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di _less_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Partenze. ***
Capitolo 2: *** Grimmauld Place. ***
Capitolo 3: *** L'arrivo di Harry. ***
Capitolo 4: *** Se Voldemort raduna un esercito voglio combattere. ***
Capitolo 5: *** Nell’espresso per Hogwarts. ***
Capitolo 6: *** AVVISO IMPORTANTE PER LA STORIA. ***



Capitolo 1
*** Partenze. ***


1.

Partenze.


“Hermione, sei pronta?” urlò la signora Elena Granger dal piano di sotto.
“Arrivo mamma!” rispose Hermione, dalla sua stanza.
Prese la sua valigia e scese le scale.
“Bene tesoro, mettila in macchina dello zio Tom questa.” Disse Elena, indicando la valigia.
Hermione prese la sua pesantissima valigia e la trascinò oltre la soglia della porta di casa Granger.
“Oh.. dammi a me Herm!” disse lo zio Tom.
Lo zio Tom era un uomo rozzo, molto grosso e alto, con una barba bionda e la carnagione rossa. Aveva un cappello e una camicia a quadri, infilata dentro i jeans e i suoi scarponi neri facevano un rumore insopportabile.
“Sì zio.” Rispose Hermione, porgendogli la valigia.
Zio Tom la sistemo al cofano della macchina con un tonfo.
Per di più Hermione non aveva molta voglia di partire, avrebbe preferito andare alla Tana, ma Ron e Ginny non le avevano mandato delle lettere per invitarla.
Sbuffò.
“Siamo pronti, Herm. Andiamo!” disse sua mamma da dentro la macchina.
Lo zio Tom accese il motore.  Suo padre William entrò in macchina ed Hermione lo imitò.
“Allora, direzione Aereo Porto?” chiese sarcasticamente lo zio.
“Sì.” Rispose raggiante Will.
“Herm tu che dici?” chiese Tom.
“Oh.. si si, andiamo.” Sorrise falsamente lei, appoggiando la testa al vetro del finestrino e mettendo gli auricolari.
“Cresce il piccolo germe!” disse piano Tom a William.
Passarono trenta minuti, trenta minuti di canzoni noiose e antichissime e stonature di Tom, poi dall’autostrada iniziarono a intravedersi degli aerei che decollavano e che atterravano.
“Siamo quasi arrivati.” Disse il papà di Hermione.
“Tom, parcheggia lì!” suggerò sua mamma.
“È troppo stretto Elena, poi la macchina non entra!” sbuffò Tom.
“Allora prova lì!” propose suo papà.
“Neanche!” rispose pertinente zio Tom.
“Oh andiamo zio! Così perderemo l’aereo!” tagliò corto Hermione, perdendo la pazienza.
“Vabene piccolo germe.” Disse affettuosamente suo zio, e parcheggiò l’auto in un posto molto stretto.
Hermione scese difficilmente, per paura di non graffiare la macchina accanto a quella di zio Tom, poi prese la sua valigia e si diresse verso l’interno dell’aereo porto.
All’interno era molto piccolo. C’erano diversi negozi, dove vendevano alcune cianfrusaglie.
Hermione si guardò intorno.
Molta gente camminava frettolosa, altra si godeva un caffè seduto su un tavolo di un bar.
“Hermione, andiamo a fare il check in!” urlò sua mamma interrompendo i suoi pensieri.
“Ti seguo.” Rispose Hermione, andando dietro la mamma.
Arrivati al chack in, sua madre si rivolse verso Hermione.
“Hermione, perché sei così scorbutica con zio Tom?”
“Mamma è un completo imbecille! È rozzo e maleducato, non lo sopporto da quando ho 4 anni, perché dovrei volergli bene proprio adesso che ne ho quasi 15?” rispose sussurrando Hermione, per paura di veder spuntare dietro suo zio.
“Tocca a voi, signore.” Disse una voce. Entrambe si girarono e si accorsero che era il loro turno.
Hermione prese la sua valigia e la diede al ragazzo, che la misurò.
Sua mamma fece lo stesso.
“Dov’è papà?”
“Qui!” disse una voce, una voce frettolosa.
“Papà dalla a lui.” Rispose Hermione, scostandosi per lasciar libero il passaggio a suo padre.
“Ecco..” disse e diede la valigia al ragazzo.
Quest’ultimo la pesò.
“Potete andare.” Disse e i tre si girarono e andarono via.
“Hermione, abbiamo un’ora di tempo, fai un giro, poi ti chiamo al cellulare, ricordalo!” disse Elena.
“A dopo, allora!” disse Hermione, prendendo il suo cellulare e andando lontano dai genitori.
Trotterellò per i negozi, fino a quando non entrò in uno di telefoni.
C’era un enorme insegna con scritto : “ Il nuovo cellulare del momento : iPhone 1.”
Hermione fissò il cartello, poi entrò.
“Buongiorno, potrei vedere qual è l’iPhone 1?” chiese lei, al commesso.
“Certamente.” Rispose, con un sorriso ammaliato.
Squadrò Hermione per bene, dalla testa ai piedi.
“Eccolo.” Disse porgendo un cellulare dall’aspetto orrendo.
“H-ho capito. Molto bello.” Mentì, poi si girò ed uscì, sempre con lo sguardo del commesso addosso.
Andò verso il bagno, doveva lavarsi le mani, le aveva tutte stranamente appiccicose, come una colla.
Scese tutte le scale, poi arrivò in una porta con scritto ‘Toillette’.
Hermione prese la maniglia e la aprì.
Ecco che davanti a lei, degli occhi azzurri,capelli rossi.
Doveva essere un Weasley.
“Fred!” urlò Hermione, gettandosi fra le sue braccia.
“Ciao Hermione!”
“Che ci fai qui? In un aereo porto?” chiese Hermione, euforica.
“Siamo arrivati a casa tua, ma tu non c’eri e allora abbiamo chiesto ai vicini che ci hanno detto che eri qui. Allora siamo venuti subito e ci siamo divisi per trovarti. Ron è al primo piano, Ginny al secondo e George al terzo.” Rise lui.
“Come mai siete venuti a cercarmi?” chiese Hermione, sorridendogli.
“Volevamo chiederti di venire con noi, passeremo il resto delle vacanze a Grimmauld Place.” Disse Fred, iniziando a camminare.
“Grimmauld Place? Cos’è?” domandò la ragazza, seguendolo.
“È il quartier generale dell’Ordine della Fenice.” Spiegò il ragazzo.
“L’Ordine della Fenice? Dici l’Ordine della Fenice quello creato da Silente contro Tu-Sai-Chi?” chiese Hermione, eccitata.
“Sì, proprio quello.” Confermò il ragazzo, con un sorriso smagliante.
“Non ci credo! Fantastico!” esultò Hermione.
Poi ci pensò.
“Aspetta… ma io devo partire per la Norvegia! Tra qualche ora!” esclamò Hermione.
“Bene, allora vuol dire che convinceremo i tuoi e che faremo qualche piccola magia per far cancellare il tuo biglietto!” rise Fred.
“Sai.. siamo maggiorenni, possiamo fare magie fuori dalla scuola!” sussurrò ridendo, soddisfatto.
“Eccellente, troviamo gli altri e poi i miei genitori. Dobbiamo farcela!” si fece forza Hermione.
Prese il braccio di Fred e iniziò a correre.
“Hermione, aspetta! Sto per cader..”
BOOM.
Fred era disteso per terra, che rideva.
Hermione scoppiò a ridere lasciandolo per terra.
“Mi aiuti?” chiese dopo un po’ lui.
Hermione ridendo gli porse la mano e lo aiutò ad alzarsi.
Lui la guardò e rise.
“Andiamo, strega!” disse lui, mettendosi dietro di lei e appoggiando le sue mani sulla schiena, per spingerla e farla camminare.
Camminarono per un po’, poi incontrarono Ron, Ginny e George.
“Bene ragazzi, adesso dobbiamo andare dai genitori di Herm e convincerli!” spiegò Ginny, iniziando a correre.
“Andiamo!” rispose Hermione e iniziarono a cercarli, fino a quando non li trovarono seduti in un bar a bere caffè.
“Mamma, papà! I miei amici mi hanno invitati con loro a passare le vacanze, se annullo il biglietto con qualche magia… posso andare con loro?” chiese Hermione, saltellando per l’euforia.
I due la guardarono tranquillamente.
“Ci avevi promesso che..”
“Lo so che l’avevo promesso ma..”
“No.” Rispose serio suo papà.
“No? Perché no? Dai papà, ti prego!” lo scongiurò Hermione, inginocchiandosi a loro.
“Hermione.. alzati è tutto sporco qui!” disse sua madre, prendendola per un braccio.
“Perché la tua valigia è già in un aereo, e il nostro sta per partire tra 30 minuti! No.” Rispose serio, William.
Hermione si girò verso i suoi amici.
“Ci parlo io!” propose Ginny, andando verso di loro. Hermione non la fermò. Desiderava tanto andare a Grimmauld Place.
Mentre pensava a questo, una mano si appoggiò alla sua spalla.
Hermione la guardò, poi guardò di chi era.
Fred le sorrideva, mentre Ginny si piombava su di lei.
“Vieni! Li ho convinti!Alle valigie ci penseranno loro appena arrivati!” esultò Ginny.
“Perfetto! Allora ciao mamma, ciao papà!” disse Hermione, abbracciandoli.
“Mi mancherete.” Confessò  Hermione e i suoi genitori la strinsero ancora di più.
“Stai attenta peste.”
“Contaci papà!” salutò, separandosi da loro e si dirigendosi verso l’uscita dell’aereo porto, accompagnata dalla famiglia dei rossi.
“Ed Harry? Non viene a Grimmauld Place?” chiese Hermione, strafelice.
“Non lo so, dobbiamo ancora chiederglielo!” rispose Ron.
Uscirono dall’aereo porto e Hermione fu guidata dai ragazzi fino ad una Ford Anglia rossa.
“Entra Herm, oggi guida George!” rispose Ron.
Hermione entrò e si sedette accanto a Ginny.
“Pronti?”
“Pronti!” urlò Hermione e dopo aver messo il turbo invisibile, la macchina si innalzò e iniziarono a volare, volare verso Grimmauld Place n 12.



Angolo dell'autore :
Cari amici, ecco la mia nuovissima FF!
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Tanti saluti!
Mils_ 

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Capitolo 2
*** Grimmauld Place. ***


2.

Grimmauld Place.



“Siamo arrivati!” esclamò Ron, dopo qualche oretta dentro la macchina.
Era ormai pomeriggio e il cielo era di un colore rosa -viola. Il crepuscolo.
Scesero lentamente giù fino ad appoggiare la macchina nel marciapiede di una strada.
Hermione guardò fuori dal finestrino e vide un cartello con scritto : Grimmauld Place.
La giovane strega sorrise.
“Possiamo scendere!” disse Fred, scendendo dalla macchina.  Tutti gli altri lo imitarono.
Hermione scese e osservò la strada.
Semi buia, sporca e puzzosa.
“Questa è Grimmauld Place?” domandò Hermione, sperando che la risposta fosse NO.
“Si. Vedrai che la casa è meglio!” la rassicurò Ginny.
“Adesso andiamo, senno mamma si arrabbia!” suggerì Ron e tutti lo seguirono.
Arrivò davanti a due cancelli : 11 e 13.
“E il numero 12 dov’è?” chiese esterrefatta Hermione.
“Sta’ un po’ a vedere!” disse George.
Fred batté il piede a terra e all’improvviso il palazzo iniziò a spostarsi.
“Cosa diavolo?”
Il palazzo si spostava, e da esso spuntavano balconi, finestre, giardinetti e alla fine il cancello, con scritto : 12.
“Ingegnoso.” Commentò Hermione, aprendo il cancello ed entrando.
Ron aprì la porta e un lungo e stretto corridoio si estendeva.
Feccia! Traditori del loro sangue! Lupi Mannari, Mezzosangue, traditori del loro sangue!” Hermione si guardò intorno e vide un quadro di una donna molto vecchia che la guardava e indicava lei. Hermione si intimidì, non era accettata.
“Non farci caso Herm!” la rassicurò Ron, trascinandola lungo il corridoio.
“Ok..” rispose ed entrò in cucina.
“B-buonasera!” salutò sorridente Hermione.
Mamma Weasley, il signor Weasley, Sirius, Lupin, Moody e una ragazza dai capelli fuxia.
“Hermione! Benvenuta!” disse la Signora Weasley, venendole incontro.
“Buonasera signora Weasley. Ciao Sirius!” salutò Hermione abbracciando il padrino di Harry.
“Ciao piccolo genio!” la salutò Lupin.
“Salve professore!” rispose sorridente Hermione.
“Oh andiamo, chiamami Remus, ormai non sono più il tuo professore. Comunque dammi del tu!” sorrise Lupin.
“Ok, Remus!” sorrise Hermione dandogli un bacio nella guancia.
“Herm, sali?” urlò Ron dal piano di sopra.
“Arrivo!” rispose Hermione.
Salì frettolosamente le scale, esplorandole.
La casa era molto decadente e disordinata, ma era comunque antica.
“Vieni qui Herm!” urlarono Ginny e Ron, mentre si sentivano diverse risate da parte di George e Fred.
Hermione arrivò davanti a una porta e la spinse.
I quattro erano sdraiati su un lettone enorme a ridere.
Hermione si ci buttò di sopra violentemente.
“Allora, di che parlate?” chiese Hermione, sorridendo.
Per un attimo Fred la guardò.
Hermione incrociò il suo sguardo, e fu coperta dall’imbarazzo. Fred invece, cambiò direzione.
“Harry.” Rispose semplicemente Ron.
Proprio in quel momento, qualcuno bussò alla porta.
“Posso entrare?” chiese la voce profonda di un uomo, Albus Silente.
“P-professore?” chiese Ron, alzandosi dal letto e cercando di sistemare il disordine presente nella stanza, gli altri lo imitarono.
“Oh, non c’è bisogno che sistemate, sono anch’io molto disordinato.” Rise Silente da dietro la porta.
“Entri professore!” rispose Ginny aprendogli la porta.
Silente indossava una lunga veste verde scuro, con un cappello dello stesso  colore. I suoi occhiali a mezzaluna riflettevano uno spiffero di luce proveniente dalla finestra di fronte a lui.
“Buon giorno ragazzi. Sono venuto qui perché volevo parlarvi di Harry.” Disse Silente.
“Cosa è successo?” chiese Ron, preoccupato.
Silente in un attimo fece spuntare dal nulla La Gazzetta del Profeta e la porse ai ragazzi.
Hermione lo prese e iniziò a leggere.

Harry Potter Il ragazzo che mente.


Hermione guardò Ron confusa.
“Che mente? Che ha detto di sbagliato?” chiese Ron, quasi infuriato.
“Il Ministero della Magia crede che Harry stia dicendo il falso riguardo il ritorno di Lord Voldemort.” Spiegò Silente molto serio.
“Inoltre..” disse cambiando pagina e portandola a pagina 2 “… è successo un altro piccolo inconveniente. Leggete.”
Ron lo prese e lesse ad alta voce:

Harry Potter, il bambino sopravvissuto è stato sorpreso a usare la magia fuori dalla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts (per causa ‘Dissennatori FANTASMI’). Visto che, ha violato il Decreto per la Ragionevole Restrizione dell’Arte Magica tra i Minorenni.

Momentaneamente il ragazzo non è stato espulso, ma dovrà affrontare un’inchiesta per decidere la sua sorte.
Per altre informazioni guardate a pagina 6.
Rita Skeeter.


Ron sbuffò, e lanciò Il Profeta ad Hermione. Sul giornale era stampata una grossa fotografia di Harry, con un naso sanguinante e occhiali quasi rotti : era appena uscito dal Labirinto della Coppa Tre Maghi.
“Come può quell’insignificante essere umano, anzi scarafaggio, dire quelle cose?” chiese Ginny, diventando rossa.
Voleva Harry da prima che nascesse e non sopportava il fatto che la gente lo giudicava male.
“Si calmi signorina Weasley. Come le ho già detto, non è solo la Skeeter a pensare questo” e indicò l’articolo della Skeeter “ma anche tutto il Ministero della Magia, tranne pochi.” Spiegò Silente.
“Comunque sia ragazzi, sono venuto qui per chiedervi un favore, ma niente domande.” Disse Silente, fissandoli attraverso i suoi occhiali.
“Cosa?” chiese George.
“Non dovete parlare con Harry tramite lettere, non dovete farvi sentire in nessun mezzo possibile, andremo a prenderlo quando sarà il momento.” Disse Silente serio e voltò le spalle per andare via.
“Ma professore..”
“Ho detto niente domande, signorina Weasley.”
“Mi scusi.” Rispose Ginny.
Silente sorrise falsamente e andò via, chiudendo leggermente la porta.
Aspettarono alcuni secondi, per accertarsi che Silente fosse andato via, poi Ginny esplose : “Ma è pazzo?” 
“Sorellina, mica è il tuo fidanzato!” disse Fred, appoggiando il braccio sulle spalle di Ginny.
“Oh.. finiscila Fred!” lo rimproverò Ginny, uscendo dalla stanza.
“Chiederò qualcosa in più a papà!” rispose Ron ed uscì anche lui.
Hermione rimaneva seduta sul letto.
“Io devo andare a sistemare delle Orecchie Oblunghe, ne ho lasciato un paio fuori dal baule! Se le trova la mamma!” rispose Fred, aprendo la porta.
“Cosa sono le Orecchie Oblunghe?” chiese Hermione, incuriosita.
“Una nostra invenzione!” rispose fiero George, mentre seguiva il fratello gemello.
“Voglio vederle!” rispose Hermione, come una bambina.
“Segui noi!” esclamò Fred, sorridendo.
Hermione si alzò dal letto e seguì i due fratelli. Salirono all’ultimo piano, poi tutti e tre entrarono in una stanza, non troppo larga e non troppo piccola.
Hermione si sedette sul letto, George sulla scrivania e Fred tirò da sotto il letto uno scatolone.
Sopra quello scatolone c’era scritto con un pennarello nero : N.T.O.O.S.F.
“O.O.?” chiese Hermione.
“Sta per : Non Toccare le Orecchie Oblunghe, Sono Fragili.” Rise George.
“Wow.” Rispose Hermione.
“Pronta, piccolo genio? Preparati alla nostra idea superGENIALE.” Rise Fred, e aprì gli scatoloni.
C’erano un sacco di orecchie grosse quanto la faccia di una persona, legate a un filo color carne.
Erano tutte confezionate dentro bustine alla C.S.I. Miami.
“A cosa servono?” chiese Hermione, indicando quelle orecchie giganti.
“Ti servono per origliare. Tu colleghi il filo al tuo orecchio e poi lasci l’Orecchio Oblungo nel posto in cui la gente parla. L’acustica non è delle migliori, ma si sente. Sono ancora da perfezionare! Quando il negozio sarà completo, andranno a ruba!” sorrise Fred.
“Tienine una!” esclamò George, prendendo uno di quegli orecchi inquietanti e sbattendolo nelle ginocchia di Hermione.
“G-grazie.” Rispose Hermione togliendola dalle sue ginocchia.
“Ragazzi io vado in bagno un attimo!” esclamò Fred.
“Freddie, è urgente? Un attimo devo andarci io, sto per scoppiare!” si giustificò George, andando verso la porta.
“Vai tu..” lo accontentò Fred.
“Graz..” ma non completò perché corse in bagno.
“Allora, ti sono piaciute?” chiese Fred, quando lui ed Hermione rimasero soli.
“Sono disgustose Freddie!” disse seria Hermione, anche se mosse l’angolo del labbro.
“Ma sono ingegnose.” Commentò Fred, buttandosi nel letto.
“Hermione si sedette e lo fissò, sorridendo.
“Ultimo anno ad Hogwarts, allora?” chiese Hermione, sdraiandosi anche lei. Adesso entrambi fissavano il tetto scuro.
“Già. Mi mancherà Hogwarts. È così difficile abbandonare un luogo in cui sei cresciuto. Spero quest’anno non passi mai.” Disse lui serio.
“Oh, Fred! Ci mancheranno le vostre battute divertenti! Avete segnato Hogwarts!” rispose Hermione, guardandolo con uno sguardo affettuoso, uno sguardo da sorella minore.
“Quello che mi mancherà di più sarà soprattutto Gazza. Il nostro caro amico!” rise Fred. Hermione scoppiò in una risata.
“Gazza?” rise Hermione a crepapelle.
“Poi c’è Pix, quel Poltergeist! Poi c’è anche Nick-Quasi-Senza-Testa! Mitico!” commentò Fred.
“Mi mancherà davvero Hogwarts.Non voglio pensarci!”
“I M.A.G.O.” aggiunse Hermione.
“Quello è un motivo in più per non voler fare l’ultimo anno.” Rise Fred.
“Sei sempre il solito!” rise Hermione, dandogli una sorta di sberla.
Involontariamente lei si trovò ad abbracciarlo. Le sue braccia erano calde ed accoglienti.
“Eccomi..” la voce di George ruppe il silenzio e anche l’abbraccio.
“Che stavate facendo?” chiese sospettoso George, avvicinandosi, con un sorrisetto.
“Noi? Nulla! D-devo andare, ciao!” salutò Hermione e scappò via, piena d’imbarazzo.
Che cavolo! Ma sei scema Herm? Stupida, stupida, stupida! Abbracciare quel tizio! Non hai mai avuta tanta confidenza con Fred e lo abbracci al primo colpo? Stupida! Chissà cosa pensa di te adesso! Si starà chiedendo cosa vuoi da lui!  Diceva una vocina dentro Hermione.
“Herm!” la chiamò la voce di Ron, distruggendo la nuvoletta dei pensieri sopra la testa di Hermione.
La ragazza mentre si batteva la mano in fronte per punirsi di quel gesto, si girò verso il suo migliore amico.
“Ron.” Pronunciò Hermione.
“Che c’è?” chiese Ron, confuso.
“Ron, mi hai chiamata tu!” rispose Hermione, confusa anche lei.
“Ah già! Vieni!” disse Ron, facendole un gesto per farla venire.
“Che c’è?” ripeté Hermione, venendo verso Ron.
“Ho sentito con le Orecchie Oblunghe di George e Fred, che Harry verrà qui domani pomeriggio! Fantastico!” esclamò Ron, felice.
“Veramente? È una notiziona Ron!” commentò Hermione, abbracciandolo.
“Dobbiamo dirlo a Ginny!” disse Hermione, uscendo dalla camera di Ron e cercando quella di Ginny, che dovrebbe essere anche la sua.
Bussò in circa 4 porte sbagliate, poi beccò quella giusta.
“Gin, domani pomeriggio arriva Harry!” esclamò Hermione, a una Ginny sdraiata in un letto, con gli occhi chiusi. A quella notizia li spalancò, rivelando quell’azzurro profondo.
“Davvero?” disse e si mise a sedere, poi di alzò e fece i salti di gioia.
“Domani? Santo cielo, allora domattina dovrò sistemarmi, farmi i capelli! Evvai! Arriva Harry!” esclamò Ginny, saltellando.
“Che succede?” chiese la Signora Weasley, sbucando fuori.
“Domani arriva Harry!” esclamò felice Hermione.
“Come lo sai?” chiese seria la Signora Weasley.
Hermione diventò seria anche lei.
“Lo sappiamo grazie..” ma in quel momento, dietro la Signora Weasley spuntò un Fred allarmatissimo, che faceva segni come se volesse dire “Non dire nulla” o “Se parli noi ammazziamo te e poi lei ammazza noi!”
“Quindi?” chiese la Signora Weasley, mettendosi le mani ai fianchi, aspettando una risposta.
“L’ho sentito mentre parlavate in cucina. Ero scesa per andare al bagno e involontariamente ho sentito. Mi spiace signora Weasley, non accadrà mai più.” Si giustificò Hermione, facendo la faccia da cane bastonato.
“Vabene, cara!” disse. Fred scomparve, e lei se ne andò. Hermione emise un sospiro di sollievo.
L’aveva scampata bella.
 

Angolo dell’autore:
Cari amici, eccomi con il secondo capitolo della storia C:
Spero vi piaccia!  Vedo che i due iniziano ad avvicinarsi, ma..
BOOH!
Alla prossima(:
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Capitolo 3
*** L'arrivo di Harry. ***


3.
L’arrivo di Harry
.


 
“Tra poco arriva Harry, Sirius! E se vengono visti?” diceva Molly Weasley, in salotto.
Hermione, Fred, Ron e Ginny origliavano dalla porta della cucina, e George stava prendendo una tazza di tè con un biscotto perché aveva fame.
“Molly, stiamo parlando dei migliori Auror del Ministero. Non si faranno vedere!”
“Certo.. hai ragione, ma se..”
“ ‘Ma se’ niente, Molly. Devi star tranquilla, Moody, Tonks e Kingsley lo porteranno qui sano e salvo.” esclamò Sirius, con una falsa nota di tranquillità. Lui era preoccupato per Harry più di Molly, ma cercava di mantenere la calma.
“I Mangiamort ci stanno attaccati come della Puzzalinfa! Ci osservano, aspettano in momento esatto in cui agire, Sirius! Tu-Sai-Chi sta ricostruendo il suo esercito! È come se la storia si stesse ripetendo!” disse esasperata Molly.
“Molly…” disse Sirius con voce nervosa “t-ti va una camomilla o un tè?”
La signora Weasley si bloccò, poi chiuse gli occhi respirò a lungo e parlò : “ Certamente.”
Sirius sorrise nervoso e si diresse verso la cucina.
I ragazzi in cucina sobbalzarono e iniziarono a correre per prendere tazze e cibo, tanto per sembrar indaffarati.
Sirius entrò velocissimo, seguito da Mamma Weasley.
“Che fate?” chiese Sirius, grattandosi la testa e andando a prendere delle tazze da tè. La signora Weasley si sedette vicino Ginny. Che faceva finta di bere una tazza, anche se era vuota.
George scoppiò a ridere.
“Che ridi?” chiese Ginny.
“Mi fai ridere te!”
Ginny lo squadrò, poi capì che era per via della tazza vuota e rise pure lei.
“Ma che hanno di così anormale?” chiese Sirius, alle prese con il fuoco del fornello.
“Grazie Sirius.” Commentò tranquillo George.
“Prego Fred.” Rispose Sirius sorridente.
“Sono George, amico.”
“Ah, scusa George.”
“Salgo sù.” Disse Fred, aveva un’aria arrabbiata. Si alzò e andò via.
Hermione lo seguì con lo sguardo, fino a quando scomparve dal suo campo visivo.
“Che guardi Herm?” chiese Ron.
Hermione tornò alla realtà e rispose fissando il punto in cui prima c’era Fred :”Niente… credo proprio che andrò a riposarmi.” Disse, alzandosi e andando verso la porta.
Si sentiva strana, provava una strana sensazione. Forse era perché sarebbe arrivato Harry la sera stessa.
“Ma tra un’ora arriva Harry!”
“Mi sveglierò… tranquillo.” E così li salutò.
Salì le scale e istintivamente sbirciò nella camera di Fred. Il rosso era sdraiato nel suo letto, e prendeva a pugni il suo cuscino.
Ad Hermione venne la voglia di entrare e parlargli, ma entrò in camera sua e si buttò nel letto, chiuse gli occhi e si addormentò.


DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN.

Hermione si svegliò di colpo, alzandosi e sbattendo un piede sul piede del letto. Poi cadde su una sedia fino ad arrivare a terra.
“Ma che diavolo succede?” esclamò. Guardò la sveglia : 19:00.
“Cavoli, Harry!” strillò, correndo verso la porta e spalancandola.
Di fronte a sé ritrovò una chioma rosso fuoco. Anche Fred usciva dalla camera e la fissava. Aveva gli occhi leggermente rossi, ma non si notavano molto.
“Secondo te è arrivato?” chiese imbarazzato Fred.
Non si erano parlati da quando lui l’aveva casualmente abbracciata.
“S-si. Cioè no. No, credo di no.” rispose nervosa Hermione, chiudendo la porta e torcendosi le dita lunghe e sottili.
“Bene, io scendo.” Disse lui, e corse giù per le scale. Hermione lo seguì.
“È arrivato?” chiese Fred appena arrivato in cucina.
“Arriverà a momenti.” Rispose leggermente nervosa la signora Weasley.

“A momenti? SANTO CIELO DEVO CAMBIARMI!” strillò isterica Ginny, e salì le scale.
“Credo che la seguirò.” Disse Hermione e seguì la sua migliore amica.
“Anch’io.” e Ron salì dietro loro.
I gemelli li guardavano straniti.
“Noi andiamo a rinchiuderci nel nostro laboratorio. A dopo.” Rise George e Fred annuì.
Passarono pochi minuti ed Harry arrivò.
Dalla cucina proveniva un chiasso tremendo.
“Ginny sto per scendere, Harry è arrivato.”
“Cosaa? È arrivatooo! Come sto con il trucco? E i vestiti? M-mi stanno bene?” disse Ginny sorridendo nervosa.
“Hei sorellina, sei sempre bellissima.” La rassicurò Ron, dandole una pacca nella schiena.
“Grazie idiota.”
Ron finse di essere offeso.
“Vado in camera da letto a prendere una cosa.” E uscì.
“Sei perfetta. Adesso scendi e salutalo.”
Ginny sorrise e annuì. Aprì la porta ed uscì. Hermione invece andò da Ron.
“Ronald, il tuo migliore amico è la sotto, vuoi scendere?” lo rimproverò Hermione da dietro la porta.
“Un aimo, o eendo!” rispose la voce soffocata di Ron.
Hermione fece una smorfia ed entrò : Ronald Weasley seduto a terra a mangiare patatine, spaparanzato come un maiale.
“Ma che schifo! Fai venire il vomito Ron! Scendi, forza!” disse Hermione sbarazzandosi delle patatine di Ron e facendolo alzare. Proprio in quel momento la porta si spalancò e mostrò un ragazzo alto, mingherlino e con una cicatrice rossa sulla fronte. I suoi occhi verdi li fissavano.

“HARRY!” strillò Hermione e gli si fiondò addosso, stringendolo forte.
Harry ricambiò l’abbraccio.
“Ron.” Disse Harry e abbracciò il suo migliore amico.
“Come state?” chiese Harry, sfregandosi le mani. Si sedette nel letto.
“Bene..” rispose Hermione sedendosi accanto a lui e poggiandogli una mano nella spalla.
“Così bene da non farvi sentire?” rispose secco Harry, fissandoli leggermente adirato.
“C-che?”
“Perché non mi avete scritto nemmeno uno schifo di lettera?” chiese quasi calmo Harry.
In quel momento si sentì un sonoro crac e i due gemelli si materializzarono nella stanza di Ron.
“Ciao Harry. Abbiamo riconosciuto la tua voce.” Sorrise George.
Fred diede una pacca sulla spalla a Harry con affettuosità.
“Harry, il fatto è che Silente ci ha fatto giurare di non scriverti nulla.” Si giustificò Hermione, torcendosi le dita.
Harry sospirò a lungo, chiudendo gli occhi.
“Hei fratello, stai calmo. Mi sa che la cena è pronta, io scendo!” disse George e andò via.
Ron annuì e anche Harry, così scesero. Fred si sedette nel letto. Hermione che stava per uscire si bloccò e guardò il ragazzo.
“Succede qualcosa?” chiese lei con un’estrema timidezza.
“No, niente.” Rispose secco lui, guardandosi le scarpe. Hermione anche se lui le aveva dato quella risposta si sentì in dovere di sedersi accanto a lui.
“Sicuro Fred?” disse lei, guardandolo con un sorrisetto.
“Si, genio.” Disse lui, senza guardarla.
“Eddai Freddie, c’è qualcosa che non va!” scherzò lei, ma se ne pentì subito perché il ragazzo si alzò e scappò via, chiudendosi in camera e lasciando da sola Hermione.
Hermione fece una smorfia e scese per le scale un po’ offesa.
“Dov’è Fred?” chiese Ron.
“Si è chiuso in camera. Ah, gli uomini.” Sbuffò Hermione, sedendosi accanto la sua migliore amica e iniziando a mangiare.



Angolo dell’autore :
Cari amici, da quale secolo non aggiorno? O.o
Mi dispiace moltissimissimo, ma sono stata tanto tanto impegnata, Ritmica-studio-vita sociale non mi permettono di concentrarmi >.< 
Spero il capitolo vi sia piaciuto, il nostro Freddie e la nostra Mione iniziano a movimentarsi. :)
VI RINGRAZIO PER AVER MESSO LA STORIA TRA LE PREFERITE E LE RICORDATE O TRA LE SEGUITE, MA SOPRATTUTTO GRAZIE PERCHÉ I PRIMI DUE CAPITOLI HANNO AVUTO 200 VISUALIZZAZIONI!
SIETE UUUUUUUUNICI! :)
Come al solito, se volete iscrivervi questo è il mio gruppo facebook  ^O^ :  http://www.facebook.com/groups/317553765018601/
Tanti 
cari saluti,
Mils_ 

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Capitolo 4
*** Se Voldemort raduna un esercito voglio combattere. ***


4.
Se Voldemort raduna un esercito voglio combattere.

“Ragazzi, adesso dovete uscire un attimo, noi adulti dobbiamo parlare.” Disse Molly rivolta ai ragazzi che avevano appena finito di cenare. Ron si alzò e dietro di lui tutti gli altri. Ginny che era l’ultima si chiuse la porta alle spalle. Fred uscì dalla sua stanza in cui si era rifugiato prima di andare a cenare e scese frettolosamente le scale portando uno scatolone, che gli arrivava al mento, sulle braccia, la faccia rossa tanto quanto i suoi capelli.
“Che fate?” chiese Fred con aria indaffarata, dirigendosi verso un sottoscala malandato, come il resto della casa d’altronde.
“Mamma ci ha buttati fuori, chissà di cosa stanno complottando quelli lì.” Disse Ron, indicando la porta.
Fred guardò George sorridendo e il gemello gli sorrise in modo smagliante.
“Forse.. avete voglia di sentire qual cosina?” propose Fred poggiando a terra lo scatolone e tirando fuori un orecchio enorme e uno grandezza normale collegati da un sottile filo color carne. Tutti sorrisero e salirono per le scale posizionandosi, Harry li seguì senza sapere che stavano facendo. George fece scendere cautamente l’orecchio enorme penzolante.
“Ma che diavolo è quel coso?” chiese incredulo Harry.
“Orecchie Oblunghe! Le abbiamo inventate io e Fred, geniale no?” sorrise George. Fred rise.
“Ma a che servono?”  chiese curioso Harry, fissando quell’orecchio enorme muoversi da solo verso la porta.
“Zitto e lo scoprirai.” Disse indaffarato George. Fred attivò le Orecchie Oblunghe e  comparve la voce di Sirius.
“..se c’è qualcuno che ha il diritto di sapere quello è Harry! Insomma, pensiamoci, se non fosse stato per lui non avremmo mai saputo del ritorno di Voldemort! Quindi.. non trattarlo come un bambino Molly, non lo è più!”
“Sì, ma non è nemmeno un adulto!” intervenne la signora Weasley con voce strozzata, evidenziando con voce più forte l’ultima parola.
“Lui.. Lui non è James, Sirius!”
“Ma non è nemmeno tuo figlio!” controbatté Sirius.
“Sì, ma è come se lo fosse! L’ho cresciuto io! E poi chi altri ha?”
“Lui ha me!” rispose pronto Sirius. Improvvisamente intervenne una voce annoiata di un uomo conosciuto.
“Così paterno, molto commovente Black! Forse Potter crescendo diventerà un criminale, proprio come il suo adorato padrino.”
“Tu restane fuori Mocciosus, a nessuno importa cosa ne pensi tu!”
Harry intervenne sottovoce, guardando Ron ed Hermione: “Ma Piton fa parte dell’Ordine?”
Ron sbuffò: “L’idiota.”
Un attimo dopo un batuffolo di pelo rosso stava giocando al piano di sotto con quell’orecchio enorme, facendo oscillare il filo color carne.
“Via! Vattene gattaccio!” sussurrò George.
“Togliti di mezzo, lo romperà!” intervenne Fred irritato. Nel frattempo in cucina continuavano a parlare, ma tutti erano troppo distratti per origliare.
Hermione si affacciò: “Grattastinchi! Grattastinchi! Smettila, lascialo stare!” ma il gatto l’aveva già portato via, staccando il filo.
“Hermione, io odio il tuo gatto!” disse scocciato Ron, scendendo le scale.
Hermione si guardò intorno sentendosi forzata a rimproverare il suo animale, poi sussurrò : “Cattivo Grattastinchi!” battendo le mani sulla ringhiera delle scale di legno.
Tutti scesero dalle scale e Molly aprì la porta della cucina. Sirius uscì velocemente.
“Harry Potter!” pronunciò felice.
“Sirius!” disse Harry e si gettò fra le sue braccia.
“Harry, è molto.. molto strano, ma pare che la tua udienza al Ministero verrà dinanzi a tutto il Wizengamot.” disse il signor Weasley per sciogliere l’abbraccio tra Harry e Sirius. Tutti entrarono in cucina e si sedettero intorno al tavolo.
“Non capisco, cos’ha il Ministero della Magia contro di me?” chiese esasperato Harry. Prima i Dissennatori, poi l’udienza e ora questa notizia del Wizengamot.
Ci fu un silenzio forzato, tutti si guardarono. Moody che era alzato si voltò verso Kingsley. “Mostraglielo, prima o poi lo scoprirà.” Gli disse.
Lupin si passò una mano tra i capelli. Kingsley prese La Gazzetta del Profeta e l’aprì, porgendola ad Harry.
A caratteri cubitali una scritta nera : IL RAGAZZO CHE MENTE e di sotto una foto di Harry scattata qualche mese prima appena ‘vinto’ il Torneo Tremaghi.
“Continuano ad attaccare anche Silente. Caramell sta usando tutto il suo potere, compresa la sua influenza sulla stampa, per screditare chiunque affermi che l’Oscuro Signore è tornato.” Spiegò Sirius.
“Ma perché?” chiese Harry guardando Sirius.
“Caramell ritiene che Silente voglia la sua carica.” Intervenne Lupin.
“Ma.. ma è pazzesco! Nessuno sano di mente crederebbe che Silente..” ma fu interrotto da Lupin.
“Ed è questo il punto! Caramell non ha la mente sana Harry, è stata contorta e deformata dalla paura.”
Tutti fissarono Harry e Lupin che si contorceva le dita delle mani aggressivamente.
“Harry, la paura fa fare alla gente cose terribili.”
“L’ultima volta che Voldemort ha preso il potere ha distrutto tutto ciò che a noi sta più a cuore..”  espirò“e ora è tornato e il Ministro farà di tutto per evitare questa terrificante realtà.”
Ci fu ancora silenzio, l’unico rumore che si sentiva era quello della Signora Weasley che puliva le stoviglie.
“Secondo noi.. Voldemort sta ricreando il suo esercito. Quattordici anni fa erano numerosissimi sotto il suo comando e non solo streghe e maghi, ma anche ogni genere di creature oscure. Sta reclutando in maniera massiccia e noi intendiamo di fare lo stesso. Ma a quanto pare reclutare seguaci non è la sola cosa che gli interessa.” Moody tossicchiò fissandolo. Sirius lo guardò furtivo e poi riprese : “ Noi, riteniamo che Voldemort stia dando la caccia a qualcosa.” La Signora Weasley si fermò e fissò Sirius arrabbiata. Moody cercò di fermarlo : “Sirius..” ma lui riprese lo stesso. “Una cosa che l’ultima volta non aveva.” Harry lo guardò incredulo.
“Intendi.. tipo un’arma?” chiese.
Sirius aprì la bocca ma fu preceduto dalla Signora Weasley.
“Ora basta! È soltanto un ragazzo!” prese La Gazzetta del Profeta posata davanti ad Harry e la ripiegò “Digli qualcos’altro e tanto vale metterlo direttamente nell’Ordine.”
Sirius aveva una faccia confusa. Harry rispose subito : “Bene! Voglio esserci! Se Voldemort raduna un esercito, voglio combattere.” A quel punto Sirius fece un’espressione soddisfatta a Molly e sorrise a Harry ammiccandogli l’occhio.
Molly si aggiustò i capelli. “Andate tutti a dormire.” Disse guardando i suoi figli ed Harry e Hermione.
Tutti si alzarono e andarono a dormire. Hermione salì le scale assonnatissima come non mai anche se quattro ore prima aveva dormito. Entrò nella sua stanza e si chiuse la porta alle spalle buttandosi poi nel letto. Appena si sdraiò nel materasso si sentì scomoda. Si alzò per controllare e lì c’era una giacca rosso vivo. La prese e la osservò.
“Ginny di chi è?” chiese Hermione mostrandogliela.
“Georgie.” Disse Ginny  sgranando gli occhi, che già si era infilata nel letto.
“Mh.” Disse Hermione ed uscì dalla stanza per portargliela. Bussò alla porta dove c’era attaccata un’etichetta : Regulus Arcturus Black . Fred aprì la porta ed Hermione gli porse la giacca.
“Entri?” chiese lui, facendo finta di grattarsi la testa. Hermione sorrise falsamente ed entrò. La loro camera temporanea era grandissima.
“Questa giacca è di tuo fratello.” Disse dandogliela. Fred la scrutò bene poi sorrise : “È la mia! Dove l’hai trovata? La cercavo da giorni!”
“Era sul mio letto..” rispose Hermione seria.
“Ah. Ehm,grazie Herm.”disse con aria intimidita.
“Prego Freddie. Notte.” e chiuse la porta alle sue spalle, rossa dalla vergogna, ma anche leggermente offesa perché qualche ora prima lui le si era rivoltato contro.
“ ‘Notte.” disse lui da dietro la porta.
Hermione sospirò e andò nella sua stanza, già al buio.

**


“Harry devi svegliarti! Oggi hai l’udienza!” diceva Ron scostandolo dal letto bruscamente.
“Sì..” sussurrò Harry, senza muoversi.
“SBRIGATI MERLINO!” disse portandosi le mani sui capelli, pronto per tirarseli per l’esasperazione.
In quel momento Hermione entrò velocemente. “Ancora non si è alzato?” disse con una faccia esasperata. “Ok, ho capito.” Disse Ron spazientito puntandogli la bacchetta contro. “Fermo Ron! Non puoi usare la bacchetta fuori Hogwarts! Vuoi fare la sua stessa fine per caso?” lo rimproverò Hermione indicando Harry spaparanzato sul letto.
Miracolosamente (si fa per dire, dopo che Hermione, Ron e Ginny l’avevo fatto alzare prendendolo dai piedi e dalle braccia) venti minuti dopo era già sveglio e sistemato, vestitosi con una lentezza impressionante.
“Sono più veloce io a vestirmi la mattina.” Si lamentò Hermione mentre Harry si preparava e quando uscì il Signor Weasley, che per quel giorno gli avrebbe fatto da guida, gli andò incontro.
“Pronto?”
“Sì, andiamo.” E gli prese il braccio scomparendo nel nulla.
“Siamo tutti svegli alle 8. La giornata è ancora piena di possibilità!” disse sbadigliando George, stiracchiandosi.
“Si esce?” propose Fred.
“Io ci sto!” disse Ron e lo stesso anche George, Ginny ed Hermione.
“Mamma, stiamo uscendo a Diagon Alley per fare spese! Vuoi venire?” chiese Ron gentilmente.
“Non se ne parla.” Disse semplicemente Molly.
“Ma perché?”
“Perché non voglio.”
“Mamma se mi vuoi bene e vuoi farmi un regalo per il fatto di essere diventato Prefetto, lasciaci uscire! Se non vuoi uscire tu, solo noi. ” e Ron fece la faccia da cucciolo bastonato.
Molly si voltò verso di lui con il viso stanco.
“E vabene. Solo ed esclusivamente Diagon Alley! Guai a voi se andate in giro per la Londra Babbana. Vi vedo! Dovete essere qui per le 12:00. Non un minuto di più.” disse indicando l’orologio di casa Weasley che aveva portato in caso di pericolo.  Li guardò tutti preoccupata :” Ragazzi, dovete stare tutti attenti. Se succede qualcosa, Materializzatevi immediatamente qui con Fred e George e soprattutto rimanete uniti..” Disse accarezzando i capelli di Ron.
Tutti fecero cenno d’assenso e si dispersero nelle loro camere per prepararsi. Dieci minuti dopo erano tutti pronti e posizionati sulle braccia di Fred e George.
“Pronti?” dissero i gemelli iniziando a concentrarsi.
ASPETTATE!” urlò la Signora Weasley gesticolando. “Avete tutte le falci e gli zellini con voi?” chiese.
“Sì mamma, io ho 10 zellini e 15 falci e 4 galeoni!” disse Ron, prendendo dalla tasca dei rondelli di metallo.
“Io ho 15 falci e 5 galeoni!” la informò Ginny.
“Noi 21 galeoni, 16 falci e 15 zellini, tò!” esaltarono felici i gemelli.
“E tu Hermione?” chiese per assicurarsi la Signora Weasley.
“Io sono apposto signora, ho una manciata di galeoni.” Rispose timidamente Hermione.
“Vabene, andate. State attenti.” Disse e si Smaterializzarono da Grimmauld Place.

**


Crac.
Il Paiolo Magico era un piccolo pub degradato, squallido e puzzolente. I Weasley ed Hermione entrarono cautamente. Il proprietario, Tom, li squadrò dalla testa ai piedi.
“Weasley?” chiese.
“Dobbiamo andare a Diagon Alley!” cominciò George con tono innocente.
“Prego.” Disse indicando la porta sul retro.
Tutti entrarono e si trovarono di fronte ad un muro.
Fred prese la bacchetta :”Com’era la formula?”
“Tre verticali, due orizzontali.” Rispose prontamente Hermione.
“Ah, già” e fece la combinazione. Due secondi dopo, era comparsa ai loro occhi la meravigliosa via principale di Diagon Alley affollata da maghi, streghe, magonò, stregoni, mezzogiganti e piccoli quasi neomaghi indaffarati nelle spese per il loro primo anno ad Hogwarts.
“Dobbiamo restare uniti. Andiamo al Ghirigor..” propose Hermione.
“No, andiamo da Florian Fortebraccio!” intervenne Ginny.
“NO! Da Accessori per il Quidditch di prima qualità!” urlò Ron.
“Oh andiamo pivelli, è ovvio che dobbiamo passare da Gambol & Japes, dobbiamo fare rifornimento di fuochi d’artificio  Freddy del Dottor Filibuster, quelli con l’innesco ad acqua! ” dissero i gemelli, guardando tutti dall’alto in basso, anche se Ron era poco più basso di loro.
“Perché?” chiese Ron fissandoli.
“Cavoli nostri, non credi idiota?” dissero i gemelli.
“Fottetevi.” Rispose  Ron, alzando il dito medio e sorridendo.
“Ma non crescerete mai, vero?” disse Hermione, comportandosi da madre e fulminando Ron con lo sguardo per fargli abbassare il dito medio. “Scusa.” Disse il rosso e lo abbassò.
“Mai, mammina.” Disse George e Fred rise forzatamente guardando Hermione.  Hermione gli scoccò un’occhiata torva, solo ed esclusivamente perché erano riusciti a convincere tutti di andare in quel negoziaccio invece che il Ghirigoro.
“Uffa ma è troppo lontano! È nell’altra parte di Diagon Alley!” si ribellò Hermione.
“E vabene..fermiamoci da Florian Fortebbraccio. Però ricordatevi che vogliono 3 galeoni a pallina.” Disse Fred.
“Tranquillo, abbiamo tutti abbastanza soldi, soprattutto voi.” Rispose sarcasticamente Ron. Arrivati, tutti si sedettero nei tavolini fuori.
“Cosa ordinate?” chiese subito una giovane ragazza snella e alta, mora, con delle ciglia lunghissime e occhioni castani. Indossava un grembiule bianchissimo legato ai fianchi e un cappello azzurrino con lo stemma della gelateria.
“Quattro gelati, allora io lo voglio : Erba di Prato, Pesca e Mela” Disse Fred battendosi le dita sul mento
“Io invece lo prendo Fragolina di Bosco dei 100 Acri e Lampone.” Disse Hermione.
 “Io lo prendo .. Mela stregata e..” disse Ginny, ma la cameriera la fermò. “Sicura? Di norma non è adatto alle ragazze perché potrebbero perdere i sensi, ma se vuole rischiare..”
“No no, allora lo prendo alla Mela e all’Ananas.”
“Io lo prendo.. mmh, Arancia e Banana.” Disse Ron un po’ indeciso.
“Io voglio solo dei Zenzerotti.” Ordinò George. Due secondi dopo stavano già mangiando.
“Buonissimi e anche costosissimi.” Disse Ron. Appena finito la cameriera prese i galeoni e tutti andarono via. Erano già le 10:45.
“Ci sbrighiamo ad andare da Gambol & Japes o no?” disse George, frettoloso, camminando a passi da gigante.
“Si si, andiamo per favore.” Disse sbrigativo Ron, spingendo le due ragazze che si erano fermate davanti una vetrina. Appena arrivati i gemelli entrarono ed uscirono subito con degli scatoloni.
“Così veloci?” chiese stupefatto Ron.
“Li avevamo prenotati.” Sorrise Fred.
“Ci avete fatto arrivare fin qui per due scatoloni? Potevate farveli spedire da dei  guf...” sbottò Ginny. “Andiamo a Diagon Alley nord!” La ignorò Hermione e così si incamminarono fino ad arrivare davanti al negozio di Olivander.
“Che dite, entriamo a salutare il signor Olivander?”  propose Hermione, davanti al negozio del fabbricante di bacchette.
“Veloce però, voglio passare da  Accessori per il Quidditch di prima qualità!” disse Ron battendo le mani.
Il negozio di Olivander si trovava a Diagon Alley lato sud, tra i negozi Robivecchi e la Casa Editrice di Obscurus Book.  L’insegna del negozio recitava delle lettere d’oro: Olivander. Entrarono dalla porta, e una luce soffusa li trasportò verso il bancone.
“Buon giorno signor Olivander, volevamo salutarla.” Disse Hermione, andando dal fabbrica bacchette.
“Oh, salve ragazzi, come state?” disse il vecchietto con i capelli candidi, correndogli incontro e lasciando i clienti da soli.
“Bene, grazie.” Rispose Hermione.
“E le vostre bacchette? Come stanno?” chiese sorridendo. Tutti risero un po’ forzatamente.
“Tutte in ottimo stato.” Rispose Ron, ammiccandogli l’occhio. Aveva comprato una nuova bacchetta due anni prima, dopo che quella di Bill gli si era rotta al suo secondo anno grazie al Platano Picchiatore, insomma, solo in quel caso era stato lui a scegliere la bacchetta e non viceversa.
“Adesso dovremmo andare, buona giornata Signor Olivander, arrivederci!” disse Ginny spingendo tutti quanti fuori dal negozio.
“Adesso cortesemente saliamo tutti quanti a Diagon Alley nord?” chiese ansiosa.
“Vabene, andiamo.” rispose Hermione. Arrivati a Diagon Alley nord, Ron e Ginny si persero al negozio per gli accessori di Quidditch e non uscirono prima delle 11:30.
“Cos’è quell’affare?” chiese Hermione prendendo una piccola scatolina dallo scaffale del negozio di Quidditch.
“E’ un lucida scope, utilissimo.” La informò Ron, annuendo e indicando la scatolina.
“Ah.” Disse la ragazza e guardò la scatolina. “Che cosa inutile.” Commentò poi sottovoce.
“Proprio come i tuoi libri.” Rispose Ron, che l’aveva sentita, mentre rovistava tra i tanti oggetti per le scope.
“Almeno servono a qualcosa.” Sorrise Hermione, picchiettandosi con il dito la parte del capo, per indicare il cervello. Ron le fece una smorfia e tornò a concentrarsi alle cose da Quidditch. Hermione annoiata uscì fuori e si sedette sulla banchina davanti al negozio. Un attimo dopo uscì anche Fred.
“Che ci fai qui?” chiese.
“Ehm, prendevo un po’ di aria.” Rispose Hermione.
“Ho capito. Io.. io vado al Ghirigoro, vieni?” propose Fred intimidito, indicando il negozio accanto.
“Oh.. eh al Ghirigoro dici? Emh, ma dobbiamo rimanere con..” poi guardò alle sue spalle dove la vetrina del negozio mostrava Ginny e Ron indaffarati a cercare oggetti “e vabene, ma sono due minuti” disse e si alzò, seguendo Fred.
Il Ghirigoro era la miglior libreria di Diagon Alley. Era allestita con i migliori libri, fornita sempre e comunque, su tutti gli argomenti, anche i più oscuri, ma mai quanto quella di Hogwarts.
Hermione entrò e si disperse per gli scaffali pieni di libri. Fred la seguì.
“Ehm.. tu che sei alto, mi prendi quel libro?” chiese indicando un libro su uno scaffale in alto.
“Sì.. tieni.” Disse e lo prese per poi porgerglielo. Si trovarono così tanto vicini che Hermione sentì caldo e poi rossa dalla vergogna fece un passo indietro. Fred si ricompose subito, passandosi una mano per i capelli e cercando di guardare altrove. Hermione, che in quel momento voleva letteralmente sotterrarsi da sola, aprì il libro e vi si nascose la faccia. “Merlino..” sussurrò pianissimo.
“Ah?” chiese Fred.
“Cosa?.” Chiese Hermione, continuando a parlare da dietro il libro.
“Che cosa, cosa?” rispose Fred rimbambito. Hermione abbassò il libro, si guardarono e scoppiarono in una risata.
“Ma sarai matto?” rise Hermione.
“Andiamo, dai.” Rise Fred. Hermione posò il libro. Subito tornò tra loro la timidezza e nessuno parlò.
Usciti dal Ghirigoro e tornati senza dirsi nulla al negozio di Quidditch, Ron, Ginny e George non si erano nemmeno accorti che erano andati via.
“Allora? Andiamo?” chiese frettolosa Hermione.
“Un attimo che compriamo queste due cosette.” Disse Ron con in mano 5 o 6 scatole di quel lucidante per scope.
Due?”  chiese sarcastica Hermione.
Finita la coda per pagare le cianfrusaglie di Quidditch si unirono tutti in cerchio.
“Pronti? Avete dimenticato qualcosa o possiamo Smaterializzarci?” chiese Fred. Tutti si guardarono intorno.
“Andiamo.” Dissero decisi e aggrappandosi  alle loro braccia, si Materializzarono tutti in Grimmauld Place.


Angolo dell’autore :
Ciaao amici! Lo so, lo so, volete uccidermi perché non aggiorno da 6 mesi, però ho attraversato molti momenti difficili e altri momenti felici e mi sono impegnata un po’ a partecipare alla sociale perché passavo troppo tempo a scrivere. Questo capitolo è stato scritto nel giro di una settimana, la settimana in cui ho ripreso, ma adesso è in arrivo l’estate e maggio è il mese più impegnativo per recuperare tutte le cose che non hai studiato. Spero vi piaccia e rigrazio chi recensirà la storia! Scusatemi ancora,  vi imploro perdono! Tanti baci, vi voglio bene.
Mils.

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Capitolo 5
*** Nell’espresso per Hogwarts. ***


5.

Nell’espresso per Hogwarts.

 
«Allora? Come è andata l’udienza?» chiese la signora Weasley appena Harry e il signor Weasley si ritirarono. Ron, Fred, George, Ginny ed Hermione erano tornati da Diagon Alley mezz’ora prima.
«Assolto da tutte le accuse.» rispose semplicemente Harry, con una nota di tristezza.
«Che succede Harry?» gli chiese amichevolmente Hermione quando si ritrovarono da soli al piano di sopra, nella stanza di Harry, insieme a Ron.
«Mi fa male la cicatrice sempre di più.» confessò Harry.
«Devi parlarne con Silente.» gli ordinò Hermione preoccupata.
«No.» rispose semplicemente, alzandosi e facendo avanti e indietro. Ron ed Hermione fecero delle facce curiose, che attendevano una risposta plausibile a quel ‘NO’. Sospirò. «Alla fine dell’udienza.. lui.. è scappato. Volevo parlargli ma non mi  ha nemmeno guardato. Sembra che mi eviti. Non capisco.. tutti mi evitano, tutti mi credono pazzo. Io non sono pazzo!» si risedette e appoggiando i gomiti sulle ginocchia, si coprì il viso con le mani.
« Noi non ti crediamo pazzo Harry. Noi sappiamo cosa è successo e ti appoggeremo sempre. Io e Ron ti vogliamo bene.» lo rassicurò Hermione con dolcezza accarezzandogli con una mano la spalla. Ron annuii timidamente.
«Grazie.» rispose distante Harry. Hermione si sentì impotente di fronte alla tristezza del suo migliore amico. Incrociò il suo braccio con quello mingherlino di Harry e gli appoggiò la testa nella spalla.
«Finirà tutto, un giorno.» gli promise Hermione. Harry si limitò ad annuire e ad alzarsi, lasciando la stanza.
Ron la guardò ed Hermione rispose con una smorfia di tristezza.
«Non so come aiutarlo.» disse mortificata alzandosi anche lei e uscendo.
Entrata in camera sua, si sdraiò sul letto a riflettere con le mani intrecciate sul grembo.
Il tuo migliore amico sta diventando depresso. Il Ministero lo crede pazzo, non ha più una figura paterna a parte un uomo in fuga che non vede da anni, Colu-Che-Non-Deve-Essere-Nominato è tornato e cercherà di ucciderlo, Albus Silente l’unico adulto di cui si fida più di ogni altro non gli rivolge più la parola, passa tutte le estati con una famiglia che lo tratta da schiavo, ha nelle spalle responsabilità più grandi di lui. Che deve fare un’amica in questi momenti? Le chiese una voce al suo interno.
Hermione si coprì la faccia con le mani. “Non lo so.. Non lo so cavolo.”
«Cosa non sai?» le chiese una voce femminile. Hermione sobbalzò scoprendosi il viso e guardando spaventata la sua amica entrare d’un tratto.
«Dio.. Ginny.» sospirò Hermione roteando gli occhi verso l’alto.
«Che c’è?» sorrise ironicamente Ginny uscendo dalla stanza.
Hermione sempre più triste per Harry, si tirò avanti e si alzò dal letto, trascinando i piedi fino al piano di sotto, dove gli insulti della signora Black all’entrata non finivano mai di perforare le orecchie.
«Non ce la faccio più di quella vecchia strega pazza.» sbottò Ginny, gettandosi in una sedia in cucina accanto alla porta.
«Primo o poi si stancherà.» commentò Sirius tranquillo, leggendo La Gazzetta del Profeta.

 Intanto, fuori, dalle finestre attraverso i palazzi grigi e tristi, si scorgeva un cielo sempre più cupo dopo il crepuscolo. Il giorno dopo sarebbero tutti partiti per Hogwarts. I bauli erano tutti pronti.


Harry era in un angolo della cucina con una bottiglia di Burrobirra in mano a fissare Il Profeta della Sera mentre si dondolava con la sedia. Hermione si sedette accanto a lui e cercò di trasformarlo in triste a felice.
«Allooora, che notizie ci sono?» chiese Hermione improvvisandosi ottimista.
«Ci sono stati due morti. » rispose Harry mordendosi il labbro inferiore.
Hermione fece una faccia sconvolta, poi si ricompose in fretta.
«H-Harry, dovemmo sai.. svagare un po’. Vuoi andare a Diagon Alley?» propose un po’ isterica Hermione.
Harry la fissò negli occhi e vide dei bellissimi fari azzurri che stavano per spegnersi dalla tristezza inoltre aveva gli occhi stanchi di chi aveva pianto per giorni interi, con delle borse sotto gli occhi rosse.
«Ho già tutto quello che mi serve.» rispose con una vocina Harry, tornando a guardare il giornale.
La ragazza si alzò e andò da Ron esasperata. Lo fece alzare prendendolo per un braccio e trascinandolo verso il corridoio centrale.
«Lo vedi? Non ce la faccio a stargli vicino se è così depresso.» Ron sussultò sentendo l’ultima parola.
«Depresso? È un po’ pesante per un 16enne la depressione, sai?.» disse scrollando le spalle enormi.
«L’hai guardato? Forza, vai a vedere.» comandò Hermione inarcando le sopracciglia.
Ron si affacciò nella porta della cucina e vide un Harry con una bottiglia vuota di Burrobirra in mano che si dondolava in una sedia che appoggiava appena appena alla parete grigio chiaro. Aveva i capelli scompigliati e indossava una felpona blu che gli arrivava sotto i fianchi, gli occhi stanchi con quelle borse rosse, con la bocca socchiusa e gli occhiali che erano arrivati a metà naso che guardavano il giornale, al contrario.
Ron tornò lentamente indietro terrorizzato dall’aspetto del suo migliore amico.
«Sta diventando pazzo, sì..» affermò sconcertato.
Hermione si portò le mani sopra la chioma castana molto più liscia rispetto ai primi anni che l’aveva conosciuta facendo avanti e indietro.
«Che facciamo?» chiese Ron torturandosi le dita delle mani.
«Lo chiedi a me?»
«Sei tu il genio, no?» rispose con un sorrisetto nervoso Ron.
«Simpatico.» rispose acida Hermione fermandosi bruscamente e andando in cucina verso Harry.
«Hei Harry, ti va se facciamo un giro?» propose Hermione sorridendo istericamente.
«I Mangiamorte circondano la casa nell’attesa di uccidermi.» rispose semplicemente Harry, continuando a fissare il giornale. Hermione ebbe l’impulso di prenderlo a schiaffi per farlo risvegliare dalla tristezza che, come un velo l’avevo ricoperto.
«Alzati subito.» rispose cercando di scacciare quel pensiero. Harry la guardò. Aveva gli occhi lucidi.
«Stai piangendo?» disse Hermione abbassandosi sulle ginocchia in modo da essere alla stessa altezza dell’amico.
«Sono stanco. Vado a letto.» disse e si alzò, lasciando Hermione piegata in due come un’ebete. Lo rincorse su per le scale cercando di fermarlo.
«Harry, ti prego smettila di stare così!» rispose tutto d’un fiato la ragazza, triste anche lei.
«Così come? Io sto bene.» rispose in cima alle scale, appoggiandosi alla ringhiera di legno elaborata a mano fingendo un sorriso.
«Non stai bene, si vede, si riconosce subito. Harry, lascia che ti aiuti.» propose Hermione sull’orlo dell’esasperazione.
«Non ho bisogno di nessun aiuto Hermione. Io sto benissimo. Sono solo stanco. Oggi mi avete svegliato alle 8 del mattino.. sarò pure stanco no?» disse dandole le spalle e andandosene via. Hermione salì di corsa gli scalini e arrivò davanti alla porta della stanza di  Harry.
«So riconoscere la tristezza in una persona quando la vedo.»  affermò convinta.
«Vuol dire che questa volta hai sbagliato.» rispose Harry guardandola e poi chiudendo la porta.
Hermione rimase con la mascella contratta, pronta a controbattere, ma non le rimase altro che scendere per le scale con una pesantezza due volte la sua. Si sedette in un angolo in cucina con l’aria sconfitta giocherellando con l’elastico di spugna blu elettrico preso da sua madre prima di ‘partire’ per la Norvegia.
«Che fai?» le chiese la voce di Fred.
«Mh.» rispose Hermione.
«Che risposte concrete. Siamo di malumore oggi eh!» sdrammatizzò Fred, sedendosi accanto a lei.
«Che succede?» domandò guardandola.
«Niente. Non succede niente.» rispose con un’aria triste.
«Non sembra.»
«Noia. Menomale che domani andiamo ad Hogwarts.»
«HEI! Ti faccio divertire io!» propose Fred.
«E sentiamo un po’ come mi fai divertire..» lo guardò Hermione con un sorriso malizioso seppur triste, con un tono di sfida. Fred rise stupidamente e cominciò a parlare, quando intervenne Ron.
«Hermione, io odio il tuo gatto.» dichiarò saltando sul tavolo.
«Ron, scendi dal tavolo!» lo rimproverò Molly.
«Dai lascialo in pace.» rispose Sirius.
«Ma comunque, non è una novità che odi il mio Grattastinchi.» disse Hermione inarcando le sopracciglia.
«Continua a bucarmi le calze e i vestiti!  Perché lo fai gironzolare per tutta la casa?» esplose, gesticolando.
«Oh Ronald, è solo un semplice gatto, per gli slip di Merlino! È nella sua natura.» disse Hermione, alzandosi e facendo per andarsene. Ron sbuffò, ma Fred la fermò prendendola dal braccio.
«Ti surriscaldi troppo in fretta, lo sai?» le intimò, sorridendo maliziosamente.
Hermione fece un sorriso falso, a mo’ di mal di denti, poi tornò a sedersi.
«Dov’è Harry?» chiese Ron, guardandosi intorno. Hermione tornò ad essere triste e rispose con la voce rotta : «È andato a dormire.»
«Ah.» disse Ron.
«E ci vado pure io. ‘Notte.»
Il mattino seguente, Hermione, i fratelli Weasley e un Harry abbastanza depresso, erano pronti per andare con una passaporta a King’s Cross.
«Quanto manca?» chiese la signora Weasley, tutta pronta.
«Cinque minuti...» disse Sirius, controllando l’orologio. «.. il tempo giusto per rubarvi Harry.»
Harry sussultò e seguì Sirius.
«Che succede, Harry? Ti vedo triste.. » disse Sirius quando furono soli.
«Mi sento solo.. tutti mi abbandonano e Voldemort è tornato e cercherà di uccidermi..» si gonfiò il petto, ansimando e tremando «..di nuovo. Non ce la faccio più Sirius. » confessò, buttando tutta l’aria fuori.
«Harry, accanto hai degli amici splendidi che fanno di tutto per farti stare meglio. Voldemort è tornato e cerca di entrare nel tuo mondo attraverso la tua mente e questo potrebbe causare alcuni comportamenti da persona impulsiva e questo sarebbe controproducente per te e i tuoi amici. Stai vicino a loro, sono delle persone davvero simpatiche e mature. Ti voglio bene, Harry. Stai attento ad Hogwarts.» Harry annuii e lo strinse tra le braccia. Adorava Sirius. Gli voleva bene. Era l’unico che gli era rimasto e no, Voldemort non gliel’avrebbe tolto così facilmente.
«Adesso vai.»  Harry annuii e raggiunse gli altri tutti pronti. Si misero intorno al cappello antico stile inglese anni ’20 che era la Passaporta e attesero altri due minuti.
«Pronti?» chiese pronto il signor Weasley dopo due minuti di silenzio. Tutti stesero il braccio pronti per aggrapparsi ai lati del cappello.
«Via!» ed Hermione, appena toccato il bordo del cappello, si sentì risucchiare e i suoi piedi si staccarono da terra, girando fortissimo, si sentiva vuota la testa, sbatteva spalla contro spalla tra Fred ed Harry. Dopo due secondi si ritrovarono a King’s Cross, in un angolino sconosciuto.
Si avviarono frettolosamente verso il binario 9 ¾  e poi, spingendo il carrello attraversarono il muro sbucando davanti alla locomotiva rosso acceso e nera fumante. Tutti i ragazzini del primo anno erano spaventati e confusi. Ron, Hermione ed Harry entrarono velocemente in modo da poter trovare uno scompartimento da soli, poi Hermione si bloccò.
«Oh.. Harry.. io e Ron dobbiamo andare nello scompartimento dei Prefetti. Ci dispiace..» disse desolata Hermione.
«Ah.. non fa niente, andate.» disse  rassegnato. Guardò il primo scompartimento e vide che era libero.
Hermione e Ron, indossarono le loro divise e poi corsero verso la zona Prefetti mettendo la spilla viola con una P argentata.
«Eccovi qui! Allora, Grinfondoro, andate a sorvegliare i Corvonero. Serpeverde andate a sorvegliare i Tassorosso. Tassorosso a controllare i Grifondoro. I Corvonero a controllare i Serperverde! ANDATE, VELOCI E CONTROLLATE CHE SIA TUTTO A POSTO! VIA!» disse un Caposcuola di Corvonero già sudato con le guance rosee.
Hermione e Ron andarono verso la zona dei Corvonero.
«Chissà dov’è Harry adesso.» pensò Hermione camminando.
 «È lì. » indicò Ron. In uno scompartimento vuoto, da solo c’era Harry appoggiato alla finestra che guardava La Gazzetta del Profeta con aria annoiata. Hermione sospirò.
«Sbrighiamoci così poi andiamo da lui.» Ron annuii e corsero veloci.

Passarono due ore e ancora Harry era solo, annoiato e rinchiuso nella solitudine.
«Qualcosa dal carrello caro?» chiese una donnina piccola con una chioma di capelli grigi, con una dolcezza più smielosa dei suoi dolcetti.
« Un po’ Gelatine Tutti i Gusti + 1 e anche qualche Ape Frizzola.» disse annoiato.
«Tieni. 1 Galeone. » disse stendendo la mano verso di Harry. Prese un soldo e glielo porse. Chiuse la porta dello scompartimento e si abbandonò al divanetto, mangiando le sue Gelatine.
Qualcuno bussò alla porta di vetro.
«Harry.» sussurrò. Harry si voltò e vide dietro la porta di vetro Hermione e Ron che gli sorridevano.  Aprì la porta e loro si sedettero.
«Api Frizzole? Ne voglio una!» lo supplicò Ron ed Harry gli porse il pacchetto.
«Come se non l’avessi mai viste.» commentò Hermione aprendosi un librone enorme. Ron la ignorò.
«Allora.. che avete fatto?» chiese Harry.
«Niente.. abbiamo controllato due cose e siamo venuti qui. È proprio asfissiante fare da Prefetto. Devi controllare che tutti siano perfettamente tranquilli e in ordine. E col cavolo, è una noia.» ammise Hermione, abbandonandosi allo schienale del sedile blu scuro e iniziando a gesticolare con il libro che sbatteva di qua e di là. Ron ed Harry la guardarono sconvolti.
«Che c’è?» chiese poi fissando i due ragazzi con la bocca semi aperta e gli occhi persi.
«Da quando usi quei termini?» chiese Ron.
Hermione fece una risatina isterica.
«Dammi qualche Gelatina..» disse ancora con quel sorriso falso. Sembrava che gli fossero stati cuciti gli angoli della bocca con gli zigomi.
Ron la guardò pietrificato e le porse lentamente le Gelatine.
«Smettila di fissarmi.» poi gli intimò, iniziando a leggere.
Ron si ricompose ed Harry tornò a fissare la finestra, perdendosi nel buio del crepuscolo. Insomma.. possibile che non aveva mai contato le ore del viaggio da King’s Cross ad Hogwarts? Possibile che un viaggio da Londra ad un posto sperduto nei dintorni rubasse così tanto tempo?  E… perché si faceva quelle domande così stupide?




Angolo dell’autore :
Salve a tutti, ecco il nuovo capitolo di questa FF. Volevo dirvi solo che i personaggi iniziano ad acquisire le caratteristiche e i comportamenti che si terranno per tutta la storia. L’adolescenza, come per tutti noi, è un momento molto difficile e si vede ben rispecchiato in Harry.
Il prossimo capitolo verrà pubblicato entro la prossima settimana, ma solo se ricevo delle recensioni.. voglio sapere se almeno qualcuno legge questa storia, senno dovrò provvedere. Ci tengo molto.. 
Tanti saluti allora,
Mils...

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Capitolo 6
*** AVVISO IMPORTANTE PER LA STORIA. ***


AVVISO IMPORTANTE.


Salve a tutti, lo so che è assolutamente vietato dal regolamento di EFP utilizzare lo spazio per i capitoli per pubblicare degli avvisi, ma è davvero importante.
Dunque, la storia ‘Stay close to me’ è arrivata al 5 capitolo e credo lì si fermerà. Non odiatemi, mi spiace davvero tanto per tutte quelle 30 persone che seguivano la storiella e tutte quelle altre che la preferivano/ricordavano/recensivano, ma io davvero non riesco più a trovare il tempo per questa storia : sto scrivendo un’altra FF (Fatto il misfatto!) e in più sto lavorando per scrivere un libro fantasy (e chissà… forse pubblicarlo) e ho già in mente la trama per un romanzo drammatico. Vi chiedo davvero scusa di cuore, non voglio perdervi perché siete stati così carini da recensirmi dicendomi di non chiudere la storia, però purtroppo devo farlo. La coppia Fred/Hermione non mi è mai tanto piaciuta, però ho cercato comunque di scriverne una FF perché l’avete richiesta nel mio gruppo di Facebook e avevo inizialmente qualche idea, che è svanita con il passare del tempo.
Mi scuso ancora per la notizia, spero possiate seguire le mie altre storie (personalmente inizio a pensarne ad una nuova ehehehe eç_ç) e magari fantasticare un po’ sulla coppia Fred/Hermione per questa storia.

In compenso, la storia non verrà rimossa dal mio profilo, però è chiusa e non tornerà ad essere aggiornata. Accetto recensioni generali sull’inizio di questa quasi storia, magari messaggi privati sulle vostre idee.

Grazie di cuore a chi è rimasto fino alla fine con me (ok FORSE sto diventanto troppo sentimentale ç______ç ) e grazie di cuore a chi l’ha seguita e a chi ( grazie anche a te chiunque tu sia.. ) ha tolto questa storia dalla sua casella delle ricordate e delle preferite! HAHAHA

Vabene.. io vi mando un grosso abbraccio e un grosso bacione.
Grazie ancora,
la vostra Mils_

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