Greta

di shaolin7272
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



 

Autore: Shaolin7272

Genere: Drammatico

Rating: Giallo

Titolo: Greta

Contest : Squadra speciale Cobra 11 – Per le strade di Colonia

Pacchetto: André

Elementi utilizzati: Otto, drammatico, Alcool

Personaggi: Ispettore Capo André Fux, Ispettore Capo Semir Gerkhan , Otto Herzberger , Dieter Bonrath e Commissario Anna Engelhardt

Trama: Un’estate calda, un assassino da identificare e un ritorno dal passato per l' ispettore Fux.

I personaggi non sono miei e non mi appartengono, ma sono di diritto a Marc Conrad e Hermann Joha e alla

rete RTL. Questa storia non è a scopo di lucro.


Non ci sono fan fiction con André Fux il primo vero collega di Gerkan e ho voluto rimediare 

Greta

 

Cap. 1

L'ispettore Semir Gerkhan sbadigliò stiracchiandosi sul sedile, guardò poi l’ora soddisfatto. Mancava poco alla fine del turno. La giornata era stata relativamente calma, giusto qualche intervento su tamponamenti di lieve entità e questo era un bene visto il caldo afoso che persisteva da giorni e che svuotava di ogni energia. “Che ne dici di andare a bere una birra al Dom stasera?” Chiese guardando di sottecchi il collega e amico André Fux che stava guidando silenziosamente. Sentiva che c'era qualcosa che lo turbava, erano giorni che era di umore cupo, scontroso come non mai e Semir voleva capirne il motivo.

“Negativo stasera ho un appuntamento al quale non voglio mancare.”

Il compagno l'osservò inarcando un sopracciglio incuriosito “Non mi dire che… la cameriera dell’area di servizio 25?”.

André annuì.

Semir scosse la testa “Ma come fai?”.

L’amico si voltò con un sorriso canzonatorio “Fascino, amico, classe …”

“Attento André!” urlò Semir.

L'uomo colto di sorpresa frenò bruscamente sterzando e fermando la vettura contro il guardrail per evitare la figura vestita con bermuda a fiori e cappellino alla pescatora apparsa all’improvviso in mezzo all'autostrada.

“Ma che diavolo…” Imprecò Fux uscendo e raggiungendo la persona per trascinarla sul bordo della strada.

“Dico ti vuoi ammazzare? Che accidenti ti è venuto in mente di correre in mezzo alla carreggiata?” Gli berciò sulla faccia.

“Andrè calmati.” Raccomandò Semir che intanto era sceso per controllare l’automobile che sembrava non aver riportato danni apparenti.

André inspirò profondamente passandosi la mano sul volto per calmarsi poi diede un’occhiata all’uomo che aveva di fronte. Magro, una cinquantina d’anni e occhi terrorizzati. La sua rabbia sbollì. L'istinto del poliziotto prese il sopravvento, prese il tesserino e s'identificò chiedendo cosa fosse successo.

L’individuo deglutì vistosamente e senza parlare indicò la piazzola di servizio a pochi metri di distanza dove c’era parcheggiato un camper.

André si diresse nel punto indicato e si guardò in torno. All’apparenza tutto tranquillo, qualche pneumatico abbandonato tra i cespugli, niente altro, poi scorse un cane che stava rovistando in quello che sembrava un sacco della spazzatura. Un sacco con delle gambe e una mano dalle unghie smaltate di rosso brillante.

“Semir vieni qua!” Il collega accorse allarmato dal tono teso.

“Che cosa c’è?”.

L'ispettore Fux gli indicò il punto senza parlare.

“Oh mio Dio!” Mormorò afferrando il telefonino “Cobra 11 a centrale sono Gerkhan mandate una pattuglia, il medico legale e la scientifica al km. 10 vicino all’uscita di Lind.”

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 Grazie per le recensioni :-)

Cap. 2

Era l'alba di un'altra giornata di fuoco, il caldo non dava tregua. Semir entrò di corsa al distretto cercando un po' di refrigerio; si bloccò davanti alla porta del suo ufficio sorpreso nel vedere André già seduto alla scrivania intento a leggere un rapporto.

“Ti sei incantato?” chiese senza alzare gli occhi dai fogli.

“Sorpreso direi, non ho visto la tua macchina fuori, hai dormito qua?” Domandò andando a sedersi al suo posto.

André si strofinò i chiari capelli corti sbadigliando “Non sarebbe una cattiva idea, anzi, se continua così... Il mio appartamento è un forno, non si riesce a dormire.” Poi gettando il fascicolo che stava leggendo sulla scrivania si alzò, con una smorfia si scostò con due dita la maglia azzurra dal corpo scolpito brontolando “Sono arrivato da dieci minuti e vorrei già infilarmi sotto la doccia.”

“Vedila così, con questo caldo anche i criminali lavorano meno.” Tentò di scherzare Semir.

“Come no, abbiamo un cadavere senza identità e nessun indizio.”

“Nessuna novità sulla donna?”.

Il collega fece un cenno di diniego “No, sappiamo solo che è di sesso femminile. Tra i 30 e i 40 anni, bianca, altezza media, capelli e occhi scuri.”

Gerkhan fischiò “Capirai, sai quante donne corrispondono alla descrizione?”.

“Tante, comunque ho chiesto ad Andrea di fare una ricerca tra le denunce di persone scomparse. Dovrebbero arrivare le foto da fare pubblicare sui giornali e il dottor Popper in mattinata dovrebbe eseguire l'autopsia e saperci dire qualcosa di più su come è morta.”

In quel momento comparve una donna bruna sulla soglia in tailleur bianco e una sigaretta stretta tra le labbra vermiglie “Bene siete mattinieri, state già lavorando sul caso?” Chiese il commissario Engelhardt entrando e sedendosi sull'angolo del tavolo di Gerkhan.

L'ispettore Fux scosse la testa allargando le braccia “C'è poco su cui indagare. Niente abiti, nessun documento, nessuna idea di chi sia la vittima.”

L' Engelhardt annuì “Ho sentito qualche istante fa il commissario Kunze dell'investigativa, mi ha gentilmente informato che non ha nulla in contrario a lasciarci le indagini sul caso.”

“Ma guarda ...” Sussurrò André lanciando un occhiata d’intesa con il partner. Nessuno era sorpreso dalla notizia. La rogna era tutta loro.

“Proprio così è tutta nostra.” Disse il commissario come se avesse letto il pensiero dei suoi collaboratori. Poi si accese la sigaretta soffiando una nuvola di fumo “Signori, voglio risultati al più presto. ”Detto questo si alzò e uscì.

“Per i miracoli ci attrezzeremo.” Commentò ironicamente Fux.

“Da dove iniziamo?” Chiese Semir.

“Da medicina legale, andiamo.”

Il dottor Popper stava coprendo il corpo quando i poliziotti entrarono.

“Spero non vi dia fastidio parlare qui, tra poco devo presenziare una conferenza e ho poco tempo.” Comunicò un po' bruscamente l'uomo corpulento con una barba bianca che lo faceva assomigliare a babbo natale.

“No, va bene, anzi, grazie per averci ricevuto.” Rassicurò Gerkhan “Cosa può dirci?”.

“La donna è morta da meno di 48 ore, approssimativamente tra le otto e la mezzanotte di mercoledì. E' stata probabilmente soffocata con un cuscino e sospetto anche che sia stata drogata. Ma avrò la certezza solo dopo i risultati tossicologici.”

“Ci sono segni di violenza?” Chiese Andrè mentre sollevava il lenzuolo per osservarne il volto.

“Nessun segno di violenza.” Precisò il dottore.

Un gemito strozzato fece girare Semir verso il compagno che aveva lasciato ricadere il telo, il viso contratto, gli occhi sbarrati.

“Che cosa succede?” Lo interrogò.

Lui non rispose, arretrò fino alla porta e uscì di corsa dalla stanza lasciando interdetto Gerkhan.

“Dottor Popper mi può mandare tutta la documentazione al mio ufficio?”.

“Certo sarà fatto”.

“Grazie e scusi.” E facendo un gesto di saluto con la mano Semir corse fuori a cercare André.

Lo trovò appoggiato alla portiera dell'auto che cercava di ricomporsi.

“Che cosa diavolo ti è preso?” Gli chiese tra l'irritato e il preoccupato.

“Greta Hartmann” Sussurrò André

“Chi?”

“La donna si chiamava Greta Hartmann.” Ripeté con voce roca aprendo lo sportello e accasciandosi sul sedile del passeggero.

“La conoscevi?” Semir si accorse di aver fatto una domanda idiota, certo che la conosceva.

Rientrarono in centrale senza più parlare.

L'ispettore Gerkhan andò dal commissario Engelhardt a fare rapporto sulla vicenda lasciando il socio nel suo ufficio. Prima di raggiungere André si fermò da Andrea per chiederle di fare una ricerca su Greta Hartmann. Dalla postazione della segretaria poteva scorgerlo seduto alla sua scrivania a capo chino mentre giocherellava con il cellulare.

“Andrea per favore puoi portare un caffè ad André prima di iniziare la ricerca?” Domandò alla graziosa ragazza dai capelli lunghi e ricci, che avendo notato lo strano comportamento dei due uomini al loro arrivo lanciò uno sguardo preoccupato verso l'altro ufficio “Sta bene?” Chiese.

Semir sospirò senza sapere cosa risponderle. Andrea andò silenziosamente a prendere il caffè per il collega.

La Engelhardt arrivò alle spalle di Gerkhan guardando anche lei l'ispettore Fux.

“Non le ha mai parlato di questa Greta?”

“No. Mi ha parlato di decine di donne ma mai nominato il nome di Greta.” Disse Semir.

Il commissario espirò una nuvola di fumo. “Se non si sente di interrogarlo ci penso io.”

Semir si voltò sorpreso “Non sospetterà che sia coinvolto in qualche modo vero?”.

“Certo che è coinvolto, conosceva la vittima.” Rispose secca sapendo di risultare sgradevole, con questo non riteneva il suo agente colpevole di qualcosa.

Andrea intanto aveva portato il caffè ad André facendogli una lieve carezza prima di tornare al lavoro.

Semir e il commissario entrarono fissando l'ispettore Fux che ricambiò lo sguardo attendendo le domande. Passarono alcuni minuti poi André facendo un sorriso storto al collega iniziò a parlare.

“Ho avuto una relazione con Greta Hartmann molti anni fa. L'ho rivista in un negozio la settimana scorsa dopo tredici anni e le ho lasciato il mio biglietto da visita.”

“Quindi non ha idea se avesse nemici?” Chiese il commissario.

“No. Come ho detto l'ho rivista per pochi minuti.”

“Eppure gli hai lasciato il numero, perché?” Domandò Semir anche se immaginava già la risposta.

L'amico fece spallucce. “Me l'ha chiesto e non avevo un buon motivo per dirle di no.”

“Come mai non ha riconosciuto la donna ieri?” L’interrogò la Engelhardt

“L'abbiamo trovata dentro un sacco. Si vedevano solo le gambe e il braccio.”

“Dovrei toglierla dal caso lo sa?”.

“Non è necessario, non sono coinvolto. Sono rimasto turbato a vederla morta non lo nego, ma, questo non mi impedirà di svolgere al meglio il mio lavoro.” Ribadì convinto l’uomo.

La Engelhardt esitò poi lo sguardo fermo degli occhi grigio verdi del suo sottoposto la convinsero, non voleva rinunciare ad un elemento valido come lui. “Per il momento può rimanere sul caso, tuttavia, se lo riterrò opportuno, la esonererò senza indugio.” Poi volgendosi a Semir “Ha lei la responsabilità sulla gestione dell'indagine. ” Detto questo lasciò la stanza.

Rimasti soli Semir si sedette di fronte al collega “Non hai detto tutto vero?”.

André scosse la testa.

“Dovevo vedermi con Greta mercoledì. Mi aveva lasciato un messaggio dicendomi di vederci al Manhattan alle dieci.”

“Ci sei andato?”.

“No, ho visto il messaggio giovedì mattina. Ho paura che abbia incontrato il suo assassino a causa mia.”

“Ma dai, che dici!”.

“Se fossi andato all'appuntamento forse non dovremmo indagare su un omicidio.” Affermò convinto il compagno.

“Non puoi sapere quello che è successo. Ma perché vedervi al Manhattan?”

“Era il nostro locale, forse voleva ricordare i vecchi tempi” sbuffò, “ non ho idea. Vuoi la verità? Probabilmente non sarei andato.”

In quel momento entrò Andrea con il volto contrariato.

“Non ho trovato nulla su Greta Hartmann, nessun domicilio, nessuna denuncia di scomparsa. Nulla di nulla.” Informò i due uomini.

“Prova a cercare Ruth Hartmann, è la sorella.” Disse André.


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



Grazie per le recensioni e a tutti quelli che stanno leggendo questo racconto.


Cap. 3

La giornata stava diventando interminabile, un incubo, pensò Gerkhan, mentre stavano andando a notificare a Ruth Hartmann la morte della sorella. Non era convinto che fosse una buona idea che André andasse con lui ma, il testone aveva insistito. Ad ogni buon conto voleva approfittare del viaggio in auto per farsi raccontare qualcosa di più su Greta.

Rimase in silenzio osservandolo alla guida cercando un modo per iniziare il discorso, l’ultima cosa che voleva era irritare il suo socio. Ad un tratto fu proprio André a rompere il ghiaccio. “Cosa vuoi sapere?”

Esitò un istante “Ecco non saprei … come vi siete conosciuti?”

“Tutto qui? Andiamo tu vuoi i particolari, caro il mio pettegolo turco.”

“No, non é vero. ” Cercò di difendersi per poi scoppiare a ridere, colto in flagrante, sollevato che André scherzasse con lui e non fosse arrabbiato.

“Io e Ruth eravamo compagni di classe al liceo. Ho conosciuto la sorella alla festa dei sedici anni. Greta aveva quasi vent’anni, alta mora e occhi splendenti. Bellissima. Doveva sorvegliarci affinché non combinassimo danni. Non ho mai visto un broncio più adorabile.” Sorrise nel ricordare quel giorno.

“E come sei riuscito ad uscire con lei?” Chiese incredulo Semir. Non metteva in dubbio che l’amico avesse fascino e ci sapesse fare con le donne ma non riusciva ad immaginare una ragazza di vent’anni uscire con un sedicenne per quanto bello e intelligente.

André ridacchiò “Per scommessa. Con i miei compagni di classe avevo sostenuto che sarei riuscito ad uscire con Greta entro la fine della scuola.”

“E quando ti metti in testa una cosa l’ottieni.” Osservò

“Già.” Annuì con la testa Fux “Ci ho messo un po’ per convincerla ma, alla fine mi sono messo con lei. Ho vinto la scommessa. Tuttavia non avevo previsto di innamorarmi.” Disse accostandosi al marciapiedi “ E’ stata la prima donna con cui ho fatto l’amore.” Confessò.

“Perché è finita?”

“Per vari motivi. Avevo appena finito le scuole e i miei interessi erano la musica e le macchine veloci. Non avevo idea di cosa avrei fatto da grande. Lei invece sì. Aveva vinto un dottorato di ricerca a Parigi. Ha scelto il lavoro.” Non c’era amarezza nelle sue parole solo una punta di rammarico.

Semir lo guardò con affetto. Gli risultava difficile immaginare l’amico giovane e innamorato. Da quando lo conosceva era uscito con decine di donne senza mai veramente legarsi. Greta doveva essere stata veramente speciale. Gli diede una pacca sulla spalla e scese dall’auto.

Arrivati alla porta suonarono il campanello. Aspettarono alcuni minuti e alla fine venne ad aprire una donna tarchiata vestita di grigio dai capelli striati di bianco e occhiali con una spessa montatura. André fece fatica a riconoscere la sua compagna di classe, non che fosse mai stata una bellezza, ma, adesso sembrava una vecchia.

Lei però lo riconobbe subito. In fondo era il ragazzo che le aveva fatto battere il cuore e glielo aveva anche spezzato mettendosi con la sorella.

Spalancò l’uscio con un sorriso che ringiovanì il suo viso “André che sorpresa” disse con tono falso “accomodatevi” e fece strada verso il salotto spoglio. Non aveva dato a loro il tempo neanche di identificarsi. Semir si raschiò la gola a disagio guardando confuso il socio e si presentò “Sono l’ispettore Gerkhan”

“Polizia? Allora non siete qui per una visita di cortesia.”

“No Ruth siamo qui per Greta.” Intervenne Fux

Ruth fece segno ai due di sedersi sul divano di pelle nera con cuscini bianchi mentre lei si sedette sulla poltrona di fronte a loro.

“Che cosa ha combinato mia sorella?”.

“Non ho un modo facile per dirtelo” mormorò André imbarazzato, odiava informare i parenti del decesso di un loro caro anche quando non li conosceva, figuriamoci in quella circostanza, “mi spiace hanno trovato Greta morta vicino all’uscita autostradale di Lind” le comunicò “qualcuno l’ha uccisa e gettato il corpo dentro un sacco di plastica dietro a dei cespugli.”

Ruth si portò la mano alla bocca e scrollò forte la testa ma quel gesto sembrava artefatto.

“Se la sente di rispondere a qualche domanda?.” Chiese gentilmente Semir. “Greta abitava qui? Se sì, possiamo dare un’occhiata alle sue cose?”.

Lei annuì poi alzandosi di scatto uscì dalla stanza. Aspettarono incerti sul da farsi per una decina di minuti guardandosi attorno. C’era poco in quella stanza disadorna, nessun quadro sulle pareti bianche e neppure foto. Stavano per andarla a cercare quando ritornò con un vassoio e del caffè. Porse la tazza ad André “Lo prendi ancora con tre zollette di zucchero e macchiato vero?”. Lui rimase colpito del fatto che si ricordasse ancora come prendeva il caffè.

Intanto Ruth servì anche il suo collega e risedendosi cominciò a parlare. “Greta era ritornata da poche settimane, la casa farmaceutica per la quale lavorava l’aveva trasferita di nuovo a Colonia. L’ospitavo temporaneamente.”

“Aveva nemici, qualcuno che poteva avercela con lei?” Domandò André

Ruth fece una risatina secca “Dovresti saperlo meglio di me, non era cambiata. Prendeva quello che voleva, usava le persone per i suoi scopi e poi quando non ne aveva più bisogno le buttava via come giocattoli rotti.”

“Che intende dire?” Chiese Semir.

“Pur di fare carriera elargiva favori ai suoi superiori. Capite cosa intendo vero? Inoltre denigrava i collaboratori, mentiva. Di nemici a Parigi deve essersene fatta parecchi. A Colonia non credo. Non è rimasta abbastanza tempo.”

André era perplesso dalla descrizione fatta da Ruth non riusciva a riconoscere Greta. C’era qualcosa che non quadrava ma non riusciva a capire cosa fosse. “Non ti sei preoccupata, voglio dire è scomparsa da tre giorni e non hai provato a rintracciarla, perché ?” .

La donna alzò gli occhi al cielo sbuffando “Non sono la sua baby sitter. Ho fatto il doppio turno in ospedale. In realtà mi aveva detto di averti incontrato e che avevate un appuntamento. Ho pensato che dovesse recuperare tredici anni.” Disse con acredine.

I due poliziotti rimasero senza parole, avevano percepito chiaramente l’astio. Ruth Hartmann non sembrava per niente addolorata per la dipartita di Greta.

Dopo aver controllato le poche cose della donna e requisito l’agenda si congedarono.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Grazie  per le recensioni e a tutti quelli che leggono

Cap. 4

Era passata una settimana e il caldo imperversava ancora. Il caso Hartmann era fermo. La perquisizione della camera di Greta non aveva portato nessun indizio, avevano anche contattato i poliziotti francesi  ma,  anche da quella parte niente.
Semir scrutò  le nuvole che minacciavano pioggia sperando ardentemente in un bell’acquazzone poi ritornando sul rompicapo Hartmann disse all’amico.
“Ricapitolando tutto quello che abbiamo è … niente, possibile che non ci sia nessun movente, nessun potenziale nemico?”.
“Così sembra.” André cominciò a colpire il sacco appeso vicino alla sua scrivania.
“André piantala di dare pugni non riesco a concentrarmi.”
“Io invece rifletto meglio.” Poi sbuffando all’occhiataccia del collega smise e si sedette accanto a lui.
“Nel sangue le hanno trovato  tracce di alcool e Ketamina. E se fosse stato qualcuno che voleva violentarla?”. Ipotizzò Gerkhan
“Potrebbe … ma perché soffocarla con un cuscino? E ti ricordo che  non c’erano segni di violenza.”
“Non pensi che sia opera di un maniaco occasionale?”.
“No. Il modo in cui è stata trovata fa pensare ad un occultamento per ritardare il ritrovamento e il riconoscimento. Che motivo avrebbe avuto l’assassino se  non conosceva la vittima?”.
“Anche questo è vero ma Greta non aveva molti conoscenti qui.”
“La Ketamina è un narcotico facilmente reperibile per chi lavora in una casa farmaceutica.” Commentò André.
“ Anche per chi lavora in ospedale.” Osservò Semir “Pensi che sia qualche collaboratore di Greta?”.
“Perché no? Non abbiamo trovato gli abiti e la borsa eppure abbiamo setacciato tutta l’area, quindi,  l’ipotesi più probabile è che l’assassino se li sia tenuti come feticcio o se ne è sbarazzato in un secondo tempo in una zona diversa. E nella seconda ipotesi addio trovare prove.” Poi André guardò l’ora “Devo andare.”
“Hai un appuntamento?”.
“Ruth mi ha invitato a bere, voleva scusarsi per come aveva reagito la volta scorsa.”
“Ah ah,  secondo me Ruth aveva una cotta per te e odiava la sorella perché ha avuto una relazione con te.” Scherzò  “Potrebbe essere un movente valido.”
André roteò gli occhi “Ma per l’amor del cielo!  Metà delle ragazzine della scuola  mi correvano dietro. Compresa Ruth .”
“Sta attento stasera non vorrei che si facesse strane idee. Non ha più sedici anni.”
“Nemmeno io.” Ribatté l’amico salutandolo con un gesto della mano.
Semir scosse il capo e  ricominciò a leggere il rapporto anche se ormai lo sapeva a memoria. Gli indizi erano lì da qualche parte e lui voleva trovarli.
Non si accorse del tempo passato fino a  quando l’agente Otto Herzberger in borghese non comparve sulla porta. “Scusa hai un attimo?” Chiese l’uomo corpulento dal faccione simpatico coperto da una corta barba rossiccia.
“Se si tratta della partita di poker non posso venire.”
“No, abbiamo trovato chi viene al posto tuo. E’ arrivato questo dossier su Ruth Hartmann  c’è qualcosa che dovresti leggere.”
“Che cosa può esserci di così urgente da non poter aspettare domani?”
“Sembra che la donna sia stata indagata un paio d’anni fa per delle morti sospette in corsia.”
“Stai scherzando? E perché queste informazioni sono arrivate solo ora?” Domandò Gerkhan  prendendo  i fogli e dandogli  una lettura veloce.
Otto scosse il testone “Le accuse sono cadute. Nessuna prova e la Hartmann ha lasciato l’ospedale.”
“Porca put… Le vittime avevano tracce di ketamina e alcool nel sangue.  Aspettami qui Otto forse ho bisogno di te”  Semir aveva avuto un intuizione ma aveva bisogno di prove e corse dal commissario Engelhardt. Dopo alcuni minuti uscì e fece cenno a Herzberger, che l’aveva aspettato incuriosito, di seguirlo. Non fece quasi in tempo a salire in macchina che il collega era partito a razzo.
“Dove andiamo Semir?”
“Da Ruth Hartmann. Abbiamo perquisito solo la camera di Greta e non abbiamo pensato di guardare nelle altre stanze. Non ne avevamo il motivo ma se il mio sospetto è giusto …”
Sperava di sbagliarsi.
Erano arrivati  l’appartamento era al buio. Otto brontolò “Come facciamo ad entrare?”.
Semir ci mise pochi minuti ad aprire la porta. Aveva  l’autorizzazione.
“Guarda in camera di Ruth mentre io perquisisco il soggiorno” ordinò l’ispettore
“Cosa stiamo cercando?”
“La borsa e i documenti di Greta.”
Semir intanto cominciò a rovistare i cassetti del soggiorno, nell’ultimo trovò delle fiale. Ketamina. Herzbergher lo chiamò urgentemente. “Semir ho trovato qualcosa.”
Entrò di corsa e  trovò Otto pallido che guardava  l’armadio aperto come ipnotizzato. Dentro c’era un altarino. Foto di Greta con il volto sfregiato da una croce. Ma quello che gli fece correre brividi freddi lungo la schiena furono  le foto di  André. Alcune erano recenti.
“Ho trovato anche la borsa e i documenti, probabilmente sono sempre stati qui.” Disse Otto con voce roca tenendo in mano una sacca di cuoio.
 Semir prese il telefonino e compose il numero che sapeva a memoria. Una voce metallica gli disse che non era  raggiungibile. “Ma porca miseria ha sempre il cellulare scarico quando ne hai bisogno!”.  Il suo pensiero andò ad André, solo, isolato con una pazza. Dovevano trovarlo.
 

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


 Grazie a tutti quelli che hanno letto il racconto

Cap. 5

La serata si stava rivelando più gradevole di quanto si potesse immaginare. Il locale era grazioso con luci soffuse e musica in sottofondo, Ruth,inoltre, era stata socievole e doveva ammettere di piacevole compagnia.

André si alzò, scusandosi, dal tavolo allontanandosi per qualche istante a controllare eventuali messaggi, rendendosi conto così che come al solito si era scordato di caricare il suo cellulare.

Ritornò al suo posto e pensando che fosse ora di congedarsi bevve l’ultimo sorso di whiskey chiedendo il conto.

Guardò Ruth, era attraente con quel vestito, il trucco la faceva sembrare più giovane, addirittura gli ricordava tremendamente Greta. Si domandò se era il caso di provarci con lei.Si sentiva annebbiato, forse aveva esagerato con l’alcool. Ruth stava dicendogli qualcosa ma non riusciva a capirla. Scrollò la testa per snebbiarla.

“Forse è meglio che chiami un taxi temo di aver bevuto troppo.” Disse André rinunciando all'idea di flirtare con la donna, era meglio evitare complicazioni sentimentali.

Ruth annuì con il capo ridendo “Ma perché? Non è necessario ho la macchina davanti al locale. Verrai a recuperare la tua domani, ti porto a casa io.”

Non riuscì a declinare l’invito e uscirono dal locale a braccetto con lui non del tutto stabile sulle gambe. Al contatto con la donna Andrè sentì un brivido di eccitazione e quando salì sull’auto emise un sospiro di sollievo “Sono veramente mortificato di solito reggo l’alcool molto meglio forse dipenderà dal caldo e dalla stanchezza. Scusami.”

“Tu rilassati e lascia fare a me.” Sussurrò la compagna.

Passarono alcuni minuti in silenzio all'improvviso André capì che non lo stava portando a casa, stavano facendo tutt’altro tragitto.

“Ruth dove stiamo andando?”.

Lei si volse a guardarlo con un sorriso “Tranquillo. Vedrai ci divertiremo.”

Non capiva se fossero state le parole o l'espressione della donna ma il suo istinto gli disse che doveva rimanere lucido e incominciò a sospettare che il senso di torpore fosse provocato da ben altro che un bicchiere di troppo. Doveva scoprire dove stavano andando. Andrè finse di chiudere gli occhi appoggiando il capo al finestrino ma rimanendo all’erta.

Intanto in casa Hartman erano arrivati di rinforzo Dieter Bonrath e due altri colleghi. Gerkhan dopo avergli dato istruzioni uscì insieme a Otto.

Era agitato, non riusciva a ricordare se Andrè gli avesse detto il nome del locale dove doveva andare. Diede le chiavi a Herzberger perché guidasse .

Ruth in quello stesso momento si era parcheggiata nel garage dietro al caseggiato di casa sua. Guardò André preoccupata, sperava di non avergli dato troppa ketamina. Poteva diventare un problema spostarlo e farlo arrivare a casa .

Socchiuse lo sportello del passeggero “Andiamo siamo arrivati.” Disse dolcemente all’uomo, che con le forze residue colse di sorpresa la donna colpendola con la portiera per poi uscire barcollando, l'unica via di salvezza era correre verso la strada e fermare qualcuno.

Ruth gli corse dietro ma proprio mentre stava per raggiungerlo André si buttò in mezzo alla via rischiando di essere investito proprio dalla BMW E 36 di Gerkhan. Otto frenò in tempo per evitare il collega che cadde a terra. Semir scese a soccorrere l’amico.

“Ruth è stata lei.” Mormorò mentre Semir lo aiutava a salire in auto e mettendosi al suo fianco.

La donna vista la situazione ritornò di corsa verso il garage, fece retromarcia con la macchina e uscì a tutta velocità.

Herzbergher incominciò l'inseguimento ma la donna non aveva intenzione di arrendersi e incominciò a fare zig zag tra le auto arrivando all'autostrada .

“Cobra 11 due sono Herzbergher sono all’entrata dell’autostrada A126 all’inseguimento di un sospetto su una Volkswagen Scirocco bianca targata Aw345H ho bisogno di rinforzi.”

Semir intanto cercava di fare stare sveglio André parlandogli, tenendolo stretto e cullandolo. Ma lui era troppo stanco, troppo e sentendosi al sicuro si lasciò scivolare nel sonno tra le sue braccia.

Un lampo squarciò il cielo e una pioggia torrenziale incominciò a scendere rendendo difficile l’inseguimento della Volkswagen, ma Otto non voleva mollare. Finalmente arrivarono in rinforzo due vetture che formarono un posto di blocco ma Ruth guardando lo specchietto retrovisore e poi davanti a sé strinse forte il volante fra le mani e non si fermò. Speronò le auto e poi perdendo completamente il controllo finì contro il guardrail sfondandolo e finendo giù dal cavalcavia.

Herzbergher frenò lui e Semir scesero correndo verso il dirupo. Una fiammata li fece arretrare. Per Ruth Hartman non c'era più niente da fare.

 

Shaolin7272


 

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