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di ___Harryseyes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Accidentalmente! ***
Capitolo 2: *** Cena a sorpresa ***
Capitolo 3: *** 3.Un dato di fatto! ***
Capitolo 4: *** Una vecchia amica ***
Capitolo 5: *** Strani comportamenti ***
Capitolo 6: *** Pranzo speciale ***
Capitolo 7: *** Chiarimenti ***
Capitolo 8: *** Sguardi ***
Capitolo 9: *** Delusioni ***
Capitolo 10: *** Nate ***
Capitolo 11: *** Tutto è cambiato ***
Capitolo 12: *** Un felice risveglio ***
Capitolo 13: *** Shopping ***
Capitolo 14: *** Decisioni ***
Capitolo 15: *** Vecchi desideri ***
Capitolo 16: *** Primo appuntamento ***
Capitolo 17: *** Dolcezza ***



Capitolo 1
*** Accidentalmente! ***


 

“Liam! Dove hai messo il mio olio?” Ero incazzata nera e non mi rispondeva. “LIAM!”

“Sto studiando! Fammi concentrare Meg.”
“Voglio sapere dov’è l’OLIO quello per il corpo”
“Ah quello… Ieri l’ho accidentalmente rovesciato.”
“Accidentalmente? Ti rendi conto in che situazione mi trovo?” Respirai. “Tra meno di un’ora ho un pranzo con i miei genitori dall’altra parte di Londra, sono con le gambe incollate e il mio inquilino ha ACCIDENTALMENTE rovesciato l’olio per il corpo.”
“Non è colpa mia se non ti sai fare una ceretta senza fare un casino.”
Ci pensai un po’ su. “Ok. Uso l’olio da cucina.”
Sbiancò “Quello no! Oggi vengono i miei amici a pranzo. Lo devo usare”
Diventai tutta rossa. Se fosse stato possibile mi sarebbe uscito anche il fumo dalle orecchie “In due mesi che vivo qui non hai mai invitato i tuoi amici e devi farlo proprio oggi? Vatti a comprare l’olio, oppure cucina senza. Sai, l’ho ACCIDENTALMENTE rovesciato sulle mie gambe!”
 
Dopo un’ora passata a prepararmi ero all’entrata del ristorante. Solo tre quarti d’ora di ritardo, stavo migliorando! Arrivai al tavolo e i miei genitori erano impassibili come al solito. Che senso aveva organizzare un pranzo con la propria figlia minore solo per criticarle il fatto che abitava in un appartamento minuscolo, con un inquilino stupido e che lavorava in un negozio di dischi per pagarsi gli studi? In fondo non gli avevo mai chiesto dei soldi. Non li sopportavo proprio quando mi guardavano con quell’aria di sufficienza.
Mia madre aprì bocca per parlare ma mio padre la precedette “Chi ti ha insegnato a fare così tardi Megan?”
Pensai ad una scusa ma l’unica cosa che mi venne in mente fu “Ho avuto un piccolo incidente.”
Questa volta fu mia madre ad arricchire la dose di complimenti “E quella macchia d’unto orribile sulla maglietta cos’è?”
Merda! Non ero riuscita a coprirla con la sciarpa “Ho accidentalmente rovesciato dell’olio mentre preparavo uno spuntino a Liam.”
Oggi ce l’avevo con accidentalmente! Liam e le sue parole da intellettuale.
“Liam? L’adorabile ragazzo che abita con te? State insieme allora.”
La guardai male “No mamma!”
Dimenticavo che per i miei genitori Liam era un bravo ragazzo, solo perché due mesi fa quando mi ero trasferita da lui conoscendolo lui gli aveva parlato dei suoi studi.
Decisi di cambiare argomento “Allora come va a casa? Nate come sta?”
Nate era il mio fratello maggiore aveva venticinque anni, mentre io venti. Andavamo molto d’accordo, solo che lui aveva accettato i soldi dei miei genitori e ora dipendeva da loro. Non capivo come facesse. Doveva vederli spessissimo e doveva sentire le loro lamentele perché pretendevano che si sposasse.
“Sta bene. Tu piuttosto come te la cavi?”
“Bene. Gli esami stanno andando bene e il lavoro anche.” Piccola bugia! Durante l’ultimo turno il mio capo mi aveva minacciata di licenziarmi perché avevo rotto due cd ed ero arrivata in ritardo. Non era molto grave!


Continuammo con queste inutili chiacchiere per tutto il pranzo.
Ce l’avevo fatta! Avevo affrontato un altro pranzo mensile con i miei genitori e ne ero uscita viva! Come al solito mi avevano chiesto dei miei studi. Erano sempre stati contrari al fatto che io studiassi giornalismo, ma a me piaceva scrivere e non li avevo ascoltati. Tornai a casa in taxi.
Aprii la porta e solo allora mi ricordai che c’erano gli amici di Liam a casa. Speravo solo che non fossero dei morti come lui.
Entrai in cucina e sentii delle risate. Tossii e si girarono tutti verso me. Ok che non ero bellissima, ma fissarmi in quel modo mi faceva sentire in soggezione.
Un ragazzo biondo con l’aria da cucciolo si avvicinò “ Tu devi essere Megan.”
Ero piuttosto imbarazzata. “Meg va bene. Tu sei?”
“Io sono Niall, loro sono Zayn e Louis” Indicò prima un ragazzo con dei capelli piuttosto divertenti. Erano tutti neri con un ciuffo alto e in mezzo c’era una ciocca bionda. Dopo indicò un ragazzo con un sorriso enorme. Aveva due occhi azzurro mare e sembrava piuttosto simpatico.
Io, piuttosto distrutta per il pranzo, decisi di andarmene in camera. “Ragazzi è stato un piacere. Vado un po’ a riposarmi”
Annuirono e ricominciarono a parlare. Stavo andando nella mia camera e andai a sbattere contro qualcosa. Non ricordavo che ci fosse un mobile in mezzo al corridoio.
“Scusa! Mi dispiace tanto, stavo guardando il telefono e non ti ho vista. Tu sei la ragazza che abita con Liam, vero?”
Che voce sexy “Si sono io! Piacere Meg. Tu sei?”
Mi sorrise e mi strinse la mano “Harry”
“È stato un piacere Harry. Ciao!”
Entrai in camera mia. Certo che gli amici di Liam non erano poi così male. Ridevano, cosa che lui non faceva mai, avevano una voce sexy ed erano piuttosto fighi! Dove si erano nascosti in questi due mesi? Ah giusto, Liam non me li aveva voluti presentare perché diceva che avrei fatto  una brutta figura dato che sono una schizzata.
 
Dormii per un paio di ore. Mi alzai e uscii dalla mia camera. Nel salotto c’erano quasi tutti gli amici di Liam tranne Louis. Entrai in cucina e lo trovai intento a frugare negli scaffali.
“Cosa stai facendo?”                                                          
“Cercavo l’olio. Sai che fine ha fatto?”
Scoppiai a ridere e nel frattempo dissi “Chiedilo a Liam”
Lui mi guardò con un faccia strana poi andò da Liam e con una vocina da bambino gli chiese “Papà che fine ha fatto l’olio?”
E poi ero io quella schizzata. Liam mi guardò con aria incazzata poi disse “Meg l’ha usato per idratarsi le gambe”
“In realtà non per idratarle… Ma non importa!”
Tutti mi guardarono divertiti, Niall scoppio a ridere e gli altri lo seguirono a ruota. Liam, il più simpatico, mi disse rimproverandomi“Che ne dici di andare”
“Tolgo subito il disturbo” Risposi infastidita.


Eccomi! Questa è il primo capitolo della mia prima FF.
L'ho iniziata a scrivere da un po' e ora ho finalmente deciso di pubblicarla!
Rileggendola mi sono accorta che sia un po' bizzarra quindi, spero che piaccia almeno a qualcuno e che non faccia del tutto schifo!
Ciao ciao :) Ale

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Capitolo 2
*** Cena a sorpresa ***



 
Non sapevo perché mi fossi infastidita. Infondo io e Liam ci trattavamo sempre male, ci avevo fatto l’abitudine. All’inizio andavamo d’accordo, poi lui aveva iniziato ad essere un maniaco dell’ordine. Si arrabbiava se lasciavo qualcosa fuori posto, se non lavavo subito i piatti e se non chiudevo il tappo dello shampoo. Neanche quando abitavo con i miei genitori era tutto così stressante.
Prima di abitare con Liam avevo un appartamento con una mia amica, ma lei si era trasferita a Manchester e per non tornare dai miei genitori avevo cercato un appartamento. L’unica offerta accettabile era stata l’appartamento dove tutt’ora vivevo.
 
Tornai a casa dopo una lunga passeggiata. Ero sola.
Decisi di studiare, così presi i miei libri e mi misi sul divano. Dopo un’ora la porta si aprì ed entrò Liam.
“Ciao!” Lo salutai giusto per educazione
“Sei simpatica ai miei amici. Sono tornato per invitarti a cena con noi. Vieni?”
Annuii e lo seguii, anche se ero tentata di mandarlo a quel paese e restarmene da sola. “Dove dobbiamo andare?”
“Niall voleva provare la pizzeria qui vicino. Gli altri sono già a tavola.”
Arrivammo alla pizzeria e raggiungemmo gli altri. Harry mi fece segno di sedermi  vicino a lui. Mi sistemai e subito dopo vedevo che Zayn fissava la mia maglietta “Che diavolo hai fatto?”
Guardai e capii che si riferiva alla macchia di olio di cui anche mia madre si era preoccupata. Era un arguto osservatore. “Un incidente con l’olio!”  
Mentre aspettavamo la pizza Louis mi chiese “Allora Meg, cosa studi?”
“Giornalismo. Voi cosa fate?”
“Io lavoro in un ristorante insieme a Niall. Zayn e Harry, invece studiano e lavorano in un bar.” Rispose anche per gli altri.
“E voi cosa studiate?” Possibile che nelle conversazioni si parlasse sempre di studio?
“Legge, tutti e due!” Zayn non sembrava molto contento di affrontare quell’argomento. del resto come me.
Le pizze arrivarono e mangiammo tutti insieme. Stranamente, si era creato un bel clima. I ragazzi ridevano e scherzavano e mi rendevano partecipe delle loro conversazioni. Andavo d’accordo anche con Liam! Ultimamente non parlavamo per niente e le poche volte che ci rivolgevamo la parola scoppiava inevitabilmente una guerra.
La conversazione più divertente che avessi mai fatto era stata quella con Niall che si lamentava del fatto che la mensa dell’Università non fosse gratis anche per gli amici degli studenti! Mi trovavo benissimo a parlare con lui, era simpatico e si potevano trattare tutti gli argomenti. Poi se si parlava di cibo era il più esperto! Avevo notato da subito il suo interesse per tutto quello che era commestibile. Così quella sera, tra risate e cibo passò serenamente.
 
La mattina fui svegliata da alcune urla “Dove sono i miei appunti di Anatomia?”
Mi alzai di scatto, guardai l’orologio e mi accorsi che era tardissimo. Mi fiondai nel bagno e feci una doccia velocissima, mi vestii e cercai di fare colazione. Stavo per uscire di casa quando fui fermata da Liam che aveva in mano un foglio stropicciato.
“Meg che cazzo ci hai scritto sui miei appunti?”
“Scusa… erano le ragioni per cui non dovevo impiccarmi. Abbi pietà, se vuoi ti aggiungo. Scrivo: Ho un inquilino adorabile!” Le avevo scritte in un giorno in cui ero completamente arrabbiata dato che non riuscivo a scrivere niente senza fare errori e senza combinare guai, ma sarebbe stata una perdita di tempo spiegare a Liam il perché della mia disperazione.
“Ma possibile che non puoi usare i tuoi fogli per scrivere queste cazzate?” Mi stava praticamente urlando contro.
Io scocciata me ne andai. Sapevo di aver torto ma urlava dalla mattina alla sera e io non ne potevo più di quel suo tono da sapientino e di quella faccia da schiaffi.
 
La giornata, stranamente, passò velocemente. La mattina la lezione fu abbastanza interessante. Non sembravo una persona molto intelligente, ma quando c’era da studiare io mi impegnavo molto,soprattutto se quello che dovevo imparare mi interessava.
Il pomeriggio a lavoro fu abbastanza piacevole. I clienti erano gentili e, soprattutto, non chiedevano il mio aiuto, così che io potessi ripassare gli appunti per l’esame che avrei avuto a breve. Aprile era un mese pieno di esami e quindi dovevo cercare di studiare il più possibile, anche a lavoro se possibile.
Stavo chiudendo la cassa quando qualcuno entrò.
“Harry?” Cosa ci faceva qui?
“Sono venuto a prenderti. A casa Liam non c’è, così ho cucinato qualcosa. Mangiamo noi due SOLI.” Sottolineò l’ultima parola alzando il tono di voce, era piuttosto buffo.
L’idea non mi dispiaceva. Solo che la sera precedente non mi aveva rivolto la parola per niente. Era sempre impegnato a messaggiare e non mi era sembrato di essergli simpatica,
“Ok. Avviso che me ne vado e vengo da te. Aspettami fuori.”
Avvisai Nick, il ragazzo che lavorava con me, e poi corsi in bagno. Ero in condizioni pessime. Pettinai i capelli e poi cercai di assumere un’espressione decente. Se avessi saputo le intenzioni di Harry mi sarei vestita meglio. Avevo dei semplici pantaloni rossi e una camicia di jeans.
Uscii fuori e trovai Harry appoggiato ad un motorino. Mi fece segno di mettere il casco e salii sopra. Il viaggio fu molto ventilato! Io non mi aggrappai a lui per l’imbarazzo, non volevo sembrare un polipo. I miei capelli andavano avanti e indietro e mi sbattevano in faccia, per non parlare di quando entravano in bocca.
Appena arrivati a casa trovai Liam piuttosto furioso.
“Secondo te come cavolo farò senza i miei appunti? Ma pensi mai prima di fare le tue cazzate?”
“Era solo un foglio cazzo. Non ho mica preso tutto il blocco degli appunti.” Ero furiosa.
Harry ci interruppe, “Liam, ma tu non dovevi uscire? E poi calmati recupererai gli appunti da qualcuno. Non avevi detto che c’era una ragazza carina nel tuo corso? Usa la scusa degli appunti.” Astuto il ragazzo!
Liam sorrise e prima di andarsene disse “Grazie mille. Il cibo che hai ordinato comunque è arrivato da un po’” Io mi dannavo per evitare che lui urlasse e bastava che Harry dicesse qualcosa per beccarsi un sorriso. Avrei preso ripetizioni da lui!
“Ordinato?” Iniziai a ridere e Harry arrossì.
“Non sono bravissimo a cucinare.” Ammise imbarazzato.
“Non preoccuparti. Comunque non capisco come tu faccia ad essere così calmo con uno come Liam. Io i suoi appunti glieli ficcherei su per il…”
Fui interrotta da Harry che diede un colpo di tosse per non farmi continuare. “Allora vogliamo mangiare?”
 
Quello che aveva ordinato era davvero buono!
“La cena era squisita chef! Cosa facciamo ora?” Domandai piuttosto curiosa.
Harry sorrise “Che ne dici di parlarmi un po’ di te?”
Storsi il naso “Non mi piace molto parlare di me.”
“Ti faccio io qualche domanda dai.”
Come potevo dire di no a quel sorriso adorabile? A quelle fossette? A quei occhioni?
Così scoprii che Harry era di un anno più piccolo di me, che non era di Londra e che adorava la musica. Non gli piaceva leggere e tantomeno scrivere. Non avevamo molto in comune ma andavamo molto d’accordo.
La serata era stata molto bella e prima di andarsene Harry mi chiese il mio numero. Poi mi salutò con un bacio sulla guancia e mi lasciò sola. Tanto a momenti sarebbe arrivato Liam che avrebbe tentato di farmi innervosire, ma ero talmente contenta della serata con quella sottospecie di angelo che ci sarebbe voluto veramente tanto per farmi cambiare di umore.
Speravo di rivederlo presto, molto presto.



Eccomi!
Questo è il secondo capitolo... 
Mi piacerebbe che qualcuno recensisse, anche per dire che la storia fa schifo!
Comunque spero che piaccia, anche perchè ci ho messo un po' a scrivere questo capitolo...
Spero di migliorare nel tempo! Ciaooo :)

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Capitolo 3
*** 3.Un dato di fatto! ***


 

 
Passò una settimana e di Harry nessuna traccia. Non mi preoccupai tanto però mi sembrava strano che non mi avesse chiamata e che non si fosse presentato a casa. Avevamo passato una bella sera insieme e speravo in un sua chiamata, così decisi di chiedere a Liam.
Non litigavamo da due giorni, di sicuro sarebbe stato gentile e non avrebbe urlato come faceva di solito.
Entrai in camera sua. “Hei! Come va lo studio?” Cercai di essere anche gentile, solo per lo sforzo avrei dovuto ricevere un premio!
Lui evidentemente scocciato mi rispose “Cosa ti serve Meg?”
“Che fine ha fatto Harry?” Sputai quelle parole tutte insieme.
“Sei in pensiero!” Ammiccò.
“Liam, fai poco lo spiritoso e parla!” Lo ripresi.
“Non preoccuparti, non ti ha chiamata perché ha studiato molto in questi giorni. Ed è raro!”
Feci per andarmene ma fui bloccata da lui “Ora che mi ricordo mi aveva detto che si scusava per non essersi fatto vivo. Solo che poi l’ho dimenticato perché qualcuno ha sbagliato a fare la lavatrice e ha trasformato la mia camicia bianca in un bellissimo rosa! È un peccato. Ti ricordo che me l’aveva regalata mia madre”
“Ma tu non te la puoi trovare una cazzo di ragazza?”
“Non ho bisogno di una ragazza.”  Ne era davvero sicuro di non averne bisogno?
Sbattei la porta e afferrai il telefono. Il giorno precedente avevo preso il numero di Harry dal cellulare di Liam di nascosto e, anche se adesso mi pesava gli avrei scritto.
Come va lo studio? :)
La risposta arrivò subito
Sono stanchissimo. Vorrei tanto uscire. Che ne dici di vederci domani a pranzo?
Fui tentata di accettar ma il giorno dopo sarei dovuta andare a pranzo da Liz. Lei era la mia migliore amica, ma a causa del lavoro non ci vedevamo quasi mai, quindi ogni volta che avevamo la possibilità ci incontravamo.
Io e Liz ci eravamo conosciute alle superiori. All’inizio non la sopportavo, sembrava la solita perfettina a cui non sfuggiva niente. Poi, grazie ad un progetto in coppia l’avevo conosciuta bene e non ero riuscita più a starle lontana.
Era sempre disponibile e gentile e anche se era una ragazza timida, con me si era aperta subito e si era mostrata per quello che era.
L’avevo sempre invidiata per il suo aspetto. Era una bellissima ragazza, di quelle che sono belle al naturale senza bisogno di trucco o di vestiti elaborati. Aveva dei lunghi capelli biondi sempre curati, degli occhi marroni che lasciavano trasparire tutte le sue sensazioni e due guance rosee che le donavano l’aspetto di una bambina.
Aveva deciso di studiare economia per la sua dimestichezza con i numeri e ora, come me, studiava e cercava di mantenersi con dei piccoli lavori.
Risposi a Harry dicendogli la verità
Mi dispiace domani ho un impegno. Sarà per un’ altra volta.
 
Passai il resto della giornata a vagare per casa in cerca di qualcosa da fare. Ero talmente annoiata che decisi di fare irruzione in camera di Liam anche se c’era stata una piccola discussione dei minuti prima.
“Ehi Liam che facciamo?”
“Meg non vedi che sto studiando? Tu non dovresti farlo?” Rispose scocciato.
“Abbiamo studiato per una settimana intera, prendiamoci una pausa. Usciamo!” Ok! Ero proprio disperata: chiedevo a Liam di uscire quando non riuscivamo a passare dieci minuti senza litigare.
“Va bene. Che ne dici di andare a fare la spesa? La dispensa è quasi vuota.”
Annuii. “Prepariamoci e poi andiamo.”
 
Eravamo al supermercato da dieci minuti. Io reggevo la lista e Liam prendeva le cose. Eravamo al bancone del pane e una ragazza ci aveva sorpassati con disinvoltura sotto i miei occhi assassini.
“Scusi c’eravamo prima noi.” Protestai cercando di farmi notare. Non mi andavano proprio a genio le persone che scavalcavano le file.
Liam mi zittì. “Ma che fai?” Sussurrò.
“Ci ha sorpassati, riprendo il posto.” Poi mi rivolsi alla ragazza. “Tocca a noi, non a te. Se permetti.” Stavo perdendo le staffe.
Presi quello che mi serviva e andai via. Poi mi ricordai di aver lasciato Liam lì e quando mi rigirai notai che era ancora al bancone del pane ad osservare la ragazza imbambolato come se fosse un angelo sceso dal cielo.
“Perché non le chiedi di uscire? Almeno passerai meno tempo a casa!” Ne approfittai per prenderlo in giro.
“Meg e perchè tu non ti tappi la bocca?”
In quel momento passò una signora anziana “Giovanotto non si trattano così le belle donzelle.”
Scoppiai a ridere mentre lui, invece, sembrava più arrabbiato di prima! E così tenne il broncio per il resto della spesa lasciando me a fare tutto.
 
Stavamo sistemando la spesa e Liam cambiò espressione tutt’ ad un tratto.
“Io non ce la faccio più a litigare, Meg. Che ne dici di impegnarci tutti e due ad essere gentili l’uno con l’altro?” Sembrava proprio disperato.
“Io ci provo ad essere gentile con te, ma non so come riusciamo sempre a far scoppiare una guerra.”
“Io credo che dovresti essere più gentile.” Mi consigliò.
“Si perché la tua gentilezza è immensa nei miei confronti.” Ironizzai.
“Lo vedi? Non riesci a non insultarmi!”
“Liam cazzo, non era un insulto, è un DATO DI FATTO!”
“Anche la tua incapacità nell’essere gentile è un DATO DI FATTO!”
“Anche la tua stronzaggine è un DATO DI FATTO!” Gli urlai contro.
“Anche il fatto che tu ora non sappia cosa inventarti è un DATO DI FATTO!”
“L’unico dato di fatto quì è che non riusciamo a non litigare, Liam.”
“No! Io non ce la faccio più a urlare.”
“Allora stai zitto.” Ma era scemo o cosa? Se non voleva urlare poteva stare tranquillamente zitto, così né le sue corde vocali né le mie orecchie ne avrebbero risentito.
Proprio in quel momento suonò il campanello. Andai al citofono e sentii che era Louis. Mi chiusi in camera e dopo pochi secondi bussarono alla porta.
“Liam riposa quella gola, se devi uscire fallo senza avvisare.” Lo avvisai in tempo.
“Ehi sono Harry!”
Balzai in aria, mi guardai allo specchio e mi aggiustai in un istante i capelli. Presi  un bel respiro e aprii la porta lentamente, come se avessi paura della persona che  ci fosse dietro. In realtà ero elettrizzata.
“Che ci fai qui? Non stavi studiando?”
“Louis mi ha chiamato e mi ha chiesto se volevo fare un giro con lui. Poi ho pensato che domani non ci saremo visti e ho proposto di venire qui.”
“Va bene. Che facciamo?”
“Stiamo un po’ con gli altri, dai!”
Anche se Harry era dolce e non ci avrebbe messo niente a convincermi, non avevo intenzione di passare del tempo con quella sottospecie di scimmia che abitava sotto il mio stesso tetto.
“Non mi va.” Sembravo una bambina quando mi comportavo così.
“Tu e Liam avete litigato di nuovo?” Si sedette sul mio letto e mi invitò a mettermi affianco a lui. “Racconta!”
“ Non c’è niente da raccontare. Lui aveva proposto di non litigare più, poi abbiamo iniziato ad urlare che ogni cosa era un dato di fatto e sinceramente non ricordo neanche più tutti i motivi perché stavamo urlando.”
Harry rise anche se era abbastanza confuso e poi mi fece continuare.
“Litighiamo sempre per stupidaggini, ma il fatto che lui sia sempre serio e se la debba prendere per ogni cosa non mi piace. Poi quando una cosa mi da fastidio non ci riesco a non farlo presente.”
“Da quanto ho capito anche tu non è che sia il massimo. Ne combini una dopo l’altra.”
“Tu non ne sai niente” Risposi fredda. Ora mi doveva fare anche la predica? Ne avevo abbastanza.
“Per me non è un problema il tuo carattere, mi diverte il tuo senso dell’umorismo. Quando Liam ci raccontava tutte le cazzate che combinavi mi divertivo tantissimo.”
Mi feci rossa in un istante. Quell’idiota  me l’avrebbe pagata. Da quanto tempo raccontava i fatti miei a tutti?
“Poi quando ti ho conosciuta mi sono accorto non solo che eri simpatica ma anche bellissima. Sei anche intelligente, solo che quando stai con Liam sembri un’altra persona.”
“Abbiamo un rapporto speciale.”                                              
“Mi piace il tuo umorismo proprio quanto mi piaci tu.” Lo disse come se stesse constatando che quella era una bella giornata, ma a me tutto sembrò tranne  che un’affermazione stupida.
Spalancai gli occhi e poi mi accorsi che si stava avvicinando.
Mi prese la testa fra le sue mani e mi sfiorò le labbra con le sue. Poi con una mano mi accarezzò i capelli e con l’altra mi avvicinò di più a lui.
Avvicinai le mie labbra alle sue con un bacio per niente dolce. Mi sentivo bene in quel momento, i suoi movimenti erano dolci e delicati e per niente fuori posto.
Andammo avanti così fin quando qualcuno si schiarì la voce per farci capire che stava assistendo.
La testa di Louis sbucò dalla porta “Volevo chiedere se volevate uscire con noi, ma a quanto pare siete impegnati.”
“Ciao Louis!” Harry lo cacciò via e l’amico sembrò per un attimo offeso. Poi scoppiò a ridere e ci lasciò di nuovo da soli.
“Mmmmh… Quindi?” Mormorai parecchio confusa.
“Quindi cosa?” Mi lasciò un lieve bacio sulle labbra.
Poi continuò a parlare. “Domani sera hai da fare? Potremmo uscire, oppure potresti venire a casa mia. Che ne dici?”
“Domani sera va bene.”                                                                                                                                                  
“Dove andiamo?” Mi domandò sfiorandomi la guancia con la sua mano morbida.
“Lascio a te la scelta!” Ero piuttosto stordita e non riuscivo a mettere insieme tante parole, così mi affidai pienamente a lui.

Saaaalve c'è nessuno? AHAHAHAHAHAH
Questo è il mio terzo capitolo e ho ricevuto una sola recensione :(
Mi piacerebbe riceverne qualcun'altra. Potreste spararecazzate (io ne sparo un sacco), oppure dire che non vi piace il capitolo! A voi la scelta. Accetto qualsiasi cosa.
Coomunque, spero che piaccia a qualcuno e che continuiate a leggere la mia storia!
Tra qualche capitolo la storia entrerà nel vivo... Non aggiungo altro!
Ciaaaao 
Ps= Fatemi sapere cosa ne pensate dei personaggi!
Ale


 

  

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Capitolo 4
*** Una vecchia amica ***


 
Mi svegliai la mattina dopo frastornata, come sempre.
Misi le ciabatte e arrivai in cucina per prepararmi la colazione. Quella mattina sarei dovuta andare all’università, poi a pranzo con Liz e il pomeriggio avrei provato a studiare.
Si prospettava una giornata normale.
Entrai in cucina e trovai Liam già seduto. Fissava la tazza intensamente, come per farla spostare da sola. Le mani erano tutte due sul tavolo e aveva un’aria persa.
“Buongiorno. Che hai stamattina?” Chiesi curiosa e un po’ preoccupata. Lo colsi di sorpresa perché saltò leggermente. Poi, però, mi guardò e scosse la testa. Era strano.
“Niente niente. Comunque ho fatto il caffè, puoi prendere il mio. Non lo voglio.”
Annuii ancora preoccupata, ma decisi di far finta di niente. Era sempre stato  impossibile capire cosa gli passasse per la testa e non pretendevo di riuscirci proprio quel giorno, anche se quella volta ero interessata a farlo.
Finii subito di fare colazione e mi preparai per uscire. Liam si muoveva lentamente per la casa senza concludere niente. Non si stava preparando e non stava riordinando la cucina. Andava dal divano alla televisione e dalla televisione alla finestra, con una faccia piuttosto confusa e sembrava che si stesse ripetendo delle parole nella testa che avrebbero dovuto calmarlo.
Uscii di casa di fretta mentre pensavo allo strano comportamento del mio inquilino quella mattina. Andai all’università in metropolitana e arrivai in tempo per l’inizio delle lezioni.
 
Era quasi arrivata l’ora di pranzo e le lezioni erano finite. La mia testa stava scoppiando e io non mi sentivo per niente bene. Erano state ore dure ed impegnative, stare attenti con professori del genere era difficile. Si perdevano in discorsi lunghissimi e faticavi a seguire il filo di quello che dicevano, anche perché molte volte tutte le parole che mettevano insieme non avevano senso.
Raggiunsi, nonostante il mal di testa, il ristorante dove avevo appuntamento con Liz e l’aspettai al tavolo che avevamo prenotato.
Dopo dieci minuti di attesa, arrivò. Aveva i capelli in disordine, le guance rosse e il fiatone.
“Oddio scusami!” Si difese subito,senza nemmeno salutarmi.
La fissai a lungo e poi capii: si era dimenticata del nostro pranzo.
“Ti eri dimenticata vero?” La presi un po’ in giro dato che sapevo che odiava dimenticare qualsiasi cosa.
Annuì e poi mi spiegò. “Sono davvero troppo impegnata ultimamente che non riesco a prendermi un attimo per stare tranquilla. Pensa che non vedo Mark da una settimana.”
Mark era il suo ragazzo. Stavano insieme da due anni ormai ed erano una coppia fantastica. Si erano conosciuti grazie ad alcuni amici e c’era stato subito qualcosa. Lui era stato colpito dalla sua apparente timidezza e lei da quello sguardo indecifrabile. Il fatto che caratterialmente fossero diversi li aveva avvicinati sempre di più e li aveva fatti diventare quello che erano ora: una fantastica coppia. Molte volte con le altre amiche della comitiva fantasticavo su un loro probabile matrimonio e su come sarebbe stata la loro famiglia. Di tutte le coppie che conoscevo e che avevo conosciuto era l’unica che avrei immaginato con dei figli.
“Tranquilla.” La rassicurai. “ Comunque ti devo parlare di una cosa.” Mi feci subito rossa e cercai in qualche modo di nasconderlo. Volevo raccontarle di Harry, ma non sapevo da dove iniziare. Ero sempre stata piuttosto riservata sulle mie questioni amorose, anche perché non avevo avuto solo una relazione seria e non c’era mai stato tanto da raccontare.
“Di qualcosa… O qualcuno!” Mi prese in giro con uno sguardo malizioso.
“Ci siamo conosciuti da poco,non c’è molto da raccontare.” Feci subito marcia indietro spaventata dalla mia amica che, di sicuro, avrebbe iniziato a riempirmi di domande da lì a poco.
“Di sicuro c’è qualcosa di interessante da raccontare, altrimenti non ti saresti fatta rossa.” Puntualizzò.
“È un amico di Liam. L’ho conosciuto poco fa e stasera usciamo.” Lei fece per commentare ma la bloccai con un gesto della mano per farle capire che stavo continuando il racconto. “Ieri è venuto a casa inaspettatamente con un amico. E mentre Liam e Louis,l’altro amico, parlavano è venuto in camera mia. E poi tra una parola e l’altra ci siamo baciati.”
Liz sgranò gli occhi e io scoppiai a ridere. Sembravamo due liceali che si divertivano a fare gossip sul ragazzo per cui avevano preso una cotta. Anche se eravamo cresciute non avevamo perso le vecchie abitudini.
 “Tra una parola e l’altra eh?” Alzò un sopracciglio e mi spronò a continuare. “E come è stato?”
“Sei assetata? Non cambi mai.” La presi in giro, intenzionata a cambiare discorso.
“La mia vita sentimentale è la stessa da un po’, sono solo curiosa di sapere qualcosa di nuovo. Mi mancano le storie di amori appena iniziati.”
“Amori appena iniziati? Ma ti senti?” Io ed Harry ci conoscevamo appena e lei già correva parlando di amore. Era proprio per questo che avrei voluto evitare di parlare di lui, però avrei dovuto chiedere consigli a qualcuno e di sicuro nessun’altro sarebbe stato in grado di svolgere quel ruolo. Immaginao Liam intento a spettegolare con me e a consigliarmi quale vestito indossare e soffocai una risata.
“Lo sai che adoro esagerare. Lui com’è?”
Le descrissi Harry nei minimi particolari. Le parlai di come mi piacessero i suoi occhi e il modo in cui mi parlava. Le dissi le poche cose che conoscevo di lui e le raccontai della sera passata insieme. Non passavo del tempo in compagnia di un ragazzo da molto tempo e lui si era dimostrato gentile e simpatico. Non aveva aspettato molto per dirmi quello che provava e questo mi piaceva, non avevo mai amato molto i ragazzi timidi.
“Dalla tua descrizione sembra un dio greco. Solo una cosa non mi convince.” Ero ancora intenta a pensare ad Harry e riuscii solo a sentire l’ultima frase pronunciata dalla mia amica. Cosa avrebbe potuto non essere convincente?
“Avanti parla.” La incitai completamente critica.
“I capelli ricci? Insomma non avrà mica una chioma afro?”
Non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere di gusto e, proprio in quel momento, il cameriere che aveva tanto aspettato ad arrivare decise di assistere alla mia scenetta.
Mi accorsi di lui e cercai di ricompormi, il tutto con scarsi risultati dato che ad ogni parola che spiccicavo mi veniva da ridere. Il cameriere si allontanò e io mi rivolsi alla mia amica che mi aveva osservata per tutto il tempo con una faccia interrogativa.
“Una chioma afro? Ho omesso il fatto che sia bellissimo?”
“Hai sempre fatto schifo con le descrizioni.” Mi rispose indifferente.
Quell’affermazione mi ricordò di quando eravamo al liceo e mi ero presa una cotta per un ragazzo dell’ultimo anno. Lo descrivevo come una divinità, ero affascinata dai suoi modi e non smettevo mai di parlarne. Così, quando lo feci vedere alle mie amiche, per poco non svennero. Lo definirono “più brutto della peste”. Infatti,ricordandolo, non era poi tanto bello. Ma io amavo la sua personalità e accecata da quella non potevo notare il suo aspetto, che non era dei migliori. Delle liceali,poi, cosa potevano capire di sentimenti in quel periodo della loro vita ? L’unica cosa che interessa le ragazze a quell’età sono i muscoli e i bei ragazzi.
Continuammo a parlare per il resto del pranzo, come una volta. Mi mancavano i bei momenti passati con la mia migliore amica, ma eravamo cresciute e tutto quello che potevamo fare era vederci ogni volta possibile. Era un po’ difficile, ma ci volevamo troppo bene per rinunciare a vederci, anche solo qualche minuto.
Salutai Liz e tornai a casa, intenta a riposarmi. Nonostante fosse passato un po’ di tempo il mal di testa non diminuiva e per quella sera volevo stare bene. Se pensavo che sarei uscita con Harry ero piuttosto sorpresa, non avevo un appuntamento da un’eternità e sembrava tutto così strano.
Spalancai la porta di casa e accesi la luce. Mi guardai intorno per controllare le condizioni dell’appartamento e notai che Liam era spalmato sul divano e dormiva. Liam che dormiva di pomeriggio? Stava diventando proprio strano. Lo vidi rigirarsi e poi notai che indossava solo una t-shirt. Andai nella camera da letto e presi una coperta, gliela misi addosso per coprirlo bene e poi lo osservai. Aveva un viso angelico, un’espressione beata e, per la prima volta guardandolo, pensai che fosse un bel ragazzo. Però potevo pensare questo solo quando dormiva, perchè quando era sveglio non la smettevo di pensare a quanto non lo sopportassi.

 

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Capitolo 5
*** Strani comportamenti ***


Suonò il campanello.
“Liam vai tu mi sto truccando!” Cercai di farmi sentire, dato che ero chiusa nella mia camera a cercare di migliorare il mio aspetto per quella sera.
Sentii che si avvicinava lentamente alla porta, così continuai l’opera.
Mi osservai allo specchio. Avevo piastrato i capelli che mi arrivavano alle spalle e mi ero truccata leggermente. Indossavo dei pantaloni neri aderenti e una canotta grigia lunga con un disegno strano a cui non avevo fatto minimamente caso. Uscii dalla camera e andai in salotto dove c’erano Harry e Liam che parlavano tranquillamente, nonostante lo strano stato d’animo del mio inquilino. Quel pomeriggio il suo comportamento non era per niente cambiato e io, troppo impegnata a riprendermi per l’appuntamento, non gli avevo parlato. Mi ero però ripromessa di farlo se avesse continuato così. Nonostante litigassimo sempre non lo odiavo.
Mi avvicinai ad Harry e gli sorrisi “Ehi” Lo salutai, incantata dal suo aspetto.
“Stai benissimo.” Disse con tranquillità. Si vedeva quando un complimento era sincero o detto ad altri scopi e quello, sembrava proprio uno di quelli detti con sincerità. Nonostante questo arrossii alla sua affermazione, non ero per niente abituata a cose del genere.
“Allora andiamo?” Misi la giacca e indicai la porta, come per incitarlo ad andare. Ero impaziente di uscire e di godermi la serata.
“Certo! Liam, noi andiamo.”Affermò mentre mi metteva un braccio attorno alle spalle. Poi mi diede un leggero bacio sulla guancia.
“Ciao Liam!” Salutai piuttosto contenta. Quella sera io mi sarei divertita e lui avrebbe fatto tutto quello che voleva, dato che la casa era sua. Magari si sarebbe ripreso e mi sarei risparmiata discorsi seri o imbrazzanti.
Ci chiudemmo la porta alle spalle e io ne approfittai per osservare bene quel bellissimo ragazzo che era proprio di fianco a me.
Quella sera indossava una camicia blu chiusa fino all’ultimo bottone, dei jeans stretti e un cappotto nero. Aveva tagliato un po’ i capelli e i ricci, ora, erano più accentuati.
“Sei andato anche dal parrucchiere!” Gli feci notare entusiasta.
“Solo per te!” Scherzò e mi rivolse un sorriso davvero adorabile.
“Non hai perso tempo, allora.”
Annuì e mi prese per mano con naturalezza. Le cose che più mi piacevano di lui erano la sua pacatezza e la naturalezza con cui faceva le cose. E poi, cercava di farmi sentire sempre a mio agio. Eci riusciva anche!
Scendemmo le scale e arrivati sotto mi chiesi dove mi avrebbe portato per quella sera. Il pomeriggio, preoccupata per il mio aspetto,non avevo avuto tempo per pensarci ed ora la curiosità saliva.
“Dove mi porti?” Non potei fare a meno di chiedere.
“Avevo pensato di andare in un ristorante qui vicino. Per te va bene?”
Annuii e pensai a quale ristorante si riferisse, ma non mi veniva in mente niente. Così continuai a camminare al suo fianco, cercando di iniziare una conversazione che avesse senso.
Stavo per aprire bocca, quando lui indicò un locale e mi disse “Siamo arrivati, è questo il ristorante di cui ti parlavo.”
Passavo spesso lì davanti, ma non ero mai entrata e rimasi sorpresa quando varcai la soglia di quella porta.
La sala non era molto grande, ma ben arredata. Oltrepassammo il bancone che c’era sulla sinistra e  ci avvicinammo ad uno dei tavoli. I muri erano antichi, di un rosso cupo, stesso colore delle tovaglie che c’erano sui tavoli. Su ognuno di essi c’erano, ben sistemate, le posate, i tovaglioli e, al centro della tavola,un piccola candela accesa L’ambiente era intimo e tranquillo.
“Mi piace questo posto. Non ci ero mai stata.”  Sussurrai nel suo orecchio. Lui mi guardò ed annuì, poi si avvicinò ad un cameriere e gli chiese quale era il nostro tavolo.
Harry mi riprese per mano e mi accompagnò fino al tavolo, in fondo alla sala. Ci sedemmo ed iniziammo a parlare amichevolmente.


“Non hai notato un comportamento strano in Liam? Sono stato meno di dieci minuti in casa e non è stato molto cortese, come al solito.”
Anche se mi dispiaceva parlare proprio di Liam durante un appuntamento risposi e confermai i sospetti. “Da stamattina non fa altro che comportarsi stranamente.”
Harry assunse un’espressione pensierosa e subito dopo scrollò le spalle. “Non fa niente. Questo è il nostro appuntamento, quindi preoccupiamoci di altro.”
Mi leggeva nel pensiero? Tra un po’ avrei scoperto che oltre ad essere bello e gentile aveva dei superpoteri e non ne sarei rimasta pre niente sorpresa!
“Giusto! Parlami di quando andavi alle superiori.”
Lui fece un sorrisetto e iniziò il suo racconto. “Ero molto popolare quando ero più piccolo, anche se non ho mai capito perché. Andavo abbastanza bene a scuola, pur non impegnandomi moltissimo. Insomma avevo una bella vita." rise e continuò, "Anche ora non mi posso lamentare, però devo faticare di più per ottenere le cose.”


Parlammo tutta la serata come due persone che si conoscevano da tanto. Raccontammo aneddoti divertenti e ci confidammo le nostre aspettative per il futuro.
Mi ero divertita molto e avevo conosciuto meglio Harry. All’inizio lo immaginavo diverso, credevo che fosse più adulto e serio. Invece era spontaneo e allegro proprio come un ragazzino.
Uscimmo dal ristorante ridendo per una battuta appena fatta e ci incamminammo verso casa.
“Sono stato bene stasera. Tu?” Mi chiese Harry curioso. Mi osservava aspettando una risposta, come se fosse teso.
Feci finta di pensarci un po’ su. “Insomma... Mi sarei divertita di più se...” Lui continuava a guardarmi dispiaciuto, poi scoppiai a ridere e capì che scherzavo. “Stavo scherzando, mi sono divertita. Soprattutto ora!”
“Non sei stata molto divertente!” Mise il broncio e si avvicinò a me. Poi fece incontrare le nostre labbra in un bacio dolce. Mi prese una ciocca di capelli e iniziò ad attorcigliarla attorno al suo dito. 
Quando fui senza fiato mi staccai da lui e lo osservai. Lui mi guardò colpevole “Scusa, dovevo farlo.”
Iniziai a ridere, poi lo presi per mano e ricominciai a camminare verso casa. Lui all’inizio, ancora scosso, rimase fermo. Poi mi raggiunse ed iniziò a camminare al mio fianco. Eravamo in silenzio e continuava a fissarmi. Mi fermai girandomi verso di lui “Cosa c’è di tanto interessante?”
“Sei strana.”  Mi tirò e ripartì.
“Strana?” Chiesi confusa. Cosa avevo fatto di strano?
“A volte sei seria, a volte scherzi e ora stai in silenzio e non mi fai capire se ti è piaciuto o no.”
“Problemi di insicurezza?” Mi avvicinai e gli stampai un bacio sulla bocca come per rassicurarlo.
“Allora quando ci rivediamo?” Mi chiese ancora confuso.
“Sono libera tutti i fine settimana.”
“Allora sabato passo a prenderti!” Mi fece l’occhiolino, poi mi sussurrò nell’orecchio un saluto e mi lasciò da sola davanti al portone.
 
Rientrai a casa e trovai la televisione accesa e nessuno che la guardava. La spensi e notai che la luce in cucina era accesa. Entrai e trovai Liam seduto mentre leggeva.
Alzò la testa “Non sei tornata tardi.”
Mi fece un po’ ridere per la sua espressione ma non mi andava di prenderlo in giro. “Siamo andati a mangiare qui vicino. Buonanotte.”
“Notte.” Sussurrò quasi.
Andai verso la mia camera. Sembrava triste e io ancora non capivo il perché di questo suo comportamento. Di solito si arrabbiava se qualcosa andava storto, non era mai stato così taciturno. Rimaneva sveglio la sera solo ogni tanto e quando lo faceva era per qualche evento importante. Ora, invece, se ne stava in cucina sorseggiando il caffè e facendo finta di leggere una rivista. Lui odiava le riviste! Era di sicuro successo qualcosa e anche se non avevo molto interesse per la vita privata di Liam ero preoccupata.
Feci velocemente dietrofront e tornai in cucina.
“Se hai bisogno di parlare fallo. Io sono nella stanza accanto alla tua, basta bussare.”
Lui alzò lo sguardo e tornò alla rivista. Rimasi a guardarlo per un po’ ma poi decisi di andare.

Ecco il quinto capitolo!
Quì inizia a succedere qualcosa, anche se ci saranno moolti altri avvenimenti più in la!
Mi farebbe piacere se recensiste *facciadagattoconglistivali* magari commentando oppure facendo ipotesi sui comportamenti dei personaggi.
Ciaaao :) 

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Capitolo 6
*** Pranzo speciale ***


 
Era passata una settimana e tutto andava per il verso giusto.

Io ed Harry eravamo usciti ben due volte, a lavoro non ricevevo più nessun richiamo e riuscivo a trovare tempo per studiare.
Con Liam il rapporto era cambiato: non si lamentava di niente e quando mi parlava era gentile. A volte, però, lo sorprendevo a fissare il vuoto, oppure nel bel mezzo di qualche discussione il suo sguardo si spegneva. Avrei voluto parlargli, ma non ero abituata ad affrontare discorsi seri con lui.
Quella mattina scesi subito dal letto e camminai con passo pesante fino alla cucina. Preparai la colazione e la portai anche a Liam che dormiva ancora nel suo letto. Avevo deciso che saremo usciti insieme e, in qualche modo, lo avrei fatto parlare.
Spalancai la porta della sua camera e mi avvicinai al suo letto. Mi ci sedetti e poggiai sul comodino una tazza fumante di caffè e una brioche che avevo comprato il giorno prima.
“Buongiorno. Oggi hai da fare?” gli chiesi gentilmente sperando in una sua risposta.
Ero diventata più paziente in quei giorni, forse perché sembrava uno di quei periodi in cui tutto andava bene o forse perché semplicemente non mi andava di arrabbiarmi. Però non litigavo con nessuno e questo mi rendeva più tranquilla.
“Mmmh. Dovrei studiare.”Mi rispose con la voce ancora impastata dal sonno.  Era ancora addormentato e faceva addirittura fatica ad aprire gli occhi, ma capii lo stesso la sua risposta.
Si girò lentamente verso di me ed iniziò a guardarmi come se mi volesse cacciare.
“Come non detto. Non puoi proprio rimandare?” Cercai di insistere.
“No, mi dispiace.”
Dalla sua faccia non sembrava proprio che gli dispiacesse, ma feci finta di niente e uscii dalla sua stanza.
Decisi lo stesso di prepararmi ed uscire, avrei fatto una passeggiata da sola e ne avrei approfittato per fare un po’ di shopping.
Mi vestii presi il cappotto e la borsa e uscii di casa.
Mentre scendevo le scale mi scontrai con qualcuno e non potei fare a meno di sbuffare. Alzai la testa e mi ritrovai di fronte ad Harry, che cercava di trattenere una risata.
“Stavo giusto venendo da te. Stavi facendo lo stesso?”
“No, avevo un appuntamento con un ragazzo.” Mi piaceva prenderlo in giro anche se lui sapeva che stavo scherzando.
“Allora vorrà dire che inviterò a fare una passeggiata con me la ragazza che mi aspetta qui fuori.” Lui ogni volta mi reggeva il gioco. Era come se ci fosse complicità tra di noi, nonostante ci conoscessimo da poco.
Decisi di porre fine a quella serie di battute. Lo presi per mano e iniziai a scendere le scale insieme a lui.
“Allora, quali sono i programmi per stamattina?” Passare una mattinata con lui mi sarebbe sicuramente piaciuto di più rispetto a parlare con Liam, ma avrei comunque dovuto affrontare un discorso con lui. Speravo di farlo al più presto. Non avevo più parlato ad Harry dello strano comportamento del suo amico, anche se lui sembrava notarlo.
“Vorrei tanto passare del tempo a divertirmi, ma ti andrebbe di aiutarmi  a studiare?”
“Io non so niente di quello che studi Harry!” Cercai di ricordargli che studiavamo materie completamente diverse e che sarebbe stato impossibile aiutarlo.
“Per favore! Da solo proprio non mi va!” Quando faceva così era impossibile resistere e dirgli di no, così lo accontentai.
“La prossima volta, allora, tu aiuterai me.” Lo rimproverai con una faccia severa che lo fece subito sorridere.
Andammo nell’appartamento di Harry per studiare e mi meravigliai dell’ordine che regnava in quelle stanze.
Appena entrata sentii un odore di pulito che percepivo solo quando chiamavo la donna delle pulizie nella mia vecchia casa. Le camere erano luminose e non c’era neanche una cosa fuori posto.
Harry entrò nella cucina seguito da me che gli feci subito i complimenti per la pulizia e l’ordine. “Non sembra affatto una casa abitata da maschi.”
Lui rise e mi spiegò l’ossessione di Louis per la pulizia. “Louis percepisce qualsiasi odore, e ogni volta che non spolvero la mia stanza se ne accorge. Dopo un po’ ci fai l’abitudine!”
“E io che mi lamento di Liam.” In effetti io mi lamentavo continuamente dell’ossessione per l’ordine del mio inquilino, ma a quanto pare c’era di peggio.
“Vado a prendere i libri e torno.” Annuii e nel frattempo mi sedetti e iniziai a guardarmi intorno.
Harry tornò subito con in mano un libro enorme e pieno di fogli, in mano.
“Quando si tratta di studio sono serio” disse prendendo tutti i fogli mezzi stropicciati che aveva lasciato in mezzo al libro, “Questi sono i miei appunti!” Poi soffocò una risata e mi mostrò tutto quello che aveva scritto.
Era completamente disordinato, scriveva in tutti i versi e le parole erano incomprensibili. Come faceva a studiare da quell’ammasso di fogli?
 
Passammo due ore della nostra mattina a “studiare”. La concezione di Harry di studiare, in realtà, era completamente diversa dalla mia. Si distraeva continuamente e si fermava mentre leggeva proprio come un bambino nei primi anni di scuola. Ogni mezz’ora aveva bisogno di una pausa, prima perché le gambe si intorpidivano e poi perché aveva fame. Quello che era entrato quella mattina nella testa di Harry era ben poco.
“Cosa facciamo adesso? Credo che tu abbia capito che non sia più  il caso di studiare.” Lo rimproverai. Ma in realtà, mi stavo ancora chiedendo se fosse sempre così iperattivo. Non riusciva a stare un attimo fermo o zitto ed era difficile controllarlo.
“Credevo che fosse più semplice studiare in tua presenza, invece è impossibile.” Fece un passo verso di me.
“Però potrei farci l’abitudine.” Si avvicinò con un altro passo.
“Con la pratica migliorerei.” E con un altro passo fu vicinissimo a me.
Lo guardai attentamente e notai un’espressione furba che stava comparendo sul suo viso.
“Niente bacio! Magari la prossima volta…”  Mi voltai, ma lui fu subito di fronte a me.
“Non mi scappi!” Detto questo si avvicinò pericolosamente al mio viso e mi regalò un bacio dolce. Le sue labbra erano morbide e sapevano della crema che aveva mangiato quella mattina. E in quel momento erano l’unica cosa a cui stessi pensando.
“L’avevo detto che non saresti scappata.” Sussurrò poco distante dalla mia bocca.
Io gli sorrisi e gli lasciai un bacio sulla guancia.
“Allora che si fa?” Continuai a domandargli insistente.
“Non mi va di uscire, però tra un po’ dovremo pranzare. Andiamo fuori o cucino qualcosa io?”
“Tu sai cucinare?” Iniziai a ridere mentre lui mi guardava perplesso.
“Certo!”
“L’ultima volta, però, non avevi cucinato tu.” Allusi a quando si era presentato a casa mia e aveva ordinato la cena. “Comunque nel pomeriggio devo lavorare quindi non posso fare tardi.”
“Allora mi metto all’opera!”
Detto questo iniziò a spalancare sportelli e a cacciare cose. Non si capiva più niente!
Il bancone che un attimo prima era sgombro e completamente pulito era pieno di scatole e di ingredienti.
Mi misi le mani nei capelli pensando a come sarebbe stato difficile poi ripulire e mi avvicinai ad Harry.
“Cosa hai intenzione di cucinare?”
“Non ti fidi per niente eh?”
“No!” Scherzai e cercai di capire cosa stava facendo.
Poi iniziai ad aiutarlo e a mettere un po’ di ordine, avremo fatto prima.
 
Finii di apparecchiare la tavola e mi sedetti mentre aspettavo che Harry mettere la pasta a tavola. Avevamo cucinato degli spaghetti al sugo che sembravano essere buonissimi, della carne e poi lo chef aveva deciso di fare un dolce a sorpresa che ora stava cuocendo nel forno.
“Hanno un’aria invitante questi spaghetti.” Disse Harry fiero di se stesso mentre mi dava il piatto pieno.
“Tutto merito mio, senza il mio aiuto non sarebbero stati così.” Mi vantai.
“Certo certo. Devi solo assaggiare il dolce. Poi ne riparliamo!”
Iniziammo a mangiare e, tra una chiacchiera e l’altra, non ci accorgemmo del tempo che passava

 

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Capitolo 7
*** Chiarimenti ***



 
Quel pomeriggio al lavoro tutto filò liscio. I clienti non erano stati molti e, fortunatamente, avevo trovato il tempo di respirare e anche di pensare un po’.

Rientrai a casa e decisi di cucinare qualcosa per me e Liam, dato che lui cenava quasi sempre a casa. Se c’era una cosa di cui non potevo lamentarmi era proprio il fatto che mi avvisasse sempre per ogni cosa, anche se per i miei gusti delle volte era fin troppo pignolo ed esagerato, non ero di certo sua madre.
Mi rimboccai le maniche ed iniziai preparare una bella cenetta come mi aveva insegnato mio fratello.Avevamo un bel rapporto nonostante la differenza di età. Non era protettivo come tutti i fratelli apparivano nei film, ma era piuttosto come un amico più grande, uno di quelli che insegnano molto. Tra le cose che mi aveva insegnato c’era la cucina e nonostante non amassi molto cucinare, ogni tanto mettevo in pratica i suoi insegnamenti.

Dopo mezz’ora la cena fu pronta però Liam ancora non era tornato, così decisi di chiamarlo abbastanza preoccupata.
Dopo neanche uno squillo la porta di casa si aprì e il mio inquilino mi salutò.
“Cos’è questo odore?” chiese curioso avvicinandosi alla tavola che era sorprendentemente apparecchiata per bene. “Qualcuno ha cucinato!”
“Mi sembrava un bella giornata e,dato che ero in vena, ho deciso di cucinare.”
“Allora mangiamo!”  Mi sorrise e poi corse in bagno per lavarsi le mani.
Sbaglio  o era entusiasta? Era la prima volta che mi rivolgeva un vero sorriso e che si dimostrava soddisfatto di qualcosa che avevo fatto. Era veramente successo qualcosa.
Iniziammo a mangiare in silenzio. Ero piuttosto imbarazzata perché non ero abituata a passare del tempo con lui. Erano poche le volte in cui parlavamo civilmente e faticavo a trovare un argomento di conversazione.
“Com’è andata la giornata?”
Sembrava  una di quelle domande che si rivolgevano le coppie ultracinquantenni che non sapevano di cosa parlare, ma decisi di rispondere. Dopotutto si era impegnato e aveva mostrato un minimo di interesse per me e la mia giornata.
“Molto bene. Stamattina sono stata con Harry e oggi pomeriggio è filato tutto liscio.”
Fece una smorfia che mascherò subito e poi torno sorridente. Dovevo ammettere che era piuttosto strano a volte, però tutto sommatoquel giorno sembrava contento quindi non c’era niente di cui preoccuparsi.
“E come va con Harry?” Mi chiese piuttosto in soggezione. Non so cosa ci trovasse di imbarazzante in quella domanda, ma sembrava che facesse fatica a chiedermi cose del genere.
“Bene. A te come va?” Finalmente avevo l’occasione di parlargli di quello che gli era successo negli ultimi giorni senza dover sembrare troppo ficcanaso.
“Bene”
Non me la sarei di certo bevuta. Così approfittai del momento per insistere “Dai Liam con me puoi parlare.”
“Da quanto tempo ti importa di me?” Adesso il suo umore stava iniziando a cambiare e non sembrava più spensierato come prima, ora iniziava ad essere teso.
“Tu mi hai chiesto di me e io ti chiedo di te. Mi sembra giusto.” Io cercavo di mantenere la calma, non c’era niente di cui doversi arrabbiare. Negli ultimi giorni ce la stavo facendo e dovevo continuare per la retta via.
In vent’anni non ero mai riuscita a mantenere la calma, in ogni situazione mi agitavo subito e mi arrabbiavo.
“Allora me lo hai chiesto solo per cortesia.”  Mi fissava spazientito e i suoi occhi erano strani. Avrei tanto voluto capire cosa gli passasse per la testa in quel momento, quali sensazioni provasse e cosa lo spingesse ad essere così chiuso nei miei confronti.
“Mi interessa davvero.” Presi un respiro e poi iniziai a spiegarli. “Sei cambiato tutto d’un tratto e non lo dico solo io. Nonostante i nostri rapporti mi preoccupo per te.”
Lui a quelle parole sembrò rilassarsi e mi spiegò “Sono solo molto stressato. Sono lontano dalla mia famiglia e, nonostante ci siano i miei amici, a volte mi sento solo. Non è niente di grave.”
Non sapevo se essere convinta di quella risposta, ma decisi che per il momento mi sarei accontentata e avrei visto come sarebbero andate le cose.


Dopo cena ci sedemmo sul divano e iniziammo a guardare la televisione.
Ad un certo punto mi alzai e la spensi.
Liam mi guardò intontito ma poi vedendo che stavo per parlare non disse niente e aspettò che iniziassi.
“Che ne dici di invitare quì Harry e i ragazzi. Credo che ci farebbe bene passare del tempo tutti insieme.” Avevo pensato che a Liam facesse bene svagarsi un po’ e divertirsi, ma io non lo conoscevo abbastanza e quindi avevo deciso di chiamare i suoi amici. Così lui si sarebbe divertito e io avrei passato un’altra serata con Harry.
Lui all’iniziò esitò un po’, poi annuì convinto. “Dopo li chiamo e vediamo se domani sera sono tutti liberi.” Poi mi sorrise e mi ringraziò, anche se a bassa voce.
“Ho sentito bene vero?” Liam mi aveva ringraziato, non si era fatto sentire ma mi aveva davvero detto grazie!
“Si, ma non farmelo ripetere. Mi è già costato molto.” E poi iniziò a ridere.
Aveva una risata spontanea. Mentre rideva sembrava un’altra persona, mi fece capire che avevo giudicato Liam senza conoscerlo veramente, non avevo mai avuto l’occasione di parlare con lui come una vera amica.
Da quando mi ero trasferita con lui non avevamo mai affrontato un discorso che superasse i cinque minuti e non ci eravamo mai veramente divertiti. Invece ci eravamo come avvicinati ed ero contenta di aver fatto il primo passo. Forse avrei potuto farlo prima, ma ora mi sentivo soddisfatta.
“Che ne dici di guardare un film?” Proposi entusiasta.
“Ok. Vediamo cosa trasmettono in tv.”
Così riaccendemmo la televisione e passammo la serata a guardare uno di quei film stupidi che trasmettevano in mezzo alla settimana.
“Sono contenta di aver passato una serata tranquilla con te.”
“Anche io. Forse potrei abituarmi”
Sorrisi, ma poi mi ricordai di una cosa.“Guarda che ho preparato anche il dolce!” Avevo cucinato quello che mi riusciva meglio, il tiramisù.
Ricordavo ancora la prima volta che lo avevo fatto senza l’aiuto di Nate. Avevo combinato un vero disastro! Avevo confuso l’albume  dell’uovo con il tuorlo e il risultato era stato un dolce immangiabile.
Mio fratello quando lo vide rise di gusto, mentre i miei genitori,critici com’erano, mi rimproverarono e si rifiutarono di mangiarlo. Non mia avevano mai incoraggiata veramente, per fortuna che c’era sempre stato mio fratello. Dopo quella volta avevo fatto moltissima pratica e quella sera il risultato era ottimo.
“Buonissimo, dovrei imparare anche io a farlo.”
“Ma se tu sai cucinare meglio di me!” Liam era molto più bravo di me nel cucinare, infatti ogni volta che mangiavamo insieme era lui lo chef. Io mi limitavo solo a mangiare in silenzio e, qualche volta a complimentarmi. Forse era anche per questo che si lamentava continuamente di me!

Finito di mangiare decisi che avrei messo anche a posto, mi sentivo generosa.
“Stasera faccio tutto io, tu se vuoi vai a dormire.”
“Non me lo faccio ripetere due volte!” 
Poi venne vicino a me e mi strinse in un abbraccio. Ero talmente stupita che non dissi niente. Lo strinsi anche io e mi sentii soltanto inaspettatamente felice perché per la prima volta mi sentivo veramente a casa.
 


Salve!
Mi sono accorta che non aggiornavo da tempo quindi ho deciso aggiornare con il settimo capitolo. Spero che almeno a qualcuno interessi dato che vedo che leggete, ma non c’è nessuno che recensisce! Mi piacerebbe ricevere qualche consiglio, quindi se vi va lasciate una recensione.
Adesso la storia sta entrando nel vivo quindi cercherò di aggiornare al più presto, anche perché in questo periodo ho più tempo.
Buone vacanze a tutti! Ale

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Capitolo 8
*** Sguardi ***


Avevamo appena finito di preparare la tavola e ora stavamo aspettando i ragazzi con le pizze. Eravamo in netto anticipo.
“Avremo tanto da aspettare.” Mi disse Liam prima di buttarsi sul divano e cadere in un lungo silenzio.
Presi il telefono e scrissi un messaggio a Harry
Qui è tutto pronto, vi aspettiamo : ) x
Poi mi sedetti vicino a Liam sul divano e iniziai a fissarlo. Aveva un espressione concentrata, anche se in realtà si stava solo guardando i piedi che aveva poggiato sul tavolino. Lui si accorse che lo stavo guardando.
“Che c’è?”
“Ero solo un po’ pensierosa.” 
Lui alzò le spalle e continuò a concentrarsi sui piedi mentre io mi guardavo intorno cercando qualcosa da fare. Non so perché ma si era creata una situazione imbarazzante. Era come se ci vergognassimo delle confidenze della sera precedente, ma io non volevo perdere quel poco che avevo conquistato.
“Cosa hai adesso?” Non volevo sembrare invadente, ma volevo sapere cosa aveva.
“Niente che tu possa capire.” Quella risposta fu talmente fredda che mi rattristò tanto, cambiando completamente il mio umore. Cosa avevo fatto?
I seguenti cinque minuti furono molto peggio, infatti quando sentii il campanello saltai in piedi e corsi verso la porta. Almeno quella sera ci sarebbe stata un po’ di allegria, avrei comunque tenuto d’occhio Liam.
Appena aprii la porta tutto quello che vidi furono tanti cartoni di pizze e due gambe che uscivano sotto.
“Cosa ne hai fatto dei ragazzi?” Scherzai e mi accorsi che Liam era arrivato dietro di me, ma non aveva ancora perso l’espressione fredda e distaccata di prima.
In quel momento arrivarono anche gli altri ragazzi e spinsero Niall dentro senza neanche aiutarlo a portare le pizze.
“Fate come se foste a casa vostra eh” Dissi sarcastica, non si preoccupavano per niente. Avevano appena invaso casa e di sicuro il giorno seguente lì sarebbe regnato il disordine totale.
“Ma certo.” Riconobbi la voce calda di Harry che mi stava sussurrando nell’orecchio. Poi mi lasciò un normale bacio sulla guancia e seguì Niall in cucina.
Salutai anche gli altri ragazzi che non furono tutti molto accoglienti. Nonostante non li conoscessi bene notai l’espressione strana di Zayn che di tanto in tanto guardava Liam.

Dopo dieci minuti eravamo tutti a tavola. Louis rideva continuamente con Harry, che si era seduto di fianco a me, ma che non mi considerava per niente. Niall, come quando lo avevo conosciuto, era talmente concentrato nel mangiare che non spiccicava parola. Io invece parlavo con Zayn e con Liam che si limitava ad annuire e ad intervenire ogni tanto.
Zayn mi aveva detto che era fidanzato da qualche mese e stava pensando di trasferisi con la sua fidanzata, ma non trovava un appartamento adatto a loro due.
Ad un certo punto Niall smise di mangiare “Ho bisogno di acqua, questa pizza è troppo piccante.”
Così mi alzai ed entrai in cucina. Aprii il frigorifero e sentii che qualcuno era entrato dopo di me. Mi voltai e notai che era Harry.
“Ora hai deciso di calcolarmi?” Quando stavamo da soli stavo molto bene, ma quella sera lui sembrava non notarmi neanche, era come attratto dal suo amico. Si vedeva che erano molto legati e, quando parlavano, tendevano ad isolarsi si vedeva che avevano un rapporto speciale.
“Non te la prendere, Louis è il mio primo amore!”
Soffocai una risata, poi presi la bottiglia dell’acqua e richiusi il frigorifero.
“Torniamo, la gola di Niall starà andando in fiamme.” Così mollai la bottiglia dell’acqua in mano ad Harry e andai avanti a lui.
“Neanche un bacetto?” Mi chiese come un bambino.
Scossi la testa ma poi mi avvicinai e gli stampai un semplice bacio sulle labbra.  E in quel momento la porta si aprii mostrando un Niall infuriato e gli altri ragazzi intenti a guardare la scena divertiti.
“La mia gola sta andando in fiamme e voi pensate ai bacetti?”
Guardai perplessa Niall mentre Harry cercava di trattenere una risata che arrivò ben presto.
“La stavate fabbricando l’acqua?”
“Tutta colpa sua!” Mi giustificai e tornai seduta al mio posto. Louis mi guardava divertito mentre Liam e Zayn ignoravano la scena.
Mi sentivo in imbarazzo a stare al centro dell’attenzione, ma ad Harry non sembrava dispiacere per niente.
Si sedette di nuovo di fianco a me e mi guardò “Quello non era un bacio.”
“Credo che tu possa resistere per un altro po’.” Gli risposi imbronciata. In realtà non mi andava affatto di baciarlo davanti agli altri, avrei preferito non scatenare delle reazioni negative.
Niall torno a tavola sereno e tutti ricominciarono a parlare, tranne Harry che cercava di attirare la mia attenzione che, invece, era da tutt’altra parte.
“Non ti interesso proprio eh?” Mi sussurrò nell’orecchio e poi iniziò a giocare con i miei capelli.
Per quanto in una qualsiasi occasione mi avrebbe fatto piacere tutta quella attenzione da parte sua, in quel momento la mia mente era troppo concentrata nel capire cosa stessero dicendo Zayn e Liam. I ruoli si erano invertiti e adesso non ero più lui a conversare amabilmente con il suo amico e ad ignorarmi, ma ero io.
Mi girai verso Harry che era a pochi centimetri di viso e cercai di mostrargli un po’ di interessamento, giusto per farlo contento. Fino a quel momento non mi aveva dato fastidio mai un suo solo comportamento, ma quella sera era davvero irritante o forse ero io quella distratta.
Avvicinò il suo viso al mio e poi mi baciò delicatamente, era infinitamente dolce quando faceva così. “Scusa ancora per prima.”
“Non sono arrabbiata, ero solo un po’pensierosa.”
“Va bene” E mi sorrise. Come facevo a resistere ad un sorriso del genere? Mi sentii subito in colpa per averlo ignorato e aver pensato solo a Liam e ai suoi sguardi pieni di significati, che io neanche capivo. Se ne avesse voluto parlare con me lo avrei ascoltato, ma ora c’era Harry.
“Quando mi concedi un altro appuntamento?”  Finalmente riuscivamo a parlare normalmente.
“Non so devo consultare la mia agenda.” Mi tirò uno schiaffetto sul braccio e iniziò a ridere come un bambino.
Louis si voltò e ci iniziò a guardare con aria sognante insieme agli altri. Mi voltai e incrociai per un attimo lo sguardo di Liam. Era come se mi volesse dire qualcosa, ma non riuscivo a capire cosa.
 
La serata si concluse velocemente e i ragazzi stavano per andare via.
Diedi un bacio sulla guancia di Harry e lo spinsi verso la porta ridendo.
“Se rimango un altro po’ ti mando il cervello in fumo, vero?”
Risi e annuii. “Voglio un altro appuntamento, liberami un posto in agenda.”
“Lo faccio subito.” Salutai con la mano gli altri ragazzi e poi chiusi la porta.
Liam era in cucina a riordinare, lo raggiunsi e iniziai ad aiutarlo in silenzio.
“Cosa è successo? Mi spieghi?” Mi avvicinai a lui e iniziai a guardarlo in attesa di una risposta, che sembrava non arrivasse mai.
Liam sospirò e continuò a togliere le cose dalla tavola come se non avessi detto niente.
“Se non vuoi parlarne è un conto, ma almeno  non ignorarmi.” Scoppiai arrabbiata. Era possibile che tutto quello che avevo conquistato la sera precedente fosse svanito?
“Non ti sto ignorando, ma non sono affari tuoi.” Rispose freddo e uscì dalla cucina con passo veloce.
Gli corsi dietro e lo afferrai per un braccio. “Non sono affari miei? Non mi sembra dal modo in cui mi guardi. Sembra che tu mi voglia uccidere.”
Lui continuava a guardarmi negli occhi e sembrava che stesse cedendo. Abbasso lo sguardo e si girò di nuovo.
“Parliamone.” Lo supplicai. “Non possiamo ritornare alla pace di ieri sera?”                          
Prese un lungo respiro e poi iniziò a parlarmi.

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Capitolo 9
*** Delusioni ***


 
“Ti sembrerà strano quello che sto per dirti.”
Mi iniziavo a preoccupare.
Liam aveva uno sguardo serio così non parlai e aspettai che continuasse. “Ho iniziato ad comportarmi in maniera strana da quando sei uscita con Harry. Non so cosa sia quello che provo ma credo sia scontato che non ti veda solo come un’amica.”
Assimilai il tutto con una lentezza assurda e quando mi resi  conto di quello che mi era appena stato detto non potei fare a meno di chiedergli una cosa. “E come mai mi hai sempre trattata male?”
“Quando ho iniziato a conoscerti mi sei iniziata a piacere, solo che non sapevo come prenderti. Hai un carattere particolare e non sono abituato a parlare con ragazze come te.” Si torturava le mani ininterrottamente da quando aveva iniziato a parlare. “Sono sempre uscito con ragazze timide e tu sei una novità, non ho mai capito come comportarmi.”
“A me è sempre sembrato che tu mi odiassi. Non capisco.” Ero parecchio confusa. Da quanto andava avanti questa storia?
“Volevo decidermi a parlarti, ma poi hai conosciuto Harry ed è successo tutto molto in fretta tra voi.”
“Liam mi dispiace…”  Facevo fatica a dirgli quello che pensavo. Non provavo indifferenza nei suoi confronti. Il mio modo di vederlo era cambiato ma non sapevo cosa provassi veramente . “Io non l’avevo capito e non credo sia una buona idea stare insieme.”
“Adesso capisci perché non avrei voluto parlarne?”
Mi sentivo tremendamente in colpa. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai. “Io credo che sarebbe meglio per me e te, almeno per adesso, provare ad essere amici.” Poi continuai “Voglio conoscerti meglio e credo che ora sia il momento migliore.”
Adesso pensavo ad Harry. Avrei dovuto continuare a frequentarlo anche sapendo lo stato d’animo di Liam? Sarebbe stato giusto nei suoi confronti?
Fece per andarsene ma lo fermai un’altra volta. “Harry cosa sa esattamente di tutto questo?”
“Credo che dovresti parlarne con lui di questo.”
Ero piuttosto perplessa. Troppe informazioni nello stesso momento, troppa confusione. Perché non me ne poteva parlare Liam? Una sensazione strana mi pervase. Non volevo pensare al peggio, ma il mio sesto senso mi diceva che avrei dovuto aspettarmi qualcosa tutt’altro che buona.
Avevo avuto Liam tutto quel tempo vicino senza accorgermi mai di niente, senza conoscerlo veramente.  Mi sentivo in colpa.
Presi il telefono e scrissi velocemente un messaggio.
Ho consultato l’agenda. Domani mattina ti porto la colazione : )
Volevo capire ogni minima cosa e, come mi aveva suggerito Liam, avrei parlato con Harry. Si era creato un bel rapporto tra noi due, nonostante fossimo usciti poche volte insieme. Non stavamo ancora insieme, ma Harry era intraprendente, da come avevo capito, e avrebbe di sicuro provveduto a questo.
Ero sempre stata bene con lui durante i nostri appuntamenti, diversamente da come mi capitava con gli altri. Era così spontaneo e non sembrava aver nessun secondo fine. Però durante la cena con gli altri ad un certo punto mi ero sentita un po’ in imbarazzo. Non ero abituata a baciarmi e a scherzare in maniera così intima davanti a quelli sguardi strani e ad Harry sembrava non importare. Per quale motivo? Non se ne era accorto o lo faceva di proposito?
Mi misi nel letto e mi addormentai subito, nonostante tutti i pensieri che mi riempivano la mente. L’indomani li avrei chiariti tutti e avrei deciso cosa fare.
 
Fui svegliata dal rumore della porta di ingresso che era stata sbattuta. Alzai subito la testa e guardai l’orologio. Erano le otto. Né troppo presto né troppo tardi per prepararmi e uscire. Quella mattina avrei portato la colazione ad Harry, gli avrei parlato e poi sarei andata a lavoro.
Entrai in cucina e notai che era vuota. Sul tavolo c’erano una tovaglietta e sopra la mia tazza, un biglietto e dei biscotti. La solita colazione.
Afferrai il biglietto e lo lessi
Buongiorno.
Dopo la conversazione di ieri sera ho deciso di andare a fare una piccola vacanza. Starò fuori per qualche giorno.
Voglio che tu metta in ordine le idee e lo farò anche io. Ti voglio bene
                                                                       Liam
E così aveva deciso di non stare a casa per qualche giorno e mi aveva lasciato un biglietto. Avrebbe potuto svegliarmi oppure semplicemente sarebbe dovuto rimanere a casa. E senza accorgermene pensai che sarebbe dovuto rimanere con me.
Divorai la colazione in fretta e mi preparai.
Uscii di casa e presi un cornetto ed un cappuccino per Harry e con un taxi raggiunsi il suo appartamento. Non avevo tempo da sprecare, tra sole due ore avrei dovuto raggiungere il negozio in cui lavoravo e non avevo intenzione di arrivare tardi.
Picchiai al citofono e mi rispose la voce di Louis. Salii in fretta le scale e, arrivata davanti alla porta, dovetti aspettare cinque minuti buoni prima che si aprisse. Un Louis assonnato, con due occhiaie enormi mi si parò davanti.
“Che ci fai qui così presto?” Mi chiese senza cercare di dimostrare la sua disapprovazione per l’orario in cui mi ero presentata.
“Avevo avvisato Harry. Vado a svegliarlo.” Non aspettai neanche che mi desse il permesso che mi fiondai nella sua camera e lo trovai ancora avvolto nelle sue coperte con l’espressione di un bambino. Gli diedi un bacio dolce sulla guancia per svegliarlo ma non si mosse.
“Forza Harry ho portato la colazione.” Lo richiamai con un tono della voce abbastanza alto.
Aprì gli occhi lentamente e mi sorrise. “Avevi tanta fretta di vedermi?”
“Si.” Risposi fredda. Non ero arrabbiata con lui, ma non avevo tempo da perdere in battute.  “Devo chiederti una cosa.”
Si mise a sedere e guardò quello che avevo tra le mani. Gli porsi la colazione e, mentre lui iniziava a scartare il suo cornetto, mi schiarii la voce e pensai a come avrei dovuto dirgli cosa era successo la sera prima.
“Ieri sera quando ve ne siete andati io e Liam abbiamo parlato. Lui mi ha detto dei suoi sentimenti.” Harry smise per un attimo di masticare il cornetto e mi guardò.
“Cosa ti ha detto?” Non lo avevo mai visto così serio e… preoccupato. Si, era preoccupato. Cosa c’era che non sapevo?
“Mi ha detto che prova qualcosa per me.” Mi sedetti di fianco a lui. “Io poi gli ho chiesto se tu sapevi qualcosa.”
“Ti ha detto tutto?”
“Tutto cosa?” Continuava ad essere strano e sembrava non volesse parlare.  “Ora parli tu, oppure lo verrò a sapere da lui.” Lo guardai severa. Cosa era successo? Perché la sua espressione era cambiata?
“Un giorno io e Liam abbiamo litigato.” Poggiò il cornetto, si pulì le mani con un tovagliolo e poi mi guardò negli occhi pronto a dirmi tutto. “Io lo avevo visto strano e gli avevo chiesto il perché. Lui come risposta mi ha detto tutto quello che prova per te e io non mi sono comportato da persona matura.” Abbassò la testa e io gli presi la testa con le mani dolcemente e lo incitai a continuare.
“Liam è sempre stato migliore di me in tutto, da quando ci conosciamo e io mi sono sempre sentito una nullità. Così ne ho approfittato e ho detto che avrei continuato a frequentarti.” Deglutì a fatica e respirò rumorosamente. “… soprattutto per portargli via qualcosa a cui teneva.”
Sentendo quelle parole fui invasa dalla rabbia. Rabbia perché ero stata ingannata. Rabbia perché una volta nella vita qualcuno sembrava spontaneo con me. Rabbia perché Liam era la persona più buona del mondo e non mi aveva detto niente, aveva aspettato che parlasse Harry.
Mi alzai di fretta e sfregai le mani sulle gambe con fare nervoso. “Non ti parlo di me, ora. Nonostante quello che tu abbia fatto mi coinvolga, ti parlo di Liam. È tuo amico, non avresti dovuto fare questo.”
Mi voltai e aprii la porta.
“Nonostante questo tu continui a piacermi. Non ho agito solo per fare dispetto a Liam.” Disse disperato e cercando di fermarmi.
“Non so cosa ti abbia portato via Liam in passato, ma ti sei comportato come un bambino.”
“Non mi ha portato via niente. Ma non è bello sentirsi paragonare a lui ad ogni mossa sbagliata che fai.”
“Io non l’ho fatto.”  Mi voltai di nuovo e raggiunsi velocemente la porta d’ingresso. Passai davanti a Louis che mi guardava stupito e un po’ perplesso. Abbassai la maniglia e spalancai la porta con forza, poi la richiusi con forza e scappai per le scale.
Non capivo perché Harry avesse fatto una cosa del genere. Mi sentivo ingannata e molto delusa perché lo avevo ritenuto onesto e spontaneo e invece, si era dimostrato il contrario.

 
Saalve! 
Quì la storia inizia ad entrare nel vivo e si capisce FINALMENTE cosa ha Liam!
Harry invece si rivela il contrario di quello che sembrava :( è dispiaciuto anche a me fargli fare la parte dello stronzo...
Cooomunque prossimamente andrà tutto meglio! Ora ci voleva un po' di tristezza e di incazzatura!
Credo che aggiornerò più velocemente in questo periodo, perchè ho la febbre e avrò modo di tenermi avanti con la scrittura dei capitoli (spero che a qualcuno faccia piacere).
Fatemi sapere cosa ne pensate :)
Ciaooo 

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Capitolo 10
*** Nate ***


Quella sera, tornata a casa, mi sentii davvero sola e triste. Come al solito era bastato poco per illudermi. Mi ero fidata da subito di Harry e mi ero lasciata ingannare dalle apparenze.
Giudicavo chiunque senza conoscerlo veramente e ogni singola volta sbagliavo. In fondo anche con  Liz, la mia migliore amica, mi ero sbagliata. Ripensai a quando incontrai per la prima volta Liam in un bar. Ci eravamo dati appuntamento lì per parlare dell’ appartamento e non ci eravamo mai visti.
Ero come al solito in ritardo e di sicuro non avrei fatto una buona impressione. Dovevo assolutamente andare a vivere in quell’appartamento, non potevo e soprattutto non VOLEVO tornare a vivere con i miei genitori. Anche a costo di vivere con un pazzo.
Per fortuna il ragazzo che mi aspettava a un tavolo del bar, tutto sembrava tranne che pazzo. Come se avesse immaginato che avrei fatto tardi aveva portato con sé un libro, che stava leggendo con un’aria del tutto concentrata.
Mi avvicinai velocemente al tavolo e feci un colpo di tosse per attirare la sua attenzione. “Piacere sono Meg.” Gli porsi la mano e lui mi rispose con un bellissimo sorriso.
“Io sono Liam.” Mi invitò a sedermi e chiamò il cameriere per ordinarmi un caffè.
Quel giorno, in realtà, mi fece una buona impressione. Fu dopo, invece, che iniziò a diventare estenuante e pignolo. Però, ora che mi aveva rivelato i suoi sentimenti, non facevo neanche più caso a quei suoi comportamenti. In quel momento pensavo solo alla sua espressione triste del giorno precedente e desiderai che fosse con me in quel momento.
Avrei voluto chiamarlo, però volevo lasciargli spazio. Se aveva bisogno di pensare glielo avrei lasciato fare, anche se mi sarebbe costato.
In  quel momento lo schermo del mio cellulare si illuminò e iniziò a lampeggiare il nome di mio fratello. Afferrai euforica il telefono e risposi in un istante, impaziente di sentire la sua voce.
“Oddio non ci sentiamo da troppo tempo.” Non lo lasciai parlare. Lui rise e poi mi spiegò il motivo della sua telefonata.
“Volevo parlarti del matrimonio che ci sarà tra qualche mese.” Sembrava così felice per una volta che non potei fare a meno di sorridere.
“Voglio sapere tutto. Che ne dici di venirmi a trovare?” Proposi, troppo pigra per prepararmi e andare da lui.
“Sono già in giro, credo che ce la farò in non molto tempo.”
 
Dopo un’attesa che mi sembrò lunghissima il campanello suonò e io spalancai la porta. Abbracciai subito mio fratello  dopo tantissimo tempo e lui fece lo stesso.
“Non mi inviti ad entrare?”
“Subito!” Feci un inchino e mi spostai per farlo entrare nel soggiorno. Mi sedetti sul divano e gli feci cenno di fare lo stesso.
“Come procedono i preparativi per il matrimonio?”
“Sta andando tutto benissimo.” Nate era fidanzato ormai da tre anni con una ragazza bellissima. Anche se lei non mi era molto simpatica, si vedeva lontano un miglio che mio fratello la amava alla follia. Così avevo accettato l’idea del loro matrimonio senza problemi. I miei genitori avevano fatto lo stesso, dato che lei proveniva da una famiglia benestante e così avevano subito iniziato a parlare di matrimonio, concordando tutto con i genitori della sposa. Mio fratello ovviamente non li aveva ascoltati e aveva deciso indipendentemente la data del suo matrimonio e, ora che era convinto di quel grande passo, era la persona più felice sulla faccia della terra.
“Sono davvero contenta per te Nate.” Gli dissi sinceramente.
“A te come vanno le cose?  Fidanzata?”
“Lasciamo perdere.” Sospirai ripensando agli ultimi avvenimenti che avevano sconvolto il mio umore.
“Cosa è successo?” Mi chiese preoccupato.
“Ho conosciuto un amico del mio inquilino e ho iniziato ad uscirci. Poi ho scoperto che usciva con me solo per vendicarsi del mio inquilino, che ha rivelato di provare dei sentimenti per me.” Dissi tutto d’un fiato. “Questi sono gli ultimissimi avvenimenti.”
Lui elaborò un attimo quello che avevo detto e poi, da bravo fratello, mi disse la sua opinione. “Tu cosa provi?”
“Per chi?” Chiesi confusa. Nella mia testa c’era un gran casino. Non sapevo cosa provassi.
“Per entrambi?”
“Liam, il mio inquilino, fino a poco tempo fa non aveva per niente importanza. Ora non riesco a non pensare a quanto sia stata stupida a non accorgermi di niente. Però non so cosa provo.” Poi pensai ad Harry e le uniche cose che mi vennero in mente furono le parole di quella mattina. “Harry è sempre stato carino con me. Ho passato bei momenti con lui, ma dopo quello che mi ha detto non credo di potergli dare un’altra occasione.”
“Ma sei sicura che sia uscito con te solo per vendicarsi di Liam?” Mi chiese come uno psicologo attento ad ogni dettaglio.
“Mentre discutevamo stamattina, ha detto che io gli piaccio. Ma non so se credergli.”
“Credo che dovresti parlargli.”
“Per dire cosa? Mi sentirei una stupida ad avergli creduto e poi penserei a quello che ha fatto a Liam.”
“Perché ti preoccupi così tanto di Liam?” Quella conversazione non stava portando ad una soluzione. Parlare continuamente di quello che era accaduto mi stava facendo confondere ancora di più.
“Perché è stato dolce e… dovevi vedere il modo in cui mi guardava ieri. Mi sono sentita davvero in colpa.”
“Staresti con lui solo per sensi di colpa allora?”
“Non so neanche se lui vuole stare con me. E poi gli voglio bene, ma sono troppo confusa.”
“Non credo che lui ti voglia mettere fretta. Tu pensa e cerca di fare la scelta giusta.” Mi disse calmo.
Per lui era semplice. Aveva sempre avuto le idee chiare su tutto, mentre io non sapevo mai cosa scegliere, anche nelle cose banali. Lui da quando era piccolo sapeva sempre cosa mettere, come tagliare i capelli, quale ragazza invitare ad uscire, in quale ristorante mangiare.  I nostri genitori ci mettevano a confronto di continuo e lui ne usciva sempre vincitore. Tra noi, invece, non c’era competizione. Ci volevamo bene e non avevamo problemi del genere, ma quando c’erano i genitori che pretendevano il meglio di continuo era difficile non guardare con occhi diversi mio fratello. Lo avevo invidiato per molto tempo perché riusciva ad accontentare i miei genitori e ad essere allo stesso tempo felice e, dopo lunghe riflessioni, ero arrivata alla conclusione che se volevo essere felice non avrei dovuto dar retta alle opinioni dei miei familiari. Da sola stavo bene, volevo essere indipendente.
“A quando il prossimo pranzo di famiglia?” Chiesi in maniera disinteressata.
“Mamma pensava la prossima settimana.” Un fulmine a ciel sereno. Come avrei fatto? L’ultima volta ero arrivata in ritardo e mi ero presentata con una macchia di unto enorme sulla maglietta.
Nate notò la mia espressione e mi rassicurò subito. “Ci sarò anche io. Non preoccuparti.”
Mi alzai e preparai del caffè. Lo misi in due tazzine e lo portai a mio fratello. “Sarà un incubo come al solito.” Gli risposi pessimista come al solito. Ormai mi ero rassegnata, ogni pranzo o cena di famiglia sarebbe andato per il verso sbagliato.
“Tu limitati a sorridere e a dire che tutto va bene. Sai che in realtà a loro non importa come procede la tua vita. Vogliono solo metterti sotto pressione.”
Mi chiedevo perché, da quando ero piccola, mi avessero trattata con freddezza. Non potevamo essere una di quelle famiglie che cenano insieme raccontandosi le giornate appena trascorse? Perché mia madre non era mai stata una di quelle che ti abbraccia e che ti dice che sei la sua principessa? Mi ero sempre chiesta cosa ci fosse di sbagliato in me, ma probabilmente il problema erano loro.
“Meg devo scappare. Ci vediamo al prossimo pranzo.” Mi abbracciò frettolosamente e mi lasciò un bacio sulla guancia. “Di sicuro mamma ti chiamerà.”
“Ciao.” Lo salutai e lo accompagnai alla porta.

Ecco quì il decimo capitolo! :)
Ho pensato di inserire Nate perchè per me è un personaggio importante, anche se fino ad ora se ne era parlato solo una volta (o due!). Fino alla fine della storia comunque ricomparirà.
Grazie mille per le recensioni e grazie anche a chi ha solo letto senza recensire i miei capitoli!
Ciaooo

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Capitolo 11
*** Tutto è cambiato ***


 
“Buona sera” esclamai con finto entusiasmo quando un cliente entrò nel negozio dove lavoravo.
Era stato un pomeriggio di quelli in cui non hai neanche un attimo per respirare e per pensare. Forse era meglio non pensare, però ero troppo stanca per servire altri clienti e per restare un’altra ora in mezzo a tutte quelle persone. Volevo solo tornare a casa e addormentarmi sul divano.
Era passata quasi una settimana da quando Liam se ne era andato e ci eravamo solo scritti pochi messaggi. Ero troppo preoccupata per come stesse e allora non avevo resistito e gli avevo scritto un messaggio. Avevo voglia di parlargli e di chiedergli come stava, ma avevo anche una paura matta di affrontarlo e di dirgli quello che provavo veramente. Perché in fondo non sapevo neanche io cosa provavo. Era per colpa di Harry? Oppure ero solo io?
Non avevo neanche più parlato con Harry. Lui non si era fatto sentire e a me stava bene così. Mi era un po’ difficile ignorarlo, però andavo avanti.
“Le serve una mano?” Cercai di chiedere gentilmente, dato che se lavoravo almeno non mi sarei persa di nuovo nel mare di pensieri che avevo nella testa.
“Si, grazie.” Mi alzai e andai incontro a quel cliente.                                  Non avevo notato che era un bel ragazzo. Alto, fisico ben scolpito, capelli scuri e un bellissimo sorriso. “Dovrei fare un regalo alla mia ragazza. Lei adora la musica ma sono un po’ indeciso sul cd da scegliere.”
Annuii un po’ pensierosa e poi gli risposi “Adesso vediamo.” Mi avvicinai ed iniziai a scegliere insieme a lui il regalo per la sua fidanzata.
 
Uscii alle otto dal negozio, come tutte le volte. Ma quella volta avevo una strana sensazione. Avrei preferito rimanere a lavorare lì, nonostante i clienti esigenti e i costanti rumori della città che mi provocavano ogni volta mal di testa.
Sbuffai e mi incamminai verso la mia pizzeria preferita. Quella sera non mi andava per niente di cucinare e portare a casa un po’ di pizza non era affatto una cattiva idea.
Arrivata nel locale, solitamente affollato, rimasi piacevolmente sorpresa dal fatto che erano presenti solo due clienti prima di me. Qualche volta qualcosa di buono mi capitava.
Ordinai la mia piazza e aspettai il tempo necessario. Dopo aver pagato sfrecciai fuori dal locale pronta ad andare a casa e divorare la mia pizza preferita.
Salii le scale lentamente e arrivai davanti alla porta del mio appartamento. Cercai le chiavi nella borsa, ma avendo le mani impegnate era praticamente impossibile. Così con un gomito premetti sul campanello, ma mi ricordai subito dopo che la casa era vuota e che non avrebbe aperto nessuno. Continuai ancora a cercare le chiavi tra il groviglio di cose che c’era nella mia borsa e per poco non feci cadere la pizza quando la porta si aprii.
“Ciao” Mi disse Liam sorridente. E io non potei fare a meno di ricambiare il sorriso e di stringerlo in un abbraccio.
Era come se non lo vedessi da tanto tempo, anche se era passata meno di una settimana.
“Ero preoccupata.” In quel momento riuscii a dire solo quello. Anche se fino a poco tempo prima le parole che avrei voluto dirgli erano tante, in quel momento non riuscivo a dire altro. La confusione nella mia testa era svanita e ora il mio unico pensiero era lui.
“Perché?” Mi chiese stupito mentre scioglieva l’abbraccio e mi faceva entrare.
“Non lo so. Te ne sei andato senza dire niente.” Risposi mentre entravo in cucina e poggiavo le mie cose distrattamente sul tavolo.
“Ho lasciato un biglietto.”
“Ma avrei voluto parlarti.” Risposi severa, anche se non riuscivo ad essere troppo severa con lui in quel momento.
Erano cambiate troppe cose e in così poco tempo che non riuscivo più a capire cosa volessi fare. In quel momento avrei voluto chiarire tutto, dire tutte le parole non dette e lasciare spazio a tutti quei pensieri che erano rimasti nella mia testa in quei giorni. Ma avevo anche paura, paura che Liam fosse arrabbiato con me. Avevo questo presentimento.
“Parliamo.” Mi disse sedendosi sul divano.
Io lo seguii con il cartone della pizza e mi sedetti di fianco a lui.
“Per stasera c’è solo questa.” Dissi per allentare la tensione che si stava creando tra noi due.
“Non importa.” Mi rassicurò. E in parte ci riuscì, perché quello sguardo sembrava che volesse dirmi che lui non se ne sarebbe più andato, qualsiasi cosa gli avrei detto.
“Cosa hai fatto in questi giorni?” Cercai di sviare l’argomento e prendendo tempo.
“Meg non cambiare argomento. Di cosa mi dovevi parlare?” Mi disse severo. Ero visibilmente troppo nervosa. Se ne sarebbe accorto anche un cieco che, anche se avevo aspettato quel momento in tutti quei giorni, ora che ero davanti a Liam me ne sarei scappata in un istante.
“Di quello che mi hai detto l’altra sera.” Risposi a bassa voce.
“Non credi a quello che ti ho detto?”
“Ssi…” Balbettai quasi. Ora Liam mi incuteva timore, come nei primi giorni in cui vivevo con lui quando mi rimproverava se non mettevo in ordine le mie cose. “Solo che vorrei dirti quello che io provo.” Il problema era che neanche io sapevo cosa provavo.
“Ti ascolto.” Mi disse lui cambiando di espressione. Adesso sembrava più teso di me.
“In realtà non so neanche io bene cosa provo per te. Solo che mi sono accorta che sono cambiate tante cose nelle ultime settimane.”
“Da quando hai conosciuto Harry.” Quando pronunciò il suo nome esitò un po’ e poi abbassò la testa, come se non avesse voluto nominarlo. Gli faceva male pensare a quello che aveva fatto e si vedeva.
“Non parliamo di lui ora. Io sto parlando di noi due.” Cercai di fargli capire che anche a me faceva male quello che aveva fatto Harry con il tono della mia voce, ma lui sembrò arrabbiato dalla mia risposta.
“Meg, tra noi due non c’è niente.”
“Non è vero.” Ripensai ai momenti passati con Harry ed ebbi un po’ di nostalgia, però pensai ai pochi istanti in cui io e Liam ci eravamo divertiti e sorrisi. “Tra noi è cambiato tutto, non puoi negarlo e forse è anche grazie ad Harry che ora io so cosa provi e so che lui non va bene per me.”
“Qualche giorno fa, invece, mi sembrava che andasse tutto bene tra voi due.” Perché mi andava contro? Perché non si comportava come al solito? Era arrabbiato?
“Ma qualche giorno fa non sapevo come era Harry veramente, adesso lo so.”
“E io? Io cosa c’entro?” Mi disse con un filo di speranza. Mi guardò con degli occhi pieni di dispiacere e, in quel momento, mi rattristai.
“Cavolo sto cercando di farti capire che tra me e te c’è più di una semplice amicizia.” Alzai la voce, urlai quasi. Ma volevo far capire a lui e a me stessa, quello che provavo. “Ci comportiamo in maniera strana perché non sappiamo bene quello che proviamo, ma se solo aprissimo un po’ gli occhi le cose andrebbero bene.”
Per un po’ parve confuso, poi la sua bocca si aprì in un sorriso e mi accorsi che forse per una volta avevo detto qualcosa di giusto. “Meg, non puoi capire come io sia felice.” Si avvicinò a me e mi abbracciò con dolcezza, come se volesse proteggermi. Come faceva mio fratello quando ero piccola, come faceva un padre con la propria figlia. Mi sentivo protetta.
Alzai gli occhi e guardai Liam che in quel momento stava sorridendo come un bambino. Mi guardò e poi mi stampò un bacio dolce sulla fronte.
“Non voglio fare l’errore di andare troppo veloce.”  Mi disse nell’orecchio. Ma non come faceva Harry. Con lui non c’era neanche un po’ di malizia, nessun doppio fine, ogni suo gesto era semplice e voluto.
“Allora ricominciamo dall’inizio. Come se ci fossimo appena conosciuti.”
“Non voglio dimenticare nessun momento passato con te. Voglio solo che i prossimi saranno più belli.” Sussurrò e mi fece sorridere.
“Ok. Allora che ne dici di cenare?” Dissi mostrando tutta l’allegria che c’era in me. “Poi mi racconti tutto quello che hai fatto.”
Rise un po’ e poi annuii. “E tu mi racconti quello che hai fatto in mia assenza.” Poi andò in cucina e riuscii a sentire. “Mi sei mancata.”
“Guarda che ti ho sentito.” Urlai scherzando. Poi lo raggiunsi e gli dissi “Non ti sei perso niente.”
“Se è per questo neanche tu.”
E in quel momento fui contenta di tutto quello che era successo nei mesi passati. Il mio trasferimento, aver conosciuto Liam, le nostre litigate, i momenti di tensione e anche aver conosciuto Harry.

Eccomi! Finalmente sono riuscita ad aggiornare dopo un po'...
In questo capitolo rientra in scena Liam, anche se in realtà è stato fuori dalle scene solo in un capitolo. Non volevo soffermarmi troppo sul periodo in cui non c'era perchè mi concentrerò di più su di lui...
Spero di aggiornare la prossima settimana. Ciao :)

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Capitolo 12
*** Un felice risveglio ***


Quella sera fu come la vigilia di Natale quando ero piccola. La casa non era più avvolta nel silenzio, ma era riempita dalle nostre risate.
Io e Liam eravamo seduti sul divano uno di fianco all’altro avvolti in una coperta. Parlavamo delle nostre litigate assurde e di quanto fossimo stati stupidi fino a quel momento.
Mi alzai presi il cartone della pizza, lo piegai e lo portai in cucina. Poi spensi la luce e decisi di andare a dormire.
“Io vado a dormire.” Dissi a Liam mentre uscivo dalla cucina.
“Già?” La sua espressione tenera mi sorprese e mi fece sorridere subito.
“Sono molto stanca, magari parliamo domani a pranzo.” Risposi cercando di trattenere uno sbadiglio.
“Allora buonanotte.” Mi disse avvicinandosi a me e stampandomi un leggero bacio sulla guancia.
“’Notte.” Lo salutai e entrai nella mia camera.
Finalmente mi potevo addormentare una sera senza la preoccupazione di essere sola e senza quel peso sullo stomaco che mi impediva di stare bene. Finalmente ero più serena e il motivo era Liam. Non sapevo come sarebbero andate le cose tra noi due, ma sapevo che di lui mi potevo fidare.
Mi infilai sotto le coperte e chiusi gli occhi.
 
La mattina dopo fui svegliata da un buonissimo odore di caffè. Mi alzai, uscii dalla camera ed entrai in cucina. Liam era fermo  di fronte al frigorifero e sembrava non avesse intenzione di chiuderlo.
“Giorno.” Riuscii a dire con la voce ancora impastata dal sonno. Mi avvicinai al tavolo e vidi che c’era la mia tazza di piena di caffè. La presi e iniziai e bere, come facevo tutte le mattine. “Cosa stai cercando?” Continuava a scrutare il frigo attentamente come se cercasse qualcosa.
“Il mio yogurt.” Disse e con un tofo secco chiuse l’anta del frigorifero.
“Potrei essere stata io a mangiarlo.” Dissi pensando a quanto si sarebbe arrabbiato. Liam odiava quando qualcuno toccava qualcosa di suo e odiava quando non poteva mangiare quello a cui era abituato.
“Non cambi mai eh?” Mi scombinò i capelli e mi sorrise amichevolmente. Rimasi a bocca aperta. Non si era arrabbiato. Non mi aveva urlato contro e non era stato il solito pignolo di sempre.
“Sei sicuro di stare bene?” Mi lasciai scappare. “Cioè… non ti sei arrabbiato.” Mi corressi subito.
“Non sono poi così tanto pignolo.” Cercò di spiegarmi, ma io mi misi a ridere e non lo lasciai parlare.
“No certo. Non sei affatto pignolo.” Scherzai sarcastica. “Non ti arrabbi affatto quando finisco il tuo shampoo, quando lascio qualcosa fuori posto o quando non sparecchio correttamente la tavola.”
“Correttamente?” Rise cercando di capire perché avevo usato proprio quella parola.
“Quando vivevo da poco con te mi dimenticavo sempre dove andavano messe le varie cose e tu una volta mi hai rimproverata dicendo che non avevo messo a posto correttamente le cose.” Risi ricordando quel giorno.
Quando aveva usato quelle parole e mi aveva parlato con la sua aria da professore gli avevo sbuffato in faccia e me ne ero andata indifferente. Poi quando ero tornata avevamo litigato perché lui diceva che non dovevo comportarmi così e dovevo essere più educata. Era stato il nostro primo litigio.
“Ma quando ti eri trasferita qui mi sembravi abbastanza spiazzata, perciò ti parlavo così.” Sorrise. Forse anche lui stava ripensando alle prime volte in cui avevamo litigato. “Poi quando ho iniziato a conoscerti bene e ho scoperto il tuo caratterino non ho più capito come dovevo trattarti.”
“Perciò ti irritavi sempre?” Cercai di indagare.
“Credo di si. Sei abbastanza complicata.” Mi disse disinvolto mentre riordinava la cucina.
“Non è vero.” Protestai seguendolo passo passo.
“Dimostramelo.” Si voltò e mi guardò con aria di sfida. Poi uscì dalla cucina e si diresse verso la sua camera.
Continuai a seguirlo mentre pensavo a cosa avrei dovuto fare. “Cosa devo fare?” Chiesi confusa.
“In realtà non lo so neanche io.” Tolse quell’aria di sfida e tornò a ridere come aveva fatto fino a poco prima.
Mi sedetti sul suo letto e iniziai ad osservarlo mentre riordinava tutte le sue cose. Piegava con esagerata precisione le magliette e riponeva delicatamente i libri sugli scaffali. Quei movimenti che prima mi infastidivano adesso mi facevano sorridere e non sapevo neanche il perché di quella mia stupida reazione.
“Usciamo.” Esclamai ancora sovrappensiero.
Liam si voltò lentamente e iniziò a fissarmi come se volesse capire quello che volevo intendere, esaminando i miei gesti. Forse aveva capito quello che gli avevo chiesto veramente, oppure pensava semplicemente ad un uscita tra amici.
“Tu… cosa…” Cercò di chiedermi ma fu subito interrotto dalla mia voce che, come al solito, parlò prima di consultare la mia testa.
“Intendo un appuntamento. Oggi.” Dissi secca, senza esitazioni.
“Io oggi avrei da fare.” Mi disse esitante.
“Non puoi rimandare?” Chiesi cercando di smuoverlo un po’. Mi comportavo come una bambina, ma per me era impossibile non farlo in quel momento. Se glielo avessi chiesto seriamente probabilmente l’imbarazzo avrebbe preso il sopravvento e le cose non sarebbero andate così.
“Avevo promesso a Zayn che sarei uscito con lui.” Aprì l’armadio e cacciò dei vestiti che poi ripose di fianco a me. Si avvicinò al mio letto e si rivolse a me come non aveva mai fatto. “Vorrei che il nostro primo appuntamento fosse qualcosa di speciale.  Me lo concedi?”
Sorrisi e poi annuii. “Ti concedo di posticipare il nostro appuntamento. Ma non voglio che ti scervelli solo per un appuntamento.”
“Va bene.” Acconsentì gentilmente mentre continuava a mettere in ordine la sua stanza anche se , secondo me, non ce ne era bisogno.
“E vengo con te da Zayn.” Lo avvertii senza pensare che probabilmente non mi avrebbe voluto. Magari doveva parlargli di cose riservate, o voleva rimanere da solo con lui.
“Anche se non ti avevo invitata, sono sicuro che sarai la benvenuta.”
“Cosa dovete fare esattamente?” Mi informai come una mamma impaziente di sapere cosa vuole fare il proprio figlio.
“Shopping.” Disse imitando la voce di una ragazzina.
“Dimmi che stai scherzando.”
“Non sto scherzando e ora che ti sei messa nei guai verrai anche tu. Forza preparati.” Mi diede uno schiaffetto sulla guancia e mi spinse fuori dalla sua stanza. “Se tra mezz’ora non sei pronta ricomincio a fare il pignolo.” Mi minaccio e mi fece scattare nella mia stanza.
 
Venti minuti dopo ero davanti dalla porta di casa mentre aspettavo che Liam trovasse le chiavi di casa. Picchiettai impaziente il piede per terra mentre pensavo che per la prima volta non ero io quella in ritardo.
“Dove ci dobbiamo incontrare con Zayn?” Urlai cercando di farmi sentire da Liam che era dentro.
“Qui.” Disse una voce alle mie spalle.
Mi voltai e trovai Zayn. “Liam mi aveva detto che eri tu quella ritardataria.” Scherzò e mi sorrise. “Ieri sera mi ha chiamato e sembrava felice come non mai. Finalmente ti sei decisa.”
“ A fare cosa?”
“A capire che Liam fa per te.”
Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe imbarazzata e sperai con tutto il cuore che Liam arrivasse. E per una volta le mie preghiere furono ascoltate dato che sentii la porta chiudersi.
“Eccomi.” Esclamò Liam affannato. “Possiamo andare.”
Annuii e iniziai a parlare con Liam sotto lo sguardo indagatore di Zayn.


Ecco il dodicesimo capitolo dove finalmente Liam e Meg si avvicinano e si inizia a parlare di appuntamenti!
Qui compare Zayn che ci sarà anche nel prossimo capitolo. Anche se non ha un ruolo importante mi piace come personaggio, soprattutto perchè è un grande amico di Liam.
Mi piacerebbe che mi faceste sapere cosa ne pensate con una recensione :)
Pooooi... ho fatto dei calcoli e la storia dovrebbe avere all'incirca venti capitoli e conto di aggiornare ogni settimana. Spero di riuscirci.
Ciao :)

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Capitolo 13
*** Shopping ***


Arrivammo davanti ad un negozio e Zayn si fermò.
“Si comincia con questo.” E quell’esclamazione mi preoccupò a morte.
Durante il tragitto Liam mi aveva spiegato quanto Zayn fosse ossessionato dallo shopping e mi aveva detto che non avremo saltato un negozio di quella strada affollata in cui ci trovavamo. Conoscevo abbastanza bene tutte le vie di Londra e, come ogni grande metropoli, tutte le strade erano piene di negozi. Avrei dovuto tenere la bocca chiusa e rimanere a casa. Se c’era una cosa che non amavo particolarmente era stare in negozi maschili. L’aria era particolarmente noiosa, le commesse provavano a flirtare con ogni singolo cliente e la maggior parte dei maschi che entravano non erano minimamente interessati allo shopping.
Però Zayn non era così. Scrutava ogni singolo vestito e appena vedeva qualcosa che gli piaceva alzava le sopracciglia e sorrideva. Era piuttosto divertente osservarlo, ma Liam non sembrava pensarla come me.
“Che c’è?” Gli sussurrai in un orecchio.
“Se comincia così vuol dire che ha veramente intenzione di fare shopping.” Sospirò indicandolo. “E tra mezz’ora già saremo pieni di buste.”
Risi all’idea di me e Liam trasformati in facchini e poi tornai alla realtà. “Stamattina non sembravi molto scontento all’idea di stare con Zayn. Deve farti proprio schifo un appuntamento con me.” Riflettei a voce alta.
“Ma no!” Liam si voltò di scatto e mi guardò negli occhi. “Mi piacerebbe tanto uscire con te. Ma quando faccio una promessa a Zayn devo mantenerla e…”
“…ti devi muovere Liam. Aiutami a portare queste giacche.” Finì Zayn la frase, anche se probabilmente Liam intendeva tutt’altro.
“Arrivo subito.” Rispose Liam annoiato e poi sussurrò in modo che potessi sentirlo solo io “Il dovere mi chiama.”
Risi e cominciai a girare per negozi alla ricerca di un camerino. Di solito nei bei negozi c’era sempre un divanetto e a me non sarebbe affatto dispiaciuto sedermi lì e aspettare che Zayn svaligiasse il negozio. Trovai dei camerini piuttosto spaziosi e un divanetto bianco, vuoto. Mi sedetti lì e poco dopo sentii i passi veloci di Zayn che arrivava con un mucchio di T-shirt, di giacche e di jeans.
“Mi spieghi perché devi prendere tutta questa roba?”
“Meg tu non capisci.” Mi disse Zayn e la sua espressione mi preoccupò. Era peggio di una donna.
“No è diverso Meg. Tu non lo conosci.” Intervenne Liam che con un gesto brusco posò tutti i vestiti che aveva tra le braccia al mio fianco.
“Due volte all’anno faccio grandi spese. E ora devo farle per la primavera.”
“In realtà fa shopping 365 giorni all’anno.”
La cosa che più mi piaceva di Liam e Zayn era che erano ottimi amici. Si confessavano tutto, parlavano di ogni cosa e scherzavano continuamente.
Insomma Zayn non era proprio come Harry.
Harry.
Ripensai a lui e in quel momento avrei voluto parlargli e sperare che fosse stata tutta un’invenzione quello che mi aveva detto. Gli volevo bene e mi piaceva stare con lui. Era tanto diverso da Liam. Per niente timido, per niente pignolo, simpatico, con molto senso dell’umorismo e anche malizioso. Ma la cosa che avevo capito sin dall’inizio era che lui era rimasto un po’ bambino. Non mi dispiaceva all’inizio, ma visto quello che aveva fatto a Liam mi era sembrato tanto infantile.
Liam invece, nonostante la sua serietà ogni tanto mi facesse innervosire, era molto maturo e avevo scoperto che aveva anche un pizzico di senso dell’umorismo. Però nelle sue battute, come nei suoi gesti, non c’era mai malizia.
Zayn entrò nel camerino, chiuse la tendina e iniziò a provarsi i vestiti. Io nel frattempo ne approfittai per scambiare delle chiacchiere con Liam.
“Sopravvivremo.” Dissi a Liam, notando la sua faccia stanca e pensierosa.
“Certo che lo faremo. Ho ancora un appuntamento a cui andare.” Disse e si girò sorridente, verso di me. Poi mi guardò negli occhi e il mio cuore iniziò a battere un po’ più velocemente. Mi avvicinai istintivamente a lui e gli guardai per un attimo le labbra. Non le avevo mai viste così e avevo tanta voglia di baciarle.
Liam continuò ad avvicinarsi a me, mi fissò le labbra  per un attimo che sembrò infinito e, quando stava per toccarle, la tendina del camerino si spalancò e io feci subito un balzo all’indietro.
Zayn ridacchiò e poi uscì dal camerino. In quell’istante lo maledii mentalmente, ma poi pensai che non volevo affrettare le cose tra me e Liam e forse era stato meglio così.
Zayn aveva indossato dei jeans neri non molto stretti, dato che era magrissimo e una T-shirt rossa con un disegno strano. Era un bel ragazzo e qualsiasi cosa indossasse gli stava bene, però non riuscii a mostrare per niente entusiasmo.
“Dovresti ingrassare.” Dissi ancora pensando al bacio che avevo scampato. Poi guardai con la coda dell’occhio Liam e vidi che guardava con fare minaccioso l’amico, che si affrettò a richiudere la tendina senza chiedere altri pareri.
Soffocai una risatina e Liam mi guardò con una faccia interrogativa.
“Gli stava bene quel completo.” Dissi per interrompere quel silenzio e per evitare l’imbarazzo che si sarebbe potuto creare.
“Non ti piacerà mica Zayn?”
“Ehi per chi mi hai presa.” Dissi un po’ arrabbiata e diedi una schiaffo sulla sua spalla.
Si che ero uscita con uno dei suoi migliori amici, ma da quando lo conoscevo non avevo mai fatto niente che facesse pensare che non ero una ragazza per bene.
“Stavo solo scherzando. Zayn non sarebbe un ottimo coinquilino.” Riprese terreno Liam e mi fece ridere. “Io, al contrario, sono perfetto. Verò?”
“Un amore.” Scherzai. Poi gli diedi un bacio sulla guancia e mi sedetti un po’ più vicina a lui, poggiando la testa sulla sua spalla. Forse era meglio se non ci eravamo baciati, avremo avuto tempo.
Il telefono mi squillò e sobbalzai per un istante, sorpresa. Chi poteva chiamarmi a quell’ora?
La suoneria aumentava di volume, così mi decisi a prendere il telefono e a rispondere senza nemmeno guardare il mittente.
Mi allontanai e guardai Liam per fargli capire che sarei tornata subito.
“Pronto?” Dissi disinteressata.
“Sei molto contenta di sentirmi. Lo sono anche io Meg.” La voce di mio fratello mi tranquillizzò e fui contenta di aver risposto alla telefonata.
“A cosa devo questa telefonata?” Dissi sperando che non si trattasse del solito pranzo con i nostri genitori.
“Cattive notizie.” Sospirò e capii che i miei incubi si erano avverati. “Domani pranzo con i nostri genitori. Sono stato incaricato di riferirtelo.”
“Perfetto. Ora gli fa schifo anche chiamarmi.” Dissi stizzita. I miei genitori non si sarebbero mai smentiti.
“Meg non essere dura. Hanno molto da fare con i preparativi per il matrimonio.”
“Glielo concedo solo perché si tratta di te.” Dissi seria.
“A te come vanno le cose? Hai sistemato tutto?” L’ultima volta che ci eravamo visti ero in uno stato confusionale e almeno in quel momento le cose erano migliorate.
“Sistemato. Sono con Liam… ed un suo amico a fare shopping.”
Sentii una risatina e poi Nate si affrettò a ritornare serio. “E con… Harry non hai più parlato?”
“Credo che non ce ne sia bisogno.” Mi irrigidii e risposi brusca.
“Cerca di mettere a posto tutto e parlagli. Ci vediamo domani.”
“A domani.” Lo salutai e riattaccai. Poi riposi il telefono in tasca e tornai nel negozio.
Cercai con lo sguardo Liam o Zayn e vidi che si avvicinavano alle casse. Quando gli fui più vicina notai che avevano tre pantaloni e quattro t-shirt. Aspettavo di peggio.
“Che ne è stato di tutto il resto?”
“La faccia di Liam non mi convinceva.” Mi disse Zayn intento a cacciare il portafoglio e a mettere i vestiti sulla cassa.
“Sono sicura che Liam non sbaglia.” Zayn non mi prestò ascolto. Poi mi girai verso Liam e gli feci l’occhiolino. Lui mi rispose sorridendo.

Ed ecco il capitolo numero 13! AHAHAHAHAHAH
Non è niente di che però anticipa il temuto pranzo della famiglia di Meg, quindi il prossimo capitolo sarà più movimentato.
Volevo ringraziare le persone che leggono la storia e le poche che la recensiscono (mi fa molto piacere leggere che a qualcuno piace.) Grazie anche a chi l'ha inserita tra preferite\ricordate\seguite.
Ho scritto una nuova OS su Harry si chiama "I would" e mi farebbe piacere se la leggeste, per sapere cosa ne pensate.
Ciao :)

Ale

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Capitolo 14
*** Decisioni ***


 
Quella mattina mi alzai presto promettendomi che non avrei fatto tardi al pranzo con la mia famiglia. Almeno una volta al mese avrei potuto fare un’eccezione ed arrivare in orario, così i miei genitori avrebbero avuto un motivo in meno per lamentarsi e sarei stata in santa pace per tutta la durata di quel pranzo. Questa volta sarebbe stato Nate quello al centro dell’attenzione e questo mi faceva molto piacere dato che odiavo essere sotto esame.
Non sopportavo la necessità di mia mamma di criticare il mio abbigliamento, i miei comportamenti a tavola e qualunque cosa facessi.
Scostai in modo brusco le coperte e mi precipitai fuori dalla stanza pronta a divorare una colazione sostanziosa. Quella mattina avrei voluto studiare, ma mi toccava mettere in ordine le mie cose e prepararmi decentemente per un pranzo in un ristorante lussuoso. Di solito mi vestivo normalmente, ma avevo deciso che non avrei suscitato critiche, almeno per quel giorno.
Preparai il caffè e aprii la credenza alla ricerca di qualcosa da mangiare. Tutto quello che trovai fu un cornetto con del cioccolato, abbastanza vecchio. Lo aprii lo stesso e lo divorai senza neanche accorgermene poi andai a sedermi sul divano nell’attesa che il caffè fosse pronto e mi fermai a pensare.
Era ormai maggio e mancava solo un mese alla fine degli esami universitari. Poi avrei avuto tutta, o quasi tutta l’estate per rilassarmi e avevo voglia di una vacanza. Una di quelle vacanze che  facevo con Liz e la sua famiglia quando eravamo più piccole, ci divertivamo sempre molto e non pensavamo mai a come sarebbe stato quando saremo tornate in città, l’importante per noi era restare insieme.
Avrei tanto voluto tornare in Irlanda, meta delle gite con i miei genitori quando ero bambina. Poi ricordai che Niall, l’amico di Liam, era irlandese. Sarebbe stato bellissimo fare una vacanza tutti insieme, ci saremmo divertiti se solo fosse stato possibile. Il mio pensiero, infatti, volò subito ad Harry. Pensavo alla sua amicizia con Liam e speravo che non fosse finità così, per colpa mia. Harry di certo non era stato un ottimo amico, ma se io non fossi uscita con lui non sarebbe successo niente. Forse avrei dovuto chiarire con lui, parlargli e chiedergli almeno di cercare di convincere Liam.
Ma convincerlo di cosa?
Infondo Liam non aveva fatto niente e tantomeno io. Avevo ancora dei sensi di colpa, ma non avrei mai ferito un amico come,  invece, aveva fatto Harry.  Avrei aspettato un suo primo passo, se poi non si fosse fatto vivo ne avrebbe pagato lui le conseguenze. Chissà se si era sentito con Liam. Chissà se mi aveva pensata.
Mi alzai di scatto dal divano e scrollai la testa. Non dovevo pensare a quelle cose, non quel giorno. Il mio pensiero fisso in quel momento doveva essere la felicità di mio fratello e l’orario in cui sarei dovuta arrivare dai miei genitori. Non sarei arrivata in ritardo.
Entrai velocemente nella mia camera e spalancai l’armadio. Cercai tra tutti i vestiti e trovai dei pantaloni neri abbastanza eleganti. Forse mi sarebbero stati bene, anche se in quell’ultimo periodo ero ingrassata. Non ero stata per niente attenta a quello che mangiavo e non avevo fatto attività fisica, mi ero lasciata andare. Buttai i pantaloni sul letto e iniziai a cercare una camicetta che fosse adatta all’occasione. Dopo tentativi vani trovai un paio di camicie a quadri e una camicia bianca di raso. Decisi di indossare quella, senza provare il completo scelto. Avrei curato i particolari in un secondo momento.
Entrai in bagno e aprii il rubinetto. Mi spogliai, togliendo i vestiti con noncuranza e lasciandoli cadere a terra e entrai nella doccia. Bagnai tutto il corpo e iniziai ad insaponarmi.
Venti minuti dopo uscii dal bagno ed entrai di corsa in camera con indosso solo un accappatoio. Ero riuscita ad asciugare i capelli in fretta e ora dovevo solo vestirmi, avrei rinunciato a fare i servizi. Non mi andava proprio.
Infilai a fatica i pantaloni e misi subito la camicia. Il completo era abbastanza elegante e con un paio di ballerine sarei stata bene.
Aprii la porta della mia camera e mi trovai Liam di fronte con una faccia assonnata.
“Come mai già sveglia?” Sbadigliò e non potei fare a meno di mettergli una mano davanti alla bocca.
“Oggi ho il pranzo con i miei.” Risposi mentre facevo mente locale di tutto quello che dovevo fare.
“Pranzo. Mica colazione.” Si avviò in cucina e lo seguii a passo svelto.
“Devo passare a comprare una pianta a mia mamma e poi devo andare a casa di mio fratello.”
“E come mai tutto questo nervosismo?” Mi chiese mentre si guardava intorno alla ricerca della sua colazione.
Spalancai la credenza e gli presi un cornetto. Lo lanciai e lui lo afferrò pronto.
“I pranzi con i miei genitori mi rendono nervosa. Non sopporto il mondo in cui mi mettono sotto esame.”
“Capisco. Allora fai tutto quello che devi fare.” Sbadigliò. “Non ti disturbo.”
“Grazie.” Gli rivolsi un sorriso e poi scattai in bagno per mettere in ordine e per truccarmi.
In mezz’ora riuscii a fare tutto e uscii dal palazzo fiera di me stessa.
In realtà avevo tantissimo tempo e in quel momento pensai di andare a fare una colazione decente oppure di presentarmi da Nate in anticipo.
Spalancai il portone e mi accorsi che il tempo era abbastanza bello per gli standard di Londra. Non feci in tempo a chiudere il portone che mi ritrovai faccia a faccia con Harry.
Ci guardavamo imbarazzati. Nessuno spicciava parola, ma io non sarei stata la prima. Chiusi il portone di scatto e mi sistemai i capelli non sapendo cosa fare. Poi abbassai lo sguardo e aspettai che Harry emettesse suono.
“Come stai?” Mi chiese con voce rauca.
Lo ignorai e iniziai a camminare senza meta. Non sapevo cosa rispondergli.
Avrei dovuto dirgli la verità? O avrei dovuto dirgli che stavo bene?
In realtà non stavo malissimo, ma ero ancora confusa e mi chiedevo cosa avrei dovuto fare.
Vidi che mi stava seguendo e gli parlai senza guardarlo. “Credo che dovresti parlare con Liam.”
“Ho provato a contattarlo, ma non mi risponde. Non c’è verso.”
“Credo che dovresti presentarti da lui, di persona. È di sopra.” Indicai il palazzo e mi fermai. Non mi andava di parlare con Harry, non in quel momento. Ma avrei tanto voluto che lui chiarisse con Liam, erano amici. “Perché hai aspettato tutto questo tempo?”
“Ero confuso.” Mi disse guardandomi negli occhi e il mio cuore sembrò fermarsi per un attimo. “Liam mi ha detto che non ha intenzione di parlarmi fin quando non ti chiederò scusa.”
“Io…” Non sapevo cosa dirgli. Aveva davvero detto quello? Cosa avevo fatto per meritarmi una persona del genere al mio fianco? Non ero mai stata abituata a una persona che si preoccupasse così tanto di me. “Io sono arrabbiata con te. Però credo che Liam sia quello che meriti delle scuse.”
“Meritate entrambi delle scuse, ma tu non mi avevi mai fatto niente. Non lo meritavi.” Abbassò la testa e si guardò le scarpe.
“Sei infantile.” Sentenziai fredda. “Liam è la persona più buona che ci sia non lo meritava neanche lui.”
“Non sembrava che tu la pensassi così quando mi hai conosciuto.”
“Sai. Infondo io e te non ci conosciamo poi così bene. Nei miei confronti non hai fatto niente di grave. Mai nei confronti di un amico non ti sei comportato per niente bene.” Detto questo me ne andai senza nemmeno lasciarlo parlare. Scrollai la testa e sentii un peso in meno sullo stomaco.
Non mi voltai neanche per guardare la sua espressione. Sapevo che non mi avrebbe seguita e avrei continuato per la mia strada, senza voltarmi.
Raggiunsi un bar e decisi di entrare lì per fare una colazione decente. Aprii la porta e fui assalita dal calore e dai numerosi rumori del locale.
Notai che c’era molta gente, così mi avvicinai al bancone a fatica, per prendere un caffè.
Presi il mio caffè, andai a sedermi ad un tavolino e iniziai a pensare. Era come se tutta quella gente che c’era intorno a me, in realtà non ci fosse.
I miei pensieri mi isolavano dagli altri e non mi rendevo conto del tempo che passava.  Pensavo ad Harry, a quando lo avevo conosciuto. E poi pensavo alle ultime parole che gli avevo rivolto. Ero stata troppo fredda? O lo meritava?
Non ero mai stata a trattare male le persone o ad essere fredda. Tendevo sempre a dare seconde possibilità a tutti, qualunque cosa avessero fatto. Ma in quel caso avrei aspettato che le cose con Liam si fossero aggiustate e poi avrei fatto la mia mossa. 

Ecco il capitolo 14!
Sono di fretta quindi sarò breve! Questo è piuttosto un capitolo di passaggio. Nel prossimo ci sarà il tanto atteso pranzo e poi Harry ricomparirà, ma non avrà un ruolo importante.
Mi piacerebbe che recensiste. Ringrazio tutte quelle che hanno recensito, mess tra le seguite e preferite questa ff e vi ricordo che ho anche due OS.
Ciao :) e BUON CARNEVALE!

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Capitolo 15
*** Vecchi desideri ***


Bussai alla porta e un istante dopo mio fratello la aprii e mi sorrise. Era bello come quel sorriso mi facesse sentire bene, aveva sempre avuto quel potere su di me. Mi faceva dimenticare il motivo per cui ero triste o confusa e, per un attimo, stavo meglio.
“Ciao.” Lo salutai e gli posai un bacio sulla guancia. Poi gli mostrai la pianta che avevo comprato a mia madre, sperando che gli piacesse. Avevo comprato un’orchidea perché amavo quei fiori e sapevo che mia mamma pensava lo stesso. Anche se le piante erano regali innocui, lei li aveva sempre apprezzati e avevo pensato che comprargliene una quel giorno le avrebbe fatto piacere.
“A mamma piacerà di sicuro.” Mi fece entrare e continuò a parlare. “Tra un’ora ci incontriamo con mamma e papà al ristorante.” Mi informò subito.
“Non andiamo tutti insieme?” Mi sembrava strano che non andassimo insieme, dato che Nate e loro abitavano uno di fianco all’altro.
“No. Sono usciti stamattina presto perché dovevano fare delle commissioni.” Rispose mentre sorseggiava il suo caffè. “Ne vuoi un po’?”
“No. Ho fatto colazione al bar.” Stavo ancora pensando all’incontro di quella mattina ed ero piuttosto assente, infatti Nate se ne accorse subito.
“Che hai?” Mi chiese avvicinandosi e posando la tazzina di caffè sul tavolo.
“Un po’ di confusione.” Dissi vaga per non farlo preoccupare più del dovuto.
“Ho capito di cosa si tratta e sai cosa ne penso.” Annuii e mi sedetti di fianco a lui. Forse prima di quella mattina avrei potuto prendere in considerazione l’idea di ascoltare i suoi consigli. Ma dopo aver parlato con Harry non ci avrei pensato lontanamente a quello che mi aveva detto mio fratello. Non volevo più chiarire niente.
“Che facciamo ora?” Chiesi come una bambina ridendo e cercando di togliermi dalla testa quei pensieri.
“Ti va di fare una passeggiata?” Annuii e mi misi subito in piedi, pronta ad uscire.
 
Uscimmo di casa e iniziammo a girovagare a vuoto parlando del più e del meno. Chiesi a Nate come procedevano i preparativi per il matrimonio e fui felice di sapere che mancavano solo piccoli particolari.
“Sarà tutto perfetto.” Dissi con aria sognante. Forse un giorno anche io mi sarei sposata, forse ancora dovevo trovare la persona giusta. Ma non mi ci vedevo a stare con una persona e ad avere una relazione seria. Non ero una di quelle persone che si affezionava facilmente agli altri e, se in passato era successo, ero sempre rimasta delusa da come era finito tutto. All’inizio davo sempre la colpa agli altri per quello che accadeva, ma dopo un po’ di anni avevo capito, che ero io che non volevo legarmi troppo alle persone e, in un modo o nell’altro, le allontanavo.
“Non preoccuparti, arriverà anche il tuo momento.” Mi sorrise rassicurante mio fratello mentre mi cingeva le spalle con un braccio, con fare protettivo. “Quando eri piccola dicevi sempre che ti saresti sposata e avresti avuto quattro figli.”
“Quattro?” Spalancai gli occhi sorpresa dalle fantasie che avevo avuto da bambina.
“Dicevi che il primo figlio lo avresti avuto a venticinque anni perché dopo era troppo tardi.” Non appena finì di raccontarmi quel particolare iniziammo tutti e due a ridere.
Con il passare degli anni le mie idee erano completamente cambiate riguardo quell’argomento e le mie priorità erano mutate radicalmente.
“Per una bambina che pensava di fare la principessa da grande questa era un’ambizione giustissima.” Affermai fintamente seria, pensando a quanto mi mancava essere piccola e spensierata.
“Sei cresciuta bene Meg.” Disse Nate sorprendendomi profondamente con quell’affermazione. Io pensavo tutt’altro.
Anche se mi piaceva essere indipendente e libera com’ero, caratterialmente mi sembravo ancora una bambina incapace di rapportarsi bene con gli altri.
“Forse fisicamente, forse con gli studi, ma i miei rapporti con gli altri non sono cambiati.” Ammisi più con me stessa, che con lui.
“Non la penso così. Sei maturata molto.” Sorrise e poi con una scrollata di spalle cambiò discorso in un batter d’occhio. “Credo sia ora di andare.”
Guardammo l’orologio contemporaneamente e ci rigirammo per andare all’appartamento. Una volta rientrati prendemmo le nostre cose e salimmo in macchina, pronti alla tortura mensile.
 
Nate fermò la macchina e mi fece scendere per parcheggiare meglio. Guardai attentamente mio fratello mentre faceva le dovute manovre e, una volta che ebbe finito, mi guardai intorno alla ricerca dei miei genitori. Eravamo in perfetto orario e i miei genitori di sicuro non sarebbero arrivati in ritardo, non era da loro.
Nate mi raggiunse e prese il telefono. “Li chiamo per vedere dove sono.” Mi  disse mentre iniziava a comporre il numero.
La telefonata durò poco e appena fu finita Nate mi avvisò che avrebbero ritardato dieci minuti. Così decidemmo di entrare nel ristorante e aspettarli al nostro tavolo prenotato.
L’aria calda del ristorante mi assalì e fui subito tentata di togliere la giacca che indossavo. L’unica cosa che adoravo in quel posto era il cibo squisito che servivano, anche perché non avevo mai amato quelli ambienti in cui la gente mi squadrava dalla testa ai piedi. Mi sentivo inadeguata.
Ci avvicinammo ad un cameriere chiedendogli dove fosse il nostro tavolo e fummo accompagnati in una parta della sala ancora vuota.
Ci sedemmo e non spiccicammo parola fin quando non vedemmo i nostri genitori che avanzavano verso di noi con aria desolata. Non era mai successo che arrivassero dopo me e quella volta fui fiera di me stessa. Me ne volevo vantare, ma poi mi ricordai che avevo di fronte i miei genitori e non delle normali persone con cui scherzare.
Mi alzai e salutai mia mamma con due baci sulle guance. “Mi dispiace molto di essere arrivata in ritardo, ma c’è stato un imprevisto.”
“Non preoccuparti.” Cercai di sorridere mostrando almeno un minimo di apprensione nei confronti di mia madre. “Ti ho portato qualcosa.” Indicai la pianta che avevo poggiato ai piedi del tavolo e potei ammirare il bellissimo sorriso che fece mia madre non appena la vide.
“Grazie mille Megan.” Mi disse, sedendosi poi di fianco a me.
Mio padre fu meno gentile, ma almeno quel giorno non trovò subito motivi per criticarmi.
Iniziammo a parlare dei preparativi del matrimonio di Nate e l’attenzione fu distolta da me, che annuivo cercando di rendermi partecipe, anche se era come se non ci fossi. Un attimo dopo aver fatto quel pensiero mi ritrovai gli occhi dei miei genitori e di mio fratello puntati su di me.
“Cosa avete detto?” Chiesi imbarazzata, cercando di fare mente locale per ricordare a quale punto dei preparativi erano arrivati a parlare.
“Megan farai da testimone. Quindi ti abbiamo chiesto cosa indosserai.” Puntualizzò mia mamma scandendo parola per parola come se avessi dei disturbi nell’apprendimento.
“Io… in realtà ancora non compro niente. Sono molto indecisa.” Risposi imbarazzata. In realtà non avevo la più pallida idea di cosa comprare, non ci avevo minimamente pensato.
“Credo che dovresti comprare un abito blu. Ti dona quel colore.” Suggerì mio padre, accennando un complimento.
Annuii e poi pensai che mi sarebbero serviti dei soldi in più per comprare un bell’abito e delle scarpe.
“Verrai con qualcuno alla cerimonia?” Mi chiese mia madre, che si occupava della lista degli invitati e dei posti a sedere.
Annuii e pensai che se mi avesse accompagnata Liam sarei stata benissimo e avrei di sicuro evitato la noia. “Può venire un mio amico?” Chiesi quasi in tono di supplica, sperando che la risposta fosse affermativa.
“Di chi si tratta, cara?” Chiese mio padre che mi aveva osservata durante gli ultimi minuti.
In un istante tutti mi guardarono, sorpresi dal fatto che avrei fatto conoscere loro un mio amico. Di solito non gli parlavo mai della mia vita privata.
“Liam, il ragazzo che vive con me.” Dissi sperando che non iniziassero ad elogiarlo, come avevano sempre fatto.
“D’accordo.” Acconsentì mia mamma senza obiettare. Sapevo che a loro avrebbe fatto piacere, però non avevo chiesto a Liam il suo parere e volevo a tutti i costi che lui venisse con me, anche se avevo pensato solo in quel momento alla possibilità di andare insieme a lui al matrimonio.
Ripensai all’altro giorno, quando stavo per baciarlo.
Ripensai all’appuntamento proposto. Sarei voluta uscire subito con Liam, non volevo più aspettare.
Pensai che forse quella sera sarebbe stata perfetta per uscire con lui. Così, infischiandomene della buona educazione, afferrai il mio telefono e scrissi velocemente un messaggio a Liam.
Stasera hai da fare?
Lo inviai in un istante e, negli attimi che seguirono, il mio sguardo non si scostò mai dallo schermo del mio telefono.

Saalve a tutti!
Sono riuscita ad aggiornare solo adesso, però meglio tardi che mai!
Nello scorso capitolo ho ricevuto solo una recensione e mi piacerebbe che questo, invece, fosse recensito un po' di più!
In questo capitolo non succede niente di speciale, però nei prossimi capitoli ci saranno cose, a mio parere, molto carine! 
Ciaao :)

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Capitolo 16
*** Primo appuntamento ***


Tornai a casa con lo stomaco pieno e la voglia di riposare. I miei genitori mi avevano riempita di chiacchiere fino ad una decina di minuti prima e, in quel momento, tutto quello che volevo fare era stendersi sul divano e riposare il cervello per qualche ora.
Poi pensai al messaggio di risposta di Liam e mi si illuminarono gli occhi.
Passo a prenderti alle 9, consideralo un appuntamento. xx
Ero talmente euforica che decisi di non riposare, ma di cercare di studiare un po’.  Afferrai uno dei tanti libri che avevo sulla scrivania della mia camera e lo aprii alla pagina segnata. Mi sedetti sulla sedia, di fronte al tavolo ed iniziai a leggere e a sottolineare, mentre la mia mente distratta vagava. Passarono un paio di ore e decisi di iniziare a prepararmi.
Misi lo smalto blu scuro sia sulle unghie delle mani che dei piedi e poi mi distesi sul letto in attesa che si asciugassero. Poi passai in rassegna al mio armadio disperatamente, ma avevo bisogno di un aiuto esterno.
Afferrai il telefono e chiamai Zayn, sperando che non fosse con Liam in quel momento.
Appena rispose non lo feci neanche parlare che iniziai a tempestarlo di domande. “Sei con Liam? Sai dove ha intenzione di portarmi stasera?”
Mi sentivo stupida, ma allo stesso tempo volevo sapere tutto in modo da essere pronta per quella sera.
Senti una risata rilassata dall’altra parte del telefono e poi la voce di Zayn. “Liam non è con me, sono solo nel mio appartamento. So solo che vuole farti una sorpresa, quindi manterrò il patto.” Come faceva ad essere così calmo?
“Se adesso vengo da te, mi porti a fare shopping?” Chiesi disperata.
“Non vedo l’ora.” Ghignò Zayn dall’altra parte della cornetta e mi fece scappare una risata.
Venti minuti dopo ero in taxi con Zayn, diretta in uno dei suoi negozi preferiti. Mi aveva promesso che lo shopping sarebbe stato veloce e indolore e che, però, avrei dovuto fare  un salto dal parrucchiere.
“Cos’hanno i miei capelli che non vanno?” Chiesi a Zayn iniziando a toccarli e a passare le dita tra di essi.
“Da quanto hai quel taglio? Ormai è passato.” Mi disse con aria di sufficienza.
“Ma se sono semplicemente dritti.” Dissi indicando la mia testa.
“Appunto. Dovresti scalarli un po’ di più.” Mi disse con tono da maestrino.
“Va bene.” Acconsentì lasciandomi andare comodamente, sul sedile.
Scendemmo dal taxi e pagammo il tassista che per tutto il precorso aveva ascoltato la nostra conversazione e aveva riso sotto i baffi, cercando di passare inosservato.
Entrammo nel negozio che Zayn aveva scelto, Zara. Amavo quel negozio perché vendeva sia vestiti eleganti, ma anche vestiti per tutti i giorni. Zayn mi ordinò di entrare nel camerino e di non uscire, avrebbe fatto tutto lui.
Dopo mezz’ora circa uscimmo dal negozio io con una faccia disgustata, mentre Zayn con la faccia soddisfatta, di un genitore fiero del proprio figlio. Mi aveva fatto comprare dei pantaloncini rossi, molto stretti e una camicetta blu abbinata.
“Non voglio mettere quelle cose.” Protestai, cercando di convincerlo a non farmele indossare, anche se già le avevo acquistate.
“Hai un bel fisico, ti stanno benissimo quei vestiti.” Mi disse lui cercando di darmi conforto.
“Ma non mi sento a mio agio con le gambe scoperte.” Sbuffai e abbassai la testa rassegnata.
“Ora non ci resta che andare dal parrucchiere e poi sarai pronta all’appuntamento con Liam.” Mi sembrava di essere la protagonista di una puntata di Plain Jane
“Non pensavo che chiedendoti aiuto avrei dovuto sopportare queste torture.” Scherzai dandogli uno schiaffo sulla spalla.
“Sarai bellissima, credimi.” Mi rassicurò. E in quel momento gli credetti veramente.
 
Ero in camera di Zayn, mentre cercavo di infilarmi quei pantaloncini che detestavo. Di sicuro non li avrei indossati più, dopo quel giorno.
Misi anche delle ballerine che mi aveva consigliato Zayn e poi uscii dalla sua camera diretta nella cucina del suo appartamento.
“Che ne dici?” Chiesi insicura, aspettando che Zayn si girasse.
Non appena si voltò, la sua espressione cambiò. Era stupito. “Fai una giravolta, forza.” Mi ordinò, amichevolmente.
Girai lentamente su me stessa, provando un poì di imbarazzo. Ma quando Zayn mi si avvicinò e mi strinse in un abbraccio, tutto l’imbarazzo svanì.
“Sei davvero bellissima.” Mi sussurrò in un orecchio e tutte le mie incertezze scomparirono.
“Tra quanto arriva Liam?” Chiesi poi impaziente. Volevo sapere a tutti i costi dove mi avrebbe portato, ero troppo curiosa.
“L’ho appena chiamato. Era sorpreso del fatto che tu fossi con me.” Lo incitai a continuare, lui sospirò. “Sarà qui a momenti, rilassati.”
 
Dopo pochi minuti Liam bussò alla porta e, appena mi vide, spalancò la bocca e si complimentò con me.
Uscimmo dall’appartamento di Zayn e Liam mi guardò attentamente. Risi quando notai il suo sguardo, infondo non indossavo niente di particolare, i miei capelli erano semplicemente sfoltiti e avevo fatto solo una tinta un po’ più scura.
“Cosa ho di così speciale stasera?” Scherzai, cercando di capire il perche del suo sguardo su di me.
“Non è per i vestiti, tu mi piaci sempre. È solo che stai sorridendo come non hai mai fatto.” Mi spiegò parlando velocemente, era leggermente in imbarazzo.
Seguivo Liam verso la meta del nostro appuntamento, a me ancora sconosciuta. Poi decisi di rompere il silenzio.
“Oggi per la prima volta qualcuno mi ha fatta sentire bene, dovevi vedere l’espressione di Zayn.” Sorrisi ricordando la sua espressione, appena mi aveva vista.
“Sono contenta che ti sia lasciata aiutare da lui, allora.” Mi prese la mano e mi condusse verso una strada che non avevo mai percorso. Eccoci qui.
Eravamo fermi davanti ad un parco vuoto, illuminato solo dai pochi lampioni intorno. Entrammo dentro, mano nella mano e risi quando vidi che Niall era seduto vicino ad un albero mentre sorvegliava delle cose per terra.
“Ho lasciato Niall a fare la guardia alla nostra cena, non si sa mai.” Mi spiegò Liam in imbarazzo, facendo poi segno all’amico di andare.
Salutai Niall con un sorriso e poi mi voltai verso Liam. “Certo che hai affidato la cena proprio alla persona giusta.” Allusi alla passione di Niall verso il cibo e feci ridere Liam
“Che ne dici di  sederci? Ho portato delle coperte.”
Annuii e mi sedetti di fianco a Liam osservando quello che aveva fatto per me quella sera. Aveva steso una piccola tovaglia sull’erba, sotto un albero e sopra vi aveva messo una candela. Ai piedi dell’albero c’era un cestino che, molto probabilmente, conteneva quello che avremo mangiato.
“Lo so che il posto non è il massimo, però l’idea sembrava carina.”
“Stai scherzando? È tutto bellissimo, non mi piacciono i posti troppo affollati.” L’idea che aveva avuto era stata bellissima e l’atmosfera che si stava creando mi piaceva sempre di più.
“Sono contento che ti piaccia tutto. Che ne dici di iniziare a mangiare?” Prese il cestino e cacciò due piatti e due bicchieri da esso, poi si girò e afferrò due cartoni della pizza che, prima non avevo notato.
“Stasera si mangia pizza, non ho fatto in tempo a cucinare nient’altro.” Spiegò mentre sistemava le cose sulla tovaglia.
“Non preoccuparti, sono stata io ad avvisarti tardi.” Lo giustificai, mentre aprivo il cartone della pizza.
“Buon appetito.” Dicemmo all’unisono, poi ci guardammo complici e iniziammo a mangiare.
 
“Ti è piaciuta?” Mi chiese dopo che avevo rinunciato a mangiarla tutta, non ce la facevo più.
“Era squisita.” Dissi sinceramente e poi gli sorrisi.
In quel momento Liam si avvicinò di più a me e mise una ciocca dei miei capelli dietro all’orecchio. “Sei più bella con il viso scoperto.” Sussurrò a pochi centimetri dal mio viso e mi fece sorridere.
Ero sicura che in quel momento i miei occhi brillassero, ero davvero felice di essere lì con Liam e sembrava che anche lui lo fosse.
Osservai attentamente il viso bellissimo del ragazzo che era a pochi centimetri da me. Le labbra erano chiuse in un sorriso e gli occhi brillavano e mi fissavano intensamente.
Mi avvicinai di più e lentamente sfiorai le sue labbra con le mie. Subito dopo, lui approfondì il bacio facendo incontrare le nostre lingue.
Mi accarezzò la guancia con una mano delicatamente. Era tutto troppo bello per essere vero. Il momento, il luogo, il bacio e Liam. 


 

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Capitolo 17
*** Dolcezza ***


Ci staccammo dopo secondi interminabili e scorsi subito sul volto di Liam un sorriso. Abbassai lo sguardo e notai che le nostre mani erano vicine.
Strinsi la sua mano delicatamente e poi lo guardai negli occhi, non sapendo cosa dire. Le parole in quel momento erano l’ultima cosa che avrei voluto usare per esprimere il modo in cui mi sentivo. Ero felice, tanto felice e volevo che quel momento non finisse più.
Mi avvicinai nuovamente a Liam e gli lasciai un bacio delicato sulle labbra calde. Lui sorrise di nuovo e mi strinse di più la mano.
“Non sai da quanto aspettavo questo momento.” Sussurrò nel mio orecchio.
Poi si poggiò con la schiena sul tronco dell’albero e mi invitò a seguirlo. Mi misi con la schiena sul suo petto, così vicina da poter sentire il suo respiro nell’orecchio e il suo cuore che batteva.
Rimanemmo in silenzio per un po’, ascoltando ognuno il respiro dell’altro. Lasciai che lui mi accarezzasse i capelli e lo ascoltai quando iniziò a parlarmi.
“Vorrei che tutto fosse così, sempre.” Sussurrava impercettibilmente. “Quando siamo insieme a casa sto troppo bene. Ogni momento che sto passando con te è perfetto.” Mi rivelò senza esitare.
“Solo con te sto così bene, Liam. Era da tanto che non provavo questa sensazione di felicita, sai.” Cercai di spiegargli come mi sentivo veramente. “Adoro ogni piccola cosa che fai per me. Dalla colazione a tutto questo.” Indicai la tovaglia e la candela che pian piano si era spenta.
La luce debole ci illuminava e permetteva a stento di distinguere le cose. Gli unici rumori che sentivamo erano quelli di qualche macchina che passava, la quiete regnava.
Mi rilassai ancora di più sul petto di Liam e feci in modo che le nostre dita si intrecciassero. Mi girai verso di lui e notai la sua espressione concentrata. Adoravo quando corrugava le sopracciglia.
All’inizio pensavo che potesse essere solo serio, ma adesso lo stavo conoscendo veramente e adoravo ogni singola sfumatura dei suoi comportamenti.
“Che ne dici di andare a casa? Qui inizia a fare un po’ freddo.” Proposi, anche se non avrei mai voluto interrompere quel momento.
“Va bene. Però non finisce qui.” Sussurrò nel mio orecchio.
Mi alzai e porsi la mano a Liam, aiutandolo ad alzarsi. Iniziammo a raccogliere le cose e a mettere tutto nel cestino che aveva portato. Una volta preso tutto chiamammo un taxi e tornammo a casa.
 
Spalancai la porta di casa e cercai con la mano l’interruttore della luce. Il salotto fu subito illuminato ed avanzai nell’appartamento. Liam chiuse la porta ed entrò in cucina. Poggiò il cestino sul tavolo e poi si voltò verso di me.
“Vado a mettere il pigiama.” Lo informai. Volevo essere più comoda, poco mi interessava di apparire bella in quel momento.
Entrai in camera velocemente e presi il pigiama sotto il cuscino del mio letto. Sbottonai la camicetta, tolsi le scarpe e sfilai i pantaloncini stretti che avevo indossato per tutta la sera. Quando il tessuto del pigiama toccò la mia pelle, fui sollevata. Adoravo portare vestiti comodi.
Uscii dalla mia camera e raggiunsi Liam, che nel frattempo si era seduto sul divano.
“Eccomi.” Gli dissi sedendomi di fianco a lui.
“Sei bellissima anche così.” Sussurrò e mi tirò un po’ più verso di se. “Dalla prima volta che ti ho vista mi hanno colpito la tua spensieratezza e il fatto che non te ne fregasse niente degli altri.” Sorrise ricordando, probabilmente, i nostri primi battibecchi. “Ora che ti sto conoscendo, però, ho capito che non sei solo la ragazza dura che cerchi di apparire. Sei anche una persona dolce e non devi aver paura di mostrarlo.”
Rimasi colpita da quella parole, dato che non pensavo che Liam avesse capito così tanto di me. Avevo sempre faticato a capirmi da sola e mi sembrava strano che lui mi conoscesse dopo così poco tempo.
“Con te mi è più facile mostrarmi così. Sei troppo perfetto per essere vero.” Sussurrai al pensiero degli ultimi giorni passati con lui.  Era un ottimo amico e per me si stava rivelando anche qualcosa di più.
“Non sono perfetto.” Mi corresse lui seriamente.
In quel momento mi girai e lo guardai negli occhi con aria di sfida. “E invece si” Esclamai proprio sulle sue labbra e poi gli strappai un altro bacio.
Lui parve sorpreso di quel mio gesto, ma ricambiò il gesto senza esitare. Avevo i brividi al solo contatto con le sue labbra, non riuscivo più ad allontanarmi.
“Che ne dici di riposare?” Mi disse lui non appena mi fui allontanata.
Annuii, mi alzai e gli testi la mia mano. Lui la strinse, facendo intrecciare le nostre dita e mi guidò fino alla sua camera.
Entrammo nella camera completamente buia. Mi sedetti sul letto e aspettai che Liam accendesse la luce. Accese solo lampada vicino al suo comodino e, in un attimo, la stanza fu appena illuminata.
Tirai in basso le coperte e mi riparai dal freddo, tirandole fin sopra al mio collo. Poi aspettai che Liam si sdraiasse di fianco a me e quando fu vicino lo strinsi in un abbraccio.
Non ci misi molto ad addormentarmi in quella stretta calda e delicata.
 
La mattina seguente fui svegliata dalla luce che entrava attraverso le tende. Aprii lentamente gli occhi e fui felicemente sorpresa, quando trovai di fronte a me il volto di Liam rilassato.
Non volevo svegliarlo, così rimasi ferma per un po’ a fissarlo. Le sue braccia erano intorno alla mia schiena, ma non la stringevano, erano completamente rilassate e io mi sentivo al sicuro.
Mi rimisi con la testa sul cuscino e restai a guardare Liam per un altro po’. Fin quando lui non aprì gli occhi.
“Giorno.” Gli dissi più sorridente che mai.
“Da quanto mi guardavi?” Corrugò le sopracciglia in attesa di una risposta.
“Un po’.” Dissi vaga, per non fargli capire che lo stavo osservando da tempo.
Lui si sporse un po’ più verso di me e mi lasciò un bacio sulle labbra. Era sempre così delicato e dolce. Come avevo fatto a non accorgermene?
“Andiamo a preparare la colazione?” Mi propose alzandosi. Poi mi porse la sua mano, l’afferrai ed entrammo in cucina.
 
Stavo sorseggiando il mio caffè quando Liam assunse un’espressione strana.
“Che c’è?” Chiesi preoccupata.
“Dovrei studiare.” Mi disse lui. “Studiamo stamattina?”
“Va bene.” Dissi finendo di bere la mia tazza di caffè.
Poi misi apposto la cucina e presi i libri, senza neanche cambiarmi.
Poggiai i miei libri sul tavolo e aspettai che anche Liam facesse lo stesso. Ci sedemmo e, in un silenzio di tomba, iniziammo a leggere e sottolineare. Sapevo che se avessi spiccicato parola Liam mi avrebbe uccisa, quando studiava non voleva essere disturbato.
Ad un certo punto la sua mano si avvicinò al mio viso e mi spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.  Mi girai lentamente e lo guardai interrogativa.
“Quando sei concentrata sei bella.” Disse con nonchalance e mi fece ridere.
“Non è vero.” Risi, mentre lui continuava a guardarmi serio.
“Sei più bella perché non parli.” Mi fece la linguaccia e io senza neanche pensarci mi alzai e iniziai a tirargli schiaffi sulle braccia.
Lui iniziò a ridere. “Ridi eh?” Chiesi continuando, ma per quanto insistessi non riuscivo a colpirlo forte.
“Mi prendi ancora in giro?” Gli dissi con tono minaccioso.
“Se non la smetto cosa fai?”
Ci pensai su un attimo, ma non sapendo cosa rispondere ricominciai a tirare schiaffi, a caso. Ad un certo punto Liam reagì ed iniziò a farmi il solletico sui fianchi: il mio punto debole.
Iniziai a correre, ma lui continuava a seguirmi. “Basta!” Urlai disperata.
Lui si fermò e poi mi abbracciò da dietro. “Va bene” Sussurrò nel mio orecchio e mi lasciò un bacio sulla guancia.
Io mi girai e lo guardai negli occhi sorridendo. “Da quanto siamo così dolci?”
“Da ora.” Rispose lui serio, ritornando ad abbracciarmi.
“Dobbiamo studiare.” Mi maledissi subito per aver interrotto quel momento bellissimo.
“Solo ad una condizione.” Mi disse lui con aria minacciosa.
Gli feci cenno di continuare, cercando di trattenere le mie risate. Liam non sapeva essere per niente minaccioso, faceva sempre tenerezza.
“Mi devi concedere un secondo appuntamento.” Sentenziò puntando il dito contro me.
“Pensavo di peggio.” Scherzai io, per poi ricominciare a scappare per l’appartamento.

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