Anima, corri il rischio.

di Cuore di Panna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Divagare ***
Capitolo 2: *** Stallo ***
Capitolo 3: *** Cuore ed Aspettare ***
Capitolo 4: *** Paura e Appassire. ***



Capitolo 1
*** Divagare ***


Lei piange. Lui ha gli occhi lucidi.
Un amore destinato a cosa, continua a ripetersi lui. Magari non sa che perdendola perderebbe forse, e dico forse, la cosa più importante che gli sia capitata. Ma come può non guardare ai fatti di quegli ultimi giorni? Litigate su litigate, lei gli dice che non tollera il suo migliore amico, che non vuole che esce continuamente, che non la porta fuori. Non sa se continuare ad ascoltarla o tirarle uno schiaffo in pieno viso, ma lui non si permetterebbe mai di alzare le mani su di lei.
Ci tiene a lei, questo lo sa, ma perché non la ama? Ancora no? Solitamente, dopo un anno e mezzo di relazione, di stare insieme, di esserci l’uno per l’altra, i suoi sentimenti dovrebbero essere evoluti: si sono evoluti? Purtroppo non riesce a capirlo.
È la fine? La loro storia è arrivata ad un bivio?
Ma non saranno troppe domande e nessuna risposta? Merda, anche questa è una domanda.
Lei c’era quando cercava lavoro e gli ha dato una mano.
C’era quando i suoi gli stavano col fiato sul collo affinchè lui si desse una svegliata.
C’era quando stava male, passava con lui la maggior parte del suo tempo.
Lei ha costruito la sua vita, sociale e non, intorno a lui, alla sua immagine.
Lo pensa continuamente, tra i banchi di scuola, persino durante i compiti, magari tra un’equazione e una parametrica, ma lui le pensa? A scuola, a casa, in palestra, con le amiche, con i genitori e in tutti i momenti della giornata lui è nella sua mente. Per quanti pensieri di lei verso lui c’è un pensiero di lui verso lei? Le piacerebbe davvero avere quella risposta. Oh, dio solo sa quanto le piacerebbe avere quella risposta.
Lei lo ama, gliel’ha ribadito più di una volta, ma ha smesso di farlo poiché ha capito che così facendo lo mette in una situazione sgradevole, e forse lo potrebbe far allontanare.
Ma quanto c’è di vero nella loro storia da parte di lui?
E lei riuscirà ancora ad aspettare?
Lui non sa che lei piange continuamente, non riesce a controllare i suoi sentimenti e trova modo di sfogarli solo con le lacrime. Chi dice che piangere non serve a niente ha detto una blasfemia. Piange nei momenti più vari, da sotto la doccia a dentro il letto, anche nei film più comici trova il modo di piangere e qualche volta le esce una lacrima, proprio una lacrimuccia, mentre dorme e la mattina si sveglia con la guancia dura. Perché si sa, le lacrime pesano talmente tanto a causa di quello che contengono che dopo la guancia diventa dura, secca, arida, perché portano via con se tutta l’acqua del viso. La cosa che più detesta, quando piange, è il trucco. Quel maledetto trucco messo per lui, per farsi fare qualche complimento da lui e dagli altri, perché lui non glieli fa. Quel trucco che ormai è diventato una costante, che se se lo leva non sembra più se stessa, non riesce a vedersi. Ma chi caspita ha inventato i cosmetici?! Chi l’ha fatto non sapeva che avrebbe rovinato l’autostima di milioni di donne e ragazze e lei lo ha, o la ha, sempre immaginata o come una persona esteriormente non proprio carina, o come uno scienziato, o come una persona che pensa esclusivamente ai soldi.
Ma quanto c’è di vero nella loro storia da parte di lui?
Divagare con i pensieri, fare i soliti viaggi mentali, aiuta a non pensare a questo quesito. Magari a questo servono i pensieri, ad evitare di pensare ai problemi. Chissà come la avrebbe vista Cartesio, se avesse pensato a questo. Lei se lo può benissimo immaginare con la sua voce pomposa o leggera mentre fa: « Cogito ergo sum, uhm », e stranamente, le verrebbe voglia di risponderli. « A Cartè, scusa la franchezza, ma tu che ne sai dei problemi pensierosi, dei pensieri problematici, dai problemi in generale? ».
« Cara mia, tu sei quello che pensi e se pensi ai problemi forse sei tu il problema ».
Ecco, ci mancava solo Cartesio a farla complessare. Mannaggia a questi antichi! Beh, ma d’altronde erano tempi diversi, persone diverse, modi di fare diversi. Lì si aspettava prima di baciarsi, prima di sposarsi e soprattutto, ma sicuramente, c’erano molti più gentiluomini. Adesso invece, ti guardi e cosa vedi? L’anarchia! La gente fa sesso continuamente, senza rispettare certi criteri che magari, sottolineando magari a qualcosa servono. Non per controllare la libidine fino al matrimonio, ma per evitare figli quando non si è ancora responsabili e forse anche per evitare qualche cuore infranto.
Ma quanto c’è di verso nella loro storia da parte di lui?
Lui sa di essere duro, di non esternare mai i suoi sentimenti, ma come può? Lei, con la sua ingenuità, non può capire la complessità, il menefreghismo delle persone riguardo al proprio cuore. Lui cerca solo di non illuderla, che poi in futuro questa illusione potrebbe trasformarsi in menzogna, in dolore.
Cerca di farsi in quattro per lei, e la riconoscenza è questa? Avere una persona che non fa che sgridarti, che ti fa pesare gran parte delle azioni che uno fa anche a fin di bene.
Ma quanto c’è di vero nella loro storia da parte di lui? Lui tiene a lei, e questo per adesso deve bastare, ad entrambi.


Anche se piove,
non mi bagnerò:

userò il tuo amore
come un ombrello.

(Canzone popolare giapponese)

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Capitolo 2
*** Stallo ***


-Stallo-

 


Adesso si può chiamare situazione di stallo.
Lui è freddo, distaccato, e questo preoccupa terribilmente lei. Ha il terrore che possa lasciarla. Ma come potrebbe lasciarla? Con quale faccia? Prova a chiamarlo, e lui richiama. Ma davvero richiamare è quello che lui vuole? E nonostante tutto, perché continua ad essere freddo?
Oh quanto è complicato l’amore… e poi Tiziano Ferro che ti illude dicendoti che l’amore è una cosa semplice! Ah, secondo lei lo sa benissimo che non è così e lo dice solo per evitare di dire la verità, che non piace a nessuno. Già, ragazzi, svegliatevi! L’amore distrugge, fa male, e lo senti sempre.
Fa male male male, è come un enorme peso sopra il petto che preme, e preme, senza mai andarsene. Ti segue come un fantasma e nonostante tu ti diverta, sai che è sempre lì perché la sua presenza incombe su di te. Ma l’amore non può essere solo questo. L’amore è anche l’emozione del primo bacio, il tanto decantato volo di farfalle nello stomaco prima che tu esca con lui, la voglia di vedersi e il completamento dell’anima di lui con la tua.
Ma se davvero è così bello perché fa soffrire? Allora lo vedi, mio caro cantante Tiziano, che non è semplice per niente? Insomma, fa male, ma fa stare bene. Tu dimmi se la vita deve essere così complicata.
E poi, dei nostri amori, cosa ci resta? Un giorno saremo cenere, come quella del camino, e di certo la cenere non ha ricordi.
Esiste una vita passata e una vita futura, come la reincarnazione? In quel caso allora ha senso.
Due cuffiette e un cellulare malandato, magari l’avanzo di qualche parente.

“L’amore conta, l’amore conta,
conosci un altro modo per fregar la morte?
Nessuno dice mai che sia facile
e forse qualche dio non ha finito con te.”


Ora bisogna chiedersi se quest’uomo sia un genio, davvero, come fa a scrivere e cantare esattamente quello che uno prova? Liga, Liga, Liga, spiega il tuo segreto!
 


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Lui parte dopodomani, va a Venezia per una gara di karate. Oh, Venezia, la città dell’amore. Quanto piacerebbe a lei poter essere lì accanto a lui, a sostenerlo, e magari anche a fare un giro su una gondola.
Vorrebbe vederlo prima che parte, vorrebbe passare un po’ di tempo con lui, anche solo una ventina di minuti, e se si vedranno sarà davvero per così poco, visto che i loro impegni non coincidono.
Chissà come si troverà lui, lì. Chissà se le penserà. Chissà se vuole vederla anche lui tanto quanto lo vuole lei, prima di partire. Dopo glielo chiederà, quando lui la richiamerà.
Ha chiamato. Dio quanto è contenta. Ha detto che vuole stare con lei domani, perché poi parte. Per la prima volta da un paio di giorni ha scoperto la felicità.
Che concetto strano la felicità: arriva quando meno te lo aspetti e ti tira su in un modo che non ci si aspetta. Ora sicuramente ricomincerà a mangiare, ma qual è la sensazione del cibo? Del mangiare finchè uno non si sente male? È tanto che non si fa una bella scorpacciata, se potesse non mangerebbe mai, alla fine a che serve mangiare quando le farfalle ci sono già? Ti riempiono loro, ed è una bellissima sensazione.





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Capitolo 3
*** Cuore ed Aspettare ***


-Cuore ed Aspettare-

 

 
Come spiegare il concetto di essere sotto lo stesso cielo ma in posti diversi? Certo, molte persone pensano sia una sciocchezza, una frase fatta, ma non è così, soprattutto se si è innamorate. È davvero, davvero, davvero difficile mettere per iscritto ciò che si prova.
Lo senti per telefono, ci parli, ti scrivi messaggi, ma non lo puoi vedere. È impossibile poterlo vedere poiché lui si trova da tutt’altra parte rispetto a te. È una lontananza dal corpo, ma sembra che, nel momento in cui lui si sia allontanato, staccandosi piano piano, abbia strappato dal tuo corpo un’alone, uno spirito, che è la parte di te quando stai con lui. Le ferite slabbrate lasciate lì pizzicano, prudono, come se fossi malata e cercano di chiudersi, ma non ci riescono, poiché manca una parte di pelle, e restano aperte.
E il fatto che tu, tutti i giorni, basta che apri la porta di casa e che percorri qualche passo, per trovartelo davanti, non bisogna scordarlo. Perché in quei momenti in cui lui è lontano, non succedono questa cose. Tu apri la porta, e davanti non ti trovi nessuno. Ti sembra anche inutile uscire da quella porta e ripercorrere quella strada; che senso ha farlo se sai che lui non lo troverai?
Sai che è vivo, che si diverte, che sta bene, ma è sul serio la lontananza a turbare o il semplice fatto che lui stia facendo delle esperienze senza di te? Senza essere maliziose o amorose, semplici esperienze che magari lui ricorderà in futuro, man mano che il ricordo di te svanisce dentro lui.
Esattamente così si sente Giorgia.
Cerca di annegare la tristezza tra una sigaretta e l’altra, ma non succede niente. Certo, il pensiero per un po’ si allontana, ma è come una molla, più tu cerchi di tirarla, più lei torna indietro forte, lasciando un segno rosso bruciante.
È davvero così il nostro cuore? Ovviamente non il cuore medico, quello strano che non assomiglia nemmeno alla forma cartoonizzata, ma quest’ultimo. Possiamo quasi disegnarlo. Un grosso bozzolo a punta con due sporgenze rotondi nella parte opposta, sormontato da vari solchi e bozzetti, rappresentanti le persone che vanno e che vengono, con qualche cerotto, per le delusioni subite, e segni pesanti, che ricordano le persone che si amano.


Ora si trova davanti allo specchio e si guarda. Si sente dolorante dall’ultima serata passata in palestra. Ha provato ad affogare le sue pene, anche se pene è un termine un po’ esagerato rispetto alla situazione, diciamo i suoi pensieri. Esatto, ha provato ad affogare i suoi pensieri nell’attività fisica, pensando che il dolore corporeo la potrebbe distrarre per un po’ dal dolore spirituale.
Si guarda, e si vede un po’ più dimagrita. Messa di profilo, nota che le linee curve dei glutei e del seno sporgono un po’ di più rispetto a prima e il girovita è più sottile. È soddisfatta. Non che sia anoressica, anzi è una ragazza che di fisico sta bene, ma lo sanno tutte che vedersi più dimagrite è una gioia. Poi, non lo fa per se stessa, lo fa per lui. Sa che magari, essendo più carina, può piacere di più a lui che vedendola sempre più bella potrebbe davvero innamorarsi.
Ma è davvero solo con il fisico che si conquistano i ragazzi?
Alcuni si. Ma sono davvero questi i ragazzi che possono interessare alle ragazze? Quelli che guardano solo il fisico? Ma poi, che futuro avranno queste persone? Quanto desidererebbe essere nata in un’altra epoca, non chissà quanto lontano, magari gli anni ’20. Con quelle capigliature strane tutte boccolose, quell’aria di eleganza e di feste continue; donne che con qualche kilo in più non stonavano, ma anzi, era il loro territorio, e conoscendole, avresti capito che erano loro le donne della tua vita. Frange, perle, fasce e chi più ne ha più ne metta, quasi un paradiso della moda. Uomini che ti corteggiano, che prima di sfioranti le labbra ne devono far passare di acqua sotto i ponti, e che aspettano. Aspettare ormai è diventato il concetto più inesistente del mondo. Gli uomini non vogliono aspettare le donne, i bambini non vogliono aspettare per crescere e persino gli adolescenti non vogliono aspettare l’autobus. Tu vedi le macchine che si fermano allo stop? Conosci persone che in fila dal medico non si spazientiscono ad aspettare? Ora lo capisci quanto l’aspettare sia diventato intollerabile?
Nemmeno lei riesce più ad aspettare che lui cambi i suoi sentimenti per lei. Ormai è passato troppo tempo. Ma è egoista: sa che lasciandolo magari lo toglierebbe da una situazione in cui magari ancora non ha capito che non vuole stare, ma non lo fa, perché vuole stare con lui, tenerlo per se, pur soffrendo.
Soffre e non lo dice. Soffre, prova a dirlo, ma non ci riesce. Le manca la giusta dose di coraggio che potrebbe renderla più felice. Ma la codardia è una brutta bestia.


Come starà andando lui? Si starà divertendo?
Oh no, rieccola che ripensa a lui. Non può farci niente, è sempre lì, incastrato tra un neurone e un altro, che non riesce a muoversi. È più presente lui nei suoi pensieri, di quanto lo sia lei nei propri pensieri.
Non ricominciamo a parlare di pensieri che sennò ricomincia a sproloquiare su Cartesio.
Quindi, qual è l’unica soluzione ai pensieri? No, non una buona sigaretta, ma delle cuffiette e musica sparata al massimo volume.

“Anche per te,
 potrei morire ed io morir non so.
Anche per te,
sarei qualcosa che non ho.
E così, e così, e così,
io resto qui,
a darle i miei pensieri, a darle quel che ieri,
avrei affidato al vento,
cercando di raggiunger chi
al vento avrebbe detto: «Si!»”

 

 
 


Spiegazioni!
Salve a tutti! Allora spiego un po’ questa storia dato che mi accorgo che può non essere abbastanza chiara J. Tratta della vita di una ragazza, di quello che pensa e di tutto quello che non riesce a dire. Oggi si è scoperto il suo nome: Giorgia. L’altro personaggio di cui parla è il suo ragazzo, nella cui storia ancora è un personaggio indefinito. Più avanti si scopriranno altre cose! Non mi interessano le recensioni o che altro, questa storia è nata solo per divertimento… Non seguo tempi precisi sugli aggiornamenti e non è nemmeno sicuro che questa storia finirà. Per adesso, segue gli andamenti della situazione J
Voglio ringraziare le persone che hanno letto…
Un bacio!

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Capitolo 4
*** Paura e Appassire. ***


 

-Paura e Appassire-







Qual è la tua paura più grande?
Credo non esista risposta a questa domanda. Nessuno può conoscere la sua paura più grande, e chi dice che la conosce è un bugiardo.
Siamo sinceri, la paura si nasconde in un angolo del nostro cervello, nella parte più intima del nostro subconscio, e un uomo non può avere l’ardire di dire di conoscere la propria mente fin nei meambri più oscuri, perché è una cosa impossibile. Credo che ogni uomo dovrebbe fare una visita ad una psicologo, almeno una volta nella sua vita, non perché sia pazzo o che altro, lo psicologo servirebbe solo a dargli una mano. Sono dell’opinione che si ha sempre qualcosa di nascosto che magari non si riesce a vedere, e lui potrebbe dare una mano a scoprire almeno uno dei miliardi di segreti che il nostro cervello ci nasconde. Solo così, per svago.
La paura si nasconde dietro le cose più semplici, e molte volte non riusciamo nemmeno a riconoscerla. Prendi la cosa più semplice e più comune che ti possa venire in mente: un amore non corrisposto.

« Aveva deciso di dirglielo, di rivelargli i suoi sentimenti. Giorni e giorni passati a soppesare la sua decisione, rimangiarsela e ricomporla, ogni volta scandita dall’ansia. Non faceva altro che rimuginarci su, senza concludere mai niente. E quindi, ormai troppo stressata e al limite della crescita dei capelli bianchi, aveva preso la decisione definitiva, o almeno così credeva. Gliel’avrebbe detto quella sera, senza ripensamenti.
La situazione era paragonabile al momento in cui vai incontro ad un enorme mostro con la tua voce che ti rimbomba nella mente dicendoti “Fatti coraggio, stringi i denti e vai”.

Che sarebbe successo? Quale sarebbe stata la reazione da parte sua, al massimo? L’avrebbe respinta, sì. Beh almeno sarebbe stata una reazione. Sperava davvero tanto di ottenere una risposta positiva, e allo stesso tempo sperava di uscirne felice, senza dolore.
Era troppo nervosa.
Si toccava ripetutamente i capelli, continuava a sistemarsi pieghe invisibili del vestito e si mordeva il labbro inferiore fino a farlo sanguinare. Cercava di concentrarsi, per ricordarsi il discorso che si era preparata, provava a ripeterlo, fino a farlo diventare una tiritera dentro di sé.
Cavolo, che ansia che aveva.
Credo che un altro po’ e non ce l’avrebbe fatta a superarla.
Poi finalmente lui arrivò.
Non riusciva a dirglielo, non le uscivano proprio le parole dalla gola, credeva che la cartilagine delle sue corde vocali fosse sparita, rendendola muta. Era dominata dall’ansia. Decise così che gliene avrebbe parlato a cena. Ora si sentiva più sollevata. Sensazione che durò circa 5 minuti, finchè non arrivarono al ristorante, e lì le riprese. Decise nuovamente che gliel’avrebbe detto al dolce.
Trascorse una bellissima serata, tra chiacchiere, battute e cibo buonissimo.
Arrivò il momento in cui il cameriere tornò al tavolo per prendere le ordinazioni del dolce. Lui ordinò un semplice caffè, lei niente. In fin dei conti il dolce non c’era stato? Un caffè non può considerarsi dolce, oh no? Assolutamente no, il caffè è un digestivo, niente di dolce.
E adesso che avrebbe fatto? Quando gliel’avrebbe detto?
In macchina, al ritorno a casa, prese il coraggio a quattro mani.
Non lo guardava negli occhi, aveva il timore di non riuscire a spiccicare parola, poi.
Non che le sia andata granchè bene, alla fine. Le si impappinò la lingua, balbettava e di toccava nervosamente le mani. Del suo grandioso riscorso rimasero due frasi di merda, l’emozione l’aveva stravolta. Però, alla fine era riuscita a dirglielo. Gli aveva rivelato i suoi sentimenti. Gli aveva detto che l’amava, gli aveva messo il suo cuore in una mano. Aveva vinto la sua paura, perché era paura quella sensazione che l’aveva attanagliata per tutta la serata, facendola stare d’inferno internamente. Era così soddisfatta di se stessa, che in un primo momento non si accorse dell’irreale silenzio che aleggiava nell’abitacolo.
Poi se ne accorse. Credette che fosse perché lui non riusciva a trovare le parole, come lei prima.
All’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, rispose.
“Sono felice che tu provi questo, ma io non ti amo. Non ancora, perlomeno.”
Non l’amava. Non l’amava.
Non l’amava.
Io non ti amo.
Non ti ama.
Continuava a ripetersi queste parole nella sua mente come un mantra, quasi che fosse un gesto in intenzionale. Stava morendo, dentro.
Il suo cuore, fino a quel momento vivido e pulsante nella mano di lui, stava appassendo, assumendo un colore che si avvicinava terribilmente al nero. Sprofondò,o meglio, decise di sprofondare. Cadde, cadde fino a quasi toccare il fondo, e lo vide. Vide il fondo, l’abisso in cui sarebbe potuta sprofondare, e decise di risalire, di tornare in superficie. Non era ancora pronta a tutto quello.
E allora trattenne le lacrime, le si incrinò la voce, ma fece finta di niente, e allo stesso modo lui.
Rianimò il suo cuore di una nuova speranza: conquistarlo.»


Come si può vedere, la paura alberga nelle situazioni più disparate. La si vede manifestarsi con l’ansia, con il timore, ma quando nasce? Possiamo avere la definizione di un momento preciso in un essa nasca?
Si, possiamo.
Lo abbiamo capito leggendo questa storia.
La paura nasce con la speranza.
La speranza. Quel sentimento situato in ogni animo, che può rendere felici. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che di pari passo a questo sentimento, crescesse anche la paura.
Non ce lo fa capire anche Ligabue?



A parte che gli anni passano per non ripassare più
e il cielo promette di tutto ma resta nascosto lì dietro il suo blu
ed anche le donne passano qualcuna anche per di qua
qualcuna ci ha messo un minuto
qualcuna è partita ma non se ne va

Niente paura, niente paura
Niente paura, ci pensa la vita mi han detto così...
Niente paura, niente paura
niente paura, si vede la luna perfino da qui.

A parte che ho ancora il vomito per quello che riescono a dire
Non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare.
A parte che i sogni passano se uno li fa passare
alcuni li hai sempre difesi altri hai dovuto vederli finire

Niente paura, niente paura
Niente paura, ci pensa la vita mi han detto così...
Niente paura, niente paura
niente paura, si vede la luna perfino da qui.

Tira sempre un vento che non cambia niente
mentre cambia tutto sembra aria di tempesta.
Senti un po' che vento forse cambia niente
certo cambia tutto sembra aria bella fresca.

A parte che i tempi stringono e tu li vorresti allargare
e intanto si allarga la nebbia e avresti potuto vivere al mare.
Ed anche le stelle cadono alcune sia fuori che dentro
per un desiderio che esprimi te ne rimangono fuori altri cento.

Niente paura, niente paura
Niente paura, ci pensa la vita mi han detto così...
Niente paura, niente paura
niente paura, si vede la luna perfino da qui.

Niente paura, niente paura.





Spiegazioni!
Allora, innanzitutto mi scuso per il ritardo, ma avevo avvertito che avrei aggiornato quando ne avrei avuto il bisogno.
Questo è un piccolo intermezzo, il ricordo di qualcosa di lontano, di tempo fa.
Spero possa piacervi :) 
Un bacio a tutte!

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