Just Smile.

di pizza girl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


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Prologo.


*Driiin*
Spensi la sveglia, come tutte le mattine, un po’ scocciata.
Mi sedetti sul letto e iniziai a cercare a tentoni i miei occhiali, buttando per terra un sacco di libri che avevo lasciato sul comodino.
Finalmente li trovai, sepolti sotto una vecchia felpa che usavo per casa e li inforcai. Non ero cieca, ma diciamo che senza occhiali riuscivo a malapena a distinguere una pecora dalla chioma folta di capelli di mio fratello.
Davanti a me si prospettava un altro stupido giorno di scuola.
Amavo andarci, non sopportavo semplicemente le persone che c’erano al suo interno. O eri popolare, o valevi meno di zero.
Mi alzai dal letto, andai in bagno e mi guardai allo specchio. Una ragazza dai lunghi capelli arruffati biondi e gli occhi azzurro cielo coperti da due lenti mi guardò di rimando. Mi diedi una lavata veloce, tornai in camera e presi dall’armadio i primi vestiti che vi trovai. Non ero un amante della moda, anzi, tutto il contrario: ogni mattina mi svegliavo e prendevo dall’armadio i primi vestiti che trovavo e molto spesso non ero esattamente all’ultimo grido, non è che non me li potessi permettere, anzi, mio padre era avvocato e mia madre medico, semplicemente non mi interessavano.
Raccolsi i capelli in una coda mal fatta, presi il mio zaino e mi fiondai in cucina per fare colazione.
«Buongiorno splendore! »
«Ciao mamma. » le risposi avvicinandomi a lei per darle un bacio sulla guancia e fregarle dalla padella un pancake.
«Perché non ti curi un pochino? Insomma sei così bella »
«Mamma, ti prego, non iniziare. Mi bastano i compagni di scuola. »
«Era solo un… »
«Mamma, no! » la interruppi prima che potesse dire altro sedendomi su uno sgabello della cucina proprio davanti al piatto di pancakes con succo d’acero che mia mamma aveva appena appoggiato.
«Bè, non ha tutti i torti, sorellina, sembri un ragazzo! »
«La tua gentilezza non ha limiti Brad. » Mio fratello era così: insopportabile. Faceva parte della squadra di calcio della scuola, ovvero era tra i ragazzi più popolari. Io e lui eravamo agli antipodi.
«Guarda che lo dico per te! »
«Non mi interessa essere come quelle cheerleader tutte belle conciate che girano per la nostra scuola, io voglio essere me stessa e questa sono io. » conclusi il discorso infilandomi l’ultimo pezzo di colazione in bocca e avviandomi verso la porta.
Salii in macchina sul sedile del passeggero e aspettai i comodi di mio fratello che arrivò dopo circa dieci minuti.
«Ti sei consumato abbastanza davanti allo specchio? »
«No, l’ho riparato dalle crepe che si sono formate quando ti ha vista. »
«Ah, ah, ah - risi sarcasticamente - come sei originale! »
«Lo so sorellina. » mi rispose avvicinandomi a sé con un braccio attorno alle mie spalle.
«Oggi hai gli allenamenti? »
«Sì, ti fermi a vedermi? »
«Sì, tanto ho da dare ripetizioni a uno… »
«Chi è? »
«Non so, non ha voluto lasciare il nome. »
«Ah. »
Finalmente arrivammo a scuola. Brad parcheggio un po’ lontano dall’ingresso così mi dovetti mettere a correre per non arrivare in ritardo in classe.
«Ci vediamo oggi pomeriggio Carrie! » mi urlò dietro mio fratello.

Entrai in classe e mi avviai verso l’unico banco libero: quello centrale della prima fila. Sospirai, era sempre così, dal primo anno quello era sempre stato il mio.
Zach, il mio unico amico, era già seduto lì, nel banco proprio accanto al mio, ad aspettarmi con un sorriso.
«Pensavo non saresti venuta! »
«Come potrei perdermi un giorno in questa meravigliosa scuola. » sbuffai sarcastica mettendomi le ciocche di capelli che erano sfuggite alla coda, dietro le orecchie e chinandomi per prendere i libri di matematica dal mio zaino.
«Oggi devi dare ripetizioni a qualcuno? »
«Sì, perché? »
«Niente, speravo potessi venire a vedermi ai provini per la squadra di calcio… »
Mi alzai di scatto sbattendo quasi la testa contro l’angolo del banco: «Aspetta: che hai detto?! » chiesi stupita.
«Sai è da quando è iniziata la scuola che ci penso e ora finalmente si è liberato un posto…insomma non sono poi così male a giocare… »
«Bah, contento tu… »
«Me l’ha suggerito tuo fratello. »
«Brad? E come mai? »
«Mi ha visto giocare nel campetto vicino a casa mia e mi ha detto del posto libero. Secondo lui potrei entrare in squadra. »
«Bè, faccio il tifo per te. » risposi con un sorriso.
«Buongiorno ragazzi. »
«Buongiorno professor Richardson! » rispondemmo tutti all’unisono.
«Bene, siccome a breve avremo un test di trigonometria, oggi vorrei fare qualche esercizio alla lavagna. Vediamo un po’ - disse scorrendo il registro - Malik! Prego, venga. »
Il capitano della squadra di calcio si alzò dal fondo della classe dove stava parlottando con due dei suoi amici, a mio parere, con seri problemi mentali.
Il professore consegnò un foglietto al ragazzo che lo prese con una mano ambrata. «E questo l’esercizio che devo fare? » chiese, l’uomo annuì. «Lo legga ad alta voce alla classe per favore. »
«Nel triangolo ABC, rettangolo in A, un cateto è lungo 20 cm e il coseno dell’angolo acuto a esso adiacente è 0,7. Determina l’area e il perimetro. »
«Bè, semplice no? »
«Emmm…sì. » rispose il ragazzo passandosi una mano tra i capelli scuri. Si vedeva lontano un miglio che non sapeva da che parte incominciare.
«Allora signor Malik? Non sa da che parte iniziare? Forse sii invece che farsi bello con le ragazze e passare lo mie ore a chiacchierare avesse ascoltato un minimo a quest’ora saprebbe cosa fare! Le consiglio di studiare per il compito. Un’insufficienza potrebbe costarle il posto nella squadra. - lo ammonì il professore - Ora torni al suo posto e veda di non tornare a parlottare con Horan e Payne! » Il ragazzo abbassò la testa e tornò al suo posto.

Finalmente arrivò la fine delle lezioni, quella mattinata era passata lentamente e io non vedevo l’ora di scoprire chi fosse il “misterioso ragazzo” a cui dovevo dare ripetizioni di matematica.
«Allora ci vediamo domani - mi salutò Zach avviandosi al campo da calcio - augurami buona fortuna! »
«In bocca al lupo! »
«Crepi! » e sparì dietro l’angolo.
Io mi incamminai verso l’aula tutor e con la mano libera dai libri aprii la porta.
Un ragazzo con la pelle ambrata e due profondi occhi marroni si voltò a osservarmi.
«Ciao. Sono Carrie, sei tu cha hai chiesto aiuto con matematica? »
«Sì. » affermò Zayn Malik.
«Ma oggi non ci sarebbero le selezioni per la squadra di calcio? »
«Sì, ma mi sostituirà Liam. »
«Capisco. Bene, da cosa vuoi iniziare? »
«Qualcosa di semplice. »
«Che ne dici del problema che ti ha dato oggi in classe Richardson? » chiesi sedendomi di fronte a lui.
«Può andare. »
Tirai fuori carta e panna e iniziai a scrivere. Dopo due ore ancora non aveva capito nulla.
«Senti, così non va! Non passerai mai quel test! Devi impegnarti! »
«Non è colpa mia se io e la matematica siamo incompatibili! »
«Sì invece! Sei un ragazzo intelligente, ma passi troppo tempo a pensare ad altro e quando dovresti non sei neanche in grado di concentrarti! Vediamoci domani mattina, prima di scuola, magari al mattino sei più fresco e riesci a capire qualcosa! »
«Va bene, ti aspetto alla 7 sulle tribune del campo da calcio. Pensi due ore possano bastarti? »
«Va bene, vedi di non essere in ritardo! »
Lui si alzò annuendo: «Non dire a nessuno che mi stai dando ripetizioni. » e uscì dalla stanza.
Avevo appena passato due ore chiusa in una stanza con quell’insopportabile di Zayn sono-un-figo-e-me-ne-vanto Malik. era più forte di me, ma ogni volta che lo vedevo mi veniva voglia di prenderlo a schiaffi. Era così pieno di sé! Ogni ragazza della scuola andava pazza per lui e il suo gruppetto di amici sfigatelli, ovunque andassero li seguiva un’orda di ragazzine isteriche cha ammirava i loro corpi perfetti. Patetico.

«Ciao sorellina, pensavo di andare a casa senza di te! » mi accolse Brad non appena saiiì in macchina mettendo in moto.
«Sì, ti piacerebbe! »
«Allora, come sono andate le ripetizioni? »
«Bene. »
«Chi era alla fine? »
«Z… - mi bloccai ricordandomi cosa mi aveva detto Malik “Non dire a nessuno che mi stai dando ripetizioni.” - Nessuno che conosci, uno del primo anno… »
«Wow, peggio di me! Almeno io il primo anno non avevo bisogno di ripetizioni! » gli sorrisi e tornai a guardare davanti a me.
Finalmente l’auto si fermò davanti a casa ed io scesi di corsa sbattendo la portiera.
Mi precipitai di corsa verso camera mia, ma purtroppo mia madre mi vide lo stesso.
«Allora? Com’è andata oggi? Raccontami qualche gossip, su! » Io e lei eravamo completamente diverse, la maggior parte delle volte sembravo io la mamma e non vice versa!
«Niente di che - la liquidai velocemente - devo andare a fare i compiti. »
«Ricordati che stasera vengono i nonni a cena! - mi urlò dietro mentre correvo su per le scale verso la mia camera - renditi presentabile! » Rendersi presentabili per lei voleva dire: “Mettiti un vestitino, i tacchi, truccati e datti una sistemata a qui capelli che sembri uno spaventapasseri e per favore: togliti quegli occhiali da intellettuale, ti abbiamo comprato le lenti a contatto apposta!”
Sbuffai rumorosamente e mi chiusi in camera mia. Accesi lo stereo e mi coricai sfinita sul copripiumone.
Verso le sette mi alzai e, decidendo di accontentare un minimo mia madre, aprii l’armadio e mi infilai uno di quei vestiti che piacevano tanto a lei, Blu notte con un motivo floreale, mi specchiai allo specchio vicino al bagno: sembravo un sacco di patate bitorzoluto. Mi avviai verso il bagno per rinfrescarmi la faccia, sciolsi la coda e pettinai i capelli. Ero “pronta”. Infilai la mie amate Fred Perry (mia madre sapevo mi avrebbe uccisa vedendomele ai piedi) e raggiunsi il resto della famigli in salotto.
«Come sei diventata grande tesoro! » mi accolse mia nonna stringendomi in un abbraccio: odiavo quando mi dicevano che ero cresciuta, insomma, io ero sempre la stessa ragazza e poi era una legge della natura che io dovessi crescere, non una cosa da festeggiare! Ricambiai il suo abbraccio e andai a salutare il nonno.
Passai la serata ad annoiarmi: mio padre era seduto sulla sua poltrona preferita a leggere un giornale, mio fratello era attaccato alla televisione a giocare a uno di quei suoi stupidi videogiochi che lo rendevano ancora più scemo di quanto già non fosse, mio nonno russava sul divano e mia madre era intenta a parlare con la nonna, la quale annuiva svogliata.
Finalmente i genitori di mio padre si decisero a tornare a casa e io mi rifugiai in camera mia.
Avevo ricevuto 3 messaggi quella sera. Il primo era di Zach: “Sono entrato in quadra! :D Z” sorrisi, ero contenta per lui, se lo meritava! Il secondo era sempre suo: “Che fine hai fatto?! Z” A quel punto mi aspettavo il terzo fosse sempre suo e invece proveniva da un numero sconosciuto: “Grazie per le ripetizioni, ci vediamo domani mattina. -Z”
Risposi a Zach, lanciai il cellulare sul comodino, andai a lavarmi e mi infilai il pigiama buttandomi sul letto.
La prospettiva di passare la mattinata con Malik non mi entusiasmava per nulla, così iniziai a inventarmi scuse per non andarci “Carrie no, hai detto che l’avresti aiutato e questo è ciò che farai” mi dissi poco prima di addormentarmi.

---
Ecco qua una nuova Fan Fiction so che l’altra è lungi dall’essere finita ma avevo l’idea per questa da un sacco di tempo e finalmente mi sono convinta a scriverla.
È solo il prologo ma spero vi piaccia comunque.
Come ve la immaginate Carrie? Io un po’ come Taylor Swift nel video di You Belong With Me che ne dite?

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Mi raccomando, recensite in tanti, mi farebbe molto piacere ;)
xoxo
B.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


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Capitolo 1.
 

*Driiiiiin*
Merda, la sveglia. Quanto poteva essere odioso un semplice suono?
Come ogni mattina mi misi a cercare a tentoni gli occhiali, una volta inforcati mi precipitai in bagno per lavarmi. Tornai nella mia camera e aprendo l’armadio presi i primi vestiti mi capitarono: un paio di jeans, una canottiera rossa che mi andava enorme e le mie amate Vans grigie. Presi lo zaino e mi fiondai a far colazione.
«Carrie, che ci fai già in piedi ? » mi chiese mia madre affacciandosi alla cucina.
«Niente, faccio colazione e poi devo andare a dare ripetizioni a uno. » risposi mettendo il succo d’acero su un pancake avanzato dal giorno prima.
«A quest’ora del mattino?! » chiese prendendomi il cibo dalle mani e scansandomi di lato per cucinare lei.
«Sì, è una capra in matematica e tra poco abbiamo il test di trigonometria… »
«Scusa, ma non avevi detto che era un ragazzo di prima? »
«Sì, ma ecco… - sgamata in pieno! - Non te lo posso dire… »
«Sono tua madre! Ho il diritto di sapere! »
«Mamma fidati di me… » risposi ingoiando l’ultimo pezzetto di colazione e bevendo un bicchiere di succo d’arancia tutto di un colpo.
«è qualcuno che conosco? »
«Ci vediamo dopo, ora devo scappare! » e così dicendo le diedi un bacio sulla guancia e sgusciai fuori dalla camera e mi incamminai verso la scuola che distava circa mezz’ora da casa mia a piedi.

«Sei in ritardo. » mi accolse Zayn con un sorriso sghembo.
«Sì, scusa, non ho la patente… » mentii sedendomi accanto a lui sulla gradinata.
«Non hai la patente? »
«No. »
«E come vieni a scuola normalmente? »
«Con mio fratello. »
«Brad? »
«Sì. »
«Ah… - silenzio - Non hai risposto al mio messaggio ieri. »
«Sì be', non avevo soldi. » era una gran bella bugia, non dovevo mai rispondere a messaggi o chiamata chi sa chi, ero quel tipo di ragazza che viene chiamate "forever alone", perciò soldi ne avevo a palate sul telefono, semplicemente non mi andava di rispondere a quel presuntuoso. Più che altro: che avrei dovuto rispondere?
«Capisco. »
«Come hai avuto il mio numero? »
«Non te lo dirò mai. Cominciamo? »
«Ok, allora iniziamo con un breve ripasso. »
«Va bene, ieri pomeriggio ho studiato. » mi sorrise nuovamente aspettandosi chi sa che. Voleva un premio? Aveva solo fatto il suo dovere di studente!
«Bravo. » risposi svogliata prendendo il mio quaderno.
«Non è poi così complicato! »
«Bè no, basta concentrarsi un pochino… »
«Sì esatto. » mi stava osservando intensamente e dovetti abbassare lo sguardo. Non riuscivo a guardarlo negli occhi, erano così profondi!
Dopo qualche istante di silenzio imbarazzato decisi di prendere in mano la situazione.
«Bene, vai a pagina 342 e facciamo l’esercizio 109. »
«Va bene. - rispose aprendo il libro - grazie ancora. »
Gli sorrisi. «Diamoci una mossa. »
Dopo due ore di esercizi sentimmo la campanella della scuola in lontananza.
«Bene - dissi chiudendo il libro - direi che oggi abbiamo fatto qualche passo avanti! »
«Sì, ne sono contento. »
«Bè, ci si vede! » gli risposi incamminandomi verso l’ingresso.
«Aspettami, andiamo insieme… »
«Scusa?! » mi voltai sbalordita.
«Aspettami, andiamo insieme. » ripeté deciso.
«Sì, avevo capito benissimo che hai detto, mi sembra strano però! »
«Cioè? »
«”Non dire a nessuno che mi stai dando ripetizioni.” » gli feci il verso.
«Sì, vedi, non mi piace che sappiano ho chiesto aiuto. »
«Orgoglioso. » tossicchiai.
«Che hai detto? »
«Nulla. »
«E poi non sei una così cattiva compagnia. »
Eravamo arrivati nel corridoio degli armadietti e tutti ci guardavano con facce interrogative.
«Bè Malik, ci si vede. » lo salutai dirigendomi verso Zach che mi aspettava.
«Domani mattina, stessa ora, stesso posto? »
«Hai ancora bisogno di aiuto? »
«Sì se non ti dispiace… »
«Va bene, a domani. »
«Che ci facevi con quell’idiota di Malik?! » mi attaccò Zach non appena lo raggiunsi.
«Niente, stamattina gli ho dato ripetizioni di matematica… »
«Zayn Malik ti ha chiesto… »
«Stttth! - lo ammutolì prima che ci sentisse l’intera scuola - non urlare! »
«Scusa, scusa…allora, com’è? »
«Sai, non è poi così mentalmente ritardato come credevo e non è nemmeno così antipatico..! »
«Carrie, ti prego! Devo ricordarti ogni soprannome che ti ha dato? Da quale inizio? “Castoro”… »
«Smettila! » lo rimproverai tappandogli la bocca con una mano.
«Vedi che ho ragione? » mugugno tra le mie dita.
«Sì, ok, non è un santo ma non è neanche un completo stupido! »
«Come vuoi. Secondo me farai la fine di quelle ragazzine urlanti che sbavano dietro a lui e ai suoi amici… »
«Non credo proprio! Il caso è chiuso. Andiamo in classe, non voglio arrivare tardi. »
«Va bene, ci vediamo a pranzo. » e così dicendo si avviò verso la sua ora di italiano, mentre a me toccava educazione fisica.

«L’hai vista bene? »
«Chi? »
«Quella, Pannie, Genny o come diavolo si chiama! Quella che stamattina se n’è arrivata a scuola con Zayn! »
Odiavo le mie compagne di ginnastica, erano una più pettegola dell’altra e se non trovavano qualcuno di cui sparlare non erano soddisfatte.
«Con quella è arrivato?! Ma l’ha vista bene almeno?! È orribile!»
«Pensa che ho sentito che so sono visti anche ieri pomeriggio! È per quello che lui ieri non era agli allenamenti! »
«Non ci credo! »
«Siete capaci di pensare a voi stesse invece che a quello che fa o non Malik? E comunque è Carrie! » chiesi scocciata.
«è vero che vi frequentate? »
«No, e non sono cavoli tuoi! »
«Jenkins, tocca a te! » mi urlò la professoressa Owen.
Mi diressi verso la trave e salì incerta. Non appena il mio piede destro toccò la superficie di quell’attrezzo mille emozioni riempirono il mio cuore. Io ero nata lì sopra, fin da piccola avevo amato la ginnastica artistica e la trave in particolare, mi sentivo a mio agio. Bella. Leggera. Armoniosa. Perfetta. Ma poi qualcosa era successo. Ero caduta e da allora mia madre mi aveva impedito di continuare la mia "cariera” di ginnasta.
Iniziai l’esercizio senza guardare ciò che mi accadeva attorno e appena atterrai dopo la ruota in chiusura senti qualcuno applaudire. Mi voltai e vidi un due occhi cioccolato, intensi, che mi guardavano accompagnati da un sorriso perfetto.
«Brava Carrie! »
«Malik, torni nel suo gruppo per favore! » lo rimproverò la Owen. Lui si voltò e prima di avviarsi verso il suo professore mi fece l’occhiolino.
Sorrisi involontariamente “Carrie che fai! Sembri una di quelle ragazzine ebeti che sorridono ogni qualvolta uno di quei cinque idioti è a un metro di distanza!”
Tornai in fila con le ragazze che avevano già svolto l’esercizio e attesi paziente la fine della lezione.
Non appena la campanella suonò mi precipitai al mio armadietto, l’ora seguente avrei avuto matematica e volevo vedere i progressi di Malik, insomma, se avesse fatto una bella figura con il professore ne sarei stata orgogliosa…
«Dove corri Carrie? »
Ed eccolo lì, Zayn Malik che mi parlava di nuovo. Fino al giorno prima non avevo mai sentito la sua voce rivolgersi a me se non per insultarmi con i suoi amici dementi, anzi, non voleva nemmeno si sapesse gli dessi ripetizioni, e ora, d’improvviso, mi parlava.
«Attenzione Malik, non vorrai parlarmi troppo! »
«Spiritosa! Senti, in palestra ho sentito voci su di noi e… »
«Tranquillo, ho smentito tutto. »
«Bene! - fece un gesto come per togliersi un peso dallo stomaco e continuò - Non voglio pensino cose strane. Insomma….io sono Zayn Malik e tu Carrie Jenkins… »
«Sì, capisco. » uno come lui non avrebbe mai voluto sentire in giro voci del genere! Come aveva detto lui: “ Zayn Malik e tu Carrie Jenkin
«Domani magari è meglio se ci vediamo lontani da occhi indiscreti, è un problema se vengo a casa tua per le 7? Nessuno sa dove abiti e quindi di sicuro nessuno ci vedrà… »
«Ti faccio sapere. »
«Va bene, mandami un messaggio! »
«Sì. »

«Jenkins è in ritardo! Due volte in due giorni, non va bene! »
«Mi scusi professor Richardson, sono stata trattenuta da… » mi bloccai appena in tempo.
«Da chi scusi? » mi incalzò il professore.
«Dalla coda in bagno. » risposi frettolosamente.
«Va bene, si accomodi, ma che non succeda più! »
«Certamente. »
Mi accomodai al fianco di Zach che come al solito iniziò a bombardarmi di domande.
«Allora? Che fine avevi fatto? »
«Malik mi ha fermata dopo educazione fisica. »
«E che voleva? »
«Chiedermi se domani poteva venire da me per le ripetizioni in modo da non essere visti… »
«Io non lo capisco quel ragazzo. Innanzi tutto stamattina sembrava volesse a tutti i costi farsi vedere con te e ora ti dice tutto il contrario; in secondo luogo io non capisco come mai non voglia farsi vedere con te in nessun modo, sai carina, sei simpatica! In più mica siete fidanzati, gli dai solo ripetizioni! »
«Caro il mio dolce Zach, tu dici così solo perché sei il mio migliore amico! Comunque prima di tutto è troppo orgoglioso per ammettere di aver bisogno di aiuto in matematica, secondo, come ha anche detto lui, io sono Carrie Jenkins, la ragazza sfigata della scu… »
«Signorina Jenkins, la prego, vuole spiegare lei? » ci interruppe Richardson.
«Io veramente… »
«Faccia silenzio! »
«Sì, professore. »
«Malik, è riuscito a risolvere l’esercizio di ieri? »
«Sì. » rispose lui con tono di sfida.
«Vediamo allora. » gli fece cenno di avvicinarsi alla lavagna. Il moro iniziò a scrivere la soluzione lasciando il professore di stucco. Mi sentivo orgogliosa del mio lavoro.

Alle quattro suonò l’ultima campanella e io mi diressi alla macchina. Brad era già lì ad aspettarmi con il motore acceso, come al solito.
«Com’è andata la tua giornata? » mi chiese non appena misi piede sull’auto.
«Non male, la tua? »
«Non male. Ho sentito un mucchio di voci su te e Zayn oggi! »
«Non farci caso, in questa scuola basta avvicinarsi a una persona dell’altro sesso di un metro e già i gossip iniziano a girare. »
«Sicura sia solo un gossip? »
«Sì, perché non dovrebbe? »
«Bè ieri mi ha chiesto il tuo numero… »
«è solo perché gli sto dando ripetizioni di trigonometria Brad, niente di più. »
«Meglio così! » rispose con un sorriso.
*Biip* il mio cellulare. Un numero sconosciuto:
“Merito tuo se oggi ho smerdato Richardson ahah :D -Z”
Lessi il messaggio e rimisi il cellulare in tasca.
«Chi era? »
«Nessuno. »
Eravamo finalmente a casa.


---
Ed ecco qua il nuovo capitolo! Che ve ne pare? Io onestamente non sono molto soddisfatta >.<
Che dire, grazie mille per le ben 13 recensioni del primo capitolo! Mi volete morta per caso? Grazie mille! Direi che ci sta anche di dovere un grazie a tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite/ricordate/recensite e a quelli che leggono semplicemente :)
Allora, come ve lo immaginate Zach?
Io un po’ come Logan Lerman, semplice, tenero (e poi ve bè, la bellezza viene di conseguenza u.u)

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Al prossimo capitolo!
xoxo
B.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


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Capitolo 2.


« Allora com'è andata la selezione? Oggi non abbiamo fatto altro che parlare di me! »
« Be' – rispose Zach dall'altro capo del telefono – te l'ho detto, l'ho passata, sono in squadra! »
« è meraviglioso Zach, so quanto ci tenevi. »
« Sì, credo comunque il fatto di conosce tuo fratello mi abbia aiutato... »
« Non contarci troppo, mi odia talmente tanto che secondo me non ha fatto un bel nulla per farti entrare, anzi..! »
« Ma che dici?! È pur sempre tuo fratello, ovvio che ti vuole bene! »
« Sarà... »
« Sì, fidati! »
« Scusa un secondo, qualcuno mi sta chiamando sul cellulare... »
« Ok, ti richiamo dopo. Ciao Carrie! »
« A dopo Zach. »
Riattaccai il telefono e guardai il mio cellulare che vibrava sulla scrivania.
« Pronto? » risposi un po' seccata.
« Emmm... ciao Carrie, sono Zayn. Senti domani mattina non so se riesco a passare da te... »
« Meglio! » lo interruppi sollevata.
« Facciamo un altro giorno? »
« Come vuoi, ma non possiamo fare al pomeriggio? Non ho proprio voglia di svegliarmi così presto per farti ripetizioni... »
« Va bene, che ne dici di domani pomeriggio? » onestamente speravo avrebbe detto di no e di poter tornare a non parlarci insieme, ma a quanto pare voleva davvero prendere un bel voto nel test di trigonometria...
« Ok, dove ci vediamo? »
« Aula Tutor? » domandò.
« Va bene, a domani. » risposi fredda.
« Ciao Carrie. Mi sa che a forza di sentire le tue fredde risposte diventerò un ghiacciolo! » e dopo questa battuta pessima riattaccò la chiamata.

« Quindi dai ripetizioni a Zayn Malik?! » chiese incredulo mio fratello per l'ennesima volta da quando eravamo seduti a tavola.
« Sì Brad sì. » risposi sfinita.
« Ecco perché voleva il tuo numero! »
« Sei perspicace. »
« E io che pensavo volesse chiederti di uscire! Effettivamente chi vorrebbe uscire con te? »
feci finta di non aver sentito questo suo ultimo commento e mi concentrai sul piatto di broccoli che avevo davanti giocando con quei cosini verdi con la forchetta.
Ogni giorno a scuola dovevo subire le prese in giro delle mie compagne che mi reputavano una nullità e quando tornavo a casa era sempre la stessa storia: mio fratello prendeva il testimone da quelle oche e ci pensava lui a farmi stare ancora peggio. Un paio di volte avevo pensato di cambiare, di darmi una sistemata curandomi un minimo, sapevo quanto questo avrebbe reso felice mia madre, ma poi mi ricredevo: per quelle simpaticone sarei stata sempre Carrie Jenkins, la sfigatella sorella del bel Brad Jenkins, quella che non si sa vestire, che non si cura, quella che non ha che un solo amico, quella che va bene a scuola e non ha una vita sociale, perciò decidevo puntualmente di rimanere me stessa, in fondo questa ero io, non piacevo, ma ero io.
« Non mi piace molto quel ragazzo. » affermò mio padre sorseggiano un bicchiere di vino rosso.
« Neanche a me papà, ma sono una tutor, non posso tirarmi indietro... »
« Bè, ma non sei l'unica tutor della scuola no?! »
« No, ma lui ha chiesto di me. » mi giustificai.
« E tu non hai potuto rifiutare la richiesta di aiuto di Zayn. » sghignazzò Brad.
« Stai zitto deficiente! - sbottai rivolgendomi a quell'idiota di mio fratello – Ci credo che siete tanto amici, l'età celebrale è la stessa! »
« E dai, scherzavo! »
« Bene, allora non scherzare più! » dette (in realtà le urlai) queste parole mi alzai da tavole, presi il mio piatto e, dopo essere passata dalla cucina per mettere il tutto nella lavastoviglie, mi rifugiai in camera mia. Passando davanti alla sala da pranzo sentì mia madre rimproverare mio fratello e non potei far altro che sorridere.
Una volta in camera mi chiusi dentro a chiave e presi il telefono per chiamare Zach.
« Pronto? »
« Ehi Zach, domani mattina andiamo a fare colazione insieme? »
« Ma non avevi ripetizioni con... »
« Non più. »
« Va bene, ti passo a prendere per le 8, ok? »
« Perfetto! Dai raccontami finalmente dei provini! »
« Allora... » iniziò a parlare con voce piena di gioia, lo sentivo benissimo che non vedeva l'ora di discutere con qualcuno delle sue performance calcistica. Non che io me ne intendessi molto, anzi! Ma ero l'unica persona con cui parlava. Io e lui eravamo molto simili agli occhi di tutti. Non eravamo considerati da nessuno. Io avevo solo lui e lui aveva solo me.
« Be' – disse dopo un'ora buona – direi che è ora che vada a dormire, buonanotte Carrie, ti voglio bene. »
« Anch'io Zach, buonanotte. »
Appoggiai il telefono alla mia scrivania e mi coricai pronta per dormire.

Le ore di lezione, il giorno successivo, passarono molto lentamente, per mia fortuna aggiungerei, non avevo alcuna voglia di passare il pomeriggio a cercare di far capire trigonometria a quel lunatico di Malik. Era proprio snervante il suo strano comportamento!
Alle quattro, quando suonò la campanella mi recai nell'Aula Tutor aspettandomi di trovarlo già lì come il primo giorno, invece dovetti ricredermi. La sedia di fronte alla scrivania era vuota.
Mi sedetti al mio posto per aspettarlo e iniziai a tirare fuori tutto il mio occorrente.
16:10 e Malik non era ancora arrivato.
16:15 ma dove si era cacciato?!
16:20 decisi di prendere la mia roba e incamminarmi verso casa. Non appena uscì dall'aula lo vidi arrancare a fatica verso di me.
« Scusa Carrie! » mi urlò vedendomi.
« Dov'eri finito? Me ne stavo andando! »
« Ho dovuto aggiustare delle cose con il mister per gli allenamenti. »
« La prossima volta avvertimi. »
« Non ci ho pensato... » si giustificò. Sbuffai.
« Diamoci una mossa. » e rientrai nell'aula dalla quale ero appena uscita e lui mi segui all'interno chiudendo la porta.
« Facciamo esercizi o teoria? » mi chiese estraendo dalla sua tracolla il libro e il quaderno di trigonometria.
« Esercizi. - risposi - Ieri te la sei cavata bene alla lavagna, secondo me il test lo passi. »
« Grazie. » rispose semplicemente con un sorriso.
« Bene, facciamo questo. » gli dissi sporgendomi verso di lui per indicargli l'esercizio. Ritirandomi diedi una gomitata alla mia penna che avevo poggiato sul tavolo, che finì sotto il tavolo. Mi chinai per raccoglierla e mi trovai faccia a faccia con il moro, allungai la mano per raccogliere ciò che mi era caduto in contemporanea con lui e, non appena le nostre mani si sfiorarono, sentì un brivido percorrermi la schiena. Perché mi era venuto quel brivido? “Secondo me farai la fine di quelle ragazzine urlanti che sbavano dietro a lui.” la voce di Zach mi riempiva la testa... no, non era vero, non provavo nulla per lui, non mi faceva ne caldo ne freddo, ne ero sicura. Il grande Zayn Malik non mi piaceva. O meglio, questo era quello che continuavo a ripetermi...

Dopo due ore di intensa matematica uscimmo dalla scuola e io mi diressi a piedi verso casa mia.
« Non c'è tuo fratello? » mi chiese Zayn dal finestrino della sua auto passandomi accanto.
« No, non aveva voglia di aspettarmi... »
« Dai, sali che ti accompagno. »
« No, abito vicino. »
« Non fare la scema, mica ti stupro! Dai, sali. » e così dicendo mi aprì la portiera dal lato del passeggero per farmi salire sulla sua Mini azzurra.
« Ma no, veramente vado... »
« Dai, che ti costa salire! »
« Va bene. » risposi salendo incerta e non appena richiusi la portiera partì con una sgommata.
« Dov'è che abiti già? » mi chiese voltandosi verso di me con un sorriso mozzafiato sulle labbra.
« Charleston's Road. »
« Ah già me l'aveva detto tuo fratello. Allora sabato vieni alla festa di Meredith? »
« No. » non amavo le feste, proprio per nulla. L'idea di dover vedere quelle facce che tanto odiavo anche durante il fine settimana mi faceva venire il volta stomaco. In più alle feste bisognava andarci ben vestiti e io proprio non ero il tipo. Preferivo starmene da sola a casa con una bella barretta di cioccolata e altro cibo a volontà a farmi compagnia mentre guardavo programmi senza senso alla televisione.
« Come mai? »
« Non sono molto tipo da feste... »
« Capisco. Ma ci si diverte! »
« Tu ti diverti, non io. Ricordi chi sono? »
« Carrie Jenkins? »
« Esatto! »
« E quindi? »
« E quindi sono la ragazza meno popolare della scuola! »
« Bè ma non per questo non puoi divertirti a una festa. »
« Non sono d'accordo. »
« Scommettiamo? »
« Che cosa? »
« Che sabato vieni alla festa e ti diverti! - mi sorrise di nuovo. Non avevo mai notato quanto fosse bello in realtà e non era neanche poi così antipatico come pensavo. - allora?! » incalzò.
« Bè io... preferirei di no... Zayn. » era la prima volta che lo chiamavo per nome e probabilmente lui neanche lo notò, ma pronunciare quelle quattro lettere mi era costato uno sforzo incredibile e mi sentì le guance avvampare. Per fortuna Zayn era concentrato a guardare la strada e non si accorse di nulla.
« Puoi portare anche il tuo amico! Quello che è entrato nella squadra di calcio, Zach giusto? Sai è grazie a me che è dentro. »
« Posso chiederti una cosa? » ormai eravamo arrivati davanti a casa mia e lui aveva accostato, perciò si volto a guardarmi negli occhi non appena mi voltai.
« Sì, certo. »
« Vedi, non capisco il tuo comportamento. »
« Cioè? »
« Un momento sei normale, non mi giudichi per quella che sono, un momento dopo sembra che ti vergogni del fatto che io ti dia ripetizioni e poi torni ad essere gentile... perché? Me lo spieghi? »
« Non so neanche io come spiegartelo. - prese le mie mani con tra le sue e iniziò a pensare alle parole da dire guardandomi sempre dritta negli occhi. - Mi fai uno strano effetto Carrie Jenkins, e non capisco neanche io il perché, insomma, ammettiamolo, non sei assolutamente il mio tipo! Eppure con te non so come comportarmi... »
« Capisco.. - il contatto con i suoi occhi mi stava facendo arrossire e non riuscivo più a sostenere quello sguardo intenso. - Bè, devo andare, ci si vede Malik. » e così dicendo aprii la portiera della machina per scendere, ma la sua mano fu più veloce delle mie gambe, mi afferrò per un polso e tirandomi a sé mi diede un bacio sulla guancia. Il tocco della mia pelle con le sue labbra mi provocò un altro brivido lungo la schiena e un lieve sospiro.
« Non pensavi di andartene senza avermi salutato come si deve vero? » Mi rivolse un sorriso malizioso che ricambiai con uno dei miei, ingenui, sorrisi da bimba.
« A domani Malik. »
Mi precipitai in casa e subito mi misi a correre per raggiungere la mia stanza.
« Chi era in quella macchina Carrie?! » mi urlò mia mamma sbucando dal salotto dove stava leggendo una rivista.
« Emmm… un amico. »
« Zach? Ha cambiato macchina? Non credevo i suoi potessero permettersi… »
« Non era Zach. » la interruppi prima che potesse iniziare a farmi la descrizione dettagliata della situazione economica della famiglia del mio migliore amico.
Non avevo messo in conto però che la mia risposta avrebbe provocato molte più domande…
« Non era Zach? Chi era allora? » mi raggiunse in camera mia con un aria curiosa e proprio in quel momento passo davanti alla porta aperta mio fratello che urlò un « Zayn Malik » “casualmente”.
« Zayn Malik? - chiese mia mamma stupita - non avevi detto che gli davi solo ripetizioni? »
« Infatti è così mamma, è solo che Brad non mi ha aspettata così si è offerto di darmi un passaggio… »
« Che caro ragazzo… in ogni caso non frequentarlo, mi raccomando, già non mi va a genio che tuo fratello sia in squadra con lui, ancora iniziate a frequentarvi voi due… »
« Non ti preoccupare mamma, io sono Carrie Jenkins, non c’è pericolo che quel ragazzo decida, come dici tu, di frequentare una come me. »
Lei di tutta risposta mi sorrise e prima di andarsene sussurrò « Bene. » più a sé stessa che a me.
« Chiudi la porta mamma! Devo farmi la doccia! »

Un nuovo messaggio, dal solito numero sconosciuto “Sarebbe ora di salvarlo… “ pensai tra me e me.
Ho un’idea. Oggi è mercoledì, perciò mancano ancora due giorni al compito di trigonometria. Se nel test di venerdì prendo A, tu sabato vieni alla festa di Meredith. xx -Z
Che fare? Ero sicura avrebbe preso una A in quel compito e probabilmente ne era sicuro anche lui. Una parte di me voleva accettare, l’altra invece era più riluttante.
Digitai in tutta fretta un messaggio per Zach, lui mi avrebbe aiutata a scegliere, o almeno così speravo! “Ehi Zach, Malik mi ha proposto una scommessa, se prende A nel test di trigonometria, Sabato devo andare alla festa di Meredith. Che faccio? Accetto? xx Carrie. P.S. è sottinteso che nel caso in cui accettassi e lui prendesse A (cosa molto probabile) tu verresti con me.
La risposta del mio amico non tardò ad arrivare, ma non era illuminante come mi aspettavo. “Fai come vuoi, appoggio ogni tua scelta e se dovrò ,verrò molto volentieri ovunque tu voglia.
« Carrie! È pronto da mangiare! »
« Arrivo! » urlai di rimando. Magari a stomaco pieno sarei stata in grado di prendere una saggia decisione…

Dopo aver aiutato mia mamma a sparecchiare la tavola e a mettere tutto nella lavastoviglie tornai in camera mia, presi il cellulare e digitai una breve risposta per Malik, una semplice parola. “Accetto.
Feci un profondo sospiro e con un libro in mano mi buttai sul letto.

 

 


---
Ed ecco a voi il terzo capitolo!
È un po’ lunghino, lo so >.< e onestamente non mi soddisfa a pieno… (lo so, lo dico di ogni capitolo ormai ahah) non so, mi sembra privo di emozioni… va bè, siete voi i giudici, fatemi sapere che ne pensate ;)
Siccome nei primi due capitoli vi ho messo le foto dei personaggi, prima quella di Carrie (Taylor Swift) poi quella di Zach (Logan Lerman) pensavo di presentarvene un altro.
Come ve lo immaginate il fratellone della nostra Carrie? Abbiamo detto che è popolare perciò sarà bello, muscoloso… che ne pensate del bel Freddie Stroma? :D (vi prego di trattenere la bava, potrebbe rovinare la vostra tastiera.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Al prossimo capitolo!
xoxo
B.
p.s. vorrei ringraziare tutte le meravigliose persone che hanno inserito la storia tra le preferite, recensite o seguite e a tutti quelli che hanno recensito (siete un mucchio per i miei standard çç) vi adoro u.u

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


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Capitolo 3.


Il suono del mio cellulare che vibrava sulla scrivania mi svegliò di soprassalto.
Merda, ieri sera mi sono dimenticata di spegnerlo!” imprecai nella mia testa mentre mi alzavo per andare a vedere chi mi stava chiamando con tanta insistenza alle 7 del mattino.
“Malik” guardai lo schermo che illuminato ancora per qualche istante prima di realizzare chi mi stesse chiamando. Premetti il tasto verde sullo schermo e risposi con una voce che sembrava provenire dell'oltretomba.
«Pronto? »
«Ehi Carrie, sono Zayn, spero di non averti svegliata! »
«No, figurati, ero già sveglia. - non era una brava bugiarda e se ne accorse pure lui che, dall'altro capo del telefono, iniziò a ridere. - allora, che vuoi Malik? »
«Sono intenzionato a vincere la nostra piccola scommessa.» rispose ricomponendosi.
«E quindi? »
«E quindi non è che ti va di vederci dopo gli allenamenti a casa mia per altre due ore di ripetizioni? »
Rimasi a pensare titubante per un po'. Dargli altre ripetizioni probabilmente avrebbe segnato la mia sconfitta, ma in fondo passare del tempo con lui fuori dalle mura scolastiche non mi dispiaceva per niente, in fin dei conti era un bravo ragazzo... «Va bene, ma dovrai impegnarti!»
«Perché che faccio normalmente? Ci vediamo dopo Carrie.»
«Ciao.» attaccai la chiamata e mi ridistesi sul mio letto. Provare a riaddormentarmi era ormai inutile, per colpa di quel moretto con la pelle ambrata avevo perso un'ora di sonno!
Dopo diversi minuti passati a osservare il soffitto bianco della mia stanza su cui si proiettavano i raggi del lieve sole mattutino riflessi, decisi di mettere fine a quel momento e di alzarmi.
Mi diressi in bagno e dopo una breve doccia mi osservai allo specchio. Rividi la stessa ragazza che vedevo sempre, ma qualcosa in lei stava cambiando. Le sue guance avevano assunto un colorito più rosato, i suoi occhi erano più luminosi e sembrava quasi più azzurri, la sua bocca si tendeva in uno strano sorriso, così insolito di prima mattina....
Uscii dalla mia camera e mi recai nel bagno dei miei genitori sperando nessuno i vedesse, aprii l'anta sotto il lavandino e presi qualche trucco dal beauty-case di mia mamma: matita, mascara, fondotinta, insomma quelle cose che anche una come me conosceva.
Tornai nella mia camera e aprii l'armadio. Non avevo mai fatto caso a quello che mi mettevo addosso, eppure quel giorno avevo una particolare voglia di curarmi, di piacere agli altri restando me stessa. Presi un paio di jeans molto attillati scuri, una canottiera lunga e larga bianca e un cardigan blu, infilai le mie inseparabili Fred Perry e, dopo essermi messa al collo una collana che mi arrivava un po' sotto il seno, mi recai in bagno.
Ero così diversa dal solito...eppure mi piacevo, non riuscivo a staccare gli occhi dal mio riflesso sullo specchio. Presi il fondotinta della mamma e ne applicai un leggero stato sul viso e sul decolté, presi la matita e tracciai una linea nella rima inferiore interna e in fine misi un po' di mascara sulle mie ciglia, già lunghe di loro. Mi guardai da più angolazioni, no, era troppo. Velocemente mi struccai lasciando solo un filo di mascara per evidenziare i miei occhi.
Presi lo zaino e andai in cucina.
«Amore, ma che ti è successo? Aspetta, non me lo dire, sei un alieno? Che ne hai fatto di mia figlia?! »
«Ah ah ah – risposi sarcastica – come sei simpatica mamma. »
«Aw la mia bambina! Lo vedi come sei più bella se ti trucchi un pochino? »
«Se sapevo avrebbe scatenato queste reazioni non l'avrei mai fatto! »
«Ma tu sei mia sorella?! » eccolo, quel simpaticone di mio fratello era arrivato.
«Come sei simpatico Brad, davvero, non ho parole. »
«Lo so, me lo dicono tutti. » mi rispose rubando la pila di pancakes che mia madre mi stava porgendo.
«Ehi! » mi lamentai.
«Cosa? A come mai oggi ti sei vestita decentemente e addirittura truccata?! »
«Non sono affari tuoi. » affermai riprendendomi la mia colazione.
«Uuuuh! Dire che c’è un ragazzo di mezzo! »
«Ma stai zitto scemo! »
«Non starai mica uscendo con quell’amico di tuo fratello! Com’è che si chiama? » mi domandò mia madre con una aria preoccupata sulla faccia mettendo a cuocere altri pancakes.
«Intendi Zayn Malik, mamma? Effettivamente quello fa colpo su tutte le ragazze! Non è vero Carrie?» aggiunse facendomi l’occhiolino.
Vidi mia madre impallidire e un sorriso soddisfatto aprirsi sul volto di mio fratello.
«Stai zitto deficiente! »
«Ti voglio bene anche io, sorellina.» mi rispose avvicinandosi a me per poi soffocarmi in un abbraccio possente.
«Ci vediamo mamma. » presi il mio zaino e mi precipitai in strada aspettando che Brad mi raggiungesse per andare a scuola.

«Ci si vede sorellina! » mi salutò Brad poco prima di sparire tra gli studenti del liceo ammassati nell’ingresso.
Mi avvicinai al mio armadietto e con estrema calma, dopo averlo aperto, estrassi i libri ripensando alla telefonata del moro di quella mattina quando una voce mi fece sussultare.
«Wow Jenkins, ecco perché Zayn viene a ripetizioni da te! » non appena mi voltai mi trovai faccia a faccia con quell’essere disgustoso che era Harry Styles, il ragazzo dalla pecora in testa, gli smeraldi al posto degli occhi e un sorriso abbagliante che, non si sa bene come, faceva cadere ai suoi piedi ogni ragazza su cui posava gli occhi.
«Sparisci Styles. »
«Che c’è, non ti piaccio più come al campo estivo? »
«è stato più di tra anni fa, Styles, sono andata avanti. » Io e Harry, circa tre anni prima, quando ancora non conosceva gli altri dementi ed era solo un ragazzetto con l’apparecchio ai denti, un po’ impacciato, eravamo stati insieme, era durata circa due settimane poi eravamo tornati a casa e da allora non ci eravamo mai più rivolti la parola.
«A sì? E con chi? Con il tuo amichetto? Com’è che si chiama già…Cody? O Zach? - mi chiese scoppiando in una risata fragorosa - O speri di essere accolta dalle braccia di Zayn, per pietà? »
«Sparisci Styles. » ripetei sbattendo l’anta dell’armadietto e dirigendomi verso quello di Zach, dall’altro lato del corridoio.
«Che voleva quella capra? » mi chiese non appena lo raggiunsi.
«Rompere. - mi sentivo gli occhi del mio migliore amico puntati addosso - smettila di guardarmi così, mi sembri un maniaco! Quasi peggio di quel viscido di Styles! »
«Scusa, ma oggi sembri… diversa! »
«Sì, diciamo che stamattina avevo voglia di vestirmi bene. »
«Bè, questo look ti dona. » rispose facendomi l’occhiolino per poi avviarsi a lezione.
«Ehi aspettami! » urlai, iniziando a correre per raggiungerlo.

«Bene, ora che Jenkins e l’amichetto ci hanno raggiunti, possiamo iniziare la lezione. » iniziò la professoressa di storia, una donnina alta un metro e una scatoletta di acciughe, più larga che alta insomma, con le guance perennemente rosse come fosse ubriaca, i piedi che cercavano di esplodere imprigionati in qui sandali orrendi che si ostinava a mettere estate e inverno (con sotto i calzettoni spessi) e un paio di occhiali incastrati sul nasone butterato con un neo enorme e peloso sulla punta che la faceva assomigliare a una strega, le mancava solo la scopa.
«Ci scusi. » le rispose Zach sedendosi al suo posto con me al fianco.
«Oggi iniziamo a parlare della Rivoluzione Americana. Jenkins, sa dirmi quando gli Stati uniti hanno dichiarato l’indipendenza dalla Gran Bretagna? »
« 4 luglio 1776? »
«Corretto, bene… »
Qualcosa mi colpì in testa, mi voltai e vidi quell’idiota di Niall Horan sghignazzare come suo solito, non avevo mai incontrato nessuno con una risata come la sua, era contagiosa, ma allo stesso tempo mi infastidiva, forse solo perché proveniva da lui… di fianco al biondino ossigenato, il suo amico, Liam Payne, un ragazzo tutto muscoli e niente cervello guardava me e poi per terra dove qualcosa ciò che mi aveva lanciato era caduto. Mi chinai e raccolsi il bigliettino.
“Oggi dai di nuovo “ripetizioni” a Zayn? Abbiamo sentito che andrai da lui!” ma che problema avevano tutti quel giorno?!
Girai il foglietto e, presa una penna, iniziai a scrivere la risposta “Sì, problemi? Siete per caso gelosi?” lo accartocciai e lo restituii al mittente. La risposta non tardò ad arrivare.
“Non prendertela, stavamo solo scherzando!” lessi in fretta, appallottolai il pezzetto di carta, lo infilai nella tasca dei miei jeans e tornai ad ascoltare la lezione.

«Pronto? » rispose mia madre dall’altro capo del telefono.
«Ciao mamma, sono Carrie. - ok, ce la potevo fare, avevo imparato cosa dirle a memoria. Non le avevo mai mentito ma questa volta mi toccava. - Oggi pomeriggio mi fermo agli allenamenti di Zach e poi andiamo a farci un giro, tornerò a casa per le sette penso, va bene? »
«Certo piccola, non fate troppo tardi, mi raccomando e salutamelo! »
«Certo mamma, a stasera. » riattaccai senza aggiungere una parola.
«Andiamo a fare un giro oggi pomeriggio? » mi chiese stupito Zach abbuffandosi del suo pranzo.
«No, sei la mia copertura, »
«Per cosa? »
«Malik mi ha chiesto di andare da lui a dargli ripetizioni. »
«E tu hai accettato? »
«Sì. »
«Ecco perché oggi sei tutta in tiro! »
«Taci Zach. Non è per quello. »
«Come vuoi tu. » mi rispose guardando intensamente dietro la mia testa. Mi voltai per vedere cosa stava attirando il suo sguardo e vidi Meredith, la ragazza più popolare del liceo. Alta, fisico da paura, mora, occhi castani, carnagione olivastra e ovviamente capo delle Cheerleaders…
«Ciao Carrie. » wow, sapeva anche il mio nome?!
«Ciao Meredith. »
«Zayn dice che verrai alla mia festa. »
«No, è solo una stupida scommessa. »
«Come vuoi, sappi però che dovrai vestirti bene. »
«Me ne ricorderò. » tirando fuori uno dei sorrisi più finti avessi mai fatto.
«Ci si vede allora. » cinguettò tutta contenta per poi tornare dal suo gruppetto di amiche.
«Allora oggi vieni a vedermi agli allenamenti? »
«Sì, non so che altro fare altrimenti… »
«Ok, ci vediamo lì. » Zach si alzò, posò il vassoio del pranzo nell’apposito trespolo e scomparve tra gli altri studenti.
Mi alzai a mia volta e dopo aver posato anch’io il vassoio mi diressi nell’aula di italiano per le ultime due ore di lezione, l’unico corso che non avevo in comune con Zach ma che al contrario condividevo con Malik e i suoi due amici dementi, Horan e Payne.

La professoressa, una donna che era l’esatto opposto della strega di storia, iniziò la sua lezione, quando l’ennesimo bigliettino della giornata mi colpì.
“Come ti vestirai sabato? xx Z” girai il foglietto e, senza farmi vedere, scarabocchiai una veloce risposta.
“Non è detto che ci debba venire..!” rispedii il foglietto indietro.
“Bè ma nel caso venissi…”
“Jeans e maglietta, contento Malik?! ora lasciami seguire la lezione.” Mi stava scocciando, sul serio, che gliene importava a lui di come mi sarei vestita!
“Ho un’altra scommessa da farti.” Che cosa poteva esserci di peggio?
“Sentiamo.”
“Te lo dico prima di andare ad allenamento. xx Z”
Appallottolai il foglietto e gli feci raggiungere quello di Payne della mattina.
Tornai a fissare l’insegnante con la mente altrove. Chissà che cosa voleva ancora Malik, non riuscivo a capire se tutta la storia della scommessa fosse una grande presa in giro o se, al contrario, fosse serio. In quattro anni di liceo non ci eravamo mai parlati, e ora, improvvisamente lui e i suoi amichetti dementi mi degnavano di qualche parola, wow, dovevo essere commossa? No, non era da me, io ero Carrie Jenkins e di certo non mi interessavano quei fighetti di Horan e Payne, degli immancabili Tomlinson e Styles e ovviamente non mi importava nulla di Zayn Malik, perciò no, non dovevo essere “toccata” da quelle improvvise attenzioni.

Finite le due ore di lezione venni raggiunta da Malik.
«Allora, pronta a sentire la nuova proposta? »
«Sentiamo, cosa può esserci di peggio che venire a una festa, di Meredith per giunta? »
«Preparati. - fece una pausa per prendere fiato e creare un po’ di tensione nell’aria e poi riprese a parlare spingendomi verso gli spogliatoi del campo da calcio. - Allora, se prendo A+ o in ogni caso, un voto più alto del tuo, tu sabato, non solo vieni alla festa, ma ti metti anche un vestitino, corto possibilmente - aggiunse con un’espressione maliziosa sul volto e percorrendo le mie gambe con lo sguardo in tutta la loro discreta lunghezza per poi tornare, con qui pozzi di cioccolata che aveva per occhi, a fissare i miei - con ovviamente dei bei tacchi. Allora ci stai? » domandò vedendo la mia espressione scandalizzata.
Come poteva chiedermi questo? Odiavo i vestiti, e probabilmente il sentimento era reciproco. Non che non potessi permettermi di portarli, avevo fatto ginnastica artistica per secoli e appena avevo smesso mi ero data all’ippica (nel vero senso della parola), semplicemente non era da me portare quei così, ero piuttosto una camionista, non una signorina!
«è una sfida? »
«Prendila come vuoi Carrie. Allora, accetti? » Ed ecco comparire sul suo volto un sorriso mozzafiato. Ok, dovevo ammetterlo quel ragazzo era veramente bello… ecco perché era così conteso tra le ragazzine della scuola!
«Va bene, accetto. »
Nel giro di due giorni avevo già accettato due scommesse propostemi da Zayn Malik e volevo a tutti i costi vincerle, o per lo meno… vincere l’ultima!
«Perfetto! - esclamò soddisfatto - Bè, goditi l’allenamento, ci vediamo dopo! »
«Carrie! Che ci fai qui? - mi chiese mio fratello avvicinandosi. - Con Malik per giunta! »
Non mi ero accorata fosse nei pareggi, ma d’altronde come poteva non esserlo, faceva parte della squadra no?
«Ciao Brad, stavamo chiarendo alcuni dettagli per le ripetizioni. »
«Sarà… - rispose con un tono che lasciava capire quanto poco credesse alle mie parole. - Che fai, mi aspetti e torniamo a casa insieme o vai a piedi? »
«Aspetto Zach e poi andiamo a farci un giro, ho già avvertito la mamma. »
«Va bene, a stasera sorellina. » mi spettinò i capelli in un raptus di “simpatia” come segno di affetto ed aprì la porta per entrare nello spogliatoio per poi sparire richiudendosela alle spalle.


---
Ecco a voi un nuovo capitolo! È un po’ così ecco.. (non dico che non mi piace o qualcuno viene a prendermi a casa ahah)
Comunque, innanzi tutto scusate per il tremendo ritardo >.< l’ispirazione è pari a zero!
Secondo, vorrei ringraziarvi tutti quanti perché è grazie a tutti quelli che recensiscono, mettono la storia nella preferite ecc. (solite cose insomma) che mi viene voglia di continuare a scrivere, grazie mille, davvero :’)
Vi aspettavate già la festa in questo capitolo? Mi è dispiaciuto deludervi, ma mi sa che dovrete aspettare ancora uno o due capitoli (secondo la scaletta sarebbe nel prossimo, ma diciamo che non la seguo molto, scrivo piuttosto di getto...), perciò abbiate pazienza.
Devo dire che in questo capitolo non sapevo bene l’immagine di quale personaggio presentarvi, ma alla fine ho optato per la bella Meredith, e chi meglio della stupenda Nina Dobrev può rappresentarla? (A farla odiosa mi si stringe il cuore, io amo questa donna çç)

 

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Spero non faccia cadere anche la vostra autostima sotto le scarpe come fa con me eheh!
Btw (che in questo caso non significa Born This Way ma by the way ahah) non si sa come sono stata promossaaaaaa! So che non vi importava, ma dovevo condivide la mia gioia (?) il prossimo anno ho la maturità D: A voi com'è andata?

Al prossimo capitolo!
xoxo
B

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


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Capitolo 4.


Mi diressi sulle tribune che delimitavano il campo da calcio e presi posto tra le gradinate più alte in modo che gli schiamazzi dei giocatori non mi dessero troppo fastidio.
Presi il libro di letteratura e inizia a studiare per il compito della settimana successiva.
« Stai sempre a studiare Jenkins! » mi voltai ritrovandomi persa negli occhi smeraldo di Styles.
« Dovresti farlo anche tu. »
« Ho modi migliori per passare il mio tempo. Vuoi che te ne faccia vedere qualcuno? » chiese con fare malizioso.
« Styles, sei disgustoso! »
Mi alzai e prendendo le mie cose mi spostai qualche gradino più sotto. Come previsto il ricciolino mi seguì.
« Non hai di meglio da fare che starmi a importunare Styles? »
« Pensavo ti facesse piacere passare un po' di tempo con me! »
« Sparisci. »
« Come vuoi. - si allontanò di qualche metro per poi tornare indietro – Ne sei proprio sicura?»
« Sì, non ti voglio qua, vattene, mi irriti! »
« Come vuoi tu Carrie, sappi che quest'opportunità non ti capiterà più. » affermò facendomi l'occhiolino.
« Lo spero proprio. »
Finalmente quell'impertinente di Styles si decise a lasciarmi in pace con i miei compiti.
Dopo circa mezz'ora il mio occhi finì casualmente sul campo e la vista che mi si presentò davanti certo non mi dispiacque: Malik aveva appena segnato e correva per il campo con la maglia tirata sulla testa lasciando ammirare a tutti i suoi addominali scolpiti.

“Carrie! Niente strani pensieri! Concentrati sulla letteratura!”
Mi rimisi a studiare ma ogni volta che cercavo di concentrarmi mi tornava in mente quell'immagine. Possibile che stessi facendo la fine delle ochette che correvano dietro a Malik? Una parte di me continuava a negare, mentre un'altra iniziava a pensare che al contrario fosse proprio così. A chi non sarebbe piaciuto uno come Zayn Malik?!
 
« Allora? Ti sei goduta lo spettacolo degli allenamenti? » mi chiese Malik, uscendo dagli spogliatoi con i capelli ancora leggermente bagnati che gli incorniciavano il volto, vedendomi appoggiata al muro di fronte ad aspettarlo.
« Non c'era nulla di interessante da vedere. » bugia.
« Sarà... - commentò lui – Il tuo amico ci sta osservando intensamente – aggiunse voltandosi verso Zach, che ci fissava dall'altra parte del corridoio – non è che è geloso? »
« Perché mai dovrebbe essere geloso di te? Aspettami un secondo, vado a salutarlo. » così dicendo mi allontanai dal moretto e mi diressi verso Zach, sul cui volto apparve un meraviglioso sorriso.
« Sicura che tu voglia andare da sola a casa di quello là? » chiese accennando a Malik.
« Tranquillo, sono semplici ripetizioni. »
« Va bene, ma la prossima volta che ti fermi agli allenamenti dopo vieni a casa con me! »
« Va bene Zach – risposi scoppiando a ridere. - ci sentiamo più tardi, ok? »
« Certo Carrie. A dopo. »
Gli stampai un bacio sulla guancia e tornai da Zayn.
« Allora, andiamo? » chiesi avviandomi al parcheggio.
« Impaziente Carrie? »
« Sta zitto. »
« Brad mi ha detto che non vado molto a genio ai tuoi genitori! »
« No, e se è per questo non vai a genio neanche a me. »
« Davvero? - io annuii – trano, normalmente le ragazze mi adorano. »
« Che tipo di ragazze? Le ochette che ti porti a letto? »
« Ehi, sono consenzienti! »
« Questo dimostra quanto poco cervello abbiano. »
« Non sei simpatica Carrie. »
« Dove hai la macchina? »
« Là, dietro quella Jeep. - rispose indicandola con una sua mano ambrata. - i tuoi sanno che passerai il pomeriggio con me? »
« Non vedo perché non dovrebbero saper... - Zayn mi lanciò un'occhiataccia, come se lui sapesse che stavo mentendo. - Ok, no, non lo sanno. »
« E come tornerai a casa? »
« è lontana la tua dalla mia? »
« Vedrai. » rispose aprendo la macchina e mettendosi al volante. Salii a mia volta. Era la seconda volta nel giro di pochi giorni che entravo in quell'auto. Mi guardai intorno osservando ogni piccolo dettaglio degli interni. Il cruscotto nero assorbiva i raggi del sole che filtravano attraverso il parabrezza mostrando quanto il ragazzo tenesse alla sua macchina. Non c'era un filo di polvere o una cartaccia che poteva dimostrare il contrario.
Malik accese la radio e iniziò a canticchiare Believe con Justin Bieber. Rimasi sbalordita. Immaginavo avrebbe avuto una voce che più si addiceva al suo carattere da stronzo cronico della scuola, invece le note, perfettamente intonate, che uscivano dalla sua bocca assumevano un tono dolce e tenero.
« Non pensavo fossi così bravo a cantare! »
« Ci sono molte cose che non sai di me Jenkins. »

Arrestò l'auto davanti al cancello di una villa enorme, salmone, circondata da un giardino verde e colmo di fiori colorati che, alla fioritura, emanavano un profumo irresistibile. Il tutto era circondato da una siepe verde chiaro che dava alla casa un'aria austera.
« Sorpresa? » mi chiese osservando la mia espressione stupefatta.
« Di cosa? Del fatto che tua sia pieno di soldi? In verità no, me lo aspettavo. Più i ragazzi sono ricchi, più sono viziati. »
« E tu credi io sia viziato?

 

 

« Certo! » affermai convinta.
« Entriamo che è meglio. »
Ci avviammo lungo il viale lievemente in salita che conduceva alla porta d'ingresso. Zayn aprì la porta e rimasi ancora più incantata di quando avevo visto l'esterno. L'ampio ingresso dava su due stanze ai lati, e un'enorme scalinata al centro che portava ai piani superiori. Ad illuminare il tutto pendeva dal soffitto un'enorme lampadario composto da gocce in cristallo su cui la luce si rifletteva diffondendosi creando strani effetti di luce per tutto l'ambiente.
« Andiamo nella mia camera? » annuii. Lui, con un ghigno sul volto si diresse al piano superiore.
Tra tutte le stanze della casa avrei potuto scommetterci che quella era la sua. Il disordine regnava supremo. Era piuttosto grande, buia per via delle persiane chiuse, il letto completamente disfatto a un lato era sommerso da vestiti e la scrivania, di fianco alla porta che conduceva al balcone, non era da meno.
« Wow. » dissi osservando ciò che mi circondava.
« Scusa per il disordine. - rispose prendendo una bracciata di vestiti dal letto e lanciandoli in un armadio a muro che non avevo notato. - Siediti pure. » aggiunse accennando al letto.
Mi accomodai timorosa e presi i miei libri dallo zaino.
« Da cosa vuoi iniziare? » chiesi, osservandolo mentre si faceva spazio tra quel disordine per aprire la finestra e far entrare così un po' di luce.
« Piccolo ripasso? » rispose, sedendosi al mio fianco. Potevo sentire il suo respiro caldo vicino al mio orecchio, il suo profumo mi riempiva le narici, era inebriante e mi provocava una strana sensazione di piacere facendo anche aumentare sia il mio battito cardiaco che la mia respirazione. Guardando quella scena, chiunque, avrebbe potuto pensare che a breve non avrei più resistito a quella situazione e o mi sarei alzata a prendere aria, o gli sarei saltata addosso. In realtà non feci nessuna della due cose, mi limitai a spostarmi leggermente più lontano da lui, cercando di non farglielo notare.

Dopo circa un'ora avevo bisogno d'acqua. Avevo parlato tutto il tempo, un po' per cercare di fargli capire tutto alla perfezione, un po' per reprimere quella vocina dentro la mia testa che continuava a dirmi che era inutile cercare di negare l'attrazione che provavo verso quel ragazzo.
« Ho sete. » affermai.
« Vieni ti accompagno in cucina. - rispose lui alzandosi. - è al piano di sotto » aggiunse, notando che io non mi ero mossa. Mi affrettai a raggiungerlo e lo seguii giù per le scale.
« Che cosa prendi? » mi chiese aprendo l'enorme frigorifero appoggiato alla parete alla mia destra.
« Acqua, grazie. » risposi semplicemente.
« Carrie, siamo solo io e te, se vuoi della birra o qualcos'altro poi dirlo! » mi stava guardando con un sorrisetto malizioso che non mi piaceva per nulla. O meglio, su di lui stava benissimo, non mi piaceva solo ciò che poteva voler sottintendere.
« Sono a posto così grazie. »
« Ok, ecco a te. » e mi porse un bicchiere d'acqua che aveva appena riempito. Al contatto con le sue dita sulla superficie liscia del vetro la sensazione di vuoto all'altezza dello stomaco che avevo provato il giorno precedente quando mi aveva baciato la guancia si ripresentò, rischiando quasi di farmi scivolate il bicchiere dalle mani.
« Grazie. » sussurrai guardando l'acqua che stringevo.
« Torniamo su. » affermò richiudendo il frigo da cui aveva appena estratto una birra e dirigendosi verso le scale.

Finalmente le due ore di ripetizioni finirono. Ora mi si prospettava davanti un problema: come sarei tornata a casa? Lui abitava dall'altra parte della città e di certo non potevo farmi tutta la strada a piedi!
Estrassi il cellulare dalla tasca del jeans per chiamare Brad sperando mi avrebbe retto poi il gioco con i miei, ma Zayn mi fermò.
« Che fai? »
« Chiamo Brad per farmi venire a prendere no? »
« Non fare la scema, ti riaccompagno io! »
« No, davvero, non è necessario! »
« Tuo fratello sarà qui tra minimo mezz'ora e in più ti ricatterà a vita per la bugia che hai detto ai tuoi. »
Aveva perfettamente ragione, Brad non sarebbe venuto certo a prendermi “a gratis”!
« Va bene, ma è l'ultima volta che mi riaccompagni! » sbottai, prendendo tutte le mie cose e dirigendomi all'uscita.

Eravamo quasi arrivati a casa mia, ma non potevo farmi vedere da mia madre scendere dalla macchina di Malik, dovevo farlo fermare a qualche isolato e completare la strada a piedi. Lui, come se mi avesse letto nella mente, si fermò a quattro case dalla mia, facendomi un sorriso.
« Grazie Malik, a domani. »
« Quando imparerai le buone maniere Jenkins? »
« Come scusa? »
« Sono due volte che ti accompagno a casa e due volte che neanche mi saluti! » ribatté lui con tono falsamente offeso.
« Sì che ti … » non riuscì a completare la frase che sentì le sue labbra poggiarsi sulla mia guancia poggiandoci sopra un bacio.
« Ciao Carrie, » mi sorrise e tornò a guardare la strada aspettando che scendessi dall'auto.
Ancora leggermente stranita aprì la portiera e mi incamminai verso casa.

*Driiiin*
Ecco di nuovo la sveglia. Quel venerdì aveva già suonato tre volte e finalmente mi decisi ad alzarmi spegnendola definitivamente.
Appena entrai in bagno notai i segni della nottata passata in bianco. Due profonde occhiaie segnavano il contorno dei miei occhi facendomi assomigliare molto a uno di quei panda coccolosi che si vedono nei documentari.
Mi lavai velocemente e, dopo essermi vestita, mi precipitai a fare colazione.
« Buongiorno tesoro mio! » grugnii in segno di risposta a mia madre e ignorai ogni allusione al mio aspetto fatta da mio fratello, divorando la colazione in un battito di ciglia.
Dopo essermi lavata i denti corsi in macchina e mi accoccolai sul sedile del passeggero aspettando, come ogni giorno, mio fratello.
« Hai fatto le ore piccole ieri? » mi chiese entrando in macchina e accendendo il motore.
« Stai zitto Brad, ti prego. »
« Devi dirmi come hai fatto a sgattaiolare fuori di casa, ci ho provato mille volte ma mamma e papà mi hanno sempre beccato! »
« Perché sei un idiota, ecco perché! E comunque non sono uscita di nascosto, semplicemente non ho chiuso occhio. »
« Cosa ti turbava sorellina? »
« Hai mai avuto un dubbio riguardo ai tuoi sentimenti per una persona? » chiesi dubbiosa e improvvisamente seria.
« Di chi stiamo parlando? Zach o Zayn? »
« Ma perché ne sto parlando con te? » chiesi più rivolta a me stessa che a lui girandomi verso il finestrino. Lui scoppiò a ridere e mi tirò un lieve pugno sulla spalla.
« E dai! Stavo scherzando! Non essere così permalosa! Comunque non credo sia io la persona giusta con cui dovresti parlarne. Chiedi alla mamma, magari, essendo donna, saprà cosa risponderti. »
« Lascia stare. » tagliai corto.
« Era solo un suggerimento... »

Zach quel giorno a scuola non c'era così mi ritrovai a non avere nessuno con cui parlare, nessuno con cui confidarmi, nessuno con cui sedermi a mensa... in quella scuola io ero sola, ma in tanti anni ormai me n'ero fatta una ragione e non ci facevo neanche più tanto caso.

« Pronta Jenkins per una clamorosa sconfitta? » mi chiese Zayn, affiancato da Horan e Payne, mentre entravamo nell'aula di matematica per la verifica.
« Io sì, tu? » chiesi di rimando con un occhiolino e un sorriso stampato sulle labbra.
« Ai vostri posti! - strillò Richardson riportando la classe all'ordine. - Bene, avete sessanta minuti a partire da ora, dovreste essere in grado di finire tutti gli esercizi in tempo, buon lavoro! »
Esaminai il foglio e improvvisamente tutti i numeri e le lettere che vi erano stampati sopra iniziarono a vorticare davanti ai miei occhi.

“Il coseno di un angolo..coseno, che parola carina!” No! dovevo concentrarmi, assolutamente o non sarei uscita viva da quel test. Presi una penna e iniziai a scrivere l'intestazione: Carrie Jenkins. Fino a qui tutto bene. Ripresi ad esaminare gli esercizi, ma più cercavo di concentrarmi sulla loro risoluzione, più la mia mente viaggiava per conto suo. Che mi stava succedendo?!
« Trenta minuti ragazzi! » annunciò il professore.
Sentii il rumore delle penne sui fogli dei miei compagni farsi più forte ed insistente. Mi guardai intorno, tutte le teste erano chine sui compiti, la mia no, era per aria, tra le nuvole.
Mancavano solo trenta minuti e io ancora non avevo scritto nulla.
Presi un bel respiro e cominciai a scrivere le uniche cose mi ricordavo di trigonometria.
« Bene, posate le vostre penne e in modo ordinato uscite dalla classe. »
Era già passata un'ora?! Non era assolutamente possibile!
Mi alzai a malincuore e uscì dall'aula.
« Jenkins? - mi fermò il professore – posso parlarti un secondo? »
« Certo professore. » risposi avvicinandomi.
« La vedo leggermente distratta in questo periodo, è sicura sia tutto a posto? »
« Certo, è solo lo stress, sa, ho molti compiti in questo periodo. »
« Capisco. Ho sentito che ha dato ripetizioni a Malik per questo compito. »
« Sì, è vero. »
« è cosciente del fatto che sia un caso perso? »
« Non del tutto signore, se si impegna sa anche essere bravo. »
« Vedremo con il risultato di questo compito. »
« Esatto. »
« E a lei com'è andato? »
« A me com'è andato? - chiesi retorica, com'era andato il compito? Male! - Bene, credo... » risposi non troppo convinta.
« Ne è sicura? L'ho vista guardarsi molto attorno... »
« Ne sono sicura, volevo solo controllare Malik, sa, mi sono impegnata così tanto... »
« Può andare signorina. » interrompendomi e congedandomi indicando la porta.
Che mi stava prendendo? Da quando in qua io, Carrie Jenkins, andavo male in un compito di matematica?! Insomma, ero un capo in quella materia!
« Allora Carrie, com'è andato il compito? » mi chiese Zayn vedendomi uscire dall'aula.
« Non male, a te? »
« Non male. »
« Be', presto avremo i risultati. » constatai con un sorriso tirato sulle labbra. Dovevo solo sperare Malik non avesse preso una A. Ma cosa mi era passato per la testa quando avevo accettato questa stupida scommessa?! E di nuovo come se mi avesse letto nella mente mi rispose.
« Mi sono sempre chiesto perché hai accettato. » quel ragazzo iniziava seriamente a preoccuparmi!
« Mi piacciono le sfide. »
« E ti piace anche perderle a quanto vedo! »
« Vedremo, non hai ancora vinto. » gli ricordai dirigendomi verso il mio armadietto.
« Sì, ma mi sento già la vittoria in tasca. - affermò con un ghigno soddisfatto sulla faccia – a domani Carrie! » mi diede un bacio sulla guancia che mi fece diventare rossa come un pomodoro e si allontanò con le mani nelle tasche.

Tornata a casa mi distesi sul letto a guardare il soffitto.
L'e-mail di Richardson contenente i risultati del test non si fece aspettare. Proprio mentre ero concentrata a fissare una crepa sentii il suono che faceva il mio portatile quando ricevevo posta.
Mi alzai con estrema calma e aprii il documento che mi era stato inviato.


Da: proff.richardson@insegnanti.uk
A: carrie.jenkins@gmail.com
Oggetto: Risultati test numero 4 di trigonometria.

Cara signorina Jenkins, sono spiacente di informarla del voto ricevuto nella prova svoltasi oggi.
C-
La prego di informare i suoi genitori del voto in quanto verrà mandata a casa una lettera al più presto con la richiesta di un colloquio.
Le mando in allegato la correzione del compito.
Distinti saluti proff. T. Richardson.
 
Rilessi la lettera più e più volte, soffermandomi su quella lettera in grassetto “C-”. Non mi era mai capitata una cosa del genere, era la prima quasi insufficienza che prendevo nel giro di quattro anni! Che cosa avrebbero detto mamma e papà di questo votaccio? È vero che Brad ne portava una a casa praticamente ogni giorno, ma io non ero lui. I miei genitori si aspettavano molto di più da me!
*Biiip*
Il suono del mio cellulare mi risvegliò da questi pensieri.
Allora, pronta per venire alla festa? Hai già scelto il vestito? xoxo -Z”

Merda, avevo perso.


---
Eccomi qua con un nuovo capitolo!
So che molti di voi già si immaginavano l'esito della prova di Zayn, ma in verità ancora non sappiamo il voto di Zayn, e lui non sa il voto di Carrie! ;)
Comunque a parte questo, spero vi sia piaciuto il capitolo!
Che dire, vi dovrei fare un monumento! 36 preferite, 12 ricordate, 45 seguite e bene 60 recensioni nel giro di 4 capitoli?! Io vi amo, sappiatelo!
Chiedo scusa se non sono ancora passata a leggere tutte le storie che mi avete chiesto, ma proprio non ce l'ho fatta, siete tantissime! Se vi va ricordatemelo in questa recensione e vedrò di passare.
Siccome in ogni capitolo pubblico una foto in teoria dovrei metterne una anche qui, ma proprio non saprei chi presentarvi! Non sono stati introdotti nuovi personaggi, perciò ho optato per una foto del nostro bel Zayn Malik! Vi prego, non svenite, niente bave ecc. keep calm girls, keeeep caaalm!


http://24.media.tumblr.com/tumblr_m62ka44wLD1r3hwpbo1_500.gif

xoxo
B (e il gatto che mi sta guardando intensamente, devo dire che è inquietante!)
p.s. Per chi volesse seguirmi su twitter sono _horanscupcakes e il mio account di riserva è iwannabeapanda_
p.p.s. scusate eventuali errori di battitura.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


http://24.media.tumblr.com/tumblr_m5em1dtOpK1r3hwpbo1_500.jpg

Capitolo 5.

 
« Tesoro, vieni a cenare?! »
« Non mi va mamma. » stavo stesa sul mio letto, senza muovermi, a fissare una piccola crepa sul soffitto mentre nella mia testa si affollavano un'infinità di pensieri.
Cosa mi era successo quel giorno?
Come avevo potuto prendere una C-?
C'era qualcosa che mi distraeva? O era solo il caldo soffocante che mi impediva di ragionare?
E poi ovviamente il mio tormento principale era la scommessa. Avevo perso. Avevo perso la scommessa contro Zayn Malik e ora mi toccava andare alla festa di Meredith.
Stavo cercando di inventare una scusa plausibile per non dover affrontare quel sabato sera quando sentì qualcuno bussare alla porta della mia camera.
« Avanti. » risposi con tono assente.
« Cara, tutto a posto? »
« Sì mamma, vai pure a cenare. »
« Non ti sei mossa da qua da quando sei tornata a casa! Devo preoccuparmi? »
« Ma va! » risposi alzandomi e sforzandomi di rendere la mia espressione il più serena possibile.
« Va bene. - si vedeva lontano un miglio che era poco convinta delle sue stesse parole e continua a scrutarmi come potessi esplodere in un pianto senza fine da un momento all'altro. - Cos'avete fatto tu e Zach ieri pomeriggio? »
« Niente di che, solite cose... »
« Tipo? » Ma perché mi stava facendo tutte quelle domande?
« Siamo andati al centro commerciale. » risposi vagamente tornando a coricarmi e voltandomi in modo da darle le spalle.
« Ah. E c'era qualcosa di interessante? »
« Mamma, perché mi stai facendo tutte queste domande? »
« Si chiama fare conversazione tesoro! » Mi giurai e la osservai con un sopracciglio alzato.
« Sicura? »
« Ok, mi hai scoperta. Sono una così pessima attrice? »
« Sì. »
« Ieri sera tuo padre dice di aver visto un po' lontano da qui la macchina di quel Malik. Non è che ci hai mentito e sei stata con lui tutto il pomeriggio? Insomma, passate un sacco di tempo insieme ultimamente voi due! »
« Gli do solo ripetizioni, tranquilla, non usciamo insieme se questo è quello che pensi. »
Mi sembrò sentirle tirare un sospiro di sollievo.
« Bene. - si alzò dal mio letto e raggiunse la porta. Poco prima di uscire si voltò e aggiunse - Vieni a mangiare. »
Tornai a fissare la crepa sul soffitto e poco dopo raggiunsi la mia famiglia in cucina.

« Carrie, svegliati, è tardi! »
Guardai l’orologio e schizzai in piedi, erano già le 8!
Mi diressi in bagno e, alla velocità della luce, mi lavai e indossai i primi vestiti riuscì a tirare fuori dall’armadio: gonna color carne con motivi floreali, corta e a vita alta, una canotta bianca e le mie adorate TOMS arancioni. Infilai al volo al collo la collana che avevo indossato qualche giorno prima e abbandonato poi sulla scrivania, afferrai una borsa verde menta e mi precipitai in cucina a fare colazione. Lungo il tragitto raccolsi i capelli in uno chignon scompigliato legandolo con un elastico che avevo al polso.
« Ultimamente fai sempre più fatica ad alzarti. » osservò mia mamma versando del succo d’arancia in un bicchiere.
« Non riesco a dormire la notte. »
« Secondo me dovresti andare a letto prima. »
« Può essere. - le diedi ragione, in realtà pensavo si sbagliasse di grosso, c’era qualcos’altro che mi teneva sveglia la note, ma non avevo voglia di discussioni. - Dov’è Brad? »
« Penso sia già uscito. » rispose distrattamente. Quasi mi soffocai con il succo che stavo bevendo. Se non mi fossi data una mossa mi sarebbe toccato andare a scuola a piedi! Presi la borsa e di corsa raggiunsi mio fratello che già era comodamente seduto al posto di giuda della sua auto con la musica ad un volume esagerato.
« Finalmente! - mi accolse.- Iniziavo a pensare di lasciarti a casa! »
« Non mi sarei stupita nel non trovarti qui una volta uscita di casa. » risposi chiudendo la portiera della macchina e mettendo la cintura di sicurezza.
« Allora stasera verrai anche tu alla festa di Meredith? »
« Non credo. »
« Sarebbe la prima festa a cui ti vedo da quando hai iniziato il liceo! »
« Ah ah - risi sarcastica. - non sei simpatico, lo sai? »
« Ok, allora dimmi a che feste sei andata. »
Effettivamente aveva ragione, non avevo mai avuto una vita sociale e come ho già detto Zach era il mio unico amico.
« Non è importante. » risposi girandomi a osservare il paesaggio che mi passava davanti dal finestrino.

Finalmente arrivammo a scuola e, dopo aver parcheggiato, mi diressi dietro a Brad verso la scuola.
« Carrie! » mi voltai e vidi Zach corrermi incontro cercando di non far cadere tutti i libri dallo zaino che portava, aperto, su una spalla. A quella scena non potei far altro che scoppiare a ridere per poi raggiungerlo per aiutarlo.
« Zach! Coma mai vai in giro con lo zaino aperto?! »
« Stavo ripassando matematica. Spero non mi faccia recuperare il test oggi! A te com’è andato? »
Mi guardai in torno sperando di non essere sentita da orecchie indiscrete e mi avvicinai al mio amico. « C-. Malik ovviamente non ne sa nulla. Tra l'altro: stasera mi accompagni alla festa? »
« Va bene. » rispose con un sorriso che andava da una parte all’altra del suo bel volto. Come mai tutto quest’entusiasmo?
Entrammo nell’edificio scolastico e, dopo essere passati dagli armadietti per prendere il necessario per la prima ora - matematica - ci dirigemmo in classe.
Malik e la sua banda di trogloditi ancora non c’era e io e Zach ci accomodammo ai nostri soliti posti, prima fila, i due centrali.
« Buong… » iniziò il professore sistemandosi alla cattedra, ma venne interrotto dall’ingresso trionfale di Malik, Payne e Horan.
« Scusi il ritardo. » si scusò quest’ultimo.
Zayn mi fisso facendomi un sorrisetto malizioso e mimando con le labbra un “Come ti vestirai” prima di accomodarsi tra gli altri due nell’ultima fila dell’aula.
« Bene, come dicevo prima che i signorini laggiù mi interrompessero - disse lanciando un’occhiataccia ai tre che nel frattempo avevano iniziato a farsi i fatti loro ridendo silenziosamente. - oggi correggiamo i compiti di ieri. » così dicendo si alzò e iniziò ad andare dagli studenti ad uno ad uno per consegnare i test e fare qualche piccolo commento ad alta voce.
« Bel lavoro Stilinki… Mi ha un po’ deluso McCall…. Ordinario Whittemore… Malik! - esclamò raggiungendo il ragazzo. - be', non me l’aspettavo, davvero, ottimo lavoro! Tutto merito di Jenkins immagino…? »
« Penso di sì prof. »
« Bene, le ha fatto bene prendere ripetizioni da lei, certo non si può dire il contrario. - aggiunse avvicinandosi a me. - è come se lei, signorina Jenkins, avesse passato tutto il suo sapere a Malik senza tenersene neanche un po’ per sé. Come mi spiega questo votaccio? » mi chiese sventolandomi la mia C- davanti agli occhi.
« Io… » cominciai.
« Si è distratta signorina! Non ne farò parola con i gruppo di tutor o potrebbero cacciarla, ma non voglio che succeda mai più, ci siamo capiti? - vedendo che non rispondevo a continuavo a guardare fissa il mio banco ripeté alzando il tono di voce - ci siamo capiti?! »
« Sì professore. »

Ed ecco la campanella.
Subito Malik mi raggiunse passandomi un braccio attorno al collo e allontanandomi da Zach.
Sentii come un vuoto all’altezza dello stomaco. Che fosse causato dal tocco di quel ragazzo? Ma no! Non era scientificamente possibile! Eppure quel ragazzo mi faceva un certo effetto e per quando cercassi di negarlo, in fondo, sapevo benissimo era così.
« Allora Carrie, C-? Davvero? »
« Lasciami stare Malik! » tentai di liberarmi, ma il suo braccio non dava segno di volersi muovere da dov’era.
« Ti servono per caso ripetizioni? » scoppiò a ridere alla sua stessa battuta buttando indietro la testa e lasciando vedere a tutti i suoi denti perfettamente bianchi.
« Non sei simpatico Malik. » finalmente riuscì a liberarmi dal suo abbraccio e mi  diressi al mio armadietto, ma presto lui mi raggiunse nuovamente.
« Allora - esordì appoggiandosi all’armadietto accanto al mio per guardarmi in faccia mentre prendevo i libri di italiano. - per stasera pensavo potessi metterti un bel vestitino corto e aderente con un paio di tacchi, ti donerebbero molto. » disse con un sorrisetto malizioso sulle labbra e facendomi l’occhiolino.
« Non credo proprio. » risposi sbattendo l’anta dell’armadietto e dirigendomi verso la lezione successiva.
« A no? Eppure erano questi i patti, o sbaglio? »
« I patti erano… » iniziai, ma lui mi interruppe subito.
« i patti erano che se prendevo A e più di te non solo saresti venuta alla festa, ma ti saresti anche vestita “bene” »
Sbuffai. « Io non ci vengo a quella festa. I miei non mi lasciano »
« Questo non è mai stato un problema per tuo fratello. Ti passo a prendere per le 8? Così prima andiamo a mangiare qualcosa insieme. »
« No, vengo con Zach. »
Finalmente mi liberai di lui ed entrai nell’aula di italiano chiedendo scusa alla professoressa per il ritardo.

Essendo sabato arrivai a casa per pranzo e dopo aver mangiato uscì per fare compere. Malik voleva mettessi un vestito come diceva lui? Bene, avrei messo un vestito, sarei andata alla festa e dopo poco sarei tornata a casa.
Entrai in qualche negozio e, dopo aver comprato un vestito e dei tacchi, rientrai.

*Driiin*
« Tesoro, è Zach! » urlò mia mamma dal piano inferiore.
« Arrivo! »
Mi diedi un’ultima occhiata allo specchio prima di scendere.
Indossavo un semplice tubino nero, corto, senza spalline, dei tacchi dorati piuttosto appariscenti abbinati a una clutche e il mio collo era adornato da un giro collo che si intonava la bracciale che avevo al polso.Per gli occhi scelsi uno smokey eyesin modo da mette in risalto il loro colore.
« Wow! » mi accolse Zach.
« Andiamo? » Chiesi impaziente. Non vedevo l’ora quella tortura finisse.
« Arrivederci signora Jenkins! »
« Ciao mamma. »
« Ciao cari, non bevete troppo, mi raccomando! »
« Sì, sì. » risposi frettolosamente chiudendomi la porta alle spalle.
« Stai benissimo Carrie. »
« Grazie Zach, anche tu non sei male! » portava dei jeans stretti e una camicia bianca che esaltava il suo bel fisico.
« Lo so. » rispose ridendo. Salimmo in macchina e dopo poco arrivammo alla villa di Meredith.
« Quanta gente! » esclamai fissando sbalordita l’esterno dell’abitazione. Si sentiva la musica provenire dall’interno e sicuramente l’alcool aveva già iniziato correre a fiumi a giudicare dalle urla.
« Entriamo? » chiese Zach aprendomi la portiera dopo aver parcheggiato.
Titubante mi issai sui vertiginosi tacchi che avo ai piedi e a passi incerti seguì il mio amico. Ma cosa mi era saltato in mente quando avevo deciso di mettere quelle scarpe?!
Entrammo nella casa ma ovviamente nessuno se ne accorse tranne un ragazzo che si stava avvicinando a noi. Quando fu più vicino lo riconobbi. Era Malik.
« Wow Jenkins! - esclamò. - sei uno schianto! »
Sbuffai e mi diressi con Zach a prendere da bere.
« Ripetimi perché siamo qui? » gli chiesi guardandomi attorno.
« Hai perso la scommessa, ricordi? »
Lo guardai alzando un sopracciglio. « Ero ironica. »
« Ti va di ballare? »
« Ancora qualche drink e vengo. » risposi bevendo tutto d’un fiato un bicchiere di Vodka. Iniziai a tossire e Zach scoppiò a ridere.
« Vacci piano! »
« Non pensavo fosse Vodka! »
« Vieni, amo questa canzone. »
« Stai scherzando vero? » il DJ aveva appena messo Ma Cherie e Zach mi prese per un braccio trascinandomi tra la folla.
« No. » ripose con un sorriso che mi lasciò senza fiato.
I piedi mi facevano male e venivo spinta da tutte le parti dalle persone che ballavano attorno a me. Non vedevo l’ora di tornare a sedermi, oltre tutto ero una ballerina pessima i tacchi di certo non mi aiutavano a sentirmi a mio agio sulla pista da ballo!
A un certo punto mi voltai per urlare qualche insulto all’ennesima coppia sbaciucchiante che mi veniva addosso e rimasi pietrificata. Malik era avvinghiato, anzi no, si stava mangiando il volto di Meredith con una foga inaudita.
Qualcosa dentro di me si mosse, era come se fossi gelosa di lui, come se desiderassi essere al posto della ragazza.
Schizzai fuori dalla massa di gente che ballava e, dopo essermi recata a prendere una bottiglia di Vodka, uscii fuori da quella casa iniziando a bere circondata da coppiette che scoprivano nuove parti del corpo l’uno dell’altra.
Zach mi raggiunse presto e cercò di togliermi la bottiglia dalle mani, ma senza successo. Ormai ne avevo bevuta quasi metà. Non sentivo più i neuroni del cervello connettere e le papille gustative bruciavano.
Volevo dimenticare ciò che avevo visto. Mi ero illusa Zayn mi volesse li con lui per stare un po’ insieme, ma in fondo aveva ragione, non gli avevo mai dato nessun segno riguardo a questo e lui si era andato a cercare un’altra. E poi chi mi diceva non si sarebbe trovato un’altra comunque? Io ero sempre Carrie Jenkins, potevo illudere lo specchio con qualche bel vestito e un bel trucco, potevo illudere chi non mi conosceva, ma non me stessa. Anche conciata così ero sempre la stessa.
Mi asciugai le lacrime che mi stavano solcando le guance e lasciai cadere la bottiglia. Presi Zach per un braccio, rientrai a ballare.
Iniziammo a ballare sempre più vicini finche la distanza tra le nostre labbra non fu che di un soffio. Le mie mani erano intrecciate attorno al suo collo e le sue erano appoggiate ai mei fianchi.
Mi riapparve nella mente l’immagine di Zayn e Meredith e, presa da una rabbia interna, annullai la distanza tra la mia e la sua bocca.
Subito lui rimase sorpreso da quel gesto ma non appena capì che non avevo intenzione di lasciare andare le sue labbra intensificò il bacio percorrendomi con le mani i fianchi e la schiena. Brividi mi percorrevano il corpo e quando iniziò a darmi lievi baci sul collo questi aumentarono facendosi sempre più forti.
Mi staccai da lui e prendendolo per mano mi diressi al piano superiore. Ma cosa stavo facendo?!
Zach mi fermò e iniziò a parlarmi con voce calma e tranquillizzante.
« Carrie, ho aspettato questo giorno per anni, in silenzio, al tuo fianco, ma non è oggi quel giorno, sei ubriaca, ti sei bevuta un’intera bottiglia di Vodka, ti riaccompagno a casa. »
Non protestai e mi lasciai trasportare fuori dalla villa.
« Carrie! » era Malik, ubriaco perso. si avvicinò a noi e mi prese il volto tra le mani avvicinandosi sempre di più a me. Non potevo muovermi, il mio cervello non rispondeva a nessuno stimolo.
« Stalle lontano Malik! » lo minacciò Zach.
« Altrimenti? »
« Altrimenti… »
« Martin, non faresti paura a una mosca! » lo interruppe il moro.
« A no? » mi lasciò andare e sferrò un colpo dritto sul naso del suo avversario. Quest’ultimo, dopo essersi ripreso dal pugno rispose con molta più violenza facendo cadere a terra il mio amico.
« E ora sparisci! » gli urlò contro Zayn.
Zach si rialzò e, dopo avermi presa sotto braccio e messa a sedere in macchina, mi riportò a casa spargendo sangue sui sedili della sua auto.

---
Ok, questo capitolo è stato veramente faticoso da scrivere e direi che non è uscito come mi aspettavo…
Siete rimasti delusi anche voi? Spero non troppo! Fatemi sapere che ne pensate!
Vorrei ringraziarvi tutti per il grande (be' lo è per me) successo che sta riscuotendo questa ff (26 recensioni in un solo capitolo?! *O*)
Tra una settimana circa partirò per Londra e starò via 2 settimane perciò pensavo di pubblicare ancora un capitolo di ciascusa ff che sto scrivendo (se vi va pasate anche a leggere l'altra) e poi mettere in pausa entrambe fino al mio rientro...

Siccome non ho nuovi personaggi da presentarvi, ecco a voi una gif del nostro bel Zayn Malik che ci vuole morte :’) Enjoy!

 http://i1059.photobucket.com/albums/t422/ShaynaTomlinson/zayngif4.gif

 
Al prossimo capitolo!
xoxo
B
p.s. per chi volesse seguirmi su twitter sono horanscupackes
p.p.s. vista l'ora non ho riletto, mi scuso per eventuali errori!
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. ***


 http://24.media.tumblr.com/tumblr_m5em1dtOpK1r3hwpbo1_500.jpg

Capitolo 6.


La mattina seguente mi svegliai con un forte mal di testa.
Una leggera luce filtrava dalle tendine della finestra e illuminava lievemente l'intera la stanza.
Guardai l'orologio sulla mia scrivania, segnava già mezzogiorno e mezzo.
Schizzai in piedi, maledicendomi immediatamente poiché la testa aveva iniziato a girare, e mi diressi in bagno.
I miei occhi, oltre che essere contornati di nero per il trucco che non avevo rimosso la sera prima essendo troppo ubriaca, erano segnati da due profondissime occhiaie violacee e ridotti a fessure.
Mi lavai il viso con dell'acqua fresca per svegliarmi un pochino, ma ovviamente senza risultati, e tornai in camera mia.
Era un disastro.
La sera prima mi ero spogliata lasciando tutti i vestiti sparsi per la stanza. Mi chinai e, dopo averli raccolti, li riposi nell'armadio da cui presi una felpona da casa e un paio di pantaloni vecchi e logori. Legai i capelli in una coda e, barcollando, andai a fare colazione.
« Alla buon'ora! » esclamò mio padre vedendomi entrare e distogliendo lo sguardo dal giornale che stava leggendo.
Senza degnarlo di uno sguardo aprì il frigo e tirai fuori il bricco del latte, ne versai un po’ in un bicchiere e mi gettai su una sedia e, con fare assente.
« Sei tornata a casa tardi ieri sera! » osservò mia mamma arrivando alle mie spalle e abbracciandomi.
Mugugnai. Non avevo proprio le forze per risponderle.
Ed ecco arrivare quel deficiente di mio fratello, non mi era mancata per nulla la sua vista.
« Ehi sorellina! - mi urlò in un orecchio avvicinandosi. - Com’è andata la serata? »
« Stai zitto. » risposi con un soffio tornando a sorseggiare il mio latte.
« Sai come si dice? La sera leoni, la mattina cogl… »
« Brad! » lo rimproverò prontamente mia madre tirandogli uno schiaffo sulla nuca.
Io soffocai una risata e mi alzai per riporre il bicchiere.
« Dove credi di andare signorina? » chiese mio padre mentre mi avviavo alla mia stanza.
Sentivo gli occhi di tutti e tre puntati su di me nonostante non potessi vederli in faccia.
Con estrema calma mi voltai e vidi lo sguardo severo negli occhi di mio padre.
Merda, che avevo combinato la sera prima? Nella mia testa non c’era altro che vuoto!
« Ti pare il caso di lasciare la sedia così? » chiese indicandola.
I muscoli che si erano tesi per l’ansia poco prima si rilassarono e sospirai si sollievo.
Misi a posto la sedia e andai in camera mia.
Chiusi la porta alle mie spalle e mi lanciai sul letto prendendo il cellulare dalla scrivania, “2 nuovi messaggi.” Il primo era di Zayn, il secondo di Zach.
“Scusa se ieri sera ho colpito il tuo amico, ero un po' ubriaco. xx -Z”
Cosa? Aveva picchiato Zach? Per quanto mi sforzassi, non riuscivo assolutamente a ricordare cosa fosse successo la sera prima: avevo incontrato Zayn, ero andata a prendere da bere con Zach e poi...? A sì, avevo visto Zayn e Meredith e poi buio completo. Non mi ricordavo più nulla.
“Dobbiamo parlare. Zach.”
E ora? Che era successo con Zach? Come mai dovevamo parlare?
Presi il telefono e digitai velocemente una risposta.
“Ok, vieni da me quando vuoi. Di cosa dobbiamo parlare?”
Appoggiai il cellulare sul letto e mi alzai per andare a farmi una doccia prima di pranzo. Sentì il cellulare vibrare, ma non ci feci caso. Entrai in bagno e aprii l'acqua calda, mi spogliai e m’infilai sotto il getto.
Un milione di domande mi tartassavano la mente, non riuscivo a comprendere a pieno ciò che era successo. Mi ero sul serio ubriacata solo perché avevo visto Zayn e Meredith insieme?! Sì, lui era un bel ragazzo, ma l'avevo sempre trovato presuntuoso, egoista... lui era il belloccio della scuola e non era certo il mio tipo neanche fossi stata la ragazza più popolare della scuola! O forse no... la verità poteva essere che nel profondo fossi innamorata di lui tanto da essere gelosa? Impossibile! Continuavo a rispondermi che non fosse vero, ma molto probabilmente era più auto-convincimento che non una certezza vera e propria.

« Carrie, c'è Zach! »
Era già qui?! Uscii dalla doccia in tutta fretta e con altrettanta velocità mi vestii per raggiungere il mio amico.
« Ciao. » lo salutai con un sorriso entrando in cucina.
Lui non rispose e continuò a fissarsi i piedi.
« Perché non andate in camera tua, tesoro, così posso passare l'aspirapolvere? »
Io annuii e, seguita da Zach, tornai nella mia camera.
« Allora – esordii io guardandolo mentre si sedeva sul mio letto – di cosa dovevamo parlare? »
« Ieri sera. » Lo guardai con aria interrogativa. Finalmente mi stava guardando negli occhi e potei notare un livido che prendeva il naso, una parte della guancia sinistra e il labbro superiore su cui era ben visibile un taglio parecchio profondo. Portai le mani alla bocca dallo stupore e rimasi a fissarlo pietrificata.
« Cosa ti è successo?! » gli chiesi infine.
Sbuffò e scrollò le spalle.
« Il tuo amico Malik. »
« è stato lui a combinati così?! »
« Sì. »
« Ecco il significato di quel messaggio. » dissi più a me stessa che a lui.
« Cosa intendi? »
« Nulla. Allora, di che dovevamo parlare? »
« Ti ricordi cosa ti ho detto ieri sera? »
Ripensai attentamente, per l'ennesima volta di quella mattina, a cosa fosse successo ma non risaliva nulla alla mia mente.
« No. »
« Bene. » rispose sollevato con un sorriso che gli provocò, a giudicare dalla smorfia che fece poco dopo, parecchio dolore al labbro ferito.
« Cosa mi hai detto? » ora che aveva sollevato la questione ero curiosa di ricostruire ogni particolare della serata, doveva raccontarmi esattamente tutto ciò che era successo.
« Nulla. »
« Non può essere nulla se volevi ne parlassimo! - mi scaldai. - Non ti avrò per caso baciato? Scusami, davvero, non volevo, sei il mio migliore amico e non vorrei aver rovinato tutto! »
« No, tranquilla. » sorrise nuovamente ma si vedeva che era sforzato, che nascondeva qualcosa. Lo guardai intensamente negli occhi, ma non vedevo altro che un pozzo grigio tendente all'azzurro che mi fissava con la stessa intensità.
« Ok. - sorrisi distogliendo lo sguardo. Poi indicai il suo labbro – Fa male? » che domanda idiota! Ovvio che gli faceva male, come poteva essere il contrario?!
« Un po' – rispose – Mi sa che per un po' non potrò baciare nessuna. » e subito dopo scoppiò a ridere e nuovamente il dolore si presentò sul suo volto.
Non avevo mai capito a fondo quel ragazzo. Molte ragazzine gli sbavavano dietro a scuola, da quando lo conoscevo aveva sempre fatto strage di cuori e non potevo biasimare tutte coloro che si innamoravano di lui, era perfetto: bellissimo, simpatico, gentile, dolce, intelligente... eppure lui era sempre stato al mio fianco, senza mai abbandonarmi, in nessun momento della mia vita a partire dal nostro incontro. Era il migliore amico, o ragazzo, migliore che si potesse desiderare.
« Povero! » lo presi in giro sedendomi al suo fianco sul mio letto e scompigliandogli i capelli. Lui mi afferrò per i polsi e iniziò a farmi il solletico e io mi gettai sul letto ridendo a crepa pelle.
Quando si trovò coricato esattamente sopra di me, Zach, si bloccò, tenendomi i polsi, appoggiati al fianco della mia testa, bloccati tra la sua mano e il materasso. Il suo respiro si fece più affrettato. Potevo contare le piccolissime lentiggini sul suo volto talmente eravamo vicini. Il suo dolce odore mi penetrava nelle narici facendomi stare bene ed ebbi una sensazione di déjà-vu. Di scatto si alzò ricomponendosi, come se qualcosa l'avesse spaventato.
« Devo andare. » disse avviandosi alla porta di camera mia e uscendo in tutta fretta.
Non capivo cosa fosse successo. Lo rincorsi per il corridoio che conduceva alla porta d'ingresso chiamandolo ma lui non faceva segno di volersi fermare.
« Arrivederci signora Jenkins, ciao Carrie. » e senza aggiungere nessun'altra parola si richiuse la porta alle spalle.
Rimasi lì, nell'ingresso, ferma a fissare la porta ancora confusa. Mia madre si avvicinò e mi passò un braccio attorno alle spalle.
« Tutto bene? » chiese.
Annuii e, liberandomi dalla sua presa, tornai nella mia camera.

La mattina seguente mi svegliai con più voglia di andare a scuola del solito.
Mi alzai al primo suono della sveglia e corsi in bagno. Dopo una doccia veloce, mi truccai, ormai lo facevo quasi d'abitudine, non mi dispiaceva essere un po' più curata, stavo meglio con me stessa anche se poi dovevo indossare gli occhiali che rimpicciolivano notevolmente i miei occhi. Tornai in camera e mi vestì con un paio di jeans chiari e una canotta floreale, infilai un paio di scarpe di pelle marroni abbinate a una borsa dello stesso colore e materialee uscii per fare colazione.
« Buongiorno tesoro. »
« Ciao mamma. »
« Come mai così arzilla? » chiese osservando il grande sorriso che avevo stampato sulla faccia. Bella domanda!
« Non lo so, penso che sia per via del sole. » risposi addentando i miei pancakes.
« Cos'è successo ieri con Zach? » il sorriso sul mio volto scomparve. Me l'ero chiesto anche io, ma non sapevo rispondere, un minuto prima ridevamo insieme e poi tutto d'un tratto stava “scappando” dalla mia casa.
« Non lo so. »
« Non è che mi stai nascondendo qualcosa? »
« Tipo? »
« Non saprei... non è che voi due siete più che semplici amici? »
« Mamma! - la rimproverai con un finto tono di rimprovero nella voce - Zach è il mio migliore amico, e non sarà mai nulla di diverso. »
« La mamma non ha tutti i torti! A volte vi comportate come se foste fidanzati » aggiunse brad appena entrato nella stanza.
« Brad, nessuno ha chiesto il tuo parere. » lo ammonì.
« Muovetevi, o arriverete in ritardo! » cambiò prontamente argomento mia mamma per evitare una lite tra fratelli di prima mattina.
Presi la mia borsa e mi diressi alla macchina seguita da mio fratello.
« Allora – esordìii ui alle mie spalle – divertita sabato? Sei andata via presto! »
« Non stavo molto bene. » in fondo non era del tutto una bugia, ero completamente ubriaca, perciò era vero che non stavo molto bene.
« Ho sentito che Zayn ha picchiato Zach! » buttò lì salendo in macchina e accendendo il motore.
« Sì. »
« Come mai? »
« Non ne ho idea. » ammisi.
« Quando l'avrai scoperto fammi sapere, sono curioso! »
« Sei peggio delle vecchiette che vogliono sapere tutti i gossip! » ridacchiai prendendolo in giro.
Lui dal canto suo non rispose e si mise a guidare con maggior concentrazione.
Arrivati a scuola non trovai Zach ad aspettarmi, così mi diressi, da sola, alla prima ora di lezione: matematica.
Entrai in classe e mi sedetti al mio solito posto. Sentivo gli occhi di tutti puntati su di me, come se mi vedessero per la prima volta, e potevo percepire dei sussurri che si scambiavano i miei compagni con commenti su chi sa cosa. Cos'era preso a tutti quella mattina?!
Mi guardai attorno e improvvisamente tutti finirono di bisbigliare. Horan e Payne erano seduti al loro solito posto ma sembravano sguarniti senza la figura perfetta che li separava normalmente. Dov'era finito Malik? Ma in fondo, a me, cosa importava?!
« Buongiorno ragazzi. »
« Buongiorno professor Richardson. » rispose la classe all'unisono.
« Visto che... - qualcuno bussò alla porta – Avanti!»
« Scusi il ritardo. » disse Zach entrando.
« Buongiorno Martin, prego, si vada a sedere. » il ragazzo si guardò attorno, poi, senza degnarmi di uno sguardo, si sedette al mio fianco tirando fuori i libri.
« Ciao. » lo salutai.
« Ciao. » rispose distaccato senza togliere lo sguardo dal professore. Ci avevo provato, avevo provato a parlargli, ma lui niente, dal pomeriggio prima non mi rispondeva ai messaggi e ora neanche mi degnava di uno sguardo. Che gli avevo fatto?!
« Stavo dicendo... - qualcuno bussò nuovamente alla porta e Richardson sbuffò esasperato. - Avanti! - esclamò. Zayn entrò nella classe. Ah, buongiorno Malik! In ritardo come sempre vedo! » osservò ironicamente mentre il ragazzo, senza rispondere, si sedeva al suo posto.
Mi voltai a guardarlo, anche lui portava i segni di un pugno sul volto, meno pesanti di quelli di Zach, ma pur sempre evidenti!
« Sperando di non essere nuovamente interrotto, stavo dicendo che visto che Martin deve recuperare il test, vorrei dare l'opportunità anche a chi ha preso un'insufficienza di rimediare. » il suo sguardo cadde su di me e mi sentì avvampare dall'imbarazzo.

Finita la lezione feci per raggiungere Zayn, ma lui fu più veloce di me a uscire dall'aula. Era come se anche lui mi stesse evitando.
« Zach! » lo chiamai vedendolo passare velocemente al mio fianco. Lui si voltò e finalmente mi rivolse la parola.
« Carrie. »
« Senti, mi puoi spiegare che sta succedendo? »
« Non sta succedendo proprio nulla! »
« Sia tu che Zayn mi evitate e ieri pomeriggio senza un motivo preciso sei scappato da casa mia! »
« Zayn, sempre Zayn. Ti sei accorta che ultimamente non fai che pensare a lui? »
« Ma cosa stai dicendo?! Non so se hai notato ma non parlo mai di lui e sabato sono stata tutto il tempo son te! » esclamai stupita.
« Ho detto pensare, non parlare! E poi ci credo che sabato tu sia stata tutto il tempo con me, lui era impegnato con un'altra! »
« Ma cosa stai dicendo?! » sentivo le lacrime pungere i miei occhi, volevano uscire a tutti i costi.
« Perché ti sei ubriacata? Perché mi hai baciato? Perché volevi portarmi in una stanza al piano di sopra? Perché ho dovuto confessarti i miei sentimenti per te? »
Sentii una goccia calda percorrermi il viso, le lacrime mi stavano rigando le guance e non erano intenzionate a cessare.
« Ma cosa stai dicendo? » sussurrai.
« Ti sto raccontando come sono andate le cose sabato. Sei innamorata di Zayn e continui a negarlo. »
« E questo cosa c'entra con ieri? »
« C'entra perché io sono innamorato di te. » mi lanciò un'ultima occhiata e si allontanò lasciandomi lì, in mezzo al corridoio, piangente, abbracciata ai miei libri senza sapere cosa fare.
Mi avviai al mio armadietto, lo aprii e feci il cambio dei libri.
Mi guardai nel piccolo specchietto appeso all'anta. I miei occhi erano pesti per via del mascara colato, presi una salvietta e cercai di pulirmi senza però riuscire nel mio intento.
Perché non me n'ero accorta prima? Ora che sapevo i sentimenti di Zach tutto aveva un senso, ogni suo comportamento, ogni suo gesto, tutto.
E io cosa provavo per lui?
Chiusi l'armadietto e m incamminai per il corridoio per raggiungere la classe della lezione successiva.
Voltai l'angolo e vidi Zayn e Meredith appoggiati a degli armadietti scambiarsi dolci effusioni.
Il mondo mi crollò addosso.
Zach aveva ragione, aveva ragione su tutto. Feci cadere i libro e mi misi a correre nell'ingresso e poi fuori, nel parcheggio, finché non sentì le gambe cedere alla fatica. Mi accasciai a terra e iniziai a singhiozzare.
« Carrie, non piangere, non è il caso. E scusa per prima. » un braccio mi aiutò ad alzarmi e qualcuno mi abbracciò. Il profumo di Zach mi riempì le narici. Abbracciai il mio migliore amico più forte che potevo, incastrando la testa nell'incavo del suo collo.
« Scusa Zach, avevi ragione tu. » sussurrai.
« Ssst, va tutto bene. »

---
Ecco mi qua con un nuovo capitolo!
Allora, che ne pensate? Io devo ammettere che sono piuttosto soddisfatta! (strano vero?)
Che dire… spero vivamente vi piaccia!
Vorrei ringraziare tutti quanti per le splendide recensioni, grazie, davvero! Sono tantissime!
Come già ho detto lunedì partirò per Londra e starò via due settimane, perciò, nel caso in cui non riesca ad aggiornare prima della mia partenza, vi saluto mie bellissime lettrici!
Se volete rendermi felice (oltre a  recensire questo capitolo) passereste anche da quest’altra mia storia? (clicca qui) è sempre sui One Direction, ma è… diversa! Spero vi piaccia ;)
Siccome ho nominato molte volte la mamma di Carrie senza mai farvela vedere, ho deciso di mettervi una su foto. Ho scelto la bellissima Maria Canals Barrera! (Vi ricorda nulla?)

 

http://static.tvguide.com/MediaBin/Galleries/Shows/S_Z/Wi_Wp/Wizards_Waverly_Place_Movie/crops/wizard-waverly-place-movie2.jpg

 
Recensite in tanti, mi farebbe veramente piacere un parere di ognuno di voi, mie/i care/i lettrici/lettori :)
A presto!
xoxo
B
P.S. per chi volesse su twitter sono @horanscupcakes (seguitemi anche su @iwannabeapanda_) e su instagram ilovecioccolato ;)
P.P.S. mi scuso per eventuali errori di grammatica e di battitura. Se caso mai ne trovaste, aveste voglia di scrivermeli nella recensione? Grazie mille!
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7. ***


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Capitolo 7.

 
« Oggi vieni a vedermi agli allenamenti? Poi andiamo da Starbucks, ci stai? » mi chiese Zach con la bocca piena a mensa.
Era passata una settimana da quello spiacevole lunedì, ed io non avevo più visto Zayn e Meredith, probabilmente lui si era già stufato di lei e si stava dando da fare qualche nuova, come se per lui ce ne fossero ancora molte all’interno dell’istituto, ragazza.
Nel frattempo i rapporti tra me e Zach erano cambiati.
Ora che sapevo i suoi sentimenti per me mi veniva più difficile essere naturale quando lui era nei paraggi, mi metteva in soggezione sapere ciò che provava per me. Ovvio, se ciò che provava lui fosse stato ricambiato, tutto sarebbe stato più facile, ma non era così. Ormai lo avevo ammesso pure a me stessa: per quanto sapessi fosse sbagliato, per quanto non volessi fosse vero, per quanto fosse doloroso, ero innamorata di Zayn Malik e non ci potevo fare nulla.
Per anni non mi aveva fatto né caldo né freddo, ora invece, così all’improvviso, tutto era cambiato. Non mi era più indifferente.
« Certo. » risposi titubante. Non avevamo più passato neanche un pomeriggio insieme.
« Bene, allora ci vediamo al tuo armadietto alla fine dell’ultima ora. » disse alzandosi per andare alla lezione successiva. Prima di allontanarsi si chinò su di me e mi diede un leggero bacio sulla guancia.
Prima d’allora l’aveva sempre fatto, ma questa volta era diverso, il suo tocco questa volta aveva provocato una reazione diversa da parte del mio corpo. Sentì le guance avvampare, ero sicuramente diventata rossa come un pomodoro, e il respiro fermarsi. Mi rendevo conto che quel bacio per lui poteva avere un significato diverso.
Mi alzai a mia volta per dirigermi in classe, quando incontrai lo sguardo di due occhioni nocciola, Zayn mi stava osservando dall'altra parte del cortile. Mantenemmo quel contato visivo per qualche secondo che a me sembrò un'eternità finche io non ce la feci più. Abbassai gli occhi e, guardandomi i piedi, rientrai nell'edificio scolastico.

Erano passate le quattro e un quarto da un pezzo e, davanti al mio armadietto, di Zach ancora nessuna traccia. Dove si era cacciato?! Le opzioni erano due: o si era dimenticato di me, o era stato rapito da degli alieni. La mia mente razionale scartò subito la seconda opzione e mi diressi al campo sperando di incontrarlo lì.
« Carrie, Carrie! » mi voltai di scatto e lo vidi correre affannato verso di me.
« Che fine avevi fatto? » gli chiesi avvicinandomi a lui e prendendogli un libro, che gli era caduto, da terra.
« Mi sono trattenuto a parlare con Richardson, - rispose con il fiatone appoggiandosi al muro accanto a lui con una mano per reggersi meglio in piedi - A quanto pare ho preso A+ nel compito! »
Già, il compito di recupero del giorno prima... era la prima volta che ne facevo uno e speravo fosse anche l'ultima! A primo impatto sembrava essermi andato bene, era come se fossi tornata la Carrie di sempre, ma non mi ero ancora troppo illusa.
« Bravo! » esclamai con un gran sorriso sulle labbra.
« Andiamo? » e fece un cenno verso il campo. Io annuii e lo seguii.
« A dopo! » gli dissi una volta raggiunti gli spogliatoi, lui mi sorrise e vi entrò.
Mi diressi alle tribune, quelle stesse tribune su cui io e Zayn ci eravamo seduti quando tentavo di fargli capire matematica, e osservai i giocatori già in campo. Ed eccolo lì, bello come un dio greco ad allenarsi con gli altri.
I capelli scompigliati, la maglietta sudata che risaltava il suo fisico scolpito, la pelle che brillava al sole. Ogni particolare di quel ragazzo era veramente perfetto.
Si voltò verso le tribune e di nuovo i suoi occhi nocciola caddero nei miei. Questa volta fu lui a distogliere lo sguardo e io lo imitai.
Quei suoi grandi occhioni, così come il tocco delle sue labbra sulla mia guancia, il suono melodico della sua voce che diceva il mio nome per la prima volta, con dolcezza, il profumo dolce del suo dopobarba sempre accompagnato da un retrogusto di tabacco che lo rendeva ancora più inebriante, il vuoto allo stomaco provocato da ogni contatto con la sua pelle o semplicemente con i suoi occhi erano impressi nella mia mente ed io non potevo, anzi non volevo, far nulla per scacciarli.
C'era anche un'altra cosa che non riuscivo a togliermi dalla mente e continuava a tormentarmi: lui avvinghiato a Meredith. Quell'immagine mi faceva male, male come nient'altro prima d'allora. Mi faceva sentire così piccola e stupida per aver pensato potesse mai accadere qualcosa tra noi due!
« Ciao Jenkins. » Louis Tomlinson, miglior amico di Zayn Malik, ragazzo, dell'ultimo anno, tra i più ambiti tra le ragazzine, cos' come tutti i suoi amici, mi fece sobbalzare. Era appollaiato qualche gradino sopra di me e mi stava fissando con quei suoi grandi occhi azzurri. Come conosceva il mio nome?
« Tomlinson. » risposi distaccata.
« Conosci il mio nome? » chiese stupito ma con ironia.
« E già, si dice tu sia popolare a scuola. » ribattei, sarcastica, senza distogliere lo sguardo dal suo che mi metteva molto in soggezione.
« Ah, si dice così? »
« Sì. »
« Be' allora siamo in due. »
« Che vuoi dire? » chiesi con interesse crescente.
« Che anche tu sei popolare Carrie, non per lo stesso motivo, ma nell'ultima settimana sei stata sulla bocca di tutti! »
Mi ero accorta che al mio passaggio le persone si zittivano, ma non pensavano stessero parlando sul serio di me! Non c'era niente di sconvolgente nella mia persona, nessun gossip da raccontare in giro.
« Coma mai? »
« Per ciò che è accaduto alla festa di Meredith ovviamente! - lo guardai con aria interrogativa e lui continuò – Zayn Malik e il tuo amichetto si sono picchiati per te, è ovvio che tutti ne parlino! »
« Non si sono picchiati per me, si sono picchiati perché erano ubriachi! » risposi.
« Credi a ciò che vuoi. - disse alzandosi. - Ci si vede Carrie! » e si allontanò giù per le gradinate per raggiungere i suoi amici.
Quella conversazione con Tomlinson mi aveva lasciata perplessa. “Si sono picchiati per te”, “Credi a ciò che vuoi” che cosa sapeva lui in più di me? Era un problema che non mi ero mai dovuta porre.
Mentre pensavo a tutto questo, guardai il campo. I ragazzi stavano giocando divisi in due squadre e Zach e Zayn erano insieme. Li osservai. Ogni tanto si lanciavano qualche occhiataccia ma nulla di che. Tomlinson si sbagliava.

Finiti gli allenamenti mi recai all'ingresso degli spogliatoi per aspettare Zach.
Dopo qualche minuto la porta si aprì, ma quello non era Zach. Malik si fermò a guardarmi e mi fece un cenno in segno di saluto.
« Ciao Carrie. »
« Ciao Malik. » risposi imbarazzata.
« Come va? »
« Bene, - mentii – tu? »
« Bene. »
Restammo a osservarci per qualche minuto, nessuno dei due osava né muoversi né proferir parola.
« Bella festa sabato scorso eh? » Non sapevo se fosse serio o ironico ma deciso lo stesso di assecondarlo.
« Già. » risposi con un sorriso.
« Non mi ricordo più niente! » disse scoppiando a ridere.
« Una cosa te la ricordi bene però vero? »
« Che cosa intendi? »
« Meredith. » lui mi guardò con occhi mortificati per poi abbassare lo sguardo.
Calò un silenzio imbarazzato, poi a un certo punto aprimmo bocca all'unisono.
« Carrie, scusa per sabato... »
« Zayn sabato... - mi fermai. - scusa, stavi dicendo? »
« Scusa per come mi sono comportato sabato. »
« Non importa. »
« Sì invece! Sono stato un'idiota! »
« In quale parte della serata? »
« Tutta! La festa non era ancora iniziata ed io ero già ubriaco come una spugna! »
« Su questo non ti posso dare torto. » affermai gelida.
« Senti, mi dispiace davvero. Volevo passare la serata con te, ma all'idea che ci fosse anche il tuo amico, Martin, mi sono fatto prendere dal panico, ero sicuro che se mai avessi dovuto scegliere tra i due avresti scelto lui e non potevo sopportarlo. Ero nervoso e ho iniziato a bere e fumare appena ho messo piede alla festa, non è stata una delle mie idee più brillanti, anzi, tutto il contrario! Poi sei arrivata tu, bellissima, - fece una pausa e sbuffò come se si stesse immaginando la scena nella mente. - accompagnata dall'immancabile Zach Martin e dopo avermi salutato, freddamente, te ne sei andata con lui. A quel punto non ci ho più visto, ho iniziato a bere ancora di più e non appena vi ho visti ballare insieme ho afferrato Meredith e mi sono avvinghiato a lei più forte che potevo, come se in questo modo avessi potuto alleviare il dolore dentro che mi provocava vederti tra le braccia di un altro. - sbuffò di nuovo. - Quello è cotto di te. Stareste bene insieme e... »
« Ma non stiamo insieme. - risposi. - in più non avevi detto di non ricordarti nulla di sabato? »
« Già, da qui in poi è buio totale. - rispose pensieroso. - Quindi tra voi due non c'è nulla? - scossi la testa. - Però lui è innamorato di te, si vede da come ti guarda! - non risposi. - Tornando a sabato – continuò – sai che mi ero programmato tutta la serata? - mi chiese sorridendo. - saresti dovuta arrivare ed entrare nelle mie braccia aperte, avremmo passato la serata insieme a ballare, ridere, scherzare e volendo anche a parlare, perché in fondo io non ti conosco a fondo, Carrie, e tu non conosci me, poi... »
« Se ti eri programmato tutto questo – lo interruppi – perché il giorno dopo eri attaccato a Meredith come una sanguisuga? » chiesi. Lui mi guardo negli occhi e si avvicinò leggermente. In una situazione diversa mi sarei sciolta, ma in quel momento non volevo altro che risposte.
« Hai degli occhi bellissimi. » rispose accarezzandomi una guancia.
« Non cambiare discorso Malik. » lui ritrasse la mano e si fece serio.
« Non voleva lasciarmi stare. - alzai un sopracciglio con fare interrogativo e lui continuò. - sono secoli che ci prova con me e non le ho mai dato questa soddisfazione, non è il mio tipo! E appena ha visto l'opportunità di stare con me ne ha approfittato. »
« Ok, ti credo. » In verità non ne ero molto convinta ma non m’importava molto.
« Andiamo prenderci un caffè qualche volta? »
« Non bevo caffè. » risposi decisa.
« Ok, era solo una scusa per vederti fuori da scuola ma se la metti così, ti faccio la domanda diretta: ti va di uscire insieme? »
« No. » ribadii.
« Come mai? »
« Non m’interessi. » mentii.
« Ne sei sicura? » sussurrò avvicinandosi ancora di più a me. Se voleva farmi morire, ci stava riuscendo bene.
« Sicurissima. » risposi con un filo do voce.
« Come vuoi. - rispose allontanandosi di colpo da me con uno splendido sorriso sghembo. - Senti, tra un po' ci sarebbe il compito d’italiano ed io sono una merda in questa lingua, ti andrebbe di aiutarmi? » chiese infine.
Ero combattuta. Da un lato sapevo che dargli ripetizioni non mi avrebbe portato nulla di buono ma allo stesso tempo volevo aiutarlo. Dare ripetizioni era la parte che più mi piaceva della scuola...
« Va bene. » risposi dopo una lunga riflessione. Vidi il suo volto illuminarsi e aprirsi in un sorriso.
« Perfetto, quando ci vediamo? »
« Quando è il compito? »
« Giovedì prossimo. »
Rimasi un attimo a riflettere e poi giunsi a una conclusione.
« Va bene se ci vediamo dopodomani? È un venerdì... »
« Perfetto! Facciamo di nuovo a casa mia? »
« Perfetto. » risposi.
In quel momento la porta degli spogliatoi si aprii di nuovo e ne uscì Zach. Mi ero completamente scordata di lui!
Ci passò di fianco e si avviò alla macchina senza guardarci, ma nei suoi occhi avevo potuto intravedere un pizzico di gelosia nel vedere me e Zayn insieme, per giunta a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altra.
« Devo andare. » affermai facendo per allontanarmi da Zayn.
Come l'ultima volta che c’eravamo salutati, il ragazzo mi afferrò per un braccio e mi diede un bacio, nell'angolo della bocca. Era diverso dagli altri, era più dolce, più lento, più bello. Arrossii.
« Ciao Carrie. » sussurrò a pochi centimetri dal mio volto per poi girarsi e allontanarsi lungo il corridoio lasciandomi lì in preda ai brividi che mi percorrevano la schiena.
Dopo qualche minuto mi ripresi e raggiunsi Zach fuori da scuola, mi stava aspettando già con il motore acceso.
« Che vi siete detti tu e Malik? » chiese senza togliere gli occhi da un punto non ben definito davanti a lui.
« Niente, vuole che gli dia ripetizioni d’italiano. »
« Sì, ripetizioni… secondo me vuole che tu gli dia qualcos’altro. » ripose partendo.
Io non risposi a quel commento ma in fondo sapevo da dove proveniva e, anche nel caso in cui avesse avuto ragione, non avevo voglia di ammetterlo.

---
Hola!
Ecco mi qua con un nuovo capitolo, ho fatto in fretta no? L’avevo promesso alla mia belesha (?) (xheartbroken) perciò ho deciso di pubblicarlo anche se è un po’ cortino, purtroppo e non ne sono per nulla soddisfatta.
Che dire: spero vi sia piaciuto e non vi abbia deluse!
Fatemi sapere che ne pensate, ok? Mi farebbe tanto piacere anche perché la storia la seguono sempre meno persone :S
Ho deciso in questo capitolo di presentarvi il papà della nostra Carrie, e chi meglio di Colin Firth potrebbe prendere questo ruolo?!

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Ci vediamo tra due settimane mie care! London is waiting for me ;)
xoxo
B
p.s. scrivetemi, nella recensione, se ci sono errori di grammatica o di battitura!
p.p.s. per chi volesse seguirmi su twitter sono @horanscupcakes.
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8. ***


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Capitolo 8.


« Potevi evitarti quella battuta poco fa. » dissi seria girando la cannuccia all’interno del mio bicchiere pieno di Chocolate Cream sormontato dalla panna.
« Scusa. » rispose Zach atono.
Alzai lo sguardo e incrociai i suoi occhi azzurri. Mi stava fissando intensamente, come se volesse leggere i miei pensieri, come se volesse capire cosa mi frullava in testa.
« Sei inquietante. » gli feci notare con un sorriso.
Lui si allontanò leggermente da me e distolse lo sguardo senza rispondere.
« Che cos’hai? » chi chiesi esasperata da quel suo comportamento freddo e distaccato.
« Niente. »
« Ok. » presi la mia borsa e il mio bicchiere e mi alzai diretta all’uscita del locale.
« Carrie, aspetta, torna qui. »
Mi voltai a guardarlo. Aveva la faccia di un povero cucciolo indifeso, sembrava volermi implorare.
Tornai al mio posto e mi risedetti.
« Che c’è? » chiesi un po’ spazientita.
« Scusa, scusami davvero per il mio comportamento degli ultimi tempi. Non so perché mi comporto così e tu di certo non te lo meriti. - A quel punto si alzò e mi strinse in un forte abbraccio che io puntualmente ricambiai. - Non voglio perderti, la tua amicizia per me è troppo importante. »
« Ehi, Jenkins! »
Sciolsi l’abbraccio e mi voltai.
« Styles. »
Ignorando completamente Zach occupò il posto di fronte a me lasciando il mio amico in piedi ad assistere alla scena.
« Allora, - esordì il riccio - come mai non vuoi uscire con Zayn? »
« è un’idiota. » risposi voltandomi a guardare Zach che mi stava guardando con aria interrogativa.
« Meglio per me allora! » rimasi stupita da quell’affermazione di Styles.
« Che cosa vorresti dire? »
« Be’ che… - si interruppe e rivolgendosi a Zach disse - Non è che potresti andare un po’ più in là? Qui stiamo parlando! »
Dal canto suo, Zach, fece un ghigno beffardo e fece per allontanarsi.
« No. - lo fermai io. - Lui resta. »
« Come vuoi. - fece spallucce Harry - Stavo dicendo che se non vuoi uscire con Zayn puoi sempre rivolgere qualche pensiero a qualcun'altro... »
Mi guardò con fare ammiccante e io ricambiai con aria interrogativa. Avevo un presentimento di dove volesse andare a parare, ma speravo vivamente di sbagliarmi.
« Cosa vuoi dire Styles? »
« Stai diventato parecchio popolare a scuola no? Dopo la storia del compleanno di Meredith... Potremmo uscire io e te qualche volta, come ai vecchi tempi, che ne dici? »
« Non ci sperare Styles. »
« Un momento. - si intromise Zach – una volta voi uscivate insieme? »
Non risposi, lo fece il riccio al posto mio. « Sì, non te l'ha mai raccontato? » entrambi facemmo segno di “no” con la testa.
Era successo molti anni prima, prima che l'aspetto fisico e la popolarità contassero davvero nelle nostre vite. Allora io portavo l'apparecchio ai denti e lui non era considerato il “bel fusto” che era ora, basso, cicciotto con un cespuglio in testa peggiore di quello che si trovava adesso. Ci eravamo conosciuti al campo estivo quanto io avevo 11 anni. Lui sapeva farmi ridere, così eravamo diventati “fidanzatini” , i classici bambini che ridono e scherzano insieme ma sono troppo imbarazzati anche solo per prendersi per mano. Dopo la fine di quell'estate, per parecchio tempo, non ci eravamo più visti, poi, il primo giorno del secondo anno di liceo, eccolo lì, alto, magro, con un cespuglio più domato che gli circondava il viso e circondato da ragazzine adoranti: Harry Styles. Al contrario io non ero cambiata molto. Sempre gli stessi capelli arruffati, il solito fisico scheletrico e lo stesso apparecchio metallico che si faceva vivo ogni qual rara volta decidevo di sorridere. Ero subito diventata il bersaglio preferito delle sue battute cattive e per questo motivo avevo deciso di non farne parola con Zach.
« Capirai, avevamo io 11 e tu 10 anni! » dissi riemergendo dai miei pensieri.
« Allora perché non provarci di nuovo? Potrebbe essere più... - Styles fece una pausa e mi guardò maliziosamente – divertente. » disse in fine con un occhiolino.
« Sei disgustoso. - dissi alzandomi. - Ce ne andiamo Zach? » lui annuì e mi seguì fuori dal locale.
« Styles è un idiota. » concluse non appena salimmo in macchina.
« Concordo pienamente. » risposi abbandonandomi alla comodità del sedile del passeggero.
Iniziò a guidare per le vie della città per poi fermarsi davanti a casa mia.
« A domani Carrie. »
« A domani Zach. »
Gli scoccai un bacio sulla guancia ed uscii dalla vettura.

Il trillo insistente della sveglia mi destò dal mio sonno.
Erano le 8 di venerdì mattina.
Cercai a tentoni nel buio quella fonte di rumore e la spensi con una manata, dopo di che cercai gli occhiali che come al solito sembravano impossibili da trovare. Dopo una lunga ricerca gli inforcai e mi diressi al bagno.
In queste ultime settimane si poteva pensare per me fossero cambiate molte cose, ma non era così.
Mi guardai allo specchio. I soliti occhi azzurri nascosti da un paio di lenti mi osservavano intensamente. I capelli arruffati, la pelle bianca, ero sempre la stessa.
Dopo essermi lavata tornai in camera mia per vestirmi. Presi dall'armadio i primi indumenti che trovai e li indossai: vestito a fiori sull'azzurro, sandali marroni e una borsa stranamente abbinata.
« Buongiorno signorina! » mi accolse mia mamma in cucina alle prese con i fornelli non allena la raggiunsi.
« Buongiorno mamma. » la salutai con un bacio.
« Fatti un po' vedere?! » esclamò osservando sbalordita il mio vestito.
« Mamma, lascia perdere! » D'altra parte quando avevo messo quel vestito mi sarei dovuta aspettare una reazione simile, era raro vedermi con una gonna!
« Ma sei sicura di essere mia figlia? Che fine ha fatto il maschiaccio che viveva qui? »
« Ah, ah, ah. - risi sarcastica. - non sei divertente. » aggiunsi prendendo la colazione dal mio piatto e mandandola giù in un sol boccone.
« Muoviti sorellina o faremo tardi! »
« Arrivo! - risposi bevendo un bicchiere di latte. - mamma, oggi devo dare ripetizioni di italiano a uno, torno a casa per le sette, va bene? »
« Ok, devo venirti a prendere? »
« No, prendo il pullman o vengo a piedi. » in cuor mio speravo vivamente Zayn si sarebbe proposto nuovamente di accompagnarmi a casa.

Le ore mattutine di lezione passarono velocemente e presto arrivò la pausa pranzo.
Mi recai in mensa, presi un vassoio e lo riempii di cibo: macedonia, pollo, patatine fritte, pomodori, insalata di pasta, formaggio e gelato con gocce di cioccolato.
« Affamata Jenkins? »
Zayn mi sorrideva alla mia sinistra osservando il mio vassoio stracolmo. Risposi al suo sorriso e annuii
« Sì, non ho mangiato molto a colazione stamattina. »
« Pronta per oggi pomeriggio? »
« Sì, vedi di impegnarti! »
« Sì signora! - scoppiammo entrambi a ridere. - be', a dopo Carrie, ci vediamo all'uscita. » disse salutandomi con un bacio sulla guancia per poi dirigersi al suo tavolo in cui l'aspettavano Payne, Horan, Styles e Tomlinson in compagnia di alcune ragazzine dal cervello più piccolo di quello di una gallina.
Mentre mi avvicinavo a Zach già seduto al nostro tavolo venni colta da un profumo penetrante. Meredith mi stava raggiungendo.
« Ho sentito che Zayn ti ha chiesto di uscire con lui. »
« Sì, ma gli ho risposto di no. » risposi continuando la mia camminata. Lei con fare prepotente mi si parò davanti.
« Fai in modo che la tua riposta non cambi. »
Mi stava per caso minacciando? La risposta a questa domanda era sicuramente sì, Meredith mi stava minacciando.
« Altrimenti? » chiesi.
« Vedrai. » rispose e con un ghigno minaccioso si allontanò.
« Che voleva? » mi chiese Zach accennando alla mora non appena mi accomodai accanto a lui.
« Nulla, voleva solo avvertirmi di non uscire con Zayn altrimenti non so bene che mi avrebbe fatto. »
« Ti ha minacciata? »
« Se così vogliamo dire... » risposi infilandomi in bocca un enorme pezzo di pollo.
« Oggi pomeriggio che fai? »
« Devo dare ripetizioni a Zayn. »
« A già, non me lo ricordavo più. - rispose abbassando lo sguardo che si fermò sul mio vassoio. - Hai fame?!»
« Ce l'avete tutti con il mio vassoio oggi?! »
« Ma lo hai visto? È peggio di quello di Horan! - Mi voltai a guardare il piatto del biondino irlandese. Scoppiai a ridere, Zach aveva ragione! - inizio ad avviarmi all'armadietto, ci vediamo in classe! » prese il suo vassoio e si allontanò.

Dopo l'ora di matematica Zayn mi raggiunse sulla porta.
« Andiamo? » chiese. Io annuì e lo seguii lungo il corridoio diretti al parcheggio.
« Dove hai la macchina? »
« Al solito posto. »
« L'altro ieri ho parlato con Styles. » buttai lì, giusto per far conversazione.
Vidi Zayn irrigidirsi.
« Che cosa vi siete detti? » chiese aprendo la portiera dal lato del guidatore.
« Niente di che, voleva sapere come mai non volevo uscire con te. »
Sbuffò.
« E ti avrà chiesto di uscire con lui immagino? »
« Sì, all'incirca. »
« Non ci credo, è sempre il solito, egoista e pieno di sé. »
Non risposi.
Dopo circa mezz'ora arrivammo davanti al cancello di casa Malik.
Una volta parcheggiato scendemmo dalla vettura ed entrammo nella casa silenziosa.
« Non c'è nessun altro a casa? » chiesi.
« No. » rispose scrollando le spalle e dirigendosi alla sua camera al piano superiore.
Io lo seguii La camera era esattamente come me la ricordavo, solo che questa volta era più disordinata, non c'era neanche una sedia che fosse libera.
« Scusa. » mi disse riferendosi al disordine che regnava supremo. Prese una bracciata di roba dal letto e la gettò nell'armadio a muro.
Mi sedetti nel posto lasciato libero dalle varie cose che aveva tolto e dopo aver aspettato che si sedette a sua volta, presi il libro di italiano e iniziai.
« Da cosa vuoi cominciare? » chiesi.
« Dal periodo ipotetico. »
« Va bene. »
Dopo circa due ore di concentrazione sui libri, durante le quali Zayn continuava a guardarmi con la coda dell'occhio, il ragazzo decise di cambiare argomento.
« Come mai non vuoi uscire con me? » chiese.
« Te l'ho già detto, non mi interessi. »
« Sì, questo è quello che mi hai detto, io invece ti sto chiedendo il vero motivo. »
Il vero motivo? “Il vero motivo è che non mi fido di te, che non voglio ammettere che ci sia una possibilità per noi, non voglio fare la fine di quelle ochette che si innamorano di te e poi rimangono deluse, io non sono come loro.” Ecco quello che avrei dovuto rispondere e invece no, non glielo avrei mai detto.
« Mi dispiace deluderti, ma è questo il vero il vero motivo. »
« Non ci credo, non è vero che non ti interesso. »
« Come fai a dirlo? »
« Lo vedo. »
« Ah sì? E da cosa? »
« Da come ti comporti quando ti sono vicino. »
« E come mi comporto? » Domanda retorica, sapevo benissimo anche io la risposta.
« Arrossisci e sei nervosa. »
« No, non è vero. » negai con insistenza.
« A no? Ne sei sicura? »
« Assolutamente. »
« Quindi non ti dispiacerà se mi siedo vicino a te? » chiese avvicinandosi a me.
Ecco comparire nella mia mente un déjà-vu, sapevo cosa sarebbe successo non appena lui si sarebbe posizionato al mio fianco: il mio cuore avrebbe iniziato a battere con più vigore, le mie guance avrebbero iniziato ad avvampare e le farfalle mi avrebbero riempito non solo lo stomaco, ma tutto il corpo.
« No, fai pure. »
« Perfetto. » rispose con un sorrisetto appena accennato sulle labbra.
Ed ecco arrivare tutte le sensazioni previste non appena sentii il letto cedere sotto il suo peso.
« Visto? » dissi spavalda, nascondendo tutto ciò che stava accadendo dentro di me.
« Che avevo ragione? Sì. » rispose facendosi più vicino.
Mi allontanai da lui impercettibilmente. Era dannatamente bello. Occhi nocciola, pelle ambrata, capelli scuri e scompigliati.
Il suo viso al contrario si fece più vicino, sentii il tocco caldo della sua mano sul mio volto. Il suo pollice che l'accarezzava e le farfalle nel io corpo che si facevano più insistenti.
« Come fai a negare l'evidenza? »
« Io non... » non riuscii a finire la frase, le parole mi si fermarono in gola.
« Tu non neghi l'evidenza? »
Annuii. Sul suo volto fece largo un sorriso.
« È tardi – dissi interrompendo quel momento. - devo andare. »
Lui annuii a sua volta, allontanandosi.
« Ti vengono a prendere? - scossi la testa. - Bene, allora ti accompagno io. » e così dicendo si alzò dirigendosi alla porta.
« Non è il caso, posso andare a piedi o prendere la metro! »
« Non dirlo neanche! Dai, andiamo. » aprì la porta e mi fece cenno di passare.

Durante il viaggio nessuno dei due proferì parola, nessuno dei due sapeva cosa dire, con quali parole esprimersi.
Finalmente arrivammo nei pressi de viale di casa mia e il ragazzo fermò la vettura.
« Ci si vede Zayn. » dissi voltandomi per aprire la portiera.
« Non così in fretta. » rispose con un sorriso malizioso.
« A già. » sbuffai.
Mi avvicinai a lui per dargli un bacio sulla guancia, ma rimasi stupita dalla sua reazione.
Mi prese il volto tra le mani guardandomi negli occhi.
« Ho ragione io. » disse semplicemente poco prima di posare le sue labbra sulle mie.
Mi sentii molle, come fossi fatta di marshmellow. Le guance mi si infiammarono, le farfalle si ripresentarono nel mio stomaco.
Avevo fantasticato su quel bacio moltissimo negli ultimi tempi, me lo immaginavo perfetto e in quel momento pensai di non essermi sbagliata.
Fu un bacio leggero, a fior di labbra...breve.
« Devo andare. » dissi staccandomi.
Per lui quel bacio probabilmente non significava nulla, voleva solo dimostrarmi di aver ragione, perciò era meglio finirla lì.
Lui annuii « A domani Carrie. » disse, dandomi un lieve bacio sulla guancia.
Uscii dalla vettura e mi fermai davanti al vialetto. Ripresi fiato e mi avviai alla porta d'ingresso, aprii la porta ed entrai.
« Sono a casa! » esclamai.
« Siamo in salotto tesoro. - rispose mia mamma. - ci raggiungi? »
Mi diressi verso la sua voce ed entrai nella stanza. Mio fratello e i miei genitori erano comodamente seduti sui divani lungo le pareti che si guardavano con aria seria.
« Siediti Carrie. » disse mio padre con un mezzo sorriso.
Mi accomodai al fianco di mio fratello con aria interrogativa. Tutta quella situazione mi preoccupava.
« Dobbiamo parlare. - affermò mia mamma. - Glielo dici tu? » chiese rivolta a mio padre. Lui annuì.
« Le hanno offerto un nuovo posto di lavoro. »
« A Dublino. » aggiunse la donna.
« Quindi? » chiesi impaziente. Non sopportavo la tensione che c'era nell'aria.
« Quindi devo trasferirmi lì. »
« Da sola? » chiesi sbalordita.
« No. Con tuo padre abbiamo stabilito come fare. »
« Io e tua madre ci trasferiremo a Dublino, mentre tu e tuo fratello vi trasferirete stabilmente al college. »
Sia io che mio fratello lo guardammo con occhi sgranati.
Frequentavamo una scuola in cui arrivavano ragazzi anche da cittadine molto distanti, perciò era dotata di stanze che potevano ospitare fino a tre persone.
« E che ne sarà del tuo lavoro papà! » chiese Brad ancora sconvolto dalla notizia.
« Io sono a posto. È un po' di tempo che si era aperta davanti a noi questa prospettiva, ho uno studio già arredato che mi aspetta, dovevamo solo aspettare la conferma per vostra madre. »
Avevano già stabilito tutto, senza farci sapere nulla, come avevano potuto?!
« E tra quanto vi trasferirete? » chiesi con voce pungente.
« Due settimane. » rispose mia madre.
Scattai in piedi e, coprendomi il volto con le mani, corsi in camera mia e vi entrai sbattendo la porta.
Sentivo le lacrime che spingevano per uscire dai miei occhi, ancora non ci potevo crede. I miei genitori ci lasciavano così, a noi stessi per uno stupido lavoro. Come se ne avessimo veramente bisogno! Avevamo tutti i soldi di cui avevamo bisogno, non c'era bisogno nessuno si trasferisse! Ma come al solito nessuno aveva chiesto il mio parere o quello di mio fratello.
Qualcuno bussò alla porta.
« Carrie, tutto bene? »
Ora mia madre si preoccupava?!
« Vai via! » dissi lanciandomi sul letto.
Presi il cellulare e mandai un messaggio a Zach
I miei si trasferiscono e io mi trasferirò al college.”
Lanciai il mio telefono sulla scrivania e mi coprì la testa con un cuscino cominciando a piangere a dirotto.

---
Hello guys!
Finalmente sono tornata!
Londra era sjdghfjdsgdf *_____* ok, non vi interessava >.<
Prima di tutto vorrei ringraziare tutti voi per le tante e bellissime recensioni che mi avete lasciato e poi vorrei ringraziarvi per la pazienza che avete avuto nell'aspettare questo capitolo, grazie davvero.
Nello scorso capitolo mi è stato chiesto se fosse vero che nelle scuole britanniche venga insegnato l'italiano...be', ho la risposta! In queste due settimane sono stata al Cheltenham Ladies College e posso dire con certezza che sì, si studia italiano! Avevano ben due aule apposta.
Comunque, bando alle ciance (?) che ne pensate di questo capitolo?! Ho fatto una fatica incredibile a scriverlo, un parto!
Nei capitoli precedenti vi ho mostrato la madre, il padre e il fratello di Carrie, Carrie in persona, Zach e Meredith (oltre che qualche gif del nostro bel Malik eheh) perciò ora voglio farvi vedere il college, è lo stesso in cui sono stata io e devo dire che me ne sono innamorata ddhfjhsfj

 

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Bello no?
Recensite in tanti, mi raccomando, mi farebbe veramente piacere.

A presto!
xoxo
B
p.s. Nella recensione scrivetemi anche se avete trovato errori, così posso correggere.
p.p.s. Per chi volesse seguirmi su twitter sono horanscupcakes.
 
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9. ***


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Capitolo 9.

 
Le lacrime continuavano a scavare il mio viso mentre nella mia mente si facevano spazio una miriade di pensieri.
Come avevano potuto i miei genitori decidere tutto alle mie spalle? Anzi dovrei dire “ nostre” visto che anche mio fratello era coinvolto…
Non eravamo mai stati una “famiglia perfetta”, non ci avevamo mai neanche provato, ma tra di noi tutto si decideva attorno ad un tavolo, tutti insieme.
Riemersi dal cuscino e mi guardai attorno.
Traslocare non avrebbe comportato un grande sforzo da parte mia.
La mia camera era completamente spoglia, nessuna foto per ricordare momenti felici, nessun poster di cantanti o atleti, solo delle pareti sul salmone chiaro che avevano assistito a ogni mio pianto, ogni mio pensiero, ogni mia decisione, ogni mio momento. Una libreria, piena di libri alcuni dei quali mai neanche aperti, riempiva quasi completamente la parete opposta al mio letto lasciando solo un piccolo spiraglio per la porta del bagno sulla quale era affisso l’unico decoro di tutta la stanza: una striscia in tessuto con ricamate sopra le lettere componenti il mio nome. Affianco alla testa del mio letto una scrivania esibiva la sua maniacale perfezione, non una penna fuori posto, non un foglio mangiucchiato o scarabocchiato lasciato sulla sua superficie liscia di mogano che potesse nascondere lo splendore di quell’oggetto. Imponente, sulla parete opposta, si ergeva un armadio, dello stesso materiale, con le ante chiuse che riflettevano la cornice della finestra che sormontava la scrivania.
Sospirai e mi alzai iniziando a percorrere tutto il perimetro di quella stanza, che ben presto non mi avrebbe più accolta, tracciando, con un dito, una linea immaginaria su ogni oggetto che riuscivo a raggiungere finche non toccai il pomello della porta. Cercando di non far rumore lo aprii e uscii sul corridoio buio.
Iniziai a camminare fin quando non mi ritrovai nell’ingresso, staccai l’allarme, presi le chiavi della macchina di Brad e mi addentrai nel gelo della notte.
Raggiunsi la vettura, vi salii e, con il cervello ormai disconnesso dalle mie azioni, misi in moto. Iniziai a guidare senza meta, ancora non mi capacitavo per ciò che mi era successo, per giunta quella notte avevo visto la stanza più importante per me, l’unica che aveva sempre contato, sotto un altro punto di vista e mi ero accorta di come questa non mi appartenesse, non vi era nulla a testimonianza dalla mia presenza, non una foto, non un poster, nulla. Era come se io non avessi mai vissuto lì, come se quella stanza fosse un pezzo di un'esposizione in un negozio di arredamenti.
Erano ormai più di trenta minuti che guidavo senza meta quando finalmente mi decisi ad accostare. Mi guardai attorno spaesata. Non sapevo dove mi trovavo ma in quel luogo c'era un qualcosa di
familiare, tutto intorno a me potevo vedere, oltre a un grande parco in perfetto ordine e illuminato da dei lampioni situati lungo il perimetro, grandi ville circondate da immensi giardini colmi di fiori recintate da imponenti cancelli a prova di ladro.
Alzai lo sguardo e capii dove mi trovato: una villa enorme, più delle altre, color salmone, mi si parò davanti in tutta la sua magnificenza.
« Malik. » sussurrai.
Ecco perché quel posto mi era sembrato familiare...
Improvvisamente dei fari accecanti illuminarono l'abitacolo della mia auto obbligandomi a coprirmi gli occhi con una mano e a ridurli a fessure per non rimanere abbagliata. Una figura alta circa un metro e
settantacinque scese dalla vettura che era appena arrivata per poi dirigersi alla cancellata d'ingresso di casa Malik. La vidi armeggiare con la serratura guardandosi furtivamente attorno fino a che non mi
vide. Lasciò andare alla serratura e si avvicinò a me restando in un cono d'ombra. La paura si fece largo nel mio corpo impedendomi ogni movimento se non quelli che mi suggeriva il mio istinto tutt'altro che
infallibile. In un lampo aprii la portiera e mi precipitai di corsa in direzione del parco, più mi avvicinavo più questo mi sembrava lontano, iniziavo ad avere il fiato corto e le gambe mi tremavano sempre di più
finché non cedettero sotto il mio peso facendomi cadere in ginocchio sull'erba. Alle mie spalle sentivo i passi dello sconosciuto avvicinarsi sempre più frettolosi e vicini. Mi coprì gli occhi con le mani, tremante, aspettando di conoscere il mio destino.
« Tutto bene? » chiese una voce mentre qualcuno mi porgeva una mano per aiutarmi a rialzarmi da terra.
« Si. » risposi, poco convinta, con voce tremante alzandomi in piedi.
« Che ci fai qui, Carrie, a quest'ora della notte? Non riesci a starmi
lontana? »
Alzai lo ritardo e finalmente lo riconobbi, Zayn era davanti a me con un'espressione interrogativa in volto mista a compiacimento. Feci un sospiro di sollievo e gettai le mie braccia attorno al suo collo scoppiando in un pianto liberatorio. Lentamente, senza ben capire cosa stesse succedendo, il ragazzo ricambio il mio abbraccio stringendomi  forte a sé e accarezzandomi i capelli con una mano.
« Pensavo fossi un ladro! - singhiozzai - Mi hai terrorizzata! »
« Pensa un po' che coincidenza - sghignazzò lui - pensavo lo stesso di te! »
« Davvero? » chiesi esterrefatta staccandomi, con la testa, di pochi centimetri da lui per poterlo vedere meglio.
« Credi che sia normale trovare una macchina posteggiata davanti a casa propria con dentro una persona che osserva attentamente la zona? »
« Onestamente no. » risposi dopo una breve riflessione.
« Visto? Ora rispondi alla mia domanda: che ci fai qui? »
« Ho avuto una brutta giornata, così ho preso la macchina di Brad e ho iniziato a guidare finché, senza rendermene conto, non mi sono trovata qui. » spiegai, sciogliendo l'abbraccio e mettendo distanza tra noi.
« Quando dici "brutta giornata" intendi il bacio? »
« No, intendo i miei che si trasferiscono a Dublino ed io e mio fratello che, senza preavviso, veniamo mandati a stare in college. » sputai tutto d’un fiato.
« Stai scherzando vero? » domandò con un mezzo sorriso sulle labbra.
« Purtroppo no, mi trasferisco tra due settimane. »
« Mi dispiace Carrie, davvero... » disse asciugandomi le lacrime, che mi stavamo rigando nuovamente il viso, con i pollici.
« Hanno fatto tutto senza dirci nulla. »
« Stai tremando, hai freddo? - annuii vigorosamente - Ti va di entrare? »
« No, - risposi - è meglio se torno a casa. » e così dicendo mi liberai della presa dal ragazzo e mi diressi alla macchina.
« Aspetta! - esclamò Zayn alle mie spalle facendomi voltare - Non sei nelle condizioni di guidare. » constatò guardandomi attentamente.
« Be', non posso stare qui tutta la notte! »
« Sì che puoi, nel mio letto c'è posto per due. » mi fece notare malizioso.
Una parte di me desiderava fortemente restare per poter essere cullata dalle braccia calde e muscolose di Zayn, un'altra, quella razionale, mi diceva di tornare a casa mia, nel mio letto a farmi cullare dalle lenzuola calde.
« No Zayn - dissi infine - devo tornare a casa »
« Ok, dammi le chiavi. » mi ordinò avvicinandosi. Senza pensarci posai il mazzo nella sua mano tesa e salii dal lato del passeggero. Il ragazzo, dopo che fu salito a sua volta, mise in moto e partimmo.
« Come farai a tornare a casa? » chiesi dopo che ci fummo lasciati la sua villa alle spalle.
« Esiste la metro no? »
« Ma è pericolosa a quest'ora! »
Lui non rispose e continuò a guidare.
Dopo più di mezz'ora, che a me parvero solo pochi secondi visto che avevo dormito per gran parte del tragitto, mi sentii sollevare dal sedile da braccia possenti. Aprii gli occhi e mi ritrovai a fissare il
mento di Zayn.
« Puoi mettermi giù. » affermai facendo prendere uno spavento al ragazzo.
« Merda Carrie! - sibilò mettendomi a terra ma continuando a reggermi con un braccio attorno alla vita - mi hai spaventato! »
« Scusa. - bisbigliai cercando le chiavi di casa. - vuoi entrare? » chiesi una volta trovate e infilate nella serratura.
Sapevo che i miei genitori non avrebbero approvato un ragazzo in camera mia, tanto meno quel ragazzo, ma poco importava, io non approvavo la loro decisione di trasferirsi, perciò eravamo pari.
« Non vorrei... » iniziò lui.
« Non ti preoccupare, non ci sono problemi. » feci scattare la serratura ed entrammo nell'ingesso buio.
Dopo aver chiuso la porta dietro a Zayn, a passi decisi mi diressi verso la mia stanza seguita a poca distanza dal ragazzo. Giunta davanti alla mia stanza aprì la porta e vi entrai.
« Me la immaginavo proprio così. » affermò lui entrando a sua volta.
« Così come? » chiesi curiosa sfilandomi le scarpe e accorgendomi solo in quel momento di essere in pigiama.
« Ordinata, perfetta... »
« Spoglia. » conclusi io con un sospiro che lasciava trapelare un velo di amarezza.
« Non era questo che... » cercò di spiegarsi lui sdraiandosi sul mio letto.
« Non importa, so benissimo che è così. » dissi io osservandolo per poi coricarmi al suo fianco.
« Forse è meglio se il tuo amico, Zach, non viene a sapere nulla di questa sera. » annuii convinta pensando alle possibile reazioni che il mio migliore amico avrebbe potuto avere. In quel momento realizzai che
quella era la prima volta che dormivo con un ragazzo in quel letto.
Rimanemmo a fissarci nel buio a lungo, in silenzio, finché le palpebre non mi si fecero pesanti e si chiusero.
« Buonanotte Zayn. » sussurrai
« Buonanotte Carrie. » rispose lui avvolgendomi in un abbraccio.
Sentii il tocco caldo e umido delle sue labbra sulle mie, ma a quel punto la linea tra sogno e realtà era praticamente inesistente perciò non seppi mai se quel bacio fu vero o solo il frutto della mia immaginazione.
 
Il mattino seguente fui svegliata dal rumore di una sveglia che capii immediatamente non appartenermi.
Subito un corpo al mio fianco si mosse e il rumore cessò.
Aprii gli occhi frastornata cercando di capire cosa stesse succedendo, così mi voltai e vidi un ragazzo con gli occhi nocciola, i capelli spettinati e la pelle ambrata sorridermi raggiante.
« Pensavo di averti sognato. » ammisi farfugliando dopo essermi ricordata della sera precedente.
Lui scoppiò in una leggera risata divertita per poi tornare a sorridermi.
« Ora bisogna trovare un modo per farmi uscire di qui senza farmi beccare dai tuoi genitori. » osservò saggiamente.
Non aveva tutti i torti. Avevo assolutamente bisogno di un complice.
« Aspetta un attimo. » gli dissi come se mi si fosse accesa una lampadina in testa.
Scesi dal letto, infilai le ciabatte e uscii dalla camera lasciando Zayn con occhi interrogativi.
Percorsi tutto il corridoio fino alla camera di mio fratello e bussai.
« Avanti. » sentii borbottare.
« Buongiorno Brad, dormito bene? »
« Vieni al sodo Carrie, che cosa vuoi? »
« Chi ti dice che io voglia qualcosa e non sia semplicemente… - una sua occhiataccia interruppe il mio discorso. - ok, ok! - mi arresi - Mi faresti un favore? »
« Di che si tratta? »
« Ecco - iniziai, cercando le parole più adatte - avrei bisogno di un modo per uscire di casa senza essere notata. »
« Pensavo che ne avessi trovato uno la scorsa notte! » esclamò con un ghigno mettendosi a asedere sul letto.
« Cosa?! » domandai con una faccia falsamente stupita.
« Ti ho vista prendere la macchina e tornare a casa con qualcuno, non credere! »
« Sì, ma non è questo il punto, allora mi aiuti? »
« Perché non vuoi che mamma e papà vedano Zach? »
« Perché non è Zach. » ammisi guardandomi le punte dei piedi.
Improvvisamente Brad si fece più attento. Scatto in piedi e mi  raggiunse, in pochi passi, alla porta.
« E chi è? » chiese sempre più curioso.
« Uno che conosci. » risposi evasiva.
« Carrie, lo sai che io a differenza tua conosco un sacco di gente! »
Sentii le guance farsi rosse, abbassai ancora di più lo sguardo e sussurrai un leggero:  « Malik. »
Lui mi guardò esterrefatto.
« Ho capito bene?! »
« Stai zitto e seguimi. » risposi, riprendendo il controllo della situazione. Uscii nel corridoio e tornai nella mia camera dove Zayn mi stava aspettando seduto sul bordo del letto.
« Ti stavo aspettando per… ah, - si fermò a disagio - ciao Brad. »
« Caio Zayn. »
« Allora Brad? Come faccio a farlo uscire? » chiesi insistente.
« Fallo passare dalla mia camera e poi fai in modo che salga in macchina. » rispose mio fratello come se il moro non fosse lì a pochi metri.
Dopo che Zayn si fu fatto una veloce doccia nel completo silenzio, mi seguì nulla camera di mio fratello, aprimmo la finestra.
« A dopo Carrie. » disse schioccandomi un bacio sulla guancia per poi, con estrema grazia, uscire e dirigersi all’auto parcheggiata nel viale.
Tornai in camera mia, mi faci una docci, mi vestii di corsa e corsi fuori casa senza neanche far colazione o ricambiare il saluto di mia madre, per me poteva far parte dell’arredo della cucina in quel momento, non volevo aver nulla a che fare con lei.
« Hai fatto in fretta! » Notò Zayn quando lo raggiunsi.
« Sì, ora aspettiamo Brad e possiamo andare. » affermai allacciando la cintura di sicurezza.
 
« La signorina e il signor Jenkins sono desiderati nell’ufficio del preside. » l’annuncio riecheggiò per tutto l’edificio scolastico.
Sentivo gli occhi di tutti puntati su di me. Mi alzai con gambe indecise e indicando la porta chiesi alla professoressa di storia di uscire. Lei annuì senza distogliere la sua l’attenzione dalla lezione.
Attraversai tutta la scuola finché non giunsi in presidenza. Qui bussai e, con mano tremante, aprì la porta ed entrai.
Tutti i presenti si voltarono a guardarmi. C’era mio fratello, evidentemente entrato da poco anche lui, una ragazza, piccoletta e piuttosto cicciotta, con occhi castano chiaro penetranti e truccati a regola d’arte, capelli corvini raccolti in uno chinion ordinato e le gote arrossate, un naso perfettamente alla francese le sormontava la sottile bocca decorata con un rossetto color ciliegia, che avevo già visto in giro per la scuola ma di cui non conoscevo il nome, un ragazzo, alto, occhi grigi, capelli biondi un po’ spettinati e una barbetta incolta che gli cresceva sul mento, del quale concocevo solo la fama di sciupafemmine e, ovviamente, il preside e la sua segretaria.
« Benvenuta signorina Jenkins. - esordì il preside, un omone tutto muscoli e niente capelli - questa è la signorina Eveline Walker, - disse indicando la ragazza - sarà una delle sue due nuove compagne di stanza qui alla Dalton High. »
« Ciao. » farfugliammo entrambe imbarazzate.
Qualcuno bussò alla porta ed apparve un ragazzo dalle origini asiatiche, alto, pelle olivastra occhi e capelli neri, fisico perfettamente proporzionato “Non male” pensai.
« La signorina Felicia Moore - continuò il preside non curante del ragazzo che, silenziosamente, era appena entrato - oggi purtroppo non potrà essere presente. Signorina Brown - disse rivolto alla segretaria, una donna di mezza età, più acida di un limone verde, sempre pesantemente truccate e con un paio di occhiali sulla punta del naso. - le dispiace accompagnare le signorine Jenkins e Walker ai dormitori? Giusto da mostrare la camera alla nostra nuova ospite. - la donna annuì e l’uomo di rivolse al nuovo arrivato e agli altri due ragazzi. - Bene, … »
« Seguitemi ragazze. » ci incitò la Brown distogliendomi dal discorso del preside.
Uscimmo dall’ufficio e, dopo pochi minuti di camminata a passo spedito, entrammo in un edificio, più piccolo ma più maestoso, chiamato “Elizabeth’s House”. Destra, sinistra, poi ancora sinistra, percorremmo un lungo corridoio poi ancora a sinistra, scendemmo una ripida scalinata poi svoltammo ancora a destra. La testa mi girava, mi ero persa. Finalmente ci fermammo davanti a una porta con impressi i numeri “oo6”, Eveline si fece avanti e, con una chiave che teneva saldamente stretta tra le mani, aprì la porta.
« Questa sarà la tua stanza che dividerai con le signorine Walker e Moore. » spiegò la segretaria mostrandomela.
Era piccola, forse un po’ troppo per tre persone, con pareti bordeaux sbiadite dal tempo una delle quali era però coperta da una tela verde acqua tappezzata qua e la di foto, poster e post-it. Al centro erano situati tre letti, coperti da coperte dello stesso colore delle tende che nascondevano la finestra situata al centro del muro opposto all’entrata. Tre scrivanie erano posizionate lungo le altrettanti pareti libere. Ogni spazio disponibile era ricoperto di vestiti e sacchetti: il disordine regnava sovrano. Era l’esatto opposto della mia camera a casa, questa sembrava…viva.
« Scusa il disordine. » mormorò la ragazza al mio fianco a voce bassissima per non farsi sentire dalla nostra accompagnatrice.
« Bene. - concluse la donna tirando un forte sospiro - avrete tempo per conoscervi al più presto, ora dritte nelle vostre classi, senza deviazioni, mi raccomando! »
Entrambe annuimmo e ci dirigemmo verso l’uscita, ovviamente io dovetti seguire Eveline per non rimanere prigioniera di quel labirinto di porte e corridoi.
« Tu sei la ragazza con cui ci prova Malik. » non era una domanda, era una semplice constatazione.
Io scossi la testa. « Gli do solo ripetizioni. »
« Non è quello che si vocifera a scuola. » rispose lei. Evidentemente voleva avere più dettagli su ciò che scorreva tra me e il bel moro anche se sembra conoscere già parecchi dettagli.
« Sai, molto spesso questi pettegolezzi vengono amplificati a dismisura. »
« Però lui e il tuo amico, tra l’altro niente male neppure lui, si sono picchiati per te o sbaglio? »
Che rispondere a questo punto? Non sapevo neanche io il vero motivo per cui si erano picchiati!
« Erano semplicemente ubriachi. » ribattei non troppo convinta.
« Sarà... »
Non risposi e percorremmo tutto il restate tragitto in assoluto silenzio.
« Be’, -disse giunta davanti all’aula di Arte - ci si vede! » e così dicendo si issò sulle punte, mi diede un bacio su una guancia come se ci conoscessimo da tempo ed entrò in classe.
Sorrisi, forse dopo tutto il trasferimento dei mie genitori non era completamente un affare negativo.
 
---
Et voilà un nouveau chapitre!
Che ve ne pare? Devo dire che sono piuttosto soddisfatta dalla prima parte, un po’ meno dalla seconda :S
Che ne pensate del momento Zarrie (? Questo nome ora che ci penso mi ricorda molto la coppia Zayn + Perrie ahah #nohate anche perché a me personalmente non importa con chi sono fidanzati i miei idoli, mi basta che continuino a fare ciò che li ha fatti diventare tali #pensierifilosofici)
Comunque il mio exploit di francese dell’inizio è dovuto a una notiziona che devo darvi: PARTO PER TRE SETTIMANE! Ebbene sì, non ci sarò, andrò a visitare i castelli della Loira (odsfkjdfg) e Parigi *O* (quest’anno grandi vacanze!) a non temete (?)! poto con me il portatile e se riesco a trovare una connessione wifi (tenete le dita incrociate) a breve pubblicherò prossimo capitolo!
Ho notato che la partecipazione a questa fan fiction sta calando, vi prego non fatemi questo çç anche se so che è estate (spero sia per questo e non perché la storia vi sta deludendo!)
Altra cosa MOLTO IMPORTANTE:  vorrei come al solito RINGRAZIARVI TUTTI QUANTI per il grande supporto che mi date sempre :)
Ho introdotto un nuovo personaggio! Come vi sembra? Volevo mettervi una sua foto ma non ne ho trovate che mi soddisfacessero :S Perciò, per non lasciarvi a bocca  asciutta (o forse vi rimarrete vista la foto a causa della bava persa) ho deciso di mostrarvi il primo ragazzo che descrive Carrie quando si trova nell’ufficio del preside (lo “sciupafemmine” ancora senza nome) *tadaaaaa!*
 

http://nsa22.casimages.com/img/2012/03/10/120310091648647690.jpg

 
Non morite, vi prego.
 
A presto!
xoxo
B
 
P.s. chiedo scusa per eventuali errori, come al solito vi chiedo, gentilmente, di farmeli notare.
p.p.s. fatemi sapere se avete letto questo (kilometrico) “spazio autrice” è importante per me saperlo :)

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Capitolo 11
*** Capitolo 10. ***


http://24.media.tumblr.com/tumblr_m5em1dtOpK1r3hwpbo1_500.jpg

Capitolo 10.
 

Quella breve giornata di scuola era volata, era ora di tornare dai miei genitori.
Durante quelle cinque ore avevo preso una decisione: sarei arrivata a casa, avrei impacchettato tutta la mia roba e il lunedì seguente mi sarei trasferita al college.
« Carrie! »
« Zach! » il ragazzo mi venne in contro con un sorriso che ricambiai. Essendo andata a vedere la camera che mi avrebbe presto ospitata quel giorno non avevo ancora avuto modo di vedere il mio migliore amico e in quel momento avevo proprio bisogno di lui, avevo necessità di sfogarmi, di condividere i miei pensi, be' non esattamente tutti, con qualcuno e il “qualcuno” più adatto, e anche unico, era proprio lui.
« Come stai? » chiese abbracciandomi e schiocchiandomi un bacio sulla guancia.
« Bene, o meglio, credo bene. »
« Raccontami cosa è successo con i tuoi. »
« Dopo aver dato ripetizioni a Malik – iniziai, facendo finta di non notare la smorfia sulla sua faccio al sentir uscire dalla mia bocca quel nome. - sono tornata a casa, erano tutti in salotto e i miei mi hanno chiesto di raggiungerli. Dopo di che, senza troppi giri di parole mi hanno annunciato che si sarebbero presto trasferiti a Dublino lasciando me e Brad a stare qui al college. »
« Mi dispiace Carrie... ma non te ne avevano mai parlato prima? »
« No! - esclamai indignata. - Loro lo sapevano già da settimane se non mesi che sarebbe successo, tant'è che mio padre si è già fatto lo studio laggiù, senza mai accennarci nulla! »
« Noi continueremo lo stesso a vederci vero? »
« Certo! E poi ogni fine settimana potrai venire a stare da me visto che avrò casa libera! » gli sorrisi incoraggiante.
« Oggi pomeriggio vieni alla partita? »
« Che partita? » chiesi inarcando le sopracciglia.
« Quella di calcio, la mia. » rispose semplicemente.
« Be' – risposi pensierosa. Quali erano le altre opzioni? Ah sì, andare a casa e passare il pomeriggio da sola, la cosa mi allettava, ma poi mi ricordai dei miei genitori così presi una decisione al volo. - va bene, a che ora è? »
« Inizia alle tre. » Guardai l'orologio che segnava l'una e dieci, avevo giusto il tempo di tornare a casa, mangiare qualcosa veloce e tornare.
« Ci sarò, a dopo! » e mi allontanai in direzione di Brad che mi aspettava già in macchina con il motore acceso.
« Come sono le tue compagne di stanza? » mi accolse non appena aprii la portiera.
« Non lo so sicuramente sono disordinate – risposi richiudendomela alle spalle e ricordando il caos che regnava nella stanza che avevo visto poche ore prima. - E i tuoi come sono? »
« Peter gioca con me a calcio quindi già lo conoscevo, Conor invece mi sembra un tipo a posto. »
Lo guardai con aria interrogativa. « Lo sai che non ho idea di chi tu stia parlando? »
« Ah già! Peter è quello che era già lì quando sei arrivata mentre Conor è quello asiatico. » rispose sbrigativo.
« A proposito di calcio – iniziai – non mi avevi detto di avere una partita oggi! »
« Non pensavo ti interessasse. » replicò lui imboccando la via di casa.
« In ogni caso, a che ora vai oggi? Mi accompagni? »
« Va bene, devo essere lì alle due e mezza. Come mai questa volta vieni a vedermi? Ti ha invitato Malik? » chiese gelido.
« No, Zach. » risposi con tono di sfida.
« Ma ci vieni per Malik. » aggiunse lui.
« No, ci vengo per Zach. »
« Se lo dici tu. » spense il motore della macchina e scese.
In casa non volava una mosca. Una serie di scatoloni sigillati da nastro adesivo erano disposti in maniera ordinata lungo le pareti dell'ingresso luminoso.
« Siamo a casa! » urlò Brad entrando e posando le chiavi.
Nessuno rispose. Mi avviai in salotto e notai un foglietto sul tavolino.

Siamo andati a comprare delle cose per lo studio nuovo di vostro padre,
saremo di ritorno nel tardo pomeriggio.
Nel frattempo, se volete mangiare, nel frigo ci sono delle lasagne congelate
da mettere nel microonde.
A dopo.
Mamma e papà.”

« Non c'è nessuno. » risposi tornando nell'ingresso e porgendogli il foglietto che avevo appena trovato. Lui lo prese e in pochi secondi lo lesse.
« Andiamo a mangiare. » disse freddamente. In pochi istanti la sua espressione era cambiata, potei chiaramente vedere la sua mascella contrarsi dal nervoso e i pugni serrarsi attorno al foglietto.
Annuii e mi diressi in cucina. Anche lì alcuni scatoloni erano disposti lungo le pareti, sorpassati questi ultimi aprii il frigorifero. Una solitaria e triste vaschetta contenente un cibo informe mi “guardava”. Lessi le istruzioni “Riscaldare 15 min.” « Bene, - dissi infilandola dentro il microonde e impostando il tempo – ho bisogno di una doccia. » presi il mio zaino di scuola ed entrai nella mia camera.
Dopo aver scelto, senza troppa accuratezza, una maglia e degli shorts da indossare per la partita, mi buttai sotto un getto di acqua calda.
Avevo pensato e ripensato molte volte alla notte passata rannicchiata tra le braccia di Zayn, mi sentivo protetta, al sicuro da ogni minaccia esterna. Pochi mesi prima avrei potuto al massimo sognare ciò che mi stava succedendo, invece ora questa era la realtà. Sorrisi.
Ancora non riuscivo a capire come mai fossi finita sotto casa sua, mi ci aveva portata il mio “subconscio”? Una cosa era certa: provavo qualcosa per quel ragazzo, qualcosa di molto forte che iniziava, o meglio, mi sembrava stesse iniziando ad essere ricambiato.
Mentre l'acqua calda scorreva lentamente sul mio corpo mi ritornò alla mente la sensazione delle sue labbra morbide sulle mie, delle sue braccia calde attorno al mio corpo, dei suoi addominali scolpiti a contatto con la mia schiena: ogni volta che i nostri corpi si sfioravano un fremito si impossessava di me, il mio cuore accelerava e perdeva un battito.
« Carrie?! - mi chiamò mio fratello distogliendomi dai miei pensieri – Ma dove sei finita?! »
« Arrivo! » risposi chiudendo l'acqua e uscendo dalla doccia.
Presi un asciugamano al volo e me lo avvolsi attorno al corpo, uscii dal bagno e mi rivestì in fretta indossando una camicia senza maniche bianca infilata in un paio di shorts di jeans chiari a vita alta, misi ai piedi le mie Toms salmone, afferrai una borsa minuscola di cuoio marrone e mi lanciai fuori nel corridoio inforcando gli occhiali e raccogliendo i capelli in uno chinion molto disordinato.
« Ma dove eri finita? - si lamentò Brad seduto a tavola – Sto morendo di fame! »
« Avevi solo da prendere le lasagne dal microonde e mettertele nel piatto! » replicai acida per zittirlo.
« Ti sei fatta bella per Malik? » chiese con un ghigno.
« No. »
« Per Zach allora? »
« No. »
« Per un terzo sconosciuto? Magari Styles... »
« Ma la vuoi smettere? - lo interruppi – Sei irritante! »
Lui scoppiò a ridere divertito. « Comunque questo look ti dona. »
Sbuffai e presi le lasagne dal microonde.
« Tieni. » dissi sbattendogli davanti un piatto pieno.
« Grazie sorellina. » rispose lui buttandocisi sopra a capofitto.
« Guarda che anche se mangi più lentamente non muori di fame! »
« Non si sa mai. » replicò lui sputacchiando pezzi di cibo ovunque.
« Che animale. » sussurrai scuotendo il capo divertita e riempiendomi un piatto anche per me.

« Carrie datti una mossa se non vuoi che ti lasci qui! » urlò Brad dal vialetto di casa.
« Arrivo! » risposi richiudendo il mascara e rimettendolo nella trousse di mia madre.
Attraversai la camera dei miei e mi guardai allo specchio. In effetti con quei vestiti addosso non stavo male, avevo una non so che che mi ricordava la mia amata Miley Cyrus, ma allo stesso tempo ero me stessa.
Dopo un'ultima occhiata mi diressi di corsa fuori di casa raggiungendo un Brad sempre più spazientito.
« Alla buon'ora! »
« Ma non sono neanche le due! » protestai allacciando la cintura.
« Non voglio arrivare in ritardo. » puntai gli occhi al cielo e mi misi a guardare il paesaggio fuori dal finestrino, le case tutte uguali e ordinate del mio quartiere mi passavano davanti. Chiusi gli occhi cercando di non pensare al fatto che di lì a qualche giorno non avrei rivisto quell'ambiente se non raramente. Mi sarebbe mancato. Sentii una lacrima farsi largo tra le mie ciglia, volenterosa di uscire. Riaprii gli occhi e mi asciugai quella piccola gocciolina d'acqua per evitare di far danni con il mascara che avevo applicato.
« Contro chi giocate? » chiesi rivolta a Brad per distrarmi.
« Ha importanza? »
« No. » risposi indifferente tornando a guardare fuori.
« City High. » disse come se non avessi parlato.
« Stai scherzando vero? » domandai sgranando gli occhi. Lui scosse la testa.
Quella scuola era famosa per i suoi ragazzi: atletici, muscolosi, estremamente belli e, ovviamente, figli di papà...
« Vedrai che li batteremo. »
« Non ho dubbi. » risposi scettica.
« Vuoi scommettere? »
Mi venne in mente il risultato della mia ultima scommessa, perciò decisi di non rischiare anche questa volta.
« No, grazie. »
Eravamo orami arrivati al parcheggio, già piuttosto affollato, della nostra scuola, così unimmo le nostre forze alla ricerca di un parcheggio.
« Eccone uno! » esclamai indicando un posto tra una moto di grossa cilindrata e una Porsche.
« Direi che gli studenti della City sono già qui. » disse con una punta di disprezzo nella voce.
« Dai andiamo, non vorrai arrivare in ritardo » lo stuzzicai, in verità non vedevo l'ora di vedere i bei giocatori dell'altra squadra: è vero che ero considerata una sfigata ma ero pur sempre una ragazza adolescente!
Accompagnai mio fratello fino agli spogliatoi, qui le nostre strade si divisero, lui entrò insieme a tutti gli altri ragazzi, io mi diressi alle tribune.
Passai accanto a un gruppo di ragazzi che riconobbi come membri della nostra squadra di calcio e tra di essi notai due occhi nocciola che mi seguivano. Alzai una mano per salutare Zayn ma subito me ne pentii. Il ragazzo non appena vide di essere stato riconosciuto girò la testa dall'altra parte facendo finta di non avermi vista e continuò a parlare con i suoi compagni come se nulla fosse. Ok, non mi ero aspettata i saluti “privati” che mi riservava, ma ameno un cenno della mano! “Magari non mi ha riconosciuta.” pensai, più per auto-convincermi che fosse così che per altro.
Raggiunsi le gradinate e mi accomodai in quelle più alte per non dare nell'occhio, mi piaceva passare inosservata.« Anche tu qui a vedere la partita, Jenkins? »
« Non hai nessun'altra da importunare Styles? » risposi seccata.
« Come mai mi odi così tanto? »
« Non è che ti odio, è semplicemente che mi urti altamente il sistema nervoso! » dissi concentrandomi sulle cheerleader impegnate in un balletto di buon auspicio pre-partita.
« Come va con Malik? »
« Ma perché non mi lasci in pace e vai a vederti il balletto delle cheerleader? »
« No – rispose lui lanciando un'occhiata di sbieco alle ragazze – le ho già viste. Allora? »
« Allora cosa? »
« Non hai risposto alla mia domanda! »
« Non sono affari tuoi. »
« Normalmente questa frase vuole dire che va tutto bene ma non mi sembri convinta. »
« E a te che importa? »
« Zayn è mio amico, ma so che può essere un vero verme e tu sembri una ragazza per bene, non ti meriti di venir trattata così. » disse tutto d'un fiato senza neanche guardarmi.
Lo osservai stupita. Da quando era divento un tipo così saggio e con dei sentimenti umani?!
« Grazie Harry. » risposi ancora scioccata.
« Figurati Carrie, e se hai bisogno di qualcosa sai dove trovarmi. »
« Grazie. » sussurrai sentendomi in colpa per come l'avevo trattato poco prima.
« Visto che non sono l'animale senza cuore che tutti pensano? » ghignò concentrandosi poi sulla partita che stava iniziando.
« Benvenuti alla decima partita del campionato studentesco di calcio! - esordì il cronista – vediamo le formazioni... » distolsi l'attenzione da ciò che mi circondava e guardai in direzione del campo cercando di individuare Zach e Zayn.
Ed eccolo lì, il mio migliore amico in divisa. Quand'è che era diventato così... carino?! Lo osservai stupita e compiaciuta entrare in campo indossando i colori della scuola seguito a ruota da... Zayn Malik, con la pelle ambrata che rifletteva i raggi del sole così come i capelli scuri tirati su con il gel.
« Vado a prendere da bere. » dissi distogliendo lo sguardo da quella visione.
« Ti accompagno. » si propose Harry con un sorriso innocente sul volto.
« Non ce n'è bisogno. » replicai comunque apprezzando il suo gesto.
« Tranquilla, non m interessa così tanto questa partita. »
« Ok, andiamo. »
Ci avviammo verso le macchinette delle scuola spintonando tutte le persone stipate sulle gradinate che non ci lasciavano passare.
« Scusa... scusa... »
« Carrie! » mi voltai sentendomi chiamare.
Una ragazza pasciuta perfettamente truccata mi stava sorridendo: Eveline.
« Ciao Eveline. » la salutai cordialmente.
« Anche tu a vedere la partita? »
« Già. - risposi osservando il suo sguardo fisso sul ragazzo al mio fianco. - Lui è... » iniziai ma lei fu più veloce di me: « Harry Styles. - completò con un sorriso rivolto al riccio. - Io sono Eveline, Eveline Walker. » si presentò porgendogli la mano.
« Piacere. » rispose lui cortesemente ricambiando la stretta.
« Volete sedervi... »
« No, grazie. - la interruppe il ragazzo. - Dobbiamo andare. » aggiunse frettolosamente prendendomi per un braccio e portandomi via dalla mia futura compagna di camera e lasciandola lì di stucco.
« Fermo, fermo! - protestai liberandomi dalla sua presa – Come mai tutta questa fretta?! »
« Non avevo voglia di stare lì, ti sei accorta vero che voleva solo parlare con me e di te non gliene fregava nulla? »
« Sì. » effettivamente era così, in quei pochi minuti che eravamo stati lì non aveva tolto gli occhi di dosso a Harry.
« Bene, allora andiamo. - disse sbrigativo. - Tra l'altro, chi era quella?» chiese incuriosito guardandomi con un sopracciglio alzato.
« Eveline Walker, una delle mie future compagne di stanza » risposi distrattamente scrollando le spalle.
Harry si fermò di colpo, provocando un tamponamento a catena con la gente dietro di noi, e mi guardò con gli occhi sgranati. « Una delle tue...che cosa? »
« Future compagne di stanza » ripetei fermandomi a mia volta.
« Cioè ti trasferirai qui? - chiese con una punta di speranza negli occhi - Qui al college? » annuii e raccontai al ragazzo ciò che era successo, proprio come avevo fatto con Zach.
Finito il mio racconto mi stupii di me stessa. Ero una ragazza molto chiusa e riservata e per me Harry Styles era pressappoco un conoscente, niente di più, eppure mi ero appena confidata con lui, gli avevo raccontato la mia storia. C'era qualcosa in lui che mi facesse trovare in lui una persona di cui potersi fidare.
Quando finii di parlare mi guardò sbalordito.
« Cioè, spiegati meglio: tu e Brad non sapevate nulla?! »
Scossi la testa. « No, hanno fatto tutto loro a nostra insaputa. »
« Be', guarda il lato positivo. - disse con sguardo malizioso alludendo qualcosa che avrei dovuto sapere ma di cui, in verità, non avevo la più pallida idea. Dopo qualche secondo di silenzio, con voce quasi afflitta dal fatto che non avessi risposto, aggiunse. - Anche io sto qui durante la settimana! »
Scoppiai a ridere. « E sarebbe questo il lato positivo? » chiesi, facendo finta di asciugarmi una lacrima dovuta al troppo ridere.
Mi guardò quasi tristemente. « Pensavo ne saresti stata contenta. » disse mortificato.
« Ma certo! - risposi dandogli un leggero pugno sulla spalla. - vuoi anche tu qualcosa da bere? » chiesi inserendo i soldi nella macchinetta di fronte a noi.
« No, grazie. »
Premetti il bottone dell'acqua e attesi.
« Merda! - esclamai appoggiandomi all'apparecchio. - Mi ha mangiato i soldi! »
Qualcuno alle mie spalle diede un pugno all'aggeggio malefico e la mia bottiglietta uscì fuori.
« Non c'è di che. » rispose, una voce che non conoscevo, rispondendo a un “grazie” che non avevo pronunciato.
« Grazie. » sussurrai voltandomi.
Un ragazzone muscoloso e vestito firmato dalla testa ai piedi mi fissava sorridente.
« Se vuoi sdebitarti... » iniziò lui.
« No, non vuole sdebitarsi. - si intromise Harry afferrandomi per un braccio. - Vieni Carrie, andiamo. »
« Ehi ma... » protestai persa negli occhi del ragazzo “straniero”.
« Niente ma, andiamo. » decretò il riccio trascinandomi via.
« Si può sapere che ti prende? » chiesi quando finalmente mi lasciò andare.
« Ti stava mangiando con lo sguardo. - disse alzando le spalle. - E mi ha dato fastidio. » aggiunse vedendo che non dicevo niente.
Scoppiai a ridere. « Da quando in qua ti interessa? »
« Te l'ho detto, - rispose lui con un sorriso – non sono l'animale senz'anima che credono tutti. »
Un baoato si levò dalle tribune. « Credo che qualcuno abbia segnato. » constatai tornando sugli spalti.
Harry al mio fianco annuì controllando i tabelloni segnapunti. « 2 a 0 per noi. »

« Come ti è sembrata la partita? » mi chiese Zach uscendo dagli spogliatoi con i capelli bagnati che rilasciavano goccioline sulla sua carnagione perfetta.
« Interessante. » risposi non troppo convinta sentendo Harry sghignazzare alle mie spalle.
Zach lo vide e mi fisso con aria interrogativa.
« Ho tenuto compagnia a Carrie. » si giustificò lui rispondendo allo sguardo di Zach.
Proprio in quel momento Zayn uscì dagli spogliatoi. Rimasi a bocca aperta: era magnifico.
« Ehi Zayn! » lo chiamò Styles sbracciandosi per attirare la sua attenzione.
Zach sbuffò e si allontanò a grandi passi. « Ci vediamo dopo. » mi disse voltandosi, poco prima di sparire.
Il moro venne verso di noi e, quando mi vide, mi fece un enorme sorriso che scomparve non appena si rese conto che fossi lì con Styles.
« Ciao Carrie. - mi salutò per poi rivolgersi al ragazzo accanto a me senza però togliermi gli occhi di dosso. - Hazza. »
« Ciao Zayn. » risposi sentendo le guance avvampare.
« Vi lascio soli. » concluse Harry sentendosi il terzo incomodo in quel gioco di sguardi. Si voltò e, poco prima di sparire tra le centinaia di teste che affollavano il corridoio, mi fece l'occhiolino accennando, con il capo, a Zayn.
« Idiota. » mormorai.
« Come scusa? » chiese il moro.
« Nulla. Bella partita! » esclamai in modo da cambiare argomento.
Lui sbuffò. « Avversari semplici. - sorrise. -ti va di andare a fare un giro? »
Annuii. Iniziammo a camminare lungo il corridoio diretti al cortile interno della scuola. Ogni qualvolta i nostri corpi si sfioravano un brivido mi percorreva la schiena facendomi sentire le farfalle allo stomaco e un groppo in gola.
« Mi dispiace per stanotte. » dissi dopo un lungo silenzio imbarazzato.
« Per cosa? » chiese lui aprendomi la porta e lasciandomi passare.
« Be' – iniziai passandogli davanti e voltandomi ad aspettarlo – ti sei dovuto occupare di me senza poter poi dormire bene e stamattina sei dovuto uscire dalla finestra non dopo aver sopportato mio fratello. »
« Ehi, lo rifarei stanotte stessa! »
« Davvero? » domandai, fermandomi esterrefatta.
Lui annuì. « Senza dubbio. - sul mio viso comparve un sorriso idiota, ero sbalordita dalle parole che avevo appena sentito. - Stasera vieni alla festa del dopo-partita a casa di Meredith? »
« Ti... » iniziai, ma venni interrotta da una voce a me molto ben poco gradita. « Certo che non viene! Non l'ho invitata. - mi squadrò da testa a piedi e aggiunse. - E poi una come lei, il sabato sera ha di meglio da fare, non è vero? - mi si avvicinò e, in modo che Zayn non sentisse, continuò sottovoce il suo monologo. - Avrai anche iniziato a parlare con Malik che, ingenuamente, ti da attenzioni, e avrai anche iniziato a vestirti in modo presentabile, ma non pensare che questo ti autorizzi a comparire alle mie feste o a credere che qualcosa sia cambiato, eri una sfigata, sei una sfigata e lo sarai sempre. Presto anche Zayn se ne ricorderà a tornerà da me, perciò non scomodarti neanche ad affezionarti a lui perché la pensa proprio come me. » detto questo so allontanò sculettando lasciandomi di pietra.
« Allora vieni? » insistette il moro con un sorriso come se nulla fosse.
« Penso che passerò. » sussurrai guardandomi i piedi. Continuavo a pensare alle parole dio quella vipera, e se avesse avuto ragione? E se fosse stato vero ciò che aveva detto riguardo a Zayn? Ero sicura che se così fosse stato avrei sentito un grosso vuoto all'altezza del cuore.
« Starai a casa? Per quello che ha detto Meredith? Non te la prendere, è solo gelosa. »
« Non è per quello. - mi giustificai non troppo convinta. - Con tutto quello che è successo questa sera la voglio passare a casa. »
« Come preferisci. Io ci devo andare quasi per forza e... »
« Guarda che non ti devio scusare. » sorrisi guardandolo negli occhi.
« Comunque giovedì ho il test di italiano, ricordi? »
« Sì. E quindi? » mi era completamente passato dalla testa!
« Avresti voglia di darmi ancora qualche ora di ripetizione? »
« Certo! » esclamai, senza neanche pensarci su. L'idea di passare altro tempo, da sola, con quel ragazzo, mi allettava e non poco!
Aveva un qualcosa che mi affascinava, che mi faceva desiderare di passare ogni istante disponibile con lui. Ero cotta, dovevo ammetterlo, ormai era innegabile.
« Sto bene quando sono con te. » ammise improvvisamente serio.
« Anch'io. » risposi in un sussurro come se volessi non essere sentita.
« Mi piace il modo in cui arrossisci quando i nostri corpi si sfiorano, – si fece più vicino ed aggiunse – come adesso, mi piace il tocco della tua pelle sulla mia, il tocco delle tue labbra sulle mie, mi piace quando abbassi lo sguardo evitando di guardarmi negli occhi, mi piace il modo in cui mi guardi negli occhi, mi piace la tua risata allegra e spontanea, mi piace come ti arrabbi quando non capisco quello che mi spieghi, mi piace quando sei paziente anche se sono un completo idiota, mi piace il modo in cui riesci ad essere così semplice, mi piace quando dici il mio nome, mi piace stare in tua presenza. » sorrise e mi guidò di nuovo verso l'interno della scuola.
Mentre palava nella mia mente si erano formate varie ipotesi su come sarebbe finita la conversazione ma, purtroppo, nessuna di queste si era avverata.
« Anche a me Zayn. » mi limitai a rispondere.
Proseguimmo il tragitto fino al parcheggio in silenzio, ognuno immerso nei proprio pensieri. In quel momento mi sentivo bene, apprezzata da qualcuno, completa. Quelle semplici parole avevano risvegliato in me un sentimento profondo e sentivo che erano sincere come dette da un bambino innocente. L'unica cosa di cui non mi capacitavo era come, a uno come lui, potesse piacere la compagnia di una come me.
« Ti serve un passaggio a casa? » chiese interrompendo il mio flusso di pensieri.
« No, - risposi scuotendo la testa – vado a casa con Brad. »
« Allora ci vediamo. - sorrise, poi mi si avvicinò e posò leggermente le sue labbra sulle mie. Sentivo ardere il punto in cui ero entrata in contatto con lui e avrei voluto ciò fosse durato di più. - Ciao Carrie. » aggiunse staccandosi da me con un sorriso e avvicinandosi alla sua macchina.
« Ciao Zayn. » sussurrai ancora sotto shock.

---
Salut les filles!
E dopo la luuunga attesa (di cui sono terribilmente dispiaciuta) ecco un nuovo capitolo!
Ci ho messo così tanto perché sono ancora in Francia e ho veramente pochissimo tempo per scrivere, chiedo perdono.
Grazie mille a tutti quelli che continuano a seguire la storia nonostante le frequentissime pause.
Non so se mi piace come sto sviluppando la storia. Zach che non sopporta quando Zayn è con Carrie, Harry che si dimostra protettivo nei confronti della ragazza e la semi dichiarazione di Zayn, che cosa ne pensate?
Lasciatemi una piiiicola recensione per farmi sapere :)
Passando ad altro: come in ogni capitolo anche qui ho pensato di mettervi la foto di uno dei personaggi, perciò ecco a voi il bel ragazzo asiatico, Conor, compagno di stanza di Brad! Carino Harry Shum
no?!

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A presto mie care.
xoxo
B
p.s. i miei vicini in questo momento (sono in un residence) sono Irlandesi kfdhdsghf.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11. ***


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Capitolo 11
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Ancora non potevo crederci, Zayn Malik, il ragazzo più popolare della scuola, quello che ogni ragazza sognava la notte, il capitano della squadra di calcio dell'istituto, il belloccio per eccellenza, aveva appena fatto una semi dichiarazione a me, Carrie Jenkins, la ragazza più invisibile della scuola, quella che era considerata meno che le pareti, la “miss impopolarità” dell'istituto, la “forever alone” per eccellenza, e, come se non bastasse, mi aveva baciata sulle labbra, seppur lievemente, senza preoccuparsi minimamente di tutte le persone che ci stavano attorno, dei commenti della gente. Ero piacevolmente sorpresa da questo suo comportamento.
Mentre tornavo a casa con Brad, lui non poté fare a meno di notare il sorriso ebete stampato sulla mia faccia.
« Che ti prende sorellina? »
« Cosa intendi? » chiesi, mettendo per un attimo da parte tutti i mille pensieri che percorrevano la mia mente.
« Hai un sorriso... - si interruppe un attimo per trovare le parole giuste, poi, dopo svariati secondi, finalmente finì la frase – da idiota! » esclamò.
« Mi sento offesa! » replicai scoppiando a ridere.
Mi sentivo così bene con me stessa che non mi importava ciò che avrebbe potuto pensare il mio fratellone venendo a sapere quello ch era appena successo tra la sua piccola e indifesa sorellina e il bad-boy della scuola, tanto meno mi interessava rispondere a tono, ero felice, mi sembrava di stare su una nuvola che fluttuava sopra tutto e dove nessuno poteva toccarmi.
« Sul serio Carrie, - riprese preoccupato - sembra tu abbia sbattuto la testa contro un muro! Sei per caso caduta giù dalle gradinate? »
« No, sono solo contenta. »
« E come mai sei contenta? » chiese sospettoso.
« Non posso essere contenta? - lui mi guardò sospettoso. - è una bella giornata. » conclusi.
« Sicura sia solo per questo? Non c'entra qualcuno? Che ne so io... » buttò lì, distogliendo per un attimo gli occhi dalla strada per osservare meglio la mia reazione. Bingo! Ci aveva azzeccato.
« Tzé, mi stai prendendo in giro? - risposi con voce stizzita – Ma ti sembra che una come me.... insomma, hai capito no? - lo sentii bofonchiare un “In effetti” tra sé e sé e,non volendo far tornare la conversazione su quel discorso, continuai il mio monologo. - A proposito, non ti ho più visto con quella biondina! Come si chiamava già? Lexi? Lauren? »
« Leighton. - rispose non curante, con tono distaccato – E comunque è complicato. »
In quel momento di sicuro non mi interessavano i particolari della vita amorosa di quell'odioso di mio fratello, ma, pur di evitare il discorso “Carrie, spiega perché sei contenta” ero disposta a sorbirmi ore e ore di chiacchiere su quanto fosse fantastica la sua ragazza, tanto, con tutto quello che mi passava per la mente di certo non avrei capito una singola parola.
« Caro il mio Brad, sai che con me puoi parlare. »
Lui mi guardò stupito e, vedendo il mio sorriso, accolse l'invito.
« Lei mi piace, davvero ma trovo che ultimamente sia distante, come se... »
Brad iniziò il suo racconto e la mia mente volò da un'altra parte, come previsto.
Continuavano a rimbombarmi nella mente le parole di Zayn, come uscissero da un giradischi, bloccato sempre sulla stessa traccia: “Mi piace il modo in cui arrossisci quando i nostri corpi si sfiorano, mi piace il tocco della tua pelle sulla mia, il tocco delle tue labbra sulle mie, mi piace quando abbassi lo sguardo evitando di guardarmi negli occhi, mi piace la tua risata allegra e spontanea, mi piace come ti arrabbi quando non capisco quello che mi spieghi, mi piace quando sei paziente anche se sono un completo idiota, mi piace il modo in cui riesci ad essere così semplice, mi piace quando dici il mio nome, mi piace stare in tua presenza.”
« Carrie?! Carrie mi stai ascoltando? » sussultai riemergendo dalla mia trance.
« Certo Brad! » mi affrettai a rispondere.
« A sì? Allora dimmi cosa ho appena detto. » mi guardò con aria di sfida e attese.
« Em... » balbettai.
« Meglio così. » rispose spegnendo il motore e posteggiando dietro un camion di traslochi.
« Credo che mamma e papà siano tornati in compagnia. » gli feci notare indicando il veicolo davanti a noi. Lui annuì e, senza dire una parola, scese dalla macchina. Mentre si dirigeva in casa lo osservai. Era palese fosse arrabbiato per questo trasloco improvviso dei nostri genitori, non l'aveva presa assolutamente bene e d'altra parte lo capivo perfettamente.
Scesi dall'auto ed entrai in casa.
« Ciao tesoro. » mi accolse mia mamma cercando di abbracciarmi senza far cadere un vaso di fiori che teneva in equilibrio tra le braccia sopra una pila di riviste.
« Ciao mamma. » risposi dandole un lieve bacio sulla guancia per poi schizzare in camera mia. Ero arrabbiata per tutto quello che era successo ma era pur sempre mia mamma, non potevo essere scontrosa con lei per sempre e poi quel giorno era speciale, io ero contenta e nulla mi avrebbe fatto cambiare umore. O così credevo in quel momento.
Salii le scale e mi ritrovai davanti a una pila traballante di scatoloni fortunatamente vuoti.
« Carrie, - mi raggiunse la voce di mio padre da dietro quella torre – se ti servono scatoloni per le tue cose, serviti pure. » disse accennando agli scatoloni.
« Grazie papà. » risposi, sorridendo, prendendone uno tanto per farlo contento.
Finalmente in camera mi lanciai, con tanto di scarpe e borsa a tracolla, sul morbido letto, presi il mio Ipod e, dopo aver attivato la riproduzione casuale, chiusi gli occhi per farmi cullare dalle note delle musica.
 
« Com'è andata a scuola? » chiese mio padre una volta a tavola.
Brad fece spallucce « Come se ti interessasse. » rispose scontroso.
« Certo che ci interessa, tesoro. » si intromise la mamma, con un sorriso in volto, per evitare una discussione a tavola.
« Allora come mai nessuno ci ha mai detto nulla riguardo al vostro trasloco?! » esclamò mio fratello lasciando, rumorosamente, cadere le posate e alzandosi da tavola per osservare la scena dall'alto.
« Siediti caro. » tentò di calmarlo, senza successo, la mamma. Potevo chiaramente vedere una venuzza pulsare sulle sue tempie.
« La conferma di tua madre è arrivata tardi. » si scusò mio padre.
« Non mi interessa! - sbottò Brad, sempre più infuriato. - potevate almeno accennarcelo! » e così dicendo abbandonò la sala dirigendosi in camera sua.
Potei sentire chiaramente la porta sbattere e la musica partire a tutto volume.
Un silenzio innaturale calò improvvisamente nella sala. Mia madre guardava in basso, come fanno i cani quando sanno di aver fatto qualcosa di sbagliato, mio padre era impassibile e, come se non fosse appena successo nulla, continuava a mangiare tranquillo. Io, dal canto mio, non sapevo cosa fare, se andare da Brad, se scoppiare a piangere, se rimanere lì con gli occhi bassi o se rifugiarmi in camera mia.
« Buona la bistecca, cara. » si complimentò mio padre con la mamma. Come poteva dire una cosa simile in quel momento? Non si era accorto della reazione del figlio?
« Grazie. » rispose lei con un filo di voce posando la forchetta.
Guardai la scena e, finalmente, presi una decisione.
Appoggiai con delicatezza, forse eccessiva, il tovagliolo al tavolo e, con tutta calma, mi alzai per andare da Brad.
« Dove credi di andare, signorina? » mi rimproverò mio padre.
« A parlare con Brad. » risposi con semplicità.
« Non credo proprio, siediti e finisci la tua bistecca. »
« Se ti piace tanto, perché non la finisci tu? » lo provocai. Mi voltai e uscii dalla stanza.
 
« Brad? » chiamai, bussando alla porta, nel tentativo di sovrastare la musica che riempiva la stanza.
Non ricevendo risposta entrai.
La stanza che normalmente era tappezzata di poster cupi alle pareti e vestiti sul pavimento non c'era più, al suo posto mi si presentò una camera spoglia, un po' come la mia fatta eccezione per i segni che il nastro adesivo aveva lasciato sulle pareti azzurro cielo, i ripiani lungo le pareti erano privi dei soliti cd e lo stereo se ne stava in un angolo vicino a una catasta di scatoloni.
Trovai mio fratello seduto sul davanzale della finestra del suo bagno a guardare il cielo stellato.
« Ehi. » lo salutai raggiungendolo.
« Ehi. » rispose lui, senza distogliere lo sguardo.
« Come mai non sei alla festa di Meredith? »
« Non mi andava. »
Stemmo in silenzio per qualche secondo, poi sentimmo dei rumori provenienti dal piano di sotto.
« … forse abbiamo sbagliato. » stava dicendo mia madre.
« Ma cosa dici? È giusto così cara. » rispose papà con una voce talmente dolce che sembrava stesse parlando con un bambino piccolo. Ero sicura in quel momento la stesse abbracciando.
« Ma forse avremmo dovuto dirglielo... »
« E cosa avremmo potuto dire? Di sicuro non avrebbero accettato la nostra decisione... »
« Ero contraria a questa cosa fin dall'inizio. Ho paura Andrew, e se l'ultimo ricordo che avranno di me sarà questo? » io e Brad ci guardammo confusi, cosa voleva dire la mamma.
« Hanna, stai tranquilla, andrà tutto bene, tutto si risolverà. »
« E se così non fosse? »
« Sta a te decidere ora, se ti facesse stare meglio, sarei favorevole a spiegare tutto a Brad e Carrie. »
« Forse è meglio che non sappiano - rispose la mamma dopo svariati secondi - non voglio che si preoccupino per me, a Dublino i medici mi guariranno e tutto tornerà come prima, me lo sento. »
La conversazione si interruppe qui e io guardai Brad sconvolta.
« Mamma è malata? » gli chiesi in un sussurro.
« Non lo so. » rispose lui, tornando poi a mordicchiandosi nervosamente la guancia.
Ora tutto aveva un senso, la frettolosa partenza, le decisioni alle nostre spalle...
Mio fratello sembrava sconvolto quanto me e continuava a guardare il vuoto.
« Non ci diranno nulla, vero? » chiesi retorica. Lui scosse il capo, con aria assente.
Una lacrima mi percorse la guancia per poi cadere sulla mia mano appoggiata al mento. Iniziai a piangere silenziosamente stringendomi le ginocchia al petto e facendo sprofondare la testa tra di esse per soffocare ogni singhiozzo. Brad, ovviamente, se ne accorse.
« Carrie, non piangere. Questo non farà guarire la mamma, qualsiasi cosa lei abbia. » disse, avvolgendomi in un abbraccio in modo che potersi appoggiarmi al suo petto.
Restammo in quella posizione per diverso tempo, finché non ci raggiunse mio padre.
Penso rimase sorpreso da quella scena, io e Brad non eravamo mai andati d'accordo e, senza dubbio, non ci aveva mai visto abbracciati se non quando era morto il nostro pesce rosso, Gwendolyn, o più semplicemente Gwen, il che risaliva a più di dieci anni prima.
« Non pensavo di trovarti ancora qui, Carrie. » disse, con un tono esageratamente calmo, facendoci sobbalzare entrambi.
« Papà! » esclamai, uscendo dalle braccia di Brad per poi voltarmi verso di lui. Notai che, vedendomi in faccia, la sua espressione cambiò: da calma e disinvolta che era, diventò preoccupata e, se possibile, spaventata.
« Ma tu hai pianto?! » chiese venendomi incontro. Scossi la testa e scesi con tutta fretta dal davanzale per andarmene in camera mia.
Non appena entrai soffocai la faccia nel cuscino e ricominciai a piangere. Mentre nella mia testa si facevano largo una marea di pensieri.
Ripensai a quando, all'età di 12 anni avevo vissuto la morte della nonna: era malata ma nessuno sapeva cos'avesse, i medici la tenevano in ospedale senza sapere cos'avesse, la dimettevano quando sembrava stare meglio per poi ricoverarla nuovamente, d'urgenza, pochi giorni dopo quando la situazione precipitava nuovamente.
Non volevo succedesse la stessa cosa alla mamma.
Come se non bastasse ero turbata dal fatto che, con la complicità di papà, avesse deciso di non dirci nulla, di lasciare Brad e me all'oscuro di tutto.
Ero talmente sconvolta che non ricordavo quasi più gli avvenimenti di quel giorno, le preoccupazioni di Styles, il bacio di Malik, tutto era passato in secondo piano finché non smisi per un po' di singhiozzare e presi il cellulare. Avevo ricevuto ben tre messaggi.
Il primo era di Zach:

" Scusa se oggi sono sparito ma non sopporto il modo in cui ti guarda Malik.
A lunedì.
Z"

Il secondo di Styles:

"Dopo tutto non sei noiosa come dicono tutti! A parte gli scherzi, grazie per aver reso la partita meno noiosa!
Harry."

E l'ultimo era di Zayn:

"È stato bello parlare con te oggi, spero di rivederti presto.
xxx -Z"

Un sorriso malinconico comparve sul mio volto. La partita. Sembrava fosse passata un'eternità da quell'evento e invece era accaduto solo poche ore prima.
Mi alzai e, dopo aver fatto un bel bagno caldo per rilassarmi, mi infilai il pigiama e tornai a letto.
Quella notte non riuscii a dormire, mi svegliai più volte con i capelli incollati al viso, gli indumenti inzuppati di sudore e ricordi di sogni spaventosi nella mente.
 
Il mattino seguente mi svegliai di buon ora, il sole illuminava timidamente la stanza da dietro le tendine tirate della finestra ed io mi sentivo uno straccio, la notte, praticamente insonne, aveva lasciato pesanti segni sul mio volto pallido che ora assomigliava molto a quello di un vampiro assetato di sangue.
Dopo aver fatto una doccia, cercando di non pensare a tutto ciò che avevo scoperto la sera prima per evitare di lasciarmi trasportare dalle emozioni e fare un lago in casa, mi vestii con un paio di pantaloncini da calcio di mio fratello tutti macchiati e sbiaditi nonché strappati a metà coscia e una t-shirt bianca piena di gattini felicemente inconsapevoli della propria bruttezza, raccolsi l'ammasso informe che avevo in testa, chiamato da molti, ingiustamente, capelli ricci, in una coda e, dopo essermi infilata un paio di pantofole, uscii alla ricerca di altri scatoloni in cui riporre i miei vestiti.
Una volta tornata in camera iniziai a riporre le mie cose ordinatamente. Dopo qualche minuto sentii bussare alla porta.
« Avanti. » risposi distrattamente, tirando fuori dall'armadio un maglione che io adoravo, ma Zach diceva fosse orrendo.
« Ho sentito dei rumori così ho deciso di venire a vedere che cosa stessi facendo così presto alzata. » si giustificò mia mamma entrando con in mano una tazza di caffè e un piatto di uova e bacon.
« Grazie mamma. » risposi prendendole le cose dalle mani e posandole sulla scrivania.
« Lo sai che io e tuo padre non traslocheremo che tra due settimane, vero? » chiese, preoccupata, guardandosi attorno.
« Sì, volevo solo portarmi avanti con il lavoro, in più ho deciso di trasferirmi al college a partire da lunedì per ambientarmi. »
« Ma c'è tempo! » esclamò sedendosi sul letto e osservandomi preoccupata.
« Lo so, ma preferisco così. »
« Questa tua decisione immagino non abbia nulla a che fare con la discussione tra tuo padre e tuo fratello di ieri sera, vero? »
« No! - esclamai con forse un po' troppa convinzione visto che ricevetti uno sguardo interrogativo - Tranquilla mamma. »
« Bene. » si alzò e si avviò alla porta.
Avrei tanto voluto dirle che sapevo della malattia, avrei voluto parlare con lei di tutta questa situazione ma un groppo in gola bloccava ogni parola prima che essa potesse uscire dalla mia bocca e così la guardai, in silenzio, chiudersi la porta alle spalle.
 
Mi servirono quattro scatoloni per i libri, uno per i vestiti e appena mezzo per il resto della roba: una mia foto con Zach, dell'anno precedente, qualche cd tra cui l'intera discografia dei Green Day, degli U2 e dei Police e uno dei miei migliori acquisti: "+" di Ed Sheeran, la striscia con il mio nome ricamato a mano da mia nonna e un diario che era stato comprato con lo scopo di diventare il mio "diario segreto" ma la cosa non andò a buon fine, così le sue pagine erano diventate fogli di brutta.
Finalmente dopo tre ore e mezza chiusi l'ultimo scatolone e tirai un sospiro di sollievo. La stanza sembrava ancora più triste e vuota del solito.
Proprio in quel momento il campanello suonò e qualcuno andò ad aprire la porta.
« Carrie! C'è un giovanotto per te! » la voce di mio padre risuonò in tutta la casa.
« Arrivo! » urlai di rimando precipitandomi giù per le scale.
Un ragazzo moro, dagli occhi cioccolato fondente e la pelle amarata sorrideva da davanti alla porta osservato scrupolosamente da mio padre.
« Zayn. - sussurrai vedendolo e il suo sorriso si fece più grande. - Che ci fai qui? »
« Ero di passaggio e ho deciso di passare a trovarti. » rispose come se fosse la cosa più normale del mondo. Mi sembrava di essere in un sogno. "Carrie, svegliati prima di rimaner delusa dopo aver scoperto che è tutto un sogno." pensai. Ma non successe nulla, Zayn era ancora lì, sorridente, così come mio padre, il quale era tutt'altro che sorridente.
« Papà, puoi andare. »
Lui grugnì « Tra poco si pranza. »  aggiunse prima di sparire in cucina.
« Bella la maglia Jenkins - sorrise Zayn osservandomi - anche i pantaloncini, niente male, molto sexy. »
Non mi ero cambiata! Questo voleva dire che stavo ancora indossando quella ridicola maglia e quei fantastici pantaloni malandati!
Mi sforzai di non sprofondare nell'autocommiserazione e di rispondere al suo sorriso divertito. « Sì, stavo impacchettando un po' di cose, sai... » mi giustificai lasciando poi la frase a metà per guardarmi i piedi e alzare le spalle.
Zayn mi alzò il mento con un dito e fissò i suoi occhi nei miei. « Ero venuto per invitarti a pranzo, ma mi sa che dovrò cambiare i miei piani visto ciò che ha detto tuo padre. » disse in un sussurro, dopo qualche secondo, avvicinandosi lentamente al mio volto.
« Sarà per un'altra volta. » risposi prima che le sue labbra toccassero le mie. Sembravano fatte per stare insieme, si adattavano perfettamente le une alle altre provocando in me una sensazione di vuoto all'altezza dello stomaco. Mi sembrava di stare in una bolla d'aria sospesa a metri e metri da terra. Le sue mani si posarono sui miei fianchi stringendo al suo corpo e le mie si insinuarono tra i suoi capelli incredibilmente soffici. Il bacio si fece più intenso e passionale provocandomi non pochi brividi di piacere che stavano per far scoppiare il mio corpo dalle troppe emozioni.
« Carrie! » come poteva un momento così perfetto non essere interrotto da qualcuno?
Mi staccai immediatamente da Zayn leggermente imbarazzata, con le guance arrossate. « Che c'è papà? » chiesi disinvolta, distogliendo lo sguardo dal ragazzo che mi stava di fronte con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
« È pronto da mangiare. »
« Arrivo! » risposi, sentendo mia madre dire qualcosa come "Così potevo chiamarla anche io"
« Ci sentiamo più tardi, va bene? » chiese uscendo dalla porta che era rimasta aperta dietro di lui.
Annuii. « Perfetto. A più tardi » mi sporsi leggermente e gli scoccai un leggero bacio sulla bocca prima di chiudere la porta ed appoggiarmici contro per evitare di cadere sulle ginocchia che mi erano diventate molli come una caramella gommosa.
Quando finalmente riuscii a riprendermi raggiunsi la mia famiglia in cucina.
« Che cosa voleva quel ragazzo? » chiesero in coro i miei genitori.
« Nulla. » risposi, aspettando una battuta stupida da parte di Brad che però non arrivò, era seduto con espressione assente di fronte a me, sembrava su un altro pianeta.
« Ti abbiamo già detto che non ci piace quel... » iniziò mio padre, ma venne interrotto da mia madre che, dopo avermi osservata bene esclamò quasi scandalizzata « Ti sei presentata con quei capelli, quelle occhiaie e soprattutto quei vestiti?! »
Sospirai esasperata. « Papà, grazie per avermelo ricordato e mamma grazie per avermelo fatto notare. »
« Tesoro, ma è una cosa positiva! - esclamò mia madre tutta elettrizzata, io la guardai senza capire. - Nonostante come sei conciata ti ha baciata lo stesso! »
« Aspetta, aspetta. - la fermai - mi avete spiata? » chiesi scandalizzata.
Mia madre, come se non avesse sentito, continuò il suo monologo. « Eravate così carini, è stato un peccato non mi sia accorta di ciò che stava accadendo tra voi due prima di dire a tuo padre di chiamarti. Sembravate una di quelle coppiette che si vedono nei film d'amore, hai presente, Andrew? »
Mio padre grugnii. « Resta il fatto che quel ragazzo non mi piace. » affermò tagliando la carne con ferocia eccessiva.
« Ma cosa vuoi capirne tu? Si vede che questo ragazzo tiene alla nostra piccola Carrie. »
La conversazione stava diventando imbarazzante per me, odiavo quando a tavola si parlava di me e odiavo ancora di più quando si parlava di me e presunti fidanzati, già, perché i miei genitori, come ogni genitore, erano convinti, nonostante tutti i commenti cattivi di Brad su quanto fossi una sfigata, che avessi la fila di pretendenti dietro di me.
« Possiamo cambiare argomento? » chiesi esasperata dalle chiacchiere di mia madre.
« Non i scaldare così Carrie! - esclamò quest'ultima - Brad, come mai sei così silenzioso? » chiese come accorgendosi di lui solo in quel momento.
« Non ho nulla da dire su quest'argomento. - scrollò le spalle senza distogliere gli occhi dal suo piatto. Poi aggiunse, con tono acido - Bello giocare alla famiglia felice, non trovate? »
Dopo quel momento non si sentì volare più una mosca sulla tavola.
 
---
Ed eccoci ad un’altra entusiasmante puntata! Ok, entusiasmante è una parola grossa in questo caso, comunque, che ne pensate?
Ora tutta la storia della partenza ha un senso…
Allora prima di tutto grazie a tutte voi che continuate a leggere la storia!
Seconda cosa: il topic principale della settimana su twitter sono i vma, onestamente non vedo l’ora siano finiti visti tutti i litigi! A questo proposito ho anche scritto un tl (clicca qui) giuro che questi litigi tra directioners e beliebers non li sopporto più! (avrete notato che ho cambiato nick di twitter, carino no “xmilkshaken”?)
Altro argomento molto importante è il Summer Finale di Pretty Little Liars, voi lo seguite? Io lo amo e sono rimasta sconvolta! Ttra l’altro siete pronte per l’inizio della scuola? Io per nulla tanto più che so già la data in cui inizierò la matura…mi viene l’ansia!
Ultima domandina prima di lasciarvi alla foto e alla relativa spiegazione, sto scrivendo una storia in “collaborazione” con mia sorella e la pubblicheremo sul suo account, qualcuno è interessato a leggerla? Metterò poi il link ;)
Ed eccoci alla foto! Nel capitolo avete letto di una cornice con un immagine di Zach e Carrie, ebbene eccola qui! Non sono cucciolosi? Dfhjgh

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Fatemi sapere che ne pensate del capitolo, mi raccomando!
A presto!
xoxo
B

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Capitolo 13
*** Capitolo 12. ***


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Capitolo 12.

 
Quando finalmente tornai in camera mia, presi il telefono e composi il numero della sola persona che sapeva sempre come tirarmi su il morale, che c'era sempre stata per me, l'unico che mi avrebbe impedito di scoppiare in lacrime: Zach.
« Pronto? » rispose la sua voce metallica dall'altra parte della cornetta.
« Ciao Zach, sono... » non riuscii a finire la frase che lui mi interruppe.
« Carrie?! - esclamò con una punta di preoccupazione nella voce - È successo qualcosa? Mi sembri triste. »
Con lui era sempre stato così, non avevo bisogno di parlare, riusciva a capirmi meglio di chiunque altro al mondo, ecco perché, bensì fossi stata attratta da lui anche fisicamente, non avevo mai voluto rovinare la nostra amicizia per qualcosa di più serio che avrebbe potuto ferire entrambi, io avevo bisogno di lui ed ero terrorizzata dalla possibilità di perderlo.
« Sì, va tutto uno schifo...» la voce mi si spezzò e una lacrima colò sulla mia guancia fino a raggiungere il bordo, screpolato, del mio labbro superiore lasciandomi una sensazione di salato.
« Aspettami, arrivo. » annuii anche se non poteva vedermi e sentii che aveva messo giù il telefono.
Mi sedetti sul letto tenendo la testa tra le ginocchia circondate dalle braccia e iniziai a piangere silenziosamente, una lacrima dopo l'altra.
Tutto ciò che mi ero tenuta dentro durante l'intera mattinata stava venendo fuori, ogni singola preoccupazione, tutta l'angoscia che avevo dentro che mi stava soffocando.
A ogni lacrima sentivo come un peso togliersi dal mio cuore lasciandomi sentire meglio, ma meglio non era abbastanza, così continuai a piangere finché due braccia possenti non mi avvolsero e mi condussero contro un petto muscoloso e rassicurante dai cui potevo sentire il battito regolare del cuore di Zach.
« Carrie, è tutto a posto, ci sono io qui con te. »
« Grazie Zach. » sussurrai alzando la testa e trovandomi a contemplare i suoi profondi occhi blu.
Lui non rispose e continuò a cullarmi come fossi una bambina e piano piano i singhiozzi diminuirono d'intensità.
« Va un po' meglio? - mi chiese il ragazzo in un orecchio. Io annuii ancora un po' scossa. - Ti va di raccontarmi cos'è successo? »
Annuii di nuovo e iniziai a raccontargli, tra un singhiozzo e l'altro, la conversazione tra i miei genitori che avevo sentito la sera prima e ciò che era  successo quella mattina, omettendo, ovviamente, la parte su Zayn. Lui a ogni parola sgranava gli occhi sempre di più per la sorpresa. Quando finii il mio  monologo la sue espressione era talmente esterrefatta che gli ci vollero parecchi minuti per riprendersi ed essere in grado, nuovamente, di proferir parola.
« Fammi capire, i tuoi si trasferiscono a Dublino perché... »
« Perché mia mamma è malata, sì. » conclusi io al posto suo asciugandomi gli occhi.
« E non hanno mai detto nulla a te e tuo fratello, giusto? »
Annuii. Facevo fatica a tenere gli occhi aperti per quanto fossero arrossati e gonfi, il naso ormai impediva all'aria di entrare in me e mi sentivo soffocare.
« Cosa dovrei fare? » chiesi, in preda allo sconforto.
« Non lo so. » rispose lui stringendomi forte a sé con aria pensierosa.
In quel momento il mio cellulare iniziò a squillare con insistenza. Distogliendoci dalla situazione per un momento. Zach mi osservò « Vado a prenderti un fazzoletto. » così dicendo scese dal letto e si diresse in bagno.
Nel frattempo mi misi a sedere e presi il cellulare dal comodino.
Una chiamata senza risposta: Malik.”
Già, Zayn. Per la seconda volta era passato in secondo piano, gli eventi della mattinata avevano fatto si che la mia mente mettesse da parte il sapore delle sue labbra sulle miei per l'intero pomeriggio.
« Carrie, tutto bene? Sembri sulla luna! » osservò Zach di ritorno dal bagno tenendo, trionfale, un intero rotolo di carta igienica.
Io sobbalzai e nascosi, in fretta e furia, il cellulare sotto al cuscino. Non volevo far vedere a Zach che Zayn mi aveva chiamata, non volevo dargli spiegazioni, non che gliene dovessi, sul motivo per cui il bel moro aveva deciso di comporre il mio numero. Ovviamente Zach, non essendo uno stupido, si accorse subito del mio gesto goffo e maldestro, così, senza star a sentire le mie proteste prese il cellulare e lesse ciò che avevo appena letto anche io. Non comparve alcuna espressione sul suo viso se non un semplice, sincero sorriso.
« Se lui ti rende felice, se con una sola chiamata riesce a farti star meglio, appoggerò la tua scelta qualora decideste di stare insieme. »
Lo guardai perplessa. Lo aveva detto sul serio?!
« Grazie Zach. » lui non poteva dirmi cosa fare o non fare, ma la sua opinione, volente o nolente, per me contava e anche parecchio! Perciò ero sollevata da questa sua affermazione.
 
Passai il resto del pomeriggio e la cena con Zach, perlopiù in silenzio e, dopo che se ne fu andato passai un po' di tempo al telefono con Zayn. Parlammo del più e del meno, della partita del giorno prima, delle ripetizioni, ovviamente io non accennai nulla sulla malattia di mia madre, non eravamo così in confidenza.
A un certo punto la conversazione ricadde sulla sua visita di quella mattina.
« Scusa, non mi sarei dovuto presentare così a casa tua, avrei dovuto avvertirti. Il fatto è che ero nei paraggi... » esordì lui.
« Tranquillo, mi ha fatto piacere. » lo interruppi prima che potesse finire.
Trascorse qualche secondo di silenzio, poi lui riprese. « No, non è vero, non ero nei paraggi. - il mio cuore fece un tuffo con doppio attivamente nella cassa toracica - avevo voglia di vederti, Carrie. »
Rimasi ad ascoltare l'eco di quelle parole nella mia testa. "avevo voglia di vederti, Carrie". Lo aveva detto davvero?!
« A sì? » risposi incerta e completamente impreparata a quella situazione.
« Sì. - confermò lui, senza dar segno di aver notato il nervosismo nella mia voce - Mi sembrava carino portarti a pranzo fuori, ma dopo aver visto tuo padre ho preferito cambiare idea. Non gli vado molto a genio, vero? »
« No, ma d'altra parte quando mai, ai padri, vanno a genio i ragazzi frequentati dalle proprie figlie? » domandai retorica, con un accenno di risatina imbarazzata.
« Quindi noi ci frequentiamo? » la sua domanda mi colse alla sprovvista, cosa avrei dovuto rispondergli? Non ero per nulla pratica riguardo a questo tipo di situazione. Volevo rispondere di sì, ma una parte di me voleva rimanessi prudente e, prima di poter formulare la giusta risposta, le parole mi uscirono di bocca. « Sì...no. - mi fermai un attimo, feci un lungo respiro e continuai - cosa dovrei rispondere? Ti vorrei dire di sì, ma non posso, ho troppi pensieri per la mente ora. »
« Puoi rispondere "Sì" e far si che ti aiuti a sgombrarla. - rispose semplicemente, sorrisi a quelle parole, volevo credergli. - A domani Carrie. »
« A domani Zayn. » riattaccai il telefono e, dopo essermi lavata e messa il pigiama, mi coricai nel letto per poi addormentarmi pochi secondi dopo.
 
Il mattino dopo mi svegliai in ritardo, la sveglia aveva deciso di non suonare, così, ancora un po' rintronata, mi lavai di corsa e infilai i primi abiti in cima a uno scatolone, dopo di che mi precipitai al piano di sotto e, senza ascoltare i richiami insistenti di mia madre che voleva facessi colazione, salii in macchina dove Brad mi aspettava già con il motore acceso.
Quel pomeriggio sarei tornata a casa per prendere gli scatoloni e sistemarmi in college.
« Pensavo avessi deciso di tagliare oggi. » disse con tono piatto mio fratello non appena mi chiusi la portiera alle spalle.
« Non potevo perdermi la tua simpatia di prima mattina. » ribattei acida.
« Guarda che la tua non è migliore. »
« Ti ho solo risposto a tono. - dopo un po', vedendo che non rispondeva aggiunsi – T'ho chiuso. »
Trascorremmo il resto del tragitto in completo silenzio e finalmente arrivammo a scuola dove, dopo aver parcheggiato, mi diressi a prendere i libri per quella mattina.
« Buongiorno Jenkins. » la voce di Harry mi raggiunse da dietro la porta del mio armadietto aperto.
« Buongiorno a te, Styles. » risposi chiudendo l'anta con un gomito visto che avevo le braccia piene di libri e quaderni.
« Com'è andato il week-end? »
Com'era andato il week-end? Uno schifo! Ecco come era andato! A parte ovviamente qualche momento il nuovo, dolce, Zayn. « Bene. »
« Non ho visto ne te ne tuo fratello alla festa di Meredith! - esclamò, non troppo convinto del mio “Bene” - E normalmente Brad non si perde questo tipo di avvenimenti. »
« Magari è andato a qualche altra festa. » buttai lì con fare vago.
« Dubito... - rispose il ragazzo pensieroso. - Comunque come va con Malik? Ho saputo del vostro bacio nel parcheggio di sabato. »
« E quindi? » mi imbarazzava parlarne con lui, o meglio, mi imbarazzava parlarne con chiunque! Non ero un esperta in relazioni amorose e non volevo parlarne con nessuno.
« Nulla. Non ti sembra di correre un po' troppo con lui? Insomma, sappiamo tutti quale sia la sua... »
« Hazza! Che piacere vederti! - Zayn spuntò del nulla al fianco dell'amico con un sorriso mozzafiato sulle labbra. - Carrie, ti stava importunando? - scossi la testa e lui continuò – Bene, Harry, ti dispiace se te la rubo? » chiese con un tono che non ammetteva repliche, prendendomi i libri dalle mie braccia.
« No. » rispose Harry osservando, impotente, la scena.
Zayn gli sorrise e gli fece segno di allontanarsi, il riccio, con aria da cane bastonato seguì l'ordine dell'amico.
« Ti va se ti accompagno in classe? » chiese timidamente intrecciando le sue dita alle mie.
Mi sentivo gli occhi di tutti i presenti puntati addosso, sicuramente molte ragazze avrebbero voluto incenerirmi, in fondo ero mano nella mano con il ragazzo più bello e popolare dell'istituto ed io ero sempre stata considerata una “sfigata”!
« Certo. » risposi, dopo un po', osservando, incredula, le nostre mani.
« Che cos'hai adesso? »
« Inglese, nell'aula 106. » risposi, facendo mente locale.
« Vorrà dire che arriverò in ritardo ad educazione fisica. » rispose, alzando le spalle, e trascinandomi, delicatamente, tra i corridoi affollati.
Il contatto della mia pelle con la sua, calda e morbida, bruciava, come fosse a contatto con il fuoco, amavo quella sensazione per me così nuova.
« Grazie, Zayn, ma non è necessario! » protestai desiderosa però di essere contradetta.
« Insisto invece! Voglio stare il più possibile con te. »
Alle sue parole mi sciolsi, era così terribilmente dolce da farmi venire le farfalle allo stomaco solo con la sua calda voce.
Una volta raggiunta la porta della mia classe mi prese in un angolo e mi guardo con una tenerezza infinita negli occhi.
« Ho qualcosa che non va? » chiesi, con un filo di voce perdendomi in quei pozzi di cioccolata.
« Mi sembri triste. » affermò scrutandomi attentamente.
Come aveva potuto notarlo? Io stavo facendo del mio meglio per nascondere il dolore in fondo al cuore, per non far trapelare il mio vero stato d'animo, per giunta da quando era arrivato lui quella mattina, ogni preoccupazione era passata in secondo piano.
Non sapevo cosa rispondere, una parte di me voleva liberarsi di quel peso, voleva aprirsi con lui, un'altra, al contrario, preferiva tenersi tutto dentro, preferiva non fidarsi e fargli credere di essersi sbagliato.
« Un po' - risposi in fine. - Devo andare in classe. »
« Aspetta! - mi fermò lui per un braccio mentre mi dirigevo verso l'aula - Che cosa succede? » chiese preoccupato.
« Nulla. - replicai lanciando un'occhiata alla porta della classe ancora aperta. Il ragazzo non sembrava soddisfatto della risposta - Ti racconto dopo, ora devo andare. » cedetti alla fine.
« Va bene. - rispose avvicinandosi a me. - Non voglio tu sia triste, il tuo sorriso è troppo bello per essere spento. » Così dicendo mi alzò il mento con due dita e posò, delicatamente, le sue labbra sulle mie. Il suo sapore inebriante mi entrò in circolo e sentii le ginocchia cedere leggermente sotto il peso di miriadi di farfalle che svolazzavano allegre nel mio stomaco. Sorrisi nel bacio, mi sentivo così leggera, nella mia testa non c'era che lui. Presto, troppo presto, si stacco da me con un sorriso stupefacente che mostrava i suoi perfetti denti bianchi.
« Ci vediamo alla quarta ora. » disse accarezzandomi una guancia, io annuii e mi allontanai.
 
« Questo è l'ultimo scatolone? » chiese mio padre caricandolo nel bagagliaio della sua macchina. Io annui distratta.
Erano le quattro del pomeriggio e mezz'ora dopo avevamo appuntamento con il preside per completare il mio trasferimento.
« Tesoro, - esordì mia madre stritolandomi a sé - sei sicura d non voler restare a casa con noi ancora un po’? »
« Mamma, - risposi, divincolandomi - ne abbiamo già parlato, preferisco andare un po’ là per ambientarmi e poi se non mi piace avrò sempre la possibilità di tornare a casa per un po’, giusto? »
Lei annuì e mi lasciò andare.
« Tieni un occhio su tuo fratello, non ho voglia che si cacci nei pasticci. »
« Lo farò mamma. »la tranquillizzai guardando Brad che stava caricando uno scatolone apparentemente pesante. Dopo aver sentito della mia decisione, anche lui aveva deciso di seguirmi, la scusa ufficiale era che non voleva lasciare sola la sua sorellina, in verità avevo il presentimento non volesse restare solo lui con i nostri genitori.
Dopo un viaggio nel completo silenzio arrivammo nel cortile di “Elizabeth House” dove avrei alloggiato insieme a Eveline e un’altra ragazza di cui non ricordavo il nome.
« Buona sera. » ci accolse il preside, sorridente, al fianco di una donna che non avevo mai visto prima.
Mi guardai attorno, sorpresa dalla pace e dalla solitudine che regnavano supreme in quel posto.
Oltre il massiccio cancello, a due ante, d’ingresso, si estendeva un breve viale circondato da alberi imponenti i cui rami cadevano morbidi da ogni lato. Il palazzo in cui erano state collocate le stanze era ricoperto interamente da foglie d’edera che si arrampicavano fino al tetto creando un effetto magnifico.
« Buona sera, signor preside. » ricambiò mia madre rispettosa.
« Allora, Carrie, se vuoi seguire la signora Reynolds, ti accompagnerà dalle tue coinquiline, così potrai portare in camera le tue cose, nel frattempo io collocherò tuo fratello nella sua stanza e farò quattro chiacchiere con i tuoi genitori. » così dicendo il preside fece un cenno alla donna accanto a lui che mi fece segno di seguirla.
« Io sono la custode di questo dormitorio. - iniziò la donna scendendo delle ripide scale, una volta entrate nell’edificio ricoperto d’edera. - Siccome questo è un dormitorio femminile, devo ammonirla che i ragazzi non sono ammessi. La porta principale verrà chiusa, durante la settimana, alle 10 di sera, il sabato e la domenica, al contrario, sarete libera di rincasare alle 3 della notte. Tutto chiaro? - Annuii.- Ogni violazione a queste regole verrà riporta al preside che prenderà provvedimenti. - eravamo ormai giunte davanti alla porta numero “006”, la donna si fermò e, con una mano sulla maniglia, mi sorrise acidamente. - Ma ovviamente noi non dovremo correre a questi rimedi con lei, non è vero, signorina Jenkins? » Annuii nuovamente e lei bussò.
« Avanti! » esclamò una voce squillante che riconobbi come quella di Eveline.
« Signorina Walker, signorina Moore. - salutò la donna aprendo la porta. - immagini abbiate già conosciuto la signorina Jenkins. » Eveline mi sorrise all’istante sfoggiando un sorriso perfetto, al suo fianco, una ragazza magrissima, con lunghe gambe, capelli rossi e occhi verdi ricambiò, timida, il mio sguardo sussurrando un lieve « Ciao. » che ricambiai.
« Bene, a questo punto direi che è meglio iniziare a portare giù gli scatoloni. Vi arrangiate voi? » più che una domanda quella sembrava un ordine, così io e le altre due ragazze annuimmo mentre la donna usciva dalla stanza.
« Allora, - esordì Eveline sedendosi a gambe incrociate sul letto di mezzo. - questo è il mio letto e quello - e indicò quello alla sua sinistra - è quello di Flick, che è lei. - fece una pausa e riprese ricordandosi che io e la sua amica non eravamo ancora state presentate: - Flick, Carrie. Carrie, Flick. »
La ragazza chiamata Flick fece un timido sorriso e tornò a sedersi in punta a una sedia.
Si vedeva che non stava bene, si vedeva che si faceva del male, la sua pelle era secca, asciutta e dal colorito spento. Due profonde occhiaie segnavano la parte inferiore dei suoi bellissimo occhi verdi in netto contrasto con i capelli rossi che un tempo dovevano essere stati di una bellezza unica. Al fianco di Eveline, la sua malattia si notava ancora di più, ma il fatto che una ragazza si facesse del male, sembrava non disturbare professori e tanto meno responsabili dei ragazzi.
Vedendo che io e la rossa restavamo in silenzio, Eveline decise di riprovare a far conversazione.
« Allora Carrie, hai visto che avevo ragione? »
La guardai interrogativa senza capire a cosa si riferisse. « Di cosa parli? »
« Tu e Malik! »
Ecco a cosa di riferiva! Mi guardai i piedi e cercai di cambiare argomento. « Mi accompagnereste di sopra a prendere gli scatoloni? Vorrei salutare i miei genitori. »
Flick annuì e uscì dalla porta seguita de Eveline che, prima di varcare la porta, con un occhiolino, mi sussurrò in un orecchio: « Non crede di scamparla così. »
 
« Ok, avete preso tutto? »
« Sì, mamma. » rispondemmo in coro io e Brad per l’ennesima volta.
« Sembrerà così vuota la casa. » sospirò affranta.
« Ma no, mamma! - tentai di consolarla. - Hai sempre papà! »
Una lacrima le percorse la guancia « Mi mancherete, ragazzi. »
Dopo un abbraccio di gruppo finalmente fummo liberi di tornare alle nostre stanze.
Mi sarebbero mancati. Iniziavo a rimpiangere la scelta di trasferirmi lì in quel momento. Dopo aver saputo della malattia della mamma forse sarebbe stato meglio fossimo restati a casa ancora un po’, ma ormai era tardi per cambiare idea. Così, con un pizzico di malinconia, diedi l’ultimo abbraccio a mamma e papà e seguii Eveline Flick in camera.
« Devi presentarmi ufficialmente tuo fratello. » annunciò Eveline lanciandosi sul suo letto.
Scoppiai a ridere, quella ragazza aveva sicuramente gli ormoni a mille. « Mi dispiace, ma a quanto ho capito è fidanzato. »
Vidi il suo volto farsi cupo: « Peccato. Sarebbe stato carino fare un’uscita a quattro, io , tuo fratello, tu e Malik. » sorrise maliziosa.
« Ma cosa dici! » esclamai sedendomi sul “mio” letto. Mi dava fastidio si parlasse della mia vita sentimentale.
« Be’, non siete invisibili, vero Flick? » chiese conferma alla ragazza accovacciata su una sedia.
« Scusa, Carrie, ma Ev ha ragione. » la sua voce era flebile, pareva un sussurro e sembrava provenire da kilometri di distanza.
« Dai Carrie, che ti costa ammettere che tra voi due c’è del tenero? »
« Ma non… - osservai le mie compagne di stanza che mi guardavano con uno sguardo incoraggiante. Infondo Eveline, per quanto non mi piacesse molto come ragazza, aveva ragione, che cosa mi costava? - ci stiamo frequentando. » ammisi in un sussurro guardandomi le mani intrecciate sul grembo.
« Più forte Carrie, non abbiamo sentito. » Eveline voleva sempre stare al centro dell’attenzione e non ero l’unica a pensarlo.
« Smettila Ev, non vedi che è in imbarazzo a parlarne? » le fece notare Flick, quella ragazza iniziava a piacermi sul serio.
« Che noia che siete. - sbuffò.- Non si può neanche scherzare! »
Nessuno le rispose e io iniziai a svuotare gli scatoloni.
« Qui se vuoi c’è un ripiano libero. » mi fece notare Flick, indicando un ripiano del suo armadio.
« Grazie mille. » risposi poggiandoci sopra una pila di cd.
« Anche a te piace Ed Sheeran? » mi chiese, prendendo il primo della colonna.
Annuii.
« Chi è? - chiese Eveline, balzando in piedi e raggiungendoci vicino. - è uno figo? »
Alzai gli occhi al cielo, possibile che non riuscisse a pensare ad altro?
Per fortuna la rossa venne in mio soccorso. « Non è necessario essere belli per essere ottimi cantanti, Eveline. »
La ragazza sbuffò, non soddisfatta della risposta e si lanciò di nuovo sul letto afferrando il cellulare e iniziano a digitare sul suo iPhone come fosse impossessata dal diavolo.
In quel momento sentii il mio cellulare vibrare nella tasca posteriore dei jeans.
Un nuovo messaggio: Malik.
Lo aprii e lo lessi tutto d’un fiato.

Com’è andato il trasloco?
Spero la Walker non si faccia troppo gli affari tuoi. Ti ho mai detto quanto la odio? È una pettegola di prima categoria!
Chiamami quando puoi, ho bisogno di sentirti e in più non mi hai ancora spiegato perché oggi eri triste.
xx
Z

Sorrisi tra me leggendo il suo parere su Eveline, non aveva tutti i torti! In quel poco tempo aveva tentato più volte, senza ottenere i dettagli scandalosi che si aspettava, di estorcermi informazioni su me e Zayn.
Gli risposi brevemente che era andato tutto bene e che lo avrei chiamato dopo cena, dopo di che presi una giacca e guardai le ragazze.
« Andiamo a mangiare? » Eveline sorrise contenta prendendo a sua volta un cappotto, Flick, dal canto suo, mi guardò tenendosi la pancia con una mano. « Non ho fame. »
Eveline non la stette neanche a sentire e uscì, io invece osservai la ragazza scheletrica che mi stava davanti.
« Ti prego, Flick, vieni? »
La ragazza guardò la mia mano tesa davanti a lei e, dopo qualche istante di esitazione, la afferrò, alzandosi dal letto.
Le sue mani erano gelide, mi sembrava di stringere un pezzo di metallo. Le sorrisi, volevo fare qualcosa per quella ragazza, non poteva ridursi così, non era giusto.
 
---
Salve ragazze :)
Ancora elettrizzate per ieri sera? Io sono veramente dispiaciuta pe Justin, si meritava di vincere almeno il “Best Pop Video”, il video di Boyfriend è stupendo! çç va be’, questi sono pareri personali, non insultatemi.
Allora, che ne pensate di questo capitolo? Io non ne sono molto soddisfatta perché ci ho messo tantissimo a scriverlo e non è venuto come mi aspettavo :/
Come promesso nello scorso capitolo, ecco qui l’altra storia che sto scrivendo “in collaborazione” spero passerete a lasciare una recensione :)

http://25.media.tumblr.com/tumblr_m9z4hfOsyB1r3hwpbo1_500.jpg
(clicca qui)


Questa volta niente foto, avrei voluto presentarvi “Flick” (ho già pronta l’immagine) ma non è ancora ora, per ora dovrete immaginarvela.
Vorrei ringraziarvi tantissimo per tutti i complimenti che ho ricevuto per lo scorso capitolo, siete fantastiche, davvero :’)
 
A presto!
Xoxo
B
Ps su twitter ho cambiato di nuovo nome (lol) se volete seguirmi sono _likesuperman.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13. ***


(leggete lo spazio autrice)

 http://24.media.tumblr.com/tumblr_m5em1dtOpK1r3hwpbo1_500.jpg


Capitolo 13.

 
Il mattino seguente aprii gli occhi di buon ora aspettandomi di vedere le pareti rosa antico della mia camera illuminate dalla poca luce che, normalmente, filtrava attraverso le tende tirate. Ma la stanza era più buia di quanto mi aspettassi, più stretta e soffocante con delle pareti di un opprimente color bordeaux leggermente sbiadito dal poco sole che, durante le giornata, illuminava la stanza per poche ore.
Improvvisamente mi ricordai di non essere più tra le mura confortevoli e accoglienti della mia casa in Charleston's Road.
Lentamente mi voltai verso sinistra e intravidi le sagome delle mie due compagne di stanza, ancora nel mondo dei sogni.
Presi il cellulare e guardai l'ora: 6:17. decisamente troppo presto per alzarsi, così come per chiamare Zayn. La sera prima avrei dovuto telefonargli ma, dopo essere andata a cena con Flick, che non aveva quasi toccato cibo credendo nessuno se ne sarebbe accorto, ed Eveline, la quale non faceva altro che raccontare pettegolezzi sentiti a scuola perfino quando aveva la bocca piena di pasticcio di carne, ero talmente stanca che, appena toccato il letto, venni accolta a braccia aperte da Morfeo senza più ricordarmi di Zayn.
Mi girai e rigirai per circa mezz'ora nel letto finché non decisi che alzarsi, probabilmente, era la cosa giusta da fare.
Ancora un po' addormentata aprii uno dei cassetti in cui avevo, la sera prima, ammassato le mie cose e ne estrassi un paio di pantaloni salmone e una camicetta, senza maniche, in denim. Da sotto la scrivania estrassi un paio di ballerine, nere con delle piccole borchie, che mi aveva regalato mia madre qualche mese prima nella speranza mi appassionassi alla moda come lei ma che, purtroppo, non avevano fatto altro che finire in un angolino remoto della scarpiera in camera mia, nascoste da un'infinità di altre scarpe comprate da mia madre e mai messe, nonché un numero spropositato di scarpe da ginnastica che io amavo con tutta me stessa.
Mi guardai attorno per un po', cercando di abituarmi alla “nuova” stanza, finché non venni distratta da Flick. « Buongiorno. » sussurrò, vedendomi già in piedi, coprendosi gli occhi dalla luce con una mano.
« Buongiorno. » risposi con un sorriso.
« Come mai già alzata? » chiese incuriosita, mettendosi a sedere con le coperte che ancora coprivano il suo esile corpo.
« Non riuscivo più a prendere sonno. » sospirai.
Lei annuì e si alzò a sua volta.
« Ti dispiacerebbe accompagnarmi in bagno? - domandò timidamente guardando in basso – odio andarci da sola. »
Era così tenera e fragile, era impossibile dirle di no.
« Certo, devo andarci anche io. »
La ragazza sorrise e, molto lentamente, si alzò dal letto infilandosi le ciabatte.
In silenzio, per non svegliare Eveline, uscimmo dalla stanza richiudendoci poi la porta alle spalle.
« Non ti sei ancora abituata al posto, vero? » Flick mi guardava intensamente cercando di decifrare la mia espressione.
Scossi la testa. « Non è facile, stamattina mi mancava l'aria quando mi sono accorta di non essere a casa. » confermai.
Lei annuì comprensiva. « Ti capisco. - dopo una breve pausa aggiunse – Sono contenta ti abbiano messa in camera con noi, con Eveline non ho un vero e proprio rapporto, stiamo insieme solo perché siamo compagne di stanza, non perché abbiamo qualcosa in comune, anzi... » lasciò la frase in sospeso ma riuscii lo stesso a capire cosa volesse dire. Eveline sapeva essere insopportabile e Flick non sembrava proprio come lei.
« Posso capire quello che dici. » Annuii aprendo la porta dei bagni davanti a me.
« Sì? - improvvisamente il suo volto s’incupì. - A volte sa essere veramente insopportabile! »
« Be', io non la conosco ancora molto bene... »
« Tranquilla. - m’interruppe, - hai presente l'interrogatorio che ti ha fatto ieri? Ecco, aspettatelo tutti i giorni, non sa farsi i fatti suoi. » detto questo la ragazza si avvicinò a un lavandino e iniziò a lavarsi la faccia.
Il pigiama le ricadeva morbido sul corpo spigoloso a causa delle ossa sporgenti del bacino, dalle mani spuntavano due polsi che avrebbero potuto benissimo stare entrambe in una mia mano e le caviglie non erano da meno.
Ci demmo entrambe una lavata e, una volta finito, uscimmo per tornare da Eveline.
« Dov'eravate? » s'informò la mora non appena mettemmo piede in camera.
« In bagno. - rispose Flick dirigendosi al suo armadio. - Non ho idea di cosa mettermi. » affermò guardandolo spaesato senza calcolare più di tanto Eveline. Vidi il volto di quest'ultima farsi scuro, si vedeva benissimo quanto le piacesse stare al centro dell'attenzione. Senza dire una parola uscì dalla camera sbattendo la porta.
« Vado in bagno a cambiarmi. » mi comunicò la rossa con, tra le braccia, dei vestiti cupi.
Si vergognava del suo corpo, lo si poteva capire da come cercasse di farlo vedere il meno possibile, da come volesse mimetizzarsi con lo sfondo e passare inosservata indossando vestiti così tristi.
Io non potei far altro che annuire.
La ragazza uscì dalla porta come aveva fatto poco prima Eveline ed io rimasi sola con i miei pensieri.
Il cellulare poggiato sulla scrivania vibrò e potei chiaramente vedere il nome di Zayn lampeggiare sullo schermo.
« Ciao, Zayn. » risposi dopo essermi quasi uccisa nel tentativo di prende il cellulare senza alzarmi dal letto.
« Buongiorno, Carrie – rispose la sua voce metallica dall'altro capo del telefono. - Come stai? »
« Bene, tu? »
« Bene. Ieri non mi hai più richiamato. »
« Lo so, - ero mortificata. - mi sono addormentata appena ho toccato il letto. »
« Ti va se andiamo a fare colazione insieme? »
L'idea mi allettava molto, sentivo la sua mancanza, anche se non ci vedevamo da meno di ventiquattro ore.
« Certo! » risposi con forse un po' troppa enfasi.
Lo sentii ridacchiare dall'altra parte dell'apparecchio « Perfetto, ci vediamo davanti al tuo dormitorio tra – fece una pausa come stesse contando, - tre secondi. »
« Sei già qui? » domandai sorpresa.
« Mi mancavi. A dopo Carrie. »
« A dopo Zayn. » chiusi il telefono e lo riposi nella tasca posteriore dei jeans e presi un foglio di carta e una penna per scrive un messaggio per Flick.

“Vado a fare colazione con Zayn un amico,
ci vediamo più tardi!
Carrie.”

Lo poggiai sul letto della ragazza e, dopo aver preso il mio zaino stracolmo di libri, uscii dalla stanza.
 
Zayn mi aspettava appoggiato alla sua macchina con le braccia conserte e i piedi incrociati.
Quando mi vide, sul suo volto comparve un sorriso che brillava alla luce del mattino.
Sciolse la sua posizione statuaria e mi raggiunse raggiante.
« Sei bellissima. » affermò guardandomi.
Sentii chiaramente le mie guance avvampare al suo commento. « Grazie. » sussurrai imbarazzata.
Lui sorrise e senza aggiungere altro prese il mio volto tra le mani e poggiò le sue labbra sulle mie.
Sentivo la pelle bruciare in quel punto, come se fosse appena scoppiato un incendio nel punto esatto in cui la sua bocca era entrata in contatto con la mia. Mille farfalle presero vita nel mio stomaco nel momento esatto in cui le sue mani mi strinsero forte a lui facendo aderire perfettamente i nostri corpi ed evitando, così, che mi afflosciassi sulle gambe che ormai erano diventate più molli di un budino. Sorrisi sentendomi finalmente bene con me stessa e con quello che mi circondava, Zayn se ne accorse e, staccandosi leggermente da me, mi prese il volto tra le mani e catturò i miei occhi con i suoi cioccolato aprendosi in un sorriso dolce come il miele.
« Avresti mai pensato io e te finissimo con il frequentarci il giorno in cui sono entrato in aula tutor? »
Scossi la testa, no, non l'avevo pensato, mi ricordavo perfettamente quanto non volessi ammettere di essere attratta da lui, quanto poco sopportassi i suoi modi di fare. « No. »
« Avevo quasi la sensazione tu mi odiassi. » scoppiò in una risata cristallina che mi provocò brividi lungo la schiena.
« Non avevi tutti i torti. » sorrisi a mia volta.
Vidi la sua faccia farsi scura e mettere su un'espressione offesa. « Mi stai dicendo che mi odiavi? - annuii – Questo non dovevi dirlo Carrie Jenkins. » la sua espressione iniziava ad intimorirmi.
Improvvisamente mi prese in sollevò da terra, così, senza preavviso, e, con un sorriso malizioso, fece si che le mie gambe circondassero il suo bacino ed iniziò a baciarmi il collo con delicatezza provocandomi altri brividi lungo la schiena.
« Mi odi ancora? » chiese una volta vicino al mio orecchio.
« Sì. » risposi, con gli occhi chiusi, in un sussurro smorzato.
Sentii il suono dolce della sua risata e poi di nuovo le sue labbra sulle mie che fecero perdere un battito al mio cuore, non potevo desiderare niente di meglio.
« Voi due! - esclamò una voce acida che riconobbi come quella della custode. - Cosa pensate di fare qui? Sparite immediatamente se non volete che chiami il preside! »
La donna si avvicinò minacciosa a noi due zoppicando leggermente.
« Ce ne andiamo subito. » replicò Zayn, facendomi, delicatamente, scendere.
Ma proprio ora doveva arrivare quella a disturbare? In quel momento provavo un profondo odio nei suoi confronti.
« Sarà meglio! E non voglio più vedervi! » aggiunse lei prima di allontanarsi nuovamente.
« Andiamo a fare colazione? » domandò Zayn avvicinandosi alla macchina.
Annuii seguendolo.
 
Zayn mi aveva fatto, se pur involontariamente, riflettere su di noi.
In così poco tempo il nostro rapporto era cambiato radicalmente, da perfetti estranei, appartenenti a quasi due mondi diversi, a due ragazzi che si facevano beccare a sbaciucchiarsi dalla custode del dormitorio del college.
Per quanto cercassi di sopprimerla, una domanda continuava a farsi largo nella mia mente: non è che forse stavamo accelerando un po' troppo le cose? Potevo veramente fidarmi di lui? Dovevo credere a ogni sua parola o mi avrebbe solo illusa così da potermi aggiungere alla sua infinita lista di conquiste all'interno della scuola?
In cuor mio speravo davvero che tutte queste domande fossero solo frutto di una mente paranoica ma non potevo certo non stupirmi per questo cambiamento nei nostri rapporti.
« Tutto bene? » chiese interrompendo i miei pensieri.
Distolsi lo guardo dal finestrino e mi voltai a guardarlo. Aveva parcheggiato la macchina appena fuori dallo Starbucks vicino alla scuola e mi guardava interrogativo. Era così perfetto che non mi sembrava potesse essere vero.
« Sì. » risposi non troppo convinta.
« Ne sei sicura? »
Riflettei qualche istante prima di rispondere. « Non hai pensato a quanto le cose siano cambiate tra noi due in così poco tempo? Ho paura di essere illusa da te, capisci? - lui annuì pensieroso. - Posso fidarmi di te Zayn? »
« Sì Carrie, puoi fidarti di me, non posso prometterti che non ti deluderò mai, non sono perfetto, ma ti giuro che farò di tutto per rimediare ad ogni mio errore, farò di tutto per non farti star male, non ti lascerò mai sola a meno che non sia tu a chiedermi di andarmene. I miei sentimenti nei tuoi confronti si fanno ogni giorno più forti e so di non volere altro che la tua felicità. - Mi prese le mani tra le sue guardandomi negli occhi, erano pieni di sincerità e dolcezza. Sentii una lacrima farsi largo tra le mie ciglia desiderosa di bagnare la mia guancia e non potei far altro che concederglielo, non erano lacrime di tristezza come quelle che erano scese nei giorni seguenti, erano lacrime di gioia. - Non piangere Carrie, non ce n'è bisogno. » affermò sorridendo e asciugandomi le lacrime con il pollice.
« Scusa. » sussurrai. Avevo davvero bisogno di sentirmi dire quelle parole, avevo bisogno di sapere di potermi fidare di lui tanto più se volevo essere sincera con lui riguardo a mia madre.
« Non devi scusarti, vieni qui. - mi attirò a sé e mi strinse tra le sue possenti braccia. Sentivo chiaramente il suo cuore battere regolarmente vicino al mio orecchio e le sue labbra posarsi sui miei capelli riempiendomi di piccoli, teneri, baci, mi sentivo al sicuro. - Non mi ha mai detto come mai ieri eri così triste... » osservò, parlando a contatto con la mia nuca.
Sapevo non se ne sarebbe dimenticato. « Sabato sera mio fratello e mio papà hanno avuto un battibecco così mio fratello è sparito in camera sua, io l'ho seguito e dopo un po' abbiamo sentito i nostri genitori parlare. - feci una pausa, aveva detto che potevo fidarmi no? Era ora di raccontargli tutto. Sollevai la testa e lo guardai negli occhi. Quei pozzi cioccolato mi diedero la forza di continuare. - Mia madre è malata, ecco il motivo del loro repentino trasloco a Dublino. »
L'espressione del ragazzo era a metà tra l'incredulo e la compassione.
« Stai scherzando vero? » si allontanò leggermente da me per guardarmi meglio.
Scossi la testa, dispiaciuta. « No, e non posso neanche parlarne con lei perché in teoria io non dovrei sapere nulla. »
Restammo in silenzio per qualche istante che a me parve non eternità, finalmente lui si decise a parlare di nuovo, « Stai tranquilla Carrie, andrà tutto bene e io sarò sempre al tuo fianco. » Avevo bisogno di questa conferma.
« Grazie, Zayn. - sorrisi malinconica e guardai l'ora. - Merda! È meglio che ci muoviamo ad andare a scuola se non vogliamo arrivare in ritardo! »
Il ragazzo controllò a sua volta l'ora e si mise immediatamente alla guida per tornare a scuola in tempo: la nostra colazione era saltata.
 
« Jenkins e Malik! Grazie per averci onorato della vostra presenza. » Richardson era sicuramente appena entrato in classe ma non poteva di certo non far notare il nostro ritardo di qualche centesimo di secondo!
« Scusi. » sussurrai.
« Signorina, pensavo che ora, dormendo così vicina al college, sarebbe arrivata a scuola in anticipo! » non risposi alle provocazioni del professore ed andai a sedermi in prima fila, al fianco di Zach.
« Ciao Zach. » salutai sorridendo.
« Ciao Carrie, hai pianto? » non potevo nascondergli nulla.
« Sì. » negare era completamente inutile.
« Io lo meno Malik, giuro! » sibilò voltandosi a guardare il more che aveva appena raggiunto i suoi amici.
« Calmati Zach, non è colpa sua se ho pianto, - lo tranquillizzai. - è per via di mia madre. »
« Gli hai raccontato tutto? - Annuii – e come ha... »
« Signor Martin, se non vuole fare un viaggio fino alla presidenza le consiglio di stare in silenzio durante la lezione. » Richardson era in piedi davanti al banco di Zach e lo guardava con aria minacciosa. Il ragazzo inclinò il capo di fianco e annuì.
« Finiamo dopo. » mi sussurrò in un orecchio.
Quel giorno il professore era più antipatico del solito e starlo ad ascoltare mentre spiegava trigonometria era ancora più difficile del solito, così decisi di lasciar perdere. Mi appoggiai al banco con una mano sotto la testa e mi misi a fissare il vuoto aspettando la fine di quell'ora di lezione.
Il bianco scrostato e sporco delle pareti mi circondava, rimasi a contemplarlo finché non venni riportata alla realtà dal suono acuto dell'allarme antincendio che rimbombava per i corridoi.
« Ragazzi, c'è la prova di evacuazione. - annunciò l'uomo da dietro alla cattedra. - In ordine uscite dall'edificio, il luogo di raccolta è il cortile ovest. Mi raccomando, restate uniti per l'appello! »
Uscimmo tutti dalla classe in maniera relativamente ordinata. Zayn mi raggiunse immediatamente e mi prese per mano intrecciando le sue dita alle mie. Lo guardai, quasi sorpresa, e lo vidi ricambiare il sorriso ebete che gli stavo rivolgendo.
« Sei sceso proprio in basso Malik. » sibilò una voce femminile alle nostre spalle.
« Meredith sparisci. » ordinò Zayn alla ragazza senza degnarla di troppe attenzioni.
Non contenta lei si rivolse a me. « Non credere che durerà, ti getterà via come uno straccio vecchio prima ancora che tu possa accorgertene, non sei alla sua altezza Jenkins. »
La voglia di tirarle un pugno si quel sorriso, maledettamente perfido e perfetto allo stesso tempo, era veramente forte ma per fortuna Zayn mi trattenne accarezzandomi con delicatezza la mano con il suo pollice.
Finalmente, dopo molti spintoni e piedi pestati, raggiungemmo il fatidico giardino e la sensazione di claustrofobia, che avevo provato poco prima in mezzo a tutte quelle persone, sparì.
« Carrie? » Flick mi osservava raggiante da poco più lontano. Indossava pantaloni neri di qualche taglia più grande che ricadevano morbidi sulle esili gambe fino a sotto i piedi e un maglione bitorzoluto grigio di lana infeltrito che non lasciava intravedere nulla della sua femminilità.
« Flick! » esclamai avvicinandomi a lei con Zayn ancora per mano.
« Ciao. » sussurrò lei timida, guardando prima me poi il ragazzo al mio fianco.
« Zayn, lei è Felicia, la mia compagna di stanza, Flick, lui è Zayn, il mio ragazzo. » l'avevo appena detto sul serio?! Lo avevo appena chiamato “il mio ragazzo” sul serio? Lo guardai, con un filo di preoccupazione negli occhi, per vedere la sua reazione a quelle parole e lo vidi sorridere soddisfatto.
« Ciao Felicia. » la salutò tendendole una mano.
« Puoi chiamarmi Flick come fanno tutti. » sorrise lei stringendo la mano tesa del ragazzo.
« Eccoti Carrie! - Zach ci raggiunse alle mie spalle. - Non ti trovavo più. »
« Zach, lei è la mia compagna di stanza Felicia, Flick, lui è... »
« Zach Martin. » concluse lei guardando il nuovo arrivato.
« Piacere. - rispose lui stringendo a sua volta la mano tesa della ragazza. - Carrie, Malik, Richardson vi sta cercando per l'appello. »
« Andiamo Carrie? » chiese Zayn riprendendomi per mano.
Annuii « Ci vediamo a pranzo Flick. »
« A dopo. » rispose la ragazza voltandosi per raggiungere i suoi compagni di corso.
 
« Ci vediamo a pranzo. » disse Zayn stampandomi un bacio sulla bocca per poi allontanarsi sorridendo.
Chiusi l'armadietto e lo guardai dirigersi verso la sua lezione successiva stringendomi al petto la sacca da ginnastica che avevo appena preso.
« E fu così che anche la piccola Carrie Jenkins cadde nella trappola di Zayn Malik! »
Harry sorrideva alle mie spalle divertito.
« Taci Styles. » sorrisi scompigliandogli i suoi adorati ricci che sembravano la pelliccia delle pecore prima della tosatura.
« Sai che ho ragione. »
« E se anche fosse? »
« Fai attenzione Jenkins. » le sue parole mi lasciarono di stucco.
« Cosa intendi? »
« Non mi va che tu rimanga delusa. »
« Harry, so badare a me stessa, non credo che rimarrò delusa. »
« Sì? Zayn ti ha detto che non ti deluderà? E tu ovviamente gli hai creduto... »
« Smettila di dire così! Cos'è sei geloso? - alzai il mio tono di voce, non volevo sentire ciò che aveva da dirmi il riccio, non mi interessava il suo parere. - Io e Zayn ci frequentiamo, fattene una ragione e smettila di dirmi che lui non è quello giusto per me! »
« Ma è così Carrie! Devi credermi! »
« Non ti credo Harry, va bene? Non mi interessa quello che hai da dirmi! »
« Non dirmi poi che no neri stata avvertita. »
« Che razza di amico sei? Getti fango sul tuo migliore amico e io dovrei crederti? »
« Non sto gettando fango con lui, ti sto solo dicendo di fare attenzione a com'è lui veramente! »
« No, non è vero. »
« Ripete a ogni ragazza frasi convenzionali e appena ottiene ciò che vuole lascia tutte in lacrime. » Non volevo starlo a sentire un minuto di più, così mi voltai per dirigermi a lezione ma venni bloccata dalla sua mano stretta attorno al mio braccio.
« Lasciami! » urlai con forza.
« Non credere che con te sarà diverso. Rifletti su ciò che ti ho appena detto. » detto ciò mi lasciò andare e io mi recai, a grandi passi, in palestra.
Se Harry voleva riempirmi la mente di punti interrogativi ci stava riuscendo alla perfezione anche se non avevo intenzione di lasciarmi condizionare dalle sue parole. Certo, sarei stata prudente con Zayn ma non avrei ascoltato le parole di quel ragazzo.
“E se avesse ragione?”ecco la domanda che continua a passarmi per la testa, eppure quella mattina Zayn mi aveva parlato con il cuore in mano. “E se quelle parole fossero il risultato di un copione ben recitato?” No, non dovevo pensare così, ne avrei parlato con il diretto interessato prima di colmare la mia testa con problemi assurdi.
Raggiunsi la palestra senza neanche accorgermene e, in tutta fretta, mmi cambiai indossando la divisa della scuola per educazione fisica.
« Cosa faremo oggi? » chiesi a una delle mie compagne di corso, quella che avevo reputato, da sempre, meno antipatica.
« Pallavolo. » rispose lei scrollando le spalle.
Odiavo quello sport con tutta me stessa, ero pessima nei giochi squadra più che in utti gli altri messi insieme.
« Grazie. » ero scoraggiata.
« Bacia bene Malik? » domandò questa d'un tratto.
« Come scusa? » la domanda mi aveva lasciata a bocca aperta.
« Hai capito benissimo. Come bacia Malik. A quanto pare siete la coppia dell'anno. »
« Be', non sono affari tuoi. » replicai acida per poi raggiungere il campo da gioco.
L'odore sgradevole del pavimento mi riempì le narici provocandomi un lieve giramento di testa.
« Sedetevi. - accolsi l'invito della professoressa a braccia aperte e mi accomodai a gambe incrociate sul suolo appiccicaticcio. - Ora vi dividerò in due squadre, visto che oggi siete solo tredici possiamo giocare a pallavolo. Secondo il vostro numero nell'elenco dividetevi in numeri pari, alla mia destra, e dispari, alla mia sinistra. »
Essendo il numero 6 mi portai alla destra della professoressa così come altre sei ragazze che non facevano altro che osservarmi.
Meredith, dal lato sinistro dell'insegnante mi guardava torva, se il suo sguardo avesse potuto uccidere molto probabilmente io sarei morta in quell'istante.
« Bene! . Esclamò soddisfatta la Bilson osservandoci. - Ora, in campo! Svelte! »
Obbedimmo tutte a capo chino e mettemmo piede nel campo.
« Carrie, - si rivolse a me un a ragazza altissima che giocava nella squadra di pallavolo della scuola – sei brava a giocare? » Era la prima volta che mi rivolgeva la parola, non pensavo neanche sapesse il mio nome! Scossi la testa e lei annuì pensierosa.
« Jess, possiamo metterla tra noi due in modo da poterla coprire. » intervenne una sua compagna di squadra con cui lei  concordò all'istante.
« Perfetto! Ok, mettiti qui Carrie. » disse mostrandomi un punto nel campo. Io annuii e seguii le sue indicazioni.
Bene, un'ora di tortura stava per avere inizio.
 
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Ciao bellissime!
Mi scuso per l'enorme ritardo con cui ho postato questo capitolo, la scuola è iniziata e il tempo scarseggia sempre di più :/
Allora, come vi è sembrato questo capitolo? Harry, Zayn... pareri? Sapete che le vostre opinioni mi interessano sempre tantissimo.
All'inizio del capitolo vi ho chiesto di leggere lo spazio autrice... stavo pensando, siccome voi siete sempre tutte così dolci con me, di “ricambiarvi” in qualche modo. Potrebbe essere carino fare una specie di “pubblicità” alle vostre storie, mi spiego meglio: nella recensione mi scrivete il titolo di una vostra fan fiction a cui vorreste facessi pubblicità. Io passerò a leggere e recensire tutte quelle che mi indicherete e ne sceglierò una da pubblicizzare nel prossimo capitolo. Come vi sembra quest'idea? Spero parteciperete in tante :)
Come nello scorso capitolo vi lascio il link dell'altra fan fiction a cui sto partecipando (non siamo, purtroppo ancora andate avanti ma il nuovo capitolo è a buon punto)

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(clicca qui)

 
xoxo
B

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Capitolo 15
*** Capitolo 14. ***


(leggi lo spazio autrice c:)

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Capitolo 14.

Finita l'estenuante ora di educazione fisica in cui, per l'ennesima volta, mi ero resa conto di quanto io e la pallavolo vivessimo in universi differenti, trascorsi altre due affascinanti ore in compagnia di quel mostro della prof. di storia.
Quei centoventi minuti che mi separavano dalla tanto attesa pausa pranzo sembravano protrarsi all'infinito.
Finalmente, quando ormai tutta la classe era al culmine della disperazione, la campanella fece risuonale per i corridoi della scuola il suo dolce suono che annunciava la fine delle ore mattutine di lezione.
Senza neanche aspettare che la professoressa finisse di parlare, raccolsi tutte le mie cose e mi precipitai fuori dalla classe. Avevo una tremenda voglia di vedere Zayn, dovevo chiarire con lui tutto ciò che, attraverso le parole di Harry, si era insinuato con insistenza nella mia testa.
Passai velocemente davanti a decine e decine dii classi dalla quali onde di studenti si stavano riversando nel già affollato corridoio, finché non raggiunsi il mio armadietto, con rapidità eccessiva riposi tutti i libri in esso e, dopo averlo richiuso, mi incamminai a passo spedito alla mensa.
La stanza era già piuttosto piena di studenti affamati e trovare Zayn non fu per nulla facile.
« Carrie! » eccolo, in tutta la sua bellezza. Risposi al suo saluto con un timido sorriso e lo raggiunsi pensando alle parole da dirgli.
« Ciao. »
« Ciao piccola, mi sei mancata oggi. » lo guardai sbalordita e rimasi ancora più stupefatta quando, senza neanche badare a tutte le persona attorno a noi, appoggiò la sua soffice bocca sulla mia come se quel bacio fosse questione di vita o di morte.
Dovetti far appello a tutta la mia forza per contrastare l'istinto di ricambiare con passione il bacio e riuscire a respingerlo con delicatezza.
« Dobbiamo parlare. » dissi, in un sussurro, guardandomi i piedi.
Il ragazzo, allarmato, mi sollevò il mento con l'indice guardandomi con occhi smarriti.
« Io... cos'è successo? » sembrava a disagio, gli occhi sgranati e la voce flebile.
« Hai intenzione di deludermi? » non so in che modo riuscii a dire quelle parole, avevo paura della sua reazione, avevo paura che potesse mentirmi.
« Cosa vuoi dire Carrie? »
« Rispondimi. » ordinai con un tono forse un po' troppo severa.
« Carrie, io... » rispose esitante prendendomi le mani e stringendole tra le sue.
« Lo sapevo. - mi liberai dalla sua presa e, con un enorme groppo in gola, mi diressi verso un angolo isolato della mensa per mangiare il mio pranzo in pace. - Harry aveva ragione dopo tutto. »
non feci in tempo ad allontanarmi di pochi passi che il mio braccio venne stretto nella forte presa della mano di Zayn.
« Che cosa hai detto? » chiese, sibilando tra i denti.
« Che lo sapevo. »
« No, dopo. » sottolineò la parola “dopo” e lasciò la presa attorno al mio braccio.
« Che Harry aveva ragione. » sussurrai.
« E tu dai ascolto a un ragazzo del genere? - la risposta era no, ovviamente no! Ma la sua esitazione nel rispondere alla mia domanda mi aveva fatta giungere a quella conclusione. Rispondimi Carrie, cazzo! »
« Sì, ma non l'avrei fatto se tu non avessi esitato così nel rispondermi! » risposi, riacquistando il controllo della mia voce e delle mie emozioni.
« Cazzo Carrie! - sembrava proprio essere arrabbiato. - Vuoi sapere perché ho esitato? Lo vuoi sapere? - annuii aspettando la sua risposta. - Perché io sono uno stronzo di natura, Carrie, non posso prometterti che non ti deluderò mai, io non sono perfetto, so benissimo che ti deluderò molte e molte volte, ma ogni volta che ti deluderò farò di tutto per rimediare, di questo puoi starne certa.- le lacrime iniziarono a scorrere lungo il mio volto bagnandomi le guance e riempiendomi gli occhi tanto che riuscivo a stento a vedere Zayn attraverso tutta quell'acqua. - Carrie, non piangere, - aggiunse asciugandomi il viso. - sei bellissima quando piangi ma a vederti così mi si stringe il cuore. » un singhiozzo uscì dalla mia bocca.
« Scusa Zayn. - mormorai con la testa incastrata nell'incavo del suo collo mentre le sue forti braccia mi stringevano in un tenero abbraccio. - è che sono così insicura. Non riesco a capacitarmi di come tu possa frequentare una come me, insomma, tu sei Zayn Jawaad Malik, il ragazzo più ambito dell'intera scuola e io... io sono io. »
« E tu sei tu, appunto Carrie, penso tu ti sia risposta da sola. - sollevai gli occhi verso di lui e lo guardai con uno sguardo interrogativo. - Avanti, non guardarmi così, sei la ragazza più bella, simpatica, intelligente e diversa io abbia mai conosciuto, piuttosto mi chiedo che cosa mai abbia fatto io di buono per meritarmi di poterti tenere tra le mie braccia. Tra l'altro ci stanno guardando tutti. » sorrise sui miei capelli e, guardandomi attorno, potei constatare la veridicità delle sue parole. La mensa si era fermata, le ragazze con aria invidiosa mi fissavano mentre il bel Malik mi stringeva a sé e i ragazzi osservavano Zayn con un specie di muta ammirazione nei suoi confronti.
« Magari abbiamo dato abbastanza spettacolo per oggi. » dissi cercando di liberarmi dalla sua presa, ma il ragazzo non dava segno di volermi lasciare andare.
« Non mi importa nulla. » rispose lui sorridente e, senza lasciarmi il tempo di capire le sue intenzioni, riprese il bacio che avevo, poco prima, interrotto.
Il sangue mi pulsava nelle vene e il cuore dava segno di voler balzare fuori dal mio petto, e tutto questo per cosa? Per il bacio passionale del ragazzo che stavo frequentando: Zayn Malik.

« Bello lo spettacolo in mensa di poco prima, davvero toccante! »
« Cosa vuoi Styles? Non puoi sparire e basta? » chiesi al riccio chiudendo l’armadietto e rivelando, dietro all’anta, il suo bel visino. Quel ragazzo sapeva esattamente come essere perfettamente irritante anche senza troppo impegno.
« E tu non puoi darmi ascolto e basta? » la sua voce si fece più acuta di una note mentre mi fissava con i suoi occhioni verdi chiusi a una fessura.
« No. » risposi voltandomi per allontanarmi da lì.
« Fai male, Carrie, te l’ho già detto, rimarrai delusa e ferita. »
Sbaffai spazientita, cosa voleva saperne lui?! « Dimmi la verità Harry, - iniziai voltandomi verso di lui e bloccandolo con le spalle al muro con lo sguardo. - che cosa vuoi veramente? »
« In che senso? » domandò lui con aria interrogativa.
« Perché ti interessa tanto non rimanga delusa, perché continui a tormentarmi con questa storia?! »
« Non lo so. » rispose lui facendo spallucce, dopo qualche istante di esitazione.
« Ascoltami attentamente Harold Edward Styles, perché non lo ripeterò più, mi hai stufata! Mi hai stufata con tutti questi tuoi avvertimenti, con questi tuoi modi di essere! Finiscila! Io sono contenta con Zayn e non ho intenzione di farmi un sacco di paranoie per via di tutto ciò che mi stai dicendo. Sparisci, ti prego, e lasciami in pace! »
Il ragazzo alzò le spalle in segno di resa e, girando sui tacchi, si allontanò da me lasciandomi stupita della potenza delle mie parole.
Sospirai sono sonoramente e mi diressi all’ultima ora di lezione del pomeriggio.

« Oh mio Dio, come eravate dolci tu e Malik! » esclamò Eveline con voce stridula e falsamente dolce accogliendomi una volta di ritorno nella nostra camera.
« Grazie. » sussurrai, leggermente irritata dalla sua voce.
Flick ridacchiò da un angolo buio della stanza attirando l’attenzione della ragazza dai capelli corvini.
« Cosa vuoi tu! - le urlò contro quest’ultima con gli occhi chiusi a fessura. - Ti faccio ridere? »
A vedere la scena scoppiai a ridere a mia volta ricevendo una cuscinata in pieno volto. Questo era quello che mi aspettavo dalla vita in college! Mi lanciai sul letto e affettai un cuscino da un angolo gettandolo poi contro Flick e iniziando così una meravigliosa battaglia con i cuscini.
Dopo svariati minuti di pure risate e insulti da parte di Eveline che non faceva altro che lamentarsi del fatto che la sua elaborata pettinatura si stava pian piano distruggendo sulla sua testa, ci lasciammo cadere, esauste, sui nostri “comodi” letti.
« Non ci provate mai più a fare una cosa del genere! » Eveline, ancora scandalizzata da ciò che era appena successo, si alzò dal letto mettendosi a sedere di scatto e cercando di sistemarsi l’acconciatura al meglio.
Io e Flick scoppiammo nuovamente a ridere ma fummo interrotte dall’insistente suono del mio cellulare sommerso dalle coperte del letto.
La scritta “Zayn” lampeggiava sullo schermo provocando uno svolazzare di farfalle nel mio stomaco.
« Be’! - mi rimproverò Eveline, con voce maliziosa, lasciando da parte i capelli per un po’. - Non rispondi? »
Sapevo benissimo che non vedeva l’ora di ascoltare la mia conversazione con il mio ragazzo, lei era fatta così…
Presi il cellulare e uscii dalla stanza scivolando poi lungo il muro del corridoio per atterrare sulla sudicia moquette rossa del pavimento.
« Pronto? » risposi titubante, non mi aspettavo una sua chiamata!
« Ciao piccola. » “piccola” quell’unica, semplice parola mi fece sussultare.
« Ciao Zayn, qualcosa non va? » domandai preoccupata.
« Come? - la sua voce era a metà strada tra lo stupito e il divertito. - No, tranquilla! Avevo solo voglia di sentirti, mi mancavi già. »
« Sono passate… -controllai l’orologio che portavo al polso. - due ore da quando ci siamo lasciati. » sorrisi, dopo così poco tempo sentiva già la mia mancanza?
« Appunto! - esclamò la sua voce metallica dall’altra parte del telefono. - Non credi anche tu sia un sacco di tempo? »
« Humm. - risposi pensierosa. -forse sì. » Ma cosa mi stava prendendo? Dopo due ore che non vedevo un ragazzo già mi mancava? Ero cotta di Zayn. E pensare che fino a pochi mesi prima, anzi, settimane, potevo tollerare a stento la sua irritante presenza!
« E se venissi a prenderti tra un quarto d’ora? »
Per andare dove? Ma prima che la domanda si formulasse nella mia testa, avevo già risposto: « Sì, sarebbe fantastico! »
« Allora a dopo, piccola. »
« A dopo. » chiusi la telefonata e tornai di corsa in camera. - Flick, ho bisogno di te. » annunciai tenendo il cellulare stretto in una mano, puntato dritto contro la ragazza.
Lei mi osservo con occhi sgranati. « C… Certo. » balbettò intimorita.
« E di me non hai bisogni? » ignorai la domanda di Eveline e mi precipitai ai miei cassetti.
« Cosa mi metto? » domandai in preda all’agitazione.
« Prima di tutto datti una calmata! » urlò Flick alle mie spalle facendomi sobbalzare
« Ok, ok, sono calmissima. » risposi dopo qualche istante di esitazione.
« Bene, - annunciò lei soddisfatta. - Ora dimmi dove devi andare. »
« Via. » la mia risposta vaga fece tendere in modo palese le orecchie di Eveline, non mi andava sapesse del mio appuntamento con Zayn.
Flick capì il perché di quella risposta e non insistette oltre, si limitò ad annuire come se le avessi rivelato ogni dettaglio della chiamata.
« Bene. »
Dopo un lungo rovistare tra pantaloni e magliette, finalmente trovammo qualcosa di decente, un paio di jeans a vita alta, una canottiera beige abbinata a una borsa dello stesso colore, una maglia arancione e le mie Toms preferite sempre color arancia.
Mi vestii in un lampo e raccolsi i capelli in uno chignon. Eveline mi osservava dal suo letto.
« Se mi dici dove vai ti posso truccare. » propose speranzosa.
« Non è necessario, ma grazie comunque. » risposi riponendo tutte le mie cose nella “nuova” borsa.
« A dopo Carrie. »
« A dopo ragazze! » salutai, euforica, uscendo dalla stanza.

La Mini di Zayn mi aspettava già nel parcheggio del college con il proprietario comodamente appoggiato, a braccia conserte, alla carrozzeria. Sembrava un dio greco con il delicato sole pomeridiano che lo illuminava completamente.
« Sei bellissima. » osservò, in un sussurro, avvicinandosi a me.
« Anche tu non sei male. » sorrisi di rimando.
« Stai bene quando non sei tanto truccata. » passò un dito sul profilo del mio volto e si chinò a baciarmi.
La famigliare sensazione di stare in un bolla si ripresentò puntualmente non appena le labbra del ragazzo sfiorarono le mie. La sua lingua chiese gentilmente accesso alla mia bocca e, come se fosse un questione di vita o di morte, glielo concessi. Iniziarono a rincorrersi e ad accarezzarsi, il suo sapore mi entrò in corpo facendo aumentare le farfalle nello stomaco. Mi sentivo così leggera!
Gli lanciai le braccia al collo e affondai le mani nei suoi capelli mentre le sue scendevano lungo la mia schiena provocandomi brividi di piacere. Ero senza fiato, questo era sicuramente il miglior bacio avessi mai ricevuto e così mi aggrappai con più forza ai suoi capelli facendolo gemere lievemente.
« Ci conviene andare via prima che arrivi di nuovo la vecchia. » disse con una nota di malizia nella voce.
Mi staccai da lui con la stessa faccia che fa un bambino a cui viene tolto il suo giocattolo preferito e annuii.
« Dove andiamo? » domandai salendo in macchina.
« Dove vuoi andare? »
« Ovunque tu voglia. » risposi con un sorriso ebete stampato in faccia.
Il ragazzo mi guardò maliziosamente e iniziò a guidare. « Possiamo andare da me, non c’è nessuno. » suggerì.
« Perfetto. » il ragazzo mi guardò contento della mia risposta e tornò a concentrarsi sulla strada.

Dopo circa mezz’ora arrivammo all’ormai famigliare viale d’ingresso della villa salmone dei Malik.
Zayn posteggiò l’auto poco oltre il cancello d’ingresso e si voltò a guardarmi.
« Entriamo? - annuii e lui uscì per venire ad aprirmi la portiera. - Prego signorina. » disse con tono scherzoso piegandosi in un mezzo inchino.
La casa era estremamente silenziosa e ordinata, per la prima volta mi sentivo a disagio davanti a tutto quello sfarzo, forse perché avevo spendo gli ultimi giorni in un dormitorio decrepito e malandato.
« Non c’è nessuno? »
Lui scosse la testa « Andiamo di sopra? »
« Certo. » presi la mano che mi stava tendendo e lo seguii al piano superiore.
La sua stanza era esattamente come me la ricordavo, il disordine era sempre lo stesso.
« Scusa, non avevo previsto venissi. » si scusò il ragazzo lasciandomi andare e prendendo una manciata di vestiti e nascondendola in un armadio a muro.
Mi sedetti su un angolo del letto appena liberato e mi misi a osservare Zayn che si destreggiava elegantemente per la stanza, dopo poco mi raggiunse sedendosi accanto a me. Sentii il letto cedere sotto il suo letto e la sua mano sul mio ginocchio.
« Come ho fatto a non accorgermi di te prima? » chiese a un centimetro dal mio volto avvicinandosi sempre più pericolosamente al mio viso.
« Non lo so. » risposi con un filo di voce poco prima che le sue labbra si appoggiassero nuovamente sulle mie.
Questa volta il bacio si fece da subito più intenso, più passionale e meno tenero, come se le nostre lingue fosse impazienti di incontrarsi di nuovo.
Il mio cuore accelero i battiti e sentii le guance avvampare così come tutto il resto del mio corpo.
Zayn mi circondò le cosce con le sue grandi mani e mi avvicino ancora di più a sé mentre le mie mani scattavano ai suoi capelli insinuandosi tra di essi per avvicinare la testa del ragazzo.
Zayn infilò una mano sotto la mia maglietta tirandola leggermente su e facendo scorrere un dito lungo la spina dorsale provocandomi grandi brividi di piacere, con estrema delicatezza si staccò da me per permettere alla maglia di essere sfilata per poi riattaccarsi alle mie labbra come se non potesse farne a meno.
Improvvisamente capii cosa avesse in mente in quel momento e non ero sicura di volerlo anche io. Mi bloccai di colpo e lo allontanai leggermente lasciandolo, ansimante, a guardarmi con occhi pieni di desiderio.
« Qualcosa non va? » chiese confuso.
Quel suo sguardo mi fece dimenticare ogni cosa, volevo le sue mani su di me. « No. - risposi senza riflettere, quando lui si avventò nuovamente sulle mie labbra lo fermai nuovamente. - Sì. - dissi. Lu mi guardò interrogativo. - Zayn, non posso darti quello che vuoi. » mi alzai e, afferrando la maglietta per coprirmi, mi allontanai da lui.
Mi sentivo così vuota, lui voleva qualcosa che non potevo dargli per quanto il mio corpo dicesse tutto l’opposto, non ero pronta.
« Scusa - mormorò lui osservandomi. - mi sono lasciato trasportare dal momento. »
Dopo essermi infilata nuovamente la canottiera e la t-shirt che portavo mi sedetti nuovamente al fianco del ragazzo che mi osservava con aria mortificata. « Zayn, io non sono ancora pronta a fare il passo che mi chiedi, sei il mio primo ragazzo… - mi sentivo terribilmente in imbarazzo conoscendo tutta la sua esperienza in questo campo. - Capisci cosa voglio dire? »
Lui annuì sorridendo « Sì, tranquilla, non c’è fretta. »
Zayn si appoggiò con le spalle al muro dietro di lui e mi fece ceno di avvicinarmi, una volta al suo fianco mi fece appoggiare la testa alle sue ginocchia e cominciò ad accarezzarmi i capelli con dolcezza. Piacevoli scosse iniziarono a diffondersi lungo tutto il mio corpo al tocco delle sue mani.
« Stavo pensando… » dissi aprendo gli occhi e immergendomi nei suoi color cioccolato.
« A cosa? » il sorriso che si aprì sul suo volto era a dir poco spettacolare.
« Sai che ti odiavo? Te l’ho mai detto? » il suo sguardo si fece più attento.
« Come sarebbe a dire che mi odiavi? »
« Pensavo fossi semplicemente un montato, sai, uno di quei ragazzi che si credono delle celebrità solo perché tutte le ragazzine non fanno altro che venerarli per le loro doti calcistiche e per i loro muscoli. - Mi fermai un secondo per riprende fiato e lui smise di accarezzarmi i capelli. - Ora che ci penso bene, avevo ragione, sei proprio così! » aggiunsi, scoppiando a ridere nel vedere la sua espressione.
« A sì? Io sarei uno di quei ragazzi? » chiese con gli occhi sgranati. Io annuii sicura di me. Senza darmi neanche il tempo di prepararmi, Zayn iniziò a farmi il solletico, a ogni suo tocco mi contorcevo sempre di più ridendo come una bambina. « Ti prego, smettila! » ansimai tra una risata e l’altra.
« Ritira quello che hai detto. »
« Mai! » scoppiò a ridere e cominciò a farmi il solletico sempre più insistentemente finché non si trovò esattamente sopra di me. Si fermò a guardarmi negli occhi con il fiato corto e io mi persi nei suoi profondi occhi marroni.
« È tardi, è meglio che ti riaccompagni al college. » affermò ricomponendosi.
« Sì. » balbettai ancora stordita.
Mi aiutò ad alzarmi e, dopo avermi presa per mano, mi condusse al di fuori dell’abitazione.
Il sole era già calato e il fresco della sera iniziava a farsi sentire.
« Hai freddo? » chiese Zayn percependo i miei brividi di freddo.
« Un po’. »
« Tieni. » disse sfilandosi il suo giubbotto della divisa da calcio della scuola e appoggiandomela sulle spalle.
« Grazie. » sussurrai sistemandola in modo che non cadesse al primo passo. Lui sorrise e mi aprì la portiera della macchina.
« Dovremmo passare più spesso il pomeriggio insieme. » annunciò ridacchiando.
« Sarebbe bellissimo. » risposi chinandomi verso di lui per stampargli un leggero bacio a fior di labbra.
Dopo un quarto d’ora arrivammo al college ormai con le luci tutte accese.
« Ci vediamo domani, piccola. » mi salutò.
« A domani. » risposi, scendendo dall’abitacolo, lui mi seguì e mi si parò davanti.
« Non lo sai che è da maleducati non salutare? » domandò maliziosamente.
« Davvero? » l’ironia nella mia voce era palese. Lui annuì e mi si avvicinò per poi far incontrare le nostre labbra in un bacio dolce e pieno di tenerezza.
« Ciao, Carrie. »
« Ciao. » risposi staccandomi da lui ed entrando nell’edificio.

« Raccontami tutto! » esclamò Flick vedendomi entrare nella camera con ancora addosso il giubbotto di Zayn.
« Non c’è nulla da raccontare. » risposi lanciando un’occhiata interrogativa al letto vuoto di Eveline e con un sorriso idiota ancora stampato in faccia.
« Eveline è andata da non mi ricordo chi, sai, non sono una grande fonte di gossip. » ridacchiò
« Ok, allora posso dirti tranquillamente che ho passato un pomeriggio meraviglioso. »
« Con Zayn? »
« Sì. »
« Carrie? »
« Dimmi. »
« Non voglio che tu rimanga ferita per cola di sua, chiaro? Non farti costringere a far nulla che tu non voglia. »
« Di cosa parli? »
La ragazza mi guardò con occhi granati e pieni di terrore, poi si affrettò a rispondermi guardandosi i piedi. « Nulla. »
« Comunque, Flick, non preoccuparti, non mi farà soffrire. »
« Questo lo dici tu. » la voce di Eveline mi entrò nelle orecchie come un ago pungente, non mi ero accorda che fosse entrata, da quanto tempo era lì?
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Ciao bellissime!
Mi scuso davvero tanto per il clamoroso ritardo con cui ho pubblicato questo capitolo, chiedo perdono! Non ho mai tempo di scrivere (ci ho messo tre settimane solo a fare un abbozzo del capitolo!) la scuola mi sta letteralmente uccidendo!
Passando al racconto… devo confessare che questo capitolo non è venuto esattamente come speravo, in ogni caso spero di aver un minimo accontentato tutte coloro che mi avevano chiesto qualche notizia in più su Flick, ovviamente per sapere ancora di più dovremo aspettare che la ragazza si apra con la nostra Carrie…
Allora, come vi avevo promesso nello scorso capitolo, ho deciso di fare pubblicità a una della vostre storie e la mia scelta è ricaduta su una fan fiction, di Out_Ofocus, molto diversa da questa innanzitutto per l’argomento, non è sui One Direction, bensì sui The Wanted… non vi dico nient’altro… buona lettura!

http://i50.tinypic.com/34dg4nr.jpg
(clicca qui)


Come sempre qui c’è il link per l’altra fan fiction a cui sto lavorando con _paynescupcake nel caso in cui ancora non l’abbiate letta.

http://25.media.tumblr.com/tumblr_mby67mVlFt1r3hwpbo1_500.jpg
(clicca qui)


Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo con una recensione!
A presto!
xoxo
B.
p.s. sono maggiorenneeeeee! :D
p.p.s avete notato che ho cambiato il banner? come vi sembra questo? :)

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