Comunque Pirati

di Vulcanino
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La ciuma dei dementi ***
Capitolo 2: *** Un temibile pirata ***
Capitolo 3: *** Giornata pesante ***
Capitolo 4: *** Le regole del gioco ***
Capitolo 5: *** Ma anche no ***



Capitolo 1
*** La ciuma dei dementi ***


Ricchezza, Fama e Potere. C'è stato un uomo che ha ottenuto tutto questo: Gold Roger, il Re dei Pirati. Il mito del tesoro che avrebbe lasciato ai posteri ha spinto molti a salpare.

"Il mio tesoro? Prendelo pure se volete, cercatelo! E' un grandissimo tesoro, chissà se qualcuno di voi ce la farà!

Il bottino di Gold Roger è il sogno di chiunque si avventuri per mare, tutti sono ansiosi di ritrovarlo. Quindi si parte per il grande viaggio, la caccia al tesoro ha inizio!

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Capitolo 1 - La ciurma dei dementi

Narrato da Sanji

L'odore di mare che permea ogni centimetro cubo di questa caravella, lo sciabordìo delle onde sullo scafo, il riverbero sugli oblò del sole al tramonto... adoro tutto questo.
Ma tutto ciò l'avevo anche quando ero cuoco al Baratie, il migliore ristorante galleggiante del mare Orientale e molto probabilmente del mondo, prima di tutto perchè ci lavoravo io, e poi perchè quasi sicuramente era l'unico, dato che tutti gli altri esercizi di quel genere erano falliti dopo poco tempo.
Allora perchè mi trovo a cucinare sulla Going Merry, oltrettutto per una ciurma che non saprebbe distinguere la salsa rosa da uno yogurt?
Devo trovare il Cuore dei Mari... il leggendario quinto mare dove si dice confluiscano le acque del mare Orientale, Occidentale, Settentrionale e Meridionale, e dove sia possibile trovare ogni tipo di pesce... il sogno di ogni Cuoco del mare, il mio sogno, la mia...
-Allora Sanji, è pronto il pranzoooo?!?- Rufy irruppe in cucina spalancando la porta e interrompendo i miei pensieri.
-Un attimo... la preparazione di un branzino alla crema di asparagi non è semplice... occorre pazienza e abilità... -
-Allora Sanjiiii!!-
Alle volte mi chiedo a cosa serva specare fiato col Capitano... vi rendete conto? Quello è il Capitano!
Monkey D. Rufy è un ragazzino di 18 anni, indossa un cappello di paglia regalatogli da chissà quale pirata dalla malora, e da piccolo ha ingerito un frutto del diavolo che l'ha reso una specie di pupazzo di gomma allungabile, ma che da quel momento gli impedisce di nuotare... secondo me non è stato un grande affare, anche se mi è parso di capire dai suoi discorsi sconclusionati che non l'abbia mangiato apposta... e questa non è certo una attenuante per un gesto tanto sconsiderato. Anzi!
Ripresi a spignattare ai fornelli cercando di ignorare Rufy e Usop, vedetta e addetto al cannone, che era comparso alle sue spalle cominciando a starnazzare che aveva fame e non so che diavolo altro. Cominciai a disporre la pietanza sui piatti, e mentre lo facevo riuscivo a distinguere chiaramente il russare di Zoro, che dormiva sdraiato sul ponte.
Spinsi da un lato i due invasati, chiusi dietro di me la porta con un colpo di tacco e portai il cibo in tavola.
Finalmente alzai lo sguardo verso la delicata figura seduta al tavolo... i lucidi capelli rossi si sollevavano appena alla brezza marina, gli occhi castani risplendevano di riflessi iridescenti mentre fissava il sole sparire all'orizzonte, il suo profumo mi inebriava... ah... Nami!!
Mi aggiustai la cravatta e mi portai alle sue spalle, per poi riempirle il calice che aveva di fronte di vino rosso. I suoi occhi parvero illuminarsi ancora di più per un momento, quindi si girò e mi ringraziò.
-Grazie Sanji...-
Qualcosa la distreva... quanti pensieri passavano per quella graziosa testolina, quante ne aveva passate... ma ora c'ero io.
-Ma figurati mon cheri... -
Il rumore di un piatto rotto ruppe l'incanto e osservai i due idioti accapigliarsi per una porzione di pesce... queste cose mi hanno sempre fatto andare in bestia. Non si fa casino durante i pasti!
-Cos'è tutta sta confusione?... Sanji, invece di fare il cascamorto servi in tavola...- La voce ancora impastata dal sonno di Zoro fu la goccia che fece traboccare il vaso. Soprattutto perchè avevo già preparato tutto, ma nel suo stato di semi-sonnambulismo non poteva certo capirlo... bah.
-Ehi razza di tanghero, serviti da solo, non sono il tuo schiavo!
-Già, dimenticavo, ti fai usare come zerbino da Nami ma non sei lo schiavo di nessuno!-
-Ora te la do io la sveglia!-
Diressi contro di lui senza preavviso un pesante calcio verso lo stomaco, ma riuscii a vederlo con la coda dell'occhio schivare e portare la mano sinistra verso uno dei tre foderi che portava appesi al fianco destro.
Il parapiglia continuò per qualche minuto... il capitano e la vedetta continuavano a rotolarsi per terra prendendosi a morsi come cani idrofobi, io e Zoro a scambiarci colpi su colpi e Nami seduta tranquillamente a sorseggiare il vino consultando la cartina della zona, incurante della confusione e del pesce sparso per tutto il ponte... come amo la sua calma! Namiammòreeee!!
Dopotutto siamo pirati, e questo è il nostro passatempo ufficiale... una ciurma di 5 persone. Poche? Dipende dai punti di vista... a me basterebbe solo Nami.
Di Rufy, il... bah... Capitano... ho già detto. Tipo strano, ma in fondo ha salvato la pelle a noi tutti almeno un paio di volte, merita rispetto, ma chiamarlo Capitano... non ce la farò mai. Idiota suona meglio.
Usop ha 17 anni... raccontaballe come pochi, personaggio dalle mille risorse dotato di una mira fenomenale e di una vista acutissima. Il trucco sta nel fatto che usa il suo lunghissimo naso come mirino, o almeno così credo io. Metterlo di vedetta e come cannoniere era una scelta obbligata.
Zoro, 19 anni, ottimo spadaccino e combattente valoroso, bisogna ammetterlo, ma non esiterebbe a fare a fette una donna, cosa che non mi è mai andata giù. Sulla nave, diciamolo pure, è un peso morto, è capace di dormire anche durante una tempesta, mentre tutti corrono come tarantolati su e giù per le sartìe ad ammainare le vele. E lui lì a russare, con le sue tre spade al fianco.
E poi... lei. La Navigatrice, la Cartografa, la dea del focolare, il sogno di una notte di mezza estate... Nami. Bellissima, bravissima, intelligentissima. La adoro!

Era mattina, e la Reverse Mountain, che da quel che avevo capito era il punto di partenza per entrare nella Rotta Maggiore, distava solo qualche giorno di navigazione.
Rufy e, ovviamente, Zoro stavano ancora dormendo mentre preparavo il caffè. Ad un tratto sentii la voce di Usop.
-Terraaaaaaaaaaaaaaaaaaa!-
Mi pulii le mani su uno strofinaccio e mi diressi verso la tolda. Un'isola... eravamo già sulla Rotta Maggiore? Alle mie spalle apparve Nami... (oh... Nami!) affascinante come sempre.
-Secondo le mie carte quella è l'isola di Scabb... Sanji, và a svegliare Rufy, deve decidere il Capitano se è il caso di fermarsi a fare rifornimento, anche se è una pura formalità.-
-Certo Amore!- Corsi nel dormitorio dei maschi e scrollai Rufy per le spalle. Zoro era profondamente addormentato su un'amaca, e il capitano era sbracato per terra... probabilmente era caduto. Appena aperti gli occhi aveva già l'espressione stupida di sempre.
Mentre si puliva la bavetta col dorso della mano e si strofinava le palpebre gli spiegai la situazione. La risposta ovviamente fu:
-Sììììì, fermiamoci! Voglio fare rifornimento di carne!- e corse a chiedere a Nami di che isola si trattasse per la precisione. Lo seguii con calma, per avere il tempo di accendermi una sigaretta. Quando arrivai sul ponte la mia ragione di vita stava già parlando.
-...Rufy, questa è l'ultima isola prima della Reverse Mountain, quindi se vuoi riempire la stiva è meglio fermarci, ma considerando che abbiamo ancora un sacco di roba forse è meglio lasciar perdere... ho poche informazioni su questo posto, ti so solo dire che su di essa c'è solo un piccolo villaggio di nome Woodtick, e che viene evitata accuratamente perfino dai Marine, ma non si ha notizia di una occupazione come quella di Arlong... sulla mia isola...-
La sua dolce voce si interruppe per un attimo al nome dell'uomo pesce, come per ingoiare un rospo. Nel frattempo Usop era sceso dall'albero maestro.
-...semplicemente viene ignorata, come se non esistesse. Che ne pensi?- Domanda retorica. Fiato Specato. "Pensare" e "Rufy" erano concetti che non potevano stare insieme in una frase di senso compiuto.
-Andiamo!-
Nami sospirò, Usop sorrideva come un ebete e io me ne tornai in cucina. Il caffè stava per uscire dal bricco.

Un'amena spiaggetta si era presentata ai nostri occhi. La frizzante aria del mattino e i versi dei gabbiani accompagnavano le operazioni di attracco, mentre ci preparavamo a toccare la terraferma.
Rufy era sceso per primo e si stava sgranchendo le braccia. Lo raggiunsi, ma poi notai qualcosa di più interessante; a poca distanza da noi c'era una piccola costruzione e il cartello piantato sull'arenile diceva "Wurstel al Vapore, 10 metri".
Al mio occhio esperto appariva ovvio che la casupola era abbandonata e che soprattutto al suo interno avrebbero trovato posto al massimo un paio di fornelli del gas e poco altro, ma la paglietta di sentì il dovere di ricordare a tutti la sua presenza.
-Ehi Sanji! Andiamo a fare colazione!-
Tirai l'ultima boccata dalla sigaretta.
-Senti forse odore di wurstel cotti?... e poi guarda, quella catapecchia cade a pezzi, è ovvio che non c'è nessuno. Faremmo meglio ad andare subito al villaggio.-
Buttai la sigaretta per terra e la calpestai. Nel frattempo tutti erano scesi dalla nave.
Mentre mi dirigevo verso i resti di un falò, Usop, con gli occhi sbarrati dal terrore, indicò il fogliame che si estendeva verso l'unico sentiero visibile e che probabilmente portava a Woodtick. Forse aveva sentito un fruscìo di qualche animaletto, non si poteva mai dire con lui; di certo la sua preoccupazione non coincideva con la mia, dato che spesso la vedetta si comportava come se avesse paura anche della propria ombra.
Di lì a poco infatti spuntò dal sentiero un ragazzo che sembrava avere la nostra stessa età, forse un po' più grande. Alto, biondo, capelli lunghi, un accenno di barba... faccia da salame. Indossava un cappotto blu dall'aspetto davvero piratesco ma anche molto costoso. Si avvicinò a noi, ma il primo a parlare fu Rufy.
-Salve... sei di Woodtick? Siamo appena sbarcati su quest'isola e stiamo cercando un ristorante.-
La vita sarà anche fatta di priorità, ma porca miseria, non sapeva pensare ad altro quel demente?
Il ragazzo inspirò aria fino a gonfiarsi il petto e si portò il pollice della mano destra a indicarsi.
-Io sono Guybrush Threepwood, un temibile pirata!-

Continua...

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Capitolo 2
*** Un temibile pirata ***


Capitolo 2 - Un temibile pirata

Narrato da Guybrush Threepwood

 

Svuotai i polmoni. Mi girava un po' la testa, come ogni volta che mi capitava di presentarmi a qualcuno. Umh... come si chiama? Iperossigenazione?
Li osservai.
Sembravano tutti più giovani di me. Quello che mi aveva rivolto la parola aveva una espressione curiosa, sottolineata da una profonda cicatrice sotto l'occhio sinistro e dal grande cappello di paglia che indossava e gli faceva sembrare la testa più piccola.
Alla sua destra c'era un ragazzo con la panciera e i capelli verdi tagliati corti che così ad occhio non mi pareva abituato a svegliarsi di prima mattina, almeno a giudicare dallo sguardo assonnato.
Più indietro scorsi l'unica ragazza del gruppo. Mi ricordava un po' Elaine, il mio zuccherino, forse per i capelli rossi e lo sguardo che dava subito ad intendere di non trovarsi di fronte ad una mezza svampita ma ad una fanciulla di carattere forte... forse anche troppo. Avevo paura che di lì a poco mi stesse per dire "che hai da guardare".
Non mi dava questa impressione il tizio alle sue spalle. Quando ero sbucato dal cespuglio mi era addirittura sembrato che si fosse nascosto dietro la ragazza. Aveva un luuungo naso, indossava una salopette e un casco con montati sopra degli occhialini. Curioso.
L'ultimo che notai fu il biondino, alto, magro, vestito di nero e con un'ombra di barba. Umh... c'era qualcosa di familiare in lui. Sicuramente non c'era nulla di familiare in quelle sopracciglia a ricciolo... non avevo mai visto nulla di simile e mi trattenni per non ridergli in faccia. Qualcosa mi diceva che non era il caso.
-Un pirata hai detto? Anche noi lo siamo! E dov'è la tua ciurma?-
Fino a quel momento mi erano sembrati dei turisti, ma ammetto che l'enorme bandiera nera con il teschio che svettava sul loro vascello mi avrebbe dovuto mettere sull'avviso. Inoltre la domanda del ragazzino con la cicatrice mi aveva spiazzato.
-Non la ho. Lavoro in proprio!-
Non capii che avessi detto di divertente ma i pirati si misero chi a sorridere e chi a sghignazzare apertamente. Tutti, tranne il solito ragazzino.
-Perchè non ti unisci a noi?!-
Gli arrivò un pugno sulla testa. La ragazza che gliel'aveva dato era proprio da prendere con le molle, come sospettavo.
-Rufy, stà zitto! Ti ricordo che siamo sbarcati solo per far provviste!
Rufy? Mai sentito. Dopo le presentazioni scoprii che tra l'altro lui era il capitano (e io che lo credevo il mozzo), la ragazza si chiamava Nami ed era la cartografa, poi c'erano Zoro lo spadaccino, Usop la vedetta ed infine Sanji il cuoco. Un gruppetto ben assortito.
-Mi dispiace ma voglio continuare da solo. Devo trovare il più famoso tesoro della terra. Sono sicuro che lo conoscete anche voi.-
Il tizio chiamato Usop sussurrò qualcosa allo spadaccino, che si mise una mano sulla faccia.
-Quello è anche il mio obbiettivo!-
-Allora abbiamo lo stesso sogno!-
-Sìììììììì! Devo trovare lo One Piece! Devo diventare il Re dei Pirati!-
Lo guardai perplesso. Qualcosa non quadrava.
-Mah... veramente io sto cercando Big Whoop.-
-Big Whoop?-
Silenzio.
Durante quel periodo di silenzio innaturale curiosamente la mia mente si concentrò sugli odori. La salsedine e l'odore di legna bruciata emanato dai resti del falò attorno al quale la sera prima avevo chiacchierato con due vecchi e malandati lupi di mare. E come spesso accade in questi casi, partirono i ricordi.

Tre anni prima, Melèe Island. Mi risvegliai sulla spiaggia con il sapore della sabbia in bocca, era sera e per la testa avevo una sola idea.
-Voglio essere un pirata!-
Avevo 18 anni allora.
Mi rimisi in piedi e salii su una collina. In cima ad essa stava un osservatorio dov'era di vedetta un vecchio, che continuava ad osservare l'orizzonze ormai buio con il fuoco di un falò come unica fonte di luce. Era cieco come un pipistrello e non ho mai capito come potesse svolgere il suo lavoro con efficienza. Ricordo anche che glielo dissi in faccia.... che sfacciato.
Di lì a poco ragiunsi lo Scumm Bar, dove tre Capi Pirati, gonfi di alcool, stavano seduti ad un tavolo. Avevano bisogno di giovani reclute per la loro ciurma,dato che da un periodo a questa parte tutti i pirati dell'isola erano spaventati a morte, tanto da non voler uscire in mare, dal terribile Capitano LeChuck, o meglio dal suo fantasma. Infatti era morto in circostanze misteriose, ma non per questo era meno pericoloso, anzi. Allora ignoravo che LeChuck sarebbe poi diventato il mio più acerrimo nemico.
Dovetti superare tre prove per essere riconosciuto come un vero pirata. Battere il Maestro della Spada dell'isola, recuperare il tesoro sepolto in un luogo segreto (che poi scoprii essere una T-Shirt... dannazione!) e rubare dalla villa del governatore un Idolo.. sì una statuetta insomma. Brutta anche.
Ma fu grazie ad essa che conobbi Elaine Marley... era lei il Governatore, ed era anche la donna amata da LeChuck.
Dopo alterne vicende riuscii a liberarmi del rivale, che voleva la mia pelle, e ad evitare il matrimonio fra i due.
Per la precisione dovetti preparare un infuso di birra di radice, che notoriamente elimina anche gli ectoplasmi più ostici, e spruzzarlo addosso allo spirito del capitano.
Ma a che serve parlarne? Tanto non avrei più avuto niente a che fare con lui...

-Sì, Big Whoop! Possibile che non lo conosciate?-
-Ma come è possibile che tu non conosca lo One Piece invece!? Gold Roger, almeno lui lo conosci???-
-Aspetta Rufy... forse state parlando dello stesso tesoro... magari qui lo chiamano in un altro modo...- La ragazza mi guardò come per dire "dagli ragione o con questo testone non la finiamo più". O almeno fu così che io interpretai lo sguardo.
Alzai le spalle
-Sì... può essere.- E comunque non avevo idea nemmeno di chi fosse Gold Roger.

Li accompagnai a fare un giro turistico dell'isola. Non che ci fosse molto: un cartografo, un falegname, un lavandaio, un ostello, una taverna e tre pirati che non trovavano il coraggio di scendere dal cornicione su cui si erano abbarbicati. Ma se non altro ne approfittai per raccontare ai miei nuovi amici del mio passato, di come ero finito lì e del perchè non riuscivo più ad andarmene. In fondo riguardava anche loro, dato che si trattava di un embargo.
L'embargo di Largo. Così l'aveva chiamato il cartografo con cui avevo scambiato quattro chiacchiere la sera prima, più che altro per scoprire se sapesse qualcosa di Big Whoop.
Avevo invece scoperto che questa isola era una "cooperativa di pirati, tagliagole e cacciatori di taglie". Non c'era nessun governatore, nessun organo di protezione per i cittadini, nessuna autorità. Beh... tranne Largo.
-Ora si spiega il fatto che l'isola venga ignorata anche dai Marine... è come una specie di comunità di criminali, dove vige solo la legge del più forte. Mi ricorda il Baratie!-
Zoro sorrise e Usop annuì.
Ignoravo a cosa si stesse riferendo il biondino chiamato Sanji, speravo solo di non trovarmi mai in questo "Baratie", qualunque cosa fosse.
Nami prese la parola.
-Se le cose stanno davvero così abbiamo fatto malissimo a fermarci. Ci conviene partire subito, ma dimmi una cosa... uh... - si mise a schioccare le dita come per farsi venire in mente qualcosa.
-...Guybrush...- le ricordai. Perchè tutti facevano fatica col mio nome?
-...sì, Guybrush, dicevo... cosa ha di speciale questo Largo? E' particolarmente forte? Magari ha mangiato pure lui un frutto del diavolo...-
-Frutto del Diavolo?-
-Non conosci nemmeno questi?... Faglielo vedere Rufy.-
Osservai il capitano, e ci mancò poco che per lo stupore cascassi nella palude che circondava Woodtick. Si allungava! Si gonfiava! MAMMA!!
Rufy prima allungò le braccia a dismisura. Ci trovavamo sulla passeggiata di legno di fronte all'ostello e lui arrivò a tirare un pugno sul cartello "cercasi aiutante" che era inchiodato alla parete della taverna... distavano 20 metri!
Quindi si gonfiò come una palla, dopodichè intrecciò fra loro le dite come a formare una rete elastica. Impressionante... senza contare che non la finiva più di urlare "GOM GOM!!".
Gli altri 4 sembrava si stessero divertendo... ci dovevano essere abituati. Ebbero anche la cortesia di aspettare che la mia faccia tornasse normale, prima di rivolgermi ancora la parola.
-Dunque... Largo può fare cose del genere?- Era la prima volta che lo spadaccino parlava.
-No. Decisamente NO. In ogni caso ero appena approdato su quest'isola... stavo attraversando il ponte, là dove c'è quel cartello con scritto "nun se fa la caccia ar tesoro"...- indicai il punto - quando a momenti mi mandava a fare il bagno nel fango... mi ha estorto tutti i soldi che avevo dietro e che mi sarebbero serviti a viaggiare di isola in isola... per trovare Big Whoop...-
Mi ero depresso irrimediabilmente. In quel momento realizzai che avrei dovuto rinunciare al mio sogno.
Voglio dire... ci avevo messo 3 lunghi anni a racimolare quella somma, e da un momento all'altro mi trovavo al verde, bloccato su un'isola dimenticata da tutti, per di più sotto il giogo di un prepotente che pretendeva -ironia della sorte- una grande somma di denaro da tutte le barche che entravano e uscivano dal porto... quel maledetto embargo. Maledetto Largo.
Notai che il ragazzo di gomma si stava innervosendo. Qualcosa lo disturbava... ero io?
-NON POSSO PERMETTERE CHE IL TUO SOGNO SI INFRANGA SU QUESTA ISOLA FANGOSA!-
Lo guardai con tanto d'occhi... era impazzito! Stavolta anche i suoi compagni fecero un salto.
-ORA SBATTERO' LARGO FUORI DA QUEST'ISOLA!!-
Subito Usop e Sanji gli saltarono addosso.
-Non urlare!! Non sappiamo chi sia questo tizio, non sappiamo cosa voglia e non sappiamo da dove derivi il suo potere! Dobbiamo prima informarci... nasconderci... andarcene... magari torniamo più tardi...-
Era la vedetta a parlare, con tono sempre più flebile. Un tipo veramente coscienzioso e cauto... magari un pelo troppo.
Presi coraggio e parlai.
-Ascoltate... ho sentito che su quest'isola abita una potente maga... lei di sicuro ha le risposte. Potremmo farci un salto prima, giusto per... beh.. per informarci, come dice Usop. Che ne dite? Poi decideremo il da farsi. Voglio però dirvi che non siete tenuti ad aiutarmi...-
-Sìììììììììì ANDIAMO DALLA MAGAAA!!-
Non avevo mai visto tanto entusiasmo... anche se gli altri non mi sembravano così partecipi. Nami sospirò e alla fine chiese:
-E come si chiama?...la maga dico...-
-Si chiama Lady Voodoo...-

 

Continua...

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Capitolo 3
*** Giornata pesante ***


Capitolo 3 - Giornata Pesante

Narrato da Lady Voodoo

Stava per arrivare qualcuno, ne ero certa.
Stando chiusa per intere giornate nel mio antro non avevo molto altro da fare che rimanermene seduta a percepire le anomalie nell'aria, cercando di capire cosa esse volessero significare.
Ammetto che la scelta di posizionare l'ufficio proprio nel centro di una malsana palude con l'unica compagnia dei pipistrelli e delle zanzare portatrici di malaria non era stata il massimo... difficilmente qualcuno si inoltrava fino a lì, e l'unico collegamento con la terra era una bara che i clienti potevano utilizzare come zattera, remando fino a raggiungere la pittoresca costruzione a forma di teschio dove li avrei incontrati.
Da quel punto di vista era meglio il covo che avevo a Meleè Island, senza contare che quel maledetto embargo danneggiava ancora di più, se possibile, i miei affari.
Il continuo aumentare del costo della vita non era certo da prendere sottogamba, nemmeno per una Sacerdotessa Voodoo. Per tirare avanti infatti mi occupavo di consulenze esoteriche, maledizioni, malocchi, riti con bamboline voodoo, resuscitazione di morti, filtri d'amore e via di questo passo.
Al fine di accogliere al meglio i visitatori avevo diviso in due l'abitazione. Attraverso un ascensore che collegava la palude con la casa si giungeva alla sala d'aspetto, dove avevo posizionato anche una credenza con dei campioni da esposizione di tutti i miei prodotti più richiesti; una tenda separava questa zona dallo studio vero e proprio, dove trattavo i miei servizi.
Naturalmente avevo avuto cura che l'atmosfera fosse quanto più buia e opprimente possibile, dopo tutto non era certo la sede di una consulente di moda... non ancora almeno.
Ben presto capii comunque che anche se non mi fossi accorta di loro in anticipo non sarebbero comunque passati inosservati, dato che per poco non rasero al suolo il mio tetro abituro.
Ascoltai interessata il ronzio dell'ascensore, la cui installazione mi era costata una cifra spropositata.
Rimasi assisa sul mio trono per un po', al di là della tenda, nell'ombra, per cercare di capire cosa volessero.
-Direi che ci siamo.-
La prima voce che sentii mi era familiare. Molto familiare.
Ben presto inoltre capii che erano in tanti, e mi chiesi come avessero fatto a stare tutti insieme su una bara.
-Questo posto fa venire i brividi...-
-A te farebbe venire i brividi anche un luna park.. RUFY NON TOCCARE!-
Rumore di vetro andato in pezzi... pregai che non si trattasse del flacone di Cenere-per-Vita. Costava un occhio della testa (letteralmente) e la sua preparazione richiedeva un sacco di ingredienti rarissimi... se si fosse trattato di quello, una bella maledizione gratis su di loro e i loro discendenti non gliel'avrebbe tolta nessuno.
-Che schifo.. cosa sono?-
-Sembrano.. dita!-
-Umh... sull'etichetta c'è scritto Dita di Scinco...-
Tirai un sospiro di sollievo. Loro non lo sapevano, ma avevano rischiato grosso. Per fortuna di Dita di Scinco ne avevo a scatoloni sul retro.
-Che cos'è uno Scinco?-
-Bah... non lo so e non lo voglio sapere!-
-Sanji, magari sono buone da mangiare... se le porto via riesci a cucinarle?-
-Sta zitto!-
Stavolta riconobbi immediatamente lo schianto del tavolinetto a tre gambe. Che diavolo stavano combinando?
-Guardate cosa avete fatto! IDIOTI!-
-Comincia a mancare l'ossigeno qui...-
-Zoro, stai attendo quando ti giri, con le spade faresti cadere tutto.-
-Questo teschio non si stacca... sarà inchiodato?-
Ne avevo abbastanza.
-SI', E INCHIODATO!! E ORA VENITE AVANTI!-

Li vidi oltrepassare la tenda uno a uno. Erano sei in tutto, tutti personaggi particolari, ma due mi avevano colpito più degli altri.
Guybrush Threepwood, ma certo, mi ricordavo di lui. Ovvio che la sua voce mi fosse familiare, dato che l'avevo già incontrato a Meleè Island.
E poi il ragazzino col cappello di paglia. Aveva qualcosa di nascosto che non riuscivo a decifrare... un potere?
-Sei tu la maga?-
-Sì... io sono Lady Voodoo...-
-Allora devi aiutare il mio amico!- Indicò Guybrush. Gli altri rimasero in silenzio.
-Ma certo, ti aiuterò ancora... Guybrush Threepwood...-
Il ragazzo si accigliò un attimo.
-Come conosci il mio nome?-
-Ma come Guybrush... Meleè Island, ricordi? Sono stata io a spiegarti come eliminare LeChuck.. la birra di radice...-
Sapevo che le cose non erano andate esattamente così, ma tanto lui nemmeno si ricordava di me.
-Oh... è vero! Ora ricordo!-
Se l'era bevuta.
-Bene... di cosa hai bisogno stavolta?-
Prese fiato.
-Parlami di Largo, per favore... chi è? Perchè fa paura a tutti su quest'isola? E come posso lasciare Scabb con quel suo embargo?-
Largo... ero stufa di sentir parlare di lui.
-Largo LaGrande non ha nulla di particolare, ma molti lo temono perchè... scusatemi, ma voi... - mi rivolsi agli sconosciuti - avete intenzione di andare sulla Rotta Maggiore vero?-
Guybrush mi fissò con aria interrogativa, mentre la paglietta esclamò:
-Sì, io sono Monkey D. Rufy, il futuro RE DEI PIRATI!-
Il biondino in nero sbuffò, dandomi l'impressione che avesse sentito quella frase tante, ma tante volte. Mi venne da sorridere, ma continuai.
-Bene, perchè ciò che sto per dirvi riguarda anche voi allora. Forse il vostro amico vi ha parlato di LeChuck... ebbene Largo LaGrande era il suo braccio destro, per questo fa paura a tutti. Sappiate inoltre che il Capitano LeChuck... beh... è uno della Flotta dei Sette.-
Squadrai i presenti: tutti, nessuno escluso, avevano la mascella a terra dallo stupore. Un secondo dopo ricominciarono a fare confusione.
-GUYBRUSH! Tu hai sconfitto uno della Flotta dei Sette... da solo!-
-Ma non so nemmeno cosa sia! E poi LeChuck era già morto quando l'ho conosciuto, ho anche eliminato il suo spirito, come può fare ancora paura a tutti!-
-MA COME HAI FATTO?-
Mi portai una mano alla tempia... tutte quelle urla mi stavano facendo venire il mal di testa. Rufy, o come si chiamava, strepitava a squarciagola, Guybrush non capiva cosa stesse succedendo (come al solito dunque), e tutti gli altri parlavano fra loro concitatamente... a parte il ragazzo coi capelli verdi, che si stava piegando dalle risate. Credo che in tutta la mia vita non ci sia stata un'altra giornata così rumorosa.
Aspettai pazientemente che tutti si calmassero.
-Dunque.. ricapitolando... Guybrush, la Flotta dei Sette è composta da Sette pirati potentissimi al soldo del Governo. Battono la Rotta Maggiore, che è quella che circumnaviga l'intero globo, mettendo i bastoni fra le ruote a tutti gli altri pirati, con qualsiasi mezzo. LeChuck era uno di loro, ma anche da morto e nonostante sia quindi stato rimpiazzato, continua a godere di molta stima, specialmente nelle isole governate da gente senza troppi scrupoli, come Phatt Island... ricordatelo se hai intenzione di andarci, un giorno. Uno come lui non potrà mai essere eliminato completamente, vedrai...
Tornando a Largo LaGrande, devi sapere che fa pagare il pizzo a tutti i lavoratori dell'isola, me compresa, oltre a vessare i viaggiatori con l'embargo. Inoltre per via del suo rapporto con LeChuck tutti cercano di indurlo ad andarsene, piuttosto che cacciarlo. L'Oste, per dirne una, mette pesanti dosi di lassativi in tutti i drink che gli serve... per tua fortuna, comunque, noto che siete in sei... una coincidenza davvero fortunata.-
-E perchè mai?-
-Sul Monte Acaro, l'unica cima dell'isola, si dice ci sia un santuario, dove dovrai superare 6 prove... raggiungilo, supera le prove, e scoprirai il segreto di Big Whoop, come cacciare Largo e come liberarti definitivamente di LeChuck! Tutte queste cose sono strettamente collegate! ORA VA!-
Chiusi gli occhi.

Dopo due minuti li riaprii con circospezione... erano ancora tutti lì, con una espressione perplessa, come se non bastasse. E dire che ce l'avevo messa tutta per essere convincente, fingere di essere andata in trance e levarmeli finalmente di torno... il mal di testa stava peggiorando.
Sospirai.
-Cosa volete sapere ancora...-
-Noi?... Niente, credevamo che ti sentissi male...-
-ANDATEVENE!!!-
Uscirono di corsa, e li sentii insultarsi ancora fra loro mentre sgomitavano per salire sulla bara.

Quando finalmente tornò a regnare il silenzio il mal di testa mi diede una tregua.
Mi alzai e presi un libro posto su una mensola dello studio. Lo sfogliai, cercando di capire da cosa derivasse la strana impressione che mi faceva Rufy... poi capii.
Ma certo, i Frutti del Diavolo... ne aveva sicuramente mangiato uno.
Buon per lui... allora forse avrebbero potuto avere una possibilità, al santuario.

 

Continua...

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Capitolo 4
*** Le regole del gioco ***


Capitolo 4 - Le Regole del Gioco

Narrato da Monkey D. Rufy

-Certo che era proprio arrabbiata...-
-Già... e sarà meglio tagliare la corda prima che veda come le abbiamo ridotto la bara.-
L'avevamo sfondata. D'altra parte, non poteva pretendere che reggesse sei persone anche per il viaggio di ritorno.
Per superare la palude dovemmo passare per gli alberacci neri, sporchi e contorti che la circondavano.
Sanji si stava pulendo le mani dai residui di corteccia e muschio con un fazzoletto, mentre Zoro si stava spazzolando i pantaloni.
-Non voglio trovarmi trasformato in un ranocchio!-
-Non credo fosse quel genere di maga, Usop...-
Era prima mattina, e faceva ancora piuttosto fresco. Eravamo tornati sulla spiaggetta dove ci eravamo incontrati, e gli altri avevano intenzione di discutere sul da farsi, ma io ero stufo di aspettare.
-ANDIAMO SUL MONTE ACARO!-
-Non so come ringraziarvi, senza di voi non ce la potrei mai fare.-
-Aspetta coi ringraziamenti... è presto per cantare vittoria. Non sappiamo di che genere di prove si tratti, e non sappiamo dove si trovi questo santuario... accidenti, ci siamo dimenticati di chiederglielo. Non ho intenzione di battere palmo a palmo tutta la montagna!-
-Ci torni tu a chederglielo?-
-Sei impazzito? Spero di non incontrarla mai più!-
Fissai l'orizzonte. Il mare. La foresta. Su quest'ultima si innalzava un solo grande rilievo. Doveva essere quello il Monte.
-Beh... in marcia!-
-Aspetta... faccio un salto sulla Going Merry a preparare i Cestini del Pirata in formato famiglia... non sappiamo ancora quanti giorni staremo via.-
-BRAVO SANJI!-
Fin dal primo pranzetto che ci aveva preparato sulla scialuppa che avevamo usato per raggiungere Arlong Park avevo capito di aver fatto benissimo a chiedergli di venire con noi.
Sanji è veramente un cuoco straordinario, anche se a volte mi dice che con me il suo talento va sprecato, dato che mangerei pure i sassi. Che è anche vero, ma non capisco che c'entri.

Ci vollero due giorni per raggiungere Monte Acaro, e una volta arrivati ancora non avevamo idea di dove fosse il santuario. Santuario di cosa poi? Ci eravamo dimenticati di chiedere anche quello.
E così per due intere giornate non facemmo altro che attraversare valli, radure, boschi, allegri ruscelli. Era una divertente scampagnata... Guybrush era davvero una sagoma, tanto che per quasi mezza giornata pensai a quale potesse essere la sua mansione, se avesse deciso di salpare con noi per la Rotta Maggiore.
-Ehi Guybrush... sai suonare qualche strumento?
-No... perchè?-
-Rufy, ancora con questa storia del musicista?-
-Te lo spiego io il perchè, Guybrush... è da quando navigo con questo squinternato, che cerca un musicista per la ciurma. E prima che arrivasse Sanji era anche peggio, perchè continuava a pretendere anche il cuoco.-
Che c'era di male? I pirati cantano, suonano e ballano, me l'aveva insegnato Shanks, insieme a tante altre cose.
Shanks il Rosso era il mio idolo... da bambino lo pregavo in continuazione di accettarmi nella sua ciurma, e una volta mi salvò la vita rimettendoci il braccio destro. Fu lui a regalarmi il cappello di paglia.
Chissà dov'era ora?.. Sicuramente da qualche parte lungo la Rotta Maggiore, e io volevo raggiungerlo!
Accelerai il passo.

Continuammo ad avanzare nella foresta contando solo sul senso dell'orientamento di Nami, che via via prendeva appunti sulla zona e tracciava linee su una mappa.
Alla fine ci imbattemmo in un sentiero.
-Nami, dove porta questa pista?-
-Non lo so Zoro... ma ci conviene seguirla, di sicuro porterà a qualche costruzione. Se avremo fortuna si tratterà del santuario, e comunque non vedo cosa altro ci potrebbe essere...-
-Magari un ristorante... con tanta roba da mangiare...-
Non potevo farci niente, quando avevo fame non potevo parlare di altro.
Dopo altre ore di cammino nella boscaglia raggiungemmo una radura. In mezzo ad essa c'era un sontuoso palazzo decorato interamente, dalla base al tetto, con tante piastrelle bianche e nere... umh... com'è quella parola?
-Sembra una enorme scacchiera...-
Già, scacchiera. Certe parole non mi entravano mai in mente.
-Per essere un santuario mi sembra che dia un po' troppo nell'occhio.-
-Non sembra nemmeno in rovina...-
L'ingresso era preceduto da due file di colonne, sempre con lo stesso motivo. Ai lati svettavano due torri, su ognuna delle quali garriva una bandiera... una bandiera con un teschio!
-Guardate quelle bandiere... è un covo di pirati! Altro che santuario...-
-Pirati? Forse comincio a capire di che prove si tratti... certo che se ci sarà da menare le mani allora siamo a cavallo, vero Rufy?-
Non risposi... ero troppo concentrato sul Jolly Roger che sventolava sulla cima della torre. Mi piaceva imprimermi nella mente tutti i simboli delle ciurme che avevo incontrato. Tra loro un posto speciale lo aveva quello con le tre cicatrici sull'occhio destro e le spade che spuntavano dietro il teschio... era quello di Shanks.
Ma ne avevo visti tanti altri... il gatto nero di Kuro, le clessidre di Creek, il teschio col nasone rosso di Bagy. Questo però era diverso. Il teschio non aveva nessun tratto distintivo, ma lo sfondo anzichè semplicemente nero era una ... beh... quella parola di prima.
Arrivati al portone d'ingresso fu Guybrush a bussare. La porta si aprì immediatamente, come se ci stessero aspettando.

-Wow... guardate che sfarzo!-
L'atrio era grande ed addobbato con un sacco di roba. Tantissimi specchi, mobili e soprammobili, più una serie di divanetti che sembravano parecchio comodi. Tutte cose che in genere mi veniva voglia di toccare.
In mezzo al salone c'era la riproduzione in scala di una delle due torri che avevo visto fuori, con una bandierina in cima. Di fronte a noi c'era una rampa di scale che portava ai piani superiori, e di fianco a ognuno dei due corrimano c'era una armatura. Quella di destra era più piccola, aveva un elmo con un pennacchio bianco e nero ed era armata di lancia. L'altra, più alta, aveva un grande scudo crociato ed una spada.
-Credo che se Lady Voodoo fosse qui potrebbe imparare qualcosa su come si arreda una abitazione...-
-Rufy, stavolta tieni le mani a posto!-
Ci stavamo ancora ambientando quando in cima alle scale apparve una donna. Io non la vedevo chiaramente, ma da come reagì Sanji capii subito che si doveva trattare di una bella ragazza.
Io e Usop stavamo facendoci delle smorfie allo specchio, ma non facemmo tempo a girarci che Sanji era già in cima alle scale, ad offrire il proprio braccio alla dama che stava cominciando a scendere.
-Appoggiatevi pure a me, graziosa damigella... il mio nome è Sanji...-
Osservai Nami... aveva una espressione irritata e le tremava il sopracciglio sinistro. Zoro stava addocchiando i divani e si mise a sbadigliare... temevo che di lì a poco si addormentasse. Guybrush invece era stranamente attratto dalle due armature.
La misteriosa ragazza accettò il gesto e i due scesero le scale. Finalmente potei osservarla meglio.
La prima cosa che notai fu la corona dorata che aveva in testa. Aveva una treccia di capelli castani raccolta sulla nuca ed era riccamente vestita... per la precisione aveva un grande mantello (indovinate un po'... a quadri bianchi e neri, bravi) che si trascinava dietro durante il cammino.
-Sono lieta di conoscervi, umili viandanti... io sono Regina. Benvenuti alla corte degli Scacchi.-
La banda degli Scacchi non l'avevo mai sentita nominare. Veramente non sapevo nemmeno cosa fossero, gli scacchi... gli altri invece mi sembravano impressionati.
Ci presentammo.
-Mi chiamo Rufy, e sono il Capitano di questa ciurma! Siamo qui per aiutare il nostro amico Guybrush... la maga della palude ci ha detto che voi potete aiutarlo a liberarsi di Largo e...-
Mi fermò con un gesto della mano... mi parve contrariata.
-Dunque siete qui per le sei prove, eh? Quella chiacchierona di Lady Voodoo...-
Battè le mani due volte.
-Ah!-
Guybrush fece un salto.
Le due armature, alle quali era ancora vicino, presero vita e scesero dai loro piedistalli facendo un gran rumore di ferraglia.
Sotto gli sguardi sorpresi di tutti andarono a posizionarsi alla destra e alla sinistra di Regina. Poi, ci fu uno scoppio.
Una nube di fumo ci avvolse e cominciammo a tossire.
-Coff... Coff... Accidenti a te, Alf! Cough... devi essere sempre così coreografico?-
-Che ci vuoi fare... tutti hanno un hobby...-
-Aahahaha... Cough... buona questa Alf!-
Mentre la nube si diradava mi accorsi delle due nuove voci.. la prima era forte e matura, da uomo... la seconda mi sembrava un po' più stentata, doveva appartenere ad un anziano. Alla fine riuscii a scorgere i due.
-Salve a tutti... io sono RE! Amore, come stai?- Si rivolse a Regina.
Sanji era evidentemente infastidito da quest'ultima frase, e Usop trattenne una risatina.
Il vecchietto stava ancora tossicchiando.
-Io sono Alfiere... Alf per gli amici, quindi voi potete chiamarmi Alfiere. Ahahahaha!-
-Sei una bomba Alf! Ahahahahah!-
Lui e Re cominciarono a ridere e a scambiarsi pacche sulle spalle. Fino ad ora mi sembravano i più svitati.... mi piacevano!
Regina riprese la parola.
-Come avrete capito questi due alla mia destra e alla mia sinistra sono rispettivamente Pedone e Cavallo... sono tipi di poche parole.-
I due accennarono un inchino in nostra direzione. Io non avevo capito niente... come potevo sapere i loro nomi?
Nami sembrava accigliata.
-Ma... e la Torre?-
Regina inarcò un sopracciglio.
-Toh.. sembra che tra di voi ci sia almeno qualcuno che ci conosce... brava ragazzina... Torre è dietro di voi. Lo è sempre stato!- disse con un sorriso.
Ci voltammo... quello che sembrava un semplice modellino di una torre prese la forma di un essere umano, ma continuava ad avere la bandierina piantata sulla testa. La sua struttura sembrava essere di mattoni... doveva essere un duro.
-Io sono Torre... non spaventatevi per il mio aspetto... ho mangiato il Frutto di Wall-Wall, per questo riesco a farlo...-
Ora era tutto chiaro... beh... avevo una bella sorpesina per loro, ma non avevo voglia di fargliela vedere subito. I miei compagni si guardarono tra loro sorridendo. Usop mi ammiccò.
-Siete in sei. Sì... decisamente siete qui per sfidarci. Bene, ora vi illustrerò le regole del gioco.-
Alfiere trasse dalla tunica bianca e nera che indossava una pergamena e la srotolò.
-Dovrete batterci tutti e sei... in regolari scontri uno contro uno. Potete scegliere ora se avere la possibilità di decidere l'arma del duello o chi sfidare... se riuscirete nell'impresa... vi diremo ciò che volete sapere... firmate qui per favore...- girò la pergamena verso di noi e ci esaminò per un attimo. Dopo essersi soffermato con lo sguardo su di me aggiunse...
-...va bene anche una X...- e sì piegò di nuovo giù a ridere con Re. Io quei due non li ho mai capiti.

Seguì un breve consiglio di guerra... alla fine decidemmo di scegliere l'arma del duello, piuttosto che il contendente.
Dopotutto la prima impressione poteva anche ingannare... e se il nano con l'armatura... Pedone mi pare... fosse stato il più forte di tutti?
Alla fine Regina parlò.
-Bene, vi siete decisi finalmente! Il vosto primo sfidante sarà Pedone.. se perdete il primo incontro potete anche andarvene via subito, dato che dovete vincerli tutti. Scegli pure il tuo avversario Pedone!-
Non riuscivo a vedere i suoi occhi da sotto la celata, ma ci stava chiaramente osservando.
Chi avrebbe scelto? E a che duello avremmo assistito?
La mano guantata d'acciaio si alzò e indicò uno di noi. Quindi pronunciò la sua prima parola al prescelto.
-Tu.-

 

 

Continua...

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Capitolo 5
*** Ma anche no ***


 

Capitolo 5 - Ma anche no

Narrato da Usop

 

Fu un attimo. Presi Guybrush di peso e me lo misi davanti.
-Guybrush... guarda che sta indicando te...-
-Ma.. tu dici?...-
Per poco non lo convinsi. Forse ci sarei anche riuscito se quel tappo si fosse fatto gli affari suoi.
-No, non tu... voglio te, là dietro... col naso lungo.-
Accidenti! Ce l'aveva proprio con me.
Feci capolino e mi indicai.
-Intendi me?-
-Sì.-
Non poteva essere vero... non volevo cominciare io questa sciocca sfida. Perchè proprio me, tra tutti e sei... ero pure stato attento ad essere il più discreto possibile per non attirare su di me l'attenzione!
Io nemmeno ci volevo venire a questo santuario, o covo di pirati, o quello che è!
Degluttii, e in qualche modo riuscii a fare qualche passo avanti.
La banda degli scacchi, tranne Pedone, si allontanò dal centro del salone, andando ad accomodarsi sui divanetti.
Prima di sedersi però Regina mi ricordò che dovevo scegliere l'arma del duello.
Sì, l'arma... mi frugai nella tasca posteriose. Tastai la familiare forma della fionda e pizzicai nervosamente l'elastico.
Non avevo altro, ma di sicuro la sapevo maneggiare meglio di quell'ammasso di ferraglia, o almeno lo speravo vivamente.
Avevo deciso.
-I-IO SCELGO...-

Non riuscii a continuare. Un rumore come di nacchere si diffuse per il salone, accompagnato da una sinistra eco. La banda degli scacchi e Guybrush si guardarono intorno cercando di capire da dove provenisse, mentre Rufy, Zoro, Nami e Sanji non ebbero bisogno di farlo, dato che quel suono lo conoscevano bene; mi stavano fissando con una gamma di espressioni dallo sconfortato all'irritato. Erano le mie ginocchia.
-DAI USOP! CORAGGIO!-
-Stendilo... è il più scarso di tutti quello!-
Sì, come no Guybrush...
-USOP, PRIMA DI SCEGLIERE L'ARMA USA IL CERVELLO!-
Nami... la faceva facile lei. Usare il cervello... tanto c'ero io qui davanti.
Cercai di calmarmi... dopotutto avevo battuto un ufficiale della banda di Arlong da solo, come poteva essere più scarso di questo tizio? Il fatto è che... finalmente ci arrivai.
Se avessi usato la fionda non sarebbe sevito a nulla contro una armatura di acciaio. Decisamente no, ma che potevo fare? Non sapevo usare nessuna altra arma.
Mi arrovellai per qualche minuto.
-Allora, ci vogliamo muovere? Ho anche altro da fare, io!-
Ci mancava il Re dei miei stivali a mettermi fretta! Ma cosa potevo fare... COSA?
D'un tratto però ebbi l'illuminazione... Pedone era un tipo di poche parole, e mi sembrò di aver fatto la scelta ideale. Incrociai le dita perchè accettassero la mia proposta.
-BUGIE!-
Sulla stanza cadde il silenzio. Regina, sempre lei, tossicchiò.
-A-hem... pardon?-
-TI SFIDERO' A UNA GARA DI BUGIE!-
Dietro di me sentii Rufy scoppiare in una fragorosa risata, che mi sollevò non poco dalla tensione del momento. Poi osservai il mio avversario... non immaginavo che le armature traspirassero così bene. Vedevo una goccia di stupore sul suo elmo.
Alfiere saltò in piedi.
-Non se ne parla nemmeno! Che razza di arma è... le bugie? AH!-
Gli rispose Nami.
-Ehi, io ho letto e firmato quel documento, e non c'era scritto da nessuna parte che lo scontro dovesse essere fisico per forza!-
Il vecchio si sedette, borbottando qualcosa.
-Nami, amore, sei un genio!-
Mi girai un attimo ad osservare i miei tifosi. Non avevo ancora sentito la voce di Zoro e credevo si fosse addormentato, ma era ancora sveglio.

Mi schiarii la voce. Se è vero che la lingua è più tagliente della spada, avrei dovuto fare fuori il Pedone in due minuti.

Continua?

 

 

Nota dell'autore: è qui che avevo mollato tutto, indeciso su come far proseguire i combattimenti... se aulcuno vuole portare avanti questa fic mi faccia sapere :)
Vulcanino

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