E adesso, è ora di andarcene e diventare polvere.

di heijuss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sharm El Sheikh! ***
Capitolo 2: *** Ragazzo. ***
Capitolo 3: *** Piacere di conoscerti, Carlos. ***
Capitolo 4: *** Bacio. ***
Capitolo 5: *** Every hello ends with a goodbye. ***



Capitolo 1
*** Sharm El Sheikh! ***





1.Sharm El Sheikh!


30 Agosto.
Il telefono vibra da dentro la mia tasca e lo sfilo con una mossa veloce.
Sorrido nel leggere il nome di chi mi sta chiamando.
 -Pronto?-
-Ciao tesoro! Tutto bene?- chiede una voce familiare.
-Sìsì, tutto bene. Lì a lavoro tutto a posto? C'è molta confusione?- chiedo.
-No, piccola, non c'è confusione. Ci sono novità?- sorrido nel sentire la solita domanda.
-No, nessuna novità.- rispondo come al solito sentendomi per l'ennesima volta una stupida.
-Va bene. Comunque, tieni vicino il telefono che tra poco ti invio una cosa su whatsapp che tu devi far vedere anche a tua mamma su internet. Ok?- 
-Ok, sì certo.- rispondo.
-Chiamami dopo, perchè mi dovete dare notizie al più presto!- ribatte.
-Ok pà!- dico più confusa che mai.
-Ah, dimenticavo. La tua carta d'identità vale per l'espatrio?-
Espatrio? A che cavolo mi serve l'espatrio? -Sì, perchè?- ancora più confusa.
-No niente.. Adesso devo chiudere. Mi raccomando. Ciao Chiara!- 
-Ciao pà.- dico al telefono già muto.
Mio padre, Giovanni, è l'uomo più misterioso del mondo. 
Odio non capire quali intenzioni ha, se sia serio o meno. Ad esempio, un mese fa, per scherzo (o almeno così pensavo) mi disse che aveva ordinato due nuovi cellulari Samsung Galaxy S3 e... una settimana dopo era tornato a casa con i due cellulari!
Mi da proprio sui nervi non sapere le sue intenzioni e scoprire tutto a cose fatte. Lo odio proprio.
Vibra di nuovo il cellulare.
Un nuovo messaggio da Papà. Cerca su internet questo hotel: Noria Resort.
Prendo il mio iPad e digito sul mio amatissimo motore di ricerca Google Noria resort.
La prima cosa che leggo è Noria resort Sharm El Sheikh ed è il sito ufficiale dell'albergo. 
Sharm El Sheikh. Egitto. Espatrio. E' uno scherzo vero? Non può essere vero, proprio no.
Comincio a scorrere le varie recensioni lasciate all'albergo, le foto, sentendo gli occhi sempre più lucidi.
-Ahhhhhhh, mamma corriiii! Vieni subito qui!- urlo dal piano superiore.
Mia madre preoccupata si precipita subito in camera mia e mi domanda cosa è successo.
-Guarda qui.- mi limito a dirle.
Anche lei come me è incredula. Insomma, ragazzi.. Sharm El Sheikh cavolo! 
-Mamma.. Andremo davvero a Sharm?- le domando con voce fioca.
-Non lo so.. Tuo padre parlava di un viaggio che avrebbe voluto fare, ma non aveva detto dove..- 
-Cavolo! Mi sono dimenticata di richiamarlo!- dico prendendo il telefono.
Risponde al secondo squillo.
-Allora?- chiede.
-Allora è uno scherzo, vero?- ribatto.
-No, non è uno scherzo. Che ne pensate dell'albergo?-
-Che è la fine del mondo!- urlo estasiata.
-Quindi posso prenotare?-
-Perché, ancora non l'hai fatto?! Che cavolo di domande fai pure tu? Prenota, sì! E non farmi il biglietto di ritorno.. Rimango in quel paradiso.- All'improvviso mi ricordo un particolare. -Quando si parte?- 
-Oh, dimenicavo! Viene anche tua zia.- mia zia? No, che palle! Mi renderà la vita un inferno! -E comincia a fare le valigie... Partiamo lunedì, tra quattro giorni.- chiude la telefonata e immagino il sorrisino soddisfatto che ha disegnato sulle labbra. 
-E lunedì si parte per Sharm! Sì!- urlo incapace di contenere la mia gioia.
Sono davvero determinata a rendere questa vacanza, la migliore di tutte quelle che ho fatto finora e soprattutto, a renderla una vacanza indimenticabile.

 
 


Writer's corner!
Ciaao a tutti! Vecchi e nuovi cc
Comincio col dire: no, non sono morta.
So che dovrei aggiornare l'altra mia FF che è in sospeso da ben 40 giorni! 40, cazzo! 
Mi scuso con tutte, e giuro che aggiornerò presto!:)
Son tornata con questa nuova storia, e mo vi spiego il perchè.
Inizio col dire che questa è la storia più importante che io abbia mai scritto.. Ed è anche la mia prima storia originale.
Questa non è una storia inventata. Questa è la mia storia.
Tutto è successo davvero! E' vero che lunedì 3 settembre son partita per Sharm, ed è vero che ho conosciuto questo nuovo ragazzo, Carlos.
E' stata una vacanza indimenticabile, e tornata a casa ho sentito la necessità di metterla per iscritto. 
Così sono qui a raccontarvi la mia vacanza, e le mie avventure con Carlos. Ovviamente distorcerò un po' la realtà altrimenti durante il corso della storia vi farei annoiare e soprattutto deprimere! Ahahah!
Spero che continuerete a leggere questa storia, perchè ci terrei davvero tanto. c:
E adesso è ora di andarcene e diventare polvereHa un significato importante per me c:
Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate in una recensione!
Il banner che vedete l'ho fatto io, ed è la mia primissima volta, perciò siate clementi per il fatto che fa letteralmente schifo! ahah!
Ah, quelli nel banner siamo io e Carlos.... Non siamo troppo pucciosi? Io credo che siamo fatti l'uno per l'altro ahahah, ok, ho finito, mi dileguo lol.
A presto! 
La vostra Chiara.c:

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Capitolo 2
*** Ragazzo. ***





2. Ragazzo
 
 
3 Settembre, lunedì.
-Se cominciamo la vacanza così, preferisco rimanere a casa.- sbuffo.
Siamo seduti nella sala d’attesa accanto all’uscita del nostro gate, aspettando che queste 3 ore di ritardo passino in fretta.
-Chiara, mi dai l’iPad?- chiede mia madre.
Sbuffo nuovamente. –Non vedi che lo sto usando io? Un po’ di rispetto.-
-Quanto fai schifo.- mi insulta.
Faccio un sorriso angelico. –Anche io ti voglio tanto bene mamma.-
Mia madre è simpaticissima… come una spina nel fianco! Per questo motivo i miei obiettivi di quella settimana sono: evitare mia madre, rilassarmi, divertirmi.
-Fammi giocare, dai!- mi stressa ancora.
-Che palle che sei. Tieni!- le porgo l’iPad. –E adesso non rompere più.- alzo gli occhi al cielo.
Guardo fuori dalla parete a vetri accanto ai sedili sul quale sono seduta e punto lo sguardo fisso nel vuoto. Il sole è così luminoso di prima mattina appena sorto, ed il cielo così limpido.
Esco sul balconcino proprio accanto al gate e mi godo i raggi del sole che colpiscono il mio viso mentre una leggera brezza mi scompiglia i capelli.
-Desidero che sia una settimana indimenticabile..- sussurro al nulla e in quel momento un soffio di vento mi colpisce portando con sé quelle parole sussurrate. Un brivido mi corre lungo la schiena.
Una volta rientrata nella sala, mi accorgo che il gate accanto al nostro si è aperto: destinazione Londra.
-Papà, ti prego, fammi cambiare biglietto. Me ne vado a Londra.- dico con un sospiro a mio padre senza ottenere nessuna risposta.
Osservo ognuna di quelle persone messe in fila, invidiosa della fortuna di partire verso quella città che tanto agogno di visitare.
Dopo un paio di ore finalmente il nostro volo viene chiamato e ci apprestiamo a metterci in fila.
 
L’aereo è decollato e mi aspettano ben 3 ore di volo. Per l’occasione ho comprato un libro enorme da leggere, per tenermi un po’ impegnata e dopo pochi minuti vengo completamente catturata dalla storia, dimentica della realtà circostante. Siamo solo io, il libro e la musica: il mio mondo segreto. Un mondo dove rifugiarmi nei momenti no, un mondo per sfuggire all’orribile realtà che mi circonda. Un mondo dove posso essere me stessa e dove nessuno possa entrare.
Una frase del libro mi cattura.
 
“Willow, il nostro destino non è mai stato più incerto. Ma io ti amo. E finchè vivrò – che sia per cinquant’anni o fino alla prossima settimana – io ti amerò.” (*)
 
Mi stupisce l’amore che questo ragazzo prova per Willow, con quanta devozione la venera, la dolcezza con cui la bacia…
Mi ritrovo a pensare che anche io vorrei un ragazzo come lui, se solo esistesse.
 
Qualcuno mi afferra per le spalle. –Chiara, svegliati! Siamo arrivati.-
Apro lentamente gli occhi e osservo il libro abbandonato sul mio grembo. Mi sono addormentata. –Che ore sono?- domando con la voce impastata ancora dal sonno.
-Sono le quattro del pomeriggio. Arriveremo in hotel verso le cinque, così ci possiamo riposare.- risponde mia zia.
-Ok..-
 
 
Dopo aver preso i bagagli e aver sbrigato le pratiche per il soggiorno all’estero, finalmente ci sediamo sul pullman che ci porterà nel nostro futuro albero. Nel tragitto, la guida ci spiega come si svolgerà la nostra settimana, ma io non l’ascolto.
Sono intenta a guardare il panorama dal finestrino, quel paesaggio così insolito per me.
Tutto è così bello.. un vero paradiso!
 
In pochi minuti siamo all’hotel. Subito il personale ci accoglie sulla porta e ci viene messo un braccialetto colorato(**) al polso che ci permetterà di prendere al bar “tutte” le bevande gratis.
Mi dirigo verso quella che per una settimana sarà la stanza mia e di mia zia. Le stanze sono bellissime, enormi e con grandi letti a una piazza e mezza, televisori schermo piatto e balcone con vista su piscina.
Dopo aver sistemato la valigia, io e mia zia andiamo in giro per Naama Bay, guardando i vari negozi presenti nel centro di Sharm in cerca di qualcosa di interessante.
Un paio di ore dopo sono sdraiata nel mio letto aspettando di prendere sonno.

 
 
4 Settembre, martedì.
La sveglia suona, strappandomi dal mio sogno. Apro gli occhi e afferro il cellulare per guardare l’orario. 8 di mattina. Sbuffo.
Mi dirigo in bagno e dopo essermi lavata, indosso un costume e un vestitino e scendo al ristorante per fare colazione. I miei genitori sono già lì.
-Buongiorno.- dico sedendomi al tavolo.
-Buongiorno. Oggi mare?- domanda mio padre.
-Mhh, ok.-
Quella mattina, come da programma, siamo andati al mare.
L’acqua era fantastica! Così limpida, pulita, tanto da poter vedere il fondale e il corallo con tanti pesci di tutti i colori. Non avevo mai visto niente di così bello.
La mattinata e il pomeriggio sono passati così tra un bagno e l’altro e presto è arrivata la sera.
-Che ne dite di andare a Naama Bay stasera?- propone mio padre.
-Io ci sono stata ieri sera con la zia.. Ma voglio tornarci perché voglio andare all’Hard Rock Cafè!- rispondo.
-E Hard Rock sia!-
 
Siamo in giro per le strade affollate di Naama Bay. I negozianti sono così stressanti!
Ogni 5 metri ce n’è uno che ti ferma per farti entrare nel suo negozio e non ti si scollano di dosso. Odio la confusione.
-Ma dove cavolo è l’Hard Rock?- mi lamento.
-Prima o poi lo troveremo.- dice mio padre.
Sì. Prima o poi. Più prima che poi, si spera.
E poi, come un miraggio, vedo il logo dell’Hard Rock. –Eccolo! Sia lodato il cielo.- sospiro.
-Donna di poca fede. Ti avevo detto che l’avremmo trovato!- dice mio padre.
Entro per la prima volta in vita mia dentro l’Hard Rock. Osservo tutte le magliette esposte, tutti i tipi di gadget.
-Papà, voglio tutto!- mi lamento.
-Scegli una maglietta e basta.- ribatte lui.
Alla fine opto per una maglietta azzurra e mi dirigo alla cassa con papà.
 
Una volta finita questa serata di shopping sfrenato, torniamo all’hotel. Sono più o meno le undici e mezza di sera e appena metto piede nella hall dell’hotel mi accorgo che questa è piena di gente e valigie.
-Oh, un nuovo gruppo di turisti!- esclama mio padre.
Ridacchio alzando gli occhi al cielo, fino a quando i miei occhi non incontrano un paio di occhi scuri che mi fissano divertiti e io mi blocco.
Quello che mi colpisce subito è il suo sorriso. Un sorriso fantastico, un sorriso strafottente da I’m-sexy-and-i-know-it. I capelli lunghi un po’ mossi mi ricordano Harry Styles.
Il ragazzo mi fissa insistentemente, appoggiato col gomito al bancone della reception accanto a quelli che devono essere suo fratello e i suoi genitori.
È uno dei ragazzi più belli che abbia mai visto, mi accorgo con un brivido.
Continuo a camminare e mi dirigo verso la mia stanza. Mi spoglio, infilandomi il pigiama e sdraiandomi nel letto bello fresco.
Quella notte, i miei sogni furono popolati dai suoi occhi scuri dal suo sorriso strafottente.





(*) Citazione presa dal libro Angeli Tentatori di L.A. Weatherly.
(**) C'erano a disposizioni vari colori in base a quanto si pagava a persona. I braccialetti rosa (quello che avevo io) avevano ristorante e acqua al bar gratis; quelli bianchi ristorante e tutti i tipi di bevande tranni alcolici gratis; quelli blu avevano ristorante e tutte le bevande al bar gratis (braccialetto di Carlos lol).




Writer's corner! 
Eccomi qui con il nuovo chapter! Per la felicità della mia piccola Alessia ahahah! 
Ho cercato di fare il più presto possibile perchè stasera alle 21:30 il sito verrà chiuso *sigh*
Anyway. Ecco il nuovo chapter. 
Finalmente stiamo per entrare nel vivo della storia. Qui, abbiamo solo la descrizione dell'arrivo a Sharm e del primo giorno.:) 
Ma dal prossimo capitolo diciamo che le cose si faranno davvero, ma davvero interessanti! 
Sì, c'entra il misterioso ragazzo ;) 
Scrivere questa parte è stato davvero bello! Ho rivissuto quel momento e per un attimo ho sentito di nuovo i suoi occhi addosso a me, mentre era appoggiato al bancone della reception. Rischio di svenire a certi ricordi lol
E' davvero così bello!:') (dalla foto può anche non sembrare, ma dal vivo.... è una bomba sexy. Il mio cuore rischiava di impazzire quando ero accanto a lui ahah!) Ma di questo leggerete nei prossimi capitoli ;)
Ora mi dileguo!
Grazie per le 4 recensioni allo scorso capitolo e alle due persone che hanno messo la storia tra le seguite! Grazie! <3
Aspetto nuove recensioni eh! Ne vooooglio tante tante taante! <3
A presto! 
Chiara.

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Capitolo 3
*** Piacere di conoscerti, Carlos. ***





3.Piacere di conoscerti, Carlos.
 
 
5 Settembre, mercoledì. 
Stavolta quando la sveglia suona, io sono già sveglia.
Sdraiata sulla schiena, fisso il soffitto ripensando alla visione del ragazzo della sera prima.
Ripenso ai suoi occhi, che hanno seguito ogni mio movimento. Ripenso alle sue labbra, incurvate in un sorriso sexy ma allo stesso tempo canzonatorio.
Ripenso al trambusto che la vista di lui mi ha portato nello stomaco.
Il rumore della sveglia mi scuote dai miei pensieri. Le otto, finalmente.
Scatto immediatamente a sedere come una molla e in pochi sono già in piedi diretta verso il bagno. Prendo il mio spazzolino e comincio a lavarmi i denti cantando una stupida canzoncina inventata al momento.
-Chiara, la finisci di cantare? Voglio dormire.- mugugna mia zia dal suo letto.
Ridacchio fissandomi allo specchio.
Inizio a togliermi la maglietta del pigiama, quando sento qualcuno bussare alla porta della nostra camera. Riabbasso la maglietta.
-Chi è?- chiedo, appostata dietro la porta.
-Sono papà, aprimi.-
Apro la porta, e mi sposto per farlo passare.
Proprio nel momento in cui sto per chiudere la porta, vedo una testa con dei capelli neri passare veloce nel corridoio. Occhi scuri si scontrano coi miei e sento una fitta all’altezza dello stomaco.
Il suo passo veloce ha un’esitazione, che dura un attimo, mentre mi fissa, poi prosegue per la sua strada. Il mio viso, invece, è bollente.
Non posso credere che lui mi abbia vista in pigiama. Deve essere stata la mia immaginazione, perché una totale figura di merda non riesco a tollerarla.
-Oggi mamma ed io andiamo al mare, però non dove siamo andati ieri. Questo posto è molto più bello! Vuoi venire con noi?- la voce di mio padre interrompe il filo dei miei pensieri.
-Quanto dovremmo starci?- domando.
-Fino a tardo pomeriggio.-
E perdermi la visione di quel ragazzo? –No, grazie. Preferisco rimanere qui.- ribatto.
-E che fai da sola?- chiede stupito.
Cerco di parlare con quel ragazzo più bello di un dio greco. –Sto con la zia!- sì, certo, con la zia.
-Come vuoi. Noi stiamo andando via! Ci vediamo stasera!- mi lascia un dolce bacio sulla guancia e un minuto dopo chiude la porta alle sue spalle.
-Stai con me?- domanda la voce assonnata di mia zia.
-Nei tuoi sogni!- ridacchio. –Torna a dormire zia, io scendo in piscina a leggere un bel libro. Notte!-
Mi cambio velocemente, togliendomi il pigiama e indossando un costume e un vestitino sopra.
-Io vado, zia. Sono in piscina! Ci vediamo dopo, quando scendi!- le dico.
Un mugugno indefinito arriva alle mie orecchie, facendomi supporre che sia la risposta di mia zia. Ridacchio mentre prendo il mio zainetto ed esco fuori dalla stanza.
L’aria afosa di Sharm mi investe subito dopo aver messo un piede fuori dalla camera. La differenza di temperatura tra l’interno della stanza e l’esterno è notevole.
Guardo la temperatura sul cellulare. 37 gradi. Fantastico!
Mi dirigo verso la rampa di scale che porta alla hall, mettendo le cuffiette del cellulare e premendo play per avviare la playlist.
Un secondo dopo sbatto contro qualcuno rischiando di cadere. Una mano si posa sui miei fianchi per non farmi crollare rovinosamente a terra.
-Scusi!- esclamo in inglese cercando di riacquistare l’equilibrio.
-Non preoccuparti.- ribatte una voce maschile.
Alzo la testa per vederlo in faccia.
I suoi occhi scuri si scontrano coi miei, la sua presa sempre salda sui miei fianchi.
Sul suo viso c’è disegnato il solito sorrisino strafottente, il mio invece è rosso per la vergogna.
La presa sui miei fianchi si allenta e dopo avermi fatto un cenno del capo si dirige dalla parte opposta rispetto alla mia. Lo guardo sparire fin sopra le scale, per poi appoggiarmi piano al muro per riprendere fiato, come se avessi corso una maratona.
Quel ragazzo mi ucciderà prima o poi.
Riprendo a camminare, arrivando nella sala ristorante dell’albergo per fare colazione.
Prendo, come il giorno prima, una tazza di thè con un cornetto e mi dirigo verso uno dei tavoli più nascosti della sala.
Ripensando allo scontro di pochi minuti prima, anche la fame è passata.
Giro distratta il thè nella tazza fissando la porta del ristorante, fino a quando non lo vedo entrare.
È vestito come prima, ma adesso indossa un cappello.
Lo osservo camminare insieme ad un ragazzo, probabilmente il fratello, e lo vedo percorrere con lo sguardo tutta la sala fino a quando i suoi occhi non incontrano i miei per la terza volta in un giorno. Nuovamente mi rivolge il suo sorrisino strafottente.
Sento una stretta allo stomaco e improvvisamente non riesco più a sopportare il suo sguardo.
Afferro il mio zainetto e, lasciando la colazione intatta sul tavolo, mi dirigo verso l’uscita della sala.
Sento il suo sguardo perforarmi la schiena e riprendo a respirare solo dopo essermi chiusa la porta alle spalle. Mi dirigo lentamente verso la piscina, felice di trovarla ancora vuota.
Sposto una sdraio al sole e mi ci siedo sopra, togliendomi il vestito.
Prendo la crema solare e comincio a passarla su tutto il corpo. Cinque minuti dopo sono sul bordo della piscina pronta a tuffarmi. L’impatto con l’acqua fredda è un toccasana, con un caldo del genere. Passo mezz’ora in acqua, nuotando da una parte all’altra per allenarmi fino a quando la piscina non si riempie.
Nuoto verso la scaletta,  e dopo essere uscita torno alla mia sdraio. Metto le cuffiette, ascoltando la mia playlist, e prendo in mano il libro che avevo cominciato in aereo due giorni prima.
Leggo, lasciandomi catturare nuovamente dalla storia, fino a quando non sento qualcuno sfiorarmi la caviglia. Stacco gli occhi dal libro e mi tolgo una cuffietta. Osservo la ragazza.
-Acqua gym?- mi domanda.
Annuisco. Mi alzo dalla sdraio, lasciando il libro e il cellulare sul tavolino, entrando poi di nuovo in piscina.
Dopo aver raggruppato un grande numero di persone cominciamo a fare acqua gym, ed è in questo momento che mi accorgo che lui mi sta fissando.
Ricambio l’occhiata, guardandolo dritto negli occhi e notando il suo sorriso di scherno. Ma prende per il culo?
Decido deliberatamente di ignorarlo.
Un’ora dopo, ho finito di fare acqua gym e mi rilasso in piscina. Più avanti lui e la sua famiglia si stanno divertendo. Lui e il fratello si tuffano a turno mentre i genitori parlano. Sono così carini insieme e mi ritrovo anche a chiedermi di che nazionalità sono.
-Um .. dois .. três.- lo sento dire al fratello, come se mi avesse letto nel pensiero.
Sebbene non lo abbia mai studiato, riconosco che è portoghese. Ecco svelato l’arcano mistero!
Vado verso la scaletta e, una volta uscita dalla piscina, torno alla sdraio. Prendo il cellulare e, cercando di non farmi vedere, scatto qualche foto al bel portoghese.
Controllo l’orario. Le 13.
Decido di andare al ristorante per cercare mia zia.
Una volta dentro, la trovo seduta ad un tavolo.
-Zia! Ma che fine hai fatto?- le domando, sedendomi davanti a lei.
-Ero nell’altra piscina. Quella dove eri tu mi sembrava troppo affollata. Tu che hai fatto?-
A parte delle figure di merda, dici? –Mah, niente di che. Ho fatto il bagno in piscina, ho preso il sole e poi ho letto.- rispondo.
-Non mangi?- mi domanda.
Faccio una smorfia. –A dire il vero non ho tanta fame.. E poi ho mangiato tanto a colazione!- mento.
-Sempre la solita.- commenta.
-Stasera c’è la serata karaoke.. ci andiamo, vero?- ribatto.
-Perché? Vorresti cantare?- chiede stupita.
-Cantare? Io?- scoppio a ridere –Zia, non scherziamo! Sono stonata come una campana! Voglio andare solo per divertirmi.- ridacchio.
-No, vai tu sola, stasera esco con i tuoi.-
-Mmh, ok! Io vado zia, ci vediamo in camera.- le do un bacio sulla guancia.
Mi dirigo verso l’uscita del ristorante e successivamente salgo le scale della hall che mi porteranno in camera.
Passo l’intero pomeriggio in camera, non avendo nessuna voglia di scendere in piscina. La sera, prima di uscire, faccio una doccia e mi vesto indossando un vestitino senza spalline nero e una fascia bianca sotto il seno. Per completare il tutto, un leggero filo di trucco.
Lascio un biglietto alla zia.
 
Non vengo a cena, non ho fame. Se mi cerchi, sono alla serata karaoke! Non so a che ora torno stasera. Notte! Chiara.
 
Sono seduta ad uno dei tavoli che si trovano nella discoteca, situata sopra la hall. Davanti la postazione del DJ sono state poste due aste di microfoni per coloro che hanno intenzione di cantare.
Lascio vagare lo sguardo lungo tutta la sala, piena per la maggior parte di italiani, e mi accorgo che il portoghese è qui con tutta la sua famiglia. Se prima avevo trovato il coraggio per cantare, adesso ho solo voglia di starmene in un angolo al buio. Purtroppo però, lui mi nota lo stesso e mi rivolge il suo solito sorriso strafottente. Quanta voglia di picchiarlo!
-Italiana anche tu?- mi domanda una donna.
Annuisco.
-Di dove sei?- domanda ancora.
-Messina, lei?- rispondo.
-Bari. Allora, quale canzone vorresti di cantare?-
Fisso la lista di canzoni inglesi nelle mie mani. –Nessuna credo, ma mi piacerebbe tanto.- ribatto.
-Perché non lo fai?- chiede.
-Mi vergogno.. se qualcuno cantasse con me magari! Tu, canteresti con me? Ti prego!- chiedo alla ragazza seduta accanto a me.
-No, mi vergogno!- risponde lei.
–Come ti chiami?-
-Letizia, tu?-
-Chiara.. Ti prego, Letizia, canta con me! Non abbandonarmi..- mi lamento.
-Ma dai! È solo una canzone..- ribatte.
-È che in questa sala c’è un ragazzo che mi piace, per così dire… e se canto sola, mi bloccherei!-
-Ok, facciamo così.. Tu vai a cantare, e io ti sto vicina ma non canto, ok? E devi farmi vedere chi ti piace!-
Indico il portoghese senza farmi vedere. –Lo vedi? È bellissimo! Comunque, ci sto.. però andiamo a sentire la canzone, non la ricordo bene!- ridacchio.
Mi avvicino con Letizia alla consolle, e chiedo al DJ di poter ascoltare la canzone prima di cantarla.
Le note di Angels di Robbie Williams suonano per tutta la sala. Osservo le frasi scorrere lo schermo cercando di memorizzare i tempi degli interventi e delle pause.
Quando mi sento sicura di me, do al DJ l’ok. Prendo in mano il microfono.
-Tranquilla Chiara, ci sono io con te. Il bel portoghese te lo tengo d’occhio io.- le sorrido riconoscente e le stringo la mano.
Nuovamente, le note di Angels si diffondono per la sala.
Osservo attenta lo schermo, poi comincio a cantare.
-I sit and wait
Does an angel contemplate my fate
And do they know
The places where we go.-
Mi blocco, sentendo una voce cantare con me. Ruoto la testa verso sinistra e vedo un uomo che mi sorride, mentre canta. Ricambio il sorriso, riconoscente a quest’uomo che, senza saperlo, mi sta dando sicurezza, e continuo a cantare.
Nel momento di pausa sento Letizia stringermi la mano. –Il portoghese ha in mano un iPhone e sta facendo foto e video nella tua direzione.- mi sussurra velocemente all’orecchio.
Istintivamente mi volto verso di lui, e lo vedo tenere in mano un telefono mentre fa un video verso di noi.
Il cuore comincia a battermi forte nel petto, le mani cominciano a sudare e tremare, le ginocchia rischiano di cedere.
La canzone ricomincia.
-So when I’m lying in my bed
Thoughts running through my head
And I feel that love is dead
I’m loving angels instead.-
Canto il ritornello con tutta la voce che ho in corpo, non curandomi di stonare, per poi cantare l’ultima frase girandomi e fissando lui negli occhi.
Lo vedo inclinare la testa di lato e fissarmi con un’espressione interrogativa, come per chiedermi il motivo di questa occhiata. Lo ignoro.
Continuo a cantare con l’uomo fino alla fine.
-Vuoi cantare di nuovo con me? Una canzone spagnola?- mi domanda l’uomo in un italiano stentato.
Mi giro a fissarlo, ed è lì che lo riconosco. È il padre del portoghese. Gli sorrido. –Certo.-
Cantiamo nuovamente insieme, divertendoci da matti e ballando anche. Letizia mi guarda scuotendo il capo.
Finita anche la seconda canzone, ritorno al mio tavolo con Letizia.
-Grazie.- le sorrido.
-Di niente! E tu eri quella che non sapeva cantare, eh? Sei stata bravissima! Vuoi un consiglio?- annuisco. –Vai da lui e presentati.-
-Letì.. non ero io quella a cui stava facendo foto o video, ma suo padre! Perché devo fare queste brutte figure? Già mi basta quella di stamattina!- mi lamento.
Mi prende per un braccio e mi costringe ad alzarmi. –Ora io e te andiamo lì e ci presentiamo, ok?-
Non ho neanche il tempo di ribattere che mi ritrovo al suo tavolo.
Il padre si accorge subito della mia presenza. –Ciao! Grazie per aver cantato con me.- mi dice subito.
-Quella che deve ringraziare sono io, davvero.- gli sorrido.
-Da quale parte dell’Italia vieni?- mi domanda.
-Sicilia. E lei?- domando anche se so già la risposta.
-Portogallo!-
-Parla molto bene l’Italiano.-

-Beh, ogni tanto vengo in Italia a lavorare e con gli anni sono migliorato.- dice.
-E anche loro parlano italiano?- domando indicando i figli e la moglie.
-Oh, i miei figli parlano inglese, mia moglie solo portoghese. Tu lo parli l’inglese?- mi domanda.
-Sì..-
-Ti presento i miei figli allora!- dice entusiasta.
Alla mia sinistra, Letizia mi stringe forte la mano. Dentro di me, nel mio stomaco, i giochi d’artificio.
Sento il padre richiamare i figli e li vedo voltarsi verso di me. Appena incrocio il suo sguardo, il mio cuore comincia a battere fortissimo.
-Piacere, Carlos.- mi dice in un perfetto inglese.
-Piacere di conoscerti, Carlos. Io sono Chiara.- e afferro la mano che mi tende.
Ha una mano così soffice e morbida, e quasi non mi accorgo che le nostre mani sono state intrecciate più tempo del dovuto.
-Io sono Tiago!- esclama il ragazzo accanto a lui.
-Piacere Tiago!- gli sorrido e stringo anche la sua mano.
-Noi stiamo tornando in camera. Possiamo accompagnarti alla tua?- mi domanda il padre.
-Certo.- sorrido.
Letizia stringe ancora di più la mia mano. Mi lancia un’occhiata come a dire “che ti avevo detto?”. Le sorrido, riconoscente.
Insieme alla famiglia di Carlos ci dirigiamo verso le scale. –Qual è il numero della tua stanza?- mi domanda il padre.
-La 3106..- rispondo.
-Oh, accanto alla nostra! Noi abbiamo la 3103.- sorrido come un ebete e Letizia stringe ancora di più la mia mano.
-Chiara, io torno dai miei. Ci vediamo domani mattina!- ci abbracciamo –Domattina mi racconterai tutto.- mi sussurra all’orecchio. -Buonanotte, signore.- aggiunge poi rivolta al padre di Carlos.
-Buonanotte.- dico.
Successivamente, insieme alla famiglia di Carlos, mi dirigo verso la mia camera.
Appena arrivata davanti alla mia porta, mi volto verso di loro.
-La ringrazio di tutto.- dico rivolta al padre.
-Oh, non ringraziarmi! Buonanotte, chica! A domani- ribatte.
-Buonanotte!- rispondo sorridendo.
Mi sorridono tutti e quattro e li vedo voltarsi e dirigersi verso la loro camera. Osservo Carlos, mentre guarda sorridendo verso il fratello. Lo vedo girarsi verso di me.
-Ciao.- dice in un perfetto italiano.
Rimango interdetta per un attimo. –Ciao.- gli rispondo.
Lo guardo mentre mi rivolge di nuovo il suo sorrisino strafottente e canzonatorio. Mi volto bussando alla mia porta.
Quando mia zia apre, entro immediatamente nella stanza, buttandomi sopra il letto.
-Cosa è successo?- domanda.
-Niente di che.. Ho cantato, ho fatto amicizia e sono esausta.-
-Chi hai conosciuto?-
-Ne possiamo riparlare domani, sono davvero stanca..- dico sbadigliando.
-Neanche ti spogli?- domanda stupita.
-Non ne ho la forza.. Buonanotte zia.- dico spegnendo la luce e voltando il capo verso la finestra.
Osservo la luce della luna filtrare dalle tende, ripensando a Carlos, al suono della sua voce e alle nostre mani intrecciate.
Sì, questa vacanza sarà proprio indimenticabile, mi dico.
Pochi secondi dopo, le braccia di Morfeo mi accolgono.




Writer's corner:
Mi scuso per il ritardo! Ho postato dopo tanto perchè aspettavo la correzione del capitolo da parte della mia nuova beta, Laura.:)
La ringrazio tantissimo per il tanto e stupendo lavoro che sta facendo! :)
Come potete vedere in questo capitolo abbiamo finalmente l'entrata in scena di Carlos! Che ve ne sembra? :)
Anyway, ho fatto un nuovo (merdoso!) banner! Sicuramente meno merdoso del primo ahahahah!
Ringrazio a tutte quelle persone che hanno messo la storia tra le preferite e le seguite e le 5 persone che hanno recensito lo scorso capitolo :)
Mi aspetto più recensioni questa volta cc Anche perchè è il capitolo più chilometrico che abbia mai scritto, davvero! Mi merito un premio cc
Niente, stasera non c'ho sbatti di scrivere questo writer's corner, perciò finisco qui lol
Chiara! c:

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Capitolo 4
*** Bacio. ***




 


4. Bacio.


6 Settembre, giovedì.
Sto sognando un paio di occhi scuri che mi fissano, quando all’improvviso mi sento scuotere.
-Chiara, svegliati!- viene sussurrato alle mie orecchie.
-Mamma, non voglio andare oggi a scuola.- mugugno girandomi dall’altro lato.
Un altro scossone. –Alzati, o rimani senza colazione.-
-Mamma, voglio dormire...- dico sbuffando.
-Non sono tua madre! E poi siamo in vacanza, bella addormentata, perciò niente scuola. E non è colpa mia se torni tardi dalle serate karaoke!- sbotta mia zia.
Sollevo la testa di scatto, fissando mia zia. Ha detto davvero serata karaoke?
Improvvisamente le immagini di tutti gli avvenimenti della sera prima ripercorrono la mia mente.
Io che canto col padre di Carlos.
Io, Carlos. Il suo sorriso. Le nostre mani intrecciate.
Un sorriso nasce spontaneo sulle mie labbra, mentre mi porto una mano tra i capelli per sistemarli.
Guardo le mie gambe, notando che sono ancora vestita come la sera prima, e poi fisso la schiena di mia zia, che si sta infilando il costume. –Che ci faccio vestita?- chiedo confusa.
-Sicura che ieri non eri ubriaca?- domanda alzando un sopracciglio.
-Non ho bevuto neanche un bicchiere di coca-cola- sbuffo.
-Comunque, ieri mi hai detto che avevi cantato, hai fatto amicizia, ma non mi hai detto con chi, e che eri troppo stanca anche per spogliarti.-
-Ah, ora ricordo!- esclamo battendo il palmo della mano sulla mia fronte. –Su, vestiamoci e scendiamo a fare colazione. Hai sentito mamma e papà?- domando.
-Sì, hanno già fatto colazione e sono andati a mare. Io li raggiungo tra poco. Tu vieni?- mi chiede.
-No, zia. Sto un po’ in piscina con Letizia.- dico mentre mi metto il costume.
-Chi è Letizia?- chiede guardandomi dal riflesso dello specchio.
-Una ragazza che ho conosciuto ieri.-
Finisco di prepararmi in silenzio, e afferro il mio zainetto andando verso la porta. –Zia, ci vediamo a pranzo allora. A dopo!- esclamo mandandole un bacio volante.
Mi chiudo la porta alle spalle.
Come il giorno prima, l’aria afosa mi investe. Mi dirigo verso le scale, lanciando un’occhiata alla camera 3103.
Sto per scendere il primo scalino quando la porta si apre e il viso di Carlos fa capolino. I suoi occhi, quasi nascosti dalla visiera del cappello, incontrano i miei.
Il suo viso si apre in un meraviglioso sorriso. –Ciao!- esclama.
Il respiro mi si mozza in gola. –Ciao.- dico con voce incerta.
Lo vedo avvicinarsi a me lentamente, con passo sicuro. Posa il suo braccio sulle mie spalle, schioccandomi un sonoro bacio sulla guancia. –Come stai?- mi domanda in inglese.
-Bene, grazie. Tu?- domando cercando di tenere ferma la voce.
-Adesso va decisamente bene.- dice con il suo solito sorrisino strafottente.
Il mio cuore perde un battito e mi costringo a sorridergli, quando tutto quello che vorrei fare è solo mettermi a saltellare come una stupida per il corridoio.
Lentamente toglie il braccio dalle mie spalle. –Ci vediamo in piscina allora!- esclama, dandomi un altro bacio sulla guancia.
Annuisco, incapace di proferire parola, e lo osservo mentre va verso l’entrata dell’hotel. Mi porto una mano sulla guancia per sfiorare il punto in cui le sue labbra hanno sfiorato la mia pelle.
Una volta essermi ripresa dallo shock, ricomincio a scendere lentamente le scale per dirigermi al ristorante dell’hotel. Pensando al bacio, quasi non cado dalle scale, ma riesco ad arrivare sana e salva alla sala colazione.
Saluto il cameriere che mi tiene aperta la porta e successivamente mi dirigo al tavolo buffet lanciando delle occhiate ai tavoli per individuare la folta chioma di Carlos. Sorrido inconsciamente appena lo individuo in quella massa di gente e mi porto una mano sulla guancia, accarezzandola e continuando a guardarlo. Improvvisamente la mia pancia si riempe di farfalle e la voglia di ingurgitare cibo mi repelle, così prendo solo un bicchiere di succo d'arancia. Lo bevo lentamente, per poter assaporare il gusto di questa bevanda lanciando di tanto in tanto occhiatine a Carlos. Una volta finita la spremuta, mi dirigo alla porta che si affaccia sulla piscina, aprendola e chiudendola successivamente alle mie spalle.
Girovago tra le sdraio per cercarne qualcuna libera per potermi rilassare, ma tutte sono occupate.
Mi porto una mano sulla fronte, per asciugare il leggero strato di sudore che mi si è formato a causa del caldo e decido di andare nell'altra piscina sperando di trovare almeno una sdraio libera su cui poter leggere il mio libro in santa pace. Inaspettatamente questa piscina, rispetto all'altra, è vuota. Mi fiondo immediatamente su una sdraio libera, posandoci sopra la mia roba. Lentamente, comincio a spogliarmi del mio vestitino per rimanere in costume e cammino velocemente verso il bordo della piscina a causa del pavimento che scotta.
Osservo rapita i movimenti dell'acqua contro il bordo della piscina, chiedendomi se fosse calda o fredda.
Spero vivamente la seconda, dato il caldo!
Sono così presa dai miei pensieri che quasi non mi accorgo dei movimenti alle mie spalle, rendendomene conto, però, troppo tardi.
Vedo Carlos, con un sorriso furbo stampato sulle labbra, correre veloce verso di me, troppo veloce.
Non ho il tempo di spostarmi o di urlare che lui è addosso a me, le sue braccia attorno alla mia vita, spingendoci entrambi in piscina, nella quale cadiamo generando una montagna di spruzzi.
L'acqua mi sommerge, il suo corpo ancora premuto contro il mio. Comincio a scalciarlo con forza per poter riprendere l'aria che, a causa della sorpresa, non sono riuscita a trattenere, ma la sua forza è nettamente superiore alla mia e non riesco a smuoverlo di un millimetro.
Un secondo dopo sento le sue braccia stringermi più forte e spingere entrambi verso l'alto. Il contatto con l'aria è un toccasana e prendo un respiro profondo mentre sono ancora tra le sue braccia.
Comincio a tossire e sputare tutta l'acqua bevuta. Lo ammazzo di botte a quest'idiota!
Sento Carlos accanto a me tossire anch'egli l'acqua bevuta. Ben ti sta, stronzo!
Una volta essermi ripresa, lo spingo via guardandolo con occhi che spero siano minacciosi, ma dalla sua espressione divertita capisco di non essere riuscita a sembrare arrabbiata come avrei voluto.
Ci guardiamo un'ultima volta negli occhi prima di scoppiare a ridere insieme contemporaneamente.
Ricopre in pochi secondi la distanza che ho messo precedentemente e mi stringe nuovamente a se.
-Stupido! Stavo annegando.- gli dico passandogli le mie braccia lungo la sua vita.
-Non ti avrei mai fatto annegare.- ammicca verso di me.
Sbuffo, ancora ridendo e dandogli un pugno giocoso sulla spalla.
Improvvisamente mi prende in braccio facendomi salire sulla sua schiena e mi lascio scappare un urletto.
Per fortuna la piscina è quasi totalmente vuota, tranne che per i suoi genitori e qualche bambino che gioca attorno a noi.
Saluto distrattamente Tiago e i suoi genitori, che ci fissano ridendo, mentre Carlos si lascia trascinare sott'acqua portandomi con se. Stavolta non mi faccio cogliere impreparata e trattengo il fiato. Sento il suo corpo scivolare via dal mio per poi girarsi e afferrare i miei fianchi tirandomi verso di lui. Mentre allaccio le mie braccia dietro il suo collo, ci guardiamo negli occhi, pochi centimetri di distanza tra i nostri visi, e tutto quello che riesco a pensare è quanto tutto questo sia surreale.
Vedo il suo viso avvicinarsi sempre di più al mio, per poi schioccarmi un bacio sulla punta del naso.
Presa alla sprovvista, spalanco la bocca buttando fuori l'aria e mi do una spinta con le gambe per tornare in superficie.
Dopo pochi secondi, Carlos emerge dall'acqua, sistemandosi i capelli e lanciandomi un'occhiata divertita.
Comincio ad elaborare un piano di vendetta nella mia mente, così gli do la schiena dirigendomi verso i suoi genitori e suo fratello Tiago. Quest'ultimo, vedendomi arrivare, mi lancia un'occhiata interrogativa. -Aiutatemi in una battaglia all'ultimo schizzo contro Carlos. Sola non ce la farò mai, e mi devo vendicare!- mi affretto a spiegargli.
Lo vedo scambiarsi un'occhiata di intesa col padre e poi tutti insieme avanziamo minacciosi verso Carlos. Lui, capendo le nostre intenzioni, comincia a scappare nuotando, ma lo inseguo riuscendo quasi subito ad afferrarlo per un piede.
-Ora!- dò il segnale ai miei "alleati".
È così che ha inizio la Terza Guerra Mondiale. Carlos, in difficoltà e solo contro tutti, non riesce né prova a difendersi, sopraffatto dagli spruzzi che io e la sua famiglia gli lanciamo contro.
-Mi arrendo!- lo sento esclamare.
La sua famiglia scoppia a ridere e io gli sorrido trionfante, smettendo di spruzzargli acqua contro e mi avvicino a lui. -Così impari, tesoro!- gli dico dandogli un buffetto sulla guancia.
Dopodiché nuoto lentamente verso la scaletta, uscendo dalla piscina e dirigendomi verso la mia sdraio. Afferro la mia asciugamano, mettendomela intorno al corpo e prendo la mia roba.
Guardo di nuovo verso la piscina, notando lo sguardo di Carlos fisso su di me. Gli faccio l'occhiolino. -A dopo!- gli urlo salutandolo con la mano mentre mi allontano dalla piscina.
Sorrido come un ebete per tutto il breve tragitto dalla piscina alla hall, ripensando alla fantastica mattinata appena trascorsa.
 
 
-Chiara!- sento esclamare non appena entro nella hall.
Volto il capo in direzione della voce, sorridendo a Letizia che mi fa segno di avvicinarmi a lei.
-Ciao Letì!- le dico una volta essere arrivata davanti a lei.
-Ma dove sei finita? È tutta la mattinata che ti cerco!-
-Ero nella piscina piccola.. con Carlos.- concludo sorridendo.
-Davvero? Ohhhh! Abbiamo fatto colpo eh?- chiede facendomi l'occhiolino.
-Mi stava facendo annegare!- esclamo.
In tutta risposta, Letizia alza un sopracciglio. -Scherzi?-
-No!- ribatto e le spiego in breve quello che è successo nella mattinata.
-Cretino.- è il suo unico commento all'intera storia prima di dirigerci insieme in sala ristorante.
-Prendiamo un tavolo grande per mangiare insieme con le nostre famiglie?- propongo.
Annuisce. -Vado a dirlo ai miei!- esclama.
Mi dirigo anch'io verso i miei genitori, fermi davanti al tavolo buffet.
-Ciao papà, ciao mamma! Divertiti oggi a mare?- domando appena arrivata al loro fianco.
-Chi non muore si rivede!- esclama mio padre. -Ci eviti da quando siamo arrivati.- mi ammonisce senza rispondere alla mia domanda.
Ridacchio di nascosto. -Ma non vi evito! È una vacanza, no? Allora fatemi svagare.- ribatto.
Lo vedo scuotere lentamente la testa. -Devo dedurne che ci vedremo solo durante i pasti?- domanda.
-Diciamo di si!- sorrido. -Comunque, oggi mangiamo in quel tavolo grande con la famiglia di Letizia.- dico indicandogli con il dito il tavolo di cui parlo.
In tutta risposta mio padre fa spallucce e si dirige verso il tavolo, salutando e presentandosi ai genitori di Letizia.
Dò le spalle alla scena per afferrare un piatto, lanciando un'occhiata al cibo previsto nel menù di oggi.
Mi lascio scappare un gemito quando capisco che il menù di oggi prevede solo pesce. Merda.
Decido allora di prendere un panino, che sarà il mio pranzo, e mi dirigo lentamente verso il tavolo. Prendo posto nell'unica sedia libera accanto a Letizia e comincio a sgranocchiare il mio panino.
Ad un tratto sento qualcosa urtare la mia schiena e mi giro per vedere cosa fosse, o meglio chi fosse. I miei occhi incontrano quelli divertiti di Carlos che mi fa un cenno del capo in saluto ricevendo in risposta una mia linguaccia, prima di sedersi nella sedia alle spalle della mia. Con la coda dell'occhio vedo Letizia sorridere e scuotere la testa alla vista degli stupidi comportamenti miei e di Carlos.
Per tutta la durata del pranzo sento la sua presenza tangibile dietro di me, il suo profumo.
Alla fine, io e Letizia ci alziamo salutando i nostri genitori e dirigendoci lentamente in piscina.
Posiamo le nostre cose su due sdraio vicine e ci buttiamo mano nella mano in acqua, incuranti del fatto che abbiamo appena finito di mangiare.
Personalmente, ho sempre fatto il bagno, ma anche la doccia stessa, dopo mangiato senza nessun problema. In estate, da piccola, i miei genitori mi minacciavano sempre che se volevo fare il bagno a mare, dovevo svegliarmi presto per fare colazione, sennò avrei dovuto aspettare un'ora prima di poter entrare in acqua. Con il passare degli anni, però, ho scoperto che non sarei morta!
Io e Letizia cominciamo a giocare tra di noi, schizzandoci l'acqua e parlando delle nostre vite, di quello che ci piace, della città in cui viviamo, per conoscerci meglio.
All'improvviso due mani si posano sui miei occhi, un petto nudo aderisce alla mia schiena e sento Letizia in lontananza ridacchiare. -Chiara, io vado nella hall dai miei genitori. Tra mezz'ora devo uscire per un'escursione. A stasera!- la sento esclamare.
-No! Ehi, aspetta.. chi è?- grugnisco sbuffando. -Sei il DJ?- domando.
Sento il suo petto tremare, segno che sta ridendo silenziosamente. -Allora il cameriere!- riprovo. -No, aspetta.. come fa il cameriere ad essere in piscina?- mi domando come una stupida.
Sento le due mani scivolare via dai miei occhi, ridandomi la vista, e immediatamente mi volto per vedere chi è.
-Carlos!- esclamo.
-Chica.- dice in risposta.
Ridacchio piano. -Mi chiamo Chiara.- lo correggo.
-Chira. Chara.- sbuffa non riuscendo a dire il mio nome.
Scoppio a ridere vedendolo in difficoltà. -C-h-i-a-r-a.- cerco di spiegargli.
-Chiara!- esclama infine dopo un altro po' di tentativi.
-Bravo.- gli faccio l'occhiolino.
-Carlos!- una voce esclama.
Ruoto il capo in direzione della voce per vedere il padre di Carlos dirigersi verso di noi e fermarsi a bordo piscina. Li guardo mentre si dicono qualcosa in portoghese per poi vedere il padre allontanarsi e tornare alla hall.
-Cosa vi siete detti?- chiedo a Carlos avvicinandomi a lui.
-Mi aveva detto di prepararmi perchè saremmo andati a mare, ma ho risposto che preferivo rimanere qui... con te.- spiega.
-Ma potevi andare con i tuoi, se volevi!- esclamo.
-È proprio questo il punto! Io.. voglio stare con te.- ribatte.
Sento le mie guance andare in fiamme alla sua affermazione e lui sorride intenerito alla vista della condizione delle mie guance. Mi afferra per un braccio, stringendomi a sè e lasciando un tenero bacio tra i miei capelli. Dopo la sorpresa iniziale, lascio intrecciare le mie mani dietro la sua schiena spingendo il mio corpo contro il suo. -Grazie..- sussurro piano sul suo collo chiedendomi se mi avesse sentita.
Mi stacco dal suo abbraccio sorridendogli, ma restando comunque vicino a lui. -Raccontami un po' di te.- gli chiedo.
Ed è così che passiamo tutto il pomeriggio: parlando di noi.
Mi racconta che ha un altro fratello, oltre Tiago, più grande, rimasto a casa per stare con la sua ragazza, nonché futura moglie. Mi racconta della scuola, dicendo che frequenta il secondo liceo di un istituto tecnico-scientifico. Mi racconta del suo migliore amico e di come si sono conosciuti 8 anni prima. Poi è il mio turno. Parlo anch'io della mia famiglia e del fatto che sono figlia unica. -Non ti senti sola, a volte?- mi chiede in proposito.
-Inizialmente si, ma poi ci si fa l'abitudine.- sorrido.
E riprendo a raccontare di me, della scuola che frequento, dei miei amici.
Restiamo in silenzio per un po', seduti l'uno accanto all'altra nelle due sdraio occupate prima da me e Letizia. -Te l'hanno mai detto che assomigli a Harry Styles?- chiedo all'improvviso.
-Si.. la mia ex ragazza.- risponde.
-Ex ragazza?- domando, sentendo una punta di gelosia nella mia voce.
-Già.. mi ha lasciato dopo un mese dicendomi che credeva fossi come Harry Styles, ma che gli somigliavo solo fisicamente e non caratterialmente.- spiega.
-Scherzi, spero.-
-No!-
-Oddio. Che stupida!-
esclamo. -Ok, non pensiamoci.. Vieni, buttiamoci in piscina!- dico.
-Ma siamo appena usciti!- ribatte.
Mi alzo dalla sdraio, prendendo la sua mano e tirandolo in piedi. Lo trascino fino a bordo piscina e insieme ci tuffiamo. Riemergiamo uno accanto all'altra, forse un po' troppo vicini. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio viso, così tanto che posso annegare nelle sue iridi scure. Restiamo a fissarci per un tempo che mi sembra infinito, quando finalmente vedo il suo viso farsi sempre più vicino al mio. Pochi secondi e le nostre labbra si sarebbero sfiorate, pochi secondi e avrei assaggiato il sapore delle sue labbra. Manca davvero pochissimo.
-Carlos, siamo tornati!- esclama suo padre facendoci allontanare di scatto, imbarazzati.
Lo sento borbottare qualcosa in portoghese che somiglia tanto ad un insulto e sorrido alla vista delle sue guance rosse per l'imbarazzo.
Nel frattempo, suo padre ci raggiunge entrando in piscina. -Divertiti?- ci domanda.
-Tanto!- esclamo sorridendogli.
-Chiara, ti andrebbe di cenare al nostro tavolo, stasera?- mi chiede il padre.
Spalanco la bocca, presa in contropiede a causa della sorpresa e noto con la coda dell'occhio lo sguardo speranzoso di Carlos. -Scusi, ma non posso. Stasera devo andare in pizzeria con i miei..- dico.
Leggo la disapprovazione negli occhi di Carlos e gli lancio uno sguardo di scuse. -Sarà per un'altra volta!- esclama suo padre, facendomi sorridere.
-Certamente.- rispondo. -Scusate, ma adesso dovrei tornare in camera a prepararmi per stasera. A dopo! Ciao Carlos.- dico sorridendogli e cominciando a nuotare verso la scaletta.
All'improvviso qualcuno mi afferra per un braccio e io mi volto per guardare il viso di Carlos con un'espressione curiosa. -Si saluta così? Io voglio un bacio!- esclama facendomi arrossire.
In questo momento vorrei solo sprofondare, perchè suo padre ci guarda con occhi divertiti e consapevoli. Avvicino il mio viso a quello di Carlos e gli lascio un tenero bacio sulla guancia. Lui sorride soddisfatto lasciando il mio braccio libero.
Gli lancio un'occhiata di rimprovero prima di rimettermi a nuotare verso la scaletta. Sento Carlos parlare col padre mentre mi dirigo alla mia sdraio per prendere la mia roba e successivamente imbocco la via per arrivare alla mia camera, ripensando al quasi bacio.
 
 
La serata in pizzeria è stata davvero noiosa, ma i romani proprietari del locale sono stati davvero simpatici e la pizza era squisita!
Adesso sono seduta in uno dei divani della hall, a sentire parlare i miei genitori. Ad un tratto mi sento osservata e lascio vagare lo sguardo per tutta la sala, incontrando infine le iridi scure di Carlos. Gli rivolgo un sorriso timido che lui prontamente ricambia.
Sento un improvviso bisogno di raccontare alla mia amica tutta quest'assurda situazione e decido di andare alla piscina piccola per utilizzare il wi-fi dell'albergo. -Papà, mamma, io sto andando alla piscina piccola per usare il wi-fi. Ci vediamo dopo!- esclamo alzandomi dal divano.
Lancio un'ultima occhiata a Carlos, che mi guarda curioso, prima di aprire la porta che si affaccia sulla piscina. Cammino lentamente verso una delle sdraio piùvicine al bordo piscina e mi ci siedo sopra prendendo il cellulare.
Dopo essermi connessa alla rete wi-fi dell'hotel entro su facebook, aprendo la chat della mia migliore amica e digitando velocemente le parole che scorrono in quel momento nella mia testa. Le racconto tutto: del viaggio in aereo, dell'arrivo a Sharm, del primo giorno di permanenza, dell'arrivo di Carlos, della serata karaoke, di tutti le cose strane che stanno succedendo tra me e lui.
-Che stai scrivendo?- una voce mi fa sobbalzare di paura.
-Oddio Carlos!- esclamo. -Stava per venirmi un infarto.- mi porto una mano al cuore sentendolo battere veloce.
Lui comincia a ridacchiare. -Scusa.- dice semplicemente. -Non mi hai detto che stai scrivendo..-
-Sto raccontando alla mia migliore amica quello che è successo in questi giorni.- spiego inviando il messaggio appena scritto.
-Quindi stai parlando di me.- afferma con il suo solito sorrisino. Oddio, se continua così gli salto addosso.
-Cosa te lo fa pensare?- domando alzando un sopracciglio.
-Perché sono io che ti sto movimentando la vacanza, come tu lo stai facendo a me, perchè ti piaccio e ho visto come mi guardi, perchè so che vuoi che il quasi bacio di oggi diventi un bacio vero e perchè se ti baciassi adesso tu non ti tireresti indietro.- dice avvicinandosi a me.
Il mio respiro si fa irregolare, il cuore comincia una corsa senza precedenti. Le sue mani adesso sono sul mio viso e con un pollice accarezza la mia guancia, le mie braccia attorno al suo collo. I nostri visi si fanno sempre più vicini, i miei occhi fissi nei suoi, le sue labbra incurvate in un sorriso beffardo. Le nostre labbra sono ad un soffio di distanza e sento il suo respiro sul mio viso.
La sua bocca sfiora la mia in un bacio casto, leggero, quasi inesistente, per poi premere sempre più forte.
Allontana il suo viso dal mio, intreccio le mie mani coi suoi capelli accarezzandoli e spingo nuovamente il suo viso contro il mio in un bacio passionale. Le nostre lingue si rincorrono, si cercano, in un gioco che sembra non avere mai fine. Lentamente e con gentilezza, Carlos mi fa coricare sulla sdraio, portandosi sopra di me, senza smettere di baciarmi. Continuiamo così per un tempo che mi sembra infinito, facendo allontanare le nostre labbra solo il tempo necessario per riprendere aria.
-È tardi..- sussurro in uno dei momenti in cui le nostre labbra non si sfiorano.
-Rimarrei così per sempre, ma dobbiamo andare.- dice sospirando.
Si alza dalla sdraio, allungando una mano verso di me per aiutarmi ad alzarmi. Senza lasciarla, cominciamo a camminare in silenzio sulla strada di ritorno alle nostre camere. Una volta arrivati davanti la porta della mia camera, Carlos avvicina il suo viso a mio lasciandomi un leggero bacio a fior di labbra. -Buonanotte.- sussurra.
-Buonanotte- rispondo.
Lo guardo avvicinarsi alla porta della sua camera e gli regalo un ultimo radioso sorriso prima di aprire la porta ed entrare.
La camera è al buio, segno che la zia ancora deve tornare. Mi spoglio lentamente, infilandomi successivamente il pigiama. Mi infilo nel mio letto fresco guardando la luna piena fuori dalla finestra. Mi lascio andare ad un sospiro. La migliore vacanza della mia vita, penso prima di cadere in un sonno profondo.



Writer's corner:

SCUSATE!
(non c'è scritta più grande....)

Non aggiorno da due mesi, scusate davvero tanto! Come ho già detto sono senza pc, e lo sono ancora!
Ho scritto questo capitolo col cellulare, e vi dico che non è stato per niente facile! E sto pubblicando ora solo perchè sto usando il pc di mia zia! cc
Per farmi perdonare ho scritto un capitolo lungo lungo! Insomma, perdonatemi çç
Siamo entrati nel vivo della storia dallo scorso capitolo, ma in questo le cose si fanno già più.... piccanti.
I nostri protagonisti non riescono a stare lontani l'uno dall'altra! 
Chissà cosa succederà dopo! 
Spero di poter pubblicare presto il prossimo capitolo! 
Voglio ringraziare tutte le fantastiche lettrici che mi hanno lasciato una recensione allo scorso capitolo! Ben 7 recensioni *-* Vi amo.

Ringrazio anche tutte quelle persone che hanno inserito la storia tra le preferite, ricordate, seguite e inoltre tutte quelle persone che mi hanno messa tra gli autori preferiti! Siete le migliori.:') 
Ringrazio lalu0395 per la segnalazione per le scelte, non smetterò mai di ringraziarla! GRAZIE MIA BETA! 
Grazie per le 768 visualizzazioni al primo capitolo. Grazie! 
E basta, credo. Ho finito con i ringraziamenti..
Continuate a recensire e ditemi cosa ne pensate!
Vi amo tutti! 

Vostra, Chiara c:

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Capitolo 5
*** Every hello ends with a goodbye. ***




5. Every hello ends with a goodbye.
 
 
Venerdì, 7 Settembre - Mattina.
Il suono di una risata arriva alle mie orecchie facendomi voltare, ma non riesco a vedere nulla.
-Sei un'illusa. Credevi davvero che gli saresti piaciuta? Per Carlos sei solo un passatempo, una storiella estiva e nulla più. Sei un'illusa!-dice una voce sconosciuta.
-Chi sei?-esclamo, cercando di capire da chi provenga la voce.
Cammino, corro, inciampo ma attorno a me c'è solo il vuoto.
-Illusa, illusa, illusa!-la voce torna a tormentarmi.
-Basta, basta!-esclamo portandomi le mani alle orecchie per smettere di sentire. Chiudo gli occhi e ricomincio a correre per allontanarmi da quella voce.
-Illusa, illusa!-sussurra la sconosciuta al mio orecchio.
-Smettila, ti prego! Lasciami stare!-sussurro lasciando scorrere le lacrime sulle mie guance.
-Illusa!-tuona ancora una volta la voce.
Cado a terra, sdraiandomi e portando le mani sul petto scosso dai singhiozzi. -Sono un'illusa..- sussurro.
 
 

 
Scatto a sedere sul letto, asciugandomi il sudore che ha incominciato a imperlare la mia fronte. -Illusa, illusa..- mi ritrovo a sussurrare inconsciamente. Il cuore batte velocissimo. Il sogno appena fatto mi ha sconvolta.
Ritorno a sdraiarmi nel letto e continuo a rigirarmi per un tempo che mi sembra infinito, fino a quando infine decido definitivamente di alzarmi.
Mi avvicino lentamente alla porta finestra, osservando la luna ancora alta nel cielo. Rimango lì ferma, il tempo necessario di decidere di vestirmi e andare in piscina per schiarirmi i pensieri.
Il più silenziosamente possibile mi dirigo in bagno, per potermi vestire e lavare il viso dalle lacrime versate precedentemente. Ritorno nuovamente in camera per prendere il mio zainetto e osservo l'orario sul cellulare: le 5 del mattino. Guardo in silenzio mia zia dormire e decido di lasciarle un biglietto in caso di un suo eventuale risveglio.
 
Sono uscita per prendere una boccata d'aria. Non preoccuparti per me. Ci vediamo a colazione!
 
Lascio il biglietto sul comodino e mi dirigo lentamente verso la porta.
In pochi minuti sono già arrivata in piscina, occupando una sdraio vicino alla superficie dell'acqua. Appoggio il mento sulle ginocchia, puntando gli occhi fissi sull'acqua e ascolto il dolce canto degli uccelli.
Mi domando mentalmente se si possa fare il bagno. Cioè, a quest'ora il cloro si è sciolto, no?
Rimango in questa posizione per un tempo infinito, fino a quando l'orizzonte non comincia a colorarsi dei colori tipici della prima alba.
All'improvviso sento dei passi dietro di me, facendomi capire di non essere sola. So già chi è, l'ho riconosciuto dalla cadenza del passo, non ho bisogno di voltarmi per saperlo.
-Non riuscivo a dormire.-spiego, anticipando la sua domanda. -Avevo bisogno di stare sola e pensare. Tu, invece, che ci fai qui?- domando guardandolo finalmente in faccia.
Lo invito con un'occhiata a sedersi accanto a me. -Non riuscivo a dormire neanche io.- dice Carlos prendendo posto al mio fianco. -Ero affacciato alla finestra quando ti ho visto passare, sola. Ho aspettato per vedere se saresti tornata indietro. Quando poi non ti ho visto più mi sono preoccupato. Ero sicuro che fossi qui e così.. eccomi!- spiega.
Lo prendo per mano, fissandolo riconoscente. -Non è bellissima l'alba?- domando con gli occhi fissi sul sole nascente.
-Sì, ma tu sei più bella.-afferma come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Carlos..-lo riprendo con un sorriso.
Avvicina lentamente il suo viso al mio mentre la mia mano accarezza la sua guancia. Le nostre labbra si sfiorano in un timido contatto, così diverso dai baci passionali e quasi disperati della sera prima. Affonda la mano nei miei capelli, spingendo ancora di più il mio viso contro il suo, segnando il contorno della mia bocca con la lingua, in un tacito permesso. Schiudo le labbra, permettendo così alla sua lingua di giocare con la mia.
Ci stacchiamo pochi minuti dopo per riprendere aria. -Questo sì che è un buongiorno.- sussurra con la bocca premuta sulla mia fronte.
In tutta risposta gli sorrido per poi lasciarli un bacio a stampo sulle labbra.
-Chiara!-esclama la voce lontana di mia zia.
Mi volto immediatamente verso la voce, allontanandomi di scatto dalle braccia di Carlos.
-Sei pazza?-esclama ancora mia zia. -Mi hai fatto prendere un colpo quando non ti ho vista nel tuo letto!-
-Scusa!-le urlo in risposta. -Ci vediamo in sala ristorante.- aggiungo.
Prendo Carlos per mano, alzandomi dalla sdraio e raccogliendo tutta la mia roba. Lentamente ci dirigiamo verso l'entrata della hall e successivamente aspettiamo l'arrivo dei nostri genitori alla porta del ristorante.
I primi ad arrivare sono i genitori di Carlos.
-Chiara!-mi abbraccia calorosamente il padre. -Che fine avevi fatto?- chiede successivamente a Carlos. -Ci hai fatti preoccupare tantissimo!- lo rimprovera.
-Ero uscito per stare con lei..-spiega.
Sorrido intenerita al colore roseo che si espande sulle sue guance. -È colpa mia. Lo scusi.- lo difendo, ricevendo dal padre un sorriso.
Vedo in lontananza i miei genitori e mia zia scendere le scale della hall e successivamente venire verso di noi.
-Mamma, papà, zia, questo è il mio.. amico Carlos.-dico con una certa esitazione. -E questi sono suo padre, sua madre e suo fratello Tiago.- aggiungo indicandoli. -Carlos, invece questi sono mio padre, mia madre e mia zia.- concludo le presentazioni.
Presentare Carlos ai miei genitori non è certamente stato nelle mie intenzioni. Con la coda dell'occhio vedo mia zia lanciare occhiate continuamente verso me e Carlos. -Andiamo a fare colazione?- propongo per sfuggire a quegli sguardi.
Entriamo tutti insieme nella sala ristorante, dirigendoci verso un tavolo capiente per entrambe le nostre famiglie. Prendo posto su una sedia, seguita subito dopo da un Carlos visibilmente agitato. -Che succede?- gli domando stringendo una sua mano da sotto il tavolo.
-Sarò piaciuto alla tua famiglia?-domanda.
Scoppio a ridere, sollevata. -A mio padre piace la tua famiglia. Guarda lì come parlano amichevolmente!- gli indico i nostri padri che chiacchierano davanti al bancone dei cornetti.
-Sono preoccupato ugualmente..-dice. -Ehi, ma non mangi niente?- aggiunge poi, vedendo il tavolo davanti a me vuoto.
-Non ho fame.-gli rivolgo un sorriso.
-Stai bene?-domanda preoccupato.
Faccio un sorriso. -Benissimo!- esclamo.
Nel frattempo i nostri genitori sono tornati al tavolo e mi godo la colazione in compagnia della mia famiglia e quella del ragazzo che, lentamente, mi sta rubando il cuore.
 
 
 

-Buttati!-esclama Carlos dalla piscina.
Alzo lentamente gli occhi dal libro che sto leggendo. -Sto leggendo.- rispondo appunto.
-Se non vieni tu, ti prendo io.-ribatte.
-Provaci e ti ammazzo.-esclamo con un sopracciglio alzato.
Dopo la colazione, le nostre famiglie si sono recate insieme a mare affermando che sarebbero tornate in tempo per la cena, mentre io, Carlos e Tiago, con la successiva aggiunta di Letizia, siamo rimasti in hotel per farci un bagno in piscina.
Una mezz'ora dopo, Letizia e Tiago si sono congedati dirigendosi all'altra piscina con la scusa che questa è troppo affollata, ma io so che l'hanno fatto per lasciare Carlos e me soli.
Concentrata come sono nella lettura del libro che tengo tra le mani, non mi accorgo che Carlos è ai piedi della mia sdraio, tutto gocciolante.
Quando alzo gli occhi è ormai troppo tardi e ho solo il tempo di buttare via il libro per evitare che si bagni prima che Carlos si butti addosso a me.
Lancio un urlo a contatto col suo corpo bagnato e freddo. -Ma sei stupido?- chiedo cercando inutilmente di spingerlo via.
Alza il capo dalla mia spalla, lasciando che l'acqua intrappolata tra i suoi lunghi capelli mi cada sul viso. -Ora che sei bagnata puoi entrare in piscina.- mi regala uno dei suoi sorrisi mozzafiato.
Senza opporre resistenza mi lascio alzare dalla sdraio e mi faccio trascinare fino a bordo piscina. Cercando di non farmi vedere, mi porto dietro di lui, per poi spingerlo con tutta la forza che ho in corpo facendolo cadere in acqua con un grosso schizzo.
Scoppio a ridere nel vedere la sua faccia fintamente minacciosa emergere dall'acqua. Il momento di ilarità, però, viene sostituito dalla serietà nel momento in cui i miei occhi incrociano quelli di una ragazza poco distante da noi che ci fissa, anzi, mi fissa, con astio.
Un secondo e gli occhi della ragazza spariscono, mentre la mia testa si immerge in acqua. Ritorno in superficie sputacchiando quella bevuta. -Stronzo.- biascico tra i vari colpi di tosse.
Scoppia a ridere stringendomi tra le sue braccia. -Sai che sei carina quando sei arrabbiata?- domanda.
-Vuoi vedere quanto sono carina quando ti prendo a calci nel sedere?-ribatto acida.
-Ho capito. Ti lascio stare! Vado al bar, mentre tu sbollisci la rabbia. Vuoi preso qualcosa?-
-No, grazie.-gli stampo un bacio sulle labbra per alleggerire la tensione, per poi dirigermi alla scaletta ed uscire dalla piscina.
Vado verso la mia sdraio, distendendomi per prendere il sole, quando ad un certo punto il mio viso viene coperto da un'ombra. Apro lentamente un occhio.
La ragazza che mi fissava mentre scherzavo con Carlos è davanti ai miei occhi. -Ciao.- dice con un sorriso tutt'altro che amichevole.
-Ciao.-rispondo con tono annoiato per farle capire che non voglio essere disturbata.
-Il mio nome è Stacy.-continua imperterrita.
-Perfetto. Hai bisogno di qualcosa?-domando scortese.
Il suo sorriso si allarga ancora di più. -E' il tuo ragazzo quello?- chiede indicando un ragazzo al bancone del bar.
Seguo la direzione del suo dito con lo sguardo, fino a posare gli occhi sulla figura di Carlos che in quel momento sta chiacchierando col barista. E cosa le rispondo adesso?
Carlos, è davvero il mio ragazzo? No. O almeno, non lo abbiamo stabilito ufficialmente.
Ma se non è il mio ragazzo... cosa siamo? Qual è rapporto c'è tra di noi? Siamo amanti, amici, conoscenti o semplicemente due estranei che si divertono?
-Sì, è il mio ragazzo.-rispondo mostrando sicurezza senza staccare gli occhi da Carlos.
La sua risata mi coglie impreparata, facendomi voltare di scatto verso di lei. -Oh, cara. Ti consiglierei allora di prestare più attenzione alle azioni del tuo ragazzo.-
Spalanco impercettibilmente gli occhi dalla sorpresa. -Che intendi dire?- domando brusca.
-Esattamente quello che ho detto.-ribatte con un sorrisino malefico sul viso.
-Se magari tu spiegassi cosa vuoi dire, io potrei capire.-dico alzando leggermente la voce a causa della rabbia che comincia a scorrermi nelle vene.
-Ok, te lo dico. Sai dov'era ieri sera il tuo bel ragazzo?-domanda sottolineando l'aggettivo 'bel'.
-Con me, proprio qui. E poi è andato nella sua stanza.-rispondo con un guizzo della mascella.
-Driiiiin! Risposta errata.-sorride ancora. -Ieri sera il tuo bel fidanzatino era con me, in discoteca.-
-Non è vero. Stai dicendo un mucchio di stronzate. L'ho visto andare verso la sua camera, dopo avermi accompagnata!-
Lei ride ancora. -Oh, mia cara. E' tutto vero. E' stato tutta la notte con me e... beh, non credo che vorrai sapere tutto quello che è successo tra noi.- conclude soddisfatta.
Le mie mani cominciano a tremare dalla rabbia, mentre una lacrima sfugge al mio controllo. -Non ti credo.- sibilo.
-Perché non lo chiedi a lui?-e detto questo si allontana.
Le mie gambe non mi reggono più in piedi e mi lascio cadere sulla sdraio, lasciando libero sfogo alle lacrime di rabbia che ho trattenuto. Porto le ginocchia al petto, appoggiandovi sopra la fronte, continuando a piangere.
Ed è in questa posizione che Carlos mi trova quando torna.
Lo sento sedersi al mio fianco e poggiarmi una mano sulla spalla, accarezzandola leggermente. -Che succede?- domanda.
Già, che succede?Come può la parola di un'estranea ridurmi in questo stato?
Alzo lentamente il viso verso il suo, lasciandogli vedere le lacrime che lo bagnano. -Chi è Stacy?- domando diretta.
Lo vedo spalancare impercettibilmente gli occhi dalla sorpresa, preso in contropiede dalla mia domanda. -Chi?- domanda con esitazione. -Non conosco nessuna Stacy.- dice distogliendo lo sguardo dal mio.
Allora è tutto vero.Mi alzo di scatto dalla sdraio, guardandolo negli occhi. -Mi fai schifo!- gli urlo con disprezzo prima di cominciare a raccogliere le mie cose per andarmene.
Nuove lacrime cominciano a scorrere sul mio viso, mentre mi chino a raccogliere il libro che ho buttato a terra quando Carlos mi si è buttato addosso. La sua mano afferra il mio polso, fermandomi. -Non mi toccare.- sibilo minacciosa.
Mi lascia immediatamente. -Fammi spiegare.- ribatte, con la disperazione nella voce.
-Cosa c'è da spiegare? Vuoi dirmi quanto sei stato bravo a prendere per il culo due ragazze contemporaneamente? O magari raccontarmi quanto Stacy è brava a letto? No, grazie. Non voglio sapere più niente di te.-sputo con odio asciugandomi le lacrime che ininterrottamente scorrono sul mio viso, per poi dargli le spalle e allontanarmi da lui per sempre.
Nuovamente, la sua mano cattura il mio polso, facendomi voltare verso di lui. Troppo velocemente perchè io possa capire le sue intenzioni, cattura le mie labbra in un bacio rabbioso. Lo allontano immediatamente con una spinta. -Ora stai zitta e fammi parlare. Non ho preso in giro nessuno. Tu mi piaci davvero, altrimenti non sarei qui adesso. E non sono andato a let..-
-Basta!-lo interrompo. -Non voglio più sentire una parola uscita dalla tua bocca. Mi fai schifo!- ripeto, per poi dargli nuovamente le spalle.
-Chiara, aspetta..- mi supplica.
Mi volto di nuovo verso di lui, avvicinandomi e i suoi occhi si illuminano di speranza.
Alzo lentamente la mia mano, per poi lasciargli un sonoro schiaffo sulla guancia. -Questo era per il 'stai zitta', stronzo.- dico sotto il suo sguardo sconvolto.
Gli lancio un'ultima occhiata mentre si porta una mano sulla guancia colpita, per poi scappare via.
Ricomincio nuovamente a piangere, mentre corro alla ricerca di un nascondiglio. Il mio petto è scosso dai singhiozzi, mentre un dolore dallo stomaco si propaga in tutto il corpo. Nonostante la vista appannata, noto una porta socchiusa alla mia destra. La spalanco, guardando le sdraio e gli vari attrezzi ammassati a ridosso della parete. Entro lentamente nella stanza, chiudendomi la porta alle spalle. Mi appoggio alla parete, lasciandomi scivolare a terra e continuando a piangere.
-Chiara!-esclama la voce di Carlos in lontananza facendomi singhiozzare ancora di più. -Chiara!- di nuovo.
Continuo a piangere, fino a quando il silenzio non regna intorno a me.
All'improvviso un rumore alla mia destra mi fa scattare in piedi. Sospiro sollevata quando vedo che è soltanto il mio cellulare caduto a terra.
Le note di Catch me, cantata da Demi Lovato, cominciano a risuonare per tutta la stanza. Nuove lacrime scorrono sul mio viso.
 
Before i fall too fast
kiss me quick
but make it last
so i can see how badly this will hurt me
when you say good bye.
 
Mi accarezzo piano la bocca, sentendo ancora la pressione delle sue labbra sulle mie. Quando ci diremo addio, soffrirò?
 
Keep it sweet
Keep it slow
Let the future pass
and dont let go
but tonight i could fall to soon
into this beautiful moonlight
 
Ma noi, un futuro l'avremo?
 
But you're so hypnotising
You got me laughing while i sing
You got me similing in my sleep
And I can see this unravelling
And your love is where im falling
But please dont catch me
 
Sì, è vero. Mi fa sorridere nel sonno. Ma il mio è amore?
 
See this heart
Won't settle down
Like a child running scared from a clown
I'm terrified of what you do
My stomach screams just when i look at you
 
Il mio stomaco grida quando lo guardo, perdo totalmente il controllo di me stessa.
 
Run far away
So i can breath
Even though your far from sufficating me
I can't set my hopes to high
Cuz every hello ends with a goodbye
 
Non posso sperare in un futuro con lui, perchè ogni 'ciao' termina con un 'addio'.
 
So now you see
Why i'm scared
I can't open up my heart without a care
But here i go
It's what i feel
And for the first time in my life i know it's real
 
Tutto questo mi spaventa. Mi impedisce di aprirgli il mio cuore.
Ma adesso lo so. So che quello che provo per Carlos è amore.
E per la prima volta nella mia vita so che è reale.
 
If this is love
Please don't break me
I'm giving up
So just catch me
 
Ma lui mi ha già distrutto e io mi sto lasciando cadere. Per favore, fa che mi afferri.
 
 
 

Le ultime note della canzone si disperdono nell'aria, mentre asciugo le lacrime sul mio viso con un movimento deciso.
Afferro bruscamente la mia roba, dirigendomi verso la porta con l'intenzione di andare da lui e parlargli.
Poggio la mano sulla maniglia, quando sento la sua voce.. e quella di Stacy.
-Come ci si sente ad essere stato lasciato?-domanda Stacy e dalla voce intuisco che sta sorridendo.
-Cosa le hai detto? Perchè le hai mentito? Sai benissimo che non c'è stato niente. Tu sei niente per me.-le risponde lui e ci mette tutto l'odio possibile in quelle parole.
Lei ride, mandando in frantumi il mio cuore. -Non la pensavi così ieri, quando mi hai baciata.-
Sussulto alle sue parole, mentre Carlos scoppia in una risata. Che c'è di divertente in tutto questo? -E tu per uno stupido bacio pensi che adesso conti qualcosa per me? Sei un'illusa.-
Illusa. Di nuovo quella parola.
Basta, basta! Voglio che tutto questo finisca, non ne posso più! penso.
-Un'illusa.- Carlos ripete di nuovo. -E sai perchè? Perchè quasi non mi ricordavo neanche di te. Andare in discoteca ieri sera e bere quei due drink è stato l'errore più grande della mia vita. Ricordo di aver ballato con una ragazza ieri sera e di averla baciata per la foga del momento. Ma sai cosa ricordo anche? Di non aver provato niente durante quel bacio. Non puoi competere con Chiara, lei è..- si ferma, a corto di parole. -Lei è bellissima, simpatica. E se l'ho persa a causa tua e delle tue bugie, te ne farò pentire, te lo giuro.- la minaccia.
Abbasso la maniglia tra le mie mani, spalancando la porta. Vedo Stacy puntare i miei occhi con un'espressione sorpresa sul viso.
Poi Carlos, che inizialmente mi da le spalle, si volta verso di me e riesco a leggere il sollievo nei suoi occhi.
Avanzo lentamente verso di lui, fermandomi a pochi passi. -Scusa.- sussurro piano. -Scusa se non ti ho creduto.-
Lui non risponde. Semplicemente mi abbraccia, stringendomi al suo petto.
Ancora abbracciata a lui, volto il capo in direzione di Stacy. -Quanto a te, se ti avvicini ancora a me o a Carlos non risponderò delle mie azioni. Ti ho avvertita.- la guardo con odio.
Ci lancia un'ultima occhiata prima di voltarci le spalle e andare via.
Emetto un lungo sospiro, sollevata, prima di alzare il viso verso quello di Carlos. -Ho avuto paura di perderti.- mi dice accarezzandomi una guancia.
Lo stringo più forte a me. -Per un momento ho avuto paura anch'io..- ammetto, accostando il mio viso al suo per lasciarli un tenero bacio sulle labbra. -Però non ti azzardare più a dirmi 'stai zitta', d'accordo?- lo avverto,per poi scoppiare entrambi in una sonora risata.
-Ti amo.-dico senza riflettere, per poi posarmi una mano sulla bocca, stupita da ciò che ho appena affermato.




Writer's corner: 

Salveee a tutti! 
Sono ancora viva.. diciamo che sono una stronza,non c'è bisogno che me lo dite voi! Lo so da me çç
Non pubblico da... ehm.. dall'anno scorso! D: Che simpy che sono ahahahah! 
Non c'è niente da ridere, ok. Son passati 3 mesi.. e l'ultima volta avevo detto che avrei pubblicato presto! :(
Scusatemi, davvero.. Ma purtroppo è un periodo no. Tra scuola, tatuaggio, festa del 18esimo non ho un attimo di respiro! 
Oggi però voglio dedicare questo writer's corner ad una persona speciale! 
Mia moglie Martina! Qui su EFP la trovate come Roof_s. Passate da lei, perchè scrive storie fantasmagoriche! *-*
Surpriseeeee :D
Le dedico questo mio spazio perchè oggi è un anno che ci siamo 'conosciute', o meglio sposate aahahahahah e sapete come è successo?
Proprio qui, in questo sito! *-* Chi l'avrebbe mai detto che qui avrei potuto conoscere una persona importante come lei? :')
Ti voglio bene, Moglie! Spero che il capitolo sia di tuo gradimento! Buon Anniversario.

Ringrazio come sempre tutte le persone che hanno inserito la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite :)
Ringrazio le 8 persone che hanno recensito lo scorso capitolo, grazie, siete le migliori! 
Grazie anche alle lettrici 'silenziose' :D
Vorrei festeggiare anche il traguardo delle 800+ visualizzazioni al primo capitolo! Yeee! Siete le migliori! :D 

A prestoos! 
Vostra, Chiara:)
PS: Vi consiglio di ascoltare la canzone Catch me di Demi Lovato. E' semplicemente meravigliosa.:)

 


 

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