LE FIAMME DEL DESTINO: SIDE STORIES

di lord Martiya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** LO SQUALO E LA FENICE ***
Capitolo 2: *** INCUBO DI UNA NOTTE DI MEZZA PRIMAVERA ***
Capitolo 3: *** 03: COME RANE IN UN POZZO ***



Capitolo 1
*** LO SQUALO E LA FENICE ***


Rieccomi qui, con delle aggiunte a LE FIAMME DEL DESTINO. Mentre ne scrivevo il quarto capitolo, mi sono accorto che, per il carattere del personaggio che funge da narratore o per altri motivi, avrei dovuto escludere dalla narrazione alcuni particolari o retroscena cui tenevo particolarmente. Iniziai allora a pensare a come introdurli, e, dopo aver completato il sesto capitolo della fanfic, ho iniziato a lavorare a queste side stories, basandomi su particolari dell'una o dell'altra serie o su cross-over e utilizzando come narratore uno dei protagonisti del fatto in questione.
La prima side story è un ricordo di Mariam, il mio personagio femminile preferito, e si basa su due particolari che ho notato in Beyblade V-Force: nelle prime puntate sembra che Dunga e Kai si conoscano piuttosto bene, ed in seguito Mariam, nella puntata in cui compare il blader di Zagart che affetta tutto, pedina Kai senza ragione apparente, e, alla fine della puntata, Jusuf (Jesse nella versione italiana) sembra accennare ad un legame (amicizia? simpatia? rivalità?) fra i due. Aggiungeteci che, secondo quanto detto da Kai nella prima serie, lui non sembra essere tornato immediatamente a casa dopo l'incidente con Black Dranzer che gli fece perdere la memoria, ed avrete una vaga idea di cosa si agitava nella mia mente perversa mentre scrivevo questo racconto.
by lord Martiya
P.S.: Il Perfect Delete citato da Mariam è una tecnica che compare nella serie V-Force. Per la precisione è utilizzata da Kein nella sfida con l'Animale Sacro Digitale, e la somiglianza col chiaramente più potente Firing Bomb e con un assalto di uno dei blader di riserva della Borg (il primo avversario di Takao in Russia) fa pensare che il Perfect Delete sia una tecnica d'alta scuola abbastanza diffusa fra i campioni (e Kein è un campione).



MEMORY 01: LO SQUALO E LA FENICE



Il mio nome è Esmeralda Sara Malilini Mariam Bibi Savina, ma tutti mi chiamano semplicemente Mariam. Bè, non proprio tutti: nel mio villaggio mi chiamano in genere Mariam, ma la maggior parte della gente mi chiama "la pazza con lo spadone" (almeno quando pensano che io non possa sentirli), forse perché porto sempre con me una strana e antica spada che trovai tempo fa come per magia (ed anche perché in certe occasioni non esito a usarla), il mio fratellino Yakoub Damiano Chorian Shandor Jusuf (i nostri genitori avevano un debole per i nomi lunghi) mi chiama Sorellona ed una sola persona mi chiama Esmeralda. Dice che si intona meglio al colore dei miei occhi, e se si trattasse di qualcun altro avrei pensato ad un complimento da donnaiolo, e a quel punto povero lui... Ma lo conosco bene: non dice molto, e quel poco che dice è sempre quel che pensa. E poi, da lui non mi dispiacerebbero... La prima volta che l'ho incontrato è stata il 26 giugno del 1770, e, come ben si addice a quello strano ragazzo, fu un incontro strano. Quel giorno Ozuma aveva imposto a noi Scudi Sacri un allenamento ancora più infame del solito: allontanarsi dal villaggio di venti chilometri e poi ritornare, il tutto da fare sulle mani e con tuta di molle per aumentare lo sforzo, allo scopo di potenziare le nostre braccia e quindi il nostro lancio. Per quanto infami, devo ammettere che è anche grazie a quegli allenamenti che ora sono una blader a livello mondiale. Sì, esatto: quegli allenamenti erano finalizzati a farci diventare ottimi bladers. No, non siamo fanatici: semplicemente sappiamo che in alcuni beyblade (fra cui i nostri) risiedono gli Animali Sacri, creature di pura energia capaci di portare grandi benefici e grande distruzione, se capitano nelle mani di chi ci sa fare. Nel caso capitino nelle mani di qualche malintenzionato che ci sappia fare, a noi Scudi Sacri spetta il compito di sottrargli e sigillare l'Animale Sacro. Se poi si tratta di uno dei quattro Animali Sacri Leggendari, allora ci tocca sigillarlo. Punto. Ci toccava, ma questa è un'altra storia... Durante quell'allenamento, circa tre chilometri dopo che Ozuma, per aumentarne l'efficacia (almeno così diceva, ma a volte ho il dubbio che sia masochista...), ci aveva fatti passare in uno uadi (un torrente) in secca dal fondo pietroso quando sentimmo delle urla inferocite. Controllammo: si trattava di un gruppetto di teppisti arabi, che se la stava prendendo con un ragazzo di circa dieci anni che la sera prima li aveva derubati. Piuttosto stupidamente quei sei teppisti lo apostrofavano in arabo, pensando che la loro vittima (anzi, il loro carnefice) lo parlasse nonostante un aspetto che diceva chiaramente che non era nato in nessun posto in cui si parlava la loro lingua madre: occhi rossi lievemente a mandorla, volto ovale con un mento spigoloso, capelli nerissimi tranne che per un ciuffo bianco volutamente tenuto enorme, altezza leggermente inferiore a quella dei suoi coetanei, e, a completare il tutto, vestiva con dei jeans pieni di tasche piuttosto larghi sulle gambe e dotati di catena, una canottiera nera coi bordi rosso sangue e sei bottoni d'argento sui bordi vicino alle braccia, alle braccia due scaldamuscoli rosso sangue molto pesanti (sei chili l'uno) ed una lunga sciarpa bianca. Insomma, avrebbe avuto l'aria del tipico ragazzo nippo-europeo, se non fosse stato per l'abbigliamento chiaramente studiato per mettere una certa paura e per i capelli bianchi. Ad un certo punto lo strano ragazzo interruppe i teppisti e, in Inglese Sistematico, disse: _ Spiacente, non parlo arabo: sono giapponese. Quindi dimostrate un po' d'ospitalità per un forestiero e parlatemi nella mia lingua. O almeno in Inglese Sistematico, se lo sapete parlare.
_ Quei teppisti non mi sono mai piaciuti, e quel tizio ha l'aria di chi sa farsi rispettare: perché non approfittiamo dell'occasione per pestare quegli imbecilli? _ chiese Dunga (il più grosso di noi Scudi Sacri, che può contare su un'aspetto da gorilla e su un Animale Sacro che gli assomiglia).
_ Perché sarà più divertente vederli pestare dal giapponese. _ rispose Jusuf.
_ Eh?! Ma è solo contro sei!
_ Penso che Jusuf abbia ragione. _ disse Ozuma.
_ E poi scapperebbero come con il diavolo alle calcagna non appena vedessero la mia spada e la tua faccia, scimmione. _conclusi.
Nel frattempo il capo dei teppisti, con un Inglese piuttosto stentato (aveva già sedici anni ma lo parlava come un bambino di sei) aveva intimato al forestiero di restituire il cibo rubato.
_ Perché non fate un'opera buona e non lo donate ad un viandante affamato e malato? Dopotutto non sapreste difenderlo. _ replicò il jap.
Il capo dei teppisti fece per dargli un pugno, ma (non ho mai capito come) si ritrovò a terra davanti a lui dopo aver fatto tre giri su se stesso. Un altro cercò di colpirlo alla schiena, ma quello, senza neanche prendere la mira, lo castrò con un calcio ben assestato prima di far saltare i denti agli altri quattro. Restava solo il capo, il cui volo gli aveva provocato soltanto un giramento, ma lo strano tizio rimediò immediatamente con una scarica di pugni di quelle che per un mese ti spingono ad urlare "E tu chi sei?!" ogni volta che ti guardi allo specchio.
_ E voi quattro siete loro compari? _ ci chiese il tizio, che si era accorto di noi.
_ Stavamo soltanto assistendo allo spettacolo. _ rispose Ozuma.
_ Dieci crediti a testa di biglietto.
_ Ma BF$&)=&/$%&(), se credi che pagheremo... _ iniziò Dunga.
_ Piantala, sta scherzando. _ lo zittii. Poi vidi che lo strano ragazzo barcollava. _ Ehi, ti senti bene?
Non rispose. Cadde e basta, svenuto, con 46° di febbre e lo stomaco brontolante. Eppure nemmeno due minuti prima aveva pestato a sangue sei teppisti, e, come notammo poi, aveva persino l'handicap degli scaldamuscoli da sei chili a braccio. Persino Ozuma, che fino ad allora si era sempre vantato di non potersi stupire di fronte a nulla, non potè evitare di sorprendersi, ma, pragmatico come al solito, ce lo fece soccorrere: un tipo del genere, per quanto strambo, non meritava certo di morire. Rimase svenuto per tre giorni, durante i quali delirò e rischiò seriamente di morire, ma la sua tempra era così forte che, nonostante la denutrizione e le condizioni pietose in cui l'avevamo trovato, riuscì a sopravvivere. Credo di avere anch'io un po' di merito, poiché gli rimasi accanto per tutti e tre i giorni, comportandomi come un'infermiera premurosa. Fui la prima a stupirmene: non mi era mai importato niente di nessuno che non fosse Rom, ed anche coi cugini ero spesso scostante e irascibile, e all'improvviso mi preoccupavo sinceramente di un gajo, di un non-Rom. Evidentemente qualcosa in lui mi aveva colpita... Ma ci pensate?! Una ragazza che, come me, ha sempre guardato con sufficienza le 'bimbette romantiche' che parlottavano di colpi di fulmine e balle simili improvvisamente si scopre in uno stato che ci assomiglia terribilmente, ad un colpo di fulmine!
_ Ma guarda, pare che una certa persona si sia innamorata... _ commentò Dunga quando, alla fine, se ne accorse (Ozuma se n'era accorto praticamente subito ma si era ben guardato dal fare commenti pericolosi, mentre mio fratello mi aveva chiesto che cosa mi era preso).
_ Per caso sei geloso? _ gli chiese lo strano ragazzo, che proprio in quel momento si era risvegliato.
_ Ma che... Cioè... Ecco... _ balbettò Dunga, preso in contropiede da quella domanda.
_ Non n... _ iniziai gelida, ma immediatamente mi fermai: il ragazzo mi stava facendo l'occhiolino per dirmi di dargli corda, e quindi dissi a quel ragazzo in tono svenevolo: _ E allora? Stai tranquillo, amore, non ti abbandonerò mai!
_ CHE COSA?! NON E'... Voi mi state prendendo in giro.
_ Ma và? _ replicò il ragazzo, provocandomi una risatina divertita (precedente storico).
_ Dunga, sei sicuro di non avere la febbre? Te ne sei accorto così rapidamente... _ chiesi.
_ Sono molto dispiaciuto di dover interrompere questo splendido spettacolo comico, ma devo fare una domanda seria al nostro ospite. _ disse Ozuma, molto più serio del solito e con l'aria del paranoico (e Ozuma lo è sempre stato) che vede materializzarsi le proprie peggiori paure, quelle a cui non osava credere. _ Potrei sapere come mai parli il Romesh?
Era una buona domanda: già nei tempi prima della Terza Guerra Mondiale, quando il Romesh era abbastanza diffuso sulla Terra, era rarissimo incontrare un gajo che lo parlasse, figuriamoci nel diciottesimo secolo dell'Universal Century!
_ Cos'è il Romesh? _ chiese il ragazzo invece di rispondere.
_ Mi stai prendendo in giro?! _ replicò Ozuma puntandogli un coltello alla gola... E ritrovandosi immediatamente disarmato e col suo stesso coltello a serramanico puntato alla propria gola.
_ Tieni quest'aggeggio lontano da me, se ci tieni a non verificare sulla tua pelle quanto posso fartelo entrare in profondità.
_ Meglio se non lo provochi, Ozuma. _ intervenne il dottor Romano Nirano, il medico del villaggio, che aveva assistito a tutta la scena. _ A giudicare dalle analisi, quel ragazzo è forte quasi quanto Dunga, e ha appena dimostrato di sapersi difendere meglio di quanto tu possa fare, nonostante l'amnesia.
_ Provocarlo io?! Ma se mi prende in giro! _ ribattè Ozuma.
_ No. Durante il delirio ci ha più volte sentito parlare in Romesh, e a livello inconscio l'ha appreso. A volte succede, anche se non troppo spesso. Ma facciamo le presentazioni: sono il dottor Romano Nirano.
_ Ozuma.
_ Io sono il grande, magnifico, possente, fortissimo... _ iniziò Dunga, ma quando lo strano tizio fece finta di dormire urlò: _ Ehi! Sto parlando!
_ Già, e vedi di arrivare al punto, o finirai per spingermi le orecchie al suicidio. _ replicò lo straniero.
_ ... Sono Dunga.
_ Il mio nome è... Prima una premessa, risparmiati le spiritosaggini con me e mia sorella o rischi la pelle. _ lo avvertì Jusuf. _ Mi chiamo Yakoub Damiano Chorian Shandor Jusuf, ma in genere mi chiamano semplicemente Jusuf.
_ Io invece sono Esmeralda Sara Malilini Mariam Bibi Savina. _ mi presentai. _ Scegli pure un nome, per me è indifferente.
_ Va bene Esmeralda? Si intona al colore dei tuoi occhi. _ rispose.
_ ... Dimmi il nome che devo scrivere sulla tua tomba ed esprimi un ultimo desiderio.
_ Una delle poche cose che ricordo è di chiamarmi Kai Hiwatari, e vorrei sapere perché non posso dire la verità, visto che i tuoi occhi sono verde smeraldo.
_ ...
_ Ha ragione, sorellona! _ intervenne Jusuf. _ Il problema è che nessuno osava dirtelo per paura che tu lo facessi a pezzi.
_ Quindi non mi stavi facendo la corte... _ chiesi a Kai.
_ No. _ rispose.
_ Vorrà dire che ti risparmierò.
_ Kai Hiwatari, eh? Sei per caso imparentato con gli Hiwatari proprietari delle Hiwatari Industries? _ chiese Ozuma.
_ Non lo so.
_ E' poco probabile. Ha perso la memoria per aver cercato di controllare un Animale Sacro nella sua forma pura, se fosse uno di quegli Hiwatari non dovrebbe aver avuto una simile occasione. _ specificò il medico lasciandoci impietriti: che qualcuno oltre a noi avesse avuto l'occasione di controllare un Animale Sacro nella forma naturale poteva significare soltanto guai. Ozuma fu il primo a riprendersi, chiedendo se il kris ne era già stato informato e subito dopo scusandosi per la domanda idiota: era ovvio che ne avesse già informato il kris e che questi avesse autorizzato la sopravvivenza di Kai, visto che ne aveva parlato davanti a lui. Ciò che non era ovvio era l'altra decisione del consiglio: che a Kai, del quale sapevamo che era un ottimo blader e potenzialmente in grado di controllare un Animale Sacro in forma pura (se quando ci aveva provato aveva perso la memoria era solo perché non aveva la minima idea su come fare), fosse affidato un Animale Sacro e la conoscenza per utilizzarlo, specie se si tiene conto che dei tre Animali Sacri disponibili oltre a quelli di noi Scudi Sacri fu scelta la Fenice. Uno dei quattro più potenti. Ozuma, ovviamente, ebbe una crisi di nervi, ma poi si riprese ed addestrò Kai a controllare un Animale Sacro. Giunse persino a stimarlo e a considerarlo quasi un amico (quasi, visto che Ozuma è praticamente incapace di provare amicizia per un essere umano). Dunga invece iniziò quasi a detestarlo: combatterono quattordici volte, e se la prima volta pareggiarono, le dodici successive Kai, la cui potenza era quasi equivalente a quella di Dunga nonostante la diversità di stazza, lo umiliò sbaragliandolo con l'astuzia, mentre la quattordicesima vinse con una serie di Perfect Delete, il famigerato attacco aereo sull'anello d'attacco, conclusa da una versione personalizzata di quella tecnica che, in onore della Fenice, battezzò Firing Bomb. Il Firing Bomb, oltre a distruggere Vortex Ape (il beyblade di Dunga), riuscì a guadagnare a Kai il rispetto del gorilla, che si era appena ritrovato con la dimostrazione che Kai non era il furbetto incapace che credeva. Quanto a me, la semplice cotta che avevo per Kai divenne amore vero e proprio. Non so perché, e non so neanche se sia ricambiato come a volte Kai mi da l'impressione, ma so che sono troppo orgogliosa per ammettere di aver bisogno di qualcuno, e che anche per Kai è così. Tempo dopo seppi che Kai non aveva avuto un'infanzia troppo facile a causa del bisnonno Mamoru (cui in genere si riferisce come il 'Vecchio Bastardo' anche ora che è finalmente morto), e che questo lo rendeva piuttosto introverso e (so che non ci crederete ma è la verità) timoroso verso il prossimo. Un po' come è successo a me. Kai rimase con noi due mesi, in cui divenne uno di noi (uno dei pochi ad essere diventati veramente Rom d'adozione) anche a causa della sua propensione a sfruttare i gaje e la loro stupidità ma non più del necessario. Il 29 agosto io e Kai eravamo su una rupe sopra il villaggio.
_ Perché mi hai fatta venire qui? _ gli chiesi senza mezzi termini.
_ Volevo farti una domanda in privato. _ rispose Kai. _ Che ti è successo?
_ Prego?
_ Tu sei una persona piuttosto allegra e socievole, anche se un po' altezzosa, eppure hai sempre la spada pronta per colpire qualsiasi maschio ti faccia un complimento, a parte me, tuo fratello e Ozuma. Come mai?
_ Perché non ho nulla da temere da voi: Jusuf è mio fratello, Ozuma pensa soltanto al Beyblade e alla sua 'missione' e tu sei uno di quei pochi esseri umani al mondo che preferirebbero morire fra mille sofferenze piuttosto che prendersi una ragazza con la forza.
_ Tak. _ Quella semplice parola in russo vuol dire letteralmente 'ho capito', ma quella volta voleva dire anche altro, ovvero: Facevo meglio a stare zitto. Ma si sbagliava: per me era un peso, un peso che mi portavo dietro da ormai tre anni. Erano passati tre anni da quando l'ultimo gruppo di lenoni (o schiavisti) della Terra mi ha rapita per portarmi su pianeti dove la schiavitù è legale ed usarmi come prostituta. Erano passati tre anni da quando quei bastardi mi avevano violentata per avviarmi al mestiere della puttana. Erano passati tre anni da quando mi avevano messa in cinta e, scopertolo, mi avevano ripetutamente picchiata per provocare l'aborto. Erano passati tre anni da quando si svegliarono nudi e legati ed ascoltai le loro grida ed il loro stupore nel rendersi conto che la femmina di una qualsiasi specie diventa molto facilmente più feroce del maschio. Tre anni che conservavo questo pesante segreto. Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno, e in quel momento mi venne spontaneo sforgarmi con Kai. Non ricordo poi cosa successe. So solo che dopo un po' mi scoprii abbracciata teneramente da Kai e che entrambi avevamo gli occhi arrossati. Senza dire nulla scendemmo, e trovammo una motocicletta con due sidecars. Era guidata da una ragazza di tredici anni coi capelli biondi piuttosto lunghi raccolti in una coda di cavallo e gli occhi esattamente identici a quelli di Kai, attorniata da dei teppisti. Erano gli stessi che Kai aveva picchiato tre mesi prima, e volevano importunare la ragazza. Risultato: il capo ottenne il casco della motociclista sui denti, e gli altri cinque furono pestati a sangue. Poi la motociclista, raccolto il casco, mise in moto, venne davanti a noi e chiese: _ Kai, si può sapere che hai fatto ai capelli?
_ Rina, ti sembra il modo di salutarmi dopo un anno che non ci vediamo? _ replicò Kai.
_ Ehm... Potrei sapere che sta succedendo? _ chiesi.
_ Già... Rina, ti presento la mia amica e salvatrice Esmeralda Sara Malilini Mariam Bibi Savina. Esmeralda, ti presento Rina, la mia sorella gemella.
_ Pia... Gemella?!
_ Devo confessarti di aver recuperato la memoria il mese scorso, ma con certi parenti che mi ritrovo ho pensato di restare qui...
_ Già, ma se Ozuma ti scopre...
_ Ha detto che col bisnonno che mi ritrovo ho pieno diritto allo status di rifugiato politico. A proposito, Rina, il Vecchio Bastardo è ancora vivo?
Qualcuno ha detto che il denaro non fa la felicità, e gli Hiwatari ne sono la dimostrazione: con tutti i loro soldi, erano una famiglia profondamente infelice a causa del capostipite, Mamoru Hiwatari. Ad esempio, delle tre zie di Kai una è sparita nel nulla a 17 anni e un'altra si è defilata in Russia pur di non averlo tra le scatole, e per colpa sua è scomparsa nel nulla la sorella maggiore di Kai, Maju. Pare che l'abbia fatta perdere, ma non si è mai saputo nulla, ed ora è troppo tardi per chiederlo: il suo attuale domicilio è un rettangolo di terra di 2X0.75 metri nel cimitero di Seika su cui ogni tanto balla chi l'ha conosciuto. Se non lo trovasse di pessimo gusto, Kai ci avrebbe organizzato sopra delle feste danzanti. Eppure Kai quel giorno decise di tornare a casa. Secondo lui anche i peggiori problemi vanno affrontati, e non lo fermai. A volte me ne pento, ma andava fatto. E comunque io e Kai restiamo in contatto, e probabilmente ci rivedremo presto: Ozuma ha individuato il Drago Azzurro, la Tigre Bianca ed il Guerriero Nero, e vuole verificare se sarà il caso di sigillarli (o meglio sta cercando una scusa valida per farlo). Spero solo che Kai non si schieri con quei tre...

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Capitolo 2
*** INCUBO DI UNA NOTTE DI MEZZA PRIMAVERA ***


Secondo capitolo delle side stories di LE FIAMME DEL DESTINO. Stavolta si tratta di un ricordo di Kai che spiega tre particolari: la sua ossessione per gli Animali Sacri, il peggioramento improvviso del suo carattere (che, come avrete notato dal primo capitolo e dai commenti di Rei nella fanfic principale, un tempo era molto meno irascibile ed introverso e più spiritoso) e perché non voglia sentir parlare di matrimonio e, soprattutto, veli da sposa. Buona lettura!
by lord Martiya
P.S.I: Questo capitolo è ispirato a I sentimenti delle ragazze, terzo capitolo del manga di Saint Tail.
P.S.II: Per esigenze di copione, come avversario di Brooklin nelle selezioni della squadra della BEGA ho preferito posizionare Kein.
P.S.III: Nella mia serie Soichiro Hiwatari (noto in Italia come nonno Hito), il famigerato nonno di Kai, è, per esigenze di storia, meno cattivo che nell'anime. Resta un vecchio irascibile e spietato che sarebbe preferibile non avere come nonno, ma, pur essendo una persona parecchio incattivita dalla vita, non è mr. Male. Questo ruolo l'ha ceduto a Mamoru Hiwatari, suo padre nonché bisnonno di Kai, tanto buono e gentile da avere parecchia gente (compresi dei parenti) disposta a pagare pur di ballare sulla sua tomba. Quanto a Susumu Hiwatari, è un personaggio che compare solo nel manga e che regala Dranzer Storm a Kai subito dopo il torneo giapponese.
P.S.IV: Non sapendo se avete visto un'eclissi lunare, specifico che in casi come questi la Luna diventa rossa, cosa che spinge Kai in errore.
P.S.V: Nell'originale il nome della banda di Kai è Bladesharks. Qui ho utilizzato quello italiano, Shellkillers, per un'altra banda.
P.S.VI: Rispondo Capricciosamente ed Egoisticamente alle Vostre Domande: Non pensavo ci fossero altri fan di questa coppia. Anche se i prossimi capitoli delle Side Stories non saranno dedicati a Kai e Mariam, ci tornerò sopra il prima possibile. E adesso, Yo91, concedimi una domanda: dove posso trovare altre fanfic con questo pairing?



MEMORY 02: INCUBO DI UNA NOTTE DI MEZZA PRIMAVERA



Era la vigilia della mia sfida contro Brooklin, ed ero un po' teso. Per me era normale essere teso, ma quella sera lo ero più del solito. Certo, ero alla Villa delle Ombre Volanti, la mia casa, in compagnia di Takao, Rei, Max, Daichi, Lai, Ozuma, Esmeralda, Shiho, Ryo, insomma di tutti coloro che potevo chiamare amici (compreso quel maniaco per hobby di Gianni), ma restavo teso. Io e Brooklin ci eravamo già sfidati una volta anni prima, ed era stato un pareggio difficile, e da come aveva sbaragliato Kein avevo compreso che era migliorato ben più di me.
_ E dai, Kai, perché hai sempre quella faccia? _ mi chiese all'improvviso Takao, che stava urlando una canzone con un set portatile per il karaoke. Probabilmente voleva dirmi che avrei certamente battuto Brooklin, ma volli interpretare la domanda in un altro modo.
_ Che ne dite, glielo diciamo? _ chiesi a mia sorella e a Esmeralda.
_ Della tua 'lite' col Vecchio Bastardo? Per me non c'è problema. _ rispose Esmeralda.
_ Sono d'accordo: è giusto che sappiano con che razza di psicopatici hanno a che fare. _ confermò Rina.
_ Un attimo, non è che poi ci ammazzi per mantenere il segreto? _ chiese Hiruta, che conosceva qualcosa ed aveva intuito il resto.
_ Se anche andaste a dirlo in giro non ci crederebbe nessuno. _ ribattei.
Nello sbigottito silenzio dei presenti, e mentre Ozuma, Jusuf e Dunga, che conoscevano già la storia e non volevano risentirla, uscivano, mi avvicinai al muro e da uno scomparto segreto estrassi una teca in acciaio trasparente contenente un velo da sposa.
_ Questo velo è in un certo senso il simbolo di ciò che accadde. _ annunciai. _ Qualcuno di voi ha intuito qualcosa, immagino: dopotutto c'è chi è rimasto direttamente coinvolto in questa vicenda e ne conosce una parte.
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19 maggio 1773 U.C., Seika.
Era il mio quattordicesimo compleanno, e quella sera d'eclissi mi trovavo nella città d'origine della mia famiglia. Esmeralda era venuta a trovarmi, e con lei stavo girovagando sui tetti della città quando sentii la voce di un mio coetaneo urlare: _ Perché hai rubato quel velo?! Allora sei una semplice ladra?! Fi...
_ Dì un po', come mai non capisci i sentimenti delle ragazze?! _ replicò una voce di ragazza apparentemente mia coetanea (e lo era). _ Chiedi a Sayaka qual'era il suo problema! SUPERINSENSIBILE!
Guardai, e sul tetto di casa Shinomiya vidi un tizio in divisa scolastica (non alla marinara) in piedi osservarela fuga di una ragazza con un assurdo costume da prestigiatrice, ma non fu quello il dettaglio che attirò la mia attenzione. Ciò che la attirò fu che la ragazza stava fuggendo con un velo da sposa che mi sembrava di aver già visto.
_ Seguiamola! _ dissi a Esmeralda.
_ Perché, Tesoruccio? Ti sei innamorato? _ replicò lei.
_ ... Credo abbia una cosa che appartiene alla mia famiglia, e voglio vederci chiaro.
La inseguimmo, e, dopo aver faticato non poco per non farci seminare, riuscimmo a intercettarla.
_ Benissimo, ladruncola, sono Kai Hiwatari, e tu sei una ragazza che finirà al pronto soccorso se non mi spieghi che ci fai con il velo da sposa della mia famiglia. _ la salutai.
_ Della tua... Allora sei tu il superinsensibile che voleva costringere Sayaka al matrimonio! _ replicò la ladra.
_ Vedendo come ti vesti mi era venuto il dubbio che tu fossi un po' fuori, ma adesso ne sono certo.
_ Oppure il Vecchio Bastardo ha colpito ancora. _ fece notare Esmeralda.
_ Già...
_ Chi è il vecchio bastardo? _ chiese la ladra.
_ Mamoru Hiwatari, il mio bisnonno. E prima che tu inizi a piagare, sappi che ogni volta che si ammala qualcuno telefona a casa per chiedere quanto vogliamo per lasciar organizzare delle feste da ballo sulla sua tomba.
_ ...
_ Facciamo così: torna da questa Sayaka e dille che, ufficialmente, mi sono infuriato al punto da rompere il fidanzamento, OK? E adesso molla quel velo.
E, con il velo, tornai a casa accompagnato da Esmeralda, pronto a dare una lezione al Vecchio Bastardo: non ero una marionetta che quello stronzo...
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_ Scusa la domanda, ma era davvero così terribile? _ chiese Takao.
_ Si è reso colpevole di vendita di astronavi ai pirati, supporto dietro pagamento al traffico di schiavi, droghe, organi e merci illegali, spionaggio industriale e corruzione di parecchi magistrati e poliziotti, e inoltre ha reso impossibile la vita alle mie tre zie, una delle quali è scappata in Russia dove è morta di parto, sua sorella gemella è sparita nel nulla e la terza vive a Seika ed organizza con Shiho delle feste danzanti sulla sua tomba, e ha buttato in un burrone mia sorella maggiore quando, a sei mesi, la prima parola che ha detto è stata cioccolato perché lui è allergico. Devo continuare o ti basta questo piccolo estratto per capire perché mio nonno è diventato popolare subito dopo che gli ha sottratto il controllo e la proprietà dello Hiwatari Group? _ ribattè Kai.
_ ...
_ Bè, una cosa buona l'ha fatta... _ disse Ivan.
_ Sarebbe? _ chiese Rina, piuttosto scettica in materia.
_ Ha fatto conoscere i miei genitori: se non avesse reso la vita impossibile a mia madre, adesso non sarei qui.
_ E sarebbe stato meglio per tutti. _ ribattè Andrew.
_ Posso continuare? _ chiese Kai impedendo a Ivan di sparare Wyborg fra le chiappe Andrew e a questi di attaccare con l'alabarda.
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Quando tornai a casa, il Vecchio Bastardo ed il nonno stavano litigando come al solito: lo stronzone, come al solito, pretendeva che gli venissero restituite l'Hiwatari Group e le altre proprietà degli Hiwatari, ed il nonno ovviamente gli aveva chiesto perché non si infilava quelle stronzate da dove gli erano uscite perché avrebbe potuto piacergli. L'aveva fatto apposta per irritarlo e cercare di fargli venire una buona volta il colpo apoplettico che aspettavamo tutti con ansia, visto che per il Vecchio Bastardo l'omosessualità è una malattia contro natura, e per aumentare le probabilità mio padre e Rina stavano rincarando la dose. Non so se ci sarebbe riuscito, e, nel dubbio, gli arrivai alle spalle nonostante le due guardie del corpo e gli mollai un calcione nel sedere.
_ Come osi colpirmi?! _ sbraitò.
_ Col piede. _ ribattei. _ Toglimi una curiosità, perché hai cercato di trovarmi una fidanzata?
_ TU SEI MIO NIPOTE! MI APPARTIENI! E' NEL MIO DIRITTO SCEGLIERE CHI DEVI SPOSARE!
Forse se non fosse stato così diretto non avrebbe fatto saltare i nervi a mio padre, e sicuramente il Vecchio Bastardo se ne sarebbe stato zitto se quella sera mia madre non avesse dovuto uscire. Ma queste sono possibilità che purtroppo non si sono verificate, e mio padre mollò al Vecchio Bastardo un pugno sul naso, sul suo amatissimo naso, rompendoglielo. A quel punto Mamoru Hiwatari passò il limite: gli fece sparare dalle sue guardie del corpo, immobilizzandolo, e disse: _ Ascoltami bene, nipote, perché questa sarà l'ultima lezione della tua vita. A questo mondo conta solo il potere, e tu non ne hai. Io invece ce l'ho, e posso decidere cosa è bene e cosa è male. E ora decido che la tua vita è un male. Uccidetelo.
Mio padre, Susumu Hiwatari, morì allora. Assassinato dal suo stesso nonno. Il Vecchio Bastardo poi cercò di far uccidere anche Esmeralda: sosteneva che era una parassita che ambiva al potere degli Hiwatari. Nei miei sogni avevo vissuto più e più volte il momento che seguì: presi il braccio armato di una delle guardie del corpo del Vecchio Bastardo, lo puntai verso la testa dello stronzone, tirai più volte indietro l'indice della guardia ed osservai il fiore di sangue che sbocciava in corrispondenza dei fori d'entrata ed uscita dei proiettili nel corpo di Mamoru Hiwatari. Le indagini della polizia, abilmente pilotate da mio nonno, stabilirono che le due guardie del corpo del mio bisnonno l'avevano assassinato assieme a mio padre tentando di derubarci ed erano poi stati uccisi alle spalle da Rina ed Esmeralda, che li colpirono con posacenere e con lo spadone che Esmeralda già allora portava sempre con se. La realtà è che io, volontariamente, uccisi il mio bisnonno, e che Rina e Esmeralda, istintivamente, colpirono alle spalle le sue guardie del corpo col pesante posacenere di bronzo che tenevamo in casa apposta per loro, gli unici fumatori che vivessero lì, e con una spada del tipo che viene definito 'bastarda' uccidendoli sul colpo.
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Le mie parole si lasciarono dietro un silenzio sconvolto, interrotto soltanto dal deglutire di Hiruta, che, pur avendo immaginato qualcosa di simile, non pensava fossi arrivato al punto di uccidere praticamente a sangue freddo, e dalle imprecazioni di Andrew, che era stato così sciocco da scommettere con Ralph (che aveva intuito tutto) sul perché io fossi addirittura più acido di lui. Ai due estremi c'erano Ralph, Ivan, i miei soci in affari ed il mio prozio, che già sapevano parte della storia ed avevano intuito il resto, e Zakuro Fujiwara, piuttosto cinica, che tacevano solo perché non avevano niente da dire, e Emily Parker, puritana fanatica nonostante la passione per i computer e l'alta tecnologia, Meimi Haneoka, alial la ladra Saint Tail, autrice di quel furto, la futura suora Seira Mimori e Daiki Asuka, i più buonisti fra i presenti che avevano finalmente intuito che mi consideravo in debito con Saint Tail perché aveva messo in moto gli eventi che avevano portato all'omicidio di Mamoru Hiwatari. Purtroppo per loro non avevo ancora finito il mio racconto.
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Il giorno dopo Esmeralda tornò in Siria, e non la rividi finché non tornò in Giappone con Ozuma e gli Scudi Sacri. Passarono quattro mesi, nei quali per quell'esperienza indurii il mio cuore e maturai il proposito di radunare in mio potere gli Animali Sacri per poter difendere me e la mia libertà, e poi incontrai Hideo Hiruta, il cugino di Sayaka. Aveva saputo degli eventi del velo, e conoscendo di fama il Vecchio Bastardo intuì abbastanza da riuscire a convincermi a prendere il comando dei Bladesharks. Sfruttando le apparizioni del blader misterioso che sconfiggeva i capi, guidai i Bladesharks a prendere il controllo di varie parti di Tokyo, assorbendo altre bande di bladers e portandoli al secondo posto a Tokyo, ma non mi ero reso conto di quanto fossi cambiato fino al giorno della sfida contro gli Shellkillers, che all'epoca erano la prima banda di blader cittadina e fra le prime in assoluto. Io e Ranmaru Hanamura, il loro capo, avevamo deciso di fondere le nostre bande per poter resistere quando la banda della Scuola Superiore Seishi, che all'epoca controllava mezzo Giappone anche se da un po' il suo dominio iniziava a sgretolarsi, avesse cercato di riprendere il controllo.
04 ottobre 1773 UC, Tokyo, base degli Shellkillers.
_ Hai del fegato, Hiwatari. _ commentò Ranmaru Hanamura, il capo degli Shellkillers. _ Non pensavo saresti venuto sul serio.
_ Tokyo non ha bisogno di due capi, fra i bladers. _ ribattei. _ Come vuoi perdere? Lascio a te la scelta fra Beyblade e rissa.
_ Beyblade. Un unico round, e chi vince piglia tutto. Ci stai?
_ D'accordo.
Iniziammo l'incontro, e per buona misura lanciai senza i pesi, ma prima che i nostri beyblade si toccassero un terzo beyblade piombò nel campo.
_ Gli ultimi due capi in un colpo solo, che fortuna... _ disse un tizio con la faccia da uccello rapace saltato fuori dal nulla. _ Sbarazzatene, Grypholyon. Sofort.
Grypholyon, il beyblade del tizio, che come avrete capito era Ralph, scatenò una vera e propria tempesta, che distrusse e spazzò via il beyblade di Hanamura.
_ Bel giochino, buffone. _ dissi. _ Questa era una sfida privata, ma visto che non posso battere Hanamura sbaraglierò te. Dranzer, distruggilo!
Dranzer e Grypholyon si scontrarono, respingendosi a vicenda ai limiti dell'arena.
_ Sei bravo... Io sono Ralph von Jurgens, e sono un turista tedesco che voleva fare piazza pulita dei bladers teppisti. _ si presentò Ralph. _ Tu, invece, chi sei, oltre ad essere il primo dei teppisti a cui mi presento?
_ Kai Hiwatari, e vengo considerato il campione giapponese. _ risposi. _ Tu sei il migliore in Germania, giusto?
_ Ed ora te lo dimostrerò. Grypholion, mostriamogli cosa sappiamo fare.
Ralph evocò il suo Animale Sacro grifone, e non rimase stupito quando io chiamai in campo Suzaku.
_ Immaginavo una cosa simile. _ commentò. _ Sconfiggiamolo in un colpo solo! DAS FLUGEN DOLCHEN!
_ FLAMING ARROWS!
I suoi "Pugnali Alati" e le mie Flaming Arrows si scontrarono, e, oltre a far venire un raffreddore tremendo a Hanamura e a sbatterlo a trenta metri di distanza, provocarono un'onda d'urto che scagliò i nostri beyblade fuori dall'arena semidistrutta. Avremmo continuato lo stesso, se non ci fossimo accorti che avevamo visite.
_ Non sei un comune teppista. _ commentò Ralph mentre metteva via Grypholyon.
_ E tu non sei un semplice turista, e non mi riferisco alla barcata di soldi della tua famiglia. _ replicai. _ Newtipe?
_ Come tu sei qualcosa di molto simile a un ninja, o sbaglio?
_ No, non sbagli. Il problema è che anche loro sono dei ninja, anche se non sono un gran chè.
_ Ma davvero? _ replicò una voce di donna. _ Ma bene! Prima perdo Musashi e i miei ragazzi migliori, poi le due bande più importanti di Tokyo si ribellano e adesso un pivello qualunque si permette di insultarmi! Haibara, hai fatto bene ad avvisarmi.
_ Che vigliacco... _ commentai mentre rimettevo i bracciali, cui avevo da poco fatto una piccola modifica. _ Non immaginavo che l'ex-capo dei Bladeshark si nascondesse dietro le gonne della Yasha-Hime. Ma, dopotutto, avevi ottenuto il comando solo grazie a lei...
_ E tu l'hai battuto. Hiwatari, ti offro una possibilità: restituisci i Bladesharks a Haibara e diventa una delle mie guardie, e avrai salva la vita.
_ Ti faccio una controproposta: se te ne vai subito non ti infilo queste stronzate da dove ti sono uscite per vedere se ti piace.
_ ... Kosuke, uccidilo!
Un ninja in divisa scolastica e armato con una boken, la spada di legno usata negli allenamenti di Kendo, cercò di colpirmi, ma feci fuoriuscire gli artigli da uno dei miei bracciali e lo disarmai prima di pestarlo. Poi, con un balzo, raggiunsi la Yasha-Hime, capo dei Seishi, e la colpii. Se Hiruta non mi avesse fermato, avrei finito per ucciderla senza motivo. Eppure avevo già vinto... E prima di quel fatto non avrei ucciso senza motivo.
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Finito il racconto, Rina, Esmeralda e io uscimmo dalla stanza e ci appartammo in attesa delle reazioni. Furono di vario genere, ma nemmeno Emily si schierò contro di noi. Colui che mi stupì fu Takao: ormai erano passati i tempi in cui era un cretino a tempo pieno, e, pur avendo alle volte (o meglio molto spesso) dei comportamenti infantili, era molto maturato, e si limitò a chiedermi se serviva qualcosa e a dirmi che potevo contare su di lui. Il suo entusiasmo era contagioso.
_ Vuoi sapere se mi serve qualcosa? Solo che tu e gli altri domani non interferiate nella sfida con Brooklin. So quello che devo fare. _ risposi.
_ Contaci! Però cerca di restare vivo, OK? _ ribattè. Fingemmo entrambi che avesse scherzato.
Più tardi Rina venne da me mentre ero in palestra (non riuscivo a dormire, e avevo pensato di fare un po' di sollevamento pesi).
_ Che hai intenzione di fare con quel velo? _ mi chiese.
_ L'ho rimesso a posto. _ risposi. Poi, indicando un pacco vicino alla porta _ Domani, durante l'incontro, potresti dare quel pacco a Esmeralda da parte mia?
Sul pacco c'era scritto "Non aprire prima della fine dell'incontro", e dentro quel maledetto velo da sposa. Chissà, forse, dopo tutti i guai che mi aveva procurato, sarei riuscito a ricavarne qualcosa...

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Capitolo 3
*** 03: COME RANE IN UN POZZO ***


Stavolta il capitolo è dedicato a Rei. Sappiamo tutti perché ha lasciato il Villaggio della Tigre Bianca, ma cosa lo ha spinto a mettere in dubbio la propria abilità, visto che era decisamente il più forte e, almeno alla sua prima apparizione, era abbastanza pieno di se? Bella domanda, vero? Spero che la mia risposta ne sia degna.
by lord Martiya
P.S.: Nel manga ed in Beyblade G-Revolution il capovillaggio della Tigre Bianca (ed allenatore dei White Tigers) è il Maestro Tao, ma nella prima serie dell'anime in quel luogo compare una specie di panda calvo con baffi di drago che qui ho battezzato Maestro Len. Spero mi perdonerete l'offesa a Tao Len di Shaman King (Tao Len non è brutto come il Maestro Len, ed anzi pare avere un certo successo con le ragazze).



MEMORY 03: COME RANE IN UN POZZO




Mi chiamo Rei Kon, e sono un blader errante. Sono nato a Baihutsu, il Villaggio della Tigre Bianca, dove ero considerato il migliore. Vi ho detto che sono un blader errante, ma non è sempre stato così. Anzi, a Baihutsu è addirittura proibito disputare incontri di Beyblade al di fuori della Cerchia di Confinamento Sacra (mi piacerebbe sapere perché si chiama così). Ne io ne i miei amici, Lai, sua sorella Mao, Gao e Kiki, ce n'eravamo mai preoccupati. Dopotutto eravamo convinti di essere i migliori al mondo, visto che il Beyblade deriva direttamente da un'antica arma utilizzata da noi ed in un villaggio siriano, e a che serve sfidare i più deboli? Così la pensavamo, ed agli inizi del settembre 1770 i miei amici ed io ricevemmo un dono. IL dono: i cinque Animali Sacri custoditi dalla nostra gente fin da tempi immemorabili e riservati ai bladers più forti per il loro immenso potere. Sono anche uno dei motivi del nostro isolamento: si narra che migliaia di anni fa dei malvagi abbiano scatenato una guerra, distruggendo parte del globo con il loro potere. E' anche per questo che noi e gli Animali Sacri restiamo nascosti agli occhi del mondo, e fui incredibilmente onorato quando il Maestro Len mi consegnò Bai Hu, la Tigre Bianca, l'Animale Sacro che da nome al nostro villaggio e alla nostra tribù e che, secondo la leggenda, regge i destini del mondo assieme a Feng, la Fenice, Shen Long, il Dio Drago, e Gui Xian, il Guerriero Nero. Non erano passati che pochi giorni, e mentre ci allenavamo per apprendere come utilizzare al meglio il loro potere, quando arrivò da noi uno dei blader più giovani gridando una cosa che pensavamo impossibile: due tizi di passaggio stavano sbaragliando tutti gli allievi della scuola del villaggio distruggendo i beyblades. Accorremmo alla scuola, e vedemmo l'inimmaginabile (per noi): un ragazzino di non più di dodici anni col volto coperto dal cappuccio di un mantello ed una ragazza (pure piuttosto carina) della stessa età avevano sconfitto tutti gli allievi della scuola di beyblade affrontandoli tutti insieme, e stavano facendo lo stesso con gli istruttori, compreso il Maestro Tao.
_ Non ti sembrano un po' debolucci per essere i migliori al mondo? _ chiese l'incappucciato alla ragazza dopo che con una serie di attacchi aerei ebbe scoperchiato il beyblade del Maestro Tao.
_ Dì pure che sono dei presuntuosi incapaci. _ rispose la ragazza, mentre mandava in frantumi i beyblade di tre istruttori con un unico attacco frontale. _ Definirsi i migliori al mondo e poi perdere così contro noi due... Ma come, già finita?
_ Pare di sì. Andiamocene.
_ Un momento! Pagherete per aver insultato la nostra abilità! Io vi sfido! _ esclamò Kiki.
_ Senti, tu coi capelli rosa, tieni a bada il tuo fratellino, che rischia di farsi male. _ disse l'incappucciato consegnando Kiki (tenuto per la collottola) a Mao, senza prendere minimamente sul serio la sfida.
_ Fermo lì. _ disse Lai dopo avergli messo una mano sulla spalla. _ La nostra è una sfida seria: anche se ti sembrerà incredibile, Kiki è uno dei migliori bladers del villaggio, ed anche se sei tanto abile non puoi permetterti di ignorare la sua sfida!
_ Posso eccome: le vostre tecniche sono efficaci ma vecchie e sclerotizzate, e perciò facilmente prevedibili e neutralizzabili. Non ho più nessun interesse a battervi: farlo sarebbe solo un'inutile perdita di tempo che non mi permetterebbe di migliorare le mie capacità, e non ho tempo da perdere. Quindi se ci tenete tanto a farvi sconfiggere dovrete venirmi a cercare in Giappone.
_ Se ne sei convinto, perché non ce lo dimostri? _ chiese Mao.
La ragazza straniera si schiarì la voce ed indicò tutti i beyblades distrutti.
_ Mi pare di averlo già fatto. _ aggiunse l'incappucciato.
_ Dici di non avere nulla da guadagnare da questa sfida, giusto? Ebbene, se davvero riuscirai a batterci tutti e cinque ti daremo un premio in cibo, viaggiatore. _ dissi, senza sapere di avere a che fare con due pozzi senza fondo (anche se non paragonabili a Takao).
_ Abbiamo abbastanza cibo. _ rispose secca la ragazza.
_ O avete paura di affrontare il mio Galman? _ replicò Kiki mostrando il suo beyblade.
_ E perché dovremmo?
_ Accettiamo, ma a patto che vi battiate tutti e cinque con me in un handicap match. _ disse l'incappucciato.
_ Kai, si può sapere che ti prende? _ gli chiese la ragazza. _ Non abbiamo bisogno di cibo, e...
_ Rina, lasciami fare una buona azione. E poi ho voglia di affossare completamente il loro stupido orgoglio.
_ Non l'abbiamo già fatto?
_ Seijuu.
_ Eh eh... Capisco... Battili pure.
Non avevo la minima idea di cosa volesse dire la parola giapponese 'Seijuu', ma avevo il tremendo sospetto che avesse a che fare con gli Animali Sacri, il che poteva essere una fregatura. Comunque combattemmo cinque contro uno, lasciando però che Kiki lo affrontasse da solo per primo. Dranzer, il beyblade del nostro avversario, si lanciò direttamente contro Galman, che, con la sua tipica mossa simile al Zuiji-uquan, scansò il colpo, ma Dranzer, con un'improvvisa curva ad angolo retto, riuscì lo stesso a colpire Galman, senza metterlo fuori gioco. Kai però aveva trattenuto volontariamente l'attacco: in quella posizione Dranzer avrebbe potuto mettere Galman fuori gioco anche senza disporre della potenza in grado di fare a pezzi Galman al primo attacco che in realtà aveva.
_ E così, conoscete ancora qualche trucchetto... Peccato che sappia perfettamente come neutralizzarlo. _ commentò Kai. _ Bene, i trucchi da pseudo-furbetto hanno fallito, ora cosa pensate di usare? La forza? L'astuzia vera? La tecnica? Il gioco di squadra? Suggerirei quest'ultima opzione, o non sarà affatto divertente battervi.
Ovviamente Mao non la prese bene, e partì con il Cat Bites... Che il beyblade di quel Kai evitò senza problemi. Mao un po' se l'aspettava, ed infatti stava distraendo Kai per permettere a Gao di lanciare il suo beyblade Gazzly con il Bear Axe, ma un attimo prima dell'impatto Dranzer scomparve... Per riapparire sopra Galeon, il beyblade di Lai, facendolo vacillare. Poi spiccò letteralmente il volo, riatterrando di nuovo su Galeon piuttosto brutalmente. Galeon subì sei di questi colpi nonostante Lai facesse di tutto per scansarli, poi Kai si stufò e se la prese con il mio beyblade, Driger. Sei colpi, poi toccò a Galux, il beyblade di Mao. Altri sei colpi, poi ne toccarono altri sei al Gazzly, ed infine Dranzer tornò esattamente dov'era all'inizio, intatto e apparentemente invincibile.
_ Un colpo d'alta scuola, il Perfect Delete. _ spiegò Kai. _ Non l'ho usato sulla scimmietta perché altrimenti l'avrei battuta al primo colpo, e non è ancora il momento. Piuttosto, perché non alziamo un po' il livello di difficoltà?
_ Che intendi dire? _ chiesi.
_ Lo sai benissimo: se non usate la vostra vera forza, non avete alcuna possibilità di battermi. Siete come rane in un pozzo che non hanno mai visto il grande oceano, e adesso state affrontando uno squalo bianco. Io prevedo ogni vostra mossa, non voi le mie. Io posso permettermi di giocare, non voi.
_ E così, tu sai...
_ Degli Animali Sacri? Certamente, e mi sono subito reso conto che voi potete contare sul loro aiuto. E' per questo che ho accettato la vostra sfida, perché voglio battere i vostri Animali Sacri, distruggendo il vostro stupido e malriposto orgoglio.
Non dovevamo protegere il segreto degli Animali Sacri dai due stranieri, quindi decidemmo di evocare i nostri.
_ Ora vedrai la vera forza dei Baihutsu! _ tuonò Kiki.
_ Piantala di gracidare e attacca: il mio compagno di lotta ed io stiamo aspettando. _ replicò Kai, mentre dal suo beyblade usciva un Animale Sacro: Feng, la Fenice. _ Anzi, aspetta: attacco io. FIRING BOMB.
Per un attimo pensammo ad un altro Perfecte Delete, che Kiki riuscì ad evitare per un soffio, ma nel momento in cui Dranzer toccò il terreno di gioco fu subito chiaro che era qualcosa di diverso e molto più potente, e non solo a causa di Feng: il ring fu letteralmente disintegrato, e al suo posto comparve un cratere dal fondo vetrificato. Quanto ai nostri beyblade, l'onda d'urto li aveva danneggiati al punto che cadevano a pezzi, mentre di Galman restava intatto soltanto il bit chip in cui risiedeva l'Animale Sacro.
_ Bene. Ora che abbiamo chiarito che non eravate i migliori al mondo ma rane in un pozzo che gracidavano della loro forza senza conoscere il grande oceano ed i suoi abitanti, mia sorella e io vorremmo mangiare. _ disse Kai, a suggello della sua vittoria.
Quel ragazzo, Kai Hiwatari, lasciò il Villaggio assieme a sua sorella subito dopo che ci ebbero saccheggiato le dispense, ma si lasciarono dietro un dubbio: se all'esterno c'era un blader come lui e portava con se un Animale Sacro, quanti altri bladers di quel livello ed altri Animali Sacri esistevano? Non lo sapevamo, ma, anche se il capovillaggio, il Maestro Len, aveva sentenziato che Kai era un caso unico e che presto io e gli altri avremmo saputo batterlo, sapevo che eravamo limitati dal nostro isolamento, che eravamo come rane in un pozzo. Che cosa c'era nel grande oceano da cui era venuto quello squalo? Non lo sapevo, ma volevo scoprirlo, diventare anch'io uno squalo. Ed abbandonai il Villaggio, senza dire niente a nessuno e portando con me Bai Hu: assieme avremmo affrontato i migliori bladers del mondo. Io sono Rei Kon, un tempo rana, ora squalo grazie all'esperienza.

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