Camera Cafe Guerra Ai Digitex

di alexander318
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: La macchina del cafe rubata ***
Capitolo 2: *** Sabotando la Digitex ***
Capitolo 3: *** La Guerra ***
Capitolo 4: *** L'Assedio ***
Capitolo 5: *** Vittoria Meritata ***



Capitolo 1
*** Prologo: La macchina del cafe rubata ***


Era un lunedì come tutti gli altri, e nell’azienda Digix iniziarono ad arrivare i primi dipendenti per prepararsi ad’un’altra e noiosa settimana di lavoro, tra questi vi erano il contabile dell’azienda Silvano Rogi, la direttrice marketing Gaia De Bernardi, e la sua seconda Ilaria Tanadale, e la loro segretaria Patrizia D’imporzano (in arte Patty). Dopo aver varcato la soglia dell’entrata, i dipendenti si avviarono verso l’ascensore che li conduceva al 17simo piano dove era situata la loro azienda. Dieci minuti dopo arrivò nel parcheggio con la sua bella Alfa rosso fiammante, il venditore dell’azienda Paolo Bitta, che dopo averla parcheggiata in testa-coda scese, prese la sua fiaschetta che conteneva la famosissima grappa di Pino (il suo amico carrozziere) e la valigetta, e si avviò verso l’entrata dell’azienda, ma prima che potesse attraversarla, sbucò dal lato destro con il suo motorino bianco il suo migliore amico e responsabile degli acquisti dell’azienda Luca Nervi. Dopo essersi salutati e aver oltrepassato l’entrata, si imbucarono dentro l’ascensore pieno di gente, Paolo schiacciò il pulsante e l’ascensore si avviò verso il 17simo piano. Dopo vari minuti l’ascensore arrivò al piano stabilito e da li Luca e Paolo scesero, ma dall’area relax dell’azienda videro tutti i dipendenti e loro colleghi di lavoro, compreso il direttore dell’azienda Augusto De Marinis, impalati ad osservare il nulla, si fecero spazio tra la folla e videro che la loro macchinetta del caffè era scomparsa. “La macchina del caffè è scomparsa”, urlò disperato Paolo, Luca era esterrefatto almeno quanto lo era Paolo, la loro macchinetta, il simbolo della loro azienda e delle loro ore passate a bighellonare davanti ad essa non c’era più, era sparita nel nulla. “Ma chi può essere stato a fare una cosa del genere dico io?”, disse Luca, che naturalmente non ottenne nessuna risposta da parte dei colleghi, il direttore intanto si fece avanti e gli rispose “stiamo calmi Nervi, a tutto c’è una spiegazione, dovrebbe essere stato qualcuno dell’azienda, o qualcuno che abita nel palazzo, altre prove per ora non c’è ne sono”. Ad un certo punto entrò Vittorio Ubiali, la guardia notturna del palazzo con il suo cane Pierluigi, nella sua mano sinistra aveva il guinzaglio per tenere Pierluigi e dall’altra parte una cassetta delle videocamere di sorveglianza installate in azienda in caso di furti, e aggressioni alla macchinetta del caffè e nell’azienda stessa, “qui ci stanno le registrazioni del weekend appena sfornata, grazie ad essa possiamo scoprire chi ha rubato la nostra macchinetta”, disse Vittorio fiero. Dopo pochi minuti la cassetta venne esaminata e si scoprì che a rubare la macchinetta del caffè erano stati due tipi dell’azienda rivale Digitex, da sempre in competizione con l’azienda Digix. Da li Luca e Paolo si organizzarono e dopo il consenso del direttore De Marinis, andarono alla Digitex, e con il loro magnifico piano di salvataggio andarono a riprendersela. Per prima cosa cercarono di insistere con i due che avevano organizzato il furto, che la macchinetta del caffè era loro, poi vedendo che stavano negando cercarono di minacciarli dicendo che se non avessero restituito la macchinetta sarebbero andati dal direttore della Digitex con il contratto della matricola di essa. Sapendo che ormai li avevano scoperti, i due della Digitex su ordine di Luca e Paolo riportarono in spalla la macchinetta del caffè fino al diciassettesimo piano, attaccarono la spina alla presa, e dopo essere stati umiliati e picchiati batterono in ritirata nella loro azienda Da li cominciò la guerra contro la Digitex.

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Capitolo 2
*** Sabotando la Digitex ***


La guerra contro la Digitex non solo continuava sul mercato, ma anche dentro le due aziende, tutti i dipendenti avevano carta bianca sul loro nemico, sul consiglio dei direttori i dipendenti delle due aziende rivali potevano affrontarsi apertamente senza esclusione di colpi bassi durante e fuori l’orario d’ufficio. Sono passati più di due mesi da quando la Digitex aveva rubato la macchinetta del caffè alla ditta Digix, eppure non mancavano gli episodi che ne seguirono tra essi vi erano la guerra dell’immondizia, che per un fraintendimento di Silvano e di Patti, Luca e Paolo avevano scatenato una rappresaglia contro la Digitex a son di spazzatura, finita poi in rissa tra i due direttori delle due aziende e i loro dipendenti. Poi vi era l’episodio Operazione Anti Digitex, durante il periodo di natale Luca e Paolo venivano presi in giro dai dipendenti della Digitex, e questi organizzarono un’operazione per invadere la Digitex finita non proprio nel migliore dei modi, e non proprio come avevano sperato. Ora come ora la Digitex era perfetta in tutto, sia nel mercato, e sia nei tornei interaziendali di calcetto, mentre quelli che ne risentirono più di tutti in questa guerra era proprio la Digix. La situazione divenne incontrollabile quando un dipendente della Digix venne scoperto a tradire proprio l’azienda stessa, consegnando alla Digitex dei documenti compromettenti che servivano per dare una grande spinta economica all’azienda. Grazie a questo tradimento l’azienda Digitex divenne prima sul mercato a spese della Digix, e il dipendente traditore venne linciato dai colleghi, in particolare da Luca e Paolo, e licenziato accompagnato dai “Cretino” di De Marinis. Era notte fonda, l’edificio era vuoto, solo Vittorio, e Luigi, le due guardie vigilanti assieme a Pierluigi erano rimaste li, nel bagno dell’azienda si sentirono dei rumori, e poco dopo la porta si aprì e ne uscirono Luca, Paolo, Silvano, e Olmo Ghesizzi responsabile informatico della rete dell’azienda. Erano rimasti fino a tardi su consiglio di De Marinis con un piano proprio attuato da lui che si intitolava “sabotaggio Digitex”, si trattava di un procedimento complicato dove ognuno faceva la propria parte, Olmo aveva l’incarico di depistare le guardie vigilanti notturne affinché Luca, Paolo, e Silvano potevano entrare alla Digitex attraverso i tubi dell’aria e sabotare i computer e gli elenchi delle loro merci per poi rubarle e rivenderle ad un prezzo vantaggioso rispetto alla Digitex. Tutto era pronto, Luca, Paolo, e Silvano si mascherarono grazie a dei passamontagna portati da Paolo da cui erano stati donati dal suo amico Budello, e si infilarono nei tubi dell’aria, intanto Olmo crashava il server della Digitex e le telecamere di sorveglianza depistando cosi le due guardie vigilanti notturne. Con una mappa accuratamente disegnata da Paolo i tre eroi dopo essere sbucati in tutti i piani, entrarono nell’area relax della Digitex, sbucando da sopra i tubi dell’aria, raggiunsero a passo rapido l’ufficio del direttore, accesero il suo computer, e misero un floppy disk sabotatore progettato da Olmo al suo interno, rubando e sabotando non solo i progetti del computer del direttore, ma anche quelli degli altri dipendenti dell’azienda. Ad un tratto l’allarme suonò, e Olmo che aveva accesso a tutte le telecamere di sorveglianza e di sicurezza vide che le guardie vigilanti notturne stavano arrivando alla Digitex. Olmo non perse occasione di chiamare gli altri avvertendoli del rischio che stavano correndo. I tre eroi cercarono di fare alla svelta, ma Luca aveva un piano, se fossero stati scoperti avrebbero sacrificato Silvano facendosi scudo su di lui per parare i proiettili di Vittorio e di Luigi, Paolo, intanto tenne sotto d’occhio tutti i corridoi e sentì che l’ascensore si aprì, e al suo interno sbucarono le due guardie vigilanti notturne, Vittorio e Luigi, accompagnati dal loro fedelissimo cane di Vittorio Pierluigi. Siccome Paolo aveva il passamontagna addosso non venne riconosciuto dai due e scappò nell’ufficio del direttore schivando e abbassandosi dai proiettili sparati dalle pistole delle due guardie vigilanti notturne. Luca aveva finito, fu Silvano a tenere il floppy disk, Paolo entrò a tutta forza e con l’estintore barricò la porta d’ingresso dell’ufficio del direttore della Digitex, avevano pochi minuti per tornare alla base, e iniziarono ad arrampicarsi nei tubi dell’aria. Il primo a salire fu Silvano che aveva il floppy disk, poi Luca, ma prima che arrivasse il turno di Paolo le due guardie vigilanti notturne entrarono e tennero sotto tiro Paolo, che azionò un congegno di sua invenzione, grazie ad esso poteva far esplodere del c-4 accuratamente piazzate da lui nei bagni dell’azienda rivale Digitex, Paolo le aveva messe durante la pausa mensa del giorno prima pensando che fossero un ottimo diversivo in caso di pericolo. Dopo averle azionate i cessi esplosero assieme agli idranti, che crearono una marea di rifiuti organici e di acqua che a mo di tsunami ricoprì l’azienda stessa e le due guardie vigilanti notturne. Dopo essere tornati alla base, Luca rimproverò Paolo “sai cosa sei?, sei un cretino, un demente, e un deficiente, per poco non ci facevi ammazzare, e si può sapere come ti è venuta sta idea geniale di attaccare degli esplosivi c-4 nei bagni dell’azienda rivale Digitex? ti beccheranno di sicuro”, Paolo rispose “senti Luca ho già detto che servivano da diversivo in caso ci fosse stato pericolo, e mi sembra che la mia idea geniale e perfetta non abbia fatto acqua da tutte le parti dico bene Olmo?”, Olmo non disse neanche una parola, e Luca intervenne dicendo “ beh a dire il vero il tuo piano di acqua ne ha fatto da tutte le parti, ha inondato tutto l’ufficio di acqua e non solo, anche di rifiuti e liquami organici”. Il giorno dopo consegnarono a De Marinis che era al settimo cielo il floppy disk, ora la guerra si stava svolgendo a loro favore.

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Capitolo 3
*** La Guerra ***


L’indomani seguente, tutti i dipendenti della Digitex vennero inondati dall’acqua e dai rifiuti e liquami organici, e dopo essersi arrabbiati parecchio, su consiglio dei loro superiori e del loro presidente furono costretti ad evacuare e a trasferirsi in altri uffici fuori dall’edificio, ognuno dei dipendenti della Digitex sapeva che erano stati proprio loro, i loro rivali a inondare l’ufficio, ma scarsi di prove non potevano dimostrare nemmeno alle televisioni locali corse dopo aver saputo dell’inondazione che erano stati loro a inondarlo. Luca e Paolo erano nella zona relax della loro azienda, sempre davanti alla macchinetta del caffè che venne sempre venerata da loro come se fosse una dea, e dopo aver preso due caffè lunghi senza zucchero, nonché bevanda preferita dei dipendenti dell’azienda in arte c-14 comodamente offerti da Paolo Bitta, esultarono per la loro vittoria che avevano ottenuto la sera prima non solo per il fatto di aver messo fuori gioco dal mercato la loro azienda rivale la temuta Digitex, ma anche perche potevano anche vantarsi con loro di aver vinto la guerra. “A noi, alla vittoria, e al caffè offerto dal mio amico Paolo, visto li abbiamo rotto i maroni alla loro direzione, ora sapranno con chi avranno a che fare d’ora in poi” disse Luca contento, Paolo gli rispose “ben detto Bubino, ora che hanno imparato la lezione la prossima volta ci penseranno bene prima di iniziare questa guerra, e poi sai come si dice nel proverbio, chi la fa…..la fa”, Luca annuì “ben detto Paolo”. Ad un certo punto da dietro la colonna dell’area relax comparve il direttore De Marinis, che si congratulò personalmente con loro, “signori, il vostro coraggio vi ha fatto onore, mi congratulo personalmente con voi, oltre ai miei complimenti avete anche quelli del presidente, grazie a voi la nostra azienda sarà pulita, potremmo rinegoziare tutti i nostri contratti, con i nostri clienti, e persino con i nostri fornitori, e i nostri contatti, bravissimi credo fermamente che vi arriverà un bel premio di produzione per tutti e due, vedrete l’azienda si ricorderà di voi”, e dopo aver detto questo, e preso il suo caffè concluse “adesso però andate a lavorare cretini!,” e si allontanò in direzione del suo ufficio. I giorni passarono lenti e inesorabili, e Luca e Paolo erano sempre davanti alla macchinetta del caffè, prendevano il loro caffè, parlarono, picchiavano sempre Silvano, ormai era diventata una routine per loro, una monotona routine, erano talmente stufi che senza la Digitex non c’era più gusto andare a lavorare, e sperarono in qualche altra rappresaglia della Digitex. Le loro preghiere vennero esaudite, un giorno tutti erano incollati nella finestra del bagno, e videro che 10000 persone si erano piazzate a pochi metri dal cancello dell’edificio davanti, installando una specie di accampamento a mo di tendopoli. I dipendenti capirono subito che dietro a questa “manifestazione” c’era di mezzo la Digitex, e i loro sospetti erano fondati, infatti le tv nazionali che erano giunte sperando in un perché di questa manifestazione ripresero proprio tutti i dipendenti della Digitex, compreso il loro direttore a capo delle operazioni, tra di loro ci furono dipendenti di altre aziende, operai di tutti i tipi alcuni di essi licenziati da Luca Nervi in persona e dall’azienda, operai mercenari, e alcuni vigili nemici di Paolo Bitta, venuti non appena dalla bocca del direttore della Digitex era stata menzionata la parola Paolo Bitta. I dipendenti dell’azienda Digix, sapevano che il loro incontro non era casuale, e infatti venne pubblicato che avevano organizzato tutto questo per riprendersi l’edificio e l’azienda Digix come risarcimento per la perdita temporanea della loro azienda Digitex al grido di “se vogliono la guerra, la guerra l’avranno”. Il direttore De Marinis era corso ai ripari, e organizzò una riunione d’urgenza in sala riunioni per decidere della situazione che si stava svolgendo. “adesso voglio sapere chi è stato a distruggere l’intero ufficio Digitex”, urlò il direttore, tutti erano zitti, e allora lui protese il suo sguardo verso Luca e Paolo “si sto guardando proprio voi due cretini, scommetto che c’è il vostro zampino dietro a questa faccenda”, Paolo cercò di scusarsi il più possibile dicendo “mi creda De Marinis, eravamo in pericolo, è ho fatto quello che ogni condottiero fa per proteggere i suoi coraggiosi soldati, ho eretto un diversivo per salvarci le penne, ho nascosto del C-4 nei bagni della Digitex durante la pausa mensa, e li ho fatti esplodere”, il direttore lo guardò infuriato, era su tutte le furie e cominciò ad urlare “Bitta lei è davvero il solito cretino, ora mi spiega cosa facciamo per toglierci dai piedi questa situazione?”, naturalmente non ci fu risposta, ma ecco che Luca intervenne a favore di Paolo proteggendolo, “ma senta direttore, pensi che grazie a noi ora possiamo beneficiare dell’alto mercato, e poi siamo onesti, sono stati loro a cominciare”, il direttore sbuffò e disse,” essere sotto assedio lei questo lo chiama beneficiare dell’alto mercato? non faccia battute anche lei Nervi, e poi si rende conto che grazie a lei e al suo amico Bitta, ora siamo in questa situazione. Luca si guardò intorno e con tono infuriato disse, “ eh si e se la prende con me? Io cosa ho fatto direttore? è stato Paolo ad avere questa idea non è stata mia”, Paolo con tono alto rispose “bravo signor sapientone, so tutto io, è grazie a te che ora sei ancora qui, perche se ci beccavano ci sparavano quei due li, quindi ora non dare la colpa a me per una cosa di cui hai beneficiato anche tu, era un’idea geniale questa”, Luca strinse i denti, “geniale un corno, ora per colpa tua siamo circondati da un casino di gente, tra poco entreranno qui e ci prenderanno a colpi di badilate, di sprangate, e di sberlate”, Luca venne interrotto da De Marinis, “non è il momento di lanciare accuse Nervi, faccia qualcosa, ci parli civilmente visto che lei è il rappresentante sindacale, faccia qualcosa, e si sbrighi, subito e a sue spese”, Luca cominciò a controbattere, “eh si e secondo lei io mi devo far ammazzare per parlare civilmente? ma lei è fuori De Marinis, io le organizzo un bello sciopero a sorpresa, poi vedremo chi avrà la meglio De Marinis”, il direttore si mise a ridere “è quello fuori secondo lei come me lo chiama?, scommetto che sono più organizzati loro che i suoi compagni del sindacato Nervi”, iniziò una violenta rissa tra loro due, ma ad un certo punto fuori dalla porta della sala riunioni apparve Gaia che interruppe la rissa e cominciò a parlare “ora basta, tutti e due, fatela finita, dobbiamo essere uniti, non bisticciare tra di noi, se lo facciamo poi si renderanno conto di quanto noi e tutta l’azienda sia debole e inefficiente, volete questo?, no?, e allora statemi a sentire tutti quanti, per prima cosa dobbiamo organizzare un picchetto, una specie di barricata in area centrale giù di sotto e poi dovremmo proteggere le entrate principali, possiamo farcela, grazie al nostro coraggio faremo vedere a tutti, persino all’Italia intera di ciò che valiamo noi, allora chi è con me?”, la sala si riempì di applausi e tutti i dipendenti arrivati cominciarono ad esultare al grido di “io”, e subito seguirono Gaia. All’entrata principale venne istallato un picchetto con le scrivanie del centralino, alcuni andarono fuori ai cancelli per prendere ciò che avevano in macchina e le riportarono dentro per far reggere il picchetto, dalla parte del bagno, Silvano e Patti riempirono dei gavettoni con ogni cosa possibile acqua, rifiuti, dentifricio, tutto quello che riuscivano a trovare, li misero in alcuni secchi presi in prestito dalle donne delle pulizie, e si tennero pronti in caso avessero avuto l’opportunità di lanciarli contro gli invasori semmai fossero entrati.

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Capitolo 4
*** L'Assedio ***


L’accampamento a mo di tendopoli venne abbandonato, e tutti si diressero in formazione per assediare l’edificio, come capo delle 1000 persone c’era il direttore dell’azienda rivale Digitex e i suoi dipendenti. Il cancello venne aperto e poi richiuso, li i dipendenti scrutarono alcuni dei loro che si stavano avvicinando all’entrata, li fecero accomodare, e si scoprì che erano il fattorino dell’azienda Pippo, e alcuni altri fattorini e dipendenti. Pippo raccontò che mentre erano sulla strada per andare in ufficio erano stati intercettati dal picchetto che li aveva portati nel loro accampamento, torturati, e picchiati, poi li avevano rilasciati perche lui ci aveva provato con un dipendente Digitex. “Ora è guerra, impareranno contro chi si sono messi davanti, questo si che romperà i maroni alla loro direzione”, urlò Luca con mano protesa verso l’alto e pugno alzato come segno di lotta di classe. I 10000 manifestanti erano ancora fermi in attesa di un ordine del loro capo, poco dopo l’ordine venne dato, “andiamo, prendete l’edificio”, disse il direttore della Digitex, e in un attimo tutti si scagliarono contro il cancello cercando di aprirlo a mani nude. Dentro l’azienda si diffuse il panico, c’erano molti dipendenti che andavano avanti e indietro in attesa di ordini, dalla sala riunioni, ormai diventata c’entro di comando e controllo di operazioni anti Digitex, c’erano li riuniti De Marinis, Gaia, Ilaria, e Olmo, grazie al computer di Olmo potevano vedere dalle telecamere a circuito chiuso cosa stava succedendo, e pensarono ad una strategia per respingere l’assalto del nemico. D’un tratto dalle retrovie sbucarono due tir da auto strada, i manifestanti presero alcune funi e le attaccarono da una parte al cancello, e dall’altra ai tir da auto strada, poi i tir da auto strada fecero retromarcia e distrussero in due parti il cancello, cosi i manifestanti potevano entrare in massa, e dopo averlo fatto si diressero alle macchine dei dipendenti nemici e le colpirono a furia di sprangate e di molotov. Vittorio che era nel parcheggio cercò in tutti i modi di far arretrare il nemico con la sua pistola sparando e ferendo tre dei manifestanti, ma alcuni di loro sbucarono alla sua destra e lo assalirono disarmandolo. Luca e Paolo intanto avevano abbandonato i loro uffici, e si stavano dirigendo verso la sala riunioni, dove vi erano rintanati De Marini, Gaia, Ilaria, e Olmo, li sbirciarono dal computer di Olmo, e dopo averlo fatto a Paolo gli venne quasi un colpo, vedendo che tutte le macchine compresa la sua alfa erano in pericolo, De Marinis si rivolse verso Andrea l’autista del presidente, nonché autista dell’azienda e gli disse “Andrea vada subito nel parcheggio e faccia di tutto per proteggere la macchina del presidente, si ricordi che è sacra”, Andrea rispose, “senz’altro signor direttore”, allora Paolo nel panico e bevendo la fiaschetta di grappa di Pino disse a De Marinis, “direttore devo andare anche io, devo proteggere la mia alfa a qualunque costo”, il direttore deciso gli rispose, “se lo scordi Bitta di lasciare l’edificio in un momento come questo, abbiamo bisogno di tutti i nostri uomini per difendere l’azienda”, ma Paolo non volle sentir ragione e grazie ad Andrea che aveva convinto De Marinis ad andare con lui, Paolo organizzò una squadra di salvataggio formata da Paolo, Andrea, Silvano, Luca, e 20 dipendenti dell’azienda più alcuni fattorini, e andò nel parcheggio. La squadra di salvataggio si mise in formazione, e si lanciò all’attacco, Paolo si lanciò contro il cofano dell’Alfa, e grazie all’estintore che aveva in mano riuscì a parare il colpo di spranga diretto verso di lui e la sua macchina, poi si rialzò e con l’estintore mise a tappeto uno dei manifestanti. Intanto Luca intercettò una molotov diretta verso di lui prese la spranga che aveva fregato ad uno dei manifestanti, e simile ad un battitore di baseball la colpì e andò a finire contro il tettuccio della macchina del presidente, intanto Andrea stava cercando di spegnere la fiamma nella macchina, e la liberò da alcuni manifestanti che la stavano quasi per prendere a colpi di badile. Gli altri 20 dipendenti e fattorini ingaggiarono battaglia a colpi di badilate, sprangate, e pestate, e nonostante alcuni erano a terra a tappeto, riuscirono a far arretrare il nemico che abbandonò subito il parcheggio e si diresse fuori dal cancello. Per qualche ora l’azienda era salva, e Paolo assieme alla squadra di salvataggio parcheggio vennero curati dalle donne delle pulizie, quello pieno di ferite fu Silvano, ma nonostante tutto era ancora rigido e saltellante come sempre. Intanto De Marinis e gli altri, cercarono un sistema per prevedere la prossima mossa del nemico, e videro che alcune macchine dei vigili, e dei dipendenti, si misero in moto e si diressero verso i cancelli e verso il cancello. Paolo che intanto era in sala riunione si avvalse di un’idea geniale che gli avrebbero fatto guadagnare tempo, e con il consenso di De Marinis ritornò giù nel parcheggio assieme alla squadra di salvataggio. Le macchine dei manifestanti si stavano avvicinando sempre più al parcheggio, quando da un fumo videro spuntare da esso l’Alfa Romeo di Paolo, assieme alla macchina del presidente, e ad altre macchine, si misero in riga di fronte al nemico e aspettarono al rombo di motori chi di loro facesse la prima mossa. Paolo assieme a Luca mise l’album dei Pooh la canzone Piccola Katty, e grazie a quella cominciò a cantare e a premere sull’acceleratore e da li le macchine si mossero verso quelle nemiche, anche le altre macchine fecero lo stesso, ci fu un violento schianto tra alcune macchine, e le altre si misero a rincorrersi dietro, la macchina di Paolo venne rincorsa da una delle macchine nemiche, allora alla prima curva, fece un drift e andò contro la macchina nemica nonostante i rimproveri di Luca. La macchina nemica venne distrutta, e la sua Alfa rimase incolume. Intanto gli altri manifestanti avevano aggirato le macchine e raggiunsero l’entrata dove c’era il picchetto e alcuni dipendenti a difenderlo, ci fu un piccolo scontro, ma sapendo che i dipendenti non avevano nessuna esperienza negli scontri, furono costretti a ritirarsi verso la barricata. Dall’alto invece Silvano, Patty, e Alex, lanciarono dei gavettoni contro gli invasori, Alex invece si avvalse di buttare canne contro di loro ustionandone alcuni. Le macchine intanto tennero testa a quelle nemiche, anche Andrea che guidava la macchina del presidente, riuscì a scalfire due di loro. Ma alla vista della ritirata dei dipendenti, si ritirarono, nascosero le loro macchine e entrarono attraverso un’entrata secondaria diretti nell’azienda.

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Capitolo 5
*** Vittoria Meritata ***


La squadra di salvataggio, capitanata da Paolo, Luca, Silvano, ed Andrea, avevano varcato la soglia dell’entrata centrale dove c’era la barricata grazie all’intervento improvviso delle donne delle pulizie, che usarono i loro carrelli come cavalli mettendosi al loro interno e usando anche le loro scope di pulizia come lance erano riuscite a creare un diversivo scagliandosi contro i manifestanti e le loro macchine. Il picchetto cedette poco dopo e tutti si ritirarono al 17simo piano usando l’ascensore e sprangando le porte delle scale. Intanto De Marinis, vide da una delle telecamere di sorveglianza 80 dipendenti della digitex che si stavano arrampicando grazie all’uso di potenti scale d’assedio al primo piano, e ordinò a tutti i dipendenti di sprangare le porte sia delle scale che conducevano all’azienda, sia quelle dell’ascensore. Ormai erano rimasti 80 dipendenti, il numero pari ai dipendenti della Digitex, De Marinis capì che lo scontro con loro era inevitabile. “Secondo me le sprange non reggono, mezz’ora e entrano qui dentro”, disse preoccupato Paolo che si stava prendendo un caffè per calmarsi, De Marinis lo guardò sbuffando e disse “ma Bitta le sembra questo il momento di prendersi un caffè alla macchinetta?, lei è il solito cretino”, poi a Paolo venne un’idea geniale, prese una prolunga di un annaffiatoio preso dal suo ufficio, e con quello lo attaccò alla macchinetta del caffè, poi pensando che la prolunga era molto lunga si avviò correndo verso le porte dell’ascensore, ma siccome era troppo corta cadde rovinosamente per terra, si rialzò e la tenne in mano puntata verso le porte dell’ascensore. Luca gli domandò a cosa serviva e lui lo rassicurò dicendo che era una delle sue idee più geniali che avesse mai avuto in tutta la sua vita. D’improvviso si sentì un rumore provenire dal parcheggio, tutti si accostarono per vedere cos’era, poi videro una marea di gente venuta in soccorso degli assediati, erano gli amici camionisti di Paolo, compreso Pino, Budello, e il suo amico cliente volgare, Brad e Jonathan, poi gli amici del sindacato di Luca Nervi, e alcuni conoscenti di Gaia, Ilaria, e Jessica. Tutti esultarono alla loro vista, i rinforzi ingaggiarono battaglia dal cancello fino all’entrata del primo piano dell’edificio, Budello e l’amico cliente volgare di Paolo, visto che erano due energumeni, furono i primi ad entrare all’interno dell’edificio e a sgominare quasi metà dei manifestanti nemici, con la loro possente forza che avevano. Le porte delle scale cedettero, e i dipendenti della Digix si ritirarono in area relax, e i dipendenti della Digitex li seguirono, si misero tutti in formazione, i dipendenti della Digix, vennero guidati dal direttore Augusto De Marinis, mentre quelli della Digitex dal loro direttore. per qualche secondo si adocchiarono, poi De Marinis si lanciò all’attacco contro il direttore dell’odiata azienda Digitex, seguirono poi tutti i dipendenti delle due aziende che si ingaggiarono battaglia. De Marinis, venne colpito da una testata dal direttore della Digitex, poi si riprese e protese il suo pugno contro la sua faccia, ma venne intercettata e fermata, intanto Paolo si scontrò con due dipendenti della Digitex, quelli che gli avevano rubato la macchinetta del caffè due mesi prima, anche Luca a sostegno di un estintore si mise a combatterli assieme al suo amico Paolo, Andrea invece con la sua mazza da baseball ne aveva messo a tappeto due di dipendenti della Digitex. poi Paolo vedendo che i dipendenti della Digitex stavano vincendo, usò l’annaffiatoio e da esso ne fuoriuscì del caffè bollente che ustionò alcuni dipendenti Digitex, compresi i due con cui stavano combattendo contro lui e Luca. Dai cancelli arrivò tre squadre di celerini della polizia, e si misero a caricare contro tutti sia manifestanti che dipendenti, dopo aver liberato l’entrata principale dell’edificio, si diressero tutti verso il 17esimo piano dove si stava svolgendo nell’azienda, lo scontro tra i dipendenti della Digix, e i dipendenti della Digitex. la situazione venne ristabilita dopo mezz’ora grazie al loro poderoso intervento di massa, tutti si chiarirono e ritornarono alle loro attività di sempre, la Digitex riottenne i suoi uffici riparati grazie ai dipendenti della Digix, che avevano unito le forze ai dipendenti della Digitex, nonostante le furie di Luca e Paolo, furono costretti a collaborare anche loro per il bene dell’azienda stessa e di quella della sua rivale, concorrente Digitex. Tutto era tornato alla normalità, e tutti potevano tornare alla loro vita di sempre con i loro monotoni lavori, e le loro pratiche, Luca e Paolo si complimentarono per le ottime prestazioni mostrate durante l’assedio da parte dei manifestanti e dai dipendenti della Digitex, erano li davanti alla macchinetta del caffè con il direttore dell’azienda Augusto De Marinis che sbraitava sempre dicendogli che dovevano andare a lavorare sempre accompagnati dai suoi “Cretini”. “Ora possiamo tornare alla normalità, alla nostra vita di sempre, e al nostro lavoro di sempre, dai forza Paolo, andiamo a lavorare prima di dover restare qui tutta la notte a recuperare il lavoro arretrato, facendo gli straordinari”, disse Luca a Paolo, ma Paolo gli rispose “no, facciamo una pausa, caffettino?”, Luca fece due passi indietro e esclamò “si”.

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