The Ballad of Temperance and DJ

di _Havoc_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un carrattrezzi, due mani, fette di culo e... pinoli. ***
Capitolo 2: *** Treat me like the dog I am! ***
Capitolo 3: *** Buonanotte, buonanotte, fiorellino... ***
Capitolo 4: *** Did you say... party?! ***
Capitolo 5: *** Sviene bene chi sviene ultimo ***
Capitolo 6: *** Sulla via del ritorno ***
Capitolo 7: *** La corsa agli armamenti e le origini del conflitto ***
Capitolo 8: *** Happy B-Day! ***
Capitolo 9: *** Ma tutti questi compleanni, non saranno un po' troppi? E soprattutto... quando si fa sta tesi? ***
Capitolo 10: *** You can’t learn to tell the truth until you learn to lie ***
Capitolo 11: *** E alla fine ci arrivò anche Stinson… ***
Capitolo 12: *** Progetti futuri ***
Capitolo 13: *** What would you do if I have to deny your name? ***
Capitolo 14: *** La reclusione ***
Capitolo 15: *** Escalation ***
Capitolo 16: *** What would you say if I told you that I’m to blame? ***
Capitolo 17: *** Where would you go if I told you ‘I love you’ and then walked away? ***
Capitolo 18: *** Tutto è bene quel che finisce bene ***
Capitolo 19: *** Buon Natale! ***
Capitolo 20: *** E invece NO! ***
Capitolo 21: *** Chi lo fa per Capodanno, lo fa per tutto l’anno! ***
Capitolo 22: *** Piani malefici... ***
Capitolo 23: *** La fine è un nuovo inizio ***



Capitolo 1
*** Un carrattrezzi, due mani, fette di culo e... pinoli. ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo primo
Un carrattrezzi, due mani, fette di culo e... pinoli.


Era un pomeriggio buio e tempestoso e due ragazze avevano deciso che quello sarebbe stato il giorno giusto per andare a fare la spesa. In realtà non l’avevano deciso loro ma la loro madre che, troppo stanca per uscire, aveva delegato lo sporco compito alle sventurate e dato che il frigo era vuoto, il compito andava assolutamente svolto. Parcheggiata la macchina nel sotterraneo, le due si avviarono all’ascensore.
«Ma dimmi te, devo scrivere la tesi e lei ci manda a fare la spesa!» si lamentò la più grande che portava i capelli neri corti con dei riflessi rossicci.
«E lo dici a me? Lo sai bene che quando piove i capelli mi diventano un cespuglio vivente!» le diede man forte Temperance, la più piccola, che si lisciava convulsamente i corti capelli castani chiari con i colpi di sole guardandosi riflessa nello specchio nell’ascensore.
«Ma tu ha un’attenzione maniacale per quei capelli!»
«Senti chi parla: quella che appena mi giro la trovo con le mani nei capelli!»
«Non lo faccio mica a posta: è lo stress!»
«Seh seh... come no!»
La conversazione continuò per molto e, mentre girellavano per il supermercato, degli strilli attirarono la loro attenzione: una ragazzina stava supplicando un uomo di fare una foto con lei.
«Ma bada quello come si è conciato...» commentò una vecchietta accanto a loro che erano rimaste impalate a guardare la scena.
«Come darle torto ha la faccia da cretino!» borbottò Penelope, la sorella maggiore.
Temperance guardò attentamente la figura e il panico le dipinse il viso.
«Oh mio Dio!!! Quello è DJ Ashba!! Oh mio Dio! Oh mio Dio, Penny, che facciamo?» continuava a strillare toccandosi i capelli nella speranza di stenderli il più possibile.
«Andiamo a chiedergli se fa la foto pure con te, dai!» la esortò la sorella.
«Ma poverino... insomma sta facendo la spesa!» la buttò lì come scusa: la verità era che si vergognava.
«Ma ti pare, il suo ego non può che accrescere se un’altra persona lo riconoscerà ad un supermercato chiedendogli una foto!»
«Ok... ma aspetta... come stanno i capelli?» chiese disperata.
«Ti cadranno tutti nel giro di poco se non la smetti ti toccarteli e ora muoviti o andrà via!»
«Sì, però chiediglielo te, io mi vergogno...» mormorò Temperance.
La più grande sospirò rassegnata e poi disse:
«Scusa...» DJ Ashba si girò sorridendo con la sua inguaribile aria da marpione «Ciao! Senti non non ti volevamo disturbare ma mia sorella ci teneva tanto a fare una foto con te... non è che magari...» disse mostrando il telefono «Tanto è un secondo!»
«Ma certo!» rispose immediatamente «Davanti al banco frigo o a quello degli alcolici?» Poi senza nemmeno aspettare una risposta disse «Davanti agli alcolici è più figo!»
Erano passati dieci minuti ma Temperance non si era ancora ripresa... continuava a fissare la foto come se fosse un santino.
«Temp, io non vorrei mai disturbarti ma è dieci minuti che guardi la foto e lui si sta avvicinando alle casse... Affinché non ti scambi per una maniaca smetterei di guardare la foto... potrai sempre guardarla in macchina su!» disse la più grande cercando di strapparle il telefono di mano.
«Ok... sai una cosa Penny... non avevo mai visto una persona famosa andare a fare la spesa....» confessò la sorella minore.
«Non che tu ti sia mai persa qualcosa!»
Sistemati tutti gli oggetti nelle borse le due scesero nuovamente al parcheggio dove trovarono accanto alla loro Lancia Y una macchina all’ultimo grido.
«Penny fai attenzione a quando esci... se la graffi sono guai!»
«Ma ti pare... non voglio mica chiedere un mutuo per risarcire un riccone!» borbottò la mora per non farsi sentire dato che DJ puntava dritto alla sua macchina.
Caricate le borse della spesa e provata ad accendere la macchina, Penelope fallì miseramente...
«Penny non facciamo figure di merda! Fai partire questo catorcio che DJ Ashba ci sta guardando!» mormorò Temperance.
«Non ti agitare su!» disse ridando gas, ma fallendo ripetutamente.
«Oh, che figura del cazzo....»
Qualcuno bussò al finestrino del lato del conducente:
«Serve una mano?» chiese DJ.
«Anche due!» sorrise la mora scendendo dall’auto. A differenza della sorella, aveva sempre la battuta pronta.
«Altro che due mani con fetta di culo e pinoli... Qui serve un carrattrezzi!» mormorò la biondina scendendo a sua volta dall’auto.
«Temo che sia defunta» disse l’esperto di macchine dopo aver controllato per una ventina di minuti il macinino delle ragazze.
Penelope alzò un sopracciglio poco convinta ma poi concordò:
«Già... ormai è da un po’ di tempo che non ne può più! Vabbé dai, chiamerò il carrattrezzi... grazie comunque per averci aiutate!» rispose Penelope.
«Mi dispiace davvero tanto...Ci vediamo!» disse il chitarrista andando a sistemare le sue cose in macchina e accodandosi dietro le altre che aspettavano di uscire.
Temperance che nel frattempo aveva approfittato del fatto che il moro fosse chino sul cofano per ammirare il suo fondo schiena, fu richiamata dalla sorella:
«Temp, nel mentre che io aspetto il carrattrezzi avviati verso casa, altrimenti si scongela tutto!»
«Ok, Penny... Ci vediamo a casa!» disse, e dopo esserci messa il cappuccio e aver preso le due borsine, si avviò pure lei.
«Non ti preoccupare tesoro di mamma» disse Penny sorridendo e battendo amorevolmente sul cofano della macchina «Non è ancora arrivato il momento di farti rottamare!»


§


Temperance, sconsolata non tanto per la strada che doveva fare, tanto per la pioggia, si accingeva ad uscire dal parcheggio quando una macchina si accostò:
«Serve un passaggio?» chiese il chitarrista dei Guns.
«Ti ringrazio ma credo che tu abbia già fatto abbastanza per me oggi!» esclamò la ragazza stupita di tanto interessamento.
«Beh, amo rendere le persone felici! Soprattutto se sono mie fan! Dai sali!»
Temperance non si lasciò pregare un’altra volta e acconsentì.
«Insomma?!» chiese gentilmente DJ mentre la ragazza si stava facendo dei filmini mentali.
«Cosa?» chiese arrossendo.
«Dove abiti?» domandò il ragazzo.
«Ti faccio strada via via!»
Non ci volle molto, di certo molto meno che se fosse andata con Penelope, DJ guidava veloce ma bene e il tragitto che solitamente si faceva in dieci minuti lui lo fece in nemmeno cinque. Dopo averlo ringraziato una marea di volte per la sua gentilezza, Temperance stava scendendo dall’auto quando il chitarrista chiese:
«Scusa ma, come ti chiami?»
«Ah scusa non mi sono presentata! Mi chiamo Temperance, piacere!» disse allungando la mano dal finestrino.
«DJ» disse il moro stringendo quella della ragazza «Il piacere è tutto mio Temperance, spero di rincontrarti presto!» e dopo un occhiolino che avrebbe fatto squagliare le calotte polari, se ne andò.
La ragazza rimase in uno stato contemplativo per un tempo non ben definito poi, vedendo una macchina a lei familiare si riprese.
«Ma tu che ci fai qui! Con la macchina scassata per giunta!»
«La mia macchina funziona perfettamente e il tuo amico non ci capisce un accidente di macchine, ma detto questo, devi raccontarmi cosa è successo!» disse Penelope uscendo dalla vettura con un certo stile e aiutando la sorella a portare le borse della spesa in casa.

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Salve a tutti!
Questa è la prima fan fiction che scrivo da sola. Spero tanto che vi piaccia!
Desclaimers: DJ Ashba e i GNR non mi appartengono. Le canzoni che citerò, se le citerò, non mi appartengono. Tutto questo non è mio successo. Temperance e Penelope sono miei personaggi.
Buona lettura!
_Havoc_

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Capitolo 2
*** Treat me like the dog I am! ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo secondo
Treat me like the dog I am!


Era una bellissima giornata, il sole aveva asciugato tutto dopo il violento temporale del giorno prima, e Temperance, abbandonata da tutti, passeggiava per il parco con Snow, il barboncino bianco di famiglia. Era circa da un’ora che giocavano quando, lanciata per l’ennesima volta la pallina Snow non fece più ritorno.
Che fine aveva fatto?
Per fortuna non dovette fare tanta strada per trovarla: era troppo impegnata a flirtare spudoratamente con un altro cane che aveva il muso da maniaco per riportarle la pallina.
‘Per fortuna è sterilizzata....’ pensò la ragazza.
Decise di lasciarla stare, tanto non avrebbe corso nessun rischio (o almeno ci sperava), e si sedette su una panchina lì vicino per controllare ogni tanto la situazione. Aveva appena tirato fuori dalla borsa il telefono per controllare le news su Facebook quando un canone nero appoggiò il muso sulle sue gambe, mettendo in bella mostra la pallina.
«Vuoi giocare?» domandò la ragazza, accarezzandogli il muso «Eh va bene tanto il mio cane mi ha scaricato...».
Prese la pallina e la lanciò, ma accidentalmente colpì una persona che le stava insolitamente vicina.
«Oh mio Dio, mi scusi tanto non l’avevo vista!» strillò Temperance voltandosi.
«Dai! Ma questa è sfiga! Volevo farti prendere un coccolone e tu mi tiri le palline bavose sulla maglietta?!» esclamò una voce famigliare.
‘Com’è che non mi succede mai nulla e per due giorni di fila trovo per ben due volte DJ Ashba?’ pensò la biondina.
«Ciao! Scusami non l’ho fatto a posta...»
«Oh, ma scherzavo, tranquilla! Insomma... che ci fa da queste parti?» domandò curioso.
«Ho portato il cane al parco ma ha trovato di meglio da fare....» disse indicando il barboncino impegnato a fare acrobazie di ogni tipo con l’amico.
«Creepy...» borbottò DJ.
«È tuo?»
«Già, anche lui è mio!» disse dando una pacca affettuosa alla testa del cane nero.
«Come si chiama?»
«Munster!» rispose fiero.
«Ma poverino non è un mostro?! Quell’altro è strano: ha il musetto da maniaco!»
DJ scoppiò a ridere.
«Questa non me l’aveva mai detta nessuno: Creepy ha il muso da maniaco?»
«E nemmeno pochino sai?! Prima guardava Snow e aveva la lingua di fuori da vero pervertito!»
«Comunque, parrebbe che i nostri cani si siano fidanzati: che ne dici se andiamo a bere qualcosa per festeggiare? Sarà come se si fossero fidanzati ufficialmente in famiglia!»
Temperance rimase per un attimo interdetta poi pensò ‘Ogni lasciata è persa Temp, fatti coraggio!»
«Ci sto, voglio conoscere la famiglia del fidanzato di mia figlia... non si sa mai!»
E così, dopo aver preso i cani (separandoli con molta difficoltà) i due andarono al chiosco dove DJ prese ovviamente il Monster Energy mentre la ragazza optò per una Coca. Si sedettero ad un tavolino e parlarono del più e del meno come se si conoscessero da sempre anche se i silenzi erano frequenti.
«Senti ma... la macchina come sta?» chiese vago l’uomo.
Temperance avvampò.
«È dal meccanico...». Mentire non le riusciva proprio.
«Quindi c’è rimedio?» chiese felice.
«Così parrebbe....»
Quando il cellulare del moro squillò, era il momento più adatto (perché di solito i telefoni suonano nei momenti meno adatti) e, appena vide il numero, fece una faccia preoccupata.
«Axl! Sì, lo so me ne sono accorto ora che è un po’ tardi ma ho portato i cani al parco... Lo so che non te ne frega nulla a te ma io ci devo convivere con quelle bestie! Va bene, arrivo subito ma non ti arrabbiare che ti vengono le rughe! Ci si!» Sospirò. «Devo andare...» disse alzandosi.
«Già, si è fatto un po’ tardi effettivamente... sono più di due ore che sono la parco... mi avranno data per dispersa!»
«Bene, mi ha fatto piacere rincontrarti di nuovo, davvero!»
«Anche a me!» confessò lei.
«Domani stesso posto stessa ora?» propose lui.
«Ok!»
Si baciarono sulle guance e si salutarono come due persone normali, poi imboccarono strade diverse e si persero di vista.
La ragazza arrivò quasi di corsa a casa, dove Penny stava lucidando l’auto in giardino: doveva raccontarle tutto... e soprattutto doveva già pensare a cosa avrebbe indossato il giorno dopo per andare al parco.
Era già irrimediabilmente cotta di lui.

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Volevo ringraziare tutti coloro che mi hanno lasciato una recensione, coloro che mi hanno inserito tra le seguite, le ricordate, le preferite e tutti coloro che in generale hanno letto la mia FF o hanno messo mi piace su FB :D
DJ: tutti merito dei miei fan! Vi amo tutti, raga!! <3
Temp: se l’avessero letta tutti i tuoi tuoi fan questa FF sarebbe stata un successone con milioni di mi piace e altrettante recensioni! Dobbiamo ringraziare solo i miei di fan! ù.ù
DJ: oh....
Grazie ancora, spero di non deludervi! ;-)
_Havoc_

Credits: il titolo è una canzone dei Mötley Crüe :)

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Capitolo 3
*** Buonanotte, buonanotte, fiorellino... ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo terzo
Buonanotte, buonanotte, fiorellino...


Temperance era in paranoia.
Non aveva la più pallida idea di cosa indossare e per la disperazione aveva sparso il contenuto del suo armadio per tutta la stanza, ma nulla: non trovava l’accostamento per quel pomeriggio.
«Devo andare a comprare qualcosa di alternativo....» disse la biondina disperata.
«Tipo dei pantacollant zebrati, una maglia con i teschi...» la buttò lì la sorella che si era fatta un piccolissimo spazio sul letto.
«Stavo pensando anche ad una sciarpa....» confessò l’altra.
«E magari, visto che ci sei andrai a giro con il tutto il trucco nero colato su tutto il viso, tipo Bumblefoot...» proseguì Penny.
«Esattamente!» esclamò Temp. Aveva l’aria di un conduttore di quiz in tv.
«Bene.» prese un bel respiro e poi proseguì «Questo non è un look alternativo, ma estremo e io di certo non ti farò uscire in quelle condizioni!»
«E allora che mi metto?!» strillò l’altra.
«Uno qualsiasi di questi vestiti! Tipo quella maglietta, quei pantaloni e quelle scarpe!» disse indicando dei punti a caso nella stanza.
«NO! Non mi piacciono, che ne dici di un vestitino?»
«Non hai mai messo vestitini da quando sei nata nonostante te ne regali uno per tutte le feste...»
«Chi ti dice che per DJ Ashba non lo farei?» chiese la biondina con fare provocatorio.
«È una certezza matematica, fisica, chimica...»
«Sì, vabbè... la tesi ti sta prendendo un po’ troppo la mano, Penny...»
«E a te DJ Ashba ti sta prendendo il cervello... vestiti in modo semplice e vedrai che starai bene!» disse uscendo dalla stanza e lasciando la sorella più piccola con i suoi demoni.
Dopo un’oretta abbondante la ragazza era finalmente pronta. Aveva optato per una magliettina bianca, dei jeans chiari, un paio di scarpe di tela bianche e una felpa rosa antico sulle spalle.
«Così va bene ma... ti sei messa il reggiseno imbottito per caso?» chiese Penny che era scesa in cucina per fare merenda.
«Si nota tanto?» domandò spaventata.
«No, tranquilla...! Comportatevi bene mi raccomando!» urlò imboccando le scale che la portavano al piano di sopra con in mano un sandwich.
Temperance camminò alla velocità della luce e, una volta arrivata al parco, rallentò: non avrebbe voluto essere vista che si affrettava nel caso lui fosse già stato lì. E lui era già lì, seduto sull’erba che coccolava i due animali, con una chitarra accanto.
«Ciao!» esclamò Temperance con voce tremolante.
«Eccoti!» disse sorridente. «Guarda cosa ho portato, che ne dici se ti suono qualcosa oggi?»
‘E come posso rifiutare cazzo! Mica tutti i giorni DJ Ashba fa un live davanti ai tuoi occhi!’
«E me lo chiedi?! Certo che sì!»
Temperance si sedette, di malavoglia, sull’erba e, mentre Snow e Lil’Creep sparirono alla loro vista, Munster ciondolava accanto alla ragazza in cerca di affetto. La ragazza giocava con lui, lo coccolava e lo baciava. Ogni tanto lei e DJ cantavano insieme, anche se Temp lo lasciava fare essendo molto più bravo di lei. Poi accadde una cosa non calcolata: il respiro di Munster e ‘39 (Queen) nel sottofondo ebbero un effetto negativo sulla ragazza, che si addormentò.
«Svegliati Temp!» disse una voce.
La ragazza aprì gli occhi di scatto, ma DJ sembrava non essersi accorto di nulla anche perché era passato giusto un verso.
‘Ora mi sogno pure Penny?!’ pensò sconvolta.
Il problema maggiore era che non riusciva a tenere gli occhi aperti.
«Svegliaaaa!»
«Ma io sono sveglia!» ribatté lei di soprassalto.
«Ne sei sicura?»
«Ma non vedi che ti sto parlando....»
Poi DJ e tutto ciò che c’era intorno diventò più chiaro e un doppio respiro la stava distraendo, perché DJ aveva smesso di cantare? Aprì gli occhi di scatto per la seconda volta e stavolta trovò il viso di DJ a un soffio dal suo.
«Hai sonno per caso?» domandò divertito a bassa voce.
«Scusa... non volevo addormentarmi... le canzoni lente mi fanno questo effetto...» disse diventando tutta rossa. «Ho dormito tanto?» chiese infine.
«Ti sei persa il meglio, ma non importa...» disse dandogli un bacio sulla fronte.
«Mi dispiace...»
«Posso perdonarti solo se mi dai un bacio...»
La ragazza allora si sollevò quel giusto che bastava per colmare la distanza tra di loro e lo baciò. Un bacio veloce, troppo rapido per chiunque.
«Ok, facciamo le difficili eh?» rise.
«Tu non hai specificato... e poi non posso mica baciare appassionatamente tutti gli sconosciuti che me lo chiedono!»
«Posso avere almeno il tuo numero?» domandò.
«Quello credo possa andare....»
Dopo essersi scambiati il numero di telefono e dopo aver ricevuto numerosi attentati da DJ che cercava di baciarla (cedendo pochissime volte) Temperance stava tornando a casa dimenticandosi del cane.
«Se vuoi lasciarmelo... tanto uno in più o uno in meno non me ne accorgo mica!» disse lui ormai lontano.
Come al solito, Temperance volò a casa e, una volta arrivata, raccontò tutto alla sorella che, notando la faccia sconvolta della biondina la anticipò:
«Si è accorto del reggiseno imbottito, vero?»
«No, ci siamo scambiati il numero di telefono però!»
«Parlando di cose serie, hai visto che ho lavato la macchina?»

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Capitolo 4
*** Did you say... party?! ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo quarto
Did you say... party?!


Erano passati due giorni dall’ultimo incontro di DJ e Temperance al parco, poi per impegni vari non erano riusciti ad incontrarsi di persona ma avevano rimediato messaggiando in ogni attimo libero e avevano deciso di incontrarsi (stavolta senza cani) per andare a fare una passeggiata al mare. Temp era riuscita a ridurre i tempi della scelta dei vestiti a mezz’ora e questo oltre che rendere felice sé stessa rendeva felice anche la sorella, che non toglieva tempo prezioso alla tesi.
DJ era passato a prenderla sotto casa da bravo cavaliere ed erano arrivati sani e salvi alla meta.
«L’altra volta mi ero dimenticata di farti i complimenti per il cambio... è molto originale!» disse Temp.
«Ahahah l’hai notato eh?» chiese lui.
«Era impossibile non notarlo... è così... inquietante!» rispose lei.
«Devo distinguermi un po’ dalla massa o no?»
«Se tu non te ne fossi già accorto ti distingui tutti i giorni... per un motivo o per un altro!»
Stettero per circa un’ora a camminare avanti e indietro sulla battigia parlando di argomenti vari quando il telefono di DJ squillò. Parlò per una decina di minuti sostenendo fermamente di essere molto occupato e di non poter aiutare il suo interlocutore, poi fu costretto a cedere e i due si diedero appuntamento a casa sua tra dieci minuti.
«Che palle! Devo assolutamente andare a casa, ci vorranno solo pochissimi minuti te lo prometto» disse lui.
«Ok, io ti aspetto qui!» disse lei.
«No, ci mancherebbe! Vieni anche tu!»
«A casa tua?!» disse lei sbigottita.
«Non ci sono né mostri né maniaci, devo solo vedere mio fratello per una cosa veloce... dai!» disse lui prendendola per la mano e trascinandola fino alla macchina.
«Ok...»
Arrivati a casa la ragazza era imbarazzatissima. L'abitazione era enorme anche se ci viveva da solo ed era anche arredata abbastanza bene... credeva peggio, insomma, vista e considerata la sua macchina... e come andava a giro!
Il fratello arrivò poco dopo e, mentre lei guardava una rivista di musica, che poi era l’unica cosa a disposizione nel salotto, loro confabulavano nella sala da pranzo.
Passò un po’ di tempo, poi sentì chiudere la porta e vide arrivare DJ con due birre in mano.
«Non avevo nient’altro...» disse a mo’ di scusa.
«Fa nulla... grazie!» disse lei.
«Che facevi? Ah, guardavi la rivista eh? Quale ti piace di più di tutte?» chiese infine sorseggiando la sua birra.
«Sono arrivata a metà... ce ne sono un bel po’ carine...tipo questa!» disse la ragazza, indicandone una. «DJ cosa...?» chiese la biondina pochi secondi dopo.
«Posso?» chiese lui mettendo la testa sulle sue gambe. Domanda retorica.
«Certo che puoi ma... cosa stai facendo?»
«Mi sdraio...»
«Sì, questo lo vedo anche da sola ma... perché?» chiese lei dubbiosa.
«Perché mentre parli mi piace stare sdraiato e chiudere gli occhi...»
«Ti ho già chiesto scusa un sacco di volte per essermi appisolata mente suonavi, ero stanca, non avevo dormito bene, il tuo cane era caldo come un piumone e tu suonavi canzoncine un pochino tristi e il tutto mi ha conciliato il sonno!» disse tutto d’un fiato.
Lui si limitò a fare cenno di sì con il capo.
«Se vuoi vado a casa e ti lascio dormire in pace» bisbigliò lei al suo orecchio.
Lui spalancò gli occhi, sorrise e la baciò. Stavolta fu un bacio come si deve che colse impreparata la ragazza. Il bacio durò un tempo incalcolabile, potevano essere secondi, minuti, ore, poi DJ si allontanò e come se si fosse dimenticato di una cosa importantissima.
«Ascolta... per Halloween facciamo un evento a Las Vegas... che ne dici di venire con me?» chiese guardandola negli occhi. ‘Ora mi sciolgo’ pensò lei.
«Ad Halloween...» ripeté «Io e Penny avevamo intenzione di guardare qualche film... mi farebbe molto piacere venire con te ma non vorrei lasciarla sola...»
«E che problema c’è, può venire anche lei!» disse ridendo.
«Sicuro che non disturbiamo tutte e due?» chiese.
«Certo che no! Ricordati che è una festa in maschera... io mi travesto da zombie... e tu magari da una povera ragazza che diventerà la mia prossima vittima tipo Cappuccetto Rosso!»
«Ma Cappuccetto Rosso non era inseguita dal lupo?» chiese lei.
«Sì, ma il lupo lo fa Klint, mio fratello...» si giustificò.
«Ah ok... ma così sembra che io esca con tuo fratello!»
«Mmm... allora facciamo così: io sono lo zombie buono che ti salva dal lupo cattivo! Però per tua sorella non ho nulla in mente!»
«Ce l’ho io per lei!» disse ridendo «Una bella crocerossina sexy! … Visto che si laurea in medicina!»
DJ scoppiò a ridere:
«E perché tu non ti travesti mai da crocerossina sexy?» chiese dopo con rammarico.
«Perché non lo sono!» rispose fermamente.
DJ la guardo da capo a piedi poi si allungo verso di lei per baciarla un’altra volta.
«La solita modesta!» borbottò.
Temperance lanciò un’occhiata rapida all’orologio a forma di teschio appeso sotto il lampadario ed esclamò:
«Santo cielo è tardissimo! Devi riaccompagnarmi a casa!»
Durante il tragitto i due non fecero altro che parlare di come sarebbe stato andare a Las Vegas insieme con l’entusiasmo di due bambini che dovevano andare in gita. Una volta arrivati i due si accorsero dell’inquietante figura di Penelope che stava scrivendo la sua tesi seduta in macchina.
Temperance si batté una mano sulla fronte, mentre DJ sfrecciava via ridendo. Il chitarrista percorse qualche isolato, poi prese il telefono e chiamò il suo amico bassista annunciando:
«Tommy, ti ho trovato un partner per la festa di Halloween.»

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Capitolo 5
*** Sviene bene chi sviene ultimo ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo quinto
Sviene bene chi sviene ultimo


Penny e Temperance stavano aspettando DJ & Co al parco, dove doveva passare a prenderle per andare a Las Vegas. Una volta che furono fatte tutte le presentazioni, l’allegro gruppetto partì senza perdere altro tempo prezioso. Alla guida c’era DJ, accanto Klint e dietro Kari, Penny e Temp.
«Certo che potevate lasciare Temperance qui accanto a me...» disse DJ mogio mogio.
«Per vedere se ti distrai! Voglio arrivarci viva a Las Vagas!» si lamentò Kari.
«Viva a Las Vegas, viva a Las Vegas!»
DJ iniziò a storpiare la nota canzone di Elvis, per fortuna non aveva la chitarra! Per tutto il tragitto (ben 5 ore) cantò ininterrottamente e fece addormentare Penny. Solo sul finale si riprese con la vecchia fattoria... (?)
Quando arrivarono a destinazione Penny scoprì che per sua sfortuna era in una suite con DJ, Kari, Klint, Temperance e altra gente di cui ignorava l’identità: DJ l’aveva chiamata affettuosamente la ‘suite familiare’ anche se di familiare Penny aveva solo sua sorella.
Penny notò un certo via-vai tra le camere e i bagni ma non diede molto peso alla cosa e andò a farsi un bel bagno rigenerante ma quando uscì sì rese conto di essere l’unica a non essersi travestita.
«Da cosa ti travesti?» domandò Kari.
La ragazza sbiancò ulteriormente.
«Mi dovevo travestire?» chiese sconvolta.
«Non dirmi che non hai preso il vestitino che ti avevo lasciato in camera?!» strillò Temperance dalla sua camera.
«Credevo stesse scherzando!» si giustificò lei.
«Non ti preoccupare! Possiamo sempre fare un vestito adesso!» le disse Kari.
«No, non ti preoccupare... va bene così...»
«Dai scusa che problema c'è? Sei nei panni di te stessa!» disse DJ.
«Non sono mica un mostro!» strillò Penny.
«Lo diceva per consolarti...» intervenne Temperance.
«Tu da cosa ti sei vestita?»
«Da Cappuccetto Rosso...»
«Sei un po' scoperta per essere Cappuccetto Rosso...» constatò la sorella perché affettivamente di cappuccetto rosso c'aveva solo il cappuccio.
«E' un vestito innovativo!» urlò DJ dalla sua camera.
«Che vuoi farci? Il vestito me l'ha dato DJ...» mormorò.
«Ora si spiegano molte cose... Almeno c'è Richard Fortus?» chiese triste la ragazza.
«Altro che se c'è, però ti ho già trovato un partner!» la consolò DJ.
«Davvero? E chi è?» chiese Penny con gli occhi che gli brillavano dalla gioia.
«Tra poco è pronto! A proposito... dove l'hai lasciata la tua auto?» chiese il chitarrista ridendo.
«È sotto la stretta sorveglianza di gente fidata, non potevo di certo lasciarla incustodita!»
«Giustamente!» le diede man forte.
Dopo circa mezz'ora i nostri eroi furono pronti e dopo che Penny ebbe conosciuto il tuo cavaliere, un tipo alto vestito normalmente, che se non fosse stato per quel trucco inumano che aveva sul viso sarebbe stato perfetto per la ragazza, andarono tutti insieme all'Hard Rock Casinò.
La festa procedeva alla grande, c'era un sacco di gente famosa e il caos regnava sovrano.
Dopo la performance live, per continuare la festa arrivò un dj che quando mise Gangnam Style fece dare il peggio al partner di Penny che si lanciò in pista ballando con tutto sé stesso, sostenuto e accompagnato da un folto gruppo di persone.
Temperance che era riuscita a ritrovare DJ, tra un ballo e l'altro, scoprì l'identità del cavaliere misterioso della sorella.
«DJ, posso sapere chi è? Avevi detto che sarebbe stato facile riconoscerlo, ma con quel mascherone proprio non ci riesco...»
«È un mio amico...» fece il vago.
«Che era un tuo amico l'ho notato, quando ti ha visto ci manca poco che ti salta in collo!»
«Era solo molto felice perché gli ho trovato una compagnia per la serata...!» si giustificò.
«Quindi non deve essere molto fortunato con le donne se ha bisogno del tuo aiuto... almeno un piccolo indizio?»
«Ahahah! Ok, si chiama Tommy...»
«Non sarà mica Tommy Lee?!» stillò Temp.
«Ti pare che sia Tommy Lee?» chiese DJ.
«Hai ragione, Tommy Lee non ha bisogno del tuo aiuto per trovare compagnia... un altro piccolo indizio?»
«Suona nei Guns n’ Ro...» ma non fece in tempo a finire la frase che la biondina si era catapultata dalla sorella per avvisarla del pericolo: Tommy Stinson non le era mai andato a genio a nessuna delle due, il motivo però riamane tuttora oscuro.
Purtroppo non riusciva a trovarla da punte parti, aveva cercato anche nei bagni ma nulla, era sparita.
'Quel pervertito, chissà dove l'ha portata!' pensò la ragazza.
Quando uscì dai bagni però trovò una strana agitazione nell'aria.
«Cos'è successo?» domandò a Kari che passava di lì.
«Qualcuno è svenuto... ma non ho capito chi, c'è troppa gente!» si lamentò.
«Dobbiamo cercare Penny! Lei ha fatto un corso di pronto soccorso!» iniziò a strillare Temperance.
«Ehm...Temp non ti vorrei allarmare ma....quella svenuta mi sembra proprio tua sorella...»
Dopo un urlo mostruoso la biondina si fece largo tra la folla e riuscì a raggiungere la sorella.
Non sapendo cosa fare incominciò a prenderla a schiaffi e per fortuna funzionò.
«Penny, cosa è successo? Che ti hanno fatto?» chiese Temperance.
«Richard Fortus... il suo naso...» riuscì a dire.
«Ma cosa è successo?» chiese nuovamente.
«Volevo presentarle Richard Fortus... poi ha allungato la mano come per volergli toccare il naso ed è svenuta!» spiegò Stinson.
«Ha solo bisogno di un po' d'aria.» intervenne una voce maschile.
Un uomo incredibilmente familiare, benché non l'avesse mai visto dal vivo in tutta la sua vita, si fece largo tra la folla e prese per un braccio la ragazza che svenne nuovamente mormorando un
«Oh mio Dio!»
«Dove credi di portarla?» chiese Temperance iper protettiva.
«Via.» fece una pausa accorgendosi che la ragazza era svenuta definitivamente «Tranquilla.»
Grazie all'aiuto di DJ che convinse Temperance a lasciarli andare, l'uomo, aiutato da Richard Fortus che decise di contribuire sentendosi in colpa per l'accaduto e Tommy Stinson, portarono Penny in camera.
«Ehi tu!» disse rivolta a Tommy «Gli altri due possono rimanere con mia sorella ma se non ti vedo qui tra cinque minuti ti vengo a cercare!»
La festa riprese, Tommy Stinson disperato per non essere potuto rimanere al fianco di Penny che stava male, si dedicò interamente al Gangnam style rischiando il linciaggio della folla e solo ore più tardi, quando ormai la stanchezza si faceva sentire, tutti decisero di andare a riposare. Arrivati in camera si struccarono e si prepararono per andare a dormire.
«Dove stai andando?» chiese DJ alla biondina.
«In camera...» rispose lei.
«Dai che tua sorella non c'è! Puoi venire a dormire con me che sono triste e solo soletto!» disse baciandola.
«Non dormi con Klint? E comunque... se poi torna?» chiese preoccupata.
«Klint dorme con Tommy e che cazzo! E comunque non credo che tornerà, è in buona compagnia dopotutto! E anche tu lo saresti se non facessi la difficile!»
«Ok... e cosa mi proponi per la serata?» chiese stando al gioco.
«Tutto quello che vuoi!»
«Come siamo romantici! Allora avrei molto da lavorare!» disse scoppiando a ridere e correndo nella camera, inseguita a sua volta da DJ.

Penny si svegliò in una camera lievemente illuminata da un'abat-jour che era nell'angolo opposto della stanza e circondata da una densa cappa di fumo. Iniziò a tossire attirando l'attenzione della persona seduta su una comodissima poltrona al suo fianco.
«Un altro po' e avrei chiamato un'ambulanza.» bofonchiò l'uomo.
'OH MIO DIO, IZZY STRADLIN!' pensò 'Penny, evita di svenire di nuovo!'
«Forse non te l'hanno mai detto ma non si fuma in presenza di una persona che ha perso i sensi..!» rispose prontamente.
«Mi stavo annoiando.» si giustificò lui alzando le spalle.
«Se ti annoiavi tanto potevi controllare che non fossi morta!»
«Credi che non l'abbia fatto?»
«Ah.... allora ti ringrazio... beh, io allora torno giù alla festa sperando di non svenire un'altra volta!» disse lei alzandosi dal letto.
«Puoi anche rimanere.» disse colui che aveva colto la palla al balzo per levare le tende.
«Ti ringrazio ma dovrei ritornare dal mio cavaliere...»
«Lo sai che tua sorella non approva?» chiese fingendo di ammonirla quando in realtà a lui non gliene importava proprio niente.
«No? E tu come fai a saperlo? Oddio, non è che sia poi così intelligente ma poverino... almeno è simpatico!»
«Sai chi è?»
«Emh.... no.»
«Tommy Stinson... e tua sorella non l'ha presa bene...»
Penny guardò attentamente il viso di Izzy per vedere se nel suo sguardo ci fosse qualcosa che lasciasse presagire uno scherzo.
«Ha aggiunto che quando ti saresti ripresa saresti dovuta andare nella vostra suite...Divertitevi!» disse sorridendo mentre si alzava per andare a versarsi altro vino nel bicchiere. Penny era combattuta se ritornare a casa a piedi (dato che non aveva la sua amatissima auto) o fare la barbona e dormire nel corridoio. Notando il suo viso combattuto della ragazza, Izzy si affrettò ad aggiungere «Se vuoi puoi dormire qui.»
«Non voglio che tu possa pensare male, ma preferisco di gran lunga stare qui...»
«Va bene. Partitina a poker?» propose Stradlin.
«Ci sto! Ah, comunque io sono Penelope, ma puoi chiamarmi Penny, piacere!»


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Happy Halloween a tutti quanti voi!!!!
Spero che questo aggiornamento sia gradito e colgo l’occasione per ringraziare tutti voi che mi seguite, in particolare L.A. e Snafu!
_Havoc_

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Capitolo 6
*** Sulla via del ritorno ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo sesto
Sulla via del ritorno


Quando i nostri eroi si accinsero a ripartire e lasciarsi alle spalle Las Vegas, Penny dovette fare i conti con i rumors che si erano creati sulla sua notte brava.
«Preso tutto?» domandò DJ, che stava per chiudere il bagagliaio della sua auto.
«Noi sì,» rispose Kari «ma forse Penny ha lasciato qualcosa in camera di Izzy!»
«No no, io ho tutto...» disse arrossendo.
«Tanto durante il viaggio devi raccontarci tutto!» insistette Temperance.
«Vi dico che non è successo niente, ragazzi!»
«Ma se quando sei entrata in camera per fare la valigia puzzavi di fumo e di alcol?!» infierì Klint.
Penny si rifugiò in auto e iniziò addirittura a pensare che forse non sarebbe stata una cattiva idea accettare il passaggio che le aveva offerto Tommy Stinson. Nel frattempo tutti salirono a bordo e il viaggio di ritorno ebbe inizio.
«Ora che ci penso... ma quanti eravate in quella stanza?» domandò la sorella.
«Vediamo... c’erano Fortus, Stinson, poi fonti certe mi dicono che è sopraggiunto pure Axl e non dimentichiamoci di Izzy!» rispose DJ.
«Solo?!» esclamò Klint. «Mi chiamavi venivo pure io!»
«Mmm... mi sa che ci vorrà un test di paternità!» disse Temperance.
«Non dimentichiamoci la sua auto!» si ricordò DJ.
«Ma si riconoscerebbe se avesse figli dalla sua auto...» suppose Kari.
«Scusate, ma non sono l’unica che ha passato la notte a Las Vegas! Voi altri che avete fatto?» tentò la vittima, cioè Penny.
«Io ho dormito con Stinson...» confessò Klint «ha chiamato il tuo nome tutta la notte, poi cercava di abbracciarmi... È stato un incubo!»
«Io non mi ricordo niente...» mormorò Kari «mi sono svegliata in camera ed ero sola...»
«E tu sorellina?» incalzò Penny, rivolta a Temperance.
«Ti ho aspettata ma poi mi sono addormentata» mentì spudoratamente.
«E che facevi per ammazzare il tempo?»
«Guardavo la tv...»
«E che programmi c’erano?»
«Tutti programmi porno... infatti ho spento e sono andata a dormire.»
«Ma ora che ci penso...» intervenne Klint. DJ cercò di zittirlo, ma fallì. «Ma io non sono a dormire con Stinson perché voi due dormiste insieme?» chiese, indicando Temp e DJ.
«No... a me non risulta!» rispose lei.
«E così abbiamo svelato un altro arcano!» disse Kari.
«Parlando di cose serie...» intervenne DJ.
«Queste sono cose serie!» lo interruppe Penny.
«Sta zitta,» mormorò il chitarrista «tra poco compirò 40 anni! E avevo pensato di prenotare tutto il casinò di Las Vegas per la grande festa!»
Il commento di Penny fu.
«Why not?»
«Sì cara, certe cosa succedono una sola volta nella vita!»
«Ok. C’è altro?» chiese Kari.
«Sì, ci vestiremo tutti eleganti!»
«Vaffanculo Daren lo sai che i vestiti eleganti mi strizzano!» lo rimbeccò Klint.
«Primo non chiamarmi Daren, secondo troveremo un vestito adatto a te, ci penserà Kari!»
«Perché sempre a me tocca il lavoro sporco?!» si lamentò lei.
«Una bella panciera?» propose Temp.
«Mettitela te la panciera!» gli rispose il ragazzo.«Mmm... tutto questo discutere mi ha fatto venire fame, ci fermiamo all’autogrill?» propose Klint.
«Vai, così visto che ci siamo faccio la pipì» disse Temperance.
«E io mi sistemo il trucco» aggiunse Kari.
«E io mangio e faccio compagnia a Klint» concluse Penny.
«Ti conviene fare anche qualche test di paternità, tanto per avvantaggiarti...» la punzecchiò DJ.
«Non ti preoccupare!» ho tutto sotto controllo.
Così, una volta arrivati alla stazione di servizio, ognuno fece ciò che doveva e DJ, che non aveva nulla da fare, fu reclutato come arreggiborse. Mentre aspettava si ricordò che doveva in qualsiasi modo trovare il numero di telefono di Penny per poi darlo a Tommy così controllò la rubrica di Temp, prese il numero e mandò l’sms all’amico che ovviamente non perse tempo. Infatti una volta tornati in macchina tutti si accorsero che il telefono di Penny era una vero e proprio centralino.
«Ma si può sapere chi è?» chiese Temp infastidita.
«È Tommy...»
«Tommy lui?»
«Sì, Tommy Stinson...»
Kari, dopo quella dichiarazione, per poco non sputava tutta la coca che aveva in bocca sui tappetini immacolati del fratello.
«Ma allora vi siete scambiati anche il numero!»
«No, guarda... deve esserci un errore, io non gliel’ho mai dato il mio numero!» ribatté Penny.
«E allora chi è stato?» chiese Temperance maliziosa.
«Tu!» le disse la sorella.
«Ma ti pare, l’ho anche minacciato di morte e secondo te gli do il tuo numero! Anche se devi ammettere che ha il suo fascino...»
«Quale fascino scusa? Dimmelo così magari trovo il lato positivo in tutta questa storia!»
«Ovvia, quanto sei antipatica...»
«Comunque... tu non sei stata, io nemmeno... sei stata tu Kari?»
«Non ce l’ho il tuo numero...»
«E nemmeno io!» si discolpò Klint.
Il cerchio si stringeva sempre di più e DJ iniziava a sudare freddo quando...
«Ci sono, è andata così! Quando sei svenuta lui ne ha approfittato e ha preso il tuo telefono, si è fatto uno squillo e poi tutto soddisfatto ha fatto finta di niente fino ad adesso!» concluse brillantemente Temperance.
«Hai ragione!» disse Penny «Secondo voi ci sono delle possibilità chi il mio numero ce l’abbiano anche Izzy e Richard?»
«Poche se non punte...» la scoraggiò DJ.
«Ma insomma, cosa voleva?» chiesero le ragazze in coro.
«Voleva sapere se per il suo compleanno andiamo a cena fuori...»
«So sweet! Incomincio a ricredermi!» sospirò Temperance.
«Faccio la vaga ma all’ultimo gli darò buca...»
«Ma no dai!» disse Kari «Almeno provaci, non ti ha fatto mica nulla di male!»
«Ora guarderò un po’...»

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Capitolo 7
*** La corsa agli armamenti e le origini del conflitto ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo settimo
La corsa agli armamenti e le origini del conflitto (?)


Era arrivato il giorno tanto atteso: il 7 novembre ovvero il compleanno di Tommy Stinson.
Penny, per sua sfortuna, non era riuscita a dargli buca come avrebbe sperato, e dopo ore per decidere i vestiti e altrettante ore di make up (sotto lo strettissimo controllo della sorella intransigente) finalmente fu pronta e si incontrò con il cavaliere che era andato a prenderla e aveva anche socializzato con i genitori delle ragazze.
Mentre le sorella se la “spassava” con Tommy, Temperance si era incontrata con DJ per andare a comprare il vestito per il compleanno del chitarrista.
«Dove andiamo?» chiese il moro.
«Facciamo un giro per tutti i negozi della città... se c'è qualcosa che mi ispira lo comprerò...» rispose la ragazza.
«Qualcosa che ci piacerà, ricordati che è il mio compleanno!»
«Sì, ma se faccio felice te succede come ad Halloween che vado a giro nuda!»
«Eri vestita da Cappuccetto Rosso!» puntualizzò lui.
«Un Cappuccetto Rosso molto scoperto e alternativo...»
I due passeggiarono per le strade ed entrarono in numerosissimi negozi... ma nulla, non avevano trovato ciò che speravano (tutti i vestiti erano troppo poco scollati per DJ). Dopo ore ed ore finalmente l’illuminazione arrivò davanti alla vetrina di uno dei negozi più costosi di Los Angeles ma nonostante il prezzo Temperance non si lasciò intimidire e, dopo una lunga lotta con Ashba, pagò ed uscì soddisfatta.
«Se vuoi puoi portare le borse!» lo consolò la biondina mentre indicava le due borse contenti vestito, pochette e scarpe.
«Almeno questa magra consolazione...»
«Ascolta, tutto questo shopping non ti ha smosso l’appetito?» chiese la ragazza notevolmente stremata.
«Sì, stavo per dirtelo» confessò il chitarrista «Prendiamo qualcosa e andiamo a casa mia!»
Per un momento si guardarono e nei loro occhi ci fu uno sguardo di complicità. Optarono per il cinese perché a DJ Ashba le cose salutari si sa, non piacciono, e mentre erano in auto Temperance ricevette un messaggio. Era Penny che la stava informando su quanto male stesse andando la sua serata, almeno a detta sua. Il testo parlava da solo:
‘La serata non poteva prendere una piega peggiore di questa: prima pensa bene di parlare con mamma e papà come se fosse il MIO ragazzo, poi andiamo a passeggiare per le strade un po’ troppo affollate di LA sotto gli sguardi indiscreti di migliaia di persone che ci avranno sicuramente scambiati per una coppietta dato che non faceva altro che abbracciarmi, pendermi in collo e baciarmi (bada bene SOLO sulle guance); poi ho trovato un paparazzo dietro un cassonetto che scattava foto a nastro; poi mi porta nel ristorante più chic della città prenotando per Mr e MRS Stinson e al tavolo pensa bene di fare le foto con Mr Thumby. E poi l’ultima: oggi non è il suo compleanno, era solo una scusa per uscire con me e io ho speso tutti i miei risparmi per comprargli il regalo... Può andare a peggiorare secondo te?’
Ovviamente era una domanda retorica e lei lo sapeva benissimo che tutto era possibile.
«Chi è Mr Thumby?» chiese Temperance a DJ, che da quanto rideva per poco non arrotava una vecchietta che attraversava sulle strisce pedonali.
«Ha fatto la conoscenza di Mr Thumby finalmente!» esclamò DJ.
«Non sarà mica il soprannome del suo coso, vero?» chiese preoccupata la ragazza «Anche perché sarebbe un brutto modo di dirmi che ha fatto sesso con Tommy!»
«Ma cosa vai a pensare! Mr Thumby è il faccino sul suo pollice!»
Temperance pensò che forse c’era veramente qualcosa di sbagliato in quel ragazzo e adesso sapeva anche cosa: i suoi presentimenti erano più che giusti. L'unica cosa che Temp domandò alla sorella fu se almeno a Tommy fosse piaciuto il regalino.
‘Sì, e ha optato per mettersela subito anche se non fa un cazzo di pendant con il suo abbigliamento scozzese...Vabbé... che vuoi farci...’
«Cosa gli ha regalato?» chiese DJ.
«La sciarpa di Burberry: dato che è a quadrettoni era un regalo più che azzeccato! A proposito di regali... tu che vorresti?»
«Niente! Voglio solo che tu venga alla festa!»
«Ma come niente, ci sarà qualcosa che vorresti!»
«Sì, ma posso chiederlo in qualunque momento...» disse muovendo le sopracciglia con fare sexy e staccando per un secondo gli occhi dalla strada per guardarla.
«Se non desideri altro non ti comprerò nulla...» disse con aria da finta mortificata.
«Solo completini intimi a sfare per la serata!» propose lui.
«Per te o per me?» chiese ridendo.
«Per tutti e due!» disse annuendo con la testa in modo convincente.

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ndA: Il titolo mi è sembrato azzeccato, anche se mi sa che si nota che sto studiando la prima guerra mondiale!

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Capitolo 8
*** Happy B-Day! ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo ottavo
Happy B-Day!


Il vero gran giorno era arrivato. Stavolta però veniva festeggiato un doppio compleanno: quello di Kari e quello di DJ e la destinazione era Las Vegas, come sempre insomma! Kari era con le sue amiche, Temperance e il chitarrista avevano fatto il viaggio da soli, così Penny fu costretta ad andare in macchina con Tommy: anche se i loro rapporti non erano dei migliori decisero di comportarsi da adulti, sebbene il bassista avesse deciso di mettere per cinque ore di tragitto il suo album solista a ripetizione. Seguita la macchina del moro il gruppetto arrivò all’hotel (sempre il solito) dove si prepararono e raggiunsero il casinò qualche ora dopo.
L’ambiente era immenso e decisamente caotico, tante persone erano già arrivate e quando entrò il chitarrista ci fu il putiferio: una masnada di gente andò incontro al ragazzo per fargli gli auguri e Temp, che nell’onda d’urto venne allontanata da lui, andò a consolarsi dalla sorella che aveva tutta l’aria di qualcuno che si nasconde da qualcosa.
«Penny tutto ok?» chiese Temp avvicinandosi.
«Sì sì!» disse la mora non troppo convinta facendo un sorrisone per rassicurarla.
«Stai per caso scappando da Tommy?» tirò ad indovinare la più piccola.
«Chi, io? No no, mi stavo guardando intorno per vedere se conoscevo qualcuno...»
«Dubito fortemente che tu possa conoscere qualcuno se non i Guns e la Benzova!» disse la biondina lanciando uno sguardo assassino alla fotografa.
«Temp! Fai la brava su! Non cercare di incenerirla con lo sguardo, io ci provo continuamente con Stinson ma non accade mai... Credo sia un difetto di famiglia!» disse cercando di consolarla.
«Peccato... A proposito... non mi hai ancora detto come è andata l’altra sera!»
«Per fortuna è andata e per favore non farmici ripensare che è stata una cosa traumatica!»
«Detto così sembra che chissà cosa un po’ porno...Ma com’è che l’hai perdonato?» chiese scoppiando a ridere.
«Non c’è niente di porno tra me e lui, sia chiaro. Si è messo in ginocchio davanti a tutto il ristorante pregandomi di perdonarlo... è stato così imbarazzante! E ora su, lasciami andare con Kari che vedo se ce la faccio a rimorchiare qualcuno che non sia Stinson...» disse Penny salutandola con la mano e andando da Kari.
«Buona fortuna allora!» gridò Temp ma la sua voce si perse tra la folla.
Sconsolata perché Kari e Penny se la stavano spassando a giocare a poker, decise di andare da DJ e stare con lui quando qualcuno la fermò:
«Hai mica visto tua sorella?» domandò Tommy.
«Ehm... No, mi dispiace.» mentì spudoratamente «Tu invece hai mica visto DJ?»
«Sì, ha detto che lo devi raggiungere che ti presenta un po’ di gente... Ciao!»
Ovviamente non era quella la risposta che voleva sentirsi dire, desiderava un luogo più preciso ma capì immediatamente dove si trovasse: una bionda stava scattando foto random e l’unico cretino che potesse farsi fare così tante foto era lui, così li raggiunse.
«Ma dove eri finita?» chiese DJ andandole incontro.
«La folla mi ha allontanata...»
‘Ma ho motivo di pensare che tutto questo sia stato pilotato dalla Benzova!’ pensò tirandole un’occhiataccia.
«Cos’è quella faccia? Non sarai mica gelosa!» la stuzzicò lui.
«Ma ti pare, ho un abito molto più scollato del suo e questo mi basta per attirare la tua attenzione!» disse baciandolo. Partì una flashata che accecò i piccioncini.
«Tanto ti becco sempre DJ e poi devo fare un servizio fotografico per la tua festa!»
Ci fu un momento di pausa in cui Temperance stava maledicendo mentalmente la fotografa che, probabilmente accortasene, improvvisò un «Io sono Katarina Benzova la fotografa ufficiale dei GNR ma puoi chiamarmi Kat, piacere!»
«Il piacere è tutto mio, sono Temperance la fidanzata di DJ!»
«Dai su, un’altra foto e vi lascio andare!» promise la bionda che poi se ne andò quasi di corsa.
«L’hai guardata poco male!» disse DJ ridendo sotto i baffi.
«Non sono abituata a fotografi che ti inseguono anche in bagno e poi lo sai che non mi sta simpatica!» si giustificò lei.
«Ovvia, andiamo a insegnare alle nostre sorelline come si gioca veramente a poker. Stasera me la sento!»
«Buon per te! Io non so giocare!»
«Allora mi starai accanto e mi porterai fortuna!» disse abbracciandola e scortandola fino al tavolo.
DJ giocò per un bel po’ anche se riuscì a vincere solo per due volte, meno male che se la sentiva! Stinson li aveva raggiunti e stava registrando una vittoria dietro l’altra, forse è proprio vero il detto ‘Fortunato al gioco, sfortunato in amore!’, per fortuna Penny sembrava troppo presa dal gioco per accorgersene. C’era gente ubriaca ovunque e soprattutto un sacco di ragazze ritenute da Temp decisamente ‘pericolose’, così oltre alla Benzova, doveva preoccuparsi di tutte le altre.
Improvvisamente le luci si spensero e delle fiamme rosse e gialle effetto petardo si fecero largo tra la gente dirigendosi lentamente verso i festeggiati: una torta gigante veniva trasportata da due uomini (che sembravano fare una discreta fatica) e, una volta arrivata davanti ai fratelli, partì un coro con la canzoncina ‘Happy Birthday’. Spente le candeline su tutta la torta, le luci vennero riaccese e i camerieri tagliarono la torta distribuendola tra gli invitati.
La festa, come tutte le feste, si concluse più o meno all’alba e stavolta nessuno poté ospitare Penny nella sua camera, così fu costretta a dormire con Tommy. Neanche Temperance aiutò la sorella, diciamo pure che Penny non ebbe neanche il tempo di chiederglielo perché l’unica cosa che vide fu i pomicioni rintanarsi nella loro camera ridendo sotto i baffi.
Così si mise l’animo in pace, e raggiunse Stinson in camera: trovò il bassista accomodato sul letto in una posizione poco raccomandabile che la salutava con aria sorniona. L’uomo prima con il dito indice le fece cenno di raggiungerlo e poi con la mano tastò il materasso, come a volerne dimostrare la comodità. Nel sottofondo si udiva One Man Mutiny.
Fu in quel momento che Penny realizzò di essere spacciata.

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Capitolo 9
*** Ma tutti questi compleanni, non saranno un po' troppi? E soprattutto... quando si fa sta tesi? ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo nono
Ma tutti questi compleanni, non saranno un po' troppi? E soprattutto... quando si fa sta tesi?


Penny e Temperance si incamminarono verso casa di DJ dove si erano dati appuntamento con il solito gruppetto per festeggiare civilmente il compleanno della futura dottoressa. Una volta arrivate, gli altri non persero tempo: bloccarono Penny, le coprirono gli occhi e l'accompagnarono in macchina. Inutile dire che ogni tentativo di togliersi la mascherina da notte che aveva sul viso fu vano.
«Ragazzi, cosa sta succedendo?» chiese Penny impaurita.
«Non ti preoccupare, ti guido io!» disse Tommy prendendola per un braccio.
«Non che adesso mi senta più sicura...» borbottò la ragazza mentre inciampava nello scalino del vialetto. Per fortuna venne prontamente sorretta da Stinson che venne zittito prima che potesse dire altro.
«Perché mi bendate se mi portate al ristorante?» continuò imperterrita la mora.
«Chi le ha detto che si va al ristorante?» chiese DJ incuriosito ridendo sotto i baffi.
«Perché non si va al ristorante?» chiese disperata.
La sorella la ignorò deliberatamente e rispose al fidanzato:
«Dovevo pur trovare un modo per farla uscire di casa!»
«Mi devo preoccupare?» continuava a chiedere la festeggiata.
«Nono» rispose Kari con fare molto poco convincente.
Il gruppo si sciolse ma stavolta in modo diverso: DJ, Kari e Klint erano nella stessa macchina mentre Tommy, Penny e Temperance nell'altra. La ragione era più che scontata ovvero nel tragitto Penny avrebbe potuto togliersi la maschera capendo dove la stessero portando così per farle una bella sorpresa la sorella si occupò personalmente di picchiarla violentemente tutte lo volte che avvicinava le mani agli occhi, cosa che invece Stinson non avrebbe potuto fare in quanto uomo e guidatore.
Scesi dalla macchina Penny intuì, ma non completamente, la brutta parata dal casino della folla.
Entrarono nel locale e mentre gli altri aiutavano Penny a non inciampare, DJ parlò con il cameriere che li guidò nel privet e li lasciò soli.
«Tadan!» gridarono tutti in coro togliendole la mascherina, ma tutto ciò che la festeggiata riuscì a far uscire dalla sua bocca fu un grido simile all'intro alla canzone di Scraped (con tanto di controcanto) e aveva anche le sue buone ragioni : c'erano luci rosse ovunque e spogliarellisti seminudi che ballavano ai pali con fare ammiccante.
«Ero sicuro che le sarebbe piaciuto!» esclamò DJ.
«Ma dove mi avete portato?!» strillò la moretta
«In un locale di spogliarellisti!» rispose Kari felice.
«Ovviamente abbiamo bandito le donne perché so che non ti piacciono!» intervenne Temp.
«Faremo un piccolo sforzo per sopportarli ma volevamo regalarti una serata alternativa!» disse Tommy.
Sebbene la voglia di fuggire fosse enorme, Penny si accomodò sui divanetti e ordinò da bere stando attenta a non alzare troppo lo sguardo sugli intrattenitori.
«Certo li potresti almeno guardare, cosa dovremmo dire noi uomini allora!» esclamò Klint.
«Non vi ho mica chiesto io di venire qui!»
«Se non altro è molto fedele, dovresti esserne più che felice! Dove la trovi una così di questi tempi? Le donne di oggi sono molto pretenziose!» disse DJ rivolgendosi a Tommy.
«Io non sono fidanzata con Tommy!» ribatté la mora.
«Almeno per ora!» disse Kari.
«Né ora, né MAI
«Insomma... questo matrimonio non s'ha d'affare?» chiese Klint a scopo informativo.
«Esatto.» rispose secca Penny.
«Mah... ci faresti l'affarone, poi con il divorzio avresti la metà dei suoi averi!» la consolò Temp.
Il tempo non passava mai in quel locale, Penny si sentiva destinata all'infelicità perenne quando i ragazzi si alzarono e dissero che sarebbero tornati subito. Negli occhi di Penny si accese una piccola speranza: finalmente era l'ora di tornare a casa fra le dolci mura domestiche e iniziò a prepararsi.
«Cosa stai facendo?» chiese Temp.
«Mi sto preparando, e poi devo andare a pagare il conto! Non voglio che paghino loro!»
«A parte che hanno già pagato tutto, e comunque il bello deve ancora venire!» concluse Temp che prese la sorella per le spalle e la girò in direzione degli spogliarellisti che erano spariti.
«Per fortuna se ne sono and...» ma si fermò di colpo.
Partì Welcome to the jungle e tre persone familiari iniziarono a ballare alla cazzona sul palco.
«Santo cielo!» esclamò Penny cercando disperatamente la mascherina per tapparsi gli occhi.
Volò la prima maglietta che finì esattamente ai piedi della festeggiata. Il degenero regnava sovrano e nel frattempo arrivò un cameriere per portare la torta che aveva ovviamente una forma più che equivoca.
«Ragazzi facciamo un trenino!» esclamò appoggiando la torta sul tavolo.
«La festeggiata tra di noi!» gridò Stinson lanciando i pantaloni e prendendo Penny per la vita, collocandola tra lui e il cameriere che era in testa.
«Io non lo tocco questo tipo!» disse Penny, ma ci pensò il cameriere a prendere le mani della festeggiata e fissarle saldamente alla sua vita.
Dietro Stinson venivano Temperance, DJ, Kari e Klint. Fecero il giro del locale e alla fine della canzone il trenino, che era diventato un trenone, si sciolse. Tommy che aveva un'importante comunicazione da fare, per attirare l'attenzione di tutti montò su un tavolo e gridò:
«Ragazzi, oggi è il compleanno di una nostra cara amica! Facciamole sentire tutto il nostro affetto!»
La folla esplose tipo ad un concerto e dopo baci e abbracci, che erano d'obbligo, tornarono nel privet, dove si rivestirono e mangiarono la torta, poi più che soddisfatti uscirono a fare una passeggiata.
«Raga tutti questi festini mi uccideranno!» confessò Kari.
«E a me svuotano il portafogli!» ribatté Temp.
«Non è mica colpa nostra se tutte le mamme decidono di rimanere incinte a San Valentino!» esclamò DJ.
«E poi cos'altro vuoi fare a San Valentino?» chiese Tommy.
«Tante altre belle cose...» rispose Penny.
«Tipo?» chiese il bassista curioso.
«Niente di che...» rispose facendo la vaga.
Accompagnarono le sorelle a casa e dopo i saluti Penny e Temp entrarono piano piano nell'abitazione.
«Com'è andata?» chiese la madre ancora sveglia che guardava un film, probabilmente il Titanic visto l'elevato numero si fazzolettini accanto a lei. Il padre invece russava rumorosamente al suo fianco con il libro ancora aperto sulle gambe.
«Molto bene!» rispose Penny.
«Ma non ti hanno regalato nulla i tuoi amici?»
«No, non volevo nulla!Buona notte!»
«'Notte!» rispose la madre.
«Lei sapesse, ti abbiamo regalato la serata più eccitante e movimentata di tutta la tua vita!Anzi, forse è meglio che non sappia, non approverebbe di sicuro!» mormorò Temperance.

Questo capitolo è dedicato a mia sorella per il suo compleanno <3
Con questa schifezzina (anche se mi sono impegnata molto per farla, ma forse non avrei dovuto dirlo dato i risultati) la ringrazio per il sostegno morale e psicologico che mi da quando scrivo questa FF, per tutte le recensioni e visto che ci siamo le auguro un felice compleanno da tutti! :D Con tutti intendevo Tommy Stinson (in primis), Richard Fortus, Izzy Stradlin, DJ Ashba (che ti manda pure il bacino), Axl Rose, Buckethead, Bumblefoot … spero di non aver dimenticato nessuna dai!
Ancora auguri! :)
_Havoc_

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Capitolo 10
*** You can’t learn to tell the truth until you learn to lie ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo decimo
You can’t learn to tell the truth until you learn to lie


Dopo i numerosi festini era lecito avere un po' di tranquillità e soprattutto di intimità. DJ e Temp erano a casa del chitarrista per trascorrere un pomeriggio normale guardando Scary Movie, ma di quel film videro solo l'inizio. Tutti voi vi starete immaginando chissà cosa ma no, non è quello che pensate...
«Insomma ora manchi solo tu, quando è il tuo compleanno?» chiese il moro.
«A gennaio...» rispose vaga la ragazza, sbiancando leggermente.
«Numero?» insistette lui.
«Dodici...»
«Oh, puoi anche parlare eh! Com'è che oggi le cose te le devo tirare fuori con le pinze?»
«Sì scusa, stavo guardando il film... dicevi?»
«Quanti ne fai?»
Temperance sgranò gli occhi di colpo.
«Non si chiede l'età ad una donna!» rispose incrociando le braccia e mettendo il muso.
«Ok...» disse alzandosi dal divano, afferrando la borsa della bionda e iniziando a rufolare.
«Scusa... che stai facendo?» chiese curiosa.
DJ estrasse soddisfatto il portafogli della ragazza che capì immediatamente quali erano le sue intenzioni.
«No!» esclamò quasi urlando gettandosi sul ragazzo per cercare di strappargli l'oggetto di mano. In tutto quel casino fece cadere a terra i pochissimi popcorn che erano rimasti nella scodella.
«Che hai da nascondere?» chiese DJ ridendo mentre apriva borsello.
«Ti prego, è imbarazzante!» confessò lei.
«C'è una mia foto? Dai che non ci vedo! Guarda che questa cosa non può che farmi piacere!»
«Ma ti pare, non sono ancora a questi livelli!»
«Dai, ho bisogno di una calcolatrice! I calcoli a mente non li so fare!» disse guardando l'anno di nascita.
«Meglio così...» borbottò le ragazza mentre si riprendeva il borsello e lo rimetteva a posto.
«Secondo i miei calcoli hai 17 anni ma ho sicuramente sbagliato...»
«No, non hai sbagliato, ho 17 anni...» borbottò lei.
DJ scoppiò a ridere ma vedendo che la ragazza non dava alcun segno di divertimento prese il telefono, fece i calcoli e poi esclamò:
«Oh cazzo!»
«Mi dispiace..» iniziò lei.
«Hai davvero 17 anni?» chiese nuovamente.
«Sì, e se la cosa ti può aiutare a capirlo e ricordarlo ti faccio uno striscione o me lo tatuo sulla fronte!» rispose alterata.
«Si può sapere perché ti sei arrabbiata?» domandò nervoso senza però alzare i toni.
«Perché mi fai sentire stupida! Sono tre ore che ti dico che ho 17 anni!»
«Non volevo farti arrabbiare, ve bene?! È solo che non sembri così piccola, ti davo pochi anni meno di tua sorella!»
«Sì, me lo dicono tutti che sembro più grande, ma la cosa non ci aiuta in questo momento!»
«Non vedo il problema: se le cose sono andate bene finora, non c'è bisogno di preoccuparsi: andranno bene anche da ora in avanti!»
«Diamine, vuoi forse farmi credere che non sei arrabbiato?»
«Perché dovrei essere arrabbiato?» chiese lui.
«Perché non te l'ho detto prima...»
«Te ti fai troppi problemi!»
«Il fatto è che ti vedo già diverso!»
«Beh, insomma mi hai spiazzato ma davvero, va tutto bene!»
«Ok...»
«Stavo pensando...» disse DJ.
«Cosa?» chiese allarmata la biondina.
«Vuoi stare tranquilla un attimo? Volevo solo sapere se... ecco... vai ancora a scuola?»
«Sì...» rispose abbassando lo sguardo.
«Se hai bisogno ogni tanto ti posso aiutare!» si offrì lui.
«Ah beh... grazie!» disse alzando un sopracciglio.
«Oh non essere così stronza! Lo so che tua sorella mi fa un baffo perché sta per laurearsi in medicina, Stinson me lo ripete continuamente, e quindi se hai bisogno vai da lei, ma potresti fingerti entusiasta! Sono comunque ripetizioni private da DJ Ashba!» esclamò.
Temperance scoppiò a ridere.
«Finalmente sorridi di nuovo!» disse DJ abbracciandola forte e baciandola.
«Dai anche ripetizioni di anatomia per caso?»
«Quelle però solo per le ragazze!»
«Guarda che così mi fai ingelosire! Già che non tollero la presenza della Benzova sempre intorno a te!»
«Lei non va a scuola... E comunque a me piacciono le donne gelose, hanno un qualcosa in più!»
«Bene! E per i pagamenti come la mettiamo?»
«Accetto solo pagamenti in natura!» rispose facendole l'occhiolino.
«Mi pare un prezzo più che ragionevole!»

Aloa!
Visto che oggi ho aggiornato colgo l'occasione per fare gli auguri a Richard Fortus e, anche se in ritardo, pure a Chris Pitman!! :D
Ringrazio ancora tutti coloro che mi supportano!
Baciotti
_Havoc_

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Capitolo 11
*** E alla fine ci arrivò anche Stinson… ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo undicesimo
E alla fine ci arrivò anche Stinson…


Era un’altra giornata tempestosa, ma non buia. Temperance era a scuola come tutte le mattine e visto che diluviava DJ era andato a prenderla. All’uscita però si verificò qualcosa di imprevisto: la ragazza si stava dirigendo alla velocità della luce verso il fidanzato quando si accorse che qualcuno la stava chiamando a gran voce. Visto il titolo tutti voi sarete convinti che il personaggio misterioso sia Stinson ma non è così: in realtà si tratta del padre della ragazza.
«Papà! Cosa ci fai qui?» chiese la ragazza cambiando direzione.
«Sono venuto a prenderti!» le rispose lui.
«Giustamente!» e così dicendo salì in macchina con il padre non considerando DJ.
Arrivata a casa si scusò subito con il ragazzo, che per fortuna aveva capito la situazione e non infierì, e decisero di vedersi nel pomeriggio. Con la scusa di andare a studiare da un’amica, Temp uscì di casa e si incontrò con DJ, poi andarono al centro commerciale per non stare sempre a casa del ragazzo.
«Oggi l’abbiamo scampata bella!» disse Temp sedendosi a fare merenda ai tavolini del McDonald’s.
«Sì, però prima o poi i tuoi genitori dovranno sapere che esci con me!» rispose DJ.
«Sì, ma non credo che adesso sia il momento più adatto. Ricordati che io sono ancora minorenne e tu hai 40 anni!»
«Quindi fino al tuo compleanno non mi posso presentare?» chiese ironico il chitarrista.
«Più o meno…»
«Ma com’è che Stinson invece lo conoscono di già?»
«Lui si è autoinvitato a casa e si sono conosciuti!»
«Quindi se mi autoinvitassi a casa tua…»
«Scordatelo! E poi diciamo che Tommy è un po’ più normale di te… e che Penny è maggiorenne da un pezzo!»
«Cosa vuol dire che Tommy più normale di me?! Guarda che se dici così mi offendi!»
«Nel senso che non è pieno di tatuaggi e non ha piercing su tutto il corpo!»
«Ah, tutto chiaro…»
«Dai, prima o poi li conosc… oh merda!» esclamò Temp gettandosi sotto il tavolo neanche fosse una spia in un film di azione.
«Cosa succede?» chiese DJ voltandosi «Bha! Ci sono Stinson e tua sorella!» disse alzando una mano per attirare la loro attenzione.
«Ma cosa fai!» disse Temp buttandogli giù la mano «C’è anche mia madre! Dobbiamo andarcene!»

«Guarda un po’ chi c’è laggiù!» disse Stinson mentre alzava la mano per salutare la coppietta che li stava fissando.
«Sta’ zitto!» borbottò Penny tirandogli una gomitata nelle costole.
«Chi c’è?» chiese Lauren.
«Nessuno mamma, piuttosto…» disse indicando la prima vetrina a destra «Non credi che queste scarpe siano carine per la laurea?»
«Ma… quella non è Temp?» chiese la madre indicando una ragazza di spalle che se la stava squagliando alla velocità della luce.
«Sì, è sua figlia!» disse Tommy.
«Ma cosa dite! Temp è a studiare da Claire, domani hanno un compito!» disse Penny tirando un’occhiataccia al bassista.
«Ti giuro che mi sembrava lei!» disse la madre «Oh cielo! Ma queste scarpe sono stupende! Entriamo a vedere se ne hanno altre!»
«Fammi indovinare…» disse Tommy nell’orecchi di Penny «I vostri genitori non sanno nulla della relazione clandestina tra tua sorella e DJ…»
«Però, che acume! Ci sei arrivato da solo o te l’ha detto un uccellino?» lo prese in giro Penny.
«Ragazzi, parlerete più tardi delle vostre cose» disse la madre affacciandosi all’entrata «Ci sono un sacco di cose carine qui!»
«Sì, arriviamo!» disse rivolta alla mamma «In quanto a te,» disse rivolta a Tommy «occhio a cosa dici da ora in avanti…»
«Sì Signora!» rispose Tommy.

«Incomincio a smaltirla ogni giorno sempre di più!» disse Temp una volta salita in auto.
«Tutto sarebbe più semplice se mi conoscessero!» ribatté DJ.
«Questo lo dici tu! Che facciamo adesso?» chiese la bionda per cambiare discorso.
«Andiamo a casa mia?» propose DJ.
«Mi pare un’ottima idea!» lo assecondò infine.

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Capitolo 12
*** Progetti futuri ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo dodicesimo
Progetti futuri


La coppia ormai clandestina formata da DJ e Temperance si era ancora una volta rifugiata a casa del chitarrista per ovvi motivi.
A tenere compagnia, per la gioia delle mie lettrici, c’erano anche Munster e Lil’ Creep che scorrazzavano indisturbati per la casa e per il giardino.
«Domani Penny andrà all’ospedale di Chicago…» esordì Temp.
«Perché? Sta male? Ma Tommy lo sa? Oh mio Dio devo chiamarlo subito! Ma cosa è successo?» si allarmò DJ, afferrando tutti i suoi telefoni.
«È cascato un cipresso!» rispose ironicamente lei.
«Gli è cascato un cipresso sulla macchina? Si è schiantata contro un cipresso?»
«Stare con Stinson ti fa male tanto quanto fa male a lei…»
«E allora cosa è successo?»
«Andrà a fare un colloquio di lavoro, vedrai!»
«A Chicago? Perché laggiù in culo?»
«Perché a Chicago pagano bene… e lei vuole comprarsi una nuova macchina, visto che l’altra la sta abbandonando lentamente…»
«Ma Tommy lo sa?» domandò il chitarrista, sospettoso.
«Non lo so, ma tu non dirgli niente.» si assicurò la ragazza, poi riprese da dove aveva cominciato «Avrò bisogno di qualche magnanimo volontario che mi accompagni a scuola quando lei non c’è, visto che i miei vanno a lavoro presto!»
«Ti accompagno io, non c’è problema! Anzi, se vuoi puoi direttamente venire a dormire da me, così sono sicuro di svegliarmi in tempo!»
«Diamine!» esclamò lei, divertita «E ai miei come glielo spiego?»
DJ escogitò una scusa in mezzo secondo.
«Dici che vai a dormire da un’amica…»
Temperance scoppiò a ridere:
«Di certo mi crederanno!» ironizzò di nuovo «Non sono mai andata a dormire da un’amica in vita mia!»
«Va bene, allora metterò tante sveglie e mi farò svegliare anche da Kari, per sicurezza.» mormorò dispiaciuto.
«Se per te è una cosa così tragica, vado a piedi!» la ragazza sembrava sull’orlo di una crisi di pianto, così il chitarrista rispose.
«Tranquilla, riuscirò a svegliarmi in tempo! Tutto questo per quella sciocca che deve andare a lavorare a Chicago!» DJ fu colto un dubbio: ma se Penny si fosse trasferita a Chicago, lui avrebbe dovuto svegliarsi presto tutti i giorni per andare ad accompagnare la fidanzata a scuola? Cercò di cancellare quel pensiero dalla sua mente, poi riprese «E tu quali programmi hai per il futuro?»
«Fare la mantenuta a vita!» rispose Temp, molto convinta.
«Bei progetti!»
«Questo è il piano A… ma ho dei piani di riserva nel caso in cui il primo dovesse fallire… cosa di cui sono certa…»
«E quali sarebbero i piano di riserva?» domandò curioso.
«Andare a lavoro, mi pare ovvio!»
«Ma c’è un lavoro che ti piacerebbe fare?»
«Che mi piacerebbe fare non proprio però bisogna adattarsi nella vita! D’estate faccio la cameriera…semmai chiederò lì!»
«Sennò puoi sempre sposare un vecchio benestante, farlo morire e prenderti tutta l’eredità!» disse DJ.
«Allora quando ti decidi a farmi una proposta di matrimonio?» chiese la biondina ridendo.
«Io non sono vecchio!» protestò il chitarrista.
«Hai ragione… sei diversamente giovane! Dai che scherzo, non fare quel musino!» disse Temp baciandogli la fronte.
«Comunque… se ti piacesse fare qualcosa in particolare, oltre la mantenuta, posso cercarti qualcosa…Ho un sacco di conoscenze!» disse strizzandole l’occhiolino.
«Sarei una raccomandata e partirei da livelli eccelsi…Ci sto!»
La conversazione venne interrotta da Creepy che incominciò a tirare i pantaloni di DJ con una certa insistenza.
«Poop time!» esclamò il moro.
«Ti conviene portarli fuori prima che te la facciano in casa…»
«Mi accompagni?» chiese il chitarrista.
«Solo se eviti di portarmi in luoghi affollati a potenzialmente pericolosi!» rispose la ragazza.
«Per sicurezza è meglio se ti metti la papalina…» disse DJ tirandogliela.
«Cosa me ne faccio della tua papala?» chiese perplessa Temp.
«Così non ti riconoscono!» si giustificò lui.
«Ma ti levi! Dai andiamo alla spiaggia... I miei non ci vanno mai lì!»
«Tutto questo nascondermi mi fa sentire un ladro…»
«Un ladro no, un pedofilo sì!»

Ciao a tutti!
Ci tenevo a precisare che questi sono capitoli di transizione e quindi un pochino noiosi…
Mi volevo scusare per questo ma vi prometto che dal prossimo capitolo le cose cambieranno! :D
Ringrazio ancora le mie fan per le recensioni e tutti coloro che leggono la storia!
A presto,
_Havoc_

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Capitolo 13
*** What would you do if I have to deny your name? ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo tredicesimo
What would you do if I have to deny your name?


Penny era partita per Chicago e stavolta da sola, cosa che ovviamente l’aveva resa ancora più felice.
Per lei si preannunciava quindi un viaggio tranquillo all’insegna della vera musica… ma si sa: se Penny non c’è, le persone si annoiano. Infatti, mentre Stinson era andato a rompere le scatole in studio di registrazione, Lauren, la madre delle ragazze, aveva deciso di comprare delle riviste scandalistiche per ammazzare il pomeriggio. Temp invece, come al solito, era da DJ e i due se la stavano spassando alla grande: la passione era scoppiata nella casa del chitarrista quando ad un certo punto il telefono squillò.
«Questi telefoni andrebbero spenti almeno quando siamo insieme in momenti come questi!» protestò il moro stringendola a sé.
«Dai, lasciami andare che è mamma!»
«Come fai a sapere che è tua madre?» domandò.
«Dalla suoneria…»
«E io che suoneria ho?» chiese curioso.
«The Ballad of Death… pronto mamma!» esclamò la ragazza.
La bionda fu costretta ad allontanare il telefono dall’orecchio, altrimenti avrebbe rischiato di rimanere sorda per tutta la vita. Persino il chitarrista accanto a lei riuscì a capire perfettamente ciò che stava dicendo la madre.
«Ma cosa urli guarda che ti sento!» tentò di protestare la biondina.
«Vieni immediatamente a casa! Ovunque tu sia!» strillò la madre prima di attaccarle la cornetta in faccia.
«Questa mamme…» commentò Temp.
«Ripensandoci… non credo di volerla più incontrare!» commentò DJ ridendo.
I due si rivestirono velocemente, montarono in macchina e si lasciarono a qualche traversa prima della casa della ragazza.
«Buona fortuna!» esclamò DJ baciandola.
«Grazie, ne avrò sicuramente bisogno…» disse scendendo di macchina.
Appena la ragazza entrò in casa si accorse dell’aria pesante che regnava.
La madre camminava in su e in giù per il salotto mentre il padre (ritornato appositamente dal lavoro per l’emergenza) picchiettava le dita sul tavolo.
«Finalmente! Vieni qui Temperance!» strillò la madre out of control.
La biondina si avvicinò titubante e lanciò un’occhiata alle riviste sul tavolo.
«Spiegami chi è lui!!» iniziò il padre indicando DJ nella rivista.
«Un chitarrista…» rispose veloce.
«E sai quanti anni ha?» chiese la madre.
«Mi sembra giovane…» la buttò lì.
«Giovane?! Ho fatto delle ricerche e ‘sto maniaco ha 40 anni suonati!»
«Sul serio? Non si direbbe!» rispose poco convinta. Tutti la guardarono male. «Scusate ma non ho capito cosa c’entro io con lui!»
La madre iniziò a rovistare convulsamente sul tavolo alla ricerca della rivista e della pagina giusta poi, una volta trovato ciò che cercava, la indicò alla figlia. Nella pagina c’erano Temperance e DJ che si baciavano e poco più sotto, una foto della sorella svenuta per terra con accanto Stinson e Stradlin che cercavano di rianimarla, nello sfondo c’era un Fortus sconvolto. Tutte e due le foto riportavano il logo Kat Benzova.
‘Quella dannata, ma non poteva trovarsi un hobby migliore?’
Poi, come se tutte quelle foto non fossero abbastanza sconvolgenti, la madre pensò bene di indicare il vestito della ragazza.
«Ti abbiamo insegnato ad andare a giro vestita così?» chiese.
«Era Halloween!» protestò Temp.
«Hai oltrepassato il limite Temperance! Andare a giro vestita in questo modo, baciarti con un quarantenne con tanto di foto ma soprattutto andare a Las Vegas quando a me avevate detto di essere andate da amici in città!»
«Sei in punizione!» tuonò il padre «Niente telefono, niente pc, tutti i giorni troveremo il modo di accompagnarti a scuola, ti verremo a prendere e soprattutto non uscirai più da sola di casa!»
Temperance fece per rispondere ma ci rinunciò dopo aver ricevuto l’ennesima occhiataccia dai genitori.
«Eri con lui vero?» chiese la madre.
«No! Ero da Claire.» mentì spudoratamente la ragazza.
Gli occhi della donna si fecero due fessure:
«Fila in camera!» disse accompagnando la frase con il gesto, molto teatrale, delle mani.
La ragazza obbedì, non prima però di aver lasciato al padre il suo telefono, prontamente svuotato da tutti i messaggi con un magheggio che i ‘vecchietti’ non notarono.
Si precipitò in camera e iniziò a sperare che la sorella arrivasse il più presto possibile, certa però che anche a lei non sarebbe mancato nulla.
Se non altro avrebbe avuto una spalla su cui piangere.



Nel frattempo a Chicago.
Penny, dopo il colloquio brillantemente sostenuto, si stava godendo in santa pace un caffè in un bar con una magnifica vista sul lago Michigan, quando riconobbe un uomo qualche tavolo più in là.
Sorrise educatamente e salutò con la mano. In tutta risposta l’uomo si guardo intorno, si buttò ancora più giù il berretto sugli occhi e si immerse in una finta lettura del giornale. La ragazza, decisa a non demordere finì il suo caffè, pagò, e si avvicinò.
«Salve!» esclamò. L’uomo la guardò con aria torva. «Non ti ricordi di me?» chiese Penny.
«No.»
«Ero alla festa di Halloween dei Guns n’ Roses…»
«Sei quella che è svenuta?» chiese secco.
«Sì.» rispose arrossendo lievemente.
‘Possibile che di tutta quella festa si ricordi solo che sono svenuta?’ si domandò ‘Eppure siamo stati tanto insieme!’
L’uomo fece cenno di accomodarsi e poi chiamò il cameriere.
«Grazie, ma ho già bevuto.» lo anticipò la ragazza «Come va?»
«Bene. Te?»
«Non potrebbe andarmi meglio: mi hanno appena offerto un contratto come neurologa all’ospedale!»
«Mi fa piacere!» rispose Izzy «Abiti qui?» chiese dubbioso.
«Ancora no, devo sempre laurearmi e poi cercherò casa!»
La mora abbassò o sguardo sotto il tavolino da cui provenivano strani rumori.
«Ciao!» disse salutando il cane. «È tuo?» chiese al chitarrista.
«Sì.»
«E come si chiama?» domandò mentre accarezzata la testa dell’animale.
«Snafu.»
La ragazza sbarrò gli occhi preoccupata se il nome riprendesse il carattere della bestia. Stava per fare un’altra domanda quando il suo telefono squillò.
«Scusami…» borbottò lei intenta a cercare il telefono.
«Fai pure!» disse Izzy dopo una sorsata al suo caffè.
«Mamma! Sì, il colloquio è andato bene! Cosa è successo? Oh mio Dio! Farò il prima possibile. Ciao.» Penny era sbiancata di colpo e aveva composto un altro numero di telefono. «Scusami ancora, è un’emergenza!» disse rivolta a Izzy «Tommy! Sì, io tutto bene. Ascolta: dì a DJ di non preoccuparsi se Temp non risponde al telefono. Li hanno scoperti! Tommy, era il cameriere a tossire, non fare il geloso! Sono al bar. A un qualsiasi bar, Tommy, non mi pare il caso di stare a sindacalizzare su queste cose vista la drammaticità della situazione! Sì, va bene ma te avverti DJ mi raccomando!!»
«E così sarei un cameriere… credevo un chitarrista…» la buttò lì Izzy una volta che la ragazza riagganciò.
«Scusa… è geloso! Anche tu tossisci nei momenti meno opportuni!» si giustificò lei.
Incredibile ma riuscì a strappare un sorriso all’uomo. Penny guardò l’orologio e decise che era il momento di cercare un taxi per andare all’aeroporto.
«Ora devo andare… Devo cercare un taxi… Mi ha fatto molto piacere rincontrarti!»
Izzy finì il caffè, si alzò e disse:
«Ti accompagno io.»
«Ma no, non ti voglio scomodare!»
«Se avessi altro da fare non te l’avrei detto.»
I due andarono via dal bar e si diressero alla macchina del chitarrista, sistemarono il cane e partirono. Se fosse stato per loro, e in particolare per Izzy, il silenzio avrebbe regnato sovrano e invece la radio di sottofondo e il cane che abbaiava di tanto in tanto accompagnarono i due per tutto il tragitto.
Arrivati a destinazione, Izzy la accompagnò dentro, le fece un po’ di compagnia e poi si congedò con un:
«Qui c’è il mio numero di telefono,» disse estraendo un biglietto da visita dalla tasca interna della giacca «se hai bisogno dammi un colpo di telefono.»
«Grazie mille, sei molto gentile, allora… ciao!» esclamò la ragazza afferrando il biglietto e allontanandosi.
Izzy rispose con un gesto della mano e la guardò andare via, chiedendosi se l’avrebbe veramente mai rivista o se, visti i precedenti, le sarebbe successo qualcosa di bizzarro che l’avrebbe fatta morire prima.

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Capitolo 14
*** La reclusione ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo quattordicesimo
La reclusione


Le giornate non passavano mai. Temperance era sorvegliata giorno e notte dai genitori che non le lasciavano un attimo di tregua neanche per andare in bagno. Penny non era stata punita in quanto maggiorenne, vestita sobriamente e in nessun tipo di atteggiamenti intimi o equivoci con qualcuno nelle foto, però i genitori si erano arrabbiati ugualmente con lei perché aveva portato la sorella minore a Las Vegas senza chiedere il permesso.
Temp aveva notizie di DJ grazie a Tommy che a sua volta le dava a Penny e viceversa.
Quel pomeriggio la madre andò dal veterinario con Snow e barricò le ragazze in casa per evitare che uscissero, così le giovani ne approfittarono per telefonare a Stinson che era in studio insieme a DJ.
«Tommy…» mormorò Penny «No, semmai parliamo stasera, passami DJ.» Nel sottofondo si sentiva distintamente DJ infamare il bassista che non gli voleva passare la cornetta. «Ovvia, dimmi questa cosa e poi passami quell’altro…» la futura dottoressa alzò gli occhi al cielo come per chiedere perché uscisse ancora con lui e poi, come si fa con i bambini rispose: «Oh, ma che bello! Ti sei comprato delle nuove scarpe a quadretti! Interessante!»
Temp non sapeva se mandare tutti e due a fanculo o sopportarli, dato che era grazie a loro che avrebbe parlato con DJ. La mora le passò il telefono e, convinta che ci fosse Ashba, disse con voce tenera:
«Ehi! Che mi raccon…» si fermò di colpo per poi ripartire più arrabbiata di prima «Stinson!» avrebbe voluto dire ‘sei un cretino’ ma poi fini con un «Passami DJ!» Quando fu certa di parlare con la persona giusta proseguì «Che mi racconti di bello?»
«Nulla... sono in studio… te che fai?» chiese l’uomo dall’altro lato della cornetta.
«Io stavo studiando… anche perché non posso fare altro…»
«Mi manchi…» mormorò lui con un filo di voce.
«Anche tu mi manchi…»
«Su ragazzi!» esclamò Tommy in lontananza «Dovete farvi forza! Se iniziate così, non andrete molto lontano!»
«Oh, sono quattro giorni che non la vedo!» esclamò DJ. «Mi hanno detto che quando Penny è andata a Chicago l’hai chiamata 20 volte!»
«Beh… non l’avevo presa molto bene! Mi aveva lasciato solo!»
«Povera stella…» mormorò un’altra voce «Tommy tocca a te.»
«Va bene!» esclamò lui.
«Che sta succedendo?» chiese Temp.
«Axl ha portato via Stinson…»
«Meno male!» rispose l’altra sollevata.
«Uno di questi giorni vengo a trovarti di nascosto!» riprese il chitarrista.
«NO!» gridò la biondina «Non farlo, sono monitorata giorno e notte! Sarebbe rischioso… DJ non ridere!»
«Infatti ho detto di nascosto!» ribadì lui.
«Non mi lasciano mai sola!»
«Va bene… ora vediamo!»
«Non fare cose stupide che potrebbero compromettermi dell’altro!»
«No, ti ho già compromessa abbastanza… Ora devo andare, tra poco mi tocca!»
«Ok… ci sentiamo presto allora! Ciao!»
«Penny… davvero Tommy ti ha chiamata 20 volte mentre eri a Chicago?»
«In realtà anche molte di più…» confessò lei.
Le sorelle si guardarono negli occhi, poi la più piccola scoppiò a piangere.
«No Temp!» disse la più grande abbracciandola.
«Tu hai tutto quello che vorrei!» disse la biondina tra un singhiozzo e l’altro.
«Mh parecchio! Tommy è una persona stranissima e non sono sicura che sia un bene portare avanti questa relazione…»
«Ma cosa hai capito!» esclamò la sorella «Io mi riferivo alle tue tette! Perché tu ne hai così tante e io pochissime?» domandò tirando su con il naso.
«Che vuoi farci? C’è chi ha tutto, c’è chi non ha nulla!» rispose cercando di tirarla su, ma era convinta che il motivo della sua crisi non fosse esattamente quello.
«Vabbé dai, io vado a studiare!» disse tirandosi su dal letto e dirigendosi alla porta.
«Buono studio…» biascicò Penny prima di rimettersi a ripetere per l’ennesima volta la tesi.

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Capitolo 15
*** Escalation ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo quindicesimo
Escalation


Come DJ aveva promesso, non avrebbe fatto cose stupide o insensate, infatti eccolo qui, in questo capitolo lo vediamo arrampicarsi clandestinamente sui tubi delle grondaie di casa Grant mentre cerca di raggiungere la finestra della camera di Temp, di cui ignora la posizione esatta.
Il ragazzo aveva fatto ben attenzione a individuare la madre delle ragazze, Lauren, che stava ritagliando le foto della figlia maggiore insieme a Stinson, tratte da un’altra rivista scandalistica, per poi disporle con una cura meticolosa in una cornice enorme.
Durante l’escalation passò accidentalmente davanti alla finestra del bagno e vide Penny seduta sul wc. Il chitarrista ebbe uno scompenso, ma poi si accorse che la ragazza era vestita e che aveva utilizzato la tazza del water solo come appoggio mentre parlava al telefono. Cercò di attirare la sua attenzione smanaccando, ma la ragazza sembrava troppo presa, così fu costretto a bussare al vetro facendola sussultare. Immaginatevi il colpo: già vide uno arrampicato alla finestra del primo piano, poi se questa persona era DJ Ashba… insomma, uno shock.
La ragazza si affrettò a chiudere la conversazione e aprì la finestra, permettendo a DJ di rotolare sul tappetino davanti al lavandino.
«Cosa ci fai qui?» domandò, sottovoce, ma allo stesso tempo allarmata.
«Sono venuto a trovare Temp, come promesso! Non te l’ha detto Tommy?» chiese il moro, indicando il cellulare che Penny ancora teneva stretto tra le mani.
«Non ero al telefono con Tommy…» precisò lei, sapendo che le bugie hanno le gambe corte.
«E con chi allora?»
«Non credo che ti riguardi! Beh, comunque tu non ti muovere. Io vado a prendere Temp e la porto qui…»
Temperance si precipitò in bagno e subito rimproverò DJ:
«Ti avevo detto di non venire! Mamma è in casa!»
«Sì, lo so, sta ritagliando foto di tua sorella e Tommy e le sta mettendo in quadretti da appendere…»
«Sono diventata la figlia meno preferita della famiglia!»
«Che ne dici di fare un bagnetto insieme?» propose il chitarrista, per tirarla su di morale.
Temp era combattuta: al piano di sotto c’era la madre, nella stanza accanto la sorella e in serata sarebbe sopraggiunto anche il padre… ma decise di accettare.
«D’accordo… Aspetta un attimo, torno subito» mormorò mentre usciva.
Poco dopo ritornò con un lettore mp3 e dei vestiti.
«Sei super organizzata!» disse DJ indicando l’oggetto rosa che stava riproducendo Better.
«Non voglio mica farmi sgamare!» disse lei facendogli l’occhiolino e gettandogli le braccia al collo.
«Era decisamente troppo che non ci vedevamo!» sentenziò il chitarrista baciandola sul collo.
«Già, ma bando alle ciancie, impieghiamo questo tempo in maniera utile…»
DJ ovviamente non se lo fece ripetere due volte.
La coppia era abbracciata nella vasca da bagno come se nulla fosse, addirittura era finito l’album di Chinese ed era iniziato Appetite ma loro non sembravano intenzionati a separarsi. Furono costretti a farlo quando, per la paura, sobbalzarono al bussare della madre che domandò:
«Tutto bene?»
«Aspetta che non ti sento!» gridò Temp afferrando il lettore mp3 e abbassando di poco il volume.
«Va tutto bene?» domandò nuovamente la madre.
«Sì!» rispose Temp mentre cercava di non ridere perché DJ le stava facendo il solletico.
«Ma cosa stai facendo rinchiusa li dentro?»
«Mi faccio il bagno…»
«Ma domani non hai educazione fisica?»
«Appunto! Ho delle setole sulle gambe che fanno paura! Metti caso casco e mi faccio male come le giustifico?»
«Vabbé, fai come ti pare, basta che per le 8 sei pronta altrimenti ceniamo senza di te!»
«Ok!» disse ad alta voce. Poi aumentò di nuovo il volume e si rivolse a DJ «Un tempo mi aspettavano…»
«Senti un po’ figlia reclusa e non più preferita… Ma allora eri tu che mi bucavi!» disse ridendo.
«Ma ti pare! Le mie gambe sono liscissime!» disse tirandone fuori una per toccarla.
Come al solito qualcosa doveva pur andare storto e difatti il telefono del chitarrista iniziò a squillare.
«Oh merda!» borbottò a bassa voce uscendo di corsa dalla vasca per rispondere, allagando mezzo bagno, e ci mancò poco che scivolasse nel tappetino picchiando una tronata per terra. Probabilmente solo Penny poteva essersene accorta, visto che la madre era al piano di sotto e non conosceva bene la canzone.
«Ohi, ciao! Senti adesso non posso proprio parlare... ti richiamo io! Vai, ciao Klint!» disse respingendo la chiamata velocemente e guardando l’ora «Sarà maglio che vada… sono le 7 e mezzo… non voglio che salti la cena!»
«D’accordo… » rispose lei un po’ contrariata.
Prima si asciugò lui e mentre si rivestiva, la biondina si avvolse nell’accappatoio.
«Papà è già arrivato...» costatò Temp affacciandosi dalla finestra «Scendi piano e corri nel giardino dei vicini, per fortuna almeno loro non ci sono…»
«Agli ordini capo!» disse DJ gettando una gamba al di là della finestra e iniziando la sua discesa.
Almeno stavolta filò tutto liscio come l’olio e il moro si allontanò furtivamente dall’abitazione senza che nessuno potesse vederlo.
La biondina si sistemò, uscì dal bagno e raggiunse la sorella in camera.
«Con chi parlavi quando hai trovato DJ?»
«Mai che si faccia i fatti propri... Con Izzy…» rispose vaga la sorella «Comunque ha una suoneria bella tamarra il tuo ragazzo…»
«Non ti ricordi della sua auto? Le cose tamarre fanno parte della sua quotidianità.
Comunque… ora andiamo a mangiare ma dopo mi racconti tutto…»
«Come no…»

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Capitolo 16
*** What would you say if I told you that I’m to blame? ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo sedicesimo
What would you say if I told you that I’m to blame?


Temp ormai era una reclusa a tempo pieno e, mentre lei se ne stava in camera a studiare, la madre rideva a crepapelle nel salotto al piano di sotto alle battute di Tommy che era venuto a prendere Penny per portarla chissà dove.
Quando la coppia se ne andò, la madre accese la tv per guardare quei classici programmi spazzatura, così la biondina ne approfittò per chiamare DJ dal telefono che la sorella le aveva gentilmente prestato.



Penny e Tommy stavano camminando per il parco quando la ragazza iniziò:
«Tommy... devo parlarti...»
«Sì, me l'avevi accennato... Dimmi tutto!» esclamò il bassista.
«Beh, ecco, forse è meglio se ci sediamo...» disse indicando una panchina.
«Mi stai facendo preoccupare..!»
«Ma no...» cercò di sdrammatizzare anche se non era molto convinta.
«Posso provare ad indovinare?» chiese lui.
«Non credo ci arriverai ma se ti fa piacere puoi provare...»
«Sei incinta!»
«Ma no!» strillò la moretta «Come diavolo ti è venuta in mente una cosa tanto assurda?»
«Beh, quando mi hanno detto che sarei diventato padre mi hanno chiesto di sedermi...»
Penny sgranò gli occhi e scandendo parola per parola disse:
«Tu hai figli?»
«Sì...» rispose Tommy ma prima che potesse dire altro venne fermato da un altro urlo di Penny:
«E quando avevi intenzione di dirmelo?!»
«Non ho mai avuto tutte queste occasioni di parlarti di me, quando usciamo non siamo mai soli!» si giustificò lui.
«Ok, ok.» tagliò corto lei.
«Sei tanto arrabbiata?» chiese Tommy.
«No, va tutto bene.» Lo guardò negli occhi e cominciò «Tommy... io, te e MrThumby abbiamo vissuto dei momenti indimenticabili insieme. Ma tra poco io mi laureerò e mi hanno offerto un posto all’ospedale di Chicago, quindi mi trasferisco là...» fece una piccola pausa per cercare la parole giuste e poi continuò «Tu dovrai andare in giro per il mondo con i ragazzi, non ci vedremo mai... e lo sappiamo tutti e due come andrà a finire, anzi tutti e tre.»
Il silenzio piombò tra i due: era un momento imbarazzante, Penny aspettava una risposta ma Tommy guardava lontano, probabilmente stava escogitando un piano di distruzione di massa, o semplicemente stava cercando di incassare il colpo in modo dignitoso.
«A Chicago eh?» chiese infine.
«Già...»
«Perché così lontano? Insomma... qui c'è l'ospedale!»
«Beh, a Chicago hanno un ospedale fantastico, pagano bene e poi è l'ospedale più vicino che mi abbia risposto...»
«Capisco...Vabbé, forse hai ragione: meglio finirla qui che con altri casini!»
«Sono d'accordo e poi questo non toglie che non potremmo più essere amici!» puntualizzò la ragazza.
«Certamente! Che ne dici di una foto ricordo io, te e MrThumby e poi ti riporto a casa?»
La ragazza si limitò a sorridere.
Per tutto il tragitto rimasero in silenzio ma, arrivati davanti al portone, Penny volle chiarire alcune cose:
«Tommy, non vorrei che tu fraintendessi... Sono stata bene con te, davvero!»
«Sono felice di saperlo!»
«Fa male anche a me, ma è stato necessario...»
«Oh, suvvia! Ne troverai di ragazzi a Chicago! Certo, non belli, talentuosi e ricchi come me ma questo è il prezzo da pagare per andare in città dimenticate anche da Dio!» disse strizzandole l'occhiolino.
Penny sorrise di nuovo.
«Se posso fare qualcosa per te, non esitare a chiamarmi!»
«Beh, qualcosa da fare ci sarebbe ma te lo evito perché ti voglio bene!»
«Cosa sarebbe?» chiese.
«Lo dirò io a mia madre...» disse sorridendo «Non la prenderà bene e non voglio che tu sia presente!»
«Ah beh, grazie mille allora! In bocca al lupo!»
«Crepi!» rispose la ragazza.
Si abbracciarono forte e si salutarono.



«Penny, sei già tornata?» chiese Temp con il telefono in mano.
«Sì...»
«Perché sei triste?» chiese la biondina «Qualcosa non va?»
«Io e Tommy ci siamo lasciati...»
Temp lanciò un urlo per la disperazione:
«Temp mi hai spaccato un timpano!» si lamentò DJ dall'altro capo del telefono «Si può sapere cosa sta succedendo?»
La biondina si portò la mano davanti alla bocca e con i lucciconi agli occhi strillò:
«Sta zitto, ti richiamo più tardi!» disse attaccando poi si rivolse alla sorella e proseguì «E' solo una cosa momentanea Penny, ora ci parliamo io e DJ con quel cretino e vedrai che le cose si sistemano!»
«Per essere più precisi l'ho lasciato io...»
«Cosa è successo?» chiese la madre super allarmata entrando in camera.
«Penny ha lasciato Tommy!» strillò Temp.
La madre fu quella che la prese peggio di tutti (non sappiamo ancora se il motivo principale fosse perché aveva appena finito di sistemare i quadretti in tutta la casa con le loro foto o ci fosse dell'altro): il padre non si curò minimamente dell'accaduto (come tutti gli uomini), Temp era dispiaciuta per Tommy ma d'accordo con Penny per la sua scelta, la madre non faceva altro che piangere (manco si fosse lasciata lei) e Penny spiegava le sue motivazioni senza entrare troppo nello specifico.
In serata, quando la situazione si stabilizzò un pochino, Penny contattò Izzy ricordandogli che sarebbe partita il giorno dopo per andare a Chicago a consegnare dei documenti all'ospedale e che magari avrebbero potuto trovarsi di nuovo.

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Capitolo 17
*** Where would you go if I told you ‘I love you’ and then walked away? ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo diciassettesimo
Where would you go if I told you ‘I love you’ and then walked away?

 

Temp era a scuola come tutte le mattine quando la custode super svogliata entrò in classe per avvisare che c’era un suo parente che la attendeva all’entrata principale. Sorpresa e incuriosita, la ragazza si catapultò all’ingresso e ci mancò poco che urlasse:

«DJ che ci fai qui?!»

«Sono venuto a trovarti!» disse lui facendo spallucce «E dovevo portarti una cosa…» proseguì alzando la mano e facendo notare un pacchetto.

«Cosa è?» chiese curiosa.

«La merenda… sono andato dal McDonald’s a prenderti qualcosa!»

La biondina sgranò gli occhi:

«Sei venuto fin qui per portarmi la merenda?»

«Beh sì, ma c’è dell’altro…» disse rufolando nelle tasche alla ricerca di qualcosa. «Eccolo!» esclamò infine dopo minuti interminabili di ricerca. Estrasse dal giacchetto un I-phone 5 e glielo porse. Temp sembrava non capire così DJ si affrettò a spiegare: «Beh, tua sorella se ne andrà nel giro di poco e ho pensato che per rimanere in contatto tu avessi assolutamente bisogno di un telefono, visto che l’altro te l’hanno requisito! Ti ho comprato questo perché così ce l’abbiamo uguale!»

«DJ ma quanto cazzo hai speso?! Non posso accettare!» disse rimettendoglielo in tasca.

«Con un telefono dell’uno ci possiamo al massimo chiamare! Qui invece c’è anche Skype e così ci possiamo vedere più spesso!» spiegò, mettendolo nella sua tasca.

Temp sospirò incrociando le braccia e mettendo il muso. Il chitarrista si abbassò per entrere nel campo visivo della bionda e disse:

«Sei tanto arrabbiata?» chiese, come per voler ricordare la volta che lei lo chiese a lui.

«Un pochino…»

«Mettiamola così: adesso siamo pari!» disse baciandola.

«Ok… Via ora vado o mi daranno per dispersa! Ci sentiamo!» disse la ragazza voltandogli le spalle.

DJ l’afferrò per il polso costringendola a voltarsi nuovamente e la serrò nel suo abbraccio.

«Non sono arrabbiata!» cercò di convincerlo Temp.

«Ti amo» disse il moro guardandola negli occhi.

La bionda smise di respirare, le guance avvamparono e una lacrima scese inaspettata.

«Anche io» rispose con voce tremolante.

DJ la baciò con foga tanto che si schiantarono, senza volerlo, contro la reception ma non si accorsero di niente, e furono costretti a interrompersi quando qualcuno, dopo essersi schiarito la voce, disse:

«Non mi pare il luogo più adatto per questo genere di cose.»

‘Stupida vecchia!’ pensò acidamente Temp ‘Rovinare il momento più bello della mia vita per dire questa cazzata!’

«Ci scusi tanto,» disse DJ «ma noi giovani non riusciamo proprio a contenerci!»

La donna gli tirò un’occhiataccia e se si allontanò, voltandosi di tanto in tanto per vedere se il tipo se ne fosse andato.

«Arrivederci!» urlò il chitarrista rivolgendosi alla donna che stava svoltando l’angolo. La campanella suonò «Ci sentiamo!» disse a Temp con tanto di occhiolino.

«Non posso… ho musica!»

«Interessante… se mi vedi comparire come professore di musica sappi che l’altro è sempre vivo, l’ho solo rinchiuso nello sgabuzzino!»

 

 

 

Quel pomeriggio a Chicago…

 

Izzy era andato a prendere Penny all’aeroporto, da bravo chitarrista tassista quale era, per poi accompagnarla all’ospedale, dove la futura dottoressa aveva appuntamento per portare dei documenti relativi alla sua futura e prossima assunzione. Stradlin, come tutti gli uomini, era rimasto in macchina ad aspettare e, per ammazzare il tempo, fumava una sigaretta dietro l’altra. Quando Penny fece ritorno l’uomo si sentì riavere: stava morendo di noia e in linea genereale stava fumando un po’ troppo.

«Scusami, ti ho fatto aspettare un bel po’…» esordì lei.

«Ho ammazzato il tempo come meglio potevo» rispose Izzy spengendo l’ultima sigaretta e salendo in auto.

Una volta arrivati a casa del chitarrista, Penny iniziò ad essere nervosa.

«Non avrei voluto scomodarti così tanto!»

«Se vuoi farti una doccia il bagno è in fondo a destra, abbiamo un’ora prima di andare a cena.»

Non era certo la risposta che Penny si aspettava, dubitò perfino che l’avesse sentita ma non disse altro e si rinchiuse nel bagno. Fece velocemente, si sistemò come meglio poteva e raggiunse il moro che era spaparacchiato sul divano a guardare la tv con il cane addormentato sulle gambe.

«Già fatto?» chiese stupito. Lei fece cenno di sì con la testa e si accomodò accanto a lui. «Il tuo fidanzato super geloso sa che sei qui?» domandò.

«Sa che sono a Chicago, ma non che sono qui da te, e comunque mi sono lasciata…»

Izzy non rispose, cosa che dopotutto rientrava nella normalità, e i due rimasero a guardare la tv per un altro po’. Infine andarono al ristorante.

«Non avresti dovuto prenotare, avrei cucinato io!»

«Vuoi continuare a elencare le cose che non avrei dovuto fare?» chiese divertito.

«Se sarà necessario per farmi sentire meglio sì.»

Il ristorante aveva una vista spettacolare che dava sul lago illuminato. Il panorama era talmente bello che Penny aveva intenzione di fare una passeggiata dopo cena per fare anche qualche foto.

«È proprio bello... con tutte queste luci!» disse la ragazza.

«Sì, molto romantico.» disse il moro accorciando le distanze. Penny sentiva qualcosa agitarsi nello stomaco, ma era sicura che non fosse il pasto che aveva appena consumato. Inoltre iniziò a pensare che essere seduti vicino e non uno di fronte all’altro non fosse stata un’idea geniale «Quando ti laurei?» chiese l’uomo.

«Tra una settimana esatta.»

«Nervosa?»

«In questo momento sì, ma non credo dipenda dalla laurea…»

Il chitarrista la guardò negli occhi.

«E da cosa?»

«Indovina…»

Izzy finalmente si decise e la baciò. La situazione degenerò forse anche troppo in fretta, o almeno questo è ciò che sicuramente accadde nei pantaloni di Stradlin, che chiese:

«Andiamo a casa?»

Penny rise e poi rispose:

«Volevo prendere il caffè, l’ammazzacaffè, tanto paghi tu, e volevo anche fare una passeggiata sulle sponde del lago… puoi andare in bagno!»

«Sarebbe sospetto se sparissimo tutti e due quando dobbiamo pagare il conto.»

«E va bene, se proprio non riesci a resistere!» disse la mora con aria suadente e gli fece l’occhiolino.

 

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Capitolo 18
*** Tutto è bene quel che finisce bene ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo diciottesimo
Tutto è bene quel che finisce bene


Ormai non ci sperava più nessuno e invece eccoci qua, tutti riuniti per festeggiare la laurea di Penny! Con tutti intendiamo proprio tutti quindi i genitori della ragazza, la sorella, i nonni, gli zii, i cugini, Izzy e DJ. Gli ultimi due erano decisamente fuori luogo ma erano andati ugualmente, il primo per rendere felice la futura dottoressa, l'altro per vedere Temp. Si erano presentati insieme per farsi un po' di sostegno morale a vicenda e stavano salendo l'ultimo gradino delle scale quando la madre chiese a Penny:

«Chi sono quei due? Uno mi sembra di conoscerlo... Mio Dio! Non sarà mica...?»

Non attese nemmeno una risposta e corse in direzione del padre che parlava con suo fratello.

«Non credevo sareste venuti per davvero!» disse Penny avvicinandosi.

«Non siamo venuti per te, Izzy ha deciso di iscriversi all'università!» disse DJ.

«No.» rispose l'altro.

«Dove è Temp?» chiese il più giovane.

«In bagno...» disse Penny indicando una porta.

«Vado!»

«Ma è il bagno delle donne!»

Troppo tardi, DJ era già entrato. Subito dal bagno uscirono una masnada di ragazze e vecchie che si lamentavano della presenza del chitarrista apostrofandolo nel peggiore dei modi.

«Come va?» chiese Izzy.

«Per ora abbastanza bene...»

«Buongiorno!» esordì Lauren interrompendo la conversazione «Noi siamo i genitori di Penny... molto piacere!»

«Izzy, piacere.» fu l'unica cosa che rispose il chitarrista.

«Dove è il suo amico?»

«Buongiorno a tutti!» si introdusse DJ «Come state? Siamo nervosetti eh?» chiese, nel tentativo di rompere il ghiaccio. Il problema era che l’unica cosa che stava rompendo erano le scatole di Lauren.

La donna lo guardò dall'alto in basso e poi domandò:

«Che cosa ci fa lei qui?»

«Sono venuto a vedere la performance di Penny Live @ the University, ovviamente!»

«Non è il benven...»

«Ci teneva tanto a venire!» intervenne Penny.

«Vado a fumare.» disse Izzy a Penny intuendo la brutta parata.

«Andiamo insieme!» propose Jack, il padre delle ragazze.

Lauren lanciò uno sguardo assassino al marito che si stava schierando con il nemico e poi rivolta a DJ chiese:

«Lei non va?»

«Non fumo... se per lei va bene possiamo darci del tu!»

«Prenderò in considerazione la sua richiesta... Tommy non viene?» chiese poi alla figlia maggiore, che impallidì, sperando che Stradlin non l’avesse sentita.

«No, aveva tanto da fare...»

«Fagli sapere come procede, ci teneva tanto!» disse la madre allontanandosi «Ah, Penny ricordati che parte dei tuoi parenti sono venuti da Seattle, stai un po' anche con loro!»

«Sì, mamma!» disse ad alta voce «Prepariamoci al peggio ragazzi, quella donna è matta!» riprese poi con un soffio di voce.

«Per Natale le regalerò qualcosa dell'Ashba Swag!»

«Non mi pare il caso DJ...» disse Temp «Non sai nemmeno se sei vivo per Natale se continui di questo passo!»

Il gruppetto di amici e parenti si accomodò e aspettò pazientemente il turno di Penny: ormai era questione di poco. Se Temp e i genitori erano in prima fila per fare le foto, Izzy e DJ, tanto per non farsi notare, si erano sistemati in fondo come pecore nere. Di tanto in tanto arrivavano palline alla bionda ma in linea generale filò tutto liscio come l'olio.

«Penelope Grant.» chiamò una donna e così la nostra Penny ottenne la sua laurea in medicina.

Dopo che Penny fu proclamata dottoressa scoppiò il putiferio: tutti si avvicinavano a consegnare fiori, regali e per fare le foto. Penny aveva una faccia molto derp quasi in tutte, non s'è capito se dipendesse dal fatto che frequentasse Izzy, perché non si aspettasse le foto o se fosse stata accecata dal flash. Riuscirono ad allontanarsi dall'edificio per andare al ristorante a festeggiare circa mezz'ora dopo.

«Venite anche voi ragazzi? Non credo faranno storie per due posti in più!» disse Jack.

«Jack, ma sei impazzito?!» chiese sotto voce Lauren «Lui è il nostro nemico numero uno, te le ricordi o no le foto di Halloween?»

«Oh, suvvia, sono molto simpatici tutti e due!» tentò di giustificarsi.

«Non mi interessa, quello ha quarant'anni e se la fa con nostra figlia che è ancora minorenne e l'altro non ti rivolge la parola manco se stesse per morire e tra parentesi sembra che abbia già un piede nella fossa!»

Nonostante il disaccordo della donna, anche i due chitarristi si aggiunsero ai festeggiamenti, ma vennero messi molto lontani da lei.

«Jack, lo vedi? Oltre ai piercing poco consoni ad una situazione come questa è pieno di tatuaggi! E conoscendo l'individuo, mi immagino come siano...»

«Non è mica detto che se uno ha i tatuaggi è un tipo poco raccomandabile! Certo non mi dimentico cosa è successo, ma se provi a conoscerlo scoprirai che è un tipo simpatico!»

«L'apparenza inganna...» borbottò la donna «Santi numi Jack, guarda lì!» disse puntando il dito su Penny che si stava baciando castamente con Izzy.

L'uomo alzò gli occhi al cielo, non c'era più niente da fare con sua moglie.

«Sì, lo so, si sono baciati anche all'università, guarda ho anche una foto!» disse prendendo la macchina fotografica con soddisfazione.

«E io dov'ero?!»

«Stavi distribuendo le bomboniere...»

«Oddio, quello potrebbe essere più vecchio di me! Jack, stiamo parlando di cose serie qui: la situazione ci sta sfuggendo di mano!»

«La situazione ci è sfuggita di mano molto tempo fa, e più glielo vieti e più loro faranno cosa vogliono... Fattene una ragione...»

Lauren si rassegnò. Era inutile parlare con lui: si era schierato con il nemico! Non le rimase altro che ritornare a mangiare quello che era rimasto nel suo piatto escogitando un piano di riserva.

Dopo ore trascorse a mangiare e a chiacchierare era arrivato il momento di salutarsi.

«Ragazzi, che fate per Natale?» chiese Jack.

«Beh... io vado da mia madre...» disse DJ.

«Anche io sto con i miei.» rispose Izzy.

«Bene, allora ci vedremo in un'altra occasione!» disse Lauren.

«Speriamo!» rispose il padre.

‘Di no!’ pensò Lauren.

 

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Ciao a tutti!

Finalmente sono iniziate le vacanze di Natale quindi vi bombarderò di capitoli!!!!!!

Volevo chiedere una cosuccia se qualcuno sta leggendo: al link qui di sotto si può votare per aggiungere i personaggi della vecchia formazione alle presentazioni delle fanfiction. Per votare bisogna essere registrati e aver lasciato almeno una recensione in GNR, comunque confido nella vostra buona volontà!

http://www.efpfanfic.net/richieste.php?catid=759

Grazie e buone feste! Aggiornerò anche domani sera per la parentesi natalizia!

 

_Havoc_

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Capitolo 19
*** Buon Natale! ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo diciannovesimo
Buon Natale!


Era la vigilia di Natale e, come dice il detto, Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi, quindi le ragazze erano a casa. Come la loro famiglia era solita fare, erano stati invitati i nonni e, aspettando tutti insieme la mezzanotte per scartare i regali, avevano preparato il cenone.

Durante il pasto però la mamma della mamma toccò un argomento tabù:

«Ma chi erano quei ragazzi che sono venuti alla tua laurea vestiti in modo strano?»

«'Amici' delle tue nipoti... Visto che gente frequentano?» rispose Lauren con disprezzo.

«Però erano carini! Insomma, erano vestiti in modo inappropriato ma erano carini di viso!»

«Perché, gliel'hai visto? Fra tutti e due tra cappelli, papaline, tatuaggi e capelli unti spiaccicati sul viso non so chi ho visto peggio...»

«Parlavi male anche di Jack prima di uscirci insieme eppure te lo sei sposato!» disse la nonna facendo l’ occhiolino all'uomo.

«Ah sì, eh? E cosa diceva?» chiese l’uomo stando al gioco.

«Che ti vestivi male, che quei capelli te li avrebbe rasati un giorno...»

«Le solite cose che gli dice ora in poche parole!» aggiunse Penny facendo ridere tutti.

«Ok, adesso basta, stiamo mangiando, evitate di parlare di loro e di rovinarmi la serata!» disse  Lauren risentita.

«Comunque se sono i vostri fidanzati, sappiate che io approvo!»

«Grazie nonna!» risposero in coro.

Per fortuna l'argomento venne deviato, altrimenti sarebbe scoppiata una rissa, ma almeno non si era parlato dei superstiti di famiglia, di chi fosse morto o delle ricette del menù.

Finirono con tranquillità e poi giocarono a bingo. Il tabellone era tenuto dal membro più vecchio ovvero il nonno che faticava perfino a leggere i numeri rendendo il gioco un vero e proprio parto.

«Quaranta!» disse il nonno.

«Gli anni si Ashba» disse Lauren.

Penny e Temp prima si guardarono preoccupate, poi scoppiarono a ridere: la madre in versione detective era divertente!

«Di chi?» chiese la nonna.

«Del tipo tatuato...»

«Non sembrerebbe!»

«Per forza: si trucca!»

Finito anche il bingo accesero la tv e aspettarono pazientemente la mezzanotte: ormai era questione di minuti! Quando il presentatore annunciò che era Natale, prima festeggiarono con un brindisi, e poi iniziarono a scartare i regali.

«Che palle! Mi sento vecchia a stare qui con loro... Avrei voluto essere con i ragazzi!» brontolò Temp mentre scartava uno dei suoi regali.

«A chi lo dici... Izzy è ancora più sfavato di noi...»

«Buon per te che puoi messaggiarci tranquillamente, io il telefono non posso farmelo vedere!»

«Quale telefono?» chiese Penny.

«Non te l'avevo detto? DJ è venuto a trovarmi a scuola e mi ha portato la merenda del Mc, un I-phone 5 e poi...»

«Mio Dio! Un I-phone 5?»

«Già... infatti mi ero arrabbiata ma poi mi ha detto che mi ama come potevo tenergli il muso?» chiese la ragazza con una faccia sognante, probabilmente stava ancora ripensando a quel momento.

«Buono a sapersi e a me quando me le vuoi dire queste news?»

«Credevo di avertele dette! E te invece? Come è andata a Chicago?»

«Tutto ok... Guarda bello questo maglione!» disse la moretta cambiando discorso.

«Certo che è bello, te l’ho fatto io! Penny non mi starai nascondendo qualcosa...» Silenzio. «Cosa è successo a Chicago?» domandò curiosa la più piccola.

«Secondo te?»

La più piccola gridò di gioia attirando l'attenzione dei genitori.

«Ti piace amore? Te l’abbiamo fatto io e papà!» le disse la madre.

«È stupendo!» disse rivolta alla madre «E insomma porcellotta? Prima con Tommy, ora con Izzy!»

«Abbassa la voce per cortesia! Scusate un attimo mi stanno chiamando!» disse Penny andando in cucina.

«Io vado in bagno, torno subito!» disse Temp dirigendosi a lunghe falcate in camera per controllare il telefono.

Dopo un quarto d'ora, venti minuti, la biondina fece ritorno borbottando:

«Quattordici chiamate senza risposta, dieci sms... e meno male che lo sa che non lo posso usare!»

Penny si limitò a sospirare.

La serata proseguì con altre partite al bingo, durante le quali Lauren dominò e, quando diventò troppo tardi per i vecchietti, andarono tutte a dormire.

 

 

 

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Capitolo 20
*** E invece NO! ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo ventesimo
E invece NO!


Temp e Penny avevano trascorso il Natale e il Natalino con i genitori ma si accingevano a trascorrere un capodanno da urlo, c’era solo un piccolo problema: se Penny e Izzy avevano intenzione di trascorrerne uno romantico a Chicago, DJ aveva proposto a Temp di andare, ovviamente, a Las Vegas.

«Che facciamo?» domandò Temp disperata.

«Io voglio andare da Izzy!» mise subito in chiaro la sorella maggiore.

«Sei molto simpatica… e io?»

«Tu starai a casa con babbo e mamma!»

«Diamine!!!» strillò la biondina «Ho deciso: vado a Las Vegas con o senza di te!»

«Ma sì, aggraviamo la situazione dell’altro!»

«Ovvia Penny, DJ non accetterà mai di fare l’ultimo dell’anno a Chicago! Te lo immagini? Un tipo come lui sulle rive del lago Michigan che guarda i fuochi d’artificio!»

«E ti pare una cosa intelligente dire a mamma e papà che andremo a Chicago mentre tu, non ho ancora capito bene in che modo, andrai a Las Vegas? Quando ci telefoneranno per farci gli auguri chi gli passo, Babbo Natale?»

«Facciamo delle registrazioni!!» propose la più piccola.

«Ci sei?! Non sono mica così stupidi e conoscendovi vi fareste immortalare e finireste nuovamente sulle prime pagine di una rivista scandalistica!»

«Ora ci connettiamo a Skype e DJ ci aiuta a trovare una soluzione!» disse Temp.

Penny alzò un sopracciglio leggermente offesa: come poteva DJ trovare una soluzione?

«Ciao!» esclamò il chitarrista.

Le ragazze sorrisero:

«Allora abbiamo un problema: Penny vuole stare con Izzy…»

«E tu starai con me, che problema c’è?» chiese DJ.

«Se mi fai finire di parlare ti spiego meglio…»

«Ah sì, scusa, va’ avanti!»

«Vogliono andare a Chicago!»

«E lascaili andare, noi andremo a Las Vegas!» disse facendole l’occhiolino.

«Sì, ma c’è un piccolo problema che hai amabilmente ignorato: Temp è minorenne e non lascerò che si sposti da sola per andare laggiù e poi, visto che ci siamo, vorrei ricordarti il motivo per cui non potete più vedervi: i fotografi. Chissà quante persone ci saranno che scatteranno foto e tu non potrai controllare tutti… e se una di queste foto dovesse finire nella prossima rivista che comprerà mamma?» disse Penny tutto d’un fiato.

«Non potete trovarle hobby migliori? Per esempio il taglio e cucito?» chiese DJ irritato.

«Non decido io gli hobby di mia madre!»

«Portiamo anche Izzy a Las Vegas e facciamola finita!»

«Ma Izzy vuole stare a Chicago!» protestò Penny.

«Non puoi provare a chiedere il permesso per andare a Las Vegas? Se poi non te lo danno ti ci porto uguale!»

«Papà potrebbe acconsentire, ma la mamma no… e poi sarebbe troppo rischioso!» sospirò Temp.

«Quindi se voglio passare il capodanno con te devo venire a Chicago?»

«Sì, se mamma ci manda…»

«Ma scusate… anche a Chicago ci sono i fotografi!»

«Non tanto quanti a Las Vegas!» ribatté Penny.

«Ho un’idea!» disse DJ.

«Sentiamola…» borbottò Penny.

«Allora… Voi due andrete a Chicago, io parto da qui e vengo a Chicago con l’aereo, poi Izzy ci presta la macchina e io e Temp andiamo a Las Vegas!»

«La vedo dura che Izzy ti presti la macchina, e comunque il problema dei fotografi rimane!»

«Ok, allora sentite se potete andare a Chicago vengo io!»

Detto questo i nostri eroi si separarono e Penny e Temp si prepararono per andare in guerra.

«Io e Temp possiamo andare a Chicago per l’ultimo dell’anno?» chiese Penny a tutti e due i genitori, una volta riuniti in salotto.

«No.» rispose la madre.

«Certo!» rispose il padre.

«O meglio, tu, Penny, puoi andare ma tua sorella no: lei è ancora in punizione!»

«Eddai ti prego mamma!» cercò di convincerla la più piccola.

«Penny è maggiorenne e dopo le feste andrà a vivere a Chicago, quindi è inutile che le vieti di andarci. A te già ho concesso di vedere quel truzzo alla laurea, una cosa del genere non si ripeterà più! Fine del discorso!»

 

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Capitolo 21
*** Chi lo fa per Capodanno, lo fa per tutto l’anno! ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo ventunesimo
Chi lo fa per Capodanno, lo fa per tutto l’anno!


 

Era l’ultimo dell’anno e, mentre tutti si preparavano per trascorrere una giornata all’insegna del divertimento, Temp era prigioniera in casa… A questo punto avrebbe preferito che le mettessero le sbarre alla finestra di camera e una palla al piede: magari sarebbe entrata meglio nel personaggio della reclusa!

Penny era andata a Chicago e i genitori avevano invitato una coppia di amici per compensare l’assenza della figlia maggiore, ma questi sfortunatamente non avevano figli e la biondina si era ritrovata a giocare con Snow che, purtroppo le ricordava il chitarrista. Già… DJ… Chissà cosa stava facendo in quel momento… Sicuramente si stava divertendo a differenza sua, dopotutto era a Las Vegas!

La madre si stava affaccendando in cucina, aiutata dall’amica, per finire di preparare la roba da mangiare mentre gli uomini stavano guardando una partita di basket. Possibile che anche l’ultimo dell’anno mandassero le repliche delle partite? Che strazio!

«A tavola!» disse la madre attirando l’attenzione di tutti.

Per farsi compagnia Temp mise su MTV, tanto gli uomini erano immersi negli schemi tattici delle varie squadre e le donne spettegolavano delle loro amiche. La sua mente vagò per mete sconosciute quando sentì una canzone che la riporto alla realtà.

Si guardò intorno allarmatissima e si accorse che era la tv: stavano mandando Sweet Child o’ Mine.

Sorrise. Sua sorella diceva sempre che quella era la sua canzone.

 

Izzy e Penny erano andati sempre al solito ristorante e, siccome erano diventati dei clienti abituali, era stata data loro una bottiglia di champagne in omaggio (in realtà era stata data a tutti i clienti per brindare all’arrivo dell’anno nuovo, ma quello era solo un dettaglio).

«Stasera vediamo di non avere fretta!»

«Il tempo non manca» rispose Izzy guardando l’orologio.

«Anche l’altra volta avevamo tempo ma qualcuno aveva certe necessità…» disse la ragazza ridendo.

«Mi farò perdonare, stasera» disse posando il cucchiaino del dolce nel piattino vuoto per darle un bacio.

«Bene! Caffè, ammazzacaffé e giratina romantica sul lago aspettando i fuochi…»

«Sì, signora.»

 

«Temp sei pronta?» chiese il padre entusiasta.

«Certo..! Non vedo l’ora..!» rispose la biondina ancora seduta sul divano a guardare MTV cercando di mettere nella risposta un po' di felicità fallendo miseramente.

«Ma cosa ci fai ancora seduta? Ti devi preparare! Usciamo a guardare i fuochi!»

«Credevo saremo rimasti in casa come i vecchi e li avremmo guardati dalla finestra!»

«Non fare l’antipatica, io ti ci avrei mandata dal tuo amico ma tua madre non voleva!»

«Di solito è l’uomo che decide… e comunque vabbé ormai è andata…» disse la bionda spengendo la tv e dirigendosi in camera.

Mancavano cinque minuti alla mezzanotte e la spiaggia era super affollata. Temp si era bardata più che poteva per non farsi riconoscere: passare l’ultimo dell’anno da sola con i genitori non era il massimo. Era iniziato il conto alla rovescia: 5, 4, 3, 2, 1:

«Buon anno!!» gridarono tutti in coro.

Quando l’amico dei genitori aprì la bottiglia di spumante super sciabordato, il getto colpì inevitabilmente Temperance che ormai se n’era fatta una ragione: quel giorno non poteva essere il migliore della sua vita! Dopo aver guardato i fuochi però riuscì a tornare a casa da sola con la scusa che aveva freddo, lasciando i genitori in giro con gli amici.

Corse velocemente a prendere il telefono, dove c’erano già diverse chiamate perse, si rinchiuse in bagno e telefonò a DJ.

«Ehi, buon anno nuovo!» gridò DJ dall’altro capo della cornetta.

«Auguri anche a te!» rispose la biondina.

«Cosa è tutto questo silenzio?» chiese il chitarrista.

«Sono a casa da sola… Più che altro chi sono tutte queste oche che urlano?!» chiese Temp nervosa.

«La solita gelosa! Stanno buttando le ragazza in piscina…Niente di che!»

«Ah…»

«Mi dispiace davvero che tu non sia potuta venire, ti saresti divertita un sacco!»

«Eh, vabbé!» rispose la biondina mogia mogia.

«Dai, ti vengo a trovare presto!»

«Va bene, divertiti e buon anno!»

«Anche a te, ti amo!»

La biondina si immerse nella vasca, dove stette fino al ritorno dei genitori circa due ore dopo: erano tornati a casa per poter chiamare in santa pace la figlia maggiore che, per via del fuso, stava festeggiando il Capodanno proprio in quel momento.

Verso le tre, dopo aver giocato a bingo e continuato a mangiare come degli sfondati, andarono a dormire, del resto avevano resistito anche troppo!

Nella casa regnava il silenzio, ma un rumore svegliò la ragazza: il telefono, sotto il suo cuscino, aveva vibrato.

‘I soliti auguri che arrivano in ritardo!’ pensò.

‘Dormi?’ chiedeva DJ.

‘Ora non più, ma prima che mi svegliassi sì!’ rispose lei.

‘Affacciati alla finestra!’

Temp si alzò tutto di botto dal letto, aprì la finestra e si affacciò, vide una figura che si spostava là sotto: era DJ.

«Cosa ci fai, tu, qui?» chiese a bassa voce.

«Sono venuto a festeggiare insieme a te!» rispose mostrando una bottiglia di spumante e due bicchieri.

«Vai alle finestre del salotto, arrivo subito!» disse la ragazze prima di sparire all’interno.

Temperance controllò che i genitori dormissero, cosa che venne confermata dal dolce russare dei due, e poi andò dal chitarrista.

«Certo che sei complicata, perché stai scavalcando la finestra quando hai una porta?»

«Perché se chiudi la porta fa casino… così almeno passo inosservata!»

«Passerai inosservata fino a che non sarò costretto a chiamare un’ambulanza perché ti sei rotta una gamba!»

«Se vuoi evitare che ciò accada potresti aiutarmi!»

Temp riuscì ad atterrare senza far rumore e senza farsi male nel pratino e saltò in collo al chitarrista.

«Mi fa tanto piacere che tu sia venuto! Ma quando sei partito?»

«Dopo che ci siamo sentiti, volevo farti una sorpresa! Dai, andiamo!» disse prendendola per mano.

«Ma dove che sono in pigiama?!»

«Ho parcheggiato la macchina qui davanti, non ti vedrà nessuno!»

«L’hai promesso eh!» disse seguendolo.

Montarono in macchina e stapparono lo spumante.

«Che propositi hai per quest’anno?» chiese il chitarrista.

«Riuscire a stare più tempo con te! E tu?»

«Farlo un po’ più spesso!» disse scoppiando a ridere mentre Temp lo rimproverava:

«Sei sempre il solito, mi pare che non ti dica mai di no!»

«Ma non è mica colpa tua! E poi c’è un rimedio…»

«Sì, eh?» chiese curiosa.

«Sì, chi lo fa per Capodanno, lo fa per tutto l’anno!» disse posando il bicchiere e saltando addosso alla ragazza.

 

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Capitolo 22
*** Piani malefici... ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo ventiduesimo
Piani malefici…


Per festeggiare l’Epifania tutta la famiglia aveva deciso di riunirsi a casa Grant (come per tutte le altre feste)… la novità è che con ‘tutta la famiglia’ stavolta intendiamo anche il nuovo membro: Izzy.

Temp e il padre erano andati a prendere la coppia all’aeroporto e ovviamente la biondina aveva architettato qualcosa di malvagio anche stavolta: per poter dare il regalo di Natale a DJ aveva chiesto anche a lui di recarsi all’aeroporto e il chitarrista, visto che non aveva nulla da fare e tanti soldi da spendere, aveva accettato.

«Certo che se è una festa in famiglia e abbiamo invitato Izzy, perché non abbiamo potuto invitare anche DJ?» chiese Temp al padre.

Quella domanda non ebbe mai una risposta.

Giunti all’aeroporto la ragazza, con la scusa di andare al bagno, lasciò il padre nella sala d’attesa degli arrivi e iniziò la sua caccia al chitarrista:

«DJ, dove sei?» chiese la ragazza al telefono.

«Sono nella stanza vip!» rispose lui come se fosse la cosa più ovvia al mondo.

«Non avevamo detto ai bagni?» chiese mentre si incamminava verso la giusta direzione.

«Sì, ma sono stato aggredito dai fan e così mi sono dovuto rifugiare qui!»

La biondina attaccò ed entrò nella stanza: c’era solo lui ed era comodamente sdraiato sul divano.

«Questi fan… uno di questi giorni ti uccideranno!» disse ironicamente Temp sedendosi accanto a lui.

«Spiritosa!» disse lui, dopo averla baciata.

«Insomma… qui c’è il tuo regalo…» esordì la ragazza, porgendo al chitarrista un pacchetto.

«E questo è il tuo regalo… Buon Natale!» rispose, baciandola.

Purtroppo per loro vennero interrotti da un annuncio all’altoparlante che recitava le seguenti parole: «Attenzione prego. Si è smarrita una ragazzina di 17 anni di nome Temperance Grant, alta un metro e sessanta circa, capelli biondi e corti, occhi azzurri. Al momento della scomparsa indossava un cappotto bianco, un paio di pantaloni chiari e scarpe da ginnastica. Chiunque la veda è pregato di segnalarlo all’ufficio informazioni.»

Come se non bastasse, l’annuncio venne ripetuto per ben due volte.

«Immagino che non avrai tempo di stare un po’ con me…» dedusse DJ, che stava ridendo a crepapelle.

«Che figura…» borbottò Temp «No, te l’avevo detto che non saremmo potuti stare tanto tempo insieme…»

«Ok… ci si sente!»

I due si salutarono con un bacio super appassionato e poi la biondina se ne andò per prima: se fossero usciti insieme qualcuno avrebbe potuto vederli.

«Finalmente!» esclamò il padre vedendo Temp.

«Scusatemi! C’era la fila, ovviamente, e per fare prima sono andata ai bagni più lontani ma c’era la fila pure lì, e poi non riuscivo a trovare l’uscita…»

«La prossima volta faremo in modo che qualcuno ti accompagni!» scherzò la sorella.

Arrivarono a casa, mangiarono e, dopo aver giocato a bingo svariate volte, Penny e Izzy decisero di fare una passeggiata. Temp si mise a guardare Harry Potter e il suo pomeriggio passò lento come molti altri.

La coppia, in realtà, aveva appuntamento a casa di DJ per organizzare la festa di compleanno di Temperance.

Penny era seduta sul divano, accanto a lei c’era Izzy che faceva zapping e DJ faceva in sù e in giù per la stanza.

«Allora…» iniziò il chitarrista «Avevo pensato ad una festa a Las Vegas…»

«Strano… a te non piacciono le feste a Las Vegas!» lo interruppe Penny.

«Però poi ho pensato che Las Vegas è troppo lontana, capirebbe subito dove la state portando!»

«Che deduzione brillante Sherlock, quindi?»

«E quindi se noi non possiamo andare a Las Vegas, sarà Las Vegas a venire da noi!»

Izzy smise per un secondo di fare zapping spostando lo sguardo prima sul chitarrista, poi sulla donna accanto a lui che ricambiò l’occhiata molto preoccupata.

«Che cosa intendi di preciso?» chiese la mora.

«C’è un locale piuttosto carino non lontano da qui: c’è un bar, un palco piuttosto grande, una piscina e tante altre cose… Pensavo di prenotarlo per la serata: organizzaremo un concerto dei GNR, Izzy sarà il nostro special guest, ci saranno tutti i nostri amici e poi, alla fine del concerto, qualcuno le porterà la torta da cui uscirò io sul palco!»

«Nudo o vestito?» chiese Izzy con un mezzo sorriso.

«Nudo ovviamente!»

«Senti, per me potrebbe anche andare bene, ma non voglio scene di nudo… quindi nessuno uscirà da quella torta!» disse Penny.

«Dai, ma sei cattiva!» protestò il chitarrista più giovane.

«Bene, allora decideremo con le votazioni: quanti in questa stanza hanno intenzione di vedere DJ Ashba che esce nudo dalla torta?»

DJ fu l’unico ad alzare la mano.

«Molto bene, andiamo avanti… Chi prenota il locale?» chiese la mora.

«Lo prenotiamo subito, ho qui il numero!» rispose DJ.

«Ok, però prima dovremmo sapere se i GNR sono disposti ad esibirsi!»

«Ho già parlato con il gruppo e per loro va bene!»

«Ah, beh, allora prenotiamo pure!» disse Penny prendendo il telefono per chiamare la pasticceria mentre DJ prenotava il locale. Izzy era l’unico che non stava facendo nulla se non guardare in tv la realizzazione di una torta al cioccolato oltre il calorico.

«Bene, il locale è prenotato per tutto il giorno!»

«E io ho ordinato la torta in pasticceria! Mancano solo gli invitati!» esclamò Penny.

«A quelli ci penso io!»

«Senza offesa ma non mi fido…» disse Penny.

«Ovvia, ci saranno le famiglie dei ragazzi del gruppo, Kari e Klint e poi qualcuno dei miei amici…»

«Ma i suoi amici no?» domandò Izzy.

«Sono tutte minorenni, poi mi arrestano per davvero!»

«Va bene… mi fiderò di te… ricordati soltanto di non invitare tante ragazze: Temp è estremamente gelosa!»

«Sì, tranquilla lo so bene…»

«Abbiamo finito?» chiese Izzy. Parlava al plurale, ma in realtà lui non aveva fatto niente.

«A quanto pare sì…» rispose Penny mentre si metteva il giacchetto.

«Se mi dovesse venire in mente altro ti chiamo!» disse DJ mentre accompagnava la coppia alla porta.

«D’accordo… mi raccomando gli invitati, DJ…»

«Stai tranquilla, ora uscite, fate le vostre cose e non preoccupatevi più di nulla: ho tutto sotto controllo!»

«Speriamo…» mormorò Penny una volta che il chitarrista chiuse la porta.

 

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Buongiorno a tutti!

Volevo annunciarvi che questo è il penultimo capitolo!

Buona fine feste a tutti!

 

_Havoc_

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Capitolo 23
*** La fine è un nuovo inizio ***



THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo ventitreesimo
La fine è un nuovo inizio


Era sabato 12 gennaio e questo voleva dire, oltre che Temp non doveva andare a scuola, che era il suo compleanno: finalmente diciottenne! Appena si svegliò, scartò i regali: fiori, bracciali, collane, orecchini, vestiti... le solite cose insomma! La mattina andò dal parrrucchiere per farsi scorciare un pochino i capelli ma una volta uscita di lì ci mancò poco che avesse una crisi di pianto:

«Sembro pelata!» disse una volta entrata in casa ed essersi esaminata nello specchio del corridoio.

«Ma cosa dici? Per me stai bene!» cercò di consolarla la madre, appena sbucata dal salotto.

«Ma lo vedi quanto sono corti?» strillò la biondina.

«Te li avrà scorciati al massimo di uno-due centimetri!» rispose Penny, accorsa dai piani alti e seguita da un silenzioso Izzy.

«Ma io mi sento pelata uguale, mi sa che mi metterò la papalina finché non cresceranno di nuovo!»

«Prova a piastrarli dell'altro, magari sembreranno più lunghi!» propose il padre.

«Ottima idea, in effetti non sono stati piastrati molto bene!» disse la ragazza correndo verso la camera e piastrandosi nuovamente i capelli.

«Fai presto che tra poco arrivano tutti!» le ricordò la madre dal piano di sotto.

Infatti il piano per quel giorno era il seguente: a pranzo Temperance avrebbe festeggiato insieme ai parenti e a cena sarebbe andata fuori con Penny e Izzy... una botta di vita, insomma!

Arrivati anche gli altri parenti, dopo aver scartato altri regali ed essersi riempita il portafoglio con i soldi che aveva ricevuto, pranzarono tutti insieme. Erano ancora seduti a tavola quando suonò il campanello.

«Un orario un po' insolito per le visite...» commentò la madre.

Mandarono Temp ad aprire, tanto sicuramente volevano lei, e infatti era il fioraio che consegnò un enorme mazzo di fiori. Quando rientrò, Penny domandò:

«Chi te li ha fatti? Sono stupendi!»

«DJ...»

«Almeno per i fiori ha buon gusto...» commentò la madre mettendoli in un vaso.

«E nel biglietto che c'era scritto?» domandò la nonna.

«Che mi augura buon compleanno!»

«Come no...» borbottò la sorella.

«Non ti ci mettere anche tu per cortesia!» mormorò la più piccola.

«E nella scatola cosa c'è?» domandò la madre.

«Un vestito... Ma questo è sobrio, non guardarmi male!»

I nonni, poco dopo pranzo, ritornarono a casa per poter fare il pisolino pomeridiano mentre Penny, Izzy e Temp guardavano il film Another Cinderella Story…

Improvvisamente il chitarrista si alzò, guardò le foto sul camino e si mise a ridere.

«Che hai da ridere?» chiese Penny avviciandosi.

Izzy indisò le foto incriminate e la ragazza strillò:

«Mamma?! Non hai ancora tolto queste foto?»

«Quali foto?» chiese la donna correndo in salotto.

«Queste!» la più grande delle due sorelle indicò le foto con Tommy Stinson ancora appese alla parete.

«Ah, mi ero dimenticata di toglierle...» rispose la madre con nostalgia «Comunque, stai molto bene vestito così!» disse rivolta ad Izzy che indossava una camicia azzurra e dei pantaloni neri.

La figlia fulminò la donna con lo sguardo e, mentre Izzy se la rideva sotto i baffi, la coppia ritornò a guardare il film. Finito il film, e dopo aver preso il caffé con i genitori, Penny, Izzy e Temp decisero di uscire a fare una passeggiata. Camminarono prima tra i negozi in centro e poi sulla spiaggia deserta.

«Ragazzi si è fatto tardi! Io vado a prendere la macchina, voi rimanete qui!» esclamò Penny.

«Ci vado io, tu rimani qui.» disse Izzy aprendo la mano come per chiedere le chiavi.

«La macchina è mia.» replicò lei, incenerendolo con lo sguardo «Sarò veloce, non preoccupatevi!» disse andandosene.

Temp e Izzy si guardarono.

«Trovi che siano troppo corti?» chiese lei toccandosi i capelli.

«No.» rispose Izzy, accendendosi una sigaretta.

«Dite tutti così... eppure io non sono convinta.» disse sedendosi sul muretto accanto al chitarrista  e togliendosi i tacchi.

Izzy non era abituato ad ascoltare, né tantomeno a consolare una neo-diciottenne con le sue 'problematiche', così decise di rimanere in silenzio.

«Non essere triste...» disse Temp battendo delle pacche sulla sua spalla «Nessuno c'è mai riuscito».

«A fare cosa?» chiese l'uomo convinto che la ragazza stesse impazzendo a causa dei suoi capelli.

«A dividere Penny dalla sua auto...»

L'uomo sorrise ma non si capì se era per ciò che aveva detto la ragazza o perché intravide da lontano la macchina di Penny andare a tutto gas per poi inchiodare davanti a loro.

Temp salì e si accomodò sui sedili posteriori, lasciando che fosse Izzy a stare davanti, poi partirono.

Stavano facendo una strada del tutto ignota a Temp e questo aumentò la curiosità, dove era il ristorante très chic di cui parlava Izzy? Era più o meno sicura che ad aspettarli ci fosse anche DJ  altrimenti perché l'aveva fatta vestire elegante? Probabilmente era un ristorante super riservato e irraggiungibile in modo che i fotografi non potessero paparazzarli. La macchina si fermò di colpo e Temp iniziò a guardarsi intorno: era un grande edificio e il parcheggio era pieno zeppo di macchine di ricconi.

«Siamo arrivati!» esclamò Penny scendendo.

«Non potevi prendere la macchina di babbo per venire qui?» chiese la più piccola.

«Perché? La mia macchina non ha nulla in meno delle altre!»

Temp guardò la macchina rossa fuoco parcheggiata accanto alla loro: non era poi così d'accordo.

Entrò nella stanza piena zeppa di gente che ballava e beveva, sulla destra c'era un grande palco mentre sulla sinistra un bar super affollato, dalla folla riconobbe DJ farsi avanti.

«Buon compleanno!» gridò il chitarrista abbracciandola.

«Grazie!».

«Ma come siamo belle, ci siamo anche tagliate i capelli!»

Temp stava per rincominciare con la sua solita lagna ma per fortuna sopraggiunsero Kari, Klint e... Tommy Stinson.

«Perché diavolo l'hai invitato?» chiese Penny a DJ mentre Tommy parlava con la festeggiata.

«Lui è nel gruppo e oggi suoniamo... Non potevo mandarlo via!» si giustificò il chitarrista.

«Izzy Stadlin, il nostro special guest!» disse Axl, sopraggiungendo dal nulla, abbracciando l'amico e portandolo via con sé.

«Bene, tra poco iniziamo! A dopo!» disse DJ, baciando la biondina e sparendo tra la folla.

«Se mi avessero detto che c'era un concerto avrei evitato di mettermi i tacchi!» protestò Temp.

«Se avessi saputo che c'era Tommy, avrei boicottato la festa...»

Penny e Temp andarono nel backstage dove per più di tre ore ballarono e cantarono, poi DJ prese il microfono.

«Prepariamoci alla stronzata dell'anno!» disse Penny all'orecchio della sorella. Tutti gli altri lo guardavano curiosi, e anche un po’ perplessi.

«Buonasera a tutti! Siete stati tutti invitati a questa festa esclusiva per celebrare l’anniversario della nascita di una delle persone più importanti della mia vita… e vorrei che questa persona adesso mi raggiungesse sul palco! Temp?!»

Temperance si guardò intorno come per valutare quante persone la stessero osservando e, con l'aiuto di una clamorosa spinta della sorella raggiunse il chitarrista. Partirono gli applausi che probabilmente avrebbero dovuto incoraggiare la ragazza ma che, in realtà, ebbero l'effetto contrario. Le luci si spensero e Axl iniziò a cantare Happy Birthday: fu immediatamente seguito da tutta la folla e Penny, con una certa non chalance, fece a sua volta ingresso sul palco portando una torta a bordo di un carrellino. Finita la canzone Temp spense le candeline e DJ parlò di nuovo:

«Beh, io avrei un'altra richiesta da farti...» disse guardandola negli occhi e baciandola.

Il panico prese il sopravvento ma cercò di stare calma e chiese curiosa:

«Cosa?»

Il chitarrista si spogliò della sua chitarra e la affidò ad Izzy, che in quel momento era l’uomo più felice del mondo, con Penny e due chitarre. Si inginocchiò e mostrò una piccola scatoletta, poi la aprì, mostrando un bellissimo anello.

«Mi vuoi sposare?»

 

 

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Salve a tutti!

Come già avevo detto questo è l’ultimo capitolo della storia, ma ho una novità: io e Snafu abbiamo deciso all’unanimità (anche perché siamo in due) di scrivere un seguito a questa fan fiction. Spero che ne sarete entusiasti! Lo troverete sempre sul mio account non appena lei avrà letto l’ultimo capitolo e ci saremo messe d’accordo su come continuare.

Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto, in particolare LA _Gibson_ che ha anche recensito.

Saluti a tutti,

_Havoc_

 

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