Istantanee: strade, persone, momenti..

di pernome
(/viewuser.php?uid=215370)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non c'era niente per cui provare rimorso ***
Capitolo 2: *** Il momento giusto ***



Capitolo 1
*** Non c'era niente per cui provare rimorso ***


Non c'era niente per cui provare rimorso
(ovvero di come tutto ebbe inizio)


Le mancava. Come poteva non mancarle? 
Gli occhi, la curva della mascella quando faceva quel cazzo di sorrisetto saccente, il movimento delle dita quando si accendeva una sigaretta, persino l'odore nauseante delle sue Camel. Le mancava addirittura quell'espressione strafottente alla James Dean. 
- Mi fa figo - diceva ogni volta che lei glielo faceva notare. 
Aveva mantenuto la promessa, se n'era andato. Eppure Iris, seduta su quel letto sfatto e con un pacco di foto di fronte a se, sapeva che non era finita lì, che c'era un seguito a quella storia strana e impossibile. 
Che cazzo c'è di impossibile in una storia così banale?
Le foto, impilate e rilegate con uno spago malandato, sembravano chiamarla, ordinarle di riesumare ricordi sopiti da tempo. 
Quello spago, così superfluo nel contesto catartico della scena, appariva invece la cosa più importante. 
Così simile a Sebastiano da renderlo quasi vivo; perso, malandato, distrutto eppure così sicuro, capace di tenere assieme un gruppo di persone, un groviglio di amicizie, emozioni e speranze con la sua unica presenza. Un mazzo di fotografie. Iris non era forte, non era indipendente, non era nulla quando toglieva quella maschera di prepotenza e si lasciava andare, da sola, nella penombra del crepuscolo. 
Non c'è niente per cui provare rimorso, si ripeteva guardandosi indietro. Non era colpa sua, non lo era mai stata. Continuava a ripetersi quel mantra davanti alla pila di scatti, di momenti immortalati. Forse qualcosa per cui provare rimorso. Era tutto finito, spirato. 
Aveva così superato la paura, il terrore dei ricordi e aveva slegato con cura il fiocco creato con lo spago, facendo attenzione a non romperlo, e aveva preso in mano la prima foto.



quel che poi conta son le solite piccolezze - di come è nata la 'cosa'

Buonsalve. Qui è Nom, con il suo ritorno. 
Ho questa storia scritta da prima delle vacanze. Dovevo pubblicarla a settembre ma ovviamente non l'ho fatto. 
E' difficile intraprendere qualcosa del genere. 
La struttura principale è quella che, a primo impatto, spero di avervi fatto percepire. 
Ogni capitolo sarà un po' una 'storia a sè'. Ogni capitolo sarà una foto presa da quel pacchettino che tiene in mano Iris. 
Spero apprezzerete. 

Tutte le citazioni, 'piccolezze' e crediti saranno inseriti a fine 'storia'. 
Le foto a inizio capitolo non mi appartengono. Sono state tutte prese da we♥it o Tumblr. 
Grazie. 
Nom

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il momento giusto ***


Il momento giusto
(ovvero di come Sebastiano conobbe Iris)

- un giorno di settembre -

Adele adorava il caffè d'orzo. Era una cosa che la mandava in estasi. Assaporava ogni sorso con attenzione, rigirandoselo in bocca, come aveva visto fare nella televisione del negozio di elettronica. Mica ce l'aveva una televisione lei a casa. Era tutto superfluo, anche l'informazione, tipico di Adele. 
Levi la guardava da lontano, mentre si assaporava con gusto quella schifezza che gli altri come lei chiamavano caffè. Non la sopportava, con quelle sue manie e quel modo di fare, ma se la sarebbe scopata volentieri. Se solo avesse potuto. 
-Smettila di fissare Adele, Levi, porca puttana!-, l'amico che aveva parlato era Luigi, il nichilista della situazione. 
-Non ne vale la pena davvero-
-Per te non ne vale mai la pena, vaffanculo. Io voglio solo ripassarmela per bene-, aveva sbottato Levi, esasperato. 
-Non ci voglio fare figli, voglio solo scoparmela!-, la notizia, annunciata a voce fin troppo alta anche per Levi, era arrivata anche alle orecchie di Iris. 
-Chi è che ti vuoi scopare?-
-Noto che quando si parla di scopare sei sempre presente, eh Iris?- 
Lei si era voltata ed era tornata a sbocconcellare la ciambella che aveva davanti da mezz'ora. 
-Magari se gli rispondessi a tono, una volta tanto-, Rosa, la paladina della giustizia, era arrivata a dire la sua, e sarebbe partita con la paternale, se Iris non si fosse alzata per raggiungere il bancone. 
Il locale era piuttosto piccolo, un posto tranquillo occupato per lo più da quel gruppo di amici.
Erano sempre i benvenuti, nonostante non sempre consumassero, sempre lì buttati, senza un'idea nell'arco della giornata se non andare da 'Vito', era quello il nome dell'uomo dietro al bancone, titolare della caffetteria, due baffi neri come la pece e i capelli grigio topo. 
-Posso offrirti qualcosa?-, non era difficile che la gente sentisse le conversazioni altrui in quella caffetteria, troppo piccola perché le confidenze tra amici non divenissero di dominio pubblico nel giro di pochi secondi, e probabilmente era la conversazione tra Iris e i suoi amici che aveva spinto il ragazzo appoggiato al bancone di fianco a Iris a parlare. Sesso facile. 
-Si, grazie-, purtroppo per lei, però, Iris era veramente una ragazza facile, e alzando un braccio ossuto verso Vito aveva gridato: -Un marocchino, tesoro-, poi si era appoggiata alla sedia alta affianco a quella del ragazzo. 
Lui, senza nome, si era limitato ad alzare un braccio e ad indicare a Vito il desiderio di averne due, di marocchini. 
Quando lo aveva abbassato, Iris se lo era trovato a poca distanza dal viso, teso verso di lei. 
-Sebastiano-, aveva fatto un sorriso. Un solo sorriso che aveva smontato, giocato a flipper, fatto un puzzle e infine rimontato il cuore di Iris, che si innamorava più o meno cinque volte al giorno di cinque ragazzi diversi.
Il suo nome era uscito in un sussurro quando la mano aveva sfiorato quella di Sebastiano, lasciandole scosse lungo la spina dorsale. 
-Cosa ci fa da queste parti? Non ti ho mai visto-, il ragazzo sembrò accigliarsi, per poi tornare al solito sorriso mozzafiato.
-Ho delle commissioni da sbrigare nei paraggi-. 
Troppo educato e con una parlata troppo corretta per il modo in cui si presentava. 
Era un ragazzo alto e i capelli, a spazzola e neri, erano stati sapientemente rasati sulla tempia sinistra in modo da creare un intricato disegno. Indossava una maglietta nera, troppo grande per il suo corpo asciutto, e un paio di jeans altrettanto neri, ma della misura esatta. Un tatuaggio, infine, spuntava dalla manica della t-shirt. 
Iris si aspettava imprecazioni, bestemmie e parolacce come 'cazzo' usati come intercalare, non un parlato corretto e ricercato. 
Quando finirono il marocchino Iris si lasciò scappare qualche parola di troppo, ma non se ne rese conto in quel momento. 
-..Dovresti uscire con noi ogni tanto-
-Mi farebbe piacere-
-Noi siamo sempre qui-
Il giorno dopo Sebastiano era tornato, sicuro di trovarli, si era presentato ad ogni componente di quel gruppo e, involontariamente, era entrato a farne parte. 
Era il momento giusto, il momento in cui Sebastiano sarebbe entrato nelle loro vite e le cose sarebbero accadute.


Quel che poi conta son le solite piccolezze - -

Buonsalve! Sono tornata con un nuovo 'capitolo'. Ma si può realmente chiamare così? 
Ci sono personaggi che probabilmente vedrete pochissimo, quindi non affezionatevi a nessuno lol 
Grazie a tutti quelli che hanno commentato/seguito/apprezzato. Grazie davvero  ♥
Un bacio, come sempre, 
Nom.


ps. quella in foto è Iris ♥
pps. scusate per eventuali errori. Non è betata da anyone but me.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1311439