Moonlight

di Hope55
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I - Matrimonio ***
Capitolo 2: *** Capitolo II - Pianoforte ***
Capitolo 3: *** Capitolo III - Capri ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV - Matematica ***
Capitolo 5: *** Capitolo V - Vodka e Mojito ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI - Girasole ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII - Violenza. ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII - Verde libertà ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX - Spiaggia e Pigiama Party ***
Capitolo 10: *** Capitolo X - Grotta Azzurra ***



Capitolo 1
*** Capitolo I - Matrimonio ***


Capitolo I - Matrimonio.






"Dai Jake cazzo svegliati! Siamo di nuovo in ritardo! E sempre per colpa tua tra l'altro!"
"Oh Justin piantala! Non andiamoci oggi, una lezione in più, una in meno, cosa vuoi che sia!" mormorai con la voce ancora impastata dal sonno, rituffandomi sotto il cuscino.
"COSA VUOI CHE SIA? COSA VUOI CHE SIA!!!!! Sei pazzo! Tra una settimana abbiamo l'esame! Vuoi saltarlo di nuovo? Vuoi marcirci dentro quella cavolo di università?!" mi urlò puntandomi con i suoi grandi occhi chiari. Era incazzato nero. Okay, 'sta volta avevo esagerato sul serio. Sapevo quanto ci tenesse all'università e già una volta aveva rinunciato ad un esame a causa mia.
"Va bene, va bene, mi alzo vedi?"
"Muoviti ti aspetto di sotto"
Balzai giù dal letto urtando qualche bottiglia di birra. Cosa diavolo ci facevano lì delle bottiglie di birra? Cercai di ricordare cosa avessi fatto la sera prima ma mi accorsi solo di avere un gran mal di testa. Oddio un'altra sbronza no ti prego!
Dopo aver dato una rapida occhiata al display della sveglia realizzai di essere davvero in ritardo e che Justin aveva tutte le ragioni per avercela con me.
Non ebbi nemmeno il tempo di una doccia, infilai una camici e dei jeans e raccattai la mia borsa nera da terra, sopravvissuta a quel birricidio.
"Andiamo Jus" gli dissi dopo aver preso le chiavi del mio splendido gioiellino. Un'Audi A5 nera metallizzata della quale andavo particolarmente fiero. Soprattutto in confronto alle auto dei ragazzi dell'università, tra quei catorci la mia Audi faceva la sua porca figura.
Chiusi la porta di casa e fui colto da un'improvvisa ondata di terrore. Le chiavi!
"Cazzo no Jake!" mi rimproverò manco mi avesse letto nel pensiero.
Frugai nella tasca della borsa e tirai un sospiro di sollievo.
"Ce le ho, ce le ho!" gli sventolai il mazzo sotto il naso guadagnandomi un'occhiataccia.

Arrivammo all'università con un buon quarto d'ora di ritardo, solo grazie alla mia A5; ma per fortuna il prof non aveva ancora iniziato e ci beccammo solo un rimprovero verbale. E per fortuna mia non dovetti sorbirmi una ramanzina di Justin; sull'argomento 'studi' era peggio i mio padre.
Certo, ora come ora con lui non avevo un bel rapporto, anzi, non ci parlavamo proprio! Motivo? avevo scelto la facoltà di ingegneria anzichè medicina, non avevo seguito le sue orme e siccome unico figlio maschio sono una grande delusione. Come se poi ingegneria non fosse altrettanto importante! Per fortuna con mia madre non avevo problemi, lei voleva che fossi felice e che seguissi il mio cuore, e per questo l'adoravo!
"Bene ragazzi, prendete posto, iniziamo" esordì il dottor Stewart.
Lezione di algebra lineare. Amavo questa materia, come tutta la matematica e la fisica. Erano il mio punto forte, non come la biologia, la chimica o tutta quella roba che papà cercava di inculcarmi in testa. La medicina non mi attirava proprio. Aghi, siringhe e tutta la responsabilità che devi caricarti sulle spalle per ogni cura che prescrivi. Nah, proprio no.
Registrai la lezione ma presi comunque qualche appunto su spazi vettoriali, formule e funzioni, che successivamente mi sarei scambiato con il mio coinquilino Justin. Glielo dovevo.
"Jake non c'ho capito una mazza!" mi mormorò il mio coinquilino con un'espressione decisamente affranta.
"Non preoccuparti, ho registrato la lezione, studiamocela insieme, ti va?" gli proposi con un occhiolino che fu subito ricambiato da un enorme sorriso.
"Lo prendo come un sì" ridacchiai.
Fortuna che Justin mi perdonava in fretta, soprattutto dopo il macello che avevo combinato ieri, del quale, tra l'altro non ricordavo niente!
"Emh, Justin, che ho combinato ieri?" chiesi piuttosto imbarazzato grattandomi la nuca.
"Non ricordi proprio niente eh?"
Scossi il capo.
"Non stento a crederlo! Eri strafatto!"
Strabuzzai gli occhi! Strafatto?! Non avevo mai fatto uso di droghe o stupefacenti! Che diavolo?!
"Ehi amico, non in quel senso tranquillo! Strafatto di alcool semmai! ti sei finito 10 birre senza contare quelle che ti sei scolato in camera tua!"
"Mi hai fatto prendere un colpo, idiota! Ma cos'è successo?"
"Eravamo al Murphy Pub a berci una birra e a chiacchierare con il vecchio Tom quando è passata la tua emh ragazza Vanessa con la bocca attaccata a quella di un altro tizio - per l'ennesima volta, ci tengo a precisare - e allora non c'hai visto più, le hai rivolto ogni tipo di insulto, lei si è incazzata e ti ha mollato con le sue solite patetiche scuse, presente?"
Annuii.
"Bene, allora hai iniziato a bere come un maiale e ti ho dovuto portare a casa sulle spalle."
Mmm "E chi era quel tipo?"
"Boh, uno moro decisamente più basso di lei, non di mia conoscenza. Le piacciono i mori devo dire."
"Non direi, anch'io sono moro" Mi indicai i capelli.
"Si, ma tu ormai sei già stato fatto, comprendi? Deve ampliare i suoi orizzonti." 
Gli lanciai un'occhiataccia ma non potei fare a meno di riderne.
"Sai che ti dico? Mi sono rotto di andarle dietro. Ho 22 anni cavolo! Che vita posso avere con una così?"
"Alleluja! Il ragazzo ha aperto gli occhi! Cazzo ce n'è voluto però eh! Mi sono sempre chiesto cosa ci trovassi in una come lei, be eccetto il suo enorme davanzale" concluse con una risata.
"Be effettivamente!" Concordai scoppiando a ridere.

Lasciammo cadere l'argomento e ci infilammo in un bar a prendere un caffè. Non avevo fatto in tempo a fare colazione.
"Un caffè.."
"E un cappuccino grazie. Stamattina con la posta è arrivata questa" mi consegna una busta bianca.
"Un matrimonio? Chi si sposa?"
"Mia cugina Katia, ha invitato entrambi, infondo ti conosce."
Cercai di fare mente locale. Katia..ah!
"Quella bionda con gli occhi chiari?"
"Sisi è lei"
"Ma non aveva poco più di diciotto anni?" Che cavolo!
"Ventuno per l'esattezza. Comunque è lei, il matrimonio è una settimana dopo l'esame. Che ne pensi? Dai io voglio andarci Jake, ci sarà anche mia sorella Greta!"
"Okay, per me fa lo stesso"
"Magari incontri un'altra bella tipa tutta per te eh?" Mi fece un sorrisone ammiccando.
"Finiscila Justin" Gli lanciai un'occhiataccia e finimmo di consumare la nostra colazione.
Un'altra bella tipa. Ma per favore! Le mie storie sentimentali erano sempre finite a puttane, in tutti i sensi! Possibile che mi innamorassi sempre di ragazze dai facili costumi? Me la cavavo meglio con le 'avventure di una notte' o quelle stronzate lì. Solo piacere, senza amarezze o dolori. A causa dell'amore ne avevo già subiti troppi. Ma ora ero single e meglio così! Meglio soli che mal'accompagnati, giusto? Giusto.












Salve a tutti! Io sono Hope, ovviamente non è il mio vero nome ma mi rappresenta molto bene!
Questa è la mia prima storia, non sono ancora molto pratica ahaha
Cosa ne pensate? Accetto anche critiche negative, mi aiutano a migliorare, ed è ciò in cui spero!
Al prossimo capitolo! Salveee 

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Capitolo 2
*** Capitolo II - Pianoforte ***


Capitolo II – Pianoforte

 
 
 
 
 
 

“Smettila di ridere accidenti!”
“Dio, ti sei visto! Ce cavolo potresti fare compagnia a Pingu! Cazzo sei identico!!” e scoppiò nell’ennesima fragorosa risata.
“Ha parlato! Tu a chi l’hai preso quell’abito? A tuo nonno?” ribattei fulminandolo con gli occhi. Ah se gli sguardi avessero potuto uccidere lui sarebbe stato già morto stecchito!
“Col cazzo Jake! Il mio fa paura! Brutta l’invidia eh?”
Be, effettivamente aveva un abito blu scuro che gli calzava a pennello.
“Fa tanto schifo?” gli chiesi abbattuto.
“Giusto un po’, ecco” mi rispose trattenendo a stento le risate.
Mi osservai allo specchio, in effetti pinguino era un complimento. Quell’abito, uno dei tanti acquisti inutili di mia madre, mi andava enorme e la giacca terminava fino a sotto il fondoschiena dividendosi in due frange. Davvero orribile.
“Tiè, mettiti questo, ti andrà un po’ grande credo ma meglio di quello che hai” mi porse un abito nero.
Lo provai e mi stava molto meglio anche se un po’ largo di spalle.
“Decisamente migliore Jake! Peccato per le spalle. Vabbè, non tutti possono avere un fisico come il mio, ehh” disse flettendo i muscoli.
“Ma per favore! Fisico come il mio non farmi ridere!”
“Oh io vado in palestra tre giorni a settimana! Mi sfondo tra pesi e flessioni amico!”
“Certo, certo. Ti sfondi di pasticche, altro che pesi e flessioni!!”
“Dai, una ogni tanto” concordò con una risata sguaiata.
Che razza di migliore amico/coinquilino m’era capitato!
Mi infilai in bagno, misi un po’ di gel nei miei folti capelli scuri che come sempre erano sparati da per tutto. Mi rasai quel poco di barba che avevo e spruzzai un po’ di profumo e dopobarba.
Presi i miei occhiali da sole sul comodino del mio letto e mi osservai allo specchio. Perfetto, sono un figo assurdo.
“Possiamo andare Jus, prendiamo la mia auto” ovviamente.
 
Dopo due lunghe ore di viaggio riuscimmo ad arrivare a destinazione, ovvero Milano, altra bellissima città.
Ad essere sincero avevo voglia di conoscere la sorella di Justin. Sapevo solo il suo nome! Tutte le volte che lei era andata a trovare il fratello non
ero in casa o a mia volta ero andato a trovare i miei.
Non riuscivo proprio ad immaginarla e sperai vivamente che non avesse lo stesso carattere esuberante ed esaltato del fratello!
Arrivammo giusto in tempo per l’entrata della sposa.
“Jake ma tua sorella?”
“Loro sono di Capri, ci mettono un tantino più di noi ad arrivare. Ci raggiungono direttamente al ristorante”
“Immagino” aspetta, loro? “ma loro chi?”
“Mia sorella ed una sua amica, invitata per non so quale relazione abbiano i genitori con Katia. Comunque il viaggio lo faranno in treno poiché i miei e i genitori di questa ragazza non sono potuti venire”
“Ah capisco”
 
Rimasi in silenzio per la durata della cerimonia e alzai gli occhi al cielo vedendo Justin lacrimare al momento del si.
“Oh ti prego!” sbottai ridendo sottovoce.
“Senti queste cose mi fanno commuovere! Non sono un insensibile come te!”
“Io non sono insensibile! Sei tu che sei una femminuccia! Vuoi che ti porgo il fazzolettino bianco ricamato?” risposi con una risata che fu subito seguita dalla sua.
“Fottiti Jake”  disse dandomi una gomitata nelle costole che scansai prontamente. Poteva avere tutti i muscoli che voleva, veri o finti che sia, ma a riflessi ero imbattibile.
“Ti ricordo che siamo in chiesa” constatai ridendo.
 
A fine cerimonia Jake mi presentò qualche suo parente a me ancora sconosciuto, zii e roba varia.
“Jake, lui è mio zio Carlo e mia zia Rosa”
“Piacere Giacomo”
“Piacere nostro”
“Lei è la sorella della sposa, Jessica. Jess, lui è Jake”
“Piacere Giacomo, ma puoi chiamarmi Jake” le dissi con un sorriso.
“Oh, ciao Jake. Io sono Jessica. Il piacere è mio!” mi rispose con un po’ troppa enfasi e un occhiolino di troppo.
Erano quelle che Justin intendeva con ‘belle tipe’? Be, stavo andando forte allora!
“Jake, loro sono i fratelli di papà, John e Charles, americani come lui e lui è mio nonno Justin con mia nonna Stephanie”
“Piacere, io sono Giacomo”
Ora capivo il perché del nome Justin. Americani. Che figata avere origini americane!
E seguirono tantissime altre presentazioni.
“Sono Luisa”
“Piacere Roberto”
“Io sono Silvia, la cugina”
 Bene, come facilmente immaginabile a fine cerimonia, dopo aver lanciato agli sposi qualsiasi cosa in nostro possesso, ricordavo a stento il mio nome, figurarsi quello degli altri ventimila parenti di Justin.
 
Per fortuna il ristorante distava poco dalla chiesa e dopo una ventina di minuti arrivammo e iniziammo a gustarci i deliziosi antipastini.
“Justin ma quando arriva tua sorella?”
“Tra poco, dovrebbero essere qui. Ci ho parlato poco fa al telefono”
“Jaaaazz!!” Un urlo. Che diamine?!
“Sister!”
Una biondina balzò in braccio a Justin. Rimasero abbracciati per 5 minuti buoni, manco fossero fidanzatini che non si vedevano da anni. Sbuffai pesantemente.
“Ah, Greta” disse Justin sciogliendo l’abbraccio “Lui è Giacomo”
Per la prima volta il mio nome per intero, rischiavo di commuovermi.
“Ciao, piacere, Justin mi ha parlato molto di te” le sorrisi.
“E a me di te” rise.
Si somigliavano molto, entrambi avevano un paio di occhi chiari da spavento, ma lei, al contrario di Justin aveva i capelli di un biondo chiaro, simile al grano.
“Ah, lei è la mia migliore amica, si chiama Isabella”
Mi girai mentre Greta tirava per un braccio una ragazza mora con indosso un vestito blu corto fino a sopra le ginocchia che lasciava scoperto un bel pezzo di schiena.
“Ciao sono Justin, il fratello”
“Emh ciao, io sono Isabella” rispose con un bellissimo timido sorriso.
“Tocca a me immagino. Ciao sono Giacomo, Jake per gli amici” le risposi con un sorriso che sperai avesse lo stesso effetto che aveva avuto su Jessica.
Arrossì lievemente.
“Ciao io sono Isabella” disse “Bella per gli amici” aggiunse imitandomi e regalandomi un altro splendido sorriso e che ricambiai a mia volta.
Bella; nome adattissimo a lei pensai tra me e me.
Iniziò a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli scuri mossi che le scendevano fin sotto il seno. Aveva dei grandi occhi scuri e la carnagione chiara. Niente di speciale, nessun paio di occhi chiari, ne capelli biondi da far invidia a Barbie eppure quelle caratteristiche comuni le donavano dolcezza, delicatezza, la rendevano stupenda.
Dio che pensieri da sedicenne innamorato, non ero mai stato così sdolcinato in tutta la mia vita!
“Vieni Bells, andiamo a ballare!” le propose Greta. ‘Propose’ era un eufemismo, la stava letteralmente trascinando sulla pista da ballo! Altro che Justin, decisamente peggio!
“Andiamo” le rispose con un sorriso.
La seguii con lo sguardo fin quando non scomparve in mezzo alla folla di corpi che ballavano.
“Tieni Jake” mi disse Justin porgendomi un fazzolettino bianco e ridendo come un pazzo.
“Che?!” lo guardai confuso.
“Stai sbavando come un neonato!” rise dandomi una pacca sulla spalla.
Gli lanciai un’occhiataccia.
“Dai lo so che mia sorella è una figa assurda! Ha preso dal suo fratellone maggiore!”
“Certo Jus, certo.” Sicuro, stavo guardando proprio sua sorella.
 
Ci accomodammo ai tavoli assegnati e purtroppo le due ragazze non capitarono nel nostro. Noi capitammo vicino qualche zio di Justin e vicino Jessica che non la smetteva di lanciarmi occhiate languide. Ti prego!
L’unica fortuna che ebbi fu ci riuscire a osservare Isabella dalla mia postazione. Rideva spesso e quando parlava gesticolava molto con le mani facendo espressioni buffe che mi fecero ridere parecchie volte causandomi occhiate stranite di Justin.
 
A fine pasti, prima della torta, ci unimmo di nuovo a Greta e Bella e mi trascinai dietro anche Jessica attaccata al mio braccio come se ci conoscessimo da una vita!
Iniziammo a chiacchierare del più e del meno quando notai lo sguardo che Bella faceva scorrere tra me, il mio braccio e la ragazza attaccata. Evidentemente lo notò anche lei dato che strinse ancora di più la presa.
Quello sguardo mi fece molto piacere e cercai di farle capire che tra noi non c’era niente.
Mi girai verso di Jessica “scusami ma non ricordo più il tuo nome” le dissi con una finta risata imbarazzata. “Jessica, mi chiamo Jessica.” Rispose stizzita allontanandosi da me. Risi sotto i baffi, missione scaccia la zecca compiuta!
Per carità, non che Jessica non fosse una bella ragazza, anzi c’avrei fatto volentieri un pensierino se non fosse somigliata così tremendamente a Vanessa, pronta ad aprire le gambe a tutti ma con il cervello sigillato con il lucchetto! E se non avessi avuto la mente piena di pensierini con la splendida ragazza mora.
Sul viso di Bella si aprì un piccolo sorriso. Sì!
Aprirono le danze e mi accomodai su una sedia ad osservare Bella che ballava con Greta e Justin che evidentemente si stava sforzando in tutti i modi di provare a muoversi con uno scarsissimo risultato.
Mi gettai anch’io tra la mischia -ma sì dai, rendiamoci ridicoli!- e andai a dare man forte a Justin.
E’ inutile precisare che diventammo gli zimbelli della serata. Ma almeno feci ridere Isabella mi disse la parte da sedicenne innamorato nella mia
testa.
Arrivò il momento della torta e Bella cacciò dalla sua borsetta una Canon professionale. Amava fare foto? Wow un punto a mio favore! Piaceva molto anche a me fare foto ma molto di più essere fotografato anche se raramente riuscivo a fare facce degne di una persona con tutte le rotelle al proprio posto.
“Ti piace fare foto?” le sussurrai sorprendendola da dietro.
Si irrigidì, forse perché non mi aveva sentito arrivare o forse perché giustamente pensava ‘che diavolo vuole ‘sto tizio che nemmeno conosco’.
“Si molto, è una passione che ho da molti anni” mi rispose invece con un sorriso.
“Sai piace molto anche a me, ma di solito le faccio a paesaggi, mi piace molto immortalare chiaroscuri, l’effetto della luce sugli oggetti, sul paesaggio. Ma non ho una macchinetta professionale, non sono così bravo” conclusi con un sorriso.
“Si può sempre imparare e neanche io sono questo granchè nonostante abbia questa Canon, è un regalo dei miei per i diciotto anni”
Maggiorenne, grande!
“Hai diciotto anni? Serio, ne dimostri di meno!” Ed era un complimento ovviamente, sembrava molto più piccola.
“Grazie” sorriso “tu quanti ne hai?” altro sorriso.
“Ventidue” anche se in quel momento ne dimostravo un po’ di meno, dal momento che mi ero rasato giusto quella mattina.
“Anche tu sembri più giovane” appunto.
“Ebbene no, ho i miei ventidue anni, anzi, tra un po’ ne faccio ventitré! Vai al liceo?”
“Si, faccio il quinto, in uno scientifico”
“Quest’anno gli esami eh?” le sorrisi. Tutti i ragazzi hanno paura degli esami di Stato anche se alla fin fine non erano niente di che, in confronto all’università.
“Si, ho una paura! E siamo ancora ad ottobre!”
“Comprensibile, ma tranquilla, non sono niente di extraterrestre” le sorrisi.
“Tu invece cosa fai?”
“Università di ingegneria, mi piacerebbe laurearmi e diventare un ingegnere informatico”
“Bello, piacerebbe anche a me, ma sogno di laurearmi in medicina”
Perfetto, sarebbe andata d’accordissimo con mio padre! Se mi ci fossi fidanzato l’avrebbe approvata senza nemmeno conoscerla! Risi a quei pensieri,fidanzato, che parolone.
“Che specializzazione?”
“Mi piacerebbe pediatria o ginecologia”
Le piacevano i bambini immaginai.
Le sorrisi semplicemente, guardandola in quegli occhi castani. Erano così belli.
In quel momento sarebbe potuto finire il mondo ed io non me ne sarei accorto. Spostai lo sguardo sulle sue labbra rosse e infine percorsi il suo corpo, coperto da quel leggero vestitino blu. Le donava molto il blu, metteva in risalto la sua carnagione chiara.
Altro che pensierini, nella mia mente vorticava tutt’altro che semplici pensierini.
“Bells togli quella cosa e vieni a ballare daii!”
Ecco, un aspetto comune che avevano Greta e il fratello era quello di ficcarsi in mezzo sempre nei momenti meno opportuni!
Ma in quel caso forse fu un bene, non ero più padrone delle mie azioni e a causa dei ‘pensierini’ il mio amichetto delle parti basse aveva deciso di risvegliarsi.
“Oh si, vengo subito” mormorò leggermente scossa e con le guance arrossate. Adorabile. Aveva provato anche lei quelle sensazioni?
“Scusami” mi sorrise.
“Figurati, vai pure” No resta ancora un po’ dai.
 
“Ahi! Avevi in mente di slogarmi una spalla?”
“Dai Jake vieni a divertirti anche tu!”
“Mi sto divertendo abbastanza grazie” oh si, più di quanto non stia facendo tu, fidati. Mormorai massaggiandomi la spalla.
“Dai ora iniziano i lenti, su!”
“E quindi? So di essere attraente e so che speri ardentemente che io ti inviti a ballare Jus, ma non sei il mio tipo, mi dispiace” gli dissi con un occhiata fintamente dispiaciuta.
“Scemo! Dai potresti invitare Jessica a ballare! Ti sta fissando da tutta la serata!”
“Chi? La gatta morta?” risi.
“Ma che palle che sei! E Vanessa era una zoccola, e Jessica una gatta morta, e deciditi un po’! Alla fine diventerai gay!” rise.
“No dai, sai che ti dico? Per evitare questo inconveniente invito tua sorella a ballare!”
“Non ci provare nemmeno!” ringhiò.
Scoppiai a ridere, sapevo quanto Justin ci tenesse a sua sorella, a costo di diventare possessivo.
“Invita l’amica piuttosto, non mi sembra niente male”
Mi irrigidii, così l’aveva notata anche lui. Bella com’era.
“No, infatti” concordai secco.
“Vado io a ballare con mia sorella” disse Justin appena iniziarono i lenti, notando un ragazzo, parente dello sposo, avvicinarsi a lei.
Notai che almeno nei lenti Jus se la cavava decisamente meglio.
Accanto a me si venne a sedere Jessica, sul serio pensava che l’avrei
invitata a ballare? Be, comunque anche se avessi preso in considerazione l’idea, l’avrei lasciata cadere subito dopo poiché accanto a me si sedette la splendida ragazza dai capelli scuri, anche lei senza cavaliere.
“Ti va di ballare?” le chiesi guardandola negli occhi.
“Oh, grazie mille ma davvero, non ne sono capace” sussurrò arrossendo e facendo scendere il suo sguardo dal mio viso alle sue mani. Adorabile per la seconda volta.
“Ma io si, tranquilla, ti guido io” le sorrisi guardandola più intensamente con i miei occhi blu, sperando nuovamente di ottenere lo stesso effetto che avevo avuto su Jessica.
Arrossì violentemente guardandomi a sua volta.
“Va bene” mormorò timida.
Si, ora avrei dovuto staccarmi dai suoi occhi, prenderla per mano e incominciare a ballare. Ma nel cercare di incantarla, mi ero incantato a mia volta.
Cazzo Jake su!
“Bellissima questa canzone!” mormorò distogliendo il suo sguardo da me.
Salvato in corner un’altra volta!
“La conosci?”
“Si, è di Yiruma, un pianista. Si chiama Moonlight, è la mia preferita. Mi piace molto suonarla”
“Perfetto, allora sarà un piacere farti ballare sulle note di questa canzone” le dissi alzandomi e porgendole la mano.
Il contatto con la sua fu bellissimo, ma fu nulla quando sentii il suo corpo aderire al mio e la pelle della sua schiena nuda sulla mia mano. Jake junior tornò a farmi visita e sperai ardentemente che non se ne accorgesse!
“E così, sai suonare il pianoforte?” le chiesi tenendola sempre stretta a me.
“Si, da quando avevo cinque anni”
“Caspita! Io a cinque anni sapevo a malapena leggere e scrivere” le dissi facendola ridere. Yee! Sedicenne innamorato, taci!
Finì quella canzone e ne partirono altre e altre ancora ma non la lasciai per un attimo e né lei mi diede impressione di voler cambiare cavaliere.
La tenni stretta a me per tutta la serata conscio del fatto che dopo di quella non l’avrei più rivista per non so quanto tempo.
Che maledizione la lontananza. Avrei mandato a monte tutto per stare con lei.
La conoscevo da poche ora ma inspiegabilmente le volevo bene.
Addio buoni propositi di avventure da una notte. Masochista che non sono altro!











Ecco il secondo capitolo!
Finalmente i due si incontrano, su Bella non sappiamo molto, solo che è attratta a suo modo da un bel ragazzo come Jake, come notiamo nell'arrossire o anche nel guardar male Jessica che gli presenta delle advance molto evidenti.
Il nostro Jake invece è molto preso da lei ma è combattuto dalle avventure da una notte, dal non voler più prendere delusioni dalle ragazze e quindi dal non impegnarsi in una storia seria.
Era molto invaghito di Vanessa e i suoi continui tradimenti l'hanno segnato.
La sorella di Justin peggio del fratello! Una continua forza! Molto allegra ed esuberante!

Beh, cosa ne pensate di questo capitolo?
Critiche sempre ben accette, ripeto, spero di riuscire a migliorarmi!
Al prossimo capitolo, un bacio!!
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo III - Capri ***


Capitolo III – Capri

 
 
 
"Bella e Greta sono arrivate a destinazione" mi informò Justin "mi sta
simpatica Bella sai? E’ una brava ragazza”
"Si, piace molto anche a me" in tutti i sensi possibili aggiunsi mentalmente. 
"Ho notato che avete ballato molto ieri sera”
"Conosceva solo me, le andava di ballare e allora abbiamo ballato" mentii. Non mi andava di raccontargli tutto. Non sembrò soddisfatto della risposta. Chissà che film s'era fatto sulla scorsa sera.
"Ma ti piace?" mi chiese con nonchalance, anche se tradiva una grande curiosità.
Quasi mi strozzai con le patatine. Decisi di rispondergli con altrettanta indifferenza.
"Certo Jus, te l’ho detto anche prima”
Mi fissò per un istante. In quei momenti mi sembrava tipo il mio psicologo personale! 
"Jake?"
"Mmm" gli chiesi accendendo il computer, volevo rintracciarla su
Facebook, e pensando mentalmente 'che diamine vuoi ora?'
"A chi vuoi prendere in giro?”
Cercai di mantenere la calma.
"Nessuno Justin, ti stai facendo decisamente troppi film" risposi con un tono di voce normale, sforzandomi con tutto me stesso di restare tranquillo.
Quella mattina mi ero svegliato con la luna storta; Bella era partita, non sapevo quando l'avrei rivista, e mi stavo torturando dal rimorso di non averle dato il mio numero, non averle chiesto il suo e non averle, infine, dato un semplice bacio sulla guancia come semplice saluto. Avrei tanto voluto sentire la sua pelle sotto le mie labbra.
"Si troppi film! Ma per favore Jake! Te la mangiavi con gli occhi! Cazzo sono il tuo migliore amico!”
"E che significa?! Era bella ok e quindi?! Non ci conosciamo nemmeno! Non mi rompere i coglioni Jus, tra di noi non c'è niente!" purtroppo. E al diavolo la calma e le buone maniere! Sentii sbattere la porta, perfetto per continuare la giornata a meraviglia avevo anche litigato con il mio migliore amico! Non lo so, peggio di così!
Mi girai e iniziai a tamburellare nervosamente sulla tastiera per accedere al mio contatto. Cercai Isabella e poi Bella con scarsissimi risultati. Non sapevo nemmeno il suo cognome! Provai tra gli amici di Greta ma nulla anche lì. Che non avesse Facebook? Via, impossibile, ce l'hanno tutti! Ma
infondo cosa sapevo io di lei? Magari aveva dei genitori iperprotettivi che nonostante avesse diciott'anni non volevano che lei entrasse in quel sito, o forse lei non voleva che tutti si facessero i cazzi suoi o ancora aveva un secondo nome del quale io ignoravo l'esistenza. Io non sapevo niente di lei, nulla. Solo che era una bella ragazza caprese diciottenne che amava fotografare con la sua Canon. E che frequentava l'ultimo anno di un liceo scientifico. No, non mi bastava affatto. Volevo di più, molto di più. 
"Ehi Jake, mi dispiace”
Mi girai di scatto, non lo avevo sentito entrare.
"Hai ragione, sono stato troppo invadente, volevo un po' di scoop sul mio migliore amico, ieri mi sembravi felice finalmente e speravo fosse successo qualcosa" sorrise dispiaciuto.
"Tranquillo, tutto ok" ricambiai il sorriso.
"Infondo cosa ci può mai essere con una ragazza di un altro mondo, con altri amici, altri sogni e che dista chilometri da qui e che magari non rivedrai mai!" disse con una risata idiota.
"Eh, infatti" concordai con un sorriso finto quanto i suoi muscoli.
Non avevo per caso chiesto poco fa cosa sarebbe potuto andarmi peggio? Bene, eccomi accontentato! Almeno nella speranza ancora ci credevo! Ma alla fine aveva ragione Justin, tanto per cambiare, mi aveva aperto gli occhi. Mi girai di scatto e spensi il computer direttamente dall'interruttore; inutile. Grazie Justin.
 
"Un'altra Tom" 
Mi lanciò un'occhiataccia;
"Siamo già alla quarta Giacomo"
"E quindi? Tranquillo te le pago!"
"Lo so"
"Allora che c'è? Dammi la mia birra"
"E' l'ultima, chiaro? Sei già mezzo sbronzo"
"Ma che sbronzo! Lo reggo benissimo l'alcool!"
"Si Jake, come una settimana fa! Stavolta ti lascio a marcire qua dentro!"
Grazie Justin, sempre al momento opportuno!
"Zitto tu! Okay, l'ultima Tom dai"
Iniziai a sorseggiare la mia birra, lentamente dal momento che doveva essere l'ultima. Sbuffai.
"Ma si può sapere che diamine hai oggi?? Sei intrattabile!"
"Niente Justin sono semplicemente stanco! Ci siamo fatti due ore di viaggio stanotte, sono a pezzi"
"Fingo di crederti. Comunque oggi pomeriggio sono uscito con Giulia!"
"La biondina che stai cercando di portarti a letto da due mesi??" chiesi incredulo.
"Esattamente" mi rispose con un sorriso a trentadue denti.
"E sentiamo, stavolta cosa avresti escogitato?" gli domandai scettico
"Le ho detto che sono ricco sfondato e che la Ferrari parcheggiata sotto casa sua era mia" 
Scoppiai a ridere. Impossibile! Più che impossibile la balla era impossibile
il fatto che lei c'avesse creduto!
"Ci è cascata??"
"Oh si! Questa è più tonta di te!"
"E alla fine?"
"L'abbiamo fatto a casa sua!" mi conferma ridendo.
"Beh certo, devo dire che ti ama proprio alla follia"
"Ma via! Tu e l'amore! A questa età devi divertirti! Andare a letto con chi ti piace, farti le ragazze più belle e poi, ma solo poi, cioè tra qualche anno,
pensa ad innamorarti"
Inarcai un sopracciglio.
"E si certo genio, a comando! Oggi mi scopo quella e tra cinque anni mi
innamoro! Aspetta che metto il timer" sbuffai.
"Si vabbè, fa' come ti pare, e vedi come ti riduci" disse indicandomi.
"Che c'è? Io sto benissimo, mai stato meglio!"
Stava per ribattere, con tutte le ragioni ovviamente, quindi sviai l'argomento. La migliore difesa è il contrattacco!
"Piuttosto, come farai a mandare avanti la storia? Non hai un soldo
bucato!"
"Boh, poi si vedrà Jake, per ora me la godo così" rispose con una risata.
"Certo, voglio vedere mo' che pretende ristorantini di lusso o regali da milioni!"
Sbiancó.
"Oddio è vero, non avevo pensato a questo!"
"Ora me la godo così. Idiota!"
"Via dai, m'inventerò qualcosa dopo"
"Certo certo"
"A proposito, dal momento che noi abbiamo fatto già l'esame, andato
bene, vuoi accompagnarmi a trovare i miei a Capri? Tanto ora conosci
anche Greta!"
Secondo strozzamento della giornata.
Finì il boccale in un sorso.
"A Capri? E quando dovremmo andare?"
"Mah non lo so Jake, quando ti fa più comodo. Ovviamente scrocco il
passaggio" rise guardandomi di sottecchi.
"Ovviamente. Potremmo partire anche dopodomani?" proposi con un po'
troppa enfasi.
"Dopodomani? Cazzo ora siamo tornati! Già vuoi ripartire?"
"No, lo dicevo per te, magari preferivi partire subito"
"Certo, per me."
Gli lanciai un altro sguardo di ghiaccio.
Sbuffò. "Tra due giorni okay?"
"Va bene"
Non mi sembrava ancora vero, Capri, Bella, Capri, Bella; queste due parole vorticavano sconnesse nella mia testa. Mi ritornó un briciolo di buon umore, non riuscivo a crederci! Immaginai che Justin l'avesse fatto di proposito, aveva capito tutto lui. Che poi tutto cosa? Non ci capivo nulla nemmeno io. Certo, Bella mi piaceva, mi attraeva fisicamente, avevo voglia di sapere tutto di lei e soprattutto mi sentivo gelosissimo della sua vita privata, infondo non sapevo neanche se era fidanzata! Quest'ipotesi non l'avevo presa per niente in considerazione. Effettivamente bella com'era, chissà quanti spasimanti aveva! Quel poco di buon umore,
com'era venuto se ne andò. 
Lei doveva essere mia, mia e basta diamine!
La volevo a tutti i costi e avrei distrutto quella dannata lontananza.

Due giorni dopo.
 
"Jake hai caricato tutti i borsoni in macchina?"
"Sisi dai muoviamoci!" gli risposi impaziente.
"Quanta fretta!"
"Lo dicevo per te, per arrivare prima dai tuoi"
"Oh certo, ma come siamo altruisti oggi" mi rispose sarcastico.
Sbuffai.
"Tanto sta a scuola, è inutile che arriviamo anni prima. E comunque ho detto a Greta di invitarla a pranzo da noi oggi così stiamo tutti insieme"
Mi girai incredulo e allo stesso tempo felicissimo, con un sorriso da ebete
sul viso.
"Grande! Grazie Jus!"
"E di che amico!" disse dandomi una pacca sulla spalla.
Quante cose dovevo a Justin!
Arrivammo a Napoli, parcheggiammo l'Audi e prendemmo il traghetto per Capri. Lì a differenza di Torino, faceva molto caldo, nonostante fossimo a metà ottobre e ci ritrovammo a mezze maniche. Il mare era calmissimo e limpidissimo, in cielo non c'era una nuvola. Era bellissimo. Ora capivo perché in genitori di Justin si erano trasferiti lì.
Scesi dal traghetto ci avviammo verso la casa.
"Eccoci a Capri! L'isola dell'amore!"
"L'hai detto Jus!" concordai con un sorriso. 
Arrivammo alla villa, era in mattoni, stile cottage, molto grande e bella circondata da un bellissimo giardino provvisto di dondolo e gazebo.
Salutammo i genitori del mio migliore amico e mi accomodai nella mia stanza. Era situata al piano superiore dopo quella di Justin e quella di Greta, dove spesso ci dormiva anche Bella, nei famosi pigiama party. La mia stanza, come il resto della casa era dipinta di colori pastello; c'era una grande finestra che dava sul mare dove era possibile vedere buona parte dell'isola dato che la villa era situata in altura.
Nella stanza c'erano un letto, un armadio e una scrivania e la porta per il bagno interno.
Svuotai il borsone e mi cambiai, volevo essere al meglio. 
Misi un po' di gel nei miei capelli indomabili e spruzzai un po' di profumo.
Ero molto agitato, avevo paura dell'impressione che avrebbe avuto di me.
Se non l'avessi attratta come lei attraeva me?
E se fosse venuta con un bel tipo presentandocelo come il suo ragazzo? 
Inoltre erano passati pochi giorni ma avevo paura anche dell'effetto che avrebbe causato in me rivederla.
"Jake è arrivata la tua bella" mi avvisò da dietro la porta Justin.
Scesi le scale, nervoso peggio di quando avevo un esame universitario, e mi ritrovai avanti Greta, con due trecce bionde e una bandana in testa.
"Ciao Jake!" esclamò gettandomi le braccia al collo.
"Ehi ciao!"
"Jake?"
Sentii una voce mormorare dall'altro lato della stanza.
Mi girai mentre il cuore raddoppiava i suoi battiti. 
"Ciao Jake, non sapevo ci fossi anche tu" mi disse fissandomi con i suoi
occhi scuri, dopo un attimo di stupore.
"Ehi ciao Bella" le risposi con un sorriso che fu seguito a ruota dal suo.
"Come stai?" mi chiese.
"Tutto bene tu? Ti trovo" splendida, meravigliosa, dio quanto sei bella "bene" le sorrisi. Eccolo il caro sedicenne innamorato! Quanto mi sei mancato!
"Tutto bene anche a me, grazie"
“Ragazzi venite, è pronto il pranzo!”
“Vieni andiamo” mi disse Bella prendendomi per mano e conducendomi in cucina.
Si, si prospettava proprio una bella giornata.
 












Eccomi qua con il terzo capitolo! 
Cosa ne pensate di questo? Dopo un pò di sconforto da parte del nostro Jake, i due si sono rincontrati!
Che ne pensate di lui? Il mio ragazzo dice che lancia troppe occhiatacce e che è troppo dolce per un personaggio maschile; voi cosa ne pensate?
Ringrazio Loreena McKenzie, mia unica recensitrice e seguace ahah! Grazie mille! 

Al prossimo! 
Un bacio!

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Capitolo 4
*** Capitolo IV - Matematica ***


Capitolo IV - Matematica
 
E' inutile dire che la cucina napoletana di mare era assolutamente fantastica! Non avevo mai mangiato così tanto in vita mia!
Bella era seduta accanto a me e chiacchierammo un po'.
"Giacomo ma tu non sei mai venuto a Capri?" mi chiese la madre di Justin.
"No, questa è la prima volta, ma per quel poco che ho visto, mi piace
molto"
"Jus perché oggi non lo porti a fare un giro per l'isola?"
Mi sarebbe piaciuto molto ma volevo Bella non Justin!
"Non vorrei disturbare" dissi con un sorriso pestando un piede a Justin che
stava già per accettare.
"Ahhh mi piacerebbe molto ma non posso!" disse con una smorfia di dolore. "Oggi avevo promesso a Greta che avremmo studiato insieme, è da una vita che non passiamo un pomeriggio insieme" disse guardando la sorella che fortunatamente resse il gioco lanciandomi un'occhiata
incuriosita che ignorai.
"Ah capisco" le risposi con un finto sguardo affranto.
Con la coda dell'occhio osservai Bella, aveva ascoltato il nostro scambio di
battute e si mordicchiava il labbro.
"Jake, se ti va posso accompagnarti io"
Mi girai con un sorrisone.
"Certo va benissimo" 
Mi sorrise anche lei. 
"Ti va bene per le cinque? Devo studiare prima"
"E' perfetto" le risposi.

"Logaritimi e funzioni! Ah, quanto ti capisco" le dissi sbirciando sul suo quaderno.
"A me piace molto la matematica ma ora come ora non mi va di farla" mi
rispose arrossendo.
Mi illusi che fosse perché preferiva passare il pomeriggio con me. E sorrisi mentalmente al pensiero.
"A che punto sei?" le chiesi impaziente. "Ho voglia di vedere Capri" e ho una matta voglia di stare con te.
"Non mi esce questa! Uffa!" mi rispose mettendo su un delizioso broncio.
Quanto avrei voluto morderle quel labbro sporgente!
Era tutta attenta e concentrata che mi venne voglia di prenderla un pò in giro.
"Mamma mia quanto sei ignorante!! Io le facevo ad occhi chiusi 'ste cose!"
Mi scoccò uno sguardo glaciale. 
"Punto primo mi escono sempre e sono bravissima in matematica, punto secondo quest'anno ho un professore del cavolo che non mi fa capire un tubo e punto terzo la tua presenza mi sta distraendo molto!" disse tutto d'un fiato arrossendo.
Irritabilina la piccola eh? Scoppiai a ridere guadagnandomi un'altra occhiataccia. E così la distraevo molto, il mio ego si gonfiò, eppure
stavamo solo chiacchierando.
"E così ti distraggo molto eh?" mormorai avvicinandomi a lei.
"Non nel modo in cui pensi" mi rispose con uno sguardo indifferente.
"E in che modo? Stiamo semplicemente chiacchierando" le risposi
chinandomi su di lei. Riuscivo a sentire il suo profumo del collo, dolcissimo, che mi inebriò i sensi. Che voglia matta di baciarla.
Tornò a farmi visita 'l'amichetto delle parti basse'. 
Girò il viso verso di me spalancando lievemente gli occhi. Non credeva fossi così vicino a lei. E neanch'io credevo che mi provocasse questo effetto. Aveva la bocca leggermente socchiusa e il suo respiro si infrangeva sul mio viso. Delizioso. I miei occhi scesero su quelle labbra piene, una tentazione. Controllati Jake controllati! 
"Bella hai fatto" disse tutto d'un fiato Greta sbucando dalla porta del soggiorno e bloccandosi di colpo. Mi raddrizzai di scatto osservando Greta. "Emh si, volevo sapere se ti era uscita l'ultima" 
Mi girai verso di Bella "No Grè è l'unica che non riesco a fare" le rispose con il viso i fiamme.
"Ah va bene" rispose fissandoci e poi uscì dalla stanza. 
"Dà qua" le dissi prendendole il quaderno. "Fa fare all'esperto" aggiunsi
per ridurre l'imbarazzo.
"Certo certo Jake"
Fortunatamente erano cose già fatte e in poco tempo riuscì a risolvere l'esercizio.
"Et voilà" le porsi il quaderno con un sorriso trionfante.
"Mmm, grazie" rispose con una smorfia.
Non voleva darmela vinta.
"Dillo che sono stato bravo"
"Ma non ci penso nemmeno!"
"Ma dai, ammettilo!" le dissi ridendo.
"Mai" mi rispose con un sorriso.
"Dai!" le dissi pizzicandole l'anca. Saltò sulla sedia. Soffriva il solletico? Che occasione! Mi alzai e iniziai a solleticarle i fianchi facendola ridere e
saltare come una pazza.
"Dillo!"
"No poi inizi a fare il pavone!" mi rispose cocciuta tra le risate. "Dai basta Jake non respiro!" continuò divincolandosi.
"Non la smetterò finche non me lo dirai!" 
"Ok dai basta, sei stato bravissimo" mi disse alzando gli occhi al cielo.
"Si lo so" le risposi con una linguaccia fermando le mie dita.
"Hai finito i compiti? Possiamo andare?"
"Si" mi sorrise. "Vado a cambiarmi magari, sono ancora con i vestiti della scuola e ho il trucco sbavato" sorrise.
"Tranquilla, sei sempre bellissima" le risposi sinceramente. Ed era vero infatti. Era così bella, con quel maglioncino verde scollato che le evidenziava il seno, i capelli scombinati e il viso arrossato dalla nostra 'lotta'.
Arrossì ancora di più rivolgendomi un timido sorriso.
Mi ascoltò, prese la borsa, la Canon e uscimmo.

"L'isola di Capri è divisa in due 'parti', Capri e Anacapri; oggi visiteremo Anacapri; ti farò passeggiare un pó per il centro e magari vedremo anche i
faraglioni" mi disse con un sorriso.
"Bene avviamoci allora" le risposi allacciandomi la felpa in vita.
"Aspetta, aspetta. Mettiti qua, si così che si vede il mare dietro" mi disse scattandomi una foto. E così fece altre miliardi di volte, in quella
macchinetta c'ero solo io ormai!
"Ecco questo è il caffè Nightlife, il più importante di Capri, ed anche il più caro" mi informò. 
"Allora vieni dai ti offro qualcosa"
"Non ho i soldi" mi rispose con uno sguardo triste.
"Ho detto offro infatti Bella" precisai sorridendo.
Spalancò gli occhi.
"Scherzi?! Non ci penso nemmeno! No dai!" mormorò arrossendo.
"Insisto, su muoviti" le dissi prendendola per mano e portandola
all'interno del bar.
"Buonasera, cosa volete ordinare?" ci chiese il cameriere una volta
seduti. 
"Per me un caffè e per lei.." indicai Bella.
"Per me un gelato con cioccolato e vaniglia" rispose sorridendo.
"Ti piace il gelato?"
"Ne vado matta" mi rispose con un sorrisone che le illuminò gli occhi rendendola ancora più bella. Tutto per un gelato. Era una ragazza
semplice, un altro passo avanti nel conoscerla.
"Ehi ciao Bella!" la salutò un ragazzo alto con gli occhi verdi. 
"Ciao Ale!" ricambiò lei alzandosi e baciandolo sulle guance.
La gelosia si impossessò di me. Chi diamine era quello?
"Ale lui è Jake, un mio amico" disse indicandomi.
Avevo già detto, da sedicenne innamorato, quanto mi piaceva sentire il
mio nome pronunciato da quelle bellissime labbra?
'Lui è Jake, un amico'
Amico. No, decisamente troppo poco. Non mi bastava affatto, volevo di
più.
Il ragazzo mi squadrò. 
"Alessandro" disse porgendomi la mano.
"Giacomo" gli risposi stringendola.
Chi era lui? Stavano chiacchierando della scuola quindi immaginai un compagno di scuola. Mentre parlavano le aggiustò una ciocca di capelli dietro l'orecchio sfiorandole i viso. Ma lei si ritrasse. Strinsi forte tra le mani la mia tazzina. 
"Io devo scappare Bella, ci si vede" 
"Ciao Ale" gli sorrise.
"Scusami Jake" ritornò sedendosi davanti a me con un sorriso di scuse.
"Figurati. Era un tuo amico?" le domandai con un pò troppa durezza quindi
le sorrisi cercando di addolcire i miei modi.
"Si, diciamo" mi rispose con una smorfia abbassando gli occhi. 
"Ah! E' il ragazzo che ti piace!" le dissi con un tono tranquillo mentre ero
divorato dentro dalla gelosia.
"No anzi! E' a lui che piaccio io" spiegò quasi incredula che potesse
piacere a qualcuno. 
Mi rilassai.
"E ti sembra strano?" le domandai incredulo ridendo.
"Si cioè guarda lui, alto con occhi verdi e io, capelli scuri, occhi scuri,
altezza nella media. Non sono niente di che"
Davvero una bassa percezione di se stessa.
"Tu sei pazza" dissi scuotendo il capo. "Fidati, non sai quanto ti sbagli" le sussurrai guardandola negli occhi e avvicinandomi sul tavolo. Arrossì violentemente.
"Sei esagerato Jake"
"Assolutamente no" le risposi con un sorriso. "Quindi trovi carini i ragazzi con gli occhi chiari?" 
"Chi non li trova carini!" rispose come se fosse una cosa ovvia.
"Non mi importa degli altri, voglio sapere di te" 
"Beh si, ho un debole per i ragazzi con gli occhi chiari" mi disse
abbassando gli occhi e arrossendo.
Si! Un altro punto a mio favore!
"Io ho gli occhi azzurri" constatai guardandola.
"Tu sei un pavone" mi rispose con una linguaccia. 
Scoppiai a ridere. "Lo faccio solo per far ridere gli altri, non sono affatto
così" precisai.
"Immaginavo" sorrise.
"E che ne sai tu?" le sorrisi a mia volta.
"Ti conosco più di quanto pensi" mi rispose.
"Che fai mi spii?" la presi in giro anche se non mi sarebbe affatto
dispiaciuto.
"Macché, sono brava a leggere le persone"
"Avanti allora, dimmi. Sono curioso"
Finì il gelato, si leccò le labbra e si sporse sul tavolo con le braccia
conserte.
"Allora, sei un ragazzo molto solare, che cerca sempre di far ridere tutti, di far star bene tutti anche se poi sei tu a non essere felice. Sei molto altruista e anche molto dolce. Ma spesso ti nascondi dietro la maschera da 'duro' per non mostrare a tutti realmente chi sei perché quando l'hai fatto sei stato ferito" finì seria.
Diamine! Ero sbalordito! E anche lei se ne accorse poiché mi sorrise.
"Ho indovinato quindi?" chiese.
"Mmm" le risposi con una smorfia.
"Sai, mi chiedevo una cosa, perché invece con me ti comporti come sei realmente? L'ho capito osservando il tuo comportamento con me e con gli
altri. Sei diverso"
Bella domanda, cosa risponderle?
"Domanda intelligente" le dissi con una smorfia. "Non lo so neanche io,
con te mi trovo bene, mi piace la tua compagnia e non credo che tu possa mai ferirmi quindi non ho motivo di nascondermi" conclusi guardandola negli occhi che sostennero il mio sguardo per interminabili minuti. 
"Andiamo?" chiese poi distogliendo gli occhi. 
Mi alzai e pagai il conto.
"Che si fa ora?"
"Ti porterei alla grotta azzurra ma c'è l'alta marea quindi non potremmo
entrarci" mi rispose con una smorfia.
"Potremmo andare a vedere il panorama" mi propose.
"Mi fido di te" le risposi alzando le braccia.
"Ma questa volta le foto le faccio io" precisai.
Arrivammo su questo piazzale; il paesaggio era magnifico.
Si respirava l'odore frizzante del mare e una leggera brezza scompigliava i
capelli.
Vidi Bella rabbrividire. "Hai freddo?"
"Si un pò, sono molto freddolosa" mi confessò.
"Tieni" le porsi la mia felpa grigia.
La infilò. Le andava davvero enorme! 
"E' un tantino grande" constatò rimboccandosi le maniche.
Era davvero buffa con quella felpona che le arrivava quasi al ginocchio. Il
che mi fece scoppiare in una fragorosa risata.
"Dai qua dobbiamo immortalare il momento!" proposi sfilandole la Canon
dalle mani.
Si avvicinò a me posandomi una mano sul fianco mentre io giravo la
macchinetta avanti a noi e scattavo la foto.
"Bellissima" le sussurrai porgendole l'oggetto.
"Si davvero molto bella"
In quel momento mi squillò il telefono.
"Jake?"
"Dimmi Justin"
"Stasera andiamo in discoteca, ci stai?"
"Certo va benissimo! Dove e quando?"
"Vieni a casa che ci andiamo insieme, credo che devi cambiarti"
"Giusto! A tra poco allora"
Mi rivolsi di nuovo a Bella.
"Stasera dormi da Greta?" aggiunsi.
"No, oggi no"
"Allora ti accompagno a casa, guidami" le proposi con un sorriso.
Arrivammo a casa sua in poco tempo, era, fortunatamente, vicino casa di
Justin così non mi sarei perso!
"Domani mattina sarai la mia guida?" le chiesi sperando in un si.
"Vado a scuola la mattina Jake"
Giusto!
"Ci sarà Justin comunque" 
"Ma io voglio te" le sorrisi in modo provocante.
"Allora dovrai aspettare a domani pomeriggio" mi rispose con una
linguaccia.
"Sissignora!" 
"Allora ci vediamo domani" disse entrando nel cancello della sua villetta.
"Bella?" le sussurrai avvicinandomi.
Si girò trovandosi con il viso a due centimetri dal mio. Socchiuse la bocca.
Di nuovo quel delizioso sapore.
"Tanti sogni d'oro" soffiai sulle sue labbra e le lasciai un delicato bacio
sulla fronte.
Mi girai e mi avviai verso la mia casa sentendo poco dopo il rumore del
cancello.
Ripensai alla giornata appena passata sorridendo come un idiota.
Quant'è bella la vita!









Salve gente! 
chiedo umilmente perdono per il ritardo ma con l'inizio del conservatorio sono stata impegnatissima!
Cosa ne pensate?
Cosa succderà in disco?
Vi aspetto nelle recensioni!
Un bacio

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Capitolo 5
*** Capitolo V - Vodka e Mojito ***


Capitolo V - Vodka e Mojito
 

 
 
 
"Amico scendi dalle stelle!"
Sbuffai.
"Che vuoi Justin?"
"E' da prima di cena che stai così! Che te la sei scopata?"
"Ma vaffanculo!" 
"Dai io l'avrei fatto"
"Ma dai ma ti pare? E' la prima volta che usciamo!"
"Non ti scaldare amico, stavo scherzando! Dai muoviti che ci aspettano
alcuni amici"
"Dammi cinque minuti" 
Indossai un paio di jeans neri con una maglietta aderente bianca e una
camicia nera. Il famoso gel ed ero pronto.
Arrivammo in discoteca con la macchina e davanti all'entrata c'era un
gruppo di ragazzi che ci aspettavano.
"Jake fratello!"
"Ciao Fra!"
"Ehi ragazzi lui è Giacomo!"
"Ciao"
"Ciao io sono Francesco"
"Io sono Alessandro, l'amico di Bella, ricordi? Ci siamo incontrati oggi pomeriggio"
"Sisi ciao" 
"Io sono la ragazza di Fra, piacere Laura"
"Ciao, io sono Jake"
"E infine lei è Claire"
Si girò una bionda, occhi chiari, truccatissima su tacconi enormi.
"Ciao, piacere, Claire" mormorò con un sorriso seducente.
Sorrisi.
"Giacomo, puoi chiamarmi Jake" 
"Con piacere Jake" mi rispose prendendomi sotto braccio e accompagnandomi all'entrata.
"Vieni prendiamo qualcosa" mi disse trascinandomi al bancone tra quel caos di corpi danzanti.
"Per me una vodka alla pesca" urlai cercando di sovrastare le voci.
"Per me un mojito grazie" urlò lei di rimando.
Ci servirono subito i nostri cocktail.
"Non sei di Capri tu vero?" 
"No, vengo da Torino" le risposi.
"Immaginavo, l'avrei di sicuro ricordata una bellezza come te" mi disse
con un sorriso provocante.
Ci stava provando sul serio? Non mi tirai indietro, volevo divertirmi un pò.
"Si lo so. Io invece credo che di te non mi sarei ricordato, sai quante belle donne ci sono a Torino!" la provocai con una risata.
Alzò un sopracciglio in segno di sfida.
"Altri due grazie" disse rivolta al cameriere.
"Una come me?" mi rispose mettendo in mostra il suo fisico.
Effettivamente aveva un corpo da paura.
"Certo, sai quante ne esistono con una quarta di seno?" continuai a
provocarla scolandomi il secondo bicchiere di fila.
Sorrise.
"Non giocare con il fuoco Jake, potresti pentirti" mi rispose con le labbra
vicinissime alle mie.
"Ah si?" le risposi sfidandola dopo aver ordinato un altro bicchiere.
"Si" mi rispose prendendomi per mano e portandomi su uno di quei
divanetti addossati al muro.
Si sedette sopra di me con il corpo attaccato al mio e sfiorò le mie labbra con le sue.
Deglutii a vuoto.
Sorrise vittoriosa, evidentemente aveva capito l'effetto che aveva ottenuto.
Sebbene non mi interessasse lei sotto quel punto di vista, ero pur sempre un uomo e 'certe reazioni' non si possono nascondere tanto facilmente.
"E comunque porto la quinta" alitò sulle mie labbra per poi sedersi accanto a me.
"Ho vinto" mi rispose bevendo il suo cocktail che qualche cameriere doveva acervi portato lì. "Ora non ti scorderai più di me"
Buttai giù l'altro cocktail. "Può essere" le risposi mezzo sbronzo.
"Ancora non sei convinto?" rise incredula.
"Non del tutto" le risposi ancora tra le risate.
"Sei ubriaco, non sai quello che dici" mi rispose stizzita.
"Certo certo, ogni scusa è buona"
Finì il mio ennesimo cocktail.
Aveva ragione, ero fradicio.
"Vieni allora" rispose portandomi sulla pista da ballo.
Iniziò a muoversi davanti a me, lasciando una scia di baci sul mio collo. Non resistetti più all'impulso e la baciai. Fu uno di quei baci violenti che puzzano di alcool.
Ma non mi staccai, non avevo la lucidità per farlo.
Aprì gli occhi e mi ritrovai in un paio di occhi scuri, labbra carnose, guance lievemente arrossate e lunghi capelli scuri.
"Che ti guardi?" mi chiese una voce stridula. 
Eccoli di nuovo quel trucco pesante, quegli occhi azzurri vuoti, desiderosi
solo di sesso. Ma che diavolo sto facendo?
Mi staccai di botto, me l'ero solo immaginata.
"Che stiamo facendo?" le chiesi cercando un minimo di lucidità. Avevo la nausea.
"Stavamo per andare di sopra per finire il nostro gioco prima che iniziassi
a fare il cretino" mi rispose acida.
"Muoviti andiamo" mi tirò per un braccio.
"Sta ferma!" mi scansai proprio mentre urlò "Leva ste mani" girandosi dietro. 
Mi girava la testa.
"Che vuoi Alessandro?" domandò pungente.
Alessandro, già sentito. Cercai di ricordare.
Dio che mal di testa!
"Nulla dai, volevo solo divertirmi un pò" le rispose toccandola.
"Mi sto già divertendo grazie" gli rispose acida indicandomi.
Di nuovo il senso di nausea.
"Avanti dai, quello è mezzo sbronzo!"
"Sono cazzi miei! Hai scelto Bella e ora vai da lei"
Bella? Ripresi un attimo di lucidità, l'amico di Bella, ecco chi era!
"Ti prego! Non ci credo che ce l'hai ancora per quello!" rise. "Bella mi
serve soltanto! Oddio ma l'hai vista, non mi farebbe mai divertire come fai
tu!" rispose tirandola a sè.
'Bella mi serve soltanto'
'non mi farebbe mai divertire'
'mi serve'
Quelle parole continuarono a rimbombarmi in testa.
"Intanto te la sei scopata" urlò la bionda spingendolo.
Scopato? Bella? La mia Bella?
E fu a quel punto che non ci vidi più. Avevo la testa in fiamme, tutto era sfocato. Mi avventai su di lui facendolo cadere a terra.
"MA COME TI PERMETTI!" gli urlai colpendolo.
"Ma che vuole questo!" gridò di rimando menandomi uno schiaffo.
"SEI UN BASTARDO! USARLA!" 
"Non ci ho fatto niente! Ma che ti prende!" rispose indietreggiando e coprendosi il viso con le braccia.
Continuai imperterrito ad urlargli qualsiasi tipo di insulto mentre volavano pugni e schiaffi. Sentivo urla, musica assordante, non riuscivo più
nemmeno a respirare.
"Smettila Jake, che diavolo fai!" urlò qualcuno tirandomi per le braccia.
"Lasciami stare! L'ammazzo quell'animale!" urlai come un pazzo.
"Che cazzo hai combinato idiota!" urlò qualcun altro al porco allontanandolo da me. Ma non ero soddisfatto io, ne' volevo ancora. 
Urlai ancora.
"Calmati Jake!" mi gridò Justin portandomi fuori.
L'aria fresca della notte si infranse violentemente sul mio viso sudato facendomi rinsavire un minimo.
Sentivo un sapore dolciastro in bocca e mi accorsi di star sanguinando. 
"Voglio andare a casa" gli dissi passandomi una mano sul labbro.
"Aspetta, perdi sangue!"
"Voglio andare a casa!" ripetei urlando.
"Va bene, va bene!"
Sentì il freddo sedile sotto di me, un braccio sotto le spalle che mi trascinava in casa mentre cercavo di reggermi in piedi e infine l'odore acido di disinfettante.

Mi svegliai con un mal di testa temendo.
"Ehi Jake, come va?"
Misi a fuoco davanti a me.
"Justin?"
"Chi vuol essere!"
"Mi fa male tutto!" 
"E ci credo! Ieri hai quasi ammazzato Alessandro!"
Ricordai di colpo, diventando vigile.
"Dov'è quel maiale?" sputai tra i denti.
"Mi ha chiamato ieri" mi spiegò calmo "ha detto che non ha fatto niente e che era solo ubriaco; e non capiva perché te la fossi presa tanto" aggiunse.
"Aveva detto che voleva solo usare Bella e che se l'era portata a letto!"
risposi con rabbia.
"Vabbè calmati tanto non è vero, ma anche se fosse, a te cosa importa?"
mi chiese guardandomi di sottecchi.
"Niente niente, ero ubriaco" risposi facendo cadere l'argomento.
"Che ore sono?"
"E' ora di pranzo! È quasi l'una!" 
"Hai dormito e vomitato tutto il giorno" aggiunse con una smorfia.
"Accidenti" sbottai alzandomi di scatto dal letto.
"Scendi giù quando sei pronto che si mangia"
Entrai in bagno e mi fermai ad osservare il mio riflesso allo specchio.
Avevo uno zigomo leggermente più gonfio dell'altro ed un piccolo taglio sul labbro inferiore. Tutto sommato mi era andata bene, Alessandro era sicuramente conciato peggio.
Sorrisi mentalmente al pensiero. Che le sue parole fossero false o no, non riuscivo proprio a non odiarlo.
Mi sciacquai velocemente il viso, indossai una comoda tuta e scesi giù per il pranzo. 
Mi bastò pensare al pomeriggio che avrei passato con Bella per farmi tornare il buon umore.
A fine pranzo mi accomodai vicino Greta

"Grè non é che per caso mi daresti il numero di Bella?"
"Che ci devi fare?" mi chiese sospettosa.
"Mi gioco i numeri alla lotteria!" le risposi sarcastico.
"Ah ah ah molto simpatico"
"Ma che ci voglio fare dai!"
"Tieni" mi porse il suo telefonino dove copiai rapidamente il numero.
La chiamai con la scusa di dovremo mettere d'accordo per la sera.
In realtà avevo solo voglia e bisogno di sentire la sua voce. Già mi mancava un sacco!
"Pronto?"
"Bella? Ciao, sono Giacomo"
"Ehi Jake ciao!" mi rispose piuttosto sorpresa.
"Stasera a che ora ci vediamo?" le chiesi sorridendo.
"Come ieri alle cinque, ti va bene?"
"Perfetto, allora a dopo"
"A dopo Jake"
"Ah Bella?"
"Si?"
"Stasera ti porto fuori a cena" le dissi e riattaccai.
Non accettavo un no come risposta.
Questa sera sarebbe stata solo mia.







Salve gente!
Questo capitolo non parla molto di Bella ma ci fa entrare un pò meglio nel personaggio di Jake; inizia a capire meglio quanto per lui sia importante la ragazza.
Cosa succederà nel prossimo?
Dedicherò il prossimo capitolo a chi ci si avvicinerà di più! Ahahah
Vi dò qualche indizio:

-Girasoli
-Pizza
-Mani
-Notte

Sono proprio curiosa di vedere cosa mi combinate ahahah
Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Capitolo VI - Girasole ***


Capitolo VI - Girasole



 
 
 
 
"Stasera Bella viene a dormire da noi"
annunciò Greta alla madre.
"Certo, non c'è nessun problema" le rispose lei.
Sorrisi. Sarebbe stato bello averla vicina anche la notte.
"Viene a dormire da me" precisò guardandomi.
"Ovvio ovvio"

Finimmo di mangiare un gustoso risotto ai frutti di mare e dopo pranzo afferrai il mio caro libro di matematica
e mi ripassai seppur controvoglia qualche lezione precedente.
Iniziai a prepararmi già dalle 4, ero troppo impaziente di vederla.
Prima passai dal fioraio, le presi un paio di girasole. Magari sarebbe stato
più bello un mazzo di rose rosse ma quei fiori mi ricordavano tantissimo lei.
Bussai alla porta e per fortuna mi venne ad aprire lei! 
"Sempre bellissima" mormorai guardandola.
"Sempre esagerato" mi sorrise lei con lo sguardo basso.
"Questi sono per te" le dissi porgendole i fiori, volevo che mi guardasse,
volevo i suoi occhi su di me.
"Jake, cosa diavolo hai fatto?" spalancò gli occhi portandomi la mano sul
labbro. Okay, non era proprio quello che aspettavo ma non mi dispiaceva
affatto.
"Ho fatto a botte" le risposi con un sorriso.
"Ti fa tanto male? Ti prendo qualcosa contro il dolore?" mi chiese
togliendo la mano dal labbro.
"No grazie, mi basta questo" le risposi portandole di nuovo la mano sul
mio viso sorridendo.
Le porsi di nuovo i fiori che prese odorandoli. 
"Sono bellissimi, e sono anche i miei preferiti! Come facevi a saperlo?" mi
chiese incredula invitandomi ad entrare.
"Li metto in camera seguimi" disse riempendo un vaso.
La casa era molto grande sui colori chiari, con un bel giardino provvisto di
amaca. 
La sua camera era al secondo piano, le pareti erano di un azzurro scuro,
c'era una scrivania con un pc, scaffali e un letto abbastanza grande.
Dio solo lo sa cosa avrei voluto farle su quel letto.
Osservai gli scaffali, c'erano molti libri, Jane Austen, la serie di Twilight,
Shakespeare, Cime tempestose, e altri classici; avevamo quasi gli stessi
gusti direi.
Su di un altro scaffale c'erano un mucchio di cd; Ligabue, Coldplay, Jovanotti,
Paramore, Zero Assoluto, Emis Killa di tutti i generi, dal rap al rock. 
Sulla scrivania c'erano quaderni, libri e penne, sul pavimento erano sparsi dei fogli
e vicino il letto c'era una pila di libri di Nicholas Sparks.
All'angolo tra il balcone e l'armadio, una sedia a dondolo dava splendida mostra di se, con su qualche vestito.
"L'ordine non è il mio forte" mi rispose osservando il mio sguardo indagatore. 
"Ho notato" le risposi ridendo.
Posò il vaso sul comodino e scendemmo.
"Niente Canon oggi?"
"No, le foto che dovevo farti te le ho fatte" mi rispose ridendo.
"Solo ed esclusivamente per me! Ma quale onore!"
"Pavone sei stato il mio modello solo per una volta, non te la credere più
di tanto" mi rispose con aria di sufficienza.
Non potetti trattenere una risata.
"I modelli sono belli però" 
"Lo so" disse indifferente.
Sorrisi pizzicandole un fianco.
Quindi per lei ero bello, bene.
"Cosa facciamo oggi?"
"Mmm, oggi potremmo fare un giro sulla spiaggia, ti va?"
"Certo per me va benissimo"
"Con chi hai fatto a pugni?"
Cazzo.
"Non ricordo nemmeno, ero ubriaco" le risposi con una finta risata.
Odiavo mentirle ma cosa potevo risponderle?
Infondo anche se fosse stato vero, lei non era mia. 
Lei non era mia.
"Ubriaco?" 
Giusto, lei non sapeva nulla della discoteca.
"Si, ieri sono andato in discoteca con Justin e tra un bicchiere e un altro" le risposi grattandomi la nuca.
"Ah, capisco" esalò. 
Si rabbuiò e le si formò una piccola ruga a V sulla fronte.
"Cosa c'è?"
"Nulla"
"Devo continuare finchè non me lo dirai?"
"E io devo continuare a fingere di credere che non ricordi con chi ti sei azzuffato?"
Bene. 
"Una risposta e una risposta. Va bene?" 
Non volevo dirglielo ma volevo sapere il perché di quella reazione.
Ero andato in discoteca senza di lei?
Beh comprensibile, ma alla fine non era successo niente no?
Non del tutto almeno, mi ero bloccato perché volevo lei. Bella.
"Okay. Inizia tu"
"Ho fatto a botte con Alessandro"
Spalancò gli occhi.
"Alessandro? E perché?"
"Perché mi ha detto che vuole stare con te perché gli servi" mormorai
guardandola.
Si intristì.
Valeva la pena continuare? Purtroppo glielo avevo promesso.
"E che.." deglutii.
"Che cosa?"
"Che avete fatto, be' insomma hai capito" ora toccava a me essere in
imbarazzo. Mi passai distrattamente una mano tra i capelli.
"COSA HA DETTO!? Ma come diavolo si permette! Ma stiamo scherzando!
Con quello!!" gridò stringendo le mani a pugno.
'con quello'
Non potei fare a meno di sorridere internamente della sua reazione.
"Che porco, mi fa schifo! Che razza di uomo è!"
Rimasi in silenzio, lasciandola sfogarsi, accarezzandole lentamente un braccio.
Anche incazzata nera era stupenda.
Il suo viso dolce, quegli occhi così profondi.
Mi prendeva così tanto questa piccola ragazza.
"Peccato che non c'ero io! L'avrei volentieri ucciso!" disse minacciosa
stringendo i pugni.
Risi della cosa, lei così piccola figurarsi se avesse mai potuto prendere a pugni uno come lui.
Mi guadagnai un'occhiataccia.
"Tranquilla, ci ho pensato io" sorrisi.
"Già, peccato che ti sei fatto male" sospirò.
"Passa subito. Piuttosto, tu? Ora tocca a te"
"Nulla Jake è una sciocchezza"
"Ehi si rispettano le promesse!" 
"Non mi piacciono le discoteche, c'é troppa gente"
"Troppa gente?" 
Che diamine significava?
Annuì col capo.
"Non capisco" ammisi.
"Si vabbè, troppe persone, troppe ragazze, alcool"
"Si, esatto. Non sei mai stata in una discoteca?"
"Si certo che si! Quasi ogni sabato" mi rispose con un sorriso.
Mmm, ad essere sinceri mi infastidiva un pò il pensiero di lei, in una
discoteca, in mezzo a tanti ragazzi, magari anche abbastanza brilli.
"E quindi? Qual è il problema?"
"Nulla te l'ho detto Jake" fece spallucce abbassando lo sguardo sulle sue
mani intrecciate.
E fu allora che capii, a me dava fastidio il pensiero di lei in una discoteca ma a lei?
Aveva dato fastidio il pensiero di me, in una discoteca!
Ripensai alle sue parole, troppe persone, troppe ragazze, alcool.
"Troppe ragazze eh?"
"Già" mi rispose con una punta di acidità.
"Capisco"
Alzò subito il suo sguardo verso di me, con un'occhiata triste. 
"Beh, si da il caso che da qualche settimana a questa parte non vedo
nessuna ragazza all'infuori di te, Bella"
Non potei fare a meno di gioire nel notare il sollievo attraversare il suo viso.
Era così bella.
"Oh, allora credo che sia tutto okay" mi rispose arrossendo con un sorriso.
"Direi proprio di si" confermai lasciandole un bacio sulla guancia che la fece arrossire ancora di più.
Ridacchiai.
"Voglio una cosa" mi disse tutto di un tratto.
"Tutto quello che vuoi" le risposi sorridendo.
"Ieri abbiamo parlato solo di me, oggi voglio sapere io qualcosa di te" mi rispose sorridendo.
"Solo di te?? Ma se 'mi hai letto dentro'" le risposi usando le sue stesse parole.
"Anzi, oggi spetta a me, voglio sapere tutto di te!" aggiunsi.
Sbuffò.
"D'accordo, d'accordo. Cosa vuoi sapere?"
"Mmm, primo, dove mi porti oggi?" le chiesi.
"Oggi andiamo in un parco e poi ti porto in spiaggia" mi rispose afferrando una borsa e uscendo di casa.
"Perfetto, allora inizio con l'interrogatorio" le sorrisi.
Alzò gli occhi al cielo.
"Mmm..iniziamo dalle cose più semplici"
"Addirittura per gradi"
"Certo, ho in mente una scaletta bene precisa! Dunque, piatto preferito?"
"Risotto ai funghi di mare e le classiche lasagne"
"Bene. Io l'ho mangiato oggi" le sorrisi per poi proseguire subito dopo "Colore preferito?"
"Il blu"
"Blu?" Ripetei scettico. "Ti facevo più tipo da arancione o rosa"
"Cavoli no! Non mi conosci, davvero, ma davvero per niente!" rise.
"Arancione e rosa forse sono i colori che odio di più"
"E come mai il blu?" chiesi con evidente curiosità.
"Il blu è un colore forte ma allo stesso tempo mi tramettere dolcezza. E' il
colore della notte, è il colore della verità anche, credo"
"Il colore della verità?" le chiesi piuttosto stupito.
"Si, credo che notte e verità siano collegate.
La notte è il momento della giornata che preferisco di più.
Di notte ci sei solo tu, con i tuoi scheletri e le tue verità.
Di notte non ti nascondi da nessuno, senza maschere, senza finti sorrisi.
Sei tu, con i tuoi pregi e i tuoi difetti, con le tue gioie e i tuoi dolori"
Rimasi affascinato dalle sue affermazioni, semplicemente perché aveva ragione,
io la pensavo esattamente come lei, ma mai mi sarei fermato a riflettere sul blu.
Era davvero una ragazza fin troppo matura per la sua età; in tutti i sensi positivi ovviamente.
"Mi stupisci ogni volta di più sai?" e mi piaci ogni volta di più.
"Spero in senso positivo" mi rispose sorridendo.
"Ovviamente si!" sbottai.
"Ecco il parco, vieni" mi prese la mano trascinandomi sul prato.
"Ci mettiamo qui?" le indicai un pezzo di prato ombrato da un albero.
"Si ma aspetta, stendici questa" mi porse una coperta azzurra.
"Non si sa mai cosa c'è per terra" spiegò con un sorriso. 
Ci sdraiammo e continuammo a chiacchierare. L'ascoltavo parlare mentre le baciavo i capelli
e intrecciavo la mano con la sua, godendo della sua bellezza. 
 








Ecco a voi il sesto capitolo.
Conosciamo meglio Bella, i suoi pensieri, i suoi gusti.
Non è una ragazza semplice e ciò sorprende molto anche Jake.
Nel prossimo capitolo scoprirete una brutta verità sul suo passato! In principio
era tutto uno ma un capitolo lunghissimo non se lo incula nessuno quindi ho separato, per tenervi un pò sulle spine ;)
Sono perfida, lo so muahahah

Scherzi a parte, è già pronto quindi spero di riuscire a postarlo a breve :)

Un grazie speciale a chi ha questa storia tra le preferite, seguite e ricordate! E soprattutto a chi mi recensisce sempre!
Un bacio di cuore! 
Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Capitolo VII - Violenza. ***


Capitolo VII - Violenza 



"Cantante preferito?"
"Mmm non saprei Jake, a dire il vero amo molto i Coldplay, ma anche Ligabue, Jovanotti, i Paramore"
"Ultima canzone ascoltata?"
"Trouble e Paradise dei Coldplay"
"Bellissima Trouble, piace molto anche a me!"
"Sai, so suonarla al piano!"
"Davvero??" le chiesi sbalordito.
"Certo, quando vuoi te la suono"
"Volentieri!" altro pretesto per stare con lei.
"Ora ho io una domanda per te!" mi disse con aria risoluta. 
"Spara"
"Come mai hai scelto proprio il girasole?"
"Te l'ho detto, mi ricorda molto te"
"Si ma perché?" chiese con evidente curiosità.
E cosa le dicevo ora? Il girasole è bellissimo, è colorato, solare, come lei,
sempre con un sorriso con il volto.
"Credo ti rappresenti bene, il girasole è un fiore molto bello, allegro, trasmette calore. Un po' come te, sei sempre così aperta e sorridente, trasmetti gioia, è un piacere trascorrere del tempo in tua compagnia" le confessai guardandola negli occhi.
"E' la cosa più bella che mi abbiano mai detto sai? Grazie mille Jake" mi sussurrò baciandomi una guancia.
Se solo riuscissi a dire tutto ciò che ho nel cuore, questa cosa del girasole impallidirebbe al confronto. 
"Già finito il terzo grado?" mi chiese sorridendo.
"Oh no, davvero! Anzi vorrei provare a leggere io dentro te oggi, magari con il tuo aiuto, io non sono così bravo" le dissi. 
Mi aspettavo di sentirla ridere, magari prendendomi in giro per aver ammesso di essere meno bravo di lei in qualcosa, ma invece, con mia grande sorpresa e dispiacere, si irrigidì, serrando i pugni. 
"Ehi, ho detto qualcosa di male?" le chiesi cercando di sciogliere quella postura rigida.
"No scusa, è che forse non è proprio una buona idea parlare di me"
ammise abbassando lo sguardo. 
"Cos'è successo?" mi sporsi verso di lei, ansioso e cauto allo stesso tempo. 
"E' successo un pò di tempo fa e non voglio parlarne"
"Non l'hai ancora superato?" 
"No Jake e non so se ci riuscirò mai"
"Dio Bella se fai così mi spaventi! Parliamone, magari ti aiuta, non voglio
invadere i tuoi spazi, ma se hai bisogno eccomi" 
Le accarezzai il braccio sperando di poterle dare maggior conforto.
"È brutto Jake" mi disse mentre una lacrima le solcava la guancia.
"Ehi non piangere, sono qui" 
L'abbracciai stretta lasciando che mi inzuppasse la maglietta.
Cosa le avevano fatto? Cos'era successo? 
"Cosa ti hanno fatto?" sussurrai tra i suoi capelli.
Si asciugò gli occhi con il fazzoletto per poi rispondermi con voce tremante "c'entra mio padre"
Mi bloccai di colpo fermando anche le mie dita sul suo braccio. Non era la prima ad avere problemi con il padre. Non avevo nemmeno pensato che potesse essere una cosa così brutta, non volevo pensarci. Perché anche a lei? Sapevo perfettamente cosa si provava, ed era davvero terribile. Perché proprio a Isabella.
"Tuo padre?" le chiesi cauto. "E' per questo che oggi non c'era nessuno in casa?" avevo notato questo particolare. La casa era vuota, c'era solo lei. Ma oltre alla presenza fisica, non c'erano foto dei genitori, foto del matrimonio, nulla. Solo qualche immagine di lei da bambina, ma non ci avevo dato molto peso. Ora tutto aveva un senso. 
"Anche. Mia madre era a lavoro. I miei sono separati"
"È questo che ti fa stare male? Non poter più avere una famiglia unita?" azzardai.
"Oh Jake, magari fosse solo questo" singhiozzò. "Io non ho mai avuto una
famiglia felice"
Mai avuto una famiglia felice. 
Mai avuto una famiglia felice. 
Quelle cinque parole mi colpirono forte. 
La famiglia era la cosa più bella, l'amore dei genitori, il bello  di
condividere le gioie e i dolori, dell'affrontare tutto insieme.  I piccoli gesti,
il bacio della buonanotte, la colazione tutti insieme, i segreti tra madre e figlia, l'intesa maschile tra padre e figlio, l'unione, l'affetto, i sorrisi di incoraggiamento prima di un esame, le passeggiate con papà, le carezze della mamma. Una famiglia, la cosa più bella. 
"Cosa significa Bella?" chiesi con voce strozzata. 
Smise di piangere e affrontò a testa alta l'argomento. Come poteva una ragazza così fragile sostenere una peso così grande sulle spalle?
"La mia non è mai stata una famiglia. I miei si sono amati, forse, credo, ma è durato poco, davvero troppo poco. La gelosia distrugge tutti rapporti. I miei si erano innamorati, così tanto da buttarsi a capofitto in un matrimonio, e addirittura ad avere una figlia, volente o nolente.
Quando ero piccola, i primi tempi, tutto era perfetto, avevo cinque anni credo, mio padre usciva a lavoro salutando sempre la mamma con un bacio sulla guancia, la mamma suonava spesso il piano per il papà, mi venivano a prendere insieme da scuola. Andava tutto bene, mia madre era casalinga e mio padre lavorava in banca. I soldi non ci mancavano di certo, ne tanto meno l'amore" si fermò un attimo per prendere fiato. 
Rimasi all'erta, sapevo che a quella storia non ci sarebbe stato nessun lieto fine. 
"Non so davvero perché ti sto raccontando tutto questo, non l'ho mai fatto con nessuno. Con te è diverso, mi fai sentire bene" sussurrò arrossendo e
prendendomi la mano.
Oh anche tu, davvero tanto.
"Eravamo una famiglia felice, fin quando mia madre non iniziò a lavorare. Papà aveva dei problemi in banca, non sapevamo come sarebbe andata a finire e quindi mamma decise di cercare lavoro in caso di bisogno economico. Non era la prima volta che ci trovavamo davanti ad un ostacolo, ma avremmo superato tutto insieme. O almeno, così credevo. 
Mamma si fece assumere come segretaria presso un avvocato, guadagnava anche abbastanza bene anche se a mio padre dava fastidio che lei lavorasse e soprattutto che lei lavorasse con un uomo. Presso un uomo. 
E credo che fu questo che scatenò tutto. Una sera li sentii urlare in camera da letto, sentii il rumore di qualcosa di vetro rompersi, mio padre urlava che lui gliel'avrebbe pagata, dava della puttana a mia madre che gli rispondeva che era un pazzo, doveva farsi curare, non era degno di essere mio padre. Non era la prima volta che li sentivo litigare a quel modo ma quella sera udii le urla di mia madre e pochi minuti dopo lei che scendeva con un taglio sul braccio e tutto il viso arrossato. Così andò avanti per un mese. Mio padre picchiava mia madre, era geloso di lei, sosteneva che lo tradisse, la feriva ogni giorno, ogni notte, e così fece per un mese finché dopo essere finita in ospedale per una botta alla testa, che le sarebbe costata la vita per pochi centimetri, decise di denunciarlo. Diceva che non poteva andare avanti così, questa non era la famiglia che lei aveva desiderato per me, che meritavamo di meglio. Mio padre fu arrestato ma da quel giorno mia madre non è più la stessa. Credo abbia ancora le ferite di quel periodo e forse è per questo che non si è più fidanzata con nessuno" concluse fissandomi. 
"Mi dispiace tanto Bella" le dissi cercando di trasmetterle tutto il dolore che provavo "Se potessi farei di tutto per farti stare meglio" 
"Non preoccuparti Jake, è passato davvero"
"Ma lui è ancora in carcere?"
"No, mio padre è morto"
"Morto?" spalancai gli occhi. 
"Si, due anni fa"
"Com'è successo?" non riuscivo a crederci. Di bene in meglio. 
"Si è impiccato" 
Mi ghiacciai sul posto. Non sapevo davvero cosa dire. Rimanemmo in silenzio per un pò. Pensai a mio padre, ciò che era successo a noi era nulla a confronto. Se fosse successo a lui? Se fosse morto lui? Mi si strinse il cuore. Per una stupida università, stavamo facendo una tragedia per una stupida scuola. Pensai anche a mia madre e alle mie sorelle, anche loro magari stavano sentendo il peso di ciò. Silvia e Cristina, una di 26 e una di 18 anni, quanto Isabella, la stessa età. Io le stavo privando di una famiglia felice. 
Mi strappai i capelli con la mano. 
"Jake finirai per diventare calvo!" mi sgridò Bella. "Ogni volta che sei nervoso ti passi una mano tra i capelli, ma lo fai così forte che non ci credo che tutti questi capelli siano veri!" disse sorridendo.
La fissai in cerca di qualche traccia di tristezza e dolore ma per fortuna non ve ne trovai. L'abbracciai stretta a me. 
"Vorrei proteggerti da tutto questo dolore Bella, vorrei essere in grado di farti dimenticare il passato, vorrei poterti rendere felice" 
"Ma lo fai già Giacomo, non sono mai stata così bene, nonostante il peso dei ricordi, riesci sempre a farmi sentire a mio agio, semplicemente standomi vicino. Sei una persona speciale"
Mi si gonfiò il cuore a quelle parole. Lo sentivo chiaramente premere nel mio petto. 
Le piacevo anche io, magari non quanto lei a me, ma le piacevo anche io. 
Mi staccai da lei guardandola negli occhi. 
Adesso Jake dai, siete soli, in un prato e sta facendo buio, ora Jake. 
Mi avvicinai a lei fissandola negli occhi, lei ricambiò il mio sguardo. 
Mi accarezzò il viso mentre mi avvicinavo al suo. 
Inevitabilmente suonò il telefono. 
Se non c'erano persone, ovviamente non poteva mancare il telefono!
Chiusi gli occhi irritato ma deciso ad ignorarlo. 
"Dovresti rispondere Jake, potrebbe essere importante" mi sorrise. 
Afferrai il telefono senza nemmeno vedere chi fosse e giurai mentalmente che se fosse stato Justin l'avrei ucciso con le mie stesse mani. 
"Pronto" risposi seccato. 
"Fratellone!" 
"Ciao Cris dimmi" deciso e conciso. 
"E' successo qualcosa?" 
"No, hai semplicemente un tempismo perfetto"
Vidi Bella ridacchiare. 
"Che ho interrotto? Avevi un appuntamento?" Chiese sbalordita. 
"Anche se fosse? È davvero così strano?" chiesi acidamente. 
"Si, cioè no, no affatto" rise. 
"Vaffanculo" bofonchiai. 
"Scherzo fratellone, e solo che sei più tipo da, si insomma…dacci dentro!" altre risate.
"Dio Cris sei peggio di Justin!" 
"A proposito, salutamelo!"
"Ma anche no! Ciao Cris!"
"Eddai! Hai visto? Non dovevo dirtelo che ho una cotta per lui!"
"No anzi hai fatto benissimo!" sbottai "Così posso benissimo dirgli di stare
alla larga!"
Non era affatto il ragazzo giusto per lei.
"Tanto non lo farà, ora gli richiedo l'amicizia così parleremo un pò!"
"Non ci provare Cristina!"
"Quando posso conoscere la tua lei?" rise. 
"Mai. Ciao Cris"
"Eddai Jake"
Riattaccai. 
"Mi chiedo come un esserino così piccolo possa essere così fastidioso!" borbottai alzando gli occhi al cielo. 
"Esserino?" mi sorrise Bella. 
"Mia sorella!"
"Hai una sorella?"
"Ne ho due per la precisione! Una più grande, Silvia e Cristina, quella diciottenne e irritante!"
Rise. 
"Tu hai fratelli?"
"No figlia unica" 
"Beata te!" le risposi "Almeno non hai nessun 'esserino irritante' che va raccontando ad amici e ragazze, ogni volta che li porti a casa, le tue imprese da piccolo, sputtanandoti come nessuno mai farebbe!" conclusi ricordando certe umiliazioni subite grazie alla mia cara sorella. 
"Allora voglio conoscerla!" disse scoppiando a ridere. 
Era così dolce quel suono. Odiai profondamente quell'uomo, che anche se suo padre, le aveva tolto l'infanzia e la felicità. 
 
 
 





Rieccomi quiii! 
Inanzitutto, buon anno a tutti!
Come avete passato le vacanze? io personalmente molto bene, posso dire che quest'anno mi sono proprio divertita e credo che questo spieghi la mia assenza prolungata ^^
Chiedo umilmente perdono ^^
In compenso vi lascio questo capitolo un pò triste, ma la cosa dura poco perchè sinceramente odio le cose tristi e deprimenti.
Qual'è il vostro colore preferito? E i vostri piatti?
In questo capitolo Bella rispecchia parecchio me in fatto di gusti ahah
Spero di poter aggiornare subito magari anche domani se mi riesce; il capitolo è pronto!

Un bacio <3

P.S. So che i miei capitoli non sono molto lunghi ma preferisco scriverne tanti ma di lunghezza media e non cose troppo lunghe dove si rischia di perdere il filo.
P.S.S. grazie a chi recensisce, chi mette tra preferiti, seguite e ricordate! GRAZIE MILLE! per me è davvero importante!

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII - Verde libertà ***


Capitolo VIII - Verde libertà



"Qualche altra domanda?" mi chiese sorridendo. 
Sembrava che il dolore di quel momento fosse svanito e il suo posto fosse stato preso dalla serenità e dalla dolcezza. Eravamo li, sdraiati su quella
coperta; lei era li, tra le mie braccia, accoccolata sul mio petto. Il sole aveva lasciato il posto all'oscurità e le stelle risplendevano in cielo. 
Aveva ragione lei, la notte è davvero un momento magico. 
"Circa un centinaio ma credo sia ora di andare a mangiare non trovi?"
"Oh si accidenti è già tardi" 
"C'è un ristorante in spiaggia?"
"Si ce n'è uno proprio sulla spiaggia. Vuoi andarci?" 
"Certo"
 
"Due Margherite e due Peroni grazie"
"Bello qui vero?" mi chiese. 
"Fantastico direi!"
"È il mio posto preferito, si mangia anche bene! Poi è un bel posto, si respira la brezza marina, si sente lo scrosciare delle onde sugli scogli. Di notte poi è qualcosa di meraviglioso! Se non ci sono le nuvole si riflette tutto  sul mare"
Rimasi nuovamente affascinato dai suoi discorsi. Ciò mi confermò maggiormente la teoria che mi ero fatto su di lei. Era una ragazza semplice, amava la natura e la apprezzava come fosse stata sua. 
"Sai, hai ragione, la notte è bellissima"
"Quasi quanto te" aggiunsi facendola arrossire. 
"Grazie. Spero di non averti turbato con la storia della mia vita" mi rispose guardandosi le mani. 
"Be' se non altro abbiamo un'altra cosa in comune"
Spalancò gli occhi. 
Okay, non proprio in quel senso. 
"Credo che mio padre mi odi; ho deluso le sue aspettative. Voleva diventassi medico, specializzandomi per poi avere posto fisso in ospedale ma me ne sono fregato e ho scelto ingegneria"
"E ti piace?"
"Molto, è la mia passione! Da quando ero piccolo amavo questo mestiere"
"Questo è l'importante allora, segui il tuo cuore" sussurrò prendendomi la mano sul tavolo. 
"Lo sto facendo" in tutti i sensi. 
"Hai mai provato a parlargli, cioè spiegargli i tuoi motivi, fargli capire che sei bravo in quel campo, che é davvero la tua passione"
"Non mi vuole ascoltare; credi che non ci abbia provato? Nulla!"
"È passato molto tempo ora, magari è cambiato. Gli manchi"
"Manca anche lui a me" confessai di getto. 
"Che coppia complessata" rise. 
Coppia. Mi piaceva molto quella parola. 
"Non potrei essere più d'accordo" sorrisi.  
"Vedi, alla fine neanche io sono così brava a leggere" mi rispose con un
sorriso che ricambiai. 
Arrivò una cameriera a servirci e cominciammo a mangiare quelle deliziose pizze. 
"Sono davvero buone, hai ragione"
Annuì. 
"Beh ora potrei ricominciare con l'interrogatorio" la provocai. 
"Chiedi pure"
Mmm volevo sapere una cosa piuttosto personale ma non avevo idea di come chiederglielo quindi la buttai li. 
"La tua prima volta?"
Le andò la birra di traverso e cominciò a tossire. 
Risi. 
"Jake!" mi fulminò. 
"Hai detto chiedi pure!" mi difesi continuando a ridere per la sua
reazione. 
"Beh non pensavo che mi avresti chiesto certe cose" rispose piccata. 
"Sbaglio o ti ho detto che voglio sapere tutto di te? Tutto comprende anche questo"
Fece una smorfia e continuò a mangiare. 
"Allora? Non me lo vuoi dire?"
"No" 
"Perché?"
"Tu me lo diresti?"
"Emh forse" sorrisi. 
"Dimmelo allora" mi sfidò. 
Sospirai. 
"17 anni, con una che su chiamava Sarah"
Fece un'altra smorfia. 
"Era la tua ragazza?"
"Si, siamo stati insieme quando facevo il quarto, lei era più grande quindi finite le superiori ci lasciammo"
"Capito"
"Bene tocca a te"
"No"
Spalancai gli occhi. 
"Come no, io te l'ho detto!" l'accusai. 
"Anche io" mi rispose tranquilla continuando a mangiare. 
"Hai detto no"
"Appunto" 
Aggrottai le sopracciglia. 
"Appunto?"
No, che diamine significava? 
La tua prima volta? No. 
"Non l'hai mai fatto?" 
"Già"
Le sorrisi, che notizia fantastica!
"Smettila di ridere come un cretino!" disse acida lanciandomi il fazzoletto. 
"E' vietato essere contenti? E' una bella risposta!"
"E se ti avessi detto il contrario?" mi sfidò. 
"Non ti avrei chiesto l'onore di essere il primo" scherzai. 
Mi fulminò. 
"Ah se gli sguardi potessero uccidere" le risposi ancora ridendo. 
"Cosa altro vuoi che ti lanci addosso Jake?" 
"Te" 
"Ma vaffanculo"
Risi ancora di più. Ma io non scherzavo!
"Come mai non l'hai mai fatto?"
"Lo sai che chi si fa i cazzi suoi campa cent'anni? Vuoi morire giovane?" 
"Dai sono solo curioso!" le feci gli occhi dolci fissandola con le mie pupille
verdi che sapevo essere irresistibili. 
Ma niente. 
"Non attacca eh?" sospirai. 
Scosse il capo ridendo. 
"Però sei carino dai" 
Misi su un finto broncio. 
"Non ho mai avuto un ragazzo fisso, sempre cose molto veloci, massimo un mese o due quindi niente. A dire la verità sono piuttosto fissata con 'quando trovi quello giusto' e cose così" mi rispose facendo un cenno con la mano come a voler scacciare una mosca. 
"Capisco"
"Invece qual'è il tuo di colore preferito?"
"Credo sia il verde"
"Credi? Come mai il verde?"
"Beh si, credo, non è che passo le giornate a pensare al mio colore preferito. Comunque il verde perché lo associo alla libertà. E credo che sia la cosa più importante"
"Io invece alla libertà associo l'azzurro sai? Come il cielo. Il cielo è libero. Niente lo costringe, è tutto lì, enorme"
"Hai un colore per tutto?" le sorrisi. 
"Quasi" 
"E cosa pensi del verde?"
"Speranza. Non ho una spiegazione razionale ma il verde mi fa sperare"
"Mmm capisco" 
"Il conto grazie" risposi fissando il cameriere. 
Ero li, in una semplice pizzeria, a parlare, con una bizzarra ragazza, dei colori. Esatto, a 23 anni suonati, avevo incontrato Bella, bellissima ragazza che mi eccitava oltre ogni limite, ed io ero lì a parlare dei colori, senza proporle una sana scopata o cercare in qualche modo di rubarle la verginità. Anzi, per la prima volta l'idea non mi aveva nemmeno scalfito, e conoscendomi, non è decisamente da me. 
Ma cosa diamine mi stai facendo Isabella?
 
 



Il caro Jake sta iniziando a fare un pò d'ordine nel suo cuore eh?  
Sono carini insieme vero?? 
MI piace molto questo capitolo ma il prossimo ancora di più, e nonostante tutti gli impegni spero di riuscire a postarlo presto!
Un bacione a tutti coloro che mi seguono e recensiscono!
Siete magnifici! <3

A presto spero!
Un bacio!

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Capitolo 9
*** Capitolo IX - Spiaggia e Pigiama Party ***




Capitolo IX - Spiaggia e Pigiama Party



"Dio Jakee! E' ghiacciata" mi urlò continuando a saltellare in acqua. 
Dopo aver finito di mangiare avevamo fatto una passeggiata in riva al mare e lei, arrotolandosi i pantaloni al ginocchio e togliendosi le converse, aveva avuto la brillante idea di 'rinfrescarsi' i piedi. 
"E ci credo è mezzanotte! Mi sorprenderei se fosse calda!" 
"Dai vieni anche tu!" gridò tirandomi la manica della maglietta. 
"Che?! Non ci tengo a ghiacciarmi grazie"
"Se non ti muovi ti butto in mare!" 
"Certo certo. Peso il doppio di te, semmai è il contrario!"
"Se finchè mi prendi!"
"Mi stai sfidando, peste?"
Per tutta risposta mi fece una linguaccia come chiaro segno di sfida che ovviamente accettai. 
Mi sfilai le scarpe e iniziai a rincorrerla. 
"Non mi prendi, non mi prendi!" 
"Non giocare con il fuoco Bella" le risposi continuando a rincorrerla e facendola finire di schiena contro uno scoglio. 
Sorrisi vittorioso addossandomi su di lei. 
"Sei in trappola" risposi schiacciandola sempre di più contro il muro. Impossibile ignorare le reazioni del mio corpo a quel contatto così intimo. 
"Ma dire mai" sussurrò sulla mia bocca e scivolando da sotto il mio braccio. 
Ma non fu abbastanza veloce a correre e l'afferrai per la vita
caricandomela in spalla. 
"Infatti" le risposi sorridendo. 
"Mettimi giù!!"
"Ma non ci penso nemmeno! Vedi mi hai fatto inzuppare tutti i pantaloni!"
"Sei tu che sei uno scemo e non te li sei alzati" rise. 
"Ah mi insulti pure! Che ti faccio mo!" la provocai maliziosamente. 
"Che mi fai?" mi rispose a tono. 
Non le diedi il tempo di dire altro che la gettai in acqua. 
"Jakeeee sei pazzo!"
Scappai sulla sabbia ridendo come un pazzo.
"E' ghiacciata! Te la faccio pagare!" esclamò venendo verso me
puntandomi l'indice contro, il che mi fece ridere ancora di più. 
"E ringrazia che avevo lasciato cellulare e tutto in borsa altrimenti saresti morto!"
"Uuuh che paura!" la schernii. 
"Vedrai, vedrai"
"Dai scusa, ma dovevi vederti, eri proprio divertente!" esclamai mentre
un'altra ondata di risate mi travolse al pensiero. 
"Non stai migliorando affatto la tua situazione"
"E se ti regalo una margheritina?" le risposi strappando una margherita dal terreno stepposo vicino la spiaggia.
Gliela porsi facendo gli occhioni. 
Mi guardò severa ma sapevo che anche lei stava scoppiando dalle risate ma non voleva darmela vinta. 
"E che ci farei con una margherita?"
"Beh tipo m'ama, non m'ama" sorrisi. 
"Fallo tu, chiedilo tu alla margherita se ti perdonerò o no" mi disse scettica. 
"Mi perdona, non mi perdona, mi perdona, non mi perdona, mi per.."
"Ehi ma così non vale! Ovvio che ti perdono la margherita ha 5 petali, se inizia da 'mi perdona' e ovvio che l'ultimo petalo sarà così!"
"Mi dispiace ma la margheritina ha espresso la sua sentenza. Devi accettarla"
"Col cazzo!"
"Acidissima, un limone!" la presi in giro. 
"Vedi che ti combina il limone se si prende un raffreddore! Fa freddissimo e sono tutta bagnata!" 
"Dai mettiti questi" le risposi togliendomi felpa e maglietta. 
Mi guardo incredula per un attimo. 
"Così gelerai tu" indicò il mio petto. 
"Sono resistente io" controbattei ma sapevo che così non avrebbe mai accettato. 
"Okay facciamo che tu prendi la felpa e io la maglia, togliti la tua"
Spalancò gli occhi. "Qua?"
"Si dai, non c'è nessuno che ti può vedere"
Mi guardò come se la risposta fosse ovvia. 
"Mi giro dai, dammi la borsa e cambiati" le porsi la felpa e mi girai. 
"E non cercare di sbirciare!"
Risi anche se la cosa non mi sarebbe dispiaciuta. "Per chi mi hai preso!"
"Fatto ora rimettiti la tua maglia" mi fissò. 
Feci come mi aveva detto mentre continuava a fissarmi. 
"Che c'è?"
"Niente. Grazie della felpa e" arrossì. 
"E?" sorrisi. 
"Niente, sei bello" borbottò girandosi e avviandosi verso casa. 
Sorrisi ancora di più. "Lo vedi? Anche i limoni un giorno potrebbero addolcirsi, e io mi batterò sempre per questo!" finsi di asciugarmi una lacrima di commozione e mi guadagnai un pugno sulla spalla. 
"Muoviti che è tardi!"
Mi avvicinai a lei e le presi la mano. 
Si voltò velocemente verso di me e mi sorrise. E mi sciolsi a quella vista. Un sorriso dolcissimo, perfetto, non glielo avevo mai visto prima, e ora lo
stava dedicando a me. A me. 
Arrivati alla villa, l'accompagnai in camera e, sotto lo sguardo stupito di Greta che la stava aspettando sveglia, le lasciai un delicato bacio sulla fronte sussurrandole un 'sogni d'oro' ad un centimetro dalle sue labbra. 

Bella, Bella, Bella. 
Il suo sorriso, il suo viso. 
"Ti voglio Jake"
Le sue labbra sulle mie, le mie mani su di lei. 
Mi svegliai di botto. 
Ero completamente sudato e scioccato. L'avevo sognata. Era stato tutto
solo un sogno! E che bel sogno. 
Mi alzai per prendere un bicchiere d'acqua, mi bruciava la gola. 
Sentii quel liquido fresco scendermi giù per la gola e mi sentii un po' meglio, un po' più lucido. 
Passai per la loro camera. 
Li c'era anche lei. 
L'avevo sognata. Quel viso, i suoi occhi scuri, quei denti perfetti, le labbra carnose che avrei tanto voluto assaggiare. E non resistetti più all'impulso ed entrai. Era come l'avevo immaginata. Rannicchiata con le mani sotto il cuscino, i lunghi capelli castani sparpagliati dappertutto, le ginocchia
piegate, avvolta in un lenzuolo azzurro. Bellissima. Il petto seguiva
ritmicamente i suoi respiri, alzandosi e abbassandosi. 
Mi sedetti sul bordo del letto e le presi la mano. 
Sarei stato tutta la notte a vederla dormire. Abbracciato a lei,
coccolandola tra le mie braccia, la testa sul mio petto e le gambe
intrecciate alle mie. Per sentirla mia, parte di me, per sentirmi io un po' più vivo, un po' più me. 
Dio che pensieri da ragazzino. Se qualcuno mi avesse detto che mi sarebbe successa una cosa del genere gli avrei riso in faccia; io? Giacomo Crisci volevo stare con una ragazza diciottenne che non era nemmeno della mia città. Non era affatto da me, io ero tipo da sveltine, cose veloci e senza implicazioni. Stava bene a loro e stavo bene io. Avevo avuto qualche storia ma erano finite una peggio dell'altra. 
E invece ora ero li ad osservare una ragazza dormire. Me n'ero perdutamente innamorato. 
Aveva le labbra socchiuse, così belle e morbide. Avrei tanto voluto baciarla e lo feci; avvicinai le labbra alle sue fino ad averle sotto di me e a sentire il suo respiro infrangersi sul mio viso. Erano morbide e calde. Bellissime. 
Mi sentii andare a fuoco, tutte le sensazioni, le emozioni che provai mi attraversarono il corpo per concentrarsi nel mio cuore. Si, l'amavo, l'amavo con tutto me stesso. 
La mia piccola Bella. 








Chiedo umilmente perdono ^^'
Lo so che dovevo postare prima ma purtroppo sto facendo addirittura le tre di notte per studiare D: 

Ci avevate creduto eh? E invece era solo un sogno u.u ma arriverà presto il finale tanto atteso :3
Questo capitolo mi piace parecchio..rispiecchia anche un po' me con il mio ragazzo ahah
Voi cosa ne pensate?

A presto spero.
Un bacione <3 

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Capitolo 10
*** Capitolo X - Grotta Azzurra ***


Capitolo X - Grotta Azzurra

Toc toc. 
"Oh Jake sei sveglio?" 
Andai ad aprire la porta e mi trovai un assonnatissimo Justin. 
"Ehi ciao Jus, dimmi!" gli sorrisi. 
"Ti sei drogato per caso?"
"Che?!"
"Il bel tenebroso che mi accoglie sorridente soprattutto di prima mattina,
non è PROPRIO da te"
"Le persone cambiano" sorrisi ripensando a lei. Mi aveva davvero cambiato tanto, e ci conoscevamo solo da pochi giorni. 
"Mi dispiace rovinarti l'umore, so che te la stai spassando ma domani si torna a Torino"
"Chee? Perché?!"
"Come perché? Amico è finita la pacchia, dobbiamo andare all'università"
"Sisi scusa, non c'avevo pensato. Partiamo domani sera?" mormorai abbattuto. 
"Veramente credo sia meglio di mattina, il viaggio è lungo"
Sempre peggio. 
"No Justin, guido io tanto, devo concludere delle cose, facciamo domani pomeriggio" 
"Come vuoi" rispose guardandomi stranito. 
"Grazie" 
"Edward Cullen mode on" mi diede una pacca sulla spalla. 
"Come scusa?" 
"Per non usare sempre bel tenebroso, diventerei ripetitivo. Ora stai facendo di nuovo il muso lungo, come Edward Cullen"
"Ma te le scrivi ste cose? Ce ci pensi pure? E poi scusa dovrei fare salti di gioia perché partiamo!"
"E poi almeno Edward Cullen alla fine se la prende la sua Bella"
bofonchiai. 
"Haha! E tutta qua la cosa? Non vuoi lasciare Bella? Ovvio come ho fatto a non capirlo!" si sbattè una mano sulla fronte "Sei totalmente cotto amico"
"Lascia stare" gli risposi scendendo in cucina. 
Ero totalmente innamorato, altro che cotto. Ed ora si parte! Proprio adesso che stavamo parlando di più, ora che finalmente stavamo prendendo confidenza l'uno con l'altra. 
"Vaffanculo!" imprecai a bassa voce. 
"Ehi che ti ho fatto?"
Mi girai di botto. 
"Bella?" spalancai gli occhi incredulo osservandola incantato. 
"Non mi dire! Ciao piacere io sono Bella, tu sei Jake, sei a Capri nella cucina di Greta e sono le 10 di una mattina di ottobre"
"Non intendevo questo sciocca!"
"Scusami genio ma sembrava avessi visto un fantasma!" 
Quanto adoravo punzecchiarmi con lei. 
"Pensavo fossi a scuola, le brave bimbe vanno a scuola la mattina"
"Oggi è sabato idiota, le brave bimbe stanno a casa"
Le lanciai un'occhiataccia. 
"Uno a zero per me" rise addentando una brioches. 
Mi spuntò di nuovo il sorriso, con lei era inevitabile. Sempre così solare, sorridente, nonostante tutto. Chissà che faccia avrebbe fatto sapendo che poche ore prima l'avevo baciata. 
"Tutti a casa stamattina eh?" disse Justin entrando in cucina con sua sorella al seguito. 
"Già. Che facciamo di bello?"
"Si esce?" proposi. 
"Nah, non mi va!"
"Dai Greta sei una palla!" l'ammoni Bella. 
"Gioco della bottiglia?" propose Justin. 
"Se noi 4? Ma dai! Come obbligo ti baci tua sorella magari?" 
"Giusto Bells, non ci avevo pensato" mormorò imbarazzato facendo ridere tutti noi. 
"Che ne dite di guardarci un horror?"
"No Grè sti film mi fanno paura"
"E poi sarei io la palla eh Bells?"
"Dai vediamo l'horror!" si aggiunse Justin che fu prontamente fulminato da lei.
"Su andate a prenderlo" li incitai. Justin mi lanciò un occhiata divertita. 
"Dai ci sono io" le sussurrai all'orecchio quando gli altri sparirono di sopra. 
"Ah beh allora!"
Le pizzicai un fianco facendola ridere e mi avvicinai ancora di più a lei. 
"Io non ho paura e starei sempre con te" mormorai serio facendola arrossire.  
"D'accordo" mormorò poggiando le sue mani sul mio petto mentre sul mio viso si apriva un sorriso presto ricambiato dal suo. 
"Su andiamo piccioncini"
"Io mi metto sul divano grande"
"Io anche" mormorai sedendo accanto a lei mentre Greta faceva partire il film. 
"Grè tu vieni accanto a me, ancora ci troviamo coinvolti in un processo di procreazione"
Greta scoppiò a ridere mentre Bella gli scagliò contro un cuscino seguito da un "Fottiti". 
Risi. 
"Non credi forse che io possa essere un ottimo padre?" le sussurrai all'orecchio ridendo. 
Per tutta risposta mi tirò una gomitata. 
Iniziò il film e in tutte le scene più violente Bella si stringeva a me e la cosa non potè che farmi piacere. 
"Non ti facevo così fifona sai?" la punzecchiai. 
"Scemo" mi rispose alzandosi. 
"Sta ferma. Resta qua" mormorai tirandomela su di me, con la fronte sul mio petto. 
E' questo il tuo posto, amore. 

"Allora ragazzi, vi tratterrete ancora per molto qui?"
"Macchè mamma, domani partiamo!"
"Di già?" la sentii pronunciare mentre un rumore di forchetta caduta nel piatto ci fece voltare improvvisamente. 
"Dio scusate, che sbadata" mormorò arrossendo Bella.  Ci fissammo per un attimo e poi continuò a mangiare tenendo gli occhi fissi sul piatto. 
"E quando partite?" continuò. 
"Domani sera" risposi con la voce più triste che avevo. 
"Non sarebbe meglio la mattina? E' rischioso guidare di notte"
"No preferiamo così" le risposi forse un pò troppo freddamente. 
Privarmi ancora del tempo con lei? No grazie. 
"Bella che facciamo oggi?"
"Non è rimasto molto da vedere. Forse potremmo andare alla grotta azzurra, oggi dovrebbe essere accessibile" mi rispose con un piccolo sorriso. 
"Va benissimo, alle 5?"
"Devo fare una piccola relazione sul paradiso della Divina Commedia" rispose con una smorfia "ma appena finisco sono tu..andiamo" si corresse arrossendo. Sorrisi ancora di più. 
"Perfetto"

Oggi sarà la volta giusta, oggi devo farlo. Non posso andarmene così, devo dirglielo. Non ricambierà? Pazienza. Non posso più tenermelo dentro. E poi perché non dovrebbe ricambiare? L'amerei come nessun altro. Lei sarà mia davvero. E pensai a questo tutto il pomeriggio, facendomi tutti i discorsi possibili allo specchio. La volevo con tutto me stesso. Gliel'avrei detto, fine della storia. 
Scesi giù in cucina e la trovai china sui libri. 
"Ancora Dante?"
Annuì con una smorfia. 
"Stiamo facendo il Paradiso, non si fa che parlare di Beatrice"
"Il grande amore" commentai. 
"Già" rispose guardandomi. 
"Che colore daresti all'amore?"
"Beh rosso direi. La passione, il calore, rosso, sì"
"Classico" commentai stuzzicandola. 
"In questo caso è così! Che altro colore daresti scusa?"
Quello dei tuoi occhi. 
"Beh si effettivamente hai ragione" ammisi. 
Codardo. 
Mi sorrise e continuò a studiare. 
E ora che mi invento?
"Sono le cinque dai, andiamo"
"Devo finire Jake"
"Dai ti prometto che domani ti aiuto"
"Domani parti" mi ricordò abbassando lo sguardo. 
"Domani sera, la mattina sono qui e ti prometto che ti aiuto" le sorrisi avvicinandomi a lei e alzandole il viso con le dita. 
Aveva uno sguardo triste. Storse le labbra. 
"Non so Jake, è tanta roba. Ci vorrà del tempo"
"Mi sforzerò di essere paziente. E' per una buona causa"
Mi fece un piccolo sorriso. 
"Okay andiamo dai"
"Sembrerebbe quasi che tu non voglia trascorrere del tempo con me"
risposi fingendomi offeso. 
"No anzi" arrossì.  

"Manca ancora molto Bella?" le chiesi dopo mezz'ora. 
"Ci siamo quasi. Vieni aiutami a prendere questa barca"
Prendemmo una barca li vicino e Bella ci stese la sua coperta.
"Per il freddo e poi potrebbe essere bagnato" mi spiegò. 
"Per curiosità, ma chi dovrebbe remare?"
"Tu ovviamente caro"
"Aha..beh si, effettivamente a Torino lo faccio ogni giorno, una favola"
"Non sai remare??"
"Non è che non lo so fare, non ho proprio idea di come si faccia"
"Oh mio Dio!" esclamò scoppiando a ridere. 
Misi il broncio. Come si permetteva questa piccola insolente. 
"Dai è semplicissimo, come lo fanno nei cartoni" sorrise "Spingi avanti e
porti indietro"
"Ci provo"
"Vai Jake vai" rise. 
"Vedi quella è l'entrata della grotta. E' bellissima. Sai questa è la seconda volta che ci vengo credo. Vai un po' più a fondo che è ancora più bello"

Rimanemmo su quella barca a chiacchierare per tutto il pomeriggio e fu uno dei giorni più belli della mia vita. 
"Il nero, a cosa associ il nero?"
"Il nero, mmm sai che non lo so? Mi verrebbe da dire la morte perché è un colore spento ma allo stesso tempo mi affascina. Forse il grigio alla morte..anche se lo assocerei anche al tempo"
"Il tempo? E perché mai?"
"Tutto con il passare del tempo si ingrigisce. La vedo così"
"E alla vita cosa associ? Giallo,arancio?"
"No affatto, alla vita il bianco"
"Ma il bianco è vuoto, non sa di niente!" protestai. 
"Appunto! La vita è vuota, sei tu che la colori a tuo piacimento, e lei prende i colori che ti hanno caratterizzato. Sei innamorato? La tua vita è rossa. Sei felice? Arancione. Incazzato? Bhe direi nero. Geloso? Mmm giallo"
"E la tua vita com'è ora?"
"Ora come ora direi che è arancione e anche abbastanza rossa"
Abbastanza rossa. 
"La tua invece?"
"Beh la mia credo che sia totalmente irrimediabilmente rossa, rossissima, rosso fuoco" le sorrisi facendola arrossire. 
Diamine, più chiaro di così!
"Fa freddo qui" sussurrò stringendosi nella coperta. "Andiamo fuori"
"Signorsissignore!" la presi in giro. 
"Tu non hai freddo Jake?"
"Si ora vengo ad arrotolarmi anch'io li dentro" risi. 
"Vedi che bello, si vedono le stelle"
Alzai uno sguardo verso il cielo, il cielo era pienissimo di stelle e una luna enorme faceva capolino rispecchiandosi nel mare scuro. 
"Bellissimo"
"La luna piena mi è sempre piaciuta"
"Allora sei fortunata, mai vista una luna più bella" le risposi prima di stendermi accanto a lei nella coperta. 
Mi ritrovai con il viso vicinissimo al suo. Troppo, troppo vicino. 
Il suo respiro caldo si infrangeva sulle mia labbra. Il cuore iniziò a sfondarmi la cassa toracica mentre il suo profumo mi sballava completamente. 
Aveva gli occhi chiusi e le labbra semiaperte. 
"Vorrei tanto baciarti" mi ritrovai a sussurrare scontrandomi
improvvisamente con due pozze scure. Meravigliosi. 
"Fallo" mormorò chiudendo nuovamente gli occhi.  
Mi avvicinai sempre più a lei fino a far scontrare le nostre fronti e a far sfiorare i nostri nasi. Poi delicatamente poggiai le labbra sulle sue. 
 
Fu qualcosa di semplicemente unico. 
Fu un bacio delicato, dolce, diversissimo da tutti quelli che avevo mai dato
in tutta la mia vita, fu un bacio pieno di amore. 
Riaprì gli occhi. 
"Hai degli occhi bellissimi, te l'hanno mai detto?"
"Tu sei bellissimo" sussurrò accarezzandomi il viso. "Vorrei tanto che non partissi Jake"
"Vorrei tanto non partire anch'io. Vorrei stare qui, sempre. Con te. Ovunque con te. Poterti baciare, accarezzare, stringere. Sai, non ho mai provato nulla di simile. Mi piaci tanto Bella, oltre ogni limite. Non voglio lasciarti"
"Promettimi che non lo farai, che non finirà tutto appena partirai" mi sussurrò con la voce incrinata. 
Come poteva pensare una cosa simile. 
"Mai"
"Mai" ripetè lei. 
"Ti amo Bella" mormorai prima di tuffarmi ancora su quelle labbra tentatrici che baciai con tutto l'amore e la passione che avevo. 
Era davvero il giorno più bello della mia vita, con la mia ragazza, su di una barca, sotto un'enorme luna piena. 
 
 
 
 


Tadaaaaaaan
Salve a tutte! Ecco finalmente l'attesissimo bacio!
Che ne pensate? Potrebbe sembrare esagerato il ti amo da parte di Jake, ma lui ha già avuto esperienze in passato e ora con Bella è completamente preso e stravolto e ha capito che un sentimento così forte non può essere che l'amore.
Lei invece ancora non sa u.u 
Il prossimo capitolo è pronto, appena posso lo posto. Nel frattempo, per farmi perdonare dei miei numerosi ritardi vi lascio un piccolo spoiler <3

"Amore" le sussurrai stringendola a me e asciugandole le lacrime con le mani. 
"Hai ragione Jake, ma non riesco a non pensare alle altre cose"
"Lo so amore e ti capisco ma devi provarci perché puoi farcela"
"Grazie" mormorò stringendosi ancora di più a me. 
Restammo così per svariati minuti mentre il libro di Dante era finito a fare compagnia al prato. 
"Guarda là!" le indicai una nuvola con un dito "Non trovi che assomigli al naso di Dante" 
"Che?!" rise. 
"Ma si dai! Guarda!"
"A me sembra più un cuore!"
"Un cuore?? Ma dove lo vedi!" risi. 
"Ma si dai! Quelle sono le curve e quella la punta! E vedi li! Quella sembra un cammello"
"Dai si su questo ti posso dare ragione! Ci sono anche le gobbe! E lì! Un aquilone dai! È uguale!"
"Aquilone? Ma dove lo vedi!"
"Lì, vicino il naso di Dante!"
"È un cuore accidenti!!"
"Ma stai zitta! Sei una cecata!"


Lacrimee? che sarà mai? muahahahah
Ci sentiamo al prossimo aggiornamento!
E grazie mille a tutte! Mi date sempre la forza di continuare! Siete fantastiche!

Un bacione, a presto! <3

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