Between dream and reality

di Hermione92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il segreto ***
Capitolo 2: *** Reagisci! ***
Capitolo 3: *** Lezione di pozioni ***
Capitolo 4: *** Una pozione color cioccolato ***
Capitolo 5: *** Scandalo ***
Capitolo 6: *** L'incubo ***
Capitolo 7: *** Effetti collaterali ***
Capitolo 8: *** Mya e Principino ***
Capitolo 9: *** Parole ***
Capitolo 10: *** Il suo fuoco ***
Capitolo 11: *** Draco, solo Draco ***
Capitolo 12: *** Quel mondo... il loro ***
Capitolo 13: *** Violet ***
Capitolo 14: *** Il suo faro tra la nebbia ***
Capitolo 15: *** La luna, l'amore ed il peccato ***
Capitolo 16: *** Una porta per la sua anima ***
Capitolo 17: *** Ci riuscirai... ***
Capitolo 18: *** Dentro ***
Capitolo 19: *** Lezione di difesa ***
Capitolo 20: *** Lo specchio ***
Capitolo 21: *** Verita' ***
Capitolo 22: *** Fiducia ***
Capitolo 23: *** Un vero amico ***



Capitolo 1
*** Il segreto ***


1. IL SEGRETO


Il treno avanzava velocemente, con il rumore continuo delle rotaie, un suono metallico e fastidioso. Hermione era comodamente seduta in uno scompartimento vuoto. La riunione dei prefetti si era conclusa da poco e lei aveva congedato tutti, dopo aver presieduto come caposcuola, ed era rimasta sola. Finalmente libera di immergersi nei suoi pensieri e nelle sue fantasie. La sua fronte era appoggiata al vetro del finestrino. Il paesaggio verdeggiante scorreva sotto ai suoi occhi. Man mano che si avvicinava ad Hogwarts si sentiva sempre piu' a casa. Sospiro', chiudendo debolmente gli occhi, per sentire meglio quel rumore che ogni volta le procurava una gioia infinita. La porta dello scompartimento venne aperta bruscamente, facendola sussultare e pestare la testa contro la finestra.

-Ahi!- si massaggio' la fronte, appoggiandosi allo schienale del sedile.

-Che c'e' Mezzosangue? Un semplice rumore e' in grado di metterti k.o.?- le chiese una voce che lei conosceva fin troppo bene, appartenente all'ultima persona al mondo che avrebbe voluto incontrare al momento: il serpeverde piu' purosangue di tutta la scuola, Draco Lucius Malfoy.

La ragazza non rispose, limitandosi a sospirare ed a togliere una ciocca di capelli dagli occhi, portandola dietro ad un orecchio. Draco la guardo' con aria di superiorita', dall'alto in basso. Poi si sedette di fronte a lei, cominciando a guardare fuori dal finestrino. Hermione lo osservo' a sua volta, la sua aria da snob, i suoi capelli biondissimi e lisci, quel corpo muscoloso grazie agli allenamenti di quidditc. Dovette ammettere che non era poi tanto male, anzi diaciamo che non lo era per niente. Si chiese cosa ci facesse in quello scompartimento, con lei. La riunione dei prefetti era finita e lui se n'era andato... ma perche' ora era piombato li'?

L'aveva gia' insultata, ma la cosa strana era che non l'aveva rifatto. Molto insolito da parte sua. Infatti normalmente il ragazzo non perdeva mai l'occasione di discutere con lei, era il suo passatempo preferito. E si puo' dire che anche la ragazza trovava utili i battibecchi quotidiani: le permettevano di sfogarsi. Certo, a volte era fin troppo offensivo, ma lei aveva imparato a non dar peso alle sue offese... piu' che altro lo faceva perche' credeva che in fondo lui non si comportasse in quel modo per colpa sua, no, era certa che lo facesse per l'influenza che suo padre aveva da sempre esercitato su di lui. Dietro la sua maschera lei credeva ci fosse qualcuno sensibile, o, perlomeno, non come lo dipingevano tutti. Non l'aveva mai dimostrato, ma ne era comunque convinta. Poi il suo comportamento poteva essere una sorta di scudo che lui ergeva per proteggersi dalle sofferenze. La cosa certa e' che Hermione non si sarebbe mai comportata come lui: lei non avrebbe mai impedito a se stessa di provare sentimenti sinceri e puri, solo per la paura di soffrire. Scosse la testa, provando, per la prima volta, pena per qualcuno che forse non l'avrebbe nemmeno meritata. La ragazza comincio' a guardare fuori dal finestrino, tornando a fissare il panorama.

Draco si giro' verso di lei. Si era accorto di essere fissato, ma le aveva permesso di farlo. Aveva sentito lo sguardo della ragazza su di se', si era sentito come mai prima. Era stato come se ogni singolo sguardo fosse una lama infuocata, che si conficcava lentamente nel suo corpo, senza provocargli alcun dolore, ma dandogli la sensazione di stare andando a fuoco. Come aveva fatto la Mezzosangue a provocargli una reazione del genere? Lui non seppe mai rispondere a questa domanda. Anche perche' smise di pensare alla risposta non appena la ragazza si morse il labbro inferiore, con nervosismo. Guardo' i suoi capelli marroni, con quei boccoli che ricadevano dolcemente sulle sue spalle, guardo' la sua postura regale e fiera, da grifondoro. Si sorprese a sorridere e si affretto' a tramutare la sua azione in un ghigno preconfezionato, ghigno che era arrivato ad odiare. La fisso' attentamente, non seppe dirsi per quanto tempo. L'unica cosa certa e' che arrivo' ad invidiare la mezzosangue che offendeva da sempre, che credeva di odiare. La sua era sempre stata invidia. Invidia che, da che mondo e' mondo, ha sempre impedito di vedere le cose sotto la giusta luce.

Il panorama cambio' competamente e, con grande gioia dei due ragazzi, Hogwarts apparve all'orizzonte.

-Casa- Hermione mosse piano le labbra, senza parlare.

-Gia', finalmente...- disse Draco, tornando a guardare fuori, verso quel castello incantato.

-Cosa?- la ragazza si giro' verso di lui, stupita dalle sue parole.

-Ho detto che finalmente Hogwarts si riesce a vedere. Sei sorda per caso?- le domando' freddo, come per cancellare le parole di prima, dette quasi senza riflettere.

-Non importa. Non devi per forza rispondere in modo cortese e civile! Non mi interessa!- sbotto', girandosi ancora una volta a guardare la scuola.

-Principessa delle Mezzosangue non pensavo di offenderla.- le fece un piccolo inchino, in modo molto maldestro.

-Mi auguro che la cosa non succeda piu', suddito...- sibilo' lei, dopo essersi ripresa dallo stupore.

-Cosa?- le domando' lui, a dir poco, sconvolto -Io non sono il suddito di nessuno! Questa e' una cosa da mettere in chiaro!- sbotto', offeso.

-Ma scusa, se io sono una principessa... ci dev'essere qualcuno disposto a servirmi.- lo guardo' con un'aria che lo sorprese non poco, che gli fece veramente pensare di avere di fronte una pricipessa.

-Quel che e' certo e' che sono io quello che deve essere servito!- incrocio' le braccia al petto e si volto' verso la porta dello scompartimento.

-Mi scusi, o sommo principe dei ghiacci...- abbasso' leggermente il volto, per poi rialzarlo per fargli una domanda: -O preferisci principe delle serpi?-.

Lui non rispose, ma la guardo' negli occhi. Quegli occhi d'oro che per un attimo gli fecero dimenticare ogni cosa, persino il suo nome.

Hermione si ritrovo' a ricambiare uno sguardo di fuoco, uno sguardo che era carico di significati e di emozioni. Degli occhi d'argento che per la prima volta guardava in modo diverso, in modo piu' puro e che le permettevano di non vedere piu' la solita indifferenza, il solito ghiaccio.

Occhi che si unirono per la prima volta, incatenandosi. Quegli opposti che per un attimo si competarono, trovando la cosa che mancava loro. Oro e argento. Cioccolato e ghiaccio.

Cose che riuscirono a trovare il loro equilibrio, quasi come uno scherzo del destino. Un destino che sembrava voler unire due persone competamente diverse, in ogni cosa. Un'unione che avrebbe visto lo schieramento di persone con diversi ideali, solo che sarebbero state d'accordo. Quell'unione prevista dal cielo e che avrebbe fatto di tutto per restare intatta. Un legame indissolubile fatto di scelte e di avvenimenti. Che avrebbe cambiato la loro vita. Perche' non si puo' vivere senza provare sentimenti, e i sentimenti non possono essere comandati.

L'intensita' di quel momento venne interrotta dal rumore della porta del loro scompartimento che venne spalancata facendo sussultare i due ragazzi. Silente entro' facendo svolazzare il mantello, li saluto' con un cenno del capo e si sedette accanto ad Hermione.

-Signorina Granger mi auguro che il viaggio sia andato bene.- le disse il preside.

-Certo professore.- la ragazza annui', incredula.

-Signor Malfoy...- riprese Silente, rivolgendosi al ragazzo -io dovrei parlare in privato con Hermione... potrebbe lasciarci soli?-.

-Nessun problema... ci vediamo in giro, Granger- fisso' ancora i suoi occhi, per poi lasciare lo scompartimento.

Draco rimase poco distante da Hermione. Non seppe nemmeno spiegarsi il motivo di quell'azione. Ma rimase fermo, appoggiato al lato del treno. Senza riuscire a non pensare allo sguardo di Hermione. Al suo sguardo di fuoco, nel quale si poteva leggere una forte voglia di vivere.

Hermione Jane Granger, d'altro canto, stava ricevendo una notizia che le avrebbe cambiato la vita, competamente.

Quando il treno si fermo' Draco aspetto' che Hermione uscisse dallo scompartimento prima di scendere. Quello che vide lo sconvolse: la ragazza camminava a testa bassa, le mani strette a pugno, talmente tanto che le nocche erano bianche. Ma la cosa piu' brutta, la cosa piu' diversa fu la sensazione che senti' quando lei alzo' la testa, per guardarlo in faccia. Aveva gli occhi vacui, come se avesse perso la voglia di vivere per sempre. Non era piu' lei, e per Draco fu come ricevere un colpo al cuore.

Il principe dei serpeverde quel giorno si fece la sua piu' grande promessa: avrebbe scoperto il segreto della Mezzosangue, con ogni mezzo a sua disposizione.





Note dell'autrice: ed eccomi qua con un'altra fic. So bene che ne ho altre da competare, pero' questa mi ronzava in testa da un po' e non sono riuscita a resistere. Spero solo che vi piaccia e che vogliate dirmi cosa ne pensate e se vale la pena di andare avanti. Grazie comunque, alla prossima, baci, Hermione92.

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Capitolo 2
*** Reagisci! ***


2.REAGISCI!


La scuola era iniziata da pochi giorni e nell'aria si percepiva gia' la tipica atmosfera caotica di Hogwarts: c'erano ragazzi che passeggiavano nei corridoi, che chiacchieravano oppure che stavano appoggiati al muro o ad una colonna.

Draco camminava lentamente, con il suo portamento fiero e regale, sempre a testa alta, con la schiena dritta e il passo sicuro. Il principe dei Serpeverde era seguito dai suoi scagnozzi, Tiger e Goyle, che sembravano essere le sue guardie del corpo, e da Pansy Parkinson, la ragazza piu' smorfiosa di tutta la scuola. All'inizio dell'anno la Serpeverde aveva cominciato a seguirlo: ovunque lui andasse c'era anche lei. La ragazza era convinta di poterlo conquistare sfoderando ogni volta tutte le sue qualita'. Al momento, per esempio, stava utilizzando la sua parlantina per attirare l'attenzione di Draco.

-Devi sapere...- diceva, sorridendo, -Che io e Daphne ci stiamo organizzando per la prima gita ad Hogsmeade.- abbasso' la voce e si avvicino' al ragazzo -Vogliamo comprarci dei vestiti... non si sa mai... l'anno e' lungo e si potrebbero fare molti festini, non credi?- chiese. Ma non aspetto' nemmeno la risposta, ricominciando a parlare: -Oh... c'e' una cosa che ti devo dire per forza! Hai presente...-.

Draco smise di ascoltarla: la trovava troppo petulante! Inizialmente al ragazzo non dispiaceva la compagnia di Pansy, anzi, la cosa lo divertiva, poi, pero', aveva cominciato a vedere la cosa in modo obbiettivo: la Serpeverde sembrava aver messo le radici nella sua ombra, essere diventata la sua ombra. Tempo un mese, Draco ne era convinto, Pansy l'avrebbe accompagnato persino in bagno! Una cosa intollerabile! E questo era solo l'inizio. Infatti la ragazza parlava troppo e, inoltre, la sua voce era acuta e stridula. Draco temeva di diventare sordo! Oltretutto quel brusio incessante gli impediva di riflettere, cosi' era costretto ad utilizzare le notti per pensare al segreto della Mezzosangue, invece di dormire. Stava seriamente pensando ai modi possibili per uccidere quella faccia da carlino!

-Dracuccio, mi ascolti?- gli chiese lei, fermandosi.

-Certo Pansy, ovviamente- cerco' di trattenersi dall'attaccarla: era riuscita un'altra volta ad interrompere il flusso dei suoi pensieri!

-Ok, ti credo, Dracuccino caro... mi sembravi un po' sovrappensiero.- gli sorrise, cercando di essere dolce.

-Pansy trovo non ti debba interessare minimamente quello che faccio!- sibilo' lui, freddo -Per quanto io possa essere affascinante, e so di esserlo veramente tanto, tu non devi controllare quello che faccio, ne', tanto meno, dove vado! Sono stato chiaro?- le chiese, alzando leggermente il tono di voce.

-Ma io...- comincio' lei, con la voce incrinata ed il labbro inferiore tremante.

-Niente ma, Pansy! Io non devo essere controllato!- sibilo', mantenendo il suo solito tono distaccato -Devo, capito? Quindi tu non devi farlo!-.

-Io...- gli occhi le si riempirono di lacrime, mentre il castello di carte che aveva immaginato crollava, in seguito al leggero soffio del vento. Forse non avrebbe dovuto credere di poter ottenere tutto cio' che voleva. Sarebbe stato meglio lasciare tutto al destino, limitandosi a comportarsi normalmente.

-Tu, Pansy? Ormai penso che anche Tiger e Goyle abbiano capito che conosci quel pronome... prova a cambiarlo. Il mondo non gira intorno a te!- celio' Draco, cominciando ad allontanarsi, mentre i suoi due scagnozzi sorridevano soddisfatti, credendo di aver ricevuto un complimento dal capo.

Draco percorse dei corridoi, senza nemmeno sapere il luogo in cui era diretto. Si godeva la sua liberta'. Finalmente solo con i suoi pensieri. Poteva dedicarsi al segreto di Hermione, ora che non aveva accanto nessuno che potesse dargli fastidio. Ci aveva pensato a lungo, aveva pensato spesso al motivo che aveva spinto la sua Mezzosangue a perdere la voglia di vivere che la caratterizzava. Erano successe molte cose che avevano incrementato la sua curiosita':

-la ragazza aveva smesso di ridere, sorrideva poche volte e solo con una breva e leggera, non che' falsa, tiratura di labbra;

-aveva smesso di alzare continuamente la mano durante le lezioni e di intervenire in qualunque modo;

-sembrava avere la testa perennemente tra le nuvole e non ascoltava mai quello che le veniva detto.

Ma c'era una cosa, solo una, che era in grado di sconvolgerlo piu' di ogni altra: il suo sguardo perennemente vacuo, gli occhi spenti. La voglia di vivere sparita con un soffio per chissa' qualche scherzo del destino, un'ingiustizia. Una di quelle cose che ti entrano nel cuore come spilli infuocati, che fanno male. E ci sono solo due cose che puoi fare: cedere e seguire la corrente lasciandoti andare, o lottare, combattendo per cio' in cui credi, per le cose che per te sono veramente importanti. Hermione aveva ceduto, e questo non era da lei. Draco credeva che la cosa che l'aveva ridotta cosi' era sicuramente molto dura da sopportare o la sua Mezzosangue non avrebbe ceduto. No, Hermione sapeva troppo bene che la realta' non puo' essere cambiata e che l'unica cosa che puoi fare quando cadi e' rialzarti e ricominciare a camminare.

Alla fine delle sue numerose riflessioni Draco era giunto a delle conclusioni, be', ad una conclusione:

-Non e' un problema da niente.

Questa era l'unica cosa che gli ronzava in testa. Non stava certo facendo progressi. E la cosa lo irritava, non poco. La curiosita' lo stava pian piano consumando, facendolo stare sempre piu' male quando si sentiva all'oscuro di qualcosa. Non lo dava a vedere, essendo bravo ad indossare la sua solita maschera, ma gli rodeva dentro.

-Ciao, Malfoy!- un gruppetto di primini di Serpeverde lo saluto', facendogli interrompere le sue preziose considerazioni. Non rispose, limitandosi a fissarli, con una punta di disgusto.

-Malfoy!- lo saluto' un Serpeverde del sesto anno -come va? Spero bene! Scusa se non mi trattengo, ma purtroppo ho da fare!- draco non gli rispose, limitandosi ad andarsene il piu' lontano possibile da quel corridoio.

Draco Lucius Malfoy odiava essere trattato con quel rispetto reverenziale, come un dio. Certo, la cosa gli faceva tremendamente piacere, ma sapeva che era effimera. Lo trattavano con rispetto solo per il suo nome, per nessun altro motivo. Lo trattavano da amico solo per la sua fama. Ma la cosa non sarebbe durata per sempre e lui lo sapeva. Come avrebbe fatto a non essere trattato piu' cosi'? Si sa, quando qualcuno non puo' piu' dare quello che gli altri si aspettano viene gettato nel dimenticatoio. Quello che e' certo e che la popolarita' non dura per sempre. E lui aveva paura di sentirsi tremendamente solo. Di fatto lo era gia', ma la cosa non aveva peso, quando era circondato da persone che facevano quello che voleva. Tutte, tranne una. La sua Mezzosangue... ed ecco che Draco aveva un altro motivo per farla tornare come prima: sperava che almeno lei sarebbe stata sempre se stessa, trattandolo come meritava.

Aveva anche un impellente bisogno di essere amato, Draco. Era sempre stato circondato da persone che non sapevano com'era veramente e nessuno provava sentimenti sinceri e puri nei suoi confronti. Quello che il ragazzo non sapeva era che presto qualcuno sarebbe andato oltre le apparenze, giudicandolo per quello che e'.

il ragazzo senti' un tonfo e si guardo' intorno per capire da dove era arrivato' il suono. Vide la Mezzosangue china a raccogliere dei libri, stancamente. Le si avvicino' lentamente, per poi chinarsi per aiutarla. Fece per prendere un libro, che Hermione arrivo' a toccare nello stesso istante. Le loro mani si sfiorarono piano, sentirono una scossa. Entrambi alzarono il viso, fino ad incontrare gli occhi dell'altro. Per un attimo Hermione era ritornata quella di prima, i suoi occhi erano quelli di prima. Per un breve istante il cuore di Draco si fece piu' leggero, vedendo di nuovo quella voglia di vivere. Ma fu breve. Solo un breve momento. Hermione distolse bruscamente lo sguardo, ritraendo la mano, mentre Draco le passava il libro.

-Tieni, Granger.- disse, sorridendole, con la voce bassa e tremante.

-G... grazie- balbetto', girandosi di nuovo verso di lui.

-Prego- i due si alzarono lentamente, Draco non distolse lo sguardo da lei, nemmeno per un secondo. Rivide i suoi occhi vacui e senti' un groppo in gola -Reagisci, Granger- disse. Lei non rispose, girandosi e cominciando a camminare.

Hermione si era sentita colta in fallo, mentre si rattristava. Per un attimo aveva sentito la tristezza svanire, poi tutto era tornato come prima ed ora Malfoy le diceva come comportarsi! Non aveva nessun diritto! E lei non aveva voglia di combattere.

Draco la guardo' allontanarsi, indeciso sul da farsi. Poteva lasciarla sola, a riflettere, con quel problema a corrodere la sua anima oppure aiutarla, farla reagire, darle una mano per rialzarsi.

-Ferma!- si avvicino' a lei, e la fermo', tenendola per un braccio. Lei non reagi', limitandosi a fissarlo con sguardo assente. -Reagisci Granger! Cazzo non puoi lasciarti andare!- la guardo' negli occhi, urlando quelle parole, che erano quasi una supplica.

-Cosa?- chiese, con la voce ad un sussirro.

-Cazzo Granger ma non vedi come sei? Non sei piu' tu!- la guardo' di nuovo negli occhi.

-Io...- gli occhi cominciarono a lacrimare.

-Non piangere adesso! Reagisci! Picchiami! Insultami! Fa' qualcosa! Ma non comportarti cosi!-.

Hermione strattono' il braccio, togliendolo dalla stretta del ragazzo. L'aveva ferita, e la cosa che le faceva piu' male era il sapere che Draco aveva ragione. Si giro' e si allontano' da quel corridoio, doveva riflettere, da sola. Doveva decidere come reagire agli spilli che erano conficcati nel suo cuore, ferendola.

Draco la guardo', impotente. Si sentiva inutile! La ragazza doveva reagire! La cosa era certa! E ora che Draco era piu' sicuro si era piu' che mai deciso a scoprire il suo segreto.



Note dell'autrice: visto il successo del primo capitolo ho deciso di continuare in fretta. Spero che questo cap vi piaccia e che vogliate commentare! Grazie a tutti coloro che hanno letto e a Drakina94, Mojito86, RanocchiettaGolosa, FrancyChan, Polvere_di_stelle, Litosfera, laretta, Hermynoe93. Grazie 1000! se ho deciso di continuare e' anche grazie a voi! Mi scuso per non aver risposto bene ad ogni singola recensione, ma non ho molto tempo. Ancora grazie! Alla prossima, baci, Hermione92.

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Capitolo 3
*** Lezione di pozioni ***


3.LEZIONE DI POZIONI


Hermione camminava lentamente, diretta nella Sala Grande, per fare colazione. La borsa a tracolla, traboccante di libri, il passo fiero, a questo punto tutti si aspettano la sua testa alta, con regalita', la cosa strana, invece, era che il suo sguardo fissava il pavimento. La ragazza pensava, come aveva fatto per gran parte della notte tra un incubo e l'altro. Pensava alle parole di Draco, a quello che le aveva ordinato di fare, era quasi arrivato a supplicarla. Da quando in qua Malfoy si preoccupava per lei? Era strano, ma quelle parole erano state in grado di riscuoterla dal suo stato d'apatia. Era come se avessero tolto quegli spilli che le si erano conficcati nel cuore, facendole male, certo, ma permettendole di capire che il modo con il quale stava reagendo non era quello giusto. Si', a questo ci era arrivata anche da sola. Quello che non sapeva era il modo per riuscire ad andare avanti, per rialzarsi dopo quella caduta che sembrava averla portata sottoterra. Aveva bisogno d'aiuto, ma non l'avrebbe mai ammesso e non l'avrebbe mai accettato. Lei era una fiera studentessa Grifondoro, la strega piu' brillante del suo anno, no? Allora pensava che sarebbe riuscita superare quel momento, sperava solo che fosse passeggero.

Draco era solo, e, dopo una mattina passata in compagnia di Pansy, la cosa lo rallegrava. Il suo animo, pero', era molto turbato. Nella sua mente continuavano ad apparire delle immagini di Hermione, dei suoi occhi vacui. Ormai era la sua ossessione. Era come una macchia indelebile in lui. Li', pronta ad agire, per renderlo totalmente dipendente. Il Serpeverde odiava quella situazione. Lui non dipendeva da nessuno! E non voleva certo essere ossessionato! Ma non poteva farne a meno. Lei era sempre li'. Quando riusciva a non pensarci succedeva qualcosa per la quale era costretto a rivedere il suo volto nella mente. Piu' tempo passava e piu' lui era confuso. Oltretutto non aveva fatto nemmeno un piccolo passo avanti nella scoperta del segreto. Niente. Non aveva un solo indizio che gli potesse dare una mano. Doveva trovare una soluzione! E in fretta!

-Draco!- una voce maschile lo chiamo', riscuotendolo dai suoi pensieri e facendolo sussultare. Si giro' seccato, aspettando che lui continuasse, -Ti va di andare insieme in Sala Grande? E' li' che sei diretto, no?- gli chiese un ragazzo moro, dai profondi occhi blu, un Serpeverde Purosangue, Blaise Zabini.

-Se proprio non puoi fare a meno di venirci con me...- sibilo', a denti stretti. Odiava la compagnia, piu' che altro perche' la riteneva inutile e alquanto stancante. Insomma a che scopo stai con qualcuno per tutto il giorno e parli dei fatti tuoi? Nessuno. Allora tanto valeva non farlo.

-Si', ci tengo-.

-Non capisco perche' tu voglia a tutti costi essere mio amico.- disse, ricominciando a camminare.

-E' un problema? Cioe' tutti ti trattano come un dio e quando qualcuno non lo fa tu diventi glaciale... non credi di avere qualcosa che non va?- gli chiese, seguendolo.

-Quello che ha qualcosa che non va sei tu, Blaise!- sbotto', indignato.

-Vuoi sapere cosa credo?-.

-Tanto so che me lo dirai comunque...- sospiro', il moro era sempre il solito... non sarebbe mai cambiato!

-Si'... effettivamente... comunque io credo che tu abbia paura.- rispose semplicemente.

-Potrei sapere di cosa?- chiese, quasi urlandolo.

-Di rimanere scottato, amico mio- gli diede una pacca sulla spalla -Ma se vuoi il mio parere...- l'occhiata che Draco gli rivolse gli fece gelare il sangue nelle vene, ma non gli impedi' di continuare: -Arrivera' il giorno in cui una ragazza riuscira' a sciogliere la barriera di ghiaccio che hai costruito intorno al tuo cuore... e allora non potrai far altro se non lasciarti cullare dal fuoco.-.

I due rimasero in silenzio. Draco pensava alle parole del moro, che aveva pienamente ragione, anche se non l'avrebbe mai ammesso apertamente. Era sicuro che Blaise gli aveva detto quelle cose in buona fede... forse stava veramente cominciando a trattarlo da Draco e non da Malfoy, cosa che nessun altro, Mezzosangue a parte, aveva mai fatto. Forse meritava una possibilita', forse Draco avrebbe potuto avere un amico, il primo vero amico. Non sapeva dirsi il perche', ma infondo si fidava di lui, era un Serpeverde atipico: sarebbe dovuto finire in un'altra casa. Blaise desiderava veramente diventare amico di Draco, in modo sincero, puro. Lui desiderava poter parlare con qualcuno dei suoi problemi, avere dei consigli... ok, Malfoy non era proprio il ragazzo piu' indicato, ma il moro aveva imparato a guardare dietro il ghiaccio e anche Draco cominciava a collaborare. Sarebbe incominciata una bella amicizia, c'era solo bisogno di tempo.

La prima ora di lezione per il giovane Serpeverde era Pozioni e per di piu' con i Grifondoro. Per lui sarebbe stata una lezione molto interessante: dopotutto aveva la Granger sotto controllo e poteva cercare di sapere di piu' riguardo al suo segreto. Il ragazzo stava per entrare nell'aula quando Pansy gli si avvicino' e l'abbraccio' con foga.

-Pasy cosa credi di fare?- sibilo' il biondo, a denti stretti.

-Ti stavo abbracciando...- rispose, staccandosi da lui.

-Questo l'ho notato... e devo dire che se lo farai ancora non rispondero' delle mie azioni!- sbotto', indignato. Ma come si era permessa di toccarlo? Quel carlino rischiava sempre di piu' la sua vita.

-Draco!- l'ammoni' Blaise, mentre Pansy entrava in aula -Non...- si blocco' di colpo, arrossendo.

-Cosa ti prende?- gli chiese, senza ottenere nessuna risposta. Allora intercetto' il suo sguardo e noto' che il trio miracoli si dirigeva a passo svelto nella sua direzione. Bene! L'occasione perfetta per provare a far reagire Hermione! -Mezzosangue...- disse, freddo -Cerca di passare il piu' lontano possibile da me! Non vorrei essere contaminato dai tuoi geni!-.

-Malfoy giuro che...!!- Ron scatto' in avanti, ma Harry lo fermo'.

-Tu cosa?- chiese Draco, per niente impaurito.

-Draco calmati.- gli disse Blaise, dopo essersi ripreso dal suo momentaneo intontimento.

-Bravo, Malfoy, calmati! Tanto non l'avresti vinta!- disse il rosso.

-Ronald!- l'ammoni' Hermione, con la voce incrinata.

-Entriamo Blaise... non vale la pena stare con questa feccia!- Draco entro' nell'aula e si sedette nell'ultimo banco infondo. Vide che il moro stava per andare a sedersi da un'altra parte e si stupi' a sentirsi pronunciare: -Zabini dove stai andando? Io non ti tengo il posto per molto... sai quante ragazze vorrebbero sedersi qui!-.

-Agli ordini capo!- rispose Blaise, sorridendo. Forse Draco iniziava gia' a sciogliersi. Che avesse trovato il suo fuoco?

Draco si sentiva un vero schifo. Aveva insultato Hermione, per vedere se reagiva, se i suoi occhi ritornavano a splendere e a luccicare. Ma niente. Non aveva ottenuto nessun risultato, se non il sembrare ancora piu' stronzo. Non era piu' lei, non c'erano piu' dubbi. Doveva trovare un modo per farla tornare come prima, e in fretta.

Hermione si sedette di fronte alla cattedra, cominciando a sfogliare svogliatamente il libro. Ripensava agli insulti di Malfoy. Cominciava a temere che il ragazzo avesse terribili crisi di personalita': solo il giorno prima le aveva detto di reagire e ora l'aveva insultata! Una cosa anormale! Gia', ma cos'e' normale? La vita che credeva di avere poteva dirsi normale? Cio' in cui credeva? Quello che le era piombato addosso come una montagna? Non lo sapeva, ma era stufa di combattere. Cause perse, solo queste . Che la stavano consumando. Quello che, pero', non riusciva a capire era che erano proprio quelle sue piccole lotte a renderla veramente se stessa. Lei che aveva visto i suoi sogni infrangersi, il mondo crollarle addosso dopo poche semplici parole. Ora stava male, maledettamente male. Ed era convinta di non poterci fare niente. Ma si sa: una soluzione c'e' sempre. Bisogna solo sapere dove cercarla.

Blaise getto' una rapida occhiata al bambino sopravvissuto. Nel corridoio, mentre Harry arrivava, l'aveva guardato e lui aveva avuto la sensazione che riuscisse a leggergli nell'anima. Si era sentito strano, come mai prima. Non seppe perche', seppe solo che da quel momento comincio' ad osservarlo di piu'.

Harry si sedette accanto all'amica, era strana, e da tanto anche. Non aveva voluto dare nemmeno una piccola spiegazione, nemmeno una bugia, niente! Forse era anche per colpa sua se stava in quello stato, se non riusciva ad uscirne. Era stato troppo affrettato nelle sue decisioni, ma ormai il danno era fatto e pensarci non aveva senso. Giro' leggermente la testa e i suoi occhi incontrarono un paio di occhi blu mare, occhi che non aveva notato fino a quel giorno, si senti' strano ed arrossi' di botto, tornando a guardare verso la cattedra.

-Bene ragazzi!- Piton entro' in classe, facendo svolazzare il mantello -Oggi prepareremo una pozione particolarmente difficile e sono certo che almeno la meta' di quelli presenti in quest'aula- si giro' verso i Grifondoro -Non sara' in grado di prepararla correttamente. E' la pozione dei Sogni. E' una pozione in grado di far incontrare due persone nei loro sogni, dove nessuno dei due sara' mai in grado di mentire all'altro, perche'... come ben sapete, in un sogno e' il subconscio che comanda e tutti sono cio' che sono-.

-Quindi se io bevessi quella pozione e la bevesse qualcun altro ci incontreremmo ogni notte in sogni diversi?- chiese Daphne, limandosi le unghie.

-Certo, Greengrass.10 punti a Serpeverde per la tua brillante deduzione- Piton sorrise, congratulandosi con se stesso per aver trovato il modo di assegnare punti alla sua casa.

-E' una cosa inutile! A cosa mi serve quando posso incontrare chi voglio da sveglia?- domando' Pansy, tra una pennellata di smalto e l'altra.

-La cosa che dovete sapere...- disse Piton, fingendo di non aver sentito le parole della Parkinson -e' che questa e' una pozione che ormai e' caduta in disuso. Cio' significa che non viene piu' usata da molti anni e quindi non si puo' sapere se e' in grado di funzionare o meno. Percio' per le valutazioni mi basero' sul vostro modo di preparare la pozione e sul colore che assumera'.- sorrise, vedendo le facce perplesse di tutti i ragazzi.

Alla fine delle due ore Draco Lucius Malfoy era insolitamente allegro: aveva trovato la soluzione!





Note dell'autrice: ecco qua il terzo capitolo! Spero che vi sia piaciuto! Spero anche che vogliate lasciarmi un commento con consigli e/o opinioni. Poi avrei bisogno di una mano: siccome so di non essere molto brava con i nomi e cose simili, avrete certo tutti notato il nome scadente della pozione (pozione dei Sogni) non e' che voi avreste un suggerimento da darmi? Grazie comunque. Grazie a chi legge soltanto e a Sarn, a Mojito86, ad alisea89, a juju210, a laretta, a LOVEHARRY, a drakina94, a Polvere_di_stelle. Grazie veramente con tutto il cuore! Non sapete quanto le vostre recensioni mi rendano felici e mi riempiano di entusiasmo, dandomi un motivo in piu' per andare avanti. Ora un'ultima cosa (so bene che oggi vi sto stressando e chiedo scusa), siccome ho notato che siete curiose di scoprire il segreto di Hermione se volete un aiutino posso anche darvelo, (basta che nella maggioranza dei commenti ci sia la richiesta). Quindi non vi resta che dirmi se nel prossimo cap devo mettere un aiutino o no. E' tutto nelle vostre mani! Con cio' non vi resta che commentare!

Spero di riuscire ad aggiornare presto ( e con questo ritmo)! Alla prossima, baci, Hermione92.


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Capitolo 4
*** Una pozione color cioccolato ***


4.UNA POZIONE COLOR CIOCCOLATO


Era da ore che Draco girovagava tra gli scaffali della biblioteca, mentre Blaise sedeva accanto alla finestra guardando fuori, perso nei suoi pensieri. Il biondo continuava a prendere in mano libri di pozioni, per poi sfogliarli velocemente. Cercava le controindicazioni per una pozione che non veniva testata da migliaia di anni, la pozione dei Sogni. Voleva essere sicuro di non combinare danni, con la sua curiosita'. Desiderava scoprire il segreto di Hermione, piu' di ogni altra cosa al mondo. Ormai era ora di cena, e non aveva fatto progressi. La boccetta con il liquido azzurro giaceva in una tasca del suo mantello, pronta per essere usata. Draco dovette ammettere che la voglia di usarla era tanta, ma non voleva correre rischi: poteva creare numerosi effetti collaterali. Non se lo sarebbe mai perdonato.

Blaise aveva lo sguardo perso, verso quel cielo che era leggermente rosato, segno dell'immancabile tramonto del sole. Lo sguardo era assente, lui era troppo assorto nei suoi pensieri per essere attento a quello che gli accadeva intorno. I suoi pensieri completamente rivolti verso la persona che non avrebbe mai immaginato possibile, non se l'aspettava. Non si aspettava di rimanere colpito dal fascino di Harry Potter. Insomma, e' del Bambino Sopravvissuto che stiamo parlando! Un Grifondoro altruista, il suo opposto! Ma non poteva fare a meno di pensare a lui. Rivedeva il suo viso davanti agli occhi, i capelli perennemente spettinati e la sua aria trasandata, ma cosi' tremendamente sexy. Stava pensando a Potter come sexy? Arrivo' alla conclusione di avere seri problemi mentali, ma non ci pote' fare niente. Lui era nei suoi pensieri, si sarebbe dovuto rassegnare all'evidenza.

-Niente!- Draco si stravacco' su una sedia, sbuffando.

-Niente? Sicuro? Insomma... dovresti trovare ogni libro possibile e immaginabile in questa biblioteca, no?- gli domando' il moro.

-Nella sezione proibita, forse... qui non credo proprio- rispose, rassegnato.

-Mi vuoi dire cosa cerchi? Non capisco perche' tu non voglia parlarmene! Sono tuo amico, se non sbaglio!- sbotto', parecchio arrabbiato. Ovviamente lo era piu' per aver dovuto interrompere il flusso dei suoi pensieri.

-E' una cosa complicata e non mi va di parlarne!- sibilo', secco.

-Non c'era bisogno di scaldarti tanto. Chiedevo...-.

-Allora la prossima volta evita di farlo!- lo guardo', truce.

-Va bene, me ne vado. Potevi dirmelo chiaramente di non volere la mia compagnia!- Blaise si alzo' dalla sedia, parecchio offeso. Getto' un'ultima occhiata a Draco ed usci' dalla biblioteca, lasciandolo solo.

Draco sbuffo'. Non era lui a non volere la sua compagnia, ma Blaise. Era stato troppo scontroso, aveva osato esserlo, quando mai nessuno aveva osato mettere in discussione un suo gesto o una sua parola. Il moro aveva fegato. Gli avrebbe parlato, non per scusarsi, come mise subito in chiaro alla sua mente, ma per... cosi', perche' ne aveva voglia. Draco Lucius Malfoy aveva un disperato bisogno di avere un amico, e pia piano se ne stava accorgendo. Prese in mano un'altro libro, il primo che aveva scartato, lo sfoglio' distrattamente. Niente. Non vedeva proprio niente che potesse aiutarlo. Un attimo. Il suo sguardo si poso' su una parola: disuso. Atterro' subito l'attenzione, cosi' Draco lesse piu' attentamente la pagina:

Ci sono pozioni che non si usano piu' da anni, pozioni in disuso. Queste pozioni devono essere usate con molta cautela, in quanto non si conoscono i loro effetti. E' possibile che creino disturbi quando vengono ingerite per la prima volta, o disturbi perenni, malattie ora sconosciute, oppure tutti questi effetti. Ma anche nessuno. Nessuno puo' dirlo. Si consiglia, percio', di non usare certe pozioni. Certo, un modo per essere sicuri della loro validita' esiste: basterebbe entrare in possesso di un libro appartenuto ad un alchimista che descrive gli effetti di una pozione, ma sono parecchio rari, e praticamente impossibili da trovare.

Draco sospriro', chiudendo il libro con forza. Era praticamente punto a capo. Non se la sentiva di correre un simile rischio, e non l'avrebbe fatto correre nemmeno ad Hermione. Perche'? Perche' non voleva che lei stesse male? La risposta era nel suo cuore, anche se lui non ci sarebbe arrivato con facilita' e non ci avrebbe mai creduto. Ma era cosi': aveva trovato il suo fuoco.

Hermione era seduta in un corridoio deserto, la schiena appoggiata al muro e lo sguardo perso nel vuoto. Non pensava a niente, cosa strana per una ragazza come lei, che di solito non faceva altro che riflettere. Di solito, pero'. E ora che le cose erano cambiate lei non riusciva piu' a capire cosa avrebbe dovuto fare, come avrebbe dovuto comportarsi. Non lo sapeva. Nella sua testa c'era solo un'enorme confusione, miscugli di sensazioni o vuoto totale. E la cosa le faceva terribilmente male. La verita' era che lei odiava non avere le cose sotto controllo e in pochi giorni tutto cio' in cui credeva si era ribaltato, facendo sparire tutti le sue certezze e tutti i suoi progetti.

-Signorina Granger, come sta?- la voce di Silente le fece alzare la testa.

-Come posso stare, secondo lei?- chiese, con un tono sorprendentemente freddo e distaccato.

-So bene che la sua situazione e' particolarmente difficile, ma deve riuscire a superare questo momento- disse, con semplicita'.

-Lei crede?- ribatte', con rabbia -Non e' solo un momento... no...- sospiro', con rassegnazione, con voce atona -Mi segnera' per tutta la vita. Tutto quello che ho passato, che ho scoperto, restera' in me, per sempre. Perche' qua il problema sono io.- ed ecco che miliardi di spilli tornavano a conficcarsi nel suo cuore, dopo che ebbe dato voce ai suoi pensieri.

-Lei non e' un problema- le disse, cercando di consolarla.

-Solo un peso, qualcosa di inutile che tutti voi siete costretti a trascinarvi dietro e a sopportare- guardo' il preside, che stava per ribattere, lo precedette: -Non mi dica che non e' vero, perche' sarebbe come darmi della stupida. So che Harry non ha deciso da solo, non l'avrebbe mai fatto.- era strano il fatto che, dopo tutto quello che aveva passato, la sua voce fosse cosi' calma e fredda, quando non lo era mai stata.

-Lo stiamo facendo per il suo bene- sussurro', prima di allontanarsi.

Hermione nascose il viso tra le ginocchia, mentre sentiva le tenebre avanzare nel suo cuore, le veniva da vomitare. Odiava quella situazione. Ma non riusciva a reagire. Si sentiva un peso, inutile. -Se il mio bene e' che stia male... ci stanno riuscendo...- mormoro', mentre la rabbia cominciava a montarle dentro.

Draco provo' una sensazione strana, mai provata prima, mentre si avvicinava alla Grifondoro. Le si sedette accanto, facendola sussultare. Lei lo guardo', quasi senza vederlo realmente, e riappoggio' la schiena al muro.

-Granger...- comincio' il Serpeverde.

-Malfoy lasciami stare. Non ho piu' voglia di litigare.- lo interruppe, fredda.

-Posso sapere il perche'?- le chiese, straordinariamente calmo.

-Sono stanca, stanca di essere inutile, di essere un peso. Di farti divertire con le tue battutine stupide. Sono stanca. Non ce la faccio piu'- la sua voce era inespressiva, indifferente.

Draco non rispose, guardandola con una punta di disprezzo. -Quando avrai finito di piangerti addosso, o di fare qualsiasi cosa tu stia facendo...- si interruppe, notando l'espressione stupita della ragazza -Fammi un fischio, Mezzosangue. Ora litigare con te e' una perdita di tempo, non sei tu.- si giro' e fece per andarsene.

-Cosa ne sai?- la voce della ragazza lo stupi', lui si fermo', aspettando che continuasse, cosa che non tardo' ad accadere: -Come sai chi sono io?- gli chiese, alzando la testa.

-Ci conosciamo da sei anni... questo e' il settimo- rispose, con calma.

-No. Io non conosco te, cosi' come tu non conosci me. Abbiamo mai parlato in modo civile?- domando', con la voce sempre distaccata.

-No, ma...- cerco' di ribattere.

-No. Allora non puoi dire di conoscermi. Oltretutto non sai cosa mi e' capitato, non sai come mai reagisco cosi'- concluse, senza provare nessuna emozione, almeno cosi' apparve al ragazzo, quando si giro' per fronteggiarla.

-Illuminami. Dimmi cosa ti preoccupa.- le disse.

-Non sono fatti tuoi.-.

-E' come pensavo, Granger: non sei piu' tu.- comincio' a camminare -La Mezzosangue che conosco, la mia Mezzosangue, non reagirebbe cosi', lei lotterebbe, con le unghie e con i denti, con tutte le sue ultime forze. Cercherebbe di dimostrare che non e' un peso e che vale piu' di tutti messi insieme.-abbandono' il corridoio, lasciandola sola.

La ragazza continuava a pensare alle sue parole. Era indignata, indifferente e aveva voglia di piangere allo stesso tempo. Non sapeva piu' chi era. Perche' era successo? Perche'? Perche' poi Silente aveva deciso di darle quella notizia? Perche'? Questa era l'unica cosa alla quale riusciva a pensare, con il vuoto nel cuore.

Quando Draco si fu allontanato da quel corridoio si fermo', appoggiandosi al muro. Non avrebbe mai pensato di dire quelle cose, di mettere l'aggettivo “mia” al soprannome di Hermione, gia', perche' ormai era diventato una sorta di soprannome, smettendo di assumere il significato di insulto. Il ragazzo porto' una mano nella tasca del mantello, toccando una boccetta di plastica, la provetta della pozione del Sogno, il suo unico mezzo per scoprire il segreto di Hermione. La rigiro' piano tra le dita, indeciso. Era pronto a correre rischi? Era disposto a mettere in gioco tutto se stesso per scoprire il segreto di Hermione e per farla tornare come prima? Tiro' fuori il piccolo oggetto dalla tasca e lo osservo' attentamente. Vide il liquido azzurro, e noto' delle piccole striature bianche. Il colore cambio', mentre la boccetta era tra le sue mani, assumendo un color cioccolato, un colore profondo, magnetico, almeno lo era per i suoi occhi. Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter rivedere quel colore vivo, allegro o arrabbiato. Avrebbe dato qualsiasi cosa per rivedere quel colore negli occhi di Hermione. Si', era persino pronto a rischiare. Dopotutto non voleva dover rimpiangere il non aver tentato il tutto per tutto.





Note dell'autrice: spero che questo capitolo ci sia piaciuto come i precedenti. Notando che praticamente tutte avete richiesto l'aiutino l'ho inserito. Spero si sia capito. Premetto che capire il segreto non sara' molto facile, visto che ho cercato di fare una cosa piu' complessa possibile, e spero che vogliate perdonarmi, ma cosa ci posso fare se adoro complicarmi la vita? Smettere di rompere a voi ( ed e' quello che starete pensando, anche se mi auguro di no), oppure rendere tutto complicato. Be', non e' difficile capire cos'ho scelto. Per quanto riguarda il nome della pozione, per il momento lascio “ Pozione dei Sogni”, in attesa che mi venga in mente qualcosa di piu' decente ( e se viene in mente a voi vi prego di farmelo sapere) cosi' potro' cambiarlo. Grazie a coloro che leggono soltanto e ad Argentey, a Sarn, a Polvere_di_stelle, a juju210, a laretta, ad alisea89, a Mojito86, a drakina94. Grazie, grazie, grazie!! Le vostre recensioni sono veramente meravigliose! Grazie! E devo dire che mi danno piu' voglia di continuare a scrivere e mi aiutano molto. Grazie per i vostri pareri! Le trovo tutte molto belle e nessuna di voi mi annoia! Come potrei farlo se i commenti sono cosi' pieni di entusiasmo?? Grazie 1000! spero vogliate lasciarmi ancora il vostro parere!

Spero di riuscire ad aggiornare presto! Alla prossima, vvb, baci, Hermione92.

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Capitolo 5
*** Scandalo ***


5.SCANDALO


Hermione era sdraiata sul suo letto, la testa rivolta al soffitto bianco, deprimente. I suoi occhi che non vedevano realmente il muro. Era assente, come praticamente ogni minuto dall'inizio dell'anno. E tutto per quella maledetta notizia! Poi Harry che veniva condizionato dall'Ordine e lei che veniva tagliata fuori dalla vita del migliore amico. In una sola parola: ingiustizia. Lei era in grado di combattere, di cercare informazioni nei libri, anche dopo aver fatto quella terribile esperienza ed aver scoperto la cosa piu' sconvolgente della sua vita. Lei poteva farlo, ne era in grado. O meglio: lo sarebbe stata se solo le si fosse data l'opportunita' di dimostrare di non essere inutile. Ma niente. Tutti ritenevano che lei sarebbe stata meglio all'oscuro di tutto, senza poter dare una mano. Credevano che lei avrebbe dimenticato quell'orribile episodio stando ferma con le mani in mano. Ma per lei era impossibile. Piu' non faceva niente, piu' riviveva le stesse sensazioni che le facevano gelare il sangue nelle vene. Stava male, maledettamente male. Il suo orgoglio le aveva impedito di confessarlo e aveva cercato di andare avanti come meglio aveva potuto. Poi la notizia. Ed ecco che il suo mondo crollava, per la seconda volta. Lei aveva cercato di rimetterlo in piedi, ma la mancanza di fiducia che tutti riponevano in lei, la faceva stare peggio. Sospiro', chiedendosi per l'ennesima volta se valeva la pena di ascoltare il consiglio di Malfoy. Forse. Per dimostrare a tutti che si sbagliavano, che lei era in grado di fare ogni cosa, nonostante tutto. Ma il problema era che lei non ne aveva la forza. Vedeva tutti i loro sguardi, provavano pieta' per lei e questo non riusciva a sopportarlo. Allora stava in silenzio, chiusa nei suoi pensieri e con quelle sensazioni orrende, che la riempivano d'angoscia e che avrebbe preferito dimenticare. E cercava di dimostrare indifferenza, e ci riusciva', perche' in realta' seguiva cio' che provava veramente. Era arrivata persino a non riconoscersi piu', ma non sapeva proprio come fare ad uscire da quella situazione di stallo. Chiuse gli occhi, ma senza addormentarsi. Sentiva il rumore del suo respiro irregolare, ed il battito del suo cuore. Poi senti' la finestra sbattere, aprendosi. L'aria fredda le fece venire i brividi e, dopo aver aperto gli occhi ed essersi alzata, si trovo' di fronte ad una civetta. Non era la civetta di Harry, l'avrebbe saputa riconoscere. Quella era piu' regale, piu' bella. Le si avvicino' piano, poi prese il pacchetto che teneva legato alla zampa, e la lettera. Li guardo' con stupre, dirigendosi verso il baule, per prenderle un biscotto. La civetta lo prese delicatamente, per non farle male, e comincio' a mangiarlo con avidita'. Hermione le sorrise, intenerita ed incantata da ogni suo gesto. Quando poi volo' via si trovo' di nuovo sola, con una lettera da leggere ed un pacco da aprire.

***

Draco camminava avanti e indietro, nella sua stanza. Era parecchio nervoso. Era rimasto ore a pensare al possibile modo per far bere la pozione alla ragazza. Ore e ore a creare piani e congetture. Alla fine l'illuminazione gli era arrivata e lui aveva deciso di mandare un'ampolla di vetro, contenente della pozione diluita con acqua, ed una lettera. L'acqua era stata una sua precauzione, in quanto non voleva correre rischi, ne' farli correre ad Hermione. Lui aveva un'altra ampolla, con la stessa pozione. Continuava a rigirarsela tra le mani, senza riuscire a capire il motivo per cui aveva assunto quel color cioccolato. Era irrequieto. Avrebbe dovuto bere la pozione nello stesso istante in cui la beveva Hermione, una cosa non facile, e pensare a lei. Era teso, e sussultava ad ogni minimo rumore. Aspettava che il grande orologio di Hogwarts suonasse, alle undici.

-Draco!- il rumore della porta aperta di scatto lo fece sussultare.

-Dimmi, Blaise- disse, con voce atona.

-E' successo uno scandalo!- il ragazzo era trafelato, ed ansimava.

-Che scandalo? Spiegati!- ordino', spiccio.

-Ecco... io... ecco...- arrossi', balbettando.

-Tu?- chiese, cominciando ad innervosirsi, piu' di quanto gia' non fosse.

-Io... io... io...-.

***

Intanto nella torre Grifondoro, nel dormitorio della Caposcuola Hermione Granger, il silenzio regnava sovrano, mentre la ragazza, con mano tremante, apriva la lettera:

Cara Granger,

penso che in questi giorni tu sia un po' giu'. Ho pensato che sarebbe stato gentile, da parte mia, cercare di darti una mano per superare i problemi, o, almeno, aiutarti a non pensarci per un po'. Ho allegato una pozione che impedisce ai sogni di diventare incubi. Spero ti sia d'aiuto. Ha solo una controindicazione: la devi prendere quando l'orologio di Hogwarts suonera' le undici. Non un minuto prima, non un minuto dopo.

Dopo averla usata ti sentirai meglio, e' una promessa.

La lettera non era firmata. C'erano solo quegli svolazzi eleganti intorno alle maiuscole. Niente che le potesse dire chi avesse spedito quella civetta.

-Hermione!- la voce di Harry la fece sobbalzare.

-Harry- disse, distaccata.

-Non ce l'avrai ancora con me, vero?- le chiese il moro, chiudendosi la porta alle spalle.

-So che non e' colpa tua- rispose, fredda -Non hai colpe se non quella di stare escludendo la tua migliore amica dalla tua vita.-.

-Lo so, ho sbagliato- si sedette sul letto, accanto a lei -Ma ora sono qui per rimediare. E' successo uno scandalo!-.

-Quale scandalo?- chiese, con poco interesse.

-Io... ecco... io... vedi...- comincio' a balbettare, imbarazzato, mentre le sue gote si imporporavano.

-Tu, Harry?- chiese, incoraggiandolo a continuare.

***

-Ho baciato una persona...- disse Blaise, appoggiandosi alla porta.

-Mi fa piacere.- mormoro', distrattamente -Ma tu non baci anche venti ragazze al giorno??- gli chiese il biondo.

-Si'... ma questa volta e' diverso... credo... no... cioe'... ne sono convinto...-.

-Si', mi fa piacere- si avvicino' a lui e spalanco' la porta -Ora pero' ho da fare... quindi potresti andartene?-.

-Ma, Draco... devo ancora dirti una cosa... ecco e' diverso perche' mi piace veramente... non faccio altro che pensarci, e' come se fosse indelebile, nella mia mente... e' li', e non posso fare a meno di... di sentirmi sempre piu' innamorato di lui...- mormoro', con gli occhi che luccicavano.

-Mi fa piacere.- disse, spiccio -Ora pero' ho da fare... quindi...- si fermo' di scatto, ripetendo mentalmente le parole del moro. “ lui”. -Lui?- chiese, deglutendo.

-Lui.- abbasso' lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore.

-Mi fa piacere... se ti rende felice.- lo disse con sincerita', provandolo veramente, sentendolo nel cuore -Se solo osa torcerti un capello... se la vedra' con la mia indole Serpeverde-.

-Non pensavo avresti approvato.- confesso' -Grazie.- prese in mano il pomello della porta -Ora vado, cosi' puoi fare quello che devi-.

Non appena Blaise chiuse la porta, l'orologio comincio' a rintoccare.

***

-Ho baciato Zabini- disse, tutto d'un fiato.

-Bene- Hermione si prese in mano il pacchettino, cominciando a rigirarselo tra le mani.

-Bene? Ma e' un Serpeverde! E' un... un lui!- sbotto' Harry.

-Lo so. E allora?- chiese, sempre mantenendo un tono distaccato.

-Non sei arrabbiata? Non mi accusi di star fraternizzando con il nemico?- domando'.

-Io non sono Ronald. Io sono io. Avevo capito che ti piaceva... e a giudicare dai suoi sguardi che tu piacevi a lui. Se e' quello che vuoi veramente io non ho problemi.- il suo tono si era addolcito leggermente -Harry io saro' sempre al tuo fianco, sempre accanto a te. E ti appoggero' per ogni situazione, questo lo sai. E le cose non sono cambiate dopo che mi hai detto che non posso piu' far parte dell'Ordine. Tu sei il mio migliore amico. Ok, ammetto che la cosa mi dia tremendamente fastidio, ma io sono sempre qui. Se mi cerchi, sai dove trovarmi- concluse, distogliendo lo sguardo.

-So che e' peggio...- mormoro' -So che stai peggio da quando l'Ordine ha preso quella decisione. So anche che tu non saresti cosi' assente a poter dare una mano, se solo potessi farlo! Voglio che tu sappia che se anche tu dovresti aver bisogno di parlare o di qualsiasi cosa io ci sono. Hermione non puoi tenerti tutto dentro, sappiamo entrambi che non e' la soluzione giusta-.

-Lo so, Harry. Ma ora non mi sento ancora pronta-.

-Quando vorrai, c'e' tempo.- il ragazzo' si alzo', andando verso la porta.

-Chi l'avrebbe mai detto...- gli disse la ragazza -Il mio migliore amico, Harry Potter, e' gay e la cosa non mi da fastidio. Notte Harry-.

-Notte Hermione- il ragazzo usci' dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

Hermione si giro' l'ampolla tra le mani. Voleva andare avanti, voleva dimenticare e superare le difficolta'. Era pronta a rischiare. Guardo' la boccetta, con del liquido color ghiaccio al suo interno.

L'orologio suono' le undici.

***

Unidici. Primo rintocco. Due ragazzi tolgono il tappo dalla loro ampolla. Terzo rintocco. Entrambi portano la boccetta alla bocca. Sesto rintocco. Bevono tutto il contenuto, tutta la pozione. Decimo rintocco. Cadono addormentati, mentre le ampolle gli scivolano dalle mani, infrangendosi sul pavimento. Undicesimo rintocco. Comincia il loro sogno, bisogna solo sperare che la pozione non abbia effetti collaterali.




Note dell'autrice: spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Ho cercato di inserire ancora degli elementi inerenti al segreto di Hermione, e sono certa che ne mettero' anche nel prossimo capitolo. Spero vogliate lasciarmi un commento con il vostro parere. Se avete suggerimenti, di qualunque tipo, li accetto di buon grado ( a mio parere sono molto utili.). Grazie a tutti coloro che leggono e ad Alisea89, a laretta, a VivianaRossa, a Mojito86, a juju210, a drakina94, a Polvere_di_stelle. I vostri commenti con i complimenti mi riempiono veramente di gioia! (non sapete quanto!). Sono veramente contenta che vi piaccia! Spero che con gli indizi che ho messo in questo cap (anche se so che non e' molto) la cosa si capisca di piu'. Pero' non preoccupatevi... nel prossimo capitolo scoprirete la prima parte del suo segreto (la prima perche' e' una cosa articolata). Spero che questo cap vi piaccia.

Spero di riuscire ad aggiornare presto! Alla prossima, vvb, baci, Hermione92.

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Capitolo 6
*** L'incubo ***


6.L'INCUBO


La pioggia cadeva leggera, mentre la notte avanzava. Ogni goccia, quando toccava una superficie, faceva un rumore diverso. Una ragazza camminava velocemente, avvolta nel suo mantello. Le sue scarpe ticchettavano ad ogni passo. Poi accadde tutto in un momento: un uomo la raggiunse, avvicinandola da dietro. Le fermo' le braccia e vani furono tutti i suoi tentativi di liberarsi. Provo' in ogni modo a fargli mollare la presa, ma lui non demordeva. La ragazza provo' a urlare aiuto, a chiamare un soccorso, invano. L'uomo le mise una mano davanti alla bocca, per impedirle di gridare. Lei cadde a terra, sull'asfalto bagnato, dopo essere stata trascinata in un vicolo cieco. Sola, con quell'uomo e la paura che la assaliva sempre di piu'. La sensazione di impotenza le pervadeva sempre di piu' l'anima. Lui si chino' sopra di lei, mentre calde lacrime le rigavano il viso. Le mani di quell'essere ovunque, e un dolore lancinante. La ragazza non seppe fare nulla per evitarlo.

***

Hermione si sveglio' di soprassalto, cacciando un urlo, mentre una lacrima le solcava il viso. Rivedeva quel momento davanti agli occhi. Sentiva ancora quelle mani fredde sul suo corpo e la pioggia sul viso. Si alzo' di scatto dal letto, correndo in bagno, a vomitare.

-Hermione, tutto bene?- le chiese Harry, dall'altro lato della porta. -Ti abbiamo sentita gridare-. La ragazza non rispose, continuando a vomitare, disgustata.

-Hermione possiamo entrare?- le chiese Ron. -Va be'...- aggiunse, dopo che lei non gli ebbe risposto -Io me ne torno a letto-.

-E' tutto ok? Guarda che non ho problemi ad entrare.- esclamo' il moro, mentre l'amico si allontanava.

La ragazza ebbe un altro conato. Era disgustata, si sentiva sporca, come non mai. Entro' nella doccia senza nemmeno spogliarsi, ed apri' il rubinetto. Acqua gelida comincio' a scendere piano, mentre lei tremava. Altre lacrime le solcarono il viso, al ricordo di quella notte. Si sedette, l'acqua che la bagnava, facendola sentire meno macchiata.

-Hermione!- Harry entro' di corsa nella doccia, per farla alzare. Chiuse il rubinetto, aiutandola ad uscire -Cosa credi di fare?- le chiese.

-La... lasciami...- balbetto', per il freddo e per il mare di sensazioni che stava rivivendo.

-Non ho nessuna intenzione di farlo: tu non stai bene!- le disse, accompagnandola fuori dal bagno.

-Lasciami!- urlo', fra le lacrime. Le sembro' di avere di fronte quell'uomo, la rabbia la pervase. Tiro' uno scossone, liberandosi dalla stretta dell'amico e corse in bagno, a vomitare.

-Piccola...- mormoro' Harry, spaventato -Posso sapere cos'hai?- le si avvicino' piano e le sfioro' un braccio.

-Non mi toccare, Harry- disse, pacata -Non lo fare-.

-Io...- il moro ritrasse la mano, come scottato -Vuoi dirmi che succede?-.

-Devo sdraiarmi...- sussurro' -Mi gira la testa- si diresse verso il letto e si sedette/

-Stai male Hermione, e qualsiasi cosa sia devi parlarne...-.

-Perche'?- gli chiese, con rabbia -Per rivivere quei momenti? Per sentirmi macchiata dentro e fuori, Harry? No, grazie... non voglio.- si sdraio', nascondendo la testa nel cuscino.

-Piccola devi parlarne, ti fara' bene...- si avvicino' al letto.

-No!- disse, senza girarsi. -E non chiamarmi piccola! Io non sono la piccola di nessuno!-.

-Dimostramelo.- la sfido' lui -Dimostrami che questo atteggiamento non e' infantile, ma e' giustificato, perche' io non posso saperlo e non riesco a capirlo.-.

-E' il motivo per cui ritengono che non possa far parte dell'Ordine, Harry.- disse, alzando la testa, per guardarlo.

-Fammi sapere cos'e'... almeno sapro' se ho fatto uno sbaglio escludendoti da quella parte della mia vita...- si sedette sul letto, poi avvicino' piano una mano al suo viso -Posso?- domando', dolcemente. La vide annuire, cosi' le asciugo' le lacrime con il pollice.

-Un uomo...- comincio', lentamente -Un uomo...- nascose il volto tra le mani, mormorando: -Non ci riesco... non posso...-.

-Si' che puoi... non ti preoccupare... ci sono qua io...- bisbiglio', cominciando seriamente a preoccuparsi.

-Mi ha violentata.- era la prima volta che lo diceva ad alta voce, e la cosa le fece male, facendola sentire ancora sporca, come se fosse stata catapultata a quella terribile notte.

-Oddio.- il ragazzo si porto' le mani alla bocca e l'abbraccio'.

-Harry io non so che fare! Mi sento uno schifo!- si lascio' andare tra le sue braccia, ricominciando a piangere.

-Non lo sei... sei la ragazza piu' speciale che io abbia mai incontrato. Non devi incolparti per quello che e' successo. Non e' stata colpa tua. Non potevi sapere che sarebbe successo!- le disse, guardandola negli occhi.

-Mi faccio schifo da sola, Harry.- mormoro', dando voce ai suoi pensieri rimasti nascosti per tanto tempo, troppo.

-Non devi, piccola. Non e' colpa tua.- la strinse maggiormente a se', non sapendo come altro consolarla.

-Non voglio piu' parlarne. Distraimi Harry. Voglio dimenticare.- sussurro', con disperazione.

-Sappiamo entrambi che dimenticare non e' la soluzione.- l'ammoni', con dolcezza.

-Gia', ma puo' farmi star meglio per qualche ora. Tanto non dormiro' piu' questa notte... tanto vale che faccia altro- spego', staccandosi da lui.

-Come posso distrarti?- le chiese, vedendola illuminarsi.

***

Draco si sveglio' di soprassalto, sconvolto. Quello che aveva sognato lo aveva disgustato profondamente. Era rimasto fermo, senza agire, pietrificato da quello che aveva visto. In quell'incubo un uomo aveva violentato Hermione, la sua Mezzosangue. Se l'avesse avuto tra le mani, l'avrebbe ucciso all'istante. Ma quando l'aveva visto in quel sogno, davanti ai suoi occhi, non era riuscito a muovere un muscolo. Una domanda lo assillava: e' successo veramente? Nessuna risposta, o meglio, lui sperava di aver preso un abbaglio, che la pozione non avesse funzionato. Lo sperava con tutto il cuore. Gli avrebbe fato troppo male sapere che quella era la realta', che quello era il momento per il quale Hermione era cambiata. Pero' Silente cosa centrava? Insomma la ragazza era cambiata dopo aver parlato con il preside, non prima, anzi avevano persino parlato e gli era sembrata serena. Era confuso. E si sentiva un verme. Richiuse gli occhi, abbassando piano le palpebre, ma non riusci' a addormentarsi.

***

-Ci sarebbe quello scandalo di prima... alla fine non mi hai detto i dettagli- gli sorrise, grata per quel gesto.

-Ecco...- arrossi', ripensando al momento -E' stato un bacio normale...-.

-Normale? Cos'e' normale?- gli chiese, curiosa, cercando di non pensare all'incubo.

-Come tutti gli altri baci.- rispose, come se fosse la cosa piu' ovvia del mondo.

-Harry non esiste uno standard di normalita'. Poi i baci che hai dato non sono molto... come dire... usuali...- puntualizzo' lei, smontandolo -O vuoi dirmi che Blaise stava piangendo? Ti e' piombato addosso, quasi uccidendoti, dopo essere caduto e ti ha baciato per sbaglio? L'ha fatto per il gioco della bottiglia? Per una scommessa? Perche' voleva sapere cosa si prova a baciare un eroe?- chiese, elencandogli tutti i suoi baci fino a quel momento.

-No.- rispose, colto in fallo, mentre lei gli sorrideva, soddisfatta -E va bene! Te lo dico! Stavo scappando dalle solite primine, che come sai mi assillano sempre. Sono entrato in un'aula vuota ed era li'. Ci siamo salutati e poi ci siamo guardati per un po'...- si interruppe, arrossendo maggiormente.

-Poi?- gli chiese, curiosa, notando che gli occhi dell'amico luccicavano.

-Poi... ci avvicinavamo sempre di piu'... ed e' successo. Non so come, ma ha appoggiato le sue labbra sulle mie e... ed e' stato...-.

-E' stato?- domando', facendogli un buffetto sulla guacia.

-E' stato... wow!-arrossi' violentemente, sorridendo.

-Harry, sei bordeaux!- la ragazza rise, mentre lui abbassava lo sguardo.

-Non so come sia potuto succedere... io...- mormoro'.

-E' successo e basta. Non puoi controllare tutto. Ci sono cose che accadono senza che noi le programmiamo, senza che non le desideriamo. Altre ci fanno capire cio' che proviamo realmente, alcune ci fanno male. Ma noi non possiamo farci niente, se non andare avanti come meglio possiamo. La vita non si comanda, e nemmeno il destino- gli sorrise, abbracciandolo.

-Lo stesso vale per te, Hermione. Devi reagire ed andare avanti.-.

-Lo so... e lo stavo anche facendo... prima della notizia di Silente...-.

-Immagino che me lo dirai quando sarai pronta, vero?- le chiese, staccandosi da lei.

-Ovvio. Comunque... cosa e' successo tra te e Blaise dopo il bacio?- domando', sempre piu' curiosa e coinvolta.

-E' corso via...- si rabbuio'.

-Oh, Harry. Vedrai che se ne parlerete le cose si risolveranno...-.

-Chi ti dice che parleremo?-.

-Il mio sesto senso, Harry. Chiamato anche intuito femminile. Parlerete... la cosa e' certa.- Harry le sorrise, senza notare il sorriso che le era apparso sul viso.

Quella notte Harry ed Hermione parlarono del passato. Cosi' la ragazza si distrasse da quella notte e gli fu eternamente grata. Harry aveva ragione: parlare le era servito, e molto, anche. Ora alla ragazza non restava che ricambiare il favore... e aveva gia' un'idea. Bastava solo trovare il modo per metterla in pratica.





Note dell'autrice: mi scuso per il ritardo con cui ho postato il capitolo, ma non sapevo proprio come iniziarlo. Spero che vi piaccia e che vogliate lasciarmi il vostro parere, oppure dei suggerimenti o critiche costruttive. Grazie a chi legge soltanto e a juju210, ad alisea89, a Litosfera, a DamaArwen88, a Polvere_di_stelle, a Mojito86, a Kina89, a Sarn, a stellinainnamorata90 ed a drakina94. Le vostre recensioni me rendono felicissima! Quindi grazie ancora!! Spero che questo cap vi sia piaciuto e sia valsa la pena di aspettare questa parte del segreto di Hermione. Vi voglio bene! Grazie, grazie, grazie! (Scusate se l'ho ripetuto troppe volte.). Spero continuiate a seguirmi.

Spero di riuscire ad aggiornare presto, baci, Hermione92.


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Capitolo 7
*** Effetti collaterali ***


7.EFFETTI COLLATERALI


Quando il cielo comincio' ad albeggiare, Hermione continuava a tossire. Harry la guardava preoccupato, pensando che forse poteva esserle venuta la febbre, visto che il giorno prima non si era tolta i vestiti bagnati.

-Hermione stai bene?- le chiese, preoccupato.

-Io...- tossi' -Certo... benissimo...-.

-A me non sembra.- le sfioro' la fronte con la mano -Ma tu scotti!- esclamo' -Vieni- si alzo' dal letto -Ti accompagno in infermeria...-.

-Non... non voglio.- riusci' a sussurrare, tra un colpo di tosse e l'altro.

-Non mi importa, Hermione. Hai la febbre e io non ammetto repliche!- disse, risoluto.

-Ok, papa'...- acconsenti', sebbene con riluttanza e si alzo', seguendolo.

***

Draco venne svegliato dal baccano proveniente dalla Sala Comune dei Serpeverde. Quella notte aveva dormito si e no due ore. Il sogno che aveva fatto l'aveva turbato, e non poco. E ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva l'immagine della ragazza stesa sull'asfalto bagnato ed ogni volta li riapriva, con la speranza di non vedere piu' quelle immagini che, chissa' come, gli provocavano delle terribili fitte al cuore, seguite da rabbia.

-Draco!- Blaise entro' nella sua stanza senza bussare -Buongiorno! Come va?-.

-Male.- rispose, secco.

-Suvvia, Draco e' un cosi' bel mattino!- sorrise, felice.

-Blaise non sono dell'umore. Sparisci!- sibilo', secco.

-Ma e' una giornata fantastica!- esclamo' il moro.

-Parla per te...- disse, rabbuiandosi.

-Eddai non puo' andare cosi' male!-.

-No?- chiese, alzandosi dal letto -Non ho chiuso occhio per tutta la notte, sono stato svegliato da quei trogloditi in Sala Comune ed ora ho un terribile mal di testa!- urlo' -Ed ora devo sedermi.- si sedette sul letto.

-Dovresti andare in infermeria...- gli consiglio'.

-Non ci penso nemmeno!- sbotto'.

-Su, Draco... andiamo.- gli ordino' -Non ho intenzione di lasciarti qui!-.

-Prima pero' devi dirmi una cosa... e devi essere sincero.- negli occhi gli passo' un lampo di furbizia.

-Cosa?- chiese, deglutendo, cominciando a preoccuparsi.

-Di chi ti sei innamorato?- chiese, a bruciapelo.

-Cosa?- domando', diventando di tutte le tonalita' di rosso possibili -Perche'? Non e' che mi vieni dietro, vero?-.

-Blaise... vai a farti...-.

-Ricevuto- lo interruppe. -Ecco... mimmportary-.

-Blaise potresti parlare in una lingua comprensibile?-.

-Potter- rispose, abbassando lo sguardo.

-Ho bisogno di andare in infermeria...- mormoro' Draco.

-Perche'?- chiese, ingenuamente.

-Temo di avere problemi di udito...-

***

-Signorina Granger la sua febbre e' molto alta... deve rimanere in infermeria... mi dispiace...- disse Madama Chips.

-Hermione allora ci vediamo...- comincio' Harry, mentre la ragazza si sdraiava in un letto.

-Si', Harry?- lo esorto' a continuare.

-Ecco...- il moro arrossi.

-Ecco?-.

-Bene, bene, bene... guarda chi si vede...- disse Malfoy, entrando nell'infermeria -Lo sfregiato e la Mezzosangue...-.

-Per te e' troppo tenere la bocca chiusa, vero?- lo provoco' Hermione.

-Cosa vuoi insinuare?- chiese il biondo, cominciando ad alterarsi.

-Draco!- esclamo' Blaise, rosso fino alla punta delle orecchie e con lo sguardo basso, tirandogli una gomitata.

-Che cazzo vuoi Blaise?- domando', seccato, guardandolo.

-Lascia stare- sussurro', muovendo il capo verso il Grifondoro.

-Ok. Questa volta sei stata fortunata, Granger... ho un terribile mal di testa!- si lamento' sedendosi su uno dei molti letti liberi.

***

-Blaise...- sussurro' Harry, mentre camminavano soli per i corridoi, diretti nella Sala Grande.

-Harry...- sussurro' lui di rimando.

-Buffo che sia Hermione che Draco stiano male, no?- domando' il Grifone, a disagio.

-Gia'... entrambi con la febbre- il Serpeverde lo scruto' attentamente.

-Si'...- Harry si fermo', nel bel mezzo di quel corridoio deserto.

-Si'...- Blaise si fermo' a sua volta.

I due si guardarono negli occhi, mentre un brivido gli percorreva la schiena e sentivano le ginocchia molli. Non si erano mai sentiti cosi', con nessun altro.

-Io...- cominciarono entrambi, facendo un piccolo passo avanti, per avvicinarsi.

-Parla tu!- dissero, sempre nello stesso momento.

Abbassarono lo sguardo di scatto, arrossendo, mentre quasi senza accorgersene si avvicinavano sempre di piu'. Quando rialzarono la testa si trovarono a due centimetri l'uno dall'altro. I loro nasi che quasi si sfioravano e i loro respiri che si mescolavano, mentre non resistevano al magnetismo creatosi e cancellavano la distanza tra le loro labbra.

-Io...- il Grifondoro si stacco' da lui, con riluttanza, non volendo interrompere quel contatto.

-Non...- Blaise tento' di parlare, ma Harry si giro' e corse via. Il serpeverde si appoggio' con la schiena al muro, sospirando. Com'era possibile che un ragazzo, per di piu' Potter, riuscisse a fargli provare sensazioni che non aveva mai provato in vita sua solo con la sua presenza o con un suo bacio? Blaise Zabini era veramente confuso.

***

-Cosa dici che combineranno insieme?- le chiese Draco, dopo dieci minuti in cui erano rimasti soli in silenzio.

-Chi?- la ragazza si giro' a guardarlo.

-Granger ti credevo piu' intelligente. Sto parlando di Blaise e Potter! E' ovvio!- sibilo', freddo.

-Spero si chiariscano. Quei due devono parlarsi!- disse.

-No! Spero che Blaise rinsavisca!- escalmo' il biondo, disgustato.

-Li hai visti, no?- domando', retoricamente -Non cambieranno mai i propri sentimenti, e' impossibile!- spiego', calma.

-Sono proprio cotti, vero?-.

-Non userei questo termine, ma... si'.- annui', tossendo.

-Granger puoi cambiare stanza? Non voglio essere contaminato!- disse, con disgusto.

-Tu hai gia' la febbre! E hai l'influenza!- esclamo', indignata.

-Giu...- si fermo' di colpo, collegando i fatti: forse era stato proprio lui a metterli in quella situazione. Si era proprio messo nei guai!






Note dell'autrice: mi scuso immensamente per il ritardo! Ringrazio tutti coloro che leggono e a dracuccina, a Sarn, a Mojito86, a Polvere_di_stelle, a laretta, a Glo88, a DamaArwen88, a drakina94, a juju210, a Kina89. Grazie mille per i vostri commenti! Spero che questo cap vi piaccia e che vogliate commentare! Grazie ancora.

Spero di riuscire ad aggiornare presto, alla prossima, baci, vvb, Hermione92.

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Capitolo 8
*** Mya e Principino ***


8.MYA E PRINCIPINO


Draco si rese conto di aver combinato un bel guaio: lui ed Hermione erano finiti in infermeria per colpa della pozione e dei suoi effetti collaterali. Chissa' se la febbre sarebbe passata presto. Il biondo ci sperava. Odiava essere inutile, essere un peso. Certo quando lo riverivano provava un piacere sconfinato ed il suo ego aumentava a dismisura, ma non tollerava essere trattato come un bambino bisognoso di cure. Era il principe dei Serpeverde, lui!

Hermione sbuffo', annoiandosi come mai prima. Niente libri, altrimenti si sarebbe affaticata, e nessuno con cui parlare. Sola, a pensare a quella notte, con i ricordi che riaffioravano. Avrebbe dato tutto in suo possesso per distrarsi, in qualsiasi modo.

-Malfoy.- chiamo', girandosi verso di lui.

-Che vuoi Granger? E' troppo chiedere di essere lasciato in pace a convivere con il mio mal di testa?- domando', brusco.

-Mi scusi, o sommo principe dei ghiacci! Non volevo impedirle di pensare alle sue regali faccende- sibilo' fredda -Ah... mi scusi lo sbaglio imperdonabile!- si porto' le mani alla bocca, fingendosi mortificata.

-Che sbaglio?- chiese, curioso.

-Mio principe... ecco... ho usato inavvertitamente il verbo “pensare”... non volevo, spero mi perdoniate...- gli sorrise, trionfante, mentre lui arrossiva per la rabbia.

-Granger stai tirando la corda... non ti conviene con me. Non sai con chi hai a che fare!-.

-Ah, no? Strano... pensavo di sapere tutto sul tuo conto. Dimmi chi sei allora, dimmi cosa sei in grado di fare.- disse, guardandolo con aria di sfida.

-Perche' vuoi saperlo?- domando', spiazzato.

-Conosci il tuo nemico piu' di te stesso... e' una frase che adoro...- sussurro', senza distogliere lo sguardo dal Serpeverde.

-Allora parlami di te Granger. Chi sei?- chiese, fissandola negli occhi cioccolato.

-Dimmelo tu...- lo sfido', mentre si sentiva sciogliere dal suo sguardo di ghiaccio. Buffo che occhi cosi' freddi fossero in grado di riscladarla cosi' tanto.

***

Harry camminava per i corridoi, diretto alla lezione di Trasfigurazione. La mente rivolta altrove, ad un moro di nostra conoscenza. Si erano baciati, di nuovo e lui cos'aveva fatto? Era corso via. Si diede dell'idiota, piu' e piu' volte. Non avrebbe dovuto farlo, dovevano parlare, e lui, in fondo al suo cuore, lo sapeva bene. A volte, pero', e' piu' semplice fuggire di fronte ai problemi, per paura di scoprirsi, di rendersi vulnerabili all'altro, per non rimanere feriti. Solo che restera' sempre un terribile rimpianto: se ci avessi provato cosa sarebbe successo? Non puo' saperlo nessuno, in quanto la vita non e' fatta ne' di ma, ne' di se, e' solo una vita, fatta di attimi, di sensazioni, e bisogna cogliere le occasioni e lasciarsi andare. Cacciare alle spalle la paura di essere feriti e provare a trasformare un sogno in realta'. Ma a volte la razionalita' ce lo impedisce, anche se con il nostro cuore vorrebbe buttarsi, vorrebbe essere libero di amare, ma si sa: il cuore capisce cose che il cervello arrivera' a capire un domani.

Il Grifondoro sospiro', arrivato di fronte all'aula di Trasfigurazione, il cuore con il battito ancora accelerato e che non accennava a diminuire la sua velocita', il respiro ancora irregolare e in bocca il dolce sapore delle labbra di Blaise. Il sapore di Lui, quel ragazzo di cui si era innamorato, che si era mescolato con il suo.

La porta dell'aula era gia' chiusa il che voleva dire solo una cosa: la lezione era gia' iniziata. Entrare avrebbe fatto perdere punti alla sia Casa, tanto valeva farsi un giro per il castello, totalmente vuoto. Comincio' a camminare, senza sapere veramente dov'era diretto, mettendo semplicemente un piede davanti all'altro. Caso volle che si ritrovo' di fronte a una porta, che non aveva mai visto prima. Apri' senza esitazione. La persona all'interno si giro' verso di lui, mozzandogli il fiato.

***

-Sei una Mezzosangue- disse, come prima cosa, sicuro.

-Non e' detto...- rispose lei, abbassando il tono di voce e rabbuiandosi.

-Che hai detto?- chiese, bruscamente.

-Vai avanti... ecco quello che ho detto- menti', tornando a guardarlo.

-Un'insopportabile saccente, so-tutto-io. La prima della scuola, non solo dell'anno... e... un membro del famoso trio miracoli.- concluse, soddisfatto di se stesso. -Visto che ti conosco?-.

-Non mi conosci affatto...- constato' sorprendentemente calma.

-Cosa vorresti dire?-.

-Sei prevedibile...- si spiego' -Dici quello che dicono tutti.-.

-Cosa ti dovrei dire? Tu sei cosi', no? Allora la mia risposta e' giusta!- comincio' a scaldarsi.

-Io non sono solo quelle quattro cose.- disse, guardandolo con tristezza -Forse nemmeno tutte quelle- sussurro' a se stessa, senza che lui potesse sentirla.

-Chi sei, allora, Granger?- domando' nuovamente.

-Scoprilo...- gli sorrise, non un sorriso di scherno, non un ghigno, non una smorfia che significava una sfida, no: un vero e semplice sorriso.

***

Blaise era parecchio confuso. Quel bacio era riuscito ad annebbiargli la mente, impedendogli di ragionare. Era stato magnifico sentire le labbra di Harry sulle sue, per la seconda volta. Era come se fossero state create per restare unite. Poi il suo sapore, che non avrebbe mai dimenticato, delicato e forte, un cocktail di controsensi. Come le sensazioni che aveva provato, diverse, ma forti e confuse in una matassa, della quale era impossibile scorgere l'inizio e, ovviamente, anche la fine.

Aveva deciso di saltare la lezione, tanto si trattava di Erbologia e, sinceramente, la materia non gli interessava per niente. Era andato nella sua stanza segreta, quella stanza che era come il suo rifugio, che gli permetteva di stare da solo quando aveva voglia di riflettere, o di rifuguiarsi in un posto lontano da tutto e da tutti. Un posto che lo faceva star bene, con se stesso.

Senti' dei passi avvicinarsi alla porta, passi veloci. Senti' il rumore del pomello che girava e si volto', per vedere la persona che era riuscita a scovare il suo nascondiglio. Rimase completamente spiazzato dalla persona che vide.

***

-Scoprirlo? E perche' dovrei scoprirlo?- chiese, seccato.

-Se ti interessa scoprilo, io non ti faccio pressioni: puoi fare quello che vuoi- spiego' calma, divertendosi a stuzzicarlo.

-Sai che stai riuscendo a far peggiorare il mio mal di testa?- domando', guardandola con odio.

-Povero il mio principino- scherzo', ridendo.

-Il tuo? Ino poi!! Usi anche un diminutivo? Questa devo fartela pagare!- esclamo', alzandosi dal letto con fare minaccioso.

-Ho paura! Il principino cattivo vuole farmi del male!- esclamo' scherzando, mentre Draco si avvicinava sempre di piu' a lei.

-Gia', vuole proprio farti del male- si sedette accanto a lei, e si fermo', all'improvviso.

-Mio principino? Va tutto bene?- chiese, con fare apprensivo ed affettuoso.

-Ecco... io...- si finse imbarazzato poi la colse di sorpresa: comincio' a farle il solletico. -Allora mettiamo in chiaro un paio di cose: NON chiamari piu' mio principino! E' orrendo!-.

-Ma...- riusci' a dire, tra una risata e l'altra -E' cosi' tenero!-.

-Tenero? Granger io ho una reputazione! Non posso mandarla a puttane per colpa tua!- sbotto', risoluto.

-Non la mandi a puttane gia' solo parlando civilmente con me?- gli chiese, tranquillamente.

Draco smise di farle il solletico. Era sdraiato sopra di lei, le mise le mani accanto alle spalle, per appoggiarsi al letto e tenersi sollevato. I loro respiri irregolari si mescolavano, nell'aria, i loro cuori sembravano voler uscire dal petto. Mentre entrambi arrossivano vistosamente, come se il troppo sangue pompato alle guance volesse dimostrare le loro sensazioni, renderle esplicite, come se volesse dimostrare una cosa capita dai loro cuori, ma non dalle loro brillanti menti. Improvvisamente entrambi si erano resi conto di star parlando civilmente, ed addirittura scherzando! Una cosa mai vista prima. La cosa piu' sconvolgente, pero', era che si erano divertiti: per Hermione era stato un vero toccasana, un battibecco leggero, per sfogare la tensione e non pensare ai problemi, Draco si era lasciato andare, per la prima volta in tutta la sua vita, ed era stato fantastico. Ora non sapevano cosa dire, e nemmeno come comportarso. Era la prima volta che si trovavano in una situazione del genere, piena di sensazioni diverse, opposte, ma anche uguali. Cosi' com'erano loro, anche se non se n'erano ancora resi conto.

-Quale preferisci?- le chiese.

-Tra cosa?- domando', completamente spiazzata.

-Tra “Mio” e “principino”.-.

-Perche'?- voleva spiegazioni, dopotutto era sempre stata curiosa.

-Prima rispondi!- le ordino' -Mi stai facendo perdere la pazienza!-.

-”Principino”- disse senza alcuna esitazione, guardandolo negli occhi.

-Bene. Non chiamarmi cosi' in pubblico- si alzo' dal suo letto, per interrompere quel contatto visivo e quella vicinanza che erano stati in grado di farlo tremare. -Mya.- aggiunse, possessivo.

-Come?- aveva gli occhi sgranati per lo stupore, mentre delle farfalle cominciavano a svolazzare per il suo stomaco.

-Non devi chiamarmi cosi' in pubblico, Mya.- ripete', ghignando.

Non seppe spiegarsi il perche' di quelle parole, di quell'azione avventata, fatta senza pensare, agendo d'impulso. Parole che erano uscite dalle sue labbra senza che lui potesse riflettere. Mya. Non male come modo di chiamare la Granger. Si sdraio' nel suo letto, poi torno' a guardarla. Si era sdraiata, dandogli le spalle. Si sdraio' anche lui, con impressi quei momenti in cui si era sentito libero di agire come voleva, di essere se stesso, come nei sogni.

Hermione socchiuse gli occhi, mentre la voce del ragazzo gli risuonava ancora nella testa: Mya. Una parola che l'aveva fatta tremare, cosi' come il suo sguardo nel pronunciarla. Principino. Con quella frase voleva forse dirle che quando erano soli lei avrebbe potuto chiamarlo cosi'? Ma quando sarebbero stati soli? Probabilmente mai. Sospiro', pensando al motivo che l'aveva spinta a non scegliere mio. Facile: lui era uno spirito libero, che amava la sua indipendenza ed essere servito. Era lui quello che voleva possedere. Ecco spiegato il Mya, ma in fondo, le piaceva veramente tanto.

Entrambi chiusero gli occhi, cadendo tra le braccia di Morfeo.

***

-Potter?- gli domando' Blaise, dopo essersi girato.

-Zabini- Harry chiuse la porta alle sue spalle. Era la resa dei conti. Ora erano faccia a faccia, soli, nella stessa stanza, mentre tutti gli altri facevano lezione. Dovevano chiarirsi e quella era la situazione perfetta.





Note dell'autrice: Ecco l'ottavo capitolo, spero vi piaccia e che vogliate commentare. Grazie a coloro che leggono e a Mojito86, a drakina94, a Glo88, a Hanon, a juju210, a Polvere_di_stelle. Grazie mille per i commenti e per i complimenti! Non sapete quanto mi rendono felice! Spero che questo cap vi piaccia!

Spero di riuscire ad aggiornare presto, alla prossima, vi voglio bene, baci, Hermione92.

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Capitolo 9
*** Parole ***


9.PAROLE


La pioggia bagnava l'asfalto, gia' abbondantemente impregnato d'acqua. Hermione era seduta per terra, con i vestiti strappati. Le sue calde lacrime si confondevano con le gocce di pioggia, gelide. Aveva la schiena appoggiata al muro e gli occhi socchiusi. Era disgustata, si sentiva sporca, come mai prima. Voleva rimanere in quel vicolo cieco per sempre, per non affrontare la vita reale, per tentare di illudersi, pensando di avere solo sognato, sperandolo con tutto il cuore.

Draco la guardava da lontano, dopo aver osservato nuovamente quella scena orrenda, che l'aveva turbato. Osservava le lacrime salate della ragazza, che riusciva a scorgere con facilita', nonostante la pioggia. Tutte quelle gocce che si confondevano sul suo corpo violato, e la forza l'aveva abbandonata, svanendo nel nulla. Non riusciva a sopportare quella situazione e nemmeno quello che le era successo. Avrebbe voluto impedirlo, in qualsiasi modo possibile, ma non era riuscito a muoversi, pietrificato dall'orrore. Ma ora che la vedeva in quello stato, era fermamente deciso di di darle una mano, con ogni mezzo a sua disposizione.

-Mya...- la chiamo' piano, spostandoti dall'ombra che lo nascondeva, per avvicinarsi a lei.

-Che...?- la ragazza alzo' piano lo sguardo, aprendo debolmente gli occhi. -Ma cosa?= domando', senza riuscire a dire altro, mentre la pioggia, che ormai percepiva a stento, aumentava.

-Mya... io...- comincio', rendendosi subito conto di non sapere come consolarla, cosa dire per farle tornare il sorriso sulle labbra.

***

-Potter?- gli domando' Blaise, dopo essersi girato.

-Zabini- Harry chiuse la porta alle sue spalle.

-Cosa ci fai qui?- chiese, il Serpeverde, curioso.

-Non lo so- rispose, sinceramente.

-Immagino che io e te... noi... be'...- balbetto' confuso, mentre il Grifondoro si avvicinava a lui.

-Si'... dobbiamo parlare- confermo', complatando la frase del ragazzo, in modo sorprendentemente serio.

-Bene...- mormoro', distogliendo lo sguardo da Harry, non riuscendo a sostenere il suo sguardo, siccome gli provocava troppe sensazioni differenti e che non avrebbe mai creduto di poter provare.

-Bene...- ripete', guardando il soffito. Ammutoli' all'istante, osservando lo spettacolo che gli si presentava sotto gli occhi. Il soffito era molto simile a quello della Sala Grande: un cielo stellato aveva sostituito il normale muro, creando un'atmosfera molto romantica. -E' splendido...- sussurro', non riuscendo a distogliere lo sguardo.

-Gia'. Ha solo una differenza rispetto alla Sala Grande, pero' e' una cosa molto particolare...- spiego', mentre gli occhi gli brillavano.

-Cosa?- chiese Harry, con un'espressione ingenua e curiosa, da bambino.

-Lo sai.- affermo', sicuro.

***

La ragazza si alzo' di scatto, abbassando velocemente lo sguardo, come scottata. Si sentiva vulnerabile, troppo vulnerabile.

-Mya...- ripete', per la terza volta, mentre il cuore si stringeva in un morsa, che lo rattristava immensamente.

Hermione non rispose, limitandosi a fissare l'asfalto, mentre davanti ai suoi occhi appariva l'immagine del ragazzo, fradicio.

-Mya...- disse nuovamente, guardando le piccole gocce sul volto della ragazza. Non riusciva a scorgere i cuoi occhi, ma li immaginava spenti, vacui e si sentiva inutile.

Pochi secondi dopo lei alzo' la testa, come se avesse recuperato una parte della sua fierezza Grifondoro. Lo guardo' con rassegnazione e gli corse in contro, con un rapido slancio. Si getto' tra le sue braccia, per essere consolata, per avere una sensazione di protezione, per sentirsi finalmente al sicuro.

***

-Lo so?- chiese confuso, guardando Blaise.

-Si'- rispose, con sicurezza.

Harry torno' a guardare il cielo, quel cielo magico, pieno di stelle che brillavano, in un modo sorprendentemente luccicante, quasi contenessero tanti brillantini in grado di rilucere sempre di piu', ogni secondo che passava.

-Ti credevo piu' acuto, Potter- bisbiglio', avvicinandosi a lui.

Il cielo talmente scuro da essere quasi nero, poi un particolare colpi' gli occhi del giovane Grifondoro, facendolo sorridere. -Lo so...- mormoro', abbassando la testa.

***

Draco rimase immobile, spalancando gli occhi per lo stupore. Aveva le mani abbandonate lungo i fianchi, mentre la ragazza lo stringeva con forza. Il biondo riusci' a sentire il profumo di lei, ancora intatto nonostante la pioggia e il contatto con quell'uomo. Chino' la testa verso il basso, poi si decise: alzo' lentamente le braccia, fino ad arrivare a sfiorare la schiena della ragazza con la punta delle dita. Riusci' a percepira una lieve scossa, partita dalle dita, che percorse tutto il suo corpo, mentre lui si faceva forza e arrivava finalmentea cingerle la schiena con le braccia. Ora fu lei a sgranare gli occhi, sentendo la dolce stretta di Draco, stretta che riusci' a farla calmare, che riusci' a farle calmare i battiti del cuore, per poi farli accelerare bruscamente quando lui le percorse la schiena con un dito.

-Mya...- sussurro', staccandosi lentamente.

-Non parlare- ordino', la voce rotta dai singhiozzi, mentre le lacrime ricominciarono a scorrere.

-Come vuoi- mormoro', dopo che lei l'ebbe stretto nuovamente a se'.

***

I due si guardarono negli occhi, mentre le stelle sopra le loro teste cambiavano posizioni. Lo smeraldo unito con il cobalto, mentre i loro cuori acceleravano e i respiri si irregolarizzavano. I due si avvicinarono di piu', senza interrompere il contatto che avevano stabilito con lo sguardo. Una cosa magnetica, che li legava come non gli era mai successo con nessun altro. Arrivarono uno di fronte all'altro, a distanza di pochi sentimetri, e continuavano ad avvicinarsi, in balia delle emozioni.

-Zabini...- bisbiglio' Harry, quasi senza fiato -Non... non dovevamo parlare?- domando', senza distogliere lo sguardo.

-Blaise- lo corresse -Dovevamo...- aggiunse -Non dobbiamo, giusto?-.

-Ma...- tento' di ribattere.

-Potter!- l'ammoni', fermandosi improvvisamente.

-Harry- lo corresse -Credo che dobbiamo cominciare a chiamarci per nome-.

-Sarebbe un buon inizio- concordo', prima di posare le sue labbra su quelle del Grifondoro.

***

-Ho avuto paura...- sussurro', con la faccia nascosta nel petto del ragazzo.

-Shhh...- le sussurro' con dolcezza -Non pensarci...-.

-Come se fosse facile!- urlo', staccandosi da lui -Non e' semplice dimenticare quei momenti! E quando finalmente ci ero riuscita arriva Silente con la sua notizia! Non poteva aspettare per dirmelo? Tanto anno piu', anno meno... non avrebbe fatto nessuna differenza!- le sue guance erano rosse per la rabbia e altre lacrime le scorrevano sulle guance, mischiate con la pioggia, che non cessava di cadere.

-Sfogati!- le ordino', tentando di nascondere la sua preoccupazione.

-Come posso farlo?- chiese, rassegnata -Come?-.

-Urlami dietro! Picchiami! Insultami!- spiego' -Basta che fai qualcosa!- la guardava negli occhi, mentre sul suo viso apparivano sensazioni contrastanti -Io non posso vederti cosi'...- sussurro' alla fine, guardando la sua Mya che soffriva.

-Perche' e' capitato a me?- chiese, dopo alcuni istanti di silenzio -Perche'?- urlo', alzando lo sguardo verso la pioggia.

***

-Ma questo e' ancora meglio...- mormoro' Harry, staccandosi per riprendere fiato. -E noi dobbiamo parlare-.

-Non sai fare altro?- chiese, ricominciando a baciarlo.

-Tu dici?- si stacco' lievemente, per poi abbracciarlo con foga, cominciando a baciarlo con passione, mentre i loro corpi aderivano perfettamente.

-Ritiro tutto...- bisbiglio', senza fiato -Tu sai decisamente fare altro!-.

-Ora possiamo parlare?- chiese.

-Un'altra volta, ok?- si avvicino' alla porta, prendendo in mano il pomello -Ora devo andare- provo' ad aprire la porta, ma non riusci' a spostarla di un millimetro. -Cazzo non si apre!- esclamo', in preda al panico. Ora avrebbe dvuto affrontare Harry e non sapeva proprio cosa dire. Aveva paura, molta paura.

***

-Non e' giusto!- sbotto' -Io... cos'ho di sbagliato?- gli chiese, guardandolo.

-Niente. Assolutamente niente.- tento' di consolarla. -Non sei tu il problema. Lo sono gli altri, che non capiscono quanto tu sei speciale. E lo sei veramente tanto-.

Hermione lo guardo' con stupore, riflettendo sulle sue parole, quando si senti' piu' leggera e svani' nel nulla, riaprendo gli occhi.

Draco la guardo' svanire, sospirando. Si era svegliata e lo aveva lasciato solo nel suo sogno. Si diede dello stupido, ricordando le parole che aveva detto. Era stato precipitoso, dicendole senza riflettere.

***

-Allora parliamo- disse Harry. -Cosa c'e' tra noi?- chiese.

-Io... io... noi...- balbetto', in modo confuso, arrossendo di colpo.

-Cosa provi per me?- domando', riformulando la domanda.

-Io... io...-.

-Mi piaci.- disse Harry, in modo impulsivo.

-Io...- Blaise non riusciva ad articolare un discorso di senso compiuto.

-Tu?- il Grifondoro lo guardo' con attesa -Ricevuto. Per te non e' lo stesso.- disse, abbassando lo sguardo, deluso.

-Io...- ripete', per l'ennesima volta.

-Non c'e' bisogno che tu dica niente. Me ne vado- raggiunse la porta, prendendo in mano il pomello.

-No!- esclamo', bloccandogli la mano.

-Cosa?-.

***

Hermione apri' gli occhi. Aveva fatto un sogno stranissimo, dove c'era anche Malfoy e dove lui si comportava con gentilezza. Giro' la testa verso il letto del ragazzo, che dormiva. Sorrise, guardando la sua espressione dolce ed allegra. Era sorprendentemente bello. La ragazza senti' un brivido percorrerle la schiena, mentre i ricordi che aveva svanivano pian piano, mentre lei, la vera Hermione, quella combattiva e fiera, tornava all'attacco, tornando a padroneggiare la situazione. -Grazie, Malfoy- sussurro'. -Grazie.-.

***

-No!- ripete' -Non devi andartene. Tu... mi piaci- disse, esternando finalmente i suoi sentimenti.

-Io... io...- balbetto'.

-Potter, basta parlare- gli poso' le labbra sulle sue.

-Cosa succedera' adesso?- gli domando' il Grifondoro.

-Nessuno puo' saperlo. Noi viviamo la nostra vita... i...-arrossi' di scatto.

-Si', insieme- concluse, aprendo la porta, per uscire nel corridoio.

***

Due occhi di ghiaccio si aprirono di scatto, dopo aver sentito il ringraziamento della ragazza.

-Prego, Mya- sussurro' -Non farti abbattere, mai.-.

Hermione si era sdraiata, voltandogli le spalle, e non aveva sentito quelle parole. Draco le sorrise, con dolcezza. Aveva fatto la cosa giusta preparando la pozione, ed ora era piu' che mai deciso ad aiutare la ragazza a tornare l'Hermione di sempre.







Note dell'autrice: spero che questo cap vi sia piaciuto e che vogliate lasciarmi un commento, anche negativo. Nel capitolo otto, ovvero il precendente, avevo inserito un piccolo indizio (scusate se non vi ho avvertiti), speravo che qualcuno se ne accorgesse, ma a quanto pare mi sbagliavo. Comunque se vi interessa vi consiglio di provare a cercarlo (so che non e' un grande aiuto, ma e' gia' qualcosa).

Ringrazio tutti coloro che leggono soltanto ed a Ninpha93, a juju210, a Mojito86, a VivianaRossa, a Mione09, a drakina94, a Polvere_di_stelle, a sweet_puffola_pigmea, ad Hanon ed a Glo88. Grazie 1000! le vostre recensioni sono sempre meravigliose! Grazie! Vi voglio bene!

Spero di riuscire ad aggiornare presto! Alla prossima! Baci, Hermione92.

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Capitolo 10
*** Il suo fuoco ***


10.IL SUO FUOCO


-Hermione!- esclamo' Ron, entrando come una furia nell'infermeria -Come stai? Non ti ho vista a lezione e mi sono preoccupato! Ho avuto paura! Pensavo ti fosse successo chissa' cosa!- il rosso si avvicino' al letto dell'amica, senza curarsi minimamente del principe dei Serpeverde.

-Harry non ti ha avvertito? Pensavo ti avesse parlato...- disse la riccia, guardandolo con curiosita'.

-Harry? Ma se oggi non era a lezione! Ho dovuto passare l'ora di Trasfigurazione da solo!- sbotto', parecchio alterato.

-Povero Lenticchia.- intervenne Draco, sbadigliando.

-Furetto non ti devi intromettere.- Ron lo guardo' con odio, mentre Hermione scuoteva la testa.

-Chi sei tu per dirmi quello che devo fare?- domando' il biondo, parecchio irritato.

-Sono sicuramente meglio di te!- gli rispose, avvicinandosi al letto del ragazzo.

-Tu?- chiese retoricamente -Un Weasley Babbanofilo meglio di un Malfoy Purosangue fino al midollo? Tu vaneggi!-.

-Come ti permetti!- Ron scatto' in avanti, per colpire Draco.

-Ronald Weasley!- lo ammoni' Hermione, facendolo fermare -Cosa credi di fare? Ti sembra un comportamento civile?- chiese, mentre l'amico le si avvicinava.

-Io...- il Grifondoro non seppe come continuare, limitandosi ad arrossire.

-Cosi' gli dimostri che e' veramente migliore.- gli spiego'.

-Perche'? E' ovvio che lo sono!- affermo', offeso, beccandosi un occhiataccia da Hermione, mentre Ron stringeva i pugni, tanto da far sbiancare le nocche.

-Malfoy non ti allargare. Solo perche' la tua famiglia e' da sempre nella schiera del Signore Oscuro, come lo chiamate voi, non vuol dire che devi esserne fiero... anche perche' non e' una cosa di cui vantarsi...- disse il rosso, provocandolo.

-Ronald!- Hermione lo guardo' con incredulita', non credendo alle proprie orecchie. Non credeva che il suo amico potesse essere cosi' insensibile. Sembrava strano, ma il suo comportamento l'aveva delusa, profondamente.

-Ora prendi anche le sue parti! Hermione stai per caso fraternizzando con il nemico? Non ti credevo cosi'! Non pensavo abbandonassi gli amici!- il Grifondoro si allontano' dalla ragazza, uscendo dall'infermeria. Pensava che Hermione l'avrebbe appoggiato, sperava avrebbe condiviso le sue idee, invece sembrava totalmente indifferente alle sue parole, schierandosi con Draco Malfoy. Si era sentito tradito. Pensava che Hermione sarebbe sempre stata dalla sua parte, qualsiasi cosa fosse successa, e sapere il contrario aveva fatto montare in lui una rabbia improvvisa, forte, in grado di fare molto piu' male di quanto ognuno potesse immaginare.

***

Harry e Blaise camminavano per i corridoi, diretti all'infermeria. Entrambi volevano sapere se il proprio amico, amica nel caso di Harry, stesse bene. Tra loro, pero', c'era uno strano silenzio. I due non parlavano, pensando e ripensando ai fatti accaduti nel rifugio di Blaise.

Harry riusciva ancora a percepire il corpo del Serpeverde contro il suo, le loro labbra intrecciate. E aveva ancora lo stomaco pieno di farfalle, che svolazzavano allegre. Quando aveva detto a Blaise che gli piaceva aveva sentito come se un forte peso si fosse dissolto, lasciando spazio all'ansia, in attesa di ricevere la risposta del ragazzo. Ma nel momento in cui il moro aveva detto che per lui era lo stesso... be'... in quel momento avrebbe voluto saltare di gioia.

Blaise era al settimo cielo, e non sapeva il perche'. A dire la verita' lo sapeva benissimo, l'unico problema? Aveva paura di dimostrarlo a se stesso. Ma sapeva che quella sua gioia, quel suo sorriso stampato sul viso era solo merito del Grifondoro. Di un lui, di un Grifondoro, del ragazzo di cui si era perdutamente innamorato. E non poteva far niente per cambiare le cose.

Il rumore di passi veloci e pesanti che cominciarono a risuonare per il corridoio li distrasse dai loro pensieri. I due si guardarono, un'espressione di paura negli occhi. Cosa dovevano fare?

***

Draco guardava con odio la porta, quasi volesse incenerirla. Le parole di Weasley l'avevano ferito, e tentava in tutti i modi di non dimostrarlo e di non darlo a vedere. Lui era di ghiaccio, non poteva permettersi di provare sentimenti. Si chiese come quel Grifondoro fosse riuscito a farlo arrabbiare, a farlo disgustare della sua famiglia, che lui si ostinava a credere perfetta, nonostante sapesse benissimo che era schierata dalla parte del male. Non poteva pensare a sua madre come ad un'assassina, non voleva. Quella donna che era fragile e sottomessa al marito, senza alcuna via di scampo, senza alcun modo di ribellarsi, apparentemente almeno. Gia', perche' quella donna, sua madre, aveva tentato il suicidio, piu' e piu' volte, anche sotto ai suoi occhi, ancora giovani, ancora innocenti. Suo padre, invece, sembrava la reincarnazione dell'odio. Forse perche' era l'unico sentimento che era in grado di provare fino in fondo, cosa che sembrava aver trasmesso al povero Draco, che in cuor suo soffriva, senza mai darlo a vedere. Aveva una reputazione da difendere, lui.

Hermione fissava Draco, notando l'espressione dura del suo volto e l'odio che traspariva dai suoi occhi. Si sentiva in colpa, nonostante l'unico colpevole fosse Ron. Ammirava quel ragazzo, ambizioso, ma con coraggio. Un coraggio che gli aveva permesso di andare avanti nonostante le cattiverie dette contro di lui e contro la sua famiglia, nonostante la nota crudelta' del padre. Il coraggio era una possibilita' per il suo comportamento, e, diciamolo, anche l'indifferenza sarebbe una risposta plausibile, se non fosse che in quell'occasione le sensazioni di Draco trasparivano e lei riusciva a capirle con facilita': era ferito, ferito dalle parole di Ron.

-Malfoy- chiamo' piano, mordendosi il labbro inferiore con nervosismo.

-Non voglio parlare Granger.- sibilo', freddo.

-Come vuoi...- mormoro', guardandolo con dolcezza -Sappi che se hai bisogno...- comincio', con titubanza.

***

-Ora che facciamo?- chiese Harry, guardando Blaise con insicurezza.

-Lo chiedi a me, Potter? Non sei tu quello abbonato alla rivista: Come infrangere le regole ed attirare i guai?- domando'.

-No!- esclamo', mentre si torturava i lembi della camicia con le mani.

-Trova una soluzione!- esclamo', mettendosi una mano nei capelli.

I passi si avvicinavano sempre di piu' ed i loro cuori battevano sempre piu' velocemente. Non volevano essere scoperti, non insieme, almeno. Era un corridoio senza porte, e muovendosi avrebbero solamente rischiato di imbattersi nella persona alla quale appartenevano quei passi.

-Non so cosa fare, Blaise. Questa volta non so proprio come tirarmi fuori da questo guaio.-.

I due si guardarono negli occhi, senza sapere cosa sarebbe successo.

***

-So dove trovarti, forse?- chiese, con una nota di amarezza nella voce.

-Si', Malfoy. Sai dove sono.- mormoro', con gli occhi che cominciavano ad essere velati di lacrime.

-Suona terribilmente come frase fatta.- disse, con freddezza.

-Con la sola differenza che per me e' vero. Non sei l'unico ad avere problemi, sai?- chiese, osservandolo attentamente, come per scrutarlo.

-Io non ho problemi!- sbotto' irritato, girandosi verso di lei.

-No, Malfoy?- chiese, retoricamente -La tua famiglia non ti crea problemi? Le persone che ti riveriscono e che stanno con te senza essere veramente tuoi amici? Non hai nessun problema?-.

-Non sono affari tuoi, chiaro?- le ricordo' con rabbia.

-Allora come mai la mia vita e' una cosa che ti riguarda?- chiese, fissandolo nei suoi occhi di ghiaccio.

***

Ron attraverso' un altro corridoio deserto, strano, visto che era convinto di aver sentito delle voci. Per un attimo gli era addirittura parso di sentire Harry parlare con un altro ragazzo. Probabilmente era stata la rabbia a fargli sentire quelle voci, non lo sapeva. Il rosso continuo' a camminare, dirigendosi verso l'aula di Divinazione, per la lezione successiva.

***

-Cosa intendi con questo?- le domando', mentre il grigio dei suoi occhi sembrava sciogliersi.

-Sto provando a reagire, Malfoy.- spiego', enigmatica, ma sicura che lui fosse in grado di capire le sue parole. -Tu dovresti esternare quello che provi-.

-Come puoi dirmi cosa devo e cosa non devo fare?- domando', seccato.

-Il mio e' solo un consiglio. Tu puoi fare come vuoi.- rispose, semplicemente.

***

-La prossima volta ricordati prima che siamo maghi, Potter- l'ammoni' Blaise, mentre toglieva l'incantesimo di invisibilita'.

-Promesso- disse, non appena fu tornato visibile.

-Credi che dovremmo parlarne con Draco e con la Granger?- gli chiese, timidamente.

-Trovo che, dopotutto... si'... sono i nostri migliori amici, no?-.

-Dici che capiranno?-.

-Hermione si'... e' piuttosto intelligente. Il problema sara' il tuo caro amico Furetto...- constato', sorridendo.

-Gia'... non mi stupirei se decidesse di farti fuori...-.

-Che?- domando', con una nota di paura nella voce.

-Rilassati! Stavo solo scherzando!- gli accarezzo' una guancia, prima di baciarlo con passione.

-Blaise...- lo interruppe Harry.

-Che vuoi?- domando', tenendo gli occhi chiusi.

-Se passa qualcuno?- chiese, preoccupato.

-Mi spieghi perche' devi sempre rovinare tutto, per favore?-.

-Talento, che ci posso fare!- gli sorrise, prima di dargli un bacio a stampo.

***

-Grazie, Mya...- le disse lui, poco dopo, facendola sorridere. Forse, quel cuore di ghiaccio cominciava a sciogliersi veramente. Aveva forse trovato il suo fuoco?






Note dell'autrice: Spero che questo cap vi sia piaciuto! Grazie a tutti coloro che leggono ed a Mojito86, a PikolaMalfoy, a drakina94, ad anter, a lola82, ad Hanon, a VivianaRossa, a sesshoyue, a Polvere_di_stelle ed a Glo88. Grazie 1000 per i commenti e per i complimenti! Non sapete quanto mi rendono felice! Grazie ancora! Vi voglio bene!

Spero di riuscire ad aggiornare presto, baci, Hermione92.

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Capitolo 11
*** Draco, solo Draco ***


11. DRACO, SOLO DRACO


-Albus, cosa ti spinge a non dirle tutta la verità'?- gli chiese Minerva, guardandolo negli occhi.

-Trovo che sia molto più' semplice cosi', e non sono convinto che lei voglia saperlo veramente- rispose, sedendosi alla sua scrivania.

-Perché' non lo fai decidere a lei?- domando' Lupin, sicuro -E' la sua vita e sono cose che la riguardano direttamente, trovo che abbia il diritto di conoscerle-.

-Remus non ti intromettere- l'ammoni' Tonks.

-Mi dici perché' non dovrei farlo? Io voglio bene ad Hermione...- la guardo' con incredulità'.

-Appunto perché' le vuoi bene dovresti capire che e' meglio tenerlo nascosto- Albus era fermamente convinto di far la cosa giusta.

-Cosi' quando lo scoprirà' potrà' darmi la colpa di non averla avvertita. No, grazie- affermo' sicuro il licantropo.

-Non dovresti parlare cosi', visto che in questa cosa sei coinvolto direttamente- disse Silente.

***

La porta dell'infermeria si spalanco' ed entrarono Harry e Blaise. Hermione era sdraiata a pancia in giu', Draco su un fianco, intento a guardare fuori dalla finestra.

-Hermione va tutto bene?- le chiese il Grifondoro.

-Harry ma dov'eri finito? Come mai hai saltato le lezioni? Non e' da...- la ragazza si blocco' di colpo, notando la presenza di Blaise -Ah- capi' immediatamente il motivo del comportamento dell'amico -Scusa Harry, ma per un attimo mi sono preoccupata...-.

-Hermione sei sempre la solita! Sto bene come vedi, a meraviglia!- il moro la guardo' sorridendo.

-Purtroppo non ti sei buttato da un burrone.- scherzo' Draco, girandosi verso di loro.

-Draco!- l'ammoni' Blaise, mentre Hermione esclamava: -Malfoy!-.

-Era solo una battuta.- si difese il biondo, sotto le occhiatacce dei due.

-Non divertente...- disse Bliase.

-Scusa amico, ma da che parte stai?- gli chiese il Serpeverde.

-Da quella giusta- disse Harry intromettendosi.

-Potter io...!- Malfoy stava per minacciarlo, era veramente seccato.

-Piantatela! Non e' carino!- esclamo' Hermione -Ciao Blaise- lo saluto' -Come va?-.

-Benissimo, direi-.

-Immagino...- gli fece l'occhiolino, e vedendolo arrossire scoppio' a ridere.

***

-Sono coinvolto?- chiese Lupin, con gli occhi sgranati.

-Si'. E' ora che ti dica la verita'...- disse, il preside con tono grave, poi guiardo' Minerva e Tonks e aggiunse: -Potete lasciarci soli?-. Le due donne annuirono ed uscirono dall'ufficio.

-Come posso essere coinvolto?- domando' nuovamente Lupin.

-Una parte del segreto sei tu-.

-Cosa? Io non...- improvvisamente il licantropo capi'. Era lui, ed era anche per colpa sua se Hermione stava male -Non ne avevo idea! Io non l'avrei tenuto nascosto! Io...-.

-Si calmi... se vuole lo puo' comunicare lei... non credo che sia una mia competenza...-.

-Si'... quando mi sentiro' pronto, lo faro'-.

***

-Granger cosa sai che io non so?- le chiese il principe dei Serpeverde.

-Non ho il diritto di dirtelo, Malfoy. Scoprilo- lo sfido'.

-Hermione tu cosa ne pensi?- le chiese Harry.

-Ne sono felice,- disse, sincera, sorridendo ai due ragazzi.

-Odio non sapere quello che succede!- sbuffo' Draco.

-Dai Draco, se ci tieni posso dirtelo...- Blaise gli sorrise.

-Non mi interessa!- si offese, dando loro le spalle.

-Va be'... noi ce ne andiamo, Hermione...- gli disse Harry, trascinando Blaise fuori dall'infermeria per una manica. -Torneremo dopo cena. Mi raccomando stai attenta a quella serpe-.

-Lo faro' Harry-.

I due se ne andarono, lasciando Draco ed Hermione soli. Il ragazzo era offeso, odiava essere all'oscuro di qualcosa e si era fidato di Blaise. Per cosa? Per poi sentirsi tradito? Allora il moro non si meritava la sua amicizia! La grifondoro lo osservo attentamente, provando a capire cosa avesse fatto partire quella reazione. Insomma di solito era sempre stato controllato, glaciale, ma in quel momento le era sembrato leggermente fuori di se'.

-Malfoy.- la ragazza si alzo' dal letto, avvicinandosi a lui, gli sfioro' leggermente la spalla -Malfoy- lo chiamo' nuovamente -Va tutto bene?- chiese, apprensiva.

-Lasciami in pace!- esclamo', freddo.

-Malfoy perche' ti comporti cosi'?- domando', preoccupata.

-Cosi come?- domando', alzandosi a sedere e guardandola in faccia.

-Non devo essere offeso ed arrabbiato con Zabini. Non ti ha fatto niente. Cerca di essere felice per lui, se lo merita- disse, sorridendo.

-Non capisco per cosa dovrei essere felice- era veramente confuso e la guardava con stupore.

-Lo capirai, non ti preoccupare- la ragazza fece per andarsene, ma lui la trattenne per un braccio.

-Stai qui- le sussurro', la voce roca e bassa, lo sguardo distolto per non guardarla negli occhi e per non permetterle di scrutargli l'anima.

-In piedi?- gli chiese, cercando di nascondere l'imbarazzo e di non arrossire.

-No, ma come ti salta in mente?- avvicino' il viso al suo orecchio -Ti sdrai accanto a me, ovviamente-

-Cosa?- chiese, con la voce ridotta ad un sussurro, mentre lui la fissava negli occhi.

-Sdraiati.- le ordino', facendole spazio.

-Di solito non prendo ordini...-.

-Ma questa volta fai un'eccezione, vero?- chiese, ammiccando.

-Mi provochi?- chiese, dubbiosa.

-No. Ne ho bisogno, Mya.- la ragazza interpreto' la richiesta come una supplica e, sbuffando sonoramente, si sdraio' accanto al bel Serpeverde.

-Spostati!- gli ordino', dandogli una leggera gomitata, per poi sdraiarsi sotto le coperte -Allora mi rispondi? Perche' ti comporti cosi'?- gli chiese nuovamente.

-E' nella mia natura... quello che fa lo sbruffone, il ghiaccio, il Serpeverde ad Hoc... be' sono io. Sono Draco Malfoy, solo questo- rispose, amaramente.

-No. Tu scegli di essere questo Draco Malfoy.- gli fece notare -Draco Malfoy non e' quello che mi chiama Mya, non e' quello che mi fa il solletico sul mio letto in infermeria... quello e' Draco, solo Draco. Basta togliere il Malfoy, togliere le disposizioni messe da tuo padre. Sei tu che scegli chi essere, non gli altri. Questo dovresti mettertelo bene in testa.- concluse, fissandolo nei suoi splendidi occhi di ghiaccio e sorridendo con dolcezza.

-Vorrei avere la tua sicurezza. Io non posso farlo, io devo solo seguire le linee guida disegnate da mio padre- spiego' con amarezza.

-Io non sono sicura di niente: non so chi sono, cosa voglio fare ne' dove sto andando. Non lo so, ma almeno cerco di trovare la forza per andare avanti con le mie forze, facendo come voglio, perche' io sono io e non posso essere controllata da altri, non ne hanno nessun diritto- si sfogo', mettendo tutta la sua rabbia repressa in quelle parole. -Draco Malfoy non mi avrebbe mai fatta sdraiare sotto le coperte con lui...-.

-Ed Hermione Granger non avrebbe mai accettato, giusto?-.

-Ma visto che ti stai comportando da persona civile, come un ragazzo come tutti gli altri...-.

-Io come tutti gli altri? Granger, io sono superiore!- le fece notare, modesto come sempre.

-Certo, Malfoy. Tu sei superiore- gli si avvicino' pericolosamente, fino ad arrivare a pochi centimetri dal suo viso. Arrivo' alla sua guancia e con dolcezza la sfioro' con le labbra, prima di sdraiarsi e di dargli le spalle.

Draco la guardo' con gli occhi sgranati dallo stupore, prima di portarsi una mano sulla guancia, dove lei aveva posato le sue labbra di pesca. Aveva provato una sensazione strana, troppo strana per i canoni di Draco Malfoy, il principe Purosangue dei Serpeverde, ma che l'aveva fatto tremare, dentro. Una sensazione che era stata in grado di raggiungere la sua anima, cosi' come lo stava facendo quella ragazza stesa accanto a lui.

Hermione era confusa, il suo cuore le martellava nel petto come mai prima e le guance erano diventate rosse non appena si era resa conto del gesto che aveva fatto. Ok, non era stato tanto sconvolgente o profondo come un vero bacio, ma era un inizio, inizio di qualcosa che nemmeno lei avrebbe potuto definire.

-Stai dormendo?- le chiese Draco, con dolcezza. Lei non rispose e socchiuse gli occhi, sentendo il caldo respiro del ragazzo sul suo collo. Le poso' un bacio sulla guancia, proprio accanto alla bocca. Sorrise dolcemente, di fronte a colei che gli sembrava forte e fragile allo stesso tempo, dolce e fredda all'occorrenza. Lei che gli provocava un cocktail di sensazioni amalgamate talmente bene da non far capire la loro tipologia. Le mise un braccio intorno ai fianchi, abbracciandola da dietro, -Dormi bene, Mya.- le sussurro', prima di chiudere gli occhi.





Note dell'autrice: Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se l'ho riscritto almeno 5 volte e non sono ancora convinta di come sia venuto. Lasciatemi un commento, anche negativo, per farmi sapere cosa ne pensate. Grazie a coloro che leggono ed a Mojito86, a selene87, a Mione09, a Glo88, a PikolaMalfoy, a drakina94 ed a Polvere_di_stelle. Le vostre recensioni sono veramente fantastiche! Grazie 1000! vi voglio bene!

Spero di riuscire ad aggiornare presto, alla prossima! Baci, Hermione92.

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Capitolo 12
*** Quel mondo... il loro ***


12.QUEL MONDO... IL LORO.


L'oscurità regnava sovrana, le scale sembravano essere senza fine e miriadi di scalinate si incontravano e si sovrapponevano, muovendosi. Il punto d'arrivo? Non si poteva vedere, era come irraggiungibile ed inesistente, ma Hermione continuava a camminare. Saliva uno scalino dopo l'altro, sempre con più' affanno e senza fiato. Ed ecco che le scale cambiavano posizione, costringendola a dirigersi verso un altro limite, un altro traguardo invisibile. E lei camminava, senza poter trovare una soluzione a quel terribile scherzo del destino. Il buio che le impediva di vedere le cose con chiarezza, poteva inciampare e sprofondare nel vuoto in qualsiasi momento. E mentre saliva le scale, nella sua mente riaffioravano i ricordi. Ogni scalino rappresentava un momento della sua vita o una persona. Il volto di Harry che si sovrapponeva a quello di Ron e Malfoy... colui che ogni tre passi le tornava in mente. O con un ghigno stampato sulle labbra o sofferente, o glaciale o con un sorriso sincero, e, tono di sfida o di strafottenza, ogni volta le provocava un brivido lungo la schiena. Perché era nei suoi pensieri? Perché non voleva abbandonarli?

***

-Un'unica cosa, Remus...- aggiunse Silente, prima di permettere al licantropo di abbandonare il suo ufficio -Non dire niente a nessuno, soprattutto a Tonks-.

-Ma...- tento' di ribattere lui.

-Niente ma... credimi e' per il bene di Hermione-.

-Ok- a sentire quel nome la sua voglia di protestare era svanita, lasciando spazio alla voglia di scoprire la verità' e di accettare quello che aveva scoperto. Gia', perché lui doveva accettarlo, anche se la cosa lo spaventava molto: non si riteneva pronto.

***

Draco sali' un altro scalino ed alzo' lo sguardo: la scalinata sembrava non avere fine. Sbuffo': ma che razza di sogno era quello? Fece un altro passo, svogliatamente. Perché doveva farlo? Insomma parliamoci chiaro: era una cosa inutile! Si sedette, appoggiandosi al muro su cui era attaccata una sbarra di ferro, per tenersi e non cadere.

-Avessi almeno una sigaretta!- si lamento' scocciato.

-Non sai che fumare fa male alla salute. Ti rovini i polmoni- disse una voce che lui conosceva bene.

-Sai cosa me ne importa!- sbuffo', seccato.

-Dovrebbe invece... o vuoi morire giovane?- gli domando' quella voce allegra e solare, con una punta di preoccupazione.

-Vedi di non gufare... ti avviso: se muoio giovane resuscito solo per ucciderti!- sbotto', parecchio irritato.

-Suvvia... non essere cosi' melodrammatico, poi scusa... ho detto solo la verità.- si difese.

-Io melodrammatico? Parla lei!- il ragazzo si alzo' in piedi e si guardo' intorno, non c'era nessuno. Ma se fino ad un attimo prima aveva sentito la voce della Granger?

***

-Figlia e' ora che tu ti metta in cerca di mia nipote- disse una donna anziana, vestita con abiti eleganti e raffinati.

-Ma madre...- provo' a ribattere una donna molto più giovane, con il mantello addosso ed il cappuccio calato.

-Niente ma! E' tua figlia! E come tale ha il diritto di sapere di appartenere ad una famiglia come la nostra.- affermo', sicura.

-Come la riconosco?-.

-Non e' un problema mio- fece un ampio gesto con la mano, come per intimarle di uscire da quella stanza.

-No? Ti ricordo che sei stata te a portarmela via per abbandonarla!- sbotto', cercando di farsi valere.

-Non ti permetto di parlarmi cosi'! Sono tua madre io!- agito' un dito in modo minaccioso, prima di cominciare a tossire convulsamente -Io...- riprese, tra un colpo di tosse e l'altro -Non l'avrei mai abbandonata se tu non avessi tentato di ucciderla più volte. Se fosse per te a quest'ora sarebbe morta... da molti anni, anche.- concluse, girando la testa e cominciando a guardare fuori dalla finestra, per non far vedere alla figlia l'espressione sofferente del suo volto. La donna ammutoli', limitandosi a guardare con odio la madre.

-Madre!- esclamo' la sorella, entrando nella stanza con un sorriso stampato sul viso.

-Piccola mia!- esclamo' l'anziana signora, abbracciandola -Come va?-.

E mentre la sorella e la madre parlavano, la donna usci' dalla stanza, per andare a cercare la figlia. Era sempre stato cosi': sua sorella e sua madre insieme e lei in disparte ad eseguire gli ordini... se almeno ci fosse stato suo padre... allora non avrebbe dovuto affrontare tutto da sola, e la figlia sarebbe stata ancora con lei.

***

Hermione sbuffo', notando ancora una volta che le scale stavano cambiando posizione. Sali' rapidamente una rampa di scale, stava per proseguire ancora quando una voce la fece sussultare: -Sto impazzendo! E' l'unica cosa possibile!-. La ragazza scese degli scalini, per poi cambiare direzione. Camminava velocemente, guardando per terra, ma quando senti' la voce in modo più nitido e chiaro alzo' la testa e si trovo' di fronte l'ultima persona che avesse mai immaginato e questa volta non era certo una proiezione della sua mente, no, ne era più che certa. Questa volta era di fronte a lei, in carne ed ossa, se nei sogni si può dire.

-Sono pazzo- ripete' nuovamente, con la testa tra le mani.

-Se continui cosi' rischi di convincerti che sia vero... e non so quanto la cosa ti convenga...- gli disse, fermandosi in cima a quella rampa.

-Sono ufficialmente pazzo- ripete', senza nemmeno alzare la testa.

-Continua a ripeterlo che poi comincerò a crederlo anch'io... non so quanto la cosa ti convenga- sussurro', avvicinandosi.

-Che?- lui alzo' finalmente la testa, una che parlava cosi' non poteva essere altri che la Granger, e chi se no?

-Vedo che ti sei ripreso!- esclamo', con il sorriso sulle labbra.

-Ripreso? Io non ho avuto nessun problema.- affermo', con sicurezza, e per convincere più se stesso.

-Va bene- lo assecondo' lei, per evitare di litigare, almeno quando sognava. Si sedette accanto alla Serpe, sbuffando -Non trovi che queste scale siano opprimenti?- gli chiese, per instaurare una conversazione decente, o perlomeno civile.

-Sono troppe- rispose, breve e conciso, desiderando sempre di più una sigaretta.

-Come mai sei cosi' laconico?- domando', notando che era stato di poche parole.

-Laco... che?- la guardo' come se avesse avuto di fronte un alieno.

-Laconico- ripete' lei, come se fosse la cosa più normale del mondo, mentre lui la osservava, sempre più' stupito -Non sai il significato di laconico? Ma io lo so... e siamo nei miei sogni. Malfoy che ci fai qui?- chiese, alla fine del suo ragionamento non poco contorto.

-Mi sogni, mi desideri, mi vuoi. Sono qui unicamente perché lo vuole la tua mente- le spiego', inventandosi quella scusa al momento. Non avrebbe mai immaginato di doverle dare delle spiegazioni, anche se avrebbe dovuto vista l'intelligenza della ragazza.

-Cosa?- esclamo' lei, a dir poco incredula, mentre le guance si imporporavano.

-Mi vuoi, Mya... - si avvicino' al suo viso, con una lentezza esasperante, prese il viso della ragazza tra le mani ed avvicino' il volto al suo orecchio -Non puoi dimenticare nemmeno una piccola parte di me: ti sono entrato nell'anima e non puoi fare niente per evitarlo-.

-C...- Hermione cerco' di aprir bocca per dire qualcosa di sensato ed intelligente, per ribattere a quell'affermazione, ma dalla sua bocca non usci' nemmeno un suono.

-Non devi parlare, non serve: io capisco tutto quello che ti passa per la mente... io sono nella tua mente- disse, esagerando un po' troppo, nel raccontare la sua abile bugia.

-Veramente?- chiese, staccandosi da lui, non riuscendo a ragionare lucidamente.

-Si'- affermo', perdendo un po' della sua sicurezza e deglutendo rumorosamente.

-Cosa sto pensando?- gli chiese, volendo verificare quello che lui le aveva detto.

***

Era ormai sera, Harry e Blaise stavano camminando per il castello, diretti in infermeria. Avevano finito di mangiare e con un occhiata complice si erano congedati dai loro compagni di Casa per raggiungere gli amici.

-Dici che si sono schiantati a vicenda?- chiese il Serpeverde, guardando il ragazzo di sfuggita.

-Non saprei... non credo che Hermione farebbe mai una cosa del genere, ma da Malfoy ci si può' aspettare tutto- rispose l'altro. -Giuro che se le ha torto anche solo un capello io lo faccio fuori! Tuo amico o no!-.

-Ti do una mano... Hermione mi sembra una tipa a posto: se solo volesse potrebbe portare il nostro caro principe dei ghiacci sulla retta via...- sospiro', triste per la sorte dell'amico.

-Dici?- chiese, dubbioso.

-Si', perché' no? Hai visto come si guardano?-.

-Mi dovrei preoccupare?- domando, iperprotettivo nei confronti dell'amica.

-Per il momento non credo- gli sorrise, poi un lampo di malizia gli passo' negli occhi e comincio' a correre -Facciamo a chi arriva prima?-.

-Non vale!- inizio' a rincorrerlo -Sei partito prima!-.

-Non eri tu quello che infrangeva tutte le regole, una ad una? Non apprezzi il mio comportamento?- chiese, quando l'altro l'ebbe raggiunto.

-Se le infrango io ok... altrimenti niente!- gli sorrise, trionfante, mentre con uno scatto lo sorpassava.

-Non vale! Mi hai distratto!- si lamento' arrancando dietro di lui.

-Come? Io non ho fatto assolutamente niente!- sorrise di nuovo, anche se sapeva benissimo che Blaise non era in gradi di vederlo e comincio' a rallentare... forse l'avrebbe lasciato vincere... per poi farsi consolare, ovviamente.

***

-Tu?- domando' sgranando gli occhi. Ora cosa doveva fare? Cosa doveva dire? Non ne aveva la minima idea.

-Si', io e chi se no?- rise, guardando l'espressione del ragazzo ed il broncio che aveva assunto non appena aveva capito che lei lo stava prendendo in giro. -Dai non ti offendere- gli sorrise, avvicinandosi nuovamente a lui, per non sentire più il senso di vuoto che le procurava stargli distante. Lui giro' la testa, offeso. -Dai, non comportarti da bambino- sbuffo', ma lui non la degno' di uno sguardo, limitandosi a farle la linguaccia -Sai che a volte sei proprio un bambino?- gli chiese, appoggiando la testa al muro e socchiudendo gli occhi.

-Non sono un bambino!- affermo', incrociando le braccia e sbuffando sonoramente.

-Sara', ma dal tuo comportamento sembra proprio di si'...- apri' un occhio, per osservare il ragazzo, che aveva ancora quell'adorabile broncio.

-No, invece!- sbotto', guadagnandosi un'occhiata di rimprovero dalla ragazza che lo fissava cercando in tutti i modi possibili di non ridere. -Come posso convincerti?- chiese, stufo di quella situazione -Sono solo un po' permaloso-.

-Un po'?- chiese, alzando un sopracciglio.

-Un po'.- affermo' sicuro, guardandola negli occhi.

-Un po'...- ripete', persa in quel grigio che sembrava il cielo poco prima di una tempesta e poco dopo un temporale. Un grigio che rimandava al ghiaccio. Due occhi di una bellezza infinita che erano incatenati ai suoi.

Draco si avvicino' a lei, lentamente, mentre il suo cuore batteva più' velocemente. “Perché il mio stomaco deve mettersi a fare le capriole in un momento come questo?” si chiese, sfiorando il viso della ragazza con delicatezza.

Hermione arrossi', come mai provava quelle sensazioni quando lui era accanto a lei? Perché? Com'era possibile una cosa del genere? “Io lo voglio...” si disse, rendendosi conto che le parole che lui aveva detto erano la pura verità. Allora perché non la baciava subito? Senza farla aspettare? Era quello che lei desiderava, che lei sognava. Come mai non avveniva?

Perché?- si chiesero, nello stesso istante “E' una cosa contro natura...”.

Ma non volevano pensarci, non gli importava. Volevano solo essere se stessi, almeno in quel sogno, in quel mondo dominato dal subconscio che voleva fargli capire quanto tenevano l'uno all'altra e viceversa.

Quel mondo dove sei quello che sei e non puoi agire diversamente.

Quel mondo dove tutto e' possibile.

Quel mondo dove i sentimenti si sentono di più, in quanto si percepiscono più veri, più nostri.

Quel mondo che li rendeva solo Draco ed Hermione, senza cognomi, pregiudizi e linee guida.

Quel mondo nel quale volevano sentirsi liberi di fare cio' che il loro cuore comandava e cio' che la loro mente non riusciva, o non voleva, capire.

Quel mondo...

Le scale stavano sparendo, svanendo completamente nel nulla, lasciando spazio al buio, sostituito velocemente da un cielo, un cielo grigio, prima di una tempesta o dopo, che dir si voglia, e dove loro sedevano su una nuvola, vicini.

Draco le si avvicino' sempre di più ed entrambi chiusero lentamente gli occhi, con i respiri che si mescolavano nell'aria, aspettando di unirsi nelle loro bocche, ed i cuori che battevano all'unisono.

Quel mondo...

Il loro.

***

-Primo!- esclamo' Blaise, aprendo la porta dell'infermeria. -Ora mi merito un premio- sorrise con malizia, aspettando l'arrivo del ragazzo.

-Il premio lo merito io.- affermo' lui -Di consolazione, pero' lo merito!- Harry gli sorrise, notando la luce negli occhi del Serpeverde -Her...- fece per chiamare l'amica, ma si blocco' improvvisamente, non appena i suoi occhi si posarono sulla scena che aveva davanti: Hermione e Malfoy sdraiati nello stesso letto, abbracciati.

-Vedi anche tu quello che vedo io?- gli domando' Blaise, anche lui con gli occhi sgranati.

-Si', lo vedo... e'... strano-.

-Più di noi due?- domando', alzando un sopracciglio con fare dubbioso -Dici che dovremmo svegliarli? Sono cosi' teneri...- sorrise, avvicinandosi al letto.

-Teneri? E'... e'...- Harry si fermo', non sapendo come continuare.

-E'? Hai visto cosse più strane, no? Allora non devi preoccuparti. Hermione sa badare a se stessa- gli si avvicino', con fare protettivo -Vedrai che saprà darti una spiegazione plausibile per tutto questo- lo abbraccio' con impeto e lo bacio' con passione.

-Sara...- comincio', dopo che Blaise ebbe interrotto il bacio -Ma la cosa e' comunque strana...-.

-Allora li svegliamo o li lasciamo dormire? Sono carini insieme...- sorrise, notando l'espressione beata e tranquilla dell'amico.

-Svegliali! Prima ho quella spiegazione, meglio e'!- esclamo', sicuro.

-Hai una macchina fotografica?- gli chiese il Serpeverde, con un ghigno diabolico.

-Veramente io...-.

-Torno subito. Non svegliarli, ok?- gli diede un bacio a stampo, prima di correre fuori dall'infermeria, lasciandolo interdetto.

***

Gli occhi chiusi, quasi a voler impedire a se stessi di vedere chi si ha di fronte, che si sta per baciare, che si desidera veramente. La mano di Draco che le percorre incessantemente la guancia, con una delicatezza sorprendente, le mani di Hermione che si torturano a vicenda, mentre lei trema leggermente.

Perché per un bacio ci vuole cosi' tanto?

I loro nasi si toccano fuggevolmente, facendo venir loro i brividi.

Perché l'altro fa provare sensazioni come queste? Perché una cosa cosi' bella? Perché cosi' strana ed impossibile?

Perché con il mio opposto??

Ma a loro non importava realmente, e non sarebbe mai importato loro. Quello che volevano era l'altro e lo sapevano benissimo.

Si avvicinavano, con una lentezza esasperante, per poter assaporare meglio il momento che avevano tanto agognato.

Ad occhi chiusi, per non sentirsi dei peccatori.

Ad occhi chiusi, per non pensare di star sbagliando.

Ad occhi chiusi, per assaporare meglio il peccato.

***

Blaise scatto' una foto ai due ragazzi stesi nel letto abbracciati. Si sentiva in colpa, ma non troppo: era sempre un Serpeverde, dopotutto. -Sei sicuro che svegliarli sia una buona idea?- chiese ad Harry.

-Penso di si'... insomma... certo- disse, anche se con un po' di titubanza.

-Allora gli gettiamo addosso acqua gelida?- chiese, curioso.

-No, hanno gia' la febbre, non mi sembra il caso...- gli spiego', con dolcezza.

-Hai una tromba, Harry?- domando', con un lampo di malvagità' negli occhi.

-Veramente l'ho dimenticata nella Sala Comune...- rispose, ridacchiando.

-Guarda che non sono in vena!- lo minaccio', gettandogli un'occhiataccia.

-Scusami, Blaise- gli si avvicino' con dolcezza e l'abbraccio' -Mi perdoni?- gli sussurro' in un orecchio, facendolo tremare.

-Per questa volta passi- lo bacio' dolcemente.

-Grazie, amore- disse Harry, parlando senza riflettere. Entrambi arrossirono, distogliendo lo sguardo ed interrompendo l'abbraccio.

-E... ecco... m... mi e' venuto in mente... come... po... posso svegliarli- balbetto' Blaise, ancora rosso.

-Bene.- assenti' Harry, deglutendo e maledicendosi per averlo chiamato amore.

-Tesoro...- comincio', sorridendogli per rassicurarlo -Ti conviene tapparti le orecchie-. Si avvicino' al principe delle serpi che dormiva beatamente, mise le mani a coppa intorno al suo orecchio e, -DRACO!!!!!-, lo chiamo' urlando. Draco sobbalzo', facendo svegliare anche Hermione. I due si guardarono negli occhi imbarazzati per qualcosa che purtroppo non era avvenuto.

-Ben svegliati ragazzi!- li saluto' allegramente Blaise.

-Io ti uccido!- esclamarono i due in coro, guardandolo con odio.

-Scusate.- disse lui, facendosi piccolo piccolo.

-Hai interrotto il mio sogno sul piu' bello- si lamento' Hermione, sospirando.

-Mancava cosi' poco...- le fece eco Draco.

-La prossima volta lasciateci dormire!- li ammonirono, contemporaneamente.

-Hai interrotto due meravigliosi sogni a quanto vedo- disse Harry intromettendosi.

***

-Figlia...- disse l'anziana donna, guardando la persona che aveva di fronte -Devi controllare tua sorella e tenerla d'occhio. Sta cercando la nostra cara nipotina e non posso permettere nemmeno un suo piu' piccolo errore-.

-La devo controllare? Devo pedinarla?- chiese, incredula.

-Si', per poi riferirmi tutto... non voglio che dica cose non vere alla nostra piccolina...-.

-La nostra piccolina ormai ha diciassette anni, madre- le fece notare.

-Si', ma dev'essere istruita a dovere... non appartiene alla plebe...-.

-Va bene, madre. La terro' d'occhio- disse avvicinandosi alla porta.

-Dopotutto non vuoi che nostra nipote soffra, vero?- chiese, mentre la figlia usciva dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.






Note dell'autrice: Ecco il cap 12, che, chissa' come, mi e' venuto veramente lungo (penso che sia il piu' lungo che ho mai scritto). Spero che vi sia piaciuto e che vogliate commentare! Grazie a chi legge soltanto ed a selene97, a PikolaMalfoy, a potterina_88_, a Mione09, a Mojito86, a drakina94, a Polvere_di_stelle, a juju210 ed a Hanon. Grazie 1000 i vostri commenti sono sempre fantastici ed adoro vedere che qualcuno apprezza cio' che scrivo! Grazie! Spero vi piaccia! Vi voglio bene,

spero di riuscire ad aggiornare presto, baci, Hermione92.

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Capitolo 13
*** Violet ***


13.VIOLET


-Signora...- la saluto' elegantemente un uomo, non appena lei ebbe oltrepassato l'uscio della porta -I miei omaggi alla sua bellezza...- l'elogio', con finto interesse, calando sempre di piu' il cappuccio del mantello sul suo viso.

-Straniero.- disse lei, con la solita freddezza che riservava a tutti coloro che avevano la sfortuna di capitarle vicino. -La sua urgenza mi ha sorpresa. Cosa ci puo' essere di piu' urgente di un appuntamento dal parrucchiere?-.

-Be'... mia splendida signora...- comincio', riempiendo sempre di piu' la donna di complimenti, palesemente finti e con l'unico scopo di renderla amica.

-Non ho tempo per queste frivolezze!- l'ammoni', facendo un rapido gesto con le mani, gesto che faceva come minimo un centinaio di volte al giorno per liberarsi degli scocciatori -Non nego che i suoi complimenti mi facciano piacere, ma il parrucchiere mi attende...-.

-Non vuole ascoltare quello che ho da dirle?- domando', sorridendo nel buio del cappuccio.

-Se sono altre sciocchezze no!- affermo', secca.

-Si tratta di sua nipote...- mormoro', con voce piu' bassa di prima e controllata.

-C...- balbetto', sbiancando -Come fa a sapere...?-.

-Che lei ha una nipote?- concluse l'uomo, provocatorio -Il fatto e' che io so dove si trova...- disse, con tono ammaliatore.

-Dove?- domando', la voce ridotta ad un mormorio che si percepi' appena.

-Non si aspettera' mica che le dia un'informazione di questa importanza senza averne niente in cambio- si passo' la lingua sulle labbra, assaporando il gusto della sua vendetta, che stava pian piano compiendo. Si sa: la vendetta e' un piatto che va servito freddo.

***

-Allora, Hermione...- esordi' Harry, sedendosi sul letto dell'infermeria inizialmente destinato alla ragazza -Non vuoi raccontarci il tuo meraviglioso sogno? Dopotutto volevi ammazzare Blaise per averti svegliato...-.

-Gia'- concordo' il moro, guardandola attentamente -Perche' ti ho interrotto sul piu' bello?-.

-Ecco... io...- Hermione arrossi', e si morse il labbro inferiore. -Niente... era un sogno come tutti gli altri...-.

-Vuoi dire che ogni notte sogni cose del genere?- le domando Draco, scettico, ma, sotto sotto, gongolante: insomma, lei che lo sognava ogni notte... non poteva far altro se non aumentare il suo ego.

-Si'... cioè' no... no... insomma... io...- balbetto' confusa, mentre non riusciva nemmeno a ragionare, cosa non facile per una come lei.

-Tu?- le chiese Blaise, divertito.

-Non credo che ti interessi.- sibilo', riacquistando un pizzico di autocontrollo.

-Povera piccola Mezzosangue... hai paura?- le chiese il Serpeverde, guardandola maliziosamente.

-Raccontaci il tuo sogno, Malfoy- lo sfido' la Grifondoro, con un sorriso diabolico dipinto sul viso -C'eri quasi, eh? A cosa?-.

-C'ero quasi? E chi te l'ha detto?- domando', fingendosi completamente innocente.

-Tu, forse?- gli chiese Blaise, felice di poter avere un momento in cui sovrastare l'amico.

-Forse era quasi riuscito a prendere il boccino.- ipotizzo' Harry, con un sorriso fin troppo angelico -Insomma... almeno nei sogni dev'essere bravo nel Quidditch...-.

-Ti uccido, Potter! Non provare piu' a dire una cosa del genere, o...!- il biondo si blocco' improvvisamente.

***

-Cosa vorrebbe in cambio?- domando', combattuta.

-Sua nipote dovra' sposare mio figlio- rispose, con semplicita'. -E non provi a dire di si' per poi ritrattare e cambiare idea: la sua risposta sara' definitiva e non potra' essere cambiata in nessun modo.- concluse, intuendo le intenzioni della donna.

-Come posso decidere che lei lo sposi se non conosco nemmeno la sua identita'?- chiese, aggrottando la fronte.

-Lo sapra' a tempo debito, non si preoccupi, signora- disse, riacquistando il suo tono ammaliatore -Ora... le consiglio di decidere in fretta. Ho dell'altro lavoro da fare... e lei non ha mica un appuntamento dal parrucchiere?- si finse interessato, mentre il ghigno si allargava.

-Lei e' ricco?- chiese, solamente, senza preoccuparsi d'altro.

-Non posso lamentarmi, signora...- si avvicino' alla porta, per uscire ed andarsene da quella casa. -Cosa preferisce?- le domando', nuovamente -Sono certo che fara' la scelta giusta...- le passo' accanto e dovette sforzarsi di non tossire, per il profumo troppo pungente della donna.

-Dove si trova mia nipote?- domando', senza alcun pentimento per la scelta fatta.

-Ad Hogwarts- rispose, prima di uscire da quella villa opprimente e lasciare la donna sola con le sue riflessioni.

Mia nipote e' ad Hogwarts.

Lo scrisse su due foglietti per recapitarli alle due figlie, per poi sedersi su una poltrona e dimenticatasi completamente dell'appuntamento con il parrucchiere si chiese se aveva fatto la scelta giusta. Non seppe rispondere. Spero' solo che quell'uomo fosse di nobili origini, ovviamente Purosangue, ed in possesso di un notevole patrimonio. Voleva guadagnare qualcosa anche lei da quel fidanzamento.

***

-Non azzardarti a toccare Hermione!- Lupin puntava la bacchetta contro Draco, che, anche se cercava di non darlo a vedere, tremava dalla paura.

-Lupin...- provo' a farlo ragionare Hermione.

-Non ora... lascia che lo sistemi, prima...- l'interruppe bruscamente, avvicinandosi al Serpeverde. -Cosa hai intenzione di fare ad Hermione?- gli chiese, la voce piu' alta del dovuto.

-Vera...- Comincio' lui.

-Non parlare!- gli urlo' il licantropo.

-Lupin... lui non sta facendo niente...- gli disse la Grifondoro, sperando di riuscire a calmarlo.

-Non devi proteggerlo.- le intimo', con la voce dura, ma addolcita, quasi forzatamente.

-E' vero, Remus...- intervenne Harry -Non le ha fatto niente...-.

Il licantropo parve pensarci un momento, poi abbasso' la bacchetta, senza pero' smettere di guardare il povero ragazzo con odio. -Allora cosa ci fai nel letto con lei?- gli chiese, duro.

-Ecco io...- comincio' lui, indeciso su quello che avrebbe dovuto rispondere.

-E' stata colpa mia.- disse Hermione, senza pensarci due volte.

-Cosa?- chiesero tutti, in coro.

-Si'... mi sentivo sola... avevo paura di fare un altro incubo... di rivedere quest'estate- degluti', abbassando lo sguardo -Non sapevo come fare e cosi'... gli ho chiesto se potevo dormire con lui... non pensavo che ti saresti arrabbiato...- guardo' Lupin e fece un piccolo sorriso tirato -Scusa...-.

-Hermione non ti devi scusare... ho solo temuto che potesse accaderti di nuovo quella cosa orribile...- Remus la guardo' con dolcezza, prima di posare lo sguardo sul biondo -Delle scuse sono d'obbligo...-.

-Vorrei ben vedere.- disse, freddo e distaccano, era tornato il Malfoy di sempre -Pensare che io mi abbassi a tanto... da non credere. Posso essere un Malfoy figlio di un Mangiamorte, ma non saro' mai cosi'.- il ragazzo scese dal letto, colpito nel suo orgoglio. Per la prima volta colpito in quello che era il suo orgoglio come persona, come Draco e non quello come Malfoy. Ed era deluso: pensava che nessuno sarebbe arrivato ad accusarlo di tanto.

-Malfoy...- tento' di chiamarlo la ragazza, con un groppo in gola ed incredula: come aveva fatto a scoprirlo? Come faceva a sapere? Come?

-Lascia stare, Granger.- le disse, apparentemente calmo -Non mi serve la tua pieta', cosi' come a te non serve la mia.- il ragazzo si allontano', dirigendosi nel bagno dell'infermeria, l'unico luogo in cui poteva andare per restare solo senza disobbedire a Madama Chips.

***

-E' sicura che quello che sta facendo sia giusto, signora?- le chiese la sua domestica piu' giovane, una delle tante che aveva assunto di recente.

-Io faccio sempre la cosa giusta.- disse, non ammettendo nemmeno i suoi errori piu' palesi.

-Perche' vuole negare l'evidenza, signora?- chiese, ingenuamente.

-Io non nego l'evidenza.- ribatte', sicura -Ora torna a pulire, se non vuoi essere licenziata! Non vorrai mica essere senza soldi e non poter comprare le medicine a tua madre, vero?- domando', non realmente preoccupata. -Non sfidare la mia magnanimità, sono gia' stata fin troppo brava ad assumerti senza nessuna credenziale- detto questo la donna si alzo' dalla sua regale poltrona per dirigersi dal parrucchiere.

La ragazza non oso' ribattere, ma in cuor suo prego' per la nipote di quella donna, sperando che riuscisse a far cadere la sua tirannia indiscutibile nonché ammessa senza la minima opposizione. Chiunque ella fosse non si meritava una cosa del genere, nessuno la merita, nemmeno la tua peggiore nemica.

***

Hermione era allibita: non credeva che Lupin potesse arrivare a tanto. Scosse la testa, disapprovando il suo gesto e sia alzo' dal letto. Arrivo' di fronte alla porta del bagno e busso' leggermente. Nessuna risposta. La ragazza busso di nuovo, questa volta con piu' forza, ma ancora niente. Certo che Malfoy sa essere veramente cocciuto quando vuole!

-Malfoy- lo chiamo' -So che sei li' dentro e non ho intenzione di andarmene fin quando tu non mi farai entrare o uscirai di li'!-.

Il ragazzo non rispose, restando con la schiena appoggiata alla porta chiusa, che non aveva nessuna intenzione di aprire. Le parole della ragazza gli arrivarono ancora, distanti e lievi, ma non voleva cedere, non voleva che lei provasse pieta', non voleva permetterlo a nessuno. Aveva una dignità da difendere, dopotutto. Qualcosa pero' lo fece cedere ed il ragazzo apri' svogliatamente la porta, permettendole di entrare. Forse fu il tono di supplica da lei usato o le parole che suonavano terribilmente come ordini ed ultimatum, o forse fu semplicemente il fatto che lei era Hermione Granger, la sua Mya.

-Che vuoi, Granger?- gli chiese, freddo per non permettere di leggergli dentro.

-Non lo immagini?- domando' di rimando, scrutandolo per captare qualcosa, qualsiasi cosa, che le potesse far capire come si sentiva al momento.

-Preferirei che me lo dicessi...- disse, distaccato, appoggiandosi alla porta.

-Malfoy non comportarti come un bambino!- lo ammoni', visibilmente seccata ed infastidita dal suo modo di fare.

-Hai una sigaretta, Granger?- le chiese, non preoccupandosi di quello che aveva detto.

- Non sai che fumare fa male alla salute. Ti rovini i polmoni.- gli disse, sicura.

-Sai cosa me ne importa!- sbuffo', seccato.

-Dovrebbe invece... o vuoi morire giovane?- lo guardo', e lui riusci' a percepire una punta di preoccupazione nella voce.

-Sai una cosa, Granger?- le chiese, retoricamente, per poi parlare senza aspettare la risposta: -Ho la sensazione di aver gia' vissuto questa conversazione... con te...-.

-Una sensazione di déjà vu? Be'... capita. Ora, per favore... vuoi rispondermi?- domando', mettendosi le mani sui fianchi ed assumendo il tipico cipiglio severo della McGranitt.

Lui non rispose, non volendo esternare i suoi sentimenti e mostrarsi debole di fronte a lei, perche', come gli avevano insegnato, mostrare i propri sentimenti, e, di conseguenza, di essere umano, e' un comportamento da deboli. Cosi' Draco spalanco' la porta del bagno ed usci', Hermione sbuffo' sonoramente, colpita dall'idiozia del ragazzo, ma lo segui' senza fiatare: voleva darli tempo, poi l'avrebbe cercata lui.

-Tonks, come mai qui?- le chiese Lupin, guardandola con curiosita'.

-So bene che ti avevo detto di dover sbrigare una faccenda per conto di mia madre e che sarei stata in viaggio per del tempo indeterminato, pero'... c'e' stato un cambio di programma... non sei contento?- gli domando',muovendo un passo verso di lui e facendo cadere la maggior parte delle ampolle con le pozioni dal tavolo dell'infermeria. -Ops!- esclamo', con il sorriso stampato sulle labbra -Che sbadata!-.

-Non importa, Tonks...- Remus sorrise di fronte alla sua sbadataggine.

-Ciao Tonks!- la saluto' Hermione, messa di buon umore dall'allegria contagiosa dell'amica.

-Ciao, Hermione! Allora tutto bene?- le chiese, abbracciandola.

-Non mi posso lamentare!- ricambio' l'abbraccio, che rischiava di diventare pericoloso, tanto Tonks la stringeva a se'.

Improvvisamente la porta dell'infermeria si spalanco', ed una donna entro' camminando lentamente. Aveva i capelli verdi, lunghi fino a meta' schiena e lisci, i suoi occhi erano anch'essi verdi. -Scusate...- disse, guardandosi intorno nella stanza -Questo non e' l'ufficio di Silente, vero?-.

-No.- rispose Hermione, dopo essersi liberata dall'abbraccio.

-Ah... giusto... immaginavo...- disse lei, con l'aria parecchio svampita.

-Piacere, Hermione Granger- le porse la mano, per stringerla.

-Piacere, Violet Tonks- sorrise.

-Tonks?- chiesero Harry ed Hermione in coro.

-Si'...- rispose Tonks, sorridendo amaramente -E' mia sorella-.

-Purtroppo...- i capelli di Violet cambiarono colore diventando neri, poi, dopo pochi secondi ripresero il loro colore.

Hermione si porto' le mani alla testa, che le faceva male come mai prima. La stanza intorno a lei comincio' a girare e lei svenne, fortunatamente tra le braccia di Tonke, che nel frattempo le aveva messo una mano sulla spalla, quasi volesse proteggerla dalla sorella.

***

Intorno a lei il buio, solo quello. Sembrava essere giunta in una sorta di limbo, dominato dal nulla. C'era lei, e l'oscurita'.

Oscurita' traditrice ed amica.

Quell'oscurita' che le impediva di vedere ogni cosa, le cose belle e quelle brutte.

Oscurita' che copriva il mondo, quasi come un velo.

Oscurita' che assomigliava alla sua condizione: il non sapere nulla di cio' che era accaduto prima.

Oscurita' che rappresentava il suo passato.

Lei rimase ferma, era come paralizzata e non sapeva cosa fare, ne' dove andare. Non le restava che aspettare, sperando di svegliarsi presto.











Note dell'autrice: ecco il tredicesimo capitolo! Spero vi piaccia! Lo dedico interamente a Polvere_di_stelle (Tesoro grazie per l'aiuto nello scegliere il nome! Ti voglio tanto bene!). Spero vogliate lasciarmi un commento e dirmi che ne pensate! So bene che ho confuso ancora di piu' la trama, ovvero inserendo la sorella di Tonks (c'e' un motivo se l'ho inserita, ma non dico altro) e quell'uomo ( che tra parentesi non so ancora chi e'... [siamo messi bene, allora_ ndtutti]).

Grazie a tutti coloro che leggono ed a Fujico92, a Mojito86, a drakina94, a Glo88, a potterina_88_, a Polvere_di_stelle, ad Hanon, a BrOkEn InSiDe ed a Amazzone91. Grazie 1000! non sapete quanto i vostri commenti mi rendano felice! Vi voglio bene!

Spero di riuscire ad aggiornare presto! Alla prossima, baci, Hermione92.

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Capitolo 14
*** Il suo faro tra la nebbia ***


14.IL SUO FARO TRA LA NEBBIA


-Cosa le e' successo?- chiese Violet, riferendosi ad Hermione -Perche' e' svenuta?-.

-Puo' essere colpa della febbre- ipotizzo' Harry. -Magari si e' alzata...-.

Draco fisso' la ragazza che era stata stesa sul letto. Le sue guance arrossate e l'espressione leggermente sofferente. Ma la cosa che gli dava piu' fastidio era che nessuno cercava di aiutarla: avrebbero dovuto fare qualcosa, dannazione! Ebbene si': Draco Malfoy era preoccupato, e tanto anche. Cosi' si sdraio' sul letto, mentre gli altri decidevano cosa fare, chiuse gli occhi, cercando di addormentarsi.

-Dite che la dobbiamo svegliare?- chiese Tonks, visibilmente preoccupata.

-Non direi... insomma questa notte non ha dormito...- disse Harry, guardando l'amica.

-Questa notte...- Blaise lo guardo', alzando un sopracciglio in modo molto eloquente.

-Allora aspetto che si svegli, insomma...- Remus sorrise amaramente, non sapendo come continuare.

-Allora io vado da Silente... ho un appuntamento...- Violet si diresse verso la porta.

-Tu hai un cosa?- Tonks sgrano' gli occhi -Vengo anch'io- segui' la sorella ed insieme abbandonarono l'infermeria.

***

Oscurita'. Una patina nera che copre ogni cosa, che da l'impressione di essere circondati dal nulla. Hermione era immobile, in piedi e aveva paura. Si sentiva in balia del vuoto, e di se stessa. Quand'era piccola aveva paura del buio, credeva che dentro si trovassero le streghe, ed ora era lei la strega in quella situazione. Ma le sue sensazioni non sembravano essere cambiate: si sentiva in trappola, schiacciata da un passato che non conosceva e temeva di non sapere nemmeno la sua identita'.

Chi era lei?

Una so-tutto-io come la chiamavano tutti? O il sapere le sue origini l'avrebbe ambiata?

Una ragazza rispettosa delle regole che le infrangeva solo nei casi di estrema necessita'? Non lo sapeva.

Era come se tutte le cose scoperte le avessero messo dei dubbi perfino su cio' che era, quando quella sarebbe dovuta essere l'unica cosa certa.

Senti' dei passi, lenti ed incerti. Come di qualcuno che non sapeva dove andare.

E il nulla spari'. Lasciando il posto ad una fitta nebbia, alla sua incertezza.

Mentre i passi si facevano piu' vicini.

***

-Dici che sta bene?- chiese Harry a Lupin.

-Lo spero...- degluti' rumorosamente, senza distogliere lo sguardo dalla ragazza.

-Non vi preoccupate...- disse Blaise, avvicinandosi al letto di Draco -Dovreste fare come lui: una bella dormita e passa tutto!-.

-Sta dormendo?- chiese Harry, parecchio stupito.

-Si', e' gia' tanto che non si mette a russare-.

-Sveglialo, Blaise- gli ordino' il grifondoro.

-Ti ricordo che anche lui ha la febbre...- ribatte' lui -Poi vorra' finire il suo sogno... sembrava fantastico...-.

-Se lo dici tu...- sospiro', poi si rivolse a Lupin -Io vado... devo andare da Ron... me ne stara' dicendo dietro di tutti i colori...-.

***

La nebbia.

Nebbia che ti impedisce di vedere le cose con chiarezza, che simboleggia la difficolta' di vedere ogni cosa, anche quelle piu' facili da vedere.

Nebbia che puo' essere anche nel cuore di qualcuno, qualcuno confuso e che si rifiuta di vedere cio' che in realta' si sa da tempo e che e' ad un palmo dal naso.

Ed il rumore dei passi aumentava.

Tra quella nebbia che disturbava la visuale e che sembrava voler nascondere la realta'.

La ragazza tentava di capire chi si stesse avvicinando, ma la nebbia le impediva di vederlo.

Nebbia che e' come una cortina di fumo che copre la crudelta' del mondo quando lo ritiene troppo colpevole.

Nebbia.

Che dimorava, non nel suo cuore, ma nella sua mente, che non voleva, o rifiutava, capire.

***

-Cosa ci fai qui?- chiese alla sorella, mentre si dirigevano nell'ufficio di Silente -Ti ha mandato mamma, vero?-.

-Non sono affari tuoi.- sibilo', secca.

-No? Peccato che la figlia e' mia, non tua.- ribatte' l'altra, con rabbia.

-Tua... non lo sarebbe se fosse per te... dimmi: quante volte hai tentato di ucciderla?- chiese, accecata dall'ira.

-Mi fai schifo.- mormoro', scuotendo la testa con disapprovazione.

-Gia'. Io non volevo che mia figlia vivesse, io che preferivo uscire di casa piuttosto che aiutare nostra madre a guarire dalla depressione, io che non ho niente di buono, se non il fatto che un giorno sono destinata a soccombere-.

-Tu non sai niente di me. Non hai mai cercato di capire le mie ragioni e non sai cosa mi ha spinta a fare quelle cose...- accelero' il passo, ma, prima di girare l'angolo, aggiunse, amaramente: -E' bello sapere che la mia unica sorella sogna la mia morte, sai?-.

***

la nebbia gli impediva di vedere chiaramente cio' che aveva intorno e non sapeva ne' dove andare ne' dove stava andando. I passi di Draco risuonavano nel silenzio, e lui non riusciva a sentire altro. Poi vide la ragazza, che gli dava le spalle, tremava.

La tristezza lo assali'. Non era giusto che lei stesse male. Le si avvicno' piano, tentando di fare meno rumore possibile.

-Tutto bene?- le chiese, con fare protettivo.

-Era tutto buio...- rispose soltanto -Per un attimo ho creduto di essere tornata una bambina-.

-Non devi preoccuparti...- le sussurro' con dolcezza, abbracciandola.

-Non posso farci niente. Non so piu' niente di me, non mi conosco piu...- si strinse a lui, sentendosi protetta.

-Come fai a non riconoscerti piu'?- le domando' incredulo -Sei Hermione Granger... la ragazza che...- si interruppe di colpo, rendendosi conto che quello che stava per dire era troppo compromettente.

-Che?- domando' alzando il volto per guardarlo in viso. Ma non vide molto, in quanto la nebbia era ancora troppo fitta, doveva riuscire a farla diradare, a spazzarla via dal suo cuore.

-Che non si arrende di fronte ad una difficolta', che mordicchia nervosamente il tappo di un aggeggio strano che usa per scrivere e...-.

-Penna- lo corresse, con un sorriso. -Si chiama penna- lo abbraccio' nuovamente, per sentire il calore che emanava, quel calore che la faceva sentire bene e non piu' sola.

***

-Quindi hai convinto quella donna a far sposare la nipote con nostro figlio?- chiese una donna, sgranando gli occhi.

-Si- lui la guardo' maliziosamente.

-Come hai fatto?-.

-Ha ceduto al mio fascino, come te...- spiego', con una sicurezza disarmante.

-Mi hai tradita?- sgrano' gli occhi, indignata.

-Sarebbe lecito da parte mia, non credi?- lei non gli rispose, ma annui', sapeva che le cose stavano cosi' e che lei non poteva cambiarle.

***

-Cosa ci facevi al buio?- domando' Draco, curioso.

-Non lo so. Sembra quasi che rappresentasse il mio passato- sussurro', staccandosi da lui e facendo un passo indietro.

-Perche' il tuo passato? Come mai un'oscurita' che sembra il nulla?- la guardo' con dolcezza, gongolando: stava per scoprire il segreto di Hermione.

-Sei la mia mente: dovresti saperlo. Poi non ho voglia di parlarne.- confesso', abbassando lo sguardo.

-Anche se parlarne ti farebbe bene?- domando' -So che non e' una cosa da niente e ne soffri, ma... staresti piu' leggera.-.

-Il problema non e' quello.- spiego' amaramente.

-Allora qual'e'?-.

-Mi fa sentire un peso, e' come se fossi inutile e non voglio sentirmi cosi'!- esclamo', mentre una lacrima le solcava il viso.

-Non devi piangere... non volevo...- le si avvicino' per abbracciarla.

-Lasciami!- urlo', scostandoti -Non capisci che mi fai stare peggio? Sei un Purosangue, sei IL Purosangue... io... io...- altre lacrime cominciarono a scendere.

-Granger non piangere- le ordino' sentendo i singhiozzi della ragazza.

Lei non smise di piangere e si allontano' ancora di piu' da lui, dalla sua sfida, dalla sua valvola di sfogo e motivo per reagire e nascondendosi tra la nebbia.

-Granger non intendevo... io...-.

Il ragazzo senti' un altro singhiozzo e si senti' terribilmente in colpa: non voleva farla piangere e, ad ogni singhiozzo, sentiva una fitta al cuore.

E la sua mente capi', o accetto', quello che il cuore sapeva da tempo.

***

-Dovresti andare con lui- disse Lupin rivolgendosi a Blaise.

-Cosa?- domando' arrossendo.

-Ho visto come vi guardate...- sorrise.

-Dice che...?- tento' di domandare.

-Vai, in fretta prima che si dilegui.-.

-Grazie... io... non...- balbetto' confuso, avvicinandosi alla porta.

-Vai e... prego- il licantropo sorrise. Sarebbe stata dura accettare una cosa del genere, ma dopo quello che aveva passato, Harry si meritava di essere felice.

***

Draco fece un passo avanti, per arrivare alla ragazza. La nebbia sembro' diradarsi leggermente e lui riusci' a vedere le lacrime. Le prese un braccio e la giro' verso di se'.

-Granger stai tranquilla...- le sussurro' con dolcezza, asciugandole le lacrime con il pollice.

-Io...- lei abbasso' lo sguardo.

-Guardami, Granger.- le alzo' il viso, arrivando a guardarla negli occhi -Tu non sei meno di nessuno, tu sei meglio di qualsiasi ragazza e non meriti nemmeno di essere paragonata a loro. Non sono migliore di te, Granger.- concluse, parlando velocemente, per non far intervenire la ragione.

La nebbia si diradava sempre di piu' e i loro occhi si incontrarono.

Il ghiaccio con il cioccolato fuso, il cielo prima della tempesta e l'ambra, l'argento e l'oro.

Ed Hermione capi', capi' che non poteva contrastare il cuore. Quello che provava era vero e si stava evolvendo in un modo troppo pericoloso, ma non le interessava.

I loro occhi erano uniti e sembravano incatenati, come se non potessero piu' stare senza gli altri. Ed era una sensazione fantastica.

E la nebbia, i loro dubbi, svanivano, lasciando lo spazio ad un cielo stellato e loro erano sospesi tra miriadi di stelle.

E fissavano il peccato.

Quel peccato che avrebbero voluto assaporare.

Quel peccato che aveva assunto una forma precisa.

Perche' si sa: oltre al sapore il peccato deve avere una forma.

Loro avevano trovato una forma, ora mancava solo il sapore.

I loro cuori cominciarono a battere all'impazzata, mentre la presa del ragazzo si faceva piu' forte e l'avvicino' di piu' a se'.

-Malfoy...- Hermione non riusci' per un attimo a distogliere lo sguardo.

-Shhh...- l'ammoni', mettendole un dito sulle labbra -Mya fai quello che ti dice il cuore- le sussurro', con una dolcezza infinita.

-E' un sogno, non la realta'- scosse debolmente la testa.

-Qual'e' il problema?- chiese -Sogna... almeno fino a quando non dovrai tornare con i piedi per terra.-.

Hermione lo guardo' con attenzione, valutando entrambe le possibilita'. E si ricordo' di quello che aveva fatto per lei, rassicurandola e facendola reagire. Era stato il suo faro, il suo faro tra la nebbia e lei aveva bisogno di lui.

Aveva bisogno del peccato e del suo sapore.

Draco si chino' leggermente e le sfioro' le labbra con le sue.

-Mya...- mormoro', con le labbra che toccavano le sue. Lei non disse niente e la strinse maggiormente a se', fino a far aderire i loro corpi.

Entrambi chiusero gli occhi, per assaporare meglio il bacio ed il peccato.

E si baciarono.

Un bacio lento e veloce.

Un bacio dolce e passionale.

Un bacio puro e dal sapore del peccato.

Un bacio morbido ed irruento.

Un bacio casto e ardente.

Un bacio che rappresentava il tutto ed il niente.

Un bacio.

Un bellissimo bacio.

Entrambi aprirono gli occhi, senza smettere di baciarsi.

Dopo il sapore, il peccato deve assumere una forma.






Note dell'autrice: Spero che questo cap vi sia piaciuto e che vogliate commentare per farmi sapere cosa ne pensate! Ringrazio tutti coloro che leggono ed a Mojito86, a Eva Kant, a lola82, a drakina94, a Erin, a Polvere_di_stelle, ad Hanon, a juju210 era Glo88. Grazie le vostre recensioni sono veramente bellissime e mi riempiono di gioia! Grazie 1000 per il vostro sostegno che per me e' importantissimo! Grazie anche per i suggerimenti! Vi voglio bene!

Spero di riuscire ad aggiornare presto! Alla prossima, baci, Hermione92.


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Capitolo 15
*** La luna, l'amore ed il peccato ***


15.LA LUNA, L'AMORE ED IL PECCATO


La ragazza apri' piano gli occhi, svegliata da quel sogno meraviglioso. Le ci volle un po' per mettere a fuoco quello che aveva davanti, o meglio, chi aveva davanti: infatti il suo viso era a pochi millimetri da quello di Draco Malfoy e le loro labbra erano incollate. Hermione sgrano' gli occhi. Cosa ci faceva nel letto del ragazzo? A baciarlo, poi? Si alzo' di scatto, mentre il suo viso assumeva tutte le tonalita' di rosso possibili. Quella non era di certo una situazione normale.

-Malfoy!- sbotto', esprimendo tutta la sua rabbia -Cosa mi hai fatto?-.

-C... che?- chiese confuso, la voce impastata dal sonno -Cosa intendi?- apri' piano gli occhi, guardandola di sbieco.

-Come mai io ero li'?- domando', puntandogli contro un dito -E' colpa tua!-.

-Se non so nemmeno cos'ho fatto.- protesto', alzandosi a sedere.

-Non scherzare! Puoi dire tutto quello che vuoi... cio' non toglie che la colpa sia tua! E mi devi una spiegazione!- porto' le mani sui fianchi, guardandolo con aria minacciosa, mentre il suo cuore tentava di riacquistare il battito normale.

-Granger mi sa che hai le visioni. Non e' che hai bisogno di un analista?- chiese, alzando un sopracciglio.

-Malfoy ti ho gia' detto che devi smettere di scherzare! Non sono in vena, ok? E' colpa tua. Ammettilo e facciamola finita!- disse, stringendo i pugni, mentre la rabbia aumentava.

-Sicura di non avere bisogno di un analista? Se vuoi ti posso aiutare a cercarne uno bravo...- si alzo', avvicinandosi a lei.

-Malfoy non mi serve un analista! Come te lo devo dire? In Serpentese?- domando' arretrando.

-Sarebbe carino... peccato che non lo capisca...- alzo' le spalle, facendo un altro passo nella sua direzione.

-Malfoy non ti muovere! Fermo!- sbotto', continuando a camminare all'indietro. -Malfoy perche'...?-.

-Granger riesci mai a stare zitta?- le domando', senza fermarsi.

-Non mi costringere a...- si interruppe di nuovo, sbattendo contro il suo letto.

-A...?- domando', facendo un altro passo ed alzando un sopracciglio.

-A...- ripete', perdendosi nei suoi occhi, mentre il suo cuore abbandonava completamente l'idea di far tornare il battito alla normalita' e il suo respiro si faceva piu' pesante.

-A...? Picchiarmi? Lanciarmi un incantesimo?- domando', sfiorandole le labbra con un dito.

-Malfoy...- tento' di protestare, mentre le ginocchia minacciavano di cederle.

-Shh...- l'ammoni', con dolcezza -Ti ha mai detto nessuno che parli troppo?- domando', avvicinando il viso a quello della ragazza.

-Io...- si accorse di non sapere come continuare, siccome la sua mente si era come svuotata completamente.

-Tu?- chiese, posando leggermente le sue labbra su quelle della ragazza, senza fare tanta pressione.

-Non e' un sogno...- mormoro', chiudendo gli occhi.

-No, non lo e'.- concordo', facendo unire le loro labbra -E a me va bene cosi'...- aggiunse, prima di ricominciare a baciarla, cingendole i fianchi.

***

-Cara!- la chiamo' il marito entrando nella sala da pranzo.

-Marito- lo saluto' lei, gia' seduta al tavolo. -Com'e' andata la tua giornata al Ministero?- domando', sorridendo come da copione.

-Non immaginano neanche lontanamente che non sono dalla loro parte- ghigno'.

-Un grande attore, come sempre...- il suo sorriso si spense ed il marito se ne accorse.

-Narcissa...- comincio' -C'e' qualche problema?-.

-Come sai tra pochi mesi nostro figlio sara' maggiorenne e noi dobbiamo procurargli una moglie... io avrei gia'...-.

-Hai ragione!- la interruppe -Devi organizzare una di quelle feste orribili... ma e' tradizione...-.

-Certo...- concordo', sbiancando.

-Hai a disposizione tutti i soldi che vuoi... solo... non contare sul mio aiuto...- disse, come se quella fosse stata la cosa piu' normale del mondo.

-Ovviamente.- assenti', mentre le sue guance riprendevano, se possibile, un po' di colore.

-Vedi di non deludere le mie aspettative.-.

-Devo per forza fare bella figura con le altre Purosangue. Non posso permettere che nostro figlio abbia una selezione minore di promesse spose...-.

-Anche se alla fine la scelta spettera' a me...-.

-Ovviamente- annui', deglutendo.

***

Hermione alzo' le braccia, arrivando a mettergli le mani tra i capelli. Draco la strinse maggiormente a se', senza smettere di baciarla.

Quello non era un sogno ed andava bene cosi'.

Le loro labbra intrecciate, e non stavano sognando. I loro occhi erano chiusi, per assaporare meglio il momento, il peccato.

Ma qualcosa interruppe quel meraviglioso momento: il rumore di un flash.

I due ragazzi si staccarono l'uno dall'altra, come scottati. Si guardarono dubbiosi, senza capire cosa fosse successo poi si girarono si scatto, giusto per vedere la porta chiudersi con un tonfo.

-Oddio...- mormoro' Draco, fissando la porta ormai chiusa.

-E' successo quello che penso?- domando' Hermione, la voce ridotta ad un sussurro.

-Merda!- esclamo' il Serpeverde correndo verso la porta, la spalanco' e guardo' fuori.

-Cosa vuoi fare?- gli chiese, avvicinandosi a lui.

-Ora niente... se n'e' andato... e non ho visto nemmeno chi era...- sbuffo', prima di sedersi sul letto della ragazza.

-Siamo fregati.- si sedette accanto a lui, tenendo la testa fra le mani.

-Sono fregato- la corresse, guardando nel vuoto.

-Sei?- domando' incredula, girandosi a guardarlo -Cosi' la cosa riguarda solo te, vero?-.

-Be'... si'. Io ho una reputazione- le disse, con semplicita' -Che per colpa tua andra' a farsi fottere!-.

-Per colpa mia? Ti avevo detto di non muoverti!- esclamo', arrabbiata -La colpa e' palesemente tua!-.

-Mia? Granger io non scherzerei se fossi in te! Sono nella merda...- sbuffo' sconsolato -Sono nella merda...-.

-La smetti di ripeterlo?- chiese -Poi tu non sei il solo a finire in quest'orrenda situazione di merda!-.

-Sono nella merda!- ripete' -La mia reputazione e' nella merda! Altro che la situazione...- scosse la testa e si giro' a guardarla. Hermione si mordeva nervosamente il labbro inferiore, aveva le guance rosse ed il respiro pesante. -Sei nervosa?- le domando', come ammaliato dalla sua bellezza.

-Malfoy sicuro di non avere bisogno di un analista?- gli domando', facendogli il verso.

-Mi consigli il tuo?- chiese -Be'... scusa se ti faccio una domanda...-.

-Scusa?- lo guardo' incredula -Da quando chiedi scusa?-.

-Sono nella merda, Granger... ormai piu' di cosi'...- confesso' continuando a fissarla.

-L'hai gia' detto.- si alzo' dal letto e si diresse alla finestra. -Cosa si puo' fare? Niente.- guardo' fuori, verso il campo da Quidditch. Vide la notte, ed il cielo illuminato dalla luna.

-Niente- le fece eco il ragazzo, sdraiandosi.

-Malfoy.- lo chiamo' girandosi verso di lui.

-Mmm?- chiese, ad occhi chiusi.

-N...- sorrise, osservando la luce della luna che sembrava accarezzare il viso del ragazzo -Non ha importanza.-.

-Ok- bisbiglio', sbadigliando.

***

-Cosa fai ancora qui?- chiese, senza perdere un solo movimento della sorella.

-Ci resto- rispose, sorridendo.

-Non puoi!- esclamo'.

-No? Io qui ci insegno, sorellina- il suo sorriso si allargo'.

-Cosa?- chiese con voce strozzata.

-Da domani e mie lezioni cominceranno. Non ti libererai di me tanto facilmente.-.

-Insegno anch'io ed ho intenzione di tenerti d'occhio-.

***

Hermione appoggio' le braccia sul davanzale della finestra e sospiro'. La luna piena splendeva alta nel cielo, illuminandole il viso. La ragazza pensava e ripensava a quello che era successo con Draco ed alla foto. Quel bacio lo aveva desiderato, quel peccato che aveva assaporato nel suo sogno. Si erano baciati e lei non era riuscita a frenarsi, mandando a puttane il loro autocontrollo. Ma non le importava. Era stato vero, magico. E quella foto era stata in grado di rovinare quel momento. Cosa sarebbe successo ora?

Draco si giro' verso di lei, osservando la sua figura illuminata dalla luna. Era stupenda. Il ragazzo si alzo' dal letto e la raggiunse. Le arrivo' alle spalle e l'abbraccio' da dietro. Hermione sussulto' a quell'improvviso contatto, ma in breve tempo si rilasso tra le sue braccia.

-Malfoy- chiamo', dolcemente con la voce ridotta ad un sussurro.

-Dimmi- le rispose, avvicinando la testa a quella della ragazza, per assaporare meglio il suo profumo.

-Cosa stiamo facendo?- chiese, titubante.

-In che senso?- domando' stupito.

-Cosa ci sta succendendo?- riformulo' la domanda, mentre il suo sguardo si perdeva nella notte.

-Non lo so... cosi' come non so se e' sbagliato o se e' la cosa giusta... io... tu cosa credi che sia?- anche lui comincio' a far vagare gli occhi nella notte illuminata.

-Ho paura di scoprirlo- rispose, tremante.

-Ehi...- le sussurro' in un orecchio -Perche' tremi?- la strinse maggiormente a se', per proteggerla.

-Non tremo.- obbietto', sapendo di mentire.

-Ok- disse lui, ben sapendo che la ragazza non era stata sincera con lui -La vedi questa notte?- le domando' -Quest'oscurita'?-.

-Si', la vedo, ma...-.

-E' cio' che avevo dentro- lei si giro' verso di lui e vide il suo sguardo perso nel vuoto -Ero cosi', brancolavo nel buio e non riuscivo a trovare la luce: non ne ero capace-.

-Ora cos'e' cambiato?- chiese, tornando a guardare fuori dalla finestra.

-Ho trovato la mia luna, Granger- rispose, alzando le spalle e fingendosi indifferente. -Ora la mia e' una notte come questa, con un plenilunio stupendo...-.

-La tua luna?- lo fisso' attentamente, cercando di scrutare attraverso i suoi occhi.

-La luna, la mia luna- ripete' guardandola negli occhi. -In grado di aiutarmi a superare le difficolta', di rendere i miei ricordi meno dolorosi... di riempire il vuoto che ho dentro con la sua luce-.

-Wow...- sussurro', colpita dalle sue parole, mentre quegli occhi d'argento la ipnotizzavano. -Spero tu possa rimanere con la tua luce...- abbasso' lo sguardo, ferita, pensando di essersi solamente illusa pensando che lui provasse qualcosa nei suoi confornti.

-Questo non dipende da me...- sospiro', fissandola.

-Ah...- era sempre piu' affranta e teneva la testa bassa, per non far vedere di essere stata ferita, nel profondo.

-Granger...- sussurro', notando la reazione della ragazza -Granger, guardami- le prese il mento con una mano e le sollevo' il viso, fino ad arrivare a fissarla negli occhi.

-No- sposto' bruscamente il volto, dopo essere stata scottata da quello sguardo di ghiaccio.

-Ho trovato il fuoco che e' stato in grado di sciogliere il ghiaccio intorno al mio cuore- spiego', appoggiando i gomiti sul davanzale -E l'ho trovato proprio nell'ultimo posto che credevo possibile, in tutto il mio opposto.- a quelle parole Hermione alzo' la testa, per guardarlo -Nel peccato...- sospiro' girandosi verso la ragazza.

-Ne... nel peccato?- domando', sorpresa, mentre la sua mente cominciava a fare due piu' due.

-Gia'. Io sono il peccato della mia luce, tento di portarla nelle tenebre... e lei tenta di fare l'opposto- la guardo' negli occhi, dove lei riusci' a leggere una determinazione ed una passione indescrivibili -Nessuno dei due capisce che ci completiamo a vicenda... o semplicemente non lo accettiamo. Siamo lo yin e lo yang... senza l'altro non possiamo vivere, non possiamo sopravvivere... o meglio... io sembro non essere in grado.- sorrise amaramente, prima di tornare a guardare la luna -Solo la luna sa essere perfetta, io non lo sono... mi ci e' voluto un po' per capirlo, ma ora lo riconosco. La mia luce ha cose che io non mi sogno nemmeno... e, e' da riconoscere... nessuno e' perfetto... ma insieme si puo' provare ad esserlo-.

-Malfoy...- lo chiamo', avvicinandosi a lui.

-Granger non infierire. Ho messo a nudo la mia anima, una parte di cio' che sono e' completamente nelle tue mani... abbi la decenza di non infierire- si scosto' freddamente, tenendo la testa bassa, per non farle leggere nei suoi occhi.

-Se tu mi ascoltassi sapresti che non voglio infierire- lo vide alzare la testa e fissarla attentamente, come per valutare ogni sua possibile reazione. -Lo yin ha dentro di se' una parte dello yang e viceversa...- spiego' -E insieme riescono ad assumere, ed a creare, una perfetta armonia... la perfezione si raggiunge insieme... nessuno ti chiede che devi essere perfetto.- lo guardo' negli occhi, facendo due passi verso di lui.

-Cosa ne sai?- domando', alterandosi.

-Spiegamelo. Come fai a sapere che io non voglio essere yin? Come?- domando', mentre le lacrime minacciavano di scorrerle lungo le guance.

-Cosa?- la guardo', parecchio incredulo.

-La perfezione si raggiunge insieme, Malfoy- ripete', riacquistando il suo autocontrollo. -Si deve solo cercare l'altra meta' della mela...-.

-Come facciamo a sapere che e' la parte giusta e che non e' un abbaglio?- domando', senza distogliere lo sguardo da lei.

-E' questa la fregatura: non puoi sapere se quella e' la meta' giusta o se ce n'e' una che combacia di piu' con cio' che sei...- lo guardo' con dolcezza -Non c'e' modo di capirlo... ma credo che... per... be'...- arrossi' violentemente, mentre in lei si faceva strada la paura di quelle parole e di quello che avrebbero potuto provocare.

-Bisogna rischiare?- azzardo', facendo un passo verso di lei.

-Gia'- annui', fingraziandolo mentalmente -Se no potresti pentirti di cio' che non hai fatto... anche se...- si fermo' di nuovo, titubante.

-Se?- la incoraggio' a continuare.

-Anche se e' il peccato... forse ne vale la pena...- arrossi' nuovamente, senza pero' smettere di guardarlo negli occhi.

-Hai presente Jim Morrison?- le domando', avvicinandosi sempre di piu'. La ragazza annui' e lui la strinse a se', prima di appoggiarle le labbra sulle sue -Ama, ama follemente- sussurrarono contemporaneamente, mentre le loro labbra si sfioravano -E se ti dicono che e' peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.-. Draco comincio' a baciarla, dapprima dolcemente, poi con sempre piu' passione. Si', quella frase era proprio adatta.






Note dell'autrice: Spero che questo cap vi sia piaciuto e che vi abbia trasmesso qualcosa. Spero vogliate lasciarmi un commento e farmi sapere cosa ne pensate. Dedico questo cap a Polvere_di_stelle che mi ha dovuta sopportare in tutte le mie congetture e le mie idee, tesoro grazie 1000! grazie a chi legge soltanto ed a Sarn, a Mojito86, a Glo88, a mars, a drakina94, a potterina_88_, a Nausicaa212, ad Hanon, a Polvere_di_stelle, a chikka ed a Nikoletta. Grazie 1000 per i complimenti ed i commenti! Vi voglio bene!

Spero di riuscire ad aggiornare presto! Alla prossima, baci, Hermione92.

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Capitolo 16
*** Una porta per la sua anima ***


16.UNA PORTA PER LA SUA ANIMA


Le loro labbra erano ancora incatenate, come intrecciate tra loro. Draco fece scorrere le sue mani sulla schiena di Hermione, stringendola sempre di piu' a se', la ragazza gli mise le mani tra i capelli, cominciando ad accarezzarli. Lui le fece passare l'indice sulla sua colonna vertebrale, sfiorandola leggermente. Lei gemette piano, tra le labbra del ragazzo.

-Hermione...- le sussurro', tra le sue labbra. Lei non gli rispose, abbassando le braccia e scendendo a cingergli il collo. La presa di Draco si fece piu' forte e le mise le mani sui fianchi, stringendola maggiormente. -Hermione- ripete' sospirando.

-Shh.- l'ammoni' lei, dolcemente, tenendo ancora gli occhi chiusi e sentendo chiaramente il respiro caldo di lui che si mescolava al suo. -Le... le parole non servono-. Draco ricomincio' a baciarla e le mordicchio' leggermente il labbro inferiore, la ragazza gemette nuovamente.

Il ragazzo si mosse piano, all'indietro, trascinandola con se'. La porto' accanto al letto e si fermo' a guardarla, a contemplarla -Hermione- ripete', per la terza volta, prima di prenderla in braccio e di adagiarla sul letto. La guardo' di nuovo, mentre lei assumeva un'espressione di attesa, osservandolo attentamente. Draco si inginocchio' sul letto, sopra di lei, abbasso' la testa, per catturare le labbra della ragazza con le sue. Comincio' ad accarezzarle lentamente un fianco, mentre lei era occupata ad accarezzargli i capelli. La mano del ragazzo scese piano, fino ad arrivare alla gamba di Hermione, che comincio' ad accarezzare mentre il bacio si approfondiva sempre di piu'.

[Mani fredde ovunque.]

Il viso di Draco si abbasso', per arrivare a baciarle dolcemente il collo, con una lentezza esasperante, mentre Hermione non riusciva a muovere un muscolo.

[Un tocco gelido e rude.]

La ragazza chiuse gli occhi, trattendendo a stento un gemito, mentre la bocca di lui le baciava il collo, provocandole brividi lungo tutto il corpo.

[Un corpo puro... ancora per poco.]

-Draco.- lo chiamo' piano, tremando.

[Gocce di pioggia fredde sulla pelle.]

-Draco- disse nuovamente, una punta di paura nella voce, mentre lui non smetteva di baciarla. -Draco- la ragazza si morse il labbro inferiore, trattendendo le lacrime.

[L'asfalto sotto di lei, gelido e bagnato.]

Il ragazzo si alzo' sui gomiti e la fisso' stupito. Lei non si mosse, avendo la sensazione di tante piccole gocce fredde sulla pelle e del ruvido asfalto al posto del letto. Tremo' ancora e una piccola lacrima scese lungo la sua guancia. Draco la asciugo' con il dito e lei comincio' a respirare piu' velocemente.

[Le mani di quell'essere ovunque, e un dolore lancinante.]

-No!- urlo' con tutto il fiato che aveva. Draco le accarezzo' piano una guancia -Lasciami! Non toccarmi!- la ragazza apri' gli occhi, appannati dalle troppe lacrime e comincio' a tirargli tanti pugni contro il petto. Il ragazzo la guardo', parecchio sorpreso. Cosa le prendeva? -Vattene!- urlo', prima di cominciare a singhiozzare maggiormente e di portare le mani davanti agli occhi.

-Cosa... cosa ti sta succedendo?- le chiese, preoccupato.

-Vattene.- sibilo' secca, senza guardarlo.

-Ma co...?- la guardo', parecchio allibito, ma non riusci' a finire la domanda, le parole gli morirono in gola.

-Vattene.- ripete', mentre una lacrima salata le bagnava le labbra, percorrendole lentamente.

Draco si alzo', fissandola. Si sentiva ferito, come mai prima. Il ragazzo si allontano' da quel letto, senza toglierle gli occhi di dosso. Vide che lei si girava, dandogli le spalle e si raggomitolava su se stessa, quasi a voler imitare un riccio. Si sdraio', per rimanere girato verso di lei e sentire il cuore mancare di un battito ad ogni suo singhiozzo. Ma non fece niente. Rimase li', in silenzio, con la mente impegnata a pensare ed a torturarlo con quei pensieri che erano come spilli avvelenati e gli facevano male. E lui si dimostrava indifferente, indossando la sua maschera, che poco tempo prima aveva tolto senza indugi.

***

-Sai Rem...- gli disse lei, guardandolo con dolcezza. -Da domani insegnero' qui...-.

-Cosa?- il licantropo la guardo', era parecchio sorpreso.

-Insegnero' qui- spiego' sorridendo.

-Cosa succedera' ora?- le domando'.

-Non lo so.- rispose, con tutta la sincerita' di cui era in possesso.

-Perche' non me l'hai detto prima?- chiese, con il tono di voce alterato.

-Cosa?- finse di non capirlo, oppure non arrivo' realmente a collegare le cose, ma lo sguardo che lui le rivolse la fece tremare. -Non volevo rovinarti la vita-.

-Chi ti dice che me l'avresti rovinata?- le getto' un'occhiata penetrante, quasi volesse arrivare direttamente a guardarle l'anima, per capire i suoi gesti. Lei non rispose, si limito a sospirare, scuotendo leggermente la testa ed allontanandosi da lui. Avrebbe capito. Lei ne era certa.

***

Hermione continuava a piangere, le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi e lei non riusciva a fare niente per fermarle. Nonostante il suo orgoglio tentasse di far sparire ogni traccia di quelle gocce salate, lei non ne aveva la forza, o non ne aveva voglia. Era stufa di dover combattere da sola battaglie piu' grandi di lei, che non facevano altro che provocarle tante ferite invisibli, inferte nella sua anima e nel suo cuore da un pugnale mosso da un carnefice che lei conosceva bene, meglio di chiunque altro: se stessa. Gia', lei soffriva, da sola, senza dare il permesso agli altri di togliere quella lama dalle ferite inferte dentro di lei. Orgoglio, ecco il problema. E lei aveva intenzione di metterlo da parte, per una volta, almeno.

-Draco- lo chiamo' piano, la voce bassa ed ancora scossa dai singhiozzi. Il ragazzo non rispose, rimase a fissarla, osservandole la schiena. -Draco- disse nuovamente, mentre si asciugava le lacrime. -Malfoy.- cambio' tattica, mentre dentro di se' percepiva una sensazione di vuoto. -So che sei li' e che non hai voglia di ascoltarmi... potresti fare un'eccezione, non credi?- domando', alzandosi a sedere.

-Se sai che non ti voglio ascoltare... allora non parlare direttamente...- sibilo' con freddezza girandosi a guardare il soffitto.

-Io...- provo' a parlare, abbassando lo sguardo, anche se sapeva che lui non poteva vederla.

-Lascia stare Granger- lo disse con un tono che lo sorprese, era distaccato, freddo... il tono che avrebbe usato suo padre. -Non ha importanza- disse, con piu' dolcezza.

-Io... lascia che ti spieghi.- disse, mentre la voce del ragazzo le entrava nella mente e le ricordava di quando aveva pronunciato il suo nome, facendola tremare.

-Non serve. Non importa.- disse, volendo concludere il discorso.

-Si che importa!- sbotto', girandosi per fronteggiarlo.

-Non mi interessa, a me non importa. Puoi dire quello che vuoi, ma non servirebbe...- disse prima di guardarla in faccia e di vedere i suoi occhi rossi per colpa delle lacrime.

-No... non ti interessa?- domando', la voce bassa ed incrinata.

-Io...- la fisso', imprimendosi nella memoria ogni piccolo particolare per ricordarsi di non farle male, di non ridurla mai in quel modo. E noto' il suo labbro inferiore, che tremava. E fu proprio per quello, o per il suo sguardo ferito, che gli sciolse il cuore -Io... mi interessa... se e' importante per te io... lo voglio ascoltare-.

-Io...- lo guardo', parecchio sollevata e gli si avvicino' per andare a sedersi sulla sponda del letto, e guardarlo in faccia -Per me e' importante...- affermo' sicura.

-Ti ascolto.- disse semplicemente, senza toglierle gli occhi di dosso.

-Allora...- comincio', senza sapere cosa dire, senza sapere da che parte cominciare ad esternare i suoi sentimenti, ad aprirgli una porta per la sua anima, come lui aveva fatto con lei -Quest'estate... io... pioveva... e... io...- non riusci' a proseguire e gli occhi si riempirono nuovamente di lacrime.

-Ehi... tutto bene?- chiese, preoccupato ed in modo un po' ingenuo.

-Io... si'...- menti', chiudendo gli occhi, per tentare di fermare le lacrime.

-No- la guardo' attentamente ed il suo cuore perse un battito a vederla li', sola e fragile. Una piccola piuma in balia delle correnti... e una ragazza fatta di porcellana che correva il rischio di rompersi ad ogni minimo spostamento.

-Si'.- protesto', per non farsi vedere debole, mentre il suo orgoglio aveva la meglio sulla parte di lei che voleva essere sincera, per una volta.

-No.- disse nuovamente lui, alzandosi dal letto.

-Si'- protesto', alzando la voce -Io sto bene! Devo stare bene! Tutti che hanno i loro problemi e mi chiedono: Herm hai un consiglio? Cosa devo fare? Mi aiuti? E io?- domando', scossa dai singhiozzi -Io sto bene!- urlo' con tutto il fiato che aveva.

-Hermione...- sussurro', visibilmente preoccupato, mentre si avvicinava a lei.

-Cosa vuoi? Cosa c'e'? Che problema hai? Ti serve un compito di pozioni? Trasfigurazione? Si', ho gia' fatto i temi!- sbotto' sfogandosi ed esternando tutta la sua rabbia, repressa da troppo tempo.

-Voglio che continui a sfogarti... devi togliere quella maschera che ormai si sta sgretolano. Parlami...- sussurro' con dolcezza, sedendosi accanto a lei ed abbracciandola.

-Io... io...- mormoro', rendendosi conto della scenata che aveva appena fatto.

-Shh... non ha importanza- la cullo' con delicatezza, ammirando ancora una volta il comportamento della ragazza. Questa volta Hermione non ribatte' e si strinse maggiormente a lui, per cercare il coraggio di mostrargli la porta della sua anima, per poi permettergli di aprirla.

***

-Ormai e' fatta Daphne!- esclamo' Pansy, con il sorriso che le andava da un orecchio all'altro.

-Cosa e' fatta?- l'amica la guardo', curiosa, mentre si passava lo smalto.

-E' innamorato di me! Non riesce a resistermi!- escalmo', con lo sguardo perso nel vuoto e sospiro'.

-Chi?- non tolse lo sguardo dalle sue dita.

-Come chi?- domando', sorpresa -Il mio Dracuccio!-.

-Ah- la guardo' di sbieco -Lui.- affermo', poco convinta -Sei sicura che sia realmente cosi'?- le chiese, sorridendo.

-Cosa?- sgrano' gli occhi. Ma come si permetteva di affermare una cosa del genere?

-Non ti e' mai saltato in mente che forse non gli piaci?-.

-Ma... io...- si blocco', non sapeva proprio come ribattere.

-Pansy non ti vuole nemmeno avere intorno...- si alzo' dal letto, bene attenta a non toccare niente per non rischiare di rovinare lo smalto -Ti sto parlando come amica... sono sincera con te... dovresti provarci con qualcun altro...- si sedette accanto a lei.

-Chi? Come te fai con Blaise? Non gli piaci, punto.- sibilo', fredde, facendo venire le lacrime agli occhi all'amica -Poi chi ti dice che il mio Drachino non mi vuole avere intorno solo perche' mi ama?-.

-Cosa?- era veramente colpita dall'ingenuita' della compagna di Casa -Non ti vuole avere intorno perche' gli fai troppo schifo e non ti sopporta.- disse, con estrema calma, prima di tornare a sedersi sul suo letto.

-Non e' assolutamente vero! E sono pronta a dimostrarlo! Mi mettero' con lui prima della fine dell'anno!- affermo' fin troppo convinta di se stessa e delle sue potenzialita'.

-Come vuoi... cosa si scommette?- chiese accettando la proposta, sicura di avere la vittoria in punto.

-Se vinci tu... Blaise mi deve un favore... uscira' con te...- propose, certa di avere la possibilita' di avere un favore personale piu' interessante.

-Se vinci tu...- comincio', ben sapendo di poter contare su quella scommessa per uscire con il ragazzo.

-Dovrai fare in modo- continuo' per lei Pansy -Di permetterci di stare insieme senza essere messi in punizione... non so se mi spiego...-. Le due Serpeverde si strinsero la mano entrambe sicure di vincere.

***

-Draco...- lo chiamo' piano, deglutendo.

-Dimmi...- sussurro' al suo orecchio, sempre tenendola stretta.

-Io... quest'estate... ecco... io... insomma... e' successo...- balbetto' confusa, non riuscendo a trovare abbastanza coraggio per dire quelle parole che sarebbero state in grado di ferirla... nell'orgoglio.

-Ehi...- si allontano' da lei, per guardarla negli occhi -Respira. Non devi dirmelo per forza se non te la senti, ok? Se invece vuoi farlo... non c'e' bisogno di avere paura... ci sono qua io... non devi essere in imbarazzo...- mormoro' piano, mentre lei lo fissava negli occhi.

-Stringimi.- supplico', tremando e sentendo il bisogno del corpo del ragazzo accanto al suo e del suo calore per essere riscaldata.

-Non ti lascio andare- la strinse a se', con forza, per proteggerla e farla sentire al sicuro -Sono qua... e ci saro' fino a quando avrai bisogno di me...-.

-Grazie- mormoro', appoggiando la testa contro il suo petto. -Io... quest'estate... ecco...- comincio' a sentire il battito irregolare del cuore del ragazzo. -Ero uscita... io... ecco.... mi ero persa e trovata in...- si blocco', continuando a sentire quel dolce rumore, del cuore di Draco, che sembro' calmarla -In un vicolo cieco e... ecco...- degluti', cercando le parole giuste, per sentirsi meno male -C'era un uomo... non... non sono riuscita a scappare e...- una lacrima le scese lungo la guancia, bagnando la maglietta del ragazzo -Lui... lui... mi ha... mi ha...- si blocco' -Non... non ci riesco!-.

-Ce la puoi fare... devi stare tranquilla...- la cullo' con dolcezza, cercando di tranquillizzarla.

-Mi ha... vio... viole... violentata...- quando termino' la parola percepi' il silenzio della stanza, cosa a cui prima non aveva fatto caso. Si avvcino' al petto del ragazzo, per sentire ancora il suo cuore.

-Cosa?- chiese, mentre la rabbia gli montava dentro.

-Non voglio ripeterlo- disse, tremando tra le sue braccia.

-Chi e' quel bastardo?- domando', freddo.

-N... non lo so... ma... ma c'e' dell'altro...- degluti', socchiudendo gli occhi.

-De... dell'altro? Vai pure avanti...- la strinse maggiormente, senza sapere come consolarla.

-Sono... sono rimasta sotto la pioggia... non so per quanto tempo... e... poi sono svenuta... quando mi sono risvegliata... ero in ospedale... io...- sospiro', tremando al solo ricordo. -Il medico mi girava intorno, fissandomi... e quando mi hanno dato quella notizia... io non sapevo cosa fare... ero confusa... molto confusa...- chiuse gli occhi, sentendo il calore del ragazzo -Mi avevano detto: S... sei incinta. Cosi', senza preamboli...- lui la guardo' stupito, mentre lei prendeva fiato, per continuare -Mi hanno permesso di tornare a casa mia... ma un giorno... io... sono stata trovata svenuta in un lago di sangue...- sorrise amaramente, al ricordo del suo secondo risveglio in quell'ospedale -Ho perso il bambino-. Lui non rispose, si limito' a stringerla a se', pensando e ripensando alle sue parole ed alla sofferenza che aveva provato.

***

-Cosa?- Harry guardo' il Serpeverde, sgranando gli occhi.

-Si'... hai presente il professore di Difesa al terzo anno? Remus J. Lupin?- gli domando' Blaise -Mi ha detto di seguirti e che... che... ti meriti di essere felice...-.

-Ha capito...?-.

-Si'... da come ci guardiamo... io... non...-.

-Ehi... non ha importanza... l'avrebbe scoperto comunque prima o poi...- sussurro', continuando a camminare tra quei corridoi deserti.

-Si', ma... io...-.

-Ti vergogni?- gli chiese, come intuendo i suoi pensieri.

-Non e' questo... preferivo tenerlo nascosto, tutto qui...- spiego', sospirando.

-Andra' bene comunque... le cose non cambieranno Remus sa tenere i segreti... non ne parlera' con nessuno...- lo tranquillizzo'.

-Scusa, Harry... non volevo...-.

-Ehi.. e' tutto ok... non ti devi preoccupare...- gli si avvicino' -Non sono arrabbiato e non devi scusarti... al massimo la colpa e' mia... Hermione l'aveva capito da tempo...-.

-Si', ma Draco non se n'e' accorto perche' ha qualcos'altro per la testa... o meglio... qualcuno...-.

-Qualcuno?- lo guardo' incredulo.

-Come? Non te ne sei accorto?- sorrise -La tua cara amica Hermione... erano cosi' dolci..-.

-Cosa?-.

-Capirai, Harry.- comincio' a camminare, mentre l'altro restava fermo in mezzo al corridoio. -Vieni o no?-.

-Io... si'...- lo raggiunse -Non eri serio, vero?-. Blaise rise e non riusci a resistere alla tentazione di baciare il suo ragazzo, tremendamente ingenuo.

***

Draco continuo' a stringerla, senza parlare, mentre nella sua mente si agitavano sentimenti contrastanti. Le bacio' piano la fronte, con tenerezza. Voleva consolarla, voleva che lei tornasse a sorridere.

Hermione aveva gli occhi chiusi, avverti' il leggero bacio sulla fornte, e si senti' tremare, mentre quei momenti le tornavano in mente e lei piangeva sommessamente.

-Non piangere...- le sussurro' piano -Non ne vale la pena...-.

-Io...- singhiozzo' rumorosamente, premendo la faccia contro la sua maglietta.

-Shh... nessuno si merita le tue lacrime...- mormoro' -E quando ci sara' qualcuno che varra' talmente tanto da meritarle... quel qualcuno non ti fara' versare nemmeno una lacrima...- senti' le gocce calde oltrepassare la stoffa della sua maglietta e raggiungere la sua pelle. Tremo', mentre il calore del suo corpo sembrava arrivare fino a lui, fino al suo cuore, alla sua anima.

-Grazie- bisbiglio' -Di tutto- sentiva ancora il suore del ragazzo, che era come un tamburo. Erano battiti veloci, piu' del normale. Lui non rispose, cercando di decifrare le sensazioni che provava. Era li', seduto su quel letto a cullarla con dolcezza, cosa che non aveva mai fatto con nessun altra ragazza. Ma lei era lei era la sua luna, il fuoco che aveva sciolto il suo ghiaccio. Hermione si aspettava delle parole dal ragazzo, ma forse era meglio cosi'. Sentiva il suo respiro irregolare e il battito del cuore. E il calore la riscaldava, facendola stare meglio.

-No, Hermione- sussurro', rompendo il silenzio.

-Cosa?- sgrano' gli occhi, senza pero' interrompere l'abbraccio per guardarlo.

-Grazie a te- mormoro', la voce roca, ridotta ad un sussurro -Mi hai permesso di aprire la porta della tua anima. Mi dispiace solo di non essere in grado di consolarti-.

-Non credo ci siano parole in grado di consolarmi... puoi dire ogni cosa, ma il passato non cambierebbe...- alzo' piano la testa, per guardarlo negli occhi -Percio' basta un abbraccio, il far capire che ci sei in ogni caso...- sorrise quando il ragazzo le passo' una mano tra i capelli, senza staccarle gli occhi di dosso e permettendole di continuare: -Non puoi cambiare il passato o cio' che sei- spiego' con dolcezza -Ma il futuro e' nelle tue, nelle nostre mani... e lo possiamo rendere migliore... come...- abbasso' lo sguardo -Come hai fatto ora per me...- sorrise -Ora so che ci sei...-.

-Ci sono...- le fece eco, prima di abbassarsi e posarle un bacio sulla fronte.

Erano li', insieme, ad affrontare i problemi con coraggio, con dolcezza. Erano insieme, in quella notte che gli aveva fatto provare sensazioni contrastanti, come quelle che provocava la persona che avevano accanto. Ed erano piu' leggeri, nel cuore, nell'anima. Perche' finalmente quella porta, chiusa da sempre, era stata aperta. Aperta con una piccola chiave, che forse era in grado di aprire anche i loro cuori, bastava solo la voglia di usarla.





Note dell'autrice: Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che vogliate lasciarmi un commento con la vostra opinione, con critiche e consigli. Grazie a tutti coloro che leggono e soprattutto ad Erin, a juju210, a Glo88, a titti6493, a felpatosb, ad Hanon, a *eirene*, a Polvere_di_stelle, a potterina_88_, a mars, a Mojito86, a Nausicaa212, ad AmOrEAlWaYs, a Nikoletta ed a lepty. Grazie 1000 per i vostri commenti! Grazie anche per i complimenti! Vi voglio bene!

Spero di riuscire ad aggiornare presto! Alla prossima, baci, Hermione92.

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Capitolo 17
*** Ci riuscirai... ***


17.CI RIUSCIRAI...


Madama Chips entrò nell'infermeria come una furia, urlando: -Ma com'è possibile? Questa è una scuola!- Hermione si girò dall'altra parte, rendendosi conto del poco calore del letto -Non siamo mica in un mercato del pesce! Dico io! Che modi!- l'infermiera continuava ad urlare, senza curarsi dei poveri pazienti, Draco ed Hermione, che febbricitanti non chiedevano altro se non una dormita dopo la notte insonne.

-Cosa diavolo succede?- Draco si sedette e cominciò ad osservare Madama Chips con un sopracciglio alzato.

-Eh?- domandò Hermione, stropicciandosi gli occhi con la voce impastata dal sonno.

-Oh, cari... vi siete svegliati!- li guardò sospirando.

-Sarebbe stata un'impresa non farlo.- il Serpeverde alzò gli occhi al cielo, sbuffando.

-Ma...- la Grifondoro guardò il ragazzo, come mai si era spostato? Ma soprattutto: quando?

-Oh i giovani d'oggi!- l'infermiera prese due boccette dal tavolo. -Così ingrati! Voi non sapete quello che hanno combinato oggi durante la colazione!- esclamò, mettendo il liquido rosato contenuto nelle boccette in due bicchieri -Ovviamente Grifondoro e Serpeverde, chi sennò?- sbuffò sonoramente, aggiungendo della polverina al liquido -Hanno fatto apparire del pesce... per cosa, poi? Per tirarselo addosso! E pensare che tutto è iniziato in modo accidentale: Potter e Zabini sono entrati contemporaneamente, cosa alquanto strana, si sono parlati, detti non so cosa... ed i Serpeverde hanno pensato che Potter volesse fregarli o qualcosa del genere, allora hanno iniziato a far levitare del porridge sulle teste dei poveri Grifondoro. Sono andati aventi così per molto... fino al pesce.- sospirò, porgendo un bicchiere alla ragazza -E silente non ha mosso un dito. È una cosa inaudita!- sbottò agitando le mani.

-Ehi!- sbottò Draco, tentando di ripulirsi dal liquido rosa che l'infermiera gli aveva gettato addosso.

-Oh, scusa caro. Ora se volete scusarmi vado a cambiarmi voi bevete quella pozione. Dovrebbe rimettervi in sesto- così dicendo Madama Chips lasciò l'infermeria.

-Bevo cosa? Quello che mi ha tirato addosso?- domandò Draco seccato. -Comunque cosa credi abbia combinato Potter?- guardò la ragazza, curioso.

-Ha fatto colpo- Hermione sorrise, bevendo un sorso della pozione.

-In che senso?- domandò. Stavano parlando d'altro, cercando di non parlare della notte prima, entrambi con la paura di quello che l'altro avrebbe potuto dire.

-Nel senso che ha fatto colpo.- disse lei, come se fosse stata la cosa più normale del mondo, facendo una smorfia di disgusto.

-Tutto bene?- le chiese, notando la sua espressione.

-Sai com'è...- rispose lei -Questo non è esattamente come il succo di zucca-.

-Ah.- sorrise -Allora sono veramente felice di non doverlo bere-.

-Eh no... hai sbagliato persona!- gli sorrise con malizia, alzandosi dal letto -Bevi.- gli porse il bicchiere, che lui afferrò sbuffando.

-Sì, mamma.- disse, con un tono infantile, prima di appoggiare il bicchiere sul tavolo.

-Cosa fai? Non lo vuoi il premio?- domandò, stupendosi delle sue stesse parole.

-Premio?- alzò un sopracciglio, prima di riafferrare il bicchiere e girarlo, fino a trovare il punto in cui la ragazza aveva posato le sue labbra e bere tutto il liquido rimasto -E' orribile!- esclamò tossendo.

-Tutto bene?- chiese preoccupata perché il ragazzo non smetteva di tossire. Come risposta lui le afferrò il braccio, tirandola a sé, la guardò a lungo negli occhi, prima di posare le sue labbra sulle sue.

-Ora sì...- mormorò, staccandosi da lei -Ora sto veramente bene-.

***

-Sei un pericolo pubblico!- esclamò Blaise, lungo la strada per l'infermeria.

-Io? Blaise ti ricordo che quelli che hanno iniziato sono amici tuoi! Gli potevi dire che non avevo fatto niente!- ribatté Harry.

-Primo non sono amici miei, secondo che colpa ne ho se ti fai odiare da tutti?-domandò, guardandolo con dolcezza.

-Io? Non mi odiano tutti.- gli sorrise -Se no non saresti qui, non credi?-.

-Non cercare di cambiare discorso! Veramente andare in giro con te è una cosa impossibile! Peggio che andare in giro con Draco!-.

-Con Malfoy?- chiese, senza capire dove volesse arrivare il Serpeverde.

-Sì, non sai che incubo!- esclamò -Ci sono ragazze che lo pedinano, altre gli fanno orrendi agguati... per non parlare dei gruppi di oche starnazzanti!-.

-Un vero incubo...- il ragazzo alzò un sopracciglio, prima di scoppiare a ridere.

-Ehi! Prova a gestire te una cinquantina di ragazze che cercano di superarti per saltare addosso al tuo migliore amico!- questa frase non fece che aumentare le risate del Grifondoro che si immaginò la scena -Comunque non te la cavi così facilmente! La colpa è tua!-.

-Ancora! Blaise io non ho fatto niente!- sbottò, smettendo di ridere e tornando serio.

-Appunto!- esclamò.

-Appunto?- Harry lo guardò con gli occhi sgranati.

-Appunto!- ripeté -Non hai fatto niente e si scatena un putiferio! Se mi avessi baciato?- domandò, guardandolo negli occhi.

-Cosa?- chiese arrossendo e sgranando gli occhi.

-Se mi avessi baciato?- il Serpeverde rifece la domanda.

-Cosa?- domandò nuovamente Harry.

-Harry sei ancora vivo? I tuoi neuroni sono in vacanza?- lo prese per le spalle e lo baciò con passione, facendo aderire perfettamente i loro corpi -Questo Harry- disse, staccandosi da lui -Cosa sarebbe successo dopo questo?-.

-I... io...- lo guardò negli occhi e si sentì tremare -Questo, presumo...- disse, prima di ricominciare a baciarlo.

-Ecco... sì...- mormorò Blaise cercando di riprendersi. -Dopo questo sarebbe stato legittimo il casino che hanno combinato oggi per colpa tua!-.

-La colpa è tua, io non ho assolutamente fatto niente!-.

-Appunto, avresti dovuto baciarmi. Sono curioso. Un giorno lo farai, vero?- chiese, ricominciando a camminare.

-Sì, perché no.- cominciò a seguirlo -Cosa? Blaise ma è da suicidio!-.

-Dai sarà divertente!- esclamò l'altro, guardandolo con malizia.

-Blaise sei impazzito?- l'altro non rispose, si mise solo le mani in tasca -Blaise?-.

-Come sto con questa nuova cravatta?- gli domandò il Serpeverde, fingendo di non averlo sentito.

***

-Perché te ne sei andato?- gli domandò Hermione, facendo quella domanda che le bruciava dentro da quando si era svegliata.

-Volevo lasciarti dormire in pace- rispose alzando le spalle -Non volevo disturbarti-.

-Ho sentito freddo- disse solo, allontanandosi da lui.

-Freddo?- domandò, incredulo.

-Senza il tuo calore- spiegò, esternando ciò che sentiva -Non sei fatto di ghiaccio, nessuno lo è.- si girò verso di lui, che guardava nel vuoto, pensando -Forse quel ghiaccio può essere bollente per qualcuno. Ci hai mai pensato?- domandò, facendo un piccolo passo verso il letto.

-No, a dire la verità no. Così come non avrei mai creduto possibile una cosa del genere.- disse, alludendo a quello che cominciava a provare per la ragazza.

-Sì, è difficile dare una spiegazione logica a tutto questo... capita e basta. Ci sono delle cose che non puoi cambiare, comandare o ignorare.- spiegò sorridendo.

-Cosa sono?- chiese ingenuamente lui.

-Sono...- lo guardò attentamente, incredula -Non lo sai?- lui scosse leggermente la testa e lei gli si avvicinò piano -Sono i sentimenti- gli posò una mano sul cuore -Sono quelle cose che ti entrano nella pelle, nell'anima, non si sa come, ma che restano lì, indelebili, senza che tu possa fare niente per toglierle-.

-Tu- sussurrò, credendo che lei non riuscisse a sentirlo.

-Cosa? P... puoi ripetere?- domandò, mentre il suo stomaco faceva una capriola e il suo cuore batteva più velocemente.

-Una cosa che arriva e rimane dentro di te e tu tenti, tenti chissà quante volte di toglierla da quel cantuccio che ha scavato dentro di te... ma non riesci perché ormai è come se facesse parte di te... giusto?- la ragazza annuì, parecchio sorpresa -Tu.- ripeté. Hermione non rispose, sentiva il battito del suo cuore rimbombarle nelle orecchie e quello del ragazzo sotto la sua mano, e tremava. Tremava perché era stata scossa da quelle parole, le avevano toccato l'anima, scavando una nicchia, per rimanere lì nell'eternità, dove lei le avrebbe ricordate sempre.

-Io...- cominciò, sentendosi in dovere di dire qualcosa, qualsiasi cosa, anche quando il suo cervello non riusciva a fare una sola associazione di idee.

-Tu- lui annuì e le prese la mano che era posata sul suo petto tra le sue -E non so come tu abbia fatto... ma la mia ragione si trova d'accordo con la mia anima...- le baciò la mano, mentre lei lo fissava, con gli occhi pieni di lacrime e che luccicavano, come brillando di luce propria. -Che fai?- le domandò, guardandola negli occhi -Ora ti metti a piangere come una bambina?- lei si sorprese ad annuire, e lui le sorrise dolcemente. -Vieni qua- la strinse a sé come la notte precedente, ma questa volta, Hermione si scostò subito, per guardarlo negli occhi.

-Draco io...- cominciò, con il cuore che le martellava nel petto.

-Non è necessario che tu dica niente- lui sorrise, asciugando con il pollice l'unica lacrima scesa dagli occhi della ragazza.

-Ma io voglio dire qualcosa... mi sembra tutto così strano, così sbagliato...- lui la guardò, non credendo alle sue orecchie: la credeva una cosa sbagliata? Non riusciva a capire cosa passava nella testa della Grifondoro -ma la sai una cosa?- gli chiese lei, sorridendo.

-Cosa?- domandò, non molto convinto di quello che la ragazza aveva intenzione di dirgli.

-Non me ne importa niente.-.

-Come?-.

-Può essere sbagliato quanto vuoi, magari in futuro me ne pentirò, ma non ha importanza, non ora, non per me. Voglio vivere il mio peccato- sussurrò, prima di baciarlo.

-Devo dire che come idea non mi dispiace per niente...- le sorrise, alzando maliziosamente un sopracciglio.

-Mi stai provocando?- gli chiese, guardandolo fisso negli occhi.

-Dipende...- rispose, con la voce roca.

-Da cosa?-.

-Ehi ragazzi! Come va oggi?- Blaise entrò in infermeria, seguito da Harry, e cominciò a fissarli.

-Andava meglio prima Blaise- Draco lo guardò con odio e sbuffò.

-Perchè?- domandò Harry, senza riuscire a capire il comportamento degli altri ragazzi.

-Perchè, caro il mio Harry, io e te abbiamo interrotto qualcosa...- gli spiegò Blaise, sorridendo di fronte all'ingenuità del Grifondoro.

-Cosa?- domandò il moro, scatenando l'ilarità del principe delle serpi che cominciò a ridere.

-Tu... tu non... non... com'è possibile?- riuscì a chiedere, tra una risata e l'altra.

-Per lo stesso motivo per il quale tu non hai capito un'altra cosa altrettanto ovvia- spiegò Blaise, sorridendo.

-Tu... tu... tu vuoi dire che è così ovvio?- gli domandò Hermione, arrossendo violentemente.

-Sì, è così ovvio- Blaise le sorrise con dolcezza, mentre lei sospirava e andava a sedersi sul suo letto.

-Un momento...- li interruppe Harry -Ma Hermione cosa ci facevi accanto a lui?- indicò Draco, che, anche se nemmeno lui capiva la metà delle cose che erano state dette, non rinunciò a una bella risata.

***

-Quindi Violet questa è la sua classe, ovvero quella in cui terrà tutte le sue lezioni, da qui alla fine dell'anno- il preside spalancò la porta.

-Mi dia del tu... non sono necessarie tutte queste formalità...- la donna sorrise, portando un ciuffo di capelli verdi dietro l'orecchio.

-Allora anche tu, Violet, sei pregata di darmi del tu- Silente sorrise, di fronte allo stupore con il quale Violet osservava ogni parte dell'aula.

-Posso farle...- cominciò, prima di correggersi di fronte allo sguardo di leggero rimprovero che le aveva rivolto l'uomo -Farti una domanda?-.

-Parla pure-.

-Quella ragazza... in infermeria... oggi non verrà alla mia lezione, vero?-.

-Credo di no, anche se potrebbe domandare a Madama Chips, la nostra infermiera, se può farla uscire prima... perchè ti interessa?- la scrutò attentamente.

-Quando le ho stretto la mano... ho sentito una forza non comune in ragazze della sua età e volevo accertarmi che fosse vero e non un mio abbaglio...- spiegò, osservando la cattedra.

-Già... non sempre è facile capire se l'istinto ha ragione- la guardò di sbieco, curioso.

-Già...- mormorò lei, sospirando, convinta di non aver preso un abbaglio. Avrebbe tenuto d'occhio quella ragazza.

***

-Dracuccio!- Pansy entrò come una furia nella stanza, saltando addosso al povero ragazzo steso nel letto -Oh tesoro mio come stai? Amore hai bisogno di qualcosa? Con un bacio potrebbe andare meglio vero?- la ragazza si sporse in avanti, Hermione sgranò gli occhi, mentre una morsa le strinse il cuore.

-Pansy, cara... credo che Draco abbia solo bisogno di riposo, perciò...- disse Blaise, che aveva notato l'espressione della Grifondoro e aveva deciso di intervenire.

-Staccati da me e smettila di rompere i coglioni!- concluse Draco per lui, girandosi di lato, per togliersela di dosso.

-Drachino-ino-ino... ma...- il suo labbro inferiore cominciò a tremare -Tu non mi ami?-.

-No- rispose, sincero come mai prima -Non vedo come portei farlo- Hermione sospirò di sollievo, sorridendo.

-Cosa ti avevo detto?- domandò Daphne all'amica, avvicinandosi a Blaise -Ciao- lo salutò, sorridendogli e spostando indietro i capelli.

-Ciao- rispose lui, ricambiando il sorriso, mentre Harry lo osservava -Come va, Daphne?-.

-Oh...- gli si avvicinò pericolosamente, fino a far sfiorare i loro corpi -Be'... io...-.

-Blaise...- Hermione lo chiamò, facendo girare tutti nella sua direzione. Daphne e Pansy erano seccate, visto che lei aveva interrotto i loro preziosi tentativi di conquista, che loro credevano sarebbero andati a buon fine. Harry era sollevato, la ragazza aveva catturato la sua attenzione, distogliendo lo sguardo dalla Serpeverde che ci provava con il suo ragazzo. Blaise e Draco, invece, la guardavano sorpresi -Blaise...- ripetè lei, senza sapere come continuare.

-Sì, Hermione?- il Serpeverde la guardò negli occhi e vide il suo smarrimento, decise di sorriderle e di accorrere in suo aiuto -Sì, insomma mi va bene... sai trovo che sia una cosa veramente importante ed interessante... quindi...-.

-Quindi? Questo significa che accetti?- Hermione deglutì, ringraziandolo mentalmente.

-Certo, accetto- rispose Blaise, senza nemmeno sapere cosa stava accettando, ma in quella situazione importava poco: nessuno lo sapeva.

-Ne sono veramente felice!- la Grifondoro sorrise e Daphne si strinse a Blaise, abbracciandolo -Non... non è che potresti... insomma sai... venire qui.- lo guardò negli occhi, cercando di fargli capire che non doveva ribattere -Per discutere i dettagli- gli indicò la ragazza con gli occhi, per poi spostare lo sguardo a Harry, che sembrava sul punto di inveire contro la Serpeverde.

-Certo, ovviamente- guardò Daphne -Non è che potresti spostarti?- le chiese -Devo andare a parlare con l'unica ragazza con il cervello in questa stanza-. La ragazza si staccò da lui, come scottata, e gli permise di andare dalla Grifondoro.

-Hermione, tesoro!- Lavanda fece un plateale ingresso nell'infermeria, a braccetto con Ron.

-Ron, Lavanda!- la ragazza fece un sorriso tirato. Ci mancavano solo loro! -Come state?-.

-Io e il mio tesoruccio Ronnuccio... be'... ci siamo messi insieme...- Lavanda sorrise felice, mentre tutti provavano pietà per il povero Ron.

-Tesoruccio Ronnuccio?- Pansy cominciò a ridere -Dracotesoro? Hai sentito che soprannome stupido?- Tutti si trovarono d'accordo con questa infermazione, tranne Lavanda, che si strinse al braccio del ragazzo, stritolandolo e Ron, che arrossì fino alla punta delle orecchie.

-Pansy devo dire che per una volta ti devo dar ragione: quel soprannome non è molto normale...- concordò Draco, sorridendo -Però... non lo trovo certo peggiore dei tuoi.- la guardò, e lei, offesa, scese finalmente dal letto.

-Ah, è così? Mi hai profondamente offesa e ti informo che devi farti perdonare se vuoi tornare a parlare con me!-.

-Chi ne ha intenzione?- le domandò lui, stufo della sua presenza.

-Oh, Dracuccino, tenerone mio... è perchè stai male che mi parli così. Io so che mi ami.- gli sorrise, mentre tutti aspettavano con ansia la reazione di Draco, che però non arrivò.

-Parkinson lui ti ama? Ne sei convinta?- le domandò, Hermione guardandola negli occhi.

-Sì, perchè? Problemi, Mezzosangue?- chiese, con odio.

-Oh... no, nessun problema... solo... mi chiedevo una cosa: sai cos'è l'amore? No perchè mi sembra che quello che prova lui nei tuoi confronti sia ben altro. L'amore non è così, sai?- per un attimo provò pietà per lei, che non sapeva nemmeno cos'era l'amore, il sentimento che per lei era il più puro e più importante.

-E tu cosa ne sai?- le domandò acida, mentre tutti si giravano a guardarla, per poi tornare con lo sguardo dalla Grifondoro.

-Io... mi sono innamorata...- rispose la ragazza, fiera dei suoi sentimenti.

-Di chi? Di tesoruccio Ronnuccio?- chiese, guardando il rosso e facendo una smorfia di disgusto.

-No.- rispose, distaccata -Del peccato.-. Tutti la guardarono senza capire, quasi tutti veramente: Draco sorrise, guardandola ed ammirandola di nuovo.

-Del peccato?- le domandò poi il biondo, per avere una conferma.

-Del peccato.- confermò lei, mentre i loro occhi si incontravano.

-Com'è amare il peccato?- le chiese, senza distogliere lo sgardo.

-Wow... amare il peccato è la cosa più strana del mondo, ma è anche la più bella...- sorrise, sognante.

-Tutte sciocchezze!- esclamò Pansy, sbuffando.

-E il peccato? Lui ti ama?- le domandò Draco, senza badare alle parole della Serpeverde.

-Non posso dirlo. Insomma il peccato è mistero... quello che prova è confuso... e non mi ha mai detto di amarmi. E non mi sento in grado di dire che mi ama, non con certezza... e non ho la presunzione di averlo ammaliato- sorrise a Draco, che, provocando lo stupore di alcuni ragazzi presenti, ricambiò il sorriso.

-Credo che quando sarà pronto ad accettare quello che prova... sarà pronto ad ammetterlo ad alta voce- a guardò e lei arrossì violentemente -Anche il peccato commette errori.-.

-Provare dei sentimenti lo chiami errore?- domandò lei, curiosa.

-Non intendevo quello... l'errore è il dar ascolto all'orgoglio...-.

-Basta essere in grado di metterlo da parte- gli sorrise.

-Fosse facile, Granger... fosse facile...-. Tutti cominciarono ad uscire dall'infermeria, salutandoli e lasciandoli soli.

-Ci riuscirai...- sussurrò lei, prima di sdraiarsi, dandogli le spalle.






Note dell'autrice: spero che questo capitolo vi piaccia! Grazie a tutti e mi scuso ma oggi non ho proprio tempo e non riesco a salutarvi singolarmente, mi dispiace. Grazie, grazie, grazie. Le vostre recensioni sono importanti per me. Spero di riuscire ad aggiornare presto, alla prossima, baci, Hermione92.

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Capitolo 18
*** Dentro ***


18. DENTRO


Da quando Hermione si era sdraiata, e girata dall'altra parte, Draco non aveva smesso di fissare la sua schiena. Era rimasto stupito dalle parole che aveva detto e soprattutto dalla fiducia che lei sembrava riporre in lui. Ma lui non credeva di meritarselo. Lui era un Malfoy, era Draco Malfoy, un Serpeverde Purosangue. Ed Hermione aveva fiducia nel fatto che prima o poi lui avrebbe provato dei sentimenti ed... ed ammesso di farlo. Lui che si sentiva attratto dal peccato, lui che era peccato... sarebbe mai riuscito ad amare? Ed a confessare quello che sentiva? Non ne aveva idea, anche perche' non aveva neanche la minima idea di come era cominciata quella strana storia con Hermione Granger, la So-tutto-io Mezzosangue. Strano, vero? Lui non aveva idea di quello che era successo e di quello che sarebbe accaduto e lei... lei si limitava a fidarsi incondizionatamente, dando retta al cuore. Il biondo si alzo' lentamente e si avvicino' al letto di Hermione, senza curarsi che sarebbe potuto entrare chiunque, e si sedette accanto a lei, cominciando ad accarezzare la sua schiena.

-Se ne sono andati...- sussurro' lei, socchiudendo gli occhi.

-Gia' da un po'.- concordo' lui, senza smettere di sfiorarle la schiena con il dito.

-E' stata una mattinata pesante, molto pensante- mormoro' avvicinandosi a Draco.

-Ma ora e' tutto finito- il ragazzo si piego' in avanti e le diede un bacio sulla guancia,

-La prossima volta strangolo qualcuno!-.

-Chissa' perche' ma credo di avere intuito chi...- il biondo sorrise, facendole mettere il broncio. -Ehi...- le accarezzo' leggermente una guancia e le diede un bacio a stampo -Se vuoi una mano... posso aiutarti. Dev'essere una cosa interessante.-.

-Dai sdraiati. Ho voglia di sentire il tuo calore.- bisbiglio' con una voce che gli sembro' dannatamente provocante.

-Il mio calore, eh?- le chiese, alzando maliziosamente un sopracciglio.

-Dai... non fare...- lui catturo' le sue labbra, interrompendola e si sdraio' al suo fianco, su quel letto dell'infermeria.

***

-Cosa c'e' alla prima ora?- chiese Ron.

-Difesa. Con la nuova professoressa.- rispose Harry.

-A 'ova 'rossoressa?- domando' il rosso, tra uno sbadiglio e l'altro.

-Speriamo non sia come la McGranitt.- sospiro' Lavanda, stringendo maggiormente il suo ragazzo, Ronnino tesorino.

-Se no sara' una tragedia!- si lamento' Harry.

-Si', ma... il problema e' anche con chi la facciamo questa lezione!- Ron guardo' di sbieco i verde-argento che camminavano poco distanti dal gruppo dei Grifoni.

-Non sara' tanto male- sorrise Harry, incrociando lo sguardo di Blaise.

-Cos'hai bevuto Harry?- gli domando' l'amico, scatenando l'insopportabile risata della sua ragazza. -Oltretutto ce l'hanno ancora con te per la colazione!-.

-Gia' Harry... non ci hai ancora detto cos'e' successo oggi! Ron-Ron ci tiene cosi' tanto!- Lavanda diede un bacio al suo ragazzo, mentre il moro faceva una smorfia di disgusto e alzava gli occhi al cielo.

-E' stato un malinteso- rispose lui, quando i due piccioncini disgustosi si girarono per avere la risposta.

-Tipico da Serpeverde: - sbuffo' Ron -Cercare ogni pretesto per tormentare noi Grifondoro-.

-Gia'... mi chiedo cosa sarebbe successo se...- bisbiglio' tra se' Harry, pensando alle parole di Blaise.

-Se cosa?- gli domando' Lavanda.

-Niente... pensavo ad alta voce, tutto qua.-.

***

Hermione senti' il respiro di Draco sul suo collo, quel calore che le provocava dolci brividi lungo tutto il corpo. Era spaventoso come quel ragazzo era in grado di farla sentire bene, protetta. La faceva sentire se stessa nonostante tutto quello che aveva passato, nonostante l'inquietudine che agitava il suo animo da quando la sua vita era stata completamente sconvolta. Ma con lui, con Draco, le cose sembravano andare perfettamente, andare nel modo giusto per la prima volta da tanto, tanto, tempo. Hermione sorrise e si strinse maggiormente nell'abbraccio del suo peccato preferito. Si sentiva al sicuro, protetta da quel calore che sembrava venire direttamente dal cuore del ragazzo di cui si era innamorata, quel calore che era riuscito ad oltrepassare il ghiaccio.

-Sei bollente...- gli sussurro', con un sorriso che le curvava le labbra.

-Se hai troppo caldo posso spostarmi...- le disse, iniziando ad allontanarsi.

-No.- gli si rannicchio' contro, per sentirlo ancora accanto a se', per sentire la pace in ogni singola fibra del suo corpo.

-Ok, ok... ho capito... non mi sposto- sposto' il braccio che le cingeva la schiena e lo porto' di fronte al suo viso per accarezzare ancora quel volto che sembrava fatto di porcellana.

-Bravo- disse, in un sussurro', mentre la pelle che lui sfiorava sembrava andare a fuoco.

-Avevi dubbi?- chiese, maliziosamente, prima di baciarla. Sarebbe potuto entrare chiunque in quell'infermeria, ma a loro non importava, per niente.

-Ti amo, Draco- gli sussurro', guardandolo negli occhi.

***

La donna si guardo' allo specchio, per gli ultimi ritocchi del suo aspetto, che doveva essere perfetto, sempre e comunque. Era ancora turbata dalla visita di quell'uomo che aveva chiesto la mano della sua unica nipote e tentava ancora di trovare un modo per evitare quel matrimonio. Certo ovviamente la sua dolce nipotina aveva bisogno di un buon partito, di un marito sensibile, ma... pieno di soldi e fama. Si', era quello che ci voleva per la sua piccola nipotina. E nessuno le assicurava che quell'uomo aveva un figlio ricco e famoso. Non si sarebbe mai permessa di fare un errore facendo sposare la nipote con uno straniero senza soldi.

-Sara' ricco...- cerco' di convincersi. -Lo deve essere.-.

-Ha detto qualcosa, signora?- le chiese la dmestica, sorridendo in modo palesemente forzato.

-Pensavo... la mia dolce nipotina dovra' avere la sua stanza perfetta. La devi preparare, ora!- ordino'.

-Certo, signora- rispose la giovane, facendo un inchino. Usci' dalla stanza e si chiese com'era possibile pensare ancora ad una ragazza di ormai diciassette anni, come ad una dolce nipotina... si' sa... certe cose sono inspiegabili. Oltretutto doveva ancora trovarla e conoscerla... la giovane domestica non credeva che la cosa fosse tanto facile.

***

Draco sbianco', ancora di piu', se possibile. Hermione l'aveva detto, aveva ammesso che l'amava, di fronte a lue, guardandolo negli occhi. Ok, lui lo sapeva gia', ma... sentirselo dire in quel modo non... be'... non era preparato, tutto qua! Gli aveva gia' detto che era innamorata, ma... parlando del peccato, in mezzo ad altre persone e... forse non aveva dato il giusto peso alla cosa. Hermione era innamorata di lui e Draco non era certo di star facendo la cosa giusta, di non star prendendo in giro lei e se stesso. Non era pronto, il suo cuore, il ghiaccio che lo attorinava non avevano la minima intenzione di vivere veramente e di dargli quella opportunita'. Hermione era dolce, pura... era un angelo, la sua dolcezza. Ma... lui non era niente, lui era solo uno stupido insensibile, per non dire stronzo. Non sapeva cosa fare, cosa dire... lei era li', di fornte a lui, che aspettava una sua reazione, ma sempre con il solito sorriso dolce sulle labbra. Cosa doveva fare? Cosa doveva rispondere? Non lo sapeva, per la prima volta non aveva la battuta pronta, non aveva la frecciata sarcastica. Per una volta era lui ed era indifeso, totalmente indifeso.

Hermione si strinse maggiormente a lui, abbassando lo sguardo e dandogli un dolce bacio sul collo. non le servivano risposte, forse piu' semplicemente non ne voleva, perche' temeva in qualcosa di negativo. Non si aspettava una risposta, non si aspettava niente. Sapeva di avere di fronte Draco Malfoy e per questo preferiva il silenzio, quel dolce silenzio.

-Io non merito il tuo amore, io non merito l'amore di nessuno.- le parole di Draco fecero alzare la testa della ragazza che lo guardo' negli occhi, sorpresa. -Io non lo merito.-.

***

Violet era seduta alla sua scrivania e guardava i posti ancora vuoti. Di' li' a pochi minuti sarebbero entrati gli studenti del settimo anno di Grifondoro e Serpeverde, insieme... e lei non era certa di essere pronta. Oltretutto continuava a pensare a quella ragazza, quella che aveva incrociato in infermeria, la cui forza l'aveva travolta. Non sapeva chi era, ne' da che famiglia proveniva, ma... la cosa certa era che doveva assolutamente parlarle, doveva assolutamente capire se quella forza la possedeva veramente o se era stata solo una sua svista. Doveva scoprirlo e voleva farlo il prima possibile, anche il giorno stesso.

-Gia' pronta per la prima giornata di lavoro?- il preside entro' nella sua aula e si sedette al primo banco di fronte alla cattedra.

-Esatto.- assenti' lei, ancora pensierosa.

-C'e' qualcosa che ti turba?- chiese, scrutandola dai suoi occhiali a mezzaluna.

-Volevo solo sapere se... se posso far seguire la mia lezione anche ai due ragazzi in infermeria...-.

-Be'... questo lo deve chiedere alla nostra infermiera... oltretutto... ritiene che la lezione sia cosi' determinante da non poter essere saltata?- domando', senza smettere di sorridere.

-Io... penso di si'...- annui' lentamente, chiedendosi se per quella ragazza valeva veramente la pena mentire.

-Allora ha il mio permesso di domandare a Madama Chips cosa ne pensa della situazione- si alzo' e si avvicino' alla porta.

-Grazie.-.

-La avverto che non sara' facile convincere l'infermiera...-.

-Nessun problema, posso tentare...-.

***

Hermione rimase immobile, senza sapere come ribattere. Cosa doveva dire a Draco? Che non era vero? Che lui meritava ogni cosa? Cosi' avrebbe solo aumentato a dismisura il suo ego e... non lo sapeva, per niente. Quella frase l'aveva colpita come un fulmine a ciel sereno, come una stilettata di ghiaccio direttamente conficcata nel suo cuore. Guardo' ancora Draco, che sembrava aspettare una risposta. Cosa doveva fare? Dire che non si trattava di una cosa che doveva decidere lui? Dire che lui non aveva il diritto di scegliere quello che meritava e quello che non meritava? Cosa doveva dire? Doveva fingere di non avere sentito? Doveva fingere che quella era una cosa che non importava minimamente? Non sarebbe stato giusto e lei lo sapeva bene. Doveva dire la verita', solo quello.

-Non te lo meriti, eh?- chiese una conferma, abbassando lo sguardo.

-E' cosi'- disse lui, con la voce ridotta ad un sussurro.

-Come fai a saperlo?- domando', trovando finalmente il coraggio di guardarlo.

-Sono Draco Malfoy- rispose semplicemente -Io non merito l'amore... soprattutto se si tratta del tuo, Hremione.-.

-E' perche' sono una Grifondoro? E' perche' sono una Mezzosangue? Qual'e' il problema?- chiese, alzandosi di scatto a sedere.

-E' per quello che sono io... o meglio per quello che non sono: non sono il principe azzurro, non sono un ragazzo dolce e gentile... non lo saro' mai! Sono Draco Malfoy! Un Malfoy, te ne rendi conto?-.

-Credi che non lo sappia, credi che questo per me sia uno scherzo?-

-Temo che sia un mio scherzo- rispose, tenendole il polso.

-Cosa importa?- chiese, mentre una lacrima le solcava una guancia.

-Se fosse tutto un gioco?-.

-Gioca...- rispose semplicemente.

-Non posso.- disse, scuotendo la testa.

-Chi te lo dice? Sei tu che decidi per la tua vita, Malfoy! Cosi' come io decido per la mia!- Hermione lo guardo'.

-Ti faro' del male, distruggero' il tuo cuore e... e tu mi dai carta bianca?- domando', sbuffando.

-Io mi fido di te.- disse semplicemente.

-Come fai? Io non me lo merito!-.

-Ma io ti amo e basta! Non posso decidere chi o cosa amare! Non posso decidere l'identita' della mia anima gemella! Non posso decidere chi mi fa diventare le ginocchia molli, chi mi fa tremare, chi mi fa sentire bene. Non posso, ok?- le lacrime scendevano ancora sulle sue guance -Ok, forse e' vero che non ti meriti il mio amore, vuoi sapere perche'?- domando', portando le mani sui fianchi.

-Dimmelo, so-tutto-io- sibilo' freddo.

-L'amore non e' una cosa che meriti o che non meriti. L'amore e' amore.- scosse la testa, rassegnata, mentre le lacrime non smettevano di scorrere e si alzo' dal letto.

-Finisci la frase, Granger... dimmi che io non ho ancora capito cos'e' l'amore... dimmi che ho sbagliato.-.

-Ti posso dire solo una cosa: non puoi capire cos'e' l'amore... perche' e' tante cose insieme, troppe per essere contate. Se ti stai chiedendo come puoi amare una persona... be'... lo sai e basta... lo senti... tutto qua.-.

-L'amore e' amore giusto?- chiese, alzandosi dal letto.

-Mi dispiace solo che tu non abbia il coraggio di provarlo.- si giro', tremando, per non guardarlo, per non piangere ancora, per sembrare forte anche quando tutte le sue difese sembravano essere crollate.

-Ti amo.-.

***

-Si tratta solo di un'ora di lezione!- protesto' per l'ennesima volta Violet, guardando l'infermiera della scuola e supplicandola con lo sguardo.

-E' comunque troppo!- Madama Chiips sembrava irremovibile.

-Non faranno niente! Solo seguire una lezione che sara' la piu' importante dell'intero programma!-.

-Non se ne parla!- incrocio' le braccia e sbuffo'.

-Solo per questa volta! Non sara' la fine del mondo!-.

-No!-.

-Potra' passare un'ora tranquilla senza ragazzi da guardare!-.

-Non m'importa!-.

-Si vendichera' per quello che hanno fatto oggi a colazione.- tento' con la sua ultima spiaggia, ormai rassegnata al fatto che avrebbe dovuto aspettare chissa' quale giorno per valutare la forza della ragazza.

-Non li faccia stancare.-.

-Scusi?-.

-E' un si'!- l'infermiera sbuffo', alzando gli occhi al cielo -E ora se ne vada... prima che io cambi idea!-.

***

il cuore di Hermione manco' di un battito. Draco le aveva appena detto che l'amava. A questo non era decisamente preparata.

-Scusa- le sussurro' all'orecchio, una volta avvicinato a lei.

-Sei un idiota- disse lei, lasciandosi stringere in un abbraccio e sentendo la sua schiena a contatto con il petto del ragazzo.

-L'hai sempre saputo, vero Mezzosangue?- sorrise maliziosamente, consapevole di non essere visto.

-Certe cose si sentono, dentro- si giro', senza interrompere l'abbraccio e si trovo' con gli occhi immersi in quelli del ragazzo, il suo adorabile idiota.

-Non si sa come, ma sono li', dentro di noi...- Draco si abbasso'.

-Dobbiamo solo scovarli.- concluse lei, prima di sentire le labbra del ragazzo posate sulle sue. Ricambio' il bacio con passione, dimenticando la discussione, dimenticando praticamente tutto. Ma una cosa, una sola, continuava a risuonare nella sua mente. Una voce bassa e roca, maledettamente sensuale, che diceva quelle parole, quelle che sapeva non sarebbero mai state dimenticate.

-Ti amo.-.

Quelle parole di Draco, che le avevano riempito il cuore. Erano vere, dette con sincerita'. Non ne era certa, ma lo sapeva.

Lo sentiva, dentro.





Note dell'autrice: mi scuso immensamente per il ritardo con cui ho aggiornato e spero vogliate perdonarmi. Commentate e fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo! Sono bene accette anche le critiche costruttive ed i consigli! Grazie a tutti coloro che leggono ed a potterina_88_, a titti6493, ad Hanon, a mars, a juju210, ad *Eirene*, a lepty, a Fujiko92 ed a tery91. Grazie 1000 per i vostri commenti! Sapere il vostro parere e' molto importante per me! Spero continuerete a seguirmi! Alla prossima, bacioni, Hermione92.

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Capitolo 19
*** Lezione di difesa ***


19. LEZIONE DI DIFESA


Si erano appena detti che si amavano.

E sembravano non avere la minima intenzione di smettere di baciarsi.

Quel bacio era come il voler cancellare l'imbarazzo, interrompere la sensazione di avere appena detto una cazzata. Quel bacio era... un bacio. Un vero, meraviglioso bacio.

Come descrivere due labbra unite, due lingue in sincronia? Come descrivere un momento perfetto che a volte puo' darti la sensazione di essere in paradiso?

Un bacio, punto.

Hermione sentiva la paura svanire, mentre l'incredulita' del momento (ovvero il primo impatto che avevano avuto le parole di Draco con il suo povero cervello) aveva lasciato spazio alla felicita'.

Draco... Draco doveva ancora elaborare le parole che lui stesso aveva pronunciato. Non si era mai trovato in una situazione del genere e, sinceramente non aveva nemmeno lontanamente ipotizzato di poter arrivare a viverla. Lui era Draco Malfoy! E aveva appena messo da parte il suo orgoglio per dire a Hermione che la amava... una cosa a dir poco improbabile. Ma era successa veramente.

***

-E' in ritardo!- Ron sbuffo', appoggiando la testa sul banco.

-Non male come suo primo giorno!- gli fece eco Lavanda.

-Datele tregua... e' pur sempre la nuova professoressa di Difesa!- obbietto' Harry, con un sospiro -Avra' le sue buone ragioni per non essere ancora qui!-.

-Certo, come no?- il rosso sbuffo' ancora.

-Weasley hai finito di rompere?- la voce di Blaise li fece sussultare, mentre tutti gli alunni si giravano sperando in una rissa interessante da guardare.

-Zabini nessuno ti ha chiesto niente.- sibilo' Lavanda.

-Nemmeno a te, cara...- disse, calcando sull'ultima parola.

-Ragazzi non litighiamo. Non oggi.- Harry sembrava tranquillo e non smetteva di fissare Blaise.

-Lo difendi?- chiesero i Grifoni in coro.

-Non lo difendo.- disse, come se fosse stata la cosa piu' ovvia del mondo.

-Sei strano Harry, te ne rendi conto, vero?- gli domando' il suo migliore amico.

-Se sapessi quanto...- mormoro' Blaise, stando bene attento che nessuno lo sentisse, ma accertandosi di avere gli occhi di Harry puntati sulle sue labbra, pronti a captare quello che aveva sibilato.

***

Le mani di Hermione erano immerse tra i capelli di Draco. Sfiorava piano i fili d'oro, attenta a non fargli male. Le braccia del ragazzo la sorreggevano dolcemente, cingendole i fianchi.

Si baciavano. Ancora e ancora.

Non volevano fermarsi, non volevano tornare alla realta', non volevano lasciare quel luogo che ormai era diventato il loro nido d'amore, il loro piccolo rifugio isolato dagli ostacoli delle loro vite. Li' non avevano problemi, li' non avevano rimpianti. Erano solo loro. Con le loro paure, le loro gioie e i loro dolori. Le esperienze che avevano condiviso e quelle che li rendevano totalmente diversi. Non volevano uscire da quella infermieria, ma erano consapevoli di doverlo fare, prima o poi.

Chi ha detto che i sogni sono destinati a finire?

Potevano continuare a vedersi, di nascosto. A scambiarsi baci sfuggenti in corridoi deserti, a incontrarsi in luoghi sicuri ad orari altrettanto sicuri. Ma avrebbero dovuto affrontare l'argomento, lo sapevano bene. Pero' non volevano farlo.

-Scusate...!- la porta si spalanco' all'improvviso, mentre quella voce s'interrompeva bruscamente. Hermione e Draco si staccarono di scatto l'uno dall'altra, come se si fossero scottati -Io... non... non sapevo che...-.

-Non... non si preoccupi...- si affretto' a dire Hermione, guardando la nuova professoressa.

-La signorina Granger, giusto?- domando' la donna, squadrando la ragazza dalla testa ai piedi.

-Esatto...- la Grifondoro annui'.

-Il signor Malfoy...- aggiunse poi, guardando Draco.

-Sono io...- rispose lui, calmo.

-Dovete seguire la mia lezione.- disse solo, mentre il rossore sulle sue guance diminuiva -Po... potete vestirvi in maniera piu' consona...- prese in mano il pomello della porta e, prima di chiuderla aggiunse: -La prossima volta... cercate di fare piu' attenzione, ok?- detto questo usci' dalla stanza, lasciandoli ancora soli.

***

-Albus sei certo che permettere a Tonks ed a Violet di insegnare qui... sia la cosa migliore?- Minerva guardo' Silente negli occhi, cercando di capire quello che voleva fare con i suoi gesti e con le sue decisioni.

-Si', Minerva.- rispose lui, calmo, accarezzando Funny.

-Ma... ma... la signorina Granger... lei potrebbe scoprire quello che le e' stato tenuto nascosto e...-.

-E...? Sappiamo entrambi che non sara' facile per lei accettare anche questo dopo quello che ha passato. Abbiamo visto come si e' comportata dopo che le ho dato quella terribile notizia e...- s'interruppe, sospirando -Ora che si sta riprendendo siamo gia' preparati per sconvolgere ancora la sua esistenza...-.

-Non credi che sia meglio aspettare per comunicarle altre cose che potrebbero farla stare male?-.

-Ha perso coloro che credeva i suoi genitori in un attacco di Mangiamorte unicamente rivolto alla sua uccisione. La volevano uccidere, l'ho messa sotto shock per questo. Non credere che la cosa mi faccia piacere, Minerva. Sai benissimo che non mi piace per niente vederla triste, vedere come si lascia andare. Ma ha il diritto di sapere a che famiglia appartiene. Ha il diritto di sapere com'e' il suo sangue.-.

-E suo padre?-.

***

-Draco... non e' successo quello che e' appena successo, vero?- chiese Hermione, fissando la porta chiusa.

-Temo di doverti deludere: e' successo quello che e' successo.- disse Draco, con un ghigno stampato sul viso.

-Come fai ad essere cosi' tranquillo? Ci ha appena... lei... e' la nostra professoressa di Difesa!- la ragazza comincio' a camminare avanti e indietro, preoccupata.

-Ci ha visti mentre ci baciavamo. Ringrazia che era lei e non uno dei tuoi cari amichetti...- sibilo' lui, calmo -Oltretutto non e' la fine del mondo, no?-.

-Non e' la fine del mondo? Non e' la fine del mondo, dici?- chiese, sgranando gli occhi -Mi cataloghera' come... come un'oca stile... stile...-.

-Stile Brawn? O stile Pansy?- propose, cercando di aiutarla.

-La mia media e' totalmente compromessa!-.

-Hermione...- la chiamo', cercando di tranquillizzarla.

-La mia media perfetta...- disse lei, senza ascoltarlo.

-Hermione...- la chiamo' ancora.

-Sono... sono... sono...- Draco la interruppe, posando le sue labbra sulle sue.

-Sei intelligente...- le disse, prima di darle un bacio a stampo -Brillante...- le diede un altro bacio -Stupenda...- la bacio' ancora -E... tra un po' sara in ritardo...-.

-In... in ritardo?- si allarmo', arrossendo ed allontanandosi da lui.

-E saro' in ritardo anch'io...- concluse la serpe.

-Meglio andare, giusto?- gli chiese la riccia.

-Giusto.- e, mentre Hermione si allontanava dirigendosi in bagno senti' la familiare voce del biondo che diceva una frase che era fin troppo nella sua indole: -E' una cosa intollerabile! Andare a lezione con la febbre! Ma appena lo diro' a mio padre...!-.

***

-E suo padre?- ripete' ancora la professoressa di Trasfigurazione, guardando il preside, che non le aveva ancora risposto.

-La cosa e' piu' complicata di quello che sembra...- disse lui, spostando gli occhiali a mezzaluna e spingendoli maggiormente indietro.

-Piu' complicata?- domando' lei, preoccupata.

-Esatto...-.

-Ma Remus...-.

-La cosa non e' sicura... era il suo promesso, ma...-.

-Ma ama Tonks? Potrei sapere cosa c'entra la cosa?- domando', cominciando ad alterarsi.

-Il problema non e' quello. E' Violet... amava un altro uomo...-.

-Oddio!- esclamo', portandosi una mano davanti alla bocca.

-Allora chi...?-.

-Nessuno, Minerva. Non lo puo' sapere nessuno. Tranne loro, ovviamente.-.

***

Draco apri' piano la porta dell'aula, spalancandola, mentre Hermione, dietro di lui si sforzava di mantenere la calma.

-Oh, buongiorno ragazzi...- Violet sorrise.

-Buongiorno professoressa.- dissero i due in coro. Hermione abbozzando un sorriso e Draco manteneva la sua espressione inperturbabile.

-Aspettavo giusto voi due...-.

-Noi due?- chiesero, guardandosi confusi.

-Esatto. Dovrete provare il Protego avanzato.- rispose Violet, sotto lo sguardo sorpreso di tutta la classe.

-Protego avanzato?- domando' il biondo, alzando un sopracciglio -E sarebbe?-.

-E' come eseguire un protego, solo che riflette l'incantesimo rilanciandolo a chi ti ha attaccato. Solo pochi maghi ci riescono.- spiego' calma Hermione -E io non capisco...-.

-Perche' voi due?- chiese la professoressa. Hermione annui' -Credo che abbiate delle potenzialita'...-.

-In questo momento abbiamo solo la febbre, per non dire altro...- sibilo' Draco, facendo scoppiare a ridere tutti, tranne, ovviamente, Violet ed Hermione.

-Anche se avete la febbre... potete benissimo essere in grado di fare questo incantesimo...- disse, semplicemente, senza perdere la calma.

-Quindi...?-.

-Quindi ora venite qua accanto alla cattedra ed eseguite quell'incantesimo.-.

***

-Samantha...- la donna si sedette sul divano di pelle, chiamando la domestica.

-Mi dica, signora...- rispose la giovane, entrando nella stanza.

-Vorrei il mio album di foto, quello rosa...-.

-Quello del suo primo marito?- domando' lei ingenuamente.

-Corri senza fare domande.- sibilo', fredda. Da quando i domestici erano cosi' poco rispettosi? Solo una era stata degna della sua fiducia, la madre di Samantha, quella domestica che aveva visto Violet nascere, quella domestica che conosceva il suo piu' grande segreto.

-Mi scusi, signora. Vado subito.-.

Violet non era sua figlia, Violet non era una Black.

***

Hermione si avvicino' alla cattedra e si mise di fronte a Draco. Dovevano solo lanciarsi degli incantesimi, una cosa elementare... almeno doveva sforzarsi di pensare una cosa del genere perche' doveva andare tutto bene.

-Ok. Ora Draco devi lanciarle un incantesimo, senza vedere Hermione come una ragazza, come un persona piu' debole di te, senza vederla come...- gli lancio' un occhiata eloquente.

-E' una Grifondoro.- si limito' ad affermare il biondo.

-E tu un Serpeverde.- ribatte' Hermione.

-Tu, invece, Hermione... devi semplicemente pronunciare Protego tenendo bene in mente lo scudo e... lasciando perdere il fatto che lui e' Draco Malfoy.- si sedette sulla cattedra, e si fermo' per pochi secondi a guardarli entrambi -Quando volete potete iniziare... Draco... a te la prima mossa...-.

-Stupeficium!- esclamo', facendo un rapido movimento di bacchetta.

-Protego!- un debole scudo avvolse la ragazza.

-Bene... non ci siamo ancora, almeno non con l'incantesimo completo. Dovete impegnarvi di piu'. Voglio vedere piu' potenza in quello Stupeficium, Malfoy! E tu, Granger, immagina che ti stia prendendo in giro, ti stia dicendo che lui e' migliore di te... che si sta per sposare mentre tu rimmarrai per sempre sola. Arrabbiati. Lui ti odia...-.

-Stupeficium!- l'incantesimo di Draco era visibilmente piu' forte del precedente.

-Protego!- esclamo' Hermione, con tutta la rabbia che aveva in corpo.

Una voce bianca illumino' la stanza.

***

-No, questi fiori non mi piacciono!- Narcissa Malfoy era ferma di fronte al tavolo, che, per l'occasione, era cosparso da bouquet floreali di vario genere. -Non sono degni per abbellire ed addobbare la sala per la festa di compleanno di Draco!-.

-Ma signora...- si lamento' la povera fioraia -Sono i migliori fiori che ho e...-.

-A quanto pare non e' abbastanza.- la voce di Lucius Malfoy fece sussultare la povera donna.

-Lucuis, caro...-.

-Narcissa...-.

-Come mai gia' a casa? Non dovresti essere al ministero?-.

-Ho riflettuto. Draco si dovra' sposare, ma... ho deciso di sciegliere gia' adesso la moglie perfetta. Che ne dici della Parkinson? I suoi genitori sono a modo e...-.

-Ma Lucius...- Narcissa impallidi' -E la festa?-.

-Sara' in onore del loro fidanzamento. Ora, se vuoi scusarmi, devo andare nel mio studio...-.

-Plinky?- Narcissa chiamo' un elfo domestico -Portami pergamena e piuma. Ho una lettera urgente da scrivere.-

-Subito signora- l'elfo s'inchino, prima di uscire dalla stanza.

-E lei...- aggiunse la donna, guardando la fioraia -Puo' anche andare. I suoi servigi non sono piu' richiesti.-.

***

Un tonfo precedette la sparizione della luce accecante. Cosa diavolo era successo?

Presto detto: Draco Mafloy era caduto rovinosamente per terra, dopo aver sbattuto contro il muro.

-Cazzo, Granger!- sbotto' contrariato.

-Scusa...- azzardo' lei, abbozzando un sorriso.

-Scusa? Mi hai quasi ucciso! Il mio povero fondoschiena regale!- si lamento' alzandosi in piedi.

-Non faccia tante storie, signor Malfoy!- lo rimprovero' Violet, tra le risate dei Grifondoro.

-Mi scusi professoressa.- disse, melodrammaticamente, inchinandosi di fronte alla donna -Non e' un mio problema se, lei...- indico' Hermione con un cenno del capo -Ha deciso improvvisamente di uccidermi con un Protego-.

-Ehi!- sbotto' la riccia -Ho fatto solo...!-.

-Quello che le ho chiesto io.- Violet fini' la frase per lei.

-Certo, certo...- Draco ando' a sedersi ad un banco in fondo all'aula.

-Vai pure anche tu, Hermione.- Violet le sorrise.

-Ok, grazie...- fece un paio di passi per avvicinarsi all'unico banco libero, quello accanto a Draco. Arrivo' a pochi passi da lui, ma le sue gambe cedettero.

-Granger!- esclamo' Draco, alzandosi in piedi ed afferrandola al volo -Cosa stai facendo?-.

-Io...-traballo' leggermente, reggendosi a lui -Devo... devo...-.

-Devi sederti.- fini' la frase per lei.

-Esatto.-.

-Forse...- Violet si avvicino' a loro -Non avrei dovuto farvi uscire dall'infermeria prima del tempo...-.

-Ci e' arrivata!- sbuffo' Draco, facendo sedere Hermione.

-No...- disse invece la riccia -E' tutto ok... sto bene...-.

***

A.,

Siamo nei guai. Ha scelto la Parkinson. Temo che il piano debba essere modificato.

Non possiamo permetterci di sbagliare.

N. B. M.

***

-Stai bene?- sussurro' Draco, guardando Hermione. Violet aveva ricominciato a spiegare, parlando della teoria di quell'incantesimo.

-Si'...- bisbiglio' lei, sorridendo debolmente.

-Sicura?- avvicino' la sua mano a quella della ragazza, che stringeva convulsamente la piuma.

-Si'...- mormoro' ancora, con un tono leggermente seccato.

-Vedrai che quando mio padre...!-.

-Lo so, lo so...- soffoco' una risata, girandosi a guardarlo.

-Gia'...- sorrise, avvicinando ancora la mano.

-Sei prevedibile...- disse, tornando a girarsi verso la professoressa, per ascoltare la lezione.

-Tu credi?- mormoro', ghignando.

La ragazza sussulto', sorpresa, sforzandosi di non girare la testa e di continuare a seguire da brava So-Tutto-Io.

Draco aveva preso la mano di Hermione e la stringeva nella sua.






Note dell'autrice: Finalmente sono riuscita a scrivere questo capitolo. Non nascondo che e' stato particolarmente difficile, ma... alla fine sono riuscita ad inserire parecchi particolari importanti e, oltretutto, finalmente tutti gli elementi del segreto di Hermione sono svelati. So bene di aver aggiunto parecchie cose, ma... questo capitolo e' venuto cosi'.

Ringrazio tutti coloro che leggono e, in modo particolare, chi commenta: a Nausicaa212, ad *Eirene*, a Shavanna, a potterina_88_, ad *AqUa PrInCeSs*, ad Hanon, a juju210, a laguna, a mars ed a lepty. Grazie mille per i vostri commenti, spero di non avervi delusa con questo capitolo.

Commentate e fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo, alla prossima, baci, Hermione92.


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Capitolo 20
*** Lo specchio ***


20.LO SPECCHIO


Hermione camminava silenziosamente, accanto ai suoi migliori amici. Continuava a massaggiare la mano che Draco aveva preso nella sua, quasi per cercare di sentire ancora quella piacevole sensazione che il gesto le aveva provocato.

-Hermione stai bene?- le domando' Ron, squadrandola.

-Certo, Ronald... sono solo sovrappensiero...-.

Si stavano dirigendo alla prima lezione di Metamorfologia. La prima lezione di Ninfadora. Hermione, anche se, molto probabilmente, aveva ancora la febbre, aveva deciso di seguirla.

-A cosa pensi?-.

-Alle lezioni che devo recuperare.- menti' prontamente. Insomma... non poteva certo dire a Ron che pensava al ragazzo di cui si era innamorata! Che oltretutto portava il nome di Draco Lucius Malfoy!

-Si'... potevo arrivarci...- guardo' l'amico, che teneva lo sguardo fisso di fronte a se' -Harry? Tutto bene?- il moro non rispose -Harry...?- gli sventolo' una mano di fronte al viso -Harry?-.

-Che vuoi Ron?- il grifondoro sbuffo'.

-Volevo solo chiederti se stai bene. Scusa se mi preoccupo per te!- il rosso si giro', per tornare a guardare di fronte a se', offeso.

-Guarda chi si vede...- Hermione si giro' di scatto, per niente sorpresa di vedere che Harry aveva fatto lo stesso.

-Malfoy...- la riccia, sorrise impercettibilmente.

-Granger...- disse lui, tranquillo -Potter, Weasley...- aggiunse con disprezzo -Mi state impedendo di passare...-.

-Ascolta Malfoy anche noi dobbiamo andare...- comincio' Ron.

-Weasley non m'importa niente dove state andando, a fare cosa, con chi... forse non ti e' chiaro il fatto che non m'importa niente di voi...- l'interruppe Draco.

-Effettivamente dovrebbe essere chiaro...- aggiunse Pansy.

-Parkinson tappa quella fogna.- Hermione sorrise soddisfatta, Draco aveva detto una cosa veramente intelligente e lei era perfettamente d'accordo.

-Ragazzi...- la voce di Tonks fermo' le risate -Cosa succede?-.

-Niente professoressa...- rispose Hermione, con un sorriso.

-Hermione non e' un po' troppo formale?- chiese lei, arrossendo.

-No, non lo e'...- i Grifondoro sorrisero -E' il modo giusto di chiamare una professoressa...-.

-Che discorsi melensi! Mi verra' il diabete!- esclamo' il biondo, cercando di nascondere il fatto che quella professoressa, sua cugina, lo incuriosiva parecchio, cosi' come la materia che insegnava.

-Volete entrare in classe o...?- Tonks non bado' minimamente alle sue parole, e gli sorrise, mentre lui varcava la soglia dell'aula.

***

-Chi e' il padre?- domando' lui, guardandola negli occhi -Io o...?-.

-Io...-.

-Non lo sai? Resti incinta e non ti preoccupi nemmeno di scoprire il nome del padre di tua figlia!-.

-Tu sapevi gia' chi e'!-.

-E anche se fosse?-.

-Sono sua madre! Non credi che abbia il diritto di saperlo?-.

-Se tu non l'avessi abbandonata avresti sempre saputo che ragazza speciale e dolce e'! e' intelligente, sveglia! E tu non ti sei preoccupata per lei per quanto... diciassette anni?-.

-Io mi sono preoccupata!- escalmo', con le lacrime agli occhi.

-Abbandonandola a se stessa.- rispose lui, freddo.

-Mi hanno costretta. Non potevo permetterle di vivere in una famiglia del genere! Mia mamma che mi odia senza motivo, mia sorella che cerca in tutti i modi di evitarmi. Solo Samantha sembra avere un briciolo di rispetto per me!-.

-Ti sembra un buon motivo per abbandonarla?-.

-Ascolta io...- ormai le lacrime le scorrevano lungo le guance, senza sosta.

-Hai anche tentato di ucciderla!-.

-Non sono stata io, lo capisci?- si aggrappo' a lui, con tutte le sue forze -Non sono stata io...-.

-Cosa...?-.

-Mia mamma... lei... lei odiava la piccola, odiava me... e ha tentato di far ricadere ogni colpa su di me. Sono solo un capro espiatorio, nient'altro.-.

-Non sei stata tu?-.

-No...- scosse la testa, abbracciandolo e nascondendo il viso nel suo petto.

-Devi dire ad Hermione che sei sua madre.-.

-Mi odiera'-.

-Lei ha il diritto di saperlo.- si allontano' da lei.

-Dove vai?-.

-Ho una faccenda da sbrigare...-.

-Ma...?- si asciugo' le lacrime. Troppo tardi. Lui era gia' sparito. -Remus...-.

***

La classe si riempi' poco a poco. Tonks guardava sorridendo tutti i ragazzi seduti al loro posto. Sfoggiava un sorriso, anche se non aveva dormito quella notte. Aveva passato il tempo a cercare la figlai di sua sorella, sua nipote. Ma niente. Sembrava non esistere nessuno con le caratteristiche adatte per essere sua parente.

-Bene.- si sforzo' di non lasciar trasparire la sua stanchezza e la preoccupazione -Buongiorno ragazzi.-.

-Buongiorno.- risposero in coro.

-Come ben sapete questa e' la vostra prima lezione di Metamorfologia. So bene che credete che in questa pratica siano bravi solo i Metamorfomagus, ma ogni singolo mago e' in grado di modificare una piccola parte di se stesso. Certo non con la mia stessa precisione, ma...- il suo naso cambio' una decina di forme in pochi secondi, lasciando tutti a bocca aperta -Ma credo che siate comunque in grado di cavarvela. Alcuni di voi saranno meno abili in questa pratica e piu' in altre, ma tutti, con l'uso adeguato della bacchetta, potrete imparare a cambiarvi il colore edi capelli.-

-Oh... Dracuccio che colore preferisci?- chiese Pansy, con la sua solita voce irritante.

-Signorina Parkinson... non siamo qua per discutere di questo... oltretutto dalla faccia che ha fatto il nostro caro Malfoy...-.

-Caro?- Ron sbuffo', contrariato.

-Credo che la cosa non gli interessi minimamente...- Tonks ignoro' il Grifondoro.

-Ma...-.

-Non credo tu debba farne una questione di stato, insomma...- per cercare di consolarla meglio avanzo' di pochi passi e si ritrovo', immancabilmente, stesa per terra.

-Sta bene, professoressa?- chiese Hermione, sforzandosi di non ridere, cosa che stava facendo tutta la classe.

-Si', diciamo che ci sono abituata.- si alzo' in piedi -Ok. Credo sia ora di iniziare la lezione vera e propria.- disse, dimenticandosi completamente di Pansy -Di fronte a voi, sotto quel panno, c'e' uno specchio, ma non e' uno specchio qualsiasi. Per il momento dovete solo ascoltarmi, non togliete quel pezzo di stoffa.- ammoni' i ragazzi che, curiosi, stavano gia' sbirciando lo specchio -Come stavo cercando di dire... questo specchio riflette le vostre idee, ovvero: voi pensate di volere i capelli azzurri e quello specchio vi mostra come stareste...-.

-Ohhh.- le ragazze, tranne Hermione, ovviamente, avevano iniziato a parlottare fra loro.

-Certo, e' uno specchio stupendo... peccato solo che con me non funzioni...-.

-Perche'?- chiese Hermione, attenta.

-Con i Metamorfomagus quello specchio mostra l'identita' del Metamorfomagus che l'ha resa cosi'... in alcuni casi la madre o il padre... in altri un nonno...-.

-Be'... potete...- Tonks stava per finire la frase, quando la porta venne spalancata.

***

-Perche' hai mentito?- Remus Lupin guardava la donna con disgusto da almeno venti minuti, da quando era entrato in quella stanza.

-Mentito, io?- lei bevve un sorso di te' -Sai bene che Violet e' pazza.-.

-Non e' pazza. Qui l'unica squilibrata e' lei!-.

-E ti aspetti che qualcuno ti creda. Anche la ragazza... credera' alla nonna disperata per non averla potuta vedere per anni o alla madre che l'ha abbandonata?-.

-Non e' stata Violet, e' stata lei. Non credevo che la famosa Andromeda Black fosse cosi'.-.

-Non lo credevi? Il mio primo marito, un Purosangue, perfetto in tutto... be'... vuoi sapere com'e' morto?-.

-Cosa...?-.

-L'ho ucciso io.-.

-Non hai il diritto di portarle via sua figlia!-.

-Io ho tutto il diritto di farlo. E' mia nipote.-.

-Allora perche' hai tentato di ucciderla?-.

-Ma non sono stata io, Remus... e' stata Violet.-.

-Perche' ce l'hai con lei...-.

-Posso dirtelo io...- Samantha entro' nella stanza -Io so il motivo.-.

***

-Ciao sorellina.- Violet sorrise di circostanza, andando accanto a Ninfadora.

-Ciao Violet.- sibilo' lei.

-Continua pure... volevo solo vedere cosa succede alla prima lezione...-.

-Ok...- si sforzo' di sorridere e di rimanere impassibile -Come vi stavo dicendo... potete togliere il panno che copre lo specchio. Pensate a come vorreste essere e guardate.-.

Hermione tolse lentamente lo straccio, tenendolo tra il pollice e l'indice. Guardo' lo specchio, che rifletteva la sua immagine. Come poteva immaginarsi? Vedeva le facce degli altri ragazzi che avevano gia' iniziato le prove, l'unico che sembrava fissare la sua immagine era Draco, probabilmente occupato a guardare il suo riflesso perfetto. La riccia sospiro' ancora, tornando a fissare lo specchio. Improvvisamente la sua immagine scomparve.

Quello che vide la lascio' senza fiato.

***

N.,

Sapevo che avrebbe scelto la Parkinson. Lucius e' parecchio prevedibile e io lo conosco bene, ma non preoccuparti: nostro figlio sposera' chi abbiamo deciso. Ho gia' un piano, andra' tutto come previsto.

A.

***

Un'immagine di Violet Tonks la fissava sorridendo. Cosa ci faceva Violet nel suo specchio? Alzo' lentamente lo sguardo e la vide accanto a Tonks. Riabbasso' la testa di scatto. Tonks aveva detto che quello specchio, in caso di Metamorfomagus rifletteva...

-Oddio!- sibilo', lasciando cadere il panno.

Lei era una Metamorfomagus. Lei era figlia di Violet.

Sposto' la sedia all'indietro e si alzo' in piedi. Tutti gli occhi si posarono su di lei, ma Hermione non ci fece caso. Afferro' la borsa con i libri e usci' correndo dall'aula.

-Ma cosa...?- Tonks guardo' la porta chiudersi con uno scatto, sorpresa.

-Malfoy...- Violet guardo' il Serpeverde -Vai da lei e riportala in questa stanza. Lui non rispose, si limito' ad alzarsi ed a uscire con calma dalla classe.

-Non capisco cosa...- Tonks s'interruppe di nuovo.

-Hermione...- disse Violet, a bassa voce -Hermione...-.

***

-Samantha...- la donna la guardo' con gli occhi sgranati.

-Non puoi rovinare ancora la vita di Violet e non puoi rovinare quella di sua figlia! Le hai messo contro sua sorella Ninfadora, le hai messo contro l'uomo che ama e tutte le persone che le volevano bene. Ora e' cambiato tutto. Per colpa tua.-.

-Non oseresti...-.

-Dici?- la domestica sorrise, provocatoria -Qui dentro l'unica che mi ha trattata come un essere umano e' stata Violet.-.

-Questo cosa c'entra! Non puoi andare in giro a spifferare i segreti della famiglia per cui lavori! Verrai licenziata!-.

-No. Sono io che mi licenzio!-.

-Come...?- chiese, allibita.

-Violet...- aggiunse, guardando Remus -Violet non e' una Black, Violet non e' sua figlia.-.

-Eh...?- il licantropo era incredulo -Lei... lei lo sa?-.

-No.- rispose Samantha.

-E non lo deve sapere.- s'intromise Andromeda.

***

Hermione correva, senza sapere dove andare. Molto probabilmente tutti i professori sapevano che Violet era sua madre. Allora perche' nessuno le aveva detto niente? Le lacrime gli scorrevano lungo le guance, senza sosta.

-Granger!- nemmeno la voce di Draco la fece fermare -Granger! Cazzo fermati!-. Hermione appoggio' la schiena al muro e si sedette. -Hermione...- le si sedette accanto, aveva il fiatone, le era corso dietro dalla classe fino a quel corridoio deserto -Cosa...-.

-Io... lei... io...- comincio' a dire, senza rigor di logica e senza riuscire a finire la frase -Io...- pianse ancora, nascondendo il viso tra le mani.

-Shhh...- la abbraccio' e le fece appoggiare la testa sul suo petto -Va tutto bene, ora ci sono qua io... va tutto bene...-.

-No... io...- i singhiozzi aumentarono, mentre lei appoggiava le mani sulle sue braccia, per sostenersi e per sentirsi maggiormente protetta -Lei... io... me... e... loro...-.

-Shhh...- ripete', cullandola.

-Ma...-.

-Non devi preoccuparti. Si sistemera' tutto...-.

-Draco...- sussurro', tra le lacrime e i singhiozzi.

-Dimmi...-.

-Ho paura, ho... ho tanta paura...-.

-Non devi. Tira fuori il coraggio... andra' tutto bene...-.

-Non e' vero...-.

-Come...- si stacco leggermente da lei, per poterla guardare negli occhi -Come puoi pensare che le cose andranno male? Tu... tu sei forte, sei coraggiosa... ce la farai...-.

-No.- scosse la testa -Ho paura, ho troppa paura. Non posso. Non posso andare avanti io...- scosse la testa -Non ce la faccio.-.

-Ti arrendi cosi'.-.

-Io... e' che...-.

-E' che...? parlane con me...- mormoro', preoccupato.

-Lei e'... mia... mia madre...- disse, finalmente.

-Lei chi?- chiese, confuso.

Hermione alzo' ancora il viso. Violet era la sorella di Tonks, era... era... era una...

-Io... io...- si alzo' di scatto, allontanandolo da se' -Io non... non ci credo! Io...-.

-Ma cosa...?- troppo tardi, Hermione era corsa via.

***

Andromeda sorseggiava ancora del te', era seduta sul divano. E pensava. Da quel momento in poi sarebbe stato piu' difficile fare passare dalla sua parte la nipote... visto che avrebbe saputo di non essere sua parente. Remus Lupin aveva appena lasciato casa sua con Samantha, e lei sapeva bene che erano diretti da Violet a dirle quello che lei aveva sempre cercato di tenere nascosto.

-Salve signora...- questa voce la fece sussultare.

-Salve...- era l'uomo che le aveva chiesto la nipote come moglie per il figlio.

-Il matrimonio deve essere fissato.-

-Temo che la cosa non sia piu' possibile. Lei non e' mia nipote.-.

-Lo so bene. Per questo voglio che sposi mio figlio...- l'uomo si tolse il cappuccio e la guardo.

-Ma cosa...?-.

-Mio figlio sposera' quella ragazza, costi quel che costi.-.

-Ma lei e'...- impallidi' -No... e' impossibile...-.

-Invece sono proprio io, signora.- ghigno' -Sono proprio io...-.

***

Hermione si aggrappo' alla tazza del water, per vomitare ancora. Poi appoggio' la schiena contro la parete e socchiuse gli occhi. Aveva baciato Draco Malfoy... che aveva sangue Black nelle vene, aveva baciato un suo... un suo parente. Vomito' ancora, poi mise la testa fra le mani.

-Oh... tu devi essere l'amica di Harry... come mai non viene piu' a trovarmi?- la riccia non rispose, non aveva quasi per niente ascoltato il fantasma -Ehi...-.

Draco era suo parente... Draco, Draco, Draco, Draco, Draco...

Hermione vomito' ancora e ricomincio' a piangere.

E lei lo amava... si era innamorata di lui e... e...

-Va tutto bene?- le chiese allora Mirtilla.

-Scusa io...- riusci' a sibilare, prima di alzarsi traballando.

-Non ha importanza...- disse il fantasma -Me ne vado...-.

Hermione pianse, pianse e pianse ancora. Perche' diavolo non le avevano impedito di innamorarsi di Draco!

L'amore non si puo' controllare, i sentimenti non si possono controllare.

Ma lei avrebbe tanto voluto poterlo fare.






Note dell'autrice: questo capitolo lo avevo in mente da un po', era in programma da quando ho iniziato a scrivere questa fic. Hermione ha finalmente scoperto che Violet e' sua madre. Spero vi sia piaciuto. Grazie a tutti coloro che leggono ed a Shavanna, ad HermyKitty, a Dark_angel, a Nikoletta, a juju210, a MissMalfoy1, a SiLvIeTT4 (Violet e' la madre di Herm e no Blaise non e' arrabbiato con Harry... per le altre domande credo che dovrai aspettare un po'), a potterina_88_, a _AqUa PrInCeSs_ (L'albero genealogico? Potrei metterlo quando svelero' anche il padre di Herm, per il momento meglio di no, svelerebbe troppo), a laguna (Blaise intendeva la storia tra Draco ed Hermione, che lui ha scoperto mentre Harry non ha la piu' pallida idea che i due provino qualcosa l'uno per l'altra) e a mars. Grazie mille per i commenti, mi fanno sempre molto piacere.

Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate, spero di riuscire ad aggiornare presto, baci, Hermione92.

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Capitolo 21
*** Verita' ***


21. VERITA'


La testa di Hermione pulsava terribilmente, oltretutto il mal di testa aumentava la sua intensita' ogni istante che passava. La ragazza si aggrappo' al muro e, non senza fatica, riusci' ad alzarsi in piedi. Barcollo' lentamente avanzando verso i lavandini. Apri' il rubinetto e lascio' scorrere l'acqua, prima di prenderne un po' tra le mani e di bagnarsi il viso.

Rimase immobile ad osservare l'acqua che scendeva, ma solo per qualche istante.

Poi usci' dal bagno di Mirtilla e comincio' a camminare per i corridoi. Il suo sguardo era perso nel vuoto. Ancora. Le tornavano in mente attimi dolcissimi, che avrebbe tanto voluto eliminare dalla sua mente.

Ma da un altro lato, quelli erano gli unici ricordi che era certa di voler conservare per sempre.

***

-Dra... ma che hai?- Blaise guardo' l'amico, preoccupato.

-Niente.- mormoro' lui, continuando a fissare un punto imprecisato del tappeto.

-Niente?- il moro alzo' un sopracciglio -E' da piu' di tre ore che sei immobile a fissare il tappeto. Potrei cominciare a pensare che hai intenzione di aprire un'industria tessile!-.

-Ah, ah...- sbuffo' Draco.

-A me puoi dirlo: sono il tuo migliore amico.-.

-Migliore amico che... che mi tiene nascoste cose che lo riguardano direttamente?-.

-Scusa?- Blaise arrossi'.

-Dovresti saperlo. E meglio di me.- il biondo si alzo' in piedi -Hai qualcosa, che io non so.-.

-Oh...- trasse un sospiro di sollievo -Non e' niente, assolutamente niente.- studio' ancora l'amico -Ma tu: tu hai qualcosa.-.

-No.- si limito' a sibilare, con tono freddo.

-Per caso c'entra una Grifondoro?- ipotizzo', sedendosi accanto a lui.

-Mpf...-.

-Una ragazza figlia di due Babbani?- ipotizzo' ancora.

-Mpf...-.

-Una ragazza... magari riccia? Intelligente? Insopportabile...- ma non fece in tempo a finire il suo elenco.

-Dove vuoi arrivare, Blaise?- l'interruppe Draco, seccato.

-Cos'e' successo con la Granger?- domando' il moro, lanciando uno sguardo eloquente all'amico.

-Assolutamente niente.-.

-Niente? Qual'e' il tuo concetto di niente?-.

-Non sono affari tuoi, Blaise?-.

-Ti ha colpito nell'orgoglio? Ti ha mostrato che non e' come le altre ragazze?- chiese -Sono preoccupato per te, Draco.-.

-Non sono affari tuoi.-.

-Scusa, se cerco di fare l'amico.- si diresse alla porta -Scusa davvero.-.

***

-Dove dovremmo trovarla?- Samantha alzo' lo sguardo, guardando l'imponente struttura di Hogwarts.

-E' li' dentro.- rispose Lupin, calmo.

-Li' dentro?- la donna alzo' gli occhi al cielo -Come se trovare una persona “li' dentro” fosse facile!-.

-Oh... e' lo e'... se sai a chi chiedere.- disse, sfoggiando un sorriso.

-Ma... come...?- lei era sempre piu' confusa.

-E' semplice, in modo relativo certo. Ci bastera' trovare Harry.-.

-Harry, certo. Come mai non ci ho pensato prima!- si batte' una mano sulla fronte -Quindi per te e' piu' facile trovare Harry... che Violet?-.

-Violet non e' seguita da praticamente tutta la popolazione femminile della scuola.- rispose, come se fosse stata la cosa piu' normale del mondo.

-Ah, certo. Ovviamente.- Samantha stava seriamente pensando di continuare le ricerche da sola, visto che credeva che avrebbe fatto prima.

***

-Tu sai perche' Hermione e' uscita dalla classe correndo, vero?- chiese per l'ennesima volta Ninfadora.

-Io?- Violet alzo' le spalle.

-Tu.-.

-Ok. Lo so.-.

-E allora...- Tonks si blocco' di colpo -E' lei...-.

-Non e' questo il problema... almeno non il suo principale problema...- Violet sospiro'.

-E... il suo problema principale sarebbe?-.

-E' innamorata.-.

-E quindi?- Tonks scosse la testa, senza capire.

-Quindi... si deve sentire uno straccio.- Violet si alzo'.

-Dove vai adesso?-.

-A comportarmi come dovrei.- rispose solo, uscendo dalla stanza.

***

-Dov'e' Hermione?- domando' Ron , rivolto al suo migliore amico.

-Guardato in biblioteca?- rispose Harry, alzando lo sguardo dal libro sul Quidditch che teneva aperto sulle gambe.

-Non c'e'- il rosso sbuffo'.

-Perche' la cerchi?-.

-Deve aiutarmi! Il tema per Piton...-.

-Deve aiutarti... o deve farlo lei?- domando', ridacchiando.

-Ok, lei non c'e': posso ditelo.- fece un respiro profondo.

-Farlo lei.- si rispose Harry -Ricevuto.-.

-Come mai oggi sei... sei... cosi'?-.

-Cosi' come, scusa?- chiese, alzando un sopracciglio.

-Sembri innamorato...-.

-Eh?- chiuse il libro con uno scatto.

-Chi e' la fortunata?-.

-Nessuna.- rispose, sincero. Tirando un respiro di sollievo.

***

-Violet... per favore...-.

-Tu sapevi che e' Hermione. E non me l'hai detto.- disse, guardandolo negli occhi.

-Violet...-.

-No. Non voglio ascoltarti.- scosse la testa.

-Devi... e'... importante...-.

-Non m'interessa quello che vuoi dirmi. Per niente.-.

-Violet...- la donna riprese a camminare -Violet...-.

-Ho da fare.- sibilo', fredda.

-Ascoltami...-.

-Ho da fare, Remus.- mormoro', senza smettere di allontanarsi da lui.

-Violet...- l'uomo fece un respiro profondo -Tu... non sei una Black...-.

-Come?- sussurro', confusa.

-Tuo padre... il primo marito di Andromeda... aveva messo incinta una donna, tua madre. Sei nata e tua madre e' morta. Ne ho le prove: tu non sei una Black.- il licantropo sospiro' -So che non e' il modo migliore per scoprirlo, ma...-.

-Devo...- la donna sbatte' piu' volte le palpebre -Devo... devo andare...-.

-Come...?- Lupin la guardo', mentre correva.

Ma correva per cosa?

***

Hermione si appoggio' alla parete. E trasse un sospiro di sollievo. Chiuse gli occhi e le apparve l'immagine di Draco. E sorrise. Si rimise a camminare, ancora debole.

Ma questa volta la sua destinazione era diversa.

***

-Cos' ho fatto di sbagliato?- domando', stringendo le mani in due pugni.

-Di... di sbagliato?- Blaise si fermo' e si giro' verso l'amico.

-E' corsa via...- mormoro' Draco.

-Quando? Parli della lezione?- chiese il moro, confuso.

-No. Dopo. L'ho trovata... e piangeva. Ho cercato di farmi spiegare cosa le era successo, ma... ma e' corsa via.-.

-Oh...- Blaise guardo' l'amico, comprensivo.

-Perche'?-.

-Cosa le hai detto?- chiese, tranquillo.

-Cosa intendi?- Draco alzo' lo sguardo, fino a guardare l'amico negli occhi.

-Cosa le hai detto alla “Malfoy'?-.

-Niente!-.

-Ci dev'essere qualcosa che l'ha fatta titubare in quel modo. E' sempre cosi'.-.

-Come ha potuto titubare di me? Della mia magnificenza?- esclamo', colpito nel profondo del suo ego maschile.

-Non credo che abbia titubato di te.- il moro scosse la testa -Sai che dall'inizio dell'anno non era piu' lei...-.

-So anche cosa le e' successo, ma...-.

-Ma?- domando' -Non credi che sia un motivo valido per sentirsi insicura? Per star cosi' male? Draco... ti ricordo' che anche tu non hai passato bei momenti...-.

-Bei momenti?- il biondo rise amaramente -Io mi sono sempre ripreso.-.

-Se il non avere affetto e fregarsene altamente e' un segno di ripresa...- lascio' la frase in sospeso e diede una pacca sulla spalla all'amico.

-Sai che...-.

-Che non intenedevi quello?- sbuffo' -Lo so, certo. Tu intendevi che non ti metti a piangere, che non dimostri di essere ferito. Ma credimi: l'indifferenza e' peggio.-.

-E tu che ne sai?- sbotto'.

-Ti conosco.- disse solo -E, se vuoi accettare un mio consiglio, credo di sapere che tu non vuoi lasciarti scappare quella ragazza...-.

-Cosa te lo dice?- chiese, freddo.

-Il tuo comportamento, Draco.- alzo' le spalle -Con lei il tuo muro d'indifferenza crolla miseramente. Hai trovato il fuoco che ha saputo sciogliere il ghiaccio della tua anima...-.

-Oh, certo...- sbuffo', seccato.

-E...- continuo', senza badare all'interruzione -Ora non puoi piu' farne a meno.-.

-Cosa ti e' saltato in testa?- si alzo' di scatto.

-Guardati. Lo sai benissimo anche tu, Draco. E per questo sei arrabbiato, sei furioso con te stesso... per aver permesso a qualcuno di scavare dentro la tua anima...-.

-Ti sbagli, Blaise.- sibilo', a denti stretti.

-Allora spiegami il tuo comportamento.- incrocio' le braccia al petto -Sentiamo. Sono curioso di vedere cosa sei in grado di inventarti.-.

-Mi da fastidio che lei scappi dalla mia perfetta persona...- inizio', sicuro -Insomma: io sono stupendo. Come puo' andarsene cosi'?-.

-Ti da fastidio che ti lasci solo... senza spiegarti nulla, facendoti stare in pensiero, e... con la voglia di rivederla immediatamente.- tradusse le parole dell'amico, dicendo le cose come stavano.

-Mi da fastidio che non sia con me in questo istante, a contemplare la mia bellezza.-.

-Ti da fastidio che lei non sia con te... e ti manca da morire.- tradusse ancora, calmo.

-Mi da fastidio che stia con Weasley e con Potter...- a questo nome il moro abbozzo' un sorriso -Invece che con me. Lei e' mia...-.

-Sei geloso. E ti da fastidio.-.

-Blaise!- sbotto' -Come fai a smontare ogni mia singola teoria?- chiese, sedendosi e prendendosi la testa fra le mani.

-E' semplice: so che sei innamorato e che non lo vuoi accettare.-.

-Non... vero... ecco... detto... infermeria...- sussurro' con voce talmente bassa che queste furono le uniche parole capite da Blaise.

-Ovviamente...- finse di concordare -Draco...- disse poi -Ripeti, per favore.-.

-Non e' vero che non lo accetto.- ripete', sbuffando.

-Ah, no?- domando', scettico.

-Le ho detto che la amo.-.

E questo lascio Blaise Zabini letteralmente senza parole.

***

N.,

Il mio piano avra' inizio tra poco. Non ti preoccupare: nostro figlio avra' la moglie che merita.

A.

***

-Hermione...- la ragazza si fermo' in mezzo al corridoio -Hermione fermati...-.

-Sono ferma.- sibilo', fredda.

-Hermione... so che in questo momento stai scegliendo il modo piu' opportuno per odiarmi... ma...-.

-Ha sbagliato. Sto cercando di non mettermi ad urlare.-.

-So che e' dura e, credimi: lo e' piu' per me che per te. Io non sapevo che tu... che tu...- s'interruppe, imbarazzata.

-Che io fossi tua figlia?- chiese, gelida.

-So che dobbiamo parlare...- disse, guardandola negli occhi -Ma so anche che ora... ora preferisci vedere Draco...-.

-Be'...- arrossi'.

-Devi dirgli che non sei una Black.- sorrise amaramente -Sai...- Hermione la guardo' finalmente in faccia -Sono sollevata. Ti ho trovata e ho scoperto che non avrei dovuto soffrire...-.

-Cosa intendi?- domando' la ragazza, confusa.

-Ti... ti devo spiegare tante cose...- rispose -Perche' ho deciso di abbandonarti, perche' non ti ho mai cercata...-.

-Sarebbe il minimo...-.

-Si', ma prima...- il suo sorriso si allargo' -Devi occuparti di una cosa piu' importante.-.

-Quale?- scosse la testa, confusa -Di cosa...?-.

-Di cosa sto parlando?- Hermione annui' -Di Draco...- spiego' -Ed ho intenzione di aiutarti. So che mi odi, ma... voglio fare qualcosa per te, per vederti sorridere... per capire che il mio gesto non e' stato vano...-.

-Io...- avrebbe voluto far domande su domande, ma la sua lingua era come paralizzata.

-Non dire niente. Andiamo. Nella Sala Comune dei Serpeverde, vero?- Hermione annui' ancora -Perfetto...-.

-Violet Tonks...- sibilo' Piton a denti stretti, quando le due arrivarono di fronte al ritratto che avrebbe aperto il passaggio per la Sala Comune -Ed... Hermione Granger...-.

-Esatto.- Violet annui' -E dobbiamo entrare.- aggiunse, indicando il ritratto con un cenno del capo.

-Temo di non aver capito...- disse il professore.

-Dobbiamo entrare.- ripete' la donna -E... subito...-.

-Io dovrei farvi passare?- domando' l'uomo.

-E' quello che ha detto Silente...- oso' Violet, mentre Hermione si sforzava di non sembrare sorpresa -Quindi immagino di si'.-.

-Oh...- l'uomo disse la parola d'ordine e le lascio' entrare.

***

-Draco... tu le hai... detto cosa?- chiese Blaise, sgranando gli occhi.

-Che la amo...-.

-Oddio.-.

-Oddio? Ma ti sembra una cosa da dire?- chiese, nervoso.

-Si'.- rispose con un filo di voce.

-Si'? Si'? Blaise ma...-.

-Disturbo?- Hermione apri' piano la porta.

-Io me ne stavo andando...- Blaise usci' dalla stanza e li lascio' soli.

-Granger.- sibilo' Draco, freddo.

-Draco...- comincio' lei, titubante -Mi dispiace. Ero sconvolta...- la sua voce s'incrino' leggermente -Ho scoperto che Violet e' mia madre... ho pensato che fosse una Black e...- una lacrima le scese lungo una guancia -Mi dispiace. Ho avuto paura. Pensavo che... io e te... quindi...- lo guardo' negli occhi -Sono scappata.-.

-Io...-.

-Aspetta...- l'interruppe -Poi... ho scoperto che Violet non e' una Black, che non siete parenti e... e sono corsa qua...-.

-Granger...-.

-Mi dispiace, lo so, ma...- si scuso' un'altra volta, imbarazzata.

-Granger...-.

-Scusa.- abbasso' lo sguardo.

-Lasciami parlare. Devo dirti una cosa...-.

-Dimmi.- mormoro', preoccupata.

-Granger...- comincio'.





Note dell'autrice: Lo so, lo so. La fine di questo capitolo lascia tutte le strade aperte. Secondo voi cosa dira' ad Hermione? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Grazie a coloro che leggono ed a SiLvIeTT4, a HermyKitty, ad *Eirene*, a Dark_Angel, a potterina_88_, a Nikoletta, a Shavanna, a juju210 ed a _AqUa PrInCeSs_. I vostri commenti mi hanno resa felicissima, spero di non avervi deluse con questo capitolo.

Commentate, alla prossima, baci, Hermione92.

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Capitolo 22
*** Fiducia ***


22. FIDUCIA


-Granger.- comincio'.

-Dimmi.- ripete' lei, cominciando a preoccuparsi.

-Sei un'idiota.- disse, guardandola negli occhi.

-Scusa?- la riccia scosse la testa, confusa.

-Hai sentito benissimo.- sibilo' seccato.

-Ma...- tento' di protestare lei.

-Niente ma.- l'interruppe Draco -Potevi parlarmi prima, invece di scappare e di... cazzo! ti rendi conto che mi sono preoccupato?-.

-Pre... preoccupato?-.

Se c'era una cosa che Hermione Granger non si sarebbe mai e poi mai aspettata era il vedere Draco Malfoy ammettere di essere preoccupato, ed esserlo veramente.

-Preoccupato.- sbuffo' sonoramente.

-Preoccupato.- ripete' lei, con un sorriso ebete stampato sul viso.

-Granger... smetti di ripeterlo.- mormoro', girandosi e dandole le spalle.

-Ti da' cosi' fastidio?- chiese, facendo un passo verso di lui.

-Si.- bisbiglio', quasi impercettibilmente.

-Stai provando un sentimento, Draco...- sussurro' dolcemente, prendendogli la mano tra le sue -Hai finalmente permesso a qualcuno di... di raggiungere il tuo cuore...-.

-E forse non avrei dovuto farlo.- con uno scatto libero' la sua mano dalla leggera presa della ragazza e si giro' a guardarla -Io sono Draco Malfoy, io non posso provare nessun sentimento diverso dall'odio, chiaro?-.

-Draco...-.

-No. Io non ho permesso a nessuno di arrivare al mio cuore, tu non mi hai colpita e...-.

-Perche' vuoi negare l'evidenza?- gli domando', mentre una lacrima le scendeva lungo una guancia.

***

Andromeda fissava l'uomo come se si fosse trovata di fronte ad un fantasma. Era morto, quell'uomo era morto. L'aveva visto lei stessa. Era sparito, sparito nel nulla. Tutti sapevano che era morto, tutti lo credevano. Quando Lucius Malfoy gli aveva lanciato un incantesimo contro il volto, contro la sua cicatrice.

Ma lui era li', di fronte a lei.

La sua cicatrice inconfondibile, e la perfetta somiglianza con il fratello.

-E' impossibile...- ripete', sconvolta.

La tazza cadde sul pavimento, e si frantumo' in mille pezzi.

-Sono io. Sono Augustus Malfoy.-.

-Tu... tu sei morto...-.

-Il mio caro fratellino ha fatto male i calcoli...- ghigno', mentre una luce sinistra gli illuminava gli occhi -Credeva di potersi liberare di me. Di me, di suo fratello. Sono sempre stato migliore di lui... in tutto e per tutto...-.

-Come...?-.

-Mi sono salvato, ero solo svenuto dopo quell'incantesimo da quattro soldi...-.

-Avrei dovuto immaginarlo. Un Malfoy non si sconfigge tanto facilmente.-.

-Stavo solo aspettando il momento migliore per agire... il momento migliore per dire la verita' a Draco...-.

-Quindi...- la donna impallidi' -Quindi...-.

-Credo che stasera... sia opportuno fare una visitina ad Hogwarts. E' tempo che i segreti della famgilia Malfoy siano svelati.-.

-Ma...-.

-Lei non si preoccupi. Se c'e' una cosa certa... e' che Draco non puo' sposare la Parkinson.-.

Aveva un piano. Ed era sicuro che avrebbe funzionato.

***

-Io non nego l'evidenza, Granger.-.

-Tu hai solamente paura.- sospiro' -Lo so bene.-.

-Io non ho paura. Io non ho paura di niente e di nessuno.- sibilo', ferito nell'orgoglio.

-A volte i sentimenti possono fare paura.- rispose -Ne ho anch'io, sai? La paura... la paura... tutti hanno paura.- alzo' il braccio, per arrivare ad accarezzare la sua guancia, con la punta delle dita -Tutti...-.

-Non un Serpeverde, non un Malfoy... non io.- nei suoi occhi Hermione pote' leggere un misto di rassegnazione e di determinazione.

-Allora e' questo il problema?- domando' -Allora il problema e' che ti hanno imposto, ti impongono, di non aver paura?-.

-Non... non...- s'interruppe. Non sapeva cosa dire.

-Non devi permettere che... non devi permettere a nessuno di dirti cosa fare o cosa non fare, Draco. Tu hai tutto il diritto di avere paura. In questo mondo che, la paura, la nasconde in ogni luogo.-.

-Io non voglio aver paura.- sibilo', abbassando lo sguardo.

-Non devi sentirti debole, Draco.- guardo' il suo viso, le sue labbra semiaperte, i suoi occhi che per la prima volta esprimevano tutto quello che lui sentiva -Non sei debole.-.

-Non lo sono, perche' non ho paura.- affermo', continuando a sostenere la sua tesi.

-Hai passato la tua vita a nasconderti dietro una maschera, ad impedire a te stesso di esprimersi... a tenere chiuso dentro di te tutto il tuo mondo, tutte le tue sensazioni. Hai crercato di cancellare i tuoi sentimenti, di non provare paura, di non essere debole. Draco...- si asciugo' una lacrima, che era sfuggita dal suo controllo -Hai passato la tua vita cercando di essere cio' che non sei, cercando di reprimere... di reprimere tutto, ogni cosa.-.

-Io...- la guardo' negli occhi.

-E' stato uno sbaglio, un grandissimo sbaglio. Mi hai permesso di guardare dentro di te, di passare quel muro di ghiaccio... ed e' stato stupendo.-.

-Granger io... non credo che tu debba...-.

-Mi sono innamorata di quello che sei, Draco. Non di quello che cerchi di essere.- sospiro' -So che tu credi che nessuno possa cercare di comprenderti, di analizzare come sei... ma permettimi di farti capire che... per me sei importante, sei veramente importante. Cosi' come sei. Senza maschere. Con la tua strafottenza, la tua sicurezza che puo' anche vacillare.-.

-Granger la mia sicurezza non vacilla, chiaro?-.

-Ti amo anche per la tua testardaggine. Ovviamente... ovviamente di quella non potrai mai fare a meno...- sorrise dolcemente -Non ti chiedo di farlo per me, per tuo padre... o per qualcun altro, chiunque sia. Ti chiedo di farlo per te. Ti chiedo di ammettere quello che sei veramente. Tue paure comprese. Solo questo.-.

-Ammetterlo?- alzo' un sopracciglio.

-Ammetterlo.- annui' dolcemente -Lo sapro' solo io, Draco. Non uscira' da questa stanza.-.

***

-Hey...- Blaise sorrise a Harry.

-Hey...- il Grifondoro si stacco' dal muro, si guardo' intorno e, visto che non c'era nessuno, diede un dolce e veloce bacio alla serpe.

-Ciao.-.

-Ciao.-.

Si sorrisero. Poi iniziarono a camminare.

-Hai... hai visto Hermione?- domando' Harry, mentre percorrevano un corridoio deserto -Sono preoccupato, seriamente preoccupato.-.

-L'ho vista.- rispose Blaise, con un sospiro.

-L'ho cercata per ore e...- si blocco' improvvisamente -L'hai vista? Dove?-.

-Nei sotterranei. E' una ragazza speciale, veramente. Non credevo che fosse cosi', insomma... a guardarla “dall'esterno” non sembra...-.

-Nei sotterranei? E... certo che e' speciale, ma...-.

-Draco e' innamorato di lei.-.

-Malfoy innamorato? Di... di Hermione? Ma...-.

-Draco innamorato. Di lei. Non sto scherzando. Lui... e' veramente rimasto colpito...-.

-Ma come?-.

-E' successo. L'amore e' imprevedibile.-.

Harry lo guardo' negli occhi ed annui'.

L'amore e' veramente imprevedibile.

-Ma... Malfoy non la fara' soffrire, vero?-.

***

-Sono Draco Malfoy...- comincio' -Sono un Serpeverde... cos'altro devo ammettere? Che non so provare sentimenti?-.

-Tu li provi, Draco. Lo dimostra il fatto che... ti sei preoccupato per me...-.

-Era solo una questione di...- cerco' di giustificarsi, ma non riusci' a trovare niente di “non_compromettente” da dire.

-Di cosa, Draco?-.

-E' questione che... nessuno, ripeto nessuno, si puo' permettere di piantarmi in asso. Io sono perfetto, sono un dio in terra e...-.

-E nessuno puo' permettersi di farti preoccupare?- chiese, con un sorriso.

-Esatto.- rispose, senza riflettere -No.- si corresse -Assolutamente no. Io non ero minimamente preoccupato, chiaro?-.

-Chiaro.- Hermione sospiro'.

Forse in quello Draco Malfoy non sarebbe mai cambiato.

***

Caro Draco,

Ti scriviamo, tua madre ed io, per comunicarti che abbiamo deciso in comune accordo, l'identita' della tua sposa. La futura signora Malfoy. Siamo certi che sia la ragazza perfetta e che sara' la donna perfetta... quella giusta per continuare meravigliosamente la nostra nobilissima casata.

Sappiamo benissimo che la conosci, e che il vostro rapporto e' molto bello. E di questo siamo veramente lieti.

Confidiamo nel fatto che Pansy Parkinson sara' una perfetta signora Malfoy. Perfetta.

Verremo ad Hogwarts per decidere i dettagli del matrimonio, da celebrare prima possibile.

Lucius Malfoy.

***

Un gufo si materializzo' improvvisamente nella camera. Draco sbuffo'. Era di suo padre che, per far arrivare prima le lettere, materializzava i gufi direttamente nella scuola, anche se teoricamente sarebbe stata una cosa impossibile.

Quanto aveva promesso di donare per permettersi di comunicare con il figlio in quel modo?

-Cosa...?- Hermione sussulto', spaventata.

-Il gufo di mio padre. Prevedo brutte notizie.- prese in mano il rotolo di pergamena, e lo apri' senza esitazione.

Comincio' a leggere.

Hermione lo guardava, cercando di captare qualsiasi cambiamento nella sua espressione che le potesse far capire quello che era scritto sulla lettera.

Ma niente.

Draco era tornato il solito ragazzo di ghiaccio. Il solito Draco Malfoy.

-Cosa... cosa dice?- domando' allora la Grifondoro, con un groppo in gola.

-Devo...- degluti' -Devo sposare Pansy.-.

-Come scusa?-.

-Mio padre vuole che io sposi Pansy Parkinson.- ripete', con voce atona.

-Non... tu non la sposerai, vero?- domando', con le lacrime che cominciavano a scorrerle lungo le guance -Non lo farai.-.

-Granger... io...- comincio'.

-Dimmi che non la sposerai, Draco. Dimmi che non ascolterai tuo padre e gli dirai che non la vuoi sposare. Dimmelo!- sbotto', stringendo i pugni e cercando di smettere di piangere.

-Granger...-.

Era tornato al cognome.

-Dimmi che non la sposerai...- mormoro', senza riuscire a trattenere le lacrime -Dimmi che non vuoi sposarla.-.

Draco abbasso' la testa, per poi rialzarla immediatamente... senza mostrare nessuna espressione.

Era un Malfoy.

E come tale doveva comportarsi.

Hermione se ne ando'. Senza nemmeno una parola.

Usci' da quella stanza.

Non voleva piu' vederlo. Mai piu'.

***

-Lucius...- Narcissa guardo' il marito -Non credo che tu abbia fatto la cosa giusta... decidendo di combinare il matrimonio tra Draco e Pansy Parkinson.-.

-Chi ha chiesto la tua opinione?- domando', retoricamente.

-Dico solo che, secondo me, avresti dovuto chiedere anche a lui se Pansy va bene. Sono certa che sia una brava ragazza, ma...-.

-Ma?- alzo' un sopracciglio, seccato.

-Ma magari c'e' una ragazza migliore, che magari Draco ama...-.

-Draco e' un Malfoy. Draco non si puo' innamorare.-.

-Chi te lo dice? Lucius... potresti tentare di parlare con nostro figlio...-.

-Narcissa... non sono cose che ti riguardano.- obbietto', freddo.

-E' pur sempre tuo figlio.-.

-Stasera.- cedette.

-Cosa?-.

-Stasera io e te andiamo ad Hogwarts.- disse, prima di uscire dalla stanza.

-Oh...- Narcissa impallidi' -Ok.-.

***

-Allora?- domando' Violet ad Hermione, quando furono uscite dalla Sala Comune del Serpeverde -Com'e' andata?-.

-E' andata.- alzo' le spalle, cercando di trattenere le lacrime, che avrebbe terribilmente voluto versare.

-Cosa vuol dire, e' andata?-.

-Sposera' Pansy Parkinson.- sbuffo' -Ma la cosa non m'interessa.-.

-Invece ti interessa. E lo sai benissimo.- Violet la guardo' -Non devi mentire a te stessa. Parlane con me... non saro' stata una buona madre, ma... vorrei rimediare, in qualche modo...-.

-Parlami di te. Perche' hai fatto quello che hai fatto?- chiese, fredda -Dopo, forse, decidero' se parlarti di Dr... di Malfoy.-.

-Non... non sarei dovuta restare incinta.- disse, con tutta sincerita' -Non era una cosa programmata.- guardo' il pavimento -Io... ero anche fidanzata con un altro e...-.

-Non ero programmata e... cosi' hai pensato di uccidermi?- domando', mantenendo un tono distaccato.

-Hermione...- si fermo' -Guardami. Io non ho mai cercato di ucciderti. Mai.- la scruto' attentamente -Mai, capito?- sospiro', poi prosegui': -Tuo padre non sa della tua esistenza. Almeno... io non gli ho detto niente. L'ha scoperto. E non so perche' non sia venuto a parlartene. Sei nata... e ad Andromeda... a lei non andava bene che tu... che tu esistessi. Ha sempre cercato di controllare la mia vita, di manipolarla. Io ho fatto del mio meglio per impedirle di farlo.- una lacrima le rotolo' lungo una guancia -Un giorno l'ho trovata accanto alla tua culla, ti stava premendo un cuscino contro al viso. Abbiamo litigato, urlato. E alla fine e' andata in giro a dire che la colpa era mia, che lei ti aveva salvato la vita. Non so a chi tu voglia credere, a chi tu decida di dare ascolto. Ammetto di averti abbandonata io., ma se l'ho fatto e' stato unicamente per... per permetterti di avere una vita che con me non avresti mai potuto avere. Sei stata felice, mi auguro. E non nego di voler tornare indietro per tenerti con me, per puro egoismo. Non lo nego, Hermione. Ma sappi che io non ti avrei mai abbandonata se avessi saputo che eri al sicuro. Non l'avrei mai fatto.-.

-Perche' non mi hai mai cercata?-.

-Avevo paura che, se ti avessi trovata, Andromeda avrebbe ancora cercato di ucciderti. Lo so: potevo scappare, potevo venire a cercarti... avrei dovuto, ma... ti e' mai capitato di pensare che la cosa che si ha intenzione di fare non e' la cosa giusta?-.

-E' capitato.-.

-Mi dispiace, veramente tanto, credimi. Capiro' se decidi di odiarmi, se decidi che non vuoi piu' avere niente a che fare con me. Ti capiro'. Voglio solo che tu sappia che le cose sono andate cosi'.-.

Hermione rimase in silenzio e non smise di camminare.

-Mi odi?- le domando' Violet.

-No. Non ti odio. Ma... ci vorra' tempo... tempo prima che io capisca che posso fidarmi di te.-.

-Lo capisco.-.

-Allora non tradire mai la mia fiducia.-.

-Faro' del mio meglio.-.

E l'avrebbe fatto a tutti i costi.

-Mi fidavo di lui...- comincio' Hermione, dopo un po' -Credevo che fosse diverso da come... da come vuol far vedere. Ne sono convinta ancora. Ma... sposera' lei...- sospiro' -Speravo che lui tenesse a me, speravo che, anche se poco, non volesse perdermi.- scosse la testa, amareggiata -A quanto pare mi sbagliavo. A quanto pare non sono abbastanza come vuole lui. Non sono come la Parkinson.-.

-Sei mille volte meglio.-.

-A quanto pare per lui non sono abbastanza.-.

-Puoi sempre fargli cambiare idea.- Violet alzo' le spalle, tranquilla.

-Come?-.

-Non avro' molta esperienza come madre... ma come donna... come donna so qualche trucchetto...-.

-E...?-.

-E... se tu sei realmente convinta che lui non voglia stare con te perche' sei come sei... dimostragli... che sai stupire.-.

-Non e' da me.-.

-Hermione... in amore e in guerra tutto e' lecito.-.

-Anche cambiare completamente per lui?-.

-Tu sarai sempre tu. Tu sei tu. E questo non lo deve cambiare nessuno, nessuno si puo' permettere di cambiarlo. Solo... per una volta, puoi far vedere anche l'altro lato di te.- Violet sorrise -Ti aiuto io. Tieni a lui, vero?-.

-Si. Lo amo.-.

-L'amore... il sentimento piu' forte di tutti, ma anche quello piu' bastardo.- sospiro' -Andra' tutto bene, Hermione. Lo faremo restare a bocca aperta. E vedra' che la Parkinson non e' assolutamente niente in confronto a te.-.

Violet ne era convinta: se lui l'amava veramente non avrebbe voluto perderla.

Non avrebbe voluto perdere la sua Hermione, per niente al mondo.

L'avrebbe voluta cosi' com'era. Lei. Semplicemente.

Ma a volte, ad un ragazzo, bisogna schiarire le idee.





Note dell'autrice: so benissimo che ci ho messo secoli a scrivere questo capitolo. A dire la verita' c'e' voluto molto tempo per pensare agli elementi da inserire... perche' questa fic sta arrivando alla fine. Due o tre capitoli e sara' finita (se la mia mente elabora altre idee potranno essere di piu', ma non credo), due o tre capitoli e tutti i misteri saranno svelati completamente. Non so ancora se avra' un happy end o no: devo ancora decidere.

Ringrazio tutti coloro che leggono e Shavanna, SiLvIeTT4, SlytherinGirl, juju210, Nikoletta, potterina_88_, Dark_angel, HermyKitty, Diddola, gre ed hermione94. Con la speranza che non vogliate uccidermi per il ritardo. Grazie 1000 per i vostri commenti, che mi fanno veramente molto piacere: e' sempre bello vedere che c'e' qualcuno a cui piace quello che scrivo.

Spero di riuscire ad aggiornare presto, ma da adesso al 22/12 ho praticamente una verifica al giorno, senza contare le interrogazioni... quindi non garantisco niente. Ancora grazie, alla prossima, bacioni, Hermione92.

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Capitolo 23
*** Un vero amico ***


23. UN VERO AMICO


Incontriamoci tra un'ora, al settimo piano. Di fronte alla Stanza delle Necessita'. Ho bisogno di parlarti.

Hermione.

***

-Forse ho sbagliato a dirle tutto...- Silente sospiro' -Forse non avrei nemmeno dovuto chiedere a Harry di escluderla dall'Ordine...-.

-Hai sempre saputo che e' una ragazza brillante, non si meritava tutto quello che ha passato...- l'uomo scosse la testa, rassegnato -E se penso che in parte e' stata anche colpa mia...-.

-Non incolparti. Tu sei suo padre, sei stato escluso dalla sua vita fin dall'inizio... poi l'hai scoperto, te l'ho rivelato...-.

-Ma, Albus... ho scelto di non agire... e ora... ha sofferto...- una lacrima gli scese lungo una guancia.

-La vita e' piena di sofferenze. Soffrira' ancora.- si sistemo' gli occhiali sul naso -Soffrire fa parte dell'essere umani...-.

***

Draco fissava il frammento di pergamena, quasi a volersi imprimere nella mente la scrittura di Hermione. Voleva vederlo, e parlargli.

Del suo matrimonio, presumeva.

-Allora, Draco... com'e' andata?- Blaise entro' nel dormitorio, sorridendo.

-Quando?- chiese, sbuffando infastidito.

-Prima, con Hermione...- lo guardo' negli occhi, studiando la tua espressione -Stai bene? Sembra che tu abbia appena visto un televisore...-.

-Un che?- domando', senza essere realmente interessato.

-Un televisore, Draco.- il moro sorrise, pensando a quando Harry aveva tentato di spiegargli le sue funzioni -Un aggeggio babbano che...- s'interruppe -Oh, lasciamo perdere e dimmi cos'hai...-.

-Niente. Mi sposo.-.

-Cosa?-.

-Mi sposo.- ripete', affranto.

-Hai chiesto ad Hermione di sposarti?- domando', sorpreso -E non dovresti esserne contento?-.

-No, Bla... non hai capito... non le ho chiesto di sposarmi...- scosse la testa, passandosi una mano tra i capelli.

-Allora te l'ha chiesto lei?- chiese, cercando di immaginare il momento in cui Hermione si era inginocchiata di fronte a Draco, con l'intenzione di fargli “la proposta”. Forse, pero'... cosi' era un tantino esagerato.

-Mi sposo con Pansy, cazzo!- sbotto', tirando un pugno al materasso -Cazzo...-.

***

-E ora che gli ho mandato quella lettera?- Hermione guardava Violet, in attesa.

-Ora non ti resta che imparare ad ammaliarlo. Sai, cara, una donna non ha solo abiti scollati e succinti, per colpire un ragazzo... puoi usare le parole, che, se dette con un tono di voce basso e sensuale... possono essere migliori di qualsiasi scollatura.-.

-Tu credi?- le chiese, cercando di sorridere.

-Sei una bellissima ragazza, Hermione. Ti basta credere in te stessa, per riuscire.-.

-Mi sento cosi' stupida!- sospiro', e si sedette sul suo letto -Io non sono tutta sorrisini, voce mielosa e sensuale. Io... io sono Hermione Granger... sono libri e interrogazioni...-.

-E come credi di piacergli?- le domando', sfiorandole dolcemente una guancia.

-Io...- la ragazza arrossi' -Non lo so, io...-.

-Hermione... si vede che gli piaci. E, essendo un Malfoy, e' una cosa piuttosto rara. Insomma: ha mai mostrato i suoi sentimenti prima d'ora?- la riccia scosse la testa, in segno di diniego -Nei suoi occhi si legge il suo amore, Hermione. E... ama te, la vera Hermione. Si e' innamorato del tuo modo di fare, anche perche'... tu sei sempre rimasta fedele a cio' che sei, dico bene?-.

-Si', ma...-.

-Niente ma, tesoro. Puoi essere te stessa, anche usando qualche piccolo e semplice trucco.-.

-Ma io...-.

-Cosa ti turba, cara?- le chiese, sedendosi accanto a lei.

***

-Con Pansy?- Blaise sgrano' gli occhi.

-Esattamente, la Parkinson.- si alzo' in piedi, ed inizio' a camminare avanti e indietro.

-Ma... perche'?-.

-Mio padre, Blaise... mio padre...- Draco si morse il labbro inferiore.

[Come faceva sempre Hermione, quando era nervosa.]

-Non puoi...?- il moro lascio' la frase in sospeso.

-No, lo sai.- si sfioro' le labbra.

[Quelle labbra che Hermione aveva baciato.]

-Tu ami Hermione.- gli disse, sospirando.

-Gia', ma tu pensi che io possa dirglielo?- scosse la testa -Oh, si', certo: padre, sai... non posso sposare Pansy Parkinson perche' sono innamorato... di Hermione Granger...-.

-Effettivamente... gia' il solo fatto che tu sia innamorato...- il ragazzo sospiro' -Comunque, Dra... non puoi negare a te stesso che sposarti con Pansy sarebbe un gravissimo errore.-.

-Non l'ho mai negato, Blaise. E non ho nessuna intenzione di farlo.-.

-Allora cosa farai?-.

***

-Hogwarts...- Augustus ghigno'. Era da tempo che non vedeva quel castello.

-Gia', esatto.-.

-Mi e' mancato, sai... vivere come un evaso...- sospiro' -Tutto per colpa del mio caro fratellino...-.

-Cos'hai intenzione di fare ora?- gli domando' Andromeda, osservando la sua figura debolmente illuminata dalla luce della luna.

-Vendicarmi.- rispose, con tono piatto e freddo -Dargli finalmente tutto quello che si merita.-.

-Quindi fai tutto questo per vendetta?- chiese, rabbrividendo. Quell'uomo era l'unico in grado di spaventarla.

-Giustiza.- il suo ghigno si allargo' -Mio fratello, il caro Lucius...- stese il braccio con la bacchetta -Oh, si'...- fece un rapido incantesimo, ed inizio' a camminare -Avra' cio' che si merita.-.

Un albero si accartoccio' su se stesso, come se fosse stato di carta. Brucio', in una sola fiammata.

Ne rimase solo un mucchio di cenere.

***

-Quello...- Hermione fece un respiro profondo -Quello che provo, penso.-.

-Cosa intendi?- chiese, anche se la capiva benissimo. Anche lei aveva paura dell'amore.

-Non mi era mai successo di sentirmi cosi'... non avevo mai sentito le ginocchia tremare e un groppo in gola ogni volta che lo vedo. Con lui... sento il cuore battere e... e sono confusa, non capisco... e' tutto cosi' irrazionale! Ma... ma lo amo... e... non ero preparata. Non pensavo che mi sarebbe successo, forse... non pensavo che mi sarebbe successo cosi', con lui. Aspettavo il principe azzurro, come tutte hanno fatto almeno una volta... e...-.

-E non pensavi che fosse lui, giusto?- Violet le sorrise.

-Esatto. Draco Malfoy... e'... e' incredibile...- arrossi', pensando alle sue labbra, al suo corpo. E a come desiderava stargli accanto.

-Se lo ami, allora devi andare a quell'incontro, dimostrargli chi sei, cosa provi...-.

-Ma... se non andasse bene? Se andasse diversamente da come spero?- domando', lasciando che una lacrima sfuggisse al suo controllo.

-L'amore trionfa sempre, deve trionfare...- cerco' di rassicurarla.

-Ma questa non e' una favola...-.

-Lo so, purtroppo la vita non sara' mai una favola.-.

***

-Sai Blaise...- Draco guardo' l'amico negli occhi -Non ne ho idea.-.

-Tu, Draco Malfoy, non hai idea di quello che devi fare...-.

-Esatto.- annui', quasi impercettibilmente -Hermione mi ha chiesto di incontrarla...-.

-E cosa ci fai ancora qui?- gli domando', andandogli vicino.

-Non so se andarci...- rispose, alzando le spalle.

-Certo, l'amore della tua vita ti aspetta e tu stai qua a fare il cretino, piangendo su te stesso e perdendo tempo con me...- alzo' gli occhi al cielo -Il comportamento migliore, senza dubbio.-.

-Primo, io non piango. Secondo, io non sono un cretino. Terzo... cazzo, Blaise... pensi che sia facile?-.

-Sinceramente?- Draco annui' -Si', Dra... lo penso. La ami, e non corri da lei... lasciatelo dire, questo e' un comportamento da vero cretino.-.

-E' proprio perche' la amo, che non vado...-.

-Ecco, e io che credevo che niente potesse farti sembrare piu' cretino...- sospiro'.

***

-Eccoci, Narcissa...- Lucius guardo' la moglie, piu' pallida del solito.

-Gia'.- la donna cerco' di sorridere -Buonasera, Silente.-.

-Buonasera Narcissa, Lucius...- il preside li guardo', cercando di capire il motivo che li aveva portati ad Hogwarts.

-Dobbiamo parlare a Draco.- sibilo' Lucius, con voce atona.

-Questioni di famiglia...- si affretto' ad aggiungere Narcissa.

-Certo, certo...- l'anziano mago sorrise -Vi accompagno...-.

-Sappiamo la strada...-.

-Lo so, Lucius... ma mi piacerebbe comunque accompagnarvi, se permettete.-.

***

-Ora, Hermione... penso che tu debba andare...-.

-Ma...- guardo' la madre, con una punta di paura negli occhi.

-Tranquilla, so che non ti ho spiegato praticamente niente, ma... devi solo ricordarti che in te si nasconde una donna molto seducente... devi solo trovare la forza di mostrarla...-.

-Se non andasse bene?-.

-Almeno avrai tentato, Hermione. Non lasciare che la felicita' ti sfugga dalle mani, non quando hai la possibilita' di afferrarla.-.

-Quindi... devo solo...- s'interruppe, titubante.

-Essere te stessa... ed andra' tutto bene...-.

-Posso tentare... e...- arrossi', ma continuo' a guardarla negli occhi -Grazie, davvero...-.

-Non ringraziare. Non sono stata una madre, lo sappiamo entrambe... e ora... non ho fatto niente se non tentare che tu non faccia gli stessi errori che ho commesso io...- sospiro' -Hermione... io ti volevo, volevo prendermi cura di te, amarti come sentivo meritavi... ma... Andromeda... me l'ha impedito... quando tento' di ucciderti...-.

-Di soffocarmi, con il cuscino della culla...- disse, ricordando le parole di Silente.

-Si'... riuscii a salvarti, ma per miracolo e... mi promisi che nessuno ti avrebbe piu' fatto male. L'unico modo che avevo per farlo, era abbandonarti, lasciare che qualcuno piu'... piu' degno... ti trovasse...-.

-Io...- la guardo', stava piangendo.

-Volevo solo che tu fossi amata...-.

***

-Cazzo!- sbotto' Draco, serrando le mani a pugno -Cazzo! Cazzo!-.

-Dra... calmati ora...- Blaise lo guardava, senza sapere come aiutarlo.

-Cazzo!- tiro' un altro pugno, questa volta contro il muro.

-Draco... romperti una mano non e' la soluzione, e lo sai...- il moro osservo' le nocche dell'amico.

-Cazzo! Pero', cazzo!-.

-Lo so, sei arrabbiato, affranto... ma non e' la soluzione...- si avvicino' a lui, e gli prese la mano, per controllare meglio.

-E' cosi' fottutamente ingiusto...- mormoro', lasciando che Blaise gli aprisse e chiudesse la mano.

-Non hai rotto niente, solo un'ammaccatura. Non perdi nemmeno sangue.- constato', cercando di ignorare le sue parole. Dopotutto, odiava vederlo soffrire. E, quando succedeva, sapeva benissimo che l'amico non avrebbe approvato nessuna delle sue parole di conforto.

-Blaise... io la amo veramente... io...- chiuse gli occhi, li serro'. Li sentiva bruciare.

-Lo so, Draco, lo so...-.

-No, non puoi capire...- tenne gli occhi chiusi -La sto perdendo... la sto perdendo per sempre...-.

-Allora cambia le cose, Dra... non permettere che succeda, non perderla...-.

-E' troppo tardi...- apri' lentamente gli occhi, e giro' la testa, fino ad incontrare lo sguardo dell'amico.

-Non e' mai troppo tardi, Draco... mai...- gli sussurro' -Sei ancora in tempo...-.

-No...- una lacrima salata gli scese lungo una guancia -L'ho persa... persa...-.

-Draco...- Blaise aveva la bocca semiaperta, e fissava quella piccola goccia sulla pelle del biondo -Draco...-. Il suo migliore amico stava piangendo. Una sola lacrima, ma era pur sempre un pianto.

-Persa...-.

-Draco...- Blaise lo guardo' negli occhi, con un'espressione dura dipinta sul volto -Dove cazzo hai messo il tuo cinismo? La tua freddezza? Draco... tu la ami, certo... ma il Draco che conosco io non si comporta cosi'... il Draco che conosco io...-.

-Cosa?- sbotto', tirando via la mano dalla presa del moro -Cosa? Il Draco che conosci? Quello che ascolta sempre il padre? Quello che, secondo te, non e' capace di esternare i suoi sentimenti? Lo preferisci, Bla? Eh? Cazzo! Tu... dispensi consigli quando non sei certo migliore di me: anche tu ascolti sempre tuo padre, finirai per sposare chi vorra' lui, cazzo! E... e vieni qui a... a dare consigli a me? A dirmi dove diavolo sono finito? Orgoglioso, certo, sono orgoglioso. Arrivista, egoista... e fottutamente stronzo. Blaise... cazzo! Alla fine, dietro alla maschera... com'e' che dici sempre? Ah, si': sono un ragazzo come tutti, semplice e umano.- aveva le guance rosee per la rabbia e gli occhi di ghiaccio erano tornati quelli di sempre. Rancore, rabbia.... provava solo questo. Almeno, in superficie. -E... il Draco che conosci tu... non ama...-.

-Si', invece... tu ami, Draco.-.

-No, cazzo! Io non posso amare! Sono un Malfoy!-.

-Calmati...- lo guardo', preoccupato.

-No, Blaise. Non dirmi di calmarmi.-.

-Draco... allora mostrami che sei calmo. Dimostrami che puoi andare avanti... e, sopratutto... dimostra a te stesso che puoi fare a meno di lei, avanti...- lo sfido' -Dimostralo.-.

-Posso farlo, Blaise... e lo sai. Io posso tutto.-.

-Allora va' da lei.- gli disse -Allora lotta per quello in cui credi, per la persona che ami. E, se proprio non vuoi lottare, se proprio non vuoi “dimostrarti debole”- sbuffo', come per sottolineare che amare e' tutt'altro che una debolezza -Allora... vai da lei, e dille che non t'importa. Comportati da Draco Malfoy, su... se ne sei fiero.-.

-Io...- aveva il fiatone e stava tremando -Io...-.

-Draco... se non credi di poter amare, allora non illuderla, sarebbe sbagliato. Ma entrambi sappiamo cosa provi...-.

-Non posso stare con lei.- disse, sedendosi -E poi... l'ho persa.-.

-La perdi se resti qui, Draco...- Blaise scosse la testa, ormai rassegnato -Ma se vuoi perdere l'unica persona in grado di renderti felice, fai pure. Tu hai la fortuna di avere trovato qualcuno pronto a lottare per te, pronto a starti accanto. Hai la fortuna di avere una persona che ti ama, e nemmeno te ne accorgi, tu... sei pronto a sprecare tutto questo, senza indugi, anche. Ma sai cosa ti dico? Forse se non sei pronto a lottare non e' vero amore... non e' nemmeno l'ombra di quel sentimento. La cosa buffa e' che dovrei essere arrabbiato con te, perche' non capisci la tua fortuna, non la sai vivere pienamente... ma non lo sono... sono solo... be'...- sospiro' -La verita' e' che mi fai solo pena...-.

***

Hermione camminava avanti e indietro, nervosamente. Forse quell'incontro non era stata una buona idea. Oltretutto, Draco non era ancora arrivato, era in ritardo.

E se non fosse andato?

Si morse il labbro inferiore, nervosamente. Non sopportava l'attesa. Violet le aveva detto che doveva solo restare calma e sarebbe andato tutto bene. L'unico problema era che non riusciva proprio a calmarsi.

Lei lo amava, e l'ultima cosa che voleva era perderlo.

***

-Non va bene...- Violet sospiro' -Non e' calma...-.

-Scusa?- un uomo le si affianco'.

-Non e' calma, ma dovrebbe esserlo.- spiego', cercando di non arrossire.

-La stai spiando.- constato' lui -E sai che non e' corretto...-.

-Ma e' mia figlia...-.

-E' anche mia figlia, Violet. E lo sai benissimo..-.

***

Doveva stare calma, si'. Peccato che la calma non fosse una delle sue doti migliori. Era una Grifondoro, ma in quel momento aveva dannatamente paura. Dove diavolo era finito il suo coraggio? Iniziava persino a credere che tutte le sue doti, ma prioprio tutte, quella sera avessero deciso di farsi una vacanza.

Draco era in ritardo. Un ritardo sempre maggiore.

Non sarebbe piu' arrivato, lo sapeva.

Allora perche' aspettava?

Forse, voleva ancora aggrapparsi ad una speranza sempre piu' fievole... forse, sperava ancora di poter vivere la sua favola.

Ma la vita non e' una favola. E non lo sara' mai, giusto?

-Granger.-.



Note dell'autrice: so che non ho scuse per il mio assurdo ritardo, ma ho avuto il blocco dello scrittore. Spero di essere riuscita a farmi perdonare con questo capitolo. Ringrazio chi ha letto fino a qui, che ha aggiunto la mia fic ai preferiti e: Dark_angel, potterina_88_, Shavanna, hermione94, mimmaus, anjelina e TINAX86, che hanno commentato lo scorso capitolo.

Non ho ancora deciso per il finale (percio' potete dirmi se preferite o no un happy end) e, sinceramente, non so nemmeno tra quanti capitoli sara' (infatti ho aggiunto parti che nella mia idea inziale non erano presenti). Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che vogliate farmi sapere cosa ne pensate. Accetto critiche costruttive e suggerimenti.

Alla prossima, commentate, bacioni, Hermione92.

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