AMICI PER LA PELLE

di nikolas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amici per la pelle - 1° capitolo ***
Capitolo 2: *** Amici per la pelle - 2° capitolo ***
Capitolo 3: *** Amici per la pelle - 3° capitolo ***
Capitolo 4: *** Amici per la pelle - 4° capitolo ***
Capitolo 5: *** Amici per la pelle - 5° capitolo ***
Capitolo 6: *** Amici per la pelle - 6° capitolo ***
Capitolo 7: *** Amici per la pelle - 7° capitolo ***
Capitolo 8: *** Amici per la pelle - 8° capitolo ***
Capitolo 9: *** Amici per la pelle - 9° capitolo ***
Capitolo 10: *** Amici per la pelle - 10° capitolo ***
Capitolo 11: *** Amici per la pelle - FINALE ***



Capitolo 1
*** Amici per la pelle - 1° capitolo ***


Volavano, volavano a chissà quanti metri di altezza. Volavano per tornare a casa. Per sentirsi di nuovo a casa.
 
PRIMO CAPITOLO
Ore 10:09, atterraggio del volo internazionale TRANSNATION all’aereoporto di Gatwick, quarantacinque kilometri da Londra.
Tom e Lela, una volta recuperati i bagagli, si precipitarono all’esterno dell’affollatissimo aereoporto, schivando decine di turisti che correvano da un check-in all’altro alquanto spaesati. Spaesati proprio come i due fratelli che avevano deciso di tornare a Millow, loro paese natale e luogo in cui i loro genitori avevano vissuto gli ultimi anni delle loro vite.
Tom e Lela erano in un ritardo colossale, molto probabilemente la corriera delle 10:35 (l’unica) che li avrebbe portati al paesino era già passata da qualche minuto; decisero comunque di provarci, di andare allo spiazzo dove veniveno accolti i pullman e miracolosamente l’unico autobus di linea che passava per Millow era ancora lì fermo, come ad aspettarli.
Riuscirono a salire in tempo e iniziò la seconda parte del viaggio che li avrebbe ricondotti a casa. “Sai, in questi giorni mi sono spesso chiesto cosa farò io una volta arrivato a Millow, tu ti iscriverai a medicina nell’università statale, ma io?” “Sempre il solito paranoico! Inizamo ad arrivare a questo benedetto paese! Riteniamoci fortunati di possedere ancora la nostra vecchia casa!” esclamò piuttosto contrariata Lela. Lela era una ragazza ventenne molto alta, attraente, con un fisico longilineo e tutte le curve al posto giusto, era dolce (a detta di quelli che la conoscevano a fondo, molto a fondo), molto intraprendente e ambiziosa, diciamo che non aveva ancora accettato pienamente la scelta del fratello di tornare a “casa”; lei stava benissimo in quella metropoli caotica chiamata New Orleans. Tom, il fratello, invece, appena aveva vinto un viaggio nella lotteria abbinata al giornale Cars, aveva scelto la destinazione, sola andata, verso Millow; si era portato con sé la sorella minore, dicendole che avrebbe potuto studiare finalmente nell’università vicina grazie ai soldi che avevano messo da parte. Tom era infatti un ventiseienne responsabile, con la testa sulle spalle:  all’età di 15 anni sua madre era stata assassinata nel suo ufficio legale, suo padre era stato incriminato per l’omicidio e da lì a pochi mesi era morto in carcere a causa della depressione lasciandolo così solo, a badare alla sorella di appena nove anni.
Dopo 40 minuti di viaggio, finalmente apparve sulla schermata davanti all’autista la scritta “Millow-ultima fermata”. “Casa dolce casa!” esclamò ironicamente Lela appena scese dall’autobus. La ragazza attese che suo fratello finisse di scaricare i bagagli e poi, insieme, si avviarono verso la via in cui si trovava la loro casa.
Al vedere la loro nuova (o vecchia) abitazione Lela rimase un po’ delusa, non tanto per l’aspetto estetico, bensì per il nuovo aspetto del palazzo. “Quindi qua sotto ora c’è  una pizzeria? Bell’affare!” “Cosa credevi, che avessero lasciato per sempre qui l’ufficio di mamma? Magari ancora con la targhetta Avv. Martha Klaus? Il mondo è crudele, Lela, appena ne ha l’opportunità ti frega: quando mamma morì, l’ufficio venne venduto a chissà chi, che pensò bene di costruirci una pizzeria”. Infatti i due si dovevano ritenere fortunati, in quanto erano ancora in possesso della casa solo perché questa era stata intestata a loro padre Matt Klaus.
I due, sorpassato l’ingresso, arrivarono al secondo piano, dove si trovava il loro appartamento. Appena aprirono la porta fu come se un’ondata spropositata di ricordi li avesse investiti, tanto che il viso di Lela si rigò di lacrime. Però non c’era tempo, nemmeno questa volta. Non c’era tempo per piangere o per disperarsi, per essere tristi. Erano le undici di mattina e dovevano ancora iscrivere la ragazza all’università e cercare un lavoro per Tom. Posarono i bagagli, Lela comunicò al fratello che si sarebbe fatta una doccia prima di uscire perciò il ragazzo ne approfittò per fare un giro del palazzo. Scese al piano terra e si diresse verso la pizzeria, la scena che gli si parò davanti lo lasciò senza fiato. “S-Simon?!” “Scusa sono impegnato, sto preparando i tavoli, poi devo andare di là in cucina e… TOM?” I due appena si riconobbero si abbracciarono e scoppiarono in lacrime. Tom era sempre stato il migliore amico di Simon, un ragazzo di 26 anni biondo con gli occhi verdi, non si era mai capacitato dell’addio dell’amico che si era dovuto trasferire in America per stare più vicino a ciò che rimaneva della sua famiglia. Tra i due di cose da dire ce ne sarebbero state molte, ma nessuno dei due proferì parola, rimasero stretti in quell’abbraccio fraterno per diversi minuti fino all’arrivo di Lela che si trovò suo malgrado a bocca aperta. L’iscrizione all’università poteva aspettare, ora i tre amici dovevano dirsi un mucchio di cose che non si erano raccontati per unidici anni. Simon spiegò ai due ragazzi che dopo la loro partenza aveva continuato a frequentare l’istituto di turismo locale (scuola che per altro frequentava con Tom) e una volta diplomato, non avendo trovato alcun lavoro nel settore, era stato assunto nella pizzeria della palazzina sopra a casa dei due ragazzi che ospitava anche il suo apppartamento. Tom spiegò all’amico che lui non aveva potuto continuare gli studi e che aveva dovuto cominciare a lavorare come fiorista per guadagnare i soldi per permettere a Lela di concludere gli studi al liceo scientifico. I due fratelli raccontarono a Simon che erano tornati anche per poter iscrivere Lela alla facoltà di medicina, dato che a New Orleans le università costavano troppo. La chiacchierata si protrasse per quasi un’ora, nel corso di questa Tom scoprì che nella pizzeria cercavano personale e che quindi, forse, aveva trovato un lavoro.
Tom e Simon, un’amicizia fortissima, un’amicizia iniziata quando i due erano bambini e che non si mai era scalfita, nemmeno dopo undici anni e migliaia di kilometri di distanza. Un’amicizia che il destino aveva ricomposto.
Forse il ritorno a Millow si sarebbe rivelato più ricco di sorprese di quanto chiunque potesse immaginare.
La nuova vita di Simon, Tom e Lela stava per cominciare!
FINE CAPITOLO PRIMO

---> Eccomi al secondo lavoro, la seconda parte è già stata scritta, però prima di pubblicarla vorrei sapere i vostri pareri su questo primo capitolo :) NIKOLAS

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Capitolo 2
*** Amici per la pelle - 2° capitolo ***


DAL CAPITOLO PRECEDENTE:
-Forse il ritorno a Millow si sarebbe rivelato più ricco di sorprese di quanto chiunque potesse immaginare. La nuova vita di Simon, Tom e Lela stava per cominciare!-


SECONDO CAPITOLO:
Erano le 7:30 di mattina quando Lela si svegliò per preparare la colazione. La sua seconda giornata a Millow stava per cominciare, nel giorno precedente era riuscita a iscriversi all l’esame di ammissione per la facoltà di medicina che si sarebbe tenuto di lì a qualche giorno. Tom doveva già essersi alzato per scendere al lavoro dal momento che camera sua era vuota e, come al solito, ordinata. Lela approfittò della casa libera per concentrarsi e studiare un po’ in vista del test, ma venne interrotta quasi subito dal trillo del campanello. Imprecò e andò alla porta ad aprire, l’uomo che si trovò davanti non doveva avere più di 40 anni e prima che la ragazza potesse fare qualche domanda lui attaccò: “Salve, sono il nuovo procuratore della zona, James Smith, lei è la signorina Klaus, figlia di Matt e Martha Klaus?” La ragazza replicò titubante “Si sono io, per quale motivo lei è qui?””Sono qui perché ho bisogno del suo consenso e di quello di suo fratello per riaprire il fascicolo sulle indagini riguardo la morte di sua madre. Sono molte le cose che non tornano in questa storia e io, come penso anche voialtri, non credo che sia stato vostro padre a commettere l’omicidio”. Tutto intorno a Lela sembrava essersi fermato. Un’altra volta si trovava a fare i conti con la morte dei suoi genitori: lei non aveva voglia di ricominciare tutto. Fu per questo che si congedò dal signor Smith con un semplice -le farò sapere-. Si dimenticò di tutti i suoi libri e schemi e si precipitò nella pizzeria: la sua priorità era parlare con Tom. Incontrò Simon, il quale le disse che il fratello si trovava in cucina a sistemare i resti della sera precedente. Appena la ragazza vide il fratello, gli spiegò, tutto d’un fiato, ciò che era accaduto: Tom non aveva dubbi, il caso doveva essere riaperto. Presa la decisione, chiamarono Smith e gli comunicarono di voler riaprire l’indagine.
Quella che seguì a questa vicenda, fu una settimana  abbastanza movimentata: i due fratelli si erano ormai ambientati a Millow, Tom e Simon lavoravano fianco a fianco alla pizzeria, mentre Lela studiava intensamente per passare l’esame di ammissione. Dal procuratore non ci fu alcuna nuova notizia fino al giorno in cui Lela dovette presentarsi per l’esame. Alle 11:30 la ragazza uscì dall’università, raggiante, dal momento che era ufficialmente studentessa dell’università nella facoltà di medicina. L’ammissione di Lela doveva essere festeggiata, così lei e Tom andarono in un pub lì vicino e insieme a Simon passarono un ottimo pomeriggio. Quando tornarono a casa, i due fratelli trovarono ad attenderli il procuratore Smith che li accompagnò al commissariato. “Le indagini sono andate avanti, ora abbiamo ben chiara la dinamica dell’omicidio: un uomo o una donna entrò nell’ufficio di vostra madre con l’unico obbiettivo di farla fuori, le sparò 5 colpi di arma da fuoco in pieno petto che lasciarono la donna a terra priva di vita” “Nulla che già non sappiamo procuratore” rispose a quel punto Lela, infastidita dalla descrizione minuziosa fatta dall’uomo riguardo all’omicidio della madre. “Vero, ma quello che non sapete è che con ogni probabilità vostra madre venne uccisa da una persona che lei aveva assistito personalmente in un caso, che però, ahimè, fu incarcerata perché Martha perse la causa.” “Una specie di vendetta?” Chiese inorridito Tom. “Esattamente, per questo stiamo esaminando tutti i casi trattati da vostra madre, soprattutto quelli che riguardano strettamente il territorio di Millow, appena ci saranno novità non esiterò a comunicarvele” concluse Smith. Nel viaggio di ritorno Lela aveva espresso più  volte al fratello l’insofferenza che provava per .
I giorni passavano e le indagini spesso sembravano ad essere ad un punto di svolta che poi si rivelava costantemente un buco nell’acqua. In men che non si dica arrivò ottobre e Lela iniziò l’università. Ogni giorno Simon, l’unico in possesso della patente, la accompagnava e la andava a prendere. Proprio in questi viaggi i due si parlavano e si confidavano. Tutto sembrava andare per il meglio. Lela aveva presto trovato una buonissima amica: Maya, una donna trentacinquenne che lavorava all’università come tecnico di laboratorio, fidanzata con Diuk, un ragazzo molto prestante di sette anni più giovane di lei, che lavorava al bar dell’università.
Nella quotidianità che i nostri protagonisti erano riusciti faticosamente a ricreare, molti segreti erano dietro all’angolo, pronti per venire a galla e spezzare, ancora una volta, gli equilibri di Simon, Tom e Lela.
FINE CAPITOLO SECONDO


---> Eccoci al secondo capitolo, aiutatemi: ditemi ciò che va e ciò che non va! Recensite :) NIKOLAS

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Capitolo 3
*** Amici per la pelle - 3° capitolo ***


DAL CAPITOLO PRECEDENTE:
-Tutto sembrava andare per il meglio. Lela aveva presto trovato una buonissima amica: Maya, una donna trentacinquenne che lavorava all’università come tecnico di laboratorio, fidanzata con Diuk, un ragazzo molto prestante di sette anni più giovane di lei, che lavorava al bar dell’università.
Nella quotidianità che i nostri protagonisti erano riusciti faticosamente a ricreare, molti segreti erano dietro all’angolo, pronti per venire a galla e spezzare, ancora una volta, gli equilibri di Simon, Tom e Lela.-


TERZO CAPITOLO:
Era quasi un mese che Lela frequentava l’università, la ragazza veniva spesso aiutata da Maya, la quale molte volte si recava a casa sua e di Tom al fine di aiutare la ragazza nello studio delle varie lezioni. Tra le due era nata una profonda amicizia, tant’è che non passò molto tempo prima che Maya diventasse una buona amica anche di Simon e Tom. Ma per Lela si stavano spalancando le porte di un mondo tutto nuovo.
Fu in uno dei tanti viaggi casa\università che scappò il primo, fugace bacio tra Lela e Simon, dovuto da cosa non l’avrebbero saputo dire nemmeno loro, ma quello che era certo, era che tra loro si era instaurato un rapporto il quale indubbiamente sorpassava quello di una comune amicizia. Per tutto il resto del viaggio i due non si parlarono, ma quando la ragazza raggiunse la sua abitazione, il fratello la trovò particolarmente raggiante tanto che non ci volle molto prima che scattò la domanda fatale “E’ successo qualcosa che dovrei sapere?” Tra i due infatti c’era sempre stato un rapporto di estrema confidenza. “Non ci crederai, ma oggi Simon mi ha baciata, cioè forse io ho baciato lui, ma che importa? Non so se capisci, CI SIAMO BACIATI!!” esclamò entusiasta la giovane. Tom non potè fare a meno di essere anche lui felice per la sorella ed il miglior amico, ma un dubbio si stava insinuando nella sua testa: forse era sola gelosia, ma aveva paura che sua sorella potesse soffrire e non voleva assolutamente che la causa di quello che sarebbe potuto succedere potesse essere Simon. Fu per questo che quando andò a lavorare si fermò prima a discutere con l’amico, riguardo quanto gli era stato riferito dalla sorella; se possibile la reazione di Simon lasciò Tom ancora più esterrefatto: il ragazzo non aveva dato grande importanza al bacio con Lela, almeno non ancora, visto che tra i due non c’era niente oltre ad una profonda amicizia, certo la ragazza gli piaceva molto, però non era ancora nulla di serio. “Non farla soffrire, Simon! Lei è al settimo cielo, se tu non hai intenzione di avere un rapporto con lei, vai e diglielo! Sta già passando un momento difficile, non ti ci mettere anche tu” concluse mestamente Tom.
La mattina seguente Simon approfittò del viaggio per chiarire con Lela, nella notte però la ragazza aveva avuto una lunga conversazione con Maya da cui aveva dedotto che doveva per forza di cose dichiarare i suoi sentimenti al ragazzo. Poi tutto successe nel giro di un secondo. Lela iniziò, senza alcun pudore, a dichiararsi a Simon, quest’ultimo, interedetto, non fu in grado di replicare, nemmeno quando Lela gli si avvicinò prepotentemente, farfugliò qualcosa, e alla fine lo baciò. Per la seconda volta.
Nei giorni che seguirono, Simon, capì che l’infatuazione di Lela verso di lui cominciava ad essere ricambiata e tra i due iniziò a nascere un sentimento più serio, che non potè che far felice Tom. Nel frattempo anche il signor Smith comunicò ai due fratelli che le indagini procedevano a gonfie vele e che l’unica cosa sulla quale c’era da concentrarsi era la ricerca dell’arma da fuoco che uccise Martha Klaus.
Alcune sere più tardi, verso le dieci e trenta, come al solito Lela chiamò al telefono Maya, ma questa, quando rispose, iniziò a singhiozzare e a farfugliare parole incomprensibili. Fu per questo che la giovane, approfittando dell’assenza di Tom e Simon che erano al lavoro, la invitò a casa sua per discutere della situazione davanti a un tè caldo. Appena arrivata, Maya saltò letteralmente addosso all’amica e disse in un mare di lacrime “Mi ha lasciata, dice che non gli sono mai stata fedele! Dice che lo ho tradito, ti rendi conto? Su che base poi? Forse io sono troppo più grande di lui, forse Diuk non mi ha mai amata!” Lela cercò di rincuorarla, ma la risposta di Maya fu piuttosto scontrosa “La fai facile tu, stai vivendo bene la tua storia con il tuo amichetto eh? In questa famiglia siete sempre stati degli ipocriti…””Che intendi dire, Maya?” replicò seccata la ragazza. “Non lo so, non so più neanche quello che dico. Sono distrutta!” Singhiozzò Maya, evidentemente sorpresa per quello che si era lasciata sfuggire.
La conversazione si protasse per alcune ore, nel corso di questa Maya riuscì a capacitarsi della rottura con Diuk e nel parlare Lela scoprì che anche l’amica aveva conosciuta sua madre.
Poco prima della sua morte, infatti, Martha si era occupata del caso del padre di Maya, il quale era stato accusato di spaccio; la donna non era riuscita a scagionarlo e quindi il papà di Maya aveva dovuto trascorrere quasi due anni in carcere, quando era stato liberato, l’avvocatessa Klaus era stata già uccisa e di conseguenza sia Maya che il padre non ebbero più rapporti con l’intera famiglia. Al termine della discussione, innumerevoli dubbi si insinuarono nella mente di Lela, ma questo era solo l’inizio.
La mattina dopo, infatti, le lezioni dovevano iniziare più tardi, ma Lela si fece comunque accompagnare all’università al solito orario per approfittare dell’intero laboratorio libero.
Completò tutte le relazioni lasciate in sospeso e visto che era ancora presto decise di andare al bar per prendersi un caffè e discutere con Diuk di quanto le aveva riferito Maya la sera prima.
Arrivò al bar e la scena che le si parò davanti le mozzò il fiato: Simon e Maya si stavano baciano in un tavolino in disparte, sotto lo sguardo allibito di Diuk.
Lela sentì il mondo crollarle addosso e l’unica cosa che riuscì a fare, fu scappare.
Non una lacrima, solo l’ennesima delusione.
Tutto da rifare.
FINE CAPITOLO TERZO


---> Terzo capitolo, ora la storia sta prendendo forma, fatemi sapere tutto ciò che è buono e ciò che non lo è! Recensite :) NIKOLAS

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Capitolo 4
*** Amici per la pelle - 4° capitolo ***


DAL CAPITOLO PRECEDENTE:
- Lela arrivò al bar e la scena che le si parò davanti le mozzò il fiato: Simon e Maya si stavano baciano in un tavolino in disparte, sotto lo sguardo allibito di Diuk.
Lela sentì il mondo crollarle addosso e l’unica cosa che riuscì a fare, fu scappare.-


QUARTO CAPITOLO:
Quando si fiondò a casa, Lela trovò il fratello intento a spolverare: solo in quel momento si lascìò cadere a terra e scoppiò in lacrime. I più profondi timori di Tom si erano avverati, la ragazza gli raccontò tutto e lui non potè far altro che prendere a calci un tavolino. Gesto stupido. Forse. Non sapeva come consolare la sorella, dal momento che anche lui si sentiva profondamente tradito, l'unica cosa che gli venne in mente di fare fu quella di andare all’università e incontrarsi con Simon. Appena lo vide, gli saltò violentemente contro e esclamò “Sei un bastardo! Te l'avevo detto, ti avevo pregato di non farla soffrire! Ma tu sei sempre il solito, vero? Il solito sciupafemmine, ti diverti a giocare con i sentimenti degli altri?” Simon dopo aver disarcionato l’amico, cercò di calmarlo “Ehi! Tranquillo, ok? Sono libero di fare ciò che voglio con chi voglio, chiaro? Comunque con Maya non è nulla di serio, anzi, non è e basta. Stavo parlando con lei proprio di Lela e mi ha baciato. Comunque viste le vostre reazioni, credo sia stato meglio così: non voglio avere nulla accheffare con persone aggressive e sconsiderate come voi!” Dettò ciò il ragazzo se ne andò. Tom era incredulo, lo aveva fatto un’altra volta: Simon era molto bravo a rigirare la frittate, ma quelle parole dimostravano che il ragazzo non aveva mai tenuto veramente, da quando erano tornati, né a Lela né a lui.
A casa di Lela e Tom, intanto, la ragazza non riusciva a calmarsi e per la prima volta provò quello che poi sarebbe stata in grado di definire odio, ribrezzo o anche vendetta. Decise immediatamente di telefonare al procuratore Smith, il quale, dopo il terzo squillo, rispose “Salve signorina Klaus! La volevo giustappunto chiamare, dal momento che le indagini pare siano ad una svolta: chi ha ucciso sua madre, la conosceva molto bene e pensiamo che possa in qualche modo aver avuto contatti con suo padre e le volevo chiedere se ha per caso qualche nome da fornirci” “Perfetto, io un nome da fornirvi ce l'ho, eccome, signor Smith: Maya Turner” La ragazza spiegò al procuratore di quanto era venuta a conoscenza e l’uomo le assicurò che avrebbe indagato a dovere. Dopo mezzora tornò a casa il fratello e anch’egli spiegò ciò che gli era successo con Simon e, se possibile, Lela stette ancora più male.
I giorni seguenti, sia per Lela sia per Tom, furono tristissimi: Simon accompagnava ogni mattina la ragazza all’università ma i due non si scambiavano nessuna parola, nemmeno un saluto; all’univeristà il clima con Maya era più che teso e l’unica persona con cui osava intrattenersi era Diuk, anche lui distrutto da quanto era successo. Passò così più di un mese, Tom inizò a portare a casa i soldi per “mandare avanti la baracca” e Lela passò brillantemente il primo esame, ma tutti e due non riuscivano più a fare a meno del loro amico Simon, tantè che un giorno si presentarono davanti alla sua porta, bussaro, e quando questi aprì loro, gli saltarono addosso e lo abbracciarono: non c’era più bisogno di nessuna parola. Il rapporto tra Lela e Simon non si era ricucito dal punto di vista sentimentale, forse proprio perché i due non erano fatti per stare insieme, i due e Tom erano fatti per essre amici, AMICI PER LA PELLE.
Così passarono altri giorni, la collaborazione tra Tom, Lela e James Smith si andava intensificando ogni giorno di più e in men che non si dica arrivò il periodo invernale: freddo, vento, neve. Fu proprio in uno di questi giorni che Lela, andando all’università, fece due scoperte sorprendenti: la prima, che Diuk era stato licenziato dalla gestione del bar e la seconda, forse ancor più sensazionale, che Maya, dopo essere anch'essa stata licenziata, era stata messa in stato di fermo. Praticamente arrestata, dietro le sbarre.
Forse nel suo personale sfogo di rabbia, Lela ci aveva visto giusto, giustissimo...
FINE CAPITOLO QUARTO
 

---> Eccoci al quarto capitolo, sto ricevendo riscontri positivi e non sapete quanto questo mi faccia piacere, intanto ci sono ancora colpi di scena sconvolgenti ad attendervi! Recensite :) NIKOLAS

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Capitolo 5
*** Amici per la pelle - 5° capitolo ***


DAL CAPITOLO PRECEDENTE
- Più passvano i giorni, più la collaborazione tra Tom, Lela e James Smith si andava intensificando e due sorprendenti scoperte erano dietro l’angolo: il licenziamento di Diuk dall’università e l’arresto di Maya.-


QUINTO CAPITOLO
Le due notizie lasciarono Lela senza parole, da una parte era dispiaciutissima, in quanto Diuk, suo unico punto di riferimento rimasto all’università, era stato licenziato, ma dall’altra provava delle emozioni contrastanti: da un lato si sentiva soddisfatta, Maya era stata arrestata e ora anche lei avrebbe sofferto un po’, ma dall’altro si sentiva profondamente tradita dalla donna che professava di essere sua grande amica. Le lezioni quel giorno volarono e quando la ragazza salì in macchina con Simon, non potè fare a meno di riferirgli quanto aveva scoperto, ma lui, piuttosto sorpreso, rispose “Questo sì che mi lascia esterrefatto, non ne sapevo nulla! Bè, vorrà dire che Maya non era proprio il tipo di donna leale e amichevole che tutti ci aspettavamo fosse…” L’ignoranza di Simon riguardo ai fatti aveva lasciato Lela alquanto perplessa e quando arrivò a casa suo fratello le chiarì tutti i dubbi. “Mi ha chiamato qualche minuto fa il procuratore Smith e mi ha comunicato che Maya è stata arrestata, ma non per mano sua” “Come sarebbe a dire?!” Ribattè scioccata Lela. “Pare che Maya sia stata messa in stato di fermo insieme al suo nuovo fidanzato per accertamenti su un certo giro di spaccio che sembra li abbia coinvolti” “Non ci credo!” Nel dire questo la ragazza quasi urlò e si accasciò a terra: una delusione dopo l’altra. Al vedere la reazione di estremo sconforto della sorella, Tom decise, per quanto fosse in suo potere, di prendere in mano la situazione e promise a Lela che il giorno stesso sarebbe andato nel commissariato e si sarebbe fatto chiarire dal signor Smith tutta la situazione.
Essendo il ragazzo, uno di parola, nel giro di qualche ora si precipitò alla sede della polizia di Millow e appeno lo vide, il procuratore Smith gli corse incontro e gli disse “Signor Klaus, finalmente le posso spiegare la situazione: la signora Turner e il fidanzato, Daniel Kilmore, il quale sembra avere già dei precedenti, stanno per essere liberati in quanto sono risultati del tutto puliti e nel loro corpo non è presente la minima traccia di sostanze stupefacenti. Ora se vuole parlare con loro mi segua, ma la prego, non rovini il lavoro che stiamo facendo per voi e per vostra madre con qualche domanda un po’ troppo indiscreta” Detto questo i due si avviarono verso la sala interrogatori della centrale e, una volta arrivati, il procuratore lasciò solo Tom con Maya e Daniel. “E adesso questo chi è?” Chiese con fare strafottente Daniel, il quale venne subito messo a tacere dalla fidanzata “Si chiama Tom Klaus e non capisco veramente cosa ci faccia qui” Disse Maya alludendo al ragazzo, il quale senza troppi giri di parole disse loro “Ah, non lo sai? Ti spiego io cosa ci faccio qui! Si dà il caso che tu sia indagata per la morte di mia madre e dal momento che sei stata arrestata volevo accertarmi delle dinamiche di ciò che è successo!” “Ah, ottimo… mmh come la chiamo, commissario Tom Klaus va bene? Bhè io le rispondo che con la morte di sua madre non c’entro proprio per niente, ho già comunicato il mio alibi al suo 'collega' Smith e riguardo al motivo del mio arresto non so che dirle, il signor Diuk Follet pare ci abbia denunciato, ma a farne le spese è stato proprio lui visto che è stato appurato che noi non abbiamo alcuna colpa, invece lui ha perso pure il posto di lavoro a causa della sua insolenza. Questo è tutto, ma sappia che non finisce qui, lei non può accusarmi ingiustamente e ciò che ha fatto avrà le sue conseguenze. Detto questo noi ci congederemmo, col suo permesso…” Con queste parole Daniel e Maya se ne andarono e Tom rimase per qualche minuto solo con la sua rabbia, causata dalla delusione dell’arresto di Maya e dal suo successivo prendersi gioco di lui, fino a che non entrò James Smith che gli comunicò di aver assistito attraverso il vetro a quanto era successo e di non temere, che Maya, allo stato in cui si trovavano le cose, non avrebbe potuto fare molto. Ma c’era una domanda che premeva particolarmente fare a Tom: qual era l’alibi di Maya? Il procuratore glielo disse: la donna all’epoca dell’omicidio di Martha Klaus non viveva a Millow, bensì viveva con la madre in Irlanda; ovviamente Maya si era sempre tenuta informata su tutti i fatti ruotanti attorno alle faccende giudiziarie del padre, ma a debita distanza.
Tutto questo mescolava ancora una volta le carte in tavola e l’omicidio di Martha Klaus continuava a non avere un colpevole. Per quanto tempo i due fratelli avrebbero dovuto ancora aspettare prima di conoscere il nome dell’omicida della madre?
FINE CAPITOLO QUINTO


---> QUINTO CAPITOLO :) Grazie mille sia per le critiche ricevute sia per i commenti preferiti! La storia prosegue e nel prossimo capitolo vi anticipo che accadranno un bel po' di cose che vi lasceranno interdetti! Recensite :) NIKOLAS

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Capitolo 6
*** Amici per la pelle - 6° capitolo ***


PRIMA DELLA LETTURA:
Con questo sesto capitolo la storia entra nella sua seconda parte e si avvia verso il finale. Da qui in poi, in ogni capitolo ci saranno colpi di scena dalle conseguenze distruttive e scoperte sensazionali. BUONA LETTURA :)

DAL CAPITOLO PRECEDENTE:
-Maya aveva un alibi; infatti la donna all’epoca dell’omicidio di Martha Klaus non viveva a Millow, bensì viveva con la madre in Irlanda. Tutto questo mescolava ancora una volta le carte in tavola e l’omicidio di Martha Klaus continuava a non avere un colpevole. Per quanto tempo i due fratelli avrebbero dovuto ancora aspettare prima di conoscere il nome dell’omicida della madre?-


SESTO CAPITOLO
La vita dei due fratelli proseguiva senza quasi più sperare di venire a conoscenza del nome dell’omicida della madre, vista la piega che le indagini avevano preso. Tom continuava a lavorare con Simon alla pizzeria, i due erano molto affiatati e spesse volte uscivano insieme; Lela continuava invece i suoi studi all’università, imperterrita, ancor più motivata dalle situazioni che le erano capitate a raggiungere un traguardo, e questo traguardo era proprio l’ammisione al secondo anno della facoltà di medicina.
Fu in una di quelle, come le chiamavano loro,  <> che i ragazzi incontrarono Diuk, il quale, dal licenziamento dall’università, era letteralmente scomparso dalla vita di Lela, Simon e Tom. Fu la ragazza a notarlo per prima e dopo i convenevoli i quattro si lasciarono andare ad una lunga e fitta chiaccherata, nella quale i tre amici vennero a scoprire che Diuk aveva fatto ben fruttare i soldi lasciatigli in eredità dal padre, dal momento che aveva aperto un negozio di fiori per conto suo. Il ragazzo confessò loro anche di aver architettato il piano dello spaccio per vendicarsi di Maya e il suo nuovo fidanzato, e che quindi era stato più che giusto il suo licenziamento, ma disse anche di sentirsi estremamente soddisfatto grazie al suo nuovo lavoro, in quanto in questo modo non doveva più dipendere da nessuno e si sentiva finalmente libero.
La stessa sera, tornando a casa, Tom e Lela discussero molto riguardo l’incontro con Diuk “Mi convince sempre meno quel ragazzo, mi sembra un falso, si è comportato peggio di Maya facendo quello che ha fatto” Affermò Tom. Lela ribattè prontamente “Tu salti sempre a conclusioni affrettate, avrà avuto i suoi buoni motivi per far passare qualche brutto momento a Maya e Daniel, e sinceramente, a mio parere, male non ha fatto né a loro, né a noi”. La discussione si concluse lì, ma nei giorni seguenti Tom reclinò sempre gli inviti che Diuk faceva loro, e molto spesso andava a finire che solo Lela uscisse con il ragazzo.
Proprio in queste uscite tra Lela e Diuk, i due si erano riscoperti sotto una nuova luce, si erano confidati a lungo e col passare dei giorni tra i due era nato un <>, come lo avrebbe clinicamente definito la ragazza. La storia tra i due durava già da qualche settimana quando Tom venne a scoprirlo e questa volta si sentiva ancor meno sicuro della precedente riguardo la scelta della sorella; infatti Tom nutriva forti dubbi su Diuk, del quale sospettava perfino che c’entrasse con l’omicidio della madre.
La sera, immediatamente prima dell’uscita importante, la cena o primo appuntamento che dir si voglia tra Lela e Diuk, Tom colse l’occasione per esternare le sue perplessità “Senti Lela, io non approvo quello che c’è tra te e Diuk, ma non voglio giudicare. Volevo solo comunicarti che ho chiesto a James di indagare su di lui…” La sorella al sentir pronunciare queste parole esplose in un impeto di rabbia “Non ti permettere di mettere in cattiva luce Diuk, mai! La devi smettere di intrometterti nella mia vita! E su, continua pure a fare il piccolo investigatore con quell’incapace di Smith, vedo che tra l’altro siete anche diventati amici! Ragazzo mio, hai 26 anni, è ora che tu ti faccia una vita” Dette queste parole, Lela, lasciò il fratello solo in casa, profondamente ferito e angosciato dalla discussione appena avvenuta.
Lela cercò di non pensare a Tom e a Smith durante la cena, ma non ci riuscì proprio e decise di comunicare quanto accaduto a Diuk, il quale si disse molto dispiaciuto, ma consapevole di quello che suo fratello potesse pensare, e accompagnò pazientemente la ragazza a casa.
Ma lì ad attenderli c’era una terribile sorpresa.
Apena arrivati davanti alla palazzina dove abitava Lela, i due videro tutta la zona recintata dai nastri della polizia, e l’intero piano terra bruciato, con i vigili del fuoco intenti a spegnere ciò che rimaneva dell’incendio alla pizzeria. Lela e Diuk si avvicinarono angosciati al procuratore Smith, il quale era prontamente intervenuto, e, quando gli domandarono ciò che era accaduto, la risposta li trafisse come un pugnale in pieno petto.
Nella pizzeria era stata fatta scoppiare bomba, la quale, nell’esplosione, aveva incenerito tutto quanto. “Al momento”, disse il procuratore “La polizia sta cercando di riconoscere i cadaveri delle venti vittime. Non sappiamo nulla e le probabilità che qualcuno si sia salvato sono davvero ridotte”.
Il buio era piombato, per l’ennesima volta, sulla vita di Lela.
FINE CAPITOLO SESTO 

---> Eccoci al sesto capitolo, ancora una volta grazie per le recensioni e i messaggi ricevuti! La storia prosegue e sappiate che i colpi di scena di certo non sono finiti! Recensite :) NIKOLAS

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Capitolo 7
*** Amici per la pelle - 7° capitolo ***


DAL CAPITOLO PRECEDENTE:
-Nelle uscite tra Lela e Diuk, i due si erano riscoperti sotto una nuova luce, si erano confidati a lungo e col passare dei giorni tra i due era nato un sentimento che poco a poco andava rafforzandosi. Al termine del loro primo appuntamento, i due ragazzi si diressero verso casa di Lela e scoprirono che nella pizzeria al piano terra era stata fatta scoppiare bomba e l’esplosione aveva incenerito tutto quanto facendo venti vittime.-


SETTIMO CAPITOLO
Lela era del tutto priva di forze, nel giro di una serata poteva aver perso per sempre suo fratello Tom e Simon. Per questo, una volta assicuratasi che il procuratore la avrebbe tenuta informata su ogni singolo accadimento, decise di farsi accompagnare nell’appartamento da Diuk. Il ragazzo la fece stendere, intanto lei non faceva che ripetere il nome di Tom, il suo sguardo era assente e gli occhi erano vitrei. Diuk pensò che le stesse salendo la febbre, le mise un panno bagnato in fronte e lentamente Lela cominciò ad assopirsi.
Dopo poco più di una decina di minuti di sonno la ragazza si ridestò improvvisamente e appena vide che accanto a lei c’era seduto Diuk scoppiò in un pianto disperato e una volta calmatasi gli disse “Deve essere stata una serata distruttiva anche per te. Diuk, per favore, vai a casa… Ho bisogno di stare sola e pensare, ti prometto che ti avviserò appena avrò notizie. Io non posso perderli, ma mi devo fare forza e l’unico modo per farlo è rimanere per un po’ sola con me stessa” Il ragazzo sapendo bene il carattere di Lela non proferì parola, la baciò e la accarezzò dolcemente, e poi se ne andò. Ora Lela era veramente sola con sé stessa. La prima cosa che fece, fu prendere il telefono e stringerselo al petto; ancora in lacrime, riuscì a riaddormentarsi. Sogni terribili popolarono il sonno della ragazza fino a quando il cellulare squillò, doveva aver dormito non più di due ore.
Era il procuratore Smith.
Primo squillo, la mano opponeva resistenza, non risuciva ad avvicinarsi alla cornetta verde per sentire ciò che James aveva da dirle; secondo squillo, rispondere avrebbe significato avere la certezza su tutto; terzo squillo, vita o morte, doveva prendere solo un po’ più di coraggio; quarto squillo, Lela si fece forza e rispose. “P-pronto?” “Lela, sono James, sono stato all’ospedale… Tom e Simon ce l’hanno fatta, se la sono cavata con qualche brutta bruciatura, ma sono vivi e vegeti!! Sto per venire a prenderti, preparati e tra cinque minuti sono lì, li andiamo a  trovare insieme!”. Lela non ci poteva credere, cadde a terra, per l’ennesima volta, ma ciò che provava ora era solo una gioia e una felicità immensa, oltre ogni limite spazio-temporale.
La ragazza, visto tutto ciò che era accaduto, non si era ancora cambiata dall’uscita con Diuk, quindi aspettò tesissima la seconda chiamata del procuratore che gli avrebbe comunicato di essere vicino a casa sua. Nel frattempo si informò attraverso il balcone con alcuni vicini riguardo quanto era accaduto; da ciò che capì, pareva infatti che il palazzo era stato interamente scosso dalla tremenda esplosione della bomba, e a detta di molti era stato un miracolo che l’intero edificio non fosse collassato su sé stesso. Inoltre Lela scoprì che tra i nomi delle vittime resi pubblici c’era quello del proprietario della pizzeria, il quale era rimasto ucciso nell’esplosione e per questo motivo molto probabilmente tutto il piano terra dello stabile sarebbe stato rilevato dal comune di Millow: ciò avrebbe significato la perdita del posto di lavoro per Simon e Tom, ma questo era un problema insignificante in confronto a quanto avevano tutti appena passato. Finalmente il telefono squillò, Lela si congedò dai suoi vicini e disse al procuratore Smith che sarebbe scesa ad attenderlo all’ingresso del palazzo. Si preparò, chiuse la porta a chiave e scese le scale a tutta velocità, ma si dovette fermare al termine della seconda rampa: una persona con indosso un passamontagna era appoggiata al muro e bloccava il passaggio di Lela. Quando Lela le si avvicinò, la persona incappucciata estrasse una pistola dalla manica e sparò quattro colpi silenziati alla ragazza sulle braccia e sulle gambe che la fecero crollare al suolo agonizzante. In una frazione di secondo, la ragazza vide tutto quanto intorno a lei capovolgersi, l’ultima cosa che riuscì a distinguere chiaramente fu la persona che l’aveva colpita fuggire a perdifiato giù per le scale.
Quasi contemporaneamente il procuratore Smith arrivò davanti a casa di Tom e Lela, giusto in tempo per vedere una persona piuttosto sospetta (e vagamente familiare) correre fuori dalla palazzina che, però, vista l’ora molto tarda non riuscì a riconoscere.
Passarono all’incirca cinque minuti, un’attesa a cui l’uomo era abituato, visto che aveva già aspettato in precedenza molte donne con un’abilità innata nel tardare agli appuntamenti, ma quando sentì l’urlo straziante di una signora provenire dal palazzo, non esitò a scendere dalla macchina e correre all’interno dell’edificio. Ciò che vide una volta entrato, fu per lui un pugno al cuore, ma il suo proverbiale senso pratico e la sua capacità di tenere tutto sotto controllo lo spinsero a chiamare immediatamente il numero dell’ambulanza e a cercare di tenere la ragazza il più sveglia possibile.
I soccorsi arrivarono dopo pochissimi minuti, che al procuratore Smith sembrarono eterni, portarono a sirene spiegate Lela all’ospedale e lo lasciarono nell’atrio quasi del tutto distrutto della palazzina a pensare. Tutto quello che era successo in quella serata, era stato per lui una sconfitta, lo scoppio della bomba, il tentato omicidio di Lela, tutto gli pareva fosse successo a causa sua. Indubbiamente tutti i fatti accaduti erano legati alla morte di Martha Klaus, al fascicolo sulle indagini dell’omicidio della donna che erano stati da lui riaperti, e a farne le spese erano stati proprio, in un modo o nell’altro, Tom, Lela e Simon.
Forse valeva la pena di chiudere l’intera faccenda, di smetterla con quella caccia al fantasma.
Poi all’improvviso un’immagine si stampò nella mente del procuratore Smith, l’immagine della persona che, con tutta probabilità, aveva sparato a Lela. Fu proprio questa immagine a spingerlo a non fermarsi, a non arrendersi, proprio come non si doveva arrendere Lela nella battaglia di cui era protagonista in quel momento tra la vita e la morte.
Quel pensiero non gli si toglieva dalla testa: a tentare di uccidere la ragazza era stato Daniel.
Daniel Kilmore.
FINE CAPITOLO SETTIMO

---> SETTIMO CAPITOLO :) come al solito vi ringrazio di cuore! La storia vi ha lasciato con un grande dubbio... Come detto la storia sta volgendo al termine quindi tutto ciò che accade avrà pesanti conseguenze. Recensite :) NIKOLAS

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Capitolo 8
*** Amici per la pelle - 8° capitolo ***


DAL CAPITOLO PRECEDENTE:
-Tom e Simon ce l’avevano fatta, e Lela non vedeva l’ora di correre da loro. Nella discesa delle scale aveva trovato però una brutta sorperesa ad attenderla: una persona incappucciata, che le stava bloccando la strada,  aveva estratto una pistola e le aveva sparato contro. Lela era caduta a terra agonizzante e la persona era fuggita; solo qualche ora più tardi, una volta che i soccorsi avevano raggiunto la ragazza , il procuratore Smith aveva messo a fuoco l’immagine del farabutto che aveva sparato: Daniel Kilmore.-


OTTAVO CAPITOLO

Il tempo continuava a scorrere inesorabilmente. Il procuratore Smith aveva raggiunto Tom all’ospedale per comunicargli la notizia, il quale appena aveva scoperto quanto accaduto alla sorella, aveva fatto di tutto per riuscire a ottenere, sia per lui sia per Simon, di andare nella sala d’aspetto fuori dalla sala operatoria nella quale i medici stavano operando Lela.
Ed eccoli lì, tutti e tre: Simon, Tom e James. Tutti in attesa di una notizia, una notizia confortante sulle condizioni della ragazza.
Passarono quattro, forse cinque ore prima che il primario li raggiunge e chiese a Tom di seguirlo. Quando questi tornò con il volto rigato di lacrime, i due uomini in attesa pensarono subito al peggio, ma le sue non lacrime di sofferenza, bensì di gioia: aveva appena visto Lela addormentata, l’intervento era andato a buon fine. Nel giro di un secondo l’entusiasmo e l’ilarità vennero trasmesse anche a Simon e James, ma il procuratore Smith decise di andarsene “Ragazzi, non sapete quanto questo mi renda felice! Ma ora è meglio che vada, devo arrestare quel bastardo che ha sparato a Lela, quindi sono molto più utile in centrale che qui” “Grazie mille per quello che stai facendo, James” Gli rispose Tom, pieno di gratitudine.
Il procuratore, dopo l’incidente,  aveva immediatamente allertato la centrale di quanto era successo, ma purtroppo i suoi uomini non erano riusciti a catturare Daniel, il quale sembrava essersi volatilizzato nell’oscurità più asssoluta.
 
Passarono tre settimane, Lela tornò a casa e subito, instancabile, si mise al lavoro e si concentrò sulle materie che durante la prima parte della convalescenza aveva trascurato, mentre Tom e Simon, ormai del tutto guariti, ricominciarono la caccia ad un nuovo lavoro. Fu Tom ad essere avvisato da James, in un pomeriggio piovoso, che Daniel Kilmore era stato arrestato e che particolari importanti erano stati scoperti in seguito al suo interrogatorio.
Appena appresa la notizia, i due fratelli si fiondarono alla centrale. Ad attenderli c’era l’immancabile Smith, il quale disse loro che Daniel era stato arrestato e messo in custodia cautelare in attesa del regolare processo e li pregò di seguirlo in una stanza più appartata in cui avrebbero potuto parlare lontano da orecchie indiscrete. Appena arrivati in una stanzetta angusta e quasi del tutto priva di luce, forse usata per gli interrogatori, il procuratore esordì “Il signor Kilmore ha confessato di aver tentato di ucciderti, Lela, ma ci sono dettagli ancora più scottanti in questa storia, come ad esempio il movente del suo gesto scelerato” “Prego, dicci tutto!” lo incalzò Tom. “Di fatto Daniel un movente non ce l’ha e non lo ha mai avuto, infatti ha agito per conto di qualcun altro e, indovinate un po’ chi è il mandante? Maya Turner!” “Sc-scusa?” ribattè interdetta Lela. “Ebbene sì, avete capito bene, Maya ha ricattato Daniel, costringendolo a commetere l’omicidio, dicendogli che se non lo avesse fatto, sarebbe andata dalla polizia e avrebbe denuncito i traffici di droga del ragazzo. Ma cari miei, le sorprese non sono ancora finite…” disse quasi compiacituo il procuratore. “Per favore James, dacci un taglio e dicci ciò che ci devi dire!” rispose Tom, stizzito per il solito modo di fare del signor Smith. “Ok, hai ragione. Da quanto è risultato dall’interrogatorio di Daniel, pare che Maya stia conservando in casa sua l’arma del delitto di Martha, vostra madre, utilizzata da Troy Turner, suo padre.. In un certo senso lo sta difendendo!” “Allora che aspettate a prelevare l’arma e farla finita un volta per tutte?” chiese a quel punto Lela. “Andiamo con ordine. Sembra che Maya abbia tenuto l’arma intatta com’era, con tutte le impronte digitali, per dimostrare la colpevolezza di qualcuno, in questo caso suo padre, e per poter tenerlo in scacco. Abbiamo però motivo di credere che chi stia difendendo la donna non sia suo padre, il quale è morto più di cinque anni fa e non ha mai avuto un buon rapporto con lei. Per questo pensiamo che sia una persona molto più vicina a lei, e anche a voi, una persona troppo importante per tutti, tant’è che Maya stessa ha ordinato per tutelarla un omicidio” “E la bomba in pizzeria?” chiese Tom. “Di questo Daniel non ne sa niente purtoppo. Ma tornando a quanto vi stavo spiegando, Maya come sapete è scomparsa nel nulla più assoluto, e da quanto il suo (ormai ex) ragazzo ci ha detto, la pistola usata per uccidere vostra madre è racchiusa in una cassaforte chiusa ermeticamente. Ho già mandato alcuni miei uomini a fare degli accertamenti e come vi ho detto, la cassaforte è sigillata e si può aprire solo con la password apposita. E’ un modello terribile, costosissimo, ma adattissimo al suo compito” Concluse amaramente James.
Ormai Lela e Tom erano ad un passo dall’avere tutte le certezze che da tempo bramavano riguardo la morte della loro madre. Solo un ostacolo li separava da questa ultima verità: una cassaforte apparentemente inespugnabile, dentro la quale era custodita l’arma che avrebbe sciolto ogni riserva sull’omicidio di Martha Klaus.
FINE CAPITOLO OTTAVO


---> OTTAVO CAPITOLO! ANCORA UNA VOLTA VI RINGRAZIO!! La storia sta volgendo lentamente, ma inesorabilmente a termine... Nel nono capitolo molte cose succederanno! Recensite :) NIKOLAS

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Capitolo 9
*** Amici per la pelle - 9° capitolo ***


DAL CAPITOLO PRECEDENTE:
-Finalmente tutto era chiaro, a tentare di uccidere Lela era stato Daniel sotto ricatto di Maya, la quale conservava in una cassaforte iper-protetta l’arma dell’omicidio di Martha Klaus. Restava solo da capire la password della cassaforte e i due fratelli avrebbero finalemente conosciuto la verità che tanto bramavano da molti anni.-


NONO CAPITOLO
Erano passati cinque giorni dall’ultima chiaccherata con James, ma i due fratelli non facevano che pensare a quanto era stato loro riferito; avevano inoltre saputo che Maya era latitante e che da lì a pochi giorni il procuratore avrebbe ottenuto il permesso di mettere sotto sorveglianza la casa della donna e perquisirla alla ricerca di indizi importanti al fine della risoluzione del caso.
Nel frattempo la storia tra Lela e Diuk proseguiva con la più totale disapprovazione di Tom che, viste le nuove scoperte, credeva che il nuovo ragazzo della sorella avesse ben più di una responsabilità riguardo a tutti i fatti accaduti negli ultimi periodi. Fu dopo l’ennesima litigata tra i due fratelli che intervenne Simon e finalmente spiegò all’amico che non poteva accusare ingiustamente Diuk e che se egli avesse avuto la minima colpa riguardo l’omicidio di Martha la polizia avrebbe scoperto il tutto e lo avrebbe punito adeguatamente.
Quel giorno pioveva, sembrava non aver piovuto mai dalla quantità di acqua che cadeva incessantemente, e non c’era anima viva in casa: Tom era ancora alla ricerca di un nuovo lavoro e con lui anche Simon, per questo Lela, sentendosi sola, stufa e priva di qualsiasi cosa si avvicinasse anche lontanamente alla voglia di studiare, decise di chiamare il fidanzato per passare finalmente un po’ di tempo iniseme, solo loro due, senza nessuna interferenza. Il ragazzo arrivò quasi immediatamente e dopo un fugace bacio i due si misero a parlare. Diuk si informò dell’andamento della ragazza all’università, la quale malgrado tutti gli ostacoli cui era stata sottoposta, aveva superato brillantemente l’ennesimo esame. La conversazione si protrasse per più di un’ora, fino a che Lela, incapace di trattenersi ancora per chissà quanto tempo, comunicò a Diuk tutte le verità di cui era venuta a conoscenza, disse infatti “Amore, io ti devo assolutamente dire delle cose che sono emerse dall’interrogatorio di Daniel” “Sei sicura? Potresti creare problemi e malumori, e lo sai: creare altro scompiglio è l’ultima cosa che voglio fare!” Disse in tono sommesso il ragazzo. Lela gli rispose piuttosto stizzita che non gli interessava nulla di ciò che avrebbe detto il fratello e di conseguenza gli comunicò tutto ciò di cui era venuta a conoscenza. Diuk rimase interdetto, ma poi venne inaspettatamente folgorato da una intuizione riguardo la possibile password della cassaforte di Maya: il ragazzo disse alla fidanzata che tempi addietro, quando lui e Maya erano ancora fidanzati, la donna aveva insistito perché lui custodisse un computer portatile nel garage di casa sua, lì dentro, forse, ci sarebbero potuti essere dati interessanti, che magari avrebbero dato un ulteriore scossone alle indagini. Diuk consigliò alla ragazza di andare immediatamente a casa sua, recuperare il pc e consegnarlo al procuratore, ma Lela gli rispose “No Diuk. Dobbiamo andare a casa tua, aprire tutti i file presenti in quel dannatissimo computer e scoprire la password della cassaforte. Solo allora andremo da Smith!” Alla risposta della fidanzata, Diuk preferì non ribattere e nel giro di pochi minuti giunsero a casa sua. L’abitazione di Diuk si trovava alla periferia di Millow, in un viale tranquillo e sereno, non molto lontano dal negozio di fiori del ragazzo. Appena arrivarono, i due si precipitarono in garage e, animati da una nuova speranza, scoprirono il panno sotto il quale si nascondeva il computer, lo portarono in casa e lo accesero. “Ci deve pur essere un motivo se quella farabutta ha voluto farti nascondere questo aggeggio, no? Ma che rabbia!! Quanto diavolo di tempo impega per caricarsi?” Chiese impaziente Lela. “Non so, aspetta… Ecco che è partito! È strano, però, che qui Maya non abbia messo nessuna password…” I due ragazzi cercarono tra tutti i file per più di mezz’ora e, alla fine, ne trovarono uno alquanto sospetto, chiamato ResaDEIConti e custodito in una cartella denominata ‘WARNING’. Senza esitare ci cliccarono sopra due volte e appena si aprì lessero su un documento del ‘Blocco Note’ il codice AS1MK2MK0TT6: forse avevano trovato quello che cercavano! Estasiati chiamarono immediatamente, prima il procuratore e, subito dopo, Tom, i quali dissero loro che si sarebbero incontrati entro un quarto d’ora davanti a casa di Maya. Si vestirono, presero gli ombrelli e uscirono di casa. Appena salirono in macchina vennero investiti da alcuni detriti scaturiti da un’esplosione proveniente dalla casa di Diuk: infatti, senza accorgersene, aprendo il file ResaDEIConti avevano attivato una bomba che Maya aveva astutamente inserito all’interno del computer. Lela insistette per andare a controllare, ma ad avere la meglio fu il ragazzo che ottenne di portare la fidanzata a casa di Maya. La donna, dedussero, doveva essere davvero pazza per aver creato tutto quel gioco dell’orrore, nel quale, loro malgrado, Diuk, Lela, Simon, Tom e il procuratore Smith erano piombati. Lela pensò anche di esser davvero fortunata ad aver accanto una persona come Diuk: gli era appena esplosa buona parte della casa, ma non gli interessava, ciò che gli premeva era portarla nel luogo in cui con tutta probabilità si sarebbe conclusa ogni cosa.
NULLA DI PIÙ FALSO: le cose, per l’ennesima volta, aveva preso la piega sbagliata.
Appena arrivati di fronte a casa di Maya, Diuk e Lela vennero fermati da Simon, che disse loro di restare dov’erano; nell’abitazione della donna, infatti, c’era il procuratore Smith assieme alla polizia. A rispondere alla richiesta avanzata da Lela di avere spiegazioni fu il fratello: “La polizia è all’interno dell’edificio perché è stato rinvenuto un cadavere, quello di Maya.
Si è impiccata”.
FINE CAPITOLO NONO


---> NONO CAPITOLO! ANCORA UNA VOLTA VI RINGRAZIO :D Al finale manca un solo capitolo... preparatevi, nel prossimo capitolo tutto vi verrà svelato!  Recensite :) NIKOLAS

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Capitolo 10
*** Amici per la pelle - 10° capitolo ***


DAL CAPITOLO PRECEDENTE
-Dopo mille altre avventure, Lela e Diuk era riusciti a scovare la password per aprire la cassaforte a casa di Maya. Una volta giunti a casa della donna, una nuova sorpresa c’era ad attenderli: Maya si era impiccata e la polizia stava ultimando gli accertamenti.-


CAPITOLO DECIMO
Batarono dieci minuti perché la polizia concludesse i suoi compiti: non vi erano più dubbi, Maya si era suicidata impiccandosi. In quel breve lasso di tempo, Lela e Tom non proferirono parola, in compenso, entrambi, pensarono a tutto quanto era accaduto loro da quando erano ritornati a Millow poco più di sette mesi prima. Fu il procuratore Smith a interrompere il loro silenzio “Ragazzi, potete seguirmi all’interno dell’abitazione con la password della cassaforte? Pregherei però Diuk e Simon di attendere qui fuori, non per altro, ma per evitare problemi con il commissario, il quale è giunto qui apposta, dopo esser stato avvisato del suicidio di Maya” Nessuno dei quattro ribattè e i due fratelli seguirono James in casa. Ad attenderli c’era il commissario, una donna sulla quarantina, alta, snella, ma con un viso che faceva trasparire tutto quello che probabilmente aveva dovuto passare nel corso della sua vita. Tutto si svolse nel più completo silenzio: Lela porse la password al procuratore, il quale, messosi i guanti, aprì la cassaforte, estrasse la pistola incriminata, la mise in un sacchetto e la consegnò al commissario che pregò uno dei suoi uomini di farla avere al più presto alla scientifica. Ma proprio mentre stava per chiudere la cassaforte, Smith si accorse della presenza di un dvd, lo prelevò e dopo essersi confrontato con il commissario decise di inserirlo nella TV lì accanto. Era un videomessaggio. Di Maya.
La donna, seduta prorio sul letto di quella stessa casa, cominciò “Chiunque vedrà questo dvd, scoprirà tutto quello che è successo a due persone chiamate Tom e Lela e ai loro genitori. Pregherei la persona che avrà questo onore di riferire tutto alla polizia e appunto, a Lela e Tom, anche se suppongo che se questo video stia andando in onda, è solo grazie alla prontezza e alla caparbietà di questi due fratelli, quindi mi rivolgerò, d’ora in avanti, proprio a loro. Tom e Lela, comincio col dirvi ciò che più vi preme sapere, è inutile che mandiate ad analizzare la pistola, sono stata io a uccidere Martha, vostra madre. E per dirla tutta sono stata anche io a mettere l’ordigno nel computer e nella pizzeria. Penserete che io sia una pazza, forse. Il mio problema più grande, però, era non permettervi di vincere questa battaglia cominciata anni fa con vostra madre. Ora però è arrivato il momento che vi spieghi tutto, dal principio.
Mio padre ha sempre avuto problemi di droga, è per questo che mia madre lo lasciò e andò a vivere in Irlanda, ma per me, al contrario di quanto tutti pensano, lui era una persona importantissima e, appena saputo del suo ennesimo guaio con la giustizia, ero tornata qui a Millow per assisterlo. Non volevo che nessuno lo sapesse, perché se qualcuno fosse venuto a conoscenza del mio spostamento per il motivo che vi ho appena detto, sarebbe anche venuto a conoscenza dei problemi di mio padre precedenti a questo e con tutta probabilità lo avrebbe fatto sbattere dietro le sbarre. E io questo non potevo permetterlo. Tornando al discorso che vi stavo facendo, quando tornai a Millow, scoprii che mio padre stava pagando un buonissimo avvocato per la causa in corso, e a suo dire, quest’avvocato, vostra madre, lo avrebbe scagionato in maniera definitva. Io continuai a vivere nell’ombra per qualche settimana fino a quando non conobbi un uomo, molto più grande di me, chiamato Matt Klaus, con il quale ebbi una relazione clandestina che durò qualche mese…” “Blocca tutto, James!” Disse Tom, interrompendo il video. Il ragazzo era allibito, non poteva credere a quello che aveva appena sentito: suo padre aveva tradito sua madre con Maya. Lela sbiancando disse “Ecco perché io mi ricordo di quelle continue litigate furibonde tra loro…”. Il procuratore decise di interrompere per qualche minuto la vista del dvd per far prendere ai fratelli una boccata d’aria. Dopo cinque minuti, i quattro decisero di riprendere il video dal punto in cui era stato fermato. “Ovviamente la nostra relazione si dovette interrompere perché vostra madre lo venne a scoprire, minacciò di dire a tutti chi ero e cosa era venuta a fare a Millow e per questo decisi di interrompere qualsiasi rapporto con vostro padre. Martha decise di non separarsi da Matt proprio per il vostro bene, ma era evidente che tra i due qualcosa si era rotto. Non passarono nemmeno due settimane che mio padre finì in carcere, era evidente: vostra madre si era gustata la vendetta privandomi dell’unica persona a cui, forse, tenevo veramente. Non potete immaginarvi quello che provai quando lo venni a scoprire; decisi che Martha doveva pagare tutto, fino all’ultimo centesimo… Poi sapete come è finita. Una sera piovosa, con la scusa di avere un colloquio con lei, entrai nel suo ufficio ormai deserto e le sparai cinque colpi silenziati in pieno petto che la lasciarono distesa sul pavimento priva di vita. Depositai lì vicino una cravatta di vostro padre, per depistare le indagini e me ne andai, soddisfatta. Quel giorno decisi appositamente di non mettermi i guanti per impugnare l’arma, cosicchè mio padre avesse per sempre tenuto in mente quanto avevo fatto per lui. Questo è tutto. Da quando siete tornati, mi son fidata delle persona sbagliate, per questo la battaglia la avete vinta voi, ma non vi lascerò la soddisfazione di vedermi dietro le sbarre. Spero di vedervi, insieme al resto della vostra famiglia, all’inferno. Addio!” Con queste parole di ghiaccio si concluse il video. Poco dopo, il commissario ricevette la chiamata dalla centrale: la scientifica confermava, le impronte sulla pistola erano di Maya.
Tom e Lela erano scossi, finalmente avevano scoperto tutta la verità sull’omicidio di Martha, ma c’era qualcosa che non andava in loro: non erano soddisfatti di quanto avevano appena sentito, anzi, erano quasi inorriditi. Passò qualche minuto.
Dopo poco tempo, i due fratelli, con il procuratore Smith, raggiunsero Diuk e Simon e raccontarono loro tutto quanto era successo. Le reazioni dei due uomini furono le stesse avute dai fratelli.
Decisero, per quanto possibile, di lasciarsi alle spalle tutto, e di andare tutti e cinque insieme a bere qualcosa per concludere la brutta storia cominciata anni e anni prima.
Il procuratore Smith se ne andò per primo dalla piccola festicciola. Lui, forse, era l’unico ad essere veramente soddisfatto per tutto quello che era successo: era riuscito a risolvere il caso, ovviamente non nel modo in cui si aspettava, per il quale aveva combattuto tanto affinchè venisse riaperto. Ora se ne poteva andare via da Millow, da un’altra città, un’altra volta, in cerca di qualche nuovo paesino in possesso di qualche oscuro mistero che aspettava solo lui per essere risolto.
FINE CAPITOLO DECIMO


---> FINALMENTE SIAMO ARRIVATI AL DECIMO CAPITOLO (ATTENTI, NON E' IL GRAN FINALE EH)! CHE DIRE? ANCORA UNA VOLTA VI RINGRAZIO GRAZIE! Ora avete scoperto tutto... forse in un modo un po' affrettato, ma sono io e a me piace così :) Fatemi sapere comunque tutto e recensite :) NIKOLAS

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Capitolo 11
*** Amici per la pelle - FINALE ***


--> Ecco a voi il finale. E' breve e non sono previsti grandi colpi di scena, ma volevo dare una piccola conclusione alla mia lunga storia. Degna o meno non so, giudicate voi ;) (scusate per il ritardo con il quale la ho pubblicata)

FINALE-CAPITOLO UNDICESIMO
Il procuratore Smith se ne andò da Millow senza dire a nulla a nessuno. L’unica cosa che fece fu quella di lasciare un lettera a Lela e Tom nella quale oltre a ringraziarli per aver creduto in lui e per avergli permesso di continuare con le sue indagini, aveva voluto lasciare un numero di telefono che avrebbero potuto usare in caso di difficoltà. I due non esitarono a chiamarlo, ma come sia Tom sia Lela si aspettavano, il numero risultava inesistente. Tipico di James.
Passarono altre settimane e Lela riuscì a concludere il suo primo anno accademico e venne ammessa al secondo anno di medicina. L’accadimento meritava di essere festeggiato, per questo motivo Tom, Lela, Diuk e Simon organizzarono una festa che, però, fu (forse per l’ultima volta) sconvolta da una sorpresa. Tom aveva ottenuto per qualche minuto l’attenzione degli amici e aveva detto “Finalmente ce l’abbiamo fatta, Lela si è diplomata, io e Simon lavoriamo per Diuk e la triste storia di nostra madre si è conclusa. Tutto questo è merito nostro e di James, che non finiremo mai di ringraziare…” Il ragazzo si bloccò, commosso. Tipico di Tom.
Proseguì “… Malgrado tutto, però, vi devo dire che ho prenotato un volo per New Orleans, torno alla mia seconda casa. Questo posto racchiude troppi ricordi, e forse io non sono abbastanza forte per affrontarli, mi dispiace” Al sentire queste parole la sorella si infiammò e insultò (anche piuttosto pesantemente) il fratello, dal momento che era stato proprio lui a voler tornare a Millow e ricominciare. Tipico di Lela.
Fu come al solito Simon a riappacificare i due fratelli e a far sì che i due conludessero la serata con un fraterno abbraccio. Tipico di Simon.
Gli ultimi giorni passarono velocissimi e arrivò anche il giorno della partenza di Tom. Non una lacrima, proprio come aveva chiesto lui, ma solo tanti sorrisi: il loro non era un addio, ma un semplice arrivederci.
L’ultimo accadimento degno di nota di questa storia fu la proprosta sfacciata che Diuk fece a Lela: quella di poter andare a vivere con lei, proposta alla quale Lela accettò. La sfacciataggine… tipico di Diuk.
Dopo tutto quanto è successo, però, la storia si può concludere QUASI come è iniziata.
Tom e Simon, un’amicizia fortissima, un’amicizia iniziata quando i due erano bambini e che non si mai era scalfita, nemmeno dopo undici anni e migliaia di kilometri di distanza. Un’amicizia che il fato aveva ricomposto e destinata a durare per l’eternità.
Il ritorno a Millow si era rivelato più ricco di sorprese di quanto chiunque avesse mai potuto immaginare.
Ancora una volta la nuova vita di Simon, Tom e Lela stava per cominciare!
FINE


--> Ed anche il finale è stato pubblicato... grazie mille per le tantissime recensioni che mi avete fatto, le quali mi hanno spinto a continuare questa avventura. Per ora mi fermo un po', mi dedicherò a contest cercando di parteciparvi con le mie due storie :D Ancora una volta grazie... e per gli interessati, bhè, molto probabilmente AMICI PER LA PELLE 2 verrà alla luce. Auf Wiedersehen, nikolas :)

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