E mi svegliai…..
Di soprassalto, senza alcun preavviso.
Come un cane, che viene violentemente strattonato dal padrone quando sta
tentando invano di liberarsi dalla ferrea e rigida presa del suo guinzaglio
Proprio quando pensavo di poter passare dopo tanto tempo una nottata
decente
Aprii gli occhi, in un gesto che mi risultò tanto faticoso quanto inusuale.
Di solito i miei occhi non rimanevano chiusi per più di qualche minuto. E
sembrava invece che quella sera fossero rimasti serrati almeno per un paio
d’ore.
Ma d’altronde non si può avere tutto. Anzi, a dire la verità non sono sicuro
che il troppo riposo sarebbe finito poi per giovarmi più di tanto. Non ci ero
abituato, questa è la pura è semplice verità
Il nero nelle mie palpebre venne mano a mano rimpiazzato dai colori, prima
sfocati, poi via via sempre più nitidi
Era buio. E a quello, state certi, ero più che abituato.
Le piccole fiammelle dei candelabri che prima emanavano una fioca luce
soffusa (il vecchio Silente doveva essere al corrente della mia poca tolleranza
a una fonte luminosa troppo intensa) si erano spente. Dovevano essere incantate
in modo tale da spegnersi il momento stesso in cui avessi preso sonno. Non che
la cosa fosse poi così importante. Ma non avevo mai pensato che la magia potesse
essere usata anche in questo modo. Da quel poco che ho potuto imparare dai
ricordi dei miei prigionieri sapevo solo che veniva usata per infliggere immani
e indicibili sofferenze o addirittura uccidere senza la minima misericordia
Magia Buona…a quello non ci avevo mai pensato. E mi meraviglio di non aver
saputo concepire prima un pensiero tanto semplice
Se esistono i maghi cattivi devono esistere anche quelli buoni, non
trovate?
Mi alzai. Feci forza sui muscoli degli addominali e delle braccia e alzai la
schiena.
Non fece male né scricchiolò rumorosamente, con mia grande sorpresa. A volte
un letto comodo può essere molto prezioso
Mi guardai intorno, ancora disorientato dalla vista della mia nuova camera.
Non c’era il mio pagliericcio, né la fredda pietra di Azkaban a separarmi dal
mondo esterno
Potevo distinguere ciò che mi circondava con assoluta chiarezza. Per coloro
che sono abituati a "vivere" al buio, "vedere" al buio è la cosa più naturale di
questo mondo.
Tutto era esattamente uguale a come i miei occhi l’avevano lasciato prima di
lasciarsi vincere dalla forza del sonno. Tutto eccetto "quello"
Era uno specchio, abbastanza grande da poter riflettere comodamente due
persone che si fossero guardate stando in piedi l’una sopra le spalle
dell’altra. Era incastonato in una cornice d’oro massiccio così come d’oro erano
le zampe di leone su cui si reggeva. La parte alta invece era adornata da due
enormi ali piumate, anch’esse forgiate nell’aureo metallo, ma stranamente
flessibili e leggere,come quelle di un uccello vero e proprio.
"Un altro regalo di quel vecchio…" sospirai a voce bassa
E in effetti avevo ragione.
Attaccata a una delle piume notai un piccolo foglietto di carta
"Fanne buon uso."
Vecchio pazzo…cominciavo quasi a trovarlo simpatico
Non capii all’inizio cosa volesse dirmi, né a cosa servisse effettivamente
quello specchio dato che non rifletteva assolutamente nulla. Era completamente
nero, come la pece.
Non che avessi il forte desiderio di specchiarmi, sia chiaro. Non conoscevo
il mio aspetto e avrei preferito che le cose fossero rimaste in quel modo.
Avevo una vaga idea di come potevo apparire…a volte ero riuscito a vedere una
figura pallida e indistinta riflettersi negli occhi dei miei prigionieri. Ma
questo è quanto. Non sono mai riuscito ad andare più oltre di così
Mi voltai e feci per ritornare a letto, un lusso che non sapevo ancora per
quanto mi sarebbe stato concesso. Non valeva la pena rimanere a rimunginare su
uno specchio completamente nero, no?
Niente di più sbagliato.
Come se una voce mi avesse sussurrato di guardare mi girai nuovamente.
Un urlo di terrore invase la stanza.
"Stai lontano da me! Stai lontano da me!"
Lo specchio si era misteriosamente animato. Una figura scappava come in preda
al panico in quella che pareva essere una fitta e oscura foresta. Un'altra
figura incappucciata e interamente coperta da una lunga cappa nera la stava
inseguendo, spinta dalla fame e dalla brama di nutrimento
Mi avvicinai allo specchio per vedere meglio
"Aiuto! Che qualcuno mi aiuti ! Harry! Harry aiutami! "
La riconobbi. La ragazzina dai capelli rossi che aveva avuto il coraggio di
sfidarmi quando eravamo alla Sala Grande
E quello che la inseguiva era un mio confratello.
Rimasi a riflettere per qualche secondo…
"Da sola, di notte e in una foresta…se l’è cercata non è affar mio"
Evidentemente lo specchio non era della mia stessa opinione. Una enorme bolla
di liquido (liquido? No era qualcos’ altro) mi avvolse completamente e mi sentì
come inghiottire da quello strano congegno di vetro. Fu come essere risucchiati
violentemente in preda a una sorta di potente e continuato strattone, come se un
esercito di mille mani mi tirasse via. D’istinto chiusi gli occhi
Quando li riamprì lo specchio mi aveva risputato dall’altra parte del suo
riflesso.
Terra morbida e gelida si sgretolava tra le mie mani, mentre bocconi tentavo
invano di dare una spiegazione logica e razionale a quanto era appena
accaduto.
Spiegazione che mi fu fornita dal grido solitario di un gufo. Alzai gli occhi
al cielo
Ero nella foresta.
Gli alberi mossi dalla leggera brezza notturna sembravano volermi dare il
benvenuto, agitando lievemente i loro rami. O forse mi stavano intimando di
andare via, chi lo sa?
Il rapace era appolaiato su uno dei rami più alti di un grosso pino e mi
fissava con occhi curiosi.
Non dovevo essere una visione particolarmente gradita.
Spiccò il volo. In un primo momento pensai di essere stato effettivamente io
a farlo scappare, tant’è che all’inizio non ci feci neppure troppo caso.
Eppure nell’aria c’era qualcosa di strano…un rumore di passi
"Aiuto! Aiutatemi vi prego!"
La sua voce… un altro piccolo stormo di uccelli rapaci, forse corvi, che
prima erano rimasti nascosti dispiegarono le loro ali e le fecero sbattere
all’unisono, volando via.
L’aria si fece più fredda e potevo distinguere chiaramente alcune piccole
goccioline d’acqua piovana rimaste attaccate alle foglie e ai cespugli,
tramutarsi in brina
Una sensazione che conoscevo fin troppo bene…Stava arrivando
In quel momento, come se mi fossero state iniettate nella mente, le parole di
Silente cominciarono a risuonare rumorose
"Puoi scegliere… …"
Senza pensare corsi in direzione di quella voce. E non ricordo di aver mai
corso tanto forte in vita mia.
"Aiuto! Per favore aiuto!"
"Dove sei? " urlai "Dove sei?"
"Allora c’è qualcuno! Ti prego aiutami"
"Dimmi dove sei!" continuai a urlarle
"QUI! QUI! TI PREGO SALVAMI!"
Certo, magari se fosse stata un altro poco più vaga ci avrei messo due notti,
invece di una sola per trovarla. Ma stava parlando e finchè parlava potevo
sentirla
Continuai a seguire quella voce finchè non me la ritrovai davanti. Sbucai
dopo un interminabile corsa al di fuori di alcuni cespugli completamente
ghiacciati, tanto che si frantumarono come cristallo al mio passaggio
L’avevo trovata.
Era stesa per terra con la schiena premuta contro un albero mentre in preda
al terrore fissava come paralizzata la figura incappucciata che le stava
volteggiando intorno.
Non si era neppure resa conto della mia presenza, tanto era spaventata
Vidi il Dissennatore compiere una lunga piroetta all’indietro, come per
prendere una lungo rincorsa per poi darsi un forte slancio in avanti.
Era pronto a nutrirsi.
Non so ancora bene spiegarmi il motivo.Forse perché avrei dovuto rinunciare
per sempre alla libertà , forse fu quella mia famosa "parte umana" a spingermi.
O forse perché sentivo di dover qualcosa a quel vecchio bizzarro. Fatto stà che
mi precipitai davanti a lui e spalancai le braccia come per non farlo
passare
"Fermati!" gli intimai contro "Fermati!"
Il Dissennatore fermò la sua corsa e si fece repentinamente indietro, come se
fosse stato respinto da una invisibile barriera. Mi fissava quasi
incuriosito,(se si può effettivamente chiamare "fissare") oscillando lentemente
la testa prima a sinistra, poi a destra, poi di nuovo a sinistra
"fame…"
Un vento gelido mi invase la faccia, gelandomi i capelli. Mai mettersi tra un
Dissennatore e la sua vittima
"Trovatene un’ altra. Lei è mia hai capito? È la mia preda"
Mi puntò contro la falange ossuta e se avesse avuto effettivamente una faccia
avrei potuto giurare che sarebbe stata rigata profondamente dalla rabbia
"L’ho trovata per primo…è mia… …dammela…"
"È mia adesso, hai capito? Mia! Fuori dai piedi!" gli risposi in maniera
violenta e feroce
Il Dissennatore rimase immobile per qualche secondo, come se stesse
riflettendo. Poi si voltò,dando le "spalle" a me e alla ragazzina dai capelli
rossi
"Ho detto sparisci! Subito!" gli intimai nuovamente
Il suo mantello volteggiò violentemente, compiendo alcuni giri su sé stesso.
E poi sparì
L’avevo salvata…
L’avevo salvata?
Oddio ma perché?
Rivolsi il mio sguardo verso di lei. Era pietrificata dalla paura.
Cercai senza estremo successo una qualche parola che avesse potuto darle
sicurezza
"Puoi alzarti adesso…è andato via"
Mi fissava. I suoi occhi si illuminarono di una strana luce e la sua faccia
assunse una bizzarra espressione. Iniziò a tremare nervosamente,
terrorizzata
Poi urlò
"LASCIAMI ANDARE, LASCIAMI ANDARE!!! " esclamò forte, e prese a tremolare
freneticamente, come se la sua pelle fosse percossa in ogni millimetro da una
scarica di brividi di freddo
"Ho detto che se n’è andato, tranquilla" le risposi , quasi inveiendole
contro
"Non uccidermi ti prego! Non uccidermi!" continuò a balbettare lei,
incespicando sulla lettere "i" dimenticandosi quasi di pronunciarle
"Non ho alcuna intenzione di ucciderti, stupida ragazzina fastidiosa!"
"Allora vuoi mangiarmi? È questo quello che fate voi? Ci mangiate? Ho sentito
Fred e George dire che.."
"Non ho alcuna intenzione di mangiare una stupida ragazzina ingrata e
nevrotica come te!" la interruppi
Non doveva essere suonato molto rassicurante, lo ammetto. Ma come ho sempre
cercato di spiegare, io alle persone non ero semplicemente abituato.
"Allora non mi mangierai?" disse lei titubante, ancora incerta se fidarsi
delle mie parole o no. E come biasimarla, d’altronde
L’avevo chiamata preda. E le avevo quasi divorato un compagno sotto i propri
occhi
"Quelle coi capelli rossi non hanno un buon sapore. E adesso piantala e
alzati"
Le ci volle qualche minuto buono prima che riuscisse effettivamente a
rimettersi in piedi. Le gambe non volevano obbedirle, e quando con immane sforzo
riusciva a mettersi eretta ruzzolava goffamente all’indietro
Era anche colpa mia, che continuavo a fissarla senza staccarle le pupille di
dosso. Ma credo che il grosso del lavoro lo avesse fatto prima il
Dissennatore
Finalmente si rimise in piedi e non potei esserne più felice. Avrei voluto
sbarazzarmi di quell ragazzina dai capelli rossi il più in fretta possibile. Non
le avevo ancora perdonato lo sguardo di sfida che mi aveva lanciato poche ore
prima…mi aveva messo a disagio
"Credo che adesso sia tutto a posto. Vattene e sparisci, prima che il
Dissennatore cambi idea."
"Come ci riesci?" chiese lei, ancora stravolta. "Come ci sei riuscito?"
Non ero in vena di spiegazioni. Specialemente a tarda notte in una
foresta
"Ci riesco e basta ok? Ora vai."
"Tu mi hai salvata"
"Io non ho fatto un bel niente" negai spudoratamente, quasi come se me ne
vergognassi "Torna al castello…e fallo in fretta. Non vorrai mica che i
Dissennato…"
"Grazie…"
…………………………………………………………
…………………………………………………………
……………..Cosa?
……………Cosa avevano appena pronunciato quelle labbra?
"Grazie" ripetè lei, quasi avesse intuito il mio stupore
La parola della gratitudine…
…rivolta a me?
Tentai di riprendere possesso di tutte le mie facoltà che al momento
sembravano essersi intorpidite. Fu una fatica immane
"Non ho fatto niente ho detto. E adesso ritorna al castello. La tua presenza
mi irrita" le sibilai velenosamente contro
La ragazzina assunse un’ espressione che non si sbaglierebbe a definire
"triste". La paura di prima era del tutto scomparsa
"E se dovessero tornare?" domandò
"Non torneranno." Le risposi seccato
"Come fai ad esserne sicuro?"
"Loro mi ubbidiscono, ok? Ti basti sapere questo" conclusi
"D’accordo…." Mormorò lei, anche se non sembrava essere estremamente
convinta
Fece qualche passò e si allontanò lentamente. E ne fui stranamente sollevato.
La vidi sparire, inghiottita dalla vegetazione della foresta, fino a che il
rumore delle sue scarpe non fu altro che un ricordo lontano
"Finalmente…" riuscì a sospirare…
E puntualmente la vidi riemergere dal cespuglio boscoso
Rimasi interdetto per qualche lunghissimo istante come se un grosso punto
interrogativo mi fosse appena comparso sulla testa
"Non so come tornare indietro" mi disse lei, preoccupata "devo essermi
persa"
Effettivamente ora che ci riflettevo….neanche io avevo la minima idea di come
riuscire a ritornare al castello. E all’alba mancavano non più di un paio
d’ore
"Problemi tuoi!" le urlai
La giovane streghetta non sembrò lasciarsi prendere dallo sconforto
"Allora che facciamo?"
Facciamo? Noi? Era sicura di star bene quella ragazzina? Era stata appena
aggredita da un Dissennatore e adesso fraternizzava con uno di loro come se
niente fosse accaduto?
"NOI non facciamo proprio un bel niente. IO cercherò di sentire dove si
accumulano le voci dei Dissennatori per capire dove possa trovarsi la scuola. Di
solito non si allontanano troppo da una possibile fonte di sostentamento, specie
se quella fonte è formata da tenere ragazzine come te"
Cercai di farle tornare un po’ della paura che sembrava aver perso. Tentativo
inutile
"Posso venire con te?"
Era troppo
"Dio mio, cosa c’è che non va in te? Io sono cattivo, mettitelo bene in
testa."
Non si scompose. Anzi…
"Lo sono anch’io a volte."
Sorrise.
E davanti a quel sorriso non potei fare altro che cedere. Mi sentivo stupido
a comportarmi seriamente con lei, mi mancavano le forze
"E va bene, va bene. Cerca solo di non venirmi troppo vicino"
Annuì con un cenno del capo e fece qualche breve passettino in avanti
"Poi mi spiegherai cosa ci fa una ragazzina in una foresta come questa nel
cuore della notte"
Un timido raggio lunare le illuminò il viso, svelandolo ai miei occhi che
tanto riuscivano a trarre da quella debole luce
Era bella, non c’e che dire
Soprattutto gli occhi. Azzurri, vivaci e limpidi…
…..Azzurri?
…Che strano…
…Eppure avrei giurato che fossero neri… |