Amore mai avrai fine

di Sae
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo ***
Capitolo 2: *** 2-Ciel ***



Capitolo 1
*** primo ***


Scivolava in un oblio senza fondo mentre un fuoco dentro la attanagliava

Vi state per apprestare a leggere una AU che spero sia di vostro gradimento. Ci ribecchiamo in fondo! Sara

 

 

 

 

 

 

 

 

Amore, mai avrai fine.

 

 

 

 

 

 

-primo capitolo

 

 

 

 

 

Scivolava in un oblio senza fondo mentre un fuoco dentro la attanagliava.

Era ancora viva?

Non riusciva a capirlo…

Provò a muovere le mani, per portare un minimio di sollievo alla fronte, impregnata di perle bianche, ma neanche un muscolo sembrò ascoltarla.

La mente febbricitante si perdeva in ricordi senza senso… e in parole prive di filo logico.

“Aiutami…” La voce supplicante, della sorella fu la prima a raggiungerla in quello stato nero… Sentiva di disprezzarla con tutte le sue forze in quell’ istante. Lei legata ormai a un uomo, dal viso contratto…che non sa di quante bugie gli acquietano il cuore e la mente.

Quante volte l’aveva sognato?

Il conte dai capelli scuri e dal sorriso sincero, che da sempre amava.

“Mi chiedi di donare il mio cuore? Ti rendi conto?!”

“Aiutami!” … Lacrime, anche in quel momento avrebbe tanto voluto piangere…

 “Fallo per lui!” Una scena già vista, in mezzo all’oceano… dove quel blu infinito le faceva paura.

“Come hai potuto essere così… falsa? IPOCRITA!”

Parole…parole urlate, maledette… parole: dolci menzogne…

“Soffri?” Lettere che come pezzi di vetro scalfiscono e tagliano qualunque superficie incontrino….

Voci e ancora fisionomie dentro i suoi occhi ramati…

“Estraneo…”Ancora…voci senza fine…

Assieme alle sue di frasi che le atterrirono il cuore…

 

“Lui per me è solo un estraneo. Nulla più.”

 

Il Dio del Sonno forse… si intenerì per quella sofferenza, e inaspettatamente le portò la pace.

--

 

-Mi assicurate che con questa, la… Contessa si salverà?-

 

Il medico scrutò l’uomo, da sopra le spesse lenti.

Si domandò che cosa avesse sconvolto così tanto la vita quelle persone.

Gente che si è costruita da sola, che non è poi così diversa dalla massa borghese…Ma d’altronde formulò quel professore, per i sentimenti non c’è nessun ragionamento che tenga.

 

-Lo spero, signor Koushiroh. La signorina, ha avuto una febbre che si sta diffondendo un po’ ovunque nel villaggio, e che ahimè può portare anche la morte se trascurata.-

 

Il viso di solito freddo di quel personaggio così noto, sembrò perdere la lucidità che lo contraddistingueva.

 

-Basta darle le medicine che vi ho prescritto e una persona che le stia a fianco e che le procuri sollievo con dei bagnoli…-

Chiuse la borsa con uno scatto e strinse la mano del giovane che aveva appena tranquillizzato.

-La ringrazio infinitamente…-

Il medico sorrise e uscì. La luce illuminò fugacemente la stanza.

Quel ragazzo aveva un viso angelico… I capelli biondi e fulvi e degli spettacolari occhi azzurri che tenevano segregati i suoi pensieri più nascosti. Iridi simili al vetro che si posarono sulla donna che giaceva addormentata.

La sua mano elegante catturò una sedia e occupò il posto di fianco al letto. Non l’avrebbe lasciata da sola… “Lei è mia moglie.” Si disse completando quel pensiero che gli provocò un’ordita gelida dritta al cuore.

-Cody…!-

Chiamò il fedele ragazzino che anni prima aveva preso con se strappandolo alla strada. Quello entrò subito da una porticina laterale, con negli occhi verdi un’ammirazione indicibile per quell’uomo.

-Si, signor conte?-

Yamato sorrise. -Quante volte devo dirti di non chiamarmi in quel modo?-

Il ragazzino abbassò la testa in segno di scusa.

Yamato sfiorò la mano della giovane dai lineamenti delicati e dalla bellezza statuaria. Si meravigliò del paragone che fece subito con la seta, impossessandosi di quella mano fine.

- Portami il necessario per dei bagnoli… per favore.- Matt estrasse dal suo taschino un fazzoletto bianco e dai bordi di un blu scuro. –E chiedi a Yolei di servire qui la cena…-

-Sì, vado… Matt.-

Il giovane sparì non facendo alcun rumore.

Poco dopo Yamato si ritrovò a bagnare il suo fazzoletto dentro a dell’acqua fresca e il respiro di lei ancora affannoso lo rassicurò mentre le rinfrescava la fronte.

Le piccole increspature dell’acqua lo fecero perdere nel passato appena trascorso e che sembrava imprigionare quattro vite.

 

_ _ _

 

 

-Ti amo.-

 

La mano di lei accarezzò fugacemente dei capelli biondi.

Un grande sorriso si dipinse sul volto di quella giovane persa tra le braccia di un letto.

 

-Lo so.- disse con voce angelica, non riuscendo a distaccare i suoi occhi marroni dalla persona che aveva parlato.

Matt digrignò un po’ il volto quando le unghia sottili della donna accarezzarono la spalla sinistra, dove una cicatrice a forma di mezzaluna rendeva un po’ ruvida la pelle.

 

-Hai una cicatrice qui… allora le voci che tu sia stato anche in carcere sono vere…-

Il suo fu un sussurrò, un pensiero che però non lo scosse minimamente.

 

-Io sono un bastardo.- spiegò non vergognandosi minimamente.Ma non vide l’espressione della donna che gli dormiva di fianco.

-Sono un figlio illeggitimo di qualcuno che non conosco, vado per mare in cerca di fortuna, sulla mia Honorata e sono finito in carcere più volte….-I suoi occhi azzurri si persero nelle iridi di lei dalle labbra vermiglie.

-Questa cicatrice però appartiene al mio corpo già dalla nascita…nei miei ricordi di infanzia c’è solo un gran vuoto assieme alle fiamme…-

-Si ma…il tuo cognome è…-

Matt si prese un bacio da quella donna. Continuando la sua spiegazione.

-Incontrai Izumi… salvandolo da alcune persone di mia conoscenza che lo stavano rapinando. Diventammo amici e suo padre… decise di prendermi con sé trattandomi come suo figlio. Il cognome non è ancora definitivo, l’ho sempre rifiutato. La gente oramai mi chiama così per abitudine e non per altro.-

-Hai …hai sofferto molto.-

Il ragazzo non rispose.

Mimi si avvolse nel lenzuolo coprendo le sue forme tra la seta e si sollevò per guardare meglio il suo uomo in viso.

-Io sono solo Yamato, ed è per questo, che dico sempre e solo quello che penso. Odio solo due cose, chi tratta male i bambini o chi intreccia ragnatele d’inganni e d’ipocrisia.- Continuò, non accorgendosi del tremore che scosse quella giovane nobile. –Ed è per amore che partirò fra due giorni, in mare, portandoti la ricchezza necessaria per sposarti.-

Si girò fiero e bello a guardarla.

Mimi Takenouci arrossì e balbetto un Sì ti aspetterò… cadendo di nuovo tra le braccia di quell’uomo che sentiva di amare… ma a cui non avrebbe mai consacrato la sua vita…perché era un bastardo, perché già promessa a un altro.

 

_ _ _

 

-…Tai…-

 

Il cuore gli si spezzò in mille pezzi sentendo quel nome lasciare le labbra rosse della donna che aveva vicino.

La rabbia gli salì forte in petto, e tremò chiudendo il pugno e abbassando lo sguardo.

 

La cameriera posò il vassoio sul tavolo, capendo la situazione in cui il suo stimato padrone si veniva a trovare.

-…Signor Yamato, qui c’è la cena e un brodo caldo…come ha ordinato il dottore… Dovreste riposare anche voi…sono due giorni ormai…e la signorina malgrado tutto mi sembra che stia migliorando. Se vuole…rimarrò io questa notte con lei.-

-No… Miyako, non ti preoccupare rimarrò io con la Contessina.- Il modo in cui sottolineò il titolo nobiliare, era un affronto rivolto alla donna, che naturalmente non poteva cogliere.

-Allora vado in cucina… se avete bisogno.-

-Grazie.- sussurrò quello mentre Yolei usciva sciogliendo i capelli fulvi e corvini.

Gli occhi di Miyako percorrendo il corridoio attiguo si accorsero della presenza del Piccolo Cody.

-Cosa stai facendo? Dovresti essere a letto come ti ha detto il padrone!-

Il bambino con i piedi scalzi non rispose seguendola in cucina dove un’altra donna anziana muoveva delle pentole sotto l’acqua.

-Menomale che il padrone Izumi e il signor conte non ci sono.-

-Ignorano tutto quello che è successo in loro assenza.- sentenziò la vecchia lanciando un’occhiata folgorante al piccolo servitore.

-Ancora in piedi, tu?-

Cody si morse un labbro. Fece una domanda spontanea.- Ignorano cosa? Che cosa è successo e chi è quella donna così bella?-

 

Yolei appoggiò uno straccio sedendosi su una sedia intagliata con la paglia.

La vecchia dai capelli ricci e spolverati di bianco portò tre tazze di thè.

-Ho capito…non riesci a dormire perché sei preoccupato per Matt?-

Cody annuì accettando la tazza che gli veniva offerta.

-Non so se posso raccontarti tutto…però…-

-Ti prego!-

La voce innocente convinse la ragazza dai capelli violacei che sorrise alzandosi il paio di occhiali scivolati per la stanchezza dal naso a punta.

-Ecco… tu non le conosci ma qui vicino…c’è una famiglia nobile e rispettata. Una donna con due ragazze in età da marito …

…La famiglia Takenouci…

 

_ _ _

 

-Madre...non ci posso credere che tra poco rivedrò Taichi Yagami!-

 

-Frena il tuo entusiasmo, figlia mia…Ah, ma si può sapere dove va a finire tua sorella Mimi a quest’ora? Sparisce, quando dice che va a passeggiare sulla spiaggia!-

 

Sora sorrise indossansi un bellissimo abito che metteva in mostra tutta la sua bellezza.

-Lo sai come è fatta, da quando è tornata dal suo collegio non fa altro che pensare ai capellini, alla moda…starà girovagando tra i mercati te lo dico io!-

La ragazza si mise a ridere.

-Aah. Vorrei tanto avere ancora i tuoi anni… La gioventù è senza dubbio l’età più bella.-

-Ed io non vedo l’ora di sposarmi!Con il mio Taichi!-

La madre si mise a ridere.

-Non pensavo che tu ne fossi talmente innamorata! Allora ho fatto bene a prometterti in sposa a lui!-

-Si madre mia, quando ti sei accordata con la signora Yagami, pace all’anima sua, mi hai fatto felice!-

-Ma non ti illudere troppo, Sora, mia cara in fondo hai visto Taichi all’età di dieci anni!-

-E mi sono perdutamente innamorata di lui!-

 

La madre di Mimi e Sora fece una smorfia. Non voleva che la figlia gonfiasse a dismisura l’uomo che stava per sposare, Taichi aveva passato molti dei suoi anni anche lui in un collegio, nella Capitale a pochi passi da quello femminile di Mimi. Chissà perché non riusciva ad essere molto allegra a quel pensiero. In fondo si disse con una sorta di riluttanza: gli uomini lontani dagli occhi, sono anche lontani dal cuore.

 

La donna non si sbagliava, la saggezza dei suoi anni non le mentiva.

Mimi e Taichi Yagami si erano conosciuti in un giorno di pioggia, qualche tempo prima…

 

-Eccoti finalmente, dove sei stata?-

 

Mimi sorrise entrando, come per ripagare in quel modo l’attesa della madre.

-Sulla spiaggia e poi al mercato!-

-Noi stiamo andando a far visita a Hikari Yagami, vuoi venire?-

-Taichi Yagami,- rispose con un’altra domanda e con finta noncuranza. -è già arrivato?-

-Deve arrivare per pranzo…è per questo che sua sorella ci ha invitati!-

Sora era raggiante nel suo abito di flanella bianca. Mimi si morse le labbra con fare nervoso. Nessuno sapeva che Taichi Yagami si era innamorata di lei nella Capitale. E Mimi aveva accettato quella corte e anche la proposta di sposarsi con lui… poi aveva incontrato Matt. Si passò un amano tra i capelli castani, quella mattina era andata a salutare l’amante dai capelli biondi…e per fortuna proprio quel giorno arrivava il conte Yagami. Era stato un colpo di fortuna, pensò, mentre i suoi occhi si posarono su quelli di Sora.

 

Sua sorella maggiore, Sora Takenouci, credeva nell’amore, credeva nei colpi di fulmini e aveva una convinzione poetica di quella dimensione e del matrimonio. Camminando per strada, assieme alla madre e alla sorella, i suoi occhi ramati si posarono sul mare calmo e affollato di barche. La sua vita in quel momento assomigliava molto all’oceano, era consapevole che non c’erano solo alti ma anche tempeste e maremoti…  ma lo dimenticò ancora una volta salendo nella carrozza e non ci pensò più.

 

-Ben arrivata Sora!-

 

Kari salutò affettuosamente la sua amica. Quando Taichi aveva lasciato la casa materna, si era sentita molto sola, ma per fortuna la sua amicizia con Sora era cresciuta di giorno in giorno non abbandonandola mai. Kari quindi la considerava una vera e propria sorella; e anche lei come tutti, credeva che il fratello l’avrebbe sposata presto.

Conobbe finalmente Mimi, dato che non ricordava di averla vista in un altro luogo e lo zio la raggiunse nell’atrio.

Sua madre era mancata un mese fa proprio quando lei aveva compiuto i diciotto anni e lo zio amministrava le finanze in attesa di Taichi.

Non amava molto suo zio, per una sorta di ribrezzo, che le saliva dentro quando guardava i suoi occhi piccoli e neri, che le sembravano arguti e capaci di tutto.

-Ah, buongiorno signor Ishida.-

L’uomo dai baffi neri fece il baciamano alle donne e i suoi occhi si illuminarono di muta cupidigia.

 

Il ritorno di Taichi si realizzò all’ora di pranzo. Il giovane era molto cresciuto. La sua camminata era distinta ora e il sorriso sembrava non abbandonare mai il suo volto. I capelli e gli occhi castani erano grandi e sinceri e Sora arrossì di botto vedendolo. Mimi invece si mise alle spalle della madre, temendo il cuore del giovane che aveva conosciuto tramite visite caste e pranzi occasionali.

 

-Buongiorno sorella mia.-

Hikari lasciò che le sue lacrime impregnarono la giacca del fratello. Oramai quell’ uomo aveva ventidue anni e se il padre l’avesse visto sarebbe stato orgoglioso di lui.

Taichi salutò anche Sora, non prestandole particolare attenzione, perché il suo cuore battè all’impazzata quando si ritrovò davanti Mimi.

 

I giorno passarono e Taichi Yagami un giorno si presentò alla porta della famiglia Takenouci. Doveva affrontare quel duro discorso.

 

-So bene che tu ormai sei in età da marito.- disse la madre delle due figlie che dimoravano in quella tenuta.

Il giovane sorseggiò del thè assaporandone anche il gusto di limone che l’aveva profumato.

-Si ed io nella Capitale ho potuto anche conoscere vostra figlia minore, Mimi...-

 

La madre trasalì e corrugò la fronte.

-E…?-

-Ed io ho paura a dirlo…ma mi sono perdutamente innamorato di lei…-

La madre restò ferma immobile seduta sul divanetto.

-Ma tu sei promesso a Sora, è lei che dovresti sposare!-

L’uomo sgranò gli occhi.

-Oh io…-

La madre si toccò la fronte, le illusioni e i sogni vanno sempre a braccetto.

-Ho capito.- disse abbassando la mente pesante.

 

_ _ _

 

 

Il sole spaccava le pietre quel giorno.

 

Il Ventirè marzo siamo lieti di unire in matrimonio:

 Taichi Yagami e Mimi Takenouci

 

Sora tra i guanti bianchi non faceva altro che ingoiare le lacrime e toccare il bigliettino dai bordi ricamati che aveva in mano. Le occhiaie le avevano modificato il viso che ora sembrava più maturo per la sofferenza subita. La madre le prese la mano mentre Mimi si univa in matrimonio con il suo Taichi.

 

Fu un duro colpo per lei, anche il fatto che per una settimana si sarebbe assieme alla madre trasferita da Hikari. Erano i festeggiamenti che lo imponevano, il genero doveva dimostrare di saper fare l’uomo.

Mimi aveva un tugurio dentro. Il cuore le batteva all’impazzata al solo pensare a Yamato. Ringraziò il cielo del suo viaggio che perdurava tra le onde.

Ma lei si sbagliava mentre posava il suo abito da sposa fresca sul letto.

 

Yamato, Matt per gli amici, era tornato il giorno prima in quella città. E sarebbe ben presto andato a cercare Mimi.

Yolei con delicatezza, lo avvisò del compiuto matrimonio e si scatenò l’inferno in quell’uomo.

-Che cosa dici? Mi stai prendendo in giro Miyako?- disse ridendo all’inizio, pensando a uno scherzo da cameriera.

-No mio padrone, vorrei…ma è la verità?-

I mobili della scrivania volarono e brandì la rivoltella e corse su un cavallo verso la Tenuta dei Yagami con una malattia temibile nel cuore.

Sulla sua strada Yamato incontrò solo Sora, scendendo da cavallo, capendo che anche quell’anima era stata ingannata.

 

-Chi siete voi? E dov’è la Contessina Mimi Takenouci..- disse con un ghigno beffardo mentre nel giardino Sora calmava il cavallo nero con il quale quell’estraneo era piombato lì.

-Chi siete voi?!- ribadì lei stupefatta da quel tono e da quei modi.

I suoi occhi ramati si fusero in quelli azzurri di lui.

-Sono lo stupido che si è lasciato ingannare da vostra sorella!- urlò in preda alla rabbia.

-Cosa?!-

Sora sussurrò quella domanda più a se stessa che a lui.

-Io sono Matt il suo amante! - ribadì lui ferito nell’orgoglio.

Sora abbassò lo sguardo.

-Lei mi ha ingannato e tradito aveva giurato che mi avrebbe aspettato e invece! Si è sposata!-

-Vi assicuro che non è possibile! …Tai non centra nulla in questa storia…. Se volete qualcosa… dovreste parlare con Mimi… ma vi prego, vi supplico… calmatevi e ragionate…!-

 

La preghiera di Sora scosse il bel tenebroso che le afferrò un braccio, stringendola forte.

-Siete una razza infame! Tu chi sei sua sorella? Hai il suo stesso sangue di vipera nelle vene? Ebbene io la aspetterò e dopo prenderò te al suo posto!-

-E questa è una promessa!-

-Ahi!- Sora cercò di sfuggire a quella presa e gli occhi inumiditi dal pianto dei giorni trascorsi si ritrovarono troppo vicini a quelli di Yamato.

Il biondo le lasciò la presa squadrando la sua bellezza innocente e spiazzante.

-Che c’è?- disse cattivo. -Vuoi farmi credere che tu sei diversa da tua sorella?-

 

-SORA!-

 

I due uniti da quella presa si voltarono verso la voce che li aveva interrotti.

Yamato con la morte nel cuore sorrise selvaggio.

 

-Ah…Taichi!-

 

Il suo cuore si bloccò e non ebbe neanche la forza di arrossire, ma impallidì mortalmente pensando a cosa sarebbe accaduto.

 

-Chi è quest’uomo? Ti sta facendo del male?-

Il conte Yagami si avanzò verso il giovane. I suoi occhi castani fissarono quelli di vetro dell’uomo.

 

-No!- si meravigliò del sussurrò che aveva difeso quell’essere.

Sulla scena in quel verde giunse la nuova signora Yagami. Che impallidì mentre gli occhi di Matt sfavillarono di odio profondo.

 

“Aiutami!” Mimi sembrò trasferire quel pensiero all’indirizzo di Sora.

Taichi si voltò verso la moglie prendendole il braccio mortalmente freddo.

 

-Amore, tu lo conosci?-

 

La voce non usciva dalla bocca di Mimi. Solo il rosso delle sue labbra truccate con del rossetto quella mattina le dava un colorito normale.

I suoi capelli castani furono scossi dal vento e Sora capì la sofferenza. Le accordò un muto favore con lo sguardo.

 

-Lui è il mio amante.-

 

Silenzio. Il sangue nelle vene che si ghiacciano.

Taichi con il suo volto così sincero interrogò la donna, incredulo.

-Cosa hai detto…Sora?-

-Tu?- aggiunse con una voce flebile Mimi, tremando e puntando i suoi occhi dritti in quelli dell’uomo, dell’ “estraneo”.

Yamato sorrise d’odio e gelosia, afferrò la donna che aveva di fianco dal volto bagnato da nuove lacrime trasparenti. La attirò al suo viso, sentendola tremare tra le sue braccia e con occhi freddi baciò le labbra vermiglia davanti ai due coniugi Yagami.

 

Il bacio fu imprevisto per Sora che rimase con occhi vuoti a fissare il volto così bello di quell’estraneo. Piangendo chiuse i suoi occhi e ricambiò delicatamente il bacio, che stupì anche il freddo calcolatore, il vendicatore dai capelli biondi.

 

Mimi strinse i pugni e chiuse gli occhi. IL suo cuore si spezzò ma si ricordò del non futuro che aspettava la sorella… che l’aveva così gentilmente… aiutata.

 

Il bacio durò un po’ nel silenzio strano che si era venuto a creare.

Matt si staccò da quella dolce donna fissandola lungamente e non riuscendo più a capire nulla.

Sora da parte sua lasciò che un’altra lacrima le bagnò il volto tremando più forte tra le braccia di quell’ estraneo. Anche lei non capì nulla di quello che era appena successo.

 

-Io…- Tai guardò la moglie pallida come un lenzuolo.- Ah… Sora prima era la mia fidanzata, da quanto tempo va avanti questa storia…? -

A rispondergli non fu la sorella di Mimi, rossa e immobile e con gli occhi rivolti verso il basso.

-Che te ne importa, tu non l’hai abbandonata per la signora Mimi Takenouci  ora  in Yagami?- il tono beffardo di lui fu una staffellata dritta al cuore anche del giovane marito.

 

 

-Vi sposerete, immagino …-

 

Sora sembrò ritornare alla realtà e i suoi occhi cercarono quelli di Mimi.

 

-Domani stesso.-

 

Ma a rispondere come prima, fu il biondo che posò i suoi occhi gelidi su quelle tre figure mentre Sora sperava ardentemente che fosse solo un incubo.

 

_ _ _

 

-Fammi capire bene, si è lasciato guidare dall’odio?!-

 

-Ti sembrerà incredibile Cody… ma avvolte non si dà subito ascolto alla testa.-

-E si seguono solo gli istinti.-

-E perché noi non siamo andati al matrimonio?!-

-Perché si è svolto il giorno dopo in quella tenuta…e poi è andato anche il signorino Izumi e gli amici della Honorata, noi siamo rimasti qui perché dovevamo accudire il vecchio signor Koushiroh…prima del suo viaggio non ricordi?-

-Ma perché non mi ha detto niente!?-

Yolei gli toccò la fronte con un tocco leggero. Ma il ragazzino seguendo il suo istinto saltò dalla sedia e andò correndo verso la stanza del suo salvatore.

La vecchia ancora seduta sospirò rumorosamente.

-Contenta ora? Fai sempre la parte della pettegola!-

 

---

 

Cody non entrò subito, spiò silenzioso la scena che aveva davanti.

“Quindi quella bella signora è la sua compagna.” Ricalcò con l’innocenza di un bambino.

 

-Lo so Daisuke. Ma l’importante è che lei guarisca… e se vedrò che continuerà a soffrire… e se ne sarò io la causa… la lascerò andare.-

-Gliela darete vinta allora?-

Matt non rispose rinfrescando per l’ennesima volta la fronte della sua donna.

-Non è questo… è che siamo marito e moglie da più di una settimana e l’ho vista sempre piangere… ora si è ammalata e mi sento in colpa.-

Daisuke un giovanotto moro dalle idee chiare, sorrise maliziosamente.

-A’ padrò…- disse sfottendolo. -Che vi siete innamorato??-

 

Il silenzio invase la stanza dove il respiro della malata era ridiventato regolare.

Il signor Yamato non rispose in quel mentre, ma fece rimanere l’arto a mezz’aria; dopo che aveva posato il fazzoletto sulla fronte di sua moglie.

 

-Il giorno in cui ci siamo sposati ero talmente accecato dall’odio per Mimi che mi resi conto a malapena della bellezza di Sora. Quando entrò in chiesa sotto il braccio di quell’essere che amava… sembrava un’apparizione angelica… che si stava unendo a me, un bastardo senza nome.-

Cody rimase ad ascoltare esaminando i lineamenti di Sora Koushiroh.

-Accettai il cognome il giorno prima, in fretta e furia, accecato dalla vendetta e solo dopo il matrimonio, ebbi una discussione con questa ragazza.-

 

Un sorriso gli mortificò le labbra, un sorriso triste che Cody non gli aveva mai visto.

 

_ _ _

 

Sora tremò rimembrando la discussione avuta con Mimi.

-Aiutami!- le aveva urlato la sorella mentre piangendo le metteva il velo da sposa.

-Mi chiedi di donare il mio cuore? Ti rendi conto?!- Sora si era alzata di scatto pallida e fiera. –Ti rendi conto di cosa sto facendo, e solo per causa tua?-

-Come hai potuto essere così… falsa? IPOCRITA!-

-Aiutami! Fallo per lui! Per Taichi!-

 

Il suo essere poi volle urlare quando Tai ,invece del padre sparito anni prima, la stava accompagnando da quell’estraneo.

E si fronteggiarono la sera stessa del matrimonio, in quella casa, scortata da lui nella loro stanza dai mobili di legno intarsiati e dal buon calore.

 

 

- Sono diversa da mia sorella e sono sincera…devo dirtelo…dopo quello che hai subito per causa sua.- gli aveva detto guardando in faccia tremante. -Tu per me sei solo un estraneo…-

-E sei innamorata di Taichi Yagami.. certo, credi che sia così stupido da non essermene accorto. È vero sono stato ingannato da tua sorella, da quella poco di buono, però ho sofferto abbastanza nella vita da rendermi conto di quello a cui sono andato incontro.-

Sora gli regalò un’occhiata piena d’odio, le lacrime fecero di nuovo capolino tra i suoi occhi e Yamato abbassò lo sguardo.

-Ti lascio sola, malgrado quello che pensi, ho rispetto per una persona come te. Sono un gentiluomo malgrado tutte le voci che hai potuto sentire sul mio conto.-

 

_ _ _

 

Cody spalancò la porta.

-Ditemi che voi l’amate e che vi sposerete e che sarete felici insieme! Padrone, io non voglio credere che voi vi siate preso gioco di questa vita! Ho rispetto in voi e ho sofferto come voi per colpa di mio padre… e non potrei sopportare un comportamento del genere da parte vostra!-

 

Yamato sussultò. -Cody!-

Daisuke il compagno, l’amico fidato del proprietario della barca Honorata si alzò lasciandoli soli.

-Io..-

Cody iniziò a singhiozzare.

-Povero bambino..- sussurrò invece Matt abbracciandolo e sentendo di aver già fatto qualcosa del genere nella sua vita, prima di allora.

-Ti prometto che questa storia finirà bene, ora va a letto.-

-L’amate già?...è così bella!- disse poi il ragazzino timidamente.

Yamato osservò quella figura beata. Il suo cuore sembrò martellargli in petto come mai prima di allora, forse le parole del bambino gli avevano fatto uno strano effetto.

 

-Cody…va a letto, è tardi.-

 

-Ma…-

 

Yamato gli regalò una finta smorfia arrabbiata.-Ubbidiscimi.-

E quello non se lo fece ripetere due volte.

Ma prima di chiudere l’uscio sentiva il bisogno di dirgli una cosa fondamentale.

 

-Vi auguro tutto il bene del mondo a voi e a vostra moglie.-

 

 

fine primo capitolo

 

 

 

 

@@ note dell’esaurita di nuovo di turno @@

 

Ciao a tutti!!!

Eccomi qui di ritorno con un’ ispirazione improvvisa pensando ad una AU e prendendo spunto da un libro “Cuore Selvaggio” e volendo intercalare questi noti personaggi in un mondo un po’ strano pieno di sentimenti.

Il titolo “Amore mai avrai fine” passatemelo… il cervello era fuso dato che ho scritto come una matta dodici pagine di seguito! Allora che ne dite:… pietosa, intrigante, simpatica…?

Ah fatemi sapere un bacio a tutti i miei amici!

Baci

 

@@ Sae @@

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Capitolo 2
*** 2-Ciel ***


-Ma dove accidenti…

Amore, mai avrai fine

 

 

 

 

 

 

 

Ciel brouillè

 

“ Par che il tuo sguardo sia velato da un vapore,

e gli occhi misteriosi, lesti a mutar colore,

teneri a volta o assorti nell’estasi o crudeli,

specchiano l’indolenza e il pallore dei cieli.

 

Mi rammenti quei giorni bianchi, miti, velati

che fan sciogliere in pianto i cuori innamorati,

quando, da un male ignoto attori senza posa,

i nervi desti irridono l’anima che riposa.

 

Tu assomigli talvolta a quei begli orizzonti

accesi fra le brume nell’ora dei tramonti…

Come risplendi al lume dell’infiammato raggio

che attraversa le nubi, rorido paesaggio!

 

O donna perigliosa, o climi seducenti!

Saprò amar la tua neve e le vostre pungenti

brinate, e dall’inverno col suo crudo rovaio,

trarre gioie più acute del ghiaccio e dell’acciaio? „

 

Charles Baudelaire ?I fiori del male ?

 

 

 

 

 

 

 

 

-Ma dove accidenti, l’avrà messo Joe… quel libro di poesie che…?...?-

 

…SBAM!!!

 

Un rumore secco uscì da una stanza semiaperta di una casa. Un’esclamazione di disappunto si unì poco dopo, mentre un cane nero starnutì per la polvere che invase l’aria.

-Cavolo!-

Delle mani frugano e tastano il pavimento freddo, cercando di dare una forma agli oggetti che avevano provocato tanto trambusto, richiamati giù dalla forza di gravità.

 

-Ah. Libri.- Spiegò la stessa voce da sotto un tavolo continuando l’arduo compito di decifrarne anche la quantità. -E figurati se non cadevano!- Aggiunse quella stessa figura nascosta alla nostra vista; raggiunta ora anche dal cane che credeva fermamente in un nuovo gioco.

 

-No buono… Omega… non ti ci mettere anche tu… che …Ahahaha! Mi fai il solletico!-

 

Una risata partì dalla scrivania mentre dei passi veloci raggiungevano la stanza e delle mani aprirono veloci le imposte, facendo imbevere la stanza di sole.

 

-Takero!-

 

Un uomo dai capelli corti si guardò intorno, cercando i  lineamenti a cui aveva dato tale appellativo.

La risata del ragazzo, lo condussero dritto verso la scrivania, il luogo dello scempio.

-Come hai fatto a finire lì sotto?-

Il giovane si mise a ridere per quella domanda, mentre apriva i suoi grandi  occhi azzurri…

-Vorrei vedere te, con un cane il cui compito è quello di guidarti anche in una stanza piena di libri!- L’uomo aiutò il giovane dai capelli biondi ad alzarsi. Lo tirò su esaminando preoccupato lo stato dei suoi abiti.

-Ma che cercavi? Avrei potuto aiutarti io! Lo sai che mi fa piacere darti una mano!-

-Gennai, – il giovane fece una pausa ricalcando bene quello che stava per dire. - non voglio dipendere da nessuno, quante volte devo dirtelo!!- Un sorriso e il sole illuminarono il volto del ragazzo prendendone anche gli occhi…stranamente opachi...

 

–La mia cecità non è un problema! E poi non sai quanto mi diverto in giro con Omega per casa!-

 

Gennai fece una smorfia di dolore.

Nemmeno lui, un uomo dalla tempra abbastanza forte, avrebbe avuto lo stesso spirito, il coraggio di ammettere quella semplice verità. Doveva essere terribile vivere nel buio più assoluto, immaginando i volti dei propri cari solo dal tocco leggero… delle dita.

Era passato molto tempo da allora, dal giorno in cui il suo padrone, aveva portato quell’orfanello nella tenuta; concentrando su di lui i suoi studi e facendolo crescere con il figlio.

 

“Gli occhi di Takero sono sani. Anche mio padre lo sosteneva.” Spiegava sicuro, ora il dottor Joe Kido sbucando nei pensieri di Gennai. “Davvero, la funzionalità degli occhi non è in pericolo, la pupilla reagisce, ma solo della nebbia invade la mente di Takero.”

L’uomo dai capelli azzurri aveva seguito le orme del padre, inutile dire che è sincero e generoso come lo era lui.

“L’unica cosa che mi fa sperare e che a volte vede degli sprazzi di riverbero. Questo mi fa sostenere che la sua sia solo una condizione temporanea… “ I suoi occhiali rotondi inoltre sembrano ricalcare perfettamente anche la fisionomia di quel grande uomo scomparso qualche tempo prima. “Quindi non temere Gennai, io troverò la soluzione per curare il mio migliore amico.”

Takero accarezzò il cane ridendo di gusto.

“La luce un giorno rischiarerà il buio in cui è piombato…”

 

-Ti ho fatto spaventare, Gennai?! Sei invecchiato in un colpo solo per caso, perché non parli più!?-

 

“Questa è una promessa.”

 

--

La prima cosa che mise a fuoco, fu un lampadario.

Un lampadario di cristallo, di ottima qualità, che però non conosceva minimamente. Mosse impercettibilmente la testa di qualche grado, e finalmente riconobbe la spalliera in legno scuro del letto su cui era stata appoggiata. Un acre pensiero le pugnalò il cuore… .

 

“Sono ancora assieme a quell’uomo.”

 

Dell’agitazione la prese immediatamente, attanagliandole la bocca dello stomaco. Con sollievo si accorse che almeno la testa aveva smesso di bruciare assieme alle voci dei suoi ricordi... Si girò completamente sul fianco sinistro e impallidì trovandosi di fianco, su una sedia, proprio colui al quale era stata affidata.

-Ah…- un sussulto lasciò le sue labbra mentre il giovane le lasciava il polso a cui era aggrappato.

Lei si coprì con il lenzuolo, la sua mente ricominciò a funzionare e le domande la affollarono di nuovo e prepotentemente.

Dietro una  cameriera aspettava con un vassoio ed un sorriso.

-Che fate voi... qui?- L’accento le cadde sprezzante su quel pronome quasi senza volerlo.

-Ben svegliata, la febbre è finalmente scesa.- Yamato scattò in piedi sulla sedia non degnando la donna di una sua risposta.

-Avete… avete vegliato voi su di me?- Chiese allora Sora non distinguendo se l’accaduto fosse un bene o un male ma sentendo chiaramente il cuore batterle forte in petto. 

-Yolei, per favore falla mangiare e vedi se ha ancora bisogno di qualcosa.- Il suo sguardo era offuscato mentre si riportava su quello della moglie.

Ancora una volta non le aveva risposto. Fece per andarsene, lasciandola sola, in fondo … “è questo quello che desidera”, pensò amaramente…

 

-Matt!-

 

Il modo in cui quel nome, abbandonò le sue labbra vermiglie, lo fece tremare e si volse a guardarla richiamato da una forza più grande….

Mai, il suo nome gli era sembrato più dolce.. neanche quando Mimi,  tesseva la sua tela di inganni con parole languidi e studiate.

La fissò.

Eppure, oltre alla bellezza, quella donna sembrava davvero diversa dalla sorella.

Le dita sottili e bianche forse non avevano mai conosciuto il docile tocco di una carezza mentre le guance si imporporavano risentendo di quell’improvvisa attenzione. Le pupille incapaci di reggere troppo a lungo uno sguardo, sembrano un abisso senza sale in cui sprofondare. Sì, delle pozze scure e troppo eteree per appartenere alla terra. Le labbra morbidi mentre i capelli lisci e ambrati emanavano un profumo di pesco…

Ma…questo non faceva di lei un angelo, gli occhi potevano mentire… e le parole aggirarlo o ferirlo, come già era successo con un solo nome.

 

Il silenzio fu fugato ancora una volta proprio da lui, mentre gli occhi di Miyako brillavano credendo in tutti i suoi sogni d’amore.

 

-Più tardi chiamerò il medico…. Siete stata molto male, signora… e spero in futuro che non mi farete più prendere un simile spavento.-

 

La donna arrossì violentemente mentre il lenzuolo faceva intravedere la sua camicia di seta.

–A più tardi.-

Yamato aprì la porta per andarsene, gli occhi nascosti mentre Sora si mosse di nuovo a chiamarlo.

-Aspettate…! Io…-

L’uscio si richiuse lasciandola rossa e indignata per quella fretta.

-Bene!- esclamò schiudendo le labbra in un moto di rabbia.

 

Yolei si avvicinò mentre la donna si rimetteva seduta sul letto sospirando.

 

-Vi è stato vicino… per più di quattro giorni, signora. Il medico veniva per controllarvi e neanche in quel frangente il padrone si allontanava.-

Sora scrutò il viso di quella cameriera. Gli occhi violacei non sembravano capaci di fingere.

-Quattro giorni…?- Sussurrò a se stessa sorridendo. Poi il volto si annebbiò.- E ha ricevuto qualche visita…? Non lo so mia sorella o… il signor Yagami, sono stati qui?-

Cody entrò in quel momento, portando una bacinella piena d’acqua e interrompendo la risposta di Miyako.

Il ragazzino si bloccò e arrossì vedendo la donna, la moglie di Matt finalmente sveglia.

-Ah… Cody!- La cameriera pronunciò il suo nome con sorpresa, mentre la convalescente sorrideva teneramente.

-Vieni avanti! Non avrai paura di me! - la voce angelica di Sora lo invitò ad entrare. Il ragazzino prese coraggio, fissandola in muta contemplazione.

-Che c’è… sono spaventosa?- Sora fece ridere di gusto Yolei.

-No, anzi voi siete molto bella, signora.-

-Ti ringrazio… Cody…  è questo il tuo nome, no? Posso chiamarti anch’io così?-

-Si…- il timido ragazzino urtò la gonna di Yolei, indietreggiando velocemente.

-Aah! Vai in cucina e non disturbarla!- Gli intimò allora la violacea rossa di vergogna. - Già sono un imbranata da sola… non mi serve anche il tuo aiuto per far cadere il pranzo.- Sbraitò quella furente.

Sora si mise a ridere mostrando in un lampo i denti bianchi.

-Torna a trovarmi!- sussurrò a Cody che sparì come un fulmine nel corridoio dopo aver fatto un breve inchino, confuso dalla ramanzina e da quella proposta.

-…Oh non ci faccia caso, lui è molto timido!- Yolei aiutò la donna a mettersi seduta, sistemandole veloce i cuscini dietro alla schiena.

Sora non rispose, si limitò a sorridere intenerita.

-Ah signora…- Yolei aprì la finestra per far cambiare l’aria satura. Passò lo strofinaccio sulle imposte, spolverando poi i mobili di legno intorno che completavano l’arredamento. -Nessuno è venuto a far visita al padrone. Ma… spero che non ripeterà più il nome del conte Yagami.- La specchiera riflesse la figura di Sora stesa nel letto. –Credo che un pugnale avrebbe sortito minor effetto nel signor Yamato.-

La donna arrossì… cosa le stava succedendo dentro?

Il rumore dell’oceano le fece compagnia dopo l’uscita di Yolei, che si era raccomandata di chiamarla per qualsiasi cosa.

 

Eppure lei era sempre e solo stata innamorata del conte Yagami… ne era fermamente convinta, aveva imparato a sognare quel suo promesso sposo, convinta e cullata dall’idea che sarebbe diventata sua moglie. E invece… lo sguardo le cadde sulla mano sinistra, si sfilò la fede che portò al cuore.

Quell’estraneo, o per dire di più, l’amante di sua sorella si era preso cura di lei… ricordò con un turbamento il bacio rubato davanti agli occhi di Taichi e Mimi.

L’aveva fatto solo per ingelosire quest’ultima è certo… e lei poi usando la stessa carta, con voce talmente sicura aveva mentito… dicendo  che Yamato era il suo di amante! Non sapeva ancora con quale coraggio ci era riuscita… l’aveva fatto principalmente per Tai perché non avrebbe mai voluto vederlo soffrire.

Ma si rese conto che un altro sentimento l’aveva spinta. Anche lei voleva vendicarsi di sua sorella.

Yamato non poteva essere suo adesso!

…Eppure che vita le si parava davanti? Sarebbe stata felice, con un uomo che non l’amava?

 

--

 

Mimi si levò il guanto con un gesto di stizza.

-No, non so più nulla di Sora da quando ha sposato quell’uomo.-

 

La madre posò il capello osservando la figlia.

-Non mi nascondete mica qualcosa vero?-

Mimi impallidì mantenendo il suo sangue freddo e corrugando il volto in una lieve espressione di stupore.

-Cosa dovremmo mai nasconderti!-

-Tuo marito, ha insistito tanto perché Sora si sposasse al più presto possibile… è sembrato quasi un matrimonio riparatore…e sai che è impossibile. Tua sorella, mia figlia Sora così pura e innocente.-

-Te l’ho già detto avresti dovuto vedere il modo in cui quell’uomo l’ha baciata! E poi mi sembra che tu non abbia impedito il loro matrimonio!-

La madre portò una mano verso il thè fermando l’azione nell’aria.

- Lui mi è sembrato sincero e Taichi insistette così tanto che non ebbi poche occasioni di parlare con Sora.-

-Non preoccupatevi, madre! Lei è felice…-

La madre la fissò, quel volto pallido e gli occhi scavati, le diedero l’impressione che la sua Mimi fosse stata avvelenata.

 

-Sei gelosa.- Constatò allora, freddamente all’indirizzo della figlia.

 

Lei si alzò cercando di nascondere il volto.

 

-Cosa volete la verità, madre?- Sprezzante e sicura di sé.

Stava per parlare con le lacrime agli occhi, un abbellimento inutile; ma un’ entrata fermò i suoi propositi.

 

-Amore mio… ti ho cercato a lungo.-

 

Mimi nascose il suo ribollimento sorridendo sorniona.

-Amore, pensavo stessi lavorando e non volevo disturbarti poi è venuta mia madre e …-

Hikari seguì l’entrata del fratello. Salutò ancora in subbuglio per gli eventi di quella settimana.

-Buongiorno madre.- Taichi salutò la donna che sorrise anche alla nuova arrivata.

-Volevi dirmi qualcosa, Taichi?- Mimi interruppe quello scambio di “buongiorno” che infastidiva il suo acume.

-Si e approfitto anche dell’entrata della mia dorata sorellina.- Hikari gli si avvicinò sotto l’occhio perspicace della moglie.- Rimarrà ospite per qualche giorno, un mio amico, il dotor Kido che porterà anche un suo paziente. Gli farò da base d’appoggio, dato che ha degli importanti compiti da assumere.- La signora Takenouci raccolse il suo cappellino. –Spero che non vi dia fastidio questo.-

 

-No caro, cosa dici, il tuo amico sarà anche il mio...!-

 

Hikari annuì condividendo quella affermazione, fatta con tono mieloso, tipico delle persone appena sposate.

Approfittò anche della presenza della madre di Mimi per fare una richiesta che da giorni la stuzzicava.

 

-Signora Takenouci, se voi volete domani, vorrei andare a fare visita a vostra figlia Sora.-

 

--

 

L’uomo si guardò allo specchio.

Sorrise beffardo, soddisfatto dell’immagine che ne vedeva riflessa. Si lisciò i baffi e un ghigno pieno di velleità fece tremare la stessa superficie inanimata.

 

“Sono un uomo senza scrupoli, è questo il mio segreto.” Il suo pensiero fece spiccare la pupilla nera come l’anima di quell’individuo.

“Mi sorprendo ancora di come sia stato un gioco da ragazzi acquistare il nome di questa buona  casata. Ishida.” Scoppiò a ridere incutendo ancora più paura del silenzio che aveva riempito l’aria.

–Santa!- chiamò alzandosi dalla sua postazione e accarezzandosi il mento ruvido da un accenno di barba.

Un servo aprì la porta. Non nascose un fremito vedendo quella figura.

 

-Tremi?-

La voce lo ghiacciò seguita da un silenzio innaturale. Santa scosse il capo, mandando una veloce preghiera alla sua buona stella.

-No, bene! Ho un comando da affidarti. Dovrai seguire il signor conte Yagami.-

 

Santa fece per ritirasi dopo aver accennato un sì flebile.

-E anche il signor Koushiroh, l’uomo che ha sposato la signorina Sora Takenouci.- Il sorriso sicuro lo abbandonò sentendo il “Sì, signore” del servo che sparì nel buio pesto della casa.

 

-Non ho paura di nessuno.- sussurrò di nuovo allo specchio.

Rise di nuovo digrignando i denti e facendo cadere per terra un bicchiere ricolmo di liquore.

 

--

 

Sora si guardò, era soddisfatta della sua immagina riflessa nello specchio. Yolei alle sue spalle la guardava, anzi la ammirava i silenzio.

-Non sembrata affatto una convalescente… vi invidio un po’ signora.-

La donna si mise a ridere di cuore osservando la sua cameriera. Il viso poi le si intristì di colpo.

-Cosa c’è signora?-

Sora si alzò sorridendo. –Nulla…e ti prego Miyako dammi pure del tu.-

Afferrò una vestaglia e si guardò intorno.

-Credo di non conoscere molto la mia casa.-

Yolei si morse il labbro. –Bhe… si è ammalata il primo giorno, comunque in questa casa abitano anche il signor Izumi e suo padre. Credo che comunque il padrone la porterà in giro sulla sua Honorata!- Miyako ridacchiò con fare malizioso. –Vedrà è facilissimo innamorarsi del padrone! È una brava persona!- Sora la guardo annichilita mentre si poggiava sul letto.

-… Io ho paura solo che lui non voglia innamorarsi di me…-

Miyako chiuse i pugni. Quelle due sembravano aver raggiunto in poche ore, la complicità di due amiche.- Ma non dica sciocchezze! Signora… ehm Sora si è mai vista!? Lei è così bella e gentile!-

 

-Ti ringrazio.-

 

Una brutta tosse seguì quella frase impedendo per alcuni istanti una conversazione.

Miyako fece una smorfia di disappunto, un’idea le brulicava in testa.

Sora si alzò avviandosi verso la finestra.

 

L’oceano le si parava di fronte. Sembrava a portata di mano… mentre il giardino si stagliava altrettanto poderoso sotto di lei.

 

-Casa Izumi.- sussurrò sentendo il rumore delle carrozze provenire dalla strada…

 

 

Fine seconda parte

 

 

 

 

@@ Olà! @@

 

Buongiorno, aggiornamento lampo, prima di mettermi a studiare! È un capitolo breve e che servirà di introduzione a quello che verrà dopo… almeno credo o_O non ci fate caso ^^ come non detto…ah ho voglia di cioccolato T_T comunque tornando al discorso voglio ringraziare: la dolce mijen posso sfruttare il tuo nome per qualche personaggio? Mi piace, ma come ti è venuto in mente? Thanks! SonSara grazie per la recensione, spero che questo cap ti piaccia altrettanto ^^*

 Sora89 grazie anche per avermi aperto gli occhi sul vero nome di Koushiro! Ohimè non lo sapevo è dura ammetterlo!!! Comunque grazie tantissime per i complimenti! Spero che continuerai a recensire!

La scrittrice DarkSelene89Noemi ^_^ grazie e un bacio, non temere Yama è una lastra di ghiaccio, ma si scioglierà ^_-!

HikariKanna, wei Fede! Che ne pensi? Takero è comparso…ma in modo inaspettato! E non ti preoccupare per le coppie!

E La mia migliore amica Memi grazie per il sostegno tesò!!!

 

Bene, ci ribecchiamo al prossimo capitolo qualora lo vogliate!!!

Ciao un bacio

 

@Sae@

 

 

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