Stay Strong

di Lulu_Tommo22
(/viewuser.php?uid=241446)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Avviso ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Stay Strong

Prologo


 

"si è svegliata – disse una voce ovatta – può entrare signora"
stavo cercando di capire dove mi trovavo e soprattutto chi era quel signore dal camice bianco, così estraneo ma così familiare.
"mamma?" dissi quando vidi entrare una figura femminile sulla quarantina. Lei iniziò a piangere, e carezzandomi la guancia mi disse "tesoro, mi riconosci?"
io la guardai un attimo stranita.
"signora, il trauma non è molto grave, la sua memoria non è scomparsa del tutto, non si ricorda solo gli ultimi tre anni di vita" spiegò gentilmente il dottore.
"quindi tutto quello che è successo in questi tre anni, lei non se lo ricorda?" chiese con insistenza mia madre.
"no signora, è non le farà bene ricordare tutto subito, sempre se ricorderà, mai qualcosa"
delle lacrime scesero sul volto di mia madre, non la capivo, ero solo... non mi ricordavo come ero finita all'ospedale, ma di certo non mi era successo niente di grave, se non mi ricordavo gli ultimi anni della mia vita, avrei dovuto avere diciannove anni, anche se ero convinta fermamente di averne sedici. Poco importava. Ma c'era qualcosa di vuoto in me, sentivo la mancanza di qualcosa o forse qualcuno, qualcuno che era stato importante per me, ma di cui ora non ricordavo nemmeno i lineamenti. Qualcuno che era scomparso dalla mia vita. Mi portai una mano alla testa non appena percepii una fitta dolorosa.
"hai provato a ricordare?" mi chiese il dottore notando la mia espressione dolorante.
"io... non so, è come se mi mancasse qualcuno" dissi scandendo bene le parole, come se per dire quelle nove parole avessi necessitato di una forza immensa.
"non ti ricordi di lui?" chiese mia madre.
"lui chi?" lei scosse la testa sorridendomi.
"da quanto sono qui?" le chiesi.
"da sei mesi piccola – disse mia madre accarezzandomi la testa – ora riposa"
le mie palpebre si appesantirono, forse l'antidolorifico stava finendo di fare effetto, sempre se me ne avevano somministrato uno, le ultime cose che sentii prima di addormentarmi furono le lacrime di mia madre e le domande al dottore.
"si è scordata di lui? Come glielo dirò a quel povero ragazzo?"

 

Ayo!

Eccomi con una nuova fanfiction su Cody Simpson, questa volta c'è una novità però! È una long! Okey forse a voi non farà differenza, ma a me molto, adoro le long, perchè portano ad amare ancora di più i protagonisti, portano a vivere con loro ed a fare esperienze nuove. Spero che mi seguirete in questa nuova esperienza per me. Dedico questo prologo a Simpsonizer143 che per ora mi ha seguito in quasi tutte le mie storie, spero che ti piacerà anche questa :)

Ancora non so se continuare o meno questa storia, vedrò da quanti commenti mi lascierete, per valutare se vale la pena scrivere di questi due bei ragazzi.

 

Altre mie storie:

Can you speak english: Tratto dal capitolo due: -Buon giorno, Io sono Sam...- disse il moro-...e lui è Chak- io sorrisi e pensai che in fondo non potevano essere così terribili come diceva Cody. -Insomma te la sei scelta bene!- esclamo Chak io guardai Cody che scosse la testa -Io non l'ho scelta per l'aspetto Chak, mica possono fare vedere la foto, mi sembrava solo strano il nome- io risi e poi mi rivolsi a Chak -Cosa vorresti dire con la frase "te la sei scelta bene?"- dissi mimando le virolette -Hai delle belle tette- rispose lui con noncuranza



 

I need the silence of our music: La voce di un ragazzo accompagnata dal suono del piano catturò completamente l'attenzione di Luisa che incantata da quelle note che scorrevano delicate e sicure sui tasti del piano. La ragazza si avviò lentamente insicura verso la fonte di quella melodia. Il ragazzo stava suonando al di là di una porta a vetri e Luisa riusciva a scorgere solo una chioma bionda che si muoveva ritmicamente seguendo seguendo il picchiettare delle sue dita su quello splendido pianoforte a coda. Solo quando la musica cessò Luisa si riscosse dalla fase di estasi in cui era entrata e quando vide che il ragazzo si stava per alzare la paura si impossessò di lei e fuggì via. ***I wish you were here

 

Stelle cadenti: Dal testo: Era lui, il mio migliore amico quando eravamo bambini, il bambino sempre presente nella mia infanzia che mi aveva coccolata e resa felice.

Era lui, il bambino che quando piangeva mi faceva rifugiare tra le sue braccia.
Era lui, il bambino i cui occhi mi trasmettevano accoglienza, un senso di famiglia.
Era lui, il bambino a cui avevo dato il mio primo bacio.
Era lui, il bambino con il quale avevo stretto un patto.
Era lui, il bambino che mi aveva lasciata.

 

 

Arranged marriage: Dal testo: "hai già sedici hanni, e una numerosa fila di pretendeti, ma ho trovato il tuo giusto compagno" esordì il padre cercando di scorgere delle emozioni nel viso vuoto della figlia, la quale annuì debolmente. Melody, già da tempo cercava di abituarsi all'idea di doversi legare a qualcuno, ma avrebbe pensato che il momento sarebbe arrivato così presto. A lei non importava molto chi fosse il suo futuro marito, anche perchè era certo che non sarebbe mai riuscita ad amare nessun uomo all'infuori di suo padre.

Xxx Lulu_Tommo22


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Stay Strong

Capitolo 1

 

Dopo una settimana ero ancora rilegata a quel letto d'ospedale, anche se i medici mi avevano permesso di girare indisturbata per tutto l'ospedale. I dottori mi avevano assicurato che non sarei rimansta lì ancora per molto tempo ma occorrevano dei controlli periodici per vedere se vi erano dei cambiamenti delle mie condizioni. Loro speravano che sarei tornata a ricordare, ma avevano anche paura, dicavano che era per questo che sovevo restare ancora lì. Rivedere i luoghi di ogni giorno, le persone a me più vicine, mi avrebbe fatto forse ricordare un po' gli ultimi due anni, ma non potevo affrettare i tempi della mia memoria. Dovevo restare calma e fare tutto nel migliore dei modi. Fatto sta chce era proprio da una settimana, cioè da quando mi ero svegliata che mi dicevano che mi avrebbero mandato via in pochi giorni, ma ero ancora lì. Sentii bussare e quasi sussultai, ero da sola in stanza quindi le persone che entravano ogni giorno erano veramente poche, e quelle che bussavano ancora meno.
"Emily?" disse un ragazzo con dei capelli biondi tenuti corti, che fasciavano leggermente la testa e risaltavano gli occhi azzurri.
"Emily non ti ricordi di me?" continuò a chiedermi il ragazzo.
Sentii il mio cuore accellerare, pur non capendone il motivo, strinsi gli occhi per cercare di notare un qualcosa che mi potesse far ricordare di lui. Era diventato per me necessario capire chi fosse quel ragazzo. Dopo qualche minuto scossi la testa ed una lacrima rigò il suo viso. Il ragazzo non si mosse, restò in piedi appena davanti alla porta fermo a guardarmi, mi guardava con tristezza, con malinconia.
Chi era quel ragazzo per me?
"signorina dovrebbe riposarsi – mi disse il medico aprendo la porta – lei cosa ci fa qui?" chiese rivolgendosi al biondo.
"ero venuta a trovarla - si giustificò lui, il suo tono era ancora molto triste – me ne vado subito" concluse prima di voltarsi.
Il mio cuore perse un battito.
"no!" dissi cercando di convincerlo a rimanere, per qualche motivo avevo bisogno di sentirlo vicino a me, volevo sapere che lui c'era stato sempre, e che sempre ci sarebbe stato. Il ragazzo si voltò nuovamente verso di me, sorridendo leggermente, e si sedette nella sedia vicino al mio letto, poco dopo che il medico era andato via.
"come... come ti chiami?" tentai di chiedere. Lui spalancò gli occhi ma poi scoppio a ridemi in faccia.
"scusami – mi disse – è che non mi ricordo mai che tu non ti ricordi di me, insomma è impossibile!" esclamò portandosi le mani dietro la testa con fare teatrale.
"impossibile dici?" chiesi guardandolo dritto negli occhi e lui annuì. Eppure quegli occhi mi erano tanto familiari.
"mi chiamo Cody" mi disse sorridendo, perdendo poi il sorriso quando si accorse che ancora non mi ricordavo di lui.
"ero un tuo amico"
"un mio amico?" chiesi facendo la figura dell'idiota, ma lui annuì senza farmelo notare
"il tuo migliore amico piccola" disse stringendomi la mano
 
"Cody sei ancora qui?" chiesi uscendo di casa
"Emily, io sarò sempre con te lo sai?" chiese il biondino sorridendo
"lo spero!" dissi scherzosamento facendogli un buffetto affettuoso
"Cody?" chiesi nuovamente a lui
"non ti preoccupare se non sei pronta" mi disse accarezzandomi la guancia.
Sorrisi e lo abbracciai di sclancio
"grazie per esserci"dissi facendomi stritolare.
 
"Cody?" chiesi sperando veramente che fosse lui il ragazzo del mio ricordo. Lui sembrò sorpreso
"ti ricordi?" chiese speranzoso, io scossi leggermente la testa
"mi sono ricordata di un evento" dissi
"un ricordo – riprese lui – Emily te non sai quanto sono felice!" esclamò abbracciandomi di sclancio.
Mi accorsi che non mi bastava.
"Cody sei ancora qui?" chiesi per capire se quel ricordo era veramente reale. All'inizio forse non capì perchè se la prese male. Non volevo cacciarlo. Ma po s'illuminò.
"Emily io sarò sempre con te lo sai?" mi chiese sorridendo
"lo spero" mi scimmiottai ridendo. Anche lui rise e scoprii che avevo veramente bisogno della sua risata.
Avevo bisogno di lui.
Era importante.
Necessario.
Per sempre.
Il mio bel migliore amico che nonosctante non mi ricordassi di lui, non mi aveva abbandonato.
 
 

 

Ayo!

Scusate il ritardo, avevo previsto di agiornare questa storia come un'altra Lunedì, ma sono stata malata. Ero veramente distrutta, sono stata fissa a letto senza muovermi, il mio unico contatto con l'esterno era mia sorella ed il mio cellulare. Avevo visto le recensioni e mi dispiace non aver risposto prima.

Oggi finalmente ho ripreso il computer ed ho buttato giù questo capitolo, spero che vi piaccia! Scusate per gli errori grammaticali, rigurderò la storia nei prossimi giorni.

Ora vado che sono rimasta indietro su troppe cose in questi giorni.

Un bacio,

Xxx Lulu_Tommo22

ps: recensite se vi va!





 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***



Stay Strong
Capitolo 2




 
Rincontrare Cody era stato per me come una boccata d'aria, e l'essere uscita da quell'ospedale rendeva ancora meglio l'idea. I dottori mi avevano dato il via libera per tornare a casa. Quado misi piede dentro casa mia, tutto era come me lo ricordavo. Il lungo corridoio bianco era ornato già da stricioni e nastri natalizi, che risaltavano i mobili in legno pallido e donavano vita allo specchio gigantesco rettangolare sulla parete destra. Il soffitto era arricchito vicino alle luci dagli angeli di vetro trasparenti, che donavano giochi di chiaro-scuro la sera all'imbrunire. Mi fermai a fissare i vecchi quadri riempiti da vari collage di fotografie, niente di troppo recente, vi erano immagini del matrimonio dei miei genitori, foto del mio battesimo, della mia comunione, del mio primo compleanno,... vi erano foto di tutta la mia vita, tranne quelle degli ultimi due anni.
"il dottore mi ha detto di toglierle" disse mia madre come leggendomi nel pensiero
"e perchè?" chiesi innocentemente con occhi da cerbiatta
"lo sai Emily" disse ed io sbuffai.
Volevo ricordare.
C'era qualcosa di sbagliato in quello che stavo facendo.
Ne ero sicura.
"ora devo andare tesoro – mi disse mia madre – la spesa non si compra da sola" ironizzò lei, ed io scoppiai a ridere, mi erano mancate le sue battute.
Diedi un bacio a mia madre prima di vederla uscire dalla porta e lasciarmi sola. Mi incamminai verso camera mia facendo attenzione ai minimi particolari, non poteva aver tolto tutto, ci doveva essere qualcosa che le era sfuggito, che era rimasto. Un appiglio al mio passato più recente. Prima di arrivare in camera sentii il citofono suonare. Arrivo, pensai sbuffando prima di arrivare alla porta.
"Mamma non so se hai dimenticato la lista sul tavolo" dissi aprendo la porta
"ciao" mi disse un ragazzo dai capelli neri come la pece
"ciao" lo salutai monotona io.
Non lo conoscevo.
"non mi riconosci Emy?" storsi la bocca a quel nomignolo. Lo odiavo.
"sono il tuo ragazzo" mi disse ed io spalancai la bocca.


Erano passati interminabili minuti da quando, scioccata, lo avevo invitato ad entrare. Ero rimassa tutto il tempo in silenzio a pensare.
Lui non era il mio tipo di ragazzo.
Era carino sì, ma non lo conoscevo.
Okey forse lo conoscevo, ma nessun flashback mi aveva aiutato.
Lo guardai interrogativa mentre lui era intento a fissarmi sorridendo.
"senti Emy – iniziò a dirmi agiutandosi sul posto – so che per te è difficile ma mi sembra una grande cazzata buttare via un anno e mezzo di fidanzamente solo perchè non ti ricordi di me "
ero pronta a protestare ma lui riprese subito a parlare
"sarà difficile lo so, ma ricorderai piano piano amore"
"amore"
scossi la per mandare via quel ricordo, non volevo ricordarmi di lui, non ancora.
Non ero pronta.
Lui mi si avvicinò velocemente cogliendomi alla sprovvista e fece combaciare le nostre due labbra.
Non erano perfette.
Non erano complementari.
Non si conoscevano.
La sua lingua lambiva le mie labbra chiedendo senza tanti complimenti il permesso di entrare ad esplorare la mia bocca.
Non ero così forse da respingerlo.
Si insinuò velocementre tra le mie labbra senza che io potessi ritrovare la forza e il coraggio di bloccarlo. Lentamente mi circondò la vita con le sue braccia e con un gesto rozzo e automatico mi fece sedere sopra di lui a gambe aperte. Il mio bacino contro il suo, la sua bocca contro la mia. Le sue mani che prima accarezzavano il mio fondoschiena avevano preso ad accarezzarmi le coscie poco sotto l'inguine.
No.
Non era giusto.
Mi bloccai e facendo pressione sul suo petto mi allontanai da suo viso. Il ragazzo mi guardava stranito, forse nascondendo un moto di rabbia nei miei confronti. Sringeva ancora la presa possessiva su di me in modo che io non mi allontanassi ulteriormente.
"come ti chiami" chiesi semplicemente. Lui rise ricordandomi Cody.
Ma lui non era Cody, non avevano niente in comune, a partire dal modo di trattarmi, Cody era gentile e carino con me, lui era rude e barbaro.
"piccola non ti ricordi? Sono il tuo Carl" mi disse sorridendomi.
Piccola?
Carl? Ma che cavolo di nome era Carl? A quel punto anche il nome del fidanzato di Barbie, Ken potevva sembrare davvero un vero nome. Mi unii alla sua risata. E per fortuna la poca intelligenza di Carl non gli permise di capire che io stavo ridendo di lui e non con lui.







 
Ayo!
Ce l'ho fatta ad aggiornare prima come promesso, in questo capitolo si incontra un'altro personaggio principale di questa storia. Piano piano conosceremo anche gli altri, ma per fortuna i ragazzi sono carini, non complichiamo ulteriormente le cose. Questo primo triangolo verrà sformato dalla migliore amica della ragazza, che vi anticipo non sarà presente nel prossimo capitolo. Il prossimo penso di incentrarlo sull'incontro tra Cody e Carl, entrambi bugiardi ma con fini diversi. Vi aspettavate di una persona come Carl? Io all'inizio no. Ma poi mi sono chiesta, quale personaggio migliore per incasinare le cose? Un finto fidanzato no?
Ora vi lascio, alla prossima!
 
xxx Lulu_Tommo22


se vi interessa passate dalle mie due OS su Cody Simpson!




Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***



Stay Strong

Capitolo 3



L'amore è una cosa più meravigliosa dell'arte
Oscar Wild, Il ritratto di Dorian Gray.

 

 

Era passata una settimana e Carl veniva ogni santo giorno a trovarmi, all'inizio i miei erano contrari, ma poi anche loro hanno dovuto cedere, dato che non mi volevano dire cosa c'era di sbagliato in lui, in noi. Non che m'importasse realmente di lui, ma era un pezzo del mio passato. Un passato che volevo ritrovare.
Sentii un rumore provenire dal corridoio e scattai di corsa fuori dalle coperte prendendo la prima lampada che mi era capitata a tiro. Mi affiancai alla porta ed aspettai che l'intruso salisse furtivamente le scale. Prima che vedessi la figura di un ragazzo, mi misi in posizione di attacco e non appena sentii la sua mano poggiarsi al dilà della porta, la aprii di scatto e lo colpii con la lampada.
"mi vuoi ammazzare tesoro?" mi disse Cody a terra mentre si massaggiava la testa
"C-Cody?" balbettai affiancandolo rapidamente
"in carne ed ossa - mi accennò un sorriso – anche se un po' dolorante"

"scusa! - gli dissi correndo in cucina a prendere il ghiaccio, per poi appoggiarlo nei suoi punti doloranti – come sei entrato in casa mia?"
"Emily me le hai date te le chiavi, non ricordi vero?"
mi chiese ed io scossi la testa
"perchè?"
alla mia domanda Cody si guardò intorno, non sapeva come rispondermi, forse nemmeno io avrei saputo come rispondermi. Anche perchè ero stata io a dargliele, almeno così diceva, e non se le era prese da solo.
"perchè sono il tuo migliore amico!" mi disse stringendomi tra le sue braccia.

Sorrisi.

Che altro potevo fare se mi sentivo bene in quell'abbraccio?

"quindi ce l'ha anche Carl?" chiesi sperando in una risposta negativa. Ma lui dal canto suo mi guardò interrogativo.
"cosa c'entra lui?" mi chiese interrogativo e forse anche un po' circospetto
"è il mio ragazzo no?" gli risposi ovvia. Sembrava scioccato.
"non posso crederci!" si alzò girando intorno e mimando uno scusa devo andare. Mi lasciò sola seduta su quel pavimento con ancora il ghiaccio freddo in mano. Ero rimasta come una beota, incantata dal suo strano comportamento.

 

POV Cody

non ci potevo credere. Quel ragazzo mi aveva fottuto la ragazza! Se ne era approfittato solo perchè sapeva che non potevamo dirle la verità, sarebbe stato troppo traumatico per lei e soprattutto inutile se le cose non fossero tornate come prima. Odiavo quel ragazzo, anche prima che avesse imposto il suo gioco su Emi, avevo sempre notato che la guardava insistentemente e cercava ogni contatto con lei, ma pensavo che fosse solo un'infatuamento passeggero. Una fissa, un divertimento. E forse era veramente così, ma non gli era bastato umiliarmi per mezzo di mia sorella. Non gli era bastato ferirmi giocando con lei che innocentemente era caduta nella sua trappola ed aveva sofferto per mano sua. Adesso voleva mirare anche al mio cuore, a Emily. È possibile che esistano ragazzi così?
Si esiste e si chiama Carl.

Lui giocava sporco, ma io non potevo fare ugualmente, anche perchè ci avrebbe rimesso Emily. Quella ragazza per cui avrei dato tutto. Eppure eravamo felici insieme, perchè tutte le cose più brutte devono succedere nei momenti più belli della mia vita?

 

Mi sedetti sbuffando su una panchina del piccolo parco vicinio a casa di Emily. Non era freddo, ma io sentivo freddo comunque, era come se tutto si fosse ghiacciato per non riscaldarmi il cuore nemmeno di poco. Anche il tempo si era alleato con il nemico. Si perchè Carl era veramente il mio nemico.

Se fossi stato uno di quei ragazzi dipendenti da stupefacenti o altro, mi sarei fatto una canna per andare fuori dal mondo, per non pensare a niente. Volevo dimenticare anche il mio nome. Mi sarei sfogato anche con una sigaretta, poco male, ma per sfortuna non ne avevo, non fumavo. Emily odiava la gente che fumava, una volta mi aveva anche minacciato, dicendomi che se mi vedeva fumare, mi avrebbe lasciato in seduta stante, perchè non ce l'avrebbe fatta a baciarmi se puzzavo di fumo. Piccola bugia perchè una volta, l'unica volta in vita mia che avevo fumato per sfogarmi, lei mi ha baciato ugualmente e mi ha consolato. Chiamami, mi aveva detto, non sfogarti con queste porcherie, non voglio che te ne vada presto. Lei spesso diceva che si prendeva cura di me perchè era egoista, perchè non voleva che la sua felicità se ne andasse, ma io non le credevo. E non avevo torto. Lei si era presa cura di me anche pochi minuti prima, quando non sapeva chi fossi, non penso che lo saprà mai.

 

Tornato a casa mi buttai sul letto, e poco dopo venne Ally, mia sorella al mio capezzale.
"come sta andando il tuo piano di riconquista?" mi chiese sorridente
"una merda" non mi andava di parlarne, non con lei. Anche lei soffriva perchè quando Emily veniva a casa nostra ally rimaneva sempre tra i piedi. Alla fine erano diventate quasi inseparabili.
"che è successo?" mi chise facendomi voltare verso di lei
"Carl le ha detto che era il suo ragazzo" gli dissi e la vidi sbiancare.
Ally, la mia piccola Ally, che ormai tanto piccola non era più, mi strinse forte continuando a ripetermi che a lei dispiaceva. Non potevo mettere in dubbio ciò, ma io non avevo bisogno di qualcuno che mi compiangeva. Ero distrutto dentro, non fuori. Ma forse ce l'avrei fatta a riconquistarla. D'altra parte molti poeti e scrittori non dicono che il vero amore vince su tutto?




 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Stay Strong

Capitolo 4

"Pensi che tutto questo sia sbagliato?" chiesi al vicino a me, non riuscivo a vederlo però potevo comunque toccargli la mano. La sentivo calda sulla mia, come se il solo contatto sprigionasse calore. Ma io non avevo parlato, cioè avevo parlato, ma non ero stata io a dire quelle cose, era come se le parole fossero uscite fuori da sole.
"sbagliato?" mi chiese lui cercando di capire il discorso.
"si, pensi che sia sbaliato amarci? A questa età intendo" precisai, d'altra parte ero giovane, l'amore non dura per sempre, è risaputo che si sono periodi felici e periodi bui. La calma prima della tempesta. Anche nel cielo succede così, in un momento è tutto sereno, e nel momento successivo si scatena l'inferno.
"no, non penso che sia sbagliato, il mio amore è vero Emy" mi disse lui accarezzadomi una guancia. Il mio amore era vero? Mi sentivo di amarlo, di conoscerlo da una vita. Mi voltai verso di lui, guardandolo ma non vedendolo veramente. Lui mi sorrise, e mi strinse più forte a se.
"ti amo" sospirai sulla sua guancia prima che le nostre bocche si unissero in un dolce bacio. Non era il momento per parlare, avremmo avuto tempo in seguito. Non era tempo per togliere dolcezza a quel bacio per sostituirlo con qualcosa di più sensuale. Non era il momento di fare niente, solo di continuare a baciare quel ragazzo.
 
Mi sveglia di soprassalto. Non mi ricordavo bene cosa era successo. Era stato un sogno? Chi era quel ragazzo? Qualcosa in me diceva che era Carl, doveva per forza essere lui, era il mio ragazzo no? Ma qualcos'altro mi diceva che sbagliavo. Non era lui che io amavo. Ma allora chi era? Avevo sempre odiato non sapere le cose, non ricordarmi dei particolari. Come a scuola ad esempio, quando in un interrogazione mi chiedevano una cosa ed io non mi ricordavo un nome o qualcos'altro, anche poco importante, mi ci impuntavo sopra. Non riuscivo a guardare avanti. Perchè avrei dovuto farlo adesso se ne andava della mia vita? Ma più che cercavo di ricordare, più che i dettagli si affievolivano piano piano. Erano già le otto di mattina, non era tardi ma nemmeno tanto presto per rimettermi a dormire. Non era tardi perchè non frequentavo la scuola e non l'avrei ricominciata finchè tutta la memoria o almeno la maggior parte non sarebbe tornata. Prendevo delle lezioni private, certo, ma con orari più consoni alla mia pigrizia. Così scesi in cucina dove mia mamma stava preparando la colazione.
"già in piedi pigrona?" mi chiese amorevolmente
"mamma voglio ricordare" le dissi sembrando quasi una bambina capricciosa
"amore io non ci posso fare niente" sembrava triste, forse si sentiva inutile, ma non lo era. Mi stava sempre vicino rischiando anche di prendere il lavoro per le troppe ferie prese improvvisamente. Mi voleva bene e questo bastava.
"forse se mi raccontassi un po' di cose, io..." lei scosse la testa negativamente, prima che potessi finire di dire la frase
"vado a fare un giro" le annunciai allora e dopo essermi cambiata uscii di casa diretta verso il parco vicino a casa mia. Mi ricordava qualcosa di bello, di allegro. Mi piacevano le sensazioni che il parco m'infondeva.
 
Ero seduta su una panchina leggendo allegramente la pimpa, quando un pallone mi colpì in pieno viso facendomi piangere come una bambina piccola
"ti sei fatta male?" mi chiese un bambino biondo
"no no" boccheggiai
"sicura? A me mi sembri ancora rincretinita" assentì lui
"io non sono rincretinita" mi difesi mettendo il broncio e lui scoppiò a ridere
"no sembri più una bambina piccola"
"io sono grande!" protestai davanti a quel bambino
"e quanti anni avresti?"
"dieci" dissi fiera, ma lui scosse la testa, forse capendo di non poter più prendermi in giro. Sorrise, mentre io lo guardavo di sbieco.
"io sono Cody, piacere" disse tendendomi la mano
"io sono Emily"
"Emy" ripetè lui usando uno strano diminuitivo del mio nome
"no, mi chiamo Emily" gli dissi correggendolo
 
Un altro ricordo, quasi sorrisi impercettibilmente. Era stato quello il mio primo incontro con Cody e da lì era diventato il mio migliore amico, forse la persona più importante per me, dopo Carl ovvio, o forse no. C'è chi dice che i veri amici ci saranno sempre al contrario dei fidanzati, quindi i veri amici sono più importanti. Scossi la testa come per scacciar via quei pensieri e dopo aver preso la borsa che avevo lasciato di fianco a me mi alzai, pronta per andare a dire a Cody della mia importante notizia.
 
Quando bussai alla porta di casa mi si presentò davanti una ragazza bionda sorridente.
"Emily!" mi disse lei abbracciandomi, anzi stritolandomi
"ehm ciao" risposi per cortesia anche se non avevo la minima idea di chi fosse.
Uno strano moto di gelosia mi invase. Gelosia?
"non ti ricordi di me vero? Sono Ally!" mi disse lei allegra, forse la mia faccia era diventata come un punto un interrogativo perchè lei continuò la sua presentazione
"la sorella di Cody, nonchè tua buona anzi buonissima amica!" provai come sollievo dopo quella semplice frase e le sorrisi grata di quella precisazione, non so bene se mi sentii meglio per il fatto che lei fosse una bia buona amica oppure perchè fosse solo la sorella di Cody e niente di più.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Stay Strong
Capitolo 5

"Emily tutto okey?" mi chiese la ragazza bionda che se ne stava ancora davanti a me. Io annuii sorridendo, e subito dopo lei rispose al mio sorriso e mi fece entrare.
"prego – mi disse – fai come se fossi a casa tua, anzi fai come sempre hai fatto"
"cioè?" chiesi sorpresa dalla sua affermazione. Di certo non mi sembrava nuova quel luogo, me lo ricordavo, cioè non proprio, ma mi ricordavo di esserci già stanta, avevo come delle sensazioni, dei deeja-vu.
"ehm... niente" mi disse tossendo per sviare la mia attenzione, ma non ci cascai.
"perfavore voglio ricordare qualcosa" la pregai e lei inaspettatamente mi fece segno di sedermi sul divano vicino a lei.
"diciamo che per un periodo hai vissuto qui con noi" disse lei a bassa voce come se avesse paura che qualcun altro potesse sentirci.
"con voi?" chiesi sempre più confusa. L'idea di aver passato dei giorni interi insieme ad Ally, e soprattutto a Cody mi piaceva, anche se non sapevo bene il perchè.
"non proprio con me, io ero andata con i miei in Giappone, e quidi te eri venuta a stare da Cody" mi disse lei prima di partire a narrarmi le sue avventure in Giappone, dove si era anche innamorata e bla bla bla. Mi piaceva sentirla parlare, ma ormai la mia attenzione si era fossilizzata sulla frase e quindi te eri venuta a stare da Cody. Non c'è niente di male a essere stati a dormire per qualche tempo dal proprio migliore amico no? Vivere con lui, essere partecipe dei suoi giorni,... mi sembrava una cosa giusta. D'altra parte gli amici non vanno a vivere insieme quando partono per il college? Non abitano insieme quando uno ha bisogno dell'altro? Forse non sempre, ma è comunque possibile.
"perchè ero venuta a stare da Cody?" chiesi allora sperando di ricevere una risposta più che esauriente alla mia enorme curiosità. Quando lei fece per aprir bocca, subito si zittì alla vista di qualcuno alle mie spalle.
"Emy – mi chiamò Cody, dolcemente? - che ci fai qui?"
"perchè non chiedi al diretto interessato?" mi propose la sorella alzandosi e andandosene via non prima di avermi scoccato un bacio sulla guancia.
"cosa mi dovresti chiedere?" mi chiese il diretto interessato.
"niente" risposi scrollando le spalle, lui annuì pensieroso.
"oh hai ragione, io sono Emily" gli dissi sorridendo sperando che lui comprendesse il mio gioco.
"Emy?" mi chiese lui confuso. Non mi aveva capita.
"no, mi chiamo Emily" gli ripetei proprio come avevo fatto al nostro primo incontro. Lui parve capire questa volta dove volevo andare a tirare e sorrise.
"ti ricordi qualcos'altro?" mi chiese dolcemente come la volta precedente.
Io scossi la testa, ma poi ci ripensai.
"forse la volta in cui ho baciato Carl per la prima volta?" dissi e lo vidi fare una smorfia.
"è una domanda?" mi chiese lui.
"non lo so! - risposi – è che è tutto così strano, non mi sembrava lui, ma deve essere lui no? Ho avuto altri ragazzi Cody?" gli chiesi.
Lui non rispose.
"Cody?" lo richiamai nuovamente.
"hai avuto un solo ragazzo" mi disse lui serio. Ed io annuii. Quindi quel ragazzo al quale avevo detto di amarlo era davvero Carl. Doveva essere per forza lui.
"e pensi che se adesso non amo più questo ragazzo va bene ugualmente?" gli chiesi cercando di rimanere calma. Avevo bisogo di lui.
"penso che se adesso non lo ami, non lo hai mai amato. L'amore non è qualcosa che va e viene ma qualcosa che rimane. Se se ne va vuol dire che non è mai stato amore. Al limite puoi non ricordarti di amare una persona, ma il tuo inconscio se lo ricorda e non può smettere di amarla" rimasi a bocca totalmente aperta. Per un attimo pensai che mi avrebbe riso in faccia, ma non lo fece. Restò stranamente serio.
"tu ami Cody?" mi piaceva pronunciare il suo nome, avrei dato di tutto per poterlo pronunciare in ogni momento senza vergogna. Mi resi conto in seguito che avevo paura della risposta. Quando Cody mi guardava negli occhi speravo vivamente che non avrebbe mai guardato nessuno come guardava me, ma d'altra parte chi ero io? Solo la sua migliore amica. La sua gelosa migliore amica.
"si amo e ho amato – mi disse sorridendo tristemente, il mio cuore si spezzò – sto solo aspettando il momento in cui lei aprirà gli occhi"
"e non ti stanchi di aspettare?" gli chiesi, ormai il mondo mi era crollato a dosso. Mi sentivo triste, distrutta. Come se qualcosa mi avesse schiacciato.
"è difficile, ma ne vale la pena" mi disse lui ed io lo abbraccia d'istinto. Ero felice, forse perchè il mio migliore amico era una bella persona o forse anche per qualache altro motivo che non sapevo spiegarmi. La felicità però era contrapposta alla gelosia. La gelosia verso quella fortunata ragazza che prima o poi mi avrebbe portato via il cuore del mio Cody.
 
Le lacrime scorrevano veloci sul mio viso, come la pioggia cadeva senza sosta in autunno bagnando anche le piccole foglie ingiallite che erano da poco cadute dalgi alberi.
"io – dissi tra un singhiozzo e l'altro – non so se posso farcela"
"ce la faremo insieme Emy" mi disse il ragazzo che mi stava abbracciando da dietro.
"quante volte ho detto che mi chiamo Emily?" gli dissi provocando una sua risata.
"io ti aspetterò Emy" mi disse ripetendo il mio nomignolo.
"non ti stancherai di aspettare?" chiesi.
"no se ne vale la pena"











 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Stay Strong
Capitolo 6


 

 

Era tutto così confuso. La ragione poteva benissimo andare a farsi fottere. Se da una parte la coscienza mi gridava una cosa, dall'altra parte sapevo che non era vera. La vita è contorta per tutti? La mia lo era. Era una vita incasinata, non riuscivo a capire perché provassi brividi quando non dovevo e nulla quando invece avrei dovuto. L'ebrezza, il divertimento erano esclusi dalla mia vita. Erano esiliati. Era come se non potessi fare niente per paura che ricordassi. Ma non era la mia paura a frenarmi, ma quella di Carl, di mia mamma. Mia mamma voleva che ricordassi, ma aveva paura che poi sarei stata male. Carl invece era come se non lo volesse, se mi ostacolasse. Era come se avesse paura che ricordandomi il passato sarei andata via da lui. Quando gli chiedevo il motivo di quell'attaccamento, di quella paura, di quella sua protezione simile ad una muraglia bianca senza significato, lui mi rispondeva dicendo che era meglio per me. Che le cose belle che avevamo vissuto insieme, me le avrebbe potute far rivivere benissimo adesso. Delle volte si arrabbiava, dicendomi che non mi fidavo di lui, mi incolpava dicendo che non mi accontentavo di averlo al mio fianco, lui che era rimasto al mio mentre ero all'ospedale. Lui che non aveva perso la speranza di riabbracciarmi. Lui che non era andato oltre per non farmi soffrire. Con queste parole io cedevo, io mi scusavo con lui, io credevo di essere innamorata di lui. Non ora.
 
"Carl dobbiamo parlare" gli dissi una volta quando mi trovavo a casa sua. Una casa spoglia. Una casa a me sconosciuta, senza foto di noi se non del presente.
"dimmi amore, ma presto lo sai che devo andare da Joy per le ripetizioni"
"Chi è Joy?" gli chiesi prontamente. No, non ero gelosa, non mi importava minimamente se Joy era una sua sottospecie di amante, anzi sarebbe stato meglio almeno avrei trovato un pretesto per lasciarlo, un pretesto per odiarlo. Ma una parte di me sarebbe comunque stata ferita, l'orgoglio.
"lo sai, quella ragazza che mi fa ripetizioni" mi disse tranquillamente, si di anatomia, pensai.
"oh si certo, ultimamente stai più da lei che con me" ammisi. Ogni volta che eravamo insieme, lui doveva andare a fare ripetizioni da Joy, sempre. Che poi anche alle dieci di sera si studia?
"non è che sei gelosa? - mi chiese malizioso – lo sai che è una sfigata cessa?"
io scossi la testa. Non ero gelosa, anche se avrei dovuto esserlo.
"te cosa farai invece?" mi chiese Carl, forse per non farmi ricordare l'inizio del discorso.
"non so, penso di andare da Cody" dissi. Era vero, ci sarei andata perché lui al contrario di Carl, se avevo bisogno di passare del tempo, c'era sempre. Era disposto anche a rimandare i propri impegni per stare con me, per farmi compagnia.
"tu non vai da Cody" mi disse lui surriscaldandosi. Io aggrottai le sopracciglia.
"oh si, io andrò da Cody" dissi alzando come lui la voce.
"perché? Non ti basto già io?" mi chiese alzando le mani al cielo per poi afferrarmi senza dolcezza e iniziare a baciarmi. Mi scostai da lui appena potei.
"no caro - iniziai searefica – lui non serve di certo per prendere il tuo posto, anzi sei te che al limite servi per tenermi occupata quando non c'è lui"
mi sentivo bene dopo aver detto quelle cose. Forse ero stata troppo diretta, troppo cattiva, ma non mi importava. Non ero certo io che uscivo pur essendo fidanzato, con una tettona bionda ossigenata, con due gambette secche e lunghe peggio di un cervo. Per non parlare poi della mini-gonna che forse sarebbe stata più coperta se si fosse ricoperta di formiche.
dimmi la verità Carl, davvero hai creduto che potessi innamorami nuovamente di te, sempre se mai sono stata veramente innamorata di te, avendo uno come Cody a cui confrontarti?” ormai volevo essere sincera con lui. Ad un ragazzo normale forse avrei potuto spezzare il cuore con quei discorsi, ma non a lui. Lui era menefreghista, a lui non importava di me, e forse non era mai importato. Avevo letto tante volte, mentre ero sola, varie storie, in cui i ragazzi fighi si mettevano con delle ragazze normali solo per scommessa. E per ragazze normali non intendo ragazze inferiori ad altre, ma anzi, intendo ragazze non rifatte, ragazze a cui non importa avere una terza o una quarta in bella mostro. Ragazze a cui non importa avere delle scarpe di Prada e una borsa di Gucci.
tu sei una puttana! - mi incolpò lui – mi hai solo usata”
no Carl, forse sei te quello che mi ha usata” dissi uscendo da quella casa sbattendo la porta. Mi veniva da piangere, ma mi sentivo felice. Forse stavo iniziando a scegliere la cosa giusta, stavo facendo la cosa giusta. E forse sarei riuscita a rimettere apposto i pezzi. Gli avrei riordinati ed avrei ricostruito il puzzle della mia vita. Camminati a vuoto per molto tempo, mi sentivo libera, sentivo l'aria pizzicarmi la pelle, forse perché ero elettrizzata o forse perché semplicemente stava arrivando la notte. Mi fermai solo quando giunsi davanti alla porta di casa di Cody e Ally, anche se non mi ero resa conto di come avevo fatto ad arrivare lì.
che ci fai qui tesoro?” mi chiese la mamma dei due fratelli dopo che avevo bussato alla porta.
cercavo Cody” dissi e sulla sua faccia comparve un grosso sorriso.
avete chiarito quindi?” mi chiese speranzosa con gli occhi che le brillavano.
chiarito?”
oh niente niente, è in camera sua vai da lui” detto questo scomparì diretta credo verso la cucina.
Salii in fretta le scale e sentii una voce che cantava.

Hey girl, you’re my sun now
You get me so high, like the supernova
I’m like oh oh, she’s headed for the door
I tear down every fella just to be your only Casanova
I gotta get your number before you go

Aveva una voce stupenda, perché non me lo ero ricordata prima? Mi appoggiai con le spalle sulla porta socchiusa, cercando di non farla aprire più del dovuto, non volevo fermarlo.

Cause I just wanna hear you say hello
Hello hello hello
Can you hear my heart beat through the phone?
Hello hello hello

Il mio cuore batteva veloce, perdendo anche qualche battito. Sentivo dei forti brividi percorrermi tutto il corpo.
Tremavo.
Chiusi gli occhi.
Ricordavo.
Centinaia di ricordi affollavano la mia mente. Ricordi di Cody. Ricordi di noi. Ricordi brutti senza di lui. Ricordi tristi. Ricordi felici. Forse non stavo ancora ricordando tutto, ma ero a buon punto. Ora ce l'avrei fatta, dato che l'ostacolo principale era scomparso.

Hey there, Juliet-et
Can you write me into your story?
Need a test to prove I can be your Romeo
City girl, you’re my superstar
And really you’ll be tattooed on my heart
Waiting on a one little word for you
Sitting in my room

Entrai veloce nella stanza precipitandomi su di lui, non mi importava che stesse tenendo in braccio la sua chitarra. Io avevo bisogno di lui. Io avevo bisogno di un suo abbraccio.
Emy?” disse visibilmente sorpreso.
la ami ancora quella ragazza?” chiesi con le lacrime agli occhi. Lui annuì, rendendomi felice. Scoppiai a piangere.
perchè piangi Emy?” mi chiese mentre io mi stavo accoccolando al suo petto.
l'ho lasciato Cody” gli disse mentendo. Non piangevo per quello. Piangevo perchè quel piccolo angelo del mio migliore amico era ancora innamorato di me, lo era sempre stato. Ed io che avevo fatto? Me ne ero andata con il primo che si fingeva il mio amato. Lo avevo tradito, forse anche ferito. E adesso dovevo rimediare. Avrei fatto tutto con calma, mi sarei fatta perdonare. Lo avrei fatto per lui. Per noi.

      

Ayo!
mi sono accorta che è dal secondo capitolo che non scrivo qualcosa! :D
anche perchè non ho molto da scrivere... bhè che dire? grazie a tutte.
questo capitolo è leggermente più lungo anche se a me non piace proprio per niente.
penso che sia il peggiore di quelli che ho scritto.
comunque lascio giudicare a voi.
xxx Lulu_Tommo22      




 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Stay Strong
Capitolo 7




Perché piangi Emy?” mi chiese mentre io mi stavo accoccolando al suo petto.
l'ho lasciato Cody” gli disse mentendo.
“mi dispiace piccola” mi disse stringendomi tra le sua braccia. Non avevo nemmeno la forza di contestare. Davvero a lui dispiaceva? Era così dolce quel ragazzo, da fregarsene se la ragazza che gli piaceva era triste per un altro?
scusa continua a suonare, vado da Ally” gli disse alzandomi leggermente da lui. Lo avevo disturbato per cosa? Per ferirlo nuovamente? Non avrei mai potuto.
perché? Ci sono io per te” mi disse sorridendomi.
avevo promesso un pomeriggio di shopping a tua sorella – gli dissi tentando di essere credibile, mi sarei aspettata un da quando a te piace lo shopping? ma annuì solamente, chiedendomi – da quando tu e Ally siete amiche?”
Era la mia migliore amica no? - gli dissi – voglio recuperare il tempo perduto”
dopo averlo salutato uscii dalla stanza per andare a cercare Ally, che fortunatamente trovai in salotto in piena crisi di pianto davanti alla TV.
Ally... tutto apposto?” chiesi sedendomi vicino a lei, la quale mi guardo strana per poi sorridere.
va tutto bene! - mi disse allegra, mutando subito di stato d'animo – te che hai fatto?”
pomeriggio di shopping così ti racconto tutto?” le chiesi e lei saltellò di gioia.
Ero l'unica ragazza della terra che odiava fare shopping sfrenato?
 
Giunte fuori casa, non avevo voglia di trattare il discorso con la mia migliore amica. Avevo quasi paura, ma ero certa che nessuno meglio di lei mi potesse capire ed aiutare.
sei nervosa?” mi chiese
no perché?” mentii
ti conosco, lo so che quando ti torturi le pelli delle mani è perché sei nervosa” mi disse lei guardandomi negli occhi.
prometti che mi ascolterai senta urlare?” le chiesi speranzosa.
ho lasciato Carl ” iniziai, ma lei mi interruppe
era l'ora!” esclamò
Allison!”
scusa sto zitta” mi ripromise lei
io... ho ricordato una cosa, ho ricordato di me, di te, di Cody” dissi sperando che mi capisse senza bisogno di dire la frase esatta. Non volevo spiegarle tutto, faceva male.
cosa hai ricordato esattamente?” mi chiese lei. Possibile che quando spero in qualcosa avviene sempre l'opposto?
tutto Ally tutto! - esclamai torturandomi le pelli delle mani, come mi aveva fatto notare lei in precedenza – forse non tutto, ma abbastanza sì”
oddio! - esclamò lei, quasi felice – quindi vuol dire che te e Cody...”
no, io e Cody siamo amici – le dissi – o almeno credo”
dovresti dirgli tutto”
dovrei, o almeno credo” ero titubante, avevo paura. E se pensasse che ero pazza? Se pensasse che mi ero sempre ricordata di lui e che Carl fosse stata solu un'evasione, una piccola scappatella?
certo che devi! Voi vi amate” puntualizzò la ragazza-angelo accanto a me.
e se lui non mi volesse più? In fondo l'ho tradito” dissi, esprimendo ad alta voce le mie paure. Avevo paura che non provasse più niente per me, nonostante lui mi aveva fatto capire implicitamente che ancora mi amava. Ero sicura di una cosa ed avevo paura del suo opposto. L'animo umano è fragile, molto spesso un'idea può variare anche in pochi secondi, ma l'amore può variare in così poco tempo?
spero che non lo pensi davvero” mi disse minacciosa lei
Ally devo trovare il modo di farmi perdonare. Devo fare con calma. Devo riuscire a fargli capire che gli voglio ancora bene nonostante tutto. Ho sbagliato è vero, è stato l'errore più grande della mia vita e solo ora mi rendo contro di quanto sono stata stupida e credulona. Ho bisogno del tuo aiuto” le dissi tutto d'un fiato prima che il coraggio di esternare tutto quanto se ne andasse a fare una giratina non so dove.
tesoro, te non hai bisogno di fargli capire che lo ami, sono sicura che lo sa e basta. Lui ti vuole come te vuoi lui. È disposto ad aspettarti, ma penso che se gli rivelassi tutto in questo istante lui sarebbe felice. Perché vuoi sprecare altro tempo?” da quanto tempo la mia amica era diventata così filosofica? Da quanto io ero diventata così codarda?
Hey there, Juliet-et. Can you write me into your story? Need a test to prove I can be your Romeo – iniziò lei a canticchiare – l'ha scritta per te lo sai? Mio fratello è uno scemo innamorato che ha preso una sbandata colossale per la mia migliore amica
spero che sbandata lo hai detto positivamente” dissi ridendo e lei si unì a me, togliendomi tutti i miei dubbi. Lei si che era la mia migliore amica.

 
Ayo!
ultimo capitolo pubblicato il 12/12/12 ?
cioè è una vita!
xxx Lulu_Tommo22

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Stay Strong
Capitolo 8



 
Pronta per il grande passo?
A. xx
La vibrazione del telefono mi impose di svegliarmi alle sette del mattino. Che giorno era? Martedì? No forse sabato. Mi alzai a malavoglia dal letto dopo aver letto il messaggio di Ally, pronta ad urlarle contro di lei non appena sarei andata a casa sua. Guardai il calendario e la scritta sotto il numero del giorno mi apparì un po' sfuocata. Strofinai gli occhi ancora rintronata dalla sveglia brusca e vidi in grassetto la scritta Domenica.
Ora ne ero certa, altro che urlare contro la mia migliore amica. Avrei dovuto picchiarla. Presi il telefono in mano e velocemente le risposi, intenzionata poi a tornare a letto.
 
Basta con questi messaggi di prima mattina.
Hai messo l'invio automatico?
E :)
Gettai il telefono malamente in terra, tanto si sa che i telefoni vecchi e compatti durano per sempre. E mia mamma naturalmente dopo che io avevo rotto lo smartphone costato forse più di tutta la mia paghetta di un anno intero.
Emily tesoro io esco” sentii dire dal piano sottostante. Grugnii in segno di assenso prima di sprofondare nuovamente tra i cuscini.
 
Non essere stupida,
ormai non puoi tirarti indietro.
A. :*
Perché avevo risposto ad Allison? Mi sarei dovuta aspettare che mi avrebbe risposto, sono così autolesionista di prima mattina? Il messaggio che lei mi aveva inviato sembrava una citazione di un film dell'horrore, non puoi lasciar perdere, devi combattere fino alla fine oppure vai in contro alla morte non puoi fuggire. Anche se però la mia vita non era un set cinematografico, non avrebbe senso impressionarsi per così poco. Sbuffai nell'esatto momento in cui la vibrazione del telefono che ormai odiavo da dieci minuti, riprese.
 
Ah dimenticavo,
poi raccontami ogni cosa!
A.
Il campanello si mise a suonare e non mi lasciò nemmeno il tempo di ritornare tra il tepore delle mie coperte. Tanto meglio, non ce l'avrei fatta ad alzarmi nuovamente. Scesi lentamente, in stile slow motion, le scale. Ero un Emily in versione bradipo-zombi, insomma ero un incroci tra i due, ed anche venuto davvero male.
Mamma cosa hai dimenticato?” chiesi aprendo la porta con voce funebre. Mia mamma, anzi no, la persona davanti a me scoppiò a ridermi in faccia.
Emy? Ti sei svegliata ora?” mi chiese Cody tra una risata e l'altra.
Sai com'è – dissi ironica – solitamente la domenica mi sveglio alle cinque!”
Scusa ma potevi dirmelo! Così venivo prima” disse lui facendo il finto mortificato e scuotendo la testa.
non mi aspettavo che venissi” mi giustificai subito.
ma se Ally mi ha detto che mi dovevi parlare” mi disse.
Ally? Oddio no! Erano passati un paio di giorni dalla nostra ultima conversazione ed ancora non avevo più tirato fuori il discorso su Cody. Ero una codarda ormai convivevo con questo aggettivo che mi descriveva bene.
Ecco cosa intendeva con il, non puoi più tirarti indietro citai facendo segno delle virgolette con le mani, sovrappensiero.
cosa intendeva?”
intendeva che oggi ti avrebbe mandato qui ed io avrei dovuto dirti...” mi bloccai improvvisamente, capendo che altrimenti avrei svuotato il sacco. Ma ancora non potevo. Non così perlomeno.
sai che puoi dirmi tutto Amy” mi disse aggrottando le sopracciglia. Sapevo che quando faceva così, cercava di leggermi l'anima attraverso gli occhi, ma non potevo permetterglielo.
non posso Cody” dissi più a me stessa che a lui.
Amy, noi siamo amici giusto? - amici, amici, amici e gli amici ci saranno sempre, qualunque cosa succeda” disse lui spezzandomi il cuore.
Amici, noi non siamo amici Cody.
Amici, noi non potremo mai essere amici.
Amici, perché dici questo?
Amici, siamo amici davvero? No
Amici, non voglio e non posso esserti solo amica.
Non sei mio amico, non lo sei mai stato e non lo potrai mai essere Cody” gli dissi chiudendogli la porta in faccia. Mi accasciai contro la porta iniziando a piangere. Non sapevo cosa mi era preso. Lo avevo ferito. Maltrattato. Non volevo dire quelle cose, ma le pensavo. Certo che le pensavo.
Scusa” sentii dire da dietro la porta, e poi dei passi, sempre più leggeri, lontani. Se ne stava andando ed io me ne stavo seduta, senza fermarlo. Me ne stavo seduta lasciandolo andare via da me. Che avrei potuto fare? Correre da lui come nei vari telefilm, chiedergli scusa e saltargli al collo per baciarlo? Mi avrebbe preso per pazza, per psicopatica. Non potevo farlo.
 
Sei una stupida Em,
gli hai spezzato il cuore
A.
I singhiozzi si attenuavano, il cuore decelerava, il respiro si regolarizzava.
 
Vieni
scrissi soltanto e dopo qualche minuto la figura di Allison comparve seria alla porta. Così mi gettai tra le sue braccia scoppiando nuovamente a piangere, finché non mi addormentai. Cadendo in un sogno nel quale mi dimenticai di tutte le preoccupazione della giornata appena iniziata.

 
Solo una cosa... SCUSATE!
cercherò di aggiornare nuovamente in queste vacanza, ora che ho un po' di tempo libero. ho avuto un po' di problemi negli scorsi mesi e mi è dispiaciuto davvero non aver potuto aggiornare. Grazie a chiunque continui a leggere questa storia.
Lulu_Tommo22




 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Stay Strong
Capitolo 9





Che ore sono?” chiesi non appena sveglia ad Allison.
le tredici e zero cinque minuti cara” mi rispose lei con il suo sguardo da perfettina dietro la montatura enorme degli occhiali che donavano al suo viso luminosità. Dal canto mio le scoppiai a ridere in faccia, ma mi bloccai subito dopo aver ripensato alla mattina appena passata.
dimmi che non è successo davvero” la supplicai stringendo le coperte. Come c'ero finita a letto? Allison era troppo magra per aver potuto portare il mio corpo su per le scale.
mi dispiace” mi disse solamente, sorridendomi debolmente.
ho fatto un casino – dissi prendendomi la testa tra le mani, come a poter alleviare il dolore che provavo non solo lì, ma anche nel cuore – ho fatto un disastro!”
è stata colpa mia, non dovevo mandarlo da te, non eri pronta, non lo sei tutt'ora” mi carezzò i capelli e fù lì che scoppiai a piangere come una bambina. Quel ragazzo biondo mi rendeva infantile. Debole. Insicura. No, non era lui a rendermi così, ero io a non essere adatta. Ero sbagliata. Ho sempre ritenuto di essere sbagliata, ma lui con la sua perfezione, mi faceva sentire se non perfetta, giusta. Si, io ero giusta con lui, ma senza di lui?
come sta?” non potevo accettare di avergli causato altro dolore di quanto già gliene avevo fatto stando con Carl.
"si amo e ho amato – mi disse sorridendo tristemente, il mio cuore si spezzò –
sto solo aspettando il momento in cui lei aprirà gli occhi"
"e non ti stanchi di aspettare?" gli chiesi, ormai il mondo mi era crollato a dosso.
Mi sentivo triste, distrutta. Come se qualcosa mi avesse schiacciato.
"è difficile, ma ne vale la pena" mi disse lui ed io lo abbraccia d'istinto.
Lui mi aspettava. Ed io non ero pronta nonostante sapessi che lui stava aspettando proprio me. Patetica.
non era messo tanto bene” mi disse sincera. Avrei preferito una bugia in quel momento.
da quanto non lo vedi?” chiesi. Non poteva essere stata tutta la mattinata con me, invece di stare con suo fratello. Non poteva essere stata con il mostro causa di tutti i suoi dolori, perché io ero un mostro.
la risposta non ti piacerà tesoro” mi disse. Le sorrisi debolmente. Ne ero certa.
come posso fare?” le chiesi. D'altronde era sua sorella, no?
sei te la sua ragazza” disse lei. E quelle parole mi ferirono più della faccia delusa della mattina. Più delle parole d'amore della canzone dedicate a me e non ricambiate al momento. Più del pensiero del tradimento.
ero Ally, ero” dissi tristemente per poi alzarmi dal letto per dirigermi in bagno. Dovevo fare qualcosa e questa volta l'avrei fatto. Fanculo la paura, fanculo gli errori, fanculo tutti.




        
 
 
 
 
  POV CODY
Platone scrisse: Dopo aver a lungo meditato Zeus disse: "Credo di aver a disposizione un mezzo che consente che gli uomini continuino a esistere, e, divenuti più deboli, cessino di essere così sfrenati. Li taglierò ciascuno in due" disse, "cosicché da un lato saranno più deboli, e dall'altro saranno più utili a noi, perché diventeranno maggiori di numero. E cammineranno diritti su due gambe...".
Detto questo, tagliò gli uomini in due, come quelli che tagliano le sorbe per farle essiccare, o come quelli che tagliano le uova con un crine...Allora, dopo che l'originaria natura umana fu divisa in due, ciascuna metà, desiderando fortemente l'altra metà che era sua, cercava di unirsi a lei...
Da così tanto tempo è connaturato negli uomini l'amore degli uni per gli altri, che vuole ricomporre l'antica natura e cerca di fare di due uno e di medicare la natura umana. Ciascuno di noi, dunque, è come una contromarca di uomo, diviso da uno in due, come le sogliole; e ciascuno cerca sempre l'altra contromarca che gli è propria..."
L'amore è una continua ricerca, ma perché quando lo si è trovato, quando si è trovata la propria metà, la persona del proprio completamento, vi sorgono sempre problemi. Perché l'amore è così doloroso?così ingiusto?
 
Posso entrare?”
no mamma vattene per favore” dissi con ancora la testa affondata tra i cuscini. Perché dovevo stare così male per una ragazza? Perché l'amavo.
possiamo parlare?” chiese nuovamente lei non demordendo.
di cosa mamma? Che sono uno stupido? Che non ho ancora lasciato perdere con lei? Che dovrei pensare a trovarmi una ragazza più giusta?” dissi urlando mentre le lacrime iniziavano nuovamente a scendere, come la mattina dopo aver lasciato quell'abitazione.
La porta si stava aprendo, lasciando entrare una donna adulta che nonostante tutto io volevo al mio fianco, perché lei poteva aiutarmi.
ascoltami, non sei uno stupido tesoro, sei solo innamorato” mi disse ed io sorrisi inconsciamente.
lei ti ama lo sai, se lo deve solo ricordare – prese ad accarezzarmi lentamente i capelli – tieni duro piccolo mio”
dai mamma adesso basta smancerie!” le dissi fintamente schifato.
okey bad boy non ti farò sembrare un mammone” disse ironica facendomi ridere.
Cody la scelta è tua, fai quello che ritieni giusto con lei, ma cerca di non soffrire ancora”
le sorrisi di cuore. Grazie mamma, cercherò di non soffrire.




 
Grazie a voi belle lettrici che non mi avete abbandonato.
sarò sincera con voi, non so se allungare questa storia, facendo succedere delle cose,
o se considerarla quasi finita.
devo capire cosa mi ispira di più, e soprattutto quanto tempoho a disposizione.
non voglio lasciarla nuovamente in sospeso per tanto tempo C:
detto questo ci vediamo al prossimo capitolo!
Ah un'ultima cosa, il comportamento di Cody può sembrare infantile
a bambino, ma io volevo rendere l'idea di un ragazzo che non rende conto agli altri
che si distingue dai ragazzi d'oggi che sono troppo attaccati all'apparire
(okey non tutti). Questo Cody non si vergogna di provare
affetto verso la famiglia o di piangere per una ragazza.
non si vergogna di avere dei sentimenti.
Lulu_Tommo22

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Avviso ***



Avviso


Scusate ragazze ma vari ho problemi familiari che non mi permettono di stare al computer per riuscire a scrivere un capitolo.
Mi dispiace tanto ma per come stanno andando le cose nella mia famiglia, preferisco aiutare i miei in casa, dando loro la possibilità di pensare ad altro. So che avrei dovuto dirvelo prima, ma pensavo si trattasse di poco tempo, o comunque che non avrei dovuto rinunciare a così tanto del mio tempo libero. Appena la situazione si sarà sistemata vi prometto che tornerò, spero solo che il problema abbia un lieto fine, anche se non ci giurerei. Okey forse vi ho confuso un poco, ma non sono brava a parlare di me e dei miei problemi.

Lulu_Tommo22

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1316205