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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Vi racconterò una storia... *** Capitolo 2: *** Il Destino in uno starnuto *** Capitolo 3: *** Peli, denti e coda *** Capitolo 4: *** Istinti bestiali *** Capitolo 5: *** Soluzioni impossibili *** Capitolo 6: *** Occhi azzurri come il cielo e capelli d'oro come il sole *** Capitolo 7: *** Salvare la pelle e perdere se stessi *** Capitolo 8: *** Chi si arrende e chi non lo farà mai *** Capitolo 9: *** Indossare le stelle e voler ringhiare *** Capitolo 10: *** Una sfida per il Paladino *** Capitolo 11: *** E così si conclude la storia... ***
Visto che è giovedì… quel giovedì!
(Anche se negli Stati Uniti non è ancora il 4 ottobre
e noi vedremo l’episodio solo il 5…) Ho deciso di presentarvi la mia long! (che poi tanto long non è…).
Così… un modo preventivo
per tirarmi su di morale!!!
Buona lettura!
Wish
Prologo: Vi racconterò una storia…
In una terra antica in cui la magia
e il fato avevano ancora grande potere vi erano due regni, posti in due valli
gemelli. Erano ricchi e prosperi ed i regnanti erano amici, ma un giorno
avvenne la rottura. Cosa successe è oramai perso tra
le nebbie del tempo, ma gli effetti sono ancora ben visibili ad ogni
viaggiatore che attraversi quelle terre.
Uno dei due regni è costantemente
illuminato dalla luce del giorno, anche quando il sole e ben oltre l’orizzonte,
mentre l’altro è perennemente avvolto nella notte, il sole sorge ma la luce non
riesce a penetrare la coltre notturna. I viaggiatori e gli abitanti del luogo posso tranquillamente camminare lungo i confini,
ritrovandosi metà del corpo illuminato dalla luce e l’altra metà immerso nell’ombra
della notte.
Nei primi tempi probabilmente la
situazione aveva scioccato gli abitanti, ma ora essi
vi si sono adeguati meravigliosamente. Nel regno del giorno si coltivano i
campi e si pratica l’allevamento, la luce costante favorisce
infatti entrambi questi ambiti. Nel regno della notte invece si sono
sviluppate altre prosperose attività notturne tra le quali spiccano
l’astronomia e la produzione di lampade, candelabri e affini. Altra attività di
cui però si mormorava solo è il furto. E’ risaputo infatti che i più grandi ladri di quelle terre provengono
tutti dal regno della notte.
I due regni hanno trovato da tempo il loro equilibrio, a non averlo fatto sono i
regnanti, sempre litigiosi e sempre pronti a sfidarsi per scoprire quale dei
due regni sia il migliore.
Parliamo dei regnanti allora, al
governo dei due regni, nel periodo di cui raccontiamo, ci sono due principesse,
principesse e non regine, poiché nei regni è solo con il matrimonio che si
acquisisce il titolo di re e regina. Due principesse dunque,
che seguendo la tradizione si sopportano con difficoltà e stanno ben attente a
contare il numero di pretendenti dell’altra per assicurarsi di non averne di
meno.
I pretendenti
infatti abbondano, ogni valoroso cavaliere accorre ai due regni pronto a
conquistare il cuore della principessa e il trono, eppure nessuno è mai
riuscito nell’intento.
Per spiegare il perché devo
parlarvi più approfonditamente delle principesse.
Una è bionda, occhi azzurri come il
cielo, il sorriso pronto e la risata sempre allegra, l’altra è
mora, la pelle ambrata, gli occhi scuri, la rabbia sempre pronta a riversarsi
sui suoi sottoposti e un innata capacità di ferire le persone con battute
taglienti. Devo dirvi a quale regno appartengono? Non credo, comunque,
la dolce e solare biondina è la principessa del regno della luce, mentre la
ragazza ombrosa e scorbutica è la principessa del regno della notte.
Come avrete
capito dai caratteri il modo in cui affrontano l’orda di pretendenti è assai
diverso.
La prima, Brittany, ha al suo
fianco un paladino, un nobile guerriero, pronto a sconfiggere chiunque brami la
mano della sua principessa, che si mormora desideri per sé.
La seconda, Santana, ha un’innata
abilità nel creare prove assurde e difficilissime che o scoraggiano il
pretendente o lo portano al sicuro fallimento.
Il risultato è lo
stesso, le due ragazze rimangono invariabilmente principesse.
Dimenticavo, le principesse si
evitano con una cura maniacale, eppure devono
incontrarsi ogni anno, il giorno del Sole e della Luna, giorno in cui si
organizza una grande festa in un sontuoso padiglione posto sul confine. Quel
giorno i due regni festeggiano assieme e i pretendenti posso
chiedere di essere messi alla prova.
Questa storia, che finalmente
inizio a raccontare prende il via proprio una settimana prima della festa,
giorno in cui, per tradizione, le due principesse devono incontrarsi.
Note
Come avrete
intuito sarà in puro stile fiaba! O almeno quella è l’intenzione!
Non preoccupatevi, il narratore d’ora
in avanti tace e lascia lo spazio ai personaggi! ;-)
Grazie mille a chi leggerà, seguirà la storia e… commenterà!!
“Che barba!” Santana sbuffò mentre
il sarto le si avvicendava attorno,
“Un attimo e ho finito
principessa…”
“L’hai detto un attimo fa! Mi
piacciono i vestiti, ma potresti usare un altro
manichino!”, sbuffò ancora ma non si mosse, quell’abito era per la festa e
doveva essere perfetto!
“Un manichino non potrà mai essere
alla vostra altezza, mia signora!” Cinguettò il sarto e Santana sbuffò di nuovo,
“Smettila di fare il mellifluo Kurt! Sarai il miglior sarto del regno però…”
“Creatore di abiti!”
La corresse coraggioso lui, “E dei due regni se permettete!” Aggiunse, Santana
gli scoccò un’occhiataccia,
“E se non
permettessi?” L’artista delle forbici e dell’ago fece una smorfia e Santana
rise di gusto, “Potrei farti tagliare la testa… ho letto che lo fanno nei regni
più a Nord…”
“Sono dei barbari nei regni più a
Nord!” Rispose lui rabbrividendo,
“Già… allora potrei rinchiuderti
per… una settimane e un giorno… così perderesti ogni
occasione di vedere gli abiti del ballo del Sole e della Luna!” Santana si godé
l’espressione scioccata del ragazzo che era anche impallidito.
“E… poi… il vostro vestito…” Questa
volta Santana rise,
“Non lo farò… mi piace la vostra
impudenza… sempre se non passerà il limite!” Lo ammonì, Kurt si rilassò e riiniziò
a girarle attorto mormorando cose comprensibili solo a lui.
“Principessa è giunta l’ora!” Gli
annunciò il suo intendente, facendola sbuffare,
“Accidenti! Non ho voglia di
vederla! E’ sempre così…” Si interruppe cercando la
parola giusta e Kurt le venne in soccorso,
“Solare?” Santana gli scoccò
un’occhiata e lui si zittì subito tornando ad occuparsi del vestito.
“Non capisco mai perché sorride o
cosa diavolo dice!” Si lamentò ancora,
“Come sempre, ovvio!” Fece lei
scendendo dallo sgabello e liberandosi dell’abito non ancora finito.
Indossò un vestito scuro, nella più
tipica tradizione del suo regno per raggiungere la carrozza che era in sua
attesa.
Il Paladino alzò gli occhi verso il
cielo azzurro lasciando che il sole gli illuminasse il volto, sospirò felice,
poi sfiorò appena le redine del suo cavallo
spingendolo al passo e poi al galoppo. Il vento lo avvolgeva e lui sentiva i
possenti muscoli del suo destriero muoversi con armonia sotto di sé. Scoppiò a
ridere, felice di essere lì, felice di essere libero.
Un rumore di cavalieri gli fece tirare le redini. Quando
sbucò la carrozza nera, con le tende abbassate non ebbe bisogno di vedere lo
stemma della luna per sapere di chi si trattava. Dieci cavalieri scortavano la
carrozza, eleganti e solenni nelle loro uniformi rigorosamente nere.
Il Paladino fece spostare il
cavallo di lato permettendo il passaggio del convoglio che però fu arrestato.
Con sua grande sorpresa, la porta della carrozza si
aprì.
“Paladino, vorrei avere un
colloquio con voi!” Il Paladino rimase un attimo immobile sulla sella, poi
consapevole che non avrebbe potuto rifiutare smontò dal suo destriero ed entrò
nella carrozza.
Davanti a lui c’era lei, la famosa
principessa Santana,
“Principessa…” Disse abbassando il
capo, un piccolo cenno di sottomissione,
“Paladino, sono anni che vi vedo
combattere per la principessa della luce ed è la prima volta che ho l’occasione
di parlarvi…” Disse lei, sorrideva, mai la principessa aveva
sorriso così, almeno non da quello che sapeva lui.
“Sì” La assecondò lui, non gli era stata fatta una domanda e non sapeva proprio cosa
volesse da lui la principessa.
“Mi sto recando all’incontro con la
principessa Brittany” spiegò lei e il Paladino dovette trattenersi dal battersi
la mano sulla fronte, se ne era dimenticato! “Non sono
brava nelle introduzioni!” Disse lei sempre sorridendo, “Quindi: perché vi
battete per lei?”, il Paladino sbatté le palpebre
assolutamente sorpreso,
“E’ la mia principessa…”
“Non è vero, siete
comparso dal nulla, ergo non siete di questo regno” Lo corresse lei
facendogli un altro sorriso che lo confuse, possibile che i suoi occhi
potessero diventare così… morbidi?
“Forse, ma a lei va la mia
fedeltà”,
“Capisco…” Fece una faccia triste
poi gli lanciò un’occhiata e disse,
“Se foste
il mio Paladino vi avrei impedito da tempo di combattere contro i miei
pretendenti! Non vi lascerei rischiare la vostra vita ogni volta!”
“Come?” Chiese lui confuso,
“Sposandovi, ovvio!” Ridacchiò lei
facendogli sgranare gli occhi,
“State…”
“Paladino, volevo solo dire che
potete pensarci…” Disse lei, gli fece un ulteriore
sorriso e l’uomo si ritenne congedato. Uscì di nuovo alla luce del sole e
osservò la carrozza allontanarsi in direzione del castello.
“Sei in ritardo!” Brittany si alzò
dal letto stropicciandosi gli occhi,
“Rachel…”
“Alzati! Vestiti! E’ praticamente ai nostri cancelli!” Brittany si stiracchiò poi
visto che la sua dama di compagnia sembrava sul punto di avere un attacco di
cuore la accontentò.
“Ti farò una treccia… non è la
migliore acconciatura ma almeno ci metterò poco…” Brittany si strinse nelle spalle indifferente.
Quest’anno
toccava a Santana venirla a trovare, mentre l’anno prima
era stata lei ad andare al palazzo nel regno della notte.
“Ho fame!” Disse ma Rachel non la
ascoltò,
“Non capisco, come hai fatto ad addormentarti!” Continuò a rimproverala fino a quando non
fu pronta,
“La principessa Santana aspetta nel
salone delle udienze” Annunciò un servitore, così Brittany prese un profondo respiro
e si avviò. Lei non odiava nessuno, trovava che ognuno
avesse le proprie qualità apprezzabili, eppure trovava Santana assolutamente
insopportabile. Era fredda e cattiva. Non aveva voglia di vederla!
Cercò di assumere una faccia
gioiosa e entrò nella sala,
“Era ora! Quanto pensavi
di farmi aspettare?” La aggredì subito lei e Brittany sentì il suo sorriso
vacillare,
“Ciao Santana, è un piacere
rivederti!” Rispose però, l’altra sbuffò,
“Facciamola breve, la visita è
stata fatta, i dettagli lasciamoli ai nostri servitori!”
“Come preferisci...”
Le rispose, sollevata che l’altra se ne andasse già
via. Però poi la donna si voltò sorridendo, un sorriso che si poteva definire
malefico,
“Ho potuto
parlare con il tuo Paladino, finalmente… non mi stupirei se…”
“Non ci pensare neppure!” La
interruppe lei ora davvero infastidita,
“Oh oh…
ma allora ce l’hai una spina dorsale!”
“Certo! Se no come potrei camminare
e stare in piedi e tutto il resto?” Le chiese lei confusa da quel commento
privo di senso nella conversazione, Santana la guardò confusa a sua volta poi
scosse la testa,
“Capisco che tu volessi
tenere lontano da a me quel bocconcino… ma ora che mi ha incontrata non penso
che ci metterà molto a venire da me!”
“Non lo farà mai!” Le ritrose
contro lei,
“Ma certo!
Convincitene!”
“Ne sono sicura!”
“Scherzi vero, perché dovrebbe
stare con te se può avere me?”
“Perché tu
sarai bella e attraente e affascinante, ma sei perfida! Il tuo dentro non è
come il tuo fuori! Vorrei tanto che combaciassero!”
“Oh tu lo vorresti?” Gli chiese la
donna in tono di sfida, sembrava colpita dalle sue parole,
“Sì, io lo desidero!” Brittany si
tappò la bocca con le mani, rendendosi conto del suo errore.
“Che c’è?
La buona, dolce e gentile principessa Brittany ha appena detto una cosa cattiva?”
Gli chiese la donna divertita dal suo gesto,
“Io… non…” Santana sorrise,
“Tu cosa?”.
Dall’altra parte del bosco,
esattamente sul confine tra i due regni una donna alzò
la testa, forse fu a causa del sole che le abbagliò un occhio, forse del freddo
della notte che colpiva metà del suo corpo e che la fece starnutire, in fatto è
che quello che aveva in mano le cadde nel ribollente pentolone. Le conseguenze
di quel semplice evento si videro solo a molti passi da quel luogo.
Santana sentì i suoi muscoli tendersi.
Trattenne un gemito di dolore perché le appariva poco principesco, eppure
quando furono le sue ossa a tendersi non ci fu più pensiero cosciente nella sua
mente, solo un accecante dolore.
Note
Non sono molto in vena oggi… mehei il capitolo ve lo dovevo!
Spero vi sia piaciuto e grazie a
tutti! Che l’abbiate già tra i vostri preferiti è
davvero lusinghiero! Grazie!
Quando aprì gli occhi davanti a lei c’era un volto preoccupato. Non l’aveva mai guardata
da così vicino, sentì il suo profumo, fresco, parlava di erba,
di corse e rincorse tra gli alberi, di primavera. Bloccò quel
pensiero, cosa diavolo le veniva in mente?
“Come ti senti?” Intanto poteva
smetterla di urlare! E poi si sentiva bene, sì,
assurdo, dopo il dolore che l’aveva avvolta ora si sentiva piena di forza,
viva. Tentò di alzarsi in piedi, ma la mano della ragazza la bloccò,
“Aspetta… non so se sia il caso che
tu ti alzi…” Il modo in cui lo disse la fece spaventar così lei si alzò, perché
era così bassa? Perché stava su quattro zampe? Notò lo
sguardo preoccupato di Brittany,
“Che diavolo succede?” Chiese rabbiosa,
“Oh…” Disse solo la ragazza e lei
abbassò lo sguardo, il pavimento era ovviamente bianco, come ogni superficie o
quasi di quel regno, ed era tirato a lucido, tanto che lei poté specchiarsi. Se
fosse stata su delle gambe sarebbe saltata in aria dalla
paura, due profondi occhi scuri la stavano fissando.
Aggiunti al muso lungo e pieno di
denti, al pelo e alla coda.
“Mi dispiace…” Disse Brittany e lei
alzò lo sguardo su di lei,
“Ti dispiace? Cosa mi hai fatto?” Balzò su di lei atterrandola e… ringhiando. Vide
la paura negli occhi della ragazza e tornò in sé, almeno a sufficienza dal
lasciarla andare, “Dimmi cosa mi hai fatto!” Disse con tono basso,
“Io… lo sai cosa ho fatto, ho
desiderato!” Santana scosse la testa senza capire,
“Parla chiaro!”
“Ho espresso il desiderio che tu
fossi fuori come sei dentro…” le ricordò lei,
“E
allora?”
“Beh… ora hai assunto l’aspetto di
una belva famelica e feroce…” Le fece notare.
“Io non sono famelica e rabbiosa!”
“Ah no? E allora perché vuoi il mio Paladino?” Brittany osava anche fingersi offesa?
Dopo quello che le aveva appena fatto?
“Chiama subito le mie guardie! Voglio tornare a casa, lì troverò un sistema per risolvere
questa… cosa!”
“Non posso…”
“Cosa?
Chiamali!”
“Non darmi ordini! Sono una
principessa esattamente come te!” Si impuntò la
ragazza,
“Brittany! Chiama i miei uomini
così che possa spiegare loro la situazione” Tentò lei
esasperata,
“Ti ho detto che non posso…”
“Perché?”
Chiese allora Santana,
“Perché…
sei un lupo ora!”
“Che gran
spirito di osservazione! L’avevo capito sai?”
“Beh, credi che loro ci
crederanno?”
“Certo, glielo dirò io!” Fece ovvia
lei iniziando davvero ad infastidirsi.
“Santana… sei un lupo e… beh non
parli…”
“Stai scherzando? Stiamo parlando
io e te!” Brittany annuì,
“Certo, ma io posso parlare con
tutti gli animali! E’ stato il mio primo desiderio! Volevo parlare con il mio
pony!” Santana mostrò i denti,
“Non dire sciocchezze!”
“Non è una sciocchezza!”
“Sì invece!”
“No!” Si guardarono, Santana con un
basso ringhio nella gola e Brittany con le braccia sui fianchi e lo sguardo
fermo,
“Ringhia quanto vuoi! Non mi fai
paura!”
“Ah no? Prima però ne hai avuta!”
Brittany annuì,
“Prima avevi gli occhi cattivi!”
Santana si bloccò,
“Io ho sempre gli occhi cattivi!”
“Non è vero” Disse sicura Brittany,
Santana fu sul punto di ribattere ma pensò che sarebbero finite in un nuovo
punto di stallo e lei ora doveva avere un piano e
agire
“Senti, non siamo
d’accordo su nulla, ok, non è una novità, ora però
chiama i miei uomini…”
“Te l’ho detto, non possiamo, non
ti crederebbero e ti ucciderebbero, così poi quando ti ritrasformeresti in te,
capirebbero di essersi sbagliati ma sarebbe troppo tardi e il tuo regno non
avrebbe eredi e sarebbe un vero disastro!” Santana aprì la
bocca per replicare poi si bloccò, aveva un bellissimo copri spalle e un
cappello di pelle di lupo…
“Cosa proponi
allora?”
“Dobbiamo ritrasformarti in te!”
Santana chiuse gli occhi esasperata,
“Fino a lì c’ero arrivata anche
io!”
“Non usare quel tono!”
“Brittany! Ti prego!” Ok, non era da lei supplicare, ma era davvero in una strana
situazione… Gli occhi di Brittany si ammorbidirono all’istante e Santana notò
che aveva un bel sorriso,
“Va bene, ho un piano, sei pronta?”
Santana annuì anche se proprio non sapeva a cosa dovesse prepararsi, “Desidero
che tu torni ad essere tu!” Riaprì gli occhi che aveva chiuso, “Oh… non ha
funzionato…” Si mordicchiò un labbro,
“No…” Brittany si
illuminò all’improvviso, “Sì invece! Andiamo dalla Strega!”
“No!”
“Sì!”
“E’ una strega!” Disse Santana,
“Appunto! Saprà cosa fare!”
“Ma…” Santana si interruppe
voltando la testa verso la porta, “Arriva qualcuno… che ha mangiato cipolle e
bevuto birra!” Fece una smorfia schifata,
“Nasconditi!”
“Non ci penso neppure! Sono una
principessa io!”
“Santana! Vuoi farti uccidere?”
Chiese Brittany esasperata, il lupo ringhiò piano però si mosse andando a
nascondersi dietro uno degli ampi tendaggi che
velavano le finestre.
Un leggero bussare preannunciò l’entrata del capitano della scorta di Santana,
l’uomo si inchinò a Brittany per poi guardandosi attorno perplesso nel non
vedere la sua principessa,
“Cercate qualcuno?” Gli chiese
candida Brittany,
“La mia principessa…” L’uomo si
guardava attorno come se pensasse davvero che Santana gli
stesse facendo uno scherzo.
“Non c’è!” Disse Brittany, Santana
sbuffò da dietro i tendaggi,
“E se
posso chiederlo dov’è andata?”
“Non lo so…” Brittany gli sorrise e l’uomo si inchinò,
“Vi ringrazio del vostro tempo
principessa” L’uomo lasciò la stanza e Santana uscì dal suo nascondiglio,
“Non lo so? Davvero? Non ti è
venuto in mente niente di meglio?”
“Potevo dirgli che eri dietro le
tende… ma mi sembrava che ti fossi nascosta per non essere trovata!” Le fece
notare lei e Santana sbuffò di nuovo,
“Allora andiamo da questa strega?”
“Tu ci vai…” Il lupo si voltò a
guardare Brittany,
“Stai scherzando? Tu mi ci accompagni! Sei tu che mi hai messo in questo guaio!”
“Ma… tra
una settimana c’è il ballo e… non posso…”
“Non ci sarà nessun ballo se non ci
sono io! Intendo nel mio corpo! Quindi ora tu mi porti da quella strega!”
Brittany storse il naso poi annuì,
“Va bene… ma solo perché penso che
da sola ti perderesti!”
“Non mi perderei affatto!”
“Allora è perché hai paura!”
“Io non ho paura di niente! Devi
accompagnarmi perché è colpa tua e perché non permetterò che tu viva
tranquillamente nel tuo castello mentre io devo addentrarmi nel bosco alla
ricerca di una strega!” Puntualizzò Santana,
“Sarà…”
“No, è così!” Brittany si strinse
nelle spalle, “Allora andiamo!” Esortò Santana,
“Non possiamo partire così!”
“Perché?”
“Perché
non crederai che vada nel bosco con un simile abito? E poi ci vogliono provviste e attrezzatura…”
“Vedo che sei un
esperta di… scampagnate…” Disse con ironia Santana, ironia che andò
sprecata,
“Sì! Mi piacciono tanto!”
“Quanti uomini di scorta suggerisci?”
“Santana, andremo solo tu ed io!”
“Assolutamente no! Ho un decoro da
proteggere!” Brittany sorrise, iniziava chiaramente ad apprezzare l’idea,
“Guardati! Quale decoro? Non
indossi neppure un vestito!” Rise, perché era sicura che quell’espressione del
lupo fosse l’equivalente di un bel imbarazzo umano.
“Su, sei coperta comunque!”.
Ovviamente aveva ceduto, non che
avesse avuto molta scelta, ora come ora dipendeva interamente da Brittany.
Santana osservò il castello, era
riuscita ad uscire scivolando nei corridoio aiutata
dal suo udito e dal suo fiuto, che trovava infallibili, e aspettava che
Brittany la raggiungesse. La sentì arrivare ben prima di vederla, il rumore del
cavallo, il suo odore intenso furono nell’aria prima
che lei uscisse dal cancello. Santana avrebbe aggrottato la fronte se avesse
potuto, davanti a lei c’era un destriero enorme,
possente e massiccio, di un indefinibile colore tra il grigio e il nero anzi
sembrava persino fosse tigrato.
“Dov’è il
mio cavallo?” Chiese balzando davanti alla ragazza sul sentiero. Con suo grande disappunto il cavallo non fece neanche un piccolo
scarto. “Che diavolo di cavallo hai che non si
spaventa davanti ad un lupo?”
“Oh Lord T è un
gatto, non si spaventa davanti ad un semplice lupo!”
“A parte che io non sono un
semplice lupo! Non lo sarei nemmeno se fossi davvero un lupo! E poi è un
cavallo, non un gatto nel caso non te ne fossi
accorta!”
“Ora è un cavallo… è stato il mio
secondo desiderio… dopo che ho scoperto che il mio pony aveva pensieri troppo
semplici per una conversazione ho desiderato che il mio gatto fosse un cavallo
e potessi cavalcarlo…” Si strinse nelle spalle, “Ha
funzionato!”
“Non ha senso!”
“Sì, invece, così posso cavalcare e
parlare!”
“Perché vuoi dirmi che un gatto ha
una conversazione più intelligente di un pony?” Il cavallo sbuffò scuotendo la
criniera e Brittany sorrise accarezzandolo, “Dice che un gatto sicuramente ha
una conversazione più interessante di un umano o di un lupo!”,
“Parliamo di cose serie, ci
cercheranno in meno di dieci minuti se non ci vedono più… possono essere
assillanti…”
“Sì, lo so!” Si guardarono,
sorprese di essere in accordo, per una volta, “Se spariamo entrambe
però non potranno accusare nessuno quindi inizieranno le ricerche… ma noi non
ci faremo trovare!”,
“Quanto ci vorrà?”
“Tre giorni per andare altrettanti
per tornare, saremmo di ritorno per la festa del Sole e della Luna” Disse
Brittany dopo averci pensato un po’,
“Cosa? Ma non ci vuole così tanto per attraversare i nostri regni!”
“Beh… non possiamo percorrere le
strade dei regni, dobbiamo entrare nel bosco per tenerci nascoste… e poi sei un
lupo ricordi?”
“Come se potessi dimenticarlo! Ho
una coda!” Scattò arrabbiata Santana,
“Ok,
scusa! Andiamo?” Brittany le fece un sorriso e Santana sbuffò,
“Vuoi dire che devo andare a piedi?
Mentre tu te ne stai comoda sul tuo… gatto?”
“Sarebbe strano un lupo su un
cavallo no? E una carrozza sarebbe troppo lenta…
vedrai, non sarà troppo faticoso!” Santana si voltò senza rispondere,
mettendosi in cammino verso il confine del suo regno.
“Dove vai?” Le chiese Brittany
affiancandola con Lord T,
“Hai detto verso il bosco no?” Fece
lei ovvia,
“Sì, ma restiamo nel mio regno”,
“No, andiamo nel mio, qui mi fanno
male gli occhi!” Si guardarono poi Brittany sospirò,
“Metà e metà?” Santana rimase in
silenzio, poi annuì,
“Ok, ma
solo questa volta!”
Note
E siamo in
viaggio! Come in ogni buona favola! ;-)
Brittany l’ha combinata grossa e
ora le tocca risolvere la situazione… Santana… è
meglio se inizia ad abituarsi alla coda! ;-)
Capitolo di grandi battibecchi, mi
è piaciuto un sacco scriverlo! Spero piaccia anche a voi!
Brittany osservò il corpo sinuoso
di Santana, aveva il pelo lucente e morbido, almeno così sembrava,
di certo non si era nemmeno sognata di toccarla! Se la sarebbe
immaginata rigida e composta, invece il lupo era sdraiato comodamente a terra,
“Cosa c’è?” Le chiese la ragazza
accorgendosi del suo sguardo,
“Mi dispiace” Le disse lei. Santana
rimase in silenzio e Brittany pensò che probabilmente non avrebbe più detto
niente, ma il lupo voltò la testa girando gli occhi verso la foresta buia per
poi dire,
“Ti ho provocata…”
Era la cosa più vicina ad un’ammissione di colpa che Brittany avesse mai
sentito dalla principessa rivale.
Avevano camminato per tutto il
giorno nel fitto bosco del regno di Brittany, poi quando il sole era
tramontato, senza portarsi via la luce si erano spostate nel regno di Santana,
per passarvi la notte.
“Ti piace davvero il mio Paladino?”
Le chiese lei e dal lupo arrivò un risolino divertito,
“Non è tuo…”
“Sì che lo è!”
“Sembri molto gelosa… perché non lo
hai ancora spostato così da farlo diventare davvero tuo?” Brittany guardò verso
il lupo che la fissava con i suoi profondi occhi scuri, c’era forse una reale
curiosità? E non solo della provocazione nelle sue
parole?
“E’ complicato…” Le rispose,
“No non lo è… comunque,
credi di ingannare anche lui attraversando il bosco e non seguendo le strade
dei regni? Dicono che è un combattente geniale, ma anche che è un conoscitore
del bosco e dei suoi abitanti…”
“Ama fare passeggiate… quando l’hai
incontrato stava appunto facendo una bella cavalcata
mattutina…”
“Ti dice tutto è?
Credi che ci troverà?”
“No, non verrà a cercarmi.” Disse
sicura Brittany,
“Ne sembri convinta, eppure è il
tuo Paladino, dovrebbe accorrere da te quando hai bisogno di lui, per sfidare
draghi o troll o cose simili!” Brittany rise di gusto,
“Non ha mai incontrato un drago! E
neppure un troll, anche se una volta è andato a cercane uno… ma non era in casa, almeno così gli hanno
detto!”
Santana rise, certo, non era
proprio una risata, non con quel muso da lupo, ma ci assomigliava. Era
sorpresa, ma si stava divertendo a chiacchierare con Brittany, stare con lei
per tutte quelle ore le aveva detto molto della
ragazza e del suo buffo modo di vedere le cose e il mondo.
“Forse è meglio se dormiamo… domani
abbiamo una lunga giornata…” Santana annuì.
Il fuocherello
che aveva acceso la ragazza, lei di sicuro non avrebbe saputo da dove iniziare,
schioppettava allegro riscaldando la piccola radura
in cui si erano fermate. Avevano mangiato un po’ delle provviste che Brittany aveva recuperato nella cucina del suo castello e che aveva
fatto cuocere, ancora una volta Santana non avrebbe saputo aiutarla e non a
causa delle sue nuove zampe.
“Grazie per la cena… era molto
buona!” Brittany rise,
“Solo perché avevi tanta fame! Ti
sei mangiata un pollo intero!”
“Hei sono
un lupo! Devi ringraziare che non mi sia mangiata il
tuo cavallo-gatto!” Brittany sorrise mentre Lord T che si era acciambellato, in
maniera molto poco da cavallo, vicino alla ragazza nitrì di disappunto.
“Comunque
è stato un piacere!” Santana annuì poi decise di togliersi la curiosità,
“Chi ti ha insegnato a farlo?”
Brittany si strinse nelle spalle,
“Ho imparato da sola, quando mi
allontano dal castello non posso contare su qualcuno che prepari le cose per
me!” Santana corrugò la fronte, o almeno lo avrebbe fatto se avesse avuto una
fronte,
“Ti allontani dal castello da
sola?” Brittany arrossì immediatamente,
“No! Certo che no! Intendo… per qualche ore…” Sbadigliò, “Dormiamo ok?”
Santana si accucciò appoggiando la testa sul cuscino che le aveva dato
Brittany, era pieno del suo profumo ed era di seta, probabilmente lo aveva
preso direttamente dal suo letto.
“Ti immagini
la faccia dei nostri servitori? Ci staranno cercando ovunque!”
“Già… saranno preoccupati!” Santana
sbuffò,
“Vuoi dire i tuoi! Tu sei amata, i
miei saranno sollevati!” Brittany la guardò mentre si sistemava meglio la
coperta,
“Non sei cattiva come fai sembrare,
sono sicura che loro lo sanno e saranno in ansia per te…” Santana rimase in
silenzio a lungo poi però aggiunse,
“Sono un lupo, famelica, cattiva e
bramosa, lo hai detto tu, e lo dimostra il mio aspetto ora…”
“Non ho detto cattiva! E poi i lupi
sono animali fedeli al branco, protettivi e anche giocherelloni con i loro cuccioli.” Santana la guardò, si erano sistemate ai due lati opposti
del fuoco, eppure la ragazza la stava osservando,
“Non credo che avrò dei bambini…”
Confessò piano,
“Perché?”
“Una strega una volta mi ha detto
che il mio ventre non ospiterà creatura vivente…” Brittany rimase in silenzio,
“E’ per questo che non volevi
andare dalla Strega?” Il silenzio di Santana fu eloquente, “Forse si era
sbagliata… non ci azzeccano sempre… a me hanno detto che vedrò il sole
tramontare sul mio regno e la luce andarsene!” Santana annuì,
“Sì, è assurdo…”
“E’ quello che ho pensato anche
io!” Brittany si strinse nelle spalle poi le sorrise, “Non credevo fossi così…
mi piaci!” Santana arrossì senza sapere cosa risponderle, “Buona notte… lupacchiotta!” Le disse Brittany poi ridacchiò e si sistemò
meglio nel suo giaciglio avvicinandosi a Lord T per appoggiarvisi.
“Buona notte…” Rispose solo
Santana.
Sentì il cambiamento anche se non
avrebbe saputo dire come, eppure ci fu un risveglio, la foresta si preparava al
sorgere del sole anche se il sole sarebbe rimasto privo di luce, almeno per il
suo regno. Non ci aveva mai pensato, eppure era strano che la foresta fosse
viva, che gli alberi fossero ricoperti da foglie, come se loro il sole lo
vedessero ancora, come se la notte perpetua non li privasse della necessaria
luce per crescere.
Si alzò stirando le quattro zampe.
Brittany era accoccolata contro Lord T, ancora addormentata. Santana
sorrise nel vedere la sua espressione rilassata. Poi le sue orecchie si
tesero, doveva esserci un animale lì vicino, prese un profondo respiro e lo
sentì, odore di cibo. Tutto il suo corpo si tese mentre lei scivolava tra gli
alberi nel silenzio più assoluto. Quando fu vicino
scattò. Morse con forza sentendo il sangue caldo spargersi nella sua bocca. La
gioia dell’uccisione la inebriò e lei si rese conto di quello che aveva fatto.
Sputò il coniglio con disgusto cercando di eliminare dalla sua bocca il gusto
del sangue. C’era un fiume lì vicino e lei lo raggiunse immergendovi il muso e
poi insoddisfatta entrandovi completamente, cercando di ripulirsi anche dalle
sensazioni di euforia che malgrado il disgusto non
sembrava volersene andare.
“Fai un bagno?” Santana si voltò e
Brittany fece un passo indietro spaventata, “Santana?”
Chiamò piano e lei scosse la testa cercando di schiarirsi la mente,
“Sì… sono io…” Brittany sembrò
rilassarsi, “Sei sveglia da tanto?” Si piegò sciacquandosi il volto e le mani
nell’acqua fredda,
“Non molto…” Le rispose lei uscendo
dall’acqua,
“Non ti scuotere!” Le disse
Brittany, ma era troppo tardi, Santana la bagnò liberandosi dalle gocce, “Hei! Non avresti dovuto farlo!” Le disse
Brittany per poi prendere una coppa d’acqua nelle mani e gettargliela addosso.
Santana rimase immobile, incredula,
“Mi hai bagnato!” La accusò e
Brittany rise, poi con rapidità la schizzò d’acqua ancora, “Brittany!” La rimproverò lei poi le fu addosso, la spinse a terra con
facilità, era impressionante la forza dei suoi nuovi muscoli, la ragazza si
agitava ridendo mentre Santana la mantenne sotto le sue zampe, divertendosi un
sacco.
“Mi arrendo!” Urlò alla fine
Brittany incapace di liberarsi,
“Bene, dovresti imparare a dirlo
più sovente quando parli con me!” L’aveva lasciata andare e non appena ebbe
finito di parlare fu di nuovo bagnata dall’acqua del
fiume. Brittany scoppiò a ridere e poi anticipandola si mise a correre tornando
alla radura.
“Lord T!” Urlò mentre lei la
rincorreva, la ragazza si nascose dietro il cavalo che
le guardò perplesso, “Mi arrendo! Mi arrendo!” Urlava
mentre lei cercava di raggiungerla muovendosi attorno al cavallo.
Santana si bloccò, drizzò le
orecchie e Brittany smise di ridere,
“Cosa
c’è?”
“Nascondiamoci!” Le disse lei e
Brittany la seguì rapida in un folto gruppo di cespugli tirandosi dietro Lord T.
Pochi minuti e un gruppo di armigeri in uniforme nera passarono al galoppo. Quando furono lontani si rilassarono,
“Ci stanno già cercando… dobbiamo
andare” Disse Brittany e Santana annuì.
Note
Sì sa, le
chiacchiere vicino al fuoco invitano sempre alle confidenze! Brittany e
Santana non possono scampare a questa legge universale! ;-)
Il risveglio però… Santana forse ha
sottovalutato la forza dell’animale in cui si è tramutata, gli istinti che sono
radicati nel sono troppo forti?
Doveva ammettere che il sole era piacevole… la luce non le feriva più gli occhi e il mondo
era… diverso, non si era mai presa la briga di osservarlo quelle poche volte
che entrava nel regno della luce. Ora ammirava quei colori
così vivi, era tutto più spento nel suo regno.
Brittany cavalcava accanto a lei,
ogni tanto le raccontava qualcosa, o le faceva notare un fiore o una pianta,
rideva, rideva felice, Santana distolse lo sguardo
quando lei si voltò sorridendogli. Malgrado cercasse di non pensarci era
preoccupata per quello che era successo quel mattino, non ricordava neppure
esattamente cosa fosse successo, solo il gusto del
sangue in bocca e l’euforia del momento erano fissi in lei.
“A cosa pensi? Sembri triste…”
Santana guardò la ragazza,
“Devi farmi una promessa.” Le disse
solenne,
“No, no! Non porterò nessun
messaggio triste al tuo popolo! Non mi arrendo io!” Santana sorrise nel vedere
il suo sguardo sicuro,
“Non era quello… voglio solo che tu
mi prometta di scappare se vedrai i miei occhi cattivi, ok?”
Brittany la guardò perplessa poi chiese:
“Come questa mattina? Quando eri
nel fiume?” Santana distolse lo sguardo da quei occhi
limpidi e preoccupati,
“Sì, esattamente…”, Brittany rimase
in silenzio e lei si voltò a guardarla, “Scapperai e non ti guarderai indietro,
promettilo!” Il suo tono era duro, i propri occhi erano fissi in quelli della
ragazza,
“Non mi piace…”
“Neanche a me, ma non mi perdonerei
di averti fatto del male!” Confessò, allora Brittany scosse la testa,
“Sono sicura che non succederà!”
Santana non replicò lasciando che il brusio della foresta riempisse il
silenzio.
Al tramonto del sole tornarono nel
regno di Santana per accamparsi,
“Non è male…”
“Cosa?”
Chiese a Brittany,
“Immagino che nel resto del mondo
sia sempre così, luce e buio che si alternano…”
“Sì, credo che sia così…”
“Beh, non pensavo fosse così bella
la notte, tutto diventa più calmo, più silenzioso e
poi ci sono le stelle! Quando venivo nel tuo regno
erano la cosa che mi piaceva di più vedere!” Santana sorrise poi si sentì
libera di dire:
“Anche a me piace il sole… mi piace
come ti scalda la pelle e i colori… sono bellissimi!” Si guardarono,
“Deve essere bello avere tutte e
due le cose…” Santana annuì,
“Chissà cosa è successo…”
“I miei genitori davano la colpa al
regno della notte…” Accennò Brittany,
“I miei al regno della luce” Si guardarono
e scoppiarono a ridere,
“E’ troppo ridicolo!”
“Già!” Confermò Brittany, “Una
volta la Strega mi ha detto che lei sapeva le verità e che un giorno l’avrei
scoperta…”
“Ci hai parlato un sacco con questa
strega!” Brittany annuì,
“Sì, lei ha fatto una cosa per me…”
Si strinse nelle spalle, “Siamo amiche in pratica!”
“Le streghe non hanno amici!”
“Tu non hai parlato molto con le streghe vero?” Santana scosse la testa,
“In effetti
no… solo quella volta…” Brittany annuì poi rimasero in silenzio, Santana
sembrava pensierosa e Brittany sapeva cosa occupasse la sua mente così decise
di distrarla,
“So solo che un tempo
i regni erano amici e che stavano per unirsi in un unico grande regno,
ma litigarono…”
“La mia tata diceva sempre che
l’orgoglio ne era stato la causa… diceva che era il
mio peggiore vizio!” Brittany tento di non farsi vedere mentre rideva, “Ti ho
visto!” Le disse Santana e lei sorrise più apertamente,
“La mia invece diceva che la causa
era stata l’ingenuità e mi accusava sempre di esserne la regina!” Fu la volta
di Santana di ridacchiare, “Ed era inutile che io gli dicessi che ero una
principessa e non una regina!” Concluse Brittany osservando Santana con la coda
dell’occhio e sorridendo.
“Insomma nessuno ne sa niente di
sicuro…”
“E’ strano no? In fondo dovrebbe
essere un evento fondamentale nella nostra storia!” Brittany annuì poi si
strinse nelle spalle,
“Magari lo possiamo chiedere alla
strega domani…”. Santana non rispose, domani, era strano, avrebbe
dovuto essere sollevata, la Strega avrebbe risolto il problema e lei
sarebbe tornata alla sua vita, eppure… doveva ammettere che le stava piacendo
la libertà della loro attuale situazione e… le piaceva Brittany, le piaceva
sentirla ridere e sapere di essere l’artefice della sua ilarità, le piaceva
quando i suoi occhi si posavano su di lei luminosi e sinceri.
“Qua l’erba è umida…” Disse mentre
afferrava il suo cuscino e si sistemava accanto a Brittany, la ragazza non
commentò e Santana si accoccolò a terra, non si toccavano, ma lei poteva
sentire il calore del corpo della ragazza.
Chiuse gli occhi ascoltando il
respiro calmo di Brittany, poi le mani della ragazza affondarono nella sua
pelliccia, accarezzandola piano, non si mosse, fingendo di dormire,
“E’ morbida proprio come sembra!”
Commento la ragazza, poi si tirò accanto a lei avvolgendola con un braccio,
pochi minuti e dormiva. Santana aprì gli occhi, Lord T
la guardava, uno sguardo un tantino troppo penetrante
e minaccioso per un cavallo. Lei lo ignorò osservando invece da vicino il volto
rilassato di Brittany, aveva delle piccole lentiggini sul naso che erano proprio carine. Tornò a chiudere gli occhi ispirando
il profumo della ragazza, primavera, aria fresca, libertà. Si rilassò e si
addormentò.
“Quella sarebbe la casa della
strega?” Brittany annuì sicura e Santana tornò a guardare la bella casetta in
pietra immersa per metà nella notte e per metà nella luce.
“Me la immaginavo… diversa…”,
“Ah sì?” Chiese Brittany perplessa,
“Prima abitava in un chalet di legno, magari ti
immaginavi quello…”, Santana evitò di dirle che non la immaginava diversa in
quel senso!
“Entriamo e facciamola finita!”
Disse Santana prendendo coraggio,
“Entro io per prima… forse è
meglio…” Disse Brittany e Santana concordò.
Brittany smontò da Lord T,
“Vai pure a farti un giro, penso
che ci metteremo un po’, e per favore non tentare di salire su un albero o di
catturare un uccellino!” a Santana sfuggì un sorriso,
“Non ridere, una volta ho dovuto farlo scendere da un albero e non è stato
proprio per niente divertente!”.
Bussarono alla porta della Strega
ma non ottennero risposta,
“Per favore, per favore non fare
che sia andata alla sagra del centrino!” Santana non sprecò neppure uno sguardo
perplesso, ormai si era abituata a quelle uscite di Brittany, anzi iniziava a
trovarle molto carine.
“No, è la prossima settimana!”
Santana si voltò ringhiando, più per la paura dovuta alla sorpresa che per
reale intenzione di attacco, “A cuccia principessa!”
“Ciao Strega!” Disse Brittany correndo
tra le braccia della donna. Santana osservò perplessa la nuova arrivata, era
alta, bionda, giovane… per niente l’aspetto che si immaginava
in una strega!
“E’ strano vederti così!” Brittany
annuì aprì la bocca poi si bloccò e si voltò, come se per un attimo si fosse
dimenticata di lei e se ne fosse sovvenuta solo in quel momento,
“Lei è Santana…” La donna la
guardò, inclinando la testa,
“Certo… la principessa Santana del
regno della notte, tre giorni fa giusto? Bello potente
quel desiderio…” Ricordò, “E’ stato come una spinta…”,
“Non ha un odore!” Disse Santana
capendo finalmente cosa la turbasse e perché la donna
fosse riuscita a sorprenderla,
“Già, un incantesimo di una certa
complessità!” Sorrise la Strega archiviando quello che stava dicendo prima,
“Mi capisci?”
“Ma certo!
Sono una strega ricordi?”
“Riesci a farla tornare come
prima?” Chiese Brittany andando subito al nocciolo della questione, Santana
trattenne il respiro mentre la donna corrugava la fronte,
“Hai desiderato, lo sai che non
riesco a disfare i tuoi desideri, ci abbiamo già
provato…”
“Ma quella
volta era un desiderio per me! Hai detto che era diverso se avessi
desiderato per qualcun altro!” La donna rimase in silenzio per un po’ poi
annuì,
“Sì… l’ho detto…”
“Allora?”
“Beh, io non posso fare nulla, ma
lei può” Indicò Santana,
“Io? Cosa
devo fare? Desiderare di essere umana? Perché l’ho già fatto!” La donna la guardò in silenzio poi sospirò,
“Sembrate stanche, venite…” Le
portò nella sua capanna e mise sul fuoco del the. Santana si sistemò sul
pavimento non illuminato, nella parte di casa dominata dal suo regno mentre
Brittany si mise nella luce. La donna le osservò poi si
sedette a metà.
“Allora hai detto che potevo fare
qualcosa, cosa?” Chiese Santana che aveva già atteso troppo,
“Semplice… fai sì che il tuo dentro
sia uguale al tuo fuori!” Brittany corrugò le fronte
perplessa mentre Santana scattava in piedi,
“Guardami! Questo è il mio dentro!”
“Non è detto… puoi cambiare… o
meglio puoi far sì di attenuare la tua parte più lupesca”
“Come?”
“Questo non lo so…
è difficile cambiare se stessi… ma a volte qualcosa o qualcuno può cambiare
tutto, rivoluzionarci, far emergere il nostro lato migliore!”
“Oh… vuoi dire che deve
innamorarsi?” Chiese Brittany guardando Santana nel porre la domanda,
“L’amore certo è una di quelle cose
che sconvolge l’essere umano…” Disse la Strega guardando le due ragazze.
“E’ assurdo!” Sbottò
Santana, “Ridico!”
“Sarà difficile… ma non è ridicolo,
non sottovalutare mai il potere dell’amore!” Santana sbuffò,
“Io me ne vado!” Raggiunse la porta
e poi osservò con rabbia la maniglia, “Brit, per
favore!” La ragazza la raggiunse e gli aprì la porta lasciandola uscire, fu sul
punto di seguirla ma la Strega la richiamò,
“Brittany, c’è una cosa che devi
sapere, se Santana non trova quel qualcosa che la faccia tornare con il suo
aspetto entro la feste del Sole e della Luna non solo
il suo aspetto non potrà più cambiare, ma lei diverrà a tutti gli effetti un
lupo.”
“Ciao Lord T…” Il cavallo alzò la testa
e sbuffò, “Andiamo non fare così, non ti ho mai morso no?” Il cavallo sembrò
guardarla ironico e lei si accucciò a terra, “Sono nei guai… a quanto pare
questo viaggetto è stato stupido ed inutile!”,
“Santana!” La richiamò la voce
della strega, “Devo mostrarti una cosa…” Santana sbuffò alzandosi, e
chiedendosi cosa volesse mostrarle quella strega che
non sembrava proprio una strega. Brittany si torturava le mani, sembrava
agitata,
“Camminate sul confine fino a che
non troverete ciò di cui avete bisogno…”
“Cos’è un
stupido indovinello?” Le chiese Santana ma la donna sorrise,
“Saprete cosa
cercate solo quando lo troverete”,
“Brittany, andiamo sono stufa!” Si
avviò e Brittany fischiò richiamando Lord T,
“Grazie Holly…”
Disse poi saltò sul cavallo raggiungendo Santana.
Note
E anche la
strega ha fallito… certo ha dato loro una soluzione che Brittany ha subito
interpretato a modo suo, mentre Santana sembra molto scettica… come biasimarla?
;-)
Ora devono vedere qualcosa… di cosa
si tratta non si sa… idee?
Di una cosa siamo sicuri, il tempo
è contato, Brittany ora lo sa, deve rovesciare l’incantesimo in fretta,
altrimenti Santana diventerà un lupo a tutti gli effetti, perdendo sé stessa.
Al prossimo capitolo! Ciao ciao e grazie mille milioni a tutti!!
Capitolo 6 *** Occhi azzurri come il cielo e capelli d'oro come il sole ***
Buona lettura
Buona lettura!
Quinto capitolo: Occhi azzurri come il cielo e capelli d’oro come il sole
“E’ ridicolo! Tutto ciò è
ridicolo!”
“San! Non dire così, la Strega…”
“Holly
vuoi dire? Se ha un nome non è neanche una vera
strega!” Brittany fece una faccia contrariata,
“Hai orecchiato!”
“No, ho semplicemente ascoltato!”
“Beh non è bello lo stesso…” Si interruppe per osservare quello che stava loro davanti,
“Non sapevo ci fossero delle grotte da queste parti…”
“Neanche io… ma… sono antiche…”
“Come fai
a dirlo?”
“Non lo so… è il loro odore…”
Brittany la guardò mordendosi un labbro poi smontò dal cavallo,
“Entriamo!”
“Sei pazza? Io non ci entro, potrebbero crollare o che so, ospitare un orso!”
“C’è un orso dentro?”
“No” Rispose subito lei per poi
ringhiare per essere cascata nell’inganno, “Comunque
potrebbero lo stesso crollare!”
“Non credo hai detto che sono
antiche se sono rimaste su per tutto questo tempo allora ci rimarranno ancora
per i dieci minuti in cui entreremo noi!” Detto questo entrò e a Santana non
rimase che seguirla.
Le grotte erano fredde, umide e
buie, solo un piccolo spiraglio di luce le illuminava, segno
che almeno in parte erano sul regno di Brittany.
“Non c’è niente qui! L’abbiamo appurato, ora usciamo!”
“Sei un lupo! Sii più coraggiosa!”
“Il coraggio è solo stupidità
mascherata!”
“Allora ammetti di avere paura?”
“No, ammetto di avere uno spiccato
senso di auto conservazione!” Brittany ridacchiò,
“Questa…” Si bloccò perché davanti
a loro c’era un affresco, “Cos’è?” Santana si avvicinò osservando a sua volta,
“E’… un racconto…” Gli affreschi
decoravano tutta la parete ed erano chiaramente sequenziali.
“Due regni, due principi
innamorati…” Iniziò ad interpretare Santana, “Un matrimonio, un
unione dei regni… ma…”
“E’ la storia antica dei nostri
regni!” Capì Brittany e corse avanti, “La principessa e il principe si incontravano tutte le notti, in gran segreto, incapaci di
attendere il matrimonio, poi…” La luce era più fievole lì e Santana grazie alla
sua vista migliorata proseguì,
“La principessa viene
tratta in inganno da una rivale per l’amore del principe e non si presenta
all’appuntamento, il principe si offende, crede che lei non lo ami più e
rifiuta di vederla, di parlarle e di sposarla. I genitori si scagliano l’un
l’altro le colpe.”
“E la principessa?” chiese piano
Brittany, Santana osservò l’ultimo affresco,
“La principessa desiderò che mai
più il cielo fosse azzurro perché non le ricordasse il colore degli occhi del
principe, e che mai il sole si mostrasse perché lei non ricordasse i capelli
d’oro del suo amore.” La voce di Santana era ferma, ma
una lacrima scivolò lungo il suo volto lupesco,
“Perché?”
Chiese Brittany,
“Cosa?”
“Perché il
principe è stato così orgoglioso? Se si fossero parlati…”
“E allora
lei? Perché si è lasciata ingannare? Perché è stata così ingenua?” Si guardarono,
“Non lo so… questo viaggio è stata una perdita di tempo!”
“No, ora sappiamo che devi tirare
fuori il meglio di te! E per farlo devi innamorarti!
Ci sarà qualcuno che ti piace no?” Chiese Brittany cercando di
essere positiva, Santana sentì che il suo ottimismo era chiaramente
finto ma evitò di farglielo notare,
“No, io non amo nessuno!” Replicò
cercando di sfuggire il suo sguardo,
“San?”
“Cosa
c’è?”
“Beh, non credi che sia
impossibile? Mi hai parlato del tuo primo ministro, mi sembra che con lei siate
amiche no? Quindi un po’ la ami e poi…”
“Ferma ferma!
Io non amo Quinn!”
“Un pochino sì! Hai sorriso quando mi
hai raccontato di lei!”
“Cosa… comunque
non la amo, non nel senso…” Arrossì e Brittany sorrise,
“Comunque
abbiamo appurato che il sentimento c’è!” Santana scosse la testa ma non poté
fare a meno di sorridere,
“Va bene! Allora trovami un aitante
cavaliere e io mi innamorerò! Promesso!” Sul volto di
Brittany scomparve il sorriso, fu un istante, ma Santana ormai la conosceva.
“Certo!” Disse la
ragazza poi fischiò richiamando Lord T, “Dobbiamo tornare a casa…”.
“Mi dici cos’hai?” Chiese esasperata Santana, “Sei triste e preoccupata! Si
vede! Assomigli tanto ad un panda triste!” Era tutto il giorno che Brittany
fingeva allegria, sorrideva solo la sua bocca, mentre gli occhi rimanevano
spenti,
“No, non ho niente…”
“Certo, raccontalo alla tua dama di
compagnia tonta!”
“Rachel non è tonta!”
“Ma se ha
creduto che il suo vaso preferito lo avesse rotto il tuo gatto! Che era già un cavallo e che difficilmente sarebbe entrato
in quella minuscola stanza!”, Brittany sorrise, per la prima volta, “Oh era
ora! Mi mancava il tuo sorriso!”,
“Davvero?” Le chiese la ragazza
guardandola con quei due pezzi di cielo,
“Sì…” Ammise Santana, sentì il suo
cuore accelerare quando Brittany sorrise di nuovo, sorrideva per lei, solo per
lei.
Sentì l’odore e si voltò ma era
troppo tardi, una grossa rete le cadde addosso, tentò inutilmente di liberarsi,
ma più si agitava più si ritrovava bloccata,
“Scappa!” Riuscì ad urlare, ma
Brittany aveva estratto un pugnale e le si avvicinò,
“Vai via!”, Due uomini saltarono addosso alla ragazza allontanandola da lei e
dalla rete, “Lasciatela andare!” Urlò tentando di mordere la rete ferendosi
solo la bocca.
Lo sentiva, dentro di lei c’era
qualcosa di rabbioso che voleva solo emergere e più lottava più lui emergeva.
Ebbe paura, cosa sarebbe successo se fosse uscito? Se
lei avesse perso se stessa per sempre?
Un violento colpo alla testa le
tolse ogni altro pensiero e lei svenne.
Quando
riaprì gli occhi era libera dalla rete, saltò in piedi e sbatté contro delle
sbarre. Era in una gabbia! Sbatté contro le sbarre ancora, con forza, ma riuscì
solo a farsi male,
“San! Calmati!” Sentire la voce
della ragazza la tranquillizzò all’istante, si voltò cercandola e la vide,
legata poco distante,
“Brittany! Chi sono?
Cosa vogliono? Perché non hai detto loro chi sei? Ti avrebbero liberato!”
“Santana… sanno chi sono è quello
il problema…”
“Come?”
“Beh… sono una principessa… valgo qualcosina…” Santana ringhiò furiosa,
“Non permetterò loro di venderti!”
“Sei gentile… ma il mio non è un
problema serio… tu invece…” La ragazza si morse un labbro e Santana notò che
aveva un livido vicino alla fronte e un taglio accanto alla bocca,
“Ti hanno picchiato! Li ucciderò!
Li…” Non trovava termini sufficientemente dolorosi,
“San!” La richiamò ancora Brittany,
“Guardati attorno!” Santana obbedì e li vide, i suoi fratelli! Scosse la testa,
voleva dire, lupi, c’erano pelli di lupo ovunque,
“Non capisco…”
“Sono cacciatori
di lupi… ti uccideranno per avere la tua…”
“Pelle! Ma
certo… ha un non so che di divertente, sono sicura che sarò uno splendido
cappello di lupo o perché no, una mantellina… spero che mi compri Kurt, lui saprà rendermi un degno indumento!”
“Santana, non lo permetterò, ho
detto loro che se ti uccidono io renderò illegale la caccia al lupo… lo so che è un’idea stupida ma…”
“Beh sono viva… immagino che per
ora la tua minaccia ha funzionato!” Ridacchiò, poi si trattenne, le sembrava
fosse una risata un tantino folle, anche se proveniente dal suo muso di lupo.
“Andrà tutto bene, ci penserò io…”
Le disse la ragazza,
“Come?”
“Fidati di me, chiamerò aiuto, tu
non permettere loro di toccarmi ok?”
“Aspetta, cosa?”
“Fidati, puoi farlo, per me?”
Santana guardò in quegli occhi supplichevoli, spaventati, ma coraggiosi,
“Sì” Disse e la
ragazza sorrise,
“Ti voglio bene!” Le disse poi chiuse gli occhi, Santana osservò il suo corpo rilassarsi,
aveva dormito con Brittany e non stava dormendo, era… andata via, la aiutò il
suo senso di lupo. Il respiro era profondo e regolare, ma la ragazza non c’era
più.
Note
I guai non arrivano mai da soli! Mancavano
i cacciatori di lupi!
Brittany sembra avere una soluzione
ma riuscirà a chiamare aiuto? Chi chiamerà poi?
E Santana?
Non ha molto tempo, il lupo preme per uscire e la situazione di sicuro non
aiuta!
La strega Holly
le ha mandate a scoprire la storia dei regni… Perché?
Insomma un capitolo che aumenta le
domande invece che rispondere alle vecchie! Avete delle idee? ;-)
Capitolo 7 *** Salvare la pelle e perdere se stessi ***
Buona lettura
Buona lettura!
Sesto capitolo: Salvare la pelle e perdere se stessi
Il Paladino aprì gli occhi e saltò
giù dal letto, indossò rapidamente un corsetto di cuoio, leggero ma resistente,
afferrò la sua spada e se la assicurò al fianco. Raggiunse le stalle e sellò i
due animali più veloci.
I soldati di guardia aprirono le
porte al suo ordine perentorio e lo videro sfrecciare via.
Santana era accucciata, le orecchie
tese, gli uomini era tornati pochi minuti primi ora
stavano ridendo e mangiando. Brittany era ancora priva di sensi, così si
sentiva di definirla, erano numerose ore ormai.
Sentì dei passi avvicinarsi e si
tese ancora di più, l’uomo però gettò loro un’occhiata e se ne
andò facendola rilassare. Pian piano le voci dei cacciatori si
affievolirono per poi spegnersi del tutto e lei capì che si erano addormentati.
Santana non chiuse
gli occhi, rimase vigile ed attenta, i suoi muscoli dolevano costretti a
non muoversi in quella piccola cella, ma non le importava, le sue orecchie e
tutti i suoi sensi erano tesi verso Brittany e verso i loro carcerieri.
Erano nel suo regno e la luce non
subì variazioni, non si intensificò, ma il mondo si
risvegliò e con lui gli uomini. I rumori si fecero sempre più forti poi riiniziarono le risate e le spacconerie. Infine un uomo si
avvicinò,
“Hei! La
principessa dorme!” Disse e Santana si tese,
“Allora svegliala!”, gli urlò un
cacciatore, l’uomo fece un passo verso di lei e Santana ringhiò piano, l’uomo
si voltò a guardarla,
“Tu sei sveglio è?” Santana lo
guardò caricando il suo sguardo con tutta la minaccia possibile e l’uomo sferrò un calcio alla gabbia ma Santana non si mosse, “Lo
sai che hai una bella pelle? Ti scuoierò personalmente poi ti venderò e di te
faranno qualche bel pezzo di abbigliamento!”, Si voltò
insoddisfatto dalla sua assenza di reazione tornando ad avvicinarsi a Brittany,
Santana prontamente ringhiò, l’uomo si voltò stupito,
“E così sei il cagnolino della
principessa?” Santana ringhiò un po’ più forte ma l’uomo la ignorò questa
volta, voltandosi verso Brittany allora Santana saltò in piedi scagliandosi contro
la gabbia, uno, due, tre volte,
“Smettila! Sei impazzito! Ti
rovinerai la pellicce!” L’uomo tornò cercando un pezzo
di carne da gettarle, ma Santana continuò a guardarlo ringhiando, “Sei pazzo!”
Le disse l’uomo,
“Non appena sarò sul mio trono,
scoprirai quanto posso essere pazza!” all’uomo dovette apparire come un
brontolio incomprensibile, perché non reagì, invece scosse la testa e andò da
Brittany questa volta ignorando i suoi ringhi e anche il suo scagliarsi
disperato contro la gabbia, aveva promesso! Aveva
promesso! Riusciva solo a pensare mentre l’uomo si calava su Brittany.
“Non la toccare!” Urlò lei poi una
voce sovrastò anche i suoi ringhi,
“Non la toccare!” Il cacciatore si
voltò sorpreso, mentre il Paladino scendeva con eleganza da cavallo, la spada
già sguainata, tesa contro l’uomo, “Un fiato e siete morto” Lo avvisò,
“Signore… noi abbiamo
trovato la principessa… la stavamo riportando a palazzo…”
“Taci!” Il Paladino gli si avvicinò
minaccioso e poi lo colpì facendolo cadere a terra privo di sensi.
Santana osservò la scena con il
cuore in gola, cosa doveva fare? Brittany doveva essere riuscita in qualche
modo a chiamare il Paladino, ma non rinveniva, come se fosse caduta in una trans troppo profonda. Però aveva
detto di non lasciarsi toccare, da nessuno e poi Brittany era riuscita anche a
dirgli chi era lei? L’avrebbe lasciata nella gabbia?
“Accidenti Brittany! Dove sei andata?”
“Sta bene, avete fatto un ottimo
lavoro principessa” Santana guardò sorpresa il Paladino,
“Mi capite?”
“Sì, certo!” Si avvicinò e aprì la
gabbia, Santana saltò fuori raggiungendo il corpo addormentato di Brittany,
“Non toccatela!” Le ricordò il
Paladino e Santana fece attenzione a non sfiorarla neppure, però osservò il suo
viso vuoto…
“Sta bene” Le ripeté il Paladino,
“Devo pensare agli altri, voi rimanete qui…”
“Posso aiutarvi!”
“E’ pericoloso San!”,
“Sono in troppi, anche per voi, vi
posso aiutare!” Cercò di convincerlo,
“Va bene principessa ma fate
attenzione!”. Si mosse per primo, Santana lo osservò mentre elegante e silenzioso
arrivava dietro le spalle di un uomo e lo colpiva afferrandolo prima che
cadesse. Ne eliminò due poi la guardò, Santana annuì
un sorriso di rivincita che si disegnava sulle sue labbra di lupo. Quando furono pronti entrò nella stanza saltando addosso al
primo uomo che trovò. Per poi scattare di nuovo verso l’esterno. Gli uomini
afferrarono le armi uscendo dalla stanza e finendo nella rete. La trappola
funzionò a meraviglia. Santana tornò indietro girando loro attorno
famelica, li avrebbe uccisi volentieri!
“Calmatevi principessa…” Le disse
il Paladino e lei scosse la testa cercando di schiarirsi la mente,
“Legateli come si deve, li voglio
nelle mie celle!” Il Paladino annuì mentre fissava le corde con attenzione,
“Signori, fossi in voi aspetterei con
calma che arrivino gli armigeri della notte, altrimenti… non so se riuscirò a
trattenere il lupo dal darvi la caccia…” Sorrise e Santana ringhiò confermando
quelle parole. Gli uomini sembrarono convinti perché la smisero di tentare di
tagliare le reti con le loro armi, anche se comunque
stavano avendo scarsissimi risultati.
Il Paladino legò e impacchettò
anche gli altri uomini, ancora privi di sensi poi accese un bel fuoco, che
avrebbe richiamato i soldati di Santana.
“Andiamo, devo riportarvi a casa…”
Santana si era accovacciata accanto a Brittany mentre l’uomo eseguiva quei
compiti e ora gli ringhiò,
“Ha detto nessuno!” Ricordò al
Paladino,
“Io posso, solo l’unico che può
toccarla quando è così” Santana sentì il fastidio che le provocavano
quelle parole,
“Ho promesso!”
“Lo so… ma dovete fidarvi di me”
Santana non si mosse ma non disse nulla mentre lui la sollevava tra le braccia,
delicatamente. Il Paladino fischiò e Lord T, che era riuscito a fuggire
dall’agguato, spuntò dalla foresta,
“Ciao Lord T… doppio carico oggi…”
Dovette aiutarsi con un muretto ma riuscì a salire in sella senza lasciare
Brittany che tenne stretta davanti a lui ben attento che non toccasse il
cavallo, al sicuro nella sua presa, la testa dolcemente appoggiata alla sua
spalla.
Il Paladino spronò Lord T e loro si
mossero allontanandosi dal suo regno e tornando in quello della luce. Entrarono
in una delle ampie vie del regno di Brittany e ben
presto iniziarono ad incontrare viaggiatori.
Santana si teneva accanto al cavallo
ma riceveva comunque sguardi spaventati e sorpresi.
Anche il Paladino però godeva di una certa attenzione,
tutti lo conoscevano, così come riconoscevano la donna adagiata tra le sue
braccia.
“Paladino!” Un gruppo di cavalieri
in brillanti armature bianche venne loro incontro, tra di
loro una donna agitata,
“Brittany! Oddio,
cosa le è successo?”
“Parlate piano Rachel, la
principessa sta dormendo…”,
“Un lupo!” Urlò poi la donna
tirando bruscamente le redini, “Guardie! Le lance!”
“Fermi!” Bloccò tutti
il Paladino,
“Se farete del male a questo lupo dovrete vedervela con me e con l’ira della
principessa!”
Santana non disse nulla, sentiva la
testa piena di pensieri strani, gli odori erano sempre più forti, l’istinto le
diceva di andare via, di correre nella foresta, di cercare della carne, ormai tutto la sua mente era concentrata sul rimanere accanto a
Lord T, parlare sembrava improvvisamente troppo difficile.
Brittany sospirò e aprì gli occhi,
il Paladino era accanto a lei, erano nella sua stanza, era
al sicuro. Lei, ma Santana no!
Saltò giù dal letto ignorando
l’uomo e corse nella stanza attigua,
“Rachel!” La donna comparve,
“Oh! Stai bene!”
“Dov’è il
lupo?”
“Il lupo?”
“Sì!”
“Sono qui…” Brittany si voltò e
sorrise, Santana era in un angolo della stanza, eppure… c’era qualcosa che non
andava,
“Come ti senti?” Il lupo digrignò i
denti e Rachel sobbalzò,
“Non credi che dovremmo chiamare
dei soldati… sai per sicurezza…” Brittany la ignorò,
“Vai via
Rachel” Disse solo mentre camminava verso il lupo. Sentì la porta alle sue
spalle chiudersi e capì che Rachel aveva obbedito, si inginocchiò
di fronte al lupo,
“San?” Chiese piano e il lupo alzò
gli occhi verso i suoi, erano vuoti.
Note
E’ sì, il compito di salvare le fanciulle in difficoltà è finito, come in ogni buona favole,
sulle spalle del prode Paladino! Che ammettiamolo ha
svolto il suo dovere a meraviglia!
Il tempo però è passato lo stesso e
sembra essere troppo tardi per Santana…
Grazie mille a tutti e a domani per
il capitolo: Cappuccetto Brittany e il lupo! ;-) No scherzo dai!!
Capitolo 8 *** Chi si arrende e chi non lo farà mai ***
Buona lettura
Buona lettura!
Settimo capitolo: Chi si arrende e chi non lo farà mai
“No! Non ancora! Ho ancora tempo,
fino a domani, così ha detto Holly!” Il lupo ringhiò piano ma Brittany non vi badò, invece alzò le mani
sfiorando quel muso irto di denti.
“Santana, torna da me!” Gli occhi
del lupo si addolcirono,
“Sono qui Brittany…” Disse la
ragazza e Brittany sospirò,
“Non ti ho detto una cosa…”
“Cosa Brit?”
Chiese lei piano, come se faticasse a parlare, persino a pensare,
“Se non torni te
stessa entro la festa del Sole e della Luna rimarrai un lupo per sempre e…”
“Perderò me
stessa…” Il lupo sorrise, “Lo avevo capito sai…”
“Mi dispiace così tanto!” Brittany
aveva appoggiato la fronte contro di lei, le mani che la accarezzavano
dolcemente,
“Non importa… sono stati dei giorni
molto belli…”,
“Non devi arrenderti! Ci sarà
qualcuno… il Paladino! Lo chiamo! Digli che ti piace, digli che lo ami! Io lo
lascerò a te, starà con te per sempre!” Santana spinse il naso contro la sua
guancia facendola fermare, poi inspirò il suo odore,
“Non sarà così male essere un
lupo…”
“No!” Si alzò,
“Vado a chiamarlo…”
“Brittany, lui ama te l’ho visto
come ti guardava… e poi io non lo amo…”
“No non mi ama! Perché?
Perché non puoi prendertelo?!”
“Sono stanca Brit…
posso dormire un po’?” Brittany sentiva le lacrime scendere lente sul suo
volto, perché Santana si era arresa? Perché?
Guardò il lupo,
fissò i suoi occhi dolci,
“Va bene… se è quello che vuoi…”
Santana non rispose invece si accoccolò a terra, Brittany si stese accanto a
lei avvolgendo le braccia attorno al suo corpo, stringendola teneramente mentre
nascondeva il volto nel pelo morbido del lupo lasciando che lacrime calde e
silenziose si riversassero dai suoi occhi.
Il lupo si svegliò, non era nel suo
mondo, lì c’era pietra fredda e morta, non terra tiepida e viva. Gli occhi del
lupo si voltarono verso il corpo che era premuto contro il suo, un ringhiò basso rimbombò nel suo petto. L’umana profumava di
buono, ma era un essere a due zampe, bisognava temerli, ferivano e uccidevano i
fratelli e le sorelle.
Aveva gli occhi come il cielo
d’autunno, poteva sentire l’odore della sua paura, ringhiò ancora, l’umana non
si muoveva e il lupo mostrò i denti. Solo allora lei fece un passo indietro,
“San?” Quel suono la fece
rabbrividire, c’era potere in quella parola, il suo istinto di lupo gli
consigliò l’attacco. Ringhiò ancora alzando il pelo sulla schiena, aumentando
le proprie dimensioni,
“Santana… sono io, Brittany…” Fece
un passo indietro e il lupo balzò gettandola a terra, sentì gli artigli lacerare
il tessuto che indossa l’umana, eppure non morse,
qualcosa di forte dentro di lui lo spinse via. Il lupo guaì mentre con un salto
si allontanava,
“Vai via!” Disse con voce profonda,
distorta,
“Santana…” La supplicò la ragazza,
il lupo non ricordava il suo nome, ma il suo profumo sì, non doveva, non voleva
farle del male.
“Paladino… va bene…” Disse, non
capiva i propri versi, la parte dentro di lui però lottava per pronunciarle e
lui le lasciò uscire. Gli occhi dell’umana si sgranarono, le lacrime cadevano
copiose, ma lei si alzò, il lupo ringhiò di nuovo, ma non si mosse dal suo
angolo, guaì perché era doloroso lottare con se stesso, contro se stesso.
La porta si chiuse e il lupo rimase
solo. Alzò la testa ululando, combattendo contro la voglia di fuggire da quel
posto di pietra, desiderando la compagnia dei suoi fratelli e delle sue
sorelle.
Di nuovo quel profumo, quel profumo
che faceva scatenare la parte dentro di lui, alzò gli occhi fissandoli in
quelli di un altro essere umano.
“Sono qui…” Disse l’uomo, “Sono
tuo, per sempre!” Disse ancora, aveva lacrime agli occhi, il lupo si stese
obbedendo alla parte di lui che cercava di emergere
prepotente,
“No, non è per quello che ti
volevo… non ti amo…” L’uomo strinse i pugni, lei poteva
vedere la paura, il dolore e la colpa sul suo volto.
“Santana, ti prego!” Scosse la
testa, era di nuovo lei, ma il lupo premeva, ed era forte, tremendamente forte,
“Obbedisci Paladino!” Ringhiò e
l’uomo portò istintivamente la mano alla spada, “Fallo! Prima
che lei torni, prima che io la uccida!”. Perché
lo sapeva, il lupo avrebbe ucciso Brittany, perché la ragazza non l’avrebbe mai
lasciata andare e lei l’avrebbe uccisa, perché non poteva combattere per sempre
contro il lupo.
L’uomo fece un passo indietro, gli
occhi azzurri sgranati, non dalla paura, ma dalla sorpresa e forse… speranza?
Santana sentì il suo corpo cambiare, sentì i muscoli tendersi e urlò, mentre
lacrime di dolore si mescolavano con quelle di gioia, perché sapeva cosa stesse succedendo.
Due occhi azzurri la fissavano
lucidi,
“San?” Chiamò, timorosa,
“Dimmi che non ho più tutto quel
pelo e la coda!” Disse lei trovando strana la sua voce,
“Sei tutta perfetta!” Le disse lei,
un sorriso meraviglioso che contrastava con le lacrime,
“Allora perché piangi?”
“Sono felice, tanto felice!” Si guardarono, Santana alzò la mano raccogliendo una lacrima.
Era la prima volta che la toccava da umana, la sua pelle era liscia e morbida.
Brittany sorrise, poi delicatamente
le loro dita si intrecciarono, così come i loro occhi.
I loro respiri erano vicini, Santana era confusa, non capiva cosa provava,
perché il suo cuore accelerava a quel modo? Si mosse incontro a quelle labbra
sottili e delicate. Desiderando conoscerne il sapore. Bussarono alla porta,
Santana sobbalzò e improvvisamente si rese conto di essere
nuda. Arrossì,
“Brittany! Dammi qualcosa per
coprirmi!” La ragazza continuava a guardarla, i suoi occhi brillavano Santana
distolse i propri imbarazzata, raggiunse uno degli
armadi di Brittany e indossò rapida un abito, poi si voltò,
“Brittany! Apri la porta!” Il
bussare si fece più intenso l’interpellata che non
aveva distolto gli occhi da lei si alzò eseguendo la richiesta. Nella stanza
piombò una Rachel piuttosto agitata,
“C’è il Primo Ministro del regno
della notte! Ha saputo che sei tornata vuole…” Si interruppe
notando Santana, spalancò la bocca e sembrò boccheggiare, poi si inchinò,
“Principessa Santana… io non
sapevo…”
“Dite al mio Primo Ministro che
sarò da lei tra un istante…” Rachel guardò Brittany che le annuì e poi uscì
dalla stanza. Santana si voltò a guardare la giovane, indossava ancora gli
abiti con cui avevano raggiunto la casa della strega, abiti che ora erano
strappati.
“Mi dispiace…” Si avvicinò e non riuscì
ad impedire alle proprie dita di sfiorare il tessuto lacerato, Brittany alzò le
mani bloccando le sue,
“Non mi hai fatto niente…”
Sussurrò,
“Devo tornare a casa” Malgrado le sue parole Santana non riusciva a separare le
mani da quelle di Brittany, era strano, quel gesto le sembrava vitale ore, si
sentiva bene. Alzò gli occhi incrociando quelli dell’altra ragazza che erano lì, aspettando che lei la guardasse. Ora che erano
così vicine si rese conto che Brittany era un po’ più alta di lei, i suoi occhi
scesero sulle sue labbra, come se fossero calamitati. Fu un istante poi Santana
non riuscì più a trattenersi, alzò il volto, chiuse gli occhi e la baciò.
Sentì le dita di Brittany stringere
le sue nella sorpresa eppure non si sottrasse a quel leggero bacio. Un bussare
pesante le fece sobbalzare di nuovo e Santana si separò dalla ragazza
rapidamente.
Questa volta era Quinn,
“Santana!” La ragazza per una volta
non badò al protocollo invece si gettò al suo collo stringendola e
sorprendendola, “Accidenti a te! Non farmi mai più uno
scherzo simile!”
“OkQuinn…” La ragazza si rese conto di dove fosse e si separò
dalla sua principessa cercando di riassumere un certo contegno,
“La carrozza vi aspetta…” Disse
solo e Santana annuì, poi si voltò verso Brittany, si morse un labbro
sorridendo nel vedere le guance della ragazza rosate e gli occhi che brillavano
ancora,
“Ci vediamo domani… alla festa…”
“Sì…”, Santana annuì arrossendo
ancora, “Vado…” si sorrisero poi dovette seguire Quinn
che era già fuori dalla stanza.
Le dita di Santana tamburellavano
sul suo trono era tornata a palazzo da dieci minuti, il tempo di cambiare abito
ed era stata investita dalle domande del suo Primo Ministro, che l’aveva
lasciata in pace a fatica durante il viaggio,
“Santana! Hai intenzione di dirmi
cosa hai fatto per tutti questi giorni?” Chiese quindi esasperata la donna,
“No, Quinn,
non ne ho nessuna intenzione, hai fatto chiamare Kurt?” La donna strinse i pugni, era arrabbiata,
“Sì, come da voi ordinato
principessa!” Calcò sul titolo poi si inchinò e se ne andò, Santana
sbuffò, però non la richiamò, anche perché era entrato Kurt.
“Principessa eravamo in pensiero…”
“Bando alle ciance! Il mio abito?”
“E’ pronto principessa,
nero e…”
“Non lo indosserò,
ho in mente un'altra cosa…”
“Ma
principessa! La festa è domani! Non riuscirò a confezionare un abito in così
poche ore!”
“Sei un artista nel tuo campo, il
migliore del mondo, Kurt dimostralo confezionando questo abito per me.” Il ragazzo ascoltò a bocca aperta la
lode e poi mentre Santana gli descriveva l’abito si illuminò.
Quando uscì dalla stanza chiamò i suoi assistenti
sbraitando ordini, Santana avrebbe avuto il suo abito in tempo per la festa.
Note
Sorprese è??
E’ successo! Santana è di nuovo
umana e… ha baciato Brittany! (Mi sembra un ottimo uso delle sue labbra appena
ritrovate!) ;-)
Ma la
storia non è finita, c’è una festa da celebrare e forse un altro incantesimo da
spezzare…
Capitolo 9 *** Indossare le stelle e voler ringhiare ***
Buona lettura
Buona lettura!
Ottavo capitolo: Indossare le stelle e voler ringhiare
Il padiglione della festa era
chiamato così perché originariamente era un semplice padiglione di caccia, ora
però era un imponente edificio in marmo, nel quale si
alternavano superfici bianche e superfici nere, in una mescolanza elegante e
fantasiosa. Chiuso per l’intero anno prendeva vita per la festa che vedeva
riuniti i due regni. Le decorazione seguivano la
dualità dei regni, arazzi, bandiere e persino le guardie si alternavano.
Santana osservò i due troni, il suo
nero e quello di Brittany bianco, ricordava che li aveva sempre considerati
troppo vicini, ora le sembravano inspiegabilmente lontani.
“La principessa della luce è
pronta” Le segnalò l’addetto, il suo cuore accelerò e lei dovette prendere un
profondo respiro. Era sempre stata sicura di se stessa e del suo aspetto, ora
invece si sentiva tremare, mentre si chiedeva cosa avrebbe pensato Brittany. Le
trombe suonarono ma Santana non si mosse,
“Santana…” La richiamò Quinn che come da rituale era alle sue spalle, la ragazza
si riscosse ed entrò nella stanza. Brittany era lì, nel lato opposto della
sala, illuminata dalla luce. Santana sorrise, improvvisamente si sentì
tranquilla. Gli occhi di Brittany la percorrevano stupiti e ammirati. Non che
Brittany non fosse stupenda nel suo meraviglioso abito
bianco e oro ma Santana… beh lei indossava il cielo notturno. Non sentì neppure
il mormorio di apprezzamento proveniente dai nobili
presenti nella sala, invece avanzò sicura verso Brittany che sorridendo fece lo
stesso, si raggiunsero e insieme, fianco a fianco proseguirono fino ai loro
troni. Si sedettero, ancora in silenzio, ancora impegnate a rispettare il
cerimoniale.
Mentre entravano i notabili dei
regni però Brittany si tese verso di lei,
“Sei bellissima!” Le sussurrò e
Santana arrossì,
“Anche tu…” Le disse e la ragazza sorrise felice.
Santana osservò la mano di Brittany
era stretta al trono, e lei dovette imitarla per non allungare le dita e
stringergliela. Distolsero lo sguardo una dall’altra, Santana era consapevole
che se non lo avesse fatto probabilmente l’avrebbe baciata ancora. Arrossì a
quell’idea, era strano, va bene Brittany le piaceva,
quando sorrideva, quando rideva o anche solo quando la guardava lei si sentiva
felice, però desiderarla a quel modo… non era…
“Chiedo la mano della principessa
della luce!” Un cavaliere in armatura entrò nella stanza, Santana fece una
smorfia contrariata, sapeva che era solo il primo di una lunga seria, quel
giorno chiunque poteva chiedere la mano di una delle due principesse, Brittany
si alzò,
“Siete pronto
a sfidare il mio campione?” Chiese come faceva sempre, il cavaliere gettò a
terra il guanto di sfida e Brittany annuì. Poi si voltò verso di lei
sorridendole,
“Ci vediamo dopo!” Santana annuì,
Brittany non seguiva mai il duello, non amava la violenza e non sopportava di
vedere due uomini lottare per lei, così aspettava che il Paladino tornasse da
lei per portargli la notizia della sua ennesima vittoria.
Il terreno dello scontro fu
preparato, poi in Paladino fece il suo ingresso ricoperto dalla luccicante
armatura bianca, sul petto l’unicorno alato, simbolo di Brittany, sotto il braccio l’elmo. Santana lo guardò, era bello, i capelli che
brillavano come l’oro. Il guerriero si voltò verso di lei, il suo sguardo la
fece rabbrividire, sono tuo aveva detto, per sempre.
Il Paladino raccolse il guanto
infilandolo nella cintura, eseguiva quel rituale ogni volta.
Indossò l’elmo ed estrasse la spada. Il cavaliere sfidante si fece avanti
mulinando la spada, sembrava forte e capace, ma il Paladino danzava. La sua
spada era più rapida, il suo corpo più veloce, la sua mente più pronta. Puro
istinto dicevano alcuni, ancora una volta lo sfidante si
ritrovò con un ginocchio a terra, disarmato e con la lunga spada dal
Paladino sotto la gola.
“Vi arrendete?” Chiese e il
cavaliere sfilò l’elmo annuendo. Allora il Paladino
fece un passò indietro, estrasse dalla cintura il
guanto e con eleganza lo restituì all’uomo. Lo faceva sempre, eppure per
l’ennesima volta Santana ne rimase stupita, c’era gentilezza in quel gesto,
quasi delicatezza.
Come era
arrivato se ne andò, nessuno sapeva come dicesse a Brittany di aver vinto,
pochi minuti e la ragazza comparve, tornando a sedersi sul trono.
La giornata proseguì tra rituali e sfide,
la fantasia di Santana si dimostrò come sempre all’altezza, per il divertimento
dei nobili e lo scorno dei pretendenti, il Paladino dovette combattere altre
tre volte, ma le sfide sembravano appena intaccare le sue energie.
Il pranzo fu servito e poi
iniziarono le danze. Santana danzò con un certo numero di nobili e lo stesso
fece Brittany però i loro sguardi continuavano a cercarsi.
“Il conte Shuester
richiede un’udienza con voi”,
“Non vorrà ancora parlarmi di…” Si interruppe perché una mano si era allacciata alla sua, un
brivido le percorse il corpo mentre si voltava per incrociare due brillanti
occhi azzurri,
“Scusa Quinn,
ti dispiace se richiedo un colloquio privato con Santana?” A quel privato
Santana sentì un altro brivido, poi senza badare allo sguardo
stupito del suo Primo Ministro seguì Brittany verso la sua ala del
salone. La stanza in cui la portò era illuminata dalla luce, Brittany si voltò
sorridendo, le loro mani erano ancora allacciate,
“Avevo tanta voglia di stare da
sola con te!” Santana sorrise alle parole di Brittany, poi le
si avvicinò piano facendo combaciare le loro labbra. Le mani della
ragazza si appoggiarono sui suoi fianchi e Santana socchiuse le labbra. Sfiorò
con la lingua la bocca di Brittany che rispose attirandola contro di sé
approfondendo il bacio.
Si separarono per riprendere il
respiro,
“Cosa stiamo
facendo?” Le chiese Santana, la fronte appoggiata a quella della ragazza, gli
occhi ancora chiusi,
“Ci stiamo baciando…” Rispose
confusa Brittany e Santana arrossì aprendo gli occhi,
“Voglio dire…” Il suo sguardo cadde
sull’ampio letto a baldacchino che aveva le tende tirate, sparsi a terra vi
erano degli abiti maschili. Quella era la camera di Brittany lei ne aveva una identica e personale dall’altra parte
dell’edificio. Poi capì.
Si separò dalle
braccia di Brittany con una smorfia, era stata così stupida! Magari
Brittany non aveva sposato il Paladino, ma era chiaro che condividessero il
letto. Forse l’aveva spedito fuori un attimo prima di
andarla teneramente a prendere.
“Cosa…?” Chiese Brittany perplessa
dal suo allontanarsi,
“L’hai fatto per farmi spezzare il
tuo stupido incantesimo!”
“Non capisco…?” Brittany la
guardava preoccupata dalla rabbia che Santana sapeva di non riuscire a
nascondere,
“E dovrei
anche ringraziarti immagino! Per quanto pensavi di resistere? Fino a dove
saresti arrivata? Saresti venuta a letto con me?” Rise, una
risata vuota, Brittany la guardava con gli occhi sgranati, “Va bene,
puoi smettere di fingere innocenza!” Le ricordò lei, “Ormai mi sono già innamorata!”
Ridacchiò sarcastica, quando l’unica cosa che voleva fare era piangere fino a
finire le lacrime.
“San…” Tentò la ragazza alzando la braccia verso di lei,
“Non toccarmi! Non farlo mai più!
Sai ora capisco, mi hai fatto innamorare, così che decidessi di preferire la
morta piuttosto di farti del male, piuttosto di ucciderti, perché sai, lo avrei
fatto, ti avrei strappato la gola, avrei bevuto il tuo
sangue!” Le scappò un singhiozzo, “Ho preferito morire, un atto di altruismo,
così fuori dal mio carattere! Solo per te! Ed eccomi,
di nuovo umana!” Glielo urlò in faccia, come se non fosse quello che aveva
desiderato, “Forse era meglio se rimanevo un lupo, almeno ora non mi sentirei
una stupida!”
“Santana! Non capisco!”
Le urlò Brittany,
“Non capisci? Certo! E io ho persino chiesto a Kurt di
farmi indossare le stelle! Solo per te! Stupida, stupida!”
“Aspetta!” La richiamò Brittany
mentre lei già fuggiva dalla stanza,
“Torna dal tuo Paladino!” Le
ritorse lei prima di chiudersi la porta alle spalle con violenza.
Era stata ingannata! E ci era cascata! Lei! Sentì il desiderio di ringhiare, di
mordere, di ferire, ma sapeva di non poterlo più fare, era di nuovo umana, con tutta la debolezza che comportava.
Entrò nella sala, alcuni nobili
cercarono di avvicinarla ma nel notare il suo sguardo furioso deviarono
abilmente le loro traiettorie, solo Quinn le andò
incontro sicura,
“Cosa è
successo?” Le chiese ma Santana non la ascoltò,
“Il mio mantello!” Urlò, un valletto accorse coprendo il suo vestito trapuntato di stelle,
si sentì meglio, quell’abito ora le appariva come il simbolo della sua
stupidità e della sua debolezza.
“Avanti, non c’è nessun pretendente
alla mia mano?” Chiese ma nessuno nella sala fu tanto pazzo da farsi avanti,
gli occhi assassini della donna non preannunciavano
niente di buono.
“San…” Si voltò furiosa,
“Non chiamarmi mai più così! Se
avessi il tuo dono con i desideri chiederei di non
doverti vedere mai più!” disse, anche se mantenne la voce bassa, consapevole di
essere sotto gli occhi e le orecchie di tutti. Fu come se Brittany avesse
ricevuto un pugno. Santana sorrise felice di vedere
quel dolore, consapevole che era solo un briciolo rispetto a quello che provava
lei, perché Brittany poteva essere dispiaciuta ma non era devastata, lei aveva
finto, Santana no!
Non si rivolsero
più la parola, erano entrambe rigide sui loro troni, immobili e fredde
come una giornata d’inverno.
Note
La festa non è andata proprio come
speravamo!
Parlavamo di Destino giusto?
Orgoglio e ingenuità ancora una volta…
Santana ha tratto le sue
conclusioni e non ha dato modo a Brittany di spiegarsi, chiudendosi come un
riccio…
Cosa
succederà ora? A domani per scoprirlo nell’ultimo capitolo! Poi ovviamente ci
sarà l’epilogo!
Santana guardò l’abito nero che Kurt stava sistemando,
“Siete sicura
di non voler…”
“Ho detto nero!” Lo
riprese lei forse troppo violentemente, ma non le importava, malgrado quello
che avrebbe voluto credere, sapeva che era tesa come non mai all’idea di
doverla rivedere. Era passato un anno, un intero lungo anno e mai una volta si
erano rincontrate.
Molto presto la carrozza di
Brittany sarebbe entrata tra i suoi cancelli, Santana si chiese
se avrebbe alzato gli occhi per osservare il cielo pieno di stelle. Sbuffò a
quel pensiero, era possibile che dopo il modo in cui era stata ingannata non
fosse riuscita ancora a eliminarla dalla sua mente? E dal suo cuore? Scossa le testa
impedendosi di continuare, era assurdo e le faceva solo male.
“La principessa Brittany” Annunciò
l’usciere e Santana sobbalzò. Kurt era appena andato
via e lei era sola, dovette prendere un profondo respiro, poi si sistemò meglio sul trono, drizzò la schiena e alzò il mento.
Sentì la porta aprirsi, ma continuò a guardare la finestra dal quale scorgeva
parte del suo giardino immerso nel buio, i passi si avvicinarono e lei si voltò
solo quando li udì fermarsi. Dovette usare tutta la sua forza per non mostrare
emozioni, non ricordava fosse così bella, i suoi occhi
erano sempre stati così blu?
“Santana…” Pronunciò il suo nome e
lei sentì un brivido,
“Ho fatto preparare qualcosa se hai
fame…” Indicò con la mano il piccolo tavolino ricolmo di cibi e bevande,
Brittany scosse la testa,
“Ho sentito che hai reso la caccia
al lupo illegale, così come la produzione di abiti con
le pelli…” Santana annuì ma non commentò quella decisione alquanto impopolare
nel suo regno, “Ho parlato con Holly…” Disse ancora
Brittany,
“Ah sì? Come sta la strega?” Chiese
cercando di favorire una piccola forma di conversazione,
“Dice che hai ragione” Santana si
bloccò nel sentire quelle parole che per lei avevano un sapore così amaro,
“Su che cosa?” Chiese cercando di
sembrare indifferente,
“Su come sei tornata umana” Santana
che aveva distolto lo sguardo lo puntò su di lei, la
rabbia che formava una massa pulsante nel centro del suo petto,
“Non capisco perché devi venire a
dirmelo!” Brittany non si scompose a quel tono rabbioso,
“Perché volevo sapessi che mi interessava la cosa…” Santana sbuffò,
“E perché
mai? Nel caso ti sfuggisse un altro desiderio?” Chiese
poi sarcastica, Brittany abbassò la testa, colpevole e Santana distolse lo
sguardo, infastidita dal fatto che la sconfitta di Brittany non le procurasse
nessun tipo di piacere,
“No… volevo sapere se era vero che
ti eri innamorata di me…” Santana scattò in piedi, questo era davvero troppo,
non poteva sopportarlo,
“Beh non era vero!” Brittany alzò gli occhi sorpresa e Santana si spiegò, “Non penserai
davvero che io mi fossi innamorata di te? Una donna! Non ti ho mai sopportato!
Ti ho tollerata per quei pochi giorni solo perché da
quello dipendeva la mia possibilità di ritornare umana!”
“Ma…
allora…”
“Non eri tu! Era il Paladino!”
Disse, non aveva il minimo senso,
“Però hai baciato me!” Esplose
Brittany, Santana arrossì, mentre ricordava le labbra della ragazza,
“Era solo per
soffiarti il Paladino, non lo capisci neppure ora?”
“Quel giorno hai detto…”
“Non ha importanza cosa ho detto!
Era solo un modo per liberarmi di te!” Oramai Santana non sapeva neppure più cosa stesse dicendo, era a pochi centimetri dal viso di
Brittany, i loro corpi era tesi, “Vattene Brittany!”,
“No!” disse la ragazza, poi le
prese il volto tra le mani e la baciò. Più che altro premette
le proprie labbra contro le sue. Santana non si oppose neppure, troppo
stupita da quel gesto. “Io e te avremmo potuto
spezzare l’incantesimo sui nostri regni!”
Un attimo e la ragazza l’aveva
lasciata, si era voltata ed era sparita dalla stanza.
Nell’aria rimaneva solo più il suo
profumo.
Brittany era pallida, Santana
camminò verso di lei, il corpo che si muoveva solo perché lei se lo imponeva,
nessun sorriso, neanche uno sguardo, si affiancarono e raggiunsero i troni.
Santana sentiva le parole della donna risuonare nella sua testa, aveva avuto
una settimana per pensarci, cosa voleva dire? E poi,
perché l’aveva baciata? Perché? Era stato l’ennesimo
gesto di scherno nei suoi confronti?
Malgrado
quello di cui poteva convincersi non era sicura di poter dipingere Brittany con
tinte tanto fosche.
“Chiedo la mano della principessa
della luce!” Annunciò un cavaliere, Santana rimase rigida al suo posto, aveva già avuto due sfidanti ai quali aveva sottoposto prove
insuperabili, li aveva a mala pena guardati, la sua mente era troppo occupata,
persa in pensieri che la confondevano.
Brittany si alzò, la osservò a
lungo poi annunciò che il Paladino avrebbe lottato per lei. L’uomo entrò,
indossava già l’elmo, afferrò il guanto da terra e lo infilò nella cintura, nel
rituale che tutti conoscevano. Fece un cenno al suo avversario che si fece
avanti, come sempre sembrava volteggiare, colpi misurati e precisi cadevano
sull’avversario, Santana notò che sembrava però essere meno forte, come se il
suo braccio fosse più debole. Per un istante quell’innaturale debolezza sembrò
svantaggiarlo, ma poi il guerriero con un abile mossa
si sottrasse alla lama dell’avversario e lo disarmò.
“Vi arrendete?” Chiese con la voce
distorta dall’elmo e quando ottenne il cenno di assenso
sfilò il guanto, per poi consegnarlo con la consueta eleganza.
“Chiedo la mano della principessa
della notte!” Tutti si voltarono sorpresi, perché colui che
aveva parlato indossava l’armatura bianca con l’unicorno alato sul petto. L’elmo ancora ben calato sulla testa dopo che aveva sconfitto il
pretendente della sua principessa. Santana guardò perplessa il Paladino,
poi si voltò verso la stanza in cui come sempre era scomparsa Brittany.
“Siete pronto ad affrontare la mia
prova?” Chiese perché il silenzio si era protratto troppo a lungo e tutti
attendevano la formula rituale,
“Sono pronto”. Rispose il Paladino,
dritto di fronte a lei. Santana rimase di nuovo in silenzio, le vennero in
mente almeno una decina di prove assurde e impossibili poi però una semplice
frase risuonò nella sua mente, la frase che sembrava
torturarla da una settimana, con un tono di sfida, a voce alta disse,
“Spezzate l’incantesimo, riportate
la luce nel mio regno e la notte nel vostro.” Dai
nobili si alzò un mormorio stupito. Il silenzio dell’uomo durò a lungo, poi la
sua voce risuonò forte e sicura,
“Lo farò” Disse
solo il Paladino, poi si tolse l’elmo.
Note
Un anno! Bisogna essere proprio dei
testoni per stare lontano da Brittany per un anno!!
Per fortuna che Brittany sembra
decisa ha lottare per il loro amore… ;-)
Interrotto malissimo e pure corto…
lo so! A domani per l’epilogo!
Capitolo 11 *** E così si conclude la storia... ***
Ultimo
Ultimo! Buona lettura!
Epilogo: E così si conclude la storia…
Dall’elmo uscirono due sicuri occhi
azzurri e una chioma bionda. La sorpresa rese muta la già silenziosa stanza,
“Io, Brittany, principessa del
regno della luce, desidero…”
“Ferma!” La bloccò Santana saltando
in piedi, “Cosa significa tutto questo? Tu non sei il
Paladino!”
“Sì, lo sono, desideravo essere
libera e sono stata esaudita. Ero spaventata all’inizio, ma non sono riuscita a
disfare l’incantesimo poi ho capitolo i lati
positivi…” Spiegò Brittany, gli occhi azzurri che non lasciavano i suoi,
“Non puoi! Mi avete ingannata!” Santana era senza parole, aveva guardato il
Paladino combattere, ne era sicura! Era impossibile riprodurre quei gesti, non
con una simile precisione, nessuno poteva muoversi in combattimento come faceva
lui, era troppo abile, troppo unico! Eppure Brittany
l’aveva appena fatto.
“Io non amo il Paladino, non lo amo
perché sono il Paladino, il mio corpo giace addormentato quando occupo il suo e
viceversa.” Nella sala l’incredulità era palpabile,
eppure tutti avevano guardato la ragazza combattere, quella era una prova ben
più che tangibile. Santana sbatté le palpebre ricordando il lungo sonno della
ragazza quando erano prigioniere, non aveva chiamato
il Paladino, era entrata in lui! Il Paladino aveva abbreviato il suo nome, come
aveva fatto a non rendersene conto? Avevano lo stesso profumo, aveva avuto
prove così evidenti e non aveva capito. Brittany non badò a nessuno invece
continuò a parlare,
“Tu non ami il Paladino, non lo ami
perché ami me!” Proclamò davanti all’intera sala. Santana sgranò gli occhi sorpresa e ammutolita, “E io ti amo, non ho mai
finto, neanche un istante!” Gli occhi della ragazza erano limpidi: verità,
urlava il suo volto.
“Non… io…” Provò Santana, Brittany
si avvicinò sfilandosi i pesanti guanti di metallo, poi le prese la mano,
intrecciò le loro dita,
“Questo è vero San… e non mi importa di quello che mi hai detto, non ci credo…”
Santana sentiva il suo cuore rimbombare, “Sai Holly
ci ha fatto vedere la storia, affinché non commettessimo lo stesso errore, ci
ho messo un anno a capirlo, ma ora lo so, sarò ingenua, ma non ti permetterò di
essere troppo orgogliosa, lotterò per noi!”
“Brittany…” Disse
lei, era stata così stupida, così cieca…
Secoli prima una donna con il cuore
spezzato aveva sussurrato: Desidero che il cielo rimanga scuro affinché io non
possa più vedere l’azzurro dei suoi occhi e che il sole non spenda più così da
non ricordarmi il mio perso amore. E ora un’altra
donna, con il cuore di nuovo intatto diceva:
“Ho desiderato ogni giorno che il cielo fosse
azzurro così da poter rivedere il colore dei tuoi occhi… e che il sole
splendesse così che mi potesse ricordare il mio amore…” Sussurrò quelle parole
provenienti da un altro tempo, gli occhi chiusi le
mani che stringeva quelle di Brittany, “Ti amo” Aggiunse.
Alzò lo sguardo e aprì gli occhi
mentre il sole si alzava ad illuminare l’intera stanza. I nobili esplosero in
esclamazioni di sorpresa e poi di gioia. Santana non se ne accorse
neppure, il suo sole, la sua luce erano già davanti a lei, Brittany le
sorrideva, le lacrime agli occhi, le mani intrecciate alle sue.
La baciò e desiderò che fosse per
sempre.
Da quel giorno i due regni
tornarono alla normalità il sole sorgeva e tramontava, portando e togliendo la
sua luce, i pittori scoprirono le bellezze dell’alba e del tramonto e per anni,
non ci furono più nature morte o ritratti.
Gli astronomi si lamentarono per un
po’ poi si abituarono a svegliarsi al tramonto come gli astronomi di ogni altro regno.
E le
principesse? Mi chiederete voi, le principesse non ci furono
più. Ben presto infatti furono celebrate delle
sontuose e liete nozze e ne uscirono due regine. Due regine per un solo regno, infatti dopo tanto tempo finalmente il regno della luce e il
regno della notte poterono assecondare il loro destino e formare un unico
grande e prospero regno.
Del Paladino non si udì più
parlare, alcuni, i più scettici dicevano che era partito, ritornato alla sua
patria o andato alla ricerca di un'altra dama da difendere, ma i ben informati
dicono che esso semplicemente scomparve, perché il desiderio di libertà
espresso dalla principessa Brittany non aveva più ragione di essere
essendo lei ben più che felice di passare ogni minuto con la sua sposa.
Se siete preoccupati per le sorti
del regno unificato, essendo le due regine incapaci di dargli un erede, vi dirò
che una notte, una certa regina, che un tempo non credeva nel potere dei
desideri si svegliò, tra le sue braccia stringeva il suo amore, guardò il cielo
stellato, ben visibile dalla grande finestra del loro
palazzo e desiderò, desiderò di poter avere un bambino, perché il loro amore e
la loro felicità potessero essere ancora più perfetti. Non so come si risolse
quella storia, ma posso dirvi che in una casetta, ormai non più al confine tra
notte e giorno una donna inciampò e ciò che teneva tra le mani finì nel suo calderone.
Note
Ora che tutto è
stato svelato spero che la storia vi piaccia ancora!
Grazie mille a tutte! Per i
commenti, per i complimenti e per averla anche solo letta!
Scrivo per me ma è fantastico
condividere con voi!
Ora per il futuro… come sapete sono
scarsissima nella resistenza… ho due long pronte e qualche altra in produzione
(tra le quali Men In Black II e Blue Lady II) quindi
presto vi tormenterò con una nuova storia!