Bianca come il latte, rossa come il sangue

di lulubellula
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quinto ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo ***


Bianca come il latte, rossa come il sangue.

Capitolo Primo

Snow camminava a passo spedito, i lunghi capelli color mogano raccolti in una lunga treccia e nascosti da una mantella color muschio, lo sguardo attento e circospetto, pronto a captare ogni minimo segnale di pericolo.

Era fuggita dal castello, stava scappando dal Reame di suo padre; era stanca degli obblighi reali, dell' etichetta, del protocollo di Corte, del galateo, di tutte quelle ore buttate al vento, passate a ricamare tessuti preziosi, broccati di Fiandra, merletti olandesi.

Era semplicemente satura di tutto questo, non ne poteva davvero più.

Lei voleva imparare a cavalcare un destriero e correre nella brughiera, più forte e leggiadra di un fulmine, tirare di scherma e camminare nelle foreste indossando pantaloni maschili e una casacca di ruvida di lana e non quegli stupidi vestiti di seta, di lino e di velluto, così pesanti e scomodi da darle il voltastomaco.

Per questo motivo aveva deciso di andarsene di casa alla ricerca di lidi migliori, di pane nero cotto sulla cenere e condito con il profumo della libertà, di un letto fatto di paglia e foglie secche, di una coperta fatta di stelle.

"Dopotutto - pensava lei - dieci anni non sono pochi, ormai sono abbastanza grande per badare a me stessa".

Continua a camminare nel bosco, facendo attenzione a non fare il minimo rumore, cercando di mimetizzarsi come un camaleonte, come una preda che cerca di nascondersi dal cacciatore.

In lontananza sente i cani da caccia, dei cavalli e il vociare delle guardie reali, voci che si stanno facendo sempre più vicine.

"Devono essersi già accorti della mia assenza" pensa Snow.

"E ora che faccio?".

"Come faccio a togliermi da questo impiccio? Sono in trappola, sola, a piedi, senza cibo, con la borraccia semivuota e nessun nascondiglio sicuro nelle vicinanze".

Snow si fa sempre più preoccupata e impaurita.

 

Ad un tratto Snow inciampa su una radice nodosa di un abete del Nord e cade, ha le mani e le ginocchia sanguinanti e piene di graffi, il viso sporco di terra e impolverato, i capelli arruffati.

Un vero e proprio disastro!

Si trova sola nel bosco e sa di essere nel mirino dei cavalieri di suo padre, non ha la più pallida idea di cosa fare e di dove andare.

E' triste, affranta e dolorante e reagisce come una qualunque bambina della sua età: inizia a piangere.

"Su alzati!".

Snow sente una voce, alza lo sguardo e vede una fanciulla pressapoco della sua età che le porge la mano.

"Grazie".

Snow si rialza e si asciuga le lacrime con un lembo della casacca.

"Ti sei perduta?".

La bambina ha lunghi capelli castani, un bel visino e indossa una buffa mantella rossa.

"No, sì, cioé... veramente sono fuggita, ma non dirlo a nessuno" dice Snow timidamente.

"No, certo, croce sul cuore che io possa morire" e ripete il gesto con un' aria seria e solenne.

"Vedi, io non ti conosco, non so se posso fidarmi di te" inizia Snow.

"Non ti preoccupare, mica ti mangio", la bambina con la mantella rossa sfodera un sorriso a trentadue denti.

"Ho bisogno di un posto dove nascondermi ma non conosco la zona, tu mi puoi aiutare?" Snow si fa coraggio.

"Certo, però dobbiamo sbrigarci. Stanotte ci sarà la luna piena e la nonna non vuole che io rimanga nel bosco durante il plenilunio. In casa nostra ci sono tre semplici regole: non si mettono i gomiti sul tavolo, non si parla con la bocca piena e non si esce di casa con la luna piena, MAI!".

"Vieni con me, ti porterò al sicuro. Ah dimenticavo, non mi sono ancora presentata, io sono Red e tu?".

Snow ci pensa un pò, poi dice: "White".

"Buffo - dice Red - entrambe abbiamo il nome di un colore".

"Già" le risponde Snow sorridendo.

E si incamminano insieme, mano nella mano, verso la casa della nonna.

 

Note dell' autrice:

* Grazie a tutti quelli che leggeranno e recensiranno la storia, fatemi sapere il vostro parere e...Buona lettura

lulubellula

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Capitolo 2
*** Capitolo Secondo ***


Bianca come il latte, rossa come il sangue

Capitolo Secondo

Snow  e Red stanno camminando insieme nel bosco, proseguono celermente lungo il sentiero che collega quel luogo alla casa di Granny, a causa dell’ incedere delle tenebre sulla luce.

“White, sbrigati! Non riesci a camminare più svelta? La nonna sarà arrabbiatissima se non tornerò a casa in tempo, prima dello scoccare del coprifuoco! Nel villaggio è proibito uscire dalle proprie dimore dopo il tramonto durante le notti di luna piena. Nel consiglio del villaggio, non fanno altro che ripetere questa stupida regola” dice Red con un tono di voce a metà tra il preoccupato e lo stizzito.

“Mi dispiace, non ci riesco, mi fanno male i piedi e le ginocchia, non riesco a camminare più velocemente” piagnucola Snow.

“Su, non piangere. Piangere non serve a nulla in questi casi! Potresti rimboccarti le maniche o, perlomeno, toglierti gli stivali e provare a camminare a piedi scalzi. In questi casi, aiuta” Red sfodera un sorriso limpido e perfetto, dai lucenti incisivi fino ai molari, passando per i canini, curiosamente molto appuntiti.

Snow si toglie gli stivali e inizia a fare qualche passo scalza.

“Hai ragione, ora mi sento molto meglio” risponde Snow, mostrando un timido sorriso riconoscente.

“Vedi, a volte, la soluzione ai nostri problemi è proprio davanti agli occhi” sussurra Red.”

“E ora andiamo”.

Insieme percorrono ancora un paio di miglia, oltrepassano la valletta dei mirtilli e il ruscello argentato e giungono nei pressi della casa di Granny.

“Ecco, siamo arrivate. La vedi quella casetta laggiù? Quella è casa mia, io vivo lì con Granny. E la vedi quella capanna in legno? Quello è il pollaio e stanotte dovrai restare lì”.

Snow la osserva con aria incredula ed esclama: “Lì? Nel pollaio? Ma io pensavo che …, che tu …, che tu mi avresti ospitato per la notte in una casa vera”.

Red storce il naso e con l’ aria offesa risponde: “Bé, cosa ti aspettavi? Di dormire in un letto a baldacchino, con lenzuola di lino bianco e coperte di broccato rosso? Allora mi dispiace deluderti ma non ti attende niente di tutto questo” esclama lei incredula.

“Immagino di sì” ammette Snow.

“Ti avrei ceduto il mio letto con piacere – dice Red – ma la nonna non mi permette di invitare estranei in casa, soprattutto nelle notti di luna piena. Anzi, a pensarci meglio, non mi lascia mai portare nessuno. Dice che gli altri recano solo guai e che noi due insieme siamo abbastanza toste da cavarcela da sole” afferma lei con un’ aria seria e convinta.

“Certo, su questo non ci sono dubbi” pensa Snow.

“Grazie comunque per l’ ospitalità, Red”.

“Di nulla, White. Vieni, ti faccio strada. Il pollaio e la piccola stalla sono in un unico locale qui fuori, vicino alla catasta di legna”, Red offre la sua mano a Snow, che la stringe forte e la segue.

Insieme entrano nel locale e Snow comincia a guardasi attorno con curiosità e stupore.
Il pollaio è formato da uno spazio piccolo e angusto all’ entrata, dove sono situati il ricovero notturno delle galline e le ceste dove loro depongono quotidianamente le uova.
Poco più in là, il locale si ingrandisce e la luce si fa sempre più debole e fioca.
L’ arredamento è semplice e scarno, una stufa a legna, una vecchia sedia, un tavolino malfermo, una caraffa sbeccata e un paiolo pieno di latte di capra.

“Vieni, ti faccio vedere l’ ultimo nato” le dice Red.

Pochi passi più avanti, ci sono due capre dal pelo corpo e bianco e un capretto appena nato.
“Vieni, avvicinati a lui” la incoraggia Red.

“Sicura che posso? La sua mamma mi farà qualcosa se lo accarezzo?” chiede timidamente Snow.

“No, tranquilla, avvicinati pure”.

Snow si fa coraggio e accarezza il capretto, il suo pelo è candido e soffice al tatto, profuma di neonato e di latte.

“Red, Red, dove sei?” Granny è sull’ uscio di casa e chiama la nipote.

“Ora devo andare, la nonna sarà furiosa con me, è tardissimo. Mi dispiace, non posso portarti nulla da mangiare. Al massimo posso offrirti un po’ di latte” le dice Red, le labbra rosse e perfette in netto contrasto con i denti bianchissimi.

“Non preoccuparti, il latte andrà benissimo” le dice Snow.

“Ah, dimenticavo, se hai fame puoi prendere un paio di uova e farti una frittata o qualcosa di simile. Lì vicino alla stufa dovresti trovare delle vecchie pentole” le dice Red.

“Grazie, sei molto gentile. Buonanotte”.

Red saluta Snow ed esce, chiudendo il chiavistello a doppia mandata.

“Ottimo – pensa Snow – ecco dove mi hanno portato tutti i miei sogni di gloria: in un luogo sperduto, da una bambina svitata, anche se simpatica, in una stalla fredda e maleodorante”.

Inizia a pensare con nostalgia al castello, al salone con il camino acceso e i ceppi di legno che scoppiettano allegramente, alla colazione abbondante che le servivano in camera da letto, dopo che le sue ancelle l’ avevano lavata e pettinata con cura, alla torta ai mirtilli con la crema, al pane tostato spalmato col burro.

“Altro che uova e latte di capra” pensa Snow.

“Non morirò di certo se deciderò di non mangiare nulla per stasera”.

E così la piccola Snow si addormenta in un cantuccio, raggomitolata in posizione fetale, con i morsi della fame, il freddo e la paura che animano il suo sonno disturbato.

Intanto Red sta cenando con Granny, a tavola regna un silenzio freddo e imbarazzante.
“Sembra che tu abbia molto appetito stasera” dice Granny.
“Già, è tutto davvero buonissimo” risponde Red, che cerca di nascondere quanto più cibo possibile nella sua mantella.
“Bene, sono felice che ti piaccia. Ora sbrigati, è tardi, è tempo che tu vada a dormire” le dice la nonna.
“Certo nonna. Vado subito nella mia stanza”.

Red entra in camera e inizia ad ammirare il bottino trafugato: due fette di torta di noci, una porzione di pasticcio alle verdure e una brocca di succo ai lamponi: una vera delizia!

Aspetta pazientemente che la nonna si addormenti sulla sedia, armata di fucile, davanti alla porta e sgattaiola fuori dall’ uscita secondaria.

Si sente strana ed euforica, le gira la testa, ma non ci fa caso, bussa alla porta e si volta verso il cielo.
La luna è lì, splendente e pallida al tempo stesso, alta nel cielo e soprattutto piena.
Red non riesce a resistere al suo richiamo, si strappa la mantella rossa e si trasfigura in un lupo maestoso e spaventoso.

Snow apre la porta, ha tra le mani il bricco con il latte che, per il terrore, le cade a terra.

Il liquido dolce e biancastro si sparge a macchia d’ olio lungo le assi di legno.

Il lupo tiene un cestino tra le zampe, cestino che scaraventa a terra in preda alla collera.

Il cibo cade al suolo e la brocca si rompe in mille pezzi, lasciando fuoriuscire copiosamente il succo di lamponi.
Snow cerca di fuggire, ma scivola sulla chiazza di liquido e cade, battendo la testa contro il pavimento in legno.
E dal viso pallido e bianco, all’ altezza della tempia destra, le sgorga lentamente del sangue.

Il lupo intanto ulula alla luna e si prepara ad attaccare quella fragile e tenerissima preda.

La luna limpida e chiara illumina tutt’ intorno.

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Capitolo 3
*** Capitolo Terzo ***


"Bianca come il latte, rossa come il sangue".

Capitolo Terzo

Snow é riversa a terra, i lunghi capelli corvini e lucenti formano ora una massa impiastricciata e indistinta, mista a sangue, polvere e ragnatele.

Gli assi del pavimento scricchiolano pesantemente dinnanzi all' incedere greve e minaccioso del maestoso mammifero.

Il lupo é alto e imponente, ha gli occhi scuri e penetranti, bui come la pece, bui come la notte, il naso fiuta attentamente ogni profumo, ogni odore, quel delizioso sentore di carne umana, di bambina per giunta.

Le orecchie sono sull' attenti, rizze, pronte a captare ogni rumore, ogni respiro o battito del cuore, le sue zampe anteriori sono possenti e lucide, forti come le pale di un mulino a vento, sullo sfondo di un campo di tulipani olandesi.

La bocca, rossa e ornata di denti aguzzi e bianchissimi, é aperta, un filo sottile di saliva gli cola da un lato, si sta già preparando ad assaporare quella dolcissima e tenerissima preda.

Attorno a loro tutto tace.

La notte é tranquilla e serena, il cielo é sgombro di nuvole, non c' é la solita fastidiosa nebbia, ma una piacevole coperta stellata, illuminata da una magnifica e maestosa luna piena.

Il lupo ha il respiro corto e affannoso, i muscoli tesi all' azione, le zampre posteriori pronte all' attacco.

La piccola Snow sembra essere destinata a diventare la sua cena o quantomeno il suo spuntino di mezzanotte. 

Il suo viso é bianco e vitreo, sottili vene azzurre le percorrono il corpo e si soffermano sui punti focali, le sue tempie, il suo collo, i suoi polsi.

Giace a terra esanime e indifesa, una preda sin troppo facile per la bestiaccia, carne bianca servita su un vassoio d' argento.

La scena seguente sembra avvenire al rallentatore: il lupo si spinge in avanti, facendo un balzo disperato e ferino, gli occhi scuri tendono ad un' inquietante sfumatura rossastra, iniettati di sete e di sangue, sembrano tizzoni ardenti infernali.

La sua bocca é pronta ad assaporare e ad addentare, in fretta, senza ritegno, senza assaggiare, solo un gran voglia di uccidere e di dilaniare quel giovane corpo, quella giovane vita.

La principessina é divenuta ormai l' oggetto dei suoi desideri, la sua brama più nascosta e proibita, é divenuta la sua luna, il suo sangue, il suo cuore, il suo cervello, il suo stomaco.

Il balzo del lupo sembra non terminare mai, é librato in aria e, nonostante la grevità del suo peso, appare leggero e senza gravità, come se appertenesse ad un altro mondo, ad un altro pianeta.

Quel balzo infernale, quella danza disperata, viene interrotto da un rumore sordo e cieco, uno schiocco, uno stridio e una figura oscura sullo sfondo.

Il lupo crolla a terra privo di sensi, appare in preda ad un incantesimo di magia nera, ad una fattura, il suo sonno é insano e innaturale, pesante, quasi comatoso.

L' uomo sullo sfondo sorride, un sorriso malvagio e beffardo gli colora il volto dai tratti crudi e irregolari, i denti sudici e storti, gli occhi vivi e furbi, le vesti scure e antiquate, i capelli unti e informi che gli ricadono disordinatamente sul volto.

La scena che gli si prospetta dinnanzi é a dir poco raccapricciante: una bambina in fin di vita con i vestiti zuppi di latte, succo di lamponi e sangue e una profonda ferita alla testa, un lupo in stato di incoscienza sdraiato ai suoi piedi, che dorme come un angioletto.

L' uomo osserva quella che sembra essere la scena di un delitto e si avvicina a Snow, allontanando una zampa del lupo con un calcio.

"Ebbene, eccoti qui Snow White. Credo proprio che oggi sia la mia giornata fortunata. Vengo qui, a fare due passi nella foresta e chi mi trovo davanti? L' erede al trono, sua Altezza Reale. Oggi é proprio la mia giornata fortunata!" avanza verso la piccola e si avvicina al suo volto.

"Oh, ma che brutta ferita! Sembrerebbe quasi mortale - mormora ghignando tra i denti - oh, ma noi non vogliamo che tu muoia, tu ci servi, ci servi viva!".

Estrae un' ampolla dal mantello.

"Due gocce di questo basteranno a rimetterti in sesto. Non completamente però, non deve sembrare che qualcuno abbia alterato la scena del crimine".

Sorride tra sé e sé e se ne va.

"Oh, un' ultima cosa, mi devi un favore, anzi mi dovete un favore. Tutto ha un prezzo, mie care. Ma qualcosa mi dice che troverò molto presto un modo per farvi saldare il vostro debito".

E se ne va socchiudendo la porta e spalancando quella della casa di Granny, facendo scattare il suo strabiliante segnale anti- lupo.

 

Note dell' autrice:

* Ringrazio moltissimo voi che leggete, seguite e recensite la mia storia.

* Se vi é piaciuta o se avete qualche domanda o critica da pormi, siete benvenuti.

Grazie

lulubellula

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Capitolo 4
*** Capitolo Quarto ***


Bianca come il latte, rossa come il sangue

Capitolo Quarto


Nella foresta tutto tace, gli animali e le piante non fiatano, non c’ è nemmeno un fievole alito di vento a movimentare l’ ambiente.

La quiete e il silenzio dominano le casette di paglia e di legno, costruite ai margini del bosco; là fuori tutto sembra dormire o tacere, tutto sembra in preda ad un sortilegio incantato, com’ era accaduto molti anni prima in una landa incantata molto lontana, nel regno della Principessa Aurora, che era stata stregata, insieme all’ intero Reame da Malefica in persona.

All’ improvviso, un suono brusco e caotico rompe il silenzio e spaventa le rondini che riposano sulle fronde degli alberi; è un suono, anzi un rumore metallico, come di pentole e padelle che cadono per terra, sbattendo con forza.

E’ la trappola di Granny, o meglio, il meccanismo che dovrebbe darle l’ allarme ogni qualvolta qualcuno tenti di entrare o di svignarsela dalla porta principale, meccanismo che viene azionato solo durante il plenilunio, per ovvi motivi a lei fin troppo noti.

Granny è seduta su una vecchia sedia a dondolo, si è appisolata durante il suo turno di guardia, sonnecchia con la cuffia da notte appoggiata sul capo e imbraccia il fucile caricato a potenti cartucce di sonnifero.

Cartucce rivelatesi molto utili e persino preziose, in più di un’ occasione.

Il rumore delle pentole che si riversano sul pavimento di legno la desta immediatamente, la donna si alza in piedi, si aggiusta gli occhiali da vista ed esce di casa, dopo aver controllato la camera della nipote e averla vista deserta e con il letto spaventosamente intatto.

Uscendo di casa, borbotta e si rimprovera aspramente per essersi addormentata e per averla lasciata fuggire di nuovo, si prepara a dover seguire tracce di sangue nella foresta, tracce che è sicura la porteranno a qualche nuova, macabra e angosciante scoperta.

Accende un fiammifero e accosta la debole fiammella ad una candela, lasciando che il fuoco bruci la cera e le rischiari il cammino.

L’ unica luce che vede, ad eccezione di quella della candela, è la luce della luna piena, pallida e maestosa.

Una luce così bianca e rassicurante, eppure al tempo stesso così rossa, perché macchiata dal sangue delle vittime innocenti immolate durante il plenilunio.

Mentre la donna perlustra il giardino e l’ aia, nota che i polli sono nei paraggi, lì fuori, invece di essere nel loro ricovero notturno.

Preoccupata e spaventata, Granny si avvicina al pollaio e vede che la pesante porta in legno di pino è spalancata.

Allora si fa coraggio e, reggendo la mantella e la candela in una mano e il fucile nell’ altra, entra.

La scena che le si presenta dinnanzi è spaventosa: il lupo, o per meglio dire sua nipote, è riverso a terra, privo di sensi, sembra quasi morto, senza vita.

Granny si avvicina e sente il suo fievole respiro e il battito del suo cuore che è lento e regolare.

Fa qualche passo avanti e appoggia la mantella sulle sue spalle e sulla sua schiena, legando il laccio rosso all’ altezza del petto, poco sopra la gola.

Il lupo, come per incanto, riassume le sembianze della sua adorata nipote Red, quella fanciulla nelle cui vene scorre l’ antica maledizione di famiglia, che si tramanda di generazione in generazione e che la condanna ad una vita vissuta a metà, controllata a vista dall’ amorevole quanto inflessibile nonnina.

Poco più avanti nella stanza regna il caos,il pavimento è grondante di latte e di un liquido rossastro, un miscuglio di polvere, succo di lamponi e … sangue.

Riversa a terra, giace una fanciulla, che deve avere all’ incirca l’ età di Red; lei ha lunghi e lucenti capelli corvini, la carnagione bianca ma non pallida, le labbra rosse e carnose.

La bambina, allo stesso modo di Red, era a terra, ma fortunatamente respirava ancora, anche se faticosamente e con affanno e del sangue le fuoriusciva da un profondo taglio, incredibilmente vicino all’ attaccatura dei capelli.

Granny si inginocchia vicino a lei e inizia a tamponarle la ferita con un fazzoletto ricamato e poi le scosta i capelli e le apre la casacca, per agevolare la sua respirazione e nota che indossa uno strano ciondolo d’ oro.

Lo avvicina a sé e nota che vi è impresso lo stemma reale, lentamente lo apre e vi scorge una frase al suo interno: “Lascia che la bellezza scaturisca dal tuo cuore e non dal tuo viso, cosicché non possa sfiorire neanche con il passare del tempo”.

Sul retro vi è scritto un nome: “Snow White”, il nome della principessina.

Granny viene letteralmente invasa dal panico al pensiero di avere dinnanzi a sé l’ erede al trono.

Sa benissimo di non poter chiedere aiuto a nessuno senza rischiare di essere imprigionata o condannata a morte, o peggio che la sua Red venga scoperta e trattata come un’ assassina, una belva assetata di sangue, di sangue umano per giunta.

Decide così di fingere che nulla di male sia accaduto quella notte, decide di prendere le due bambine tra le braccia e di portarle, una alla volta, nella stanza di Red e di curarle con decotti ed infusi, di ricucire le ferite di persona e di occuparsi delle fanciulle con tutto l’ amore e la dedizione possibili.

Dopo aver preso Red e Snow tra le sue braccia, averle medicate e averle adagiate nei lettini, rimboccando loro le coperte, Granny si lascia cadere pesantemente sulla sedia a dondolo, consapevole di trovarsi nei pasticci, in un enorme impiccio e di non avere la minima idea di come riuscire a risolverlo, uscendone indenne, continuando a custodire da sola il peso di quell’ inconfessabile e sempre più pericoloso segreto.

 
Note dell’ autrice

Grazie mille a chi leggerà la mia storia e a chi mi scriverà le sue impressioni, a chi la segue e a chi legge.

lulubellula

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Capitolo 5
*** Capitolo Quinto ***


Bianca come il latte, rossa come il sangue

Capitolo Quinto


Red apre gli occhi con fatica, sente le palpebre pesanti e gonfie che le cingono le orbite oculari e le rendono la vista difficoltosa e dolorosa.

Vede attorno a sé delle ombre e la luce fioca della fiammella di una lampada ad olio che arde debolmente, adagiata sul comodino.

Ha le labbra secche e asciutte, sente il bisogno di bere qualcosa, un sorso di latte magari, e anche un po’ di cibo non sarebbe  male, una fetta di pane tostato e della confettura di fragoline di bosco andrebbero benissimo.

Prova ad alzarsi dal letto, ma senza successo, ogni osso del suo corpo le duole, ogni tendine e legamento sembra essersi accorciato, rendendo ogni movimento difficoltoso e impossibile, riempiendo il vuoto del suo stomaco con il dolore delle sue membra.

“Dev’ essere ancora notte – pensa – eppure credevo che fosse ormai giorno. Sono passate molte ore da quando ho portato da mangiare a White …”.

Si ferma e si accorge di ricordare ogni cosa: lei che ruba di nascosto il cibo da tavola, lei che esce verso mezzanotte eludendo la sorveglianza della nonna, lei che apre la porta e …

Lei che apre la porta e vede tutto, White riversa a terra, ferita che respira a malapena, il latte, il sangue e il succo di lamponi fuoriuscito dalla brocca, il pavimento in legno di pino macchiato e poi la sete, tanta sete e il rosso, la luna, le urla e poi il buio.

Il buio della notte, del silenzio della foresta, il buio della sua memoria.

Red non riesce a ricordare altro.

Si guarda le mani e i polsi, sono puliti ma pieni di lacerazioni in via di guarigione e di graffi.

Prende uno specchio, vicino al comodino e si osserva con attenzione, il suo volto è gonfio, anch’ esso, come le mani, è ridotto piuttosto male, ci sono abrasioni e piccole ferite che lo contornano.

Si volta dall’ altra parte del letto e vede White, anch’ essa ferita, che dorme profondamente e riposa, senza mostrare segni di sofferenza e di dolore, che ha il volto e parte della testa, nascosto da pesanti fasce bianche, che celano chissà quali spaventosi segreti.

“White, White, svegliati!” Red inizia a scrollarla prima debolmente, poi con sempre più forza.

Dalla stanza vicina, Granny accorre velocemente e si avvicina a Red, allontanandola da Snow.

“Red, Red, fermati! Non devi toccarla, potresti peggiorare la situazione, così facendo. Siete state attaccate dal lupo la settimana scorsa – fa una pausa e riprende – siete state attaccate e siete vive per miracolo! Vi ho trovate entrambe ferite gravemente nel nostro pollaio e pensavo che voi foste morte. Io, per una manciata di lunghissimi e interminabili secondi, ho pensato che tu mi avessi abbandonato per sempre. Ho creduto che tu fossi morta, Red. Tu sei l’ unica persona al mondo che mi rimanga, che conti per me, qualunque cosa io faccia, io agisco per te, per il tuo bene, perciò, promettimi, mia cara, che non uscirai mai più di casa senza chiedermi il permesso. Promettimelo!” la implora Granny con la voce rotta dall’ emozione e dal pianto, con la voce di chi ha avuto paura di perdere tutto.

“Te lo prometto. Non ti disubbidirò più. Non pensavo di fare nulla di male, io volevo solo … io volevo solo portare qualcosa da mangiare a lei – si volta verso Snow – io la volevo aiutare. Lei è fuggita, era sola nella foresta, se n’ è andata di casa e non aveva nessun luogo in cui andare e così io le ho detto di venire da noi, che poteva restare a dormire nel nostro pollaio per un po’. Io non avevo intenzione di fare qualcosa di sbagliato, né di farti un dispetto, io volevo solo aiutarla ed ora lei è quasi morta” le dice Red scossa dai singhiozzi.

“Lei è quasi morta, è vero. Ma tu non ne hai colpa, Red – dice Granny, inghiottendo un boccone amaro – hai capito? Non è colpa tua, è stato solo un brutto incidente e lei sta migliorando, sono sicura che presto si sveglierà, ok piccola?”.

Red annuisce, poco convinta.

“Ora torna a dormire, Red, anche tu hai riportato delle brutte ferite e sei stata a letto per una settimana, prima di risvegliarti, perciò torna a letto!” le intima Granny, osservandola accigliata.

Granny poi esce dalla stanza e chiude la porta.

Red si volta verso Snow e le sussurra: “Mi dispiace, White, non credevo di sbagliare quando ti ho invitata a stare qui, pensavo che saresti stata al sicuro da noi, sicuramente più che nella Foresta Incantata. E invece, eccoti qui, sdraiata su un letto, ferita e in stato di incoscienza. E tutto questo per colpa mia”.

Red continua a piangere e si volta dall’ altro lato del letto.

“Non è stata colpa tua, Red”.

Una voce di bambina rompe il silenzio e fa voltare Cappuccetto.
 
Note dell’ autrice:

  • Ringrazio tutte le persone che hanno letto e recensito i capitoli precedenti e invito tutte le altre a lasciarmi un piccolo commento o una semplice impressione, in modo da permettermi di capire se questa storia vi piace oppure no.

Grazie a tutti voi

lulubellula
 

 

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