full of wonder.

di closeryetfar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Elizabeth ***
Capitolo 2: *** Elizabeth ***
Capitolo 3: *** Zain ***
Capitolo 4: *** Elizabeth ***



Capitolo 1
*** Elizabeth ***


                       Elizabeth 



Il mio telefono vibrò sul comodino. – Chiamata in arrivo: Niall. –
Afferrai il telefono e riattaccai senza neanche rispondere.
Me ne pentii all’istante, ma non avevo voglia di parlare con nessuno. Neanche con mia madre, che entrò nella mia stanza pochi istanti più tardi.
Cercai distrattamente di asciugare le righe nere di mascara che avevo sulle guance, ma peggiorai solo la situazione.
<< Elizabeth, cos’hai piccola? >> si sedette sul letto accanto a me. Gettai un’occhiata alla sveglia; segnava le venti e trenta.
<< Nulla, è tutto a posto. >> bofonchiai affondando la testa nel cuscino col solo risultato di macchiarlo di nero.
Iniziò ad accarezzarmi i lunghi boccoli castani, come faceva quando ero piccola. Mi addormentai presto.
Mi svegliai di soprassalto la matti na seguente, e mi alzai di malavoglia.
Mentre mi dirigevo verso il bagno realizzai di aver dormito vestita, e guardandomi allo specchio mi sfuggì un mugolio di disgusto.
I miei occhi color nocciola erano contornati dai resti neri del trucco sbavato della sera prima, e sembravo un vero e proprio panda.
Mi cambiai e mi truccai leggermente, come mio solito.
Appena arrivai a scuola le mie nuove amiche londinesi, Alison e Effie, mi corsero incontro.
<< Liz! Tesoro, come stai? >> rifiutai l’argomento con il gesto di una mano.
<< Mah, ormai è finita. Diciamo che in questo periodo avrò parecchio bisogno di Zain. >>
Mi diressi verso il mio armadietto mentre il suono della campanella risuonava nei corridoi.
Lo aprii, e ne scivolò fuori una delle nostre tante foto. Harry sembrava così felice. Gli brillavano gli occhi mentre mi abbracciava protettivamente, e nei miei occhiali da sole si poteva notare il riflesso di Louis scattare la foto.
Sentii gli occhi pizzicare e gonfiarsi sempre di più, e di colpo scoppiai a piangere.
<< Ei, Liz, tutto bene? Che c’è, angelo? >> avrei riconosciuto quella voce tra mille.
Mi girai tenendo gli occhi chiusi, e non appena li riaprii provai conforto nel trovarmi immersa nel color nocciola degli occhi di Zain, il mio migliore amico.
<< Insomma. Ma tu che ci fai qui? >>
<< Sono venuto a portarti via. Tanto oggi mi sembra che tu non abbia materie importanti a scuola. >> Sapeva a memoria anche il mio orario scolastico?
Uscimmo di nascosto dal portone principale dopo aver aspettato che anche l’ultimo ritardatario fosse entrato in classe.
Ci dirigemmo verso il campo da football, senza aver paura di poter essere visti da qualcuno. Mi sedetti sull’erba scaldata dal sole, sperando si essere confortata da uno dei suoi soliti discorsi.
<< Elizabeth, ti devo parlare di una cosa molto importante. >> Oh, no. Ero io che avevo bisogno di essere consolata! Deglutii.
<< È da parecchio tempo che ci penso, e non posso fare a meno di parlartene. Tu sai di essere la mia migliore amica, e sai anche che il bene che ti voglio supera ogni confine e che la confidenza che ho con te non esiste con nessun altro per me. >>
Annuii. Avevo paura. Mi avrebbe lasciata anche lui? Trovava qualcosa di sbagliato nella nostra amicizia? Avrebbe voluto che io cambiassi? L’avrei fatto, sarei cambiata. Non potevo perderlo, non lui.
<< Ecco, vedi,  sento che quando siamo insieme sono al sicuro. Tu sei casa mia, e so che non è il momento più adatto per parlarne visto quello  che è successo con Harry, ma credo che quello che provo per te sia più di una semplice amicizia. >>
<< Zain, ma..io amo Harry! >>
Per tutta risposta, afferrò il mio viso tra le mani e mi stampò un bacio sulle labbra. Rabbrividii. Perché l’aveva fatto?
Passò qualche secondo nel silenzio più totale.
<< Avanti, vuoi dirmi che non hai sentito nulla? >> rimasi muta.
<< Proprio nulla? >> non aprii bocca, mi limitai a fissarlo stupefatta.
<< Beh, in tal caso non posso forzarti, non c’è nulla da fare. Spero solo che non sia cambiato nulla fra di noi. >> lo osservai allontanarsi, e urlai. Urlai il suo nome, sperando che si voltasse. Urlai e non riuscii a fare a meno di piangere, perché tutte le certezze a cui ero aggrappata stavano crollando.
Realizzai presto di aver solo immaginato di urlare; dalla mia bocca non era uscito un suono.

Quando pensai che se ne fosse andato avvertii la sua ombra su di me, e alzai la testa per guardarlo negli occhi.
<< Zain, ti prego, non puoi farmi questo. >>
<< Che c’è, che ho fatto? Era un semplice bacio, chissà quanti altri ne hai ricevuti. Non ho fatto nulla di male, a meno che tu non abbia sentito qualcosa.. >> una scintilla di malizia gli balenò negli occhi caldi.
<< Io.. beh, io.. >> lo sentii alzarmi da terra, stringermi a lui e avvicinare sempre di più il suo viso al mio.
Lo bloccai voltando la testa dall’altra parte.
<< No! Non possiamo farlo. Tu sei un suo carissimo amico, e il mio migliore amico. Non puoi fargli questo. Non pensare che tu non mi piaccia, ma non posso innamorarmi. Non posso davvero. Non ho neanche ancora capito perché Harry mi ha lasciata, e se torneremo mai insieme. Non capisci che sono distrutta? Dovevi proprio crearmi un altro problema del genere? >> mi accorsi che stavo urlando. Non avevo mai alzato la voce con lui, neanche durante le litigate, e sentii una fitta al cuore quando lo vidi abbassare lo sguardo, ferito dalle mie parole.
<< Scusa Zain, non volevo dirlo.. >>
<< Elizabeth, possibile che tu non abbia ancora capito che mi sono innamorato di te dalla prima volta che ti ho vista? Il bene che ti vuole Styles non è neanche lontanamente paragonabile a quello che provo io per te. Tu sei l’unica ragione che mi tiene in piedi, che mi dà la forza per alzarmi tutte le mattine, e il tuo viso felice è stata l’unica ragione per la quale io sono riuscito a sopportare di vederti ogni giorno abbracciata a lui. >> la sua voce, sempre sicura, tremava. Non l’avevo mai visto così, con nessuno.
<< Ma.. >> mi interruppe.
<< Conosco Harry molto meglio di te, credimi. Non ti amava veramente, lui ancora non sa cos’è l’amore. Lo leggevo nei suoi occhi ogni volta che parlava di te. Ti definiva come un trofeo da esibire, come una conquista. Sono sicuro che non sarebbe comunque durata a lungo. Quei riccioli da angioletto ingannano, ma credimi, non ha mai amato nessuna. Mi dispiace dirtelo, ma tu non sei stata il suo primo amore, come forse ti avrà detto.>> esitò qualche secondo.
 << Il mio sì, però. >> quelle parole mi colpirono dritte al cuore, e mi fecero girare la testa.
Quindi, tutto quello che Harry mi aveva detto non era vero. Mi fidavo di Zain come di nessun altro, ed ero sicura che non si stava inventando tutto.
Mi sentii mancare la terra sotto i piedi.
<< Stai bene? >> mi chiese.
La luce del sole mi batteva in faccia persistentemente, iniziai a sudare freddo, e sentivo il colorito sparirmi dalle guance.
Mi accasciai a terra. Feci appena in tempo a sentire Zain ripetere il mio nome insistentemente un paio di volte, poi persi i sensi.

-







welaaaa c: questo è il primo capitolo della mia prima storia quindi boh, spero vi piaccia jksjdsk. ogni capitolo sarà narrato dal punto di vista di un personaggio diverso, e saranno presenti tutti e cinque i ragazzi :')  se volete contattarmi su twitter sono @closeryetfar , come qui. non esitate a farmi sapere cosa ne pensate, apprezzo consigli di ogni genere :3
baaaci. meg

 

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Capitolo 2
*** Elizabeth ***


Elizabeth


Mi svegliai a casa dei ragazzi, sdraiata, sul letto di Niall. Potevo sentire il suo odore nella stanza, e questo mi fece sorridere.
<< Ragazzi, si è svegliata. >>
Si avvicinarono tutti al letto, e si inginocchiarono per guardarmi in faccia.
Mi sentivo debole; non mi alzai. Mi limitai a far scorrere lo sguardo su quei volti che tanto amavo, dalle espressioni contratte e preoccupate.
Louis. Appena lo guardai negli occhi chiari  e luminosi mi sorrise dolcemente.
Liam. Con quel faccino così dolce che avevo sempre tanto amato.
Niall. Quegli irresistibili occhi color cielo e quell’espressione angelica mi strappavano sempre un sorriso.
Zain. Così maledettamente sexy.
Mancava Harry.
Me l’aspettavo, dopo tutto.
<< Okay, ora uscite tutti dalla stanza. Tutti ma proprio tutti. Avanti, uscite! >> Oh, Allison. Chi poteva essere se non lei?
Mi alzai a sedere con fatica mentre i ragazzi uscivano dalla porta della stanza di Niall.
<< Uff, sempre disordinato Niall. >> sbuffò gettando per terra una maglietta che era sul letto.
<< Al, ti devo parlare. >>
<< Beh, l’avevo intuito! Prima di tutto dimmi che è successo con Zain. >>
Feci un gran sospiro e iniziai a sfogarmi.
<< Mi ha baciata! Ti rendi conto? Non penso proprio fosse il momento. Mi ha anche detto che Harry mi ha sempre mentito. >> volevo piangere, ma sapevo che i ragazzi stavano ascoltando con l’orecchio appoggiato alla porta chiusa, quindi evitai.
<< No, no. Quello viene dopo. Tu cos’hai sentito? >>
<< Vorrei poterti dire che non ho sentito niente, Al. >>
<< Ma allora lui ti piace! >> era entusiasta.
<< Si Allison, andiamo, a chi non piace Zain? È un ragazzo meraviglioso, ma io amo ancora Harry. Almeno credo. >>
In quel momento Effie irruppe nella stanza spalancando la porta.
<< Liz! Dio santo, che ti è successo? >> non riuscii a fare a meno di sorridere vedendo la faccia scocciata di Allison.
<< Sempre al momento giusto, eh Effie? >> non si faceva mai troppi scrupoli a bacchettarla.
<< Tranquilla, so già tutto quello che è successo, me l’ha detto Zain. Vorrei solo capire cosa succederà ora. >>
<< Non lo so, ragazze. Il fatto è che quel bacio mi ha fatto un effetto strano. Probabilmente Zain mi è sempre piaciuto, ma non l’ho mai voluto accettare perché stavo con Harry e mi trovavo bene con lui.. ma ora è tutto finito, quindi non so cosa farò. >>
Le osservavo contorcersi in espressioni di preoccupazione.
<< Mah, sapendo che Hazza è un grandissimo stronzo, posso ipotizzare che la gran scenata di gelosia che ti ha fatto sia stata solo una scusa per lasciarti, perché non sapeva come farlo in altro modo. >> la guardai e scoppiammo a ridere.
<< Beh, in tal caso è proprio  messo male! >> aggiunsi.
<< Dai Liz, alzati, devi reagire. Torna a casa e riposati, ok? Ci vediamo domani a scuola, non bigiare! >> Allison mi diede un bacio sulla fronte e mi scompigliò amorosamente i capelli.
Seguii con lo sguardo lei e Effie uscire dalla stanza e mi alzai. Mi diressi verso la cucina, dove ero sicura di poter trovare Niall, e forse anche Liam.
<< Oh, ben svegliata principessa. >>
<< Ciao Liam. Vedo che fai progressi con i cucchiai! >> mi avvicinai a lui e, con un dito, presi un po’ del gelato che aveva in una ciotola.
<< Ma come siamo spiritose! Senti, c’è Malik che ti vorrebbe parlare. >> scossi la testa in segno di diniego. Non avevo voglia di affrontare problemi del genere, ero troppo stanca.
Diedi un bacio sulla fronte a Niall e mi diressi verso casa camminando velocemente, sentendomi in colpa per aver evitato di parlare con Zain.
Salutai mia madre con noncuranza e mi fiondai sul letto. Poco dopo il telefono vibrò. Aprii il messaggio, era di Zain.
Diceva: “Ciao Liz, scusa per quello che ho fatto. Evidentemente quello che provi per me non arriva oltre all’amicizia, ma sarei felice se tutto fosse come prima, se non cambiasse niente. Ho sbagliato io, spero di non averti fatta soffrire troppo. Ci tengo a te”
Pensai a lui, ai suoi occhi color nocciola, caldi, alla sua bocca, alla sua pelle meravigliosa, e mi addormentai con la sua immagine in testa.
Mi svegliai per l’ora di cena, e trovai un biglietto di mia madre sul tavolo della cucina.
Uff,  il suo lavoro. Al solito. Lo accartocciai e afferrai il telefono fisso.
Composi il numero della pizzeria e, mentre aspettavo che mi rispondessero, infilai nel videoregistratore il mio film preferito; l’avrei rivisto per l’ennesima volta. Da sola.
Ordinai una pizza e una coca-cola, e andai a farmi una doccia.
Adoravo le docce calde, mi scioglievano i muscoli e mi aiutavano a pensare.
Peccato che il campanello suonò proprio quando mi stavo arrotolando addosso l’asciugamano. Sussultai. Che tempismo perfetto!
Mi strizzai i capelli facendo in modo che non gocciolassero più, e mi diressi verso l’ingresso.
Aprii la porta convinta di trovarmi davanti il fattorino della pizza, nascondendo il corpo bagnato e seminudo dietro la porta.
<< Oh, Dio. >> rimasi esterrefatta quando realizzai che non avevo davanti proprio chi meno mi aspettassi.
<< Oh, scusa Liz, è forse un brutto momento? >>
<< No, tranquillo! È solo l’ora di cena e io sono solo nuda! >> abbassò lo sguardo.
<< Dai, muoviti, entra o tenendo la porta aperta mi prende un accidente. >> lo presi per un braccio e lo tirai dentro casa.











welaa, eccomi di nuovo. scusate se ci ho messo tanto hkjsdf. spero vi piaccia, perchè ho in mente taante sorprese, lol. mi raccomando, lasciatemi le vostre recensioni, anche negative,ci tengo molto. graazie, meg.

 

c: 

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Capitolo 3
*** Zain ***


ZAIN.


 
Mi lasciai prendere il braccio dalla sua mano piccola e bagnata, convinta di provocarmi dolore con quella stretta che, infondo, nascondeva dell’affetto. Ne ero certo.
Entrai in casa e mi sedetti sul divano senza troppi complimenti. Non potevo fare a meno di osservare le gocce d’acqua che le colavano dall’attaccatura dei capelli e che le lasciavano delle strisce umide sul viso perfetto, fino a caderle sul petto, semicoperto dall’asciugamano.
<< Potresti per favore smetterla di fissarmi? >> le sue parole mi entravano da un orecchio e mi uscivano dall’altro. Era troppo bella per non essere guardata.
Rimasi in silenzio.
Mi limitai a far scorrere lo sguardo sulle gambe lisce e lievemente umide, generosamente scoperte, mentre si dirigeva verso la cucina per prendere un bicchiere d’acqua.
<< Che ci fai qui, almeno questo si può sapere? >> bevve.
I fianchi perfetti, le spalle impeccabilmente disegnate, le braccia muscolose, scolpite da diversi anni di allenamento, per renderle robuste al punto giusto.
Sapevo ogni frammento della sua storia, nascosto tra i tratti incredibilmente attraenti del suo corpo.
Rimasi in silenzio.
Il campanello suonò nuovamente.
<< Vai tu. Dato che vuoi tanto fare il misterioso almeno fammi un favore.>> era dura nelle parole, ma non ci facevo caso. Avevo occhi solo per le sue labbra rosa che mi invitavano disperatamente ad unirle alle mie.
Pagai il fattorino della pizza e appoggiai il cartoccio sul tavolo.
<< Posso mangiare qui o sono troppo d’intralcio? >> mi guardò come solo lei sapeva fare.
<< Oh, ma allora la voce ce l’hai! Si, certo che puoi. Scusa, Malik. >>
Non mi aveva mai chiamato per cognome, era maledettamente sexy.
Mi avvicinai a lei, non sapendo bene cos’avrei fatto, non essendo padrone dei miei istinti.
<< C-cosa fai, Zain? >> era preoccupata.
Scossi la testa. Evidentemente mi ero lasciato trascinare ancora una volta.
<< Scusa, Liz. Non devo. Per favore, vai a vestirti ora. >> mi lanciò uno sguardo di sfida.
<< Che c’è, Malik, >> ancora. << non riesci a resistermi? >> esplose in una risata argentea.
<< Non so, ne va della tua incolumità. >>
<< Uh, se la mettiamo così allora vado subito a vestirmi! >> iniziò a salire le scale ancheggiando abbondantemente per schernirmi. Era ridicola, ma io la trovavo meravigliosa ugualmente.
<< Aspetta, torna giù. >> aspettò un po’ prima di voltare la testa, come se avesse davvero bisogno di pensarci.
Scese i gradini lentamente, uno per volta, mentre un ciuffo di capelli bruni le dondolava sulla fronte chiara.
Quando finalmente arrivò davanti a me la guardai negli occhi, allungai una mano lentamente e le scostai la ciocca da davanti agli occhi. Non si ritrasse. Per me quello era il segnale.
Feci scorrere la mano sul suo fianco e la feci avvicinare lentamente.
I nostri volti erano a pochi millimetri di distanza. Potevo sentire il battito del mio cuore nelle orecchie, e il suo respiro affannato.
Appoggiai l’altra mano sulla sua nuca, e lei fece scorrere le dita sul mio petto.
<< Quanto hai intenzione di metterci, Malik? Inizio ad avere freddo. >> mi sorrise maliziosamente.
La zittii appoggiando le labbra sulle sue. Erano calde e la sua pelle profumava. Sentii un brivido percorrermi la schiena.
Le accarezzai i capelli, mentre la sua mano si posizionava sul mio cuore, a sentirne i battiti accelerati.
Aprii lentamente le labbra, per vedere se lei era d’accordo, anche se era sottinteso che lo fosse.
Fece altrettanto. Le nostre lingue si intrecciarono lentamente, dolcemente, anche se spinte da un’irrefrenabile desiderio.
Non so quanto durò , ma la testa mi girava e avevo una strana sensazione allo stomaco.
Quando si staccò aprii lentamente gli occhi, sorrisi e la osservai di nuovo mentre si allontanava verso le scale, dovetti reggermi al ripiano della cucina per non cadere a terra.







ciao bella genteeee. ho aggiornato ancora anche se avevo appena aggiunto un altro capitolo, lol. so che questo è corto ma  è mooolto intenso hsdjfsk. comunque ho già il prossimo pronto c':
(ohw how i wish that was me, lol.)
ciauuu, meg. 

 

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Capitolo 4
*** Elizabeth ***


 

ELIZABETH

 
Salii le scale di corsa con un sorriso ebete stampato in faccia. Avevo appena baciato il mio migliore amico, e stavo provando la sensazione più bella della mia vita. Cercai di scacciare il pensiero di Zain ancora al piano di sotto mentre mi vestivo apparentemente con vestiti casuali ma che in realtà avevo scelto con cura.
Mi frizionai i capelli leggermente con l’asciugamano e scesi le scale trotterellando.
Lo trovai rannicchiato sul divano ad aspettarmi. Mi avvicinai a lui e appoggiai dolcemente la fronte alla sua. Rimase qualche secondo a guardarmi mentre i capelli che avevo sistemato dietro le orecchie mi ricadevano sulle spalle disordinatamente. Quando pensai di essermi persa definitivamente in quei meravigliosi occhi, piegò leggermente la testa e appoggiò lievemente le sue labbra sulle mie.
Mi allontanai di malavoglia da lui, e mi diressi verso il tavolo della cucina.
<< Beh, ce la dividiamo la pizza? >> annuì.
Ci sedemmo per terra appoggiandone il cartoccio sul divano, e mangiammo parlando del più e del meno. Risi, mi divertii, dimenticai Harry e tutti i “disastrosi avvenimenti” che pensavo mi avessero sconvolto la vita.
<< Sei bellissima. >> mi disse dopo un po’.
In tutta risposta accartocciai lo scontrino che avevo in mano da un po’ e glielo lanciai addosso.
Rise. Quanto amavo quella risata così solare e dolce.
Mi alzai, e lentamente arrivai di fianco a lui, sedendomi sulle sue gambe.
<< Ahi, così mi schiacci! >>
<< Hai rovinato l’atmosfera, cretino. >> gli sfiorai il naso con un dito prima di alzarmi.
Seguì il mio esempio e mi invitò a sedermi sul divano con lui.
Mi accomodai appoggiando la testa sulla sua spalla, mentre lo sentivo giocherellare con i miei capelli.
<< Sai, era da un po’ di tempo che sognavo questo momento. >> sospirò.
Decisi che se non volevo addormentarmi su di lui avremmo dovuto fare qualcosa.
<< Ei, malik, - non me l’aveva mai detto ma sapevo benissimo quanto adorasse essere chiamato per cognome – la vogliamo dare una svolta a questa serata? >> lo sentii sospirare.
<< Certo, copriti che usciamo. >>

Qualche minuto dopo eravamo già fuori dalla porta appallottolati nei nostri cappotti, troppo leggeri per il vento pungente di quella serata.
Chiusi la porta e gettai le chiavi nella borsa con noncuranza.
<< dove la porto, signorina? >> rimasi un istante – o forse anche due – in silenzio, a guardarlo. un suo mugolio ideato per sollecitarmi mi riportò alla realtà.
<< ti va se camminiamo un po’? >> annuì, sapeva quanto amavo le passeggiate al chiaro di luna, già molte volte l’avevo costretto a farmi compagnia nelle sere tristi, senza rendermi conto di che privilegio godessi avendolo accanto.
Passeggiammo in silenzio, mano nella mano per molto tempo, non so dire quanto, finchè zain non rallentò il passo gradualmente, per poi fermarsi.
<< oh, che c’è? >> gli chiesi con aria interrogativa.
<< sono stanco, sediamoci qui. >> fece, indicando una panchina posizionata a lato del viale alberato che stavamo percorrendo.
Lasciai che si sedesse per primo per posizionarmi sulle sue gambe. Mi sussurrò all’orecchio di guardare la luna, e mentre la contemplavo iniziò a canticchiare le parole di una canzone. Sapeva quanto amassi la sua voce.
Mi girai, il suo viso era illuminato dalla pallida luce lunare, che si rifletteva sui suoi denti candidi qualora le labbra li lasciavano scoperti, mentre cantava.
Avvicinai lentamente il mio viso al suo, fino a sentire quelle labbra così soffici cercare le mie.
Assaporai quel bacio come mai avevo fatto. Sentii il profumo unico della sua pelle, rabbrividii nel sentirlo lasciare un lieve morso al mio labbro inferiore, e per poco il mio cuore non scoppiò quando la sua lingua sfiorò appena la mia.
“che mi stai facendo?” pensai.
Proprio mentre pensavo che non mi sarei mai più staccata da lui, il mio cellulare vibrò dalla tasca del cappotto. Numero sconosciuto.
Risposi con voce svogliata.
<< Pronto. >>
Una voce fredda e tremante mi rispose lontana. << Buonasera, lei è Elizabeth? Amica di Allison, immagino.>> ebbi un tuffo al cuore. Non sapevo bene perché, ma mi sentivo che qualcosa stava per andare storto.
Abbozzai un timido ‘si’.
<< Ehm, la sua amica si trova qui all’ospedale di st. Paul al momento; ha espresso il desiderio di vederla. >> rimasi paralizzata per qualche secondo, dall’altro lato del telefono si poteva sentire una voce femminile impartire ordini e molti passi frettolosi.
<< Si, arrivo. Grazie. >> mi alzai di scatto tenendo per mano zain e mi misi a correre verso casa, mentre le lacrime mi inondavano il viso e mi offuscavano la vista.
<< Liz? Liz! Liz che succede? >> la voce di zain pareva ovattata, sembrava provenire da un universo parallelo.
Arrivammo a casa dopo pochi minuti di corsa, aprii la porta con mani tremanti e, prima che zain potesse fare domande, presi le chiavi del suo motorino che erano appoggiate sul ripiano della cucina ed uscii.
Mentre mi dirigevo all'ospedale pensavo a tutto quello che era successo e a quello che sarebbe potuto succedere alla mia migliore amica Allison. Lei era la compagna della mia vita, e non potevo sopportare che le accadesse qualcosa.
Finalmente, dopo aver rischiato tre o quattro incidenti, arrivai al st. Paul. Lasciai il motorino nel parcheggio chiuso della struttura e corsi all'interno.
Nella hall trovai la mamma di Allison, pallida e tremante, che mi si avvicinò.
<< Ciao liz. è al terzo piano, stanza 356. ti sta aspettando. >>
Di colpo i miei piedi iniziarono a muoversi da soli e il mio corpo divenne leggero come una piuma. Salii i gradini a due a due, e percorsi quasi volando il corridoio del reparto 'rianimazione' fino a fermarmi, con il cuore in gola e la testa che girava, con la mano  poggiata sulla maniglia della stanza trecentocinquantasei. 


-


holaaaa. boh, spero vi piaccia questo capitolo perchè l'ho scritto di fretta, mi si accumulavano le idee :0 mi scuso con alessia per il ruolo del suo personaggio in questo capitolo, lol. fatemi sapere cosa ne pensate c:

meg

 
 

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