10/ 9- di attaccanti e registi

di vul95
(/viewuser.php?uid=61855)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Questione di posizione ***
Capitolo 2: *** 2. Fuochi d'artificio e romanticismo da quattro soldi ***
Capitolo 3: *** 3. Peperoncino ***
Capitolo 4: *** 4. Bacio ***
Capitolo 5: *** 5. Mal calcolato ***
Capitolo 6: *** 6. Eh, ho freddo. ***
Capitolo 7: *** 7. Inviti pomeridiani in casa di un pianista ***
Capitolo 8: *** 8. Il caso autobus ***
Capitolo 9: *** 9. Punte di gelosia ***
Capitolo 10: *** 10. Abbandonare un compagno di squadra nel momento del (proprio) bisogno ***



Capitolo 1
*** 1. Questione di posizione ***


10/ 9

10/ 9- di attaccanti e registi


Q
uestione di posizione

-Allora, Kyousuke, ci si vede domani!- salutò Tenma con un sorriso, imboccando quindi l’uscita della palestra.
L’altro ricambiò il saluto con un mezzo sorriso, per poi sfilarsi la maglia con il numero dieci ed infilarsi la solita maglietta rossa.
Stava sistemandosi la coda quando una voce familiare lo fece voltare –Siete diventati molto intimi, ehn, Kyousuke?- ridacchiò con una punta di sarcasmo Shindou, calcando il nome del suo kohai, entrando nello spogliatoio. Indossava ancora la divisa da calcio.
Si avvicinò agli armadietti sotto lo sguardo appena perplesso di Tsurugi, che ghignò –Cos’è, ti dà fastidio?- lo provocò, risolvendosi a sfilare anche il pantaloncino e indossare i suoi pantaloni larghi.
Il più grande emise una sorta di sbuffo scocciato, lo sguardo ostinatamente piantato sulle proprie cose, cominciando a cambiarsi a sua volta –Figurati se mi dà fastidio.- replicò, togliendosi le scarpe.
-Allora di che t’impicci.- Tsurugi si sistemò per bene la cinta, infilando la maglietta nei calzoni e aprendo l’armadietto per cercare i suoi polsini. Con la coda dell’occhio studiò la reazione del suo senpai a quelle parole: poco più di un sobbalzo.
Takuto arricciò il naso e si decise a voltarsi verso il più piccolo, mentre con gesti meccanici ed abitudinari si abbottonava la camicia –Bhè, è il mio ruolo.- sorrise tirato, per poi prendere la sua maglia con il numero nove e aprirla, per stenderla bene visto che doveva piegarla –Il numero nove, d’altronde, è sempre spiacevolmente in mezzo all’otto e al dieci.- di nuovo concentrato con lo sguardo sulla sua roba, Shindou socchiuse gli occhi e cominciò a ripiegare l’indumento.
Kyousuke si sgranchì il collo e si schiarì la voce, non rispondendo però all’affermazione del senpai, sentendosi vagamente infastidito da quelle parole.
Finì di cambiarsi senza dire altro.
Shindou fece prima di lui e, ancora in silenzio, mise la borsa in spalla e si diresse verso l’uscita.
Il più piccolo stava finendo di sistemare la sua divisa. Imitando il gesto del castano, alzò la maglia in aria –Senpai.- chiamò quindi, lo sguardo fisso sul dieci blu stampato su di essa.
Sentì l’altro fermarsi sulla soglia e girarsi verso di lui.
-Il nove è anche vicino al dieci.- disse solo, calmo, piantando gli occhi dorati in quelli color nocciola del più grande.
Sorrise impercettibilmente quando lo vide sgranarli e boccheggiare.
Sono contento che tu sappia contare, Tsurugi.- disse quindi in fretta Takuto con una risatina nervosa, le guance appena rosse, posando lo sguardo su qualsiasi cosa che non fosse il suo kohai. Cadde il silenzio –A-Allora ci si vede domani, eh.- lo ruppe il più grande, che letteralmente fuggì via, lasciando che il “Guarda che se vuoi puoi chiamarmi per nome anche tu” sghignazzato di Kyousuke si disperdesse senza ricevere risposta.
Il ragazzo dai capelli blu sbuffò divertito e tornò a sistemare le sue cose.
Si bloccò per un momento, realizzando quanto fosse appena successo. Poi fissò la maglia tra le sue mani, guardando il numero. Tirò su con il naso. E cacciò la maglia nella borsa, senza piegarla.
Stupidi numeri che gli facevano dire cose così imbarazzanti.

*

E con questa fic inauguro la mia raccolta KyouTaku!!
Mi chiederete come mai io abbia deciso di fare una raccolta KyouTaku così a muzzo, ebbene: io di KyouTaku, in mente, ne ho una caterva, e mi sono accorta di non poterle pubblicare tutte come One-Shot, o qualcuno mi ucciderebbe perchè riempirei la sezione di fanfiction su di loro! Quindi, ecco qui la raccolta u.u!
Questa prima flash e, al solito, uno slice of life
. Io amo gli slice of life. Si è capito? Ed è fluff, quanto è fluff. E non ha senso. Ma—devo scrivere su loro due. Ne ho bisogno. Li amo. E—ok, ok, mi calmo.
Allora, vorrei dedicare questa raccolta a Ryka. Non per fare scena, ma perché se lei non me li avessi fatti notare, io non starei scrivendo (e voi non mi stareste maledicendo, lol, prendetevela con lei!)..
E comunque Shindou è geloso. Si lo è. Anche Kyousuke. Sisi. Logico. Eh, si amano, è normale che lo sian—qualcuno mi fermi!!
Vabbeh, taglio qui!
Spero che la fic vi sia piaciuta!!
Alla prossima <3

Greta.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. Fuochi d'artificio e romanticismo da quattro soldi ***


Mancava poco ai fuochi di artificio

10/ 9- di attaccanti e registi


Fuochi d’artificio e romanticismo da quattro soldi

Mancava poco ai fuochi di artificio.
La collinetta stabilita come punto d’osservazione era vuota, se non per due persone.
-Gli altri non arrivano.- fece notare Takuto arricciando il naso, le mani infilate nel kimono. Tirava un po’ di vento.
Kyousuke scrollò le spalle –Arriveranno non appena sentiranno i fuochi.- era troppo chiedere a tutti di arrivare in orario. Di certo Sangoku, Kirino e Hayami stavano facendo di tutto per trascinare il resto della squadra al luogo dell’appuntamento che si erano dati quella sera per ammirare i fuochi d’artificio della festa di Tanabata.
In ogni caso, a Tsurugi non dispiaceva per nulla che lì ci fossero solo lui e il senpai.
Shindou sospirò, per poi sorridere leggermente –Questo è il punto migliore da cui guardare i fuochi.- disse, stringendosi ancora di più nell’abito tradizionale, rabbrividendo –Ci tengo a guardarli assieme agli altri.-
L’altro rimase in silenzio a fissare il cielo scuro punteggiato di stelle –Come sei romantico, senpai.- se ne uscì dopo un po’, girandosi a guardarlo, lasciando poi che un grugnito divertito fuoriuscisse dalle sue labbra, presto sostituito da una risata.
Il più grande sgranò gli occhi ed arrossì, voltandosi verso di lui –Ehi! Non prendermi in giro! Non è divertente!- cercò di sovrastare la risata di Tsurugi (non l’aveva mai sentito ridere così), ma entrambi vennero interrotti da un fischio acuto e da uno scoppio.
Sobbalzarono.
Il cielo si illuminò ed entrambi si voltarono di scatto, sgranando gli occhi dalla meraviglia: i fuochi erano cominciati.
Erano di tutti i colori, scintille iridescenti bianche, blu e rosse che scoppiavano, dividendosi in miriadi e miriadi di pagliuzze luminose.

Shindou socchiuse gli occhi e sorrise di nuovo –Sono bellissimi.- si lasciò sfuggire, ammirato da quello spettacolo che riusciva ad affascinarlo ogni anno. Si chiese perché gli altri non fossero ancora arrivati.
L’altro non potè fare a meno che acconsentire in silenzio, gli occhi occupati a guardare qualcosa che non era lo spettacolo pirotecnico che continuava a sibilare e a illuminare il cielo della festa.
Tirò su con il naso e lo arricciò, mentre la luce dei fuochi disegnava fantasie sul volto del suo senpai. Inclinò il capo e un sorriso spontaneo spuntò sul suo volto. Poi arrossì appena e tornò a guardare in alto.
Rimase in silenzio per qualche secondo, per poi esordire con un –Mai belli quanto te, senpai.-
Soffocò
un’altra risata.
Takuto avvampò fino alla punta delle orecchie –Tsurugi!- lo riprese ancora, per poi gonfiare appena le guance, stando al gioco –Che cos’è questo romanticismo da quattro soldi? Sono meglio io.- lo prese in giro, facendogli una mezza linguaccia. Poi ridacchiò anche lui.
-Aaah-ah.- Kyousuke scosse la testa ed allargò le braccia –Dovresti apprezzare la bugia, non il romanticismo.- fece notare.

-Che bugia?- domandò l’altro aggrottando le sopracciglia, perplesso.
Ed il kohai sorrise beffardo –E’ indubbio che i fuochi siano molto più belli di te, senpai.- allargò un sorriso e si sbilanciò in avanti, di modo da avvicinarsi con il volto a quello dell’altro, che ammutolì, guardandolo malissimo.
Un’altra esplosione colorata illuminò la collinetta.
-Sei un cafone.- gli diede una spintarella –Come ti permetti?- socchiuse gli occhi fino a ridurli a due fessure, spingendolo ancora.
Rise.
E Kyousuke rise a sua volta, piano, tentando di fermarlo in qualche modo, mentre i fuochi di artificio rimbombavano loro nelle orecchie.
Ad un certo punto il più piccolo afferrò il polso del senpai, bloccandolo –No, sul serio.- se ne uscì, guardandolo dritto negli occhi, con tanta intensità che Takuto si sentì arrossire –Rispetto a te, i fuochi…- cominciò Tsurugi, mordendosi il labbro, non cogliendo quello scintillio di curiosa aspettativa che illuminò per un attimo lo sguardo dell’altro.
Aprì bocca per terminare la frase, tremendamente vicina a quella del più grande -…-
-SHINDOU-SENPAAAAI! TSURUGIII!!- la voce di Tenma colpì direttamente i loro timpani, facendoli rabbrividire entrambi. Si divisero con la stessa velocità con cui un fuoco d’artificio appare e scompare in cielo, facendo finta di niente, mentre il capitano della Raimon compariva poco più in là, alzando una mano –Eccociii! Scusate il ritardoooo!- e dietro di lui apparve tutto il resto della squadra, che correva ansimante su per il fianco della collina.
In pochi secondi raggiunsero i due già presenti –Aah, sono già cominciati! Ve l’avevo detto io!- si lamentava Hayami, scuotendo la testa.

Ma nessuno gli prestò attenzione, diretta completamente al cielo illuminato.
-Dai, correte, sennò li perderete tutti!- incitò Shindou, ridacchiando, felice che fossero lì tutti insieme.

I ragazzi della Raimon quindi si accalcarono sul punto più alto della montagnola e si strinsero tra di loro, tra mugolii contenti ed esclamazioni di meraviglia.
Tenma puntò il dito contro i fuochi –Sono spettacolari!- esclamò, sorridendo raggiante. Tutti concordarono. Anche Takuto, che continuava a chiedersi cosa Tsurugi avesse intenzione di dirgli poco prima.
E si, anche Kyousuke, che continuava a maledire mentalmente il capitano ed il suo pessimo tempismo, mentre rifletteva tra sé e sé sul fatto che qualcuno di più spettacolare dei fuochi d’artificio esisteva sul serio.
Storse le labbra in una smorfia, avvampando.
Shindou aveva ragione.
Il suo era proprio un romanticismo da quattro soldi.

 

*

Ragazzi ho la carie, per quanto fluff sto scrivendo. I MIEI DENTI.
Unf. Questi due tirano fuori proprio il peggio di me, ehn?
Inizialmente questa doveva
essere una drabble. Come ne sia uscita una shot lo ignoro, mi sono lasciata trasportare (?).
Vorrei chiarire una cosa su Tenma: allora, logicamente lui SA, e lui CONOSCE. Quindi lui già intuisce cosa stia succedendo sulla collinetta mentre lui non c’è. Arriva nel momento clou solo per evitare che Tsurugi faccia figuracce con il suo pessimo romanticismo, sia chiaro (?).
Orbene, spero che la shot vi sia piaciuta <3 vi ringrazio moltissimo per aver letto, recensito e aggiunto la fic alle preferite/ seguite/ ricordate *inchin*
Alla prossima!

Greta.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3. Peperoncino ***


Era una sfida del tutto idiota

10/9- di attaccanti e registi

 

Peperoncino

Era una sfida del tutto idiota.

-Altro? Ne vuoi mettere altro?- Shindou sgranò gli occhi, seriamente spaventato, appiccicandosi allo schienale della sedia. Deglutì.
Tsurugi alzò la mano libera, mentre con l’altra continuava a spruzzare del peperoncino in polvere sulla pasta all’arrabbiata che sua madre gli aveva lasciato per cena quella sera –Se non è piccante come si deve non vale.- replicò, secco, e il più grande fu sicuro di scorgere un ghignetto malefico sulle sue labbra.

Il tutto era partito da un semplice pomeriggio di studio (le solite ripetizioni di musica per Kyousuke, che stranamente, invece di imparare qualcosa, sapeva sempre di meno), che oramai era un’abitudine, considerando quante volte si erano visti, a volte a casa dell’uno, a volte dell’altro. Quella volta era toccato a Kyousuke mettere a disposizione casa (in quella di Shindou era in corso la disinfestazione del mega-giardino che si ritrovava) e visto che i suoi genitori avrebbero lavorato fino a tardi, non aveva visto alcun problema nella cosa.

Insomma, ad un certo punto aveva cominciato a diluviare, e la signora Shindou, che non aveva la patente, aveva con rammarico fatto sapere al figlio con una telefonata che il padre non sarebbe riuscito ad andarlo a prendere prima delle dieci a causa del lavoro (l’autista era in ferie), e che in caso sarebbe dovuto tornare a casa da solo (anche seTakuto caro, non voglio tu ti bagni, oh, come sono preoccupata”). Kyousuke di certo non si era lasciato sfuggire l’occasione -Se vuoi puoi rimanere qui per cena.- aveva quindi proposto, facendo il vago –Tanto mia madre cucina per un esercito, ogni volta.- aveva aggiunto, come a far intendere al senpai che gli stava facendo giusto un favore e nient’altro.

Morale della favola, la signora Shindou aveva ringraziato Tsurugi fino alla nausea e aveva dato il permesso a suo figlio di rimanere senza nemmeno sapere se ne avesse la reale intenzione.

E quindi Shindou Takuto era rimasto a cena da Tsurugi Kyousuke.

I due avevano finito le ripetizioni e poi avevano chiacchierato del più e del meno fino all’ora di cena. Voleva il caso che per quella sera la madre del padrone di casa avesse preparato della pasta all’arrabbiata, essendo una grande amante della cucina italiana, e che Kyousuke ne andasse davvero matto.

Ma a Takuto il piccante non piaceva particolarmente, anche se per educazione aveva accettato comunque il piatto.

Vedendolo esitare di fronte a quel ben di dio, l’altro aveva inarcato un sopracciglio –Non ti piace?- aveva chiesto, e all’espressione colpevole del senpai (a cui pareva orribile, dopo essere stato gentilmente ospitato, non mangiare ciò che c’era), si era lasciato andare ad una risatina divertita.

-Che c’è?- Shindou aveva storto le labbra in una smorfia.

-Grande e grosso e non sopporti il piccante?- l’aveva preso in giro il più piccolo, aumentando il volume della risata. Al che l’altro era arrossito –Certo che sopporto il piccante!- aveva sbottato con stizza, arricciando il naso e guardando il kohai di sbieco –Solo non lo mangio spesso.- aveva aggiunto, biascicando.

E a quel punto era arrivata l’idea –Davvero?- aveva domandato il ragazzo dai capelli blu, lasciando la forchetta e ghignando -… Vogliamo vedere quanto lo sopporti?- aveva proposto, una luce sinistra negli occhi gialli.

Takuto aveva chiaramente percepito un brivido di paura salirgli su per la schiena, ma aveva assunto un’aria tranquilla ed aveva alzato il mento –E’ una sfida, questa?- non poteva dimostrarsi debole di fronte ad un suo kohai. Assolutamente no.

-Diciamo di si.-

-Bhè, la vincerò.- aveva sorriso tirato il castano, sgranchendosi le spalle. Quindi aveva fatto per prendere il primo boccone, ma l’altro l’aveva fermato, alzandosi e sparendo in cucina, tornandone poco dopo con un contenitore di peperoncino in polvere –Come la fa mia madre è troppo poco piccante.- aveva spiegato.

E quindi ora Takuto si ritrovava con un kohai che tutto contento gli riempiva il piatto di peperoncino.

Quando Kyousuke ritenne di averne messo abbastanza, allargò il sorriso, non sfuggendogli lo sguardo completamente terrorizzato dell’altro. Sbuffò divertito -Non è nemmeno dei più piccanti.- fece notare. Poi, per solidarietà, mise la stessa quantità di peperoncino nel proprio piatto.

Alzò lo sguardo su Takuto, che lo guardava malissimo.

-Ti dico che riesco a mangiarlo tranquillamente.- sbottò il castano, che in realtà non ne era molto sicuro. Adocchiò la brocca dell’acqua sul tavolo.

Tsurugi la prese e la spostò lontano da lui prima che potesse venirgli qualche strana idea, e all’espressione persa di Takuto alzò la mano, aperta –Cinque bocconi senza bere.- propose, ammiccando.

-Che cosa?- squittì il castano.

-Cos’è, non ce la fai?- ridacchiò il più piccolo, sorridendo, sicuro di avere la vittoria della sfida in tasca.

L’altro si schiarì la voce –Si che ce la faccio. Logico che ce la faccio.- borbottò, prendendo un po’ di pasta.

-Allora buon appetito.- annuì Kyousuke, che si stava divertendo un mondo, mandando giù il primo boccone come se stesse bevendo acqua.

Shindou lo odiò tantissimo.

Fissò il piatto, e con un sospiro di decise ad ingoiare la prima forchettata di pasta. Chiuse gli occhi, ignaro del fatto che il suo kohai si stesse beando della sua espressione così concentrata, e si preparò al peggio. Dopo qualche secondo in cui si era illuso di non sentire alcun sapore, la bocca gli andò del tutto in fiamme. Il bruciore alla gola arrivò subito dopo. Si morse il labbro e si costrinse ad andare avanti.

Kyousuke era già al terzo boccone.

Il secondo, per Takuto, fu anche peggio. Sentì le lacrime agli occhi e un’affluenza di calore alle guance, mentre mangiava la terza forchettata. Lanciò uno sguardo sofferente alla brocca d’acqua, ma quello stramaledetto di Tsurugi la teneva lontanissima da lui. Irraggiungibile. La sua unica fonte di salvezza da quel supplizio.

-Su, senpai, te ne mancano solo due.- sghignazzava intanto l’altro, che la sua parte di sfida l’aveva terminata già da un pezzo, e che innegabilmente si stava godendo lo spettacolo. Oh, come se lo stava godendo.

Si versò un bel bicchierone d’acqua fresca.

Shindou gemette.

-Taci.- sibilò, e al quarto boccone sentì di poter cedere da un momento all’altro. Boccheggiò, sventolandosi una mano davanti alla bocca aperta in cerca di refrigerio, che non arrivava –N-Non vale.- biascicò, battendo un pugno sul tavolo, cominciando a prendere con la forchetta quell’ultimo, dannato boccone che lo separava dalla vittoria.

-… Mh?-

-L-La pasta.- parlare gli risultava difficile. Ingoiò a vuoto –L-La pasta è bollente. E’-E’ peggio.- piagnucolò. Oltre al fatto che fosse piccante, tanto piccante, era anche caldissima. E la cosa non aiutava. Non capiva più se le labbra gli bruciassero per via della temperatura dei bocconi o per il peperoncino.
L’acqua era un miraggio.

Kyousuke deglutì e si grattò il naso, bevendo un sorso d’acqua perché sentiva di averne davvero bisogno, poi tornò alla sua solita espressione –Certo, sennò che gusto c’è?- inarcò le sopracciglia, mentre Takuto fissava avido il bicchiere che aveva in mano. Lo sguardo del più grande si spostò poi alle labbra del kohai, che di certo a contatto con l’acqua fresca non bruciavano come le sue –Ti odio.- sibilò.

-Facciamo così.- propose Tsurugi, posando il bicchiere. Mandò giù un altro boccone di pasta, lentamente, lasciando che Shindou soffrisse ancora un po’, quindi alzò lo sguardo –Mi fai pena. Quindi ti propongo un metodo alternativo a quello per vincere la sfida.- ed indicò la forchetta che il senpai teneva in mano –Per fare prima.- annuì.

-Cosa? Cosa?- ormai in preda alla disperazione, il castano avrebbe potuto stare a qualsiasi metodo –Muoviti che non ce la faccio p…-

Non se l’era fatto ripetere due volte, Kyousuke, che si era alzato dalla sedia e, una mano ben poggiata sul tavolo e l’altra a strattonare amorevolmente il colletto della camicia del senpai, aveva premuto le labbra sulle sue.
La prima cosa di cui Shindou si accorse, gli occhi sgranati per la sorpresa, fu che come metodo si, era decisamente più veloce. Ma non indolore. Il fatto che Tsurugi avesse ingollato altra pasta aveva reso anche le sue labbra bollenti (oh, dio), perlomeno dal punto di vista del più grande che già faceva fatica a sopportare il bruciore delle proprie. E non era per niente una buona cosa che due bocche in quello stato si incontrassero. Stava andando in fiamme. Ah, il bastardo l’aveva fatto apposta, se lo sentiva –Mmh.- strinse gli occhi quando l’altro aumentò la pressione, aumentando di conseguenza il bruciore, e solo a quel punto realizzò che il fantomatico metodo “per fare prima” di Tsurugi non era molto convenzionale.

Avvampò ulteriormente, ed inconsciamente fece per schiudere le labbra, ma non riuscì che l’altro si staccò, buttando indietro la testa e tornando a sedersi pesantemente sulla sedia, sospirando soddisfatto. Vide Shindou, del tutto perso, che si guardava attorno freneticamente, paonazzo, e poi si alzava per arraffare il più velocemente possibile la brocca d’acqua, rischiando di strozzarsi per berla.

Quando ebbe finito, picchiò il bicchiere sul tavolo, ansimante –Tu sei matto! Volevi uccidermi?- sbottò, portandosi il polso alle labbra, ancora comunque calde, anche se oramai il peggio era passato. Gli fischiavano le orecchie e sentiva di essere arrossito, ora che pensava a mente lucida a quanto fosse successo –Non mangerò più piccante in vita mia.- aggiunse, accasciandosi sulla sedia, biascicando.

Kyousuke storse il naso -Dovresti ringraziarmi, invece.- inarcò un sopracciglio –Avessi usato la lingua sarebbe stato anche peggio.- lo guardò di sottecchi, cauto, in attesa di una sua probabile reazione. Si era aspettato che lo picchiasse, come minimo.
L’altro ricambiò con un’occhiata carica di sottointesi che lo stupì, le labbra semiaperte. Le chiuse.

Rimasero in silenzio per qualche secondo.

Pioveva ancora, potevano sentirlo.
Dopo poco il più grande si alzò. Si sbilanciò in avanti, senza dire una parola. Kyousuke si raddrizzò sulla sedia, mentre cercava di nascondere un sorrisetto. Forse non l’avrebbe picchiato.

Takuto inclinò il capo di lato. Deglutì –Comunque ho vinto.- fece notare, senza smettere di sostenere lo sguardo –… Che cosa ho vinto?- trattenne il fiato, continuando ad avvicinarsi pericolosamente. Si stupì di quanto gli riuscisse semplice, come se non avesse aspettato altro per un sacco di tempo.
Percepì il fiato ancora caldo dell’altro sulla pelle -Bhè…- la mano congelata di Tsurugi sulle guance bollenti. I loro nasi l’uno contro l’altro. E le loro labbra così vicine. Così vicine…

La suoneria del cellulare di Takuto prese a squillare, ed entrambi sobbalzarono. Il più grande rischiò di uccidersi per tirarlo fuori dalla tasca, e Kyousuke dovette sorreggerlo per evitare che gli rovinasse addosso. Mezzo spalmato sul tavolo, Shindou lasciò che il più piccolo lo tenesse per il busto mentre rispondeva, imprecando, bordeaux. Lo sentì ridacchiare.

-Pronto? Pronto? A-ah p-papà. S-si. Arrivo. Cos- di corsa? Ok, arrivo. A-aspetta che esco.- attaccò e si voltò verso Kyousuke, non sapendo che dire.

Quello inarcò le sopracciglia, senza smettere di ridacchiare.

Si guardarono, un po’ in imbarazzo.

-Non ho finito la pasta.- se ne uscì il castano, annuendo.

-… Importa?- domandò l’altro.

-No, il piccante non mi piace.- ammise Takuto, che con la leggiadria di un elefante allungò la testa in avanti e stampò un secondo bacio sulle labbra di Kyousuke, per poi rimettersi in piedi, afferrare al volo la giacca e lo zaino, e dirigersi verso la porta di casa. Lanciò uno sguardo deliziato al lieve rossore delle guance di Tsurugi –Ci vediamo… domani a scuola!- e si dileguò in un attimo, chiudendo la porta dietro di sé.

Il padrone di casa inclinò il capo di lato, gli occhi sgranati, incredulo.

Quella. Quella era proprio una bella serata.
Poi, un sorrisone da un orecchio all’altro stampato in faccia, prese il piatto che Shindou aveva lasciato e ne versò il contenuto nel proprio.

Eh già, quella era proprio una bella serata.
Gli era rimasto anche il doppio della pasta da mangiare.

 

 

*

ORBENE.
Questa fic mi è venuta in mente quando, una settimana fa, ho mangiato spaghetti sugo, tonno e peperoncino. Mia madre, quando fa gli spaghetti al sugo, mette sempre del peperoncino. Io lo adoro alla follia. Ma questo non penso vi interessi, quindi, dicevamo. Niente, mi è venuta in mente questa shot senza capo né coda. Per come la penso io, a Shindou il piccante non dà fastidio, se moderato, ma non gli piace il sapore che dà alle pietanze *nuovo headcanon*.

Ho utilizzato di nuovo la scusa delle ripetizioni di musica (Tsurugi è intelligente, muahahah), per farli stare assieme dopo scuola.

Allora, voi direte: perché Takuto non si è arrabbiato? La mia risposta è doppia: 1) perché lui è profondamente innamorato di Ts- perché prova qualcosa per Tsurugi e quindi ne rimane contento e 2) perché la TakuKyou mi alletta (anche grazie ad una certa persona, vero?), e se se la fosse presa, non avrebbe avuto l’iniziativa di baciare Kyousuke una seconda volta. E Takuto che prende l’iniziativa è… cioè… insomma… NGH. *non riesce a spiegarsi*

Non so se Ryka apprezzerà, maa spero di si <3
Spero che la fic vi sia piaciuta (non potete immaginare quanto io abbia sofferto per far sì che il tutto si concludesse con solo un bacio a stampo nnngh).

Ringrazio tutti coloro che hanno letto, recensito ed inserito questa fic nelle preferite/ seguite/ ricordate <3
Alla prossima!

Greta.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4. Bacio ***


I baci di Kyousuke sono caldi, nella sua mente

10/9- di attaccanti e registi

 

Bacio

 

I baci di Kyousuke sono caldi, nella sua mente. Le loro labbra a contatto si gonfiano ed arrossano, bruciano le une contro le altre, mentre le loro mani si cercano a vicenda e si stringono, mentre i loro corpi si avviluppano, mentre i loro petti sussultano ad un tocco leggero, ad un lieve e timido sfiorarsi. E si sta bene, così, vicini, a vivere l’uno della presenza dell’altro, lì ad accarezzarsi i capelli, a sorridere per ogni idiozia, a strofinare nasi freddi l’uno contro l’altro nell’inutile tentativo di riscaldarli.

I baci di Kyousuke sono belli, nella sua mente. Sono gentili, sono leggeri, sono possessivi, sono appassionati, gli tolgono il fiato, l’anima, il respiro, il senno.

Qui in piedi, lo sguardo perso in un singulto di cui nessuno verrà mai a sapere, Takuto è testimone di uno di quei baci, che una ragazza fortunata può ricevere al suo posto. E si accorge che quel contatto è meraviglioso proprio come lo aveva immaginato, come aveva desiderato.

Proprio come non ne riceverà mai.

*

Questa è la mia serata angst (?). Di solito è Kyousuke quello che immagino in pena per Takuto, e per una volta ho voluto fare il contrario. La ragazza che bacia Kyousuke è Kinako *le arriva un badile in testa* scusate—ma la KyouKina mi è sembrata la pair più adatta ad una fic del genere. La KyouTen, o la KyouHaku (?) non avrebbero reso il confine che separa Takuto da Kyousuke così netto, credo (?).

Comunque, la prossima volta, per par condicio (?) sarà Kyousuke a stare male,promesso!
Grazie a tutti voi che leggete, recensite e mettete la fic tra le preferite/ seguite/ ricordate. Vi voglio tanto bene <3 *porge biscotti*
Alla prossima shot <3

Greta.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5. Mal calcolato ***


10/9- di attaccanti e registi

10/9- di attaccanti e registi

 

Mal calcolato          

 

Le coperte erano sfatte, il lenzuolo sfiorava il pavimento, ed un cuscino era per terra, lontano almeno due metri dal suo posto. In mezzo alle coltri, profondamente addormentato, Kirino stringeva il cuscino superstite. Aveva un’espressione serena, i capelli sciolti sparsi tutt’attorno a lui. Il suo petto era scoperto, e probabilmente così il resto del suo corpo, nascosto dal lenzuolo.

Kyousuke provò una dolorosa fitta di invidia per quella tranquillità che lo avvolgeva.

Fece finta di non accorgersi dei vestiti sparsi sul pavimento e voltò con uno sforzo sovraumano lo sguardo verso Shindou, che si stringeva convulsamente la camicia. Gli occhi sgranati, le labbra strette, aveva smesso di guardarlo in faccia dal momento stesso in cui l’aveva visto entrare in casa. Fissava il pavimento, in silenzio, incredulo. Probabilmente gli tremavano le gambe.

Scambiarsi le chiavi dei propri appartamenti era stata una sua idea. In ogni caso, Kyousuke non sarebbe dovuto essere in città, quel giorno.

E invece era riuscito a liberarsi dai suoi impegni, e aveva deciso di fare una sorpresa al suo ragazzo.

All’epoca, evidentemente, Shindou questo non l’aveva calcolato.

Rimasero in silenzio per minuti che parvero interminabili. Poi il più piccolo si sciolse in un piccolo sorriso che richiese un’enorme fatica –Scusami, non sapevo che Kirino sarebbe rimasto a dormire da te.-

Il castano si voltò a guardarlo, basito. La situazione era talmente palese che non credeva Kyousuke non se ne fosse accorto. Capì che invece se ne era reso conto, eccome, quando i loro occhi si incrociarono. Lo sguardo color del tramonto del più alto non diceva assolutamente niente. Non vide che una minuscola scintilla di dolore. Kyousuke era sempre stato bravo a nascondere i suoi sentimenti.

Shindou comprese che non voleva spiegazioni. Rispettò il suo volere ed abbassò il capo –Si. Ha avuto problemi con il suo appartamento, e mi ha chiesto se poteva venire qui.- mormorò con voce tremante, colpevole, mentendo evidentemente.

L’altro non trovò la forza per essergliene grato, non volle cogliere quella nota di dolore nella sua voce, e continuò a tenere lo sguardo fisso su di lui, glaciale a discapito del suo tono dolce -Allora vado. Aspetto che si sia sistemato.- rispose forse troppo velocemente, avviandosi alla porta. Shindou lo seguì.

Il primo a parlare fu proprio lui –Allora…-

-Ti chiamo dopo.- annuì Kyousuke.

Si guardarono un’ultima volta. Nessuno dei due seppe dire chi si mosse per primo ma, forse per abitudine, forse per provare qualcosa a loro stessi, si baciarono, in un ultimo saluto. Un semplice sfiorarsi di labbra, niente altro. Shindou sorrise debolmente. Non fu ricambiato.

-A dopo.- Kyousuke, lo sguardo perso nel vuoto, indugiando appena un secondo di più, si decise a voltarsi, e a lasciare lentamente l’appartamento.

Shindou poggiò il capo allo stipite della porta e lo guardò andarsene –Aspetto la tua chiamata.- mormorò. Un’altra stupida abitudine. Inutile.

Perché quella chiamata non sarebbe arrivata mai.

 

*

 

L’ho fatto.

Ho fatto soffrire Kyousuke.

L’ho fatto soffrire nel modo peggiore. No. Mi sono fatta soffrire (?) nel modo peggiore.

Ma, come ho detto ad una mia amica, “l’amore per l’angst KyouTaku può superare l’avversione per la RanTaku” *le fan della RanTaku la uccidono*

Scusate, davvero. Io- non riesco a farci niente. Sapete quanto ami i crack pairing e la legge del “tuttixtutti”, ma la RanTaku… Proprio non ci riesco, è un mio limite, perdonatemi *inchin*

In ogni caso, qui è Kyousuke a cui le cose vanno male. Nello scorso capitolo ho scritto che, per Shindou, che Tsurugi stia con una ragazza e peggio che se stesse con un ragazzo. Perché Takuto nell’ultimo caso potrebbe sperare di avere almeno una possibilità. Penso che per Kyousuke sia il contrario: per lui sarebbe meglio che a Shindou piacessero le ragazze, così che sapesse di non avere alcuna possibilità e che più di tanto non ci può fare. Specialmente nel caso in cui viene tradito, credo penserebbe che sarebbe stato meglio così *pensieri di una fangirl che si fa film mentali COUGH--*

I sentimenti di Kyousuke sono solo accennati (e se ci fate caso, è l’unico ad essere chiamato per nome) perché mi piacerebbe che ognuno potesse sviluppare una sua idea su ciò che prova solo attraverso i suoi gesti.

Personalmente, trovo abbastanza azzeccato che non voglia che la verità gli venga rivelata così palesemente. Anche se ha capito che Shindou lo ha tradito, non ha né la forza né i nervi abbastanza saldi per affrontarlo. Quindi preferisce procedere in modo così vago, perché sa che è un qualcosa che Shindou comprenderà (come difatti fa).

Comunque Shindou è proprio uno stronzo Spero che la shot vi sia piaciuta <3 La prossima volta un po’ di fluff fluffoso per recuperare ahah xD

Alla prossima shot <3

 

Greta.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6. Eh, ho freddo. ***


Stavano già tutti dormendo, a quell’ora

9/10- di attaccanti e registi

 

Eh, ho freddo.

 

Stavano già tutti dormendo, a quell’ora. Ma sulla pietra nuda, Kyousuke proprio non riusciva a trovare pace. E poi faceva freddo.

Sospirò. Il giorno dopo tutti avrebbero dovuto allenarsi duramente, le prove del God Eden li attendevano. Si raggomitolò sotto la coperta troppo poco pesante, intirizzito. Avere addosso la sola divisa della squadra non aiutava di certo.

Un rumore di passi gli fece drizzare le orecchie. Che qualcuno del Fifth Sector li avesse trovati, lì in quella grotta? Rimase immobile, sull’attenti, ma non sentì altro. Si rilassò, quindi, cercando di dormire.

Ma poi si sentì sfiorare una spalla. Sobbalzò e si voltò di scatto, tirando un pugno a casaccio. Colpì qualcosa. O meglio, qualcuno. Sentì chiaramente un mugolio.

-Che co- Kyousuke!- lo rimproverò una voce dal tono dolorante –Che diamine fai?- domandò a bassa voce.

-… Takuto?- Tsurugi aggrottò le sopracciglia, riconoscendo il suo senpai dal timbro di voce. La luce lunare che entrava nella grotta era troppo fievole per riuscire a distinguere la sua figura –Che diamine fai tu?- chiese –Mi hai fatto prendere un colpo!- sbottò, sempre bisbigliando, per non svegliare gli altri.

Per tutta risposta, il più grande alzò la coperta e ci si infilò, rannicchiandosi vicino all’attaccante, lasciandolo di stucco –Ho freddo.- si giustificò, tirandosi il lenzuolo fino al naso. Si voltò verso Kyousuke, che non proferiva parola –Che c’è?- domandò, sbattendo le palpebre.

-Ma ti pare il caso?- avvampò tutto d’un botto quello, allontanandosi velocemente dal senpai, rischiando di cadere giù dal letto improvvisato –Ci sono tutti gli altri!- balbettò. Non che non gli facesse piacere condividere il giaciglio con il suo quasi-ragazzo-qualsiasi-cosa-fosse (anzi, di solito era lui stesso a prendere iniziative del genere), ma lì era di farsi beccare da un’intera squadra che si parlava!

Shindou arricciò il naso –Mi sveglio prima e torno dov’ero.- replicò con tono solenne.

-Non ti sveglierai.-

-Se lo dico lo faccio.-

Tsurugi ponderò la richiesta. Togliendo dal calcolo il fatto che l’idea di dormire con lui lo allettasse parecchio, non voleva che li scoprissero a dormire insieme. Insomma, di certo i loro compagni si sarebbero posti due domande. Ma c’era pure da calcolare che Shindou era una persona precisa, che se diceva che si sarebbe svegliata lo avrebbe di sicuro fatto. Ma Kyousuke era innegabilmente in imbarazzo. Non aveva mai dormito assieme a Takuto. erano mai stati vicini per così tante ore di fila.

-Dai. Ho freddo.- ribadì il più grande, che cominciava a pentirsi della sua scelta. Forse a Kyousuke dava fastidio. Anche se stavano pseudo-insieme-barra-non-ne-aveva-idea non erano così intimi. Quindi sarebbe stata una normalissima reazione, pensava Shindou, quella di cacciarlo via a calci e urlargli dietro che era una persona orribile e che l’istinto di dormire con qualcuno poteva andarlo a sfogare con un pupazzo di peluche.

Si rassegnò ad alzarsi –Scusa.- mormorò. Aveva esagerato, ecco. Non sapeva nemmeno cosa gli fosse preso, era stata una cosa stupida e senza senso, pensare di poter dormire con lui. Peraltro in una grotta. Circondati da più di dieci persone. Ma dove aveva la testa?

Si sentì tirare per la maglia e ritornò schiena al letto (e si fece male, considerando che era di pietra) –Se non ti svegli prima e torni al tuo letto tutta la squadra saprà che sei un maniaco molestatore di kohai.- gli mormorò Kyousuke con un mezzo ghigno per nascondere l’imbarazzo, guardandolo negli occhi per fargli intendere che, ecco, bhè, se gli andava di rimanere a dormire assieme a lui non c’era problema. Se poi gli altri li avessero visti, fatti loro.

Shindou, dopo un attimo di sbigottimento, scoppiò a ridere per ciò che l’altro aveva detto, piano, cercando di non fare troppo rumore. Era sollevato dal fatto che il più piccolo non se la fosse presa. Gli arrivò uno schiaffo in testa –Non c’è niente da ridere!- sbottò Tsurugi, le guance arrossate. Borbottò qualcosa, si raggomitolò sotto la coperta che non scaldava e chiuse gli occhi, mentre Shindou ancora ridacchiava e si tirava il lenzuolo fino al naso –Grazie.- gli mormorò.

-Zitto e dormi.- fu la risposta piccata dell’altro.

Calò nuovamente il silenzio.

Faceva freddo.

Si sentivano solo i respiri pesanti degli altri e quelli appena più leggeri dei due giocatori ancora svegli, rigidi come manici di scopa l’uno di fianco all’altro.

Ad un tratto Shindou sentì la mano dell’altro cingergli la vita e ritrovò il corpo del kohai vicino al suo, stretto in un abbraccio. Sobbalzò.

-K-Kyousuke?- squittì, avvampando.

Attimo di silenzio.

L’attaccante strinse ancora di più la presa, forse per ripicca.

Ghignò.

-Eh, ho freddo.-

 

-Kyousuke.-

-Mh.-

-E se non mi sveglio e ci ritrovano così?-

-… Bhè, scopriranno il lato depravato di te che mai avrebbero pensato avessi.-

-Che cos—

-Un ragazzo così preciso ed educato che si insinua sotto le coperte di un indifeso kohai.-

-Kyousuk

-E senza alcun pudore, circondato da un sacco di persone, lo ricatta intimandogli di non raccontare niente a nessuno.-

-Ma quindi eri serio—

-…-

-Non eri serio, vero?-

-Buonanotte, Takuto <3-

 

*


BUON 2013 A TUTTI!!! Come sono andate le vacanze? Avete mangiato tanto? La Befana vi ha portato tanti dolci *7*?

Questa cosa è venuta fuori da un mio personale prompt (?): piedi freddi. Ok, avete visto piedi freddi in giro? … Vabbeh, facciamo finta che ci siano e che l’immagine di Shindou che si raggomitola con i piedi congelati a Tsurugi che lo scansa non sia solo nel mio cervello (?).

Non so, ho tentato di vedere la shot dal punto di due tredicenni, ma non so quanto ci sia riuscita. Però mi piace pensare a questi “primi approcci” che potrebbero avere, in cui anche solo baciarsi è un grande imbarazzo, in cui le uscite al pomeriggio sono l’unico modo per vedersi e durante le quale si è tesi come corde di violino e non si sa esattamente cosa fare. Ho cercato di distaccarmi dalla visione “più che adolescente” ed adulta di Shindou e Tsurugi (dove si danno alla pazza gioia, per intenderc--) e- ed è uscito questo.

Il dialogo alla fine non ha senso, ma volevo metterlo- (immaginatevi poi un Tenma che la mattina li becca sul serio. Tsurugi non esiterebbe a dare questa versione dei fatti xDD).

Altro sfizio che mi sono voluto togliere: far fare qualcosa a Shindou. Come ogni mia OTP, ho sempre moltissime idee sul tipo di rapporto che i coinvolti possono avere. Per quando riguarda loro due in particolare, ultimamente mi piace pensare a Shindou come un senpai che è “un passo avanti” a Tsurugi e ha le idee un po’ più chiare (?), anche se quello più tranquillo è comunque Kyousuke. Ma qui aprirei un fangirlante discorso chilometrico, ed evito xD

Spero che la shot vi sia piaciuta <3
Grazie a tutti coloro che leggono, recensiscono ed hanno aggiunto la fanfiction alle preferite/seguite/ricordate <3 *valanghe di biscotti*
Alla prossima <3

Greta.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7. Inviti pomeridiani in casa di un pianista ***


Il pianoforte non prendeva nemmeno un quarto della stanza

10/9- di attaccanti e registi

 

Inviti pomeridiani in casa di un pianista

 

Il pianoforte non prendeva nemmeno un quarto della stanza. Era a coda, nero, lucido, magnifico, di come Kyousuke ne aveva visti soltanto nei film. Rimase imbambolato a rimirarlo, le labbra semiaperte, gli occhi sgranati. Era qualcosa di così elegante che subito pensò che fosse davvero adatto a Shindou.

Sentiva il crescente desiderio di avvicinarsi e premere le dita sui tasti per sentire che suono avesse, ma il suo senpai lo richiamò alla realtà -Il thè.- annunciò, sbucando dalla porta che dava sul corridoio immenso che dava sulla cucina immensa, un vassoio in mano.

Tsurugi si riscosse e voltò lo sguardo, chiudendo la bocca e tornando alla solita espressione di sempre -Grazie.- mugugnò, prendendone una tazza e sedendosi su uno dei tre divani sella stanza, di fianco a Shindou, che da bravo ospite si interessò di quanto zucchero volesse il compagno.

-Faccio da solo.- replicò a suo modo gentilmente quello, che ad essere servito a quel modo non era abituato.

Era la prima volta che metteva piede in casa di Shindou Takuto, si ritrovò a pensare, fino a quel momento non c'era mai stata occasione, ed era strano. Al di là della reggia a due piani che si ritrovava e che al confronto con casa sua pareva il castello di Sissi, il fatto che fosse stato invitato, fino a qualche mese prima, sarebbe stato impensabile. Eppure era lì, e non aveva idea di come comportarsi.

Che poi, tempo un quarto d'ora e sarebbero stati raggiunti da Tenma, visto che dovevano discutere di questioni riguardanti la squadra, quindi quello non si poteva considerare un invito "di piacere", per così dire. Ma a Kyousyke pareva strano lo stesso.

Cominciò a sorbire il thè lentamente, gli occhi puntati sulla tazza, cercando disperatamente un argomento di cui parlare. Shindou, di fianco a lui, si limitava a bere e a guardarsi in giro. Kyousuke non capiva se fosse a disagio anche lui o fosse semplicemente irritato dalla sua presenza.

Il pensiero lo infastidì -Da quanto suoni il pianoforte?- chiese, per non pensarci, e subito dopo se ne pentì. Si morse il labbro e si diede dell'idiota, chè di certo Shindou non aveva alcuna voglia di raccontargli i fatti suoi.

-Otto anni.- la risposta arrivò dopo qualche secondo. Kyousuke se ne stupì, e lanciò un'occhiata di sottecchi al senpai, che disegnava il bordo della tazza con il dito, fissandola.

-Mh.- e di nuovo calò il silenzio.

-Quel pianoforte è molto bello.- riuscì a formulare una frase elementare l'attaccante, puntando lo sguardo sull'oggetto.

Il risolino di Shindou lo fece arrossire impercettibilmente -Quando ero piccolo lo odiavo.- rispose -Non mi piaceva suonare il piano, lo trovavo noioso e lo reputavo un'imposizione di mia madre.- spiegò con un'alzata di spalle, e Kyousuke si diede del cretino per aver scelto un argomento di discussione pessimo. Ma il più grande continuò con un mezzo sorriso, indicando lo strumento -Quel piano lì era di mio nonno, che però non aveva idea di come suonarlo. Era solo un abbellimento per la casa, niente più che un mobile.- raccontò -Quando lui ha saputo che avevo iniziato le lezioni di piano, me lo ha regalato (prima suonavo su una pianola) ed io mi sono sentito come costretto ad usarlo, perchè era un regalo importante. Ma mi pesava studiare tutti i giorni. Insomma, avevo sei anni, volevo uscire a giocare, non perdere due o tre ore al giorno a fare pratica di esercizi per le dita.- Kyousuke lo vide gonfiare le guance. Si chiese perchè mai gli raccontasse tutta quella storia. Intimamente ne era felice. Era una sorta di confidenza, no? Non avrebbe mai detto che Shindou avesse odiato così tanto il suo adorato pianoforte, per cui spendeva anima e corpo allo stesso modo del calcio.

-... E hai continuato lo stesso? Non hai mai detto a tua madre che non ti piaceva?- si ritrovò a chiedere senza accorgersene, interessato da quella storia, da quel tipo di discorso che con il suo senpai non aveva mai fatto.

Shindou sobbalzò -Ah.- si voltò a guardarlo -S-scusa, non so cosa mi sia preso, ti starò annoiando.- balbettò, come se si fosse accorto solo in quel momento di aver parlato.

Kyousuke scosse il capo -Mi interessa.- annuì, tornando a guardare la sua tazza di thè ancora piena. Il silenzio che seguì gli fece pensare che Shindou, resosi conto di chi fosse il suo interlocutore, avesse deciso di smettere di parlare, ma dopo poco lo sentì parlare nuovamente.

-No, non gliel'ho mai detto.- mormorò, socchiudendo gli occhi -E forse se l'avessi fatto, ora non suonerei più.- lo vide stringere la tazza tra le mani -Quindi sono contento di non averlo fatto.- inclinò il capo –Con il tempo ho imparato ad amare il piano.- rise piano di sé stesso –Quando suono e chiudo gli occhi, va tutto bene. Sai, come se non esistesse altro.- prese a gesticolare, aggrottando le sopracciglia nel tentativo di spiegarsi. Kyousuke sorrise impercettibilmente.

-Mi piace imparare i pezzi. E anche gli studi. Provare prima la melodia con la mano destra, poi l’accompagnamento con la sinistra, e infine insieme. Velocizzarmi nell’esecuzione man mano che imparo e che prendo confidenza con i tasti, trovo le dita giuste, sento il pezzo venire fuori.- gli occhi gli brillavano, mentre guardava il pianoforte in mezzo alla stanza, la laccatura nera che brillava colpita dalla luce del sole –Ora mi piace anche il suono del metronomo. Da piccolo non lo sopportavo.- rise ancora –E’ una delle cose più belle che posso fare. Mettermi al piano e suonare.- la sua espressione si addolcì -Però è comunque difficile.- capitolò, tornando sui suoi passi, imbarazzato per tutta l’enfasi con cui aveva parlato –Scusa.- biascicò.

-Quando suoni sembra tu non faccia sforzi.- replicò l’altro, stupito. Poi strinse la testa nelle spalle –Non che io ti abbia mai sentito, è quello che si dice in giro.- ci tenne a precisare, balbettando appena, al che il castano sbattè le palpebre. Inclinò il capo ed espirò lentamente dal naso –Non hai idea di quanto studio ci sia dietro. E le mie esecuzioni non sono mai perfette.- disse, borbottando. Però Kyousuke fu sicuro di averlo visto arrossire per il complimento –Però si, dopo tanta pratica, mi vengono discretamente.- aggiunse, abbassando gli occhi. Ci fu una lunga pausa.

-Neh, senpai.-

-Mh.-

–Mi fai sentire come suoni?-

La richiesta rimase sospesa in aria per qualche secondo, poi il più grande sgranò gli occhi –Perché?- pigolò, sentendosi tutt’a un tratto a disagio. Kyousuke fece spallucce -Posso?- si limitò ad incalzare.

-Eh…-

-Prima che arrivi Matsukaze, magari.- borbottò il più piccolo, arricciando il naso.

Shindou aveva una mezza intenzione di fargli presente quanto il suo modo di chiedere le cose fosse maleducato, ma alla fine, allo sguardo carico d’attesa del compagno, si arrese e con passo lento si avvicinò allo strumento –Sei sicuro?- tentò un’ultima volta. Non si era mai vergognato di suonare in pubblico, ma per qualche motivo con Tsurugi era diverso.

-Sicurissimo.- l’attaccante si alzò a sua volta, avvicinandosi allo strumento. Cercò di sorridere per incoraggiare l’altro, ma gli uscì una smorfia e lasciò perdere.

Il più grande sospirò.

La prima nota di una melodia sconosciuta a Kyousuke si levò nell’aria poco dopo, seguita subito dopo da molte altre, a comporre una melodia lenta, bassa e vibrante. L’attaccante fu immediatamente rapito dal movimento delle mani di Shindou, fluido e dolce, un tocco leggero e accorto, come se quel pianoforte fosse stata una persona da trattare con gentilezza. Il suono seguiva uno schema di colori impeccabile, risuonando più alto o più basso nei momenti giusti. Kyousuke pensò che non ci fosse spazio per pensare ad altro che a quella musica fino a che lo sguardo non si concentrò sul volto sereno del suo senpai, che ad occhi chiusi continuava a muovere le mani e a coordinare i movimenti delle dita e del piede sul pedale, in viso un sorriso così radioso che Kyousuke non ricordava di avergli mai visto.

Quando Shindou finì, il più piccolo aveva le labbra semiaperte dalla meraviglia e gli occhi sgranati in un’espressione ebete. Le ultime note rimasero sospese in aria ancora un attimo, poi il castano aprì gli occhi, che incontrarono quelli di Kyousuke. Quello riuscì solo a balbettare frasi sconnesse. Cercò di darsi un contegno –Senpai, è…-

-Non ti è piaciuta?- Shindou storse le labbra in una smorfia, mordendosi il labbro.

Kyousuke, che ancora non credeva di aver passato venti minuti in confidenza con il più grande, si riprese in tempo per poter dire un –Come fa a non essermi piaciuta? Sei davvero bravo, senpai.- e ricevere un altro di quei raggianti sorrisi del castano, prima che la voce di Tenma irrompesse nella stanza –Tsurugi! Shindou-senpai! Sono arrivato! Mi ha aperto una domestica!-

Il discorso cadde lì, e l’atmosfera si raffreddò in un attimo. Shindou si alzò di fretta dal piano e Kyousuke si cacciò le mani in tasca e distolse lo sguardo, come se quanto avessero fatto pochi secondi prima fosse stato qualcosa di troppo strano per essere vero.

Così il pomeriggio passò, e di quell’episodio né TsurugiShindou fecero più parola.

Ma da quel giorno (e Kyousuke ancora non riusciva a crederci) spesso Takuto gli chiese di fare un salto a casa sua per passare il pomeriggio.

E lui non rifiutò mai.

 

*

 

Tre pagine. Cioè, io riesco a scrivere tre pagine su cose del tutto inutili. Su dettagli insignificanti. Su pianoforti. Su storie di pianoforti. Sarà che io stessa ho suonato il pianoforte per molti anni, e che alla fine ho smesso. Sarà che sono comunque rimasta molto legata a questo strumento, ma ho voluto che questa shot in particolare fosse incentrata su un pianoforte. Forse non ha senso, forse non dice niente, ma per me è stato un passo importante, visto che non parlo spesso della mia esperienza con il pianoforte. Quella di Shindou non è di certo la mia, ma per me è valso qualcosa scriverci su, davvero.
Spero che la shot, per quando non elaborata nei contenuti KyouTaku (?) vi sia piaciuta <3
Alla prossima <3
Grazie davvero a tutti voi che mi sostenete, mi scuso per il mio enorme ritardo nell’aggiornare, nel rispondere alle recensioni e a recensire. Non ho scuse, né giustificazioni. Scusatemi davvero ç-ç

 

Greta.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8. Il caso autobus ***


“Aiuto

10/9- di attaccanti e registi

 

Il caso autobus

 

“Aiuto.”

La fermata dell’autobus era piena di studenti che parlottavano allegramente tra di loro, tutti contenti nonostante il brutto tempo che quel giorno il cielo auspicava.

“Aiuto.” Shindou si guardò attorno, deglutendo. Cosa avrebbe dovuto fare? Il 44, l’autobus che avrebbe dovuto portarlo a scuola, non era in vista, e lui stava aspettando da più di venti minuti. Tutti sembravano tranquillissimi, eppure a lui il solo pensiero di fare tardi a scuola metteva ansia.

“Aiuto.” Shindou Takuto, quattordici anni, era la prima volta che, costretto dagli eventi, doveva andare a scuola in autobus.

E non aveva idea di cosa fare.

In suo favore, c’è da dire che stava mostrando un certo contegno, nonostante fosse terrorizzato dalla nuova esperienza. E se si fosse scordato la cartella sull’autobus? E se invece lo avesse perso? Se si fosse distratto e quello fosse passato senza che lui se ne accorgesse? E se gli fosse mancata l’aria? E se fosse svenuto? Cosa sarebbe successo se non avessero fatto in tempo a portarlo in ospedale e fosse morto?

Takuto, calmati. E’ solo un autobus.” si rimproverò, e mentre lo pensava constatò, con un sospiro di sollievo, che il 44 stava arrivando, finalmente.

-… Senpai?- una voce familiare lo fece sobbalzare, e proprio mentre il mezzo arrivava ed apriva le porte, si accorse che dietro di lui un perplesso Tsurugi Kyousuke lo fissava divertito –Che cosa ci fai qui?- domandò -Il macchinone dove l’hai lasciato?-

Takuto si sentì avvampare dalla vergogna. Sperava che nessuno di quelli che conosceva lo vedesse, perché aveva paura di mostrare apertamente i suoi dubbi sui poco comodi mezzi pubblici e fare brutta figura ammettendo la sua ignoranza in materia, ma evidentemente quella non era giornata –Tsurugi!- balbettò, indietreggiando –Ha avuto problemi… Ma sono abituato, è già capitato…- gesticolò, mentendo, e si chiese per quale motivo il più piccolo fosse scoppiato a ridere, divertito.

Lo vide indicare un punto dietro le sue spalle –E’ arrivato, meglio salire.- disse solo, entrando senza paura dentro l’autobus. Shindou si voltò e contemplò il bus un paio di secondi, prima di sospirare ed entrare a sua volta.

Non l’avesse mai fatto.

Non fece nemmeno in tempo a mettere un piede che si ritrovò schiacciato, compresso, sogliolinizzato in mezzo ad una massa informe di ragazzi che premevano da tutte le parti. Sbiancò sensibilmente e cercò inutilmente un appiglio da qualche parte, e quando il veicolo partì fu sbalzato all’indietro assieme ad altri due poveri tizi. Grazie al cielo quella prigione era talmente piena che non c’era alcuna possibilità di cadere.

Una risatina lo fece voltare -La prima volta è sempre così.- Tsurugi, una mano alle labbra per trattenersi, se ne stava bello tranquillo in mezzo alla massa, l’altra mano in tasca, senza tenersi a nulla.

Takuto si chiese come facesse. Rimase in silenzio per qualche secondo a guardarlo, e poi comprese cosa gli avesse detto –N-Non è la prima volta!- sbottò, sviando lo sguardo. Lo imbarazzava da morire ammettere che non gli fosse mai capitato di prendere un mezzo di trasporto pubblico. Era così per molte cose, per le quali, grazie al suo status sociale, era decisamente agevolato, anche se si perdeva tanto altro. L’occhiata eloquente del suo kohai lo fece irritare –Bhè, se proprio lo vuoi sapere, quando avevo tre anni ci sono salito con mia nonna, su un autobus, va bene?- borbottò, sconfitto, e la risata di cuore di Kyousuke lo offese nel profondo –Cosa ti ridi, sto dicendo la verità!- fece per allargare le braccia, ma uno scossone gli fece perdere l’equilibrio ed andò a sbattere contro una ragazza, che gli lanciò uno strano sguardo malizioso. Inconsciamente il castano si avvicinò al suo compagno di squadra, spaventato. Inutile tentare di mantenere la sua copertura, ormai l’aveva scoperto: -Questo coso è asfittico.- si lamentò.

Kyousuke annuì.

-E scomodo.- continuò.

L’altro alzò le spalle.

-E lento.- piagnucolò.

Il più piccolo sbuffò.

-E— non riuscì completare la frase che l’ennesimo scossone lo scaraventò a spiaccicarsi il naso contro il petto del suo kouhai. Mugolò sofferente.

Avvampò quando la mano di Kyousuke si poggiò sul suo capo e gliel’accarezzò piano –Si, sono asfittici, scomodi e lenti. Però a me piacciono gli autobus.- poggiò il mento sulla testa di Shindou, che stava soffocando dall’imbarazzo –Oggi particolarmente.- ghignò.

Takuto si agitò un po’, e dopo un po’ che erano così (e dopo essersi accorto che nessuno stava badando a loro), pizzicò un fianco all’altro –Lo sai che cosa.-

-Mh?-

-Sei inopportuno.- altro pizzico.

Kyousuke borbottò qualcosa per il dolore, senza rispondere.

-Però è adorabile.- terzo pizzico. Kyousuke arrossì –Che cosa.- e poi si fece sfuggire un “ahia”.

-Anche mia nonna mi tenne così, a suo tempo.- ci fu una pausa –Tsurugi, sei un bravo nonno.- lo prese in giro, dandogli un ultimo pizzico. Quello grugnì qualcosa, e per vendetta spinse ancora di più il capo del senpai sul proprio petto, con tutta l’intenzione di soffocarlo –Sei un idiota, senpai.-

Shindou rise e non protestò. In fondo si stava bene. E poi non c’era più spazio per staccarsi.

Rimasero così, in silenzio.

Kyousuke lasciò andare Takuto solo quando l’autobus arrivò alla loro fermata. Fecero la strada fino a scuola assieme e poi si salutarono.

E da quel giorno la limousine di Shindou si ruppe spesso.

 

*

 

THIS MAKES SENSE.
Salve a tutti sono tornata MUAHAHAHAH <3 si, ok, cioè, questa shot ce l’ho nella cartella da mesi, ma ormai si sarà capito che sono davvero pigra e- mi mancavano questi due, davvero. Io- li amo tanto, e- mi mancavano un sacco. Tantotanto. *piange*

Allora, se nel capitolo corso (se qualcuno ha ricordi vaghi visto che è di mesi fa-*cade*) è Tsurugi che diciamo comincia ad avere un legame “più stretto” con Shindou e viene invitato a casa sua eccetera, in questo è Shindou che “entra”, per così dire, nel mondo di Tsurugi. La trovo una cosa molto carina, insomma, loro che piano piano vengono a contatto l’uno con l’altro.

Non so come funzionino gli autobus in Giappone, se ci sono poi *le riesce difficile immaginarsi il Giappone con gli autobus-*, se vengono distinti con numeri, lettere o altro, e probabilmente Tsurugi e Shindou a scuola ci arrivano a piedi, ma questi sono futili dettagli (vediamola come un AU dove vanno a scuola in autobus-). Ed il 44 è il numero dell’autobus che prendo io per andare a scuola, nonché la somma dei numeri di maglia delle mie due OTP del GO °7° *dondola*

Detto ciò, mi dileguo, e spero che la shot vi sia piaciuta <3

Anche io vorrei rimanere appiccicata al ragazzo che mi piace sull’autobus, mentre si muore di caldo e lui mi accarezza i capelli PLS è così romantico-- *rotola*

Ringrazio tutti coloro che seguono questa raccolta nonostante la mia lentezza. Davvero grazie mille- *porge meringhe (?)*

Alla prossima shot <3

 

Greta.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9. Punte di gelosia ***


10/9- di attaccanti e registi

10/9- di attaccanti e registi

 

Punte di gelosia

 

Victor non era mai stato un tipo geloso. Al di là di suo fratello Vladimir, non aveva mai trovato persone che suscitassero in lui quel tipo di sentimento, e la cosa gli andava decisamente bene, visto quanto lo trovava fastidioso.

Oltretutto, Victor trovava la gelosia fondamentalmente stupida. Non che fosse mai stato al centro di simili attenzioni da parte di qualcuno, ma in ogni caso la trovava simbolo di egoismo. Di scarsa fiducia.

Victor trovava la gelosia così dannatamente infantile e insensata che cominciò davvero a preoccuparsi, quando guardando Gabriel che parlava con Riccardo in modo tanto confidente, la sentì stringergli lo stomaco con una fitta dolorosa.

Dannazione.

 

*

 

VICTORICCA GENTE!
*muore* dico in fretta. Sono 109 parole (ghgh KyouTak-) e bhè, la dedico con tutto il mio cuoricino a roby perché pls la VictoRicca è per lei (?).

E’ solo una drabble senza pretese, ma me lo figuro bene Victor che fuma di gelosia al vedere Gabi e Riccardo così vicini <3 anche se per me rimane un tipo di norma non geloso, ma ok (?)

Dalla prossima torno con i nomi giapponesi. Forse *ride sguaiatamente* Mi sono divertita con questi qui, comunque, ma no, non credo replicherò- fa troppo strano—

Alla prossima <3

 

Greta.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10. Abbandonare un compagno di squadra nel momento del (proprio) bisogno ***


Sandorian era (a ragione, credeva Kyousuke) il posto più strano in cui avesse mai messo piede

10/9- di attaccanti e registi

 

Abbandonare un compagno di squadra nel momento del (proprio) bisogno

 

Sandorian era (a ragione, credeva Kyousuke) il posto più strano in cui avesse mai messo piede. Era affascinante, guardarsi attorno e non trovare nulla che corrispondesse alla sua vita sulla Terra. I colori, i profumi, persino il modo di attirare i clienti in un negozio era totalmente differente.

Si fermò ad ascoltare un Sandoriano elencare con il suo accento appena spigoloso la propria mercanzia, cercando di capire cosa fossero gli ornamenti colorati che riempivano la sua bancarella. Takuto e Zanakurou gli si affiancarono, lanciando occhiate curiose a ciò che stava guardando. L’attore di kabuki sorrise mesto –Sono molto scenografici, quei copricapo.- commentò, ammiccando ad un cappello di piume multicolori.

Kyousuke alzò le spalle –Tutto è molto… scenografico, da queste parti.- lanciò uno sguardo vago a Takuto, che venne ricambiato. Ammiccò. Il castano distolse gli occhi e si schiarì la voce –Vogliamo dare un’occhiata?- propose, avanzando un passo verso il piccolo negozio.

Zanakurou sembrava entusiasta, e annuendo lo seguì. Kyousuke picchiettò la punta del piede sul terreno sabbioso e andò loro dietro, le mani infilate nelle tasche del giacchetto.

Un gruppetto di Sandoriani lanciò loro un’occhiata. Non sapeva dire se ostile o meno, anche se da un pianeta che rischiava la distruzione nel caso avesse perso contro di loro ad una partita di calcio non si aspettava di certo grande benevolenza.

L’aria, nonostante il paesaggio desertico, non era particolarmente calda. Si crogiolò al piacevole venticello che soffiava mentre i suoi senpai osservavano interessati la mercanzia esposta. Kyousuke notò una specie di sciarpa colorata molto singolare. Quando si accorse che aveva gli occhi, decise di guardare altrove.

Incontrò di nuovo lo sguardo di Takuto. Lo vide mordersi le labbra e guardarsi nervoso attorno.

Sorrise e gli si avvicinò con tranquillità, mentre Zanakurou domandava il prezzo di questo o quell’altro accessorio, commentando con “questo sarebbe perfetto in scena!” o frasi del genere.

Kyousuke inclinò il capo verso il castano, vago -… Mi pare… molto preso.- ammiccò con il mento all’altro ragazzo, scrollando le spalle.

Takuto annuì, in silenzio.

-Non pensi che… dovremmo lasciarlo ai suoi interessi?- sussurrò il più piccolo, tornando a picchiettare la punta del piede a terra, senza distogliere gli occhi dal ragazzo dai capelli verdi.

L’altro sorrise invisibilmente –E se si perdesse, da solo?- domandò, ma già aveva mosso un passo indietro.

-Credo abbia un buon senso dell’orientamento, sai.- gli lanciò un’occhiata critica, poi annuì, imitando il suo senpai –Sicuramente sa cavarsela.- annuì.

Un “voi avete teatri da queste parti?” fu l’ultima cosa che sentirono pronunciare da Zanakurou, mentre di soppiatto si allontanavano dalla bancarella. Non appena furono fuori dalla visuale, si misero a correre per le stradine di Sandorian, perdendosi tra vie più o meno strette, passando di fianco a vari negozi, vari Sandoriani. Incrociarono anche Shin e Hayato ad un certo punto, ma furono abbastanza svelti da non farsi vedere.

Si fermarono solo quando ritennero di essersi allontanati abbastanza. Takuto di poggiò al fianco di una costruzione in quello che credeva fosse legno, riprendendo fiato, mentre Kyousuke si piegava sulle ginocchia. Si guardarono e sorrisero –Non è stato molto carino da parte nostra.- commentò il più grande, scuotendo la testa.

L’altro arricciò il naso. Non era per Zanakurou, ma fin da quando l’allenatore aveva concesso loro una giornata di libertà aveva pensato di passarla in compagnia di Takuto, quindi non si sentiva poi molto in colpa –Suppongo di no.- replicò, scrollando le spalle -… Facciamo un giro?- propose poi, e il suo senpai sospirò, dandogli una leggera spintarella –Un giro?- domandò.

-Puoi considerarlo come un appuntamento, se vuoi.- Kyousuke chiuse gli occhi, arrossendo invisibilmente. Qual momento migliore per dire qualcosa di così imbarazzante?

Ammutolirono entrambi.

Kyousuke schiuse un occhio, guardando il suo senpai, cercando di darsi un’aria tranquilla.

-Il fatto che siamo soli non significa necessariamente che…- cominciò Takuto, balbettando.

-Ma anche tu volevi rimanessimo da soli.- avanzò l’altro, guardandolo di soppiatto. Sperò che il rossore sulle sue guance fosse un buon segno.

-Non ho mai detto che—

-Mi hai seguito fino a qui.-

-Bhe ma perché—

-Hai lasciato Ichikawa da solo. Dovresti compensare questa cattiva azione con una buona.-

-E fare un giro con te lo sarebbe?-

-Appuntamento, senpai.-

Si guardarono ancora una volta.

Il più grande si morse il labbro per trattenere un sorriso. Gli si avvicinò di un passo.

-… Dovevi proprio aspettare che la Terra rischiasse la distruzione per considerare un giro come un appuntamento?- lo riprese, nascondendo il viso arrossato, strofinandosi il naso.

-Non è mai troppo tardi, giusto?- Kyousuke scrollò le spalle, sorridendogli mesto.

Takuto sbuffò, e lo spinse di nuovo.

Poi ricambiò il sorriso.

-Hai un modo tutto tuo di chiedere alle persone di uscire, sai, Tsurugi?-

Bhè, supponeva avesse ragione.

 

 

 

 

-Aah! Questo copricapo è davvero perfetto! Non appena torneremo a casa lo farò vedere alla mia famiglia, ne sarà entusiasta, vorranno sicuramente usarlo in uno spettacolo! Voi cosa ne pensate, ragazzi? Vi piac—? Uh-?-

-…-

-… Ragazzi?-

-Ehi, ragazzi, dove siet—?-

 

*

Salve a tutti!

Wow, sto aggiornando, io- non ho- parole-

Allora.

Ieri, con la mia senpai Eternal_Blizzard ho visto altri episodi del Galaxy (fino a quello in cui [SPOLER] Hayato sbrocca molto lov [FINE SPOILER]) ed ecco che insomma abbiamo visto le puntate di Sandorian e quindi cioè KYOUTAKU RAGAZZI. LA KYOUTAKU CHE C’E’. IL MIO AMORE SI E’ RISVEGLIATO IO- SONO STORDITA LORO SI AMANO DA MORIRE CAPITE E-

E, insomma, mentre guardavamo la puntata in cui vanno in giro per Sandorian, e abbiamo notato Shindou Tsurugi e Ichikawa assieme, il nostro commento è stato tipo “Ichikawa stai in mezzo”, “mo appena possono Shindou e Tsurugi scappano per stare da soli” et voilà! E’ uscita questa fic.

Non è niente di troppo profondo, solo un Missing Moments pieno di amore KyouTaku~

Mi mancavano, un sacco ;u;

Spero che questa shot vi sia piaciuta <3

Senpai, è tutta per te (?) <3

BRINDIAMO ASSIEME ALLA KYOUTAK—

Vvb <3

Alla prossima <3

 

Greta.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1304220