Ogni tanto la vita lo fa. Ti piazza davanti uno sguardo e non lo dimentichi più.

di Franci_1
(/viewuser.php?uid=208093)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mean girls ***
Capitolo 2: *** The first meet. ***
Capitolo 3: *** Spanish lessons ***
Capitolo 4: *** Il racconto.. ***
Capitolo 5: *** The truth.. ***
Capitolo 6: *** I just can't stop loving you ***
Capitolo 7: *** Thanks for.. ***



Capitolo 1
*** Mean girls ***


CAPITOLO 1
 
Camminavo per i corridoi più fiera che mai. Questo era un nuovo anno. E sarebbe stato l’ultimo. Avevo una borsa di studio per il cheerleading e tutti erano a conoscenza della mia omosessualità. Mi affiancai a Quinn e cominciammo a camminare più convinte verso un ragazzo.  Sbadigliai sorpassando la persona davanti a me.
 
“Sei noioso Smythe.” Mi limitai a dire ridendo con Quinn.
 
“Sai una cosa Santana? Sei una prepotente, mi hai stancato. Non ti ho fatto niente stavo solamente parlando con-“ disse lui girandosi verso di me parlandomi con tono duro e pieno di coraggio. Lo interruppi alzando la mano davanti alla sua faccia.
 
“Non penso che ti sia ancora chiaro come funzionano le cose qui… tu non mi puoi rispondere..”
 
Velocemente schioccai le dita di entrambe le mani e arrivò Puck prontamente con due granite e Sam che ne teneva una in mano.
 
Puck me ne passò una che tirai a Sebastian colpendolo in pieno volto mentre Puck e Sam colpivano rispettivamente Kurt e Tina.
 
Scoppiai a ridere insieme agli altri mentre venimmo raggiunti anche da Blaine che però rallentò passando accanto a Kurt e lo guardò con aria dispiaciuta. Notai il comportamento e scossi la testa.
 
“Ben tornati a scuola, loser.” Disse Puck spingendo Kurt.
 
Sorrisi e mi voltai tornando a camminare mentre gli altri velocemente mi seguivano e superavano ridendo e rincorrendosi. Quinn invece camminava con me. Mi sentii chiamare.
 
“Santana..”
 
Rallentai il passo e mi voltai.
 
“La pagherai.” Disse quel dentone stringendo i pugni e tenendo gli occhi chiusi per il ghiaccio con colorante che effettivamente doveva dare una noia assurda agli occhi.
 
“Twink, fa quello che credi, ma penso che tutto questo coraggio che hai trovato ti si rivolgerà contro. E comunque occhio a dove cammini. Potresti accecare qualcuno con quel naso, dovresti avere un porto d’armi per quello.” Detto questo ci rivoltammo e ci allontanammo mentre ormai la campanella suonava nuovamente per dare l’ultima possibilità di entrare in classe.
 
*******************
 
“Seb.. Seb calmati maledizione. Ragiona!” sentii urlare e mi affacciai alla finestra di camera mia.
 
Una ragazzo, piuttosto ben messo, camminava spedito verso la mia porta e un ragazzo, ben vestito, lo tirava per un braccio cercando di portarlo via.
 
“Kurt, lasciami. Non sto facendo niente di esagerato. E’ una giusta punizione. E poi gli e lo chiedo e basta okay? Io mi sono stancato, tu no? Non sono uno stupido burattino che può trattare di merda ogni volta che vuole.” Disse lui fermandosi di scatto e poi spingendolo facendo lasciare al ragazzo la presa tornando a camminare.
 
“E quindi ti abbasserai al suo livello?” disse lui facendolo voltare.
 
“Non ne posso più Kurt..Non posso più vivere questo inferno per un altro anno.”
 
Lui annuì e si avvicinò.
 
“Lo so. Ma sono in cinque e tu te la stai prendendo solo con Santana.”
 
“Lei è il capo. Se riesco a buttare giù lei gli altri non varranno più niente… e lo sai.”
 
“Ti sei mai chiesto perché ti tratta così??” chiese allora lui di scatto.
 
“Mi vuoi dire che da cazzo di parte hai? Stai con me o contro di me? E’ per Blaine vero? Giuro che a lui non succederà nulla..” disse lui e tornò a camminare e finalmente sentii suonare il campanello. Scossi la testa e scesi velocemente ad aprire sentendo un leggero “L’ultima volta non è andata così però....” ma in pochi secondi fui davanti alla porta e l’aprii.
 
“Salve, come posso aiutarvi?” chiesi sorridente.
 
“Ciao! Innanzi tutto volevamo darti il benvenuto. Sappiamo che sei appena arrivata in città, Lima è piccola ti troverai bene..” mi disse il ragazzo più alto tendendomi un cesto di benvenuto.
 
Sorrisi prendendolo e mi scostai dalla porta facendoli entrare vedendo con la coda dell’occhio l’altro ragazzo passarsi stancamente una mano sul volto.
 
Ci andammo a sedere in salotto.
 
“Posso offrirvi qualcosa?” chiesi sorridendo posando il cestino su un mobile.
 
I due scossero la testa.
 
“Bene, io sono Brittany comunque..” dissi tendendo la mano a entrambi.
 
“Sebastian..”
 
“Kurt, molto piacere..”
 
Li feci accomodare a sedere e feci lo stesso.
 
Mi iniziarono a chiedere perché mi fossi trasferita in una cittadina come Lima, ma sinceramente non avevo ancora voglia di parlarne con degli estranei così evitai l’argomento chiamando in causa ciò che avevo udito non molto prima.
 
“Allora, so che non siete qui solo per darmi il benvenuto..”
 
Kurt si schiarì la voce mentre Sebastian accavallò le gambe con finta non curanza.
 
“Beh, forse.. cioè voglio dire, voglio chiarire che siamo qui per darti il ben venuto, ma ho letto di te su internet sul blog che teneva un ragazzo nella tua vecchia scuola.. e così.. volevo chiederti.. se potessi aiutarci..”
 
“Aiutarlo.. io me ne tiro fuori..” disse il ragazzo.
 
“KURT!” urlò Sebastian in risposta schioccandogli un’occhiataccia.
 
“No Seb, è la tua battaglia..”
Velocemente il ragazzo lo zittì portandogli la mano sulla bocca.
 
Si rivoltò verso di me e abbozzò un sorriso.
 
“Comunque, vorrei che tu MI aiutassi. C’è questa ragazza che è davvero pessima con me. Sono disposto a pagare qualsiasi cifra..” aggiunse poi e io mi sedei più comoda.
 
“Senti io sono nuova qui, e vorrei poter vivere la mia vita un po’ okay?” dissi alzandomi ma lui mi prese per il polso.
 
“E la vivrai, ma ti prego devi aiutarmi.. ogni giorno è un tormento. Mi offende, mi tira le granite in faccia è  durata troppo questa storia, tu sei l’unica persona che può aiutarmi , metti fine a questo mio inferno..”
 
Alzai le sopracciglia e spostai lo sguardo su Kurt e lui fece un leggero sorriso.
 
“Vive per caso in un film anni 80?”
 
“No, ma gli piacciano molto..” disse lui ridacchiando  e feci lo stesso.
 
“Okay lo faccio, non so bene ancora come procedere, dovremmo capire qual è il suo punto debole..”
 
“Beh in merito a questo ho portato un piccolo fascicolo sulla ragazza in questione..” disse porgendomi un blocco di fogli.
 
Lo presi alzando il sopracciglio sfogliando i fogli.
 
“Okay, vedo che sei preparato.. ma cosa sai di me? Di quello che ho fatto?” chiesi posando il blocco sul tavolino da fumo davanti al divano.
 
“So che hai 18 anni, ti sei trasferita qui dalla California e che hai aiutato una tua amica con delle ragazze che la infastidivano. Hai finto di essere loro amica e le hai distrutte dall’interno..” disse lui come se avesse imparato a memoria il tutto.
 
Sospirai.
 
“Sai perché mi sono trasferita qui? Perché questo mi ha fatto diventare una pessima persona. Sono dovuta scappare da dove stavo, dalla mia città perché non mi riconoscevo più. Ho fatto qualcosa di pessimo. Certo loro erano tremende ma..”
 
“Senti, Brittany, facciamo così. Facciamo che consideri la cosa, la studi meglio e poi mi fai sapere, senza rancore..” disse alzandosi interrompendomi.
 
“Okay, guarderò la situazione e deciderò.. “ annuii io accompagnando i due verso la porta. Li salutai con la mano e chiusi la porta alle mie spalle.
 
Sbuffai e camminai a passo lento verso il salotto. Mi avvicinai al cestino e scrutai cosa ci fosse dentro.
 
“Ehi..” sentii alle mie spalle.
 
“Ehi..” risposi io continuando a cercare qualcosa che non fosse del cibo non pre-digerito, o per lo meno che fosse commestibile. Poi mi voltai e sorrisi.
 
“Accetterai?” mi chiese mentre tirai fuori dei biscotti e ne mangiai uno e mentre assaporavo lo osservavo.
 
“Non lo so.. sai perché ce ne siamo andate da li..”
 
“Non è il solo motivo comunque..  è comunque vero che tu hai fatto molto per me.. mi hai aiutato davvero, e hai aiutato anche tutti gli altri.. “
 
“Non sono fiera di ciò che ho fatto, però.. “
 
“Andiamo Britt. Non le hai mica ammazzate o mutilate, le hai fatte litigare e sciogliere.. adesso quel posto è tranquillo. Non c’è nessuna regina che domina sugli altri. Ed è così che dovrebbe essere.. ”
 
Sospirai e mi avvicinai prendendole il volto tra le mani e lasciandole un dolce bacio sulle labbra.
 
“Ho detto che ci penserò. Voglio vedere come è la situazione.. non so.. mi sembra che ci sia qualcosa che non quadri giusto in questa storia..” sorrisi e le infilai un biscotto in bocca.
 
Le lo morse sorridendomi per poi portarsi una mano alla bocca e iniziò a cercare un fazzoletto e poi, una volta trovato, sputò il biscotto in esso e alzò lo sguardo su di me che intanto avevo iniziato a ridere come una matta.
 
“Sono terribili, dio santo, dovrebbero essere fuori commercio!!” disse lei mentre io ridevo annuendo.
 
“Bastarda!!” disse poi spingendomi e le mie risate aumentarono.
 
“Ehii.. non si alzano le mani!!” dissi bloccandola per i polsi e schiacciandola al muro per poi schiacciarla con il mio corpo. Sorrisi sulle sue labbra impossessandomene subito e il suo telefono squillò.
 
Lo estrasse dalla tasca mentre io spostavo la mia attenzione sul suo collo scoprendolo dai capelli.
 
“P-pronto? Si.. si.. N-no non disturba..”
 
Feci scorrere la mia mano verso la sua intimità e lei gemette al telefono e risi continuando a morderle e baciarle il collo.
 
“C-certo.. ar-arrivo..” disse spezzata da dei gemiti e poi riattaccò.
 
“Britt..” sussurrò mentre io riportavo le labbra sulle sue.
 
“Devo andare.. era il preside, voleva parlarmi della borsa di studio..”
 
Sospirai e mi staccai scocciata.
 
“Okay, vai, sennò fai tardi..” dissi andandomi a sedere sul divano.
 
Lei prese la borsa e si sistemò i vestiti prima di avvicinarsi a me lasciandomi un bacio sulle labbra.
 
“Ti amo..” mi disse prima di uscire.
 
“Anche io..” risposi di rimando accendendo la televisione.
 
Dico, non poteva aspettare qualche minuto per andare via? Con questa storia del college Elisabeth era sempre a lezione.
 
Stavamo insieme da un annetto e lei aveva due anni di più di me. Era stata presa a una prestigiosa, anche se a molti sconosciuta, università di fisica a Lima e ci eravamo trasferite li. Ovviamente senza genitori. Io ero praticamente scappata di casa dopo la reazione dei miei quando avevano saputo il mio orientamento sessuale.
 
Elisabeth mi aveva accolto a braccia aperte come la sua famiglia, ma adesso ci eravamo dovute trasferire entrambe.
 
Sospirai nuovamente facendo zapping per poi posare lo sguardo sul tavolino da fumo e guardare il blocco di fogli.
 
Allungai la mano e cominciai a sfogliarli.
 
“Santana Lopez, Lima Heights Adjacent. Orientamento sessuale: gay.”
 
C’era una foto allegata al fascicolo. La presi tra le mani e la guardai. Sembrava bellissima. Posai la foto sul tavolino e continuai a leggere.
 
“Capitano delle Cheerios. Migliore amica: Quinn Fabrey. Anche essa cheerleader. Resto del gruppo composto da Noah Puckerman, Sam Evans, Blaine Anderson. Sono tutti nel Glee Club. Ma sono tutti irrilevanti considerando che è Santana quella che comanda.”
 
C’erano scritte un sacco di cose e le lessi con interesse quando mi addormentai sul divano piena di fogli intorno a me.

Franci's Corner


Questo è il primo capitolo.

La sto finendo di scrivere. Saranno più o meno 7 capitoli.

Baci Fra

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** The first meet. ***


CAPITOLO 2

Mi stavo avviando, con Quinn al mio fianco, verso la palestra. Oggi ci sarebbero stati i provini per le Cheerios e molte ragazze si sarebbero presentate e ero felice di poter distruggere qualche sogno. Ci sedemmo ai nostri posti mentre tutti i presenti, spettatori che probabilmente spettavano che qualcuna piangesse, e le aspiranti cheerios, parlavano.
 
Nel giro di pochi secondi la palestra cadde in un profondo silenzio quando la coach Sylvester entrò.
 
“Avanti, oggi ho proprio voglia di far piangere qualcuno e non prendere nessuno..”
 
Disse mentre si sedeva al mio fianco e Quinn mi guardò ridacchiando.
 
“Vi voglio tremende ragazze, forza..” disse e poi urlò un “Forza palla di lardo entra…”
 
Ogni ragazza era davvero disastrosa e non ci facemmo mancare i commenti più assurdi e pungenti.
 
“Il prossimooo!” urlò Quinn.
 
“Stai facendo sul serio?” dissi io quasi offesa.
 
“Mi bruciano gli occhi..” disse Quinn all’ennesima ragazza inguardabile.
 
“Penso che anche Finnocence con quel suo discutibile coordinamento farebbe meglio di te.. il prossimo..” esclamai.
 
“Sparisci..”
 
Dopo un ora e mezzo buona che stavamo facendo provini i nomi sulla lista erano finiti.
 
Mi alzai quando sentii dei passi veloci, come se qualcuno stesse correndo.
 
“Aspettate vi prego, vorrei fare il provino..” sentii una voce e ridacchiai voltandomi bloccandomi un secondo perdendomi in un oceano azzurro.
 
“Mi dispiace bambolina, abbiamo appena finito, e non eri sulla lista..”
 
“Questo perché sono nuova e sono arrivata oggi non ho avuto il tempo di iscrivermi..” rispose lei di tutto punto alla Sylvester che la guardò minacciosa.
 
“Non mi frega di quando sei arrivata, il tuo nome non era scritto sulla lista dei provini..” disse sventolando il pezzo di carta.
 
La bionda si avvicinò e prese il pezzo di carta e una penna che c’era sul bancone e scrisse qualcosa sul foglio. Riposò la biro e guardo la coach.
 
“Adesso il mio nome è li. Nero su bianco. Posso fare questo provino?” chiese incrociando le braccia sotto il petto e non potei non far cadere il mio sguardo sui suoi prosperosi senti coperti da un piccolo top. Feci scorrere ancora lo sguardo guardando il suo addome piatto e muscoloso. Scolpito come una statua greca. Feci scorrere ancora lo sguardo. Due gambe bellissime spuntavano da degli striminziti pantaloncini.
 
“Okay, ma solo perché voglio vederti piangere..” disse la Sylvester facendo cenno sia a me che a Quinn di sederci. Entrambe annuimmo e ci risedemmo.
 
“Ecco qua.. ho portato della musica..” disse porgendo a Quinn, posta vicino allo stereo, il cd da inserire.
 
“E’ la traccia numero 2” disse avviandosi al centro della stanza.
 
Partì la base di “Hold It Against Me”. Solo la base perché sotto cantava lei. Non aveva una voce particolare ma era delicata e mi sentii colpire allo stomaco.
 
Le sue movenze, la musica, le parole. Non sapevo chi fosse ma ero più che sicura che mi fissava il più delle volte durante la canzone.
 
“So if I said I want your body now.. would you hold it against me”
 
Finì la canzone inginocchiandosi a terra con gli occhi fissi nei miei e le gambe leggermente divaricate. Una mano tra i capelli e l’altra a terra. Era estremamente sexy.
 
Sentii dei suoni sordi. Una specie di applauso molto, molto lento che proveniva dalla mia destra.
 
Mi voltai guardando la Sylvester applaudire lentamente.
 
Solo in quel momento mi accorsi di aver trattenuto il fiato e respirai nuovamente.
 
“Scelta interessante. Sai che non è il privino del Glee Club questo vero?”
 
Lei si rialzò lentamente distogliendo lo sguardo da me e alzò le spalle.
 
“In realtà era entrambi. Ho troppe cose da fare essendo nuova. Ho ottimizzato i tempi.” Rispose questa riprendendo fiato alzando la mano verso i ragazzi che componevano il glee club che erano alle nostre spalle.
 
Mi voltai e sorrisi compiaciuta verso Quinn che si voltò anche lei verso i ragazzi del Glee salutando Blaine, Sam e Puck con un sorriso.
 
“Beh, per quanto riguarda il Glee penso di dire a nome di tutti che.. sei ovviamente dentro, ma se vuoi ci possiamo dare dentro anche io e te.. “
 
“Dacci un taglio Puckerman..” gli dissi guardandolo con un mezzo sorriso e facendo il segno delle forbici con la mano.
 
“A parte quello che, gentilmente Noah ti ha offerto, direi che siamo molto felici di darti il benvenuto nel Glee Club.. “ disse Schuester facendo un applauso.
 
La ragazza sorrise e poi si voltò verso la coach.
 
“Va bene, sei dentro. Tette contraffatte, finirai infondo alla piramide..” disse la coach alzandosi e spalancai gli occhi.
 
“Cosa? No.. coach..” dissi alzandomi in piedi.
 
“In caso la piramide cadesse tutti si salverebbero grazie a te, non sei contenta..?” disse sorridendo sadica.
 
“Nessuna di quelle sfigate salirà sulla mia schiena. Ho una borsa di studio non posso perderla perché lei mi mette alla base della piramide. Sono il capitano, da quando sono capitano abbiamo vinto tre campionati nazionali proprio perché io ero li sopra.. “
 
“San..” sussurrò Quinn cercando di farmi rimettere a sedere e la coach scosse la testa.
 
“Se continui non sarai nemmeno più il capitano.” Poi si avvicinò di più e sussurrò.
 
“So del tuo problema Lopez.. è una cosa provvisoria.. voglio che tu lo superi senza rischiare.. un giorno mi ringrazierai” detto questo si voltò una volta per tutte lasciandomi immobile mentre Quinn mi chiamava scusandosi in sussurri.
 
Scossi la testa e ritirai il braccio dalla sua presa. Mi avviai verso la porta di uscita quando sentii ridere.
 
“Cavolo Lopez, deve scocciare essere alla base della piramide eh.. quando si sol dire “cadere in basso”..” riconobbi la voce di Sebastian e partii con uno scatto verso di lui sentendo poi delle braccia intorno alla mia vita. Immaginavo di vedere Quinn e invece  sentii la sua voce a qualche metro da me e la guardai mentre puntava il dito verso Smythe.
 
“Tu, stupido Fievel. Sta zitto. E dimmi cosa hai detto alla Sylvester per farla mettere alla base. Beh poco conta perché ti spaccherò comunque la faccia..” disse facendo un paio di passi verso di lui che sorrise e si alzò e velocemente mi passò accanto e cercai di divincolarmi dalla presa salda della bionda mentre lui rideva uscendo.
 
“Semplicemente la verità.. ho pensato al suo bene, tutto qui..”
 
Una volta uscito dalla porta che tornava nella scuola mi divincolai ancora una volta e mi diressi verso la porta che portava invece all’esterno al campo di football non fermandomi ai richiami di Schuester o di Quinn.
 
Salii sulle scalinate e mi andai a sedere in cima e velocemente mi accesi una sigaretta asciugandomi una lacrima quando sentii dei passi. Mi voltai vedendo Brittany che saliva.
 
“Mi dispiace… Quel Sebastian è un cretino..” disse avvicinandosi.
 
“No, è semplicemente uno stronzo..” dissi facendo un altro tiro mentre lei si sedeva accanto a me.
 
“Beh non lo conosco ancora così tanto. Quindi tu sei il capitano delle cheerios.. beh, era abbastanza scontato..” disse quasi in un sussurro.
 
“Scontato?” chiesi facendo un altro tiro.
 
“Si, voglio dire, sei praticamente una dea. Non hai un difetto. Se non sei tu la perfetta capo cheerleader allora chi lo è?” disse voltandosi a sorridermi.
 
Dio quel sorriso. Il mio cuore tremò. Incatenai lo sguardo al suo. Era il più bello che avessi mai visto.
 
Buttai la sigaretta distogliendo un attimo lo sguardo da quel cielo immenso ed azzurro.
 
“Comunque piacere Santana..” dissi poi tendendole la mano.
 
“Brittany..” mi sorrise prendendomi la mano e tenendola stretta per un po’ troppo. E poi con il pollice leggermente l’accarezzò. O almeno mi sembrò di sentire il suo pollice disegnare piccoli e invisibili cerchi sul mio dorso della mano. Posai lo sguardo sulle nostre mani e poi lo rialzai trovando il suo ad aspettarmi.
 
“Britt.. ecco dove eri..” disse una ragazza salendo le scale e lanciandomi un occhiataccia mentre Brittany lasciava velocemente la mia mano.
 
“Ehi, scusami.. io ero.. beh questa è Santana..” disse indicandomi e la ragazza non si smosse. Feci un leggero sorriso tipo saluto che però non fu ricambiato.
 
“Santana.. questa è Elisabeth..”
 
“.. La sua ragazza..” disse questa. Sgranai gli occhi.
 
Cosa? La sua ragazza. Seriamente? No, non poteva essere vero. Proprio ora che aveva trovato una specie di feeling con qualcuna questa era fidanzata. Accennai un altro sorriso più falso delle mie tette e mi alzai.
 
“Eli.. perché sei qui? Non dovevi essere al college?” chiese la bionda alzando un sopracciglio.
 
“Ho letto.” Disse lei semplicemente e l’altra sembrò capire e cambiò espressione con una scocciata.
 
“E poi è il tuo primo giorno.. volevo vedere come stava andando..” mi squadrò e incrociai le braccia sotto il petto.
 
“Bene, sono stata presa sia nel glee club che nelle cheerleader. Stavo parlando con Santana che è la capo cheerleader, appunto.”

“Andiamo a casa?” le disse la castana e lanciandomi un occhiataccia.
 
“Okay, sinceramente, quando hai finito di squadrarmi vorrei chiederti che cazzo hai da guardare..” dissi alzando la voce mentre lei semplicemente non disse nulla. Prese Brittany per mano e scesero le scalinate.
 
Scossi la testa sedendomi nuovamente vedendo Quinn salire.
 
“Ehi.. mi dispiace.. appena scopriamo che ha fatto Sebastian aggiusteremo subito tutto. Ma si può sapere perché continua?”
 
Scossi la testa fissando il campo e mi sdraiai  e guardai il cielo.
 
“Non lo so.. ma devo riuscire a fermarlo il prima possibile..” dissi in un sospiro.
 
**************

“Quindi devo capire che hai accettato?” mi chiese mentre salivo in macchina.
 
“Mi hanno raccontato i precedenti che hanno avuto.  Anche se..” fui interrotta da lei.
 
“Ho letto il fascicolo. E’ gay..” si limitò a dire e io la guardai.
 
“Già, quindi?” chiesi grattandomi la testa facendo finta di non capire dove volesse parare.
 
“E’ bella, è single, è una cattiva ragazza.. devo preoccuparmi?” disse portando lo sguardo su di me per poi riportarlo sulla strada.
 
Scossi la testa.
 “Assolutamente no. Te l’ho detto già detto tante volte.. io amo te.. basta..” posai la testa al vetro del finestrino e guardai fuori.
 
Effettivamente appena ho visto Santana il mio cuore è salito in gola. Ha iniziato a battere all’impazzata. Lo stomaco era così attorcigliato che mi si era attorcigliata anche la gola. I miei occhi erano finiti in qui pozzi di petrolio bollente. Di quelli più puri e neri.   Ero rimasta incantata e per tutta l’esibizione non ero riuscita a staccare gli occhi da lei. Vero era che era nel piano. Ma anche se non lo fosse stato, mi ci sarei persa comunque.
 
Arrivammo a casa e come fissato trovai Sebastian davanti alla porta. Salutai Eli con un bacio e lei tornò al college. Io entrai in casa seguita da Seb.
 
“Non pensi di aver esagerato? Cosa hai detto alla Sylvester per farla finire in fondo alla piramide?”
 
“Le ho detto che ha un problema al ginocchio..” disse annoiato lui sedendosi, come se fosse a casa sua, sul divano.
 
“Sai vero che è una cosa grossa? Lei rischia di perdere la borsa di studio per questa tua bugia..”
 
“Non è una bugia..” disse lui sempre con il solito tono.
 
“Ah no? E come fai te a saperlo?”
 
“Ho i miei informatori.. comunque.. come è andata l’altra fase del piano?”
 
“Bene.. penso di piacerle.. ma Seb io sono fidanzata. Non posso spingermi oltre a carezze e sguardi, lo capisci?” dissi sedendomi accanto a lui.
 
“Lo capisco.. allora per domani sei d’accordo? “
 
“Si certo.. tu adesso ritirati un po’ però. Non continuare a stuzzicarla. Sennò è ovvio che ti si rivolta contro. Adesso ci penso io..” dissi alzandomi e dirigendomi verso la porta.
 
“Comunque bellissima performance. Hai fatto quasi eccitare anche me!” disse con un sorriso prima di uscire.
 
Scossi la testa e chiusi la porta.


Franci's Corner.

Vi ho postato subito i primi due. Fatemi sapere che ne pensate. Intanto io sto scrivendo l'ultimo! Baci Fra

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Spanish lessons ***


CAPITOLO 3
 
 
Era ormai una settimana che stavo spesso con Santana a scuola. Ma adesso l’avevo invitata a casa per il dopo scuola per studiare.
 
Mi stavo provando tutto quello che avevo nell’armadio pensando che niente fosse giusto. Quando poi pensai che forse bastava rimanere con la divisa dei Cheerios. Sentii suonare mentre ancora dovevo mettermi la maglia. Non so come ma in un attimo sentii bussare alla porta e poco dopo la vidi aprirsi trovandomi davanti Elisabeth con la mano sulla maniglia e Santana un paio di passi più indietro che mi squadrava a bocca aperta.

Schioccai un occhiata a Eli che cercando di distogliere lo sguardo da me chiuse la porta.

“Scusa.. la prossima volta aspetterò la tua risposta..” disse tramite la porta. Velocemente mi infilai la maglia e aprii la porta.
 
“Si penso che sia il caso Eli!” dissi per poi sorridere a Santana.
 
“Ciao..”
 
“Ciao Brittany..” disse lei per poi schiarirsi la voce distogliendo lo sguardo dal mio.
 
“Io vado, ho lezione. Stasera a cena non ci sarò. Pensi di riuscire a non bruciare tutta casa?”
 
“Simpatica! Ci vediamo dopo!” dissi e mi avvicinai dandole un leggero bacio a  fior di labbra e poi scese le scale e si avviò fuori dalla porta. Appena sentii la porta chiudersi sospirai come se mi fossi liberata di un peso.
 
“E’ stato un tantino imbarazzante!” esclamai facendola entrare in camera.
 
“Dipende dai punti di vista, potrei anche dire che è stato un tantino eccitante..” disse lei entrando posando la sua borsa su una sedia senza smuoversi molto alla sua affermazione mentre io arrossivo cercando di nasconderlo.
 
“Comunque.. dove vogliamo metterci a studiare?” chiesi chiudendo la porta alle mie spalle.
 
“Va bene dove vuoi. Riesco a studiare ovunque.. dipende dove ti senti tu più a tuo agio per studiare. Dove riesci a concentrarti.” Disse lei appoggiandosi alla scrivania incrociando le braccia sotto il petto. E solo in quel momento vidi che non indossava la divisa. La squadrai. Jeans attillati che facevano risaltare il suo fondoschiena perfetto. Una magliettina nera attillata senza spalline e sopra una giacchetta nera.  Mi sentii avvampare.
 
“Wow.. hai un appuntamento?” chiesi con voce strozzata.
 
“Più o meno..” soffiò lei per poi aggiungere “allora?”
 
“Eh? Si.. cioè va bene qui.. “ dissi cercando di riprendermi notando il suo sorriso divertito.
 
Sinceramente stavo pensando a quale appuntamento poteva avere.
 
“Bene…” sorrise lei allungandosi verso la borsa e estraendone un astuccio, un libro e una custodia per occhiali.
 
Lentamente si infilò gli occhiali da vista e si raccolse i capelli in una crocchia con un lapis.
 
Mandai giù una manciata di saliva, diventata ormai eccessiva, sentendomi avvampare.
 
Mi avvicinai allo zaino estraendo il libro e l’astuccio posando il tutto sul letto e stendendomi poi a pancia in giù.
 
“Allora, a che livelli sei?” mi chiese iniziando a sfogliare il libro sedendosi alla scrivania.
 
“Disastroso vale come livello?” chiesi io facendole scappare una risata.
 
“Eso depende. ¿Entiendes lo que digo?” e penso che in quel momento avessi al faccia più ebete della mia vita. Lo notai da lei che ridacchiò.
 
“Okay, disastroso è abbastanza accurato come livello. Direi di iniziare dalle coniugazioni dei verbi scritta e poi passiamo un po’ all’orale..” alzò lo sguardo su di me con una tale malizia che mi sentii come in preda ad uno dei più grandi orgasmi del secolo.
 
Mi schiarii la voce e abbassai lo sguardo sul mio libro.
 
“…si insomma, voglio vedere come te la cavi con la lingua, e in caso tu vada male ci sono io per aiutarti a migliorare.” Nella sua voce, roca e calda, c’era la malizia pura.
 
E in quel secondo alzai lo sguardo su di lei e incatenai i miei occhi ai suoi. La sua espressione cambiò. Da stronza e maliziosa a dolce e…e oserei dire adulante.
 
In quel momento sentii la porta spalancarsi e entrare una Eli con sguardo tra l’incazzato e l’impaurito. Alzai un sopracciglio guardandola.
 
“Non dovresti essere a lezione?” in quel momento pensai che non fosse mai andata via. Che era scesa. Aveva chiuso la porta ma era rimasta in casa perché non si fidava. E che quindi aveva sentito tutto il discorso di Santana. Il discorso con più doppi sensi al quale avessi mai assistito.
 
“S-si.. ma.. io.. tu.. lei..” balbetto lei in un sussurrò e mi misi a sedere sul letto.
 
Stavo per parlare quando Santana mi precedette.
 
“Se riesci a dirlo in spagnolo puoi aiutare te Brittany con i soggetti..” disse alzandosi dalla sedia. “Sai stavamo giusto per iniziare. Magari tu fai lo scritto e io l’orale.. penso di essere migliore nella padronanza della lingua..”
 
Vidi Elisabeth chiudere gli occhi in due piccole fessure e se la conoscevo bene, cosa della quale ero sicura, stava per risponderle a tono o addirittura per picchiarla.
 
Mi alzai di scatto prima che Elisabeth riuscisse a fare un passo verso Santana.
 
“Eliz.. “ dissi parandomi difronte a lei. Le accarezzai il volto e le sorrisi.
 
“Vai a lezione..” le soffiai a fior di labbra per poi baciarla. Un bacio che lei non si vergognò a approfondire facendo vagare le sue mani sui miei glutei.
 
Erano settimane che non mi baciava con una tale passione. Che non mi toccava con tanta brama. Ma mi sentii costretta a staccarmi. Santana era li. Non era carino darci dentro così davanti a lei. E non per paura di farla ingelosire, almeno credo.
 
“Ti amo..” mi sussurrò e io sorrisi.
 
“Anche io, Beth..” dissi lasciandole un altro bacio per poi vederla avviarsi verso la porta.
 
“Te quiero también” sentii alle mie spalle provenire da una Santana sempre più divertita.
 
Forse ferire quella ragazza per renderla vulnerabile a Sebastian sarebbe stato più difficile di quanto credessi.
 
Spinsi Elisabeth fuori dalla porta chiudendola e voltandomi poi verso Santana.
 
“Potresti evitare sai?” sbottai io tornando a sedermi sul letto.
 
“Di fare cosa?” chiese lei sedendosi.
 
“Non lo so, di essere così stronza forse?” dissi io forse con troppa rabbia perché lei mi parve alzare lo sguardo guardandomi diversamente da come mi aveva guardato fino a quel momento.
 
“Uno trata de ser agradable y se le da la puta” disse lei alzandosi di scatto prendendo i suoi libri avvicinandosi alla borsa.
 
Non avevo capito cosa avesse detto ma sicuramente niente di buono.
 
“San.. no ferma.. scusami.. non.. non volevo farti arrabbiare..”
 
“No.. io sono qui per aiutarti, sai io ho tutte A+ in spagnolo non ho bisogno di fare un ripasso. Lo facevo per te perché mi hai chiesto di aiutarti. Stavo solo scherzando. Ma sai una cosa. Non importa. Sono solo una stronza d’altronde, no?” sbottò lei e la guardai immobilizzandomi.
 
Sicuramente avevo capito che ferendola la rendevo ancora più stronza.
 
Ma non volevo ferirla. Il problema che non la volevo ferire perché mi dispiaceva.
 
Non perché sennò la rendevo ancora più stronza. Ma quella ragazza mi faceva uno strano effetto.
 
Mentre ero immobile a capire che sentivo qualcosa per quella ragazza, e che non era solo un “lavoro” lei si avviava alla porta.


Appena me ne accorsi scattai verso di lei prendendola per un polso.
 
“Mi dispiace...” sussurrai posando gli occhi nei suoi e poi involontariamente sulle sue labbra.
 
**********
 
Cazzo.
 
Volevo solo essere carina. E si, ovviamente era per stare più tempo con Brittany, quella ragazza mi rendeva pazza.
 
Già dalla prima volta che ho incontrato il suo sguardo mi sono sentita come in paradiso e allo stesso tempo all’inferno tra le fiamme più ardenti.
 
Adesso ero con una mano sulla maniglia e l’altra mano era bloccata all’altezza del polso da lei.
 
Incrociai l’azzurro più assurdo del mondo e poi notai che i suoi occhi iniziarono a vagare tra i miei pozzi neri e le mie labbra.
 
Velocemente lasciai la maniglia e lasciai cadere la borsa portando entrambe le mani sul suo volto circondandolo annullando qualsiasi tipo di distanza.
 
Cominciai a muovere le labbra sulle sue per poi lentamente schiuderle e con la punta della lingua leccai le sue labbra chiedendo il permesso di entrare.
 
Mi sembrò un po’ restia inizialmente e stavo per staccarmi scusandomi per la cazzata che avevo fatto quando sentii la sua mano destra posarsi dietro la mia nuca e la sinistra sul mio fianco mentre schiudeva a sua volta le labbra sfiorando la sua lingua con la mia. Entrambe fummo colte da un brivido cominciando una dolce danza piena di passione.
 
Mi sembrò durare un eternità. Non avrei mai voluto staccarmi ma fu lei a staccarsi. Anche se non lo fece bruscamente.
 
Si staccò dolcemente posando la fronte sulla mia.
 
“Non posso.. io..” sussurrò e io annuii inumidendomi le labbra.
 
“No, capisco.. mi dispiace.. è.. stato.. è colpa mia..” dissi staccandomi e raccogliendo la borsa da terra.
 
Aprii la porta e mi sentii chiamare.
 
“Ehi San..” sussurrò.
 
Mi voltai.
 
“Buon divertimento, all’appuntamento..”
 
Scossi la testa ridacchiando nervosa.
 
“Non avevo nessun appuntamento. Era per far colpo su di te..” ammisi.
 
La vidi sorridermi dolcemente.
 
“E lo hai fatto, ti va di rimanere a cena. Sono da sola..”
 
“Beh..  io.. va bene..”
 
“A patto però che non mi salti addosso di nuovo!” esclamò lei ridacchiando.
 
“Non so se posso prometterlo.. “ risposi io stando al gioco ridacchiando per poi sorriderle.
 
 
Era stano come, anche dopo aver pomiciato, lei aveva tradito la sua ragazza, e poi mi aveva, anche se dolcemente, respinta,  noi riuscissimo comunque a ridere e sentirci a nostro agio.
 
Passammo una cena tranquilla e guardammo un film. Lei sulla poltrona e io sul divano, tanto per stare sicure..


Ma se dovessi raccontare la trama del film direi che era stupendo. Semplicemente perfetto. Biondo con occhi azzurri come il cielo più limpido d’estate.
 
In sostanza, il mio film era stato Brittany.


Franci' Corner

Ecco il terzo.. Vi prego fatemi sapere che ne pensate! Grazie :D

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il racconto.. ***


Capitolo 4
 
 
Capitolo incentrato sul punto di vista di Brittany.
­­­­­­­­­­­­­­­­­­__________
 
 
“Ehi barbie!”
 
Rallentai leggermente scocciata venendo raggiunta da Sebastian.
 
“Stai andando al Glee?”
 
Io annuii ricominciando a camminare.
 
“Allora, ieri come è andata? Sei riuscita a capire qualcosa di più di lei?”
 
“Ne parliamo dopo Sebastian..” mi limitai a dire entrando nella stanza.
 
I miei occhi caddero subito su Santana seduta a fianco a Quinn nell’ultima fila. Accanto a loro erano seduti Sam e Puck. Blaine era seduto accanto a Kurt.
 
Potei notare Santana voltarsi verso Kurt e sorridergli per poi notare che io ero entrata.
 
Mi andai a sedere accanto a Rachel che non appena entrò il professore iniziò a tartassarlo di canzoni che lei poteva benissimo cantare come assoli.
 
Mi voltai leggermente verso Santana e vidi che mi fissava, le sorrisi dolcemente e lei mi sorrise ma lo avvertii come un sorriso pieno di tristezza.
 
Era rimasta in silenzio per tutta la lezione.
 
Nonostante Rachel stesse cominciando a irritare anche me.
 
Fino a che Sebastian alzò la mano. Il professore gli diede la parola.
 
“Beh direi che qualche assolo lo potrebbe fare Santana, sapete, è ingamba..” disse ridacchiando.
 
Non afferrai questa uscita come un offesa ma vidi velocemente Puck partire contro Sebastian buttandolo giù dalla sedia.
 
Stava caricando il pugno quando Santana si alzò.
 
“Puck.. lascia stare..” si limitò a dire uscendo dalla stanza seguita da Quinn e velocemente anche il resto della gang, compreso Blaine, uscirono seguendola.
 
Mi guardai attorno e poi guardai Kurt e scosse la testa alzandosi e uscendo a sua volta.
 
Sebastian si alzò ridendo e si spolverò con la mano i vestiti.
 
La campanella suonò e tutti, anche se scioccati, uscirono dalla classe. Guardai Sebastian con un sopracciglio alzato.
 
Lui mi sorrise.
 
“Cosa le hai combinato? E’ come un cucciolo di foca. E’ pacata e non mi ha nemmeno aggredito..”
 
“Ci siamo baciate..” sussurrai mentre lui rideva.
 
“Ora capiscoo!! Interessante.. finalmente ti sei decisa a lasciarti andare. Mi chiedevo quando lo avresti fatto.”
 
“Di che stai parlando?”
 
“Beh tu mi hai detto che non avresti fatto nulla oltre il flirt. Ma sapevo che avresti ceduto. Sennò non avrei mai accettato..”
 
“Tu.. tu.. non.. non ho parole..”
 
Lui portò la mano alla tasca dei jeans stretti estraendo il portafoglio. Tirò fuori un bel mazzo di banconote.
 
“Ecco qua. Il tuo compenso. Tutto ciò che mi serviva era una Santana con il cuore spezzato..” disse porgendomi i soldi.
 
Scossi la testa e aprii la bocca. Non sapevo che dire così la richiusi e mi voltai uscendo dalla stanza.
 
 
C’era qualcosa che non quadrava in questa storia. Sebastian era, era semplicemente diverso da come me lo aspettavo.
 
Pensavo fosse spaventato. E che volesse solo placarla. Ma mi sembrava che invece volesse ferire Santana nel profondo. E che questa era rimasta l’unica cosa da fare. Aveva già fatto tutto.
 
Corsi a casa saltando le ultime due ore e velocemente aprii la porta posando lo zaino a terra. Andai di corsa in camera dove avrei trovato il portatile per poter fare qualche ricerca più approfondita, quando invece aprendo, trovai Elisabeth con un'altra ragazza.
 
Mi bloccai sulla porta e lei si staccò immediatamente coprendosi.
 
“Britt.. che diavolo ci fai a casa?”
 
“Sai.. era da un po’ che non capivo che ti succedeva.. eri distaccata, scappavi sempre al college e io pensavo che fosse perché ti stavi davvero mettendo sotto con gli studi, e invece.. ti facevi mettere sotto da un’altra.  Sei stata gelosa di Santana, perché te vuoi che tutti siano al tuo comando. Dio mio.. ma come ho fatto a essere così stupida? Tu.. tu eri la stronza in quel liceo.. così come adesso Sebastian lo è in questa. Sono felice che sia finita..” dissi e velocemente uscii dalla stanza.
 
Avevo trattenuto le lacrime e non appena uscita dalla porta scoppiai in un pianto disperato.
 
E’ vero. Anche io avevo tradito Elisabeth. E a quel punto men che mai era utile tenere quella storia in piedi.
 
Cominciai a camminare per la strada tra le lacrime quando un macchinone bianco mi si fermò a lato e abbassò il finestrino.
 
Mi scontrai con il suo sguardo e il mio cuore tremò.
 
“Sali..”
 
E così feci. Senza pensarci nemmeno.
 
“Che è successo Brittany?”
 
“L’ho trovata a letto con un'altra…” mi limitai a dire posando la testa contro il finestrino.
 
“Mi dispiace..” disse sinceramente fermandosi.
 
“Dove siamo?” chiesi asciugandomi le lacrime.
 
“Lima Heights Adjacent..” disse lei aprendo lo sportello scendendo e feci lo stesso.
 
Si avviò verso una porta di una villa lussuosissima. La seguii e una donna ci aprì la porta.
 
“Signorina Santana, cosa ci fa a quest’ora a casa?”
 
“Clara, ho avuto problemi a scuola..”
 
“Sempre quel Sebastian?”
 
Lei annuì.
 
Poi si voltò verso di me e mi fece cenno di entrare.
 
Salutai educatamente e mi guardai intorno. Quella casa era enorme.
 
“Wow..” sussurrai.
 
“Clara lei è Brittany” la donna mi si avvicinò stringendomi la mano. Sorrisi.
 
“Lei è la signora Lopez?” chiesi. Entrambe risero.
 
“No, lei è la governante, più o meno come se fosse mia madre, lavora per noi da quando sono nata. Mia madre e mio padre sono dottori e spesso avevano turni molto lunghi. Quando loro non c’erano c’era Clara.” Spiegò lei e io annuii.
 
“Beh è un piacere comunque!” le sorrisi nuovamente.
 
Passammo tutta la giornata a ridere e scherzare con Clara e poi andammo in camera di Santana.
 
“Allora.. come ti senti?”
 
Beh questa è facile..
 
“Libera..” dissi senza pensarci e lei mi guardò ridacchiando.
 
“Libera?”
 
“Già, non l’amavo più, ci stavamo tradendo. Finirla è stato liberatorio.” Annuii io mentre lei si sedeva sul letto e io facevo lo stesso.
 
“Posso farti una domanda?”
 
Lei annuì.
 
“Cosa succede tra te e Sebastian?”
 
Lei mi guardò e poi scosse la testa distogliendo lo sguardo.
 
“E’ una storia lunga..”
 
“Penso di aver tempo se hai voglia..”
 
“Okay..” disse lei sedendosi più comoda.
 
“E’ iniziato tutto l’anno scorso da quando lui si è trasferito dalla Dalton Accademy……………


“Ragazzi, salutate il nostro nuovo arrivato Sebastian Smythe.”
 
Alzai lo sguardo dal quaderno e riconobbi il ragazzo.
 
Tempo addietro ero andata allo “Scandal” con Blaine perché  pensava che così avrei potuto trovare qualcuna, io acconsentii solo per passare una serata diversa dal solito.
 
Non appena entrammo questo ragazzo ha iniziato a infastidire Blaine. Penso che avesse preso una cotta o qualcosa del genere. Ci provava spudoratamente Blaine più volte lo aveva respinto. Ad un certo punto si era avvicinato più aggressivamente e io e Blaine c’eravamo stancati. Eravamo andati li per divertirci ma lui ce lo rendeva impossibile. Così gli risposi che doveva smetterla perché tanto Blaine non si sarebbe mai abbassato a livelli tanto bassi da andare con lui.
 
Okay fu un commento davvero fuori luogo ma non ce la facevo più.
 
E non so come ma ordinai una birra e dopo aver bevuto ricordo solo che mi girava la testa e non capivo cosa stava accadendo. Ricordo solo che poco prima del buio totale Blaine mi afferrò chiedendomi cosa mi stesse succedendo.
 
Mi sono svegliata la mattina nel letto dell’ospedale di mio padre. Al mio fianco a stringermi la mano c’era mia madre da una parte e Quinn dall’altra. Mio padre parlava con Blaine agitando le mani e guardandomi di tanto in tanto per poi rientrare con dei fogli in mano.
 
“Ehi, papà.. che diavolo ci faccio qui?” chiesi.
 
“Ehi chica.. non ti sei sentita molto bene..”
 
“Ricordi? Eravamo allo Scandal.. e mi sei svenuta tra le braccia..” si avvicinò al letto Blaine. Io annuii.
 
“Beh ti abbiamo fatto dei test” riprese mia madre.


“Si avevo bevuto due birre mamma, non facciamone una tragedia.”
 
“Non abbiamo trovato solo dell’alcool. Quello sarebbe stato accettabile tesoro..”
 
“Cosa?” chiesi mettendomi a sedere incontrando lo sguardo di Quinn che mi strinse la mano.
 
“C’erano delle sostanze stupefacenti.” Disse secco mio padre mostrandomi le analisi.
 
Presi i fogli tra le mani e non riuscii a crederci. Alzai lo sguardo su mio padre.
 
“Sai che non è vero. Io non ho preso nulla. Non sono così stupida.. io.. non lo farei mai.. dios.. “
 
“Chica.. chica.. lo so, lo sappiamo. Pensiamo che qualcuno ti abbia messo qualcosa nella birra..” disse mio padre avvicinandosi e accarezzandomi la testa.
 
E scoppiai in lacrime.
 
La seconda volta che lo rividi fu perché i nostri Glee club si dovevano scontrare alle provinciali e entrambi volevamo fare Michael Jackson. Ci incontrammo in parcheggio. E iniziammo tutti a cantare. Alla fine. Mi ero ritrovata faccia a faccia con Sebastian. Questo aveva in pugno una granita. Ma non era semplice granita, c’erano sassi o robe del genere dentro. Fatto sta che mi sentii spingere da Blaine e fu colpito al mio posto da quella granita. In pieno volto. Ha rischiato di lasciarci un occhio.
 
Dopo quell’episodio, dopo essere rimasta in ospedale con Blaine per due giorni di seguito, decisi di andare a parlare una volta per tutte con Sebastian.
 
Il problema è che non fu civile. Rimanemmo io e lui faccia a faccia. E pensai a tutto tranne che a quello che accadde.
 
Lui semplicemente alzò la gamba all’altezza del mio ginocchio e mi tirò una pedata. Ho avuto una lesione presso che totale del crociato anteriore, il menisco ne ha risentito parecchio e ho avuto uno stiramento del popliteo.
 
Questo è successo due mesi fa. E ancora non mi sono ripresa. Per questo la coach mi ha messo alla piramide. Non sono in grado di tenere l’equilibrio. Beh in realtà si. Ma adesso grazie a Sebastian per la coach non sono in grado di farlo.”
 
“E non l’hai denunciato?” chiesi dopo qualche momento di silenzio.
 
Ero rimasta shoccata. Io avevo saputo tutta un’altra storia da Sebastian. Dove lui era semplicemente un eroe.
 
Ma adesso molte cose si collegavano. E mi sentii tremendamente in colpa.
 
“Non ci sono abbastanza prove. Eravamo da soli in quella stanza. Non abbiamo prove che sia stato lui a drogarmi e non abbiamo prove che dentro a quella granita ci fosse altro che semplice ghiaccio..” sospirò lei.
 
“Mi dispiace..” sussurrai io guardandola e lei scosse la testa non guardandomi.
 
“Non è certo colpa tua..” disse lei abbozzando un sorriso.
 
“Mi dispiace..” dissi posandole due dita sotto il mento facendole alzare lo sguardo su di me.
 
Notai una lacrima che le stava per scappare.
 
Le rigò lentamente il volto e io velocemente la raccolsi con le labbra.
 
Mi staccai dalla sua pelle lentamente incrociando nuovamente il suo sguardo. Mi guardò leggermente stranita per poi  alzare leggermente una mano e mi sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Sorrisi leggermente e portai l’altra mano, quella che non era sotto il suo mento, all’altezza dell’orecchio e con il pollice le accarezzai lentamente lo zigomo.
 
Passai in rassegna ogni centimetro del suo viso. La sua fronte così liscia, le sue sopracciglia così perfettamente curate, i suoi occhi così profondi e scuri e allo stesso tempo caldi e limpidi, il suo naso perfetto, i suoi zigomi pronunciati, le sue guance morbide e arrossate, e la sua bocca.
 
Bramavo quelle labbra come non ne avevo bramate mai altre. Le avevo assaggiate una volta e le volevo riassaggiare e averle mie per tutta la vita.
 
Posai lentamente la fronte contro la sua e feci sfiorare i nostri nasi. Socchiusi lentamente gli occhi chiudendo le distanze posando le labbra sulle sue continuando ad accarezzarle lo zigomo. Lei portò le mani dietro la mia nuca e cominciò a muovere le labbra sulle mie con dolcezza ma allo stesso tempo passione.
 
Lentamente mi spinse a stendermi sul letto, cosa che feci immediatamente mentre lei si stendeva al mio fianco.
 
Portò una mano a cingermi il fianco e si portò su di me a cavalcioni senza mai staccare il contatto tra le nostre labbra.
 
Portai le mani sotto la sua maglia accarezzando la sua pelle calda mentre lei si occupava delle mie labbra e del mio collo.
 
Feci pressione sulla maglia e lei capì. Si staccò leggermente e se la lasciò sfilare tornando poi velocemente sulle mie labbra come se non ci fosse un domani.
 
Lentamente portò le mani sotto la mia maglia e la sfilò. Si fermò un secondo in rassegna del mio corpo semi nudo e tornò sulle mie labbra mentre io cercavo il gancio del reggiseno che trovai e velocemente levai.
 
Mi bloccai un secondo trovando quelle due meraviglie. Mi sollevai a sedere mantenendo lei a sedere a cavalcioni su si me. E chiusi le mani a coppa intorno a quei seni perfetti. Lentamente li massaggiai iniziando a baciarle il collo.
 
Lei si inarcò lasciando andare la testa all’indietro dandomi più libertà su quel collo caldo e liscio.
 
Percorsi tutto il collo lasciando anche dei piccoli morsi e appena arrivai ai seni mi buttai velocemente tra di essi spostandomi poi a baciare leggera il seno destro prendendo tra le labbra quel lembo di pelle più scura succhiandolo avidamente. Sentii le sue mani posarsi tra i miei capelli accarezzandoli mentre iniziava ad avere il fiato corto.
 
Feci pressione sul suo corpo e la feci stendere portandomi su di lei. Le levai la gonnellina dei cheerio e lei fece lo stesso con la mia.
 
Tornai sulle sue labbra dove la trovai ad aspettarmi con ansia.
 
Feci scivolare una mano verso la sua intimità accarezzandola da sopra lo slip sentendola già pronta ad accogliermi.
 
Le sfilai lo slip e la guardai un secondo in tutta la sua bellezza. Nuda sotto di me.
 
Mi iniziai a incamminare verso la sua intimità lasciando una sequenza di baci dal collo all’addome ma con mia sorpresa fui bloccata da un suo colpo di reni che mi fece stendere al suo fianco. Lei allungò le mani e mi slacciò il reggiseno togliendolo e trattando i miei seni come io avevo trattato i suoi. Poco dopo allungò le mani verso la mia intimità e tolse lentamente il mio slip.
 
Si stese portando una gamba tra le mie avendo così io una tra le sue e lentamente iniziò a strusciarsi sulla mia gamba facendo strusciare la sua sulla mia intimità bisognosa.
 
Iniziai a muovermi anche io prendendo subito il suo ritmo e nel giro di poco entrambe fummo colte da un orgasmo.
 
Lei si lasciò cadere su di me sudata e arrossata, come lo ero io, e mi lasciò un bacio nell’incavo del collo dove ci nascose il viso.
 
Ebbi una strana sensazione in quel momento. Quando i suoi occhi incrociarono i miei nel momento dell’apice del piacere di entrambe. Li aveva spalancati nei miei come io nei suoi. E capii che non era stato semplicemente sesso. Era stato amore. Era stato dolce da togliere il fiato.
 
Capii che di quella ragazza mi ero innamorata la prima volta che l’avevo vista.
 
Mi allungai per prendere le coperte e coprirci un minimo e la strinsi a me accarezzandole con i polpastrelli a schiena nuda.
 
Non c’era bisogno di dire niente in quel momento. Il silenzio parlava per noi come i gemiti reciprochi avevano parlato poco prima.
 
Lei poi si spostò leggermente da sopra di me mettendosi al mio fianco posando la testa sulla mia spalla e io mi voltai lasciandole un bacio sulla fronte e lei alzò il volto guardandomi. Sorrisi.
 
E senza pensarsi mi abbassai leggermente e le baciai le labbra con una dolcezza disarmante.
 
“Se hai bisogno di stare da qualche parte puoi stare qui. Abbiamo la camera degli ospiti..” mi sussurrò e sorrisi.
 
“Così mi manderesti in camera degli ospiti eh?!” scherzai io e lei ridacchio.
 
“Beh sai.. almeno per la tua roba!” mi rispose e ridacchiai e poi ci pensai..
 
La mia roba, cazzo.
 
Era tutta a casa e la non volevo metterci più piede.
 
“Si beh, probabilmente non ho nessun tipo di roba. E’ tutto a casa e non ho voglia di metterci piede..”
 
Lei rimase in silenzio e mi baciò.
 
“Troveremo una soluzione intanto riposati..” mi sussurrò mentre sbadigliai.
 
Guardai l’ora sull’orologio digitale sul comodino.
 
“Ma sono le 5 e mezzo di pomeriggio.” Dissi sbadigliando nuovamente.
 
“Ma sei stanca! Cosa c’entra l’ora!” disse lei stringendomi.
 
Così mugugnai qualcosa che poteva somigliare a un “okay” e mi addormentai.
 

Franci' corner:

Ed ecco anche il 4! Fatemi sapere un po'  :) Scusate gli eventuali errori!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** The truth.. ***


 
CAPITOLO 5
 
 
 
“Quinnie.. sto passando da te. Muoviti a scendere.”
 
“Cosa? No San, sto studiando!”
 
“Ho bisogno di te, ti scongiuro!” dissi una volta parcheggiata la macchina davanti al vialetto di casa Fabrey.
 
La mia mica si affacciò alla finestra e sbuffando riattaccò.
 
Poco dopo la vidi arrivare e salire in macchina.
 
“Ti prego, dimmi che sta per finire il mondo, perché sennò non capisco l’emergenza.”
 
“Ho fatto l’amore con Britt.”
 
“San? Al massimo sesso.. lei è fidanzata, e anche felicemente da quello che ho visto..”
 
“No si è lasciata, ha scoperto che la tradiva, è successo un casino, ma era amore, te lo assicuro..”
 
“Okay, ma cosa ci faccio in macchina tua?”

“Britt non vuole rimettere piede in quella  casa ma le sue cose sono tutte li. Così le andiamo a prendere noi.”
 
“Cosa? Tu sei pazza, San.”
 
“Oh avanti..”
 
“Non entrerò in casa di gente a prendere della roba. Si chiama RUBARE, San..”
 
“Non se hai le chiavi..” dissi sventolando le chiavi di casa che avevo preso dal giubbotto di Brittany.
 
Risi vedendo la mia mica passarsi una mano sul volto stancamente mentre mettevo in moto.
 
Arrivammo e cercai la chiave per entrare. Una volta trovata salii ricordandomi la casa e arrivai in camera da letto. Quinn mi passò il borsone che avevo portato e velocemente iniziai a guardare i vestiti mettendoli via via nel borsone. Fortuna che sembrava avessero gli armadi separati.
 
In casa non c’era nessuno fino a che non sentimmo la porta chiudersi.
 
“Brittany, amore sei te?” sentimmo e mi bloccai. Buttai anche le ultime cose, libri e cose del genere, nel borsone e lo chiusi quando vidi Elisabeth salire al piano ed entrare in camera.
 
“Che cazzo ci fai tu qui?”
 
“Shopping..” risposi ironica issandomi la borsa in spalla.
 
“Non penso, che tu possa, Sannie..” sentii una voce che avrei riconosciuto tra mille. Ovviamente in senso negativo.

“Quinn, vai in macchina, ci penso io.” Dissi dandole le chiavi e il borsone.
 
“San, no..” disse lei ma la guardai con sicurezza e lei, seppur contraria prese il borsone e le chiavi e uscì.
 
“Sebastian, che diavolo ci fai qui?”
 
“Beh ero venuto a trovare la mia amica Brittany.. “
 
“Lascia stare Brittany..” sbottai io facendo un passo verso di lui.
 
“Calma ispanica.. sono amici veramente..” disse Eli.
 
“Beh direi anche prima di voi due..” aggiunse indicandomi.
 
“Cosa?” chiesi.
 
“Si.. diciamo che lavorava per me..” disse Sebastian ridendo.
 
“Lavorava?”
 
“Si, per affossarti.. direi che se ha fatto il suo compito adesso sei innamorata di lei!”
 
“Seb, sei sempre il migliore in queste cose..” disse Elisabeth ridendo avvicinandosi a lui.
 
Rimasi spiazzata e li guardai confusa.
 
“Tesoro.. Brittany si è avvicinata a te perché Seb l’ha pagata per farti diventare una pappa molle. Mi sembra che ci sia anche riuscita” disse Elisabeth.
 
“Non.. non chiamarmi tesoro.. “
 
“Come è stato baciarla?? Bello immagino.. vuoi sapere tutta la storia?” esclamò Sebastian.
 
___________________
Lasciai cadere il borsone con forza a terra provocando un forte rumore e lei si sveglio di scatto.
 
“Tieni.. questa e la tua roba.” Dissi secca.
 
“Magari il tuo amico Sebastian può ospitarti..”
 
Lei si strusciò gli occhi.
 
“Cosa centra Sebastian ora? E poi non è mio amico..”
 
“Davvero? Non è quello che mi ha detto, e anche Elisabeth ha confermato..”
 
“Dove li hai visti?” disse lei ancora con voce assonnata cercando di capire cosa stesse accadendo.
 
“A casa tua. Sono andata a prendere la tua roba. E beh, ecco ho trovato entrambi. Mi hanno detto che è stato tutto finto. Tutto pianificato. Perché Sebastian potesse affossarmi una volta per tutte.”
 
Solo allora lei sembrò capire e scatto in piedi.
 
“No San. E’ complicato..”
 
“E’ vero?” chiesi schietta.
 
“Come?” chiese lei presa di sorpresa dalla mia domanda secca.
 
“E’ vero che Sebastian ti ha dato un fascicolo che parlava di me, che tu hai accettato ad affossarmi?”
 
“Si..” disse lei asciugandosi una lacrima.
 
Scossi la testa.
 
“Ma devi farmi spiegare San..”
 
“Per me abbiamo finito. Questa è la tua merda..” dissi tirando un calcio al borsone. “Prendila e sparisci.”
 
“No San.. ti prego.. fermati..” mi disse cadendo ormai in un pianto disperato mentre io sembravo di pietra alle sue lacrime che, dolorose, scendevano bagnandole il volto.
 
“Hai finito?” le chiese fredda, tanto da farmi venire i brividi da sola.
 
“Io-“
 
“Perché io si.. ho finito. Ho chiuso. Non farti più rivedere.” Dissi fermamente.
 
Uscii velocemente dalla stanza correndo nel bagno chiudendomi dentro e scoppiando a piangere.
 
**************
“Kurt.. ho bisogno di parlarti..” urlai al ragazzo che rallentò il passo e si voltò verso di me.
 
“Mi dispiace..” si limitò a dire mentre lo raggiungevo.
 
“Perché non mi hai raccontato la verità??”
 
“Non posso tradire Sebastian. Ha delle cose sulla mia famiglia..” disse scuotendo la testa.
 
“Kurt.. se sai qualcosa dovresti parlarne..”
 
“Non posso..”
 
“Ho un piano.. nessuno si farà male se non Sebastian..”
 
Lui sembrò illuminarsi.
 
“Comunque se vuoi stare da me per un po’, ho una camera libera..”
 
“Grazie..” sorrisi abbracciandolo.
_________
“Quinn. Quinn ti prego fermati. Parlami almeno te.”
 
“Sai com’è. Devo correre dalla mia migliore amica che è stata giocattolo di due pezzi di merda.”
 
“Quinn, non ne avevo idea..” lei si bloccò.
 
“Non sapevo che era Sebastian lo stronzo. Lui mi ha raccontato tante storie dove San faceva la stronza e lo trattava di merda e sembravano così reali.”
 
“Ma non lo sono.. lei non ha mai reagito neanche dopo quello che le ha fatto..”
 
“Lo so.. ora lo so.. e mi dispiace.” Sospirai e mi asciugai una lacrima e la guardai.
 
“Quinn, ho bisogno di te. Ho un piano.  Ma servi te.”
 
“No, mi dispiace..” disse lei tornando a camminare
 
“Quinn.. ti prego.. io.. io la amo.” Dissi io e lei si bloccò voltandosi.
 
Mi scrutò negli occhi per un lungo e interminabile secondo.
 
“Dimmi il piano..”
 

Franci's Corner:

Ed ecco anche il quinto.

Ci sarà il sesto e poi l'epilogo.. fatemi sapere cosa pensate e come sempre grazie a chi recensisce, segue, preferisce o legge semplicemente!! Grazie <3

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** I just can't stop loving you ***


CAPITOLO 6
 
“Siete pronti? Passo.” chiesi nascosta dietro una panchina con il mio walkie tochi.
 
“Si. Ma mi spieghi ancora perché stiamo usando questi aggeggi?”
 
“Quinn, hai finito di parlare? Passo.”
 
“Si perché?”
 
“Perché devi dire Passo quando hai finito.. capito? Passo.”
 
La sentii sbuffare.
 
“Okay, ma comunque ancora non so perché ci siamo ridotti così.. Passo.” Disse e ridacchiai e mi alzai leggermente guardando Kurt nel mezzo della piazza che aspettava.
 
“Eccolo.. sta arrivando..” disse Quinn dalla sua postazione.
 
“Kurt, mantieni la calma. Ce la puoi fare.”
 
Vidi Sebastian parcheggiare e scese di macchina.
 
“Hummel. Dimmi, cos’è che pensi sia così importante da chiamarmi qui?”
 
“E’ per la Lopez..”
 
“Oh, la tenera Lopez. Hai avuto finalmente un piano?”
 
“No.. volevo parlarti di quella sera, dopo l’incidente di Blaine.”
 
“Oh, la sera del ginocchio..”
 
“Già.. senti-“
 
“La sera dove tu non hai visto nulla?”
 
“No, la sera dove ho visto cosa hai fatto Seb. E non starò più zitto. Le hai stroncato un ginocchio, l’hai anche drogata e hai fatto quasi diventare cieco Blaine ..”
 
“Kurt, se ti lasci scappare qualcosa tuo padre finirà in carcere e lo sai..”
 
“No, perché lui è andato a parlare con la polizia e gli hanno detto che non è stata colpa sua. Lui è innocente. Se tu che sei nella merda.”
 
“Hummel. Di che stai parlando.”
 
“Sto parlando delle prove che ho, delle prove che ho su di te e su gli avvenimenti da te ritenuti involontari, con i quali hai ferito Santana e Blaine.”
 
“Non hai prove. Non è possibile.”
 
“Sei sicuro? Ti ho visto quella sera mettere qualcosa nella birra di Santana, come so cosa c’era nella granita dato che me lo hai raccontato, come so cosa hai fatto a Santana perché ho sbirciato dalla finestra.”
 
“Kurt. Vedi di tenere la bocca chiusa. Se dici a qualcuno quello che ho fatto.. beh.. ti giuro che ti faccio di peggio.”
 
“Okay abbiamo sentito abbastanza..” disse un agente uscendo da un cespuglio puntando la pistola verso Sebastian mentre anche altri due poliziotti lo circondavano.
 
“Hai il diritto di rimanere in silenzio. Qualsiasi cosa tu dica potrà essere usata contro di te in tribunale..” gli disse uno dei poliziotti abbassando la pistola e afferrando le braccia del ragazzo portandole dietro la schiena ed ammanettandolo.
 
Uscii dal mio nascondiglio e Quinn fece lo stesso. Ci dirigemmo entrambe da Kurt abbracciandolo.
 
“Sei stato grande..” disse Quinn abbracciandolo per poi consegnare la cassetta con al registrazione al poliziotto.
 
*********
 
Arrivai a scuola. Era la prima volta che ritornavo a scuola dopo quello che era successo con Brittany.
 
Arrivai a testa bassa stringendo i libri tra le braccia. Ero pronta per gli insulti o peggio si Sebastian nel suo solito punto dove mi aspettava tutte le mattine ma non c’era.
 
“Strano” pensai. Ma proseguii.
 
Quinn mi aveva mandato un messaggio quella mattina dicendomi di venire subito al Glee. E così feci.
 
Entrai nella Choir room dove trovai tutti stranamente calmi. E anche li nessuna traccia di Sebastian.
 
“Santana, finalmente. Ma che fine avevi fatto?” mi chiese Rachel ma fui anticipata prima di aprire bocca.
 
“A riposarsi per tornare a essere in cima alla piramide a partire da domani. Giusto tette contraffatte?” disse entrando la coach seguita da Schuester.
 
“Cosa?”

“Mi hanno raccontato tutto. E so che effettivamente sei infortunata ma il ginocchio non ti da problemi. Sei la mia capo cheerleader e mi fido di te.” Disse lei e poi si sedette.
 
“Ma non montarti la testa..” disse e io sorrisi stranita e mi guardai intorno dove tutti mi guardavano sorridenti.
 
“Okay.. cosa sta succedendo? Siete tutti inquietantemente sorridenti e.. e gentili.” Dissi indicando la Sylvester.
 
“Beh te lo spiego io se ti va bene..” disse entrando Quinn seguita da Kurt che mi porse una sedia facendomi sedere al centro della stanza rivolta verso tutte le sedie. I due andarono dagli altri e la bionda cominciò a parlare.
 
“Io più di chiunque altro so quanto sia stato difficile per te questo periodo. Tutti hanno sempre inquadrato te come la cattiva della storia, quando in realtà tu eri solo la vittima, e non hai  neanche risposto a ciò che ti è stato detto o fatto. Ma il gioco iniziava ad essere troppo, troppo pungente e duro. Tu non volevi fare nulla e quindi.. lo abbiamo fatto noi..”
 
“Noi chi?” chiesi. “Tutto il glee?” lei scosse la testa e sorrise.
 
“No.. noi.. io, Kurt e..”
 
“Ed io..” sentii alle mie spalle. Mi voltai lentamente vedendo Brittany.
 
Scossi la testa facendo per alzarmi quando Quinn mi richiamò.
 
“No San..” sbuffai e mi risedei.
 
“Elisabeth, ho coperto che conosceva Sebastian da.. da anni. E lei aveva finto di essere la vittima nella scuola dove eravamo e aveva chiesto a me di aiutarla per distruggere quelle stronze. E ci riuscimmo. Poi lei.. mi disse che aveva preso una borsa di studio per un’università di fisica qui a Lima. Solo ora ho scoperto che in realtà non esiste una vera università, ma Sebastian l’ha chiamata e lei stava con me solo per usarmi per distruggere anche te. Non ho accettato i soldi di Sebastian, prima di venire a letto con te. Perché, la prima volta che ti ho visto.. mi sono innamorata. Non era una lavoro per me starti vicino. Lo era farti del male. E non l’ho voluto più fare. Poi tu mi hai raccontato quello che realmente è successo. E.. mi dispiace San.. Ti amo. Dalla prima volta che ti ho vista. E non mi perdonerò mai per quello che stavo facendoti, ma spero che tu possa…” disse lei.
 
“Sebastian adesso è in carcere e sta aspettando di andare in tribunale. Pagherà per quello che ti ha fatto e per quello che ha fatto a Blaine.” Disse Quinn.
 
“Sfortunatamente non avevamo niente di solido su Elisabeth e quindi se semplicemente scappata da qui..” aggiunse Brittany.
 
“Ma comunque è qualcosa. Sebastian era un peso per tutti ma specialmente per te. Grazie a Brittany siamo riusciti a far valere la giustizia. Dobbiamo ringraziare Brittany.” Disse Kurt.
 
Spostai lo sguardo sulla bionda e mi alzai.
 
“Sai.. io.. Brittany, tu mi hai rapito. Tu.. sei stata la malattia e la cura, contemporaneamente. Il solo starti vicino mi fa stare bene. Sentire la tua risata per me è come una boccata d’aria fresca. Il tuo sguardo.. dio.. Ogni tanto la vita lo fa.  Ti piazza davanti uno sguardo e non lo dimentichi più. E io non riesco più a scordarmi del tuo. Anche se ero arrabbiata con te, ti odiavo quasi, ti volevo con me. Perché… perché ti amo anche io Brittany, e mi chiedo come sia possibile, ci conosciamo da poco, ma.. ti amo e non posso fare a meno di te..”
 
Lei sorrise. “Mi perdoni?”
 
“Ti perdono..” sussurra avvicinandomi e prendendole il volto tra le mani baciandola come se non ci fosse domani sentendo dietro di noi un grandissimo boato di applausi e fischi di approvazione.
 
Ridemmo l’una sulle labbra dell’altra senza staccarci.


Franci's Corner:

Ed ecco il penultimo!!

Domani metterò l'epilogo!! E grazie mille epr le bellissime recensioni! 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Thanks for.. ***


CAPITOLO 7 epilogo
 
“Quiiiiinn!!” urlai dalla cucina.
 
“Dimmiii!” sentii urlare di rimando dal salotto.
 
“Vieni a darmi una mano.”
 
La sentii sbuffare ma, comunque, arrivare in cucina.
 
“Aiutami qui con questo.. coso..” dissi indicando il tacchino.
 
“Assolutamente no! Io quel ‘coso’ non lo tocco. Ma non potevi comprarlo già fatto?”
 
 “Ma sennò che pranzo di ringraziamento sarebbe stato?” mi lamentai io mettendo il broncio.
 
“Dio santissimo.. Puuuck!” urlò.
 
Il ragazzo arrivò di corsa.
 
“Che succede?” disse con il fiatone e io risi.
 
“Cucini tu per favore?” il ragazzo sorrise e si avvicino alla bionda baciandola posandogli una mano sull’addome.
 
“Solo per mia figlia, sennò rimanevate tutti a pancia vuota!” disse e io risi levandomi il grembiule dandolo a Puck.
 
“E bravo il paparino!” dissi e mi avvicinai a Quinn accarezzando anche io il pancione.
 
“Ehi.. piccolo sgorbietto… il tuo papà si sta dando da fare, sentiti onorata!” dissi ridendo ricevendo una pacchina sulla testa da Quinn e andai in salotto stendendomi sul divano e abbracciando Brittany, già stesa su di esso, lasciandole un bacio sulle labbra.
 
“Amore, prima o poi comprerai un tacchino già pronto o tutti gli anni sarà la stessa storia?”
 
“Come?” chiesi stranita.
 
“Ogni anno compri il tacchino ma non lo sia cucinare e quindi alla fine lo cucina sempre Puck con l’aiuto di Sam che fa il contorno.” Disse lei e mi guardai intorno guardando anche gli altri che mi guardavano trattenendo una risata.
 
“Ma non è vero.. sarà successo un paio di volte…”
 
“Amore.. siamo sposate da 5 anni, ed è 7 anni che va avanti questa storia!” disse ridendo e io cercai di alzarmi offesa mentre lei mi stringeva ridendo.
 
Tutti risero.
 
“Menomale che rimane il ringraziamento da passare tutti insieme. Tutto il glee. Sennò con i lavori non riusciremo mai a beccarci!” esclamò Harry.
 
Annuimmo tutti.
 
“Già, a parte alcuni come noi..” disse Jenna.
 
Harry e Brittany avevano aperto una scuola di danza. Io lavoravo come dottoressa nell’ospedale di mio padre, Jenna era maestra d’asilo, Puck era riuscito a diventare infermiere e lavorava con me, Quinn era diventata un avvocato. Rachel era arrivata a Broadway,  Finn l’aveva seguita e si erano sposati. Kurt lavorava da Vogue.com e Blaine aveva aperto un negozio di papillon a NY, e incredibilmente faceva un sacco di incassi. Sam aveva un negozio di fumetti.
 
Per quanto riguarda Sebastian era stato messo in riformatorio e poi, una volta uscito era scappato nell’altro capo del mondo e aveva trovato un ragazzo che gli aveva fatto mettere la testa a posto.
 
Fummo chiamati tutti a tavola e ci sedemmo.
 
“Allora, come la chiamerai Quinn?” chiese Blaine.
 
“Ehi.. ci sono anche io qui..” disse Puck offeso.
 
Quinn rise e gli prese la mano. “Non lo sappiamo..”
 
“Ehi! Accidenti Finn!” esclamò Kurt.
 
“Che ho fatto?” chiese il ragazzo.
 
“Mi hai versato il vino su un maglione di cashmere da 300 dollari!”
 
“Tesoro tranquillo si pulirà!” disse Blaine.
 
“Finnocence, sei sempre il solito!” dissi io ridendo e sorridendogli.
 
“Ehi Sam.. come va con quella tipa della quale mi avevi raccontato? Te la sei fatt-ahiii!” disse Puck massaggiandosi la nuca colpita da Quinn.
 
“Naa.. era una tipa strana. Ma dico, davvero strana. Sapete sono andato a letto con ragazze che si vestivano da Spiderman, Superman, Ironman, ma lei.. dico io, che coraggio chi vuole per vestirsi da Octopus? Tutti sanno che è il nemico di Spiderman.”
 
Tutti ci guardammo e scoppiammo a ridere.
 
“Allora, per cosa ringraziate quest’anno?” chiese Rachel.
 
Ognuno disse la sua.
 
“Io ringrazio di farmi avere al mio fianco una donna del genere..” disse Brittany guardandomi e io sorrisi.
 
“E io ringrazio ogni giorno quel giorno nel quale ti ho conosciuta. Perché stato il giorno migliore della mia vita. Ringrazio la mia vita perchè la sto condividendo con te. E ringrazio te, per essermi accanto. Ti amo..” dissi baciandola.


Franci' corner:

Ed ecco quà anche l'epilogo.. non ci sarà un continuò ma ho già in mente un altro paio di FF!!

Grazie a tutti infinitamente!! Baci Fra

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1313253