You Saved Me

di M Mi C Chiamo Li Lidya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** #Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** #Capitolo 1 ***


#1
Avrei dovuto smettere, lo avevo promesso a me stessa e a Lucy, ma non ci sono riuscita, dopo tutto le promesse sono solo parole no? Sono di nuovo qui nel bagno della casa di Jimmy, il fidanzato di mia “mamma”, a tagliarmi. Perché lo faccio? Perché semplicemente sto male, e non riesco a sentirmi bene in nessun modo! Dopo che finisco, dopo che l’ultima goccia di sangue cade sul pavimento, sento per pochissimo tempo un po’ di felicità, di sollievo. Ovviamente tutto questo finisce subito dopo, ma mi basta per una settimana, almeno spero. Lavo il pavimento e il sangue sulle caviglie, non mi taglio i polsi, Lucy, la mia migliore amica, l’unica amica che ho, mi controlla quasi in modo giornaliero i polsi senza farmelo notare, ma lo capisco sempre. Non li sarebbe mai venuto in mente di controllarmi le caviglie!
Esco fuori e vado a vestirmi, per oggi mi accontenterò di una semplice felpa blu e dei jeans. Poi prendo il mio mp3 e mi avvio verso la spiaggia. Mi piace uscire,  ma solo di notte, sono le 3.30, tutti dormono a quest’ora vado un po’ in giro, respiro l’aria di mare e mi siedo sulla sabbia fresca.
Dopo un po’ mi sdraio e guardo le stelle e senza nemmeno notarlo comincio a cantare, una canzone che ho scritto io un po’ di tempo fa.
“Canti Bene” mi alzo e mi giro di scatto, è buio non riesco a riconoscere chi è, capisco che è un maschio sarà sui 18, 19 anni, come me. Vedo solo degli occhi brillare al buio, degli occhi capaci di brillare di luce propria. Mi alzo di scatto e corro via. Chi era? Perché era li? Perché proprio stanotte?
La mattina è il rumore della mia suoneria che mi sveglia.
Mi alzo dal letto e per un secondo ripenso alla scena di ieri, poi mi riaccorgo del rumore e prendo il telefono.
“Deeeeeeemi” è Lucy. Che mi chiama alle 11 di mattina.
“Che vuoi? Stavo dormendo!” rispondo con una voce alquanto roca, che mi spaventa.
“Dormigliona, non ricordi che giorno è oggi?” urla come una pazza, questo mi spaventa. Penso un po’ ma non mi viene in mente niente, così sparo a caso.
“Il tuo compleanno?”
“No, stupida, oggi è il giorno del diploma” Oddio, è vero, oggi mi diplomo, me ne ero dimenticata completamente.
“Cazzo, si”
“Sei pronta? Tra due ore passo a prenderti” Non sono pronta, assolutamente no.
“No, Lucy, vieni mi devi aiutare a vestirmi e a fare i capelli, poi ti aiuto io Okkey?” chiedo preoccupata. Quando non si ha una vera madre l’unica persona sulla quale contare diventa la propria migliore amica.
“Si, non ti preoccupare, sono li tra pochissimo”  Sospiro e metto giù la telefonata.
Vado di sotto, in cucina, mi preparo un panino e mi metto davanti alla tivù a mangiare. Dopo circa 20 minuti bussano alla porta, no, proprio nel momento in cui era partita la canzone di Justin!
“Ciaooo! Mi sei mancata” urla la mia amica. Poi mi abbraccia stringendomi forte e si mette sul divano. Ormai questa è come casa sua!
Ci mettiamo al lavoro mi mette lo smalto sulle mani, poi metto il vestito, semplice, bianco senza spalline, lungo fino a terra, con una sottile riga di brillantini sull’inizio(IL VESTITO DI TAYLOR SWIFT ALLA FINE DEL VIDEO “YOU BELONG WITH ME”). Poi si veste lei, ha un vestito meraviglioso, blu profondo, con una spallina e non molto corto, al ginocchio, tutto fatto di balze.
Mi pettina i capelli, castani, mossi, quasi ricci.
“La ciocca stona” mi avverte. Si lamenta come sempre della mia ciocca rossastra che ho dietro.
“A me piace il contrasto che fa” dico non curante.
“Lo so che ti piace..ecco perché cercherò ti farmela piacere” lascio sfuggire un sorriso e dopo continuo a guardarmi allo specchio. Sono un mostro, lei ritiene in contrario ma è impossibile crederle!
Mi fa i boccoli, mi lamento dicendo che già ce li ho boccolosi, ma le dice che li ha semplicemente riordinati. Pff!
Mancano 20 minuti al diploma, e noi siamo pronte, io vestita, manca solo mettere a posto i capelli di Lucy.
Prendo i sui capelli, neri, come la pece, con piccole ciocche blu, poi faccio uno strano modello, e le lascio due ciocche davanti, arricciate. Sorrido felice che lei sia felice e mi metto un lucidalabbra. Usciamo fuori e ci avviamo verso la macchina.
“Deeemiiii” mi giro di scatto. Grace.
“Grace, come stai piccola?” Grace, è una piccola bambina, non che mia vicina. Le voglio un bene dell’anima.
“Benissimo, ma..ma sei bellissima, anche tu Lucy”
“Grazie piccola” dice Lucy rivolgendole un sorriso abbagliante.
“Ora andiamo che siamo in ritardo” dico mandandole un bacio con la mano.
“Ti voglio bene” arrossisco.
 “Anche io”
 
 
 
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Ciao a tutte :) 
Sono Lidya, @horantubbies su twitter.
Questa è una nuova fanfiction che sto scrivendo le altrè non sono mai riuscita a finirle perchè non mi sipiravano..ma questa è molto profonda di significato, cercherò di non mettere cose pesanti da leggere, senò vi annoio..comunque buona lettura e grazie a chiunque recensirà o leggere semplicemente la storia!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


#2
“Sono scomode queste sedie” dico a Lucy ormai dopo due ore a stare li sedute a guardare il nulla.
“Vero, balliamo?” mi chiede. Ovvio che no, io amo ballare, ma non in pubblico!
“Vai Lucy”
Il diploma era passato benissimo, se non contiamo che stavo quasi per inciampare nella mia stessa tunica e non trovavo il cappello, però era andato tutto liscio..quasi! C’erano tutti, tutti tutti! Inutile specificare che ho cercato con lo sguardo lui dappertutto, il ragazzo della spiaggia, così lo chiamavo.
Ma era un impresa impossibile, cioè mi ricordavo solo gli occhi, che mi avevano incantato talmente tanto che pensavo di poterli riconoscere, che stupida illusa. Almeno lo avevo sentito pronunciare due paroline, “canti bene”. Ora che ci ripenso sono stata molto maleducata non l’ho neanche ringraziato! Ma a che penso?
Devo avere la febbre, perché mi alzo in piedi e comincio a camminare tra la gente, no Demi, non ti illudere, non lo troverai qui! Sbatto contro la gente, ma non mi importa,poi… devo aver sbattuto la testa perché mi ritrovo su un divanetto, alquanto scomodo, con due facce sopra di me.
“D-Demi?” ma quella è Lucy.
“Lucy” pronuncio a malapena, oooh che dolore alla testa! Un dolore lancinante, forte e intenso.
“Stai bene?” mi chiede l’altro..oh aspettata, l’altra. Strizzo gli occhi per capire chi cazzo è..la prof.
“Oh, si  fa male un po’ la testa..ma..che è successo?” riesco a mettermi sdraiata.
Siamo ancore nel locale, in un posto più appartato, la musica è più bassa, ma tutti continuano lo stesso a ballare, devono essere le dodici passate perché molti sono seduti e alcuni persino addormentati! Mi lascio scappare un risatina.
“Sta bene” dice Lucy. La prof se ne va e mi faccio raccontare cosa diavolo mi era successo.
“Ah beh, stavi correndo, e dico correndo, per la sala quando devi aver sbattuto la testa li da qualche parte e sei caduta tra le braccia di un ragazzo..” Oddio! No, che figuraccia, non ci posso credere!
“No..Chi? Che figuraaa!” Nascosi il viso tra le mani.
“Ehi, non ti preoccupare, era un bravo ragazzo e ti ha portata qui, poi io sono arrivata perché ero stanca e ti ho vista..ho chiamato la prof..hai dormito per circa un oretta..stai meglio”
Stavo meglio..questo era l’importante!
Mi alzai di li, il dolore alla testa continuava, ma non dissi niente fingendo un sorriso molto forzato.
Se avessi detto la verità Lucy mi avrebbe riaccompagnata a casa e le avrei rovinato la serata!
Prendemmo da bere e ci sedemmo al bar.
Stavamo chiacchierando felicemente quando un ragazzo ci arrivo vicino.
“ehi, bellezza che ne dite di ballare?” Io girai la testa mentre Lucy mi salutò con la mano per andare a divertirsi..aveva bevuto tre bicchieri di una cosa strana, rosea.
Passarono i minuti, le ore ma Lucy non tornava così decisi di cercarla..ma facendo attenzione.
Dopo ricerche invane decisi di andare a fare un pausa. La trovai sui divanetti, con un ragazzo, non lo stesso di prima..la strattonai per il braccio verso il bagno.
“Mi gira la testa Demi, dov’è Nick, oh aspetta si chiamava George, no Dallas..o forse Brad” aveva un espressione confusa, doveva aver bevuto altro, mi preoccupava.
Andammo in bagno, il tempo di entrare in un cabina che cominciò a vomitare, le tirai indietro i capelli, vomitava e rideva.
 “Jooosh, dove sei? Austin? Ti voglio mio sta notte”
“Su, Lucy, alzati, stai meglio?” cominciò a fare facce tristi e a urlare cose del tipo “mi hai lasciata con sta pazza..mi chiama continuamente Lucy, chi è Lucy? Io sono Leila vero?”
Oddio, cosa si era fatta? Ci avviammo verso la macchina, la misi dietro. Poi mi sedetti al volante, ma il dolore alla testa era troppo, mi offuscava la vista cercai di rimettermi a posto.
*toc-toc*
Qualcuno bussò al finestrino. Lo abbassai. Un ragazzo, aspetta..quegli occhi..!Era lui! Ma come?
 “Serve un passaggio? Non ti senti bene a quanto vedo” annuii in silenzio e mi spostai a lato.
Entrò nell’auto e mise in moto. Partì, non parlammo per quasi tutti il tragitto.
Poi fui io a rompere il silenzio.
“Perché?” chiesi semplicemente.
“Come scusa?”
“Perché mi perseguiti, prima sulla spiaggia, dopo qui” mi girai verso lui. Aveva un faccia sbalordita.
“Non capisco” disse. He he, lo avevo fregato, vedevo un piccolo sorriso a fior di labbra accennarsi sul suo viso.
“Oh, andiamo, riconoscerei i tuoi occhi ovunque” mi pentii subito della cazzata che avevo detto.
Allargò la bocca. “Vai piano, tra poco ti vedo le tonsille” dissi irritata un po’ del suo gigante e abbagliante sorriso.
“Comunque lo faccio perché..sono altruista”
“Ah si, e lo fai con tutte quindi?”  Come poteva pensare che io fossi come tutte le altre?
“No, solo con quelle carine” che sfacciato, gliele dico due adesso..!
“A sinistra, ecco parcheggia la” disse scesi dall’auto e presi Lucy in braccio, più o meno.
Prese le chiavi della macchina e mi diressi alla porta.
“Non ci sono cascata, le tue parole mi hanno solo fatto pensare a quanto sei stupido” dissi, mentivo, nessuno mi avevo mai detto che ero carina, nessuno!
“Justin” urlò.
Entrai dentro e misi Lucy sul divano, poi andai alla porta. Era ancora li. Sbuffai, che sfacciato.
“Justin” ripeté a bassa voce.
“Ho capito, ho capito, sei Justin, a mai più” dissi richiudendo la porta.
La nottata passò terribilmente, Lucy si svegliava ogni tre per quattro per vomitare e io dovevo assisterla.
Verso le tre di mattina si addormentò definitivamente, e io con lei.
La mattina, cioè mattina si fa per dire..comunque quando ci svegliammo erano le due passate. Andai a farmi un doccia calda mentre Lucy era andata a casa sua, diceva che si sentiva meglio. Mangia un panino e decisi di guardare la tivù, niente di interessante.
L’estate era cominciata e questo significava semplicemente una cosa, NOIA. 



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Ciao Ragazze, 
nessuna recensione, comprendrò sarà che non vi piace la storia,
comunque vada io contnuerò a scrivere!
La storia comincia a farsi intrigante eh? Okey la smetto, probabilmente no cc:
Vi lascio buona lettura e ho ingrandito un po' il carattere, così è più comodo leggere! 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


#3
Mamma torna tra due giorni, mi ha chiamata, doveva tornare molto prima, ma ‘per lavoro’ starà ancora un po’ a Parigi, mi chiedo cosa ci trova di bello! Forse in Europa le persone giudicano di meno? Non credo!
Decido di uscire, sono felice perché ho perso un chilo, così decido di mettermi qualcosa di carino e uscire un po’ fuori. Forse per molti è una cosa normale, ma per me è un traguardo! Metto delle panta-collant e una maglia lunga con la stampa di MTV, poi mi avvio verso la casa di Lucy, è martedì, quindi suppongo che sia in casa. Supponi male Demi, supponi male, infatti quella stronza della mia migliore amica non è in casa!
Mi incammino per le vie della mia città, quante ragazze e quanti ragazzi, tutti belli, pance piatte, addominali scolpiti, capelli lisci o perfettamente ricci..io non sono niente in confronto a loro!
“Hei” mi sento chiamare, mi giro, Justin?
“Si?” chiedo.
“Ti ricordi di me? Sai, sono Justin, quello” lo interrompo bruscamente.
“Si, impossibile dimenticarsi di un tipo appiccicoso come te” dico. Ride. Ma come? Io ti ho offeso, molto chiaramente!
“Sta sera ti va di venire a casa mia?” Cosa? Pensava che già mi poteva scopare? No eh bello!
“No, preferisco rimanere vergine”  si avvicinò di più.
“Davvero pensi che sia un ragazzo come quelli?”  Si!
“Ovviamente, tutti i ragazzi sono così” Cosa pensava? Di essere il ragazzo che faceva eccezione? No!
“Dai, Demi, per favore? Non voglio fare niente di sconcio, solo un film” La tentazione! Era tanto che non passavo tempo con qualcuno, e lui sembrava più un ragazzo da ‘scopiamo, ma al secondo appuntamento’
“Okay, dove abiti?” chiesi rassegnata. Si accese un sorriso nel suo viso, mi diedi la via e poi ci salutammo. Sta sera alle 8 avevo un appuntamento.
Alle 7.30 mi svegliai dal mio profondo sonno. Appena guardai l’orario mi accorsi che avevo solo un quarto d’ora ti tempo per prepararmi, perché il resto lo avrei impiegato per il tragitto. Perfetto!
Misi dei semplici panta-collant e una maglia. Era il mio solito look, non pensavo nemmeno a farmi più bella per un ragazzo! Alle 8.10 ero a casa sua, lo avevo anche risparmiato, ricordo quando facevo ore di ritardo agli appuntamenti con Lucy!
-Dlin&Dlon-
“Pensavo non venissi più” mi accoglie Justin.
“Scusa, mi ero addormentata sul divano” dico sorridendo. Lo seguo in cucina, ci sediamo e mangiamo una pizza da lui ordinata.
“Che film si guarda?” chiedo dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante dovuto al fatto che sostenevo che la musica di Justin Bieber fosse meravigliosa.
“Avevo scelto un horror, ma poi ho pensato che le ragazze odiano gli horror, così ho optato per un film romantico, Nothing Hill” Sapevo che film era, ma gli horror gli avevo sempre adorati! Comunque sia lo guardammo lo stesso. Durante il film Justin portò da bere, un bevanda spagnola mi disse, ero buona, alcolica si capisce, pesante..ma in compagnia di caramelle e patatine era buonissimo, così ne bevvi qualche bicchiere.  Qualche dopo diventarono dieci, undici, tredici, quindici, tanto erano bicchieri piccoli pensavo, mentre lui ne aveva bevuti al massimo uno. Il film
Finì ma neanche lo capii, ero sopra Justin, mentre lui toccava ogni parte aperta o coperta del io corpo, mentre mi baciava con foga. Dopo pochi minuti mi ritrovai sul suo letto, credo, mezza nuda con lui addosso che mi spogliava più di quanto ero di già. La mia vista si offusco, capii che era sbagliato quello che stavo facendo, cercai anche di staccarmi dalla sua presa molte, troppe volte ma impossibile, era preso, cominciai a piangere, dal dolore, dalla paura.
La mattina mi ‘sveglia’ ero completamente nuda, avevo mal di testa, vicino a me c’era Justin. Dio, ero nuda e vicino a Justin, che cazzo avevo fatto? Cercai di alzarmi ma mi bloccò.
“Che - che abbiamo fatto?” chiesi tremante.
“Aspetta, ti mostro” detto questo si mise sopra di me, e cominciò con foga a toccarmi, baciarmi, urlavo, ma mi baciava mordendomi il labbro, poi forte e veloce entrò in me, urlai dal dolore, aveva movimenti forti, irregolari,dolorosi, non ero neanche abituata ad averlo dentro che già torcevo la schiena dal dolore, mi feci coraggio lo spinsi con tutta la forza del mio corpo giù dal letto. Mi venne addosso, mi tirò uno schiaffo, le lacrime non tardarono ad arrivare, stessi un po’ al gioco, e lo rincorsi come per baciarlo fino al bagno, e poi appena dentro chiusi la porta alla sua faccia e scappai via prendendo i miei vestiti. Corsi a casa mi rinchiusi in camera. Mi feci una doccia, non tanto perché puzzavo o perché dovevo farla, solo per poter far dimenticare al mio corpo il tocco di quel bastardo. Ma non funzionò, mi accasciai a terra, e piansi per ore, ore, giorni.
Inconsapevole del fatto che lo avrei fatto per tanto, troppo tempo…
 
                                                                                                                                                   * * *
Tre giorni sono passati, e io sono ancora li, nel bagno della casa di Jimmy, non mangio e non bevo, piango, ma adesso anche le lacrime sono finite, ma sono restata forte e non mi sono fatta neanche un taglio, no, lui non merita il mio dolore, oggi ho deciso di uscire, sono bianca cadaverica, devo mettermi un po’ di trucco, sta sera Mamma dovrebbe essere a casa. Vado in cucina, sono ancora in accappatoio, prendo la bottiglia d’acqua, bevo un goccio, ma devo correre al bagno, il mio corpo rifiuta il cibo e l’acqua a quanto pare. I giorni passano così, ho raccontato tutto a Lucy, si è arrabbiata e ha cercato di andare a casa di quello..ma gliel’ho impedito, non voglio che si creino problemi, dopotutto anche io avevo bevuto quella sera.
Mamma era tornata,  già cominciava a uscire la sera con Jimmy, e tornare la sera dopo, perché troppo impegnati a scopare, per badare ad una figlia che è stata violentata e non solo da un ragazzo.!
Passarono minuti,ore,giorni,settimane..e infine un bel giorno di agosto Lucy arrivò a casa mia tutta contenta.
“Deeeemetriaaaaaa” Si cazzo non urlare però!
“Che minchia vuoi?” chiesi non curante, sicuramente era un delle peggiori cagate del mondo!
“Avevo mandato il NOSTRO curriculum alla scuola di ballo di New York” Cosa? Nostro? Ma quando? E com’è che io non ne so niente?
“Cosa? Nostro?” Sorride soddisfatta della mia faccia da culo.
“Si..e indovina un po’…” Lasciò la frase in sospeso, volevo sapere che avevano detto, amavo la danza da quando ero piccolina, ma l’avevo lasciata un anno fa quando avevo capito di non essere abbastanza per la mia insegnante. Lucy non parlò si limitò ad abbracciarmi, ma che intendeva? Era un abbraccio per complimentarsi con me o per consolarmi? Dio! Stavo impazzendo quando finalmente parlò.



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ZZZZalve giente... :)
Che peccato niente recensioni, ma va beh io scrivo per il piacere di esternare i miei sentimenti..
Comunque mi fa piacere che quasi tutti i giorni aumentano le visualizzazioni :')
Non vi annoio..tanto lo so che il 90% non sta neanche leggendo questa parte!
Vado a fare i compiti..il prossimo capitolo arriverà presto.. 
Lots of Love (?) 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


#4
‘I passeggeri del volo 4 sono pregati di raggiungere l’aereo’
“Mamma, devo andare” dissi a mia madre, che si sbaciucchiava con il suo ragazzo.
“Ciao tesoro, mi mancherai” disse lei sorridendomi, sapevo che in fondo in fondo le sarei mancata veramente.
“Anche tu” la più grande bugia di sempre “Andiamo” dissi rivolgendomi a Lucy.
Eravamo in volo verso New York,  ci aspettavano per una selezione, Lucy era sicura che ci avrebbero preso, io non tanto, non mi piace essere ottimista ma comunque ammetto che un po’ ci speravo. Avevamo fatto le valigie in pochi giorni, avevamo preso tutto, perché se non superavamo il concorso saremmo rimaste li a vivere, e io comunque avevo ancora l’iscrizione al college in sospeso.
Dopo circa tre ore il viaggio finì, Lucy dormiva, così la svegliai con molto calma…
“Lucyyyyyyyyyyyyy”
“eh? Che cazzo vuoi?” aveva un faccia buffissima, ridevo come una pazza mentre lei mi guardava perplessa e la hostess continuava a pregarci di scendere.
New York era bellissima, finché non superavamo la selezione dovevamo restare in un hotel prepagato, a cinque stelle, beh certo non era il massimo per un accademia così famosa e ricca, ma ci accontentammo ovviamente!
“Woow, hai visto che bagno?”  chiese Lucy con gli occhi spalancati.
“Si, e guarda i lettoniii” dissi saltando su uno dei giganti letti che c’erano. Ci ambientammo in fretta, il giorno dopo c’erano le selezioni così decidemmo di riposarci e provare qualche passo.
Danza classica, hip-hop, balli caraibici e infine anche qualche passo di tango, cosa assolutamente estranea a me, ma ‘facilissima’ per Lucy.
La mattina dopo eravamo stordite, eravamo andate a letto tardi ci svegliammo perché ci arrivarono due messaggi.
“Cazzo” dissi cadendo da letto. Era grande ma riuscivo a cadere anche da questo!
“Demi, un messaggio..ti è arrivato un messaggio” disse Lucy, ma dai?
“Lo so, riconosco la mia suoneria” dissi alzandomi e prendendo il telefono. “Anche a te”
“Cosa anche a me?” chiese. Era proprio stupida allora!
“ti è arrivato un messaggio scema” prese il telefono e lesse. Anche io.
‘Le selezioni sono alle 10.30. Vi aspettiamo!’
“Comeeeeee? 10.30? Ma sono appena le 10.00 ora, e io devo ancora lavarmi, truccarmi, vestirmi e poi anche riscaldarmi” urlava Lucy come una pazza in giro per la stanza cercando di fare un milione di cose contemporaneamente.
“Lucy..Lucy..LUCY” si bloccò “Adesso con calma facciamo tutto” dissi agitando le mani su e giù.
“Ora io mi lavo e tu fai le borse” disse lei calma, o quasi. Annuii e misi l’acqua, le scarpe e il resto nella borsa. Erano le 10.20 ed eravamo quasi pronte, dovevamo solo vestirci e poi andare giù a prendere il taxi, prima c’erano le selezioni singole e dato che avevamo cognomi molto in fondo 5 minuti di ritardo non facevano molta differenza!
Salimmo sul taxi, e chiedemmo all’autista di accompagnarci il più veloce possibile. Eravamo davanti al portone e guardai l’orario, le 10.35, corremmo come delle pazze. Ma alla fine eravamo dentro. Ci registrammo, per un pelo stavano per segnarci assente. Poi ci sedemmo in un angolino e io mi feci i capelli, non sapevo che mi avrebbero fatto ballare, non sapevo neanche se sarei dovuta prepararmi io una coreografia. Semplicemente quando chiamarono Lucy era emozionatissima, quasi tremava e si diresse con calma verso la porta.
Io stavo tremando altre due persone e toccava a me, mi alzai e feci un po’ di stretching, avevo un ansia terribile! Sentii la porta aprirsi, Lucy ne uscì fuori con un grande sorrisone stampato in faccia.
“Benissimo, è andata benissimo” disse abbracciandomi.
“Che bello sono felice per te” sorrisi.
Passarono circa venti minuti e toccava a me, io? Tremavo dalla paura, di nuovo, così mi feci coraggio ed entrai dentro. Parti la musica, era strumentale, niente parole, quelle le avrei messo con la mia interpretazione. Cominciai a muovermi, sentivo l’adrenalina salire, la paura si dissolveva nelle profondità del cuore e io cominciai a dare il meglio di me, fino a quando non vidi lui, Justin Bieber era tra la giuria, come? Perché? Ecco che la paura aveva trovato delle scale e stava risalendo, il mio idolo, la persona che più amavo al mondo era li, davanti a me, e mi guardava ballare, presi più coraggio di prima e dopo essere salita finalmente sulle punte feci qualche pliè e mi intromisi con l’hip-hop , aveva dimenticato tutto, tutti, sentivo solo la musica e vedevo solo questa grande stanza, bianca piena di note musicali svolazzanti che sprizzavano energia, per finire semplicemente feci un dolce inchino sulle punte e poi scesi.
Fecero un dolce applauso, li guardai tutti, c’era Justin, lui beh sapete com’è fatto suppongo, dolci e meravigliosi occhi color miele in abbinamento con i capelli, il nuovo taglio lo faceva sembrare più grande, anche se con il vecchio caschetto lo adoravo così tanto! Poi c’era una donna, sulla trentina, bionda e  con molto trucco in faccia, se non fosse stata tra la giuria della scuola avrei detto che era una puttana, ma comunque non mi interessava più di tanto. L’uomo vicino a lei sembrava tanto un omosessuale, da come batteva le mani e come era vestito, camicetta rosa e pantaloni verde pistacchio, senza contare la sciarpina a pois verdi e gialli al collo e l’anello con il fiore. Se non fosse stato così ovvio il suo orientamento sessuale ci avrei fatto un pensierino, dopotutto un omone muscoloso biondo con gli occhi verdi, chi se lo lasciava scappare? Vicino a lui una donna, ragazza direi, sui venti, aveva dei capelli mori e riccissimi, un cappello molto Street e una tuta, con delle converse. Si, oltre a Bieber era quella che mi ispirava di più! Sembravano felici, la bionda parlò.
“Sei davvero brava, sii quasi certa che se le ultime due partecipanti non sono talentate quanto me passerai” wow, proprio in stile “me la meno poco” eh?
“Si, sei come un gatto e un gomitolo, tu il gatto e la musica il gomitolo, siete fatti per stare insieme per sempre, tu riesci a giocare con lei anche se in realtà lei è colei che ti guida” okkei, non ci avevo capito niente, ma sembrava positiva come cosa, da come sorrideva. Via anche il giudizio del gay!
“Wow, ragazza spacchi, sei stata bravissima, poi quella punte, vorrei imparareeeee! Comunque io ti farò passare costi quel che costi” wow, grazie avrei dovuto dirli,  ma riuscivo solo a sorridere come un ebete, nessuno mi aveva mai detto cose così!
“Si, sei stata bravina, puoi uscire” Cosa? Cosa hai detto? Tutti con commenti così positivi e belli e lui ha solo detto ‘bravina’ ? Come? Ma ma.. feci una strana faccia, abbozzai un grazie a bassa voce e uscii fuori, all’esterno una ragazza calma che usciva da una stanza, nel mio cervello? Una ragazza infuriata con un ragazzo che saltava sul tavolo e prendeva a schiaffi Justin Bieber, però no, non potevo andare via così. Io ero o no Demetria White? Mi girai e praticamente con sguardo infuriato urlai.
“Se tutta questa buona giuria era così entusiasta nel vedermi e tu” indicai Bieber “ hai solo detto ‘bravina’ beh ammettilo hai qualche problema fratello” poi mi resi conto della cazzata e tappandomi la bocca uscii fuori correndo, sotto lo sguardo divertito dei tre e sorpreso di Justin.
 

 READ ME BITCH, HAHA NO SORRY I JUST MEAN 'LOVELY GIRL' NOT 'BITCH' 
 
 Salve Bella Gente, il capitolo è pronto da anni ormai, ma mi aspettavo almeno qualche recensione, va beh lasciatemi nelle mie lacrime e nel mio pianto. 
Sto passando un periodo un po'.. difficile.. quindi i prossimi capitoli saranno cupi e speti, ma ritornerò come prima, datemi qualche giorno :)
Comunquee vi piace? Dai come faccio a sapere se continuare o no se non scrivete una ceppa? Muahaha tanto lo so che leggete
lo vede nelle visualizzazioni, che devo dire sono MOOLTE!
Vi lascio che devo studiare, vi saluta mio fratello, via stronzo! 
xxLidya 

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Capitolo 5
*** #Capitolo 5 ***


#5
Sono passati tre giorni dalle audizioni. Appena sono uscita dalla sala sono corsa in hotel e ho raccontato tutto a Lucy che non smetteva di ridere e mi incitava ad andare avanti anche quando era finita la storia, quanto era stupida! Il giorno dopo sarebbero usciti i risultati, quella sera c’era la cena con tutti i partecipanti, per ringraziarli della partecipazione ovviamente. Non sapevo che mettermi, non avevo vestiti eleganti, quindi andai in giro per qualche negozio. Costava tutto moltissimo. Dopo circa un ora vidi un piccolo negozietto, “le petit bon bon”. Che nome dolce, pensai subito, così decisi di entrare. Mi aggirai tra i vestiti, li toccai uno per uno, erano così morbidi, e di ognuno ce n’era soltanto uno. Cercai molto finché non vidi un vestito lilla, molto carino, mi avvicinai piano come se potessi romperlo e lo sfiorai delicatamente. Era fatto di morbida e liscia seta viola, e sopra c’era un leggero e sottile telo, che rendeva il colore più una sfumatura di lilla. Una donna sui 50 anni si avvicinò.
“Ooh, ma che bella signorina, che ne dice di provarlo? E’ un pezzo unico, fatto proprio da queste mani” detto questo mi agitò davanti al viso due mani rugose ma bellissime allo stesso tempo. Prese il vestito e me lo portò in cabina. Lo indossai, era meraviglioso, poi senza parlare della spalline ricadenti. Solo una cosa era sbagliata. Troppo corto, avevo gambe troppo grosse, secondo me, e sicuramente un occhio anche poco attento avrebbe notato i tagli, senza parlare di quello di Lucy. Poi però pensai che magari delle calze e con del fondotinta potevo fare miracoli e decisi di comprarlo.
“Grazie mille bella ragazza, portalo con onore” Sorrisi all’anziana signora e accennando un ‘arrivederci’ uscii fuori con la mia borsa in mano. Quando arrivai in hotel notai che era tardi, Lucy era già pronta, aveva messo un vestitino rosa chiarissimo e si era fatta una coda alta e boccolosa. Poi con quel trucco leggero era meravigliosa, l’esatto contrario della sottoscritta.
“Demetria White, sei in ritardo cazzo” No, se mi chiamava per nome intero più cognome non si prediceva niente di buono!
“Scusa, non trovavo niente di adatto, ma ora rispondi di si e ti amerò per sempre” La guardavo come un bambino guarda la mamma che sta per dirli che gli avrebbe comprato il nuovo gioco Pokemon.
“Eh, chiedi”
“Hai quelle calza nere che metti spesso sotto le gonne?” Dimmi di si, dimmi di si.
“Aah, si ce le ho” Le saltai al collo, e le sbaciucchiai la guancia lasciando una macchiolina bagnata.
“Ti amoooooooooo”
“Sono etero” urlò. Risi come una pazza, non era normale, ecco perché era il mio tutto.
Mi vestii in fretta e controllai che i tagli non si intravedessero, perfetto. Poi misi anche le scarpe viola con poco tacco, si volevo essere elegante, dopotutto se non venivo ammessa volevo che si ricordassero di me, la ragazza che ha insultato, diciamo, Justin Bieber.
Mi truccai praticamente in cinque minuti, quindi potete immagine la quantità! Poi presi i ciuffi davanti dei capelli e li riunii dietro con una mollettina viola a forma di farfallina.
Eravamo pronte, salimmo su un taxi e ci avviammo verso questo locale.
Era davvero grande, salimmo per delle scale ricoperte di velluto nero e con i bordi dorati. Poi un pinguino versione umana, no, okai, un cameriere ci chiese nome e cognome. Entrammo, una grande locale con le pareti ricoperte di carta dorata con motivi floreali neri ogni tanto, c’erano dei tavoli per tutto il bordo della sala con tavoli sempre d’oro. Ci sedemmo ad un tavolo molto vicino a quello più grande che si trovava davanti ad un piccolo soppalco. Tutte le ragazze erano bellissime, magre come non so cosa e aveva tutte gambe scoperte e vestiti cortissimi. Mi sentivo la diversa, l’alternativa. In più ero obbligata a portare questi braccialettini neri per coprire le cicatrici, anche se erano tre mesi che non mi tagliavo i polsi le cicatrici rimangono, e questa è la cosa peggiore.
Notai che c’erano molti ragazzi, ma prima non c’era nessuno nelle sale delle audizioni, bho magari i giorni erano diversi, comunque non capisco il motivo di questo maschilismo.
Dopo circa dieci minuti arrivarono anche i giudici, che da quel che aveva sentito blaterare tra due ragazze al tavolo affianco erano anche i maestri della scuola.
Aspettate un attimo, quindi se entravo dovevo sorbirmi delle lezioni di ballo con capo Justin Bieber? Di certo non mi sarebbe dispiaciuto dato che so ogni sua fottuta canzone a memoria, dato che conosco ogni cosa che fa, dato che è il mio idolo da 14 anni. Comunque dopo il modo in cui lo avevo trattato non mi avrebbe ammesso. Mi venne un colpo al cuore solo al pensiero di quelle parole.
“Lucy” chiamai la mia compagna intenta ad ammirare un ragazzo poco lontano.
“Si?”
“Seconde te anche se fossi bravissima, dato che ho come dire..”
“Insultato Justin Bieber?” mi chiese con molta calma. Ma come aveva capito? Magia **
“Ehm si”
‘’ Non credo che siano così stronzi, dopotutto cosa c’entra?”
“Non lo so, ho paura, anche se forse non lo mostro..io ecco ci tengo a questa scuola” mi nascosi la faccia. Sentivo il suo sguardo sorpreso, la immagina già con il suo sorrisino da ‘lo sapevo’.
Quando finimmo di mangiare partì una lenta Musica. Non riuscivo a capire da dove proveniva, così mi guardai in torno e vidi una piccolo soppalco più basso e al riparo con un dj vestito sempre da pinguino. Li cominciai a ridere come una rincoglionita. Cioè i dj erano quelle persone con i capelli swaggie, le felpone  e i pantaloni larghi, non quella sottospecie di volatile senza ali!
Quando partì Tell me something I don’t know di Selena non mi feci ripetere due volte la richiesta e mi alzai per ballare insieme a Lucy e alle nuove ‘amiche’ che aveva conosciuto. Ci stavamo scatenando molto quando mi si avvicinò un ragazzo. Ehi aspettate un attimo..non un semplice ragazzo ma lui, si lui il ragazzo che avevo offeso..Justin Bieber.
“Mi offri questo ballo, per farti perdonare” Sorrisi, e arrossi..poi ripensai alle parole. ‘per farti perdonare’. Cosa? Che sfacciato! Glielo facevo vedere io il perdono. Andai vicino al pingui- oh al dj e cercai tra le sue hit una canzone difficile. Ecco. Un tango. Non avrebbe mai saputo ballarlo, e io ci avrei fatto una bella figura!
Partì la canzone e…



Ciaoo :)
Vi ho lasciate con l'ansia di vedere che diavolo succederà? No? 
Va beh me lo aspettavo..comunque ringrazio tanttismo chi ha recensito...VI AMO <3
Non ho molo da dirvi, solo che aggiornerò il più presto possibile e non vedo l'ora di scrivere
il prossimo capitolo perchè sono sicura che mi gaserò un sacco!
lasciate perdere non sono normale!
Comunque vi lascio, le recensioni sono sempre gradite. ciao bellezze 
-lidyaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa .-. 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 
#6
Justin mi prese per i fianchi, poi mi tirò a se, beh ovvio tutti sanno farlo, c’è sempre nelle scene romantiche dei film.
Poi io spinsi un piede, e di conseguenza mise in dietro l’altro, ma come? Solo fortuna, adesso lo ingannavo. Misi i miei due piedi su sul destro, lui come se mi avesse letto la mente mi tirò su, e mi fece fare un piccolo balzo. Ero seriamente e stranamente sotto shock. Quindi sapeva anche ballare il tango eh?  Mi aggrappai con forza, quando mi alzò in aria, senza preavviso, ma allora era una gare quella che si svolgeva?  Mi tenni a lui girando una gamba intorno alla sua e alzai l’altra in aria, perpendicolarmente. Rimase davvero a bocca aperta, e fu così che ami alzò in aria, sopra la sua testa, con le mani troppo vicine al mio fondoschiena secondo i miei gusti. Così, facendolo apposta gli schiacciai un piede quando scesi e poi mi staccai facendo tante piroette, finché non sentii un gorilla prendermi per le gambe, si era Justin quel gorilla in calore con la finezza di  uno scaricatore di porto! Mi alzò su, e mi fece scendere, facendo un pliè e finì la canzone. Applausi, applausi e ancora applausi, tutti ci guardavano stupiti, e molte ragazze, e dico molte, mi guardavano come se avessi appena fatto sesso violento con il loro ragazzo.
“Dicevi?” chiesi a Justin guardandolo decisa.
“C-come scusa?” Ma come? Adesso non mi ascoltava neanche?
“Dicevi? Benino… eh?” risi.
 “Aah, si benino, beh dai magari riesco a dire..poco più di benino” Cosa? Adesso lo castravo in pubblico. Li avrei morso l’intimità finché non avrebbe sanguinato violentemente, e poi avrei anche preso un coltello appena affilato e avrei fatto a pezzetti.. Calma Demi. Calma.
“Aaaah, arrogante” gli urlai in faccia per poi andare a sedermi, con Lucy che continuava a guardarmi come un ebete e mi toccava i capelli.
“Basta Luuu”
“Lu?” chiese stranita.
“Si, è il tuo nuovo nomignolo” risi. Lei mi guardò male e poi rise con me. La serata dopo passo in fretta.
Ok, lo ammetto una volta i miei sguardi si sono incontrati con quelli di Justin, ma ho subito cambiato direzione. Era arrivato il momento di dire chi era ammesso.
“**cough cough**” ci fece notare la bionda. Solo ora vedeva la quantità di trucco sulla sua faccia, sono sicura che se le toccavo la fronte il mio dito sarebbe profondato nel fondotinta. Aveva un vestito verde smeraldo, con una apertura a v molto, ma molto, ma moltissimo scollata. Un millimetro in più e si vedevano i capezzoli! Poi salì sul palco anche l’altro uomo, quello gay, aveva un completo verde anche lui, sono sicura che arano andati a fare shopping insieme. Poi c’era la ragazza, che si era messa un vestito nero, con strisce rosa shock e delle calze verde fosforescente. Quella ragazza si vestiva in un modo solo a lei conosciuto, ma sembrava così felice, e questo era quello che contava secondo me!
“ragazze, e ragazzi, adesso diciamo il nome dei 24 nuovi alunni della scuola” disse la bionda.
“Davvero, siete tutti bravissimi, ma non possiamo ospitare cinquecento persone nella nostra scuola, dato che offriamo un posto dove dormire e vivere, per i più fortunati, per tre anni”disse il gay.
“e poi le lezioni sono costose, pensate quanto hanno dovuto pagare uno come me, che è sempre pieno di concerti..” parlò Bieber. Che montato, ma chi diavolo credeva di essere per caso? Una star con fama mondiale? Oh, aspetta lo era..
 “Zitto Bieber” lo zitti la ragazza, IO LA AMAVO!
“Comunque ecco i nomi, per favore quelli chiamati vadano li” indicò un piccolo angolo con ventiquattro sedie.
Chiamarono prima i maschi, molti corsero via piangendo, mi dispiaceva per loro, spesso dicono che le ragazze sono fragili, ma sono sicura che i maschi lo sono molto di più!
Chiamarono le ragazze, non erano in ordine. Ero molto in ansia, fino a quando non dissero quel nome, Lucy Thompson. La mia amica saltò in aria e poi mi posò un bacio sulla guancia andandosi a sedere al suo posto. Poi chiamarono un altro nome, che non sentii, credo fosse Marilyn.
“Finito” disse la bionda, sgranai gli occhi, fece così anche Justin.
“Heei, Pamela” la corresse Justin.
“Oh, cosa..aah vero,mancava Demetria White”  cosa? Aveva detto il mio nome? Urlai dalla gioia e mi buttai sul collo di Lucy. Tutti gli altri se ne andarono via e a noi si avvicinarono gli insegnati.
“Ragazzi, domani potete tutti venire nella scuola, la informazioni sono su questi fogli che vi sta distribuendo Carly” Okei, Justin era Justin,  Pamela era la finta bionda  e Carly la ragazza figa. Mancava solo il nome del gay.
“Sappiate solo che non siamo gli unici insegnanti, ma i principali, quelli ai quali vi rivolgerete in caso di problemi, di qualsiasi, e sottolineo qualsiasi genere”  Questa mi faceva ridere, cioè se tipo rimanevo in cinta dovevo dirlo prima a loro che a non so, il padre? HAHAHAHAHA!
Dopo che ci diedero il foglio ci avviammo fuori, qualcuno mi tirò per il braccio.
“Bella se credi di rubarmi il ragazzo così, scordatelo” Cosa? Chi cazzo sei tu?
“I-il tuo r-ragazzo?” chiesi.
“Si, Bieber è il suo ragazzo” disse una sua amica.
La ragazza che mi aveva tirato era una con i capelli neri come la pece e gli occhi del medesimo colore, poi aveva tanto di quel rossetto da sembrare che avesse appena fatto..no lasciate perdere troppo sporca da dire anche per una come me!
“Uno, non è il tuo ragazzo, credimi, e due anche se lo fosse è lui che mi segue dappertutto e mi ha chiesto di ballare” detto questo risi in faccia a quella troia, si era una troia, si vedeva dal suo aspetto, e poi mi avviai verso il taxi con Lucy che era stata li a ridere nel vedere la faccia di quella strana tipa. Quando tornammo a casa ero stanchissima, sentivo le testa girare le gambe tremare. Presi una medicina e mi misi a letto, cercando di riordinare i pensieri, non riuscii a dormire finché l’effetto ‘indesiderato’ del medicinale mi fece cascare le palpebre, più pensati di migliaia di elefanti…



Ciao.
Don't kill me.
E' corto, lo so...poi bho per la bellezza decidete voi **
Comuque a me piace troppo questo capitolo :D
Grazie a chi recensisce **
Vi amoooo ^^
adesso scappo..spero di aggiornare presto..almeno in settimana.. ** 
ciao -lidyaa

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


#7
La mattina dopo la sveglia suonò alle 8.20, i primi due giorni erano liberi, dovevamo riordinare le nostre camere e prendere gli oggetti che ci servivano. Come scarpette,quaderni per i passi e un agenda, la cosa più importante, scritta un grassetto e in rosso sul foglio delle informazioni.
Presi tutte le mie cose, in poco tempo ero pronta perché a differenza di Lucy non mi ero ‘espansa’ molto nella stanza. Alle nove circa eravamo pronte, uscimmo fuori per andare nella nostra nuova ‘casa’, prendemmo le chiavi, avevamo due stanze vicine per fortuna, beh ammetto che l’idea di aver una stanza da sola mi faceva sentire più grande, ma comunque lasciare quell’impedita da sola mi dispiaceva un po’.
“Allora..ci vediamo..” chiese. Era triste, manco fosse un addio!
“Lucy, basta che busso sul muro e mi senti” Rise. Risi anch’io.
“Ok, allora facciamo che tra due ore vengo a vedere se vuoi una mano, e poi usciamo?” chiese speranzosa. Sorrisi.
“Certo”
Entrai, La stanza era abbastanza grande. Appoggiai la piccola valigia per terra e mi guardai in giro.
C’era un letto alto, forse un po’ troppo. Le coperte erano verde scuro, beh sempre meglio del monotono bianco! Si trovava proprio al centro della stanza, alla sinistra c’era una scrivania con una piccola lampada sempre verde. La sedia era di legno, uguale alla scrivania, ma quando mi sedetti notai, a mio dispiacere, che era piuttosto scomoda! Alla destra c’era un armadio, non molto grande, ma sicuramente bastava e avanzava per i pochi vestiti che avevo, mentre ero sicura che avrebbe ospitato anche quelli di Lucy. Ai piedi del letto c’era uno specchio, non molto grande, ma mi bastava. La stanza era completamente ricoperta di una moquette verde chiarissimo, con disegnati piccoli fiorellini verdi, più scuri. Si avevo capito che il tema della scuola era il verde.
In camera c’era un bagno, messo abbastanza bene, non c’era la vasca ovviamente, ma  mi sarei fatta bastare la piccola e povera doccia! Sistemai i vestiti, come previsto nell’armadio rimaneva un po’ di spazio libero. Poi sistemai le cose del beauty case sugli scaffali del bagno e infine misi quanche libro sulla scrivania. Solo dopo notai che a fianco del letto c’era un piccolo comodino, con dei fogli. Li presi. C’erano scritti i miei orari e il regolamento, lo lessi in fretta senza fare molto caso a cose c’era scritto, poi negli orari vidi che non avevo quasi un minuto di pausa, anche se il sabato e la domenica ero libera, a meno che ‘prove necessarie’. Ero felice, tra tutti quegli impegni non potevo pensare molto, cosa che mi faceva male!
Erano appena le undici quando sentii bussare, mi ero sdraiate sul letto, testandone la comodità, e mi ero accorsa che era davvero un ottimo luogo per addormentarsi!
Andai ad aprire e non mi sorpresi affatto quando vidi Lucy con gli occhi lucidi dalla felicità.
“Deeemi” mi abbracciò “Mi sei mancataaa” urlava e la gente che camminava, o meglio correva, per i corridoi ci guardava e rideva sotto i baffi.
“Lucy, calmati entra.” Dissi facendola accomodare.
Guardava incantata la mia stanza.
“Che bella..ma è diversa dalla mia..cioè se non ricordo male la mia era più sulle tonalità di blu” Ah wowo, allora non la scuola, ma solo la mia stanza era sulle tonalità di verde!
“Ah bella” dissi un po’ disinteressata.
“Allora..che si fa?” chiese lei un po’ impaziente di usci fuori.
“Io dico..i primi due giorni sono per ambientarsi no?” Annui guardandomi in attesa di un idea.
“Allora noi facciamo le alternative e stiamo in camera a non fare nulla” dissi speranzosa. Fece una faccia schifata, poi mi prese per il braccio e mi trascinò fuori.
“La chiaveee” dissi urlando. La prese dalla porta e chiudendola a chiave finalmente parlò.
“Allora, prima di tutto andiamo fuori e poi facciamo amicizia”
“Okei, però fammi dare una sistematica” dissi di malavoglia. Annuì ed entrò con me in stanza. Mi sciolsi la coda e mi pettinai i capelli, poi indossai  delle pantacollant e una canottiera lunga con dei cuoricini, poi presi la giacca, si era inizio estate ma comunque io avevo i miei attacchi di freddo, e poi della finestra vedevo gli alberi muoversi un po’per il vento.
Uscimmo fuori, andammo nel giardino, non c’era molta gente, probabilmente per quelli del secondo anno era ora di lezione, c’era qualche ragazza del primo, che ricordavo di aver visto alla festa. Camminammo per il giardino chiacchierando di cose inutili come ad esempio il nostro solito gioco.
Guardavamo le persone e immaginavamo il suo futuro.
“Lei non andrà molto avanti” disse indicando con uno sguardo una ragazza poco alta, rossa e con un seno piuttosto grande messo in mostra da una maglietta scollata.
“Ma povera..” dissi guardandola male.
“Ma guarda, quando cammina sembra una papera..poverina, ma verrà bocciata in classica ovviamente” Beh aveva ragione, la povera ragazza aveva delle gambe stranamente storte, ed era più che ovvio che sarebbe rimasta in classica! Mi dispiacque un po’ per quella ragazza ma lasciai perdere il pensiero.
“Ciao” sentii una voce. Ci girammo.
“Piacere sono Bella” ci porse la mano che stringemmo un po’ meravigliate.
“Io sono Lucy e lei è Demi, piacere” parlò subito la mia amica.
“Bella, come il diminutivo di Isabella?” chiesi e di colpo mi venne in mente Twilight. Risi in silenzio dei miei strani pensieri.
“Ah, no, ma di Mariebelle, è un nome francese, dato che molti non se lo ricordano mi faccio chiamare Bella” E addio pensieri su una possibile storia romantica tra Edward e Bella.
 “Beh allora Mari..oh, Bella, che ci fai qui?” chiese Lucy sorridendole.
“Sono del secondo anno, oggi sono libera perché mi fa male una gambe e per questo ho deciso di conoscere un po’ le primine”  Primine, beh calma i toni belloccia!
“Ah” dissi cercando di calmarmi.
“Non preoccupatevi, non sono una snob, lo dico perché mi hanno abituata le mie amiche” Sorrise “Comunque domani iniziano le lezioni giusto?” chiese.
“No, domani ci presentano la scuola” rispose Lucy.
“E dopodomani iniziamo le lezioni” conclusi io sorridendo.
“Bene ora devo andare, ci vediamo in giro” Ci salutò con la mano e si diresse verso un gruppetto di ragazzi, molto carini dire, abbracciandoli uno per uno. Mi domando se anche io un giorno lo farò, se anche io avrò un ragazzo, anche solo amico..perché sapete, io non ho mai avuto un migliore amico maschio, ma che dico non ho mai avuto un amico maschio…




Ciaoo Gente  c: 
Alloora..l'ho messo tardi, lo so, ma la scuola mi uccide!
Comunque fatemi sapere com'è, spero vi sia piaciuto ***
-lidyaaa 
                                                                                                            

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


#8
“Quindi tu sei Lola, e tu Graziella..” Lucy cercava di ricordare il nome di tutte, mentre io sorridevo consapevole che non me ne sarei mai ricordato neanche uno.
“Lucy, dobbiamo andare..tra poco abbiamo la prima lezione” la incitai ad alzarsi dal tavolo della colazione.
Il giorno prima ci avevano fatto vedere la scuola, era molto grande, come previsto, e con molte stanze. Mi sarei persa sicuramente se non avessi avuto una tom-tom per amica.
Ci avevano mostrato le grandi stanze da ballo, erano aperte la mattina per le lezioni.
Poi veniva chiuse dalle due alle tre, per le pulizie e infine venivano riaperte dalle tre alle otto di sera. Certo nessuno sarebbe mai andato a ballare alle otto.
Ci avviammo veloci verso la sala da ballo.
“Classica” lesse ad alta voce Lucy mentre camminava veloce al mio fianco.
“Bene, corri” dissi guardando l’ora. Sempre, eravamo sempre in ritardo.
Entrammo e il tempo di metterci le scarpette e la professoressa era già entrata.
“Buon giorno” la salutammo tutti all’unisono. Era..Pamela..se non sbaglio…
“Io sono pamela, la vostra insegnante di danza classica, credo che mi abbiate visto alla cena e alle elezioni..comunque sappiate che sono una dei vostri insegnanti coordinatori”
La lezione passo molto in fretta, mi ero sbagliata. Dietro a quel seno ingombrante e quel viso tutto rifatto si nascondeva una farfallina pronta a spiccare il volo.
Era molto brava e non ci sforzò per niente, ci spiegava bene le cose da fare.
Uscii fuori velocemente, non mi andava di chiacchierare con le compagne a differenza di Lucy.
La salutai velocemente e corsi in camera a lasciare le scarpette dato che dopo avevo lezione di teatro.
Si, per recitare bene negli spettacoli aveva lezioni di teatro quasi tutti i giorni. Non so se questo era un bene o un male.
Lasciai la borsa e vedendo che avevo ancora una sacco di tempo prima della lezione decisi di mettermi anche qualcosa di più comodo per la recita. Mi pettinai i capelli e mi precipitai fuori dalla stanza.
Camminai velocemente e arrivai davanti alla sala teatro.
Non c’era nessuno, tranne il professore e…e lui.
Il professore era quello ‘gay’ vestiva come sempre in modo strano, e vicino a lui c’era Justin Bieber.
“Salve, scusi se sono troppo in anticipo posso uscire” dissi tutto d’un fiato quando si girarono in mia direzione per vedere chi fossi.
“Oh, figurati, vieni pure..” batte piano la mano su una delle tante sedie messe a cerchio. Mi sedetti e lasciai cadere la borsa a terra. Mi guardai in giro.
Era un vero e proprio teatro, io ero sul palco, c’erano tante file di sedili rossi a scatto.
Il professore e Justin stavano parlando intensamente di qualcosa. Li guardavo incantata.
“Lei che ne dice signorina..” mi chiese il professore. Oddio. Non li stavo ascoltando ora che faccio?
“Ehhm..Demetria, ma mi chiami pure Demi” dissi sorridendo. Justin capii che non sapevo bene di che stessimo parlando così senza darlo a notare parlò.
“Beh professore sono sicuro che Demetria..cioè Demi è d’accordo con me sul fatto di fare delle eliminazioni per lo spettacolo” Capii di cosa stavano parlando.
“Eeem..si la penso cos..” dissi sorridendo u pochino.
“Bene, ma non ho tempo per farle..quindi assegno a voi due il compito” disse guardando lui poi me.
Cominciarono ad entrare i miei compagni. Vidi Lucy e la invitai a sedersi vicino a me.
Justin si avvicinò.                                                                                             
“Bene..che ne dici di venerdì alle quattro?” mi chiese.
“Per le eliminazioni?” chiesi. Ovvio che era per quello. Che pensavo? Che mi volesse portare a cena?
“Beh..si, allora dici che è troppo poco lasciare tre giorni alla gente per pensare se partecipare o no?” chiese. Dovevo salvarmi. Stavo andando malissimo.
“Beh, meglio, per lo spettacolo..anche se non so minimamente che diavolo sia..servirà gente sicura di se, capace di decidere in pochi giorni..o minuti quello che deve dire o fare” lo ammetto.Era la frase di un libro letto poche settimane fa e non so perché la ricordavo, ma diciamolo. Faceva proprio al caso mio.
Mi guardò un po’ pensieroso.
“Esattamente come te poco prima. Venerdì alle quattro allora, farò dare l’annuncio” disse per poi sorridermi e andare fuori. Lucy mi guardò con quello sguardo complice che non amavo, poi seguimmo la lezione. Passò veloce anche questa, molto divertente fu la parte dove dovemmo fare finta di essere degli elefanti e andammo in giro per la sala sbraitando in cinese.
Uscimmo fuori insieme sta volta. Dovetti raccontarle della mia gaffe a cui rispose con un ‘sempre la solita’ accompagnato da uno sbuffo rumoroso.
Ma quanto le disse del nostro incontro per lo spettacolo saltò in aria circa sette volte.
Le lezioni successive passarono più velocemente delle altre e non mi sorpresi molto quando ci dissero che per quelle prima settimane le lezioni pomeridiane erano annullate.
A pranzo mangiai poco, il giusto necessario per non svenire.
Parlai con qualche ragazza. Erano simpatiche in fin dei conti.
Poi andai in camera e mi feci una doccia veloce. Mi asciugai i capelli e lessi  i messaggi nella posta elettronica.
Non avevo un computer ma meno male che non c’era la password in quest’ala della scuola.

Mamma:
 
Tesoro come stai? Tutto bene? Io e Jimmy stiamo benissimo, siamo a Buenos Aires per lavoro, torneremo in paese tra qualche mese. Tu? Com’è la scuola? Ti diverti? Lucy sta bene?
Scrivimi presto, adesso vado a cena con Jimmy.
Ti voglio bene.

 
Risposi:
 
Mamma, ciao. La scuola è molto grande è ho una stanza mia, tutta mia ei tonalità di verde (so quanto ti piace) poi tutti sono così simpatici e carini con me. Sono anche stata scelta come giuria per le eliminazioni di uno spettacolo di teatro. Divertiti tu a Buenos Aires e scrivi tutti i miglioramenti.
Ance io ti voglio bene.

 
Certo avevo scritto falsità. Ma non tutto era così. Volevo che fosse felice. Da quando papà era morto non l’avevo mai vista così felice con qualcuno, finché non arrivò Jimmy.
Mi misi sul letto e presi il libro cui si basava lo spettacolo. Incominciai a leggerlo.
 



Ciao Girlssssss **
Allora ditemi che ne pensate? Mmmmm.. (?)
A me piace davveo questo capitolo, lol ovvio l'ho
scritto io .-.
Comunque mi sono messa d'impegno per farlo...
non sapevo se far incontrare Justin e Demi già da ora.
Poi però ho pensato
''lidya sei crudele siamo già all'ottavo capitolo''
hahahahahaha :') 
vi lascio.. ciao girlsssss ***
-lidya 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


#9

Correvo, correvo, correvo. Senza meta, Poi caddi. Un mostro, nero, senza faccia, aveva solamente  una mano, mi bussa sulla fronte. TOC TOC TOC.
Mi svegliai cadendo dal letto. Qualcuno bussava. Mi alzai di malavoglia e andai ad aprire. Lucy.
“Pensavo fossi morta” urlava isterica gesticolando.
“Lucy..Lucy..LUCY” la calmai scuotendole le spalle.
“Stai bene?” chiese ancora preoccupata.
“Si..stavo leggendo e devo essermi addormentata” mi giustificai.
“Dai preparati dobbiamo andare alla mensa, c’è la cena” Me ne ero dimenticata.
Indossai dei leggins e una maglia rossa lunga, le converse e uscii di fretta.
La mensa era affollata, presi un vassoio e mi avvicinai al primo scompartimento.
“Cosa vuole signorina?” chiese la cuoca impaziente.
“Quello” dissi indicando della carne. Posai il piatto e  mi avvicinai ad altri scompartimenti. Presi solo della carne, dell’insalata e una coca. Ci sedemmo ad un tavolo da sole, c’erano altri due posti liberi.
Mangiammo lentamente, tanto non avevamo fretta, mi guardai bene in giro.
Tutti gli alunni mangiavano qua, mentre gli insegnanti a casa, ma da quel che avevo capito degli insegnanti avevano le loro stanza a scuola. Infatti c’era un tavolo un po’ distaccato dagli altri con seduti il maestro di teatro, un insegnante che avevo visto in giro per la scuola, una donnina vecchia
e Justin.  Mi sentivo strana, quel ragazzo lo avevo amato sempre, mi aveva aiutato molto e lo ammetto, spesso facevo film mentali su cosa gli avrei fatto appena lo avessi visto. Ma adesso che era qui, davanti a me, non riuscivo a rivelarli i miei sentimenti, perché ho capito che io amavo Justin Bieber la star internazionale e non Justin Bieber il ragazzo che insegna alla scuola di ballo.
“A cosa pensi?” mi chiese improvvisamente Lucy.
“A niente” mentii
“Si..niente, sai non sapevo che Justin Bieber si chiamasse anche niente”
“Ma come cazzo?”
“Lo stai fissando da un ora..mm, anche lui ti sta fissando ora” disse voltandosi a guardarlo.
“Lucy, smettila” risi.
“Beh, lo ammetto..è un gran pezzo  di figo” risi di nuovo.
“Basta”
“Oh oh” disse in tono di avviso.
“Che c’è?” chiesi subito preoccupata.
“Sta arrivando qui..” disse.
“Ma perché? Come fai a dirlo?” Sbuffai rumorosamente.
“Stressata?” che voce. Lo guardai in faccia. Aveva i capelli disordinati, vestiva molto comodo.
“Niente..è che ho un’amica stupida” dissi fulminando Lucy che rideva sotto i baffi.
“Posso?” chiese sedendosi.
“Ormai sei già seduto” gli feci notare. Lucy mi tirò un calcio e imprecai in silenzio. Justin rise.
“Di che parlavate?” chiese mordendo un pezzo di pane.
“Di..”inizia ma non sapevo che dire. Non potevo dire  <>
“Di una gita rispose veloce Lucy.
“Quale gita?” chiese interessato.
“Quella..che vogliamo fare..domani pomeriggio”  rispose ancora Lucy.
“Non voglio rischiare di addormentami come oggi” dissi scherzando. Anche lui rise.
“Allora..avrete bisogno di una guida..sono sicuro che non siete di new york”
“No, siamo della california” rispose Lucy. Justin la guardò, poi guardò me.
“Sai, California..pelle abbronzata” disse toccandomi poco il braccio pallido.
“Si..sai io sono un po’ un eccezione” disse cercando di sorridere. Non mandavo giù i commenti sulla mia carnagione e sul mio peso.
“Allora che stanza siete?” chiese.
“Io sono stanza ..” iniziò Lucy
“Ma sei pazza? Se poi la sera viene a stuprarci..? No!” risposi ferma. Mi guardarono male entrambi.
“Facciamo così..alle tre ci troviamo davanti al portone della sala hip-hop, che sarò appena uscito dalla lezione”
“Bene” dissi un po’ fredda e mi alzai seguita da Lucy, pronta a farmi il cazziatone.
La mattina dopo mi svegliai di buon umore. Bussai a lungo alla porta di Lucy, ma mi accorsi che era veramente molto presto quindi decisi di avviarmi verso il bar per la colazione.
“Vorrei una brioche al cioccolato” disse indicando la mia fumante colazione.
“Ecco a lei” disse sorridendomi. La presi e mi avviai verso l’uscita.
Stavo mangiando la mia brioche quando vidi Justin fumare.
Gli andai vicino. Non doveva sempre essere lui a sorprendermi.
“Questo non si fa” dissi prendendogli la sigaretta di mano e buttandola.
“Ma..non l’avevo neanche finita” disse lui guardando la sua sigaretta essere uccisa dal mio piede.
“Oh, sono sicura che hai abbastanza soldi per comprartene una nuova” dissi. Prese la mia brioche e la tirò in cestino, facendo un perfetto canestro.
“Ma cosa cazzo fai?” chiesi preoccupata per la mia dolce brioche.
“Oh, sono sicuro che hai abbastanza soldi per comprartene una nuova” disse lui imitando la mia voce.
“Ha ha, che ridere..sbrigati” dissi tirandolo per il braccio. Mi guardò senza capire. “Oh, non penserai che vado a ricomprarmene una da sola” dissi portandolo fino al bar.
Me ne ricomprò una e soddisfatta la mangiai mentre lui mi guardava.
“E’ buona?” chiese.
“Mmmm..si” dissi ridendo.
Guardai l’ora. Ommamma. Era tardi. Presi la borsa salutai velocemente Justin dicendo che ero in ritardo per la lezione e corsi.






Salveeeeeee :D
Spero vi sia piaciuto questo capitolo..**
A me piace tanto.
Recensite miraccomando.
E comunque grazie a chi ha già recensito gli altri :)
Glassssie babes. Vi salutoooo
-lidya <3 

 
 

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