Ehi, Juliet di Morgaine You (/viewuser.php?uid=129520)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One ***
Capitolo 2: *** Chapter Two ***
Capitolo 3: *** Chapter Three ***
Capitolo 1 *** Chapter One ***
‘No’
‘Kou-kun~’
‘Non
indosserò mai quel vestito’
Niente,
ormai neppure le sue moine e strusciamenti vari
avevano più effetto sul chitarrista. Takanori si dette una
sonora manata sulla fronte.
Quello sarebbe stato il più lungo e faticoso pomeriggio
della sua vita.
Ma
torniamo a qualche giorno prima.
Le
nuvole scorrevano tranquille nel cielo di Tōkyō, e il sole
splendeva alto illuminando con i suoi caldi raggi quella casa bianca
infondo
alla via, all’apparenza così calma e quieta, ma che
in realtà, quella domenica,
di tranquillo aveva veramente ben poco.
Anarchia.
Questa era l’unica parola che balenava nella mente
annebbiata dal sonno di Yutaka quella mattina. Sebbene fosse, appunto,
domenica, giorno per lui sacrosanto, dato che era effettivamente
l’unico in cui
poteva concedersi un minimo di riposo, il poveretto era stato
letteralmente
buttato giù dalla branda verso le otto e mezzo da un
violento sbattimento di
porte a cui erano seguiti una serie di rantolii animaleschi
–perché di questo
si trattava- e un rumore di vetri rotti, probabilmente caduti senza
vergogna a
terra.
Silenzio.
Questo
lo aveva fatto naturalmente preoccupare molto più del
resto, e fiondatosi fuori dalla propria camera quasi non
inciampò in un ammasso
informe nel mezzo del corridoio.
Ancora
in dormiveglia era riuscito a raggiungere il salotto
quando si ritrovò paralizzato alla terribile visione che gli
si parò davanti:
un Kouyou spaventatissimo era avvinghiato a uno Yuu modalità
cavalier servente
medievale che tentava di proteggerlo (e proteggersi) dalla miriade di
oggetti
non identificabili che in quel momento solcavano allegramente i cieli
sopra
divano e poltrone.
Intorno,
il caos;
vestiti di ogni forma e colore gettati in ogni angolo, un paio di
tazzine
rotte, la trousse dei preziosi trucchi di Takanori brutalmente aperta
mentre il
suo contenuto pareva essere stato risucchiato da qualche
‘buco nero’ di quella
casa. Ma il buco nero di quella
casa
aveva nome e cognome: Ryo Suzuki.
Nel
mezzo del soggiorno, sotto l’immenso matto di stoffe due
figure ai più irriconoscibili lottavano all’ultimo
sangue. Un ottimo spettacolo
stile National Geographic.
Yutaka
era indeciso se piangere, svenire, o scegliere di porre
arbitrariamente fine alla vita dei due. Optò per una via di
mezzo.
‘SMETTETELA
IMMEDIATAMENTE’ urlò, con gli occhi rossi quasi
fuori
dalle orbite.
I
due malcapitati (ma neanche troppo, se l’erano beatamente
cercata) si bloccarono all’unisono, e lenti si voltarono
verso il leader, o
meglio l'uomo comunemente conosciuto come l’ago
della bilancia, colui che tutto crea e tutto distrugge, il
fato inesorabile
che ti travolge quando meno te l’aspetti. Dall’aura
maligna che proveniva dal
corridoio i due avrebbero fatto meglio a fuggire a gambe levate; ma non
ne
ebbero il tempo materiale.
Yutaka
avanzò rapidamente verso Takanori e Ryo, afferrandoli
entrambi per le magliette stropicciate, sanguinanti e indifesi, e li
fece poco
delicatamente sedere sul divano mezzo coperto da… qualsiasi
cosa.
‘Allora?’
Truce
e puntuale arrivò la domanda.
Ancora
silenzio. Gelido e palpabile, il terrore ora regnava.
‘E’
stato Ryo! Ha iniziato lui!’ Takanori si lanciò ai
piedi
di Yutaka in un raptus di disperazione pre-pena capitale, scoppiando
poco
dignitosamente in lacrime.
‘Ha
iniziato a tirare fuori tutti i miei abiti dall’armadio
spargendoli in giro per la tua
casa’ -furbamente
calcò bene il pronome ‘sostenendo che
io,
Takanori Matsumoto, gli avessi rubato una felpa. Io non indosserei mai quella
robaccia’ al che, sottolineò l’ultima
parola con uno sguardo di convinto disgusto.
‘Nano,
tu hai
rubato la mia felpa! Era sotto il tuo letto!’ Ryo
esaminò attentamente la
situazione intorno a se in attesa di rimettere le mani addosso al
cantante ‘Kouyou
l’hai fatto ubriacare di nuovo? Perché mi sembra
che non sia ancora in grado,
alla sua età, di intendere e volere. Ma forse è
così dalla nascita!’ il biondo
naso-fasciato, non potendo più sopportare
quell’infante (uno dei tanti
fantasiosi appellativi di Takanori)
gli scagliò addosso il suo stesso mascara, colpendo
però erroneamente Yutaka.
Forse
sganciare una bomba nucleare su Pechino avrebbe fatto
meno danni. Il batterista, dopo un breve –brevissimo- momento
di sorpresa, alzò
minacciosamente l’indice verso la causa di tutti i suoi
problemi e del suo poco
gentile risveglio.
‘Tu…’
Con
un gesto rapido afferrò la scopa ancora miracolosamente
in piedi appoggiata al muro e, quasi a voler imitare i suoi eroi
preferiti dei
fumetti, calò la sua arma sulla testa
dell’infelice bassista.
Stava
per rincarare la dose sotto lo sguardo impotente dei
suoi compagni quando il telefono squillò. Era la suoneria
del loro manager.
‘Questa
volta sei salvo’ disse Yutaka, scoccandogli una delle
peggiori occhiatacce della storia.
‘Sì
pronto?’
‘Buongiorno
Yutaka, sono Sakai. So che vi abbiamo concesso
una settimana di riposo assoluto, ma ho un’interessante
progetto da proporvi e non potevo certo resistere fino a
lunedì prossimo! Vi
dispiacerebbe venire agli studi domani alle nove?’
‘Ma
veramente noi..’
‘Perfetto
allora, a domani ragazzi!’
Il
batterista si ritrovò a parlare con gli spiriti celesti in
zero due. Rassegnato, si voltò verso gli altri, ignorando
quella fattoria
vietnamita in cui era ridotta la loro povera dimora.
‘Avremo
da fare domani..’
L’indomani,
ridotti a cenci, arrancarono fino alla sede della
PSC maledicendo chiunque gli passasse accanto; erano tutti troppo
svegli e
pimpanti a quell’ora. Ma cosa faceva la gente in giro di
prima mattina?
Ah,
la beata ignoranza dell’essere animali da palcoscenico.
L’ascensore,
dopo alcuni estenuanti minuti
d’attesa, si spalancò con un rumore
sordo che anticipò i soliti urli isterici di quei calmi ragazzi quali erano gli Alice
Nine, che sbucarono da esso e
vennero sgarbatamente scansati con scuse poco credibili.
‘Ci
si vede a pranzo!’ ma la porta si era già chiusa
in
faccia ai poveri cinque giovani.
Arrivati
al tanto agognato piano vennero nuovamente aggrediti
dal loro manager.
‘Queste
sono tutte le maledizioni di Yutaka’ pensò Yuu.
Quell’uomo
saltava. Quel brutto omuncolo basso, possibilmente
addirittura più di Takanori, riusciva per qualche strana
ragione a comparire in
più posti contemporaneamente, rispondeva a tre chiamate
insieme, e intanto si
prendeva il caffè. Solo questo superman in gessato grigio
dagli occhi a
mandorla poteva coprire il ruolo di sorvegliante
dei cinque sciagurati.
‘Ben
arrivate, signorine. Siete in ritardo come al solito’
Irritante.
Se
non fosse stato per la brillante prova di maturità del
giorno precedente, Ryo si sarebbe permesso di prenderlo a pugni, solo
per
avergli negato qualche giorno di dolce far nulla tra camera da letto e
frigorifero.
‘E’
sempre bello incontrarti, Sakai. La tua simpatia mi
riempie il cuore, soprattutto quando ho bisogno di stimoli per andare
alla
toilette’
La
finezza di Kouyou non aveva pari in certe occasioni.
‘Si
bellezze, avete ragioni. Non perdiamo altro tempo, non
voglio che a Ruki coli il mascara, dopo inizia a lagnarsi’
disse il cattivo
soggetto con leggerezza, avviandosi nella sala riunioni.
Takanori
non aveva replicato solamente perché, appunto, era
in bagno a ritoccarsi il trucco.
Sopra
la Tavola Rotonda del regno della musica giapponese
erano sparpagliati numerosi fogli e involti di diverso spessore.
I
principini, ancora per buona parte nel mondo dei sogni,
fissavano le carte agonizzanti sulle loro sedie.
‘Allora,
di che si tratta?’ chiese infine Yutaka.
‘Ebbene’
Sakai continuava imperterrito a saltare sulla
poltrona ‘una nota casa editrice vi propone di girare alcune
scene di una
famosa opera teatrale per invogliare gli oppressi
adolescenti del nostro paese a studiare la vita e le opere
dell’importantissimo
autore!’
Qualcuno
aveva forse parlato?
‘Ma
noi non siamo attori’ rispose pacatamente Yuu. Era
acciaccato, ma sensato.
‘E’
su questo punto che verte la questione. Ingaggiare dei
semplici attori sarebbe stato banale. Ma i Gazette sono amati ovunque,
dal
Hokkaidō fino alla provincia di Kyūshū. Sarà un successo
strepitoso!’
‘Ma..’
Kouyou per la prima volta in quella mattina tentava di
formulare una frase di senso compiuto ‘..questo vuol dire che
dovremo imparare
un copione’ disse infine, indicando svogliatamente i papiri
sulla tavola.
‘No
tesoro, tu sei escluso; sappiamo benissimo che non sai
leggere’ altra imbeccata di Ryo, che si beccò un
meritato calcio da parte del
leader.
Kouyou,
all’ennesimo insulto, corse via in lacrime,
sbattendosi la porta alle spalle.
‘Ryo
Suzuki’ Yuu lo prese per i capelli ‘lo sai
com’è fatta
quella fragile creaturina. E, se lo farai ancora, ridurrò le
tue amate
fascettine in tanti, piccoli, introvabili pezzettini, e poi te li
farò ingoiare’
Al
che, ritornando al suo trono, non potè fare a meno di
assestargli un potente scappellotto.
‘Di
che opera si tratta?’ Takanori, nel suo silenzio
ancestrale, era riuscito a estrarre un pensiero logico, seppur breve.
‘Tenetevi
forte, ragazzi. La conoscerete sicuramente tutti,
tranne Kouyou probabilmente. Signori, avrete l’onore, ma che
dico, la gioia di
interpretare i celebri personaggi di..’
Rullo
di tamburi, suspence, piccolo infarto di Yutaka.
‘..Romeo e Giulietta
di William Shakespeare, il Bardo del diciassettesimo secolo!’
Al
nome della tragedia in questione, il batterista scoppiò in
una sonora risata.
‘Che
hai da ridere idiota? Ti rendi conto di quello che
vogliono farci fare?’ esordì esterrefatto Ryo.
‘Appunto!
Sakai, mi sembra di ricordare che uno dei
personaggi principali sia una donna’
‘E’
così, bravo, almeno uno di voi mi dà un
po’ di
soddisfazione qui dentro’
‘In
realtà la conosciamo perfettamente, purtroppo ci siamo
dovuti diplomare tutti quanti, tranne il nano infame’ Yuu,
esternando i suoi
poco concilianti pensieri, rischiava ora ti attirarsi le poco
caritatevoli
attenzioni del cantante, che venne però distratto
fortunosamente dal discorso
del manager.
‘Sì.
Ma non preoccupatevi per questo, ci penso io a parlare
con l’interessato. Allora, Yuu, tu sarai Romeo’
‘Non
è giusto, il protagonista devo essere io!’
Takanori, sull’orlo
di una crisi di nervi, prese a prendere a pugni il copione.
‘No,
Taka, tu sarai Mercuzio’
‘Ahahahah,
l’amico scemo di Romeo’ lo canzonò Ryo.
‘Tanto
alla fine muoiono tutti’
‘Ryo,
sta’ buono. Tu sarai il prete, fra’ Lorenzo, mentre
tu,
Yutaka, interpreterai Benvolio, il cugino saggio del
protagonista’
‘Scusate’
si introdusse Takanori ‘Ryo.
Un prete. AHAHAH, per favore, se si
avvicina ad una chiesa o un tempio lo sconsacra!’
‘Ma
non dire così-‘
‘Fermi,
riuscite a stare quieti un secondo? Siete peggio dei
bambini’ troncò netto Yuu ‘ma, stando ai
ruoli che ci hai assegnato, allora
significa che Giulietta sarà..’
Il
secondo chitarrista non riuscì a porre la fatidica domanda
che Kouyou, ancora sconvolto, rientrò nella sala, gli occhi
notevolmente gonfi.
Quattro
sguardi carichi di stupore si posarono su di lui.
‘Che
c’è?’ mugugnò.
‘Kou’
cominciò un divertito Takanori ‘abbiamo una
sorpresa
per te’
-Non
linciatemi.
Sì,
sono ritornata, a brevissimo tempo dall’ultima shot.
Purtroppo Madama Ispirazione non la comando io ò-ò
Bhe,
credo, spero conosciate tutti Romeo e Giulietta, non
credo ci siano bisogno di spiegazioni, LOL.
Questa
long, cos’ l’ho concepita, vuole
essere una storia divertente, senza
pretese di rompere cuori o nulla, vuole solo far fare una sana risata
alla
gente che la leggerà,
giusto per prendersi una pausa dalla lettura di
molte altre storie di questo fandom, profonde e interessanti, ma che
forse ogni
tanto fa bene interrompere per riacquistare un minimo di spensieratezza
*parla
quella che scrive solo fiction drammatiche*
Spero
di essere riuscita a farvi ridere. E’ tutto ciò
che
desidero. Ah, questo è un capitolo introduttivo, credo che
gli altri saranno
leggermente più brevi, non preoccupatevi.
Ho
intenzione di continuarla, ma vorrei un vostro parere, sia
negativo che positivo, perché, si sa, noialtri siamo
insicuri e una recensione
ci fa sempre piacere. Grazie a quelli che lo faranno, prendete esempio
da me;
io dove passo lascio sempre un segno u-u
A
presto gente :,D
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Capitolo 2 *** Chapter Two ***
Inutile
dilungarsi sullo shock che seguì la rivelazione del
cosiddetto ‘Affaire Juliette’ a Kouyou.
Se, per
un momento, il solo immaginarsi sotto i riflettori gli
sembrò paradisiaco, si dovette presto rendere conto che
sì, si sarebbe trovato
sotto i riflettori, ma sopra un balcone. Un balcone orribilmente
decorato.
‘Come
sono finito in questa gabbia di matti?’ mugugnò.
‘Kouyou,
calmati, sarai truccato adeguatamente’
‘Ma voi non capite. Io,
Takashima Kouyou, costretto ad esibirmi in abiti a dir poco
disdicevoli, magari
addirittura rosa confetto?’
‘Kou,
è quello che fai sempre’
‘I
miei vestiti sono viola intanto’
‘Ah
bhe allora’
‘Dicevo. Io, l’idolo di
ogni ragazza, dovrei recitare nei panni di una debole donnicciola? Mai!
Per chi
mi avete preso, per Natalie Portman?’
‘Io
pensavo più all’anello mancante nella catena
batterio
monocellulare – scimmia’ Sdeng.
Neanche
stavolta il leader, sempre pronto ad intervenire con la
sua fedele padella che tanto adorava, risparmiò una mazzata
sulla testa si Ryo.
‘Dai
Kou, sarà divertente! Inoltre, credo che dovrebbe essere
qualcun altro a vergognarsi..’ Takanori, tentando di aprire,
per la prima volta
in vita sua, un libro che non fosse ‘Bird
Watching, istruzioni pratiche’, cercava di saperne
di più su questo
Mercuzio, il suo personaggio. E intanto guardava Ryo.
Ryo,
dall’altra parte del camerino dove i cinque malcapitati si
erano rifugiati onde evitare l’arrivo della vigilanza e del
WWF a causa degli
urli da ragazzina mestruata di Kouyou, si stava cercando di infilare
-il
poveretto, alla veneranda età di trentun anni, aveva ancora
difficoltà a tirare
su una lampo- il suo vestito di scena. O meglio, il suo sacco
di scena.
‘Ragazzi,
seriamente’ il biondo fasciato riuscì finalmente
nel suo
intento ‘è una tenda’
‘Ah,
dolcezza, ma non vedi che è un sacco di patate?Guarda
Ryo,è
fatto di iuta, si mimetizzerebbe alla grande nel tuo armadio scadente
da cui
sostenevi che io ti avessi rubato
la
felpa’
Taka, non dovevi
farlo.
Il cielo
iniziò a scurirsi molto velocemente, le cicale smisero di
cantare, e Yutaka e Kouyou si rifugiarono repentinamente dietro uno
scudo
vichingo raccattato chissà dove.
Ma Ryo
rimase calmo. Forse.
‘Perdonalo
signore, non sa quello che dice!’
Infatti.
Con fare
mistico, posizionandosi a gambe incrociate come Buddha ma
alzando le braccia ondeggiando con un’enfasi degna del
miglior Mosè che la
chiesa potesse ricordare, Ryo iniziò a mormorare una serie
di frasi apparentemente
sconnesse in aramaico con qualche intercalazione celtica, per poi
terminare con
un fervido ‘Oppa Gangnam Styl-‘
Non fece
in tempo a terminare il suo inno a Psy che il ragazzo si
beccò -di
nuovo- una sonora scarpata
misura 39 in pieno volto.
‘Brutto
idiota’
Takanori
stava per uscire (pensava ingenuamente di poter uscire
indenne), quando un’ondata di gelo lo travolse, seguito da un
agghiacciante
urlo che poco si scostava dalle esaurienti performance di Moira Orfei.
Fece per
girarsi, terrorizzato, ma qualcuno –no, non era Goku- gli
balzò sulle spalle infilandogli qualcosa di duro nella
schiena, perforandogli i
vestiti.
‘AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH’
Disturbato
dalle urla e dai pianti indiscriminati di Takanori,
Yutaka balzò fuori dal suo rifugio norvegese dove stava
cuocendo una tenera
coscia di renna con grande gioia di Kouyou.
‘Se
fossi venuto a conoscenza delle vostre manie compulsive
autolesioniste e suicide non sarei mai
entrato in questa band. Come ti è saltato in mente di
ficcare la croce di legno
del tuo abito tra le scapole del nostro
cantante?’
Mentre
il leader tentava di sedare il bassista, il malcapitato,
intanto, si ritrovava a sputare sangue agonizzando sul pavimento, male
assistito da un Kouyou troppo
occupato a
scegliere con cura la
bottiglia giusta
di spumante da accompagnare alla succulenta cena per badare a cose di
poco
conto come la morte per impalazione, o quasi, di Takanori.
‘Addio
amici, vi ho voluto bene! Date tutti i miei preziosi averi
a Koron’
‘Yutaka
lasciami, è la mia occasione per finirlo!’
‘Kouyou
dammi una mano cazzo!’
‘Mmh,
buono questo Merlot dell’85’
‘Oh
Silvia, rimembri ancora i tempi della tua vita mortal-‘
‘Ehm,
signor Leopardi,lei non dovrebbe apparire in questa serie!’
‘Oh,
chiedo scusa’
Ma fu in
quel momento di disperazione, al culmine della tragedia,
dell’apoteosi
dell’assurdo e della follia che egli
apparve.
Stranamente,
a parte qualche mosca fastidiosa che si ostinava a
gironzolare intorno alla povera carcassa della renna, quella
‘visione
celestiale’ zittì tutti. Erano cessati pure i
lamenti legittimi da buon
cavernicolo di Takanori.
Avvolto
in uno splendido quanto vintage mantello di lana bianco,
stretto in un corpetto azzurro-nursery ospedaliera, uno spavaldo Yuu
fece la
sua entrata nel camerino, giusto in tempo per fermare il delitto in
atto da
Ryo.
Intanto
le mosche se l’erano ben che filata.
Si
narra che, tanto tempo fa, quando farsi la doccia era un optional,
due giovani
amanti nati sotto una
cattiva stella si incontrarono.
‘Stop!
YUU? Cos’è quello?
Yutaka,
lasciando cadere senza troppe preoccupazioni a terra il
corpo del povero Ryo a cui si appiattì ancor di
più il naso a causa dello
schianto, guardava ora divertito –o disgustato, ancora doveva
decidere- la mise del suo
chitarrista.
Tralasciando
i pantaloni a palloncino con inserti dorati che gli
cingevano con ben poca grazia i fianchi, Yuu calzava degli orridi
stivali
marroni che nulla avevano a che fare con il resto, già mal
abbinato, dell’abito.
‘Invidiosi
vero? Salutate tutti Romeo, il meglio del Colosseo!’
Assumendo
una posa plastica e sexy –lasciamoglielo credere-
tirò
elegantemente fuori da uno dei tanti scomparti segreti del costume
stile
Doraemon un libricino in tinta con le sue calzature ‘Essere,
o non essere, ecco la questione: perché Takanori
sta affogando in una pozza di sangue? ‘
‘Oddio
Taka!’
Il
batterista, in uno stato di apparente crisi nevrotica post-traumatica
alla
vista di Yuu, quasi si era dimenticato del cantante, sofferente sul
pavimento,
a cui nessuno aveva ancora prestato soccorso. Ryo infatti aveva
saggiamente
deciso di ritirarsi dalla scena, unendosi a Kouyou
nell’assaporare qualche
delizia nordica insieme al vino di ottima annata scelto appositamente
dal
chitarrista.
‘Taka..stai
bene?’
Il
poveretto
di alzò faticosamente, a causa del pezzo di legno ancora ben
impiantato sulla
sua schiena.
‘Yuu..per
favore..TOGLIMELO IMMEDIATAMENTE’
‘Scusami
Takanori, ma non posso rischiare di sporcare questa
meraviglia’ disse convinto.
‘Yuu?’
‘Dimmi
Taka’
‘Sai
perché
sei qui?’
‘Perchè
il
destino ci a voluti unire e-‘
‘No
imbecille tu sei qui perché io
ti ho
scelto quel maledetto giorno di dieci anni fa come secondo chitarrista
e se non
mi aiuti adesso ti ritroverai in mezzo alla strada, unico luogo adatto
ad un disgraziato
vestito come un Avatar tossicodipendente’
Se
non
fosse stato conscio del fatto che, in un modo o nell’altro,
le minacce del nano
moro non andavano mai a vuoto, Yuu
si
sarebbe permesso di lasciarlo spalmato sulle mattonelle fredde della
stanza; ma
se l’avessero cacciato la parte del protagonista sarebbe
andata allo stesso
Takanori, e questo avrebbe reso vani tutti i loro sforzi per apparire
degli
artisti seri e impegnati. E forse Shakespeare lo avrebbe raggiunto nel
suo
letto, di notte, pregandolo, in lacrime sincere, di riparare al suo
errore e
impedire a un ragazzino che non sapeva nemmeno contare fino a dieci di
recitare
un ruolo importante come quello.
Sentendosi
momentaneamente molto ispirato e prolifico, Yuu estrasse finalmente la
croce in
legno dal delicato corpicino di Takanori, che (ri)cadde a terra con un
tonfo pazzesco,
mentre il chitarrista innalzava l’oggetto del contendere alto
verso il cielo,
neanche fosse re Artù con la sua fedele Excalibur.
‘Oh,
è arrivato
il Grande Puffo’
Reita
strikes again.
Kouyou
e
Reita, che finalmente erano usciti dalla zona barbecue, si erano
infatti
avvicinati agli altri tre disgraziati, trovandosi innanzi a una macabra
quanto
improbabile brigata composta da uno zombie troppo basso per essere tale
e dai
suoi aiutanti, forse ancora in
possesso
delle proprie facoltà, imbrattati di sangue.
‘Non
credo
che tu sia nelle condizioni di parlare, biondino’
Se
Kouyou
avesse dovuto scegliere a quali dei due sfortunati compagni assegnare
il premio
come ‘Worst Wardrobe’ avrebbe
dovuto sicuramente
appellarsi e consultare i migliori critici d’arte moderna e
contemporanea.
Ma a quanto pareva i due
erano interessati a ben
altro.
Mentre
Yutaka aveva estratto dalla sua borsa magica la cassetta del pronto
soccorso e
ora medicava le ferite dell’unica vera vittima della
giornata, Takanori, Reita
e Yuu avevano preso ad azzuffarsi senza ragion veduta, per decretare
chi di
loro meritasse l’attenzione del pubblico e dei riflettori,
quando, in realtà,
neanche un regista alle prime armi li avrebbe mai scelti neppure per il
ruolo
dei cespugli.
E
non
cespugli magici o incantati, ma quelli statici, fissi alle impalcature.
‘Hai
mai
pensato di rinchiuderti in un monastero? Saresti più utile
alla società’
‘Almeno
io
non porto una calzamaglia vero Robin Hood?’
A
Yutaka
parve di rivivere le tragedie della giornata precedente. Si
ricordò delle
condizioni della loro povera casa: vetri rotti, il costoso tappeto
rotto e
insanguinato; perfino la scopa aveva subito danni irreversibile a causa
della
cocciutaggine della scimmia da retrobottega.
Stava
per
intervenire, quando Sakai, senza bussare, interruppe violentemente
nella
stanza, con la sua innata grazia da ballerina classica, e dopo aver
gettato una
veloce occhiata a quella cava mineraria popolata da incivili, esclamo:
‘Signorine,
vi siete divertite abbastanza; la regina
Mab è venuta a trovarvi’
Cinque
sguardi inquieti si posarono su di lui, e sul suo viso apparve un
ghigno tutt’altro
che rassicurante.
‘Ciack,
si
gira’
C’est
moi.
Riconosco
che la qualità del capitolo è minore della
precedente.
Mi
sono
accorte di essere in enorme ritardo, e visto che questo doveva essere
una
specie di ‘capitolo toppa’ ho cercato di finirlo il
prima possibile, studi
permettendo.
MM,
che
dire?
Bhe, per chi non la conoscesse,
la regina Mab non è un
vero e proprio
personaggio di Romeo e Giulietta, ma è la regina delle feste
e dei divertimenti
menzionata più volta da Mercuzio.
Ovviamente
la ‘visione celestiale’ di Yuu si riferisce
solamente al colore terribile dei
suoi vestiti xD
Non
so se
avete mai visto ‘Gli Aristogatti’, un film Disney,
ma se l’avete visto sapete
cosa intende Yuu con l’espressione ‘Sono Romeo, il
meglio del Colosseo’ u-u
Detto
ciò,
me voy.
Se
vorrete
leggere e magari anche commentare questo piccolo capitolo sarei
più che felice
<3
|
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Capitolo 3 *** Chapter Three ***
Ecco il
terzo capitolo della parodia. No, non sono morta, sono
ancora qua a tormentarvi, muahah.
Per chi
non se lo ricordasse, i ruoli dei cinque disagiati sono:
Aoi/Romeo, Uruha/Giulietta, Reita/Fra’ Lorenzo, Kai/Benvolio
e Ruki/Mercuzio.
LOL.
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Era un
bel mercoledì. I primi bagliori del sole primaverile,
l’aria fresca, l’odore di una nuova stagione
all’inizio della sua fioritura.
Shou camminava tranquillo durante la pausa pranzo immerso nel grande
viale
affollato di negozi che conduceva agli studi della sua amata
P&S Company.
Arrivò
alla sede tendendo l’orecchio ad ogni sfumatura di suono e,
sorseggiando un caffè bollente, pensava a come se la
stessero cavando i suoi
cinque colleghi. Gli scappò un sorriso.
‘ATTENTI!’
Un urlo
cavernicolo ruppe la tranquilla quiete di quei luoghi e
strappò Shou dai suoi pensieri. Alzò lo sguardo
verso il quarto piano della PSC:
una nube densa e grigia mista a detriti solidi di non identificabile
provenienza fuoriusciva ora dalla finestra.
‘Oh,
dei’
La
grazia e la compostezza di Kouyou in quell’abito plissettato
fucsia non aveva certamente eguali. Lasciatosi alla spalle il camerino
della
vergogna e il suo adorato pasto caldo, il giovane chitarrista solista
si
diresse non propriamente volentieri –che in questo caso
tradurremmo con un
‘tirato a forza e legato con delle catene da
Sakai’- verso la zona dello
stabile adibita alle riprese.
Inciampò,
rotolò, si ruppe una costola, ma questo poco sembrava
importare ai suoi impietosi colleghi musicisti che ora lo deridevano:
il
poveretto, nel suo lungo vestito stile rococò francese,
agonizzava.
Ad un
tratto però si sentì improvvisamente sollevare da
terra, con
grande svolazzamento di gonnelle e sottoveste in pizzo che
mostrò a tutti il
suo adorabile lato b, a cui seguirono numerosi fischi di apprezzamento
da parte
di Byou e della sua cavalleresca compagnia.
‘Ma
cos-‘
‘Zitta
principessa, o di questo passo mi verranno i capelli
bianchi’ era stato Yuu a sollevarlo, e ora lo teneva stretto
nelle sue forti
braccia.
I due
non si erano mai ritrovati così vicini, tranne durante
l’incontro di lotta selvaggia avvenuta tra Takanori e Ryo
qualche giorno prima
nella loro villetta.
Kouyou era imbarazzato fino
alla morte.
‘Tanto
sei vecchio lo stesso Yuu!’
‘E
allora arrangiatevi vostra altezza!’ con un movimento secco
Yuu
abbandonò il fragile corpicino di Kouyou al suolo,
facendogli assaporare la
polvere.
‘Da
oggi puoi dire addio alla mia preziosa crema anti-rughe della
Garnier! Dannato Shiroyama’
Quando
finalmente riuscirono a raggiungere tutti insieme
l’agoniato luogo, era ormai pomeriggio inoltrato, mentre il
regista, un bipede
biondo dall’aria arcigna di nome Shota, si dilettava nella
nobile arte
dell’insulto multiplo.
‘Dove
sono quei cinque scansafatiche?’ urlava, gli occhi fuori
dalle
orbite, sotto lo sguardo ammutolito dei poveri aiutanti di scena, che
lo
guardavano pallidi e sudati come degli studenti prima di un esame
importante.
‘Bhe,
che avete da guardare adesso?’ Uno degli assistenti, con un
movimento quasi impercettibile del braccio, gli indicò
qualcosa alle sue
spalle; mentre Shota si girava, lentamente, una gocciolina di sudore
gli
percorse le tempie.
Era
davvero una visione inquietante quella a cui la troupe si
trovò dinnanzi; alcuni dovettero coprirsi gli occhi.
Cinque figure
oscure si ergevano
verso il cielo –il soffitto era piuttosto basso- ritte nel
loro orgoglio virile.
Kouyou e
Ryo si erano arrotolati le lunghe vesti appositamente. Ma
Ryo non si era preoccupato di farsi la ceretta.
L’aria
cominciò a farsi pesante. Si udì un fuggi fuggi
galoppante dietro
le quinte.
‘AHAHAHAHAH’
Shota scoppiò senza ritegno in una risata così
forte
che lo si vide rotolare per parecchi metri modalità flipper
vivente e
consenziente. Un’anima pia si affrettò ad aiutarlo
a rialzarsi, conoscendo la
proverbiale permalosità delle cinque superstar.
‘Ma
voi reciterete davvero così?’
Non che
il regista avesse poi torto a sganasciarsi dalle risate,
intendiamoci. Oltre
ai completi
precedentemente descritti di Kouyou e Yuu lavati con Perlana e Pomodoro
e al
sacco peloso che Reita si ritrovava ad indossare suo malgrado, anche
Takanori
non si sentiva molto a suo agio in
quei panni presi da qualche cantina di vini ammuffiti medievale.
Se,
infatti, Yutaka indossava una normale per quanto bizzarra
calzamaglia bianca e veste marrone stile pavimento dei bagni della PSC,
il
cantante invece sgomitava in uno sgargiante abito completamente verde
smeraldo
con tanto di piuma d’oca –un vero tocco alpino- a
completare il tutto. Ed
essendo Takanori un autentico ed incallito pirla aveva aggiunto anche
degli
occhiali da sole. Leopardati.
Dopo
questo carrellata imbarazzante, Yutaka si voltò sdegnato
verso Sakai.
‘Ma
chi è quell’uomo che sta rotolando insieme al
regista?’
‘Oh,
nessuno di importante. E’ solamente Shakespeare che
è venuto
qui appositamente dall’Inghilterra a morire di
crepacuore’
‘L’avevo
detto io che sarebbe apparso!’
‘Ragazzi,
quello che più si dovrebbe lamentare sono io!’ li
riprese
Kouyou ‘per gli dei, giriamo queste maledette scene e
andiamocene a bere!’
‘Ma
non si è mai vista una donzella tanto sgarbata che incita
all’ubriacatura, Kou!’ le redarguì Ryo.
Ma,
vedendo il soggetto in questione delicatamente adagiato con le
gambe divaricate su un amplificatore mentre si preparava ad un' interessante
avanscoperta del suo setto nasale, dovette ricredersi.
-Il miglior
poker face dell’anno va a
Reita-san! Un applauso signori su-
La prima
scena da girare, almeno prima che Yuu compisse effettivamente
cinquant’anni, era quella della festa in casa Capuleti. Avete
presente no?
Quella in cui Romeo, Benvolio e Mercuzio si intrufolano dentro e fanno
il
pandemonio.
Kouyou,
più bell- cof –
elegante che mai, sedeva su un trono al centro della sala.
Tutt’intorno, le
comparse, donne e uomini più o meno coscienti che, come i
cinque malcapitati,
dovevano subire la tortura di indossare quei pezzi
d’antiquariato mobili pieni
di muffa e infestati da pulci.
Musica e
danze, tutto procedeva alla perfezione. Sembrava
procedere alla perfezione.
‘Bene’
disse a bassa voce Shotai, implorando tutti i kami
a lui conosciuti ‘ora farà la sua
magica apparizione Mercuzio seguito da Romeo e Benvolio, che
entreranno, non
invitati, alla festa dei Capuleti. E ciak, si gira!’
Romeo: Ma andare alla festa
pieni di buone intenzioni non significa che sia assennato andarvi.
Mercuzio:
Ma c’è la regina
Mab con noi! Mab è la fata che fa sognar-
Takanori
non fece in tempo a finire la frase che malauguratamente
inciampò su un osso di pollo gettato a terra da Ryo
casualmente fra i suoi
piedi, senza riguardo alla sanità mentale di Shota, Sakai e la troupe.
Non
venite poi a chiedermi come mai indossi sempre quella fascia
per coprirsi il naso. Se Takanori non avesse già provveduto
a fracassarglielo,
l’avrei fatto io.
‘Aiuto,
qualcosa va a fuoco!’
‘Non
si preoccupi signor regista!’ intervenne prontamente Yutaka
‘E’
solo il cervello di Ruki, o quall’unico neurone rimasto a sua
disposizione’
concluse il riida con estrema
tranquillità. Sapeva cosa stava per accadere.
Dall’orecchio
di Takanori fuoriusciva infatti una sottile ma
pericolosamente scura nuvoletta nera, mentre ancora rimaneva fermo in
ginocchio
sul pavimento, a testa china.
Ryo si
mosse, lentamente, ma venne bloccato prontamente da uno Yuu
molto preoccupato
‘Dove
vai brutta scimmia suicida?’
‘Ecco…
vado a portare gli gobbi ad Isegard!’ –parte
musichetta- ‘Legolas
mi ha mandato giusto un piccione viaggiatore prima! Si sono persi
poverini non
posso lasciarli lì! Addi-‘
Mentre
Yutaka e Kouyou si concedevano delle sane e sadiche risate
alle sue spalle, Ryo fu brutalmente preso per il collo da Takanori, in
un modo
di spirito degno di Lady Oscar durante la presa della Bastiglia, lo
trascinò
più morto spaventato
che sorpreso fuori
dalla porta di servizio.
Dopodiché,
il nulla.
‘Forse
dovremmo passare alla prossima scena… il balcone!’
Kouyou e
Yuu si scambiarono un’occhiata più che eloquente.
Shota
non voleva perdere altro tempo. Non poteva assolutamente
fare tardi un’altra volta al suo corso adorato di origami per
colpa di cinque
inetti.
‘Forza
Giulietta, voglio il tuo sedere sul balcone ORA!’
Kouyou
non si sarebbe mai immaginato, in dieci anni di onorata
carriera, di dover assistere ad una scena del genere, forse la
più comica della
sua vita.
Il
balcone non era certo altissimo, ma sarebbe stato troppo normale
e scontato mimetizzare una scala
utile a raggiungerlo. Ma no,
insomma, i Gazette facevano parte della Peace and Smile Company che, al
contrario di quello che avrebbe potuto suggerire il nome, era il luogo
perfetto
per andare a procacciarsi guai.
Yuu, nei
suoi comodi panni celesti di Romeo, stava infatti
tentando di raggiungere la sua Giulietta. Arrampicandosi su
un’edera finta e pelosa.
Kouyou
non avrebbe saputo enumerare la quantità di volte che
l’altro
chitarrista aveva sbattuto il sedere a terra, cadendo rovinosamente
rompendosi
un ginocchio o un legamento. Pazienza, avrebbe preso in prestito quella
bellezza di Tora dagli Arisu.
Quando
finalmente riuscì, tra un’intercalazione e una
scivolata, a
raggiungere li tanto sudato balcone, Yuu si ritrovò a meno
di due centimetri
dal naso d Kouyou. Non aveva notato quanto fossero dolci i suoi
lineamenti.
‘Ricominciamo
v e l o c i’ la voce gracchiante del regista
interruppe quel momento –tre secondi- di puro romanticismo.
‘Dovete
baciarvi’
‘COME
PREGO?!’ Kouyou si sentì morire dentro.
‘Bhe
sapete com’è.. Romeo e Giulietta erano una coppia
e si
sposarono pure.. Non avrete pensato di limitarmi a giocare a carte! In
questo
sceneggiato dovrebbero pure scopare, ma a questo penseremo
dopo’
Le
mascelle dei due poveracci rasentavano il terreno.
‘Brutto
regista dei miei stivali, aspetta che scenda giù
e-‘
‘OBBLIGATELI!’
Solo
dopo varie spinte e con l’aiuto di due possenti e forzute
braccia, le labbra di Yuu e Kouyou –volevo dire Romeo e
Giulietta- si
incontrarono in un bacio silenzioso e dolce, tralasciano i movimenti da
oche
agonizzanti dei due.
Ma per
Yuu quel bacio, quel contatto leggero e piacevole, sta
durando molto. Troppo.
Si
staccò violentemente dal viso di Kouyou che, con la sua
solita
grazia, andò a sbattere contro l’impalcatura alle
sue spalle che tutto reggeva,
comprese le telecamere e gli sfondi. Quella vacillò
pericolosamente soopra gli
sguardi terrorizzati dei presenti.
Poi
accadde l’irreparabile.
‘ATTENTI’
gridò Yutaka, buttandosi a terra tirandosi dietro Shota.
Yuu fece
in tempo solamente ad afferrare Kouyou per la gonnella
prima che cadesse giù con tutto l’ammasso di
ferraglia, stringendolo forte a sé,
rimanendo in bilico su quello che restava della piattaforma del
balcone, circa
un metro per uno. A terra, mucchi di materiale irriconoscibile e
polvere li
circondava.
‘…..’
‘Prova
a lasciarmi questa volta e ti sputtano su Twitter,
imbecille di uno Shiroyama!’
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