Bones.

di KeyDavis_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo1 ***


Intimo leopardato portafortuna, c’era. Braccialetti rubati a Jeremy e Chad, eccoli lì,abbracciati al mio polso stretto, abbigliamento ‘’serio’’…ok quello forse non c’era, ma la mia faccia da cazzo continuava ad esserci tutta. Ecco, forse ero pronta al primo giorno di tirocinio, forse. Continuavo a guardarmi allo specchio passando ripetutamente il mascara, magari scaricavo il nervosismo, quando capii che un occhio aveva le ciglia più lunghe dell’altro decisi di vittimizzare anche l’altro.
‘’Smettila, finirai per sembrare Lady Gaga!’’ Chad, sul letto matrimoniale con Jeremy, aveva deciso di farmi innvervosire in un modo o nell’altro.
Avevamo trovato un nuovo appartamento al centro di Chicago, in realtà avevamo soltanto una cucina- soggiorno megagalattica, due stanze da letto,e c’erano due bagni, quindi ci faceva comodo.
‘’Chad, smettila, anzi, secondo te come sto?’’ Non avevo nemmeno bisogno di fare un giro su me stessa, dato che ero davanti uno specchio e lui dietro di me e poteva vedere entrambi i lati, ma purtroppo si girò d’un fianco per poi addormentarsi vicino Jeremy. La dolcezza proprio, feci una faccia schifata e baciai sulla guancia entrambi.
Il tragitto per arrivare al lavoro non era per niente difficile, ed era anche a due passi da casa, così ogni mattina potevo permettermi di prendere un cappuccino caldo, fare due passi all’aria aperta e parlare al telefono con Blake
‘’Buongiorno!’’ Blake si era appena svegliato e cercava di fare capire l’esatto contrario
‘’Non prendermi per il culo so che stavi dormendo’’ Camminavo velocemente e scansavo la gente come se fossi nata per quello, mentre nel mio viso c’era tutt’altro che un sorrisetto da ebete provocato da una persona a caso
‘’Amore mio, sai che non mi hai ancora detto dove vai a lavorare?’’
‘’Ok. Hai presente il diavolo veste prada?’’
‘’Come no!’’

Dopo una pausa di silenzio da parte mia
‘’Non tornare dieci kili in meno, per favore! E Sierra è qua con me scioccata, e ti saluta’’
‘’Sto entrando augurami buona fortuna.’’
‘’Merda!’’

Lavorare in una rivista di moda non doveva essere poi così gratificante, ma io sono Key,le cose poco gratificanti fanno per me,in quell edificio, pure il portiere aveva un qualcosa di firmato e ai muri erano appese riviste e giornali, okay, dovevo calmarmi, e poi pensandoci posso sempre andare a fare la lavapiatti no? No, non ce la posso fare. Respirai profondamente ed entrai.
‘’Keysey Petunia Williams. Postazione numero 5 vicino Rebecca Smithers, dovrete soltanto scrivere su cosa vi diamo noi, poi potete andare’’
Una ragazza snella e bionda mi fece accomodare vicino una ragazza con capelli neri, occhi verdi, magra, con dei lineamenti particolari, la quale capendo subito la mia agitazione dovuta al fatto che io di moda ne so ben poco mi rassicurò con un ‘’Sono qua soltanto perché mi hanno chiamato, se non dovessimo passare possiamo anche andare a lavare piatti insieme’’  Sorrisi nervosa ‘’Keysey, ma chiamami Key’’
Quando la signorina ci consegnò i fogli, mezz’ora dopo, io e Rebecca avevamo già contatti telefonici, e vista la freneticità della gente che lavorava li consegnammo il foglio bianco e andammo a mangiare qualcosa fuori.
Rebecca era davvero bella, i capelli neri erano raccolti in una coda molto in disordine, e il ciuffo corto le scivolava sugli occhiali da vista che tanto odiava, il suo naso era talmente perfetto –più del mio, forse- che mi presi la briga di chiederle se l’avesse rifatto –solita impicciona di merda-  la bocca era perfettamente disegnata e carnosa al punto giusto, guardandola pensai subito a Chad, se lui l’avesse vista, probabilmente, mi avrebbe ringraziato.
‘’Come mai non ci presenti la tua amica?’’ Il profumo di Chad  si era imposto quasi come  una barriera sotto il mio naso,quella sensazione era.. piacevole, mentre cercavo una risposta, le mani fredde di Jeremy mi toccavano il fondoschiena, e prendendomi dai fianchi poggiò il suo mento sulla mia spalla
‘’Appunto Key, perché non la presenti a Chad, visto che è l’unico single del gruppo?’’ Jeremy continuava a guardare Chad con aria di sfida. Perché a me? Perché io? Non potevano starsene a casa a guardarsi film o a giocare ai videogiochi o a suonare? Guardai Rebecca che stava iniziando ad imbarazzarsi ‘’Rebecca lasciameli presentare..’’ lei mi interruppe e si girò verso Chad puntandolo sorridendo ‘’Lui è Chad’’  Lui, dapprima fece il classico sorrisetto da -si lo so che sono bellissimo e lo so che impazzirai per me-  e notando che Rebecca, furbamente aveva intuito i suoi pensieri annuì silenziosamente e io mi tranquillizai,forse qualcuno aveva capito come flirtare qua, okay, loro due staranno insieme, nel frattempo provai piacere ad avere dietro me Jeremy che aveva allungato le sue braccia per infilare  le mani nelle maniche del mio maglione color cipria  per riscaldarsi, dato che ero sempre un fuoco ‘’E lui è il tuo ragazzo, perdonami ma non ho capito come si chiama’’ Rebecca disse tutto con una naturalezza che quasi quasi mi terrorizzava, no, sul serio, non puoi scambiarci per fidanzati, tesoro mio, è successo tutto anni fa. Jeremy si staccò e infilò le mani nelle tasche della sua felpa, e continuava a guardare a terra, io , delusa, scoppiai a ridere ‘’No, lui è Jeremy, solo Jeremy, il mio ragazzo è Blake!’’ ‘’E la mia ragazza è Sierra!’’ Diedi un colpo sulla spalla a Jeremy e poi continuai a fissare Chad che guardava in cagnesco il vuoto ‘’Il mio gruppo preferito ha come chitarrista un certo Blake e come cantante Sierra, e tu le somigli molto, Key’’ Perfetto. Ascoltava i VersaEmerge, tutto troppo perfetto, io e Jeremy ci girammo insieme l’uno verso l’altra felicissimi e scoppiammo a ridere
‘’Comunque Signorina, potrebbe dirmi il suo nome?’’ 
‘’Rebecca, sir!’’
‘’Piacere mio, è di Chicago o non sa dove passare la notte?’’
‘’Non mi piace passare da come mi chiamo alla notte con questa facilità ma sono comunque di Chicago, abito qua dietro, vuole vedere la mia collezione di farfalle?’’
‘’mh-hm, incoerente e bipolare pure, come piacciono a me!’’

Chad, prese Rebecca da un braccio e entrambi girarono i tacchi. Chad era Chad, se mi chiedessero di descriverlo in una parola probabilmente non saprei che dire e mi limiterei a un ‘’Chad’’ i suoi modi di fare sicuri, il suo carattere sveglio sempre pronto a raccogliere la palla al balzo, sono tipiche da lui, niente da fare, ma era anche fottutamente orgoglioso e forte, forse per questo due caratteri forti come i nostri andavano così d’accordo, e forse anche per questo Jeremy scappava ogni volta che si verificava una lite tra noi due, voglio dire, immaginatevi due persone forti come noi, a ribattere a tono e a rinforzare le proprie idee per farsi ragione come se fosse una gara. Ad ogni modo, la mia nuova amica, Rebecca, era una tosta, le si leggeva dalla faccia, e io so che lo avrebbe fatto impazzire, e poi visto che occhi? Mi accorsi dopo un po’ che Jeremy era già al telefono con Sierra e che Blake, non mi aveva scritto un messaggio e non aveva nemmeno chiamato al mio cellulare, e faceva così da un bel po’ di giorni, quindi pensai che sicuramente era impegnato con le registrazioni. Ad ogni modo, aspettai Jeremy seduta sul gradino di un vecchio garage, concentrandomi a non origliare le loro discussioni, perché magari Blake voleva farmi una sorpresa e aveva coinvolto anche Sierra e Jeremy, così mi diedi all’osservazioni: Chicago è una città molto fredda,secondo me persino il sole è ghiacciato, ma alla fine ci si abitua a tanto freddo e tanta umidità, le persone non sono molto adorabili, ma la popolazione è in crescita e poiché più cresci più sei insopportabile questo è giustificato, no? Ok, faccio schifo con le osservazioni, quindi osserviamo Jeremy; Spostai il mio sguardo su di lui cercando di non farmi vedere, lui era davanti a me, era vestito come sempre, Jeans,Anfibi neri che gli regalai l’anno scorso per il compleanno, e la sua felpa nera, la più pesante, nell’ultimo periodo la metteva spesso, moriva di freddo ogni due per tre, piccolino.
‘’Si è qua che mi fissa, starà sicuramente pensando a come mi vesto,te la saluto. Sì, ok, tranquilla non dimentico i preservativi, si ciao’’
Mi alzai di botto, cercando di mantenere la calma. Preservativi vuol dire che scoperanno e se scoperanno vuol dire che si vedranno, e se si vedranno vuol dire che andrà a san francisco quindi ‘’Quando partiamo?’’
‘’Ah, Key, speravo lo capissi da sola! Così non dirò a Sierra che ti ho detto io di venire!’’

Un momento. Sierra stravede per me, per quale motivo non voleva avermi tra i piedi? Se l’avessi chiesto direttamente a Jerm non mi avrebbe risposto, così optai per fargli dire tutto volta per volta
‘’Oh, se vi do fastidio posso anche non venire, dove andate esattamente?’’
‘’Rimaniamo a San Francisco’’
Sistemò i capelli e continuò a camminare con le mani in tasca
‘’Faremo solo il viaggio insieme, non voglio fare una cosa a tre sai che non mi piacciono’’ scherzai.
‘’no è che Sierra mi ha solo detto che dovevo avvertire se ti portavo, ma pensandoci, potresti fare una fantastica sopresa a Blake, no? Non le dirò niente, così non mi ucciderà, sarà il nostro piccolo segreto’’
Jeremy passò il braccio attorno alle mie spalle mi strinse e mi portò a mangiare fuori.

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Capitolo 2
*** Capitolo2 ***


Il giorno della artenza per San Francisco, ovviamente, la sveglia suonò in ritardo. Una volta scesa dal letto cercai modi differenti per svegliare quel dormiglione di Jeremy il quale, come sempre, aveva passato la notte  a guardare porn..ehm.. a giocare ai videogiochi. Tra i salti sul letto, i morsi al naso,il solletico,finalmente  Jeremy si svegliò, e per ‘’vendetta’’ mi portò di peso in bagno, dove con gran forza mi trascinò sotto la doccia e mi bagnò di sana pianta, sinceramente quella sua azione non mi diede poi così tanto fastidio, visto che una bella doccia fredda me la sarei fatta prima o poi quella mattina, ma eravamo in ritardo, quindi non potevo far altro che lamentarmi. Uscendo dalla doccia gli mostrai l’orario e lui, come un bambino corse a vestirsi.
‘’Key muoviti, siamo in ritardo e non abbiamo tutto il tempo che ti serve a disposizione’’
Ecco, si erano invertiti i ruoli, come sempre. Benedetta normalità. Ero ‘’famosa’’ per i miei innumerevoli ritardi, a scuola, agli appuntamenti, alle visite mediche, alle prove, ovunque, i miei trenta minuti di ritardo erano sacrosanti. Mentre sistemavo i capelli, di punto in bianco, sentii due braccia muscolose all’altezza delle mie ginocchia che mi  stringevano e mi sollevavano, per poi poggiarmi su una spalla.
‘’Jeremy, tu sei pazzo, ti prego fammi scendere’’
continuavo a muovere i piedi nella speranza di potere infastidirlo, ma niente, evidentemente c’era abituato, e poi, conoscendomi da anni iniziava a prevedere le mie mosse , e questo non andava bene,no no.
Non appena prese le nostre borse, mi accorsi che a malincuore, forse, avevo il suo sedere in faccia così, non esitai ad alzargli la camicia,con la massima delicatezza, e ad allargare i suoi pantaloni per poi tirare più forte che mai le sue mutande. In tre secondi, mi ritrovai per terra con un esemplare di Jeremy rannicchiato al mio fianco, continuava a lamentarsi
‘’Perderemo-il-fottuto-aereo’’ Ostinato si alzò e si diresse in macchina.
‘’guido io’’
‘’non pensarlo nemmeno, la macchina è la mia’’
‘’si lo so, però dai, io vado piu’ veloce’’
‘’tu, Key, sei pericolosa già quando cammini per strada, figuriamoci se dovessi guidare, e poi con il mio gioiellino, la mia bellissima e carissima macchina’’

Jeremy era ‘’abbracciato’’ alla portiera e continuava ad accarezzarla come se fosse una di quelle ragazze che promuovono materassi, era incredibile quanta cretinaggine ci fosse in un ragazzo figo come lui. Perché, mi chiedo perché; Sei così bello, potresti fare lo sciupafemmine invece che stare qua con me ad abbracciare la tua Jeep. Colpo di genio. Mentre lui era appolpato alla macchina, io, entrai nel sedile di guida, e aprendogli lo sportello lo esortai a salire.
Amavo stare con Jeremy, era tutto così semplice, sei in ritardo? Ok, rimaniamo qua, in garage a fare i coglioni e a discutere su chi deve guidare, perderemo l’aereo? Ok ne prenderemo un altro. Tutto, tutto era semplice, a tutto c’era una soluzione, e lui mi tranquillizzava parecchio proprio per questo motivo
‘’Key, sai che non ci siamo accorti di una cosa?’’
Il ragazzone era intento a chiudersi addosso la cintura di sicurezza per poi specchiarsi su tutti gli specchietti possibili e immaginabili che c’erano in quella Jeep.
‘’Cosa, Jerm?’’ oddio, magari avevamo combinato un guaio senza nemmeno accorgercene. Ecco quello era uno dei nostri più grandi difetti.
‘’So che stai pensando a qualche possibile guaio, ma mi dispiace deluderti,baby. Non ci siamo accorti che Chad non era a casa stamattina’’
Cazzo. Dov’era quell’altro coglione adesso?  Chad nel gruppo era noto per quello con le migliori capacità di scomparire, un momento c’è l’altro no. Scompare, e poi lo ritrovi dopo giorni, settimane, o semplicemente ore, dopo qualche secondo se è dietro di te e tu non te ne sei accorto.. ma ok.
Pensandoci un po’ su sicuramente, era andato a casa di Rebecca, lei non mi ha più scritto, e lui è scomparso
‘’E’ da Rebecca,sicuro’’
‘’Ah va be, basta che non muore..dobbiamo finire il nostro videogioco..’’

Evitai di creare una discussione su quanto si fossero rincoglioniti con i nuovi videogiochi che io, da brava amica gli avevo comprato (in realtà avevo solo perso una scommessa, ma dirlo non mi fa onore, no) e notai che Jeremy stava morendo di sonno così lo  continuavo a schiaffeggiare ogni volta che stava per addormentarsi, e contemporaneamente continuavo a guardarmi le mani sul volante, nemmeno l’avessi fatto, che stavo per schiantarmi contro un’altra macchina ‘’perché fai guidare la tua ragazza! Coglione!’’ l’uomo molto grasso, che quasi sembrava un vichingo, insultò Jeremy, che si era svegliato e stava per uccidermi 
‘’Ma lo vuoi capire che non puoi guardarti gli anelli mentre stai guidando?’’per provocarlo –Dio, quanto mi divertivo- uscii il rossetto dalla tasca posteriore dei pantaloni, e me lo spalmai sulle labbra controllandomi in uno dei tanti specchietti che Jeremy possedeva in macchina
‘’Key, forse non ci siamo capiti’’Jeremy manovrava il volante mentre io continuavo a premere l’acceleratore 
‘’Hai ragione, però forse ci siamo svegliati’’tornai a guidare baciando in guancia Jeremy in modo che potesse avere il segno del rossetto, così lui si lamentò –del resto, faceva sempre così quando guidavo io- e cercò diversi cd, in realtà mise soltanto il cd più vicino alla sua mano, ma per farsi più figo decise di far finta di cercarne uno in particolare. Dopo qualche minuto ci trovammo in ruoli invertiti, per la seconda volta in un giorno solo, lui guidava e io ballavo mentre cantavamo insieme le canzoni del nuovo album di P!nk.
 Arrivammo in aereoporto il prima del dovuto, avevamo sconfitto il nostro nemico ritardo , o forse i nostri orologi segnavano l’ora errata, ma eravamo fottutamente puntuali nel nostro ritardo, così in meno di un quarto d’ora ci ritrovammo già in volo verso San Francisco.
Inutile negare di non esserci addormentati. Probabilmente se avessi visti da occhi esterni, due ragazzi come me e Jeremy, l’uno con la testa sulla spalla dell’altra addormentati come due bambini,  mi avrebbe fatto tenerezza, ma visto che si parlava di ME  e JEREMY…beh, meglio di no.
Svegliati dal gran baccano causato dall’atterraggio dell’aereo ci catapultammo in una San Francisco nuvolosa, proprio come piaceva a me,perfetto.
Un taxi, prenotato in precedenza, ci venne a prendere e ci portò a casa Kusterbeck-Haner.
La loro casa era una villa. L’autista ci lasciò poco più avanti del cancello in ferro battuto, il quale era aperto, ovviamente l’ultima ad entrare era stata Sierra, lei aveva il vizio di lasciare le porte e i cancelli aperti. La mia attenzione era concentrata sul giardino che era  ai lati della casa, era curato e ‘’rovinato’’ dall’autunno, mi girai al lato opposto vidi un albero maestosissimo, colorato dalle foglie rosse arancioni e gialle, autunnali anche quelle, e me ne innamorai, come al solito. Dopo un po’ notai che Jeremy se ne stava completamente fregando di me e stava entrando in casa, così  gli corsi dietro.
‘’Facciamogli una sorpresa, entriamo da qua’’ Jeremy alzò la tapparella della finestra e infilò una gamba  passando con estrema facilità attraverso la finestra
‘’dai passa anche tu’’ Jerm mi incitò. Perfetto ero abbastanza piccola fisicamente quindi potevo farcela, prima infilavo una gamba, poi un’altra e poi passavo col busto, ok, potevo farcela. Infilai una gamba , poi un’altra poi … ok poi sono caduta facendo un casino colossale.
Sierra scese di corsa le scale con in mano una padella
‘’ti do tutti i soldi che vuoi ma ti prego lasciami in vita’’
Quando Sierra aprì gli occhi e si ritrovò me e Jeremy davanti, scoppio’ a ridere, e subito dopo gli saltò addosso, io ,notando di essere di troppo, decisi di salire al piano di sopra per cercare il mio Blake.
Il piano superiore  era enorme, all’ingresso c’era un grande salone e poi diversi  corridoi, magari Blake era nella sua stanza, a dormire, sentendo troppo silenzio, decisi di cercare la sua stanza.
Una volta arrivata avanti la sua porta, aprì di botto, felice di trovarmi davanti il ragazzo che amavo, che dormiva,felice di averlo potuto svegliare per l’ennesima volta, ma, era al letto con un'altra, perfetto.  La sua faccia era un misto di preoccupazione e paura. Chiusi la porta e scappai nascondendo le lacrime nella mia sciarpa.
Jeremy, non appena mi vide scappare mi inseguì, lasciando la sua ragazza quasi svestita sul divano.
Come ho detto?  Con lui era tutto più facile? Spero lo sia anche questo.

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Capitolo 3
*** Capitolo3 ***


Mi svegliai sul letto matrimoniale, vicino Happy, il gatto di Chad, che non smetteva di farmi le fusa, quasi come se volesse dire ‘’Hey Key, io sono qua con te’’ la casa era vuota, o almeno, se ci fosse stato Chad avrei sentito la musichetta di uno dei suoi videogiochi o la musica a tutto volume,  se ci fosse stato Jeremy, sarebbe stato già sul letto vicino a me intento a non farmi piangere. Così rimasi li, tra lenzuola nere e fazzoletti sporchi ovunque, avrei passato la giornata a letto, a piangermi addosso, come fanno tutte le adolescenti in ogni classico film per adolescenti, ecco, quella era una cosa che non avevo mai fatto, quindi l’avrei fatto oggi.
Presi il mio iphone, avevo tre chiamate perse da Sierra,la quale sapeva del tradimento in corso da parte del suo migliore amico ma preferì starsene zitta, quindi non richiamai, perché mi aveva deluso, voglio dire, non volevo lei facesse la spia per una ragazza conosciuta solo questa estate, solo..bho, almeno avrebbe potuto parlargliene, l’avrebbe potuto fare ragionare, non era un comportamento giusto, né quello da parte sua, né quello da parte di Blake, o almeno io la pensavo così..Se Chad, o Jeremy tradissero le loro rispettive fidanzate, io li farei ragionare. Non c’è niente di peggio di un cuore spezzato e una persona delusa. Così ignorai il messaggio e andai avanti: una chiamata persa da Blake, che ignorai senza nemmeno pensarci una volta. I ragazzi come lui dovrebbero soltanto … va bè, meglio che io  non lo dica. Lo odio. Odio ogni singolo momento della giornata passata a San Francisco, odio il fatto che io mi sia illusa, o semplicemente .. quel-sentimento-tanto-forte-che-provi-quando-ti-piace-tanto-una-persona di lui. Perché? Perché!? Con tutte le persone che stanno in questa enorme palla chiamata mondo, proprio di lui?
Magari c’è qualcosa che non va in me, o semplicemente ho scritto in fronte ‘’traditemi’’, prima di Blake, Nathan mi aveva tradito con Alecia, la troia della scuola –e se ve lo state chiedendo, si. Non avevo storie serie dai tempi del liceo-  perfetto, sono la sfigata piu’ sfigata delle sfigate.
D’un tratto la mia attenzione fu catturata da una lacrima che stava attraversando la mia guancia per poi finire sulle mie labbra, una volta arrivata a ‘’destinazione’’ leccai le labbra come a raccoglierla e in meno di due secondi, mi trovai a piangere come una bambina, abbracciata al gatto, che continuava a fare le fusa e a strusciarsi contro il mio viso. Non piangevo da tanto, e non amavo nemmeno farlo. Il sol pensiero di essere debole e distruttibile mi faceva sentire piccola, stupida, e decisamente non ero io. In momenti come questi cercavo il mio orgoglio e la mia forza, i quali felicemente andavano a spasso con la mia allegria giornaliera, così rassegnata e distrutta iniziai a cancellare tutte le nostre foto dal telefono, quando una scia di profumo di dolci giunse al mio naso seguita dal rumore di un bicchiere che si sfracellava per terra –come il mio cuore- e un ‘’Porca puttana!’’  Jeremy era a casa, e si era impegnato sul sserio a fare meno casino possibile, e aveva ottenuto davvero ottimi risultati. La sola idea di avercelo accanto mi fece tornare il sorriso, e l’idea di stare sorridendo per lui, mi fece tornare seria. Nell’ultimo periodo io e Jeremy ci  regalavamo fin troppe attenzioni, e la cosa mi terrorizzava parecchio.  Mi girai d’un fianco sul letto e continuai a cancellare le foto
‘’Stronzo’’ dissi ‘’Coglione’’ tirai sul col naso ‘’Che gran faccia da cazzo’’  disapprovai ‘’E questa? Sembra un moscerino spiattellato contro il vetro di una macchina’’ commentai.
Iniziavo ad essere fiera di me, rieccola, la mia amata cattiveria. Di solito,non sono una persona triste o che sa come tenere il broncio, riescoa star triste solo un giorno, o qualche ora, al massimo, dopo il cinismo l’acidia e la cattiveria si prendono gioco di me, e alla fine finisco per soffrire la metà di quello che dovrei.
‘’Tutti aggettivi che mi definiscono, insomma’’ Entrando in camera Jeremy, aveva portato con sé tanta, tanta felicità, ma io rimasi sdraiata su un fianco a dargli le spalle, per il semplice motivo che non volevo farmi vedere da lui in quelle condizioni, lui se ne infischiò e si buttò sul letto a peso morto porgendomi un muffin da dietro ‘’L’ho cucinato io’’  quel muffin non aveva un bell’aspetto, ma Jeremy aveva lasciato la sua fidanzata a San Francisco per inseguirmi, quindi mangiarmelo era il minimo, così lo presi, mi tirai su e iniziai a godermelo fissando il vuoto  cercando di evitare  ogni possibile discorso.
Tanto prima o poi, in un modo o nell’altro, ne avremmo parlato. Continuavo a mangiare il muffin ancora caldo, leccando le gocce di cioccolato e gustandolo morso per morso, infondo, molto infondo, tanto infondo, Jeremy non cucinava male, e infondo, molto infondo, tanto infondo quel muffin iniziava a piacermi, e sempre infondo,molto infondo, tanto infondo, avevo il bisogno di sdebitarmi.
‘’Non è che se non mi fissi negli occhi io non so che stai morendo dentro, ti conosco da anni ormai’’
psicologia inversa. Jeremy mi stava sfidando a guardarlo negli occhi solo per capire come stavo realmente, ma non mi andava di dirgli che mi sentivo una perdente una sfigata e che il mio cuore stava cadendo a pezzi, sono cose che non puoi dire al tuo migliore amico,specialmente se è Jeremy il tuo migliore amico.
Mi limitai ad abbassare lo sguardo mordendomi il labbro
‘’So benissimo come ti senti’’
‘’No che non lo sai, tu non sei mai stato rifiutato, nemmeno tradito,da nessuna. Nemmeno da me. Quindi sta zitto’’
Aggredì Jeremy, e dopo due secondi mi sentii in colpa. Che bel modo di ringraziarlo di tutto, complimenti Key. Gli saltai addosso stringendolo dalla camicia, mentre lui, preso alla sprovvista mi cinse dai fianchi per poi perdere l’equilibrio e cadere dal letto,così dopo un po’ mi trovai sotto Jeremy a ridere come due coglioni. Era questo quello che mi piaceva, ridere mentre due secondi prima volevi soltanto piangere. Vivere quando volevi morire.  Ad un tratto, per non so quale motivo entrambi ritornammo seri
‘’E’ un coglione, si è lasciato scappare tutto’’
‘’Cosa intendi?’’
‘’Che aveva te e ha preferito lasciarti andare’’
Jeremy si avvicinò al mio viso e io feci altrettanto spinta da un qualcosa nel mio corpo che non so cosa fosse, eccoli di nuovo, i brividi percorrevano la mia schiena, piu’ mi avvicinavo piu’ avevo la pelle d’oca. Cosa stavamo combinando?
Il rumore dei passi di Chad ci ‘’risvegliarono’’  ma, troppo tardi, lui era li, davanti a noi, e stava esaminando me, per il pavimento, con un maglione  addosso e Jeremy, con la camicia quasi sbottonata e Jeremy sopra di me che stava per..baciarmi? quanto suonava strano. Cercai di mantenere un’espressione in viso adeguata. Io e Jeremy siamo stati insieme quando avevo solo sedici anni, era il piu’ figo della scuola, ma è storia passata. Ad ogni modo Chad guardò male prima me e poi lui e commentò ‘’per quale motivo non mi avete lasciato un muffin?’’ lui ci trova per terra, l’uno sopra l’altro, vicinissimi e che fa? Nota il muffin che stavo mangiando. Molto normale insomma, ovvio. Jeremy si alzò dal pavimento con aria spaventata. Ma che cazzo stava succedendo? Bho, era..normale..dai.  E io tornai sul letto e cercai qualche film anni cinquanta da rivedere per l’ennesima volta.
Mentre cercavo e ricercavo il mio dvd di ‘’Higher and Higher’’ tra i porno di Jeremy e Chad la porta della camera da letto si spalancò e di nuovo l’odore forte del profumo di Chad passò per il mio naso, che dovetti grattare. Grazie Chad, il tuo profumo di merda mi fa avere reazioni allergiche ogni volta, coglione. Pensai tra me e me, e accorgendomi del poco amore e della poca finezza sorrisi soddisfatta.
‘’Allora, Key, cosa guardiamo sta sera?’’
Chad e il suo tono di strafottenza e la sua faccia felice di trovarmi confusa tra foto di tette culi e piselli mi fece adirare ancora di più.
‘’Sono indecisa tra questo’’  mostrai il porno numero uno ‘’questo’’ mostrai il porno numero due ‘’questo’’ mostrai il porno numero tre ‘’o arrivare direttamente a questo’’ con una mano mimavo una sega e con l’altra mi massaggiavo il seno, poi mi sono accorta ciò che stavo mimando sorrisi e continuai a cercare
‘’Key, che è successo a San Francisco?’’ Chad si gettò di peso morto sul letto carezzando il gatto che stava facendo le fusa da un pezzo. L’unica persona che Happy non riusciva a reggere era  Jeremy, che aveva astutamente deciso  di non disturbarlo piu’ o di non tentare di fare amicizia con lui per evitare i graffi.
Spostai il mio sguardo da Chad, al gatto e dopo di nuovo ai miei dvd, avevo appena trovato higher and higher, ma la voglia di vederlo mi era appena passata così sistemai di nuovo tutto mettendolo tra i primi in modo che la prossima volta non avrei dovuto fare casino solo per un cazzo di dvd, e ignorai Chad.
Purtroppo lui, non si diede per vinto e  iniziò ‘’Blake stava male e non hai potuto vederlo’’ magari fosse stato quello. Pensandoci e ripensandoci non sapevo cosa dire a Chad, già lui non aveva un buon rapporto con Blake, se gli avessi detto cosa ha fatto l’avrebbe sul serio ucciso
‘’Ti ha fatto le corna’’ ok, aveva gia capito da solo tutto, che culo avrei evitato di dirglielo scoppiando in lacrime mostrandomi debole. Così annuii e gli diedi le spalle per l’ennesima volta trattenendo le lacrime.
Chad capì che stavo a terra come un topo morto, così mise la sua mano sulla mia spalla e mi accarezzo con movimenti irregolari per poi abbracciarmi ‘’Non c’è bisogno che io lo picchi.Si è lasciato scappare la ragazza piu’ cogliona e carina al mondo,un giorno se ne renderà conto… e quel giorno prenderà tante belle sberle…da se stesso’’
Annuii piangendo lui asciugò una lacrima e mi abbracciò. Era indescrivibile il vuoto che avevo dentro. Avete presente? Non era una sensazione di vuoto come quando finisci un pacco di patatine, il tuo film preferito, un libro, o una scatola di cioccolato; Era una sensazione come quando  ti strappano via il pacco di patatine, il film che stai guardando non si vede piu’, il libro non è piu’ scritto, o la scatola di cioccolato cade a terra.
Blake era qualcuno che adoravo, del quale non mi sarei mai stancata. Era il libro che  adoravo leggere tutto d’un fiato, per scoprire cosa sarebbe successo alla fine che mi era stato tolto dalle mani.  Immeritatamente.
‘’Non ci pensare più’’
‘’fosse facile’’
Una voce piacevole e cristallina proveniva dall’ingresso. Rebecca era venuta per passare la domenica con noi. Di soprassalto Chad sistemò i suoi capelli aggiustò la maglietta e abbassò i pantaloni quel poco che serviva per mostrare i suoi boxer, lasciandomi per il pavimento perplessa. Quei comportamenti non li vedevo da tanto tempo. Qualcuno si stava interessando. Abbozzai un sorriso e lo spinsi fuori dalla stanza.
‘’All’attacco!’’ gli sussurrai  per poi rientrare in stanza e vestirmi decentemente.
una volta uscita dalla mia stanza, arrivai in salotto, dove  Jeremy Chad e Rebecca sbranavano –nel vero senso della parola-  una torta preparata dal padre e la madre di Rebecca, che avevano una pasticceria in centro.
‘’Key, ti sei persa una notizia bomba!’’ Jeremy dopo avermi vista, urlò a bocca piena
‘’Rebecca è incinta!’’ urlai altrettanto con più enfasi, mentre lei si affogava.
‘’Rebecca e Chad si sposano!’’ Chad continuava a guardarmi in cagnesco convinto di starmi facendo paura, io lo ignorai e continuai
‘’Oppure Chad e Rebecca si sposano perché lei è incinta!’’ altri sguardi assassini
‘’Io non voglio bambini!’’ Rebecca affermò  aprendo una lattina di birra
‘’Nemmeno io!’’ Chad affermò allibito sorpreso e felice
‘’Perfetto e visto che avete ignorato il matrimonio vuol dire che lo accettate, ma i bambini no..quindi..’’
guardai negli occhi Jeremy che capii che volevo essere assecondata.
‘’Quindi vi sposerete ma non avrete bambini!’’  
Chad e Rebecca scoppiarono a ridere fino a cadere dal divano mentre io e Jeremy ci sentivamo delle potenze assurde. Arrivando in conclusione, la notizia bomba era che i due si stavano frenquentando, ma piu’ che ‘’notizia bomba’’ per me era uno shock, visto che Chad non aveva un carattere facile e non si accontentava della prima ragazza che passava, quindi Rebecca doveva avere un bel caratterino.
Continuai la serata a ridere, finendo per riempire il senso di vuoto che Blake mi aveva lasciato. Era così che volevo stare, bene, con i miei amici.

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Capitolo 4
*** Capitolo4 ***


Un po’ di shopping dopo tanto tempo ci voleva eccome. Rebecca aveva passato la notte con noi, e strano a dirsi, avevamo dormito insieme, io e lei, sullo stesso letto, e non aveva scopato  con Chad –Ciò era praticamente un evento,visto che ogni ragazza dopo due giorni finiva già per essere innamorata di lui e gliela dava praticamente non appena lui schioccava le dita-  quando aprii gli occhi la ritrovai sveglia vicino a me a scattare mille foto con la sua reflex, oltre alla passione del giornalismo, del cinema e della musica amava scattare foto, mi aveva raccontato che al liceo si era occupata dell’annuario scolastico e che aveva vinto diverse gare. Che figa assurda doveva essere Rebecca. Mi stiracchiai e la guardai malissimo
‘’Questa è fantastica’’ commentò eccitata. Sbadigliai e scattò un'altra foto ‘’Ohh, stupenda! Sei così espressiva! È..strano. Come se il tuo viso fosse sempre pronto a venir fotografato’’  mi limitai a sorridere e a continuare a cercare di prendere sonno ‘’mh hm’’ commentai, mentre lei continuava a fare diverse foto.
Mentre mi addormentavo, di soprassalto Jeremy su gettò sopra di me, senza nemmeno avvisare.
Continuava a baciarmi il collo o le guancie e io continuavo ad ignorarlo e ancora sentivo Rebecca scattare foto
‘’Oh mio Dio! Qua sembrate così intimi!’’ intimi? Parola che poteva essere considerata esatta in dipendenza dai punti di vista. Io e Jeremy eravamo molto intimi, parlavamo di tutto, e a volte scherzavamo anche in maniera pesante, e con pesante intendo tipo che mi slacciava il costume a mare, che non abbiamo mai avuto problemi a farci battutine di un certo calibro; Ma ‘’intimo’’ che intendeva lei era un altro tipo di ‘’intimo’’ era un ‘’sembrate una coppia’’ così, incuriosita aprì un occhio soltanto per vedere la foto c’era Jeremy sopra di me che cercava di baciarmi e io tranquilla  come se per me non fosse una cosa nuova, accorgendomi che Jeremy era ..felice della foto lo spinsi facendolo cadere a terra e iniziò
‘’Sei una puttana di merda…che dolore!’’ continuava a massaggiarsi il polso
‘’Me l’hai slogato,stronza!’’  mi fece preoccupare talmente tanto  che lo controllai, io e Rebecca gli fasciammo il polso mentre Chad rimaneva sul suo letto a prenderci per il culo
‘’Jeremy! Sei proprio una femminuccia, oh!’’
‘’sta zitto coglione o a te rompo un’altra cosa’’
‘’tipo?’’
‘’ti rompo un vaso in testa!’’
‘’ah, io stavo pensando ad un'altra cosa!’’
‘’tipo?’’
‘’siamo in presenza di donne, Jeremy’’
‘’Credimi, con la forza che si ritrovano, le donne di oggi sono due vichinghe’’
Jeremy mi rivolse un occhiata degna di nota, alla quale risposi facendo il labbrino, lui morse il labbro e continuò a guardare la fasciatura.
In realtà non mi sentivo proprio in colpa. Potrei sembrare la piu’ stronza delle stronze, ma con un polso non funzionante, sarebbe stato piu’ facile, per me, vincere le nostre lotte, e non avrebbe potuto prendermi in braccio per difendermi, e non avrebbe avuto la forza di tirarmi un pugno per difendersi dai miei schiaffi.
Dopo un’ora decidemmo di alzare i nostri culi dai letti, sistemare tutto e uscire a fare un po’ di shopping.
‘’Guido io!’’ Urlava Chad avanzando verso la macchina –se avesse saputo che chiamavo la sua Jeep in maniera generale mi avrebbe ucciso- di Jeremy
‘’Lascio guidare te solo perché una delle due me la ucciderebbe, piccola cucciola’’
‘’La smetti di trattare così un mezzo di trasporto?’’
‘’Tu stai zitta che mi hai rotto un polso, non rompermi anche le palle!’’
‘’chiedo venia’’
‘’non ti venio’’
‘’ma sei coglione’’
‘’entra in Jeep’’
‘’io oserei dire macchina’’
‘’io ti ammazzo’’
‘’ok basta entro’’
Una volta entrata nei sedili posteriori  Jeremy si accomodò vicino a me poggiando le sue gambe sulle mie e io iniziai a fargli i grattini per farmi perdonare. Chad , era del gruppo quello con più esperienza nella guida, e quando guidava lui io non facevo a meno di rilassarmi, in più metteva i Paramore, band preferita da tutti e quattro e i concerti erano leciti. Jeremy, era il più bravo a cantare, si era sempre dedicato alla musica, sapeva suonare tutto di tutto dal pianoforte alla batteria dalla batteria al contrabbasso  dal contrabbasso alla chitarra, per non parlare della meravigliosa voce che aveva. Avevamo le stesse band preferite quindi ogni volta facevamo duetti assurdi ed era il mio compagno preferito col quale cantare come io ero la sua compagna preferita con la quale cantare. Semplicemente adoravo perdere del tempo con lui a fare la qualsiasi, soprattutto cantare.
Una volta arrivati al centro di Chicago ci catapultammo al primo h&m, inizialmente Chad e Jeremy si dedicarono a me e Rebecca.
‘’Ti ho preso questi’’ Jeremy mi aveva portato diversi completi: Una felpa con un Jeans, un vestitino succinto, una gonna a vita alta abbinata ad una maglietta scollata. Mentre Chad aveva consegnato a Rebecca i peggio completini intimi  i quali lei posò sul primo scaffale che incontrò. Chad ci rimase di merda e spiegò all’amico ‘’Che cos’avevano di male, sono così graziosi’’ Jeremy si limitò a disapprovare ridendo e ad accompagnarmi ai camerini, nei quali iniziò una vera e propria sfilata.
Rebecca aveva un fisico fantastico, era snella con i muscoli giusti, alta quanto me – o forse dovrei scrivere ‘’bassa quanto me’’ -  ma piu’ muscolosa , quindi ogni vestito su di lei prendeva forma in una maniera assurda.  Chad non smetteva di sbavare. Addirittura Jeremy dovette ‘’raccogliergli’’  la mascella che aveva fatto cadere con nonchalace vedendo Rebecca in un abitino nero con uno spacco vedo-non vedo  fino l’interno coscia. Io sorrisi nascondendomi nel petto di Jeremy.
‘’Forse questo vestito è meglio di quello di prima, no?’’ Rebecca chiedeva consiglio –e forse anche un po’ di serietà – a me e Jeremy. Sentendo la sua voce squillante mi girai verso di lei sorridente  e commentai:
‘’Si, ma non pensi lo spacco sia..Eccessivo?’’
‘’Ma Key, sta zitta! Qua qualcuno lo gradisce’’

Jeremy indico Chad, di nuovo a bocca aperta e poi sorrise.
‘’Oh beh, io dico che è meglio anche senza’’
‘’Io dico che sei fin troppo perverso bello mio’’
‘’Lo spacco è troppo profondo, Becky’’
Commentò Chad sincero, e preoccupato dall’effetto che gli faceva lo spacco.
‘’Lo compro.’’ Rebecca morse il labbro e io e Jeremy preferimmo non guardarci.
‘’Questa ragazza lo farà uscire fuori di testa’’ Mi sussurrò Jeremy
‘’Almeno lei sa farlo’’ risposi
‘’Fare cosa?’’
‘’Fare uscire fuori di testa qualcuno, io pagherei oro’’


Pensai di nuovo a Blake e come ‘’dimenticarlo’’ in un mese mi era stato semplice, ero incredibile, decisamente incredibile. La gente era sempre più stupita o scioccata dalla mia capacità di rimuovere persone o avvenimenti sgradevoli, ecco, io non sapevo come facevo, era una capacità che avevo acquisito col tempo e tanta pazienza, per queto ho sempre pensato che mai nessuno avrebbe potuto distruggermi, per il semplice fatto che so star male massimo un giorno, dopo inizio a riprendermi, inizio a non pensarci, così arrivo all’apatia totale e finisco per rimuovere tutto. Non sapevo se vedere tutto questo come un pregio o come un difetto,sinceramente.
 
Dopo un po’ invitati da Jeremy, andammo a cenare fuori, Jeremy e Chad fecero kilometri con in mano sacchetti e sacchetti, mentre io e Rebecca prendevamo un caffè aggiornando i nostri twitter.
Una volta entrati in pizzeria , iniziammo a parlare del più e del meno –Chad e Jeremy parlavano di Playstation e videogiochi , mentre io e Rebecca parlavamo di quanto eravamo contente di aver comprato i nostri vestiti. -
Arrivò il cameriere, era alto biondo con gli occhi azzurri e si riferì a me per le ordinazioni:
‘’Cosa prendete?’’
‘’Per me una pizza con patatine’’
‘’pizza con patatine, eh? In genere a prenderla sono ragazze sotto i diciannove anni’’
‘’Quanti anni crede io abbia?’’
‘’non lo so, me lo dica lei’’
‘’ovviamente quelli che fanno piu’ comodo a lei. Sopra i diciannove no?’’
lui sorrise e scrisse
‘’Poi una margherita, e..’’ guardai Jeremy e Chad ,che stavano uccidendo con gli occhi il cameriere, in attesa
‘’Una margherita con peperoni e funghi’’ disse Chad con aria seccata
‘’Con le patatine..e ho sopra i diciannove anni anche io’’
Il cameriere sorrise
‘’Non hai lo stesso faccino della tua amica però… Buon proseguimento’’
 Il cameriere andò via
‘’Lo stesso faccino della tua amica. Ma te lo faccio vedere io..stronzo’’ Commentò Jeremy non appena fu davvero tanto lontano per sentirci.
Dopo un po’ Chad e Rebecca si dileguarono lasciando da soli me e lui
‘’Allora..Key’’
 
Jeremy inclinò la testa verso destra sorrise e poggiò le mani sul tavolo. Io mi limitai a sorridere e a poggiare la mano destra sul tavolo mentre con quella sinistra giocavo con i capelli.
‘’Come va con Sierra?’’ Non appena  finii di completare la frase a Jeremy squillò il telefono
‘’Ecco è lei, vado’’
Si allontanò lasciandomi da sola.
Tutto d’un tratto un ragazzo si sedette al suo posto
‘’Ciao cocca, mi occupo di invitare le giovincelle come te a feste fantastiche come le mie, se accetti l’invito ti basta fare il mio nome per entrar gratis se non l’accetti peggio per te e paghi’’
Ci pensai, perché non far finta di accettare, alla fine mi avrebbe detto il suo nome e se non sarei entrata l’avrei benissimo rimosso come tutte le informazioni inutili.
‘’Certo che accetto, nome?’’
‘’Jared. Ecco a te una penna, scrivilo dove vuoi, su una mano, in una tetta, in un pezzo di carta..dove vuoi tu’’

non accettai la penna
‘’Lo scrivo nel mio cervello, grazie comunque.’’
‘’Festa d’halloween, devi vestirti,tesoro mio’’
‘’in realtà non ho nemmeno bisogno di questo’’

Chad, Jeremy e Rebecca entrarono. Io decisi di fare ingelosire un po’ Jeremy, o almeno..metterlo alla prova.
Jared, una volta visti i miei amici, li ignorò, e mi passò il suo biglietto da visita.
‘’Che ne dici di parlarne meglio fuori, Key?’’
‘’non posso che accettare’’
Mi alzai dal tavolo lasciando i miei tre amici, e il cameriere che mi studiava da lontano allibiti, loro sicuramente pensavano io avessi rimorchiato, e Jeremy si stava per mordere le mani. Io in realtà stavo soltanto recitando per l’unico scopo di entrare gratis all’inferno.
Una volta uscita fuori scrissi un messaggio a Rebecca
‘’Non appena io rientro da fuori, dì a tutti che presso il Mon amour –una discoteca al centro di Chicago- danno una festa d’halloween e dovremmo andarci.
Poi ti spiego’’
Rientrata, una volta seduta al tavolo, Rebecca con una naturalezza innata iniziò:
‘’Oh ragazzi, ogni anno al mon amour, danno la festa d’halloween! Dobbiamo per forza andarci!’’
L’amavo. Furtivamente con gli occhi gli lanciai un’occhiata d’intesa e continuai a mangiare pezzi di pizza
‘’Io odio le discoteche, ma amo halloween, quindi si!’’
 Tutti accettammo, ma Jeremy era sulle sue. Così, quando Chad e Rebecca iniziarono a stuzzicarsi, lui decise di rivolgemi la parola
‘’Chi era quello?’’
‘’un’amico’’
‘’ah..’’

Continuai a mangiare le patatine con le mani
‘’E come è andata con questo tuo amico?’’
‘’Bene’’
‘’mh..’’

Continuammo a parlare a monosillabi per un’ora fino a quando tornammo a casa.
Non so cosa mi stava succedendo,ma..Jeremy…iniziava ad interessarmi, forse…

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Capitolo 5
*** Capitolo5 ***


‘’Key mi trucchi?’’ erano le diciotto e già Jeremy iniziava a disturbarmi mentre guardavo il mio telefilm preferito. Io sul divano e lui per terra in ginocchio a togliermi la coperta.
‘’Aspetta, cazzo, sta finendo!’’ Mi coprivo di nuovo e sorseggiavo la cioccolata calda, appassionata al film
‘’Che palle sto misfits’’ Tirai una sberla a Jeremy sorridendo ‘’Non ti trucco se continui così..’’
‘’Nathan è un gran bel personaggio ripensandoci…lui che dono ha?’’ Jeremy si fingeva interessato, quando in realtà conosceva a memoria il telefilm. Io fingevo di non sapere che stava fingendo.
‘’L’immortalità..’’
Mentre Jeremy mi concedeva cinque minuti di silenzio senza distrarmi, Chad si presentò in smoking, con il viso pallido e i capelli gellati come se una mucca l’avesse leccato in testa
‘’Allora? Come sto?’’ Fece un giro su se stesso ma io continuai a finire l’episodio di mifits. Una volta iniziata la sigla mi girai scettica verso Chad e Jeremy.
‘’Sei orrendo’’ Commentai
‘’Lo so Key, questo è il tipo di complimenti che si fanno ad Halloween!’’
Chad continuava a guardarsi allo specchio come e fosse l’ottava meraviglia del mondo. Suonarono al campanello, e ad aprire fu Chad, anzi, Gomes; Mortisia non lo salutò, così lui la seguì fino a quando lei mi raggiunse, le prese la mano e iniziò a baciarla percorrendo tutto il braccio e il collo.
Io e Jeremy avevamo un espressione mista tra il disgusto, l’emozione, l’imbarazzo e … non mi vengono altri sostantivi, scusate. Ripensandoci, ero l’unica a non essere pronta. Jeremy era seduto a terra, anche lui con uno smoking molto personalizzato, che aspettava soltanto essere truccato , Mortisia e Gomes, che desideravano scoparsi eccoli li davanti a me, e io ero ancora in tuta , con i capelli raccolti in una coda molto disordinata, senza trucco e con gli occhiali da vista, come una brava nonnetta. Guardai l’orologio, e saremmo dovuti scendere alle venti e trenta minuti,  e l’orologio rintoccava le sette.
Così mi alzai e mi fiondai in doccia urlando a Rebecca di prepararmi i vestiti che avevo stirato il pomeriggio e che si trovavano appesi nell’armadio e di posizionarmi il fondotinta bianco e le matite nere sul tavolo, intanto Jeremy preparava tost in maniera da non farci arrivare affamati alla festa. Rebecca così fece, e quando uscii dalla doccia mi limitai a dover mettere le calze bianche e il mio vestito rattoppato, poi raccolsi i capelli in una cuffia bianca e riempii braccia e faccia di un particolare fondotinta bianco.
Jeremy entrò in stanza osservandomi ‘’Sei a metà la mia Sally!’’ risi e posai sul tavolo il fondotinta
‘’Jack, amore di Sally, passati questo coso in faccia in maniera uniforme’’
Jeremy prese il flacone  e iniziò a leggere da quali sostanze fosse fatto, e come si doveva usare, mentre io iniziai ad applicare le ciglia finte e a disegnare qualche cucitura in viso.
‘’Mi passi l’ombretto blu?’’
‘’Cos’è l’ombretto?’’
lo spostai e lo presi da me. Dopo aver finito il trucco, mi dedicai a Jeremy: Lo presi per mano sedendolo sulla sedia e lo truccai. Ogni volta che mi avvicinavo al suo viso  per sistemarlo, lui mi guardava dritto negli occhi, e sebbene io mi concentravo, ricambiavo i suoi sguardi
‘’Che c’è da guardare?’’ dissi mentre spalmavo il fondotinta sul suo naso imperfetto che tanto odiava ma che a me piaceva tantissimo  lui spalancò gli occhi e iniziò a fissare il vuoto
‘’Nulla, è che sei fantastica anche quando dovresti essere terribile e fare paura’’
Arrosii, sperando che il trucco bianco sarebbe riuscito a coprirlo, ma lui sorrise quindi il make up non fu mio complice ‘’Mannaggia..’’ sussurrai spalmando la cipria
‘’Cosa?’’ Chiese
‘’Che non riesca a farti paura.. pagherei oro per vedere la tua faccia terrorizzata!’’
‘’In realtà ho un po’ paura..’’
‘’Di cosa?’’
‘’di te’’

quella risposta così piena di significati mi fece cadere la cipria dalle mani, creando un pandemonio sul pavimento, che ovviamente non raccolsi per via del poco tempo. Jeremy continuò a ridere così iniziai a rimproverarlo. Voglio dire, lui ha paura di me, e per quale motivo? Non è che ti mangio se mi stai vicino. E poi sono la tua miliore amica come fai ad avere paura della tua migliore amica, non dovrebbe essere la persona di cui ti fidi di più? La tua ancora di salvezza, la tua guida? Jeremy era strano, stranissimo, non conoscevo persona piu’ strana e intraducibile di lui ..o forse sì.. Chad. Da quando io e Jeremy abbiamo acquisito un atteggiamento più intimo, lui era più distaccato nei miei confronti. Secondo Rebecca era solo pura gelosia, dato che io sono cresciuta con lui, ma .. da quando i migliori amici sono gelosi?
La mia testa era un casino di idee dovute a quella frase. Non mi ritengo una persona della quale devi avere paura, penso quasi di essere innocente. Ad ogni modo feci un respiro profondo  e iniziai a truccare di nero le palpebre e tutto il contorno degli occhi di Jeremy.
‘’Puoi sederti in braccio se vuoi e stai scomoda’’ Così mi alzai il vestito quel poco che bastava per non scucirlo e mi accomodai sulle gambe muscolose di Jeremy, il quale sorridente mi teneva dalle cosce
‘’Mi raccomando con quelle mani, fratello!’’  Urlò Chad uscendo dal salotto riaggiustandosi la camicia. Era sporco di rossetto quindi aveva appena baciato Rebecca che era corsa in bagno a rifarsi il trucco.
‘’Tranquillo, la situazione è sotto controllo’’
Io in silenzio continuavo a concentrarmi sul trucco di Jeremy, solo che quando parlava non facevo a meno di fissare le sue labbra, e il suo alito caldo diretto al mio collo non mi aiutava per niente.  Finii in fretta e furia gli occhi e mi allungai per prendere la matita che era nel tavolo alla nostra destra .
‘’Key ma l’hai messo il reggiseno?’’
Le domande intelligenti e fuori luogo mi spiazzavano
‘’Certo che l’ho messo, coglione che domande sono!’’
‘’No perché stavo guardando il vestito no…e non si intravede..’’
‘’E’ color carne, Jer, color carne..’’
Sospirai rassegnata. Ma cosa pensava? Che portassi intimo fluorescente sotto un vestito che era quasi trasparente?  Lui sorrise e mi baciò il mento, io mi sforzai di ignorare quel gesto, e pensai a Sierra, tanto per trattenermi, e iniziai a disegnargli le cuciture sulla bocca.
Jeremy aveva delle labbra fantastiche. Erano carnose ma non troppo grandi e.. amavo baciarlo quando stavamo insieme, ma si parla di quando avevo sedici anni. Chissà ora come baciava.
Spaventata da quello che stavo iniziando a pensare mi alzai da lui, e mi girai posando tutto nel cassetto
‘’Jack è pronto’’ aprii la scatola e inifilai le scarpe nere di vernice  col tacco, mentre Jeremy mi cinse dai fianchi e mi portò a se iniziando a canticchiare una di quelle canzoni di Nightmare Before Christmas
‘’Oh Jack Skeletron , mi farai perdere la testa prima o poi!’’ Lui sorrise e mi lasciò andare.
Non appena misi la parrucca, diventai Sally a tutti gli effetti.
‘’Ragazzi, correte dai!’’
La voce squillante di Rebecca ci richiamava in salotto, preoccupati scattammo, ma lei voleva solo fare una foto ricordo.
‘’L’autoscatto dura solo cinque secondi, eh.. uno…due….tre..quattro…’’  il flash accecò tutti quanti e dopo aver visto la foto meravigliosa saltammo a bordo della Jeep di Jeremy e ci recammo al mon amour.

*******

‘’Fortunatamente siamo gli unici Jack e Sally e sono tutti vestiti da vampiri..’’  commentai notando che Jeremy non mi stava cagando e stava messaggiando con Sierra
‘’Saremmo gli unici Jack e Sally anche se l’intera discoteca fosse piena di Jack e Sally.. Mica sono tutti coglioni come noi’’
Jeremy passò un braccio attorno alle mie spalle e mi strinse a lui, per poi andare a bere qualcosa.
‘’Due schweppes’’ Lo guardai con aria di disapprovazione, e lui mi spostò una ciocca di capelli dall’orecchio si avvicinò e mi disse ‘’L’ultima cosa che voglio è che tu ti ubriachi sta sera’’ continuai a guardarlo male per poi fare una L di loser sulla mia fronte, lui sorrise e continuò a bere.
‘’Si potrebbe avere una birra?’’  Il barman mi offrì un bicchiere pieno di birra fino l’orlo con altrettanta schiuma. Jeremy  scoppiò a ridere ; ormai lo sapeva anche lui che quando volevo qualcosa per me ottenerla era semplice. Così presi il bicchiere lo sollevai e dopo avergli fatto l’occhiolino lo bevvi.
‘’Key.. sei sporca di schiuma..qui.’’
Jeremy indicava una parte del labbro, io tentai di pulirmi ma non riuscii.
‘’Un po’ più a destra’’ mi spostai a sinistra
‘’Quella è la sinistra.. a destra Key..’’ niente da fare, non ci riuscivo, così lui sclerò e mi prese il fazzoletto dalle mani, si avvicino prendendomi il viso dal mento e portandolo verso di se, io rimasi immobile con le labbra semichiuse e continuavo a guardarlo negli occhi, una volta pulita, lui continuo a passare il fazzoletto sulle mie labbra fissandole e avvicinandosi sempre di più, io ero complice in quel gesto e in meno di due secondi ci saremmo baciati ma.. ‘’Jack Skeletron al mon amour?’’Sierra era davanti a noi, vestita anche lei da Sally, mentre dietro di lei Blake e Charla erano vestiti dai protagonisti della sposa cadavere. Salutai Sierra e cercai di raggiungere Rebecca e Chad, che erano in pista da ballo a ballare e limonarsi. Così tornai indietro, mi sedetti al bancone e iniziai a bere un drink dopo l’altro fino a quando capii che se continuavo a stare ferma e seduta prima o poi avrei vomitato. Scesi dalla sedia –che adesso mi sembrava piu’ alta- e mi avviai in pista da ballo, dove un tipo travestito da Harry Potter iniziò a ballare con me.
Mi aveva detto come si chiamava, ma non mi ricordo se era Simon o Andrew, nomi con nessuna lettera in comune, ma ok. Il ballo iniziava a farsi sempre meno casto del dovuto, Harry Potter continuava a cingermi i fianchi e io mi strusciavo contro di lui, ma tutto sommato mi stavo divertendo e lui era anche carino. Gli scombinai i capelli e mi misi i suoi occhiali.. Sally Potter, figo no?
Jeremy spuntò dal nulla prendendomi in braccio, dopo aver restituito gli occhiali ad Harry e mi riportò a casa.
In macchina risi per tutto il tempo
‘’Era tanto carino Harry!’’
‘’Mh hm’’
‘’wingardium leviooooosa!’’
‘’Mh hm’’
continuai a ridere. Arrivati a casa Jeremy posteggio in garage, fece il giro aprendomi lo sportello e slacciò la cintura di sicurezza, io continuavo a veder sfocato, ma qualcosa ci capivo, cioè, lo sapevo che ero ubriaca e non ragionavo. Mi prese in braccio.
‘’Sei il mio principe azzurro?’’
‘’Mh hm’’
‘’Che palle sto mh hm’’
Jeremy aprì la porta di casa tenedomi con una sola mano, mi portò in camera da letto togliendomi le scarpe, la parrucca e la cuffia. Io lo lasciai fare. Non mi importava in che condizioni ero.
Dopo avermi tolto la parrucca mi rimboccò le coperte, e io non avevo più la forza di parlare, così chiusi gli occhi, sforzandomi di stare zitta.
D’un tratto le sue labbra vennero in contatto con le mie, e ci scambiammo un semplice bacio a stampo, durato si e no cinque secondi. Quando le sue labbra stavano per staccarsi dalle mie  lo tirai a me dalla giacca per un bacio più intenso. Disegnai il contorno delle sue labbra con la lingua per poi giocherellare con la sua mentre lui mi accarezzava il collo.
‘’Che stiamo facendo?’’  Chiesi
‘’Non lo so’’ rispose per poi andarsene
‘’Rimani qua’’ Chiesi spostandomi  facendogli spazio
‘’Devo andare, Key’’
‘’Dove?’’
‘’A san Francisco..’’

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Capitolo 6
*** Capitolo6 ***


Il suono della campanella era l’unico suono che volevo sentire mentre, annoiata, fingevo di stare attenta alla lezione di matematica, sul serio, non ci capivo nulla di nulla, avevo la mia sufficienza immeritata grazie a Lacey e John, che praticamente mi svolgevano i test. Non suonò fui la prima ad uscire. Fuori dalla porta mi aspettava Lacey, appoggiata agli armadietti. La divisa personalizzata la distingueva senz’altro dalle altre, anzi, forse i capelli rossi la distinguevano dalle altre, ma la sua caratteristica, quella che non riuscivi a trovare facilmente in nessuna sedicenne di Nashville era la fantastica espressività facciale con la quale praticamente comunicava. In quel momento la sua faccia mi diceva ‘’Sono impaziente di dirti una super cosa’’
Lacey era la persona che preferivo nell’intero istituto, e non perché mi faceva i compiti ma perché era proprio una persona fantastica, una di quelle con le quali non ti stanchi mai di niente, ecco.
‘’Isabelle, ore dodici, ha scopato con Chace, ore tre.’’ Mi girai a fissarlo, con estrema ingenuità e lei mi colpì per poi cercare qualcosa in borsa
‘’Ma sei cogliona? Non devi guardare nessuno senza questi’’ mi passò un paio di occhiali e li indossammo insieme ‘’Adesso, mi raccomando, sta ferma con la testa e muovi soltanto le pupille, ah e stai attenta alle tue espressioni, dopo sta notizia bomba che fa boom!’’ mimò tutto con un interpretazione quasi teatrale, era più scema di uno scemo
‘’Sto ferma. Ma tu sei scema, e poi sai una cosa? Non siamo delle spie, sei stupida’’
‘’Hanno scopato, per scommessa, e gli si è rotto il preservativo, e ora dirai ‘’Pillola del giorno dopo!’’ ma..c’è un ma.. il coglione ha solo pensato di controllare il preservativo sai quando? Tre giorni dopo! Ovviamente non sai nemmeno che Chace è il  ragazzo di Lily, migliore amica di Isabelle!’’
I suoi occhi erano coperti dagli occhiali ma guardarla, era uno spettacolo, le sopracciglia si alzavano, la bocca si contorceva in smorfie schifate  e il labbro inferiore si alzava quando considerava la situazione proprio una delle peggiori. Scoppiai a ridere aprendo il mio armadietto, mentre lei continuava a parlare di Chace Lily ed Isabelle, e io non l’ascoltavo nemmeno visto che non me ne importava, ma Lacey era così, sapeva tutto di tutti e poiché non le piaceva sputtanare in giro sputanava tutto e tutti con me, visto si fidava e sapeva che non l’avrei detto a nessuno. Aprendo l’armadietto posai i libri di Matematica, ma, qualcosa catturò la mia attenzione. Un bigliettino. Lo aprii e analizzai per prima cosa la scrittura. Era piccola, disordinata e molto arrotondata, sicuramente apparteneva a qualcuno con un carattere insicuro, indeciso, molto riservato e confuso, chi se non Jeremy? Lessi a voce alta : ‘’Sei una stupida cogliona, ti aspetto inunpostochesolonoiconosciamo’’  piegai il post-it giallo e lo conservai in tasca, salutai Lacey che ancora parlava e passai dall’edificio 3 all’edificio 5, con estrema indifferenza, sperando di passare inosservata. Mi sarei saltata la lezione di biologia.  Uscii dalla scuola e raggiunsi il nostro posto.
‘’Dovrebbero accorciarle, le gonne delle divise’’ Jeremy rimaneva di spalle, evidentemente mi aveva visto prima che io potessi vederlo, oppure era semplicemente pazzo e parlava da solo
‘’Ciao anche a te Jeremy’’ Sorrisi infilandogli delle piante nella maglietta, il nostro posto era una zona di un bosco, con tantissimi tipi di fiori e piante  e nel bel mezzo c’era una specie di laghetto, era schifoso, ma carino, infondo. Lui si girò infilandomi un fiore in bocca e ci ritrovammo, come sempre, intrecciati, l’uno sopra l’altra. ‘’Un ragno, Key! Un ragno, scappa!’’ iniziai a correre sul posto urlando, visto che avevo una paura  terribile dei ragni, così lui scoppio’ a ridere, poi mi prese mi tirò a se e  mi baciò.

E’ tutto un enorme sbaglio. Quando una persona fa parte del passato perché non se ne sta nel passato in santa pace, invece di ritornare e mandare tutto in confusione? Jeremy era il mio ragazzo alle scuole superiori. Conosciuto in un armadio di Katy alla sua festa, ci scambiammo i numeri mentre lei scopava con Jim sul letto dei suoi genitori, era una scena imbarazzante, così iniziammo a parlare del più e del meno e il giorno dopo eravamo già una mezza coppia. Forse il nostro sbaglio è stato il ‘’correre troppo’’, o forse il mio sbaglio è stato che mi sono fidata di uno dei più fighi della scuola –che poi ripensandoci è molto più bello adesso, Jeremy- fatto sta, che dopo quattro mesi, ci lasciammo perché non riuscivamo più a trovare un equilibrio e andò a piangere sulle spalle di Jessie con la quale stette un bel po’, e lei fino quest’estate aveva cercato, per l’ennesima volta, di rovinargli la vita. E qua, di nuovo, mi chiedo: Perché quando una persona fa parte del passano non se ne sta nel passato in santa pace, invece di ritornare e mandare tutto in confusione? Il mio problema,putroppo, e per fortuna, aggiungerei è che Jeremy non è una persona qualunque: Col tempo, dopo esserci lasciati, alle scuole superiori, me lo ritrovai in molti corsi, e avevamo deciso, per quieto vivere, di stare insieme come ottimi, ottimissimi amici, e da li iniziammo a diventare molto affiatati, e diventò il mio migliore amico, e il migliore amico di Chad,  uno delle persone fondamentali nella mia vita. Così, tutti e tre, diventammo un trio, e sono stati gli unici che mi hanno supportato sempre e comunque.  Finii di lavare i miei capelli lunghi, e con una forbice iniziai a sfoltire il ciuffo  e a guardare il risultato della decolorazione: Avevo schiarito molte ciocche, facendole diventare castano chiaro, solo per dare un po’ di luminosità al mio viso. Quando sono nervosa sfogo tutto sui miei capelli, combinano disastri, o a volte capolavori.Strizzai i capelli nella vasca da bagno per poi prendere una tovaglia. Prendendola mi ritrovai in mano uno scarafaggio finto, uno di quelli che usava Jeremy per farmi i suoi scherzi di cattivo gusto, lo lanciai e avvolsi la tovaglia ai capelli. Mi sedetti per il pavimento continuando a pensarlo, lui, il bacio, il fatto che era fidanzato e, a malincuore accettai che era tutto uno sbaglio, insomma lui è il mio migliore amico, capito? Sarebbe stato un casino, un putiferio, Sierra mi avrebbe ucciso, lui ci sarebe stato male, perché ama Sierra non me, il suo cuore appartiene a lei, non a me, purtroppo. E poi quello che ho provato baciarlo è stato diversissimo da quando avevo soltanto sedici anni, è stato un fuoco, che si è riacceso, e qualcuno dentro di me, cercava di spegnerlo soffiando, ma anche il più stupido dell’esercito sa che se soffi, la fiamma ingigantisce,ed ecco, combinato il guaio.
Qualcuno suonò al campanello, infilai una canottiera di Chad, che mi arrivava sino al ginocchio e andai ad aprire. Mi ritrovai Rebecca, bellissima come sempre, avvolta in una giacca bianca, con i capelli sciolti e gli occhiali da sole in testa. Le Vans ‘’rovinavano’’ l’eleganza che aveva anche non sforzandosi, entrò nonostante non le avevo fatto cenno, e si diresse in cucina a mangiare i miei cereali.
‘’Posso farti una domanda?’’
‘’anche due’’
Disse a bocca piena masticando
‘’perché se una persona fa parte del tuo passato, ritorna? Non puo starsene li in pace?’’
‘’In realtà’’
scese dalla mensola sulla quale era seduta dirigendosi verso il frigorifero pensando, io la fissai per tutto il tragitto, lei bevve facendomi segno di aspettare un minuto e riprese, posando il latte
 ‘’In realtà, non ritorna la persona vera e propria, ritornano i ricordi, le emozioni..i sentimenti, perché una persona non è mai la stessa del passato, si cambia,gli esseri umani cambiano da secondo a secondo, è così..’’
‘’Quindi tu non pensi che a me possa piacere il Jeremy di adesso ma solo il Jeremy del passato…no?’’
‘’Mai detto questo, ho solo risposto alla tua domanda, non entrando nello specifico, ma se vi siete baciati, un motivo c’è stato no? Quale?’’
‘’Ero..ubriaca’’
non riuscivo a trovare la motivazione esatta, mi stava scappando un ‘’perché mi piace’’ ma no. Qualora dicevo ciò che pensavo a voce, la cosa era ufficiale e non mi sarei potuta tirare indietro, e magari ero solo confusa, ripeto: Jeremy è il mio migliore amico. Rebecca mi guardò male cercando altro cibo ‘’Ci sono delle ciambelle nel microonde, ma sono state comprate ieri’’
‘’Ma mi piacciono lo stesso, nonostante tu le abbia comprate…in passato’’ Rebecca alzò due volte le sopracciglia. Voleva farmi capire che mi piaceva Jeremy, cioè lei aveva capito che io provavo qualcosa, nonostante tutto. ‘’Smettila, ti prego, insomma è il mio migliore amico, non deve succedere nulla, e poi..bho, non mi puo’...’’
‘’Piacere? Io dico che tu sei persa da quando hai lasciato Blake e non lo vuoi ammettere perché Sierra è tua amica e lui è il tuo migliore amico’’
aveva capito tutto.
‘’Puo’ anche darsi..comunque avevo pensato di stare da te qualche giorno, mi secca star qua, ci sono le sue cose, il suo profumo nel mio cuscino e io lo odio, davvero, tanto, troppo.’’ Gesticolai col telecomando in mano accendendo la tv per sbaglio in uno di quei canali di musica che, come per farmi un dispetto, mandò un documentario di Jonny Cash, passando, ovviamente, la canzone che mi dedicò Jeremy,
‘’Because you’re mine, I walk the line’’
Lanciai il telecomando contro la tv che si spense e Rebecca mi guardo allibita ‘’Vado a prendere le cose e andiamo’’
Fatte le valigie mi trasferii a casa di Rebecca, aveva un loft, tutto in legno, fantastico gli unici colori che entravano li dentro erano tutte le tonalità di Marrone, arancione e rosso. Era la casa dei miei sogni, quando la vidi praticamente urlai di regalarmela, e sicuramente sarebbe piaciuta tanto anche a Jeremy, ma cercai di non pensarlo non appena lo pensai.
I giorni a casa di Rebecca passarono in fretta, molto velocemente ed era l’unica che riusciva sul serio a distrarmi, a volte mi ritrovavo Chad in boxer passeggiare per casa, ci salutavamo, mi pregava di ritornare che la casa stava diventando un disastro io disapprovavo e lui mi minacciava dicendo che avrebbe scritto parolacce ovunque e intagliato personaggi di anime e manga sui nostri tavoli in legno, io gli rispondevo che se l’avrebbe fatto avrei portato Rebecca lontano da lui, così abbassava gli occhi e andava via.
Era stupendo vivere con la propria migliore amica, mangiavamo cinese, indiano, e italiano ogni volta che volevamo visto che i suoi zii avevano diverse catene di ristoranti, e poi era un ottimissima cuoca, e mi cucinava torte al cioccolato quando stavo male o semplicemente mi mancava ‘’qualcuno’’. Era strano, molto strano, come una fiamma riesce a mandarti a puttane l’intero sistema nervoso, e attribuisci a piccoli gesti mille significati, e non mi aiutava per niente.
‘’Cosa facciamo oggi, mon amour?’’ Urlava Rebecca dal bagno
‘’Andiamo al cinema?’’
‘’Preferirei andare a San Francisco!’’
‘’Sei malata!!’’

Cercai in cucina qualcosa da mangiare, oltre alle torte, e trovai delle crepes , che mangiai, poi preparai un cappuccino. Mentre bevevo un messaggio:
‘’Mittente: Jeremy
Key, ciao, come va? Qua tutto ok, Sierra mi ha appena fatto vedere delle foto di noi scattate di nascosto da qualche fan che pubblicò su tumblr, ne ho vista una fantastica: Tu e Sierra abbracciate,sorridenti, quando siete riuscite a buttare in piscina me e Chad e Blake che ride, non puoi capire, sto quasi piangendo. Vorrei tornare indietro. Mi manchi, scusa.’’
Tradotto: Io amo sierra, tu sei la mia migliore amica voglio tornare indietro nel tempo per fartelo capire meglio, ciao.
Posai l’iphone e mangiai un intera torta di mele, singhiozzando. Non appena Rebecca, avvolta in una tovaglia e con i capelli bagnati mi vide, saltò nel divano per abbracciarmi, e io bagnai lei con le lacrime, mentre lei bagnava me con i capelli.
Qualcosa dentro di me si stava spezzando, sentivo il rumore anche in mezzo la folla, dovemille persone sono insieme, e tu sei li, in piedi, con il tuo caffè e sola. Sola. Quando voresti avere accanto qualcuno, che non è una persona a caso, ma ovviamente, per rafforzare il fatto che una come me deve stare sola,quel qualcuno è fidanzato, e sempre quel qualcuno non ricambia.
Mi sentivo una merda.
L’unica cosa che volevo fare era scappare, da tutto, da tutti, probabilmente, se non avessi avuto Rebecca o Chad, stando sola avrei trovato qualcosa da fare, e non ci avrei pensato, e se ci avessi pensato, probabilmente mi sarei distratta facendo qualcos’altro.
‘’Dai, adesso ti fai una bella doccia, metti i vestiti che abbiamo comprato ieri e andiamo un po’ al parco, poi si mangia fuori, e si va a prendere un gelato, però per favore non star male,dai, potrei pure farti conoscere un mio amico’’
‘’Non voglio conoscere nessuno’’
‘’Però usciamo?’’

Annuii e mi recai in stanza. Aprii la valigia nera metalizzata, e cercai qualcosa da mettere, una volta trovato il mio preferito paio di jeans blu a vita alta lo tirai sul letto. Dopo di ciò uscii un cardigan lungo polacco a fantasie blu e bianche, sotto misi una canottiera bianca, e infilai con estrema facilità i miei piedi nelle mie dr martens bianche.  Col Phon, sistemai i capelli, notando le diverse tonalità di castano, mandai il ciuffo indietro  e laccai il tutto, passai un filo d’eyeliner, e l’unica cosa che non misi fu il profumo, poi uscii.
Salii in macchina con Rebecca,quando attivò lo stereo la voce di Sierra iniziò a cantare, e io lo spensi, sospirando
‘’Devo comprare un nuovo profumo’’
‘’perché? È tanto buono quello’’

‘’Non lo so, mi va di cambiarlo.. ‘’
‘’Ok andremo in profumeria’’
Mancavano le parole, sia a me che a Rebecca, non riuscivamo a parlare o a stabilire un argomento, così lei iniziò a scattarmi mille foto, una piu’ triste dell’altra,  mentre, a Chicago, stranamente il sole dominava la città io ero triste. Figo.
In macchina, sul tragitto di ritorno, decisi di dire a Rebecca di aver deciso di partire.
‘’Beck, domani ho il volo per nashville alle diciassette del pomeriggio, oggi dormo da te, e faccio le valigie, domani passiamo a casa mia prendo ipod e pc e mi accompagni all’aereoporto, so che potrebbe essere dura per te, ma mi dispiace, e non cercare di trattenermi o farmi perdere l’aereo..non ci riusciresti’’
Rebecca annuì senza fiatare.

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Capitolo 7
*** Capitolo7 ***


Qualunque gesto tra me e Rebecca, sembrava fatto meccanicamente, durante tutto il tragitto per riportarmi a casa, dove avrei dovuto prendere l’ultima valigia, l’unica voce che sentivamo proveniva dalla speaker radiofonica, che presentava canzoni una più commerciale dell’altra, io ero immobile, avevo addosso persino i miei occhiali da sole affinchè coprissero i miei occhi spenti e tristi, che se avessero incrociato quelli di rebecca sarebbero scoppiati a piangere.
Rebecca parcheggiò sotto casa e rimase seduta a rigirarsi i pollici in silenzio, mentre io, cercando di fare il minimo rumore scesi dalla macchina e mi avviai verso il portone  verde del nostro condominio, notai la cassetta delle lettere piena di giornali pubblicitari, e una cartolina da parte di Sierra per Jeremy, così lessi:
‘’Hey amore, qua è tutto stupendo, ho scelto questa cartolina perché il ristorante in foto è il mio preferito e abbiamo mangiato lì sei giorni su sette, volevo tu lo sapessi. Salutami tutti. Ti amo. Sierra’’ alzai il labbro e la infilai nella cassetta della posta di un inquilino prima che Jeremy potesse leggerla, sicuramente penserà cose poco carine sua moglie, risi tra me e me. Stavo reagendo da bambina delle elementari, ok, ma va bene. Lessi altre lettere da parte di mia mamma e  poi  salii la rampa di scale che conduceva all’ascensore. Vivevamo al sesto piano, immaginate percorrere sei rampe con una valigia? Io di sicuro mi sarei rotta un femore. Entrando in casa: Il putiferio. Chad aveva avuto la fantastica idea di far divertire il micio, che con gli artigli aveva graffiato la carta da parati, fortunatamente solo quella, però!  C’erano popcorn per terra, i fiori di cui mi prendevo cura erano ormai appassiti, la puzza di chiuso regnava sovrana, per il resto, in casa c’erano soltanto mutande sporche, magliette sudate, appunti ovunque, dato che Chad avrebbe dato un esame importante di psicologia, e cibo, cibo cibo. Mi catapultai in camera da letto, uscii la valigia vuota dalla cabina armadio e la riempii con tutti i vestiti.
Chissà che stava facendo, lo stronzo. Riempii una borsa delle svariate creme per corpo e capelli che usavo e mi affrettai ad uscire dalla casa più puzzosa del pianeta.
Prima di andare via, osservai tutto intorno. La casa aveva bisogno di me, e lo sapevo, andando via, forse non facilitavo le cose a Rebecca, che si sarebbe trovata sola, con due ragazzoni a cui dare filo da torcere –anche se ci sarebbe riuscita meglio di me- , Chad, non avrebbe avuto la sua sorellina minore a cui rompere le palle a tutte le ore, la casa non sarebbe stata in queste condizioni se fossi andata via prima, e forse sarà peggiorata quando tornerò, fra… non so quanto tempo, però, pensandoci, se i miei sentimenti sarebbero andati via, tanto tempo fa, e non sarebbero tornati, io non sarei qua, in piedi, davanti la porta in legno,davanti la mia casa distrutta, col mio cuore, altrettanto distrutto, e il mio cervello ormai andato a puttane.
Mi ricordai di aver lasciato giù Reb, così chiusi la porta alle mie spalle e mi affrettai ad andare via. Aprii la porta quando davanti mi ritrovai Jeremy, forse anche più bello del solito.  La prima cosa che notai furono i suoi capelli in disordine,li aveva di sicuro torturati mentre era in viaggio,ed era sicuramente nervosissimo.  Jeremy era fottutamente prevedibile, avrei potuto persino prevedere cosa avrebbe messo domani, il suo armadio conteneva soltanto Jeans più o meno stretti, camicie a quadri, solitamente di più colori, magliette di band, o marchi di birra, e altrettante felpe, sempre con diversi marchi di birra o diverse immagini di band. Ovviamente, oggi, aveva i Jeans, la maglia dei Ramones bordeaux e una camicia a quadri bordeaux bianca e nera, e i classici anfibi neri, mi chiedevo come facesse a non morire di freddo. Quando alzò gli occhiali da sole per appoggiarli ai capelli rimasi sconvolta e senza fiato, riuscii a reggere quello sguardo soltanto perché i miei occhi erano coperti dagli occhiali. L’unica cosa che mi meravigliarono furono le occhiaie, dato che Jeremy dorme giorni interi e non aveva di questi problemi, ma sicuramente aveva impiegato giorno e notte in feste, locali e poi a letto con… la sua ragazza.  Cercai di aprire bocca prima io per evitare una possibile discussione che sarebbe potuta sfociare in un possibile argomento che non mi sarebbe piaciuto, e poi scappai. Lasciandomi alle spalle una, o forse la, persona più importante della mia vita, trattenendo le lacrime, e le urla del mio cuore dentro di me. Inseguimi, prendimi per mano e portami dentro, pensavo, mentre cercavo di respingerlo,per non soffrire, cercavo di odiarlo. Perché se l’odio fortifica, l’amore indebolisce.

-Jeremy-
Arrivai al nostro appartamento di Chicago alle 16:30 e la prima cosa che vidi fu la macchina di Rebecca, parcheggiata sotto il condominio. Pensai  che fossero sul divano a guardare un talk show e sparlare dei vestiti degli ospiti, ma intravidi nell’auto l’ombra di Rebecca, le feci cenno con la mano ed entrai nel palazzo. Iniziai a salire le scale e, arrivato alla porta, presi le chiavi per aprire ma la porta mi si spalancò davanti.
“Ah, sei qua. Pensavo tornassi fra qualche ora. Comunque vado via” mi disse Key, e io non riuscì a decifrare la sua espressione.
“Grazie del benvenuto, amica mia. E dove vorresti andare?”
“Molto lontano da qua.” Esclamò, sbattendo la porta dell’ingresso tanto forte da farmi capire quant’era incazzata. Mi resi conto a quel punto di aver combinato un danno dalle dimensioni stratosferiche. L’avevo delusa. Voleva che io restassi da lei e invece sono andato via. Sono scappato. Ma che dovevo fare? Quel bacio. Più ci ripenso e più ripeto a me stesso che Key è solo la mia migliore amica, che è come una sorella e che anche solo l’idea di stare con lei è sbagliata. Io amavo Sierra. Si, amavo lei. E più cercavo di convincere me stesso di questo e più la mia testa lo rigettava, così mi continuavo a ripetere ‘’è la tua ragazza, è la tua ragazza!’’
Posai le valigie in camera mia che, a quanto pare era l’unica in buone condizioni, e mi fiondai in bagno. Mi spogliai, feci una doccia lunghissima, al mio solito, analizzando la situazione e cercando una soluzione al danno fatto. Non ne trovai.Così, uscì dal bagno, indossai i primi boxer che riuscì a prendere dalla valigia e andai in cucina. Presi l’iPhone e iniziai a chiamarla continuamente, fino a quando la vocina della segreteria mi irritò così tanto da farmi perdere le speranze e iniziai a pensare dove la mia migliore amica potesse trovarsi e dopo qualche ora mi addormentai sul divano intento a scrivere il millesimo messaggio.La mattina seguente decisi di andare da Rebecca. Lei avrebbe saputo dirmi sicuramente dove si trovava Key.Quando finalmente, dopo mezz’ora raggiunsi casa sua iniziai a bussare sempre più forte,lei mi rispose da dietro la porta con la voce di chi si è appena svegliato: “Chi cazzo è a quest’ora? “. Guardai l’orologio e mi accorsi che erano ancora le 7:30: “Rebecca, sono Jeremy. Apri per favore”. Sentì la serratura della porta scattare e aprirsi. Mi apparse in vestaglia con un aria tra il disgustato e il preoccupato. “Dov’è andata?” chiesi di getto, sicuramente la mia faccia era veramente il ritratto della preoccupazione e disperazione “Perché me lo chiedi? Tutto ad un tratto ti interessa di lei?” ricevetti questa risposta come un pugno allo stomaco, ovvio che mi importava. “Rebecca ti prego. Sai che è la mia migliore amica e sai che tengo moltissimo a lei. Ho sbagliato, lo ammetto. So che non sarei dovuto andare via così ma ero confuso. Adesso sto cercando di rimediare. Te lo sto chiedendo in ginocchio, dimmi dov’è Key”. Così Rebecca mi fece cenno di entrare e entrambi ci dirigemmo in cucina dove la ragazza iniziò a preparare il tè. “Dopo che sei partito per San Francisco lei venne qua e rimase tutta la settimana. Mi raccontò tutto e mi disse che era davvero confusa e che aveva bisogno di staccare la spina. Stava considerando l’idea di tornare dai suoi genitori per un po’. Credo tu possa trovarla li e…”  non le diedi il tempo di finire di parlare che scattai in piedi e l’abbraccia. “Grazie mille” sussurrai e per tutta risposta Rebecca disse “vai via prima che possa prenderti a calci”. Così feci per uscire da li ma la strada mi venne bloccata da qualcuno. “Hey, che cos’è tutto ‘sto trambusto?! Io dormivo!” Chad mi guardò con aria assonnata, aveva tagliato i capelli, e forse era anche dimagrito un po’ ma aveva sempre l’espressione da coglione che non dorme mai per giocare ai videogiochi, o semplicemente passa il tempo a scopare, infondo Rebecca era bona, io e Chad ce lo siamo detti non appena Key l’ha portata in casa, però io preferivo i capelli un po’ più chiari dei suoi, evitai quel genere di pensieri che stavo inziando a fare, e dopo aver squadrato dalla testa ai piedi il mio migliore amico con aria di disgusto commentai: “Ma come ti sei ridotto?!” lo guardai sorridendo , come per sfidarlo. “Oh, guarda chi c’è, il fuggitivo” alzo il braccio per metterlo sulla mia spalla ma lo scansai “Scusa Chaddone, devo scappare” “Vai, vai da Key. E scusa per il bordello in casa!!” Annuì e andai via. Salì sul mio gioiellino che i comuni mortali chiamano ‘’Jeep’’, o semplicemente  ‘’macchina’’ andai all’aeroporto e presi il primo volo per Nashville. Sceso dall’aereo presi un taxi e mi diressi subito a casa dei genitori di Key. Mi ritrovai davanti una porta bianca con uno stemma in legno con su inciso ‘’Williams’’, bussai. Aspettando che qualcuno aprisse la porta, iniziai a pensare tutte le frasi che avrei potuto dire, camminando avanti e indietro giocheherellando con i capelli.Ma quando la porta si aprì io riuscì a formulare solo una parola. “Scusa”.

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Capitolo 8
*** Capitolo8 ***


Avevo dimenticato che tipo di aria si respirava ‘’dalle mie parti’’ . A Nashville la gente era tutta così gentile, persino chi non ti conosceva, quando ti incontrava per strada ti salutava, o al massimo ti sorrideva. Mia sorella Beth mi venne a prendere in aereoporto col mio vecchio pick-up rosso, che io chiamai Todd.
Fu un regalo per il mio sedicesimo compleanno, anche se il pick up non era più di tentenza, io l’accettai come se niente fosse, e un po’ per certi versi lo rimpiangevo. In aereoporto, trovai mia sorella grazie il suo biondo canarino. Beth aveva solo diciassette anni, ma aveva iniziato a tingersi a quindici, ovviamente grazie al cattivo esempio che le davo io.
‘’sorellona!’’  Urlò alzandosi da una sedia venendomi incontro: aveva un pantaloncino a vita alta,una canottiera e una camicia maschile, simile ad una camicia di Jeremy, rimasi a guardare a lungo la camicia così tanto che nemmeno salutai Beth
‘’Ciao anche a te.. sei più strana del dovuto’’ Prese una delle mie valigia continuando a guardarmi, così l’abbracciai ‘’No, è che…wow! Sei fatta più alta di me e i miei stivaletti sono alti 5 cm!’’ cambiai discorso per poi abbracciarla, e nel frattempo cercavo l’etichetta della camicia per vedere se fosse davvero di Jeremy, voglio dire, magari era nel mio armadio e lei l’ha presa, come si permette? Non puoi aprire il mio armadio quando io non ci sono, e non puoi nemmeno toccare ciò che mi appartiene
‘’Non che ci voglia molto, guarda che gambe corte che hai!’’ Guardai le mie gambe coperte dai leggins, in effetti aveva ragione, la guardai annuii e scoppiammo a ridere. Poi ci incamminammo verso il mio, che ormai era diventato suo, pick up.
‘’Nonna appena ha sentito che tornavi ha iniziato a preparare torte torte e ancora torte’’ Mi girai verso di lei scioccata
‘’Beh, non puo’! guarda che pancia ho fatto, sembro incinta! La mia amica ha una pasticceria quindi mangio torte e dolcetti praticamente tutti i giorni e tutte le notti! Un po’ di dieta..’’
Lei mi guardò male alzando un sopracciglio ‘’Non mangiarle, così le mangio tutte io, papà era felicissimo, ma non ha voluto farcelo vedere..perchè… sai com’è lui no?’’ mio padre  era freddo con tutti, a volte pensavamo non provasse emozioni, si limitava a non farle vedere, a tenerle nascoste per il troppo orgoglio, e io avevo uno strano ascendente su di lui, andavamo d’accordo, come vanno d’accordo due migliori amici, parlavamo di tutto e di tutti, uscivamo insieme, e a volte mia sorella mi rinfacciava di essere la cocca di papà, ma cosa potevo farci io? ‘’Si, certo che lo so..oddio, ma aspetta…quello la..è il mio Todd!?’’  Mia sorella aveva riverniciato in rosso il mio pick up, gli aveva cambiato le ruote  e in più non aveva né un graffio –e io praticamente strisciavo ovunque- né altre ammaccature,  in più i sedili all’interno erano stati cambiati con sedili nuovi in pelle marrone. ‘’Mi ha aiutato Bob, il mio migliore amico’’ alla parola migliore amico, il mio cervello ebbe la geniale idea di allegare un allegra foto di me Chad e Jeremy insieme, rimasi immobile per più di un minuto a pensare , pensare e ancora pensare, pensare a quanto mi mancavano entrambi, gli scherzi che mi facevano, e non avevo nemmeno salutato Chad, gli avevo solo dato un bacio in guancia mentre dormiva, e spero con tutto il cuore che non scopra niente, che non scopra che io sono rotta, distrutta in mille pezzi, come un vaso d’argilla caduto contro il pavimento, se l’avesse saputo probabilmente avrebbe sclerato contro me e Jeremy, lui non poteva sopportare la mia sofferenza, eravamo come connessi da un filo invisibile che solo noi vedevamo, quando stava male lui, stavo male anche io, e così via come per i pensieri, le parole e tutto. Come se l’avessi previsto, pensandolo ,il mio iphone squillò, una foto di Chad che mi teneva in braccio con una sola mano e contro la mia volontà illuminò il display. Scusai Beth e mi allontanai da lei:
‘’Oh’’
‘’Key, perché sei andata via?’’
‘’perché due non puo’ fare tre’’
‘’beh, se devo prendere la tua risposta letteralmente e non come un modo di dire, ti rispondo che..sì, hai ragione, due non puo’ fare tre’’

Pensai sulla sua risposta. Aveva già capito tutto, aveva capito che se fosse successo qualcosa, non ci sarebbero più state tre persone, ma solo due, e quella risposta mi aveva fatto, tanto, ma tanto male, così rimasi in silenzio
‘’Quando non mi dai del filo da torcere è perché stai male, e sai cosa? Anche io sto male, a non vederti gironzolare per casa con le mie felpone o le mie canottiere, a non ridere perché, cazzo, chi le spara le cazzate tutto il giorno? È passato nemmeno un giorno e casa nostra è praticamente vuota, anche Rebecca sta zitta, sai di cosa abbiamo parlato oggi a tavola? Delle condizioni climatiche! Cioè..non posso crederci! E la cosa che più mi fa rosicare il culo, è che tu stai male e sei lì da sola, e non sono con te’’ Il suo tono di voce era davvero distrutto, immaginavo la sua faccia, la sua bocca piegata verso il basso e lui che gesticolava mentre parlava, classico comportamento da Chad
‘’Mi aiuterà il tempo’’
‘’No, peggiorerà la situazione, andiamo, sii realista, le cose vanno affrontate, non puoi scappare, devi affrontarle e basta! Senza andare a piangere dalla mamma!’’
‘’Pensi io stia andando a piangere dalla mamma?’’
‘’Penso tu stia piangendo’’

Chiusi la chiamata e misi il cellulare in tasca, andando da Beth che mi aspettava seduta sul pick up.
‘’Vogliamo andare!? Ho famissima, siamo qua da tipo…mezz’ora?’’
Salii in macchina e mi addormentai durante il viaggio.
A svegliarmi la grande baldoria nel soggiorno, mi ritrovai sul bel divano in pelle di casa mia, con una copertina di lana fatta dalla nonna sulla quale c’era scritto il mio fantastico nome di merda, mia mamma aveva una certa classe nello scegliere i nomi che quasi era commovente.  Mi alzai infilando le mie ciabatte rosse  e percorsi il corridoio sorpassando tutte le foto che ritraevano me e mia sorella da piccole, una volta arrivata, osservai un lungo tavolo in legno, attorno al quale sedevano papà, mamma, la nonna e infine io Beth e il suo amico Bob, che continuava a guardarmi allibito.
Mi accolsero cantando una vecchia canzone che si cantava sempre dalle nostre parti quando un membro della famiglia arrivava da un altro paese, le parole non riuscivo a ricordarle mai, ma diceva cose come ‘’Adesso che sei qui la tavola è al completo’’  e bla bla bla bla. Bob, si alzò e mi spostò la sedia come un gentleman, guardai mio padre, che con lo sguardo mi obbligò a sedermi e a non fare la ribelle, come ho sempre fatto, così poggiai il mio sederino sulla sedia e ringraziai Bob
‘’Allora Key, come sta Chad?’’ chiese mamma allegramente, mia mamma amava Chad, perché in realtà è stato lui a crescermi, non loro. Passavo tutte le giornate a casa sua, a volte dormivamo anche insieme, semplicemente perché.. non ho mai avuto un buon rapporto con la mia famiglia, non quando ero una teenager in cerca di una spalla, voglio dire, ognuno di noi passa il momento ‘’odio tutti, voglio scappare’’ e il momento ‘’amo tutti, il mondo è mio’’ beh, io ho sempre avuto il primo momento, il secondo non è mai successo, e ormai non ero più un’adolescente, ma una ragazza. Ovvio, mica potevo essere un unicorno. Mamma impiegò del tempo però, prima di farsi piacere Chad, inizialmente odiava ritrovarselo per casa, e credeva che io e lui scopavamo come i maiali, quando in realtà i rumori che sentiva dalla mia stanza erano soltanto dovuti al fatto che continuava a vincere lui quando giocavamo a morra cinese, mio padre non ha mai espresso un giudizio vero e proprio su Chad, lui era tranquillo se io ero tranquilla.
‘’Sta..bho, bene.. sai com’è Chad no?’’ Spezzai  un pezzo di pane e lo masticai
‘’No com’è?’’ Il pane mi andò di traverso, così versai un po’ d’acqua nel bicchiere e la portai alla bocca, riempendola per poi tenerla un po’ e buttarla giù, bere in quel modo mi rinfrescava e dissetava di più, anche se esteticamente vedere una ragazza bere così faceva schifo. Fortunatamente mia mamma cambiò discorso prima che io potessi rispondere ‘’Ma Key, bevi ancora da camionista, ma perché?’’
‘’Ma lasciala stare se vuole bere così !’’
Ogni tanto la nonna si risvegliava e tutti scoppiammo a ridere.
Mentre cenavamo, studiavo ogni singolo comportamento di  Bob e Beth, quei due si piacevano, e davvero tanto, ad entrami brillavano gli occhi quando dicevano qualcosa contemporaneamente, e  trovavano sempre una scusa per sfiorarsi le mani, la cosa più carina è che non riuscivano a guardarsi negli occhi, perché se l’avessero fatto, prima o poi sarebbe scappato un bacio. Sorrisi imbarazzata dalla situazione e una volta finito di mangiare aiutai mia sorella a sparecchiare.
‘’Ragazzo, ti va di vedere la partita con me?’’ Mio padre di solito guardava la partita di football con persone che riteneva degne, l’unica persona con cui riusciva a guardarle era Jeremy, così un po’ Bob mi diede fastidio. Guardai male mio padre il quale mi fece l’occhiolino per poi baciarmi in guancia ed entrambi andarono a sedersi nel divano sul quale qualche ora prima dormivo in santa pace.
Una volta sparecchiato, sciacquai  i piatti per poi infilarli in lavastoviglie
‘’Papà guarda la partita con Bob, strano, ricordi? L’ha sempre fatto con Jeremy’’
‘’Mh hm’’
‘’ti da…fastidio?’’

Mi alzai per guardarla negli occhi e annuire, così poi lei sorrise
‘’Va be, Jeremy è lontano, deve pur trovarsi..qualcuno, no?’’
‘’Si,certo, certo.’’
ci fu un momento di silenzio imbarazzante. Interrotto dal suono della vibrazione del cellulare di mia sorella, alla quale lessi il messaggio : ‘’Sei più bella del solito, ed è da parte di…Bob!’’ lei arrossì per poi continuare a sciacquare e mettere in lavastoviglie
‘’Hey, si vede che ti piace’’
‘’Come si vede che a te piace Jeremy ancora?’’

Ultimai il nostro lavoro, la presi per mano e la portai al piano di sopra nella mia stanza
‘’Io so perché sei qua, sicuramente tu hai scoperto di continuare a provare qualcosa per lui, e non vuoi accettarlo, quindi sei scappata, da questo grosso …bho non mi viene la parola’’ Si fermò per sorridere mostrando la sua dentatura imperfetta ‘’perché, comunque, diciamocelo, non sei abbastanza forte da supportare sentimenti troppo grandi, che sono racchiusi dentro di te e non vuoi sprigionare,Tuny’’
Mi buttai sul letto a peso morto con le mani in testa ‘’ma da dove l’hai capito?’’
Giocherellai con i miei anelli, come facevo usualmente quando ero nervosa. ‘’Key, tu..ami Chicago e i tuoi amici, non penso tu sia ritornata per vedere le nostre facce, e poi seguo su twitter quel coglione di Jeremy, e ho saputo che ha una mezza storia con Sierra.. quindi.. pensandoci ..sono arrivata alla conclusione’’ Beth spiegò tutto in modo ovvio. La furbizia l’aveva presa da me, lo so. ‘’Mezza storia? Gliel’ha pure data!’’ Beth fece una faccia…tranquilla. ‘’Cos’è quella faccia, signorina!?’’ lei spalancò gli occhi ‘’perché..tu…proprio..niente..?’’ arrossì. Io aprii la bocca stupita, se lei a diciassette anni aveva già scopato e io a venti ero più vergine della madonna qua la situazione era davvero persa ‘’non con Bob, purtroppo, ma con un coglione, però…ok dai, te lo dico visto che siamo sorelle e dobbiamo dirci tutto. Penso di provare qualcosa per Bob, e comunque non ci credo che tu a vent’anni sei ancora vergine, che aspetti? Il principe azzurro?’’ rimasi scandalizzata ‘’Va be, ho fatto altro..’’  amavo l’espressione curiosa che aveva Beth durante la conversazione ‘’tipo? Tipo? Hai fatto un…..’’ imitò un lavoretto con la bocca e io nascosi la mia faccia in un cuscino che lei tolse ‘’no dai, siamo sorelle, devi raccontarmi tutto, o vado a leggere nel tuo diario segreto, lo scrivi ancora vero?’’ Le tirai un cuscino  e finimmo per addormentarci abbracciate.


La mattina seguente, a Nashville tirava un vento fantastico e il sole riscaldava abbastanza, così mi andai a fare una doccia. Mi sarebbe piaciuto andare a cercare un po’ di Jeremy nei nostri posti che amavamo. Lasciai mia sorella abbracciata al cuscino  e mi recai in bagno, amavo la mia stanza per il bagno in camera, che adesso utilizzava quella stronza di Beth. Ovviamente si era già appropriata delle mie cose. Una volta uscita, infilai le mie calze a rete per poi abbinare i miei pantaloncini, e una canottiera, infilai gli anfibi senza allacciarli  e contornai i miei occhi con un filo di eyeliner, misi il mio giubotto di pelle e passai dalla cucina, dove mamma stava preparando i pancake, ne presi uno e la salutai ‘’Ma non senti freddo? Dove stai andando’’
‘’no, e in un posto che solo io so’’
salii sul mio pick up, e mi diressi nel posto mio e di Jeremy. Parcheggiai qualche kilometro più avanti, e dopo aver scavalcato diversi cancelli bucando le mie calze a rete, e dopo aver scacciato quantità industriali di moscerini e insetti, trovai, nel nostro posto, Jeremy.
‘’Non puoi andare via, non ancora, non senza di me’’
la sua voce calda riuscii a riempire tutto il mio corpo e un brivido attraversò la mia schiena, rimasi senza parola e senza respiro, odiavo tutto ciò.

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Capitolo 9
*** Capitolo9 ***


Mi avvicinai  prendendo posto accanto a lui, che si girò guardandomi negli occhi per rimanere in silenzio. Come brutto vizio io presi la parola: ‘’Cosa è successo?’’ Scosse la testa accompagnando il movimento con un gesto di indignazione, stanco, triste, strappo’ anche un fiore, che ovviamente non gli aveva fatto nulla e lo tirò nel lago, io giocai con i lacci dei miei anfibi cercando di rendere piacevole quella scena, di distrarmi, svagarmi, o semplicemente mettermi a mio agio, ma come facevo avendo la persona che volevo più delle altre davanti?
‘’Sono andato a casa tua, e ho fatto una figura di merda, ti ho scambiato per tua mamma, e mi ha fatto entrare , mi ha riempito di cibo, ma non mi sono trattenuto più di tanto, mi ha detto che eri in un posto che solo tu conoscevi..ed..è ..questo, ed è nostro’’
gesticolò nervoso, senza nemmeno guardarmi negli occhi, e passando svariate volte le mani nei capelli. Cercai di metterlo al suo agio ridendo e insultandolo: ‘’ma sei stupido’’ la mia risata durò solo cinque secondi, Jeremy non si era degnato né di guardarmi, né di rispondere. Cosa avrei dovuto fare? dirgli che mi piaceva ma visto che era fidanzato con una mia amica, che tra l’altro era ancora più figa di me ?  avrei dovuto aprir bocca, visto che quello ad aver torto era lui e solo lui? Non aveva per niente idea dei pianti, i sorrisi spenti e finti, di come mi sentivo dentro, com’ero morta. Non lo sapevo, e più cercavo una soluzione più mi rendevo conto che non c’era una soluzione,e che avremmo rovinato tutto, tutto.
L’amicizia con me, l’amicizia con Chad, tutto.Lui era solo confuso, non poteva lasciare Sierra per me.No.
D’un tratto, mi prese dalle spalle e mi  strinse forte a lui. L’unica cosa di cui avevo bisogno  era un suo abbracio.
‘’L’unica parola per cui sono venuto qua è…Scusa. ’’ mi girai verso di lui per poterlo guardare negli occhi nonostante fossi sicura che quello che stava dicendo fosse sincero. Era sincero. Jeremy non poteva mentirmi, non ci sarebbe riuscito per niente al mondo. Lui mi accarezzò la schiena con movimenti circolari orari poi mi strinse a se e abbassò la testa per guardarmi negli occhi
‘’che dobbiamo fare, Key?’’ perché lo chiedi a me? Ti sembra io abbia una soluzione a tutto? Qua non c’era una soluzione. Niente. Il mio cervello era un esplosione di pensieri, c’erano insulti, complimenti, commenti su quanto fosse sexy anche da triste, e poi c’erano anche i commenti intelligenti, ma va be, quelli archiviamoli. Decisi di sputar fuori la riflessione più adeguata:
‘’Intanto, dobbiamo chiederci cosa sentiamo, voglio dire, secondo me  tu sei solo..confuso. E poi andiamo, non eravamo lucidi..vero?’’ sottolineai la parola confuso solo per vedere la sua reazione e per capire se lo era davvero, Jeremy si girò per non guardarmi negli occhi, e quel comportamento era da persona che voleva evitare i discorsi, o semplicemente non era sicuro di ciò che stava per dire.
‘’Io non ho bevuto. Tu mi piaci, sul serio.’’
‘’Lo vuoi capire che è sbagliato, o devo farti i disegnini?’’

Alzai un po’ il tono di voce, esagerando, imitando il tono di una ragazzetta mestruata.
Più continuavamo a parlarne, più il mio cervello diceva che era tutto sbagliato,che non poteva andare, che non doveva succedere niente, nulla. Pensai alle parole di Rebecca e alle parole di Chad. Per poi pensare alle sue parole , a quel ‘’tu mi piaci, sul serio’’ che mi stava facendo sputare il cuore da una narice, che mi bloccava il respiro, iniziai a tremare, e continuavo a ripetermi di stare tranquilla, e respirare.
Lui era rimasto deluso, ma sicuramente evitare il suo sguardo non mi aiutava.
‘’Lo vuoi capire che niente è sbagliato se io e tu sappiamo gestirlo?’’ Si girò, trovando i miei occhi sotto il ciuffo che li copriva a causa del vento, così io mi avvicinai e  ricambiai lo sguardo. Quando ci guardavamo negli occhi, era come se ci collegassimo diventando una sola persona.  Lui mi prese la mano e la mise sul suo petto. Gli occhi erano lucidi e stanchi, io non potevo permettere tutto quello che stava succedendo.
‘’Jeremy..’’ Spostai la mano e le ficcai in tasca. Lui rimase in piedi  inerme, davanti a me.
‘’è.. un concetto difficile da spiegare, capisci? Tu mi piaci, e molto, forse da quando ho lasciato Blake, voglio dire, sei sempre nella mia testa, anche quando mi sforzo di non pensarti, ma quando penso a non pensarti…involontariamente ti penso.. e poi penso che stai con lei’’ Mostrai una foto di Sierra a Jerm, che annui, mi avvicinai a lui quasi piangendo ‘’e poi non è più come prima, quando stavamo insieme, lì non c’era nessuno in mezzo, e  probabilmente, se non ci fosse stata Sierra…’’
Iniziai a parlare quasi senza pensare, com’era mio solito fare quando ero nervosa. E le lacrime  iniziavano a scendere, mentre pensavo a quella volta dove avevamo fatto uno scherzo incredibile a Chad nel quale un secchio di tempera fucsia brillantinato gli cadeva addosso aprendo la porta, quando al liceo entravamo in ritardo per poi finire dalla preside, quando insieme a Chad mi difese da un coglione che mi dava della poco di buono, pensavo ai sorrisi, gli abbracci e tutto; Probabilmente se avessimo iniziato un nuovo capitolo, sarebbe successo il putiferio. Più continuavo a parlare più entravamo in confusione entrambi. 
Jeremy mi prese il viso e lo portò a se  baciandomi,come a dire Hey-taci-che-stai-dicendo-cose-senza-senso ,  ricambiai il bacio in lacrime, per poi staccarmi
‘’Distruggiamo tutto. Tu stai  con Sierra, la ami’’
Gli accarezzai il viso per poi abbracciarlo
‘’Io ti capisco, odio la situazione in cui siamo, però.. sono semplicemente tornato per dirti scusa’’
‘’anche se in realtà l’hai detto a mia mamma, ma vale lo stesso’’

una risata isterica da parte di entrambi ci rassenerò.
‘’Comunque, Key’’ mi prese entrambi le mani che riuscì a racchiudere senza problemi nelle sue, data la grandezza. ‘’Fino a quando posso impedirlo, l’amore, lo farò, ma se mai dovesse succedere..’’
lo bloccai. ‘’Quando succederà, sarà il momento adatto, e non ci sarà nessun’ ostacolo,credimi, ne sono sicura. Per ora torniamo Jeremy e Key, quelli di sempre, ok?’’ Tentò di baciarmi ‘’Cosa ho finito di dire?’’  Forse avevo detto la cosa giusta nel modo sbagliato e lui non l’aveva capito perché era la persona più stupida, ma allo stesso tempo carina che conoscevo. Lui sorrise per nascondere il dispiacere. Jeremy, lo so che non faresti a meno delle mie labbra, lo so, ma smettila, è meglio così. Cercai di non dire ciò che stavo pensando per non sembrare una di quelle ragazze che si sentono Dio sceso in terra. Anche se probabilmente era il contrario, io non riuscivo a resistere senza le sue labbra carnose sulle mie, o le sue braccia lunghe muscolose e tatuate attorno al mio corpo esile. D’un tratto l’espressione di Jeremy mutò, in un’espressione che non riuscivo a decifrare.
‘’Oddio! È enorme! È su di te Key! Scappa, scappa!’’
Indicava i miei capelli con una mano alla bocca. Così iniziai a correre per tutto il prato, mentre lui divertito rideva. Dopo aver corso più di quanto mi ordinavano di fare agli allenamenti di educazione fisica al liceo, mi accorsi che lui era sdraiato sul palco a ridere senza aver la possibilità di respirare. Come  al solito sfruttò la mia paura degli insetti per farmi uno dei suoi scherzi, che per me, erano senz’altro di cattivo gusto.
‘’Se non è vero ti giuro che ti uccido’’  mi fermai aggiustandomi i capelli e alzando i pantaloncini che si erano un po’ abbassati andando verso  Jeremy  con aria di minaccia, lui si alzò mordendosi un labbro ed iniziò a correre, io lo inseguii, saltai aggrappandomi alla sua schiena lui tirò  il cellulare nella mia borsa  che giaceva su un cespuglio e si tuffò nel lago. Jeremy non era tanto muscoloso, ma era tanto tanto forte, probabilmente io ero debole, ma va be. Riusciva a prendermi in braccio come se pesassi quanto un pacco di pasta. E adoravo quando lo faceva. Buttandomi in acqua con lui il primo impatto che notai fu l’acqua senz’altro fredda, quasi ghiacciata.  Lui sott’acqua mi prese e mi strinse a se per poi riemergere, tutto in meno di un minuto.
‘’Ma sei coglione? Oddio che fredda’’
‘’ah si? Guarda qui’’
‘’dove?’’
‘’qui!’’
guardai dove indicava lui e mi schizzò. Così mi aggrappai alla sua testa cercando di annegarlo, ma purtroppo il lago non era tanto profondo. Certo che doveva essere bello eh, fare dei coglioni in una pozzanghera profonda che la gente comune chiamava lago.
Perché? Perché non è mai tutto facile come dovrebbe essere? Gli ostacoli mi stavano iniziando a dare sempre di più sui nervi, mi ritrovavo nelle condizioni più schifose, sempre. E questa le aveva superate tutte, perché la persona che amavo era il mio migliore amico e amava un’altra che era tra le mie migliori amicizie e non potevo fare nulla, perché , per prima cosa non avrei mai accettato di essere la sua amante, e per seconda cosa, in ballo c’era Sierra, e tenevo molto a lei, ma Dio, stavo così bene quando ero con lui, vedevo quasi il mondo in bianco e nero quando ero da sola e a colori quando stavo con lui.
La sola presenza di Jeremy mi faceva bene, non riuscivo a immaginare un giorno senza di lui, un secondo, niente. Sarei stata completamente debole, senza di lui. Era tutto quello di cui avevo bisogno, come amico.
Continuavamo a giocare, in un lago che seriamente faceva schifo, ma non ce ne importava, non ci importava della situazione, o quant’altro: a lui importava essere se stesso, a me importava essere me stessa. Ci importava essere noi stessi, insieme.
Continuammo a giocare per una buon’ora fino a quando la pioggia iniziò a cadere su di noi, così uscimmo, tutti bagnati dal lago e ci chiudemmo nel mio pick up.  Jeremy continuava a ridere,  mentre io tremando cercavo di accendere i riscaldamenti
‘’M-Ma che hai fatto ai c-capelli? S-sono biondi’’ cercava di riscaldarsi, era congelato
‘’Li ho modificati un po’, comunque vieni qua, io ho sempre la temperatura corporea molto alta, scotto’’  aprii le braccia invitandolo, lui sfoggiò un espressione abbastanza felice e come un cucciolo si accucciò a me mentre io continuavo a cercare di accendere i riscaldamenti, lui mi spostò la mano e in men che non si dica riuscii ad accenderli
‘’Rimaniamo qua, o metto in moto e andiamo a casa?’’
‘’Voglio rimanere qua,così’’
Jeremy era attaccato a me con la faccia nel mio petto, e io cercavo di riscaldarlo provando soprattutto a mantenere le distanze, e quando lui capiva  che mi stavo allontanando per mettermi in moto mi stringeva più forte, come se non volesse farmi scappare, come se volesse sempre e costantemente la presa su di me. Gli baciai la fronte continuando a stare zitta, e a guardare la pioggia cadere sopra il vetro ascoltando il rumore piacevole che non era per niente paragonabile o  piacevole quanto Jeremy contro il mio petto, ma mi andava bene tutto.
Una volta partiti per la strada di casa il cd di Johnny Cash con le nostre canzoni preferite ci accompagnò per tutto il tragitto. La compagnia di Jeremy in macchina non era però piacevole, poiché non faceva altro che commentare i  miei modi rozzi nell’insultare la gente, e la velocità con la quale guidavo la macchina e tutto di tutto. Finivamo sempre per litigare e poi ridere di noi ogni volta che io ero al volante.
‘’Mamma ti posso spiegare tutto!’’ mia mamma  davanti la porta ci guardava con faccia inespressiva e quasi incazzata mentre io portavo le mani in avanti come se volessi bloccare i suoi pensieri, sicuramente brutti. Mi mancava vedere la sua faccia da ora-vi-uccido, poiché non vivevo a casa da due anni e lei non era partecipe nella mia vita. Ma, stranamente mia mamma sorrise. Perché non sorrideva anche qualche anno fa, che facevo cose peggiori?! ‘’Oh! Da quanto tempo quelle parole non uscivano dalla tua bocca! Comunque, c’è tempo per le spiegazioni, ma non entrete in casa mia così….fradici. Spogliatevi ed entrate, e non rifiutate di farlo perché tanto lo so che voi vi siete visti nudi..o in intimo..’’ Io e Jeremy  ci guardammo spaventati, mai mia mamma ci aveva chiesto una cosa simile, così muti annuimmo spaventati ed entrammo a casa,grazie al cielo casa mia era in una zona nascosta, così ci spogliammo con tranquillità, cercando di non far cadere troppo l’occhio. Grazie al cielo mutande e reggiseno erano abbinate, e avevo messo qualcosa di decente. Lo presi per mano e lo portai nel bagno del piano di sopra, porgendogli una vecchia camicia a quadri verdi e neri  e un Jeans, molto vecchi, sicuramente li aveva dimenticati tanto tempo fa. Lui mi guardo storto prendendoli e stringendoli a se come una mamma leopardo farebbe con i suoi cuccioli ‘’perché li hai ancora tu?’’  mi chiese allibito accarezzandoli. Io sorrisi. ‘’E che ne so io? Probabilmente ce li siamo dimenticati, ma penso non ti venga più questa camicia, guarda che braccia hai adesso!’’ indicai le sue braccia pompate dal tempo passato in palestra, Jeremy con nonchalance mi tolse la camicia dalle braccia e strappo’ le maniche. Annuii.
‘’Posso chiederti un favore?’’ lo guardai, e non riuscii ad evitare di guardarlo a fondo per studiare il suo corpo :  Jeremy aveva un fisico perfetto, era altro quasi un metro e ottacinque e non pesava molto,  anzi a dire il vero era davvero magro ma possedeva abbastanza muscoli. Mi soffermai sui suoi addominali e  sulle sue braccia, come se non l’avessi mai visto in costume. Annuii con sguardo assente. ‘’Ecco..io in intimo, tu in intimo…non è che …ci aiuta molto’’ risi  imbarazzata. In effetti era vero, se avessi potuto gli sarei saltata addosso da un momento all’altro, voglio dire, che corpo ha!? Passai una mano tra i capelli spostandomeli tutti da un lato. Poi lo fissai negli occhi seria:
‘’Lavati, ok? Nel cassetto in basso a sinistra c’è l’accappatoio di Chad, usa quello tanto non si accorgerà mai che qualcuno oltre a lui  l’ha usato’’ indicai a Jeremy quale dei tanti cassetti in basso a sinistra doveva aprire. Lui mi guardò scioccato, in realtà guardava le mie tette ma feci finta di non aver capito. Poi iniziò a parlare: ‘’Certo, certo, dimenticavo quasi come ci si sente ad essere dopo Chad!’’ Urlò Jeremy passando una mano tra i capelli mostrando meglio i suoi bicipiti. ‘’Ma per favore! Allora io sono dopo Sierra!’’ urlai di tutta risposta facendo per uscire dal bagno. Lui mi prese dalla bratella del reggiseno in pizzo grigio e mi tirò a sé, così ricambiai il vero ultimo bacio con enfasi, di sicuro mi mancava il respiro ma non il cuore che batteva all’impazzata come se volesse uscire dal mio petto per arrivare al suo. Pensare che quello era il nostro ultimo bacio mi uccideva dentro. Quel bacio fu senz’altro quello che mi lasciò di più l’amaro in bocca.

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Capitolo 10
*** Capitolo10 ***


Passarono parecchi mesi dal giorno in cui io e Jeremy avevamo rinnovato le nostre promesse: Amici come prima. Anche se suonava assurdo, soprattutto per Rebecca e Chad.
‘’Hey , Key!’’ Mi urlò Chad vedendomi sveglia di prima mattina a riordinare gli scatoloni, a breve ci saremmo trasferiti in un’altra casa, i nostri lavori ci stavano permettendo la vita che volevamo da sempre, Chad era diventato un giornalista sportivo, Jeremy con la sua band ormai stava facendo breccia nei cuori di teenagers e casalinghe disperate, mentre io aggiornavo blog sulla musica inserendo le foto scattate da Rebecca, la parte migliore era quando dovevo intervistare Jeremy assumendo  comportamenti formali, così per Natale ci stavamo regalando una nuova casetta.
Tuttavia l’urlo da vichingo del mio migliore amico mi fece saltare in aria facendomi tirare il pennarello indelebile che mi serviva per scrivere sugli scatoloni ciò che contenevano  con gesto meccanico.
Mi girai verso di lui guardandolo in cagnesco, era ancora in mutante. Com’era possibile che riusciva a stare in mutande anche quando fuori nevicava? Con passi costanti e pesanti si avviava, assonnato, verso la cucina, percorreva tutto il lungo corridoio pieno di scatoli e andava ad aprire il frigo, trovando l’ultimo bicchiere di latte lasciato a posta per lui, lo bevve senza esitare e con non curanza, buttandosene un po’ lungo il petto. ‘’Buongiorno anche a te, Chad! Sto finendo di imballare le ultime cose, tra due ore verrà il camion dei traslochi’’  Chad annuì  impressionato dalla mia organizzazione, come sempre.
‘’Rebecca è già li e mi ha detto che ha sistemato e riordinato tutta la casa, ieri sera sono stato lì con lei e abbiamo messo a posto tutti i mobili, adesso cosa dobbiamo portare ancora?’’ Chad era seduto a terra, e cercava qualcosa nel suo iphone  grattandosi la testa che aveva piegato di lato.
Davanti a me: Scatoloni di cartone marrone, sui quali c’erano diverse etichette, tovaglie, utensili, libri, film, quadri.. c’era ancora molto da portare nell’altra casa e sistemarla. ‘’Beh, c’è un bel po’ di roba!’’ Chad alzò la testa e guardò tutti gli scatoli ‘’Ho superato traslochi peggiori, tesoro’’ Si alzò stropicciandosi gli occhi abbozzandomi un sorriso, così si avvicinò a me facendomi vedere una foto ‘’In anteprima, solo un assaggio della meravigliosa sorpresa che avrai sta sera.’’ Mi passò l’iphone che era entrato in stand-by, così schiacciai il pulsante per sbloccarlo e davanti a me, si pose un’immagine.
Era un camino, fantastico, immenso, ai lati c’erano dei decori in pietra, illuminati dal bagliore del fuoco  e in alto c’erano addobbi natalizi, le palline rosse, arancioni, marroni e dorate lucide riflettevano anche loro il fuoco, mentre una  stella di natale scendeva per tutto il cornicione insieme delle calze con su scritto i nostri nomignoli. Avevo sempre desiderato un camino, sin da quando ero piccola, ma non ne ho mai avuto uno.  Io e la mia famiglia eravamo soliti viaggiare, o trasferirci, ho conosciuto paesi caldi, paesi freddi, paesi poveri e paesi ricchi, ma il mio cuore è sempre stato nel paese in cui ho conosciuto Jeremy e Chad;  Continuai a guardare l’eleganza del fuoco, avevo sempre sofferto il freddo, in una maniera terribile, nonostante avessi la temperatura corporea simile a quella di un licantropo. Cercai di capire in che stanza fosse situato quella meraviglia, in modo da sapere che stanza avrei dovuto rendere mia, ma  Chad prese il cellulare dalle mie mani e mi disse in tono da padre ‘’Hai visto troppo!’’ lo guardai male spalancando gli occhi, lui fece altrettanto imitandomi e io iniziai a dargli pizzicotti in pancia, e lui iniziò a correre per casa.  Una volta raggiunto, mi abbracciò e io non feci a meno di spiaccicare la mia faccia contro il suo petto muscoloso e fin troppo pompato. Aveva un odore strano, non l’avevo mai sentito su nessun’altro ragazzo, Chad profumava di Chad, e non c’era niente di sbagliato nell’ammetterlo. Respirai a pieni polmoni non staccandomi più da li, e iniziai a sentire il battito rilassante del suo cuore. Volevo tanto, troppo bene a Chad, era il mio fratello maggiore, non avrei mai permesso che qualcuno lo facesse soffrire, allo stesso modo in cui lui non avrebbe mai permesso che qualcuno potesse ferirmi.
‘’tu hai bisogno d’affetto. Di calore..umano.’’ Lo ignorai e lui mi strinse ancora più forte, io iniziai a fare la fusa imitando un gatto ‘’cazzo fai? Le fusa? Ahahah cogliona!’’ mi accarezzò i capelli per poi guardarmi negli occhi ‘’Lo so che dentro quella testolina c’è una rivolta, abbiamo un’ora, ne vuoi parlare con me?’’
acconsentì con la testa ed entrambi ci sedemmo per terra a gambe incrociate.
‘’Abbiamo deciso di non …uscire dai confini, ma sto male. Continuo a impormi mentalmente limiti che non dovrebbero esistere per la mia felicità, e poi sta con quella lì.. ma perché non si lasciano?’’ guardai un altro lato della casa vuota, mettendomi la mano alla bocca dopo aver sentito cosa avevo detto. Di certo stavo augurando tristezza alla persona che meritava felicità. Ma perché? Io come stavo? Fingevo e basta, ormai avevo un sorriso rotto, non era più lo stesso, gli occhi gonfi riempivano il mio viso pallido e tutte le espressioni andavano verso il basso e non verso l’alto. Passai una mano tra i lunghi capelli castano chiaro e biondo legandoli, per poi sistemare gli occhiali e guardare Chad, che aveva il fuoco negli occhi. Come ho detto prima? Ah, si, lui non avrebbe mai permesso che qualcuno mi facesse soffrire. Ma in un modo o nell’altro doveva farlo, era impotente davanti a Jeremy, avrebbe messo in gioco l’amicizia alla quale tenevano un sacco entrambi.
‘’Penso tu debba togliertelo dalla testa, fai come se tutta la tua vita dipendesse da lui, non sono d’accordo per tutto quello che sta succedendo, ma sai che ho un debole per te, sarò sempre dalla tua parte, quando ne avrai bisogno’’
‘’Ne ho bisogno adesso’’
‘’Sono qua, adesso più che mai’’
Chad mi aprì le sue braccia sorridendo, seduto a gambe incrociate. Io mi alzai sulle ginocchia e mi ci gettai addosso appoggiando il mento sulla sua spalla, così mi ritrovai su di lui, gli stampai un bacio in guancia e poi mi rimisi a lavoro.

I camion del trasloco portarono tutto quello che io e Chad gli passammo  nella nostra nuova casa, dove Rebecca e un Team di suoi cugini sistemavano tutto. Anche Chad mi abbandonò ore e ore in un centro commerciale. Non avrei dovuto vedere casa fino alla sera. Avevano un pomeriggio per sistemare tutto. Ce l’avrebbero fatta? Sola e disperata, iniziai la mia caccia a vestiti taglia quaranta, jeans, felpe , anfibi,cd e regali natalizi per tutti.
L’aria natalizia iniziava a piacermi più del dovuto, il centro commerciale aveva un aria magica, c’erano set fotografici con tanto di un finto babbo natale e i commessi e le commesse avevano, alcuni, cappelli da babbo natale, altri erano addirittura vestiti da aiutanti o da folletti. Dov’era il grinch? In un colpo, un ragazzo simile a Jeremy attirò la mia attenzione. Era appena entrato al negozio di videogiochi, così lo inseguii impedita dai miei numerosi sacchetti e dai miei stivaletti col tacco, che non mi aiutavano per niente nella corsa, percorsi il corridoio spazioso e luminoso in marmo, spingendo persone. Un bambino mi sfidò, giocherellai un po’con lui e poi di nuovo cercai quel ragazzo, magari era Jeremy, era tornato da casa,dal tour e non mi aveva voluto dir niente per farmi una sorpresa, di nuovo, ripresi a camminare velocemente, i miei boccoli biondi continuavano a rimbalzare sull’altezza del mio seno, mentre i sacchetti in carta e plastica sbattevano, impertinenti, sulla gente che a volte mi sorrideva perdonando, altre mi insultava guardandomi male. ‘’sta attenta a dove cammini! Stupida!’’
Determinata continuai a camminare, vedendolo uscire dal negozio, c’ero quasi. Camminai ancora, quando una stupida ragazza in tutina da babbo natale mi bloccò
‘’Hey ciao ti interesserebbe diventare rappresentante della nostra nuova linea di trucchi ‘’venere’’?’’ La ignorai guardando ‘’Jeremy’’ dalle sue spalle, oddio era proprio lui! Lei continuava a parlare nonostante la stessi ignorando, così la lasciai li, a parlare da sola, per inseguirlo, ma una volta girato l’angolo era sparito.
Mi sedetti su una panchina vicino un tizio vestito da biscotto e mangiai una barretta di cioccolato. Avevo con me tutti i regali natalizi. Nonostante a Natale mancavano solo due settimane.Aspettai, a lungo Chad. Che finalmente mi venne a prendere.

********

Mi guidò  lui nel tragitto giardino-casa, poiché una benda mi copriva la vista, aprì un portone in ferro battuto ed eccomi a casa nostra. Sentivo odore di vaniglia e molto calore sulle mie guancie. Una volta entrata, finalmente, quella santa di Rebecca mi sfilò la benda dagli occhi, e poi si buttò tra le braccia del suo ragazzo perdendosi in un super bacio, seguito da una serie sconfinata di ‘’ti amo’’ .
Quando la benda scivolò dai miei occhi per finire sul pavimento rimasi a bocca aperta da quanto lusso avevo davanti, i mobili che avevamo in casa nostra, non so che fine avevano fatto. Davanti a me c’era un ingresso niente male, delle scale  nel bel mezzo dell’ingresso catturavano la mia attenzione, ma preferii guardare attentamente il piano di sotto, per poi dedicarmi al piano di sopra.
A destra della scala vi era un salone immenso.  Dei meravigliosi divani in pelle marrone catturarono la mia attenzione, al centro un tavolino in legno posto  sopra un tappeto etnico che giocava con colori come il bordeaux, il marrone, e l’arancione. Ai lati dei divani vi erano due imponenti lumi che riflettevano luce soffusa nella parete  bordeaux. Davanti  i divani, un meraviglioso televisore al plasma posto su una parete attrezzata che includeva alla sua destra, una libreria, e alla sua sinistra, cd, e dvd.
 Sorpassai il salone ed entrai nel bagno, tutto in marmo, con una vasca con i piedi dorati. E una parete di specchio che conteneva, a sua volta, il lavandino. Scioccata da quel designe e dal mio riflesso sullo specchio, scappai.  Dall’altra parte, vi era la cucina, che era molto spaziosa. L’angolo cottura, in muratura, sembrava molto comodo e utilizzabile, e in alto vi era una finestra, passai il dito in tutte le rifiniture per poi arrivare ad accorgermi che avevamo la lavastoviglie, sorrisi soddisfatta, mentre  Chad e Rebecca godevano del nostro divano. Un tavolo in legno riempiva la metà della cucina, e due frigoriferi in metallo vi erano anteposti, li aprii mangiando dei dolcetti al cocco.  Le pareti erano gialle canarino, e le tende arancioni. Tutto l’arredamento si manteneva sul legno e sui suoi colori caldi che tanto adoravo.  Salii le scale. Il piano di sopra era ancora più grande.  Finita la rampa, i miei stivali vennero a contatto con una moquette nera.  Alla mia destra  vi era una sala di musica , le chitarre di Jeremy erano appese al muro, e davanti un pianoforte a coda, e una batteria. Rimasi affascinata soprattutto perchè, era una stanza di registrazione! In un angolo, vi erano tutti gli arnesi e dei microfoni. Iniziai a canticchiare qualcosa gasata, per poi uscire e proseguire per un corridoio color panna con diversi quadri alle pareti. Ecco la zona notte. Vi erano due camere da letto, una aveva pareti chiare, ma letto e arredamento nero, sebbene ne fossi particolarmente attratta, capii che quello stile moderno, e fottutamente cupo, era di due teste –di cazzo- come Chad e Rebecca. Il letto era maledettamente grande, e sopra le lenzuola nere, vi erano cuscinoni grigi, bianchi, neri e a righe. Al lato del letto vi erano due comodini, neri  che ospitavano, nella superficie, delle lampade, e, una volta spostata la tenda, mi meravigliai nel vedere che la loro finestra, faceva vedere un meraviglioso panorama di una meravigliosa chicago notturna. Morii di invidia e scappai. Di fronte, c’era una stanza singola, che era la mia, l’avevo capita, perché entrando notai che lo stile era mio. Il letto era in legno, le pareti rosse,  e la luce era soffusa, in più, la mia scrivania, aveva una mini libreria , e davanti il mio letto, c’era un televisore al plasma poggiato su una mensola, anche quella in legno –quanto sono scontata- che  conteneva anche tutti i miei film preferiti. Chiusi la porta soddisfatta, e aprii un'altra stanza. La stanza di Jeremy e Chad, la richiusi, era piena di videogiochi, riviste porno, e c’era anche una bambola gonfiabile! Ne aprii un’altra, in un punto più nascosto, impiegai tanto per trovare l’interruttore, ma, una volta trovato, mi meravigliai di avere acceso,  quattro lampade poste agli angoli delle pareti, che illuminavano una parete in mattoncini che andavano da tutte le sfumature di arancione alle sfumature di oro, le altre pareti erano color panna, il letto era poggiato davanti la meravigliosa parete, aveva una base in legno, che era coperta da un piumone arancione chiaro tendente al dorato con sopra diversi cuscini di colori altrettanto abbinabili, mi girai, notando che il camino era nella mia stanza da letto,e i suoi colori erano abbinati alla parete dietro il mio letto, lo guardai, era identico a quello della foto, presi un fiammifero e accesi una piccola fiamma che divampando diventò grande, e mi sedetti sul tappeto che era posto sopra il palchè. Guardai il fuoco affascinata, a gambe incrociate. La mia camera era l’eleganza e la vitalità.
Mi sdraiai sopra il letto, che era super comodo. Quando ad un tratto mi annullai e tutti i miei pensieri finirono sulla persona che tutti conoscono, Jeremy. Avrei voluto avercelo con me, quella notte.
Ma solo per me. E non solo quella notte, ma anche la notte dopo, e la notte dopo la notte dopo. Tutte le notti, tutti i giorni.  La realtà è semplicemente palese, io lo volevo, e sapevo che lui ricambiava i miei sentimenti, e non sono pensieri di una ragazzina innamorata, insomma dai, lo conosco abbastanza bene, riesco a capire quando è preso da qualcuno ,e quella persona in realtà non è Sierra. Sentendomi cattiva di ciò che avevo appena pensato presi il mio cellulare e decisi di scrivergli un messaggio, visto che non avevo più risposto ai suoi messaggi.  Una volta preso il telefono pensai che magari non era opportuno inviarglielo, così mi concessi una doccia calda nel mio bagno in camera.  Il mio bagno era forse il più semplice, era tutto bianco con rifiniture rosse, mi infilai in doccia e mi insaponai canticchiando per poi sciacquarmi in fretta e furia. Uscendo congelata dalla doccia,  presi il phon da un cassetto e asciugai i miei capelli, prevenendo le cervicali.  Avvolsi attorno a me l’asciugamano bianco quando un rumore proveniente dalla stanza catturò la mia attenzione. Spaventata uscii dal bagno, notando che la finestra era stata aperta, non ricordandomi di averla aperta, la richiusi, e poiché aveva spento il fuoco lo riaccesi turbata. Controllai la stanza, non c’era nessuno. D’un tratto qualcuno bussò alla porta. Aprii vedendo Jeremy davanti a me, più bello del solito. Ogni volta che lo vedevo era sempre più bello, dimenticai tutto quello che stavo pensando poco fa. Ci guardammo negli occhi per due secondi, anche se lui prima guardò com’ero ridotta, e poi mi guardò negli occhi. Spinta da qualcosa dentro di me mi lasciai andare a lui, abbracciandolo, lui mi prese dai fianchi e mi attrasse a sé, come una calamita, cosi posò le sue labbra carnose e fredde sulle mie, il suo alito caldo mi invase,il cuore iniziò a battere accompagnato da un’ondata di calore in un bacio molto passionale, uno di quelli che vuoi da tanto tempo ma che non puoi avere, un bacio sofferto, voluto, e desiderato tanto, i miei capelli gli scivolavano in faccia e nessuno dei due si preoccupo’ di toglierli, la sua lingua faceva pressione sulle mia labbra ricalcandone il contorno, e le sue mani ghiacciate stringevano i miei fianchi, lui avanzò entrando in stanza, chiudendo la porta con un piede. Cosa-stavamo-facendo? Mi fermai per guardarlo negli occhi color nocciola che  riflettevano al fuoco
‘’Ciao anche a te Jeremy’’
aveva un sorriso da rincoglionito del quale non feci a meno di ridere, per poi tornare seria, perché dovevo trattenermi anche quella sera? Lo ribaciai, quest’altro bacio era più dolce, lui si sedette sul letto trascinandomi su di lui, accarezzandomi, con le mani fredde e grandi,le gambe calde, che quasi bruciavano, un brivido mi percose lungo la schiena ‘’Che stiamo facendo, Kyle?’’ usai il suo secondo nome, sapeva che mi arrapava da morire, lui sorrise, di nuovo, tranquillo. Possibile che non pensava a Sierra? Mi prese dai polsi salendo su di me ‘’Credo che stiamo facendo quello che tu sai,Williams,quello che stai provando’’ era una dose sconsiderata di amore e affetto quella che stavo provando, ma non volevo perdere la verginità con una persona fidanzata. Glielo ricordai mentre lui già stava iniziando a baciarmi sotto il collo  ‘’Sierra Kusterbeck’’ si alzò e mi sussurrò all’orrecchio ‘’E’ per questo che sono venuto qua, stasera. Key.. è te che voglio, solo te, e non voglio essere solo tuo amico, voglio essere di più’’ Lo baciai togliendogli la felpa,mentre lui, al contrario mio, mi aveva già spogliato, gli slacciai i pantaloni, tolsi via le sue mutande, e..mentre aveva il dominio su di me: ‘’Fai piano’’.              Mi guardò alzando il sopracciglio ‘’tu non hai mai..?’’ feci di no con la testa, lui sorrise e mi baciò.
Lo avevo, quella notte, il giorno dopo e la notte del giorno dopo. Sperando di avercelo solo per me per sempre, visto che era la cosa per cui avevo lottato di più al mondo.

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Capitolo 11
*** Capitolo11 ***


‘’Ma che senso ha? Lui la tradisce e lei che fa? Ci scopa! Ma proprio cogliona!’’Mi affrettavo ad urlare guardando uno di quei film poco famosi che trasmettevano i giorni domenicali in tv. Jeremy era coricato sul divano e la testa poggiata sul mio ventre, mentre con una mano giocava con i miei capelli, ormai lunghissimi, a volte cadendogli in viso gli solleticavano il naso e iniziava per lui una serie di starnuti, per me una serie di risate. ‘’Ma proprio cogliona!’’ Ripetè prolungando l’ultima vocale come avevo fatto io in precedenza, io gli diedi un pugno in spalla, ovviamente facendomi male da sola fingendo di essere offesa e lui continuò a guardare il film ‘’E avanti! E tu fai schifo che ti sbatti la sua migliore amica, ma dai!’’ io sorrisi tra me e me rimanendo in silenzio, mentre Jeremy, quasi irritato si spostava, mi incrociava meglio le gambe, poi mi metteva i capelli sopra il divano ‘’Non ti muovere’’ mi puntava il dito, che poi ovviamente fu da me morso,  e si adagiava di nuovo sulle mie gambe, che ormai erano state messe a sua comoda disposizione ‘’seriamente, questo film è proprio stupido’’
Ripensandoci però, seguendo un po’ la trama, mi ricordava esperienze e vicende già vissute, quei quattro amici, che in vacanza si conobbero, per poi formare due coppie, che col tempo si smembrarono dando vita ad un’altra coppia, mi era così familiare, mi sentivo quasi sporca per quello che stavo pensando, ma gran parte della trama del film parlava esattamente della mia estate: Sono partita con i miei migliori amici, ho conosciuto tantissima gente fantastica tra cui Sierra e Blake con i quali stringere un rapporto più serio, affiatato, fu inevitabile, ovviamente quando passi tutti i tuoi giorni, tutto il giorno con una persona, che ha buona parte di cose in comune con te, non fai a meno di provare attrazione, e questo successe a me con Blake e anche a Sierra con Jeremy. L’estate passò, e ognuno tornò ai propri lavori,così non ci sentimmo con la stessa frequenza. Blake mi tradisce, Jeremy e Sierra non stanno più insieme. E ovviamente, questa fantastica telenovela, da far concorrenza –o forse no- a beautiful come finisce? Ta-da-dan! Colpo di scena, signori e signori, ladies and gentleman: La coppia di migliori amici che si era promessa trotale amicizia, che diceva di sopportarsi,  che era stata insieme..  fa coppia per una seconda volta, fregandosene di tutto e di tutti. Un bel finale però se devo pensarci, soprattutto se il mio finale  era Jeremy. Non mi vantavo di aver ‘’strappato’’ alla mia migliore amica il fidanzato, probabilmente nemmeno l’avevo fatto, però ci stavo male quel poco che serviva a farmi stare bene. Tutto ciò che fa star bene, fa star male, anche un poco. Jeremy mi faceva stare bene. Eravamo perfetti, ma non stavo bene a pensare che la mia migliore amica non mi cerava più, continuava a fare il suo lavoro, pubblicava le sue canzoni che mi sembravano frecciatine sempre più rivolte a noi e mi ignorava. Fortunatamente avevo al mio fianco Rebecca e Chad che non riuscivano a farmi soffrire.
‘’Birra?’’ Jeremy, irruppe nei miei pensieri, io mi sforzai di non sembrare la solita caduta dalle nuvole e risposi con un debole sì, lui si alzò dal divano fissandomi per poi baciarmi in fronte e scomparire del tutto dopo avermi raccomandato di stare attenta al film perché al suo rientro gliel’avrei raccontato, un po’ come fanno le maestre ai bambini di asilo.
Sicuramente era la parte più vicina alla fine, perché le cose andavano troppo di merda, ma erano risolvibili tipo con un bacio o una persona che si presenta ad un’altra persona.
Le migliori amiche litigavano: ‘’Quindi tu hai preferito la sua presenza alla mia?’’ urlava la mora alla bionda  ‘’non si tratta di presenza…è… difficile da spiegare, ma è successo, senza rendercene conto’’ Spiegava la bionda ingenuamente. Io mi sentivo da parte della bionda. Dai, infondo non sono così coglione, le bionde, vero?
‘’Come hai potuto andare a letto col mio ragazzo? Sapevi cosa provavo per lui!’’ Beh, lei non aveva poi tutti i torti. E io avevo i sensi di colpa. Ma dovevo stare tranquilla, io non avevo fatto quello che aveva fatto Jessica a Andy, quindi non avevo motivo di star male, perché io avevo fatto l’amore col ragazzo che ho sempre amato nonostante tutto, e in più, quel ragazzo non era più impegnato con la mia migliore amica, quindi non c’era niente di sbagliato, ne in me né in nessun’altra persona. Eravamo solo io, lui e noi.
Jeremy tornò sedendosi al mio fianco passandomi la birra, che poggiai sul tavolino
‘’Che è successo?’’
‘’Hanno litigato’’
‘’mh.. questo film è un po’ una palla, già prevedo la fine: Jessica e lui, oddio non ricordo il nome, ma non ci interessa, si mettono insieme, ed Andy perdona Jessica e poi incontra un altro e si innamora anche lei’’

Enunciò Jeremy con facilità per mostrare la sua dimestichezza in fatto di film. Faceva paura, riusciva a guardare tantissimi film in una notte sola. Ma non mi andava di guardarlo, ero fin troppo empatica.
‘’Allora perché lo guardiamo? Insomma, sappiamo già il finale..’’ mi girai, cambiando completamente la mia posizione, adesso ero rivolta a lui, una mano era poggiata alla spalliera del divano e l’altra reggeva la birra che stavo sorseggiando. Jeremy boccheggiò, non riuscendo a parlare e si spinse su di me nel divano ‘’Pensavo fosse più interessante, insomma, guardare un film che… cosa avevi proposto?’’ mi  chiese guardandomi dritta negli occhi, vicinissimo, stavo avendo problemi di respirazione ma riuscii a mantenermi ‘’Non ricordo’’ dissi mordendomi il labbro ‘’Allora stiamo a quello che voglio fare io?’’ si fece più vicino ‘’Sempre se si puo’ ‘’ stavo per baciarlo quando poi cambiai direzione per sussurrargli la mia risposta nell’orecchio.
Tutto d’un tratto ‘’senza manco volerlo’’ –tra virgolette, perché solo una cogliona non voleva – me lo trovai addosso intento a togliermi la felpa, e spogliarmi, l’unica cosa che indossavo adesso erano gli occhiali. Non appena lo pensai come se mi stesse leggendo nella mente, lui me li sfilò con i denti, e proprio mentre ci stavamo divertendo, il film finì
‘’finito’’ disse lui guardandomi soddisfatto. Lo guardai perplessa, avevamo appena iniziato
‘’Ma come..di già?’’ lui scoppiò a ridere, io mi sentii presa per il culo
‘’Il film, cogliona!’’ Alzai gli occhi al cielo e iniziammo da dove eravamo partiti, questa volta spegnendo la tv.
Dopo aver ricevuto minacce di morte che mi costringevano a tagliare i capelli, aver messo il salone a soqquadro, aver fatto cadere la birra , essere caduti portandoci addosso i cuscinoni  e le coperte,quello  era di sicuro il buon momento per una bella visita.
A suonare incostantemente la madre di Jeremy, che decise di non starsene per i cazzi suoi in tennesse, ma ovviamente,venne rompere le palle a noi. Io e Jeremy sistemammo tutto in fretta, ci vestimmo, io legai i capelli, pregando affinchè non puzzassero, rimisi gli occhiali per sembrare un po’ più intelligente e mi recai alla porta con Jeremy. Dopo un lungo respiro profondo aprimmo la porta, sua mamma era impaziente di vederci e ci abbracciò in un istante. Era una signora molto affettuosa e disponibile, era poco più alta di me, di sicuro più slanciata, e non mostrava di sicuro l’età che aveva… non che io sapessi la sua età, ma mi sembra carino pensarlo, magari gli sto più simpatica no?
‘’accomodatevi!’’ li ospitai dentro alzando su il cappuccio e corsi in cucina uscendo caffè e dolci per loro, mentre Jeremy li accoglieva in salotto ‘’Che deodorante usi, cara?’’ Rosalie annusava il salone. Deodorante? Ma che cazzo s’era fumata, era il mio profumo sul profumo della birra, ma mica potevo dirglielo… guardai la madre di Jeremy, poi guardai il padre, e poi Jeremy che aveva lo sguardo da ‘’inventa qualcosa’’
‘’Ehm.. mi rincuora dirle che sta sbagliando signora Rosalie, non è deodorante, l’odore che sente deriva da delle apposite candele che metto per la casa, sono candele profumate’’
‘’Non chiamarmi così, sai che lo odio, per te sono sempre Rosalie.’’
l’aveva bevuta. ‘’Posso odorarne una?’’ cazzo. ‘’Ovvio, ne vado a prendere una in bagno  e torno subito’’  corsi, presi una candela, spruzzai del profumo a caso e  lo riportai indietro da lei, che ci cascò una seconda volta.
‘’Comunque, vedo che non sei cresciuta per niente, Key’’ commentò il padre di Jeremy
Lo fissai, non capendo cosa volesse dire ‘’Sei ancora più bassa di Rose!’’ urlò  ridendo, lo spinsi sorridendo ‘’Giusto! Allora visto come si è rivolto alla padrona di casa, per lei niente dolci, solo il caffè….amaro ovviamente!’’ lui sorrise perché ricordai che non prendeva caffè zuccherato. E dopo aver visto l’intera casa ed essersi complimentati con noi i due tornarono di nuovo a casa.
Un respiro di sollievo da parte di Jeremy accompagnò la chiusura della porta
‘’Simpatici loro’’ spinsi Jeremy da una spalla per poi mettere le mani nelle tasche della sua felpa
‘’Bellissima’’ mi baciò ‘’tu’’ sorrisi per poi baciarlo, e ovviamente,proprio in quel momento Chad e Rebecca tornarono a casa da una giornata di shopping ‘’Se la smettete di limonare vi facciamo vedere cosa abbiamo comprato’’ ridemmo ‘’Chad, non mi interessa che hai comprato tu, saranno tutti videogiochi’’
‘’Quanto sei arrapante quanto fai l’acida, non so resisterti, ahhhh..Key!’’
Rebecca e Jeremy lo guardarono male ed entrambi ridemmo. Invitai Rebecca a venire con me per vedere meglio le sue spese e raccontarle di cosa avevamo fatto il pomeriggio.
Una volta arrivate in stanza, lei disse al posto mio ‘’Devo dirti tantissime cose’’ io sospirai, felice di non dover essere la prima a parlare e iniziai ‘’dimmi pure’’ lei mi guardò male ‘’stupida, ti ho solo fatto il verso, so che devi dirmi qualcosa’’ mi sedetti al suo fianco e gli parlai del film –che mi aveva scosso parecchio-  e di come mi sentivo, magari lei sapeva pechè mi sentivo così, magari era normale, o forse no, magari sapeva come si ci sentiva ad essere un po’ come la seconda scelta, o peggio ancora la ruba ragazzi, la troia della situazione, la cattiva. Io di sicuro non c’era abituata e la situazione non mi piaceva affatto, non ero a mio agio.
‘’Smettila di lamentarti, hai tutto quello che hai sempre voluto, non devi pensare a come l’hai ottenuto, ma che l’hai ottenuto, e non puoi lasciarlo andare solo perché, come dici tu ‘’l’hai strappato via a qualcun’altra’’ vedila come un nastro adesivo, se è ben attaccato non si ‘’strappa’’ con tanta facilità. Adesso taci.’’  Rebecca mi mostrò l’anulare sinisto che indossava un anello, un anello bellissimo, un anello di fidanzamento. Non potevo crederci. Chad era innamorato follemente di lei, mi aveva detto un casino di volte che quell’anello, che apparteneva a sua madre, l’avrebbe dato ad una ragazza davvero speciale, e adesso la ragazza davvero speciale era davanti ai miei occhi intenta a mostrarmelo. L’abbracciai ‘’allora avevi sul serio qualcosa da dirmi!’’ urlai  ‘’certo cogliona, ma preferisco far parlare prima te. Comunque, tu non sai la storia di questo anello…’’ la bloccai ‘’La so. Sei fortunata. E io sono felice, per entrambi’’
La voce di Chad ci richiamava dal salotto ‘’Reb, so che già gliel’hai fatto vedere, ma c’è Jeremy, questo mio amico, che lo vuole vedere anche lui, per farsi un idea….ahia, stronzo!’’ urlò Chad perdendo credebilità verso la fine della frase. Ovviamente Jeremy gli diede un pungo.
Accompagnai Rebecca da Chad e Jeremy, e poi uscii dalla porta sul retro per fumarmi una sigaretta.
Una volta fuori, fumando mi incamminai nei dintorni del giardino di casa mia, per poi trovare, fra le piante un post it con scritto ‘’Stronza’’ la scrittura non mi era familiare, così piegai il post it e lo misi in tasca, pensando a tutta la notte chi fosse stato a scrivermelo 

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