A.I. Project

di Remiel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Si trovava immerso in un… liquido caldo.

O almeno questo era il suggerimento che aveva ricevuto dalla propria mente.

Sembrava di fluttuare… Se non fosse stato per la posizione eretta, sarebbe quasi stata una sensazione piacevole.

Nel provare ad aprire gli occhi sentì una leggera resistenza e, appena il liquido entrò a contatto con l’iride, richiuse d’istinto le palpebre. Dopo qualche secondo la vista si abituò e riuscì a distinguere due figure tremolanti che conversavano tra di loro.

Le voci gli giungevano attutite…

- Lady Katrina… Abbiamo fatto tutto il possibile. - stava dicendo un uomo con addosso quello che sembrava un camice bianco. Un medico... O uno scienziato. (queste le ipotesi che lui stava valutando)

L’uomo stava parlando con una figura più bassa e aggraziata.

- Purtroppo i suoi ricordi erano danneggiati. Crediamo sia meglio inserirli uno alla volta tramite la macchina dei sogni, così da rendere il tutto meno traumatico.

La ragazza (aveva intuito che si trattava di una giovane donna grazie alla silhouette e ai lunghi capelli scuri) annuì leggermente, voltando appena il capo verso di lui.

Si era accorta che la stava osservando?

- Posso vederlo? - azzardò lei, rivelando una voce dolce e flebile.

Lo scienziato (alla fine lui aveva optato per chiamarlo così) ebbe un attimo di esitazione.

- Sarebbe meglio di no! Ancora non è ultimato, potrebbe…

Ma la ragazza si stava già avvicinando al vetro che la separava da lui.

- …non piacervi la vista. - Le ultime parole dell’uomo si persero nel vuoto.

Ora poteva osservare meglio la giovane, nonostante il liquido non gli permettesse una visione del tutto nitida.

Aveva dei grandi occhi nocciola e i lunghi capelli ondulati color ebano le ingentilivano il volto. Le labbra carnose erano dischiuse a formulare un ‘oh’ di stupore.

- E’… Identico. Se non fosse per il colore dei capelli.

‘Lei è… Ka-tri-na.’

Pensò, poco prima di chiudere gli occhi e sprofondare nuovamente nel sonno.

‘…Informazione memorizzata.’

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Capitolo 2
*** 1. ***


- Il tuo nome è Raphael Golden, hai diciannove anni e il tuo compleanno è…

- Il 21 Novembre. L’ho memorizzato signore.

Leon, lo scienziato, sospirò abbandonandosi su di una poltrona. Aveva l’aria distrutta.

- Vuoi dirmi cosa non va con te? Abbiamo fatto milioni di prove… E la memorizzazione è a posto.

Raphael inclinò leggermente la testa come  aveva visto fare a uno di quei buffi animali pelosi… ai cani, ecco. Aveva appreso che serviva per esprimere perplessità.

L’uomo sospirò nuovamente.

- Non capisco quale sia il problema, signore. - In realtà lo sapeva perfettamente.

L’occhiata di rimprovero, infatti, non giunse inaspettata.

- Non costringermi a ripeterlo. Oggi verrà Lady Katrina a ritirarti e dovrai mostrare di aver ricordato almeno qualcosa sui tuoi primi anni di vita… O meglio, sui primi anni di vita di Raphael.

Il robot aveva capito che si stava riferendo al ragazzo di cui aveva le sembianze.

Soffriva di una rara malattia, l’emofilia b, e per questo era sempre stato molto debole. Coinvolto in un incidente stradale all’età di diciannove anni, non c’era stato nulla da fare per lui ed era morto dissanguato prima dell’arrivo dei soccorsi.

Ma questo Raphael non lo rammentava, ne era a conoscenza solo perché glielo aveva raccontato lo scienziato.

- Io ricordo… - disse lui, con lo sguardo assente. La sua memoria interna gli presentò qualche immagine fugace del passato.

Leon scosse il capo.

- Perché non sorridi? - Una domanda senza risposta.

Raphael rievocò il significato di quella parola… ‘Sollevare gli angoli della bocca. Solitamente lo si fa quando si è felici.’

Felice… ‘La felicità è uno stato d’animo. E’ causata da un avvenimento o una cosa che provoca una sensazione piacevole.’

Il robot assunse un’espressione pensierosa e sollevò lo sguardo verso lo scienziato.

- …Ma io non sono felice. Perché dovrei sorridere?

- Hai ragione.

Il tono era vagamente triste. Fu così che Raphael realizzò di essere difettoso.

- Leon, signore, è arrivata Lady Katrina.

Rebecca, un robot dall’aspetto di una bambina di dieci anni, sorrideva mentre annunciava l’entrata della ragazza. I capelli erano corti ricci e dorati, gli occhi verdi luccicavano… Nessuno avrebbe mai detto che non si trattava di un essere umano.

Lo scienziato fece in tempo a dare una carezza sui capelli di Rebecca, che fece il suo ingresso Katrina.

Raphael l’aveva vista solo una volta, attraverso il vetro della capsula di costruzione, quindi non aveva potuto osservarla bene.

I capelli erano più lunghi di come li ricordava; indossava un abito lungo impreziosito da alcune pietre. ‘Ha diciotto anni, uno in meno di Raphael.’ Ancora non riusciva a identificarsi con quel ragazzo, probabilmente dipendeva dal fatto che non aveva ricordi sufficienti all’interno della propria scheda di memoria.

Lo sguardo che lei gli rivolse fece palpitare il suo cuore meccanico.

‘Sensazione piacevole…’ Doveva sorridere a Katrina. Ma non lo fece.

- Leonard. - Nel pronunciare per esteso il nome dello scienziato, la giovane si piegò in un inchino.

- Lady Katrina… Vi consegno l’A.I. che mi avete richiesto.

A.I. ‘…Artificial Intelligence. Robot con coscienza di sé, in grado di pensare come un essere umano e imparare dai propri errori.’ Raphael non riuscì a ricavare altro dalla sua banca dati.

Leon gli fece cenno di procedere col saluto.

Il robot fece un passo in avanti e, presa la mano di Katrina, s’inginocchiò ai suoi piedi per farle il baciamano.

- Spero di essere all’altezza delle vostre aspettative.

Con la coda dell’occhio vide gli occhi della ragazza inumidirsi.

Lacrime… ‘[…] possono essere dovute a felicità, ma la maggior parte delle volte sono causate da dolore fisico o tristezza.’

- Spero… Di non avervi recato dispiacere.

Katrina sembrava incapace di parlare, si limitava a osservarlo con gli occhi malinconici.

- Se dovessero esserci problemi non esitate a portarlo qui per accertamenti. Ricordate di collegarlo alla macchina dei sogni prima di farlo dormire. - raccomandò lo scienziato.

La ragazza si ricompose e annuì.

- Certamente. Vi ringrazio profondamente per il vostro lavoro, sono sicura che non mi deluderà.

Raphael si alzò e offrì il proprio braccio a Katrina: Leon lo aveva istruito bene.

- Grazie… Raphael. - Era la prima volta che lei pronunciava il suo nome.

O meglio… La prima volta che lo pronunciava per riferirsi al robot.

Raphael non si voltò a salutare ulteriormente lo scienziato e Rebecca: sentiva che li avrebbe rivisti presto.

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