Scelta di un Immortale

di Lara Ponte
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primi incontri ***
Capitolo 2: *** La Lady ***
Capitolo 3: *** Visioni e Scelte ***
Capitolo 4: *** Presentazioni ***



Capitolo 1
*** Primi incontri ***


Scelta di un immortale

I

Primi incontri



Primavera. Un uomo camminava lentamente per le vie di una città di mare. Inspirava l'aria in profondità, godendo della fragranza dei fiori che si mescolava piacevolmente con la delicata asprezza della salsedine. Il sole sorto appena poche ore prima, illuminava le piante tutt'attorno facendone risaltare i colori. Per chiunque non sapesse nulla di lui, Jonathan Smidth era semplicemente un bel quarantenne: capelli ondulati castani che arrivavano alle spalle e due grandi occhi talmente scuri da sembrare neri. I suoi lineamenti dal colorito abbronzato facevano pensare ad un'origine mediterranea. Vestiva sobrio, non gli erano mai piaciuti gli eccessi di eleganza, ma dalla qualità dei tessuti, si sarebbe potuto dire facilmente, che fosse uno di quei pochi fortunati e strapagati uomini d'affari.
Quel giorno aveva appuntamento con un gruppo di giovani, contattati giorni prima via mail. Erano quasi tutti studenti universitari alla ricerca di un lavoro part-time. Si era presentato come rappresentante di una multinazionale, interessata ad aprire una filiale in quella città ed ora si recava nell'ufficio affittato apposta per una prima valutazione di quei ragazzi. Cominciava a sentirsi stanco di quei colloqui, era già il decimo gruppo che esaminava. Finora era riuscito a trovare appena quattro candidati validi e ne mancavano minimo ancora altri due.


All'ingresso di un vecchio palazzo, una ragazza bruna dai capelli cortissimi sbadigliò annoiata. Attorno a lei osservava gli altri convocati per il colloquio, erano otto in tutto, ma uno in particolare suscitava la sua curiosità. Era il più bel fusto che avesse mai visto: lunghi capelli color miele e due occhi verdi che sembravano usciti da un cartellone pubblicitario. Guardandosi bene attorno però, non poté fare a meno di notare che nessuno tra di loro poteva essere considerato di brutto aspetto. Il ragazzo, accorgendosi di essere osservato le sorrise furbescamente e lei si girò prontamente verso la finestra, facendo finta di nulla.
Un altro giovane infine, a causa la troppa tensione accumulata, cercò di intavolare un discorso: “Qualcuno di voi ha capito di cosa si occupa esattamente questa società?” Chiese vagando con lo sguardo dall'uno all'altro. Il silenzio generale fu la risposta unanime, in effetti i toni dell'annuncio erano stati abbastanza vaghi. Alla fine tutti loro avevano risposto più per semplice curiosità che altro, aspettandosi al massimo di finire a consegnare volantini pubblicitari.
Quell'atmosfera, fu presto interrotta dall'ingresso dell'uomo che avrebbe parlato con ciascuno di loro. Diede l'impressione di essere profondamente stanco e pensieroso, tuttavia appena appese la giacca su uno dei ganci affianco alla porta, regalò a tutti loro un sorriso di benvenuto e li invitò ad entrare in ordine di arrivo.

Nome? Qualifica? Attività attualmente svolta, disponibilità al trasferimento, aspettative ed ambizioni.
Le solite cose insomma. Quasi tutti i ragazzi però trovarono decisamente strani, verso la fine del colloquio, alcuni approfondimenti sulla propria situazione familiare e affettiva. La domanda in particolare, che li vide quasi tutti in difficoltà era stata “Cosa faresti se di punto in bianco, non potessi mai più rivedere tutte le persone a cui sei legato?”
La giovane coi capelli corti rispose “Piangerei. Ma se ci fosse un motivo valido, credo che dovrei farmene una ragione. Non so, è una cosa a cui di solito non si pensa e si spera non capiti mai...” Aveva sospirato alzando le spalle, ma i suoi occhi erano limpidi e sinceri.
Il ragazzo biondo invece scoppiò a ridere, come fosse la miglior barzelletta mai sentita. “Dato che non ho praticamente nessuno, non penso noterei la differenza!” Rispose grattandosi la testa.
Dopo il classico formale saluto “Le faremo sapere”, ciascuno di loro abbandonò l'ufficio entro la fine della mattinata.

'Ci siamo...' Si disse Jonathan Smidth dopo aver chiuso bene tutte le imposte, mentre ora andava all'agenzia immobiliare per la restituzione delle chiavi. L'ultimo mese era stato a dir poco infernale, non avrebbe mai pensato che fosse tanto difficile trovare persone adatte ad affrontare la prova. Tra questi sei, soltanto uno poi sarebbe diventato il suo successore e il periodo d'addestramento non si presentava certo nella migliore delle epoche. Quando aveva deciso di ritirarsi, si era sentito ben felice di quella scelta, tuttavia ora al momento dei fatti, mille dubbi tormentavano il suo vecchio spirito.



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Capitolo 2
*** La Lady ***


II

La Lady



“Sei sicuro della tua scelta, Araziel? C'è ancora tempo per cambiare idea... ” A parlare era stata una donna, o almeno tale era il suo aspetto. Era impossibile stabilirne l'età, sembrava giovane, ma i suoi occhi viola portavano la saggezza di mille anni. Dopo aver fatto quella domanda, sollevò piano una mano, per scostare dal viso una ciocca di capelli dorati che le dava fastidio. 'Troppo lunghi. Forse dovrei tagliarli' Pensò, cercando di distrarsi da quel brutto momento, con questioni pratiche.
L'uomo di fronte a lei, dopo aver guardato per l'ennesima volta al di fuori da una grande vetrata, si decise a risponderle.
“Non tornerò indietro Lilithian...” Sospirò “Spero solo di aver trovato le persone adatte. Non hai idea di cosa sia diventato il mondo, in questi ultimi anni” Disse pensieroso.
“Ma non capisci che è proprio questo il problema? Abbiamo ancora bisogno di persone come te...” Voleva dire molte altre cose, ma interruppe subito quel discorso. Non era giusto essere troppo dura con lui, stava soltanto rivendicando un suo sacrosanto diritto. Il guaio era che appunto non sarebbe stato facile, ricominciare tutto da capo con un nuovo candidato. Fosse stato un guardiano semplice a chiedere di esercitare 'La scelta', non avrebbe battuto ciglio, ma così la questione si complicava parecchio. Trovare un degno successore di un Generale, era sempre una brutta gatta da pelare.
“Perdonami... “ Disse infine “Non ci vediamo da così tanto tempo e non ti ho nemmeno offerto da bere. Sono proprio una pessima padrona di casa”
“Figurati, sono io che avrei dovuto darti maggiore preavviso...” Si scusò a sua volta lui. “Quando potresti aprire 'La porta' ?” Chiese subito dopo, senza indugiare oltre.
“Per te lo farei anche subito, lo sai” Sorrise lei.
'La Janua dei sogni...' Pensò Araziel, guardandosi attorno coi suoi occhi quasi del tutto neri. Quanto tempo era passato dal giorno in cui era stata aperta per lui? Saranno stati almeno cinquecento anni, si chiese. No, in realtà molti di più. Anche allora il mondo aveva tanti problemi, possibile che con tutto il progresso scientifico, la razza umana non riuscisse ancora a risolverli?
Non era quello però il loro compito, si ripeté ammirando l'ampio salone dove lui e la Lady sedevano su due poltroncine di giunco. In tutto quel tempo non aveva ancora capito se vi fosse più luce all'interno o all'esterno di quel piccolo Eden. Il colore dominante in quell'immensa villa era il bianco. Le tende alle finestre erano di volta in volta, argentee o dorate. In qualche occasione blu come il cielo estivo. In quel momento però non ve ne era nessuna. La luce che adesso arrivava dal 'Giardino delle anime', inondava completamente e in modo diretto il suo splendido profilo.
Lei era eterna, avrebbe continuato la sua esistenza anche quando lui sarebbe scomparso. Una parte di se l'amava. L'aveva amata dal primo momento in cui si erano incontrati, ma lei non poteva appartenere, ne sarebbe mai stata di nessuno. Creata col solo fine di guidare, proteggere ed aiutare tutti Loro , allo stesso identico modo. Per quanto ai primi tempi si fosse illuso, aveva avuto il buon senso di non dire nulla, sapeva che era stata la sola cosa giusta da fare e l'aveva fatta col cuore in pace. Spesso si era ritrovato a chiedersi se lei fosse mai stata una donna umana, oppure no. Era una cosa su cui tutti guardiani, prima o poi scommettevano, scherzandoci su.

Col tempo il loro rapporto era diventato come quello tra fratello e sorella, o amici di vecchia data. Ogni volta che si erano dovuti vedere, si erano presi in giro come due bambini o vecchi commilitoni. Ma pochi mesi prima, quando le aveva annunciato la sua decisione, lei tornò immediatamente ad essere solamente il suo capo. Almeno si comportò da tale fino a quel momento. Quando riportò lo sguardo sul suo volto, vide una cosa che lo colse alla sprovvista, lasciandolo totalmente senza parole.
Lacrime: due fili sottili di pura luce, avevano bagnato per un attimo, quei lineamenti freddi e perfetti. Gli si strinse un nodo alla gola che gli fermò il respiro. Tanto fu sconvolto da quell'immagine, che credette quasi di morire, anche se il solo pensiero era ridicolo. Era ciò che di umano ancora gli restava ad averlo formulato. La stessa parte di se, che adesso, aveva bisogno di fermarsi e riposare.
Lilithian si alzò come fosse senza peso e gli prese le mani invitandolo a seguila. Lui completamente in suo potere le obbediva incredulo e commosso. Uscirono fuori all'aria aperta, in una veranda di forma semicircolare. “Devo chiederti nuovamente perdono... stavolta per la mia debolezza.” Annunciò inspirando profondamente, mentre guardava il cielo. Lui non osava risponderle.
“E' sempre doloroso, quando qualcuno decide di ritirarsi.” Proseguì socchiudendo gli occhi. “Sei stato un ottimo Generale ed un grande amico Araziel... o devo chiamarti nuovamente Jonathan ?” Sorrise scherzando.
“Non hai idea di quanto mi dispiaccia...” Disse lui “Che dopo stasera, non potremo più rivederci...”
“Almeno non ci sarà più nessuno a coprirmi d'insulti!” Si intromise lei per sdrammatizzare.
“Mica è colpa mia, se hai un caratteraccio!” Fece lui stando al gioco, per dimostrare che andava tutto bene. Un attimo dopo si stavano tirando i capelli, rincorrendosi e scherzando come ai vecchi tempi.
Si lasciarono andare assieme poi ad una risata liberatoria, per poi tornare dentro e mettersi d'accordo sugli ultimi dettagli. “Stasera andrà bene. Voglio che sia lo stesso luogo, che fu per me.” Propose infine lui, mentre già guardava verso l'uscita.
“Va bene, i tuoi prescelti saranno portati là. E' giusto” Accettò lei, perfettamente d'accordo.
“Non dimenticherò mai ciò che mi è stato donato...” Balbettò incerto. 'Mi mancherai.'
“Anche tu mi mancherai... Buona fortuna Jon.” Lo salutò la Lady sfiorando le sue labbra con l'indice.



Pensieri a mezz'aria...

Ops! Mi è scappato un capitolo un pochino 'sdolcinato'...
Spero lo abbiate apprezzato ugualmente XD
Grazie per averlo letto... A presto ! Ciaoooo

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Capitolo 3
*** Visioni e Scelte ***


III

Visioni e Scelte



Quella notte, in tutto il mondo, sei giovani fecero lo stesso identico sogno. Quattro ragazzi e due ragazze, diverse razze, diverse origini, un'unica cosa in comune: tutti di età compresa tra i ventitré e i venticinque anni.
Khassim dal Senegal: fisico statuario, capelli corti, neri come la pelle, gli occhi, due grandi pozzi scuri dall'espressione fiera e gioiosa allo stesso tempo, si riteneva un ragazzo fortunato.
Laura, italiana: alta appena un metro e sessanta, capelli lunghi rossi, occhi grigi, una famiglia difficile e grinta da vendere.
Mark, un capellone danese: biondo con gli occhi verdi, sembrava uscito da una rivista di moda, ma arrivava dalla strada.
Kaname, originaria dal Giappone: occhi del colore delle castagne, capelli bruni cortissimi, abile nel Kendo, studentessa all'estero.
Jeremy, americano: occhi azzurri e capelli castani, sportivo. Onesto, orgoglioso e leale, da sempre lavorava per pagarsi gli studi.
Diego, non molto alto, nato in Brasile e cresciuto in Portogallo: capelli neri, moro e occhi verde scuro, abituato ad una vita semplice, tanto sensibile quanto allegro.
Tra i sei, soltanto Mark e Kaname abitavano per puro caso, nella stessa città.


Furono visioni magnifiche e spaventose. Un mondo di cui tanto si immagina, da sempre oggetto di culto e superstizione, ma di cui nessuno sa la verità. Figure che sembravano angeliche o demoniache, altre ancora dalle forme incomprensibili, vi si muovevano come se ne fossero i padroni. Qualcuno di quegli esseri, vedendosi osservato, correva a nascondersi, molti invece lanciavano sguardi minacciosi. La sola cosa che permetteva a chi osservava di non perdere la ragione, era la consapevolezza di essere un semplice spettatore. Per quanto quelle creature potessero apparire assurde ed inquietanti, vi era l'assoluta certezza di esserne al sicuro.
Ad uno sguardo più attento, si scopriva poi che la maggior parte delle forme che abitavano quel limbo, appartenevano invece a semplici esseri esseri umani: tutte le razze, generi ed età. La sensazione che più dava un certo turbamento, era il fatto che senza alcun tipo di avvertimento, ognuno di quei ragazzi sentì chiaramente nel profondo del proprio cuore, che ogni singola entità passasse loro davanti, aveva in realtà un disperato bisogno di aiuto, guida e conforto. Altre visioni intanto si sovrapponevano l'una all'altra: frammenti di illusione, speranza e desiderio.


'Questo non è un semplice sogno' Disse una voce splendida, anzi un coro di voci, interrompendo infine, lo scorrere delle immagini. Era impossibile capire se fossero maschi o femmine: a parlare sembrava essere l'essenza stessa della musica. 'Se accetterai, la vita che conosci cesserà di esistere e ti si offrirà davanti un nuovo destino.' Spiegava gentilmente, mentre un senso di pace e potere permeava l'animo di chi ascoltava, in una carezza di puro amore mai provata prima.
'Questo Dono però costa caro. Per prima cosa, rinuncerai per sempre al tuo passato e a tutte le persone care che hai conosciuto e amato fino ad ora. In secondo luogo, “Accettare” non significa “Riuscire”. Il fallimento porterà ad una pena, proporzionata a ciò che dimostrerai durante la Prova. Se invece trionferai, il destino di molte persone cadrà nelle tue mani di Guardiano degli Spiriti.'
A quelle parole seguì una pausa, durante la quale, lentamente, si materializzò una porta che veniva aperta. Ciascuno di loro, si ritrovò ad osservare l'ingresso, nella forma che più gli era familiare. A qualcuno sembrò il classico cancello dorato del paradiso, per altri invece, un semplice sistema a trilite, tipico delle culture arcaiche. In un caso furono le porte massicce di un grande castello, in un altro, l'ingresso di una caverna. La ragazza orientale ad esempio, rivide i tori rossi che indicavano l'accesso ai territori dei sacri templi del proprio paese.

'La Scelta, da questo momento in poi è soltanto tua. Se varcherai la soglia, tutto avrà inizio. Il risultato potrebbe essere la Vittoria o la Tragedia. Se invece resterai al di là, ti risveglierai senza ricordare nulla di quanto ti è stato mostrato.' Quelle ultime parole, furono pronunciate dalla voce di un uomo. Né giovane né vecchio, ma in qualche modo familiare. Concluse, dicendo con un tono meno formale, che la 'Janua dei Sogni' , sarebbe rimasta ancora qualche minuto e che il tempo per decidere, si sarebbe presto concluso. Accanto alla porta, comparve allora, una clessidra di vetro, incastonata in un supporto colore avorio. Nel suo interno della sabbia dorata cadeva senza sosta, a velocità costante.
Fu uno strano momento. Quasi tutti i ragazzi, avrebbero voluto porre almeno mille domande. Ma scoprirono, quasi con terrore di non essere in grado di proferire una sola sillaba, come se all'improvviso fosse stato tolto loro, il dono della parola. Quando provarono ad aprire la bocca, un unica frase si materializzò come per incanto nella mente, creata col sussurro di una dolcissima voce femminile: 'Ascolta il tuo cuore e decidi.' Allo stesso tempo, era come se dicesse anche: 'Devi scegliere liberamente e mai nessuno ti giudicherà per questo.'

Mark e Khassim, un po per curiosità, un po per auto-dimostrazione di coraggio, si mossero quasi subito, seguiti a ruota da Laura, assetata di giustizia. A Diego e Jeremi occorsero appena pochi minuti in più, si convinsero abbastanza in fretta, che accettare fosse la cosa giusta. Inoltre pensarono che se fosse stato solo un sogno, volevano comunque vedere, come sarebbe continuato. Kaname invece, che più di tutti gli altri, intuì la verità di ciò che le era stato messo davanti, non riuscì a trattenere le lacrime. Sapeva che avrebbe provato una terribile nostalgia, per la propria famiglia e per il mondo che stava per lasciare. Ma il dolore delle anime, che ancora sentiva vivo sulla propria pelle, aveva lasciato un segno profondo nella sua coscienza, sentiva di non poter restare, come se nulla fosse stato, a fare nulla. Quando la sabbia stava per terminare, si tuffò di corsa in direzione della porta e la attraversò un secondo prima che scomparisse.


“Vi ringrazio dal profondo del mio animo, per avere accettato La Chiamata e vi porgo un sincero benvenuto.” Tutt'e sei i ragazzi, osservavano senza parole l'uomo che li aveva appena salutati. Lo riconobbero subito, come il manager, che proprio pochi mesi prima, li aveva esaminati in uno dei più singolari colloqui di lavoro che avessero mai fatto. Un attimo dopo, la sorpresa maggiore, decisamente gradevole, era stata la scoperta di non essere stati convocati da soli. Nel sogno infatti, avevano dovuto confrontarsi singolarmente con la propria visione, ma ora che si trovavano davanti dei compagni, non poterono fare a meno di sentirsi sollevati. L'unico che sembrava indifferente, era Mark, mentre Kaname, ancora commossa, si asciugava gli occhi, che si erano inumiditi per il pianto.




Pensieri a mezz'aria...


Ed ecco un capitolo decisamente “onirico”... :P
Spero non sia stato troppo banale o scontato.
Mentre scrivevo in realtà, cercavo di ottenere almeno un po... ehm...
Un minimo di 'effetto cinematografico', se così posso permettermi di dire...
Spero di essere riuscita a dare quella sensazione, della telecamera che si sposta velocemente da un'immagine (o un pg) all'altra ;)
Se poi non ce l'ho fatta, come dicono gli inglesi: Nice try ! Eh eh XD
Spero non ci siano troppi errori e/o sgradevoli ripetizioni... ma questi giorni ho davvero poco tempo... scusatemi tanto e portate pazienza (Mea culpa O_O )
Mi auguro comunque che vi sia piaciuto, e grazie mille per averlo letto! :D
Salutoni a tutti: Alla prossima ! ^_^

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Capitolo 4
*** Presentazioni ***


IV

Presentazioni



La grande villa in stile neoclassico era tutto ciò che restava di quello che un tempo era stato un piccolo paradiso. L'ambiente interno appariva pulito e in buone condizioni; ma ad uno sguardo più attento era possibile notare l'usura in tanti e svariati dettagli. Alcuni mobili ad esempio, ormai rosicchiati dalle tarme, cominciavano a perdere briciole di legno e le rifiniture d'ottone sfoggiavano la patina scura tipica dell'età avanzata.
Kaname, dopo aver superato lo shock emotivo si era messa a scrutare fuori da una grande finestra. Notò che poco oltre un giardino all'italiana, si scorgeva un paesaggio lugubre fatto di rocce scure e terre riarse. Non amava i deserti, quindi tornò ad osservare la sala e gli altri cinque.
Riconobbe il biondo: era lo stesso che aveva partecipato assieme a lei a quello strano colloquio di lavoro. 'Ma tu guarda!'
Lui nel frattempo sembrava perfettamente a proprio agio, curiosava da un angolo all'altro dell'ambiente con fare sfacciato, mentre gli altri si erano limitati a sedersi qua e là tra le varie sedie, poltrone e un divano. Il ragazzo di colore chiacchierava a bassa voce con un tipo latino, mentre la rossa visibilmente a disagio, legava i propri capelli in una lunga treccia.
Non senza turbamento si rese nuovamente conto del fatto che anche ora, nessuno tra di loro aveva un brutto aspetto. 'Perché?' Inutile stare a rimuginarci sopra.
Stava per attaccare discorso con l'altra ragazza, quando una grande porta a due ante in fondo al salone si aprì e fece la sua comparsa l'uomo dei colloqui.
“Scusatemi se mi sono assentato, ho avuto una faccenda urgente.” Disse passando con lo sguardo dall'uno all'altro.
“Chi siete veramente? Non vorrei sembrare maleducata, ma credo che ci dobbiate un po' di spiegazioni” Laura, completamente incapace di tenere a freno la lingua, aveva pronunciato quelle parole con le migliori intenzioni, tuttavia ottenne un 'Effetto di sfida' che causò non poca preoccupazione nei propri compagni e uno sguardo pensieroso al padrone di casa.
“Ogni cosa a suo tempo” Rispose gentilmente “Ora immagino che abbiate bisogno di riposarvi. Al piano di sopra, vi sono state riservate tre camere. In ciascuna troverete letti e colazione per due. Decidete voi come sistemarvi. Quando suonerà la campana, avrete un ora di tempo per rinfrescarvi e tornare qua per la cena. Domande?”
“Dove ci troviamo?” La voce di Khassim era calda e melodiosa. Parlò con semplicità riuscendo quasi per magia a spezzare la tensione che un attimo prima si era accumulata tra tutti loro.
“Se dovessimo parlare in termini di guerra, questo luogo sarebbe la 'Terra di nessuno'. Più tardi vi spiegherò meglio, per ora sappiate soltanto che siete al sicuro. Fino a quando rimarrete entro i confini del giardino, non potrà accadervi nulla di male.” Rispose in un sussurro prima di allontanarsi nuovamente dalla sala.

“Ti va di dividere la camera con me?” Laura si rivolse subito a Kaname, non considerando neppure per un momento gli altri ragazzi.
“D'accordo. Ma prima credo che dovremmo presentarci come si deve” Accettò lei con gentilezza.
Prima di recarsi al secondo piano, parlarono a turno, uno alla volta in ordine alfabetico. Rimasero profondamente turbati nello scoprire di non ricordare più il loro cognome. Sapevamo tutto del passato e delle persone che avevano conosciuto fino a quel momento, eppure per quanto potessero sforzarsi, non gli veniva più alla mente il nome della propria famiglia. Un piccolo dettaglio, dall'effetto devastante.
“Pazienza” Commentò Diego. “Almeno ricordiamo ancora bene i loro volti”
“Sarebbe stato meglio dimenticare tutto...” L'amarezza nel sussurro di Laura non passò inosservata, ma nessuno aggiunse più nulla.
Quando furono nel corridoio di sopra, Khassim e Diego che avevano fatto amicizia al volo presero stanza assieme, mentre Mark si sistemò con Jeremy.

Quando tornarono alla grande sala, videro che vi era stato sistemato un tavolo di forma rettangolare nella zona centrale e che era stato acceso il fuoco in un grande caminetto sulla parete lunga. L'illuminazione serale era data da due lampadari appesi al soffitto e diverse torce nelle pareti attorno.
Il riposo aveva giovato a tutti, nonostante tutti i timori e le incertezze, erano almeno riusciti a guadagnare un po' di calma. Il padrone non si fece attendere, arrivò subito dopo i ragazzi e si sedettero a tavola insieme. Le bevande e gli antipasti erano già stati serviti e subito cominciarono a cenare. Quando tutti terminarono quella prima porzione, i piatti vuoti scomparvero magicamente sotto gli occhi di tutti.
“Così non ci sarà bisogno di lavare tutta 'sta roba!” Scherzò Mark, mentre gli altri erano semplicemente rimasti a bocca aperta dallo stupore.
Pochi secondi dopo, comparvero la prima e la seconda portata: della zuppa di verdure e un arrosto misto di carne e pesce. Come contorni c'erano del riso bianco e vari tipi di pane. Non ci fu un gran parlare durante la cena e quando il tavolo fu completamente libero, il loro ospite riprese la parola.
“Tutti voi mi conoscete come Jonathan Smidth , ma non è il mio vero nome” Annunciò, senza che nessuno si mostrasse sorpreso della cosa “O meglio: non lo è più da secoli. In questo posto, o dimensione se preferite, sono il Generale Araziel II . Non pretenderò da voi alcuna formalità. Potete chiamarmi come meglio preferite, ma non dovrete mai discutere la mia parola o mancare di rispetto: né verso di me, né verso i vostri compagni.
Siete stati convocati per diventare 'Guardiani delle anime' . Come presto scoprirete, impresa tutt'altro che facile. Io ed altri due maestri che arriveranno domani, vi guideremo e vi addestreremo affinché possiate superare incolumi la prova finale.”
“Cos'è esattamente questo luogo? Perché prima l'avete definita 'Terra di nessuno' ?” Fu Kanane a riproporre la domanda, prendendo parola a nome di tutti.
“Questo mondo, come avete avuto modo di intravvedere nel vostro sogno, è popolato da infinite creature. I due Ordini superiori sono i Guardiani (cioè noi) e i Mietitori di anime. Il territorio è principalmente diviso in base all'appartenenza a questo o all'altro gruppo. Esistono tuttavia molte zone Neutrali, tra cui questa dove a volte sostano alcune anime di passaggio e quelli come voi che ancora devono superare la Prova .
Ci sono poi i livelli degli Spiriti Eterni, ma questo argomento lo affronterete con l'insegnate di teoria...” Sospirò socchiudendo i propri occhi. Anche 'La Lady' era una di loro e in quel momento il suo ricordo gli fece provare un forte senso di nostalgia.

Un suono molto simile a quello di un campanello catalizzò per un istante le attenzioni di tutti. Proveniva dall'esterno. La melodia si fece sentire tre volte di seguito.
“A quanto pare, oggi non c'è un minuto di tranquillità...” Scherzò il generale alzandosi dalla tavola. “Sono nuovamente costretto ad andare. Nella sala accanto troverete da leggere o se preferite, qualche film. Approfittatene stasera, perché non ci saranno molte altre occasioni per svagarvi. Ci rivedremo domani mattina.” Salutò recandosi a passo svelto all'ingresso principale.




Pensieri a mezz'aria...


Dopo mesi, finalmente riesco a pubblicare il 4° capitolo di questo 'racconto'...
Come vedete siamo ancora in "Fase di assestamento" e spero di non avervi annoiato troppo...
Chiedo scusa per eventuali errori ma non ho abbastanza tempo per la revisione e sicuramente qualcosa mi sarà sfuggito... XD
Grazie ancora per aver letto questo mio piccolo "Esperimento" (non ho il coraggio di chiamarla storia! LOL)

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