What should remain a secret di Red Robin (/viewuser.php?uid=27269)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** N°1.6: Colours of love ***
Capitolo 2: *** N°7.6: A ship full of monsters ***
Capitolo 3: *** N°4.6: Food and Jealousy ***
Capitolo 4: *** N°9.6: Up the morning ***
Capitolo 5: *** N°8.6: It's kind of a funny story ***
Capitolo 6: *** N°9.9: Stupid gag ***
Capitolo 7: *** N°13 (Extra n°2).6: Pirate ***
Capitolo 1 *** N°1.6: Colours of love ***
Titolo raccolta: What should remain a secret Titolo storia: Colours of love
Autore: Red Robin (Entrambi) Fandom: One Piece Tipologia: One-shot Personaggi/Paring:
Roronoa Zoro, Sanji / ZoSan Genere:
Sentimentale, Fluff, Vagamente
introspettivo Rating: Giallo Avvertimenti: Shounen ai, Slice of life, What if?, Missing
Moment Prompt scelto: 6
- Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire Elemento del Prompt Utilizzato:
Spiaggia Beta: My Pride
Note: Oook, non so
come mi sia venuto fuori ma... questa sarà la prima fic delle 10 Shot del
Contest a cui partecipa: Gocce di quotidianità [Multifandom and Original
conest] indetto da clalla97 Che altro dire? Non sono brava con le note se non a sproloquiare e
a linkare le mie altre fic, ma quel persto ci sono le note finali <3
Probabilmente è meglio ritrovarsi alla fine della Shot, dato che purtroppo
con i promt contest scrivo poco ultimamente, ed è già tanto se riuscirete a
leggere sino alla fine... lasciatemi un commentino è il mio solo i Desiderio... chi leggerà capirà
^^^
Colours of
love
L’isola su cui eravamo sbarcati quel mattino non era molto
vasta.
La città occupava i tre quarti del terreno, attraversato da un
fiume utilizzato nei campi per irrigare, la vegetazione pullulava in ogni dove
e i cittadini erano molto socievoli, tanto da permetterci di fare i nostri
acquisti in tutta tranquillità.
Il che era un bene dopo l'ultime avvisaglie di Alabasta.
Avevo preso con me Chopper per aiutarmi a portare un carico
maggiore di spesa, essendo rimasti a corto di viveri, e lui, molto gentilmente,
aveva accettato. E fu proprio nel fare compere che c’imbattemmo in un volantino
variopinto affisso al muro, attirando la nostra attenzione al punto di farci
fermare incuriositi.
A lettere cubitali era scritto il nome dell’evento, “Yùwàng de shèngyàn1”, in un lingua che non avevo mai letto.
Anche il resto dei caratteri non era molto comprensibile, riuscivo a scorgere
giusto qualche lettera o qualche parola a me familiare senza darmi la
possibilità di saperne di più. E dovevamo aver certamente attirato l’attenzione
su di noi, se un anziano e la sua nipotina si fermarono per darci
spiegazioni.
-C’è scritto: Festa del
Desiderio2.- fu la prima cosa che mi disse l’uomo, lasciandomi ancora un po’
perplesso e al contempo con un velo di maggior curiosità, giacché volevo
conoscere quell’evento dal nome così pieno di speranza. -Non riesci a leggerlo
perché quella è l’antica lingua che insegnamo tutt’oggi ai nostri figli e ai
nipotini.- spiegò ancora, chinando il capo per sorridere alla bambina, che
ricambiò il gesto con enfasi. -È caduta in disuso a causa dei molti turisti che
ogni anno si presentano per esprimere i loro desideri mandandoli nel
cielo.-
A quel dire sia io che Chopper ci guardammo perplessi, ma ben
presto riportai l’attenzione del mio unico occhio visibile sul nostro
interlocutore. Sbattei velocemente le palpebre un paio di volte, afferrando poi
una sigaretta dal pacchetto di sigarette riposto nel taschino prima di
domandare: -Nel cielo? Com’è possibile fare una cosa del genere?-
L’uomo ridacchiò divertito, e io e Chopper ci scambiammo una
seconda rapida occhiata, capendoci sempre meno. -Vedi, figliolo, stasera ci sarà
una grande festa. Cibo a volontà, attrazioni di vario tipo,- Indicò una ruota
panoramica a cui non avevo ancora fatto caso, nonostante le grandi dimensioni.
-I fuochi d’artificio e infine il lancio
del desiderio. Possono partecipare solo le coppie con a fianco la persona
amata, al fine di augurarsi continuità nel rapporto o nella richiesta di un
nuovo amore. Basta chiedere qualcosa per far sì che accada.-
-Sembra divertente.- commentò Chopper, eccitato. -Ci sarà anche lo
zucchero filato?-
-Una montagna di dolci!- Stavolta fu la bambina a rispondere, e la
cosa non poté che farmi sorridere, soprattutto quando vidi gli occhi di Chopper
illuminarsi quanto quelli della piccola, mentre il suo nonno si accigliò senza
scomporsi.
-Sbaglio o il procione ha parlato?- domandò, e Chopper,
puntiglioso come sempre e non senza una nota irascibile nella voce, non mancò di
far notare che lui era una renna.
-Ha solo mangiato il frutto del Diavolo ‘Huma Huma’, non è così
avvincente.- spiegai, liquidando con poche parole quella discussione per tornare
a ben altre questioni. -Piuttosto, sono curioso di saperne di più di questo
desiderio.- dissi, pregustando già il momento in cui io e la mia adorata
Nami-swan avremmo potuto consolidare il nostro amore. Dovevo assolutamente scoprire come
fare!
-Oh! Ma è semplice.- disse lui, ridacchiando. -Ti basterà entrare
in un qualunque negozio e comprare una lanterna di carta per la festa, poi non
appena suonerà il ‘Gong’, sarà il momento giusto per accendere la candela al suo
interno e lanciarla entrambi in aria. Ma attenzione, se questa non volerà, cadrà
o prenderà fuoco, porterà sventura sugli amanti.- concluse con un avvertimento a
cui non feci caso, poiché ero troppo felice all’idea di poter chiedere alla mia
Nami-swan o a Robin-chwan di lanciare una luce duratura per il nostro eterno
amore!
Ringraziai quel gentilissimo vecchietto, che non mancò di
consigliarmi di non fumare non appena feci per accendere la mia irresistibile
sigaretta, prima di proseguire con la sua passeggiata, e così noi. Il resto
della mattinata trascorse piuttosto in fretta, e dopo aver portato alla nave ciò
che avevamo acquistato, ci eravamo riuniti tutti per il pranzo in una locanda.
Rufy come al solito non aveva fatto altro che creare panico al
nostro tavolo, in quello dei clienti e persino nelle portate che i camerieri
cercavano di servire loro a causa della sua ingordigia, facendo sì che la mia
bella navigatrice mettesse mano al portafogli più di una volta per qualche conto
extra prima di trascinare il Capitano lontano dal ristorante e dargli lei stessa
il “ben servito” a suon di pugni. Era semplicemente divina quando si arrabbiava.
La sera, poi, era arrivata piuttosto in fretta. Dopo esserci
preparati, eravamo tornati al villaggio per goderci la festa; c’era musica un
po’ ovunque, banchi di dolci, mercatini di vestiti, oggettini, ristoranti
all’aperto, giostre e molto altro. C’era praticamente da perdersi, in tutto
questo. La via era piena di cittadini e turisti, il chiacchiericcio era al
massimo e ben presto fummo divisi.
A dire il vero, fu Rufy il primo a separarsi da noi: prese con sé
Chopper e Usopp per dirigersi verso il cibo e i dolci, lasciandomi con Nami-swan
e Robin-Chwan. Il marimo era l’unico a mancare, essedo rimasto di guardia alla
Merry. Non che mi interessasse, anzi, il mio sogno si stava per avverare. Avevo
comprato quella lanterna per esprimere con loro il desiderio di rimanere sempre
assieme, e finalmente le mie preghiere sarebbero state esaudite. Però, prima
ancora che me ne potessi rendere conto, le mie muse mi avvertirono che si
sarebbero fatte un giro, lasciandomi da solo come un stoccafisso. Dunque non mi
restava che una possibilità... andare a caccia di donne! D’altronde avevo tutto
il tempo prima di far avverare i miei sogni, quindi morsi il filtro della mia
fidata sigaretta e mi mischiai nella folla.
Una, due, tre, quattro, cinque... più ragazze incontravo, meno
riuscivo a sentirmi a mio agio, il che era decisamente strano. Non avevo mai
avuto problemi a parlare con il gentil sesso, anzi, era piacevole. Eppure mi ero
ritrovato solo, chino sulla spiaggia che avevo raggiunto per evitare ogni
possibile contatto umano, pronto a rilassarmi e a dimenticare la festa che,
nonostante le innumerevoli attrazioni. non riusciva a
soddisfarmi.
Dinanzi a me stagliava la figura della Merry, con la polena tenuta
su da una grossolana riparazione di ferro. Con un braccio tra le ginocchia
piegate e tenute sui talloni, tracciai qualche disegno incomprensibile sui
granelli umidi e scuri. Avvicinai la mano sinistra per sfilare la sigaretta che
tenevo stretta tra le labbra per allontanarla, sbuffando via quel fumo
grigiastro nella notte. Prima di alzare il capo e vederla, quella luna così
grande e luminosa e quelle miriadi di stelle che risplendevano. Ma fu una in
particolare a cogliere la mia attenzione, la sua scia luminosa e quella presenza
fugace nel cielo, così solitaria e inconfondibile... una stella
cadente.
Che fosse veramente la notte dei desideri? Non era importante,
anzi, venne semplicemente spontaneo chiedere un piccolo aiutino e far sì che la
mia serata divenisse un po’ meno triste. Insomma, avevo bisogno di compagnia!
Qualunque tipo di compagnia!
-Ohi, ricciolo, che cavolo ci fai qui?- e fu proprio quella voce a
farmene pentire. Era mai possibile che, in una intera città in festa, l’unica
persona disponibile per avverare il mio piccolo desiderio senza pretese fosse
quello stupido marimo? Insomma, la spiaggia era vasta, le navi in porto non
mancavano, c’era appena un lieve venticello, fresco al punto giusto, per
quanto piccole onde increspassero
il mare e il rumore dell’acqua fosse a malapena percettibile al contatto con la
sabbia.
Mi accorsi solo in un secondo momento, nonostante il buio non
fosse così scuro da non permettermi di vedere oltre il mio naso, che la figura
dello spadaccino si tagliava ancora sulla Merry, precisamente seduto sul
parapetto. Eppure, nonostante mi sentii più sollevato, non potei evitare di
mettermi sulla difensiva
-Fatti gli affari tuoi, non lo vedi? Mi sto prendendo una pausa.-
fu l’unica risposta che diedi, e probabilmente non parve piacere a quello scemo,
tanto che lo vidi saltar giù e toccare il terreno.
Rimasi a osservarlo giusto un attimo, prima che lui cominciasse a
camminare nella mia direzione con tale lentezza da darmi il tempo per capire la
situazione. Quello che realmente mi faceva sentir sollevato era dato dal fatto
che non sembrava voler litigare.
Una volta raggiuntomi, lo osservai dal basso verso l’alto,
seguendo i suoi movimenti sino a che non si sedette accanto a me; allungò
persino una mano per invitarmi a fare lo stesso, spingendomi indietro. -Non eri
con gli altri?- chiese.
-Rufy, Usopp e Chopper si sono allontanati quasi subito per dei
dolci e della carne.- spiegai con un’alzata di spalle, intento ad accomodarmi
sul terreno umido e a scrollarmi qualche granello che si era appiccicato alle
maniche del vestito, avendo frenato la mia caduta con le
braccia.
-E allora perché non sei con le ragazze, cuoco pervertito?-
domandò ancora, e stavolta mi alterai.
-Ohi, se volevi litigare potevi rimanere sulla Merry.- gli feci
dunque notare, ma una sua lieve risata mi fece irritare nuovamente. -Che cavolo
hai da ridere così tanto?!-
-Nulla, pensavo solo... che come al solito ti hanno scaricato.- mi
prese in giro, cosa che mi riuscì a farmi infuriare e non solo. Mi alzai
istintivamente per tirargli un calcio che purtroppo bloccò prontamente con un
braccio, lasciandomi con un gamba a mezz’aria. Nonostante quella scomoda posa,
non potei evitarmi di guardarlo negli occhi, e prima che potessi rendermene
conto mi persi in essi.
Certo, sapevo bene quale fosse il loro colore, eppure... vidi una
strana luce in essi che mi portò a specchiarmi e a perdermi. D’un tratto erano
così limpidi e profondi, avevo dinanzi a me un mondo chiamato purtroppo
“Marimo”; tutto ciò durò pochi secondi, anche se sembrò passare un’eternità. Non
che non mi fosse piaciuto, ma quello era Zoro! Un uomo e anche uno stupido,
nonché mio rivale... però il mio cuore batteva stranamente frenetico e con una
nuova euforia.
A richiamare la nostra attenzione fu un fischio assordante, una
scia luminosa che esplose in cielo e lo rese pieno di colori, facendo sì che i granelli di sabbia e il
mare assumessero varie tonalità. Quello era il botto d’apertura dello spettacolo
pirotecnico che si sarebbe tenuto, e infine, a chiudere la serata, il tanto
atteso ‘lancio dei desideri’; era tutto il giorno che lo attendevo, non avevo
tempo da perdere con un uomo come quello. Quindi ripresi possesso della mia
gamba e feci per andarmene, ma la mia giacca venne
trattenuta.
-Dove vai? Non vuoi guardarli?- mi chiese quello stupido. Come se
io potessi guardare qualcosa di tanto bello in compagnia di un uomo, poi. Ma la
bocca fu più veloce del pensiero.
-Sì.-
-Allora siediti con me.- m’invitò nuovamente, ma con più grazia. E
forse fu per quel motivo che mi ritrovai di nuovo seduto sulla sabbia umida di
mia spontanea volontà, e prima che potessi rendermene conto una delle braccia
possenti di quello stupido mi cinse le spalle in un caldo abbraccio - non così
spiacevole, tra l’altro - che mi diede da pensare. Che Zoro fosse realmente
interessato a me? Nonostante il solo pensiero mi fece inorridire, non potei
evitarmi di sentire il calore affluire sulle mie guance e provare piacere in
ciò. No, non era una cosa normale, noi due ci odiavamo, litigavamo... e poi
eravamo due uomini! Mi limitai però a posare la testa sulla sua spalla e a
godermi i fuochi in tutta tranquillità, osservando quei giochi di luce cambiare
di volta in volta e acquisire nuove forme. Ogni colore che illuminava la zona
circostante mi dava modo di vedere sempre più, e osservare così il viso
rilassato e il sorriso del marimo.
Quel dolce momento di quiete, però, sembrò durare solo qualche
attimo. Fu così breve da pentirmi quando il silenzio della notte ci rese
stranamente complici e sintonizzò i nostri animi, lasciando che Zoro mi
trascinasse a sé; ma quel tacere creò al contempo una strana atmosfera
imbarazzata che ci rese incapaci di conversare, neppure litigare sembrava una
buona idea per comunicare... ma eccolo! Quel ‘Gong’, il suono che avevo atteso
per tutto il giorno, suonò proprio quand’ero accanto all’ultima persona con cui
avrei voluto trovarmi. E parve pensare lo stesso anche lui, perché senza fiatare
si scostò da me e mi diede le spalle, incurvandosi, e io mi irritai. Di certo
non glielo avrei mai detto, però.
-Stupido marimo... mi devo sbrigare a cercare Nami, per colpa tua
ho fatto tardi.- riuscii solo a dire, mentre nel mio più profondo io cercavo di
scrollarmi di dosso quella strana sensazione di piacere che avevo provato in sua
compagnia. Ma la sua risposta mi lasciò più che
spiazzato.
-Aspetta un attimo, stupido cuoco, sto cercando di fare qualcosa
di carino per te.- stavolta il calore, ne ero certo, mi fece avvampare fin sopra
le orecchie nonostante il tono burbero con cui mi disse quelle esatte parole. Ma
non potevo, non dovevo accettarlo, lui era il maledetto marimo. Lo stesso marimo
che si voltò nuovamente verso di me per mostrarmi un pezzo di carta ben piegato
dal colore roseo. Era uno scherzo?
-Che cavolo è? Mi prendi in giro?- chiesi, ma lui sembrò
innervosirsi. Probabilmente era serio e ciò mi spaventò un
pochino.
-È una lanterna rosa3, brutto idiota.
A te cosa sembra?- m’informò. -Dammi l’accendino, per una volta dovresti usarlo
per qualcosa di buono.
-O-ohi! Ma sei impazzito? Quando l’hai comprata? Non sai che solo
le coppie posso lanciare una lanterna nel cielo?-
-Non importa quando l’ho comprata, voglio lanciarla ora con te. Ho anche scelto il colore
più adatto, perché racchiude un po’ tutto. Non puoi non essere d’accordo.-
asserì lui in tono serio, allungando un mano per incitarmi a tirar fuori
l’accendino, che gli porsi con un po’ di
riluttanza.
-Perché il rosa?- chiesi.
-Perché, non va bene? Mi sembra che tu indossi sempre questo
stupido colore.- rispose con calma estrema mentre apriva il
coperchietto.
-Non era questo quello che intendevo!- m’irritai. -E poi, perché
proprio io?-
-Invece di parlare, perché non mi aiuti?- domandò in risposta,
riuscendo a rendermi più nervoso. Ma non aiutarlo non mi sembrò una scelta da
prendere in considerazione; dentro di me sapevo di volerlo, difatti afferrai
l’oggetto e lo tenni fermo mentre lui accese la fiamma per dar fuoco alla
lanterna.
Lentamente, vidi la carta gonfiarsi e il colore roseo si rifletté
sui nostri volti; le mani di Zoro si posarono sulle mie e, alzando lentamente le
braccia, tirammo su la lanterna, lasciandola andare in un secondo momento con
gesti gentili, al fine di non romperla. Era lì. Davanti ai nostri occhi quando
si librò in aria con semplicità estrema, e forse fu quello il vero significato
del desiderio. Era sentirsi felici con qualcuno.
-Sai,- Le mie riflessioni vennero interrotte dalla voce di Zoro.
-Il rosa simboleggia l’amicizia e l’affetto.- mi disse, e sentii dalla sua voce
che dopo tutto anche lui era un po’ a disagio. -E anche l’amore.-
Lo aveva detto. Lui mi aveva detto ciò che più temevo e che al
contempo, senza che me ne rendessi conto, capii per la prima volta di provare
anche io. Già, probabilmente era proprio vero, e forse in quell’assurda sera
dovevo darmi una mossa anche io.
-Sai, stupido spadaccino, credo che resterò qui. D’altronde
abbiamo un’altra lanterna.- gli dissi, e vidi un ghigno - che si sarebbe potuto
benissimo chiamare sorriso - dipingersi sul suo
volto.
-Cuoco pervertito, ne ero certo che ne avresti comprata una.
Sicuramente per quella strega di Nami.- replicò, facendomi infervorare
nuovamente.
-Non insultare la mia Nami-Swan!- strillai, e al contempo tirai
fuori dal vestito una lanterna rossa3 che fece allargare la
smorfia del marimo.
-Avevo ragione a dire che sei un pervertito. Scommetto che l’hai
presa pensando al sesso.- affermò, e non potei che
negare.
-Tsk, dovresti essere l’ultimo a parlare, con questi pensieri. È
per la felicità.- D’altro canto non avevo fatto che direi la verità... in parte.
Insieme accendemmo nuovamente la lanterna, ma stavolta con più
scioltezza, forse dovuta al fatto che indirettamente avevamo confessato il
nostro desiderio più nascosto. E senza mezzi termini o parole superflue eravamo
diventati noi due. Illuminammo quel
colore rossastro che, davanti ai nostri occhi, sembrò rappresentare il fuoco che
ardeva dentro di noi e suggellare un patto più duraturo e stabile. Ancora una
volta le mani di Zoro mi sfiorarono, ma stavolta rimase dietro di me per cingere
completamente il mio corpo con entrambe le braccia.
Rimasi un po’ spiazzato da quella reazione, ma quando una mano si
allungò fino al mio viso per afferrarmi il mento e farmi voltare di lato, non
ebbi tempo né per spaventarmi, né per altro. Sentì solo le sue labbra sulle mie,
e quella passione che solitamente ci animava si accese in un nuovo tipo di
battaglia, mentre le nostre lingue si carezzavano.
Le lanterne avevano fatto il loro dovere, anche grazie a quella
spiaggia e alla sua quiete.
1
E’
cinese ( ????? )
Lett: Festa del Desiderio, come
tradotto nella fic stessa ^^^
2
Chiedo perdono ma non esiste nessuna ‘Festa del Desiderio’, se c’è
è il Tanabata (festa delle Stelle, chiamata anche festa del Desiderio). La fic però non ripercorre
le sue usanze, sono tutte di pura fantasia, ovviamente la mia
<3
3
Ogni colore delle lanterne dei cieli poi ha il suo
significato: Rossa:
simboleggia la passione, la gioia e anche la fortuna; Verde:
simboleggia la crescita e l’equilibrio; Arancio:
cambiamento ed evoluzione; Rosa: sfera
affettiva, bontà, amore e amicizia; Viola:
rappresenta l’indipendenza, la creatività, il mistero e la magia. Lanciare una
lampada volante viola è di buon auspicio per migliorare la carriera lavorativa o
per trovarne una nuova. Azzurra:
indica la calma, la fiducia e l’immortalità. Scegliete di lanciare una lampada
volante azzurra per esprimere desideri sulla guarigione fisica e
mentale. Bianca:
simboleggia la purezza, la forza e la giustizia. Una lanterna dei cieli bianca,
che è quella più diffusa, viene fatta volare per rendere propizio un nuovo o un
passaggio verso qualcosa di nuovo.
Oooooooooook.... odio le shot, di solito se devo scriverne una mi
limito ad arrivare alle 4 pagine ç___ç Ma non sono abituata a partecipare ad un
contest, né a seguire un prompt D: Quindi perdono per ‘sta schifezza corta
corta ç__ç, spero di migliorare, ho altri 9 prompt da usare XDD A tutti
coloro che attendono le ‘Long’, non temete v.v
“The secret of his love” è quasi
finito, mi mancano almeno 2 paginette <3, poi dovemmo rimetterci tutti alla
mia beta affinché si muova v.v
Per il resto linciatemi sperando di aver fatto tuto sommato un
pochino breccia nei vostri cuori, se non con la fic, facendovi pena <3 ^^^
Dona
l’8% alla causa pro recensioni Farai felice un milione di
scrittori
E me
XD!
|
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Capitolo 2 *** N°7.6: A ship full of monsters ***
Titolo raccolta: What should remain a secret
Titolo
storia: A
ship full of monsters
Autore: Red Robin (Entrambi) Fandom: One Piece Tipologia: One-shot Personaggi/Pairing:
Mugiwara / ZoSan Genere: Horror, Fluff,
Sentimentale (nella seconda parte) Rating: Giallo/Arancione Avvertimenti: Shounen-ai, Linguaggio colorito, Missing moment (nella seconda
parte) Prompt
scelto: 6
- Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire Elemento del Prompt Utilizzato: Situazione a caso: Uno strano sogno
Note:
L’idea
iniziale era seguire poco a poco tutti i prompt dati, in ordine verticale:
Dall’alto verso il basso, ma il non partire a Lucca e organizzare cene cosplay
‘Hallowiniane’... mi ero messa a scrivere lo sketch, però poi si è trasformato
in una fic <3
Anche se cortina spero piaccia, dopo tutto sono soddisfatta,
cercavo il pretesto per scriver una Sanji Vampiro e un forse Zoro Lupetto
XDDD Brook sarà pessimo, peggiorerà
le sue battute v.v Godetevela! O almeno provateci ^^^
A ship full of monsters
Sanji camminava sul ponte con la sua solita compostezza, mentre
nel cielo cupo le ombre nere si ramificarono per una nuova
oscurità.
Con una mano guantata, rigorosamente di stoffa bianca, portava un
vassoio d’argento su cui due calici facevano bella mostra di sé; tutto nella sua
figura spiccava d’egocentrismo, dal panciotto nero su cui svettava un foulard
bianco tenuto su da una catenina d’oro e spilla annessa, al mantello scuro a
punte che gli arrivava sino a piedi.
Senza troppa fretta, sorpassò l’albero secco sul cui ramo stava
fissata un’altalena cadente dal legno marcio e dalle catene arrugginite;
l’erbaccia sotto i suoi piedi scricchiolava ad ogni passo, piegandosi
difficilmente e spezzandosi, fino al punto in cui l’uomo si fermò.
Davanti lui c’era Nami, con il suo cappello nero punta e il vestito largo e corto fin
sopra le ginocchia. Non aveva le spalline, ma le maniche arrivavano fino alle
mani, mentre Robin, seduta dalla parte opposta, gli regalò un sorriso, piegando
le labbra fredde e violacee, di una tonalità più scura della pelle stessa. Il
suo abito era pieno di lacerazioni, ma non le importava molto, anzi, si sistemò
meglio la lunga gonna del vestito funereo e si
ricompose.
-Ben svegliato, Sanji-kun.- lo salutò la strega di capelli chiari.
-Cos’hai portato per cena?- chiese nell’osservare il flûte dal colore cremisi
che il cuoco le stava porgendo con tanta premura, e gli occhi di quest’ultimo,
dopo aver dato ad entrambe le donne i bicchieri, si trasformarono un due grandi
cuori.
-Nami-Swan! Ti
preoccupi per me, che carina!- rispose giulivo per poi ricomporsi. -È solo la
colazione. Sangue di mucca guarnito con occhi di tritone.- spiegò come se fosse
la cosa più naturale del mondo, e, a quanto pareva, così era, perché quella
stampò un sorriso sul suo volto e bevve avidamente ciò che le era stato
servito.
-È davvero buonissimo Sanji-kun!-
-È proprio vero. Ha un ottimo sapore.- lo elogiò a sua volta la
mora, facendo sì che il diretto interessato riprendesse le sue solite
moine.
-Sanji!- lo richiamò
però una voce alle sue spalle. -Dov’è la mia carne?- sentì chiedere con un
borbottio, tanto che il cuoco si
voltò verso quello scocciatore con poca cordialità.
-Rufy! Sai bene che io preparo solo dell’ottimo sangue. Non
chiedermi mai più schifezze del genere.- asserì senza tanti convenevoli. -Perché
non fai come tutti gli altre non ti adatti?- chiese con uno sbuffo prima che la
sua attenzione venisse richiamata da un altro.
-Lascialo stare, Rufy... il cuoco è un idiota.- asserì la voce di
uno spadaccino dall’insolita capigliatura verde e un paio d’orecchie da lupo
castane. E solo alla sua vista, il ragazzo in questione gli soffiò contro come i
gatti, rivelando i canini puntuti. -Già, proprio uno stupido cuoco vampiro
idiota.- asserì puntiglioso.
-Sta’ zitto, cagnaccio, o per pranzo ti ritroverai il nulla.-
minacciò il biondo prima che quello mollasse i suoi attrezzi per avvicinarsi e
afferrare il bavero della camicia indossata dal
nakama.
-Bada a come parli, o ti sbrano.-
-Su, calmatevi, ragazzi.- si fece sentire Usopp, tentando di
sistemarsi la paglia che usciva dal suo corpo. -Siamo in acque poco
sicure…-
-Spaventapasseri di nome e di fatto, eh?- ironizzò lo spadaccino
nel lasciare il cuoco, il quale si diede una rassettata prima di mettere mano
nel panciotto per tirarne fuori un ossicino, mostrandolo in un secondo momento
al mannaro.
-Ehi, che ne dici, lo vuoi?- sfottò, notando quel luccichio negli
occhi prima di lanciarlo lontano. -Vallo a prendere!- asserì, e senza tanti
complimenti Zoro si gettò a inseguire l’osso dalla piccole
dimensioni.
-Maledetto cuoco!- sbottò nello
sparire.
-Ehi, Sanji! Perché non c’era carne su quell’osso?- si fece
sentire nuovamente il Capitano, cosa che fece sospirare mesto il
biondo.
-Perché l’ho gettata in acqua. Che se la mangiassero quei
pesciacci con quei denti aguzzi, quella schifezza1.-
-Ma, Sanji! Io voglio
la carne!- lamentò ancora il moro nello stringere i pugni e allungare le braccia
verso l’alto, venendo però nuovamente ignorato dal vampiro, che decise di
tornare nella sua cucina.
Non passò molto prima che Chopper lo raggiungesse svolazzando.
Sbatté le sue alette nere - quasi violacee, a dirla tutta - da pipistrello fino
al volto del biondo. -Sanji, c’è un
isola!- lo informò gioviale quella strana renna alata. -Vogliamo esplorarla!-
disse con maggiore eccitazione, facendo una piroetta davanti al suo
volto.
-Ho capito, vi preparo subito un bentou. Nami-BlackSwan ci ha già
informati di che isola si tratta?- chiese l’interlocutore al medico di bordo.
-No, il Log-Pose non ha rilevato nessuna attrazione magnetica. In
compenso ricade sopra una strana luce. E sembra sole.- a quel dire il Vampiro
sbarrò gli occhi.
-Bisogna chiudere tutto! Non posso stare al sole!- si allarmò. -Si
tratta sicuramente di una strana isola, digli di non
andare.-
-Ma, Sanji, lo sai che è impossibile. Potrai rimanere a
controllare la nave.-
-Negativo, non posso. Le tenebre si sono appena oscurate per la
notte. Se non seguissi il regolare sonno potrei rimanere sveglio durante il
giorno... ma un’isola con il sole è spaventosa! La credevo possibile solo nelle
leggende.- asserì.
-Ma di cosa ti preoccupi?- chiese la renna, non
capendo.
-Ma come? Non lo hai capito? Zoro perderà il suo aspetto di lupo
senza una luna sempre in cielo, io non posso mostrarmi alla
luce...-
-Allora potrete restare qui entrambi. Dopotutto lui è un
fortissimo spadaccino.- asserì il piccolo animale. -Andrò a dire a
Frankyestine2 di tappare le
finestre.- si risolse, scappando via prima che Sanji potesse protestare ancora
una volta, per quanto avesse aggiunto uno
sconsolato:
-Non voglio restare con quel cagnaccio
verde.-
Il carpentiere aveva fatto un buon lavoro; si era messo subito
all’opera dopo aver sistemato il chiodo alla testa e ricaricato le sue pile.
Lunghi drappi neri fissati davanti ai vetri ricadevano sino in
terra, rendendo l’ambiente più buio delle notti senza luna. Seduto
nell’oscurità, stava il vampiro con in mano un calice pieno di sangue, pronto
all’arrivo del giorno tanto odiato che gli rendeva difficili i movimenti, quasi
pesanti.
Fuori, l’intera ciurma osservava il bagliore mentre tutt’attorno
schiariva. Come la luna era sparita, il pelo in eccesso, le orecchie lupesche e
la coda di Zoro si erano man mano dissolte; Robin e Rufy avevano preso degli
ombrelli al fine di proteggere le loro carni deboli, Usopp si era nascosto
dietro una scala cadente ammirando spaventato la luce, mentre la navigatrice si
era calcata il cappello nero sugli occhi, infastidita. Una volta attraccati
presero ognuno il proprio zaino, pronti
all’avventura.
-Sanji avrà messo della carne nel mio bentou?- si domandò
Rufy.
-Non credo proprio, il mio naso, prima che perdessi la mia
trasformazione, ha annusato solo sangue misto. Anche nella borraccia c’è del
sangue.- asserì il Vice Capitano.
-Uffa! E io che volevo della carne.- lamentò. -Prepara solo
sangue!-
-Non direi.- s’intromise la renna con una lieve risata. -Il bentou
di Nami odora anche di occhi di tritone e salamandra. Quello di Robin invece ha
della carne putrida.- commentò, mentre a distanza lo spaventapasseri alzò una
mano, e nel farlo si strappò la cucitura sotto il
braccio.
-Accidenti!- si lamentò. -E il mio, Chopper? Sa di segatura?-
chiese il Naso Lungo con evidente curiosità.
-Ma sei scemo? Sappiamo tutti che quello stupido vampiro, con
quella sua faccia ricciola altrettanto stupida, fa preferenze. Sicuramente avrai
anche tu del sangue in un termos.- si risolse lo spadaccino. -Sbrigate ad
andarvene, oppure torniamo in mare e mi fate tornare il pelo.- rimbrottò,
ricevendo uno sbuffo dalla strega.
-E non lamentarti sempre. Vedi piuttosto di stare attento che
Sanji-kun non venga a contatto con il sole.- ammonì quest’ultima, scendendo
insieme agli altri.
Zoro fece un rapido giro sul ponte, però poi, anche se suo
malgrado, raggiunse la cucina dove si trovava lo stupido vampiro in questione,
ma si maledì quando si perse tra le varie porte della Sunny non avendo il suo
naso ad aiutarlo a fiutare la strada.
Così, dopo vari tentativi e una buona oretta persa, spesa a
cercare quella benedetta cabina, eccolo davanti la porta decisiva. Quello era
stato puro miracolo, essendo sceso dalla nave senza sapere come ed essendoci
ritornato altrettanto in fretta, senza allontanarsi come di consuetudine e senza
perdersi. Allungò la mano su quella maniglia e d’un colpo spalancò la porta
senza dare tempo al suo sinistro cigolio di manifestarsi nella sua completezza.
Al contrario, però, il sole illuminò la stanza e uno sfrigolio di carne lo
colse, lasciandolo perplesso.
-Ma cos...-
-Chiudi la porta, stupido ex cagnaccio marimo! Mi vuoi far andare
a fuoco con tutta la nave?!- chiese burbera la voce di Sanji, che si era coperto
prontamente con il mantello. O almeno per quel poco che poteva, visto quanto i
raggi solari erano entrati per illuminare tutto il locale. Per un attimo sembrò
così tetro, non più la tipica cucina appartenente a creature della notte, ma
solo un’imbarcazione cadente. E a quelle riflessioni, Sanji dovette ricorrere un
secondo richiamo per far dare una mossa a quello stupido e far tornare il buio;
ma non appena i cardini emisero il loro ultimo suono e la maniglia scattò,
inserendo la serratura nella fessura, colpì Zoro con un possente calcio alla
testa.
-Di’ la verità, volevi davvero ammazzarmi!- strepitò al suo
indirizzo, prima di accendere un fiammifero e passare la fiamma alla candela
dentro una lanterna che posò sul tavolo. -Grandioso, è la notte più brutta della
mia vita. Sono costretto a rimanere rintanato a causa del sole e con la peggiore
delle compagnie.- bofonchiò, stringendosi nel suo mantello prima di tornare
seduto davanti al calice.
-Dovrei essere io a
lamentarmi. Sono ridotto in questa inutile forma umana a controllare la nave. E
non solo potremmo essere attaccati da chissà quali mostri, ma tu potresti avere
di nuovo voglia di succhiarmi il sangue e non potrei impedirtelo.- commentò
irritato il Vice Capitano. -E forse avrei fatto meglio a
tacere.-
-Tranquillo, il tuo sangue umano fa schifo quanto prima, ma forse
appesta di meno la mia cucina.- rispose a tono il vampiro nell’osservare meglio
l’altro.
-Tsk, che impertinente. Forse dovrei far filtrare un po’ di
luce...- asserì l’ormai umano spadaccino.
-E io dovrei lanciarti un altro osso, magari perdo tempo nel
chiederti anche la zampa...-
-Stavolta non potrai umiliarmi. Se non altro da umano devo
ringraziare di non dovermi ridicolizzare.-
Il battibecco stava per prendere vita, eppure le iridi cerulee del
biondo si fissarono sui lineamenti dell’altro.
-Sai, testa di muschio... non ti avevo mai visto così...- ammise,
quasi dispiaciuto.
-E non chiamarmi così!- sbraitò Zoro a quel dire, prima di
decidere di accomodarsi a sua volta e grattarsi il capo. -Già... credo che
questo non dovrebbe stupirmi, dopotutto.- replicò a sua volta. -Ma non ci
riesco.-
-Beh, io dico che dopo tutto questa forma ti doni. Soprattutto
senza quel pelo ingombrante. Sei molto più carino, anche se le orecchie potevi
tenerle...- ridacchiò l’altro.
-Idiota, non sono mica io che decido.- asserì lo spadaccino.
-Comunque è colpa tua. Potresti stare sveglio il giorno, è sempre buio.- fece
notare. -Solo che non c’è la luna e la notte non si ramifica in cielo.-
-Se facessi questo,
sentirei lo stesso il peso del giorno e non riuscirei a lavorare per
bene.-
-Non credo che versare un po’ di sangue in un bicchiere sia così
faticoso.- rimbrottò Zoro, incrociando le braccia al petto. -E forse saresti
anche più docile.-
-Guarda che per Nami-BlackSwan e Robin-DeathChwan ci metto molto
impegno.- si risentì il cuoco. -E ogni tanto accontento i vostri assurdi
capricci.-
-Tsk, non c’è cuoco peggiore di te.- venne preso in giro, e Sanji
non riuscì a non ribattere.
-Almeno io non marchio la nave.- asserì, facendo deglutire il Vice
Capitano.
-Okay, diamoci una calmata.- soggiunse quest’ultimo. -Vediamo di
ricominciare da capo...- commentò, alzandosi nuovamente per avvicinarsi del
tutto al vampiro.
-Prima di tutto, mettiamo le cose in chiaro: posso ancora tenerti
testa in tutti i campi.- commentò. -Ricorda che ero un cacciatore di vampiri,
dopotutto. Il morso di lupo è stato un effetto
collaterale.-
-Ma che cavolo dici? Se sei così babbeo da farti mordere, non sei
così capace...-
-Allora lasciamelo dimostrare.- asserì quello, chinandosi del
tutto sul volto del biondo per posarvi un bacio che spiazzò
quest’ultimo.
-E... ehi! Che intenzioni hai?!- domandò un po’
contrariato.
-Mi pare ovvio, no? Siamo soli sulla Sunny. È l’occasione giusta.-
insistette Zoro con un ghigno un po’... pervertito stampato in
faccia.
-Che schifo... e io che credevo che da umano calmassi un po’ i
bollenti spiriti. E invece no... la mania di montare t’è rimasta.- schernì il
vampiro senza ilarità.
-Hai detto il termine adatto. Montare.- sfotté l’umano, allungando un
mano per tirare indietro il capo del cuoco e tornare a baciarlo. Stavolta il
contatto fu intimo e i respiri si fusero del tutto, mentre i sapori e le bocce
si unirono più profondamente.
Il loro fu un gioco di supremazia, un gioco di lingue, un
intrecciarsi e uno spingersi. Una carezza ruvida e intima, e probabilmente
sarebbe durata molto lungo se solo Zoro non fosse stato costretto a spostarsi
per riprendere fiato, avendo meno resistenza. Ridacchiando, però, il vampiro non
parve desideroso di perdere la sfida, tanto che allacciò le braccia in una presa
ferrea attorno ai fianchi dell’uomo che gli stava davanti, ancora in piedi, e si
avvicinò al suo collo per posarci un lieve bacio, giusto uno sfiorare di labbra
prima di leccare l’arteria.
-Ohi, che cazzo fai stupido, succhia sangue?!- s’alterò il Vice
Capitano. -Mollami immediatamente!-
-Non ci penso proprio... ora che sei così debole è turno mio.
Posso fare quello che voglio.- asserì, allungando una mano verso la catena del
collare che, stranamente, lo spadaccino indossava ancora. -Ti diverti sempre a
maltrattarmi quando arriva l’alba, o appena mi distraggo...- soggiunse,
strattonandolo e inchiodando in un lampo il suo corpo a terra, approfittando
della sua fragilità.
-Lo hai detto tu stesso che abbiamo tempo, no?- sghignazzò, ma
prima che potesse accadere altro, la porta venne nuovamente spalancata e un
odore dolciastro arrivò al naso del cuoco, che si voltò nell’immediato sotto lo
sguardo incuriosito del suo ostaggio.
-E il sole?- chiese quest’ultimo, notando in un secondo momento lo
strano luccichio negli occhi azzurri del compagno. -Che cavolo
hai?-
-Sangue...- rispose semplicemente Sanji nel leccarsi le labbra,
lasciando andare l’uomo sotto di sé. -Sangue fresco...- precisò, e il suo volto
divenne una maschera di pura follia. I denti aguzzi erano in bella mostra, il
sorriso ampio e gli occhi quasi fuori dalle orbite. Le iridi non avevano più
quel colore sicuro, erano diventate vacue e l’iride era scomparsa. -Zoro... dici
che, dopo tanto chiedere, i nostri compagni mi abbiano finalmente portato un
souvenir?- domandò con voce roca, quasi non più sua.
-Non ci sperare, stupido damerino. Non credo che non accontentare
i loro capricci serva a diventare magnanimi con te...- rispose con ovvietà
l’altro, posando un gomito a terra per sorreggere in quel modo il viso sul palmo
della mano, realizzando cosa stesse accadendo solo in un secondo momento: c’era
qualcuno di nuovo e umano, nella
cabina. -Cuoco, non ci provare.- provò a dire contrariato3, ma il vampiro si avventò troppo
velocemente sulla preda senza poter
essere fermato, se non da un paio di bende che portarono il nuovo arrivato a
distanza della sua bocca già spalancata e pronta a mordere; Zoro ne approfittò
per raggiungerlo e bloccò i suoi movimenti, portando le braccia possenti sotto
quelle del biondo.
-Che cavolo fai, Sanji! Lui è il nostro nuovo compagno! Non puoi
mangiartelo!- lo sgridò il Capitano.
-Siete tornati?- s’intromise il Vice Capitano con fare un po’
perplesso, mentre il vampiro tentò di dimenarsi. Quest’ultimo doveva ammettere
che lo spadaccino ne aveva veramente tanta di forza per essere un umano e
cacciatore, o forse era semplicemente il suo istinto a frenarlo; benché sapesse
che i mannari potessero guarire in fretta, non aveva la minima voglia di fargli
male.
-Già, l’isola era piena di cose strane e spaventose. Nami, Chopper
e Usopp hanno insistito tanto, e poi ho trovato un compagno particolare...
allora ho deciso di tornare.- rispose Rufy, mentre le bende che tenevano ancora
l’uomo legato rivelarono poco a poco un cespuglio
nero.
-Rufy! Stai dicendo che non posso bere sangue fresco?- domandò il
cuoco, ignorando i due.
-No, non puoi nemmeno assaggiarlo. Anzi, voglio della carne.-
rimbeccò.
-Nemmeno dargli una leccatina?-
-Smettila, Sanji! Ora
non è il momento... dicci piuttosto come mai non abbiamo sentito la nave
salpare.- intervenne nuovamente Zoro, lasciando finalmente il vampiro, un po’
sconsolato.
-No, non puoi.- ridacchiò il ragazzo con il cappello di paglia,
stranamente fasciato anche quello. -È stata Nami con la sua
magia!-
-Grande, questo significa che posso riprendere la mia forma.-
asserì lo spadaccino, uscendo del tutto dalla cabina solo per far sì che la
luna, nuovamente alta in cielo, lo illuminasse e gli ridesse la forma
mannara.
-Almeno posso sapere chi è questo nuovo?- domandò il cuoco,
portandosi un pollice al canino sinistro per punzecchiarlo come un bambino a cui
era stato sottratto il suo giocattolo preferito.
-Yo-ho-ho-ho~? Se mi date un secondino, mi libero da queste bende
e mi presento.- ridacchiò quello con quel suo assurdo modo di
fare.
-Idiota di un Capitano! Hai di nuovo allungato le bende e stretto
qualcuno!- commentò Nami tornando assieme al lupo, dando uno scappellotto alla
mummia, mentre un calcio del vampiro lo centrò sul centro del
capo.
- Yo-ho-ho-ho~? Davvero divertente, almeno non sono stato
mangiato.- disse quello rivelando completamente la sua identità. -Anche se
qui... io non ci volevo venire. Potrei perdere tutto il mio sangue... anche
perché posso darvi solo quello.-
-Non fai ridere!- lamentò il biondo. -Di’ un’altra battuta come
quella e giuro che ti dissanguo per davvero!-
-Rufy, dì la verità, sei impazzito? Hai portato sulla nave un
umano, chiunque potrebbe mangiarselo.- fece notare lo spadaccino. -Soprattutto
questo cuoco pervertito.-
-Ma è divertente perché è strano.- sorrise divertito Cappello di
paglia.
-Brutto incosciente...- masticò tra sé e sé il mannaro,
avvicinandosi al vampiro per riportarlo in cucina. -Vedi di trovare una
soluzione o presto avremo un altro cadavere sulla nave, ma solo da gettare.- e
così dicendo i due tornarono nell’oscurità della
stanza.
-Idiota, perché mi hai bloccato. Sono mesi che bevo sudicio sangue
di terza scelta.- lamentò il vampiro, ma prima che potesse aggiungere altro, fu
il suo turno di essere catturato e
assaporare il palato dell’altro, cosa che non durò molto perché venne
morso.
-Brutto idiota, che fai?- chiese Sanji,
alterato.
-Nulla, ti ripago di prima. Te ne sei
approfittato.-
-Un vero peccato... perché così baci da far schifo. Senza quei
denti affilati era più piacevole.- asserì in risposta il biondo con un certo
risolino.
-E te ne saresti anche approfittato! Stupido torciglio, dovevi
metterci in conto la mia vendetta!- strillò Zoro, non ottenendo però l’effetto
desiderato. -E ora che hai da
ridere, cuoco?-
-Nulla... anche se baciavi meglio prima, sono sollevato.-
-Da cosa?- venne chiesto al vampiro.
-Beh, non devo fare attenzione. Le ossa umane sono così fragili da
poterle sbriciolare...-
-Allora vieni qui, cuoco pervertito, che ti do un assaggio di
quello che può fare il mio potere.- ridacchiò il Vice Capitano, leccando in
volto del compagno. -Anche perché fino a un attimo prima mi sembrava di aver
interrotto un certo discorso...-
*
Fui certo di svegliarmi con uno strillo, riscoprendo il sole già
alto nel cielo, simbolo che il mattino era già inoltrato e che io avevo mancato
il mio dovere di cuoco di bordo.
Nel mentre delle mie riflessioni, presi un bel respiro; non era
insolito che dopo Thriller Bark la mente mi giocasse brutti scherzi e avessi
degli incubi, o, meglio, facessi sogni alquanto particolari dal clima poco
gradevole, soprattutto per la mancanza delle mie muse... ma quello in particolare si era
rivelato essere più che strano. Quasi si trattasse di una gag di un qualche
tipo, mentre i miei compagni, mostri e tutto, infestavano una Sunny dall’aspetto
più che cadente.
A quei miei pensieri, scossi il capo. Era stato tutto basato sul
bizzarro, soprattutto se ripensavo a come le dinamiche di quell’avventura
fantasiosa mi avessero portato a rimanere da solo con quella testa verde, e non
contento di non aver solo sognato di ritrovarmi con la mia Nami-Swan, o
Robin-Chwan... no! Mi rifiutavo categoricamente di ricordarlo: persino nelle mie
più profonde, se non recondite illusioni notturne, riuscivo a cedere il passo a
quel marimo di merda!
Mi portai una mano alla tempia passandola sotto la frangia dorata
dei miei capelli - stando ben attendo a non scoprire l’occhio sinistro - nel
vano tentativo di riacquistare lucidità e di cacciare la brutta visione dalla
mia testa. Decisi dunque di alzarmi almeno a sedere, ma un braccio dalla
notevole consistenza bloccò il mio petto al materasso, facendomi sbattere le
palpebre, perplesso.
Qualcuno era nel mio
letto? In altre occasioni mi sarei chiesto chi delle due donne si fosse
intrufolata sotto le mie lenzuola per sentirsi protetta dopo un brutto sogno, ma
la stazza di certo non poteva appartenere a nessuna delle due, e temevo di
scoprire chi fosse l’intruso. Soprattutto, temevo di conoscere la
risposta.
Feci per alzarmi nuovamente senza dar peso allo stupido accanto a
me, ma a differenza della prima volta sentii la mano scivolare e prendere posto
sul mio sterno, tenendomi fermo.
-Ma che diav...- cercai di ribellarmi e chiedere spiegazioni,
venendo però bloccato sul nascere.
-Sta’ giù, stupido cuoco. Chopper ha ordinato di non svegliarti
per nessun motivo.- m’informò la voce maschile dal timbro non troppo basso. -A
quanto pare ti sei sforzato troppo, ultimamente.-
Che il nostro medico di bordo mi avesse ordinato un giorno di
riposo non era nulla di nuovo, anzi, mi veniva ridetto più volte di non eccedere
nei miei compiti, ma con tutti quegli incoscienti che mi ritrovavo come ciurma,
a partire da quell’idiota di un Capitano, mi era praticamente impossibile avere
un minuto di relax; e forse anche la mia preoccupazione - un po’ come tutti,
probabilmente -, verso il marimo gravava ulteriormente sul mio fisico.
A quella riflessione, imprecai. Che fosse maledetto lui e l’alga
verde che possedeva al posto dei capelli. Dopo lo scontro con Kuma c’era quasi
rimasto secco e mi aveva messo da parte. Sicuramente il muschio gli aveva
attecchito anche nel cervello. E avrei ripreso le mie considerazioni ancora per
qualche ora, se proprio l’oggetto che occupava i miei pensieri, negativamente,
non mi avesse richiamato alla realtà.
-Ehi, torciglio, tutto a posto?- chiese con un velo di apprensione
negli suoi occhi. Nonostante tutto non potè che farmi piacere, in fondo avevo
preferito la sua stupidità a un bel corpo femminile. E non riuscivo ancora a
capacitarmene del tutto, benché il motivo fosse uno solo e abbastanza semplice
da capire. Eppure portai una mano sul suo volto nel tentativo di
scansarlo.
-Imbecille, mollami. E poi che ci fai nel mio letto?-
domandai.
-Imbecille sarai tu,
damerino idiota. Questo è il mio
letto.- mi fece notare, indicando con un cenno la cuccetta sopra di sé.
-Piuttosto sei tu quello che è venuto a disturbarmi e ha preteso che rimanessi
sveglio. E direi che sono ancora in via di guarigione.- sembrò ironizzare con un
sorriso - più simile a un ghigno, per la verità - nell’indicarsi il corpo
fasciato. -Non era nemmeno il mio turno di guardia.- insistette. E a conti fatti
non aveva tutti i torti, soprattutto se aveva realmente ragione, ma l’unica
risposta sensata che riuscii a dare fu:
-Ah...- spalancando di poco la bocca. Forse fu proprio quello a
irritarlo e a spingerlo a darmi un colpo sul capo.
-Dopo un’intera notte sveglio è solo questo che riesci a dire?!-
chiese, con fin troppo zelo per essere un reduce da una quasi morte
assicurata.
-Idiota, non ti permettere, sai!- mi lamentai, ricevendoci un
secondo colpo.
-Sta’ zitto, piuttosto, e vedi di tornare nel tuo letto, qui non
c’entriamo.-
-Potevi cambiarlo tu.- feci notare. -Oppure dormire sul ponte come
al tuo solito.-
-Tsk, con Chopper in giro? Impossibile.- commentò in risposta,
facendomi ridacchiare. Dopotutto non si poteva far nulla... lui era il medico e
bisognava ascoltarlo. O almeno cercare di non farlo arrabbiare
troppo.
-Senti, si può sapere che cavolo t’è preso?- mi venne chiesto
dall’altro. Di certo non avevo intenzione di dirgli la verità. -Hai fatto un
brutto sogno come i mocciosi?- insistette.
Merda, ci aveva preso in pieno. Era incredibile come diventava
stranamente perspicace quando non doveva.
-Niente affatto.- mentii. -Capitano casi di sonnambulismo.- cercai
di far morire il discorso, ma non ci riuscii.
-Già, peccato che ti ho sentito borbottare mentre dormivi e credo
di averti ascoltato solo io.- continuò. -Un po’ mi spiace, perché non sarà
possibile prenderti in giro tutti assieme.- lo sentì malignare contro di me,
mentre una risata scaturì dalla sua gola. Lo avrei pestato, parola mia, ma al
solo pensiero mi accorsi di essere bloccato dal suo corpo, che riscoprii
stranamente nudo.
-Marimo... che cavolo è successo?- dovetti chiedere mio malgrado,
vedendo una luce poco cordiale e al contempo perversa nei suoi occhi
smeraldi.
-Nulla a cui tu non possa rimediare.- rispose prontamente,
premendo un rigonfiamento contro di me. -Sai, continuavi a mormorare il mio
nome, o almeno gli insulti che di solito mi rivolgi. Ma quando hai cercato di
sedurmi nel sonno leccandomi il collo... mi sono
eccitato.-
Spalancai gli occhi, a quel dire. Avevo fatto cosa? Non era stato
solo un sogno?
Non riuscii però ad aggiungere altro né a scappare che presto il
corpo fasciato del marimo bloccò il mio, certo che la prossima ora, o forse due,
non sarebbero state per me le più caste. E la lingua che lappò sotto la mascella
fu la risposta che non cercavo.
-Sai, cuoco, dovresti avere più spesso questo genere di sogni.- asserì, mentre
nella mia mente maledii quel suo lato animalesco.
1Precisamente
Sanji si riferisce ai Piranha
2
Probabilmente
è un po’ stupido, ma è un gioco di
Parole tra Franky e Frankestine XD
3
Zoro
è contrariato perché, per i Vampiri bere il sangue equivale a un esperienza pari
al sesso. In poche parole è un cagnetto geloso del padrone
v.v
Chiedo venia ma il sito di EFP mi ea morto nel momento in cui sono
andata a postare… l’unico in cui ero a casa per altro ç__ç Però ho fatto il
cos play di Sanji Vampiro v.v
Che dirvi? Forse vado a Lucca, chi vuole incontrarmi mi contatti
su FB <3
My Pride: Cofcof… che dire sono idioti
sempre v.v XD Di questa fice… dico lo stesso e spero di farti vedere il Sanji
osplay XD ç__ç Non si mettevano i caninii x3
Juan_Iki:
Buhahahahaha! Anche “Life in Three” FMA è in prima a una certa XD Sono piena di
sorprese! Dai che anche tu vedi lo ZoSan <3 E poi bho, a mezzo giorno vieni
qui yeee! *Ti picchierà v.v*
tognoz: Forse vengo a
Luccaaaa <3 (tanto telo scrivo su fb e al cell non sis a mai v.v), Mi fa
piacere comunque che hai commentato e spero che lo farai nuovamente e bho, sono
le 2.48 non so che dirti XD see yaaa, speriamo di verederciiii
<3
Dona l’8% alla causa pro recensioni Farai felice un milione di
scrittori
E me
XD!
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Capitolo 3 *** N°4.6: Food and Jealousy ***
Titolo
raccolta: What sould remain a secret
Titolo storia: Food and jealousy
Autore: Red Robin (Entrambi) Fandom: One Piece Tipologia: One-shot Personaggi/Paring:
Roronoa Zoro, Sanji / ZoSan Genere: Sentimentale, Slice of life Rating: Giallo/Arancio Avvertimenti: Shounen ai, Missing Moment, Spoiler
One Piece Z filler Prompt scelto: 6
- Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire Elemento del Prompt Utilizzato: “La
verità fa male; ecco come sai che è proprio la verità” Larry Winget, fattore
idiota Beta: My Pride Note: Credo che sia dovuto tener conto
che io sono una malata assurda e questa fiction si concentra dopo la saga filler
di OPZ dove il primo episodio sub in Ita è stato tradotto e postato (su
Delimotion) il 1-12 e io ovviamente l’ho visto
v.v
Quello che cerco di dirvi è, che probabilmente sono la prima ad
aver scrittola fic in Italia riguardante il film ‘Z’, contando che ‘oggi’ è il
2-12 lol e quindi sarà poco
approfondita v.v (Il bello è che, inverosimilmente, questa è l’unica fic dove la
trama dell’episodio/saga a cui fa riferimento è più approfondita
XD)
Uno spoiler? XD
Non è bellissima, ma fa numero <3
Food and jealousy
Dopo tutti quegli avvenimenti, ero rimasto affascinato e deluso
nel venire a sapere che nel Nuovo Mondo c’era qualcun che condivideva i miei
stesi ideali e passioni.
Avevo già sentito parlare di Panz Fry, e quel modo di pensare
sulla cucina mi aveva indotto a volerlo salvare solo per poter scambiare due
chiacchiere con lui. Anche se principalmente avevo adocchiato sua figlia,
nonostante le sue minuscole dimensioni.
In realtà, nonostante la stima, non potei che esserne invidioso:
perché lui era effettivamente un cuoco migliore di me. Lo aveva persino
affermato Rufy una volta ripreso il viaggio, aspettando il momento più
opportuno, ovvero quando io non ero nei paraggi; ma se avesse controllato, forse
non lo avrei udito.
Sospirai nel rimanere chiuso nella dispensa nuovamente rifornita,
dove i viveri rubati al nemico avrebbero costituito per noi salvezza durante il
viaggio nell’arrivare alla prossima isola. Ma non era quello che volevo, non ero
stato cresciuto in quel modo, mi era stato insegnato a non rubare il cibo altrui
e soprattutto avevo imparato a mie spese cosa volesse dire esserne privo.
Maledizione! Eppure Rufy lo sapeva!
Nell’arrabbiarmi fu istintivo tirare un pugno al muro divisorio,
gesto stupidissimo. Non solo avevo reagito d’istinto alla rabbia utilizzando le
mie preziosissime mani, ma mi ero addirittura fatto male. E tutto per un cuoco
di cui ero stupidamente geloso.
Non potei godere oltre
di quella mi solitaria rabbia, poiché la porta alla mia destra, ovvero quella
che dava a poppa della nave - non quella comunicante alla cucina, quindi -, si
aprì, rivelando la figura del marimo. I suoi occhi mi osservarono con serietà,
mentre il volto si chinò lievemente di lato quando la sua espressione divenne un
po’ dura. In poche parole mi aveva sondato prima di chinarsi alla mia altezza,
puntellandosi con i piedi e allungando una mano per afferrare la
mia.
-Che cavolo stai facendo?- chiese, stornando lo sguardo su di me.
-Le mani non erano importanti per un cuoco? Che è
successo?-
-Niente.- risposi, cercando di tirar via la mano, ma lui fu più
svelto nel stringerla e la tenne a sé. Ero suo ostaggio e ciò non mi
piaceva.
-Non dirmi ‘niente’, ero nell’infermeria con Chopper. E credo che
la tua mano gonfia sia il motivo che ha fatto cadere le sue
fiale.-
-Oh...- dissi semplicemente alla notizia. Non avevo pensato che
forse avrei potuto disturbare qualcuno. -Dopo mi scuserò. Non volevo.-
commentai. -Ora mi lasci la mano?-
-No finché non mi dirai perché lo hai fatto.- s’impunto. Era
veramente pedante quando ci si metteva, lo preferivo a darmi contro per qualche
stronzata piuttosto che trovarmelo tra i piedi a quel modo. Così, dopo aver
preso un bel respiro, mi strinsi le gambe al petto e nascosi la faccia,
chinandola tra le ginocchia.
-È stupido.- bofonchiai con voce ovattata, tanto che fu lui a
tirarmi su il volto e a invitarmi a ripetere. -Ho detto che è
stupido.-
-Sei geloso.- affermò senza ascoltare il resto, e a quel punto
cercai di smentire, ma fui tradito dalla mia stessa rabbia. Quindi mi arresi
ancora una volta.
-È stupido.- affermai ancora. -Ma non posso farne a meno, mi sento
male solo a pensare che qualcuno possa prendere il mio
posto.-
-E questo dove lo hai sentito?- domandò, inarcando un
sopracciglio. -Non mi sembra che Rufy voglia sostituirti, cuoco. Lui ha fiducia
in te, sei il suo
cuoco.-
-No, l’ho sentito dire che è veramente bravo. Se lo avesse
incontrato prima...- non conclusi la frase che un colpo si abbatté sulla mia
tempia.
-Idiota! Questo non è affatto vero. Ti ricordo che tra tutti
quegli uomini al Baratie ha scelto te.- asserì, convinto delle sue parole.
-Ora smettila di lagnarti e va’ a preparare qualcosa per quel suo stomaco senza
fondo. Sta già smaniando e solo tu potresti fargli dimenticare quel Panz
Fry.-
Dovevo ammetterlo, ogni tanto sapeva stupirmi ed essere persino
gentile con me quando non eravamo... beh, in situazioni intime. Avevo persino
ritrovato una nuova forza che mi avrebbe aiutato ad alzarmi da lì e a tornare ai
fornelli, quando la voce stessa del Capitano si vece sentire per tutto il
continente: -Ho fame! È rimasto uno
di quei gustosi piatti?!-
Sentii il marimo imprecare a denti stretti e promettergli un
pestaggio e, nonostante sorrisi a ciò, decisi di non muovermi da quel
pavimento.
-Che vuoi che importi? Il tuo sogno non era trovare il mare di
quella leggenda?- chiese. -Muoviti, che inizio essere stufo di questa
lagna.-
-Ma fa male.- asserii con voce
fievole.
-Cosa fa male? La mano?- chiese. -Per forza, non sei abituato a
tirare pugni. Sul legno, per giunta.-
-Non quello. Fa male il fatto che sia la verità.- spiegai, e lui alzò gli occhi verso l’alto,
sbuffando sonoramente.
-Ed ecco come sai che è proprio la verità.- sembrò quasi
ironizzare, ma senza essere ilare. -Avevi ragione, è proprio una cosa stupida.
Andiamo e fatti vedere da Chopper. Non posso credere che ti stai comportando da
bambino, più di quegli idioti là fuori.-
-Non
posso farci nulla se mi sento tradito. Ho persino infranto il mio codice morale.-
-Lo vedo, ti sei quasi rotto un arto
importante.-
-Non mi riferivo a quello.- dissi, adocchiando di sfuggita i
sacchi e le casse con le vivande. E lui dovette accorgersene, perché si voltò
con tutta tranquillità e le contemplò per un minuto buono prima di tornare a
osservarmi.
-Ah... dannazione.- asserì, chinando il capo per sorreggerlo con
una mano. -Era questo quello che pensavi?-
-Sì. Non trovo giusto cucinare e offrire qualcosa a chi non ne ha
e poi servirlo a chiunque ne abbia bisogno.- ammisi. -E comunque, sono anche
geloso che Rufy e tutti gli altri lo nominino ancora. Sono passati due
giorni.-
-Sta’ a sentire, idiota, se devi essere geloso, devi esserlo solo
con me. Se io apprezzassi del cibo rubato come il suo dovresti veramente
preoccuparti.- Stavolta risi. Aveva cercato di convincermi che era stupido
essere gelosi solo perché al Capitano piaceva una cucina altrui, mentre il vero
problema era il fatto che non sopportasse l’idea che io pensassi al giudizio di
un altro uomo. Il marimo era veramente piano di
sorprese!
-Hai ragione, scusami, allora mi lamenterò del fatto che Nami-swan
e Robin-chan amino la cucina di un altro cuoco.-
-Ohi, vedi di piantarla.- si innervosì. -E comunque, dovresti
pensare solo alla nostra cena.-
-Non ho voglia di usare qualcosa di rubato, anche se sprecarla non
è una soluzione.- affermai. -Ho lasciato che qualcun altro patisse la fame. Rufy
lo sapeva, eppure...-
-Ha fatto la cosa giusta. O loro o noi.- mi interruppe, facendomi
sbuffare. A conti fatti non aveva avuto torto e non potevo lasciare che le mie
muse, e anche il resto della ciurma, rimanesse a bocca
asciutta.
-Non so che fare, ora... mi sento confuso.-
ammisi.
-Allora non ci pensare.- insistette lui, decidendo di farsi più
vicino di qualche passo per attirarmi a sé con un abbraccio. Lo sentii
stringermi al petto muscoloso e carezzarmi una spalla. -Accidenti a te,
ricciolo. Ti preferisco quando sorridi. Non eri tu quello che accettava i
consigli di altre cucine?-
-Non dopo due anni passati su un’isola spaventosa, a recuperare
delle ricette con effetti che aiutano a sviluppare meglio il vostro corpo.- feci
notare. -È come se avesse reso vano tutto il mio lavoro. Un impegno
inutile.-
-E tu non pensarci.- ripeté, portandomi con sé nell’alzarsi. -Vedi
di farti sistemare la mano, piuttosto.- e nel dire ciò mi portò lui stesso nel
piccolo studio del nostro medico di bordo.
Dovevo ammettere che era piuttosto doloroso tirare un pugno, non
che le mie mani fossero docili e delicate come quella di una damigella, al
contrario, il mio lavoro le aveva allenate sin troppo bene. Ma se non si
conosceva la posizione esatta per tirane uno, né la quantità di dolore che si
poteva provare... il risultato era una bella benda a tenerti fermo l’arto.
Chopper aveva persino trovato dei frammenti di schegge e Franky, appena saputo
ciò che era accaduto, era andato a controllare il danno e tornato indietro per
farmi una ramanzina. Probabilmente aveva ragione quello stupido spadaccino nel
dire che ero stato più bambino di loro, visto il modo in cui si erano scambiati
i ruoli.
Con molta calma avevo svolto il mio compito da cuoco e tutte le
altre faccende con l’aiuto di tutti loro, che a turno si erano presentati e
sentiti in colpa nei miei confronti, ma decisi d’ignorarli. Solo Rufy, però,
ebbe il coraggio di parlarmi, o almeno mi chiese del cibo che puntualmente gli
negai. Ma a quanto sembrava non era ciò che voleva sentirsi dire. Che
novità!
Alla fine ci chiarimmo e prima di concludere il suo lavoro era già
sparito e lasciatomi solo, anche se non per molto; Zoro prese il suo posto e
sembrò esserne felice, perché si incollò immediatamente ai miei fianchi e prese
a stuzzicarmi il collo con i denti e le labbra.
-Ohi, che cavolo fai?- domandai, scansandomi di
poco.
-Ti coccolo.- asserì in tono ovvio. -E cerco di farti ricordare
che deve importarti solo la mia
opinione.-
-È la verità?-
-Certo che è la verità, fa male vedere che sei triste per qualcuno
che non sono io.- rispose, prendendomi in giro.
-Ehi, la vuoi smettere?-
-No, affatto, devo renderti felice.-
-No, tu vuoi solo portarmi a letto.- feci notare, esasperato.
-Non lo nego.- ammise. -Ma solo perché so che ad attendermi c’è la
tua personale portata alla quale non rinuncerei mai. Amo avere questo privilegio
nell’assaggiarla.-
A quel dire non capii molto, ma quando mi strinse avidamente a sé
e mi baciò fu tutto molto più chiaro... troppo chiaro! La portata ero
io!
Se volete linciarmi, fatelo pure v.v, vi chiedo scusa lo stesso
XD
orbit: Thxs per l afic, spero che
nonostant tutto anche questa non ti abbi delus, anche se m irendo conto che sia
vaga e bruttina XD
tognoz: Lol v.v eh Lucca...
Lucca... ho postato le foto e devo mettere i tag <3 resta il fatto ch tu sara
l anostra Iva-sama XD *svia i ldiscorso dalla pessma fic* ad ogni modo me felice
che la precedente sia piaciuta ^^^
blue riza:
Mi spiace che stavi malaticci al'ultima volta ma spero che tu abbia apprezzato
il capitolo... questo... vabbè non ha molto senso v.v
My Pride: Zia... sarò sincera.. hai rotto el palle con ste
recensioni, sanno leggere tutti XD non che apprezzi la 'figusità' della
lunghezza ma dai! lol cmomunque che dire? Tanto tu le hai betate quindi le
conosci le fic XD basta ke ti piacciono davero v.v ... forse a questa
commenterai poco ^^^
Dona l’8% alla causa pro recensioni Farai felice un milione di
scrittori
E me
XD!
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Capitolo 4 *** N°9.6: Up the morning ***
Titolo raccolta: Non
c'è
peggior sordo di chi non vuol sentire
Titolo storia: Up
in the morning
Autore: Red
Robin (Entrambi)
Fandom: One
Piece
Tipologia: One-shot
Personaggi/Pairing: Roronoa
Zoro, Sanji / ZoSan
Genere:
Romantico, Sentimentale
Rating: Arancio
Avvertimenti: PWP,
Shounen ai
Prompt scelto: 6
- Non
c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
Elemento del Prompt
Utilizzato: PWP
Beta: My
Pride
Note: Credo
di aver svolto bene il
mio lavoro e di essere rimasta nel tema arancio.
Lo spero proprio, perché fin ora è stata la fic
che mi è piaciuta maggiormente... forse dopo quella di
halloween. Certo, il non
scrivere il rosso mi è spiaciuto moltissimo, lo devo
ammettere, probabilmente
sarei arrivata a sfornare nove pagine di sola pwp (è
accaduto come primo
capitolo di una raccolta di OP), ma con un rating arancio credo che due
paginette, o forse tre, siano veramente toste da scrivere. Ma tutto
sommato
sono abbastanza soddisfatta. Un po’ meno della lunghezza...
ma almeno stavolta
posso sciallare <3
See ya, e speriamo che sia tutto okay °-°
Up in the morning
Era la sensazione più bella che avesse mai provato in quel
momento. Come lo erano state le volte precedenti, in cui Sanji si era
ritrovato
al letto con Zoro e per lui era lo stesso.
Il sudore, la fatica, l’amore... tutto ciò
riusciva a
riscaldare la stanza, rendendo quella situazione così
intima, così unica...
facendoli sentire così uniti.
La luce soffusa della luna, i cui raggi entravano dall’oblo,
rendeva il tutto più eccitante, mentre
l’oscillazione della nave li aiutava a
concedersi quell’attimo di libertà e amore. I
cuori palpitavano nei petti, la
pelle dapprima gelida diveniva via via sempre più bollente,
mentre la frenesia
carpiva i loro animi; ogni atto di quell’amplesso li cullava
e li vezzeggiava,
rallegrava e rattristava a seconda del momento e schiocchi di baci li
rincuoravano.
Le carezze e le occhiate fugaci susseguirono, così come il
rassicurare l’altro quando per un momento la concentrazione
veniva meno. E il
desiderio. Il continuo desiderio di assaporare le labbra carnose e la
pelle
stranamente liscia di quel cuoco, come quest’ultimo bramava
di stringere a sé
quel corpo così muscoloso. In quel momento tutto parlava di
loro, di come si
stessero amando, e un grido si levò nel cielo e oltre i
mari, o almeno quella
era la sensazione che entrambi provarono nel lasciarsi andare.
Di giorno in un modo, di notte in un altro, e, nonostante
tutte le dissimulazioni, era dura non poterlo ammettere. Era dura dover
stare
separati. Se avessero potuto, avrebbero fatto durare quel momento in
eterno. Così
magico e speciale.
-Ti voglio proprio, cuoco.- ammise lo spadaccino in un sussurro
al suo orecchio, mentre, ridacchiando un po’ nervoso e senza
coscienza di sé,
il biondo gli carezzò la fronte con le labbra.
-Mi hai già.- gli rispose con la stessa cadenza. -Che tu lo
voglia o no.-
-Stupido. Sei tu quello che corre dietro ogni gonnella. Sono
geloso.- rimbeccò l’altro nel farsi più
vicino, invadendo il suo campo visivo
con tutta la sua mole. Si era fatto insistente, pressante, eppure
nessuno
avrebbe potuto immaginare quanto fosse dolce sotto quella scorza dura e
rozza,
che nonostante tutto mostrava ancora.
Il sudore cadeva verso il basso, condensandosi sul legno di
quel tavolo, usato solitamente per il pranzo. E, a dirla tutta, il
cuoco aveva
preparato allo spadaccino proprio un bel pasto che ora stava
assaporando. Ci si
era avventato sopra e non lo aveva più lasciato andare sin
dalla prima volta in
cui quella cabina li aveva visti uniti.
Le labbra si erano fatte secche, la vista annebbiata e il
respiro troppo corto. Una, due, tre volte, tante volte i corpi si
strinsero
comunicando a pelle quel sentimento così profondo. Una
sensazione di pace si
diffondeva in loro quando si completavano. Era bello, forse troppo
bello. Era
un sogno.
Il cullare della nave non riuscì a distrarli neppure quando
le
assi s’incrinarono, né quando il vento prese a
ululare e la neve iniziò a
cadere. In realtà era tutto normale, sin da quando erano
entrate in quelle acque
dal clima poco sicuro. Loro non avrebbero provato nessun freddo.
L’atmosfera
era andata troppo oltre e si era già stabilizzata, e loro si
erano abituati a
provarla, così come l’odore forte che entrambi
emanavano divenne l’unico dolce
e li spinse a continuare oltre ogni limite.
Niente e nessuno li avrebbe interrotti, e se una tempesta li
avesse colti di sorpresa, se la nave fosse colata a picco rovinando su
se
stessa, loro sarebbero rimasti lì, esattamente in quel
posto. E avrebbero continuato
ad amarsi, perché non avrebbero voluto trovarsi altrove.
Dipendevano l’uno
dall’altro.
Frasi sconnesse, sussurri,
incitamenti e piacere. Si stavano donando, concedevano il proprio io
alla
persona che più amavano e che i corpi richiamavano. La testa
era leggera,
fluttuava in un paradisiaco fiume di morbido latte, le iridi vitree
dallo
sguardo sfocato perdevano ogni volontà e la loro
personalità. Sopra di essi non
c’era più un soffitto legnoso, ma un cielo sereno,
bluastro, rossiccio, dorato,
argentato, ogni colore assumeva una tonalità, anche la
più forte, di una tenue
luce rassicurante.
Sotto le mani la pelle carezzata risultava il miele e
l’ambrosia,
la seta e il velluto erano il divano dove ora si trovavano. E in terra
c’era il
prato morbido e verde. Solo loro, il loro mondo, il loro credo. Amore e
ancora
amore, un brivido, altro piacere. Una carezza sul volto, la ricerca
delle
labbra, e ancora e ancora lo schiocco di quella carezza rumorosa
risuonò
attorno a loro, la lingua morbida e calda carezzò
più punti assaporando quel
frutto proibito. Era l’estasi. Era la droga migliore con cui
uscire fuori di
testa. Era l’ultimo viaggio prima della fine, prima di
tornare a essere ciò che
dovevano solo essere: pirati, compagni... e segreti amanti. La fine del
mondo
più dolce.
Il tempo passava, si perdeva tra i loro ansiti e i sospiri di
voluttà, le mani cominciarono a tremare, le gambe divennero
molli; la testa si
muoveva a destra e a manca, la piacevole sensazione di pura passione
s’insinuava sempre più sotto le rosee membra nude,
e il corpo si torceva. Di
più, si voleva sempre di più. Non si aveva
più tempo in quell’attimo eterno.
Non si aveva abbastanza in quel tanto dato.
Il silenzio divenne sordo, si trasformò in un fischio che
altri non era che il verso rumore del mutismo udito, le gole facevano
male,
mentre suoni rochi si levavano e loro, inconsci, non udirono a parole
quanto
provarono. La notte nascondeva quel immondo peccato tanto aspirato
durante il
restante giorno, cercavano costantemente di approfondire il legame che
li
univa, quell’invisibile nastro rosso di passione che,
nonostante tutto, li
lasciava separati.
Le anime si toccavano e si fondevano, le mani, spettatrici di
ciò che li agitava, si sfiorarono e si osservarono, mentre
il chiarore
dell’alba si faceva via via sempre più limpido.
L’ora stava per arrivare. Non
volevano lasciarsi. Sempre più vicini, sempre più
uniti, coinvolti nella danza
frenetica di ciò che ancora non era.
Toccatevi,
stringetevi, queste erano le mute parole che dissero alle
ombre che
riuscivano laddove non sarebbero mai arrivati nel fondersi carnalmente;
incitavano
se stessi, dovevano poter provare quell’ultimo attimo che,
troppo breve,
sarebbe divenuto un’intensa armonia.
Le palpebre chiuse videro i colori di quell’amore, i volti si
contrassero, le mani si strinsero l’una all’altra.
Era quello il momento. L’apice,
la fine di quella bellezza. Lo splendore che li avvolgeva, la
consapevolezza di
non essere soli e la sicurezza di un
amore eterno, una stabilità e sicurezza. Ed infine, esausti,
sorrisero, fino a
che, riacquistata la vista, le iridi bluastre osservarono quelle
smeraldine
dell’altro.
Bastò uno sguardo per comunicare e dichiararsi
ulteriormente,
mentre una voce dalla parte opposta li richiamò ai loro
ruoli. -Cibo!- Il Capitano e il suo stomaco preannunciarono
il nuovo giorno e un ennesima
tregua dei loro sentimenti.
Sarebbero tornati a essere Sanji, il cuoco adoratore di
ragazze e instancabile lavoratore, e Zoro, lo spadaccino maniaco del
culturismo
dal sonno facile.
Eterni rivali e amanti perfetti.
Chiedo venia, ma aggiornare è un po’ difficile non
essendo
possibili tata nell’avvicinarmi al pc fisso con il programma
per l’HTML XD (ho
detto addio a un ginocchio per un po’… stupide
cunette di neve che creano gli
sciatori facendo cadere noi fighissimi snowboarder *Uno sciatore,
magari
lettpre, l’accoppa* XDDD)
Che altro dire, spero che questo PWP arancione vi sia garbato,
purtroppo questo
era il prompt eil mio limite era imposto
sull’arancio… Ho fatto un buon lavoro?
Speriamo di si! XD
Juan_Iki:
Che fosse una stupida alga lo
sapevamo v.v cmq lol io scrivo sempre cose diverse XD non vedo
perché tenere
uno stile unico, mi piace variare v.v ad
ogni modo il finale non ea proprio ad effetto… vedila
più come un ‘Ho abbassato
la guarda e ora me ne pento’ XDD
orbit:
Salve a te! Chiedo venia per
il tardo aggiornamento ma… io aggiorno sempre lol XD Presto
anche altre 2 fic
potranno vedere un nuovo capitolo non temere… della fic
precedente che dire? Un
inaspettato spoiler senza volerlo XD un po’ tanto mi gaso XD
e comunque,
minimizzo ogni fic,. Anche questa lol
My Pride: Zia
eccoti qui, tu conosci
tutte le mie fic XD e thxs per l’HTML v.v
dai non so bene che dirti, a parte che ti sfido a recensire lunga anche
questa e… baci altri cuochi!!! ((__ò me la sono
legata! Berami il capitolo 3 di
‘TuSaiCosa’ v.v
tognoz: DDD:
Il caramellino Boy già mi
traumatizza, mi dispererò fino alla fine la pensiero di
Lucca epoi a Lucca XD
anche se credo ce mi dispererò di più al pensiero
di dover indossare un vestito
rosa lol XD Che dire, spero che questa ti sia piaciuta e si, prima o
poi
riuscirò a mandarti soldi e disegno XD
kymyt: Allora
qui si recupera!
Capitolo 1:
Thxs, me felice che la fic ti sia piaciuta e la trovi
azzeccata ^^^ me feliceeee
Capitolo 2:
Buhahah si verissimo, Zoro si regolava con
l’olfatto… anche
se forse on sempre XD Ma Rufy mummia-bende lunghe era bellissimo dai XD
e poi
le parti erano praticamente scritte XD
Capitolo 3:
Buhahahahaha! Come promesso aggiornato con la PWP, che dici sono
stata geniale? XD Mi affido a te <3
_Connie:
Anche a te ora si recupera
<3
Capitolo 1:
Sono felice di aver visto che hai recensito altro di mio
sisi v.v e si, me volere vedere quei due NON snaturati e quindi, amo il
loro
modo di litigare e prendersi a parole e si anche il lato dolcioso che
possono
avere, soprattutto quello di Zoro che Sanji afferma che lui abbia su
Punk
Hazzard v.v e comunque manco io amo le cose sdolcinate, ma dipende da
come
escono fuori XD
Capitolo 2:
XDDD me felice anche del fatto
che sia riuscita ad amare uno scenario che proprio non ti tira e dire,
che amo
vedere cose macabre e decadenti e poi, era halloween! XD Cu stava tutta
e
almeno tu hai notato sto cavolo di Brook vivo! XDDD
Capitolo 3:
E alla fine siamo giunti qui
XD E si Zoro ha degli scopi ben precisi… ad ogni modo il mio
era uno
spoiler non previsto basato su una episodio visto a tozzi e bocconi lol
sono
una grande anche se un po’ mi rode XD speriamo che questo
anche ti sia andato a
genio <3 see yaa!!
blue riza:
Grazie, speriamo seriamente
di guarire presto in effetti XD e come vedi ti ho attesa e anche oltre
^^^
speriamo che questa PWP non tanto PWP (dato che non rispetta nessuna
regola di
questo genere se non nel senso lato della parola) ti sia andata a genio
XD e si Zoro è geloso v.v
Dona
l’8% alla causa pro recensioni
Farai felice un milione di scrittori
E me XD!
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Capitolo 5 *** N°8.6: It's kind of a funny story ***
Titolo raccolta: What
should remain a secret
Titolo storia: It’s
kind of a funny story
Autore: Red
Robin (Entrambi)
Fandom: One
Piece
Tipologia: One-shot
Personaggi/Pairing: Roronoa
Zoro, Sanji / ZoSan
Genere:
Sentimentale, Slice of life, Fluff
Rating: Giallo/Arancio
Avvertimenti: Shounen
ai,
Missing Moment
Prompt scelto: 6
- Non
c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
Elemento del Prompt
Utilizzato: It’s
kind of a funny story
Beta: My
Pride
Note: Purtroppo
qui è importante
farmi un mezzo spoiler prima della storia. Per quanto sia bello
lasciarvi
scoprire tutto da soli, vorrei precisare che si tratta di un racconto
che si
sposta in tre differenti anni della vita in cui Zoro e Sanji si sono
ritrovati
a essere partecipi. Il primo è il passato del loro primo
incontro, che poi
sussegue con il passaggio di un secondo incontro non che ultimo, dato
che alla
fine sono entrati a far parte della stessa ciurma. Il terzo
“incontro” non è
altri che il momento di vita quotidiana svolta al presente che ricorda
quei
momenti.
La mia precisazione è il fatto che il “secondo
incontro” si svolge al Baratie, proprio agli episodi in cui
Rufy si ritrova a
essere lo sguattero del locale. Precisamente, anche se sembra un unico
giorno,
tramite le parole l’anime lascia intendere che è
passata una settimana, quindi
‘l’avventura di Zoro e Sanji in stanza’
al ristorante Baratie si svolge alla
fine di quel primo giorno.
Spero di essermi spiegata <3 o almeno più
avanti capirete
It’s kind of a
funny story
-Mi chiedevo… com’è iniziata tra voi
due?-
Questa fu la domanda che mi rivolse quella strega di una navigatrice.
Non seppi se per curiosità o solo il suo assurdo hobby
femminile d’impicciarsi.
Seduta a un tavolino completo d’ombrellone,
accavallò le
gambe nude, essendo vestita solamente di un costume e di un pareo che
non ci
aveva messo nulla a calare verso il basso sino a scoprirsi. Non che
servisse a
molto, visto era comunque trasparente.
Invogliati da uno dei tanti volantini vaganti per la Grand Line, ci
eravamo
presi una pausa in un villaggio turistico nato su un’isoletta
completa di sola spiaggia
e alberi esotici. I proprietari l’avevano trasformata in un
posto tranquillo
dove riposarsi, inserendo anche un parco acquatico solo per bambini...
dove
difatti Rufy, Chopper e Usopp erano andati a giocare.
Tornando alla domanda che mi era stata fatta, mi ero
semplicemente voltato verso di lei, lasciando momentaneamente i miei
allenamenti, senza mollare però i pesi che ancora tenevo
alzati in mano.
-Com’è iniziata cosa?-
chiesi quasi ingenuamente. Sapevo di cosa stesse parlando, e, anche se
non me
ne fregava praticamente nulla, quella certa
persona avrebbe avuto da ridire. E io non avevo tempo né
voglia di stare ad
ascoltare i suoi sbalzi d’umore.
-Sai bene a cosa mi riferisco.- insistette lei, guardandomi
quasi innocentemente e sbattendo al contempo
l’estremità della penna che
sorreggeva sulla cartina che stava adocchiando.
-No. Non lo so.- mentii come se niente fosse, tornando a concentrarmi.
La spiaggia sotto i miei piedi era fresca e quasi mi spiacque il non
poterne
approfittare per temprare ancora il mio corpo.
-Se me lo dici, ti cancello una parte dei miei debiti.-
-Tutti e non devi farne parola con
nessuno, nemmeno con Robin e soprattutto con quel babbeo
di Rufy.-
misi immediatamente a condizione.
Nami che mi cancellava un debito... e quando mi sarebbe
capitato? Anche perché io non le dovevo un bel niente! Si
era inventata tutto
quand’eravamo a Whisky Peek e, come se non bastasse, mi
tratteneva la mia parte
sul tesoro quando ne recuperavamo uno, gonfiando sempre più
con la scusa degli
interessi.
-Quindici.- rilanciò come se fosse un buon affare, ma non
ero
per niente d’accordo.
-Il cento per cento.-
-Quattordici.-
-Ha-ah. Tutto o niente.- insistetti.
-Trenta.-
-Non ti sento...-
-Cinquanta?- ritentò. Cavolo! Allora era davvero interessata
a quella faccenda.
-Se parlo ci rimetterò io. Quindi preferisco tenermi i
debiti.-
-D’accordo, tutto
cancellato. Tanto alla prossima isola mi dovrai chiedere comunque un
prestito.-
fece notare, e io la maledii. Purtroppo aveva ragione, ma se non altro,
avevo
smaltito un bel po’ di soldi.
Con un sospiro decisi di dirle ciò che voleva sapere, quindi
mi voltai verso di lei e mi avvicinai, posando i miei pesi accanto ad
una
sedia. Tutto sommato faceva caldo ed io ero stanco, così
afferrai un bicchiere
di limonata, portato sicuramente da quello stupido cuoco per le sue
‘muse’, e
bevvi la bevanda che Robin, andandosene, non aveva neppure toccato.
Infine mi
sedetti.
-Da dove iniziare?- mi chiesi, persino un po’ confuso. -Direi
che è un po’ complicato da spiegare,
perché è successo e basta.-
-Che vuol dire è
successo e basta?- mi domandò senza capire. E per una volta
non potei darle
torto, in pratica non avevo spiegato nulla.
-Beh, quando siamo andati a prendere un cuoco, conoscevo già
quel
posto. Non volevo tornarci perché sapevo che c’era
lui. Il cuoco.-
-Oh... allora siete una specie di amici di vecchia data.-
ironizzò
quasi. E avrei giurato che mi stesse prendendo in giro, ma decisi di
ignorarla.
-Noi non siamo
amici. E non lo eravamo neppure prima.- volli mettere in chiaro le
cose. -Non
lo siamo mai stati.-
-E allora come facevi a conoscere Sanji?-
-Da ragazzo ho girato molto per diventare il miglior
spadaccino del mondo e mi sono ritrovato spesso senza soldi,
così incassavo le
taglie. Difatti ero soprannominato ‘Il Cacciatore di
Pirati’ ma ero ancora agli
inizi, quindi non ero così famoso. Prima di allora, ne avevo
stesi solo due o
tre di briganti, cosetta da niente, ma buono per sopravvivere almeno in
giornata.- ricordai. -E non era raro... che mi perdessi.- ammisi con un
certo
disappunto.
-Questo non trovo sia una novità.- asserì Nami,
posando un
gomito sul tavolino per sorreggere il viso sul palmo della mano,
coprendosi con
l’altra la bocca quando le scappò uno sbadiglio.
-Non è questo il punto.- le dissi. -Ho incontrato Sanji per
caso mentre era sceso a terra per fare rifornimento per il ristorante,
e a quanto
pare litigammo perché nell’abbattere un amico gli
era finito indosso e gli
avevo fatto cadere uno stupido sacchetto di cibo.-
-Quindi... sei sempre tu
la causa.-
-Ohi, vuoi che ti racconti la storia, o hai solo intenzione
di darmi fastidio?- le domandai a quel punto. Se voleva schernirmi
bastava quell’idiota
di un cuoco. Sarei potuto rimanere a fare i miei esercizi e avrei
tenuto con
piacere i miei debiti.
-No, no, continua.- rispose, scattando sull’attenti. -Sono
veramente interessata.-
-Beh, non sembra.- le feci notare prima di riprendere il
racconto. -Per farla brave, mi sfidò e
il risultato fu il solito: nulla di fatto.-
***
-Sanji! La vuoi piantare o no di perdere tempo a giocare?!-
la voce che fece voltare quello stupido ragazzetto biondo proveniva da
un uomo
senza una gamba e dei lunghi baffi legati con delle trecce. Un uomo
particolare,
ma che parve avere molta influenza su quello smidollato. Anche se i
suoi calci
facevano un po’ male, dovevo ammetterlo. -E smettila di
fumare!- strillò
ancora, mentre quel tipo, dopo aver ricevuto il mio colpo, si
alzò in piedi e
strinse i pugni per gridare a sua volta.
-La vuoi piantare tu, sì o no, di ritrattarmi come un
moccioso!? Ormai sono adulto, dovresti saperlo!-
-Se sei adulto come dici, riporta il tuo culo qui e torna al
ristorante. Non abbiamo tempo per giocare come voi mocciosi. Se no
resta qui e
vattene!-
-Ma come ti permetti?!- chiese lui, afferrando la busta di
cartone prima di raggiungere quello strano tipo accompagnato da altri
tre
uomini. -Sono uno dei tuoi migliori cuochi, e lo sai! Finché
non riconoscerai
la mia cucina non me ne andrò!-
-Lascia perdere, fai schifo.- tagliò corto. -Saluta il tuo
amichetto e andiamo.-
-Lui non è mio amico!- rispondemmo all’unisono.
Anche se non
stava parlando con me, mi sentii chiamato in causa.
-Fa’ come ti pare, ma abbiamo altre commissioni da fare.-
-Io devo tornare indietro. Non posso dare ai clienti del cibo
pieno di terra.- affermò venendo immediatamente preso di
mira da un altro dei
presenti. Aveva la testa rasata e un fazzoletto avvolto intorno al capo.
-Perché, di solito cucini qualcosa di buono?-
-Sai qual è il tuo problema, Paty? Che il tuo
menù fa schifo a
prescindere dalla qualità dei prodotti!- asserì
quel biondino, facendo dietro
front per raggiungermi, e, prima ancora che me ne accorgessi, mi
mollò in mano
la busta. -Questi li porti tu. E ora mi accompagni a prenderne di
nuovi.-
-Ohi! E io che c’entro?- chiesi. -Buttali no?- non lo avessi
mai
detto... immediatamente mi afferrò il bavero della maglia e
mi attirò a sé.
-Non si butta il cibo!- urlò, e una fragosa risata
risuonò
alle sue spalle.
-Andiamo, ragazzi, Sanji tornerà più tardi da
solo.- spiegò
quello prima di essere seguito e andare per la sua strada. E io
lì come un
idiota a dover sottostare ai suoi ordini.
-Ohi. Ma ne hai ancora per molto?- chiesi quando ormai ero
carico di sacchi.
-Sta’ zitto, per colpa tua dovrò fare tutto il
lavoro da
solo. La prossima volta ci penserai bene due volte prima di tirarmi un
omone
così grosso indosso.-
-Ehi! Ti ho detto che è stato un incidente!- Insistetti.
-Non
è che io ti veda ogni volta e ti tiri la gente per
divertimento. Non so nemmeno
chi sei!-
-Non cercare scuse. E poi perché cavolo giri con delle spade
e le brandisci in una piazza affollata?- domandò, stornando
lo sguardo su di
me.
-Perché quello era un criminale e io avevo bisogno di soldi.
Ora la sua taglia sarà andato a incassarla qualcun altro.-
-Sei un Cacciatore di Pirati?-
-Nulla del genere. Vado per la mia strada e quelli son
imprevisti.- commentai.
-Imprevisti? Tu sei un imprevisto.-
-Non hai capito; sono tre giorni che non mangio e i soldi che
mi avrebbe fatto guadagnare mi avrebbero consentito un pasto e un
passaggio per
un’altra isola.-
A quel dire lui si voltò verso di me, fissandomi
intensamente,
ma perse così tanto tempo che quasi credetti di essere
caduto preda di quegli occhi
bluastri. Quando parlò, ci misi un paio di minuti a capire
che mi aveva detto
qualcosa.
-Eh?- chiesi.
-Sei sordo? Ti ho appena detto di pazientare un po’. Qui
vicino c’è un ristorante.-
-Ma non avevi altre compere da fare?- domandai accigliato,
però lui si limitò a sorridermi e a mordere il
filo della sigaretta prima di
sbuffare fuori del fumo.
-Diciamo che mi è venuto un certo languorino.-
commentò,
allungando il passo. O forse ero stato io a fermarmi.
-E come la mettiamo con il fatto che non ho soldi?- domandai,
raggiungendolo.
-Non importa, vorrà dire che mi guarderai mangiare.-
-Stai scherzando, vero?-
-Sì. Lavorerai per qualche giorno per restituirmi i soldi.-
affermò come se nulla fosse. –Purtroppo in questo
periodo sono arrivati troppi
Marines accanto alla Rotta Maggiore dove si trova il ristorante in cui
lavoro.
E, vedi, è spesso frequentato da malviventi e la gente viene
a vedere il modo
in cui noi li scacciamo. Ma senza questo
‘spettacolino’ come attrazione, rimane
solo un ristorante sul mare poco agibile. Quindi
c’è un calo di profitti.-
spiegò.
-Mi stai dicendo che non hai molti soldi?-
-Già. Ma non posso lasciar morire di fame nessuno. Nemmeno
un
bastardo senza cervello come te.- rispose come se mi conoscesse da una
vita.
-Ha parlato la faccia intelligente che dimostri con quel
sopracciglio.- schernii a mia volta, venendo prontamente attaccato da
una sua
controffensiva.
-Pensa ai tuoi capelli, piuttosto.- e feci per parlare, ma venni
interrotto dal mio interlocutore. -Siamo arrivati. Entra pure con i
sacchi.
Conosco il proprietario, ce li faremo mettere da parte.-
Lasciai momentaneamente perdere quel discorso, facendo invece
come mi era stato detto. Venimmo subito accolti dal padrone del locale,
il
quale si prese la briga di far portare via tutto ciò che
sino a quel momento
stavo portando e ci invitò a sedere davanti a una piastra
dove in poco tempo ci
servì il pranzo.
-Sanji, come mai non sei accompagnato dal vecchio Zeff?-
domandò per fare conversazione. Al ragazzo evidentemente la
domanda non
piacque, perché lo vidi ‘lanciare
coltelli’ all’uomo con gli occhi.
-Non è mica la mia balia. Semmai è lui ad aver
bisogno
dell’accompagnamento.- bofonchiò infine, anche se
tenne un tono più duro che
fece ridacchiare quello.
-D’accordo, d’accordo... e il tuo amico chi
è? Lavora anche
lui al ristorante?- chiese ancora.
-Non è un mio amico, ma lavorerà con noi per
qualche giorno.-
spiegò per poi indicarmi. -Una specie di mozzo, insomma.
Laverà i piatti e pulirà
il ponte.-
-In pratica gli rifili i lavori più gravosi che Zeff ti fa
fare.- ridacchiò.
-Se ne pentirà, un giorno. Sono il suo miglior cuoco.-
insistette. -Sono il Vice Capo.-
-Se sei così bravo, perché ti fa lavare i
pavimenti?- fu il
mio turno d’impicciarmi. E forse non avrei dovuto, visto il
modo in cui mi
guardò.
-Vuole costringermi ad andarmene.- e la risposta mi sorprese
alquanto. Se era così bravo, perché mandarlo via?
Ma non lo chiesi,
probabilmente non erano affari miei.
Una volta finito di mangiare, tornammo per le strade di
quella cittadina sino ad arrivare al porto.
-Tu sta’ fermo qui, cerco un passaggio fino al ristorante.-
ordinò, entrando in una bettola dove probabilmente avrebbe
rimediato qualcuno
come traghettatore.
Non passò molto che all’interno di quel posto
iniziò a
levarsi il rumore di un gran casino e dei vetri infranti,
così mi accigliai.
Era tutto okay? Quel biondino esile se la stava vedendo brutta? Dovevo
fare
qualcosa; anche se stupido, era pur sempre un sempliciotto e da solo
contro non
sapevo contro quanti uomini, sicuramente di statura e corporatura ben
superiore
alla sua, non mi sentivo tranquillo.
Sguainai dunque le mie katana e con un calcio feci la mia
entrata... che però non servì a nulla. Dinanzi a
me trovai almeno una
quindicina di uomini ben piazzati e robusti stesi a terra, mentre quel
ragazzo
stava ancora prendendo a calci l’ultimo, il quale lo stava
supplicando di
smettere, assicurando che avrebbe fatto come voluto.
-Ehi.- chiamai, segnalando la mia presenza. -È
così che
chiedi dei passaggi fino al tuo ristorante?-
-No. L’ho chiesto gentilmente e verrà pagato come
stabilito.
Hanno solo insultato Zeff.- Questa era bella. Stava parlando
dell’uomo contro
cui aveva avuto da ridire fino ad un attimo prima.
-Non eri arrabbiato con lui anche tu?-
-Sì, ero e sono arrabbiato. Ma nessuno può
insultarlo.-
spiegò, lasciandomi perplesso. Non volli insistere, quindi
lo seguii verso il
peschereccio sul quale avremmo transitato per un po’. La
traversata non fu
delle più lunghe, anzi, forse passò
un’oretta, ma arrivammo con tutta tranquillità
a un ristorante sul mare.
Cavolo, non ne avevo mai visto uno e credevo che il suo fosse
solo un modo di dire. E invece eccolo, proprio davanti alla Rotta
Maggiore e in
mare aperto.
Ad accoglierci fu lo stesso uomo che avevo visto sull’isola,
il quale richiamò quel biondino per il suo ritardo sul
lavoro e anche per la
sigaretta che teneva tra le labbra, ma lui lo ignorò.
-Lascia stare il vecchio Zeff. È solo un vecchio
rompiscatole.- asserì, facendomi cenno di seguirlo mentre
quel tipo, nonostante
fu libero dalla nostra presenza e i viveri, rimase ancorato.
Una volta entrati nel ristornate, mi ritrovai in un’ampia
sala di lusso - così si capivano anche gli abiti eleganti
che portava il biondo
-, e, salita una scala, raggiungemmo la cucina.
-Non ci credo! Te lo sei portato qui?!- domandò
l’uomo pelato
che mi pareva si chiamasse Paty.
-Mi ha solo dato una mano, pensa a cucinare se non vuoi
bruciare... qualunque sia la schifezza che stai preparando.-
Sospirai, anche se quel suo atteggiamento mi fece ridere.
Dopo essersi lamentato come una donnicciola per avergli fatto cadere
uno
stupido sacchetto, aveva fatto il gradasso con tutti e pestato persino
un branco
di uomini grossi il doppio di lui come se nulla fosse.
-Senti, io non so perché tu...-
-Non rompere.- lo freddò all’istante, voltandosi
poi verso di
me. -Vieni? Dobbiamo mettere la roba nel frigo e nella dispesa.-
asserì,
superando la cucina per raggiungere il locale adiacente. Probabilmente
non avevo
mai visto così tanto cibo tutto assieme come in quel posto,
e ne rimasi
affascinato.
-Ehi, tu che giri molto, sei mai entrato in uno di quei
locali dove le ragazze ballano per te?- chiese.
La domanda mi spiazzò completamente. Che cosa ne potevo
sapere io? Non avevo certi interessi.
-No.- risposi semplicemente, vedendolo un po’ deluso e,
forse, anche un tantino sollevato. La cosa mi incuriosì,
così provai a fare
conversazione.
-E tu?-
-No.- rispose a sua volta. -Però sarebbe divertente.-
E il discorso morì lì, se non si contavano il
‘passami
questo’ e il ‘riponilo da quella parte’.
D’accordo, probabilmente non eravamo fatti per le
chiacchiere, ma quel silenzio imbarazzante divenne poco a poco quasi
intimo, il
che mi lasciò spiazzato più della sua domanda. E
nell’adocchiarlo, mi accorsi
di non essere l’unico.
-Sai, una volta ho visto una zingara predire il futuro.- mi convinsi
a rovinare la quiete. -È stato divertente. Ero a passeggio
con la mia migliore
amica, Kuina, e suo padre, il Sensei del Dōjō in cui mi allenavo e...-
-Non m’interessa.- rispose, improvvisamente sulle sue.
-Eh? Ce l’hai ancora con me?-
-No, ma devi andartene, ora. Ho detto al Capitano qui fuori
di aspettarti, questo è il tuo zaino.- disse, mostrandomi
l’oggetto riempito
sino a scoppiare.
-Ohi. Avevi detto che ti dovevo dei soldi.- feci notare. -Io
mantengo sempre le mie promesse.-
-Non importa, è un regalo.-
-E perché?- questa volta ero intenzionato a sapere. Era
affar
mio, in fondo.
-Non lo so. Credo che tu sia un bravo ragazzo. Non morire, okay?-
Sbattei le palpebre, confuso. Mi aveva mentito? Glielo chiesi,
ma si limitò ad alzare le spalle.
-Chissà...- ma capì che non ero soddisfatto della
risposta.
-Facciamo così: un giorno, quando ci rivedremo, ti
dirò il motivo.-
-Sei proprio uno stupido ricciolo, lo sai?-
-E tu un’alga marina dalle pessime fattezze.- Ancora con
quella storia? I miei capelli non erano così verdi!
Alla fine decisi di seguire il suo consiglio e, quando ci
saremmo rivisti, avrei ricevuto la mia risposta.
Che
stupidata, pensai, non sarei più ritornato in quel posto e
di certo
lui mi avrebbe dimenticato in giornata. E io, pensandoci bene, avrei
potuto
raggiungere i due compagni di viaggio che avevo lasciato indietro.
Passarono alcuni anni prima che il mio nome divenisse famoso,
e conobbi un sacco di compagni di viaggio a cui raccontai di esser
stato in
quel ristorante e dei suoi bizzarri cuochi. Da quel poco che avevo
visto, avevo
capito sin troppo di loro, a partire da quanto fossero irascibili e
poco
pazienti.
Per un caso mi ritrovai come prigioniero in una base marina,
liberato da uno stupido ragazzetto con il Cappello di Paglia, e me ne
pentii...
raccattammo due compagni, una nave, incontrai persino due mie
conoscenze e infine...
Eccomi di nuovo dentro il ristorante sul mare, ma quella
volta come cliente. Rufy aveva distrutto, ma solo accidentalmente per
difendersi, il tetto di quel posto e il Capo Zeff - forse avevo capito
da chi
aveva ripreso quel biondino nel crescere - gli aveva imposto di
lavorare per
lui.
Se avessi scommesso quella volta... avevo visto bene che sarebbe
finita a quel modo, conoscendoli. Ad ogni modo saremmo dovuti rimanere
per un
po’ in quel posto e fu strano non riuscire a parlare con quel
ragazzo. Certo,
eravamo cresciuti entrambi, a lui era persino spuntata un cenno di
barba... e
non la smetteva di correre dietro alle ragazze, che idiozia. E per
quanto mi ripetei
che non ero assolutamente interessato ad avere un secondo contatto con
lui, mi
ritrovai a salire la rampa di scale sino all’ultima.
Non ero andato oltre il secondo piano, la prima volta, ma ero
certo che lì ci fossero le stanze. Neppure a dirlo, una mano
mi spinse verso
una porta precisa fino a farmi trovare a ridosso di essa, e io,
impuntando i
piedi, la osservai senza entrarvi. Al contrario, adocchiai la persona
che aveva
deciso ricondurmi lì, ma vidi solamente un taglio di capelli
nascosto nel buio,
in quanto quella figura si era posata con tutto se stesso alla mia
schiena e un
paio di braccia mi avevano stretto la vita.
-Ohi... chi cavolo...-
-Sta’ zitto. Ti ripresenti dopo tutto questo tempo e neppure
mi saluti.- Era lui? La voce sembrava la stessa. Ma non dovetti
chiederlo, che
le sue parole successive mi diedero conferma -Quella è la
mia stanza. Se entri
con me, te lo dico.- O almeno fu più chiaro quello che
facemmo dopo.
***
-Credo che mi sfugga qualcosa...- asserì Nami al mio
indirizzo, mentre io,
invece, non credevo ancora al fatto che mi stesse ascoltando.
-Cos’è che non hai capito.-
-Nulla, ma credo che la tua sia una vera idiozia.- affermò,
facendomi accigliare nuovamente.
-Spiegati. E in fretta.- incitai, anche perché non volevo
essere udito dal cuoco, semmai fosse arrivato nei dintorni.
-Beh, credo di aver capito com’è iniziata e anche
come finisce.-
spiegò, iniziando a ridacchiare senza che io la capissi.
-Quello che non mi
torna... è il fatto che tu abbia avuto dei debiti con
Sanji-kun.-
-E cosa c’è di divertente?- chiesi, evidentemente
irritato.
-Nulla, a parte il fatto che è insito nella tua natura, come
il perderti.-
-E io che ti sto anche a sentire!- obbiettai, alzandomi per
recuperare i pesi. La prossima volta avrei fatto a meno di dare retta
alle
chiacchiere femminili, e dire che ero serio. Dopotutto quella era una
storia
che mi stava a cuore e lei era riuscita a deriderla trovandoci del
comico!
Anche se, a dirla tutta, non aveva torto.
A gnegne x3 lo so è un po’ orripilante e chi sta
leggendo ‘One
piece Spin Off: Every promise is a debit’
potrebbe trovarsi confuso… e invece no v.v
Le due FF non hanno nulla in comune, ma solo l’essere spin
off, in entrambi i
casi le storie sono completamente diverse… e anche se questa
è autoconclusiva,
ce n’è un'altra, sempre auto conclusiva che lega
loro solo l’argomento <3 ma
nonostante tutto continua… poi capirete v.v
Per il resto spero di non avervi deluso e si, Nami è
bastardella v.v
tognoz:
Yeah! Sei la prima! Guarda,
le fic le ho finite di scrivere tutte a Gennaio massimo per via del
contest, XD
A saperlo prima degli ultimi sviluppi non avrei esitato a farlo XD per
il
resto… godiamocele così, tanto di impiccioni ci
sono già quelli della ciurma e
quando verrà postata la fic seguente, capirai che non solo
Nami è curiosa… ma
in un po’ tutti, cercano sempre d’impicciarsi XD
orbit:
Lo so, lo so… dovevo postare venerdi
ma tra impegni e tante altre cose non sono riuscita ad avere
l’html x3 però la
promessa è stata mantenuta ed ecco ciò che hai
scelto v.v Lol non volermene XD
Sul fatto di scomparire… bhe non posso anche tu hai il mio
face, almeno 1
persona presumo che mi cercherà lol
Thxs mille dei complimenti, anche se non credo di essere a livello da
scrivere
un libro, probabilmente mi direbbero di non tornar manco a comprane uno
XD,
sono felice che almeno qualcuno sia coinvolto e speri in me
sostenendomi <3
_Connie: Gnaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
*Gongola* Me
felice che ti sia piaciuta e che “L’atmosfera Vedo-
non vedo” (Si, ti cito
v.v), sia stata piacevole a te e a un po’ a tutti XD lol
purtroppo è stato
difficile… ora qui siamo un po’ più
vaghi ma diverrà mai esplicito? Non lo so,
farfuglio… sarà che sto sklerando e tempo un mese
tornerò giù più cuchesca che
mai e sto entrando in modalità Sanji lol Causa fiera v.v
Spero di non averti
confusa o delusa con questo capitolo see yaaa si spera
>.<
My Pride: Si
zi, devo ripeterti la
domanda anche se conosco la risposta… ma tu mi recensisci o
mi riassumi?? XD
Lol vabbuò che questa fic la sai, e durante gli skleri si
confondono pure gli
spin off … buhahahaha tanto non l’avrai vista li
ho pur sempre scritti io,
anche se non ricordo un accidente! XD per sta volta la recensione dimmi
almeno
un pochino pcosa pensi x3 lo sai che è fonte
d’ispirazione XD
P.s.: Non avrai mai il culetto di Sanji e guai a te se ti avvicini alla
mai Nami-swaaaan XD
e sabato ci vediamo *w*
blue riza:
awwwww :I me geniale allora!
Il giudizio a cui aspiravo di più era proprio il tuo
<3 sperando che la
giudiciA non lo giudichi poco PWP, cosa che gli altri commenti sembrano
dire
che è ok come PWP… m’importa
principalmente che non ti abbia fatto torto e che
abbia letto tanto sessuccio (?), dai che qui abbiamo toni
più leggeri su questa
fic, fammi concludere lo spin off vero poi che partiamo con le fic long
RuNami
e FRobin <3 questa raccolta invece già è
stata tutta scritta, quindi
aggiornerò a ‘gogo’ XD
Juan_Iki:
Vabbè tu non sei manco per lo
yaoi ma devi sostenermi v.v ma pregasi di non dire cretinate, testimone
ZIA!
Che tu fai battute ZoSanjeske v.v tanto ti farò amare lo
ZoSan, il RuNami e il
FRobin tiè! Abbandona quello schifo di SaNami che non
c’azzecca ‘na mazza, Nami
è di Rufy, e Sanji è molestato/violentato da
tutti v,v non esiste un lato seme
v.v è Uke persino con le donne e richiede lui stesso di
provare cosa prova uan
donna, anche con il corpo femminile quindi nu v.v Sanji è
solo Uke e gayonzio v.v
kymyt: Ahahaah
Zoro: Shrek ahahaha!
Il peggio è che ci sta tutta lol. Come vedere tu, io
mantener emia promessa v.v
*Scusa è che presumo ci sia Law accanto a te, e visto che si
sta
Mujiwarizzando, presumo sia doveroso parlare in termini lenti e
semplicistici
come al Marimo v.v - sente una lontana protesta dal Marimo in questione
e se ne
sbatte v.v*
Scherzi a parte, me felice che ti sia piaciuta e si un po’ ci
ho messo ma una
volta iniziata chi mi ferma più? XD spero solo che questa
fic, molto più casta
sia stata gradita lol
P.s.: Ma io ho per caso dimenticato qualche tua fic della raccolta di
questo
contest? °-° ho un eterno dubbio e mi dimentico sempre
di chiedertelo °-° se si
dimmi quale che rimediamo subito v.v
alla prossima si spera <3
Dona l’8% alla causa pro recensioni
Farai felice un milione di scrittori
E me XD!
|
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Capitolo 6 *** N°9.9: Stupid gag ***
Titolo raccolta:
What should remain a
secret Titolo storia:
Stupid
gag Autore: Red Robin
(Entrambi) Fandom: One
Piece Tipologia: One-shot Personaggi/Pairing: Roronoa Zoro, Sanji / ZoSan
Genere: Velatamente avventura, Sentimentale, Slice of
life Rating: Giallo Avvertimenti: Shounen ai Prompt scelto: 9 - Stasera no, sono stanca (lo dice sempre
lei) Elemento del Prompt Utilizzato:
“Tu sei il male e io sono la cura”
Cobra Beta: My
Pride Note: Devo essere sincera era uscita fuori un’altra fic
poco carina non che questa sia un gran che, ma tra le due ho scelto questa se no
si arrivavano a 25 e io volevo un pari 24 ringraziami XD lol *verrà uccisa dalla
giudicia*
N.B.: Ho il pc imploso
yeeeeee! Della serie posto dal pc fisso quando posso starci T__T però sono qui
per farlo per voi! XD Non me ne vogliate ma vado solo a pc di seconda mano
potrebbe darsi che mi arrivi il pc vecchio di My Pride Lol (Non ne avrò mai uno
nuovo tutto mio XD)
Stupid gag
Quel bosco non era decisamente adatto ai gusti del
cuoco. Proprio no. Brulicava d’insetti e lui avrebbe dovuto passarci la notte in
compagnia del marimo con il quale era sceso a cercare la legna, e, se non fosse
stato per una richiesta diretta della navigatrice, se ne sarebbe rimasto al
caldo della sua nuova cucina completa di riscaldamento, anziché tra l’umida
vegetazione e gli esserini striscianti di poco gradimento. Colpa anche di
quell’alga idiota che era riuscito a perdersi, finendo di essere ritrovato
quando il buio era già calato. -Vuoi allungare il passo?- chiese il biondo con poco
garbo. -Mi si gela il culo e vorrei trovare un posto al riparo anche da questo
schifo.- asserì, indicando con un dito tutt’attorno, facendo sbuffare lo
spadaccino. -Quante storie per
qualche insettino, cuoco. Al tuo posto Robin è meno impressionabile, l’avrei
preferita come compagna.- -Bada a come parli di lei, o niente sesso.- minacciò
il cuoco nel risentirsi, ma il Vice Capitano si
accigliò. -Non capisco se sei
geloso per aver detto che la preferisco, o se ti sei innervosito perché hai
frainteso.- ammise. -Ad ogni modo sei stupido.- -Ohi, vuoi litigare?- rimbeccò Sanji, adocchiando la
figura di Zoro dietro di sé. -Perché sono pronto a dartele quando
vuoi.- -Sta’ zitto, torciglio,
potresti incappare in una coccinella.- lo prese il giro lo spadaccino, notando
in un secondo momento un chiarore tra il folto verde della boscaglia. -Ohi,
cuoco, va’ sempre dritto.- -Certo, come se potessi prendere ordini sulla
direzione da seguire da un marimo disorientato.- commentò
sarcastico. -Fa’ come ti dico,
imbecille, credo che siamo arrivati a un buon posto.- gli fece notare,
precedendolo, e a quel fare Sanji lo seguì subito, così da non dover cercare
ancora una volta quell’idiota tutto muscoli e senza cervello. E, miracolo dei
miracoli, aveva davvero trovato un posto per riposarsi, o meglio, una piccola
rientranza nella montagna che faceva proprio al caso
loro. -Oh!- esclamò il cuoco a
quella vista. Non poteva crederci, lo spadaccino che riusciva a trovare qualcosa
era un evento. -Non ringraziarmi così,
torciglio, potrei sentirmi in imbarazzo.- ironizzò senza ilarità l’oggetto dei
suoi pensieri. -Non ci sperare troppo, è
stato solo un caso.- -Come vuoi, intanto sarà grazie a me se riuscirai a
dormire con quel tuo culetto caldo.- asserì senza mezzi termini. -Ora va’ avanti
e usa quel tuo stupido accendino per qualcosa di utile, come controllare
all’interno.- -Fossi matto! E se ci
sono degli insetti?- chiese ovvio, alzando la voce di qualche
ottava. -Ma quanto chiasso che
fai per due ragnetti.- brontolò l’altro. -Allora resta fuori e dallo a
me.- -Devo proprio restare
fuori?- chiese Sanji, guardandosi attorno. -Qui tutto sembra
strisciare.- -Ohi, cuoco, siamo in un
bosco, non nella tua stupida cucina da
femminuccia.- -Provati a ridirlo e
giuro che faccio diventare te, e quel tuo muschio che osi spacciare per capelli,
parte integrande della fauna.- -Già...- rimbeccò Zoro con fare accondiscendente.
-Voglio proprio vedere come farai a muoverti senza stare attento a ciò che ti
circonda.- Non riuscì a finire la frase che qualcosa parve strisciare proprio
sulla gamba del cuoco, il quale, molto virilmente, si gettò sopra la sua schiena
per fuggire. -Ma che diamine fai?! Scendi di lì!- ordinò difatti, non ottenendo
l’effetto sperato. -Nemmeno per sogno.- rispose Sanji, allungandogli
l’accendino. -Sbrigati ad entrare, che non ne posso già più di stare qui.-
asserì, e Zoro, con un sospiro, fece come gli era stato
detto. -Sei veramente più
stupido di quel che pensassi.- ironizzò poi, e, issandosi meglio quel biondino
impaurito, fece scivolare il dito sula rotella accensione e una fiammella prese
vita. Lo spadaccino dovette
muovere solo qualche passo per entrare all’interno di quella crepatura, e in un
attimo aveva illuminato quelle pareti bianche che fino ad un attimo prima erano
state letteralmente ricoperte da ombre. Probabilmente insetti, visto il rumore
sordo con il quale quell’oscurità si era diramata.
-Visto, cuoco? Hanno più paura loro di
te, ora scendi.- ordinò, vendendo finalmente esauditi i suoi
desideri. -Tsk, la prossima volta
scendi da solo e non ti vengo a cercare.- obbiettò Sanji, guardandosi attorno.
-Sembra sia okay.- asserì, eppure quello strusciare sulla sua caviglia si
ripresentò più prepotente che mai e lo fece strillare nello stesso istante in
cui lo spadaccino aveva tirato fuori una spada per tagliare l’animale a
metà. -Tsk, tu sei il male io
la cura.- disse quello, ricedendoci un’occhiataccia dal
cuoco. -Questa avresti potuto
risparmiartela.- commentò difatti quest’ultimo. -Anche se un cobra, in
particolare da queste parti, mi sembra più che fuori luogo. Sei riuscito a
trovare l’unico animale non abitante di un basco, nell’unico riparo possibile.
Davvero complimenti, marimo.- -E piantala di frignare. Ti ho persino ammazzato
l’insetto, fai ancora storie?- -Stupido, quello non era un
insetto...- -Vuoi essere consolato?-
chiese di rimando il Vice Capitano, non ascoltando e non volendo comprendere che
aria tirasse. -Mi prendi in
giro?- -Affatto, mi è venuta
voglia.- ammise, ricevendoci un calcio in pieno volto che lo mise
K.O. -Imbecille, ti sembrano
cose da chiedere?- -E perché no? È un’ottima occasione. Tu sei
vulnerabile, faresti di tutto per starmi vicino, e poi siamo soli.- fece notare,
e quell’ultima risposta sembrò essere una giustificazione perfetta su cui non
avrebbe potuto controbattere, e in fondo... quell’idiota tutto verde non aveva
tutti i torti, e a pensarci bene faceva anche
freddo. -D’accordo, marimo,
facciamolo.- concesse, vedendo apparire un ghigno sul suo volto. -Ma prima
accendi un bel fuoco.- mise a condizione, certo di aver in pugno quel marimo
sempliciotto, tanto che quello si fiondò a fare ciò che gli era stato detto, non
sapendo che al suo ritorno avrebbe ritrovato un biondino infreddolito, ma
soprattutto addormentato, che per una volta non avrebbe potuto riscaldare come
avrebbe voluto
Sarò breve e concisa: Spero che questa storiella
senza pretese, non piace tanto nemmeno ame, vi abbia almeno fatto sorridere T_T
So benissimo che attendevate il seguito
del precedente capitolo postato, ma verrà pubblicato poi, ovvero, quando una di
voi nominerà il numero e il pacchetto esatto XD La prossima a richiedere sarà Connie <3 (Nella
tua risposta avai le istruzioni XD)
orbit: Alur...Nami ovviamente sta con Rufy dai v.v sono palesemente canon
v.v ovviamente se uno dice un numero io eseguo se no che gusto c'è? XD spero
solo che avrò presto altri a commentarmi, anche se questa è una delle poche fic
che mi sembrano sotto tono XD Spero non ti abbia schifato e come promesso ecco
pubblicato x3 sorry per l'inconveniente pc
<3
tognoz:
<3 basta anche una piccola recensioncina, purchè tu ci
sia lol per il Lucca tutto confermato vero? Perchè il mio nuovo boy ha già fatto
il cosplay di Inazuma <3 e forse avrò un altro Bon Clay XD ma io attendo il
tuo Iva-sama <3 ti devo ancora i dindi non lo dimentico v.v e il disegno
<3 spero solo che questa fic un po' scialba ti risollevi
XD
_Connie: Thxs thxs
per i tuo complimentozzi, felice di non cadere mai nel banale anche se sto
capitolo è un po' bruttino, ma ce ne son oaltre di meglio v.v anche io ti ho
commentato dopo secoli quindi scialla <3 anzi aggiorna anche tu XD Che
dire? Tocca a te scegliere il prossimo capitolo quindi ecco le istruzioni:
> Scegli pacchetto: 6 o 9? > Se hai scelto 6, scegli uno dei
seguenti numeri: 2, 3, 5, 6, 10 Extra: 11, 12,
13 > Se hai scelto 9,
scegli uno dei seguenti numeri: 1, 2, 3, 5, 6, 7, 8, 9, 10, Extra:
11 Fammi sapere per bene e
io aggiornerò <3 See yaaaaa <3
Dona l’8% alla causa pro
recensioni Farai felice un milione di
scrittori
E me XD!
|
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Capitolo 7 *** N°13 (Extra n°2).6: Pirate ***
Titolo raccolta:
What should remain a secret
Titolo storia: Pirate
Autore: Red
Robin (Entrambi)
Fandom: One
Piece
Tipologia: One-shot
Personaggi/Pairing:
Dick Sniper, Sanji, Roronoa Zoro / ZoSan
Genere: Sentimentale,
Slice of life
Rating: Giallo/Arancio
Avvertimenti:
Vagamente OOC, Shounen ai, Original Character
Prompt scelto: 6
- Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
Elemento del Prompt
Utilizzato: Spiaggia
Beta: My
Pride
Note: Che
dire? Il pg originale è già cicciato fuori nel
prompt 10 (Che non avete ancora letto XD)... qui magari si avvicina di
più al suo incontro XD, South City è la
città di FMA dove Dick è cresciuto e ovviamente
si collega ancora con Roy ed Ed e Jason (In fondo i collegamenti che
spiegano meglio). Sempre tutti ‘sti casini XD
vabbè, spero che piaccia ò.ò
Mi pare di aver detto tutto in caso ripeto, Dick è Bisex sin
da piccolo, e ama vestirsi da bambina v.v ovviamente, la
sessualità non c’entra nulla, è pura
infatuazione infantile, come ogni bambino!
Pirate
Quel giorno correvo svelto per le strade di quell’afosa
città chiamata South City: dovevo sbrigarmi a tornare alla
spiaggia privata dove molte delle villette facevano bella mostra di
sé su di essa.
Non mi sarei dovuto nemmeno trovare a scuola, poiché la mia
matrigna mi aveva ordinato di rimanere in casa per evitare che venisse
visto uno dei bei lividi che mi aveva regalato sul volto,
così avevo deciso di infrangere le regole, anche se non
completamente. Ma non potevo assolutamente perdermi il primo giorno di
scuola elementare del mio amico e vicino Jason. Soprattutto
perché avevo promesso a quella che avevo scoperto essere sua
madre1 di fargli una
foto in classe, e io, pur essendo più grande di almeno due
anni, ero la persona più vicina che avrebbe potuto esaudire
il suo desidero. E poi me ne avrebbe regalato una copia, e io amavo
vedere quel nanetto dalla zazzera mora.
Mi era semplicemente bastato indossare la divisa da ginnastica
femminile, un paio di mollettine, degli orecchini a cerchietto
,(portavo già un paio di buchi) e usare il trucco della mia
matrigna per sgattaiolare fuori senza essere visto o riconosciuto.
Anche se avevo solo otto anni, già sapevo cavarmela
abbastanza bene da solo. Anche perché, tranne quando andavo
a trovare il mio amico, nessuno si era mai preso la briga di crescermi.
Mia madre era morta di parto e mio padre... beh, nessuno sapeva dove
fosse. Dopo aver sposato un’altra donna e aver generato il
mio fratellastro, lui era improvvisamente sparito.
Arrivai alla spiaggia ormai stanco e, raggiunta la prima casa, mi
accostai alla riva, riprendendo a correre. Non era la prima volta che
scappavo da un posto all’altro, ma sapevo bene che se lei non
mi avesse trovato nella mia camera per tormentarmi, sicuramente le cose
sarebbero state anche peggio.
Con lo zaino in spalla semi-aperto e la macchinetta nella mano, mi
curai solo di non perdere quest’ultima e di regolare il mio
fiato. La strada da fare era ancora lunga nonostante avessi corso dalla
città fiorente nell’entro terra, sino alla
periferia sul mare, e, una volta raggiunta la mia proprietà
- perché difatti il testamento di mio padre specificava che
una volta adulto sarebbe divenuto mia -, mi sarei dovuto arrampicare su
per la grondaia sino al primo tetto e salire dal balcone fino alla mia
finestra.
Non era un ‘lavoretto’ facile, ma certamente non mi
sarei lasciato intimorire. Non erano poche le volte da cui mi ci ero
calato e risalito. Il tutto stava nel non fare rumore e non lasciarsi
sorprendere. Quella era una donna abbastanza violenta, ma andava bene
così se voleva dire lasciar stare mio fratello.
Assorto nei miei pensieri, mi accorsi troppo tardi che avrei dovuto
fare il giro della casa. Ma ormai mi aveva visto e, seppure fossi
scappato nella direzione opposta, i solchi sabbiosi le avrebbero
indicato la strada, quindi non sarebbe servito a niente. Dovevo solo
superare la nostra proprietà e raggiungere la porta di casa
di Jason. Sua madre mi avrebbe certamente aperto, perché
ogni lunedì lavorava a casa. Però non valse a
nulla, per quanto bussai, una volta saliti i gradini di legno mi
accorsi che non sembrava essere in casa, e lei, nonostante quel fisico
asciutto, non era abituata quanto me a correre su quel manto biancastro
e fortunatamente poco rovente. Quindi presi una decisione e continuai
oltre, dove incontrai due o forse tre case più rade e
raggiunsi un ristorante mai visto prima che sostava proprio tra la fine
di quella spiaggia e del mare.
Mi voltai un’ultima volta, riscoprendomi solo, ma non avrei
mai potuto esserne certo, quindi, sperando nella buona sorte, salii i
gradini sporchi di sabbia, vedendo quella in eccesso sparire,
risucchiata dall’acqua salmastra sotto i miei piedi.
All’interno trovai un locale pulito e quasi lussureggiante.
Persino un pianoforte faceva bella figura di sé in un
angolo, ma tutto lì dentro mi suggeriva che non ci fosse
nessuno, nemmeno i proprietari, così raggiunsi la finestra
che si affacciava sulla sala, proprio di fronte alla porta dalla quale
era entrato, cercando così di nascondermi.
Mi arrampicai su una sedia e oltrepassai quella che sembrò
essere una piastra sotto quell’arco che collegava la vista
dei clienti alla cucina, e, una volta atterrato sul pavimento, mi
guardai attorno: alla mia destra, non molto distante, sembrava esserci
una rientranza che avrebbe fatto al caso mio; corsi verso di essa,
sperando che, se lei mi avesse inseguito, non si avventurasse oltre. E
fu proprio lì che rimassi sorpreso nel trovarmi due figure
adulte - e palesemente maschili, visti i petti scoperti -, a baciarsi.
Ero sorpreso, sì, ma il mio cervello, abituato a ragionare
in modo da farmi risultare invisibile, mi spinse a indietreggiare e
senza rendermi conto caddi all’indietro, inciampando su un
secchio metallico.
Improvvisamente un paio d’occhi si puntarono sorpresi e
furenti nella mia direzione e l’unico commento che io riuscii
a cacciare fuori fu un -Ops.-
-Di’ un po’, come mai hai tutta questa fretta nel
mangiare? Il cibo non scappa mica via.- ironizzò la voce
dell’uomo più robusto. Aveva un aspetto
particolare a partire dalla lunga cicatrice sul petto, quella
sull’occhio cieco, gli orecchini e persino dei
divertentissimi capelli verdi.
-Ehi, marimo, lasciala stare.- asserì l’altro,
dalla figura più longilinea e una capigliatura bionda quasi
quanto la mia. L’unica ‘stranezza’ era un
sopracciglio insolitamente ricciolo che sfociava proprio verso
l’interno del volto.
-Non fa niente. Era da un po’ che non mangiavo, e poi
è tutto così buono.- ammisi, dondolando le gambe
sullo sgabello. Ero seduto alla piastra che poco prima avevo
scavalcato, e accanto a me c’era il ragazzo che mi aveva
posto l’osservazione sul cibo, mentre l’altro era
intento a cucinare per noi.
-Questo si vede, ma non spiega come faccia uno scricciolo come te a
rimpinzarsi a questo modo... nemmeno Rufy ne sarebbe capace.-
osservò, facendomi stornare incuriosito lo sguardo su di
lui, e fu in quel momento che mi accorsi che aveva i miei stessi occhi
verdi.
-Chi è Rufy?- chiesi con innocenza. -Un vostro amico?-
-Sì, possiamo definirlo così.- mi rispose, mentre
l’altro sbuffò alzando gli occhi al cielo.
-È il nostro Capitano.- spiegò. -Vedi, noi siamo
pirati.-
-E allora perché hai un ristorante?- chiesi io, e
l’uomo dai capelli verdi cominciò a ridere di
gusto.
-Perché il nostro Cuoco è un imbecille.- disse,
ricevendo prontamente una scarpata in faccia.
-Sta’ zitto, marimo, e ridammi la scarpa.-
-Non ci penso proprio, stupido torciglio, potevi pensarci prima.-
-Ma voi due perché litigate?- m’intromisi. -Non
siete fidanzati?- e probabilmente fu proprio quella domanda che
richiamò entrambi all’ordine, facendo
sì che il biondo mi redarguisse seduta stante.
-Ohi, i patti erano chiari. Anche se sei una fanciulla carina, stavolta
non transigo. Noi ti nascondiamo e tu non hai visto niente.-
-D’accordo, non lo chiedo più.- fu la mia unica
risposta. Eppure non potei negare a me stesso di essere curioso. Avevo
visto già un’altra coppia litigare un
po’ come loro, ma solitamente almeno uno dei due cercava di
restare tranquillo quando voleva avvicinarsi all’altro.
-Comunque, non ci hai detto ancora come ti chiami.- notò il
ragazzo con le spalle larghe.
-Ah! Credevo non fosse necessario. Non lo avete fatto neppure voi.-
asserii a mia volta, portandomi alla bocca una striscia di pancetta con
le mani, mentre l’uovo nel mio piatto fumava ancora2.
-Devo ammettere che hai proprio ragione, io sono Sanji.- si
presentò il cuoco. -E quell’alga verde molto
simile al marimo che ti trovi vicino si chiama Zoro.-
-Di’, ricciolo, hai proprio voglia di litigare?- si
alterò quest’ultimo, battendo i pugni talmente
forte sul tavolo da far alzare i piatti.
-Vedi di non rovinarmi il locale, brutto scimmione.- lo
richiamò l’altro, prima di tornare a concentrarsi
su di me. -E tu? Qual è il tuo nome?- chiese. -Suppongo che
una bambina dal volto così grazioso abbia un nome
altrettanto delizioso.-
-Ma che fai, cuoco pervertito? Ci provi anche con le mocciosette?-
-No, stupida alga, si chiama essere galanti con ogni tipo di gentil
sesso, sia pure in miniatura.-
-Ma io sono un maschio.- dissi loro, riportando per
l’ennesima attenzione su di me. -E non sono un moccioso, ho
già otto anni.- affermai fiero.
Il biondo che rispondeva al nome di Sanji mi fissò sbattendo
le palpebre con fare perplesso, mentre Zoro mi adocchiò con
fare divertito prima di darmi una pacca sulla spalla e scompigliarmi i
capelli.
-Non si dicono le bugie alla tua età, non te
l’hanno insegnato?- mi chiese, puntando lo sguardo verso
l’alto. -E tu levati quell’espressione inebetita
dal volto, o mi brucerai il condimento per gli onigiri.-
-Ma è la verità, mi chiamo Dick e vivo nella casa
viola che sta sulla spiaggia.- insistetti, decidendo di togliermi le
molette dai capelli, che a dirla tutta non erano molto lunghi.
-Ohi, vorresti dirmi che alla tua età te ne vai
già in giro vestito da femmina?- mi fu chiesto prima che,
adocchiando il compagno, cominciasse a ridere sommessamente.
-Che cavolo ti ridi, stupido marimo?! Persino in miniatura dovevo
trovarmeli, i travestiti! Questa è una condanna!-
-Ma è stato necessario. Se a scuola mi avessero visto
avrebbero chiamato a casa. La mia matrigna aveva detto che stavo male e
che non mi sarei presentato.- spiegai.
-Quindi tu solitamente non ti vesti così.- chiese Sanji con
fare più tranquillo.
-No, solo per gioco.- asserii, vedendolo pietrificarsi ancora una
volta, mentre Zoro rise con più foga.
-Cuoco, sei proprio sfortunato.- prese in giro. -Se non altro siamo
sicuri che non andrà a fare domande su ciò che ha
visto.-
-E cos’ho visto?- chiesi. -Non avevate detto che non dovevamo
parlarne?-
-Infatti. Piantala di ripeterlo, marimo, era imbarazzante.-
-Suvvia, per un bacio.- disse con uno strano tono. -Non credo che per
questo crescerà con dei problemi.-
-Se si veste da bambina ne ha già tanti di problemi.-
-Ehi!- lamentai. -A me piacciono anche le bambine!-
-Visto, cuoco? A otto anni ha già le idee chiare, a
differenza tua che vai a chiedere la mano alle donne, e poi cerchi
conforto tra le mie braccia.-
-Dick, hai mai mangiato un piatto a base di marimo?- mi fu chiesto. E
dapprima non capii, ma quando Zoro prese a indietreggiare e Sanji mi
porse un piatto pieno di onigiri e una montagna di hosomaki guarniti,
compresi. Quei due uomini erano davvero divertenti e una coppia
veramente particolare, anche se il resto dei loro amici non erano da
meno.
Quello fu il mio primo incontro sulla spiaggia con la mia nuova
“famiglia provvisoria”. Solo in seguito seppi che
quella era la famigerata ciurma di Cappello di Paglia, se non che nuovo
detentore del titolo di Re dei Pirati.
1I
personaggi di questa fiction sono nati e riadattati in un altro fandom
(FMA), parliamo di una coppia gay che ha adottato un bambino quasi
illegalmente... quindi la fantomatica mamma è un secondo
papà <3
2Pardon
la scelta del cibo scritto che fa poco ‘Japan’, ma
scovando nel frigo queste due cose le ho mangiate per cena per sfizio e
ne ho ancora il sapore in bocca *w*... lo so, faccio schifo nel
mangiare e ringrazio iddio di non essere una grassona - ora
verrò linciata per la noticina insulsa e forse un
po’ divertente. È più che altro una
sorta di curiosità *E RR morì v.v*
Per avere maggiori informazioni; potrete trovare Dick in queste de
raccolte Scritte rispettivamente una da me e l’altra da my
Pride…
Life
in three - Mia
*Heart
Burst Into Fire* - My Pride
Se pazientate, qui potrete conoscere Jason, ma per dick… bhe
attendete almeno la 5^ serie XD
Our
Child*Ren*
Time
to say Goodbye
Questa storia si collega direttamente al forum Soleil City
- GDR a tutto tondo!, è un Community che si occupa
anche di contest e fiere cosplay in cui vi invitiamo a partecipare
<3
Senza impegno ovviamente, per maggiori info potete contattarci v.v e
ora passiamo ai ringraziamenti ch evi interessano di più
della pubblicità, ne sono certo v.v
tognoz:
Ed ecco l’aggiornamentoo ma soprattutto…
Luuuuccaaaaaaaa XD lo so sono sklerotica XD Ti aspettavi una fic
migliore di questa, ne sono consapevole ma zia ha scelto il numero e
non posso contraddire XD spero lo stesso che non sia un affare negativo
e ho finito il vestito okamoso <3 sono a 2 su 3... Anche se
mancano i volà e le scarpe che mi devono comprare
è un bel traguardo XD spero di non averti annoiataaa
<3
orbit:
Salve fedelA XD non so se mi commenterai ancora, ma soprattutto spero
che questo capitolo non abbi aannoiato, benchè non sia
questo gran che XD Non ho molto da dire, soprattutto dopo tutto questo
tempo XD Al prossimo si speraaa <3
My Pride:
E qui la domanda sorge spontanea… non sei scontata? Zi ho
quasi finito il vestito okamoso, ricordati di cercarmi i
tacchi… e.. Luccaaaa <3 *oggi mi sono svegliata
euforica sisi v.v* XD Come noti questo + Dick… il Dick che
facciamo arrivare nel forum, ti ricordi? Questo è il vecchio
forum a ben notare ma poco importa, per una volta sfrutto io le role,
tu lo fai sempre D: basta vado a rivestire quel cappello e tutto il
resto *Sai di cosa parlo* <3 Luccaaaaaa *E continua* XD
Dona l’8% alla
causa pro loro nomi recensioni
Farai felice un
milione di scrittori
E me XD!
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