Roba da donne... vero Damon?

di immy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Damon Salvatore ***
Capitolo 3: *** Il risveglio ***
Capitolo 4: *** Il ' primo' giorno di lavoro ***
Capitolo 5: *** La ceretta... ***
Capitolo 6: *** Shopping ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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In un mondo, dove il successo e la competizione regnano...
A chi non piacerebbe avere una vita perfetta?
La salute di un toro...
Una carriera in ascesa...
E tutte le donne ai propri piedi...
Questa è la vita di Damon Salvatore.
Donnaiolo.
E soprattutto...
Maschilista convinto.
E' il direttore di un importante rivista.
Ed è considerato alla pari di un dio dai suoi collaboratori.
E nella vita di un playboy... si sa...
Non c'è niente di peggio di una donna disperata.
Una donna capace di fare qualsiasi... qualsiasi cosa.






Angolino dell'autrice:
Eccomi qui... come promesso ecco la nuova stora... beh tecnicamente è solo il prologo, abbastanza corto, per vedere se eventualmente la storia incuriosisce o meno.
Sarà una storia cortina penso, anche perché ho Forbidden Love e altre storie a cui dedicarmi...
Questa è più che altro per farsi due risate e premetto che non sono una comica XD
comunque... anche per questa storia ho creato una copertina e premetto che non so un acca di come si facciano infatti quella che vedete è opera di Paint -.-"
lo so... che tristezza... mi compatisco da sola... vabbeh dai io ci ho provato.
comunque spero vi piaccia... il primo vero capitolo lo mettero fra due o tre giorni...
un bacio a tutti
Immy

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Capitolo 2
*** Damon Salvatore ***


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Damon Salvatore





Damon Salvatore. Un uomo. Una leggenda.
Era il direttore di una rivista per soli uomini, chiamada “Don”, ovviamente. Andava molto fiero del proprio lavoro e lo faceva piuttosto bene, ciò gli garantiva una vita abbastanza agiata e grazie a questa frequentava i locali più chic del paese e le ragazze più belle.
Con queste ultime non doveva impegnarsi più di tanto per entrare nel letto di qualcuna, anzi, addirittura glielo proponevano loro.
Era un Casanova.
Un bel ragazzo completamente consapevole del proprio fascino, insomma un pericolo per tutto il genere femminile.
Quel giorno si stava giusto svegliando vicino ad una ragazza. Tonia, gli sembrava che si chiamasse. Era, tutto sommato una bella ragazza: fisico da modella, occhi verde smeraldo e capelli lunghi e mossi di colore castano chiaro.
Erano almeno quattro giorni che si vedevano, ma faceva ancora fatica a ricordarne il nome. Cominciò ad alzarsi pian piano dal letto come aveva ormai imparato a fare, senza fare il minimo rumore. Era abbituato a sgattaiolare via dai letti delle ragazze, non lasciando la minima traccia di sé.
La stanza di Tonia era abbastaznza anonima, tutto bianco, dalle lenzuola al pavimento, sembrava di stare in una stanza d'ospedale e in quel momento era completamente sottosopra, i vestiti di entrambi erano sparsi per tutta la stanza e anche delle foto scattate con una polaroid il giorno prima, si erano proprio divertiti, si ritrovò a pensare Damon gurdando una foto di loro due sorridenti che guardavano verso l'obbiettivo, con una bottiglia di Bourbon in mano.
Quel giorno però aveva deciso di farla finita. La ragazza cominicava a farsi strane idea sul tipo di rapporto che condividevano. Per lui era esclusivamente del sano e buon sesso, lei invece aveva cominciato e metterci di mezzo i sentimenti.
Si mise i pantaloni e appena cominciò a mettersi la camicia, lo stupido cane di Tonia cominciò ad abbaiare, minacciando di svegliarla.
Non per niente aveva sempre odiato i Chihuahua.
<< Vieni qui, cagnolino... >> cominciò a dire avvicinandosi piano, con l'intento di tranquillizzare il cane, ma ottenendo il risultato di spaventarlo e in effetti Damon era piuttosto inquietante con quella faccia: gli occhi praticamente fuori dalle orbie e un sorriso malefico stampato in viso.
Mentre il cane spaventato cominciava ad emettere dei ringhi prolungati, Damon riuscì ad intrappotarlo in un angolo e a usare la camicia come rete, infatti lo prese, e usando sempre la camicia questa volta come sacco, lo buttò nell'armadio della ragazza, che ancora dormiva profondamente.
Liberatosi del cane, prese il resto della sua roba e a petto nudo uscì di casa.
Una volta fuori dall'appartamento di Tonia, andò verso la sua macchina, aprì il bagagliaio e poi la valigia al suo interno, scelse una nuova camicia e incominciò a mettersela. Damon era sempre preparato a quel genere di inconvenienti, infatti la valigia in macchina serviva proprio per quello.
Una volta resosi presentabile salì sulla sua Ferrari e cominciò a dirigersi verso il suo lavoro.
Arrivato davanti al grattacielo che ospitava la redazione gli squillò il telefono, guardò sul display: Tanya.
Ecco come si chiamava!
Nonostante ciò riagganciò e andò a lavorare.
<< Ragazzo, domani ricordati la riunione con i Giapponesi, dovrai esserci e convincerli ad investire nella rivista. >> gli disse il signor Cooper, il suo maggiore azionista.
<< Certo Cooper, lo so domani ci sarò. Sono il primo ad avere interessi in questa espansione, la rivista è mia ricordi? >>
Quell'uomo non sapeva satare al suo posto e qualcuno doveva pur ricordargli il suo ruolo: lui doveva solo sganciare i soldi, a tutto il resto ci pensava Damon.
<< Va bene, ragazzo lascio tutto a te. >> disse il vecchio dopodiché se ne andò.
Anche Damon decise di tornare al lavoro, infatti,  cominciò ad avviarsi e non senza adulare o toccare “accidentalmente”  il sedere delle sue collaboratrici prima di entrare nel suo ufficio.
<< Damon, amico, che fine avevi fatto? >> gli domandò Alaric mentre entrava nel suo ufficio. Alaric era il suo migliore amico, nonché braccio destro al lavoro e compagno perfetto quando andava a “caccia” di donne.
Il ragazzo era arrapato almeno quanto lui, ci avevano provato con tutte e ormai tutte le colleghe erano passate per il loro letto quindi ora se la facevano solo con le modelle.
<< Ero con Tonia. >> rispose lui accendendo il suo portatile.
<< Dam... sai che giorno è oggi? >> domandò Alaric, con uno sguardo malizioso.
<< Che giorno è oggi? >> domandò svogliatamente Damon cominciando a leggere gli articoli che sarebbero dovuti uscire il mese successivo.
<< Andiamo amico, non dirmi che non te lo ricordi? >> gli chiese l'amico quasi dispiaciuto.
<< Ah buon compleanno Rick, scusa l'ho dimenticato. >> replicò Damon, convinto che l'amico compiesse gli anni proprio quel giorno.
<< Non è il mio compleanno , idiota. Dai pensaci... >>
<< Arriva al punto Rick, ho da fare. >> gli intimò Damon spazientito, aveva tantissimi articoli da leggere e prima cominciava, prima avrebbe finito.
<< Oggi inizia la settimana della moda e naturalmente anche Don partecipa ricordi? >> domandò Alaric persuasivo, sperando che Damon capisse a cosa alludeva.
<< Centinaia di modelle mezze nude in giro per la redazione a farsi fotografare... >> continuò a dire Alaric, come se stesse parlando ad un bambino quando notò che il moro continuava a guardarlo confuso.
<< Le Culimpiadi. >> disse Damon, travolto finalmente dalla consapevolezza.
<< Come diavolo ho fatto a dimenticarmene... >> disse ancora Damon, come se si sentisse in colpa.
<< Già... senti tu finisci di lavorare io intanto ne abbordo qualcuna per noi. >> gli propose Alaric, notando che era travolto dal lavoro.
<< Perfetto, grazie Rick a dopo. >> gli disse Damon grato, dopodiché tornò al lavoro.


A due isolati di distanza dalla redazione di “Don" c'era un ufficio legale, che apparteneva alla dottoressa Bonnie McCullough, un'avvocato penalista dedita al suo lavoro e da sempre innamorata del migliore amico, Damon Salvatore, che le aveva appena mandato un messaggio:
Ciao piccola, Avrei bisogno di un enorme favore, ho appena finito la mia scorta di preservativi, mi compreresti un pacchetto e poi me lo porti in ufficio?
Oggi ci sono le Culimpiadi, lo sai, non posso perdermele solo perché ho paura che qualcuna delle ragazze mi incastri.
Ti aspetto in ufficio.
D.

Questo diceva il messaggio.
Che fece infuriare e non poco Bonnie che cominciò a sistemare le sue pratiche, l'unico problema era che quando si arrabbiava cominciava a sbattere qualunque cosa avesse in mano, quindi quelle pratiche se non fossero state salvate dalla comparsa di Meredith, probabilmente sarebbero finite a pezzi.
<< Che ha combinato questa volta? >> domandò direttamente, quella donna aveva la capacità di capirla al volo o forse era solo lei che era troppo prevedibile.
<< Mi ha mandato un messaggio... >> rispose Bonnie inviperita. Come poteva essere così insensibile addirittura con la sua migliore amica? Insomma era anche lei una donna, ma probabilmente lui non la considerava tale, se la trattava esattamente come trattava Alaric.
<< E c'era scritto... >> le domandò Meredith invitandola a continuare.
<< Mi ha chiesto di andargli a comprare dei preservativi. >> le confessò finalmente la rossa, mentre si lasciava cadere sulla sedia, stremata dalla sofferenza che le arrecava ogni giorno Damon.
<< Figlio di... >> cominciò a dire Meredith, per poi interrompersi, per rispetto nei confronti dell'amica.
<< Non, no continua pure.. >> la invitò Bonnie, facendola ridere.
<< Che hai intenzione di fare? >> le domandò Meredith, cercando di capire il suo stato d'animo.
<< Gli prendo i preservativi, glieli porto e gliene dico quattro. Non può trattarmi così! >> disse Bonnie animatamente.
<< Vai, Bonnie.>> la incoraggio l'amica contenta della sua presa di posizione.
Così Bonnie, andò in farmacia, prese i profilattici e si diresse verso la redazione.
Una volta davanti all'ufficio di Damon entrò senza bussare.
Non l'avesse mai fatto!
Il ragazzo era avvinghiato sulla sua scrivania ad una bionda ossigenata e si davano da fare.
<< Oh mio dio. >> sussurrò Bonnie, sconvolta da quella visione e uscì dall'ufficio sbattendo la porta, tanto bastò a Damon per capire chi fosse entrato e così si lanciò al suo inseguimento.
<< Bonnie... fermati, per favore. >> la pregò urlando, ma lei fece finta di non sentire e tirò dritto.
<< Bonnie, Uccellino, fermati! >> la pregò ancora, e questa volta la ragazza si fermò girandosi a guardarlo.
Ah... se lo sguardo potesse uccidere Damon sarebbe stato già, non tre, ma venti metri sotto terra.
<< Non. Chiamarmi. Più. Uccellino. Sono stata chiara? Io non sono l'Uccellino di nessuno, tanto meno il tuo. >> sibilò la rossa mentre puntandogli l'indice contro si avvicinava minacciosa. Per un momento Damon ebbe seriamente paura dell'amica.
<< D'accordo, va bene.... ora mi dici perché ce l'hai con me? >> le domandò poi innocentemente Damon, facendola arrabbiare di più.
<< Perché ce l'ho con te? E me lo chiedi? Damon non puoi chiedere ad una donna di comprarti dei preservativi, come se fosse il tuo fattorino, per poi farti vedere mentre fai sesso con un'altra! >> gli urlò contro fuori di sé per la rabbia.
<< Ma tu sei la mia migliore amica. Non sei una... >> cominciò a dire il moro per poi interrompersi rendondosi contro di ciò che stava per dire.
<< … una donna. Non sono una donna. >> disse Bonnie finendo per lui la frase, mentre cominciava ad indietreggiare, ferita dalle parole dell'amico.
<< E cosa sarei? Un travestito? Sai una cosa? Vorrei tanto che tu un giorno potessi vedere come tratti le donne e provassi anche come si sentono.... >> gli confessò con le lacrime agli occhi, per poi andarsene definitivamente. Lasciandolo, per strada, in colpa per ciò che le aveva detto.
In quel momento gli squillò il telefono e lui rispose senza guardare da chi poveniva la chiamata.
<< Pronto? >>
<< Damon, amore, sono Tanya. Stamattina se sgattaiolato via. Non ti ho sentito... >>
Oddio è lei! si disse Damon, pentito di aver risposto al cellulare.
<< Eh sì, avevo del lavoro da sbrigare. >>
<< A che ora finisci? Magari pranziamo insieme... >>  insistette lei.
<< Sai cosa? Non ci riesco proprio ad uscire dal lavoro oggi, più tardi ho anche un meeting. >> disse Damon inventando una bugia sul momento.
<< Ma io voglio vederti... già mi manchi... >> disse lei teneramente.
<< Sì, certo... >> rispose lui, per nulla toccato dalle sue parole, per poi riattaccarle il telefono in faccia.


Bonnie dopo essersi allontanata Damon, scoppiò a piangere e così arrivò nel suo studio legale, dove trovò Meredith, che la aspettava con un pacchetto di fazzoletti e una scatola di gelato.
Meredith, non le domandò nulla, non le chiese assolutamente niente. Il perché piangesse.... cosa era successo da Damon...
Nulla.
Le bastava sapere che era stato il “bastardo”, come lo chiamava a lei, a ridurla in quello stato, e Bonnie le fu immensamente grata per la comprensione.
<< Bonnie, non puoi continuare ad autocommiserarti per lui. >> le disse improvvisamente Meredith, cercando di tirarla su.
<< E cosa dovrei fare? L'uomo che amo non mi considera neanche una donna. >> le rispose Bonnie scoppiando a piangere ancora di più.
<< E tu dimostragli che sei una donna e non la bambina che lui crede! >>
<< Come? >> le domandò la rossa improvvisamente interessata.
<< Beh innanzitutto trovati un ragazzo... mai sentito della teoria “chiodo scaccia chiodo” >> le domandò Meredith con sguardo malizioso.
<< Ma... >> cercò di protestare la rossa.
<<  Niente “ma”! Ora vai a casa, ti prepari e poi andiamo per locali. Ti ubriachi per una buona volta e torni a casa a dormire. Ci stai? >> le disse Meredith, non ammettendo repliche.
<< va bene... >> rispose con una sorriso, Bonnie, che cominciava ad essere allettata dall'idea.
In men che non si dica Bonnie e Meredith uscirono dallo studio della rossa andarono nella casa che Bonnie condivideva con Damon. Era abbastanza grande e moderna, la sua caratteristica più bella era la luce, era molto luminosa.  
Si agghindarono entrambe: Meredith indossò un abito rosso con le spalline abbastanza larghe, che le faceva un fisico mozzafiato e Bonnie indossò un miniabito corto, maxishirt nero, che lasciava la schiena nuda.
Per una volta voleva osare.
Poi ci abbinò una pochette e delle decolté dello stesso colore del vestito e queste ultime, molto alte, le slanciarono ulteriormente la figura. Non sembrava più la piccola Bonnie, ma un'affascinante e sexy avvocato in carriera.
Dopo essersi preparate uscirono.



Due ore dopo Damon era ad una festa, in pieno giorno, messa su da Alaric per abbordare le modelle. Aveva completamente dimenticato la conversazione con Bonnie, ma si era ripromesso che avrebbe chiarito con lei quella stessa sera a casa.
Ci stava giusto provando con una bionda di nome Elena quando Rick gli fece notare che era entrata un'altra ragazza che, purtroppo, lui conosceva bene.
<< Non. Ci posso. Credere. >> disse Damon sillabando ogni parola per rendere meglio l'idea.
<< Finito il meeting? >> gli domandò la ragazza.
<< Senti Tonia... >> cominciò a dire Damon, ma venne interrotto dalla ragazza.
<< Tanya! >> lo corresse arrabbiata.
<< E io che ho detto? >> domandò a sua volta confuso facendo scoppiare a ridere Rick.
<< Ascoltami... questi tre giorni... >> cominciò a dire, ma venne nuovamente interrotto dalla ragazza che lo correggeva sempre più inviperita.
<< Quattro... quattro giorni! >>
<< Sì, giorno più... giorno meno. >> disse Damon assolutamente disinteressato per poi continuare con il suo discorso.
<< Dicevo.... in questi quattro giorni ci siamo divertiti parecchio e devo dire che lo rifarei volentieri. Solo che adesso tu ti stai cominciando a fare un idea sbagliata sul tipo di rapporto che ci legava. È stato solo del buon sesso, nient'altro. Credevo l'avessi capito. >> disse il moro senza preoccuparsi minimanete di usare un po' di tatto.
<< Mi stai scaricando? >> domandò conferma la ragazza infuriata.
<< Senti ce la siamo spassata per quattro giorni, capisci? Quattro! È già una specie di record, non rovinare le cose proprio adesso. Ho delle modelle da conquistare, quindi se non ti dispiace... >> le disse nuovamente Damon indicandole la porta.
<< Tu non hai idea di contro chi ti stai mettendo. >> lo minacciò la ragazza guardandolo dritto negli occhi.
<< Sì certo. Ora fuori dai piedi. >> le disse Damon in malo modo tornando da Alaric che lo guardava divertito.
<< Un'altro cuore infranto? >>
<< Dov'è la mia modella? >> s'informò Damon, che non voleva parlare della psicopatica che era da poco uscita dal locale.
Doveva scelgliersele meglio le ragazze.
Rick si limitò a puntare l'indice a ore sei, mentre ridacchiava.
Quando Damon si girò vide la bionda in questione che chiacchierava con Stefan, suo fratello, guardandolo famelica, a dir poco.
<< Non è proprio giornata oggi... >> disse Damon dirigendosi verso l'uscita del locale.
<< Ci facciamo una bevuta a casa mia? >> gli domandò Rick, che lo aveva seguito.
<< Andiamo... >>


Era circa mezzannotte e Bonnie era da poco tornata a casa. Lei e Meredith avevano avuto l'unica intelligente idea di tornare a casa, prima di combinare qualcosa, in effetti erano entrambe alticce.
Nell'appartamento non c'era traccia di Damon.
<< Sarà con l'ossigenata... >> si disse Bonnie ad alta voce.
Continuando a pensare a Damon con una o con un'altra finta bionda pensò di vendicarsi svuotandogli le sue adorate bottiglie di pregiati alcolici. Così si diresse verso la vetrina, in salotto, con gli alcolici del ragazzo.
<< Vediamo... Bourbon... Whisky... Scotch... >> cominciò ad elencare, dopodiché essendo un impedita e quindi non sapendo distinguere tra una birra e dello Champagne decise di prenderne una a caso e cominciare a tracannarla.
Quando bevve tre quarti della bottiglia Damon tornò a casa.
<< È buono quel liquore? >> le domandò Damon sarcasticamente vedendola seduta per terra con il mento appoggiato sul bracciolo del divano e l'immancabile bottiglia in mano.
<< Oh sì... >> rispose lei che dopo essere stata vittima di un improvviso attacco di ridarella bevve gli ultimi sorsi che rimanevano per finire la bottiglia.
<< Sai che sei uno stronzo? Te l'hanno mai detto? Stronzo! >> disse Bonnie di nuovo ridacchiando euforica.
<< Ok, forse adesso è meglio che vai a letto. Che ne dici? >> le disse Damon tirandola su e poi accompagnandola verso le scale, in direzione della sua camera da letto.
<< Stronzo! >> ripeté nuovamente Bonnie ridendo.
<< Che bello dirtelo in faccia... sai, te l'ho detto alle spalle per anni... >> gli confessò Bonnie scoppiando nuovamente a ridere.
<< Sì, sono uno stronzo, ma ora cammina... >> le disse Damon assecondandola mentre la aiutava a salire i primi scalini.
<< Ce la faccio da sola! >> esclamò Bonnie scocciata.
<< Ok. >> disse Damon, cauto, mentre la lasciava andare. Neanche due secondi dopo Bonnie inciampò da sola su uno scalino.
<< Non spingermi! >> si lamentò la rossa rimettendosi in piedi.
<< Ma non ho fatto nulla! >> si difese il ragazzo, alzando le braccia in segno di resa.
<< Ho detto:” non spingere!” >>
<< Hey ma perché sei vestita così? >> domandò Damon incuriosito. Il ragazzo, aveva notato solo in quel momento come era vestita l'amica e dovette ammettere che era piuttosto sensuale.  
Non lo avrebbe mai detto!
<< Sono uscita con Meredith... voglio trovarmi un ragazzo... >> gli comunicò la ragazza guardandosi stranita le mani.
Ora aveva anche le allucinazioni?
Damon soffocò la risposta che avrebbe voluto dare e si domandò perché l'idea di Bonnie con un ragazzo lo infastidisse tanto.
<< Mi dici perché eri arrabbiata con me oggi? >> le domandò Damon approfittando del momento, sapeva che ubrica com'era gli avrebbe risposto dicendo nient'altro che la verità. Intanto la metteva a sedere sul suo letto.
<< Non ero arrabbiata con te... ero arrabbiata con Damon. >> rispose la ragazza convinta delle sue parole.
<< Ehm... sì, e perché eri arrabbiata con Damon? >> le domandò l'amico divertito.
Bonnie aveva la sbronza allegra... interessante.
<< Perché non mi rispetta come persona e tantomeno come donna, insomma, non è stato proprio carino vederlo che si dava da fare con l'ossigenata... >> rispose lei improvvisamente malinconica, facendo anche sentire in colpa Damon.
Forse aveva fatto male a chiederle di comprare i preservativi.
<< Erano gatti o topi? >> domandò di punto in bianco la ragazza guardando, confusa, per aria.
<< Cosa? >> domandò Damon altrettando confuso.
<< Erano i gatti o i topi che erano in fila per tre col resto di... oh no... >> disse la ragazza praticamente sconvolta.
<< Che c'è? >> domandò Damon preoccupato.
<< Non ne rimane neanche uno! Perché i gatti mangeranno tutti i topi! Ci credi? Magari uno di quei topolini ha una famigli e dei figli... >> disse Bonnie continuando con i suoi film mentali.
<< Va bene, piccola forse è meglio se ti fai una doccia. Almeno ti passa un po' la sbronza... >> disse Damon rimmettendola di nuovo in piedi e accompagnandola al suo bagno.
<< Sai che i Teletubbies all'inizio erano cinque? Ero io il quinto! >> gli disse alll'orecchio come se fosse un segreto, per poi cacciarsi di nuovo a ridere.
<< Oh mio dio! >> esclamò Damon disperato mentre  apriva l'acqua nel box della doccia.
<< Stefan? Cosa ci fa qui tutta questa sabbia? >> domandò all'improvviso la ragazza, stranita guardando a terra.
<< Veramente siamo in bagno, qui non c'è la sabbia! E poi io non sono stefan, sono Damon! >> le spiegò Damon come se stesse parlando ad un bambino.
<< Certo! E io sono Napoleone... >> disse la rossa deridendolo.
<< Fatti una doccia! >> le intimò disperato, dopodiché uscì dalla sua stanza.
Le diede mezz'ora, in cui anche lui si fece una doccia, si cambiò, bevve un bicchiere di Whisky e poi rientrò nella stanza della sua amica, trovandola sul letto, in pigiama con i capelli umidicci raccolti in una coda di cavallo.
<< Bonnie? >> la chiamò piano, per vedere se stesse dormendo.
<< Mmm >>
<< Mi dispiace per come mi sono comportato oggi... >> si scusò mentre si metteva seduto sul letto accanto a lei.
<< Fa niente... >> rispose lei, un po' meno ubriaca, mentre si sistemava meglio sul letto cercando di dormire.
<< Posso dormire con te oggi? >> le domandò Damon all'improvviso dopo pochi minuti, in cui Bonnie si era praticamente addormentata.  
Era la prima volta che glielo chiedeva. Erano amici da una vita, ma lui si era sempre rifiutato di avere alcun tipo di contatto fisico con lei. Non si abbracciavano mai; mai una carezza o un buffetto...
<< Mmm >> rispose Bonnie, nel mondo dei sogni e quindi troppo incosciente per capire cosa il ragazzo le avesse effettivamente chiesto.
<< Lo prendo come un sì. >> rispose lui ridacchiando. Dopodiché si infilò sotto le coperte anche lui.
Bonnie, come se avesse sentito la sua presenza si appoggiò con il capo al petto del ragazzo, e tornò ad addormentarsi profondamente.
Quel contatto destabilizzò un po' Damon, che decise di non badarci molto, quindi la strinse a sé abbraciandola e dopo averle lasciato un tenero bacio sul capo si addormentò profondamente anche lui.


Nel frattempo Tanya, che quel pomeriggio aveva cercato l'indirizzò della sua vecchia zia, in quel momento era da lei.
La zia della ragazza sosteneva di essere una strega e quindi la ragazza volle metterla alla prova.
Le raccontò ciò che le era successo con Damon e la donna le disse che aveva in mente l'incantesimo adatto. Le disse di portarle una sua foto e un suo effetto personale, qualcosa che lui aveva usato e adesso Tanya era lì nel “covo” della zia; uno stanzino abbastanza inquietante. Pieno di quelli che sembravano talismani e bamboline woodoo, con la foto di Damon e la sua camicia, quella che aveva lasciato a casa sua.
<< Nome? >> le chiese la donna mentre prendeva la foto che Tanya le stava porgendo.
<< Damon Salvatore. >>
<< Età? >> domandò ancora stavolta prendendo la camicia e mettendola su un piatto di metallo, che era pieno di quelle che le sembravano essere delle carte.
<< 28 anni. >>
<< Ora ripeti con me... >> le disse mentre bruciava la foto e la buttava sulla camicia, che cominciò anch'essa a bruciare con le carte nel piatto.
<< … Niente mantiene la sua forma,
           tutto si trasforma. >> disse la donna invitanto anche Tanya a farlo e così anche la ragazza cominciò a recitare le parole, ripensando a ciò che le aveva fatto Damon e odiandolo dal profondo del suo cuore.
<< … Niente mantiene la sua forma,
           tutto si trasforma. >> continuò a ripere con le lacrime agli occhi.
<< … Niente mantiene la sua forma,
           tutto si trasforma. >> lo dissero altre due o tre volte e poi il fuoco si spense e sua zia le sorrise trionfante.









Angolino dell'autrice:
Ciao ragazzuole...
Eccomi qui con il primo capitolo.
Confesso che non credevo mi venisse così lungo!
Ne sono rimasta sorpresa infatti.
Comunque questo è un capitolo di presentazione, infatti non succede molto e mi dispiace, ma ho ritenuto che fosse già abbastanza gingo così, perciò è nel prossimo capitolo che inizierà la vera e propria storia.
Comunque che ne pensate per ora?
Spero di non aver deluso nessuno con questo capitolo.
Se così è stato mi dispiace tanto, proverò a rimediare nel prossimo capitolo, forse.
A parte questo... in questo capitolo ho introdotto bene o male i personaggi e come avrete notato Bonnie, soprattutto, è completamente diversa da quella che vediamo di solito, infatti è una donna in carrie , molto determinata, ma comunque infondo, infondo è sempre la tenera e sensibile Bonnie, Damon è il solito donnaiolo.....
Beh... non credo di avere altro da dire... a parte ringraziare i quattro angeli ( sweet_ebe,  mishy, Little Redbird e nannavis ) che hanno recensito il prologo quando potevano benissimo non farlo, dal momento che era cortissimo grazie mille ragazze, siete fantastiche... e poi ringrazio molto anche chi ha messo la storia tra le seguite, dopo aver letto solo il prologo.
In fine ringrazio anche i lettori silenziosi che mi seguono.
Vi lascio con un abbraccio
Immy



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Capitolo 3
*** Il risveglio ***



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Il risveglio




Il mattino dopo Damon si svegliò in camera di Bonnie e subito dopo, come ogni mattina, si diresse verso il bagno; alzò la tavoletta del water si mise la mano dentro i pantaloni, ma non trovando nulla si diresse verso il lavandino, per lavarsi il viso, quella mattina si sentiva più confuso del solito e in un certo senso “ristretto”. Lavata la faccia si guardò allo specchio, ma... non c'era uno specchio, era la foto di una bellissima mora con gli occhi azzurri.

Perché Bonnie, in bagno, tiene la foto di una ragazza invece dello specchio? si chiese il ragazzo facendo una faccia confusa; subito dopo anche la foto fece la stessa faccia, facendo sorgere dei dubbi in Damon, che si avvicinò alla figura che fece esattamente la stessa cosa.

La paura e il dubbio si insinuarono in lui, così alzò la mano e si tocco il viso.

Non era una foto, quello era proprio uno specchio!

Appena capito questo, nell'appartamento dei due si elevò un urlo disumano.

Urlo che fece saltare dal letto la povera bonnie, che, in men che non si dica, si ritrovò in camera con una tizia mora, pressoché terrorizzata.

<< Ch- chi sei tu? Da dove sei uscita, cioè... entrata? >> domandò urlando, una bonnie terrorizzata.

<< Tu! Cosa mi hai fatto, strega?! >> le urlò contro la mora.

<< Che? >> domandò la rossa confusa.

<< Tu ieri avevi detto che volevi che io provassi ciò che provano le donne e guarda caso eccomi qui! >>

<< Che stai dicendo? Fuori da casa mia o chiamo subito la polizia. >> strillò Bonnie indicandole la porta.

<< No, no, no... Bonnie, sono io... sono Damon! >> le disse lui strappandole il telefono di mano, per poi metterlo sul comodino cercando, poi, di calmarla.

<< Sì... certo. Ora anche le donne vogliono essere lui?! >> si domandò Bonnie, mentre nel frattempo si domandava se la ragazza avesse mai battuto la testa da qualche parte.

Intanto il telefono aveva preso a squillare, ma nessuno dei due ci fece caso, presi com'erano; la prima a non cercare di scappare e il secondo... beh lui era semplicemente stravolto.

Svegliarsi al mattino ritrovandosi facente parte dell'altro sesso non era proprio una cosa da tutti i giorni.

<< No! Tu devi credermi. Sono davvero io. >> ribadì Damon, guardandola intensamente e sperando di trasmetterle con gli occhi quello che non era riuscito a fare a parole.

Il telefono continuava a squillare, sul comodino, ma i due continuavano ad ignorarlo.

<< Provamelo. >> lo sfidò Bonnie, con le mani sui fianchi, in attesa.

Damon d'altro canto non aveva idea di come provarle che era veramente lui.

Continuò a pensare, privo di idee, ma all'improvviso, come in suo aiuto, partì la segreteria del telefono.

<< Damon? Sono Tanya, ti ricordi di me? Te l'avevo detto che non avevi idea di contro chi ti stavi mettendo. Goditi il tuo nuovo corpo... bellissima. >> e con una risata il messaggio terminò.

Nell'appartamento dei due non volava una mosca. Si erano entrambi immobilizzati appena era partito il messaggio e continuavano a rimanerlo. Bonnie era shoccata. La prova che aspettava era quella e lui era provato e forse un po' sconvolto.

<< Tanya...? >> domandò Bonnie, in attesa di una risposta che temeva già di conoscere.

<< Tanya... >> rispose Damon, come se si fosse da poco risvegliato da un sogno.

Tanya, gli aveva fatto qualcosa.

Era... era diventato una donna! Pensò toccandosi la faccia, i capelli, ora terribilmente lunghi.

<< Aaah, no! >> urlò tirandosi la maglia ora troppo larga, come a volerla strappare, ma toccando la maglia sentì anche delle protuberanze sospette sul petto, quindi andò a tastare, per essere certo di ciò che aveva sentito.

<< Che... che c'è? >> urlò a sua volta la rossa, spaventata e confusa.

<< Aaaah... Bonnie....sono tette... due tette! >> urlò dispetato toccandosi il seno, poi passò ai pantaloni del pigiama. Gli bastò allontanare semplicemente l'elastico dei pantaloni dalla vita per vedere, o meglio, non vedere nulla!

<< Certo che sono tette, sei... sei diventato una donna! >> rispose Bonnie, che ancora non riusciva a credere a tutto ciò che stava succedendo.

<< Aaah... >> strillò Damonnuovamente, fuori di testa.

<< Dov'è il mio cazzo! >> continuò a strillare.

<< Aaah... Il mio uccello ha preso il volo! >> disse urlando nuovamente mentre cadeva in ginocchio, a terra, disperato.

Bonnie avrebbe giurato che la donna, o Damon? Stesse per mettersi a piangere.

<< V-va bene... dobbiamo fare qualcosa, ma non ora. Tu innanzitutto devi andare al lavoro, non avevi una riunione? >> gli disse Bonnie cercando di prendere il controllo della situazione, dal momento che Damon era inginocchiato per terra, alla ricerca del pene perduto.

<< E come? >> le domandò lui alzandosi di scatto.

<< Casa dovrei fare? Andare cosi... e dirgli. “Ciao ragazzi, come va? Guardate che vi porto...” >> disse sarcasticamente toccandosi il seno.

<< Beh, forse questo no, ma... >> cominciò a dire Bonnie e poi corse verso l'armadio tirandone fuori un vestito nero, semplice, perfetto per una giornata di lavoro.

Peccato che Damon non aveva intenzione di metterselo.

<< E come ci vuoi andare al lavoro... nudo? >> gli domandò la rossa retoricamente.

A quell'affermazione Damon le strappò il vestito di mano e se lo provò.

<< Bonnie, credo di poter affermare che sei più minuta di me. >> disse quando notò che il vestito oltre ai fianchi non andava su.

<< Tu credi? >> domandò nuovamente sarcastica la ragazza.

Bonnie, infatti, ogni volta che era sotto stress si lasciava andare al sarcasmo, contagiata da Damon.

<< Credo... forse ho qualcosa che fa per te. >> gli disse improvvisamente la rossa, mentre tornava a frugare nell'armadio per poi tirarne fuori un tailleur, sempre nero.

<< E questo? >>

<< Beh l'avevo comprato, per il lavoro, ma quando l'ho provato mi sono resa conto di averlo comprato di un paio di taglie più grande. Provalo. Dovrebbe starti... >> gli disse porgendoglielo.

E lui, arrendevole, lo prese e si diresse verso il bagno per provarlo, mentre Bonnie tornava, sta volta al comò, cercando della biancheria intima per Damon.

Le faceva impressione pensare alla ragazza che era diventato e considerarla un maschio, insomma, finché stava fermo e zitto poteva essere scambiato benissimo per una ragazza iperfemminile, come una delle reginette del college.

 

Per sua fortuna trovò un completo che Meredith l'aveva costretta a comprare. Era a dir poco indecente e per questo non l'aveva mai messo.

Tolse l'imbottitura al reggiseno in modo che stesse a Damon, che ora portava forse una terza abbondante e poi entrò anche lei in bagno, trovandolo a guardarsi allo specchio, ancora incredulo.

<< Continuare a guardarti allo specchio non ti farà tornare come prima. >> gli disse allontanandolo dallo specchio e pogendogli il completo.

<< E queste? >> domandò lui guardando male gli slip, che più a delle mutande vere e proprie sembravano dei fili attorcigliati tra loro.

<< Si chiama “perizoma” Damon, credevo fossi un esperto in questo campo. >> rispose Bonnie con un ghigno.

<< No. Questo è filo interdentale … non credevo fossi così perversa. >> rispose con un ghigno anche lui avvicinandosi alla rossa.

<< Non lo sono infatti, ma era l'unico completo nuovo, io i miei slip non te li do! >> rispose lei categorica, mentre guardava da un'altra parte, imbarazzata.

Lei non era perversa!

<< Io questo non lo metto! >> le disse gettando il perizomna sul letto e accingendosi a mettere il reggiseno. Con l'unico risultato di usare una spallina come collare e l'altra... non sapeva neanche dove fosse finita, così irritato, buttò anche quello sul letto.

<< Ragazze, mi sa che oggi andremo in giro al natural... >> disse al suo seno, con un sorrisetto ammiccante mentre si guardava allo specchio.

<< Oddio no! Non se ne parla che tu vai in ufficio senza reggiseno. Quanti reggiseni hai tolto, Damon? Credevo sapessi come si mettono! >> disse Bonnie disperatamente mentre lo andava ad aiutare a metterlo.

<< Appunto! Io li tolgo, non ne ho mai messo uno, e neanche credevo di voverlo mettere prima di oggi. >>

<< Ohi... capita! >> rispose Bonnie con un sorrisetto, che le costò un'ochhiataccia da parte di Damon.

<< Ok, ora il perizzoma. >> disse Bonnie tonando a porgerglielo.

<< Ma neanche per sogno! Io quel coso non lo metto! >> rispose Damon, categorico, mentre si allontanava dall'indumento, quasi spaventato.

<< Che vuoi fare allora? Andare al lavoro senza mutande? >> domandò la rossa, retorica.

Peccato che Damon, non capì che era una domanda retorica così fece il suo solito sorriso sghembo e andò di corsa in camera sua a predere un paio di boxer.

Quando tornò in camera di Bonnie, con addosso i boxer la ragazza non potè fare a meno di cacciarsi a dire. Credeva di poter svenire a forza di ridere!

<< Che hai da ridere? >> domandò lui infattidito.

<< Sfido chiunque a non scoppiare a ridere trovandosi davanti una bella mora con il reggiseno di Victoria's Secret e un paio di boxer neri! >> disse Bonnie ridendo ancora di più.

<< Beh io non li tolgo! >> si impuntò Damon, incrociando le braccia.

<< Va bene, va bene... ora mettiti il tailleur almeno. >> disse Bonnie porgendoglielo.

<< E adesso? >> le domandò rientrando in camera, con la sua camminata da gradasso, che quando ero un uomo poteva anche andare bene, ma per una ragazza camminare con le gambe aperte e la schiena inarcata in avanti non era il massimo dell'eleganza.

<< Potresti smetterla di camminare così? >> gli domandò gentilmente una Bonnie, un po' infastitdita.

<< Così come? >>

<< Come un modello di Calvin Klein. Ora sei una donna e dovresti caminare un po' di più in modo femminile. >> rispose Bonnie riuscendo finamente a trovale le decolté nere che cercava, per poi porgergliele.

<< E queste? >> domandò ancora lui guardando le scaprpe con sufficienza.

<< Scarpe! E le devi mettere, non crederai di andare in ufficio con delle Converse... >>

<< Sì, ma solo a guardarle ho le vertigini. Quelle non sono scarpe, sono trampoli! >> rispose lui scandalizzato.

<< Sì, forse hai ragione, infondo è la prima volta che usi i tacchi... che ne dici di queste? >> gli domandò poi dopo aver tirato fuori delle scarpe sempre con il tacco, ma che non raggiungevano neanche i cinque cm di altezza.

<< Troppo alte! >>

<< Sono le più basse che ho, quindi a meno che tu non voglia in dossare i “trampoli” come li chiami tu, ti consiglierei di mettere queste. >> gli intimò Bonnie, tassativa e anche un po' innervosita dalla situazione in cui si trovava e come se non bastasse, era in ritardo per il lavoro, come lo era anche Damon; mezzo ufficio gli aveva lasciato dei messaggi in segreteria dicendogli di presentarsi in redazione.

A nche Stefan, suo fratello, come ultima speranza le aveva fatto una chiamata, dal momento che Damon non rispondeva, dicendole che Damon doveva essere al lavoro entro mezz'ora, perché i Giapponesi erano già nella sala riunioni e aspettavano soltanto lui.

Quindi dopo averlo truccato, non senza poche lamentele dal diretto interessato che a detta sua si sentiva un clown, andò anche lei a cambiarsi poi uscirono dall'apprtamento, insieme, come tutti i giorni.

Salirono sull'auto di Damon e cominciarono a dirigersi verso lo studio legale di Bonnie.

I due andavano sempre al lavoro insieme, o meglio, Damon accompagnava Bonnie e poi andava verso il suo ufficio, tranne quando il ragazzo passava la notte con qualche ragazza, inquel caso Bonnie utilizzava la sua macchina.

<< E adesso che faccio? >> domandò lui, ora lei, terrorizzato mentre si allacciava la cintura di sicurezza.

<< Ok Dam... ora mi accompagni in studio, vai al lavoro e appena finisci in uffico mi passi a prendere al lavoro, torniamo a casa insieme e cerchiamo il modo per romprere questa... cosa... va bene? >> gli domandò Bonnie, teneramente vedendolo terrorizzato dalla giornata che lo aspettava.

<< Sì... >> rispose lui un po' più tranquillo.

Mise in moto e si avviò verso lo studio.

<< Ma quanto ci mette? È verde! >> sibilò Damon mezzo infuriato.

Mentre andavano al lavoro, per loro sfortuna, si trovarono davanti una ragazza in macchina; era abbastanza sbadata, infatti, il semaforo era verde da un po', ma lei sembrava non essersene accorta.

<< Tranquillo, adesso parte. >> cercò di calmarlo Bonnie, ma il brutto carattere di Damon si fece sentire. Scese dalla macchina, traballando un po' sui tacchi e andò a bussare bruscamente sul finestrino della suddetta ragazza, che sobbalzò spaventata.

<< Dai, dai, dai! Non vedi? È un'ora che il semaforo è verde! Vogliamo fare giorno? No, perché io non ho tutto questo tempo! >> urlò lui non appena la ragazza abbassò il finestrino per vedere cosa stesse succedendo.

<< Ehm... sì, mi scusi, ora parto. È che ero un po' distratta. >> si giustificò la povera ragazza, con le lacrime agli occhi, per il modo in cui era stata trattata.

<< Povera ragazza. >> susurò Bonnie invece rimasta in macchina mentre si metteva le mani nei capelli disperata per comportamento dell'amico.

Il telefono, intanto, continuava a squillare: tutti cercavano Damon.

Una volta finito di urlare dietro alla macchina, ormai partita, Damon risalì in auto e accompagnò Bonnie al lavoro per poi dirigersi verso il suo.

<< Speriamo bene... >> mormorò prima di entrare nel grattacielo.

 

 




 

 

Angolino dell'autrice:

 

Ciao a tutte!

Ecco anche il secondo capitolo e qui abbiamo la trasformazione di Damon, spero solo che vi piaccia. ;)

Devo dire che non mi aspettavo che anche questo capitolo venisse tanto lungo, infatti all'inizio pensavo di includerci anche la giornata di lavoro di Damon e il ritorno a casa dopo la prima, estenuante, giornata ma poi non ho voluto aggiungere altro perché sarebbe diventato troppo lungo e per ciò la giornata in ufficio da Damon ve la risparmio per il prossimo capitolo.

Nella premessa del primo capitolo, vi avevo detto che non ero una comica e lo ripeto anche qui, perché forse l'altro capitolo era stato un po' divertente per la povera Bonnie ubriaca, ma qui non succede nulla di speciale, per cui non ci sono troppe risate, mi dispiace se ho deluso qualcuno :( magari provo a fare di meglio con il prossimo capitolo. Per finire vorrei ringraziare tutte le magnifiche persone che hanno recensito il precedente capitolo e messo la storia nelle tre categorie: grazie mille ragazze! Sono rimasta piacevolmente sorpresa... grazie ancora.

Alla prossima

Un abbraccio

Immy

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Capitolo 4
*** Il ' primo' giorno di lavoro ***






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Il "primo" giorno di lavoro



 

In redazione erano tutti in fermento.

Proprio quel giorno Damon doveva sparire? Non rispondeva ai messaggi, alle telefonate... sembrava si fossse volatilizzato.

Damon entrò in ufficio, ma nessuno gli prestò attenzione, le ragazze continuavano a lavorare e tutti gli altri lo cercavano.

Anche Cooper faceva avanti e indietro per il corridoio, di fronte alla sala riunioni.

Ad un tratto decise di riprovare per l'ennesima volta a chiamarlo, quindi dando la spalle alla ragazza che era appena entrata, per avere un minimo di privacy, premette il tasto di chiamata rapida e sentì squillare un telefono dietro di lui.

<< Damon... >> cominciò a dire contento, ma notò che era solo il telefono della ragazza, che in quel momento sembrava in completa crisi, nel cercare il proprio cellulare.

Non ci fece molto caso.

Chiuse la chiamata e poi riprovò nuovamente a chiamare e ciò che successe lo stupì e insospettì allo stesso tempo: nello stesso istante in cui lui aveva riattaccato, il telefono della ragazza davanti a lui smise di suonare e proprio quando lui richiamò Damon, il cellulare della ragazza aveva ripreso a squillare.

La ragazza, ignara di tutto e tutti continuava imperterrita a cercare il cellulare in quella borsetta minuscla. Cooper si stupiva del perché trovasse tanto difficile tirare fuori un cellulare da una borsetta tanto piccola. Ad un certo punto, spazientita, andò verso un tavolino, prese la borsa e la rovesciò letteralmente sul tavolo e il contenuto della borsa era, udite udite: un mazzo di chiavi e il cellulare in questione.

Ancora non si spiegava così tanta fatica.

Appena vide il cellulare Damon, veloce come un fulmine, lo prese per poi alzare le mani al cielo.

<< Ce l'ho. >> gridò, come un calciatore che aveva da poco segnato il gol della vittoria.

Trovato il cellulare, Damon se lo tenne in mano, in modo da non perderlo più in quell'inferno di borsetta.

Si ripromise che dal giorno dopo avrebbe girato in marsupio.

In ogni caso, si affrettò ad andare verso l'ascensore, ma la strada gli venne sbarrata da Cooper, che con uno sguardo che traboccava sospetto gli intimò di dirgli perché avesse il cellulare del signor Salvatore, minacciando anche di farlo buttare fuori dalla sicurezza.

Un contrattempo del genere non se lo poteva permettere.

L'azienda non poteva permetterselo.

Così dopo avergli assestato un calcio degno di Messi negli stinchi, fece una corsa verso l'ascensore, che per sua fortuna aveva aperto le porte proprio in quel momento.

Alcuni minuti a salire e poi si ritrovò al ventesimo piano. Fece un mini corsetta, che a lui sembrò una maratona con i tacchi e in pochi secondi era già di fronte alla sala riunioni.

<< Ferma! >> sentì urlare a Cooper dietro di lei di qualche metro.

Quel vecchio aveva veramente fatto le scale tanto in fretta per fermarlo?

Prima che lo potesse raggiungere Damon aprì la porta ritrovandosi davanti tutto il suo staff che cercava di calmare Giapponesi ormai spazientiti dal ritardo del capo.

<< E tu chi sei? >> gli domandò il fratello, confuso, mentre Alaric gli faceva una radiografia.

Ma prima che potesse parlare Cooper lo raggiunse prendendolo per un bracico cercando di farlo uscire dalla sala il più elegantemente possibile,.

<< Lasciami fare e ti farò concludere l'affare più redditizio della tua vita. >> gli disse Damon fra i denti con un sorriso stampato in faccia.

<< Spero per te di sì anche perché ormai sei dentro. >> le rispose Cooper alla stessa maniera.

<< Allaroa? >> domandò nuovamente Stefan aspettando una risposta.

Non aveva mai visto quella ragazza in redazione e poi le uniche ragazze che lavoravano da loro o erano delle o erano segretarie, in ogni modo nessuna delle due poteva entrare in sala riunioni soprattutto quando questa era occupata.

<< Dam.... Deborah Salvatore. Cugina e collaboratrice diretta di Damon Salvatore. Per ora lo sostituisco io. >> disse Damon, sotto lo sguardo malizioso di Alaric e quello indagatore di Stefan.

<< Si accomodi signorina. >> lo invitò Cooper a sedersi, andando anche lui a prendere posto sul tavolo ovale.

Ci volle meno di un'ora, in cui Damon diede sfogio a tutti i suoi miracoli e “Don” era in affari con i Giapponesi.

Damon, stremato, per l'inizio di quella giornata e anche bisognoso di soddistare certi bisogni andò in bagno, ma si accorse, troppo tardi, di essere entrato nel bagno sbagliato, o meglio, era quello giusto ma non lo era allo stesso tempo.

Era davanti ad un pisciatoio con due uomini che lo guardavano come se provenisse da un'altro pianeta.

<< Ok, ok ho sbagliato! >> disse allargando le braccia spavaldamente, mentre sempre barcollando a mò di pinguino a causa dei tacchi che non sapeva usare si dirigeva verso l'uscita, sempre borbottando.

<< Non si può? - continuò a dire facendosi sentire dagli uomini in bagno- Ho sbagliato, ora vado in quello delle s- si... signore. >>

Non riusciva neanche a pronunciarlo!

Entrò un pò circospetto nel bagno delle donne, come se avesse paura che qualcuno lo scoprisse. Fece in fretta e furia ciò che doveva fare ed era lì a lavarsi le mani quando sentì urlare praticamente tutte le donne del bagno.

Per un momento ebbe il terrore di essere stato scoperto, quando sentì la voce di Alaric.

<< Perché urlare belle signore ? >> domandò appoggiandosi allo stipite della porta, con fare ammiccante.

<< E' solo per le donne! >> esclamò una delle ragaze, mezzascandalizzata.

<< Beh... anche questo. >> rispose lui, con sguardo malizioso mentre si indicava il cavallo dei pantaloni.

Se Damon fosse stato nel proprio corpo si sarebbe immediatamente cacciato a ridere, ma in quel momento era un'altra la domanda che gli ronzava in testa.

Che ci faceva lì? E aveva paura di saperlo.

Le donne uscirono indignate, pronunciando appellativi che nessuna scrittrice per bene ripeterebbe e poi uscirono, lasciandoli soli.

Il ghigno di Alaric, si trasfornmò immeditamente in una smorfia.

<< Chi diavolo sei? Chi ti manda? Perché ti sei fatta passrare per la cugina di Damon? E soprattutto... dov'è lui? >> cominciò il suo interrogatorio, tornando serio.

<< Sono Deborah Savatore, mi manda Damon, mi sono fatta passare per la cugina di Damon perché io sono la cugina di Damon e lui in questo momento è in Germania, da nonna Gertrude, che sta male. >> rispose Damon, in ordine di domanda, per poi cercare di svignarsela.

<< Non così in fretta, piccola... hai da fare questa sera? >> domandò ammiccante.

<< Sì, ora devo andare, Rick. >>

<< Sai che è la seconda volta che mi chiami per nome e ancora non so... come lo sai? >> gli fece presente, l'amico sbarrandogli nuovamente la strada impedendogli di uscire.

<< D... Damon mi ha parlato di te, qualche volta. >> s'inventò sul momento il ragazzo terrorizzato che Alaric lo potesse scoprire.

<< Quindi mi conosci bene? >> domandò Alaric maliziosamente.

<< No! >> sbottò Damon; secco e deciso, poi con una scusa lasciò Alaric in bagno e uscì.

Doveva andarsene il più in fretta possibile da quell' ufficio.

Uscito dal bagno si imbattè in Stefan che lo trascinò praticamente di peso nel suo ufficio.

<< Mia nonna è morta tempo fa quindi non sta in Germania e ne io ne mio fratello abbiamo mai avuto una cugina, quindi o mi dici che sta succedendo e che fine ha fatto o io ti faccio incarcerare senza pensarci due volte. >> disse Stefan arrivando subuto alsodo, dopo aver chiuso la porta.

Aveva sentito tutta la conversazione che la ragaza aveva avuto con Alaric in bagno e certe cose non gli quadravano.

<< Senti Santo Stefano... >> comicniò a dire Damon, ma venne interrotto dallo stesso Stefan.

<< Come conosci questo monignolo? Solo Damon mi chiama così, e non lo fa mai in ufficio. >>

<< Lo so... so molte cose... ma te le spiego questa sera. A casa. Quando ci sarà anche Bonnie. Non credo sia proprio il momento adatto per parlarne. >>

<< D'accordo. >> rispose il fratello guardandolo con sospetto, come a volergli dire:"ti tengo d'occhio".

La giornata finì grazie a chissà quale miracolo. Damon pensò che non sarebbe più finita, tra l'invidia delle colleghe per la nuova arrivata e Alaric che continuava a provarci c'era da impazzire, se non peggio. E come se non bastasse... Cooper lo trattenne in ufficio, così mandò un messaggio a Bonnie dicendole che non sarebbe passato a prenderla. Cooper lo aveva chiamato per fare una chiacchierata su come era riuscito a convincere i Giapponesi e approfittando dell'occasione gli chiese anche dove fosse finito Damon. Naturalmente la scusa fu quella della nonna malata in Germania.

 

Anche per Bonie quella giornata fu infinita ancora non credeva a quello che era successo a Damon e sperava che tornata a casa avrebbe ritrovato il suo Damon con in mano il suo bicchiere di Whisky che palava al telefono con una delle sue tante tagazze.

Ci sperava davvero.

Tornta a casa ancora con la testa fra le nuvole, non avendo la minima idea di come aiutare l'amico, si fece una doccia veloce, si cambiò e andò a preparare la cena, ancora incantata.

Lo suonare del campanello, però, la ridestò dai suoi pensieri.

Sicuramente non era Damon. Lui le aveva le chiavi.

Quando aprì si ritrovò davanti un sorridente Stefan.

<< Stefan! >> urlò saltandogli addosso, per poi stritolarlo in un abbraccio da Koala.

Era da tempo che non lo vedeva un pò perché entrambi erano impegnati con il lavoro, ma soprattutto perché lui e il fratello non andavano molto d'accordo per ciò non poteva invitarlo a casa e se usciva con lui poi Damon le urlava contro costringendola a scegliere: lui o Stefan.

E lei da innamorata pazza qual'era non poteva che sceliere lui.

Stefan naturalmente questo lo sapeva, perché una volta in una delle loro uscite si era sfogata con lui e le era sfuggito anche quel particolare, che lasciò non poco arrabbiato il ragazzo che poi conoscendo il fratello si dimostrò comprensivo con lei e le propose di vedersi di nascosto, neanche fossero degli amanti!

La proposta piacque molto alla ragazza che quindi accettò, ma Damon non era uno sprovveduto, infatti, anche lui conosceva bene il fratello e quindi aveva intuito che le avrebbe proposto qualcosa del genere così aveva preso a monitorare ogni suo movimento.

La accompagnava al lavoro, la riportava a casa, e ci dormiva e solo una volta ogni morte di papa quando lui dormiva dalle una delle sue ragazze lei e Stefan potevano andare a cena.

<< Ciao piccola! >> la salutò lui altrettanto entusiasta di rivederla.

<< Che ci fai qui? Damon sta per tornare. >> disse Bonnie dimenticandosi che Damon ora era donna.

<< Sono qui per questo. oggi non è venuto al lavoro e ha mandato una ragazza di nome Deborah, a completare l'affare con i Giapponesi e questa si è pure spacciata per sua o meglio, nostra cugina, dicendo che la nonna, in Germnia, stava male e lui è andato ad assisterla. >> le comunicò al quando alterato.

Damon quella volta l'aveva combinata grossa. Non poteva mandare una sconosciuta a fare il lavoro al posto suo.

Bonnie sentendo il resoconto di Stefan non potè fare a meno di cacciarsi a ridere, divertita.

<< Che c'è da ridere? >>

<< Che Damon ha fatto resucitare e morire vostra nonna almeno una decina di volte. >> gli disse Bonnie, che continuava a ridere a crepapelle, contagiando anche Stefan.

In effetti il fratello ogni volta che non aveva una scusa plausibile per le sue bravate uccideva la nonna... già morta!

<< Oddio, ma sei ancora sulla porta, scusami... entra pure. >> disse Bonnie quando smise di ridere e si accorse che l'amico era ancora sulla porta.

<< Abbiamo qualcosa da dirti. >> continiuò a dire riferendosi a quello che era successo a Damon. Stefan entrò e Bonnie stava per chiudere la porta quando sentì un: << Bonnieeeee.... >> sussurrato. sembravano i sussulti di qualcuno in fin di vita.

Così la ragazza, preoccupata, si precipitò verso le scale trovando Damon, o meglio Deborah, da quanto aveva capito da Stefan, che strisciava letteralmente per le scale esauto/a.

<< Che fai? Alzati in piedi! >> lo rimproverò a metà fra l'indignato e il divertito.

Quello era solo il primo giorno...

<< Aiutami... >>

Bonnie un pò scocciata scese gli ultimi due scalini che mancavano all'amico per arrivare al piano e lo aiutò ad alzarsi. Una volta in piedi lo mollò, pensando che potesse reggersi in piedi e cominciò ad andare verso l'appartamento, peccato che non finì neanche le scale quando sentì tanti tonfi, uno dietro l'altro; segno o che stava arrivando un terremoto o che il ragazzo era rotolato giù per le scale e girandosi la ragazza potè appurare che era la seconda opzione quella giusta.

<< Damon! >> esclamò la ragazza preocccupatissima. Non credeva che fosse messo tanto male!

<< Stefan... aiuto! >> chiamò la rossa precipitandosi più per le scale.

<< Damon... non entrare nella luce. >> esclamò quando arrivata a terra vide che lui la continuava a guardare con una faccia da ebete.

<< Divertente... se becco il bastardo che ha inventato i tacchi gli stacco braccia e gambe e poi le uso per picchiarlo, gli strappo le orecchie e le uso come portacenere, gli strappo la spina dorsale e ce lo frusto, gli..- >>

<< Che succede qui? >>

Putroppo la serie di minacce di Damon venne interrotta dall'arrivo di Stefan che vedendo le due ragazze a terra si preoccupò.

<< Non si reggeva sui tacchi. >> disse Bonnie scoppiando a ridere. Ora che sapeva che Damon non aveva neanche un graffio poteva tirare un sospiro di soglievo e cercare solo di sdrammatizzare.

Stefan non potè continuare a guardare la ragazza e non ridere. Come faceva una ragazza della sua età a non saper usare i tacchi?

<< D'accordo... dove la porto? >> domandò Stefas a Bonnie dopo che da bravo cavagliere, prese l'"invalida" in braccio e cominciò a portarla in casa, Bonnie dietro di loro non faceva che ridere: si immaginava la scena di Stefan con in braccio Damon, ma non nel corpo di Deborah, nel suo vecchio corpo!

Si poteva avere una mente più bacata?

<< Portala pure sul divano. >> disse Bonnie indicandoglielo.

<< Mi hai appena dato della donna, Rossa? >> domandò Damon alquanto alerato mentre Stefan lo adagiava sul divano.

<< Non lo sei? >> domandò Stefan con lo stesso tono usato da uno psichiatra che da ragione al proprio PAZZO paziente.

<< Certo che non lo sono, credevo fossi più intelligente fratellino. Come hai potuto non riconoscermi? >> disse Damon togliendosi le decolté e buttandole lontano.

Non voleva più rivedere quegli aggeggi infernali!

<< Ha sbattuto la testa per caso? >> domandò Stefan alla rossa, imperturbabile.

<< No, purtroppo no, ma sta dicendo la verità. >> replicò Bonnie ridacchiando per la domanda, più che lecita, dell'amico.

<< Lo sapevo! Ti ha messo qualcosa nel caffè, vero? Ti ha messo qualcosa nel caffé! >> esclamò Stefan convintissimo delle proprie parole.

<< Hey fratellino, modera i termini io non metto niente nel caffè delle mie donne. Cadono ai miei piedi di loro spontanea volontà. >> replicò Damon offeso, facendo nascere qualche dubbio nella mente di Stefan.

In effetti la ragazza e suo fratello avevano un modo di parlare molto simile.

Bonnie invece non faceva che pensare alla frase usata da Damon.

" Le mie donne " aveva detto. La considerava tale?

Ma presto i sogni ad occhi aperti di Bonnie si interruppero perché pensò anche alla frase detta dopo, dal ragazzo/a.

Cadono ai miei piedi di loro spontanea volontà.

<< La sottoscritta non è caduta proprio ai piedi di nessuno, caro il mio travestito! >> esclamò Bonnie alterata contro Damon.

<< Non sono gay, sono semplicemente un uomo intrappolato in un corpo di donna. >> si giustificò il ragazzo offeso.

<< É quello che dicono tutti i trans dopo l'intervento. E anche prima. >> rimbeccò Bonnie con un ghigno. Almeno quella discussione non l'avrebbe spuntata lui.

<< Io non sono Gay! >>

<< “Gay” non è sinonimo di “trans”, ignorante! >> eslamò la rossa mentre tornava in cucina, a finire di preparare la cena e fare del caffè per Stefan.

<< Cosa? >> domandò il "trans" di turno, confuso.

<< Tansessuale è chi tende ad assumere comportamenti e tratti tipici del sesso opposto a quello cui appartiene per nascita, anche mediante la modificazione, chirurgica, delle proprie caratteristiche anatomiche e fisiologiche. >> spiegò Stefan, incapace di trattenersi.

<< Che fai nel tempo libero? Mangi dizionari? >> domandò retoricamente Damon all'ennesima dimostrazione del fratello di non essere solo Santo Stefano, ma anche il figlio illegittimo di Sapientino.

<< Veramente no... >> rispose il ragazzo chiedendosi se la nuova amica di Bonnie fosse del tutto sana di mente vedendola appoggiare i piedi sul tavolino.

<< Prendi la crema e massaggiami i piedi, donna! >> disse Damon, rivolto a Bonnie.

<< Ma anche no! Cafone che non sei altro! >>

<< Oddio! Sono circondato da ritardati! >> disse disperatamente Stefan che lo aveva capito solo in quel momento. Il poveretto sembrava sul punto di piangere.

<< Dovremmo chiamare Oprah! >> esclamò Damon scattando sul divano, su di giri, per la sua "geniale" idea.

<< Che? >> domandò Bonnie che cominciava a domandarsi se l'amico avesse problemi mentali, come le aveva chiesto poco prima stefan.

<< Ho senttito delle ragazze parlarne in ufficio, oggi. Dicevano che è mitica a risolvere problemi e soprattutto che è una buona ascoltatrice. >> riferì con un sorriso a trentacinque denti.

<< Sì certo, prendi pure carta e penna che le scriviamo una lettera. >> disse Bonnie deridendolo, mentre toglieva il caffè dal fuoco e lo metteva nelle tazze, offrendone una a Stefan.

Damon non capì il sarcasmo per ciò corse in camera su, gridando "Ahi" ad ogni passo, per il dolore dei tacchi, che non portava più.

<< Dove va? >> domandò Stefan per nulla tranquillo.

<< Non lo so, ma comincia a preoccuparti. >> rispose la ragazza spegnendo il fuoco anche per la pasta.

Neanche un minuto dopo Damon tornò con in mano carta e penna e seduto sul divano cominciò a scrivere la famigerata lettera comunicando ad alta voce ai due quello che scriveva.

<< Cara Oprah. La mia vita sta cambiando. Come posso depilarmi se il mio fidanzato mi ha lasciato? - >> cominciò a scrivere, ma venne interrotto da Bonnie.

<< Hai un fidanzato? >> gli domandò la ragazza fra le risate.

<< Cosa? No! >>

<< E allora perché quella domanda? >>

<< Mary ha detto che è una domanda da fare assolutamente! >> rispose lui innocentemente.

<< Fai comunella adesso? >> domandò ancora la ragazza ridendo.

<< Mi stai distraendo. >> le disse Damon rileggendo quello che aveva scritto per poi continuare.

<< Sta mattina mi sono svegliato nel corpo di una donna, perché la ragazza che mi portavo a letto ha voluto vendicarsi. Le lampadine ecologiche salveranno il pianeta? Sarà possibile depilarsi anche senza ceretta prima o poi? - >> sta volta il ragazzo venne interrotto dal fratello.

<< Veramente è già possibile, esistono degli aggeggi chiamati “rasoi”! >> disse Stefan, convinto più che mai che la ragazza era più ignorante di una cozza morta.

<< Mi torneranno mai i peli sull'inguine dopo la ceretta? >> continuò il ragazzo ignorando il fratello, ma venne nuovamente interrotto dalla rossa.

<< Ti sei fatto la ceretta? >> domandò sbalordita.

Quella mattina aveva fatto una strage per i tacchi. Le sembrava impossibile che avesse acconsentito alla ceretta.

<< No, perché ? >>

<< Perché le chiedi dei peli nell'inguine? >>

<< L'ha detto Mary. >> rispose lui rileggendo ancora una volta, per poi completare la lettera.

<< Rispondimi per favore. >> scrisse infine mettendo il punto finale.

Non era male come lettera.

<< ...Tua, marjuana. >> finì per lui Bonnie, suggerendo la firma da mettere e facendo scoppiare a ridere Stefan.

<< Damon non è possibile che tu voglia veramente inviare una lettera del genere ad Oprah, non ti crederanno. Finirai in un ospedale psichiatrico, se ti va bene, e se ti crederanno diventerai carne da laboratorio. >> gli fece presente l'amica.

<< Tu credi veramente a questa storia? Di Damon in un altro corpo? >> le domandò Stefan, preoccupato.

Bonnie non gli rispose, si limitò ad andare in camera sua, prendere il telefono, portarlo a stefan e far partire l'ultimo messaggio in segreteria: quello di Tanya.

Stefan dopo aver sentito il messaggio cominciò a guardare Deborah/Damon come se provenisse la/o vedesse per la prima volta

<< Damon? >> domandò guardandolo.

<< No! Gesù Cristo, Piacere. >> rispose l'altro tendendogli la mano.

<< Ha le mestruazioni? >> domandò Stefan all'amica, per i continui sbalzi dumore di Damon.

<< No, tuo fratello le aveva 365 giorni l'anno anche prima di diventare donna. >> rispose la ragazza alludenso al fatto che Damon aveva sempre avuto sbalzi d'umore.

<< Ehm... com'è essere nel corpo di una donna? >> domandò Stefan al fratello, non riuscendo a trattenere la curiosità.

<< Orribile! Uuh beh il lato positivo però c'è... >> disse Damon, ora Deborah palpandosi il seno.

<< Damon, ti rendi conto che ti stai molestando da sola... solo? Quello insomma... >> gli disse Bonnie confusa sul reputarlo maschio o femmina e disperata dal maschilismo mostrato.

<< Ne ho parlato con me stesso di questa cosa.... abbiamo deciso che ci sta bene. >> le comunicò Damon continuando l'opera.

<< Ma è deficiente? >> domandò uno sbalordito Stefan alla rossa.

<< Vedi Stefan... nella testa di Damon ci sono due neuroni, dei quali uno sta nastacosto tutta la vita.... e l'altro lo cerca. Puoi capire quindi che la sua mente piccola e bacata non potrà mai fabbricare nulla di più ingegnoso. >> disse Bonnie facendolo ridere.

<< Guarda che ti sento... strega! >> disse Damon offeso.

<< Approposito... per fortuna ti sei trasformato di venerdì, e quindi abbiamo il week end tutto per noi. >> gli disse Bonnie con un sorriso sadico.

<< Pe-perché? >> domandò Damon terrorizzzato. La faccia della ragazza non era affatto tranquillizzante.

<< Mentre parlavi della ceretta mi hai ricordato che dovresti fartela. Quindi domani andremo innanziutto a fare shopping, perché non puoi continuare ad usare solo quel tailleur, poi andremo in un centro di bellezza a fare un trattamento completo ed infine dall'estetista e anche lì ceretta dappertutto. >> elencò la ragazza tenendo il conto delle cose da fare con l'aiuto delle dita.

<< Cosa? Neanche per idea! StefaN dille qualcosa! >> disse Damon sperando almeno nel fratello, che li guardava divertito.

<< Non posso fare nulla... >> disse Stefan.

In realtà avrebbe anche potuto fare qualcosa, ma non voleva. Era troppo divertente quella storia.

<< Ragazzi. ora io dovrei andare. >> proruppe, poi Stefan alzandosi, per raggiungere la porta.

<< Aspetta! In ufficio che si fa quindi? >> gli domandò il fratello preoccupato.

<< Ti reggerò il gioco, mi sembra ovvio! >>

<< Ok. >> rispose semplicemente l'altro.

<< "Grazie Stefan, sei gentile." "Prego Damon, lo faccio con piacere." >> disse Stefan sarcastico.

Si aspettava almeno un “grazie”, ma Damon era Damon e neanche con la tortura sarebbe riuscito ad estorcerglielo.

<< Certo, certo. >> rispose il fratello liquidandolo con un gesto della mano.

<< Ciao Bonnie, ci sentiamo. >> disse Stefan alla rossa abbracciandola.

<< Certo. Grazie Stefan. >> disse lei ricambiando l'abbraccio.

<< Se hai bisogno io ci sono lo sai vero? >> le domandò abbassandosi per guardarla dritto negli occhi.

<< Certo. sei un tesoro, come sempre. >> rispose lei scoccandogli un bacio sulla guarncia.

<< Allora, ciao. >> li salutò ancora prima di uscire definitivamente dall'appartamento.

Dopo aver salutato un'ultima volta Stefan, Bonnie prese la cena, la mise in una scatola salvafreschezza e poi nel frigorifero; per quella sera nessuno avrebbe cenato. Dopodiché si mise a lavare i piatti.

<< Vai a letto con mio fratello adesso? >> le domandò Damon all'improvviso, mentre di guardava distrattamente i piedi arrossati dai tacchi.

Bonnie per poco non inciampò nei suoi stessi piedi rischiando di cadere con il piatto che aveva in mano.

<< Cosa? >> domandò sbigottita tornando a lavare i piatti.

<< Ti piace mio fratello? >> le domandò ancora.

Se non lo avesse conosciuto benissimo in quegli anni di coabitazione avrebbe pensato che il ragazzo fosse geloso.

<< Hai perso il cervello oltre che il piccolo Damon? >> gli domandò Bonnie alludendo al suo pene.

<< Non infierire. Mi manca quel ragazzo. >> disse lui ricordando i bei vecchi tempi in qui se la spassavano con le ragazze.

<< Ragazzo? >> domandò Bonnie un pò restia a definire "ragazzo" i suoi genitali.

<< Rispondi, non tergiversare. >> le disse Damon, quando così che si erano allontanati dall'argomento principale: Stefan.

<< E' un bel ragazzo... >> rispose Bonnie per stuzzicarlo.

<< Ah... ok. Vado a farmi la doccia. >> replicò leggermente irritato senza saperne il perché mentre andava, barcollando, verso la sua stanza per cambiarsi ed entrare nella doccia.

Bonnie rimase in cucina a rimettere le stoviglie nel pensile domandandosi cosa fosse preso a Damon improvvisamente.


 

Damon intanto nella doccia era in crisi.

Distutto. Sia fisicamente che spicologicamente, ciò che gli era successo non era normale, sensato. Era difficile per lui, o meglio, per lei guardarsi allo specchio e vedere un corpo alieno, strano che tuttavia era il suo. E pensare che avrebbe potuto rimanere una donna per il resto dei suoi giorni, non facilitava le cose.

Uscì dalla doccia con un mal di testa terribile. Andò verso l'armadio, prese una delle sue vecchie magliette, che ora gli andava a vestito la mise poi si sdraiò sul letto prendendosi la testa fra le mani nel vano tentativo di alleviare il dolore.

<< Tutto bene? >> gli domandò Bonnie che non vedendolo rientrare in cucina si peoccupò e decise di andare a vedere se stesse bene.

<< No. Sto male. Ho male ai piedi, mal di testa, non so come e se riuscirò ad andare avanti con questo corpo o se.... >> cominciò a lamentersi, al limite della sopportazone ormai, ma venne interrotto da Bonnie che con un << Aspetta. >> uscì dalla stanza.

<< E dove vuoi che vada. >> mormorò sarcasticamente chiudendo gli occhi.

<< Tieni. >> disse Bonnie rientrando poco dopo con un bicchiere d'aqcua in una mano e un'aspirina nell'altra.

<< Grazie. >> disse lui prendendo la pastiglia.

<< Come va? >> gli domandò Bonnie pochi minuti dopo.

<< Male. Ancora non riesco a credere come sia possibile che nel giorno più importante della mia vita sia successo tutto questo. La giornata non sarebbe dovuta andare per niente così. Io sarei dovuto andare al lavoro, nel mio vero corpo. Avrei concluso l'affare con successo, avrei festeggito in qualche club con Rick, ci saremmo fatti 3 o 4 ragazze l'uno. Ci saremmo divertititi e ora guarda cosa sono.... Oh Bonnie, non puoi immaginare come mi senta. Ho qualcosa qui. - disse indicandsi il petto, all'alteza del cuore. - qualcosa che mi opprime e non posso.... non so che... >> le disse ancora non sapendo come finire la frase.

<< Lo sai come si chiama sta cosa? >> gli domandò retoricamente la ragazza.

Non era lui l'unico che soffriva in quella situazione. Non era lui che si era ritrovato in mezzo a quella situaione senza avere l'opportunità di dire la sua, o di tirarsene fuori.

<< Angoscia. É una parola, che allude ad un sentimento che non avevi mai provato in vita tua. Si chiama “angoscia”. Sei solo angosciato. >> rispose quando l'amico scosse la testa.

<< Ah, non ritornerò mai come prima Bon. Non riavrò mai il mio corpo. >> proruppe poi il ragazzo, disperato.

Cominciava veramente a pensare che non c'era nulla da fare.

<< Andrà tutto bene. Troveremo una soluzione insieme. >> gli disse Bonnie accarezzandogli i capelli, intenerita.

<< Non ne sarei così sicuro. >>

<< Andrà tutto bene. Ora vai a letto. >> gli intimò.

<< Sì... >> rispose arrendevole lui mettendosi sotto le coperte e chiudendo gli occhi.

<< Domani è un'altro giorno. >> gli sussurrò Bonnie all'orecchio prima di lasciargli un bacio sulla fronte e andare anche lei a dormire.

Quel giorno in un certo senso era stato il più duro che i due avessero mai vissuto. Anche Bonnie non si era fermata un attimo, infatti, per aiutare l'amico aveva cercato di rintracciare questa Tanya, ma la ragazza sembrava scomparsa dalla faccia della terra. Non aveva trovato nulla su di lei.nessun precedente, nessun famigliare, nessuna casa.


 


 

Angolino dell'autrice:

Ciao a tutte mie care.

Ok giù fucili e forconi, chiedo umilmente scusa per l'enorme ritardo, ma tanti piccoli fattori messi insieme mi hanno impedito di finire di scrivere in fretta il capitolo. Innanzuitutto il caldo! E poi sono uscita molto in questi giorni ela sera tornavo esausta quindi neanche la sera riuscivo a scrivere e poi l'altro ieri ho comprato un iolino, perché ho ripreso a suonare ed ero felicissima, quindi mi sono presa due giorni, per rimettermi in esercizio e togliere un pò della nostalgia che si era accumulata :D

Ora però sono qui e ho finito il capitolo che è venuto lungo, non l'avrei mai detto!

Spero di non aver deluso le aspettative di nessuno con questo capitolo. Spero mi direte che ne pensate.

Ora prima di salutarvi, e risentirci il prossimo aggiornamento vorrei ringraziare di cuore gli angeli che hanno recensito lo scrorso capitolo, chi ha messo la storia fra le tre categorie e anche i lettori silenziosi.

Un bacio a tutti

Immy

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Capitolo 5
*** La ceretta... ***



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La ceretta...




Il giorno dopo Bonnie si alzò di buon mattino, ma non svegliò anche Damon.

Il giorno prima era stata una giornata infernale per lui. Aveva bisogno di riposo.

Dopo essersi fatta la doccia pensò di chiamare Stefan e invitarlo a fare colazione insieme.

<< Buongiorno. >> sentì dire a Damon, mentre preparava la colazione.

<< Ciao! Come mai così giù di morale sta mattina? >>

<< Speravo che fosse solo un brutto sogno. >> rispose indicandosi.

<< Mi dispiace. - gli disse, sinceramente mortificata. - Cambiati, che dopo colazione andiamo per negozi. >> gli disse poi con un sorriso, cercando di distrarlo.

Il ragazzo dopo essersi fatto la doccia ed essersi messo l'unico abito femminile che possedeva, il tailleur di Bonnie e anche dopo averle rubato un paio di ballerine, mai più tacchi, tornò in cucina e vi trovò Stefan che rideva spensierato con Bonnie.

La cosa gli diede fastidio.

<< Buongiorno. >> disse bruscamente facendo scattare Bonnie, spaventata.

<< Ciao. >> lo salutò il fratello, un po più raggiante.

<< Pronto? Appena facciamo colazione andiamo al centro commerciale. >> gli disse Bonnie sorridendogli.

<< No. Oggi andiamo a vedere dov'è Tanya. >>

<< E dove la vorresti cercare? Ho fatto qualche ricerca, ma non ho trovato ne un numero e neanche un indirizzo. >> gli rispose Bonnie sgarbata, per i suoi modi bruschi.

Si era svegliato con la luna storta?

<< Io ci sono stato, a casa sua. Andremo lì. >>

<< D'accordo. Mi cambio e andiamo... >> rispose cauta Bonnie.

Solo in quel momento Damon si accorse che la ragazza girava in casa con una canottiera e delle culottes. Non che la cosa gli dispiacesse, ma lì c'era anche Stefan!

<< Ma come sei conciata? Vatti a coprire, svergognata! >> le urlò contro il moro, facendo scappare una risata a fratello.

<< E tu non ti vergogni a lasciarla girare così per casa? >> disse questa volta rivolto a Stefan.

<< Senza offesa, fratello, ma non è la prima volta che la vedo in mutande. >>

Sì, lei e Stefan appena si erano conosciuti avevano provato a stare insieme, ma... stendiamo un velo pietoso.

Per fortuna avevano deciso che non facevano l'uno per l'altra prima dell'inevitabile.

<< Cosa? >> domandò sbigottito il ragazzo e furioso. Lui non lo sapeva.

<< Damon, calmati! Innanzitutto non è la prima volta che mi vedi così! È il mio pigiama è da quando abbiamo deciso di convivere che giro così per casa! E solo ora te ne accorgi? >> domandò Bonnie indignata, per poi andare in camera a cambiarsi.

Damon fece colazione sbuffando ogni tre per due e facendo sbuffare anche il fratello, per il suo comportamento.

<< Andiamo? >> domandò bruscamente Bonnie a Damon tornando in cucina, dopo essersi resa più presentabile.

<< Stefan, vieni con noi? >> domandò Bonnie all'amico.

<< No, mi dispiace, ero venuto a fare un saluto e poi devo uscire con Elena, magari ci vediamo questo pomeriggio. >>

<< persino Santo Stefano si dà da fare e io sono intrappolato qui, che tristezza... >> disse Damon guardando il suo nuovo corpo.

<< A sta sera, allora. >> disse Bonnie all'amico ignrorando il moro.

<< A sta sera. >> rispose lui abbracciandola, per poi dirigersi verso l'uscita.

<< Cosa c'è tra te e mio fratello? >> attaccò bruscamente Damon non appena il fratello fu fuori casa.

<< Mi stai prendendo in giro? >> domandò altrettanto bruscamente Bonnie.

La cominciava ad irritare quell'atteggiamento da parte del ragazzo.

<< No! Pretendo una risposta! >>

<< Tu non puoi pretendere una risposta a cui non hai non hai alcun diritto. Damon, fino a due giorni fa non mi consideravi neanche per sbaglio e ora fai il fidanzato geloso?>> gli gridò contro Bonnie irritata.

<< Io non faccio il fidanzato geloso! >>

<< Allora smettila di chiedermi cosa c'è tra me e Stefan perché sai che non c'è nulla e in ogni caso, se io voglio uscire con qualcuno non mi serve certo il tuo permesso. >> finì di dire Bonnie per poi lasciarlo solo in salotto e andare in camera a prendere la borsa.

<< Andiamo! >> quasi gli gridò mentre lo superava senza degnarlo di uno sguardo e raggiungeva la porta.

Damon si limitò a seguirla in silenzio e a chiersi anche lui il perché del suo atteggiamento. Non si era mai preoccupato dei ragazzi che la Rossa aveva o chi prequentava, ma forse perché non ci aveva mai prestato attenzione, per lui Bonnie era come una bambola: asessuata.

Damon prese la sua macchina e Bonnie salì, sbattendo la porta, dalla parte del passeggero.

<< Dove andiamo? >> domandò freddamente la ragazza, non volendolo neanche guardare in faccia, infatti guardava fuori dal finestrino.

<< A casa di Tanya. >>

Bonnie si limitò ad annuire e a mettersi la cintura, per poi tornare a guardare fuori dal finestrino.

Il viaggio passò così.

Damon trovava quel silenzio insostenibile.

<< Adesso basta. >> sibilò frenadndo di colpo.

<< Che succede? >> domandò Bonnie sbalordita.

<< Mi sono svegliato ieri e mi sono ritrovato in questo corpo qui. La mia carriera probabilmente è finita nel cesso per colpa di Tanya e non ho idea di come uscire da questa situazione. Puoi capire quindi che è abbastanza normale che io sia nervoso. >> le disse Damon cercando di giustificare il suo comportamento.

<< Sì, ma non puoi sfogare le tue frustrazioni su di me! >> esclamò Bonnie ancora arrabbiata.

<< Hai ragione. Mi dispiace. >> mormorò il ragazzo sinceramente dispiaciuto.

<< Mi perdoni? >> domandò persuasivo.

<< Non lo so. >> mormorò Bonnie, accennando un sorriso.

Dopo aver fatto una risata tra il divertito e il sollevato Damon ripartì.

In men che non si dica si ritrovarono davanti al palazzo. Grazie al potere di persuasione di Damon, o forse grazie alle forme di Deborah, riuscirono a procurarsi le chiavi dell'appartamento dal custode e salirono.

Quando entrarono nell'apparlamento lo trovarono completamente vuoto! Eccetto per un biglietto sul davanzale della finestra. Damon corse a prenderlo quando lo lesse gli venne da imprecare addirittura in aramaico.

<< Posso? >> gli domandò Bonnie indicando il biglietto incriminato.

Damon glielo passò con rabbia.

 

"Troppo tardi, bellezza."

 

C'era scritto.

Damon faceva avanti e indietro per la stanza vuota affibbiando alla ragazza epiteti poco carini, mentre Bonnie continuava a guardare il bigliettino, come se da un momento all'altro quello potesse parlare, poi rimise il bigliettino sul davanzate, stancamente e guardò fuori dalla finestra.

<< Damon? Tanya è mora vero? >> domandò Bonnie mentre continuava a guardare dalla finestra paralizzata dalla sorpresa o forse dalla rabbia: quella donna li stava rendendo in giro.

<< Sì perché? >> domandò quello fermandosi di colpo.

Bonnie si limitò ad indicare fuori dalla finestra, allora Damon corse a guardare e ciò che vide gli fece ribollire il sangue nelle vene.

Tanya si accingeva a salire su un camion per traslochi e una volta salita guardò verso di loro, gli fece "ciao, ciao" con la manina e gli urlò: << Divertiti, piccola. >> dopdiché dopo avergli rivolto uno sguardo pieno di odio, si cacciò a ridere mentre il camion partiva.

<< No! >> gridò Damon sporgendosi, forse troppo, perché Bonnie lo prese appena in tempo.

<< Ma sei cretino? Potevi cadere! >>

E Damon cadde, appunto, sul pavimento dell'appartamento di quella buona donna, per non dire altro.

<< È finita. >> mormorò sconfitto, guardando di fronte a sé, rapito.

<< No. Troveremo una soluzione vedrai. >> gli disse Bonnie aiutandolo ad alzarsi e dirigendosi con lui, verso l'uscita.

Quando ritornarono all'atrio nel palazzo videro il custode che notandoli si girò dall'altra parte cercando di scappare, senza dare nell'occio, ma a Bonnie sfuggì.

<< Quello lì sa qualcosa. >> mormorò per poi andarlo a stanare in un angolo.

<< Dicci quello che sai. >> gli ordinò, spavalda.

Avrebbe fatto paura anche ad un mafioso.

<< Cosa? Io n-non so nulla. >> mormorò spaventato il ragazzo.

<< Sì che lo sai. Dicci quello che sai di Tanya! >>

<< N-non è vero. >>

Damon vedendo che il ragazzo non avrebbe confessato decise di fare a modo suo.

<< Ok, parliamo di cifre... ogni uomo ha un prezzo... qual'è il tuo? >>

Il ragazzo vedendo davanti a se quella ragazza non poté non pensare alle cose più oscene, vagando con lo sguardo sul suo corpo.

Damon vedendo lo sguardo famelico che il custode gli stava rivolgendo si sentì... profanato, si strinse nella giacca del tailleur, come a nascondersi e poi si rivolse a lui.

<< Vai... via da qui... pervertito! >> gli urlò contro Damon dandogli qualche sberla sulla nuca.

<< Ok, ok, scusami. >> mormorò mortificato, il ragazzo.

<< So solo che ha una zia, che dice di essere una strega. Non andava mai a trovarla, ma un paio di giorni fa è andata a vederla e subito dopo ha svuotato casa sua, non so cosa sia successo lo giuro. >> confessò il custode, per poi scappare via.

<< Aspetta, sai per caso come si chiama questa zia? >> gli domandò Bonnie trattenendolo.

<< Olga... ma non so altro. >> rispose scappando.

<< Sai quante Olga ci saranno in questa città? >> domandò Damon istericamente a Bonnie.

<< Calmati... non ci sono molte Olga che fanno la strega. >> gli disse Bonnie ragionevolmente.

<< Giusto... >> rispose Damon calmandosi e dirigendosi verso la macchina.

<< Che si fa ora? >> domandò a Bonnie quando questa entrò in macchina.

<< Beh... ora torniamo a casa, pranziamo, prendiamo l'elenco telefonico e cerchiamo questa Olga. >>

<< Giusto.. >> ripetè Damon, facendo paritre la macchina.

<< Senti, perché non hai mai voluto impegnarti con una donna? Avreisti dovuto intuire che prima o poi qualcuna te l'avrebbe fatta pagare, in qualche modo. >> gli disse Bonnie cercando in qualche modo di capirlo.

<< Le donne per me sono come gli elefanti: belle da guardare, ma non ne vorrei mai una mia. >> le rispose con un ghigno.

<< Ah, grazie... >>

<< Lo sai che non parlavo di te.... >> le rispose Damon con sguardo ammonitore.

<< Va bene. >> ridacchiò poco dopo Bonnie.

Fecero proprio come aveva detto Bonnie: tornarono a casa, pranzarono, e si misero alla ricerca della strega e per loro fortuna il nome Olga non era molto comune, infatti, trovarono un numero esagerato di streghe, ma solo una si chiamava Olga.

<< Deve essere questa. >> disse Bonnie chiamando.

La strega rispose, ma gli disse che riceveva solo nei giorni feriali, così i due avrebbero dovuto aspettare fino a lunedì. Finita la telefonota Bonnie rivolse a Damon uno sguardo sadico.

<< Ch- che c'è? >> domandò avendo paura di quello che la Rossa gli voleva fare.

<< Andremo per negozi domani, oggi ti devi depilare. >> gli disse avvicinandosi piano, il che rendeva il tutto molto più inquietane.

<< Ma io sto bene così! >>

<< Non che non stai bene così! >> rispose la ragazza andando in camera sua a prendere la cera a caldo con le strisce.

A Damon venne la pelle d'oca quando vide quegli strumenti di tortura.

Bonnie li mise sul tavolino del salotto, ma poi si accorse che era in Jeans.

<< Vado a mettermi qualcosa di più comodo. Faccio subito. >> gli disse e poi corse in camera a cambiarsi. Tanto bastò a Damon per fare a pezzi le strisce e buttare la cera.

Inutile a dirlo, Bonnie si infuriò quando vide che fine aveva fatto la sua "attrezzatura", ma anche lei aveva una soluzione per tutto. Chiamò Stefan, gli disse di raggiungerla con della nuova cera e delle nuove strisce poi sparì nuovamente in camera sua e ricomparve con il suo sorriso sadico e un piccolo aggeggio ovale di colore bianco e viola.

<< Cos'è quello? >>

<< Un Silk Epil... >> gli rispose Bonnie sorridendo, ma Damon non capiva il perché di quel sorriso, quel coso era.. carino... e piccolo, che male avrebbe potuto fargli.

<< Te la sei cercata. >> gli disse Bonnie togliendo il tappo e accendendo l'aggeggio in questione, Damon, ignaro, la lasciò fare e ci volle poco perché tutto il palazzo sentisse le urla indemoniate del ragazzo.

Anche Stefan che stava salendo le scale poté sentire il fratello urlare. Con un sorriso salì le scale e poco prima di suonare poté sentire distintamente le urla dei due.

<< Via! Allontanati! >> urlava Damon.

<< Esci subito da lì o ti faccio uscire io! >> gli rispondeva Bonnie.

Stefan suonò il campanello, magari così avrebbe potuto capire cosa succedeva.

Pochi minuti dopo gli aprì Bonnie.

<< Che succede qui? >> domandò Stefan entrando in casa.

<< Tuo fratello non si vuole depilare. Me lo fai uscire da lì per favore? >> gli domandò Bonnie indicandogli la stanza da letto del ragazzo.

Damon si era nascosto sotto il letto.

<< Damon che ci fai lì? Esci fuori. Andiamo, cosa vuoi che sia depilarsi con la cera... >> gli domandò Stefan, in tono ragionevole come sempre.

<< Non è la ceretta il problema... >> gli rispose il fratello, spuntando da sotto il letto, solo con la testa.

<< E qual'è? >>

<< Il S-si-silk Epil. >> gli disse il fratello mentre gli salivano le lacrime agli occhi.

<< E... e lei lo ha usato su di me!- disse indicando Bonnie che sbuffò alzando gli occhi al cielo. - Non sembrava più la cara e vecchia Bonnie. È cattiva! >> gli sussurrò poi.

<< Dai! Cosa vuoi che faccia quel coso, riuscirei a farmelo anche io. >> disse Stefan non credendo al fratello.

Bonnie era in modalità "depiliamo tutti" e quindi alle parole Di Stefan cominciò ad avvicinarsi dopo aver acceso il Silk Epil.

<< No! Non farlo! Ti farà del male! Lei è il male! >> sbottò Damon con lo stesso tono di un vecchio religioso che si scaglia contro You Porn.

Quella scena fece quasi ridere Stefan.

<< D'accordo... ma ora fatti la ceretta. >>

Bonnie sembrò quasi delusa che Stefan non usasse più il Silk Epil.

<< No! Lui si deve fare il Silk Epil. >> urlò Bonnie avvicinandosi di più con l'aggeggio acceso.

Il tono da esorcizzata della Rossa, ma soprattutto il ruomre prodotto dal Silk Epil fecero scoppiare in lacrime il povero Damon, ancora raggomitolato sotto il letto.

<< Cos'ha che non va? >> domandò Stefan al fratello, riferendosi all'aggeggio responsabile del crollo nervoso di Damon.

<< Quello strumento di tortura è stato sicuramente creato da un maniaco... e commercializzato da un suo amico! È cattivo! Mi sono passati davanti i momenti più brutti della mia vita! Non avevo mai provato un dolore così forte. >> gli disse Damon ancora con le lacrime agli occhi.

<< Ok fatti la ceretta, allora. >>

Solo allora Damon annuì.

Bonnie abbassò la testa, sconfitta.

<< Va bene, allora vado a scandarla. >> disse Bonnie uscendo dalla stanza.

<< Stefan? >> mormorò Damon, non appena la ragazza uscì dalla stanza.

<< Sì? >>

<< Me la faresti tu la ceretta? Lei è malvagia. È cattiva. >> gli confessò spaventato.

<< Ehm... ok. >> ripspose Stefan, un pò in difficoltà per poi tendere la mano a Damon facendolo uscire da sotto il letto.

<< Bene... cominciamo? >> domandò Bonnie con la spatolina in mano, quando li vide entrare in cucina.

<< No! Me la fa Stefan. >> disse Damon esitando un pò, nascosto dietro il fratello.

<< Oh.. ok. >> rispose semplicemente Bonnie, sembrava essere tornata ad essere la vecchia Bonnie.

Stefan si fece spiegare dalla Rossa quello che doveva fare e quando guardò le gambe di Damon, non sapendo da quale cominciare si cacciò a ridere divertito.

Il fratello aveva una gamba depilata e una no, in quella depilata con il Silk Epil sembrava che avesse il morbillo, con tutti i puntini rossi che c'erano.

<< Non ti mando a quel paese solo perché mi dispiacerebbe per la gente del posto. >> gli disse Damon offeso, mentre appoggiava la gamba sulla penisola della cucina e aspettava che Stefan gli mettesse la cera.

Stefan dopo aver preso un po cera dal vasetto fece per avvicinarla dalla gamba di Damon, o Deborah.

<< No! Così lo ustioni, soffiaci sopra per un paio di secondi così si rafferedda un po e poi stendila. >> gli spiegò Bonnie

Stefan fece come gli disse l'amica e poi stese la cera sulla gamba del fratello, ormai sorella.

<< Cazzo è calda! >> imprecò Damon mentre si contorceva e Stefan soffiava assiduamente sulla sua gamba per fargli spassare il bruciore.

Poco dopo guardarono entrambi Bonnie terrorizzati e con un pensiero fisso:

Stefan: " Gli ho ustionato la gamba!"

Damon/Deborah:" Ho perso la gamba. Il bastardo mi ha ustionato."

<< Tranquilli è la temperatura giusta. Ora Stefan prendi la striscia, appoggiala sulla cera della gamba di Damon, falla aderire un po e poi toglila con uno strappo secco. >> gli spiegò Bonnie ridendo sotto i baffi, quella scena era veramente comica, ancora una volta si immaginava Stefan che faceva la ceretta a Damon, nel suo vecchio corpo.

Stefan fece come gli disse Bonnie e al momento dello strappo guardò Damon dispiaciuto.

<< Uno...due...TRE! >> contò fino a tre nel vano tentativo di preparare il fratello al "colpo".

Non funzionò.

Perché Damon dopo aver cacciato un urlò che probailmente sentì tutta la città, diede un pugno in pieno viso a Stefan, per il dolore.

Stefan andò poi a sbattere contro il frigo e si girò verso Damon tenendosi il naso, la parte più lesa.

<< Oh, scusa, è stato un riflesso involontario>> si giustificò Damon, mentre ridacchiava sotto i baffi, Bonnie ormai non si tratteneva più.

<< Ma tu sei scemo! >> sibilò Stefan andando a passò di carica verso il fratello nel chiaro tentativo di spaccargli quel bel faccino.

<< No. Stefan trattieniti, aspetta almeno che ritorni uomo. Non si picchia una donna. >> disse Bonnie trattenendolo per un braccio.

<< Ma lui non è una donna! >> rispose lui continuando ad avanzare nonostante Bonnie lo trattenesse con tutte le sue forze.

<< Stefan, ti prego! Calmati! >> gli urlò Bonnie, calmandolo finalmente.

<< Te lo restituisco appena torni come prima. >> gli disse Stefan fulminandolo con lo sguardo.

<< Sì, certo. >> gli disse Damon.

"Quando tornerò come prima,se ne sarà già dimenticato." Pensò soddisfatto.

Stefan rinunciò a fare la ceretta a Damon, che si trattenne dal dispensare pugni a destra e a manca, anche perché Bonnie aveva sostituito il fratello.

Non sarebbe stato carino farle occhio nero. Si limitò ad andare a prendere un asciuagameno e a morderlo, urlando ad ogni strappo.

Bonnie ci mise sei ore buone per fargli tutto il corpo, con Stefan che guadava soddisfatto le pene di fratello, poi dopo aver fatto la ceretta, sia Bonnie che Damon andarono in camera propria a fare una doccia.

Bonnie finì prima di Damon, tornò in cucina da Stefan e lo trovò ad armeggiare con padelle e pentole.

<< Che fai? >> gli domandò ridacchiando.

<< Sto cercando di preparare la cena, ma noto con sommo dispiacere di non sapere da dove iniziare. >>

<< Non credi sia più logico tirare fuori gli ingredienti, prima? >> gli disse sorridendo.

<< Sì, ma quali? >>

<< Non sapevi neanche che cosa preparare? >> gli domandò Bonnie scoppiando a ridere.

<< Mea culpa. >>

Bonnie dopo un ulteriore risata gli fece rimettere tutte le pentole e le padelle al proprio posto e prese dal frigo la pasta che il giorno prima non avevano toccato e la scaldò, mentre Stefan apperecchiava la tavola. Quando tornò Damon era già tutto pronto.

Fu una cena abbastanza tranquilla e poi guardarono un film sedutti tutti insieme sul divano.

Con Bonnie in mezzo ai due fratelli, aveva paura che a Stefan potesse scappare accidentalmente un pugno al fratello.

Nel bel mezzo del film Bonnie si addormentò, e la sua testa finì sulle gambe di Stefan, che affettuosamente incominciò ad accarezzarle i capelli e poco dopo anche lui si addormetò. Solo a fine film Damon si accorse della posizione dei due: Bonnie con la testa sulle gambe di Stefan e Stefan con la testa sul bracciolo del divano, mentre una mano era sui capelli di Bonnie e l'altra intrecciata alla mano della Rossa.

Chissà perché quella vista diede fastidio a Damon e non poco.

<< Hey! Svegliatevi. >> disse scuotendoli bruscamente. Non li voleva vedere insieme.

Stefan si svegliò scattando, spaventato.

<< Piano! Non la svegliare. >> esclamò Stefan allontanadno la mano che lo stava ancora scuotendo.

<< Se non la sveglio come faccio a dirle di andare a dormire in camera sua? >>

<< Ce la porto io. >> rispose Stefan prendendo una Bonnie, mezza addormentata verso la sua stanza.

Damon li seguì scocciato.

<< Puoi andare. >> gli disse Stefan guardo mise a letto Bonnie e notò che il fratello continuava a guardalo.

<< Tu non vai a casa tua? >> gli domandò facendosi la coda ai lunghi capelli corvini.

<< Adesso vad- >> incominciò a dire Stefan ma venne interrotto da Bonnie che gli strinse la camicia.

<< Bonnie... lasciami, devo andare a casa. >>

<< No... devo parlarti, dormi qui.. >> mormorò il Pettirosso nel sonno, spostandosi, per lasciagli posto accanto a lei.

<< Buona notte! >> sibilò Damon, andando in camera sua sbattendo la porta arrabbiato.

<< Di cosa mi dovevi parlare? >> domandò Stefan, tranquillo, mentre si stendeva accanto alla Rossa.

<< Di Damon... Stefan, non ce la posso fare. Tu meglio di tutti sai che io lo amo e vederlo, trasformato così davanti a me mi fa troppo strano. E poi non riesco a sostenere questa situazione, insomma un amico che di colpo decide di cambiare casa, sposarsi, licenziarsi è una cosa, ma questa è tutta un'altra cosa. Non...io non ... sto pensando di andarmene, ma non lo posso lasicare da solo ad affrontare tutto questo... >> gli confessò Bonnie ancora assonnata mentre le scappava qualche lacrima.

Stefan gliele asciugò, intenerito.

<< Io non posso dirti di andartene o di restrare qui. È una tua decisione. Posso solo dirti che se decidi di restare non devi per forza affrontare tutto da sola. Ci sono io. >> le disse accarezzandole i capelli.

Quella ragazza era troppo fragile e buona per il mondo in cui viveva. L'unica cosa che poteva fare era restarle accanto e prometterle che non l'arvrebbe lasciata finchè lei avesse avuto bisogno di lui.

<< Grazie. >> lo ringraziò stampandogli un bacio sulla guancia e poi usando il suo petto come cuscino.

<< Quando vuoi. >> rispose Stefan che mentre sorrideva, le accarezzava i capelli.

Poco dopo caddero entrambi tra le braccia di Morfeo, scatenando la gelosia di Damon che svegliandosi il giono dopo li trovò nella stessa posizione.


 


 


 


 

Angolino dell'autrice:

Ciao o tutti :)

Scusate il ritardo, ma è stata tutta colpa della OS che avevo scritto.

Come avrete visto questo capitolo non è divertente come quello dell'altra volta... mi dispiace :(

Cercherò di farmi perdonare con il prossimo, dove avremo Bonnie e Damon che vanno per negozi :)

So che ve lo avevo promesso per questo capitolo, ma ho visto che lo avrei allungato troppo, per ciò ve lo risparmio per la prossima volta XD

Non credo di avere altro da dire, a parte un: "se volete fatemi sapere che ne pensate".

Un bacione a tutti

Alla prossima

Immy

Ps. ne approfitto per pubblicizzare la pia prima OS... se vi va di leggerla fateci un salto.





Elena un giorno decide che Damon beve troppo e quindi per "aiutarlo" lo manda in una clinica per alcolizzati, ma in suo soccorso arriva la Streghetta. Che succederà?
Autore: immy | Pubblicata: 05/09/12 | Aggiornata: 05/09/12 | Rating: Arancione | Genere: Comico, Romantico | Capitoli: 1 - One shot | Completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore | Note: Nessuna | Avvertimenti: Nessuno
Categoria: Libri > Il diario del vampiro | Leggi le 8 recensioni

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Capitolo 6
*** Shopping ***







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Shopping







Il giorno dopo Bonnie e Stefan si svegliarono a causa di un tonfo, fecero una corsa verso la fonte del rumore: il salotto.

Dove trovarono Damon letteralmente con il sedere per aria. Il ragazzo era caduto dal divano sul quale era sdraiano a testa in giù.

<< Che hai combinato? >> domandò Bonnie tra l'alterato e il confuso.

<< Signori...provatelo! Un attrezzo così non era mai stato inventato. Fa lavorare spalle, addominali bicipiti, tricipiti, quadricipiti, pentaciti! Gambe, cosce, glutei e anche l'inguine! Questo nuovo attrezzo vi fa perdere non uno, non due, ma ben dieci chili tutti in una volta sola. Provatelo! >> urlò Damon alzandosi di scatto e facendo finta di essere la ragazza che faceva la televendita in TV, solo che esagerava con l'accento inglese.

Stefan lo guadò come se fosse posseduto, poi si cacciò a ridere.

<< Ma ha fumato? >> domandò poi a Bonnie, retorico.

<< Chi è il bastardo che ha fatto la spia? >> domandò Damon guardandosi intorno.

Aveva davvero fumato!

<< Hai fumato? >> domandò Bonnie sconvolta.

<< Accidenti a te e al tuo sarcasmo, rovina coppie. >> disse Damon rivolto al fratello rendendosi si conto che il fratello scherzava.

<< Cosa sarei io? >> domandò Stefan confuso.

<< Oh non prendetemi in giro, me ne sono accorto sapete? >> disse preso da un attacco di ridarella, prima di andare al tavolino a prendere una bottiglia di vodka e scolarsela tutta in pochi sorsi.

Bonnie arrivò appena in tempo per prendergliela prima che la finisse tutta e in quel momento si accorse che sul tavolino c'era anche un posacenere pieno.

<< È una canna quella? >> domandò isterica la rossa.

<< Ehm... direi di sì... sembra qualcos'altro? >> domandò Damon andando a prendere un'altra bottiglia di alcol dalla sua riserva.

<< Marijuana e Bourbon, sono l'accoppiata ideale per fottersi il cervello. >> replicò Stefan irritato mentre li strappava la bottiglia di mano e la portava in cucina.

<< Tanto ne ho altre, tanto ne ho altre... >> iniziò a canticchiare Damon mentre andava a prendere un'altra bottiglia.

Ma prima che arrivasse di nuovo al mobiletto, venne preceduto da Bonnie che si abbracciò tutte le bottiglie e le portò in cucina per poi aprirle tutte e svuotarle sul lavandino mentre Stefan tratteneva Damon sull'orlo di una crisi di nervi mentre vedeva la sua preziosa scorta finire letteralmente nel cesso.

<< Ora non le hai più, ora non le hai più... >> canticchiò anche Bonnie dopo aver svuotato l'ultima bottiglia fulminandolo con lo sguardo.

<< Uff... Come sei noiosa... >> le disse Damon sbuffando mentre si allontanava da Stefan e andava verso il posacenere a finire di fumare.

<< La vuoi smettere con quella roba? Ma ti sei visto, hai gli occhi talmente rossi che sembri spiritato! >> gli disse Bonnie arrabbiato, facendo ridere Stefan.

<< Sono bellissimo... >> rispose Damon/Deborah, mentre si faceva l'ultimo tiro, mostrandosi dispiaciuto nel notare che la sigaretta era finita.

<< Oddio.... >> disse poi Damon guardando nel vuoto, con gli occhi rapiti, o spiritati come aveva detto Bonnie.

<< Che c'è? >> gli domandò Stefan.

<< Devo essere davvero fatto. >>

<< Ma dai? Tuo fratello ha scoperto l'acqua calda... >> disse Bonnie rivolta a Stefan.

Damon quella volta l'aveva combinata grossa.

<< Ehmm... come fai a dirlo, Damon? >> domandò Stefan al fratello, dando a Bonnie il tempo per sbollire.

<< Ho appena visto la Madonna in windsurf, San Giuseppe che cavalcava uno squalo e San Pietro che gli andava dietro gridando:"cazzo, ma mi avete lasciato a piedi a me?" >>

Bonnie a quella rivelazione non poté trattenersi dallo scoppiare a ridere.

Sì, era decisamente partito.

 

Bonnie e Stefan alla fine riuscirono a convincere Damon ad andare a farsi una doccia dopodiché, in attesa che uscisse, Stefan andò a guardare la televisione e Bonnie andò a a preparare un caffè ai ragazzi.

Mentre preparava il caffè, trovò una torta al cioccolato nel microonde.

<< Stefan, guarda.... Damon ha preparato una torta! >> disse la Rossa sbalordita, quindi pensò di assaggiarla.

Diede inizialmente solo un piccolo morso, ma trovando la torta stranamente buona se ne mangiò ben due fette.

<< Bonnie... che hai fatto? >> domandò Damon facendo la su entrata in salotto e vedendo l'amica che finiva il pezzo di torta.

<< Sta mangiando la torta che hai preparato. >> mormorò svogliatamente Stefan.

<< Questo lo vedo. >> rispose Deborah/Damon, acidamente.

<< E dove sta il problema? >>

<< Che io in quella torta ci avevo messo... ehm... >> disse Damon imbarazzato dall'amica che euforica contava le pecorelle che saltellavano nella tazza del caffè.

<< Hai messo della marijuana nella torta e l'hai lasciata nel microonde sapendo quanto è golosa Bonnie? >> domandò Stefan scattando in piedi piuttosto alterato.

<< Non sapevo che l'avrebbe mangiata! >> si difese il ragazzo.

<< Uno... due... tre e quattro. Uno... due... tre e quattro... >> intanto canticchiava la Rossa che poi corse nella sua camera.

<< Questa non te la farà passare liscia, Damon, aspetta solo che torni in se... >> lo avvertì Stefan mentre entrambi seguivano l'amica curiosi di vedere che aveva in mente.

<< Novantanove scimmie saltavano sul letto...una cadde in terra e ruppe il cervelletto... novantotto scimmie saltavano sul letto... >> canticchiava nuovamente la povera ragazza mentre saltava sul letto.

<< Ok, Bonnie ora scendiamo. Va bene? >> le domandò Stefan retoricamente caricandosela in spalla e dirigendosi verso il salotto, mentre Damon se la rideva sotto i baffi.

<< I believe i flyyyy... >> aveva preso di nuovo a cantare Bonnie sulla spalle dell'amico, che non riuscendo più a trattenersi, scoppiò a ridere.

<< Bonnie ora facciamo una doccia, ok? >> le domandò Stefan dopo averla messa seduta sul divano in salotto.

Le parlava come se fosse una bambina.

<< Sìì, il bagno tutti insieme... >> urlò Bonnie scattando in piedi e cominciando a svestirsi mentre si dirigeva verso il bagno.

<< No! >> urlò Stefan abbassandole la maglietta che si stava togliendo.

Damon se la rideva apertamente, intanto.

Collaborarono per una buona volta, i fratelli, aiutando Bonnie a fare una doccia, senza dare spettacolo davanti a nessuno questa volta.

Il caffè poi se lo bevve anche lei e una volta che Stefan si assicurò che sia suo fratello/sorella che la Rossa fossero tornati in loro, dopo averli salutati tornò a casa sua augurando alle due una buona giornata di shopping.

<< E adesso? >> domandò Damon in tono malizioso a Bonnie una volta rimasti soli.

<< E adesso ci andiamo a vestire e poi al centro commerciale. >> rispose Bonnie ignorandolo.

Era arrabbiata.

Come aveva potuto metterle della droga nella torta?

Le due dopo essersi vestite si diressero verso il centro commerciale dove Damon diede il peggio di se, perdendosi innanzitutto nel negozio di cosmetici, provandoci con una cassiera nel negozio di abbigliamento e girando in slip e con seno al vento nel negozio di biancheria intima.

Si giustificò dicendo che lui aveva sempre fatto così nei negozi di biancheria intima e che poi doveva cercare la giusta taglia di reggiseno.

Invocando tutti i santi del paradiso Bonnie riuscì a comprargli il minimo indispensabile e in quel momento aspettava che uscisse dal camerino, dove era intento a provarsi l'ennesimo completo intimo.

Intanto Bonnie si faceva un giro per il negozio, cercando qualcosa da compare anche per sé e trovò un bellissimo reggiseno in pizzo, color notte.

Intanto Damon dopo essersi messo il completo, con non poca fatica, uscì dal camerino, per farlo vedere a Bonnie.

<< Perché hai comprato un reggiseno, se non hai niente da metterci dentro? >> domandò Damon/Deborah uscendo dal camerino e vedendola con in mano il suddetto indumento.

<< Se è per questo, anche tu portavi le mutande, prima di diventare donna. >> gli rispose per le rime la rossa facendogli l'occhiolino, spavalda.

<< Come sto? >> domandò il/la moro/a ignorando la battuta dell'amica.

<< Molto carina. >> gli rispose Bonnie, commossa.

<< Oh.. la mia creatura.... >> continuò con gli occhi fuori dalle orbite, per poi cacciarsi a ridere vedendo l'espressione terrorizzata sul viso del ragazzo.

<< Oh, andiamo a pagare dai... >> disse la Rossa spingendo l'amico verso il camerino mentre ancora ridacchiava.

Aspettò che si cambiasse e poi decise che per quel giorno era abbastanza. Il povero Damon per poco non si sarebbe messo a strisciare tanto gli dolevano i piedi. Era esaurito sia fisicamente che psicologicamente. Quattro ore in un centro commerciale a provarsi vestiti su vestiti non era il massimo per la virilità di un maschio.

<< D'accordo. Per oggi basta. Che ne pensi di andare a bere qualcosa adesso? >> domandò Bonnie guardano Damon.

<< Sì.... >> le rispose Damon commosso, all'idea di poter finalmente riposare i piedi.

Si fermarono al primo Bar, dove ordinarono Damon un caffè e Bonnie un semplice frullato.

<< Prego... >> disse educatamente una cameriera mentre li serviva.

<< Ciao piccola... >> le disse Damon mentre le palpava languido, il sedere.

<< Cretino... >> sibilò Bonnie schiaffeggiandogli la mano con cui aveva toccato la povera ragazza che in quel momento stava correndo in cucina, quasi spaventata.

Dopo aver pagato Bonnie e Damon decisero... anzi Bonnie decise che voleva fare un ultimo giro prima di tornare a casa.

<< Bonnie... >> qualcuno chiamò la Rossa, mentre passeggiava.

La ragazza si girò per vedere chi l'avesse chiamata e appena lo fece si maledì per aver deciso di fare quell'ultimo giro.

<< Matt... >> rispose Bonnie sbalordita.

E lui che ci faceva lì?

<< Come stai? >> le domandò il biondo dopo averla stritolata in un abbraccio affettuoso.

<< Tutto bene grazie.. >> rispose la ragazza, cercando di inventarsi una scusa per andare via.

<< Senti... magari potremmo prenderci qualcosa da bere uno di questi giorni... >> cominciò a proporre il ragazzo, ma venne interrotto da Bonnie stessa.

<< Matt, mi dispiace, ma... mi vedo con qualcun altro adesso... >> inventò sul momento la ragazza, dispiaciuta veramente.

Odiava mentirgli, per questo preferiva non vederlo proprio anziché farlo soffrire.

Matt era un bravo ragazzo e non si meritava di soffrire per qualcuno, soprattutto se quel “qualcuno” era lei.

< Ah, capisco. Ehm... allora Ciao Bonnie, mi ha fatto piacere rivederti. >> le disse il ragazzo, dispiaciuto, con gli occhi bassi.

<< Ciao Matt. >> lo salutò anche Bonnie, altrettanto dispiaciuta mentre Damon le metteva una mano sulla vita, possessivo e fulminava il biondo con lo sguardo, come per dirgli "lei è mia".

<< E lui chi era? >> domandò Damon alla ragazza, dopo un paio di minuti.

<< Un mio ex ragazzo. Siamo stati insieme per quasi sei mesi, ma poi ci siamo accorti che non funzionava e abbiamo troncato. >> gli raccontò tranquillamente Bonnie.

<< Perché non me ne avevi mai parlato? >>

<< Damon, prima che Tanya ti facesse quello... che ha fatto, si parlava solo di te, della tua vita, del tuo lavoro e delle tue ragazze... io ti facevo semplicemente da ascoltatrice. Non mi chiedevi neanche un “come va?” dopo essere rientrato a casa. Io non esistevo. >> gli disse Bonnie con tono ovvio facendolo sentire in colpa e dandogli da pensare, infatti non le rispose.

 

I ragazzi continuarono la loro passeggiata, quando all'improvviso arrivò un messaggio a Bonnie, che prese il cellulare dalla borsa, lesse il messaggio dopodiché scoppiò in una fragorosa risata e allo sguardo confuso di Damon, gli tese il cellulare in modo che potesse leggere il messaggio.

Era da parte di Matt.

E diceva:

 

Ciao Bonnie,

Scusa se ti disturbo ancora, ma volevo solo dirti che capisco che tu sia andata avanti, però potevi anche dirmi che è una “lei” quella con cui ti vedi, non c'è nulla di cui vergognarsi.

Ti auguro ogni felicità con la tua ragazza.

Mi ha fatto davvero piacere rivederti.

Matt

 

<< Crede che tu sia lesbica? >> le domandò Damon ridendo.

<< Sì, il peggio è che crede che io stia insieme a te. >> rispose Bonnie scoppiando nuovamente a ridere.

Quell'ultima affermazione infastidì, un po Damon che si avvicinò maliziosamente a Bonnie.

<< Credi che non sarei una bravo come fidanzata? >>

<< Damon, i libri si vedono dalla copertina. Eri pessimo quando ancora avevi il tuo corpo, non oso immaginare ora... >> gli rispose distrattamente la Rossa.

<< Guarda che sono cambiato. >>

<< Sì, certo. >> lo derise Bonnie.

La poca fede che Bonnie gli aveva mostrato in quel momento lo ferì.

Era vero che era cambiato, o meglio, lo stava facendo pian piano.

Aveva capito che una donna sopportava le pene dell'inferno per risultare attraetene agli occhi degli uomini, a partire dai tacchi, passando per cerette e finendo con i fili interdentali che loro osavano chiamare “intimo”.

Tutte quelle sofferenze e alla fine gli uomini le trattavano come oggetti. Non era pentito di come si comportava quando era ancora nel proprio corpo e avrebbe rifatto tutto se ne avesse avuto la possibilità, sia chiaro, beh... tranne andare a letto con Tanya, ma poteva capire che le donne si potevano sentire usate per i trattamenti che erano costrette a patire.

Dopo essere tornati a casa e dopo essersi fatti entrambi la doccia, cenarono, si augurarono buonanotte e ognuno andò nella propria camera a dormire sperando che il giorno dopo la storia di Damon-donna si sarebbe risolta grazie alla strega che avrebbero visto dopo il lavoro.











Angolino dell'autrice:


Ciao tesorini...
Prima di dirvi quelsiasi cosa volevo ringraziare le nove anime pie che hanno recensito lo scorso capitolo, non credevo sarebbe piaciuto tanto, come non credevo che sarebbe piaciuta la storia... l'avevo scritta tanto per farci due risate insieme e credevo sarebbe sata lunga almassimo 4 capitoli, ma invece si sta rivelando più lunga del previsto... comunque grazie a tutti voi che recensite, a quelli che hanno messo la storia nelle tre categorie, a quelli che mi hanno addirittura messa tra gli autori preferiti (anche se scrivo in italiano come può scriverlo un americano che abita in Germania XD) e poi grazie mille anche a tutti voi lettori silenziosi, siete gentilissimi tutti a leggere le mie storie :)
tornando al capitolo, beh è un pò più cortino di tutti gli altri, ma non mi sono sentita di scrivere altro... spero solo che il capitolo vi diverta come tutti gli altri, non vorrei avervi deluso dopo quasi un mese o più che aspettate per questo capitolo. Ah e premetto non so quando aggiornerò la storia on ho molto tempo tra scuola e altri impergni o poi ho le altre storie da scrivere... probabilmente non saranno ogni due settimane gli aggiornamenti come ho sempre fatto, ma moolto probabilmente saranno ogni mese, almeno così sarò sicura di poter aggiornare, invece he accantonare la storia, come mi è successo per " The world is some cute inaccurate " e per quella storia voglio chiedere enormemente scusa a tutti i lottori che la seguivano, ma con tutte le sotire e gli impergni che ho non riesco proprio a darle il tempo che merita e infatti non aggiorno da una vita... comunque voglio precisare che non l'ho abbandonata, non lo farei mai... vorrei solo finire di pubblicare almeno una delle storie che sto scivendo per dedicarmi anche a quella e finirla. E "Forbidden Love" direi che la aggiornerò il 22, esattamente un mese dopo il primo capitolo, almeno con quella storia sarò puntuale... devo solo correggere il capitolo da eventuali errori ortografici o grammaticali. Comunque tornando a questa storia... mi dispiace avervi "rifilato" questa schifezza di capitolo, capisco che non sia stato il mio miglior scritto, ma sono riuscita a fare solo quello... vabbeh... spero non vi faccia troppo schifo, vi faccio un minimini spoiler....direi che nel prossimo capitolo vedremo i nostri amci che vanno dalla strea per far tornare Damon quello di prima... secondo voi che succederà?

Beh a parte questo non gredo di aver altro da dire :)
Ditemi che ne pensate.
Un bacione
Immy






Pubblicità delle altre storie... come al solito:






La premessa per leggere questa storia è che vi dimentichiate tutto ciò che ha scritto la Smith sui protagonisti... sono tutti umani innanzitutto e siamo ai nostri tempi.
Giuseppe chiede ad Elena di sposarlo, Damon naturalmente ci mette lo zampino di mezzo e combina un disastro che finirà per deudere molto la sua "sorellina" Bonnie.
Autore: immy | Pubblicata: 22/09/12 | Aggiornata: 22/09/12 | Rating: Arancione | Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Capitoli: 1 | In corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert | Note: What if? | Avvertimenti: Nessuno
Categoria: Libri > Il diario del vampiro | Leggi le 5 recensioni
 


Elena un giorno decide che Damon beve troppo e quindi per "aiutarlo" lo manda in una clinica per alcolizzati, ma in suo soccorso arriva la Streghetta. Che succederà?
Autore: immy | Pubblicata: 05/09/12 | Aggiornata: 05/09/12 | Rating: Arancione | Genere: Comico, Romantico | Capitoli: 1 - One shot | Completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore | Note: Nessuna | Avvertimenti: Nessuno
Categoria: Libri > Il diario del vampiro | Leggi le 9 recensioni


Ciao a tutti allora questo è in un certo senso il continuo di " Things of the otherworld" che alcuni di voi già conosceranno. Innanzitutto voglio anticipare il fatto che cui non ci sarà azione o "cattivi da uccidere" ecc... è semplicemente una storia romantica. Si può capire un pò dal titolo che significa " Il mondo è alcune tenere imprecisioni " che la storia sarà piena di sorprese.
Allora passo ad una piccola sintesi: Rachel è tornata a casa e Stefan si è rimesso con Elena, che succede se un giorno Rachel tornasse, ma con una sorpresina per Stefan?
Autore: immy | Pubblicata: 07/01/12 | Aggiornata: 04/06/12 | Rating: Verde | Genere: Comico, Romantico | Capitoli: 6 | In corso
Personaggi: Nuovo personaggio, Stefan Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore | Note: Nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Categoria: Libri > Il diario del vampiro | Leggi le 35 recensioni

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