An original girl di deba (/viewuser.php?uid=122551)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 1 *** capitolo 1 ***
1
An
original girl
Capitolo
1
Quando
si perde qualcuno, che si voglia o meno, una parte di noi se ne va con quella
persona e il vuoto che lascia sembra incolmabile. Il più delle volte le persone
riescono ad evitare di pensare a quel vuoto ed andare avanti con la propria
vita, altre, invece, in quel vuoto vedono una voragine che prima o dopo finirà
per inghiottirle. Quest’ultimo è il caso di questa giovane ragazza americana
appena diciottenne che con un vuoto dentro se, ci ha convissuto per tutta la
sua vita. Viveva con la madre a Chicago e per tutta la sua esistenza aveva
sempre sentito di non appartenere a quel mondo, a volte, di non appartenere
nemmeno a sua madre. Tuttavia, la sua vita non era male, sebbene lei sapesse
che c’era altro all’infuori di essa, e la viveva appieno ogni giorno a volte
come se fosse l’ultimo, a volte come se fosse solo l’inizio di una lunga serie.
Fu
così almeno fino a quando sua madre venne a mancare. Una malattia rara l’aveva
colpita e così com’era arrivata se l’aveva anche portata via.
Iuli,
questo era il nome della ragazza, non riusciva più a vivere in quella casa, non
tanto per i ricordi che vi vedeva ogni secondo riguardanti la madre, ma più che
altro una forza lontana l’attirava via da lì, come una calamita. Questo non
sorprese Iuli, poiché le era già successo questo tipo di situazione, solo che
dopo la morte della madre, questa si fece più forte.
Ecco
come questa ragazza, da sola, mollò la sua vita a Chicago e andò a vivere nella
casa natia di sua madre, in una piccola cittadina di Atlanta, Mystic Falls.
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Mystic
Falls non era una cittadina come tutte le altre. La storia di quella cittadina
continuava a rivivere negli anni e sembrava voler continuare a ripetersi nel
tempo a venire. Non sarebbe poi cosa così spaventosa se alla base di tutto ciò
non vi fossero vampiri, streghe e licantropi.
Avrebbe sbancato
i botteghini al cinema o sarebbe diventato un best seller questa mia vita, pensava una
ragazza, seduta sul suo letto, dopo un’altra notte insonne. Elena, si era messa
la sera prima a pensare a quanto la sua vita fosse cambiata in un anno. Erano
morti i suoi genitori, aveva conosciuto Stefan, se n’era innamorata e poi si
era rivelato un vampiro. Aveva scoperto di essere la sosia identica di un
vampiro, nonché la stessa che aveva trasformato Stefan e suo fratello Damon,
dopo averli fatti innamorare entrambi di lei nel 1864. La sua migliore amica
Bonnie, si era rivelata una strega, e l’altra sua migliore amica Caroline, era
diventata un vampiro. Un altro suo amico, Tyler, si era trasformato in un
licantropo e suo fratello era morto, per poi risuscitare e diventare una sorte
“ghost whisper” che vedeva i fantasmi. Aveva scoperto di essere stata adottata.
Cosa peggiore, aveva scoperto di essere la doppleganger, colei in grado di
poter spezzare la maledizione di uno dei vampiri originali e come se non
bastasse il più perfido di tutti i tempi, Klaus. Lo stesso che poi una volta
ottenuto il suo scopo era diventato un ibrido, metà vampiro e metà licantropo,
per cui invincibile. Aveva ucciso sua zia Jenna per riuscire in ciò e avrebbe
dovuto morire anche lei, ma ciò non avvenne e ora lei, o meglio il suo sangue,
era l’unico modo che permettesse a Klaus di creare altri ibridi. Come se non
bastasse lui aveva ritrasformato il suo fidanzato, Stefan, in uno squartatore,
in un vampiro assettato di sangue che non provava emozioni. E questo l’aveva
avvicinata di più a Damon, il quale non aveva più iniziato a stargli così indifferente
come lo era prima, e questo non andava bene, anzi affatto bene. Lei aveva
combattuto tutto solo per poter stare di nuovo con Stefan, che senso avrebbe
avuto sennò tutto quello che avevano passato?
-----
Klaus
stava inviando mille e più imprecazioni verso il vampiro Damon, il quale gli
aveva rubato la bara più importante che aveva. Non era un suo hobby quello di
tenere bare, erano semplicemente la sua famiglia. Era difficile uccidere un
originario, ma si poteva, come dire, “ucciderlo momentaneamente” con una sorte
di pugnale che intriso di cenere di quercia bianca li uccideva, fino a quando
però, una volta tolto avrebbe riportato in vita il vampiro in questione.
Klaus
aveva momentaneamente ucciso i suo familiari perché li voleva proteggere da Mikael,
suo padre, ma forse più che altro non voleva che lo ostacolassero nel suo piano
e quindi non li voleva uccidere personalmente. Non sarebbe stata la prima volta
che uccideva un componente della sua famiglia. Aveva ucciso sua madre per
riuscire a diventare quello che era, e da poco, era riuscito ad uccidere anche
suo padre, il quale gli dava la caccia da mille anni ormai. Voleva creare un
esercito di ibridi, ma i fratelli Salvatore e la loro combriccola lo stavano
rallentando nel suo scopo e come se non bastasse gli avevano sottratto la sua
bara più importante, appunto. La sua ira accrebbe quando voltatosi, nella
stanza in cui aveva riposto le bare, vi trovò Elijah, suo fratello, il quale
doveva essere accuratamente morto e dentro una bara, ma che a quanto pare,
Damon si era preso la briga di riportare in vita.
“cosa
mi sono perso?”.
Elijah
aveva rivolto la domanda a Klaus in un modo ironico, ma con una punta di
rancore.
“fratello…”.
L’ibrido
non sapeva come continuare, era rimasto alquanto impreparato a questa entrata
in scena.
Elijah
non aspettò oltre e gli tirò un pugno in pieno volto. Non sapeva come si era
evoluta la situazione, ma provava un forte senso di vergogna per aver
disonorato la parola che aveva dato ai Salvatore e ad Elena; inoltre, si vergognava
per aver dato fiducia ancora una volta a suo fratello, per essere di nuovo
preso per il naso.
Guardò
il fratello prendere il colpo e non reagire.
“Elijah…
vuoi combattere con me forse?” disse ironicamente Klaus mentre si massaggiava
il naso. “lo sai che sono più forte di te, so anche che forse sei un po’
adirato per averti infilato un pugnale nel cuore, ma.. sono cose che accadono,
no?”.
Klaus
fissava il fratello con un finto sorriso tirato, mentre i suoi occhi erano
gelidi come sempre.
Elijah
prese per il collo il fratello e con finta calma gli parlò all’orecchio.
“Niklaus..
non avrò pietà per te questa volta…”.
Detto
questo si volatilizzò. Sarebbe andato dai Salvatore e avrebbe chiesto perdono.
-----
Iuli
era appena scesa dalla sua auto e stava ammirando la casa dei suoi nonni, in
cui sua madre era cresciuta. La famiglia di sua madre era stata una dei
fondatori della città e la nonna le aveva anche accennato a varie storie a
riguardo, ma lei non si era mai interessata profondamente a riguardo.
“signorina
McCullough”.
Si
sentì chiamare da una voce anziana, ma comunque familiare. La ragazza si voltò
per incontrare due occhi azzurri simili ai suoi, solo più spenti.
“nonna!”.
Iuli
mollò le sue valigie e corse ad abbracciare l’anziana signora.
“come
ti sei fatta grande e bella!”.
La
signora non aveva potuto partecipare al funerale della figlia, poiché la sua
salute non gli permetteva di affrontare lunghi viaggi.
“sono
contenta che tu mi abbia proposto di vivere con te!”. E lo era davvero. Tale
sentimento forse era alimentato anche dal fatto, che più si avvicinava alla
meta, più la forte attrazione che la rendeva spaesata a dove si trovava prima,
diminuiva.
“su
tesoro, porta dentro i bagagli, di sicuro sarai stanca ed affamata!”.
“puoi
ben dirlo!”.
Più
tardi seduta a tavola la nonna fissava la nipote, che portava non poco
stranamente il suo stesso nome. Il suo sguardo cadde poi sul ciondolo di
lapislazzuli che la ragazza portava al collo. Era antico, lo sapeva bene,
poiché anch’essa a suo tempo l’aveva portato.
“tua
madre l’ha passato a te.”
Non
era una domanda, era semplicemente una constatazione.
La
ragazza smise di masticare e abbassò lo sguardo sul suo ciondolo.
“si.
Il tatuaggio mi è uscito poco prima di compiere diciotto anni.”
Iuli
restò pensierosa.
“tuttavia,
non riesco ancora dare un significato a ciò. Insomma ad ogni primogenita della
nostra famiglia più o meno alla mia età, compare quel simbolo, le viene passata
questa collana e poi? Non succede nulla. La generazione dopo succede tutto di
nuovo!”.
“perché
è così tesoro. Noi siamo portatrici di un segreto millenario ed il sangue che
ci tramandiamo è anch’esso millenario. Quando sarà ora quel tatuaggio e quel
ciondolo avranno un significato per colei che lo porta, ma da mille anni non è
ancora successo nulla e chissà forse anche per te andrà com’è andata per me e
tua madre. E magari sarà così per altri mille anni.”.
La
stessa risposta che le aveva dato la madre. Tutta la situazione veniva trattata
in modo normale e così lo era fin da quando era bambina. Ma a lei ciò non
bastava. Lei era curiosa e voleva sapere il motivo di tutto ciò. Lei voleva
dare un perché.
“il
segreto a cui tu ti riferisci riguarda quelle storielle che mi raccontavi da
piccola?”.
Iuli
sapeva dell’esistenza dei vampiri, o almeno credeva potessero esistere. La
nonna si era preoccupata di farle conoscere la storia di Mystic Falls avvenuta
nel 1864 e Iuli era cresciuta con quella convinzione che potesse essere vera,
ma aveva vissuto tutta la vita lontana da quella cittadina, per cui qualche
dubbio ogni tanto ce lo aveva sulla veridicità di tali storie e ovviamente lei
un vampiro vero, non lo aveva mai visto.
“in
parte tesoro. Comunque come membro di questa famiglia dovresti partecipare alle
riunioni del consiglio di Mystic Falls. Sai solo le famiglie fondatrici vi
partecipano e dopo la morte di tuo nonno, vi partecipavo io, ma ormai la salute
non me lo permette più e sarei felice se tu continuassi questa tradizione.”
Iuli
accettò di buon grado la proposta della nonna poiché curiosa com’era non si
sarebbe di certo lasciata scappare una possibilità del genere di venire a
contatto col soprannaturale!.
“di
sopra sono conservati i diari del tuo bisnonno. Perché non gli dai
un’occhiata?”.
“molto
volentieri!”.
“e
domani vedi di portare i documenti mancanti a scuola, sennò lunedì non ci puoi
andare!”.
Iuli
si girò finta malefica verso la nonna.”davvero?”.
La
nonna la guardò con rimprovero.
“fatti
passare dalla mente l’idea di smarrire quelle carte!”.
La
ragazza sbuffò e annuì sconsolata, mentre andava al piano di sopra tutta
intenzionata a fare un salto nel passato misterioso di Mystic Falls.
Finalmente ho deciso di cimentarmi in
una ff di TVD.
Spero l’inizio vi possa piacere!
=)
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Capitolo 2 *** capitolo 2 ***
2
Capitolo
2
Iuli
stava camminando lentamente verso la Mystic Falls High School. Stava portando
la documentazione mancante per la sua iscrizione. Camminava ma la sua testa era
per aria. Continuava a pensare ai diari del suo bisnonno e a quello che vi era
scritto. In quel lontano 1864 avevano rinchiuso 27 vampiri nella chiesa e
avevano dato fuoco ad essa. 27 vampiri. Erano tanti.
Camminava
e intanto si chiedeva se nella sua vita sarebbe mai riuscita ad incrociare un
vero e proprio vampiro.
Non
si accorse che ormai era entrata nel parcheggio della scuola e neanche si
accorse che qualcuno la stava per investire.
-----
Damon
aveva accompagnato Elena a scuola quella mattina poiché doveva aggiornarla
sulle ultime novità. Non voleva ammetterlo, ma era alquanto a disagio e infastidito
dato che suo fratello si era preso la libertà di autoinvitarsi al passaggio a
scuola. Così si ritrovarono nel parcheggio della scuola tutti e tre come era
successo tante volte, solo che i legami erano diversi e loro tre per primi
erano diversi.
“qualcosa
non va?”.
Si
avvicinò la strega Bonnie, con uno sguardo al quanto sospettoso, dato che si
era ritrovata davanti quello strano terzetto.
“Damon
si è cimentato in un’altra sua grande impresa..”.
Stefan
aveva parlato apaticamente, ma con una punta di ironia.
Elena
non poteva pensare a cosa Stefan fosse diventato. Ma l’aveva vista, la sua
umanità, aveva visto che provava ancora sentimenti. Quando gli aveva confessato
del bacio avvenuto con Damon, aveva visto nei suoi occhi la delusione, la
tristezza e anche la gelosia. Non tutto era perduto. O almeno è quello che
continuava a ripetersi.
Damon
aprì lo sportello dell’auto e prese un oggetto da sotto il sedile.
“e
quello dove l’hai preso?”.
Elena
era rimasta sgomenta, come Bonnie, appena Damon aveva sventolato fiero il
pugnale usato per uccidere gli originali.
“forse
volevi dire da chi l’ho tolto?”.
Le
ragazze erano rimaste a guardarlo ancora con fare interrogativo.
“Elijah…”.
A
parlare era stato Stefan. Era stanco di quella scenetta.
“Elijah..”
Elena
aveva ripetuto il nome, come se neanche fosse li presente. Infatti i suoi
pensieri si erano rivolti all’ultima volta che aveva visto il vampiro. Quando
li aveva traditi e aveva salvato la vita a Klaus invece di toglierla.
“ti
ha dato forse di volta il cervello? Elijah ha aiutato Klaus la scorsa volta, se
non ricordi, e ci ha, in modo assai palese, traditi!”.
Bonnie
era furiosa.
“Bingo!”.
Damon
le aveva rivolto il suo solito sorriso sghembo, ma questo non aveva effetto
sulla strega. Tornò serio in un baleno e rese gelido il suo sguardo in un
istante.
“Elijah
è un uomo d’onore e il fatto di non aver mantenuto la parola data era già un
gran bel peccato da lui commesso. Poi se pensate che ha aiutato Klaus e questo
lo ha ringraziato con un pugnale nel cuore, beh, direi che due più due fa
vendetta!”.
Elena
rifletté sulle parole di Damon e non poteva non negare che il suo pensiero non
fosse poi tanto sbagliato.
“ne
sei sicuro?”.
Damon
ghignò assai soddisfatto.
“certo.
Il buon fratello originario è già venuto a scusarsi ieri sera!”.
“cosa?”.
Elena
era rimasta sconvolta.
“Elijah
è venuto da te?”.
“da
voi, vorresti dire forse…”.
Era
stato Stefan a correggerla. Non voleva sentirsi escluso da lei, anche se lui
per primo aveva detto che voleva lavorare per conto proprio, ma quel bacio,
aveva cambiato le sue idee. Lui in quello stato e con quello che aveva fatto
non meritava la dolce Elena, ma questo non significava che Damon si.
Elena
lo guardò di sfuggita, poiché lui aveva distolto subito lo sguardo da lei.
“come
avevo brillantemente immaginato, fratello vampiro antico ha chiesto perdono e
bla bla bla.. ha fatto un interessante commento sulla fratellanza e la
famiglia.. divertente non è vero Stefan?”. Elijah si era scusato dicendo che
era stato soprafatto dall’amore incondizionato che provava per la sua famiglia
e purtroppo anche per suo fratello. Pensava davvero che sarebbe riuscito a
rivedere i suoi fratelli, ma ciò non era avvenuto. Klaus si era preso
nuovamente gioco dei suoi sentimenti.
“…
e poi ovviamente ha detto che farà il culo di Klaus a stelle e strisce in puro
stile americano!”.
Vendetta.
Era la parola che aveva usato più volte Elijah. Voleva vendetta e questa volta
non si sarebbe lasciato fregare.
Elijah
aveva poi chiesto a Damon di raccontargli quello che si era perso.
“e
dato che Elijah sa che le bare son qui, potrete ben capire che aiuterà molto
volentieri a far fuori Klaus, così poi potrà giocare felice e contento a mamma
casetta con i suoi fratelli!”.
Elena
era sollevata, ma non sapeva se di Elijah ci si poteva fidare ancora.
Bonnie
intanto pensava ad altro.
“gli
hai chiesto cosa c’è nella quarta bara?”.
Damon
fece un altro sorriso dei suoi.
“no!”.
“no?”.
“a
dire il vero ho un attimo tralasciato il fatto che ci siamo intascati una
bara.”
Le
due lo guardavano curiose, Stefan si guardava in giro come se non fosse
interessato.
“stasera
verrà di nuovo a casa nostra…” ed
enfatizzò sulla parola “nostra” guardando Stefan, avendo ben intuito il motivo
della sua intromissione di prima. “… gli ho detto che gli raccontavo il resto
stasera, volevo che anche voi foste presenti, più che altro tu Elena. Sai il
fatto che fosse innamorato di Kathrine e tutto… e poi magari gli puoi fare una
ramanzina delle tue giusto per farlo sentire ancora un po’ in colpa no?”.
Elena
aveva alzato gli occhi al cielo, ma aveva intuito.
“ok.”.
“bene,
direi che ora potete anche andare a fare i bravi scolaretti perfetti no?”.
Bonnie
ed Elena lo guardarono esasperate ed entrarono a scuola, Stefan si era
trattenuto ancora.
“sei
così convinto che Elijah stia dalla nostra parte?”.
“non
proprio…”.
Stefan
era rimasto di sasso dall’affermazione di Damon.
“come
prego?”
“di
una cosa sono sicuro, che per il bene dei suoi altri fratelli, Elijah ci
aiuterà ad uccidere il suo mezzo fratello.”.
“tu
dici?”.
Stefan
lo disse con disprezzo e ironia.
“tu
meglio di chiunque altro sa quanto sia forte il legame fraterno Stefan…”.
Damon
si riferiva al tradimento di Stefan, quando avevano cercato di uccidere Klaus,
e invece era stato Mikael quello finito in polvere.
“proprio
per questo te lo dico…”.
Stefan
non si era lasciato sbeffeggiare.
“quindi
cosa vuoi che sia il sacrificio di un fratello, se con esso salvi la vita ad
altri quattro?”.
Stefan
era rimasto per un secondo accigliato, poi si era subito ripreso.
“vedremo”.
Detto
ciò si avviò verso scuola.
Damon
era sicuro dei suoi pensieri e non si sarebbe lasciato intimorire da niente.
Salì così in macchina e lanciò il pugnale sul sedile davanti. Fece la retro e
partì sgommando. Per fortuna era un vampiro e i suoi riflessi gli permisero di
frenare in tempo prima di prendere sotto una ragazza nel bel mezzo del
parcheggio.
La
ragazza, Iuli, si accorse della macchina solo quando questo frenò sonoramente a
2 cm dalle sue gambe.
Non
si era veramente accorta di cosa sarebbe potuto succedere se Damon non avesse
frenato a tempo. Quest’ultimo nel frattempo era sceso dalla macchina infuriato.
“dico
ragazzina ma sei impazzita? Se cerchi la morte non ti serve che dirlo, non
serve fare queste scenette?”.
La
ragazza guardò questo splendido ragazzo sbraitare verso di lei. Era davvero
bello, non c’era che dire. Sguardo magnetico azzurro ghiaccio, capelli neri,
fisico al quanto sexy.
Damon
dall’altra parte guardava questa ragazzina che lo scrutava. Lui pensò lo stesso
di lei. Bella. Capelli biondo cenere, occhi azzurri e al quanto familiari, a
chi aveva già visto quegli occhi? Non si perse poi molto a tal pensiero, poiché
la sua mente si era appropriata delle curve di lei, davvero mozzafiato. Questo
lo calmò subito.
“scusa,
ero sopra pensiero e non ho visto l’auto arrivare!”.
“figurati,
l’importante è che mi sia fermato in tempo. Sarebbe stato uno bello spreco..”.
La
ragazza gli sorrise e fece per andarsene, ma lui la bloccò.
“potresti
ringraziarmi offrendomi da bere, no?”.
La
ragazza lo scrutò, ci sarebbe andata volentieri e avrebbe fatto volentieri
tante altre cose con lui, ma col passare del tempo e con i vari ragazzi con il
quale era uscita, aveva capito come doversi comportare con il genere maschile.
“penso
che un grazie possa bastare.”
Fece
una pausa poi riprese con un sorriso un po’ finto.
“grazie!”.
Fece
per andarsene, ma purtroppo per lei aveva a che fare con Damon Salvatore.
“non
così in fretta.”.
La
prese per il braccio portandola ad una spanna del suo viso.
“ora
per ringraziarmi mi porterai a bere qualcosa!”.
Glielo
aveva imposto con l’ammaliamento, ma ovviamente per una componente di una
famiglia fondatrice ciò non scoccò alcuno effetto, come sempre aveva fatto fin
da piccola, Iuli era solita prendere la verbena.
La
ragazza guardò Damon seria per poi ridergli in faccia.
“credi
di intimorirmi? Mi dispiace ma ho delle carte da consegnare.”.
Damon
era rimasto spiazzato dal suo fallimento, cercò così di riprendersi in corner,
chi era quella ragazza?
“sei
nuova del posto?”.
“già,
mi sto andando ad iscrivere ora a scuola!”.
La
ragazza gli rispondeva mentre si allontanava.
“sono
Damon comunque!”.
Iuli
si voltò e lo fissò.
“molto
piacere Damon!”.
Gli
sorrise e se ne andò senza rivelargli il suo nome.
Questo
atteggiamento non poté che creare in Damon una curiosità che presto avrebbe
pensato a chiarire.
Ciao!!!
Secondo
capitolo subito pubblicato.
Volevo
far in modo di farvi entrare subito nel vivo della storia.
Spero
di esserci riuscita!!
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Capitolo 3 *** capitolo 3 ***
3
Capitolo
3
Iuli
era appena tornata a casa e si era rimessa a leggere i diari della sua
famiglia. Era davvero scioccata da quanto gli abitanti del tempo fossero quasi
in preda a crisi isteriche per riuscire a dare la caccia ai vampiri. Era una
cosa che veniva prima di tutto, anche degli affetti familiari.
Chissà
come le tornò in mente quel ragazzo che per poco non l’aveva investita. Damon
aveva detto di chiamarsi, ed era davvero bello, si sentiva attratta da lui e
sperava di rincontrarlo presto.
Chissà
cos’avrebbe pensato se qualcuno le avesse detto che un vampiro lei lo aveva
visto davvero.
Dopo
un paio di ore la ragazza stava ancora sfogliando i diari quando si imbatté in
un argomento che per lei era al quanto interessante. Il suo bisnonno si era
messo a riflettere del perché le donne della sua famiglia avevano tutte quel
strano simbolo a forma di sole dietro
la nuca. Compariva, veniva tramandata quella strana collana e poi stop, non vi
accadeva nulla. Si chiedeva se avesse avuto qualche riscontro col
soprannaturale o meno, e più volte si era chiesto se chiedere al consiglio
aiuto o no, ma alla fine aveva sempre preferito tacere poiché forse sarebbe
stata vista come una stregoneria e lui e tutta la sua famiglia avrebbero potuto
rischiare la vita.
Iuli
quindi ora sapeva che al consiglio non avrebbe dovuto rivelare niente, sentiva
che in parte il suo antenato aveva fatto la scelta giusta.
“tesoro?”.
Era
stata la nonna a chiamarla.
“scendo!”.
La
ragazza raggiunse l’anziana signora in cucina.
“dimmi
tutto!”.
“piccola,
ho chiamato il consiglio per informarli del tuo arrivo. Giusto lunedì ci sarà
una festa in casa Lockwood. Sappi che feste di questo genere sono un
camuffamento per riunire il consiglio. Così la signora Lockwood, la moglie del
sindaco morto tragicamente l’anno scorso, riposi in pace, ha detto che sarà più
che lieta di presentarti al consiglio.”
“oh,
ok! Bene, non vedo l’ora di assistere ad una riunione!”.
-----
In
casa Salvatore, nel frattempo, si erano riuniti Bonnie, Elena ed il professore
di storia nonché cacciatore di vampiri Alaric Saltzman. Caroline aveva
declinato l’invito dicendo che aveva altro da fare. La ragazza più che altro
non aveva ancora rivelato ai suoi amici di essere stata morsa da Tyler e in
seguito salvata dalla stesso Klaus in persona. Si sentiva come una traditrice e
non sapeva perché. O forse si. Forse perché al braccio si era messa il
bracciale che Klaus le aveva regalato e non lo aveva più tolto.
Stefan
se ne stava seduto su una poltrona a sorseggiare uno whisky lanciando di
sfuggita occhiate ad Elena che parlava con Damon. Moriva di gelosia nel vedere
il legame che si era instaurato tra di essi, anche se ciò non avrebbe dovuto
avvenire, dato che i suoi sentimenti dovevano essere in modalità off. Gran
balla colossale. Per di più provava odio, anzi lo sentiva quasi scorrere nelle
sue vene. Provava odio per se stesso, per il pericolo che era per Elena e
soprattutto per Klaus, per averlo trasformato in ciò che era ora. Gliel’avrebbe
pagata, in un modo o nell’altro, ma l’avrebbe fatto.
Elijah
arrivò puntuale come un orologio svizzero, accomodandosi avvolto da quell’aura
di charme che possedeva.
Si
portò davanti ad Elena e dopo un breve inchino di cortesia d’altri tempi, le
chiese perdono.
“Elijah…
posso in parte comprendere il motivo per cui tu non abbia tenuto fede al nostro
accordo, ma ciò non cambia il fatto che ora Klaus è quasi invincibile e le cose
ci siano sfuggite un po’ di mano.”
Damon
faceva mentalmente i complimenti ad Elena per le parole giuste rivolte
all’antico, ma la doppleganger quello che diceva lo pensava davvero.
“ciò
nonostante Elijah, non nascondo il fatto che io sia un po’ restia al fidarmi di
te. Chi mi dice che nel momento più importante tu non ci tradisca di nuovo?”.
L’antico
iniziò a camminare avanti ed indietro per il grande salone, poi si fermo
nuovamente davanti ad Elena.
“non
ho niente da darti per poterti convincerti che non vi volterò le spalle ancora,
posso solo chiedere di nuovo la tua fiducia e …”.
“forse
un modo c’è!”.
Bonnie
aveva osservato in silenzio l’antico e nel momento in cui egli aveva
pronunciato la parola fiducia, le era parso chiaro in testa un incantesimo
perfetto per la situazione.
Elijah
aveva rivolto lo sguardo verso la strega, così come tutti gli altri.
“prego?”.
“se
sei veramente convinto che non ci tradirai di nuovo, c’è una cosa che puoi
darci come garanzia.”.
“sarebbe?”.
“la
tua vita!”.
Silenzio.
Tutti si stavano chiedendo cosa avesse in mente Bonnie.
“c’è
un incantesimo di vita o morte sulla parola data. Se tu non tieni fede alla
parola data ti sarà tolta la vita, o al contrario, essa ti sarà salva se non
violerai il patto.
Lo
farai con me, così che anche tu possa avere le tue certezze.”
L’antico
sembrò rifletterci su, mentre Elena guardava Bonnie con uno sguardo abbastanza
eloquente. Voleva che ritirasse le parole dette.
“interessante,
davvero! Ciò nonostante perdonerai la mia presunzione, ma in mille anni ne ho
conosciute di streghe e se c’è una cosa che ho imparato e che un vampiro non ci
si deva mai fidare!”.
Bonnie
lo guardava di sottecchi furiosa, ma non poteva dargli torto. Lei infatti stava
già pensando ad un qualche incantesimo di riserva.
“diciamo
che accetto solo se il patto lo faccio con Elena!”.
Damon
si era istintivamente avvicinato alla ragazza, mentre Stefan l’unica cosa che
si era concesso di fare era stringere i pugni per non far vedere quanto quella
frase lo avesse toccato.
“ok!”.
“COSA?”.
Elena,
buona martire qual era, aveva accettato, mentre gli altri ovviamente erano
tutti contrari.
“ragazzi
ascoltatemi bene! Dobbiamo fidarci davvero l’uno dell’altro, sennò non andremo
da nessuna parte. Io la mia parola l’ho sempre mantenuta, per cui sono sicura
che non violerò mai il patto, non temo la morte.”.
“bè
di questo ce n’eravamo accorti da un pezzo Giovanna D’Arco dei miei stivali!”.
Damon
non sopportava come quella ragazza riuscisse ad infilarsi in tutte le peggio
situazioni del mondo.
Elena
si avvicinò a Damon posando una mano sul braccio di lui per fondergli la sua
sicurezza, provocando ovviamente sentimenti contrastanti in Stefan.
“Damon
fidati della mia sensazione. Andrà tutto bene!”.
Si
guardarono intensamente negli occhi, tanto che Stefan si alzò dalla sua
poltrona per creare una rottura della scenetta in questione.
“credo
che Elena abbia ragione!”.
Effetto
immediato. Tutti si voltarono sconvolti dalla sua intromissione, che pareva
quasi una partecipazione.
“Grazie!”
gli disse Elena, lui si limitò ad osservarla, tanto che lei si voltò per
interrompere tale connessione, cominciava ad avere un battito affrettato del
cuore e non voleva rendere la cosa pubblica.
Elijah
riprese la parola.
“Bene!
Bonnie quanto tempo ti occorre per preparare l’incantesimo?”.
“un
giorno!”.
“allora
ci vediamo domani qui alla stessa ora!”.
E
senza aggiungere altro se ne andò.
L’indomani
alla stessa ora le stesse persone si ritrovarono tutti nello stesso salone del
giorno prima. I divani erano stati spostati per lasciare spazio ad un cerchio
formato da candele, al centro del quale vi era Bonnie seduta a terra a gambe
incrociate, con un pugnale davanti a se e il suo grimorio a fianco.
Tutti
stavano in disparte tranne Elena ed Elijah, che si trovavano rispettivamente in
piedi fuori dal cerchio una a nord e l’altro a sud.
Bonnie
ad occhi chiusi aveva iniziato ad invocare gli spiriti delle streghe antiche e ad
incanalare energia dal mondo a lei circostante. Le luci della casa si spegnerò,
mentre in contemporanea le candele presero ad ardere energicamente.
La
strega prese a parlare in latino antico e l’atmosfera era sempre più tesa.
All’improvviso
si fermò e senza aprire gli occhi invitò Elena ed Elijah ad entrare nel
cerchio.
Una
volta dentro essi, come in precedenza era stato spiegato loro, si avvicinarono
a Bonnie posizionandosi in ginocchio davanti a lei.
La
strega prese il pugnale ed effettuò un taglio sulla mano sia di Elena che di
Elijah, unendoli poi in una stretta di mani.
Elijah
resistette senza sforzo al richiamo del sangue della doppleganger, ci teneva
troppo ad avere la sua fiducia. Un po’ meno fu per Damon, al quale cominciavano
a formarsi alcune vene sotto gli occhi, ma fu solo per un momento, si riprese
subito. Stefan, invece, stava impazzendo. Il suo viso aveva assunto le
sembianze caratteristiche dei vampiri, era debole, troppo. Damon se ne accorse
e con la loro velocità lo prese per un braccio e lo trascinò in giardino.
Stefan non combatté, si lasciò portare via.
Bonnie
intanto aveva ripreso con la sua cantilena. Ripeté l’incantesimo tre volte,
ognuna delle quali sempre più forte. Al termine di esso le candele si spensero
e le luci della casa tornarono a funzionare.
Aprì
gli occhi guardando la sua amica e l’antico.
“
ora se qualcuno di voi non terrà fede al patto, morirà!”.
I
due protagonisti si scambiarono uno sguardo d’intesa ed insieme dissero “non
succederà”.
-----
Il
lunedì mattina Iuli si stava recando alla sua nuova scuola e l’unica cosa a cui
pensava erano i vampiri, la riunione della sera ed al suo tatuaggio a forma di
sole che non aveva spiegazione alcuna. Sarebbe stato quasi affascinante il suo
modo di estraniarsi dal mondo, mentre la sua testa era fra le nuvole, solo se
non si accorgesse di finire investita ogni volta. Fortunatamente, questa volta,
le andò meglio, riuscì solo ad andare a sbattere contro qualcuno e finire a
terra.
“oddio
perdonami!”
Una
ragazza mora molto carina arrivava di corsa anch’essa fra le nuvole ed aveva
travolto in pieno Iuli.
“figurati,
ero sopra pensiero quasi non me ne sono accorta!”.
La
mora aiutò la bionda ad alzarsi, nel frattempo un’altra ragazza che aveva
assistito all’impatto si era avvicinata.
“ehi,
che bella botta!”.
“si,
l’ho travolta povera.” Poi voltandosi verso Iuli le chiese:” sei nuova?”.
“già!
Mi sono appena trasferita e oggi è il mio primo giorno!”.
Le
due morette si scambiarono uno sguardo d’intesa.
“perdonami,
ti avrò già fatto la voglia di andartene. Comunque io sono Elena e lei è la mia
amica Bonnie.”.
“molto
piacere, il mio nome è Iuli”.
Strano
ma vero, ma le due si erano imbattute proprio nella ragazza che Damon aveva
fanno accenno a loro e che non era riuscito a soggiogare.
Lo
sguardo di Bonnie era stato attirato subito da una fonte di energia, ed era il
ciondolo che portava la ragazza. Il lapislazzuli al collo di Iuli avrebbe
permesso a qualsiasi vampiro di camminare alla luce del sole. Bonnie era
rimasta stupefatta e per accertarsi del suo sesto senso, durante la
presentazione strinse la mano a Iuli. La ragazza era umana, non era un vampiro.
“come
mai Mystic Falls?”.
Bonnie
cercava di inquadrare la ragazza.
“mia
madre è morta, perciò sono venuta a vivere con nonna McCullough!”.
Iuli,
sua nonna e la loro mania di chiamarsi per cognome.
“mi dispiace... ma aspetta... McCullough?”.
Aveva
ripetuto Elena.
“sai
che la tua famiglia è una delle fondatrici della città?”.
“Si.”
Rispose fiera Iuli. “mia nonna non faceva che ripeterlo quand’ero piccola. Ora
è peggio!”.
Le
ragazze sorrisero.
“Sai
delle numerose feste a casa Lockwood?”.
“certo.
Sarò presente anche stasera.”
Iuli
non disse nulla a riguardo del consiglio.
“Bene.
Ci potremmo andare assieme se ti fa piacere!”.
“certo
non conosco nessuno, la compagnia mi è sempre gradita!”
Bonnie
ed Elena avrebbero approfittato per conoscere meglio la ragazza.
“se
vuoi ci mettiamo d’accordo dopo in mensa, ora credo sia meglio andare. Non
credo ti faccia bene arrivare in ritardo già il primo giorno!”.
“già,
penso tu abbia ragione!”.
Le
ragazze si incamminarono verso l’entrata, sotto lo sguardo attento e lontano di
Damon.
Ebbene.
Salve.
Elijah
ed Elena hanno fatto un patto di sangue.
Iuli
ha conosciuto Elena e Bonnie.
Stefan
è in crisi interiore e Damon? Ha colmato una delle sue tante curiosità.
Chissà
che accadrà ancora…
A
presto!
Grazie
per seguirmi!
Grazie
a chi recensisce!
|
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Capitolo 4 *** capitolo 4 ***
4
Capitolo 4
Un cellulare suonò, ed una ragazza piuttosto agitata e seria
andò a rispondere.
“pronto?”.
“Iuli! Sono Elena, sei pronta? Due minuti e ti passiamo a
prendere!”.
“oh… che ore sono?”.
“le otto ed un quarto!”.
Iuli aveva perso la cognizione del tempo.
“Elena ho appena fatto addormentare mia nonna. Oggi si è
sentita male e solo ora si è messa tranquilla. Voi andate, cercherò di fare il
più presto possibile!”.
“oh, mi dispiace tanto! Se vuoi ti aspettiamo volentieri!”.
“no, non importa! Sono veloce a prepararmi tranquilla! Ci
vediamo lì! Tempo mezz’ora e sono pronta! Scommettiamo?”.
Elena rise.
“andata!”.
Si salutarono e Iuli in modalità razzo iniziò a prepararsi.
A meno un quarto alle nove, nel grande giardino dei Lockwood,
da un auto scendeva di fretta una ragazza davvero bella. Questa portava i
capelli biondo cenere raccolti in una deliziosa acconciatura che lasciava pochi
boccoli ad incorniciarle il viso. Vestiva un tubino azzurro, senza bretelle,con
una fascia nera sotto il seno, che
fasciava il suo corpo perfettamente. Il colore richiamava i suoi splendidi
occhi. Per completare poi, la sua figura era slanciata da un paio di decolté
tacco 13 nere così come la sua pochette.
Alla porta d’entrata trovò una signora elegante che
accoglieva i nuovi arrivati.
Vide la donna osservarla interrogativa.
“salve sono Iuli McCullough”.
La donna aprì il suo volto in un ampio e sincero sorriso.
“felice di conoscerti, Iuli. Io sono Carol Lockwood!
Benvenuta a Mystic Falls. Prego entra.”
Iuli le sorrise e ringraziandola entrò, ciò nonostante la
signora Lockwood fece a tempo a dirle a bassa voce che il consiglio si sarebbe
riunito alle dieci e che per quell’ora si fosse fatta trovare nel salone
principale, che poi lei stessa l’avrebbe accompagnata alla stanza prescelta.
Iuli le annuì con sguardo d’intesa, e proseguì all’interno
della casa alla ricerca delle sue nuove amiche.
-----
Damon, Elena, Bonnie e Alarick si trovavano vicino ad un
buffet e parlavano della nuova arrivata in città. Avevano risolto il fallimento
del soggiogamento di Damon, con il fatto che, essendo Iuli appartenente ad una
delle famiglia fondatrici, era ovvio usasse verbena. Magari anche a sua
insaputa. Quello che si chiedevano era perché al collo portasse quel ciondolo,
se lei non era un vampiro. Ciò implicava che forse in passato ne aveva avuto a
che fare e forse lei sapeva qualcosa su Klaus e compagnia bella.
Erano tutte domande alle quali speravano presto sarebbero
riusciti a rispondere.
“Di chi state parlando?”.
Elijah si era avvicinato a loro silenziosamente, mentre
ascoltava i loro discorsi. Tutti restarono ammutoliti. Non avevano ancora fatto
abitudine a quella nuova alleanza. Elena ovviamente si sentì in obbligo di
rispondere, così brevemente raccontò la novità del giorno.
Aveva appena terminato quando l’oggetto della loro
conversione fece ingresso in sala, attirando molte attenzioni su di lei. La
ragazza sembrò non accorgersene, anche perché era tutta intenta a raggiungere
Elena. Avvicinandosi si accorse che c’era anche Bonnie e quello splendido sex
simbol che l’aveva quasi investita nel parcheggio della scuola. Per poco, anche
se fu solo un secondo, Iuli perse la sua sicurezza.
“a quanto pare ho perso la scommessa!”.
“sembra proprio di si!”.
Le due si abbracciarono, poi Elena si voltò per presentare
la ragazza agli altri. Restò un momento spiazzata quando notò due espressioni
ambigue sulle facce di Damon ed Elijah.
Il primo guardava Iuli come se stesse avendo una visione. E
così era. Damon era rimasto sconvolto dalla bellezza che quella ragazza aveva e
per un secondo si dimenticò del suo amore per Elena. Il secondo, invece,
fissava la ragazza in modo serio e sospettoso. Elijah, come Damon aveva avuto
l’impressione la prima volta che l’aveva vista, pensava che avesse uno sguardo
al quanto familiare.
Il primo a riprendersi fu proprio quest’ultimo che con fare
galante si presentò.
“molto piacere, io sono Elijah, un amico di famiglia di
Elena.”.
La ragazza porse la mano all’uomo e nello stesso momento che
i due si toccarono un forte calore al cuore l’avvolse. Non sapeva spiegarsi
quella situazione.
“io sono Iuli, molto piacere!”.
L’antico aveva provato in modo un po’ meno accentuato la
stessa cosa. Tuttavia, fu distratto da un’altra cosa.
“hai davvero un bel nome.”.
La ragazza restò titubante un attimo, nessuno aveva mai
fatto dei complimenti al suo nome.
“ti ringrazio. È un nome molto comune nella mia famiglia,
viene tramandato quasi ad ogni generazione!”.
“interessante…”.
Elijah non aggiunse altro, però rimase fermo ad osservare
ogni suo più piccolo particolare.
“finalmente conosco il tuo nome!”.
Damon si era fatto poi subito avanti, eseguendo un vistoso
baciamano.
Iuli non era riuscita a controllare il suo cuore, che
inspiegabilmente aveva iniziato a battere più forte. Distolse subito lo sguardo
dal bel Damon e casualmente lo puntò su un orologio. Mancavano pochi minuti
alle dieci.
“ragazzi se non vi dispiace vado nell’ altra sala a salutare
una persona che avevo intravisto prima all’entrata. Ci vediamo dopo
d’accordo?”.
Gli altri annuirono e la salutarono.
Damon avrebbe voluto raggiungerla, ma doveva andare al
consiglio, per cui avrebbe dovuto rimandare. Si accomiatò dagli altri e andò al
piano di sopra.
“Elijah qualcosa ti turba?”.
Elena lo aveva osservato mentre si presentava a Iuli.
“quella ragazza è davvero interessante.”
“pensi sia un pericolo?”.
Chiese preoccupata Elena. Le piaceva la ragazza, non la
riteneva una cattiva persona, anche se non voleva ammettere le avesse dato
fastidio lo scambio di sguardi che era avvenuto tra lei e Damon.
L’antico ripensò a quella strana emozione che aveva provato
nel toccarla. Quell’emozione lui l’aveva provata più volte in un passato
lontano, si chiedeva perciò cosa potesse mai centrare lei, semplice umana.
Forse però il motivo di tale sentimento era scaturito da quel nome a lui così
familiare.
“no, penso di no.”
“buonasera!”.
Disse una voce apatica alla quale Elena non si era ancora
abituata.
“cosa fai qui?”.
Era diventata tesa tutta all’improvviso.
Lui non rispose, si limitò a fissare un punto davanti a sé,
invitando gli altri a fare lo stesso.
------
Klaus si era autoinvitato alla festa in casa Lockwood. Era
ancora furioso per lo scherzetto che Damon gli aveva rifilato. Gli avevano
nascosto la bara più importante e aveva risvegliato un Elijah al quanto
vendicativo. Stava ancora pensando a chi poteva uccidere per farsi consegnare
la sua bara, quando vide suo fratello che parlava con Elena nell’altro lato
della stanza. Questo ovviamente non gli andava giù, dato che la doppleganger
sembrava davvero tranquilla. Si decise ad andare a spargere un po’ di terrore.
Si stava muovendo in mezzo alla folla, quando uno strano
calore gli strinse il suo cuore ormai morto da mille anni, quella sensazione lo
bloccò anche perché questa poi cambiò. Il calore così com’era arrivato si era
anche trasformato in puro gelo, per poi abbandonarlo e lasciargli in bocca un
retrogusto amaro. Quella sensazione lo aveva un attimo spaesato e rimandato
indietro di molti anni. Si guardò intorno, ma la gente era tanta, e non aveva
fatto caso alla bella ragazza bionda che gli era passata accanto prima. Scrollò
le spalle e cercò di auto convincersi che erano le sue preoccupazione a
giocargli brutti scherzi.
Riprese la direzione di prima e vide che ora si era aggiunto
anche Stefan ed insieme agli altri lo fissavano. Addio effetto sorpresa. Ora
era ancora più arrabbiato.
------
Damon aspettava insieme agli altri concittadini l’arrivo di
Carol Lockwood per un’altra riunione del consiglio. Si stava innervosendo ad
aspettare, poiché lui non vedeva l’ora di mettere le mani sul bel corpo di
Iuli. Questo lo spiazzò. Ancora una volta aveva pensato al corpo di Iuli e non
a quello di Elena. No, qualcosa non andava. Non fece a tempo a fare altri
pensieri poiché Carol fece il suo ingresso nella stanza, accompagnata da Iuli
in persona.
“sono lieta di presentarvi Iuli McCollough e no, non ha
fatto una cura di ringiovanimento. Questa è sua nipote, trasferitasi pochi
giorni fa da Chicago. Ha deciso di prendere il posto di sua nonna nel
consiglio.”
Tutti si alzarono e andarono a presentarsi di buon grado di
fronte a quella giovane ragazza. Iuli, dal canto suo, faticava a concentrarsi
poiché non aveva potuto non notare la presenza fiera di Damon.
Quest’ultimo fu l’ultimo ad accoglierla.
“chi l’avrebbe mai detto? Fan dei vampiri?”.
Damon voleva cercare di dare più risposte possibili alle sue
domande.
Iuli cercava di non passare per debole. Per tutta una vita
aveva combattuto per non farsi mai intimorire da nessuno. Non doveva certo
iniziare ora.
“non direi. Affascinata dalla loro storia, quello si, ma a
dire il vero non ne ho mai visto uno prima!”.
Damon non poté non ghignare.
“cosa c’è di così divertente?”.
Lui non fece a tempo ad aprir bocca che Carol Lockwood li invitò
ad accomodarsi per cominciare la seduta del giorno.
Da bravo gentiluomo Damon fece segno a Iuli di precederlo e
lei un po’ titubante e un po’ lusingata si incamminò verso le sedute dandogli
le spalle. Fu lì che tutto ebbe inizio.
Nella famiglia McCollough ad ogni generazione ogni donna non
aveva mai saputo adempiere al proprio destino, proprio per il fatto che non
sapesse il significato del tatuaggio che ad ognuna compariva sulla schiena,
fino a quando questo non sarebbe apparso alla generazione successiva. A quanto
pare il destino però, aveva fatto in modo che Iuli andasse a Mystic Falls e che
proprio Damon Salvatore vedesse sulla sua nuca un simbolo a lui divenuto
familiare. Un sole. Un simbolo però che trovato inciso sulle mura di una grotta
sotterranea prendeva il significato di ‘vampiro’.
Direi che le cose si fanno interessanti vero?
Chi sarà mai questa Iuli? Elijah toccandola ha provato
piacere, Klaus, invece, no.
Il suo tatuaggio poi è il simbolo vichingo per vampiro..
Spero di avervi incuriosito…
A presto
E grazie per seguirmi!!!
|
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Capitolo 5 *** capitolo 5 ***
5
CAPITOLO 5
“allora facciamo un rapido
resoconto di ieri sera...” .
Alarick Saltzman da bravo
professore qual era cercava di riunire tutte le nuove informazioni che aveva
raccolto durante il party in casa Lockwood della sera precedente.
Erano le 7.00 del mattino
quando Bonnie, Elena, Damon e il professore si erano riuniti nella pensione
Salvatore.
“Abbiamo una strana
diciottenne con un amuleto che permette ai vampiri di camminare alla luce del
sole al collo. Ha un tatuaggio con raffigurato un simbolo vichingo che
significa vampiro, ed è umana. Damon dice che ha partecipato al consiglio, per
cui sa dell’esistenza dei vampiri, ma pare non ne abbia mai visto uno, anche se
è ovvio che a sua insaputa ne ha già incontrati.”.
“uno decisamente figo”.
“si Damon non lo mettiamo in
dubbio!”.
Alarick aveva risposto
ironicamente al bel vampiro, mentre le due ragazze si limitarono a mandargli
occhiatacce.
“poi abbiamo un originario
con seri problemi di conversazioni civili senza minacce.”.
Klaus la sera prima era
arrabbiato più del solito e si era rivolto ad Elena e gli altri minacciandoli
fin da subito. Aveva messo subito in chiaro che rivoleva la bara, che non si
sarebbe fermato di fronte a nulla e che avrebbe avuto solo l’imbarazzo della
scelta su chi uccidere per ottenere quello che voleva.
“dobbiamo trovare un
sotterfugio, qualsiasi cosa per prendere tempo. Ci ha dato un giorno di tempo,
poi inizierà a giocare! Sue testuali parole.”
Tutti iniziarono a guardarsi
negli occhi.
“io potrei…”.
Elena aveva iniziato a
parlare, ma Damon stroncò qualsiasi cosa avesse pensato sul nascere.
“non ci pensare nemmeno! Ho
bisogno di sapere che sei al sicuro!”.
“ma…”
“no!”
“Damon io…”
“ho detto di no!”.
Elena mise il broncio, ma
Damon fu irremovibile.
Bonnie le si avvicinò.
“Damon ha ragione, Elena. Io,
comunque, cercherò di mettermi in contatto con gli spiriti. Spero mi diano
qualche consiglio a riguardo!”.
“ottimo!”.
Alarick stava cercando di
mettere in piedi un qualsiasi piano, ma non sapeva da che parte iniziare.
“Damon tu trova Elijah e vedi
se ha qualche idea da darci, non può non aiutarci!”.
“perfetto… stavo già pensando
di andare a scambiarmi qualche pettegolezzo con l’antico.”
“bene! Direi di rivederci qui
dopo scuola, salvo imprevisti!”.
Tutti annuirono e le due
ragazze seguite dal professore se ne andarono.
“siete patetici!”.
“fratellino, che piacere
sapere che stai sempre dietro la porta ad origliare come un bambino
dispettoso!”.
Stefan ghignò mentre si
avviava verso il tavolino degli alcolici.
“allora illuminaci tu, astuto
Stefan!”.
“oh no Damon. Sai ho appreso
alla grande gli insegnamenti di Katherine. Starò nel retro scena a guardare
quanto siete stupidi e nel farvi ammazzare.”.
Damon gli sorrise, mentre un
secondo dopo stava afferrando Stefan per la gola.
“ti crederei se solo non ti
conoscessi. Sei un debole, proprio come me. Sono sicuro che se Elena fosse in
pericolo, tu non staresti con i pop corn in mano a guardare.”
“lo dici tu!”.
Damon mollò la presa
avvicinandosi di più al viso del fratello.
“si, lo dico io!”.
*
“Elena, la seconda ora ce
l’ho buca per cui penso andrò nella casa delle streghe per chiedere loro
qualsiasi tipo di aiuto!”
“vuoi che venga con te?”.
“non credo sia necessario,
ma…”.
Bonnie stava guardando Elena,
ma il suo sguardo fu attirato da due persone il lontananza. Una era Iuli, che
attraversando il cortile stava per entrare a scuola e l’altra era Caroline che
aveva appena parcheggiato e stava scendendo dall’auto, non molto lontano da
loro.
“ehi Caroline?”.
Anche Elena si era voltata e
guardava la vampira bionda, la quale incamminandosi come nulla fosse, entrò a
scuola.
“se fosse stato un anno fa
avrei potuto credere che non mi avesse sentito, ma ora direi che ci prende per
due fesse. Non trovi che in questi giorni ci abbiamo evitato?”.
Elena era pensierosa.
“avevo il dubbio, ma ora ne
ho avuto la conferma. Si comporta stranamente dal suo compleanno!”.
Bonnie annuì.
“allora facciamo così. Tu
prova a vedere se riesci a mettere alle strette Caroline, proverò anch’io se la
incontro. Inoltre, cerca di scoprire più cose puoi su Iuli!”.
Elena annuì, ed insieme
entrarono a scuola.
*
“cominci ad avere i miei
hobbies non credi?”
Damon aveva trovato Elijah,
fermo poco distante dalla scuola, che pareva osservare i studenti. Si mise al
suo fianco e seguendo il suo sguardo intercetòo l’oggetto del suo interesse.
“bella non trovi?”.
“non è quello che mi
interessa!”.
“No?”.
Ma l’originario non rispose.
Restò a fissare quella ragazza fino a quando questa non entrò a scuola. Stava
poi per voltarsi e andarsene.
“se sai qualcosa non puoi
tacere per te le informazioni, hai un patto!”.
“non con te, però!”.
“vuoi che chiami qui Elena
allora?”.
Damon stava per tirare fuori
il cellulare, ma Elijah gli bloccò il braccio fermandosi con il volto serio ad
una spanna da quello del maggiore dei Salvatore.
“usa quel marchingegno per
dire alla tua amata di portare la ragazza alla pensione oggi!”.
“cos’hai in mente?”.
“fallo!”.
Elijah aveva sillabato
lentamente quella parola.
Damon si stava contorcendo il
fegato dalla rabbia. Odiava essere trattato in quel modo e avrebbe dato
qualsiasi cosa per staccare la testa a quel dannato. Con finta calma si prestò
ad armeggiare col cellulare.
“Fatto. Ora per cortesia
parla!”.
Aveva parlato con i denti
quasi serrati, da quanta rabbia stava cercando di trattenere.
L’originario lo fissò
tranquillo.
“seguimi”.
*
“no no no, aspetta!”.
Elena dopo cento salti
mortali era riuscita ad intercettare la bionda e bloccarla per un braccio.
“oh, ciao Elena. Come stai?
Non ti avevo vista, scusami ma…”.
“stop! Non prendermi in giro,
lo so che mi hai visto arrivare, così come hai sentito stamattina Bonnie
chiamarti!”.
Elena era ferma e decisa, al
contrario di Caroline, la quale sembrava tesa e continuava a guardarsi in giro.
“è successo qualcosa Car?”.
“no, cosa te lo fa pensare è
solo che.. vado di fretta!”.
Caroline era spaventata,
aveva paura del giudizio della sua amica.
“Caroline ci conosciamo da
quando siamo bambine, lo so che c’è qualcosa che non va. Quello che non so è
perché non riesci più a parlare con me, siamo amiche e lo sai che puoi fidarti
di me… di Bonnie...”
“c’è una cosa che non ti ho
detto…”.
Elena annuiva in silenzio,
attendeva che l’amica continuasse.
“ciao Elena!”.
Una ragazza che passava di là
salutò la mora, la quale senza volerlo si voltò senza accorgersene verso la
persona che l’aveva chiamata. Quando tornò verso la sua amica, questa non c’era
più.
“Caroline..” sussurrò triste
Elena.
Le dispiaceva che l’amica non
si confidasse con lei, ed era preoccupata, perché non sapeva cosa le fosse
accaduto.
“ehi parli da sola?”.
Iuli aveva visto Elena e si
era avvicinata per salutarla dato che la sera prima, dopo la riunione, non
l’aveva più vista.
“come? Oh, ciao Iuli. Non
tranquilla non sono ancora impazzita, anche se credimi, non manca tanto!”.
Le due sorrisero complici.
“allora che ci fai in giro
per i corridoi?”.
“avevo ginnastica e sono
fuggita prima! Potrei, però, fare la stessa domanda a te?”.
Iuli le sorrise.
“Elena Gilbert, ed io che
pensavo fossi una ragazza diligente! Io, comunque avevo l’ora buca!”.
“una volta lo pensavo
anch’io…”.
Elena aveva detto quella
frase con un velo di tristezza, ripensando al suo passato, a quando quel mondo
sovrannaturale non la sfiorava neanche nel peggiore dei suoi incubi. Iuli si
accorse del cambiamento d’umore della ragazza, per cui cercò di sviare il
discorso.
“non ti ho più visto ieri
sera!”.
Elena sembrò tornare in sé.
“hai ragione! Scusami, ma
Bonnie si era sentita poco bene e ce ne siamo andate, volevamo salutarti, ma tu
eri…”.
Elena stava per dire “al
consiglio”, ma non sapeva se concludere così la frase o meno. Forse era buona
cosa mettere un paio di carte in tavola.
“senti facciamo una
passeggiata?”.
Iuli era stranita dai vari
cambiamenti di Elena, senza obiettare, però, la seguì.
Mentre camminavano ognuna era
immersa nei propri pensieri. Elena si chiedeva come affrontare l’argomento,
mentre Iuli stava pensando allo strano uomo di nome Elijah e a quel strano, ma
affascinante, Damon.
“Damon mi ha detto che eri al
consiglio ieri sera.”.
Elena aveva optato per un via
al dente via al dolore.
“come…?”.
Iuli l’aveva guardata
interrogativa, e lei le aveva sorriso infondendole comprensione e fiducia.
“tu sai?”.
La doppleganger guardò verso
l’alto e sospirò.
“in questa cittadina ci sono
più segreti di quanto tu immagini…”.
“hai… hai mai visto un
vampiro?”.
Elena sorrise.
“si. Ce ne sono più di quanti
immagini!”.
“sembra quasi che tu li
conosca!”.
Elena si fermò e la guardò
negli occhi.
“non tutti i vampiri sono
cattivi!”.
“era un si?”.
Rise.
“si, Iuli.”.
“come fai ad essere così
tranquilla? Non hai paura di loro?”
“te l’ho detto, non tutti
sono cattivi…”.
La bionda ci pensò su, la sua
curiosità era tanta.
“pensi che potresti farmene
incontrare uno?”.
Elena rifletté un istante.
“hai impegni oggi
pomeriggio?”.
*
“tu sai in quanti fratelli
siamo?”.
Damon cercò di ricordare le
informazioni che aveva dato loro Rebekah.
“mi pare sette se non ricordo
male!”.
Elijah camminava avanti e
indietro davanti al luogo in cui era stata nascosta la bara.
“Niklaus, che come ben sai è
il figlio illegittimo. Io, Rebekah… Finn.. Kol..Heinrich…”.
“l’ultimo era stato ucciso da
un licantropo mi pare…”.
Elijah annuì, mentre la
rabbia fluiva dal ricordo della perdita.
“aspetta.. non sono mai stato
un genio nella matematica, ma se non sbaglio io ne ho contato solo sei. Il
settimo chi era? Non è mai stato menzionato neanche da Rebekah.”
“quando mia madre fu trovata
morta, vicino a lei furono rinvenuti anche i resti inceneriti di qualcuno. Il
vestitino tra la cenere era suo…”.
Damon lo ascoltava attento.
“…la mia sorellina… Iuli!”.
Boom!!!
Ho sganciato la bomba!!!
Piaciuto il capitolo???
Fatemi sapere!!
Bacione
deba
|
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Capitolo 6 *** capitolo 6 ***
6
Capitolo 6
Un
Alarick Saltzman al quanto pensieroso continuava a fare Avanti e indietro per
il salone della pensione Salvatore.
Dopo
la scuola il professore si era recato lì come d’accordo e vi aveva trovato un
Damon sulle nuvole. Il vampiro gli aveva rivelato l’informazione che Elijah,
poche ore prima, gli aveva svelato.
“la
storia si fa interessante!”.
“stefan
per l’amor del cielo, rimani solo se vuoi essere utile, la tua presenza,
altrimenti, inizia a farsi pesante. Non avrei mai pensato che avrei sentito la
mancanza del mangia- coniglietti salviamo la fauna umana.”
Stefan
era rimasto impassibile a braccia conserte, vicino al divano.
“buffo,
eppure mi hai sempre espresso il tuo desiderio di farmi tornare lo Stefan dei
primi del 900, per divertirsi insieme. Che c’è Damon? Non è divertente?”.
“touchè”.
Damon
gli sorrise angelico ed ironico.
Stefan
lentamente prese ad avvicinarsi al tavolino degli alcolici.
“pare
che Elena sia attirata più dai cattivi, allora perché cambiare?”.
Con
calma parlò e si versò da bere.
Il
finto sorriso che aveva Damon sul voltò, scompari’ a quelle parole. Con la
velocità caratteristiche dei vampiri gli si avvicinò.
“ti
ricordo che se io ed Elena ci siamo avvicinati è stato solo per Klaus, che ti
ha ridotto così! La tua rabbia dovresti riversarla sull’uccidere quell’ibrido!”
Stefan
guardò il fratello e non disse altro.
Qualche
secondo dopo arrivò un messaggio a Damon.
“a
quanto pare Elena sta portando qui Iuli per presentarle un vampiro vero!”.
Damon
non sapeva se esserne felice o meno. Non capiva perché quella Iuli non gli stesse
indifferente come dovrebbe.
“fratellino
ti vuoi immolare per la patria?”.
Stefan
guardò il fratello senza emozioni.
“visto
il tuo entusiasmo lo prenderò per un si!”.
Detto
questo Damon si versò del whisky, mentre pensava a come affrontare la
situazione, fu tuttavia distratto da uno spostamento d’aria.
“Oh,
Elijah. Ti offro da bere?”.
“ma
certo…”.
*
“e
questa casa di chi è?”.
Iuli
ed Elena avevano appena parcheggiato di fronte alla pensione Salvatore e si
apprestavano a scendere.
“ehm…
di Damon Salvatore!”.
Iuli
si paralizzò all’istante e cominciò ad andare silenziosamente in
iperventilazione.
“e
perché siamo qui?”.
“sta
calma, avanti seguimi!”.
Elena
si avviò ed entrò senza bussare o suonare. A iuli questo non sfuggì e si
chiedeva quanta confidenza potesse mai avere Elena con Damon per entrare in
casa sua senza neanche annunciarsi. Muta, tuttavia, la seguì.
La
casa dentro era stupefacente, pareva trovarsi in un museo storico con tutti i
cimeli che vi erano, ma quello che la stupì di più fu l’odore confortevole che
l’avvolgeva. Arrivata nel salone vi trovò quello strano uomo, Elijah, Damon, un
altro ragazzo e il professore di storia. -Un
secondo, il professore? - Si chiese.
“professore
Saltzam?”.
L’uomo
era in imbarazzo e si alzò grattandosi la testa.
“ciao
Iuli.”.
La
ragazza lo guardava stranita e Alarick non sapeva che dire, così prese la parola
Elena.
“come
prima ti dicevo, A Mystic Falls stanno succedendo un po’ di cose fuori dal
comune ultimamente…”
Iuli
la guardò ed annuì.
“io
per prima ti ho detto di non essere del tutto normale. Non ti sarà chiaro
quello che sto per dirti, ma io sono diciamo una doppelganger della discendenza
Petrova, per cui sappi che se un giorno mi incontrassi e dovessi comportarmi da
vera stronza, bè sappi che quella non sono io, ma l’altra. Si chiama Katherine
ed è un vampiro.”
“wow…”.
Iuli
sillabò la parola senza entusiasmo. Lei aveva letto a riguardo di questa
doppelganger nei testi antichi trovati in casa di nonna McCoullogh. Certo non
avrebbe pensato che esistesse davvero. L’aveva affascinata molto l’argomento
perché cercava di capire qualcosa sulle discendenze. Questo la riportava al
fatto che era sicura, che lei stessa servisse a qualcosa, l’unico problema era
a cosa.
“tu
saresti la doppelganger?”.
Elena
corrucciò la fronte.
“sai
di cosa parlo?”.
“vedi,
ti avevo accennato al fatto che il mio nome si tramandasse di generazione in
generazione, bè non è tutto. Vedi è strano ma nella mia famiglia, ad ogni
generazione è sempre nata una sola femmina, sempre. Intorno ai diciotto anni a
questa compariva uno strano tatuaggio e ad essa veniva imposto l’uso di una
collana..”. si guardò il petto e prendendo con le dita il suo ciondolò continuò
“… questa collana!”.
Elijah
e Damon si scambiarono uno sguardo, la cosa li interessava molto, ovviamente.
“Ciò
nonostante poi non succedeva nulla e alla generazione successiva le cose erano
sempre uguali. Sono sicura che uno scopo ci deve pur essere, ma finora non ne
sono venuta a capo.” Sbuffò come se fosse esausta e mentalmente lo era. “ Per
questo so della doppelganger. Ho fatto delle ricerche sulle discendenze nei
testi antichi della mia famiglia, e su uno parlava di queste Petrova e del fatto
che sarebbero servite per spezzare una maledizione… e se non ricordo male si
riferiva a quella del sole e della luna, anche se ammetto non capisco cosa
voglia dire”.
Elena
abbassò la testa e sospirò richiamando l’attenzione di Iuli.
“bè
è tutto vero e la maledizione è stata spezzata… non siamo riusciti ad
evitarlo…”.
Elena
ripensava alla morte della zia e poi al fatto che quello aveva provocato
l’allontanamento e il cambiamento di Stefan. Involontariamente alzò lo sguardo
verso di lui e lo trovò ad osservarla, forse lui sapeva a cosa pensava. Aveva
bisogno di lui, del suo Stefan, di quello di cui se ne era innamorata e poi
senza accorgersene spostò lo sguardo su Damon. Non sapeva più che fare.
“spezzata?”.
Iuli
si guardava attorno interrogativa. Dato però che Elena non parlava più, prese
la parola Alarick.
“pensavamo
che la maledizione del sole e della luna una volta spezzata avrebbe permesso ai
vampiri di camminare alla luce del sole e ai licantropi di trasformarsi ogni
volta che volevano, senza tener conto della luna, ma era un falso. La
doppelganger serviva a spezzare la maledizione su un vampiro di nome Klaus.”
A
quel nome Iuli rabbrividì inconsciamente.
“klaus
è uno dei vampiri originari ed ora è un ibrido. La maledizione teneva sopita la
sua parte di licantropo, ora è entrambe le cose ed è fortissimo!”.
“e
il mio sangue gli serve per trasformare i vampiri in ibridi come lui”.
Iuli
tremò per lei.
“e
non hai paura, come fai a stare così tranquilla?”.
Elena
le sorrise.
“ti
ho detto che non manca tanto alla mia pazzia!”.
Iuli
era senza parole, si chiedeva come avessero fatto ad affrontare una storia
così. Poi guardò il resto delle persone
all’interno di quella stanza, soffermandosi più a lungo sulla figura di Damon,
che non le era poi tanto indifferente.
“e
voi che ruolo avete in tutto questo?”.
“io
sono un cacciatore di vampiri!”.
Ammise
Alarick.
“ho
sempre pensato che fosse troppo figo per fare solo il professore”.
Sdrammatizzò
Iuli, scaturendo una risata ad Alarick.
“ti
ringrazio…”.
Damon
era rimasto in silenzio fino a quel momento. Parlando con gli altri, prima,
aveva detto che avrebbe presentato Stefan come vampiro, ma ora preso da chissà
cosa, si accorse di voler essere anche lui sincero.
“ed
io sono un vampiro, come mio fratello! Però più sexy!”.
E
indicò Stefan seduto su una poltrona, dove se ne stava in un apatico silenzio.
“tu
sei cosa?”.
Iuli
era rimasta basita da quella confessione e Damon, alla sua velocità, si
materializzò davanti a lei con un sorrisetto dei suoi.
“un
vampiro!”.
Lei
cercò di non farsi intimidire.
“ah,
allora avevo capito bene!”.
Non
ci credeva, sembrava così umano. Lei si era sempre immaginata che i vampiri
fossero dei prototipi del Conte Dracula, vestiti in smoking e col mantello. Non
un ventenne super figo come Damon Salvatore.
Un
piccolo colpo di tosse spezzò il contatto visivo che si era venuto a creare tra
Iuli e Damon. C’era attrazione fisica tra loro e si vedeva. Lo avevano notato
tutti in quella stanza, pure Elijah e ne sembrava lievemente infastidito.
“pare
che l’unico che non si sia ancora presentato sia io!”.
Iuli
lo osservò e ricordò quel strano calore che l’aveva avvolta la sera precedente
nel toccarlo.
“io
sono un vampiro originario!”.
Iuli
pensò che Elena non scherzava quando diceva che la cittadina ne era piena. Ed
era pure un originario, era come il vip della situazione in teoria.
“sono
il fratello di Klaus e l’ho aiutato nella trasformazione in ibrido!”.
Questa
era stata la rivelazione più shoccante per Iuli. Lei si guardò attorno e vide
che tutti erano tranquilli.
“suppongo
ci sia dell’altro!”.
Ed
Elijah le raccontò del tradimento del fratello, delle bare in cui erano
rinchiusi i componenti della sua famiglia e del fatto che ora cercava vendetta.
Iuli
non seppe perché ma si sentì legata a quelle parole, condivideva gli stati
d’animo del vampiro e chissà perché lo comprendeva.
Rimasero
poi tutti in silenzio e la bionda cominciò a guardarli. Lei aveva chiesto ad
Elena di farle vedere un vampiro, ma invece era entrata a far parte di una cosa
di cui neanche lei sapeva capacitarsene.
“perché
mai mi avete raccontato tutto ciò?”.
Nessuno
le rispose. Elena cercò di prendere la parola, ma Iuli non le aveva lasciato
tempo!
“
voi sapete qualcosa sulla mia discendenza?”.
Le
era sembrata la domanda più sensata, cos’altro poteva centrare lei in tutto
questo?
“a
dire il vero ci stiamo lavorando!”.
Fu
Damon a risponderle.
*
Klaus
fissava le bare mentre beveva un whisky. Aveva lasciato correre quell’emozione,
perché accecato dalla rabbia della bara mancante, ma svegliandosi quel mattino
non poté non riflettere a mente più lucida. Cosa diavolo aveva scaturito quel
gelo intorno al suo cuore? nonostante fossero passati mille anni, ricordava
benissimo quando ancora aveva provato quell’emozione sgradita. Era successo
tutto così in fretta, aveva scoperto cosa bloccava la sua possibile
trasformazione in ibrido e aveva poi scoperto che esisteva qualcuno che avrebbe
potuto annientarlo. La cosa più ovvia e istintiva era stata quella di ottenere
ciò che lo avrebbe completato e annientare il suo pericolo, tuttavia, ancora
oggi, il rimorso in parte lo dilaniava, ma il suo ego per quanto poco era
sempre più grande. Per colpa però di quei dannati Salvatore e compagnia bella,
parte del suo delitto era venuto a galla e aveva dovuto riuccidere Bekah, per
non dover subire la sua ira, ma non era bastato. Riuscivano ad essere sempre un
passo avanti a lui e dalla loro parte ora avevano Elijah. Avrebbe dovuto
parlargli e con qualche cazzata farlo tornare dalla sua parte. Erano pur sempre
fratelli e negli anni, Elijah gli aveva sempre perdonato tutto. Era sicuro che
lo avrebbe fatto ancora e allora nessuno lo avrebbe più fermato.
*
“ci
state lavorando?”.
“a
dire il vero non abbiamo poi tanto in mano, ma confidiamo nella nostra
streghetta!”.
Damon
era di una tranquillità destabilizzante, e Iuli aveva assorbito troppe
informazioni.
“streghetta?”.
Elena
si fece avanti.
“siamo
una compagnia un po’ fuori dal normale. Bonnie è una strega!”.
“ah!”.
Iuli
non riuscì a dire di più di quell’esclamazione, ma ciononostante non era
spaventata, anzi era tranquilla, forse ancora non si era resa conto, ma in quel
momento quella strana sensazione di non appartenenza non c’era. Era sparita col
suo arrivo a Mystic Falls.
*
Erano
ore ormai che Bonnie cercava un contatto con le streghe, ma non ne aveva
ricavato un ragno dal buco, stava pensando di andarsene quando si decise a fare
un ultimo tentativo. Le fiamme delle candele che la circondavano presero ad
ardere con vigore e la strega, nella sua concentrazione, cadde in uno stato di
catalessi. Le immagini che susseguirono furono veloci, sembrava quasi un sogno
o un incubo, che finì quasi subito riportandola con un strattone alla realtà.
Agitata
si alzò e cercò di fare mente locale. Aveva visto la bara in questione, l’aveva
vista aprirsi o meglio aveva visto delle persone aprirla, non li aveva
riconosciuti tutti, ma era certa che due di quelli erano Elijah e Iuli. Era lei
la chiave di tutto?
_________________________________________________________________________
Penso
sia un po’ noioso questo capitolo, ma era necessario spiegare a Iuli in che
storia si trovasse.
Fatemi
sapere le vostre opinioni!!
Grazie
per seguirmi
Un
bacione
Deba
|
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Capitolo 7 *** capitolo 7 ***
7
CAPITOLO 7
Iuli era nel giardino sul retro di casa
Salvatore e stava riflettendo su ciò che aveva appena scoperto e su quello che
presto avrebbe saputo ancora. Bonnie a quanto pare aveva delle informazioni e
sarebbe arrivata da un momento all’ altro.
Elena si trovava seduta sul divano e il
suo sguardo viaggiava da Damon e Stefan, i quali si trovavano rispettivamente
uno da una parte e uno dall’altra della stanza. Damon parlava con Alarick di
cosa Bonnie potesse aver scoperto e di cosa fare con Klaus, il quale si sarebbe
apprestato a compiere qualche catastrofe la sera stessa. Stefan, invece,
osservava Elena. Nonostante avesse provato a spegnere i suoi sentimenti,
l’amore per lei sapeva essere più forte di tutto e Damon aveva ragione, la
colpa era solo di Klaus. A causa sua aveva perso Elena. Lui l’aveva capito fin
da subito che non era come Katherine, a differenza di suo fratello, lui l’aveva
capita e amata subito. In fin dei conti, tra lui e Damon, era suo fratello che
aveva amato veramente Katherine, lui più di una volta si era chiesto se l’amore
per quella vampira era stato vero o solo frutto di un soggiogamento, ma quello
sarebbe stato un dubbio a cui forse non sarebbe mai riuscito rispondere.
Elijah ascoltava i respiri e il battito
del cuore di Iuli, che se ne stava fuori seduta sulla mura. Le coincidenze
erano troppe. Il suo nome, quel tatuaggio e poi quel calore che il suo tocco
aveva scaturito nel suo cuore morto. Si mosse e si decise di raggiungerla.
“disturbo?”.
Elijah si era avvicinato lentamente e in
modo non improvviso.
“ehi.. no, figurati!”.
Lui le sorrise garbatamente e si
appoggiò vicino a dove lei era seduta a gambe incrociate. Il silenzio li
avvolse, ma non era imbarazzante.
“l’altra sera è successa una cosa..”.
Aveva rotto il silenzio Iuli, e quelle
sue parole, ovviamente, attirarono l’attenzione dei due vampiri nel salone.
“quando ci siamo toccati, intendi?”.
Elijah finì la frase per lei.
Lei annuì.
“è successo anche a te?”.
“penso di si!”.
Lei si morse le labbra pensierosa.
Perché lo vedeva come una persona familiare, se era solo la seconda volta in
vita sua che lo incontrava?
“cosa pensi significhi?”.
“non ne sono ancora sicuro a dire il
vero..”.
Lei lo fissò interrogativa.
“sai qualcosa? Di me intendo?”.
Lui si alzò e le porse la mano. Voleva
dirle tutto.
“vieni entriamo, è arrivata la strega!”.
Iuli si perse nello sguardo
dell’originario e si lasciò guidare all’interno della casa.
Bonnie era seria e cercava di far
chiarezza sulle sue visioni.
“ehi Iuli, come stai?”.
La ragazza le sorrise debolmente.
“frastornata!”.
“penso che prima di sentire le novità di
Bonnie, sia il caso che Iuli venga a conoscenza di quello che sappiamo su di
lei!”.
Elijah si era posizionato al centro del
gruppo. Tutti si guardarono e annuirono, tutti pensavano che fosse giusto per
lei sapere. Iuli si irrigidì, non sapeva cosa aspettarsi, ma non vedeva l’ora
di capirne qualcosa di più di lei stessa.
“la tua collana…”.
Iuli istintivamente si toccò il
ciondolo.
“… non è come tutte le altre. Su di essa
è stato fatto un incantesimo. Lo stesso incantesimo che hanno i nostri anelli.”
Lui alzò la sua mostrando l’antico
anello che portava all’anulare e così fece Damon, accompagnato da un sorriso
sghembo dei suoi, mentre Stefan guardava il suo, non curandosi di Iuli.
“l’incantesimo serve a noi vampiri per
camminare alla luce del sole e non venirne bruciati!”
“oh!”.
Iuli fissava il suo ciondolo. Si
chiedeva se davvero il suo cimelio di famiglia servisse a questo e se anche
fosse, a lei cosa poteva mai servire.
“non serve ad altro?”.
Elijah negò con il capo.
“no, ne sono più che sicuro!”.
“è insensato non credi?”.
Il viso dell’originario non mutò.
Iuli si fermò a studiarlo e capì che la
spiegazione non era del tutto finita. Fece un passo verso di lui non distogliendo
lo sguardo nemmeno una volta.
“mille anni fa io e i miei fratelli,
Rebekah e Klaus, abbiamo scritto la storia della nostra famiglia sulle mura di
una grotta ora sotterranea qui a Mystic Falls. All’epoca la lingua da noi usata
era quella vichinga…”.
Si fermò e si avvicinò alla libreria.
Frugò tra dei fogli e ne estrasse uno.
“la scrittura era rappresentata per la
maggior parte da simboli e c’è né uno in particolare che voglio farti vedere.
Questo è il simbolo che tradotto oggi sta per vampiro.”.
Le passò così un foglio con stampata
sopra la foto di un sole e due triangoli isosceli posti sotto di esso. Lei lo
fissò ad occhi sbarrati.
“è impossibile…”.
Indietreggiò fino a sbattere contro un
tavolino. Alzò lo sguardo e vide che tutti erano seri, segno che nessuno
mentiva.
“è il mio tatuaggio…”.
Damon le si avvicinò prendendole il
foglio dalle mani e guardando la foto a sua volta.
“te l’ho visto al consiglio quando mi
sei passata davanti.”.
“ma io non sono un vampiro!”.
“acuta osservazione gioiellino, ci
stiamo lavorando a riguardo!”.
Iuli si sedette su un divano e si perse
nei suoi pensieri. Credeva che si stessero sbagliando perché riteneva
impossibile che il suo scopo fosse essere un vampiro, non aveva senso.
“ok mentre lasciamo che la ragazzina si
faccia le domande ‘chi sono’ ‘cosa faccio’ ‘Dio esiste’, Bonnie illuminaci.”.
Elena fulminò Damon e si sedette vicino
a Iuli per infonderle tranquillità, o almeno il suo scopo era quello.
Bonnie sbuffò e si avvicinò al gruppo.
“ho avuto una fusione con gli spiriti e
ho avuto una visione. Ho visto la bara aprirsi, ma non sono riuscita a vederne
il contenuto, credo che quella visione servisse a fami vedere il modo in cui la
bara dovrebbe aprirsi.”.
“E…? non tenerci sulle spine
streghetta!”.
Ognuno ormai non faceva più caso
all’ironia fuori luogo di Damon, tranne Iuli, ovviamente, che era la nuova.
“non ti facevo così cazzone!”.
Iuli se n’era uscita con quella frase
dal nulla, scaturendo da prima l’incredulità dei presenti, poi la loro ilarità,
perfino quella di Stefan. A parte Damon s’intende.
Quando la situazione tornò alla tensione
standard, Bonnie riprese.
“la visione era sfuocata e cercherò un
modo per chiarire quello che ho visto. Di una cosa sono certa. Servono delle
persone al suo cospetto per aprirla, chi siano, non l’ho ancora scoperto del
tutto. Tra di loro sono riuscita a riconoscerne solo due.”.
“chi Bonnie?”.
“Elijah e Iuli!”.
“chissà perché lo immaginavo!”.
Damon prese a camminare avanti e
indietro, finendo per inerzia al tavolino degli alcolici.
Iuli si chiedeva ancora una volta lei
cosa centrasse.
“sapete cosa c’è in quella bara?”
Elena fissò la bionda.
“non lo sappiamo, ma pensiamo che
qualsiasi cosa ci sia là dentro, ci servirà a uccidere Klaus!”.
“capisco…”.
Il professore si alzò e si avvicinò a
Damon.
“Bonnie riusciresti ad avere una visione
chiara per questa sera?”.
“penso di si, ma dovrei tornare alla
casa e ho bisogno di un paio d’ore!”.
“ok. Damon hai qualche idea per tenere
occupato il nostro bell’ibrido?”.
Il vampiro guardò con rispetto ironico
Alarick, era l’unica idea possibile.
“una cenetta romantica?”.
“dico davvero, cosa…”
“fate silenzio!”.
Era stata una Bonnie allarmata a
parlare.
“cosa…”.
Damon cercava di sapere che diavolo le
prendesse, ma lei portò l’indice alla bocca e si girò verso la porta d’entrata.
Due secondi dopo qualcuno bussò alla porta.
Tutti si guardarono muti e nessuno si
mosse, la porta a sua volta si aprì. I passi del nuovo ospite risuonarono
autoritari.
“è qui la festa?”.
Stefan si sentì ribollire alla sua
presenza e si alzò dalla poltrona.
“già, e non mi pare tu sia stato
invitato, Klaus!”.
L’ibrido puntò i suoi glaciali occhi su
di lui e gli sorrise.
“così mi ferisci lo sai?”.
“peccato sia solo metaforicamente!”.
Klaus ghignò spostando lo sguardo
altrove per chiudere il breve dibattito avvenuto.
“Elijah, fratello mio, ti cercavo.
Vorrei parlarti!”.
Elijah ovviamente sapeva quale fosse lo
scopo del fratello, raggirarlo come era solito fare.
“mi hai trovato. Avanti dì quello che
devi dire!”.
Klaus restò a dir spiazzato dal fratello,
non per le parole dette, ma per il suo sguardo. Era freddo e deciso, non glielo
aveva mai visto. Stava per ribattere, ma la sua concentrazione tornò a
vacillare. Si sentiva in quel modo da quando aveva messo piede in casa
Salvatore. C’era qualcosa lì dentro che minava la sua persona. Si guardò in
giro e incontro due occhi, nascosti dietro l’esile figura della doppelganger.
“credo che nessuno mi abbia concesso
l’onore di presentarci!”.
Damon istintivamente si parò davanti a
Iuli, ciò che sorprese di più Klaus fu che anche Elijah lo fece. Questa nuova
scoperta lo elettrizzava, chi era mai quella giovane ragazza da destare così
tanti gentiluomini?
“Klaus credo che dobbiamo sederci e
cercare di arrivare ad un accordo, non credi?”.
L’ibrido fissò il maggiore Salvatore e
gli rise in faccia.
“dici davvero? E sentiamo quale accordo
vorresti mai fare con me?”.
“è meglio parlarne con calma e
civilmente. Una cenetta stasera tesoro?”.
Klaus aveva sempre pensato che se Damon
non fosse stato suo nemico e non amasse così incondizionatamente, sarebbe stato
un ottimo compagno di avventure.
“d’accordo. Sono proprio curioso!”.
Damon sorrise forzato.
“bene. Elijah e Stefan potete venire
anche voi.”.
“perché no?”.
Concordò Klaus.
“mi rifiuto!”
Stefan non voleva starsene seduto come
nulla fosse con Klaus.
“Su fratellino, non fare il cazzone
anche tu… ci divertiremo a passare il
tempo fra uomini!”.
Stefan lo fulminò con lo sguardo, ma
aveva capito il suggerimento subliminale del fratello.
“fantastico, quello era un si!”.
Disse ironico Damon a Klaus.
“ma essendo tre contro uno, sarei
gradito ospitarvi nella mia casa!”.
I tre si lanciarono uno sguardo
eloquente ed acconsentirono. Tutti pensavano che fosse una cosa stupida andare
nella tana del lupo, ma almeno avrebbero potuto tenerlo d’occhio fino a quando
Bonnie sarebbe venuta a capo della sua visione.
“bene. A stasera!”.
Prima di andarsene però fissò Iuli.
“ci conosceremo prima o dopo!”.
Detto ciò sparì. Iuli sentiva il gelo
che aveva provato fino ad allora, sciogliersi pian piano.
La tensione si percepiva nell’aria.
“siete impazziti voi tre ad andare a
casa sua?”.
“non vedo altre alternative Elena!”.
Per quanto poco, Damon aveva ragione ed
Elena lo sapeva.
“fate attenzione però!”.
“come sempre!”.
Elena gli lanciò uno sguardo più che
eloquente, e lo stesso fece a Stefan, il quale ne restò sorpreso.
“io vado alla casa allora, appena ho
nuove informazione ti scrivo Damon!”.
Detto questo Bonnie prese le sue cose e
si precipitò nel bosco.
“io che faccio?”.
Iuli si sentiva di troppo.
Strano ma vero, le rispose Stefan.
“tu ed Elena starete nella tua casa, se
non sbaglio non hai dato a nessun vampiro il permesso di entrare, sarete al
sicuro!”.
“Fratellino, mi stupisci!”.
“come sempre!”.
Stefan usò le stesse parole che Damon
aveva usato pochi secondi prima con Elena per poi lasciare la stanza.
Ecco a voi il 7’ capitolo…
La storia si evolve… chissà che
succederà adesso..
Al prossimo capitolo!
deba
|
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Capitolo 8 *** capitolo 8 ***
8
CAPITOLO 8
Suonarono alla porta di casa McCoullogh
ed Iuli si precipitò pensando fosse Elena, la quale dopo averla accompagnata
era andata a casa sua per prendere il pigiama e un po’ di cose. Avevano deciso
di cogliere la serata per fare un pigiama party. Si, insomma, una cosa normale
nel paese delle meraviglie.
“ciao gioiellino. Inizi tu a pettinarmi
i capelli?”.
“Damon?”.
Il vampiro dallo sguardo glaciale
occupava l’entrata con il suo corpo e le braccia tese da parte a parte
dell’ingresso.
“sorpresa!”.
“cosa fai qua?”.
Iuli stava avvampando nonostante fosse
in canottiera e pantaloncini corti.
“Bel pigiamino!”.
Damon la squadrò molto lentamente da
testa a piedi.
“te lo presto se ci tieni proprio!”.
Damon distolse il suo raggi X per
guardarla negli occhi furbi.
Si fissarono un paio di secondi poi lui
parlò.
“sono passato di qua, prima di andare
alla cenetta romantica di stasera, per vedere se fossi impazzita o meno!”.
Damon non l’avrebbe mai ammesso, ma era
preoccupato per Iuli e per il casino in cui si stava addentrando. Lei rimase
colpita dal suo interessamento. Non capiva. A volte sembrava davvero uno
stronzo, altre davvero umano. Qual era il vero Damon?
“non lo so neanche io a dire vero. Quello
che più mi spaventa è il fatto che ho accettato tutto in modo troppo normale.
Non mi spiego neanche io la mia reazione.”.
“forse era destino che ne entrassi a far
parte!”.
“tu dici?”.
Lei si perse in quegli occhi e così fece
lui.
“l’importante non è quello che penso io,
è quello che senti tu!”.
Lei gli sorrise dolcemente, forse troppo
e lui si risvegliò tornando in se.
“vuoi un abbraccio di incoraggiamento?”.
La stessa Iuli si era resa conto della
rottura dell’atmosfera.
“non ti inviterò ad entrare Damon
Salvatore!”.
Lui sorrise sghembo poi il suo telefono
vibrò.
“un’altra volta allora. Buona notte
gioiellino.”
E sparì nella notte.
*
Elena stava uscendo di casa e si
apprestava a raggiungere la macchina, quando una folata di vento l’avvertì
della presenza di qualcuno.
Si guardò in giro in allerta e non
vedendo nessuno, aumentò il passo. Aprì lo sportello e ci buttò dentro lo
zaino. Si girò per salire quando si trovò una figura davanti.
“stefan! Mi hai spaventata! Cosa fai
qui?”.
Lui la fissava serio, poi alzò le
spalle.
“passavo di qua e ti ho vista!”.
Elena era a disagio e non sapeva cosa
dire.
“avete niente in mente di come
affrontare la serata con Klaus?”.
Stefan si sentiva più o meno come lei.
“no, andremo alla sbaraglio!”.
“sta attento... state.. attenti!”.
Si corresse subito. Non sapeva come
comportarsi con lui e non sapeva cosa aspettarsi.
“Elena, io…”.
Voleva parlare di questo triangolo che
si era andato a formare, ma il suo cellulare vibrò, segno che era ora di
andare.
“si, Stefan?”.
Elena era come speranzosa di sentirsi
dire chissà che cosa.
“..io devo andare.”.
La faccia di Elena era molto eloquente,
era delusa e non lo nascose.
“si, anch’io. Iuli mi sta aspettando!”.
Stefan voleva fare e dire tante cose, ma
quello che era diventato glielo impediva.
“Elena.. puoi scrivermi quando arrivi…
giusto per sapere che sei al sicuro?”.
Ovviamente lei ne rimase stupita, e
logicamente contenta. Lui dimostrava interesse per lei, e lei non poteva che
esserne felice.
“si certo!”.
Detto ciò salì in macchina e se ne andò.
Per Stefan quella era stata una frase
convenzionale. Lui l’avrebbe seguita da lontano, non l’avrebbe lasciata sola,
mai più.
*
Bonnie non sapeva chi altro invocare.
Era riuscita solo due volte a tornare nella dimensione dove la sua mente era
connessa con gli spiriti, ma la linea era come disturbata. Vide di nuovo quelle
persone in fronte alla bara che contemporaneamente sollevavano il coperchio.
Solo un nuovo particolare era riuscita a distinguere. Il numero delle persone.
Erano in cinque.
Per logica forse era ovvio chi fossero
le altre persone, ma non voleva sbagliarsi, questa volta tutto doveva andare
nel modo più perfetto possibile!
Si risedette nel cerchio di candele e
ripeté dall’inizio il rituale.
*
Una ragazza al quanto sexy e al quanto
soggiogata aprì la porta ai due fratelli Salvatore ed Elijah.
“prego, seguitemi!”.
Disse in modo sensuale.
Nessuno dei tre degnò di uno sguardo la ragazza,
nemmeno Damon. La loro mente era tutta occupata a quello che spettava loro
quella sera.
“o finalmente siete arrivati. Iniziavo a
preoccuparmi. Prego accomodatevi.”
Klaus se ne stava beatamente seduto su
una sedia ad un tavolo apparecchiato per quattro. Teneva in mano un calice di
vino rosso e sorrideva al nulla.
I tre lo guardavano attenti. Chissà
perché, ma si aspettavano di veder sbucare un paletto da ogni angolazione.
“signori, non vorrete stare tutta la
sera in piedi… per cortesia, sedetevi!”.
L’ultima parte fu digrignata tra i denti
di un sorriso gelido.
Gli ospiti si mossero e si sedettero
alla tavola ben imbandita.
Dopo un paio di minuti Klaus alzò come
segno di brindisi.
“non trovate fantastico noi quattro uomini
seduti qui assieme?”.
“per niente!”.
Stefan non sopportava stargli seduto
davanti, faccia a faccia, e non fare nulla.
“fratellino, tranquillo, non abbiamo
neanche finito la prima portata!”.
Stefan lo ignorò e fissò lo sguardo sul
suo piatto.
Damon sollevò lo sguardo e sorrise come
per dire ‘sono ragazzi’.
Kalus sorrise annuendo.
“nonostante tutto, eccovi qua ancora
assieme. Il legame fraterno è davvero solido. Non trovi Elijah? Anche noi
abbiamo litigato spesso nel corso dei secoli, eppure alla fine, la famiglia è
sempre venuta prima di tutto!”.
Elijah sapeva benissimo cosa stava
cercando di fare Klaus.
“già… direi che dopo tutti questi secoli
forse le cose si possono cambiare!”
Klaus guardò il fratello come
dispiaciuto.
“fratello, non sarai ancora arrabbiato?
Alla fine ti avevo riunito con la nostra famiglia, no?”.
Elijah ingoiò il boccone che aveva in
bocca ed educatamente si pulì la bocca.
“non prenderti gioco di me Niklaus!”.
Klaus si fece serio all’improvviso.
“non l’ho mai fatto Elijah. Alla fine
voglio quello che vuoi tu: riunire la nostra famiglia. Se non mi volti le
spalle ti prometto che quel sogno sarà presto realtà!”.
Elijah parve riflettere sulle parole del
fratello.
“rifletterò molto da che parte stare!”.
Klaus sorrise soddisfatto, a lui bastava
ciò, credeva di aver già in pugno il fratello, ma lui non sapeva. Non sapeva
che c’era un patto di sangue, e soprattutto, che c’era Iuli.
Era grazie a ciò che i fratelli
Salvatore rimasero seduti a tavola senza scomporsi e agitarsi. Ciò nonostante Klaus
lo notò. Li vedeva decisamente tranquilli, per cui cercò un pretesto per
movimentare la serata.
“E la bella Elena dove si trova stasera,
quando entrambi siete qui?”.
Stefan ruppe il calice che teneva fra le
mani.
“non vedo cosa possa centrare. Dobbiamo
parlare di affari stasera! Non credo sia opportuno tirar fuori questo
argomento!”.
Klaus rise.
“buffò la storia si ripete, per di più
con la stessa ragazza, più o meno…”.
Stefan si alzò in piedi brusco.
“me ne vado!”.
Damon gli si fece vicino e cercò di
calmarlo.
Gli occhi di Damon sapevano valere più
di mille parole, Stefan annuì e prese di nuovo posto.
“vedete il fatto è, che parlando di
affari, Elena è affar mio, insomma è la mia fonte di potere, no?”.
Stefan strinse le mani a pugno, pur di
non scatenare la rabbia verso Klaus.
Damon cercava di non mettere fine alla
serata , dato che Bonnie non si era ancora fatta sentire.
“e poi.. la vostra Elena sta giocando al
pigiama party con la nuova amichetta, perciò perché disturbarle?”.
I tre vampiri si agitarono. Quella era
una minaccia bella e buona e nemmeno Damon riuscì a trattenersi.
“prova a far loro del male…”
“ma io non voglio far niente, tutto
dipende da voi e da cosa avete intenzione di farmi stasera!”.
I tre ospiti si guardarono l’uno l’altro
per poi risedersi composti a tavola.
“sbaglio o ti avevo detto di mandar via
i tuoi ibridi dalla città?”.
Stefan cercava di essere calmo, ma
faceva fatica.
“mi sottovaluti Stefan se pensi che non
abbia mantenuto la parola data. Posso pur sempre ammaliare vampiri ed umani non
credi?”
Stefan non disse nulla e riprese a
fissare il suo piatto.
A fine cena Klaus attirò la loro
attenzione sulle trattative.
“quale accordo vorreste propormi
allora?”.
“semplice, noi ti ridiamo la bara, tu te
ne vai da Mistic Falls per… sempre? ”.
Klaus non sembrò pensarci neanche un
attimo.
“il problema è che io non me ne andrò
mai senza Elena, come detto prima, è la mia fonte di potere, con lei posso
creare il mio esercito di ibridi che combattono chi mi oppone. Non la posso
certo lasciare in mano vostra; quanto tempo passerebbe prima che la vostra
faida per il suo amore prenda il sopravvento e uno di voi stupidi trasformi o
peggio uccida la mia doppelganger?”.
Prese il calice in mano e ne bevve un
sorso, mentre sia Damon che Stefan serravano le mascelle dalla rabbia, poiché
in parte sapevano la veridicità che c’era in quelle parole.
“signori, voi due siete le cosa peggiore
per Elena Gilbert!”.
Damon stava per scattare quando un vibro
annunciò l’arrivo di un messaggio. Lo lesse e dopo un breve sguardo a suo
fratello, si alzò teso.
“credo avrò bisogno di prendere aria!”.
Mentre Damon usciva, Klaus si avvicinò a
Stefan e lo ammaliò.
“Segui tuo fratello poi riportami se fa
qualcosa di poco educato nei miei confronti!”.
Stefan sbatté le palpebre, poi composto
seguì la scia del fratello.
“quando l’ammaliamento sarà finito, sai
che Stefan si arrabbierà molto per averlo soggiogato di nuovo!”.
Klaus sorrise versandosi dell’altro
vino.
“non lo farà. Ama troppo Elena!”.
Elijah fece segno di versare del vino
anche nel suo calice.
“non parlo certo di stasera!”.
Klaus sorrise sicuro di se, poi prese il
suo calice e lo avvicinò a quello di Elijah per brindare.
Un paio di minuti dopo i fratelli
Salvatore non erano ancora tornati.
“dove sono andati quei Salvatore, non mi
piace la loro prolungata assenza!”.
In quel preciso istante arrivò un sms ad
Elijah, e Damon e Stefan fecero il loro ingresso in sala.
Klaus li fissò irritato per poi
rivolgersi a Stefan.
“hai niente da dirmi?”.
Con l’ironia tipica dei Salvatore gli
rispose.
“No... Oh, aspetta, dimenticavo di dirti
che ho iniziato a prendere in grandi quantità la verbena, e direi che ha avuto
un ottimo risultato, dato il tuo mancato soggiogamento!”
Klaus buttò la sua calma e sfogò la sua
rabbia.
“dove diavolo siete andati voi due?”.
Nel frattempo Elijah si era alzato e si
era avvicinato ai Salvatore.
“sei uno stupido se pensi che abbiamo
lasciato le ragazze senza protezione!”.
Klaus prese il tavolo, in cui pochi attimi
prima fingevano tutti un’allegra cenetta, e lo scaraventò verso il camino
acceso.
“cosa avete in mente?”.
Damon sorrise.
“dato il tuo mancato consenso alla
nostra proposta, bè ce ne siamo creati un’altra e l’abbia anche messa in atto.”
Klaus afferrò il primo Salvatore a tiro,
ovvero Stefan, e gli infilò una mano sul costato, sotto l’altezza del cuore.
Con la mano libera prese il cellulare e scrisse un messaggio ai tre che aveva
assoldato per tenere d’occhio la doppelganger.
Riposto il telefono in tasca, fissò
Damon furioso.
“cosa…”.
Klaus non finì la frase perché alle
spalle di Stefan comparì una figura che lo fece tremare e allontanare da lì,
lasciando il vampiro a terra sofferente.
“cosa avete fatto?”.
Rebekah avanzava bella e tenebrosa nel
suo abito rosso, affascinante in tutta la sua rabbia. I suoi occhi saettavano
verso Klaus. Quest’ultimo perse tutta la sua sicurezza, mentre il panico lo
invadeva e la sua mente ragionava su una possibile via di fuga.
“quanto tempo…”.
“…fratellino..”.
Due voci alle spalle di Klaus lo fecero
bloccare e sudare freddo se possibile. Lentamente si voltò pregando chissà che
Dio, che fosse tutto frutto della sua mente, ma purtroppo così non era.
“finn... Kol… no...”.
I due originali guardavano schifati il
fratello.
Elijah si voltò verso i Salvatore e con
un cenno della testa li invitò ad uscire.
Bene bene.
Ho preso e modificato in parte la scena
della 3x13.
Il nostro Klaus si trova proprio in
brutte acque.
Sono stati furbi i nostri beniamini, si
si!
Ora gli originals sono al completo. La
famiglia è di nuovo riunita.. o quasi..
Alla prossima
bacio
|
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Capitolo 9 *** capitolo 9 ***
9
CAPITOLO 9
Elena
e Iuli se ne stavano sedute sul grande letto matrimoniale in camera di
quest’ultima, con una mega scatola di gelato nel mezzo e loro con un cucchiaio
alla mano per una, mangiavano e chiacchieravano.
“wow..
non ci posso credere. Io non saprei restare così calma come sei tu, dopo tutto
quello che mi hai raccontato. E Stefan? Insomma, dopo tutto quello che avete
passato, non vedo perché buttare via una magnifica storia d’amore!”.
Elena
aveva raccontato in dettaglio la sua vita nell’ultimo anno e Iuli stava
mettendo a voce i suoi pensieri.
“questo
Klaus poi.. è davvero un mostro! Sai ti devo confessare una cosa a proposito…”.
Iuli
si era fatta seria e di conseguenza anche Elena, soprattutto per chi era
l’oggetto della loro discussione.
“dimmi…”
“bè
è strano, ma quando si parla di Klaus mi vengono i brividi lungo la schiena e
una strana sensazione di gelo mi avvolge il cuore e mi entra quasi nelle ossa.
È davvero fastidioso. L’ho provata l’altra sera mentre camminavo tra la gente,
ma in modo lieve per cui non ci ho fatto più di tanto caso. Oggi, invece, un
altro brivido quando parlavate di lui, e la sensazione si è fatta più forte
quando è entrato in casa!”.
Elena
la guardava trattenendo il sospiro. Damon le aveva detto che il settimo originale
aveva nome Iuli e c’era una vaga possibilità che fosse lei, anche se non si
sapeva come ciò fosse possibile, ma ormai ne avevano viste così tante che era
credibile anche questa possibilità.
“bè
Iuli io non so davvero cosa dirti..”.
La
bionda era soprapensiero e quasi si era dimenticata di lei. Pensava e ragionava
a voce alta.
“e
poi.. con Elijah mi è successo lo stesso, solo il contrario. Quando sono vicino
a lui, un dolce calore mi avvolge il cuore, come se provassi affetto per lui,
ma insomma è solo la seconda volta che lo vedo, com’è possibile?”.
Continuava
ad osservare la scatola di gelato come se da un momento all’altro vi potesse
uscire la risposta che cercava, Elena dal canto suo voleva metterla al corrente
di quello che sapeva.
“Iuli,
Damon mi ha detto una cosa che gli ha riferito Elijah…”.
Al
nome di Damon, Iuli prestò titubante la sua attenzione alla moretta.
“…
pare che gli originali siano sette, di cui cinque viventi… più o meno. Rebekah,
prima che la accoltellassi…”.
Ed
Elena prese un grande respiro, poiché si sentiva ancora terribilmente in colpa.
“…
mi disse che Heinrik, suo fratello, fu ucciso dai licantropi e in seguito a
quello sua madre e suo padre decisero di trasformare i loro figli in vampiri,
per non dover più fuggire e poterli affrontare.”.
Iuli
l’ascoltava rapita.
“cavoli,
messa così non si può farne neanche una colpa alla madre per aver trasformato
la sua famiglia… insomma lo ha fatto per il loro bene. Il fatto che poi abbia
creato dei mostri, bè lì è un effetto collaterale, credo.”
“già
lo credo anch’io…. Però nessuno aveva mai menzionato dell’ipotetica morte del
settimo fratello.. fino a ieri!”.
La
bionda guardò la sua amica e la incitò con lo sguardo a continuare.
“sai
che Klaus era figlio di una relazione avvenuta con un licantropo.”.
“si!”.
Annuì
Iuli.
“dopo
che furono trasformati sua madre fece quella maledizione per rilegare la parte
di licantropo di Klaus. Lui però era così in collera con lei, che finì con
l’ucciderla.”.
“ha
ucciso sua madre? Dopo che lei era andata contro natura per salvarli?”.
Iuli
si stava inspiegabilmente arrabbiando.
“si!
Bè vedi Elijah ci ha rivelato che quella notte, accanto al corpo della madre,
furono trovate le ceneri anche della sorella, ovvero il settimo originale!”.
“allora
lui ha ucciso anche la sorella, perché mai?”.
Elena
titubante rispose.
“a
dire il vero non sappiamo nulla, ma non è questo l’importante. Vedi, il fatto è
che il nome di quell’originale era… Iuli!”.
Elena
guardò la ragazza, aspettando una reazione. Iuli intanto rifletteva sulle
parole di Elena, fino a quando non intuì lontanamente cosa forse la mora
cercava di dirle.
“pensi
che io abbia qualche legame con quella perché ha il mio nome?”.
Elena
alzò le mani in segno di calma.
“io
non so…”.
La
frase morì a metà perché il suono simile allo schianto di una finestra rotta,
le fece mettere sull’attenti.
“cos’è
stato?”
“non
lo so proveniva dal piano di sotto… forse mia nonna si è alzata da letto e
sbadatamente ha rotto qualcosa…”.
Iuli
uscì dalla stanza seguita da Elena e andando verso il piano inferiore.
A
metà scala si accorse che la porta era socchiusa e un brivido, non di freddo,
la allarmò.
“ho
una brutta sensazione …”.
“siamo
in due allora!”.
Iuli
fece un altro scalino.
“nonna?”.
Nessuno
rispose.
Scese
le scale, sentirono un rumore provenire dalla cucina. Lentamente si avviarono
verso la suddetta stanza, una volta lì un urlo squarciò l’aria. Era stata Iuli
a gridare. Nonna McCoullogh giaceva a terra in una pozza di sangue, proveniente
dal morso mostruoso che aveva alla gola.
“nonna…
ti prego rispondi… nonna!”.
Le
si era inginocchiata a fianco e cercava di rianimarla. Elena lentamente le si
avvicinò e si accorse che non vi era più nulla da fare.
“Iuli…
è morta. Fermati!”.
La
ragazza piangeva disperata. L’ultimo membro della sua famiglia l’aveva lasciata
e non voleva accettarlo.
Uno
spostamento d’aria e un mezzo urlo, tuttavia, la fecero distrarre. Un vampiro
teneva per la gola Elena, la quale le urlava di scappare. Non appena si alzò,
un’altra persona sbucò da dietro il vampiro, ma non sembrava un vampiro. Era infatti
un umano, armato di coltello. La situazione sembrava degenerare in peggio,
quando un paio di frecce scoccate dal nulla, ferirono mortalmente l’umano e
tanto da fa perdere la sua presa su Elena al vampiro. Poi di corsa arrivò il
professore Saltzman che con un paletto mise fine alla vita del vampiro.
“ragazze
tutto bene?”
Elena
annuì, mentre Iuli ancora scioccata si accasciava lentamente a terra.
“cos’è
successo?”.
“Damon
e Stefan hanno messo me e Caroline…”. La vampira se ne stava infatti fuori
dalla porta, poiché non aveva il permesso di entrare. “all’erta, qualora Klaus
avesse dato di matto e infatti così è stato. Aveva ammaliato due vampiri e un
umano. Questo deve essere entrato in casa e costretto tua nonna a far entrare
il vampiro. Io… mi dispiace Iuli, non sono riuscito a salvare tua nonna…”.
La
biondina alzò il viso rigato di lacrime verso il professore.
“non
è sua la colpa…”.
“Iuli!”.
“Elena!”.
Rispettivamente
Damon e Stefan erano arrivati.
Iuli
si stava rialzando e nel farlo non accettò l’aiuto che Elena le stava volgendo.
Era furiosa e non sapeva darsi pace. Guardò Damon, il quale la fissava
incolore, ma dentro di sé preoccupato per lo sguardo che leggeva nel viso di
lei.
“posso
entr…”.
“NO!”.
Damon
non aveva neanche terminato la frase, che Iuli lo aveva subito fermato.
“nessun
altro vampiro varcherà quella soglia!”.
Damon
era dispiaciuto e avrebbe voluto abbracciarla, si sarebbe messo anche a
pregarla, ma quello non era il momento di perdere tempo.
“Iuli,
ho bisogno che tu sia forte e venga con me…”.
La
ragazza lo guardò senza dire niente.
“Bonnie
ha capito come aprire la bara. Abbiamo bisogno di te. Tu sei la chiave, tu e
gli altri originali, non sappiamo perché, ma è così. Loro stanno mettendo fuori
uso Klaus e poi ci raggiungeranno alla grotta. Se vuoi vendicare la morte di
tua nonna, vieni con me e aiutaci ad aprire quella bara!”.
Iuli
guardava nel vuoto, cercava di accantonare il dolore e ritornare lucida, dopo
un tempo che sembrava infinito, tornò in sé.
“muoviamoci!”
Arrivarono
alla grotta in contemporanea con gli originali.
Appena
Rebekah vide Elena, la prese per la gola.
“tu…
mi hai pugnalato alle spalle…”.
Elena
faticava a respirare, mentre contemporaneamente Damon strinse una mano intorno
al collo della vampira ed Elijah intorno al braccio sempre di lei.
“Bekah,
non siamo qui per questo. Lasciala stare, non abbiamo tempo per le tue manie da
prima donna!”.
La
vampira con faccia schifata mollò la presa.
“ti
adoro sorella!”.
Un
ragazzo che dimostrava all’incirca diciasette anni si fece avanti spavaldo.
“Kol
non darle corda!”.
Il
vampiro ghignò.
Un
altro si fece avanti.
“vogliamo
sbrigarci? Niklaus non resterà con il collo rotto ancora per molto! Che
dobbiamo fare?”.
Bonnie
si fece avanti.
“farò
in modo che possiate varcare la barriera alle mie spalle, che impedisce a voi
vampiri di entrare, ma dovete fare in fretta, è potente e non so per quanto
tempo riuscirò a tenervi dentro!”.
Elijah
si fece avanti.
“cosa
dobbiamo fare una volta lì?”.
“dovete
farvi un taglio sulla mano, la bara dovrebbe aprirsi con il vostro sangue!”.
“Dovrebbe?”.
Rebekah
non sembrava convinta.
“Deve!”.
Le
rispose ferma la strega.
La
vampira alzò le spalle e si girò verso i suoi fratelli.
Elijah
prese di nuovo le redini della situazione in mano.
“ok
avanti. Qualsiasi cosa ci sarà in quella bara è la nostra salvezza, per cui
sbrighiamoci, mettiamoci in fila e una volta che la strega aprirà il varco
faremo come ha detto.”
Finn
che sembrava il più ragionevole lo affiancò subito, gli altri lo fecero, ma con
riluttanza.
Bonnie
prese in mano una candela, poi si voltò verso i suoi amici.
“Iuli,
anche tu devi andare con loro!”.
Al
nome della ragazza i tre originari neo svegliati si voltarono a guardare la
ragazza.
“che
scherzo è mai questo?”. Era stata la stessa Rebekah scioccata a parlare.
“non
ne siamo ancora sicuri Bekah, ma credo che lei abbia un legame con la nostra
sorellina!”.
I
tre originali erano sconvolti dalle parole di Elijah, tutti volevano molto bene
alla loro sorellina.
Iuli,
intanto, spinta dalla rabbia provocata dalla morte della nonna si avvicinò ad
Alarick.
“ha
un coltello professore?”.
Frenetico
l’uomo gliene passò uno e lei si avvicinò al gruppo di originali, i quali le
fecero spazio ancora increduli.
“iniziamo!”.
Bonnie
invocò gli spiriti delle streghe e l’energia degli elementi intorno a lei.
L’atmosfera si fece surreale e cupa, ma quando le fiamme si alzarono lei si
bloccò.
“fate
presto, non ce la farò per tanto!”.
Gli
originali e Iuli si avvicinarono alla bara. I vampiri si tagliarono la mano con
i canini, mentre Iuli strinse a pugnò la sua mano attorno alla lama del piccolo
pugnale e senza emettere nemmeno una smorfia di dolore si tagliò. Non era nulla
in confronto a quello che aveva provato prima di fronte alla nonna.
I
vampiri posarono la loro mano sulla fessura per aprire la bara e una volta che
anche Iuli vi pose la sua, il rumore simile ad un tronco che si spezza risuonò
nell’aria.
Tutti
tirarono indietro le mani e si guardarono senza parole.
“non
resisto più…”.
Bonnie
era allo stremo delle forze, cercava di combattere un incantesimo di mille
anni, e stremata si lasciò andare. La candela si spense e lei cadde a terra,
mentre i vampiri vicino alla bara furono risucchiati indietro andando a
sbattere contro le mura, al di fuori della barriera. Solo Iuli era rimasta
vicino alla bara la quale si stava lentamente aprendo.
Una
luce accecante la costrinse a coprirsi gli occhi e ad indietreggiare.
Quando
questa iniziò a svanire Iuli aprì piano gli occhi per mettere a fuoco la figura
che c’era davanti a lei.
“chi
sei?”.
“sono
tua madre, mia piccola Iuli!”
*******
E così la bara è
stata aperta!!!
E adesso???
Chissà che mi
invento per il prossimo capitolo!!!
Xoxo
Deba
Ps: thanks so
much a chi mi segue
Ma special thanks a robiva e cielonavarra per
le recensioni =)
|
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Capitolo 10 *** capitolo 10 ***
10
CAPITOLO 10
“Chi sei?”
“sono tua madre, mia piccola Iuli!”.
Iuli guardava esterrefatta quella donna
davanti a se. Era bella, un po’ più alta di lei, con dei lunghi capelli mossi,
ma dello stesso colore dei suoi. I suoi occhi, non si accorse, ma erano come i
suoi. Così come quelli di Rebekah e di Klaus.
“è impossibile!”.
Iuli disse a voce alta quello che
continuava a ripetersi mentalmente. Sua madre era morta un mese prima, di una
malattia incurabile. Lei quella donna non l’aveva mai vista, anche se non
poteva non ammettere che la sua presenza non l’agitava, anzi faceva l’effetto
contrario, le dava sicurezza.
“Madre…”.
Gli altri originali, invece, avevano
riconosciuto subito la donna. La guardavano sconvolti dalla barriera
invisibile.
“… ma Klaus non aveva ucciso Esther?”
Damon pose a voce alta il quesito che
tutti si stavano chiedendo.
Esther tuttavia non aveva ancora degnato
a nessun altro il suo sguardo, se non a Iuli.
“piccola mia, ti prometto che presto ti
risveglierò, e così ricorderai tutto!”.
Iuli, tuttavia, continuava a guardarla
incredula.
“non capisco…”.
La donna accarezzo il viso di Iuli e le
sorrise.
“andrà tutto bene!”.
Alzò poi lo sguardo oltre le spalle
della ragazza e guardò il suo pubblico.
“figli miei…”.
Prese per mano Iuli, la quale ancora
scioccata si lasciò guidare senza dire nulla, e seguì la donna oltre la
barriera invisibile. Qui le lasciò la mano per abbracciare la sua famiglia.
“com’è possibile?”.
“Ayana ed io, eravamo grandi amiche…”.
E non disse altro, per lei quella era
una spiegazione più che appagante.
Stefan fissava la scena pensieroso. Lui
continuava a pensare se fosse ancora possibile uccidere Klaus.
“Quale sono le tue intenzioni?”.
Esther fissò Stefan e gli sorrise
sicura.
“io ho creato Klaus, per cui io vi
aiuterò ad ucciderlo!”.
Stefan non ne era convinto.
“uccideresti tuo figlio?”.
“se è per il bene di tutti, si! Non
penso che tuo padre l’avrebbe pensata molto diversamente da me!”.
Stefan si stupì sentendo menzionare
Joseph Salvatore.
“come..?”
“Dall’altro lato sappiamo molte cose.
Tuttavia, se ti può tranquillizzare ho un patto da portare a termine.”
Si voltò guardando poi la sua famiglia.
“se ucciderò Klaus, avrò il permesso di
vivere assieme a tutti voi.”
*
Klaus si svegliò dolorante, quanto
dolorante può essere un uomo a cui gli spezzano il collo e altre quattro o
cinque ossa. Dire che furioso era un eufemismo, ma non poteva nascondere che
una punta di panico l’avesse colpito. La sua famiglia era tutta a piede libero,
ed erano pieni di ira, specialmente con lui e cosa peggiore, sembrava avessero
un accordo con i Salvatore. Questo non era affatto buono.
Corse tutta la notte per tutta Mystic
Falls, cercò ovunque, ma sembrava che fossero tutti scomparsi. A casa dei
Salvatore non c’era nessuno, così come a casa di Elena e di Bonnie. Provò ad
andare da Caroline, ma vi trovò solo sua madre a letto. Andò poi nella vecchia
casa dei spiriti delle streghe, ma niente. Penso bene di andare a casa di
quella nuova amica della scooby-gang, ma vi trovò solo il corpo di uno dei suoi
vampiri impallettato ad un albero. Dalla porta sul retro della casa, che dava
nella cucina, vide i corpi degli altri due che aveva soggiogato. Urlò dal
nervoso. Non sapeva dove fossero tutti e questo lo mandava in bestia. Decise
così di tornare alla pensione dei Salvatore, prima o dopo sarebbero dovuti
tornare.
*
“dici davvero?”.
Rebekah sembrava avesse dieci anni, per
come si comportava verso la madre. Questa annuì e le accarezzò la guancia.
“Niklaus non ha saputo capire cosa è
bene e cosa è male. Ha avuto tante occasioni per riscattare il suo onore, ma
così non è stato. Prima di tutto uccidendomi.”.
“noi l’abbiamo scoperto solo da poco!”.
Elijah voleva riscattarsi, non voleva,
ma si sentiva colpevole per aver sempre appoggiato il fratello.
“non devi incolparti di nulla. Come me,
tu Elijah, hai sempre voluto riunire la nostra famiglia. Hai seguito l’operato
di Niklaus per ricongiungere tutti, e ringrazio te ora, se siamo qui.”
Qualcuno si schiarì la voce.
“a dire il vero, ho sfilato io i pugnali!”.
Ironico e spensierato, Damon, si fece
sentire.
Tutti lo guardarono, chi esasperato, chi
in segno di ammonimento.
“lo so.”
Esther lo fissò.
“sei un vampiro dai sentimenti davvero
interessanti!”.
Lui la guardò di sottecchi, cercando di
capire dove volesse andare a parare. Lei lo guardò ancora un attimo, poi si
girò via, ma lui non poté non notare che la strega aveva lanciato uno sguardo
ad Elena e poi a Iuli.
La doppelganger si fece avanti.
“cosa faremo allora adesso?”.
“per prima cosa niente.”.
“Niente?”.
Esther fece un sorriso angelico e
materno.
“niente. Cercheremo di non destare
troppo sospetto in Niklaus, ma cosa più importante lui non deve venire a sapere
nulla di Iuli. Non deve restare nella stessa stanza con lei troppo a lungo,
fino a quando non sarà il momento.”.
“perché mai?”.
Damon si sentì chiamato in causa, anche
se non avrebbe dovuto. Iuli sentendosi nominare, cercò di prestare tutte le sue
attenzioni su quello che quella donna stava dicendo, ma non poté non perdersi
via nel guardare Damon, al quanto preoccupato.
“Iuli è l’unica che può uccidere
Niklaus!”.
Silenzio. Tutti rimasero ammutoliti da
tale confessione.
Era lei l’arma che cercavano?
“perché lei?”.
“sapevo che Niklaus era una testa calda
e rinchiudere la sua parte di licantropo non sarebbe bastato. Ho sempre notato
che tra Niklaus e Iuli, non scorreva buon sangue, non ho mai capito perché, ma
non sono mai andati tanto d’accordo.”.
“si è vero. Mi ricordo che quando
giocavamo io e lei, appena chiedevo a Nik di unirsi, lei semplicemente prendeva
e se ne andava.”.
Rebekah ricordava tempi passati, con più
consapevolezza.
“eppure, non li ho mai visti litigare
una volta sola …”.
Anche Kol si era reso conto di quanto
fosse stata assurda quella situazione in passato.
Finn annuì, come Elijah.
Iuli ascoltava. Stavano parlando di lei,
ma per quanto poco, per lei, parlavano di un’altra persona.
La strega originaria annuì.
“era un segno e gli spiriti mi spinsero
a compiere quello che feci dopo. Durante la trasformazione, a Iuli, feci un
incantesimo in più. Nel suo calice, oltre al sangue di Tatia, vi mischiai anche
quello di licantropo e una grossa quantità di cenere di frassino bianco.”.
Contemporaneamente il sangue di Iuli
iniziò a formicolare sotto la sua pelle al racconto.
“quindi?”
Damon non perdeva una parola.
“qualsiasi paletto di legno, imbevuto
del sangue di Iuli, ucciderà Niklaus.”
Tutti si guardarono negli occhi. Era
sconvolti, era sufficiente questo? Sarebbe bastato? Non sapevano se crederci o
meno. Sembrava troppo bello per essere vero.
Iuli continuava ad ascoltare, come se
non fosse lei l’oggetto della discussione.
“mi sembra tutto troppo semplice!”.
Elena non era convinta, e non aveva
torto.
“hai ragione! Non è solo per questo che
dobbiamo proteggere Iuli. La mia piccola in questo stato, non serve a nulla.
Devo sciogliere l’incantesimo, che per secoli ha caratterizzato la sua
“famiglia”. Devo liberare il vampiro originario che c’è in lei, così che possa
ricordare tutto.”
Bonnie ascoltava la strega originaria.
La cosa non le piaceva.
“non sembra semplice!”.
“no?”.
Damon si chiedeva cosa ci fosse di
difficile nel far tornare Iuli un vampiro.
Bonnie pensierosa fissò Esther.
“hai detto che nel calice vi era
mischiato il sangue di Tatia con quello di un licantropo!”.
La strega originaria, seria, annuì.
“penso tu abbia capito!”.
“capito cosa? Dannazione, parlate!”.
Damon stava decisamente perdendo la
pazienza.
Bonnie rifletté ancora, poi espose le
conclusioni alle quali era arrivata.
“Iuli dovrà bere il sangue di Klaus
mischiato a quello di Elena!”.
“esatto!”.
Mutismo. Tutti si chiedevano come
sarebbero riusciti a prelevare il sangue di Klaus, di certo non lo avrebbero
trovato lì con la vena in bella mostra.
“quando parlate del sangue di Elena, non
è che vi riferite anche alla sua morte vero?”.
Stefan era l’unico, che aveva preso in
modo profondamente serio le parole di Bonnie.
“No, Salvatore! La mia Iuli deve essere
risvegliata, non trasformata, per cui non necessita la morte di nessuno!”.
La mandibola tesa di Stefan, trovò per
poco rilassamento.
Damon si avvicinò a Iuli, la quale
restava perennemente nel suo mondo, con mille domande in testa, mentre sembrava
che li non parlassero di lei.
“ora capisco cosa intendi quando dici,
che dobbiamo proteggere Iuli!”.
Esther annuì.
“bene!”.
Poi si voltò verso i suoi figli.
“prenderemo casa e ci sistemeremmo in
modo tranquillo. Cercheremo di non creare litigi con Niklaus.”.
“ e basta?”.
Finn non era convinto.
“fino a quando non metterò in atto un
piano, figliolo!”
“Iuli starà a casa mia!”.
Tutti fissarono Damon. Il suo interesse
a pochi sarebbe passato inosservato, uno di questi non era certo il nuovo ed
astuto Stefan. Di certo,però, a lui non poteva dispiacere.
“credo non sia un’ottima idea…”.
“Stefan…”.
Damon stava per preparare una sua ramanzina,
ma non ebbe tempo.
“… poiché Klaus ha il permesso di
entrare in casa nostra. Così come in quella di Elena. La casa di Iuli è la più
sicura di tutte per ora.”.
Damon era impressionato, ma non lo
avrebbe ammesso mai, neanche sotto tortura.
“Uhm … Ogni tanto non apri la bocca solo
per farle prendere aria, fratellino. Bravo!”.
*
All’alba Klaus aveva svuotato due
bottiglie del miglior whisky della riserva Salvatore e la sua pazienza era
ormai giunta al capolinea. La rabbia, invece, era alle stelle e sul viso di
lui, era visibile in ogni piccolo centimetro.
Prese in mano una legna ardente e fece
per buttarla sul divano, quando il suo bracciò fu fermato.
“non ti hanno insegnato che non educato
autoinvitarsi a casa altrui, senza l’invito dei gentiluomini proprietari?”.
Stefan beffardo lo guardava dall’alto
del suo ego. Si sentiva sicuro ora che avevano in mano un piano, o quasi.
“oh, il mio amico squartatore. Iniziavo
a preoccuparmi, sai? Dopo che tu e il tuo caro fratello avete liberato il resto
della mia famiglia, credevo ve ne foste andati senza salutarmi!”.
Stefan si allontanò per prendersi da
bere.
“perché mai avremmo dovuto andarcene.
Ero più sicuro, che lo avresti fatto tu!”.
Il finto sorriso di Klaus scomparve.
“dove sono?”
Stefan, invece , sorrise.
“sai, credo che la domanda giusta da
porre sia, cos’hanno fatto!?”.
Klaus sentì un brivido passargli per la
schiena, e la rabbia crescere. Con un scatto prese per la gola il vampiro e lo
sbatté al muro.
“di cosa stai parlando?”.
“credo che non ti servirà più sapere
dov’è la bara, Klaus, dal momento che è stata aperta!”.
“noooo!”.
Furioso Klaus, fece volare Stefan per
tutto il salone, il quale finì rovinosamente su un mobile, distruggendolo.
“non ti credo!”.
Lo aveva ripreso per il collo e lo teneva
ad una spanna dal suo viso, che pian piano mutava.
“è davvero una donna affascinante tua
madre!”.
Klaus scioccato buttò a terra il
vampiro. Non poteva, ma doveva crederci. La bara era stata aperta, sua madre
era viva. Era nei guai, doveva trovarla, subito.
“me la pagherai!”.
Detto questo uscì di corsa dalla
pensione.
*
“entra!”.
Damon fece un passo ed entrò in casa
McCollough.
Iuli si diresse in camera sua e si lasciò
cadere sul suo grande letto, mentre a sua insaputa, Damon puliva la cucina dai
cadaveri!”.
Tutta la pressione delle ultime ore si
fece sentire, e Iuli non si accorse che
stava piangendo, fino a quando Damon non le accarezzò la schiena per
tranquillizzarla. Lei si sentì cadere in una voragine, così aggrappandosi a
lui, sfogò tutte le sue lacrime.
***************
Ma
bene!
Così
è Iuli l’unica possibilità per liberarsi una volta per tutte di Klaus.
Speriamo
bene allora!
Alla
prossima
Grazie
mille per seguirmi!
Un
bacione
Deba
|
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Capitolo 11 *** capitolo 11 ***
11
CAPITOLO 11
Klaus
furioso e irrazionale perlustrò Mystic Falls in ogni suo angolo. Questa volta
cercò tra le case messe in vendita o in affitto, ed il suo pensiero, infatti,
si rivelò giusto.
Bussò
alla porta di una grande e raffinata casa, circondata da un curato giardino.
La
porta si aprì, lasciando spazio ad una donna dai lineamenti sofisticati, ma
decisi.
“Madre!”.
Klaus
lo disse con una punta di paura, abbassando il capo inconsapevolmente in segno
di sottomissione.
“Niklaus!”.
Lui
la guardava di sbieco, proprio non riusciva ad alzare la testa.
“Mi
ucciderai?”.
Esther
non mostrava emozioni sul suo viso.
“Non
lo so, tu vuoi che io lo faccia?”.
Lui
scioccato alzò il viso interrogativo.
“non
nego che sono stata furiosa con te per avermi
uccisa, Niklaus. Ma in mille anni la rabbia fa a tempo a scemare. Oggi
quello che più desidero è vivere in pace con la mia famiglia, sei libero o no
di unirti a noi, ma prima devi dare il tempo a tutti di interagire con la vita
che gli è appena stata ridata, inoltre, devi dare il tempo ai tuoi fratelli di
ingoiare l’amarezza della morte di tua sorella.”
Klaus
non poteva credere alle parole appena dette. Una parte di lui non voleva
fidarsi, era impensabile che sua madre potesse perdonarlo, ma l’altra parte gli
urlava proprio questo. Gli urlava che lei era sua madre e che lui più di tutti
voleva riscattarsi per quello che aveva fatto, rivoleva la sua vita e la sua
famiglia, come una volta, come se tutto ciò non fosse mai accaduto. Sua madre
però non era il solo problema. I suoi fratelli ora lo avrebbero odiato di più,
dato che sapevano che lui aveva ucciso Iuli, la sorellina ben voluta da tutti.
“non
farò più nulla contro di voi, volevo riunire anch’io la nostra famiglia. Vi
darò il tempo che vi occorre.”
Detto
questo se ne andò. Doveva riflettere.
*
In
casa McCollough il sole di mezzogiorno filtrava tra le tendine rosa della
camera di Iuli.
La
ragazza con gli occhi gonfi dal pianto di alcune ore prima, si prestava a
svegliarsi, mentre Damon la teneva accoccolata sul suo petto e le accarezzava
piano la testa. Non l’aveva lasciata sola un secondo. Non si era neanche
preoccupato di andare da Elena, poiché sapeva che se non ci fosse andato lui,
sarebbe andato sicuramente Stefan. Suo fratello la amava come prima, se non di
più. Lui lo sapeva bene più di chiunque altro, che non esisteva nessun
interruttore delle emozioni. Non sarebbe passato tanto tempo, prima che Stefan
ritornasse quello dell’anno prima. Non era stupido. Si era accorto che suo
fratello ultimamente non beveva più sangue umano. Era più che scontato che
Elena sarebbe ritornata da lui.
Non
era però per questo che si trovava da Iuli. Non pensava che lei fosse il suo
rimpiazzo, anzi. Era solo sicuro che Iuli avesse bisogno di un appoggio morale.
Quella che sembrava essere la sua vera famiglia per lei erano degli estranei, e
tutte queste scoperte erano troppe da sopportare, perfino per lei , che
sembrava essere tanto forte. Damon sapeva cosa significa sentirsi diverso e
solo, soprattutto solo. Per questo voleva essere lì, per lei. Perché lui la
capiva, o al massimo, avrebbe fatto di tutto per capirla.
Guardò
la biondina che piano a piano prendeva contatto con la realtà. Iuli aprì gli
occhi e ci mise qualche secondo a capire dove fosse. Damon intuì subito quando
la ragazza si rese conto di tutto, poiché il suo viso mutò in una fredda
maschera di tristezza. Lei spostò lo sguardo su di lui e si guardarono per un
momento che per entrambi parve infinito.
“Grazie!”.
La
sincerità con cui lei lo disse, avrebbe potuto sciogliere anche il più freddo
dei ghiacciai, Damon resistette, ma con non poca fatica. Si limitò a stringerla
più forte a sé, lasciando un bacio tra i capelli di lei, ma ritornando in sé
stesso si accorse di doversi rimettere la maschera del bel tenebroso.
“attenta
a non prenderci troppa abitudine. Sai ho una vita sociale molto ampia fuori di
qua, non posso deludere le mie fans!”.
Lei
ormai aveva iniziato a capire chi era Damon Salvatore, non ne restò sorpresa,
anzi, si stava proprio chiedendo quando il suo umorismo da circo sarebbe
uscito.
“non
devi aver paura che accada… tranquillo!”.
Damon
sentiva che stava al gioco, eppure si chiese perché quelle parole, messe in
quella frase, gli suonassero così fastidiose.
“avanti
vampiro. È ora di colazione!”.
“offri
tu?”.
Lei
lo guardò con un sopraciglio alto.
“
se aspetti che prendo un paletto, molto volentieri!”.
Lui
gli sorrise ironico.
“un’altra
volta, allora. Comunque è ora di pranzo!”.
*
Elena
fissava Caroline dormire nel letto accanto a lei.
Dopo
aver risvegliato Esther, Stefan l’aveva accompagnata a casa e uno volta lì, lei
aveva cercato di tirargli fuori delle emozioni, ma lui aveva tirato indietro.
Lei voleva solo che le labbra di lui le dicessero che l’amava ancora, e anche
lui aveva capito cosa Elena volesse da lui, ma resistette. La voglia di
stringerla tra le sue braccia, come faceva una volta, era tanta, ma quello che
aveva fatto, con Klaus e dopo, era un dolore troppo grande da ignorare. Elena
era triste per la freddezza che lui le dimostrava, ma non per questo avrebbe
perso la speranza, perché quello che lei voleva era lì, negli occhi di Stefan.
Quelle splendide pozze di verde rispecchiavano chiaramente i suoi sentimenti,
ed Elena vi si perdeva dentro ogni volta. Il fatto che poi si perdesse quasi in
egual modo in quelle nere di Damon, era un problema a cui non voleva
soffermarsi ora, anche perché non era cieca. Vedeva gli sguardi che si
lanciavano Damon ed Iuli, e non poteva permettersi che questi le dessero
fastidio, anche se però, così era.
Stava
proprio riflettendo su questo, quando dopo che Stefan se ne fu andato, Caroline
era entrata nella sua stanza. La vampira le si era inginocchiata a fianco e le aveva
raccontato tutto. La sua vita dell’ultimo periodo, i suoi pensieri, le sue
paure e le sue speranze. Era da tanto che le due ragazze non parlavano
chiaramente, come facevano una volta. Poi si erano addormentate vicine, come in
uno dei tanti pigiama party che facevano una volta, quando erano solo umane, e
la loro preoccupazione più grande era solo il compito o l’interrogazione che c’era
il giorno seguente a scuola e non se sarebbero arrivate vive all’ora di pranzo
o all’ora di cena.
*
“In
salotto dovrebbe esserci un armadietto di alcolici, vedi se trovi qualcosa che
ti …”
Damon
stava curiosando in giro, mentre Iuli andava in cucina e questa si bloccò, non
continuando la frase. Bastò un secondo perchè il vampiro la raggiungesse.
“cosa
succede?”.
Gli
occhi della giovane erano sbarrati e guardavano il vuoto.
“su
quel pavimento c’era… c’era…”.
La
voce tremò e Damon, come l’istinto lo comandò, la prese tra le sue braccia.
“Dov’è?”.
Lui
la strinse più forte sollevandola impercettibilmente da terra. Iuli aveva il
viso nascosto nel petto di Damon, quando questi la scostò lentamente facendola
voltare e con delicatezza la guidò fuori dalla porta che dava su retro.
Una
croce spuntava da terra, ai piedi del grande albero che c’era nel retro di casa
McCollough.
“l’ho
sepolta, se non è un problema!”.
Iuli
strinse la forte mano di Damon, piangendo e ringraziandolo silenziosamente.
Quando un brivido percorse le spalle della ragazza, il vampiro la portò
garbatamente in casa.
“sei
fortunata, ora cucinerò per te!”.
Iuli
cercò di non cadere nel vortice oscuro della disperazione, per cui si aggrappò
astrattamente a Damon.
“forse
volevi dire ‘sfortunata’!”.
“sono
uno chef provetto, vedrai!”.
Le
sorrise e lei ricambiò.
Il
silenzio calò tra loro, ma non durò molto, poiché qualcuno bussò alla porta
d’entrata.
“Vado
io!”.
Iuli
si mosse verso l’uscio, ma quando l’aprì non trovò nessuno. Diede uno sguardo a
destra e a sinistra, ma non vide nulla. Stava per rientrare, quando il suo
occhio cadde a terra. Trovò una scatolina ed una busta, li prese e tornò in
cucina.
“Chi
c’era?”.
Lei
guardò interrogativa il vampiro.
“nessuno,
ma ho trovato questi!”.
Damon
lasciò il coltello con il quale stava affettando dei pomodorini e si avvicinò a
lei.
Iuli
prese la busta e l’aprì.
“La preghiamo di unirsi alla famiglia
Mikaelson domani sera alle sette per una serata di danze, cocktail e
festeggiamenti!”.
Iuli
scrutava il biglietto.
“Mikaelson?
Vuoi vedere che è la nostra cara famiglia di antichi?!”.
Iuli
spostò lo sguardo su Damon e la sua ipotesi.
“penso
tu abbia ragione!”.
“e
quanto pare questo deve essere il piano di mamma Esther!”.
“Tu
dici?”.
Damon
si spostava pensieroso per la cucina.
“sennò
per quale motivo farti mettere in pericolo facendoti uscire allo scoperto?”.
Iuli
rigirava dubbiosa l’invito tra le mani.
“ehi
aspetta… c’è una nota.”.
Damon
le si avvicinò, affiancandola.
“c’è
un numero di cellulare e mi dice di chiamare, ed è firmato Esther!”.
Damon
era pensieroso.
“cosa
c’è nella scatolina?”.
Iuli
la prese e l’aprì. Dentro vi trovò un anello.
Si
scambiò uno sguardo muto con Damon, il quale si mise una mano in tasca
passandole il suo telefono.
Composero
il numero del biglietto e dopo il primo squillo, Esther, rispose.
“Iuli?”.
Ogni
volta che quella donna pronunciava il nome della ragazza, quest’ultima non
poteva non sentire l’affetto materno con cui questo veniva sussurato.
“si?”.
“come
stai?”.
“frastornata!”.
La
ragazza si sedette sullo sgabello della cucina per concentrarsi meglio sul
dialogo con la donna.
“vedrai
che presto ti sarà tutto chiaro!”.
Iuli
non rispose, non sapeva che dire a riguardo. Ancora non ci credeva che lei
fosse un vampiro, uno degli antichi per di più.
“figliola,
hai aperto la scatolina?”.
“si!”.
“devi
sapere che tra te e Niklaus c’è un legame, tramite il quale lui può percepire
il pericolo che tu sei per lui, o almeno questo è ciò che è avvenuto nel
passato. Su quell’anello ho fatto un incantesimo grazie al quale Niklaus, non
dovrebbe percepire nessuna minaccia provenire da te. Dobbiamo tenere la tua esistenza
segreta fino all’ultimo momento.”.
Iuli
si rigirò tra le dita l’anello.
“ho
capito! Esther?”.
La
donna aspettò un secondo prima di rispondere. Desiderava con tutto il cuore,
che Iuli la chiamasse ‘mamma’.
“si?”.
“durante
la festa, succederà qualcosa?”.
“è
quello che spero!”.
“devo…?”.
“no,
mi sto occupando tutto io, tu vieni alla festa e divertiti. Fatti accompagnare
da quel Damon, che sono sicura si trovi li accanto a te!”.
Iuli
sorrise come imbarazzata.
“Ok!”.
Poi
entrambe chiusero la chiamata.
*
Klaus
si fermò in un punto apparentemente indefinito nel bosco, ma per lui tanto
anonimo quel posto non era. Mille anni fa, lì sorgeva il villaggio in cui lui e
la sua famiglia vivevano quand’erano umani.
Si
guardò attorno e si spostò sicuro, ricordando ogni piccolo centimetro di quel
posto. Nei pressi di due massi lui si inginocchio e sfiorò il terreno. In quel
punto aveva ucciso sua madre, strappandole il cuore e aveva impalettato sua
sorella Iuli. Al tempo, dopo la trasformazione, le sue emozioni erano
ingestibili e lui non riusciva a controllarle. Un mattino per caso si era
ritrovato ad origliare una discussione tra la sorella e sua madre, le quali
parlavano di lui. Già da umani non aveva mai capito perché, ma faceva fatica a
rapportarsi con Iuli. Erano così caratterialmente diversi, tanto da non essersi
mai sforzati entrambi ad andare d’accordo. Le cose però erano peggiorate dopo
la trasformazione in vampiri. Non riusciva a rimanere troppo a lungo nella
stessa stanza o luogo con Iuli, senza che la sua presenza lo mettesse in
allerta. Inspiegabilmente sentiva che la sorella era per lui un pericolo, era
una sensazione fastidiosa, che gli entrava fin nelle ossa. Quel mattino capì perché.
Aveva capito che in qualche maniera sua madre aveva fatto in modo di creare un
antidoto contro la malattia che lui rappresentava. Iuli aveva chissà quale dono
che avrebbe potuto ucciderlo, purtroppo non seppe mai quale, perché la rabbia
improvvisa che aveva provato lo aveva accecato portandolo a rubare il paletto
di quercia bianca che aveva scoperto suo padre nascondeva e lo usò per uccidere
sua sorella, dopo aver ucciso sua madre. Fece in modo che la colpa ricadesse su
Mikael, ma purtroppo la verità era venuta lo stesso a galla.
Il
fatto che sua madre fosse tornata in vita lo spaventava lo stesso e non poco. Sperava
che la sensazione di gelo provata in casa Lockwood fosse solo una pura coincidenza,
ma nel dubbio, sarebbe stato in allerta a tutto, distrarsi anche solo per un
secondo, gli sarebbe stato fatale.
*********
Eccoooomi
qua!!!!
Ci
butto dentro ogni tanto gli eventi che accadono anche nella serie TV!
Mamma
Esther ha dato il famoso ballo, che avrà in mente di fare??
Iuli
riuscì a non farsi scoprire?
E poi
che ne pensiamo di questo.. ehm.. quadrato (?) Elena, Stefan, Iuli, Damon??
Recensite
carissimi.
Alla
prossima
XOXO
Deba
|
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Capitolo 12 *** capitolo 12 ***
12
Vi chiedo
umilmente scusa per il ritardo!!!
A voi il
capitolo tanto atteso del ballo!
CAPITOLO
12
Era
il giorno del ballo in casa Mikaelson e tutti, chi più chi meno, erano in pensiero
per quello che sarebbe successo di lì a poche ore.
Damon
non si era allontanato mai più di poche ore dalla casa di Iuli, a volte anche
ad insaputa di lei, lui era rimasto ad osservarla nell’ombra. Lui non sapeva
perché, ma non riusciva ad allontanarsi da lei. Quelle poche volte che si era
concesso di farlo era per cibarsi, anche se una volta sola fu per andare da
Elena. Lì vi aveva trovato Stefan, ciò lo infastidì, ma non lo sorprese. I due
stavano parlando del fatto che la sera prima Esther aveva chiamato Bonnie da
lei per chiederle aiuto in un incantesimo. Ciò nonostante loro erano all’oscuro
del piano della strega originaria. La donna era stata molta vaga a riguardo, e
la stessa Bonnie si era presa la briga di non rivelare nulla.
Poco
lontano da lì un’altra persona si chiedeva cosa avrebbe dovuto aspettarsi dalla
serata e questa persona non era altro che Klaus. L’ibrido stava a poco a poco
perdendo il lume della ragione. Era irrimediabilmente solo e questo lo rendeva
un bersaglio facile. Quando aveva ricevuto l’invito alla festa della madre, il
suo campanello dall’allarme aveva titillato nella sua testa e questo lo rendeva
pazzo e sospettoso. Avrebbe dovuto trovare qualcuno che lo appoggiasse.
*
Un
telefono squillava.
“pronto?”.
“elena?
Sono Iuli.”
“iuli!
È successo qualcosa?”.
La
ragazza si morse le labbra dall’altra parte del telefono.
“si,
cioè no. Mi daresti una mano con i capelli?”.
Elena
rise allegra, aveva iniziato a preoccuparsi.
“arrivo
subito, ci prepareremo assieme!”.
Si
salutarono per rivedersi da lì a pochi minuti.
Iuli
sorrise. Le mancava avere un’amica con cui prepararsi prima di uscire a far
festa. Le chiacchiere con i capelli mezzi acconciati ed il viso impasticciato
di creme. Le mezzi confessioni e i segreti quasi svelati di quel ragazzo che forse
ti piace, ma che non sai se tu avrai mai qualche possibilità.
Sorrideva
mentre guardava il suo abito appeso alle ante dell’armadio, poi però si ricordò
una cosa. Fece di corsa le scale ed uscì dalla porta sul retro.
Si
guardò attentamente intorno.
“non
so perché, ma so che sei qui.. dai esci Damon!”.
Un
fruscio di foglie ed ecco che fiero, il vampiro, si materializzò davanti a lei.
“potrei
esser sorpreso, ma ormai, non faccio più caso a nulla.”.
Lei
alzò un sopracciglio.
“tu
no forse, io si. Tuttavia, che ne pensi di andar a casa a prepararti?”.
“guarda
che sono uno schianto sempre, anche con un sacchetto di spazzatura in testa.
Per cui due secondi ed io sarò pronto!”.
“non
mi va di stare con Elena e sapere che fuori ci sei tu ad origliare!”
Damon
assunse una faccia teatralmente dispiaciuta.
“mi
credi in grado di fare una cosa del genere?”.
Iuli
lo osservò con un sopracciglio alto e con fare ovvio.
“si
ok, hai ragione!”.
Si
sciolse lui, in uno dei suoi sorrisi da togliere il fiato e al quale a lei per
poco, non sciolse le gambe.
“Damon…”.
“e
va bene! Me ne andrò a casa a tormentare un po’ il mio fratellino e farmi
bello, anche se impossibile, più di così…”.
“già
che ci sei, fatti un corso anche di modestia e lotta all’egocentrismo!”.
Lui
le sorrise con una smorfia, poi le si avvicinò ad una spanna dal viso.
“ma
se ti manco, puoi sempre chiamarmi!”.
Quella
frase l’aveva soffiata sulle labbra di lei. Quest’ultima non si accorse di aver
trattenuto il respiro fino a quando il vampiro non si volatilizzò via. Rimase
lì ancora qualche minuto, col cuore che batteva a mille e il respiro che
sembrava non volesse calmarsi.
*
Un
campanello non fece a tempo di terminare il suo suono che la porta venne aperta
violentemente.
L’espressione
seria di Klaus si tramutò in una smorfia malefica.
“ce
ne hai messo a tornare!?”.
“ho
solo eseguito i tuoi ordini!”.
“muoviti
entra!”.
*
I
fratelli Salvatore nel loro smoking si avvicinavano alla casa dei Mikaelson.
“cosa
succederà secondo te? Chiuderanno le porte e uccideranno tutti quelli al loro
interno?”.
“guardi
troppi film Damon!”.
Stefan
precedette il fratello ed aprì l’enorme porta d’ingresso.
All’interno
l’ambiente era sobrio ed elegante, sembrava di essere ad una delle tante feste
del consiglio, infatti le persone presenti erano senz’altro le stesse.
“Damon
Salvatore! Se non sbaglio tu dovresti sorvegliare mia sorella, o sbaglio?”.
Kol
e tutto il suo ego guardavano Damon dall’alto in basso.
“non
preoccuparti dovrebbe essere qui a …”.
Non
terminò la frase perché le porte d’ingresso si aprirono, scoprendo l’ingresso
di due dame che attirarono lo sguardo di tutti i presenti.
Damon
restò abbagliato dalla bellezza di Elena, ciò nonostante i suoi occhi erano
attratti come una calamita sulla figura di Iuli, vestita ti un abito rosso che
la rendeva una bambola di porcellana, una sexy bambola di porcellana, si
corresse mentalmente Damon.
I
due fratelli Salvatore diedero le spalle all’antico e si mossero entrambi
affascinati verso le due ragazze. Entrambi come due gentiluomini del novecento
fecero un inchino alle dame prima di offrire loro il braccio.
“diamo
inizio a questa festa!”.
Disse
iuli prima di afferrare il braccio di Damon ed addentrarsi nella folla. Lo
stessero fecero Elena e Stefan.
“sei
bellissima!”.
Damon
lo sussurrò all’orecchio di Iuli, la quale venne investita dalla stessa
reazione avuta in giardino poche ore prima.
Voleva
dire qualcosa di umoristico, ma la sua mente era totalmente vuota.
“grazie!”.
Lui
sorrise dell’imbarazzo di lei.
I
due si portarono vicino al buffet, vicino a Stefan ed Elena. Poco dopo lì
raggiunse anche Caroline.
“visto
niente di sospetto?”.
Damon
aveva cercato ogni possibile oggetto fuori posto della situazione.
“io
ho appena incrociato Klaus!”.
La
notizia di Caroline portò scompiglio.
“stavate
parlando di me?”.
La
bionda si voltò lasciando alla visuale di tutti la figura dell’originario che
li guardava con sguardo carico di odio.
“qualsiasi
cosa stiate macchinando, la scoprirò, statene certi!”.
Klaus
lì guardò uno ad uno soffermandosi infine su Iuli. Qualcosa nel suo subconscio,
quasi una scintilla, cercava di dirgli qualcosa, ma non capiva. Iniziò a
fissarla pesantemente, mettendo in soggezione la ragazza. Damon accorgendosi di
ciò cercò di sviare l’attenzione dell’ibrido.
“noi
siamo solo stati invitati a questa festa. Hai forse la coda di paglia?”.
Klaus
si voltò furioso su Damon.
“staremo
a vedere.”
Detto
ciò se ne andò, non prima di dare ancora un’occhiata a Iuli.
“dovremmo
restare così con le mani in mano, non sapendo che ci aspetta?”.
Elena
si era al quanto agitata.
“calmiamoci,
non abbiamo altra scelta!”.
Damon
guardava di sottecchi Iuli, la vedeva sconvolta, forse a causa
dell’improvvisata di Klaus.
“mi
concedi il prossimo ballo?”.
Damon
si era inchinato porgendo la sua mano a Iuli, la quale ne rimase piacevolmente
sorpresa.
“con
molto piacere!”
Detto
ciò si avviarono alla pista, seguiti da Stefan ed Elena.
Iniziò
il ballo e Damon si lasciò guidare dalle note di quella danza, che in un
passato lontano lui era solito fare spesso, Iuli, a sua volta si affidò al suo
cavaliere lasciandosi guidare da esso. I loro occhi si incatenarono non
lasciando spazio ad altro, fino a quando dovettero fare il cambio di coppia e
Damon si ritrovò Elena fra le braccia e Iuli a sua volta si trovò davanti
Stefan.
“perché
mi guardi così? Mi metti soggezione!”.
Stefan
distolse lo sguardo dalla biondina.
“scusa,è
solo che…”.
Non
continuò la frase, che ovviamente però attirò la curiosità di lei, la quale lo
incitò a seguire.
“…solo
che?”.
Lui
la catturò di nuovo nel suo sguardo serio.
“solo
che mi chiedo cosa abbia tu, per aver attirato così tanto l’attenzione di
Damon!”.
Iuli
rimase sorpresa dalla piega del discorso.
“non
so a cosa tu ti riferisca, ma penso tu ti stia sbagliando!”.
“non
sono stupido e neanche tu lo sei.”.
Ok
è vero! Con Damon si stava costruendo un bel rapporto, ma niente di più. Lei
provava dell’interesse per lui, ma lui, sembrava avesse interesse per qualcun
altro.
Istintivamente
lei si voltò verso Damon il quale fissava profondamente Elena.
“ti
sta bene questo vestito!”.
“Grazie
Damon!”.
Un
silenzio imbarazzante calò tra di loro.
“pochi
minuti fa, Esther mi ha chiesto di raggiungerla nelle sue stanze dopo questo
ballo!”.
“perché?”.
“non
lo so, dopo lo scoprirò!”.
“pensi
di andarci da sola?”.
“il
messaggio era destinato a me!”.
“io
non …”.
“tu
devi rimanere al fianco di Iuli e proteggerla!”.
Damon
fece un risata falsa.
“e
questo che vuoi dirmi… che devo stare con Iuli?”.
Elena
sospirò. Aveva capito che verso stava prendendo la discussione.
“di
cosa stiamo parlando ora?”.
“non
so dimmelo tu!”.
“Damon!”.
“Elena!”.
I
due si guardarono in cagnesco. Entrambi sapevano che la situazione era
insostenibile.
“cosa
vuoi che ti dica?”.
Damon
addolcì lo sguardo.
“non
lo so. Sono confuso!”.
Elena
sorrise.
“ora
forse puoi capirmi!”.
I
due si fermarono seguiti dalla fine del ballo.
“è
tutto ok?”.
Iuli,
avvicinatasi con Stefan ai due, aveva notato una certa tensione nell’aria.
“ora
vado da Esther!”.
“come?
Cosa? Cioè…”.
“ehi
ehi calma Iuli!”.
Iuli
guardò interrogativa Elena.
“voi
tenete sotto controllo la situazione,ok? Fidatevi del mio istinto!”.
Tutti
annuirono, mentre Damon appoggiava delicatamente la mano sulla schiena di Iuli.
Stefan
se ne andò in un giro di perlustrazione con Caroline, Damon ed Iuli si
avvicinarono al buffet, Elena raggiunse Finn che la aspettava.
*
“sono
qui!”.
Esther
che stava agitando delle erbe per la stanza, si voltò e la pregò di
accomodarsi.
“cos’è?”.
“salvia.
Ci permetterà di parlare, senza timore di orecchie indiscrete!”.
Elena
avanzò e si sedette sul divano a fianco alla poltrona in cui Esther si
accomodò.
“come
hai deciso di muoverti?”.
“temo
che creerò un po’ di caos, ma non vedo altra scelta.”.
“ti
ascoltò!”.
Esther
annuì e si posizionò più comodamente sulla poltrona.
“mi
servirà il tuo sangue, ma di questo ne eri già consapevole. Il fatto è che il
tuo sangue non mi servirà solo per la trasformazione di Iuli, ma anche per
quello che succederà fra poco.”
Elena
era attenta ad ogni sua parola.
“cosa
succederà fra poco?”.
“il
tuo sangue verrà mischiato nel vino con della verbena e dello strozzalupo, che
verrà servito poi a tutti gli ospiti, compresi i miei figli. Niklaus non deve
sospettare di niente.
Nel
vino ci sarà un incantesimo, che su gli umani e sui vampiri sortirà più o meno
il medesimo effetto. Gli umani si addormenteranno per mezz’ora, i vampiri non
più di 5 minuti. Per cui dovremmo fare in fretta. Ti farò bere una cosa prima
di uscire di qua, così che il vino su di te non avrà effetto e in qualche modo
fallo bere anche a Iuli, se possibile dobbiamo farle ingerire subito il sangue di
Niklaus, non dobbiamo aspettare troppo! È tutto chiaro?”.
“si,
più o meno. Una volta che tutti saranno addormentati quindi…?”.
“sottrarremmo
il sangue a Niklaus, da una ferita che procureremo con questo!”.
Esther
prese un pugnale antico, dal manico rilegato d’oro. La strega si inginocchiò ai
piedi della doppelgaenger.
“ma
cos… ?”.
“te
lo legherò su una coscia, così potrai sfilartelo non appena tutti, o almeno
Niklaus sarà a terra!”.
“ok!”.
*
“Damon?
Va tutto bene?”
Il
vampiro fissava l’esterno della casa dalla grande vetrata del salone. Era
diventato taciturno da quando Elena era andata da Esther. Non poteva fare a
meno di sentirsi così in apprensione. Forse no o forse si, era l’abitudine di
essere perennemente preoccupato per lei.
“vedrai
andrà tutto bene!”.
Iuli
non seppe da dove, ma dopo aver detto quella frase, prese il coraggio di
stringere la mano a Damon, che ovviamente ne rimase stupito.
Damon
si sentiva un idiota. Era lui che doveva proteggere Iuli, invece, chissà come
era lei che si stava prendendo cura di lui.
Si
voltò verso di lei e con la mano libera accarezzò delicatamente il viso di lei.
Automaticamente il suo viso si avvicinò al suo e chissà come, il suono di un
cellulare ruppe quell’atmosfera. Damon imprecò mentalmente, mentre Iuli rossa
in viso prese il suo cellulare. Lesse il messaggio che Elena le aveva mandato,
e poi lo fece leggere anche a Damon. I due si guardarono negli occhi.
“puoi
prendermi da bere? Io intanto vado un attimo al bagno”.
“certo
cherì!”.
In
bagno Iuli vi incontrò Elena, la quale aveva già pronto un sms scritto che le
spiegava l’essenziale, ovvero di dover bere la boccetta che teneva in mano e di
fidarsi di lei.
La
bionda così fece, e poi entrambe tornarono nel gran salone dove tutti gli
ospiti erano riuniti.
“Sono
Esther Mikaelson…”.
La
voce della strega originaria riecheggiava autoritaria. Tutti, osservò Elena,
avevano in mano il famigerato vino, anche Klaus, che guardava la madre senza
espressione.
“sono
felice che abbiate accettato il mio invito. Propongo un brindisi per augurare
un futuro piacevole con voi e con la mia famiglia!”.
Tutti
i presenti alzarono i flute e poi sorseggiarono il vino. Elena osservò bene che
anche Niklaus lo bevve, poiché questo aveva aspettato che anche i suoi fratelli
lo bevessero.
Dopo
alcuni secondi di calma si sentirono i primi bicchieri andare in mille pezzi,
dopo che le prime vittime cadevano al suolo.
“ma
cosa diavolo?”.
Klaus
buttò il suo bicchiere a terra, dopo di che vide Rebekah e Finn portarsi le
mani al collo ed entrambi cadere a terra. Tutti gli umani erano ormai a terra,
i vampiri i stavano mettendo di più.
In
seguito ai due antichi, fu il turno di Elijah e Stefan. Poi toccò a Caroline, Kol
e Damon. Iuli non poté fare a meno di inginocchiarsi a terra spaventata vicino
al Salvatore. Non riusciva a guardarlo lì, inermi a terra.
Klaus
stava per far un passò avanti, ma qualcosa bruciò nella sua gola, togliendogli
respiro e forze.
“Elena,
presto, non abbiamo tempo!”.
Esther
si apprestava a scendere velocemente la scalinata sulla quale aveva fatto il
brindisi. Elena intanto aveva sfilato il pugnale e si stava avvicinando a
Klaus, purtroppo non lo raggiunse mai, perché uno spintone la fece cadere e
perdere i sensi.
Iuli
si portò le mani sul viso dallo spavento, mentre Esther si avvicinava a lei
sconvolta dall’imprevisto.
“E
tu chi sei?”.
Un
ragazzo moro prese Elena sotto braccio e si posizionò davanti a Klaus.
“il
primo ibrido che Klaus ha trasformanto, Tyler!”.
***********
Sbuff!
Possibile che ci debba sempre essere un imprevisto?
Si
ovvio! Se no, non sarebbe TVD.
Ed
ora? Cosa succederà?
Lo
scopriremo nella prossima puntata!!!
Baci
Deba
|
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Capitolo 13 *** capitolo 13 ***
13
CAPITOLO 13
“E tu chi sei?”.
Un ragazzo moro prese
Elena sotto braccio e si posizionò davanti a Klaus.
“il primo ibrido che
Klaus ha trasformato, Tyler!”.
L’atmosfera
si era raggelata improvvisamente. Iuli vedeva Elena tramortita tra le braccia
di quel ragazzo e capiva che le che cose si stavano mettendo serialmente male.
Si
voltò verso Esther e le chiese un tacito segno per capire cosa fare. La donna
si voltò e il suo sguardo, che fino a pochi secondi prima sembrava scettico,
ora era di nuovo pieno di determinazione.
Un
urlo fece voltare di nuovo in avanti la biondina. Il ragazzo che fino ad un
attimo prima stringeva la sua amica svenuta, ora era accasciato a terra che si
teneva la testa fra le mani, urlando di una sofferenza che Iuli non poteva
capire. Una voce tenebrosa, ferma e potente arrivò da dietro una colonna. Era
sempre più forte. Sembrava che la voce parlasse in latino, ma Iuli non ne era
sicura. Poco dopo quella voce mostrò anche un volto. Bonnie.
La
strega fissava il ragazzo di nome Tyler, senza distogliere di un centimetro il
suo sguardo.
Iuli
capendo che le cose non avrebbero potuto andare ancora per le lunghe, strattonò
agitata Esther.
“e
ora, cosa dobbiamo fare?”.
La
donna si voltò e appoggiò le sue mani sulle orecchie della sua bambina.
“tutto
ora è nelle tue mani. Devi risvegliare il tuo vero io. Coraggio piccola mia!”.
Detto
questo ripeté una nenia in quello strano latino e lasciò la presa dalla
ragazza.
Iuli,
si sentiva strana, spaesata e bisognosa di qualcosa. Sentiva un vuoto, una
voragine tra il cuore e lo stomaco. Iniziò a respirare faticosamente e
rumorosamente. Una dose di adrenalina iniziò a scorrerle nelle vene e si
sentiva sempre più smaniosa di fare qualcosa, ma cosa? Doveva cercare di riempire
quel vuoto che sentiva a tutti i costi, sembrava che fosse divenuta la sua
unica priorità.
“il
pugnale Iuli, usa il pugnale e prendi il sangue di Niklaus!”.
Iuli
si avvicinò come ipnotizzata ad Elena. Il suo sguardo era fisso sul pugnale.
Tyler
cercò di ribellarsi al potere di Bonnie, e cercava di rimettersi in piedi, ma
non ci riuscì per molto. Esther, infatti, aveva iniziato a ripetere lo stesso
incantesimo di Bonnie, connettendosi al potere della strega Bennet, così da
rendere più forte l’agonia all’ibrido.
Iuli
intanto si era inginocchiata su Elena e le aveva sfilato il pugnale e la
boccetta per raccogliere il sangue. Fatto ciò si voltò su Klaus afferrandogli
ferma il polso. Una volta a contatto con la sua pelle, il forte senso di
bisogno era diventato più forte, lei desiderava, bramava quello che scorreva
sotto quel sottile strato di carne.
Mosse
velocemente la lama sul polso dell’ibrido e subito prese a zampillare del
sangue, che rese Iuli quasi pazza. Si, la ragazza si sentiva una pazza perché
desiderava quel sangue.
“Muoviti
Iuli!”.
Bonnie
era allo stremo delle forze.
Iuli
guardò la boccetta, ma le sembrò di vedere una cosa inutile così la gettò.
“No!
Cosa fai?”.
Iuli
non stava a sentire la ragazza, lei ora era preda solo dei suoi strani istinti.
Si avvicinò famelica alla ferita dell’ibrido ed iniziò a bere, prima con calma
poi sempre più avidamente.
“Maledizione!”.
Iuli
non se ne accorse, ma Bonnie aveva potuto accorgersi che i vampiri si stavano
riprendendo. Rebekah, infatti, si era appena rimessa in piedi e cercava di
capire cosa stesse accadendo.
“Iuli…
sorella…”.
Ma
iuli non c’era per nessuno, ora si trovava in mondo tutto suo.
Tutti
si ripresero a poco a poco, anche Klaus.
L’ibrido
vide quella strana ragazza che prima aveva attirato la sua attenzione,
attaccata al suo braccio, e così la spinse via.
Iuli
volò sul muro delle scalinate, crepando la struttura alle sue spalle.
Klaus
dopo una rapida visuale della situazione si scaraventò sulle streghe, per
rompere il contatto visivo con Tyler. Quest’ultimo sfinito si accasciò a terra,
mentre i suoi vasi sanguigni si ricostruivano.
L’ibrido
prese poi per il collo la madre urlando a tutti di stare immobili. Damon aveva
cercato di avvicinarsi a Iuli, così come Stefan con Elena, e gli originali con
la sorella e la madre, ma alla minaccia di Klaus si erano tutti bloccati.
“cosa
diavolo pensavate di fare?”.
Guardava
con odio tutti, poi si guardò la ferita e leccò il sangue che sgorgava, per
guarire il taglio.
Nessuno
osava parlare.
“perché
quella beveva il mio sangue?”.
Guardò
i suoi fratelli, stringendo più forte il collo della madre, la quale cercava di
non urlare fuori il dolore che provava.
Elijah
fece un passo avanti, ma non riuscì a parlare perché un movimento alla sua
sinistra, distolse la sua attenzione.
Iuli
si stava rialzando. Aveva i capelli che le coprivano il volto, perciò nessuno
riusciva a capire se si era fatta del male o meno. Con la mano destra spostò i
capelli dal viso e quello che mostrò fu un colpo di scena per tutti.
“cosa
significa? Chi sei?”.
Kalus
sentiva un brivido di pericolo insistente corrergli per la schiena.
La
biondina aveva lo sguardo assente, guardava il vuoto davanti a se, ma non
sembrava esserci con la testa. Non guardò in faccia nessuno e prese a camminare
avanti. Nessuno si mosse, nemmeno Klaus, il quale cercava di dare un senso a
quello che vedeva.
La
ragazza si inginocchiò vicino ad Elena, e quello che successe poi fu
inevitabile, neanche Klaus fu così veloce per impedirlo.
Iuli
una volta avvicinatosi ad Elena, l’aveva presa tra le sue braccia, pareva la
stesse accudendo, ma non era così. Un secondo dopo a Iuli spuntarono due canini
che andarono a perforare il polso della doppelgaenger.
Klaus
temendo per la sua fonte di ibridi, mollò la madre e staccò con la forza la
ragazza dal braccio di Elena, ma purtroppo per lui era ormai troppo tardi. Il
sangue dell’ibrido originario e quello della doppelgaenger erano ormai in
circolo.
Damon
corse dalla biondina e Stefan da Elena, per allontanarla da Klaus, ma questo
intuendo la mossa del piccolo Salvatore e non capendo cosa stesse accadendo,
prese la doppelgaenger per il collo come assicurazione per la sua vita.
“fermo
là Stefan!”.
“non
le farai del male Klaus!”.
“per
tua sfortuna, ora come ora, sono molto arrabbiato… posso non ucciderla, ma
posso farla soffrire. Ti prenderesti tale responsabilità?”.
A
tali parole, Stefan, non poté controbattere. Nell’ultimo periodo con il suo
comportamento, aveva messo in pericolo Elena troppe volte.
Iuli,
nel frattempo, aveva iniziato a riprendere di nuovo contatto con se stessa. Si
sentiva stretta da delle braccia forti e per lei sicure. Vide nella sua mente
crearsi il viso di un ragazzo dagli occhi di ghiaccio. Occhi che poi si
iniettarono di sangue. Un vampiro. Damon. Dopo il viso del bel Salvatore provò
sentimenti contrastanti e poi vide altri volti, tutte le persone che aveva
incontrato a Mystic Falls. Poi vide sua nonna, sua madre e vide scorrere
davanti a suoi occhi tutta la sua vita a ritroso. Una volta arrivata alla
nascita però vide altre immagini. Erano i suoi ricordi sopiti, di quando era
Iuli, l’antica. Vide la sua nascita, suo padre Mikael e sua madre Eshter. Vide
i suoi fratelli, la morte di Heirik e la decisione di combattere i licantropi
alla pari. Vide nuovamente la trasformazione in vampiri e quella supplementare
per lei, lei l’unica in grado di contrastare suo fratello Niklaus, l’ibrido.
Lui che la uccise con sua madre all’età di 12 anni. Ora tutto le era chiaro.
Ora tutto aveva un senso.
Klaus
stava ancora aspettando una risposta quando Iuli aprì di scatto gli occhi. La
ragazza guardò Damon e con un’audacia mai avuta accarezzò il suo viso,
spiazzandolo. Distolse poi il suo sguardo e si mise elegantemente in piedi,
tenendo il vampiro per mano, non voleva spezzare alcun legame con lui.
Klaus
la guardò con odio.
“chi
diavolo sei?”.
Iuli
fece un passo avanti e lo guardò con superiorità e odio. Sentimenti che
all’epoca della sua prima nascita lei non aveva mai provato, ma non era più lei
o meglio, era lei, ma era anche la ragazza nata nel XXI secolo e che aveva
appreso valori e una vita che l’avevano resa tale. Lei ora era Iuli Mikaelson
McCoullogh e odiava Niklaus per aver portato il suo caro fratellino Heinrik a
vedere gli uomini lupo quella notte, per aver ucciso sua madre, per aver ucciso
lei e per aver fatto del male a tante persone nel corso dei secoli e ai suoi
amici di Mystic Falls.
Lui
la guardò raccogliendo la sfida che gli occhi di lei sembravano lanciargli.
Sorrise malefico. Gli faceva ridere che quella ragazzina credeva di tenergli
testa.
Esther
aveva il cuore gonfio di gioia, aveva riconosciuto in quello sguardo sua figlia
e sapeva che era tornata. Gli faceva pena Niklaus da un certo punto di
vista,perché lui ancora non si era reso conto di chi avesse davanti. L’anello
che aveva fatto indossare a Iuli precedentemente, celava il pericolo che lui
avrebbe percepito nell’averla così vicina, ma quell’anello era anche una cosa
benefica per la sua piccola, perché anche lei provava disagio e malessere nel
stare a fianco a suo figlio.
“Mi
stupisco che tu non abbia neanche un mezzo sospetto su chi io possa essere,
Niklaus!”
Il
sangue raggelò nelle vene dell’ibrido. Il suo nome, pronunciato in quella
maniera, lo aveva colpito come una lama in pieno ventre.
Provava
una sensazione amara e ciò lo infuriava.
“non
giocare col fuoco, sono un tipo impaziente. Dimmi chi sei!!”.
Iuli
sorrise con una smorfia.
“sei
sempre stato un tipo impaziente e soprattutto cocciuto. Ti sei sempre creduto
superiore a tutti, tu dovevi comandare, sempre. Anche quella notte, è colpa tua
se è morto!”.
Rebekah
a quelle parole si avvicinò alla sorella. Aveva pianto molto per la morte del
suo fratellino, ma sapeva che chi ne aveva sofferto di più era proprio Iuli.
Dall’altro
canto Klaus non aveva capito a chi si riferisse, poiché di omicidi lui ne aveva
compiuti a migliaia. Iuli non si fece attendere molto per fargli capire di chi
stava parlando.
“è
colpa tua se Heinrik è morto!”.
Quel
nome fu un fulmine a ciel sereno. Klaus non avrebbe mai pensato a niente di
tutto ciò. la situazione stava prendendo una brutta piega e lo shock gli aveva
fatto cadere le difese, allentando la presa su Elena.
“che
scherzo è mai questo?”.
Rebekah
prese per mano Iuli e ciò turbò assai Klaus. In seguito anche Finn si avvicinò
alla sorella, così come Elijah e Kol. Per ultima toccò a Esther.
Nel
frattempo anche Tyler si era ripreso ed aveva affiancato il suo sire.
Klaus
nel vedere la scena tuttavia, iniziò a prendere coscienza delle parole della
ragazza e del gesto della sua famiglia. La sua espressione strafottente si mutò
in una maschera di paura ed incredulità.
“no..
è impossibile…”.
“su
Niklaus, vieni qui ad abbracciare la tua cara sorellina Iuli!”.
La
biondina con quella frase gli aveva tolto ogni possibile dubbio.
“no…
tu sei morta…”.
“si
grazie a te…”.
Iuli
guardò sua madre e poi si rivoltò verso il fratello.
“per
fortuna tu non hai mai conosciuto veramente le grandi doti di Ayana!”.
Klaus
era incredulo. Era impossibile, sua sorella era morta e poi era una bambina,
però ora che la guardava meglio i suoi occhi, non c’era dubbio, erano proprio i
suoi. Iniziò a guardarsi in giro. Si sentiva soffocare e soprattutto si sentiva
in trappola. Ora come ora, la sua posizione era la più svantaggiata, doveva
andarsene prima che fosse troppo tardi, lui non sapeva qual era la dote di Iuli
e soprattutto, non aveva un piano B.
“sai
sarò clemente per oggi. Ti lascerò un piccolo vantaggio per scappare, poi non
avrò pietà per te. Io ti ucciderò Niklaus!”.
Per
quanto fosse spaventato, l’ibrido non avrebbe mai reso palese i suoi
sentimenti.
“sei
così sicura di potermi uccidere?”.
Iuli
stava usando la sua poker face. Non aveva nessuna intenzione di dare vantaggi a
Klaus, ma per quanto poco, fino a pochi minuti prima, era umana, e il
cambiamento improvviso aveva richiesto davvero molte energie fisiche e
soprattutto psicologiche, ma soprattutto aveva sete.
“non
te lo ripeterò un’altra volta. Lascia Elena e inizia a correre!”.
Klaus
sapeva che era la sua unica via per il momento, avrebbe fatto presto a
riprendersi da quella piccola sconfitta. Doveva solo trovare il punto debole di
Iuli e sfruttarlo a suo vantaggio. Sorrise poco dopo nel vedere le mani unite
di Iuli e Damon.
“forse
avrai vinto la battaglia sorellina, ma la guerra… stanne certa, quella, la
vincerò io!”.
L’ibrido
gettò la doppelgaenger a terra e poi sparì.
Caroline
rimasta nelle retrovie fece alcuni passi avanti.
“Tyler!”.
Il
ragazzo se ne stava lentamente andando, quando sentendosi chiamare, si bloccò.
“Tyler,
non lasciarmi… di nuovo! Ho bisogno di te!”.
L’ibrido
si rattristì a quelle parole. Odiava fare soffrire così Caroline, ma non poteva
farne a meno. Lui doveva ubbidire a Klaus.
“perdonami
Care, ma non posso fare altrimenti…”.
Si
voltò per andarsene, ma lei lo richiamò ancora.
“no,
Tyler!”.
La
vampira ormai aveva le lacrime agli occhi.
Lui
la guardò dolcemente, poi spostò lo sguardo su Iuli e poi di nuovo su di lei.
“chissà…
forse un giorno… apparterò di nuovo solo a te…”.
Poi
sparì nell’oscurità della notte.
“Iuli!”.
Damon
teneva la ragazza tra le braccia, la piccola originaria aveva infine ceduto a
tutta la tensione accumulata.
Esther
si avvicinò alla sua bambina.
“Damon
portala in una stanza al piano di sopra. Gli umani si stanno per svegliare,
dovremmo dare loro delle spiegazioni!
Anche
tu Stefan, fa lo stesso con Elena!”.
Detto
fatto, Damon portò in una stanza Iuli, ponendola dolcemente su un grande letto.
La sua mano era ancora stretta da prima in quella di lei. Posizionandola in una
posizione secondo lui più comoda stava per lasciare la presa, ma lei, forse
inconsciamente, strinse la mano più forte, così a Damon, non dispiacendosi a
fatto, toccò distendersi a fianco lei. Per tutta la notte, non la lasciò
nemmeno un secondo, nemmeno quando ad un certo punto sentì Elena svegliarsi.
****************
Mie
care dolci lettrici.
La
nostra original si è svegliata, cosa succederà ora? E soprattutto, quale sarà
la prossima mossa di Klaus??
Aaaaahhhhh
Alla
prossima girls ;)
Grazie
per seguirmi!!!
Un
bacione
deba
|
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Capitolo 14 *** capitolo 14 ***
14
CAPITOLO 14
Iuli era ancora incosciente, tutti le
avevano fatto visita nel corso della notte e della mattinata, ma lei ancora non
riprendeva i sensi. Secondo Esther era solo una transizione, in quanto Iuli,
non doveva solo ricordare, doveva anche ritrasformare il suo corpo in quello
forte di un vampiro.
Ad una qualche ora della mattina Iuli
lasciò finalmente la presa su Damon, il quale non l’aveva lasciata sola nemmeno
un secondo. Il vampiro per tutta la notte aveva vegliato su di lei e
contemporaneamente ascoltato il vario vociferare delle persone all’interno di
quella casa. Ognuno aveva espresso più o meno le stesse preoccupazioni, ora,
invece la discussione si era spostata sulla prossima mossa di Klaus. Decise di
allontanarsi brevemente dalla sua diletta, e andare a seguire in diretta la
discussione.
Nell’ampio salone, infatti, gli
originari cercavano di immedesimarsi nel loro fratello e di ragionare con la
sua mente contorta.
“io credo che il nostro bell’ibrido si
farà un viaggetto e che non lo vedremo per un po’.”.
Damon fece il suo ingresso esprimendo il
suo pensiero.
“cosa ne vuoi sapere tu!”.
Rebekah non reputava i Salvatore o
chiunque altro abbastanza informato sulle abitudini di suo fratello.
“per una volta tanto non posso dargli
contro!”.
Stefan si era unito a loro, due secondi
dopo. Anch’egli aveva prestato attenzione ai pensieri espressi degli originari,
mentre assisteva Elena, la quale si trovava ora nel letto sulla stanza a fianco
a quella di Iuli, immersa nei suoi pensieri.
“e sentiamo allora?”.
“anche se ero sotto il suo
soggiogamento, ho potuto studiare bene alcuni suoi vizi e sono sicuro che se ci
pensate bene anche voi due…” fissò sia Rebekah che Elijah, “… potete arrivare
alla mia conclusione. Cosa fa Klaus quando ha bisogna di scoprire qualcosa?”.
Rebekah sbuffava irritata, ciò
nonostante lo seguiva nei ragionamenti.
“passa a rastrello le sue fonti e poi le
uccide.”.
Stefan annuiva, ma il suo viso si
dimostrava serio. Credeva veramente in quello che stava dicendo.
“e se non sa da dove partire a chi si
rivolge?”.
Rebekah si stava innervosendo per questo
gioco a quiz, e stava per lamentarsi a voce alta quando si ripeté mentalmente
le parole appena pronunciate da Stefan. Il suo sguardo disinteressato mutò e
guardò Stefan e la situazione con altri occhi. Anche Elijah aveva capito dove
volesse arrivare Stefan.
“una strega!”.
“esatto! Sono sicuro che cercherà una
strega e cercherà di farsi venire in mente un piano!”.
“fratellino, non ti facevo così acuto.
Sono fiero di te!”.
E gli mise ironicamente una mano sulla
spalle, con finto sguardo di ammirazione paterno.
“Smettila Damon!”.
“per quanto mi diverta Stef, devo però
ammettere che non hai torto. Non credo di essere l’unico ad essersi accorto che
Klaus se la stava facendo letteralmente addosso, vero?”.
Elijah pensieroso si mise a muoversi.
“Abbiamo visto tutti il suo smarrimento.
Sapere che Iuli è viva l’ha ovviamente preso in contro piede. Quello che per
noi è ovvio fare ora è proteggerla. Lui farà di tutto per ucciderla.”
“su questo siamo tutti d’accordo!”.
Disse seriamente Damon.
“il problema è solo uno…”.
Rebekah conosceva bene suo fratello e se
c’era una cosa che più la preoccupava era il suo difetto o pregio, dipendeva
dal punto di vista.
“… Klaus è imprevedibile, a qualsiasi
cosa noi penseremo per anticiparlo, lui ci stupirà sempre, sarà sempre un passo
avanti!”.
Su questo nessuno controbatté, poiché
tutti, chi più chi meno, aveva potuto vederlo con i suoi occhi.
*
Nel frattempo, Elena, aveva smesso di
ripensare più e più volte a come era andata la serata. Stefan, che le era
accanto quando si era svegliata, l’aveva informata di cosa era accaduto e lei
seppur sapeva che tra virgolette avevano vinto loro, non ne era felice. Aveva
un brutto presentimento.
Decise di alzarsi. Aveva un mal di testa
che la dilaniava, avrebbe chiesto a qualcuno un’aspirina. Indossò le sue scarpe
che aveva trovato ordinatamente poste ai piedi del grande letto e poi uscì
dalla stanza.
Percorse un paio di passi nel corridoio
e si imbatté in una porta semi aperta; si affacciò e all’interno vi poté scorgere
Iuli. Entrò e si sedette ai piedi del grande letto a baldacchino.
Osservava la sua amica, che hai suoi
occhi, era sempre uguale eppure, alle parole di Stefan, Iuli era un vampiro
originario ora. Ciò nonostante non poté guardarla con occhi diversi. Lì stesa
su quel letto, così indifesa e con quell’aria angelica, le faceva tenerezza.
Aveva perso la sua famiglia, e ora ne aveva guadagnata un’altra. Chissà come
doveva sentirsi. E lei Elena come si sentiva? Si stava ponendo anche queste
domande la doppelgaenger, la quale si accorse che tutte le persone che le erano
vicino o morivano o si trasformavano in vampiri.
Era immersa nelle sue supposizioni
quando Iuli si svegliò. La ragazza aprì gli occhi e rimase un tempo indefinito
a guardare il soffitto cercando di fare mente locale sulla situazione. Ripercorse
la nottata antecedente, ma venne distratta da un suono. Sentiva un cuore
battere vicino a lei, così a velocità vampiresca si tirò su a sedere.
“Oddio, mi hai spaventata!”.
Il cuore di Elena prese a battere più
forte e Iuli ne seguiva affascinata il suono.
“come ti senti Iuli?”.
Iuli la guardava, voleva parlarle,
abbracciarla, ma c’era una strana forza che le chiedeva di fare altro. Fece una
revisione dei suoi sentimenti e quando quella forza iniziò pesantemente ad
imporre la sua presenza, iniziò a combatterla.
Quella forza era la sua sete, non era
vampiro da oltre un millenio e doveva riabituarsi a quella routine.
“Vattene!”.
Elena rimase interdetta dalle parole
della sua amica.
“Iuli sono io, Elena. Non devi aver
paura di me!”.
Elena stupidamente cerco di allungare
una mano verso la ragazza per infonderle tranquillità.
Iuli la spinse via, facendola cadere dal
letto e si allontanò dall’altra parte.
“esci subito da qua… ti prego..!”
Era una preghiera dettata dal dolore che
lo sforzo richiedeva nel non assalirla.
“Iuli.. cosa…?”.
Elena preoccupata le stava per chiedere
cosa avesse, ma la frase le si bloccò a mezz’aria poiché la risposta arrivò
muta ai suoi occhi.
Piccole vene nere bluastre spuntarono
lentamente, come una ramificazione, intorno agli occhi di Iuli; il colore delle
iridi mutò dallo splendido azzurro ad un rosso scarlatto, mentre la bocca
istintivamente si aprì, all’allungarsi dei canini.
Elena capì, Iuli aveva sete.
I due Salvatore al pian terreno, ancora
intenti nelle loro congetture, sentirono le frasi scambiate dalle due ragazze
al piano superiore e si precipitarono nella stanza, seguiti a ruota dalla
famiglia degli originari.
Damon si posizionò davanti a Iuli
guardandola, mentre Stefan si mise davanti Elena come uno scudo.
Nonostante la situazione, Damon, non
riuscì a non pensare a quanto Iuli fosse estremamente sexy in versione vampiro.
“sto cercando di non muovere nessun
muscolo, per non lasciare che il mio istinto prenda il sopravvento. Fatela
uscire…”.
Iuli lo riportò alla realtà, parlava
lentamente, ma il dolore dello sforzo che provava era palpabile nelle sue
parole.
Stefan la guardava affascinato e
invidioso per come lei cercava di trattenersi, anche lui, per Elena, per se
stesso, per espiare tutte le morti nella sua coscienza, avrebbe dovuto impegnarsi
di più, come lei. Erano in momenti come questi che rimpiangeva la morte di
Lexi, lei così testarda e in grado di portarlo sulla retta via.
Damon poggiò le sue mani sulle spalle
della ragazza.
“guardami!”.
Iuli lo stava facendo, ma lasciandosi
cullare dalla melodia della sua voce, si perse in un modo più profondo negli
occhi di lui. Pian piano i denti si ritirarono, le vene svanirono e gli occhi
ritornarono di quel celeste che fin da subito, il tenebroso Salvatore, ne era
stato catturato.
Il tempo intorno a loro parve fermarsi,
ognuno era perso negli occhi dell’altro, quasi vinti dal desiderio di portare a
realtà un pensiero comune, però furono interrotti da lievi colpi di tosse.
“devi insegnarmi come si fa amico…”.
Kol si era avvicinato a Damon tutto
allegro, rompendo definitivamente l’atmosfera, poi si rivolse a Iuli.
“sorellina, che ne dici? High school,
casa di riposo o carcere?”.
Iuli lo guardò con un sopracciglio
alzato, in parte scocciata per l’interruzione avvenuta.
“cos’è? L’equivalente di nuovo accampamento,
nomadi o villaggio?”.
Kol sorrise dall’alto del suo ego.
“hai buona memoria allora!?”.
“mmm… si prospetta un gioco interessante!”.
Damon non aveva potuto fare a meno di
intromettersi.
Elijah con passo elegante si avvicinò al
terzetto.
“credo che alla nostra piccola sia il
caso di dare il tempo di abituarsi all’assunzione di sangue umano. Non vogliamo
certo che diventi un vampiro assetato di sangue, vero Damon? Non sarebbe
grazioso per una fanciulla del suo calibro e credo tu abbia già da badare a tuo
fratello… Senza offesa Stefan!”.
Aveva aggiunto infine. Quest’ultimo dal
piano inferiore gli rispose un distaccato “figurati!”.
Nel mentre, Elijah,le passò una sacca di
sangue.
Iuli sorrise prendendo di buon grado
quel tanto agognato sangue che bramava, anche se sapeva che berlo da quella
sacca non sarebbe stato neanche lontanamente paragonabile a quello che avrebbe
potuto bere direttamente dalla fonte.
“garbato come sempre fratello!”.
Terminò la frase abbracciando di
sorpresa Elijah, il quale rimase piacevolmente senza parole. Le voleva molto
bene.
“adoro le dimostrazioni d’affetto del
XXI secolo! Ti avrei abbracciato sempre!”.
Iuli sorrise furba portando alla bocca
la sacca e succhiando dalla piccola apertura superiore. Elijah le sorrise con
fare fraterno, la sua piccola malandrina.
“parlando di dimostrazioni… ne conosco
una in particolare che si usava anche nella tua epoca sai?”.
Le disse malizioso Damon, con un
sopracciglio alzato e il sorriso sbieco.
Le emozioni di Iuli era intensificate
ora che era ritornata ad essere un vampiro e rimase piacevolmente sconvolta nel
constatare quella che stava provando ora. Quand’era un vampiro non l’aveva mai
provata, anche perché lei aveva solo 12 anni, mentre nella sua vita umana,
l’aveva provata poche volte e di certo non di una tale intensità. Il suo corpo
era percorso da mille brividi di eccitazioni ed il più forte era nel suo basso
ventre. Già da umana provava attrazione per Damon, ora era tutto più forte.
Iuli si chiese se lui avesse mai provato tale sentimenti verso di lei, perché
per lei era impossibile resistergli. Avrebbe voluto saltargli addosso e
sedurlo, ma era pur sempre davanti ai suoi fratelli e sua madre, non sarebbe
certamente stata una cosa carina, neanche in quest’epoca. Cercò di sviare così
i suoi pensieri, concentrandosi sul sapore del sangue.
*
Iuli era rimasta da sola con gli
originari, mentre i Salvatore riportavano Elena a casa, la biondina non era
stata in grado di affrontarla.
“piccola come ti senti?”.
Iuli guardò Esther. Quand’era solo la
sua piccola la amava incondizionatamente, così come con i suoi fratelli, ora
però metà del suo cuore apparteneva ancora alla ragazza di Chicago e
quell’amore non era più lo stesso di un tempo, ma ciò nonostante sentiva di
provare per tutti loro un forte affetto.
“madre!”.
Non aggiunse altro. Esther dal canto suo
finalmente aveva sentito sua figlia chiamarla nel modo tanto da lei agognato.
“sono felice che tua sia qui!”.
“Anch’io. Ammetto ora di sentirmi
finalmente completa. Per tutta la mia vita umana, mi sono sempre sentita
sbagliata e mai una volta nel posto giusto, fino a quando non ho messo piede a
Mistic Falls. Qui ho sentito di sentirmi sulla strada giusta!”.
Esther sorrise e l’abbracciò.
Rebekah sorridente si avvicinò.
“verrai a vivere qui ora, vero?”.
Questa domanda colse alla sprovvista la
biondina. Lei ancora non ci aveva pensato.
“Bè a dire il vero…!”.
“ora che siamo tutti assieme… su Iuli
dai… mi mancava una sorella. Elijah per certi versi non è molto di compagnia!”.
Disse obiettiva la vampira. Elijah
sentendosi chiamato in causa rispose con un sorriso ironico.
“non tutti nasciamo con una indole alla
shopping come la tua Bekah!”.
La bionda fece una smorfia in risposta.
Esther accarezzò il viso alla figlia.
“Più che altro saremmo più sicuri se tu vivessi
a fianco a noi, ora che Niklaus sa di te, non possiamo abbassare la guardia
nemmeno un secondo!”.
Iuli sapeva bene che la madre aveva
ragione, solo sperava che non sarebbero divenuti troppo ossessivi nei suoi
confronti. Lei era sempre stata una persona libera. L’idea di una gabbia dorata
non la entusiasmava.
“d’accordo!”.
“ne sono felice!”.
Elijah si avvicinò porgendo il suo
braccio alla sorellina.
“ti accompagno a prendere le tue cose!”.
Passò il braccio sotto il suo e si
avviarono all’uscita.
Una volta racimolati gli indumenti e le
cose che Iuli sapeva di volere con se, non poté non pensare a come il suo
trasferimento a Mystic Falls avesse cambiato tutto. La prima persona che aveva
conosciuto era stata proprio Damon, e sorrise al ricordo dell’incontro scontro,
fin da subito lui l’aveva attratta. Poi Iuli però, ricordò un altro scontro tramite
il quale aveva conosciuto un’altra persona.
“Elijah? Mi accompagneresti in un
posto?”.
*
“cosa potrà mai fare una volta che avrà
trovato una strega? Noi abbiamo sempre quella originaria no?”.
Damon e Stefan giunti al pensionato
avevano continuato la discussione di prima.
“si farà inventare un qualche
incantesimo per.. per… non ne ho idea. Dobbiamo prepararci per ogni
evenienza!”.
Stefan era nervoso, ancora di più dopo
aver lasciato la casa dei Mikaelson. Continuava a picchiettare il suo anello su
ogni superficie piana a sua disposizione; e se non era l’anello era il suo
piede.
“dai, smettila!”.
Stefan guardò Damon per capire a cosa si
riferisse e vide che il suo sguardo puntava il suo anello, così fermò la mano.
Pensava a Iuli, alla sua forza d’animo e
alla sacca di sangue che aveva avuto in mano.
“di sicuro prenderà in ostaggio
qualcuno, come fa sempre!”.
Damon si avvicinò al tavolino dei
liquori e versò il Bourbon su due bicchieri, e ne passò uno a Stefan.
“come sempre, quando non sa cosa fare!
Dici che prenderà ancora Elena?”.
“è una possibilità, essendo per lui
anche utile…”.
Il nervosismo era aumentato al pensiero
di Elena, così da non accorgersi di aver ripreso a picchiettare l’anello,
stavolta sul bicchiere.
“dovresti farti una bevuta di quelle
come Damon comanda!”.
Stefan finse di non sentirlo e si alzò
dandogli le spalle.
“avanti… sappiamo entrambi che sei in
crisi d’astinenza. Non puoi il giorno prima cibarti di una squadra di
cheerleaders e il giorno dopo non bere più! Ci vuole moderazione!”.
“non sono in crisi!”.
Stefan non voleva ammettere le sue
debolezze, non voleva ripartire tutto da capo di nuovo, anche perché, come
aveva pensato prima, Lexi stavolta non sarebbe corsa in suo aiuto.
“Tu dici?”.
Stefan sentì uno spostamento d’aria alle
sue spalle, Damon aveva lanciato qualcosa che lo stava per colpire. Si girò di
scatto e prese al volo… una sacca di sangue. La guardò senza più capire nulla,
famelico.
Strinse i denti rabbioso e la lanciò
lontano da lui e il suo piede intanto picchiava a terra.
“avanti Stefan
ammettilo!”.
Stefan stava per
voltare ancora le spalle, ma Damon lo afferrò con la forza velocemente.
“ammettilo,
Stefan!”.
Stefan a sua
volta prese per le spalle il fratello.
“ok, va bene!
Sto impazzendo! Lexi non sarà al mio fianco ad aiutarmi stavolta ed invidio
Iuli, che ha un esercito alle sue spalle ad aiutarla, ma non ne avrà bisogno
perché ha una forza di volontà spaziale, che io non ho!”.
“non dire
stronzate Stefan! Tu non sei solo!”.
Stefan spintonò
via il fratello.
“e a chi devo
chiedere aiuto? Ad Elena? Perché io possa squarciarle la gola e magari
staccarle la testa?”.
“lo vedi che
dici stronzate? Tu non sei solo... perché hai me! Io ti aiuterò! Sarò la tua
ombra, quando starai per compiere qualcosa di troppo, io sarò lì a fermarti,
fino a quando non avrai più bisogno di me!”.
“Perché?”.
“perché sei
tutto ciò che ho!”.
Stefan ghignò.
“lo vedi che
dici stronzate anche tu?”.
Damon lo guardò
interrogativo.
“non hai visto come
ti guardava Iuli stamattina?”
*
“ciao!”.
“Iuli, sono
contenta di vederti. Stai meglio?”.
La ragazza
annuì.
“spero di non
averti spaventato troppo stamattina, mi dispiace, ma…”.
Elena non la
lasciò terminare.
“non devi
preoccuparti. Non mi spavento certo per così poco e poi, ho capito cos’è
accaduto e anzi forse ti devo pure ringraziare per essere resistita ad
attaccarmi!”.
Iuli le sorrise
debolmente, poiché ancora in colpa.
“non avrei mai
potuto farlo, non me lo sarei mai perdonata!”.
Elena le sorrise,
poi la guardò con sguardo fiducioso. Le due si trovavano ancora sulla veranda.
“Iuli, ti va di
entrare?”.
La biondina
rimase sorpresa, Elena le stava dando tutta la sua fiducia. La ragazza si voltò
ai piedi della scalinata e guardò interrogativa Elijah.
“penso che andrò
a farmi un giro nei dintorni. Passerò a prenderti tra poco!”.
Iuli corse giù e
come poche ore prima, lo abbracciò, poi tornò alla porta d’entrata.
Elena ripeté di
nuovo l’invito e Iuli varcò con un passo l’entrata.
*
Klaus stava
percorrendo alcuni vicoli della parte industriale della città di Chicago. Una
volta lasciata la casa di sua madre era ritornato nella sua dimora ed aveva
raccolto alcune cose e poi era partito con Tyler. Gloria non era l’unica strega
competente di quella zona, ce n’era un’altra, ed era proprio lì che lui si
stava dirigendo.
Arrivò sul retro
di una fabbrica e da una piccola porta sgattaiolò dentro. Era pieno giorno per
cui lo stabile era pieno di umani che lavoravano. Seguì il suo istinto e prese
alcuni corridoi che lo portarono ad una scalinata; sul muro adiacente una
scritta ed una freccia indicavano che salite queste si avrebbe trovato il
dirigente.
Klaus fece le
scale e prese il corridoio alla sua destra ed entrò nell’ultima porta. Si
ritrovò in una stanza con alcuni mobiletti, due panche ai lati e al centro vi
era una scrivania con dietro una semplice umana.
“salve! La posso
aiutare? Ha un appuntamento?”.
Klaus con passo
sinuoso si portò davanti alla scrivania e si piegò arrivando molto vicino al
viso della donna.
“io non ho
bisogno di appuntamenti!”.
La ragazza
sbatté le palpebre soggiogata.
“ha ragione lei
non ha bisogno di appuntamenti!”.
Klaus sorrise
alla segretaria e poi passò oltre verso la porta alle spalle di lei. Trovò
un’altra stanza con molti archivi. Passò oltre anche quella stanza arrivando alla
porta che c’era dall’altra parte, ed entrò senza bussare.
Una donna mora
dai capelli ordinatamente raccolti e di una età indefinita parlava al telefono,
si girò infastidita verso colui che era entrato così sgarbatamente nel suo
ufficio, ma quando incrociò il suo sguardo, una gelida maschera fredda si pose
sul suo viso.
“Charlie ti
posso richiamare?”.
Ripose la
cornetta al suo posto e fissò il suo ospite.
“Rose, quanto
tempo!”.
“A cosa devo
questa improvvisata Klaus?”.
“non posso
semplicemente fare visita ad una vecchia amica?”.
La donna lo
guardava freddamente.
“noi non siamo
mai stati amici!”.
Klaus ghignò,
mentre giocherellava con alcuni oggetti della scrivania.
“bè allora
potremmo diventarlo!”.
“è da tempo che
mi sono allontanata dalla magia, per cui non ti sarò utile, per niente. Se vuoi
scusarmi!”.
La donna si alzò
e stava per uscire.
“che peccato,
sai, che noi non possiamo diventare amici, perché il mio amico, Tyler, è già
diventato amico di tua figlia Margaret e della tua nipotina, sky; che bel
nome!”.
Rose si voltò
spaventata.
“cosa gli hai
fatto?”.
Lui la guardò
offeso, come se lui fosse in grado di fare del male a qualcuno.
“niente Rose…
per ora!”.
L’ultima parte
della frase l’aveva detto con tono minaccioso.
La donna
rassegnata tolse la mano dalla maniglia e tornò indietro.
Lui la guardò
beffardo.
“ottima
scelta!”.
**************************************
Bene bene bene.
La nostra Iuli è
alle prese con il suo essere vampiro, mentre i fratelli Salvatore, come nella
3x16 si legano maggiormente, come forse non hanno mai fatto in tutta la loro
esistenza. Klaus intanto sta cercando aiuto, cosa combinerà?
Lo scopriremo
presto.
Grazie mille per
seguirmiiiii
Un bacione
Deba
|
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Capitolo 15 *** capitolo 15 ***
15
CAPITOLO 15
“Che cosa vuoi?”.
Rose era in piedi, davanti alla sua
scrivania e pregava mentalmente un aiuto che non sarebbe arrivato. Klaus,
intanto, aveva preso posto sulla poltrona della donna e teatralmente e molto a
proprio agio, mise i suoi piedi incrociati sopra la scrivania.
“un modo per uccidere un originario!”.
Rose corrugò le sopracciglia sorpresa da
tale richiesta. Sapeva che Klaus era diventato un ibrido e perfino che il
famoso Mikael era morto per mano sua, chi altro avrebbe mai dovuto uccidere?.
“perché?”.
Lui era il più forte, che ci fosse
qualcuno più potente di lui? Per Rose sarebbe stata una disgrazia, significava
che il suo mondo era sempre peggio e più intriso di sovrannaturale pericoloso.
“non sono affari che ti riguardano!”.
Klaus si era irrigidito al pensiero del
motivo per cui aveva posto tale domanda ed aveva sputato la risposta
velenosamente.
“tu devi solo eseguire il mio
desiderio!”.
La strega era sempre più dubbiosa.
“l’unico modo è un paletto di quercia
bianca, ma da quello che so tu e la tua famiglia vi siete dati un bel da fare
in passato per assicurarvi che fosse distrutta quella pianta. Non conosco altro
modo!”.
Klaus portò giù velocemente i piedi
dalla scrivania e mise le sue mani incrociate sotto il mento, puntando con lo sguardo
di ghiaccio la donna.
“vedi di darti da fare, allora. Voglio
che tu, con le conoscenze che possiedi e con le antenati che ti ritrovi, trovi
una qualche risposta decente, sennò mi prenderò la premura di uccidere il più
dolorosamente possibile tua figlia e succhiare fino all’ultima goccia del
sangue della tua nipote. Qualcosa non ti è chiaro?”.
Rose era rimasta visibilmente scossa
dalle sue parole. Tremante e impaurita, fece segno di no con la testa.
“Bene! Chiamami appena sai qualcosa,
ovviamente non prendertela comoda! E vedi di non farti passare per la testa
qualche malsana idea che io non approverei!”.
Detto ciò, con un sorriso lucente si
accomiatò dalla donna, la quale cadde in ginocchio piangente.
*
“È la prima volta che vengo a casa
tua!”.
Elena le sorrise e la portò in
soggiorno.
“È vero! Ti posso offrire qualcosa?”.
Iuli ci pensò due secondi.
“sai sono sicura che se me l’avessi
posta ieri questa domanda, ti avrei detto sicuramente coca cola…”.
Elena menò teatralmente la testa.
“ho capito! Prendo il whisky! Da quando
frequento vampiri ho cominciato a comprarlo per avere qualcosa da offrire loro,
però penso che la signora Green del supermercato mi prenda per
un’alcolizzata!”.
Iuli rise divertita e spensierata.
“Lo credo, anch’io!”.
“Penserà che sia per tutte le mie
perdite familiari…”.
Elena aveva incrinato la voce alla fine
della fase, e Iuli aveva smesso di ridere subito.
Si guardarono mute. Entrambe avevano
purtroppo provato la brutta esperienza di perdere i genitori, per cui le parole
non servivano, loro lo sapevano bene.
“Bè Iuli, com’è svegliarsi la mattina, e
ritrovarsi ad essere un vampiro millenario?”.
La biondina sorrise macabra, senza
entusiasmo.
“Gran bella domanda! Sai, sto cercando
di unire le mie due vite, ma ammetto che è un po’ problematico. In una sono nei
primi secoli Dopo Cristo e ho un padre, una madre, dei fratelli e poi bè, c’è
tutta la storia vampiri e licantropi. Nell’altra siamo nel XXI secolo, c’è
un’altra me, un’altra madre, un’altra nonna, Mystic Falls... e i miei
sentimenti sono divisi a metà, a seconda delle due vite. Mi sorge così
spontaneo chiedermi, io chi sono in realtà?”.
Iuli si scoprì turbata da quello che
aveva appena detto, proprio perché non aveva espresso a nessuno quel turbamento
così nel dettaglio. Le sue emozioni da vampiro vacillavano, ma come tutti della
sua specie, non c’era nulla da fare; avrebbe potuto cercare di scemarle, ma
avrebbe sempre provato tutto in modo più accentuato.
Elena, comprensiva, prese le mani della
ragazza nelle sue.
“Posso capire quello che provi. È successa
anche a me una cosa simile: una mattina mi sveglio, bacio i miei genitori, vado
a scuola, incontro i miei amici, faccio gli allenamenti di cheerleader e la mia
vita va bene così. Poi, un’altra mattina mi sveglio e miei genitori sono morti,
mia zia è morta, sono una doppelgaenger, i miei amici sono vampiri, streghe e
licantropi. Credo sia normale arrivare a fine giornata e chiedersi -in realtà,
io, chi sono?-”.
E ancora le due ragazze si scambiarono
uno sguardo di chi la sapeva lunga, ma soprattutto di comprensione e di
sostegno per l’altra.
“Non so chi sta peggio!”.
“cos’è una sfida?”.
Le due ragazze la buttarono sul ridere,
ma si abbracciarono nascondendo le lacrime ognuna nei capelli dell’altra.
Erano ancora strette quando Alarick
scese di corsa le scale, con migliaia di fogli nelle mani.
“Oh, scusate l’interruzione! Ciao Iuli,
come stai?”.
La ragazza sorrise.
“Si figuri. Bene, comunque, un po’
stranita, ma bene!”.
“Vedrai, andrà tutto bene!”.
“Lo spero! Ma cos’ha in mano?”.
“Ti prego dammi del tu, il ‘lei’ solo a
scuola!”.
Risero assieme.
“Per rispondere alla tua domanda, questi sono i geroglifici
che abbiamo trovato nelle grotte sotterranee dei Lockwood!”.
“Alarick sta cercando di tradurle tutte.
È grazie a lui se siamo riusciti a riconoscere il tatuaggio sul tuo collo!”.
Spiegò Elena e Iuli istintivamente si
portò una mano dietro la nuca.
“Quando mi sono svegliata, dopo la
trasformazione, era sparito!”.
Elena era sorpresa, ma Alarick no e Iuli
lo aveva notato.
“Non sei sorpreso?”.
“A dire il vero no… lo immaginavo…!”.
Intanto posò tutto il suo materiale
sopra il tavolo della cucina.
“Posso dare un’occhiata? Magari posso
essere utile!”.
Il professore si illuminò a tali parole.
Avrebbe sempre voluto chiedere ad uno degli originari di aiutarlo, ma
ovviamente in passato ciò era assai impossibile.
“Ne sarei onoratissimo!” disse
entusiasta.
Iuli lo spinse sorridente, ma purtroppo non
troppo dolcemente.
“Ma che dice… ops!”.
Alarick era finito contro il muro.
“Oddio.. davvero, mi dispiace
tantissimo, non ho dosato la forza! Si è fatto male?”.
Lui si alzò rimettendosi i vestiti in
ordine.
“Tranquilla, l’impatto non è stato così
doloroso come pensavo mentre ero per aria.”.
La ragazza si scusò ancora varie volte,
poi finalmente, riuscì a sedersi al tavolo con gli altri due, senza creare
altri danni.
*
“Stef?”.
Damon era tornato dal Mystic Grill e
stava girando per casa in cerca di suo fratello. Si fermò inconsciamente al
tavolo degli alcolici e si versò il suo buon e fedele Borboun. Lo sorseggiava
piano, mentre si guardava attorno in ascolto. Pensava fosse uscito, ma qualcosa
attirò la sua attenzione. Si avviò verso il sotterraneo sperando di sbagliarsi.
Per sua sfortuna, però, trovò proprio quello che immaginava. Stefan beveva
avidamente il sangue delle sacche dei donatori, che si trovavano nel frigo del
sotterraneo.
“Oddio, Stefan, per favore!” disse in
tono spazientito.
L’altro sembrava non ascoltarlo.
Continuava a succhiare famelico fino all’ultima goccia dall’ennesima sacca.
Damon irritato gli si avvicinò
spintonandolo lontano e chiudendo il frigo.
“Cosa non ti è chiaro della parola moderazione, fratellino?”.
Stefan terminata la sua sacca, la buttò
a terra vicino alle altre svuotate e si buttò su Damon impazzito.
“Ne voglio… ancora!”.
Damon buttò per aria il fratello e di
corsa gli fu subito addosso afferrandolo per la gola.
“Sei un debole, se non riesci a
controllarti. Iuli non è poi diversa dagli altri vampiri, ma riesce a far
prevalere l’amore nei confronti degli altri. Perché preferirebbe uccidersi che
far loro del male.”
Si guardarono in cagnesco e Stefan
strattonò via la mano del fratello dalla sua gola.
Damon fece per andarsene, poi si fermò,
parlando di spalle.
“Vuoi l’aiuto degli altri, ma tu, non ci
stai neanche provando, Stefan!”.
Con tono deluso, scoccò la frase, che
apparentemente non sembrava aver toccato il vampiro in questione.
Damon salì le scale, ma si fermò
sull’uscio. Voleva capire se la sua frase avrebbe o meno smosso i sentimenti
del fratello. Lui gli aveva promesso il suo aiuto e così avrebbe fatto.
Aspettò qualche secondo poi se ne andò
con un sorriso stampato in faccia.
Dopo che Damon se n’era andato, Stefan,
aveva avanzato furioso verso il frigo e l’aveva aperto prendendo in mano
un’altra sacca, stava per aprirla, ma le parole udite qualche secondo prima gli
rimbombavano nella testa. Buttò la sacca e chiuse in malo modo il frigo,
portandosi istericamente le mani tra i capelli. Aveva ragione. Damon aveva
ragione. Lui non ci stava neanche provando.
*
“Bè queste raffigurano…”
“… la morte della strega originaria!”.
Alarick la guardò estasiato.
“Esatto! L’ibrido la uccide
strappandogli il cuore!”.
Iuli annuì dicendogli che la lettura era
giusta. La sua mascella, però, si tese al ricordo di quel giorno.
Klaus
era entrato furioso nella loro capanna. I suoi occhi emanavano un luccichio di
puro odio.
Esther
e Iuli si erano strette, perché temevano quello sguardo.
“Figliolo,
è successo qualcosa?”.
Lui
ghignò gelido.
“con
quale coraggio mi chiami figliolo così dolcemente?”.
Eshter
aveva assunto uno sguardo di smarrimento.
“Fratello?”.
Ance
Iuli aveva cercato di parlare, ma lui le zittì.
“Taci
tu! Entrambe voi, aveva macchinato alle mie spalle!”.
Le
due si guardarono disorientate.
“Vi
ho sentito! Voi, volete uccidermi!”.
Esther
fece un passo avanti.
“No,
hai capito male Niklaus!”.
Quello
che aveva fatto Esther era solo per mantenere l’equilibrio. Non si poteva
creare un veleno senza il suo antidoto, non poteva esistere creatura, senza che
essa non avesse un punto debole. Erano le leggi fondamentali per non creare
nella natura dei dislivelli. Loro tutti, neo vampiri, avevano punti deboli,
come il sole o la verbena, ma solo il legno della quercia bianca avrebbe potuto
metter fine la loro vita definitivamente. Ma Klaus era qualcosa di più. Esther
aveva rilegato la sua parte di lupo, ma non era una garanzia. Se lui fosse mai
riuscito a spezzare quella barriera, sarebbe diventato qualcosa ancora di più
grande e lei a rigor di logica era stata costretta dalla sua natura di strega a
creare un’arma ancora più potente di quella che la quercia bianca poteva
essere. Ed Esther aveva fatto bene, dato che Mikael aveva fatto in modo che il
grande albero fosse distrutto dalla faccia della terra. Anche se la donna
sapeva, che il marito aveva conservato dei paletti per sicurezza.
“Io
credo di aver capito benissimo.”
Klaus
si era lanciato verso la madre, ma Iuli le si era parata davanti, la donna era
pur sempre un’umana.
“Tu,
piccolo mostro! Ora capisco perché non ti posso sopportare!”.
I
due iniziarono a lottare. Si spintonavano, si mordevano, nessuno lasciava
tregua all’altro.
“Fratello,
stai sbagliando. Parliamo!”.
Klaus
si sentiva preso in giro, e se c’era un difetto che lo predominava, quello era
l’orgoglio! Ringhiò alle parole della sorella e accecato dalla rabbia si sfilò
di tasca il paletto di quercia bianca e con rabbia lo infilò nel cuore di Iuli.
La
ragazzina portò lentamente le mani intorno al paletto e guardò Klaus senza
emettere nemmeno un mugolio. Quello sguardo avrebbe perseguitato Klaus per
molti anni.
Esther
non aveva potuto fare tanto, era rimasta scioccata nel vedere morire sotto i
suoi occhi sua figlia e si riteneva responsabile di ciò; due secondi dopo,
Klaus, le strappò il cuore senza tante cerimonie.
Quest’ultimo
fuggì, ed era così spaventato da ciò che aveva appena fatto, da non accorgersi
della presenza di Ayana.
“… tu che dici?”.
Iuli si risvegliò dal terribile ricordo,
si era estraniata dalla realtà e non aveva più ascoltato Alarick.
“Scusa non ti seguivo, puoi ripetere?”.
“Dicevo… ora che sappiamo della tua
esistenza, posso immaginare che queste sequenza raffiguri la tua morte.”
Iuli osservò le immagini che Alarick le
indicava.
“Si, è esatto. Qui parla del vampiro che
muore ucciso dal legno della quercia bianca.”
“Questo, quindi, indica la quercia
bianca?”.
Iuli annuì, mentre continuava ad
osservare l’immagine. Non sapeva, ma c’era qualcosa che non tornava. Prese in
mano la fotografia e l’avvicinò per concentrarsi meglio su di essa.
“Cosa c’è?”.
“Non lo so, questo simbolo, alla fine…
non capisco… non centra nulla... e poi credo sia tagliato, cioè deve avere una
continuazione!”.
Alarick riprese in mano la foto.
“Si credo abbia una continuazione, ma
credevo non centrasse con la morte dell’originario!”.
Frugò tra le scartoffie fino ad estrarre
quello che cercava.
“Ecco qua!”.
Iuli le osservò, e più le guardava più
non poteva credere ai suoi occhi.
“Non ci posso credere…”.
Alarick era diventato serio alla
reazione di Iuli.
“Iuli, che succede? Che dicono?”.
La ragazza non sapeva che dire, strinse
le foto e se andò di corsa con la sua velocità. Lasciando il professore ed
Elena di stucco.
Iuli si scontrò con Damon poco distante
dalla casa di Elena.
“Ehi, cos’è sta fretta? Correvi
disperata alla mia ricerca? Mi hai trovato dolcezza!”
Il sorriso sornione di Damon svanì nel
vedere che la ragazza non rispondeva come il suo solito.
“Ehi, tutto bene?”.
Le prese il viso tra le mani per
guardarla meglio negli occhi. a quel contatto Iuli si incendiò, come ogni volta
accadeva quando si trovava nei pressi di Damon Salvatore.
“Io.. io devo andare a casa!”.
“Ehi! Ti puoi fidare di me!”.
I due si guardarono intensamente negli
occhi, ma l’arrivo di Elijah ruppe l’atmosfera.
“Iuli, sono passato da Elena, ma mi hai
detto che sei corsa via. Cosa succede? Hai sete?”.
Iuli si spostò per creare un divario tra
lei e Damon, non riusciva a stargli troppo vicino, l’attrazione era troppa.
“Devo far vedere una cosa a tutta la
famiglia… una cosa molto importante!”.
Elijah vide negli occhi della sorella,
che la cosa pareva seria.
“Allora andiamo, la macchina è lì in
fondo!”.
Fecero diversi passi verso la direzione
dell’auto, quando lei si fermò.
“Lo so che mi posso fidare, viene anche
tu, Damon!”.
Il vampiro restò per un attimo
allucinato dalle labbra di lei che pronunciavano il suo nome, poi la seguì.
*
Drin Drin.
“Pronto?”.
Klaus stava dissanguando una cameriera nel
bagno di un bar di periferia, quando il suo cellulare prese a squillare.
“Ho scoperto una cosa, che se si venisse
a sapere troppo in giro, sarebbe un brutto affare per voi tutti originali.”.
L’ibrido lasciò cadere il corpo esanime
della ragazza e con il pollice si pulì gli angoli della bocca, che nel
frattempo si erano alzati in un ghigno.
“La premessa mi piace! Continua…”.
“La famiglia degli originali ha commesso
un errore di distrazione in passato…”.
Klaus uscì dal retro e si appoggiò al
muro di un vicolo, serio e ben attento.
“A cosa ti riferisci?”.
“Promettimi che poi non mi cercherai più
e che lascerai in pace la mia famiglia!”.
Supplicò terrorizzata Rose.
“Ti prometto che vi ucciderò tutti, se
non parli!”.
Freddo e spietato calcolatore di sempre,
Klaus non permetteva a nessuno di dettare le regole.
La donna sospirò.
“Mi riferisco alla quercia bianca…”.
Klaus si irrigidì.
“Cosa?”.
“Faresti meglio a tornare a Mystic
Falls!”.
*
“Venite tutti in salone!”.
Iuli l’aveva gridato una volta entrata
nella sua nuova casa.
Ad uno ad uno tutti gli originari
arrivarono in salone.
“Che succede sorella? E poi non serve
gridare, ti sentiamo benissimo.”.
Kol sempre allegro e tra le nuvole le
era sbucato da dietro divertito.
“Tesoro, ci sono problemi!”.
Esther era preoccupata dallo sguardo
della figlia.
Damon intanto la guardava per cercare di
capire cosa fosse accaduto, e così facevano anche Rebekah ed Elijah.
“Ora che è arrivato anche Finn vi dirò
che succede!” disse, nel guardare il fratello scendere lentamente le scale.
Prese un respiro poi mostrò a tutti le
immagini rubate ad Alarick.
“ma cosa…?”
Bekah prese in mano la foto per
guardarla meglio.
“è impossibile…”.
Esther sembrava sconvolta, così come i
suoi figli, l’unico ovviamente che non capiva nulla era Damon.
“Qualcuno gentilmente mi spiega che c’è
in quelle foto?”.
Iuli si avvicinò con cautela a lui.
“L’albero…”.
“no Iuli, non farlo!”.
Rebekah l’aveva bloccata, non voleva che
quella informazione divenisse di dominio pubblico, così come il resto della
famiglia pensava mentalmente.
Iuli abbassò lo sguardo, ma poi guardò
Damon e il suo cuore di vampiro le disse che fare.
“No, Bekah. Io mi fido di lui.”.
Lo disse con una tale intensità che
perfino la sorella non osò controbattere.
Iuli si voltò versò Damon e gli passò
una fotografia.
“L’albero di quercia bianca… trecento
anni dopo l’abbandono degli originari da questa terra, fu ripiantato…”.
*******************
E così gli originali hanno scoperto che
la quercia bianca è ancora viva e vegeta, pare però, che proprio tutti gli
originali ne siano venuti a conoscenza.
Cosa succederà ora? Iuli potrebbe essere
davvero in pericolo ora!
Alla prossima!!
Xoxo
deba
|
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Capitolo 16 *** capitolo 16 ***
16
CAPITOLO 16
Damon aveva tralasciato la parte
importante del discorso e si era concentrato solo su un’affermazione di Iuli.
Lei si fidava di lui. E la cosa più
incredibile era che lei ci credeva davvero. L’aveva capito dal suo tono, dal
suo sguardo, da tutto il suo corpo. Tutto era d’aiuto per far si che quelle
parole fossero intoccabili, anche da una come Rebekah, alla quale Damon non le
stava poi tanto simpatico. Il fatto però era proprio questo, non quello che pensava
Rebekah, ma quello che provavano tutti. Come sempre era stato, nessuno aveva
mai messo al primo posto Damon Salvatore. Ci si poteva fidare di Stefan: bravo
e cortese ragazzo, figlio, amante; ma non di lui, Damon. Lui era la pecora
nera, come ragazzo, figlio e amante. Il fatto che Iuli avesse colpito così
forte da crepare il sistema in cui il suo mondo girava, lo spiazzava. Poteva
essere felice, ma allo stesso tempo cauto, sospettoso. Quante volte nella sua
esistenza aveva provato a dare fiducia alle persone, e poi puntualmente venire
allontanato e lasciato ancora una volta, desolatamente solo? Tante, troppe
forse.
Avrebbe lui, Damon Salvatore, dato
ancora fiducia a qualcuno?
“Damon, tutto ok?”.
Iuli aveva posato dolcemente la sua mano
sulla guancia del vampiro, seriamente e visibilmente preoccupata per la strana
reazione da lui ricevuta.
Lui la guardò profondamente negli occhi,
e lei non si scompose, lo lasciò fare, anzi fece lo stesso. Mentre lui si
perdeva nei suoi occhi, lei si perdeva nei suoi.
Si, Damon Salvatore, avrebbe dato ancora
la sua fiducia!
“Se Klaus lo venisse a sapere, saresti
davvero in pericolo! Dobbiamo trovare un modo per tendergli una trappola, e
ucciderlo prima noi!”.
Prese la mano di lei e la strinse
dolcemente.
L’aria intorno a loro si era fatta
elettrica, tutti lo percepivano e di conseguenza si sentivano di troppo in
quella situazione stranamente mielosa, anche se a dire il vero, i due non
stavano facendo niente di così vistoso. Le loro emozioni però erano più forti
dei loro muscoli.
Elijah tossì cortese. Voleva prendere
parola, ma non troppo rumorosamente, però era anche vero che voleva quietare
quella situazione troppo romantica, di cui era protagonista proprio la sua
sorellina preferita e quel dongiovanni di un Salvatore, di cui sua sorella
sembrava provare, chissà come, interesse.
“Su questo penso siamo tutti
d’accordo.”.
Attese che tutti annuissero.
“Come faremmo a trovare la posizione
esatta dell’albero?”.
Kol sbuffò sonoramente.
“Spero proprio di non dovermi fare un
giro turistico per Mystic Falls, sinceramente, ci sono tanti alberi!”.
Damon rimasto in silenzio mentre era
rapito dagli occhi di Iuli, si era ricordato di una cosa, che in passato lo
aveva annoiato a dir poco, ma che ora, al pensiero, ringraziava i suoi antenati
per la loro mania del caricarsi di impegni cittadini.
Rebekah nel frattempo rispondeva ai suoi
fratelli.
“Kol, davvero? In un bosco cosa ci vuoi
trovare sennò, se non alberi, tanti alberi?”.
“Non è questo che intendevo
Raperonzolo!”.
Rebekah ruggì tra i denti.
“Come diavolo mi hai chiamata?”.
Kol stava per rispondere divertito per
aver irritato la sorella, ma Elijah si frappose tra loro.
“Kol, Bekah. Per cortesia, non mi pare
il momento!”.
“Elijah ha ragione. Fatela finita!”.
Anche Esther si era messa tra i due.
Kol si voltò sbuffando e mormorando un
“il solito guastafeste”.
Bekah si rimise in discorso,
dimenticandosi già dell’accaduto.
“Dovremmo cercare negli archivi dei
fondatori!”.
Damon ghignò.
“Cosa c’è?”.
Rebekah si era irritata al sorrisino
fuori luogo di Damon.
“Direi che forse sarebbe meglio guardare
nei registri della falegnameria!”.
Rebekah storse le labbra scocciata.
“E allora dato che fai tanto il
sapiente, fa tu allora!”.
La vampira si girò teatralmente, come
per chiudersi fuori dalla discussione.
“Dolcezza ritieniti fortunata che io sia
chi sono!”.
La bionda si rigirò con un sopracciglio
alzato.
“Cosa dovrebbe essere, una minaccia?”.
Il battibecco venne interrotto da una
risata.
Damon si voltò verso Iuli con un
sopracciglio alzato, ma si pentì subito, perdendosi in quella visione
celestiale che era lei, mentre rideva.
“scusa!”.
La ragazza ancora sorrideva sotto i
baffi, mentre cercava di trattenersi.
“scusa?”.
Ripeté Damon, un po’ scettico e un po’
sorridente, specchio della sua risata.
“Scusa, ma la battuta di Bekah, era
troppo bella!”.
Cosa che non era mai successa, Damon non
si arrabbiò. Normalmente il sue ego e il suo orgoglio, avrebbero già fatto
piantare i suoi canini, sul collo di colui o colei che avesse preso in giro la
sua persona, ma ciò non avvenne. Nel suo cuore questo lo rabbuiò, non era da
lui, non gli era mai successo… o forse
si. Era già successa una cosa simile quando era ancora semplicemente il Damon
umano, quando per la prima e anche ultima volta ,si era innamorato delle bella
dama Katherine… quando… un momento. Damon bloccò i suoi pensieri attorno ad una
parola che lampeggiava nella sua mente come un’insegna di Las Vegas. Innamorato?
Possibile, che il suo cuore potesse ancora provare quel sentimento, che tanto
l’aveva cambiato, che tanto l’aveva fatto soffrire, portando ad odiare tutto e
tutti, perfino se stesso, per essere quello che era, e non come un Stefan,
attaccato alla sua umanità? Possibile che si stesse innamorando di Iuli? E per
Elena allora cosa provava? Lui aveva creduto di amarla, ma più guardava Iuli,
più si rendeva conto, che non era Elena che aveva pensato di amare, ma che
ancora una volta lui aveva amato Katherine. La loro somiglianza era stata in
parte la sua rovina. Damon infine odiava Katherine, per tutte le sue prese in
giro, ma aveva provato un qualche sentimento per Elena, perché rivedeva in lei,
il suo amore per la vampira, e le belle qualità che la doppelgaenger umana
possedeva, erano quelle che Damon voleva che Katherine avesse, ma solo ora si
rendeva conto di quanto tutto ciò fosse assurdo e inverosimile. Solo ora si
accorgeva che lui per Elena, provava un affetto familiare. Si, perché alla fine
lei e Stefan erano diventati per lui la sua famiglia. Solo ora si rese conto di
quanto lui fosse stato stupido.
Ora si guardò in giro con occhi nuovi.
“Ovvio piccola Cullen. Tutto quello che
riguarda il sottoscritto è bello!”.
Lei sbuffò divertita e roteò gli occhi
al cielo, dandogli una pacca alla spalla.
“Dai Mr Mondo, a cosa ti riferivi prima?
Cosa centri tu con i registri della falegnameria?”.
Lui sorridendo sornione riprese a
parlare.
“Si da il caso che nei primi del
novecento tutte le falegnamerie erano di proprietà Salvatore. Onde per cui la
risposta alla nostra domanda, la troveremmo in casa mia, poiché i registri sono
tutti lì!”.
Mutismo stupefatto seguì quelle parole.
Nessuno parlava e Damon chiuse quella scenetta con una delle sue.
“Un ‘grazie
Damon per esistere’ penso possa bastare!”.
Tutti mossero in modo negativo la testa,
convincendosi che con quel vampiro non c’era proprio niente da fare, la sua
ironia era davvero infinita.
“Damon?”.
Iuli richiamò dolcemente la sua
attenzione.
“grazie per…”.
“si?”.
Era irretito da lei.
“… per abitare non molto lontano da casa
mia. Ci muoviamo?”.
Lo shock era palesemente visibile sul
suo voltò, che subito dopo cambiò assottigliando lo sguardo sorridendo di
traverso, sempre più colpito dal carattere di lei.
“dai piccola stronzetta, monta in
macchina!”.
Detto ciò lasciò la stanza.
Iuli si voltò versò la sua famiglia
tornando seria.
“semmai troveremo l’albero cosa
faremmo?”.
“Lo distruggeremo!”.
Era stata Rebekah a parlare in tono
combattivo.
Tutti erano d’accordo, anche Esther.
“Non possiamo rischiare. Dobbiamo essere
certi che non vi siano armi che possano essere un pericolo per voi tutti. Se
Niklaus lo sapesse, sarebbe un guaio! E se come pensiamo, si troverà una strega
è meglio sbrigarci!”.
Iuli annuì e raggiunse l’auto dove Damon
l’attendeva.
*
Klaus in pieno momento creativo stava
camminando avanti e indietro nel suo appartamento di Chicago. Non poteva
credere a quella che la strega gli aveva detto. La quercia bianca era stata
ripiantata. Doveva trovare assolutamente quell’albero. Doveva distruggerlo,
bruciarlo ancora una volta, ma non prima di aver rifilato lui stesso con le sue
mani cinque paletti, che avrebbe personalmente piantato nel cuore dei suoi
fratelli traditori. Per prima però avrebbe dovuto uccidere Iuli, lei era la sua
minaccia numero uno.
Si guardò in giro col suo sguardo
furioso, freddo e paurosamente felice.
“Tyler, è tutto pronto?”.
L’ibrido lo raggiunse dal salone.
“Si. Ho caricato l’ultimo pacco. La
macchina è pronta!”.
Klaus si voltò verso la finestra, che
dava sulla piazza sorridendo.
“Ho sempre detto che l’amore era per i
deboli… preparati Iuli!”.
*
“Hai mai pensato di trasformare casa tua
in una biblioteca pubblica?”.
Iuli si guardava affascinata in giro per
la stanza. Una volta arrivati alla pensione, i due si erano precipitati nella
biblioteca dei Salvatore.
Damon le si avvicinò porgendole un
bicchiere di Bourbon.
“A dire il vero, ho sempre immaginato di
trasformarla in una casa chiusa. Si additerebbe di più alla mia persona!”.
Iuli lo guardò con i suoi occhi pungenti.
“Stefan potrebbe non gradirlo!”.
Damon alzò il sopracciglio, sorpreso che
la vampira avesse menzionato il fratello.
“Uhm… vero! Ma Stefan è tornato ad
essere divertente, potrebbe darmi man forte!”.
“Non contarci!”.
Il diretto interessato era comparso alla
porta.
Iuli si voltò divertita verso Damon.
“Visto? Avevo ragione!”.
Lui le fece una smorfia socchiudendo gli
occhi, poi si rivolse al fratello.
“Stef, non dovresti stare dalla parte
della famiglia?”.
“Quando mai sono stato d’accordo con le
tue decisioni?”.
Damon sbuffò teatralmente.
“Si salvi chi può. Coniglietti di tutto
il mondo scappate, sta tornando di nuovo il coscienzioso ed educato Stefan!”.
Stefan sorrise ai modi di fare di suo
fratello.
“Ammettilo che ti piaccio di più così!”.
“Non mi arrenderò con te, fratellino! Ti
farò diventare divertente come me, vedrai!”.
Iuli affiancò Stefan guardando Damon
come se lo studiasse, con il viso corrucciato e una mano sotto il mento, e
iniziò a parlare al vampiro, come se ci fossero solo due nella stanza,
ignorando volutamente Damon.
“Si, perché sai lui si crede divertente!”.
Stefan seguì la sua scenetta.
“Già, ho provato a fargli capire che le
sue battute non fanno ridere, ma niente”.
“Dici che gli vengono improvvise o se le
studi di notte?”.
“sai, a volte penso che se le scriva
sulla mano…”.
“Dovremmo controllare non credi?”.
“EHI! Voi due! Fatela finita, non siete
affatto divertenti!”.
Damon si era allontanato di spalle dai
due infastidito. Loro forse potevano pensare che lo facesse perché non gli
piaceva essere preso in giro, ma la verità era che era geloso. Non voleva che
Iuli e Stefan avessero un rapporto, che lui agognava e ancora pensava di non
avere. Non doveva essere ancora ‘sempre e
solo Stefan’.
I due risero, e Iuli gli tirò pure la
lingua da monella.
“e dai… non farai mica l’offeso, vero? Sei
proprio permaloso!”.
Damon tuttavia non rispose. Si era
seduto su una poltrona, perso nei suoi pensieri.
Stefan allora cercò di spezzare la
tensione che si era andata inspiegabilmente a creare.
“ehi Iuli cosa stavate cercando?”.
“I registri della falegnameria che
parlano di…”.
La vampira stentava a continuare. Non sapeva
perché, forse perché lui non era Damon. Era una cosa stupida pensarci. Alla fine
lei sapeva che Stefan era una brava persona e affidabile, però chissà come gli
era stato più facile parlare di quella cosa davvero importante con Damon che
con lui. Il maggiore dei Salvatore, intanto, nel sentire l’incertezza che la
ragazza aveva nel confidarsi con Stefan, gli fece vedere uno spiraglio di luce.
Si alzò e si avvicinò mettendole una mano sulla spalle. Lei lo guardò e chissà perché,
riprese sicurezza.
“…di dove sia situato l’albero di
quercia bianca!”.
Stefan sbarrò lo sguardo.
“Cosa? Di cosa stai parlando?”.
Stefan guardò prima Iuli, poi il
fratello, poi di nuovo Iuli, in attesa di una spiegazione.
“Ho visto da Alerick le foto fatte nella
grotta dei Lockwood… e su una, i graffiti dicevano chiaramente che quando gli
antichi lasciarono le terre del nuovo mondo, l’albero fu ripiantato!”.
“Ma è una notizia magnifica!”.
“Già, basta che non lo scopra anche
Klaus perché potrebbe diventare un problema, soprattutto per Iuli!”.
Stefan annuì.
“Senti Stefan, puoi farmi un favore?”.
Il vampiro sorpreso annuì,in attesa di
sapere a cosa si riferisse.
“Puoi andare da Elena e raccontarle la
novità e scusarmi per essere fuggita senza dire nulla, né a lei né ad Alarick. Solo
che non sapevo che fare e mi sembrava giusto parlarne prima con la mia
famiglia!”.
Stefan annuì comprensivo.
“Certo, ci vado subito! E Damon? Io cercherei
dopo il primo decennio. Eravamo tornati entrambi qui nel 1912, e se non sbaglio
la falegnameria era piena di progetti in quell’anno.”.
Damon ritornò con la mente al passato
cercando di ricordarsi quell’anno.
“Hai ragione, tu cercavi di fare il
fratellino a modo, e la città cercava di costruire nuove strutture!”.
Dal nulla Stefan diventò triste e si
avvicinò a al fratello.
“Damon… potrai mai perdonarmi?”.
Stefan aveva ripensato ancora una volta
a quello che aveva fatto al fratello. L’aveva costretto a trasformarsi e a
vivere quella esistenza.
“Basta coi drammi, Stef. Pensiamo al
presente!”.
In passato Damon aveva giurato che
avrebbe fatto vivere a Stefan una vita d’inferno e soprattutto che non l’avrebbe
mai perdonato, ultimamente però si chiedeva spesso dove fosse finito tutto
quell’odio verso il fratello, che forse non era mai veramente esistito.
I due fratelli si guardarono, Stefan
annuì, poi salutò Iuli e lasciò la pensione.
Rimasti soli nella stanza, Iuli dopo
aver osservato lo scambio di pensieri dei due, poté scorgere un Damon
pensieroso e teso.
“Ne vuoi parlare?”.
Lui la guardò e sorrise fintamente.
“di cosa? Dai cerchiamo nei registri di
quell’anno!”.
Lei rimase ferma a fissarlo. Lui prese
il libro che gli interessava e poi la guardò nuovamente, vedendo che non si
muoveva.
“Che c’è?”.
Iuli aveva pensato più di una volta che
Damon non era poi il duro che cercava assolutamente di far credere agli altri. Si
era un cazzone, come anche lei gli aveva fatto notare, ma era una copertura e
allo stesso un’armatura, per difendersi dalle delusioni che gli altri gli potevano
riservare. Ai suoi occhi, ciò, era una cosa triste e la portò a chiedersi cosa
Damon avesse mai potuto passare nella sua vita per arrivare ad essere chi era
ora. Elena le aveva raccontato cosa avesse fatto Katherine, ma sicuramente un
conto era raccontare la storia, un altro averla vissuta in prima persona.
Mossa dal suo istinto lentamente lei si
avvicinò e sorprendendo il bel vampiro, lo abbracciò.
Damon rimase in un primo momento
spiazzato , voleva quasi allontanarla, perché quel contatto tanto agognato, ora
lo imbarazzava e lo impauriva contemporaneamente. Ma fu solo per un momento. La
parte umana di lui si svegliò e lo fece tuffare nelle braccia di lei, nascondendo
il viso tra i suoi capelli e ispirando il suo profumo profondamente.
Dopo quello che parve un minuto o un’ora
i due si staccarono, ma non perdendo il contatto visivo. Come sempre accadeva,
l’aria si fece elettrica intorno a loro e questa volta nessuno li avrebbe
interrotti. Come due pezzi perfetti di un puzzle, si unirono. Unirono le loro
bocche accorgendosi entrambi di come quella sensazione ora li appagasse
entrambi. Tutti e due si sentivano completi. Il bacio all’inizio fu dolce, ma
la passione crebbe sconvolgendoli entrambi. Il bacio divenne famelico, le loro
lingue si intrecciavano, i loro denti mordevano ognuno le labbra dell’altro. Si
accorsero che volevano sempre di più. Damon la sollevò appoggiandola alla
libreria, i loro bacini entrarono in contatto tra di loro e la voglia li assalì
all’inverosimile. Damon prese a baciarle il collo alternando i baci con la
lingua, Iuli gemeva in preda alla lussuria. Voltò la testa a destra per esporre
di più il suo collo, ma con gli occhi socchiuse vide una cosa che la portò
brutalmente alla realtà.
“D… Damon..”.
Affannata cercava di parlare.
“mmm..”.
Lui era troppo preso dal corpo di lei,
ma bastò una parola.
“il libro!”.
Il vampiro si bloccò immediatamente e
sbuffò sconsolato sul collo di lei. La fece scendere dalla sua morsa e la baciò
di nuovo, stavolta dolcemente.
“ancora due secondi e giuro, che anche
se fosse scoppiata la terza guerra mondiale, non mi avrebbe fermato nessuno!”.
Lei si morse un labbro ancora eccitata.
“davvero promettente!”.
“avanti, meglio mettersi sui libri o
giuro che ti prendo qui e subito!”
Lei si avvicinò sensuale e gli soffiò
sulle labbra: “sempre se non lo faccio prima io…”.
Poi gli passò oltre e come se nulla
fosse si mise a sfogliare il registro.
Damon stava letteralmente perdendo la
testa. Quella ragazza era fatta su misura per lui. Era dolce e buona, ma sapeva
essere anche cattiva e dannatamente sexy. Stavolta le cose sarebbero andate
diversamente. Niente gli avrebbe portato via la felicità. Klaus doveva morire.
“Ehi Damon guarda qui!”.
La ragazza indicava con l’indice un
puntò a metà pagina. Damon prima di guardare a cosa lei si riferisse, si perse
nell’ammirare la sua mano, il suo dito e perfino la sua unghia curata. Poi finalmente
lesse.
“Che fortuna sfacciata!”.
“Ma come facciamo?”.
“Alarick proprio stamani mi ha detto che
si stava occupando della scritta da mettere dopo la ristrutturazione del
Wickery Bridge! Arriva a proposito. Pare che stiano togliendo le vecchie assi
di legno per mettercene delle nuove!”.
“quindi abbiamo trovato l’albero!”.
Lui sorrise felice con lei.
“Si, abbiamo trovato l’albero!”.
Lei emise un gridolino di felicità e poi
saltò al collo del suo vampiro.
************************
Bene bene bene.
Finalmente Damon e Iuli si sono baciati,
e finalmente Damon sta mettendo chiarezza sui suoi sentimenti.
Klaus sta tornando a Mystic Falls, cosa
combinerà?? Niente di buono, su questo siamo sicuri!!
Ringrazio sempre di cuore voi che mi
seguite, e specialmente voi dears che mi recensite, mi date sempre nuovi spunti
per continuare la storia!!!
Un bacione
deba
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Capitolo 17 *** capitolo 17 ***
17
CAPITOLO 17
La sera dell’avvenuta scoperta del luogo
in cui si trovava la quercia bianca, la famiglia degli originari, seguiti dal
gruppetto soprannaturale di Mystic Falls, si riunì per decidere il da farsi.
“oggi ho incontrato Carol Lockwook e ho
saputo che domani verranno tolte le assi di legno del vecchio ponte!”.
Rebekah esponeva cosa le sue ricerche
aveva portato a termine.
“ottimo! Come insegnante di storia andrò
a dare una mano anche io, così cercherò di dare degli ordini per fare in modo
che le assi vengano messe tutte in un punto , così da non dover troppo andare
in giro in cerca!”.
Tutti furono d’accordo con l’idea di
Alarick.
“e dopo che si fa?”.
Kol eccitato e smanioso del combinare
qualcosa fuori da normale, era tutto su di giri.
Fu Stefan a rispondere, il quale da
quando si era scoperta l’esistenza del quercia bianca, segretamente era
diventato ancora più smanioso del bel Kol. Non vedeva l’ora di trovarsi faccia
a faccia con Klaus, non vedeva l’ora di rendergli pan per focaccia; doveva
pagare e ora che avevano finalmente la forza per contrastarlo, niente sarebbe
dovuto andare storto.
“Conosciamo Klaus, non ci impiegherà
tanto a tornare. Domani sera prenderemo il legno che ci serve e bruceremo
l’altro, nel frattempo chiedo a voi tutti di pensare ad un piano che segua
questi punti…”.
Parlava come un generale dell’esercito,
nessuno obiettava.
-
“…come
tenere occupati i suoi ibridi;
-
Tyler;
-
eventuali
persone soggiogate;
-
e
quale situazione creare per arrivare a piantare quel dannato paletto nel cuore
di Klaus!”.
Ringhiò tra i denti l’ultima parte,
tanto quanto era preso dal suo stesso discorso. Damon gli si avvicinò e gli
mise una mano sulla spalla.
“Calma fratellino, conserva le energie
per l’azione.”.
Si voltò poi verso tutti gli altri.
“Direi comunque di fare così, come ha
suggerito Stefan, di pensare a qualcosa per sistemare tutti quei punti e non
dimentichiamoci di pensare anche ad un piano B, perché sicuramente il piano A
andrà in fumo.”
Sorrise sornione come solo Damon era in
grado di fare. Tutti o per lo meno quelli che in passato avevano potuto
assistere ai loro piani, annuirono sconsolati del fatto che i loro piani
andavano sempre in fumo, una di questi era la stessa Elena.
“Si, ma questa volta me la sento sarà
diverso. Insomma, siamo una bella squadra.”.
Iuli le si avvicinò e le strinse la
mano.
Bonnie annuì, anche lei si sentiva più
carica delle altre volte, che dovevano affrontare direttamente Klaus.
“E ovviamente io ho già un’idea su che
situazione creare…”.
Caroline entusiasta batteva le mani,
tutti la guardarono sbalorditi dalla sua immensa esuberanza.
“… un ballo ovvio!”.
Elena sorrise.
“e chi l’avrebbe mai detto?”.
“Ehi!”.
Esther riportò serietà nel discorso.
“Caroline ovviamente ha ragione e
comunque era ovvio che avremmo sfruttato una possibile festa, Niklaus avrebbe
fatto lo stesso! Meglio trovarsi già da prima preparati.”
Elijah rimasto in silenzio fino ad
allora, sintetizzò infine quello che la serata aveva loro offerto.
“miei cari, si è fatto tardi. Direi di
darsi appuntamento domani al calar del sole sul Wickery bridge, nel frattempo
come suggerito penseremo tutti a delle strategie per attaccare Klaus!”.
Tutti furono d’accordo e a poco a poco
si dileguarono.
Esther si rintanò nella sua stanza
assieme a Bonnie sfogliando i rispettivi grimori. Elena che era arrivata
assieme a Bonnie, accettò il passaggio di Stefan a casa. Rebekah e Kol andarono
al Grill, volevano fare a gara a chi avrebbe tenuto più alcol, e la cosa si
prospettava andare sicuramente per le lunghe. Finn ed Elijah andarono a fare un
sopralluogo delle grotte Lockwood in compagnia del professor Saltzman. Caroline
preferì tornare a casa, e fu così che si ritrovarono da soli nella stanza Iuli
e Damon.
*
Erano arrivati a casa Gilbert e com’era
abitudine fare, Stefan accompagnò Elena fin dentro la casa. Si, un po’ per
abitudine e un po’ perché voleva assicurarsi che tutto fosse a posto.
“Grazie per il passaggio!”.
Lui le sorrise, ma fu un sorriso tirato.
“Di niente, figurati!”.
Lei gli si avvicinò per guardarlo da
vicino.
“sei preoccupato!”.
Non era una domanda.
Lui si perse nei suoi occhi cioccolato,
lei era ancora lì dopo tutto quello che era successo, ma purtroppo non erano
più quelli di una volta, e su questo non poteva mentirsi.
Chiuse gli occhi dall’odio che provava.
“ehi Stefan? Guardami. Andrà tutto
bene.”.
Lei gli aveva preso il volto tra le
mani, le stesse che poi lui strinse nelle sue.
“Ho sprecato tutte le mie energie ad
odiarlo… non voglio che sia stato tutto inutile…”.
“Non pensare negativo. Si, Klaus ti ha
fatto passare l’inferno, ma tu sei riuscito ad uscirne, perché sei meglio di
lui. Ce la faremo stavolta, lo sento.”.
“Ma se non vincessimo? Io… odiare Klaus
era semplice, mi permetteva di non pensare a quello che mi succedeva attorno, a
quello che stavo perdendo…”.
I due si guardarono profondamente. Elena
stava finalmente arrivando a capire di cosa Stefan stesse parlando. Di lei.
“Stefan... io... tu non mi hai mai
persa. Io ti ho sempre amato!”.
Lui si stacco da lei gesticolando
nervosamente con le mani.
“Lo so. Lo so che mi hai sempre amata,
anche quando ho fatto di tutto per allontanarti.”.
Lei cercò di avvicinarsi.
“perché sei così furioso? Non ne hai..”.
“è colpa mia. Tutta colpa mia!”.
Elena sbatté gli occhi scettica.
“di cosa stai parlando?”.
“Di Damon. È colpa mia se ti sei
innamorata anche di lui!”.
Elena rimase scioccata dalle parole
appena udite dalla bocca di Stefan.
“ma cosa dici?”.
Lui rabbioso prese il viso di lei tra le
mani.
“Allora guardami negli occhi e dimmi che
non è vero!”.
Elena rimase sconvolta dalla piega che
aveva preso la serata, ma contenta in parte, perché finalmente Stefan stava
prendendo una posizione. O meglio quella che gli era sempre spettato, quella a
fianco a lei. Proprio quel pomeriggio Elena aveva parlato con Damon. I due si
erano una volta per tutte chiariti. Damon le aveva confessato di essersi reso
conto che lui aveva pensato di amarla, perché in lei non vedeva Elena, ma
Katherine. Lui aveva sempre e solo amato quella bulgara, fino ad ora. Ora che
nel suo cuore pian piano si era fatta spazio Iuli e lui non se la sarebbe
lasciata fuggire. Elena dal canto suo confessò che per un momento, quando lui
l’aveva baciata, anche lei aveva pensato di amarlo, ma quando Stefan era
tornato si era resa conto che si era solo lasciata andare, perché le mancava il
suo Stefan, e per quanto diversi potessero sembrare i due Salvatore erano comunque
fratelli, e Damon le ricordava che Stefan esisteva e non era stato solo un
sogno. L’esistenza, la vicinanza di Damon, significavano che Stefan esisteva,
stare con lui significava mantenere vivido il suo ricordo in lei.
Elena ci stava mettendo troppo a
rispondere e Stefan sconsolato si stava pian piano allontanando da lei, ma
venne prontamente fermato. La doppelgaenger ridiminuì le distanze, portandosi a
pochi centimetri dal viso di lui.
“Non è vero! È vero che a Damon voglio
bene, lui ormai fa parte della mia famiglia, ma tu sei l’unico che ho sempre
amato… sei sempre stato solo tu!”.
Lui la guardò profondamente, cercava nel
suo viso e nei suoi occhi un segno di cedimento, di indecisione che non sarebbe
mai arrivato.
*
Caroline stava per entrare in casa
quando sentì uno spostamento d’aria. Si girò di scatto e cercò di trovare
l’artefice di ciò. sentì ancora uno spostamento d’aria e questa volta
rabbrividì. Odore di ibrido le era appena passato accanto.
“chi c’è?”.
Si voltò di nuovo, stavolta verso le
scale della veranda e fu sorpresa stavolta quando vi vide una figura. I capelli
neri sparpagliati e gli occhi scuri che la scrutavano intimoriti e carichi di
colpa.
“Tyler?”.
Il ragazzo ancora non si muoveva.
“Tyler!”.
Stavolta lo urlò come un affermazione e
si precipitò spontanea tra le sue braccia, che calde l’avvolsero in un sentito
abbraccio.
La vampira si staccò e guardando il suo
pseudo ragazzo negli occhi e si accorse che qualcosa non andava. Non poteva poi
dimenticarsi che lui era al servizio di Klaus. E se c’era Tyler in città,
significava forse che anche il suo sire era tornato?
“Ty, tutto bene?”.
Lui le accarezzò il viso.
“Mi
dispiace, Care!”.
“Per co… ?”.
Lei non terminò la domanda che lui la
baciò. Tyler le era così mancato che lei si lasciò subito andare, senza porsi
altre domande. Sperava che ciò significasse un riavvicinamento da parte sua.
I due si persero subito in un bacio
appassionato, che divenne sempre più famelico e carico di eccitazione.
Entrarono in casa sbattendo in ogni angolo e in ogni mobile dalla foga.
Fortunatamente lo sceriffo Forbes sarebbe rimasto in centrale quella notte.
Solo dopo però si capì che forse era stata sfortuna.
*
Iuli e Damon salirono nella camera della
vampira ed entrando lei non poté non ricordare che durante la sua
trasformazione, lui non l’aveva abbandonata nemmeno un secondo. Il bacio che si
erano scambiati si era fatto ora vivido nella sua memoria e per la prima volta
in vita sua si sentì in imbarazzo, lo stomaco le si contorceva e l’adrenalina
pareva scorrere in lei. Non sapeva cosa doversi aspettare da Damon. Lui a volte
così dolce e amorevole, e poi altre così freddo e cinico. Si chiedeva cosa
avesse significato per lui quel bacio, ma poi si pose la domanda magica: Per se
stessa quel bacio, cosa voleva dire?
A pochi centimetri da lei il tenebroso
vampiro si poneva più o meno le stesse domande. Si chiedeva a cosa Iuli stesse
pensando, dato che aveva notato la sua fronte corrugata e ovviamente si
chiedeva se il bacio datosi, avesse cambiato la situazione tra loro o meno.
“Senti io…” . “Senti io…”.
Entrambi dissero la stessa cosa in
contemporanea. Si zittirono altrettanto velocemente e sempre nel medesimo
momento si misero a ridere.
“ok, prima tu!”.
“No, Iuli, prima le signore!”.
Lei imbronciò le labbra e lo guardò
storto.
“A volte questo privilegio è usato
contro di noi!”.
Lui sorrise sornione, bello e sexy come
solo lui riusciva ad essere. Almeno agli occhi di lei.
“Ehi, non l’ho mica inventato io. Ti
giuro che sono anch’io a favore della parità dei sessi!”.
Lei sorrise diabolica e poco
convincente.
“sei nato a metà ottocento. Pensi che io
ti possa credere?”.
“No, perché tu non sei stupida!”.
Lei si zittì. Poteva non sembrare, ma la
frase di Damon non era una frase qualunque, proprio perché l’aveva pronunciata
lui. Significava che la rispettava.
“Ok, basta girarci attorno. Che
significato diamo a quel bacio?”.
Lui alzò lievemente le sopracciglia.
“avrei dovuto aspettarmelo. Chiara e
concisa, eh?”.
“già!La pazienza non è il mio forte!”.
“a chi lo dici!”.
Si sorrisero complici.
“dai piccola Cullen, concedo a te di
rispondere per prima alla tua domanda!”.
“Ehi! Avresti dovuto rispondere tu,
vigliacco! E poi, pensi di offendermi chiamandomi ‘piccola Cullen’? Per tua
informazione aveva preso una cotta per Edward!”.
Damon rise di cuore, come forse non
aveva mai fatto. Quella ragazza non finiva di stupirlo.
“è così allora? Ti piacciono i vampiri
eternamente complessati, pateticamente dolciosi e senza un minimo di dignità
per loro stessi?”.
Lei lo guardò di sbieco, pensierosa.
“quando ero la me umana, si!”.
Ovviamente Damon non si sarebbe
aspettato questa risposta, e come d’altronde? Lei aveva il potere di mandarlo
nella più totale confusione solo con un battito di ciglia.
“e ora?”.
Lei si morse un labbro indecisa se dire
o no quello che le passava per la testa, e optò per il si.
“quelli eternamente complessati mi
piacciono ancora!”.
Aveva l’ombra di un sorriso sulla
faccia, gli occhi che lo guardavano intensamente e in attesa di qualcosa. In
attesa di una reazione che non si fece attendere. Damon le si avvicinò
velocemente e la fissò, serio.
“è Stefan quello eternamente
complessato, forse hai sbagliato Salvatore non credi?”.
L’aveva sfidata e aveva lanciato sul
tavolo uno dei suoi punti più deboli, assieme al suo orgoglio.
Lei gli sorrise sincera.
“Hai passato tutta la tua vita a cercare
la donna che amavi… e poi hai scoperto che lei sapeva esattamente dov’eri e non
è mai venuta da te e hai pensato bene di riversare il tuo dolore su tuo
fratello e su altre povere vittime. Mmm… secondo me… sei il Salvatore giusto!”.
Lui affilò lo sguardo, moralmente
colpito. Faceva ancora male, ma quello che più si faceva sentire era il suo
orgoglio. Si era sentito stupido, e si sentiva così anche ora, lì davanti a
lei.
Due erano le opzioni: darle ragione o
mentire, mentire ancora e non abbassare il capo.
La guardò e si perse in quegli occhi che
l’avevano tanto colpito quella volta nel parcheggio della scuola. La guardò e
vide quella ragazzina che da umana gli aveva coraggiosamente tenuto testa. La
guardò e vide quella fragile e forte umana che avendo perso tutti, ma ancora
stringeva i denti e lottava. La guardò e vide quella umana diventare un
vampiro, più forte perfino di lui. La guardò e vide quel bacio, che gli aveva
chiarito i suoi veri sentimenti.
Spostò lo sguardo e le voltò le spalle,
andando a sedersi sul grande letto.
Lei non si aspettava una reazione
simile. Si aspettava una battutina di cattivo gusto o una sfuriata, perfino una
lotta, ma non questo. Non Damon Salvatore a capo chino in silenzio.
Ma era così. Lui era stanco. Stanco di
continuare a mentire sui suoi sentimenti, perché si, aveva ammesso ormai a se
stesso che anche lui, provava sentimenti.
Iuli salì sul grande letto dalla parte
opposta sulla quale sedeva Damon. Gli arrivò da dietro e lo baciò
affettuosamente su una guancia, poi lo abbracciò e lo trascinò con sé al centro
del letto, accoccolandosi su di lui.
Dopo un po’ che stavano in silenzio, il
dormiveglia stava arrivando.
“e così ti piaccio?”.
“mmm… si ma non dirlo in giro, i miei
spasimanti potrebbero ingelosirsi e restarci male!”.
Iuli rispose ad occhi chiusi, si stava
quasi addormentando e lui invece sorrise tra i suoi capelli, perché quella era
una risposta alla Damon Salvatore.
Dopo un tempo infinito lui si avvicinò
al suo orecchio e le sussurrò la sua verità.
“mi sto innamorando di te!”.
Iuli in futuro più di una volta si
chiese se quelle parole le erano state dette davvero o se invece le aveva solo
sognate.
*
Il sole era quasi calato del tutto, così
che gli originali e la gang Salvatore si avviarono verso il punto deciso. Avevano
parcheggiato tutti ad un centinaio di metri di distanza dal ponte, non volevano
lasciare le loro tracce. Si guardarono tutti negli occhi, poi quando il buio
era ormai diffuso si mossero.
Erano ormai arrivati al wickery bridge
quando i vampiri della compagnia iniziarono ad avvertire qualcosa nell’aria che
non era di buon auspicio, il tutto accompagnato da una piccola nube di fumo che
si levava alta nel cielo dietro agli alberi davanti a loro.
“sta bruciando!”.
Era stato Stefan a gridare. L’ansia lo
stava iniziando ad avvolgere, qualcosa stava andando storto.
Tutti iniziarono a correre e ovviamente
i vampiri arrivarono prima delle streghe, della doppelgaenger e di Alarick.
Quando arrivarono al Wickery Bridge si
trovarono di fronte ad un fuoco scoppiettante. Le assi di legno di quercia che
Alarick aveva fatto mettere anticipatamente tutte assieme, stavano bruciando
assieme alle loro speranze.
“no!”.
“chi è stato?”.
“com’è possibile?”.
Tutti iniziarono a mormorare, increduli.
Iuli si mise una mano all’altezza del
cuore e l’altra invece la strinse sul braccio di Damon, presa in contropiede da
quella spiacevole sensazione.
“Iuli cosa succede?”.
“è qui!”.
Tutti si zittirono, sapevano bene a chi
lei si riferisse.
Non si fece attendere molto, Klaus fece
la sua comparsa da dietro il falò.
“Bene bene bene! Guardatevi! Ma quanto
siete patetici!”.
Rise elegantemente.
Nessuno parlava.
“pensavate davvero che sarete riusciti a
prendere la quercia bianca?”.
Rebekah che aveva passato tanto tempo a
fianco del fratello, assieme ad Elijah, era colei che provava più rancore nei
suoi confronti.
“Nik, a noi non basta altro che un
semplice ramoscello per ucciderti!”.
“Bekah!”.
Elijah la richiamò subito. Klaus non
sapeva in che modo Iuli fosse una minaccia per lui.
“ah ah ah! Già! Astuta madre, il sangue
di Iuli è davvero molto prezioso per voi! E cosa succederà ora che io lo so, e
ho anche l’arma per ucciderla, per uccidervi tutti?”
Il gelo li avvolse, come faceva Klaus a
sapere?
“Dovreste vedere le vostre facce. Eppure
sapete bene che io sono più forte e furbo di tutti voi messi assieme. Se vi
state tuttavia chiedendo come ho fatto, bè ammetto che sono stato aiutato. A
proposito, grazie Caroline!”.
Tutti al nome della loro amica/compagna
si voltarono verso di lei increduli. La vampira aveva sbarrato gli occhi e si
chiedeva perché lui l’avesse menzionata.
“Cosa stai dicendo? Io non ho fatto
nulla, non ti ho detto nulla!”.
Stefan furioso la prese per il collo,
era irriconoscibile.
“ci hai traditi?”.
“No, Stef…”.
Elena cercava di fermarlo.
Klaus sghignazzò ancora.
“è vero, direttamente non mi hai detto
nulla. Ammetto di essere entrato nella tua mente senza il tuo permesso!”.
Stefan mollò la presa, la sua amica era
stata ingannata.
“è impossibile! Io sono sempre vigile…
io…”.
E fu lì che tutto fu chiaro, che quelle
parole presero un senso.
‘Mi
dispiace, Care’.
Ora quelle parole avevano un senso.
Caroline si trasformò e furiosa gridò
lanciandosi su Klaus. L’ibrido non era impreparato e con un paletto di normale
legno, la impalettò vicino al cuore. La vampira cadde in ginocchio dolorante.
“fate un passo e glielo conficco nel
cuore!”.
Tutti si fermarono subito.
“Alla festa di sabato, preparatevi,
festeggeremo la vostra morte… tranne la tua Elena, ovvio!”.
Detto ciò prese Caroline e la lanciò in
aria verso il gruppo. Tutti si mossero per prenderla e sfilarle il paletto.
Quando si rivoltarono, Klaus non c’era più.
******************
Eccoci finalmente, con il nuovo
capitolo..
Le cose si sono fatte davvero
complicate…
Cosa ci riserverà il futuro?
Lo sapremmo presto…
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Capitolo 18 *** capitolo 18 ***
18
È una vita che non posto..
scusate..
CAPITOLO
18
Il
risveglio di quel giorno fu per tutti un inferno, forse perché tutti non
avevano chiuso occhio quella notte. Klaus aveva bruciato la quercia bianca,
inoltre, come se ciò non bastasse, aveva scoperto il segreto di Iuli. Dovevano
agire prima di lui, ucciderlo prima che lui facesse lo stesso con loro.
Elena
era rimasta a dormire da Stefan dopo che con lui e Bonnie, avevano accompagnato
Caroline a casa. La vampira bionda si era ripresa dall’attacco di Klaus, ma non
era quello a farle male, era il cuore, o la cosa più vicina ad esso che un
vampiro potesse possedere. Klaus aveva usato l’amore di lei nei confronti di
Tyler, per estorcerle informazioni. Non sapeva cosa odiare di più. Bè Klaus,
senza ombra di dubbio, ma non poteva non provare rabbia anche nei confronti di
Tyler, per la sua debolezza, per non riuscire a spezzare il legame che lo univa
all’ibrido, per farsi comandare così come un cane. Tuttavia, ciò non sarebbe
più successo, non si sarebbe mai più fatta trovare impreparata.
La
strega aveva deciso di rimanere con lei, voleva parlarle, questa era stata la
giustificazione. Perciò Elena finì alla pensione Salvatore. Sapeva bene lo
stato d’animo di Stefan e non lo avrebbe lasciato solo, per nessun’altra cosa
al mondo, sebbene lui le avesse chiesto di lasciarlo riflettere. Ormai, però,
lo conosceva abbastanza per sapere quanto fragile potesse essere la sua
armatura da persona calma e riflessiva.
Damon
aveva accompagnato a casa Iuli la sera precedente, ma nel momento in cui lei le
stava per chiedere di restare, il cellulare di lui era squillato e non poté non
rispondere a quel che lesse, il messaggio era troppo importante. Lui era ancora
troppo inesperto delle sue emozioni, e si sentiva stupido a dover dare
spiegazioni o scuse, lui infine era sempre Damon, freddo e cinico. Il
pappamolle non gli si sarebbe mai vestito giusto. Bastava e avanza Stefan per
questo. Ma per fortuna di lui, non era Katherine o qualsiasi altra donna ad
avere davanti, era Iuli. Lei ragionava più o meno alla stessa maniera di lui,
sapeva e sentiva che tutto stava sfuggendo loro di mano e che avevano bisogno
di calma per chiarirsi. E poi quella situazione era tutta così nuova per loro.
La notte prima avevano fatto una mezza dichiarazione e avevano dormito assieme,
ma non erano arrivati ancora ad un punto di comune accordo, se così si poteva
dire.
Iuli
aveva letto l’incertezza negli occhi di lui, dopo l’arrivo del messaggio,
perciò mossa dall’istinto le si era avvicinata e dopo avergli lasciato un dolce
bacio sull’angolo della bocca si era accomiata con un ‘Ci vediamo domani’.
Era
poi entrata in casa e salita in camera sua, ma come era ovvio aspettarsi, Damon
si lasciò guidare dall’istinto. Lei lo capiva e non l’avrebbe lasciata prima di
fare una cosa.
Iuli
stava chiudendo la porta della sua camera quanto sentì una presenza avvicinarsi,
ma sapeva e sentiva che era lui. Si voltò veloce già con un mezzo sorriso
all’angolo della bocca. Lui la guardava serio. Non ci furono parole solo un
attrazione come quella della più potente calamita. Si scambiarono un bacio che
sapeva di tutto: comprensione, coinvolgimento, passione, dolcezza, desiderio,
aggressività, bramosia e … amore. Si staccarono e si guardarono incendiandosi
negli occhi dell’altro, poi lui svanì nel buio della notte e lei si sedette a
terra, frastornata da quel turbine di emozioni mai provate prima.
Alla
mattina Iuli si era risvegliata tra i suoi soffici cuscini, avvolta dalla
coperta che di solito si trovava in fondo ai piedi del letto.
Sbuffò
mettendosi un braccio sopra gli occhi per oscurare la luce intorno a lei.
“Non
dirmi che mi sono addormentata a terra?!”.
Lui
ghignò.
“ti
ho fatto un paio di foto, era davvero una strana posizione.. quasi quasi..”.
Lei
si voltò per tirargli uno schiaffo, ma lui prontamente bloccò la sua mano e si
portò su di lei.
“idiota!”.
Lui
la guardò beffardo e con un sopracciglio alzato. Le si avvicinò pericoloso e
sexy, soffiandole a pochi centimetri dalle sue labbra. “come mi hai chiamato?”
Lei si sentì andare a fuoco, aveva capito cosa stava facendo e non
gliel’avrebbe data vinta. Invertì le posizioni, così da trovarsi sopra di lui.
Aveva
addosso il vestito della sera precedente, così spudorata come non mai, se lo
levò lentamente e teatralmente.
“certo
che qua dentro fa caldo non trovi Damon?”.
Centro.
Lui si era fatto improvvisamente serio e aveva affilato lo sguardo.
Lei
si avvicinò mettendosi a carponi e con sguardo sbieco e tono da bambina cattiva
rispose alla sua domanda.
“ah,
ti ho chiamato idiota!”.
Non
terminò la frase che lui fece sue le labbra di lei. Damon nel suo cervello si
ripeteva stupido per aver ceduto, ma non gliene fregava. In situazioni come
queste l’orgoglio era momentaneamente inesistente, ora lui vedeva solo lei. Una
creatura letale per il suo ritrovato cuore.
Il
bacio non ci mise molto ad approfondire, la voglia che avevano per entrambi era
grande, ma a quanto pare, avrebbe dovuto aspettare ancora una volta.
Iuli
si staccò da Damon, che la guardava interrogativo, lei lo guardò sensuale e
irritata allo stesso tempo. Prese poi con una velocità inaudita la lampada del
comodino e la scaraventò fuori dalla finestra, colpendo perfettamente in faccia
Kol.
“Ahi…
sorellina, che guastafeste!”.
L’antico,
si era posizionato sul ramo dell’albero che si ergeva davanti la stanza di Iuli
e osservava divertito la scena dei due piccioncini, ma per sua sfortuna Iuli,
sapeva rimanere vigile, anche se solo di un 1%. Cosa invece che non era
riuscito a fare Damon, il quale non si era per niente accorto dello scomodo
spettatore.
“giuro
che lo uccido!”.
Lei
sbuffò un po’ divertita.
“nah..
basterà rimetterlo un altro po’ nella bara..”.
Da
sotto in giardino arrivò la risposta.
“provateci
solo e vi ammazzo! E comunque muovetevi…”.
Iuli
alzò una sopracciglia.
“muovetevi?”.
“fattelo
spiegare da quello là…”.
“che
succede?”.
“Due
buone notizie. La strega ha un’idea e abbiamo la quercia bianca…”.
Iuli
si tirò su veloce.
“frena..
come avete la quercia bianca?”.
Damon
sorrise beffardo, come se era ovvio che le cose non sarebbe per forza dovuto
andar male.
“beh..
Alarick è molto utile a volte.. e la sua smisurata mania per la storia ci è
tornata utile.. essendo professore di storia gli è stato chiesto di rifare la
scritta del Wickery Bridge. Gli è stato dato per cui l’insegna col nome… e indovina
di che materiale è fatta l’insegna?”.
Iuli
tirò un respiro di sollievo. Almeno oltre a lei ed il suo sangue, almeno tutti
loro avevano un’arma in più per combattere Klaus.
“perfetto.
Dov’è andato Kol?”.
“riunione
in casa Salvatore… che mi chiedo come
mai sia diventato una sorta di quartiere generale. Stanotte io e Rick abbiamo
tagliato l’insegna e ne abbiamo ricavato un bel po’ di paletti.”
Iuli
fece per alzarsi, ma lui la riportò su di sé.
“dove
vai?”.
Lei
lo guardò di sbieco.
“ok
allora se proprio insisti, verrò ‘vestita’ così!”.
Lui
corrucciò la bocca.
“è
meglio che ti aspetti di sotto! Muoviti!”.
Si
alzarono e lei rise sulle sue labbra, poi si voltò ed entrò nel bagno.
*
Una
volta che tutti furono presenti, Bonnie e Caroline esposero cosa la loro notte
in bianco aveva portato a frutto.
L’evento
di quel sabato era un ballo nella palestra della scuola. Rebekah, che era
entrata nell’organizzazione, aveva scelto barra ordinato, che il tema fossero
gli anni ’20 litigando teatralmente con Caroline, che invece voleva gli anni
’70. Alla fine era stata l’originaria ad avere la meglio.
Quella
sera c’era da aspettarsi che molti studenti sarebbero stati soggiogati, per cui
essendo le due bionde nel comitato di organizzazione, si sarebbero assicurate
di correggere tutte le bevande con della verbena, così da lenire un po’ il
male. Eventuali soggiogazioni in tempo reale non sarebbero potute avvenire.
Tutti
erano d’accordo. Era una cosa di poco conto, ma questa volta, anche il minimo
dettaglio non andava trascurato.
Caroline
continuò poi soppesando e aggressivamente pensando che gli ibridi di cui Klaus
disponeva erano molto probabilmente solo Tyler, ma non si poteva esserne sicuri
al cento per cento. C’era sempre la possibilità che si avvalesse di un qualche
vampiro e lo armasse di qualche paletto di quercia bianca o che sfruttasse anche
una strega. Per questo, Bonnie aveva pensato di fare un incantesimo
tutt’intorno alla scuola. Una volta che fossero stati sicuri che Klaus si
trovava lì, lei avrebbe manipolato le menti di tutti gli umani e li avrebbe
fatti uscire, così da lasciare campo libero.
Alcuni
nella stanza erano alquanto perplessi, perché l’incantesimo di Bonnie non
avrebbe permesso a Klaus di uscire così come non lo avrebbe permesso a loro, o
meglio ai vampiri. Deviare l’incantesimo per loro, sarebbe troppo per Bonnie ed
Esther, che non potevano permettersi di affievolire i loro poteri per un
incantesimo del genere. Spettava al popolo della notte decidere se si o no.
Entrare nella scuola avrebbe significato solo una cosa, la guerra definitiva di
cui un solo schieramento ne sarebbe uscito vincitore.
Elena
ovviamente si oppose, ma si accorse di essere l’unica contro. Qualcun altro non
era pienamente convinto, ma questa era l’ultima occasione e tutti lo sapevano.
L’aria che si respirava era la quiete prima della tempesta, per cui dopo un po’,
la risposta arrivò unanime.
*
Era
la sera prima della grande battaglia e tutti decisero di passarlo con le
persone a cui più tenevano. La famiglia degli orinari si era avvolta attorno al
caminetto del grande salone, uniti come lo erano stato tanti secoli prima. Tutti
sapevano che all’appello mancasse qualcuno, ma questo non provocava loro
dolore, poiché i componenti mancanti, a parte Heinrick, erano per loro persone
odiate.
Elena
cenò con Jeremy, come non facevano da tempo, addirittura da quando i loro
genitori erano morti in quel fatidico incidente quando Stefan si imbatté in
lei. Loro avevano perso quasi tutti i loro familiari ed erano rimasti solo loro
due e finalmente avrebbero potuto avere la loro vendetta personale. Il ragazzo
poi andò dal professor Saltzman col quale aveva instaurato un profondo
rapporto, quasi paterno.
Caroline
cenò con la madre senza rivelarle nulla, l’aveva poi affettuosamente salutata
per recarsi da Bonnie, la quale era rimasta sola al mondo, e la vampira bionda
non l’avrebbe di certo lasciata così quella notte, che era forse la prima di un
futuro migliore o forse l’ultima.
I fratelli
Salvatore condivisero una bottiglia di bourbon in silenzio, terminata la quale
si abbracciarono. Un gesto provenuto dal sentimento che avevano sempre provato
l’uno per l’altro. Stefan si era poi voltato per recarsi dalla sua Elena, ma
non passarono neanche 2 minuti che Damon si trovò di nuovo in compagnia. Anche stavolta
il silenzio regnò sovrano. Iuli si avvicinò a lui in mondo dolorosamente lento,
tanto che una volta che gli fu davanti, Damon la attirò possessivamente nel
loro bacio più appassionato.
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