Il mio amore cresce ogni volta che ti mordo

di _Mashmallow_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo n°1 ***
Capitolo 2: *** capitolo n°2 ***
Capitolo 3: *** capitolo n°3 ***
Capitolo 4: *** capitolo n°4 ***
Capitolo 5: *** capitolo n°5 ***
Capitolo 6: *** capitolo n°6 ***
Capitolo 7: *** capitolo n°7 ***
Capitolo 8: *** capitolo n°8 ***
Capitolo 9: *** capitolo n°9 ***



Capitolo 1
*** capitolo n°1 ***


Capitolo 1

Mi chiamo Caroline, so cosa pensate: una ragazza dolce, simpatica, socievole e bella; Questa è la solita descrizione che si dà alle ragazze americane, andrebbe anche bene se solo fossi umana, ebbene si; vengo da un altro pianeta, se si può chiamare così; Provengo da una lunga e nobile generazione di vampiri, quindi ricominciamo:
Mi chiamo Caroline e sono una vampira di vent’anni, di famiglia nobile sono piuttosto stronza e menefreghista, vivo in una villa invidiata da tutti e cosa più importante non ho amici, perché non posso uscire di casa, per via di quel bastardo che chiamo padre e di quella puttana della mia matrigna, che sto progettando di uccidere in un bagno di acqua santa. Ma tanto di quello che dicono non mi importa, infatti, esco quasi ogni sera e di pomeriggio mi aiuta il nostro sexy maggiordomo (magari fosse il maggiordomo) è solamente il fratello di mia mamma, ma lo chiamo maggiordomo, perché mi accontenta in tutto quello che voglio, ecco perché è il mio parente preferito.
Io sono molto simile a mia madre come aspetto, invece come carattere per niente, perché non torturo persone in camera da letto solo per farmi scopare; Non sono particolarmente alta solo un metro e sessantacinque, capelli lunghi e biondi con extation nere, occhi azzurro-verdi e labbra sottili, per quanto riguarda le mie gemelle… bhè… non mi posso lamentare perché essendo magra ho una bella terza, in poche parole sono un vero schianto.
La mia matrigna Vicki o come la chiamo io stronza, è più alta di me di ben cinque centimetri, ha i capelli corti neri, occhi di ghiaccio che ti fanno rabbrividire, per quanto mi costi ammetterlo, le sue labbra sono splendide, ma le rovina con quel rossetto color prugna, il suo gusto nel vestire è adir poco orribile, porta vestiti lunghi di color nero, viola o marrone, senza nessun decoro o cintura in vita sembrano dei veri sacchi di patate, per non parlare del trucco da pagliaccio.Da piccola quando leggevo storie di vampiri li vedevo sempre: forti, bellissimi e ben vestiti, non come quella specie di ‘madre’.
Mio padre, lui si che è un vero vampiro sempre impeccabile e impassibile, non mi ricordo quando è stata l’ultima volta che lo ho visto ridere, ecco perché è così noioso e poi mi vergogno un po’ a dire che: è bellissimo; Per prima cosa è biondo con delle leggere sfumature, ha gli occhi verdi con delle ciglia lunghe, alto e muscoloso… un autentico playboy… ecco perché ogni tre anni cambia moglie ma ogni cinque arriva quella che starà insieme a lui per cinque o sei anni e sfortunatamente Vicki è una delle fortunate, è quella della lunga relazione, non potete immaginarvi la mia felicità;
Infine in casa nostra c’è il mio migliore amico …il mio Fred…mio zio … lui è alto con occhi azzurri, capelli biondo cenere e andando in palestra, molto spesso, è messo bene e se non fosse per il fatto che è mio zio gli salterei addosso, è il mio migliore amico perché è l’unico che riesce a capirmi, con lui dimentico tutti i problemi che ho con mio padre e con quella puttanella, perché mi fa ridere e insieme facciamo di tutto… bhè non proprio tutto… nel senso che tutte le cazzate che ho fatto nella mia vita da vampira le ho fatte insieme a lui, per esempio:
quella volta in cui abbiamo fatto trovare la macchina della seconda moglie ricoperta di brillantini rosa oppure quando alla terza moglie abbiamo bruciato tutti i vestiti e alla quarta tutte le scarpe le abbiamo date in pasto al cane siamo proprio degli angeli con delle ali da demonio e l’aureola ricoperta di rose appassite.
oggi aveva in mente qualcosa per questa sera;

“Ciao Fred, come stai?”

“Ciao bellezza e sì sto bene, cosa hai nell’armadio di sexy?”

“Ma che cazzo stai dicendo?!”

“Niente, è solo che stasera voglio… diciamo… bhè”

“non vorrai mica scoparmi!”

“Ma cosa!? No, voglio solo andare a cercare qualche lupetta, sono in astinenza da due settimane”

“e con questo cosa centro?!”

“sbaglio o anche te non te la stai passando bene a letto!? Anche te stasera farai strage di cuori, scintille e ululati “

“Ma perché come amico-zio mi è capitato un pervertito?! "

 “zitta e preparati da solo non vado"

 “va bene vengo, non mettermi fretta e non vengo per farti compagnia, ma perché in effetti non lo faccio più da circa un mese”

“cazzo come fai a resistere?! Io dopo una non ce la faccio più”

“Fred me lo chiedo anch’io!”.

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Capitolo 2
*** capitolo n°2 ***


 Capitolo 2   
  
Appena dopo essermi accordata con il mio super zio sul orario e il luogo per la nostra serata, sono andata nella mia camera.
Il mio mondo è suddiviso in due piani, e modestamente è la stanza più grande di tutta la casa…bhè diciamo la seconda la prima è quella di mio padre, io adoro fare le cose in grande e lo si capisce appena entri da quella porta, infatti al piano inferiore la prima cosa che si nota è un grandissimo letto matrimoniale con il copri piumone rosso sangue con tantissimi cuscini bianchi, a sinistra del letto ci sono due grandissimi divani più due poltrone tutti di pelle bianca e di fronte a essi c’è un tavolino di vetro con al centro un mazzo di rose rosse, subito dietro ‘la zona salotto’ vi è una grande scrivania, anche questa interamente di vetro sopra di quella ci sono un sacco di riviste di moda, adoro tutto ciò che ha a che fare con la moda, mi affascina, sapere che ci sono delle persone che lavorano sodo per giornate intere per una rivista quando invece ti farebbe pensare “ma queste sono persone completamente fuori di testa” ma non la penso così perché la mia intera vita è basata sulla moda e spero che un giorno il mio sogno di entrare a far parte di una di queste riviste si avveri, ma nella mia situazione non è poi così facile perché adesso le persone pensano che noi vampiri appena vediamo un umano lo attacchiamo e lo mordiamo ma succede raramente, ok spesso dipende da come si è cresciuti ma, io non sono una ragazza violenta e non sono ossessionata dal sangue posso resistere senza anche per più di cinque giorni, ma questo alle presidenti di ELLE, VOGUE e  MAIE CLAIRE non importa ecco perché appena dico la parola vampira chiamano tutti gli uomini della sicurezza che mi trascinano via ma non sono un pericolo pubblico, tranne quando qualcuno si prende l’ultimo paio di scarpe o vestiti, pantaloni, magliette della mia misura nel negozio che avevo vito prima io, apparte questo mio piccolo difetto sono ‘normale’.
Ritornando  alla mia camera alla destra del letto c’è una grandissima libreria dove ci sono libri dvd cd e album, adoro la musica perché mi rilassa e non mi fa pensare a niente e soprattutto adoro cantare e ho anche una bella voce, invece di fronte al letto c’è un enorme televisore da ben novanta pollici, mi vizio bene e infine vicino alla libreria c’è una scala a chiocciola che porta al piano superiore. Ci sono due porte; una che conduce al bagno e l’altra nella cabina armadio.
Le pareti e le piastrelle del bagno sono di colore bianco mentre tutti i mobili la vasca più quella idromassaggio, la doccia e tutte le altre cose sono di color nero intenso. Nella porta accanto invece c’è la mia cabina armadio con i miei vestiti le mie scarpe,  i miei accessori e le mie borse, più che cabina armadio sembra un negozio di grandi firme perché essendo appassionata di moda non posso andarmene per le vie di New York con degli straccetti da quattro soldi addosso, sarebbe inammissibile, quindi sono arrivata ad avere: venti paia di GUCCI, quindici di PRADA, diciannove di DIOR, ventidue di CHANEL, venticinque di FERRAGAMO e dieci di ARMANI, per un totale di centoundici splendide scarpe, per quanto riguarda le borse ho un vero e proprio negozio in camera  perché non penso che molte donne si possano permettere il lusso di tenere nel loro armadio ben novanta borse  tra qui pochette e portafogli, per i vestiti invece neanche la più sfrenata compratrice compulsiva può battermi, forse, ho solo trenta vestiti lunghi che comprendono anche quelli corti, venti pantaloni, cinquanta magliette inclusi anche i babydoll , venti maglioni, nove soprabiti e sette giacche di pelle e non dimentichiamoci dell’intimo perché è un diritto umano inalienabile e poi tutti i miei gioielli; collane, anelli, braccialetti e occhiali da sole…forse esagero un po’ con le mie quindici carte di credito ma questo è il vantaggio ad avere uno dei papà più ricchi del mondo.
Nonostante abbia tutti questi vestiti per la emittente serata non ne andava bene neanche uno, insomma non andavano bene per i locali che frequentava mio zio, voi in questo momento vi starete chiedendo ma quanti anni ha tuo zio? In effetti è molto giovane per essere mio zio a cinque anni in più di me, lui è il terzo e ultimo dei fratelli di mi mamma, povera lei, unica femmina circondata da tre maschi, io me ne sarei già andata da molto tempo. Andai subito a prendere la mia macchina in garage, è una Porsche rossa decappottabile a cinque posti  con, naturalmente, la radio/cd con i sedili di pelle bianca e gli interni anch’essi bianchi, inserisco le chiavi, le giro e parto con la musica a tutto volume come per dire “hey, guardatemi sono arrivata, adoratemi” lo so sono vanitosa ma da qualcuno avrò pure preso.
Mi viene subito in mente in che negozio andare, ma poi vedo un cartello grande con la scritta tutta luccicante ‘ tutte grandi firme in saldo dal trenta al sessanta per cento di sconto ’ feci un testa coda e sfreccia verso il paradiso.
Nel negozio fanno  entrare poche persone alla volta perché immaginatevi una svendita di grandi firme piena di donne si potrebbe scatenare la terza guerra mondiale, così io ho dovuto aspettare una buona oretta, ma ne è valsa la pena, quello era veramente il paradiso, prima che delle belve assatanate non lo hanno invaso, ogni angolo corrispondeva ad un capo firmato; nella parete di destra le scarpe e gioielli, nella parete di sinistra soprabiti e giacche, di fronte alla porta vicino a quella lunghissima parete di dieci metri vestiti di ogni tipo e vicino al portone vi è  la più sexy lingerie del mondo e al centro della stanza le più belle borse che avessi mai visto e proprio quando stavo per prendere e portare via una splendida borsa di GUCCI, una signora grassa, grossa e brutta si avvicina e me la porta via, si gira mi guarda e urla “c’est la vie” in questo preciso momento sono corsa verso lei

” tu… ridammi la mia borsa adesso”

“come… tu eri la in fondo, non capisco”

Tirai fuori le zanne e le ho detto ” le vedi queste?! Ecco perché sono così veloce ma adesso ridammi subito la mia borsa, l’ho vista per prima mi spetta di diritto, non vorrai mica farmi incazzare, vero?!”

“la borsa non posso dargliela, perché l’ho presa per prima”

“la stavo prendendo io, non puoi rubare le cose degli altri”

“rubare, io non rubo, era li e l’ho presa “

“ero li che la stavo prendendo, ho toccato la tasca, in teoria sono io quella he l’ha toccata per prima, quindi ridammi la mia borsa”

“no, questa è mia”

“puttana ridammi quella borsa o sarà l’ultima cosa che vedrai in tutta la tua vita ci siamo capite”

“non mi fai paura”

Quella è la goccia che a fatto traboccare il vaso, allora incazzata ho preso i suoi capelli con una mano,  tirandoli, e con l’altra le ho dato un bel pugno dritto in faccia, rompendogli il naso.

“ridammi la MIA borsa o continuo, decidi te ma ti avverto io starò qua fino a quando non riavrò indietro quella borsa”

“va bene tieni e scusami in effetti l’avevi presa prima tu”

“non fare tanto l’innocentina adesso, sparisci! “

Dopo la mia piccola discussione ho pagato e sono ritornata a casa per prepararmi  e li ho incontrato mio zio

“ciao Carol, dove sei andata?”

“non chiamarmi Carol lo sai che lo odio…sono andata a prendere dei vestiti per la favolosa serata che ci aspetta ”

“così ti voglio, ma tu come caspita fai a non avere vestiti da mettere se ne hai un casino?”

“ti ci metti pure tu adesso, e comunque questi sono bellissimi non preoccuparti per me”

“no non mi preoccupo per te ma per me, per una volta entrando da qualche parte voglio che tutti guardino me e non te”

“ guardano anche te, ti vogliono tutte nel loro letto ”

“davvero?!”

“nah ti sto prendendo per il culo, ci vediamo dopo”

Fred è rimasto li senza dire niente, immobile questa risposta non se l’aspettava così mi sono allontanata rimettendo la macchina in garage per poi correre in camera mia a rilassarmi in un bagno di acqua calda e un mare di bollicine. 
   

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Capitolo 3
*** capitolo n°3 ***


 Capitolo 3

Appena la vasca si riempì mi immersi  dentro, ma per rilassarmi completamente, specialmente dopo la discussione con quella donna un semplice bagno caldo non mi bastava, così ho preso una piccola sfera con tante lucine, una di quelle che quando le dai un colpetto inizia a fare suoni rilassanti come: il suono delle onde che si infrangono sulla riva facendo diventare la sabbia bianca, il dolce rumore del vento con uccellini che cinguettano, il rumore dell’ acqua che scorre in un piccolo ruscello oppure di qualcuno che suona un arpa come una ninna nanna facendoci quasi addormentare; Tutti questi suoni erano perfetti  tanto da farmi stare immersa in bagno per quasi un ora, ma quando guardai l’ora mi sono accorta che  mancavano due ore per “l’appuntamento” vicino al cancello con Fred. Quando mi sono asciugata i capelli mi sono bloccata “ cazzo non ho pensato a come fare i capelli” ho fatto venti volte su e giù per le scale e quando stavo per fare il ventunesimo giro mi è venuta l’ispirazione: chiamare il mio parrucchiere.

“pronto?!”

“ciao Steven, sono io Caroline, hai tempo per passare da me per sistemarmi i capelli, stasera devo uscire”

“uh e con chi?.. non importa mi racconterai tutto tra dieci minuti, baci baci a dopo”

“grazie mille, sei un tesoro “

“ma ti pare, a dopo bocconcino”

Steven lo conosco da quando avevo diciotto anni, prima della mia trasformazione e naturalmente sapeva quello che ero e la prima cosa che mi ha detto quando gli ho confidato il mio vero essere è stata “ tesoro, come è stata la tua prima scopata, è diverso da quando lo facevi da mortale? Raccontami voglio sapere tutto” Steven è un buon amico,  puoi raccontargli tutto perché non è uno che si scandalizza facilmente e non rivelerebbe un segreto a nessuno, neanche il più piccolo insignificante segreto e poi se non si fosse capito mi fa sbellicare dalle risate è un vero spasso, una volta per tirarmi su di morale, dopo la rottura dal mio fidanzamento, con il mio ex,  si mise i miei vestiti e una dentiera con due canini appuntiti e mi disse “ potresti ritornare da lui e dirgli, hey bello non sono irresistibile con questo completino vieni e scopami “ è un tipo un po’ strano, ma è simpatico.
sento suonare il campanello e venti secondi dopo dalla mia porta entra un “uomo” alto magro con capelli neri occhi color miele, con un completo in giacca e pantaloni rosa, camicia bianca, cravatta nera, scarpe nere luccicanti, un cappellino nero con un nastrino in torno rosa e una grande borsa nera ricoperta di brillantini neri, probabilmente dentro aveva tutto il necessario per capelli, già quello era Steven.

“tesoro sono qua, ho fatto più in fretta che potevo, allora dimmi qual è questa grande emergenza? Perché non mi avresti fatto venire qua per una semplice cena in famiglia, a proposito con chi esci questa sera?”
 
“non entri mai con un ciao?!”

“va bene ciao!...forza dimmi tutto”

“questa sera esco con…Fred”

“lo zio, speravo mi lasciassi campo libero”

“non esco proprio con lui…andiamo a recuperare cibo da portarci a letto, ecco perché ti ho chiamato, non ho idea di come farmi i capelli”

“no problem baby,  ci sono qua io adesso, dammi qualche tua rivista e cominciamo l’opera”

Sfoglio un po’ di riviste quando mi è apparsa questa meravigliosa donna con la coda più alta che avessi mia visto. Steven non ci impiego molto, poco più di venti minuti, vi chiederete perché così tanto per una coda di cavallo ora vi spiego, Steven è un po’ eccentrico quindi ha avuto l’idea di mettere su alcune ciocche, fatte diventare mosse,  della lacca brillantinata, i brillantini che duravano per cinque ore, non mi convincevano molto, ma visto il risultato finale sono rimasta senza parole.

 “wow, sono stupenda, grazie Steven”

“non c’è di che mio fiorellino, allora quando hai ancora un disperato bisogno di uscire e farti capelli fammi un fischio, ciao tesoro ci vediamo “

“ ciao Steven ti voglio bene”

Subito dopo aver salutato il mio finocchietto preferito mi sono precipitata verso il mio cellulare per guardare l’ora, ma pe fortuna ho ancora un oretta per prepararmi, allora con calma ho preso i miei nuovi acquisti e più li guardavo più mi piacevano.
 Ho finito di prepararmi e truccarmi ero perfetta, stavo per uscire per andare da Fred quando in camera mia entra una donna con i capelli più rovinati dell’intero universo: Vicki.

“ mia piccola Caroline, mi potresti prestare gentilmente uno dei tuoi vestiti?”

“Vicki…va al diavolo”

“dammi i tuoi cazzo di vestiti devo andare a cena con tuo padre!”

“adesso vai dall’ultima donna che ha indossato i miei vestiti… oh è vero non c’è più, vuoi fare anche te la sua stesa fine lenta e dolorosa; si lo so sono perfida ma se c’è una cosa che odio è che qualcun altro tocchi i miei vestiti, chiaro?!”

“ma quella specie di parrucchiere può toccare i tuoi vestiti, perché io no?”

“perché lui è un mio caro amico, il migliore, ed è una persona molto gentile e mi fido di lui, tu invece sei solo una puttanella insignificante per me ”

“come osi parlare così a tua madre”

“tu non sei mia madre, senti adesso devo uscire e non voglio iniziare una magnifica serata litigando con te, quindi va via e sono sicura che qualcosa troverai nel tuo armadio”

“non puoi uscire, tuo padre non vuole”

“sai quanto me ne importa?! io un giorno me ne andrò da questa casa, quindi o mi sbatte fuori lui o me ne vado io, sceglierei la seconda,  perché se fossi in lui non vorrei vivere fino al giorno del giudizio con il senso di colpa per avere fatto credere a sua figlia che non gliene importa niente di lei quando invece sappiamo tutte e due che è tutto il contrario”

Ho detto quelle parole quasi sussurrandole per aumentare il senso di pericolo e modestamente il mio piano ha funzionato perché a Vicki è venuta la pelle d’oca, adesso è terrorizzata da me e questa cosa mi ha risollevato il morale, quella è la prova che questa serata si sarebbe rivelata un grande successo.
Mio zio vedendo Vicki così spaventata si è non preoccupato ma quasi, quando però mi ha visto scendere le scale ha capito perché di quella faccia. Avete presente quando nei film la ragazza scende le scale per andare al ballo tutta in tiro con il ragazzo che la guarda come se non avesse mai visto nessuna ragazza, io mi sento così perché ero veramente bellissima appena uscita da un servizio fotografico. Per questa serata ho indossato un vestitino di Gucci attillato senza spalline tutto nero e per coprirlo visto che eravamo di sera e per di più in primavera e non faceva molto caldo, ho messo un soprabito anch’esso di Gucci bianco con una cintura nera intorno alla vita, le scarpe… oh quelle fantastiche scarpe le ho viste in quella svendita e si sono messi a cantare gli angeli, sono delle Dior con il tacco dodici nero e anche la punta arrotondata è nera tutta la parte del collo del piede invece è bianca in più per dare un po’ di vita alla scarpa hanno deciso di mettere un fiocco,  ma uno di quelli schiacciati non quelli tutti pomposi che di solito mettono sulle scarpe, bianco e poi la comodità… wow non ci sono parole; Ad un certo punto quando mi sono tolta il soprabito per rivedere la mia scelta del vestito mi sono detta “ per essere bello è bello, ma manca qualcosa”  allora sono andata a prendere una cintura sottile bianca a pelle di serpente lucida per metterla in vita ed è quel piccolo particolare a rendere il vestito unico, mancava solo una borsa o una pochette e quella non è stata una scelta facile all’inizio avevo deciso di prendere la borsa nuova, ma è di colore crema e non mi convinceva molto,  ho cercato e provato quasi cinquanta borse e poi eccola li la borsa perfetta a forma rettangolare di medie dimensioni,  nera con le tasche laterali bianche e per finire al mio favoloso completo mi mancano solamente degli accessori e per prima cosa sono andata a cercarmi una collana e non è stato difficile prendere quella giusta da indossare perché ne stavo discutendo poco prima con Steven, presi la mia collana preferita   quella oro con la scritta piccola in corsivo ‘i’m perfect’  ho messo anche degli orecchini, ma non ho voluto metterne di troppo vistosi  perché non mi piacciono molto,  quindi ho optato per qualcosa di semplice tre catenine ognuna di dimensioni diverse l’una dal altra con alla fine di ognuna un piccolo teschio bianco. Per finire mancava solo la lingerie, ho pensato che se quella notte avrei incontrato l’uomo della mia vita non mi sarei di certo presentata con delle semplici mutandine,  allora io persona ‘normale’ ho messo un perizoma bianco con pel pizzo nero e per coprire le ragazze ho messo un reggiseno anch’ esso bianco con il pizzo nero della stessa fantasia del pezzo sotto, senza spalline.
Questo è il completo che ho scelto per la serata che ci aspettava e finito di scendere le scale li mi aspettava Fred, lui indossava semplicemente una maglietta bianca con una giacca di pelle nera, i jeans e le scarpe da ginnastica nere, semplice, ma efficace per portarti a letto visto che la maglietta è attillata e semi trasparente per farti vedere gli addominali scolpiti alla perfezione  ‘grrr’ 

“credevo mi aspettavi al cancello”

“si, ma ho visto che non ti muovevi più e così sono venuto qua, ma adesso capisco perché ci hai messo tanto, sei bellissima come sei riuscita a farti la coda? Visto che non ti pettini mai i capelli”

“è venuto qua Steven, andiamo”

“si… ma un giorno lo devi portare con noi”

“Chi?”

“Steven, testina”

Siamo scoppiati a ridere e mentre ridiamo come due deficienti ci dirigiamo verso il nostro locale preferito, solo per vampiri, il black blood.  
              
 

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Capitolo 4
*** capitolo n°4 ***


Capitolo n°4

Il black blood è uno dei pochi locali per soli vampiri ma è anche il più grande infatti è diviso in più parti; al piano superiore c’è un semplice bar con dei tavoli e divani per chi volesse riposarsi un po’ dopo essere stato là sotto nella vera è propria discoteca con dj, pista da ballo e tutto intorno ad essa un sacco di tavoli rotondi con divani rotondi a mezza luna, non ho mai capito di che colore fossero perché ogni settimana cambiavano oppure è solo l’effetto delle luci a darmi questa impressione, in fondo alla stanza si vedeva una scala grande, dove  possono salirci contemporaneamente quattro persone, per andare nella ‘zona feste’ come la chiamo io perché è stato in quel posto che ho fatto le più belle festicciole con i ragazzi. C’è un tavolo grande basso con tutto intorno cinque grandi divani le pareti di specchi quella è la zona vip io anche se non sono famosa ci salgo lo stesso perché o me lo permette il proprietario o perché mi invitano a salirci, è un posto bellissimo il più bello del locale secondo me perché tu puoi vedere la persone sotto che ballano e si divertono ma loro non possono guardare te, è una specie di terrazzo interno , quante cazzate o fatto li non me le scorderò mai, In fondo a destra vicino al dj ci sono dei pali da lap dance in tutto quattro, le pareti non sono speciali solo semplici mattoni.
Dentro il locale però non c’è solo il bar con la discoteca ma anche una parte per il sesso, sapete quelle stanze a tema che si prenotano dove poi potrai fare sesso per quanto ti pare e come ti pare senza essere disturbati e al black blood dopo aver attraversato un corridoio di fronte al bar ci sono dieci di quelle sale, il più delle volte tutte occupate, ma ai clienti abituali possono fare uno strappo alla regola e farli passare avanti come è successo a me molte volte, non chiedetemi come o fatto a convincerli a farmi passare avanti, e quella sera volevo una stanza da mettere a soqquadro, prima devo trovare un uomo cosa non molto facile perché c’è meno gente del solito forse perché eravamo in settimana ma chi può dirlo noi vampiri siamo imprevedibili, mi sono sistemata nel mio tavolo preferito quello nel angolo di fronte alla scala e in seguito sono andata a prendere una chiave per un armadietto per mettere dentro la mia borsa, modestamente è stata una mia idea  prima non c’erano, l’ho proposta al proprietario e lui a accattato, perché è molto più comodo lasciare la propria borsa in un posto sicuro e ballare senza, invece che portarla sempre dietro e causarti un sacco di problemi come per esempio: rompere bicchieri, lanciarla i faccia a qualcuno naturalmente senza farlo apposta oppure ballare ma muovendo soltanto i piedi visto che le bracca sono occupate a sorreggere la borsa, queste sono tute cose he mi sono capitate ma dopo l’aggiunta degli armadietti tutto si è risolto e anche il proprietario del locale mi è molto grato, dato che non devo neanche pagarlo perché gli ha portato un sacco di clienti in più e se ci sono più clienti, ci sono più soldi e se ci sono più soldi c’è più felicità sul volto di Victor.
Appoggiata la mia borsa sono subito corsa a sedere al mio tavolo e a cercare qualche bel fusto che non è troppo e impegnato a baciare un'altra ma la fortuna non sembra dalla mia parte però non voglio farmi scoraggiare mi faccio portare una bottiglia di vodka e io e Fred facciamo un gioco il nostro gioco più scemo  e consiste nel trovare difetti nelle persone davanti a noi, ognuno trova quello che secondo lui è più brutto e poi si mettono a confronto la persona che a trovato il difetto più brutto vince e l’altro deve bare un bicchiere di vodka, quante volte ci siamo ubriacati con questo gioco ma questa volta non sono io ad aver perso e per festeggiare porto Fred a ballare ma ad ogni minuto che passa mi sento sempre più osservata ma mi sono detta che i una discoteca è normale quindi lasciai perdere e ho ricominciato a ballare. Dopo mezz’ora eravamo tutti e due stanchi ritornammo a sedere al nostro tavolo e circa dieci minuti dopo vedo scendere dalle scale un uomo: alto, capelli biondi, occhi che cambiano colore a seconda dell’ umore da marrone a nocciola, muscoloso con un bel culo,  soprattutto ben dotato e a giudicare dai vestiti che indossa ricco, veniva verso il nostro tavolo, verso di me.

“ciao mi chiedevo se ti andava di venire su con me…per parlare naturalmente voglio solo conoscerti meglio sai ti ho visto entrare e da quel momento non ti ho staccato gli occhi di dosso…allora ti andrebbe di conoscerci meglio?”

“bhè….ecco non saprei”

si è avvicinato al mio orecchio e mi ha sussurrato con una voce suadente

“non ti obbligo ma spero che tu dica si perché non ho mai visto una ragazza così bella”

E come si fa a dire di no ad un uomo così con una voce così bella e a mio zio naturalmente non gli sarebbe mai passato di mente di dirmi di no e quindi mi ha fatto l’occhiolino e mi spinse contro di lui facendoci quasi baciare, lì ho visto quegli splendidi occhi che nessun umano avrebbe mai avuto, un vampiro. Mi ha preso per la vita e insieme siamo andati al piano superiore, la sua stretta è forte ma al tempo stesso dolce, se non ci fossero altre persone sui divani gli sarei saltata addosso me lo sarei scopato e avrebbero dovuto cambiare qui fottuti divani per via di tutto lo sperma che avrebbe perso. All’ improvviso sono tornata alla realtà il vampiro stava cacciando le sue ‘amiche’ dicendo che non le avrebbe accompagnate a casa loro perché voleva un momento per stare da solo con me per conoscermi meglio, wow allora esistono ancora i vampiri sesso e cervello perché al giorno d’oggi conosco solo conosco solo sesso e palle, volevo conoscere un uomo diverso e quello che avevo appiccicato al mio fianco lo è o almeno spero che lo sia. Ci siamo seduto sul divano, quello sul fondo del terrazzo, e cominciamo a parlare la cosa strana è che di solito sono io ad attaccare discorso ma invece davanti a quella bellezza mi sono imbambolata ed è lui a cominciare a parlare

“allora come ti chiami?
“io sono Caroline, Caroline Wailford e tu sei?”

“mi chiamo Justin O’Connor…cosa fai nella vita?"

“mi occupo di procurare cibo per il mio stomaco e di non fare diventare la mia vagina depressa…ma vorrei entrare nel mondo della moda come giornalista, e tu invece?”

“bhè oi faccio il modello per Vanity Fair”

“davvero?! Non ne sono così sorpresa sei così sexy…che ti salterei addosso in questo momento…l’ho detto veramente?!”

“si lo hai detto e sono contento che lo pensi ma ritornando a prima, se vuoi puoi darmi uno dei tuoi articoli e li faccio vedere all’assistente della direttrice poi se per lei puoi essere presa in considerazione potrai avere un colloquio con la direttrice Sharon Forx”

“sarebbe fantastico ma ho già fatto dei colloqui con le direttrici di alcune riviste di moda e mi hanno sempre rifiutato per il semplice fatto di essere una vampira”

“non preoccuparti anche Sharon è una vampira”

“mi stai prendendo per il culo?! Questo è fantastico ma non ho qua i miei articoli e non so se ti rincontrerò”

“non preoccuparti posso passare io da te, dove abiti?”

“ nella villa Paradise di fronte all’ entrata di Bryant park”

“mmm non è molto lontano da dove abito io ma che ne dici se ci andiamo adesso così non ci pensiamo più”

Si sta sempre più avvicinando a me, sopra di me le sue mani sulla mia vita

“voglio cercare con te e dopo aver trovato quello che ci serviva potremmo fare qualcosa di più…decidi letto, scrivania o vasca?!”

“in realtà non so nemmeno dove li ho forse gli ho anche buttati via dopo l’ennesimo fallimento… scelgo il letto il tuo, quanto ci si impiega ad arrivare a casa tua se sono più di cinque minuti allora no perché non resisterei”

“in realtà sono otto”

“siamo ancora qua” 

Mi ha preso la mano e insieme siamo andati al parcheggio e li ho avuto la conferme che è ricco sfondato, la sua auto è una Ferrari nera decappottabile bellissima, da gentil uomo mi ha aperto la portiera e dolcemente l’ha richiusa.
Abbiamo impiegato poco più di dieci minuti per arrivare a casa di Justin, più che casa è una mega villa due volte più grande della mia ma lui la chiamava semplicemente “appartamentino” certo se un appartamento ha un giardino enorme quanto un stadio e con più di venti stanze allora si quello è proprio un “piccolo appartamento”. Justin mi ha preso in braccio subito dopo avermi aperto la portiera per farmi scendere e in fretta mi ha portato nella sua stanza, non ho fatto neanche in tempo a vedere la forma , le dimensioni o il colore delle pareti che siamo già tutti e due distesi sopra il letto baciandoci e abbracciandoci. In un batti baleno ci siamo tolti i vestiti, Justin non ci a impiegato molto a togliere i miei perché me li ha completamente strappati tra me e me ho pensato “no, il mio bel vestito firmato” ;sono già nuda a differenza lui perché io diversamente da Justin non voglio rovinare quella bellissima camicia di seta ma si è spazientito subito visto che stavo togliendo bottone per bottone e se l’è tolta in un colpo solo strappandola i mille pezzi, ci siamo guardati e quando ho visto nei suoi occhi il desiderio di avermi ho tolto velocemente i suoi boxer neri aderenti e vedendo la sua erezione, sempre dentro di me ho pensato ”si voglio quel gran pezzo di uomo dentro di me” ci siamo guardati cinque secondi negli occhi e al sesto secondo l’ho sentito dentro di me, Justin non è frenetico nei movimenti invece di molti altri miei ex e questo mi piace. Per sbaglio o schiacciato il tasto di un telecomando ed ho fatto partire una canzone dallo stereo li vicino, al suono di quelle parole Justin va sempre più veloce e proprio nel momento in qui li ho graffiato la schiena lui ha raggiunto l’orgasmo subito dopo mi ha stretto ancora più forte, andando sempre più veloce ed è in  quel momento che anche io ho raggiunto il massimo della mia felicità.
È ormai da un ora che andiamo avanti siamo finiti a farlo anche: sulla scrivania, contro la porta e sul pavimento, ritornati a letto tutti e due siamo crollati ma Justin così dolce e premuroso prese una delle sue magliette e me l’ha messa dolcemente, mi ha posto sotto le coperte e mi ha abbracciato addormentandosi dopo avermi dato un bacio sulla guancia.   
           

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Capitolo 5
*** capitolo n°5 ***


 

Capitolo n°5

Mi sono ritrovata in una stanza grande con: pareti nere e bianche, letto matrimoniale con coperte bianche e cuscini neri, al centro della camera un tappeto nero in contrasto con le mattonelle bianche, di fronte al letto una grandissima libreria con: libri, cd, dvd e in mezzo a questa una televisione, non grande quanto a mia ma non mi posso di certo lamentare, in un altro spazio della libreria uni stereo di quelli grandi con due casse grandi abbastanza forti da farti sentire la musica in quasi tutta la casa. In fondo alla stanza un grandissimo armadio e la finestre sono tutte sulla parete dietro il letto, questa è la camera di Justin.
Lui si è già svegliato e mi sta guardando come se fossi la sua piccola figlia, un prezioso gioiello da non perdere mai di vista e quando m ha visto sveglia mi ha baciato.

“buongiorno tesoro, dormito bene?”

“ciao…si ho dormito benissimo… grazie per avermi prestato la maglietta altrimenti sarei congelata”

“non l’avrei mai permesso”

Ho pensato: ”bastardo…prima mi fa credere che mi ama e poi se ne andrà dimenticandomi”

vedendomi con quella faccia depressa mi ha detto.

“perché sei così triste? sei più bella quando…arrossisci”

"È solo che tu adesso mi riaccompagnerai a casa non verrai più a trovarmi  mi dimenticherai”

“credi davvero che lo farei?! Non ti avrei portata qui se fossi una persana qualunque, tu sei speciale l’ho capito dal primo momento in qui ti ho guardata non ti lascerò andare via cos’ facilmente tu sei mia. Volevo da tempi una ragazza come te al mio fianco e adesso che ti ho trovata non riuscirei a lasciarti andare”

Mi ha baciata e poi mi ha guardato negli occhi si avvicina al mio orecchio e mi sussurra.

“non andare, resta qui con me, ti prego”

Mi sono avvicinata al suo orecchio gli ho dato un leggerissimo morso e ho detto.

“non me ne andrò, resterò qui, con te”

Sulla sua faccia si è stampato un sorriso a trentadue denti, nei suoi occhi una felicità immensa e il mio cuore stava per avere un arresto cardiaco, finalmente ho trovato un vampiro capace di farmi scogliere il cuore.
Mi ha preso dolcemente per la mano portandomi nel enorme cucina per are colazione. La sala è bianca e nera a forma rettangolare sul fondo un enorme porta vetro che conduce al giardino, a sinistra un lungo bancone con: forno, lavandino, microonde e frigorifero dalla parte opposta anche qui in lungo tavolo con cassetti e infine al centro della cucina un lunghissimo ripiano da marmo nero.
Subito dopo aver finito colazione sono ritornata in camera di Justin per rivestirmi e ne ho approfittato per guardare un po’ in giro, ha una vasta scelta di dvd da tristi a divertenti da violenti a romantici o da fantasy a fantascienza in tutto più o meno centocinquanta  film, ci sono anche cd ma qui ci sono quasi solo cd punk-rock ma non solo, non l’avrei mai detto che un uomo dal aspetto così di classe potrebbe ascoltare questo genere lo credevo più un tipo da musica classica o jazz, ritornai sui film per rivedere i titoli, stavo per prendere un film romantico, quando ho avvertito una presenza dietro di me.

“ottima scelta, vuoi vederlo?”

“Justin mi hai fatto spaventare”

“scusa ma non ti ho più vista scendere così sono venuto a cercarti temevo che ti fosse successo qualcosa”

“no tutto apposto stavo solo dando un occhiata, vorrei vedere questi ma non adesso prima vorrei vedere la casa e conoscerti meglio”

“va bene ma a una condizione…dovrai parlare anche tu di te”

“ma dai!”

Mentre mi mostra la villa e mentre chiacchieriamo mi sembra di conoscerlo da una vita, ogni lato di lui mi affascina. Parliamo e camminiamo per quasi mezz’ora e stranamente non sono stanca perché adesso è Justin a darmi la forza per andare avanti. Alla mia solita domanda.

“cosa facciamo adesso?”

Lui mi ha risposto.

“che ne dici di andare a fare una nuotata in piscina?”

“mi sembra un ottima idea ma non ho qua il costume e questa volta non credo che potrai prestarmene uno dei tuoi”

“e allora neanche io porto il costume e poi ti ho già vista nuda ma se ti causa problemi lo ten…”

“no no no va bene nessuno di noi due lo metterà, se non ti causa problemi”

“mi basta che tu sia felice”

Il suo giardino è enorme, ci sono tutte le cose di qui avresti bisogno: una piscina lunga dieci metri per otto con ciascun lato una piccola parte per l’idromassaggio, un campo da basket, uno da beach volley con vera sabbia e uno da tennis, un vero sogno.
L’acqua è fantastica alla temperatura giusta ma quando Justin è uscito da casa senza niente addosso entrando in piscina la temperatura si è improvvisamente alzata. Lui sta venendo verso di me, mi ha preso i fianchi mi ha baciata mentre stiamo andando sott’acqua e dopo essere ritornati in superfice mi ha preso in braccio e…mi ha lanciata dal altro lato della piscina.

“ma sei cretino?!”

“un cretino innamorato”

Quando dice così mi piace sempre più di prima e se Justin fosse l’uomo della mia vita? Passare del tempo con lui mi piace  molto, il principe azzurro delle favole esiste davvero? Non ne sono sicura ma io qui a Manhattan ho trovato il mio principe non proprio azzurro ma abbastanza bello per entrare a far parte di una nuova favola, la mia favola.
Dopo aver nuotato Justin si è gentilmente offerto di preparare il pranzo, cose che richiede un sacco di tempo perché mettere del sangue in un bicchiere è faticosissimo, ma la cosa che mi ha incuriosito non è come mette il liquido rosso nel recipiente ma cosa mette dentro una volta riempito.

“perché il limone?”

“è una cosa che metto io, diventa più buono così, prova se non ti piace lo prendo io”

“limone?! Tu metti del limone?!...devi provare con la menta “

“e sarei io quello strano”

“parlo colui che mischia limone e sangue”

“parla colei che mischia menta e sangue“

Scoppiamo a ridere, la sua risata anche quella è sexy, ci siamo seduti sul divano nel salone di fronte alla televisione, io la testa appoggiata alla sua spalla mentre il suo braccio mi stringeva, anche quando non parla riesco a percepire tutto quello che sente, mi sto sempre più innamorando di lui, di questo meraviglioso, fantastico sexy vampiro di nome Justin.
Dopo la fine del film mi ha portato nella sala giochi, una stanza enorme piena di cose assurde ma divertenti, la camera perfetta per un sedicenne, con: biliardo, tavolo da ping-pong, hockey da tavolo, calcetto, flipper, freccette e come se non bastasse due piste per il bowling.
Mi sono divertita un mondo a giocare con Justin in quella sala, lui ritorna bambino dimentica di essere un vampiro e di avere così tanti problemi, continuava a dire “giochiamo, giochiamo ancora una partita ti prego, l’ultima non gioca mai nessuno con me…per favore” Come un vero bambino ma anche nel suo lato da moccioso resta comunque bello e dolce. Siamo rimasti per quasi un ora e mezza, sono ormai le cinque di pomeriggio è impressionante come passa in fretta il tempo quando sei in compagnia divertendoti. Abbiamo fatto ancora una nuotata ma questa volta più che nuotare, baciarci e accarezzarci ci siamo schizzati, tuffati e fatto il solito gioco chi tiene il respiro più a lungo sott’acqua, sembriamo dei veri bambini di dieci anni, mi ha contagiato adesso ance io ritorno piccola quando inizio a giocare ma ha lui non sembra importare molo anzi credo che questo nuovo lato di me gli piace.
Dopo aver finito di fare i cretini.

“Justin mi puoi dire dov’è il bagno, vorrei rilassarmi un po’ sotto il getto del acqua”

“non te lo dico…ti ci accompagno”

Il bagno numero cinque, ossia l’ultimo, è ance il più grande.

“avevi detto che mi portavi in bagno”

“infatti eccoti qua un bagno”

“questo non è u bagno è una spa”

“adesso non esagerare”

“non sto esagerando è grande quanto il mio armadio”

E non sto scherzando è davvero enorme; una vasca idromassaggio a forma esagonale dove possono entrarci senza problemi quattro persone la “piscina” è posizionata a sinistra vicino alla finestra e in parte una doccia con due getti d’acqua, ma in quella ci abita una squadra di calcio o cosa no perché nella doccia neanche se allungo le bracci a non riesco a toccare le due estremità, di fronte alla vasca su tutta la parete uno specchio con un piano di marmo con ben due lavandini, in fondo alla stanza un armadio di mogano senza ante, come vedo anche a Justin piace il lusso e le cose in grande.

“arrivo subito…tra mezz’ora”

“ok ti aspetto in camera mia”

Sotto il getto del acqua calda ho il tempo per rilassarmi e pensare e penso a una cosa soltanto, a Justin.
Finita la doccia mi sono velocemente vestita e asciugata i capelli, ho una voglia matta di rivedere il mio vampiro, stranamente non ho voglia di vedere degli uomini che non vedo da mezz’ora ma con Justin è tutto diverso, non riesco a stare senza di lui. Vado in camera sua, dove lui mi ha detto che mi aspettava, come stabilito ma non c’è, la camera è piena di piccole candele profumate che emanano u n profumo di rosa o forse è una mia impressiona a causa di tutti quei petali per terra e sul letto, ad un tratto si è acceso lo stereo ed è partita una canzone lenta e suadente, Justin mi ha preso in braccio e mi ha dolcemente posato sul letto pieno di rose, si è messo sopra di me, baciandomi e accarezzandomi.

“Justin ho appena fatto la doccia, non potevi scoparmi prima?!”

“scusa adesso mi sposto”

“e chi ti ha detto di spostarti ho solo detto che potevi portarmi a letto prima ma non che adesso è vietato”

“cosa?”

“sfondami!”

Justin mi ha preso le gambe e con u n solo gesto le ha aperte, è penetrato ne ha incominciato a fare tremare il letto, non ho mai fatto del sesso così violento, ma mi piace anche questo lato barbaro di Justin, quando ho raggiunto l’orgasmo gli ho dato un morso una spalla e lo ha raggiunto anche lui.

“rifallo”

“cosa?”

“mordimi ti prego”

Gli ho morso l’altra spalla e ha sussultato e anche io l’ho fatto, per due ragioni: uno perché lui mi ha stretto ancora più forte e se, due perché non ho mai provato una sensazione come questa, è un mix di due sensazioni combinata insieme: sofferenza e amore, tanto amore, è come se le nostre due anime si incrociassero, si abbracciassero, si amassero.
Ci siamo addormentati, dopo quasi un ora, abbracciati la mia testa sul suo petto e il suo braccio che mi strige la vita.                                   

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Capitolo 6
*** capitolo n°6 ***


Capitolo n°6

La seconda notte passata nel letto di Justin è stata a dir poco fantastica credevo che il risveglio fosse altrettanto ma quando mi sono svegliata il mio vampiro non è li con me.
Sono restata a letto ma non perché voglio aspettarlo ma per l semplice motivo che…non ho voglia di alzarmi di mattina, se sono sfaticata?!...si lo sono. Cinque minuti dopo lo vedo ritornare con solo un asciugamano con ancora le gocce d’acqua che scendono  lentamente dal suo corpo, dio quant’è sexy, si avvicini a me, sopra di me, mi bacia e si avvicina al mio orecchio e mi sussurra.
“buongiorno tesoro”
“buongiorno anche a te…ti posso fare una domanda?”
“certamente”
“perché mi sussurri sempre all’orecchio?”
“non saprei…da piccolo mi sussurravano sempre all’orecchio quindi adesso lo faccio anche io, ho preso l’abitudine, per me vuol dire he sei la mia cucciola”
“quindi sarei la tua cucciola?!”
Ok questo risveglio è meglio dl primo.
Prima di riportarmi a casa Justin ed io abbiamo fatto il bagno insieme, anche ricoperto di schiuma resta comunque stupendo. Quando sono tornata a casa non mi aspettavo una grande festa ed infatti ho avuto tutt’altro. Appena entrata dalla porta Vicki e mio padre mi sono letteralmente saltati addosso.
“dove sei stata? Fila in camera tua e non uscire finche non te lo dico io”
“ciao anche a te papy, sono stata da un ragazzo, un vampiro”
“no…quante volte ti ho detto che non puoi andare a casa di ragazzi, no mi importa se sono mortali o immortali, piccoli o grandi, ricchi o poveri tu i ragazzi non li puoi vedere”
“se preferisci mi faccio lesbica”
“è la stessa cosa, nessuno può toccarti”
“papà non sono più una bambina”
“fai come dice tuo padre e va in camera tua”
“Vicki fatti i cazzi tuoi…oh no ho detto un parolaccia le bambine non devono dirle vero papy?!”
“e non parlare così a tua madre”
“lei mia madre…ahah, parlo così perché mi tratti ancora come una bambina, se non vi dispiace adesso me ne vado in camera mia masturbandomi pensando a Justin”
“basta ti proibisco di uscire da questa casa per incontrarti con ragazzi…o ragazze”
“wow sarò la prima suora vampira”
“e non discutere”
“ma andate tutti quanti all’inferno”
Mi fa incazzare in un tale modo quando mi mette in punizione cos’ho dieci anni, spero veramente che Justin mi chieda di sposarlo perché non ce  la faccio più a vivere con mio padre. Noi vampiri abbiamo una tradizione; se un uomo diventa padre di una bambina, colei gli appartiene cioè deve restare con il sue creatore finche un altro figlio d’Adamo non le chieda di sposarlo e di vivere il resto della vita insieme e in caso di divorzio la figlia deve ritornare dal padre.
Quindi sono inchiodata da mio padre finche un vampiro non mi metta un anello al dito, vaffanculo questa cazzo di legge, se è stata creata per far rincoglionire le donne allora funziona.
Dopo la discussione avuta con mio padre voglio sfogarmi e divertirmi con qualcuno e chi chiamare se non i miei due migliori amici, tra cui lo zio. Prima di tutto vado a cercare Fred, probabilmente è sotto il nostro albero, dove fin da piccolo andavamo a giocare è stato proprio sotto quel albero che piano piano siamo diventati migliori amici, Fred è sotto l’enorme quercia a suonare la chitarra, lo vedo concentrato, sta scrivendo una nuova canzone lui ha la passione per la musica per tutto ciò che ci gira in torno.
“ciao Freddy”
“ben tornata, vi siete dati da fare, non mi hai richiamato”
“scusa ma sai non volevo fare la figura della scema dicendo “scusa ma devo chiamare mio zio per dirgli che tutto va bene” e poi potevi chiamarmi tu se proprio volevi parlarmi”
“non ho avuto tempo sono e sono impegnato…ho incontrato una ragazza e il padre è un famoso produttore discografico in cerca di gente nuova e se riuscirà a convincerlo potrò presentargli una o due canzoni e se gli piacerò mi porterà in alcuni posti e vedremo come reagirà il pubblico se avrò successo potrò incidere il mio primo album”
“Fred è fantastico, ti ha già detto qualcosa?”
“no ha detto che mi richiameranno se avrò una possibilità”
“vedrai ti richiameranno di sicuro, hai talento”
“grazie piccola”
“comunque sono venuta qua per chiederti se ti andava di uscire per divertirci e parlare avevo intenzione di chiamare Steven”
“possiamo rimanere a casa in camera tua non ho molta voglia di uscire”
“ok, vado a chiamarlo ho lascito il telefono in casa”
Sono super felice di quello che mi sta succedendo; di uno perché  ho incontrato Justin di due perché mio zio finalmente potrà realizzare il suo sogno ma ad un tratto tutta la mia felicità è scomparsa quando ho preso il telefono e ho letto un messaggio da parte di Justin: Caroline questa storia non può continuare ho trovato un atra, mi dispiace ma tu adesso per me non conti più niente.
Ho sentito una fitta al cuore come se mille schegge di legno mi stessero trapassando l’organo, mi sento come un fazzoletto che usi e che getti via senza nessun rimorso, pensavo che dopo la trasformazione non avrei più pianto per cose simili ma questa volta tutto è diverso. Fred è entrato in camera mia e vedendomi piangere non ha detto nulla non come molte persone che ti dicono; tesoro tutto apposto? Vuoi un po’ d’acqua? Un fazzoletto? Le persone che fanno così le odio mi verrebbe voglia di dire ma secondo te una persona che piange sta bene, certo che sto male idiota, ma Fred mi conosce e l’unica cosa che a fatto e venirmi incontro e abbracciarmi e dopo un minuto che eravamo abbracciati mi canta una canzoncina per bambini.
“Fred non ho più cinque anni”
“Lo so, ma almeno hai smesso di piangere, ti va di parlarne?”
“no per adesso voglio solo stare da sola per capire cos’ ho fatto di male per meritarmi questo, magari domani, grazie comunque per l’interesse”
“di niente quando ti sentirai pronta io sono qua, basta chiamarmi”
Dopo che mio zio se ne è andato ho preso il telefono e ho riletto il messaggio ma più volte il nome di che me l’aveva inviato e per mia sfortuna è proprio quello di Justin.
Per dimenticare tutto il dolore del mio cuore ho acceso la tv per guardare un film, ma parlavano tutti d’amore, no! Non voglio più sentire le parole ti amo o sei la mia vita per almeno un mese, allora mi metto a guardare la mia serie televisiva preferita NCIS, ma anche guardandola mi viene in mente l’amore e quindi Justin, non so come vedere cadaveri, sangue e morte mi faccia venire in mente l’amore ma in quel momento nulla mi tirava su il morale tutto mi ricorda lui in un momento come questo non ho voglia di fare niente voglio solo morire da sola con il dolore, tutto il mio corpo rifiuta di andare avanti è come quando il tuo medico ti comunica la spiacevole notizia che rimangono solo due mesi prima della tua fine e questi due mesi li trascorri in totale isolamento ferma in quel punto senza più guardate la luce perché i giorni felici sono ormai finiti perché l’unica cosa che hai in mente è il dolore, la tristezza e la delusione che quel l’uomo, quella sottospecie di essere umano, ti ha dato in tre secondi con quattro semplici parole, non conti più niente.
Sono ormai tre giorni che sono rinchiusa in camera mia, ma la voglia di ricominciare a vivere  non è ritornata, non mangio, non parlo con nessuno, non mi muovo l’unica cosa che faccio è dormire ma per soli cinque minuti prima di svegliarmi di colpo per un una cosa che credevo fosse un sogno ma invece è la realtà, mi sveglio con gli occhi pieni di lacrime, il viso rigato da questo spreco di energie, l’unica soluzione che trovo per dimenticare tutto questo è il suicidio, ma per Justin non ne vale la pena.
Un altro giorno è passato decido di alzarmi ma non ho le forze sembrerà patetico ma chiamo mio zio.
“ciao Fred mi puoi aiutare ad alzarmi per favore”
“arrivo subito non ti muovere”
quando Fred entra in camera qualcuno è li con lui non riesco a vederlo per via del buoi in camera ma scorgo un uomo alto con un portamento da modello, indietreggio ed accendono la luce, ma non tutte solo due le più piccole ma quanto basta per farmi vedere che l’uomo è Steven.
“ciao ragazzi come state?”
“come stai tu?”
“sto male, malissimo, come quando mi sono trasformata ma solo che il dolere questa volta è aumentato”
Steven è restato con noi per un ora perché doveva andare, anche se è restato con noi solo per così poco tempo mi ha fatto bene rivederlo, quando usci dalla porta io e Fred ci siamo guardati poi gli ho detto.
“hai già una nuova canzone?”
“non ancora la devo finire”
“perché io ne ho una e vorrei che la usassi”
“va bene la posso sentire”
Ho iniziato a cantare:
sono costretta a vivere con il buio
l’oscurità mi avvolge
la morte  mi viene incontro
l’unica cosa a me vicina è il dolore
dolore che hai causato tu

non credo più nel amore 

passeranno secoli prima che il io cuore si ricomponga
passeranno secoli prima che riesca di nuovo a fidarmi di qualcuno
passeranno secoli prima che riesca a dimenticarti

davanti a me ormai c’è solo un muro vuoto
le nostre fotografie che bruciano
mentre le guardo bruciare il mio cuore fa lo stesso

passeranno secoli prima che il io cuore si ricomponga
passeranno secoli prima che riesca di nuovo a fidarmi di qualcuno
passeranno secoli prima che riesca a dimenticarti

la città è in bianco e nero
non riesco più a vedere felicità ormai

passeranno secoli prima che il io cuore si ricomponga
passeranno secoli prima che riesca di nuovo a fidarmi di qualcuno
passeranno secoli prima che riesca a dimenticarti

sei un fottuto bastardo ma ti amo
Clarisse Bonfanti (_mashmallow_)

 

Capitolo n°6

La seconda notte passata nel letto di Justin è stata a dir poco fantastica credevo che il risveglio fosse altrettanto ma quando mi sono svegliata il mio vampiro non è li con me.
Sono restata a letto ma non perché voglio aspettarlo ma per l semplice motivo che…non ho voglia di alzarmi di mattina, se sono sfaticata?!...si lo sono. Cinque minuti dopo lo vedo ritornare con solo un asciugamano con ancora le gocce d’acqua che scendono  lentamente dal suo corpo, dio quant’è sexy, si avvicini a me, sopra di me, mi bacia e si avvicina al mio orecchio e mi sussurra.
“buongiorno tesoro”
“buongiorno anche a te…ti posso fare una domanda?”
“certamente”
“perché mi sussurri sempre all’orecchio?”
“non saprei…da piccolo mi sussurravano sempre all’orecchio quindi adesso lo faccio anche io, ho preso l’abitudine, per me vuol dire he sei la mia cucciola”
“quindi sarei la tua cucciola?!”
Ok questo risveglio è meglio dl primo.
Prima di riportarmi a casa Justin ed io abbiamo fatto il bagno insieme, anche ricoperto di schiuma resta comunque stupendo. Quando sono tornata a casa non mi aspettavo una grande festa ed infatti ho avuto tutt’altro. Appena entrata dalla porta Vicki e mio padre mi sono letteralmente saltati addosso.
“dove sei stata? Fila in camera tua e non uscire finche non te lo dico io”
“ciao anche a te papy, sono stata da un ragazzo, un vampiro”
“no…quante volte ti ho detto che non puoi andare a casa di ragazzi, no mi importa se sono mortali o immortali, piccoli o grandi, ricchi o poveri tu i ragazzi non li puoi vedere”
“se preferisci mi faccio lesbica”
“è la stessa cosa, nessuno può toccarti”
“papà non sono più una bambina”
“fai come dice tuo padre e va in camera tua”
“Vicki fatti i cazzi tuoi…oh no ho detto un parolaccia le bambine non devono dirle vero papy?!”
“e non parlare così a tua madre”
“lei mia madre…ahah, parlo così perché mi tratti ancora come una bambina, se non vi dispiace adesso me ne vado in camera mia masturbandomi pensando a Justin”
“basta ti proibisco di uscire da questa casa per incontrarti con ragazzi…o ragazze”
“wow sarò la prima suora vampira”
“e non discutere”
“ma andate tutti quanti all’inferno”
Mi fa incazzare in un tale modo quando mi mette in punizione cos’ho dieci anni, spero veramente che Justin mi chieda di sposarlo perché non ce  la faccio più a vivere con mio padre. Noi vampiri abbiamo una tradizione; se un uomo diventa padre di una bambina, colei gli appartiene cioè deve restare con il sue creatore finche un altro figlio d’Adamo non le chieda di sposarlo e di vivere il resto della vita insieme e in caso di divorzio la figlia deve ritornare dal padre.
Quindi sono inchiodata da mio padre finche un vampiro non mi metta un anello al dito, vaffanculo questa cazzo di legge, se è stata creata per far rincoglionire le donne allora funziona.
Dopo la discussione avuta con mio padre voglio sfogarmi e divertirmi con qualcuno e chi chiamare se non i miei due migliori amici, tra cui lo zio. Prima di tutto vado a cercare Fred, probabilmente è sotto il nostro albero, dove fin da piccolo andavamo a giocare è stato proprio sotto quel albero che piano piano siamo diventati migliori amici, Fred è sotto l’enorme quercia a suonare la chitarra, lo vedo concentrato, sta scrivendo una nuova canzone lui ha la passione per la musica per tutto ciò che ci gira in torno.
“ciao Freddy”
“ben tornata, vi siete dati da fare, non mi hai richiamato”
“scusa ma sai non volevo fare la figura della scema dicendo “scusa ma devo chiamare mio zio per dirgli che tutto va bene” e poi potevi chiamarmi tu se proprio volevi parlarmi”
“non ho avuto tempo sono e sono impegnato…ho incontrato una ragazza e il padre è un famoso produttore discografico in cerca di gente nuova e se riuscirà a convincerlo potrò presentargli una o due canzoni e se gli piacerò mi porterà in alcuni posti e vedremo come reagirà il pubblico se avrò successo potrò incidere il mio primo album”
“Fred è fantastico, ti ha già detto qualcosa?”
“no ha detto che mi richiameranno se avrò una possibilità”
“vedrai ti richiameranno di sicuro, hai talento”
“grazie piccola”
“comunque sono venuta qua per chiederti se ti andava di uscire per divertirci e parlare avevo intenzione di chiamare Steven”
“possiamo rimanere a casa in camera tua non ho molta voglia di uscire”
“ok, vado a chiamarlo ho lascito il telefono in casa”
Sono super felice di quello che mi sta succedendo; di uno perché  ho incontrato Justin di due perché mio zio finalmente potrà realizzare il suo sogno ma ad un tratto tutta la mia felicità è scomparsa quando ho preso il telefono e ho letto un messaggio da parte di Justin: Caroline questa storia non può continuare ho trovato un atra, mi dispiace ma tu adesso per me non conti più niente.
Ho sentito una fitta al cuore come se mille schegge di legno mi stessero trapassando l’organo, mi sento come un fazzoletto che usi e che getti via senza nessun rimorso, pensavo che dopo la trasformazione non avrei più pianto per cose simili ma questa volta tutto è diverso. Fred è entrato in camera mia e vedendomi piangere non ha detto nulla non come molte persone che ti dicono; tesoro tutto apposto? Vuoi un po’ d’acqua? Un fazzoletto? Le persone che fanno così le odio mi verrebbe voglia di dire ma secondo te una persona che piange sta bene, certo che sto male idiota, ma Fred mi conosce e l’unica cosa che a fatto e venirmi incontro e abbracciarmi e dopo un minuto che eravamo abbracciati mi canta una canzoncina per bambini.
“Fred non ho più cinque anni”
“Lo so, ma almeno hai smesso di piangere, ti va di parlarne?”
“no per adesso voglio solo stare da sola per capire cos’ ho fatto di male per meritarmi questo, magari domani, grazie comunque per l’interesse”
“di niente quando ti sentirai pronta io sono qua, basta chiamarmi”
Dopo che mio zio se ne è andato ho preso il telefono e ho riletto il messaggio ma più volte il nome di che me l’aveva inviato e per mia sfortuna è proprio quello di Justin.
Per dimenticare tutto il dolore del mio cuore ho acceso la tv per guardare un film, ma parlavano tutti d’amore, no! Non voglio più sentire le parole ti amo o sei la mia vita per almeno un mese, allora mi metto a guardare la mia serie televisiva preferita NCIS, ma anche guardandola mi viene in mente l’amore e quindi Justin, non so come vedere cadaveri, sangue e morte mi faccia venire in mente l’amore ma in quel momento nulla mi tirava su il morale tutto mi ricorda lui in un momento come questo non ho voglia di fare niente voglio solo morire da sola con il dolore, tutto il mio corpo rifiuta di andare avanti è come quando il tuo medico ti comunica la spiacevole notizia che rimangono solo due mesi prima della tua fine e questi due mesi li trascorri in totale isolamento ferma in quel punto senza più guardate la luce perché i giorni felici sono ormai finiti perché l’unica cosa che hai in mente è il dolore, la tristezza e la delusione che quel l’uomo, quella sottospecie di essere umano, ti ha dato in tre secondi con quattro semplici parole, non conti più niente.
Sono ormai tre giorni che sono rinchiusa in camera mia, ma la voglia di ricominciare a vivere  non è ritornata, non mangio, non parlo con nessuno, non mi muovo l’unica cosa che faccio è dormire ma per soli cinque minuti prima di svegliarmi di colpo per un una cosa che credevo fosse un sogno ma invece è la realtà, mi sveglio con gli occhi pieni di lacrime, il viso rigato da questo spreco di energie, l’unica soluzione che trovo per dimenticare tutto questo è il suicidio, ma per Justin non ne vale la pena.
Un altro giorno è passato decido di alzarmi ma non ho le forze sembrerà patetico ma chiamo mio zio.
“ciao Fred mi puoi aiutare ad alzarmi per favore”
“arrivo subito non ti muovere”
quando Fred entra in camera qualcuno è li con lui non riesco a vederlo per via del buoi in camera ma scorgo un uomo alto con un portamento da modello, indietreggio ed accendono la luce, ma non tutte solo due le più piccole ma quanto basta per farmi vedere che l’uomo è Steven.
“ciao ragazzi come state?”
“come stai tu?”
“sto male, malissimo, come quando mi sono trasformata ma solo che il dolere questa volta è aumentato”
Steven è restato con noi per un ora perché doveva andare, anche se è restato con noi solo per così poco tempo mi ha fatto bene rivederlo, quando usci dalla porta io e Fred ci siamo guardati poi gli ho detto.
“hai già una nuova canzone?”
“non ancora la devo finire”
“perché io ne ho una e vorrei che la usassi”
“va bene la posso sentire”
Ho iniziato a cantare:
sono costretta a vivere con il buio
l’oscurità mi avvolge
la morte  mi viene incontro
l’unica cosa a me vicina è il dolore
dolore che hai causato tu

non credo più nel amore 

passeranno secoli prima che il io cuore si ricomponga
passeranno secoli prima che riesca di nuovo a fidarmi di qualcuno
passeranno secoli prima che riesca a dimenticarti

davanti a me ormai c’è solo un muro vuoto
le nostre fotografie che bruciano
mentre le guardo bruciare il mio cuore fa lo stesso

passeranno secoli prima che il io cuore si ricomponga
passeranno secoli prima che riesca di nuovo a fidarmi di qualcuno
passeranno secoli prima che riesca a dimenticarti

la città è in bianco e nero
non riesco più a vedere felicità ormai

passeranno secoli prima che il io cuore si ricomponga
passeranno secoli prima che riesca di nuovo a fidarmi di qualcuno
passeranno secoli prima che riesca a dimenticarti

sei un fottuto bastardo ma ti amo
Clarisse Bonfanti (_mashmallow_)

Capitolo n°6

La seconda notte passata nel letto di Justin è stata a dir poco fantastica credevo che il risveglio fosse altrettanto ma quando mi sono svegliata il mio vampiro non è li con me.
Sono restata a letto ma non perché voglio aspettarlo ma per l semplice motivo che…non ho voglia di alzarmi di mattina, se sono sfaticata?!...si lo sono. Cinque minuti dopo lo vedo ritornare con solo un asciugamano con ancora le gocce d’acqua che scendono  lentamente dal suo corpo, dio quant’è sexy, si avvicini a me, sopra di me, mi bacia e si avvicina al mio orecchio e mi sussurra.

“buongiorno tesoro”

“buongiorno anche a te…ti posso fare una domanda?”

“certamente”

“perché mi sussurri sempre all’orecchio?”

“non saprei…da piccolo mi sussurravano sempre all’orecchio quindi adesso lo faccio anche io, ho preso l’abitudine, per me vuol dire he sei la mia cucciola”
“quindi sarei la tua cucciola?!”

Ok questo risveglio è meglio dl primo.
Prima di riportarmi a casa Justin ed io abbiamo fatto il bagno insieme, anche ricoperto di schiuma resta comunque stupendo. Quando sono tornata a casa non mi aspettavo una grande festa ed infatti ho avuto tutt’altro. Appena entrata dalla porta Vicki e mio padre mi sono letteralmente saltati addosso.

“dove sei stata? Fila in camera tua e non uscire finche non te lo dico io”

“ciao anche a te papy, sono stata da un ragazzo, un vampiro”

“no…quante volte ti ho detto che non puoi andare a casa di ragazzi, no mi importa se sono mortali o immortali, piccoli o grandi, ricchi o poveri tu i ragazzi non li puoi vedere”

“se preferisci mi faccio lesbica”

“è la stessa cosa, nessuno può toccarti”

“papà non sono più una bambina”

“fai come dice tuo padre e va in camera tua”

“Vicki fatti i cazzi tuoi…oh no ho detto un parolaccia le bambine non devono dirle vero papy?!”

“e non parlare così a tua madre”

“lei mia madre…ahah, parlo così perché mi tratti ancora come una bambina, se non vi dispiace adesso me ne vado in camera mia masturbandomi pensando a Justin”

“basta ti proibisco di uscire da questa casa per incontrarti con ragazzi…o ragazze”

“wow sarò la prima suora vampira”

“e non discutere”

“ma andate tutti quanti all’inferno”

Mi fa incazzare in un tale modo quando mi mette in punizione cos’ho dieci anni, spero veramente che Justin mi chieda di sposarlo perché non ce  la faccio più a vivere con mio padre.
Noi vampiri abbiamo una tradizione; se un uomo diventa padre di una bambina, colei gli appartiene cioè deve restare con il sue creatore finche un altro figlio d’Adamo non le chieda di sposarlo e di vivere il resto della vita insieme e in caso di divorzio la figlia deve ritornare dal padre.
Quindi sono inchiodata da mio padre finche un vampiro non mi metta un anello al dito, vaffanculo questa cazzo di legge, se è stata creata per far rincoglionire le donne allora funziona.
Dopo la discussione avuta con mio padre voglio sfogarmi e divertirmi con qualcuno e chi chiamare se non i miei due migliori amici, tra cui lo zio. Prima di tutto vado a cercare Fred, probabilmente è sotto il nostro albero, dove fin da piccolo andavamo a giocare è stato proprio sotto quel albero che piano piano siamo diventati migliori amici, Fred è sotto l’enorme quercia a suonare la chitarra, lo vedo concentrato, sta scrivendo una nuova canzone lui ha la passione per la musica per tutto ciò che ci gira in torno.

“ciao Freddy”

“ben tornata, vi siete dati da fare, non mi hai richiamato”

“scusa ma sai non volevo fare la figura della scema dicendo “scusa ma devo chiamare mio zio per dirgli che tutto va bene” e poi potevi chiamarmi tu se proprio volevi parlarmi”

“non ho avuto tempo sono e sono impegnato…ho incontrato una ragazza e il padre è un famoso produttore discografico in cerca di gente nuova e se riuscirà a convincerlo potrò presentargli una o due canzoni e se gli piacerò mi porterà in alcuni posti e vedremo come reagirà il pubblico se avrò successo potrò incidere il mio primo album”

“Fred è fantastico, ti ha già detto qualcosa?”

“no ha detto che mi richiameranno se avrò una possibilità”

“vedrai ti richiameranno di sicuro, hai talento”

“grazie piccola”

“comunque sono venuta qua per chiederti se ti andava di uscire per divertirci e parlare avevo intenzione di chiamare Steven”

“possiamo rimanere a casa in camera tua non ho molta voglia di uscire”

“ok, vado a chiamarlo ho lascito il telefono in casa”

Sono super felice di quello che mi sta succedendo; di uno perché  ho incontrato Justin di due perché mio zio finalmente potrà realizzare il suo sogno ma ad un tratto tutta la mia felicità è scomparsa quando ho preso il telefono e ho letto un messaggio da parte di Justin: Caroline questa storia non può continuare ho trovato un atra, mi dispiace ma tu adesso per me non conti più niente.
Ho sentito una fitta al cuore come se mille schegge di legno mi stessero trapassando l’organo, mi sento come un fazzoletto che usi e che getti via senza nessun rimorso, pensavo che dopo la trasformazione non avrei più pianto per cose simili ma questa volta tutto è diverso. Fred è entrato in camera mia e vedendomi piangere non ha detto nulla non come molte persone che ti dicono; tesoro tutto apposto? Vuoi un po’ d’acqua? Un fazzoletto? Le persone che fanno così le odio mi verrebbe voglia di dire ma secondo te una persona che piange sta bene, certo che sto male idiota, ma Fred mi conosce e l’unica cosa che a fatto e venirmi incontro e abbracciarmi e dopo un minuto che eravamo abbracciati mi canta una canzoncina per bambini.

“Fred non ho più cinque anni”

“Lo so, ma almeno hai smesso di piangere, ti va di parlarne?”

“no per adesso voglio solo stare da sola per capire cos’ ho fatto di male per meritarmi questo, magari domani, grazie comunque per l’interesse”

“di niente quando ti sentirai pronta io sono qua, basta chiamarmi”

Dopo che mio zio se ne è andato ho preso il telefono e ho riletto il messaggio ma più volte il nome di che me l’aveva inviato e per mia sfortuna è proprio quello di Justin.
Per dimenticare tutto il dolore del mio cuore ho acceso la tv per guardare un film, ma parlavano tutti d’amore, no! Non voglio più sentire le parole ti amo o sei la mia vita per almeno un mese, allora mi metto a guardare la mia serie televisiva preferita NCIS, ma anche guardandola mi viene in mente l’amore e quindi Justin, non so come vedere cadaveri, sangue e morte mi faccia venire in mente l’amore ma in quel momento nulla mi tirava su il morale tutto mi ricorda lui in un momento come questo non ho voglia di fare niente voglio solo morire da sola con il dolore, tutto il mio corpo rifiuta di andare avanti è come quando il tuo medico ti comunica la spiacevole notizia che rimangono solo due mesi prima della tua fine e questi due mesi li trascorri in totale isolamento ferma in quel punto senza più guardate la luce perché i giorni felici sono ormai finiti perché l’unica cosa che hai in mente è il dolore, la tristezza e la delusione che quel l’uomo, quella sottospecie di essere umano, ti ha dato in tre secondi con quattro semplici parole, non conti più niente.
Sono ormai tre giorni che sono rinchiusa in camera mia, ma la voglia di ricominciare a vivere  non è ritornata, non mangio, non parlo con nessuno, non mi muovo l’unica cosa che faccio è dormire ma per soli cinque minuti prima di svegliarmi di colpo per un una cosa che credevo fosse un sogno ma invece è la realtà, mi sveglio con gli occhi pieni di lacrime, il viso rigato da questo spreco di energie, l’unica soluzione che trovo per dimenticare tutto questo è il suicidio, ma per Justin non ne vale la pena.
Un altro giorno è passato decido di alzarmi ma non ho le forze sembrerà patetico ma chiamo mio zio.

“ciao Fred mi puoi aiutare ad alzarmi per favore”

“arrivo subito non ti muovere”

quando Fred entra in camera qualcuno è li con lui non riesco a vederlo per via del buoi in camera ma scorgo un uomo alto con un portamento da modello, indietreggio ed accendono la luce, ma non tutte solo due le più piccole ma quanto basta per farmi vedere che l’uomo, Steven.

“ciao ragazzi come state?”

“come stai tu?”

“sto male, malissimo, come quando mi sono trasformata ma solo che il dolere questa volta è aumentato”

Steven è restato con noi per un ora perché doveva andare, anche se è restato con noi solo per così poco tempo mi ha fatto bene rivederlo, quando usci dalla porta io e Fred ci siamo guardati poi gli ho detto.

“hai già una nuova canzone?”

“non ancora la devo finire”

“perché io ne ho una e vorrei che la usassi”

“va bene la posso sentire”

Ho iniziato a cantare:

Sono costretta a vivere con il buio
l’oscurità mi avvolge
la morte  mi viene incontro
l’unica cosa a me vicina è il dolore
dolore che hai causato tu

non credo più nel amore 

passeranno secoli prima che il io cuore si ricomponga
passeranno secoli prima che riesca di nuovo a fidarmi di qualcuno
passeranno secoli prima che riesca a dimenticarti

davanti a me ormai c’è solo un muro vuoto
le nostre fotografie che bruciano
mentre le guardo bruciare il mio cuore fa lo stesso

passeranno secoli prima che il io cuore si ricomponga
passeranno secoli prima che riesca di nuovo a fidarmi di qualcuno
passeranno secoli prima che riesca a dimenticarti

la città è in bianco e nero
non riesco più a vedere felicità ormai

passeranno secoli prima che il io cuore si ricomponga
passeranno secoli prima che riesca di nuovo a fidarmi di qualcuno
passeranno secoli prima che riesca a dimenticarti

sei un fottuto bastardo ma ti amo  

 

  Clarisse Bonfanti (_mashmallow_)   

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Capitolo 7
*** capitolo n°7 ***


Capitolo N°7

Ho deciso di andare da qualche parte, voglio uscire, devo fare qualcosa per ricominciare a vivere, tirarmi su il morale e l’unico modo per farlo è lo shopping: scarpe, borse, accessori, vestiti ed ancora vestiti  in questi momenti mi piacerebbe avere un amica, andare per negozi , confidarmi, spettegolare sui gossip di Manhattan ma ho un amico abbastanza femmina che ama lo shopping e il rosa. Ho chiamato Steven, sperando che non lavori.

“ciao Steven, stai lavorando?”

“si tesoro, perché è successo qualcosa?”

“no tutto apposto volevo solo uscire, andare a fare shopping”

“mi fa piacere che tu voglia uscire, io stacco tra due ore se vuoi vieni al salone e poi andiamo insieme”

“ok arrivo, mi preparo e arrivo da te in un lampo”

“ci vediamo tesoro”

“ti amo cucciolo”

Mi sono vestita con la prima cosa che ho visto nel armadio; un vestito corto di Chanel nero con delle scarpe della stessa marca bianche, con una borsa di Gucci bianca e nera di vernice, come accessorio ho potato per una cosa semplice dei bracciali bianchi con dei decori neri. Arrivata al salone Steven mi ha guardata urlando

“tesoro ma cosa sono quei capelli?! Sono orribili”

“ti ringrazio… e non sono cosi male”

“no sono solo spenti, anonimi e senza vita…quando ho finito con la signora mi occupo di te”

“non c’è ne bisogno”

“credimi cara c’è ne bisogno” 

Non mi sono offesa per quello che Steven mi ha appena detto perché mi fido cecamente del suo parere, lui lavora come parrucchiere da quasi cinque anni se ne intende di certe cose poi si è vero in questi ultimi tempi non ho curato molto il mio aspetto. Ho aspettato per venti minuti poi io e il mio amico barra parrucchiere personale siamo andati in un posticino con un tavolino molto grazioso, degli splendidi divani e moltissime riviste, incominciamo a sfogliarle e poi eccoli li il taglio perfetto per me, certo gli avrei dato il mio tocco personale questo e sicuro.
Dopo un ora e mezza a farmi coccolare e sistemare i capelli devo dire che ne è valsa la pena, non mi si riconosceva, quella chioma bionda fino al fondoschiena sparita, al suo posto un taglio classico fino alle spalle, con un colore totalmente diverso ma che si addice totalmente alla mia personalità, un bel rosso rame, un bel cambiamento ma è quello che mi ci vuole.

“wow Steven sono…sono”

“bellissima?!”

“si, grazie, davvero”

“di niente tesoro, adesso andiamo a fare shopping non ne posso più di capelli”

“d’accordo… ma aspetta devo pagarti, quanto?”

“ma scherzi vero?! Consideralo un regalo di natale”

“natale è tra sei mesi, insisto”

“e io insisto a portare il tuo culo fuori di qua, ciao ragazze ci vediamo domani”

Fare shopping con Steven è sempre un spasso totale, sembra che prima di partire si sia scolato una bottiglia di un super alcolico, vi assicuro è tutto un prova questo prova quello, compra di qua compra di la, con lui puoi stare certa che tutti i tuoi risparmi in quattro ore spariscono, come per magia ma io non ho questo problema ma una volta mi è capitato avevo finito i soldi che avevo in borsa e volevo una borsa bellissima era li che m diceva: “ comprami, comprami starei benissimo sopra il tuo braccio” la volevo a tutti costi allora visto che sapevo il codice di Vicki ho detto alla commessa di mettere sul suo conto e l’ho fatto, anche molte altre volte e lei a sua volta è costretta a prendere soldi dal conto di mio padre e così lui si renderà conto di quanto sia falsa,  disonesta e mangia soldi Vicki e la caccerà via di casa chiederà il divorzio, AH! Ma questo non succederà mai perché il mio papy dice che nessuna donna lo eccita più di lei, solo a pensarci mi viene su la colazione di stamattina.

Ritornata a casa ho dovuto fare due viaggi dal garage alla mia stanza per portare tutte le buste dieci buste sono pesanti se hai dentro la metà di esse tre indumenti, se sono una compratrice compulsiva direi di no io mi definisco la donna che fa andare avanti il commercio dello shopping. Fred è entrato in camera e vedendo tutte quelle buste mi ha urlato

“ma quanto cazzo hai speso?!”

“poco…solo cinquantamila dollari”

“solo?!”

“ah-ah vuoi vedere cosa ho comprato?”

“va bene non ho niente da fare”

Ho iniziato a indossare quello che avevo comprato e Fred mi dava le sue opinioni, infatti chiedo sempre il suo parere su ogni vestito che compro ha sempre qualcosa da dire ma quando ho indossato il mio vestito preferito dento quelle buste lui è rimasto in silenzio, non ha detto niente, questo vestito toglie il fiato, dal primo momento in qui l’ho visto su quel manichino mi sono detta “quello deve essere mio, lo voglio è bellissimo, su di me starebbe una meraviglia” e modestamente è così sono cos’ sexy con quel vestito di Vivienne Westwood trasparente sulla schiena a maniche lunghe tutto ricoperto di paiette argento, è un vestito bellissimo, forse anche uno dei più belli che abbia mai comprato.

“sei bellissima”

“è stupendo vero, una meraviglia”

“stasera andiamo a ballare e devi mettere quel vestito farai tante conquiste vedrai”

“non posso metterlo per andare a ballare ho paura di rovinarlo, deve essere messo per una serata importante”

“ma vieni lo stesso? Viene anche la mia ragazza, te la voglio presentare, fa la modella”

“che fine a fatto la ragazza…quella… sai la figlia del produttore discografico”

“oh Lizzy no, abbiamo deciso di rimanere solo amici, è una ragazza bella e simpatica ma non è il mio tipo di ragazza ma di amicizia”

“sai la tua storiella non mi convince”

“mi ha caricato, ma è stato reciproco te lo assicuro…allora alle sette devi essere pronta”

“perché così presto?”

“perché andiamo al ristorante poi al cinema e poi a ballare”

“serata piena allora”

“già, mi raccomando alle sette e a proposito belli i capelli, stai bene?

“grazie mi ha aiutato Steven a decidere”

Sono le cinque questo vuol dire che ho due ore per prepararmi, ho deciso di farmi una doccia veloce, sotto il getto del acqua tutto il mondo non esiste è come se fossi in un'altra dimensione, tutti i pensieri negativi spariscono, la mia mente si svuota, secondo me è il posto migliore per rilassarsi. Dopo una bella mezz’ora nella doccia è il momento del vestito non ho dovuto pensarci troppo, tempo fa avevo comprato un vestito così carino ma non ho mai avuto la possibilità di metterlo e questa mi sembrava il momento adatto è un vestito Versace viola, quasi blu di pelle aderente mono-spalla con manica lunga, mi sta una meraviglia, come scarpe ho indossato delle Jimmy Choo, comprate poco fa con Steven,  tacco dodici argento, per borsa una pochette nera e per accessori ho messo almeno una decina di bracciali anche essi argento e al collo una collana Tiffany con vari anelli uniti insieme per tre collane formandone una unica , un regalo per il mio diciottesimo compleanno da parte di mia madre, significa molto per me.
Non riesco a trovare Fred stavo per chiamarlo quando mi viene incontro mi prende per meno e mi porta al cancello dove ci aspettava una limousine, sono salita e ho visto quattro persone, compreso mio zio che ha iniziato a presentarmi le persone

“allora questa è Madison, le mia ragazza poi ci sono suo fratello Tony e la migliore amica di Madison, Brittany”

“piacere io sono Caroline”

Madison ha delle gambe lunghissime e fini, il suo fisico è mozzafiato, non è come le modelle super magrissime che non mangiano niente ma neanche obesa è semplicemente normale, una trentaquattro con una seconda di seno, ma la cosa più bella di lei è quel maledetto viso: labbra, occhi, naso, sopracciglia, fronte tutto, tutto è perfetto di lei e devo dire che anche la sua personalità non è da meno simpatica dolce sensibile e intelligente una bellissima ragazza, mi fa piacere incontrare una modella altrettanto intelligente quanto bella. Anche suo fratello non è niente male, sono molto simili stesso colore degli occhi e capelli ma  Jimmy è un po’ più riservato e misterioso ma altrettanto spiritoso e tenero. Per quanto riguarda Brittany anche lei molto simpatica e cavolo quanto parla non mi sorprenderebbe se come lavoro facesse la telecronista di eventi sportivi, ma quando parli non ti interrompe e ti ascolta molto attentamente e ti guarda dritto negli occhi un po’ inquietante direi ma poi ecco rivelato il mistero come lavoro fa la terapista di coppia.
Dopo una trentina di minuti passati a chiacchierare in limousine siamo arrivati al ristorante, molto chic al interno sembrava un palazzo, molto luminoso con dei lampadari di cristallo enormi sopra le nostre teste in tutto sette, il soffitto è decorato con dei dipinti di angeli che riposavano sulle nuvole soffici, le pareti invece al contrario non avevano dipinti ma grandissimi specchi che attraversano tutte e due le pareti ai lati e per rendere tutto più bello delle mezze colonne con sopra ad esse dei bellissimi fiori, in fondo alla sala un palco dove una piccola orchestra suonava canzoni bellissime e i tavoli sono tutti circolari con al centro fiori e candele con posate d’oro e piatti d’argento, per un momento  mi sono chiesta se non fossimo finiti in qualche matrimonio ma quando il cameriere ci ha portato al nostro tavolo, persino con il cartellino con il nome e ci mise lo champagne ho solo detto

“wow, questo posto è fantastico, non ci ero mai stata prima”

“è vero hai ragione è meraviglioso se mi dovessi sposare questo sarebbe il posto perfetto”

“ho subito pensato la stessa cosa appena entrata qui”

Io e Madison stavamo legando sempre di più siamo molto simili.

La cena è stata ottima, il cibo raffinato e cotto alla perfezione a sentire da quello che mi hanno detto mi è dispiaciuto non assaggiarlo ma noi vampiri se mangiamo pasti normali ci sentiamo male e rischiamo di procurare danni permanenti alle vie respiratorie, quindi meglio non rischiare ma per quanto riguarda bevande che siano alcoliche o no, non ci fa nessun effetto apparte la perdita di lucidità e la sobrietà. Il film che ho visto al cinema non è stato uno dei migliori mai visti ma carino, una commedia romantica- comica basata sul sesso e subito dopo tutti a ballare in una delle discoteche più apprezzate di Manhattan. I miei nuovi amici sono molto carini ma io e la ragazza di mio zio Madison sembriamo sorelle da tanto ci assomigliamo ma parlando mi sono bloccata al suono di questa frase:

“certo che conosco Justin lavoriamo per la stessa rivista è un mio caro amico ma in questi giorni non lo vedo è talmente depresso continua a parlare di una certa Caroline, dice che hanno passato due giorni stupendi nella sua casa ma che poi non lo ha più richiamato e quando chiama non risponde, dice anche che è disperato perché la ama”
    

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Capitolo 8
*** capitolo n°8 ***


 

Capitolo n°8

Mi sono svegliata nel mio letto ancora vestita, non ricordo quasi nulla della notte precedente solo una alcune parole di una frase: “ dice che è disperato, perché la ama” quella frase mi ha scombussolato.
È di me che stava parlando? E se così fosse è davvero innamorato di me? Penso e ripenso che forse è vero, ma allora perché il nostro allontanamento? E poi la risposta mi riviene in mente; il messaggio. Nel  testo si parlava di una Caroline, io? E che il rapporto con questa ragazza non poteva funzionare, ma perché? Non riuscivo a capire avevamo passato del ottimo tempo insieme, andavamo molto d’accordo,  ci siamo innamorati dal primo sguardo e dal primo morso, ero e sono ancora innamorata e anche lui, ma di chi? Voglio delle spiegazioni voglio sapere una volta per tutte di chi è innamorato. Ho preso il telefono e ho cercato il suo nome nella rubrica, stavo per premere il pulsante chiama ma non ne ho avuto il coraggio, ho preso un bel respiro profondo ho contato fino a cinque ho levato via la tensione e ho toccato quel maledetto tasto, è libero, ho il cuore a mille e poi:” segreteria telefonica, la persona chiamata non è momentaneamente disponibile, si prega di richiamare più tardi” nella mia mente ho pensato non è momentaneamente disponibile o non mi vuole rispondere, lo capisco perché dopo l’ennesima chiamata senza risposta e l’ennesimo messaggio non considerato, neanche io vorrei parlare con una persona così. Ho deciso comunque di mandarli un messaggio: ciao sono io Caroline, vorrei parlarti, voglio un chiarimento per favore possiamo incontrarci sul ponte di Central park alle quattro, grazie. Ho riletto per vedere se valeva la pena mandarlo o cambiare ma poi involontariamente ho toccato il tasto invia.
Sono le due e mi sto annoiando a morte, non so proprio cosa fare poi un messaggio:” scusa se non ho risposto prima ma stavo lavorando, per me va bene, ho bisogno di rivederti, ci vediamo dopo” oddio Justin mi vuole vedere non credevo che avrei avuto questa reazione, sono al settimo cielo, ho iniziato a saltare sul letto, urlare e “ballare”.
Mi sono subito precipitata in bagno a farmi un bagno per rilassarmi con tante bollicine musica e acqua calda, sono uscita dopo un ora e mezza ma l’agitazione non l’ho lavata via, non ho volito pensarci e sono andata nel mio armadio per cercare un vestito adatto, ma non so quale mettere, sono troppo nervosa per scegliere e non potevo contare su nessuno perché Steven è al lavoro, Fred dalla sua ragazza e nemmeno i miei nuovi amici sono nei paraggi, l’unica persona in casa è Vicki ma non penso proprio di chiedere consiglio a lei, allora faccio affidamento al mio istinto, allungo le mani e il primo vestito che tocco è quello che dovrò indossare, la mia fortuna non fallisce mai ho preso un completo semplice pantaloni neri con una camicia bianca a maniche corte  con scollatura a V con delle ondulazioni su sullo spacco. Sopra alla camicia ho indossato un capispalla nero lungo fin sotto il seno  anch’esso a maniche corte. Come scarpe delle Manolo Blahnik rosse con pezzi nero e una borsa rossa piccolina ma abbastanza grande per contenere portafoglio, cellulare e piccolo astuccio per i trucchi, con una scritta di vernice “Gucci”.
Fino a quel momento andava tutto bene fino a quando non mi sono arrivata alla porta di casa, la mia testa dice “ritorna indietro, ritorna indietro” ma il mio cuore invece “ va da lui è la che ti aspetta, ha detto anche lui che ha voglia di vederti” anche se sto tremando come un gattino immerso nella neve mi sono avvicinata alla macchina, sono salita ma sono ancora più agitata di prima, mi rilasso con un bel respiro profondo, due tre quattro ma la mia agitazione non passa, voglio ritornare in camera e dormire per qualche oretta ma non posso nemmeno lasciarlo là da solo, che fare chiamarlo per annullare l’appuntamento o rischiare di fare un incidente stradale? Ho scelto la seconda so che sto rischiando di morire ma almeno morirò pensando a Justin ma non credo che morirò oggi devo prima andare alla settimana della moda a Parigi evento imperdibile per un appassionata come me, ho inserito un cd nella radio/cd e appena partita la canzone tutti i pensieri sono spariti insieme alle mie preoccupazioni. Arrivata vicino al parco ho parcheggiato la macchina sono scesa e mi dirigo al posto scelto per incontrarci, lui non è ancora arrivato ma ci vogliono pochissimi minuti prima che lo riesca a intravedere da lontano, poi si avvicina viene verso di me con un sorriso grandissimo con un mazzo di rose rosse e bianche, le mie preferite.
Non pensavo che mi sarei dovuta tenere alla ringhiera del ponte vedendolo ma non so qualcosa in lui è diverso non so se i capelli un po’ più lunghi spostati tutti di un lato coprendo un po’ l’occhio rendendolo quel poco misterioso oppure quella luce negli occhi che non avevo mai visto, so solo che è bellissimo

“ciao amore,  c’è qualcosa che non va? Non mi hai più chiamato, ne rispos…”

Non sono riuscita a trattenermi , una forza dentro me mi ha costretta a saltargli al collo e baciarlo intensamente, proprio come nei film, sembrerà assurdo ma mi sono messa a piangere.

“ti amo, ti amo, ti amo…scusami , scusami, non volevo allontanarmi da te è solo che…”

“amore respira e non piangere, che ne dici se andiamo a prendere un caffè e poi facciamo una passeggiata per il parco, così mi potrai dire tutto con calma, ti va?”

“certo che mi va”

Ci siamo incamminati verso la gelateria abbracciati uno stretto all’altra, il suo braccio intorno alla mia vita mi fa sentire al sicuro, amata. Quando ci siamo seduti al tavolino, abbiamo iniziato a parlare.

“ti ho chiamato per chiederti delle spiegazioni, mi è arrivato un messaggio da parte tua dicendo che era finita e che avevo trovato un'altra, ma poi ho conosciuto Madison che mi ha detto che eri disperato perché amavi una certa Caroline, e io non capisco”

“oh scusami se ti ho fatto soffrire, la ragazza in questione non sei tu ma la mia ex Caroline, avete lo stesso nome mi devo essere confuso con i nomi”
“allora mi ami?”

“più di qualsiasi altra cosa, sei mia e solo mia, non ti vorrei perdere per nessuna ragione”

Il mio cuore in questo  momento ha avuto un arresto cardiaco, così per dire, sono al settimo cielo finalmente avevo la conferma che lui amava me e solo me,  finalmente posso dire che Justin è mio e nessuno lo può toccare.
Usciti dal bar ci siamo incamminati verso Bryant park, seduti su una panchina a guardare i bambini che giocano: a nascondino, a saltare a corda, a rincorressi. Mi ha fatto tornare in mente quando anche io a quel età non avevo problemi, quel periodo della tua vita dove tutto sembra un gioco, dove le persone serie  erano strane, dove nessuno ti giudicava, quel bellissimo periodo che accade solo una volta nella tua vita, quel momento in cui vorresti tornare indietro per cercare di cambiare gli errori fatti e cercare di rendere migliore la tua vita ma sfortunatamente non posso andare fermare il tempo.
Ad un certo punto un bambino tenerissimo con un visino talmente carino che non vorresti nemmeno toccarlo per paura di fargli male, con degli occhioni grandi blu, dei capelli biondi, con un grande bellissimo sorriso e con un dinosauro di plastica in mano si avvicina e dice a Justin con quella sua vocina così dolce

“ciao tu sai giocare a baseball?”

“come ti chiami?”
  
“ Ronan”

“è un bellissimo nome…andiamo a giocare adesso, ti insegno”

“d’accordo”

Ho pensato che Justin nei panni di padre sarebbe fantastico, vedendo da come si è comportato con quel bambino. È solo ora che penso ad avere un figlio prima non m’importava ma ora tutto è cambiato solamente vedendo Justin parlare con Ronan, e se questi pensieri sono emersi nel momento giusto? E se quel pensiero di avere un figlio non fosse così insensata? E se Justin fosse il padre del nostro bambino?
I miei pensieri sono stati interrotti quando una bambina mi si è avvicinata sedendosi in parte a me sulla panchina, chiedendomi a bassa voce.

“cosa ne pensi del bambino che sta giocando a baseball?”

“penso che sia molto carino”

“allora non sono pazza, perché la mia amica ha detto che non è bello, ma invece penso che è un bambino bellissimo”

“allora ti piace?”

“penso di si“

“perché non ci vai a parlare, lo chiamo se vuoi così vi conoscete un po’ meglio”

“ehmmm…devo andare”

Non pensavo di essere così sdolcinata in queste cose ma forse il mio lato, nascosto, materno ha prevalso sul mio essere distaccata. Stiamo quasi per andarcene dal parco quando mi viene in mente la bambina, sono andata da Ronan e gli ho chiesto di andare a parlarle, all’inizio lei sembrava un po’ sorpresa ma dopo due minuti di conversazione il bambino gli ha dato un bacio sulla guancia e lei, poverina, lo ha abbracciato dicendo ti voglio bene, mi dovrebbero chiamare cupido, mi sento speciale chissà forse senza di me non si sarebbero mai incontrati.
Sono le quattro e il tempo si stava rannuvolando, decidiamo quini di incamminarci verso un bar, ma avverto una strana sensazione, come se qualcuno ci stesse seguendo e mi sono stretta ancora più vicino a Justin guardandomi in giro, tutto ad un tratto si è messo a piovere, sempre più forte, abbiamo corso fin sotto un portico di una casa li vicino ma anche se è poco lontano è bastato quel tratto di cinquanta metri a bagnarci tutti. Io adoro l’odore della pioggia e quindi non ho potuto non baciare Justin e proprio mentre ci stiamo baciando appassionatamente ho visto un lampo, ma ho subito capito che non era un lampo ma un flash di una macchina fotografica, ci sono quasi cinque paparazzi intorno a noi, ma questo al mio vampiro non importava continuava a baciarmi come se non avesse fatto altro per tutta la vita.               

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Capitolo 9
*** capitolo n°9 ***


 


 Capitolo n°9

È la mattina dopo la meravigliosa giornata passata in compagnia di Justin sono di ottimo umore, me lo si legge in faccia, sono un mare d’amore e quindi ho deciso di andare a dare il buongiorno al mio vampiro, quindi senza neanche pensarci troppo mi sono precipitata verso la mia macchina.
La casa di Justin è impenetrabile per chiunque volesse entrare in sua assenza ci sono un sacco di telecamere di sorveglianza al cancello principale, nel giardino davanti casa, vicino alla porta, dentro casa sia piano superiore che quello inferiore, in poche parole in tutte le stanze e in giardino. In questo momento penserete “ bhè tutto qua il problema” magari fosse solo quello il “problema” sempre al cancello principale, alto quasi tre metri e mezzo, puoi entrare solo se il computer riconosce il tuo nome; in seguito ci sono i laser su tutto il vialetto, ma che puoi disattivare con il codice, andando avanti ti ritrovi la porta anche essa con un computer che riconosce il la tua voce e se ti dice che puoi entrare, ti compare il buco della serratura e tutte le finestre sono spessissime con delle sbarre, che puoi togliere con un semplice click. Non so perché Justin sia fissato con tutte queste cose da film, una volta mi ha risposto con un ”sono fatto così” ma in fondo penso che abbia paura che sua madre possa entrare in casa, ma ormai mi sono abituata a questa cosa.
Sono entrata in cucina e mi sono messa a preparare la colazione, proprio come la vuole lui e piano piano  sono andata nella sua stanza, lui stava ancora dormendo a pancia rivolta verso il materasso, mentre con le braccia abbracciava il suo cuscino, senza maglietta, adoravo vederlo dormire di solito lo lascio dormire ma sono già le nove e non è da lui dormire così tanto, mi sono preoccupata e così l’ho svegliato.
 
 “amore…tesoro, è ora di alzarsi”
 
 “mmm…buongiorno, come mai qui?”
 
 “sono venuta a darti il buongiorno e portarti la colazione”
 
 “grazie ma non dovevi svegliarti così presto per me”
 
 “presto?! Sono le nove e lo sai che farei tutto per te”
 
Dopo la colazione siamo andati in soggiorno a vedere un po’ di televisione sul divano accoccolati come sempre, questi momenti con lui mi fanno sentire amata, adoro guardare dei film insieme a Justin, ho deciso di guardare uno dei miei film preferiti  “chocolat”  questo film è un capolavoro, pieno di sorprese e d’amore. Ad un certo punto squilla il telefono e il mio sorriso è sparito, Justin ha una faccia da….non da Justin insomma.
 
“amore cos’hai?”
 
“niente è solo che mi hanno chiamato per andare a lavoro, mi vogliono per una campagna pubblicitaria, mi dispiace lasciarti qua da sola”
 
“no fa niente posso resistere senza te fino a stasera, non mi caccerò nei guai in meni di ventiquattro ore”
 
“non ne sarei così sicuro…mi è venuta un idea e se mi accompagni?”
 
“ma cosa dici , non posso venire con te”
 
“ ma si così ti farei conoscere Sharon, non mi hai detto che volevi scrivere per qualche rivista?”
 
“si ma non è questo il punto, non sono nemmeno vestita in modo decente e non ho qua i miei articoli, come mi dovrei presentare; hey sono caroline scrivo benissimo, anche se non può saperlo, mi    assuma”
 
“non ti preoccupare gli articoli li ho io e sei vestita benissimo, sembra che devi andare a una cena con il presidente”
 
“Justin, sono in pigiama”
 
“…un pigiama carino, senti ti accompagno a casa ti cambi e andiamo insieme”
 
Come posso dire di no quando mi guarda con quegli occhini da cucciolo e quel labbruccio.
 
Saliti in macchina mi è venuto in mente un problema enorme, cosa dico a mio padre? Visto che è lui che deve scegliere il mio compagno, visto che scritto nelle sue regole,  in teoria non è vero che deve essere lui a scegliere il mio ragazzo, quindi non corro nessun rischio, forse. Abbiamo parcheggiato davanti casa e siamo entrai in casa, ma non abbiamo trovato nessuno, nemmeno Fred, che strano di solito c’è sempre qualcuno in casa; n un certo senso mi fa piacere di non ritrovarmi Vicki e mio padre intorno ai piedi.
Justin è rimasto sbalordito della dimensioni di camera mia soprattutto del mio armadio ma in particolare della quantità di vestiti; ho cose di ogni tipo da per l’emittente colloquio non trovavo niente, cosa devo indossare? Dovrei mettere un abitino con un capispalla oppure completo giacca e camicia per essere più professionale, non riuscivo a decidere e quindi anche questa volta mi sono fidata del mio istinto, indossando la prima cosa toccata.
Come al solito ho preso un completino molto carini; anche se mi sembra impossibile prendere qualcosa di scadente perché nel mio armadio, modestamente è tutto bellissimo e di primissima qualità, comunque, mi sono innamorata di questo completo e in tutta sincerità non ricordavo neanche di averlo, forse perché l’avevo comprato al epoca da mortale. Un vestito corto, fino alla coscia; quasi tredici centimetri al di sopra del ginocchio color panna, scollo a V con tre catene piccoline color argento in vita. Come capispalla una giacca di pelle con al posto delle cerniere, per riprendere il vestito, anche qui due catenine. Come scarpe quelle bellissime maledette, fottute scarpe costate una fortuna; color beige tendente al crema a rete tacco dodici. Non può mancare una borsa quindi ho preso quella a forma quadrata di pelle color nocciola e per finire come accessorio una collana con la scritta ”love me”  in corsivo e un orologio piccolino in oro.
E dopo l’ennesima guardata allo specchio.
 
 “sei bellissima, adesso possiamo andare siamo già in ritardo e a Sharon non piace aspettare”
 
 “ok possiamo andare, no aspetta un ultima occhiata, sicuro che sto bene non sembro troppo formale? Oppure sono trasandata?! Non lo forse è meglio che mi cam…”
 
 Justin mi ha baciata e poi
 
 “stai benissimo, non potevi fare di meglio adesso andiamo che poi quella la senti tu”
 
Va bene lo ammetto sono agitata e molto direi, immaginatevi se questo colloquio andrà a buon fine potrei realizzare il mio sogno, quello per cui non ho mandato tutto a puttane, quello a cui sto perfezionando da tutta la vita. Ho un nodo alla gola, non so se potrò farcela, secondo me, conoscendomi farò scena muta ma non so perché sono così agitata avrei pensato che dopo i primi dieci minuti di tragitto mi sarei calmata ma mi sono accorta che dopo un quarto d’ora la mia agitazione aumenta sempre più, ogni metro il mio respiro si fa sempre più affannoso e nodo alla gola sempre più stretto. Ma la mia agitazione è normale, credo, perché a breve incontrerò una delle donne più influenti sul campo della moda e se mi va di culo forse potrei essere assunta come giornalista per la sua rivista ma mi sono posta una domanda. E se mi presentassi come sua assistente? No no non potrei mai, sono la ragazza più incasinata del mondo, sempre stressatissima e sempre sul punto di crollare ma scrivendo tutte queste sensazioni negative spariscono.
Siamo arrivati a destinazione e ogni dipendente dell’edificio ha un parcheggio tutto suo, cavolo come sono organizzati bene qua, ma la cosa che mi ha colpito non è stato il s’osteggio delle macchine ma la maestosità del palazzo, ma li dentro ci vivono oltre a lavorarci?  sembrava un hotel a sei stelle interamente di vetro con al entrata addirittura il tappeto rosso con il portiere, mi ci potrei abituare facilmente a questa cosa. Una donna alta capelli lunghi castani ondulati, con occhi dello stesso colore si avvicina a noi
 
 “Justin finalmente ma dov’eri? Non importa adesso fila subito da Sharon ti sta aspettando, vuole spiegarti la campagna e l’intervista fai veloce i fotografi arriveranno tra poco e per tua fortuna hai un po’ di tempo prima dell’intervista”
 
 “ho capito, respira e non spingere piano”
 
 “se mi dici ancora piano ti prendo a calci in culo”
 
 Sono rimasta un po’ sconvolta, dov’è andata quella bellissima atmosfera di sereno e relax che si percepiva fino a dieci secondi fa?  forse a questa gente qua serva più camomilla e meno caffè perché appena si è aperto l’ascensore ho visto di tutto, gente che correva a prendere disegni, campioni di stoffa, altra gente che stava mandando a quel paese la fotocopiatrice o con il computer, chi urlava al collega dal altra parte della sala per chiedere consiglio per un articolo o una foto.
 
 “non preoccuparti è solo che per una settimana i giornalisti del New York reporter staranno qua da noi perché nel loro palazzo le tubature sono saltate e si è tutto allagato e quindi quasi tutto il loro lavoro è andato perduto”
 
“oh mi dispiace, spero che si risolva tutto per il meglio, perché so che  una rivista di grande importanza e molto apprezzata”
 
“infatti ma Sharon non ne può più di tutto questo casino, infatti è quasi tutto il tempo stressata con i nervi sempre tesi, ora vedrai com’è il reparto di Vanity Fair molto più calmo sembra quasi di stare ancora al liceo per i corridoi durante le lezioni”
 
“davvero?! è inquietante”
 
“Sharon non tollera la confusione”
 
 In effetti Justin ha ragione, nei piani superiori si respira un aria completamente diversa; pareti bianche con appese delle copertine delle riviste, credo quelle di maggiore successo, ma per me tutte sono splendide, ogni mese sfornano capolavori. Al terzo paino ci sono: al centro informazioni e la sala conferenze , con vari uffici per le segretarie, circa dieci, di minore importanza, quelle che rispondono al telefono e prendono gli appuntamenti per servizi fotografici, interviste, riunioni e tutte le cose che hanno come scopo quello di far andare avanti la rivista, perché meno importanti? Non so perché le chiamano così , forse perché poi non sono loro direttamente a riferirlo alla direttrice ma le assistenti. Al quarto e quinto piano il magazzino con i vestiti le scarpe e tutti gli accessori con il reparto estetica. Al sesto il reparto grafica. Al settimo e ottavo piano alcuni set fotografici, cosa che non credevo possibile fare in un palazzo ma a quanto pare ho dovuto ritirare la mia parola, visto che sembrava proprio di essere in un altra dimensione e finalmente al nono piano le assistenti e l’ufficio di Sharon; e che ufficio! Una vista spettacolare per via di quelle tre pareti di vetro, al centro una scrivania grande, più che scrivania sembrava un tavolo a sei posti, di vernice bianca e al di sopra di questa un lampadario uno di quelli grandi con cristalli, da quel che vedo non bada a spese, comunque alla sinistra due divani di pelle nera con al centro di essi un tavolino circolare anch’esso bianco con un secchiello pieno di ghiaccio con dentro una bottiglia di champagne, cosa che pretendeva ogni giorno non che beva ma gli piace avere sempre una bottiglia in caso di emergenza, non voglio cercare di capire il perché e di fronte al tavolino una porta nera che conduce alla cabina armadio, si cabina armadio, Sharon ha il vizio di cambiarsi d’abito ogni ora. Nella parete di destra al centro una porta anch’essa nera che conduce al bagno, molto semplice interamente di marmo bianco, alla faccia del semplice; in parte alla porta due scaffali con tutte le coppie delle riviste pubblicate e album con tutte le foto dei servizi fotografici.
 
 Sharon ha due assistenti molto simili, due gemelli Oliver e Olivia, mi dicono che la madre a molta fantasia, molto simpatici entrambi ma molto; ma dico Molto stressati.
 
“JUSTIN !!!! eccoti lo sia che ore sono?! Sharon è furiosa e poi lo sai che carica tutta la rabbia e tensione su di noi, lo sai che in questo momento preferirei essere all’ospedale piuttosto che farmi urlare addosso…o ciao cara io sono Olivia molto piacere”
 
 “piacere, Caroline”
 
 Bene l’impressione che avevo di questo posto è tutt’altro che sbagliata, l’atmosfera da sala meditazione, penso che sia stata invasa dalla stanza ragazze con le mestruazioni.
 
 “FILA DA SHARON”
 
 “ok adesso vado non agitarti”
 
 “vuoi che mi metta a preparare pasticcini pieni d’amore per poi condividerli tutti quanti allegramente nel suo ufficio”
 
 “ah-ah ma he spiritosa, sai dovresti fare la cabarettista”
 
 “muovi-il-culo”
 
Forse queste cose qui sono normali ma io non ci sono abituata, vorrei chiedere a Justin se mi può riportare a casa, non è che abbia paura ma un po’ d’agitazione l’ho, se mai farò la giornalista per questa rivista; non voglio morire il primo giorni di lavoro.
 
 “signora, buongiorno di cosa vuole parlarmi”
 
Sharon è girata di schiena intenta a ammirare il panorama, Justin l’aveva descritta come molto semplice ma quando si è voltata per parlare con lui la mia autostima è andata a farsi fottere; alta quasi un metro e ottanta, occhi verdi smeraldo con ciglia lunghe e sopracciglia perfette. Un naso alla francese con la punta leggermente al in su. Delle labbra sottili e il suo fisico è a dir poco perfetto e quei fottutissimi capelli lungi fino alla schiena mossi biondi. 

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