85.2 FM

di PotterWatch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Radio ***
Capitolo 2: *** Escape ***
Capitolo 3: *** Cube ***
Capitolo 4: *** Cake ***
Capitolo 5: *** Keyboard ***



Capitolo 1
*** Radio ***


85.2 FM


Radio

Ami la radio perché non si spegne mai.
La spia brilla e il suono si rifiuta di incrinarsi, là dove ogni altra luce è stata ingoiata dal nero e dal rosso; lei rimane al tuo fianco, instancabile, e splende azzurra nel buio fatiscente, canticchiando la sua samba senza il minimo errore.
È solitudine questa? Stupidi, stupidi umani – gli oggetti non ti abbandonano mai. Il flusso di elettroni non si interrompe
, il circuito non si guasta, non riversa misero sangue sui pavimenti.
Quale imperfezione, pensi, nella tua razza. Le persone si consumano; le radio non hanno fine né inizio. Le note sono lì, identiche a se stesse, come i cadaveri; ma loro hanno un respiro e danzano in circolo, mai pallide, mai fredde. L'olio dei macchinari scorre fluido; il tuo sangue è quasi fermo, strizzato nelle vene fino a svanire. E mentre l'acciaio splende di rosso, perso in mari di cemento e luce artificiale, la tua pelle è slavata, più fredda del muro, più fredda del metallo.
Certo, non era la sorte più prevedibile. Andarsene qui ed ora, con un cubo tra le braccia e un moto perpetuo di samba in sottofondo.
Ti va bene lo stesso. Non è poi così male, dopotutto, finché ci sono loro.
Per il tuo udito, finalmente, il ritmo si dirada e si spegne. Per i muri e per i pistoni, invece, riparte di nuovo. Senza fiato, senza fine.

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Come ho già detto spesso dopo aver giocato Portal, ho un certo qual fetish per la sua ambientazione intrisa di dark. Soprattutto, amo molto come in Soviet Russia Aperture Science le macchine controllino gli umani. L'unica compagnia in questo luogo alienante, pieno di trappole meccaniche, è costituita da un tipo di radio e due tipi di cubi. So what?
85.2 FM è una raccolta, una raccolta di missing moment dove impiegati della Aperture o soggetti test affrontano il sottile confine tra vita e morte, molto più spesso cadendo nella seconda opzione. In compagnia, ovviamente, del cubo e/o della radio.
Un grazie a chiunque leggerà, e a presto!

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Capitolo 2
*** Escape ***


85.2 FM


Escape


Questo posto è molto più che soltanto enorme.
Era un banale presentimento, all'inizio, un verme di dubbio stretto all'altezza dello stomaco; ora, dopo una manciata di camere test, ne sei sicuro come di poche altre cose.

Non sei poi così sciocco, in fondo, a giudicare da ciò che stai facendo. Avrai perso la memoria e la cognizione del tempo, ma sai che la tua lucidità è rimasta viva, nel sonno ed oltre. Prima e dopo.
A proposito, quanto tempo sarà passato, esattamente? Non ne hai idea; seguendo la logica, un prima deve pur essere esistito. Cosa è stato di te, allora? Cosa della vita che – supponi – gli esseri umani stanno forse vivendo al di fuori di queste mura?

La Aperture Science deve pur avere una fine. Al contrario di ogni logica, invece, sembra non averla mai – spazi di banale cemento, sterili ed anonimi, bagnati da scarse luci innaturali. Stanze modulari che si ripetono ancora e ancora e ancora, come una folle successione di numeri cresciuta in tre dimensioni.
Quasi non crederesti alla sua esistenza, se questo luogo non ti avesse ingoiato e le sue viscere non fossero lì, davanti ai tuoi occhi. Eppure c'è, e viola ogni limite umano. Non è solo smisurato – è anche più di un semplice luogo.
Più ti avvicinavi a una parvenza di uscita, facendoti strada tra cubo e portali, più le vie erano tortuose, inestricabili. Ed ora, nella piena luce del sole, ti riesce difficile dubitare che i laboratori Aperture abbiano vita propria.
Cosa farai ora?
Cammini in linea retta, cubo in spalla, sotto uno splendido cielo sorpreso. Sarà dura ricominciare; non conosci te stesso, non conosci questo luogo del pianeta – sempre ammesso che sia il tuo pianeta – , non sai dove andare.

Soprattutto, però, non riesci nemmeno lontanamente a calcolare la tua fortuna. Almeno questo è un lato positivo – sarebbe il più grande, ti dici sorridendo, se non fosse che sei ancora vivo.


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Ma saaalve, lettori. Ho già aggiornato, sì XD
Insomma, dovete capirmi: sto giocando a Portal 2 in questi giorni, su una PS3 per giunta. E tra idee, atmosfere, nuove trovate, il confronto si sta facendo quanto mai interessante. Portal e Portal 2 sono due giochi di natura completamente differente, pur partendo dallo stesso concetto di base - il primo ama il dubbio, l'oscurità, l'incertezza, mentre il secondo, dove la sicurezza del giocatore è ormai consolidata, si gioca su spazi assolutamente sterminati e assai poco portal-friendly. E' l'immensità delle location a colpirmi maggiormente in Portal 2, seconda solo ai personaggi e alla loro brillante caratterizzazione. Tanto ammore alla Valve, sì X3 E buon proseguimento a voi!

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Capitolo 3
*** Cube ***


85.2 FM


Cube

Lavoravi alla sala di distribuzione; nessuno conosceva i condotti nascosti meglio di te. Erano l'ultima speranza, l'ultima via di fuga al riparo dal veleno; e
sei caduto nel mezzo del groviglio di tubi, graffiato, sporco, ma vivo.
Credevi di essere per sempre solo, ora; ma la vita ha strani modi di sorprenderti, e anche loro erano lì, abbandonati, ad aspettarti nel buio. Li hai lucidati, hai cancellato ogni molecola d'olio e di ruggine
sono i tuoi soli amici ora. Appena un'eternità fa, da scienziato, non l'avresti mai creduto possibile.
Storage è davvero pesante. Non puoi abbandonarlo, però;
è calmo, forte, e sa il fatto suo. Ha un cerchio azzurro di certezze che ti guida, e non perdi mai la strada. In certi angoli bui, quando i faretti sono incrinati e spenti e tu posi la testa sul marchio slavato Aperture, la sua luce apre le tenebre, e quasi non hai paura di addormentarti.
Companion è ancora diverso. Lui dà sicurezza, ma anche speranza per il futuro. Non sempre, almeno; quando il cuore brilla, quasi credi che il male non esista. Ma se, in certe aree elettrizzate alla nausea, la luce vacilla e i contorni del cuore affievoliscono, la disperazione ti coglie.
Tu eri solo un addetto alla logistica. Non sai cosa sia successo lì dentro
non puoi sapere. Dovrai davvero aspettare in quegli angoli di ferraglia marcita, fino a dimenticare chi sei?
Quando sono insieme, però, tutto cambia. La luce diventa sufficiente a guardare oltre; e loro cantano vibrazioni, intonati e obbedienti, in cori d'angeli moderni. Li guardi splendere ormai soli, nelle tenebre più complete
volteggi e ridi e batti il tempo sulle loro facce metalliche, e ogni volta il mondo cambia, laggiù nel tuo buco incastrato tra i macchinari.
Non ti accorgi degli anni che, là fuori, stanno passando. D'altronde è proprio questo che volevi.


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Cubi che creano dipendenza. L'Aperture può.
Un abbraccio e buone feste!

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Capitolo 4
*** Cake ***


Cake
85.2 FM


Cake

Congratulazioni. Il Centro di Arricchimento si complimenta per il Vostro incredibile successo. Vi avvertiamo che la Procedura di Festa Preconfezionata e la Torta Foresta Nera Aperture Science, a causa dell'alto contenuto di carbbbbbbbzzcrr, sono altamente sconsigliabili in regimi dietetici stretti. In caso contrario, il Centro di Arricchimento Vi prega di salire sulla Piattaforma Non Immobile Aperture Science in 3, 2, 1.

I tuoi occhi non la lasciano sin dall'inizio della stanza. Mezzo morto di sete e di fame, in ginocchio sul vetro liscio, tieni ben fissi gli occhi lucidi di febbre. Eccola. è lì davanti a te, unica luce calda tra le alte pareti in isolante buio.
La candelina brilla sulla glassa scura, sul cioccolato che è fondente e nero e scintilla di bagliori arancioni tutt'intorno. Ce l'hai di fronte, per davvero; è perfetta. Pronta per essere divorata, come le innumerevoli telcamere che per rabbia hai gettato nell'acido.
Speri non ce ne siano altre in giro. Essere visto in quelle condizioni non ti va affatto giù, soprattutto quando hai così fame.
Abbandoni la Portal Gun sul pavimento e affondi le dita nell'impasto morbido di pan di Spagna, tra gli strati di crema 
in bocca avverti le ciliegie e la panna e lo zucchero, e qualcosa che ancora non sai, ma non ti importa è così buona da non sembrare nemmeno vera.
Ti siedi quieto sul pavimento di gommapiuma, appoggiato al cubo. La fame è svanita. C'è un retrogusto vagamente chimico, però, ben poco convincente
quello non si spegne, ma si acuisce pian piano con i minuti, insinuandosi in gola e nei recessi del tuo apparato digerente.
Cosa c'era in quella torta?
Al primo lancinante grido di dolore, GLaDOS spegne tutti i circuiti della Cake Room.
Sei davvero solo, ora; nessuno spia, nessuno ascolta le tue urla, nessuno può curare gli spasimi che ti straziano lo stomaco. I processi di lei sono frenetici, impegnati ad elaborare un'alternativa.
Preparare torte ogni volta è una seccatura;
come se non bastasse, di questi tempi uova, latte e cacao sono quasi impossibili da trovare. Almeno gli acidi e i solventi, per fortuna, non mancano – basterà impiegarli meglio.
Stai rigido, sdraiato sulla schiena, la Portal Gun a pochi centimetri dalle dita. Tu non le servi più. Quel che le serve adesso è un altro modo per sbarazzarsi di tutti voi.

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Spin-off che non ha molto senso nella timeline di Portal, ma lo volevo scrivere comunque, immaginando che Chell non fosse stata effettivamente la prima.
Sapete tutti cosa c'è in quella torta, vero?
I'm GLaD it was a lie.

P.S.: La Cake Room esiste davvero e non c'è bisogno di codici per raggiungerla. Io ci sono stata! *_*

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Capitolo 5
*** Keyboard ***


keyboard
85.2 FM


Keyboard


Ne moristi ben prima che fosse nell'aria.
I percorsi test del sottosuolo erano nelle mani dei computer – niente cibo, niente acqua, nulla che potesse arrivare laggiù senza una richiesta al sistema centrale. Era la vita tua e di mille altri, sospesa a un filo di tastiera.
Il silenzio del processore durò per un'ora intera prima che cominciassi a sospettare. I tasti risuonavano vuoti sotto le tue dita, soffocati dallo stridore di una radio in loop. Le combinazioni strillate dagli schermi si traducevano in simboli inerti, senza alcun significato.
Solo allora scopristi quanto la tua vita e i comandi dipendessero l'uno dall'altro.
Nel cuore di una notte crescente, trovasti una maniglia irremovibile a precluderti ogni via di fuga. La pallida luce del monitor scelse quel momento per svanire del tutto – e mentre urlavi a fil di dita, digitando sequenze folli e sparandole nell'etere, il terrore dipinto sui volti che monitoravi con tanta indifferenza non ti sembrò più così innaturale.
La neurotossina giunse rapida, ma vana. Le tue falangi in corsa erano immobili, la plastica insanguinata.
La luce al neon si spense su tasti muti.

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Ma quanto tempo, cari lettori! La mia assenza di mesi, dite? Insomma... basta vedere il mio account inglese. Dal momento che oramai scrivo quasi esclusivamente nella mia seconda lingua, ritornare alle raccolte che porto avanti qui su EFP è un evento per me abbastanza raro, se non eclatante. Ma rieccomi! E riecco la vostra raccolta, con una drabble che ha protagonista un altro degli oggetti cosparsi per la vecchia, agghiacciante Aperture.
Un saluto!
Elisa

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