** Quarantottesimo Capitolo. ***
Capitolo 49: *** Quarantanovesimo Capitolo. ***
Capitolo 50: *** Cinquantesimo Capitolo. ***
Capitolo 51: *** Cinquantunesimo Capitolo. ***



Capitolo 1
*** Primo Capitolo. ***


Scusate se ho cancellato l'altra storia che avevo pubblicato, ma mi ha dato diversi problemi quindi ora ci provo con questa.
I Tokio Hotel purtroppo non mi appartengono e ogni riferimento a loro è puraente casuale.
                                       BIONDA BECKER.

- Papà dov'è mamma? -
- Bionda siediti per favore - obbedisco - amore... mamma non... non ce l'ha fatta - dice con le lacrime agli occhi.
- Come? No, papà non può essere... no ti prego no - comincio a piangere e lui mi abbraccia.
Mamma aveva un tumore in tutto il corpo.
Un tumore che l'aveva resa debole e triste. Tutti, con lei, erano diventati deboli e tristi.
Le volevo molto bene, come è ovvio che sia, e sapere che ora mi guarderà solo dall'alto mi fa male, molto.
Non posso più abbracciarla e ricordarle quanto le voglio bene e non vedrò più il suo sorriso che illuminava le miegirnate.
Era bellissima: capelli lunghi e biondi, occhi castani, naso perfetto. Era bellissima anche se era diventata magra, troppo magra per colpa del tumore.
A volte non ce la faceva nemmno a reggersi in piedi ma, per non farci pesare di più la situazione, ci diceva che erano solo episodi che non si sarebbero più ripetuti.
Dentro di me sento solo un gran vuoto e a consolarmi c'è solo mio padre. Avrei tanto voluto che mio fratello ora non fosse in vuaggio, ma purtroppo non c'è e io devo adeguarmi.

                                         * 4 anni dopo *

- Papaà ma perchè vuoi farcela conoscere? -
- Perchè per me è importante -
- Ok, però la conosci da qualche settimana solamente-
- Da dieci mesi solamente-
- Dettagli -
- Bionda, per favore, vai a prepararti -
Sbuffando salgo di sopra e una volta nella mia stanza comincio a vestirmi, dopo penserò al trucco.
- Hey B - entra mio fratello e io rimango incantata a guardarlo. Somiglia molto alla mamma e ogni volta che lo vedo nella mia mente riaffiorano i vecchi ricordi.
- Hey Joe -
- B sono venuto per dirti una cosa importante - si siede e mi fa cenno di avvicinarmi e così lo raggiungo.
- Cosa c'è? -
- Io ormai ho 20 anni e tu sai benissimo come sto bene con Jody - annuisco - io e lei abbiamo deciso che, dopo 6 anni, sarebbe anche arrivato il momento di... andare a vivere insieme-
Non so se essere felice o triste. Sono felice per lui perchè so quanto ci tiene a Jody e quanto lei lo ami, ma sono anche triste perchè non mi sono mai separata da lui. E' mio fratello, il mio migliore amico e confidente. Da quando la mamma è morta siamo ancora più uniti e immaginare di svegliarmi al mattino e non poter andare in camera sua a svegliarlo mi fa rattristare.
- Joe tu lo sai benissimo che l'idea non mi piace, ma sai anche che ti voglio bene ed è per questo che mi dovrai venire a trovare tutte le sere e ti invaderò casa a tutte le ore -
Mi fa un sorrisone e mi abbraccia.
- Sì che lo so sorellina, ti voglio beneanche io - dice sciogliendo l'abbraccio.
- Lo hai gia detto a papà? -
- Sì, ieri sera e lui mi ha detto che gli sta bene perchè vado a scuola e lavoro e anche Jody, quindi non ha fatto storie -
- Joe ne sei sicuro? Garda che è un passo importante -
- B io la amo e so che lei mi ama e se sarà difficile tu lo sai che io non mi tirerò mai indietro -
- Va bene Joe -
Ci abbracciamo un'ultima volta e poi esce per andarsi a vestire.
Finisco di prepararmi e poi vado in bagno a truccarmi. Decido di farmi un trucco molto scuro, che rispecchi il mio stato d'animo. Nero.
- Papà sono pronta - dico scendendo le scale.
- Bene, anche io e Joe -
- Ma come vi siete vestiti? - chiedo ridendo.
- Non ridere - dice Joe dandomi uno schiaffo sul braccio.
- Sono dei vestiti eleganti Bionda, niente di più - sembrano pinguini.
- Dovevo vestirmi diversamente? - ho indossato una maglietta nera con un teschio, dei jeans grigi, le Converse nere e il giubotto nero in pelle.
- No - dicono contemporaneamente.
Sanno che questo è il mo stile e che non lo cabierò mai.
- Dai che si fa tardi - dice papà aprendo la porta. Prima di uscire predo la mia borsa a tracolla nera e verde ed usciamo. 

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Capitolo 2
*** Secondo Capitolo. ***


Ecco il secondo capitolo.
Spero tanto che vi piaccia!

                               BIONDA BECKER.

- Papà quanto manca ancora? - chiedo scocciata.
- Poco Bionda -
- Ok, ma ricordami dove stiamo andando perchè solo a pensarci mi viene un attacco di amnesia temporanea -
- Stiamo andando al ristorante per conoscere la mia... la...-
- Compagna - si intromette Joe accendendo lo stereo per evitare che la situazione degeneri.
Non mi è mai andato a genio che papà frequentasse altre donne, ma lo capisco perchè sono passati quattro anni dalla morte di mamma e lui deve pur vivere la sua vita.
Ha avuto diverse storie ma molto brevi quindi non mi sono mai preoccupata più di tanto, ma la storia con questa donna dura gia da parecchio ed è solo per questo che faccio uno sforzo.
Arrivati al ristorante scendiamo dall'auto ed entriamo.
- Mi raccomando ragazzi comportatevi bene -
- Questo dipende da loro -
- B comportati bene - mi riprende Joe.
- Sì, va bene ho capito... dove sono? - chiedo sbuffando.
- Là guarda - dice papà indicando un tavolo in fondo alla sala.
Guardo nella direzione indicatami e quello che vedo non è poi così male.
Una donna elegante e anche abbastanza bella ci saluta con la mano.
Ci avviciniamo e papà ci presenta.
- Ragazzi lei è Simone e Simone loro sono i miei figli, Joe e Bionda -
- Che bel nome che hai - mi dice sorridendomi.
 Lo dice come se l'avesse saputo ora come mi chiamo, ma di sicuro papà le avrà raccontato la nostra biografia.
- Grazie -
Ci accomodiamo e cominciano a parlare.
- Simone i tuoi figli? - le chiede papà con un sorriso da ebete. Gli uomini innamorati mi fanno quasi senso.
- Arrivano subito, sono andati a prendere qualcosa da bere perchè Bill aveva sete... ma guarda eccoli -
Appena li vedo alzo spontaneamente un sopracciglio.
Mi si piazzano davanti due ragazzi che non so come definire, forse l'aggettivo giusto è strani.
Uno ha i capelli corti, castani e messi ben in ordine, indossa un vestito elegante e... è truccato.
L'altro ha i capelli corti e biondi, ma sono più spettinati rispetto a quelli del fratello. Indossa un jeans e la maglia dei Chicago Bulls.
Hanno piercing ovunque e io mi chiedo come sia possibile che questi due siano figli di quella donna.
La madre comincia con le presentazioni e tutte quelle chiacchiere di circostanza e loro a stento stringono la mano a papà e poi si siedono.
Dopo poco arriva la cameriera a chiederci se siamo pronti per ordinare.
- Sì, ragazzi cosa prendete? - chiede papà.
- Mmh... io prendo delle patatine fritte, coca-cola e una bistecca al sangue tagliata alta, grazie - dico guardando il menu.
Quello che ho scoperto chiamarsi Bill, mi guarda male e poi ordina.
- Per me un'insalata -
- Stiamo attenti alla linea? - dico ironicamente.
- B - Joe mi da un piccolo calcio e sento gli occhi di tutti addosso.
- Cosa c'è? Era un complimento... sei così magro - mi guarda male e poi la cameriera prende le altre ordinazioni e si dilegua.
Durante la cena papà e Simone parlano animatamente e io mi annoio. Se non fosse per Joe che mi dice qualcosa ogni tanto, ora sarei gia nel mondo dei sogni.
Quei due non parlano mai e forse è meglio perchè quando sono annoiata qualsiasi cosa mi irrita.
- Alexander non credi che sia arrivato il momento di dirlo? -
- Sì... ragazzi io e Simone dobbiamo dirvi una cosa importante -
- Tom per favore puoi degnarci della tua attenzione - stava giocando con un pezzo di pane e quando sente sua madre chiamarlo, lo butta sul tavolo sbuffando e incrocia le braccia al petto.
- Bene... noi stiamo bene insieme e ormai ci conosciamo da quasi un anno - comincia Simone.
- Sì e quindi noi abbiamo deciso che siamo pronti per... andare a vivere insieme - 

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Capitolo 3
*** Terzo Capitolo. ***


Ecco anche il terzo capitolo xD
                                    BIONDA BECKER.

Dopo quell'affermazione nessuno dice nulla e Bill dopo un pò si alza seguito da Tom.
- Scusatemi - Simone si alza e va verso l'uscita.
- Papà ma cos'è questa storia, eh? -
- Bionda io la amo -
- Joe tu non dici niente? -
- B... io... - fa passare lo sguardo da me a papà e lui mi guarda in un modo strano.
La cosa non mi piace.
- Che cosa sta succedendo? -
- Bionda... io lo sapevo gia -
- Che cosa? Oh, che bello ora non mi posso fidare nemmeno di voi due? -
- No, amore non dire così... lo sai benissimo che di noi ti puoi fidare... Joe lo ha saputo solo perchè mi ha sentito parlare al telefono con Simone... lo avrebbe saputo stasera anche lui altrimenti -
- Joe è vero? -
- Certo che e vero -
- Ok.... quindi questo vuol dire che tu acconsenti? -
- Bionda stanno bene insieme perchè non dovrei acconsentire? -
- Sai perchè tu acconsenti? Perchè non dovrai viverci con quelli e quindi per te non cambierà niente - detto questo mi alzo e vado in bagno.
Ci sto male, sento che il cuore scoppierà da un momento all'altro.
Per quanto possa essere felice per lui, sento che questa storia prenderà una brutta piega.
Ma in fondo io che ho da perdere? Non mi affezzionerò mai a quella gente e quindi se si lasciassero non sentirei la loro mancanza, sicuramente.
Sono indecisa. Papà la ama e io se non faccio uno sforzo per renderlo felice e capirloche figlia sono?
Lui ha fatto di tutto per me e ora credo che sia arrivato il tempo di ricambiare.
Sì, io sono abbastanza forte per accettare tutto questo. Sono pronta e posso vivere in una... famiglia allargata.
Con il brividi addosso dal pensiero, mi dirigo di nuovo in sala.
Trovo tutti seduti e mi accomodo anche io.
Mi tremano le mani, ma faccio finta di niente.
- Va bene - il mio tono di voce era alquanto sprezzante.
Papà e Simone sorridono e si danno un bacio.
- Che schifo - non può essere. Io e quel cavernicolo che dovrebbe chiamarsi Tom abbiamo parlato nello stesso momento e abbiamo detto anche la stessa cosa.
Questo fa anche più schifo del bacio!
- Ragazzi c'è anche un'altra cosa che vorremmo dirvi- dice papà tenendo la mano a Simone.
- Sì... noi... per non creare troppo scompiglio... abbiamo deciso che andremo a vivere ad Amburgo -
Amburgo.
No! Io non ci andrò lì, Berlino basta e avanza.
- No papà... trasferirci proprio no... posso accettare questa specie di convivenza, ma non il trasferimento e poi come faccio con la scuola e con Maky e Gustav? -
- Quelle sono cose che si risolvono amore -
- Ragazzi voi che ne pensate? - chiede speranzosa Simone.
- Mmh... per me va bene - dice quellla sottospecie di modello. L'altro storce la bocca e fa spallucce -
Dopo un'altra mezz'ora di chiacchiere che io nemmeno ho ascoltato, Simone dice che si è fatto tardi e che vuole tornare a casa.
Io saluto solo Simone con due baci sulle guance e ai figli mando un'occhiata giusto per far credere a papà che potrebbero starmi simpatici... nel 2050 però.

                                  * A casa *

- Io vado a fari un bel bagno rilassante - annuncio ad alta voce.
Salgo al piano superiore e vado in bagno.
Preparo la vasca con acqua tiepida e tanto sapone, mi spoglio e mi immergo.
- Hey B... posso entrare? -
- Ehm... si entra -
- Bionda che ne pensi? - si avvicina e si siede sul bordo dela vasca.
- Bhe... lei non è male, Bill mi sembra uscito da una rivista di moda e quell'altro... credo sia l'anello mancante fra l'uomo e la scimmia -
- Dai non dire così... magari sono simpatici ma gli serve un pò di tempo per abituarsi alla situazione... come te tra l'altro, no? -
- Cavolo Joe, ma come fai ad accettare tutto questo? Io lo faccio solo per papà -
- Io lo accetto perchè vedo che papà dopo quattro anni è finalmente felice davvero... e poi se qualche sera non hai voglia di stare con loro puoi sempre venire a casa mia... io per te ci sarò sempre -
- Ooh fratellone grazie... ti voglio bene - faccio per abbracciarlo, ma lui mi allontana dicendomi che sono bagnata e nuda.
Dopo altre chiacchiere esce dal bagno e io mi asciugo, metto il pigiama, ripulisco tutto e vado in camera mia.
Prendo il cellulare e chiamo Gustav. Gli devo assolutamente parlare.
- Pronto -
- Hey Gusty, tutto bene? -
- Sì, tu? -
- Sì... in realtà no... ti ho chiamato per chederti se domani hai da fare -
- No, sono libero, ma che è successo? -
- Niente, te lo dico domani... puoi avvisare anche Maky? -
- Certo... passiamo nel pomeriggio? -
- Sì, va bene... allora a domani -
- Ok... buonanotte -
- Notte - riattacco e prima di spegnere la lampada sul comodino, accendo la TV e mi metto a letto.
Sì, ho paura del buio.
In TV non c'è niente di decente quindi, fra cuscini e peliches, mi addormento. 

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Capitolo 4
*** Quarto Capitolo. ***


Ed ecco anche il quarto capitolo. Grazie a tutti quelli che leggono. xD
                               BIONDA BECKER.

 

- Bionda... svegliati - lentamente apro gli occhi e vedo mio fratello con un enorme sorriso stampato sul volto.
- Hey - mi metto a sedere e sento un brivido lungo tutto il corpo. Sento che piove e infatti sul vetro della finestra ci sono delle goccie di pioggia.
-B vestiti che dobbiamo uscire -
- Che c'è? Un altro incontro con miss eleganza, Claudia Schiffer e Tarzan... no perchè se è così io sto dormendo - mi rimetto sotto le coperte.
- Ma da dove ti escono queste battute? - chiede ridendo.
- Che vuoi farci... sono spiritosa -
- Dai alzati... mi devi accompagnare -
- Dove? - mi siedo di nuovo.
- Io e Jody vogliamo andare a cercarci una casa decente e voglio che ci sia anche tu -
- Ooh ma che dolce... dammi cinque minuti sarò pronta in un lampo - mi alzo e lo mando fuori.
Metto la maglia dei Red Hot Chilly Peppers lunga, un leggins e gli anfibi con le borchie.
Vado in bagno e mi trucco come ieri sera.
Ok saranno passati venti minuti, ma sono pronta.
Scendo e vado in cucina.
- Sono pronta -
- Finalmente... dai andiamo -
- Ma papà dove sta? -
- Mmh... è... è uscito -
Ho come l'impressione che non volesse dirmi dov'è papà, ma lascio stare e uscimo.
Passiamo a prendere Jody e, dopo le loro smancerie, partimo per la ricerca della casa.
- Amore ci aspetta quel ragazzo di cui ti ho parlato che vuole vendere casa... secondo me potremmo metterla in conto... è carina - dice Jody tutta eccitata.
- Ok... andiamo da lui allora -
Arrivati fuori casa di questo ragazzo scendiamo e questo ragazzo ci accoglie e ci fa vedere l'appartamento.
E quasi vuoto perchè si deve trasferire, ma la casa è carina e io ci verrei a vivere. Per questo, hanno il mio consenso se volessero acquistarla.
- Amore che ne pensi? - chiede Jody quasi con le lacrime agli occhi.
- Sì, mi piace molto... Bionda a te piace? -
- Sì... la trovo fantastica -
- Oh... è per questo che ti voglio bene Bionda - Jody si avvicina e mi abbraccia.
- Solo per quiesto? - chiedo ridendo.
- Dai che hai capito - scioglie l'abbraccio e si avvicina con lo sguardo supplichevole a Joe.
- Ok - Jody gli salta al collo e cominciano a baciarsi.
- La inaugurerete un'altro giorno questa casa, ok? - ridendo, esco da quella che dovrebbe essere la camera da letto e vado all'uscita. Loro mi seguono sorridendo.
- Allora la prendete? - chiede il ragazzo speranzoso.
- Sì, ci piace - dice mio fratello.
Dopo qualche minuto usciamo e torniamo a casa.
- Non credevo che avremmo trovato casa così in fretta - dice Joe entrando in casa.
- Sì, neanche io... quando andrete a starci? - entro togliendomi la sciarpa e appendendola all'attaccapanni.
- Fra qualche settimana... sai... vorrei che... che i trasferimenti coincidano -
- Ah... bhe... mmh.. io... io vado di sopra -
Entro in camera mia e mi metto di nuovoa letto.
Bene, me ne andrò presto da questa casa e sinceramente io non voglio perchè non mi piacciono i cambiamenti e poi io qui ci vivo da una vita.
No, non posso cambiare idea. Papà me lo ha chiesto con il cuore in mano e per una volta non voglio che sia lui a fare felice me, ma il contario.

                                * Nel pomeriggio *

Sento suonare il campanello.
Finalmente sono arrivati.
Alla velocità della luce scendo le scale e apro la porta.
- Ciao Bionda - dicono comtemporaneamente.
- Hey ragazzi meno male che siete venuti... entrate - mi sposto, entrano e vanno in salotto.
- Ma che ci devi dire? - mi chiede Maky buttandosi a peso morto sul divano.
- Sì... mmh... meglio che ti siedi anche tu Gus - fa come gli dico e mi metto accoanto a loro.
- Ragazzi vo ho parlato un sacco di volte di quella donna con cui si vede mio padre, no? - annuiscono - Ecco... ieri sera papà ci ha portati al ristorate e... e c'erano anche loro -
- Cavolo te li ha fatti conoscere... come è andata? - mi chiede Gustav mettendomi una mano sulla spalla.
- Diciamo che è andata... ma vi ho fatto venire qui non per dirvi che ci sono stata a cena insieme, ma per dirvi che... che - sospiro prendendo coraggio - che andremo a vivere insieme... tutti in una sola casa... ad Amburgo-
Non dicono niente, mi guardano solo sconvolti e srpresi.
- Non dite niente? - ho una paura matta di ferirli.
- Te ne vai? - Maky ha gia ha le lacrime agli occhi.
- Maky - non riesco a dire altro. Mi avvicino e la abbraccio.
- Non ci puoi fare questo - dice Gustav.
Più che triste mi sembra arrabbiato.
- Gusty io... io lo faccio per mio padre... io non... non l'ho mai visto così felice da quando... da... -
- Ho capito -
- Sì e io non voglio togliergli la felicità proprio ora... perdonatemi - abbasso lo sguardo. Non volevo fargli del male, ma è ovvio che non ci sono riuscita anche perchè mi sto facendo del male da sola.
- Bionda... non ti dimenticherai di noi, vero? -
- Maky ma come puo dire una cosa come questa? Dimenticarmi di voi sarebbe come dimenticarmi di respirare... io vi voglio bene e quando me ne andrò io giuro su me stessa che vi telefonerò tutte le sere e che verrò qui almeno una volta a settimana -
- Anche noi ti vogliamo bene -  ci abbracciamo e restiamo così per secondi o minuti, non lo so. So solo che questo è il migliore abbraccio che ci siamo mai dati.
- Prima che parti però voglio conoscerli - dice Gustav.
- Non ti perdi niente - dico sorridendo.
- Bhe ma io voglio conoscerli lo stesso... voglio vedere con chi vivrai -
- Va bene -
- Bionda come sono i figli? - mi chiede Maky.
- Mmh... fammi pensare... uno schifo -
- Perchè dici così? -
- Ti basta se ti dico che uno è vegetariano e l'altro tifa Chicago Bulls? -
- Oh... ora capisco... mi dispiace per loro... ma comunque io intendevo come sono fisicamete... carini? -
- Maky ma pensi sempre a quello? -
- A cosa? -
- Scema... comunque, dal tuo punto di vista, potrebbero essera anche carini, ma per me fanno schifo -
- Dai dimmi di più... voglio sapere se hanno: muscoli, culo sodo e denti bianchi -
- Ok... io vado da tuo fratello, ciao - Gusty si alza e se ne va di sopra.
- Maky ma ti sembrano cose da chidere? -
- Mmh.. sì -
- Io non li ho nemmeno guardati -
- Ok... ma sappi che se uno di lorodue mi piace io ci proverò -
- Non cambi mai, eh? -
- No -
Gustav verso le 7:00 se ne va e Maky decide di rimanere a dormire a casa.
Di sera, dopo aver cenato, ci mettiamo a letto e dopo aver guardato un film ci addormentiamo. 

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Capitolo 5
*** Quinto Capitolo. ***



Quinto Capitolo!!! Non potete immaginare che fatica ho fatto per postarlo quindi spero con tutto il cuore che vi piaccia! Grazie e recensite se volete! xD
 BIONDA BECKER.

                          * 3 settimane dopo *

- Ciao fratellone e mi raccomando non dimenticarti della tua sorellina - dico abbracciandolo.
Oggi è il fatidico giorno.
Lasciamo tutti questa casa.
In realtà non mi va di andarmene perchè ci ho passato tutti i 16 anni della mia vita e poi perchè è piena di ricordi. Qui ho passato la mia vita con Joe, papà e mamma.
Sì, mamma.
E soprattutto questo il motivo per cui non voglio andarmene via. Questo è il ricordo principale, quello che più di tutti mi tiene legata a questa casa e a questa città.
- Non potrei mai dimenticarmi di te - mi stringe forte e so che fra qualche istante piangerà.
- Ti voglio bene - sento gli occhi inumidirsi e bruciare.
- Anche io... mi raccomando fai la brava ad Amburgo e non rendere la vita impossibile a quei ragazzi - scioglie l'abbraccio e mi sorride dolcemente.
- Cavolo era proprio questo quello che volevo fare -
- Dico davvero Bionda -
- Ok... ma lo faccio solo perchè me lo hai chiesto tu, ok? -
- Vieni qua - mi abbraccia di nuovo e io non posso fare a meno di accoccolarmi il più possibile a lui.
- Come farò senza di te? -
- E io come farò senza la tua sindrome premestruale perenne? -
- Scemo - adesso si che sto piangendo.
Anche se quella frase non è poi così bella mi fa piangere perchè so che fra un pò battute come queste non le sentirò così spesso come ora.
- Hai sempre Jody per questo - sorrido e sciolgo l'abbraccio.
- Sì, ma lei non è come te... tu sei la mia sorellina e sei unica... per quanto io possa amarla tu sarai sempre la mia piccola principessa, ricordalo - adesso piange anche lui. Questa si che è la cosa più bella che mia abbia mai detto.
- Dio Joe... non le devi dire queste cose... lo sai che odio piangere - tiro su col naso e mi asciugo le lacrime che, inevitabilemte, sono scese.
- Lo so è solo che sento il bisogno di dirtelo -
- Bhe... tu lo sai che io non mi sposerò mai perchè tu sei il mio principe blu -
- Sì, blu perchè io sono... diverso dagli altri principi - l'ultima parte la diciamo insieme, come sempre.
Sorridiamo e ci abbracciamo ancora una volta.
- Ragazzi credo sia arrivato il momento di andare - dice papà entrando nel salone.
- No, per favore - mi lamento tenendo ancora stretto Joe.
- Dai però non fare così... mi fai sentire in colpa - dice avvicinandosi a a noi e appoggiandomi una mano sulla schiena.
- Dai B... vai - delicatamente mi allontana.
- Sì... mi raccomando chiamami tutte le sere -
- Certo che lo farò - mi sorride per poi sorridermi.
- Ok... papà devo fare un attimo una cosa, mi aspetti fuori? -
- Certo -
Vado di sopra ed entro in tutte le stanze.
Per primo c'è, oviamente, il bagno. Il mio fantastico bagno. Adoro chiudermici dentro e stare ore sdraiata nella vasca a non fare nulla. Semplicemente mi rilassa.
 Lo guardo e poi esco chiudendo la porta.
 Dopo il bagno c'è la camera di Joe.
Entro e mi siedo sul letto. La guardo con attenzione e davanti ai miei occhi compaiono diverse scene che mi fanno emozionare.
Ci resto circa die minuti, poi esco e mi chiudo la porta alle spalle.
Adesso è il momento della mia cameretta.
Appena entro mi scende una lacrima perchè non ho mai visto la mia camera così vuota anche se il letto, l'armadio e la scrivania sono ancora qui. Di solito è sempre sporca e in disordine.
Comincio a girovagare per la stanza e la guardo in ogni suo minimo particolare.
Mi mancherà molto.
Dopo essere uscita, a malincuore, anche da questa stanza che mi ha visto crescere, mi ritrovo davanti alla porta della camera da letto.
Con un sospiro apro la porta ed entro.
Mi sideo sul letto, dal lato dove dormiva sempre la mamma.
Mi sdraio e penso a tutto ciò che faceva lei per me, a tutto il suo dolore e spero con tutto il cuore che sia fiera di quello che faccio.
Piango e per un attimo ho avuto come l'impressione che lei stesse lì, accanto a me e che mi guardasse col sorriso. Questo mi da la forza di alzarmi e, per la prima volta da questa mattina, sorridere felice.
- Ti voglio bene mamma - dico sfiorando il cuscino.
Mi guardo intorno e poi, guardando ancora il letto su cui mamma amava sdraiarsi per leggere i sui libri preferiti, esco e chiudo l'ultima porta di questa casa.
Cammino per il corridoio e scendo lentamente le scale. Arrivo in salone e mi rendo conto che non c'è più nessuno, sono tutti fuori.
-Ciao casetta mia - la guardo e poi esco con le lacrime. Ogni cosa, anche la più futile, sembra diventare importante adesso che non la vedrò più.
Nel giardino vedo mio fratello, papà e la vicina di casa che chiacchierano.
- Eccomi - dico una volta avvicinatami a loro.
- Amore... sei pronta? - mi chiede amorevolmente papà.
- Bhe in raltà non... fra due minuti lo sarò - ero indecisa perchè non avevo ancora salutato Maky e Gusty, ma poi li ho intravisti tra i ferri del cancello e mi sono rasserenata.
- Hey Bionda - mi dicono avvicinandosi. Io gli corro in contro e li abbraccio. Restiamo così per non so quanto, ma poi ci stacchiamo.
- Allora... mmh... fra quanto parti? - mi chiede Gustav.
- Fra poco... ragazzi lo sapete che mi mancherete tanto? -
- Sì, lo sappiamo perchè ci mancherai anche tu e poi stamattina Maky per venire qui si è alzata alle 6:00 quindi non ti potremmo dimenticare -
- Wow... Maky mi sono gia sconvolta a vederti qui alle 7:00 si mattina e tu mi dici che ti sei alzata alle 6:00? Non ti riconosco più - dico recitando teatralmente.
- Io l'ho fatto per te, ma a te non importa? Va bene... ciao e buon viaggio - fa la finta offesa girandosi come per andare via, ma io le prendo la mano e l'abbraccio.
- Maky grazie... ti voglio bene - la sento sorridere.
- Anche io... ragazza senza tette - le ultime parole me le sussurra all'orecchio e io scoppio a ridere.
Mi prende sempre in giro per il fatto che a stento porto una seconda e lei invece ha una terza abbondante.
- Gusty... come faccio senza le tue torte? - abbaimo scoperto che Gustav sa preparare le torte e quindi, almeno un paio di volte al mese ce ne facciamo preparare una.
- Oh... finalmente te ne vai - dice ridendo.
- Dai non dire così... non è che ti davamo poi così tanto fastidio -
- No, mi riempivate solo la cucina di farina - in effetti noi gli mettevamo la cucina sotto sopra e poi ce ne andavamo dopo aver mangiato.
- Ok... ma mi perdoni? - gli faccio gli occhi da cucciolo.
- Come potrei non perdonarti, eh? - mi abbraccia e io lo stringo forte.
Dopo corco dieci minuti passati a parlare con loro, papà mi dice che è seriamente arrivato il momento di andare e quindi li saluto per un'ultima volta con un abbraccio e poi saluto ancora mio fratello.

                                * 4 ore dopo *

Il viaggio è andato bene anche se triste.
Ora siamo sotto la nuova casa.
Nonè male, ma quella a Berlino era mille volte meglio.
Ha un giardino tutt'intorno ed è color crema a due piani.
Una tipica casa tedesca.
- Allora... che te ne pare? -
- Mmh... carina... possiamo entrare? -
- Non ancora... voglio che entriamo tutti insime e Simone mi ha appena mandato un messaggio e ha detto che stanno arrivando - sbuffo e mi siedo su una panchina lì vicino.
Circa cinque minuti dopo arrivano anche loro e appena li vedo mi viene come un senso di vomito.
Non li sopporterò a lungo, ma ci devo provare.
- Ciao Bionda - mi dice timidamente Simone.
In fondo lei non è male, davvero.
- Ciao -
- Non entri dentro con noi? -
- Sì... andiamo - mi alzo e entro dentro casa.
- Ragazzi con tutta la clma possibile sceglietevi una camera - ci dice papà.
Saliamo di sopra e io entro nella prima stanza sulla destra.
Che chifo è rosa.
Scendo velocemente le scale e corro in quella che dovrebbe essere la cucina.
- Papà c'è un problema... la mia camera è rosa... io odio il rosa - dico incrociando le braccia.
- Oh... ehm... bhe caso mai la ritinteggiamo -
- Io non ci dormo lì dentro -
- Bionda ti prego noon fare la bambina -
- Ma papà è orribile -
- Bionda la faremo ritinteggiare ora sono impegnato però -
- Sì, vabbè -
Salgo di nuovo sopra e noto che la porta della camera difronte alla mia è aperta.
Ci entro dentro e quello che vedo mi piace sicuramente più di quel rosa pallido.
I muri sono di un blu tenue e su una parete c'è un graffito.
- Esci - quella voce mi fa sobbalzare, mi volto e vedo Tom che mi guarda male.
- Ma che vuoi? Ora non si più nemmeno guardare? -
- No, non si più... esci - 
- Ma lo sai che gia ti odio -
- Guarda un pò che coincidenza -
- Vabbè ciao - esco e lui sbatte la porta.
- Animale - dico prima di entrare nella stanza accanto a quella di Tom.
- Hey Lady Gaga... bella stanza -
E rossa con gli agoli bianchi e molto spaziosa.
- Ma che vuoi vattene in camera tua -
- Oh, vedo che tu e quell'altro siete uguali in tutto -
- Quell'altro ha un nome e ce l'ho anche io -
- Bhe ma tu e to fratello mi chiamate ragazzina e io non mi chiamo ragazzina -
- Senti mi stai rompendo... puoi uscire per avore? -
- Sì, me ne vado - esco e vado nella mia camera.
Ho l'impressione che non sarà bello vivere con loro. 

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Capitolo 6
*** Sesto Capitolo. ***


Sesto capitolo postato!! xD
Qui entra in scena anche Andreas!!
Spero che vi piaccia! :)
                                    BIONDA BECKER.

- Ragazzi scendete - ci urla Simone dal piano di sotto.
Mi alzo dal letto e scendo.
- Bionda puoi portare le tue valige di sopra?... Per favore - mi chiede gentilemente.
- Non devi chiedermelo così -
- Mmh... scusa? -
- No, dico non devi chiedermelo per forza così gentilemente... non c'è bisogno di tutte queste formalità perchè tanto la mia vita è gia rovinata - detto questo esco e vado in macchina a prendere le mie valige.
Mentre prendo il borsone con le scarpe vedo uscire anche quei due. Quando arrivano alla loro macchina li vedo tirar fori tutte le loro valige e penso che quel Bill davvero faccia il modello visto quante borse piene di roba ha.
- Hai svaligiato un negozio o tu davvero metti tutta quella roba? -
- Eh? -
- Ti ho chiesto se hai svaligiato un negozio prima di venire qui -
- No, e comunque anche se fosse non sarebbero fatti tuoi - dice prendendo l'ennesima valigia.
- Ma lo hai capito che dovremmo vivere insieme d'ora in poi? -
- Certo che l'ho capito... mica mi chiamo Bionda - dice dando il cinque al fratello che se la ride.
- Certo che i coglioni orami si trovano d'ovunque, eh? - smettono di ridere e Tom si avvina a me.
- Senti... è chiaro che non ci sopportiamo però evita di dire stronzate perchè se mi incazzo non so che ti succede -
- Oh... ma guarda sto tremando dalla paura... ma vai a farti una canna -
- Ma lo sai che sei stronza forte tu? -
- Mmh... fammi pensare... sì, lo so - prendo le mie due valige ed entro in casa.
- Papà -
- Sì -
- Puoi dire a Simone che i suoi figli rompono abbastanza? Grazie - non aspetto nemmeno che mi risponda e me ne vado in camera mia.

                                   * Nel pomeriggio *

Sento il campanello suonare e, visto che nessuno si degna di andare ad aprire, vado io.
Apro la porta e davanti ai miei occhi appare un ragazzo molto alto con capelli e occhi castani e un sorriso smagliante stamapto sul volto.
- Ciao -
- Ehm... ciao... chi sei? -
- Mi chiamo Andreas... tu devi essere Bionda -
- Sì, mi chiam... aspetta... come fai a sapere come mi chiamo? -
- Lo so perchè sono un amico di Tom -
- Ah... vabbè entra -
Chiudo la porta e lo vedo andare nel salone.
- Il coglione è di sopra -
- Cosa? -
- Tom sta sopra -
- Ah... il coglione sarebbe Tom -
- Sì... perchè non lo è? -
- Bhe... non... cioè... -
- Che c'è? Hai paura che ti appenda al lampadario? -
- Scusa? -
- Niente... comunque sta in camera sua - sale le scale e io vado in cucina a prendermi un bicchiere d'acqua.
Mentre sto bevendo vedo scendere Bill, Tom e quest'altro ragazzo.
- Uscite? -
- Sì, andiamo a... - Tom e Bill non lo fanno finire di parlare che gli tirano due schiaffi sul braccio.
- Ahii -
- Andiamo - dice Bill spingendo quel povero ragazzo.
Prima di uscire Tom mi guarda male e fa uno strano verso. Quello era un ringhio.
- Animale che non sei altro, ma che vuoi? - non mi risponde ed esce.
Ma certo che sono strani, eh!
Comunque sia, mi metto a guardare un pò di TV visto che non so che fare.

                                * Durante la cena *

- Mmh... ragazzi questa è la nostra prima cena come... famiglia e ... -
- Wow... che bello - dico scocciata.
- Bionda non fare così... comunque... mmh... come vi trovate qui? -
- Fai un pò tu papà... la mia camera è rosa e vivo con... vabbè lascia stare - sospiro e continuo a mangiare.
- Tom almeno in casa togliti il cappello - dice Simone e Tom non la calcola nemmeno e tiene lo sguardo basso, quansi non riesco a vederlo in faccia.
Ogni tentativo di discorso fallisce e quindi, il prima possibile, me ne vado in camera mia.
Continuo a ripetermi che presto questo imcubo finirà, ma so benissimo di non essere in un sogno.
Chiamo mio fratello, Maky e Gustav e poi mi metto sotto le coperte.
Domani sarà un altro giorno. 

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Capitolo 7
*** Settimo Capitolo. ***


Settimo Capitolo!
Qui succederà qualcosa di davvero brutto a Bionda.
Buona lettura e un grazie a tutte le lettrici!
                            BIONDA BECKER.

Sento la sveglia suonare e lentamente mi sveglio.
Mi alzo e, ancora mezza addormentata, vado in bagno, o almeno ci provo visto che davanti alla porta c'è gia una lunga fila.
Papà, Simone e Tom.
- Buongiorno Bionda - mi dice Simone e io le sorrido.
- Allora come va tra di voi? - riceve solo verso strano dal figlio.
- Mmh... allora Tom... ho saputo che giochi a basket... se vuoi dopo ci facciamo due tiri insieme - dice papà sorridente.
Ma da quando papà gioca a basket?
- No -
- Tom - esclama Simone un pò arrabbiata per come ha risposto a papà.
- Simone - incrocia le braccia al petto e giuro che ha una faccia da schiaffi.
Non ho ancora capito perchè la chiama per nome e non mamma.
Simone sospira e scuote leggermente la testa.
- Sono pronto - dice Bill aprendo la porta.
- Bene... amore vai prima tu? - chiede papà.
- Bhe varamente... -
No!
Non possono farlo... no!
Si sono chiusi in bagno insieme.
Che schifo!
- Sembri un personaggio di Sex and the city - dico a Bill.
- E tu una scimmia scappata da uno zoo - detto questo si chiude in camera sua.
- Ma guarda questo - dico sedendomi su un mobiletto in legno che sta accanto alla porta del bagno e guardo Tom.
Quando lo feci conoscere a Maky disse che è carino, ma io di carino in lui non ci trovo proprio niente.
- Mi spieghi che hai da guardare? -
- Mh... niente... pensavo a quanto mi fai schifo -
- Ah... bene... vedo che la telepatia non ce l'ho solo con mio fratello - gli faccio un sorriso che più falso di quello non esiste e lui fa la stessa cosa.
Sbuffo. Ma quando escono da questo maledetto bagno?
- Ma che stanno facendo là dentro da tre ore? - chiedo stanca di aspettare.
- Sesso -
- Ooh... vabbè ma tu non credi che in fondo sia bello... insomma non sono più dei ragazzini, ma si amano -
- Contento? No... sai perchè? Perchè sono costretto a sopportarti -
- Mh... lo sai che ti odio talmente tanto da diventare razzista... contro la mia stessa razza -
- Sì -
- Mh... bene -
- Vabbè questi non escono - dice andandosene in camera sua.
Cacchio quanto odio questa casa, soprattutto la mia stanza.
Ma non potevo scegliermene un'altra?
Scendo dal mobiletto e vado al piano inferiore.
C'è un casino pazzesco. Scatoloni e valige ovunque.
Vado vicino alla finestra e guardo fuori. C'è il sole e sicuramente non fa freddo qundi vado di sorpa, entro in camera mia e mi vesto.
- Amore dove vai? - mi chiede papà vedendomi uscire dalla mia camera vestita e truccata.
- Vado a fare una passeggiata... ho visto che c'è il sole -
- Senti... non potresti chiedere a Tom e Bill se vogliono uscire con te? -
- Papi non ti è bastato il bagno? Ci vuoi anche fuori casa? -
- Ma no... non è per questo... mi farebbe piacere se voi provaste almeno a parlare come persone normali invece che insultarvi -
- Ma guarda che sono loro -
- Bionda io lo so che non è facile, ma per favore io voglio davvero che la cosa funzioni... voglio davvero che diventiamo una famiglia unita... però senza il tuo aiuto non lo saremo mai -
- Lo so papà...il fatto è che trasferirmi, lasciare Joe, Gustav, Maky, la scuola, la vecchia casa, Berlino non è stato facile e, sinceramente, ritrovarmi a vivere in una casa di Amburgo con persone che ho incontrato un paio di volte e che a stento sopporto è davvero difficile -
- Sì, Bionda io ti capisco... è solo che loro magari potrebbero farti inserire meglio in questa nuovo città visto che la conoscono e poi avete la stessa età e potreste frequentare le stesse persone e magari non diventare... fratelli, ma buoni amici -
- Ok... papà io ci provo, ma tu sai benissimo che ho un grande senso dell'orientamento e quindi se non vogliono uscire con me vado da sola, tanto non mi perdo -
- Grazie amore - mi sorride e mi abbraccia.
-E di che... tanto prendere in giro quei die per me è uno spasso - ride e mi dice di andare.
Busso alla porta di Tom e non mi risponde. Sento dei rumori strani e decido di entrare, tanto anche se si arrabbia non mi importa.
Apro la porta e vedo Tom che... da dei pugni al quanto forti ad un povero sacco da boxe.
- Hey Tom... Tom - è impossibile che non mi sente.
Mi avvicino e gli do un colpetto sulla spalla e... non lo avessi mai fatto. Velocemente si gira e... mi tira un pugno dritto sul naso.
- Porca puttana -
- Oddio... scusa... vieni qua - mi fa sdraiare sul letto e io gia sto piangendo dal dolore.
- Ma che ti ho fatto... ahi che male... papà -
- Oddio Bionda... che è successo? -
- Questo coglione mi ha dato un pugno... mi fa malisismo -
- Ma che sta succedendo? - entra Simone.
- Amore non lo so dice che Tom le ha tirato un pugno -
- Tom con te facciamo i conti dopo... aspetta Bionda ti vado a prendere del ghiaccio -
- Papi mi fa male - piagnucolo come una bambina.
- Lo so amore aspetta che adesso Simone ti porta un pò di ghiaccio - dice asciugandomi con la manica della sua maglia del sangue che mi cola dal naso.
- Macos'è questo casino? -
- Tuo fratello mi ha dato un pugno -
- Tom ho capito che non la sopporti, ma darle un pugno in faccia è esagerato -
- Ma io non... -
- Ecco il ghiaccio - lo interrompe Simone entrando in camera e venendo vicino al letto.
Me lo appoggia delicatamente sul naso e io intanto piango come una matta.
- Papi portami all'ospedale -
- Sì, Alexander credo che dovremmo portarcela - dice Simone.
- Ma dai mamma Tom di pugni in faccia ne ha presi un sacco e all'ospedale non ce l'hai mai portato -
- Bill se tuo fratello non è andato mai all'ospedale è solo perchè è un cavernicolo - gli dico piangendo sempre di più.
- Smettetela... dai amore alzati - papà mi aiuta ad alzarmi e sento un forte dolore al naso e alla testa.
- Mantieniti questo sul naso -
- Papi mi sento svenire... ti prego non voglio moire sono troppo giovane -
- Bionda non muori non preoccuparti... adesso andimo in ospedale -
- Papà morirò dissanguata -
- Datemi qualcosa per tamponargli il sangue - Simone prende una tovaglia e cerca di non far gocciolare sangue ovunque.
- Vengo anche io? - chiede Tom.
- No... sei un animale - lo prendo per il braccio e lo tiro fuori dalla stanza con noi.
Non so perchè l'ho fatto. La mia mente mi diceva di fare una cosa e il mio corpo ne ha fatta un'altra, ma non so perchè.
- Ma devo venire sì o no? -
- Sì -
- Ok -
Il sangue non si ferma e mi fa male, molto male.
- Bhe... allora vengo anche io - dice Bill seguendoci sulle scale.
Arriviamo alla macchina di papà e io mi metto dietro con Simone e Tom. Bill si siede avanti con papà.
- Oddio... se morirò sarà solo colpa tua -
- Dai non esagerare... poi il pugno non te l'ho dato pesante -
- Tom posso sapere come ti è venuto in mente? - gli chiede Simone tenendomi il ghiaccio sul naso mentre io mantengo la tovaglia per cercare di fermare il sangue.
- Ma che ne so... stavo facendo boxe e avevo gli auricolari e lei mi ha datto uno schiaffo e... tu lo sai come sono quando faccio boxe -
- Sì, lo so... diventi più animale del solito -
- Brava Simone - altre lacrime che scendono.
- Vabbè mamma però tu lo sai che Tom quando fa boxe è talmente preso che qulsiasi rumore lo fa sobbalzare -
- Ecco... sì, lui mi capisce -
- Io so solo che quando sarà tutto finito facciamo i conti -
- Sì, facciamo quello che vuoi, ma intanto lei si sta asciugando il sangue con la mia maglia - ok forse non era un asciugamano.
- Ma che m'importa della tua maglia... io sto morendo -
- Se vabbè -
- Papi quanto manca? -
- Simo arrivati amore... stai traquilla - parcheggia e scendiamo.
Arrivati nell'ospedale papà spiega tutto ad un'infermiera che mi porta subito in una stanza e mi fa sdraiare sul lettino.
Non ho mai sentito un dolore così forte. Il sangue oltre a colarmi dappertutto, lo ssento anche in gola e nella bocca.
Dopo pochissimo tempo arriva un medico che mi controlla.
- Oh... non è grave... o almeno non c'è bisogno di operare -
- Sì, ma le esce molto sangue - dice papà.
- Non si preoccupi... adesso lo fermiamo - prende dei piccoli batuffoli di cotone e me li infila nel naso.
- Dobbiamo aspettare che il flusso di sangue diminuisca e poi potremmo accertarci se il setto nasale è rotto, ma non mi sembra rotto... più che altro è fratturato... ma come è successo? -
-Lo chieda a quell'idiota - dico ancora piangendo.
- Stavo facendo boxe e lei mi ha fatto spaventare e... è successo così velocemente... io... io non lo so -
- Va bene... ho capito... infermiera vada a prendere il modulo - una volta che la ragazza è uscita, il medico mi controlla il naso e poi comincia a parlare con papà e Simone. Non seto quello che dicono perchè il dolore è inspiegabile.
- Hey... -
- Stammi lontano... se prima ti odiavo, ora ti odio e ho anche paura di te -
- Bhe... io volevo solo chiederti scusa -
- Minimo ti dovrei minacciare di morte a vita per quello che mi hai fatto - sospira e si allontana dal lettino.
Entra l'infermiera e papà firma quel modulo.
- Allora... come sta questo nasino? -
- Fratturato -
- Oh ma non ti preoccupare... vedrai che fra qualche giorno ti sentirai meglio... dovrete portarla da un otorino che la controllerà meglio, ma per il momento le metterò questo cerotto e vi darò delle pillole che dovrà prendere tre volte al giorno... sono antibiotici quindi dovrà prenderli costantemente, per il resto se ne occuperà l'otorino -
- Grazie mille dottore - dice Simone.
- Bhe... Bionda non andrai a scuola per qualche giorno... sei contenta? -
- Tanto gia non ci andavo - il medico guarda papà con un'espressione interrogativa.
- Ci siamo trasferiti qui solo ieri e quindi l'ammissione a scuola sarà possibile fra due settimane - spiega venendo vicino al lettino e prendendomi una mano.
- Oh... allora sei fortunata - sorride e poi mi toglie i batuffoli di cotone che mi aveva messo prima e me ne mette altri.
- Vi do alcuni bauffoli... li dovrete cambiare ogni mezz'ora - papà annuisce prendendoli.
Dopo qualche minuto, lentamente, usciamo dall'ospedale e torniamo a casa.
- Mettiti a letto amore - dice papà accompagnandomi fino al letto.
- Sì... papi mi fa malissimo -
- Lo so amore, ma vedrai che passerà... non piangere -
- Papà posso chiamare Joe? -
- Lo farai più tardi ades... -
- No, lo voglio fare ora -
- Amore, ma tu quasi non ce la fai a parlare... -
- Per favore papà -
- Va bene coricati... dove ce l'hai il cellulare? -
- Nella mia borsa - mi aiuta a mettermi comoda sotto le coperte e poi mi prende il cellulare.
- Io vado fuori... se hai bisogno chiamami -
- Va bene papà - mi da un bacio sulla fronte ed esce chiudendo la porta.
Chiamo mio fratello e gli spiego tutta la situazione. Noto che è molto preoccupato quindi cerco di tranquillizzarlo il più possibile.
Stiamo al telefono circa venti minuti, poi stacchiamo perchè deve andare a lavoro.
Non mi sento per niente bene. La testa e il naso mi fanno così male che ho quasi la vista offuscata.
- Hey... posso entrare -
- Bill... sì... vieni - entra, chiude la porta e si avvicina al letto.
- Come stai? -
- Come una a cui hanno tirato un pugno in faccia -
- Ok... sai io una volta sono andato in terapia... non perchè fossi diventato pazzo, intendiamoci, ma perhè volevo sapere che si fa durante una terapia... la dottoressa mi disse che a volte per non sentire il dolore si deve pensare a qualcosa che ci piace... cosa ti piace? - si siede ai piedi del letto.
- Mmh... non saprei -
- Dai... ci sarà qualcosa che ti appassiona -
- Bhe... mi piace... mmh... la musica, il nuoto e i cani -
- Vedi... hai sorriso e fidati so che per chi ha ricevuto un pugno sul naso è difficile sorridere -
- Davvero? -
- Sì... io e mio fratello siamo esperti in questo -
- Bhe... poverino che viene picchiato da Tom -
- Sì, li riduce abbastanza male se è incazzato - sorride e a me viene naturale fare lo stesso.
- Bionda posso entr... ah... Bill che ci fai qui? -
- Niente mamma... ho sfoderato le mie doti da strizzacervelli -
- Bene... Bionda sono venuta per farti cambiare i batuffoli -
- Ok - si avvicina e me li toglie, lentamente, per non farmi male, mi mette gli altri due.
- Ti ho fatto male? -
- Un pò - sorrido e lei sembra quasi dispiaciuta della mia risposta - ma è perchè mi fa male preaticamente ogni singola parte del corpo in questo momento -
- Bhe... allora io vado... Bill vieni con me deve riposare -
- Ok... a dopo -
- Ciao - escono chiudendo la porta.
In fondo non è poi così male quel Bill, mi sembrava meno antipatico.
Lentamente tiro le coperte più su visto che sento freddo e solo ora mi rendo conto di una cosa. Ho la maglia di Tom ancora tra le mani.
Quel ragazzo ha dei seri problemi mentali.
Ma dico io come si fa a dare un pugno in faccia ad una ragazza? Ion gia non sopporto la violenza in generale e questo che fa? Mi spacca la faccia? Mha... io non so più che pensare.
Appoggio la magliatta a terra e mi accendo la TV, tanto non riuscirei a dormire.
Tutta la giornata la passo così, sdraiata.
Papà entra in camera ogni tanto per tenermi compagnia e per farmi prendere le pillole.
Non vedo l'ora che tutto questo passi, il dolore è una delle cosa che non sopporto.

                                   * Di sera *

- Bionda -
- Tom esci -
- Per favore voglio parlarti - sbuffo e gli faccio segno di entrare.
- Ecco io voglio dirti che... chie quando... no aspetta... mmh.. io... ehm... senti io mi ero preparato tutto un discorso, ma non ricordo nemmeno una parola quindi ti dico quello che ti devo dire -
- Ok - gli sorrido.
Sorrido perchè è così impacciato che non mi sembra lui.
- Senti ormai io e te sappiamo benissimo che non ci sopportiamo e io ho la voglia di stare qui sotto i piedi, ma mi ci ha mandato Simone per dirti che mi dispiace e tutte quelle cose così - ok... è sempre lui.
- Sì... allora? -
- E bhe... scusa... mi dispiace tanto per averti fatto male -
- Le tue scuse sono sincere? -
- Mmh... no... credo -
- Tom... io invece credo che siano sincere -
- Bhe... fa come vuoi... però se Simone te lo chiede, io le scuse te le ho fatte, ok? -
- Certo... ah... tieni - prendo la maglia da terra e glie la porgo - Non credo che il sangue si tolga però -
- Vabbè non ci pensare - la prende e si avvicina alla porta.
- Sper che ti passi presto -
- Sei sincero? -
- Forse... notte - mi sorride e apre la porta.
- Buonanotte - dico sorridendo per quel forse.
Mi metto il più comoda possibile e lentamante mi addormento. 

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Capitolo 8
*** Ottavo Capitolo. ***


Ecco l'ottavo capitolo!
Qualcosa già è cambiato e ci sarà un nuovo personaggio =D
Grazie e buona lettura!!!
                             BIONDA BECKER.

                           * 2 settimane dopo *

- Amore sei pronta? -
- Sì papà adesso scendo -
Il naso non mi fa male più, ma in questi giorni ho patito le pene dell'inferno. Non potevo mangiare cose solide quindi mangiavo solo roba frullata e a volte non mangiavo proprio.
In questo periodo papà, Simone e Bill mi sono stati molto vicini, invece, Tom l'ho visto qualche volta quando uscivo dalla mia stanza, ma non ci siamo mai messi a parlare.
Quel ragazzo è davvero strano. A volte torna a casa dopo le sue partite di basket e si chiude in camera, non scende nemmeno per cenare e ho visto Bill andare nella sua stanza con del disinfettante in mano, ma non mi sono mai voluta immischiare nelle sue cose. Litiga spesso con Simone e una volta l'ho sentita piangere dopo una lite, ma come sempre mi faccio i fatti miei perchè non mi va di mettermelo contro più di così.
Bill invece è diverso da come l'avevo immaginato. Mi sta quasi simpatico, ma mantengo sempre le distanze perchè se dovesse rompersi qualcosa fra papà e Simone ci starei male.
Adesso sono in bagno e mi sto preparando. Per cosa? Per la scuola.
Finisco di truccarmi,scendo e trovo tutti seduti a tavola che fanno colazione.
- Buongiorno - dico sedendomi.
- Buongiorno - mi rispondono in coro papà, Simone e Bill.
- Tom - Simone gli fa un cenno con la testa come a dirgli che deve salutarmi e lui, sbuffando, si gira verso di me e mi sorride e torna a mangiare.
Prendo una fettina di pane e ci metto sopra della nutella e la mangio .
- Ragazzi è meglio se ora andate -
- Papà altri dieci minuti - mi lamento come sempre.
- No, vuoi fare tardi il primo giorno? - sbuffo e mi alzo seguita da Bill e Tom. Prendiamo gli zaini e usciamo.
La scuola è vicina quindi ci andiamo a piedi.
- Vedrai che la scuola non è poi così male -
- Bill... la scuola fa sempre schifo e poi tu che ne sai che questa scuola non è male? -
- Perchè ci vengono dei miei amici -
- Ah... bhe comunque sia a me la scuola fa schifo -
- Certo, anche a me -
- Bill stiamo in classe insieme? -
- Non lo so però cred... -
- Ma la volete smettere di parlare -
- Tom ma non stavi ascoltando la musica? - gli chiede Bill.
- Sì, ma se voi parlate io non la sento -
- Tom ma che hai stamattina? -
- Lo sai benissimo che cosa ho -
- Sì, ma... -
- Siamo arrivati - siallantana da noi e Bill lo guarda con un'aria strana.
- Bill tutto bene? -
- Mh - annuisce e entriamo nell'edificio.
- Dai vediamo in che classe siamo - ci avviciniamo alla bacheca della scuola e ci fermiamo a leggere i cognomi per vedere in quale classe dobbiamo andare.
- Ti hanno registrato come Kaulitz, vero? -
- Sì... mmh... no, non stiamo in classe insieme... stai con Tom e Andreas -
- Oh... fantastico -
Ci dirigiamo nelle nostre classi.
Mi siedo all'ultimo banco e dopo poco vedo entrare Tom con Andreas e altri due ragazzi.
Questo posto è deprimente, gia mi annoio.
- Hey - mi volto e vedo una ragazza che mi guarda sorridente.
- Ciao - si siede accanto a me e mi porge la mano.
- Ria -
- Bionda - glie la stringo e lei mi guarda insistentemente.
- Che... vuoi dirmi qualcosa? -
- No, io... sì, voglio chiederti una cosa -
- Cosa? -
- Ecco... tu sei la sorella di Tom? -
- Ehm... no...sorella no, diciamo che... che viviamo insieme perchè i nostri genitori stanno insieme -
- Oh... bhe... non è che potresti farmelo conoscere? -
- Mmh... vedi fra di noi non c'è un bel rapporto... anzi io e lui non ci parliamo nemmeno quindi io non... -
- Ok, ho capito -
- Ma perchè non vai lì e ci parli... sei una bella ragazza non credo che ti respingerà -
- Oh... no... non potrei... sono troppo timida e gia il fatto che tu mi abbia detto che sono una bella ragazza mi... non lo so... comunque non potrei e poi io non mi sento bella - ma che sta dicendo? Ha due tette fenomenali e e non si sente bella?
- Ma dai... per me potresti provarci -
- No, mi imbarazzo e poi lui è così... così... -
- Idiota? -
- No... bello -
- Tom? Bello? No, secondo me ti sbagli - dico ridendo.
- Ma che dici? Ma guardalo... no, è decisamente troppo per me... lui non starebbe mai con una come me  -
- Perchè lui con chi si metterebbe? -
- Ecco è proprio questo il problema... lui non si mette con nessuna -
- Cioè? -
- Lui si fa una ragazza diversa ogni sera e se gli va bene...due -
- Ooh ma che animale... e poi tu che ne sai? -
- Bhe lui viene spesso ad Amburgo -
- Mh... sai credo che voglio aiutarti... ti va di venire a casa mia? -
- Ecco io... non so... -
- Sì, tu devi veire a casa mia... faccio lo sforzo di parlarci per te... o almeno ci provo visto che ci odiamo -
- No, ma io non posso... cioè tu e lui non avete un buon rapporto e io non vorr... -
- Tranquilla... tanto io non farò nulla... farai tutto tu -
- Cosa? No, io non farò nulla -
- Ma io voglio aiutarti e... -
- Ragazzi silenzio - la professoressa interrompe la nostra chiacchierata.
- Ragazzi oggi sono arrivati due alunni nuovi... uno è... chi ha scritto questa cosa sul registro? -
- Prof c'è scritto il nome del nuovo arrivato - dice uno degli amici di Tom.
- Oh... il nuovo arrivato si chiama... Sex-gott? - tutti scoppiano a ridere.
- Sì... oppure Tom Kaulitz - 
- Basta... io non ce la faccio più con voi... tu fai fuori e tu... Tom Kaulitz... non ti sbatto fuori come il tuo amico perchè altrimenti andresti a fare danni con lui - detto questo si siede e segue con lo sguardo il ragazzo che esce dalla classe.
- Bene... dicevo... Tom Kaulitz e... Bionda Becker... volete presentarvi alla classe? - Tom si alza e comincia a parlare.
- No, non mi voglio presentare perchè gia mi conoscono però voglio dire una cosa... la scuola non mi piace e la mia vita fa schifo quindi eviti di interrogarmi e mettersi tra i coglioni... grazie - si siede e la professoressa lo guarda allibita.
- Signorino non si permetta mai più di dire queste cose in classe -
- Signorino? - scoppiano a ridere tutti.
- Smettetela - sbatte più volte la mano sulla cattedra e poi si alza e cammina verso il mio banco.
- Sei tu Bionda? -
- Mmh... sì, ma anche se vivo con lui io non sono come lui... sà? Sono costretta -
- Non ti preoccupare lo so benissimo... tu vuoi dire qualcosa? -
- Ecco... io... -
- Non ti vergognare -
- Ecco io mi chaimo Bionda e son nuova -
- Nient'altro? -
- No... anzi sì... vorrei dire a tutte le ragazze di questa classe ti stare lontane da Tom se non volete che vi spacchi la faccia... ho finito -
- Bhe... ma perchè dici così? -
- Lasci perdere... lui lo sa -
- Oh... bhe... allora.. allora iniziamo la lezione -
La giornata passa così lentamente che credo di aver dormito anche un pò.
- Hey... sorella di Tom -
- Mmh... Andreas -
- Torni a casa? -
- Ehm... sì, ma come mai questo interessamento? -
- Bhe... non lo so... come va a casa? -
- Bene... credo... scusa ma ora vorrei ascoltare un pò di musica... mentre aspetto Bill -
- Ok... ciao -
- Ciao - mi appoggio ad un muretto e comincio ad ascoltare la musica. Dopo poco arriva Bill e, dopo aver portato via Tom dai suoi amici, torniamo a casa.
- Siamo a casa - urla Bill andando dritto in cucina.
Io salgo di sopra e vado in bagno poi vado in camera mia.
Mi metto un pantalone della tuta e una canottiera bianca.
- Bionda posso entrare? -
- Certo papà... vieni - entra e chiude la porta.
- Amore devo dirti una cosa -
- Cosa? -
- Io voglio... ecco... io... voglio chiedere a Simone di sposarmi - 

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Capitolo 9
*** Nono Capitolo. ***


Postato anche il nono capitolo!
Bionda scopre qualcosa che la sconvolge... buona lettura xD
                                    BIONDA BECKER.

- Cosa? -
- Le voglio chiedere di sposarmi -
- Cosa? - chiedo sempre più scioccata.
- Amore lo so che non ti piace l'idea, ma tu sei la prima persona a cui lo dico ed è perchè... perchè non voglio illudere nessuno -
- Tu quindi vorresti... sposarla? -
- Sì -
- Mh... e... e come... come vorresti chiederglielo? -
- Non lo so ... io... -
- Come lo hai chiesto alla mamma? -
- Ehm... vieni qua - si siede sul letto e io lo raggiungo. - Bhe io e la mamma... non avevamo intenzine di sposarci... quel giorno... quando glie lo chiesi... lei non ci pensò due volte a dire di sì... fu il giorno della nascita di Joe... non volevamo sposarci, ma vederla con... con quel bambino in braccio mi fece capire quanto l'amassi e quanto avrei voluto passare tutta la mia vita con lei... io la amavo da impazzire... e - si asciuga una lacrima - e... sai... anche se amo Simone con tutto me stesso, credo che tua madre sia stato l'unico vero amore... -
- E allora perchè vuoi sposarla? -
- Perchè credo che la vita ci tolga delle cose, ma ce ne dia delle altre e a me la vita ha dato te Joe e adesso anche Simone e io non... non vorrei farmela sfuggire -
- Papà, ma io non so se... se sono pronta per tutto questo... insomma è... è presto e io non... non vorrei ferirti, credimi... ma lei è... lei non è la mamma -
- Mi stai dicendo che non vuoi che la sposi? -
- Ecco... ehm... no, non ti sto dicendo questo... solo ti dico che mi sembra troppo presto -
- Bhe... allora facciamo così... quando tu sarai pronta me lo dirai, va bene amore mio? -
- Anche se sarà fra dieci anni? -
- Sì... anche fra dieci anni -
- La ami davvero così tanto papà? -
- Sì, la amo - lo dice con una strana luce negli occhi e dentro di me si muove qualcosa che mi porta ad abbracciarlo e stringerlo forte.
- Papà... se è così allora... chiediglielo quando vuoi - gli sussurro ancora stretta a lui.
- Amore... ehm... sei sicura? -
- Non ti nasacondo che... che non la sentirò mai come...una mamma perchè io di mamma ne ho una sola - mi scendono tante lacrime che papà provvede subito ad asciugare. - ma... vederti felice è l'unica cosa che mi importa ora -
- Amore... grazie... non sai quanto conti per me la tua approvazione... per quanto riguarda la storia della mamma... tu non devi sentirla come una mamma, solo ti chiedo di provare a... ad accettrla nella tua vita... so che ti chiedo uno sforzo enorme, ma io lo faccio per anche per te -
- Lo so papà... e io infondo lo apprezzo tutto questo, ma a volte mi piacerebbe tornare indietro - comincio a piangere senza sosta e lui mi coccola, come sempre.
Il mio papà è la persona migliore del mondo. So che di lui posso fidarmi e che non mi lascerà mai sola. Triste o felice lui ci sarà sempre.
- Mi manca... vorrei tanto che fosse qui -
- Anche io amore - mi tiene ancora stretta fra le sue braccia ed io di certo non lo allontano. Ho bisogno di lui.
- Ti voglio bene -
- Non mi lascerai mai papà, vero? -
- Mai principessina - mi bacia la fronte e io lo stringo a me perchè, mentre piango, sento il bisogno di averlo accanto.
- Fai piangere anche me così -
- Lo so è solo... è solo che non ci riesco - tiro su con naso.
- Va bene così non fa nien... - delle urla molto forti lo interrompono. - ma che succede? -
- Non lo so - scioglie l'abbraccio e si avvicina alla porta con un'espressione preoccupata. Io intanto mi asciugo per bene il viso che è stato bagnato dalle lacrime.
- Amore vado giu - apre la porta ed esce.
Lo seguo anche io perchè voglio capire che sta succedendo.
Scendiamo le scale e nel salone troviamo Simone e Tom che urlano come matti e Bill che li guarda con le lacrime agli occhi.
- Ma che succede? - chiede papà alzando un pò la voce per farsi sentire. Tom si volta e il suo sguardo mi incute paura.
- Amore... - prova a dire Simone, ma Tom si intromette.
- Amore... Amore? Ma ti rendi conto? Amore... tu non ti rendi conto di quello che le stai facendo e non te ne frega nemmeno un cazzo se lei ha lasciato tutto per te e così lei si sta solo distruggendo... sappi che io non sarò mai daccordo con tutto questo... io qui dentro non ci voglio vivere - urla come un pazzo e poi esce sbattendo la porta.
- Ma... ma cosa... che gli è preso? - chiede papà andando subito verso Simone che ormai piange quasi disperata.
- Non lo so - riesce a dire solo queste poche parole visto che poi torna a piangere.
Io, che intanto guardo questa scena allibita, decido di avvicinarmi a Bill che sta seduto a tavola e quasi piange.
- Hey Bill - mi siedo accanto a lui.
- Hey - si asciuga gli occhi e tira su col naso.
- Ma che gli è preso? -
- Lui non è cattivo Bionda... te lo giuro mi devi credere - piange e corre di sopra.
Mi giro a guardare papà che intanto ha fatto sedere Simone sul divano.
Ci scambiamo un paio di sguardi e poi salgo di sopra per andare da Bill. Forse vuole stare solo, ma non mi va di farlo piangere.
Busso alla porta e non mi risponde.
Decido di andarmene, forse è meglio se sta da solo.
Mentre sto per entrare in camera mia però, apre la porta.
- Bill... ehm... io volevo... vedere come stavi - mi avvicino a lui.
- Bhe... come mi vedi - ha il trucco completamente rovinato e i vestiti sgualciti, probabilmente perchè si è buttato a letto.
- Ok, ma io... no, niente -
- Volevi chiedermi qualcosa su Tom? -
- Io... ehm... sì - rispondo timidamente.
- Entra - si sposta dalla porta e io entro nella stanza.
- Che vuoi sapere? - ha un tono di voce così freddo che mi fa quasi paura.
- Ecco io... vorrei sapere perchè... perchè si comporta così? - andiamo verso il letto e ci sediamo.
- Perchè... bhe... lui è così... non so se potrei dirtelo, ma ormai... sai Tom a quattordici anni è... è stato sbattuto in riformatorio... -
- Cosa? - ok è strano, ma non mi immaginavo che fosse anche un delinquente.
- Sì... ci fu un incendio in un cinema e tutti diedero la colpa a lui, ma io lo so che non è stato Tom a farlo... lui l'ha detta la verità, solo che è difficile vincere quando sei solo contro tutta quella gente che ti incolpa... ci è restato un anno intero lì dentro e io ogni cinque giorni andavo a trovarlo perchè non ce la facevo a stare senza di lui... quando ci andavo lo vedevo sempre guardarsi male con un ragazzo e ogni volta avevano dei lividi addosso... io gli chiedevo delle spiegazioni, ma lui mi diceva che andava tutto bene... da quel periodo Tom è cambiato... è diventato quello che è oggi... non gli importa di niente e di nessuno e fa solo quello che gli pare, ma lui non è così... lui è una persona fantastica solo che ha preso una brutta strada, ha frequentato persone sbagliate che lo hanno portato a fare cose stupide... lui e i suoi amici fanno delle scommesse assurde su chi vincerà il prossimo combattimento a cui partecipa anche... l'ho visto sputare sangue per un pugno preso in piena faccia, ma lui non si arrende mai perchè vuole dimostrare agli altri che è forte... per quelle stupide scommesse torna acasa pieno di lividi e io non ce la faccio a vederlo così... mi ripeto sempre che non lo aiuterò più che non gli curerò mai più una ferita, ma poi quando lo vedo conciato così male io... io non resisto... proprio non ci riesco è più forte di me e io so che lui non vorrebbe farlo, ma ormai per lui è diventato qualcosa di normale... ora è quella la sua vita... mamma tutto questo non lo capisce... non capisce il perchè di tutto questo... è da quando mamma ha scoperto dei combattimenti che non vanno più d'accordo ed è da quel momento che tutto si è rovinato - dice tutto questo con una tristezza infinita e ogni tanto, da quegli occhi, scende qualche lacrima.
Sono scioccata, spiazzata, confusa. Non so cosa dire e per tutto il tempo ho avuto come una stretta allo stomaco e sapere tutto ciò che ha passato Tom mi rende triste e per la prima volta provo quasi tenerezza per quel ragazzo.
- Bill... io non so che dire... insomma è... è orribile quello che ha passato -
- Sì... l'unica cosa che lo salva è il baket... lui dice che quando gioca si sente libero, si sente un persona diversa, migliore -
- Non l'ho mai visto giocare -
- No? Bhe dovresti vederlo... è davvero bravo -
- Bhe se gli dico che voglio vederlo giocare mi urla in faccia... non posso -
- Ma il capo da basket è aperto a tutti... ci sono anche gli allenamenti di calcio nel campo affianco quindi tu puoi benissimo andarci - annuisco e rimaniamo un pò in silenzio.
- Chissà dov'è ora - dico cercando parlare perchè stiamo continuando a guardarci intorno senza dire niente.
- Starà da Andreas oppure è andato a giocare... in qualche modo deve pur scaricare la tensione -
- Bill come stai? -
- Io bene... però mi preoccupo per lui -
- Vuoi andare a cercarlo? -
- Tu verresti con me? -
- Certo -
- Ooh... grazie... dai andiamo - usciamo dalla sua stanza e mentre lui va in bagno a darsi una sistemata, io mi vado a vestire.
- Sei pronta? -
- Sì, andiamo - scendiamo al piano inferiore e usciamo. 

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Capitolo 10
*** Decimo Capitolo. ***


Ecco a voi il decimo capitolo!!
Spero vi piaccia :)
                               BIONDA BECKER.

Stiamo cercando Tom da circa tre ore ormai, ma di lui nemmeno l'ombra.
Camminiamo per le vie di Amburgo e ci infiliamo in alcuni vicoletti. Ci sono molte strade principali, ma sono molte di più quelle secondarie e il fatto che Bill mi guidi per questi posti estranei al mio concetto di strada, mi preoccupa un pò.
Lo vedo molto preoccupato e ho difficoltà a stargli dietro visto che cammina velocemente mentre cerca con lo sguardo qualche figura che possa somigliare a quella del fratello, ma non credo che lo troveremo in questa stradina, ci sono dei barboni e Tom per quanto strano possa essere non credo che si metta fra i barboni.
Bill a volte mi tira verso di se come a proteggermi da quelle persone che ci guardano come se fossimo ricoprti d'oro.
Passiamo da una strada all'altra ed io mi lascio giudare.
 Ho una strana sensazione allo stomaco, come se ci si fosse creato un enorme vuoto o come se si fosse riempito così tanto da scoppiare, non so cosa sia, ma è una sensazione orribile. Quasi mi manca il respiro da quando ho sentito la storia che mi ha raccontato Bill. Secomdo me Tom ha solo bisogno d'aiuto, un aiuto che nessuno è stato in grado di dargli. Nemmeno sua madre che invece di comprenderlo, gli si scaglia contro. In fondo è colpa anche di Tom perchè lui inconscentemente vorrebbe essere aiutato, ma respinge tutto e tutti per mostrarsi forte, per dimostrare agli altri che non ha isogno di nessuno.
Cercare di aiutarlo forse è una cosa difficile, ma credo che provarci non costi niente.
Stare accanto a persone che hanno bisogno di aiuto, questo avrei sempre voluto fare nella vita. Mentre le altre ragazzine pensano a diventare stiliste, parrucchiere, estetiste e cose così, io penso a tutta la povera gente che per mangiare è costretto a commettere atti che prima di un suo fallimento economico non si sarebbe nemmeno sognato di fare.
Continuiamo a cercarlo e Bill comincia ad innervosirsi perchè non lo trova e non sa dove sia.
- Bill stai calmo... vedrai che lo troveremo - gli appoggio una mano sulla spalla e lui mi guarda con gli occhi colmi di lacrime. Esprimono solo tristezza e paura.
- Bionda io forse so dov'è, ma non voglio che tu venga con me - tira su col naso.
- Perchè? - chiedo seria.
- Perchè non voglio farti immischiare in questa storia... non voglio farti avere problemi -
- Bill io... io non capisco -
- Credo che stia allo spiazzale e se sta lì non voglio che tu veda uno spattacolo così raccapricciante - ribatte secco.
- Che cosa sarebbe lo spiazzale? -
- Lo spiazzale è dove fanno i combattimenti, le corse con le auto rubate... ed è dove mio fratello massacra e si fa massacrare di botte solo per il gusto di farlo -
- Bill ormai siamo insieme e io da sola a casa non ci torno... voglio venire con te -
- Bionda ti dico che non è un posto per ragazze come te -
- Perchè io come sono? -
- Quante volte ti sei ubriacata nella vita? -
- Ma cosa c'entra? -
- Lì le ragazze sono costantemente ubriache e anche i ragazzi e se non vuoi farti violentare da un paio di psicopatici devi essere del giro... e tu non lo sei -
- Davvero succedono queste cose lì? -
- Una ragazza fu portata all'ospedale con graffi, lividi, lacerazioni interne e chissà cos'altro... vuoi affrontare tutto questo? -
- Bill vuoi mettermi paura? - deglutisco con difficoltà.
- Voglio metterti al corrente di quello che succede lì dentro -
- Tom fa queste cose? -
- Non lo so... ma se le facesse io non vorrei venire a saperlo - dice sospirando.
- Bill... andiamo a prenderlo - gli afferro la mano in un gesto quasi supplichevole e lui, con uno sguardo che lascia trasparire dolore, rabbia e tristezza, annuisce.
Ci incamminiamo ancora una volta per quelle strade strette e incastonate l'una nell'altra e non so come, ma dopo circa dieci minuti di cammino ci ritroviamo in un'ampia strada mal asfaltata, ai margini c'è solo vecchia erbaccia e per il resto e tutto terreno con qualche albero qua e là.
Continuiamo per la nostra strada e dopo qualche metro difronte a me appare un grosso muro in pietra verniciato di bianco, ma ricoperto da graffiti e scritte che per me non hanno senso.
Sento delle urla e della musica provenire dall'altrolato del muro e senza accorgermente ho iniziato a tremare.
- Quarda che se non vuoi puoi anche tornare a casa - mi dice comprensivo.
- Io voglio solo portare via tuo fratello da questo posto -
Senza dire niente mi prende la mano e mi trascina oltre quel muro imponente.
Davanti a me vedo solo gente grossa quanto armadi e ubriacha.
- Non aver paura... qui mi conoscono -
- Ok -
Continuo a guardarmi intorno mentre cammino a passo incerto in questo posto che mette i brividi.
C'è un sacco di gente e comincio a darmi un'occhiata intorno.
Ci sono bottiglie d'alcol ovunque, poltrone e auto completamente sfasciate, ma quello che attira subito la mia attenzione è qualcosa di diverso.
Un'enorme gabbia circondata da persone che urlano e ridono.
- Bill... che fanno lì dentro? -
- Lì dentro si combatte - lo guardo incerta.
- Andiamo a vedere se c'è Tom - mi prende per mano senza aspettare una mia risposta e mi conduce fra tutta quella gente.
Arrivati in prima fila ed io rimango immobile a guardare quella scena.
Tom chino su un ragazzo non molto muscoloso o almeno più esile di lui intento a riempirlo di pugni su tutto il corpo.
Si sentono le grida di quel ragazzo, ma a Tom sembra non importargli più di tanto visto che continua a picchiarlo violentemente.
Non ce la faccio più a guardare quindi volto il viso verso la mia destra.
- Kaulitz continua così... uccidilo ho scommesso su di te - urla una voce maschile.
Mi volto per vedere chi più essere quest'essere senza cuore e vedo un ragazzo dalle spalle larghe e muscolose, con i capelli neri e gli occhi di un azzurro chiarissimo, quasi bianco.
Smetto di guardarlo e riappoggio lo sguardo su Tom.
Sono tornati in piedi e si sferrano pugni sul viso e sul resto del corpo mezzo nudo.
- Tutto bene? -
- Ehm... sì, ma... Bill non lo possiamo portare via ora? - gli orlo all'orecchio.
- No... sono nel pieno dell'incontro non si può... se non vuoi guardare possiamo allontanarci -
- No - vorrei andarmene, ma non so perchè sto qua a guardare questa scena orribile.
Tom non la smette di tirare pugni e quel ragazzo perde sanfu da naso e bocca.
- Quando finisce, Bill? -
- Se lo mette giu ora Tom vince... altrimenti continua per altri dieci minuti e se nessuno dei due decide di fermarsi è pareggio - mi spiega tutto senza staccare gli occhi dal fratello facendo espressioni di dolore quando Tom prende qualche pugno. Proprio come se li sentisse anche lui.
Ritorno a guardarli e vedo quel ragazzo lanciare un urlo come a darsi forza da solo e tirare un pugno in piena faccia a Tom che indietreggia di qualche passo e poi, quasi sprezzante, si toglie il sangue che è colato con il dorso della mano e, dato che glie ne cola un pò anche dalla bocca, lo sputa. Si ferma davanti al ragazzo e lo guarda.
- Adesso glie la fa pagare - sento questa voce e mi volto. Una ragazza bruna con una bottiglia di birra in mano sorride a quella scena macabra.
Continuo a guardare Tom che con lo sguardo impaurisce, ancora, il ragazzo che fa un paio di passi indietro.
- Bionda... se sei di stomaco debole non guardare - mi urla Bill.
- Perchè? - non faccio in tempo ad ascoltare la spiegazione, vedo i fatti.
Tom si scaglia contro quel ragazzo sbattendolo contro la rete. Lo riempie di pugni all'altezza dello stomaco, il ragazzo è piegato in due dal dolore, ma a Tom sembra importare poco.
- Sta per finire -
- Davvero? Bill non lo ucciderà, vero? - chiedo impaurita.
- No - risponde scuotendo appena la testa.
Tom solleva il ragazzo per il collo e dopo averlo guardato per qualche interminabile secondo, gli tira un pugno con tutta la forza che ha sul viso. Il ragazzo cade rovinosamente a terra e Tom lo guarda dall'alto con un'espressione vittoriosa.
- Oh... è finita - dice Bill quasi sollevato.
Tom esce dalla gabbia con un'espressione ferma e dura.
Bill mi prende per la mano e mi porta verso suo fratello.
- Tom - lo chiama e lui si volta.
Ha il lato destro del labbro completamente spaccato e anche il sopracciglio non è messo bene. Ha anche dei graffi e delle lesioni sulle spalle e sul petto.
- Che ci fa lei qui? - chiede arrabbiato appena mi vede.
- Io... Tom eravamo venuti a cerca... -
- Perchè l'hai portata qui? Non potevi venire solo? -
- Ha insistito -
- Vado da Harry... mi fa male la spalla - dice allontanandosi.
- Chi è Harry? -
- Chi... ah... Harry è il figlio di un medico e si fa spiegare le cose tecniche dal padre per aiutare i ragazzi in caso di frattura o rottura di qualche ossa -
- Ok... non dovevo venire qui... si è arrabbiato - dico abbassando lo sguardo.
- Hey... non ti preoccupare - mi prende ancora per mano e mi porta sotto una tenda dove c'è Tom seduto su uno di qui bidoni che di solito contengono olio per auto e un ragazzo che gli guarda la spalla. Credo sia lui Harry.
- Kaulitz... un pugno ti ha dato e ti ha quasi spostato la spalla... vabbè ora te la tiro... stringi i denti che farà male... uno... due... tre - gli tira la spalla verso l'esterno e Tom sopprime un urlo.
- Fatto -
- Mh... fatto... manco te la fossi tirata tu la spalla... idiota - scende dal bidone e si mette una canottiera nera e poi una felpa.
- Tom torniamo a casa -
- Sì, vengo... passo a prendermi i soldi e vengo... tu vai e... portatela via - mi guarda male prima di uscire dalla tenda.
- Andiamo... ciao Harry - il ragazzo lo saluta con la mano e usciamo.
Cmminiamo a passo spedito verso l'uscita e appena siamo fuori da quel posto, sento come se l'aria fosse più pulita e fresca.
Aspettiamo che Tom esca e poi in silenzio li seguo fino a casa.
Ora siamo nella strada dove abitiamo e pochi metri ci separano dalla nostra casa.
- Bill quando entri vai dritto in cucina a prendermi un pò di ovatta il disinfettante sta già in camera mia - dice mettendosi il cappuccio della felpa in testa, probabilmente per non farsi vedere da Simone.
- Ok -
Entriamo in casa e Tom corre di sopra mantre Bill va in cucina.
Salgo anche io in camera mia sperand che nè papà nè Simone mi becchino perchè non saprei cosa dire.
Mi chiudo nella mia stanza e mi butto sul letto.
Guardo la sveglia e noto che si sono fatte gia le 6:30.
Resto ferma sul letto a guardare il soffitto pensando a ciò che è successo.
Mi sembra assurda tutta quella vuolenza e non riesco a capire dove Tom possa trovare tanta forza.
Sento bussare.
- Avanti - dico sospirando.
La porta si apre.
- Hey  

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Capitolo 11
*** Undicesimo Capitolo. ***


Ed ecco anche l'undicesimo capitolo!!
Sta per nascere qualcosa? Non lo so... leggete!
Grazie a tutti xD
                              BIONDA BECKER.

- Hey - entra e chiude la porta.
- Tom... che ci fai qui? - mi alzo ma non so che fare. Qui non è mai venuto.
- Bill mi ha detto che ti ha parlato del riformatorio - dice secco e distaccato.
- Ehm... sì... me lo ha raccontato lui - annuendo gira per la stanza gurdandosi intorno.
- Certo che è brutta, eh? -
- Cosa? -
- La tua stanza -
- Ehm... sì, ma ho pesato di ritinteggiarla... il rosa non mi piace - non so cosa dire.
- Senti io volevo solo dirti che non devi più andare in quel posto -
- Perchè no? In fondo tu ci vai -
- Io... ma tu non ci devi andare -
- Perchè? -
- Perchè... perchè non è un posto adatto a te -
- Ah... e quale posto sarebbe adatto a me? -
- Non... io no lo so... lì comunque non ci tornerai -
- Chi sei tu per impedirmelo? -
- Io... tu... non devi e basta -
- Ok... ma tu perchè ci vai? -
- Perchè mi piace picchiare la gente -
- Perchè? Che ti hanno fatto? -
- Loro niente, ma io combatto perchè mi fa sentire bene -
- Bene? Ma guarda come ti conci... come può farti sentire bene? -
- Senti io non so a te cosa più sembrare, ma io mi sfogo quando sto lì e poi perchè devo darti spiegazioni - si avvicina alla porta come se volesse uscire, ma poi si gira verso di me e mi guarda.
- C'è altro Kaulitz? -
- Non ci andare mai più e... non chiamarmi Kaulitz - esce sbattendo la porta.
- Ok - dico facendo spallucce.
Questo ragazzo non sta bene con la testa. Sì sta davvero male.
Come è possibile che ci provi gusto a farsi picchiare?
Sospiro e mi rimetto a letto.
Perchè mi ha detto di non chiamarlo Kaulitz se lui fa Kaulitz di cognome?
Sento il campanello suonare e scendo per andare a vedere chi è.
Apro la porta e...
- Ciao sorella di Tom -
- Andreas la smetti di chiamarmi così... io non sono sua sorella... chiamami Bionda - lo faccio entrare.
- Va bene... sorella di Tom - ridacchia andando in salotto.
- Vedo che sei uguale al tuo amichetto -
- In che senso? -
- Mh... lascia perdere... se vuoi Tom sta in camera sua - dico sedendomi sul divano.
- No... in realtà non sono venuto per Tom - si siede anche accanto a me.
- Bill? - azzardo.
- No... per te -
- Ok... che vuoi? -
- Volevo chiederti se ti va di andare a fare una passeggiata... stasera... se non hai impegni -
- Io non ho niente da fare... però io e te... ehm... io... -
- Non vuole uscire con te - mi giro e chi vedo appoggiato alla porta? Tom.
- Tom fatti gli affari tuoi - gli dice Andreas.
- Ma... Bionda tu vuoi uscire con lui? - si siede tra me e Andreas sorridendo.
- Certo che ci voglio uscire... Andreas stasera va benissimo... a che ora? -
- Alle 9:00 ti va bene? -
- Certo... va benissimo... a dopo - mi alzo sorridendo in faccia a Tom e lui mi guarda con una smorfia.
Salgo le scae e vado in camera mia.
Perchè Tom si è messo in mezzo così?
Perchè mi guardava così?
Perchè mi importa così tanto?
Mi preparo per farmi una bella doccia rilassante e rinfrescante.
Dopo aver legato i capelli e preso l'accappatoio vado in bagno.
- Hey Bionda -
- Bill... che... ti serve il bagno? -
- No... hai parlato con Tom? -
- Sì -
- Se l'è presa che te l'ho detto? -
- No... non mi sembrava arrabbiato -
- Oh... meno male... che ti ha detto? -
- Mi ha detto che non devo più andarci e che lui si fa picchiare perchè si sfoga e dice che gli fa bene - dico facendo spallucce.
- Ok... ti fai una doccia? -
- Sì... stasera esco con Andreas -
- No? Ti prego dimmi che è una bugia -
- No, non lo è... ora vado - mi infilo in bagno e mi lavo.
In fondo Andreas è un bel ragazzo perchè non dovrei uscirci? Ho come un ronzio nella testa che, però, non mi lascia libera di pensare che uscire con Andreas è una cosa giusta. 

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Capitolo 12
*** Dodicesimo Capitolo. ***


Ho postato anche il dodicesimo.
Che Bionda cominci a provare qualcosa per...? Sopritelo voi!
Buona lettura xD
                               BIONDA BECKER.

Sto in bagno da circa un'ora ormai quindi mi decido ad uscire con l'accappatoio bene stretto.
Entro in camera mia e apro l'armadio.
Che mi metto? Bhe qualsiasi cosa andrà bene visto che non è un'uscita formale.
Prendo una maglietta nera con una sola manica che è lunga fino al gomito e in pizzo, dei jeans scuri con degli strappi qua e là e le mie immancabili All Star con le borchie.
Metto tutto ed esco per andare in bagno a truccarmi, non lo faccio mai prima di vestirmi non so perchè.
- Mh... ci siamo messe in tiro? - sobbalzo.
- Tom... mi hai fatto prendere un colpo idiota -
- Poverina... scusa non volevo - ridacchia appoggiandosi allo stipite della porta della sua camera.
- Sei proprio simpatico lo sai? Comunque come sto? -
- Bene... però io toglierei la maglia -
- Tom -
- Ok... scusa... comunque stai bene -
- Mh... grazie -
- Io però resto dell'idea che per uscire con Andy avresti dovuto mettere un maglione di lana -
- Perchè? -
- Come perchè? Sai che risate che mi farei io? -
- Ah ecco... vabbè mi devo truccare - corro in bagno pensando che Tom abbia dei seri problemi mentali.
Metto un filo di matita nera sopra e sotto gli occhi, tanto mascara e un pò di fonddotinta e appena una goccia di lucidalabbra color carne.
Pettino i capelli e li lascio cadere lisci sulle spalle.
Mi guardo un'ultima volta allo specchio e poi esco.
- Ma come siamo carine -
- Papi... davvero? Grazie -
- Dove vai? -
- Esco - che gli posso dire?
- Con chi? - dire la verità è sempre la cosa migliore.
- Ecco... Andreas mi ha chiesto di uscire ed io ho accettato -
- Andreas chi sarebbe? -
- Hai presente quel ragazzo che sta sempre con Tom? Lui -
- Oddio quell'animale si porta via la mia principessa -
- Dai papà prometto di tornare a casa per le 11:00 -
- 10:30 no? -
- Papà per favore -
- Ok... ma non più tardi -
- Bene - lo abbraccio e scendo giu.
- Ciao Bionda -
- Simone -
- Sei molto carina... esci? -
- Sì, con Andreas -
- Ah... hai un appuntamento -
- Sì... credo... boh non lo so se si può definire appuntamento... diciamo che usciamo a fare una passeggiata -
- Ok - annuisco andando in cucina.
Prendo un bicchiere e ci verso dentro dell'acqua fresca.
Guardo l'orologio e noto che solo le 8:55, fra poco arriva Andreas.
Spero che andremo a mangiare qualcosa perchè oggi non ho nè pranzato nè cenato visto tutto quello che è successo.
- E tu ti vesti così per Andreas? -
- Sì, perchè sto male? -
- Ma che? Stai fin troppo bene per lui... non ti merita -
- Bill mi spieghi perchè parlate sempre male di lui? -
- Perchè è scemo e poi perchè il nostro rapporto è così... ci vogliamo bene ma ci prendiamo in giro in continuazione... come tutti i ragazzi -
- Ok -
- Mettiti qualcosa addosso fa un pò freddo stasera -
- Agli ordini - poso il bicchiere sul ripiano in marmo bianco e vado nel salone e prendo la giacca nera.
- Allora come sto? - dico tornando davanti a Bill che intanto si è acceso la tv.
- Sei fantastica - dice scrutandomi attentamente.
- Eccolo - esclamo quasi alando la voce quando sento il campanello suonare. Una volta arrivata davanti alla porta la apro.
- Ciao Bionda -
- Ciao Andreas... andiamo? -
- Sì - mi volto verso la cucina e vedo Bill con un sorrisone che annuisce e io gli sorrido prima di uscire.
- Allora... dove mi porti? -
- Dove vuoi andare? -
- Non lo so io questo posto non lo conosco... guidami tu -
- Ok... mmh... hai fame? - oh, ti ringrazio!
- Sì -
- Bene... anche io... che ti va di mangiare? -
- Pizza? -
- Che pizza sia -
Sorridendo ci incamminiamo verso la pizzeria. Una volta arrivati ci sediamo ad un tavolino all'esterno e ordiniamo due pizze margherite.
- Allora come ti trovi in questa città? -
- Sinceramente non lo so... è poco che sto qui e la maggior parte dei giorni li ho passati chiusa in casa quindi non saprei -
- Bhe vedrai che Amburgo non è così male... certo Berlino è più bella ma Amburgo ha il suo perchè -
- Prima di dire che sia brutta dovrei vederla... tu mi porteresti a vederla? -
- Ma certo che sì - ridiamo e arriva la cameriara con le nostre pizze.
Le mangiamo chiacchierando tranquillamante.
Prima di uscire andiamo a pagare, ma insiste a pagarmela lui la pizza. Ho sempre odiato questa cosa, ma ormai ha pagato.
Camminando, chiacchieriamo di diverse cose e poi, in un piccolo parco, vedo delle altalene.
- Guarda - glie le indico. - andiamo a sederci lì - lo prendo per mano e arriviamo alle altalene. Ci sediamo e ci dondoliamo.
- Andreas tu ci sei mai stato in quel posto orribile... com'è che si chiama? -
- Allo spiazzale? -
- Sì, lì... ci sei mai stato? -
- Sì... non ci vado spesso però... perchè? -
- Perchè io trovo orribile tutto quello che succede lì dentro... insomma come gli viene in mente di picchiarsi per divertimento? -
- Questo non me lo spiego nemmeno io - rdiamo e continuiamo a dondolarci finche non sentiamo un tuono.
- Cavolo sta per piovere... torniamo a casa? - mi chiede alzandosi dall'altalena.
- Sì - mi alzo anche io.
Sono un pò triste in realtà perchè mi piace stare con lui, ma soprattutto mi piace stare qui a dondolarmi all'aria fresca.
Arriviamo a casa mia quasi zuppi visto che piove a dirotto.
- Vuoi che ti faccia accompagnare a casa? -
- No, abito qui vicino -
- Ok... un ombrello -
- No, tranquilla -
- Va bene... buonanotte -
- Notte - mi da un bacio sulla guancia e io arrossisco.
Ma da quando un bacio sulla guancia mi fa arrossire? Forse è la dolcezza con cui lo ha fatto che mi ha provocato questa reazione.
Sorridendo rientro in casa e tutte le luci sono spente.
E che cavolo nessuno si degna di aspettarmi in piedi?
Chiudo la porta facendo meno rumore possibile e poi mi tolgo la giacca.
- Hey - quella voce mi fa sobbalzare.
- Coglione che ci fai qui... mi hai fatto prendere un colpo -
- Stai calma e comunque ero sceso a bere -
- Ah... ok - vado nel salone e noto che c'è la tv accesa e diversesigarette consumate nel posacenere.
- Tom tu per bere accendi la tv e fumi? - lo guardo socchiudendo le palpebre e lui abbassa lo sguardo.
- Hai aspettato che tornassi a casa? - chiedo con un tono sospettoso.
- No -
- Ooh ma che dolce... grazie - gli sorrido e lui però ricambia con una strana espressione.
- Bionda ti ho detto di no -
- Bhe ma io so che non è così... so che tu ti proccupi per me e che hai aspettato che tornassi -
- Ma che cavolate... comunque come è andata con quel cretino? - mi passa davanti e si siede sul divano.
- Lo vedi che ti preoccupi - mi accomodo accanto a lui e allungo le gambe sulle sue per rilassarmi un pò visto che i piedi mi fanno male.
- Ma perchè non rispondi alla domanda e la fai finita con quesa cavolata? -
- Sì, va bene la smetto ma è come dico io... comunque è andata bene -
- Bene in che senso? Vi siete divertiti? Avete mangiato? Vi siete baciati? -
- Bene nel senso bene... mi sono divertita e ho mangiato e no, non ci siamo baciati - stranamente quando finisco la frase gli appare un sorriso che, però, bruscamente elimina dal suo viso.
- Vabbè io vado a letto - mi alzo e arrivo fino alla porta poinon so perchè, ma torno indietro.
- Buonanotte - gli do un bacio sulla guancia e lui all'inizio rimane fermo però poi si alza e mi guarda con un'espressione di quelle che sottintendono la domanda "ma che fai?"
- Notte - corre di sopra e io rimango imbambolata a guardare un punto indefinito della stanza.
Ma che mi è saltato in testa? Dargli un bacio... che cavolata.
Scuoto la testa per mandare via il pensiero e distrutta me ne vado in camera mia.
Non vedo l'ora di mettermi a letto e dormire. 

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Capitolo 13
*** Tredicesimo Capitolo. ***


Tredicesimo capitolo postato!! xD
Gelosie su tutti i fronti?
Buona lettura e grazie a che recensisce e a chi lo ha gia fatto.
                                    BIONDA BECKER.


- Allora come ti senti? -
- Bene papà, stai tranquillo e vai a lavoro -
- Ma non ti senti bene -
- Papà - gli dico con un tono di rimprovero spingendolo fuori dal salone.
- Ok... ti chiamo va bene? -
- Va bene - gli sorrido e lui esce prendendo le sue cose.
- Bello il sabato, eh? -
- Forse per te... io ho un mal di testa terribile e anche il raffreddore - torno nel salone e mi stendo sul divano.
- Oh... io volevo andare a fare shopping, ma tu non stai bene e Tom dorme... con chi vado? -
- Bill non puoi restare a casa e ci vai un altro giorno? -
- Sì... hai ragione da solo mi va - alzo le gambe, lui si siede e poi appoggio i piedi sulle sue gambe.
- Se mi fai il solletico ti uccido -
- Chi io? No... non mi permetterei mai - sembra serio quindi lascio perdere.
- Ho fame - si lamenta.
- Io no... passami la coperta - si allunga per prenderla dalla poltrona accanto al divano e me la passa.
- Grazie -
- Ciao -entra Tom mezzo addormentato e mezzo... nudo.
- Potresti anche vestirti animale -
- Bionda stai zitta che tu per uscire con Andreas ti sei presa la febbre - ridacchianado se ne va in cucina.
In effetti ieri sera sono andata a letto con i capelli bagnati e stamattina appena mi sono svegliata avevo un mal di testa terribile e mi era gia venuto il raffreddore.
- Dai raccontami tutto - dice Bill battendo le mani.
- Mmh... siamo andati a mangiare una pizza e poi abbiamo fatto un giro -
- Tutto qui? Io voglio i particolari -
- Non si sono baciati se è questo quello che vuoi sapere - dice Tom tornando nel salone con una sigaretta in mano.
- Come no? -
- No, Tom però mi spieghi perchè ti metti sempre in mezzo? -
- Perchè è un impiccione - Tom gli da un pugno sul braccio e io rido.
- Ragazzi cosa volete mangiare oggi? -
- Pasta al sugo - dice Bill con un sorrisone. Nemmeno i bambini sono come lui.
- Bene... Tom smettila di fumare -
- Sì... domani - dice espirando una nuvoletta grigiastra.
- Io vado a fare la spesa -
- Uh sì... vengo anche io - Bill si alza scostandomi le gambe  e corre fuori con Simone.
- Passami il telecomando -
- No -
- Tom dammi il telecomando - gli dico con un tono minaccioso.
- Perchè sennò che fai? -
- Ma perchè devi essere sempre così antipatico? -
- Boh... forse lo sono e basta - fa spallucce e butta la sigaretta nel posacenere.
- Adesso ci guardiamo una bella partita di basket -
- A quest'ora non le fanno -
- Oh certo che sì... basta scegliere i canali giusti... in realtà oggi passano la replica di domenica scorsa, ma io non l'ho vista... quindi preparati ad esultare... i Bulls hanno vinto -
- E tu ti ecciti così per una patita di basket? -
- No, ricorda io mi eccito solo per un paio di tette -
- Bene... allora con me non ci saranno problemi -
- Appunto -
- Grazie Tom -
- Oddio... ti prego... non sei una ragazzina che si incazza perchè non hai le tette, vero? -
- No, se non me lo fai notare -
- Ok - ci mettiamo a guardare la tv e lui ogni tanto mi guarda... con insistenza.
- Che vuoi? -
- Eh? -
- Mi guardi... che vuoi? -
- Mh... ti volevo chiedere come stavi, ma adesso non mi importa più -
- Va bene - abbasso lo sguardo e comincio a torturarmi le mani.
Perchè mi dispiace così tanto che non voglia sapere come sto?
- Come stai? - non toglie lo sguardo dalla tv e io sorrido senza poterci fare niente. Non so perchè mi importasse tanto, ma mi fa piacere che gli interessi.
- Ho mal di testa - mi guarda sorridendo appena e poi continua a guardare la partita.
- Ma che fa quello... gli ha ribato la palla dalle mani? -
- Wow Bionda non ti facevo così intelligente... il gioco consiste proprio in quello -
- Ma stava lì e... vabbè lascia perdere -
- Hai fame? -
- No -
- Vabbè... io mi vado a prendere qualcosa - si alza, ma non fa in tempo ad arrivare in cucina che suona il campanello.
- Vado io - va all'ingresso e apre la porta.
- Hey Tom -
- Andreas - dice con un tono davvero strano, come se non fosse felice della visita anche se gli sta sorridendo.
- Ma Bionda non sta bene? -
- Che ne sai che Bionda non sta bene? - continua a farlo.
- Ho incontrato Bill e tua mamma fuori al bar e me l'hanno detto -
- Ok... ha mal di testa lasciamola riposare - ma che fa? Gli chiude quasi la porta in faccia.
- Ma io voglio vederla Tom -
- Vabbè - sbuffa sonoramente e lo fa entrare.
- Hey Andreas - mi metto a sedere e lui si avvicina sorridente.
- Hey come stai? - si siede e mi appoggia una mano sulla spalla.
- Mi fa male la testa e ho il raffreddore... diciamo che la pioggia di ieri sera non mi ha fatto bene -
- Scusa... non volevo che ti ammalassi - sembra triste.
- Non è colpa tua Andreas... noi non sapevamo che avrebbe piovuto -
- Sì... però... vabbè non ci pensare... basta che ora guarisci presto -
- Sì anche perchè tu mi devi far vedere Amburgo, ricordi? -
- Giusto -
Sento Tom schiarirsi la voce e Andreas si gira a guardarlo.
Si guardano come se stessero parlando con lo sguardo.
- Hey... hey -
- Sì? - dice Andreas con gli occhi da angioletto.
- No, niente è solo che... niente -
- Andy ricomincia la partita... vai via? - quel "vai via" più che una domanda sembrava un obbligo.
- No... sai cosa? Mi va di guardarla -
- Ma se tu di basket ci capisci meno di lei - dice indicandomi.
- Bhe... que... questo non vuol dire che io non possa guardare una partita -
- Coglione -
- Ma perchè litigate... Andreas guarderà la partita con noi se gli va e... -
- Stranamente a me è passata la voglia - dice Tom secco e se ne va di sopra.
- Andreas ma che gli è preso? -
- Non lo so -
Ho come l'impressione che invece lo sappia fin troppo bene.
- Puoi aspettarmi due minuti - dico alzandomi.
- Certo -
Cammino lentamente per evitare di cadere a terra visto che la testa mi fa un male cane e la stanza gira.
Arrivo di sopra forse cinque minuti dopo busso alla stanza di Tom ringraziando Dio che la sua camera fosse la prima di una lunga fila.
Sento pronunciare un "avanti" quindi entro.
- Hey Tom - chiudo la porta e ci rimango accanto. Ho brutti ricordi legati a questa stanza.
- Bionda - sembra quasi sorpreso mentre si alza dal letto su cui era sdraiato.
- Tom... perchè? -
- Perchè c... cosa? - chiede incerto.
- Perchè hai litigato con Andreas... che ti ha fatto? -
- Ecco... ehm... io... sai... a... a volte non mi va di avere gente fra le scatole - sembra nervoso.
- Ok, ma non c'era biogno di trattarlo così -
- Ma io lo tratto come mi pare e anche lui lo fa con me quindi non venire a farmi la morle - sembra molto arrabbiato e mentre parla sento la testa girare sempre di più fino a che davanti a me non c'è più niente, solo buio.
Tanto buio. 

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Capitolo 14
*** Quattordicesimo Capitolo. ***


Ed ecco anche il quattordicesimo xD
Cosa sta succedendo a...?
Leggete xD
Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono e anche a quello che non lo fanno! =D


Apro gli occhi, ma li richiudo subito perchè una luce accecante mi impedisce di tenerli aperti.
Non ricordo cosa mi mi sia successo e non so dove mi trovo. La testa mi fa male e sento delle voci che peggiorano la mia situazione.
Cerco comunque di aprirli e mi rendo conto che sono in ospedale.
- Papà - dico con un filo di voce.
- Bionda - Bill corre verso il lettino seguito da Andreas.
- Bill... dov'è papà? -
- Sta fuori col medico... Andreas puoi andare fuori ad avvertirli che si è svegliata? - lui annuisce ed esce lasciando la porta socchiusa.
- Bill che mi è successo? -
- Sei svenuta Bionda non lo ricordi? -
- No... Tom? -
- Tom cosa? -
- Dov'è? -
- Sta fuori ora viene, ok? - mi tiene la mano ed io annuisco.
- Bionda come stai? - papà entra e si avvicina a me seguito da Simone, il medico e Tom che però rimane sulla porta a guardare.
Mi sembra triste e vorrei tanto parlargli o dirgli di avvicinarsi, ma non ce la faccio nemmeno a parlare.
- Allora Bionda come ti seti? - mi chiede il medico.
- Come vuole che mi senta - riesco appena a dire.
- Be adesso facciamo dei controlli, ma non è niente di grave... hai la febbre molto alta e sei svenuta per questo, ma hai fatto qualche sforzo? -
- No...  non ricordo -
- Bhe non preoccuparti - continua a parlare con papà e io mi guardo intorno.
Tom sta ancora lì, sulla porta a guardarmi con uno aguardo così triste, mi verrebbe quasi voglia di abbracciarlo.
In fondo io credo che lui non sia così stronzo come vuole far credere. Gli serve solo qualcuno che lo capisca a fondo.
- Io penso che stia bene e che possa tornare a casa... deve stare solo a riposo finchè la febbre non cala e deve prendere questi una volta la giorno dopo pranzo - dice dando delle pillole a papà.
- Bionda fra poco torniamo a casa e lo sai che ti preparo? - Bill ai fornelli non ce lo vedo. Anzi non ce lo voglio vedere perchè potrei morire.
- Cosa? - lo voglio comunque sapere visto come è contento.
- Una bella camomilla calda o una tisana -
- Ok - dico ridendo appena.
Una camomilla o una tisana. Manco se avesse detto che mi prepara un pranzo da matrimonio.
- Bionda spero solo di non rivederti più entro le prossime settimane altrimenti potrei credere che ti piacciono gli ospedali - dice il medico sorridendo.
All'inizio non capisco cosa voglia dire, ma poi mi viene in mente che lui è lo stesso dottore dell'altra volta e quindi mi lascio sfuggire una risata.
- Dai preparati... torni a casa - esce dopo aver stretto la mano a papà e Simone.
Dopo essermi alzatae ristabilizzata, usciamo tutti dall'ospedale.
- Bionda come stai? - mi chiede Andreas con un tono di voce dolcissimo.
- Apparte la testa che mi fa malissimo sto bene - mentre parlo vedo Tom guardarci per un attimo e poi continua afare quello che stava facendo prima cioè guardare fuori da finestrino.
Ma perchè è così triste?
Sospiro e resto in silenzio per tutto il tragitto.
Una volta a casa mi sdraio sul divano.
- Sicura che non vuoi andare di sopra? -
- Sì, papà non proccuparti - sospira e va in cucina.
- Bionda io devo tornare a casa, ma prometto che ti vengo a trovare più tardi, ok? -
- Va bene... Andreas sai cos' ha Tom? -
- No -
- Ok... ci vediamo dopo - mi da un bacio sulla guancia e va via.
- Eccoti la camomilla - Bill arriva con una tazza in mano e un sorriso smagliante stampato sul volto.
- Grazie... appoggiala lì se è calda - dico indicando il tavolino difronte al divano.
- Allora ti fa male la testa? - ma quante volte lo devo dire ancora?
- Sì -
- Vedrai che passerà presto - si siede accanto a me in quel poco spazio che c'è.
Cominciamo a parlare un pò o meglio lui parla e io cerco di stargli dietro quando ad un certo punto vedo Tom uscire di casa.
- Dove sta andando? -
- Non lo so... ora però bevi la camomilla e riposati - mi passa la tazza e io la bevo lentamente.
Chissà dove è andato. Vorrei saperlo.
Mi chiedo anche perchè questa cosa mi interessi così tanto.
Mi metto sotto le coperte e in poco tempo mi addormento. 

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Capitolo 15
*** Quindicesimo Capitolo. ***


Quindicesimo Capitolo xD
Probabilmente all'inizio odierete Simone... ma qualsiasi cosa lei abbia fatto, l'ha fatto perchè ha sofferto molto e anche Tom se ne accorgerà!
Buona lettura :)
                               BIONDA BECKER.


- Bionda svegliati... è ora di cena -
- Simone... ho dormito così tanto? -
- Sì... dai alzati e vieni a tavola - dice sorridendomi.
- Ma non ho fame -
- Dai mangerai solo qualcosa giusto per poter prendere la pillola, ok? -
- Ok - lentamente mi alzo e arrivo alla tavola.
- Bionda come stai? - sembra ansioso o nervoso.
- Bill tranquillo... mi fa male la testa, ma mi sento meglio - mi siedo accanto a lui e solo ora mi rendo conto che Tom non c'è.
- Tom dov'è? - nessuno mi risponde. - Mmmh... non lo sapete? -
- No - dice Simone abbassando lo sguardo mentre si siede.
- E non lo potete chiamare o andare a cercare? -
- Tranquilla Bionda... Tom tornerà a casa da solo -
- Simone ma come puoi dire una cosa così... tuo figlio non torna a casa e tu te ne freghi? Potrebbe essrgli successo qualcosa... io non ho parole - mi alzo e per un attimo ho come l'impressione di non reggermi in piedi, ma poi riprendo l'equilibrio.
- Bionda basta... siediti -
- No, papà io non mi siedo... è da pazzi quello che state facendo -
- Bionda Tom conosce a strada per tornare a casa e... -
- Simone la può anche conoscere, ma se gli è successo qualcosa non ci tornerà, lo capisci? -
- Sì, Bionda io lo capisco ma... -
- Ma cosa? Io non vi capisco - visto che sono vestita non mi faccio problemi ad uscire di casa.
- Bionda torna immediatamente dentro -
- No, papà tornaci tu - corro fuori dal vialetto.
- Bionda -
- Bill non cercare di fermarmi -
- Ma io non voglio fermarti... andiamo insieme - resto ferma per un attimo a guardarlo e poi annuisco.
Arriviamo alla parte più scontata di tutte: lo spiazzale.
Una volta entrati andiamo direttamente alla gabbia, ma con mia sorpresa lui lì dentro non c'è.
- Bill se non sta qui dove può essere? -
- Mmh... non lo so...anzi lo so... vieni - camminiamo velocemente fino a che, in un angolo sperduto, lo vedo.
Lo vedo.
Lo vedo di spalle attaccato ad una ragazza.
Le bacia il collo e a lei sembra piacere, tanto.
Sento una fitta allo stomaco e mi blocco.
Non riesco a muovere nemmeno un muscolo e rimango immobile a guardare quella scena.
Lui continua a baciarla e lei si mantiene al muro mentre l'altra cissà dov'è.
Sento molto dolore alla pancia, allo stomaco, al cuore.
Tutti i suoni intorno a me diventano ovattati. La musica si abbassa, le urla svaniscono.
Mi sembra di riuscire a sentire solo i loro respiri eccitati.
- Bionda... Bionda... hey - Bill mi afferra il braccio e mi scuote leggermente.
- Lì - alzo il braccio e glie lo indico.
- Oh... cazzo... aspetta - corre verso di lui e lo stacca da quella ragazza che sembra arrabbiata per quello che ha fatto Bill.
- Ma che vuoi Bill? Vattene - lo spinge via e sbatte di nuovo la ragazza vicino al muro e la bacia.
- No, Tom ora torniamo a casa - lo afferra per un braccio e lo porta accanto a me.
- Che cazzo ci fai tu qua... ti avevo detto di non venirci più -
- Ero venuta per te coglione - me ne vado perchè non ce la faccio a sopportarlo.
Non so perchè mi abbia dato così fastidio, ma lo ha fatto quindi ora mi chiedo anche perchè sto piangendo.
Una volta fuori mi appoggio al muro e continuo a piangere.
Non voglio piangere perchè non ha senso, ma le lacrime scendono. Come un fiume in piena.
- Bionda - Bill mi si avvicina con il fiato corto. - Hey... perchè piangi? - mi abbraccia e io lo stringo il più possibile.
- Hey... Bionda... non me lo vuoi dire? -
- Bill io non lo so - dico tra i singhiozzo.
- Non piangere - mi allontana delicatamente e mi asciuga le lacrime.
- Va meglio? - annuisco.
- Dai torniamo a casa - mi prende la mano e ci incamminiamo.
- Bionda - mi giro e vedo Tom che si avvicina.
- Che c'è? -
- Devo parlarti -
- Ora? -
- Sì -
- Tom non sta bene ci parli domani -
- Per favore -
- Va bene... che devi dirmi? -
- Bill potresti... -
- Andarmene... sì... ma mi raccomando Tom... la rivoglio a casa intera, capito? -
- Sì - risponde scocciato.
- Va bene... io torno a casa... non fate tardi - si allontana da noi a passo spedito.
- Cosa devi dirmi? - incrocio le braccia e alzo un sopracciglio.
- Vieni - ci avviciniamo ad una panchina in legno e ci sediamo.
- Bionda io... io volevo chiederti scusa -
- Per cosa? -
- Per... per tutto... perchè io lo so che tu non mi sopporti e so anche che probabilmente mi odierai a vita, ma io comunque ti chiedo scusa -
- Perchè credi questo? -
- Perchè è ovvio Bionda... ma io... senti mi dispiace... io non vorrei essere così... io non vorrei trattarti male, ma io... io... -
- Va bene Tom... ho capito, ma io non ti odio... io vorrei solo saper perchè... perchè fai certe cose... perchè ti comporti in questo modo -
- Bionda io vengo in questo posto da due anni... sono due anni che mi sistruggo la vita... perchè io lo so che venendo qui dentro mi faccio solo del male, ma sontinuo a venirci perchè io... mi sento bene qui... puoi pensare che sia stupido però è così... io con loro mi sento a casa -
- Tom posso chiederti... cosa ti è successo... insomma come hai fatto a ritrovato a venire qui... cosa è successo prima e... -
- Vuoi conoscere la mia vita? - mi chiede sorridendo.
- Se vuoi... sì -
- Ok... quando avevo sei anni Simone decise di divorziare con Jorg perchè... perchè lui... lui la... -
- Tom se non vuo... -
-La tradiva e la picchiava e lei ad un certo punto non ce l'ha fatta più... sai era terribile sentirli litigare tutte le sere... io e Bill ci chiudevamo in camera nostra e non uscivamo finchè tutte quelle urla non finivano... io non volevo essere come lui, ma invece io sono proprio come lui... picchio chi non mi va a genio e se stasera non foste venuti qui avrei fatto sesso con quella e sai perchè? Perchè io sono stato quattro anno con mio padre e ho imparato a fare quello che fa lui e il peggio e che Simone mi odia per questo... lei non mi sopporta e ha sempre fatto in modo di tenermi lontano... puoi anche non credermi perchè è difficile credere che una mamma possa odiare il proprio figlio, ma per me è così... a volte quando litighiamo me lo dice e lei mi odia semplicemente perchè in me ci vede Jorg... me lo dice proprio così... non se lo crea il problema di ferirmi... io ci sto male, mi arrabbio e vengo qui... a sfogarmi sulla gente... a volte me ne sto fermo, mi faccio picchiare e non reagisco... torno a casa e come al solito trovo Bill... lui è l'unico con cui parlo perchè è l'unico che mi ascolta... a volte vorrei tanto cercare di smettere di frequentare questa gente, ma non per me... vorrei farlo per lui per non vederlo più piangere, ma non ci riesco... ti giuro su chi vuoi che me ne vorrei tirare fuori, ma non ci riesco... lui è sempre stato con me anche quando mi hanno sbattuto in riformatorio... lui mi veniva a trovare sempre e si arrabbiava perchè lo sapeva che io lì dentro non dovevo starci... in realtà è soprattutto da lì che è cominciato tutto... c'era uno che proprio non sopportavo... ci picchiavamo dalla mattina alla sera... una volta mi fece davvero incazzare... quando venne Bill a trovarmi sai cosa gli disse quando lo vide? Gli disse che gli mancavano le puttane lì dentro e gli chiese se gli andava di fare sesso con lui... di conseguenza si fece una settimana in ospedale... all'inizio pensai che avevo fatto una cazzata che probabilmente una volta uscito dall'ospedale mi avrebbe ucciso, ma quando uscì fece una cosa che ancora oggi non capisco... si avvicinò e mi strinse la mano... da quel momento lo vidi solo un paio di volte... quando uscii dall'orfanotrofio mi ritrovai a frequentare gente che probabilemente avrei dovuto tenere alla larga, ma io sono il solito pazzo che non riesce a tenersi lontano dai guai e quindi sono arrivato qui... quando Simone ha saputo dei combattimenti voleva mandarmi da uno strizzacervelli e ancora insiste a volermici mandare, ma io non ci vado nemmeno se mi ci tira per le orecchie... io la chiamo per nome perchè un giorno litigammo e io le dissi che per me lei non è più mia mamma quindi lei da quel giorni per me è solo Simone una donna che mi odia... la mia vita fa schifo e ora so che ti ho raccontato tutto anche se mi ero ripromesso di non farlo perchè non sopporto di sembrare un idiota che si dispera perchè la vita fa schifo, ma ormai l'ho fatto e la cosa peggiore è che con te mi è sembrato così facile parlare che nemmeno ricordo ciò che ti ho detto - mentre parlava ho pianto, ma questa volta non è stato come prima,, questa volta ho pianto perchè ero triste. Per lui. - Che fai piangi? -
- E' ovvio che piango Tom - tiro su col naso e mi asciugo una delle tante lacrime.
- Non volevo farti piangere -
- Ma non è colpa tua è... è che io non immaginavo che... non immaginavo tutto questo -
- Bhe però è così -
- Tom mi dispiace -
- Per cosa? -
- Per tutto -
- Non è colpa tua... non puoi farci niente - dice prendendo il cellulare dalla tasca della felpa. - Cazzo si sono fatte le 11:00 -
- Tom torniamo a casa? -
- Sì, andiamo - ci alziamo e cominciamo a camminare finchè non arriviamo in una stradina completamene buia.
- Tom -
- Mh? -
- Devo dirti una cosa -
- Cosa? -
- Io ho... ho paura del buio - abbasso lo sguardo.
Mi vergogno da morire per questa cosa.
- Tu? Non ci credo - dice ridendo.
- Idota è vero che ci posso fare? - smette di ridere e mi prende una mano.
- Andiamo -
Non ho mai sentito una sensazione come questa. Non so cosa sia, ma mi sento bene.
Continuiamo a camminare e con lui al mio fianco quasi non la sento più quella paura, ma il mal di testa c'è sempre anzi direi che comincia a farsi sentire sempre di più.
Mentre parlavo con Tom era quasi andato via però.
- Bionda... come stai? Perchè non parli? -
- Perchè mi fa male la testa -
- Ah... un'altra cosa... scusa per stamattina -
- Perchè? -
- Perchè mi sono messo ad urlare e tu sei svenuta e... scusa - adesso ricordo.
Lui aveva litigato con Andreas e poi io ero andato in camera sua a chiedergli spiegazioni.
- Tom non è stata colpa tua... avevo anzo ho la febbre molto alta e se adesso non torniamo a casa mi ci dovrai portare in braccio -
- Ok allora muoviamoci -
Arrivati a casa entriamo e in cucina ci sono papà che fa avanti e indietro, Simone seduta a tavola e Bill sul divano che guarda la TV.
- Ma chi si vede - dice Bill ironicamente quando ci vede.
- Bionda vieni immediatamente qui - oddio papà è arrabbiatissimo. Speriamo solo che non mimettain punizione o roba così.
- Sì papà? - arrivo fino alla porta della cucina sotto il suo sguardo.
- Bionda stasera mia hai fatto proprio arrabbiare... ma che ti è saltato in mente? Chiedi scusa a Simone per quello che le hai detto - mi giro a guardare Tom come a cercare un consenso.
Non voglio chiederle scusa dopo quello che mi ha detto Tom, non mi sembra giusto nei suoi confronti, però mi metto anche nei panni di Simone che ha patito le pene dell'inferno con il suo ex marito quindi faccio l'ennesimo sforzo di porgerle le mie scuse e lei le accetta.
- Ora vai a dormire... sarai stanca -
- Sì, mi fa male la testa - mi abbraccia e ritorna il papà premuroso e affettuoso di sempre.
- Vado anche io - dice Tom seguendomi.
- Tom aspetta -
- Che c'è? -
- Vieni qui - Tom si avvicina a Simone e lei senza dirgli niente, lo abbraccia.
Oddio che scena commovente, mi viene da piangere.
- Tom scusami... scusami per tutto - piange anche lei mentre tiene stretto Tom come se fosse la cosa più cara che ha.
Tom non risponde ed è sicuramente perchè non sa cosa dire.
Simone scioglie l'abbraccio e lo guarda con le lacrime agli occhi.
- Buonanotte... mamma - Tom le sorride e l'abbraccia di nuovo.
- Nessuno abbraccia me? - chiede Bill con il truco che ormai gli è colato tutto sulle guance.
- Idiota vieni qua - Bill si alza e va dritto dritto da Tom che lo abbraccia.
Per stasera ho pianto abbastanza.
Dopo tutte le bellissime smancerie fra Simone, Tom e Bill andiamo tutti insieme di sopra.
- Hey Bionda -
- Che c'è? -
- Grazie... parlare con te mi ha aiutato -
- Tom io non ho fatto niente -
- Bhe grazie lo stesso - mi guarda in un modo strano e ancora più stranamente io non riesco a staccargli gli occhi di dosso.
Perchè ho voglia di abbracciarlo?
Perchè sta venendo qui?
Perchè ora mi sta abbracciando?
Perchè mi sento così dannatamente bene? 

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Capitolo 16
*** Sedicesimo Capitolo. ***


Ed ecco anche il sedicesimo capitolo :)
Breve sì, ma molto importante per lo svolgimento della storia.
Bionda prova qualcosa per lui? Sì, ma ancora non lo sa.
                               BIONDA BECKER.

- Dai pigrona svegliati -
- Bill lasciamo dirmire -
- No, so che non ti senti bene ed è per questo che ti devi alzare per il pranzo altrimenti non potrai prendere la pillola e di conseguenza non ti sentirai mai meglio -
- Non ho capito una sola parola di quello che hai detto -
- Dai alzati... hai un ospite e fra poco è pronto il pranzo -
- Chi è? -
- Non lo so una ragazza che dice di chiamarsi Ria -
- Che carina è venuta a trovarmi... scendo fra un minuto -
- Bene - va verso la porta.
- Ah Bill... fà in modo che parli un pò con Tom -
- Ma chi? -
- Ria -
- E perchè? -
- Fai come ti dico -
- Va bene - esce dalla mia stanza lasciando la porta aperta.
Che freddo che fa quando non stai sotto le coperte.
Non devo badare al freddo, ora devo pensare a Ria.
Mi sistemo giusto un pò i capelli, ma non mi vesto perchè non ce la farei con questo mal di testa.
Scendo al piano inferiore e trovo Ria seduta sul divano con Simone e Bill e Tom appoggiato al davanzale della finestra col cellulare in mano.
Menomale che avevo detto a Bill di farli parlare.
- Buongiorno - dico entrando nel salotto definitivamente.
- Buongiorno Bionda - dice Simone girandosi verso di me.
- Ciao Bionda, come ti senti? - Ria si alza e viene verso di me.
- Mh... mi fa male la testa... Tom però io un buongiorno lo gradirei -
- Eh... ah sì, buongiorno - stacca solo per un attimo lo sguardo dal cellulare e mi sorride.
- Papà dov'è? -
- Alexander è uscito, ma torna presto - uscito.
Uscito.
Ho avuto una magnifica idea.
- Ok... mmh... Ria vieni con me devo dirti una cosa - le prendo il braccio e la porto in cucina.
- Cosa c'è? -
- Ho avuto una strabiliante idea - chiudo la porta - oggi farò uscire tutti di casatranne tom e tu resterai qui a tenermi compagnia e quando tutti saranno fuori io dirò di dover andare in bagno e tu... o meglio più lui che tu perchè sarà lui a cominciare di sicuro, ma comunque voi due vi sbaciucchierete ne sono sicura... questo piano funzionerà alla grande ha funzionato con Maky quando voleva mettersi col suo ex... per tua informazione è diventato ex solo perchè lui ha lasciato Berlino non perchè il piano non fosse buono... allora ce te ne pare? -
- Ehm... a me sembra un grossa cavolata -
- Perchè? -
- Perchè Tom stava messaggiando con Cristhal -
- E chi è ora questa Cristhal? -
- Una ragazza -
- No, ma dai? Lo avevo capito... voglio sapere chi è -
- Come te lo spiego... è una con i capelli biondi, un paio di gommoni al posto dell tette, un culo da paura, magrissima e non molto alta... cosa che a Tom piace... capito? Gli piace -
- Certo che esistono puttane a tutte le età, eh? -
- Sì, infatti lei va a letto con Tom ogni volta che si incontrano -
- Non ci credo... che insensibile che è -
- Senti Bionda io non voglio fare più niente con Tom... apparte che lui non si metterebbe mai con me, ma poi io avrei sempre quella paura che lui possa... che lui si faccia prendere dalle situazioni e salti addosso a qualche ragazza come Cristhal -
- Ma come? No, ti prego... sarste carini insieme - stranamente questa cosa mi suona male. Stranamente perchè l'altra volta a scuola ero felice. Stavolta dicevo di volerli vedere insieme mentre ero felice delle parole di Ria.
Qualcuno mi spieghi che senso ha tutto questo.
- Carini sì, ma io non voglio che succeda nulla, ok? -
- Ok - sospiro.
Ma perchè sto sospirando se infondo la nottizia mi rende felice?
Perchè sono felice?
- Dai andiamo in salone -
- Ok - usciamo dalla cucina e ci mettiamo sul divano.
- Fra poco è pronto il pranzo... Ria ti andrebbe di restare? -
- No, signora devo tornare a casa -
- Va bene, sarà per un'altra volta - sorride e va in cucina.
Cominciamo a parlare anzi Bill e Ria parlano, io guardo Tom.
Dopo ieri sera lo vedo sotto una luce diversa.
Quelle parole piene di tristezza mi hanno fatto piangere anche quando mi sono messa a letto a pensare.
Quell'abbraccio poi è stato qualcosa di davvero strano, mi sentivo felice e forse anche un pò protetta, stavo davvero bene in quella situazione.
Poi prima che arrivassimo a casa mi ha tenuto la mano e la mia paura per il buio è quasi scomparsa del tutto.
Perchè Tom mi fa quello strano effetto che non ho mai provato nella mia vita fino ad adesso?
Forse l'ho gia provato ma non me ne sono resa conto?
Non so dare le giuste risposte a tutte queste domande e non so nemmeno dove trovarle.
Con lui è come vedere il sole dopo la pioggia, guarire da un dolore insopportabile o bere dopo aver passato giorni in un deserto.
Semplicemente una sensazione meravigliosae quando mi ha abbracciata ho sentito un calore, un tepore così piacevole che non avrei voluto allontanare per niente al mondo.
Sto pensando a cose che non stanno nè in cielo nè in terra se dette da una persona che non ha mai provato queste sensazioni, ma nel mio caso è così. Nel mio caso io ho provato piacere ad abbracciarlo, a stringergli la mano, a parlarci senza insultarci a vicenda.
Non so cosa sia tutto questo, ma so che mi piace e che anche in questo momento lo sto provando.
Sento come un'energia positiva che parte da lui e arriva dritta da me. Si infrange sulla mia pelle e la trapassa senza procurarmi dolore, anzi tutt'altro.
Resto qui, ferma, a guardarlo.
Scruto ogni sua movenza, ogni suo sorriso.
Se in questo momento qualcuno mi chiamasse io probabilmente non lo sentirei nemmeno, troppo presa da quella figura che mi attira come una calamita.
Vorrei solo una risposta ad un'unica domanda.
Perchè provo tutto questo per Tom? 

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Capitolo 17
*** Diciassettesimo Capitolo ***


Capitolo diciassette! xD
Tom e Bionda trovano dei punti di comunicazione!
Non dico più niente... buona lettura e grazie a tutti i lettori!
                                                                                                           * 7 giorni dopo *

- Bionda posso entrare? -
- Sì, se ci riesci - davanti alla porta ci sono accumulati diversi abiti e altri oggetti che forse dovrei mettere a posto, ma non ne ho voglia.
- Ci sono riuscito - rido mentre mi pettini i capelli davanti allo specchio.
- Allora che ci fai qui? -
- Sono venuto a proporti una cosa -
- Cosa? -
- Tu hai detto che questa stanza non ti piace... il colore intendo -
- Sì, allora? -
- Bhe... che ne dici se la ritinteggiamo? -
- Tom ma che ti passa per la testa? Oggi papà e Simone escono Bill va da Andreas e poi lui mi ha chiesto se ci potevo andare anche io -
- Chi te l'ha chiesto? - incrocia le braccia al petto.
- Andreas -
- Ah... ok... allora se è Andreas che te lo chiede... vai - sospira.
- Dai Tom non fare così -
- Cosa ho fatto? -
- Tu hai sospirato equando sospiri tu... tu -
- Io? - si avvicina lentamente.
- Tu... uffa... e non mi guardare così? - io lo guardo dallo specchio e lui si siede dietro di me su quel poco di spazio che rimane dello sgabello. Mi abbraccia e appoggia la testa sulla mia spalla sinistra.
- Come ti guardo? - ha un faccino così innocente in questo momento che me lo spupazzerei.
- Tu mi vuoi convincere a non andare da Andy -
- Sì -
- Come sì? Io mi aspettavo un no categorico -
- Ti sbagliavi... la mia risposta è un sì categorico... non ci andrai perchè altrimenti io rimarrò solo qui e tu lo sai che se mi annoio finisco per andare lì - dice riferendosi allo spiazzale.
Ci siamo avvicinati molto in quest'ultima settimana. Abbiamo parlato e i litigi non sono mancati, ma sembra tutto più calmo e stabile da quella sera.
Continuo a sentire quella sensazione ogni volta che mi sta accanto come adesso, ma non ci do più molto peso perchè ormai è diventato qualcosa di normale per me.
Non lo so cos'è e sinceramente se potrebbe rovinare tutto quello che stiamo costruendo non voglio scoprirlo.
- Tom se vuoi fare a botte hai il sacco da boxe in camera tua -
- Sì, lo so... ma il sacco non reagisce e mi fa incazzare e quindi io lo so che ci finirò anche oggi lì dentro - curva gli angoli della bocca verso il basso.
- Ok - dico sbuffando.
Come fa a comandarmi così?
Come fa a dominare i miei sentimenti?
Come fa a convincermi di fare cose che non voglio fare?
- Grazie Bionda... lo sai che io lì non ci voglio più andare -
- Sì, però continui ad andarci -
- Lo so però da quella sera sono entrato nella gabbia solo due volte -
- Tom non devi più andarci -
- Che credi che non lo so? Solo che è una cosa più forte di me... se oggi mi lasci solo io mi annoio e per quanto potrei sforzarmi, alla fine ci andrei -
- Tom tu lo sai che io voglio aiutarti... oggi stiamo insieme, ok? - annuisce e io mi allungo verso il letto per prendere il cellulare.
- Chi chiami? -
- Andreas -
- Perchè? -
- Per dirgli che non ci vado -
- Che ti importa... se ne accorgerà da solo quando vedrà solo Bill -
- Tu sei scemo - cerco il numero nella rubrica e poi mi porto il cellulare all'orecchio.
* - Pronto? -
- Hey Andy sono Bionda... senti oggi pomeriggio non posso venire -
- Perchè? -
- Ehm... perchè... mmh -
- Perchè deve stare con me - interviene Tom.
- Tom stai zitto - dico sorridendo.
- Bionda devi stare con lui? -
- Sì... non ti da fastidio, vero? -
- Mh... no... non fa niente... Bill viene? - dice di no ma a me sebra che gli abbia dato fastidio.
- Sì... scusa Andy -
- No, davvero... tranquilla -
- Ok... ci vediamo... ciao -
- Ciao - chiudo la chiamata. *
- Allora... oggi mi hai tutta per te... ti terrò la mente piena... riuscirò a parlare anche più di Bill se è necessario, ma tu lì dentro non ci andrai nemmeno con il pensiero, chiaro? -
- Cristallino - sorride e mi stringe un pò di più.
- Dai Tom andiamo un pò giù? -
- No, stiamo così bene qui - mi fa sorridere perchè riesce ad essere antipatico, insopportabile, stronzo e tutte le cose brutte di questo mondo, ma poi in alcuni momenti è così dolce. Forse lui nemmeno si accorge di quanto è carino quando fa così.
- Dai scemo... alzati -
- No -
- Tom... dai se mi mantieni non posso alzarmi - cerco di liberarmi, ma lui mi stringe ancora di più.
- Che scoperta -
- Tom dico davvero -
- Ok - sbuffa e si alza.
Lo faccio anche io e ci dirigiamo insieme al piano unferiore.
- Hey Buongiorno Bionda -
- Ciao pà - dato che addosso ho solo una canottira a giromanica e un pantalone della tuta sento freddo.
- Bill metto la tua felpa... ho freddo - lui sta in cucina quindi alzo appena un pò la voce andando verso il divano dove è appoggiata la felpa.
La prendo e la metto e in pochi istanti riprendo calore.
- Amore come ti senti? -
- Papà sono gia due giorni che sto bene -
- Sì, lo so... oggi devi prendere l'ultima pillola e avrai fatto -
- Ah... meno male... quelle pillole hanno  un sapore terribile -
- Lo so... un ultimo sforzo -
- Ciao Bionda... ti sei svegliata presto, eh? - Simone entra dal giardino con la cesta degli abiti puliti in mano.
- Che vuoi farci... sono mattiniera io - ridiamo e poi lei va di sopra dicendo che fra poco è pronto il pranzo.
Tom si siede accanto a me e continuiamo a guardare la tv finchè non è tutto pronto per il pranzo.
- Bill non hai cucinato tu, vero? -
- Ma che sei matta? Se volevi morire ti potevi pure buttare da un ponte - dice Simone ridendo seguita anche da me, papà e Tom.
- Sì, dite quello che volete... tanto io ho un cuore così grande da perdonare ogni vostro sbaglio - comincia a mangiare facendo il finto offeso.
Dopo aver pranzato, aiuto Simone a sparecchiare mentre Bil e Tom giocano alla Play e papà si diverte a scommettere su chi vincerà.
Certo che gli uomini non maturano mai.
- Io vado di sopra a prepararmi... fra poco vado da Andreas... Bionda quindi tu non vieni? -
- No - faccio spallucce e mi lascio cadere sul divano accanto a papà.
- Cosa farete oggi tu e Tom visto che non ci sarà nessuno? -
- Alexander io, da genio e artista quale sono, ritinteggerò la camera di tua figlia -
- Oh... bene... bionda tieniti ad almeno tre metri di distanza... non si sa mai - ride ed io annuisco.

                            * 2 ore dopo *

- Noi usciamo... mi raccomando voi due non combinate troppo casini - dice Simone mentre esce seguita da papà.
- Allora... tu mi devi dire solo una cosa -
- Cosa? -
- Che colore ti piace? -
- L'azzurro -
- L'accendiamo? -
- Sì, idiota - rido cominciando a salire le scale.
- Dammi solo il tempo di fare un telefonata, ok? -
- Ok... Tom sbrigati però - arrivo al piano superiore e mentre aspetto Tom ripulisco la camera.
- Allora il tuo colore azzurro arriva fra dieci minuti... intanto prepariamo la stanza -
- Tom quante altre volte lo hai fatto? -
- Tre volte... ritinteggiavo la mia camera ogni anno quando stavamo a Berlino... una volta feci un graffito ispirato alle sire... -
- Sai fare i graffiti? - Tom sei pieno di risporse.
- Sì... mi sono sempre piaciuti, così un giorno andai da un ragazzo che li faceva tipo sui muri delle scuole e lui mi insegnò a farli -
- Quanti anni avevi? -
- Mmh... dodici -
- Ok... Tom - mi appendo al suo braccio destro e lo guardo con gli occhi da cucciolo.
- No, davvero vuoi un graffito in camera tua? -
- Sì, tu ce l'hai - sospira sconfitto.
- Che ti disegno? -
- Non lo so... qualcosa di bello -
- Mmh... ti piacciono le stelle? -
- Sì -
- Ok... lo so io che ci vuole qui... preparati perchè ti disegnerò il mio primo graffito... per primo intendo il primo che feci di notte rischiando di essere beccato - 

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Capitolo 18
*** Diciottesimo Capitolo. ***


Diciottesimo capitolo.
Nuovo personaggio e rapporti che si stringono!
Spero che vi piaccia! Buona lettura. xD
                               BIONDA BECKER.

- Allora hai capito? -
- No -
- Bionda è semplice... applicati... te lo rispiego, ok? -
- Ok -
- Allora qui ci sarà la stella più grande col nero e il giallo, i bordi li coloriamo di nero però sfumati perchè vengono una meraviglia... poi qui ci saranno delle stelle più piccole ne facciamo tre e infine, fra il muro e il soffitto, faccio un' altra stella grande ma a questa facciamo i contorni più definiti e l'interno lo lasciamo azzurro, capito? - mi mostra nei minimi particolari i punti in cui posizionerà le stelle ed io lo guardo quasi incantata ed è per questo che non ho capito niente ancora una volta.
- No... ma tanto lo farai tu - faccio spallucce e lui sospira guardando in alto, come ad aspettarsi un segno dal cielo.
- Questo è Georg vado ad aprire -
- Tom chi è Georg? -
- Ora vedrai - corre al piano inferiore e dopo circa un minuto torna di sopra seguito da questo Georg.
E' un tipo con i capelli lunghi, molto muscoloso con gli occhi verde smeraldo.
- Ge lei è Bionda - dice Tom appoggiando un borsone nero accanto al muro dove si metterà all'opera.
- Piacere Georg - mi tende la mano e io la stringo.
- Bionda -
- Ge tu resti oppure te ne vai? -
- Non lo so dipende da Zena -
- Che c'entra lei? -
- Ha tredici anni e va a danza Tom... ecco vuoi vedere che è lei? - prende il cellulare dalla tasca dei pantaloni e se lo porta allorecchio. - Pronto?... Sì... ok... cinque minuti... ciao - riattacca e rimette il cellulare in tasca.
- Devi andare? -
- Sì... ciao Bionda -
- Ciao - Tom lo accompagna alla porta e poi ritorna da me.
- Allora iniziamo? -
- Sì - gli sorrido e lui mi passa un pennello.
- Allora tu fai questo lato e io questo, ok? -
- Ok - dopo aver preparato il colore ci mettiamo a lavoro.

                                  * Un'ora dopo *

- Allora? -
- Allora niente Tom, devi fare ancora il graffito -
- Non parlarmi così altrimenti le stelle non te le disegno nemmeno a matita -
- Non dire cavolate -
- Io non dico cavolate... se mi tratti male me ne vado - si gira e muove un paio di passi verso le scale.
- No... aspetta - gli afferro un braccio e lui si volta sorridendomi.
- Cosa? -
- Non te ne vai, vero? -
- Che scema che sei - tolgo la mano dal suo braccio e inizio a ridere.
- Perchè ridi? -
- Il tuo braccio - se lo guarda e all'inizio non ride però poi lo fa avvicinandosi alla poca pittura azzurra che è rimasta.
- Lo sai che chi ride di Tom Kaulitz rimarrà deriso da Tom Kaulitz? - divento improvvisamente seria vedendolo immergere una mano nel secchio.
- Tom che fai? -
- Io niente - fa il finto innocente.
- No, Tom io lo so quello che vuoi fare... giuro che non l'ho fatto apposta -
- Ma infatti io non voglio farti niente - si avvicina lentamente mentre parla.
- Tom... dai - in un battito di ciglia fa un passo avanti e mi struscia la mano sulla maglietta e io ormai non provo nemmeno a scappare, non ne ho più un motivo.
- Tom ma dove ce l'hai il cervello? -
- Non lo so... so solo che tu davvero non hai le tette -
- Tom mai io ti uccido - comincia a correre e scende al piano inferiore. Io lo seguo e ci rincorriamo per tutta la casa.
- Prendimi -
- Non è giusto però - mi fermo col fiatone.
- Perchè? - si ferma ad una certa distanza da me.
- Perchè io non sono abituata a correre tu sì -
- E io quando corro? -
- Tu giochi a baket e fai sport -
- Hey a proposito di baket... ci facciamo due tiri? -
- No, Tom io non so giocare -
- Ti insegno... dai - mi si avvicina e mi prende le mani e mi fa gli occhi da cucciolo.
- No, Tom che ne dici se invece facciamo i compiti per domani? -
- No -
- Tom -
- Bionda oggi è domenica -
- Sì e ieri hai detto oggi è sabato -
- Dai Bionda -
- Tom ma domani come facciamo? -
- Uffa... li fai tu e io li copio però -
- Hai i servi ora? -
- Sì -
- Idiota... dai andiamo - prendiamo gli zaini e ci mettiamo sul tavolo del salone a fare i compiti.

                               * mezz'ora dopo *

- Apotema -
- Una malattia -
- Tom questa è geometria... scienze lo abbiamo chiuso da un pezzo -
- Ah... non me ne ero accorto - sospiro.
- Vabbè io la geometria non la capisco -
- Bene, chiudiamo tutto -
- Sì - rimettiamo tutto al proprio posto e andiamo a vedere la mia camera.
- Gia mi piace Tom... grazie - sorridendo gli do un bacio sulla guancia.
- Sì è venuta bene... non vedo l'ora di fare il graffito -
- Ci vuole ancora un pò -
- Lo so... intanto che facciamo? -
- Non saprei... mmh... tu che proponi? -
- Basket? -
- Ancora? Tom io sono negata -
- Te lo insegno... ti prego - giunge le mani e si avvicina un pò di più a me.
- Vabbè -
- Sì - batte le mani e mi prende per il polso portandomi in camera sua. Prende il pallone e scendiamo in giardino. 

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Capitolo 19
*** Diciannovesimo Capitolo. ***


Ecco il diciannovesimo capitolo.
Volere ma non potere... è questo il problema.
                                BIONDA BECKER.

- Bionda ti faccio una domanda tanto per sapere a che punto sperso sei... allora sai dirmi lo scopo di questa gioco quel è? -
- Tom mica sono scema si deve fare canestro -
- Bene sei scema... la prima cosa in giochi come il basket è fare gioco di squadra -
- Ok... e come si fa se la squadra è formata da due persone senza una squadra avversaria? -
- Bhe dato che tu non sai proprio giocare ci facciamo solo due tiri... se sapevi giocare però facevamo uno contro uno -
- Vabbè - faccio spallucce e lui fa un tiro che a me sembra impossibile replicare.
- Hai visto è semplice - va a recupaerare il pallone e torna da me - dai provaci - mi ancia il pallone e io a stento riesco ad acchiapparlo.
Ma che pretende da me?
- Ok... però io te lo dico... spostati perchè potrebbe arrivarti addosso - ridacchia e si mette dietro di me. Mi prende le mani e attacca il suo corpo am mio.
- Io quando tiro non penso a niente... ci sono solo io, il pallone e il canestro... concentrati... chiudi gli occhi... pensa che intorno a te ci sia solo buio... non averne paura... quando sei pronta tira - duce tutto questo con una voce ferma, calda e seria.
Mi rilassa e, ascoltandolo, davvero mi sembra che tutto intorno sia diventato buio.
Lentamente alzo le braccia e lui continua a tenere le sue mani sulle mie. Mi guida a fare le mose giuste e insieme tiriamo.
Il pallone acquista una certa velocità e taglial'aria in due prima di entrare nel canestro.
- Oddio non ci credo - mi giro con un sorriso a 32 fenti.
- Hai visto - fa lo stesso e mi abbraccia.
- Bhe so che è anche grazie a te... soprattutto grazie a te, ma lasciami credere che l'ho fatto io -
- Ok - sciaogliamo l'abbraccio e ci guardiamo.
Sento ancora quella sensazione e non voglio che tutto questo finisca.
Si avvicina con una lentezza disarmante e mi tira sempre più verso di lui.
C'è qualcosa che però mi impedisce quello che vorrei fare.
- Tom... Tom... papà vuole chiedere a Simone di soposarlo - non stacco i miei occhi dai suoi e lui mi guarda con un'espressione interrogativa.
- Cosa? -
- Vuole sposarla - abbassa lo sguardo e si stacca da me, ma continua a guardarmi.
- Ehm... torniamo dentro - cammina velocemente verso la porta e io lo seguo in silenzio.
Una volta dentro ci sediamo sul divano.
- Tom... io... cioè noi prima ci... stavamo per... -
- Non pensarci Bionda... in fondo non è successo niente -
- Ok - sospiro abbassando lo sguardo.
- Bionda tu... tu mi avresti fermato? -
- Ehm... io... -
- Sii sincera -
- No - mi guarda e sorride.
- Tom... perchè stai sorridendo? -
- Lo faccio per non piangere Bionda - si alza e se ne va di sopra.
Lo faccio per non piangere.
Oddio non ci capisco più niente.
Lui voleva baciarmi e anche io, ma non possiamo.
I nostri genitori si sposano e npi diventeremo una famiglia.
Non è normale quello che stavamo per fare.
Mi alzo e vado di sopra.
Vedo Tom nella mia camera e entro.
- Che fai? - chiedo con un filo di voce rimandendo vicino alla porta.
- Queste si usano sulla vernice ancora bagnata - dice prendendo due bombolette dal borsone che ha portato prima Georg.
- Ok... cominci ora? -
- Sì - comincia a disegnare.
Io mi siedo per terra e lo guardo.
Non stacca gli occhi dal muro. Lo vedo molto concentrato montre spruzza la vernice spray.
Continuo a pensare a quello che stavamo per fare prima.
Mi chiedo come sia possibile che mi piaccia se prima lo sopportavo appena.

                                  * mezz'ora dopo *

- Hai finito? -
- Ancora no... devo fare la stella più grande, i contorni di quelle piccole e le sfumature... fra un paio d'ore sarà finito -
- Ok... mi piace guardarti mentre disegni... gia mi piace... perchè non lo lasci così? -
- Ma sei matta? Senza contorni è il disegno di un bambino di due anni... e non sai quello che vedrai alla fine... sarà uno spettacolo dato che ho una sorpresina per te -
- Cosa? Lo voglio sapere -
- No... devi aspettare -
- Dai Tom... per favore -
- No -
- Va bene -

                                  * Due ore dopo *

- Finito - dice sodisfatto.
Si allontana dal muro e lo guarda sorridendo.
- Wow... Tom è... è fantastico... davvero io non ho parole... grazie - mi avvicino a lui e continuo a guardare quel graffito in ogni minimo particolare.
- E non hai visto ancora niente -
- Che intendi? -
- Questo graffito contiene la mia sorpresa per te -
- Eh? -
- Te ne accorgerai più tardi... adesso usciamo e lasciamolo asciugare - mi spinge fuori dalla stanza e andiamo in camera sua.
Ci sediamo sul letto e decidiamo di giocare un pò alla Play.
Però io mi chiedo cosa intendesse con "- Questo graffito contiene la mia sorpresa  per te -" 

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Capitolo 20
*** Ventesimo Capitolo. ***


Wow! Già il ventesimo capitolo!
Vorrei ringraziere tutti quelli che recensiscono ed anche a quelli che leggono. Grazie davvero!
Buona lettura! :)
                               BIONDA BECKER.

- Tom sembriamo due depressi... son le 20:00 e stiamo giocando alla Play dai tipo dieci ore - sbuffo, lasciando cadere il joystick sul letto e buttanddomi all'indietro ritrovandomi sdraiata a guardare il soffitto.
Prima sono andata a farmi una doccia per rilassarmi come tutti i santi giorni, ma mi seto distrutta e stanca di continuare a fissare lo schermo.
- Lo so, solo che ogni cosa che ti propongo non ti sta bene - continua a tenere gli occhi sullo schermo per non perdere di vista quel mostriciattolo conto cui sta lottando.
- Tom l'ultima tua proposta è stata quella di andare a pisciare sulle piante del vicino -
- Vabbè era per passare il tempo -
- Che idiota - mentre lui contina a giocare io lo guardo e penso a quello che stavamo per fare prima in giardino.
Mi rendo conto che forse poteva essere una cavolata, ma avevo voglia di farlo. Appena mi si è avvicinato, appena l'ho visto a pochi centimetri dal mio viso, appena ha attaccato il suo corpo al mio ho sentito un brivido che partiva da lui e arrivava a me. Come se le sue mani me l'avessero trasmesso.
Guardandolo mi rendo conto che Maky aveva ragione. Tom è davvero un bel ragazzo. Non mi ero mai resa conto di quanto potesse essere carino.
I suoi movimenti, il suo modo di sorridere, la sua voce, i suoi occhi, i suoi capelli tirati quasi sempre su dal gel, ma sempre in disordine. Un disordine che però ha un suo senso, quasi ordinato, i suoi modi di fare, il suo essere dolce e serio e triste e felice allo stesso tempo. Lunatico direte, ma lui è così, non sai mai come lo trovi.
 Solo ora mi accorgo di quanto tutto questo mi piaccia.
Mi sono sempre piaciuti i bravi ragazzi. Quelli timidi, riservati, studiosi e attenti ad ogni cosa, ma lui non è così. Lui è praticamente il contrario di tutto questo.
Un ragazzo molto simile al mio ideale di uomo perfetto sarebbe Andreas perchè anche se è amico di Tom è diverso da lui, molto.
Ha una media scolastica che varia dal sei al sette quindi è accettabile, è timido ed è anche tanto dolce. Purtroppo, però, in lui non ci vedo quello che vedo in Tom.
Sinceramente lo trovo molto carino e se i chiedesse di stare con lui credo che potrei anche accettare. Tra le righe lui me l'ha gia chiesto, ma io ho fatto finta di non capire.
Continuo a guardarlo e nemmeno mi rendo conto di quanto tempo sono rimasta qui a fissarlo mantre lui è completamante immerso nel mondo dei videogiochi.
Sento lo stomaco brontolare quindi mi rimetto a sedere accanto a lui e mi sporgo un pò in avanti per fargli notare che quel gioco non è l'unica cosa che esiste al mondo.
- Che c'è? - chiede continuando a guardare lo schermo.
- Tom ho tanta fame - mi tiro di nuovo indietro e appoggio la testa sulla sua spalla guardando anche io la TV.
- Vai a prepararti qualcosa da mangiare - sembra distratto quand parla.
- Tom mi potresti prestare un pò di attenzione? Per favore - mi alzo e mi porto le mani ai fianchi.
Qualche istante dopo, come se si fosse accorto di quello che gli ho detto, alza lo sguardo su di me e mi sorride.
Perchè fa così?
Vorrei arrabbiarmi, ma è così dolce quando sorride che non mi riesce bene.
- Mi piaci quando ti arrabbi -
- Tom ma che centra ora? Io ho fame e tu mi dici che ti piaccio quando mi arrabbio? Aspetta... ti piaccio quando mi arrabbio? - mi rendo conto solo adesso di quello che ha detto e sinceramente non saprei cosa pensare.
- Sì... di solito le ragazze quando si arrabbiano si tolgono le scarpe e te le lanciano dietro, ma tu no... tu non alzi la voce e non sbatti niente per terra... tu non ti arrabbi come le altre ragazze -
- Oh... ehm... lo devo prendere come un complimento? -
- Sì - si alza dal letto e mi prende per mano portandomi fuori dalla sua camera.
Appena esco, oltre ad essere stranita da quello che mi ha detto, sento un freddo terribile e comincio a tremare.
- Hai freddo? -
- Sì... un pò - stranita da quello che ha detto prima e stranita dal fatto che si sia accorto che sento freddo. Tremavo impercettibilmente quindi non so come se ne sia accorto.
- Aspetta - mi lascia sulle scale e torna in camera sua. Ne esce qualche secondo dopo con una felpa in mano.
Ma non è dolce?
- Tieni - me la porge e io la indosso subito.
Mi sta grande, ma devo restare dentro casa quindi non mi importa.
- Grazie - fa spallucce e mi riprende la mano portandomi giu fini in cucina.
- Pizza? -
- No, stranamente non ne ho voglia - dico sedendomi sul ripiano accanto ai fornelli.
- Ciclo? - ridacchia aprendo il frigorifero.
- No - invece sì.
- Ok... allora? -
- Cosa? -
- Cosa gradisce la mia bella signorina - oddio perchè l'ha detto? Ora vorrei solo abbracciarlo.
La mia bella signorina.
- Mh... non lo so... ah, vedi se Simone ha comprato il gelato -
- Agli ordini - dice aprendo il congelatore. - sono felice di poterti accontentare - estrae una vaschetta di gelato al cioccolato e, dopo aver chiuso il congelatore, poggia la vaschetta sul tavolo dietro di lui.
- Prendi due cucchiai? - obbedisco e poi mi siedo accanto a lui, ma sul tavolo.
Ho sempre avuto questo brutto vizio. Le sedie non mi piacciono.
- Ci guardiamo un pò di TV? -
- Ok, ma niente talent show o cose così... non mi piacciono -
- Va bene - prende il telecomando dal centrotavola e accende la TV mentre io comuncio a mangiare enormi cucchiaiate di gelato.
- Aspetta Tom... ci andiamo a sedere sul divano nel salone? La guardiamo lì la TV -
- Ok, andiamo - spegne il televisore mentre io, armate di vaschetta e cucchiaio me ne vado sul divano seguita da lui poco dopo.
Accendo la TV e scorro un paio di canali.
- Guarda Tom -
- Cosa? -
- Ti presento Joe Bleck -
- Eh... tanto piacere -
- Non fare lo scemo... questo film è fantastico... lo vediamo... tanto a te piace, no? - quel "No?" era più un'affermazione infatti lui annuisce aggrottando le sopracciglia.
Il tutto si presenta come un'espressione impaurita.
- Graie - gli sorrido e mi metto comoda appoggiando i piedi sul tavolino e la testa sulla sua spalla.
Guardiamo tutto il film e mi sembra così strano, ma a Tom se non mi sono sbagliata sono venute le lacrime agli occhi.
- Finalmente - esclama quando vede spuntare i titoli di coda.
- Tom ma come può non piacerti un film del genere? -
- Proprio perchè è del genere che non mi piace -
- Vabbè... che facciamo? - ritiro le gambe e le incrocio sul divano.
- Mmh... ah, aspetta... salgo un secondo sopra... non ti muovere - si alza e corre di sopra senza aspettare una mia risposta.
Chissà dov'è andato o meglio cosa è andato a fare.
Guardo la vaschetta e del gelato non c'è più traccia. Lo abbiamo mangiato tutto.
- Bionda - mi giro e lo trovo ditro di me con un sorriso smagliante.
- Che c'è? -
- Vuoi vedere la sorpresa? - scatto in piedi.
- Sì, ora -
- Ok... vieni - saliemo di sopra e mi porta davanti alla mia camera, ma la porta è chiusa.
- Adesso tu chiudi gli occhi e mi prometti che non guardi finchè non te lo dico io, ok? -
- Ok... giuro, ma muoviamoci perchè sono curiosa -
- Ok... non mi fido di te - si mette dietro di me e mi appoggia una mano sugli occhi.
Sento che sta aprendo la porta e, una volta entrati, la richiude.
Sento il forte odore della vernice, ma mi piace.
- Ok... al mio tre apri gli occhi... uno... due... tre - toglie la mano ed io li apro immediatamente.
Quello che vedo intorno a me è solo buio e poi la vera e propria sorpresa.
Alzo gli occhi e sul soffitto vedo tanti puntini gialli e verdi che brillano. Li guardo e sono senza parole. Anche su una delle stelle più grandi ci sono dei segni di quella che dovrebbe essere vernice fosforescente.
- Allora... ti piace? -
- Tom... io... non ho parole... è... è davvero... wow è bellissimo - lo sento sorridere mentre mi tiene stretta la mano. - Come facevi a saperlo? -
- Che ti piace' Me lo ha detto Alexander -
- Oddio Tom... grazie... è davvero fantastico, ma come ti è venuto in mente? - contiuo a guardare tutte quelle piccole luci, le uniche che illuminano la stanza.
- Alexander mi ha detto che ti piacciono queste cose e che ami guardare le stelle, ma qui ad Amburgo non si vedono mai quindi te le ho portate in camera tua -
- Ooh... grazie Tom - mi volto verso di lui e, anche se non lo vedo perchè è tutto buio, lo abbraccio.
- Ma quando lo hai fatto tutto questo? Non me lo ricordo -
- L'ho fatto quando ti sei andata a fare la doccia - sciogli l'abbraccio ed io non posso smettere di guardare quella mareaviglia.
- Tom se non me la fossi andata a lavare tu come avresti fatto? -
- Avevo un piano di riserva -
- Cosa? -
- La tua amichetta Ria - al suo nome mi manca un battito.
- Che c'entra lei? -
- Lei lo sapeva che ti avrei fatto questa sorpresa e quindi ci siamo messi daccordo - povera Ria, forse è per questo che ha rinunciato a Tom. Crede che lui voglia stare con me.
Oddio in un certo senso potrebbe anche essere vero, ma non ne sono sicura.
- Oddio i non voglio sapere più niente... Tom lei però voleva stare con... -
- Con me... lo so -
- Che cosa? Ha trovato il coraggio di dirtelo? -
- Sì, ma ci siamo chiariti e lei ha detto che le andava bene e tutt quelle cose così... adesso non lo ricordo nemmeno tutto quello che ci siamo detti -
- Ok... come l'ha presa? -
- Mh... direi bene e ha detto che sarebbe stata felice di aiutarmi per farti questa sorpresa se ce ne fosse stato il bisogno -
- Ma che carini che siete stati... grazie -
- Bionda... dimmelo sinceramente... ti piace? -
- Certo che mi piace... sono senza parole Tom è fantastico -
- Sai sono felice che ti piaccia -
- Non posso smettere di guardarlo Tom - sorrido e lui mi abbraccia e rimaniamo così per un pò di tempo.
Cavolo mi ha fatto una sorpresa magnifica. Non lo ringrazierò mai abbastanza.

NOTE DELL'AUTRICE: non so voi cosa vi spettaste, ma la sorpresa era quella!
Io in una stanza così ci sono stata e vi assicuro che è qualcosa di meraviglioso, vi porta in un altro mondo.
Se qualcuno c'è stato forse può capirmi. 

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Capitolo 21
*** Ventunesimo Capitolo. ***


Ventunesimo capitolo postato! xD
Finalmente!
Buona lettura!
                           BIONDA BECKER.

Usciamo dalla mia camera e ci andiamo a coricare nella sua stanza.
Mi fa sdraiare nel suo letto mentre lui si sdraia a terra.
- Tom - lo chiamo dolcemente. Lui si gira verso di me. - vieni a dormire nel letto con me? -
- Bionda dormi -
- Ma Tom questa è camera tua però io a terra non voglio dormire e non voglio che ci dorma nemmeno tu quindi ora tu vieni ne letto e dormiamo insieme - mi alzo e lo tirno verso il letto.
Ci mettiamo sotto le coperte uno difronte all'altro.
- Buonanotte - Tom mi sorride e mi scosta una ciocca di capelli scesa un pò sul mio viso.
Gli sorrido di rimando e mi chiudo gli occhi.
Sento il suo sguardo addosso quindi li riapro e ci guardiamo per un pò negli occhi.
- Lo sai che sei bella? -
- Tom, ma che dici? -
- Dico quello che penso... sei bella - arrossisco e per non farglielo notare, sposto un pò la testa all'indietro e mi tirno il cuscino sul viso.
Mossa sbagliata. Se ne accorge ancora di più.
- Perchè ti imbarazzi? - mi toglie il cuscino dal viso e ride.
- Perchè... non so... non ha senso che tu mi faccia dei complimenti... io... io non sono poi così bella.... in realtà io odio laa mia faccia - cavolo che imbarazzo.
- Non dire così... e poi perchè non dovrei farti dei complimenti se voglio farteli? -
- Bhe io non lo so però... io... cioè... -
- Come sei carina quando non sai cosa dire - mi sorride ancora e mi appoggia un braccio intorno alla vita.
- Tom perchè mi dici tutto questo? -
- Voglio dirtele perchè quando Alexander chiederà a mamma di sposarla non potrò più farlo - si fa improvvisamente serio.
- Ah... bhe allora...che altro vuoi dirmi? -
- Voglio dirti che mi piace tutto di te... ogni songola cosa... i tuoi capelli neri, i tuoi occhi azzurro chiaro anzi chiarissimo, la tua bocca... rossa, ma più di tutto questo di te mi piacce il tuo modo di fare... come parli, come sorridi, come ridi, come ti arrabbi, come ti muovi, mi piace perchè mi dici le cose in faccia anche le cose che odi di me tu me le dici e questo stranamente mi piace... tutto di te mi piace e ora mi sento un completo idiota perchè queste cose non le ho mai dette a nessuno però tu mi hai chiesto cosa mi piace di te con uno sguardo così... così dolce e io non ho resistito e sì, a tutta quella lista ci devo aggiungere che sei tanto dolce - mi perdo in tutte queste parole.
La sua voce ad un certo punto diventa solo una bellissima melodia che fa da sottofondo ai movimenti lenti bella sua bocca e, anche se ho perso il filo, so che ha detto delle cose bellissime.
Bello sì, ma tutto questo arriva come un fulmine a ciel sereno.
- Tom... perchè? Perchè mi dici tutto questo ora? Perchè me lo dici? Provi qualcosa per me? No, perchè se è così è meglio che me lo dici ora perchè non è normale, capisci? Io e te siao fratellastri -
- Bionda io non lo so cosa sento però mi piace... so che non è normale, ma ormai te l'ho detto e non posso più tirarmi indietro... però voglio sapere solo se... se tu... sì se a te... -
- Tom vuoi sapere se provo qualcosa per te? - annuisce. - Ok... ehm... Tom devi sapere che quando ci siamo conosciuti dissi a mio fratello che mi sembravi l'anello mancante fra l'uomo e la scimmia, ma forse dovevo solo conscerti meglio... adesso mi sembri diverso, sei... sei dolce quando mi guardi come stai facendo ora e quando mi abbracci io... io sento qualcosa di strano... non so cosa sia, ma lo sento... mi vengono i brividi quando mi tocchi... ce li ho anche adesso... non so cosa prov per te Tom, ma c'è qualcosa in te che mi piace, che mi attira - ci guardiamo negli occhi per tutto il tempo e mi rendo conto che Tom forse mi piace, ma mi blocco dal dirglielo perchè non sembra possibile nemmeno a me.
Sospira e si avvicina un pò di più in me.
- Bionda se vuoi fermarmi fallo ora perchè io non mi fermerò - dice con un tono di voce molto basso mentre continua ad avvicinarsi al mio viso lentamente e mi appoggia con delicatezza una mano sulla guancia.
Il cuore comincia a battermi forte e non ho la forza nè il coraggio di allontanarlo.
Poggia le sue labbrasulle mie ed io non oppongo resistenza perchè mi sento bene.
Appoggio una mano sul suo petto nudo e l'altra la porto sul suo viso.
MI lascio andare perchè ormai l'abbiamo fatto e non possiamo tornare indietro, mi lascio andare perchè con lui sto bene, mi lascio andare perchè per la prima volta sento di potermi fidare di un ragazzo.
Approfondiamo quel semplice bacio a stampo e sento la sua lingua entrare nella mia bocca.
Succede tutto molto lentamente, con calma e senza fretta o troppa passione.
Un bacio dolce e delicato.
Il bacio più bello della mia vita.
Non so per quanto tempo dura, ma so che non vorrei che finisse mai.
Sento il respiro mancare e lui infatti si allontana un pò rimanendo a pochi millimetri dal mio viso.
E' vicinissimo, tanto che i nostri nasi si sfiorano.
- Tom... baciami - mi riavvicino e lui non si oppone.
Ci baciamo ancora e ancora finchè non sento le labbra bruciare.
Saranno passati pochi minuti o forse ore, ma i baci sono sempre uguali: dolci, leggeri.
Quando sentiamo di non poter più resistere, ci separiamo di qualce centimetro, ma poi riprendiamo tutto daccapo.
Mi sento meravigliosamente bene in questo momento, ma so che non durerà per molto. 

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Capitolo 22
*** Ventiduesimo Capitolo. ***


Ventiduesimo capitolo.
Non vi anticipo niente.
Buona lettura e grazie a tutti/e per le recensioni soprattutto memy881, Anna Kaulitz e, anche se non recensisce da un pò, dee_dee_483.
Un bacio a tutti!
                          BIONDA BECKER.


- Sono così carini -
- Sì... magari stanno cominciando a volersi bene -
A queste voci mi sveglio e appena mi rendo conto di essere praticamente appiccicata a Tom mi tiro su a sedere un pò stordita e addormentata.
- Buongiorno amore - papà mi si avvicina e mi lascia un bacio sulla fronte.
- Buongiorno - rispondo con un filo di voce mentre Simone scuote leggermente Tom per farlo svegliare.
- Dai Tom alzati... devi andare a scuola - lui mugula qualcosa e si tira le coperte fin sopra alla testa.
Che dolce.
- Sono le 7:00 è meglio se vi preparate -
- Sì... adesso mi alzo - loro due escono e io rimango ancora un pò a guardarmi intorno.
Mi sdraio di nuovo togliendo le coperte a Tom.
- Tom svegliati - gli do un bacio sulla buancia e lui, senza aprire gli occhi, sorride.
- Non ti vuoi alzare? - scuote la testa.
- Nemmeno io, ma dobbiamo alzarci... dai mi scoccio di andare a scuola da sola - apre gli occhi e io rimango ferma a guardarli.
Sono bellissimi.
- Sei bella -
- Tom avevamo detto basta -
- lo so... è solo che mi piaci troppo... non posso farci niente -
- Lo sai che sei proprio dolce? -
- Io? - si mette a ridere.
- Sì, tu - diventa serio e si avvicina.
- Tom... che fai? -
- Voglio darti un bacio -
- No... Tom.. no, no, no... - appoggia le sue labbra sulle mie e io non ci riesco ad allontanarlo perchè non voglio.
Restiamo così per qualche secondo poi si stacca a fatica da me e si alza.
- No Tom no no no ? - ride e io gli tiro il cuscino.
- Che ci posso fare? Non è colpa mia - metto il broncio e lui viene di nuovo verso di me e mi fa mettere in piedi sul letto.
- Cosa si prova ad essere più alti di me? - mi sorride dolcemente.
- Tom non è colpa mia se sono bassa - gli tiro un pugno sulla spalla.
- Bionda mi hai fatto malissimo - finge massaggiandosela.
- Ti odio - scendo dal letto e vado verso la porta.
Lui, ridacchiando, mi abbraccia da ditro impedendomi di uscire dalla stanza.
- Davvero? - mi fa gli occhi da cucciolo.
E' irresistibile.
- No - mi dà un bacio veloce sulle labbra e mi lascia andare.
Vado dritta in bagno col sorriso stampato in faccia.
Mentre mi lavo i denti penso a quello che stiamo combinando io e Tom.
Non dovremmo baciarci nè avere alcun tipo di contatto fisico dopo ieri sera, ma mi sembra impossibile.
Penso che stare con lui mi piacerebbe, ma sono totalmente confusa perchè io e lui siamo fratellastri ormai. E' inutile negarlo, i nostri genitori stanno insieme e presto si sposeranno quindi fra noi due non può esserci niente.
Guardo fuori dal bagno e vedo Tom che da un pugno sul braccio a Bill e lui che ride.
Com'è carino.
Ok, adesso basta mi devo preparare.
Faccio pipì e mi trucco e poi mi vado a vestire.
Prima che possa entrare in camera mia Tom, approfittando del fatto che Bill si sia chiuso in bagno, mi dà un altro bacio e poi  se ne torna in camera sua.
Mi farà impazzire.
Entro nella mia stanza e quell'odore di vernice fresca mi colpisce subito.
Prendo una maglietta nera con delle scritte bianche e verdi sovrapposte, un paio di jeans stretti, le All Star verdi e indosso tutto.
Mi pettino e metto una molletta dal lato opposto al ciuffo.
Dopo essermi guardata un'ultima volta allo specchio esco e scendo.
Mi siedo accanto a Bill che stranamente è gia pronto.
- Non mangi niente? -
- No, Bill non ho fame - mi verso un pò d'acqua e la sorseggio lentamente.
- Si è fatto un pò tardi... fra quanto andate a scuola -
- Papà non posso restare a casa? -
- No... hai fatto gia un'intera settimana di assenze per la febbre quindi oggi vai a scuola -
- Ok - sbuffo e aspetto che Bill finisca di fare colazione.
Dopo cinque minuti scende Tom bello come non mai.
- Bill il cappello grigio che hai messo ieri dove sta? - dice sedendosi difronte a me con un sorriso.
- L'ho lasciato in camera mia -
- Bene... vai a prenderlo - non mi toglie gli occhi di dosso e io penso solo che non è il caso che faccia così davanti a tutti.
- Tom ma di tutti i cappelli che hai proprio quello devi mettere e poi perchè non ci vai tu? -
- Perchè oggi ho voglia di mettere quello e perchè lo hai messo tu e non lo hai posato nel posto dove lo hai preso - continua a guardarmi e io mi sento talmente in imbarazzo che mi alzo e mi vado a sedere sul divano.
Bill si alza e va di sopra a prendere il cappello.
- Perchè metti sempre quei cappelli, Tom? - gli chiede papà sorridendogli.
- Questione di stile -
- O di pigrizia - sorride Simone passandogli le mani fra i capelli.
- Mamma io non sono pigro - se li riaggiusta e in questo momento arriva Bill col cappello.
- Tieni cretino -glie lo mette con la visiera di lato e lui se lo sistema.
- Cretino ci sarai tu, Bill... toglimi una curiosità... come si fa ad andare a scuola in giacca e cravatta? -
- Questione di stile -
Hanno detto la stessa cosa e tutti lo guardiamo con un'espressione sorpresa e stranita.
- Cosa c'è? Ho detto qualcosa di strano? -
- No - rispondiamo tutti in coro.
- Vabbè andiamo - Tom si alza e va verso la porta.
Non vorrei alzarmi, ma faccio uno sforzo.
- Voi due che avete fatto ieri sera? - io e Tom ci guardiamo negli occhi in cerca di una risposta.
- Abbiamo guardato a TV - dice Tom infine.
In silenzio arriviamo a scuola e accompagniamo Bill fino alla sua classe poi ci incamminiamo per un corridoio che porta alla nostra.
- Lo sai che oggi sei proprio carina? -
- Tom siamo a scuola e poi stamattina potevi anche evitare di guardarmi così tanto davanti a tutti -
- Scusa - non resisto al faccino dolce che ha in questo momento quindi gli lascio un bacio sulla guancia ed entro in classe.
Vado verso l'ultimo banco e mi ci siedo sopra.
Vedo Tom andare verso un ragazzo alto, biondo e con gli occhi azzurri che se non sbaglio si chiama Jonny.
Cominciano a litigare come due scemi.
Ridono, ma si tirano schiaffi e pugni e dopo un pò prendono le sedie in mano.
- Bionda - mi giro verso quella voce limpida che mi chiama e vedo Andreas venire verso di me con un enorme sorriso.
- Ciao Andre... - non mi fa nemmeno finire di parlare che mi prende il viso fra le mani e mi bacia.
Mi ha preso completamente alla sprovvista.
Non riesco a fare niente. Tutto troppo veloce ed improvvisato.
Pensadoci è anche un bel modo di baciare una ragazza, ma dopo quello che è successo stanotte con Tom avrei preferito che non lo avesse fatto.
All'improvviso si sente un rumore fortissimo che ci fa sobbalzare.
Ci voltiamo e vedo Tom che ci guarda con un'espressione triste, sorpresa, arrabbiata e sconvolta.
Mi sento male.
Ho un vuoto nello stomaco. Vederlo guardarci così mi fa sentire uno schifo anche se in fondo io non ho fatto niente.
- Kaulitz ti ho visto sai? - entra la professoressa di matematica completamente arrabbiata. - ma ti sembra il modo? Perchè hai fatto cadere la sedia? - Tom non la degna nemmeno di uno sguardo e continua a guardarci.
- Kaulitz ma mi ascolti? -
- Vaffanculo - dice Tom a denti stretti mentre esce dalla classe.
Quel "Vaffanculo" non era rivolto alla professoressa, vero?
- Ma come ti permetti? Rientra immediatamente in classe - lo segue fin sulla soglia della porta però poi torna indietro e apre il registro.
- Questo ragazzo va sospeso -
- No - corro vicino alla professoressa.
- Cosa c'è Becker? -
- Non può sospenderlo -
- Perchè non dovrei? -
- Ma perchè lui non ha fatto niente e lei sta esagerando -
- Quel ragazzo ha comportamenti vuolenti e si fa scappare parole che non dovrebbe dire -
- Ma lui non è violento... mica l'ha picchiata -
- Se non la smetti convoco oggi stesso i tuoi genitori -
- No, professoressa... Tom era solo arrabbiato -
- Questo non è un buon motivo per dire parolacce e buttare una sedia a terra... ora per favore siediti perchè a tuo fratello una sospensione nessuno glie la toglie - non posso ascoltare queste parole e se lui deve prendere una sospensione per quello che è successo fra me ed Andreas non mi sta bene.
Esco dalla classe e chiedo al bidello se lo ha visto e lui mi dice che è andato in bagno.
Cazzo il bagno dei maschi no!
Vabbè non mi importa gli devo parlare.
Prendo un bel respiro e spingo la porta.
Tutte le porte sono aperte tranne una quindi lui sta sicuramente lì dentro.
Busso più volte.
-Tom lo so che stai qui... esci per favore -
- Lasciami in pace -
- No, Tom tu ora esci da questo cazzo di bagno - non mi risponde e dopo qualche secondo esce.
- Che vuoi? -
- Tom io non volevo baciarlo è stato lui e io non ho potuto farci niente -
- Bionda lascia perdere - va verso la finestra e si accende una sigaretta.
- Tom io non lascio perdere e poi non fumare qui che la prof gia ti vuole sospendere -
- Meglio così - dice espirando tutto il fumo grigio.
- Tom ma che dici? Ti sei bevuto il cervello? Se ti sospendono ti possono bocciare -
- Che mi importa - dice con fare menefreghista.
- Tom la sai una cosa? Io sto solo perdendo tempo... ho cercato di difenderti e la prof mi ha detto che di questo passo avrebbe sospeso anche me, poi sono uscita per cercarti senza il suo permesso e adesso tu te ne sbatti il cazzo di tutto questo? Bene... vaffanculo... tu e il tuo cazzo di orgoglio - me ne vado e lo lascio solo in bagno.
Sto per piangere e in questo stato in classe non ci posso tornare quindi vado nel bagno delle ragazze, mi chiudo la porta alle spalle e mi siedo appoggiando la testa contro il muro.
E' tutto così confuso e le lacrime mi appannano la vista per poi scivolare libere sulle guance.
Perchè si comporta così?
Perchè Andreas mi ha baciata?
Perchè Tom ha dovuto vederci?
Perchè non gli importa niente di niente e di nessuno?
Perchè è così stronzo?
Perchè a me importa così tanto di un coglione a cuoi non importa quello che penso?
Perchè deve essere sempre tutto così difficile? 

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Capitolo 23
*** Ventitreesimo Capitolo. ***


Ed ecco anche il ventitreesimo capitolo.
Buona lettura xD
                               BIONDA BECKER.

L'ufficio del preside.
Alla mia destra mio padre, alla mia sinistra Tom e accanto a lui Simone.
Le lacrime hanno lasciato il posto ad un immenso dolore che peggiora.
Più lo guardo e più sento un male che parte dallo stomaco e arriva al cuore.
Un dolore che solo lui può provocarmi in questo momento e che forse solo lui può guarire.
Sento che lui è l'unico che può ferirmi, ma allo stesso tempo è l'unco che può rendermi felice.
Sono confusa e poi quel bacio di Andreas ha scombussolato tutto.
- Signori Becker mi dispiace avervi convocato, ma sono stato messo al corrente che suo figlio... signora... a detta di tutti gli insegnanti, ha avuto comportamenti poco consoni all'ambiente scolastico... ha preso diverse note e i professori hanno sempre chiuso un occhio... oggi la professoressa Meier, ha assistito ad una scena che non le è per niente piaciuta, voi avete una spiegazione a quello che è successo? - il preside, dal ditro della sua scrivania, ci parla con un tono serio.
- Io mi scuso... davvero non so come Tom possa fare cose del genere... Tom cosa hai fatto? - Tom non le risponde e tiene lo sguardo fisso difronte a sè. - Tom rispondimi... cosa hai combinato? - Simone comincia ad alzare un pò la voce.
- Simone calmati - papà cerca di rasserenarla e lei sospira.
- Tom cosa ti è preso? Perchè non vuoi dirmelo? - gli appoggia una mano sulla spalla e lui rimane impassibile alle preghiere della madre. - Tom ma non lo capisci che così perggiori le cose? Puoi essere bocciato per una cavolata come questa -
- Non mi importa - la sua voce non esprime alcun tipo di emozione.
Mi fa rabbrividire.
- Come non ti importa? Ti rendi conto di quello che stai dicendo? - si alza in piedi e Tom fa lo stesso facendo cadere la sedia all'inditro.
- Ma secondo te quanto cazzo può importarmi della scuola, eh? Questo fottuto posto è l'ultimo dei miei problemi e sai perchè? Certo che non lo sai... non lo sai perchè tu te ne sei sempre sbattuta di quello che mi succede... a dieci anni mi prendo a botte con uno che quanti anni aveva? Diciassette mamma, poi mi trovi a farmi una canna, mi sbattono in un riformatorio a soli quattordici anni poi da lì arrivo in un posto dove mi faccio massacrare di botte e tu in tutto questo dove sei, eh? Te lo dico io... tu in tutto questo tu te ne stai a casa, al sicuro da ogni cosa, e quando io vengo da te tu non ci sei mai e l'unica cosa che fai è dirmi che ti faccio schifo perchè ti ricordo Jorg... mamma sai quante volte io ho pensato di farla finita? Di dare un taglio alla mia vita? Tantissime volte, ma tiravo avanti... per Bill perchè almeno a lui importa qualcosa di me - metre parla si sentono solo le sue urla piene di rabbia.
Nessun rumore.
Nessuno si intromette.
La tensione si taglia a fette e a me sembra di sentire il battito accellerato del suo cuore.
Ho le lacrime egli occhi perchè anche se sono arrabbiata con lui, mi fa stare male ogni volta che ne parla.
- Tom... io... -
- Tu cosa? Non sai cosa dirmi solo perchè quello che ti ho appena sbattuto in faccia è la pura verità... sai... mi ero illuso che stavolta potesse davvero migliorare tutto, ma mi sbagliavo... sto passando il momento più bello della mia vita, ma è anche uno dei peggiori perchè mi sento tradito da due persone a cui tengo tanto - era riferito a me e Andreas?
Tom va verso la porta e prima di uscire si volta verso di me e mi guarda . Ho voglia di alzarmi e corrergli dietro per abbracciarlo e baciarlo e dirgli che voglio stargli accanto.
Ma perchè non dovrei?
Mi alzo e gli corro ditro fin nel cortile.
- Tom - lo chiamo e lui si ferma e, una volta giratosi, mi guarda. - Tom... a chi ti riferivi quando hai detto che ti sentivi tradito? - mi fermo a circa un paio di metri da lui.
- Secondo te? -
- Tom perdonami... il fatto è che io non ho potuto farci niente... non voglio dargli la colpa però... io... Tom io... non volevo baciarlo -
- No? -
- Ma sei matto? Dopo stanotte non voglio baciare più nessuno - queste parole le dico senza nemmeno pensarci.
Però ora mi sento in imbarazzo.
- Davvero? - mi chiede sorridendo dolcemente.
Oddio vorrei dirgli di no però io gli ho detto la verità e di certo ora non voglio mentirgli.
- Sì, davvero - abbasso lo sguardo.
- Vieni qua - lo guardo e lui mi fa un sorriso bellissimo.
Io corro verso di lui e gli salto letteralmente addosso.
- Vuoi uccidermi? - dice ridendo mentre mi tiene stretta per non farmi cadere.
- Forse fra qualche anno... quando saremo vecchi e tu sarai diventato insopportabile - lo guardo dritto negli occhi sorridendogli il più possibile. - ma non ora... adesso mi servi - queste ultime parole glie le sussurro all'orecchio.
- Ah... ti servo? -
- Sì -  lo stringo e lui fa lo stesso con me.
Rimaniamo così per poco e poi ci guardiamo negli occhi, senza dire niente.
- Dovremmo rientrare, Tom -
- No, restiamo ancora un pò qui - mi fa un faccino dolce e io non resisto.
So che è una cavolata e che potrebbe vederci qualcuno, ma non resisto.
Gli do un bacio e lui sorride sulle mie labbra.
Non se lo aspettava perchè io sono stata chiara: ninte più baci.
Eppure questa volta non è stato lui a rubarmene uno, ma ho avuto l'impulso irrefrenabile di baciarlo e non mi sono trattenuta.
Lo sto baciando e non potrei sentirmi meglio di così.
Stacco, contro la mia volontà, le mie labbra dalle sue e rimango ad una distanza tale da far toccare ancora i nostri nasi.
- Wow... tu mi hai baciato? - annuisco sorridendo.
- Se vuoi lo rifaccio -
- Rifallo - non mi faccio problemi a baciarlo ancora.
- Bionda non dovremmo farlo qui - si allontana sospirando.
- Perchè no? - lo guardo accigliata.
- Perchè siamo fuori scuola e Alexander e Simone stanno dentro... sai loro sono i nostri genitori e se ci vedessero così probabilmente ci ammazzerebbero -
- Lo so ma io voglio baciarti - comincia acamminare e mi appoggia su un muretto.
- Uno solo e poi torniamo dentro - annoisco e lo tiro il più possibile e lo bacio ancora.
Non so cosa mi abbia fatto questo ragazzo, ma appena lo vedo ho voglia di restare per sempre fra le sue braccia e baciarlo e coccolarlo.
Continuiamo a baciarci e lui mi da dei piccoli morsi sul labbro inferiore.
Mi lascia dei piccoli baci sulla bocca e un paio anche sulle guance.
- Andiamo? - annuisco mentre scendo dal muretto.
Rientriamo nell'edificio e ci troviamo difronte il preside che saluta Simone e papà.
- Tom... andiamo a casa - dice Simone appena lo vede.
- Sospeso? -
- No, ti danno un'ultima possibilità... approfittane... adesso torniamo a casa -
- Davvero? -
- Sì, hanno detto che magari ti serve solo più comprensione -
- No, io dicevo davvero che ce ne andiamo a casa? - Simone gli sorride poggiandogli una mano sulla spalla e spingendolo verso l'uscita.
- Sì -
- Ok... ehm... ci vediamo a casa? - chiedo incerta.
- No, Bionda tu vieni via con noi -
- Papà nonn avevi detto che non dovevo più assentarmi? -
- Sì, ma il preside ha detto che per quello che hai combinato oggi sei sospesa per due giorni... oggi e domani - dice serio.
- Ah... bhe io devo prendere le mie cose in classe... Tom mi accompagni? -
- Sì - dice immediatamente.
Ci incamminiamo verso la nostra classe e visto che per i corridoi non c'è nessuno, Tom mi da qualche bacio.
Entriamo in classe e tutti ci guardano.
- Sospesi? - chiede la professoressa con aria di superiorità.
- Io no - Tom le ricambia un sorriso falso che più falso non si può.
Certo che se ci si mette sa essere proprio stronzo.
- Come no? -
- No - scuote la testa e prende le sue cose.
- E tu? - mi chiede alzandosi dalla sedia che fa un rumore insopportabile.
- Io si... per due giorni - cazzo a Berlino non ero mai stata sospesa mentre qui nel giro di un paio di giorni me la sono beccata.
- Mh... io resto dell'idea che la sospensione servirebbe a lui - si risiede e noi usciamo sotto lo sguardo di tutti soprattutto di Andreas che ci fissa come se fossimo chissà chi.
La sospensione doveva andare a Tom, ma non mi importa anzi sono felice che non l'abbia presa. Qualcuno potrebbe pensare che non è stato sospeso perchè a fatto pena al preside, ma a lui veramente serve qualcuno che lo segua e che gli presti tutte le attenzioni di cui ha bisogno.
Vuole dimostrarsi forte, menefreghista, stronzo, arrogante, e lui è così, ma non mostra a tutti il suo lato dolce e tenero.
Con me lo fa, forse non se ne rende conto, ma quando stiamo insieme, da soli, è totalmente diverso.
- A cosa pensi? - mi chiede prendendomi la mano.
- A niente - gli sorrido e lui mi da un bacio.
- Bionda ma che divolo... oddio... voi... - mi giro verso quella voce e vedo Ria che ci guarda accigliata e sorpresa.
- Ria... ehm... scusa - cazzo parole migliori non mi potevano uscire?
- E per cosa? Oddio che car... aspetta, ma voi due siete fratelli... questo è incesto -
- No, non lo è... cioè per il momento -
- Ok... e mi dite come farete dopo? Cioè... oddio è così strano... due fratelli insieme non li avevo mai visti -
- Ria io e Bionda non siamo fratelli -
- Ma i vostri genitori stanno insieme -
- E anche noi - a queste parole il mio cuore perde un mattito.
Mi giro verso di lui con le lacrime agli occhi.
- Tom davvero? -
- Cosa? -
- Che stiamo insieme brutto idiota - gli tiro uno schiaffo sul braccio e lui mi abbraccia.
- Sì - mi da un bacio, ma niente di troppo "invasivo".
- Voi due vi metterete nei guai - esclama Ria dopo essersi seduta su una sedia che stavatranquilla e beata sotto alla finestra.
- Può essere, ma non ci importa, vero? - faccio segno di no con la testa e lei ci sorride.
Andrà tutto bene perchè noi due ci crediamo e perchè stiamo mettendo le basi per qualcosa di bello.
E' ancora l'inizio, ma a me lui piace e vorrei passare la mia vita con lui.
Fra tutti questi pensieri arrivo in macchina e torniamo tutti a casa con Tom sempre al mio fianco. 

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Capitolo 24
*** Ventiquattresimo Capitolo. ***


Ventiquattresimo Capitolo!
Grazie per le recensioni e per tutti i lettori in generale!
Buona lettura e recensite xD
Grazie!
                               BIONDA BECKER.

- Tom dobbiamo parlare - Simon appena entra in casa va nel salone tirando Tom per un braccio.
Si siedono sul divano e io e papà li raggiungiamo.
- Che c'è? - Tom allunga le gambe sul tavolino difronte e incrocia le braccia al petto.
- Tom scusa - dice abbassando lo sguardo lo sguardo.
Papà mi appoggia le mani sulle spalle e mi fa capire di andare via.
- Bionda stai ferma - mi ordina Tom senza però girarsi per guardarmi.
- Ma io... -
- Non te ne andare - dice con lo stesso tono di prima.
Guardo papà e lui annuisce leggermente e se ne va di sopra.
Non so che fare quindi mi siedo sul tavolo.
- Allora che altro devi dirmi? -
- Tom io... volevo chiederti scusa e dirti che non è vero che io non penso mai a te... ma tu lo sai cosa provo ogni volta che ti vedo uscire di casa? Lo sai che io ho sempre paura che ti succeda qualcosa di grave? Lo sai che piango tutte le sere perchè ti vedo tornare a casa pieno di lividi e col sangue che ti cola da ogni parte? Lo sai che io... -
- Mamma ho capito che ti preoccupi ma tu non hai mai fatto iente per aiutarmi... anzi una cosa l'hai fatta... hai cercato di mandarmi da uno strizzacervelli - dice cercando di mantenere la calma, ma si sente che è arrabbiato.
- Tom io ti ci volevo mandare perchè penso che uno psicologo potrebbe aiutarti a superare i tuoi problemi e magari una persona esperta potrebbe capirti meglio di qualcun altro -
- Sì e quindi dovrei lasciare che qulcuno che non conosco entri nel mio cervello? No, grazie - si alza e viene verso di me. Mi prende la mano e mi fa scendere dal tavolo.
- Tom - lo chiama Simone con un tono fra l'arrabbiato e il triste.
Lui non l'ascolta nemmeno e mi porta di sopra.
Entriamo in camera sua e lui, lasciandomi la mano, si lascia cadere a peso morto sul letto.
Io rimango in piedi a metà strada fra la porta e il letto.
Non so cosa fare, non so cosa dire. Vorrei solo abbracciarlo e dirgli qualcosa, ma ho paura di dire qualcosa di sbagliato.
- Perchè non vieni qui? - volta il viso verso di me e io mi avvicino in silenzio.
Mi siedo sul bordo del letto e lui mi guarda.
- Vieni qui - dice aprendo le braccia.
Non aspetto nemmeno un attimo e mi metto a pancia in giu addosso a lui appoggiando la testa sulla sua spalla.
Mi abbraccia e io mi accuccio su di lui.
- Tom vuoi parlarne? -
- No - risponde con un filo di voce.
- Tom lo sai che a me puoi dire tutto -
- Sì, lo so... è solo che non ne ho voglia... mi sono stancato di stare male per quello che mi dice mia madre... ora voglio solo essere felice... con te - a queste parole mi viene da sorridere.
Alzo la testa dalla sua spalle e mi sistemo meglio per poterlo guardare negli occhi.
- Con me? -
- Sì -
Non posso resistere a questo sorriso, a questi occhi, a questa bocca.
Non riesco a resistergli.
Poso le mie labbra sulle sue, sorridendo.
Mi avvole in un abbraccio caldo e io mi sento al sicuro fra le sue braccia.
- Tom non dovremmo baciarci - dico staccandomi di poco dalle sue labbra.
- Perchè? -
- Intendo che non dovremmo farlo qui... in casa -
- Ah... ma tanto non ci vedono -
- Tom... lo sai che noi stiamo facendo qualcosa di sbagliato, sì? - mi alloontano un pò di più e lui mi sorride.
- Sei bella - alzo un sopracciglio a questa affermazione.
- Tom ma mi ascolti quando parlo? -
- Sì, ma non mi importa se ci vedono quindi non ne parliamo -
- Tom tu sei pazzo... se papà ci vedesse così a te taglierebbe la testa e a me qualcos'altro -
- Ah... non mi importa lo stesso perchè almeno così muoio per una buona causa -
- Tom tu il cervello non lo usi mai, vero? -
- No - ride e mi tira verso di lui baciandomi ancora.
Vorrei fermare il tempo per rivivere costantemente questo momento.
Vorrei che non ci fossero ostacoli.
Vorrei solo essere felice con lui e basta.
- Bionda... io devo parlare con Bill -
- Che gli devi dire? -
- Gli devo dire tutto di noi due -
- Oddio Tom lo sai meglio di me come è fatto tuo fratello... lui parla... e parla... e parla -
- Lo so, ma se gli dico di non dirlo lui non ne parla con nessuno... lo conosco non direbbe niente -
- Sicuro? -
- Sicurissimo... Bill non lo direbbe a nessuno perchè è un... segreto... e poi pensa ai vantaggi -
- Bill è peggio di una parrucchiera di quartiere quindi io i vantaggi non li vedo - dico ridendo.
- E se io voglio darti un bacio in cucina però, come sempre, c'è il rischio che qualcuno ci veda quindi noi usiamo Bill come palo... sì, glie lo dobbiamo dire il prima possibile - annuisce vigorosamente.
- Ma sei proprio un deficente... usi tuo fratello per coprire quello che facciamo io e te? -
- Sì, io e lui lo facciamo da una vita... ma poi non venire qui a dirmi che tuo fratello non ti ha coperto con tuo padre per qualche cavolata che hai combinato -
Bhe in effetti ci sarebbe quella volta quinda sono tornata a casa alle 02:00 e mezza ubriaca.
- Sì, ma non mi baciavo con qualcuno di famiglia -
- Ma che sarà mai e poi non siamo fratelli -
- Sì, però... -
- Però niente - mi da un bacio a stampo e si alza. - glie lo diremo oggi stesso, ok? - ci penso.
Ma che ci penso a fare? Lui mi piace e io piaccio a lui e se Bill può aiutarci ad essere felici per almeno un pò ben venga.
- Ok -  mi metto a sedere incrociando le gambe.
- Torno subito - mi da un veloce bacio a stampo e va verso la porta.
- Dove vai? -
- In bagno e aprendere qualcosada mangiare -
- Va bene... Tom mi fai un pò di latte? - gli faccio gli occhi da cucciolo e lui annuisce.
- Latte scremato con i cereali a cioccolato? -
- Sì - mi alzo e gli corro in contro per dargli un bacio e poi torno a sedermi sul letto.
E' davvero bello stare con lui. E' così dolce e poi mi dice in continuazione che sono bella e che gli piaccio.
E' incredibile come riesca a piacermi ogni cosa di lui.
Il suo sorriso, i suoi occhi, la sua bocca, quel nasino perfetto, le sue braccia in cuoi mi sento estremamente bene, le sue mani.
Sto diventando pazza perhè oltre al suo aspetto fisico, di lui mi piace anche il suo essere così caotico e calmo alo stesso tempo.
A volte è peggio di una ragazza col ciclo.
Mi rende felice stare con lui, perchè dovrei negarlo? 

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Capitolo 25
*** Venticinquesimo Capitolo. ***


Venticinquesimo Capitolo... postato!
Grazie a tutti i lettori e a memy881, Anna Kaulitz e alla nuova lettrice _Francesca_! xD
Questo capitolo è molto breve, ma l'ho postato perchè tutti volevano apere come l'avrebbe presa Bill!
Non dico altro... buona lettura!

- Bill ti devo parlare - Tom lo afferra per un braccio e lo porta su per le scale. Io li seguo.
- Tom sono appena tornato da scuola e ho fame -
- Non mi importa è una cosa importante -Bill gli manda maledizioni a non finire, ma Tom se ne frega altamente.
- Allora... siediti - gli dice spingendolo sul letto.
Io intanto con tutta la calma possibile ed immaginabile entro in camera e chiudo la porta.
Non so perchè Tom sia così nervoso.
Circa venti minuti fa ha iniziato a sclerare letteralente. Tremava e guardava l'orologio in continuazione.
Ho cercato di tranquillizzarlo, ma lui faceva su e giu per la stanza come se sotto i piedi avesse dei carboni ardenti.
- Tom ma ti calmi? Aspetta prima di parlare... mi ha detto Jonny che hai detto vaffanculo alla prof è vero? -
- Sì, che ci facevo qui altrimenti? - prende una di quelle sedie da scrivania con le rotelline e ci si siede sopra posizionandosi dritto davanti a Bill.
- Non so... che è successo? -
- Se mi fai parlare... anzi Bionda vieni qua - si dà un paio di colpetti sulla gamba per farmi capire che devo sedermi sulle sue gambe.
Mi avvicino e mi siedo sotto lo sguardo perplesso di Bill.
- Mmh... mi sono perso qualcosa? - chiede alzando un sopracciglio.
- Ecco... io... mmh... ehm... -
- Tom cosa avevamodetto? Lo diciamo e basta - lo tranquillizzo un pò.
- Ok... Bill... tu lo sai che io non sono il tipo che fa queste cose... prima avrei detto che non mi sarebbe successo mai di stare con una ragazza per più di un giorno, ma adesso è successo... io e Bionda stiamo insieme - Bill scoppia aridere.
Ma perchè ride è una cosa seria.
- Cioè voi due?... no... oddio... portatemi all'ospedale... muoio Tom... non ci credo - continua a ridere e spiccica queste parole conuna vocina stridula.
- Bill non fare il coglione... smettila di ridere - Tom cerca di fermarlo, ma lui continua imperterrito a contorcersi nel letto fra le risate.
- Non ce la faccio... mi ha male la pancia... aiuto - continua a ridere sotto i nostri sguardi interdetti.
Dopo circa un paio di minuti si calma e ci guarda con un'aria seria. Così seria che mette quasi soggezione.
- Ti sei calmato? - gli chiedo a bassa voce.
- In che senso state insieme? -
- Ehm... insieme... insieme Bill - dice Tom quasi comprensivo davanti ad una simile reazioe.
- Ok... e quindi voi vi... cioè lei ti.. piace? -
- Ovvio -
- E... Bionda a te lui piace? -
- Sì - dico facendo spallucce.
- Ok... posso chiedervi di... ecco voi vi... tu la... cioè voi vi... -
- Baciate? - chiede Tom con aria decisamente più serena.
- Sì - Bill abbassa lo sguardo arrosendo.
- Certo -
- Oddio, ma questo cos'è? Incesto? -
- No - rispondiamo in contemporanea io e Tom.
Sicuramente anche lui sta pensando a quello che penso io.
Ria ci ha detto la stessa cosa e noi rispondiamo di no perchè non siamo fratelli.
- Invece sì... siete fratelli -
- No, Bill noi non siamo fratelli... io e te siamo fratelli, ma non io e Bionda -
- E io e lei lo siamo Tommy? -gli chiede come un bambino.
Poverino sta facendo confusione.
- Bill sei vuoi puoi esserlo, ma in realtà non lo sei -
- Tom un pò di tatto - gli do uno schiaffo sulbraccio alzandomi.
Mi siedo accanto a Bill e lui mi guarda come incuriosito.
- Bill... vedi... con Tom mi è successa una cosa strana... io appena lo vidi pensai che la persona più rozza e antipatica di questo mondo non fosse peggio di tuo fratello, ma poi l'ho conosciuto meglio e... e stare con lui mi piace... con te è un'altra cosa... io e te ormai siamo diventati amici e, anche se non vorrei dirlo, io comincio a volerti bene, ma non quel bene che provo per Tom, no... quello è diverso... io ti vedo come un buon amico... anzi... visto che qui di amici non ne ho più di tanti, direi che tu sei il mio migliore amico - mi guarda intensamente negli occhi e dopo un pò si alza e lentamente apre la bocca in un enorme sorriso.
- Ve lo date un bacio? - afferra Tom per un braccio e lo fa alzare e dopofa lo stesso con me.
Io e Tom ci sorridiamo un pò imbarazzati.
Siamo sempre stati soli mentre ci baciavamo e di certo non stavamo sotto l'occhio vigile di Bill.
- Allora? -
Tom sospira pesantemente e poi mi bacia.
Un bacio poco passionale rispetto agli altri. Diciamo che ci siamo contenuti per chè ce'è Bill che ci guarda.
Quado ci stacchiamo vediamo Bill che ci guarda con scetticismo.
- Che c'è ora? -
- Esci da questo corpo - dice Bill afferrando le braccia di Tom, scuotendolo.
- Ma che dici? - si libera dalla stretta del fratello e lo guarda con un'espressione che esprime chiaramente quello che vorrebbe dirgli: "Ma sei coglione?".
- Come cosa dico? Non si sono visti intrecci schifosi di lingue e io non ho visto nemmeno le tue mani sul suo culo... tu non sei mio fratello - le ultime parole appaiono come un lamento.
- No, hai ragione... sono un suo clone... ma sei scemo? - gli dà un pugno sulla spalla e Bill se la massaggia.
- Ok... sei ancora mio fratello -
- Bhe... allora adesso lo sai... ehm... Bill una cosa importantissima... nessuno e dico nessuno deve sapere di questo, ok? -
- Ok Tommy -
- E smettila di chiamarmi Tommy -
- Ok Tommy... opss... ok io vado giù a mangiare... altrimenti vi sbrano... scendete anche voi o comincerete a destare sospetti - va verso la porta ed esce.
- Allora... non è stato così difficile... l'ha presa bene - gli dico vagamente.
- Mh... sì... è adata abbastanza bene - mi sorride e poi mi abbraccia.
Perchè non è possibile restare per sempre così?
Sciogliamo l'abbraccio e, dopo un paio di baceti qua e là, andiamo a pranzare anche noi. 

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Capitolo 26
*** Ventiseiesimo Capitolo. ***


Ed ecco a voi fresco resco il venitseiesimo capitolo!
Sono mancata per un pò, ma alla fine ho postato! xD
Spero che vi piaccia!
SE VOLETE recensite e buona lettura!
                             BIONDA BECKER.

Sento qualcosa appoggiarsi sulla mia guancia perciò lentamente apro gli occhi e vedo qualcuno inginocchiato accanto al letto.
- Buongiorno... non volevo svegliarti -
- Buongiorno - gli sorrido e lui si avvicina poggiandomi un bacio sulle labbra.
- Dormi... ci vediamo dopo - Tom si alza e io gli prendo una mano.
- Te ne vai gia? -
- Sì, devo andare a scuola -
- No, resta qui - lo tiro e lui si siede accanto a me.
- Vorrei, ma purtroppo devo andare - dice sorridendo.
- Ma io voglio stare un poco con te - mi lamento e lui scuote la testa sorridendo sempre di più.
Cavolo quanto è bello quando sorride.
- Anche io, ma che vuoi farci? Ci devo andare per forza... prometto che oggi pomeriggio staremo tutto il giorno insieme, ok? -
- Ok - sospiro e lui si avvicina e mi posa un bacio sulla guancia.
- Non farmi andare via sapendo che sei triste... fammi un sorriso - mi sussurra all'orecchio.
Io sorrido non tanto perchè me lo ha chiesto lui, ma per il fatto che è così dolce.
Mi guarda mentre gli sorrido e lui fa lo stesso. - Sei proprio bella... quando torno ti voglio ritrovare così -
- Mi faccio venire una paralisi facciale, Tom? - ride.
Effettivamente non so da dove mi sia uscita.
- Idiota - mi da un bacio e si alza.
- Tom voglio un altro bacio - si gira e, senza farselo ripetere due volte, si riavvicina e mi bacia.
- A dopo - dice staccandosi e accarezzandomi i capelli.
- Ok - mi alzo un pochino dandogli un bacio.
Si alza e se ne va chiudendosi la porta alle spalle.
Se non è un buongiorno questo!
Guardo la sveglia e noto che sono le 07:45.
Mi rimetto sotto le coperte e, con il sorriso, mi riaddormento.

                            * Qualche ora dopo *

- Bionda svegliati... ti cercano - apro gli occhi e vedo Simone che mi sorride.
- Che? - chiedo assonnata.
- Alzati... c'è qualcuno per te di sotto -
- Chi? - lentamente mi tiro su a sedere.
- Bionda... scendi - corre verso la porta ed esce dalla mia camera.
Ma chi cavolo può essere?
Mi alzo sbuffando e mi metto la felpa di Tom che ieri sera gli ho rubato.
Trascinandomi, vado di sotto ed entro nel salone.
- Joe - urlo.
Tutti sobbalzano e si girano verso di me.
Corro in contro a mio fratello e gli salto addosso.
- Bionda - mi stringe e a me stanno gia uscendo le lacrime.
Non ci siamo visti per settimane e ritrovarmelo qui mi rende immensamente felice.
- Joe mi sei mancato - ritorno con i piedi per terra e lo guardo sorridendo a tretadue denti.
- Anche tu B - lui è l'unico che mi chiama B.
Lo adoro quando lo dice.
- Ma che ci fai qui? -
- Avevo un pò di tempo libero e quindi ho deciso di venire a trovarti -
- Ooh... ti voglio bene -
- Anche io - ci riabbraccimo.
- Jody? - chiedo sciogliendo l'abbraccio.
- Lei non è potuta venire, ma ti manda tanti baci -
- Ah... ok -
- Dai... raccontami un pò quello che non mi dici al cellulare... tipo... mmmh... che ci fai con una maglia gigantesca addosso? - mi chiede scrutadomi.
Cazzo!
Che gli dico ora?
- Ehm... questa felpa è di Tom... sai com'è ieri sera avevo freddo e questa era la prima maglia nei peraggi - che attrice.
Mi faccio schifo da sola.
Sto mentendo a mio fratello, ma non posso dirgli la verità o almeno non posso farlo davanti a papà e Simone.
Che poi in fondo quella che ho detto non è proprio una bugia, ma una mezza verità.
Ieri sera, mantre ci sbaciucchiavamo in camera sua, ho avuto freddo e gli ho rubato la felpa. Tralasciando quel "Mentre ci sbaciucchiavamo in camera sua" il resto è tutta verità.
Ok, sto mentendo anche a me stessa.
- Ah... ok... papà mi ha detto che sei stata sospesa - incrocia le braccia e mi guarda serio, forse un pò arrabbiato.
E' sempre stato un pò severo con me sull'argomento scuola. Vorrebbe che io avessi i voti più alti, ma a me studiare non piace tanto.
- Sì, scusa - abbasso lo sguardo.
- Vabbè... non fa niente... però mi raccomando... che non succeda mai più - lo guardo di nuovo e gli sorrido.
Mi riabbraccia e rimaniamo così per un pò.
Sono davvero felice che Joe sia venuto qui.
Voglio parlargli dei litigi che ho avuto con Tom, delle doti da psicologo che ha Bill, dell'uscita con Andreas, del fatto che Tom mi abbia aspettato quella stessa sera, di come sia stato dolce in tutti questi giorni, di Ria, del bacio di Andreas, della gelosia di Tom e ditutto quello che ha passato che, anche se è molto triste, ci ha fatto avvicinare facendoci arrivare a quello che siamo oggi. Voglio raccontargli di come possa essere possibile che una persona che a stento sopportavo oggi mi renda così felice.
Vorrei dirgli un sacco di cose, ma purtroppo non posso. 

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Capitolo 27
*** Ventisettesimo Capitolo. ***


Prima di tutto mi scuso per l'assenza, ma il tempo di postare non lo trovo mai! (scuola -.-'')
Ok questo è il ventisettesimo capitolo e io spero solo che vi piaccia! xD
Buona lettura e recensite!
Grazie in anticipo e grazie per tutte le recensioni e ancora grazie alle solite che recensiscono sempre!
                               BIONDA BECKER.

Sono le 14:20 e Tom sta per tornare da scuola.
Non vedo l'ora di riaverlo qui per poterlo abbraccciare e inebriarmi del suo profumo. Perchè ha un buon profumo di non so cosa. Un profumo nuovo, non l'avevo mai sentito. E' così dolce ed io resterei ore ad annusarlo.
Vado in camera sua visto che Joe si è andato a fare una doccia per scrollarsi di dosso le ore del viaggio.
L'odore di Tom si sparge anche per la sua stanza.
Tom è una persona caotica sia dentro che fuori.
Questa camera è un casino. Sul letto ci sono una marea di vestiti, sulla scrivania c'è il pc , tre cellulari una decina di cappelli, delle lattine di coca-cola e una maglia. Per terra, proprio davanti ai miei piedi, c'è uno scatolo della pizza e più in là altre lattine che gocciolano ancora.
Ma quando le beve tutte quelle cose?
Su un lato della stanza c'è quel sacco da boxe che più volte gli ho detto di buttare, ma lui si ostina a tenerlo lì.
Prima che ci mettessimo insieme, cavolo come è bello poterlo dire, ho scoperto che sa suonare la chitarra e ne ha un paio.
Il letto e sfatto e le coperte cadono ai piedi del letto e toccano per terra.
Le raccolgo e le sistemo sul letto. Mi siedo e mi guardo intorno.
- Amore -
- Tom? - non mi sembra la sua voce, ma forse è stato solo per il fatto che ero completamente immersa nei miei pensieri.
- No, Bionda sono papà... perchè Tom dovrebbe chiamarti amore? - chiede scuotendo la testa e sorridendo.
- Oh... ehm... no... no lui non... ehm... io... non lo so papà mi era sembrata la sua voce - mi alzo e gli vado in contro.
- Ah... che ci fai in camera sua? - ha un tono di voce sospettoso.
Oddio che gli dico? Papà ero qui perchè io e Tom stiamo insieme e lui mi mancava quindi mi sono buttata nel suo letto perchè così posso sentirmi il suo odore addosso?
No, decisamente questa non è la risposta giusta.
- Ecco... io... mmh... - mi guardo un pò intorno per cercare qualcosa che possa darmi una buona ispirazione e vedo i suoi cappelli di mille colori sparsi per la stanza. Voi vi chiedereta che razza di cavolata posso inventarmi, ma io sono piena di risorse. - ...ero qui perchè volevo farmi un paio di foto da mettere su facebook e volevo un cappello, ma non sapevo quale scegliere e quindi mi sono sdraiata a pensare - corro verso la scrivania e prendo un cappello a caso.
- Tu sei pazza... dai vieni giu che è pronto il pranzo - esce sospirando e scuotendo la testa.
Sbuffo e riposo il cappello sulla scrivania.
Ma da dove cavolo mi è uscita una cosa simile? Vabbè, l'importante è che papà se la sia bevuta.
Scendo le scale velocemente e mi siedo a tavola.
Joe si è seduto difronte a me e quello è il posto di Tom.
Perchè non c'è Tom lì?
Vabbè c'è Joe, il mio fratellone.
Non so perchè, ma guardarlo mi mette allegria e anche solo sapere che lui starà con me per un pò mi fa pensare che niente potrebbe rovinare tutto questo.
Cominciamo a mangiare anche se io non ho molta fame.
Prendo un pò di pasta e la assaggio con una lentezza infernale. Prendo un bicchiere e ci verso dentro dell'acqua fresca.
Simone e Joe sembra che vadano molto d'accordo, ma mi sembra anche ovvio visto che mio fratellone un rgazzo abbastanza socevole e comunque è grande e di certo non si crea dei problemi a parlare con la nuova compagna di suo padre come me. Lui è più maturo, ma mi sembra anche logico che sia così perchè in fondo io ho solo sedici anni.
Sorseggio quell'acqua fino a svuotare il bicchiere e dopo poco sento la porta aprirsi e due figure molto simili appaiono dalla porta d'ingrasso.
- Siamo a casa - urla Bill non rendendosi conto del fatto che siamo gia tutti seduti al tavolo.
Entrano nel salone e guardo per qualche istante Bill, ma il mio sguardo passa velocemente su Tom.
E' bello come sempre.
Con quei capelli che scompaiono sotto un cappello nero e bianco, con quella maglia bianca e quel semplicissimo jeans è perfetto.
Io lo sto guardando, ma lui non guarda me.
Il suo sguardo è fisso su Joe.
So a cosa sta pensando.
Glie lo dobbiamo dire?
Ci teniamo il segreto?
Se poi lo scopre e rimane deluso?
Joe si alza e li saluta anche se Tom mi sembra molto freddo e distaccato con lui.
Bill, dopo essersi riempito il piatto con tanta di quella pasta da poter sfamare un esercito, si siede accanto a me come sempre e comincia a mangiare.
Tom si accomoda accanto a Joe e si versa dell'acqua rimanendo in silenzio.
- Allora ragazzi come è andata oggi a scuola? -
- Benissimo mamma... sai quell'interrogazione di cui ti ho parlato stamattina? - Simone annuisce a Bill portandosi una forchettata di pasta alla bocca. - la prof mi ha interrogato e ho preso sette e mezzo... ha detto che avrei potuto prendere otto, ma quell'idiota di Danny mi ha fatto confondere perchè continuava a ridere e a spararmi cavolate nelle orecchie mentre parlavo - gli sorridiamo e lui, fiero di se stesso, comincia a mangiare.
Se a qualcuno interessa Danny è un'amico di Bill.
- Bene... Tom a te come è andata? -
- Che ti frega? - si alza e se ne va di sopra.
Che gli è preso ora?
Simone rimane sorpresa, forse scioccata da quella risposta.
Bill si volta verso di me e io riesco a capire cosa vuole dirmi.
Insieme ci alziamo e, scusandoci, saliamo di sopra.
Mentre saliamo le scale gli chiedo spiegazioni perchè sono sicura che Bill sappia il perchè di quel comportamento.
- Mi ha detto qualcosa su... non so mi ha detto che ha litigato con Andy - a queste parole mi prende un colpo.
Arriviamo alla sua camera e Bill bussa. Lui non risponde, ma noi entriamo lo stesso.
Lo vedo lì, ancora una volta, che tira pugni a quel sacco da boxe.
- Tom - lo chiamo e lui si gira verso di me per un attimo e poi riprende a fare quello che stava facendo prima. - Tom - insisto e lui si gira e mi guarda male.
Perchè mi guarda così?
Che gli ho fatto?
- Tom che ti è successo? - solo adesso trovo il coraggio di avvicinarmi a lui.
- Bill per favore puoi uscire? - Bill sospira ed esce chiudendo la porta.
- Allora? - mi prende per mano e mi porta fino al letto. Ci sediamo.
- Ho litigato con Andreas - abbassa lo sguardo.
- E perchè? - fa spallucce.
Con questo vorrebbe dirmi che non lo sa perchè?
- Tom... perchè non vuoi dirmelo? -
- Ma perchè io non lo so Bionda... me lo sono ritrovato davanti e... e... mi sono incazzato, ok? -
- No, non è ok Tom... perchè? -
- Bionda ti ci metti anche tu ora? Io davvero non lo so... cazzo lui è il mio migliore amico e io lo tratto cossì perchè fa lo scemo - si lascia cadere all'indietro mentre sbuffa e io rimango per un pò lì a guardarlo.
Dopo poco mi sdraio a pancia in giù appoggiando la testa sul suo petto e chiudo gli occhi.
Sento il suo respiro lento e riesco a rilassarmi.
- Ha detto che vuole chiederti di uscire di nuovo con lui - un unico tono di voce: sicuro e calmo.
A sentirlo mi viene spontaneo alzarmi e dargli un bacio.
- Sei geloso - lo prendo un pò in giro per farlo sorridere un pò.
- Bionda ma che dici... non sono geloso -
- Ooh invece lo sei... sei geloso anzi gelosissimo e tu non sopporti che Andreas mi ronzi intorno - gli dico ridacchiando e pizzicandogli i finchi.
- Bionda dai non è vero - gli sorrdio e alzo un sopracciglio. - ok forse un pò - rido e gli do un bacio.
- Tom non ti devi mettere nei casini per questo... il preside ti ha dato un'altra apportunità e tu non devi spreacarla, ok? - divento seria e lui dopo aver esitato un pò, annuisce.
Restiamo a coccolarci ancora un pò, poi decidiamo di andare dagli altri.
Nel salone c'è un'aria pesante e sono tutti così freddi e distaccati.
Il pranzo continua così, in silenzio.


                          * Nel pomeriggio *

Ho appena finito di fare i compiti per domani e ora non so cosa fare.
Scendo e nel salone trovo Bill e Joe che giocano a qualche stupido gioco alla Wii.
Mi siedo sulla poltrona e li guardo.
Subito, però, sento la porta aprirsi e mi giro.
Vedo papà entrare e richiudersi la porta alle spalle.
Che ci fa qui?
Non dovrebe essere a lavoro?
- Papi come mai non stai a lavoro? - gli chiedo alzanodmi.
- Perchè vi devo parlare in privato di una... quella cosa... puoi andare a chiamare Tom? -
Quella cosa sarebbe la proprosta di matrimonio?
Se è questo vuol dire che c'è qualcosa che può rovinare la mia giornata.
Vado in camera di Tom con lo sguardo basso e lui sta seduto sul davanzale della finestre a fumare.
- Tom - lo chiamo tristemente.
- Hey... che hai? - velocemente spegne la sigaretta nel posacenere e viene verso si me.
- Papà -
- Che gli è successo? -
- No, niente.. è che... sta di sotto e mi sa che ci vuole parlare del fatto... del matrimonio - sospiro e lui continua a guardarmi senza dire niente.
- Vieni qua - mi stringe fra le sue braccia come non ha mai fatto prima e io non posso fare a meno di farmi il più piccola possibile e farmi sovrastare da tutte le emozioni che mi scuotono dalla testa ai piedi.
Sono triste perchè se papà e Simone si sposano non potrò più stare con Tom e anche perchè, una volta dichiarati marito e moglie, la mia vecchia vita si spezzerà e ne comincerà un'altra.
Forse sarà difficile affrontare tutto, ma se questo rende felice papà a me sta bene.
In fondo sono stata io a dire a papà che poteva chiederglielo quando voleva, ma ancora non stavo con Tom.
E' inutile cercare di non piangere perchè è triste.
Avete mai provato a separarvi da qualuno che conta davvero molto per voi?
Avete mai provato a separarvi da chi vi fa sorridere anche solo perchè c'è?
Avete mai provato a separarvi da quella persona che vi fa star bene?
Io mi sono separata già una volta da una persona che amavo e continuo ad amare più di me stessa: mia mamma.
Lei, solo lei ora può darmi la forza di andare avanti.
Può sembrare stupido, ma quando sto male io penso a lei e a quello che vorrebbe.
Io credo che lei andando via abbia lasciato un grande vuotoche adesso, con Tom, si era colmato del tutto e stavo bene.
E vissero felici e contenti?
Ma chi cazzo l'ha detta questa stronzata? 

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Capitolo 28
*** Ventottesimo Capitolo. ***


Ventottesimo capitolo xD

Sper infinitamente che vi piaccia!

Buona lettura e recensite se volete!!

BIONDA BECKER.

Sciogliamo l'abbracio e Tom continua a guardarmi mentre io tengo lo sguardo basso.

Non ce la faccio a lasciarlo andare. Soffrirò ancora e l'idea non mi piace.

Non voglio tenerlo lontano da me. Ho bisogno dei sui baci, dei sui abbracci, dei suoi sirrisi. Ho bisogno di lui.

Conoscerlo per me ha significato un cambiamento totale. Lo odiavo, ma poi si è trasformato in qualcosa di importante. Mi rende felice, mi fa ridere e a volte quando lo guardo mi perdo nei suoi occhi e vederlo sorridere, non so, mi rende così felice che vorrei saltargli addosso e abbracciarlo solamente.

Mi fa troppo male sapere di non poter più baciarlo.

Potremo abbracciarci, parlarci, sorriderci, ma non sarà più come prima.

Alzo lo sguardo e incrocio il suo.

Ha degli occhi bellissimi, ma ora sono così tristi. Quella luce di cui brillavano si è spenta.

Continuiamo a guardarci stando il più vicini possibile.

Mi prende il viso fra le mani e appoggia le sue labbra sulle mie.

- Andrà tutto bene - sussurra baciandomi ancora.

Piango ancora e lui mi asciuga ogni lacrima stando attento a non lasciarne nemmeno una.

- Tom... non voglio lasciarti - tiro su col naso e lui mi asciuga l'ennesima lacrima.

- Nemmeno io - mi bacia ancora.

- Grazie Tom - lo abbraccio e lui mi stringe forte.

- Andiamo - dice sospirando tristemente.

Annuisco e usciamo tenendoci per mano.

Camminiamo lentamente perchè non vogliamo andare in contro alla verità. Non vogliamo sapere quello che succederà. Una volta seduti su quel divano tutto combierà.

Niente più abbracci. Niente più baci. Niente più nottate passate svegli nella camera dell'altro sotto la copertura di Bill.

Bill.

Ci ha sempre aiutati e non si è mai creato il problema di restare sveglio a volte anche fino alle 04:00 del mattino per aspettare che io e Tom andassimo a letto. Non si è mai rifiutato di coprirci con papà e Simone e non ha mai sbuffato se gli chiedevamo di qualcosa.

Scendiamo le scale e, prima di entrare nel salone, Tom mi da un leggero bacio a fior di labbra e lascia che le nostre mani si sciolgano da quella stretta e in me si spezza qulcosa.

So di averlo perso.

Entriamo nel salone e troviamo papà che parla amabilmente con Joe e Bill.

Beati loro. Così spensierati e felici.

Vado verso il divano con lo sguardo basso e mi siedo accanto a Bill.

Accanto a me c'è un posto libero, ma Tom non si siede.

- Tom siediti per favore -

- No, Alexander cosa c'è? Che devi dirci? -

- Ecco... io... non so come dirvelo... tutti voi sapete benissimo quello che provo per Simone e... e non credo che ci sia bisogno di ripeterlo... io dopo aver riflettuto tanto ho preso una decisione... io vorrei chiedere a Simone di sposarmi - conclude papà con un sorrisone.

Bill istintivamente mi guarda e, essendo molto vicine, mi stringe la mano.

- Papà ma è fantastico... quando avresti intenzione di chiederglielo? - chiede Joe tutto eccitato.

- Non so, ma il prima possibile - Joe si alza e lo abbraccia.

Si girnao verso chi noi e ci guardano straniti.

- Bionda non sei felice? -

- Certo Joe... sono felice - sfodero un sorriso che però faccio subito svanire.

Non riesco a sorridere. Mi dispiace non riuscire ad essere felice, ma in questo momento non posso sopportare tutto.

Come figlia sono contenta che mio padre abbia trovato una donna che lo rende felice, ma come persona, come Bionda, non posso esserlo. Lui ha trovato la felicità e inconsapevolmene la sta togliendo a me.

- Voi che ne pensate? - chiede papà speranzoso.

- Ehm... ecco... - balbetta Bill guardando Tom.

- Auguri e figli maschi - dice Tom andando di sopra.

Rimaniamo tutti in silenzio. Nessuno osa proferire parola.

- Ehmm... Alexander... sono contento che tu voglia sposare mamma - papà gli sorride come a ringraziarlo e poi prende a parlare con Joe.

Mi alzo e lentamente salgo le scale.

Appena arrivo nel lungo corridoio vedo Tom uscire dalla sua camera.

Mi guarda e io faccio lo stesso.

- Esci? - gli chiedo con un filo di voce.

- Ehm... sì... con Jonny -

- Ok - abbasso lo sguardo e vado in camera mia.

Mi metto a letto e comincio a pensare.

Chissà come andrà a finire tutta questa storia? Ma io probabilmente una risposta gia ce l'ho: papà e Simone insieme e io e Tom separati.

Piangere è brutto, ma è la sola cosa che riesco a fare ora.

Sento il cuore farsi in due lentamente. Come se un coltello mi stesse squarciando l'anima.

Continuerò ad andare avanti anche se so che sarà difficile.

* Tre settimane dopo *

- Bionda... hey... Bionda svegliati - mi sento scuotere e apro gli occhi.

- Bill che c'è? - chiedo a bassa voce.

- Bionda sono le 03:30 e Tom non è ancora tornato a casa - dice facendo movimenti veloci e limitati.

Si vede lontano un miglio che è preoccupato.

- Bill stai calmo... hai provato a chiamarlo? - mi tiro su a sedere strofinandomi gli occhi.

- Sì, ma non risponde... Bionda ho paura... di solito quando fa così tardi mi avverte - si siede con un'aria più che preoccupata.

- Tranquillo Tom sa cosa fare e sa difendersi da solo - gli appoggio una mano sulla spalla per rassicurarlo, ma so benissimo cosa prova in questo momento.

- Lo so, ma sai... è... è un pò che... che lui è tornato... non dovrei dirtelo, ma lui... ecco... -

- Bill mi fai preoccupare... che sta succedendo? -

- Bionda... Tom sta andando di nuovo allo spiazale - abbasa lo sguardo e si tortura le mani.

Va di nuovo allo spiazzale?

Tutto quello che gli ho detto in quei giorni che siamo stati insieme non gli hanno fatto cambiare idea.

E' testardo e gli è bastato allontanarsi per un pò da me per ricadere in quel tunnel.

Comincio anche io a preoccuparmi perchè se è andato lì e non è ancora tornato potrebbe davvero essergli successo qualcosa.

- Bill dobbiamo sapere se sta bene - sentenzio alzandomi.

- Sì, ma come? L'ho chiamato tipo cento volte nell'ultima ora e gli ho lasciato una marea di messaggi... che facciamo? -

- Bill io direi di aspettare ancora una decina di minuti e se non torna vedremo cosa fare, ok? -

- Ok - sospira e io mi siedo di nuovo vicino a lui.

- Vedrai che starà bene - lo abbraccio.

- Bionda io non ne sarei così sicuro... ho una strana sensazione -

- Che intendi? - chiedo incuriosita, sciogliendo l'abbraccio.

- Vedi... io e Tom siamo gemelli e fra di noi c'è un legame speciale... io riesco a capire se c'è qualcosa che lo fa star male o che lo preoccupa prima di chiunque altro e lui fa lo stesso con me... è strano lo so, ma è come se io lui fossimo... non so se queste siano le parole giuste, ma io e lui siamo come la stessa persona, come se fossimo perennemente uniti, capisci? -

- Sì, ho capito... Bill ma se è così allora credi che Tom stia male o sia in pericolo? -

- Non lo so Bionda... posso solo dirti che da qualche giorno a questa parte sento che Tom... non so... non è sereno e questa situazione mi sta uccidendo perchè non parla più con nessuno... nemmeno con me e poi lo hai visto com'è in questi giorni? Sta diventando sempre più freddo e distaccato -

- Bill io... è colpa mia -

- Ma no che dici? Come può essere colpa tua? -

Invece lo è.

Lui da quel giorno è cambiato.

Aveva detto che non voleva separarsi da me, ma lo ha fatto e io ci sto ancora male per questo.

Per non parlare del cambiamento che ha subito dopo che papà ha chiesto la mano a Simone.

Ah, sì lo avevo dimenticato. Papà ha chiesto a Simone di sposarlo circa due settimane fa e lei ovviamente ha accettato.

Quella sera c'erano tutti anche Joe e Jody che però due giorni dopo sono tornati a Berlino.

Ieri mattina, non so bene perchè, si sono presi qualche giorno di ferie e se ne sono andati un un hotel non molto lontano da qui e toreranno domani.

Dalla sera della proposta Tom è cambiato cpmpletamente nei miei confronti. Non mi parla più, non mi sorride più e cosa più importante, non mi guarda più. Cerca di evitarmi in tutti i modi possibili.

Ha voluto mettere fine bruscamente alla nostra storia. Non come me che ancora oggi piango perchè vorrei che Tom entrasse nella mia camera con la solita felpa fra le mani, che me la facesse indossare e che alla fine mi facesse addormentare fra le sue braccia.

- Sì, Bill lui vuole dimenticare tutto ed è per questo che è tornato lì dentro - comincia a bruciarmi il naso e gli occhi letamente si riempiono di lacrime che non riesco a trattenere.

- No, Bionda non piangere - mi abbraccia e cerca di consolarmi.

Dopo qualche minuto smetto di piangere e lui continua a rassicurarmi.

- Va meglio? - mi chiede premurosamente.

- Sì... però... - non riesco a finire la frase perchè sento dei rumori provenire probabilmente dal piano inferiore. - ... Bill hai sentito? -

- Sì, forse è Tom... vado a vedere - si alza e va verso la porta.

- Vengo anche io - lo seguo fin al piano inferiore e nel salone troviamo Tom che appoggia le chiavi del cancello sul tavolo.

- Tom -

- Bill che ci fate svegli? - chiede con un tono strano.

Sembra assente.

- Tom ci hai fatto preoccupare... ma che ti salta in mente, eh? - lo abbraccia e sul volto di Tom si dipinge un'espressione strana.

- Sì, scusa... Bill... Bill - se lo stacca di dosso e lo guarda seriamente. - stai calamo... sto... bene -

- Tom che ti hanno fatto? Non mentirmi perchè lo so che stai male... che ti hanno fatto? Ti hanno picchiato? Sei stato allo spiazzale, non è vero? -

- Bill calmati -

- Ci sei stato, vero? -

- Sì, ci sono stato... ma adesso basta vado a letto - gli passa accanto, ma Bill si gira e lo afferra per una spalla.

- Bill lasciami - ha urlato.

Perchè ha urlato?

- Scusa.. io non... - si guarda la mano quasi impaurito. - ...Tom ma questo è... Tom questo è sangue - sta già piangendo.

- Dai Bill non piangere -

- E come faccio Tom? Cos'è questo sangue? - chide alterato mostrandogli la mano.

Rimango scioccata.

Ha la mano completamente ricoperta di sangue.

- Bill... è... questo... -

- Tom che ti è successo? - chiede Bill smettendo di piangere e assumando un tono serio e dieciso.

- Mi... mi sono tagliato, ok? - dice abbassando lo sguardo.

- E... e la ferita sangiuna ancora? Tom dimmi la verità... ora -

- Mi sono tagliato mentre combattevo va bene? Ti piace come risposta o la devo cambiare? -

- Tom mi... mi dispiace... scusa... fammi vedere - gli si avvicina di più e cerca di capire precisamente dove si è tagliato, ma Tom lo allontana subito.

- Bill restane fuori - se ne va senza degnarci di uno sguardo e rimaniamo io e Bill da soli.

Sono stata tutto il tempo sulla porta perchè non avevo il coraggio di muovermi.

Non so cosa sia successo precisamente a Tom, ma da quello che vedo, sulle mani di Bill c'è un sacco di sangue quindi deve essere una cosa seria e non un taglietto.

- Bill... co... come stai? - gli chiedo vedendolo un pò scioccato.

- Bene... Bionda mentre io mi lavo le mani potresti andare in camera sua? Io vi raggiungo subito -

- Ma perchè? -

- Perchè io sono troppo debole di carattere per lasciare mio fratello in quelle condizioni... però mi serve un sostegno perchè secondo me la ferita non è piccolissima - va in cucina e prende il solito disinfettante. Me lo porge e io lo prendo.

- Che ci devo fare? -

- Portalo in camera sua io arrivo subito -

- Bill ma tu lo sai che io e Tom ultimamente non... noi non... -

- Lo so che le cose sono complicate, ma per favore Bionda devi venire con me... ti prego - aspetto un pò prima di ripondere.

Bill mi sembra preoccupato, ma non capisco perchè vuole che io vada per forza con lui.

- Ok... vieni subito perchè io ultimamente Tom non lo capisco... muoviti - salgo di sopra e arrivo alla sua stanza.

La porta è chiusa e io non voglio aprirla.

Ho il cuore a mille e comincio a respirare a fatica.

Meglio entrare e togliersi il pensiero.

Busso ed entro senza aspettare una risposta.

Si è tolto la maglia e a vederlo così mi prende un colpo.

E' di spalle e riesco a vedere benissimo quella frita.

Parte dalla spalla e, adesso che si è girato, posso vedere che termina sul braccio prima del gomito.
Una piccola goccia di sangue esce dal taglio e io non riesco a guardarlo. Mi fa male vederlo così.

- Che ci fai qui? -

- Ehm... Bill... Bill mi ha chiesto di portarti questo - gli mostro il disinfettante e lui mi guarda senza espressione.

Il volto non esprime niente.

Si diede sul letto.

- Dai siediti - mi avvicino alla scrivania e appoggio lì il disinfettante poi, a passo lento e indeciso, mi avvicino al letto e mi siedo.

Si è creato un silenzio imbarazzante. Nessuno dei due parla.

Perchè Bill non si muove a venire?

Sposto lo sguardo su tutta la stanza e mi accorgo che è cambiata.

- Apportato cambiamenti? - chiedo timidamente e lui mi guarda interrogativo. - alla stanza dico -

- Ah... sì non mi piaceva più -

Non gli piacevano più i muri vuoti quindi li ha riempiti di calendari con ragazze nude. Non gli piaceva più la scrivania accanto alla parete ai piedi del letto e l'ha messa accanto alla porta. Le chitarre da sotto al letto si sono spostate al posto della scrivania e diciamo che la stanza risulta diversa.

Mi mette sotto pressione stare qui dentro e mi fa stare male e poi lui non smette di guardarmi.

Sento bussare e mi rilasso immediatamente.

Bill entra chiudendo la porta.

- Scusa Tom è che il sangue non andava via - va verso la scrivania e imbeve un pò di ovatta col disinfettante.

- Bill ti avevo chiesto di starne fuori -

- Sì lo so, ma non posso... allora dov'è la feri... Tom ma che cazzo ti hanno combinato? - dice sgranando gli occhi e correndo subito verso il fratello.

- Stai calmo Bill -

- Ma come faccio? Tom non so se ti sei reso conto, ma tu hai un taglio gigantesco che parte dala spalla e finisce sul braccio -

- Lo so Bill... il dolore lo sento io -

- Dai fammi vedere - si mette più comodo così da poter cominciare a togliere tutto il sangue che, ad ogni movimento, esce dalla ferita.

- Fai piano - dice con voce spezzata.

A me ha sempre fatto un pò paura il sangue e vederlo scorrere sul suo braccio unito alle espressioni di dolore ogni volta che Bill appoggia l'ovatta sul taglio, mi fa stare ancora più male.

Ci mette quasi mezz'ora per pulire per bene tutta la ferita. Gli ripulisce anche tutte le altre piccole ferite sulle braccia, sul petto e sulla schiena.

- Ok, il sangue si è fermato... come stai? - gli chiede Bill premuroso.

- Bene... Bill nemmeno una parola con Simone hai capito? -

- Sì, ho capito... ti serve qualcosa? -

- No, tranquillo -

- Ok... vuoi che restiamo qui a farti compagnia? -

- No, mi fumo una sigaretta e cerco di dormire un pò -

- Ok... andiamo Bionda - si alza e va verso la porta.

Non vorrei andare via perchè mi sembra di abbandonarlo, ma non posso restare qui.

Mi alzo e vado via a testa bassa.

Sento il suo sguardo addosso e vorrei tanto girarmi a guardarlo, ma ultimamente con me è diventato così freddo che non riusciamo nemmeno a fare un discorso.

Mi aspettavo che sarebbe rimasto accanto a me e che non mi avrebbe mai trattato in questo modo e mi sbagliavo completamente.

Tom non è come credevo.

E' ritornato in quel postaccio e ha cominciato a vivere di nuovo come prima.

Ha abbandonato quei suoi modi di fare così dolci e teneri e ha riacquistato quella rabbia e quella forza sovrumana che lo porta ad andare allo spiazzale e farsi conciare in quel modo.

 

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Capitolo 29
*** Ventinovesimo Capitolo. ***


Ventinovesimo capitolooo!
Cambiamenti in vista...
Grazie a tutte per le recensioni e un grazie di cuore anche a tutti quelli che, anche se non recensiscono, leggono la mia FF!
Buona lettura! xD


Stanotte non ho dormito per niente.
Pensavo a Tom.
Il mio unico pensiero fisso.
Mi chiedo perchè sia tornato in quel posto.
Perchè vuole rovinarsi la vita?
Avevamo deciso che non sarebbe mai più andato un quel posto eppure lui ha preso ancora una volta quella strada.
Mi aveva detto che non ci sarebbe più andato, ma evidentemente non gli importa delle parole che ci siamo scambiati.
Tutto quello che abbiamo affrontato non è servito a fargli camiare idea.
Non gli importa di quello che ci dicevamo. Non gli importa che a me abbia fatto male sapere che va ancora allo spiazzale, che picchia la gente per sfogarsi, che si fa picchiare.
Mi chiedo come si sia procurato quel taglio.
In alcuni punti era davvero profondo e sicuramente ha perso molto sangue.
Ci ha detto che stava combattendo, ma da quanto ho capito nei combattimenti non si possono usare coltelli o altri oggetti taglienti.
Quindi che gli è successo?
Mi viene da piangere pensare che abbia provato dolore e che, sicuramente, anche in questo momento ne stia provando.
Mi sento male, sento una stretta allo stomaco che non mi ha lasciata una secondo durante la notte e continuo a sentirla ancora adesso.
Non voglio provare questo dolore, ma mi riesce difficile pensare ad altro.
Mi stringo nelle spalle e comincio a mordere la cerniera della felpa che indosso.
Stare male mi fa innervosire e mi fa saltare i nervi anche il fatto che Tom continua ad evitarmi.
Stamattina appena sono uscita dalla mia stanza lui stava con Bill in bagno e lui gli stava disinfettando ancora la ferita. Appena mi ha vista ha chiuso la porta e io mi sono sentita morire.
Come può comportarsi così?
Ok, ho capito che non possiamo stare più insieme, ma potrebbe anche cercare di essere gentile.
Ma non pensa che io ci sto male?
Evidentemente a lui non importa di me e di quello che provo.
Bill crede di conoscrlo così bene, ma secondo me non ha capito niente. Mi disse che Tom vuole sembrare diverso da quello che realmente è. Lui in realtà è dolce, tenero, gentile e dal cuore d'oro.
Io non gli credo più.
Non è per niente dolce, anzi lo è stato, ma gli è bastato poco per ritornare il bastardo che era una volta.
Sto decisamente pensando di lasciarlo andare. Di liberarmi la testa. Non voglio più pensare a lui. Ha deciso di tenermi lontana? Bene, lo farò anche io.
Basta soffrire e basta piangersi addosso.
Lui fa la sua vita e io faccio la mia.
Ma come posso riuscire a dimenticarlo, a dimenticare tutto quello che c'è stato fra di noi? Certo è durato poco, ma stavamo così bene e poi io mi sentivo in pace con me stessa e felice.
Ci devo riuscire, lo devo fare per me.
Non posso essere triste per sempre.
Un modo per non pensare a lui deve esserci per forza.
- Signorina Becker potrebbe seguire la lezione? - questa voce squillante mi fa sobbalzare.
- Certo, mi scusi -
La professoressa sospira e riprende la sua noiosa lezione.
Mi guardo intorno, ma gli occhi cadono continuamente verso quel banco, quella sedia vuota.
No.
Avevo detto che non avrei più pensato a lui.
Mi costringo a guardare in altre direzioni e i miei occhi si incrociano con quelli di Andreas. Mi sorride e automaticamente viene da sorridere anche a me.
Non so perchè e nemmeno mi interessa saperlo, ma inquesto momento mi sento bene.
Il suono della campanella mi fa risvegiare completamente.
Lentamente chiudo il libro e il quaderno e li ripongo nella borsa. Quando alzo lo sguardo mi ritrovo davanti proprio lui.
Andreas.
Oggi è particolarmente carino.
- Andy - gli sorrido e lui fa lo stesso sedendosi accanto a me.
Il posto è libero perchè oggi Ria non è venuta a scuola.
- Bionda va tutto bene? -
- Sì, perchè? -
- Non so... come mai Tom non è venuto? -
- Ehmm... bho non lo so, ma non voglio parlare di lui - dico sopirando.
- Ok, di cosa vuoi parlare? - lo guardo.
Andreas è davvero un bel ragazzo. Dal primo giorno che l'ho visto mi è stato simpatico e poi è sempre stato dolce. Sorride sempre e questo è ovviamente un punto asuo favore.
Mi gira intorno in continuazione, ma non mi da fastidio e non è invadente.
- Non lo so... di altro, tipo... che fai oggi pomeriggio? - un opportunità glie la voglio dare e poi se mi è bastato un suo sorriso per farmi staccare un pò la spina vorrà significare qualcosa, no?
- Oggi? Niente -
- Bene... ti ricordi che tu mi avevi detto che mi avresti portato a fare un giro per Amburgo? -
- Sì - annuisce sorridente.
- Andy... ho voglia di fare quel giro per Amburgo - mi va di uscire e di camminare finchè ho forza nelle gambe e fose uscire con lui è una buona idea.
- Dici davvero? Cioè io e te... da soli? -
- Certo - lo vedo sorridere sempre più felice.
- Ok... allora oggi ti porto da qualche parte -
- Se ti dico che voglio andare in un centro commerciale mi ci porti? -
- Quello che la signorina Bionda vuole, la signorina Bionda avrà - gli sorrido un pò imbarazzata anche se in realtà mi ha solo detto una cosa molto dolce.
- Bene -
- Mh ora devo andare - dice indicando il professore che è appena entrato in classe e sta cercando di far sedere tutti.
- Ok... ah Andreas... oggi alle 04:00 a casa mia, ti va bene? -
- Mi va benissimo - detto questo torna al suoposto col sorriso stampato in faccia.
Restare chiusa in casa mi farebbe pensare troppo a quello che devo dimenticare quindi uscire mi farà bene.

                                 * Fuori scuola *

Finalmenta anche questa tortura è finita.
Sono appoggiata ad un muretto e ascolto un pò di musica mentre spetto che Bill esca.
In mezzo a tutti questi ragazzi è difficile trovare qualcuno, ma non è possiile non riconoscere Bill.
Lo coreco con lo sguardo e lo vedo scendere le scale. Viene dritto verso di me.
- Hey Bill -
- Hey andiamo? -
- Sì - mi tolgo le cuffiette e le ripongo nella borsa insieme al cellulare.
Durante il tragitto verso casa gli racconto dell'uscita con Andreas. Mi guarda male, ma alla fine si convince anche lui.
Arriviamo a casa e saliamo direttamente al piano superiore per poi chiuderci nelle nostre camere.
La prima cosa che faccioè chiamere Ria per chiederle perchè non è venuta a scuola e per raccontarle dell'uscita che farò con Andy. Ha la stessa reazione di Bill.
Ma perchè fanno così?
Vabbè non mi interessa.
Dato che ci sono faccio uno squillo anche ai miei vecchi e amati amici.
Maky prende a parlare e non la finisce più, mentre Gustav mi ascolta e riesco a dirgli tutto quello che voglio.
Loro due non sanno di me a Tom e di tutto quello che mi è successo in questi giorni. Ho preferito non dirglielo perchè non volevo farli preoccupare. Prbabilemente me li sarei ritrovati dietro la porta di casa dopo qualche ora. Mi avrebbe fatto piacere vederli, ma non voglio che stiano troppo in pensiero per me.
Appoggio il cellulare sulletto ed esco dalla mia camera per andare a mangiare qualcosa.
Uscendo mi fermo un attimo a guardare la porta chiusa della camera di Tom.
Chissà che sta facedo?
Vabbè, a me non importa.
Scendo le sclae e, prima di lanciarmi nel frigorifero,ascolto i messaggi in segreteria.
C'è un messaggio di papà e Simone che dice che torneranno dopodomani e non oggi.
Bene, abbandonateci pure.
Sorrido al miostesso pensiero mentre apro il frigorifero.
Non c'è niente di buono quindi prendo un pò di pane, ci spalmo sopra quintali di nutella poi mi riempio un bel bicchiere di coca-cola e mi siedo sul divano a guardare la tv e mangiare in santa pace.

                         * Due ore dopo *

Io sono già pronta da qualche minuto e sto aspettando Andreas che venga qui.
Scendo le scale e mi siedo accanto a Bill che sta guardando un programma alla tv.
Qualche minuto dopo arriva ANdy e esco salutando Bill.
Mentre camminiamo nel vialetto mi sento osservata e istintivamente mi giro e noto subito Tom.
E' appoggiato al davanzale della finestre con la sua solita sigaretta fra le labbra. Ci guarda con una strana espressione.
Mi sembra quasi schifato di vederci uscire insieme.
O era triste?
Ok, non me ne frega. In fondo lo ha voluto lui.
Adesso ho voglia solo di stare un pò con Andreas per ridere e scherzare. Nient'altro.
Chiacchieriamo per tutto il tempo e cominciamo a conoscerci meglio.
Peso che Andy sia davvero un ragazzo molto dolce e lui lo è realmente.
Mi porta a visitare un sacco di luoghi bellissimi. Camminiamo senza fermarci e poi, sotto mia richiesta, mi porta al centro commerciale.
Ci divertiamo a rincorrerci per i negozzi, a provare una montagna di abiti solo per far ridere l'altro, ci lanciamo le noccioline e mi siedo nel carrello mentre lui mi spinge.
Mentre lui va a comprare delle patatine io misiedo ad un tavolo e prendo il cellulare.
Capita si sono fatte le 08:40.
Dopo poco lo vedo tornare con le patatine e due bicchieri di coca-cola.
- Andy mangiamo e poi torniamo a casa, ok? - dico prendendo il bicchiere e bevendo.
- Già? - si lamenta come un bambino.
- Sì, è tardi -
- Ok - cominciamo a mangiare e una volta spazzolato via tutto, ci avviamo verso l'uscita.
- Mi fanno male i piedi - dico sorridedo.
- Davvero? A me no -
- Beato te -
Una volta fuori dal centro commerciale ci avviamo verso casa.
Camminiamo lentamente metre parliamo del più e del meno.
Oggi sono stata davvero bene. Mi sono divertita da morire. Ho riso a crepapelle e poi Andreas è un ragazzo fantastico.
Stando con lui non ho avuto nemmeno il tempo di pensare ad altro.
Mi è davvero piaciuto passare del temp con lui.
Siamo quasi arrivati fuori casa mia e stiamo ridendo per non ricordo nemmeno cosa.
E' questo quello che mi piace di lui, non mi lascia il tempo di essere triste. Mi fa ridere e poi mi sono sentita a mio agio tutto il tempo.
- Siamo arrivati - dice sorridendo, ma mi senbra triste.
- Sì, grazie per la bella giornata -
- Figurati... mi ha fatto piacere passare un pò di tempo con te -
- Ora devo entrare -
- Sì, Bill sarà in pensiero -
- Già - ridiamo e lo saluto.
- Ciao - mentre sto per aprire il cancelletto, mi prende una mano e io automaticamente mi volto.
Sento le sue labbra sulle mie,
 Con Andreas evidentemente deve andare così. Lui mi bacia quando meno me lo aspetto e io rimango spiazzata.
Dopo il pomeriggio passato insieme però questo bacio comincia ad avere un senso e non è come quello che mi diede a scuola.
Si allontana e mi guarda.
Io mi sento in totale imbarazzo.
- Scusa forse non avrei dovuto - dice abbassando lo sguardo.
- No, non avresti dovuto perchè io e te non stiamo insieme... ma lo hai fatto e io non ti allontanato quindi... se ti va di rifarlo... - lascio la frase in sospeso appena vedo il sorriso comparire sul suo volto.
- Devo... cioè posso? - scoppio a ridere.
- Certo che p... - nemmeno il tempo di finire la frase che riunisce le nostre labbra in un bacio caldo e dolce.
Non pensavo di potermi trovare bene con Andreas, ma mi sbagliavo.
Ci separiamo e ci guardiamo negli occhi per unpò di tempo.
- Io dovrei rientrare -
- Sì, vai - mi sorride e io gli ricambio il sorriso.
- Ciao -
- Ciao - entro chiudendomi il cancello allee spalle.
Mentre cammino mi rendo conto che Tom è ancora lì affacciato alla finestra.
Sto solo sperando che non ci abbia visti, ma la vedo difficile dato che dalla sua stanza si può ammirare il panorama di tutta questa strada.
A testa bassa rientro in casa e col sorriso vadoin camera mia.
Mi spoglio e indosso subito il pigiama.
Non vedo l'ora di mettermi a letto e addormentarmi. 

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Capitolo 30
*** Trentesimo Capitolo. ***


Wow!
Trentesimo capitolo.
Io vi ringrazio infinitamente, sia a chi legge sia a chi recensisce perchè è grazie a voi se ho potuto portare la mia Fan Fiction fino a questo capitolo!
Grazie e buona lettura! <3


Appena mi sono messa a letto sono caduta in un sonno profondo.
Stamattina mi sono svegliata alle 8:30 e non sono riuscita più ad addormentarmi quindi ho guardato un pò di tv. Poi ho deciso di alzarmi e di fare un bel bagno rilassante.
Ho aperto l'acqua calda e ho lasciato che la vasca si riempisse, ci ho versato dentro tanto bagnoschiuma al cioccolato e vaniglia e mi sono immersa. Ci sono restata per circa mezz'ora poi ho deciso di asciugarmi e dare un pò una ripulita al bagno. Con l'accappatoio mi sono diretta in camera mia e mi sono messa una tuta comoda.
Oggi è sabato e non c'è scuola quindi la mia gionata sarà una completa pacchia.
Adesso sono nel salone, da sola, a mangiare una gigantesca tazza di latte scremato e cereali al cioccolato.
Questa colazione mi ricorda tanto quella volta che Tom me la preparò. Che dolce, mai messo ai fornelli e pure quel latte gli era venuto bene.
Ok, basta pensare a quell'idiota che non ha fatto altro che farmi toccare il cielo con un dito e poi è stato capace di spedirmi dritta all'inferno.
Quasi arrabbiata prendo un'enorme cucchiaiata di cereali e ma mangio masticando nervosamente.
Dopo circa due minuti sento dei passi lenti scendere dalle scale.
Parli del diavolo...
Tom compare nel salone e appena mi vede si blocca. Anche io rimango incantata a guardarlo.
Perchè, invece di battere normalmente, il mio cuore batte così tanto da uscirmi dal petto?
Distoglie lo sguardo e va in cucina.
Indossa una canottiera nera a giromanica e sul braccio si può vedere benissimo la ferita. E' ancora arrossata e intorno ci sono diversi lividi.
Ok, posso odiarlo quanto voglio per quello che mi ha fatto, ma non sopporto di sapere che sta male. Quel taglio deve avergli procurato un dolore infinito e sono certa che gli faccia male ancora adesso.
Torna nel salone con la sua solita fetta biscottata con tre centimetri di nutella sopra e si siede difronte a me.
Non so che fare.
Il silenzio tombale è interrotto solo dal rumore dei cereali e la fetta biscottata nelle nostre bocche.
Non riesco a guardarlo perchè mi mette in imbarazzo.
Di che potremmo parlare io e lui? Di certo non del più e del meno, ma neppure di altro quindi la cosa migliore sarebbe starsene zitti.
Quella fetta biscottata sembra non finire più e ad un certo punto decido di dirgli qualcosa, solo per sapere come sta.
- La... la ferita ti... ti fa ancora male? - balbetto portandomi subito altri cereali alla bocca.
Si guarda la spalla e poi mi guarda. - Sì -
- Mi dispiace - sospira e continua a mangiare lentamente.
Perchè ho l'impulso di parlargli?
Se gli chiedo quacos'altro mi manda a quel paese?
Se non gli chiedo niente penserà che non mi importa di lui?
Ma come può pensarlo dopo che è lui quello a cui non importa niente nè di me nè di lui stesso visto che è voluto tornare allo spiazzale?
A me però importa sapere tutto e non perchè mi importi di lui, ma semplicemente perchè io non sopporto vedere le persone soffrire. Vorrei provare a dargli almeno un appoggio morale.
- Tom... posso chiderti co... come ti sei tagliato? -
-Pensavo di averlo già detto - dice sicuro.
- Sì,ma tu mi avevi detto che nei combattimenti non si possono usare oggetti taglienti e... quella cosa sul braccio non te la sei procurata con un pugno - ma perchè mi metto nei casini da sola, eh? Se non ne vuole parlare? Sto invadendo i suoi spazi? Ma quale spazi? Animale com'è di spazio glie ne serve proprio poco.
- Hai ragione non si può, ma la gente per vincere è disposta a tutto... anche a ficcarti un pezzo di vetro un un braccio... il problema è che lui ci ha guadagnato i soldi, ma la vittoria in fine è mia -
- Tom ma qui non stiamo parlando di vincere o perdere... si tratta della tua vita... e se quel tizio te l'avesse infilato da qualche altra parte quel pezzo di vetro? Se ti avesse preso qualche vena o magari... che ne so qualche organo.. tu... saresti potuto morire lo sai questo vero? - mi sto alterando.
Non riesco a capire perchè si fa scivolare così la vita dalle mani.
- Certo che lo so e sai che ti dico? Forse sarebe stato meglio tanto la mia vita se ne è andata a puttane molti anni fa... non avrei dovuto dimostrare a quella gente quello che so fare quando mi incazzo, ma ormai loro contano su di me e io alla fine ne ricavo tagli e lividi, ma anche tanti soldi e quelli ti assicuro che servono sempre - ma come si può dire una cosa così?
- Tom io... io davvero non ti capisco -
- Che c'è da capire, Bionda? Ma poi perchè ti importa così tanto di me, eh? Io e te non stiamo più insieme -
- Ma che significa? Allora a me importa solo dei ragazzi con cui sto insieme, seondo te? - i toni cominciano a scladarsi.
- No, ma tu non puoi dirmi cosa devo fare e cosa no... e poi facevi tanto la carina, ma ci hai messo un attimo a dimenticarmi e a metterti col mio migliore amico -
- Io ci ho messo un attimo, Tom? E tu, eh? Tu dal giorni in cui papà chiese a Simone di sposarlo non mi hai più parlato... ma lo sai io come mi sono sentita in quei gioni? Te lo dico io... uno schifo... tu non mi guardavi nemmeno in faccia e non sai quante notti non ho dormito perchè piangevo e adesso mi maledisco da sola perchè mi rendo conto che non ha senso stare male per uno come te -
- Bionda tu fai tanto la santarellina ferita, ma ti sei mai chiesta perchè mi comporto così? -
- Ogni minimo secondo -
- Bene, io mi comporto così perchè ci sto troppo male... sento che prima o poi morirò se continuo a non parlarti, a non guardarti, a non toccarti... quello dello spiazzale è solo un modo per sentire un dolore fisico... che è molto meglio del dolore che provo quando ti vedo e non posso baciarti o quando... quando all'improvviso ti vedo mano nalla mano con Andreas con tanto di bacio finale... vabbè ma tanto a te che importa... non ci perdi mica con Andreas e poi in fondo a Tom basta farsi picchiare per dimenticare tutto, no? - dice le ultime parole con il tono più antipatico del mondo.
Talmente antipatico che mi alzo e sbatto le mani sul tavolo facedo tremare la tazza.
- Cazzo Tom... io all'inizio pensavo che era solo un momento... che poi tu saresti ritornato quel ragazzo che mi abbracciava in continuazione e che mi diceva cose dolci, ma mi sbagliavo tu sei... sei un essere senza cuore... che mi aspettavo da te? Che potessi davvero provare qualcosa? Sì, mi aspettavo quello, ma è ovvio che mi sbagliavo - vado verso le scale furiosa come non mai, ma ad un certo punto lo sento afferrarmi per un braccio e spingermi contro il muro.
- Tom lasciami in pace -
- No, non ti devi permettere di mettere in dubbio i miei sentimenti per te perchè io.. io... -
- Tu? -
- Io... - mi guarda e non riesce a spiccicare una parola.
Sento il campanello suonare, ma non ho la forza nelle gambe per andare ad aprire e staccarmi da quegli occhi che mi guardano e che io sto ammirando.
Non so dove, ma trovo il coraggio di muovermi.
- Scusa - vado verso la porta e la apro.
Mi ritrovo Andreas con i capelli sparati in aria, un sorrisone stampato sul volto e in mano ha un pacchetto bianco contornato da un fiocchetto blu.
Appena lo vedo tutta la rabbia che ho accumulato con Tom, scompare.
- Ciao Andy - dico sorridendo.
- Hey Bionda... oh ciao Tom... ogni tanto potresti anche farti sentire - Tom non gli risponde e, dopo avermi guardato con uno sguardo che non so descrivere, se ne va di sopra. - Ma che gli prende in questi giorni e poi che ha sul braccio? - mi chiede abbassando la voce.
- Ehm.. è una storia lunga se la vuoi fattela raccontare da lui perchè io ancora non ci ho capito niente... dai entra - mi sposto e lo faccio entrare.
Va dritto nel salone mentre io chiudo la porta poi lo seguo.
- Cosa c'è lì dentro? - chiedo indicando il pacchetto.
- Qualcuno mi ha detto che ti piacciono i muffins con le scaglie di cioccolato e la cioccolata calda - sorridendo appoggia il pacchetto sul tavolo.
- No, non dirmi che... - lascio la frase in sospeso e lui annuisce sorridendo.
- Oddio grazie - saltello verso il tavolo e apro il pacco.
Dentro ci sono due muffins, due bicchieri e sull'angolo destro ci sono dei piccoli cioccolatini in un contenitore azzurro come il fiocco.
Gli salto al collo ridendo.
- Grazie Andy - dico sciogliendo l'abbraccio.
- E di che... dai mangia... la cioccolata è ancora calda - prendo immediatamente la scatola e, stanno attenta a non fa cadere i bicchieri, corro verso il divano e gli faccio segno di sedersi accanto a me.
Ci sistemiamo sul divano e dopo aver acceso la tv, cominciamo a mangiare.
- Passami quello - dico indicando un cioccolatino tutto bianco.
- Ah lo sai cosa si dice su questo cioccolatino? -
- No - rispondo incuriosita.
- Si dice che questo cioccolatino sia stato inventato da una Dea bellissima che venne rifiutata dall'uomo di cui era innamorata... lei fece creare una pozione dell'amore e lo unì al cioccolato cosicchè l'uomo non si accorgesse di cosa stesse mangiando... la leggenda dice che quando mangi questo cioccolatino, la prima persona che vedi sarà la persona che amerai per sempre perchè così successe alla Dea e all'uomo misterioso - si è creato un silenzio tombale riempito solo dalla sua volce e dal ticchettio dell'orologio.
Mi avvicina il cioccolatino alla bocca e io lo mordo.
Sobbalzo stringendo gli occhi perchè è molto aspro e poi è uscito del liquido che se non sbaglio è rosso.
- Attenta - Andreas prende un tovagliolino e mi pulisce il pantalone.
Nello stesso momento sento qualcuno scendere le scale.
Mi volto velocemente e lo vedo.
Tom. 

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Capitolo 31
*** Trentunesimo Capitolo. ***


Trentesimo capitolo: postatooo!
Ok spero solo che vi piaccia, so che non è un capitolo del tutto importante all'inizio, ma alla fine Bionda comincia ad incasinarsi sempre di più.
Buona lettura! xD
                            BIONDA BECKER.
 
Tom.
Sento il cuore battere fortissimo e vorrei corrergli contro e abbracciarlo.
Perchè guardarlo, adesso, mi fa questo effetto?
Non sarà che il cioccolatino ha funzionato davvero?
No, non esistono queste cose.
Però io continuo a guardarlo ammaliata dalla sua bellezza.
Perchè sento che tutti i muscoli del mio corpo si stanno sciogliendo?
C'è solo lui davanti ai miei occhi, eppure so benissimo che io e lui non potremmo più stare insieme.
- Hey Bionda - Andreas mi scuote leggermente e io mi riprendo bruscamente dal mio momentaneo stato di trans.
- Eh? Che c'è? - chiedo spaesata.
- Tu hai... hai guardato... ah vabbè non fa niente -
- Che ho guardato? -
- Dovresti chiederti chi non cosa - mi risponde abbassando lo sguardo.
- Ah... ma che... Andreas lo dici per la leggenda? No perchè se lo dici per quello sei proprio scemo... mica ci credi davvero? -
- No, però... vabbè non fa niente - mi sorride dolcemente.
- Dai... ho voglia di uscire un pò - mi alzo col bicchiere di cioccolata ancora fral le mani.
- Ok.. ehm... dove vuoi andare? -
- Per il momento vado a vestirmi poi si vedrà - gli lascio il bicchiere in mano sorridendo.
Arrivo all'ingresso e Tom è ancora lì che mi guarda.
Ma perchè non la smette?
Detto fatto.
Appena gli passo accanto lui apre la porta ed esce.
Davvero comincio ad odiarlo.
Salgo le scale e corro in camera mia.
Prendo una maglia grigia, un jeans scuro e le All Star nere con le borchie.
Dopo aver indossato tutto corro in bagno e mi trucco leggermente. Lego i capelli in una coda alta lasciando il ciuffo libero e, dopo essermi guardata un'ultima volta, corro di sotto.
- Andy sono pronta - si alza e mi viene in contro.
- Andiamo? -
- Sì - prendo il chiacchino in pelle nera e usciamo chiudendoci la porta alle spalle.
Arriviamo in un grande giardino dove ci sono solo bambini che scorrazzano sotto gli sguardi attenti dei loro genitori, anziani che passeggiano e c'è anche la figlia dei miei vicini di casa col fratellino che avrà su per giù sette anni.
- Ci sediamo? - mi chiede indicandomi una panchina libera.
- Sì -  arriviamo all panchina e ci accomodiamo.
Iniziamo a chiacchierare del giorno prima e ovviamente finiamo per parlare di quei due baci quando all'improvviso comincia ad avvicinarsi.
Ma in fondo a me cosa importa?
Cosa può essere un bacio?
Se però qui ci fosse... no.
Qui c'è Andreas e a me va benissimo così.
Appoggia le sue labbra sulle mie lentamente.
Questo bacio sa di cioccolato e io amo il cioccolato.
Gli buttole braccia al collo e lo tiro leggermente di più verso di me.
- Come si da un bacio? - questa vocina ci fa sobbalzare.
- Ehm... piccolino ma tua mamma dov'è? - chiede Andreas sorridendo dolcemente a quel bambino con i capelli biondo e gli occhi azzurri.
- Là giù - undica una direzione e poi torna a guardarci incuriosito. - Allora come si da un bacio? -
Io e Andy ci guardiamo un pò imbarazzanti poi lui mi prende dolcemente il viso fra le mani e mi lascia un bacio velocissimo a fior di labbra.
- Così - il bambino ci guarda con occhi innocenti e poi sorride.
- No, quello non era un bacio... io dico con la lingua - io e Andreas sbarriamo gli occhi e poi ci guardiamo stupiti e sorridenti.
- Ma quanti anni hai? -
- Sei e mezzo -
- Bene.. senti perchè queste cose non te le fai spiegare dalla tua mamma? - gli chiedo sorridendo.
- Perchè lei non me lo dice e voi però lo sapete come si fa... lo stavate facendo prima -
- Ehm... vedi quando sarai più grande lo capirai da solo... ti verrà naturale -
- Ah... ma allora come faccio con la mia fidanzatina? Le dico che dobbiamo aspettare fin quando non saremo grandi? Epoi quando saremo grandi per poterci baciare? - io e Andy scoppiamo a ridere sotto losguardo incuriosito e un pò arrabbiato del bimbo.
- Ragazzino è molto facile... per il momento dalle solo un bacio come ti ho fatto vedere prima e poi quando sarete grandi glie lo darai con la lingua -
- Andy è un bambino -
- Lo so ma queste sono cose che deve sapere - rido e il bambino ci saluta con la mano e scappa.
- Che carino - dice mentre lo guarda allontanarsi.
- Bhe mica tanto... voleva sapere come si bacia -
- Vabbè però era carino -
- Sì- gli sorrido e istintivamente gli do un bacio.
In fondo non è male stare con Andreas.
Ma cosa voglio di più? E' bello, dolce, mi vuole davvero bene e poi è sempre gentile nei miei confronti. Non ha nulla a che fare con quel coglione di Tom.
Tom, quasi mi manca.
No, non è vero che mi manca.
Basta pensare a lui.
Lo odio, lo odio, lo odio, lo amo, lo... cosa?
Non l'ho detto.
No, no, no, no, no, no, no, no, no.
Ok, Bionda ritorna in te.
Stai baciando Andreas non puoi pensare a quelcun'altro. Però se quel qualcun'altro è Tom posso? No, non posso.
Ma perchè penso sempre a lui?
Lo amo.
No, non posso amarlo.
Sì che posso.
No, siamo fratelli.
Ma lo amo.
No, voglo stare con Andreas.
Andreas non mi farebbe mai quello che mi sta facendo Tom. Non si permetterebbe mai di lasciarmi, ma soprattutto non si permetterebbe mai di sembrare per forza così freddo e distaccato.
Andreas è il ragazzo che fa per me, basta. 

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Capitolo 32
*** Trentaduesimo Capitolo. ***


Trentaduesimo capitolooo xD
Grazie a tutti per le recensioni e grazie ai lettori in generale!!!
Buona lettura xD
                             BIONDA BECKER.

Stiamo tornando a casa mano nella mano e sorridiamo felici.
Ma c'è cosa più bella che stare con una persona che ti vuole bene? Secondo me no.
Arrivamo fuori casa mia quasi saltellando. Ok potremmo anche sembrare due rincoglioniti, ma sono contenta.
Felice?
Sì, in effetti dovrei essere felice invece sono contenta, ma mi sento bene con Andy.
Perchè dovrei negargli l'pportunità di stare con me?
- Vuoi entrare oppure vai via? - gli chiedo entrando nel vialetto.
- No, vado a casa perchè papà mi aspetta -
- Ok... mi mandi un messaggio dopo -
- Posso farlo? - si avvicina e mi prende i fianchi guardandomi negli occhi.
Da quello che so, i ragazzi prendono per i fianchi solo le ragazze che vogliono portarsi a letto.
Ma magari Andreas non è così.
Certo, come migliore amico ha Tom figuriamoci quanto io possa fidarmi.
Però lui è dolce e non c'è malizia nei suoi occhi o nel suo sorriso o in ogni suo movimento.
Fidati Bionda.
Impara a lasciarti andare anche se soffrirai.
- Tu devi - mi alzo sulle punte per poter arrivare alle sue labbra e dargli un bacio .
Continuiamo a baciarci per un pò poi ci separiamo e io rientro in casa mentre lui va via.
Entro in casa e trovo Bill seduto sul divano a guardare in cartone animato.
Corro a sedermi accanto a lui e quasi non gli viene un infarto perchè non mi aveva sentito entrare.
- Ma sei matta? - dice respirando a fatica, portandosi una mano al petto e con l'altra si copre la fronte.
Io me la rido.
Oggi sono euforica.
- Ma si può sapere che hai da ridere? Hai fatto pace con Tom? - a questa domanda tutta la felicità sparisce lasciando spazio a tanta insicurezza e malinconia.
- No, sono uscita con Andreas -
- Di nuovo? - chiede quasi scioccato.
- Sì, abbiamo incontrato un bambino che vol... -
- Ma chissene del bambino... cioè tu... sei uscita di nuovo con Andy? -
- Sì, che c'è di strano? -
- Tu... tu che morivi dietro mio fratello adesso esci col suo migliore amico? - mi punta il dito contro e io abbasso lo sguardo.
Che gli devo dire?
In fondo anche io sto sbagliando, ma a me piace stare con Andreas quindi è come se non stessi sbagliando, no?
- Sì... però a me Andreas piace non lo faccio per altro e... -
- Oh no... non ci posso credere... tu lo fai per farlo ingelosire -
- No, Bill ti ho appena detto il contrario -
- Bhe io non ti credo -
- Ma perchè no? io non voglio farlo ingelosire - mi alzo e, senza fargli dire altro, me ne vado in camera mia.
Non lo voglio far ingleosire.
O forse sì?
No, semplicemente perchè sto bene con Andy.
Mi butto a letto e comincio a fissare il soffitto.
Svuoto la mente.
Non voglio pensare più a niente per un pò.

                        * Nel pomeriggio *


Sono le 14:30.
Che bello starsene qualche ora sul letto senza pensare a niente e a nessuno.
Questa bella sensazione non dura più di tanto visto che sento il campanello suonare.
Bill è uscito con Jonny e Tom non c'è quindi tocca a me scendere.
Sbuffando apro la porta e con la lentezza di una tartaruga, scendo le scale e apro la porta d'ingresso.
Una ragazza tutta rifatta.
Ma è possibile che da queste parti le ragazze già a sedici anni sono rifatte?
Mi guarda come se le faccio schifo e mastica una gomma.
- Ci sta Tom? -
- Ehm... chi sei? -
- Tom lo sa... benissimo... dove sta? - si prende una ciocca di capelli e se l'attorciglia intorno alle dita.
- Senti Tom non c'è.. ciao - faccio per chiudere la porta, ma lei mi ferma.
- Aspetta... puoi dirgli che sono passata? - No, non lo farò mai brutta stronza.
- Se magari mi dici come ti chiami - dico col tono più antipatico che mi possa uscire in questo momento.
- Cristhal - aah è lei quella che Tom si sbatte ogni volta che la vede.
- Va bene... lo farò -
- Grazie... no sai com'è... io è lui siamo molto... intimi -
Che cosa?
Questa stronza ha anche il coraggio di dirmelo?
Io la uccido.
Le salto addosso e comincio a tirarle dei pugni in qualsiasi parte del corpo tanto si fa male lei.
Certo.
Questo è quello che avrei voluto fare, ma alla fine ho semplicemente sorriso e annuito.
Se ne va sculettando nel suo vestitino rosa confetto.
La odio e odio anche quel vestito.
Rosa, ma come si fa a vestirsi completamente di rosa? Mhà.
Chiudo la porta e vado nel salone.
Avrei voluto ucciderla.
La domanda è: perchè?
Ho sentito come una fitta allo stomaco quando le ho sentito dire che sono "intimi"
Ma con questa frase, quella stronza, non voleva intendere che sono fidanzati, vero? Sì, lei voleva solo dire che fanno sesso ogni tanto.
Ma proprio quella cosa smorfiosa? Una più carina no?
Che odio.
Ma poi perchè mi sto arrabbiando tanto? Comunque io e Tom non stiamo più insieme quindi lui può fare quello che vuole e io posso fare quello che voglio.
Sento la porta aprirsi e mi giro per vedere chi sia.
E' Tom.
Fa che non sia andato allo spiazzale.
Viene verso di me, ma poi mi sorpassa e va in cucina. Lo seguo.
Ma perchè lo faccio? Bho.
- Dove sei stato? -
- Allo spiazzale - dice versandosi un pò d'acqua.
- Hai combattuto ancora? -
- No, mamma - si siede e si accende una sigaretta.
- E quel graffio sul braccio? Il labbro mezzo spaccato? -
- Ti ho detto che non ho combattuto... nella gabbia non mi ci fanno entrare finchè non guarisco del tutto -
- E allora quelli? -
- Oddio Bionda io volevo evitare di dirtelo, ma visto che insisti... ho scopato con una e sai... a volte può succedere - sento la terra mancarmi sotto i piedi. Le gambe cominciano a tremare come le mani. Mi bruciano gli occhi e sento un dolore in tutto il corpo. Non ha nè un punto di origine, nè una fine. Mi fa semplicemente male tutto.
- Sei andato con... sei stato... Cristal è venuta qui ti cercava - corro di sopra appena sento che gli occhi non ce la fanno più a reggere il peso delle lacrime.
Sbatto la porta e mi metto a letto.
Poggio la testa fra un cuscino e un altro e comincio a piangere singhiozzando in continuazione.
Io sono uscita con Andreas, ma non ci sono andata a letto.
Certo lui è diverso.
Lui è solo uno stronzo.
Perchè voglio continuare a stare male per lui quando potrei essere felice con Andreas?
Mi sento male.
Sto tremando e continuo a pensare a lui.
Come è potuto andare a letto con un'altra ragazza?
Non ti permettere di mettre mai in dubbio i miei sentimenti.
Questo aveva detto, ma evidentemente non lo sa nemmeno lui cosa prova davvero.

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Capitolo 33
*** Trentateesimo Capitolo. ***


Ecco subito il trentatreesimo capitolo.
Non voglio dirvi niente però spero che vi piaccia xD
Grazie a tutti... buona lettura!!!
                               BIONDA BECKER.

Ormai è notte, saranno le 22:00.
Non mi sono mossa dal letto nemmeno un secondo tranne quando mi sono alzata per chiudere la porta a chiave.
Mi sono chiusa in me stessa, nel mio dolore.
Sì, dolore .
Dolore per quello che mi ha detto Tom.
Forse sto sbagliando tutto. Forse dovrei dire ad Andreas di lasciar perdere tutto, ma como posso dirgli una cosa così? Lui vuole stare con me e me lo ha sempre dimostrato.
Tom.
Tom, Tom, Tom, Tom, Tom.
Ma perchè deve essere così difficile con lui?
Tom è così complicato. Nemmeno la ragazza più contorta di questo mondo è come lui.
E' lunatico, pazzo, scontroso, arrogante e tante altre cose che non lo rendono perfetto, ma mi piace.
No.
Non l'ho detto e non l'ho pensato. Non posso averlo pensato.
Che confusione.
Ok, ho deciso. Devo mettere in ordine gli eventi.
Papà conosce Simone e si mettono insieme. Conosco i suoi due figli stronzi: Tom e Bill. Andiamo a vivere insieme. Inconsciamente comincio a perdere la testa per Tom che è sempre stato antipatico con me. Poi comincio a conoscere la parte bella di Tom e Bill e a quel punto comincio a voler bene a Bill. Con Tom mi succede qualcosa di strano. Comincio a comprendere il perchè delle sue azioni e quindi prendo coscienza dei miei sentimenti verso di lui. Ci avviciniamo talmente tanto da metterci insieme. Nel frattempo compare Adreas, il ragazzo perfetto e il migliore amico di Tom. Lui mi corteggia in ogni modo possibile. Ci esco insieme, ma la cosa finisce lì mentre lui continua a ronzarmi intorno. Papà chiede a Simone di sposarlo e a questo punto Tom mi lascia. Resto sola perchè non mi va di parlarne nemmeno con Bill. Tom cerca di andarmi contro in qualunque modo possibile ed immaginabile. Io comincio a passare più tempo con Andreas perchè noto che quando sto con lui mi diverto e non penso al dolore che mi provoca vedere Tom e non poter stare con lui. Bill mi dice che esco con Andreas solo per far ingelosire Tom, ma io non la penso così. Mi si presenta davanti la troietta Cristhal che mi dice di essere molto "intima" con Tom e i miei nervi saldi se ne vanno a farsi fottere. Tom torna a casa da quel posto terribile e mi dice di aver fatto sesso con una ragazza e io ci rimango talmente male da mettermi a piangere come una deficente proprio davanti a lui. Adesso sono qui a pensare a tutto questo e comunque una soluziono non la trovo.
Io e Tom non possiamo stare insieme comunque, quindi che senso avrebbe lasciarmi sfuggire Andreas? Lui è tutto quello che una ragazza può desiderare.
Io però lo desidero?
Deisdero di stare con un ragazzo che è sempre dolce?
Desidero un ragazzo come Andreas?
Desidero un ragazzo che non sia Tom?
Nei sedici anni della mia vita ho avuto due ragazzi seri, ma mai nessuno mi ha messo così tanta confusione in testa.
Come può un solo ragazzo creare mille problemi, pensieri, insicurezze, sentimenti sia belli che brutti?
Ok, basta.
Andreas.
Con lui sto bene, ma so che probabilamente non è la persona che voglio accanto per sempre.
Tom.
Mi fa incazzare in continuazione, ma mi ha fatto provare sensazioni fantastiche. Se, però, ho così tante insicurezze vuol dire che nemmeno lui è il mio "per sempre".
A questo punto una persona un pò squilibrata la farebbe finita gettandosi dalla finestra, ma io come faccio?
Stare con Andreas significherebbe ricambiare solo una parte dei sentimenti che prova lui, ma lasciarlo significherebbe spezzargli il cuore.
Stare con Tom non so cosa significherebbe visto il nostro rapporto ultimamente, ma non stare con lui vorrà dire solo due cose: lui allo spiazzale e io a casa preoccupata.
Aspetta.
Comincia a venirrmi un dubbio.
Se lascio Andreas per Tom, sono sicura che lui accetterà di tornare con me?
Ah, ma a questo c'è rimedio. Basta chiederlo prima a Tom e poi dire tutto ad Andreas.
Ok, mollo tutto e torno a Berlino.
Vado a vivere col mio principe blu: Joe.
Ma perchè tutte a me?
Ma papà non poteva restare single?
No, lui doveva conoscere Simone per forza.
Mamma aiutami.
Cosa devo fare?
Lasciare Andreas e stare con Tom o stare con Andreas e lasciar perdere tutto con Tom?
Lo so già cosa mi diresti se fossi qui.
Non devi rendere felice uno dei due e rendere triste l'altro. Ti sei infilata in questo casino quindi ora devi prendertene le responsabilità. Lascia entrambi. Non usare nessuno dei due. Non prenderti in giro da sola.
Mamma perchè non sei qui?
Sai benissimo che quelle parole non usciranno mai dalle mie labbra. Sai benissimo che senza la tua spinta io non avrò il coraggio di mettere da parte i miei sentimenti.
Devo assolutamente sapere cosa prova Tom per me.
Devo assolutamente sapere cosa prova Andreas per me.
Ok.
E' tardissimo, ma devo chiarirmi le idee subito altrimenti il mio povero cervello si ridurrà in poltiglia.
Mi alzo e mi do una sistemata. Esco a passo sicuro. Busso alla porta, ma non ricevo risposta. Entro perchè devo sapere.
E' lì, sdraiato sul letto a fisare il soffitto.
Appena entro, però salta in piedi.
- Che vuoi? - cominciamo bene.
- Tom io devo sapere tu cosa provi per me - fa un sorrisino e poi torna serio.
- Come mai adesso ti importa? Non sei felice con Andreas? -
- Io... non posso esprimermi prima di sapere cosa privi... allora? -
- Ah... certo adesso ho capito... non sai chi scegliere... vuoi sapere se provo gli stessi sentimenti che provavo prima così dopo puoi comportarti di conseguenza? - cavolo mi ha beccata.
- Tom cosa provi per me, ti prego sii sincero -
- Ok... mmh... vieni... siediti - si siede sul letto e io, dopo aver chiuso la porta, lo raggiungo.
- Allora? - non parla.
Una pausa non molto lunga, ma piena di tensione.
- Ogni volta che ti vedo sento come se una mano mi rovistasse nello stomaco, il mondo intorno mi sembra più bello e tutti i problemi e le paranoie spariscono... quando ti vedo sorridere mi sento bene, ma quando non sono io a farti sorridere... bhe a quel punto ci sto male... vorrei tanto essere l'unica persona capace di farti provare le sensazioni che tu fai provare a me, ma a quanto pare non è così... sto diventando pazzo... tu mi fai diventare pazzo... sai quando quella sera uscisti con Andreas cominciai a capire cosa provavo per te... ero geloso... geloso di una ragazzina che fino ad allora non aveva fatto altro che sputare veleno eppure ero geloso... ti aspettai tutto il tempo, ma quando tornasti a casa e mi dicesti di non averlo baciato ero la persona più felice del mondo... Bionda io non so cosa mi hai fatto, ma io... cazzo com'è difficile... Bionda io so che non voglio perderti... lo so mi sono comportato come uno stronzo e non avrei dovuto scaricarti le colpe addosso perchè tu non centri niente... sono io che non vado bene... non faccio per te Bionda... Andreas sì però... stai con lui... non ti farà mai soffrire ed è prorpio quello che voglio io... tu non devi soffrire... vorrei dire che chi ti farà stare male se la dovrà vedere con me, ma a questo punto dovrei suicidarmi visto quello che ti ho fatto passare in questi giorni... ora io provo esattamente gli stessi sentimenti che provavo prima... però non ti merito... sei l'esserino più carino di questo mondo e per un certo senso sono tranquillo perchè so che Andreas saprà renderti felice... forse con tutto questo non ti ho detto quello che davvero provo per te, ma sappi che non ci proverò a dire quelle parole perchè tanto so che non ci riuscirei mai - cosa si può dire dopo queste parole? Qualcosa però la devo dire.
- Tom... provaci - gli prendo una mano, ma la ritira scuotendo la testa.
- No, non voglio deluderti... lo so che non ci riuscirò mai quindi lascia stare - si alza e va verso la scrivania. Prende il pacchetto di sigarette e ese ne accende una.
No, deve dirmelo.
Mi alzo e gli toglo la sigaretta dalle mani, la spengo.
- Tom se mi dici quelle due parole io giuro che non ti lascerò mai più andare... anche quando ti comporterai da stronzo, anche quando farai cazzate di tutti di tipi... io voglio sentirtelo dire e poi tutto il dolore che mi hai fatto provare sparirà... non mi importerà più nè di Andreas, nè più di papà e Simone e non mi importerà più nemmeno di mio fratello... se mi dirai quelle due parole io sarò davvero pronta a dirlo a tutti se lo vorrai -
- Bionda... io... io ti... ti... 

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Capitolo 34
*** Trentaquattresimo Capitolo. ***


Trentaquattresimo capitolooo xD
Mi dispiace per chi sperava nel miracolo!
Voglio ringraziare in particolare memy881, Anna Kaulitz, Paolina91, Macky_love e LadySharry che è nuova!!!
Ok... buona lettura!


- Bionda... io... io ti... ti... -
- Vabbè Tom ho capito... buonanotte - vado verso la porta e prima di uscire mi volto verso di lui e lo guarlo, poi esco.
Mi appoggio alla porta e mi lascio scivolare fino a sedermi per terra.
Ma perchè non riesce a dirlo? Se mi amasse davvero ci riuscirebbe.
Non ce la faccio più perchè deve essere così difficile?
Mi sento male. Avrei voluto sentirmelo dire, ma magari lui non è pronto a dirmelo.
Dovrei rispettare i suoi tempi, ma non posso perchè quanto più tempo passa io più mi affeziono ad Andreas e poi sarà sempre peggio.
Mi alzo e vado in camera mia.
Mentre sto per chiudere la porta, però, sento il campanello suonare.
Ma chi è a quest'ora?
Papà e Simone devono tornare domani e poi anche se fossero tornati hanno la chiave, ma non hanno nemmeno avvisato.
E se fossero i ladri? Ah, certo da quando il ladri bussano per entrare?
Mannaggia dalla mia camera non posso vedere chi è.
Vabbè se ci vogliono passeranno domani.
Mi metto a letto e il campanello suona ancora.
Spazientita, mi alzo di nuovo ed esco dalla mia camera.
Scendo le scale e mi avvicino alla porta.
Guardo dallo spioncino della porta e vedo un uomo con i capelli neri che si guarda intorno.
- Bionda non aprire - questa voce mi fa sobbalzare.
Mi volto e vedo Tom in cima alle scale.
- Non avevo intenzione di farlo -
- Sssh abbassa la voce -
- Tom non è un ladro sarebbe entrato da solo -
- Idiota è Jorg - il campanello riprende a suonare, ma questa volta più insistentemente.
- Ah... vabbè Tom se è tuo padre non lo possiamo lasciare sulla porta -
- Quello non è mio padre - sento un dolore pervadermi.
Lui lo odia profondamente per quello che faceva a Simone.
- Lo vuoi lasciare fuori? - gli chiedo in un sospiro.
- E' il minimo dopo tutto quello che ci ha fatto - se ne va lasciandomi sola.
Jorg continua a suonare e io non so che fare.
Vorrei aprire perchè non mi sembra giusto farlo restare fuori però pensando a tutto quello che a fatto se lo merita anche.
Sospirando vado di sopra.
Mi rimetto a letto mentre il campanello continua a suonare.
Mi giro e mi rigiro nel letto perchè con quel suono stridulo, acuto e continuo non riesco ad addormentarmi.
Basta non ce la faccio più.
Ok, Tom non lo vuole vedere quindi al massimo lo mando via.
Scendo e apro la porta.
Lui smette di suonare e mi guarda come se fossi un esseredi un altro pianeta.
Mi guardo pe un istante e tiro leggermente più giù la maglietta.
Simone ha ragione, Tom e suo padre sono uguali.
- Ehm... mi può spieg... -
- Cazzo Bionda ti avevo detto di non aprire -
- Tom - Jorg entra senza nemmeno chiedere il permesso, ma Tom lo blocca subito.
- Te ne devi andare -
- Non parlarmi così... sono tuo padre -
- Oh adesso sei mio padre? Che vuoi quella puttana non ti vuole più? -
- No... sono venuto per te - Tom mi guarda e scende le scale andando in salone.
Jorg lo segue e io chiudo la porta.
- Che vuoi? - dice Tom incrociando le braccia al petto.
- Voglio che tu venga a vivere con me di vuovo - a Tom sfugge un sorriso di disapprovazione e poi torna serio.
- No -
- Tom tu sei minorenne e se ti ricordi bene sei stato affidato a me -
- Ah sì io me lo ricordo benissimo... infatti mentre stavo con te ho fatto le cose più belle della mia vita tipo andare a finire in un riformatorio, cominciare a fumare e queste fidati sono solo due delle tante cose che non avrei mai dovuto fare -
- Cerchi di farmi sentire in colpa? Ti avverto non ci riuscirai... sei mio figlio e fin quando non avrai diciotto anni tu non comandi niente -
- Ma tu hai idea di quello che stai dicendo? Io non ci vengo con te e ora esci da questa casa prima che mi incazzo -
- Sì adesso me ne vado... la tua cara mammina come sta? -
- Tu non ti devi nemmeno permettere di nominarla hai capito? - dice cominciando ad alterarsi.
- Perchè non dovrei? In fondo è stata mia moglie - il suo tono di voce mi mette i brividi.
- Mi fai schifo sei stato solo capace di andartene in giro con quelle puttane e quando tornavi a casa l'unica cosa che sapevi fare era quella di metterle le mani addosso - comincia ad urlare e io inizio ad avere paura che possa succedere qualcosa di brutto.
- Tom ma non lo hai ancora capito che ti conviene essere gentile con me? Vabbè ma tanto che posso aspettarmi da uno come te... e quell'altro dove sta? -
- Quell'altro ha un nome -
- Gli è passata la fase da emo frocio? - Tom a questo punto non ci vede più.
Prendendolo alla sprovvista comincia a tirargli pugni ovunque e lui cerca di difendersi, ma Tom sembra così arrabbiato da non lasciargli nemmeno il tempo di compiere alcun movimento.
- Tom basta... smettila - mi avvicino e cerco di fermarlo, ma lui mi guarda con degli occhi pieni di rabbia e continua a fare quello che stava facendo prima. - Basta Tom... gli fai male - comincio a piangere e in questo momento alle mie spalle sento una voce squillante e sicura.
- Tom - mi volto e vedo Bill che entra nel salone.
Si avvicina al fratello e lo tira via da Jorg.
- Ma che fai? E tu che ci fai qui? - sembra spaesato, ma ha avuto la freddezza di concentrarsi sulla situazione e agire nel modo migliore.
Jorg si alza dal pavimento e si asciuga del sangue che gli cola dal naso e anche un pò dalla bocca.
- Sei proprio mio figlio Tom -
- Bill portalo via o lo ammazzo -
- Bionda porta Jorg in cucina per favore - io mi avvicino all'uomo a passo insicuro e lo porto in cucina chiudendo la porta.
Di cosa posso parlare? Di quanto sia bello essere picchiati? No, direi di no.
Però Tom in fondo ha ragione. Jorg li ha sempre trattati male per non parlare poi di quello che ha fatto passare a Simone.
Mi chiedo come una persona possa comportarsi così. Ha chiamato suo figlio "emo frocio".
No, Tom non se ne andrà con lui.
Mi siedo sul tavolo e lui gira per la stanza guardandosi intorno.
- Bel posto che si è trovata - io mi limito ad abbassare lo sguardo. - Vedo che parli molto... com'è che ti chiami? -
- Bionda -
- Bionda... Tom come si comporta con te? - non posso raccontargli da cosa è scaturito il nostro rapporto di odio-amore quindi che gli posso dire? Anche se Tom ha dimostrato il contrario io non lo mtterò mai in cattiva luce con suo padre.
- Meravigliosamente -
- Mh... almeno con le ragazze ha imparato qualcosa -
- Ma perchè lo sottovaluta così tanto? - chiedo dopo aver sentito i vari commenti a dir poco sgradevoli nei confronti di Tom.
- Io non dico cavolate... lo hai visto anche tu che è buono solo ad arrivare alle mani -
- Sì, ma lei lo ha provocato però -
- Oh certo... ma sai io non sono del tuttodeluso da questi suoi comportamenti... ha una forza pazzesca e questo nel pugilato è considerato un talento -
- Ah quindi lei vorrebbe che suo figlio diventasse un pugile - comincio ad alterarmi perchè quest'uomo è pazzo.
Ma come può volere che Tom diventi grande con l'idea che la violenza sia una cosa normale?
- Perchè no... è bravo in questo e poi si guadagna -
- Bhe ok... Tom non è un genio a scuola e questo è innegabile, ma è molto bravo per esempio a basket... se si impegnasse potrebbe davvero riuscire a diventare un giocatore di basket e sa anche in quel campo si guadagna -
- Cara Bionda tu non capisci... Tom sarebbe un talento sprecato nel basket -
- Nel pugilato però rischerebbe la vita ogni giorno... vuole che suo figlio muoia per un suo capriccio? - non mi risponde.
Come potrebbe rispondermi?
Con che coraggio si potrebbe dare una risposta positiva a quella domanda?
Bill entra in cucina e mi dice di uscire.
Guardo per un'ultima volta Jorg con uno sguardo pieno di consapevolezza per quello che gli ho detto e vado nel salone.
Bill chiude di nuovo la porta.
Mi ritrovo in piedi nel salone a guardare Tom dalla finestra mentre, seduto sull'altalena, fuma la sua solita sigaretta.
Mi fa male vederlo lì da solo.
Vado verso la porta e quando la apro un vento freddo mi colpisce, ma non ci faccio molto caso visto che in questo momento sto pensando ad altro.
Mi avvicino e mi siedo accanto a lui.
Restiamo in silenzio.
So che non vuole parlare, ma io voglio solo stare qui per fargli capire che se vuole può sfogarsi con me.
Dopo circa cinque minuti Tom si toglie la felpa e me porge.
- Grazie - la prendo e la indosso.
Non l'ho rifiutata uno perchè ho freddo e due perchè so che mi avrebbe costretta a prenderla lo stesso.
- Mi abbracci? - sono sorpresa da questa sua richiesta.
Da quando ci siamo lasciati non abbiamo più avuto alcun contatto fisico, ma non mi rifiuto di dargli un abbraccio dopo che lui me lo ha chiesto con una voce così innocente.
Lo abbraccio e restiamo così, non so per quanto, ma so che è davvero bello sapere che lui confida ancora in me.

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Capitolo 35
*** Trentacinquesimo Capitolo. ***


Trentacinquesimo capitoloooooo xD
Ok ringrazio chiunque ha il coraggio di leggere questa FF (ahahah) e rigrazio chi recensisce xD
Buoona letturaa!!!

Mi stringe e io faccio lo stesso con lui.
E' una sitazione strana perchè non so cosa siamo io e lui, ora.
Sconosciuti?
Amanti?
Fratelli?
Fidanzati?
Non lo so, ma forse è meglio così.
Mi piace stare con lui non sapendo nemmeno cosa succederà fra un minuto.
E' come essere sospesi in aria.
Cammini su un filo invisibile, ma non hai paura di cadere perchè sai di avere il supportodi qualcuno che ti protegge.
Sento di nuovo quell'odore pervadermi.
Il suo odore.
Respiro profondamente stringendomi il più possibile a lui.
Alzo leggermente lo sguardo ed incontro il suo.
Mi sorride.
Ma come fa a sorridere in momento simile?
Cos'è la sua, strafottenza per tutto o semplice forza?
- Mi manchi - mi sussurra accarezzandomi i capelli.
Io rimango in silenzio a guardarlo e lui fa lo stesso con me.
Mi sento triste e felice allo stesso tempo.
Triste perchè penso che una volta alzati da questa altalena dovremo affrontare tutto quello che verrà.
Felice perchè mi ha detto che gli manco. Non ho spiccicato parola e siceramente mi sono trattenuta dal riempirlo di baci.
- Perchè non dici niente? - continua ad accarezzarmi e parla con un tono di voce molto basso.
Mi sembra quasi che non  ce la faccia a parlare.
- E' che non so che dire - sorride ancora.
- Sei sicura di essere Bionda? La mia Bionda - sottolinea quel "mia" e io a quesa affermazione arrossisco.
- Tom ti va di parlare? -
- Di cosa? -
- Di tu... di Jorg - sospira.
Non vorrei fargli del male parlando di suo padre, ma vorrei sapere quali sono i suoi sentimenti, cosa prova quando lo vede, perchè non vuole nemmenoo provare a comprendere i comportamenti del padre.
Anche se da come parla Jorg è difficile pensare che Tom possa voler andare d'accordo con lui.
- Cosa vuoi sapere? -
- Bhe... mentre eravamo in cucina lui... ehm... lui mi... -
- Bionda ti ha fatto o detto qualcosa? No, perchè se è così io giuro che lo ammazzo -
- No, tranquillo non mi ha fatto niente... però mi ha detto che vuole che tu diventi un pugile - dico stranita dalle mie stesse parole.
Insomma è da pazzi volere una cosa del genere per il proprio figlio.
- Vedo che non cambia idea... - sospira parlando quasi più a se stesso che a me. - è una storia molto lunga Bionda... - lo interrompo subito.
- Se non vuoi parlarne ok, ma se vuoi io voglio ascoltarti - sospira sconfitto.
- ... vedi quando abitavamo insieme lui mi portava a quelle feste con i suoi amici... erano quasi tutti medici e avvocati infatti non so come sia riuscito ad entrare nel giro di quella gente... fatto sta che lui mi portava da loro... parlavano del lavoro e delle puttane che si scopavano e più parlavano io più mi incazzavo perchè ascoltare quelle cose non mi piaceva... facevano commenti su ogni donna che gli passasse davanti... ok detto da me può sembrare strano, ma non mi piaceva sentir dire cose tipo: hey guarda quella che tette stanotte me la sbatto... mi faceva schifo... cazzo avevo solo tredici anni e quel coglione mi ha spinto a... lui mi... mi ha fatto fare sesso con una che io nemmeno conoscevo e che di sicuro non aveva la mia età... anche se odiavo farlo con lei, dopo io mi sentivo meravigliosamente bene... no pensavo più a tutte quelle schifezze che avevo sentito dire, mi sentivo vuoto però felice perchè era come liberarsi di tutte le paure, di tutto l'odio, di tutta la rabbia... anche se io prima di andare a letto con quella pensavo che avrei fatto sesso con una ragazza solo se fosse stato l'amore della mia vita, dopo cominciai a pensare che per sentirmi meglio dovevo solo passare un pò di tempo chiuso in camera con una e tutto mi sembrava andasse meglio... così ho continuato fin ad adesso... solo tanto sesso gratificante che mi fa dimenticare di tutto... gli amici di Jorg erano uomini d'affari, di legge eppure loro andavano contro la legge con quelle prostiture che si facevano e proprio uno di loro mi fece arrivare allo spiazzale... già ero considerato un tipo abbastanza violento quindi, senza che io potessi metterci bocca, cominciarono a farmi allnare... i primi tempi correvo, facevo sollevamento pesi, addominale, flessioni, mi facevano fare delle strane lezioni di boxe, davvero sembrava che mi stessi preparando ad andare in guerra... probabilmente è da qui che ha avuto l'idea di farmi diventare un pugile... io non volevo picchiare la gente e non so perchè, ma quando combattevo e quando combatto anche oggi ci metto tutto me stesso... la mia vita è questa... insieme, ovviamente, al  riformatorio, alle botte che Jorg dava a mamma e alle altre cose che già conosci - cosa si può dire dopo aver asscoltato queste parole?
Mi sento percorrere da brividi e un'infinita tristezza mi sovrasta.
Non avevo mai incontrato una persona con un vissuto così difficile, a sedici anni poi.
Bisogna essere esseri senza cuore per costringere un figlio a vivere in un inferno come quello a cui è stato abituato Tom.
- Tom io... ehm... mi dispiace -
- Vabbè purtroppo è andata così, ma non puoi sapere quanto mi fa bene parlarne... grazie Bionda -
- No, figurati... anzi io sono qui Tom... quando vuoi basta che me lo chiedi... io ci sarò sempre per te -
- Grazie - mentre parlava ci siamo separati per poter essere più comodi e per poterci guardare meglio negli occhi, ma adesso non mi trattengo dall'abbracciarlo di nuovo.
Dopo poco sciogliamo l'abbraccio e lui mi chiede se voglio sapere altro.
- In realtà sì... ecco... lui non può portarti via, vero? - mi guarda.
Lo sguardo pieno di dolore, rabbia, consapevolezza.
Sempllicemente sconfitto, ma forte nei suoi pensieri.
- Sì che può... sono minorenne e legalmente io sono sotto la sua custodia... può prendermi e mandarmi indietro quando vuole -
- Tom è se provassimo a parlarci? Magari lo convinciamo a farti restare - mi guarda e poi scuote la testa sorridendo come se avessi detto la sciocchezza più grande del mondo senza nemmeno saperlo.
- Bionda tu non lo conosci... quando si mette in testa una cosa è difficile se non impossibile fargli cambiare idea -
 - Sì però prima in cucina gli ho chiesto se ti voleva morto e lui non mi ha risposto -
- E con questo? -
- Lui ci tiene a te -
- Lui tiene ai soldi Bionda - prende il pacchetto di sigarette che aveva in tasca e se ne accende una.
Abbasso lo sguardo e comincio a torturarmi le mani.
Mi sento triste.
Lo sono per lui.
Vorrei tanto che la vita di Tom non fosse mai stata così dura e crudele con lui.
Ha imparato ad assorbire ogni tipo di violenza e si è abituato a tutto. Qualsiasi cosa.
Ai combattimenti pur sapendo di farsi del male.
Al sesso con persone sconosciute.
Nessuno dovrebbe essere costretto a certe cose.
A fare ciò che non vuole.
A fare cose che vanno contro la propria natura.
- Tom mi dispiace... davvero -
- E di che? Ci sono abituato -
- Tom tu davvero non vuoi nemmeno provarci? -
- Bionda anche se volessi non potrei... non posso fare questo a mamma - continua a portarsi la sigaretta alle labbra con nervosismo.
- Ok - sospiro.
Restiamo in silenzio finchè Bill non esce e ci dice di rientrare.
Tom all'inizio non voleva, ma poi, sbuffando, si è deciso ad entrare in casa.
Nel salone troviamo Jorg seduto sul divano che continua a guardarsi intorno.
Bill ci dice di sederci accanto a lui, ma Tom si rifiuta altamente quindi resta in piedi.
- Bene... mettiamo in chiaro le cose... Tom non verrà a stare con te perchè sai benissimo che mamma non te lo lascerà mai portare via e poi... -
- Tom è ancora sotto la mia custodia... lo posso portare via anche adesso - Bill viene subito interrotto dalle parole del padre.
- No, tu non hai capito bene... io con te non ci vengo -
- Tom tu devi venire con me... io sono tuo padre e ti farò diventare ricco e famoso - a Tom scappa un sorriso di disapprovazione nei confronti delle parole del padre.
- Io non voglio diventare  ricco e famoso Jorg e ora vattene perchè domani torna mamma ed è meglio se non ti trova qui -
- Senza di te io non me ne vado Tom -
- Non fate i bambini.. dobbiamo parlarne prima che torni mamma -
- Io non sento storie Bill... con lui non ci vado... non voglio finire in un altro riformatorio - all'improvviso, mantre Jorg stava per prendere la parola, sentiamo la porta aprirsi e il rumore della chiave è seguito da risate limpide e felici.
Questa non ci voleva.

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Capitolo 36
*** Trentaseiesimo Capitolo. ***


Riposto il trentaseiesimo capitolo perchè (non so per quale motivo) l'altro non voleva vedersi più -.-''
L'ho allungato un pochino e spero che vi piaccia xD
Bacii <3

                                 * Una settimana dopo *

Tom non andrà a vivere con Jorg.
Questo è quello che mi ripeto da cinque giorni.
Quella sera Simone scoppiò in un pianto disperato e Jorg andò via dicendo delle parole che mi fecero rabbrividire: Tom sarà mio.
Come si possono dire queste parole?
Tom non è un oggetto che si prende e si manda indietro quando si vuole. Tom è un essere umano con dei sentimenti ma, forse, è proprio questo che Jorg non ha capito.
Da quella sera non ho visto nemmeno una volta Tom sorridere e guardarlo adesso, seduto lì avanti, fra Simone e due avvocati, con lo sguardo basso e le mani immobili sul banco, mi rende così triste.
Perchè deve subire dei trattamenti simili dal suo stesso padre.
Ma quell'uomo può essere definito padre?
Vuole portare via Tom solo per poter guadagnare tanti soldi facendolo diventare un pugile.
Ma perchè non riesce a capire che Tom non è come vuole lui, Tom è diverso.
Ok, dicevo che era uno stronzo che non ha sentimenti, ma mi sbagliavo perchè appena ha saputo che ci sarebbe stata una causa per il suo affidamento, è cambiato completamente. Ha cominciato a chiudersi del tutto in se stesso, non era più scontroso e non parlava più. Se ne stava semplicemente chiuso in camera sua ad ascoltare musica. Ma non era la solita musica, era musica lenta che lasciava forse trasparire la tristezza che c'era in lui in quei momenti. La stessa tristezza si leggeva e si legge benissimo anche nei suoi occhi.
Ogni tanto si gira verso di noi e ci guarda. Sempre lo stesso procedimento: prima Bill, poi me e dopo ancora appoggia il suo sguardo sulle nostre mani perennemente incrociate.
Mi fa tenerezza, sembra come se volesse stare con noi qui dietro invece che stare seduto lì davanti.
Prima di andare a sedersi ha preso Bill in disparte e gli ha detto qualcosa, ma non ci ho capito molto visto che quando Bill si è riseduto accanto a me non mi ha detto quasi niente.
E' quasi un'ora che siamo chiusi in questo tribunale e Tom e stato meso sotto pressione e gli hanno fatto domande su domande.
Il giudice riassume il caso a lui sottoposto e alla fine ci espone la decisione.
- Tom Kaulitz deve assolutamente tornare a casa di suo padre a cui è stato affidato... la mia decisione è irremovibile in quanto il ragazzo, minorenne, è stato affidato al signor Jorg Kaulitz... così ho deciso, l'udienza è sospesa - dopo aver sbattuto il martello sul legno rotondo, si alza e va via lanciando diverse occhiiate agli avvocati di Jorg.
Non posso credere che abbia preso una decisione simile.
Simone scoppia a piangere e lo abbraccia tenedolo stretto il più possibile, Bill si alza e senza dirmi niente, mi lascia la mano e corre verso di loro.
Io rimango immobile a guardare quella scena.
Gli avvocati di Jorg ridono mentre quelli di Simone sembrano davvero contrariati e arrabbiati per la decisione presa dal giudice.
M come potrebbero non esserlo?
Il giudice ha deciso di mandare Tom al patibolo.
Insomma, ha solo sedici anni.
Non credo che sia possibile mettere un sedicenne fra le mani di un padre pazzo e squilibrato.
Mi alzo e corro fuori da questo posto terribile.
All'esterno ci sono delle scale e mi siedo su una di queste.
Inizio a piangere silenziosamente reggendomi la testa con le mani.
Non ci posso credere che Tom dovrà andare via, non è giusto.
Quell'uomo sta mandando suo figlio in contro ad un futuro buio, doloroso, terribile e devastante.
So che quello non è un posto adatto a Tom perchè lui combatte, è vero, ma questo non significa che da grande debba diventare un pugile.
Mi sento uno schifo e il bello è che non sono nemmeno io a dover subire tutte quelle ingiustizie.
Non oso nemmeno immaginare come possa sentirsi Tom. Viene considerato quasi come un oggetto e questo non è bello.
- Bionda - mi sento chiamare e mi volto, ma non riesco a mettere subito a fuoco l'immagine per via delle lacrime che mi appannano la vista. Però mi rendo conto che è lui.
- Tom - riesco a dire solo questo e mi alzo.
- Perchè piangi? - assumo un'espressione interrogativa e lui si avvicina a me sedendosi sulle stesso grandino dove ero seduta io.
Guarda davanti a se.
Mi risiedo accanto a lui e comincio a guardarlo.
- Non mi hai ancora risposto -
- Cosa.. che dovrei dirti? - balbetto tirando su col naso.
- Voglio solo sapere perchè piangi -
- Vai via? - chiedo in un sospiro.
- Devo... - abbasso lo sguardo trattenendo appena altre lacrime che vogliono cadermi dagli occhi. - ... era per questo che piangevi? -
- Non è giusto Tom so già che mi manchera un casino e... e anche se litighiamo in continuazione o non ci parliamo più io mi sento bene sapendi che ci sei - so che mi sta guardando, ma non ho il coraggio di fargli vedere i miei occhi pieni di lacrime.
- Non piangere - magari fosse così facile.
- Mi dispiace, ma non posso... Tom quel giudice non poteva affidarti a Jorg non è giusto quello è pazzo ti farà diventare un essere senza cuore come lui... sai cosa farai? La stessa cosa che facevi quando uscisti dal riformatorio... comincerai ad allenarti... cos'era quello che facevi? Flessioni, corse, lezioni di boxe... Tom diventerai cme una macchina da guerra per lui e non provare a negarlo... andando con Jorg ti rovinerai la vita Tom... tu non puoi andartene... tu devi restare qui non puo lasciare Bill non puoi lasciare tua madre -
- Bionda io non posso lasciare nemmeno te nemmeno i miei amici ma purtroppo lo farò perchè quel giudice... lui... aah lascia perdere - si alza e cominca a camminare lingo la strada che porta alla nostra auto.
Corro verso di lui perchè devo sapere.
Che voleva dire ma, soprattutto, perchè non ha terminato la frase?
- Tom che volevi dire? - lo blocco per un polso e lui si volta incrociando i nostri sguardi.
- Niente Bionda... davvero -
- Tom non ti credo... chi era quel giudice? -
- Bionda ti prego non insistere -
- Ma perchè non vuoi dirmelo? Non ti fidi di me? - mi sorride avvicinandosi di più all'auto.
Ci entra e mi dice di sedermi accanto a lui. Non ci penso nemmeno un attimo e, dopo essere entrata in aiuto, chiudo lo sportello.
- Il giudice era... è... è un amico di Jorg... sai è stato proprio lui a farmi arrivare allo spiazzale... secondo te quale giudice sano di mente mi avrebbe affidato a Jorg? - adesso è tutto chiaro.
Que giudice vuole solo il male per Tom e il bene per Jorg.
Ci saranno soldi a palate anche per lui? Lo credo fortemente.
- Tom ma allora tu non devi andarci altr... -
- No... devo andarci... sono costretto -
- No, Tom non puoi andarci... cioè è da pazzi quello che è stato in grado di fare Jorg... cioè lui... lui non solo ti tratta come se nemmeno ti conoscesse, ma ha anche il coraggio di... di portarti via ingiustamente -
- Bionda lo sai a cosa sto pensando? - mi chiede quasi spensierato.
Mi sembra di veder apparire di nuovo un bel sorriso sul suo volto.
- N... no -
- Penso che mi mancherai... sì, mi mancherai tanto... mi mancherà soprattutto la tua testardaggine... e mi mancherà anche non vederti più girare per casa, averti ogni minuto sotto gli occhi... Bionda io non voglio più soffrire quindi io ora ti chiedo una cosa e voglio solo un si come risposta... - lo guardo in ogni movimento che compie e la sua voce esrime una dolcezza infinita, ma poi si trasforma e diventa seria e sicura.
Annuisco non sapendo bene cosa risponergli.
- ... io andrò a vivere con Jorg ma tu mi dimenticherai.. per favore dimmi che non soffrirai... dimmi che quando io andrò via tu non verserai nemeno una lacrima... non meriti di soffrire per uno come me... -
- Perchè tu come sei Tom? - sento che le lacrime vogliono risalire di nuovo.
- Io non ti merito e non merito nemmeno che tu soffra per me... tu sei perfetta e una ragazza come te non può perdere tempo con uno che è buono solo a dare pugni -
- Non è vero Tom... tu non sei buono solo a dare pugni -
- Jorg la pensa così però e io adesso sono suo lui può farmi diventare quello che vuole... non posso oppormi -
- Secondo me invece dovresti.. non sono io quella che non ti merita... è lui che dovrebbe capire che sei una brava persona e che non vuoi quel futuro -
- A lui non importa e io sono stano di combattere... farò quello che vuole, gli darò tutto e quando sarà soddisfatto mi rimanderà qui... e forse potro cominciare a vivere come una persona normale... non sarò più uno abituato a picchiarsi con la gente per soldi -
- Tornerai da me? - gli prendo una mano e mi avvicino di più a lui.
Mi sorride e incrocia meglio le nostre dita.
- Se ci sarai ancora sì, ma e starai con un altro ragazzo io mi terrò tutto dentro e mi tirerò indietro... come sempre tra l'altro -
- Cosa ti stai tenendo dentro Tom? - sospira e abbassa lo sguardo.
- Non credi che sia meglio non saperlo? Probabilmente domani andrò via e cominque tu questa cosa in parte già la sai -
- Tom io voglio saperlo non mi importa del resto - stringe in un pò di più la mia mano e si volta verso di me.
- Io... sai in questo momento, se ti guaro, vedo solo una ragazza triste che però on merita di esserlo... vorrei restare qui per poterti rendere felice, ma non posso è questo mi fa malissimo... sento come se qualcuno mi avesse tirato così tanti pugni nello stomaco da sfondarmelo però so che quando non ci sarò tu starai bene... starai bene perchè me lo prometterai... promettimelo altrimenti io morirò dentor capisci? Se so che stai male io sto male quindi tu me lo devi promettere... starai bene sempre... sorriderai ogni minimo secondo del giorno pensando a quando ci rivedremo - lo guardo negli occhi.
Sento le mani tremare, la bocca secca, il cuore a mille, lo stomaco stringere, le lacrime salire sempre di più.
Perchè non capisce che io non voglio essere felice.
In questi ultimi giorni mi sono resa conto di quanto potrei soffrire a stare senza di lui e ho capito che io ho bisogno di lui. Ho bisogno della sua presenza come gli altri hanno bisogno del cibo.
- Tom è questo quello che vuoi? - annuisce. - E... e ti renderà felice? -
- Felice no perchè comincerò a scontrarmi con delle persone che non conosco, ma dentro io porterò sempre un pò di contentezza perchè da quando ti conosco il tuo sorriso mi da la forza per tirare avanti... tu e Bill siete le uniche persone che vorrei nel mio futuro, ma se tu non mi prometti di essere felice non potrò tirare avanti per molto -
- Ok Tom te lo prmetto però adesso sono io a chiederti una cosa... non sparire nel nulla, fatti sentire... ho bisogno di sapere che stai bene e se non lo farai le mie speranze di riuscire a mantenere la promessa si azzerano - sorride e annuisce.
- Lo farò - non ce la faccio più.
Mi butto fra le sue braccia e lascio che il mio coro cada lentamente sul suo.
Mi stringe e io comincio a piangere.
E' vero, piangere è una cosa che rende tristi e io non dovrei esserlo, ma adesso lui èancora con me quindi è come se questa cosa non valesse, no? 

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Capitolo 37
*** Trentasettesimo Capitolo. ***


Trentasettesimo cpitoloooo
Spero vi piaccia.. buona lettura xD
                              BIONDA BECKER.

- Dai... prendi quello che ti serve e vieni in macchina... ti aspetto lì - Jorg esce di casa e Tom, sospirando, sale di sora.
Ieri siamo tornati a casa e Tom si è chiuso in camera di Bill. Non è uscito nemmeno per cenare, se quella poteva definirsi una cena. Ero scesa, ma non c'era nessuno quindi sono tornata di sopra.
Avrei voluto entrare in camera di Bill, ma non ne ho avuto il coraggio.
Come potevo entrare lì dentro?
Ma gari volevano stare da soli quindi ho pensato di non intromettermi.
Simone probabilmente si è chiusa in camera a piangere visto che stamattina papà è uscito dalla camera da letto con dei pacchetti di fazzoletti mezzi pieni e altri vuoti.
Se vi state chiedendo io cosa ho fatto, vi rispondo subito. Io mi sono messa a letto e ho mangiato tanto di quel gelato da farmi congelare il cervello, ma non ho versato nemmeno una lacrima perchè glie l'ho promesso.
Lo so gli ho anche detto che non sarei stata triste, ma come si può non esserlo?
Cioè non riesco a capire nemmeno io perchè e come sia potuto diventare così importante per me. Lo conosco da pochi mesi e sinceramente, anche se è successo, lo trovo impossibile.
Vorrei parlarne con qualcuno, ma con Joe non posso, con Gustav non posso, con Maky non posso quindi me lo devo tenere dentro. Anche se potrei parlarecon con Bill però, non so perchè, penso che parlare con lui mi ricorderebbe troppo Tom. Sono comunque gemelli.
Mi sento bruciare dentro. Sento tanta rabbia per la scelta di quel maledetto giudice.
Quella non è giustizia visto che è amico di Jorg e anche lui vuole che Tom diventi un pugile, essendo stato lui a mandarlo allo spiazzale.
Non ce la faccio più.
Non si possono subire tutte queste ingiustizie e avere ancora il coraggio di andare avanti.
Adesso la cosa peggiore è che Tom sta per andare via, davvero.
Mi alzo dal divano e salgo di sopra.
Se entro succede qualcosa?
Sbaglio o faccio bene?
Non lo so però lo faccio perchè non avrò più l'opportunità di farlo.
Ok, sto per sentirmi male, ma mi faccio coraggio e busso. Apro la porta ed entro.
Mi guarda per un attimo e poi torna a fare quello che faceva prima, cioè preparasi la valigia.
- Perchè sei qui? - non mi guarda nemmeno.
Lo odio quando fa così.
Perchè non mi guardi, eh?
Stai parlando col muro forse?
Ti odio, ti odio, ti odio.
- Io... sono... eehm... no niente scusa - non lo so nemmeno io perchè sono entrata.
Faccio per andarmene ma lui mi blocca.
- Bionda resta qui - rimango pietrificata.
Vuole che resti con lui.
Ma che fa?
Perchè viene qui?
No, non si deve avvicinare perchè poi io mi sentirò ancora peggio quando andrà via.
No, no, no, no, no, no, no, no, no.
Non farlo. NON mi abbracciare, non puoi.
E invece lo fa.
Mi string forte come se non volesse lasciarmi andare.
Ma perchè fa così?
Non deve parlo perchè mi rende tutto più difficile.
Comunque sia, mentre formulavo questipensieri, non so come ma gli ho buttato le braccia al collo e adesso sono fottuta.
Non vorrò smettere di abbracciarlo, di sentire il suo odore, di tenerlo sempre al mio fianco, di sapere che c'è.
- Tom... -sussurro perchè le corde vocali non voglino collaborare. -... Mi mancherai - mi stringe ancora di più.
Il mio cure sta per uscirmi dal petto, ma per il resto va tutto bene. Apparte la tristezza, la voglia di piangere e la consapevolezza di non poterlo fare.
- Bionda... - scioglie l'abbraccio e mi prende le mani. -... vieni con me - mi porta fuori, nel giandino.
Ci sediamo sull'altalena.
- Perchè mi hai portata qui? - fa spallucce.
- Perchè dentro fa caldo - mi sorride.
Cazzo come farò a vivere senza il suo sorriso.
Ma, un secondo, ma che coglione mi ha detto che dentro faceva caldo.
Ti sembra il momento di scherzare, Kaulitz?
Gli sorrido anche io, perchè in fondo lo ha fatto per smorzare la tensione.
- Ok... ehmm... Tom parlando seriamente... quando... fra quanto parti? -
- Appena sono pronte le valigie, ma se io sto qua le valigie non sono pronte quindi vuol dire che resto qualche minuto in più - sorrido.
Ma come fa ad essere così calmo in questo momento?
Io minimo vorrei urlare come una pazza isterica.
Forse è una finta calma, magari dentro di lui c'è tanta agitazione, tanta rabbbia, tanta tristezza.
- Tom... mi mancherai tanto -
- Anche tu... sai quando tornerò ho intenzione di fare una cosa... - lo guardo con sguardo interrogativo.
Che vorrà fare? -.. ok sembrerà stupido detto da me, ma se Jorg non mi farà andare a scuola io ci andrò quando sarò maggiorenne.. poi voglio trovarmi un lavoro... un bel lavoro.. tipo di quelli che ci fai i soldi però lasciamo stare il pugilato per una volta... poi... poi ho intenzione di... - si alza e mi prende le mani.
Mi alzo anche io e mi metto di fronte a lui.
Mi guarda negli occhi e mi sorride. Faccio lo stesso.
Mi tremano le gambe in una maniera incredibile e lui se ne accorge perche le guarda e ride.
Mi sembra così sereno adesso. -... dicevo... ho intenzione di... stare per sempre con te... se vorrai -oddio mi sento svenire.
Mi ha detto che vuole stare con me, per sempre.
Non è possibile.
Ok, mi sento male.
Svengo, la terra sotto i piedi si sta sgretolando, le mani sudano.
Oddio lo amo.
Annuisco prima lentamente poi lui mi sorride di più e io non risisto. Gli salto al collo e lo stringo sorridendo.
- Tom... - lo guardo negli occhi.
Sono pronta?
Sì, lo sono. -... Tom io... io ti amo - rimane immobile a guardarmi negli occhi.
Perchè non dice niente?
Facile è rimasto spiazzato.
Ti prego fa che sia così.
Non se lo aspettava.
Oddio l'ho messo in una brutta posizione?
Sì, lui non me lo ha mai detto e io?
Che cogliona che sono.
Però lui le altre volte mi ha fatto capire che anche lui mi ama. Forse non mi ama al 100% però ci tiene a me.
Perchè non parla?
- Tom... io... scusa forse tu non... cioe io.. cred... - mi bacia.
Oddio.
Sto male. Cioè non male, anzi sto alla grande, però lui adesso andrà via.
Ma adesso, in questo preciso istante, mi sta baciando e io sono felice.
La tristezza adesso non c'è più.
Sì, lo amo.
Questo si capisce dal fatto che appena sto con lui sto bene, senza di lui sto da schifo. Con lui sorrido, senza di lui piango.
Continuiamo a baciarci lentamente. Senza troppa fretta.
E' tutto così dolce e calmo che non mi sembra vero.
Ma come è ovvio che sia le cose belle durano poco.
Arriva Bill molto arrabbiato con noi.
Comuncia ad urlare che siamo degli stupidi a baciarci nel giardino. Quando dice la parola "baciarvi" però abbassa il tono e dopo lo rialza.
Tom lo calma e rientriamo tutti e tre dentro.
Andiamo in camera di Tom perchè, anche se siamo stati felici per un minuto, lui deve preparare le valigie.
Però prima c'è Bill.
- Ma che vi è saltato in mente, eh? Ma vi rendete conto di quello che avreste potuto scatenare? -
- Sì, la terza guerra mondiale... sempre colpa dei tedeschi - dice Tom scocciato.
- Non fare l'idiota... e se non fossi uscito io? Se fosse uscita mamma oppure Alexander voi... cioè io sono scioccato... ma poi da dove vi viene proprio adesso di... di...-
- Bill mamma mia stai tranquillo - gli lancia un'occhiata di fuoco e Bill abbassa lo sguardo.
- Lo faccio per voi... non è possibile che non vi importi se vi vedono -
- Bill ma a noi importa il fatto è che noi... ecco... io... - vorrei dirgli un sacco di cose, ma non so come stanno precisamente le cose fra me e Tom.
- Bill io e Bionda stiamo... - si avvicina a me e mi prende la mani. -... stiamo di nuovo insieme - a questa a questa a ffermazione mi spunta non un sorriso, ma qualcosa di molto più grande tanto da saltargli addosso.
- Oddio voi due mi farete venire un infarto -
- Ragazzi... potete scendere un secondo - papà ci chiama e io e Tom ci separiamo.
Andiamo al piano di sotto e troviamo Simone che piange.
Appena vede apparire Tom, gli corre incontro e lo abbraccia.
- Piccolo mio... ti voglio bene - piange tenendolo stretto.
- Anche io mamma - dopo non so quanto sciolgono l'abbraccio e si guardano per un pò finchè non arriva Jorg.
Vuole che Tom si muova. Non solo lo porta via da tutto quello che è suo, ma pretende anche che faccia in fretta.
Tom corre di sopra e in men che non si dice, lo vediamo scendere con una valigia e un borsone.
Sbatte tutto per terra, davanti ai piedi di Jorg, va verso Simone e l'abbraccia. Poi si avvicina a papà e gli allunga la mano, papà la stringe ma, alla fine, finiscono per abbracciarsi.
Passa poi a Bill che comincia a piangere. Sembra una fontana. Si abbracciano e restano così per molto tempo. Tom gli sussurra qualcosa allorecchio e Bill annuisce.
Chissà che gli ha detto.
Comunque sia Tom lo lascia andare e Bill si avvicina a Simone.
Tom si gira e mi viene incontro. Mi abbraccia e mi sussurra all'orecchio che mi avrebbe chiamata e che quando sarebbe tornato avremmopassato tutto il tempo insieme.
Io annuisco solamente con le lacrime che vorrebbero scendere, ma io glie lo impedisco perchè voglio mantenere la mia promessa.
Quando ci separiamo mi guarda e poi va verso la porta. Guarda con disprezzo Jorg che a sua volta guarda male sia lui che tutti noi.
Tom esce e Jorg lo segue.
Adiamo fuori anche noi e troviamo tutti gli amici di Tom che lo salutano.
C'è anche Andreas.
Si salutano e Tom, prima di entrare in auto, guarda tutti e ci fa un piccolo sorriso. Come se volesse farci capire di non essere in pensiero per lui.
La cosa la vedo difficile visto che io sto per piangere, ma non lo farò, che Bill sta piangendo da quando ha saputo che Tom sarebbe dovuto andare via, che Simone sta singhiozzando abbracciata a papà e che tutti abbiamo in pratica facce da funerale.
Probabilmente sembrerò superficiale, ma quando Tom mi ha detto che sarebbe tornato da me e saremmo stati per sempre insieme, la treistezza è scomparsa quasi del tutto e mi sento più libera e rilassata.
Quel bacio è stato bellissimo, forse anche più del primo.
Quando non vediamo più la macchina torniamo dentro.
Ci sediamo tutti in salotto apparte Simone che dice di voler stare sola, quindi va di sopra.
Chissà se mi pensa oppure no.
Io lo penso però già comincio a sentire un grande vuoto dentro. Sento già la sua mancanza.
Non posso stare due anni senza di lui. Non posso apettare tanto. Purtroppo però devo quindi mi farò forza pensando che lui, un giorno, varcherà quella soglia e mi abbraccera di nuovo.

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Capitolo 38
*** Trentottesimo Capitolo. ***


Trentottesimo capitolo!
Buona lettura e grazie mille per tutte le recensioni! xD

                           * Tre giorni dopo *


Scendo le scale e mi siedo sul divano.
Sono le 05:20 precise. Ascolto il silenzio intorno a me. C'è un freddo gelido in questa stanza. Sento solo il rumore della pioggia. Quell'acqua non smette di cadere da quando Tom è andato via. Questo non mi aiuta perchè la pioggia non mi mette di buon umore, anzi.
Ieri ho parlato a Bill della promessa che ho fatto a Tom e lui mi ha detto che tutte quelle goccioline fredde non sono altro che le lacrime che non verso io.
Con quella frase mi ha tirato un pò su di morale, non so bene perchè, ma sentirgli pronunciare quelle parole mi ha rasserenata. Per quanto è possibile, ovvio.
Questa casa è così vuota senza Tom. Si sente la tristezza nell'aria. La tensione che si è creata si sta rendendo sempre più insopportabile.
Se solo quella sera non fosse venuto Jorg, adesso tutto sarebbe come prima e io non avrei questa maledetta voglia di piangere. Ma non lo farò, voglio e devo mantener fede a quello che mi ha detto Tom. Lo faccio per lui e in fondo anche per me.
Mi guardo intorno sospirando.
Chissà che sta facendo adesso. Vorrei saperlo.
Mi aveva detto che non sarebbe scomparso nel nulla e invece? Sono due giorni che non lo sento.
Se lo chiamassi? No, che cavolata.  E' prestissimo, starà dormendo.
Però o voglia di sentirlo.
Sì, lo chiamo.
Mi alzo e vado verso il telefono, lo prendo e torno sul divano. Prendo un bel respiro e compongo il numero.
Oddio suona.
Sentoil cuore a mille e non so perchè. Giuro di non essere mai stata così nervosa in tutta la mia vita.
E' già un pò che suona, dovrei staccare.
Sì, un secondo e stacco.
*- Pronto -* oddio ha rsposto.
- Tom sono Bionda -
*- Ciao... come stai? -*
- Male -
*- No, per favore Bionda non fare così... me l'avevi promesso ricordi? -*
- Sì, lo ricordo, ma è difficile Tom... sto mandando indietro tutte le lacrime però non ce la faccio più -
*- E invece devi farcela perchè... per me, per te... per noi... che credi che a me piaccia stare qui?... stare lontano da te e dagli alti mi fa schifo e mi fa ancora più schfo stare con Jorg, ma ma non posso farci niente... sii forte per favore -* sospiro e staolta davvero temo di non farcela.
- Ok... ci provo... che hai fatto in questi giorni? - mi sento già più rilassata. Forse è il fatto di sentirlo.
*- Meglio se non te lo dico -*
- Tom... perchè non vuoi dirmelo? -
*- Dai Bionda non pensare a quello che facio io... come sta Bill? -* sospiro. Sono sicura che Jorg lo tratta male.
- Sta da schifo, adesso sta dormendo -
*- Digli di non fare il deficente e fare quello che gli ho detto -*
- Che gli hai detto? -
*- Niente è una cosa fra me e lui... mamma? -*
- Ok... mh... Simone sta di sopra e probabilmente sranotte ha dormito perchè non la sentivo più piangere - lo sento sospirare.
*- Bionda io adesso devo andare... ti chiamo io, ok? -*
- Dove vai a quest'ora? -
*- Vado a correre un pò... ciao e mi raccomando Bionda -*
- Sì... Tom io... niente... ciao - resta qualche istante al telefono e poi stacca.
Io non so più che pensare.
Mi sembrava agitato mentre parlava, ma forse mi sbaglio.
In sottofondo si sentivano degli strani rumori, come se qualcuno stesse litigando.
Spero solo che Tom non si ritrovi in mezzo a qualche casino.
Appoggio il telefono sul tavolino di fronte a me e vado in cucina.
Non ho mangiato quasi niente in questi tre giorni e ho fame.
Apro il congelatore e prendo la vaschetta di gelato alla vaniglia. Sarebbe di Bill, ma penso capirà la mia situazione.
Mi metto sul divano e comincio a mangiarlo.
Ricordo quella sera che io e Tom mangiammo il gelato insieme.
Mi viene da sorridere al solo pensiero di avere lui al mio fianco.
Sento qualcuno scendere le scale quindi mi tolgo quest'espressione da ebete.
Mi volto e vedo papà.
- Buongiorno -
- Hey Bionda... che ci fai già in piedi? - si siede accanto a me e mi poggia una mano sulla spalla.
- Non riuscivo a dormire -
- Sei triste? - annuisco.
Mi abbraccia.
Mi erano mancati i suoi abbracci, ultimamente non ha occhi che per Simone. E' anche giusto però.
- Papi ho chiamato Tom -
- Davvero? Che dice? -
- Che vuoi che dica? Sembrava tanto triste... papà ma non si può fare niente per farlo tornare a casa? -
- No, piccolina mia vieni qua... - mi abbraccia di nuovo. -... non pensavo ti fossi affezionata così tanto a lui -
- No è che... cioè lui è come... è come mio... mio fratello adesso - buguarda che non sei altro.
Come puoi mentire a tuo padre così?
Sei un'idiota.
Digli la verità, digli che lo ami, digli che ami il tuo... fratellastro.
Dio, è una cavolata.
Mi sto rendendo conto da sola che è una cosa stupida stare con Tom, però, per lui provo un sentimento davvero profondo e stare con lui è l'unica cosa che adesso mi manca per essere felice.
So che ci saranno problemi enormi da affrontare, ma è l'unica cosa che voglio.
- Sì... è tuo fratello - già.
L'ha detto con uno strano tono, ma non voglio farci caso. Sarà la disperazione del momento.
- Ne vuoi un pò? - gli chiedoriferendomi al gelato.
- Mmh... sì... vado a prendermi un cucchiaio - si alza, va in cucina e torna col cucchiaio.
Svuotiamo la vaschetta di gelato in men che non si dica poi io risalgo in camera mia e mi rimetto sotto le coperte.


                               * Quattro ore dopo *


Mi sveglio al rumore della sveglia.
Perchè è messa su quest'orario? Bho.
Mi alzo e scendo in cucina.
Appena entro nel salone vedo Simone e papà seduti al tavolo con l'avvocato.
Che vergogna, sono in pigiama.
- Buongiorno - dico gentilmente.
- Buongiorno - l'avvocato mi sorride e poi continua a controllare delle carte che sono sparse più o meno su tutto il tavolo.
Ma che sta succedendo?
Quello è l'avvocato che venne al tribunale.
Voglio sapere perchè è qui.
Mi siedo accanto a papà e comincio a guardarli molot interessata a quello che dicono.
- Bhe dicevo che ci sono alcuni articoli nel codice civile che tutelerebbero vostro figlio - oddio mi sento male.
Hanno trovato un modo per farlo tornare da me?
- Io faccio qualsiasi cosa pur di riaverlo qui - dice Simone facendosi quasi tornare il sorriso.
- Bhe non è molto quello che dovreste fare... però dovrete essere d'accordo entrambi -
- Ci dica quello che dobbiamo fare e noi lo faremo - dice papà stringendo la mano a Simone.
- Voi dovreste... sposarvi -

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Capitolo 39
*** Trentanovesimo Capitolo. ***


Ed ecco anche il trentanovesimo capitolo xD
Vederte cosa accadrà...
Grazie a tutti i lettori e anche a quelli che recensiscono sempre. Davvero grazie mille! <3
Buona lettura :)
                                BIONDA BECKER.

- No - cazzo.
Perchè l'ho detto?
Ora tutti mi guardano straniti. - Intendevo dire... no... ehm... cioè voi vi dovete sposare però... mmh... bho la smettete di guardarmi? - mi alzo e corro di nuovo nella mia cameretta.
Non possono farlo. Non lo faranno. Così ho deciso. Non possono farmi questo.
Ok, devo calmarmi e parlarne con Bill.
Prendo un grande respiro e vado in camera sua.
- Bill... devo parlarti - mi butto sul letto accanto a lui.
- Che c'è? - toglie la testa da sotto al cuscino e mi guarda con gli occhi socchiusi.
- Ho una bella notizia e una cattiva notizia... quale vuoi per prima? -
- Quella buona -
- Ok... quella buona è che probabilmente l'avvocato ha trovato un modo per far tornare Tom a casa -
- Davvero? - scatta in piedi con un sorriso enorme.
- Sì... però... c'è anche la cattiva notizia... che per te non sarà tanto cattiva ma per... -
- Bionda dillo e basta - sospiro.
- Per tornare qui Simone e papà dovrebbero... sposarsi - tengo lo sguardo basso.
Non è possibile.
Ma perchè ogni volta che le cose potrebbero andare bene arriva qualcosa che lo rovina?
Perchè quando le cose vanno male c'è sempre qualcosa che rende la situazione peggiore di quanto non sia già?
- Ah... Bionda... vieni qua - mi alzo e lo abbraccio.
Non potremo stare insieme nemmeno lontanamente adesso, ma se è questo quello che si deve fare per farlo tornare va bene.
In realtà non mi va bene però Tom non merita di stare con Jorg quindi è meglio averlo qui sapendo che sta bene.
- Io voglio stare con lui Bill - sciogliamo l'abbraccio e ci sediam sul letto.
- Lo so però... io... perdonami ma io non riesco ad essere triste perchè... lui torna capisci? Io sto morendo dentro e sapere che lui può tornare qui... scusa -
- No Bill io ti capisco... anche io sono felice però... gli ho detto che lo amo - accenno un sorriso al ricordo di quel momento.
- Quando? -
- In giardino... non so perchè gliel'ho detto però è stato così bello potergli dire quello che sento... Bill io... io lo amo da morire e.. e pensare che lui adesso potrebbe fare qualcosa di brutto o potrebbero fargli del male mi fa impazzire - mi prende una mano e la stringe forte.
Senza dire niente, si alza e mi porta in camera mia.
- Dai vestiti - lo guardo con uno sguardo interrogativo. - Andiamo da Tom -
- Perchè? -
- Perchè probabilmente sarà la vostra ultima possibilità di sbaciucchiarvi e fare smancerie e poi ho voglia di vederlo - in effetti ha ragione.
Ok, prendo la prima cosa che mi passa fra le mani e lo indisso.
- Sono pronta... andiamo? - annuisce e usciamo di casa senza dare troppe spiegazioni sulla nostra destinazione.
- Bill ma tu sai dove abita Jorg? - gl chiedo mentre siamo nel vialetto.
- Certo che lo so... preparati psicologicamente perchè è un posto orribile -
- Orribile in che senso? -
- Non so spegartelo, ma è un posto brutto - annuisco e continuiamo a camminare fino alla fermata dell'autobus. Lo prendiamo e arriviamo vicino casa di Jorg.
Ok comincio a sentirmi più agitata del dovuto. Ho le mani completamente sudate.
Camminiamo in silenzio e arriviamo davanti alla casa mi vengono i brividi.
Sembra una di quelle case da film horror. L'intonaco, che un giorno doveva essere stato bianco, adesso è grigio e in alcuni punti manca anche. Il legno delle porte è corroso da sole, forse. La trovo una cosa improbabile visto che qui non c'è mai così tanto sole da corrodere il legno. Non so cosa sia questo posto, ma so che non è adatt a Tom.
 - Tranquilla - mi prende una mano e ci avviciniamo alla porta.
Bussa più volte e, dopo qualche minuto, apre la porta una donna. Capelli biondi e ricchi, occhi neri poco truccati, bocca carnosa ricoperta da uno strato di rossetto rosso molto spesso, abbastanza alta, non magrissima ma comunque non grassa. Fra le dita tiene ben stretta una sigaretta quasi consumata.
- Chi siete -
- Banny mi conosci sono Bill... fammi entrare -
- Tuo padre non c'è -
- Non mi importa io voglio vedere Tom - le sfugge un sorrisetto.
- Quell'impertinente sta con lui -
- Dove? -
- Non posso dirtelo -
- Banny lo sai cosa sono capace di fare... dove sono? - queste ultime due parole Bill le dice con un tono quesi provocatorio.
Sarà di sicuro successo qualcosa in passato che Bill ha riportato alla mente di questa donna.
Lei sospira e butta la sigaretta per terra.
- Jorg lo sta facendo allenare duramente in questi giorni - perdo un battito.
Se gli sta facendo del male io giuro che lo uccido. Non può comportarsi così con suo figlio.
Bill sembra arrabbiato e le chiede dove lo sta facendo allenare. Lei all'inizio non vuole dircelo però, alla fine ce lo dice.
Noi ci avviamo al luogo che ci ha indicato e affiviamo in una di quelle strade dove ci sono barboni, secchi dell'immondizia e se proprio le volete aggiungere anche delle belle signorine appostate sui marciapiedi.
- Bill ma che posto è? -
- Stai tranquilla... siamo quasi arrivati - mi stringe forte la mano e, insieme, ci avviciniamo ad un edificio abbastanza grande, sembra abbandonato.
- E' qui - mi trascina dentro.
E tutto buio, ma in fondo si vedono delle luci accese e si possono sentire delle voci ovattate e degli urli.
Ci avviciniamo sempre di più seza sapere quello che ci aspetta. Camminiamo lentamente cercando di fare meno rumore possibile sul terreno granuloso che fa da pavimento.
Ci sono dei pilastri  molto grandi e per vedere meglio cosa succede senza farci scoprire, ci mettiamo dietro uno di questi e guardiamo attentamente.
Da qui riesco a vederlo.
Cavolo sembra cambiato.
Non so, mi sembra diverso.
E' possibile che in tre, quattro giorni abbia perso qualche chili e messo su qualche muscolo in più?
Poi ha cambiato taglio di capelli. Non li aveva così prima. Sono quasi del tutto rasati ai lati.
Addio cresta favolosa che amavo alla follia.
Vedo che con lui ci sono altri due ragazzi intenti a fare delle flessioni quasi in contemporanea.
Tom sta seduto per terra e li guarda. Non so perchè non faccia quello che fanno gli altri, ma forse è meglio se non lo fa.
Lo vedo sfiorarsi il palmo della mano destra con le dita e storcere la bocca.
Mi accorgo che non ha nemmeno più il piercing.
Mi spaventano questi suoi cambiamenti.
Io e Bill continuiamo a guardare e ad un certo punto vediamo un uomo prendere una sbarra che sembra di ferro e avvicinarsi ai de ragazzi. Intanto Jorg gli urlava di muoversi e di scendere fino a far toccare il petto per terra. Purtroppo si verifica quello che più temevo. Quell'essere senza cuore, alza la sbarra in aria e la fa cadere pesantemente sulla schiena di uno dei due ragazzi. Lui reprime un urlo e si accascia per terra contorcendosi su se stesso. Gli urlano di sedersi al posto di Tom. Senza nemmeno alzarsi, si trascina accanto a Tom e si siede.
- Tom - urla Jorg con un tono di superiorità facendogli un cenno con la testa.
Lui si alza e si stende a pancia in giù accanto all'altro ragazzo che intanto continua a fare flessioni. Anche Tom comincia ad alzarsi ed abbassarsi il più possibile.
Vedo sul suo volto angelico, crearsi delle espressioni di rabbia e dolore che mi rendono tutto più difficile.
Sembra che tutte le lacrime non versate in questi giorni, stiano risalndo nei miei occhi. Per un secondo sposto lo sguardo sul ragazzo che si è seduto al posto di Tom. Indossa una sottile canottiera bianca e per questo riesco a vedere delle macchie di sangue espandersi lentamente sul tessuto.
Nello stesso momento sento delle risate provenire da una stanza. Infatti escono due ragazze poco vestite e un uomo fra di loro che le ispeziona.
Jorg si inginocchia di fronte a Tom e gli sorride.
- Pensavo che non ce l'avresti fatta ad allenarti dopo le botte che ti sei preso ieri... vabbè fai un'altra serie da dieci che poi avrai la tua ricompensa - mentre lo dice sposta lo sguardo sulle due ragazze.
No, ditemi che la ricompensa non è quello che penso.
Tom, velocemente, conclude la serie di flessioni e si alza da terra.
Una delle due ragazze s avvicina a lui e quasi lo salta addosso, ma Tom la spinge via. Lei quasi perde l'equibrio, ma si appoggia all'altra ragazza.
- Togliti di dosso stronza -
- Tom... è questo il modo di ringraziarmi? Adesso tu e lei ve ne andate un pò a casa... nel tuo bel lettuccio... mi sono spiegato? -
- Io non ci vado con quella - fa per andarsene, ma Jorg gli afferra il braccio e lo fa girare verso di lui.
Penso si sia fatto male. Quello era il braccio dove aveva la ferita, non penso che un taglio del genere guarisca in così pochi giorni.
- Tu invece fai quello che ti ho detto altrimenti quello di ieri diventa solo un assaggio - Tom senza, nemmeno pensarci, scosta Jorg e afferra la ragazza per un braccio e comincia a camminare verso la nostra direzione.
Sembra furioso infatti la trascina in fuori.
Passa davanti a noi, ma non ci vede. Io guardo Bill e lo vedo del tutto scioccato.
- Bill... dovremmo andare da Tom - lui anuisce e lentamente, stando attenti a non farci vedere, usciamo da quest'orribile posto.
In lontananza lo vedo che tiena ancora stretto il braccio di quella ragazza.
Forse non sarei dovuta venire. Lui andrà a letto con lei e io? Si è scordato di me?
Bill aumenta il passo e lo faccio anche io. Ci avviciniamo un pò di più a loro e lo vedo fermarsi e lasciare il braccio alla ragazza.
Bill voleva correre verso di loro, ma io glielo impedisco.
Devo sapere lui che ha intenzione di fare con quella puttana.
- Senti fai come se ie e te fossimo stati a letto insieme, ok? Tornatene a casa... se provi a dire a qualcono che non l'abbiamo fatto ti ammazzo... hai capito? - la sbatte contro il muro e lei, impaurita, annuisce e corre via.
Oddio, non ci è andato a letto.
Non ci ha concluso niente.
Non ha voluto farlo con quella.
Forse non si è dimenticato di me.
- Tom - non so perchè ma il suo nome è uscito naturalmente dalle mie labbra.
Lui si gira eci guarda sorpreso e confuso.
- Che cazzo ci fate qui? - non gli rispondiamo.
Gli corro in contro e lo abbraccio.
Lui lentamente, come ripresosi dalla sorpresa, mi stringe.
- Bionda... che ci fai qui? - mi stacco di poco per poterlo guardare negli occhi.
Solo ora noto che ha un livido sullo zigomo desto e un sopracciglio completamente spaccato.
- Tom... io... ho visto quello che fanno lì dentro - scoppio a piangere ripensando a quello che ho visto.
Lui mi abbraccia di nuovo e poi mi guarda di nuovo.
Mi asciuga le lacrime e senza dire altro, dolcemente, mi bacia.
Sento tutti i pensieri negativi andare via.
Quando si stacca dalle mie labbra mi sorride.
- Mi sei mancata - mi abbraccia di nuovo.
- Anche tu - sciogliamo l'abbraccia e Tom fa passare il suo sguardo su Bill.
- Che fai non mi saluti? - dice serio.
Bill si avvicina elo abbraccia. - Ti voglio bene Tom -
- Anche io Bill... più di quanto immagini - sciolgono l'abbraccio e lui resta comunque stupito di vederci lì.
- Tom dovremmo ndare in un posto più calmo... dobbiamo parlare - Tom ci guarda interrogativo però pi ci porta lontani da questo posto.
Entriamo in un piccolo palazzo e lui, dopo aver chiesto le chiavi al portiere, ci porta in una saletta con degli specchi sul fondo e delle panchine ai lati. Da quello che ne so io potrebbe essere una sala da ballo.
Ci sediamo e io mi accomodo cercando di stare il più vicina possibile a Tom. Lui mi srride vedendo che cerco di stargli vicino.
- Viani qua - mi tira per i fianchi e mi fa sedere sulle sue gambe.
Ci guardiamo negli occhi. Quelli non sono cambiati e mai cambieranno. Erano bellissimi e bellissimi sono rimasti.
Si avvicina di nuovo e mi bacia ancora. Restiamo a baciarci per non so quanto e nemmeno mi interessa.
Quando, senza più fiato, ci stacchiamo, cominciamo a parlare di tutta la situazione e gli raccontiamo tutta la storia del matrimonio che dovrà esserci fra papà e Simone.
Non ho capito bene come l'ha presa.
Mentre parlava con Bill, io lo osservavo.
Quei lineamenti, quei movimenti, quella voce, quel sorriso, la sua forza nel tenermi stretta con delicatezza e quel suo modo di fare così dolce mi mancava, ma adesso l'ho ritrovato.
So che dovrò lasciarlo da qui a poco, ma per il momento mi lascio coccolare dalle sue braccia. Lo abbraccio e lo bacio il più possibile. Vorrei rimediare al dolore che gli fa provare Jorg, ma so che forse è impossibile.

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Capitolo 40
*** Quarantesimo Capitolo. ***


Oh, è già il quarantesimo capitolo!
Devo dire che non pensavo che la mia FF sarebbe piaciuta tanto, ma sono felice che l'appreziate.
Vorrei, perciò ringraziare tutti i lettori e tutte quelle santissime ragazze che recensiscono ogni capitolo. GRAZIE DI CUORE! :')
Questo capitolo forse non è il massimo, ma vi auguro comunque una buona lettura!


Siamo chiusi qui dentro a parlare da non so quanto tempo, ma mi importa poco visto che sto con Tom.
Bill gli ha raccontato tutto e adesso stanno parlando di qualcosa. Non so di cosa perchè sono troppo impegnata a appiccicarmi il più possibile a Tom. La mia mente adesso sta volando fra le nuvole. Cerco di sembrare meno demente possibile, ma non credo mi stia riuscendo bene.
Come si fa a non abbracciarlo e a coccolarlo tutto il tempo?
- Bionda noi dovremmo andare via - questa voce mi arriva un pò lontana ed ovattata visto che sono troppo impegnata ad abbracciarlo e a darrgli tanti baci su quella povera e malcapitata guancia.
- Hey - questa volta è Tom a chiamarmi quindi mi rimetto in sesto.
- Mh? - li guardo ad alternanza.
- Dovremmo tornare a casa -
- Tornaci tu... io resto qui - appoggio la testa sulla spalla di Tom e li sento ridere.
- Dai... vi lascio dieci minuti da soli.. solo dieci però, ok? - si alza ed esce.
- Allora? Che mi racconti di bello? - faccio spallucce non sapendo bene cosa rispondere visto che la parola "bello" non fa parte del mio vocabolario ultimamente. - Mi sei mancata tanto lo sai? -
- Davvero? Anche tu... Tom posso chiederti una cosa? -
- Dimmi -
- Che significa "Pensavo che non ce l'avresti fatta ad allenarti dopo le botte che ti sei preso ieri"? -
- Come fai a ricordarti ogni paro... -
- Non provare a cambiare discorso... che significa? - incorcio le braccia e lui sospira.
- Niente... ieri Jorg ha deciso che ero pronto per salire sul ring -
- Cosa? Ma è pazzo? Ti sei fatto male? Come stai ora? Posso ammazzarlo? -
- Bionda... una domanda alla volta -
- Come stai? -
- Bella domanda... che ne so... penso bene... in fondo finchè non muoio posso stare tranquillo - abbassa lo sguardo.
Mi sento mancare la terra sotto i piedi.
Non ha potuto dire una cosa così.
- Tom non dirlo.. anzi non pensarlo... tu tornerai a casa e tutto si sistemerà -
- Sì, contaci -
- Perchè dici così? - lo guardo stranita mantre lui continua a guardare per terra.
- Perchè quello non mi lascerà mai in pace - non ho il coraggio di dire nulla.
Se gli dico qualcosa e lo ferisco?
Anche se, più di così, quanto può essere triste?
Lo abbraccio.
Il tempo di un respiro profondo e sento le sue graccia circondarmi e stringermi forte.
Restiamo così per tutto il tempo, finchè Bill non entra e mi dice che dobbiamo andare via.
Sospiro e mi alzo.
Io e Tom, mano nella mano, usciamo e andiamo tutti insieme alla fermata dell'autobus.
- Mi raccomando Bill.. tienimela d'occhio - ridono e io sorrido appena e gli stringo quanto più posso la mano. - Ahiii... ho capito... ti sai difendere da sola - rido anche io adesso.
In lontananza vedo arrivare l'autobus.
Questo vuol dire che devo lasciarlo qui, da solo, con Jorg, in quella casa orribile, senza nessuno che lo abbracci, senza nemmeno sapere cosa farà quando andrò via.
Mi abbraccia di nuovo.
Sento qualcosa che mi si muove nello stomaco.
Mi fa male, molto. Ma è un dolore piacevole.
Probabilmente Maky adesso direbbe che sono le farfalle. Prima di incontrare Tom le avrei risposto tipo che no, le farfalle nello stomaco non mi sarebbero venute mai per nessuno, ma adesso le direi che sì, c'è qualcuno in grado di farmele venire e questo qualcuno purtroppo è il mio fratellastro.
Sì, anche se non potrei anzi non dovrei provare nulla per lui.
- Bionda... ricordati che mi hai fatto una promessa... voglio che tu la mantenga... fallo soprattutto per te - mi sussurra all'orecchio tenendomi ben stretta fra le sue braccia.
- Tranquillo Tom... tanto tu fra qualche giorno torni a casa - sciogliamo l'abbraccio appena è arrivato davvero il momento di andare.
Bill e Tom si abbracciamo e Tom mi da un ultimo bacio.
Saliamo sull'autobus e le porte si chiudono, dividendo me e Bill da Tom.

                            * A cena *

- Allora ragazzi... dove siete stati oggi? -
- A fare un giro, mamma -
- Vi siete divertiti? - io e Bill ci guardiamo per un attimo e poi annuiamo semplicemente.
Tutta la cena continua in silenzio poi mi faccio una bella doccia e mi metto a letto.
Non so quanto ci ho messo ad addormentarmi visto che avevo mille pensieri per la testa, ma alla fine cado nel sonno più profondo.

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Capitolo 41
*** Quarantunesimo Capitolo. ***


Ok, chiedo perdono in ginocchio per avervi fatto aspettare così tanto però adesso posto!
Grazie per le recensioni (a volte penso che siate troppo carine *--*) xD
Comunque eccovi servito il quarantunesimo capitolo  :'D
Buona lettura a tutti!
                             BIONDA BECKER.

                            * Una settimana dopo *

Sto mettendo in ordine la mia camera. Devo farlo per forza.
Domani papà e Simone si sposano.
Non sarà un matrimonio in grande stile e non ci sarà una super festa visto che si sposano per far tornare Tom a casa. A quanto pare la festa ci sarà qualche altro giorno mentre, domani, ci saranno solo le cose formali.
Questi giorni sono stati terribili senza Tom, ma diciamo che sto tirando avanti. Sarebbe anche stupido spezzare la promessa adesso. Manca solo un giorno e poi tutto tornerà alla normalità.
E' un pò che Andreas ha smesso di insistere e ha cominciato a fare l'amico. Forse è una tattica per attirarmi o forse lo fa perchè ha capito che io non lo vedo come un possibile fidanzato. Ho comunque intenzione di dirgli di me e Tom.
Ci sono altre persone che dovrebbero saperlo. Per esempio papà, Simone, Joe e Jody, Maky e Gustav, i miei nonni che non sento da una vita, i parenti di Tom.
Qualche giorno fa ho chiamato Tom e abbiamo deciso che diremo tutto il prima possibile anche se dovremmo affrontare delle difficoltà.
Più ci penso e più mi rendo conto che stiamo facendo una cavolata, ma io lo amo così tanto.
- Bionda... vieni un attimo - mi chiama sempre quando faccio bei pensieri.
- Bill che vuoi? Sto mettendo a posto la mia camera -
- Lo so però vieni - sbuffo e vado in camera sua.
Appena entro lo vedo davanti allo specchio intento a sistemarsi la cravatta.
- Wow... perchè ti sei vestito così? - si volta e mi guarda storto.
- Domani c'è il matrimonio di mamma e Alexander e verranno anche i nonni e i tuoi parenti e io non voglio risultare come un sedicenne scatto... non lo farai nemmeno tu perchè io ti ho trovato un vestitino favoloso aspetta - va verso l'armadio, lo apre e poi mi mostra un vestito.
Ha un corpetto e una gonna molto corta fatta di pochi srati di tutlle. E' di un bellissimo azzurro che poi sfuma in un blu notte.
- Bill è... è bellissimo grazie... non dovevi -
- Cosa? Sai come sarai bella... ok ho pensato già a tutto... ti ho comprato delle scarpe che sono la fine del mondo e poi intorno alla vita ci va questa... - dalla scrivania prende una cintura di pietre dorate. - .... coordinata alle scarpe... che sono in camera di mamma non so per quale preciso motivo - sorrido e mi avvicino a lui.
- Grazie Bill però io pensavo di indossare una cosina così -
- Cosa? Tu non stai bene... vabbè che adesso mi spiego perchè stai con Tom... lui è come te.. una cosina così... voi non state bene con la testa - rido e mi butto sul letto.
- Ok. lo metterò... Bill non vedo l'ora di vedere Tom -
- A chi lo dici... sai costringerò anche lui ad indossare qualcosa di decente... gli ho comprato un abito quasi più bello del mio - mi metto a sedere.
- Lo sai che non lo indosserà mai, vero? - mi viene in contro e si siede accanto a me.
- Non se gli faccio questa faccia - i suoi occhi diventano grandissimi, gli angoli della bocca scendono verso il basso e le narici si allargano leggermente.
Che cucciolo.
- Che tenerezza -
- Ho le mie armi Biondina -
- Mi chiamo Bionda -
- Non è colpa mia... Biondina è più carino - si alza e si guarda di nuovo allo specchio.
Quel vestito lo fa sembrare ancora più magro.
Vabbè forse è meglio rimmettermi a lavoro.
Vado verso la porta senza dire niente, ma lui mi ferma.
- Signorina dove credi di andare? Ti devi provare il vestito - sbuffo sapendo che non ho scampo.
Prendo il vestito e lo guardo per bene.
C'è un piccolo problema però.
- Bill io non sono sicura che questo mi entri - si volta e guarda ad alternanza me e il vestito.
- No... ti starà un inconto... muoviti... indossalo... non vedo l'ora di vedertelo addosso - vado ancora verso il letto e ci appoggio il vestito.
Mi spoglio e comincio a vestirmi lentamente. Non vorrei rompere tutto quel tulle.
- Bill mi aiuti? - devo chiudere la lampo, ma voglio stare attena a non rovinare niente.
Come potrebbe rompersi con una piccolissima cerniera? Bho, ma io ne sarei capace.
Bill viene verso di me e mi aiuta, poi corre in camera si Simone e mi porta un bellissimo paio di scarpe con un tacco altissimo. Io soffro di vertigini quindi non so se riuscirò a starci. Comunque le prendo e le indosso, matto anche la cintura. Mi avvicino allo specchio sotto le risatine di Bill.
Mi guardo e devo dire che è motlo bello e che mi sta abbastanza bene.
Certo una principessa lo porterebbe meglio, ma mi sta bene.
- Sei favolosa - arrossisco quasi.
- Grazie -
- Povero Tom - fa un sorrisino strano.
Non voleva intendere quello che penso io, vero?
- Bill ma sei scemo? No dire queste cose - mi sento un pò in imbarazzo, ma poco visto che io Bill parliamo spesso di queste cose.
- Ma dai intendevo solo dire che Tom dovrà stare... attento - scoppia in una fragorosa risata.
Ma che ride?
Cioè ha detto che Tom deve stare "attento", ma è cretino?
Quando fa così lo ammazzerei, anche se quello era un complimento.
Comunque sia, rimetto gli abiti di prima e lascio Bill per finire di pulire la mia camera.
Rimetto a posto le ultime cose e dopo mi fiondo in bagno per fare una bella doccia rilassante. Appena ho finito, ripulisco tutto e mi vesto.
Mentre sto per scendere le scale sento Simone chiamarmi. Vado in camera sua e la trovo intenta a scegliere un paio di orecchini. Probabilmente quelli che metterà domani.
- Cosa c'è? -
- Bionda vorrei parlarti un secondo - si siede sul letto e mi fa segno di mettermi accanto a lei.
Mi siedo e sento che il cuore comincia a battere un pò troppo veloce rispetto al solito.
Perchè sono agitata? Tanto lei non sa niente.
Ok, sono ansiosa di sapere che vuole dirmi.
- Dimmi - la incito a parlare e lei prende un grosso respiro.
- Ecco... mmmh... sai io e tuo padre domani ci sposiamo e... e io diventerò sua moglie quindi a me piacerebbe che... non voglio sostituire nessuno però mi piacerebbe se tu cominciassi a non vedermi solo come Simone ma anche come... una... non come una mamma ma come una buona amica - rimango immobile a guardare il vuoto.
Già era difficile pensare che avrei dovuto dire a tutti che sto col mio fratellastro, adesso ci si mette anche Simone che vuole fare l'amica. E vorrei riportare alla mente che Simone è la mamma del mio fratellastro.
Ok, siamo solo in un casino pazzesco dal quale non usciremo mai ma, per il resto, va tutto bene.
Che le dico?
Sì, Simone facciamo le amiche però sai io sto con tuo figlio oppure Simone io e te non possimo essere amiche perchè sto con tuo figlio e perchè a me non servono gli amici.
Forse nessuna delle due risposte è quella giusta.
- Simone... io... io non so che dire... io... devo ammettere che tu mi sei sembrata una persona per bene dal primo momento però... io... eehm... ecco io... -
- Bionda se non sai che dirmi puoi anche pensarci... tranquilla non pretendo nulla... vorrei solo che sapessi che se hai bisogno di parlare o che ne so... di passare un pò di tempo insieme, io ci sono ok? - annuisco immediatamente togliendomi da tutti i problemi.
Mi alzo e vado via senza dire niente.
Scendo le scale e trovo Joe seduto sul divano insieme a Jody.
Sono venuti già due giorni fa e andranno via dopo domani, credo.
Vado in cucina e bevo tipo venti bicchieri d'acqua.
- Hey... vacci piano - l'acqua mi va di traverso e comincio a tossire dallo spavento.
- Jody... che paura - lei mi da due colpetti sulla schiena e dopo mi siedo sul tavolo cercando di riprendere il controllo di me stessa.
- Che ti prende? - mi chiede mettendosi di fronte a me.
- Niente... che deve predermi? - rispondo secca.
- Non lo so ti vedo strana -
- Sto benissimo Jody... forse sono solo un pò nervosa per domani - posso essere così bugiarda?
- Mmh... ok - mi guarda un pò stanita e dopo prende due bicchieri e li riempie di coca-cola.
Va via e mi lascia sola.
Le cose si stanno leggermente complicando.
Simone sposapapà e vuole fare l'amica, Jody e sospettosa, io domani indosserò un vestitino con una mini mini mini gonna e io e Tom non potremmo nemmeno darci un bacio visto che la casa sarà inondata di persone. Forse l'unica cosa positiva è che lui torna a casa, però, io ho un'ansia addosso che non so spiegare.
Ho paura che venga fuori questa storia prima del dovuto. Non so perchè la paura sta comparendo solo adesso però sto letteralmente tremando.
Ok, ho bisogno di parlare con lui.
Mi alzo e prendo il telefono, faccio il numero e aspetto che risponda.
*- Pronto -*
- Tom sono io... ho isogno di parlarti -
*- Hey calmati... dimmi tutto -*
- Aspetta... vado in camera mia -
*- Perchè ora dove sei? -*
- In cucina - mi lascio sfuggire una risatina alquanto isterica mentre corro su per le scale.
Arrivo in camera mia e chiudo la porta.
*- Allora che devi dirmi? -*
- Tom ho paura - mi metto sul letto con le gambe incrociate e la schiena contro il muro.
*- Di cosa? -*
- Non lo so... ho paura che scoprano tutto... ti prego torna a casa non ce la faccio più... Simone mi ha detto che ora che sarà la moglie di mio padre io potrei vederla anche come un'amica... capisci? Un'amica... come se fosse facile... Poi Bill mi ha comprato un vestitino che è bello ma è cortissimo... che devo fare? - quasi piango dal nervosismo.
*- Bionda prima cosa domani indossa il vestitino, seconda cosa Simone trattala come l'hai sempre trattata, terza cosa non avere paura e quarta cosa torno domani mattina... capito? -*
- Spiegami come cazzo fai a mantenere la calma - sbuffo e comincio a muovermi per tutto il letto.
Sembro presa da spasmi muscolari o forse è solo che sto impazzendo.
*- Non lo so... non vedo l'ora di vederti -*
- Anche io... perchè non vieni ora? - piagnucolo.
*- Non posso... lo sai che ci divide solo qualche ora? Quando queste ore saranno passate io tornerò a casa e noi passeremo tanto tempo insieme -*
- Quanto tempo? -
*- Mmh... tutti i giorni dalla mattina alla sera -*
- Davvero? - comincio a calmarmi.
Ha un effetto rilassante su di me.
*- Sì -*
- Ok - sento Bill urlarmi qualcosa di incomprensibile, il che vuol dire che ha bisogno di qualcosa. - Tom devo andare... tuo fratello mi reclama -
*- Ok... salutamelo... ci vediamo domani e mi raccomando stai calma -*
- Sì, mi sono calmata... a domani - dopo i saluti stacco e appoggio il telefono sul letto.
Ho ancora paura, ma ha ragione lui. Devo mantenere la calma.
Andrà tutto bene.

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Capitolo 42
*** Quarantaduesimo Capitolo. ***


Ed ecco il quarantaduesimo capitolo!!! *_* xD
Grazie davero per tutte le recensioni... spero che anche questo capitolo vi piaccia!
Buona lettura <3

- Allora come va? -
- Come pensi che possa andare? Domani mattina mio padre sposerà tua madre -
- Lo so... Bionda però non essere così... così... bho non sembrare così nervosa -
- Bill io non sono nervosa ho solo paura -
- E di cosa? - si siede sul divano accanto a me.
Di cosa ho paura?
Non so se vorrebbe saperlo davvero.
Ho paura di tutto in questo momento: di vedere i miei nonni, di guardare mio padre e Simone che si scambiano gli anelli, di rivedere Tom anche se è quello che voglio più di ogni altra cosa, ho paura di conoscere la madre e il padre di Simone, di guardare neglio occhi tutta quella genete che non sa di me e Tom, di dover dire alle persone a cui voglio bene che amo il mio fratellastro, di affrontare i problemi e i giudizi che ci saranno sicuramente, di deludere quelli che mi stanno a cuore, di soffrire. Forse in questo momento ho paura anche di essere felice.
- Non lo so Bill... è difficile anche coordinare i pensieri in questo momento - non gli dico la verità perchè è da quando che lo conosco che, anche se gli voglio bene e lo sento davvero come un quasi fratello, mantengo una leggera distanza.
Mi sono sempre creata un muro che per un pò era sparito perchè ero felice, ma adesso si sta lentamente ricostruendo perchè comincio ad essere debole. Per questo non tutti sanno come sono davvero. Non a tutti mostro la vera me e forse non l'ho mostrata nemmeno a Tom, ma il fatto è che io proprio non ce la faccio a far vedere agli altri il mio lato triste e debole. Preferisco tenermelo dentro e sembrare nervosa, agitata, felice.
- Bionda fra qualche minuto arrivano tutti gli invitati del matrimonio... o almeno solo i parenti... quindi se devi dirmi qualcosa dimmela subito - lo guardo negli occhi.
Vedo il suo sguardo pieno di speranza. Vorrebbe che io gli dicessi qualcosa in più di un "non lo so". Sto cercando di sforzarmi, ma non ci riesco. Vorrei dirgli tutto quello che penso, però, non ce la faccio.
Spero davvero di non aver deluso le sue aspettative.
Abbasso lo sguardo e lo sento sospirare.
Mi dispiace davvero tanto Bill, ma non ce la faccio. Sono troppo fragile per fargli capire quanto sto male adesso.
Sento suonare il campanello. Sono arrivati tutti. Subito, sento papà, Simone, Joe e Jody ridere mentre sendono le scale e si dirigono, felici, alla porta.
Bill si alza, si sistema la maglietta che si era leggermente alzata e dopo fa un gesto che non mi sarei aspettata. Credevo che sarebbe andato via, lasciandomi da sola, ma così non è stato. Mi tende la mano e mi sorride impercettibilmente.
All'inizio non so che fare, ma appena sento le voci di tutti che si avvicinano sempre di più, l'afferro fermamente e mi alzo.
- Grazie - gli sussurro e lui si limita a fare spallucce.
Insieme andiamo verso gli altri.
Ci sono davvero tutti: i miei nonni paterni, zia Cary, i nonni di Bill e un bambino che avrà più o meno sette anni.
Mi stampo un sorriso che sembra felice e comuncio a salutarli tutti.
Ci presentiamo gli uni con gli altri visto che, oltre Simone, Bill e Tom, io in quella famiglia non conoscevo nessuno. Ho scoperto che il bambino piccolo si chiama Chester e di anni ne ha sei. E' il figlio della sorella di Simone che, però, non è potuta venire oggi e quindi arriva domani.
Ci prepariamo tutti per uscire.
Abbiamo una camera per gli ospiti però non ci entrano tutti quindi papà ha deciso di prendergli delle camere in un hotel qui vicino e, già che ci siamo, stasera ceneremo nel ristorante dell'hotel.
Non ho la minima voglia di uscire, ma devo farlo.
Una volta arrivati, ci dirigiamo al ristorante e ci sediamo tutti ad un tavolo apparecchiato apposta per noi.
Io e Bill ci sediamo uno di fronte all'altro e accanto a lui si siede Chester.
E carinissimo. Ha dei grandissimi occhi blu, i capelli rossi e delle piccole lentigini sul naso.
Gli altri cominciano a parlare mentre io mi guardo intorno.
Vorrei sapere come sta Tom. Lo so che l'ho chiamato stamattina, ma vorrei sentirlo di nuovo, vorrei sentire la sua voce perchè riesce a calmarmi mentre, tutte queste voci insieme, mi innervosiscono sempre di più.
- Bionda a che pensi? - sento la voce di Bill, ma mi appare così lontana che nemmeno rispondo.
- Hai un nome strano - questa vocina però cattura la mia attenzione.
E' proprio lui, il bambino dagli occhietti blu.
- Davvero? -
- Sì... non lo avevo mai sentito - gli sorrido dolcemente.
- Adesso lo conosci, no? -
- Sì... mi piace -
- Anche il tuo nome è bello -
- Grazie - sorride e prende un bicchiere di acqua con entrambele mani e comincia a bere.
- Bill - lo chiamo.
- Mh? - alza lo sguardo su di me, inarcando le sopracciglia.
- Pensavo a Tom - fa un mezzo sorriso e afferra il menù.
- Tieni carnivora... so che qui fanno un ottimo pollo - rido e comincio a leggere le portate.

                                                                                               * Due ore dopo *

Siamo tornati a casa da circa mezz'ora e adesso sto cercando di addormentarmi, ma non ci riesco.
Non sopporto più nemmeno i miei stessi pensieri. Non posso essere così confusa, non lo sono mai stata così tanto.
Ho sete.
Qualcuno mi porti dell'acqua o qualcosa di iper alcolico, per favore.
Nessuno legge i miei pensieri quindi nessuno si alza per andare a prendermi qualcosa che mi disseti.
Sbuffando, mi alzo e scendo. Vedo la luce accesa in cucina. Qualcuno l'avrà lasciata accesa.
Arrivo in cucina, ma non è vuota.
- Papà -
- Hey - mi sorride e, quando sono vicino a lui, mi da un bacio sulla guancia.
- Che ci fai in piedi? - gli chiedo aprendo il frigorifero.
- Non riesco a dormire -
- Ansioso per domani? - prendo una bottiglia d'acqua e comincio a bere sedendomi al tavolo.
- Credo di sì... non vedo l'ora - si siede accanto a me con un bellissimo sorriso.
Non rispondo perchè non so che dirgli. Mi sono sempre aperta con lui, ma stavolta non posso.
- Bionda cosa c'è? Ti vedo così triste ultimamente - mi appogglia una mano sulla spalla, teneramente.
- Non lo so... forse è tutto questo che mi fa confondere cioè tu... tu ti sposerai con un'altra donna e lei mi ha... lei vuole conoscermi meglio e vuole essere mia amica però bho non lo so ultimamente è tutto così confuso -
- Mi dispiace - lo guardo interrogativa.
- Per cosa? -
- Per averti tolto così velocemente dalla tua vecchia vita e mi dispiace perchè so che sarei dovuto stare più al tuo fianco in questo momento... mi puoi perdonare? -
- Ma certo papà... e poi non è colpa tua se sto così... stai tranquillo - gli sorrido e lo abbraccio.
Era da tanto che non abbracciavo mio padre e devo dire che la cosa mi è un pò mancata.
Sciogliamo l'abbraccio e mi alzo. Ripogo la bottiglia nel frigo, saluto papà e mi dirigo verso le scale. Mi trascino al piano superiore e mentre sto per entrare nella mia camera, sento una porta aprirsi alle mie spalle. So che non è lui, ma quanto vorrei che fosse Tom. Mi giro e vedo Chester uscire dalla stanza, ancora addormentato.
Lui è voluto venire a dormire qui. Avevamo pensato si farlo dormire con Bill, ma alla fine lo abbiamo messo in camera di Tom visto che il letto era libero.
- Hey Chester che ci fai in piedi? -
- Devo andare in bagno - sorrido.
- Ok... dopo vai a dormire perchè ti servono le energie per domani -
- Va bene... ma Tom dov'è? -
- Ehm... lui... lui viene domani, ok? -
- Ok - corre verso il bagno e ci si chiude dentro.
Sorridendo, rientro nelle mia camera e mi metto a letto.
Questo bambino è troppo tenero e nei suoi modi di fare, mi ricorda molto Tom.
Tom. Sarà bellissimo rivederlo domani.
Sarà ancora cambiato? Chissà.
Sto impazzendo. Voglio vederlo, abbracciarlo, baciarlo e ancora abbracciarlo, baciarlo e abbracciarlo di nuovo.
Forse appena lo vedrò non potrò fare una cosa del genere ma, poi, quando saremo soli, lo farò.
Mi viene il sorriso anche solo a pensare a lui. Svanisce sempre peò perchè so benissimo che noi non siamo una di quelle belle coppiette innamorate. Infatti, nessuna di quelle coppiette felici è formata da due fratellastri.
Perchè non posso essere felice con lui come chiunque altro?
Vabbè, meglio dormire sennò domani non mi alzo.
Dopo aver abbassato il volume della TV, mi metto sotto le coperte e, anche se presa dalle mie ansie e paure, mi addormento.

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Capitolo 43
*** Quarantatreesimo Capitolo. ***


Quarantatreesimo capitolo!!!
Bene, bene, bene... capitolo lunghetto per voi (non troppo in fondo xD) che tratterà le ansie di Biaonda, il ritorno di Tom e il matrimonio si Alexander e Simone.
Per chi recensirà ho una piccola domanda che faccio giusto per curiosità: come ve lo sareste aspettato il ritorno di Tom? (probabilmente/sicuramente diverso da come l'ho immaginato io :D)
Bhe a questo punto vi auguro una buona lettura miei bei seguaci <3

                               BIONDA BECKER.

Mi sveglio di soprassalto.
Ho avuto un incubo. Ho sognato che eravamo tutti in salone e quando io li chiamavo loro non mi sentivano. Mi ingnoravano completamente e io urlavo senza speranze di essere sentita.
Mi siedo e mi strofino gli occhi. Velocemente guardo l'orario e noto che sono solo le 06:20. Il matrimonio è durante il pomeriggio e Tom dovrebbe tornatre un pò prima, ma adesso è troppo presto.
Uffa, ho freddo. Come non averne? E' quasi Dicembre.
Mi chiudo in quello che da oggi è il mio mondo: sotto le coperte.
Da oggi in poi quando starò sotto le coperte non voglio essere disturbata da nessuno.
Che comodo questo letto. Chissà se Tom sta dormendo e se il suo letto è comodo come il mio. Quando torna glielo chiedo, se non lo era lo farò dormire tutte le sere sul mio. Non  merita di essere trattato come lo tratta Jorg.
Lo voglio qui, adesso, ora, in questo momento.
Comincio a fissare la porta. Se penso intensamente che fra un secondo entrerà in questa stanza, succederà?
Ma che sto dicendo? Non succederà mai. Devo aspettare. Non voglio, non voglio, non voglio, non voglio, non voglio e non voglio. Deve stare qui. Mi mancano troppo i suoi abbracci, i suoi baci, i suoi sorrisi, i suoi modi di fare, il suo profumo e, cosa molto importante, mi mancano le sue felpe.
Guardo di nuovo l'orario e sono passati solo quattro minuti. Perchè il tempo scorre veloce solo quando ti diverti?
Mi giro su un lato e comincio a guardare il graffito. Ricordo ancora quando me lo fece. Provavo già qualcosa per lui solo che ritenevo impossibile starci insieme. Come facevo a non sopportarlo? Lui è così dolce. Si trattava solo di far uscire questo lato dolce e io ci sono riuscita.
Con questi dolci pensieri, mi addormento di nuovo.

                           * Qualche ora dopo *

Uno strano rumore, una dolce melodia mi svagliano.
Ho gli occhi appannati e la stanza è scura quindi non riesco a capire da dove provenga questo suono così dolce e lento.
Mi giro nel letto cercando di mettere a fuoco le immagini e quello che vedo mi lascia spiazzata.
Non posso credere ai miei occhi, forse ho le allucinazioni.
Ditemi che lo sto vedendo davvero.
- Tom - lo chiamo con la voce ancora impastata dal sonno.
- Hey piccola... ti sei svegliata - si alza dalla sedia e poggia la chitarra sulla scrivania.
Viene verso il letto e si sdraia accanto a me mettendomi un braccio intorno alla vita.
- Non sto sognando vero? -
- No, non stai sognando - sorrido e mi stringo forte a lui.
- Tom? -
- Sì? -
- Mi dai un bacio? - non se lo fa nemmeno ripetere.
Appoggia delicatamente le sue labbra sulle mie, entrambe si schiudono quasi subito facendo scontrare le nostre lingue.
Sento dei brividi freddi in tutto il corpo mentre una sua mano mi sfiora la schiena e le mie stringono la sua maglietta all'altezza delle spalle.
Non voglio smettere di baciarlo, non voglio smettere di setire questi brividi e non voglio smettere di amarlo.
Questo è uno di quei momenti che mi porterò nel cuore per sempre. E' tutto perfetto.
Comincio ad avere il fiato corto quindi lo allontano leggermente.
Ci guardiamo negli occhi anche se devo dire che col buio è difficile, ma ci riesco. Sposto una mano sul suo volto e lo accarezzo. Ho bisogno di toccarlo perchè voglio convincermi che non sia solo un sogno o un'allucinazione.
Siamo vicinissimi, sento il suo respiro un pò affannato nel silenzio della stanza e questo mi fa capire che è davvero tornato. E' tornato per stare con me.
Mi avvicino ancora di più fino a far sfiorare le mie labbra con le sue. Essere fra le sue braccia, adesso che tutto per me andava male, è la sensazione più bella del mondo. Lui è qui ed insieme riusciremo a superare tutto, ne sono certa.
Mi lascio coccolare dalle sue mani e mi faccio stringere dalle sue braccia che sembrano non aver intenzione di liberarmi da questa stretta forte e decisa, ma allo stesso tempo dolce. Senza nemmeno accorgermene, mi ritrovo di nuovo a baciarlo. Amo i suoi baci, riescono ad essere così sensuali e focosi da farti mancare il fiato, ma sono anche così teneri da lasciarti senza parole.
Stringe leggermente il mio labbro inferiore fra i suoi denti e io sorrido.
Il mio cuore sta facendo le capriole e le budella mi si stanno contorcendo facendomi provare il dolore più piacevole che potessi sentire.
- Mi sei mancata terribilmente - sussurra posandomi un bacio sulla punta del naso.
- Anche tu - prendo ad accarezzare ogni millimetro della sua guancia.
Mi sento scuotere dall'ennesimo brivido ed inizio a tremare.
- Hai freddo? -
- No... sei tu - lo sento sorridere e dopo arriva un altro bacio che ci unisce per qualche minuto.
- Dovremmo alzarci - tenta di togliere il braccio dalla mia vita, ma glielo impedisco.
- No, voglio restare qui -
- Alexander e Simone  sono usciti per fare non so cosa per il matrimonio... se dovessero tornare e trovarci così non so cosa potrebbe succdere - ascolto la sua voce.
Quanto mi è mancata.
- E che ci trovino così... non mi importa -
- Sì, prenderebbe un infarto ad entrambi - ride dandomi un bacio sulla guancia, poi si alza e mi prende quasi in braccio per tirarmi fuori dal letto.
Quando i miei piedi toccano per terra, mi prende il viso fra le mani e mi lascia un leggero bacio a fior di labbra.
- Tom io dico davvero... sono stanca di nascondere tutto questo... voglio che lo sappiano -
- Lo sapranno... molto presto - sospiro ed annuisco.
Mi prende una mano e camminiamo lentamente verso la porta. Appena la apre mi sento colpire da un'aria fresca e un luce forte, provenienti dalle finestre aperte.
Volto il viso verso di lui. Ho bisogno di vedere i suoi occhi, il suoi naso, le sue labbra.
Appena il mio sguardo incrocia il suo mi sento quasi svenire. Mi sembra un angelo. Mi osserva col sorriso sulle labbra e io faccio lo stesso per un pò, poi lascio la sua mano e incrocio le braccia intorno al suo collo. Comincio a dargli baci più o meno su tutta la faccia mentre lui ride.
Mi era mancato tutto di lui ma, soprattutto, mi erano mancati questi momenti. Istanti di dolcezza, tenerezza e massima spontaneità.
- Hey non mangiarti mio fratello - dallo spavento quasi spingo via Tom ma, poi, mi rendo conto che è Bill quindi mi calmo.
Ecco, io vorrei che tutti sapessero di me e Tom però la cosa mi spaventa, eccome se mi spaventa.
- Bill... vuoi farmi morire? - ridono.
Ma che hanno da ridere? Io mi sono spaventata a morte.
- Dai non prendertela... comunque vi avviso che sono le 14: 32 precise e fra tre ore e venti minuti avremo i genitori in comune quindi cominciate a prepararvi... Tom tu indosserai quel vestito -
- Non lo farò mai -
- Sì che lo farai -
- No -
- Tom... l'ho deciso io quindi tu lo farai -
- Bill... un pugno in faccia e ti giuro che tu nemmeno ci arrivi al matrimonio - Bill assume un'espressione incerta, forse anche un pò impaurita, poi scompare per le scale dicendo che lo avrebbe convinto ad indossare il vestito.
- Perchè non vuoi metterlo? Magari ti sta bene - mi avvicino a lui e lo abbraccio unendo le mani dietro la sua schiena.
- Sei pazza? Non metterò mai quel... coso - rido e lo stringo più forte.
Mi alzo sulle punte e gli lascio un bacio sulle labbra.
Vorrei dirgli che lo amo, ma non posso. Non lo faccio perchè adesso voglio solo aspettare che sia pronto lui a dirlo e quando lo sarà, io sprizzerò felicità da tutti i pori. Per adesso voglio solo godermi questi piccoli istanti di felicità.
Continuiamo a baciarci. Le nostre lingue si scontrano, si intrecciano e si separano.
- Tom - dico staccandomi dalle sue labbra.
- Mh? - lo guardo negli occhi.
Mi sto leggermente sciogliendo.
- Niente - questa è la mia risposta.
In effetti non avevo pronunciato il suo nome per un preciso motivo, ma mi andava di dirlo e di setirmi rispondere da lui, anche solo con un "mh?"
- Dai, hai fame? - mi chiede sorridendo.
- Sì -
- Anche io... scendiamo - si gira per andare verso le scale e le mie mani finiscono sulla sua pancia.
Appoggio la testa sulla sua schiena e lui intreccia le sue dita con le mie. Scendiamo le scale così, rischiando di cadere e romperci tutte le ossa del corpo.
Arrivati in cucina, troviamo Chester e Bill che mangiano del pane con la nutella e quindi ci uniamo a loro.
Costretta, mi siedo sulle gambe di Tom e prendo una fettina di pane cominciando a spalmarci sopra circa due Kg di nutella. Mentre lo faccio, Tom comincia a baciarmi il collo, ma lo allontano.
- Perchè? - mi sussurra posandomi un bacio sull'orecchio.
- Ma voi due siete fratelli o state insieme? - ecco perchè.
Ci voltiamo verso questa voce e incrociamo gli occhi di Chester che ci scrutano curiosi ed interessati.
Che cosa dobbiamo dirgli? La verità?
- No, loro si vogliono molto bene e per questo si abbracciano visto che non si vedevano da molto... vero? - Bill da oggi sarà il nostro angelo protettore.
- Sì - diciamo io e Tom in contemporanea.
- Ok... perchè non vi siete visti? - chiede ancora Chester.
- Perchè sono stato da... da mio padre -
- Aah... vabbè - fa spallucce e continua a mangiare tranquillamente.
Pericolo scampato.

                               * Tre ore dopo *

- Bill ma davvero devo indossarlo? -
- Sì... dai mentre tu ti vesti io mi vado a dare un'ultima sistemata - si alza dal mio letto e scappa verso la sua camera.
Io resto immobile con il vestitino che mi ha comprato lui fra le mani.
Non vorrei sembrare volgare il giorno del matrimonio di mio padre, però, devo ammettere che è molto bello.
Ok, ci metterei troppo a pensare a cosa indossare se non mettessi questo, quindi, mi spoglio e lo indosso lentamente. Lascio che il tessuto si appoggi sulla mia pelle e che il tulle scenda libero, lo chiudo e, poi, indosso le scarpe.
Mi guardo allo specchio e devo dire che non mi sta per niente male, però, è senza spalline e cortissimo.
Se avrò freddo, minimo prenderò a calci Bill per avermi costretta ad indossarlo.
- Bionda posso ent... wow - mi volto velocemente e lo vedo lì.
Sta fermo sulla porta a guardarmi con gli occhi sbarrati.
- Tom non... non guardarmi così - abbasso lo sgurdo un pò imbarazzata.
- Come vuoi che ti guardi? -
- Cerca di non guardarmi come se fossi mezza nuda - si morde le labbra e io in pratica sto sprofondando dalla vergogna.
Chiude la porta, viene verso di me e mi prende per i fianchi.
- Sei bellissima - si abbassa per darmi un bacio che diventa sempre più appassionato.
- Tom... Tom non fare così - dico separandomi da quel bacio che in fondo mi è anche piaciuto.
- Così, come? - fa per baciarmi ancora, ma lo allontano.
- Come se volessi saltarmi addosso - abbasso lo sguardo, imbarazzata dalle mie stesse parole.
Lo sento sorridere e, dopo, con una mano mi alza il volto.
- Ma io non voglio saltarti addosso... certo sei estremamente se...- lascia in sospeso la frase e io lo incito a parlare con lo sguardo. - ... estremamente bella, ma per me lo sei anche quando metti il pigiama con gli orsacchiotti, quando sei senza trucco e quando hai i capelli in disordine - sorrido.
Quello che mi ha detto è così dolce, ma mi fa arrossire ancora di più. La mia faccia avrà di sicuro cabiato colore mille volte.
- Perchè non dici niente? - mi chiede con un tono curioso.
- E' che... non so che dire - ammetto sincera.
- Bhe... non dire niente... dai andiamo... Alexander mi ha mandato qui apposta per farvi scendere - mi lascia un bacio sulle labbra e poi mi porta fuori dove incontriamo Bill che sta per scendere le scale.
- Oh che bella che sei... tu invece no... non capisco che problema hai con gli indumenti eleganti -
- Io il problema ce l'ho con la parola eleganza - fra le risate, scendiamo e troviamo Simone e papà pronti per andare a sposarsi legalmente.

                                 * Un'ora dopo *

Il grande passo è stato fatto.
Simone, da circa mezz'ora, ha sposato mio padre.
In fondo non è stato poi così brutto vederli mentre firmavano quei due pezzi di carta perchè li vedevo felici, davvero. Papà se la merita tutta quella felicità perchè, quando la mamma era ancora viva, lui non l'ha lasciata mai sola anche se soffriva per lei e so che, anche se adesso ama Simone, una parte del suo cuore è occupato dalla donna che aveva amato prima.
Pensare a lei mi fa rabbrividire e sento una lacrima scendere da un occhio.
- Hey Bionda - mi volto e vedo Tom che apre la porta della mia camera e viene verso di me.
- Che c'è? - mi metto a sedere sul letto e lo vedo che mi guarda con un'espressione preoccupata.
- Stavi piangendo? - mi prede una mano e la stringe mentre io annuisco.
- Pensavo a mia mamma -
- Ah... vieni qui - mi sporgo verso di lui e lo abbraccio.
Avevo proprio bisogno di un abbraccio adesso. E' così rassicurante averlo qui che vorrei tenerlo stretto per sempre.
- Perchè eri venuto? - chiedo sciogliendo l'abbraccio.
- Mamma e Alexander ci devono dire una cosa - annuisco alzandomi.
Ho ancora le scarpe quindi le tolgo e ritorno all'altezza dei pinguini.
Arrivati nel salone troviamo Simone, papà e Bill seduti sul divano.
Ci sediamo e papà comincia a dire che ormai si sono sposati e che finalmente Tom può stare con noi. Poi ci dice che lui e Simone avrebbero proggettato un piccolo viaggetto solo per loro due e ci chiedono se per noi va bene restare a casa da soli per qualche giorno. Noi, non conoscendo un motivo valido per dire di no, acconsentiamo alla loro partenza.
Domani mattina dovrebbero partire e tornare fra quattro giorni. Hanno addirittura chiesto al vicino di casa di darci un'occhiata ogni tanto.
Alla fine del lungo discorso, mi alzo e torno in camera mia.
Non vorrei stropicciare o rovinare questo vestitino, però, sono stanca. Mi metto a letto e lentamente mi addormento.

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Capitolo 44
*** Quarantaquattresimo Capitolo. ***


E rieccomi, finalmente, con il quarantaquattresimo capitolo!!
Chiedo scusa se non ho postato, ma sono stata in vacanza e non ho potuto connettermi (-.-'')
Bhe non vi annoio tanto e vi lascio al capitolo xD
                            BIONDA BECKER

- Mi raccomando state attenti -
- Nessun alieno ci teletrasporterà su un altro pianeta e nessun fantasma ci mangerà la testa quindi cara Simone stai tranquilla - dico mentre faccio colazione.
- Lo so ma sai lasciarvi non so più se sia una buona idea -
- Certo che lo è.. cioè vi rendete conto che andarvene da questa casa vi farà riattivare i neuroni? - interviene Tom appena uscito da una relazione amorosa con il suo cucchiaio.
- Hai ragione - risponde Simone ridendo.
- Amore sei pronta? -
- Sì, possiamo andare - papà prende la chiavi della macchina e tutti insieme usciamo.
Cominciano ad abbracciarci come se dovessero partire per la guerra e poi ci raccomandano le solite cose. Si mettono in macchina dopo circa ottocento anni e vanno via.
- Bene... torniamo dentro che fa freddo? - chiedo guardandoli ad alternanza.
Annuiscono e ce ne torniamo in casa. Andiamo in salotto e ci mettiamo tutti sul divano.
- Visto che io già mi annoio, che proponete di fare? - chiede Bill con tono annoiato.
- Mmmh... non saprei... intanto che tu pensi a cosa fare io e Bionda ce ne andiamo un pò di sopra, vero? -
- No, non è vero - ma è scemo? Crede che lascerò Bill solo per tutto il tempo?
- Ma io voglio le coccole - mi dice tirandomi verso di lui.
- Lo so ma per le coccole abbiamo tempo - sbuffa senza però lasciarmi.
- Ma se avete voglia di stare soli io me ne vado da Andreas perchè stesera lui vorrebbe andare ad una corsa di moto - dice Bill alzandosi e mettendosi difronte a noi.
Che tenero ci vuole lasciare da soli.
- Oddio e a me non dite mai niente? Ci vengo anche io - Tom mi spinge via e io cado praticamente con la faccia sul divno.
Questa me la segno: Bill e tenero, Tom è una bestia.
- Vabbè... ah e sai chi gareggia? - Tom fa segno di no con la testa mentre io cerco di stare dietro a quel discorso che per me non ha senso.
Conoscono mezza Amburgo solo per esserci venuti qualche volta. E' normale?
- Gareggia anche Samy - scoppiano entrambi in una favolosa risata.
Rido anche io ma solo per il fatto che lo stiano facendo loro e non per quello che ha detto Bill.
Chi è questo Samy non lo so ma visto che a loro fa ridere deve essere qualcosa di divertente.
- Bionda tu perchè ridi? - mi chiede Bill col sorriso e forse un pò incuriosito.
Bella domanda. Perchè rido?
- Ehm non lo so mi faceva ridere come ridevate - oddio che imbarazzo.
Bionda ma perhè ti metti sempre in nei casini da sola, eh? Sono deficente.
- Bionda noi ridevamo perchè Samy non sa nemmeno cosa sia una moto da corsa - questa volta e Tom a parlare.
- Ah ok... chi è questo Samy? -
- Samy ha capelli più lunghi dei tuoi, ha le unghie più lunghe delle tue ed è una ragazza -
- Io la definirei più oca che ragazza - dice Tom sorridendo
- Ok... se venissi anche io? - Bill e Tom si guardano per un istante e poi entrambi tornano con lo sguardo su di me.
-  Piccola non credo sia un posto per te quello -
- Perchè? - chiedo scandalizzata.
- Lì girano fiumi di alcool - Tom mi riabbraccia.
Che cazzo gli prende? Però è così dolce.
Scommetto che nessuno potrebbe dire di no ad un suo abbraccio.
Mi stringo il più possibile a lui e rimaniamo così mentre Bill decide di andare a fare una doccia perchè di questo passo non ci saremmo mai decisi sul da farsi.
- Tommy -
- Mh? -
- Ci devi andare per forza? - gli chiedo sedendomi sulle sue gambe e appoggiando la testa sulla sua spalla.
- Per forza no però era per passare il tempo - mi da un bacio sulla punta del naso e mi sorride dolcemente.
- Tu ci vuoi andare? -
- Se vuoi resto qui non c'è problema - oddio che tenero.
Lo so che vorrebbe andarci però per me resterebbe qui. Lo amo, non c'è niente da aggiungere.
- Vai... non fa niente mi guardo un pò di tv mentre non ci siete - gli sorrido e gli do un bacio.
- Sicura? - mi chiede staccandosi di pochi millimetri dalle mie labbra.
- Sicurissima - riunisco le nostre labbra per qualche minuto poi mi allontano.
Ci corichiamo sul divano abbracciati e cominciamo a baciarci e a dirci paroline dolci.
Mi sento molto più libera sapendo che papà e Simone non ci sono. Prima della loro partenza non avremmo potuto baciarci in giro per casa e di sicuro non si saremmo mai potuti dire certe cose sul divano. Questa situazione è bellissima, possiamo fare quello che ci pare e piace senza doverci preoccupare di essere scoperti. C'è una sola cosa che però rimane comunque nei miei pensieri e non mi lascia mai, penso sempre al fatto che dovremmo dirlo ai nostri genitori. Non possiamo andare avanti così, senza che loro sappiamo niente. Mi preoccupa il fatto di doverlo dire. Come facciamo? Una bella sera, mentre ceniamo, gli diciamo: sapete, noi stiamo insieme. Minimo prende un infarto ad entrambi.
Non so cosa pensare. Eppure dovrebbe essere così facile visto che siamo innamorati l'uno dell'altro, ma in questo caso il problema è proprio il fatto che siamo innamorati. Non dovremmo esserlo.
- Tutto bene? - annuisco sospirando.
Adesso va tutto alla grande, ma non so poi come andrà a finire.

                                                                        * Qualche ora dopo *

- Mi raccomando state attenti e Tom non ubriacarti - gli raccomando mentre stanno uscendo di casa.
- Perchè sono io quello che si dovrebbe ubriacare? - faccio spallucce. Lo vedo più predisposto alle sbornie.
- Non lo so... comuqnue non fatelo - abbraccio Bill e poi do un bacio a Tom.
Io e Tom, ovviamente, ci mettiamo anni e anni per separarci e poi vanno via.
Che faccio tutta sola a casa?
Mi metto sul divano e accendo la tv. Questo è il miglior modo per passare il tempo.

                                                                       * Alcuni minuti dopo *

Sono le 20:25, di Bill e Tom nemmeno l'ombra vosto che sono usciti da soli quindici minuti, io continuo a guardare la tv.

                                                                       * Altri minuti dopo *

20:32. Sono ancora davanti alla tv, ma questa volta con me ho il mio dolce amico di nome gelato al limone. Mi chiedo perchè non sono andata alla corsa con loro.

                                                                       * Ancora altri minuti dopo *

20:45. Questo è il diario di caccia di Bionda Becker, in diretta dal salone di casa Becker/Kaulitz. Nessuna telefonata dai dispersi di nome Bill e Tom Kaulitz e nemmeno una da parte di Alexander Becker e sua moglie. Io continuo a mangiare il gelato al limone che ormai è diventato liquido mentre guardo un film del quale non ho capito la trama.

                                                                       * Ancora tempo dopo *

20:57. Rieccoci al diario di caccia. Ancora nessuna notizia dal resto della mia famiglia. Ho trovato la risposta alla domanda che mi sono posta prima: non ci sono andata perchè sono deficente.

                                                                      * Minuti e minuti dopo *

21:10. Sto piangendo come un'isterica. Mi manca Tom.

                                                                      * Altro tempo passato *

21:25. Mamma mi mandi un angelo che mi salvi da questa noiosa serata?

                                                                      * Tempo dopo *

21:36. Sento il suono del campanello. Grazie mamma.
Corro alla porta e la apro senza esitare.
Mamma avevo detto angelo non diavolo.
- Jorg -
- Ciao Bionda... c'è Tom? -
- No, non c'è e comunque anche se fosse qui non lo farei venire a parlare con lei - tento di chiudere la porta, ma me lo impedisce.
- Lo so cosa pensi adesso, ma io non sono venuto per dirgi di tornare da me... voglio solo parlargli -
- Bhe avrebbe dovuto parargli molto tempo fa invece che farlo picchiare con qualcuno -
- Quando torna puoi dirgli solo che sono passato? - mi chiede sospirando e ignorando del tutto le mie parole.
- Sì, lo farò - No, non lo farò.
- Grazie... buonanotte - cammina lungo il viale con lo sguardo basso.
Mi fa quasi pena. No, non può farmi mi pena un uomo che ha rovinato la vita di Tom. Però poverino voleva solo dirgli una cosa e poi dal suo tono di voce mi sembrava molto più innocuo e meno autoritario, stavolta.
- Jorg... - si volta verso di me. - ... voglio sapere cosa vuole dire a Tom altrimenti non gli dirò mai che è passato qui - rientro dentro lasciando la porta aperta.
Mentre entro nel salotto la sento richiudersi. Mi siedo al tavolo del salone e lui, un pò esitante, fa lo stesso.
- Sei sola? -
- Sì, che vuole dire a Tom? - chiedo tagliando corto.
- Ecco io... io volevo dirgli che mi dispiace e che davvero mi pento per quello che gli ho fatto -
- Oh davvero? Adesso si pente? Non poteva pensarci prima di rendere la vita dei suoi figli un inferno? Perchè qui poi non parliamo solo di Tom, ma anche di Bill - sto cominciando ad alterarmi.
- Mi dispiace... cosa posso dire più di questo? Mi dispiace di non essere stato con loro e di non averli visti crescere... so che gli ho rovinato la vita e so che sarei potuto essere un padre migliore quindi chiedere scusa è l'unica cosa che posso fare - resto per qualche secondo in silenzio.
Vuole chiedere scusa ai suoi figli e questa è una cosa bella, ma come la prenderanno loro è il vero problema.
- Secondo lei Tom la perdonerà mai? E pensi anche a come la prenderà Bill che si è sentito sempre messo da parte -
- Probabilmente non mi perdoneranno mai però io devo farlo... capiscimi ti prego... ho bisogno di dirglielo - queste parole mi colpiscono.
Adesso la scelta è tutta mia. E se Tom e Bill dovessero soffrire ancora rivedendolo? Però, magari, potrebbero sistemare le cose fra di loro.
Non so che fare.
- A Simone non vuole chiedere perdono per tutto quello che le ha fatto? -
- Vorrei ma tanto so che non mi perdonerà mai... con i miei figli forse ho ancora una speranza e sinceramente se devo scegliere voglio il loro perdono non quello di mia moglie -
- Senta, io lo dirò a Tom poi se lui vorrà parlare con lei non glie lo impedirò -
- Bionda io... io domani vado a costituirmi per tutte le stronzate che ho fatto... speravo di trovarli qui perchè era la mia ultima possibilità per riallacciare i rapporti o non farlo ma comunque era l'unico momento per potergli dire che mi dispiace per tutto... per favore Bionda potresti dirgli che sono passato qui? Solo questo... bhe se vuoi però puoi porgli anche le mie scuse perchè so che loro non verranno mai da me - wow, mi fa pena poverino.
In fondo lui vuole solo essere perdonato anche se le cose che ha fatto sono state gravossime.
- Io dirò a Bill e Tom che è stato qui, ma tutto quello che ha detto a me non posso dirglielo io... deve farlo lei se loro gliene daranno l'opportunità-
- Grazie - si alza e va verso la porta, ma si ferma e torna indietro.
- Ha detto ti amo una sola volta in tutta la sua vita... non mettergli fretta - detto questo va via lasciandomi sola mentre fisso il vuoto davanti ai miei occhi.

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Capitolo 45
*** Quarantacinquesimo Capitolo. ***


Ed eccomi con questo nuovo capitolo!!!
Spero tantissimissimissimo che vi piaccia xD
Buona lettura <3
                                   BIONDA BECKER.              

- Ha detto ti amo una sola volta in tutta la sua vita... non mettergli fretta - detto questo va via lasciandomi sola mentre fisso il vuoto davanti ai miei occhi.
Cosa vuol dire?
Che significa che lo ha detto solo una volta?
A chi?
Quando?
Perchè Jorg mi ha detto questa cosa?
Quel "non mettergli fretta" mi fa capire che forse lui sa qualcosa di me e Tom altrimenti non ci sarebbe una spiegazione logica.
Oddio ho bisogno di saperne di più.
- Jorg - sussurro.
Mi alzo e corro fuori.
- Jorg - lui stava quasi per entrare in macchina, ma sentendo la mia voce, si blocca. Io rimango immobile accanto al cancello aspettando una risposta.
- Sì? -
- Perchè mi ha detto che non devo mettergli fretta? A chi non devo mettere fretta e soprattutto per cosa? - queste domande mi escono a raffica.
So benissimo di chi stava parlando, ma voglio he me lo dica lui per mettere in chiaro le cose.
- Sai benissimo cosa intendevo e di chi parlavo... è tanto forte quanto fragile... lasciagli il tempo che gli serve - lentamente entra in macchina.
A chi l'ha detto? A chi? Cazzarola.
Corro fino alla macchina visto che ancora non è andato via.
- A chi lo ha detto? Cioè lei mi ha detto che lui ha det... - mi interrompe.
- Non tocca a me dirtelo... se ti chiedi come faccio a sapere di voi due ti rispondo subito... tu e Bill siete venuti a casa mia avete visto tutto quello che gli ho fatto e quando lui è andato via e ti ha trovata lì era felice... io vi ho visti... ciao Bionda - senza dirmi una parola in più, va via e mi lascia sola in strada.
Lui ci ha visti, lui sa di me e Tom, lui mi ha detto che Tom ha detto solo una volta ti amo, lui mi ha detto di non metteregli fretta.
Non so che pensare. Cosa dirò a Tom quando torna? Come la prenderà? Cosa farà?
Sospiro e rientro in casa. Mi siedo sul divano e in silenzio aspetto il ritorno di Bill e Tom.

                    ***

- Hey... Bionda svegliati - apro velocemente gli occhi e resco appena a vedere Tom davanti a me.
- Hey... che ore sono? - mi metto a sedere lentamente.
- le 22:30... dai andiamo di sopra -
- No Tom devo dirti una cosa - mi guarda un pò confuso mentre io mi alzo.
- Cosa? - come glielo dico? Che gli dico? Ok Bionda, la verità.
- E' venuto Jorg e mi ha detto che domani andrà a costituirsi e voleva parlarti... sa di noi due - 
- Lo hai fatto entrare? - mi chiede serio come non mai.
- Sì - sussurro.
- Ma sei deficente Bionda? Da dove ti è venuto di farlo entrare? Perchè gli hai aperto? Oddio -
- Scusa Tom è solo che lui mi ha detto delle cose e... e mi sembrava sincero -
- Oh sì... ti sembrava sincero... e che ti avrebbe detto? -
- Tom lui volea solo parlarti anzi voleva parlare con te e Bill -
- Certo - sospira e si siede sul divano.
Non so che fare. Oddio spero che non si sia arrabbiato troppo, anzi, spero che non si sia arrabbiato con me.
Comincio a sentirmi davvero male. Non vorrei che lui si arrabbiasse e che se la prendesse con me.
- Vieni qua... - mi avvicino e mi siedo accanto a lui. - ... Bionda tu mi devi promettere che con quello non ci parli più -
- Va bene... però Tom lui domani si va a costituire... tu non vuoi dirgli nulla? -
- Certo... un bel vaffanculo -
- Tom... lui vuole solo... - no cazzarla non devo dirglielo io.
- Vuole solo? -
- Cacchio Tom io so quello che vuole dirvi però non voglio essere io a dirtelo... non è giusto -
- Che dovrei fare io? -
- Andare da lui Tom... solo questo - mi guarda.
- Va bene... ma lo faccio solo perchè me lo hai detto tu - gli sorrido e lo abbraccio.
So che forse non vuole andarci però credo che parlare con Jorg potrà fargli bene. Io non lo costringerò a fare niente, se vuole perdonarlo o no sarà una sua scelta, ma credo che tutti meritino una secodna opportunità.

                      ***

- Buonanotte -
- No Tom non te ne andare - lo tiro per unbraccio facendolo cadere sul letto accanto a me.
Ride e mi abbraccia.
- Devo restare qui? - mi da un bacio sul collo per poi risalire sulle labbra.
- Sì - lo stringo forte e lui comincia a caciarmi su ogni centimetro della faccia.
Lo adoro quando fa così. E' dolcissimo, sembra un orsacchiotto da stringere. Vorrei che questo giorni non passassero mai. So benissimo che quando torneranno papà e Simone non potremmo essere liberi di fare quello che vogliamo quindi me godo questi piccoli momenti di libertà e felicità.
- Tom -
- Mh? - si appoggia sui gomiti e mi guarda.
Cacchio mi sto sciogliendo come un ghiacciolo al sole.
- Tom quando... quando torneranno gli diremo di noi due? - resta un pò sorpreso o scioccatodalla mia domanda.
Oddio spero che anche lui voglia dirlo a Simone e papà perchè io voglio e vorrei che anche lui lo volesse perchè se lui non lo vuole e io lo voglio io dovrò aspettare perchè non mi va di costringerlo a fare qualcosa che non vuole fare.
Ok, Bionda stai tranquilla, va tutto bene.
- allora? - chiedo visto che non ha ancora detto niente.
- Ehm... ok... sì - lo vedo poco convinto.
- Tom sicuro? No perchè se tu non vuoi ancora dirglielo non fa nien... -
- No Bionda io voglio dirglielo... tranquilla... quando tornano gli diremo tutto - mi sorride e mi da un leggero bacio sulle labbra.
Forse è davvero arrivato il momento che tutti sappiano di noi.
Forse, finalmente, mi libererò di un peso enorme.
Forse non accetteranno in nostro rapporto.
Forse la prenderanno bene.
Forse io e Tom non avremo un lungo futuro o forse sì.

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Capitolo 46
*** Quarantaseiesimo Capitolo. ***


Quarantaseiesimo capitolooo!
Spero che vi piaccia... lo spero davvero tanto tanto!
Vorrei ringraziare che continua a recensiere, chi legge e ovviamente ringrazio in anticipo che recensirà!
Baci miei lettori <3

Suona la campanella.
Finalmente anche un'altra giornata di duro lavoro a scuola è finita.
Stamattina mi sono svegliata ancora abbracciata a Tom. E' stata un delle migliori sensazioni della mia vita. Vorrei fosse per sempre così.
Quando ci siamo alzati, abbiamo trovato una bella colazione ad aspettarci. L'aveva preparata Bill e devo dire che se l'è cavata. Appena finito di mangiare, ci siamo preparati per ritornare a scuola. Tom non ci veniva da molto ormai e tutti erano abbastanza sorpresi di rivederlo. Soprattutto i professori che non l'hanno mai visto di buon occhio. Per il momento direi che si sta comportando abbastanza bene e poi non ha urlato contro la prof di matematica quando lei gli ha detto che avrebbe fatto meglio ad impegnarsi visto il suo basso rendimento scolastico e la sua scarsa capacità di apprendimento. Da quello che so, i professori sono pagati per insegnare e non per prendere in giro gli studenti. Comunque se Tom è riuscito a mantenere la calma, lo farò anche io e non proverò ad ammazzare quella stronza che vive di numeri e di forme geometriche.
E' successa una cosa alquanto strana durante la ricreazione.
Andreas si è seduto accanto a me e mi ha fatto un discorso sull'amicizia e sull'amore. Non so, forse ha capito che io e Tom stiamo insieme. Spero di no altrimenti io mi ammazzo. Cioè sarebbe meglio che lo sapesse però bho, ho paura.
Adesso siamo tutti e quattro fuori scuola e ci stiamo dirigendo a casa nostra.
Trovo strano che Tom si sia dato una regolata e che soprattutto non prenda a schiaffi Andreas ogni volta che mi guarda, ma ne sono felice. In fondo si vede che si vogliono bene quidni sono tranquilla e serena. E' bello quando regna l'armonia. Da qui il detto: fate l'amore, non fate la guerra, no?
Li guardo. Stanno ridendo di qualcosa detta da uno dei tre.
Mi sfugge un sorriso.
Sarà difficile spiegare quello che c'è tra me e Tom a tutti, ma credo che possiamo farcela.
Io lo amo con tutta me stessa e so benissimo che anche lui mi ama. Non me lo ha mai detto, ma io lo sento.
Arriviamo a casa e io corro in camera mia. Mi spoglio e metto una tuta comoda. Odio tenere il jeans tutto il giorno, già è troppo se lo metto per andare a scuola. Esco e vado in bagno. Mentre sto per scendere le scale, mi sento chiamare. Mi volto e vedo Tom.
Quando è salito?
- Che c'è? - mi avvicino a lui che subito mi porta in camera sua.
Comincia a baciarmi e io sorrido.
Che gli prende improvvisamente?
- Voglio dirlo ad Andreas - dice improvvisamente.
Resto abbastanza spiazzata da questa sua affermazione. Non so che dire, cioè io voglio che lo sappia però non so se sia questo il momento.
- Tu non vuoi? - mi chiede riempiendo il silenzio che si era creato.
- No, cioè sì voglio... - che cacchio ho da perdere se comunque lo diremo a tutti motlo presto? Niente. - ... si glielo diremo... quando? -
- Avevo pensato dopo pranzo perchè ragiono meglio dopo aver mangiato - rido e lo abbraccio.
Forse una volta detto tutto ad Andreas sembrerà più facile affrontare l'argometo con papà e Simone. Spero di sì.
- Dai scendiamo? - annuisco.
Arriviamo in cucina e troviamo Andreas ai fornelli. Ho scoperto solo oggi a scuola che una delle sue doti è quella di cucinare.
- Che ne dite di ascoltare un pò di musica finchè non è pronto il pranzo? - chiede Bill.
Tutti diciamo di sì e allora lui corre di sopra e ritorna con un CD di Pink. Da quando ascolta Pink?
- Hey da quando la ascolti? - ecco, Tom mi legge nella mente.
- Da qualche mese... mi piace un casino... Billi Joe può aspettare - ridiamo visto che lui è fissato con i Green Day.
Mette il CD nello stereo.
- Raise your glass è la mia preferita quidni cercate di non fare obbiezioni - ci avverte e mette proprio quella.
Cominciamo ad apparecchiare mentre cantiamo e balliamo come deficenti per tutto il salone.
Facciamo avanti e indietro dalla cucina mille volte e ridiamo come matti.
Appena è pronto il pranzo, spegnamo la radio e ci sediamo. Mangiamo velocemente e mettiamo in ordine.
Decidiamo di metterci tutti sul divano a guardare un pò di TV, ma visto che Tom mi sta guardando e mi sta dicendo con gli occhi che è arrivato il momento, mi avvicino a lui e ci sediamo accanto a loro due.
- Andreas... dobbiamo dirti una cosa - lui ci guarda con un'espressione interrogativa.
Cazzo ho paura.
- Cosa? - chiede, visto che nessuno fiata.
- Ehm... Andy... mmh... sai che io a fare discorsi lunghi faccio pena quidni te lo dico e basta - lui annuisce incuriosito e stranito da quelle parole.
Tom mi guarda e io gli prendo la mano annuendo. Quel gesto che ho fatto è saltato agli occhi di Andreas, me ne sono accorta e Bill sta sgranando gli occhi ogni secodno di più.
- Bhe vendi... io... io e Bionda stiamo... insieme - silenzio.
Tutto quello che c'è intorno a noi è solo silenzio. La tensione di taglia col coltello e nessuno ha intenzione di dire qualcosa. Io perchè ho troppa paura che lui possa prenderla male, Bill perchè non si aspettava che lo dicessimo adesso, Tom perchè sta aspettando che qualcuno dica qualcosa e Andreas perchè lui adesso è senza parole.
Che cacchio lo sapevo che non dovevamo dirglielo. Anzi no, non lo sapevo però la paura c'era.
Che situazione orribile. Si sente solo il rimore delle lancette dell'orologio. E' così fastidioso.
Dopo poco, Andreas si sistema meglio sul divano e prende un grande respiro.
- Lo sapevo - il mio sopracciglio va circa tre metri più in su del solito.
Come lo sapeva?
- In che senso? - gli chiedo.
- Me ne sono accorto... si vede lontano un miglio che vi piacete... - io sono davvero senza parole. - ... tu Tom Kaulitz non mi avevi mai detto di non chiedere ad una ragazza di uscire... eppure quella sera seduto prorpio su questo divano mi dicesti che era lei quella che non voleva uscire con me... già ti piaceva vero? - cacchio è vero.
Quando Andreas mi chiese di uscire per la prima volte, Tom si mise in mezzo dicendo che io non sarei voluta uscire con lui. Era geloso. Non ci avevo mai riflettuto.
Vedo Tom abbassare lo sguardo.
Sì, già gli piacevo.
- Sì - sussurra.
Andreas sospira. - Me lo aspettavo... tu non sei mai stato geloso di nessuna ragazza e se lo eri di lei voleva pur dire qualcosa - altro silenzio. - scusa - lo guardiamo straniti.
- Perchè? - chiede Tom.
- Perchè io mi ero accorto che ti piaceva e le ho comunque chiesto di uscire un sacco di volte - Tom gli sorride.
- Non fa niente - altri attimi di silenzio e poi succede una cosa bella e inaspettata.
Un abbraccio.
Si sono abbracciati.
Credo che sto per commuovermi.
Sciolgono l'abbraccio e, anche se è una cosa stranissima, ci sediamo tutti vicini vicini e cominciamo a guardare la TV.
Mi sento sollevata e felice.
Non se l'è presa e questo è un enorme passo avanti.

                      ***

Andreas è andato via qualche minuto fa e adesso siamo tutti i camera di Bill a perdere tempo.
In realtà nessuno dice niente perchè sappiamo che fra poco accadrà qualcosa di non motlo piacevole.
Ieri, prima di andare a letto, Tom ha raccontato tutto a Bill e dopo ha chiamato Jorg dicendogli che si sarebbero visti nel pomeriggio. E' come se stessimo aspettando la fine del mondo. L'aria puzza di ansia, paura, tensione, rancore e tanta rabbia.
- Tom non credi che dovremmo andare? -
- Sì - dice con tono scocciato.
Si alza dal letto e insieme vanno verso la porta.
- Bionda tu non vuoi venire? - più che una domanda era una supplica.
- Tom io non lo so... cioè voi dovete sistemare le vostre cose - sospira.
Io voglio accompagnarlo, ma non mi sembra giusto. Loro si devono parlare e io vorrei solo che chiarissero tutto da soli.
- Bill puoi lasciarci un attimo soli... scendo subito - annuisce e va via.
Tom si siede sul letto accanto a me e mi prende una mano.
- Bionda io voglio solo che tu sappia che se mi farà un discorso sensato lo perdonerò perchè sinceramente tutta questa storia mi sta solo opprimendo però se comincerà a dire cevolate io... io non so cosa potrei fare... non prendertela con me se faccio qualche stronzata, ok? - annuisco sorridendo.
- Tu non farai nessuna stronzata Tom... me lo sento - sorride anche lui.
So che andrà tutto bene. Forse perchè oggi, almeno fino ad ora, è andato tutto per il meglio.
Mi da un bacio e poi va via anche lui.
Io, non sapendo che fare, me ne torno nel salone e prendo il telefono.
Faccio una telefonata a Gustav. E' davvero tanto che non lo sento e mi manca un casino.
Ci salutiamo per circa trenta minuti e poi cominciamo a chiacchierare.
Cavolo solo ora mi rendo conto di quanto mi erano mancati i miei vecchi amici. Non è che adesso ne abbia tanti, ma a Berlino era tutto diverso. Lì anche se fossi stata sola, senza nè mamma, nè papà, nè mio fratello, avrei sempre potuto contare su di loro. Non sarei mai stata sola.
Restimo al telefono fin quando lui non mi dice che deve adare perchè sua sorella deve fare una telefonata.
Oddio la mia amichetta, sorella di Gusty, non sentivo la sua voce da tantissimo.
Appena attacchiamo, vado in cucina e prendo qualcosa da bere. Me ne ritorno in salone e mi siedo sul divano.


            ***


Mi sto annoiando.
Sono le 18:00 più o meno, credo. Non lo so, sono sdraiata sul letto di Tom. Mi mancava il suo odore e allora sono venuta qui.
Prima pensavo al passato di Tom. Non ho mai visto una sua foto da piccolo. Vorrei vederla, ma non avevo voglia di alzarmi e cercarla.
Adesso però, forse, un pensierino ce lo posso fare.
Mi alzo e comincio a cercare nei cassetti della scrivania, ma niente. Mi concentro, allora, sulle mensole. Tutti hanno una foto, anche se minuscola, di quando erano piccoli. Nemmeno qui niente.
Uffa, ma dove può tenerle?
Mi si sta lentamente accendendo una lampadina nel cervello.
La camera di Simone. Lei deve avere per forza un album di vecchie foto, no?
Vado nella camera da letto e cerco ovunque, ma niente.
Cacchio quanti segreti. Io in camera mia ho tutte le foto di tutte le gite fatte con i miei amici e con i miei parenti. Sono io quella strana? Non credo proprio.
Sbuffando me ne ritorno in camera di Tom.
Che cazzarola potrei fare?
Una telefonata a Ria? Sì, tanto fra poco Bill e Tom torneranno. Spendo dieci minuti del mio tempo se la chiamo e poi sentirla è un piacere.
La chiamo e cominciamo a chiacchierare di cose da ragazze cioè ragazzi.
Siamo state al telefono per un pò e poi riagganciamo.
Mi risiedo sul letto e mi guardo intorno.
Uffa, Tom ma perchè non torni? Io ti voglio qui, adesso.
Mi semra che il tempo non passi mai quando non c'è. Non so se è normale, ma è così.
Mi toca aspettare il suo ritorno. Intanto mi sdraio di nuovo sul letto e respiro a fondo. Il suo odore mi entra nelle narici e io mi sento come rinata.
Non vedo l'ora che torni. Sono curiosa di sapere come è andata e poi ho una voglia matta di abbracciarlo.

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Capitolo 47
*** Quarantasettesimo Capitolo. ***


Miei amatissimi lettori, eccomi qui con il quarantasettesimo capitolo (wow è tanto lungo da scrivere xD)
In questo capitolo vedrete il senso della frase di Jorg, quella sul primo 'ti amo' detto da Tom.
Spero tantissimo che vi piaccia e che recensiate: mi sento tanto sola :'(
Attenzione! sto leggendo una FF di appena 2 capitolo, mi farebbe molto piacere se la leggeste e deste un vostro parere: I don't care di P_Sunshine!
Grazie a tutti e buana lettura <3
                                BIONDA BECKER.
- Te lo giuro... lui continuava  aparlare e senza dare a Jorg il tempo di dire nemmeno una parola e alla fine è arrivato il bello... tieniti forte... gli ha tirato un pugno in faccia e gli ha detto: ti perdono, ma non farti vedere mai più... è andato via così... ci saresti dovuta essere è stato grandioso... sembrava una scena da film... sì, fighissimo - continuo a guardare Bill mentre si agita sul divano spiegandomi cosa è successo a casa di Jorg.
Non so come faccia ad essere così felice. Forse è perchè si è liberato di un peso parlando con suo padre. Tom da quando è tornato si è chiuso in camera sua, mi ha solo dato un bacio e mi ha detto che andava a dormire perchè era stanco e voleva stare solo.
Dopo andrò a vedere se dorme. Avrei voluto stare con lui perchè più che stanco mi sembrava triste, ma Bill mi ha trattenuto qiù e non mi ha mollata un secodno.
- Ok, figo.... Bill io vado a dormire... buonanotte - mi alzo e gli do un bacio sulla guancia.
- Ok, notte - comincio a saire lentamente le scale.
Spero che non stia dormendo perchè voglio parlare un pò con lui e se dorme non mi va di svegliarlo.
Mi avvicino alla camera e entro senza pesarci troppo.
Quello che sto guardando non è quello che mi aspettavo di vedere.
- Tom che cazzo fai? - si volta verso di me col fiatone.
- Niente... che faccio? - mi sorride e riprende a fare quello che faceva prima che io entrassi.
- Come 'che faccio?'... Tom tu... smettila - gli afferro un bracco e lui mi guarda scocciato.
- Bionda non sto facendo niente di male perchè te la prendi? -
- Tom avevi detto che avresti smesso - ride.
- Bionda io... io ho bisogno solo di sfogarmi un pò... non sto ammazzando nessuno -
- Lo so ma avevi detto basta con la boxe e adesso che fai? Ricominci... io l'avevo detto che lo dovevi buttare - dico furiosamente indicando il sacco da boxe.
Ma come può rifarlo? Mi aveva promesso che non avrebbe continuato, che avrebbe cambiato le sue abitudini e non lo sta facendo.
Mi sento profondamente ferita da questo suo comportamento e sono davveroarrabbiata con lui. Quando mi ha fatto promettere che non avrei pianto in sua assenza io ho fatto di tutto per non essere triste e piangere e lui adesso che fa? Si mette a fare quello che faceva prima. Ma non si rende conto che si è rovinato la vita per queste cose? Forse me la sto prendendo troppo, ma io lo faccio per lui. Era stato lui a dire che sarebbe cambiato tutto e invece adesso sta svanendo tutto.
Lo vedo sospirare e abbassare lo sguardo.
- Scusa - sospiro anche io.
Ecco, adesso mi sento in colpa per averlo trattato male.
Ma perchè mi sento cos'? Io voglio solo fargli capire che non è giusto. Almeno penso che non lo sia.
- Tom io... scusami tu forse sto esagerando - rimane in silenzio.
Non dice niente. Ho paura di averlo ferito.
Mi prende una mano e ci stendiamo sul letto.
- Tom davvero scusami... ho esagerato e poi... - mi blocca subito.
- No, non ti devi scusare è... è solo che io... mi serviva - gli serviva.
Mi sento piombare il mondo addosso. In fondo non è che stesse facendo chissà che cosa di male. Ho reagito così solo perchè lui aveva detto che non l'avrebbe più fatto.
- Ok... ma se tu vuoi parlare puoi... non lo so puoi dirlo a me ok? Io non voglio che tu ricominci a picchiarti con quella gente - mi sorride.
- Bionda... era solo un modo per sfogarmi non voglio tornare lì stai tranquilla... e poi se prorpio non ci torno posso picchiare Bill - mi sfugge un sorrisino divertito.
Come fa a farmi ridere quando mi arrabbio? Di solito non ci resce nessuno.
Mi faccio piccolina e mi accuccio vicina a lui che mi stringe subito.
- Ti amo - sussurro.
Cala un silenzio a dir poco imbarazzante.
Cavolo non dovevo dirlo, ma mi è uscito senza che io potessi farci niente. Non l'ho fatto apposta.
- Tom per favore dici qualcosa - dico velocemnte con voce spezzata.
Alzo lo sguardo e incontro il suo. E' diverso dalle altre volte. Lo vedo incerto, insicuro. Ho rovinato di nuovo tutto. Perchè non sto mai zitta? mi ero ripromessa di non ridirglielo.
- Io... Bionda io... - sospira pesantemente. - ... devo farti vedere una cosa -
- Cosa? - chiedo curiosissima.
Forse sta evitando il discorso, ma lo ascolto anzi lo guardo. Si alza e prende la chitarra galla custodia, la poggia sulla scrivania. Lo vedo frugare nella custodia ed estrarne qualcosa. Ritorna verso il letto e si siede accanto a me. Mi mostra cioò che ha preso: una foto.
C'è lui con una ragazza.
La prendo e la guardo.
Lei è davvero bella: capelli biondo scuro, linghi fino alle spalle, magrolina e con un bellissimo sorriso.
- Chi è? - abbassa lo sguardo prendendo un grosso respiro.
- Lei... era Fiona - abbassa lo sguardo.
Non so che dire. Ha detto "era", perchè?
- Perchè era? -
- E' morta - sussurra.
Rimango spiazzata ancora una volta.
Lo vedo stringersi leggermente, come a volersi proteggere da qualcosa. Mi avvicino lentamente e gli alzo il viso con una mano. Tutto quello che riesco a vedere adesso sono i sui occhi: arrossati e pieni di lacrime.
Sento come se milioni di spade infuocate mi stessero trapazzando e lacerando ogni singolo lembo di pelle.
Lui cerca di evitare comunque il mio sguardo rteando gli occhi da una parte all'altra della stanza, ma io sento che sta male.
Non so spiegare bene che sensazione sto provando, ma è come se leggessi la tristezza in tutti i movimenti che compie in questo momento.
- Tom stai... stai piangendo? - abbassa lo sguardo, ma io gli rialzo il volto.
- Chi era Tom? - gli chiedo facendomi prendere da un attacco di disperazione e tristezza.
- Lei era... - sospira a fatica. - ... era la mia... la mia ragazza... - deglutisce.
La sua ragazza? Non sapevo che avesse avuto una ragazza serai. Eppure, pensandoci, quella frse di Jorg forse adesso ha un senso.
Era lei la ragazza a cui Tom ha detto 'ti amo'.
- Tom posso chiederti... come... cosa le.. è successo - chiedo con un filo di voce.
Ho paura di parlargli anche se vorrei stringerlo fra le mie braccia e coccolarlo. Mi sta davvero piangendo il cuore vedendolo in questo stato.
- L'ho... l'ho conosciuta quando sono andato a vivere da Jorg... lei abitava con suo padre... la sua casa era prorpio di fronte alla mia... ogni volta che mi affacciavo dalla finestra la vedevo seduta sul muretto fuori casa sua, con gli auricolari nelle orecchie... stava sempre lì... a votle restavo lì a guardarla perchè mi infondeva serenità... la guardavo e mi rendevo conto che lei era perfetta... una sera ci incontrammo in un posto non molto lontano da casae ci sedemmo insieme su una panchina... ci mettemmo a parlare e io mi perdevo in ogni sua parola... non so dirti cosa mi sia successo con lei ma io quella sera le dissi che... che l'amavo... era così felice e lo ero anche io solo che... cazzo io mi...mi sono sentito in colpa per tutto questo tempo - riabbassa lo sguardo ancora pieno di lacrime.
Respira rimorosamente e le sue mani, lasciate cedere libere sulle gambe, tremano.
Sto cominciando a percepire un certo bruciore al naso e gli occhi mi si stanno bagnando di lacrime.
Vederlo così mi fa sentire ale. Non avevo mai visto questo lato di lui, non lo avevo mai visto piangere. Lui era quello forte, era lui quello che mi infondeva tutta la sicurezza di cui avevo bisogno.
Vederlo in questo stato mi sta dimostrano quella parte di Tom che non cnoscevo. Questo, forse, è il Tom di cui parlava Bill tanto tempo fa. Questo davanti a me è il vero Tom.
- Tom... - sussurro appena poggiando una mano sulla sua. - ... non so cosa sia successo a questa ragazza ma tu non devi sentirti in colpa - cerco di essere il più convincente possibile anche se le parole mi escono spezzate e si ercepisce tutta la tristezza che sento adesso.
- No... io dovevo tornare a casa con lei e invece.. invece l'ho fatta andare via sola... Bionda io ho sentito un rumore assordante... non lo dimenticherò mai... mi sono voltato a qualche metro più avanti c'era lei... cazzo Bionda era... era in una pozza di sangue e... - lo vedo, nella penombra, mordersi le labbra. Le stringe forte e dopo qualche secodno sento qualcosa di bagnato colpire il dorso della mia mano.
Una lacrima.
Fredda e piena di sentimento.
- ... mi è morta davanti agli occhi Bionda... sono passati due anni e da quel giorno ho gli incubi tutte le notti... la sogno stesa lì a terra con tutto quel sangue.. è orribile - alza lo sguardo e i miei occhi si imbattono nei suoi.
Sono completamente arrossati e pieni di lacrime pronte sfuggire. Infatti dopo pochi secondi scivolano dagli occhi per andare a bagnare le sue guance.
Mi sporgo in avanti e lo tiro fra le mie braccia. Lui si lascia abrracciare e dopo qualche secodno lo sento singhiozzare.
Ho un dolore allo stomaco e al cuore che mi risucchia.
Vorrei sapere di più, ma per il momento lo lascio libero di piangere. In fondo io sono qui per consolarlo in ogni momento.
Lentamente ci sdraiamo sul letto. Rimaniamo così, abbracciati.
Cerco di dimostrargli tutto l'amore che ho per lui in questo abbraccio anche se è difficile. Continua a piangere e io mi sento sempre peggio.
Stavolta sono io a dovergli dare coraggio, stavolta tocca a me il lavoro più duro.

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Capitolo 48
*** Quarantottesimo Capitolo. ***


Ed ecco a voi anche il quarantottesimo capitolo.
Sarà un pò lunghetto, ma ha i suoi motivi xD
Spero vi piaccia e se volete, recensite cari miei *__*
Baci e buona lettura <3
                              BIONDA BECKER.
 
Siamo ancora stesi sul letto. Abbracciati. Vorrei dire qualcosa, ma sentirlo piangere non mi da la forza necessaria. Non saprei nemmeno cosa dire. Sai Tom lei è morta, ma tu sei ancora vivo: puttanata, Tom ma lei è ancora qui con te: stronzata, ci sono io a consolarti adesso: cretinata. Non posso consolarlo se non ne ho la forza.
Adesso riesco solo ad abbracciarlo e ad asciugargli le lacrime come meglio posso.
Voglio fargli capire che io per lui ci sono e voglio che non si faccia problemi a dirmi tutto ciò che vuole, ma è talmente difficile adesso trovare le parole giuste. Non se nemmeno se ha voglia di parlare o vuole semplicente stare in silenzio. Non voglio farlo sentire peggio, ci starei male anche io quindi non ha senso.
Se ripenso a tutto quello che mi ha raccontato, quasi non ci credo. Isomma, non bastava già tutto quello che era successo con Jorg? No, ci si doveva mettere anche questa storia. Mi chiedo perchè non me lo abbia detto prima. Forse gli faceva troppo male parlare di questo. Credo proprio che sia così perchè parlare della storia di Jorg non lo ha fatto piangere, forse teneva troppo a quella ragazza. Da quello che stanno vedendo i miei occhi mi rendo conto che lui era davvero innamorato di lei e che forse perdendola, ha perso una grande parte di lui.
Continuo a passare lentamente le mani sulle sue guance per asciugarle dalle lacrime che continuano, però, a scendere come cascate.
Perchè ha dovuto soffrire già così tanto a soli sedici anni? Che cosa ha fatto di male per meritarsi questo? Ha vissuto cose orribile tutte insieme. Credo che io non avrei retto un tale peso.
Mi avvicino e gli poso un piccolo baio sulla punta del naso. Vedo comparire qualcosa simile ad un sorriso. Mi viene quasi da sospirare. L'ho fatto sorridere.
- Lo fai di nuovo? - mi chiede con voce ancora debole.
Sorrido e riavvicino le labbra al suo naso. Lascio un leggero bacio e lui sorride di nuovo.
- Come stai? - chiedo senza pensarci troppo.
Potevo anche limitarmi ad aspettare che lui dicesse qualcosa, ma sono un'idiota quindi dvevo parlare per forza.
- Se resti con me sto bene -
- Non me ne vado... resto qui finchè vuoi - passo una mano dalla sua guancia alla sua spalla.
Mi sorride.
Qyesto sì che era un bel sorriso.
Resta in silenzio qualche secodno e poi mi stringe leggermente abbassando lo sguardo.
- Scusa - sussurra.
- Per cosa? - chiedo stranita.
- Per averti parlato di Fiona... forse non avrei dovuto dirti che... che l'amavo visto che con te non ci riesco - gli alzo il viso con una mano.
- Non dire così... dovevi dirmelo Tom... non c'è ragione di scusarsi ok? Io sono qui per ascoltarti e se tu ora volessi dirmi altre mille volte che hai amato solo lei io... mi farebbe male ma lo capirei... davvero Tom... tu con me non devi avere segreti, ok? - annuisce e aumenta la presa sui miei fianchi.
- Quando è morta ho deciso che mai più avrei detto a qualche ragazza di amarla... penso che se lo dico poi finisce tutto male... Bionda io... io vorrei dirtelo davvero perchè provo qualsiasi tipo di sentimento legato all'amore per te però... ho troppa paura... ho paura che tutto possa scivolarmi di nuovo dalle mani capisci? - resto in silenzio.
Mi ha appena detto che anche se non me lo dice, mi ama lo stesso? Cosa posso dire adesso? Mi sembra che ogni risposta possa essere futile e superficiale.
Devo dire qualcosa altrimenti roinerò anche questo mometo già troppo pieno di dolore.
- Sì, ti capisco... Tom io voglio solo che tu sappia che io ti amo e se amarti vuol dire doverti aspettare e dover aspettare a lungo il momento in cui tu lo dirai a me io lo farò... non mi importa perchè tanto tu me lo dimostri ogni giorno... ogni volta che mi sorridi, ogni volta che mi abbracci e mi baci io lo sento - rimane in silenzio a guardarmi.
Tiene i suoi occhi fissi nei miei. Vorrei sapere quello che in questo momento sta passando nella sua mente.
Non so perchè ma adesso lo vedo sotto una luce diversa. Credo di aver conoscituo il vero Tom stasera. Il sui pianto liberatorio mi ha fatto capire che in lui non c'è solo quel lato forte e sfacciato, ma anche una parte debole. Questo suo lato lo ha tenuto nascosto fino ad adesso e rendermi conto di come può cambiare da un momento all'altro, mi fa capire che in affetti lui è un ragazzo come gli altri. Io però amo solo lui. Lo amo con tutta me stessa. Quando lo guardo, mi sembra che tutto si spenga perchè c'è solo lui davanti a me, quando mi sorride il cuore comincia a battere in una maniera impressionante e mi tremano le gambe ogni volta che mi sta vicino.
Non so se amare una persona significhi provare altre sensazioni oltre a queste, ma io sento questo e mi basta.
Mi perdo in tutti questi pensieri e mi lascio stringere da lui. Siamo vicinissimi. Mi sembra di rivivere lo stesso momento in cui ci baciammo per la prima volta.
Ci baciamo, proprio come la prima volta.
Questa volta sono io a piangere. Non so nemmeno perchè. Lui sorride sulle mie labbra e mi chiede il perchè delle mie lacrime. Gli rispondo qualcosa di sensato, m non sono sicura di avergli dato una motivazione seria. Sono troppo presa da questa situazione che nemmeno mi rendo conto di quello che mi sta succedendo.
Riprendiamo a baciarci e lentamente questo bacio si trasforma in qualcosa di più appassionato.
Le sue mani, dal mio volto, passano ai miei fianchi mentre le nostre lingue continuano a sfiorarsi, vogliose l'una dell'altra. Io non so cosa fare, insomma mi è già capitata una cosa così, ma era un'altra storia, un'altra persona, un altro momento. Semplicemente non era lui.
Questo bacio si prolunga finchè Tom non si mette sopra di me e lentamente, con le mani ancora salde sui miei fianchi, scende con le labbra sul mio collo. A stento riesco a muovermi. Sono completamente rapita dai sui baci, dai suoi movimenti. Sento dei brividi pervadermi e delle strane sensazioni all stomaco, diverse da quelle che provavo prima. Stavolta sono piacevoli.
Tom si allontana mentre le sue mani alzano leggermente la maglietta. Riprende a baciarmi e le sue mani continuano a toccare la mia pelle.
Non riesco a coordinare i pensieri. Mi sembra tutto così surreale. Tutti questi brividi e questi piccoli gemiti sommessi rendono l'atmosfera perfetta.
Comincia a lasciarmi piccoli baci umidi sul mento per poi scendere ancora una volta sul collo. Scende ancora più giù fino alla fine della scollatura della maglietta e, arrivato a questo punto, comincia a tirarla su. Io lo assecondo aiutandolo a sfilarmela.
Mi sento già completamente nuda davanti al suo sguardo che continua ad assaporare ogni mio minimo dettaglio. Le sue dita continuano a toccare la mia pelle passando dalle spalle alle braccia, dalle mani alla pancia.
Si riabbassa su di me e, banciandomi le guance, mi sussurra un ''sei bellissima''. Sorrido a questa sua affermazione.
- Anche tu - sussurro.
Sono indecisa su cosa fare. Non so cosa vuole che io faccia.
Perchè sono così tesa? Forse sapere che lui lo ha fatto miliardi di volte più di me perggiora le cosa, ma io l'hogià fatto. Perchè ho il cuore che vuole uscirmi dal petto? Perchè mi sento sempre più agitata? Dovrei cercare di godermi il momento, ma è difficile stare calmi adesso.
Mi posa un piccolo bacio sulle labbra e mi sorride.
- Bionda tu... lo hai già... - lo blocco subito.
- Sì - dico un pò imbarazzata.
Avrei voluto aggiungere un 'purtroppo' visto che la mia prima volta è stata con un ragazzo che credevo di amare, ma tutto quello che sto provando con Tom non l'ho provato con lui.
Mi risponde con un 'ok' appena accennato.
Con una certa lentezza mi passa le mani dietro la schiena e, insieme, ci solleviamo. Sono seduta sotto di lui e ci guardiamo negli occhi. All'improvviso ammassa lo sguardo e afferra le mie mani tremanti. Le porta verso il bordo della sua conottiera e, tenendole serrate fra le sue, mi aiuta a togliergliela. Lascia le mie mani e io continuo a tenere la maglia in mano.
Ho quasi l'istinto di odorarla per inebriarmi al massimo del suo odore, ma non lo faccio. La lascio cadere dal bordo del letto e ritorniamo ad ammirare i nostri corpi semi nudi.
Mi fa riappoggiare con la schiena al materasso e comincia a sbottonare i miei pantaloni. Li tira giù senza troppo problemi. Dopo avermi privata di quest'altro indumento, comicncia a sfiorare le mie coscie e a lasciare dolci baci sulla pancia che mi fanno rabbrividire dalla testa ai piedi.
Risale sulla mia bicca e riprende a baciarmi con molta passione, ma non eccedendo.
Non credo voglia rendere questo momento come quelli che ha già vissuto. Lo spero, non voglio essere come le altre. Voglio dimostrargli di poter essere sua del tutto. Con il cuore, con la mente e con il corpo.
Interrompiamo il bacio e in un modo o nell'altro gli tolgo i pantaloni.
Con un leggero imbarazzovisibile sul mio volto diventato ormai lievemente rosso, mi sbottono il regiseno e lo abbandono sul pavimento, accanto agli altri vestiti.
Una sua mano si posa su un mio fianco e l'altra mi accarezza il viso. Le sue labbra si allargano in un rossiso, forse si è intenerito vedendomi arrossire. Non so cosa stia succedendo in realtà. Mi sento un pò scombussolata, tesa, impaurita, ma allo stesso tempo felice.
Mentre formulavo questi pensieri, ho sentito le sue mani accarezzare ogni parte del mio corpo. Dalle più, alle meno intime.
Decido di non restare nuda da sola, quindi cerco di togliergli i boxer, ma lui mi ferma.
- Sei sicura? -
Sono sicura?
No, perchè avrei voluto sentirti dire quelle due paroline.
Sì, perchè ti amo.
Qual è la risposta giusta?
- Sì -
Se lo amo, sono pronta a questo.
Gli angoli della sua bocca si sollevano impercettibilmente e, poi, le nostre labbra si sfiorano dando vita ad un dolce bacio.
Gli tolgo anche l'ultimo indumento che ci separava e lui fa lo stesso con me.
Siamo nudi. Lui sopra di me e io sotto di lui. I nostri cuori battono a velocità impressionante. Le nostre mani tremano. Il suo corpo attrae il mio e viceversa. Siamo nudi, nel corpo e nell'anima.
Isuoi continui baci mi lasciano senza parole e il respiro si blocca di tanto in tanto. I suoi occhi cercano i miei come a volermi dire qualcosa. Quello che percepisco dal suo sguardo e una richiesta.
Sono pronta in generale? Sì.
Sono pronta per accoglierlo dentro di me, adesso? Sì.
Annuisco prendendo il suo viso fra le mie mani e baciandolo.
Dopo qualche secondo di assoluto silenzio, lo sento entrare dentro di me. Lentamente, senza troppa fretta.
Sento un brivido percorrere tutto il mio corpo. Un brivido costante che, in un attimo, mi fa venire la pelle d'oca.
Restiamo qualche secondo fermi ma, presto, cominciamo a muovere in nostri corpi. Funzionano come una cosa sola. Come una canzone scritta con amore, come un abbinamento perfetto, come le rime di una poesia.
Tutto dura minuti o ore, non lo so.
Gli ho dato tutta me stessa e lui ha concesso a me tutto se stesso.
Lo amo.
Lo amo ora più che mai.
Non rinuncerò per niente al mondo a lui. Non rinuncerò a non vivere più questa sensazione.
Dopo gli ultimi gemiti e i forti respiri, ci distendiamo vicini.
Ho provato milioni di sensazioni ineguagliabili e mi sento felice.
In fin dei conti non è stato così terribile come ho pensato qualche volta nella mia mente, anzi, è stato bello. Lui lo ha reso perfetto.
Mi metto a pancia in giù e comicnio ad osservare il suo petto che si alza e si abbassa a ritmo del suo respiro irregolare. Ci appoggio una mano sopra e lui sorride voltandosi verso di me. Asua volta, una sua mano si posa sul mio viso e lo accarezza dolcemente.
- Sei ancora più bella adesso - mi sussurra avvicinandosi di più a me.
- Davvero? - chiedo arrossendo leggermente.
- Sì - mi bacia e poi ci infiliamo sotto le coperte.
Rimaniamo abbracciati scivolando insieme, con calma, in un sonno sereno.

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Capitolo 49
*** Quarantanovesimo Capitolo. ***


Questo è il capitolo n. 49!!! WOOOOOOOOOOOW... il prossimo è il cinquantesimo al cinquantesimo??? Non ci posso credere!!! *.*
Questo capitolo arei dovuto postarlo ieri, ma non ho potuto quidni ve lo posto ora! ^-^
Capitolo completamente concentrato su Tom e Bionda, ma c'è qualcosa anche su Bill... chissà cosa deve dire di così importante a Tom?!
Bhe vi lascio al capitolo. Spero che vi piaccia. Baci <3
P.S. vorrei ringraziare memy889, Addicted__TH e Paolina91 che hanno il coraggio di recensire la mia FF ahahahahah...
                     BIONDA BECKER.          
       
Mi sveglio lentamete muovendomi leggermente ne letto.
Tutto quello che abbiamo fatto io e Tom ierisera mi ritorna alla mente.
E' stato bellissimo. Ricordo ogni minimo particolare, ogni movimento, ogni secondo passato su questo letto e, lentamente, sento la felicità farsi spazio dentro di me. Sorrido leggermente continuando a tenere gli occhi chiusi.
Sento un movimento accanto a me e, una manciata di secondi dopo, delle labbra moride si posano sulle mie. Sorrido a questo contatto e apro leggermente gli occhi.
La stanza e ancora scura a causa della finestra chiusa, dalla porta entra uno spiffero di luce che comunque non riesce ad illuminare la stanza. Riesco comunque a vedere Tom poco sollevato dal materasso che mi bacia.
Un risveglio così non l'avevo mai avuto.
- Buongirono - delle lettere non si sono sentite per via della voce ancora impastata dal sonno.
- Giorno - la sua voce invece e già fluida.
Si sarà svegliato da molto.
Mi poggia un braccio sulla pancia e si sdraia di nuovo accanto a me.
- Come stai? - mi sussurra all'orecchio.
- Bene - sorrido.
Sì, adesso sto benissimo. Mi sento come in un altro mondo dove ci siamo solo io e lui. Solo i nostri respiri e i nostri cuori che battono insieme come i nostri pensieri che corrono velocemente nelle nostre teste.
Mi giro verso di lui e comicniamo a guardarci neglio occhi. Così, senza dire una sola parla. I nostri sespiri si fondono insieme e gli angoli delle nostre bocche si alzano in alcuni momenti.
Quello che sta succedendo adesso è qualcusa di meraviglioso, magico. Non so spiegare la sensazione che provo guardandolo negli occhi dopo stanotte. Prima mi sentivo stringere lo stomaco, adesso è peggio.
Dovrei smetterla di dire che lo amo? Non lo so, ma lo amo. Lo amo con tutto il cuore è una cosa irrefrenabile. E' come sestessi mangiando il mio piatto preferito e non volessi smettere o più semplicemente è come respirare. Se smetti, ti senti male e io se cerco di non amarlo mi sento morire.
Il suo corpo ormai è come una calamita che mi attira. Non posso farci niente, è sempre così con lui.
Mi avvicino di più a lui e mi faccio piccola piccola lasciandomi stringere da lui il più possibile.
Rabbrividisco appena le sue mani mi toccano la schiena.
- Tom -
- Dimmi -
- Non ho voglia di andare a scuola... restiamo qui? - ride.
- In realtà noi ci dovevamo essere da un pezzo a scuola... sono quasi le 10:20 - aggrotto le sopracciglia.
- Ah... ok - seguono dei momenti di silenzio.
- Sai quando dormi sei davvero bella - arrossisco immediatamente.
Cavolo, mi sono sempre ritenuta ridicola mentre dormo. Chissà se russo, ma credo di no altrimenti me lo avrebbe già detto.
- Non mi guardare mentre dormo - piangnucolo come una bambina.
- Perchè? -
- Non farlo e basta - mi impunto e lui mi da un acio sulla guancia.
- Va bene... come vuoi - sta mentendo, lo sento.
Non gli dico niente.
All'improvviso peròmi viene in mente una cosa.
Bill.
Cacchio lui è andato a scuola? Lui ci ha visti? Ci ha sentiti?
Oddiovoglio morire.
- Tom... ma... Bill? -
- E' andato a scuola... prima è venuto qui per svegliarci ma tu dormivi e non volevo svegliarti - oh ma quanto è dolce?
Sto cominciando a sciogliermi.
- Sei tenero quando fai così - mi allungo leggermente e gli lascio un bacio sulle labbra, poi, rotorno alla posizione di prima. E' così comoda.
- E ti piace? -
- Tanto, tanto, tanto - ci sorridiamo e ci stringiamo forte.


           ***


Mi sveglio, anzi, mi risveglio.
Come ho fatto ad addormentarmi di nuovo?
Mi giro sull'altro l'ato e vedo Tom già sveglio.
Ma non dorme mai? Io pensavo che fosse capace di dormire ore ed ore anche dopo avre dormito ore ed ore.
- Da quando sei sveglio? - fa spallucce.
- Un pò - sorrido.
- Che ne dici di alzarci? Sono quasi le 10:30 - mugulo in segno di disapprovazione.
- Non voglio - sorride.
- Nemmeno io però ho fame -
- Va bene... in effetti anche io ho un pò di fame - dopo qualche minuto ci sediamo sul letto e io cerco per terra qualcosa da indossare.
Mentre metto le mani nel miscoglio di abiti, sento le sue braccia avvolgersi intorno alla mia vita e le sue mani toccarmi la pancia. Dopo qualche istante mi lascia alcuni baci sulla palla destra. Non posso fare ammeno di sorridere.
- Metti quella -
- Quale? -gli chiedo non capendo a cosa si riferisse.
- Questa - si sposta un pò da me e prende una sua maglia.
Bianca e abbsatnza gigantesca per i miei gusti.
- Tom almenoè pulita? -
- Sì, avrei e dico avrei dovuto piegarla ma non ne avevo voglia - scuoto leggermente la testa rassegnandomi a quanto possa essere inutile cercare di fargli fare una cosa tipo: piegarsi le maglie.
- Va bene - la indosso velocemente e mi metto in piedi sul letto.
La maglia scivola verso il basso arrivando a sfiorare le quasi fin sopra il ginocchio.
- Non ti sembro un'attrice? - mi porto le mani sui fianchi.
- No... sei più bella... - gli faccio un enorme sorriso e, praticamente, mi lancio addosso a lui facedolo ricadere con la schiena sul materasso. - ... e sei anche tanto sexy con solo questa addosso - la sua voce è cambiata e anche il suo volto e il suo sorriso sono cambiati.
Le mani, che fino ad ora stavano intorno al mio corpo, sono scese sulle mie cosce, fino all'orlo della maglia. Comincia a tirarla più su.
- L'ho appena messa -
- Non moriamo se la togli - rido e lascio che me la sfili.
La lascia cadere di nuovo per terra e comincia a baciarmi.
Ricomincia tutto. Come ieri, solo che adesso è più come un gioco e non c'è tutta quell'ansia che avevamo prima. I sentimenti, però, sono sempre gli stessi. Sono completamente presa da lui e questo non credo cambierà presto.
Le sue mani vagano sul mio corpo mentre io rabbrividisco ad ogni tocco.


       ***


- Tom... Tom - all'improvviso Bill fa irruzione in camera di Tom. - Oddio scusate io... cacchio voglio morire... ehm... torno più tardi ok? -
- Bill non stiamo facendo niente... comunque, volevi dirmi qualcosa? - dice Tom ridendo.
Bill intanto è diventato rosso in viso e cerca di distogliere lo sguardo da noi. Non ce ne sarebbe nemmeno bisogno visto che siamo coperti, ma forse pensare che sotto le coperte siamo nudi lo fa arrossire. Mi fa tenerezza quando fa così.
- Ehm... sì... è successa una cosa... vieni in camera mia? -
- E' così importante che non puoi dirlo qui? -
- No, dai.... lo so che ti rompo le palle però mi servi - Tom sbuffa.
- Ok... mh... dammi due minuti - annuisce ed esce lasciandoci di nuovo soli.
- Mi sa che è arrivato il tempo di alzarci - dico con tono scocciato.
- Sì - si avvicina di più a me e si stringe.
- Tom... vai da Bill -
- Uffa... ok... tu ti alzi? -
- Sì - ci diamo un bacio e ci alziamo.
Lui si mette in boxer e io mi rivesto come prima mettendo però anche il regiseno e le mutandine.
- Te l'ho detto che sei dannatamente sexy vestita così? - arrossisco.
- Sì - sussurro abbassado lo sguardo.
Ride e mi abbraccia.
- E sei tanto tanto tenera quando arrossisci - non ho il tempo didire altro perchè seto la voce di Bill dire qualcosa tipo: Tom dai ti muovi?
- Ok... grazie si sono la ragazza più bella e meravigliosa del mondo, ma adesso vai da Bill - sorride e, dopo avermi dato un bacio tenerissimo, se ne va.
Chissà che deve dirgli. Sono curiosa. Vabbè dopo farò due coccole a Tom e me lo farò dire.
Mi guardo intorno e sospiro. Esco e vado in cucina. Guardo l'orologio. E' mezzogiorno. Metto un pò di acqua su e preparo un pò di pasta al sugo. Speriamo di preparare qualcosa di mangiabile.

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Capitolo 50
*** Cinquantesimo Capitolo. ***


Crissimi lettori eccomi qui con il cinquantesimo capitolo!!!
Vi adoro perchè leggete sempre e recensite questa FF che, credo, motlo presto volgerà al termine.
Ok, comunque è passato un pò da quando ho postato l'ultimo capitolo quindi volevo postare il prima possibile questo!
Bhè vi lascio appunquto al capitolo, spero che vi piaccia xD
Baci!
         BIONDA BECKER.

Ormai sono già due ore che sono seduta su questa sedia e giuro che potrei mettermi ad urlare da un momento all'altro. Bill non vuole dirmi cosa doveva diere ieri di Tanto urgente a Tom e quando l'ho chiesto a lui mi ha detto: no niente... tu non hai fame?
Cioè io sono curiosissima. Perchè non me lo vogliono dire? Forse è una cosa brutta o forse è una cosa troppo segreta o imbarazzante. Bho, non so che pensare.
Mi volto verso Tom che sta seduto accanto ad Andreas.
Cacchio oggi tornano papà e Simone. Mi vergogno anche solo a pensarlo però mi sarebbe piaciuto stare un pò sola con lui. Ok, basta pensare a queste mi sta facendo arrossire.
Sento il suono della campanella. Evviva, la ricreazione.
Il prof va via e io mi alzo. Corro da Tom e lo abbraccio.
- Hey... da quando fai l'affettuosa in pubblico? - mi chiede ridendo.
- Bho... forse perchè vorrei sapere cosa ti ha detto Bill ieri - sbuffa.
- Non te lo posso dire -
- Uffa.. vabbè... Andy tu sai qualcosa? - gli chiedo sporgendomi verso di lui.
- No - uffa si vede che sta mentendo.
Tom improvvisamente mi prende la mano e mi porta in un angolo della classe dve ci sono poche persone a disturbare se non con i loro sguardi straniti.
- Lo sai che cosa mi piacerebbe fare ora? - fa un sorrisetto malizioso.
Io mi vergogno di pensarci e lui invece se ne esce con queste frasi? Ma guarda tu che cose strane.
- No e non lo voglio sapere - gli lascio un bacio sulle labbra e faccio per andarmene, ma lui mi afferra per i fianchi e mi tira verso di se e mi sussurra: - Sono convinto che hai pensato almeno una volta a quello che abbiamo fatto ieri mattina e la sera prima e sono ancora più convinto che ti piacerebbe tanto rifarlo - voglio sprofondare adesso.
Una faglia deve aprirsi sotto i miei piedi in questo istante e mi deve risucchiare verso il centro della terra.
Cacchio vado a fuoco, non deve notarlo cioè muoio se si accorge che mi sono imbarazzata.
In realtà ha ragione ed è proprio per questo che sto morendo dall'imbarazzo.
- N.. no non è vero - ho balbettato fottutissima troia.
- Ah ok... allora visto che non ti va di rifarlo io vado a casa di Rachel oggi - mi giro immediatamente per guardarlo negli occhi.
- Chi cazzo è Rachel? - gli do uno schiaffo sul braccio e lui ride.
- Non lo so ma una che si chiama così la trovo - mi chiedo perchè mi sono innamorata di un tale deficiente.
Voglio un ragazzo normale, grazie.
- Ridi... intanto oggi torna tua mamma e tu andrai in bianco finchè non ce ne andremo a vivere in una bella casetta nei pressi di Berlino - il suo sorriso scompare e aggrotta le sopracciglia.
- Ma fai davvero? -
- Ovvio - rispondo divertita.
- Ma... -
- Niente ma.. non lo faccio quando c'è mio padre in casa -
- C'era Bill l'altra sera non ti vergognavi con lui? - sispiro.
E' ottuso, è cretino, è idiota.
- Sì, ma non ci avevo pensato... adesso basta dire stronzate e dimmi cosa ti ha detto Bill -
- Non posso dirtelo e stai tranquilla non è una cosa che tiriguarda ok? -
- No non è ok... voglio saperlo... sono curiosa - gli faccio immediatamente gli occhi da cucciolo.
Non mi resiste mai quando lo faccio e infatti chiude gli occhi.
- Non permetterti di fare quella faccia da cane bastonato... fattelo dire da lui - sbuffo.
- Ok... ho fame vado a mangiare - cerco di allontanarmi, ma lui mi tiena ancora stretta.
- Bacetto - roteo gli occhi e gli do un bacio a stampo, ma lui non si accontenta.
Mi morde le labbra per farmele aprire, ma io mi oppungo e i allontano.
- In classe no -
- Ok... - dice visibilmente scocciato. - ... almeno posso guardarti -
- Ecco bravo... adesso guarda il mio culo mentre se ne va - sorrido e mi libero dalle sue braccia.
- Lo farò di sicuro - ridiamo e io vado via sculettando il più possibile.
Ho l'impressione che Tom mi abbia davvero guardato il culo. Vabbè, meglio sorvolare.


                                    * A casa *


- Dai Bill -
- No -
- Billi -
- No -
- Bibi -
- No -
- Dai billuccio caruccio teneroso -
- No -
- Dai, dai, dai, dai, dai, dai, dai, da... -
- Mi piace Ellen ok? Ellen... E- l- l - e- n... sei contenta adesso che lo sai? - rimango spiazzata.
Chi è questa Ellen? Non la conosco e non l'ho nemmeno mai sentita nominare.
Ripensandoci ultimamente Bill presentava tutti i segni dell'innamoramento. Aveva gli occhi a cuore tutto il giorno, sorrideva sempre, era euforico di giorno e a volte sentimentale di sera, girava per ore e ore il cucchiaio nella tazza stracolma di latte e cereali, canticchiava per i corridoi e ha cominciato ad usare un ombretto più chiaro. Era allegro ed innamorato, come ho fatto a non capirlo subito? Ah sì, ero troppo presa da Tom.
- Oh cavolo Bill... ti sei innamorato - gli tolgo immediatamente le patatine che stava mangiucchiando e le pocchio dietro di me sul divano.
Mi rigiro verso di lui e lo abbraccio facendolo quasi cadere.
- Non sono innamorato è solo che... mi piace ma non credo di amarla - mi allontana e io lo guardo con uno sguardo interrogativo.
- Bugiardo si vede lontano un miglio che la ami -
- Sì, infatti tu te ne eri accorta - dice ironicamente riprendendo le patatine.
- Bhe non pensare a quello che non ho capityo e comunque io questa ragazza.. Ellen non la conosco... com'è? - gli chiedo curiosa, incrociando le gambe sul divano.
Lui sbuffa posando le patatine per l'ennesima volta e si gira verso di me.
- Ellen è bella... ha i capelli biondi e gli occhi verdi.. è abbstanza alta e... bho mi piace tanto.. l'altra volta mi era caduta la penna ed era rotolata fin sotto la sua sedia... oh cacchio stavo per morire ma lei l'ha presa e me l'ha restituita... mi ha fatto un enorme sorriso e mi ha detto "tieni" e io come il coglione ho detto solo "grazie" con una vocina stridula che non so nemmeno dove ho preso... perchè quando sto con lei divento un deficiente ambulante? Mi rincoglionisco e lei a volte quando le dico qualcosa e balbetto lei ride... di sicuro non mi calcolerà mai se continuo a fare così - prende un grande respiro e per un secodno di intristisce.
- No, Bill non dire così se lei ti sorride e ti guarda spesso vuol dire che almeno un pò le piaci.. ok io non so cosa faccia lei però se fa queste cose, non posso dire che ti ama, ma credo che provi un certo interesse per te - gli poso una mano sulla spalla come a rassicurarlo e lui mi guarda sorridendomi.
- Grazie -
- E di che... - sorrido, ma poi mi vien in mente una cosa. - ... Bill perchè volevi mantenere il segreto? -
- Bhe perchè pensavo che tu ora mi avresti detto di andare da lei e parlarle e saresti stata talmente assillante che io lo avrei fatto e questo non deve succedere... farei troppe figuracce... troppe per essere fatte l'una dietro l'altra -
- Ah, ok... comunque no, non ti dico di parlarle ma di avvicinartici piano piano... e il prima possibile vorrei vederla ok? - annuisce e riprende a mangiare.


                                ***


Dopo la notizia di Bill mi sono trasferita in camera di Tom mentre lui si fa la doccia.
Ho pensato ad un sacco di cose e mi sono fatta un sacco di domande. Una delle più frequenti è stata: con che coraggio guarderò in faccia mio padre?
Poi c'è: come faremo io e Tom a dire a Simone e papà che stiamo insieme? O come farò io a dire a mio padre che io e Tom abbiamo fatto sesso? No, se proprio glielo devo dire non gli dico che abbiamo fatto "sesso" ma che abbiamo fatto l'amore altrimenti prende la nostra storia come un semplice capriccio. Cavolo, sono nervosa perchè so che quando saprà di noi due mi chiederà questo tipo di cose. Fin quando erano domande normali mi piaceva, ma adesso le domande diventeranno imbarazzanti.
Mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi. Mi devo rilassare un pò.


                * Due ore dopo *


- Bionda - apro gli occhi lentamente e vedo Tom seduto accanto a me.
- Hey... scusa mi sono addormentata - sorride e si sdraia sopra di me.
-  Non fa niente... lo ricordi che fra circa... tre ore... - lo fermo subito.
- No, non dirlo... me lo ricordo ma non ci voglio pensare - nondice niente.
Cavolo solo tre ora? Bene, addio libertà.
- Tom -
- Sì? -
- Mi sento in imbarazzo a chiedertelo ma... cioè io vorrei... -
- Ssh... non ti sentire in imbarazzo... voglio anche io - mi bacia e comicia a spogliarmi lentamente.
Mi sento bene in questo momento e non voglio pensare più a niente. Fra poco tutto tornerà come prima o quasi. Adesso, però, voglio solo abbandonarmi fra le sue braccia, respirare insieme a lui, sentirmi sua e sentirlo mio.

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Capitolo 51
*** Cinquantunesimo Capitolo. ***


Cari lettori, questo è l'ultimo capitolo. Il cinquantunesimo :')
Questa è stata la prima Fanfiction che ho postato su EFP e mi fa immensamente piacere che l'abbiate seguita in tantissimi. Vorrei ringraziare con tutto il cuore Memy881 che ha recensito questa FF dal primo all'ultimo capitolo, ringrazio anche Addicted__TH che ha recensito quasi tutti i capitoli, ringrazio tutte le ragazze che un pò di tempo fa lasciavano un commento ogni tanto e ringrazio tutti coloro che l'hanno aggiunta fra le preferite, seguite e da ricrdare. Col cuore in mano dico grazie anche a tutti i lettori che se ne sono stati in silezio. Grazie davvero di tutto a tutti.
Bhè, la smetto di annoiarvi con i ringraziamententi e vi lascio al capitolo. Spero che lo recinsiate e soprattutto che vi piaccia! xD
Baci <3
                                        BIONDA BECKER.

                                                       * Nove anni dopo *


- Sono tornato... dove sono le  mie due principesse? - sento il rumore della porta chiudersi e dopo dei passi arrivare dritti verso di noi. Quella voce così diversa mi colpisce alle orecchie e un sorriso mi si tige sul volto quasi involontariamente.
-  Papi - la piccola Fiona, di soli tre anni, si alza dal pavimento e corre verso quello che ormai è un uomo in tutto e per tutto.
Tom, dall'alto delle sue chilometriche gambe, la guarda mentre lei arriva di corsa.
Li osservo mentre lui solleva quel corpicino piccolo e leggero e lo fa svolazzare per aria. Le sorride e lei si diverte come una matta.
Sorridendo ancora, cammino attraversando la cucina e varcando la porta. Arrivo in un grande salone ben illuminato dove, proprio al centro, Tom e Fiona stanno giocherellando.
Quando mi vede, Tom smette di farla volteggiore ovunque e la tiene semplicemente in braccio venendo verso di me.
- Ciao amore - mi dice avicinandosi e lasciandomi un bacio sulle labbra.
- Ciao... come mai così tardi? Ti se scordato che stasera dobbiamo andare da Bill? -
- No, non l'ho dimenticato è che Paul mi tiene alle strette ultimamente -
- Tom se sei stanco lo chiamo e gli dico che non andiamo - sorride.
- Ma quanto sei bella quando fai così - si avvicina e mi bacia di nuovo.
Sorrido sulle sue labbra e lo allontano. Cominciamo sempre così e poi finiamo per fare cose che sarebbero vietate ai minori di 18 anni.
- Tom c'è tua figlia - sorride e si allontana abbassandsi per mttere Fiona a terra.
Lei appena si libera dalle braccia di Tom, corre per la casa sorridendo.
- Non c'è più - si riavvicina e mi afferra per i fianchi, ma lo allontano.
- Tom vai a prepararti - sbuffa e mi da un bacio, questa volta meno casto degli altri e poi va di sopra.
Sospiro. Mi manca quando non c'è. In effetti, ultimamente, non è mai a casa ma so che non sarà per molto.
In questi giorni, sta passando il suo tempo nella palestra del suo allenatore, Paul. Lui un uomo molto determinato, forse anche più di Tom. Una volta sono andata lì per vedere cosa stava facendo e l'ho trovato bendato che faceva a pugni con un altro ragazzo. Cosa stava facendo? Si stava concentrando sull'avversario. Sinceramente non sono contenta che alla fine abbia scelto di fare davvero il pugile, ma ci mette anima e corpo in tutto quello che fa. Jorg aveva ragione, Tom è portato per questo.
Comunque la stagione di pugni sul ring sta finendo quindi, fra un paio di mesi, dovrei riaverlo tutto per me.
Vabbè, adesso non posso stare qui a pensare a questo.
Chiamo Fiona visto che non so dove sia finita e la porto in camera sua. Le metto addosso qualcosa che non sia un pigiama e la porto giù.
Vado in camera da letto e apro l'armadio. Che cavolo devo mettere? Comincio a cercare e più guardo, più mi sembra di non avere niente.
All'improvviso sento due braccia avvolgermi e tirarmi su. Quando i miei piedi si staccano dal pavimento, scoppio a ridere.
- Dai... lasciami - cerco di dimenarmi il più possibile, ma è inutile.
- No - questa è la sua risposta.
Cammina fino al letto e mi lascia cadere sul materasso.
- Che vuoi fare? - gli chiedo rimanendo sdraiata e ridendo.
- Immagina - si sdraia sopra di me e comincia a baciarmi sul collo mentre le sue mani scivolano verso le mie cosce.
- Tom... dai... dobbiamo uscire -
- Non mi importa - sale sulle mie labbra e mi bacia.
Mi divincolo da quel bacio sorridendo.
- Tom... - si accanisce di nuovo sul collo facendomi gemere. - ... Fiona - sussurro.
Lo sento quasi ringhiare.
- Quella bambina mi rovina un sacco di piani - rido mentre lui si alza e mi tende la mano.
L'afferro e mi tiro su.
- E' tua figlia non dire così -
- Sì, hai ragione... stasera però non accetto scuse hai capito? - mi afferra per i fianchi e mi morde il labbro inferiore.
Sorrido e annuisco. Mi allontano da lui e ritorno alla reicerca dei miei vestiti. Quando entrambi finiamo di prepararci, scendiamo e, dopo aver preso Fiona che scappava, usciamo e saliamo in auto.


                                                 * A casa di Bill *


- Che ne dite di una partita alla Wii? - propone Andreas che è arrivato al fianco della sua futura moglie, Ellen.
Sì, proprio lei. La dolce Ellen di cui Bill aveva perso la testa tanti anni fa.
Bill e lei si erano avvicinati tantissimo ma alla fine, qualche tempo dopo, la mia amicheta Maky venne a farci visita e tra di loro successe qualcosa. Fu come un amore a seconda vista dato che si erano incontrati prima che io e papà andassimo ad Amburgo a vivere con loro.
All'inizio era un litigare continuo fra i quattro però, poi, hanno ristabilito le coppie.
Bill e Maky stanno insieme ufficialmente da sei anni mentre Andreas e Ellen da sei e mezzo.
Ah, una cosa importante che non ho detto è che Ellen è incinta. Sarà un maschietto e sul nome sono davvero indecisi. Probabilmente alla fine andranno a sorteggio.
- Sì, dai Tom ti sfido - dice Maky alzandosi e prendendo Tom per un braccio.
- Guarda che ti faccio a pezzi - vanno verso la tv mentre Bill comincia ad accenderla.
- No, mi sono allenata... chi scommette che lo distruggo al primo pugno? - io e Ellen alziamo immediatamente la mano mentre gli altri, a quanto pare, tifano per Tom.
- Bill... è tuo fratello lo so ma io e te stiamo insieme quindi tu ora tifi per me chiaro? - dice lei con un tono molto minaccioso che fa ridere tutti.
- Certo tesoro - le risponde Bill ridendo.
Comunque, iniziano a giocare e ad un certo punto cominciamo a scommettere anche cinquanta euro.
Alla fine vince Maky.
- Non mi hai fatto vincere vero? -
- No... tranquilla sei fortissima - dice Tom ridendo.
L'ha fatta vincere. Che tenero.
- Ragazzi sapete una cosa? Prima mi ha chamato Jonny ha detto che lui e Ria torneranno fra una settimana - adesso è Andreas a parlare.
- Davvero? Cavolo non vedo l'ora di rivederli - dice Ellen tutta eccitata.
Ebbene sì, Jonny e Ria stanno insieme. Si sono fidanzati da un solo anno e sembra che le cose fra di loro vadano davvero bene. Adesso sono in Italia. Che carini, è il loro primo viaggio completamente soli. Bhe diciamo che non sono stati sempre soli perchè con loro, all'inizio, c'erano Gustav e Karim, la sua ragazza. Loro due non fanno altro che litigare però si vede che si vogliono bene. Come Joe e Jody. Dal loro matrimonio sono passati otto anni. Quando li vedo,mi rendo conto che alla fine vorrei essere proprio come loro: felici solo perchè si amano.


                                                                            ***


- Tesoro -
- Sì? -
- Fiona dorme -
- Sì, allora? -
- Vieni qua - mi afferra per i fianchi e mi stringe cominciando a baciarmi.
Si separa di poco dalle mie labbra e mi tira su dal divano.
- Adiamo di sopra - mi tira verso di lui e ricominciamo a baciarci mentre saliamo di sopra.
Arrivati in camera da letto, mi spinge sul materasso morbido e profumato e si mette a cavalcioni di me.
- Ti voglio piccola - dice togliendomi velocemente la maglietta.
Mi sento davvero piccola sotto di lui. Le sue mani percorrono il mio corpo e mentre io cerco di togliergli la canottiera. Quando ci riesco, riamango incantata a guardarlo.
E' stato difficile arrivare a quello che siamo oggi. All'inizio papà e Simone non avevano accettato l'amore che c'era fra di noi e io e Tom ci lasciammo. Non l'ho visto per quasi due anni. Sono stata malissimo, mi sentivo persa senza di lui. Non c'era sera in cui mi mettevo a letto senza piangere, era come se mi fosse stata portata via una parte di me, la più grande.
- Piccola tutto bene? - scuoto leggermente la testa e annuisco.
Adesso stiamo di nuovo insieme anche se nè papà, nè Simone vedono di buon grado la cosa.
Mi fa star male pensare che mio padre non abbia accettato del tutto la nostra relazione e quello che mi fa star peggio è che loro ci parlano solo grazie a Fiona. Le vogliono bene e comunque credo che sia questa la cosa migliore. Non volevo che mia figlia non avesse i nonni e li ho pregati di mettere da parte noi, ma di amare almeno lei.
Mentre nella mia mente formulavo questi pensieri, Tom mi ha quasi spogliata del tutto. Faccio lo stesso con lui e poi finiamo per fare l'amore.
Lo stringo, lui mi stringe, lo bacio, lui mi bacia, mi muovo sotto di lui, lui si muove sopra di me.
- Ti amo piccola - mi sussurra mentre sulle mie labbra si allarga un grande sorriso e i miei occhi si inumidiscono. E' sempre così, ogni volta che mi dice di amarmi. Sento il cuore scoppiare di gioia e le lacrime uscire lentamente.
- Ti amo anche io -


                                                                             ***


[Bionda Becker]
La mia storia con Tom l'ho vissuta tutto il tempo col fiato sospeso. Non sapevo mai cosa sarebbe potuto accadere. Ci siamo odiati, amati, lasciati, rimessi insieme, amati, liasicati di nuovo e poi rimessi insieme ancora una volta. Se ci penso però mi piace. E' stato un continuo su e giù, ho avuto il cuore a mille in ogni momento della mia vita con lui. La nostra stornia ha avuto il lieto fine che meritava anche se qualcosa è andato storto, ma dalla vita non si può avere tutto.
Con ciò, posso però ancora e comunque dire che lo amo ora, come lo amavo tanti anni fa.

[Tom Kaulitz]
Più la guardo e più mi rendo conto che io senza di lei non sono niente. Non avrei mai pensato di poter aprire il mio cuore ad una ragazza. Lo avevo fatto tanto tempo fa e poi tutto era andato in frantumi. Con lei invece non è andata così. Bionda mi ha teso la mano nei momenti più brutti della mia vita, mi ha protetto da ogni eventuale sbaglio, mi ha fatto respirare quando sentivo l'aia mancare, mi ha fatto sorridere mentre tutto intorno a me mi diceva di piangere. Lei, anche quando non dice niente, mi parla di mille cose. Cose che ai miei occhi sembravano stupide e inutili ma che adesso, hanno un altro sapore. Tutto è diverso con lei. Mi ha donato tutta se stessa e non ha mai smesso di credere in me. Mi ha regalato ogni istante della sua vita e io ho cercato di darle tutto ciò di cui aveva bisogno, in ogni momento.
Quella notte di circa tre anni fa, mi fece sedere accanto a lei e mi disse di essere incinta. Quel momento me l'ero sempre aspettato diverso. Prima di conoscerla, credevo che quelle parole  sarebbero uscite dalla bocca di una sconosciuta, ma così non è stato. Quella è stata una delle notizie più belle della mia vita. Non ero mai stato tanto felice e questo perchè lei, con il suo sorriso, la sua pazienza e il suo amore, mi ha insegnato ad amare. Amare qualsiasi cosa. Amare nostra figlia, amare lei, amare me, amare le persone che mi stanno intorno, amare il sole, amare le nuvole, amare un fiore che sta per sbocciare, amare ogni singola cosa che mi circonda.
L'amore è il filo conduttore della vita. Il mio si era spezzato, ma poi è arrivata lei che lo ha unito al suo e, da quel momento, ho respirato il suo odore, ho ascoltato il suo cuore, ho amato il suo corpo e ho stretto la sua anima tanto forte da farla fondere alla mia.

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