I saw your ghost tonight

di Green 182
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm afraid of being alone ***
Capitolo 2: *** That moment felt so real ***
Capitolo 3: *** It wasn't only a dream ***
Capitolo 4: *** I can see him, it isn't a lie ***
Capitolo 5: *** I can't stand the pain ***
Capitolo 6: *** I'm not okay ***
Capitolo 7: *** Where's dad? ***
Capitolo 8: *** I hate everything ***
Capitolo 9: *** Welcome ***
Capitolo 10: *** What's your name? ***
Capitolo 11: *** See the light ***



Capitolo 1
*** I'm afraid of being alone ***


 

I saw your ghost tonight

1. I'm afraid of being alone

(Mark)

Apro gli occhi e mi guardo intorno.

Travis.

Mi ha svegliato lui.

-Mark, stai bene?-

-Penso di si-

Mi metto seduto.

Mi fa male la fronte quindi ci appoggio la mano.

Sangue.

-Ma che cazzo...?!- dico rivolto a Travis.

Mi accorgo solo ora che anche lui è ferito.

-Abbiamo avuto un incidente...- sussurra.

-E Tom dov'è?- il mio primo pensiero.

-Non lo so- dice confuso.

Mi alzo da terra e barcollo fino alla macchina più o meno distrutta che è piegata su un fianco.

Ci guardo dietro.

Mi sento morire.

C'è Tom immobile.

-Tom?!-

-Tom!- lo richiamo.

Niente.

Mi avvicino e lo muovo un po'.

No, non può essere.

NO!

Gli vado ancora più vicino, mi metto in ginocchio.

-Tom!-

Si avvicina anche Travis.

Sento il battito.

-TOM!- urlo con le lacrime agli occhi.

-No Tom, non puoi morire-

Gli prendo la mano.

Inizio a piangere.

Lo voglio ancora.

Lo bacio.

Non reagisce.

Guardo Travis spaventato.

Piange anche lui.

Viene vicino a me e ci abbracciamo.

-Non può essere...- dice.

Tira fuori il cellulare chiama un'ambulanza.

Quando arriva mi fanno allontanare.

Io voglio stare vicino a Tom per l'ultima volta!

Mi tengono lontano...non mi fanno neanche salire su quell'ambulanza.

Tom su una, io e Travis su un'altra.

Travis mi ripete di stare calmo quando neanche lui lo è.

Io non ce la faccio.

Voglio sapere di più su Tom.

Se mi sono sbagliato.

Devo essermi sbagliato, per forza.

Lui non può essere...morto.

Arriviamo in ospedale.

Ci mettono in una stanza e ci medicano.

Io voglio vedere Tom, anche se mi fa male.

-Dov'è il signor Thomas DeLonge?-

-Non lo so...non lo chieda a me- mi risponde l'infermiera.

-Di sicuro sta bene- interviene Trav.

-E allora perchè non è qui con noi?!-

Tace.

Ho paura.

Ho paura di non aver intuito male.

-Io vado a cercarlo- dico sottovoce a Trav.

-Non puoi-

Corro fuori dalla stanza e chiedo informazioni in giro.

Vado giù al pronto soccorso.

Chiedo di lui.

-Signor DeLonge? Aspetti che cerco...-

Non ce la faccio.

Sono perso nei miei pensieri quando mi dice: -È deceduto-.

-Eh? Cosa?-

-Il signor Thomas DeLonge è deceduto-

-Non può essere...ci dev'essere un errore-

-Mark-

Mi giro, c'è Trav.

Mi avvicino a lui.

Lo abbraccio.

-Dimmi che non è successo- dice.

Io continuo a piangere.

-Lui...lui...-

Non riesco a parlare.

-Ho capito, non ti sforzare-

-Non ce la faccio-

Mi abbraccia più forte.

-Io l'amavo-

-Lo so-

-Non ci posso credere-

-Neanche io...-

-Dobbiamo andare-

-Voglio vederlo-

-Ti farebbe più male-

Ha ragione.

È più forte di me.

Ci dirigiamo verso l'uscita.

Vedo Tom passarmi attraverso.

Non penso sia reale.

Mi rigiro.

Non c'è nessuno.

Boh, mi sono sbagliato.

Andiamo a casa di Trav.

Non riesco a sopportarlo.

-Scusa, vado un attimo in bagno- mi dice.

Io sono in soggiorno seduto, tutto sconvolto.

Fisso per terra.

-Mark-

Alzo la testa.

-Tom?!-

Ma che cazzo?!

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Capitolo 2
*** That moment felt so real ***


2. That moment felt so real

(Mark)

-Tom?!-

-Sono io, Mark-

-Ma tu sei...morto- dico con una lacrima.

-Lo so-

-Ma che cazzo?!-

-Mark! Con chi stai parlando?- interviene Travis.

-Con...- mi giro.

Tom non c'è più.

-Con nessuno-

Non ci sto più capendo un cazzo.

-Beh, io vado a casa...-

-Sicuro?-

-Si-

-Ok...ciao-

-Ciao- dico alzandomi dal divano ed esco di casa.

Tom.

Eccolo là seduto sul muretto.

-Mi devi spiegare un po' di cose tu-

Si alza e mi segue.

-Dove stai andando?-

-Vengo con te...-

-Mi fai solo del male-

Tace.

Entro in macchina e metto in moto.

Compare sul sedile vicino al mio.

-Perchè mi hai lasciato?-

-Non dipendeva da me...-

Taccio.

-Mi hanno ucciso-

-Hanno ucciso me-

-Hanno ucciso anche me-

-Ero solo un amico-

-Ma che cazzo dici?!- urlo.

Lo guardo.

-Io ti-ti...- abbasso lo sguardo scuotendo la testa.

-Niente- concludo.

-Mi amavi-

Lo guardo.

-Lo sai anche tu...e ti amo ancora-

Arriviamo a casa.

Metto giù le mie robe e salgo in camera.

Mi metto sul letto e chiudo gli occhi.

-Hey Mark-

Echeccazzo?!

Apro gli occhi ed eccolo lì, di nuovo.

-Che c'è?-

-Posso venire lì?-

-Ovvio-

Sale su letto, ma sul letto non c'è altro peso oltre al mio.

Ovvio.

Lui non è reale.

Io sto diventando pazzo.

-Sai cosa? Mi stai facendo diventare pazzo...-

-Lo sei già...-

-No!-

-Di me- dice ridendo.

-Ah ah ah, il signor DeLonge ha fatto la battuta!- ironizzo.

Mi lancia un cuscino, non so come, ma mi lancia un cuscino.

-Come cazzo fai?!-

Ride.

-Segreti del mestiere-

Rido.

-Quindi se mi tocchi...sento il contatto?-

-Boh-

Si avvicina a me.

Appoggia le sue labbra sulle mie.

Più o meno le sento, è come se una persona normale mi sfiorasse, la stessa sensazione.

-Figo- dice quando si stacca, guardando i miei pantaloni.

-Emmh...- dico imbarazzato.

-Non penso tu abbia le tasche piene...-

-No, infatti...- rispondo.

Ride.

Sorrido.

-Mi manchi...- dico.

-Anche tu-

Mi dà un bacio sulla guancia poi si appoggia al mio petto.

Gli cingo la spalla.

-Lo sapevi che ti amo?- chiede.

Lo guardo.

-Me l'avevi accennato...- dico scherzando, io lo so.

Ride.

-Ora lo affermo, ti amo-

Ci guardiamo, lo abbraccio.

-Tu non puoi avermi lasciato...- dico sottovoce.

Mi scende una lacrima.

Me l'asciuga una volta staccati.

La sera passa.

Mi addormento.

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Capitolo 3
*** It wasn't only a dream ***


3. It wasn't only a dream

(Mark)

Mi risveglio.

Dov'è Tom?

L'ho perso un'altra volta?

No, non può essere.

Era solo un sogno?

Mi scende una lacrima di nuovo.

-Tom?- lo chiamo.

Niente.

Fantastico.

Mi vesto e decido di andare da Travis.

Suono e lui mi apre.

-Hey...come stai?- chiede.

-Male-

-Non sono da meno-

Mi fa entrare.

-Sai, ho sognato, o almeno, penso di aver sognato una cosa strana, ma mi sembrava reale...è complicato da spiegare- faccio una pausa.

-C'era Tom...e ci parlavamo- concludo.

-Sei sicuro di star bene?-

-Si...penso-

-E quindi avresti visto Tom...-

-Sono sicuro che fosse a casa mia...stamattina quando mi sono svegliato non c'era più però-

-Ah...-

-Mi ha lasciato un'altra volta...- sussurro.

-Non ti lascerò mai- ed eccolo là vicino alla finestra, ricomparso dal nulla.

-Tom!-

-Trav, lo vedi? È la vicino alla finestra...-

-Lui non può vedermi- aggiunge Tom.

-Ehm...no- risponde Travis.

-Siediti che ti misuro la febbre- aggiunge.

-No! Io non sto male- quasi urlo.

-Ti prego, fagli capire che sei qui...- mi rivolgo a Tom.

Lui muove la tenda della finestra.

-Vedi?!- chiedo a Trav.

-Mark, è solo il vento- non ci crede.

Tom muove leggermente il vaso sul tavolo.

-E questo pensi che sia il terremoto?! Tom è qui!-

-T-Tom?- lo chiama Travis incredulo.

-Cosa ti dice?- si rivolge a me.

-Digli che gli voglio bene- mi suggerisce Tom.

-Ha detto che ti vuole bene-

A Trav scende una lacrima.

-Non piangere-

-Tom ha detto che non devi piangere...-

-E come faccio?! Mi fa male l'idea di non poterti vedere-

Tom accenna un sorriso e scompare.

Abbraccio Trav.

-È di nuovo scomparso...- dico.

Annuisce.

-Io devo andare- continuo.

-Salutamelo quando lo vedi...- dice.

-Ok...stammi bene-

Gli do un bacio sulla fronte, lo abbraccio di nuovo ed esco di casa.

Risalgo in macchina.

Eccolo di fianco a me.

-Ti saluta Trav...- dico con lo sguardo fisso davanti a me.

-Mi manca anche lui...-

-Già...manchi a tutti-

-E Jen?-

-Jen...mi sa che non lo sa...-

-Va da lei, ora!-

-Ma...-

-Niente ma-

-Ok...-

Dopo 10 minuti arrivo a casa DeLonge.

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Capitolo 4
*** I can see him, it isn't a lie ***


4. I can see him, it isn't a lie

 

(Mark)

Arriviamo a casa DeLonge dopo 10 minuti.

Suono.

Ecco Jen che mi apre.

-Ciao Mark!- dice felice.

Dovrò spegnerle quel sorriso, cazzo.

Io non ce la faccio.

-Ciao, come va?-

-Bene...tu?-

-M-male...-
Non capisce.

-No, ma niente di che...stai tranquilla-

-Che cazzo fai?!- ecco Tom.

-Devi dirglielo- continua.

Deglutisco.

-Entra pure- dice lei.

Entro e mi fa sedere su uno dei divani.

-Ehm...-

-Hai visto Tom?-

Bersaglio centrato.

-Ecco, beh...-

-Avanti...- mi incoraggia Tom.

-Avrei dovuto dirtelo prima...-

-Che è successo?- dice alzandosi in piedi.

-È m-m...- le parole mi muoiono in bocca.

Una lacrima scende dal mio viso.

Mi copro la faccia con le mani.

-Oh mio dio, oh mio dio!- comincia ad impazzire, comincia a fare avanti e indietro per la stanza.

Mi alzo e cerco di bloccarla.

-Jen, calmati!-

-Come cazzo faccio?!- urla.

-Tu non me l'hai detto, e lo sapevi!- urla di nuovo.

Mi molla una sberla.

Wow.

Le prendo le spalle con le mani.

-Jen, mi credi se ti dico una cosa? Mi credi?-

Annuisce, con il viso tutto sporco di matita sbavata.

-Io posso vederlo-

Si sorprende.

-Eh?-

-Io posso vedere Tom...-

-Come cazzo...?!-

-Non lo so...-

-Dille che l'amo...nonostante tutto...- mi chiede Tom.

-Ha detto che ti ama-

Il suo viso diventa ancora pieno di rabbia.

Mi spinge via.

-Come fai a dire queste cose? Perchè devi prendere per il culo la gente che sta male?!-

-Io non ti sto prendendo per il culo, credimi...-

All'improvviso la luce si spegne e poco dopo si riaccende.

-Vedi?- le chiedo.

Vedo Tom vicino all'interruttore che mi fa l'occhiolino.

-Ma come...?!- dice lei.

-Non lo so, te lo ripeto-

-Tom?- lo chiama.

-Mi sente?- dice rivolta a me.

Annuisco.

-Dille che l'amo-

-Ha detto che ti ama...-

Ancora una lacrima sul suo viso.

-Mi sento impotente- dice coprendosi la faccia con le mani.

Tom compare al suo fianco.

-L'unica cosa che devi fare è tener duro e andare avanti...fallo per Ava-

-Dice che devi tener duro...di farlo per Ava-

-Ava e Jonas-

-Eh?- diciamo contemporaneamente io e Tom.

-J-Jonas?- chiede lui.

-Sono incinta...- risponde lei singhiozzando.

-Oh cazzo- esclama Tom.

-Ti aiuterò se avrai bisogno, lo prometto-

Tom mi sorride.

La abbraccio.

-Ti voglio bene Mark-

-Anche io-

Le asciugo le lacrime, però lei non smette di piangere e ci credo.

-S-scusa per la sberla...-

Sorriso.

-Ti capisco...stai tranquilla...scusa, devo andare-

-Ok Mark-

-Chiamami se hai bisogno-

Annuisce.

Esco di casa e di nuovo mi dirigo alla macchina, con Tom al mio fianco.

-È stato difficile...-

-Ho visto- risponde.

-Hai il segno delle 5 dita sulla faccia- continua ridendo.

Metto in moto e finalmente arriviamo a casa.

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Capitolo 5
*** I can't stand the pain ***


5. I can't stand the pain

 

Accendo la tele ed eccola lì la notizia.

-Il cantante/chitarrista Tom DeLonge è deceduto...-

Fantastico.

La spengo e mi lascio andare sul divano.

Mi scendono lacrime, ancora.

-E che cazzo?! Basta!- mi rimprovera Tom.

-Piantala tu!-

Ride.

Mi asciuga le lacrime.

-Guarda che sono capace anche da solo di asciugarmele...-

-E allora fallo...-

-Non ne ho voglia-

-E allora fai quel cazzo che vuoi- dice più o meno incazzato.

-Eh?!- mi sorprendo.

Sparisce di nuovo.

-E vaffanculo!- dico tirando un calcio al tavolino, che si ribalta.

Continuo a piangere.

Ho bisogno di lui fisicamente.

Ho idee suicide.

-Non ci pensare neanche- una voce mi riporta alla realtà.

-Mmh, tu non eri incazzato con me?!-

-Ah già...- dice scomparendo ancora.

Che idiota.

Non sa mai essere serio.

-Dai Tom! Fatti vedere!-

Niente.

Mi dirigo in bagno.

Mi faccio il bagno con un altro intento però.

Mi immergo e aspetto la mia ora.

A causa di un bastardo, l'acqua diminuisce.

Apro gli occhi.

Tom che fa andare giù l'acqua e poi sparisce.

-Oh, ma che cazzo?!-

Ritiro giù l'acqua e tengo fermo il tappo.

Ora non può più mandare giù l'acqua.

Mi immergo ancora.

Penso che sarò più felice.

-Mark, non farlo, cazzo!-

Sento una voce.

Vedo un volto sfuocato da sott'acqua.

Tom che piange.

Richiudo gli occhi.

Sto perdendo i sensi.

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Capitolo 6
*** I'm not okay ***


6. I'm not okay

 

(Travis)

Un messaggio compare sul tavolo.

"Mark si sta suicidando, aiutami. Tom"

Corro a casa di Mark.

Lo trovo nel bagno, senza sensi.

Lo tiro fuori dall'acqua.

-Mark!- dico impaurito.

Chiamo un'ambulanza.

Dopo un po' arriva e ci portano via.

In ambulanza cercano di fargli sputare l'acqua, ce la fanno.

Mark, un po' stordito, si sveglia.

-Travis...-

-Mark!- dico, poi mi butto su di lui, abbracciandolo.

-Mi hai fatto cagare sotto dalla paura, cazzo!-

 

(Mark)

-Tom?!-

-Non sono io quello che lo vede- risponde Trav.

-Sei un coglione- eccolo lì seduto in parte a Travis.

Faccio un segno con la testa a quest'ultimo, che capisce.

-Non potevi lasciarmi morire?!-

-Idiota- mi rimprovera Trav.

-Coglione- di nuovo Tom.

Arriviamo in ospedale, ci mettono in una stanza.

-Cosa cazzo volevi fare?!- mi chiede Trav.

-Uccidermi- rispondo alzando le spalle, indifferente.

-Tu sei pazzo- scuote la testa.

-Concordo- Tom ricompare.

-Mi hai fatto venire un infarto- continua.

-Ah ah ah, come se non fossi già morto...-

-Non capisco...- interviene Trav.

-Meglio...meglio non parlare con certi coglioni...-

-Fottiti- mi risponde Tom.

-Ma fottiti tu!-

-Hey, calma! Qualsiasi cosa stia succedendo...- interviene di nuovo Trav.

-Ma che...! È una testa di cazzo!- rispondo.

-Quello si sa- afferma il batterista.

Rido.

-Hey- Tom fa l'arrabbiato.

Alla radio parte All The Small Thing.

Tutti ci sorprendiamo.

-Cazzo, la sua voce...- sussurra Trav.

Silenzio.

Gli scende una lacrima.

"Una delle canzoni più famose dei Blink 182...sapete già che il cantante è morto in un incidente..." dicono dopo la canzone alla radio.

-E vaffanculo!- dico buttando in terra tutte le cose su comodino.

Mi giro su un fianco.

Sono su un letto d'ospedale.

Tutto fa schifo.

Voglio andare a casa, prometto che non mi cercherò di uccidere un'altra volta.

-Mark...-

Mi fa male.

Tutte le volte me lo ricordano.

So che Tom è morto, ma non voglio crederci.

Fanculo la TV.

E la radio.

Entra un'infermiera.

-Che è successo?- chiede.

-Scusi, sono andato contro al comodino...tutto ok- mi copre Trav.

Mi giro e lo guardo.

-Non potevi dire semplicemente che sto diventando pazzo?!-

-Non lo stai diventando- mi corregge Tom.

-Vai via, Tom-

Mi guarda strano.

-Ti prego, è meglio...- continuo.

-No, Mark-

-Mi fai solo star male! Vai via!- urlo.

-Mark, stai calmo!- mi dice Trav.

-Non ti intromettere- gli urlo contro involontariamente.

Tace.

Tom scompare.

Io pian piano mi addormento.

Non sogno niente.

Meglio.

Voglio morire, di nuovo.

 

Mi risveglio dopo un po'.

Travis è ancora lì.

-Hey-

-C-ciao...che ore sono?- chiedo ancora mezzo rincoglionito.

-Le 20-

-Quando posso andare a casa?-

-Non lo so...-

-Io ora devo andare però...- continua.

-Non lasciarmi...-

-Mi dispiace...- dice alzandosi in piedi.

-No...-

Mi abbraccia e poi esce dalla stanza.

Solo io.

Mi sento solo, fottutamente solo e impotente.

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Capitolo 7
*** Where's dad? ***


7. Where's dad?

 

IL GIORNO DOPO
(Mark)

Mi sveglio.

Entra un'infermiera.

Scusi...quando posso andare a casa?!”

Ehm...già oggi pomeriggio”

Ok, grazie”

Chiamo Travis e glielo dico.

Quando sono le 16 mi viene a prendere.

Hey ciao”

Ciao” dico sospirando.

Sono stufo di questa merda.

Ti porto a casa”

Annuisco.

Ehm...l'hai visto ancora?!”

No...”

Usciamo dalla stanza e successivamente dall'ospedale.

Mi accompagna a casa.

Stammi bene”

Annuisco.

Ciao”

Ciao”

Mi corico sul letto.

Non riesco a negarlo, Tom mi manca, non posso negarlo.

Ho bisogno di lui più di quanto immagino.

Mi ritorna la voglia di suicidarmi.

Vaffanculo!” urlo.

Sono incazzato.

Me l'hanno portato via.

È meglio uccidere quello che l'ha ucciso o suicidarmi?

Forse suicidarmi.

Ma no, ora non ne ho voglia.

Squilla il telefono.

Pronto?”

Mark, sono Jen...”

Hey ciao! Come va?”

Male...”

Silenzio.

Ehm...ti va di venire qui?”

Certo! Arrivo subito”

Esco di casa e mi dirigo da lei.

Suono il campanello.

Apre.

Ciao...”

Ciao e grazie per essere venuto”

Niente...ti serve qualcosa?”

Solo compagnia”

Sorrido.

Mi fa entrare.

Ci sediamo.

Che racconti?”

Io? Allora...vediamo, che ho cercato di suicidarmi...”

Tu cosa?”

Massi, niente”

Mark!” mi rimprovera.

Rido.

Ma stai bene?! Perchè volevi suicidarti?”

Per star meglio e non soffrire più”

Scuote la testa.

Tu devi tenere duro, come faccio io, non è finita finché non si è sottoterra e...il domani avrà giorni migliori...”

Ma come faccio?! Tom...Tom, mi manca troppo”

Ecco, l'ho detto.

Qualcuno ride.

Giro lo sguardo.

Tom.

Mi si illuminano gli occhi.

Cazzo...”

Co-cosa?” chiede Jen.

Faccio segno con la testa.

È là...e mi ride in faccia!”

Lei si gira.

Lui ride di nuovo.

Sei un idiota”

Scompare.

Jen si gira verso di me.

Sarei io quella che dovrebbe uccidersi...io che non posso vederlo”

Hai ragione”

Chino la testa.

Un po' mi vergogno.

Però la voglia è troppa”

Rialzo la testa.

Non ricominciare” eccolo di nuovo.

Oh, Hot Pants ha parlato! Fatti i cazzi tuoi va! Come te li sei fatti fin'ora...”

Si sorprende, Jen anche.

Mi stai prendendo per il culo?!” parla ancora Tom.

Sembra lo stia facendo?! No...”

State calmi” interviene Jen.

Stanne fuori, ti prego”

Ha detto di starne fuori”

Tace.

Ci vediamo a casa” dice scomparendo.

Stavamo dicendo?” riprendo come se non fosse successo niente.

Lei è più o meno shoccata.

Jen?”

Ehm si...scusa”

Il tempo passa, arrivano le 20.

Stai qui a cena?”

No dai, non ti preoccupare...”

No, ma non c'è problema, non disturbi...”

Ok...grazie”

Prepara la cena, ci sediamo a tavola.

Fa la sua comparsa Ava.

Ciao piccolina!”

Ciao zio Mark!”

Sorrido.

È tutta contenta e ignara di tutto.

Mi dispiace.

Il mio sorriso scompare.

Dov'è papà?”

Mi spavento a quella domanda.

Io e Jen ci guardiamo.

È-è via per lavoro”

...è via con l'altra band, con gli Ava...” aggiunge Jen.

Si, con l'altra band, con gli Ava” ripeto.

Odio quel gruppo.

In teoria dovrei odiare anche Tom per quello che ha fatto.

Non ci riesco però.

Io provo tutto il contrario dell'odio verso di lui.

Mi scende una lacrima e non me ne accorgo.

Zio Mark, perchè piangi?”

Mi è andato qualcosa nell'occhio...” cerco l'antisgamo.

Me lo tocco.

Fa male?”

No, stai tranquilla” le dico sorridendo.

Sorride.

Ceniamo.

Successivamente Ava sale di sopra in camera.

Beh...è ora di andare...” dico sospirando.

Guardo per terra.

Mi prende il viso con le mani: vuole guardarmi negli occhi.

Grazie per quello che fai per me, Mark”

Non ho fatto niente di che...ci sosteniamo a vicenda”

Già la tua presenza mi fa piacere...”

Annuisco.

Mi abbraccia.

Ci stacchiamo.

Beh, ciao...”

Esco dalla porta.

Stammi bene” mi dice.

Abbi cura di te”

Chiudo la porta alle mie spalle.

È lì seduto sul muretto.

Lo ignoro.

Vado dritto fino alla macchina.

Salgo.

Lui non compare vicino a me, strano.

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Capitolo 8
*** I hate everything ***


8.I hate everything

 

Arrivo a casa.

Dai, fatti vedere...hai detto che avremmo fatto i conti...”

Compare seduto sul letto.

Io sono in piedi davanti a lui.

Perchè ti vuoi suicidare?”

Starei meglio...”

No”

Ti vedrei...ecco, me l'hai fatto dire...ora sei contento?”

Mi vedi lo stesso”

Non mi basta”

Parlo con la testa abbassata.

Si alza in piedi.

Mi abbraccia.

Mi sorprendo.

Lo abbraccio anche io.

Ti amo” sussurro.

Mi stringe più forte.

Anche io e lo sai” dice staccandosi.

Mi guarda con uno sguardo di rimprovero.

Non voglio che ti faccia del male...”continua.

Si ma...”

Si ma un cazzo!”

Taccio.

Promettimi che non proverai più a suicidarti”

Deglutisco.

Non posso promettertelo...”

Sai che sei una testa di cazzo?!”

Si” rispondo serio.

Si vede”

Promettimelo” riprende.

Non posso”

Fallo per me, cazzo!”

Ci guardiamo negli occhi.

E tu cosa farai per me?”

Starò al tuo fianco, nel bene e nel male”

Non mi basta”

Tace.

Io ti voglio più di ogni altra cosa, cazzo” continuo.

Comincio ad incazzarmi.

Lo so”

È tutto quello che sai dirmi?”

Che cazzo ti devo dire?!”

Di uccidermi, cosi staremo insieme”

Piantala”

Sono stufo.

Esco di casa sbattendo la porta.

Non so dove andare.

Voglio solo scappare dalla realtà.

Voglio scappare da questa vita di merda.

Tutto andato a puttane per colpa di quell'incidente.

Questa vita è un inferno, è diventata un inferno.

Odio tutto.

Odio quello che vedo.

Odio quello che sento.

Tutto.

Odio tutto.

La vita fa schifo.

La mia vita d'ora in poi farà schifo.

Penso che l'idea suicida non se ne andrà mai via...

Jen ha ragione però.

Dice che non devo abbattermi.

Ha ragione, ma è più forte di me.

Sto morendo dentro senza di lui.

Io ho bisogno di quel coglione, di quella faccia da schiaffi.

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Capitolo 9
*** Welcome ***


9.Welcome

 

Mi rifugio al Soma.

Non mi faccio vedere.

Mi farebbero tutti delle domande e io non avrei voglia di rispondere.

Mi farebbe male.

Ogni volta che me lo ricordano, è così.

Al Soma suonano.

Questa canzone è un tributo ai Blink 182...”

E vaffanculo.

Di nuovo.

Cerco di uscire dal locale, e sbatto contro qualcuno.

Anne.

Non aveva ancora avuto modo di contattarmi.

Mark! Come stai?”

Sono a pezzi...usciamo di qui”

Mi segue fino all'uscita, e poi ci incamminiamo verso casa.

Ho saputo la notizia...”

Ti prego no...non anche tu...”

Scusa”

Te come stai?”

Come te, penso...lo conoscevo da più tempo di te...”

Già, ma tu non l'amavi”

Sospira.

Mi dà una pacca sulla spalla.

Ci rimetteremo, vedrai!”

Non io”

Perchè?!”

Riesco a vederlo”

Eh?!”

Credimi...”

Credimi...non dirmi che non sto bene o che sono pazzo...” continuo.

Ok...”

Beh, ci sentiamo...”

Ok, ciao”

Giro l'angolo e sono a casa.

 

 

 

SEI MESI DOPO

 

Squilla il telefono.

M-Mark! Vieni!”

Jen? Che succede?”

Ho le contrazioni”

Esco di casa di corsa e arrivo da lei.

Quando suono il campanello esce con me.

Ci dirigiamo all'ospedale.

La mettono in una stanza e io lì con lei.

C'è anche Thomas, con cui scambio occhiate.

Vedrai che tutto andrà bene...” dico a Jen per tranquillizzarla.

Annuisce.

Sto in camera finché non arriva il momento tanto atteso.

Esco e mi siedo vicino alla porta.

Tom è lì.

Non ci caghiamo minimamente.

Sono in pensiero per Jennifer.

Dopo un po' di tempo sento dei pianti.

Jonas” sussurro spontaneamente.

Tom mi guarda strano, faccio finta di niente.

 

Arriva un dottore e ci, mi dice che posso entrare.

Entro in camera piano.

Hey” sussurro.

Jen sposta lo sguardo su di me.

Ciao”

Come va?”

Ora bene...sono solo stanca”

Sorrido.

Mi avvicino al letto.

Com'è bello!”

Sorride.

Come il papà”

Sorrido insieme a Tom.

A proposito del papà...è qui...”

Oh”

Ma non mi parla perchè è incazzato...”

Non è vero!”

Rido.

Dille che è stupendo”

Ha detto che è stupendo”

Sorride con una lacrima che le scende dal viso.

Lo era anche lui...”

Lo sei anche tu”

Ha detto che lo sei anche tu”

Ti amo Tom, mi manchi” dice singhiozzando.

Oh no, non piangere! Anche io ti amo, tesoro”

Ha detto che non devi piangere e che ti ama anche lui”

...sarò sempre nel tuo cuore”

...che sarà sempre con te, nel tuo cuore”

Tom scompare e Jonas comincia a piangere.

Mi stupisco.

Oh no, non piangere anche tu ora!” gli dice, e gli dà un bacio sulla fronte.

Le faccio una carezza sulla testa.

La giornata passa così, con le visite dei parenti ecc...

Beh...io vado a casa...non c'entro niente con i parenti”

Ma no...dai, se vuoi andare a casa, vai...”

Scusa...”

Niente...ci sentiamo” dice sorridendo.

Esco dalla stanza.

Sono solo.

Strano.

Mi dirigo all'uscita.

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Capitolo 10
*** What's your name? ***


10.What's your name?

 

Mi squilla il cell: Travis.

Pronto?”

Mark, dove sei? Sono passato a casa tua, ma non c'eri...”

Ehm...scusa...è che è nato Jonas”

Jonas?”

Il secondo figlio di Tom”

Ah”

Ero là con Jen, in ospedale”

Beh, ti va di suonare oggi?”

Ehm...okay”

Ci incontriamo in studio”

Ciao”

Ciao”

Chiudo la telefonata, salgo in macchina e mi dirigo allo studio.

Ci sono Shane e Craig.

Trav?” chiedo.

Non è ancora arrivato”

Dopo poco arriva.

Ciao”

Ciao”

Come va?” chiede.

Come sempre...di merda”

Capisco”

Lui?” continua.

Niente”

Prendo il basso ed iniziamo.

All'improvviso mi scendono lacrime.

Non ce la faccio.

Appoggio il basso sul divano.

Scusate” sussurro ed esco.

Percorro il vialetto a piedi.

Torna dentro!” compare Tom.

Mi sorprendo.

Cosa vuoi?”

Torna indietro a suonare”

Non ce la faccio”

Riporta il tuo cazzo di culo dentro!”

Proseguo la camminata.

MARK! PORCA PUTTANA! VUOI ASCOLTARMI?!”

No”

Torna da loro...”

Perchè dovrei?”

Non vedi come ti stai riducendo?!”

Taccio.

Mi fermo.

Mi guardo intorno.

Fanculo” dico sottovoce.

Mi dirigo di nuovo nello studio.

Faccio la mia entrata.

Mark?!”

Non eri mica andato a casa?”

Mark...” arriva Travis che mi appoggia una mano sulla spalla.

Sai perchè sono qui? Immagina...”

Sorride.

Allora ringrazialo da parte mia”

Ah ah ah”

Riprendo il basso, ricominciamo.

Alla sera mentre ritorno a casa, sento del casino in un vicolo.

Mi attira.

Sento delle urla di donna.

Mi avvicino.

Stavano picchiando una ragazza.

Hey, lasciatela stare!”

E tu chi cazzo sei?” mi chiede uno dei due uomini.

Stacci lontano” mi dice Tom, che compare all'improvviso.

Non lo ascolto.

Cerco di difendere la ragazza.

Si avvicinano a me, vogliono colpirmi.

La ragazza li anticipa colpendoli.

Sono stesi per terra doloranti.

La ragazza scappa con me, ci allontaniamo.

Come stai?”

Meglio...grazie”

Vuoi salire? Dove ti porto?”

N-non ho una casa”

Vuoi stare a casa mia per stanotte? Domani troveremo un posto...”

Annuisce.

Arriviamo a casa mia.

Mmh...scusa ma dovrai dormire sul divano...”

Nessun problema” dice sorridendo di poco.

A domani” mi dirigo in camera.

Notte”

 

Mi sveglio e vado in soggiorno.

È lì, dorme ancora.

Solo ora mi accorgo di com'è.

È bionda e molto bella.

Mi metto a preparare la colazione.

Prendo il vassoio e mi dirigo verso il divano.

Poso la colazione sul tavolino e resto lì a fissarla.

Cazzo se è figa.

Apre gli occhi lentamente e poi li spalanca.

Cazzo...” sussurra mettendosi seduta.

Arrossisce.

Stai bene?”

S-si”

A proposito, come ti chiami?”

Skye”

Io sono Mark, piacere”

Sorrido.

Sorride a malapena.

Ti ho preparato la colazione...”

Ah...grazie...non ce n'era bisogno” dice alzandosi.

D-dove vai?”

A cercare qualche posto dove stare”

Eh? Questo non va bene?”

Si gira verso di me.

A te non va bene che io stia qui...sono un peso”

E chi cazzo te l'ha detto?!”

Tace.

Vieni a fare colazione, dai” riprendo.

Timidamente si risiede sul divano.

G-grazie...ma davvero posso restare qui?”

Annuisco.

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Capitolo 11
*** See the light ***


11.See the light

 

Facciamo colazione insieme e io la osservo di nascosto.

È un angelo.

Alza lo guardo e vede che l'osservo.

Arrossisce e tossisce.

Stai bene?” le chiedo.

Annuisce mandando giù l'acqua bevuta.

È solo colpa...” mi guarda.

Dei tuoi occhi” conclude.

Rimango sorpreso.

Scusa?” chiedo.

Si...i tuoi occhi azzurri...sono stupendi”

Oh...ahahahah, grazie...anche tu lo sei”

Nah, ti sbagli”

No, per me lo sei”

Sorride, ricambio.

Ehm...io dovrei andare a fare la spesa...vieni anche tu?”

Si dai”

Ci alziamo dal divano e ci prepariamo per uscire.

Prendo la lista della spesa e poi ci dirigiamo fuori.

Arrivati là, io prendo il carrello e lei la lista della spesa.

Comincia a leggerla:

Latte”

E ci dirigiamo al reparto del latte.

Verdura”

E andiamo a prenderla.

Banane” dice guardandomi.

Scoppio a ridere, mi segue anche lei.

Prendiamo le banane.

Boxer?! Ma che cazzo...”

Mi guarda, arrossisco sorridendo.

Ehm...mi servono” apro le braccia per giustificarmi.

Finiamo la spesa e torniamo a casa.

Mi aiuta a mettere la roba in frigo.

Toh le tue banane!” dice ridendo.

Rido anche io e le metto a posto.

Mi piacciono tanto” dico scherzando.

Ride ancora.

E toh le tue mutande” dice lanciandomele in testa.

Ma che cazzo?!”

Queste non vanno in frigo!” rido lanciandogliele indietro.

Ridiamo entrambi.

E me le lancia ancora.

La prendo di peso e la butto sul divano.

Ho il viso vicino al suo, potrei baciarla, ma torno in cucina.

Avrei voluto, l'ammetto.

Comincio a preparare il pranzo.

La pasta ti va bene?” chiedo.

Sisi grazie”

Devo solo farla scaldare nel microonde”

Va a finire che la brucio, quindi la fa lei al momento.

Mmh grazie” dico imbarazzato.

Si, okay, non so fare un cazzo.

Mangiamo e nel pomeriggio la porto a conoscere i miei amici.

Lui è Travis, lui Craig e lui Shane”

Piacere Skye” e stringe le mani a tutti.

Dobbiamo andare, ci sentiamo” dico per poi andarcene.

Ritorniamo a casa e guardiamo un po' la TV.

Alle 19 la porto a cena fuori.

Molto gentile da parte tua”

Non vorrai mica che faccia bruciare ancora qualcosa!”

Ride, sorrido per questo.

Mi piace, dio se mi piace.

 

 

Due sere dopo, mentre sono sul divano, viene da me e mi bacia all'improvviso.

Ci baciamo dolcemente e poi ci postiamo in camera.

Ci spogliamo velocemente con la voglia di averci.

Facciamo l'amore, come se ci conoscessimo da una vita.

Non parliamo neanche, ci amiamo e basta quella notte.

Quella notte.

Solo quella notte.

La mattina dopo mi sveglio con nessuno accanto, presumo se ne sia andata.

Non capisco perchè.

Vado in cucina e trovo un biglietto.

 

Mark, mi dispiace tanto, ma me ne sono andata.

Non sentirti in colpa perchè non ne hai.

Ho visto una foto tua dove baciavi un ragazzo, un certo Thomas, hai presente?

Ecco, dietro a quella c'era scritto 'Rip', una data, poi un 'Ti amo', e non penso che tu non lo ama più.

È passato troppo poco tempo, è per questo che me ne sono andata...

 

Tua Skye”

 

Thomas.

Cazzo, Thomas.

Mi sono dimenticato di lui, cazzo.

Come ho potuto?

Mi sento una merda.

Tom!” provo a chiamarlo.

Niente.

Tom, dove sei? Fatti vedere!”

Nessuno appare.

Come ho potuto, dio santo?!

Ecco cos'è successo.

Ho sostituito Tom con Skye.

Ma non era mia intenzione, cazzo.

Vado in soggiorno e compare un altro messaggio.

 

Mark,

ho visto che eri felice con lei e tanto anche.

Me ne sono andato per quello.

Ero di troppo ed è giusto che hai cercato di farti un'altra vita dopo la mia morte.

Ricordati solo che ti amo.

 

Addio

Tom”

 

Cazzo, non ci voleva.

Tom!” urlo più volte.

Ti amo! Ritorna, fatti vedere!”

Niente.

Se n'è andato, e penso che tutto quello che avrebbe voluto era che io fossi felice.

E lo sono stato, fino a ieri sera.

Ma sono anche stato stupido a lasciarlo andare.

Si sentiva di troppo, inutile.

E così l'ho perso, senza neanche dargli un bacio d'addio.

Aveva visto la luce.

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