What should remain a secret

di Red Robin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** N°1.6: Colours of love ***
Capitolo 2: *** N°7.6: A ship full of monsters ***
Capitolo 3: *** N°4.6: Food and Jealousy ***
Capitolo 4: *** N°9.6: Up the morning ***
Capitolo 5: *** N°8.6: It's kind of a funny story ***
Capitolo 6: *** N°9.9: Stupid gag ***
Capitolo 7: *** N°13 (Extra n°2).6: Pirate ***



Capitolo 1
*** N°1.6: Colours of love ***


Titolo raccolta: What should remain a secret
Titolo storia:
Colours of love

Autore: Red Robin (Entrambi)
Fandom: One Piece 
Tipologia: One-shot
Personaggi/Paring: Roronoa Zoro, Sanji / ZoSan

Genere:
Sentimentale, Fluff, Vagamente introspettivo
Rating: 
Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, Slice of life, What if?, Missing Moment
Prompt scelto: 6 -
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
Elemento del Prompt Utilizzato: Spiaggia
Beta: My Pride

Note: Oook, non so come mi sia venuto fuori ma... questa sarà la prima fic delle 10 Shot del Contest a cui partecipa:
Gocce di quotidianità [Multifandom and Original conest] indetto da clalla97
Che altro dire? Non sono brava con le note se non a sproloquiare e a linkare le mie altre fic, ma quel persto ci sono le note finali <3
Probabilmente è meglio ritrovarsi alla fine della Shot, dato che purtroppo con i promt contest scrivo poco ultimamente, ed è già tanto se riuscirete a leggere sino alla fine... lasciatemi un commentino è il mio solo i Desiderio... chi leggerà capirà ^^^

 

 

 

 

Colours of love

 

 

 

 

 

 

 

L’isola su cui eravamo sbarcati quel mattino non era molto vasta.

La città occupava i tre quarti del terreno, attraversato da un fiume utilizzato nei campi per irrigare, la vegetazione pullulava in ogni dove e i cittadini erano molto socievoli, tanto da permetterci di fare i nostri acquisti in tutta tranquillità.

Il che era un bene dopo l'ultime avvisaglie di Alabasta. 

Avevo preso con me Chopper per aiutarmi a portare un carico maggiore di spesa, essendo rimasti a corto di viveri, e lui, molto gentilmente, aveva accettato. E fu proprio nel fare compere che c’imbattemmo in un volantino variopinto affisso al muro, attirando la nostra attenzione al punto di farci fermare incuriositi.

A lettere cubitali era scritto il nome dell’evento, “Yùwàng de shèngyàn1”,  in un lingua che non avevo mai letto. Anche il resto dei caratteri non era molto comprensibile, riuscivo a scorgere giusto qualche lettera o qualche parola a me familiare senza darmi la possibilità di saperne di più. E dovevamo aver certamente attirato l’attenzione su di noi, se un anziano e la sua nipotina si fermarono per darci spiegazioni.

-C’è scritto: Festa del Desiderio2.- fu la prima cosa che mi disse l’uomo, lasciandomi ancora un po’ perplesso e al contempo con un velo di maggior curiosità, giacché volevo conoscere quell’evento dal nome così pieno di speranza. -Non riesci a leggerlo perché quella è l’antica lingua che insegnamo tutt’oggi ai nostri figli e ai nipotini.- spiegò ancora, chinando il capo per sorridere alla bambina, che ricambiò il gesto con enfasi. -È caduta in disuso a causa dei molti turisti che ogni anno si presentano per esprimere i loro desideri mandandoli nel cielo.-

A quel dire sia io che Chopper ci guardammo perplessi, ma ben presto riportai l’attenzione del mio unico occhio visibile sul nostro interlocutore. Sbattei velocemente le palpebre un paio di volte, afferrando poi una sigaretta dal pacchetto di sigarette riposto nel taschino prima di domandare: -Nel cielo? Com’è possibile fare una cosa del genere?-

L’uomo ridacchiò divertito, e io e Chopper ci scambiammo una seconda rapida occhiata, capendoci sempre meno. -Vedi, figliolo, stasera ci sarà una grande festa. Cibo a volontà, attrazioni di vario tipo,- Indicò una ruota panoramica a cui non avevo ancora fatto caso, nonostante le grandi dimensioni. -I fuochi d’artificio e infine il lancio del desiderio. Possono partecipare solo le coppie con a fianco la persona amata, al fine di augurarsi continuità nel rapporto o nella richiesta di un nuovo amore. Basta chiedere qualcosa per far sì che accada.-  

-Sembra divertente.- commentò Chopper, eccitato. -Ci sarà anche lo zucchero filato?-

-Una montagna di dolci!- Stavolta fu la bambina a rispondere, e la cosa non poté che farmi sorridere, soprattutto quando vidi gli occhi di Chopper illuminarsi quanto quelli della piccola, mentre il suo nonno si accigliò senza scomporsi.

-Sbaglio o il procione ha parlato?- domandò, e Chopper, puntiglioso come sempre e non senza una nota irascibile nella voce, non mancò di far notare che lui era una renna.

-Ha solo mangiato il frutto del Diavolo ‘Huma Huma’, non è così avvincente.- spiegai, liquidando con poche parole quella discussione per tornare a ben altre questioni. -Piuttosto, sono curioso di saperne di più di questo desiderio.- dissi, pregustando già il momento in cui io e la mia adorata Nami-swan avremmo potuto consolidare il nostro amore. Dovevo assolutamente scoprire come fare!

-Oh! Ma è semplice.- disse lui, ridacchiando. -Ti basterà entrare in un qualunque negozio e comprare una lanterna di carta per la festa, poi non appena suonerà il ‘Gong’, sarà il momento giusto per accendere la candela al suo interno e lanciarla entrambi in aria. Ma attenzione, se questa non volerà, cadrà o prenderà fuoco, porterà sventura sugli amanti.- concluse con un avvertimento a cui non feci caso, poiché ero troppo felice all’idea di poter chiedere alla mia Nami-swan o a Robin-chwan di lanciare una luce duratura per il nostro eterno amore!

Ringraziai quel gentilissimo vecchietto, che non mancò di consigliarmi di non fumare non appena feci per accendere la mia irresistibile sigaretta, prima di proseguire con la sua passeggiata, e così noi. Il resto della mattinata trascorse piuttosto in fretta, e dopo aver portato alla nave ciò che avevamo acquistato, ci eravamo riuniti tutti per il pranzo in una locanda.

Rufy come al solito non aveva fatto altro che creare panico al nostro tavolo, in quello dei clienti e persino nelle portate che i camerieri cercavano di servire loro a causa della sua ingordigia, facendo sì che la mia bella navigatrice mettesse mano al portafogli più di una volta per qualche conto extra prima di trascinare il Capitano lontano dal ristorante e dargli lei stessa il “ben servito” a suon di pugni. Era semplicemente divina quando si arrabbiava.

La sera, poi, era arrivata piuttosto in fretta. Dopo esserci preparati, eravamo tornati al villaggio per goderci la festa; c’era musica un po’ ovunque, banchi di dolci, mercatini di vestiti, oggettini, ristoranti all’aperto, giostre e molto altro. C’era praticamente da perdersi, in tutto questo. La via era piena di cittadini e turisti, il chiacchiericcio era al massimo e ben presto fummo divisi.

A dire il vero, fu Rufy il primo a separarsi da noi: prese con sé Chopper e Usopp per dirigersi verso il cibo e i dolci, lasciandomi con Nami-swan e Robin-Chwan. Il marimo era l’unico a mancare, essedo rimasto di guardia alla Merry. Non che mi interessasse, anzi, il mio sogno si stava per avverare. Avevo comprato quella lanterna per esprimere con loro il desiderio di rimanere sempre assieme, e finalmente le mie preghiere sarebbero state esaudite. Però, prima ancora che me ne potessi rendere conto, le mie muse mi avvertirono che si sarebbero fatte un giro, lasciandomi da solo come un stoccafisso. Dunque non mi restava che una possibilità... andare a caccia di donne! D’altronde avevo tutto il tempo prima di far avverare i miei sogni, quindi morsi il filtro della mia fidata sigaretta e mi mischiai nella folla.

Una, due, tre, quattro, cinque... più ragazze incontravo, meno riuscivo a sentirmi a mio agio, il che era decisamente strano. Non avevo mai avuto problemi a parlare con il gentil sesso, anzi, era piacevole. Eppure mi ero ritrovato solo, chino sulla spiaggia che avevo raggiunto per evitare ogni possibile contatto umano, pronto a rilassarmi e a dimenticare la festa che, nonostante le innumerevoli attrazioni. non riusciva a soddisfarmi.

Dinanzi a me stagliava la figura della Merry, con la polena tenuta su da una grossolana riparazione di ferro. Con un braccio tra le ginocchia piegate e tenute sui talloni, tracciai qualche disegno incomprensibile sui granelli umidi e scuri. Avvicinai la mano sinistra per sfilare la sigaretta che tenevo stretta tra le labbra per allontanarla, sbuffando via quel fumo grigiastro nella notte. Prima di alzare il capo e vederla, quella luna così grande e luminosa e quelle miriadi di stelle che risplendevano. Ma fu una in particolare a cogliere la mia attenzione, la sua scia luminosa e quella presenza fugace nel cielo, così solitaria e inconfondibile... una stella cadente.

Che fosse veramente la notte dei desideri? Non era importante, anzi, venne semplicemente spontaneo chiedere un piccolo aiutino e far sì che la mia serata divenisse un po’ meno triste. Insomma, avevo bisogno di compagnia! Qualunque tipo di compagnia!

-Ohi, ricciolo, che cavolo ci fai qui?- e fu proprio quella voce a farmene pentire. Era mai possibile che, in una intera città in festa, l’unica persona disponibile per avverare il mio piccolo desiderio senza pretese fosse quello stupido marimo? Insomma, la spiaggia era vasta, le navi in porto non mancavano, c’era appena un lieve venticello, fresco al punto giusto, per quanto  piccole onde increspassero il mare e il rumore dell’acqua fosse a malapena percettibile al contatto con la sabbia.

Mi accorsi solo in un secondo momento, nonostante il buio non fosse così scuro da non permettermi di vedere oltre il mio naso, che la figura dello spadaccino si tagliava ancora sulla Merry, precisamente seduto sul parapetto. Eppure, nonostante mi sentii più sollevato, non potei evitare di mettermi sulla difensiva

-Fatti gli affari tuoi, non lo vedi? Mi sto prendendo una pausa.- fu l’unica risposta che diedi, e probabilmente non parve piacere a quello scemo, tanto che lo vidi saltar giù e toccare il terreno.

Rimasi a osservarlo giusto un attimo, prima che lui cominciasse a camminare nella mia direzione con tale lentezza da darmi il tempo per capire la situazione. Quello che realmente mi faceva sentir sollevato era dato dal fatto che non sembrava voler litigare.

Una volta raggiuntomi, lo osservai dal basso verso l’alto, seguendo i suoi movimenti sino a che non si sedette accanto a me; allungò persino una mano per invitarmi a fare lo stesso, spingendomi indietro. -Non eri con gli altri?- chiese.

-Rufy, Usopp e Chopper si sono allontanati quasi subito per dei dolci e della carne.- spiegai con un’alzata di spalle, intento ad accomodarmi sul terreno umido e a scrollarmi qualche granello che si era appiccicato alle maniche del vestito, avendo frenato la mia caduta con le braccia.

-E allora perché non sei con le ragazze, cuoco pervertito?- domandò ancora, e stavolta mi alterai.

-Ohi, se volevi litigare potevi rimanere sulla Merry.- gli feci dunque notare, ma una sua lieve risata mi fece irritare nuovamente. -Che cavolo hai da ridere così tanto?!-

-Nulla, pensavo solo... che come al solito ti hanno scaricato.- mi prese in giro, cosa che mi riuscì a farmi infuriare e non solo. Mi alzai istintivamente per tirargli un calcio che purtroppo bloccò prontamente con un braccio, lasciandomi con un gamba a mezz’aria. Nonostante quella scomoda posa, non potei evitarmi di guardarlo negli occhi, e prima che potessi rendermene conto mi persi in essi.

Certo, sapevo bene quale fosse il loro colore, eppure... vidi una strana luce in essi che mi portò a specchiarmi e a perdermi. D’un tratto erano così limpidi e profondi, avevo dinanzi a me un mondo chiamato purtroppo “Marimo”; tutto ciò durò pochi secondi, anche se sembrò passare un’eternità. Non che non mi fosse piaciuto, ma quello era Zoro! Un uomo e anche uno stupido, nonché mio rivale... però il mio cuore batteva stranamente frenetico e con una nuova euforia.

A richiamare la nostra attenzione fu un fischio assordante, una scia luminosa che esplose in cielo e lo rese pieno di colori,  facendo sì che i granelli di sabbia e il mare assumessero varie tonalità. Quello era il botto d’apertura dello spettacolo pirotecnico che si sarebbe tenuto, e infine, a chiudere la serata, il tanto atteso ‘lancio dei desideri’; era tutto il giorno che lo attendevo, non avevo tempo da perdere con un uomo come quello. Quindi ripresi possesso della mia gamba e feci per andarmene, ma la mia giacca venne trattenuta.

-Dove vai? Non vuoi guardarli?- mi chiese quello stupido. Come se io potessi guardare qualcosa di tanto bello in compagnia di un uomo, poi. Ma la bocca fu più veloce del pensiero.

-Sì.-

-Allora siediti con me.- m’invitò nuovamente, ma con più grazia. E forse fu per quel motivo che mi ritrovai di nuovo seduto sulla sabbia umida di mia spontanea volontà, e prima che potessi rendermene conto una delle braccia possenti di quello stupido mi cinse le spalle in un caldo abbraccio - non così spiacevole, tra l’altro - che mi diede da pensare. Che Zoro fosse realmente interessato a me? Nonostante il solo pensiero mi fece inorridire, non potei evitarmi di sentire il calore affluire sulle mie guance e provare piacere in ciò. No, non era una cosa normale, noi due ci odiavamo, litigavamo... e poi eravamo due uomini! Mi limitai però a posare la testa sulla sua spalla e a godermi i fuochi in tutta tranquillità, osservando quei giochi di luce cambiare di volta in volta e acquisire nuove forme. Ogni colore che illuminava la zona circostante mi dava modo di vedere sempre più, e osservare così il viso rilassato e il sorriso del marimo.

Quel dolce momento di quiete, però, sembrò durare solo qualche attimo. Fu così breve da pentirmi quando il silenzio della notte ci rese stranamente complici e sintonizzò i nostri animi, lasciando che Zoro mi trascinasse a sé; ma quel tacere creò al contempo una strana atmosfera imbarazzata che ci rese incapaci di conversare, neppure litigare sembrava una buona idea per comunicare... ma eccolo! Quel ‘Gong’, il suono che avevo atteso per tutto il giorno, suonò proprio quand’ero accanto all’ultima persona con cui avrei voluto trovarmi. E parve pensare lo stesso anche lui, perché senza fiatare si scostò da me e mi diede le spalle, incurvandosi, e io mi irritai. Di certo non glielo avrei mai detto, però.

-Stupido marimo... mi devo sbrigare a cercare Nami, per colpa tua ho fatto tardi.- riuscii solo a dire, mentre nel mio più profondo io cercavo di scrollarmi di dosso quella strana sensazione di piacere che avevo provato in sua compagnia. Ma la sua risposta mi lasciò più che spiazzato.

-Aspetta un attimo, stupido cuoco, sto cercando di fare qualcosa di carino per te.- stavolta il calore, ne ero certo, mi fece avvampare fin sopra le orecchie nonostante il tono burbero con cui mi disse quelle esatte parole. Ma non potevo, non dovevo accettarlo, lui era il maledetto marimo. Lo stesso marimo che si voltò nuovamente verso di me per mostrarmi un pezzo di carta ben piegato dal colore roseo. Era uno scherzo?

-Che cavolo è? Mi prendi in giro?- chiesi, ma lui sembrò innervosirsi. Probabilmente era serio e ciò mi spaventò un pochino.

-È una lanterna rosa3, brutto idiota. A te cosa sembra?- m’informò. -Dammi l’accendino, per una volta dovresti usarlo per qualcosa di buono.

-O-ohi! Ma sei impazzito? Quando l’hai comprata? Non sai che solo le coppie posso lanciare una lanterna nel cielo?-

-Non importa quando l’ho comprata, voglio lanciarla ora con te. Ho anche scelto il colore più adatto, perché racchiude un po’ tutto. Non puoi non essere d’accordo.- asserì lui in tono serio, allungando un mano per incitarmi a tirar fuori l’accendino, che gli porsi con un po’ di riluttanza.

-Perché il rosa?- chiesi.

-Perché, non va bene? Mi sembra che tu indossi sempre questo stupido colore.- rispose con calma estrema mentre apriva il coperchietto.

-Non era questo quello che intendevo!- m’irritai. -E poi, perché proprio io?-

-Invece di parlare, perché non mi aiuti?- domandò in risposta, riuscendo a rendermi più nervoso. Ma non aiutarlo non mi sembrò una scelta da prendere in considerazione; dentro di me sapevo di volerlo, difatti afferrai l’oggetto e lo tenni fermo mentre lui accese la fiamma per dar fuoco alla lanterna.

Lentamente, vidi la carta gonfiarsi e il colore roseo si rifletté sui nostri volti; le mani di Zoro si posarono sulle mie e, alzando lentamente le braccia, tirammo su la lanterna, lasciandola andare in un secondo momento con gesti gentili, al fine di non romperla. Era lì. Davanti ai nostri occhi quando si librò in aria con semplicità estrema, e forse fu quello il vero significato del desiderio. Era sentirsi felici con qualcuno.

-Sai,- Le mie riflessioni vennero interrotte dalla voce di Zoro. -Il rosa simboleggia l’amicizia e l’affetto.- mi disse, e sentii dalla sua voce che dopo tutto anche lui era un po’ a disagio. -E anche l’amore.-

Lo aveva detto. Lui mi aveva detto ciò che più temevo e che al contempo, senza che me ne rendessi conto, capii per la prima volta di provare anche io. Già, probabilmente era proprio vero, e forse in quell’assurda sera dovevo darmi una mossa anche io.

-Sai, stupido spadaccino, credo che resterò qui. D’altronde abbiamo un’altra lanterna.- gli dissi, e vidi un ghigno - che si sarebbe potuto benissimo chiamare sorriso - dipingersi sul suo volto.

-Cuoco pervertito, ne ero certo che ne avresti comprata una. Sicuramente per quella strega di Nami.- replicò, facendomi infervorare nuovamente.

-Non insultare la mia Nami-Swan!- strillai, e al contempo tirai fuori dal vestito una lanterna rossa3 che fece allargare la smorfia del marimo.

-Avevo ragione a dire che sei un pervertito. Scommetto che l’hai presa pensando al sesso.- affermò, e non potei che negare.

-Tsk, dovresti essere l’ultimo a parlare, con questi pensieri. È per la felicità.- D’altro canto non avevo fatto che direi la verità... in parte.

Insieme accendemmo nuovamente la lanterna, ma stavolta con più scioltezza, forse dovuta al fatto che indirettamente avevamo confessato il nostro desiderio più nascosto. E senza mezzi termini o parole superflue eravamo diventati noi due. Illuminammo quel colore rossastro che, davanti ai nostri occhi, sembrò rappresentare il fuoco che ardeva dentro di noi e suggellare un patto più duraturo e stabile. Ancora una volta le mani di Zoro mi sfiorarono, ma stavolta rimase dietro di me per cingere completamente il mio corpo con entrambe le braccia.

Rimasi un po’ spiazzato da quella reazione, ma quando una mano si allungò fino al mio viso per afferrarmi il mento e farmi voltare di lato, non ebbi tempo né per spaventarmi, né per altro. Sentì solo le sue labbra sulle mie, e quella passione che solitamente ci animava si accese in un nuovo tipo di battaglia, mentre le nostre lingue si carezzavano.

Le lanterne avevano fatto il loro dovere, anche grazie a quella spiaggia e alla sua quiete.

 

 

 

 

 

 

 

 

1 E’ cinese ( ????? ) Lett: Festa del Desiderio, come tradotto nella fic stessa ^^^

2 Chiedo perdono ma non esiste nessuna ‘Festa del Desiderio’, se c’è è il Tanabata (festa delle Stelle, chiamata anche festa del Desiderio). La fic però non ripercorre le sue usanze, sono tutte di pura fantasia, ovviamente la mia <3

3 Ogni colore delle lanterne dei cieli poi ha il suo significato:
Rossa: simboleggia la passione, la gioia e anche la fortuna;
Verde: simboleggia la crescita e l’equilibrio;
Arancio: cambiamento ed evoluzione;
Rosa: sfera affettiva, bontà, amore e amicizia;
Viola: rappresenta l’indipendenza, la creatività, il mistero e la magia. Lanciare una lampada volante viola è di buon auspicio per migliorare la carriera lavorativa o per trovarne una nuova.
Azzurra: indica la calma, la fiducia e l’immortalità. Scegliete di lanciare una lampada volante azzurra per esprimere desideri sulla guarigione fisica e mentale.
Bianca: simboleggia la purezza, la forza e la giustizia. Una lanterna dei cieli bianca, che è quella più diffusa, viene fatta volare per rendere propizio un nuovo o un passaggio verso qualcosa di nuovo.

 

 

 

Oooooooooook.... odio le shot, di solito se devo scriverne una mi limito ad arrivare alle 4 pagine ç___ç Ma non sono abituata a partecipare ad un contest, né a seguire un prompt D:
Quindi perdono per ‘sta schifezza corta corta ç__ç, spero di migliorare, ho altri 9 prompt da usare XDD
A tutti coloro che attendono le ‘Long’, non temete v.v

The secret of his love è quasi finito, mi mancano almeno 2 paginette <3, poi dovemmo rimetterci tutti alla mia beta affinché si muova v.v

Per il resto linciatemi sperando di aver fatto tuto sommato un pochino breccia nei vostri cuori, se non con la fic, facendovi pena <3 ^^^

 

 

 

 

 

 

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E me XD!


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Capitolo 2
*** N°7.6: A ship full of monsters ***


Titolo raccolta: What should remain a secret

Titolo storia: A ship full of monsters

Autore: Red Robin (Entrambi)
Fandom: One Piece 
Tipologia: One-shot
Personaggi/Pairing: Mugiwara / ZoSan

Genere: Horror, Fluff,
Sentimentale (nella seconda parte)
Rating: 
Giallo/Arancione
Avvertimenti: 
Shounen-ai, Linguaggio colorito, Missing moment (nella seconda parte)
Prompt scelto: 6 - Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
Elemento del Prompt Utilizzato:
Situazione a caso: Uno strano sogno

Note: L’idea iniziale era seguire poco a poco tutti i prompt dati, in ordine verticale: Dall’alto verso il basso, ma il non partire a Lucca e organizzare cene cosplay ‘Hallowiniane’... mi ero messa a scrivere lo sketch, però poi si è trasformato in una fic <3 

Anche se cortina spero piaccia, dopo tutto sono soddisfatta, cercavo il pretesto per scriver una Sanji Vampiro e un forse Zoro Lupetto XDDD  Brook sarà pessimo, peggiorerà le sue battute v.v
Godetevela! O almeno provateci ^^^

 

 

 

 

 

A ship full of monsters

 

 

 

 

 

 

Sanji camminava sul ponte con la sua solita compostezza, mentre nel cielo cupo le ombre nere si ramificarono per una nuova oscurità.

Con una mano guantata, rigorosamente di stoffa bianca, portava un vassoio d’argento su cui due calici facevano bella mostra di sé; tutto nella sua figura spiccava d’egocentrismo, dal panciotto nero su cui svettava un foulard bianco tenuto su da una catenina d’oro e spilla annessa, al mantello scuro a punte che gli arrivava sino a piedi.

Senza troppa fretta, sorpassò l’albero secco sul cui ramo stava fissata un’altalena cadente dal legno marcio e dalle catene arrugginite; l’erbaccia sotto i suoi piedi scricchiolava ad ogni passo, piegandosi difficilmente e spezzandosi, fino al punto in cui l’uomo si fermò.

Davanti lui c’era Nami, con il suo cappello nero  punta e il vestito largo e corto fin sopra le ginocchia. Non aveva le spalline, ma le maniche arrivavano fino alle mani, mentre Robin, seduta dalla parte opposta, gli regalò un sorriso, piegando le labbra fredde e violacee, di una tonalità più scura della pelle stessa. Il suo abito era pieno di lacerazioni, ma non le importava molto, anzi, si sistemò meglio la lunga gonna del vestito funereo e si ricompose.

-Ben svegliato, Sanji-kun.- lo salutò la strega di capelli chiari. -Cos’hai portato per cena?- chiese nell’osservare il flûte dal colore cremisi che il cuoco le stava porgendo con tanta premura, e gli occhi di quest’ultimo, dopo aver dato ad entrambe le donne i bicchieri, si trasformarono un due grandi cuori.

-Nami-Swan! Ti preoccupi per me, che carina!- rispose giulivo per poi ricomporsi. -È solo la colazione. Sangue di mucca guarnito con occhi di tritone.- spiegò come se fosse la cosa più naturale del mondo, e, a quanto pareva, così era, perché quella stampò un sorriso sul suo volto e bevve avidamente ciò che le era stato servito.

-È davvero buonissimo Sanji-kun!-

-È proprio vero. Ha un ottimo sapore.- lo elogiò a sua volta la mora, facendo sì che il diretto interessato riprendesse le sue solite moine.

-Sanji!- lo richiamò però una voce alle sue spalle. -Dov’è la mia carne?- sentì chiedere con un borbottio,  tanto che il cuoco si voltò verso quello scocciatore con poca cordialità.

-Rufy! Sai bene che io preparo solo dell’ottimo sangue. Non chiedermi mai più schifezze del genere.- asserì senza tanti convenevoli. -Perché non fai come tutti gli altre non ti adatti?- chiese con uno sbuffo prima che la sua attenzione venisse richiamata da un altro.

-Lascialo stare, Rufy... il cuoco è un idiota.- asserì la voce di uno spadaccino dall’insolita capigliatura verde e un paio d’orecchie da lupo castane. E solo alla sua vista, il ragazzo in questione gli soffiò contro come i gatti, rivelando i canini puntuti. -Già, proprio uno stupido cuoco vampiro idiota.- asserì puntiglioso.

-Sta’ zitto, cagnaccio, o per pranzo ti ritroverai il nulla.- minacciò il biondo prima che quello mollasse i suoi attrezzi per avvicinarsi e afferrare il bavero della camicia indossata dal nakama.

-Bada a come parli, o ti sbrano.-

-Su, calmatevi, ragazzi.- si fece sentire Usopp, tentando di sistemarsi la paglia che usciva dal suo corpo. -Siamo in acque poco sicure…-

-Spaventapasseri di nome e di fatto, eh?- ironizzò lo spadaccino nel lasciare il cuoco, il quale si diede una rassettata prima di mettere mano nel panciotto per tirarne fuori un ossicino, mostrandolo in un secondo momento al mannaro.

-Ehi, che ne dici, lo vuoi?- sfottò, notando quel luccichio negli occhi prima di lanciarlo lontano. -Vallo a prendere!- asserì, e senza tanti complimenti Zoro si gettò a inseguire l’osso dalla piccole dimensioni.

-Maledetto cuoco!- sbottò nello sparire.

-Ehi, Sanji! Perché non c’era carne su quell’osso?- si fece sentire nuovamente il Capitano, cosa che fece sospirare mesto il biondo.

-Perché l’ho gettata in acqua. Che se la mangiassero quei pesciacci con quei denti aguzzi, quella schifezza1.-

-Ma, Sanji! Io voglio la carne!- lamentò ancora il moro nello stringere i pugni e allungare le braccia verso l’alto, venendo però nuovamente ignorato dal vampiro, che decise di tornare nella sua cucina.

Non passò molto prima che Chopper lo raggiungesse svolazzando. Sbatté le sue alette nere - quasi violacee, a dirla tutta - da pipistrello fino al volto del biondo.  -Sanji, c’è un isola!- lo informò gioviale quella strana renna alata. -Vogliamo esplorarla!- disse con maggiore eccitazione, facendo una piroetta davanti al suo volto.

-Ho capito, vi preparo subito un bentou. Nami-BlackSwan ci ha già informati di che isola si tratta?- chiese l’interlocutore al medico di bordo.

-No, il Log-Pose non ha rilevato nessuna attrazione magnetica. In compenso ricade sopra una strana luce. E sembra sole.- a quel dire il Vampiro sbarrò gli occhi.

-Bisogna chiudere tutto! Non posso stare al sole!- si allarmò. -Si tratta sicuramente di una strana isola, digli di non andare.-

-Ma, Sanji, lo sai che è impossibile. Potrai rimanere a controllare la nave.-

-Negativo, non posso. Le tenebre si sono appena oscurate per la notte. Se non seguissi il regolare sonno potrei rimanere sveglio durante il giorno... ma un’isola con il sole è spaventosa! La credevo possibile solo nelle leggende.- asserì.

-Ma di cosa ti preoccupi?- chiese la renna, non capendo.

-Ma come? Non lo hai capito? Zoro perderà il suo aspetto di lupo senza una luna sempre in cielo, io non posso mostrarmi alla luce...-

-Allora potrete restare qui entrambi. Dopotutto lui è un fortissimo spadaccino.- asserì il piccolo animale. -Andrò a dire a Frankyestine2 di tappare le finestre.- si risolse, scappando via prima che Sanji potesse protestare ancora una volta, per quanto avesse aggiunto uno sconsolato:

-Non voglio restare con quel cagnaccio verde.-

 

Il carpentiere aveva fatto un buon lavoro; si era messo subito all’opera dopo aver sistemato il chiodo alla testa e ricaricato le sue pile.

Lunghi drappi neri fissati davanti ai vetri ricadevano sino in terra, rendendo l’ambiente più buio delle notti senza luna. Seduto nell’oscurità, stava il vampiro con in mano un calice pieno di sangue, pronto all’arrivo del giorno tanto odiato che gli rendeva difficili i movimenti, quasi pesanti.

Fuori, l’intera ciurma osservava il bagliore mentre tutt’attorno schiariva. Come la luna era sparita, il pelo in eccesso, le orecchie lupesche e la coda di Zoro si erano man mano dissolte; Robin e Rufy avevano preso degli ombrelli al fine di proteggere le loro carni deboli, Usopp si era nascosto dietro una scala cadente ammirando spaventato la luce, mentre la navigatrice si era calcata il cappello nero sugli occhi, infastidita. Una volta attraccati presero ognuno il proprio zaino, pronti all’avventura.

-Sanji avrà messo della carne nel mio bentou?- si domandò Rufy.

-Non credo proprio, il mio naso, prima che perdessi la mia trasformazione, ha annusato solo sangue misto. Anche nella borraccia c’è del sangue.- asserì il Vice Capitano.

-Uffa! E io che volevo della carne.- lamentò. -Prepara solo sangue!-

-Non direi.- s’intromise la renna con una lieve risata. -Il bentou di Nami odora anche di occhi di tritone e salamandra. Quello di Robin invece ha della carne putrida.- commentò, mentre a distanza lo spaventapasseri alzò una mano, e nel farlo si strappò la cucitura sotto il braccio.

-Accidenti!- si lamentò. -E il mio, Chopper? Sa di segatura?- chiese il Naso Lungo con evidente curiosità.

-Ma sei scemo? Sappiamo tutti che quello stupido vampiro, con quella sua faccia ricciola altrettanto stupida, fa preferenze. Sicuramente avrai anche tu del sangue in un termos.- si risolse lo spadaccino. -Sbrigate ad andarvene, oppure torniamo in mare e mi fate tornare il pelo.- rimbrottò, ricevendo uno sbuffo dalla strega.

-E non lamentarti sempre. Vedi piuttosto di stare attento che Sanji-kun non venga a contatto con il sole.- ammonì quest’ultima, scendendo insieme agli altri.

Zoro fece un rapido giro sul ponte, però poi, anche se suo malgrado, raggiunse la cucina dove si trovava lo stupido vampiro in questione, ma si maledì quando si perse tra le varie porte della Sunny non avendo il suo naso ad aiutarlo a fiutare la strada.

Così, dopo vari tentativi e una buona oretta persa, spesa a cercare quella benedetta cabina, eccolo davanti la porta decisiva. Quello era stato puro miracolo, essendo sceso dalla nave senza sapere come ed essendoci ritornato altrettanto in fretta, senza allontanarsi come di consuetudine e senza perdersi. Allungò la mano su quella maniglia e d’un colpo spalancò la porta senza dare tempo al suo sinistro cigolio di manifestarsi nella sua completezza. Al contrario, però, il sole illuminò la stanza e uno sfrigolio di carne lo colse, lasciandolo perplesso.

-Ma cos...-

-Chiudi la porta, stupido ex cagnaccio marimo! Mi vuoi far andare a fuoco con tutta la nave?!- chiese burbera la voce di Sanji, che si era coperto prontamente con il mantello. O almeno per quel poco che poteva, visto quanto i raggi solari erano entrati per illuminare tutto il locale. Per un attimo sembrò così tetro, non più la tipica cucina appartenente a creature della notte, ma solo un’imbarcazione cadente. E a quelle riflessioni, Sanji dovette ricorrere un secondo richiamo per far dare una mossa a quello stupido e far tornare il buio; ma non appena i cardini emisero il loro ultimo suono e la maniglia scattò, inserendo la serratura nella fessura, colpì Zoro con un possente calcio alla testa.

-Di’ la verità, volevi davvero ammazzarmi!- strepitò al suo indirizzo, prima di accendere un fiammifero e passare la fiamma alla candela dentro una lanterna che posò sul tavolo. -Grandioso, è la notte più brutta della mia vita. Sono costretto a rimanere rintanato a causa del sole e con la peggiore delle compagnie.- bofonchiò, stringendosi nel suo mantello prima di tornare seduto davanti al calice.

-Dovrei essere io a lamentarmi. Sono ridotto in questa inutile forma umana a controllare la nave. E non solo potremmo essere attaccati da chissà quali mostri, ma tu potresti avere di nuovo voglia di succhiarmi il sangue e non potrei impedirtelo.- commentò irritato il Vice Capitano. -E forse avrei fatto meglio a tacere.-

-Tranquillo, il tuo sangue umano fa schifo quanto prima, ma forse appesta di meno la mia cucina.- rispose a tono il vampiro nell’osservare meglio l’altro.

-Tsk, che impertinente. Forse dovrei far filtrare un po’ di luce...- asserì l’ormai umano spadaccino.

-E io dovrei lanciarti un altro osso, magari perdo tempo nel chiederti anche la zampa...-

-Stavolta non potrai umiliarmi. Se non altro da umano devo ringraziare di non dovermi ridicolizzare.-

Il battibecco stava per prendere vita, eppure le iridi cerulee del biondo si fissarono sui lineamenti dell’altro.

-Sai, testa di muschio... non ti avevo mai visto così...- ammise, quasi dispiaciuto.

-E non chiamarmi così!- sbraitò Zoro a quel dire, prima di decidere di accomodarsi a sua volta e grattarsi il capo. -Già... credo che questo non dovrebbe stupirmi, dopotutto.- replicò a sua volta. -Ma non ci riesco.-

-Beh, io dico che dopo tutto questa forma ti doni. Soprattutto senza quel pelo ingombrante. Sei molto più carino, anche se le orecchie potevi tenerle...- ridacchiò l’altro.

-Idiota, non sono mica io che decido.- asserì lo spadaccino. -Comunque è colpa tua. Potresti stare sveglio il giorno, è sempre buio.- fece notare. -Solo che non c’è la luna e la notte non si ramifica in cielo.-

-Se facessi questo, sentirei lo stesso il peso del giorno e non riuscirei a lavorare per bene.-

-Non credo che versare un po’ di sangue in un bicchiere sia così faticoso.- rimbrottò Zoro, incrociando le braccia al petto. -E forse saresti anche più docile.-

-Guarda che per Nami-BlackSwan e Robin-DeathChwan ci metto molto impegno.- si risentì il cuoco. -E ogni tanto accontento i vostri assurdi capricci.-

-Tsk, non c’è cuoco peggiore di te.- venne preso in giro, e Sanji non riuscì a non ribattere.

-Almeno io non marchio la nave.- asserì, facendo deglutire il Vice Capitano.

-Okay, diamoci una calmata.- soggiunse quest’ultimo. -Vediamo di ricominciare da capo...- commentò, alzandosi nuovamente per avvicinarsi del tutto al vampiro.

-Prima di tutto, mettiamo le cose in chiaro: posso ancora tenerti testa in tutti i campi.- commentò. -Ricorda che ero un cacciatore di vampiri, dopotutto. Il morso di lupo è stato un effetto collaterale.-

-Ma che cavolo dici? Se sei così babbeo da farti mordere, non sei così capace...-

-Allora lasciamelo dimostrare.- asserì quello, chinandosi del tutto sul volto del biondo per posarvi un bacio che spiazzò quest’ultimo.

-E... ehi! Che intenzioni hai?!- domandò un po’ contrariato.

-Mi pare ovvio, no? Siamo soli sulla Sunny. È l’occasione giusta.- insistette Zoro con un ghigno un po’... pervertito stampato in faccia.

-Che schifo... e io che credevo che da umano calmassi un po’ i bollenti spiriti. E invece no... la mania di montare t’è rimasta.- schernì il vampiro senza ilarità.

-Hai detto il termine adatto. Montare.- sfotté l’umano, allungando un mano per tirare indietro il capo del cuoco e tornare a baciarlo. Stavolta il contatto fu intimo e i respiri si fusero del tutto, mentre i sapori e le bocce si unirono più profondamente.

Il loro fu un gioco di supremazia, un gioco di lingue, un intrecciarsi e uno spingersi. Una carezza ruvida e intima, e probabilmente sarebbe durata molto lungo se solo Zoro non fosse stato costretto a spostarsi per riprendere fiato, avendo meno resistenza. Ridacchiando, però, il vampiro non parve desideroso di perdere la sfida, tanto che allacciò le braccia in una presa ferrea attorno ai fianchi dell’uomo che gli stava davanti, ancora in piedi, e si avvicinò al suo collo per posarci un lieve bacio, giusto uno sfiorare di labbra prima di leccare l’arteria.

-Ohi, che cazzo fai stupido, succhia sangue?!- s’alterò il Vice Capitano. -Mollami immediatamente!-

-Non ci penso proprio... ora che sei così debole è turno mio. Posso fare quello che voglio.- asserì, allungando una mano verso la catena del collare che, stranamente, lo spadaccino indossava ancora. -Ti diverti sempre a maltrattarmi quando arriva l’alba, o appena mi distraggo...- soggiunse, strattonandolo e inchiodando in un lampo il suo corpo a terra, approfittando della sua fragilità.

-Lo hai detto tu stesso che abbiamo tempo, no?- sghignazzò, ma prima che potesse accadere altro, la porta venne nuovamente spalancata e un odore dolciastro arrivò al naso del cuoco, che si voltò nell’immediato sotto lo sguardo incuriosito del suo ostaggio.

-E il sole?- chiese quest’ultimo, notando in un secondo momento lo strano luccichio negli occhi azzurri del compagno. -Che cavolo hai?-

-Sangue...- rispose semplicemente Sanji nel leccarsi le labbra, lasciando andare l’uomo sotto di sé. -Sangue fresco...- precisò, e il suo volto divenne una maschera di pura follia. I denti aguzzi erano in bella mostra, il sorriso ampio e gli occhi quasi fuori dalle orbite. Le iridi non avevano più quel colore sicuro, erano diventate vacue e l’iride era scomparsa. -Zoro... dici che, dopo tanto chiedere, i nostri compagni mi abbiano finalmente portato un souvenir?- domandò con voce roca, quasi non più sua.

-Non ci sperare, stupido damerino. Non credo che non accontentare i loro capricci serva a diventare magnanimi con te...- rispose con ovvietà l’altro, posando un gomito a terra per sorreggere in quel modo il viso sul palmo della mano, realizzando cosa stesse accadendo solo in un secondo momento: c’era qualcuno di nuovo e umano, nella cabina. -Cuoco, non ci provare.- provò a dire contrariato3, ma il vampiro si avventò troppo velocemente sulla preda senza poter essere fermato, se non da un paio di bende che portarono il nuovo arrivato a distanza della sua bocca già spalancata e pronta a mordere; Zoro ne approfittò per raggiungerlo e bloccò i suoi movimenti, portando le braccia possenti sotto quelle del biondo.

-Che cavolo fai, Sanji! Lui è il nostro nuovo compagno! Non puoi mangiartelo!- lo sgridò il Capitano.

-Siete tornati?- s’intromise il Vice Capitano con fare un po’ perplesso, mentre il vampiro tentò di dimenarsi. Quest’ultimo doveva ammettere che lo spadaccino ne aveva veramente tanta di forza per essere un umano e cacciatore, o forse era semplicemente il suo istinto a frenarlo; benché sapesse che i mannari potessero guarire in fretta, non aveva la minima voglia di fargli male.

-Già, l’isola era piena di cose strane e spaventose. Nami, Chopper e Usopp hanno insistito tanto, e poi ho trovato un compagno particolare... allora ho deciso di tornare.- rispose Rufy, mentre le bende che tenevano ancora l’uomo legato rivelarono poco a poco un cespuglio nero.

-Rufy! Stai dicendo che non posso bere sangue fresco?- domandò il cuoco, ignorando i due.

-No, non puoi nemmeno assaggiarlo. Anzi, voglio della carne.- rimbeccò.

-Nemmeno dargli una leccatina?-

-Smettila, Sanji! Ora non è il momento... dicci piuttosto come mai non abbiamo sentito la nave salpare.- intervenne nuovamente Zoro, lasciando finalmente il vampiro, un po’ sconsolato.

-No, non puoi.- ridacchiò il ragazzo con il cappello di paglia, stranamente fasciato anche quello. -È stata Nami con la sua magia!-

-Grande, questo significa che posso riprendere la mia forma.- asserì lo spadaccino, uscendo del tutto dalla cabina solo per far sì che la luna, nuovamente alta in cielo, lo illuminasse e gli ridesse la forma mannara.

-Almeno posso sapere chi è questo nuovo?- domandò il cuoco, portandosi un pollice al canino sinistro per punzecchiarlo come un bambino a cui era stato sottratto il suo giocattolo preferito.

-Yo-ho-ho-ho~? Se mi date un secondino, mi libero da queste bende e mi presento.- ridacchiò quello con quel suo assurdo modo di fare.

-Idiota di un Capitano! Hai di nuovo allungato le bende e stretto qualcuno!- commentò Nami tornando assieme al lupo, dando uno scappellotto alla mummia, mentre un calcio del vampiro lo centrò sul centro del capo.

- Yo-ho-ho-ho~? Davvero divertente, almeno non sono stato mangiato.- disse quello rivelando completamente la sua identità. -Anche se qui... io non ci volevo venire. Potrei perdere tutto il mio sangue... anche perché posso darvi solo quello.-

-Non fai ridere!- lamentò il biondo. -Di’ un’altra battuta come quella e giuro che ti dissanguo per davvero!-

-Rufy, dì la verità, sei impazzito? Hai portato sulla nave un umano, chiunque potrebbe mangiarselo.- fece notare lo spadaccino. -Soprattutto questo cuoco pervertito.-

-Ma è divertente perché è strano.- sorrise divertito Cappello di paglia.

-Brutto incosciente...- masticò tra sé e sé il mannaro, avvicinandosi al vampiro per riportarlo in cucina. -Vedi di trovare una soluzione o presto avremo un altro cadavere sulla nave, ma solo da gettare.- e così dicendo i due tornarono nell’oscurità della stanza.

-Idiota, perché mi hai bloccato. Sono mesi che bevo sudicio sangue di terza scelta.- lamentò il vampiro, ma prima che potesse aggiungere altro, fu il suo turno di essere catturato e assaporare il palato dell’altro, cosa che non durò molto perché venne morso.

-Brutto idiota, che fai?- chiese Sanji, alterato.

-Nulla, ti ripago di prima. Te ne sei approfittato.-

-Un vero peccato... perché così baci da far schifo. Senza quei denti affilati era più piacevole.- asserì in risposta il biondo con un certo risolino.

-E te ne saresti anche approfittato! Stupido torciglio, dovevi metterci in conto la mia vendetta!- strillò Zoro, non ottenendo però l’effetto desiderato.  -E ora che hai da ridere, cuoco?-

-Nulla... anche se baciavi meglio prima, sono sollevato.-

-Da cosa?- venne chiesto al vampiro.

-Beh, non devo fare attenzione. Le ossa umane sono così fragili da poterle sbriciolare...-

-Allora vieni qui, cuoco pervertito, che ti do un assaggio di quello che può fare il mio potere.- ridacchiò il Vice Capitano, leccando in volto del compagno. -Anche perché fino a un attimo prima mi sembrava di aver interrotto un certo discorso...-

 

*

 

Fui certo di svegliarmi con uno strillo, riscoprendo il sole già alto nel cielo, simbolo che il mattino era già inoltrato e che io avevo mancato il mio dovere di cuoco di bordo.

Nel mentre delle mie riflessioni, presi un bel respiro; non era insolito che dopo Thriller Bark la mente mi giocasse brutti scherzi e avessi degli incubi, o, meglio, facessi sogni alquanto particolari dal clima poco gradevole, soprattutto per la mancanza delle mie muse... ma quello in particolare si era rivelato essere più che strano. Quasi si trattasse di una gag di un qualche tipo, mentre i miei compagni, mostri e tutto, infestavano una Sunny dall’aspetto più che cadente.

A quei miei pensieri, scossi il capo. Era stato tutto basato sul bizzarro, soprattutto se ripensavo a come le dinamiche di quell’avventura fantasiosa mi avessero portato a rimanere da solo con quella testa verde, e non contento di non aver solo sognato di ritrovarmi con la mia Nami-Swan, o Robin-Chwan... no! Mi rifiutavo categoricamente di ricordarlo: persino nelle mie più profonde, se non recondite illusioni notturne, riuscivo a cedere il passo a quel marimo di merda!

Mi portai una mano alla tempia passandola sotto la frangia dorata dei miei capelli - stando ben attendo a non scoprire l’occhio sinistro - nel vano tentativo di riacquistare lucidità e di cacciare la brutta visione dalla mia testa. Decisi dunque di alzarmi almeno a sedere, ma un braccio dalla notevole consistenza bloccò il mio petto al materasso, facendomi sbattere le palpebre, perplesso.

Qualcuno era nel mio letto? In altre occasioni mi sarei chiesto chi delle due donne si fosse intrufolata sotto le mie lenzuola per sentirsi protetta dopo un brutto sogno, ma la stazza di certo non poteva appartenere a nessuna delle due, e temevo di scoprire chi fosse l’intruso. Soprattutto, temevo di conoscere la risposta.

Feci per alzarmi nuovamente senza dar peso allo stupido accanto a me, ma a differenza della prima volta sentii la mano scivolare e prendere posto sul mio sterno, tenendomi fermo.

-Ma che diav...- cercai di ribellarmi e chiedere spiegazioni, venendo però bloccato sul nascere.

-Sta’ giù, stupido cuoco. Chopper ha ordinato di non svegliarti per nessun motivo.- m’informò la voce maschile dal timbro non troppo basso. -A quanto pare ti sei sforzato troppo, ultimamente.-

Che il nostro medico di bordo mi avesse ordinato un giorno di riposo non era nulla di nuovo, anzi, mi veniva ridetto più volte di non eccedere nei miei compiti, ma con tutti quegli incoscienti che mi ritrovavo come ciurma, a partire da quell’idiota di un Capitano, mi era praticamente impossibile avere un minuto di relax; e forse anche la mia preoccupazione - un po’ come tutti, probabilmente -, verso il marimo gravava ulteriormente sul mio fisico.

A quella riflessione, imprecai. Che fosse maledetto lui e l’alga verde che possedeva al posto dei capelli. Dopo lo scontro con Kuma c’era quasi rimasto secco e mi aveva messo da parte. Sicuramente il muschio gli aveva attecchito anche nel cervello. E avrei ripreso le mie considerazioni ancora per qualche ora, se proprio l’oggetto che occupava i miei pensieri, negativamente, non mi avesse richiamato alla realtà.

-Ehi, torciglio, tutto a posto?- chiese con un velo di apprensione negli suoi occhi. Nonostante tutto non potè che farmi piacere, in fondo avevo preferito la sua stupidità a un bel corpo femminile. E non riuscivo ancora a capacitarmene del tutto, benché il motivo fosse uno solo e abbastanza semplice da capire. Eppure portai una mano sul suo volto nel tentativo di scansarlo.

-Imbecille, mollami. E poi che ci fai nel mio letto?- domandai.

-Imbecille sarai tu, damerino idiota. Questo è il mio letto.- mi fece notare, indicando con un cenno la cuccetta sopra di sé. -Piuttosto sei tu quello che è venuto a disturbarmi e ha preteso che rimanessi sveglio. E direi che sono ancora in via di guarigione.- sembrò ironizzare con un sorriso - più simile a un ghigno, per la verità - nell’indicarsi il corpo fasciato. -Non era nemmeno il mio turno di guardia.- insistette. E a conti fatti non aveva tutti i torti, soprattutto se aveva realmente ragione, ma l’unica risposta sensata che riuscii a dare fu:

-Ah...- spalancando di poco la bocca. Forse fu proprio quello a irritarlo e a spingerlo a darmi un colpo sul capo.

-Dopo un’intera notte sveglio è solo questo che riesci a dire?!- chiese, con fin troppo zelo per essere un reduce da una quasi morte assicurata.

-Idiota, non ti permettere, sai!- mi lamentai, ricevendoci un secondo colpo.

-Sta’ zitto, piuttosto, e vedi di tornare nel tuo letto, qui non c’entriamo.-

-Potevi cambiarlo tu.- feci notare. -Oppure dormire sul ponte come al tuo solito.-

-Tsk, con Chopper in giro? Impossibile.- commentò in risposta, facendomi ridacchiare. Dopotutto non si poteva far nulla... lui era il medico e bisognava ascoltarlo. O almeno cercare di non farlo arrabbiare troppo.

-Senti, si può sapere che cavolo t’è preso?- mi venne chiesto dall’altro. Di certo non avevo intenzione di dirgli la verità. -Hai fatto un brutto sogno come i mocciosi?- insistette.

Merda, ci aveva preso in pieno. Era incredibile come diventava stranamente perspicace quando non doveva.

-Niente affatto.- mentii. -Capitano casi di sonnambulismo.- cercai di far morire il discorso, ma non ci riuscii.

-Già, peccato che ti ho sentito borbottare mentre dormivi e credo di averti ascoltato solo io.- continuò. -Un po’ mi spiace, perché non sarà possibile prenderti in giro tutti assieme.- lo sentì malignare contro di me, mentre una risata scaturì dalla sua gola. Lo avrei pestato, parola mia, ma al solo pensiero mi accorsi di essere bloccato dal suo corpo, che riscoprii stranamente nudo.

-Marimo... che cavolo è successo?- dovetti chiedere mio malgrado, vedendo una luce poco cordiale e al contempo perversa nei suoi occhi smeraldi.

-Nulla a cui tu non possa rimediare.- rispose prontamente, premendo un rigonfiamento contro di me. -Sai, continuavi a mormorare il mio nome, o almeno gli insulti che di solito mi rivolgi. Ma quando hai cercato di sedurmi nel sonno leccandomi il collo... mi sono eccitato.-

Spalancai gli occhi, a quel dire. Avevo fatto cosa? Non era stato solo un sogno?

Non riuscii però ad aggiungere altro né a scappare che presto il corpo fasciato del marimo bloccò il mio, certo che la prossima ora, o forse due, non sarebbero state per me le più caste. E la lingua che lappò sotto la mascella fu la risposta che non cercavo.

-Sai, cuoco, dovresti avere più spesso questo genere di sogni.- asserì, mentre nella mia mente maledii quel suo lato animalesco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1Precisamente Sanji si riferisce ai Piranha

2 Probabilmente è un po’ stupido, ma è un gioco di Parole tra Franky e Frankestine XD

3 Zoro è contrariato perché, per i Vampiri bere il sangue equivale a un esperienza pari al sesso. In poche parole è un cagnetto geloso del padrone v.v

 

 

 

 

Chiedo venia ma il sito di EFP mi ea morto nel momento in cui sono andata a postare… l’unico in cui ero a casa per altro ç__ç
Però ho fatto il cos play di Sanji Vampiro v.v

Che dirvi? Forse vado a Lucca, chi vuole incontrarmi mi contatti su FB <3

 

My Pride: Cofcof… che dire sono idioti sempre v.v XD Di questa fice… dico lo stesso e spero di farti vedere il Sanji osplay XD ç__ç Non si mettevano i caninii x3

 

Juan_Iki: Buhahahahaha! Anche “Life in Three” FMA è in prima a una certa XD Sono piena di sorprese! Dai che anche tu vedi lo ZoSan <3 E poi bho, a mezzo giorno vieni qui yeee! *Ti picchierà v.v*

 

tognoz: Forse vengo a Luccaaaa <3 (tanto telo scrivo su fb e al cell non sis a mai v.v), Mi fa piacere comunque che hai commentato e spero che lo farai nuovamente e bho, sono le 2.48 non so che dirti XD see yaaa, speriamo di verederciiii <3




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Farai felice un milione di scrittori

E me XD!


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Capitolo 3
*** N°4.6: Food and Jealousy ***


Titolo raccolta: What sould remain a secret

Titolo storia: Food and jealousy

Autore: Red Robin (Entrambi)
Fandom: One Piece 
Tipologia: One-shot
Personaggi/Paring: Roronoa Zoro, Sanji / ZoSan

Genere
: Sentimentale, Slice of life
Rating: 
Giallo/Arancio

Avvertimenti: Shounen ai, Missing Moment, Spoiler One Piece Z filler
Prompt scelto: 6 -
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
Elemento del Prompt Utilizzato: “La verità fa male; ecco come sai che è proprio la verità” Larry Winget, fattore idiota
Beta: My Pride
Note: Credo che sia dovuto tener conto che io sono una malata assurda e questa fiction si concentra dopo la saga filler di OPZ dove il primo episodio sub in Ita è stato tradotto e postato (su Delimotion) il 1-12 e io ovviamente l’ho visto v.v

Quello che cerco di dirvi è, che probabilmente sono la prima ad aver scrittola fic in Italia riguardante il film ‘Z’, contando che ‘oggi’ è il 2-12 lol  e quindi sarà poco approfondita v.v (Il bello è che, inverosimilmente, questa è l’unica fic dove la trama dell’episodio/saga a cui fa riferimento è più approfondita XD)

Uno spoiler? XD  

Non è bellissima, ma fa numero <3

 

 

 

Food and jealousy

 

 

Dopo tutti quegli avvenimenti, ero rimasto affascinato e deluso nel venire a sapere che nel Nuovo Mondo c’era qualcun che condivideva i miei stesi ideali e passioni.

Avevo già sentito parlare di Panz Fry, e quel modo di pensare sulla cucina mi aveva indotto a volerlo salvare solo per poter scambiare due chiacchiere con lui. Anche se principalmente avevo adocchiato sua figlia, nonostante le sue minuscole dimensioni.

In realtà, nonostante la stima, non potei che esserne invidioso: perché lui era effettivamente un cuoco migliore di me. Lo aveva persino affermato Rufy una volta ripreso il viaggio, aspettando il momento più opportuno, ovvero quando io non ero nei paraggi; ma se avesse controllato, forse non lo avrei udito.

Sospirai nel rimanere chiuso nella dispensa nuovamente rifornita, dove i viveri rubati al nemico avrebbero costituito per noi salvezza durante il viaggio nell’arrivare alla prossima isola. Ma non era quello che volevo, non ero stato cresciuto in quel modo, mi era stato insegnato a non rubare il cibo altrui e soprattutto avevo imparato a mie spese cosa volesse dire esserne privo. Maledizione! Eppure Rufy lo sapeva!

Nell’arrabbiarmi fu istintivo tirare un pugno al muro divisorio, gesto stupidissimo. Non solo avevo reagito d’istinto alla rabbia utilizzando le mie preziosissime mani, ma mi ero addirittura fatto male. E tutto per un cuoco di cui ero stupidamente geloso.

Non potei godere oltre di quella mi solitaria rabbia, poiché la porta alla mia destra, ovvero quella che dava a poppa della nave - non quella comunicante alla cucina, quindi -, si aprì, rivelando la figura del marimo. I suoi occhi mi osservarono con serietà, mentre il volto si chinò lievemente di lato quando la sua espressione divenne un po’ dura. In poche parole mi aveva sondato prima di chinarsi alla mia altezza, puntellandosi con i piedi e allungando una mano per afferrare la mia.

-Che cavolo stai facendo?- chiese, stornando lo sguardo su di me. -Le mani non erano importanti per un cuoco? Che è successo?-

-Niente.- risposi, cercando di tirar via la mano, ma lui fu più svelto nel stringerla e la tenne a sé. Ero suo ostaggio e ciò non mi piaceva.

-Non dirmi ‘niente’, ero nell’infermeria con Chopper. E credo che la tua mano gonfia sia il motivo che ha fatto cadere le sue fiale.-

-Oh...- dissi semplicemente alla notizia. Non avevo pensato che forse avrei potuto disturbare qualcuno. -Dopo mi scuserò. Non volevo.- commentai. -Ora mi lasci la mano?-

-No finché non mi dirai perché lo hai fatto.- s’impunto. Era veramente pedante quando ci si metteva, lo preferivo a darmi contro per qualche stronzata piuttosto che trovarmelo tra i piedi a quel modo. Così, dopo aver preso un bel respiro, mi strinsi le gambe al petto e nascosi la faccia, chinandola tra le ginocchia.

-È stupido.- bofonchiai con voce ovattata, tanto che fu lui a tirarmi su il volto e a invitarmi a ripetere. -Ho detto che è stupido.-

-Sei geloso.- affermò senza ascoltare il resto, e a quel punto cercai di smentire, ma fui tradito dalla mia stessa rabbia. Quindi mi arresi ancora una volta.

-È stupido.- affermai ancora. -Ma non posso farne a meno, mi sento male solo a pensare che qualcuno possa prendere il mio posto.-

-E questo dove lo hai sentito?- domandò, inarcando un sopracciglio. -Non mi sembra che Rufy voglia sostituirti, cuoco. Lui ha fiducia in te, sei il suo cuoco.-

-No, l’ho sentito dire che è veramente bravo. Se lo avesse incontrato prima...- non conclusi la frase che un colpo si abbatté sulla mia tempia.

-Idiota! Questo non è affatto vero. Ti ricordo che tra tutti quegli uomini al Baratie ha scelto te.- asserì, convinto delle sue parole. -Ora smettila di lagnarti e va’ a preparare qualcosa per quel suo stomaco senza fondo. Sta già smaniando e solo tu potresti fargli dimenticare quel Panz Fry.-

Dovevo ammetterlo, ogni tanto sapeva stupirmi ed essere persino gentile con me quando non eravamo... beh, in situazioni intime. Avevo persino ritrovato una nuova forza che mi avrebbe aiutato ad alzarmi da lì e a tornare ai fornelli, quando la voce stessa del Capitano si vece sentire per tutto il continente: -Ho fame! È rimasto uno di quei gustosi piatti?!-

Sentii il marimo imprecare a denti stretti e promettergli un pestaggio e, nonostante sorrisi a ciò, decisi di non muovermi da quel pavimento.

-Che vuoi che importi? Il tuo sogno non era trovare il mare di quella leggenda?- chiese. -Muoviti, che inizio  essere stufo di questa lagna.-

-Ma fa male.- asserii con voce fievole.

-Cosa fa male? La mano?- chiese. -Per forza, non sei abituato a tirare pugni. Sul legno, per giunta.-

-Non quello. Fa male il fatto che sia la verità.- spiegai, e lui alzò gli occhi verso l’alto, sbuffando sonoramente.

-Ed ecco come sai che è proprio la verità.- sembrò quasi ironizzare, ma senza essere ilare. -Avevi ragione, è proprio una cosa stupida. Andiamo e fatti vedere da Chopper. Non posso credere che ti stai comportando da bambino, più di quegli idioti là fuori.-

-Non posso farci nulla se mi sento tradito. Ho persino infranto il mio codice morale.-  

-Lo vedo, ti sei quasi rotto un arto importante.-

-Non mi riferivo a quello.- dissi, adocchiando di sfuggita i sacchi e le casse con le vivande. E lui dovette accorgersene, perché si voltò con tutta tranquillità e le contemplò per un minuto buono prima di tornare a osservarmi.

-Ah... dannazione.- asserì, chinando il capo per sorreggerlo con una mano. -Era questo quello che pensavi?-

-Sì. Non trovo giusto cucinare e offrire qualcosa a chi non ne ha e poi servirlo a chiunque ne abbia bisogno.- ammisi. -E comunque, sono anche geloso che Rufy e tutti gli altri lo nominino ancora. Sono passati due giorni.-

-Sta’ a sentire, idiota, se devi essere geloso, devi esserlo solo con me. Se io apprezzassi del cibo rubato come il suo dovresti veramente preoccuparti.- Stavolta risi. Aveva cercato di convincermi che era stupido essere gelosi solo perché al Capitano piaceva una cucina altrui, mentre il vero problema era il fatto che non sopportasse l’idea che io pensassi al giudizio di un altro uomo. Il marimo era veramente piano di sorprese!

-Hai ragione, scusami, allora mi lamenterò del fatto che Nami-swan e Robin-chan amino la cucina di un altro cuoco.-

-Ohi, vedi di piantarla.- si innervosì. -E comunque, dovresti pensare solo alla nostra cena.-

-Non ho voglia di usare qualcosa di rubato, anche se sprecarla non è una soluzione.- affermai. -Ho lasciato che qualcun altro patisse la fame. Rufy lo sapeva, eppure...-

-Ha fatto la cosa giusta. O loro o noi.- mi interruppe, facendomi sbuffare. A conti fatti non aveva avuto torto e non potevo lasciare che le mie muse, e anche il resto della ciurma, rimanesse a bocca asciutta.

-Non so che fare, ora... mi sento confuso.- ammisi.

-Allora non ci pensare.- insistette lui, decidendo di farsi più vicino di qualche passo per attirarmi a sé con un abbraccio. Lo sentii stringermi al petto muscoloso e carezzarmi una spalla. -Accidenti a te, ricciolo. Ti preferisco quando sorridi. Non eri tu quello che accettava i consigli di altre cucine?-

-Non dopo due anni passati su un’isola spaventosa, a recuperare delle ricette con effetti che aiutano a sviluppare meglio il vostro corpo.- feci notare. -È come se avesse reso vano tutto il mio lavoro. Un impegno inutile.-

-E tu non pensarci.- ripeté, portandomi con sé nell’alzarsi. -Vedi di farti sistemare la mano, piuttosto.- e nel dire ciò mi portò lui stesso nel piccolo studio del nostro medico di bordo.

 

Dovevo ammettere che era piuttosto doloroso tirare un pugno, non che le mie mani fossero docili e delicate come quella di una damigella, al contrario, il mio lavoro le aveva allenate sin troppo bene. Ma se non si conosceva la posizione esatta per tirane uno, né la quantità di dolore che si poteva provare... il risultato era una bella benda a tenerti fermo l’arto. Chopper aveva persino trovato dei frammenti di schegge e Franky, appena saputo ciò che era accaduto, era andato a controllare il danno e tornato indietro per farmi una ramanzina. Probabilmente aveva ragione quello stupido spadaccino nel dire che ero stato più bambino di loro, visto il modo in cui si erano scambiati i ruoli.

Con molta calma avevo svolto il mio compito da cuoco e tutte le altre faccende con l’aiuto di tutti loro, che a turno si erano presentati e sentiti in colpa nei miei confronti, ma decisi d’ignorarli. Solo Rufy, però, ebbe il coraggio di parlarmi, o almeno mi chiese del cibo che puntualmente gli negai. Ma a quanto sembrava non era ciò che voleva sentirsi dire. Che novità!

Alla fine ci chiarimmo e prima di concludere il suo lavoro era già sparito e lasciatomi solo, anche se non per molto; Zoro prese il suo posto e sembrò esserne felice, perché si incollò immediatamente ai miei fianchi e prese a stuzzicarmi il collo con i denti e le labbra.

-Ohi, che cavolo fai?- domandai, scansandomi di poco.

-Ti coccolo.- asserì in tono ovvio. -E cerco di farti ricordare che deve importarti solo la mia opinione.-

-È la verità?-

-Certo che è la verità, fa male vedere che sei triste per qualcuno che non sono io.- rispose, prendendomi in giro.

-Ehi, la vuoi smettere?-

-No, affatto, devo renderti felice.-

-No, tu vuoi solo portarmi a letto.- feci notare, esasperato.

-Non lo nego.- ammise. -Ma solo perché so che ad attendermi c’è la tua personale portata alla quale non rinuncerei mai. Amo avere questo privilegio nell’assaggiarla.-

A quel dire non capii molto, ma quando mi strinse avidamente a sé e mi baciò fu tutto molto più chiaro... troppo chiaro! La portata ero io!

 

 

 

 

 

Se volete linciarmi, fatelo pure v.v, vi chiedo scusa lo stesso XD

 

orbit: Thxs per l afic, spero che nonostant tutto anche questa non ti abbi delus, anche se m irendo conto che sia vaga e bruttina XD

tognoz: Lol v.v eh Lucca... Lucca... ho postato le foto e devo mettere i tag <3 resta il fatto ch tu sara l anostra Iva-sama XD *svia i ldiscorso dalla pessma fic* ad ogni modo me felice che la precedente sia piaciuta ^^^

blue riza: Mi spiace che stavi malaticci al'ultima volta ma spero che tu abbia apprezzato il capitolo... questo... vabbè non ha molto senso v.v

My Pride: Zia... sarò sincera.. hai rotto el palle con ste recensioni, sanno leggere tutti XD non che apprezzi la 'figusità' della lunghezza ma dai! lol cmomunque che dire? Tanto tu le hai betate quindi le conosci le fic XD basta ke ti piacciono davero v.v ... forse a questa commenterai poco ^^^



 

 

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E me XD!


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Capitolo 4
*** N°9.6: Up the morning ***


Titolo raccolta: Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire 
Titolo storia: Up in the morning
Autore: Red Robin (Entrambi)
Fandom: One Piece 
Tipologia: One-shot
Personaggi/Pairing: Roronoa Zoro, Sanji / ZoSan
Genere: Romantico, Sentimentale
Rating: Arancio
Avvertimenti: PWP, Shounen ai
Prompt scelto: 6 - Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
Elemento del Prompt Utilizzato: PWP
Beta: My Pride
Note: Credo di aver svolto bene il mio lavoro e di essere rimasta nel tema arancio.
Lo spero proprio, perché fin ora è stata la fic che mi è piaciuta maggiormente... forse dopo quella di halloween. Certo, il non scrivere il rosso mi è spiaciuto moltissimo, lo devo ammettere, probabilmente sarei arrivata a sfornare nove pagine di sola pwp (è accaduto come primo capitolo di una raccolta di OP), ma con un rating arancio credo che due paginette, o forse tre, siano veramente toste da scrivere. Ma tutto sommato sono abbastanza soddisfatta. Un po’ meno della lunghezza... ma almeno stavolta posso sciallare <3
See ya, e speriamo che sia tutto okay °-°
 
 

Up in the morning





Era la sensazione più bella che avesse mai provato in quel momento. Come lo erano state le volte precedenti, in cui Sanji si era ritrovato al letto con Zoro e per lui era lo stesso.
Il sudore, la fatica, l’amore... tutto ciò riusciva a riscaldare la stanza, rendendo quella situazione così intima, così unica... facendoli sentire così uniti.
La luce soffusa della luna, i cui raggi entravano dall’oblo, rendeva il tutto più eccitante, mentre l’oscillazione della nave li aiutava a concedersi quell’attimo di libertà e amore. I cuori palpitavano nei petti, la pelle dapprima gelida diveniva via via sempre più bollente, mentre la frenesia carpiva i loro animi; ogni atto di quell’amplesso li cullava e li vezzeggiava, rallegrava e rattristava a seconda del momento e schiocchi di baci li rincuoravano.
Le carezze e le occhiate fugaci susseguirono, così come il rassicurare l’altro quando per un momento la concentrazione veniva meno. E il desiderio. Il continuo desiderio di assaporare le labbra carnose e la pelle stranamente liscia di quel cuoco, come quest’ultimo bramava di stringere a sé quel corpo così muscoloso. In quel momento tutto parlava di loro, di come si stessero amando, e un grido si levò nel cielo e oltre i mari, o almeno quella era la sensazione che entrambi provarono nel lasciarsi andare.
Di giorno in un modo, di notte in un altro, e, nonostante tutte le dissimulazioni, era dura non poterlo ammettere. Era dura dover stare separati. Se avessero potuto, avrebbero fatto durare quel momento in eterno. Così magico e speciale.
-Ti voglio proprio, cuoco.- ammise lo spadaccino in un sussurro al suo orecchio, mentre, ridacchiando un po’ nervoso e senza coscienza di sé, il biondo gli carezzò la fronte con le labbra.
-Mi hai già.- gli rispose con la stessa cadenza. -Che tu lo voglia o no.-
-Stupido. Sei tu quello che corre dietro ogni gonnella. Sono geloso.- rimbeccò l’altro nel farsi più vicino, invadendo il suo campo visivo con tutta la sua mole. Si era fatto insistente, pressante, eppure nessuno avrebbe potuto immaginare quanto fosse dolce sotto quella scorza dura e rozza, che nonostante tutto mostrava ancora.
Il sudore cadeva verso il basso, condensandosi sul legno di quel tavolo, usato solitamente per il pranzo. E, a dirla tutta, il cuoco aveva preparato allo spadaccino proprio un bel pasto che ora stava assaporando. Ci si era avventato sopra e non lo aveva più lasciato andare sin dalla prima volta in cui quella cabina li aveva visti uniti.
Le labbra si erano fatte secche, la vista annebbiata e il respiro troppo corto. Una, due, tre volte, tante volte i corpi si strinsero comunicando a pelle quel sentimento così profondo. Una sensazione di pace si diffondeva in loro quando si completavano. Era bello, forse troppo bello. Era un sogno.
Il cullare della nave non riuscì a distrarli neppure quando le assi s’incrinarono, né quando il vento prese a ululare e la neve iniziò a cadere. In realtà era tutto normale, sin da quando erano entrate in quelle acque dal clima poco sicuro. Loro non avrebbero provato nessun freddo. L’atmosfera era andata troppo oltre e si era già stabilizzata, e loro si erano abituati a provarla, così come l’odore forte che entrambi emanavano divenne l’unico dolce e li spinse a continuare oltre ogni limite.
Niente e nessuno li avrebbe interrotti, e se una tempesta li avesse colti di sorpresa, se la nave fosse colata a picco rovinando su se stessa, loro sarebbero rimasti lì, esattamente in quel posto. E avrebbero continuato ad amarsi, perché non avrebbero voluto trovarsi altrove. Dipendevano l’uno dall’altro.
Frasi  sconnesse, sussurri, incitamenti e piacere. Si stavano donando, concedevano il proprio io alla persona che più amavano e che i corpi richiamavano. La testa era leggera, fluttuava in un paradisiaco fiume di morbido latte, le iridi vitree dallo sguardo sfocato perdevano ogni volontà e la loro personalità. Sopra di essi non c’era più un soffitto legnoso, ma un cielo sereno, bluastro, rossiccio, dorato, argentato, ogni colore assumeva una tonalità, anche la più forte, di una tenue luce rassicurante.
Sotto le mani la pelle carezzata risultava il miele e l’ambrosia, la seta e il velluto erano il divano dove ora si trovavano. E in terra c’era il prato morbido e verde. Solo loro, il loro mondo, il loro credo. Amore e ancora amore, un brivido, altro piacere. Una carezza sul volto, la ricerca delle labbra, e ancora e ancora lo schiocco di quella carezza rumorosa risuonò attorno a loro, la lingua morbida e calda carezzò più punti assaporando quel frutto proibito. Era l’estasi. Era la droga migliore con cui uscire fuori di testa. Era l’ultimo viaggio prima della fine, prima di tornare a essere ciò che dovevano solo essere: pirati, compagni... e segreti amanti. La fine del mondo più dolce.
Il tempo passava, si perdeva tra i loro ansiti e i sospiri di voluttà, le mani cominciarono a tremare, le gambe divennero molli; la testa si muoveva a destra e a manca, la piacevole sensazione di pura passione s’insinuava sempre più sotto le rosee membra nude, e il corpo si torceva. Di più, si voleva sempre di più. Non si aveva più tempo in quell’attimo eterno. Non si aveva abbastanza in quel tanto dato.
Il silenzio divenne sordo, si trasformò in un fischio che altri non era che il verso rumore del mutismo udito, le gole facevano male, mentre suoni rochi si levavano e loro, inconsci, non udirono a parole quanto provarono. La notte nascondeva quel immondo peccato tanto aspirato durante il restante giorno, cercavano costantemente di approfondire il legame che li univa, quell’invisibile nastro rosso di passione che, nonostante tutto, li lasciava separati.
Le anime si toccavano e si fondevano, le mani, spettatrici di ciò che li agitava, si sfiorarono e si osservarono, mentre il chiarore dell’alba si faceva via via sempre più limpido. L’ora stava per arrivare. Non volevano lasciarsi. Sempre più vicini, sempre più uniti, coinvolti nella danza frenetica di ciò che ancora non era.
Toccatevi, stringetevi, queste erano le mute parole che dissero alle ombre che riuscivano laddove non sarebbero mai arrivati nel fondersi carnalmente; incitavano se stessi, dovevano poter provare quell’ultimo attimo che, troppo breve, sarebbe divenuto un’intensa armonia.
Le palpebre chiuse videro i colori di quell’amore, i volti si contrassero, le mani si strinsero l’una all’altra. Era quello il momento. L’apice, la fine di quella bellezza. Lo splendore che li avvolgeva, la consapevolezza di non essere soli e  la sicurezza di un amore eterno, una stabilità e sicurezza. Ed infine, esausti, sorrisero, fino a che, riacquistata la vista, le iridi bluastre osservarono quelle smeraldine dell’altro.
Bastò uno sguardo per comunicare e dichiararsi ulteriormente, mentre una voce dalla parte opposta li richiamò ai loro ruoli. -Cibo!- Il Capitano e il suo stomaco  preannunciarono il nuovo giorno e un ennesima tregua dei loro sentimenti.
Sarebbero tornati a essere Sanji, il cuoco adoratore di ragazze e instancabile lavoratore, e Zoro, lo spadaccino maniaco del culturismo dal sonno facile.
Eterni rivali e amanti perfetti.
 
 
 
 
 
 
Chiedo venia, ma aggiornare è un po’ difficile non essendo possibili tata nell’avvicinarmi al pc fisso con il programma per l’HTML XD (ho detto addio a un ginocchio per un po’… stupide cunette di neve che creano gli sciatori facendo cadere noi fighissimi snowboarder *Uno sciatore, magari lettpre, l’accoppa* XDDD)
Che altro dire, spero che questo PWP arancione vi sia garbato, purtroppo questo era il prompt eil mio limite era imposto sull’arancio… Ho fatto un buon lavoro? Speriamo di si! XD
 
Juan_Iki: Che fosse una stupida alga lo sapevamo v.v cmq lol io scrivo sempre cose diverse XD non vedo perché tenere uno stile unico, mi piace variare v.v  ad ogni modo il finale non ea proprio ad effetto… vedila più come un ‘Ho abbassato la guarda e ora me ne pento’ XDD
 
orbit: Salve a te! Chiedo venia per il tardo aggiornamento ma… io aggiorno sempre lol XD Presto anche altre 2 fic potranno vedere un nuovo capitolo non temere… della fic precedente che dire? Un inaspettato spoiler senza volerlo XD un po’ tanto mi gaso XD e comunque, minimizzo ogni fic,. Anche questa lol
 
My Pride: Zia eccoti qui, tu conosci tutte le mie fic XD e thxs per l’HTML v.v  dai non so bene che dirti, a parte che ti sfido a recensire lunga anche questa e… baci altri cuochi!!! ((__ò me la sono legata! Berami il capitolo 3 di ‘TuSaiCosa’ v.v
 
tognoz: DDD: Il caramellino Boy già mi traumatizza, mi dispererò fino alla fine la pensiero di Lucca epoi a Lucca XD anche se credo ce mi dispererò di più al pensiero di dover indossare un vestito rosa lol XD Che dire, spero che questa ti sia piaciuta e si, prima o poi riuscirò a mandarti soldi e disegno XD
 
kymyt: Allora qui si recupera!
Capitolo 1: Thxs, me felice che la fic ti sia piaciuta e la trovi azzeccata ^^^ me feliceeee
Capitolo 2: Buhahah si verissimo, Zoro si regolava con l’olfatto… anche se forse on sempre XD Ma Rufy mummia-bende lunghe era bellissimo dai XD e poi le parti erano praticamente scritte XD
Capitolo 3: Buhahahahaha! Come promesso aggiornato con la PWP, che dici sono stata geniale? XD Mi affido a te <3
 
_Connie: Anche a te ora si recupera <3
Capitolo 1: Sono felice di aver visto che hai recensito altro di mio sisi v.v e si, me volere vedere quei due NON snaturati e quindi, amo il loro modo di litigare e prendersi a parole e si anche il lato dolcioso che possono avere, soprattutto quello di Zoro che Sanji afferma che lui abbia su Punk Hazzard v.v e comunque manco io amo le cose sdolcinate, ma dipende da come escono fuori XD
Capitolo 2: XDDD me felice anche del fatto che sia riuscita ad amare uno scenario che proprio non ti tira e dire, che amo vedere cose macabre e decadenti e poi, era halloween! XD Cu stava tutta e almeno tu hai notato sto cavolo di Brook vivo! XDDD
Capitolo 3: E alla fine siamo giunti qui  XD E si Zoro ha degli scopi ben precisi… ad ogni modo il mio era uno spoiler non previsto basato su una episodio visto a tozzi e bocconi lol sono una grande anche se un po’ mi rode XD speriamo che questo anche ti sia andato a genio <3 see yaa!!
 
blue riza: Grazie, speriamo seriamente di guarire presto in effetti XD e come vedi ti ho attesa e anche oltre ^^^ speriamo che questa PWP non tanto PWP (dato che non rispetta nessuna regola di questo genere se non nel senso lato della parola) ti sia andata a genio XD  e si Zoro è geloso v.v
 
 
 
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Capitolo 5
*** N°8.6: It's kind of a funny story ***


Titolo raccolta: What should remain a secret
Titolo storia: It’s kind of a funny story
Autore: Red Robin (Entrambi)
Fandom: One Piece 
Tipologia: One-shot
Personaggi/Pairing: Roronoa Zoro, Sanji / ZoSan
Genere: Sentimentale, Slice of life, Fluff
Rating: Giallo/Arancio
Avvertimenti:  Shounen ai, Missing Moment
Prompt scelto: 6 - Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
Elemento del Prompt Utilizzato: It’s kind of a funny story
Beta: My Pride
Note: Purtroppo qui è importante farmi un mezzo spoiler prima della storia. Per quanto sia bello lasciarvi scoprire tutto da soli, vorrei precisare che si tratta di un racconto che si sposta in tre differenti anni della vita in cui Zoro e Sanji si sono ritrovati a essere partecipi. Il primo è il passato del loro primo incontro, che poi sussegue con il passaggio di un secondo incontro non che ultimo, dato che alla fine sono entrati a far parte della stessa ciurma. Il terzo “incontro” non è altri che il momento di vita quotidiana svolta al presente che ricorda quei momenti.
La mia precisazione è il fatto che il “secondo incontro” si svolge al Baratie, proprio agli episodi in cui Rufy si ritrova a essere lo sguattero del locale. Precisamente, anche se sembra un unico giorno, tramite le parole l’anime lascia intendere che è passata una settimana, quindi ‘l’avventura di Zoro e Sanji in stanza’ al ristorante Baratie si svolge alla fine di quel primo giorno.
Spero di essermi spiegata <3 o almeno più avanti capirete
 
 

It’s kind of a funny story


 
 
-Mi chiedevo… com’è iniziata tra voi due?-
Questa fu la domanda che mi rivolse quella strega di una navigatrice. Non seppi se per curiosità o solo il suo assurdo hobby femminile d’impicciarsi.
Seduta a un tavolino completo d’ombrellone, accavallò le gambe nude, essendo vestita solamente di un costume e di un pareo che non ci aveva messo nulla a calare verso il basso sino a scoprirsi. Non che servisse a molto, visto era comunque trasparente.
Invogliati da uno dei tanti volantini vaganti per la Grand Line, ci eravamo presi una pausa in un villaggio turistico nato su un’isoletta completa di sola spiaggia e alberi esotici. I proprietari l’avevano trasformata in un posto tranquillo dove riposarsi, inserendo anche un parco acquatico solo per bambini... dove difatti Rufy, Chopper e Usopp erano andati a giocare.
Tornando alla domanda che mi era stata fatta, mi ero semplicemente voltato verso di lei, lasciando momentaneamente i miei allenamenti, senza mollare però i pesi che ancora tenevo alzati in mano.
-Com’è iniziata cosa?- chiesi quasi ingenuamente. Sapevo di cosa stesse parlando, e, anche se non me ne fregava praticamente nulla, quella certa persona avrebbe avuto da ridire. E io non avevo tempo né voglia di stare ad ascoltare i suoi sbalzi d’umore.
-Sai bene a cosa mi riferisco.- insistette lei, guardandomi quasi innocentemente e sbattendo al contempo l’estremità della penna che sorreggeva sulla cartina che stava adocchiando.
-No. Non lo so.- mentii come se niente fosse, tornando a concentrarmi. La spiaggia sotto i miei piedi era fresca e quasi mi spiacque il non poterne approfittare per temprare ancora il mio corpo.
-Se me lo dici, ti cancello una parte dei miei debiti.-
-Tutti e non devi farne parola con nessuno, nemmeno con Robin e soprattutto con quel babbeo di Rufy.- misi immediatamente a condizione.
Nami che mi cancellava un debito... e quando mi sarebbe capitato? Anche perché io non le dovevo un bel niente! Si era inventata tutto quand’eravamo a Whisky Peek e, come se non bastasse, mi tratteneva la mia parte sul tesoro quando ne recuperavamo uno, gonfiando sempre più con la scusa degli interessi.
-Quindici.- rilanciò come se fosse un buon affare, ma non ero per niente d’accordo.
-Il cento per cento.-
-Quattordici.-
-Ha-ah. Tutto o niente.- insistetti.
-Trenta.-
-Non ti sento...-
-Cinquanta?- ritentò. Cavolo! Allora era davvero interessata a quella faccenda.
-Se parlo ci rimetterò io. Quindi preferisco tenermi i debiti.-
-D’accordo, tutto cancellato. Tanto alla prossima isola mi dovrai chiedere comunque un prestito.- fece notare, e io la maledii. Purtroppo aveva ragione, ma se non altro, avevo smaltito un bel po’ di soldi.
Con un sospiro decisi di dirle ciò che voleva sapere, quindi mi voltai verso di lei e mi avvicinai, posando i miei pesi accanto ad una sedia. Tutto sommato faceva caldo ed io ero stanco, così afferrai un bicchiere di limonata, portato sicuramente da quello stupido cuoco per le sue ‘muse’, e bevvi la bevanda che Robin, andandosene, non aveva neppure toccato. Infine mi sedetti.
-Da dove iniziare?- mi chiesi, persino un po’ confuso. -Direi che è un po’ complicato da spiegare, perché è successo e basta.-
-Che vuol dire è successo e basta?- mi domandò senza capire. E per una volta non potei darle torto, in pratica non avevo spiegato nulla.
-Beh, quando siamo andati a prendere un cuoco, conoscevo già quel posto. Non volevo tornarci perché sapevo che c’era lui. Il cuoco.-
-Oh... allora siete una specie di amici di vecchia data.- ironizzò quasi. E avrei giurato che mi stesse prendendo in giro, ma decisi di ignorarla.
-Noi non siamo amici. E non lo eravamo neppure prima.- volli mettere in chiaro le cose. -Non lo siamo mai stati.-
-E allora come facevi a conoscere Sanji?-
-Da ragazzo ho girato molto per diventare il miglior spadaccino del mondo e mi sono ritrovato spesso senza soldi, così incassavo le taglie. Difatti ero soprannominato ‘Il Cacciatore di Pirati’ ma ero ancora agli inizi, quindi non ero così famoso. Prima di allora, ne avevo stesi solo due o tre di briganti, cosetta da niente, ma buono per sopravvivere almeno in giornata.- ricordai. -E non era raro... che mi perdessi.- ammisi con un certo disappunto.
-Questo non trovo sia una novità.- asserì Nami, posando un gomito sul tavolino per sorreggere il viso sul palmo della mano, coprendosi con l’altra la bocca quando le scappò uno sbadiglio.
-Non è questo il punto.- le dissi. -Ho incontrato Sanji per caso mentre era sceso a terra per fare rifornimento per il ristorante, e a quanto pare litigammo perché nell’abbattere un amico gli era finito indosso e gli avevo fatto cadere uno stupido sacchetto di cibo.-
-Quindi... sei sempre tu la causa.-
-Ohi, vuoi che ti racconti la storia, o hai solo intenzione di darmi fastidio?- le domandai a quel punto. Se voleva schernirmi bastava quell’idiota di un cuoco. Sarei potuto rimanere a fare i miei esercizi e avrei tenuto con piacere i miei debiti.
-No, no, continua.- rispose, scattando sull’attenti. -Sono veramente interessata.-
-Beh, non sembra.- le feci notare prima di riprendere il racconto. -Per farla brave, mi sfidò e  il risultato fu il solito: nulla di fatto.-

***
 
-Sanji! La vuoi piantare o no di perdere tempo a giocare?!- la voce che fece voltare quello stupido ragazzetto biondo proveniva da un uomo senza una gamba e dei lunghi baffi legati con delle trecce. Un uomo particolare, ma che parve avere molta influenza su quello smidollato. Anche se i suoi calci facevano un po’ male, dovevo ammetterlo. -E smettila di fumare!- strillò ancora, mentre quel tipo, dopo aver ricevuto il mio colpo, si alzò in piedi e strinse i pugni per gridare a sua volta.
-La vuoi piantare tu, sì o no, di ritrattarmi come un moccioso!? Ormai sono adulto, dovresti saperlo!-
-Se sei adulto come dici, riporta il tuo culo qui e torna al ristorante. Non abbiamo tempo per giocare come voi mocciosi. Se no resta qui e vattene!-
-Ma come ti permetti?!- chiese lui, afferrando la busta di cartone prima di raggiungere quello strano tipo accompagnato da altri tre uomini. -Sono uno dei tuoi migliori cuochi, e lo sai! Finché non riconoscerai la mia cucina non me ne andrò!-
-Lascia perdere, fai schifo.- tagliò corto. -Saluta il tuo amichetto e andiamo.-
-Lui non è mio amico!- rispondemmo all’unisono. Anche se non stava parlando con me, mi sentii chiamato in causa.
-Fa’ come ti pare, ma abbiamo altre commissioni da fare.-
-Io devo tornare indietro. Non posso dare ai clienti del cibo pieno di terra.- affermò venendo immediatamente preso di mira da un altro dei presenti. Aveva la testa rasata e un fazzoletto avvolto intorno al capo.
-Perché, di solito cucini qualcosa di buono?-
-Sai qual è il tuo problema, Paty? Che il tuo menù fa schifo a prescindere dalla qualità dei prodotti!- asserì quel biondino, facendo dietro front per raggiungermi, e, prima ancora che me ne accorgessi, mi mollò in mano la busta. -Questi li porti tu. E ora mi accompagni a prenderne di nuovi.-
-Ohi! E io che c’entro?- chiesi. -Buttali no?- non lo avessi mai detto... immediatamente mi afferrò il bavero della maglia e mi attirò a sé.
-Non si butta il cibo!- urlò, e una fragosa risata risuonò alle sue spalle.
-Andiamo, ragazzi, Sanji tornerà più tardi da solo.- spiegò quello prima di essere seguito e andare per la sua strada. E io lì come un idiota a dover sottostare ai suoi ordini.
 
 
-Ohi. Ma ne hai ancora per molto?- chiesi quando ormai ero carico di sacchi.
-Sta’ zitto, per colpa tua dovrò fare tutto il lavoro da solo. La prossima volta ci penserai bene due volte prima di tirarmi un omone così grosso indosso.-
-Ehi! Ti ho detto che è stato un incidente!- Insistetti. -Non è che io ti veda ogni volta e ti tiri la gente per divertimento. Non so nemmeno chi sei!-
-Non cercare scuse. E poi perché cavolo giri con delle spade e le brandisci in una piazza affollata?- domandò, stornando lo sguardo su di me.
-Perché quello era un criminale e io avevo bisogno di soldi. Ora la sua taglia sarà andato a incassarla qualcun altro.-
-Sei un Cacciatore di Pirati?-
-Nulla del genere. Vado per la mia strada e quelli son imprevisti.- commentai.
-Imprevisti? Tu sei un imprevisto.-
-Non hai capito; sono tre giorni che non mangio e i soldi che mi avrebbe fatto guadagnare mi avrebbero consentito un pasto e un passaggio per un’altra isola.-
A quel dire lui si voltò verso di me, fissandomi intensamente, ma perse così tanto tempo che quasi credetti di essere caduto preda di quegli occhi bluastri. Quando parlò, ci misi un paio di minuti a capire che mi aveva detto qualcosa.
-Eh?- chiesi.
-Sei sordo? Ti ho appena detto di pazientare un po’. Qui vicino c’è un ristorante.-
-Ma non avevi altre compere da fare?- domandai accigliato, però lui si limitò a sorridermi e a mordere il filo della sigaretta prima di sbuffare fuori del fumo.
-Diciamo che mi è venuto un certo languorino.- commentò, allungando il passo. O forse ero stato io a fermarmi.
-E come la mettiamo con il fatto che non ho soldi?- domandai, raggiungendolo.
-Non importa, vorrà dire che mi guarderai mangiare.-
-Stai scherzando, vero?-
-Sì. Lavorerai per qualche giorno per restituirmi i soldi.- affermò come se nulla fosse. –Purtroppo in questo periodo sono arrivati troppi Marines accanto alla Rotta Maggiore dove si trova il ristorante in cui lavoro. E, vedi, è spesso frequentato da malviventi e la gente viene a vedere il modo in cui noi li scacciamo. Ma senza questo ‘spettacolino’ come attrazione, rimane solo un ristorante sul mare poco agibile. Quindi c’è un calo di profitti.- spiegò.
-Mi stai dicendo che non hai molti soldi?-
-Già. Ma non posso lasciar morire di fame nessuno. Nemmeno un bastardo senza cervello come te.- rispose come se mi conoscesse da una vita.
-Ha parlato la faccia intelligente che dimostri con quel sopracciglio.- schernii a mia volta, venendo prontamente attaccato da una sua controffensiva.
-Pensa ai tuoi capelli, piuttosto.- e feci per parlare, ma venni interrotto dal mio interlocutore. -Siamo arrivati. Entra pure con i sacchi. Conosco il proprietario, ce li faremo mettere da parte.-
Lasciai momentaneamente perdere quel discorso, facendo invece come mi era stato detto. Venimmo subito accolti dal padrone del locale, il quale si prese la briga di far portare via tutto ciò che sino a quel momento stavo portando e ci invitò a sedere davanti a una piastra dove in poco tempo ci servì il pranzo.
-Sanji, come mai non sei accompagnato dal vecchio Zeff?- domandò per fare conversazione. Al ragazzo evidentemente la domanda non piacque, perché lo vidi ‘lanciare coltelli’ all’uomo con gli occhi.
-Non è mica la mia balia. Semmai è lui ad aver bisogno dell’accompagnamento.- bofonchiò infine, anche se tenne un tono più duro che fece ridacchiare quello.
-D’accordo, d’accordo... e il tuo amico chi è? Lavora anche lui al ristorante?- chiese ancora.
-Non è un mio amico, ma lavorerà con noi per qualche giorno.- spiegò per poi indicarmi. -Una specie di mozzo, insomma. Laverà i piatti e pulirà il ponte.-
-In pratica gli rifili i lavori più gravosi che Zeff ti fa fare.- ridacchiò.
-Se ne pentirà, un giorno. Sono il suo miglior cuoco.- insistette. -Sono il Vice Capo.-
-Se sei così bravo, perché ti fa lavare i pavimenti?- fu il mio turno d’impicciarmi. E forse non avrei dovuto, visto il modo in cui mi guardò.
-Vuole costringermi ad andarmene.- e la risposta mi sorprese alquanto. Se era così bravo, perché mandarlo via? Ma non lo chiesi, probabilmente non erano affari miei.
 
 
Una volta finito di mangiare, tornammo per le strade di quella cittadina sino ad arrivare al porto.
-Tu sta’ fermo qui, cerco un passaggio fino al ristorante.- ordinò, entrando in una bettola dove probabilmente avrebbe rimediato qualcuno come traghettatore.
Non passò molto che all’interno di quel posto iniziò a levarsi il rumore di un gran casino e dei vetri infranti, così mi accigliai. Era tutto okay? Quel biondino esile se la stava vedendo brutta? Dovevo fare qualcosa; anche se stupido, era pur sempre un sempliciotto e da solo contro non sapevo contro quanti uomini, sicuramente di statura e corporatura ben superiore alla sua, non mi sentivo tranquillo.
Sguainai dunque le mie katana e con un calcio feci la mia entrata... che però non servì a nulla. Dinanzi a me trovai almeno una quindicina di uomini ben piazzati e robusti stesi a terra, mentre quel ragazzo stava ancora prendendo a calci l’ultimo, il quale lo stava supplicando di smettere, assicurando che avrebbe fatto come voluto.
-Ehi.- chiamai, segnalando la mia presenza. -È così che chiedi dei passaggi fino al tuo ristorante?-
-No. L’ho chiesto gentilmente e verrà pagato come stabilito. Hanno solo insultato Zeff.- Questa era bella. Stava parlando dell’uomo contro cui aveva avuto da ridire fino ad un attimo prima.
-Non eri arrabbiato con lui anche tu?-
-Sì, ero e sono arrabbiato. Ma nessuno può insultarlo.- spiegò, lasciandomi perplesso. Non volli insistere, quindi lo seguii verso il peschereccio sul quale avremmo transitato per un po’. La traversata non fu delle più lunghe, anzi, forse passò un’oretta, ma arrivammo con tutta tranquillità a un ristorante sul mare.
Cavolo, non ne avevo mai visto uno e credevo che il suo fosse solo un modo di dire. E invece eccolo, proprio davanti alla Rotta Maggiore e in mare aperto.
Ad accoglierci fu lo stesso uomo che avevo visto sull’isola, il quale richiamò quel biondino per il suo ritardo sul lavoro e anche per la sigaretta che teneva tra le labbra, ma lui lo ignorò.
-Lascia stare il vecchio Zeff. È solo un vecchio rompiscatole.- asserì, facendomi cenno di seguirlo mentre quel tipo, nonostante fu libero dalla nostra presenza e i viveri, rimase ancorato.
Una volta entrati nel ristornate, mi ritrovai in un’ampia sala di lusso - così si capivano anche gli abiti eleganti che portava il biondo -, e, salita una scala, raggiungemmo la cucina.
-Non ci credo! Te lo sei portato qui?!- domandò l’uomo pelato che mi pareva si chiamasse Paty.
-Mi ha solo dato una mano, pensa a cucinare se non vuoi bruciare... qualunque sia la schifezza che stai preparando.-
Sospirai, anche se quel suo atteggiamento mi fece ridere. Dopo essersi lamentato come una donnicciola per avergli fatto cadere uno stupido sacchetto, aveva fatto il gradasso con tutti e pestato persino un branco di uomini grossi il doppio di lui come se nulla fosse.
-Senti, io non so perché tu...-
-Non rompere.- lo freddò all’istante, voltandosi poi verso di me. -Vieni? Dobbiamo mettere la roba nel frigo e nella dispesa.- asserì, superando la cucina per raggiungere il locale adiacente. Probabilmente non avevo mai visto così tanto cibo tutto assieme come in quel posto, e ne rimasi affascinato.
-Ehi, tu che giri molto, sei mai entrato in uno di quei locali dove le ragazze ballano per te?- chiese.
La domanda mi spiazzò completamente. Che cosa ne potevo sapere io? Non avevo certi interessi.
-No.- risposi semplicemente, vedendolo un po’ deluso e, forse, anche un tantino sollevato. La cosa mi incuriosì, così provai a fare conversazione.
-E tu?-
-No.- rispose a sua volta. -Però sarebbe divertente.-
E il discorso morì lì, se non si contavano il ‘passami questo’ e il ‘riponilo da quella parte’.
D’accordo, probabilmente non eravamo fatti per le chiacchiere, ma quel silenzio imbarazzante divenne poco a poco quasi intimo, il che mi lasciò spiazzato più della sua domanda. E nell’adocchiarlo, mi accorsi di non essere l’unico.
-Sai, una volta ho visto una zingara predire il futuro.- mi convinsi a rovinare la quiete. -È stato divertente. Ero a passeggio con la mia migliore amica, Kuina, e suo padre, il Sensei del Dōjō in cui mi allenavo e...-
-Non m’interessa.- rispose, improvvisamente sulle sue.
-Eh? Ce l’hai ancora con me?-
-No, ma devi andartene, ora. Ho detto al Capitano qui fuori di aspettarti, questo è il tuo zaino.- disse, mostrandomi l’oggetto riempito sino a scoppiare.
-Ohi. Avevi detto che ti dovevo dei soldi.- feci notare. -Io mantengo sempre le mie promesse.-
-Non importa, è un regalo.-
-E perché?- questa volta ero intenzionato a sapere. Era affar mio, in fondo.
-Non lo so. Credo che tu sia un bravo ragazzo. Non morire, okay?-
Sbattei le palpebre, confuso. Mi aveva mentito? Glielo chiesi, ma si limitò ad alzare le spalle.
-Chissà...- ma capì che non ero soddisfatto della risposta. -Facciamo così: un giorno, quando ci rivedremo, ti dirò il motivo.-
-Sei proprio uno stupido ricciolo, lo sai?-
-E tu un’alga marina dalle pessime fattezze.- Ancora con quella storia? I miei capelli non erano così verdi!
Alla fine decisi di seguire il suo consiglio e, quando ci saremmo rivisti, avrei ricevuto la mia risposta.
Che stupidata, pensai, non sarei più ritornato in quel posto e di certo lui mi avrebbe dimenticato in giornata. E io, pensandoci bene, avrei potuto raggiungere i due compagni di viaggio che avevo lasciato indietro.
 
 
Passarono alcuni anni prima che il mio nome divenisse famoso, e conobbi un sacco di compagni di viaggio a cui raccontai di esser stato in quel ristorante e dei suoi bizzarri cuochi. Da quel poco che avevo visto, avevo capito sin troppo di loro, a partire da quanto fossero irascibili e poco pazienti.
Per un caso mi ritrovai come prigioniero in una base marina, liberato da uno stupido ragazzetto con il Cappello di Paglia, e me ne pentii... raccattammo due compagni, una nave, incontrai persino due mie conoscenze e infine...
Eccomi di nuovo dentro il ristorante sul mare, ma quella volta come cliente. Rufy aveva distrutto, ma solo accidentalmente per difendersi, il tetto di quel posto e il Capo Zeff - forse avevo capito da chi aveva ripreso quel biondino nel crescere - gli aveva imposto di lavorare per lui.
Se avessi scommesso quella volta... avevo visto bene che sarebbe finita a quel modo, conoscendoli. Ad ogni modo saremmo dovuti rimanere per un po’ in quel posto e fu strano non riuscire a parlare con quel ragazzo. Certo, eravamo cresciuti entrambi, a lui era persino spuntata un cenno di barba... e non la smetteva di correre dietro alle ragazze, che idiozia. E per quanto mi ripetei che non ero assolutamente interessato ad avere un secondo contatto con lui, mi ritrovai a salire la rampa di scale sino all’ultima.
Non ero andato oltre il secondo piano, la prima volta, ma ero certo che lì ci fossero le stanze. Neppure a dirlo, una mano mi spinse verso una porta precisa fino a farmi trovare a ridosso di essa, e io, impuntando i piedi, la osservai senza entrarvi. Al contrario, adocchiai la persona che aveva deciso ricondurmi lì, ma vidi solamente un taglio di capelli nascosto nel buio, in quanto quella figura si era posata con tutto se stesso alla mia schiena e un paio di braccia mi avevano stretto la vita.
-Ohi... chi cavolo...-
-Sta’ zitto. Ti ripresenti dopo tutto questo tempo e neppure mi saluti.- Era lui? La voce sembrava la stessa. Ma non dovetti chiederlo, che le sue parole successive mi diedero conferma -Quella è la mia stanza. Se entri con me, te lo dico.- O almeno fu più chiaro quello che facemmo dopo.
 
***

-Credo che mi sfugga qualcosa...- asserì Nami al mio indirizzo, mentre io, invece, non credevo ancora al fatto che mi stesse ascoltando.
-Cos’è che non hai capito.-
-Nulla, ma credo che la tua sia una vera idiozia.- affermò, facendomi accigliare nuovamente.
-Spiegati. E in fretta.- incitai, anche perché non volevo essere udito dal cuoco, semmai fosse arrivato nei dintorni.
-Beh, credo di aver capito com’è iniziata e anche come finisce.- spiegò, iniziando a ridacchiare senza che io la capissi. -Quello che non mi torna... è il fatto che tu abbia avuto dei debiti con Sanji-kun.-
-E cosa c’è di divertente?- chiesi, evidentemente irritato.
-Nulla, a parte il fatto che è insito nella tua natura, come il perderti.-
-E io che ti sto anche a sentire!- obbiettai, alzandomi per recuperare i pesi. La prossima volta avrei fatto a meno di dare retta alle chiacchiere femminili, e dire che ero serio. Dopotutto quella era una storia che mi stava a cuore e lei era riuscita a deriderla trovandoci del comico!
Anche se, a dirla tutta, non aveva torto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A gnegne x3 lo so è un po’ orripilante e chi sta leggendo ‘One piece Spin Off: Every promise is a debit’ potrebbe trovarsi confuso… e invece no v.v
Le due FF non hanno nulla in comune, ma solo l’essere spin off, in entrambi i casi le storie sono completamente diverse… e anche se questa è autoconclusiva, ce n’è un'altra, sempre auto conclusiva che lega loro solo l’argomento <3 ma nonostante tutto continua… poi capirete v.v
Per il resto spero di non avervi deluso e si, Nami è bastardella v.v
 
 
tognoz: Yeah! Sei la prima! Guarda, le fic le ho finite di scrivere tutte a Gennaio massimo per via del contest, XD A saperlo prima degli ultimi sviluppi non avrei esitato a farlo XD per il resto… godiamocele così, tanto di impiccioni ci sono già quelli della ciurma e quando verrà postata la fic seguente, capirai che non solo Nami è curiosa… ma in un po’ tutti, cercano sempre d’impicciarsi XD

orbit: Lo so, lo so… dovevo postare venerdi ma tra impegni e tante altre cose non sono riuscita ad avere l’html x3 però la promessa è stata mantenuta ed ecco ciò che hai scelto v.v Lol non volermene XD Sul fatto di scomparire… bhe non posso anche tu hai il mio face, almeno 1 persona presumo che mi cercherà lol
Thxs mille dei complimenti, anche se non credo di essere a livello da scrivere un libro, probabilmente mi direbbero di non tornar manco a comprane uno XD, sono felice che almeno qualcuno sia coinvolto e speri in me sostenendomi <3

_Connie: Gnaaaaaaaaaaaaaaaaaa! *Gongola* Me felice che ti sia piaciuta e che “L’atmosfera Vedo- non vedo” (Si, ti cito v.v), sia stata piacevole a te e a un po’ a tutti XD lol purtroppo è stato difficile… ora qui siamo un po’ più vaghi ma diverrà mai esplicito? Non lo so, farfuglio… sarà che sto sklerando e tempo un mese tornerò giù più cuchesca che mai e sto entrando in modalità Sanji lol Causa fiera v.v Spero di non averti confusa o delusa con questo capitolo see yaaa si spera >.<
 
My Pride: Si zi, devo ripeterti la domanda anche se conosco la risposta… ma tu mi recensisci o mi riassumi?? XD Lol vabbuò che questa fic la sai, e durante gli skleri si confondono pure gli spin off … buhahahaha tanto non l’avrai vista li ho pur sempre scritti io, anche se non ricordo un accidente! XD per sta volta la recensione dimmi almeno un pochino pcosa pensi x3 lo sai che è fonte d’ispirazione XD
P.s.: Non avrai mai il culetto di Sanji e guai a te se ti avvicini alla mai Nami-swaaaan XD e sabato ci vediamo *w*
 
blue riza: awwwww :I me geniale allora! Il giudizio a cui aspiravo di più era proprio il tuo <3 sperando che la giudiciA non lo giudichi poco PWP, cosa che gli altri commenti sembrano dire che è ok come PWP… m’importa principalmente che non ti abbia fatto torto e che abbia letto tanto sessuccio (?), dai che qui abbiamo toni più leggeri su questa fic, fammi concludere lo spin off vero poi che partiamo con le fic long RuNami e FRobin <3 questa raccolta invece già è stata tutta scritta, quindi aggiornerò a ‘gogo’ XD
 
Juan_Iki: Vabbè tu non sei manco per lo yaoi ma devi sostenermi v.v ma pregasi di non dire cretinate, testimone ZIA! Che tu fai battute ZoSanjeske v.v tanto ti farò amare lo ZoSan, il RuNami e il FRobin tiè! Abbandona quello schifo di SaNami che non c’azzecca ‘na mazza, Nami è di Rufy, e Sanji è molestato/violentato da tutti v,v non esiste un lato seme v.v è Uke persino con le donne e richiede lui stesso di provare cosa prova uan donna, anche con il corpo femminile quindi nu v.v Sanji è solo Uke e gayonzio v.v
 
kymyt: Ahahaah Zoro: Shrek ahahaha! Il peggio è che ci sta tutta lol. Come vedere tu, io mantener emia promessa v.v *Scusa è che presumo ci sia Law accanto a te, e visto che si sta Mujiwarizzando, presumo sia doveroso parlare in termini lenti e semplicistici come al Marimo v.v - sente una lontana protesta dal Marimo in questione e se ne sbatte v.v*
Scherzi a parte, me felice che ti sia piaciuta e si un po’ ci ho messo ma una volta iniziata chi mi ferma più? XD spero solo che questa fic, molto più casta sia stata gradita lol
P.s.: Ma io ho per caso dimenticato qualche tua fic della raccolta di questo contest? °-° ho un eterno dubbio e mi dimentico sempre di chiedertelo °-° se si dimmi quale che rimediamo subito v.v  alla prossima si spera <3
 
 
 
 
 
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Capitolo 6
*** N°9.9: Stupid gag ***


Titolo raccolta: What should remain a secret
Titolo storia: Stupid gag
Autore: Red Robin (Entrambi)
Fandom: One Piece 
Tipologia: One-shot Personaggi/Pairing: Roronoa Zoro, Sanji / ZoSan
Genere: Velatamente avventura, Sentimentale, Slice of life
Rating: Giallo
Avvertimenti: Shounen ai
Prompt scelto: 9 - Stasera no, sono stanca (lo dice sempre lei)
Elemento del Prompt Utilizzato: “Tu sei
il male e io sono la cura” Cobra
Beta: My Pride
Note: Devo essere sincera era uscita fuori un’altra fic poco carina non che questa sia un gran che, ma tra le due ho scelto questa se no si arrivavano a 25 e io volevo un pari 24 ringraziami XD lol *verrà uccisa dalla giudicia*


N.B.: Ho il pc imploso yeeeeee! Della serie posto dal pc fisso quando posso starci T__T però sono qui per farlo per voi! XD Non me ne vogliate ma vado solo a pc di seconda mano potrebbe darsi che mi arrivi il pc vecchio di My Pride Lol (Non ne avrò mai uno nuovo tutto mio XD)





Stupid gag






Quel bosco non era decisamente adatto ai gusti del cuoco. Proprio no. Brulicava d’insetti e lui avrebbe dovuto passarci la notte in compagnia del marimo con il quale era sceso a cercare la legna, e, se non fosse stato per una richiesta diretta della navigatrice, se ne sarebbe rimasto al caldo della sua nuova cucina completa di riscaldamento, anziché tra l’umida vegetazione e gli esserini striscianti di poco gradimento. Colpa anche di quell’alga idiota che era riuscito a perdersi, finendo di essere ritrovato quando il buio era già calato.
-Vuoi allungare il passo?- chiese il biondo con poco garbo. -Mi si gela il culo e vorrei trovare un posto al riparo anche da questo schifo.- asserì, indicando con un dito tutt’attorno, facendo sbuffare lo spadaccino.
-Quante storie per qualche insettino, cuoco. Al tuo posto Robin è meno impressionabile, l’avrei preferita come compagna.-
-Bada a come parli di lei, o niente sesso.- minacciò il cuoco nel risentirsi, ma il Vice Capitano si accigliò.
-Non capisco se sei geloso per aver detto che la preferisco, o se ti sei innervosito perché hai frainteso.- ammise. -Ad ogni modo sei stupido.-
-Ohi, vuoi litigare?- rimbeccò Sanji, adocchiando la figura di Zoro dietro di sé. -Perché sono pronto a dartele quando vuoi.-
-Sta’ zitto, torciglio, potresti incappare in una coccinella.- lo prese il giro lo spadaccino, notando in un secondo momento un chiarore tra il folto verde della boscaglia. -Ohi, cuoco, va’ sempre dritto.-
-Certo, come se potessi prendere ordini sulla direzione da seguire da un marimo disorientato.- commentò sarcastico.
-Fa’ come ti dico, imbecille, credo che siamo arrivati a un buon posto.- gli fece notare, precedendolo, e a quel fare Sanji lo seguì subito, così da non dover cercare ancora una volta quell’idiota tutto muscoli e senza cervello. E, miracolo dei miracoli, aveva davvero trovato un posto per riposarsi, o meglio, una piccola rientranza nella montagna che faceva proprio al caso loro.
-Oh!- esclamò il cuoco a quella vista. Non poteva crederci, lo spadaccino che riusciva a trovare qualcosa era un evento.
-Non ringraziarmi così, torciglio, potrei sentirmi in imbarazzo.- ironizzò senza ilarità l’oggetto dei suoi pensieri.
-Non ci sperare troppo, è stato solo un caso.-
-Come vuoi, intanto sarà grazie a me se riuscirai a dormire con quel tuo culetto caldo.- asserì senza mezzi termini. -Ora va’ avanti e usa quel tuo stupido accendino per qualcosa di utile, come controllare all’interno.-
-Fossi matto! E se ci sono degli insetti?- chiese ovvio, alzando la voce di qualche ottava.
-Ma quanto chiasso che fai per due ragnetti.- brontolò l’altro. -Allora resta fuori e dallo a me.-
-Devo proprio restare fuori?- chiese Sanji, guardandosi attorno. -Qui tutto sembra strisciare.-
-Ohi, cuoco, siamo in un bosco, non nella tua stupida cucina da femminuccia.-
-Provati a ridirlo e giuro che faccio diventare te, e quel tuo muschio che osi spacciare per capelli, parte integrande della fauna.-
-Già...- rimbeccò Zoro con fare accondiscendente. -Voglio proprio vedere come farai a muoverti senza stare attento a ciò che ti circonda.- Non riuscì a finire la frase che qualcosa parve strisciare proprio sulla gamba del cuoco, il quale, molto virilmente, si gettò sopra la sua schiena per fuggire. -Ma che diamine fai?! Scendi di lì!- ordinò difatti, non ottenendo l’effetto sperato.
-Nemmeno per sogno.- rispose Sanji, allungandogli l’accendino. -Sbrigati ad entrare, che non ne posso già più di stare qui.- asserì, e Zoro, con un sospiro, fece come gli era stato detto.
-Sei veramente più stupido di quel che pensassi.- ironizzò poi, e, issandosi meglio quel biondino impaurito, fece scivolare il dito sula rotella accensione e una fiammella prese vita.
Lo spadaccino dovette muovere solo qualche passo per entrare all’interno di quella crepatura, e in un attimo aveva illuminato quelle pareti bianche che fino ad un attimo prima erano state letteralmente ricoperte da ombre. Probabilmente insetti, visto il rumore sordo con il quale quell’oscurità si era diramata.
-Visto, cuoco? Hanno più paura loro di te, ora scendi.- ordinò, vendendo finalmente esauditi i suoi desideri.
-Tsk, la prossima volta scendi da solo e non ti vengo a cercare.- obbiettò Sanji, guardandosi attorno. -Sembra sia okay.- asserì, eppure quello strusciare sulla sua caviglia si ripresentò più prepotente che mai e lo fece strillare nello stesso istante in cui lo spadaccino aveva tirato fuori una spada per tagliare l’animale a metà.
-Tsk, tu sei il male io la cura.- disse quello, ricedendoci un’occhiataccia dal cuoco.
-Questa avresti potuto risparmiartela.- commentò difatti quest’ultimo. -Anche se un cobra, in particolare da queste parti, mi sembra più che fuori luogo. Sei riuscito a trovare l’unico animale non abitante di un basco, nell’unico riparo possibile. Davvero complimenti, marimo.-
-E piantala di frignare. Ti ho persino ammazzato l’insetto, fai ancora storie?-
-Stupido, quello non era un insetto...-
-Vuoi essere consolato?- chiese di rimando il Vice Capitano, non ascoltando e non volendo comprendere che aria tirasse.
-Mi prendi in giro?-
-Affatto, mi è venuta voglia.- ammise, ricevendoci un calcio in pieno volto che lo mise K.O.
-Imbecille, ti sembrano cose da chiedere?-
-E perché no? È un’ottima occasione. Tu sei vulnerabile, faresti di tutto per starmi vicino, e poi siamo soli.- fece notare, e quell’ultima risposta sembrò essere una giustificazione perfetta su cui non avrebbe potuto controbattere, e in fondo... quell’idiota tutto verde non aveva tutti i torti, e a pensarci bene faceva anche freddo.
-D’accordo, marimo, facciamolo.- concesse, vedendo apparire un ghigno sul suo volto. -Ma prima accendi un bel fuoco.- mise a condizione, certo di aver in pugno quel marimo sempliciotto, tanto che quello si fiondò a fare ciò che gli era stato detto, non sapendo che al suo ritorno avrebbe ritrovato un biondino infreddolito, ma soprattutto addormentato, che per una volta non avrebbe potuto riscaldare come avrebbe voluto



 

 


 


Sarò breve e concisa: Spero che questa storiella senza pretese, non piace tanto nemmeno ame, vi abbia almeno fatto sorridere T_T
So benissimo che attendevate il seguito del precedente capitolo postato, ma verrà pubblicato poi, ovvero, quando una di voi nominerà il numero e il pacchetto esatto XD
La prossima a richiedere sarà Connie <3 (Nella tua risposta avai le istruzioni XD)


orbit: Alur...Nami ovviamente sta con Rufy dai v.v sono palesemente canon v.v ovviamente se uno dice un numero io eseguo se no che gusto c'è? XD spero solo che avrò presto altri a commentarmi, anche se questa è una delle poche fic che mi sembrano sotto tono XD Spero non ti abbia schifato e come promesso ecco pubblicato x3 sorry per l'inconveniente pc <3

tognoz:
<3 basta anche una piccola recensioncina, purchè tu ci sia lol per il Lucca tutto confermato vero? Perchè il mio nuovo boy ha già fatto il cosplay di Inazuma <3 e forse avrò un altro Bon Clay XD ma io attendo il tuo Iva-sama <3 ti devo ancora i dindi non lo dimentico v.v e il disegno <3 spero solo che questa fic un po' scialba ti risollevi XD

_Connie: Thxs thxs per i tuo complimentozzi, felice di non cadere mai nel banale anche se sto capitolo è un po' bruttino, ma ce ne son oaltre di meglio v.v anche io ti ho commentato dopo secoli quindi scialla <3 anzi aggiorna anche tu XD
Che dire? Tocca a te scegliere il prossimo capitolo quindi ecco le istruzioni:
> Scegli pacchetto: 6 o 9?
> Se hai scelto 6, scegli uno dei seguenti numeri: 2, 3, 5, 6, 10 Extra: 11, 12, 13
> Se hai scelto 9, scegli uno dei seguenti numeri: 1, 2, 3, 5, 6, 7, 8, 9, 10, Extra: 11
Fammi sapere per bene e io aggiornerò <3 See yaaaaa <3




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Capitolo 7
*** N°13 (Extra n°2).6: Pirate ***


Titolo raccolta: What should remain a secret
Titolo storia: Pirate
Autore: Red Robin (Entrambi)
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot
Personaggi/Pairing: Dick Sniper, Sanji, Roronoa Zoro / ZoSan
Genere: Sentimentale, Slice of life
Rating: Giallo/Arancio
Avvertimenti: Vagamente OOC, Shounen ai, Original Character
Prompt scelto: 6 - Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
Elemento del Prompt Utilizzato: Spiaggia
Beta: My Pride  
Note: Che dire? Il pg originale è già cicciato fuori nel prompt 10 (Che non avete ancora letto XD)... qui magari si avvicina di più al suo incontro XD, South City è la città di FMA dove Dick è cresciuto e ovviamente si collega ancora con Roy ed Ed e Jason (In fondo i collegamenti che spiegano meglio). Sempre tutti ‘sti casini XD vabbè, spero che piaccia ò.ò
Mi pare di aver detto tutto in caso ripeto, Dick è Bisex sin da piccolo, e ama vestirsi da bambina v.v ovviamente, la sessualità non c’entra nulla, è pura infatuazione infantile, come ogni bambino!




Pirate






Quel giorno correvo svelto per le strade di quell’afosa città chiamata South City: dovevo sbrigarmi a tornare alla spiaggia privata dove molte delle villette facevano bella mostra di sé su di essa.
Non mi sarei dovuto nemmeno trovare a scuola, poiché la mia matrigna mi aveva ordinato di rimanere in casa per evitare che venisse visto uno dei bei lividi che mi aveva regalato sul volto, così avevo deciso di infrangere le regole, anche se non completamente. Ma non potevo assolutamente perdermi il primo giorno di scuola elementare del mio amico e vicino Jason. Soprattutto perché avevo promesso a quella che avevo scoperto essere sua madre1 di fargli una foto in classe, e io, pur essendo più grande di almeno due anni, ero la persona più vicina che avrebbe potuto esaudire il suo desidero. E poi me ne avrebbe regalato una copia, e io amavo vedere quel nanetto dalla zazzera mora.
Mi era semplicemente bastato indossare la divisa da ginnastica femminile, un paio di mollettine, degli orecchini a cerchietto ,(portavo già un paio di buchi) e usare il trucco della mia matrigna per sgattaiolare fuori senza essere visto o riconosciuto. Anche se avevo solo otto anni, già sapevo cavarmela abbastanza bene da solo. Anche perché, tranne quando andavo a trovare il mio amico, nessuno si era mai preso la briga di crescermi. Mia madre era morta di parto e mio padre... beh, nessuno sapeva dove fosse. Dopo aver sposato un’altra donna e aver generato il mio fratellastro, lui era improvvisamente sparito.
Arrivai alla spiaggia ormai stanco e, raggiunta la prima casa, mi accostai alla riva, riprendendo a correre. Non era la prima volta che scappavo da un posto all’altro, ma sapevo bene che se lei non mi avesse trovato nella mia camera per tormentarmi, sicuramente le cose sarebbero state anche peggio.
Con lo zaino in spalla semi-aperto e la macchinetta nella mano, mi curai solo di non perdere quest’ultima e di regolare il mio fiato. La strada da fare era ancora lunga nonostante avessi corso dalla città fiorente nell’entro terra, sino alla periferia sul mare, e, una volta raggiunta la mia proprietà - perché difatti il testamento di mio padre specificava che una volta adulto sarebbe divenuto mia -, mi sarei dovuto arrampicare su per la grondaia sino al primo tetto e salire dal balcone fino alla mia finestra.
Non era un ‘lavoretto’ facile, ma certamente non mi sarei lasciato intimorire. Non erano poche le volte da cui mi ci ero calato e risalito. Il tutto stava nel non fare rumore e non lasciarsi sorprendere. Quella era una donna abbastanza violenta, ma andava bene così se voleva dire lasciar stare mio fratello.
Assorto nei miei pensieri, mi accorsi troppo tardi che avrei dovuto fare il giro della casa. Ma ormai mi aveva visto e, seppure fossi scappato nella direzione opposta, i solchi sabbiosi le avrebbero indicato la strada, quindi non sarebbe servito a niente. Dovevo solo superare la nostra proprietà e raggiungere la porta di casa di Jason. Sua madre mi avrebbe certamente aperto, perché ogni lunedì lavorava a casa. Però non valse a nulla, per quanto bussai, una volta saliti i gradini di legno mi accorsi che non sembrava essere in casa, e lei, nonostante quel fisico asciutto, non era abituata quanto me a correre su quel manto biancastro e fortunatamente poco rovente. Quindi presi una decisione e continuai oltre, dove incontrai due o forse tre case più rade e raggiunsi un ristorante mai visto prima che sostava proprio tra la fine di quella spiaggia e del mare.
Mi voltai un’ultima volta, riscoprendomi solo, ma non avrei mai potuto esserne certo, quindi, sperando nella buona sorte, salii i gradini sporchi di sabbia, vedendo quella in eccesso sparire, risucchiata dall’acqua salmastra sotto i miei piedi.
All’interno trovai un locale pulito e quasi lussureggiante. Persino un pianoforte faceva bella figura di sé in un angolo, ma tutto lì dentro mi suggeriva che non ci fosse nessuno, nemmeno i proprietari, così raggiunsi la finestra che si affacciava sulla sala, proprio di fronte alla porta dalla quale era entrato, cercando così di nascondermi.
Mi arrampicai su una sedia e oltrepassai quella che sembrò essere una piastra sotto quell’arco che collegava la vista dei clienti alla cucina, e, una volta atterrato sul pavimento, mi guardai attorno: alla mia destra, non molto distante, sembrava esserci una rientranza che avrebbe fatto al caso mio; corsi verso di essa, sperando che, se lei mi avesse inseguito, non si avventurasse oltre. E fu proprio lì che rimassi sorpreso nel trovarmi due figure adulte - e palesemente maschili, visti i petti scoperti -, a baciarsi. Ero sorpreso, sì, ma il mio cervello, abituato a ragionare in modo da farmi risultare invisibile, mi spinse a indietreggiare e senza rendermi conto caddi all’indietro, inciampando su un secchio metallico.
Improvvisamente un paio d’occhi si puntarono sorpresi e furenti nella mia direzione e l’unico commento che io riuscii a cacciare fuori fu un -Ops.-


-Di’ un po’, come mai hai tutta questa fretta nel mangiare? Il cibo non scappa mica via.- ironizzò la voce dell’uomo più robusto. Aveva un aspetto particolare a partire dalla lunga cicatrice sul petto, quella sull’occhio cieco, gli orecchini e persino dei divertentissimi capelli verdi.
-Ehi, marimo, lasciala stare.- asserì l’altro, dalla figura più longilinea e una capigliatura bionda quasi quanto la mia. L’unica ‘stranezza’ era un sopracciglio insolitamente ricciolo che sfociava proprio verso l’interno del volto.
-Non fa niente. Era da un po’ che non mangiavo, e poi è tutto così buono.- ammisi, dondolando le gambe sullo sgabello. Ero seduto alla piastra che poco prima avevo scavalcato, e accanto a me c’era il ragazzo che mi aveva posto l’osservazione sul cibo, mentre l’altro era intento a cucinare per noi.
-Questo si vede, ma non spiega come faccia uno scricciolo come te a rimpinzarsi a questo modo... nemmeno Rufy ne sarebbe capace.- osservò, facendomi stornare incuriosito lo sguardo su di lui, e fu in quel momento che mi accorsi che aveva i miei stessi occhi verdi.
-Chi è Rufy?- chiesi con innocenza. -Un vostro amico?-
-Sì, possiamo definirlo così.- mi rispose, mentre l’altro sbuffò alzando gli occhi al cielo.
-È il nostro Capitano.- spiegò. -Vedi, noi siamo pirati.-
-E allora perché hai un ristorante?- chiesi io, e l’uomo dai capelli verdi cominciò a ridere di gusto.
-Perché il nostro Cuoco è un imbecille.- disse, ricevendo prontamente una scarpata in faccia.
-Sta’ zitto, marimo, e ridammi la scarpa.-
-Non ci penso proprio, stupido torciglio, potevi pensarci prima.-
-Ma voi due perché litigate?- m’intromisi. -Non siete fidanzati?- e probabilmente fu proprio quella domanda che richiamò entrambi all’ordine, facendo sì che il biondo mi redarguisse seduta stante.
-Ohi, i patti erano chiari. Anche se sei una fanciulla carina, stavolta non transigo. Noi ti nascondiamo e tu non hai visto niente.-
-D’accordo, non lo chiedo più.- fu la mia unica risposta. Eppure non potei negare a me stesso di essere curioso. Avevo visto già un’altra coppia litigare un po’ come loro, ma solitamente almeno uno dei due cercava di restare tranquillo quando voleva avvicinarsi all’altro.
-Comunque, non ci hai detto ancora come ti chiami.- notò il ragazzo con le spalle larghe.
-Ah! Credevo non fosse necessario. Non lo avete fatto neppure voi.- asserii a mia volta, portandomi alla bocca una striscia di pancetta con le mani, mentre l’uovo nel mio piatto fumava ancora2.
-Devo ammettere che hai proprio ragione, io sono Sanji.- si presentò il cuoco. -E quell’alga verde molto simile al marimo che ti trovi vicino si chiama Zoro.-
-Di’, ricciolo, hai proprio voglia di litigare?- si alterò quest’ultimo, battendo i pugni talmente forte sul tavolo da far alzare i piatti.
-Vedi di non rovinarmi il locale, brutto scimmione.- lo richiamò l’altro, prima di tornare a concentrarsi su di me. -E tu? Qual è il tuo nome?- chiese. -Suppongo che una bambina dal volto così grazioso abbia un nome altrettanto delizioso.-
-Ma che fai, cuoco pervertito? Ci provi anche con le mocciosette?-
-No, stupida alga, si chiama essere galanti con ogni tipo di gentil sesso, sia pure in miniatura.-
-Ma io sono un maschio.- dissi loro, riportando per l’ennesima attenzione su di me. -E non sono un moccioso, ho già otto anni.- affermai fiero.
Il biondo che rispondeva al nome di Sanji mi fissò sbattendo le palpebre con fare perplesso, mentre Zoro mi adocchiò con fare divertito prima di darmi una pacca sulla spalla e scompigliarmi i capelli.
-Non si dicono le bugie alla tua età, non te l’hanno insegnato?- mi chiese, puntando lo sguardo verso l’alto. -E tu levati quell’espressione inebetita dal volto, o mi brucerai il condimento per gli onigiri.-
-Ma è la verità, mi chiamo Dick e vivo nella casa viola che sta sulla spiaggia.- insistetti, decidendo di togliermi le molette dai capelli, che a dirla tutta non erano molto lunghi.
-Ohi, vorresti dirmi che alla tua età te ne vai già in giro vestito da femmina?- mi fu chiesto prima che, adocchiando il compagno, cominciasse a ridere sommessamente.
-Che cavolo ti ridi, stupido marimo?! Persino in miniatura dovevo trovarmeli, i travestiti! Questa è una condanna!-
-Ma è stato necessario. Se a scuola mi avessero visto avrebbero chiamato a casa. La mia matrigna aveva detto che stavo male e che non mi sarei presentato.- spiegai.
-Quindi tu solitamente non ti vesti così.- chiese Sanji con fare più tranquillo.
-No, solo per gioco.- asserii, vedendolo pietrificarsi ancora una volta, mentre Zoro rise con più foga.
-Cuoco, sei proprio sfortunato.- prese in giro. -Se non altro siamo sicuri che non andrà a fare domande su ciò che ha visto.-
-E cos’ho visto?- chiesi. -Non avevate detto che non dovevamo parlarne?-
-Infatti. Piantala di ripeterlo, marimo, era imbarazzante.-
-Suvvia, per un bacio.- disse con uno strano tono. -Non credo che per questo crescerà con dei problemi.-
-Se si veste da bambina ne ha già tanti di problemi.-
-Ehi!- lamentai. -A me piacciono anche le bambine!-
-Visto, cuoco? A otto anni ha già le idee chiare, a differenza tua che vai a chiedere la mano alle donne, e poi cerchi conforto tra le mie braccia.-
-Dick, hai mai mangiato un piatto a base di marimo?- mi fu chiesto. E dapprima non capii, ma quando Zoro prese a indietreggiare e Sanji mi porse un piatto pieno di onigiri e una montagna di hosomaki guarniti, compresi. Quei due uomini erano davvero divertenti e una coppia veramente particolare, anche se il resto dei loro amici non erano da meno.
Quello fu il mio primo incontro sulla spiaggia con la mia nuova “famiglia provvisoria”. Solo in seguito seppi che quella era la famigerata ciurma di Cappello di Paglia, se non che nuovo detentore del titolo di Re dei Pirati.





1I personaggi di questa fiction sono nati e riadattati in un altro fandom (FMA), parliamo di una coppia gay che ha adottato un bambino quasi illegalmente... quindi la fantomatica mamma è un secondo papà <3
2Pardon la scelta del cibo scritto che fa poco ‘Japan’, ma scovando nel frigo queste due cose le ho mangiate per cena per sfizio e ne ho ancora il sapore in bocca *w*... lo so, faccio schifo nel mangiare e ringrazio iddio di non essere una grassona - ora verrò linciata per la noticina insulsa e forse un po’ divertente. È più che altro una sorta di curiosità *E RR morì v.v*

Per avere maggiori informazioni; potrete trovare Dick in queste de raccolte Scritte rispettivamente una da me e l’altra da my Pride…

 Life in three - Mia
*Heart Burst Into Fire* - My Pride

Se pazientate, qui potrete conoscere Jason, ma per dick… bhe attendete almeno la 5^ serie XD
Our Child*Ren*
Time to say Goodbye


Questa storia si collega direttamente al forum Soleil City - GDR a tutto tondo!, è un Community che si occupa anche di contest e fiere cosplay in cui vi invitiamo a partecipare <3
Senza impegno ovviamente, per maggiori info potete contattarci v.v e ora passiamo ai ringraziamenti ch evi interessano di più della pubblicità, ne sono certo v.v

tognoz: Ed ecco l’aggiornamentoo ma soprattutto… Luuuuccaaaaaaaa XD lo so sono sklerotica XD Ti aspettavi una fic migliore di questa, ne sono consapevole ma zia ha scelto il numero e non posso contraddire XD spero lo stesso che non sia un affare negativo e ho finito il vestito okamoso <3 sono a 2 su 3... Anche se mancano i volà e le scarpe che mi devono comprare è un bel traguardo XD spero di non averti annoiataaa <3

orbit: Salve fedelA XD non so se mi commenterai ancora, ma soprattutto spero che questo capitolo non abbi aannoiato, benchè non sia questo gran che XD Non ho molto da dire, soprattutto dopo tutto questo tempo XD Al prossimo si speraaa <3

My Pride:  E qui la domanda sorge spontanea… non sei scontata? Zi ho quasi finito il vestito okamoso, ricordati di cercarmi i tacchi… e.. Luccaaaa <3 *oggi mi sono svegliata euforica sisi v.v* XD Come noti questo + Dick… il Dick che facciamo arrivare nel forum, ti ricordi? Questo è il vecchio forum a ben notare ma poco importa, per una volta sfrutto io le role, tu lo fai sempre D: basta vado a rivestire quel cappello e tutto il resto *Sai di cosa parlo* <3 Luccaaaaaa *E continua* XD





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