Al posto suo

di MikaMika
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parlare a Vanvera ***
Capitolo 2: *** CHAPTER 2- Una proposta allettante. ***
Capitolo 3: *** CHAPTER 3- Cercami dentro di te ***
Capitolo 4: *** Chapter4 – l’inganno abbia inizio ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 – Portami fuori ***
Capitolo 6: *** CHAPTER 6- A ciascuno il suo gioco ***
Capitolo 7: *** Chapter7 – Buon appetito. ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 Ti Amo e Ti Voglio ***
Capitolo 9: *** CHAPTER 9 Al posto mio ***



Capitolo 1
*** Parlare a Vanvera ***


CHAPTER1- Parlare a vanvera

-Non trovate che sia buffo che Matt ora esca con Rebecca?-
Era una bellissima giornata di sole di metà settembre. Mi trovavo distesa su un prato godendomi il calore sulla pelle nivea con le mie amiche al fianco.
Qualche metro più in là Rebecca e Matt se ne stavano su una panchina a parlare fitto, fitto. Non che sembrassero proprio una coppietta di sposini novelli, infondo lei lo aveva quasi ammazzato quindi lui era comprensibilmente un po’ alterato. Ma tra i due si vedeva che in fondo c’era qualcosa.
-Perché?- mi chiese Elena ancora distesa ad occhi chiusi sul prato.
-Oh, non fraintendetemi. – mi spiegai. –Sono contentissima che Matt si stia rifacendo una vita, anche se Rebecca non mi va a genio!- mi fermai un momento.
-Comunque non è questo il punto! Insomma non trovate che mi assomigli un po’ troppo?- chiesi alle mie amiche.
-In che senso?- sia Elena che Bonnie aprirono gli occhi e si tirarono su a sedere.
-Beh insomma, guardatela! Capelli biondi, occhi azzurri! È chiaro che l’ha scelta perché gli ricorda me!- dissi con naturalezza.
-Caroline!- mi ammonì Bonnie con voce incerta.
-Dai, è ovvio che se sceglie una che mi somiglia è perché ancora non mi ha dimenticata!-
-Caroline!- ripeté  la mia amica strega con più convinzione.  
-Oh, secondo me è un po’ macabro che uno si vada a scegliere la sosia della sua ex ragazza!- terminai portando il mio discorso a compimento.
-Caroline!- stavoltà Bonnie urlò e accompagnò la voce con una gomitata ben assestata nel mio costato.
-Che c’è?- le chiesi sconvolta, e solo quando la vidi indicare Elena alla mia destra realizzai cosa le mie parole potessero significare per lei.
-Emh, io non intendevo .. Elena, questo non c’entra niente con te, ovviamente la situazione è completamente diversa!-
-No, non lo è!- sospirò lei con un tono tra il deciso e lo spossato.
-Ma sì…- tentai di aggrapparmi sugli specchi.
-Beh lo è perché mentre Rebecca ti somiglia e basta io e Katherine siamo completamente identiche!- mi disse girandosi verso di me e guardandomi negli occhi. Fui costretta ad abbassare lo sguardo.
-Elena, Damon e Stefan ti amano! E non perché sei come Katherine, ma perché sei tu!- tentai di consolarla guadagnandomi un’occhiataccia di Bonnie. Già, forse far riferimento al suo rapporto multiplo non era il miglior modo per tirarla su, ma non sapevo cosa dirle.
-Entrambi si sono avvicinati a me solo perché assomigliavo a lei!-
-Beh, forse Stefan ma Damon invece..-
-Caroline sta zitta!- mi amminì Bonnie portandosi di fronte ad Elena.
-Credo che prima di preoccuparti di questo dovresti cercare di risolvere la situazione con loro due!- le disse portandosi in ginocchio davanti a lei.
-Quando ho completato la transizione ho parlato con Stefan. Gli ho detto che in questo momento volevo stare sola. Che dovevo pensare .. –
-Elena, tu lo sai chi dei due è la tua scelta, vero?-
La vidi abbassare lo sguardo. Lo sapeva. E lo sapevamo tutti, l’avevamo sempre saputo. Damon era la sua scelta, ma doveva trovare il coraggio di dirlo a se stessa prima che agli altri.
-E comunque non saprò mai se mi amano per chi sono oppure per quello che sono, la doppleganger di Katherine! Non c’è modo di saperlo!-
Ci fu un momento di silenzio durante il quale il mio eccezionale e fenomenale cervello lavorò alla velocità della luce. Sorrisi soddisfatta e guardai la mia amica dritta negli occhi.
-Un modo c’è!-

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Capitolo 2
*** CHAPTER 2- Una proposta allettante. ***


CHAPTER 2- Una proposta allettante.

“Caroline è un genio!” era l’unica cosa che riuscivo a pensare mentre a passo di carica andavo alla pensione consapevole che la persona che stavo cercando era lì.
Entrai nel soggiorno come una furia e iniziai a guardarmi intorno.
-Damon?-  chiamai –Stefan?- nessuno rispose. Provai nuovamente finchè una figura identica a me non prese a scendere le scale sinuosa ostentando un’espressione infastidita.
-I tuoi uomini non ci sono … se adesso la smettessi di strillare come una cornacchia mi faresti un piacere!-
-Dove sono?- chiesi risoluta.
-Non sono la loro segretaria, Elena. Sono un’ospite apparentemente indesiderata anche!-
-Dimmi dove sono Katherine!- risposi cercando di rimanere il più calma possibile.
-Stefan a caccia, e Damon, beh lo sai come è fatto, è in giro da qualche parte, quindi ti consiglierei di passare più tardi.-
-No, devo parlare con te!- le dissi tutto d’un fiato lasciandola decisamente spiazzata.
-Con me?-
-Sì, ho un accordo da proporti!-
-Che genere di accordo?- studiai i suoi movimenti mentre si sedeva sul divano e accavallava le gambe.
Mi si seccò la gola, era più difficile di quanto credessi.
-Uno scambio…-
Alzò le sopracciglia interdetta, evidentemente non aveva capito cosa le stessi proponendo.
-Tu prendi il mio posto, io prendo il tuo!- le spiegai semplicemente.
La reazione di Katherine mi lasciò quantomeno interdetta. Cominciò a ridere di gusto, sinceramente esilarata da quanto le avevo appena proposto. Rimasi ad aspettare un paio di minuti che si ricomponesse, a braccia conserte, appoggiata alla parete, ma lei sembrava non riuscire a smettere di ridere.
-Cosa ci sarebbe di tanto divertente?-
-Tutto- disse tra le risate asciugandosi gli occhi con il dorso della mano. –Innanzitutto Elena, credi davvero di riuscire a spacciarti per me?-
-Siamo identiche Katherine, non può essere così difficile, tu ci sei riuscita a farti passare per me!-
-Oh ti assicuro che ci dovremo lavorare sopra, se vogliamo che funzioni .. –
-è un sì?- le chiesi ignorando le sue provocazioni.
-Diciamo che è un forse .. ma io cosa ci guadagno?- mi chiese sorridendo.
-Oh, fammi pensare, per esempio la possibilità di passare del tempo con Stefan senza che lui ti insulti o cacci via!-
-Quindi è Damon?-
-è Damon cosa?-
-Il motivo per cui mi stai chiedendo tutto questo .. –
-Ho bisogno di sapere se è me o te che vogliono.- ammisi, mostrandomi per quello che ero davvero, una debole.
Differentemente da quanto avevo creduto non ricevetti nessuna risposta sarcastica, o almeno non eccessivamente.
-Sì, anche io al tuo posto avrei qualche dubbio!- ammise senza infierire troppo.
-Quindi la mia proposta è scambiarci l’una con l’altra e vedere come si comportano .. – le chiarii la situazione sebbene fossi consapevole che non ce ne fosse bisogno.
Lei stessi un attimo in silenzio pensierosa  -Ci sto!- disse infine allungando la mano verso di me.
La strinsi decisa e le sorrisi.
-Bene, adesso cerchiamo di renderti credibile nei miei panni!-  disse trascinandomi nella sua stanza.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
Voglio ringraziare tutte voi che avete recensito, e tutte voi che avete letto.
Poichè ho in ballo anche un'altra ff per aggiornare spesso mi sto concentrando su capitoli brevi però vi assicuro che cercherò di aggiornare il prima possibile!
Nel prossimo capitolo vedremo come Katherine cercherà d'insegnare ad Elena ad essere un po' più simile a lei!!
Per il resto vorrei mandare un bacio a tutte quante e ringraziarvi davvero!!
A presto!!!
 

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Capitolo 3
*** CHAPTER 3- Cercami dentro di te ***


CHAPTER 3- Cercami dentro di te

-Basta, sono stanca, non  ne posso più!- dissi gettandomi sulla poltrona della camera di Katherine.
-Stai scherzando, vero?-
-Sono ore che stiamo facendo le stesse cose!- mi lamentai.
-Questo è perché non ti concentri! Devi essere pungente, irritante ed incredibilmente sexy!-
-Senti forse è meglio se lasciamo stare, ok? È evidente che non ci riuscirò mai!-
-Non ci credo che siamo parenti!-  disse lei esasperata, alzò gli occhi al cielo e poi si avvicinò a me accucciandosi vicino alla poltrona.
-Elena…puoi farcela, ok?- mi disse guardandomi negli occhi.
-Ricominciamo!-  annuii alla sua affermazione –Bene, fammi vedere come cammini!-
-Ancora?! Mi fanno male i piedi!-
-Balle! Ai vampiri non fanno male i piedi!-
Così per l’ennesima volta fui costretta a fare avanti ed indietro per la stanza ancheggiando. Mi sentivo una cretina mentre mi muovevo avanti ed indietro e obbedivo alle istruzioni di Katherine.
-Siediti!- mi misi a sedere sulla poltrona con una lentezza esasperante, sporgendomi in avanti e sorridendo quanto più sensualmente fosse possibile.
-Non stai dimenticando qualcosa?- mi chiese. Immediatamente accavallai le gambe.
-Brava Gilbert! Notevole!-
Era strano starla a guardare. Aveva i miei vestiti addosso e i capelli liscissimi. Il trucco era quasi assente, insomma faceva una certa impressione, mi sembrava di guardare me stessa.
Sebbene Katherine ed io fossimo uguali, il suo abbigliamento, il suo modo di portare i capelli, il modo in cui si truccava ci aveva sempre rese molto differenti. Invece ora indossava i miei vestiti ed io i suoi. Era strano, ero confusa.
-Andiamo avanti: come ti chiami?- mi chiese dolcemente, evidentemente allenandosi un po’ anche lei ad essere me.
-Katherine Pierce!- risposi scocciata e annoiata, come avrebbe fatto lei e le strappai un sorriso.
-Sei innamorata?-
-Sì, Stefan è l’amore della mia vita, ma poiché l’ho abbandonato morente e sono sparita per un secolo e mezzo lui adesso è un po’ arrabbiato con me!- spiegai cercando di imitarla il più possibile.
-Oh per fortuna, io invece amo Damon e lui ama me, ma lo porterò all’esaurimento nervoso e sull’orlo del suicidio prima di ammetterlo!- sorrise lei melensa.
-Katherine!- la rimproverai risentita.
-Elena! Sono Elena! Tu sei Katherine! Concentrati .. –
Stavamo per andare avanti quando sentimmo la porta d’ingresso richiudersi.
-Sono arrivati!- sorrise eccitata.
-No, no! Io non sono pronta! Non ci crederanno mai!- sussurrai in preda al panico.
-Ehi, adesso calmati ok?- fece lei accarezzandomi una spalla. –Non puoi mandare tutto a monte..-
-Non ce la faccio ad essere te!- risposi con urgenza.
-Ma tu sei me..guardati!- mi invitò portandomi davanti allo specchio. Involontariamente sorrisi maliziosamente al mio riflesso, a prima vista ero Katherine, non c’erano dubbi in proposito.
-Oh questo è esattamente il sorriso d’approvazione che mi sarei riservata io!- disse lei al mio orecchio sorridendo a sua volta.
-Sono agitata!- le dissi girandomi verso di lei e torturandomi le mani.
-Non esserlo Katherine! Sei magnifica, come al solito..- mi accarezzò una guancia.
Sentimmo dei rumori provenire dalle scale. Stavano venendo in camera, ma perché? Feci un respiro e cercai di calmarmi.
-Cercami dentro di te, Elena! Sono lì da qualche parte…fammi uscire!- di sussurrò all’orecchio prima di prendere posizione. Che la farsa abbia inizio!
 

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Capitolo 4
*** Chapter4 – l’inganno abbia inizio ***


Chapter4 – l’inganno abbia inizio

I fratelli Salvatore entrarono in camera di Katherine, nella mia camera dunque, senza nemmeno bussare.
-Elena tutto bene?- chiesero trafelati.  Era così strano vedere Stefan e Damon rivolgersi a lei con tutta quella dolcezza.
-Tutto bene .. – precedetti Katherine incentra e lei mi guardò storta.
-Non ci interessa se tu stai bene Katherine!- tuonò Damon nella mia direzione senza degnarmi nemmeno di uno sguardo.
-Tutto bene … - disse lei dolcemente –stavamo solo parlando!- cavolo era davvero convincente, se non fossi stata assolutamente certa della mia identità avrei potuto caderci anche io.
-Voi due?- chiesero in coro i fratelli Salvatore, uno scettico e l’altro stupito.
-Sì, noi due!- la voce mi uscì senza nemmeno che mi sforzassi. Assunsi un’aria strafottente di sufficienza. Mi venne tutto molto naturale, accavallare le gambe e poi alzarmi muovendomi suadente. Sorrisi maliziosamente ad entrambi i fratelli e proseguii la mia farsa.
–Non è che perché voi non avete piacere a parlare con me, debba necessariamente essere così per tutti!- dissi loro. –Evidentemente Elena ha più buon gusto di voi due messi insieme!- terminai la frase portandomi vicino ad “Elena” e accarezzandole i capelli.
-Stalle lontana Katherine!- ringhiò Damon.
-Non c’è bisogno di essere aggressivi Damon!- rispose la mia complice risoluta –Credo che visto che Katherine rimarrà qua, sarebbe meglio se decidessimo di darle un’altra possibilità!- la voce di "Elena" era perfetta, incerta quando doveva esserlo, a volte titubante, ma anche decisa quando c'era da prendere una chiara posizione, Katherine non stava solo parlando come parlavo io, stava pensando come me, stava sentendo come me.
Damon la guardò quasi sconvolto, un'espressione contrariata si dipinse sul suo volto, si voltò un momento verso di me e scosse la testa -Te lo puoi scordare, Elena!- disse prima di andarsene sbattendo la porta.
-Come vuoi..- acconsentì diversamente Stefan. –Noi, siamo di sotto, se hai bisogno chiama!- concluse prima di lasciarci nuovamente sole.
Non appena la porta fu di nuovo chiusa mi voltai raggiante verso Kathe. Lei rapidamente si portò un dito alle labbra facendomi segno di tacere, e subito dopo mi strizzò l’occhio.
C’erano cascati, non potevo crederci. Ero piena di paure invece ero stata brava. Ero riuscita a sembrare Katherine, no anzi, ero riuscita ad essere Katherine ed era una sensazione così nuova per me, liberatoria.
Forse non sarebbe stato un fallimento totale. Forse avrei scoperto se Damon mi amava realmente o era solo il riflesso di Katherine quello che cercava in me.
Comunque sarebbe andata però avrei preso una vacanza da me stessa.
Probabilmente fu questo pensiero a convincermi definitivamente di aver fatto la scelta giusta.

ANGOLO DELL’AUTRICE:

Il capitolo è brevissimo…più del solito.
Ma mi serviva e avevo bisogno di interromperlo qui! Prometto che ne posterò un prossimo prestissimo.
L’attesa sarà breve e la soddisfazione spero tanta!
Aprestissimo carissime!!
GRAZIE MILLE dell’appoggio.. a tutte voi!
Grazie a chi ha recensito, perchè siete per me fonte di eterna ispirazione...
Grazie a chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate!
E grazie alle lettrici silenziose...

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Capitolo 5
*** Chapter 5 – Portami fuori ***


Chapter 5 – Portami fuori

PoV Katherine
Passai il pomeriggio a gironzolare nella stanza di Elena. Vestire i suoi panni per me non era semplice differentemente da quanto credesse lei. Sarei stata costretta a guardare Stefan amare un’altra, cioè me ma pensando ad un’altra. Insomma la situazione era ingarbugliata e cominciavano a venirmi dubbi sulla sensatezza della scelta che avevamo fatto insieme.
Potevo capire le paranoie di Elena, erano le mie stesse paranoie. Certo, io ero abbastanza convinta che nonostante tutto Stefan mi amasse ancora, ma non potevo negare che la situazione fosse abbastanza bizzarra. Come facevo a competere con una donna identica a me? Forse infondo, nemmeno interiormente eravamo diverse come avevamo creduto. Cercai di fugare questi pensieri divertendomi a curiosare nei cassetti di Elena.
-Ciao..- la voce di Stefan mi fece sobbalzare, non lo avevo sentito arrivare alle mie spalle.
-Sei tu…- constatai semplicemente.
-Quindi hai deciso di dare una possibilità a Katherine?- osservò  Stefan incrociando le braccia e appoggiandosi allo stipite della porta.
-Beh, dobbiamo conviverci quindi… tanto vale andarci d’accordo ..- dissi voltandogli le spalle e continuando a sistemare la biancheria nel cassettone di Elena.
-Non vorrei te ne dovessi pentire .. – mi fece lui avvicinandosi.
Lo guardai riflesso nello specchio e gli sorrisi.
-Non può essere così tremenda!- gli feci notare.
-Non ti ha mostrato il peggio di sé.. –
-Oh ha quasi ucciso Jenna e si è divertita a tormentarmi perché ci lasciassimo..l’ha decisamente fatto!- sogghignai.
-Abbiamo la risposta pronta oggi?- mi chiese lui piacevolmente stupito dalla conversazione che stavamo intavolando.
-Sai, credo oggi mi vada di mostrarti il meglio di me…- dissi chiudendo il cassettone e voltandomi verso di lui. Era pericolosamente vicino ed avrei voluto immensamente mandare tutto all’aria gettandomi tra le sue braccia, ma abbassai lo sguardo e mi finsi leggermente imbarazzata, come avrebbe fatto Elena, per aver osato troppo.
-Non eri confusa?- chiese sorridendo.
-Sì, lo sono, ma questo non vuol dire che non possiamo passare una serata insieme noi due ..forza Mister Salvatore, portami fuori stasera!- lo spintonai delicatamente cercando di far passare la mia per una proposta priva di qualsiasi secondo fine.
Lui inclinò la testa e annuì provando a trattenere un sorriso per rimanere serio.
-Va bene .. dobbiamo dirlo a Damon?- mi chiese tornando serio.
-Lo lasceremo detto a Katherine .. –  gli risposi senza approfondire, non volevo che il discorso si dirottasse su Damon. –Aspettami di sotto!- gli dissi prima di chiudermi la porta alle spalle e tirare un sospiro di sollievo. Era decisamente molto più difficile di quanto avessi creduto controllarsi come faceva Elena.
Aprii il suo armadio e rimasi quasi inorridita, quella ragazza aveva davvero bisogno di qualcuno che l’accompagnasse a fare shopping. Presi un vestito, quello che ad occhio e croce mi sembrava più adatto e mi vestii pronta per raggiungere Stefan. Adesso stava a me, dovevo solo tirarglielo fuori il suo amore per me, perché lui mi aveva sempre amata, non poteva essere altrimenti.
PoV Elena
Certo che Katherine non aveva perso tempo! Non era passata nemmeno una giornata dal nostro patto e già si era guadagnata un’uscita. Mi accomodai sul divano del salotto e mi versai del bourbon, forse era il caso che mi concedessi del tempo da sola per riflettere su quello che stavo combinando. Non sarebbe stato più semplice andare da Damon e dirgli “Ciao! Tutto bene? Io sì..ah dimenticavo, sai ho capito che ti amo! Non dimenticare di portare fuori la spazzatura!” No, probabilmente non avrebbe funzionato nemmeno così.
Il rumore della porta che si apriva e chiudeva mi informò del suo ritorno.
-Ma prego, fai come fossi a casa tua!- mi disse acido trovandomi a bere il suo liquore sdraiata sul suo divano.
-Lo sto facendo!- gli risposi annoiata senza nemmeno guardarlo.
-Dove sono Elena e mio fratello?- mi chiese passandomi davanti distrattamente.
-A rinvigorire il loro sempiterno amore, suppongo!- gli dissi mettendomi a sfogliare un giornale. Dovevo ammetterlo cominciavo a divertirmi parecchio a vestire i panni di Katherine.
-Che intendi?- mi chiese spaesato.
-Sono usciti insieme, per fare i fidanzatini romantici!- gli spiegai continuando a dargli poca importanza. Sbirciando oltre il giornale vidi per una frazione di secondo un’espressione delusa comparire sul suo volto, per poi essere sostituita immediatamente dalla sua solita maschera.
Sentii il mio cuore stringersi ma dovevo andare avanti, ad ogni costo, era per noi che lo facevo.
-Vuoi che ci consoliamo a vicenda?- gli proposi sorridendo maliziosamente e lanciandogli uno sguardo ammiccante da dietro il giornale.
-Sei pazza?- mi chiese lui senza degnarmi neanche di uno sguardo.
-Oh, si vede che sei ferito perché la donna della tua vita è fuori con un altro..-
-Invece tu no?- mi rispose lui provocatorio.
-Touchèe!- mi arresi -Sotterriamo l’ascia di guerra ed andiamo a divertirci Damon!- gli proposi prendendogli la mano.
Lui si voltò duro nei miei confronti, mi scrutò negli occhi tanto profondamente che per un momento temetti che mi avrebbe riconosciuta.
-Andiamo..- mi concesse infine sospirando.
-Cosa facciamo?- gli chiesi eccitata.
-Nottata folle, direi..-
-Damon…- lo chiamai leggermente preoccupata, rendendomi immediatamente conto che dovevo essere pronta a tutto. Damon e Katherine non erano esattamente persone che sapevano darsi una regolata.
-Che c’è?- mi chiese lui che si era già diretto verso la porta.
-Niente…vado a vestirmi!- . quella sera misi il completo più sconveniente che trovai nell’armadio di Katherine.

ANGOLO DELL'AUTRICE:

Salve ragazzeeeee!!
Grazie mille...questo capitolo è almeno un po' più lunghetto e adesso che la festa abbia inizio...tra oggi e domani posto il prossimo..promessa!!!
Spero vi piaccia, fatemi sapere mi raccomando..altrimenti....*faccia minacciosa* piango tutta la notte!
Baci!
Aprestissimo!!!

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Capitolo 6
*** CHAPTER 6- A ciascuno il suo gioco ***


CHAPTER 6- A ciascuno il suo gioco

PoV Katherine
-Allora, che programmi abbiamo per la serata?- chiesi spensierata a Stefan entrando in macchina.
-Ho pensato per noi ad una serata completamente umana, che ne dici?-
-Umana?- chiesi divertita ed interdetta.
-Sì, una serata normale, tra persone normali, all’insegna della normalità!-
-Wow, e dove mi porti quindi?- chiesi incuriosita.
-è una sorpresa..- mi sussurrò all’orecchio provocandomi un brivido lungo la schiena. Per un secondo sentii lo stomaco contorcersi, gli stavo rubando dedizione e sentimento che non avrebbe voluto concedere a me, o almeno non consapevolmente. Non potevo fare altrimenti. Infondo non ero io ad essere una bugiarda, era lui a mentire sui sentimenti che provava per me, mi stava costringendo a fingermi un’altra.
Rimasi in silenzio per la maggior parte del viaggio, azzardavo ogni tanto qualche sguardo nella sue direzione.
-Tutto bene?- mi chiese ad un certo punto Stefan preoccupato.
-Sì, tutto benissimo .. – risposi prontamente sorridendo del sorriso dolce che mi riservò.
-Siamo arrivati!- mi fece notare facendomi un gesto verso il posto davanti a noi.
-Un parco giochi?- chiesi incredula e divertita al contempo.
-Delusa?- fece leggermente preoccupato.
-Non mi deludi mai Stefan!- sorrisi entusiasta scendendo dalla macchina rapidamente.
L’inizio della nostra serata fu estremamente piacevole e tranquillo. Stefan aveva sempre il potere di mettere a tacere tutte le mie insicurezze e paure, perché nonostante le mascherassi abbastanza egregiamente quelle erano sempre presenti dentro di me, figlie di traumi remoti nel tempo ma non nei miei ricordi.
Ci aggirammo nel parco giochi facendo cose che mai avrei creduto di poter fare con lui. Era raggiante.
Mi prese per mano e mi trascinò per tutto il parco. Prendemmo lo zucchero filato e facemmo un giro sulla ruota panoramica.
Mi incantai lì sopra a guardare le luci all’orizzonte.
-Avevamo bisogno di staccare da tutto..- osservò lui rapendomi dai miei pensieri ed io annuii.
-Non voglio metterti fretta Elena, ma riguardo alla tua decisione, vorrei che tu ci pensassi bene prima di fare una scelta..- mi disse puntando lo sguardo lontano.
-Perdonami Stefan..- sussurrai –ho fatto scelte sbagliate molte volte, e so di non averne il diritto ma ti prego, permettimi di non pensarci questa sera. L’unica cosa di cui ho bisogno, l’unica cosa che voglio è passare una serata con te-
-Come se Damon non esistesse..- sussurrò lui in risposta.
-Già!- convenni. Vidi il suo sguardo indurirsi segno che mi stava facendo contenta controvoglia. La sua fronte si corrugò per formare quella ruga che lo distingueva che conoscevo e riconoscevo perfettamente.
Lo guardai in viso, quel viso che amavo, che avrei potuto riconoscere in ogni songola componente anche ad occhi chiusi. –Sei bellissimo .. – osservai e lo feci sorridere.
Si voltò verso di me –Anche tu lo sei!- disse sorridendo e accarezzandomi una guancia. Vidi i suoi occhi fissare le mie labbra e il suo volto farsi più vicino. Quando percepii il suo respiro sul mio volto mi venne l’acquolina in bocca. Non so dove trovai la forza per sottrarmi a quel bacio che tanto bramavo.
Però Elena così avrebbe fatto, e così dovevo fare io. E comunque non era ancora tempo. “E comunque non stava baciando te Katherine!” mi ricordò la vocina fastidiosa nella mia testa.
Appoggiai leggermente le labbra sulla sua guancia e gli sorrisi per poi tornare a guardare l’orizzonte.
PoV Elena
Scesi le scale del pensionato Salvatore con una grazia che non credevo di possedere.
Avevo indossato una mise in pelle, che probabilmente se me lo avessero detto solo un paio di giorni prima mi sarei andata a nascondere.
Pantaloncini, stivali con tacco vertiginoso e corpetto. Pelle nera. Come lui.
Lo trovai ad attendermi alla fine della scalinata, mi guardò con sguardo divertito ed ammirato.
–Sei meravigliosa, Katherine..- mi disse con il suo solito sorriso sghembo irresistibile.
-Grazie!- sorrisi maliziosa a mia volta. Ma non potevo fare a meno di provare un moto di irritazione. Che faceva? filtrava con Katherine? Non sapevo cosa pensare. D’altra parte io e Damon non stavamo insieme e ormai avevo ben chiaro che tipo fosse. Cosa avrei potuto aspettarmi di diverso da lui?
Era un sexy ragazzo single che usciva con una sexy e disponibile ragazza single.
E comunque dovevo riuscire a sentirmi Katherine, e a smetterla di farmi tutte queste domande, altrimenti come unico risultato avrei avuto quello di farmi riconoscere e di non godermi la serata. E se dovevo scoprire che in realtà l’amore di Damon non era reale, tanto valeva che almeno mi divertissi.
-Dove andiamo Mister Salvatore?- gli chiesi suadente una volta salita in macchina.
-Bisca clandestina.. ricordo che amavate il poker, anni fa Miss Katherine..- mi fece l’occhiolino lui mentre metteva in moto.
Feci un respiro profondo. Ecco già ero nei guai. Conoscevo le regole ma se Katherine era una brava giocatrice ero decisamente spacciata.  
Arrivammo in breve tempo nel locale. Era uno scantinato fumoso e con le luci fioche. I tavoli erano disposti in modo da essere abbastanza lontani l’uno dall’altro e c’era una scala a chiocciola che portava ad un tavolo che doveva essere una sorta di privè. Al tavolo erano già seduti tre uomini, con delle facce decisamente inquietanti. Non avevo dubbi sul tavolo al quale ci saremmo seduti.
-Dopo di voi..- m’invitò a salire la scala a chiocciola. Gli sorrisi e ancheggiai provocatoriamente per tutta la salita. Potevo sentire i suoi occhi spogliarmi, e la schiena mi andava a fuoco nel punto dove lui aveva appoggiato la mano per aiutarmi nella salita.
-Salve signori..-
-Ben tornato Damon..- lo salutarono i tipacci al tavolo. Bene, adesso sapevo che nella lista dei suoi vizi c’era anche il gioco d’azzardo, ottimo!
-E la signorina?- chiese uno degli uomini, ,mangiandomi con gli occhi.
-La signorina è con me .. – disse semplicemente.
-Allora proporrei uno strip poker ..- disse quello dei tre che ancora non aveva parlato.
-Non credo sia il caso .. – era sulla difensiva, ed io tremai, ma dovevo pensare a come avrebbe agito Katherine.
-Non c’è problema!- sorrisi agli uomini e poi a Damon che in risposta abbozzò un sorriso –Perfetto!- disse.
Ci sedemmo al tavolo ed ordinammo da bere ad una cameriera seminuda che venne al tavolo.
Ordinai qualcosa di forte, ne avevo bisogno sia per placare la sete che per affrontare la situazione assurda nella quale mi stavo mettendo.
Iniziammo a giocare qualche minuto dopo. L’alcool mi scaldava la gola e tenevo le carte in mano sicura di me. La fortuna del principiante mi sorrise e vinsi le prime mani senza difficoltà. Gli uomini intorno a me avevano perso giacche e camice, uno era rimasto in mutande dopo pochissimi giri di carte. Damon mi sorrideva dall’altra parte del tavolo, con la camicia sbottonata e la mia concentrazione vacillò.
Dopo un po’ però non potei più contare sulla fortuna. Si sa gira. E iniziai a perdere.
-Signorina, devi toglierti qualcosa..- mi provocò ghignando l’uomo alla mia destra mostrandomi il suo poker di cinque.
Notai Damon studiarmi interessato, non potevo tirarmi indietro. Mi alzai e sbottonai i pantaloncini di pelle che scivolarono velocemente al suolo. Vi uscii con un unico passo, mi chinai per raccoglierli e sorrisi ai miei compagni di gioco.
Buttai giù veloce un altro bicchiere di liquore sperando che i miei freni inibitori non venissero fuori da un momento all’altro costringendomi a scappare.
Persi nuovamente, ero decisamente svantaggiate, se lo avessi saputo prima mi sarei messa più cose addosso. Dovevo togliere il corpetto. Sorrisi all’uomo al mio fianco –Mi aiuti?- chiesi maliziosa voltandomi e portando avanti i capelli.
-Certo bocconcino!- fece lui con un’espressione disgustosamente eccitata dipinta in volto. vidi Damon indurire la mascella. Era geloso di Katherine? Peggio per lui. Rimasi con insoddo solo la biancheria di pizzo nero e gli stivali col tacco.
-Tutto bene, signor Salvatore?- chiesi trovandolo assorto nei suoi pensieri.
-Non si preoccupi per me signorina Petrova- mi ammonì lui.
Tornai a concentrarmi sul gioco eravamo io contro di lui, gli altri avevano foldato al river.
Avevo colore in mano. Sorrisi soddisfatta. Feci la mia puntata.
-Vedo..- rispose tranquillamente lui mentre si soffermava con gli occhi sulle mie forme.
-Colore!- dissi entusiasta scoprendo le carte e gli sorrisi sfidandolo.
-Full..- rispose lui con un sorriso più largo del mio.
Le teste dei tre uomini intorno a noi scattarono verso di me.
Fortunatamente avevo bevuto abbastanza da non tirarmi indietro. Iniziai ad armeggiare con il reggiseno per slacciarlo.
-Va bene, adesso basta ragazzi il gioco è finito! Ecco i vostri soldi, io e Katherine andiamo via.- in men che non si dica Damon mi afferrò il braccio e mi stava trascinando fuori dalla sala.
Uno dei tre uomini, il più grosso, scattò in piedi e ci sbarrò la strada mettendosi davanti a Damon. “Pessima mossa amico!” pensai tra me.
-Pessima mossa amico!- disse Damon.
Lo tirai per la camicia che aveva ancora sbottonata. –Limitiamoci ad andare via!- gli chiesi. Lui sbuffò. Si voltò e guardò negli occhi  l’uomo. –Dimentica che abbiamo giocata, dimenticala e tornatene al tuo tavolo!- gli disse. L’espressione dell’uomo si fece vacua e andò a sedersi più in là.
-Prendi le tue cose e andiamo!- mi disse.
Uscendo dalla bisca la consapevolezza di ciò che era appena accaduto mi investì in pieno. Era geloso. Non voleva lei si mostrasse ad altri, l’amava veramente “L’ama!” mi corressi automaticamente. La sua voce sussurrata e suadente nell’orecchio mi costrinse a tornare alla realtà.
-La ricordavo una giocatrice migliore Miss Katherine .. –
-Devo confessarvi che all’epoca baravo!- gli risposi sorridendo maliziosa.
-Non mi sembra di ricordarlo..-
-Ci sono molti modi per barare Mister Salvatore ..- gli sussurrai all’orecchio accattivante.
-Già, e tu sei un’esperta- fece lui sorridendo a pochi centimetri dalle mie labbra lasciandomi interdetta
–Siamo passati al tu?- gli chiesi per riportarlo al nostro gioco e per cambiare discorso.  Non dovevo allarmarmi, d’altronde era noto che Damon considerasse Katherine una bugiarda, stava parlando con lei ma senza saperlo parlava anche di me. Probabilmente non si sarebbe mai reso conto di quanto fosse vera la sua affermazione.
-Scusatemi…- sorrise lui stando al mio gioco. –E comunque siete troppo sexy, avete rischiato di far venire un infarto a tutti gli uomini del locale con il vostro spogliarello ..-
-Anche a voi?- tentai impudente.
Lui sorrise senza rispondermi e si avviò verso la macchina.
-Ehi..- gli corsi dietro indispettita. –Dove andiamo adesso?-
-A cena, no?-  rispose lui semplicemente.
La cosa mi preoccupò terribilmente.

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Capitolo 7
*** Chapter7 – Buon appetito. ***


Chapter7 – Buon appetito.


PoV Katherine.
Sembrava un sogno. Il momento in cui Stefan vinse per me un orsacchiotto di peluche mi convinse definitivamente a lasciar andare qualsiasi pensiero e godermi semplicemente la serata.
-Hai fame?- mi chiese premuroso mentre stringevo il mio orsacchiotto uscendo. Lo guardai interdetta.
-Ops, scusa! Mi sembra tutto talmente normale che per un momento ho dimenticato che tu..-
-Che sono morta!- completai la frase per lui e gli sorrisi. –Non ti preoccupare Stefan, anzi, sai che c’è? Ho fame, e direi che ho voglia di coniglio!- gli strizzai l’occhio.
-Sei sicura? Non mi sembra sia stato un successo l’ultima volta..- notò lui. Maledetta Elena e le sue intolleranze alimentari.
-Magari perché erano i primi tempi..- suggerii –Non costa niente riprovare, a meno che tu non abbia paura che ti vomiti sulle scarpe..- azzardai e lo feci ridere.
-Andiamo .. – mi prese per mano e insieme ci inoltrammo nella foresta.
Arrivati ad una radura lo vidi fermarsi e chiudere gli occhi. Senza pensare a niente, nemmeno al perché delle mie azioni lo imitai. Privata della vista i miei sensi si acuirono maggiormente. Potevo sentire tutto. Odori e rumori. Ero in grado di muovermi e attaccare pur restando ad occhi chiusi. Differentemente da quanto avevo creduto non mi sentii affatto più vulnerabile, forse anche grazie alla presenza di lui al mio fianco.
-Cosa senti?- mi chiese suadente. Sentivo ogni singolo movimento che faceva nella mia direzione.
-Tutto- risposi vaga, ma non avrei potuto descriverlo meglio.
-Visualizza la preda tramite l’odore..- mi sussurrò all’orecchio. Mi concentrai. In un secondo mi lanciai a caccia, trovai la mia preda e iniziai a bere. Mi guardava stregato e fu solo il suo sguardo a ricordarmi di lasciare andare la preda prima di dissanguarla. Tornai al mio volto normale e gli sorrisi contenta.
-Sei magnifica a caccia!- mi disse confuso e sorridente. –Wow, non me lo aspettavo, insomma solo qualche settimana fa eri un disastro e adesso.. mi hai lasciato senza parole.- sorrisi nervosa. –Talento naturale suppongo!- dissi fingendomi imbarazzata dai suoi complimenti.
Mi misi seduta appoggiata ad un tronco e mi fermai a guardarlo al centro della radura, sorridente e bellissimo. Da quanto tempo non lo vedevo così sereno e di buon umore? Una vita. E una vita era il termine esatto.
PoV Elena.
La discoteca era gremita di gente. Ragazze svestite e ubriache e ragazzi a caccia di facili prede, un po’ come noi.
Mi guardai intorno spaesata. –Sono i miei posti preferiti..la gente è più saporita quando beve!- mi disse Damon sorridendo. Sorrisi forzatamente a mia volta. In che guai mi stavo cacciando?
Ero in una discoteca pronta ad attaccare qualche innocente perché stavo capricciosamente assecondando un ragazzo capriccioso. Forse era un sogno e mi sarei svegliata presto.
Il problema era che non avevo la benché minima intenzione di tirarmi indietro. Risultato? Se c’era qualcosa che stavo imparando da quell’assurda esperienza era che la mia somiglianza con Katherine era molto più profonda di quanto non credessi. Aveva ragione lei, era dentro di me, dovevo solo tirarla fuori.
-Hai già scelto?- mi chiese lui annoiato mentre sorseggiava un drink che non avevo idea da dove avesse preso.
-Non voglio uccidere nessuno Damon .. – buttai lì apparentemente annoiata anche io.
-Come mai? Sono sicuro che Katerina Petrova sia la regina delle carneficine!- mi disse lui sensuale all’orecchio.
-Sì, ma sono appena arrivata in città, e ho idea di fermarmi. Questo non è il genere di banchetto di benvenuto che avevo in mente- risposi seccamente.
-Mi stupisci- mi diede atto.
-Le persone cambiano Damon – lo avvisai.
-Va bene allora, come desideri. Scegliamo la cena, consumiamola, rimettiamola in sesto e andiamocene, odio questa musica ..- mi disse.
Mi guardai intorno. Vidi una ragazza molto bella e abbastanza disinibita. La vidi voltarsi verso Damon e notarlo, d’altronde era impossibile che passasse inosservato. Si sorrisero a vicenda.
-Lei..- dissi certa che mi avrebbe sentito.
-Ottima scelta!- commentò terminando di bere e poggiando il bicchiere sul bancone. Si avvicinò a lei ed iniziò a ballarle intorno.
Era smorfiosa, ma carina. Gli lanciava occhiate di fuoco.  Ci mise pochissimo ad avvicinarsi a lui ed iniziare a strusciarsi volgarmente. Sentii una rabbia cieca invadermi da dentro. Avrei voluto mettermi in mezzo ed urlare mentre lui ballando la portava ai margini della pista. Mi calmai solo nel momento in cui lui mi guardò e impaziente mi fece segno di raggiungerlo mentre lei girata faceva combaciare il suo sedere con il bacino di lui.
Indossai un sorriso malizioso ed una maschera di decisione che non appartenevano affatto ad Elena Gilbert e mi diressi sensuale verso la coppia. Cominciai a ballare intorno a lei sorridendole. Lei mi guardò confusa poi per l’alcool, o forse per il gusto di regalare a Damon uno spettacolino piccante ammiccò verso di me e mi sorrise.
Cominciammo a ballare vicine lanciando entrambe occhiate infuocate nella direzione del ragazzo moro insieme a noi. Lui sorrideva ad entrambe accarezzando accidentalmente la sua e la mia pelle, ogni volta che mi toccava mi sentivo andare a fuoco. Sorrisi alla ragazza con me e mi portai più vicina a lei, la guardai negli occhi –Stai calma, non succederà niente- le ordinai seccamente prima di azzannarle il collo. Vidi con la coda dell’occhio Damon attaccarsi al suo polso.
Il liquido mi scorreva nella gola caldo e dissetante e squisito, non avevo calcolato il fatto che avrei potuto non riuscire a smettere.  Come tutte le volte, ovviamente avevo difficoltà a fermarmi. Bere insieme a Damon mi faceva sentire invincibile. O, al diavolo, ma chi la conosceva questa ragazza infondo. Ero un vampiro da poco, nessuno mi avrebbe biasimata se mi fossi lasciata trasportare. Addirittura Caroline, che era una specie di forza della natura, aveva ucciso un uomo nella sua vita da vampira. Ed ero con Damon, lui non mi avrebbe giudicata.
-Katherine?- la voce di Damon che mi chiamava interdetto bastò a riportarmi alla realtà.  Mi staccai dalla ragazza che quasi mi cadde addosso per quanto era debole.  Vidi lui tirarla su e darle un po’ del suo sangue.
-Tu non ci hai mai visti! Adesso vai a farti un giro!- le ordinò per poi voltarsi verso di me.
-Avevi fame eh?- mi chiese divertito. Io gli sorrisi maliziosa –Sono sempre affamata..- gli sussurrai portandomi vicino al suo volto. Mi costava una fatica enorme fingere di non essere sconvolta, stavo esplorando il mio lato oscuro, tutto in una notte. Vidi i suoi occhi veleggiare smaniosi sulle mie labbra, lo guardai restando pietrificava. Stava per farlo. Stava per baciare Katherine. Socchiusi gli occhi incapace di sottrarmi a ciò che stava accadendo. Ero ubriaca di alcool, sangue e musica. Sentii la sua lingua passarmi sul labbro inferiore.
-Eri sporca!- mi sorrise sghembo, lasciandomi lì ad occhi e labbra socchiuse a boccheggiare mentre lui tornava a ballare.
-Ehi- gli corsi dietro non appena mi ripresi –ma non avevi detto di odiare questa musica?-
-Sì, ma le ragazze mi sembrano decisamente troppo disponibili per abbandonarle qui da sole, tra l’altro con della pessima musica. Sarei un egoista se le privassi della mia presenza-
-Stai scherzando vero?- gli chiesi sconvolta.
-Dai, scegliamone un’altra e portiamocela a casa..- propose sorridendo.
-Io, basta, sono stanca!- sbottai in un momento di debolezza.
-Oh, che noia Katherine, ti ricordavo più divertente!- disse sarcastico facendo leva sul mio orgoglio.
-Come vuoi- risposi immediatamente cedendo alla sua provocazione.
-Così mi piaci..-
-Ti piaccio sempre, Damon. In ogni modo..- risposi voltandogli le spalle.
-è vero- annuì lui serio.
Dunque lo ammetteva. Non c’era mai stato spazio per me. Sarebbe sempre stato di Katherine. Sentii la rabbia nuovamente accendersi e crescere dentro di me. Bene, si era preso gioco di me tutto quel tempo? Ottimo, adesso era il mio turno di divertirmi.
Vidi due ragazze sciocche e bellissime ballare sul cubo al centro della pista.
-Voglio loro..- dissi semplicemente e lui annuì senza parlare.
Non ci mettemmo molto a convincerle a seguirci. Non ci sarebbe stato reale bisogno nemmeno di ipnotizzarle, sarebbe bastato il sorriso di Damon a convincerle.
Arrivammo a casa in un tempo brevissimo. Entrai in camera di Damon con timore. Le ragazze erano già mezze svestite sul letto e lui era tra loro a godersi il teatrino.
-Non ci raggiungi?- mi chiese inarcando il sopracciglio e sorridendo asimmetricamente.
Sorrisi a mia volta e con velocità inumana mi portai sul letto davanti a lui.
Mi voltai verso la più carina delle due e le feci cenno di avvicinarsi a me. Damon mi guardava rapito mentre le accarezzavo il volto delicatamente.
La tensione erotica nella stanza poteva tagliarsi con il coltello.
Fissai Damon e guardandolo feci uscire il mio vero volto.
Gli sorrisi e lui sorrise a me. Sentivo il sangue della ragazza pulsare nelle vene, pompato dal cuore giovane e forte. Mi avvicinai al suo collo e affondai i canini.
Nuovamente il sangue iniziò a fluire nella mia gola.
Bevevo bramosa di averne altro. Mi staccai e vidi Damon intento a bere dall’altra ragazza, era magnifico e terribile. Sentii il desiderio impellente di attaccare lui, di bere da lui.
Ci misi tutta me stessa per non cedere all’impulso.
Quando fui abbastanza sazia lasciai andare la ragazza e lui fece lo stesso.
Ordinai ad entrambe di andarsene velocemente e di dimenticare cosa fosse successo quella notte e restai a guardarle mentre lasciavano la stanza di Damon velocemente.
-Siamo soli..- osservò lui quando sentimmo la porta d’ingresso richiudersi.

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Capitolo 8
*** Chapter 8 Ti Amo e Ti Voglio ***


Chapter 8 Ti Amo e Ti Voglio

PoV Katherine.
-Si è fatto tardi, vuoi tornare a casa?- mi fece notare Stefan dopo non so quanto tempo che ce ne stavamo in silenzio a fissare il cielo.
-No!- risposi forse troppo veloce –Sto bene, voglio restare qui..- dissi con il panico nella voce. Lui mi guardò stranito e mi costrinse a spiegare in qualche modo il mio comportamento –Vorrei che questa notte non finisse mai..-
-Potrà essere così anche domani, e il giorno dopo, e quello dopo..- mi disse prendendomi il volto tra le mani. –Dipende solo da te..- mi sorrise.
-Non è così semplice- dissi più a me stessa che a lui.
-Cosa te lo rende difficile?- mi chiese.
-Parliamo di te Stefan, ok?- proposi per cambiare discorso.
-Cosa vuoi sapere?-  mi chiese sorridendo.
-Tu..sei innamorato di me?-
-sì- rispose subito sorridendo ancora.
-Sei innamorato di me Elena Gilbert?- chiesi cercando di non sprofondare nella disperazione, e di dare un tono non disperato alla mia domanda.
-Sì, sono innamorato di te.. della splendida donna con la quale sto trascorrendo quella che fino ad ora è stata la notte più bella della mia esistenza..- mi disse appena prima di avvicinare le sue labbra alle mie e baciarmi delicatamente.
Sorrisi sinceramente sulle sue labbra. Aveva detto di amare Elena, era vero, ma era con me che stava trascorrendo la notte più bella della sua vita, no?
-E perché mi ami?- gli chiesi.
-Perché sei bellissima .. –
-Come Katherine ..- azzardai smettendo di guardarlo in faccia. Dovevo essere cauta, mi stavo muovendo in una direzione decisamente pericolosa.
-Fisicamente sì, sei bellissima e sei come lei..-ammise.
-Cosa ti rende innamorato di me e non di lei?- gli chiesi incuriosita guardandolo negli occhi. Mi stavo giocando il tutto per tutto e probabilmente non ero nemmeno pronta a farlo.
-Elena, io non conoscevo davvero Katherine! Per tutto il tempo che abbiamo trascorso insieme, lei ha sempre indossato una maschera, e non ha mai provato ad essere esclusivamente mia, ha sempre voluto sia me che Damon-
-Diciamo che questa non è la cosa che ci differenzia di più..-tentai. Fu difficile dissimulare l’indignazione. Venivo accusata di fare esattamente quello che anche Elena aveva fatto. Ma certo, alla piccola Gilbert si perdona tutto, invece Katherine, la stronza non ha mai nessuna giustificazione!
-Ma per te è stato diverso! Tu sei stata sopraffatta da Damon .. – disse tristemente guardando in un’altra direzione –Non lo hai cercato, o voluto, i sentimenti per lui sono sorti spontaneamente. Katherine voleva solo giocare..- disse amareggiato.
-Cosa ti piaceva di lei?- chiesi cercando di sopprimere la rabbia.
-Lei era piena di vita, e divertente e allegra. Aveva sempre la risposta pronta ed era una donna singolare ed indipendente per quei tempi!- sorrise apparentemente perso nei ricordi.
-O almeno così sembrava!- disse poi riprendendo coscienza di sé. –Invece tu lo sei realmente. Stanotte sei stata perfetta, sei tutto quello che amo, voglio e desidero..-
-Quindi il momento in cui mi ami di più è quando somiglio a Katherine..- osservai compiaciuta.
-No, è per quello che sei stata stanotte che ti amo Elena..era tempo che non ti sentivo così vicina..- mi sussurrò come fosse di vitale importanza che io sapessi mentre mi prendeva il viso tra le mani.
-Vale anche per me, ma..- fui interrotta dalla brutale collisione della sua bocca sulla mia.
Spalancai gli occhi confusa prima di abbandonarmi a quella sensazione meravigliosa che ogni volta mi avvolgeva quando le sue labbra toccavano le mie.
Quando si staccò da me lo vidi sorridermi. –Tu mi ami?- chiese.
-Sì..- risposi senza pensare –Ti amo, ma devo dirti una cosa .. – affermai con decisione.
-Dimmi .. – si fece scherzosamente serio allontanandosi appena da me.
-Voglio che tu sappia che ogni songolo momento di questa notte è stato vero per me…-
-Anche per me .. –
-E voglio che tu creda al fatto che io ti amo .. – gli dissi sillabando le ultime parole.
Ero talmente assorta da quello che stavo cercando di dirgli che non lo vidi spostarsi e mettersi sopra di me.
-Stefan!- lo rimproverai.
-Qualsiasi cosa tu debba dirmi, credo possa aspettare ancora un po’ .. – mi disse guardandomi maliziosamente e alternando un bacio ad ogni parola.
“Dannazione!” maledissi me stessa. Perché potevo parlare, fermarlo e mandare all’aria tutto, ma soprattutto perché sapevo di non aver la minima intenzione di farlo, almeno non in quel momento.
-Può aspettare, ma prima o poi dovrai ascoltarmi .. – lo ammonii seriosa sussurrandoglielo sulle labbra prima di immergere le mani nei suoi capelli e tirarlo verso di me.
PoV Elena
-Siamo soli!- osservò lui quando sentimmo la porta d’ingresso chiudersi.
Sorrisi maliziosa. Ormai la maschera di Katherine la indossavo alla perfezione. Dentro di me sentivo emozioni contrastanti.
Aveva mostrato interesse per Katherine durante tutta la serata. Questo mi dilaniava. Ma volevo averlo. Dovevo averlo. Avrei chiesto a Katherine più tempo se fosse stato necessario.
Mi avvicinai a lui lentamente e sensualmente senza staccare gli occhi neanche per un secondo dal suo viso perfetto. I miei vestiti giacevano a terra dimenticati, li avevo tolti nel momento stesso in cui ero entrata nella camera. Indossavo ancora gli stivali e la biancheria mentre avanzavo con passo cadenzato verso di lui.
-Già..siamo soli..- convenni sospirando quando gli fui davanti.  Sollevai la mano e gli accarezzai la guancia.
-Stai flirtando con me?- chiese divertito –Seriamente?- mi prese leggermente in contropiede ma ebbi la prontezza di riprendermi subito.
-Una serata così piacevole deve essere coronata da una degna conclusione, non trovi?- gli suggerii prendendogli il volto tra le mani e avvicinandomi leggermente.
-Potevi non mandar via le signorine, allora..- suggerii afferrandomi i polsi e allontanandomi delicatamente.
-Su Damon, fammi un altro po’ di compagnia, mi sento ancora sola..- suggerii con malizia.
- è colpa della tua indecisione se ti senti sola .. – mi rispose mantenendo le distanze.
Cercai di metabolizzare l’ennesimo colpo. L’aveva amata e l’amava talmente tanto da non riuscire ancora a dimenticare il fatto che non lo avesse preferito al fratello. Mi sentii svuotata e ferita, ma non per questo demorsi. Un’espressione di consapevolezza, decisione e caparbietà si dipinse sul mio volto mentre tornandogli vicina affermai con decisione –Sono Katherine non puoi dirmi di no .. – mi lamentai, sembrando una bambina capricciosa.
-Riformula la frase .. magari sarai più fortunata .. – suggerì lui.
Non capivo bene cosa intendesse e non stessi neanche a pensarci troppo su.
Mi avvicinai ancora fino ad intrappolarlo tra il muro ed il mio corpo. Portai le mie labbra vicinissime alle sue.
-Sono io.. non puoi dirmi di no .. – ripetei vogliosa facendo aderire perfettamente il mio corpo seminudo al suo.
-E non lo farò..- rispose lui stupendomi per questo repentino cambio d’idea. –Ma spiegami perché mi vuoi..- mi sussurrò sulle labbra. Ad una velocità inumana mi ero ritrovata catapultata sul letto, intrappolata dal suo corpo, torturata dal suo respiro ansante sulla mia pelle e dal tocco gelido e bollente delle sue mani sulla mia pelle.
-Non sono la persona da cui vorresti sentirlo .. – risposi, avendo perfettamente capito cosa volesse da me.
-Sarai sempre tu .. – rispose semplicemente.
Volevo piangere, volevo ammettere davanti a lui di non essere Katherine, dirgli che ero solo Elena. Ma il dolore per aver creduto che mi amasse ebbe la meglio. Mi sfiorò il fianco con la mano e lo guardai negli occhi. Sarei stata sua, almeno una volta.
-Ti Amo.. è perché ti amo … - sussurrai gemendo nel momento in cui la sua mano sfiorò la curva del mio seno.
-Ti amo anche io..- sorrise lui. Mi specchiai nei suoi occhi ridenti e affamati di me. Gli sfilai di dosso la camicia e iniziai a toccare frenetica il suo torace bianco, glabro e perfetto.
Lui mi afferrò le braccia fermandole in alto e sorridendo malizioso si tuffò tra i miei seni e iniziò a baciarli bramoso di averne di più. Avevo le braccia bloccate e mi sentivo completamente sua. Era la trasposizione fisica del mio stato interiore d’altronde. Quindi andava bene.
Sentii le sue labbra percorrere l’addome e scendere più in basso.
La lingua accarezzò il perimetro del mio perizoma facendomi inconsciamente muovere il bacino verso l’altro come a reclamare di più. Lo sentii sorridere sulla mia pelle, e potevo immaginare l’espressione maliziosa e compiaciuta che aveva assunto.
Lo sentii spostare la barriera che lo divideva dal mio centro di piacere ed iniziare a lambire il mio segreto con la lingua. Spalancai gli occhi incapace di gestire tutte le emozioni e le sensazioni che mi provocava ogni suo singolo movimento e gesto.
Mi liberai dalla sua presa e lo tirai sopra di me per incollarmi alle sue labbra. Lo baciai con una foga e una passione che non credevo realmente di possedere. Quando allontanai il viso dal suo per poterlo guardare lo vidi tirare fuori il volto del vampiro. Gli sorrisi appassionata e gli mostrai il collo come chiaro invito a ciò che in quel momento volevo che facesse.
Si avvicinò al mio collo e lo sentii perforarmi la pelle. Immediatamente mentre si nutriva di me mi porse il polso. Affondai a mia volta i canini appuntiti nella sua pelle candida. Contemporaneamente i nostri corpi si congiunsero ed iniziammo a ballare la danza più antica della storia.
Sentivo il suo sangue scorrermi nella trachea, il suo sapore mi invadeva e completava. Non avrei avuto bisogno di altro, mai più. Contemporaneamente sentivo il mio sangue abbandonare il mio corpo ed andare a nutrirlo. Non avrei mai potuto descrivere quello che stavo provando. I fluidi dei nostri corpi andavano mischiandosi in un dolore piacevolissimo o forse, più esattamente, in un piacere doloroso.

ANGOLO DELL'AUTRICE

Allora ragazze!! Grazie mille a tutte, come siete carine io vi adoro!!!!
Dovrebbe essere il penultimo capitolo e spero vivamente vi sia piaciuto!!
Siamo quasi alla fine *lacrimuccia!*
Comunque voglio ringraziarvi davvero siete fantastiche e voglio garantirvi che il prossimo e ahimè ultimo capitolo arriverà prestissimo!
Baci a tutte!!

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Capitolo 9
*** CHAPTER 9 Al posto mio ***


CHAPTER 9 Al posto mio

Ricordavo cosa significava fare sesso con Stefan. Era stata le sensazione più magnifica che avessi mai provato nella mia esistenza.
Quella notte era stato addirittura meglio.
Mi ero spogliata completamente davanti a lui. Nonostante stessi fingendo di essere un’altra, mai come quella volta mi ero abbandonata, mai come quella volta ero stata me stessa.
Non appena entrambi fummo appagati nello stesso istante l’uno dall’altra, non appena lui uscì da me chiusi gli occhi, sospirai pesantemente e rotolai su un fianco per poi riaprire gli occhi e fissare il cielo che iniziava a schiarirsi.
Sentivo il suo sguardo interrogativo su di me.
Non volli girarmi, non avrei più trovato il coraggio per dire ciò che stavo per dire.
-Tut..- stava per chiedermi qualcosa ma lo zittii all’istante.
-Schhh- gli intimai decisa –Sono Katherine!- buttai lì piano continuando a guardare il cielo.
-C…cosa?- dalla voce capii la sua confusione.
-Io- sono- Katherine!- gli dissi guardandolo negli occhi. Non avevo il coraggio di attendere la sua reazione. Sapevo cosa avrebbe fatto. Avrebbe urlato, mi avrebbe accusata, e il ricordo di quella notte sarebbe stato rovinato per sempre. Per questo non appena terminai la frase mi alzai e m’incamminai verso il bosco, decisa a lasciare la radura, decisa a lasciarlo lì.
Non andavo di fretta, non perché avessi speranza che mi fermasse, ma semplicemente perché non avevo fretta di tornare a vestire i miei panni, ed avevo la sensazione di potermi sentire ancora un po’ Elena, finchè non l’avessi rivista.
Quando sentii i suoi passi dietro di me m’immobilizzai un attimo.
Avevo una scelta davanti. Andarmene di corsa o fermarmi a sentire cosa avesse da dirmi. In entrambi i casi sarebbe stato un fallimento.
Però avrebbe sempre potuto decidere di tagliarmi completamente fuori dalla sua vita, quindi, forse, tanto valeva starlo a sentire.
-Perché?- mi chiese tenendosi a distanza.
-Volevo passare un po’ di tempo con te- risposi semplicemente dandogli le spalle.
- Mi hai mentito Katherine, tutta la notte mi hai preso in giro, hai finto di essere un’altra .. -  le sue parole, me le aspettavo, forse anche di peggiori ma comunque sentii qualcosa lacerarsi nel mio petto. Mi voltai verso di lui.
In un attimo gli fui davanti, a pochi centimetri. Probabilmente in un primo momento pensò che volessi attaccarlo perché fece un passo indietro.
Poi si concentrò sul mio viso. Era una maschera di dolore. Non ne potevo più di fingere. Tutto quello che in tutta la mia esistenza avevo provato spingeva per uscire dal cassetto recondito dove lo avevo sigillato per secoli.
-Ho mentito sul mio nome Stefan, è vero.. ma ero io, sono stata io tutta la notte. È con me che hai riso questa sera, è a me che hai insegnato a predare gli animali, è con me che hai fatto l’amore. Non ho mai finto di essere Elena, ho solo fatto in modo che tu potessi conoscere la parte di me che non hai mai voluto vedere!- gli dissi greve.
-Non fare la vittima Katherine! Io ti ho amata .. è tua la colpa se mi hai perso .. –
-Non ho fatto niente di diverso da quello che ha fatto Elena!- gli urlai contro.
-Tu lo facevi per puro divertimento .. –
-E tu non ti sei mai preoccupato di capire il perché .. – gli urlai in faccia. L’espressione sul volto di Stefan si gelò.
-Quindi se permetti, anche io dubito che sia mai stato vero quello che tu hai provato per me. È stato fin troppo facile puntare il dito, Katherine è una stronza, ma perché Katherine si comporta così, te lo sei mai chiesto?- gli domandai con la voce incrinata.
-Io.. – tentò lui.
-Tu niente Stefan, non voglio sentire le tue scuse, come tu non hai voluto sentire le mie!- mi voltai e me ne andai. Mi misi a correre. Non m’importava di essere veloce, volevo tornare a casa e poi andarmene di nuovo. Non mi accorsi della sua presenza dietro di me finchè non mi sentii afferrare alle spalle e sbattere addosso ad un albero.
Non mi mossi. Sapevo che avrei potuto disintegrarlo se solo avessi voluto, ero molto più forte di lui, ma rimasi ferma. Sentivo la sua presa stringere sulle mie braccia, io ero voltata di lato, mi rifiutavo di guardarlo in faccia.
-Guardami .. – mi ordinò. Non lo ascoltai.
-Guardami Katherine .. – stavolta implorò. Lentamente girai la testa verso di lui.
-Mostramela ancora .. – chiese guardandomi dolcemente negli occhi. Lo guardai interrogativa e lui rispose alla mia domanda silenziosa.
-La donna di questa notte … la donna che amo!- 
Pov Elena
Mi svegliai con una sensazione di benessere addosso. Tenni gli occhi chiusi e mi stiracchiai.
-Buongiorno – la sua voce sussurrata nell’orecchio mi fece avere un nuovo brivido e mi fece sorridere.
Aprii gli occhi ed incontrai i suoi. Sorrideva al mio fianco. Mi sentii così felice. Mi strinse a se e mi posò un bacio sulla testa.
Era una giornata meravigliosa.
Amavo Damon. Avevo fatto l’amore con Damon, mi ero svegliata al suo fianco, lui mi stava sorridendo.
All’improvviso una voragine dentro di me si aprì. No, lui non mi stava sorridendo, lui sorrideva a Katherine. Lentamente il mio sorriso si spense, il mio entusiasmo si affievolì. Rimasi tra le sue braccia senza muovermi e senza dire una parola. Damon mi costrinse ad alzare il volto verso di lui e mi guardò interrogativo. Era evidente che si stesse domandando cosa c’era che non andava.
Lessi nei suoi occhi una leggera nota di panico e realizzai solo allora di essere stata una completa egoista.
Lui l’amava ed io gli avevo fatto credere di essere lei.
Non mi avrebbe mai perdonata per questo, non avrei avuto nemmeno il diritto di chiederlo il suo perdono.
Cercavo di sfuggire il suo sguardo ma lui mi costringeva a rimanere voltata verso di lui.
-Sei triste..- non era una domanda ma una constatazione. –Non dovresti, hai avuto me..- disse con la sua solita ironia e il sorriso immancabile.
Sentii gli occhi pizzicare mentre lo fissavo.
Non potevo rimandare,né illuderlo ancora. –No, non ti ho avuto … - dissi guardandolo negli occhi.
-Oh, beh mi sembra di ricordare di sì invece, ed è stato fantastico! Ma nel caso volessi un resoconto dettagliato potrei sempre ripetermi..- disse con voce arrochita posandomi un bacio bollente all’angolo della bocca.
Sospirai sulle sue labbra e chiusi gli occhi. Forse avrei potuto concedermi un’altra volta quel sogno, fui lì lì per cedere ma mi costrinsi ad aprire gli occhi e ad allontanarlo da me.
-Non posso Damon .. – gli dissi cercandolo con lo sguardo.
-Perché no?- chiese lui un po’ divertito un po’ sulle spine.
-Io.. ti ho fatto una cosa terribile, ti ho ingannato .. ti sto ingannando!- gli dissi abbassando lo sguardo. Ancora una volta lui mi costrinse a sollevare il volto e ad incrociare i suoi occhi.
-Non è vero che mi ami?- mi chiese d’un tratto serio senza più l’ombra di alcuno scherzo.
-No, non è questo. Io ti amo, Damon! Ti amo davvero … ma …- cercai di trovare le parole.
-Se mi ami non c’è nessun problema .. – mi sorrise lui dolcemente accarezzandomi la guancia.
-Invece sì, sono stata un’egoista, ma devi perdonarmi e devi credermi io non ho mai voluto farti del male .. – mi sfuggi un singulto mentre mi affannavo nella ricerca delle parole giuste per confessare il mio inganno, parole che forse non esistevano. Come potevo dirglielo? Come potevo essere la causa della distruzione della sua felicità?
Era allegro, era felice, rilassato davanti a me. Il suo sorriso si aprì maggiormente.
Mi sorrise divertito e mi guardò con il suo solito sguardo malizioso in attesa che io parlassi ancora.
Deglutii e decisi di farla finita.
-Il problema non è quello che provo io, ma quello che provi tu .. – cominciai leggermente irritata dagli sguardi divertiti che mi rivolgeva.
-Io ti amo Damon, ma.. – ritentai. Ma prima che potessi accorgermene lui mi azzittì posando un dito sulle mie labbra.
-Anche io ti amo.. Elena ..-  sottolineò il mio nome, lasciandomi senza parole.
Boccheggiai e lui sghignazzò davanti alla mia espressione confusa.
-Ma .. quando?- chiesi incapace di articolare una intera frase di senso compiuto.
-Quando ho capito? – mi chiese completando la mia domanda ed io annuii –
-Più o meno appena ti ho vista …- mi guardò negli occhi sorridendo dolcemente. Io non riuscivo ancora a parlare, a dire niente.
-Sono sempre stato con te Elena..tutta la notte .. – mi rassicurò prendendomi il volto tra le mani –E questa versione sexy e spregiudicata di te mi eccita terribilmente .. – scherzò facendomi sorridere.
Quella mattina persi completamente la capacità di articolare un qualsiasi discorso. Solo una certezza mi balenò in testa. Ero esattamente nel posto dove dovevo essere: tra le braccia di Damon.

ANGOLO DELL'AUTRICE

Ciao Amicheeeee...
siamo arrivate alla fine purtroppo!!!
Spero la conclusione vi sia piaciuta, fatemi sapere!!!!
Per il resto voglio ringraziare davvero tanto tutte voi che siete state fantastiche e meraviglioseeeee <3
Un bacio enorme a tutte voi che avete recensito, ma anche a chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate!! Siete fantastiche!
Grazie anche alle lettrici silenziose <3 <3 <3 <3 <3
Adesso spero che prima o poi ci rincontreremo in qualche altra ff!!
Baci  a Tutte Bellezze!!! E Grazie...

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