An original girl

di deba
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


1

An original girl

 

 

 

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Capitolo 1

 

 

 

 

 

Quando si perde qualcuno, che si voglia o meno, una parte di noi se ne va con quella persona e il vuoto che lascia sembra incolmabile. Il più delle volte le persone riescono ad evitare di pensare a quel vuoto ed andare avanti con la propria vita, altre, invece, in quel vuoto vedono una voragine che prima o dopo finirà per inghiottirle. Quest’ultimo è il caso di questa giovane ragazza americana appena diciottenne che con un vuoto dentro se, ci ha convissuto per tutta la sua vita. Viveva con la madre a Chicago e per tutta la sua esistenza aveva sempre sentito di non appartenere a quel mondo, a volte, di non appartenere nemmeno a sua madre. Tuttavia, la sua vita non era male, sebbene lei sapesse che c’era altro all’infuori di essa, e la viveva appieno ogni giorno a volte come se fosse l’ultimo, a volte come se fosse solo l’inizio di una lunga serie.

Fu così almeno fino a quando sua madre venne a mancare. Una malattia rara l’aveva colpita e così com’era arrivata se l’aveva anche portata via.

Iuli, questo era il nome della ragazza, non riusciva più a vivere in quella casa, non tanto per i ricordi che vi vedeva ogni secondo riguardanti la madre, ma più che altro una forza lontana l’attirava via da lì, come una calamita. Questo non sorprese Iuli, poiché le era già successo questo tipo di situazione, solo che dopo la morte della madre, questa si fece più forte.

Ecco come questa ragazza, da sola, mollò la sua vita a Chicago e andò a vivere nella casa natia di sua madre, in una piccola cittadina di Atlanta, Mystic Falls.

 

-----

 

Mystic Falls non era una cittadina come tutte le altre. La storia di quella cittadina continuava a rivivere negli anni e sembrava voler continuare a ripetersi nel tempo a venire. Non sarebbe poi cosa così spaventosa se alla base di tutto ciò non vi fossero vampiri, streghe e licantropi.

Avrebbe sbancato i botteghini al cinema o sarebbe diventato un best seller questa mia vita, pensava una ragazza, seduta sul suo letto, dopo un’altra notte insonne. Elena, si era messa la sera prima a pensare a quanto la sua vita fosse cambiata in un anno. Erano morti i suoi genitori, aveva conosciuto Stefan, se n’era innamorata e poi si era rivelato un vampiro. Aveva scoperto di essere la sosia identica di un vampiro, nonché la stessa che aveva trasformato Stefan e suo fratello Damon, dopo averli fatti innamorare entrambi di lei nel 1864. La sua migliore amica Bonnie, si era rivelata una strega, e l’altra sua migliore amica Caroline, era diventata un vampiro. Un altro suo amico, Tyler, si era trasformato in un licantropo e suo fratello era morto, per poi risuscitare e diventare una sorte “ghost whisper” che vedeva i fantasmi. Aveva scoperto di essere stata adottata. Cosa peggiore, aveva scoperto di essere la doppleganger, colei in grado di poter spezzare la maledizione di uno dei vampiri originali e come se non bastasse il più perfido di tutti i tempi, Klaus. Lo stesso che poi una volta ottenuto il suo scopo era diventato un ibrido, metà vampiro e metà licantropo, per cui invincibile. Aveva ucciso sua zia Jenna per riuscire in ciò e avrebbe dovuto morire anche lei, ma ciò non avvenne e ora lei, o meglio il suo sangue, era l’unico modo che permettesse a Klaus di creare altri ibridi. Come se non bastasse lui aveva ritrasformato il suo fidanzato, Stefan, in uno squartatore, in un vampiro assettato di sangue che non provava emozioni. E questo l’aveva avvicinata di più a Damon, il quale non aveva più iniziato a stargli così indifferente come lo era prima, e questo non andava bene, anzi affatto bene. Lei aveva combattuto tutto solo per poter stare di nuovo con Stefan, che senso avrebbe avuto sennò tutto quello che avevano passato?

 

-----

 

Klaus stava inviando mille e più imprecazioni verso il vampiro Damon, il quale gli aveva rubato la bara più importante che aveva. Non era un suo hobby quello di tenere bare, erano semplicemente la sua famiglia. Era difficile uccidere un originario, ma si poteva, come dire, “ucciderlo momentaneamente” con una sorte di pugnale che intriso di cenere di quercia bianca li uccideva, fino a quando però, una volta tolto avrebbe riportato in vita il vampiro in questione.

Klaus aveva momentaneamente ucciso i suo familiari perché li voleva proteggere da Mikael, suo padre, ma forse più che altro non voleva che lo ostacolassero nel suo piano e quindi non li voleva uccidere personalmente. Non sarebbe stata la prima volta che uccideva un componente della sua famiglia. Aveva ucciso sua madre per riuscire a diventare quello che era, e da poco, era riuscito ad uccidere anche suo padre, il quale gli dava la caccia da mille anni ormai. Voleva creare un esercito di ibridi, ma i fratelli Salvatore e la loro combriccola lo stavano rallentando nel suo scopo e come se non bastasse gli avevano sottratto la sua bara più importante, appunto. La sua ira accrebbe quando voltatosi, nella stanza in cui aveva riposto le bare, vi trovò Elijah, suo fratello, il quale doveva essere accuratamente morto e dentro una bara, ma che a quanto pare, Damon si era preso la briga di riportare in vita.

“cosa mi sono perso?”.

Elijah aveva rivolto la domanda a Klaus in un modo ironico, ma con una punta di rancore.

“fratello…”.

L’ibrido non sapeva come continuare, era rimasto alquanto impreparato a questa entrata in scena.

Elijah non aspettò oltre e gli tirò un pugno in pieno volto. Non sapeva come si era evoluta la situazione, ma provava un forte senso di vergogna per aver disonorato la parola che aveva dato ai Salvatore e ad Elena; inoltre, si vergognava per aver dato fiducia ancora una volta a suo fratello, per essere di nuovo preso per il naso.

Guardò il fratello prendere il colpo e non reagire.

“Elijah… vuoi combattere con me forse?” disse ironicamente Klaus mentre si massaggiava il naso. “lo sai che sono più forte di te, so anche che forse sei un po’ adirato per averti infilato un pugnale nel cuore, ma.. sono cose che accadono, no?”.

Klaus fissava il fratello con un finto sorriso tirato, mentre i suoi occhi erano gelidi come sempre.

Elijah prese per il collo il fratello e con finta calma gli parlò all’orecchio.

“Niklaus.. non avrò pietà per te questa volta…”.

Detto questo si volatilizzò. Sarebbe andato dai Salvatore e avrebbe chiesto perdono.

 

-----

 

Iuli era appena scesa dalla sua auto e stava ammirando la casa dei suoi nonni, in cui sua madre era cresciuta. La famiglia di sua madre era stata una dei fondatori della città e la nonna le aveva anche accennato a varie storie a riguardo, ma lei non si era mai interessata profondamente a riguardo.

“signorina McCullough”.

Si sentì chiamare da una voce anziana, ma comunque familiare. La ragazza si voltò per incontrare due occhi azzurri simili ai suoi, solo più spenti.

“nonna!”.

Iuli mollò le sue valigie e corse ad abbracciare l’anziana signora.

“come ti sei fatta grande e bella!”.

La signora non aveva potuto partecipare al funerale della figlia, poiché la sua salute non gli permetteva di affrontare lunghi viaggi.

“sono contenta che tu mi abbia proposto di vivere con te!”. E lo era davvero. Tale sentimento forse era alimentato anche dal fatto, che più si avvicinava alla meta, più la forte attrazione che la rendeva spaesata a dove si trovava prima, diminuiva.

“su tesoro, porta dentro i bagagli, di sicuro sarai stanca ed affamata!”.

“puoi ben dirlo!”.

 

Più tardi seduta a tavola la nonna fissava la nipote, che portava non poco stranamente il suo stesso nome. Il suo sguardo cadde poi sul ciondolo di lapislazzuli che la ragazza portava al collo. Era antico, lo sapeva bene, poiché anch’essa a suo tempo l’aveva portato.

“tua madre l’ha passato a te.”

Non era una domanda, era semplicemente una constatazione.

La ragazza smise di masticare e abbassò lo sguardo sul suo ciondolo.

“si. Il tatuaggio mi è uscito poco prima di compiere diciotto anni.”

Iuli restò pensierosa.

“tuttavia, non riesco ancora dare un significato a ciò. Insomma ad ogni primogenita della nostra famiglia più o meno alla mia età, compare quel simbolo, le viene passata questa collana e poi? Non succede nulla. La generazione dopo succede tutto di nuovo!”.

“perché è così tesoro. Noi siamo portatrici di un segreto millenario ed il sangue che ci tramandiamo è anch’esso millenario. Quando sarà ora quel tatuaggio e quel ciondolo avranno un significato per colei che lo porta, ma da mille anni non è ancora successo nulla e chissà forse anche per te andrà com’è andata per me e tua madre. E magari sarà così per altri mille anni.”.

La stessa risposta che le aveva dato la madre. Tutta la situazione veniva trattata in modo normale e così lo era fin da quando era bambina. Ma a lei ciò non bastava. Lei era curiosa e voleva sapere il motivo di tutto ciò. Lei voleva dare un perché.

“il segreto a cui tu ti riferisci riguarda quelle storielle che mi raccontavi da piccola?”.

Iuli sapeva dell’esistenza dei vampiri, o almeno credeva potessero esistere. La nonna si era preoccupata di farle conoscere la storia di Mystic Falls avvenuta nel 1864 e Iuli era cresciuta con quella convinzione che potesse essere vera, ma aveva vissuto tutta la vita lontana da quella cittadina, per cui qualche dubbio ogni tanto ce lo aveva sulla veridicità di tali storie e ovviamente lei un vampiro vero, non lo aveva mai visto.

“in parte tesoro. Comunque come membro di questa famiglia dovresti partecipare alle riunioni del consiglio di Mystic Falls. Sai solo le famiglie fondatrici vi partecipano e dopo la morte di tuo nonno, vi partecipavo io, ma ormai la salute non me lo permette più e sarei felice se tu continuassi questa tradizione.”

Iuli accettò di buon grado la proposta della nonna poiché curiosa com’era non si sarebbe di certo lasciata scappare una possibilità del genere di venire a contatto col soprannaturale!.

“di sopra sono conservati i diari del tuo bisnonno. Perché non gli dai un’occhiata?”.

“molto volentieri!”.

“e domani vedi di portare i documenti mancanti a scuola, sennò lunedì non ci puoi andare!”.

Iuli si girò finta malefica verso la nonna.”davvero?”.

La nonna la guardò con rimprovero.

“fatti passare dalla mente l’idea di smarrire quelle carte!”.

La ragazza sbuffò e annuì sconsolata, mentre andava al piano di sopra tutta intenzionata a fare un salto nel passato misterioso di Mystic Falls.

 

 

 

 

 

 

 

Finalmente ho deciso di cimentarmi in una ff di TVD.

Spero l’inizio vi possa piacere!

=)

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


2

Capitolo 2

 

 

 

 

Iuli stava camminando lentamente verso la Mystic Falls High School. Stava portando la documentazione mancante per la sua iscrizione. Camminava ma la sua testa era per aria. Continuava a pensare ai diari del suo bisnonno e a quello che vi era scritto. In quel lontano 1864 avevano rinchiuso 27 vampiri nella chiesa e avevano dato fuoco ad essa. 27 vampiri. Erano tanti.

Camminava e intanto si chiedeva se nella sua vita sarebbe mai riuscita ad incrociare un vero e proprio vampiro.

Non si accorse che ormai era entrata nel parcheggio della scuola e neanche si accorse che qualcuno la stava per investire.

 

-----

 

Damon aveva accompagnato Elena a scuola quella mattina poiché doveva aggiornarla sulle ultime novità. Non voleva ammetterlo, ma era alquanto a disagio e infastidito dato che suo fratello si era preso la libertà di autoinvitarsi al passaggio a scuola. Così si ritrovarono nel parcheggio della scuola tutti e tre come era successo tante volte, solo che i legami erano diversi e loro tre per primi erano diversi.

“qualcosa non va?”.

Si avvicinò la strega Bonnie, con uno sguardo al quanto sospettoso, dato che si era ritrovata davanti quello strano terzetto.

“Damon si è cimentato in un’altra sua grande impresa..”.

Stefan aveva parlato apaticamente, ma con una punta di ironia.

Elena non poteva pensare a cosa Stefan fosse diventato. Ma l’aveva vista, la sua umanità, aveva visto che provava ancora sentimenti. Quando gli aveva confessato del bacio avvenuto con Damon, aveva visto nei suoi occhi la delusione, la tristezza e anche la gelosia. Non tutto era perduto. O almeno è quello che continuava a ripetersi.

Damon aprì lo sportello dell’auto e prese un oggetto da sotto il sedile.

“e quello dove l’hai preso?”.

Elena era rimasta sgomenta, come Bonnie, appena Damon aveva sventolato fiero il pugnale usato per uccidere gli originali.

“forse volevi dire da chi l’ho tolto?”.

Le ragazze erano rimaste a guardarlo ancora con fare interrogativo.

“Elijah…”.

A parlare era stato Stefan. Era stanco di quella scenetta.

“Elijah..”

Elena aveva ripetuto il nome, come se neanche fosse li presente. Infatti i suoi pensieri si erano rivolti all’ultima volta che aveva visto il vampiro. Quando li aveva traditi e aveva salvato la vita a Klaus invece di toglierla.

“ti ha dato forse di volta il cervello? Elijah ha aiutato Klaus la scorsa volta, se non ricordi, e ci ha, in modo assai palese, traditi!”.

Bonnie era furiosa.

“Bingo!”.

Damon le aveva rivolto il suo solito sorriso sghembo, ma questo non aveva effetto sulla strega. Tornò serio in un baleno e rese gelido il suo sguardo in un istante.

“Elijah è un uomo d’onore e il fatto di non aver mantenuto la parola data era già un gran bel peccato da lui commesso. Poi se pensate che ha aiutato Klaus e questo lo ha ringraziato con un pugnale nel cuore, beh, direi che due più due fa vendetta!”.

Elena rifletté sulle parole di Damon e non poteva non negare che il suo pensiero non fosse poi tanto sbagliato.

“ne sei sicuro?”.

Damon ghignò assai soddisfatto.

“certo. Il buon fratello originario è già venuto a scusarsi ieri sera!”.

“cosa?”.

Elena era rimasta sconvolta.

“Elijah è venuto da te?”.

“da voi, vorresti dire forse…”.

Era stato Stefan a correggerla. Non voleva sentirsi escluso da lei, anche se lui per primo aveva detto che voleva lavorare per conto proprio, ma quel bacio, aveva cambiato le sue idee. Lui in quello stato e con quello che aveva fatto non meritava la dolce Elena, ma questo non significava che Damon si.

Elena lo guardò di sfuggita, poiché lui aveva distolto subito lo sguardo da lei.

“come avevo brillantemente immaginato, fratello vampiro antico ha chiesto perdono e bla bla bla.. ha fatto un interessante commento sulla fratellanza e la famiglia.. divertente non è vero Stefan?”. Elijah si era scusato dicendo che era stato soprafatto dall’amore incondizionato che provava per la sua famiglia e purtroppo anche per suo fratello. Pensava davvero che sarebbe riuscito a rivedere i suoi fratelli, ma ciò non era avvenuto. Klaus si era preso nuovamente gioco dei suoi sentimenti.

“… e poi ovviamente ha detto che farà il culo di Klaus a stelle e strisce in puro stile americano!”.

Vendetta. Era la parola che aveva usato più volte Elijah. Voleva vendetta e questa volta non si sarebbe lasciato fregare.

Elijah aveva poi chiesto a Damon di raccontargli quello che si era perso.

“e dato che Elijah sa che le bare son qui, potrete ben capire che aiuterà molto volentieri a far fuori Klaus, così poi potrà giocare felice e contento a mamma casetta con i suoi fratelli!”.

Elena era sollevata, ma non sapeva se di Elijah ci si poteva fidare ancora.

Bonnie intanto pensava ad altro.

“gli hai chiesto cosa c’è nella quarta bara?”.

Damon fece un altro sorriso dei suoi.

“no!”.

“no?”.

“a dire il vero ho un attimo tralasciato il fatto che ci siamo intascati una bara.”

Le due lo guardavano curiose, Stefan si guardava in giro come se non fosse interessato.

“stasera verrà di nuovo a casa nostra…” ed enfatizzò sulla parola “nostra” guardando Stefan, avendo ben intuito il motivo della sua intromissione di prima. “… gli ho detto che gli raccontavo il resto stasera, volevo che anche voi foste presenti, più che altro tu Elena. Sai il fatto che fosse innamorato di Kathrine e tutto… e poi magari gli puoi fare una ramanzina delle tue giusto per farlo sentire ancora un po’ in colpa no?”.

Elena aveva alzato gli occhi al cielo, ma aveva intuito.

“ok.”.

“bene, direi che ora potete anche andare a fare i bravi scolaretti perfetti no?”.

Bonnie ed Elena lo guardarono esasperate ed entrarono a scuola, Stefan si era trattenuto ancora.

“sei così convinto che Elijah stia dalla nostra parte?”.

“non proprio…”.

Stefan era rimasto di sasso dall’affermazione di Damon.

“come prego?”

“di una cosa sono sicuro, che per il bene dei suoi altri fratelli, Elijah ci aiuterà ad uccidere il suo mezzo fratello.”.

“tu dici?”.

Stefan lo disse con disprezzo e ironia.

“tu meglio di chiunque altro sa quanto sia forte il legame fraterno Stefan…”.

Damon si riferiva al tradimento di Stefan, quando avevano cercato di uccidere Klaus, e invece era stato Mikael quello finito in polvere.

“proprio per questo te lo dico…”.

Stefan non si era lasciato sbeffeggiare.

“quindi cosa vuoi che sia il sacrificio di un fratello, se con esso salvi la vita ad altri quattro?”.

Stefan era rimasto per un secondo accigliato, poi si era subito ripreso.

“vedremo”.

Detto ciò si avviò verso scuola.

Damon era sicuro dei suoi pensieri e non si sarebbe lasciato intimorire da niente. Salì così in macchina e lanciò il pugnale sul sedile davanti. Fece la retro e partì sgommando. Per fortuna era un vampiro e i suoi riflessi gli permisero di frenare in tempo prima di prendere sotto una ragazza nel bel mezzo del parcheggio.

La ragazza, Iuli, si accorse della macchina solo quando questo frenò sonoramente a 2 cm dalle sue gambe.

Non si era veramente accorta di cosa sarebbe potuto succedere se Damon non avesse frenato a tempo. Quest’ultimo nel frattempo era sceso dalla macchina infuriato.

“dico ragazzina ma sei impazzita? Se cerchi la morte non ti serve che dirlo, non serve fare queste scenette?”.

La ragazza guardò questo splendido ragazzo sbraitare verso di lei. Era davvero bello, non c’era che dire. Sguardo magnetico azzurro ghiaccio, capelli neri, fisico al quanto sexy.

Damon dall’altra parte guardava questa ragazzina che lo scrutava. Lui pensò lo stesso di lei. Bella. Capelli biondo cenere, occhi azzurri e al quanto familiari, a chi aveva già visto quegli occhi? Non si perse poi molto a tal pensiero, poiché la sua mente si era appropriata delle curve di lei, davvero mozzafiato. Questo lo calmò subito.

“scusa, ero sopra pensiero e non ho visto l’auto arrivare!”.

“figurati, l’importante è che mi sia fermato in tempo. Sarebbe stato uno bello spreco..”.

La ragazza gli sorrise e fece per andarsene, ma lui la bloccò.

“potresti ringraziarmi offrendomi da bere, no?”.

La ragazza lo scrutò, ci sarebbe andata volentieri e avrebbe fatto volentieri tante altre cose con lui, ma col passare del tempo e con i vari ragazzi con il quale era uscita, aveva capito come doversi comportare con il genere maschile.

“penso che un grazie possa bastare.”

Fece una pausa poi riprese con un sorriso un po’ finto.

“grazie!”.

Fece per andarsene, ma purtroppo per lei aveva a che fare con Damon Salvatore.

“non così in fretta.”.

La prese per il braccio portandola ad una spanna del suo viso.

“ora per ringraziarmi mi porterai a bere qualcosa!”.

Glielo aveva imposto con l’ammaliamento, ma ovviamente per una componente di una famiglia fondatrice ciò non scoccò alcuno effetto, come sempre aveva fatto fin da piccola, Iuli era solita prendere la verbena.

La ragazza guardò Damon seria per poi ridergli in faccia.

“credi di intimorirmi? Mi dispiace ma ho delle carte da consegnare.”.

Damon era rimasto spiazzato dal suo fallimento, cercò così di riprendersi in corner, chi era quella ragazza?

“sei nuova del posto?”.

“già, mi sto andando ad iscrivere ora a scuola!”.

La ragazza gli rispondeva mentre si allontanava.

“sono Damon comunque!”.

Iuli si voltò e lo fissò.

“molto piacere Damon!”.

Gli sorrise e se ne andò senza rivelargli il suo nome.

Questo atteggiamento non poté che creare in Damon una curiosità che presto avrebbe pensato a chiarire.

 

 

 

 

 

 

Ciao!!!

Secondo capitolo subito pubblicato.

Volevo far in modo di farvi entrare subito nel vivo della storia.

Spero di esserci riuscita!!

 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


3

Capitolo 3

 

 

 

 

 

Iuli era appena tornata a casa e si era rimessa a leggere i diari della sua famiglia. Era davvero scioccata da quanto gli abitanti del tempo fossero quasi in preda a crisi isteriche per riuscire a dare la caccia ai vampiri. Era una cosa che veniva prima di tutto, anche degli affetti familiari.

Chissà come le tornò in mente quel ragazzo che per poco non l’aveva investita. Damon aveva detto di chiamarsi, ed era davvero bello, si sentiva attratta da lui e sperava di rincontrarlo presto.

Chissà cos’avrebbe pensato se qualcuno le avesse detto che un vampiro lei lo aveva visto davvero.

 

Dopo un paio di ore la ragazza stava ancora sfogliando i diari quando si imbatté in un argomento che per lei era al quanto interessante. Il suo bisnonno si era messo a riflettere del perché le donne della sua famiglia avevano tutte quel strano simbolo a forma di sole dietro la nuca. Compariva, veniva tramandata quella strana collana e poi stop, non vi accadeva nulla. Si chiedeva se avesse avuto qualche riscontro col soprannaturale o meno, e più volte si era chiesto se chiedere al consiglio aiuto o no, ma alla fine aveva sempre preferito tacere poiché forse sarebbe stata vista come una stregoneria e lui e tutta la sua famiglia avrebbero potuto rischiare la vita.

Iuli quindi ora sapeva che al consiglio non avrebbe dovuto rivelare niente, sentiva che in parte il suo antenato aveva fatto la scelta giusta.

“tesoro?”.

Era stata la nonna a chiamarla.

“scendo!”.

La ragazza raggiunse l’anziana signora in cucina.

“dimmi tutto!”.

“piccola, ho chiamato il consiglio per informarli del tuo arrivo. Giusto lunedì ci sarà una festa in casa Lockwood. Sappi che feste di questo genere sono un camuffamento per riunire il consiglio. Così la signora Lockwood, la moglie del sindaco morto tragicamente l’anno scorso, riposi in pace, ha detto che sarà più che lieta di presentarti al consiglio.”

“oh, ok! Bene, non vedo l’ora di assistere ad una riunione!”.

 

-----

 

In casa Salvatore, nel frattempo, si erano riuniti Bonnie, Elena ed il professore di storia nonché cacciatore di vampiri Alaric Saltzman. Caroline aveva declinato l’invito dicendo che aveva altro da fare. La ragazza più che altro non aveva ancora rivelato ai suoi amici di essere stata morsa da Tyler e in seguito salvata dalla stesso Klaus in persona. Si sentiva come una traditrice e non sapeva perché. O forse si. Forse perché al braccio si era messa il bracciale che Klaus le aveva regalato e non lo aveva più tolto.

Stefan se ne stava seduto su una poltrona a sorseggiare uno whisky lanciando di sfuggita occhiate ad Elena che parlava con Damon. Moriva di gelosia nel vedere il legame che si era instaurato tra di essi, anche se ciò non avrebbe dovuto avvenire, dato che i suoi sentimenti dovevano essere in modalità off. Gran balla colossale. Per di più provava odio, anzi lo sentiva quasi scorrere nelle sue vene. Provava odio per se stesso, per il pericolo che era per Elena e soprattutto per Klaus, per averlo trasformato in ciò che era ora. Gliel’avrebbe pagata, in un modo o nell’altro, ma l’avrebbe fatto.

 

Elijah arrivò puntuale come un orologio svizzero, accomodandosi avvolto da quell’aura di charme che possedeva.

Si portò davanti ad Elena e dopo un breve inchino di cortesia d’altri tempi, le chiese perdono.

“Elijah… posso in parte comprendere il motivo per cui tu non abbia tenuto fede al nostro accordo, ma ciò non cambia il fatto che ora Klaus è quasi invincibile e le cose ci siano sfuggite un po’ di mano.”

Damon faceva mentalmente i complimenti ad Elena per le parole giuste rivolte all’antico, ma la doppleganger quello che diceva lo pensava davvero.

“ciò nonostante Elijah, non nascondo il fatto che io sia un po’ restia al fidarmi di te. Chi mi dice che nel momento più importante tu non ci tradisca di nuovo?”.

L’antico iniziò a camminare avanti ed indietro per il grande salone, poi si fermo nuovamente davanti ad Elena.

“non ho niente da darti per poterti convincerti che non vi volterò le spalle ancora, posso solo chiedere di nuovo la tua fiducia e …”.

“forse un modo c’è!”.

Bonnie aveva osservato in silenzio l’antico e nel momento in cui egli aveva pronunciato la parola fiducia, le era parso chiaro in testa un incantesimo perfetto per la situazione.

Elijah aveva rivolto lo sguardo verso la strega, così come tutti gli altri.

“prego?”.

“se sei veramente convinto che non ci tradirai di nuovo, c’è una cosa che puoi darci come garanzia.”.

“sarebbe?”.

“la tua vita!”.

Silenzio. Tutti si stavano chiedendo cosa avesse in mente Bonnie.

“c’è un incantesimo di vita o morte sulla parola data. Se tu non tieni fede alla parola data ti sarà tolta la vita, o al contrario, essa ti sarà salva se non violerai il patto.

Lo farai con me, così che anche tu possa avere le tue certezze.”

L’antico sembrò rifletterci su, mentre Elena guardava Bonnie con uno sguardo abbastanza eloquente. Voleva che ritirasse le parole dette.

“interessante, davvero! Ciò nonostante perdonerai la mia presunzione, ma in mille anni ne ho conosciute di streghe e se c’è una cosa che ho imparato e che un vampiro non ci si deva mai fidare!”.

Bonnie lo guardava di sottecchi furiosa, ma non poteva dargli torto. Lei infatti stava già pensando ad un qualche incantesimo di riserva.

“diciamo che accetto solo se il patto lo faccio con Elena!”.

Damon si era istintivamente avvicinato alla ragazza, mentre Stefan l’unica cosa che si era concesso di fare era stringere i pugni per non far vedere quanto quella frase lo avesse toccato.

“ok!”.

“COSA?”.

Elena, buona martire qual era, aveva accettato, mentre gli altri ovviamente erano tutti contrari.

“ragazzi ascoltatemi bene! Dobbiamo fidarci davvero l’uno dell’altro, sennò non andremo da nessuna parte. Io la mia parola l’ho sempre mantenuta, per cui sono sicura che non violerò mai il patto, non temo la morte.”.

“bè di questo ce n’eravamo accorti da un pezzo Giovanna D’Arco dei miei stivali!”.

Damon non sopportava come quella ragazza riuscisse ad infilarsi in tutte le peggio situazioni del mondo.

Elena si avvicinò a Damon posando una mano sul braccio di lui per fondergli la sua sicurezza, provocando ovviamente sentimenti contrastanti in Stefan.

“Damon fidati della mia sensazione. Andrà tutto bene!”.

Si guardarono intensamente negli occhi, tanto che Stefan si alzò dalla sua poltrona per creare una rottura della scenetta in questione.

“credo che Elena abbia ragione!”.

Effetto immediato. Tutti si voltarono sconvolti dalla sua intromissione, che pareva quasi una partecipazione.

“Grazie!” gli disse Elena, lui si limitò ad osservarla, tanto che lei si voltò per interrompere tale connessione, cominciava ad avere un battito affrettato del cuore e non voleva rendere la cosa pubblica.

Elijah riprese la parola.

“Bene! Bonnie quanto tempo ti occorre per preparare l’incantesimo?”.

“un giorno!”.

“allora ci vediamo domani qui alla stessa ora!”.

E senza aggiungere altro se ne andò.

 

 

L’indomani alla stessa ora le stesse persone si ritrovarono tutti nello stesso salone del giorno prima. I divani erano stati spostati per lasciare spazio ad un cerchio formato da candele, al centro del quale vi era Bonnie seduta a terra a gambe incrociate, con un pugnale davanti a se e il suo grimorio a fianco.

Tutti stavano in disparte tranne Elena ed Elijah, che si trovavano rispettivamente in piedi fuori dal cerchio una a nord e l’altro a sud.

Bonnie ad occhi chiusi aveva iniziato ad invocare gli spiriti delle streghe antiche e ad incanalare energia dal mondo a lei circostante. Le luci della casa si spegnerò, mentre in contemporanea le candele presero ad ardere energicamente.

La strega prese a parlare in latino antico e l’atmosfera era sempre più tesa.

All’improvviso si fermò e senza aprire gli occhi invitò Elena ed Elijah ad entrare nel cerchio.

Una volta dentro essi, come in precedenza era stato spiegato loro, si avvicinarono a Bonnie posizionandosi in ginocchio davanti a lei.

La strega prese il pugnale ed effettuò un taglio sulla mano sia di Elena che di Elijah, unendoli poi in una stretta di mani.

Elijah resistette senza sforzo al richiamo del sangue della doppleganger, ci teneva troppo ad avere la sua fiducia. Un po’ meno fu per Damon, al quale cominciavano a formarsi alcune vene sotto gli occhi, ma fu solo per un momento, si riprese subito. Stefan, invece, stava impazzendo. Il suo viso aveva assunto le sembianze caratteristiche dei vampiri, era debole, troppo. Damon se ne accorse e con la loro velocità lo prese per un braccio e lo trascinò in giardino. Stefan non combatté, si lasciò portare via.

Bonnie intanto aveva ripreso con la sua cantilena. Ripeté l’incantesimo tre volte, ognuna delle quali sempre più forte. Al termine di esso le candele si spensero e le luci della casa tornarono a funzionare.

Aprì gli occhi guardando la sua amica e l’antico.

“ ora se qualcuno di voi non terrà fede al patto, morirà!”.

I due protagonisti si scambiarono uno sguardo d’intesa ed insieme dissero “non succederà”.

 

-----

 

Il lunedì mattina Iuli si stava recando alla sua nuova scuola e l’unica cosa a cui pensava erano i vampiri, la riunione della sera ed al suo tatuaggio a forma di sole che non aveva spiegazione alcuna. Sarebbe stato quasi affascinante il suo modo di estraniarsi dal mondo, mentre la sua testa era fra le nuvole, solo se non si accorgesse di finire investita ogni volta. Fortunatamente, questa volta, le andò meglio, riuscì solo ad andare a sbattere contro qualcuno e finire a terra.

“oddio perdonami!”

Una ragazza mora molto carina arrivava di corsa anch’essa fra le nuvole ed aveva travolto in pieno Iuli.

“figurati, ero sopra pensiero quasi non me ne sono accorta!”.

La mora aiutò la bionda ad alzarsi, nel frattempo un’altra ragazza che aveva assistito all’impatto si era avvicinata.

“ehi, che bella botta!”.

“si, l’ho travolta povera.” Poi voltandosi verso Iuli le chiese:” sei nuova?”.

“già! Mi sono appena trasferita e oggi è il mio primo giorno!”.

Le due morette si scambiarono uno sguardo d’intesa.

“perdonami, ti avrò già fatto la voglia di andartene. Comunque io sono Elena e lei è la mia amica Bonnie.”.

“molto piacere, il mio nome è Iuli”.

Strano ma vero, ma le due si erano imbattute proprio nella ragazza che Damon aveva fanno accenno a loro e che non era riuscito a soggiogare.

Lo sguardo di Bonnie era stato attirato subito da una fonte di energia, ed era il ciondolo che portava la ragazza. Il lapislazzuli al collo di Iuli avrebbe permesso a qualsiasi vampiro di camminare alla luce del sole. Bonnie era rimasta stupefatta e per accertarsi del suo sesto senso, durante la presentazione strinse la mano a Iuli. La ragazza era umana, non era un vampiro.

“come mai Mystic Falls?”.

Bonnie cercava di inquadrare la ragazza.

“mia madre è morta, perciò sono venuta a vivere con nonna McCullough!”.

Iuli, sua nonna e la loro mania di chiamarsi per cognome.

“mi dispiace... ma aspetta... McCullough?”.

Aveva ripetuto Elena.

“sai che la tua famiglia è una delle fondatrici della città?”.

“Si.” Rispose fiera Iuli. “mia nonna non faceva che ripeterlo quand’ero piccola. Ora è peggio!”.

Le ragazze sorrisero.

“Sai delle numerose feste a casa Lockwood?”.

“certo. Sarò presente anche stasera.”

Iuli non disse nulla a riguardo del consiglio.

“Bene. Ci potremmo andare assieme se ti fa piacere!”.

“certo non conosco nessuno, la compagnia mi è sempre gradita!”

Bonnie ed Elena avrebbero approfittato per conoscere meglio la ragazza.

“se vuoi ci mettiamo d’accordo dopo in mensa, ora credo sia meglio andare. Non credo ti faccia bene arrivare in ritardo già il primo giorno!”.

“già, penso tu abbia ragione!”.

Le ragazze si incamminarono verso l’entrata, sotto lo sguardo attento e lontano di Damon.

 

 

 

 

Ebbene. Salve.

Elijah ed Elena hanno fatto un patto di sangue.

Iuli ha conosciuto Elena e Bonnie.

Stefan è in crisi interiore e Damon? Ha colmato una delle sue tante curiosità.

Chissà che accadrà ancora…

A presto!

Grazie per seguirmi!

Grazie a chi recensisce!

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


4

Capitolo 4

 

 

 

 

 

Un cellulare suonò, ed una ragazza piuttosto agitata e seria andò a rispondere.

“pronto?”.

“Iuli! Sono Elena, sei pronta? Due minuti e ti passiamo a prendere!”.

“oh… che ore sono?”.

“le otto ed un quarto!”.

Iuli aveva perso la cognizione del tempo.

“Elena ho appena fatto addormentare mia nonna. Oggi si è sentita male e solo ora si è messa tranquilla. Voi andate, cercherò di fare il più presto possibile!”.

“oh, mi dispiace tanto! Se vuoi ti aspettiamo volentieri!”.

“no, non importa! Sono veloce a prepararmi tranquilla! Ci vediamo lì! Tempo mezz’ora e sono pronta! Scommettiamo?”.

Elena rise.

“andata!”.

Si salutarono e Iuli in modalità razzo iniziò a prepararsi.

 

 

A meno un quarto alle nove, nel grande giardino dei Lockwood, da un auto scendeva di fretta una ragazza davvero bella. Questa portava i capelli biondo cenere raccolti in una deliziosa acconciatura che lasciava pochi boccoli ad incorniciarle il viso. Vestiva un tubino azzurro, senza bretelle,con una fascia nera sotto il seno,  che fasciava il suo corpo perfettamente. Il colore richiamava i suoi splendidi occhi. Per completare poi, la sua figura era slanciata da un paio di decolté tacco 13 nere così come la sua pochette.

Alla porta d’entrata trovò una signora elegante che accoglieva i nuovi arrivati.

Vide la donna osservarla interrogativa.

“salve sono Iuli McCullough”.

La donna aprì il suo volto in un ampio e sincero sorriso.

“felice di conoscerti, Iuli. Io sono Carol Lockwood! Benvenuta a Mystic Falls. Prego entra.”

Iuli le sorrise e ringraziandola entrò, ciò nonostante la signora Lockwood fece a tempo a dirle a bassa voce che il consiglio si sarebbe riunito alle dieci e che per quell’ora si fosse fatta trovare nel salone principale, che poi lei stessa l’avrebbe accompagnata alla stanza prescelta.

Iuli le annuì con sguardo d’intesa, e proseguì all’interno della casa alla ricerca delle sue nuove amiche.

 

-----

 

Damon, Elena, Bonnie e Alarick si trovavano vicino ad un buffet e parlavano della nuova arrivata in città. Avevano risolto il fallimento del soggiogamento di Damon, con il fatto che, essendo Iuli appartenente ad una delle famiglia fondatrici, era ovvio usasse verbena. Magari anche a sua insaputa. Quello che si chiedevano era perché al collo portasse quel ciondolo, se lei non era un vampiro. Ciò implicava che forse in passato ne aveva avuto a che fare e forse lei sapeva qualcosa su Klaus e compagnia bella.

Erano tutte domande alle quali speravano presto sarebbero riusciti a rispondere.

“Di chi state parlando?”.

Elijah si era avvicinato a loro silenziosamente, mentre ascoltava i loro discorsi. Tutti restarono ammutoliti. Non avevano ancora fatto abitudine a quella nuova alleanza. Elena ovviamente si sentì in obbligo di rispondere, così brevemente raccontò la novità del giorno.

Aveva appena terminato quando l’oggetto della loro conversione fece ingresso in sala, attirando molte attenzioni su di lei. La ragazza sembrò non accorgersene, anche perché era tutta intenta a raggiungere Elena. Avvicinandosi si accorse che c’era anche Bonnie e quello splendido sex simbol che l’aveva quasi investita nel parcheggio della scuola. Per poco, anche se fu solo un secondo, Iuli perse la sua sicurezza.

“a quanto pare ho perso la scommessa!”.

“sembra proprio di si!”.

Le due si abbracciarono, poi Elena si voltò per presentare la ragazza agli altri. Restò un momento spiazzata quando notò due espressioni ambigue sulle facce di Damon ed Elijah.

Il primo guardava Iuli come se stesse avendo una visione. E così era. Damon era rimasto sconvolto dalla bellezza che quella ragazza aveva e per un secondo si dimenticò del suo amore per Elena. Il secondo, invece, fissava la ragazza in modo serio e sospettoso. Elijah, come Damon aveva avuto l’impressione la prima volta che l’aveva vista, pensava che avesse uno sguardo al quanto familiare.

Il primo a riprendersi fu proprio quest’ultimo che con fare galante si presentò.

“molto piacere, io sono Elijah, un amico di famiglia di Elena.”.

La ragazza porse la mano all’uomo e nello stesso momento che i due si toccarono un forte calore al cuore l’avvolse. Non sapeva spiegarsi quella situazione.

“io sono Iuli, molto piacere!”.

L’antico aveva provato in modo un po’ meno accentuato la stessa cosa. Tuttavia, fu distratto da un’altra cosa.

“hai davvero un bel nome.”.

La ragazza restò titubante un attimo, nessuno aveva mai fatto dei complimenti al suo nome.

“ti ringrazio. È un nome molto comune nella mia famiglia, viene tramandato quasi ad ogni generazione!”.

“interessante…”.

Elijah non aggiunse altro, però rimase fermo ad osservare ogni suo più piccolo particolare.

“finalmente conosco il tuo nome!”.

Damon si era fatto poi subito avanti, eseguendo un vistoso baciamano.

Iuli non era riuscita a controllare il suo cuore, che inspiegabilmente aveva iniziato a battere più forte. Distolse subito lo sguardo dal bel Damon e casualmente lo puntò su un orologio. Mancavano pochi minuti alle dieci.

“ragazzi se non vi dispiace vado nell’ altra sala a salutare una persona che avevo intravisto prima all’entrata. Ci vediamo dopo d’accordo?”.

Gli altri annuirono e la salutarono.

Damon avrebbe voluto raggiungerla, ma doveva andare al consiglio, per cui avrebbe dovuto rimandare. Si accomiatò dagli altri e andò al piano di sopra.

 

 

“Elijah qualcosa ti turba?”.

Elena lo aveva osservato mentre si presentava a Iuli.

“quella ragazza è davvero interessante.”

“pensi sia un pericolo?”.

Chiese preoccupata Elena. Le piaceva la ragazza, non la riteneva una cattiva persona, anche se non voleva ammettere le avesse dato fastidio lo scambio di sguardi che era avvenuto tra lei e Damon.

L’antico ripensò a quella strana emozione che aveva provato nel toccarla. Quell’emozione lui l’aveva provata più volte in un passato lontano, si chiedeva perciò cosa potesse mai centrare lei, semplice umana. Forse però il motivo di tale sentimento era scaturito da quel nome a lui così familiare.

“no, penso di no.”

“buonasera!”.

Disse una voce apatica alla quale Elena non si era ancora abituata.

“cosa fai qui?”.

Era diventata tesa tutta all’improvviso.

Lui non rispose, si limitò a fissare un punto davanti a sé, invitando gli altri a fare lo stesso.

 

------

 

Klaus si era autoinvitato alla festa in casa Lockwood. Era ancora furioso per lo scherzetto che Damon gli aveva rifilato. Gli avevano nascosto la bara più importante e aveva risvegliato un Elijah al quanto vendicativo. Stava ancora pensando a chi poteva uccidere per farsi consegnare la sua bara, quando vide suo fratello che parlava con Elena nell’altro lato della stanza. Questo ovviamente non gli andava giù, dato che la doppleganger sembrava davvero tranquilla. Si decise ad andare a spargere un po’ di terrore.

Si stava muovendo in mezzo alla folla, quando uno strano calore gli strinse il suo cuore ormai morto da mille anni, quella sensazione lo bloccò anche perché questa poi cambiò. Il calore così com’era arrivato si era anche trasformato in puro gelo, per poi abbandonarlo e lasciargli in bocca un retrogusto amaro. Quella sensazione lo aveva un attimo spaesato e rimandato indietro di molti anni. Si guardò intorno, ma la gente era tanta, e non aveva fatto caso alla bella ragazza bionda che gli era passata accanto prima. Scrollò le spalle e cercò di auto convincersi che erano le sue preoccupazione a giocargli brutti scherzi.

Riprese la direzione di prima e vide che ora si era aggiunto anche Stefan ed insieme agli altri lo fissavano. Addio effetto sorpresa. Ora era ancora più arrabbiato.

 

------

 

Damon aspettava insieme agli altri concittadini l’arrivo di Carol Lockwood per un’altra riunione del consiglio. Si stava innervosendo ad aspettare, poiché lui non vedeva l’ora di mettere le mani sul bel corpo di Iuli. Questo lo spiazzò. Ancora una volta aveva pensato al corpo di Iuli e non a quello di Elena. No, qualcosa non andava. Non fece a tempo a fare altri pensieri poiché Carol fece il suo ingresso nella stanza, accompagnata da Iuli in persona.

 

“sono lieta di presentarvi Iuli McCollough e no, non ha fatto una cura di ringiovanimento. Questa è sua nipote, trasferitasi pochi giorni fa da Chicago. Ha deciso di prendere il posto di sua nonna nel consiglio.”

Tutti si alzarono e andarono a presentarsi di buon grado di fronte a quella giovane ragazza. Iuli, dal canto suo, faticava a concentrarsi poiché non aveva potuto non notare la presenza fiera di Damon.

Quest’ultimo fu l’ultimo ad accoglierla.

“chi l’avrebbe mai detto? Fan dei vampiri?”.

Damon voleva cercare di dare più risposte possibili alle sue domande.

Iuli cercava di non passare per debole. Per tutta una vita aveva combattuto per non farsi mai intimorire da nessuno. Non doveva certo iniziare ora.

“non direi. Affascinata dalla loro storia, quello si, ma a dire il vero non ne ho mai visto uno prima!”.

Damon non poté non ghignare.

“cosa c’è di così divertente?”.

Lui non fece a tempo ad aprir bocca che Carol Lockwood li invitò ad accomodarsi per cominciare la seduta del giorno.

Da bravo gentiluomo Damon fece segno a Iuli di precederlo e lei un po’ titubante e un po’ lusingata si incamminò verso le sedute dandogli le spalle. Fu lì che tutto ebbe inizio.

Nella famiglia McCollough ad ogni generazione ogni donna non aveva mai saputo adempiere al proprio destino, proprio per il fatto che non sapesse il significato del tatuaggio che ad ognuna compariva sulla schiena, fino a quando questo non sarebbe apparso alla generazione successiva. A quanto pare il destino però, aveva fatto in modo che Iuli andasse a Mystic Falls e che proprio Damon Salvatore vedesse sulla sua nuca un simbolo a lui divenuto familiare. Un sole. Un simbolo però che trovato inciso sulle mura di una grotta sotterranea prendeva il significato di ‘vampiro’.

 

 

 

 

 

 

Direi che le cose si fanno interessanti vero?

Chi sarà mai questa Iuli? Elijah toccandola ha provato piacere, Klaus, invece, no.

Il suo tatuaggio poi è il simbolo vichingo per vampiro..

Spero di avervi incuriosito…

A presto

E grazie per seguirmi!!!

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


5

CAPITOLO 5

 

 

 

 

 

“allora facciamo un rapido resoconto di ieri sera...” .

Alarick Saltzman da bravo professore qual era cercava di riunire tutte le nuove informazioni che aveva raccolto durante il party in casa Lockwood della sera precedente.

Erano le 7.00 del mattino quando Bonnie, Elena, Damon e il professore si erano riuniti nella pensione Salvatore.

“Abbiamo una strana diciottenne con un amuleto che permette ai vampiri di camminare alla luce del sole al collo. Ha un tatuaggio con raffigurato un simbolo vichingo che significa vampiro, ed è umana. Damon dice che ha partecipato al consiglio, per cui sa dell’esistenza dei vampiri, ma pare non ne abbia mai visto uno, anche se è ovvio che a sua insaputa ne ha già incontrati.”.

“uno decisamente figo”.

“si Damon non lo mettiamo in dubbio!”.

Alarick aveva risposto ironicamente al bel vampiro, mentre le due ragazze si limitarono a mandargli occhiatacce.

“poi abbiamo un originario con seri problemi di conversazioni civili senza minacce.”.

Klaus la sera prima era arrabbiato più del solito e si era rivolto ad Elena e gli altri minacciandoli fin da subito. Aveva messo subito in chiaro che rivoleva la bara, che non si sarebbe fermato di fronte a nulla e che avrebbe avuto solo l’imbarazzo della scelta su chi uccidere per ottenere quello che voleva.

“dobbiamo trovare un sotterfugio, qualsiasi cosa per prendere tempo. Ci ha dato un giorno di tempo, poi inizierà a giocare! Sue testuali parole.”

Tutti iniziarono a guardarsi negli occhi.

“io potrei…”.

Elena aveva iniziato a parlare, ma Damon stroncò qualsiasi cosa avesse pensato sul nascere.

“non ci pensare nemmeno! Ho bisogno di sapere che sei al sicuro!”.

“ma…”

“no!”

“Damon io…”

“ho detto di no!”.

Elena mise il broncio, ma Damon fu irremovibile.

Bonnie le si avvicinò.

“Damon ha ragione, Elena. Io, comunque, cercherò di mettermi in contatto con gli spiriti. Spero mi diano qualche consiglio a riguardo!”.

“ottimo!”.

Alarick stava cercando di mettere in piedi un qualsiasi piano, ma non sapeva da che parte iniziare.

“Damon tu trova Elijah e vedi se ha qualche idea da darci, non può non aiutarci!”.

“perfetto… stavo già pensando di andare a scambiarmi qualche pettegolezzo con l’antico.”

“bene! Direi di rivederci qui dopo scuola, salvo imprevisti!”.

Tutti annuirono e le due ragazze seguite dal professore se ne andarono.

“siete patetici!”.

“fratellino, che piacere sapere che stai sempre dietro la porta ad origliare come un bambino dispettoso!”.

Stefan ghignò mentre si avviava verso il tavolino degli alcolici.

“allora illuminaci tu, astuto Stefan!”.

“oh no Damon. Sai ho appreso alla grande gli insegnamenti di Katherine. Starò nel retro scena a guardare quanto siete stupidi e nel farvi ammazzare.”.

Damon gli sorrise, mentre un secondo dopo stava afferrando Stefan per la gola.

“ti crederei se solo non ti conoscessi. Sei un debole, proprio come me. Sono sicuro che se Elena fosse in pericolo, tu non staresti con i pop corn in mano a guardare.”

“lo dici tu!”.

Damon mollò la presa avvicinandosi di più al viso del fratello.

“si, lo dico io!”.

 

*

 

“Elena, la seconda ora ce l’ho buca per cui penso andrò nella casa delle streghe per chiedere loro qualsiasi tipo di aiuto!”

“vuoi che venga con te?”.

“non credo sia necessario, ma…”.

Bonnie stava guardando Elena, ma il suo sguardo fu attirato da due persone il lontananza. Una era Iuli, che attraversando il cortile stava per entrare a scuola e l’altra era Caroline che aveva appena parcheggiato e stava scendendo dall’auto, non molto lontano da loro.

“ehi Caroline?”.

Anche Elena si era voltata e guardava la vampira bionda, la quale incamminandosi come nulla fosse, entrò a scuola.

“se fosse stato un anno fa avrei potuto credere che non mi avesse sentito, ma ora direi che ci prende per due fesse. Non trovi che in questi giorni ci abbiamo evitato?”.

Elena era pensierosa.

“avevo il dubbio, ma ora ne ho avuto la conferma. Si comporta stranamente dal suo compleanno!”.

Bonnie annuì.

“allora facciamo così. Tu prova a vedere se riesci a mettere alle strette Caroline, proverò anch’io se la incontro. Inoltre, cerca di scoprire più cose puoi su Iuli!”.

Elena annuì, ed insieme entrarono a scuola.

 

*

 

“cominci ad avere i miei hobbies non credi?”

Damon aveva trovato Elijah, fermo poco distante dalla scuola, che pareva osservare i studenti. Si mise al suo fianco e seguendo il suo sguardo intercetòo l’oggetto del suo interesse.

“bella non trovi?”.

“non è quello che mi interessa!”.

“No?”.

Ma l’originario non rispose. Restò a fissare quella ragazza fino a quando questa non entrò a scuola. Stava poi per voltarsi e andarsene.

“se sai qualcosa non puoi tacere per te le informazioni, hai un patto!”.

“non con te, però!”.

“vuoi che chiami qui Elena allora?”.

Damon stava per tirare fuori il cellulare, ma Elijah gli bloccò il braccio fermandosi con il volto serio ad una spanna da quello del maggiore dei Salvatore.

“usa quel marchingegno per dire alla tua amata di portare la ragazza alla pensione oggi!”.

“cos’hai in mente?”.

“fallo!”.

Elijah aveva sillabato lentamente quella parola.

Damon si stava contorcendo il fegato dalla rabbia. Odiava essere trattato in quel modo e avrebbe dato qualsiasi cosa per staccare la testa a quel dannato. Con finta calma si prestò ad armeggiare col cellulare.

“Fatto. Ora per cortesia parla!”.

Aveva parlato con i denti quasi serrati, da quanta rabbia stava cercando di trattenere.

L’originario lo fissò tranquillo.

“seguimi”.

 

*

 

“no no no, aspetta!”.

Elena dopo cento salti mortali era riuscita ad intercettare la bionda e bloccarla per un braccio.

“oh, ciao Elena. Come stai? Non ti avevo vista, scusami ma…”.

“stop! Non prendermi in giro, lo so che mi hai visto arrivare, così come hai sentito stamattina Bonnie chiamarti!”.

Elena era ferma e decisa, al contrario di Caroline, la quale sembrava tesa e continuava a guardarsi in giro.

“è successo qualcosa Car?”.

“no, cosa te lo fa pensare è solo che.. vado di fretta!”.

Caroline era spaventata, aveva paura del giudizio della sua amica.

“Caroline ci conosciamo da quando siamo bambine, lo so che c’è qualcosa che non va. Quello che non so è perché non riesci più a parlare con me, siamo amiche e lo sai che puoi fidarti di me… di Bonnie...”

“c’è una cosa che non ti ho detto…”.

Elena annuiva in silenzio, attendeva che l’amica continuasse.

“ciao Elena!”.

Una ragazza che passava di là salutò la mora, la quale senza volerlo si voltò senza accorgersene verso la persona che l’aveva chiamata. Quando tornò verso la sua amica, questa non c’era più.

“Caroline..” sussurrò triste Elena.

Le dispiaceva che l’amica non si confidasse con lei, ed era preoccupata, perché non sapeva cosa le fosse accaduto.

“ehi parli da sola?”.

Iuli aveva visto Elena e si era avvicinata per salutarla dato che la sera prima, dopo la riunione, non l’aveva più vista.

“come? Oh, ciao Iuli. Non tranquilla non sono ancora impazzita, anche se credimi, non manca tanto!”.

Le due sorrisero complici.

“allora che ci fai in giro per i corridoi?”.

“avevo ginnastica e sono fuggita prima! Potrei, però, fare la stessa domanda a te?”.

Iuli le sorrise.

“Elena Gilbert, ed io che pensavo fossi una ragazza diligente! Io, comunque avevo l’ora buca!”.

“una volta lo pensavo anch’io…”.

Elena aveva detto quella frase con un velo di tristezza, ripensando al suo passato, a quando quel mondo sovrannaturale non la sfiorava neanche nel peggiore dei suoi incubi. Iuli si accorse del cambiamento d’umore della ragazza, per cui cercò di sviare il discorso.

“non ti ho più visto ieri sera!”.

Elena sembrò tornare in sé.

“hai ragione! Scusami, ma Bonnie si era sentita poco bene e ce ne siamo andate, volevamo salutarti, ma tu eri…”.

Elena stava per dire “al consiglio”, ma non sapeva se concludere così la frase o meno. Forse era buona cosa mettere un paio di carte in tavola.

“senti facciamo una passeggiata?”.

Iuli era stranita dai vari cambiamenti di Elena, senza obiettare, però, la seguì.

 

 

Mentre camminavano ognuna era immersa nei propri pensieri. Elena si chiedeva come affrontare l’argomento, mentre Iuli stava pensando allo strano uomo di nome Elijah e a quel strano, ma affascinante, Damon.

“Damon mi ha detto che eri al consiglio ieri sera.”.

Elena aveva optato per un via al dente via al dolore.

“come…?”.

Iuli l’aveva guardata interrogativa, e lei le aveva sorriso infondendole comprensione e fiducia.

“tu sai?”.

La doppleganger guardò verso l’alto e sospirò.

“in questa cittadina ci sono più segreti di quanto tu immagini…”.

“hai… hai mai visto un vampiro?”.

Elena sorrise.

“si. Ce ne sono più di quanti immagini!”.

“sembra quasi che tu li conosca!”.

Elena si fermò e la guardò negli occhi.

“non tutti i vampiri sono cattivi!”.

“era un si?”.

Rise.

“si, Iuli.”.

“come fai ad essere così tranquilla? Non hai paura di loro?”

“te l’ho detto, non tutti sono cattivi…”.

La bionda ci pensò su, la sua curiosità era tanta.

“pensi che potresti farmene incontrare uno?”.

Elena rifletté un istante.

“hai impegni oggi pomeriggio?”.

 

*

 

“tu sai in quanti fratelli siamo?”.

Damon cercò di ricordare le informazioni che aveva dato loro Rebekah.

“mi pare sette se non ricordo male!”.

Elijah camminava avanti e indietro davanti al luogo in cui era stata nascosta la bara.

“Niklaus, che come ben sai è il figlio illegittimo. Io, Rebekah… Finn.. Kol..Heinrich…”.

“l’ultimo era stato ucciso da un licantropo mi pare…”.

Elijah annuì, mentre la rabbia fluiva dal ricordo della perdita.

“aspetta.. non sono mai stato un genio nella matematica, ma se non sbaglio io ne ho contato solo sei. Il settimo chi era? Non è mai stato menzionato neanche da Rebekah.”

“quando mia madre fu trovata morta, vicino a lei furono rinvenuti anche i resti inceneriti di qualcuno. Il vestitino tra la cenere era suo…”.

Damon lo ascoltava attento.

“…la mia sorellina… Iuli!”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Boom!!!

Ho sganciato la bomba!!!

Piaciuto il capitolo???

Fatemi sapere!!

Bacione

deba

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


6

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                                                                                            Capitolo 6

 

 

 

 

 

Un Alarick Saltzman al quanto pensieroso continuava a fare Avanti e indietro per il salone della pensione Salvatore.

Dopo la scuola il professore si era recato lì come d’accordo e vi aveva trovato un Damon sulle nuvole. Il vampiro gli aveva rivelato l’informazione che Elijah, poche ore prima, gli aveva svelato.

“la storia si fa interessante!”.

“stefan per l’amor del cielo, rimani solo se vuoi essere utile, la tua presenza, altrimenti, inizia a farsi pesante. Non avrei mai pensato che avrei sentito la mancanza del mangia- coniglietti salviamo la fauna umana.”

Stefan era rimasto impassibile a braccia conserte, vicino al divano.

“buffo, eppure mi hai sempre espresso il tuo desiderio di farmi tornare lo Stefan dei primi del 900, per divertirsi insieme. Che c’è Damon? Non è divertente?”.

“touchè”.

Damon gli sorrise angelico ed ironico.

Stefan lentamente prese ad avvicinarsi al tavolino degli alcolici.

“pare che Elena sia attirata più dai cattivi, allora perché cambiare?”.

Con calma parlò e si versò da bere.

Il finto sorriso che aveva Damon sul voltò, scompari’ a quelle parole. Con la velocità caratteristiche dei vampiri gli si avvicinò.

“ti ricordo che se io ed Elena ci siamo avvicinati è stato solo per Klaus, che ti ha ridotto così! La tua rabbia dovresti riversarla sull’uccidere quell’ibrido!”

Stefan guardò il fratello e non disse altro.

 

Qualche secondo dopo arrivò un messaggio a Damon.

“a quanto pare Elena sta portando qui Iuli per presentarle un vampiro vero!”.

Damon non sapeva se esserne felice o meno. Non capiva perché quella Iuli non gli stesse indifferente come dovrebbe.

“fratellino ti vuoi immolare per la patria?”.

Stefan guardò il fratello senza emozioni.

“visto il tuo entusiasmo lo prenderò per un si!”.

Detto questo Damon si versò del whisky, mentre pensava a come affrontare la situazione, fu tuttavia distratto da uno spostamento d’aria.

“Oh, Elijah. Ti offro da bere?”.

“ma certo…”.

 

*

 

“e questa casa di chi è?”.

Iuli ed Elena avevano appena parcheggiato di fronte alla pensione Salvatore e si apprestavano a scendere.

“ehm… di Damon Salvatore!”.

Iuli si paralizzò all’istante e cominciò ad andare silenziosamente in iperventilazione.

“e perché siamo qui?”.

“sta calma, avanti seguimi!”.

Elena si avviò ed entrò senza bussare o suonare. A iuli questo non sfuggì e si chiedeva quanta confidenza potesse mai avere Elena con Damon per entrare in casa sua senza neanche annunciarsi. Muta, tuttavia, la seguì.

La casa dentro era stupefacente, pareva trovarsi in un museo storico con tutti i cimeli che vi erano, ma quello che la stupì di più fu l’odore confortevole che l’avvolgeva. Arrivata nel salone vi trovò quello strano uomo, Elijah, Damon, un altro ragazzo e il professore di storia. -Un secondo, il professore? - Si chiese.

“professore Saltzam?”.

L’uomo era in imbarazzo e si alzò grattandosi la testa.

“ciao Iuli.”.

La ragazza lo guardava stranita e Alarick non sapeva che dire, così prese la parola Elena.

“come prima ti dicevo, A Mystic Falls stanno succedendo un po’ di cose fuori dal comune ultimamente…”

Iuli la guardò ed annuì.

“io per prima ti ho detto di non essere del tutto normale. Non ti sarà chiaro quello che sto per dirti, ma io sono diciamo una doppelganger della discendenza Petrova, per cui sappi che se un giorno mi incontrassi e dovessi comportarmi da vera stronza, bè sappi che quella non sono io, ma l’altra. Si chiama Katherine ed è un vampiro.”

“wow…”.

Iuli sillabò la parola senza entusiasmo. Lei aveva letto a riguardo di questa doppelganger nei testi antichi trovati in casa di nonna McCoullogh. Certo non avrebbe pensato che esistesse davvero. L’aveva affascinata molto l’argomento perché cercava di capire qualcosa sulle discendenze. Questo la riportava al fatto che era sicura, che lei stessa servisse a qualcosa, l’unico problema era a cosa.

“tu saresti la doppelganger?”.

Elena corrucciò la fronte.

“sai di cosa parlo?”.

“vedi, ti avevo accennato al fatto che il mio nome si tramandasse di generazione in generazione, bè non è tutto. Vedi è strano ma nella mia famiglia, ad ogni generazione è sempre nata una sola femmina, sempre. Intorno ai diciotto anni a questa compariva uno strano tatuaggio e ad essa veniva imposto l’uso di una collana..”. si guardò il petto e prendendo con le dita il suo ciondolò continuò “… questa collana!”.

Elijah e Damon si scambiarono uno sguardo, la cosa li interessava molto, ovviamente.

“Ciò nonostante poi non succedeva nulla e alla generazione successiva le cose erano sempre uguali. Sono sicura che uno scopo ci deve pur essere, ma finora non ne sono venuta a capo.” Sbuffò come se fosse esausta e mentalmente lo era. “ Per questo so della doppelganger. Ho fatto delle ricerche sulle discendenze nei testi antichi della mia famiglia, e su uno parlava di queste Petrova e del fatto che sarebbero servite per spezzare una maledizione… e se non ricordo male si riferiva a quella del sole e della luna, anche se ammetto non capisco cosa voglia dire”.

Elena abbassò la testa e sospirò richiamando l’attenzione di Iuli.

“bè è tutto vero e la maledizione è stata spezzata… non siamo riusciti ad evitarlo…”.

Elena ripensava alla morte della zia e poi al fatto che quello aveva provocato l’allontanamento e il cambiamento di Stefan. Involontariamente alzò lo sguardo verso di lui e lo trovò ad osservarla, forse lui sapeva a cosa pensava. Aveva bisogno di lui, del suo Stefan, di quello di cui se ne era innamorata e poi senza accorgersene spostò lo sguardo su Damon. Non sapeva più che fare.

“spezzata?”.

Iuli si guardava attorno interrogativa. Dato però che Elena non parlava più, prese la parola Alarick.

“pensavamo che la maledizione del sole e della luna una volta spezzata avrebbe permesso ai vampiri di camminare alla luce del sole e ai licantropi di trasformarsi ogni volta che volevano, senza tener conto della luna, ma era un falso. La doppelganger serviva a spezzare la maledizione su un vampiro di nome Klaus.”

A quel nome Iuli rabbrividì inconsciamente.

“klaus è uno dei vampiri originari ed ora è un ibrido. La maledizione teneva sopita la sua parte di licantropo, ora è entrambe le cose ed è fortissimo!”.

“e il mio sangue gli serve per trasformare i vampiri in ibridi come lui”.

Iuli tremò per lei.

“e non hai paura, come fai a stare così tranquilla?”.

Elena le sorrise.

“ti ho detto che non manca tanto alla mia pazzia!”.

Iuli era senza parole, si chiedeva come avessero fatto ad affrontare una storia così. Poi guardò il resto delle  persone all’interno di quella stanza, soffermandosi più a lungo sulla figura di Damon, che non le era poi tanto indifferente.

“e voi che ruolo avete in tutto questo?”.

“io sono un cacciatore di vampiri!”.

Ammise Alarick.

“ho sempre pensato che fosse troppo figo per fare solo il professore”.

Sdrammatizzò Iuli, scaturendo una risata ad Alarick.

“ti ringrazio…”.

Damon era rimasto in silenzio fino a quel momento. Parlando con gli altri, prima, aveva detto che avrebbe presentato Stefan come vampiro, ma ora preso da chissà cosa, si accorse di voler essere anche lui sincero.

“ed io sono un vampiro, come mio fratello! Però più sexy!”.

E indicò Stefan seduto su una poltrona, dove se ne stava in un apatico silenzio.

“tu sei cosa?”.

Iuli era rimasta basita da quella confessione e Damon, alla sua velocità, si materializzò davanti a lei con un sorrisetto dei suoi.

“un vampiro!”.

Lei cercò di non farsi intimidire.

“ah, allora avevo capito bene!”.

Non ci credeva, sembrava così umano. Lei si era sempre immaginata che i vampiri fossero dei prototipi del Conte Dracula, vestiti in smoking e col mantello. Non un ventenne super figo come Damon Salvatore.

Un piccolo colpo di tosse spezzò il contatto visivo che si era venuto a creare tra Iuli e Damon. C’era attrazione fisica tra loro e si vedeva. Lo avevano notato tutti in quella stanza, pure Elijah e ne sembrava lievemente infastidito.

“pare che l’unico che non si sia ancora presentato sia io!”.

Iuli lo osservò e ricordò quel strano calore che l’aveva avvolta la sera precedente nel toccarlo.

“io sono un vampiro originario!”.

Iuli pensò che Elena non scherzava quando diceva che la cittadina ne era piena. Ed era pure un originario, era come il vip della situazione in teoria.

“sono il fratello di Klaus e l’ho aiutato nella trasformazione in ibrido!”.

Questa era stata la rivelazione più shoccante per Iuli. Lei si guardò attorno e vide che tutti erano tranquilli.

“suppongo ci sia dell’altro!”.

Ed Elijah le raccontò del tradimento del fratello, delle bare in cui erano rinchiusi i componenti della sua famiglia e del fatto che ora cercava vendetta.

Iuli non seppe perché ma si sentì legata a quelle parole, condivideva gli stati d’animo del vampiro e chissà perché lo comprendeva.

Rimasero poi tutti in silenzio e la bionda cominciò a guardarli. Lei aveva chiesto ad Elena di farle vedere un vampiro, ma invece era entrata a far parte di una cosa di cui neanche lei sapeva capacitarsene.

“perché mai mi avete raccontato tutto ciò?”.

Nessuno le rispose. Elena cercò di prendere la parola, ma Iuli non le aveva lasciato tempo!

“ voi sapete qualcosa sulla mia discendenza?”.

Le era sembrata la domanda più sensata, cos’altro poteva centrare lei in tutto questo?

“a dire il vero ci stiamo lavorando!”.

Fu Damon a risponderle.

 

*

 

Klaus fissava le bare mentre beveva un whisky. Aveva lasciato correre quell’emozione, perché accecato dalla rabbia della bara mancante, ma svegliandosi quel mattino non poté non riflettere a mente più lucida. Cosa diavolo aveva scaturito quel gelo intorno al suo cuore? nonostante fossero passati mille anni, ricordava benissimo quando ancora aveva provato quell’emozione sgradita. Era successo tutto così in fretta, aveva scoperto cosa bloccava la sua possibile trasformazione in ibrido e aveva poi scoperto che esisteva qualcuno che avrebbe potuto annientarlo. La cosa più ovvia e istintiva era stata quella di ottenere ciò che lo avrebbe completato e annientare il suo pericolo, tuttavia, ancora oggi, il rimorso in parte lo dilaniava, ma il suo ego per quanto poco era sempre più grande. Per colpa però di quei dannati Salvatore e compagnia bella, parte del suo delitto era venuto a galla e aveva dovuto riuccidere Bekah, per non dover subire la sua ira, ma non era bastato. Riuscivano ad essere sempre un passo avanti a lui e dalla loro parte ora avevano Elijah. Avrebbe dovuto parlargli e con qualche cazzata farlo tornare dalla sua parte. Erano pur sempre fratelli e negli anni, Elijah gli aveva sempre perdonato tutto. Era sicuro che lo avrebbe fatto ancora e allora nessuno lo avrebbe più fermato.

 

*

 

“ci state lavorando?”.

“a dire il vero non abbiamo poi tanto in mano, ma confidiamo nella nostra streghetta!”.

Damon era di una tranquillità destabilizzante, e Iuli aveva assorbito troppe informazioni.

“streghetta?”.

Elena si fece avanti.

“siamo una compagnia un po’ fuori dal normale. Bonnie è una strega!”.

“ah!”.

Iuli non riuscì a dire di più di quell’esclamazione, ma ciononostante non era spaventata, anzi era tranquilla, forse ancora non si era resa conto, ma in quel momento quella strana sensazione di non appartenenza non c’era. Era sparita col suo arrivo a Mystic Falls.

 

*

 

Erano ore ormai che Bonnie cercava un contatto con le streghe, ma non ne aveva ricavato un ragno dal buco, stava pensando di andarsene quando si decise a fare un ultimo tentativo. Le fiamme delle candele che la circondavano presero ad ardere con vigore e la strega, nella sua concentrazione, cadde in uno stato di catalessi. Le immagini che susseguirono furono veloci, sembrava quasi un sogno o un incubo, che finì quasi subito riportandola con un strattone alla realtà.

Agitata si alzò e cercò di fare mente locale. Aveva visto la bara in questione, l’aveva vista aprirsi o meglio aveva visto delle persone aprirla, non li aveva riconosciuti tutti, ma era certa che due di quelli erano Elijah e Iuli. Era lei la chiave di tutto?

 

 

 

 

_________________________________________________________________________

Penso sia un po’ noioso questo capitolo, ma era necessario spiegare a Iuli in che storia si trovasse.

Fatemi sapere le vostre opinioni!!

Grazie per seguirmi

Un bacione

Deba

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


7

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CAPITOLO 7

 

 

 

 

 

Iuli era nel giardino sul retro di casa Salvatore e stava riflettendo su ciò che aveva appena scoperto e su quello che presto avrebbe saputo ancora. Bonnie a quanto pare aveva delle informazioni e sarebbe arrivata da un momento all’ altro.

Elena si trovava seduta sul divano e il suo sguardo viaggiava da Damon e Stefan, i quali si trovavano rispettivamente uno da una parte e uno dall’altra della stanza. Damon parlava con Alarick di cosa Bonnie potesse aver scoperto e di cosa fare con Klaus, il quale si sarebbe apprestato a compiere qualche catastrofe la sera stessa. Stefan, invece, osservava Elena. Nonostante avesse provato a spegnere i suoi sentimenti, l’amore per lei sapeva essere più forte di tutto e Damon aveva ragione, la colpa era solo di Klaus. A causa sua aveva perso Elena. Lui l’aveva capito fin da subito che non era come Katherine, a differenza di suo fratello, lui l’aveva capita e amata subito. In fin dei conti, tra lui e Damon, era suo fratello che aveva amato veramente Katherine, lui più di una volta si era chiesto se l’amore per quella vampira era stato vero o solo frutto di un soggiogamento, ma quello sarebbe stato un dubbio a cui forse non sarebbe mai riuscito rispondere.

Elijah ascoltava i respiri e il battito del cuore di Iuli, che se ne stava fuori seduta sulla mura. Le coincidenze erano troppe. Il suo nome, quel tatuaggio e poi quel calore che il suo tocco aveva scaturito nel suo cuore morto. Si mosse e si decise di raggiungerla.

 

“disturbo?”.

Elijah si era avvicinato lentamente e in modo non improvviso.

“ehi.. no, figurati!”.

Lui le sorrise garbatamente e si appoggiò vicino a dove lei era seduta a gambe incrociate. Il silenzio li avvolse, ma non era imbarazzante.

“l’altra sera è successa una cosa..”.

Aveva rotto il silenzio Iuli, e quelle sue parole, ovviamente, attirarono l’attenzione dei due vampiri nel salone.

“quando ci siamo toccati, intendi?”.

Elijah finì la frase per lei.

Lei annuì.

“è successo anche a te?”.

“penso di si!”.

Lei si morse le labbra pensierosa. Perché lo vedeva come una persona familiare, se era solo la seconda volta in vita sua che lo incontrava?

“cosa pensi significhi?”.

“non ne sono ancora sicuro a dire il vero..”.

Lei lo fissò interrogativa.

“sai qualcosa? Di me intendo?”.

Lui si alzò e le porse la mano. Voleva dirle tutto.

“vieni entriamo, è arrivata la strega!”.

Iuli si perse nello sguardo dell’originario e si lasciò guidare all’interno della casa.

 

Bonnie era seria e cercava di far chiarezza sulle sue visioni.

“ehi Iuli, come stai?”.

La ragazza le sorrise debolmente.

“frastornata!”.

“penso che prima di sentire le novità di Bonnie, sia il caso che Iuli venga a conoscenza di quello che sappiamo su di lei!”.

Elijah si era posizionato al centro del gruppo. Tutti si guardarono e annuirono, tutti pensavano che fosse giusto per lei sapere. Iuli si irrigidì, non sapeva cosa aspettarsi, ma non vedeva l’ora di capirne qualcosa di più di lei stessa.

“la tua collana…”.

Iuli istintivamente si toccò il ciondolo.

“… non è come tutte le altre. Su di essa è stato fatto un incantesimo. Lo stesso incantesimo che hanno i nostri anelli.”

Lui alzò la sua mostrando l’antico anello che portava all’anulare e così fece Damon, accompagnato da un sorriso sghembo dei suoi, mentre Stefan guardava il suo, non curandosi di Iuli.

“l’incantesimo serve a noi vampiri per camminare alla luce del sole e non venirne bruciati!”

“oh!”.

Iuli fissava il suo ciondolo. Si chiedeva se davvero il suo cimelio di famiglia servisse a questo e se anche fosse, a lei cosa poteva mai servire.

“non serve ad altro?”.

Elijah negò con il capo.

“no, ne sono più che sicuro!”.

“è insensato non credi?”.

Il viso dell’originario non mutò.

Iuli si fermò a studiarlo e capì che la spiegazione non era del tutto finita. Fece un passo verso di lui non distogliendo lo sguardo nemmeno una volta.

“mille anni fa io e i miei fratelli, Rebekah e Klaus, abbiamo scritto la storia della nostra famiglia sulle mura di una grotta ora sotterranea qui a Mystic Falls. All’epoca la lingua da noi usata era quella vichinga…”.

Si fermò e si avvicinò alla libreria. Frugò tra dei fogli e ne estrasse uno.

“la scrittura era rappresentata per la maggior parte da simboli e c’è né uno in particolare che voglio farti vedere. Questo è il simbolo che tradotto oggi sta per vampiro.”.

Le passò così un foglio con stampata sopra la foto di un sole e due triangoli isosceli posti sotto di esso. Lei lo fissò ad occhi sbarrati.

“è impossibile…”.

Indietreggiò fino a sbattere contro un tavolino. Alzò lo sguardo e vide che tutti erano seri, segno che nessuno mentiva.

“è il mio tatuaggio…”.

Damon le si avvicinò prendendole il foglio dalle mani e guardando la foto a sua volta.

“te l’ho visto al consiglio quando mi sei passata davanti.”.

“ma io non sono un vampiro!”.

“acuta osservazione gioiellino, ci stiamo lavorando a riguardo!”.

Iuli si sedette su un divano e si perse nei suoi pensieri. Credeva che si stessero sbagliando perché riteneva impossibile che il suo scopo fosse essere un vampiro, non aveva senso.

“ok mentre lasciamo che la ragazzina si faccia le domande ‘chi sono’ ‘cosa faccio’ ‘Dio esiste’, Bonnie illuminaci.”.

Elena fulminò Damon e si sedette vicino a Iuli per infonderle tranquillità, o almeno il suo scopo era quello.

Bonnie sbuffò e si avvicinò al gruppo.

“ho avuto una fusione con gli spiriti e ho avuto una visione. Ho visto la bara aprirsi, ma non sono riuscita a vederne il contenuto, credo che quella visione servisse a fami vedere il modo in cui la bara dovrebbe aprirsi.”.

“E…? non tenerci sulle spine streghetta!”.

Ognuno ormai non faceva più caso all’ironia fuori luogo di Damon, tranne Iuli, ovviamente, che era la nuova.

“non ti facevo così cazzone!”.

Iuli se n’era uscita con quella frase dal nulla, scaturendo da prima l’incredulità dei presenti, poi la loro ilarità, perfino quella di Stefan. A parte Damon s’intende.

Quando la situazione tornò alla tensione standard, Bonnie riprese.

“la visione era sfuocata e cercherò un modo per chiarire quello che ho visto. Di una cosa sono certa. Servono delle persone al suo cospetto per aprirla, chi siano, non l’ho ancora scoperto del tutto. Tra di loro sono riuscita a riconoscerne solo due.”.

“chi Bonnie?”.

“Elijah e Iuli!”.

“chissà perché lo immaginavo!”.

Damon prese a camminare avanti e indietro, finendo per inerzia al tavolino degli alcolici.

Iuli si chiedeva ancora una volta lei cosa centrasse.

“sapete cosa c’è in quella bara?”

Elena fissò la bionda.

“non lo sappiamo, ma pensiamo che qualsiasi cosa ci sia là dentro, ci servirà a uccidere Klaus!”.

“capisco…”.

Il professore si alzò e si avvicinò a Damon.

“Bonnie riusciresti ad avere una visione chiara per questa sera?”.

“penso di si, ma dovrei tornare alla casa e ho bisogno di un paio d’ore!”.

“ok. Damon hai qualche idea per tenere occupato il nostro bell’ibrido?”.

Il vampiro guardò con rispetto ironico Alarick, era l’unica idea possibile.

“una cenetta romantica?”.

“dico davvero, cosa…”

“fate silenzio!”.

Era stata una Bonnie allarmata a parlare.

“cosa…”.

Damon cercava di sapere che diavolo le prendesse, ma lei portò l’indice alla bocca e si girò verso la porta d’entrata. Due secondi dopo qualcuno bussò alla porta.

Tutti si guardarono muti e nessuno si mosse, la porta a sua volta si aprì. I passi del nuovo ospite risuonarono autoritari.

“è qui la festa?”.

Stefan si sentì ribollire alla sua presenza e si alzò dalla poltrona.

“già, e non mi pare tu sia stato invitato, Klaus!”.

L’ibrido puntò i suoi glaciali occhi su di lui e gli sorrise.

“così mi ferisci lo sai?”.

“peccato sia solo metaforicamente!”.

Klaus ghignò spostando lo sguardo altrove per chiudere il breve dibattito avvenuto.

“Elijah, fratello mio, ti cercavo. Vorrei parlarti!”.

Elijah ovviamente sapeva quale fosse lo scopo del fratello, raggirarlo come era solito fare.

“mi hai trovato. Avanti dì quello che devi dire!”.

Klaus restò a dir spiazzato dal fratello, non per le parole dette, ma per il suo sguardo. Era freddo e deciso, non glielo aveva mai visto. Stava per ribattere, ma la sua concentrazione tornò a vacillare. Si sentiva in quel modo da quando aveva messo piede in casa Salvatore. C’era qualcosa lì dentro che minava la sua persona. Si guardò in giro e incontro due occhi, nascosti dietro l’esile figura della doppelganger.

“credo che nessuno mi abbia concesso l’onore di presentarci!”.

Damon istintivamente si parò davanti a Iuli, ciò che sorprese di più Klaus fu che anche Elijah lo fece. Questa nuova scoperta lo elettrizzava, chi era mai quella giovane ragazza da destare così tanti gentiluomini?

“Klaus credo che dobbiamo sederci e cercare di arrivare ad un accordo, non credi?”.

L’ibrido fissò il maggiore Salvatore e gli rise in faccia.

“dici davvero? E sentiamo quale accordo vorresti mai fare con me?”.

“è meglio parlarne con calma e civilmente. Una cenetta stasera tesoro?”.

Klaus aveva sempre pensato che se Damon non fosse stato suo nemico e non amasse così incondizionatamente, sarebbe stato un ottimo compagno di avventure.

“d’accordo. Sono proprio curioso!”.

Damon sorrise forzato.

“bene. Elijah e Stefan potete venire anche voi.”.

“perché no?”.

Concordò Klaus.

“mi rifiuto!”

Stefan non voleva starsene seduto come nulla fosse con Klaus.

“Su fratellino, non fare il cazzone anche tu… ci divertiremo a passare il tempo fra uomini!”.

Stefan lo fulminò con lo sguardo, ma aveva capito il suggerimento subliminale del fratello.

“fantastico, quello era un si!”.

Disse ironico Damon a Klaus.

“ma essendo tre contro uno, sarei gradito ospitarvi nella mia casa!”.

I tre si lanciarono uno sguardo eloquente ed acconsentirono. Tutti pensavano che fosse una cosa stupida andare nella tana del lupo, ma almeno avrebbero potuto tenerlo d’occhio fino a quando Bonnie sarebbe venuta a capo della sua visione.

“bene. A stasera!”.

Prima di andarsene però fissò Iuli.

“ci conosceremo prima o dopo!”.

Detto ciò sparì. Iuli sentiva il gelo che aveva provato fino ad allora, sciogliersi pian piano.

La tensione si percepiva nell’aria.

“siete impazziti voi tre ad andare a casa sua?”.

“non vedo altre alternative Elena!”.

Per quanto poco, Damon aveva ragione ed Elena lo sapeva.

“fate attenzione però!”.

“come sempre!”.

Elena gli lanciò uno sguardo più che eloquente, e lo stesso fece a Stefan, il quale ne restò sorpreso.

“io vado alla casa allora, appena ho nuove informazione ti scrivo Damon!”.

Detto questo Bonnie prese le sue cose e si precipitò nel bosco.

“io che faccio?”.

Iuli si sentiva di troppo.

Strano ma vero, le rispose Stefan.

“tu ed Elena starete nella tua casa, se non sbaglio non hai dato a nessun vampiro il permesso di entrare, sarete al sicuro!”.

“Fratellino, mi stupisci!”.

“come sempre!”.

Stefan usò le stesse parole che Damon aveva usato pochi secondi prima con Elena per poi lasciare la stanza.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco a voi il 7’ capitolo…

La storia si evolve… chissà che succederà adesso..

Al prossimo capitolo!

deba

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


8

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CAPITOLO 8

 

 

 

Suonarono alla porta di casa McCoullogh ed Iuli si precipitò pensando fosse Elena, la quale dopo averla accompagnata era andata a casa sua per prendere il pigiama e un po’ di cose. Avevano deciso di cogliere la serata per fare un pigiama party. Si, insomma, una cosa normale nel paese delle meraviglie.

“ciao gioiellino. Inizi tu a pettinarmi i capelli?”.

“Damon?”.

Il vampiro dallo sguardo glaciale occupava l’entrata con il suo corpo e le braccia tese da parte a parte dell’ingresso.

“sorpresa!”.

“cosa fai qua?”.

Iuli stava avvampando nonostante fosse in canottiera e pantaloncini corti.

“Bel pigiamino!”.

Damon la squadrò molto lentamente da testa a piedi.

“te lo presto se ci tieni proprio!”.

Damon distolse il suo raggi X per guardarla negli occhi furbi.

Si fissarono un paio di secondi poi lui parlò.

“sono passato di qua, prima di andare alla cenetta romantica di stasera, per vedere se fossi impazzita o meno!”.

Damon non l’avrebbe mai ammesso, ma era preoccupato per Iuli e per il casino in cui si stava addentrando. Lei rimase colpita dal suo interessamento. Non capiva. A volte sembrava davvero uno stronzo, altre davvero umano. Qual era il vero Damon?

“non lo so neanche io a dire vero. Quello che più mi spaventa è il fatto che ho accettato tutto in modo troppo normale. Non mi spiego neanche io la mia reazione.”.

“forse era destino che ne entrassi a far parte!”.

“tu dici?”.

Lei si perse in quegli occhi e così fece lui.

“l’importante non è quello che penso io, è quello che senti tu!”.

Lei gli sorrise dolcemente, forse troppo e lui si risvegliò tornando in se.

“vuoi un abbraccio di incoraggiamento?”.

La stessa Iuli si era resa conto della rottura dell’atmosfera.

“non ti inviterò ad entrare Damon Salvatore!”.

Lui sorrise sghembo poi il suo telefono vibrò.

“un’altra volta allora. Buona notte gioiellino.”

E sparì nella notte.

 

*

 

Elena stava uscendo di casa e si apprestava a raggiungere la macchina, quando una folata di vento l’avvertì della presenza di qualcuno.

Si guardò in giro in allerta e non vedendo nessuno, aumentò il passo. Aprì lo sportello e ci buttò dentro lo zaino. Si girò per salire quando si trovò una figura davanti.

“stefan! Mi hai spaventata! Cosa fai qui?”.

Lui la fissava serio, poi alzò le spalle.

“passavo di qua e ti ho vista!”.

Elena era a disagio e non sapeva cosa dire.

“avete niente in mente di come affrontare la serata con Klaus?”.

Stefan si sentiva più o meno come lei.

“no, andremo alla sbaraglio!”.

“sta attento... state.. attenti!”.

Si corresse subito. Non sapeva come comportarsi con lui e non sapeva cosa aspettarsi.

“Elena, io…”.

Voleva parlare di questo triangolo che si era andato a formare, ma il suo cellulare vibrò, segno che era ora di andare.

“si, Stefan?”.

Elena era come speranzosa di sentirsi dire chissà che cosa.

“..io devo andare.”.

La faccia di Elena era molto eloquente, era delusa e non lo nascose.

“si, anch’io. Iuli mi sta aspettando!”.

Stefan voleva fare e dire tante cose, ma quello che era diventato glielo impediva.

“Elena.. puoi scrivermi quando arrivi… giusto per sapere che sei al sicuro?”.

Ovviamente lei ne rimase stupita, e logicamente contenta. Lui dimostrava interesse per lei, e lei non poteva che esserne felice.

“si certo!”.

Detto ciò salì in macchina e se ne andò.

Per Stefan quella era stata una frase convenzionale. Lui l’avrebbe seguita da lontano, non l’avrebbe lasciata sola, mai più.

 

*

 

Bonnie non sapeva chi altro invocare. Era riuscita solo due volte a tornare nella dimensione dove la sua mente era connessa con gli spiriti, ma la linea era come disturbata. Vide di nuovo quelle persone in fronte alla bara che contemporaneamente sollevavano il coperchio. Solo un nuovo particolare era riuscita a distinguere. Il numero delle persone. Erano in cinque.

Per logica forse era ovvio chi fossero le altre persone, ma non voleva sbagliarsi, questa volta tutto doveva andare nel modo più perfetto possibile!

Si risedette nel cerchio di candele e ripeté dall’inizio il rituale.

 

*

 

Una ragazza al quanto sexy e al quanto soggiogata aprì la porta ai due fratelli Salvatore ed Elijah.

“prego, seguitemi!”.

Disse in modo sensuale.

Nessuno dei tre degnò di uno sguardo la ragazza, nemmeno Damon. La loro mente era tutta occupata a quello che spettava loro quella sera.

“o finalmente siete arrivati. Iniziavo a preoccuparmi. Prego accomodatevi.”

Klaus se ne stava beatamente seduto su una sedia ad un tavolo apparecchiato per quattro. Teneva in mano un calice di vino rosso e sorrideva al nulla.

I tre lo guardavano attenti. Chissà perché, ma si aspettavano di veder sbucare un paletto da ogni angolazione.

“signori, non vorrete stare tutta la sera in piedi… per cortesia, sedetevi!”.

L’ultima parte fu digrignata tra i denti di un sorriso gelido.

Gli ospiti si mossero e si sedettero alla tavola ben imbandita.

Dopo un paio di minuti Klaus alzò come segno di brindisi.

“non trovate fantastico noi quattro uomini seduti qui assieme?”.

“per niente!”.

Stefan non sopportava stargli seduto davanti, faccia a faccia, e non fare nulla.

“fratellino, tranquillo, non abbiamo neanche finito la prima portata!”.

Stefan lo ignorò e fissò lo sguardo sul suo piatto.

Damon sollevò lo sguardo e sorrise come per dire ‘sono ragazzi’.

Kalus sorrise annuendo.

“nonostante tutto, eccovi qua ancora assieme. Il legame fraterno è davvero solido. Non trovi Elijah? Anche noi abbiamo litigato spesso nel corso dei secoli, eppure alla fine, la famiglia è sempre venuta prima di tutto!”.

Elijah sapeva benissimo cosa stava cercando di fare Klaus.

“già… direi che dopo tutti questi secoli forse le cose si possono cambiare!”

Klaus guardò il fratello come dispiaciuto.

“fratello, non sarai ancora arrabbiato? Alla fine ti avevo riunito con la nostra famiglia, no?”.

Elijah ingoiò il boccone che aveva in bocca ed educatamente si pulì la bocca.

“non prenderti gioco di me Niklaus!”.

Klaus si fece serio all’improvviso.

“non l’ho mai fatto Elijah. Alla fine voglio quello che vuoi tu: riunire la nostra famiglia. Se non mi volti le spalle ti prometto che quel sogno sarà presto realtà!”.

Elijah parve riflettere sulle parole del fratello.

“rifletterò molto da che parte stare!”.

Klaus sorrise soddisfatto, a lui bastava ciò, credeva di aver già in pugno il fratello, ma lui non sapeva. Non sapeva che c’era un patto di sangue, e soprattutto, che c’era Iuli.

Era grazie a ciò che i fratelli Salvatore rimasero seduti a tavola senza scomporsi e agitarsi. Ciò nonostante Klaus lo notò. Li vedeva decisamente tranquilli, per cui cercò un pretesto per movimentare la serata.

“E la bella Elena dove si trova stasera, quando entrambi siete qui?”.

Stefan ruppe il calice che teneva fra le mani.

“non vedo cosa possa centrare. Dobbiamo parlare di affari stasera! Non credo sia opportuno tirar fuori questo argomento!”.

Klaus rise.

“buffò la storia si ripete, per di più con la stessa ragazza, più o meno…”.

Stefan si alzò in piedi brusco.

“me ne vado!”.

Damon gli si fece vicino e cercò di calmarlo.

Gli occhi di Damon sapevano valere più di mille parole, Stefan annuì e prese di nuovo posto.

“vedete il fatto è, che parlando di affari, Elena è affar mio, insomma è la mia fonte di potere, no?”.

Stefan strinse le mani a pugno, pur di non scatenare la rabbia verso Klaus.

Damon cercava di non mettere fine alla serata , dato che Bonnie non si era ancora fatta sentire.

“e poi.. la vostra Elena sta giocando al pigiama party con la nuova amichetta, perciò perché disturbarle?”.

I tre vampiri si agitarono. Quella era una minaccia bella e buona e nemmeno Damon riuscì a trattenersi.

“prova a far loro del male…”

“ma io non voglio far niente, tutto dipende da voi e da cosa avete intenzione di farmi stasera!”.

I tre ospiti si guardarono l’uno l’altro per poi risedersi composti a tavola.

“sbaglio o ti avevo detto di mandar via i tuoi ibridi dalla città?”.

Stefan cercava di essere calmo, ma faceva fatica.

“mi sottovaluti Stefan se pensi che non abbia mantenuto la parola data. Posso pur sempre ammaliare vampiri ed umani non credi?”

Stefan non disse nulla e riprese a fissare il suo piatto.

 

A fine cena Klaus attirò la loro attenzione sulle trattative.

“quale accordo vorreste propormi allora?”.

“semplice, noi ti ridiamo la bara, tu te ne vai da Mistic Falls per… sempre? ”.

Klaus non sembrò pensarci neanche un attimo.

“il problema è che io non me ne andrò mai senza Elena, come detto prima, è la mia fonte di potere, con lei posso creare il mio esercito di ibridi che combattono chi mi oppone. Non la posso certo lasciare in mano vostra; quanto tempo passerebbe prima che la vostra faida per il suo amore prenda il sopravvento e uno di voi stupidi trasformi o peggio uccida la mia doppelganger?”.

Prese il calice in mano e ne bevve un sorso, mentre sia Damon che Stefan serravano le mascelle dalla rabbia, poiché in parte sapevano la veridicità che c’era in quelle parole.

“signori, voi due siete le cosa peggiore per Elena Gilbert!”.

Damon stava per scattare quando un vibro annunciò l’arrivo di un messaggio. Lo lesse e dopo un breve sguardo a suo fratello, si alzò teso.

“credo avrò bisogno di prendere aria!”.

Mentre Damon usciva, Klaus si avvicinò a Stefan e lo ammaliò.

“Segui tuo fratello poi riportami se fa qualcosa di poco educato nei miei confronti!”.

Stefan sbatté le palpebre, poi composto seguì la scia del fratello.

 

“quando l’ammaliamento sarà finito, sai che Stefan si arrabbierà molto per averlo soggiogato di nuovo!”.

Klaus sorrise versandosi dell’altro vino.

“non lo farà. Ama troppo Elena!”.

Elijah fece segno di versare del vino anche nel suo calice.

“non parlo certo di stasera!”.

Klaus sorrise sicuro di se, poi prese il suo calice e lo avvicinò a quello di Elijah per brindare.

 

Un paio di minuti dopo i fratelli Salvatore non erano ancora tornati.

“dove sono andati quei Salvatore, non mi piace la loro prolungata assenza!”.

In quel preciso istante arrivò un sms ad Elijah, e Damon e Stefan fecero il loro ingresso in sala.

Klaus li fissò irritato per poi rivolgersi a Stefan.

“hai niente da dirmi?”.

Con l’ironia tipica dei Salvatore gli rispose.

“No... Oh, aspetta, dimenticavo di dirti che ho iniziato a prendere in grandi quantità la verbena, e direi che ha avuto un ottimo risultato, dato il tuo mancato soggiogamento!”

Klaus buttò la sua calma e sfogò la sua rabbia.

“dove diavolo siete andati voi due?”.

Nel frattempo Elijah si era alzato e si era avvicinato ai Salvatore.

“sei uno stupido se pensi che abbiamo lasciato le ragazze senza protezione!”.

Klaus prese il tavolo, in cui pochi attimi prima fingevano tutti un’allegra cenetta, e lo scaraventò verso il camino acceso.

“cosa avete in mente?”.

Damon sorrise.

“dato il tuo mancato consenso alla nostra proposta, bè ce ne siamo creati un’altra e l’abbia anche messa in atto.”

Klaus afferrò il primo Salvatore a tiro, ovvero Stefan, e gli infilò una mano sul costato, sotto l’altezza del cuore. Con la mano libera prese il cellulare e scrisse un messaggio ai tre che aveva assoldato per tenere d’occhio la doppelganger.

Riposto il telefono in tasca, fissò Damon furioso.

“cosa…”.

Klaus non finì la frase perché alle spalle di Stefan comparì una figura che lo fece tremare e allontanare da lì, lasciando il vampiro a terra sofferente.

“cosa avete fatto?”.

Rebekah avanzava bella e tenebrosa nel suo abito rosso, affascinante in tutta la sua rabbia. I suoi occhi saettavano verso Klaus. Quest’ultimo perse tutta la sua sicurezza, mentre il panico lo invadeva e la sua mente ragionava su una possibile via di fuga.

“quanto tempo…”.

“…fratellino..”.

Due voci alle spalle di Klaus lo fecero bloccare e sudare freddo se possibile. Lentamente si voltò pregando chissà che Dio, che fosse tutto frutto della sua mente, ma purtroppo così non era.

“finn... Kol… no...”.

I due originali guardavano schifati il fratello.

Elijah si voltò verso i Salvatore e con un cenno della testa li invitò ad uscire.

 

 

 

 

 

Bene bene.

Ho preso e modificato in parte la scena della 3x13.

Il nostro Klaus si trova proprio in brutte acque.

Sono stati furbi i nostri beniamini, si si!

Ora gli originals sono al completo. La famiglia è di nuovo riunita.. o quasi..

Alla prossima

bacio

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


9

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CAPITOLO 9

 

 

 

Elena e Iuli se ne stavano sedute sul grande letto matrimoniale in camera di quest’ultima, con una mega scatola di gelato nel mezzo e loro con un cucchiaio alla mano per una, mangiavano e chiacchieravano.

“wow.. non ci posso credere. Io non saprei restare così calma come sei tu, dopo tutto quello che mi hai raccontato. E Stefan? Insomma, dopo tutto quello che avete passato, non vedo perché buttare via una magnifica storia d’amore!”.

Elena aveva raccontato in dettaglio la sua vita nell’ultimo anno e Iuli stava mettendo a voce i suoi pensieri.

“questo Klaus poi.. è davvero un mostro! Sai ti devo confessare una cosa a proposito…”.

Iuli si era fatta seria e di conseguenza anche Elena, soprattutto per chi era l’oggetto della loro discussione.

“dimmi…”

“bè è strano, ma quando si parla di Klaus mi vengono i brividi lungo la schiena e una strana sensazione di gelo mi avvolge il cuore e mi entra quasi nelle ossa. È davvero fastidioso. L’ho provata l’altra sera mentre camminavo tra la gente, ma in modo lieve per cui non ci ho fatto più di tanto caso. Oggi, invece, un altro brivido quando parlavate di lui, e la sensazione si è fatta più forte quando è entrato in casa!”.

Elena la guardava trattenendo il sospiro. Damon le aveva detto che il settimo originale aveva nome Iuli e c’era una vaga possibilità che fosse lei, anche se non si sapeva come ciò fosse possibile, ma ormai ne avevano viste così tante che era credibile anche questa possibilità.

“bè Iuli io non so davvero cosa dirti..”.

La bionda era soprapensiero e quasi si era dimenticata di lei. Pensava e ragionava a voce alta.

“e poi.. con Elijah mi è successo lo stesso, solo il contrario. Quando sono vicino a lui, un dolce calore mi avvolge il cuore, come se provassi affetto per lui, ma insomma è solo la seconda volta che lo vedo, com’è possibile?”.

Continuava ad osservare la scatola di gelato come se da un momento all’altro vi potesse uscire la risposta che cercava, Elena dal canto suo voleva metterla al corrente di quello che sapeva.

“Iuli, Damon mi ha detto una cosa che gli ha riferito Elijah…”.

Al nome di Damon, Iuli prestò titubante la sua attenzione alla moretta.

“… pare che gli originali siano sette, di cui cinque viventi… più o meno. Rebekah, prima che la accoltellassi…”.

Ed Elena prese un grande respiro, poiché si sentiva ancora terribilmente in colpa.

“… mi disse che Heinrik, suo fratello, fu ucciso dai licantropi e in seguito a quello sua madre e suo padre decisero di trasformare i loro figli in vampiri, per non dover più fuggire e poterli affrontare.”.

Iuli l’ascoltava rapita.

“cavoli, messa così non si può farne neanche una colpa alla madre per aver trasformato la sua famiglia… insomma lo ha fatto per il loro bene. Il fatto che poi abbia creato dei mostri, bè lì è un effetto collaterale, credo.”

“già lo credo anch’io…. Però nessuno aveva mai menzionato dell’ipotetica morte del settimo fratello.. fino a ieri!”.

La bionda guardò la sua amica e la incitò con lo sguardo a continuare.

“sai che Klaus era figlio di una relazione avvenuta con un licantropo.”.

“si!”.

Annuì Iuli.

“dopo che furono trasformati sua madre fece quella maledizione per rilegare la parte di licantropo di Klaus. Lui però era così in collera con lei, che finì con l’ucciderla.”.

“ha ucciso sua madre? Dopo che lei era andata contro natura per salvarli?”.

Iuli si stava inspiegabilmente arrabbiando.

“si! Bè vedi Elijah ci ha rivelato che quella notte, accanto al corpo della madre, furono trovate le ceneri anche della sorella, ovvero il settimo originale!”.

“allora lui ha ucciso anche la sorella, perché mai?”.

Elena titubante rispose.

“a dire il vero non sappiamo nulla, ma non è questo l’importante. Vedi, il fatto è che il nome di quell’originale era… Iuli!”.

Elena guardò la ragazza, aspettando una reazione. Iuli intanto rifletteva sulle parole di Elena, fino a quando non intuì lontanamente cosa forse la mora cercava di dirle.

“pensi che io abbia qualche legame con quella perché ha il mio nome?”.

Elena alzò le mani in segno di calma.

“io non so…”.

La frase morì a metà perché il suono simile allo schianto di una finestra rotta, le fece mettere sull’attenti.

“cos’è stato?”

“non lo so proveniva dal piano di sotto… forse mia nonna si è alzata da letto e sbadatamente ha rotto qualcosa…”.

Iuli uscì dalla stanza seguita da Elena e andando verso il piano inferiore.

A metà scala si accorse che la porta era socchiusa e un brivido, non di freddo, la allarmò.

“ho una brutta sensazione …”.

“siamo in due allora!”.

Iuli fece un altro scalino.

“nonna?”.

Nessuno rispose.

Scese le scale, sentirono un rumore provenire dalla cucina. Lentamente si avviarono verso la suddetta stanza, una volta lì un urlo squarciò l’aria. Era stata Iuli a gridare. Nonna McCoullogh giaceva a terra in una pozza di sangue, proveniente dal morso mostruoso che aveva alla gola.

“nonna… ti prego rispondi… nonna!”.

Le si era inginocchiata a fianco e cercava di rianimarla. Elena lentamente le si avvicinò e si accorse che non vi era più nulla da fare.

“Iuli… è morta. Fermati!”.

La ragazza piangeva disperata. L’ultimo membro della sua famiglia l’aveva lasciata e non voleva accettarlo.

Uno spostamento d’aria e un mezzo urlo, tuttavia, la fecero distrarre. Un vampiro teneva per la gola Elena, la quale le urlava di scappare. Non appena si alzò, un’altra persona sbucò da dietro il vampiro, ma non sembrava un vampiro. Era infatti un umano, armato di coltello. La situazione sembrava degenerare in peggio, quando un paio di frecce scoccate dal nulla, ferirono mortalmente l’umano e tanto da fa perdere la sua presa su Elena al vampiro. Poi di corsa arrivò il professore Saltzman che con un paletto mise fine alla vita del vampiro.

“ragazze tutto bene?”

Elena annuì, mentre Iuli ancora scioccata si accasciava lentamente a terra.

“cos’è successo?”.

“Damon e Stefan hanno messo me e Caroline…”. La vampira se ne stava infatti fuori dalla porta, poiché non aveva il permesso di entrare. “all’erta, qualora Klaus avesse dato di matto e infatti così è stato. Aveva ammaliato due vampiri e un umano. Questo deve essere entrato in casa e costretto tua nonna a far entrare il vampiro. Io… mi dispiace Iuli, non sono riuscito a salvare tua nonna…”.

La biondina alzò il viso rigato di lacrime verso il professore.

“non è sua la colpa…”.

“Iuli!”. “Elena!”.

Rispettivamente Damon e Stefan erano arrivati.

Iuli si stava rialzando e nel farlo non accettò l’aiuto che Elena le stava volgendo. Era furiosa e non sapeva darsi pace. Guardò Damon, il quale la fissava incolore, ma dentro di sé preoccupato per lo sguardo che leggeva nel viso di lei.

“posso entr…”.

“NO!”.

Damon non aveva neanche terminato la frase, che Iuli lo aveva subito fermato.

“nessun altro vampiro varcherà quella soglia!”.

Damon era dispiaciuto e avrebbe voluto abbracciarla, si sarebbe messo anche a pregarla, ma quello non era il momento di perdere tempo.

“Iuli, ho bisogno che tu sia forte e venga con me…”.

La ragazza lo guardò senza dire niente.

“Bonnie ha capito come aprire la bara. Abbiamo bisogno di te. Tu sei la chiave, tu e gli altri originali, non sappiamo perché, ma è così. Loro stanno mettendo fuori uso Klaus e poi ci raggiungeranno alla grotta. Se vuoi vendicare la morte di tua nonna, vieni con me e aiutaci ad aprire quella bara!”.

Iuli guardava nel vuoto, cercava di accantonare il dolore e ritornare lucida, dopo un tempo che sembrava infinito, tornò in sé.

“muoviamoci!”

 

 

Arrivarono alla grotta in contemporanea con gli originali.

Appena Rebekah vide Elena, la prese per la gola.

“tu… mi hai pugnalato alle spalle…”.

Elena faticava a respirare, mentre contemporaneamente Damon strinse una mano intorno al collo della vampira ed Elijah intorno al braccio sempre di lei.

“Bekah, non siamo qui per questo. Lasciala stare, non abbiamo tempo per le tue manie da prima donna!”.

La vampira con faccia schifata mollò la presa.

“ti adoro sorella!”.

Un ragazzo che dimostrava all’incirca diciasette anni si fece avanti spavaldo.

“Kol non darle corda!”.

Il vampiro ghignò.

Un altro si fece avanti.

“vogliamo sbrigarci? Niklaus non resterà con il collo rotto ancora per molto! Che dobbiamo fare?”.

Bonnie si fece avanti.

“farò in modo che possiate varcare la barriera alle mie spalle, che impedisce a voi vampiri di entrare, ma dovete fare in fretta, è potente e non so per quanto tempo riuscirò a tenervi dentro!”.

Elijah si fece avanti.

“cosa dobbiamo fare una volta lì?”.

“dovete farvi un taglio sulla mano, la bara dovrebbe aprirsi con il vostro sangue!”.

“Dovrebbe?”.

Rebekah non sembrava convinta.

“Deve!”.

Le rispose ferma la strega.

La vampira alzò le spalle e si girò verso i suoi fratelli.

Elijah prese di nuovo le redini della situazione in mano.

“ok avanti. Qualsiasi cosa ci sarà in quella bara è la nostra salvezza, per cui sbrighiamoci, mettiamoci in fila e una volta che la strega aprirà il varco faremo come ha detto.”

Finn che sembrava il più ragionevole lo affiancò subito, gli altri lo fecero, ma con riluttanza.

Bonnie prese in mano una candela, poi si voltò verso i suoi amici.

“Iuli, anche tu devi andare con loro!”.

Al nome della ragazza i tre originari neo svegliati si voltarono a guardare la ragazza.

“che scherzo è mai questo?”. Era stata la stessa Rebekah scioccata a parlare.

“non ne siamo ancora sicuri Bekah, ma credo che lei abbia un legame con la nostra sorellina!”.

I tre originali erano sconvolti dalle parole di Elijah, tutti volevano molto bene alla loro sorellina.

Iuli, intanto, spinta dalla rabbia provocata dalla morte della nonna si avvicinò ad Alarick.

“ha un coltello professore?”.

Frenetico l’uomo gliene passò uno e lei si avvicinò al gruppo di originali, i quali le fecero spazio ancora increduli.

“iniziamo!”.

Bonnie invocò gli spiriti delle streghe e l’energia degli elementi intorno a lei. L’atmosfera si fece surreale e cupa, ma quando le fiamme si alzarono lei si bloccò.

“fate presto, non ce la farò per tanto!”.

Gli originali e Iuli si avvicinarono alla bara. I vampiri si tagliarono la mano con i canini, mentre Iuli strinse a pugnò la sua mano attorno alla lama del piccolo pugnale e senza emettere nemmeno una smorfia di dolore si tagliò. Non era nulla in confronto a quello che aveva provato prima di fronte alla nonna.

I vampiri posarono la loro mano sulla fessura per aprire la bara e una volta che anche Iuli vi pose la sua, il rumore simile ad un tronco che si spezza risuonò nell’aria.

Tutti tirarono indietro le mani e si guardarono senza parole.

“non resisto più…”.

Bonnie era allo stremo delle forze, cercava di combattere un incantesimo di mille anni, e stremata si lasciò andare. La candela si spense e lei cadde a terra, mentre i vampiri vicino alla bara furono risucchiati indietro andando a sbattere contro le mura, al di fuori della barriera. Solo Iuli era rimasta vicino alla bara la quale si stava lentamente aprendo.

Una luce accecante la costrinse a coprirsi gli occhi e ad indietreggiare.

Quando questa iniziò a svanire Iuli aprì piano gli occhi per mettere a fuoco la figura che c’era davanti a lei.

“chi sei?”.

“sono tua madre, mia piccola Iuli!”

 

 

 

*******

E così la bara è stata aperta!!!

E adesso???

Chissà che mi invento per il prossimo capitolo!!!

Xoxo

Deba

 

Ps: thanks so much a chi mi segue

      Ma special thanks a  robiva e  cielonavarra per le recensioni =)

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


10

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CAPITOLO 10

 

 

 

 

 

“Chi sei?”

“sono tua madre, mia piccola Iuli!”.

Iuli guardava esterrefatta quella donna davanti a se. Era bella, un po’ più alta di lei, con dei lunghi capelli mossi, ma dello stesso colore dei suoi. I suoi occhi, non si accorse, ma erano come i suoi. Così come quelli di Rebekah e di Klaus.

“è impossibile!”.

Iuli disse a voce alta quello che continuava a ripetersi mentalmente. Sua madre era morta un mese prima, di una malattia incurabile. Lei quella donna non l’aveva mai vista, anche se non poteva non ammettere che la sua presenza non l’agitava, anzi faceva l’effetto contrario, le dava sicurezza.

“Madre…”.

Gli altri originali, invece, avevano riconosciuto subito la donna. La guardavano sconvolti dalla barriera invisibile.

“… ma Klaus non aveva ucciso Esther?”

Damon pose a voce alta il quesito che tutti si stavano chiedendo.

Esther tuttavia non aveva ancora degnato a nessun altro il suo sguardo, se non a Iuli.

“piccola mia, ti prometto che presto ti risveglierò, e così ricorderai tutto!”.

Iuli, tuttavia, continuava a guardarla incredula.

“non capisco…”.

La donna accarezzo il viso di Iuli e le sorrise.

“andrà tutto bene!”.

Alzò poi lo sguardo oltre le spalle della ragazza e guardò il suo pubblico.

“figli miei…”.

Prese per mano Iuli, la quale ancora scioccata si lasciò guidare senza dire nulla, e seguì la donna oltre la barriera invisibile. Qui le lasciò la mano per abbracciare la sua famiglia.

“com’è possibile?”.

“Ayana ed io, eravamo grandi amiche…”.

E non disse altro, per lei quella era una spiegazione più che appagante.

Stefan fissava la scena pensieroso. Lui continuava a pensare se fosse ancora possibile uccidere Klaus.

“Quale sono le tue intenzioni?”.

Esther fissò Stefan e gli sorrise sicura.

“io ho creato Klaus, per cui io vi aiuterò ad ucciderlo!”.

Stefan non ne era convinto.

“uccideresti tuo figlio?”.

“se è per il bene di tutti, si! Non penso che tuo padre l’avrebbe pensata molto diversamente da me!”.

Stefan si stupì sentendo menzionare Joseph Salvatore.

“come..?”

“Dall’altro lato sappiamo molte cose. Tuttavia, se ti può tranquillizzare ho un patto da portare a termine.”

Si voltò guardando poi la sua famiglia.

“se ucciderò Klaus, avrò il permesso di vivere assieme a tutti voi.”

 

*

 

Klaus si svegliò dolorante, quanto dolorante può essere un uomo a cui gli spezzano il collo e altre quattro o cinque ossa. Dire che furioso era un eufemismo, ma non poteva nascondere che una punta di panico l’avesse colpito. La sua famiglia era tutta a piede libero, ed erano pieni di ira, specialmente con lui e cosa peggiore, sembrava avessero un accordo con i Salvatore. Questo non era affatto buono.

Corse tutta la notte per tutta Mystic Falls, cercò ovunque, ma sembrava che fossero tutti scomparsi. A casa dei Salvatore non c’era nessuno, così come a casa di Elena e di Bonnie. Provò ad andare da Caroline, ma vi trovò solo sua madre a letto. Andò poi nella vecchia casa dei spiriti delle streghe, ma niente. Penso bene di andare a casa di quella nuova amica della scooby-gang, ma vi trovò solo il corpo di uno dei suoi vampiri impallettato ad un albero. Dalla porta sul retro della casa, che dava nella cucina, vide i corpi degli altri due che aveva soggiogato. Urlò dal nervoso. Non sapeva dove fossero tutti e questo lo mandava in bestia. Decise così di tornare alla pensione dei Salvatore, prima o dopo sarebbero dovuti tornare.

 

*

 

“dici davvero?”.

Rebekah sembrava avesse dieci anni, per come si comportava verso la madre. Questa annuì e le accarezzò la guancia.

“Niklaus non ha saputo capire cosa è bene e cosa è male. Ha avuto tante occasioni per riscattare il suo onore, ma così non è stato. Prima di tutto uccidendomi.”.

“noi l’abbiamo scoperto solo da poco!”.

Elijah voleva riscattarsi, non voleva, ma si sentiva colpevole per aver sempre appoggiato il fratello.

“non devi incolparti di nulla. Come me, tu Elijah, hai sempre voluto riunire la nostra famiglia. Hai seguito l’operato di Niklaus per ricongiungere tutti, e ringrazio te ora, se siamo qui.”

Qualcuno si schiarì la voce.

“a dire il vero, ho sfilato io i pugnali!”.

Ironico e spensierato, Damon, si fece sentire.

Tutti lo guardarono, chi esasperato, chi in segno di ammonimento.

“lo so.”

Esther lo fissò.

“sei un vampiro dai sentimenti davvero interessanti!”.

Lui la guardò di sottecchi, cercando di capire dove volesse andare a parare. Lei lo guardò ancora un attimo, poi si girò via, ma lui non poté non notare che la strega aveva lanciato uno sguardo ad Elena e poi a Iuli.

 

La doppelganger si fece avanti.

“cosa faremo allora adesso?”.

“per prima cosa niente.”.

“Niente?”.

Esther fece un sorriso angelico e materno.

“niente. Cercheremo di non destare troppo sospetto in Niklaus, ma cosa più importante lui non deve venire a sapere nulla di Iuli. Non deve restare nella stessa stanza con lei troppo a lungo, fino a quando non sarà il momento.”.

“perché mai?”.

Damon si sentì chiamato in causa, anche se non avrebbe dovuto. Iuli sentendosi nominare, cercò di prestare tutte le sue attenzioni su quello che quella donna stava dicendo, ma non poté non perdersi via nel guardare Damon, al quanto preoccupato.

“Iuli è l’unica che può uccidere Niklaus!”.

Silenzio. Tutti rimasero ammutoliti da tale confessione.

Era lei l’arma che cercavano?

“perché lei?”.

“sapevo che Niklaus era una testa calda e rinchiudere la sua parte di licantropo non sarebbe bastato. Ho sempre notato che tra Niklaus e Iuli, non scorreva buon sangue, non ho mai capito perché, ma non sono mai andati tanto d’accordo.”.

“si è vero. Mi ricordo che quando giocavamo io e lei, appena chiedevo a Nik di unirsi, lei semplicemente prendeva e se ne andava.”.

Rebekah ricordava tempi passati, con più consapevolezza.

“eppure, non li ho mai visti litigare una volta sola …”.

Anche Kol si era reso conto di quanto fosse stata assurda quella situazione in passato.

Finn annuì, come Elijah.

Iuli ascoltava. Stavano parlando di lei, ma per quanto poco, per lei, parlavano di un’altra persona.

La strega originaria annuì.

“era un segno e gli spiriti mi spinsero a compiere quello che feci dopo. Durante la trasformazione, a Iuli, feci un incantesimo in più. Nel suo calice, oltre al sangue di Tatia, vi mischiai anche quello di licantropo e una grossa quantità di cenere di frassino bianco.”.

Contemporaneamente il sangue di Iuli iniziò a formicolare sotto la sua pelle al racconto.

“quindi?”

Damon non perdeva una parola.

“qualsiasi paletto di legno, imbevuto del sangue di Iuli, ucciderà Niklaus.”

Tutti si guardarono negli occhi. Era sconvolti, era sufficiente questo? Sarebbe bastato? Non sapevano se crederci o meno. Sembrava troppo bello per essere vero.

Iuli continuava ad ascoltare, come se non fosse lei l’oggetto della discussione.

“mi sembra tutto troppo semplice!”.

Elena non era convinta, e non aveva torto.

“hai ragione! Non è solo per questo che dobbiamo proteggere Iuli. La mia piccola in questo stato, non serve a nulla. Devo sciogliere l’incantesimo, che per secoli ha caratterizzato la sua “famiglia”. Devo liberare il vampiro originario che c’è in lei, così che possa ricordare tutto.”

Bonnie ascoltava la strega originaria. La cosa non le piaceva.

“non sembra semplice!”.

“no?”.

Damon si chiedeva cosa ci fosse di difficile nel far tornare Iuli un vampiro.

Bonnie pensierosa fissò Esther.

“hai detto che nel calice vi era mischiato il sangue di Tatia con quello di un licantropo!”.

La strega originaria, seria, annuì.

“penso tu abbia capito!”.

“capito cosa? Dannazione, parlate!”.

Damon stava decisamente perdendo la pazienza.

Bonnie rifletté ancora, poi espose le conclusioni alle quali era arrivata.

“Iuli dovrà bere il sangue di Klaus mischiato a quello di Elena!”.

“esatto!”.

Mutismo. Tutti si chiedevano come sarebbero riusciti a prelevare il sangue di Klaus, di certo non lo avrebbero trovato lì con la vena in bella mostra.

“quando parlate del sangue di Elena, non è che vi riferite anche alla sua morte vero?”.

Stefan era l’unico, che aveva preso in modo profondamente serio le parole di Bonnie.

“No, Salvatore! La mia Iuli deve essere risvegliata, non trasformata, per cui non necessita la morte di nessuno!”.

La mandibola tesa di Stefan, trovò per poco rilassamento.

Damon si avvicinò a Iuli, la quale restava perennemente nel suo mondo, con mille domande in testa, mentre sembrava che li non parlassero di lei.

“ora capisco cosa intendi quando dici, che dobbiamo proteggere Iuli!”.

Esther annuì.

“bene!”.

Poi si voltò verso i suoi figli.

“prenderemo casa e ci sistemeremmo in modo tranquillo. Cercheremo di non creare litigi con Niklaus.”.

“ e basta?”.

Finn non era convinto.

“fino a quando non metterò in atto un piano, figliolo!”

“Iuli starà a casa mia!”.

Tutti fissarono Damon. Il suo interesse a pochi sarebbe passato inosservato, uno di questi non era certo il nuovo ed astuto Stefan. Di certo,però, a lui non poteva dispiacere.

“credo non sia un’ottima idea…”.

“Stefan…”.

Damon stava per preparare una sua ramanzina, ma non ebbe tempo.

“… poiché Klaus ha il permesso di entrare in casa nostra. Così come in quella di Elena. La casa di Iuli è la più sicura di tutte per ora.”.

Damon era impressionato, ma non lo avrebbe ammesso mai, neanche sotto tortura.

“Uhm … Ogni tanto non apri la bocca solo per farle prendere aria, fratellino. Bravo!”.

 

*

 

All’alba Klaus aveva svuotato due bottiglie del miglior whisky della riserva Salvatore e la sua pazienza era ormai giunta al capolinea. La rabbia, invece, era alle stelle e sul viso di lui, era visibile in ogni piccolo centimetro.

Prese in mano una legna ardente e fece per buttarla sul divano, quando il suo bracciò fu fermato.

“non ti hanno insegnato che non educato autoinvitarsi a casa altrui, senza l’invito dei gentiluomini proprietari?”.

Stefan beffardo lo guardava dall’alto del suo ego. Si sentiva sicuro ora che avevano in mano un piano, o quasi.

“oh, il mio amico squartatore. Iniziavo a preoccuparmi, sai? Dopo che tu e il tuo caro fratello avete liberato il resto della mia famiglia, credevo ve ne foste andati senza salutarmi!”.

Stefan si allontanò per prendersi da bere.

“perché mai avremmo dovuto andarcene. Ero più sicuro, che lo avresti fatto tu!”.

Il finto sorriso di Klaus scomparve.

“dove sono?”

Stefan, invece , sorrise.

“sai, credo che la domanda giusta da porre sia, cos’hanno fatto!?”.

Klaus sentì un brivido passargli per la schiena, e la rabbia crescere. Con un scatto prese per la gola il vampiro e lo sbatté al muro.

“di cosa stai parlando?”.

“credo che non ti servirà più sapere dov’è la bara, Klaus, dal momento che è stata aperta!”.

“noooo!”.

Furioso Klaus, fece volare Stefan per tutto il salone, il quale finì rovinosamente su un mobile, distruggendolo.

“non ti credo!”.

Lo aveva ripreso per il collo e lo teneva ad una spanna dal suo viso, che pian piano mutava.

“è davvero una donna affascinante tua madre!”.

Klaus scioccato buttò a terra il vampiro. Non poteva, ma doveva crederci. La bara era stata aperta, sua madre era viva. Era nei guai, doveva trovarla, subito.

“me la pagherai!”.

Detto questo uscì di corsa dalla pensione.

 

*

 

“entra!”.

Damon fece un passo ed entrò in casa McCollough.

Iuli si diresse in camera sua e si lasciò cadere sul suo grande letto, mentre a sua insaputa, Damon puliva la cucina dai cadaveri!”.

Tutta la pressione delle ultime ore si fece sentire, e Iuli  non si accorse che stava piangendo, fino a quando Damon non le accarezzò la schiena per tranquillizzarla. Lei si sentì cadere in una voragine, così aggrappandosi a lui, sfogò tutte le sue lacrime.

 

 

 

 

***************

Ma bene!

Così è Iuli l’unica possibilità per liberarsi una volta per tutte di Klaus.

Speriamo bene allora!

Alla prossima

Grazie mille per seguirmi!

Un bacione

Deba

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


11

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CAPITOLO 11

 

 

Klaus furioso e irrazionale perlustrò Mystic Falls in ogni suo angolo. Questa volta cercò tra le case messe in vendita o in affitto, ed il suo pensiero, infatti, si rivelò giusto.

Bussò alla porta di una grande e raffinata casa, circondata da un curato giardino.

La porta si aprì, lasciando spazio ad una donna dai lineamenti sofisticati, ma decisi.

“Madre!”.

Klaus lo disse con una punta di paura, abbassando il capo inconsapevolmente in segno di sottomissione.

“Niklaus!”.

Lui la guardava di sbieco, proprio non riusciva ad alzare la testa.

“Mi ucciderai?”.

Esther non mostrava emozioni sul suo viso.

“Non lo so, tu vuoi che io lo faccia?”.

Lui scioccato alzò il viso interrogativo.

“non nego che sono stata furiosa con te per avermi  uccisa, Niklaus. Ma in mille anni la rabbia fa a tempo a scemare. Oggi quello che più desidero è vivere in pace con la mia famiglia, sei libero o no di unirti a noi, ma prima devi dare il tempo a tutti di interagire con la vita che gli è appena stata ridata, inoltre, devi dare il tempo ai tuoi fratelli di ingoiare l’amarezza della morte di tua sorella.”

Klaus non poteva credere alle parole appena dette. Una parte di lui non voleva fidarsi, era impensabile che sua madre potesse perdonarlo, ma l’altra parte gli urlava proprio questo. Gli urlava che lei era sua madre e che lui più di tutti voleva riscattarsi per quello che aveva fatto, rivoleva la sua vita e la sua famiglia, come una volta, come se tutto ciò non fosse mai accaduto. Sua madre però non era il solo problema. I suoi fratelli ora lo avrebbero odiato di più, dato che sapevano che lui aveva ucciso Iuli, la sorellina ben voluta da tutti.

“non farò più nulla contro di voi, volevo riunire anch’io la nostra famiglia. Vi darò il tempo che vi occorre.”

Detto questo se ne andò. Doveva riflettere.

 

*

 

In casa McCollough il sole di mezzogiorno filtrava tra le tendine rosa della camera di Iuli.

La ragazza con gli occhi gonfi dal pianto di alcune ore prima, si prestava a svegliarsi, mentre Damon la teneva accoccolata sul suo petto e le accarezzava piano la testa. Non l’aveva lasciata sola un secondo. Non si era neanche preoccupato di andare da Elena, poiché sapeva che se non ci fosse andato lui, sarebbe andato sicuramente Stefan. Suo fratello la amava come prima, se non di più. Lui lo sapeva bene più di chiunque altro, che non esisteva nessun interruttore delle emozioni. Non sarebbe passato tanto tempo, prima che Stefan ritornasse quello dell’anno prima. Non era stupido. Si era accorto che suo fratello ultimamente non beveva più sangue umano. Era più che scontato che Elena sarebbe ritornata da lui.

Non era però per questo che si trovava da Iuli. Non pensava che lei fosse il suo rimpiazzo, anzi. Era solo sicuro che Iuli avesse bisogno di un appoggio morale. Quella che sembrava essere la sua vera famiglia per lei erano degli estranei, e tutte queste scoperte erano troppe da sopportare, perfino per lei , che sembrava essere tanto forte. Damon sapeva cosa significa sentirsi diverso e solo, soprattutto solo. Per questo voleva essere lì, per lei. Perché lui la capiva, o al massimo, avrebbe fatto di tutto per capirla.

Guardò la biondina che piano a piano prendeva contatto con la realtà. Iuli aprì gli occhi e ci mise qualche secondo a capire dove fosse. Damon intuì subito quando la ragazza si rese conto di tutto, poiché il suo viso mutò in una fredda maschera di tristezza. Lei spostò lo sguardo su di lui e si guardarono per un momento che per entrambi parve infinito.

“Grazie!”.

La sincerità con cui lei lo disse, avrebbe potuto sciogliere anche il più freddo dei ghiacciai, Damon resistette, ma con non poca fatica. Si limitò a stringerla più forte a sé, lasciando un bacio tra i capelli di lei, ma ritornando in sé stesso si accorse di doversi rimettere la maschera del bel tenebroso.

“attenta a non prenderci troppa abitudine. Sai ho una vita sociale molto ampia fuori di qua, non posso deludere le mie fans!”.

Lei ormai aveva iniziato a capire chi era Damon Salvatore, non ne restò sorpresa, anzi, si stava proprio chiedendo quando il suo umorismo da circo sarebbe uscito.

“non devi aver paura che accada… tranquillo!”.

Damon sentiva che stava al gioco, eppure si chiese perché quelle parole, messe in quella frase, gli suonassero così fastidiose.

“avanti vampiro. È ora di colazione!”.

“offri tu?”.

Lei lo guardò con un sopraciglio alto.

“ se aspetti che prendo un paletto, molto volentieri!”.

Lui gli sorrise ironico.

“un’altra volta, allora. Comunque è ora di pranzo!”.

 

*

 

Elena fissava Caroline dormire nel letto accanto a lei.

Dopo aver risvegliato Esther, Stefan l’aveva accompagnata a casa e uno volta lì, lei aveva cercato di tirargli fuori delle emozioni, ma lui aveva tirato indietro. Lei voleva solo che le labbra di lui le dicessero che l’amava ancora, e anche lui aveva capito cosa Elena volesse da lui, ma resistette. La voglia di stringerla tra le sue braccia, come faceva una volta, era tanta, ma quello che aveva fatto, con Klaus e dopo, era un dolore troppo grande da ignorare. Elena era triste per la freddezza che lui le dimostrava, ma non per questo avrebbe perso la speranza, perché quello che lei voleva era lì, negli occhi di Stefan. Quelle splendide pozze di verde rispecchiavano chiaramente i suoi sentimenti, ed Elena vi si perdeva dentro ogni volta. Il fatto che poi si perdesse quasi in egual modo in quelle nere di Damon, era un problema a cui non voleva soffermarsi ora, anche perché non era cieca. Vedeva gli sguardi che si lanciavano Damon ed Iuli, e non poteva permettersi che questi le dessero fastidio, anche se però, così era.

Stava proprio riflettendo su questo, quando dopo che Stefan se ne fu andato, Caroline era entrata nella sua stanza. La vampira le si era inginocchiata a fianco e le aveva raccontato tutto. La sua vita dell’ultimo periodo, i suoi pensieri, le sue paure e le sue speranze. Era da tanto che le due ragazze non parlavano chiaramente, come facevano una volta. Poi si erano addormentate vicine, come in uno dei tanti pigiama party che facevano una volta, quando erano solo umane, e la loro preoccupazione più grande era solo il compito o l’interrogazione che c’era il giorno seguente a scuola e non se sarebbero arrivate vive all’ora di pranzo o all’ora di cena.

 

*

 

“In salotto dovrebbe esserci un armadietto di alcolici, vedi se trovi qualcosa che ti …”

Damon stava curiosando in giro, mentre Iuli andava in cucina e questa si bloccò, non continuando la frase. Bastò un secondo perchè il vampiro la raggiungesse.

“cosa succede?”.

Gli occhi della giovane erano sbarrati e guardavano il vuoto.

“su quel pavimento c’era… c’era…”.

La voce tremò e Damon, come l’istinto lo comandò, la prese tra le sue braccia.

“Dov’è?”.

Lui la strinse più forte sollevandola impercettibilmente da terra. Iuli aveva il viso nascosto nel petto di Damon, quando questi la scostò lentamente facendola voltare e con delicatezza la guidò fuori dalla porta che dava su retro.

Una croce spuntava da terra, ai piedi del grande albero che c’era nel retro di casa McCollough.

“l’ho sepolta, se non è un problema!”.

Iuli strinse la forte mano di Damon, piangendo e ringraziandolo silenziosamente. Quando un brivido percorse le spalle della ragazza, il vampiro la portò garbatamente in casa.

“sei fortunata, ora cucinerò per te!”.

Iuli cercò di non cadere nel vortice oscuro della disperazione, per cui si aggrappò astrattamente a Damon.

“forse volevi dire ‘sfortunata’!”.

“sono uno chef provetto, vedrai!”.

Le sorrise e lei ricambiò.

Il silenzio calò tra loro, ma non durò molto, poiché qualcuno bussò alla porta d’entrata.

“Vado io!”.

Iuli si mosse verso l’uscio, ma quando l’aprì non trovò nessuno. Diede uno sguardo a destra e a sinistra, ma non vide nulla. Stava per rientrare, quando il suo occhio cadde a terra. Trovò una scatolina ed una busta, li prese e tornò in cucina.

“Chi c’era?”.

Lei guardò interrogativa il vampiro.

“nessuno, ma ho trovato questi!”.

Damon lasciò il coltello con il quale stava affettando dei pomodorini e si avvicinò a lei.

Iuli prese la busta e l’aprì.

La preghiamo di unirsi alla famiglia Mikaelson domani sera alle sette per una serata di danze, cocktail e festeggiamenti!”.

Iuli scrutava il biglietto.

“Mikaelson? Vuoi vedere che è la nostra cara famiglia di antichi?!”.

Iuli spostò lo sguardo su Damon e la sua ipotesi.

“penso tu abbia ragione!”.

“e quanto pare questo deve essere il piano di mamma Esther!”.

“Tu dici?”.

Damon si spostava pensieroso per la cucina.

“sennò per quale motivo farti mettere in pericolo facendoti uscire allo scoperto?”.

Iuli rigirava dubbiosa l’invito tra le mani.

“ehi aspetta… c’è una nota.”.

Damon le si avvicinò, affiancandola.

“c’è un numero di cellulare e mi dice di chiamare, ed è firmato Esther!”.

Damon era pensieroso.

“cosa c’è nella scatolina?”.

Iuli la prese e l’aprì. Dentro vi trovò un anello.

Si scambiò uno sguardo muto con Damon, il quale si mise una mano in tasca passandole il suo telefono.

Composero il numero del biglietto e dopo il primo squillo, Esther, rispose.

“Iuli?”.

Ogni volta che quella donna pronunciava il nome della ragazza, quest’ultima non poteva non sentire l’affetto materno con cui questo veniva sussurato.

“si?”.

“come stai?”.

“frastornata!”.

La ragazza si sedette sullo sgabello della cucina per concentrarsi meglio sul dialogo con la donna.

“vedrai che presto ti sarà tutto chiaro!”.

Iuli non rispose, non sapeva che dire a riguardo. Ancora non ci credeva che lei fosse un vampiro, uno degli antichi per di più.

“figliola, hai aperto la scatolina?”.

“si!”.

“devi sapere che tra te e Niklaus c’è un legame, tramite il quale lui può percepire il pericolo che tu sei per lui, o almeno questo è ciò che è avvenuto nel passato. Su quell’anello ho fatto un incantesimo grazie al quale Niklaus, non dovrebbe percepire nessuna minaccia provenire da te. Dobbiamo tenere la tua esistenza segreta fino all’ultimo momento.”.

Iuli si rigirò tra le dita l’anello.

“ho capito! Esther?”.

La donna aspettò un secondo prima di rispondere. Desiderava con tutto il cuore, che Iuli la chiamasse ‘mamma’.

“si?”.

“durante la festa, succederà qualcosa?”.

“è quello che spero!”.

“devo…?”.

“no, mi sto occupando tutto io, tu vieni alla festa e divertiti. Fatti accompagnare da quel Damon, che sono sicura si trovi li accanto a te!”.

Iuli sorrise come imbarazzata.

“Ok!”.

Poi entrambe chiusero la chiamata.

 

*

 

Klaus si fermò in un punto apparentemente indefinito nel bosco, ma per lui tanto anonimo quel posto non era. Mille anni fa, lì sorgeva il villaggio in cui lui e la sua famiglia vivevano quand’erano umani.

Si guardò attorno e si spostò sicuro, ricordando ogni piccolo centimetro di quel posto. Nei pressi di due massi lui si inginocchio e sfiorò il terreno. In quel punto aveva ucciso sua madre, strappandole il cuore e aveva impalettato sua sorella Iuli. Al tempo, dopo la trasformazione, le sue emozioni erano ingestibili e lui non riusciva a controllarle. Un mattino per caso si era ritrovato ad origliare una discussione tra la sorella e sua madre, le quali parlavano di lui. Già da umani non aveva mai capito perché, ma faceva fatica a rapportarsi con Iuli. Erano così caratterialmente diversi, tanto da non essersi mai sforzati entrambi ad andare d’accordo. Le cose però erano peggiorate dopo la trasformazione in vampiri. Non riusciva a rimanere troppo a lungo nella stessa stanza o luogo con Iuli, senza che la sua presenza lo mettesse in allerta. Inspiegabilmente sentiva che la sorella era per lui un pericolo, era una sensazione fastidiosa, che gli entrava fin nelle ossa. Quel mattino capì perché. Aveva capito che in qualche maniera sua madre aveva fatto in modo di creare un antidoto contro la malattia che lui rappresentava. Iuli aveva chissà quale dono che avrebbe potuto ucciderlo, purtroppo non seppe mai quale, perché la rabbia improvvisa che aveva provato lo aveva accecato portandolo a rubare il paletto di quercia bianca che aveva scoperto suo padre nascondeva e lo usò per uccidere sua sorella, dopo aver ucciso sua madre. Fece in modo che la colpa ricadesse su Mikael, ma purtroppo la verità era venuta lo stesso a galla.

Il fatto che sua madre fosse tornata in vita lo spaventava lo stesso e non poco. Sperava che la sensazione di gelo provata in casa Lockwood fosse solo una pura coincidenza, ma nel dubbio, sarebbe stato in allerta a tutto, distrarsi anche solo per un secondo, gli sarebbe stato fatale.

 

 

 

 

*********

Eccoooomi qua!!!!

Ci butto dentro ogni tanto gli eventi che accadono anche nella serie TV!

Mamma Esther ha dato il famoso ballo, che avrà in mente di fare??

Iuli riuscì a non farsi scoprire?

E poi che ne pensiamo di questo.. ehm.. quadrato (?) Elena, Stefan, Iuli, Damon??

Recensite carissimi.

Alla prossima

 XOXO

Deba

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


12

Vi chiedo umilmente scusa per il ritardo!!!

A voi il capitolo tanto atteso del ballo!

 

 

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CAPITOLO 12

 

 

 

Era il giorno del ballo in casa Mikaelson e tutti, chi più chi meno, erano in pensiero per quello che sarebbe successo di lì a poche ore.

Damon non si era allontanato mai più di poche ore dalla casa di Iuli, a volte anche ad insaputa di lei, lui era rimasto ad osservarla nell’ombra. Lui non sapeva perché, ma non riusciva ad allontanarsi da lei. Quelle poche volte che si era concesso di farlo era per cibarsi, anche se una volta sola fu per andare da Elena. Lì vi aveva trovato Stefan, ciò lo infastidì, ma non lo sorprese. I due stavano parlando del fatto che la sera prima Esther aveva chiamato Bonnie da lei per chiederle aiuto in un incantesimo. Ciò nonostante loro erano all’oscuro del piano della strega originaria. La donna era stata molta vaga a riguardo, e la stessa Bonnie si era presa la briga di non rivelare nulla.

Poco lontano da lì un’altra persona si chiedeva cosa avrebbe dovuto aspettarsi dalla serata e questa persona non era altro che Klaus. L’ibrido stava a poco a poco perdendo il lume della ragione. Era irrimediabilmente solo e questo lo rendeva un bersaglio facile. Quando aveva ricevuto l’invito alla festa della madre, il suo campanello dall’allarme aveva titillato nella sua testa e questo lo rendeva pazzo e sospettoso. Avrebbe dovuto trovare qualcuno che lo appoggiasse.

 

*

 

Un telefono squillava.

“pronto?”.

“elena? Sono Iuli.”

“iuli! È successo qualcosa?”.

La ragazza si morse le labbra dall’altra parte del telefono.

“si, cioè no. Mi daresti una mano con i capelli?”.

Elena rise allegra, aveva iniziato a preoccuparsi.

“arrivo subito, ci prepareremo assieme!”.

Si salutarono per rivedersi da lì a pochi minuti.

Iuli sorrise. Le mancava avere un’amica con cui prepararsi prima di uscire a far festa. Le chiacchiere con i capelli mezzi acconciati ed il viso impasticciato di creme. Le mezzi confessioni e i segreti quasi svelati di quel ragazzo che forse ti piace, ma che non sai se tu avrai mai qualche possibilità.

Sorrideva mentre guardava il suo abito appeso alle ante dell’armadio, poi però si ricordò una cosa. Fece di corsa le scale ed uscì dalla porta sul retro.

Si guardò attentamente intorno.

“non so perché, ma so che sei qui.. dai esci Damon!”.

Un fruscio di foglie ed ecco che fiero, il vampiro, si materializzò davanti a lei.

“potrei esser sorpreso, ma ormai, non faccio più caso a nulla.”.

Lei alzò un sopracciglio.

“tu no forse, io si. Tuttavia, che ne pensi di andar a casa a prepararti?”.

“guarda che sono uno schianto sempre, anche con un sacchetto di spazzatura in testa. Per cui due secondi ed io sarò pronto!”.

“non mi va di stare con Elena e sapere che fuori ci sei tu ad origliare!”

Damon assunse una faccia teatralmente dispiaciuta.

“mi credi in grado di fare una cosa del genere?”.

Iuli lo osservò con un sopracciglio alto e con fare ovvio.

“si ok, hai ragione!”.

Si sciolse lui, in uno dei suoi sorrisi da togliere il fiato e al quale a lei per poco, non sciolse le gambe.

“Damon…”.

“e va bene! Me ne andrò a casa a tormentare un po’ il mio fratellino e farmi bello, anche se impossibile, più di così…”.

“già che ci sei, fatti un corso anche di modestia e lotta all’egocentrismo!”.

Lui le sorrise con una smorfia, poi le si avvicinò ad una spanna dal viso.

“ma se ti manco, puoi sempre chiamarmi!”.

Quella frase l’aveva soffiata sulle labbra di lei. Quest’ultima non si accorse di aver trattenuto il respiro fino a quando il vampiro non si volatilizzò via. Rimase lì ancora qualche minuto, col cuore che batteva a mille e il respiro che sembrava non volesse calmarsi.

 

*

 

Un campanello non fece a tempo di terminare il suo suono che la porta venne aperta violentemente.

L’espressione seria di Klaus si tramutò in una smorfia malefica.

“ce ne hai messo a tornare!?”.

“ho solo eseguito i tuoi ordini!”.

“muoviti entra!”.

 

*

 

I fratelli Salvatore nel loro smoking si avvicinavano alla casa dei Mikaelson.

“cosa succederà secondo te? Chiuderanno le porte e uccideranno tutti quelli al loro interno?”.

“guardi troppi film Damon!”.

Stefan precedette il fratello ed aprì l’enorme porta d’ingresso.

All’interno l’ambiente era sobrio ed elegante, sembrava di essere ad una delle tante feste del consiglio, infatti le persone presenti erano senz’altro le stesse.

“Damon Salvatore! Se non sbaglio tu dovresti sorvegliare mia sorella, o sbaglio?”.

Kol e tutto il suo ego guardavano Damon dall’alto in basso.

“non preoccuparti dovrebbe essere qui a …”.

Non terminò la frase perché le porte d’ingresso si aprirono, scoprendo l’ingresso di due dame che attirarono lo sguardo di tutti i presenti.

Damon restò abbagliato dalla bellezza di Elena, ciò nonostante i suoi occhi erano attratti come una calamita sulla figura di Iuli, vestita ti un abito rosso che la rendeva una bambola di porcellana, una sexy bambola di porcellana, si corresse mentalmente Damon.

I due fratelli Salvatore diedero le spalle all’antico e si mossero entrambi affascinati verso le due ragazze. Entrambi come due gentiluomini del novecento fecero un inchino alle dame prima di offrire loro il braccio.

“diamo inizio a questa festa!”.

Disse iuli prima di afferrare il braccio di Damon ed addentrarsi nella folla. Lo stessero fecero Elena e Stefan.

 

“sei bellissima!”.

Damon lo sussurrò all’orecchio di Iuli, la quale venne investita dalla stessa reazione avuta in giardino poche ore prima.

Voleva dire qualcosa di umoristico, ma la sua mente era totalmente vuota.

“grazie!”.

Lui sorrise dell’imbarazzo di lei.

I due si portarono vicino al buffet, vicino a Stefan ed Elena. Poco dopo lì raggiunse anche Caroline.

“visto niente di sospetto?”.

Damon aveva cercato ogni possibile oggetto fuori posto della situazione.

“io ho appena incrociato Klaus!”.

La notizia di Caroline portò scompiglio.

“stavate parlando di me?”.

La bionda si voltò lasciando alla visuale di tutti la figura dell’originario che li guardava con sguardo carico di odio.

“qualsiasi cosa stiate macchinando, la scoprirò, statene certi!”.

Klaus lì guardò uno ad uno soffermandosi infine su Iuli. Qualcosa nel suo subconscio, quasi una scintilla, cercava di dirgli qualcosa, ma non capiva. Iniziò a fissarla pesantemente, mettendo in soggezione la ragazza. Damon accorgendosi di ciò cercò di sviare l’attenzione dell’ibrido.

“noi siamo solo stati invitati a questa festa. Hai forse la coda di paglia?”.

Klaus si voltò furioso su Damon.

“staremo a vedere.”

Detto ciò se ne andò, non prima di dare ancora un’occhiata a Iuli.

“dovremmo restare così con le mani in mano, non sapendo che ci aspetta?”.

Elena si era al quanto agitata.

“calmiamoci, non abbiamo altra scelta!”.

Damon guardava di sottecchi Iuli, la vedeva sconvolta, forse a causa dell’improvvisata di Klaus.

“mi concedi il prossimo ballo?”.

Damon si era inchinato porgendo la sua mano a Iuli, la quale ne rimase piacevolmente sorpresa.

“con molto piacere!”

Detto ciò si avviarono alla pista, seguiti da Stefan ed Elena.

Iniziò il ballo e Damon si lasciò guidare dalle note di quella danza, che in un passato lontano lui era solito fare spesso, Iuli, a sua volta si affidò al suo cavaliere lasciandosi guidare da esso. I loro occhi si incatenarono non lasciando spazio ad altro, fino a quando dovettero fare il cambio di coppia e Damon si ritrovò Elena fra le braccia e Iuli a sua volta si trovò davanti Stefan.

 

“perché mi guardi così? Mi metti soggezione!”.

Stefan distolse lo sguardo dalla biondina.

“scusa,è solo che…”.

Non continuò la frase, che ovviamente però attirò la curiosità di lei, la quale lo incitò a seguire.

“…solo che?”.

Lui la catturò di nuovo nel suo sguardo serio.

“solo che mi chiedo cosa abbia tu, per aver attirato così tanto l’attenzione di Damon!”.

Iuli rimase sorpresa dalla piega del discorso.

“non so a cosa tu ti riferisca, ma penso tu ti stia sbagliando!”.

“non sono stupido e neanche tu lo sei.”.

Ok è vero! Con Damon si stava costruendo un bel rapporto, ma niente di più. Lei provava dell’interesse per lui, ma lui, sembrava avesse interesse per qualcun altro.

Istintivamente lei si voltò verso Damon il quale fissava profondamente Elena.

 

“ti sta bene questo vestito!”.

“Grazie Damon!”.

Un silenzio imbarazzante calò tra di loro.

“pochi minuti fa, Esther mi ha chiesto di raggiungerla nelle sue stanze dopo questo ballo!”.

“perché?”.

“non lo so, dopo lo scoprirò!”.

“pensi di andarci da sola?”.

“il messaggio era destinato a me!”.

“io non …”.

“tu devi rimanere al fianco di Iuli e proteggerla!”.

Damon fece un risata falsa.

“e questo che vuoi dirmi… che devo stare con Iuli?”.

Elena sospirò. Aveva capito che verso stava prendendo la discussione.

“di cosa stiamo parlando ora?”.

“non so dimmelo tu!”.

“Damon!”.

“Elena!”.

I due si guardarono in cagnesco. Entrambi sapevano che la situazione era insostenibile.

“cosa vuoi che ti dica?”.

Damon addolcì lo sguardo.

“non lo so. Sono confuso!”.

Elena sorrise.

“ora forse puoi capirmi!”.

I due si fermarono seguiti dalla fine del ballo.

“è tutto ok?”.

Iuli, avvicinatasi con Stefan ai due, aveva notato una certa tensione nell’aria.

“ora vado da Esther!”.

“come? Cosa? Cioè…”.

“ehi ehi calma Iuli!”.

Iuli guardò interrogativa Elena.

“voi tenete sotto controllo la situazione,ok? Fidatevi del mio istinto!”.

Tutti annuirono, mentre Damon appoggiava delicatamente la mano sulla schiena di Iuli.

Stefan se ne andò in un giro di perlustrazione con Caroline, Damon ed Iuli si avvicinarono al buffet, Elena raggiunse Finn che la aspettava.

 

*

 

“sono qui!”.

Esther che stava agitando delle erbe per la stanza, si voltò e la pregò di accomodarsi.

“cos’è?”.

“salvia. Ci permetterà di parlare, senza timore di orecchie indiscrete!”.

Elena avanzò e si sedette sul divano a fianco alla poltrona in cui Esther si accomodò.

“come hai deciso di muoverti?”.

“temo che creerò un po’ di caos, ma non vedo altra scelta.”.

“ti ascoltò!”.

Esther annuì e si posizionò più comodamente sulla poltrona.

“mi servirà il tuo sangue, ma di questo ne eri già consapevole. Il fatto è che il tuo sangue non mi servirà solo per la trasformazione di Iuli, ma anche per quello che succederà fra poco.”

Elena era attenta ad ogni sua parola.

“cosa succederà fra poco?”.

“il tuo sangue verrà mischiato nel vino con della verbena e dello strozzalupo, che verrà servito poi a tutti gli ospiti, compresi i miei figli. Niklaus non deve sospettare di niente.

Nel vino ci sarà un incantesimo, che su gli umani e sui vampiri sortirà più o meno il medesimo effetto. Gli umani si addormenteranno per mezz’ora, i vampiri non più di 5 minuti. Per cui dovremmo fare in fretta. Ti farò bere una cosa prima di uscire di qua, così che il vino su di te non avrà effetto e in qualche modo fallo bere anche a Iuli, se possibile dobbiamo farle ingerire subito il sangue di Niklaus, non dobbiamo aspettare troppo! È tutto chiaro?”.

“si, più o meno. Una volta che tutti saranno addormentati quindi…?”.

“sottrarremmo il sangue a Niklaus, da una ferita che procureremo con questo!”.

Esther prese un pugnale antico, dal manico rilegato d’oro. La strega si inginocchiò ai piedi della doppelgaenger.

“ma cos… ?”.

“te lo legherò su una coscia, così potrai sfilartelo non appena tutti, o almeno Niklaus sarà a terra!”.

“ok!”.

 

*

 

“Damon? Va tutto bene?”

Il vampiro fissava l’esterno della casa dalla grande vetrata del salone. Era diventato taciturno da quando Elena era andata da Esther. Non poteva fare a meno di sentirsi così in apprensione. Forse no o forse si, era l’abitudine di essere perennemente preoccupato per lei.

“vedrai andrà tutto bene!”.

Iuli non seppe da dove, ma dopo aver detto quella frase, prese il coraggio di stringere la mano a Damon, che ovviamente ne rimase stupito.

Damon si sentiva un idiota. Era lui che doveva proteggere Iuli, invece, chissà come era lei che si stava prendendo cura di lui.

Si voltò verso di lei e con la mano libera accarezzò delicatamente il viso di lei. Automaticamente il suo viso si avvicinò al suo e chissà come, il suono di un cellulare ruppe quell’atmosfera. Damon imprecò mentalmente, mentre Iuli rossa in viso prese il suo cellulare. Lesse il messaggio che Elena le aveva mandato, e poi lo fece leggere anche a Damon. I due si guardarono negli occhi.

“puoi prendermi da bere? Io intanto vado un attimo al bagno”.

“certo cherì!”.

 

In bagno Iuli vi incontrò Elena, la quale aveva già pronto un sms scritto che le spiegava l’essenziale, ovvero di dover bere la boccetta che teneva in mano e di fidarsi di lei.

La bionda così fece, e poi entrambe tornarono nel gran salone dove tutti gli ospiti erano riuniti.

“Sono Esther Mikaelson…”.

La voce della strega originaria riecheggiava autoritaria. Tutti, osservò Elena, avevano in mano il famigerato vino, anche Klaus, che guardava la madre senza espressione.

“sono felice che abbiate accettato il mio invito. Propongo un brindisi per augurare un futuro piacevole con voi e con la mia famiglia!”.

Tutti i presenti alzarono i flute e poi sorseggiarono il vino. Elena osservò bene che anche Niklaus lo bevve, poiché questo aveva aspettato che anche i suoi fratelli lo bevessero.

Dopo alcuni secondi di calma si sentirono i primi bicchieri andare in mille pezzi, dopo che le prime vittime cadevano al suolo.

“ma cosa diavolo?”.

Klaus buttò il suo bicchiere a terra, dopo di che vide Rebekah e Finn portarsi le mani al collo ed entrambi cadere a terra. Tutti gli umani erano ormai a terra, i vampiri i stavano mettendo di più.

In seguito ai due antichi, fu il turno di Elijah e Stefan. Poi toccò a Caroline, Kol e Damon. Iuli non poté fare a meno di inginocchiarsi a terra spaventata vicino al Salvatore. Non riusciva a guardarlo lì, inermi a terra.

Klaus stava per far un passò avanti, ma qualcosa bruciò nella sua gola, togliendogli respiro e forze.

“Elena, presto, non abbiamo tempo!”.

Esther si apprestava a scendere velocemente la scalinata sulla quale aveva fatto il brindisi. Elena intanto aveva sfilato il pugnale e si stava avvicinando a Klaus, purtroppo non lo raggiunse mai, perché uno spintone la fece cadere e perdere i sensi.

Iuli si portò le mani sul viso dallo spavento, mentre Esther si avvicinava a lei sconvolta dall’imprevisto.

“E tu chi sei?”.

Un ragazzo moro prese Elena sotto braccio e si posizionò davanti a Klaus.

“il primo ibrido che Klaus ha trasformanto, Tyler!”.

 

 

 

 

 

***********

Sbuff! Possibile che ci debba sempre essere un imprevisto?

Si ovvio! Se no, non sarebbe TVD.

Ed ora? Cosa succederà?

Lo scopriremo nella prossima puntata!!!

Baci

Deba

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


13

 

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CAPITOLO 13

 

 

 

“E tu chi sei?”.

Un ragazzo moro prese Elena sotto braccio e si posizionò davanti a Klaus.

“il primo ibrido che Klaus ha trasformato, Tyler!”.

 

L’atmosfera si era raggelata improvvisamente. Iuli vedeva Elena tramortita tra le braccia di quel ragazzo e capiva che le che cose si stavano mettendo serialmente male.

Si voltò verso Esther e le chiese un tacito segno per capire cosa fare. La donna si voltò e il suo sguardo, che fino a pochi secondi prima sembrava scettico, ora era di nuovo pieno di determinazione.

Un urlo fece voltare di nuovo in avanti la biondina. Il ragazzo che fino ad un attimo prima stringeva la sua amica svenuta, ora era accasciato a terra che si teneva la testa fra le mani, urlando di una sofferenza che Iuli non poteva capire. Una voce tenebrosa, ferma e potente arrivò da dietro una colonna. Era sempre più forte. Sembrava che la voce parlasse in latino, ma Iuli non ne era sicura. Poco dopo quella voce mostrò anche un volto. Bonnie.

La strega fissava il ragazzo di nome Tyler, senza distogliere di un centimetro il suo sguardo.

Iuli capendo che le cose non avrebbero potuto andare ancora per le lunghe, strattonò agitata Esther.

“e ora, cosa dobbiamo fare?”.

La donna si voltò e appoggiò le sue mani sulle orecchie della sua bambina.

“tutto ora è nelle tue mani. Devi risvegliare il tuo vero io. Coraggio piccola mia!”.

Detto questo ripeté una nenia in quello strano latino e lasciò la presa dalla ragazza.

Iuli, si sentiva strana, spaesata e bisognosa di qualcosa. Sentiva un vuoto, una voragine tra il cuore e lo stomaco. Iniziò a respirare faticosamente e rumorosamente. Una dose di adrenalina iniziò a scorrerle nelle vene e si sentiva sempre più smaniosa di fare qualcosa, ma cosa? Doveva cercare di riempire quel vuoto che sentiva a tutti i costi, sembrava che fosse divenuta la sua unica priorità.

“il pugnale Iuli, usa il pugnale e prendi il sangue di Niklaus!”.

Iuli si avvicinò come ipnotizzata ad Elena. Il suo sguardo era fisso sul pugnale.

Tyler cercò di ribellarsi al potere di Bonnie, e cercava di rimettersi in piedi, ma non ci riuscì per molto. Esther, infatti, aveva iniziato a ripetere lo stesso incantesimo di Bonnie, connettendosi al potere della strega Bennet, così da rendere più forte l’agonia all’ibrido.

Iuli intanto si era inginocchiata su Elena e le aveva sfilato il pugnale e la boccetta per raccogliere il sangue. Fatto ciò si voltò su Klaus afferrandogli ferma il polso. Una volta a contatto con la sua pelle, il forte senso di bisogno era diventato più forte, lei desiderava, bramava quello che scorreva sotto quel sottile strato di carne.

Mosse velocemente la lama sul polso dell’ibrido e subito prese a zampillare del sangue, che rese Iuli quasi pazza. Si, la ragazza si sentiva una pazza perché desiderava quel sangue.

“Muoviti Iuli!”.

Bonnie era allo stremo delle forze.

Iuli guardò la boccetta, ma le sembrò di vedere una cosa inutile così la gettò.

“No! Cosa fai?”.

Iuli non stava a sentire la ragazza, lei ora era preda solo dei suoi strani istinti. Si avvicinò famelica alla ferita dell’ibrido ed iniziò a bere, prima con calma poi sempre più avidamente.

“Maledizione!”.

Iuli non se ne accorse, ma Bonnie aveva potuto accorgersi che i vampiri si stavano riprendendo. Rebekah, infatti, si era appena rimessa in piedi e cercava di capire cosa stesse accadendo.

“Iuli… sorella…”.

Ma iuli non c’era per nessuno, ora si trovava in mondo tutto suo.

 

Tutti si ripresero a poco a poco, anche Klaus.

L’ibrido vide quella strana ragazza che prima aveva attirato la sua attenzione, attaccata al suo braccio, e così la spinse via.

Iuli volò sul muro delle scalinate, crepando la struttura alle sue spalle.

Klaus dopo una rapida visuale della situazione si scaraventò sulle streghe, per rompere il contatto visivo con Tyler. Quest’ultimo sfinito si accasciò a terra, mentre i suoi vasi sanguigni si ricostruivano.

L’ibrido prese poi per il collo la madre urlando a tutti di stare immobili. Damon aveva cercato di avvicinarsi a Iuli, così come Stefan con Elena, e gli originali con la sorella e la madre, ma alla minaccia di Klaus si erano tutti bloccati.

“cosa diavolo pensavate di fare?”.

Guardava con odio tutti, poi si guardò la ferita e leccò il sangue che sgorgava, per guarire il taglio.

Nessuno osava parlare.

“perché quella beveva il mio sangue?”.

Guardò i suoi fratelli, stringendo più forte il collo della madre, la quale cercava di non urlare fuori il dolore che provava.

Elijah fece un passo avanti, ma non riuscì a parlare perché un movimento alla sua sinistra, distolse la sua attenzione.

Iuli si stava rialzando. Aveva i capelli che le coprivano il volto, perciò nessuno riusciva a capire se si era fatta del male o meno. Con la mano destra spostò i capelli dal viso e quello che mostrò fu un colpo di scena per tutti.

“cosa significa? Chi sei?”.

Kalus sentiva un brivido di pericolo insistente corrergli per la schiena.

La biondina aveva lo sguardo assente, guardava il vuoto davanti a se, ma non sembrava esserci con la testa. Non guardò in faccia nessuno e prese a camminare avanti. Nessuno si mosse, nemmeno Klaus, il quale cercava di dare un senso a quello che vedeva.

La ragazza si inginocchiò vicino ad Elena, e quello che successe poi fu inevitabile, neanche Klaus fu così veloce per impedirlo.

Iuli una volta avvicinatosi ad Elena, l’aveva presa tra le sue braccia, pareva la stesse accudendo, ma non era così. Un secondo dopo a Iuli spuntarono due canini che andarono a perforare il polso della doppelgaenger.

Klaus temendo per la sua fonte di ibridi, mollò la madre e staccò con la forza la ragazza dal braccio di Elena, ma purtroppo per lui era ormai troppo tardi. Il sangue dell’ibrido originario e quello della doppelgaenger erano ormai in circolo.

Damon corse dalla biondina e Stefan da Elena, per allontanarla da Klaus, ma questo intuendo la mossa del piccolo Salvatore e non capendo cosa stesse accadendo, prese la doppelgaenger per il collo come assicurazione per la sua vita.

“fermo là Stefan!”.

“non le farai del male Klaus!”.

“per tua sfortuna, ora come ora, sono molto arrabbiato… posso non ucciderla, ma posso farla soffrire. Ti prenderesti tale responsabilità?”.

A tali parole, Stefan, non poté controbattere. Nell’ultimo periodo con il suo comportamento, aveva messo in pericolo Elena troppe volte.

 

Iuli, nel frattempo, aveva iniziato a riprendere di nuovo contatto con se stessa. Si sentiva stretta da delle braccia forti e per lei sicure. Vide nella sua mente crearsi il viso di un ragazzo dagli occhi di ghiaccio. Occhi che poi si iniettarono di sangue. Un vampiro. Damon. Dopo il viso del bel Salvatore provò sentimenti contrastanti e poi vide altri volti, tutte le persone che aveva incontrato a Mystic Falls. Poi vide sua nonna, sua madre e vide scorrere davanti a suoi occhi tutta la sua vita a ritroso. Una volta arrivata alla nascita però vide altre immagini. Erano i suoi ricordi sopiti, di quando era Iuli, l’antica. Vide la sua nascita, suo padre Mikael e sua madre Eshter. Vide i suoi fratelli, la morte di Heirik e la decisione di combattere i licantropi alla pari. Vide nuovamente la trasformazione in vampiri e quella supplementare per lei, lei l’unica in grado di contrastare suo fratello Niklaus, l’ibrido. Lui che la uccise con sua madre all’età di 12 anni. Ora tutto le era chiaro. Ora tutto aveva un senso.

 

Klaus stava ancora aspettando una risposta quando Iuli aprì di scatto gli occhi. La ragazza guardò Damon e con un’audacia mai avuta accarezzò il suo viso, spiazzandolo. Distolse poi il suo sguardo e si mise elegantemente in piedi, tenendo il vampiro per mano, non voleva spezzare alcun legame con lui.

Klaus la guardò con odio.

“chi diavolo sei?”.

Iuli fece un passo avanti e lo guardò con superiorità e odio. Sentimenti che all’epoca della sua prima nascita lei non aveva mai provato, ma non era più lei o meglio, era lei, ma era anche la ragazza nata nel XXI secolo e che aveva appreso valori e una vita che l’avevano resa tale. Lei ora era Iuli Mikaelson McCoullogh e odiava Niklaus per aver portato il suo caro fratellino Heinrik a vedere gli uomini lupo quella notte, per aver ucciso sua madre, per aver ucciso lei e per aver fatto del male a tante persone nel corso dei secoli e ai suoi amici di Mystic Falls.

 

Lui la guardò raccogliendo la sfida che gli occhi di lei sembravano lanciargli. Sorrise malefico. Gli faceva ridere che quella ragazzina credeva di tenergli testa.

Esther aveva il cuore gonfio di gioia, aveva riconosciuto in quello sguardo sua figlia e sapeva che era tornata. Gli faceva pena Niklaus da un certo punto di vista,perché lui ancora non si era reso conto di chi avesse davanti. L’anello che aveva fatto indossare a Iuli precedentemente, celava il pericolo che lui avrebbe percepito nell’averla così vicina, ma quell’anello era anche una cosa benefica per la sua piccola, perché anche lei provava disagio e malessere nel stare a fianco a suo figlio.

 

“Mi stupisco che tu non abbia neanche un mezzo sospetto su chi io possa essere, Niklaus!”

Il sangue raggelò nelle vene dell’ibrido. Il suo nome, pronunciato in quella maniera, lo aveva colpito come una lama in pieno ventre.

Provava una sensazione amara e ciò lo infuriava.

“non giocare col fuoco, sono un tipo impaziente. Dimmi chi sei!!”.

Iuli sorrise con una smorfia.

“sei sempre stato un tipo impaziente e soprattutto cocciuto. Ti sei sempre creduto superiore a tutti, tu dovevi comandare, sempre. Anche quella notte, è colpa tua se è morto!”.

Rebekah a quelle parole si avvicinò alla sorella. Aveva pianto molto per la morte del suo fratellino, ma sapeva che chi ne aveva sofferto di più era proprio Iuli.

Dall’altro canto Klaus non aveva capito a chi si riferisse, poiché di omicidi lui ne aveva compiuti a migliaia. Iuli non si fece attendere molto per fargli capire di chi stava parlando.

“è colpa tua se Heinrik è morto!”.

Quel nome fu un fulmine a ciel sereno. Klaus non avrebbe mai pensato a niente di tutto ciò. la situazione stava prendendo una brutta piega e lo shock gli aveva fatto cadere le difese, allentando la presa su Elena.

“che scherzo è mai questo?”.

Rebekah prese per mano Iuli e ciò turbò assai Klaus. In seguito anche Finn si avvicinò alla sorella, così come Elijah e Kol. Per ultima toccò a Esther.

Nel frattempo anche Tyler si era ripreso ed aveva affiancato il suo sire.

Klaus nel vedere la scena tuttavia, iniziò a prendere coscienza delle parole della ragazza e del gesto della sua famiglia. La sua espressione strafottente si mutò in una maschera di paura ed incredulità.

“no.. è impossibile…”.

“su Niklaus, vieni qui ad abbracciare la tua cara sorellina Iuli!”.

La biondina con quella frase gli aveva tolto ogni possibile dubbio.

“no… tu sei morta…”.

“si grazie a te…”.

Iuli guardò sua madre e poi si rivoltò verso il fratello.

“per fortuna tu non hai mai conosciuto veramente le grandi doti di Ayana!”.

Klaus era incredulo. Era impossibile, sua sorella era morta e poi era una bambina, però ora che la guardava meglio i suoi occhi, non c’era dubbio, erano proprio i suoi. Iniziò a guardarsi in giro. Si sentiva soffocare e soprattutto si sentiva in trappola. Ora come ora, la sua posizione era la più svantaggiata, doveva andarsene prima che fosse troppo tardi, lui non sapeva qual era la dote di Iuli e soprattutto, non aveva un piano B.

“sai sarò clemente per oggi. Ti lascerò un piccolo vantaggio per scappare, poi non avrò pietà per te. Io ti ucciderò Niklaus!”.

Per quanto fosse spaventato, l’ibrido non avrebbe mai reso palese i suoi sentimenti.

“sei così sicura di potermi uccidere?”.

Iuli stava usando la sua poker face. Non aveva nessuna intenzione di dare vantaggi a Klaus, ma per quanto poco, fino a pochi minuti prima, era umana, e il cambiamento improvviso aveva richiesto davvero molte energie fisiche e soprattutto psicologiche, ma soprattutto aveva sete.

“non te lo ripeterò un’altra volta. Lascia Elena e inizia a correre!”.

Klaus sapeva che era la sua unica via per il momento, avrebbe fatto presto a riprendersi da quella piccola sconfitta. Doveva solo trovare il punto debole di Iuli e sfruttarlo a suo vantaggio. Sorrise poco dopo nel vedere le mani unite di Iuli e Damon.

“forse avrai vinto la battaglia sorellina, ma la guerra… stanne certa, quella, la vincerò io!”.

L’ibrido gettò la doppelgaenger a terra e poi sparì.

 

Caroline rimasta nelle retrovie fece alcuni passi avanti.

“Tyler!”.

Il ragazzo se ne stava lentamente andando, quando sentendosi chiamare, si bloccò.

“Tyler, non lasciarmi… di nuovo! Ho bisogno di te!”.

L’ibrido si rattristì a quelle parole. Odiava fare soffrire così Caroline, ma non poteva farne a meno. Lui doveva ubbidire a Klaus.

“perdonami Care, ma non posso fare altrimenti…”.

Si voltò per andarsene, ma lei lo richiamò ancora.

“no, Tyler!”.

La vampira ormai aveva le lacrime agli occhi.

Lui la guardò dolcemente, poi spostò lo sguardo su Iuli e poi di nuovo su di lei.

“chissà… forse un giorno… apparterò di nuovo solo a te…”.

Poi sparì nell’oscurità della notte.

 

“Iuli!”.

Damon teneva la ragazza tra le braccia, la piccola originaria aveva infine ceduto a tutta la tensione accumulata.

Esther si avvicinò alla sua bambina.

“Damon portala in una stanza al piano di sopra. Gli umani si stanno per svegliare, dovremmo dare loro delle spiegazioni!

Anche tu Stefan, fa lo stesso con Elena!”.

Detto fatto, Damon portò in una stanza Iuli, ponendola dolcemente su un grande letto. La sua mano era ancora stretta da prima in quella di lei. Posizionandola in una posizione secondo lui più comoda stava per lasciare la presa, ma lei, forse inconsciamente, strinse la mano più forte, così a Damon, non dispiacendosi a fatto, toccò distendersi a fianco lei. Per tutta la notte, non la lasciò nemmeno un secondo, nemmeno quando ad un certo punto sentì Elena svegliarsi.

 

 

 

**************** 

Mie care dolci lettrici.

La nostra original si è svegliata, cosa succederà ora? E soprattutto, quale sarà la prossima mossa di Klaus??

Aaaaahhhhh

Alla prossima  girls ;)

Grazie per seguirmi!!!

Un bacione

deba

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


14

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CAPITOLO 14

 

 

 

 

 

Iuli era ancora incosciente, tutti le avevano fatto visita nel corso della notte e della mattinata, ma lei ancora non riprendeva i sensi. Secondo Esther era solo una transizione, in quanto Iuli, non doveva solo ricordare, doveva anche ritrasformare il suo corpo in quello forte di un vampiro.

Ad una qualche ora della mattina Iuli lasciò finalmente la presa su Damon, il quale non l’aveva lasciata sola nemmeno un secondo. Il vampiro per tutta la notte aveva vegliato su di lei e contemporaneamente ascoltato il vario vociferare delle persone all’interno di quella casa. Ognuno aveva espresso più o meno le stesse preoccupazioni, ora, invece la discussione si era spostata sulla prossima mossa di Klaus. Decise di allontanarsi brevemente dalla sua diletta, e andare a seguire in diretta la discussione.

Nell’ampio salone, infatti, gli originari cercavano di immedesimarsi nel loro fratello e di ragionare con la sua mente contorta.

“io credo che il nostro bell’ibrido si farà un viaggetto e che non lo vedremo per un po’.”.

Damon fece il suo ingresso esprimendo il suo pensiero.

“cosa ne vuoi sapere tu!”.

Rebekah non reputava i Salvatore o chiunque altro abbastanza informato sulle abitudini di suo fratello.

“per una volta tanto non posso dargli contro!”.

Stefan si era unito a loro, due secondi dopo. Anch’egli aveva prestato attenzione ai pensieri espressi degli originari, mentre assisteva Elena, la quale si trovava ora nel letto sulla stanza a fianco a quella di Iuli, immersa nei suoi pensieri.

“e sentiamo allora?”.

“anche se ero sotto il suo soggiogamento, ho potuto studiare bene alcuni suoi vizi e sono sicuro che se ci pensate bene anche voi due…” fissò sia Rebekah che Elijah, “… potete arrivare alla mia conclusione. Cosa fa Klaus quando ha bisogna di scoprire qualcosa?”.

Rebekah sbuffava irritata, ciò nonostante lo seguiva nei ragionamenti.

“passa a rastrello le sue fonti e poi le uccide.”.

Stefan annuiva, ma il suo viso si dimostrava serio. Credeva veramente in quello che stava dicendo.

“e se non sa da dove partire a chi si rivolge?”.

Rebekah si stava innervosendo per questo gioco a quiz, e stava per lamentarsi a voce alta quando si ripeté mentalmente le parole appena pronunciate da Stefan. Il suo sguardo disinteressato mutò e guardò Stefan e la situazione con altri occhi. Anche Elijah aveva capito dove volesse arrivare Stefan.

“una strega!”.

“esatto! Sono sicuro che cercherà una strega e cercherà di farsi venire in mente un piano!”.

“fratellino, non ti facevo così acuto. Sono fiero di te!”.

E gli mise ironicamente una mano sulla spalle, con finto sguardo di ammirazione paterno.

“Smettila Damon!”.

“per quanto mi diverta Stef, devo però ammettere che non hai torto. Non credo di essere l’unico ad essersi accorto che Klaus se la stava facendo letteralmente addosso, vero?”.

Elijah pensieroso si mise a muoversi.

“Abbiamo visto tutti il suo smarrimento. Sapere che Iuli è viva l’ha ovviamente preso in contro piede. Quello che per noi è ovvio fare ora è proteggerla. Lui farà di tutto per ucciderla.”

“su questo siamo tutti d’accordo!”.

Disse seriamente Damon.

“il problema è solo uno…”.

Rebekah conosceva bene suo fratello e se c’era una cosa che più la preoccupava era il suo difetto o pregio, dipendeva dal punto di vista.

“… Klaus è imprevedibile, a qualsiasi cosa noi penseremo per anticiparlo, lui ci stupirà sempre, sarà sempre un passo avanti!”.

Su questo nessuno controbatté, poiché tutti, chi più chi meno, aveva potuto vederlo con i suoi occhi.

 

*

 

Nel frattempo, Elena, aveva smesso di ripensare più e più volte a come era andata la serata. Stefan, che le era accanto quando si era svegliata, l’aveva informata di cosa era accaduto e lei seppur sapeva che tra virgolette avevano vinto loro, non ne era felice. Aveva un brutto presentimento.

Decise di alzarsi. Aveva un mal di testa che la dilaniava, avrebbe chiesto a qualcuno un’aspirina. Indossò le sue scarpe che aveva trovato ordinatamente poste ai piedi del grande letto e poi uscì dalla stanza.

Percorse un paio di passi nel corridoio e si imbatté in una porta semi aperta; si affacciò e all’interno vi poté scorgere Iuli. Entrò e si sedette ai piedi del grande letto a baldacchino.

Osservava la sua amica, che hai suoi occhi, era sempre uguale eppure, alle parole di Stefan, Iuli era un vampiro originario ora. Ciò nonostante non poté guardarla con occhi diversi. Lì stesa su quel letto, così indifesa e con quell’aria angelica, le faceva tenerezza. Aveva perso la sua famiglia, e ora ne aveva guadagnata un’altra. Chissà come doveva sentirsi. E lei Elena come si sentiva? Si stava ponendo anche queste domande la doppelgaenger, la quale si accorse che tutte le persone che le erano vicino o morivano o si trasformavano in vampiri.

Era immersa nelle sue supposizioni quando Iuli si svegliò. La ragazza aprì gli occhi e rimase un tempo indefinito a guardare il soffitto cercando di fare mente locale sulla situazione. Ripercorse la nottata antecedente, ma venne distratta da un suono. Sentiva un cuore battere vicino a lei, così a velocità vampiresca si tirò su a sedere.

“Oddio, mi hai spaventata!”.

Il cuore di Elena prese a battere più forte e Iuli ne seguiva affascinata il suono.

“come ti senti Iuli?”.

Iuli la guardava, voleva parlarle, abbracciarla, ma c’era una strana forza che le chiedeva di fare altro. Fece una revisione dei suoi sentimenti e quando quella forza iniziò pesantemente ad imporre la sua presenza, iniziò a combatterla.

Quella forza era la sua sete, non era vampiro da oltre un millenio e doveva riabituarsi a quella routine.

“Vattene!”.

Elena rimase interdetta dalle parole della sua amica.

“Iuli sono io, Elena. Non devi aver paura di me!”.

Elena stupidamente cerco di allungare una mano verso la ragazza per infonderle tranquillità.

Iuli la spinse via, facendola cadere dal letto e si allontanò dall’altra parte.

“esci subito da qua… ti prego..!”

Era una preghiera dettata dal dolore che lo sforzo richiedeva nel non assalirla.

“Iuli.. cosa…?”.

Elena preoccupata le stava per chiedere cosa avesse, ma la frase le si bloccò a mezz’aria poiché la risposta arrivò muta ai suoi occhi.

Piccole vene nere bluastre spuntarono lentamente, come una ramificazione, intorno agli occhi di Iuli; il colore delle iridi mutò dallo splendido azzurro ad un rosso scarlatto, mentre la bocca istintivamente si aprì, all’allungarsi dei canini.

Elena capì, Iuli aveva sete.

I due Salvatore al pian terreno, ancora intenti nelle loro congetture, sentirono le frasi scambiate dalle due ragazze al piano superiore e si precipitarono nella stanza, seguiti a ruota dalla famiglia degli originari.

Damon si posizionò davanti a Iuli guardandola, mentre Stefan si mise davanti Elena come uno scudo.

Nonostante la situazione, Damon, non riuscì a non pensare a quanto Iuli fosse estremamente sexy in versione vampiro.

“sto cercando di non muovere nessun muscolo, per non lasciare che il mio istinto prenda il sopravvento. Fatela uscire…”.

Iuli lo riportò alla realtà, parlava lentamente, ma il dolore dello sforzo che provava era palpabile nelle sue parole.

Stefan la guardava affascinato e invidioso per come lei cercava di trattenersi, anche lui, per Elena, per se stesso, per espiare tutte le morti nella sua coscienza, avrebbe dovuto impegnarsi di più, come lei. Erano in momenti come questi che rimpiangeva la morte di Lexi, lei così testarda e in grado di portarlo sulla retta via.

Damon poggiò le sue mani sulle spalle della ragazza.

“guardami!”.

Iuli lo stava facendo, ma lasciandosi cullare dalla melodia della sua voce, si perse in un modo più profondo negli occhi di lui. Pian piano i denti si ritirarono, le vene svanirono e gli occhi ritornarono di quel celeste che fin da subito, il tenebroso Salvatore, ne era stato catturato.

Il tempo intorno a loro parve fermarsi, ognuno era perso negli occhi dell’altro, quasi vinti dal desiderio di portare a realtà un pensiero comune, però furono interrotti da lievi colpi di tosse.

“devi insegnarmi come si fa amico…”.

Kol si era avvicinato a Damon tutto allegro, rompendo definitivamente l’atmosfera, poi si rivolse a Iuli.

“sorellina, che ne dici? High school, casa di riposo o carcere?”.

Iuli lo guardò con un sopracciglio alzato, in parte scocciata per l’interruzione avvenuta.

“cos’è? L’equivalente di nuovo accampamento, nomadi o villaggio?”.

Kol sorrise dall’alto del suo ego.

“hai buona memoria allora!?”.

“mmm… si prospetta un gioco interessante!”.

Damon non aveva potuto fare a meno di intromettersi.

Elijah con passo elegante si avvicinò al terzetto.

“credo che alla nostra piccola sia il caso di dare il tempo di abituarsi all’assunzione di sangue umano. Non vogliamo certo che diventi un vampiro assetato di sangue, vero Damon? Non sarebbe grazioso per una fanciulla del suo calibro e credo tu abbia già da badare a tuo fratello… Senza offesa Stefan!”.

Aveva aggiunto infine. Quest’ultimo dal piano inferiore gli rispose un distaccato “figurati!”.

Nel mentre, Elijah,le passò una sacca di sangue.

Iuli sorrise prendendo di buon grado quel tanto agognato sangue che bramava, anche se sapeva che berlo da quella sacca non sarebbe stato neanche lontanamente paragonabile a quello che avrebbe potuto bere direttamente dalla fonte.

“garbato come sempre fratello!”.

Terminò la frase abbracciando di sorpresa Elijah, il quale rimase piacevolmente senza parole. Le voleva molto bene.

“adoro le dimostrazioni d’affetto del XXI secolo! Ti avrei abbracciato sempre!”.

Iuli sorrise furba portando alla bocca la sacca e succhiando dalla piccola apertura superiore. Elijah le sorrise con fare fraterno, la sua piccola malandrina.

 

“parlando di dimostrazioni… ne conosco una in particolare che si usava anche nella tua epoca sai?”.

Le disse malizioso Damon, con un sopracciglio alzato e il sorriso sbieco.

Le emozioni di Iuli era intensificate ora che era ritornata ad essere un vampiro e rimase piacevolmente sconvolta nel constatare quella che stava provando ora. Quand’era un vampiro non l’aveva mai provata, anche perché lei aveva solo 12 anni, mentre nella sua vita umana, l’aveva provata poche volte e di certo non di una tale intensità. Il suo corpo era percorso da mille brividi di eccitazioni ed il più forte era nel suo basso ventre. Già da umana provava attrazione per Damon, ora era tutto più forte. Iuli si chiese se lui avesse mai provato tale sentimenti verso di lei, perché per lei era impossibile resistergli. Avrebbe voluto saltargli addosso e sedurlo, ma era pur sempre davanti ai suoi fratelli e sua madre, non sarebbe certamente stata una cosa carina, neanche in quest’epoca. Cercò di sviare così i suoi pensieri, concentrandosi sul sapore del sangue.

 

*

 

Iuli era rimasta da sola con gli originari, mentre i Salvatore riportavano Elena a casa, la biondina non era stata in grado di affrontarla.

“piccola come ti senti?”.

Iuli guardò Esther. Quand’era solo la sua piccola la amava incondizionatamente, così come con i suoi fratelli, ora però metà del suo cuore apparteneva ancora alla ragazza di Chicago e quell’amore non era più lo stesso di un tempo, ma ciò nonostante sentiva di provare per tutti loro un forte affetto.

“madre!”.

Non aggiunse altro. Esther dal canto suo finalmente aveva sentito sua figlia chiamarla nel modo tanto da lei agognato.

“sono felice che tua sia qui!”.

“Anch’io. Ammetto ora di sentirmi finalmente completa. Per tutta la mia vita umana, mi sono sempre sentita sbagliata e mai una volta nel posto giusto, fino a quando non ho messo piede a Mistic Falls. Qui ho sentito di sentirmi sulla strada giusta!”.

Esther sorrise e l’abbracciò.

Rebekah sorridente si avvicinò.

“verrai a vivere qui ora, vero?”.

Questa domanda colse alla sprovvista la biondina. Lei ancora non ci aveva pensato.

“Bè a dire il vero…!”.

“ora che siamo tutti assieme… su Iuli dai… mi mancava una sorella. Elijah per certi versi non è molto di compagnia!”.

Disse obiettiva la vampira. Elijah sentendosi chiamato in causa rispose con un sorriso ironico.

“non tutti nasciamo con una indole alla shopping come la tua Bekah!”.

La bionda fece una smorfia in risposta.

Esther accarezzò il viso alla figlia.

“Più che altro saremmo più sicuri se tu vivessi a fianco a noi, ora che Niklaus sa di te, non possiamo abbassare la guardia nemmeno un secondo!”.

Iuli sapeva bene che la madre aveva ragione, solo sperava che non sarebbero divenuti troppo ossessivi nei suoi confronti. Lei era sempre stata una persona libera. L’idea di una gabbia dorata non la entusiasmava.

“d’accordo!”.

“ne sono felice!”.

Elijah si avvicinò porgendo il suo braccio alla sorellina.

“ti accompagno a prendere le tue cose!”.

Passò il braccio sotto il suo e si avviarono all’uscita.

 

Una volta racimolati gli indumenti e le cose che Iuli sapeva di volere con se, non poté non pensare a come il suo trasferimento a Mystic Falls avesse cambiato tutto. La prima persona che aveva conosciuto era stata proprio Damon, e sorrise al ricordo dell’incontro scontro, fin da subito lui l’aveva attratta. Poi Iuli però, ricordò un altro scontro tramite il quale aveva conosciuto un’altra persona.

“Elijah? Mi accompagneresti in un posto?”.

 

*

 

“cosa potrà mai fare una volta che avrà trovato una strega? Noi abbiamo sempre quella originaria no?”.

Damon e Stefan giunti al pensionato avevano continuato la discussione di prima.

“si farà inventare un qualche incantesimo per.. per… non ne ho idea. Dobbiamo prepararci per ogni evenienza!”.

Stefan era nervoso, ancora di più dopo aver lasciato la casa dei Mikaelson. Continuava a picchiettare il suo anello su ogni superficie piana a sua disposizione; e se non era l’anello era il suo piede.

“dai, smettila!”.

Stefan guardò Damon per capire a cosa si riferisse e vide che il suo sguardo puntava il suo anello, così fermò la mano.

Pensava a Iuli, alla sua forza d’animo e alla sacca di sangue che aveva avuto in mano.

“di sicuro prenderà in ostaggio qualcuno, come fa sempre!”.

Damon si avvicinò al tavolino dei liquori e versò il Bourbon su due bicchieri, e ne passò uno a Stefan.

“come sempre, quando non sa cosa fare! Dici che prenderà ancora Elena?”.

“è una possibilità, essendo per lui anche utile…”.

Il nervosismo era aumentato al pensiero di Elena, così da non accorgersi di aver ripreso a picchiettare l’anello, stavolta sul bicchiere.

“dovresti farti una bevuta di quelle come Damon comanda!”.

Stefan finse di non sentirlo e si alzò dandogli le spalle.

“avanti… sappiamo entrambi che sei in crisi d’astinenza. Non puoi il giorno prima cibarti di una squadra di cheerleaders e il giorno dopo non bere più! Ci vuole moderazione!”.

“non sono in crisi!”.

Stefan non voleva ammettere le sue debolezze, non voleva ripartire tutto da capo di nuovo, anche perché, come aveva pensato prima, Lexi stavolta non sarebbe corsa in suo aiuto.

“Tu dici?”.

Stefan sentì uno spostamento d’aria alle sue spalle, Damon aveva lanciato qualcosa che lo stava per colpire. Si girò di scatto e prese al volo… una sacca di sangue. La guardò senza più capire nulla, famelico.

Strinse i denti rabbioso e la lanciò lontano da lui e il suo piede intanto picchiava a terra.

“avanti Stefan ammettilo!”.

Stefan stava per voltare ancora le spalle, ma Damon lo afferrò con la forza velocemente.

“ammettilo, Stefan!”.

Stefan a sua volta prese per le spalle il fratello.

“ok, va bene! Sto impazzendo! Lexi non sarà al mio fianco ad aiutarmi stavolta ed invidio Iuli, che ha un esercito alle sue spalle ad aiutarla, ma non ne avrà bisogno perché ha una forza di volontà spaziale, che io non ho!”.

“non dire stronzate Stefan! Tu non sei solo!”.

Stefan spintonò via il fratello.

“e a chi devo chiedere aiuto? Ad Elena? Perché io possa squarciarle la gola e magari staccarle la testa?”.

“lo vedi che dici stronzate? Tu non sei solo... perché hai me! Io ti aiuterò! Sarò la tua ombra, quando starai per compiere qualcosa di troppo, io sarò lì a fermarti, fino a quando non avrai più bisogno di me!”.

“Perché?”.

“perché sei tutto ciò che ho!”.

Stefan ghignò.

“lo vedi che dici stronzate anche tu?”.

Damon lo guardò interrogativo.

“non hai visto come ti guardava Iuli stamattina?”

 

*

 

“ciao!”.

“Iuli, sono contenta di vederti. Stai meglio?”.

La ragazza annuì.

“spero di non averti spaventato troppo stamattina, mi dispiace, ma…”.

Elena non la lasciò terminare.

“non devi preoccuparti. Non mi spavento certo per così poco e poi, ho capito cos’è accaduto e anzi forse ti devo pure ringraziare per essere resistita ad attaccarmi!”.

Iuli le sorrise debolmente, poiché ancora in colpa.

“non avrei mai potuto farlo, non me lo sarei mai perdonata!”.

Elena le sorrise, poi la guardò con sguardo fiducioso. Le due si trovavano ancora sulla veranda.

“Iuli, ti va di entrare?”.

La biondina rimase sorpresa, Elena le stava dando tutta la sua fiducia. La ragazza si voltò ai piedi della scalinata e guardò interrogativa Elijah.

“penso che andrò a farmi un giro nei dintorni. Passerò a prenderti tra poco!”.

Iuli corse giù e come poche ore prima, lo abbracciò, poi tornò alla porta d’entrata.

Elena ripeté di nuovo l’invito e Iuli varcò con un passo l’entrata.

 

*

 

Klaus stava percorrendo alcuni vicoli della parte industriale della città di Chicago. Una volta lasciata la casa di sua madre era ritornato nella sua dimora ed aveva raccolto alcune cose e poi era partito con Tyler. Gloria non era l’unica strega competente di quella zona, ce n’era un’altra, ed era proprio lì che lui si stava dirigendo.

Arrivò sul retro di una fabbrica e da una piccola porta sgattaiolò dentro. Era pieno giorno per cui lo stabile era pieno di umani che lavoravano. Seguì il suo istinto e prese alcuni corridoi che lo portarono ad una scalinata; sul muro adiacente una scritta ed una freccia indicavano che salite queste si avrebbe trovato il dirigente.

Klaus fece le scale e prese il corridoio alla sua destra ed entrò nell’ultima porta. Si ritrovò in una stanza con alcuni mobiletti, due panche ai lati e al centro vi era una scrivania con dietro una semplice umana.

“salve! La posso aiutare? Ha un appuntamento?”.

Klaus con passo sinuoso si portò davanti alla scrivania e si piegò arrivando molto vicino al viso della donna.

“io non ho bisogno di appuntamenti!”.

La ragazza sbatté le palpebre soggiogata.

“ha ragione lei non ha bisogno di appuntamenti!”.

Klaus sorrise alla segretaria e poi passò oltre verso la porta alle spalle di lei. Trovò un’altra stanza con molti archivi. Passò oltre anche quella stanza arrivando alla porta che c’era dall’altra parte, ed entrò senza bussare.

Una donna mora dai capelli ordinatamente raccolti e di una età indefinita parlava al telefono, si girò infastidita verso colui che era entrato così sgarbatamente nel suo ufficio, ma quando incrociò il suo sguardo, una gelida maschera fredda si pose sul suo viso.

“Charlie ti posso richiamare?”.

Ripose la cornetta al suo posto e fissò il suo ospite.

“Rose, quanto tempo!”.

“A cosa devo questa improvvisata Klaus?”.

“non posso semplicemente fare visita ad una vecchia amica?”.

La donna lo guardava freddamente.

“noi non siamo mai stati amici!”.

Klaus ghignò, mentre giocherellava con alcuni oggetti della scrivania.

“bè allora potremmo diventarlo!”.

“è da tempo che mi sono allontanata dalla magia, per cui non ti sarò utile, per niente. Se vuoi scusarmi!”.

La donna si alzò e stava per uscire.

“che peccato, sai, che noi non possiamo diventare amici, perché il mio amico, Tyler, è già diventato amico di tua figlia Margaret e della tua nipotina, sky; che bel nome!”.

Rose si voltò spaventata.

“cosa gli hai fatto?”.

Lui la guardò offeso, come se lui fosse in grado di fare del male a qualcuno.

“niente Rose… per ora!”.

L’ultima parte della frase l’aveva detto con tono minaccioso.

La donna rassegnata tolse la mano dalla maniglia e tornò indietro.

Lui la guardò beffardo.

“ottima scelta!”.

 

 

 

 

 

**************************************

Bene bene bene.

La nostra Iuli è alle prese con il suo essere vampiro, mentre i fratelli Salvatore, come nella 3x16 si legano maggiormente, come forse non hanno mai fatto in tutta la loro esistenza. Klaus intanto sta cercando aiuto, cosa combinerà?

Lo scopriremo presto.

Grazie mille per seguirmiiiii

Un bacione

Deba

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


15

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CAPITOLO 15

 

 

 

 

“Che cosa vuoi?”.

Rose era in piedi, davanti alla sua scrivania e pregava mentalmente un aiuto che non sarebbe arrivato. Klaus, intanto, aveva preso posto sulla poltrona della donna e teatralmente e molto a proprio agio, mise i suoi piedi incrociati sopra la scrivania.

“un modo per uccidere un originario!”.

Rose corrugò le sopracciglia sorpresa da tale richiesta. Sapeva che Klaus era diventato un ibrido e perfino che il famoso Mikael era morto per mano sua, chi altro avrebbe mai dovuto uccidere?.

“perché?”.

Lui era il più forte, che ci fosse qualcuno più potente di lui? Per Rose sarebbe stata una disgrazia, significava che il suo mondo era sempre peggio e più intriso di sovrannaturale pericoloso.

“non sono affari che ti riguardano!”.

Klaus si era irrigidito al pensiero del motivo per cui aveva posto tale domanda ed aveva sputato la risposta velenosamente.

“tu devi solo eseguire il mio desiderio!”.

La strega era sempre più dubbiosa.

 

“l’unico modo è un paletto di quercia bianca, ma da quello che so tu e la tua famiglia vi siete dati un bel da fare in passato per assicurarvi che fosse distrutta quella pianta. Non conosco altro modo!”.

Klaus portò giù velocemente i piedi dalla scrivania e mise le sue mani incrociate sotto il mento, puntando con lo sguardo di ghiaccio la donna.

“vedi di darti da fare, allora. Voglio che tu, con le conoscenze che possiedi e con le antenati che ti ritrovi, trovi una qualche risposta decente, sennò mi prenderò la premura di uccidere il più dolorosamente possibile tua figlia e succhiare fino all’ultima goccia del sangue della tua nipote. Qualcosa non ti è chiaro?”.

Rose era rimasta visibilmente scossa dalle sue parole. Tremante e impaurita, fece segno di no con la testa.

“Bene! Chiamami appena sai qualcosa, ovviamente non prendertela comoda! E vedi di non farti passare per la testa qualche malsana idea che io non approverei!”.

Detto ciò, con un sorriso lucente si accomiatò dalla donna, la quale cadde in ginocchio piangente.

 

*

 

“È la prima volta che vengo a casa tua!”.

Elena le sorrise e la portò in soggiorno.

“È vero! Ti posso offrire qualcosa?”.

Iuli ci pensò due secondi.

“sai sono sicura che se me l’avessi posta ieri questa domanda, ti avrei detto sicuramente coca cola…”.

Elena menò teatralmente la testa.

“ho capito! Prendo il whisky! Da quando frequento vampiri ho cominciato a comprarlo per avere qualcosa da offrire loro, però penso che la signora Green del supermercato mi prenda per un’alcolizzata!”.

Iuli rise divertita e spensierata.

“Lo credo, anch’io!”.

“Penserà che sia per tutte le mie perdite familiari…”.

Elena aveva incrinato la voce alla fine della fase, e Iuli aveva smesso di ridere subito.

Si guardarono mute. Entrambe avevano purtroppo provato la brutta esperienza di perdere i genitori, per cui le parole non servivano, loro lo sapevano bene.

“Bè Iuli, com’è svegliarsi la mattina, e ritrovarsi ad essere un vampiro millenario?”.

La biondina sorrise macabra, senza entusiasmo.

“Gran bella domanda! Sai, sto cercando di unire le mie due vite, ma ammetto che è un po’ problematico. In una sono nei primi secoli Dopo Cristo e ho un padre, una madre, dei fratelli e poi bè, c’è tutta la storia vampiri e licantropi. Nell’altra siamo nel XXI secolo, c’è un’altra me, un’altra madre, un’altra nonna, Mystic Falls... e i miei sentimenti sono divisi a metà, a seconda delle due vite. Mi sorge così spontaneo chiedermi, io chi sono in realtà?”.

Iuli si scoprì turbata da quello che aveva appena detto, proprio perché non aveva espresso a nessuno quel turbamento così nel dettaglio. Le sue emozioni da vampiro vacillavano, ma come tutti della sua specie, non c’era nulla da fare; avrebbe potuto cercare di scemarle, ma avrebbe sempre provato tutto in modo più accentuato.

Elena, comprensiva, prese le mani della ragazza nelle sue.

“Posso capire quello che provi. È successa anche a me una cosa simile: una mattina mi sveglio, bacio i miei genitori, vado a scuola, incontro i miei amici, faccio gli allenamenti di cheerleader e la mia vita va bene così. Poi, un’altra mattina mi sveglio e miei genitori sono morti, mia zia è morta, sono una doppelgaenger, i miei amici sono vampiri, streghe e licantropi. Credo sia normale arrivare a fine giornata e chiedersi -in realtà, io, chi sono?-”.

E ancora le due ragazze si scambiarono uno sguardo di chi la sapeva lunga, ma soprattutto di comprensione e di sostegno per l’altra.

“Non so chi sta peggio!”.

“cos’è una sfida?”.

Le due ragazze la buttarono sul ridere, ma si abbracciarono nascondendo le lacrime ognuna nei capelli dell’altra.

 

Erano ancora strette quando Alarick scese di corsa le scale, con migliaia di fogli nelle mani.

“Oh, scusate l’interruzione! Ciao Iuli, come stai?”.

La ragazza sorrise.

“Si figuri. Bene, comunque, un po’ stranita, ma bene!”.

“Vedrai, andrà tutto bene!”.

“Lo spero! Ma cos’ha in mano?”.

“Ti prego dammi del tu, il ‘lei’ solo a scuola!”.

Risero assieme.

“Per rispondere alla tua domanda, questi sono i geroglifici che abbiamo trovato nelle grotte sotterranee dei Lockwood!”.

“Alarick sta cercando di tradurle tutte. È grazie a lui se siamo riusciti a riconoscere il tatuaggio sul tuo collo!”.

Spiegò Elena e Iuli istintivamente si portò una mano dietro la nuca.

“Quando mi sono svegliata, dopo la trasformazione, era sparito!”.

Elena era sorpresa, ma Alarick no e Iuli lo aveva notato.

“Non sei sorpreso?”.

“A dire il vero no… lo immaginavo…!”.

Intanto posò tutto il suo materiale sopra il tavolo della cucina.

“Posso dare un’occhiata? Magari posso essere utile!”.

Il professore si illuminò a tali parole. Avrebbe sempre voluto chiedere ad uno degli originari di aiutarlo, ma ovviamente in passato ciò era assai impossibile.

“Ne sarei onoratissimo!” disse entusiasta.

Iuli lo spinse sorridente, ma purtroppo non troppo dolcemente.

“Ma che dice… ops!”.

Alarick era finito contro il muro.

“Oddio.. davvero, mi dispiace tantissimo, non ho dosato la forza! Si è fatto male?”.

Lui si alzò rimettendosi i vestiti in ordine.

“Tranquilla, l’impatto non è stato così doloroso come pensavo mentre ero per aria.”.

La ragazza si scusò ancora varie volte, poi finalmente, riuscì a sedersi al tavolo con gli altri due, senza creare altri danni.

 

*

 

“Stef?”.

Damon era tornato dal Mystic Grill e stava girando per casa in cerca di suo fratello. Si fermò inconsciamente al tavolo degli alcolici e si versò il suo buon e fedele Borboun. Lo sorseggiava piano, mentre si guardava attorno in ascolto. Pensava fosse uscito, ma qualcosa attirò la sua attenzione. Si avviò verso il sotterraneo sperando di sbagliarsi. Per sua sfortuna, però, trovò proprio quello che immaginava. Stefan beveva avidamente il sangue delle sacche dei donatori, che si trovavano nel frigo del sotterraneo.

“Oddio, Stefan, per favore!” disse in tono spazientito.

L’altro sembrava non ascoltarlo. Continuava a succhiare famelico fino all’ultima goccia dall’ennesima sacca.

Damon irritato gli si avvicinò spintonandolo lontano e chiudendo il frigo.

“Cosa non ti è chiaro della parola moderazione, fratellino?”.

Stefan terminata la sua sacca, la buttò a terra vicino alle altre svuotate e si buttò su Damon impazzito.

“Ne voglio… ancora!”.

Damon buttò per aria il fratello e di corsa gli fu subito addosso afferrandolo per la gola.

“Sei un debole, se non riesci a controllarti. Iuli non è poi diversa dagli altri vampiri, ma riesce a far prevalere l’amore nei confronti degli altri. Perché preferirebbe uccidersi che far loro del male.”

Si guardarono in cagnesco e Stefan strattonò via la mano del fratello dalla sua gola.

Damon fece per andarsene, poi si fermò, parlando di spalle.

“Vuoi l’aiuto degli altri, ma tu, non ci stai neanche provando, Stefan!”.

Con tono deluso, scoccò la frase, che apparentemente non sembrava aver toccato il vampiro in questione.

 

Damon salì le scale, ma si fermò sull’uscio. Voleva capire se la sua frase avrebbe o meno smosso i sentimenti del fratello. Lui gli aveva promesso il suo aiuto e così avrebbe fatto.

Aspettò qualche secondo poi se ne andò con un sorriso stampato in faccia.

 

Dopo che Damon se n’era andato, Stefan, aveva avanzato furioso verso il frigo e l’aveva aperto prendendo in mano un’altra sacca, stava per aprirla, ma le parole udite qualche secondo prima gli rimbombavano nella testa. Buttò la sacca e chiuse in malo modo il frigo, portandosi istericamente le mani tra i capelli. Aveva ragione. Damon aveva ragione. Lui non ci stava neanche provando.

 

*

 

“Bè queste raffigurano…”

“… la morte della strega originaria!”.

Alarick la guardò estasiato.

“Esatto! L’ibrido la uccide strappandogli il cuore!”.

Iuli annuì dicendogli che la lettura era giusta. La sua mascella, però, si tese al ricordo di quel giorno.

 

 

Klaus era entrato furioso nella loro capanna. I suoi occhi emanavano un luccichio di puro odio.

Esther e Iuli si erano strette, perché temevano quello sguardo.

“Figliolo, è successo qualcosa?”.

Lui ghignò gelido.

“con quale coraggio mi chiami figliolo così dolcemente?”.

Eshter aveva assunto uno sguardo di smarrimento.

“Fratello?”.

Ance Iuli aveva cercato di parlare, ma lui le zittì.

“Taci tu! Entrambe voi, aveva macchinato alle mie spalle!”.

Le due si guardarono disorientate.

“Vi ho sentito! Voi, volete uccidermi!”.

Esther fece un passo avanti.

“No, hai capito male Niklaus!”.

Quello che aveva fatto Esther era solo per mantenere l’equilibrio. Non si poteva creare un veleno senza il suo antidoto, non poteva esistere creatura, senza che essa non avesse un punto debole. Erano le leggi fondamentali per non creare nella natura dei dislivelli. Loro tutti, neo vampiri, avevano punti deboli, come il sole o la verbena, ma solo il legno della quercia bianca avrebbe potuto metter fine la loro vita definitivamente. Ma Klaus era qualcosa di più. Esther aveva rilegato la sua parte di lupo, ma non era una garanzia. Se lui fosse mai riuscito a spezzare quella barriera, sarebbe diventato qualcosa ancora di più grande e lei a rigor di logica era stata costretta dalla sua natura di strega a creare un’arma ancora più potente di quella che la quercia bianca poteva essere. Ed Esther aveva fatto bene, dato che Mikael aveva fatto in modo che il grande albero fosse distrutto dalla faccia della terra. Anche se la donna sapeva, che il marito aveva conservato dei paletti per sicurezza.

“Io credo di aver capito benissimo.”

Klaus si era lanciato verso la madre, ma Iuli le si era parata davanti, la donna era pur sempre un’umana.

“Tu, piccolo mostro! Ora capisco perché non ti posso sopportare!”.

I due iniziarono a lottare. Si spintonavano, si mordevano, nessuno lasciava tregua all’altro.

“Fratello, stai sbagliando. Parliamo!”.

Klaus si sentiva preso in giro, e se c’era un difetto che lo predominava, quello era l’orgoglio! Ringhiò alle parole della sorella e accecato dalla rabbia si sfilò di tasca il paletto di quercia bianca e con rabbia lo infilò nel cuore di Iuli.

La ragazzina portò lentamente le mani intorno al paletto e guardò Klaus senza emettere nemmeno un mugolio. Quello sguardo avrebbe perseguitato Klaus per molti anni.

Esther non aveva potuto fare tanto, era rimasta scioccata nel vedere morire sotto i suoi occhi sua figlia e si riteneva responsabile di ciò; due secondi dopo, Klaus, le strappò il cuore senza tante cerimonie.

Quest’ultimo fuggì, ed era così spaventato da ciò che aveva appena fatto, da non accorgersi della presenza di Ayana.

 

 

“… tu che dici?”.

Iuli si risvegliò dal terribile ricordo, si era estraniata dalla realtà e non aveva più ascoltato Alarick.

“Scusa non ti seguivo, puoi ripetere?”.

“Dicevo… ora che sappiamo della tua esistenza, posso immaginare che queste sequenza raffiguri la tua morte.”

Iuli osservò le immagini che Alarick le indicava.

“Si, è esatto. Qui parla del vampiro che muore ucciso dal legno della quercia bianca.”

“Questo, quindi, indica la quercia bianca?”.

Iuli annuì, mentre continuava ad osservare l’immagine. Non sapeva, ma c’era qualcosa che non tornava. Prese in mano la fotografia e l’avvicinò per concentrarsi meglio su di essa.

“Cosa c’è?”.

“Non lo so, questo simbolo, alla fine… non capisco… non centra nulla... e poi credo sia tagliato, cioè deve avere una continuazione!”.

Alarick riprese in mano la foto.

“Si credo abbia una continuazione, ma credevo non centrasse con la morte dell’originario!”.

Frugò tra le scartoffie fino ad estrarre quello che cercava.

“Ecco qua!”.

Iuli le osservò, e più le guardava più non poteva credere ai suoi occhi.

“Non ci posso credere…”.

Alarick era diventato serio alla reazione di Iuli.

“Iuli, che succede? Che dicono?”.

La ragazza non sapeva che dire, strinse le foto e se andò di corsa con la sua velocità. Lasciando il professore ed Elena di stucco.

 

Iuli si scontrò con Damon poco distante dalla casa di Elena.

“Ehi, cos’è sta fretta? Correvi disperata alla mia ricerca? Mi hai trovato dolcezza!”

Il sorriso sornione di Damon svanì nel vedere che la ragazza non rispondeva come il suo solito.

“Ehi, tutto bene?”.

Le prese il viso tra le mani per guardarla meglio negli occhi. a quel contatto Iuli si incendiò, come ogni volta accadeva quando si trovava nei pressi di Damon Salvatore.

“Io.. io devo andare a casa!”.

“Ehi! Ti puoi fidare di me!”.

I due si guardarono intensamente negli occhi, ma l’arrivo di Elijah ruppe l’atmosfera.

“Iuli, sono passato da Elena, ma mi hai detto che sei corsa via. Cosa succede? Hai sete?”.

Iuli si spostò per creare un divario tra lei e Damon, non riusciva a stargli troppo vicino, l’attrazione era troppa.

“Devo far vedere una cosa a tutta la famiglia… una cosa molto importante!”.

Elijah vide negli occhi della sorella, che la cosa pareva seria.

“Allora andiamo, la macchina è lì in fondo!”.

Fecero diversi passi verso la direzione dell’auto, quando lei si fermò.

“Lo so che mi posso fidare, viene anche tu, Damon!”.

Il vampiro restò per un attimo allucinato dalle labbra di lei che pronunciavano il suo nome, poi la seguì.

 

*

 

Drin Drin.

“Pronto?”.

Klaus stava dissanguando una cameriera nel bagno di un bar di periferia, quando il suo cellulare prese a squillare.

“Ho scoperto una cosa, che se si venisse a sapere troppo in giro, sarebbe un brutto affare per voi tutti originali.”.

L’ibrido lasciò cadere il corpo esanime della ragazza e con il pollice si pulì gli angoli della bocca, che nel frattempo si erano alzati in un ghigno.

“La premessa mi piace! Continua…”.

“La famiglia degli originali ha commesso un errore di distrazione in passato…”.

Klaus uscì dal retro e si appoggiò al muro di un vicolo, serio e ben attento.

“A cosa ti riferisci?”.

“Promettimi che poi non mi cercherai più e che lascerai in pace la mia famiglia!”.

Supplicò terrorizzata Rose.

“Ti prometto che vi ucciderò tutti, se non parli!”.

Freddo e spietato calcolatore di sempre, Klaus non permetteva a nessuno di dettare le regole.

La donna sospirò.

“Mi riferisco alla quercia bianca…”.

Klaus si irrigidì.

“Cosa?”.

“Faresti meglio a tornare a Mystic Falls!”.

 

*

 

“Venite tutti in salone!”.

Iuli l’aveva gridato una volta entrata nella sua nuova casa.

Ad uno ad uno tutti gli originari arrivarono in salone.

“Che succede sorella? E poi non serve gridare, ti sentiamo benissimo.”.

Kol sempre allegro e tra le nuvole le era sbucato da dietro divertito.

“Tesoro, ci sono problemi!”.

Esther era preoccupata dallo sguardo della figlia.

Damon intanto la guardava per cercare di capire cosa fosse accaduto, e così facevano anche Rebekah ed Elijah.

“Ora che è arrivato anche Finn vi dirò che succede!” disse, nel guardare il fratello scendere lentamente le scale.

Prese un respiro poi mostrò a tutti le immagini rubate ad Alarick.

“ma cosa…?”

Bekah prese in mano la foto per guardarla meglio.

“è impossibile…”.

Esther sembrava sconvolta, così come i suoi figli, l’unico ovviamente che non capiva nulla era Damon.

“Qualcuno gentilmente mi spiega che c’è in quelle foto?”.

Iuli si avvicinò con cautela a lui.

“L’albero…”.

“no Iuli, non farlo!”.

Rebekah l’aveva bloccata, non voleva che quella informazione divenisse di dominio pubblico, così come il resto della famiglia pensava mentalmente.

Iuli abbassò lo sguardo, ma poi guardò Damon e il suo cuore di vampiro le disse che fare.

“No, Bekah. Io mi fido di lui.”.

Lo disse con una tale intensità che perfino la sorella non osò controbattere.

Iuli si voltò versò Damon e gli passò una fotografia.

“L’albero di quercia bianca… trecento anni dopo l’abbandono degli originari da questa terra, fu ripiantato…”.

 

 

 

 

 

*******************

E così gli originali hanno scoperto che la quercia bianca è ancora viva e vegeta, pare però, che proprio tutti gli originali ne siano venuti a conoscenza.

Cosa succederà ora? Iuli potrebbe essere davvero in pericolo ora!

Alla prossima!!

Xoxo

deba

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


16

CAPITOLO 16

 

 

 

 

Damon aveva tralasciato la parte importante del discorso e si era concentrato solo su un’affermazione di Iuli. Lei si fidava di lui. E la cosa più incredibile era che lei ci credeva davvero. L’aveva capito dal suo tono, dal suo sguardo, da tutto il suo corpo. Tutto era d’aiuto per far si che quelle parole fossero intoccabili, anche da una come Rebekah, alla quale Damon non le stava poi tanto simpatico. Il fatto però era proprio questo, non quello che pensava Rebekah, ma quello che provavano tutti. Come sempre era stato, nessuno aveva mai messo al primo posto Damon Salvatore. Ci si poteva fidare di Stefan: bravo e cortese ragazzo, figlio, amante; ma non di lui, Damon. Lui era la pecora nera, come ragazzo, figlio e amante. Il fatto che Iuli avesse colpito così forte da crepare il sistema in cui il suo mondo girava, lo spiazzava. Poteva essere felice, ma allo stesso tempo cauto, sospettoso. Quante volte nella sua esistenza aveva provato a dare fiducia alle persone, e poi puntualmente venire allontanato e lasciato ancora una volta, desolatamente solo? Tante, troppe forse.

Avrebbe lui, Damon Salvatore, dato ancora fiducia a qualcuno?

“Damon, tutto ok?”.

Iuli aveva posato dolcemente la sua mano sulla guancia del vampiro, seriamente e visibilmente preoccupata per la strana reazione da lui ricevuta.

Lui la guardò profondamente negli occhi, e lei non si scompose, lo lasciò fare, anzi fece lo stesso. Mentre lui si perdeva nei suoi occhi, lei si perdeva nei suoi.

 

Si, Damon Salvatore, avrebbe dato ancora la sua fiducia!

 

“Se Klaus lo venisse a sapere, saresti davvero in pericolo! Dobbiamo trovare un modo per tendergli una trappola, e ucciderlo prima noi!”.

Prese la mano di lei e la strinse dolcemente.

L’aria intorno a loro si era fatta elettrica, tutti lo percepivano e di conseguenza si sentivano di troppo in quella situazione stranamente mielosa, anche se a dire il vero, i due non stavano facendo niente di così vistoso. Le loro emozioni però erano più forti dei loro muscoli.

Elijah tossì cortese. Voleva prendere parola, ma non troppo rumorosamente, però era anche vero che voleva quietare quella situazione troppo romantica, di cui era protagonista proprio la sua sorellina preferita e quel dongiovanni di un Salvatore, di cui sua sorella sembrava provare, chissà come, interesse.

“Su questo penso siamo tutti d’accordo.”.

Attese che tutti annuissero.

“Come faremmo a trovare la posizione esatta dell’albero?”.

Kol sbuffò sonoramente.

“Spero proprio di non dovermi fare un giro turistico per Mystic Falls, sinceramente, ci sono tanti alberi!”.

Damon rimasto in silenzio mentre era rapito dagli occhi di Iuli, si era ricordato di una cosa, che in passato lo aveva annoiato a dir poco, ma che ora, al pensiero, ringraziava i suoi antenati per la loro mania del caricarsi di impegni cittadini.

Rebekah nel frattempo rispondeva ai suoi fratelli.

“Kol, davvero? In un bosco cosa ci vuoi trovare sennò, se non alberi, tanti alberi?”.

“Non è questo che intendevo Raperonzolo!”.

Rebekah ruggì tra i denti.

“Come diavolo mi hai chiamata?”.

Kol stava per rispondere divertito per aver irritato la sorella, ma Elijah si frappose tra loro.

“Kol, Bekah. Per cortesia, non mi pare il momento!”.

“Elijah ha ragione. Fatela finita!”.

Anche Esther si era messa tra i due.

Kol si voltò sbuffando e mormorando un “il solito guastafeste”.

Bekah si rimise in discorso, dimenticandosi già dell’accaduto.

“Dovremmo cercare negli archivi dei fondatori!”.

Damon ghignò.

“Cosa c’è?”.

Rebekah si era irritata al sorrisino fuori luogo di Damon.

“Direi che forse sarebbe meglio guardare nei registri della falegnameria!”.

Rebekah storse le labbra scocciata.

“E allora dato che fai tanto il sapiente, fa tu allora!”.

La vampira si girò teatralmente, come per chiudersi fuori dalla discussione.

“Dolcezza ritieniti fortunata che io sia chi sono!”.

La bionda si rigirò con un sopracciglio alzato.

“Cosa dovrebbe essere, una minaccia?”.

Il battibecco venne interrotto da una risata.

Damon si voltò verso Iuli con un sopracciglio alzato, ma si pentì subito, perdendosi in quella visione celestiale che era lei, mentre rideva.

“scusa!”.

La ragazza ancora sorrideva sotto i baffi, mentre cercava di trattenersi.

“scusa?”.

Ripeté Damon, un po’ scettico e un po’ sorridente, specchio della sua risata.

“Scusa, ma la battuta di Bekah, era troppo bella!”.

Cosa che non era mai successa, Damon non si arrabbiò. Normalmente il sue ego e il suo orgoglio, avrebbero già fatto piantare i suoi canini, sul collo di colui o colei che avesse preso in giro la sua persona, ma ciò non avvenne. Nel suo cuore questo lo rabbuiò, non era da lui, non gli era mai successo…  o forse si. Era già successa una cosa simile quando era ancora semplicemente il Damon umano, quando per la prima e anche ultima volta ,si era innamorato delle bella dama Katherine… quando… un momento. Damon bloccò i suoi pensieri attorno ad una parola che lampeggiava nella sua mente come un’insegna di Las Vegas. Innamorato? Possibile, che il suo cuore potesse ancora provare quel sentimento, che tanto l’aveva cambiato, che tanto l’aveva fatto soffrire, portando ad odiare tutto e tutti, perfino se stesso, per essere quello che era, e non come un Stefan, attaccato alla sua umanità? Possibile che si stesse innamorando di Iuli? E per Elena allora cosa provava? Lui aveva creduto di amarla, ma più guardava Iuli, più si rendeva conto, che non era Elena che aveva pensato di amare, ma che ancora una volta lui aveva amato Katherine. La loro somiglianza era stata in parte la sua rovina. Damon infine odiava Katherine, per tutte le sue prese in giro, ma aveva provato un qualche sentimento per Elena, perché rivedeva in lei, il suo amore per la vampira, e le belle qualità che la doppelgaenger umana possedeva, erano quelle che Damon voleva che Katherine avesse, ma solo ora si rendeva conto di quanto tutto ciò fosse assurdo e inverosimile. Solo ora si accorgeva che lui per Elena, provava un affetto familiare. Si, perché alla fine lei e Stefan erano diventati per lui la sua famiglia. Solo ora si rese conto di quanto lui fosse stato stupido.

Ora si guardò in giro con occhi nuovi.

“Ovvio piccola Cullen. Tutto quello che riguarda il sottoscritto è bello!”.

Lei sbuffò divertita e roteò gli occhi al cielo, dandogli una pacca alla spalla.

“Dai Mr Mondo, a cosa ti riferivi prima? Cosa centri tu con i registri della falegnameria?”.

Lui sorridendo sornione riprese a parlare.

“Si da il caso che nei primi del novecento tutte le falegnamerie erano di proprietà Salvatore. Onde per cui la risposta alla nostra domanda, la troveremmo in casa mia, poiché i registri sono tutti lì!”.

Mutismo stupefatto seguì quelle parole. Nessuno parlava e Damon chiuse quella scenetta con una delle sue.

“Un ‘grazie Damon per esistere’ penso possa bastare!”.

Tutti mossero in modo negativo la testa, convincendosi che con quel vampiro non c’era proprio niente da fare, la sua ironia era davvero infinita.

“Damon?”.

Iuli richiamò dolcemente la sua attenzione.

“grazie per…”.

“si?”.

Era irretito da lei.

“… per abitare non molto lontano da casa mia. Ci muoviamo?”.

Lo shock era palesemente visibile sul suo voltò, che subito dopo cambiò assottigliando lo sguardo sorridendo di traverso, sempre più colpito dal carattere di lei.

“dai piccola stronzetta, monta in macchina!”.

Detto ciò lasciò la stanza.

Iuli si voltò versò la sua famiglia tornando seria.

“semmai troveremo l’albero cosa faremmo?”.

“Lo distruggeremo!”.

Era stata Rebekah a parlare in tono combattivo.

Tutti erano d’accordo, anche Esther.

“Non possiamo rischiare. Dobbiamo essere certi che non vi siano armi che possano essere un pericolo per voi tutti. Se Niklaus lo sapesse, sarebbe un guaio! E se come pensiamo, si troverà una strega è meglio sbrigarci!”.

Iuli annuì e raggiunse l’auto dove Damon l’attendeva.

 

*

 

Klaus in pieno momento creativo stava camminando avanti e indietro nel suo appartamento di Chicago. Non poteva credere a quella che la strega gli aveva detto. La quercia bianca era stata ripiantata. Doveva trovare assolutamente quell’albero. Doveva distruggerlo, bruciarlo ancora una volta, ma non prima di aver rifilato lui stesso con le sue mani cinque paletti, che avrebbe personalmente piantato nel cuore dei suoi fratelli traditori. Per prima però avrebbe dovuto uccidere Iuli, lei era la sua minaccia numero uno.

Si guardò in giro col suo sguardo furioso, freddo e paurosamente felice.

“Tyler, è tutto pronto?”.

L’ibrido lo raggiunse dal salone.

“Si. Ho caricato l’ultimo pacco. La macchina è pronta!”.

Klaus si voltò verso la finestra, che dava sulla piazza sorridendo.

“Ho sempre detto che l’amore era per i deboli… preparati Iuli!”.

 

*

 

“Hai mai pensato di trasformare casa tua in una biblioteca pubblica?”.

Iuli si guardava affascinata in giro per la stanza. Una volta arrivati alla pensione, i due si erano precipitati nella biblioteca dei Salvatore.

Damon le si avvicinò porgendole un bicchiere di Bourbon.

“A dire il vero, ho sempre immaginato di trasformarla in una casa chiusa. Si additerebbe di più alla mia persona!”.

Iuli lo guardò con i suoi occhi pungenti.

“Stefan potrebbe non gradirlo!”.

Damon alzò il sopracciglio, sorpreso che la vampira avesse menzionato il fratello.

“Uhm… vero! Ma Stefan è tornato ad essere divertente, potrebbe darmi man forte!”.

“Non contarci!”.

Il diretto interessato era comparso alla porta.

Iuli si voltò divertita verso Damon.

“Visto? Avevo ragione!”.

Lui le fece una smorfia socchiudendo gli occhi, poi si rivolse al fratello.

“Stef, non dovresti stare dalla parte della famiglia?”.

“Quando mai sono stato d’accordo con le tue decisioni?”.

Damon sbuffò teatralmente.

“Si salvi chi può. Coniglietti di tutto il mondo scappate, sta tornando di nuovo il coscienzioso ed educato Stefan!”.

Stefan sorrise ai modi di fare di suo fratello.

“Ammettilo che ti piaccio di più così!”.

“Non mi arrenderò con te, fratellino! Ti farò diventare divertente come me, vedrai!”.

Iuli affiancò Stefan guardando Damon come se lo studiasse, con il viso corrucciato e una mano sotto il mento, e iniziò a parlare al vampiro, come se ci fossero solo due nella stanza, ignorando volutamente Damon.

“Si, perché sai lui si crede divertente!”.

Stefan seguì la sua scenetta.

“Già, ho provato a fargli capire che le sue battute non fanno ridere, ma niente”.

“Dici che gli vengono improvvise o se le studi di notte?”.

“sai, a volte penso che se le scriva sulla mano…”.

“Dovremmo controllare non credi?”.

“EHI! Voi due! Fatela finita, non siete affatto divertenti!”.

Damon si era allontanato di spalle dai due infastidito. Loro forse potevano pensare che lo facesse perché non gli piaceva essere preso in giro, ma la verità era che era geloso. Non voleva che Iuli e Stefan avessero un rapporto, che lui agognava e ancora pensava di non avere. Non doveva essere ancora ‘sempre e solo Stefan’.

I due risero, e Iuli gli tirò pure la lingua da monella.

“e dai… non farai mica l’offeso, vero? Sei proprio permaloso!”.

Damon tuttavia non rispose. Si era seduto su una poltrona, perso nei suoi pensieri.

Stefan allora cercò di spezzare la tensione che si era andata inspiegabilmente a creare.

“ehi Iuli cosa stavate cercando?”.

“I registri della falegnameria che parlano di…”.

La vampira stentava a continuare. Non sapeva perché, forse perché lui non era Damon. Era una cosa stupida pensarci. Alla fine lei sapeva che Stefan era una brava persona e affidabile, però chissà come gli era stato più facile parlare di quella cosa davvero importante con Damon che con lui. Il maggiore dei Salvatore, intanto, nel sentire l’incertezza che la ragazza aveva nel confidarsi con Stefan, gli fece vedere uno spiraglio di luce. Si alzò e si avvicinò mettendole una mano sulla spalle. Lei lo guardò e chissà perché, riprese sicurezza.

“…di dove sia situato l’albero di quercia bianca!”.

Stefan sbarrò lo sguardo.

“Cosa? Di cosa stai parlando?”.

Stefan guardò prima Iuli, poi il fratello, poi di nuovo Iuli, in attesa di una spiegazione.

“Ho visto da Alerick le foto fatte nella grotta dei Lockwood… e su una, i graffiti dicevano chiaramente che quando gli antichi lasciarono le terre del nuovo mondo, l’albero fu ripiantato!”.

“Ma è una notizia magnifica!”.

“Già, basta che non lo scopra anche Klaus perché potrebbe diventare un problema, soprattutto per Iuli!”.

Stefan annuì.

“Senti Stefan, puoi farmi un favore?”.

Il vampiro sorpreso annuì,in attesa di sapere a cosa si riferisse.

“Puoi andare da Elena e raccontarle la novità e scusarmi per essere fuggita senza dire nulla, né a lei né ad Alarick. Solo che non sapevo che fare e mi sembrava giusto parlarne prima con la mia famiglia!”.

Stefan annuì comprensivo.

“Certo, ci vado subito! E Damon? Io cercherei dopo il primo decennio. Eravamo tornati entrambi qui nel 1912, e se non sbaglio la falegnameria era piena di progetti in quell’anno.”.

Damon ritornò con la mente al passato cercando di ricordarsi quell’anno.

“Hai ragione, tu cercavi di fare il fratellino a modo, e la città cercava di costruire nuove strutture!”.

Dal nulla Stefan diventò triste e si avvicinò a al fratello.

“Damon… potrai mai perdonarmi?”.

Stefan aveva ripensato ancora una volta a quello che aveva fatto al fratello. L’aveva costretto a trasformarsi e a vivere quella esistenza.

“Basta coi drammi, Stef. Pensiamo al presente!”.

In passato Damon aveva giurato che avrebbe fatto vivere a Stefan una vita d’inferno e soprattutto che non l’avrebbe mai perdonato, ultimamente però si chiedeva spesso dove fosse finito tutto quell’odio verso il fratello, che forse non era mai veramente esistito.

I due fratelli si guardarono, Stefan annuì, poi salutò Iuli e lasciò la pensione.

Rimasti soli nella stanza, Iuli dopo aver osservato lo scambio di pensieri dei due, poté scorgere un Damon pensieroso e teso.

“Ne vuoi parlare?”.

Lui la guardò e sorrise fintamente.

“di cosa? Dai cerchiamo nei registri di quell’anno!”.

Lei rimase ferma a fissarlo. Lui prese il libro che gli interessava e poi la guardò nuovamente, vedendo che non si muoveva.

“Che c’è?”.

Iuli aveva pensato più di una volta che Damon non era poi il duro che cercava assolutamente di far credere agli altri. Si era un cazzone, come anche lei gli aveva fatto notare, ma era una copertura e allo stesso un’armatura, per difendersi dalle delusioni che gli altri gli potevano riservare. Ai suoi occhi, ciò, era una cosa triste e la portò a chiedersi cosa Damon avesse mai potuto passare nella sua vita per arrivare ad essere chi era ora. Elena le aveva raccontato cosa avesse fatto Katherine, ma sicuramente un conto era raccontare la storia, un altro averla vissuta in prima persona.

Mossa dal suo istinto lentamente lei si avvicinò e sorprendendo il bel vampiro, lo abbracciò.

Damon rimase in un primo momento spiazzato , voleva quasi allontanarla, perché quel contatto tanto agognato, ora lo imbarazzava e lo impauriva contemporaneamente. Ma fu solo per un momento. La parte umana di lui si svegliò e lo fece tuffare nelle braccia di lei, nascondendo il viso tra i suoi capelli e ispirando il suo profumo profondamente.

Dopo quello che parve un minuto o un’ora i due si staccarono, ma non perdendo il contatto visivo. Come sempre accadeva, l’aria si fece elettrica intorno a loro e questa volta nessuno li avrebbe interrotti. Come due pezzi perfetti di un puzzle, si unirono. Unirono le loro bocche accorgendosi entrambi di come quella sensazione ora li appagasse entrambi. Tutti e due si sentivano completi. Il bacio all’inizio fu dolce, ma la passione crebbe sconvolgendoli entrambi. Il bacio divenne famelico, le loro lingue si intrecciavano, i loro denti mordevano ognuno le labbra dell’altro. Si accorsero che volevano sempre di più. Damon la sollevò appoggiandola alla libreria, i loro bacini entrarono in contatto tra di loro e la voglia li assalì all’inverosimile. Damon prese a baciarle il collo alternando i baci con la lingua, Iuli gemeva in preda alla lussuria. Voltò la testa a destra per esporre di più il suo collo, ma con gli occhi socchiuse vide una cosa che la portò brutalmente alla realtà.

“D… Damon..”.

Affannata cercava di parlare.

“mmm..”.

Lui era troppo preso dal corpo di lei, ma bastò una parola.

“il libro!”.

Il vampiro si bloccò immediatamente e sbuffò sconsolato sul collo di lei. La fece scendere dalla sua morsa e la baciò di nuovo, stavolta dolcemente.

“ancora due secondi e giuro, che anche se fosse scoppiata la terza guerra mondiale, non mi avrebbe fermato nessuno!”.

Lei si morse un labbro ancora eccitata.

“davvero promettente!”.

“avanti, meglio mettersi sui libri o giuro che ti prendo qui e subito!”

Lei si avvicinò sensuale e gli soffiò sulle labbra: “sempre se non lo faccio prima io…”.

Poi gli passò oltre e come se nulla fosse si mise a sfogliare il registro.

Damon stava letteralmente perdendo la testa. Quella ragazza era fatta su misura per lui. Era dolce e buona, ma sapeva essere anche cattiva e dannatamente sexy. Stavolta le cose sarebbero andate diversamente. Niente gli avrebbe portato via la felicità. Klaus doveva morire.

 

“Ehi Damon guarda qui!”.

La ragazza indicava con l’indice un puntò a metà pagina. Damon prima di guardare a cosa lei si riferisse, si perse nell’ammirare la sua mano, il suo dito e perfino la sua unghia curata. Poi finalmente lesse.

“Che fortuna sfacciata!”.

“Ma come facciamo?”.

“Alarick proprio stamani mi ha detto che si stava occupando della scritta da mettere dopo la ristrutturazione del Wickery Bridge! Arriva a proposito. Pare che stiano togliendo le vecchie assi di legno per mettercene delle nuove!”.

“quindi abbiamo trovato l’albero!”.

Lui sorrise felice con lei.

“Si, abbiamo trovato l’albero!”.

Lei emise un gridolino di felicità e poi saltò al collo del suo vampiro.

 

 

 

 

 

 

************************

Bene bene bene.

Finalmente Damon e Iuli si sono baciati, e finalmente Damon sta mettendo chiarezza sui suoi sentimenti.

Klaus sta tornando a Mystic Falls, cosa combinerà?? Niente di buono, su questo siamo sicuri!!

Ringrazio sempre di cuore voi che mi seguite, e specialmente voi dears che mi recensite, mi date sempre nuovi spunti per continuare la storia!!!

Un bacione

deba

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


17

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CAPITOLO 17

 

 

 

 

La sera dell’avvenuta scoperta del luogo in cui si trovava la quercia bianca, la famiglia degli originari, seguiti dal gruppetto soprannaturale di Mystic Falls, si riunì per decidere il da farsi.

“oggi ho incontrato Carol Lockwook e ho saputo che domani verranno tolte le assi di legno del vecchio ponte!”.

Rebekah esponeva cosa le sue ricerche aveva portato a termine.

“ottimo! Come insegnante di storia andrò a dare una mano anche io, così cercherò di dare degli ordini per fare in modo che le assi vengano messe tutte in un punto , così da non dover troppo andare in giro in cerca!”.

Tutti furono d’accordo con l’idea di Alarick.

“e dopo che si fa?”.

Kol eccitato e smanioso del combinare qualcosa fuori da normale, era tutto su di giri.

Fu Stefan a rispondere, il quale da quando si era scoperta l’esistenza del quercia bianca, segretamente era diventato ancora più smanioso del bel Kol. Non vedeva l’ora di trovarsi faccia a faccia con Klaus, non vedeva l’ora di rendergli pan per focaccia; doveva pagare e ora che avevano finalmente la forza per contrastarlo, niente sarebbe dovuto andare storto.

“Conosciamo Klaus, non ci impiegherà tanto a tornare. Domani sera prenderemo il legno che ci serve e bruceremo l’altro, nel frattempo chiedo a voi tutti di pensare ad un piano che segua questi punti…”.

Parlava come un generale dell’esercito, nessuno obiettava.

-         “…come tenere occupati i suoi ibridi;

-         Tyler;

-         eventuali persone soggiogate;

-         e quale situazione creare per arrivare a piantare quel dannato paletto nel cuore di Klaus!”.

Ringhiò tra i denti l’ultima parte, tanto quanto era preso dal suo stesso discorso. Damon gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.

“Calma fratellino, conserva le energie per l’azione.”.

Si voltò poi verso tutti gli altri.

“Direi comunque di fare così, come ha suggerito Stefan, di pensare a qualcosa per sistemare tutti quei punti e non dimentichiamoci di pensare anche ad un piano B, perché sicuramente il piano A andrà in fumo.”

Sorrise sornione come solo Damon era in grado di fare. Tutti o per lo meno quelli che in passato avevano potuto assistere ai loro piani, annuirono sconsolati del fatto che i loro piani andavano sempre in fumo, una di questi era la stessa Elena.

“Si, ma questa volta me la sento sarà diverso. Insomma, siamo una bella squadra.”.

Iuli le si avvicinò e le strinse la mano.

Bonnie annuì, anche lei si sentiva più carica delle altre volte, che dovevano affrontare direttamente Klaus.

“E ovviamente io ho già un’idea su che situazione creare…”.

Caroline entusiasta batteva le mani, tutti la guardarono sbalorditi dalla sua immensa esuberanza.

“… un ballo ovvio!”.

Elena sorrise.

“e chi l’avrebbe mai detto?”.

“Ehi!”.

Esther riportò serietà nel discorso.

“Caroline ovviamente ha ragione e comunque era ovvio che avremmo sfruttato una possibile festa, Niklaus avrebbe fatto lo stesso! Meglio trovarsi già da prima preparati.”

Elijah rimasto in silenzio fino ad allora, sintetizzò infine quello che la serata aveva loro offerto.

“miei cari, si è fatto tardi. Direi di darsi appuntamento domani al calar del sole sul Wickery bridge, nel frattempo come suggerito penseremo tutti a delle strategie per attaccare Klaus!”.

Tutti furono d’accordo e a poco a poco si dileguarono.

Esther si rintanò nella sua stanza assieme a Bonnie sfogliando i rispettivi grimori. Elena che era arrivata assieme a Bonnie, accettò il passaggio di Stefan a casa. Rebekah e Kol andarono al Grill, volevano fare a gara a chi avrebbe tenuto più alcol, e la cosa si prospettava andare sicuramente per le lunghe. Finn ed Elijah andarono a fare un sopralluogo delle grotte Lockwood in compagnia del professor Saltzman. Caroline preferì tornare a casa, e fu così che si ritrovarono da soli nella stanza Iuli e Damon.

 

*

 

Erano arrivati a casa Gilbert e com’era abitudine fare, Stefan accompagnò Elena fin dentro la casa. Si, un po’ per abitudine e un po’ perché voleva assicurarsi che tutto fosse a posto.

“Grazie per il passaggio!”.

Lui le sorrise, ma fu un sorriso tirato.

“Di niente, figurati!”.

Lei gli si avvicinò per guardarlo da vicino.

“sei preoccupato!”.

Non era una domanda.

Lui si perse nei suoi occhi cioccolato, lei era ancora lì dopo tutto quello che era successo, ma purtroppo non erano più quelli di una volta, e su questo non poteva mentirsi.

Chiuse gli occhi dall’odio che provava.

“ehi Stefan? Guardami. Andrà tutto bene.”.

Lei gli aveva preso il volto tra le mani, le stesse che poi lui strinse nelle sue.

“Ho sprecato tutte le mie energie ad odiarlo… non voglio che sia stato tutto inutile…”.

“Non pensare negativo. Si, Klaus ti ha fatto passare l’inferno, ma tu sei riuscito ad uscirne, perché sei meglio di lui. Ce la faremo stavolta, lo sento.”.

“Ma se non vincessimo? Io… odiare Klaus era semplice, mi permetteva di non pensare a quello che mi succedeva attorno, a quello che stavo perdendo…”.

I due si guardarono profondamente. Elena stava finalmente arrivando a capire di cosa Stefan stesse parlando. Di lei.

“Stefan... io... tu non mi hai mai persa. Io ti ho sempre amato!”.

Lui si stacco da lei gesticolando nervosamente con le mani.

“Lo so. Lo so che mi hai sempre amata, anche quando ho fatto di tutto per allontanarti.”.

Lei cercò di avvicinarsi.

“perché sei così furioso? Non ne hai..”.

“è colpa mia. Tutta colpa mia!”.

Elena sbatté gli occhi scettica.

“di cosa stai parlando?”.

“Di Damon. È colpa mia se ti sei innamorata anche di lui!”.

Elena rimase scioccata dalle parole appena udite dalla bocca di Stefan.

“ma cosa dici?”.

Lui rabbioso prese il viso di lei tra le mani.

“Allora guardami negli occhi e dimmi che non è vero!”.

Elena rimase sconvolta dalla piega che aveva preso la serata, ma contenta in parte, perché finalmente Stefan stava prendendo una posizione. O meglio quella che gli era sempre spettato, quella a fianco a lei. Proprio quel pomeriggio Elena aveva parlato con Damon. I due si erano una volta per tutte chiariti. Damon le aveva confessato di essersi reso conto che lui aveva pensato di amarla, perché in lei non vedeva Elena, ma Katherine. Lui aveva sempre e solo amato quella bulgara, fino ad ora. Ora che nel suo cuore pian piano si era fatta spazio Iuli e lui non se la sarebbe lasciata fuggire. Elena dal canto suo confessò che per un momento, quando lui l’aveva baciata, anche lei aveva pensato di amarlo, ma quando Stefan era tornato si era resa conto che si era solo lasciata andare, perché le mancava il suo Stefan, e per quanto diversi potessero sembrare i due Salvatore erano comunque fratelli, e Damon le ricordava che Stefan esisteva e non era stato solo un sogno. L’esistenza, la vicinanza di Damon, significavano che Stefan esisteva, stare con lui significava mantenere vivido il suo ricordo in lei.

Elena ci stava mettendo troppo a rispondere e Stefan sconsolato si stava pian piano allontanando da lei, ma venne prontamente fermato. La doppelgaenger ridiminuì le distanze, portandosi a pochi centimetri dal viso di lui.

“Non è vero! È vero che a Damon voglio bene, lui ormai fa parte della mia famiglia, ma tu sei l’unico che ho sempre amato… sei sempre stato solo tu!”.

Lui la guardò profondamente, cercava nel suo viso e nei suoi occhi un segno di cedimento, di indecisione che non sarebbe mai arrivato.

 

*

 

Caroline stava per entrare in casa quando sentì uno spostamento d’aria. Si girò di scatto e cercò di trovare l’artefice di ciò. sentì ancora uno spostamento d’aria e questa volta rabbrividì. Odore di ibrido le era appena passato accanto.

“chi c’è?”.

Si voltò di nuovo, stavolta verso le scale della veranda e fu sorpresa stavolta quando vi vide una figura. I capelli neri sparpagliati e gli occhi scuri che la scrutavano intimoriti e carichi di colpa.

“Tyler?”.

Il ragazzo ancora non si muoveva.

“Tyler!”.

Stavolta lo urlò come un affermazione e si precipitò spontanea tra le sue braccia, che calde l’avvolsero in un sentito abbraccio.

La vampira si staccò e guardando il suo pseudo ragazzo negli occhi e si accorse che qualcosa non andava. Non poteva poi dimenticarsi che lui era al servizio di Klaus. E se c’era Tyler in città, significava forse che anche il suo sire era tornato?

“Ty, tutto bene?”.

Lui le accarezzò il viso.

Mi dispiace, Care!”.

“Per co… ?”.

Lei non terminò la domanda che lui la baciò. Tyler le era così mancato che lei si lasciò subito andare, senza porsi altre domande. Sperava che ciò significasse un riavvicinamento da parte sua.

I due si persero subito in un bacio appassionato, che divenne sempre più famelico e carico di eccitazione. Entrarono in casa sbattendo in ogni angolo e in ogni mobile dalla foga. Fortunatamente lo sceriffo Forbes sarebbe rimasto in centrale quella notte. Solo dopo però si capì che forse era stata sfortuna.

 

*

 

Iuli e Damon salirono nella camera della vampira ed entrando lei non poté non ricordare che durante la sua trasformazione, lui non l’aveva abbandonata nemmeno un secondo. Il bacio che si erano scambiati si era fatto ora vivido nella sua memoria e per la prima volta in vita sua si sentì in imbarazzo, lo stomaco le si contorceva e l’adrenalina pareva scorrere in lei. Non sapeva cosa doversi aspettare da Damon. Lui a volte così dolce e amorevole, e poi altre così freddo e cinico. Si chiedeva cosa avesse significato per lui quel bacio, ma poi si pose la domanda magica: Per se stessa quel bacio, cosa voleva dire?

A pochi centimetri da lei il tenebroso vampiro si poneva più o meno le stesse domande. Si chiedeva a cosa Iuli stesse pensando, dato che aveva notato la sua fronte corrugata e ovviamente si chiedeva se il bacio datosi, avesse cambiato la situazione tra loro o meno.

“Senti io…” . “Senti io…”.

Entrambi dissero la stessa cosa in contemporanea. Si zittirono altrettanto velocemente e sempre nel medesimo momento si misero a ridere.

“ok, prima tu!”.

“No, Iuli, prima le signore!”.

Lei imbronciò le labbra e lo guardò storto.

“A volte questo privilegio è usato contro di noi!”.

Lui sorrise sornione, bello e sexy come solo lui riusciva ad essere. Almeno agli occhi di lei.

“Ehi, non l’ho mica inventato io. Ti giuro che sono anch’io a favore della parità dei sessi!”.

Lei sorrise diabolica e poco convincente.

“sei nato a metà ottocento. Pensi che io ti possa credere?”.

“No, perché tu non sei stupida!”.

Lei si zittì. Poteva non sembrare, ma la frase di Damon non era una frase qualunque, proprio perché l’aveva pronunciata lui. Significava che la rispettava.

“Ok, basta girarci attorno. Che significato diamo a quel bacio?”.

Lui alzò lievemente le sopracciglia.

“avrei dovuto aspettarmelo. Chiara e concisa, eh?”.

“già!La pazienza non è il mio forte!”.

“a chi lo dici!”.

Si sorrisero complici.

“dai piccola Cullen, concedo a te di rispondere per prima alla tua domanda!”.

“Ehi! Avresti dovuto rispondere tu, vigliacco! E poi, pensi di offendermi chiamandomi ‘piccola Cullen’? Per tua informazione aveva preso una cotta per Edward!”.

Damon rise di cuore, come forse non aveva mai fatto. Quella ragazza non finiva di stupirlo.

“è così allora? Ti piacciono i vampiri eternamente complessati, pateticamente dolciosi e senza un minimo di dignità per loro stessi?”.

Lei lo guardò di sbieco, pensierosa.

“quando ero la me umana, si!”.

Ovviamente Damon non si sarebbe aspettato questa risposta, e come d’altronde? Lei aveva il potere di mandarlo nella più totale confusione solo con un battito di ciglia.

“e ora?”.

Lei si morse un labbro indecisa se dire o no quello che le passava per la testa, e optò per il si.

“quelli eternamente complessati mi piacciono ancora!”.

Aveva l’ombra di un sorriso sulla faccia, gli occhi che lo guardavano intensamente e in attesa di qualcosa. In attesa di una reazione che non si fece attendere. Damon le si avvicinò velocemente e la fissò, serio.

“è Stefan quello eternamente complessato, forse hai sbagliato Salvatore non credi?”.

L’aveva sfidata e aveva lanciato sul tavolo uno dei suoi punti più deboli, assieme al suo orgoglio.

Lei gli sorrise sincera.

“Hai passato tutta la tua vita a cercare la donna che amavi… e poi hai scoperto che lei sapeva esattamente dov’eri e non è mai venuta da te e hai pensato bene di riversare il tuo dolore su tuo fratello e su altre povere vittime. Mmm… secondo me… sei il Salvatore giusto!”.

Lui affilò lo sguardo, moralmente colpito. Faceva ancora male, ma quello che più si faceva sentire era il suo orgoglio. Si era sentito stupido, e si sentiva così anche ora, lì davanti a lei.

Due erano le opzioni: darle ragione o mentire, mentire ancora e non abbassare il capo.

La guardò e si perse in quegli occhi che l’avevano tanto colpito quella volta nel parcheggio della scuola. La guardò e vide quella ragazzina che da umana gli aveva coraggiosamente tenuto testa. La guardò e vide quella fragile e forte umana che avendo perso tutti, ma ancora stringeva i denti e lottava. La guardò e vide quella umana diventare un vampiro, più forte perfino di lui. La guardò e vide quel bacio, che gli aveva chiarito i suoi veri sentimenti.

Spostò lo sguardo e le voltò le spalle, andando a sedersi sul grande letto.

Lei non si aspettava una reazione simile. Si aspettava una battutina di cattivo gusto o una sfuriata, perfino una lotta, ma non questo. Non Damon Salvatore a capo chino in silenzio.

Ma era così. Lui era stanco. Stanco di continuare a mentire sui suoi sentimenti, perché si, aveva ammesso ormai a se stesso che anche lui, provava sentimenti.

Iuli salì sul grande letto dalla parte opposta sulla quale sedeva Damon. Gli arrivò da dietro e lo baciò affettuosamente su una guancia, poi lo abbracciò e lo trascinò con sé al centro del letto, accoccolandosi su di lui.

Dopo un po’ che stavano in silenzio, il dormiveglia stava arrivando.

“e così ti piaccio?”.

“mmm… si ma non dirlo in giro, i miei spasimanti potrebbero ingelosirsi e restarci male!”.

Iuli rispose ad occhi chiusi, si stava quasi addormentando e lui invece sorrise tra i suoi capelli, perché quella era una risposta alla Damon Salvatore.

Dopo un tempo infinito lui si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò la sua verità.

“mi sto innamorando di te!”.

Iuli in futuro più di una volta si chiese se quelle parole le erano state dette davvero o se invece le aveva solo sognate.

 

*

 

Il sole era quasi calato del tutto, così che gli originali e la gang Salvatore si avviarono verso il punto deciso. Avevano parcheggiato tutti ad un centinaio di metri di distanza dal ponte, non volevano lasciare le loro tracce. Si guardarono tutti negli occhi, poi quando il buio era ormai diffuso si mossero.

Erano ormai arrivati al wickery bridge quando i vampiri della compagnia iniziarono ad avvertire qualcosa nell’aria che non era di buon auspicio, il tutto accompagnato da una piccola nube di fumo che si levava alta nel cielo dietro agli alberi davanti a loro.

“sta bruciando!”.

Era stato Stefan a gridare. L’ansia lo stava iniziando ad avvolgere, qualcosa stava andando storto.

Tutti iniziarono a correre e ovviamente i vampiri arrivarono prima delle streghe, della doppelgaenger e di Alarick.

Quando arrivarono al Wickery Bridge si trovarono di fronte ad un fuoco scoppiettante. Le assi di legno di quercia che Alarick aveva fatto mettere anticipatamente tutte assieme, stavano bruciando assieme alle loro speranze.

“no!”.

“chi è stato?”.

“com’è possibile?”.

Tutti iniziarono a mormorare, increduli.

Iuli si mise una mano all’altezza del cuore e l’altra invece la strinse sul braccio di Damon, presa in contropiede da quella spiacevole sensazione.

“Iuli cosa succede?”.

“è qui!”.

Tutti si zittirono, sapevano bene a chi lei si riferisse.

Non si fece attendere molto, Klaus fece la sua comparsa da dietro il falò.

“Bene bene bene! Guardatevi! Ma quanto siete patetici!”.

Rise elegantemente.

Nessuno parlava.

“pensavate davvero che sarete riusciti a prendere la quercia bianca?”.

Rebekah che aveva passato tanto tempo a fianco del fratello, assieme ad Elijah, era colei che provava più rancore nei suoi confronti.

“Nik, a noi non basta altro che un semplice ramoscello per ucciderti!”.

“Bekah!”.

Elijah la richiamò subito. Klaus non sapeva in che modo Iuli fosse una minaccia per lui.

“ah ah ah! Già! Astuta madre, il sangue di Iuli è davvero molto prezioso per voi! E cosa succederà ora che io lo so, e ho anche l’arma per ucciderla, per uccidervi tutti?”

Il gelo li avvolse, come faceva Klaus a sapere?

“Dovreste vedere le vostre facce. Eppure sapete bene che io sono più forte e furbo di tutti voi messi assieme. Se vi state tuttavia chiedendo come ho fatto, bè ammetto che sono stato aiutato. A proposito, grazie Caroline!”.

Tutti al nome della loro amica/compagna si voltarono verso di lei increduli. La vampira aveva sbarrato gli occhi e si chiedeva perché lui l’avesse menzionata.

“Cosa stai dicendo? Io non ho fatto nulla, non ti ho detto nulla!”.

Stefan furioso la prese per il collo, era irriconoscibile.

“ci hai traditi?”.

“No, Stef…”.

Elena cercava di fermarlo.

Klaus sghignazzò ancora.

“è vero, direttamente non mi hai detto nulla. Ammetto di essere entrato nella tua mente senza il tuo permesso!”.

Stefan mollò la presa, la sua amica era stata ingannata.

“è impossibile! Io sono sempre vigile… io…”.

E fu lì che tutto fu chiaro, che quelle parole presero un senso.

‘Mi dispiace, Care’.

Ora quelle parole avevano un senso.

Caroline si trasformò e furiosa gridò lanciandosi su Klaus. L’ibrido non era impreparato e con un paletto di normale legno, la impalettò vicino al cuore. La vampira cadde in ginocchio dolorante.

“fate un passo e glielo conficco nel cuore!”.

Tutti si fermarono subito.

“Alla festa di sabato, preparatevi, festeggeremo la vostra morte… tranne la tua Elena, ovvio!”.

Detto ciò prese Caroline e la lanciò in aria verso il gruppo. Tutti si mossero per prenderla e sfilarle il paletto. Quando si rivoltarono, Klaus non c’era più.

 

 

 

 

 ******************

Eccoci finalmente, con il nuovo capitolo..

Le cose si sono fatte davvero complicate…

Cosa ci riserverà il futuro?

Lo sapremmo presto…

 

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Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


18

È una vita che non posto.. scusate..

 

 

 

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CAPITOLO 18

 

 

 

Il risveglio di quel giorno fu per tutti un inferno, forse perché tutti non avevano chiuso occhio quella notte. Klaus aveva bruciato la quercia bianca, inoltre, come se ciò non bastasse, aveva scoperto il segreto di Iuli. Dovevano agire prima di lui, ucciderlo prima che lui facesse lo stesso con loro.

 

Elena era rimasta a dormire da Stefan dopo che con lui e Bonnie, avevano accompagnato Caroline a casa. La vampira bionda si era ripresa dall’attacco di Klaus, ma non era quello a farle male, era il cuore, o la cosa più vicina ad esso che un vampiro potesse possedere. Klaus aveva usato l’amore di lei nei confronti di Tyler, per estorcerle informazioni. Non sapeva cosa odiare di più. Bè Klaus, senza ombra di dubbio, ma non poteva non provare rabbia anche nei confronti di Tyler, per la sua debolezza, per non riuscire a spezzare il legame che lo univa all’ibrido, per farsi comandare così come un cane. Tuttavia, ciò non sarebbe più successo, non si sarebbe mai più fatta trovare impreparata.

La strega aveva deciso di rimanere con lei, voleva parlarle, questa era stata la giustificazione. Perciò Elena finì alla pensione Salvatore. Sapeva bene lo stato d’animo di Stefan e non lo avrebbe lasciato solo, per nessun’altra cosa al mondo, sebbene lui le avesse chiesto di lasciarlo riflettere. Ormai, però, lo conosceva abbastanza per sapere quanto fragile potesse essere la sua armatura da persona calma e riflessiva.

 

Damon aveva accompagnato a casa Iuli la sera precedente, ma nel momento in cui lei le stava per chiedere di restare, il cellulare di lui era squillato e non poté non rispondere a quel che lesse, il messaggio era troppo importante. Lui era ancora troppo inesperto delle sue emozioni, e si sentiva stupido a dover dare spiegazioni o scuse, lui infine era sempre Damon, freddo e cinico. Il pappamolle non gli si sarebbe mai vestito giusto. Bastava e avanza Stefan per questo. Ma per fortuna di lui, non era Katherine o qualsiasi altra donna ad avere davanti, era Iuli. Lei ragionava più o meno alla stessa maniera di lui, sapeva e sentiva che tutto stava sfuggendo loro di mano e che avevano bisogno di calma per chiarirsi. E poi quella situazione era tutta così nuova per loro. La notte prima avevano fatto una mezza dichiarazione e avevano dormito assieme, ma non erano arrivati ancora ad un punto di comune accordo, se così si poteva dire.

Iuli aveva letto l’incertezza negli occhi di lui, dopo l’arrivo del messaggio, perciò mossa dall’istinto le si era avvicinata e dopo avergli lasciato un dolce bacio sull’angolo della bocca si era accomiata con un ‘Ci vediamo domani’.

Era poi entrata in casa e salita in camera sua, ma come era ovvio aspettarsi, Damon si lasciò guidare dall’istinto. Lei lo capiva e non l’avrebbe lasciata prima di fare una cosa.

Iuli stava chiudendo la porta della sua camera quanto sentì una presenza avvicinarsi, ma sapeva e sentiva che era lui. Si voltò veloce già con un mezzo sorriso all’angolo della bocca. Lui la guardava serio. Non ci furono parole solo un attrazione come quella della più potente calamita. Si scambiarono un bacio che sapeva di tutto: comprensione, coinvolgimento, passione, dolcezza, desiderio, aggressività, bramosia e … amore. Si staccarono e si guardarono incendiandosi negli occhi dell’altro, poi lui svanì nel buio della notte e lei si sedette a terra, frastornata da quel turbine di emozioni mai provate prima.

 

Alla mattina Iuli si era risvegliata tra i suoi soffici cuscini, avvolta dalla coperta che di solito si trovava in fondo ai piedi del letto.

Sbuffò mettendosi un braccio sopra gli occhi per oscurare la luce intorno a lei.

“Non dirmi che mi sono addormentata a terra?!”.

Lui ghignò.

“ti ho fatto un paio di foto, era davvero una strana posizione.. quasi quasi..”.

Lei si voltò per tirargli uno schiaffo, ma lui prontamente bloccò la sua mano e si portò su di lei.

“idiota!”.

Lui la guardò beffardo e con un sopracciglio alzato. Le si avvicinò pericoloso e sexy, soffiandole a pochi centimetri dalle sue labbra. “come mi hai chiamato?” Lei si sentì andare a fuoco, aveva capito cosa stava facendo e non gliel’avrebbe data vinta. Invertì le posizioni, così da trovarsi sopra di lui.

Aveva addosso il vestito della sera precedente, così spudorata come non mai, se lo levò lentamente e teatralmente.

“certo che qua dentro fa caldo non trovi Damon?”.

Centro. Lui si era fatto improvvisamente serio e aveva affilato lo sguardo.

Lei si avvicinò mettendosi a carponi e con sguardo sbieco e tono da bambina cattiva rispose alla sua domanda.

“ah, ti ho chiamato idiota!”.

Non terminò la frase che lui fece sue le labbra di lei. Damon nel suo cervello si ripeteva stupido per aver ceduto, ma non gliene fregava. In situazioni come queste l’orgoglio era momentaneamente inesistente, ora lui vedeva solo lei. Una creatura letale per il suo ritrovato cuore.

Il bacio non ci mise molto ad approfondire, la voglia che avevano per entrambi era grande, ma a quanto pare, avrebbe dovuto aspettare ancora una volta.

Iuli si staccò da Damon, che la guardava interrogativo, lei lo guardò sensuale e irritata allo stesso tempo. Prese poi con una velocità inaudita la lampada del comodino e la scaraventò fuori dalla finestra, colpendo perfettamente in faccia Kol.

“Ahi… sorellina, che guastafeste!”.

L’antico, si era posizionato sul ramo dell’albero che si ergeva davanti la stanza di Iuli e osservava divertito la scena dei due piccioncini, ma per sua sfortuna Iuli, sapeva rimanere vigile, anche se solo di un 1%. Cosa invece che non era riuscito a fare Damon, il quale non si era per niente accorto dello scomodo spettatore.

“giuro che lo uccido!”.

Lei sbuffò un po’ divertita.

“nah.. basterà rimetterlo un altro po’ nella bara..”.

Da sotto in giardino arrivò la risposta.

“provateci solo e vi ammazzo! E comunque muovetevi…”.

Iuli alzò una sopracciglia.

“muovetevi?”.

“fattelo spiegare da quello là…”.

“che succede?”.

“Due buone notizie. La strega ha un’idea e abbiamo la quercia bianca…”.

Iuli si tirò su veloce.

“frena.. come avete la quercia bianca?”.

Damon sorrise beffardo, come se era ovvio che le cose non sarebbe per forza dovuto andar male.

“beh.. Alarick è molto utile a volte.. e la sua smisurata mania per la storia ci è tornata utile.. essendo professore di storia gli è stato chiesto di rifare la scritta del Wickery Bridge. Gli è stato dato per cui l’insegna col nome… e indovina di che materiale è fatta l’insegna?”.

Iuli tirò un respiro di sollievo. Almeno oltre a lei ed il suo sangue, almeno tutti loro avevano un’arma in più per combattere Klaus.

“perfetto. Dov’è andato Kol?”.

“riunione in casa Salvatore…  che mi chiedo come mai sia diventato una sorta di quartiere generale. Stanotte io e Rick abbiamo tagliato l’insegna e ne abbiamo ricavato un bel po’ di paletti.”

Iuli fece per alzarsi, ma lui la riportò su di sé.

“dove vai?”.

Lei lo guardò di sbieco.

“ok allora se proprio insisti, verrò ‘vestita’ così!”.

Lui corrucciò la bocca.

“è meglio che ti aspetti di sotto! Muoviti!”.

Si alzarono e lei rise sulle sue labbra, poi si voltò ed entrò nel bagno.

 

*

 

Una volta che tutti furono presenti, Bonnie e Caroline esposero cosa la loro notte in bianco aveva portato a frutto.

L’evento di quel sabato era un ballo nella palestra della scuola. Rebekah, che era entrata nell’organizzazione, aveva scelto barra ordinato, che il tema fossero gli anni ’20 litigando teatralmente con Caroline, che invece voleva gli anni ’70. Alla fine era stata l’originaria ad avere la meglio.

Quella sera c’era da aspettarsi che molti studenti sarebbero stati soggiogati, per cui essendo le due bionde nel comitato di organizzazione, si sarebbero assicurate di correggere tutte le bevande con della verbena, così da lenire un po’ il male. Eventuali soggiogazioni in tempo reale non sarebbero potute avvenire.

Tutti erano d’accordo. Era una cosa di poco conto, ma questa volta, anche il minimo dettaglio non andava trascurato.

Caroline continuò poi soppesando e aggressivamente pensando che gli ibridi di cui Klaus disponeva erano molto probabilmente solo Tyler, ma non si poteva esserne sicuri al cento per cento. C’era sempre la possibilità che si avvalesse di un qualche vampiro e lo armasse di qualche paletto di quercia bianca o che sfruttasse anche una strega. Per questo, Bonnie aveva pensato di fare un incantesimo tutt’intorno alla scuola. Una volta che fossero stati sicuri che Klaus si trovava lì, lei avrebbe manipolato le menti di tutti gli umani e li avrebbe fatti uscire, così da lasciare campo libero.

Alcuni nella stanza erano alquanto perplessi, perché l’incantesimo di Bonnie non avrebbe permesso a Klaus di uscire così come non lo avrebbe permesso a loro, o meglio ai vampiri. Deviare l’incantesimo per loro, sarebbe troppo per Bonnie ed Esther, che non potevano permettersi di affievolire i loro poteri per un incantesimo del genere. Spettava al popolo della notte decidere se si o no. Entrare nella scuola avrebbe significato solo una cosa, la guerra definitiva di cui un solo schieramento ne sarebbe uscito vincitore.

Elena ovviamente si oppose, ma si accorse di essere l’unica contro. Qualcun altro non era pienamente convinto, ma questa era l’ultima occasione e tutti lo sapevano. L’aria che si respirava era la quiete prima della tempesta, per cui dopo un po’, la risposta arrivò unanime.

 

*

 

Era la sera prima della grande battaglia e tutti decisero di passarlo con le persone a cui più tenevano. La famiglia degli orinari si era avvolta attorno al caminetto del grande salone, uniti come lo erano stato tanti secoli prima. Tutti sapevano che all’appello mancasse qualcuno, ma questo non provocava loro dolore, poiché i componenti mancanti, a parte Heinrick, erano per loro persone odiate.

Elena cenò con Jeremy, come non facevano da tempo, addirittura da quando i loro genitori erano morti in quel fatidico incidente quando Stefan si imbatté in lei. Loro avevano perso quasi tutti i loro familiari ed erano rimasti solo loro due e finalmente avrebbero potuto avere la loro vendetta personale. Il ragazzo poi andò dal professor Saltzman col quale aveva instaurato un profondo rapporto, quasi paterno.

Caroline cenò con la madre senza rivelarle nulla, l’aveva poi affettuosamente salutata per recarsi da Bonnie, la quale era rimasta sola al mondo, e la vampira bionda non l’avrebbe di certo lasciata così quella notte, che era forse la prima di un futuro migliore o forse l’ultima.

I fratelli Salvatore condivisero una bottiglia di bourbon in silenzio, terminata la quale si abbracciarono. Un gesto provenuto dal sentimento che avevano sempre provato l’uno per l’altro. Stefan si era poi voltato per recarsi dalla sua Elena, ma non passarono neanche 2 minuti che Damon si trovò di nuovo in compagnia. Anche stavolta il silenzio regnò sovrano. Iuli si avvicinò a lui in mondo dolorosamente lento, tanto che una volta che gli fu davanti, Damon la attirò possessivamente nel loro bacio più appassionato.

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