Svegliate il re!

di Aven90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10/Parte I ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10-Parte II ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Siamo in un’altra dimensione.

Questa storia comincia in un’altra dimensione.

Sì, perché per raccontare quello che bisogna raccontare (come si dice in Futurama), bisogna partire in un’altra dimensione.

Era una dimensione oscura, fatta di gente semplice, luce ce n’era poca, sole non ne parliamo e tutto questo ha favorito la crescita di una popolazione incazzata e guerrafondaia.

Ma soprattutto incazzata.

Il capo di quella dimensione, Pip Ino, si annoiava nel suo palazzo nero come tutto il resto, quindi si faticava a distinguere il buio dal palazzo, ma quando andavi a sbattere contro un muro eri sicuro che eri dentro una stanza.

“Che noia. Sembra di stare a Noialand”, riferendosi al famoso parco giochi molto parco e poco giochi, ove il massimo del divertimento era ascoltare una conferenza di sedici ore sui BTP, Bund e Spread messo lì a casaccio. E se non ti piaceva l’economia nessun problema, perché in un’altra area vi si declamavano le parafrasi e i dibattiti su filosofi poco o per nulla conosciuti.

Bar?

Acquapark?

Bar?

Campetto di calcio?

Night Club?

A che servono tutte queste cose se puoi usufruire di trentotto ore non stop di conferenza sulla crescita dei Baobab e l’influenza che hanno avuto sulle varie influenze? Eh? A che servono? Se poi si parlava anche di Burolandia, dove vive la Burocrazia, c’è il nonplusultra.

Comunque.

Pip si lamentava alquanto, quindi gli venne incontro inchinandosi il suo più fedele servitore, Test Adik Az, che disse “Mio signore, voi vi lamentate, ma pensate anche alle nostre mogli, che si annoiano più di noi”

Pip mise la testa sulla mano poggiata sul bracciale del trono e chiese “E l’alternativa qual è? Trombartela di nuovo per fare uscire l’ennesimo scandalo sulla famiglia reale di enorme interesse per altri stati (un po’ come succede in Inghilterra con l’Italia), tranne che per il nostro?”

Test arricciò le labbra “No mio signore, invadere la dimensione del Sole”

Pip pensò: se a Noialand ci si ammazza e basta dalle risate, allora l’alternativa era proprio quella di invadere un pianeta e soggiogarlo come ai vecchi tempi di quando usciva assieme all’esercito per fare pratica, così avrebbe potuto ricordarsi di come il Sole faceva male ai suoi occhi. E chissà se i nuovi eventuali sudditi (avrebbero potuto capitare in un pianeta deserto, perché l’incantesimo non era sicurissimo) siano più volenterosi di quelli attuali?

Non sto dicendo che non lo siano, ma non davano la soddisfazione di essere “soggiogati”, accettavano passivamente ogni aumento delle tasse, ogni brutalità che a Pip passava di mente, e quindi aveva bisogno di aria nuova, perché Test aveva l’alitosi.

Aveva bisogno anche di altre cose, ma l’aria era quella più urgente. Di cos’altro aveva bisogno, dici? Beh, di finestre nuove (che erano tutte rotte), dell’aria condizionata, del fornello a gas, insomma il castello cadeva a pezzi mangiato dalle ombre dovute dalla dimensione. Così Pip Ino (Ino Pip per gli amici, e voi siete suoi amici) disse a Test Adik Az, suo fedele servitore e stregone del Regno “Sai che ti dico? Mi hai convinto! Sì, esegui pure codesta magia, e invadiamo il pianeta più vicino al portale”

Test inchinò la testa “Sarà fatto, sire”, e andò nelle sue stanze, e fu sostituito dalla moglie del re, entrata subito dopo “I piccoli dormono. Certo, venticinque figli è dura, ma come mettono i denti loro non li mette nessuno”

Pip sorrise “No moglie, nessuno”, facendo vedere i suoi incisivi aguzzi e soprattutto viola intenso.

“Piuttosto, che stavate architettando?”

“Ma nieeente, pensavamo di fare una gita nell’altra Dimensione”

“Ok benissimo, ma lo sai che dopo mi porterai a fare shopping di sangue?”

Per chi non lo sapesse, lo shopping di sangue consiste nel risucchiare il sangue delle vittime e farne bracciali, scarpe, anelli, orecchini, insomma oggetti carini. Se eri particolarmente bravo a lavorare il sangue, come Vag Ina ne facevi anche vestiti, e lei ne indossava uno proprio in quel momento. I maschi invece giravano ignudi, non che si vedesse niente (era tutto nero), il loro apparato riproduttore era situato in bocca.

Pip rispose “Ooook cara, anche lo shopping” cantilenando frustrato, e così aspettarono che Test pronunciasse la formula, ma siccome non me la ricordo passiamo oltre e cambiamo scena.

Siamo sul pianeta Londemom, ove quindici continenti cooperavano in pace facendosi ognuno i cazzi propri. Sta di fatto che nel continente principale, il Territorio Reylor-Pit, era situata la capitale, come si può vedere dalla cartine in dotazione (che qui sono assenti, ma fate finta di averne una, va bene anche una del vostro paese) in blu sono i continenti, nell’altro colore il mare, che non è tuttavia di quel colore, ma l’ho fatto per confondere le idee.

Questa invece è la dimensione oscura:

una massa di continenti totalmente neri, che di giorno si fondevano col cielo nero e di notte si fondevano col cielo altrettanto nero.

Ma dicevamo della capitale.

L’unica capitale del pianeta, dopo essere stato unificato trenta secoli prima da un certo re che ne ha uccisi parecchi per arrivare a questo scopo ( in realtà l’hanno fatto i suoi soldati per lui), aveva di nome Ynos (la capitale, nel territorio Raylor-Pit), e non provate a leggerlo alla rovescia perché non esce affatto una famosa marca di elettronica. Ho detto di no. Comunque, Ynos era definita capitale perché vi era situata la sede del governo, un po’ come il rapporto che c’è tra Berna e Ginevra in Svizzera, solo che alternativa ad Ynos c’era Oninndet. Al castello vi abitava il Re, che guarda caso è il diretto discendente di colui che trenta secoli prima aveva unificato il pianeta, come si evince da questo professionale albero genealogico: Ivarov XXII era figlio di suo padre, che a sua volta era stato riconosciuto dal padre di lui e dalla nannazza, che a sua volta era stato concepito da una serva qualunque rimasta gravida, e così via fino ad arrivare ad Ivarov I.

Siccome faceva brutto che il re governava da solo, era buoncostume che su Londemom (dove non esistevano malattie come l’emicrania, provate ad anagrammare il nome) ci si sposasse, e allora il re Ivarov XXII sposa Joanna Lange Oberschenkel e quel giorno si celebrava il battesimo (dove Battesimo sta ad indicare il riconoscimento del bambino come erede, perché c’erano state complicazioni. Il cattolicesimo in un altro pianeta non è arrivato) del principe ereditario, nato già col nome Ivarov XXIII. Joanna disse al marito, tenendo in braccio il piccolo principe che non trovava l’acqua che le tirava i capelli “Guardalo, è bellissimo“, Ivarov rispose “Già. È tutto suo padre”

“È vero. Ha preso molto da Alì, (lo stalliere del regno)uno che la sapeva lunga non solo di cavalli, dei quali uno di loro subì il test del Dna sul bambino ma anche di come consolare le mogli del Re che per motivi politici non la cagavano: viaggi all’estero di rappresentanza che non finivano mai, eccetera. Come si evince dalla figura seguente, è evidente la differenza tra Alì e un cavallo: Ali era una giovanotto senza maglietta dalla pelle nera e gli occhi azzurri, vestiva sempre e solo pantaloni attillati verdi, che facevano risaltare anche altre parti del corpo, oltre le gambe, e non ditemi che questo è fan service.

Perché non lo è.

Ivarov XXII si stiracchiò e disse “Beh, è stata una giornata lunga e faticosa (lì il giorno dura quarantotto ore) , credo che mi riposerò”, la regina sorrise: era tipico di lui allupìarsi, concedendole momenti di svago con lo stalliere.

“Ok vai pure caro. Aaaah, bella vita si durasse!”, disse affacciandosi, ma qualcosa nel cielo arancione (dovuto a qualche legge fisica che vuole il mare arancione) non andava: il bambino piangeva, e come si sa i bambini piangono quando qualcosa non va: Joanna fissò preoccupata il buco nero che si allargava, facendo uscire centinaia di mostri altrettanto neri, allora Joanna urlò “Aaaaah! I mostri! I MOSTRI CADONO TUTTI! CADONO TUTTI I MOSTRI! DAL CIELO CADONO TUTTI!” e correva facendo divertire il bambino nero, andò nelle stanze del re, invisibile perché chiusa alla vista tramite porta. Joanna bussò forte sul batacchio (in barba ai doppi sensi) e chiamò il marito “Ivarov! IVAROV! Abbiamo bisogno di TEEEE!”, ma nessuno rispose. Era molto difficile chiamare qualcuno avendo la porta fatta di acciaio come questa; sembrava molto spessa ed era possibile accedere soltanto battendo sul battente raffigurante una faccia disegnata con due occhi e una bocca orizzontale che aveva anche l’ardire di guardarti basito.

Joanna, non ricordando la parola d’ordine per aprire e non avendo nemmeno la card reale che apre tutte le porte, andò a cercare il cortigiano Giaro Ktino, che lui ne aveva sempre un mazzo, e ci giocava con i ladri che venivano a derubare il castello, perché accade.

“Giarok! Eccoti! Smettila di fare briscola con i ladri e vieni ad aprire la porta di Sua Maestà!”

Giarok si alzò, piantò in asso i ladri e fece il suo dovere, ovvero quello di passare la card giusta tra le 126 nell’apposita fessura, che con la voce di Topolino ti risponde “Bravo! Hai aperto la porta! Sono fiero di te!”, seguito da un applauso, e si spalancò, lasciando vedere un baldacchino enorme.

Baldacchino nel senso di letto e no, non abbiamo foto a documentarcelo, spiacente.

Joanna disse al cortigiano “Svegliate il re, vi prego!”  

 

Fine Capitolo 1! non picchiatemi, questa storia è stata scritta con le immagini all'inizio, ma l'ho riadattata. Cosa (non) ne pensate?

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Pip Ino e il suo esercito scesero dal cielo e subito, ad un suo ordine, atterrarono (si può dire per un altro pianeta atterrarono?) in una collina lì nei paraggi. Pip disse “Bene, belli miei: la squadra angelica, cioè la mia… come siamo belli, come siamo bravi”, perse tempo a complimentarsi da solo toccandosi i pettorali squamosi. Vag’Ina gli disse (essendo che lei era del tipo terrestre e non aveva le ali) gli rispose “Sì, scendi dal piedistallo ora giovanotto, che abbiamo dello shopping da fare”, Pip commentò “Eeee che palle, si na lastima! Ok allora, squadra angelica con me! Squadra terrestre, seguite Vag Ina, che sarebbe mia moglie! Oh, che bella, oh che brava!”, prese a complimentarsi da solo per avere scelto una gnocca come moglie: indossava un vestito lungo rosso acceso, era completamente nera, a parte gli occhi, del quale il destro era rosso metallizzato e il sinistro arancione, possedeva una terza aveva quattro braccia e la coda, nerissime come il resto del corpo.

Gnocca, no?

Non appena avrai tolto gli occhi da questa bellezza scultorea, potrai dare retta a Test Adik Az che chiese al suo re “Maestà, quanto stimate la durata dell’invasione?”

Pip lo guardò male “Non interrompere questa mia autocelebrazione! E poi che vuoi, ti devi guardare Dragon Ball e pensi di non fare in tempo? Eh?”. Test avrebbe dovuto capire che il suore  prima di partire doveva decantare le lodi della sua razza.

Ma Test Adik Az rifece la domanda, e allora Pip, sperando che se ne vada in quanto stava diventando irritante, gli rispose cantando (perché quel tipo di razza, quando si innervosisce, canta) “in tre giorni riuscireeeem… a quagliar ‘sto pianeEeEeEeTTT!!!”

Test Adik Az gli fece notare umilmente “non fa rima, sire”

“DA ADESSO sì”, rispose impettito Pip, rispondendo ai sussurri delle malelingue, che già insinuavano della scarsa vena poetica del loro sovrano.

Dopodiché volarono per attaccare il primo villaggio della situazione, nominato Aquad.

Si da il caso che Aquad sia una cittadina situata da qualche parte nella cartina che vi ho dato e conti circa 326.000 abitanti, e questo fa di lei la capitale del continente ivi collocata, quindi è normale se a guardia del paese ci fossero delle vedette donne, che stavano parlando di manicure.

Le due, per distinguersi, si chiamavano Beth e Malquiorra. Beth era quella dai capelli arancioni, Malquiorra aveva invece i capelli gialli, e attenzione, gialli, non biondi.

Perché biondi li ha la dottoressa Tredici del dottor House, invece la ragazza di cui stiamo parlando li ha propriamente gialli.

Contenti adesso?

Beth disse dunque “Senti Malquy, che comunque questa tonalità di fuxia muschiato sbrilluccicoso con le perline gialloverdi blu sbatte”

Quella rispose “Ma che ne sai? Che ne capisci tu? Lo stilista Alevitno lo usa! Sei out, mia cara!” e, proprio quando stava per fare uscire la sua trousse piena di cose in per permettere alla sua amica di aggiornarsi, la squadra angelica di Pip Ino, sovrano della Dimensione Oscura le disintegrò con una semplice palla di fuoco.

E fu allora che il sindaco di Aquad disse “Umpf, le vedette si sono fatte disintegrare”, con estremo disappunto.

Uno dei suoi consiglieri disse “Sicuramente stavano parlando di smalti”

Il sindaco annuì e rispose “In ogni caso, non capisco come facciano loro donne a perdersi in queste chiacchiere inutili e futili, quando sappiamo benissimo che gli smalti messi sopra la pasta, sono ottimi”, e infatti ne aveva una buona collezione nella credenza.

Mentre ne stava contemplando l’armonia dei col,ori, Pip Ino spuntò dalla finestra e facendo finta di stare in equilibrio con una gamba sola disse “Buonasera.”

Siccome qualcuno mi dice che non abbiamo foto di lui, vediamo come si presenta agli occhi del pubblico Pip Ino: era un essere alto più di un metro e ottanta, un corno a forma di L e uno (il sinistro) attorcigliato come se fosse andato a sbattere, ma entrambi azzurri, gli occhi giallo lampeggiante, due ali con venature argentate, così come le labbra e i denti, che facevano da introduzione alla cavità orale nera, la particolarità del busto era insita nel buco nello stomaco, rosso acceso; ed infine tre gambe, del quale quella in mezzo finiva con uno zoccolo da cavallo, quindi non è un pisello aperto.

Insomma, un bellimbusto che teneva per sé le più gnocche del pianeta e lasciava agli altri gli scartini, come altri sulla Terra avevano fatto prima di lui.

Pip Ino ruppe la vetrata ed entrò di straforo con due guardaspalle simili a lui, solo che le corna erano nere.

Visto che nessuno se lo stava cacando, Pip chiese “Non siete molto attenti, vero?”

Il sindaco rispose, sollevando infine lo sguardo dagli smalti che usava per nutrirsi “Non è vero! Siamo attenti eccome! E adesso saremo attenti a farvi molto male, e seriamente!”, così prese un coltellazzo gigante dalla cucina, ma improvvisamente un ragazzo strillone con una paccata di giornali sottobraccio strillava “PIL DI AQUAD IN RIBASSOOOOO!!! VIK XINES DIVORZIA DAL MARITOOO!!!”

Sia Pip che il sindaco guardarono il ragazzo, ma fu il sindaco a sgranare gli occhi “Cosa? Dammi qua!”

Ma prima di strappare il quotidiano al ragazzo dovette pagare due Plexigos (che buffo, l’unità monetaria di quel pianeta ha lo stesso nome della fusione tra il DNA di un animale e quello degli alieni che ci hanno invaso nel 10.000) si scandalizzò “È inaudito! È rimasta sposata per tre giorni!”

Il suo consigliere impassibile rispose “Beh, era anche ora”

Il sindaco rifletté “È vero, questi rapporti troppo lunghi stufano alla lunga”

Pip Ino poteva avere tutta la pazienza del suo pianeta e quello che aveva invaso, ma alla fine quando era troppo era troppo, e lui non stava facendo la figura del malvagio come sperava, così ruggì, guadagnando punti in questo senso, in modo che la nostra attenzione ripiombi su di lui.

Il sindaco lo guardò “Un attimo di pazienza caro invasore, ci sono cose più importanti delle quali discutere”

Pip rise malvagiamente “Ahahaha! No mio caro, qui sei tu quello grave! E ho ragione nel credere che qui ho l’approvazione del lettore che ci sta leggendo nel volervi uccidere! Pertanto pagherai per avermi ignorato!” e, lanciata una tempesta dalle unghie che non aveva, tagliuzzò tutti i presenti nella sala e con un solo spostamento d’aria, fece implodere l’edificio tutto.

Fatto questo, salì con i suoi due guardaspalle e cominciarono a bombardare la città come stavano facendo gli altri già da qualche minuto.

“È così divertente!”, disse uno dei due.

“Sì, però lasciate qualche sopravvissuto, non vorrei governare un deserto, non concluderei niente!”, ordinò Pip Ino, ribadendo il suo desiderio di fare il tiranno malvagio sadico.

Nel frattempo in un’altra landa, Vag Ina stava convincendo i suoi nel suo nuovo piano di attacco.

“Allora, ascoltatemi bene, bifolchi: dobbiamo distruggere più velocemente di quei bastardi volanti, quindi ho pensato di trasformarci in talpe e sbucare in mezzo alla strada principale di quella città e distruggere tutto con i nostri raggi distruttori ch fuoriescono dalla bocca. È chiaro?”

Uno dei suoi figli alzò uno dei bracci.

“Sì, io ho una domanda, Madre”

“Sì, che vuoi B’itch?”

“Quale bocca dovremo usare io e i miei fratelli?”

“Domanda legittima: per chi avesse più di una bocca dovrà usare quella più vicina al braccio con il quale scrivete”

Ma un’altra persona non imparentata con la regina alzò la mano.

“E io, che non so scrivere, che faccio? Mi astengo?”

La regina chiese “E tu chi cazzo sei?”

“Dick Min Chion E, e non so scrivere”

“Uhm, in effetti è un problema. Mah, sticazzi, attacca come ti pare”

E così si trasformarono tutti in talpa (fortunatamente tutti sapevano come ci si trasformava) e andarono ad attaccare la città del continente di Aquad nominata Dauqa.

A Dauqa, contrariamente a quello che si pensa, erano tutti molto attenti ad ogni particolare, infatti non era raro trovare un indigeno che trovava anche monetine per terra grazie alla loro vista.

“Toh! Una moneta da 30!”, e la prese intascandosela.

“Tu! Che stai facendo?”, lo fermò un vigile.

“Io? Stavo prendendo la monetina”

“Non si può, tutte le monetine a terra sono proprietà dello stato, come previsto dall’articolo 39 a pagina 15 ove c’è una macchia di inchiostro nel quarto rigo”

“Ma che se ne fa lo stato di una moneta da 30 Plexigos?”

“Come sarebbe? Ci compra i tappeti”

Ma ad interrompere questa discussione ci pensarono gli esseri della dimensione oscura che uscirono alle viscere della terra trasformatisi chi in talpe chi in vermi senza arti ma che sputavano raggio viola in modo da distruggere le abitazioni.

“AAAAAH! SCAPPIAMO! MORIREMO TUTTI!”

Il vigile chiamò un suo sottoposto “Tu, Sottoposto, chiama la Squadra Speciale di Dauqa”

Così i 5 Guerrieri scesero nella via principale, e osservando il casino prodotto dall’attacco commentarono:

“Guarda là che schifo” disse Brucia.

“Non sanno come comportarsi” disse Affetta.

“Fanno crollare i palazzi in modo così asimmetrico”, disse Im Picca.

“Non posso credere che stiamo morendo tutti per colpa loro”, disse Agonìa.

“Allora che facciamo qua? Distruggiamoli!”, fece eco il quinto membro del gruppo, Annienta.

Bisogna sapere che Agonia  e Annienta sono i componenti di sesso femminile del gruppo. O in ogni caso facevano parte del sesso con il quale gli individui si riproducevano.

Vag Ina vide la loro discesa in campo e per evitare di perdere troppi sottoposti fra i quali c’erano anche i suoi figli, disse al suo braccio destro, Cly Toride “Ehi, siamo intesi? Tu te ne prendi tre e io due, e non scordarti che hai sotto la tua responsabilità alcuni dei miei figli”

Cly Toride rispose “Va bene, va bene, non rompere le palle”, e sparò un raggio che incendiò centinaia di persone pronte a combattere e che stavano sparando proiettili contro di lei; mentre Vag Ina avrebbe preso i più valenti avversari e li avrebbe portati fuori città per distruggerli.

Agonia e Annienta dissero all’unisono “Da dove venite?”

Vag Ina era dunque da sola, come d’accordo “Dalla Dimensione Oscura, il nostro sacerdote mago indovino fermacarte Test Adik Az ha prodotto un incantesimo e siamo precipitati in here” (= qui in inglese)

Agonia replicò “Tsk! Non puoi distruggere il continente con quelle mezze cartucce che ti sei portata appresso, sappi che…”

Annienta concluse “…”

Agonia si rivolse a lei “Finisci la frase”

Annienta “Che, che… OOOOH CAZZO, NON MI VIENEEEE!”

Agonia si incazzò “È SEMPRE COSì! QUANDO PROVO A FARE UNA COSA CARINA CON TE FINISCE SEMPRE CHE MANDI TUTTOP IN VACCA!”

E fu così che Agonia si trasformò in un animale quadrupede e con la coda biforcuta, e dalla schiena spuntarono varie punte in serie. Somigliava a una lucertola, solo che aveva la lingua biforcuta ed era blu anziché verde, e adesso Vag Ina scoprirà perché era blu.

Agonia si avventò su di lei con un balzo “Agonia BLUUUU!”, e sparò un flash blu verso la nemica.

Vag Ina in un primo momento non si accorse di nulla e sbeffeggiò l’avversaria “Beh? Mi hai scattato una foto ricordo. E allora?”

Annienta quotò “Ma vero, sei sempre la solita”

Agonia la guardò con gli occhi a felino “Taci, stolta, e pensa a finire la frase!”; stavolta aveva ragione lei perché su tutto il corpo sensuale di Vag Ina spuntarono grosse bolle blu.

“Aaaah! Che cazzo stai facendo sul mio divino corpo?”

“Aahahaah! Per te è la fine!” e riattaccò con un colpo di coda biforcuta che come una chela di granchio prese l’obiettivo e premette tutti assieme le bolle, che esplosero da dentro.

Annienta fu stupita “Bene, brava, bis” e applaudì alla maniera del pianeta: bisognava battere dei colpi di mano sul cranio. Non è vero, ma Annienta è leggermente scema.

Non appena il fumo si diradò, ne uscì una Vag Ina completamente messa a nuovo e pronta a combattere nella sua forma originale (prima era sottoforma di talpa)

Agonia digrignò i denti irregolari (ne aveva uno sì e uno no, risultato del colpo di vaso che Annienta le aveva dato durante quella notte perché l’aveva accidentalmente svegliata per andare in bagno) e disse “Cazzo! Ti sei salvata!”

Annienta sgranò gli occhi “Ma và?”, però adesso toccava a lei attaccare, così prese una spada dal nulla e cominciò a mollare fendenti per l’aere, tutti rivolti a disegnare un dodecagono regolare che ci puoi disegnare un cerchio dentro, ma non lo fece.

“Dodecagono della morte!”, e la figura geometrica ivi disegnata si colorò di rosso/arancione e si avventò su Vag Ina, ma non sapremo mai gli effetti perché quest’ultima la fermò con un solo braccio e la rivolse contro le sue nemiche, che sparirono nel nulla non appena la suddetta figura volò verso di loro.

Vag Ina disse “Tsk! Il Dodecagono… ma andiamo, che trucchi vecchi!”

Vag Ina fu contenta successivamente di sapere quanto segue da Cly Toride: “Mi sono scappati alcuni figli che stanno inseguendo gli altri tre della Squadra Speciale!”

Vag Ina “COSA?”

“Però abbiamo preso la città”

“Ah ok”

Nel frattempo che l’informazione riguardante la distruzione di Aquad arrivava a palazzo reale, la regina Joanna stava parlando con i valletti e il ciambellano di corte facendo l’occhiolino al nero Alì. Che ha gli occhi azzurri, ed essendo un pianeta alieno c’è poco da stupirsi.

“Ragazzi, chi di voi ha qualche idea per svegliare sua maestà?”

Alì disse “Nessuna, mia signora, però posso insegnarvi in privato qualche tecnica di Presa del Pesce”

Joanna si svegliò subito “allora ti lascerò approfondire la questione più tardi e in privato. Tutti gli altri cerchino di darsi una mossa e sveglino il re, per favore!”


Fine Capitolo 2! La stupidaggine continua! Cosa ne pensate? 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Joanna aveva dunque premura, ma venne interrotta da questa domanda “Ma che bisogno c’è di svegliarlo? Insomma, se è stata persa una città c’è sempre il modo di recuperarla, non credete? E poi il nostro esercito è efficientissimo, e vi ricordo che ad Dauqa ci sono cinque valentissimi guerrieri!”, disse un valletto che evidentemente aveva poca voglia di vivere, perché dovrebbe saperlo che chi contraddiceva la regina poi incorreva in cose brutali da parte del re, ma il re in quel momento dormiva, e quindi credo valga come attenuante.

Per quanto riguarda la parte dei cinque valenti guerrieri, due ce li siamo già giocati nel capitolo precedente, e adesso vediamo gli altri tre, che se non sbaglio si chiamano Affetta, Im Picca e Brucia, mentre i figli che si sono lanciati al loro attacco erano tre dei venticinque e si chiamavano In Adeg Uato, Scro To e Pulletta.

Tutti e tre di sesso maschile, o comunque si divertivano a importunare altri esseri che permettevano loro di riprodursi.

Affetta buttò lo stuzzicadenti che stava fumando e disse “Che cosa cercate da noi? Non abbiamo di certo intenzione di uccidervi”

Brucia aggiunse “Abbiamo visto cosa avete fatto!”

Im Picca “E non ci è piaciuto!”

Affetta concluse “Quindi abbiamo deciso che non c’è speranza per noi! La soluzione migliore è portarvi a mare e sperare che moriate là!”

Scro To rise “Aahahah! Nel vostro mare arancione, vero? Ma io voglio eliminarvi tutti qui e ora! Vero, fratello In Adeg Uato?”

Quello gli fece la linguaccia “Non insultarmi! Vedrai come sono diventato forte con i vulcani!”, e trasformò il terzo braccio destro in un vero e proprio vulcano, il quale sparò molta magma verso gli avversari, che però risposero con una barriera di titanio.

Brucia così ebbe il tempo di raccogliere quello spreco di lava e mangiarselo, per poi risputarlo fuori a forma di Fenice che aggredì In Adeg Uato portandoselo via ed esplodere in cielo.

Pulletta si impaurì “Oh mamma! Questi ci scannano!”

Scro To tranquillizzò il fratello “Non crucciarti, Pulletta! Sarà anche inadeguato, ma è molto resistente! Mentre io….”, lui si concentrò e gonfiò lo scroto che aveva in mezzo alle gambe (in genere i suoi simili non ce l’avevano, visto che si riproducevano dalla bocca) dal quale a un certo punto fuoriuscirono delle vene che si misero in piedi e, armati di manganello, cominciarono a combattere.

Erano tre, tutte viola e scheletriche, ma minacciavano di morte.

Scro To ammirò la sua creazione “Viste le mie vene? Ora andate e colpite!”, le aizzò contro i tre della squadra speciale, che unirono le loro forze pronti a rispondere ai colpi, ma le Vene capirono male e cominciarono a colpire tutto quello che trovavano loro stessi compresi, specialmente Pulletta, che coprendosi la testa con le mani supplicò il fratello “Nooo, dì loro di smetterla, o morirò!!!”

Scro to mise le sue molte mani in faccia in segno di sconforto e specificò alle vene “Su Vene, colpite la Squadra Speciale!”

Una delle Vene girò la testa completamente verso di lui lasciando il torso colpire Pulletta “Zitto Scroto, noi colpiamo quello che vogliamo!”

La seconda vena gli fece eco “Già, la prima risposta è quella che conta!”

E la terza “E poi ci piace colpire Pulletta, perché essendo che abbiamo ancora i tuoi schifosi neuroni, ci convincono che Pulletta merita di essere picchiato, cosa che tu non puoi fare perché tua madre non vuole!”, e colpì con più piacere il povero Pulletta.

Scro To era dunque solo contro tre.

Glielo fece notare Im Picca “Sei solo contro noi tre. Che ne dici di giuocare all’Impiccato? Se perdi una parola, ti taglieremo una parte del corpo a mio piacere, e se perdi il gioco ti impiccheremo”

Affetta si stupì “Caspita Im Picca, avevi detto che avevi smesso con questi giochi, perché ci togli il divertimento a noi!”

Im Picca si rivolse a lui “Sì, ma io mi chiamo Im Picca, e ho deciso di tenere fede al mio nome!”, poi prese carta e penna dal nulla e cominciò a tratteggiare.

“Bene caro, ho sette lettere più un articolo che precede il nome in questione”

Scro To si buttò “C’è scritto “Ti ammazzo””

Im Picca cominciò a tremare “COSA? COME PUOI AVERE INDOVINATOOO? TI AMMAZZO LO STESSO!”, e si avventò su di lui col foglio di carta sperando di tagliarlo come è successo a me una volta, ma Scro To si scansò all’ultimo momento e sparò un raggio dagli occhi a forma di pipistrello che con i suoi ultrasuoni fece sanguinare le orecchie agli altri due, che impotenti assistettero al massacro di Im Picca a suon di calci.

Brucia disse “Oh no! Im!”

Affetta “Cazzo! Non posso farmi battere dalle emorragie gravi che mi stanno uscendo dalle orecchie! Devo… uccidere…”, ma morì perché aveva perso tropo sangue e lui era anemico.

Brucia così prese fuoco e disse a Scro To, il quale stava solo accanendosi sul cadavere di Im Picca e disse “Ora te la vedrai con me!”, ma Scro To, schioccando contemporaneamente sei volte (con sei mani) fece uscire una esatta copia di lui trasformata in verme strisciante come quello che fino a poco prima stava distruggendo la città.

Brucia tentò a suon di pugni di fuoco colpire la spessa corazza di quel verme, ma questi le scansava tutte, poi uscì del tutto dalla terra, si mise un piede solo e solo per dare un potente calcio a Brucia, che cadde a terra. Stava per rialzarsi, ma notò che la gamba del verme aveva preso fuoco, divenendo così più pericoloso. L’incendio divampò su tutto il verme che adesso non si fece problemi ad attaccare Brucia, il quale rispose con un calcio volante sperando di fargli male, andando a finire entrambi gli incendi a fondersi.

Proprio quello che voleva Scro To, che preso l’idrante dal fratello In Adeg Uato (aveva un idrante) sparò un getto d’acqua nera (proprietà della Dimensione Oscura) verso di loro, che si ridussero in cenere.

Scro To commentò divertito “Aaaah, l’Acqua Cenere! Che grandiosa invenzione! Peccato che funziona solo in certi casi e in determinate condizioni!”, e detto questo, salvò Pulletta da morte sicura e, preso sulle spalle l’inerte In Adeg Uato, ritornò alla madre.

Perciò il valletto disse “Non sarà facile sconfiggerli”

Ma Joanna rispose al valletto “Sua Maestà è l’unico che può fermare la minaccia dei Mostri Caduti”, strangolandolo.

“Coff, coff… ho capito, maestà… non vi è bisogno che ricorriate alle maniere forti, secondo me…”

“MAESTÀ! MAESTÀ!”, accorse un ambasciatore vestito da giullare.

Joanna si girò verso di lui “Che vuoi, Buffone?”

Buffone rispose “Sia Aquad che Dauqa… ehi, lo sapete che sono speculari? E quindi sono i contrai di loro? E quindi camminano a testa in giù”, e si sentì da qualche parte un tudun tch, tipico del cabaret.

Joanna gli fece premura “Vieni al dunque, somaro”

“Sono state conquistate”

Joanna si stizzì, ma anche quando se lo era aspettato: Ad Aquad non erano mai stati attenti alle cose importanti, mentre ad Auqad bastava imporre un po’ di personalità sulla Squadra Speciale che annegavano in un bicchiere d’acqua, il fatto che le dispiaceva era che il sindaco della città era un bonazzo.

In ogni caso riprese la sua autorità “Aquad è molto distante da qui, quindi possiamo procedere alla mia tradizionale Spinta Risvegliatrice, tipica dei miei giochetti che faccio con il Re!”, e tutti ne furono affascinati. Joanna per prima cosa mise il neonato nella culla principesca, ove a volteggiare di sopra sono corone che ripetevano “Sarai Re… sarai Re…”, si rimboccò le maniche  e cominciò a massaggiare energicamente il marito.

“Si, svegliati! Vai e sconfiggi gli alieni fastidiosi!”, ma niente.

Non si svegliava.

Ivarov stava dormendo più di prima.

Giaro Ktino, il ciambellano di corte intervenne mettendo con aria snob la mano sinistra perpendicolare al naso “Se mi concedete, vostra maestà, Ivarov sua Maestà non si sveglierà certamente così”

Joanna lo sentì, ed essendo già inginocchiata sul letto lo stava scrollando in una maniera poco regale, alle parole di Ktino si girò e gli rivolse il peggiore dei suoi sguardi, quello con cui molti sudditi sono morti: occhi da assassina, capelli arruffati a forma di stella a cinque punte e denti bianchissimi e perfetti in bella vista, così bianchi da riflettere il neon che illuminava la stanza e incendiare il nemico con la troppa luce. Di questo abbiamo una diapositiva che ho deciso di mostrare:
no, me ne sono pentito. Se volete, immaginatevelo con gli occhi della mente.

 Ecco la faccia peggiore che potesse capitare di vedere a Giaro Ktino ma anche a tutti gli altri presenti nella stanza, poi gli rispose “E allora perché non lo fai tu, sapientino?”

“Uh che bello, ci giocavo anch’io da bambino!”, s’impose una cortigiana.

“Ssssh! Zitta, Seléne! Che la Gorgone ci uccide!”, la zittì l’altro schiavetto, quello che aveva poca voglia di vivere. Per quanto lo riguardava aveva sempre avuto paura della famiglia reale.

Flashback.

Una volta aveva chiesto al Re di firmare una petizione contro i Ktanaros e il loro maltrattamento, perché valeva la pena difendere quei dolci animali che sembravano squali, ma erano viola ed erano capaci di attaccare l’uomo anche sulla terraferma essendo a metà tra un anfibio e un mammifero, quindi erano capaci di respirare sotto il mare e sopra.

“Mi scusi, Maestà”, chiese incerto.

“Sì?”, Ivarov lo stava guardando molto attentamente. Voleva davvero sentire cosa aveva da dire e firmare qualcosa, se non firmava almeno un decreto al giorno ne moriva.

“Bisogna firmare…”, lo schiavetto uscì carta e penna, ma Ivarov ad un certo punto si seccò e non ne volle sapere niente e, dopo avergli fatto fare da soffitto per tutto il giorno, quindi per 48 ore di fila, lo scaraventò fuori dalla finestra, e tutto questo con la sola forza del pensiero.

Fine Flashback.

Nel frattempo che il valletto era perso nei suoi pensieri, Giaro Ktino era stato costretto a fare il massaggio con i piedi al re, aiutato da Joanna la quale, ormai gronda di sudore, dava spettacolo coi suoi massaggi in bikini, sfoderando la sua bellezza allucinante. Ma non sembrava che Ivarov si stesse svegliando.

“Oh insomma!”, re-intervenne Sèlene. “Sua Maestà non è poi così speciale, secondo me riponete troppe speranze in uno che non si sveglia facilmente”

Joanna rivolse anche a lei lo sguardo di poco fa “Ti sbagli cara: sappi che mio marito è riuscito nell’impresa di rispedire via una meteora con una sola mazza da cricket!”

Era vero.

Flashback.

“Maestà! Un meteorite ci distruggerà! Faccia qualcosa!”, disse l’astronomo di corte, che una volta aveva confuso una palletta di polvere per un asteroide.

Ma Ivarov se ne fregò di questo precedente e disse “Ah sì? Bene allora.” E , presa la sua mazza da cricket, salì sul monte più alto del pianeta, che per inciso era lato 8-9000 metri e, con un movimento a 360° colpì il meteorite con la mazza, o perlomeno convinse la massa interstellare di aver subito al colpo, perché la cometa si fermò appena prima di entrare nell’atmosfera e cambiò magicamente direzione, andando a fare centro contro un buco nero, guadagnandosi anche il titolo del Campionato Intergalattico di Cricket, al quale non stava partecipando.

Fine Flashback.

Joanna concluse il concetto “Quindi fai meno la spiritosa e spintona il Re!”

Seléne così si mise a fare massaggi alla colonna vertebrale di Ivarov, il quale nel frattempo si era girato nel sonno e ora mostrava a tutti il lato B.

Il valletto paurone, di nome Jaspar, aveva paura anche di Ivarov in questo stato, preferendo dunque vedere gli altri tre massaggiare il re piuttosto che intervenire, e figuriamoci se interveniva il nobile Alì, che avevano messa incinta la regina godeva di privilegi che altri non avevano, e non parlo solo di sesso.

All’improvviso la porta si spalancò di nuovo senza bussare: era strano che una porta che fino a poco prima era risultata inaccessibile se non tramite passepartout adesso sembrava una porta girevole di quelle che si vedono spesso.

“Sua Maestà! Anche Coiffeurpolis è caduta!”

Joanna sbiancò e perse i capelli a stella che le fecero proprio i parrucchieri di quella città, e un po’ di calcinacci bianchi le caddero sul viso dal tetto, viste le vibrazioni che facevano tentando di svegliare il re.

Era nel panico: era assolutamente sicura che se svegliava il verofinto marito egli avrebbe risolto tutto, aveva una forza straordinaria oltre che poteri mentali devastanti, ma se dormiva era perfettamente inutile, quasi quanto Giaro Ktino, il quale si lamentava perché quelle mansioni non rientravano nel suo contratto scaduto. Così perse la pazienza e ordinò a tutti i presenti con voce imperiale:

“Svegliate il re, allora!”


Fine Capitolo! Che dire, il re non si sveglierà mai se attendono così tanto! Cosa ci vorrà mai?

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Coiffeurpolis è appunto, come ci dice la nostra cara regina Joanna, il più grande centro per parrucchieri del mondo, ove tutti, maschi, femmine e idrovolanti fanno nel futuro questo mestiere oltremodo difficile.

Perché se qui sulla Terra basta andare e farsi fare taglio, capelli, barba, oppure una nuova acconciatura; nel pianeta in questione (Londemom) prendevano la questione sul serio, per cui chi faceva il parrucchiere era considerato un eroe e veniva anche agevolato fiscalmente.

Ed è in questo posto che Pip Ino e Vag Ina scesero insieme al loro plotone di figli e di altri sudditi che si erano accodati con loro.

Non erano partiti tutti: metti che nel frattempo il loro pianeta viene conquistato da altri esseri ancora più terribili?

Pip Ino disse “Bene, questa volta attaccheremo questa città insieme, non credo che in un giorno tu riusciresti a conquistarla, dunque io e il mio plotone vi daremo una mano”

Vag Ina “Ma non dovevamo andare direttamente alla capitale? Com’è che ci siamo allontanati?”

Pip Ino cercò una risposta “Perché voglio divertirmi levando vite. Ti sta bene? Oppure ti devo dire che grazie al sangue ti ho potuto regalare quella borsetta?”

Vag Ina fece finta di notarlo in quel momento “AAAAAH! Grazie tesoro!”, e dopo avergli leccato le molte dita (pratica erotica afrodisiaca al massimo) scese sotto terra seguita dai suoi sudditi di quella razza, mentre gli “Angeli” volarono su nel cielo e cominciarono bombardare a tappeto la zona.

Nel frattempo in un salone (uno dei tanti) la vita svolgeva tranquilla: c’erano trentacinque signore e quindici signori sottoposti al taglio dei capelli, e si parlava del più e del meno.

“Oh oh oh. Signora, quell’acconciatura è fantastica”, si complimentò un parrucchiere che sembrava francese, e lo sapete cosa si dice sui francesi.

“Ooooh gwazie, ma l’ha fatta lei!”

“Ooooh lo so, mia signora, ma il mio ego doveva sentirlo”, e si inchinò raccogliendo un sincero applauso dagli altri clienti, che nel frattempo stavano attendendo chi sotto quel coso enorme che si mette sulla testa, chi invece si raccomandava di fare attenzione al taglio degli specifici peli.

“Fa attenzione Nicholas! Nicholas potrebbe farsi male!”, consigliò disperato un cliente uomo.

“Ma com’è che ha chiamato uno dei suoi peli come me?”, chiese distraendosi il barbiere che con la forbice stava cercando con precisione assoluta di tagliare il suo omonimo.

“Ma che c’entra? Hanno tutti dei nomi!”, poi controllò allo specchio e inorridì “AAAAH! INORRIDISCO! NICHOLAS È STATO SPEZZATO! ORA COSA GLI DIRÒ?”

Queste urla attrassero tutti gli altri clienti, che sgarbatamente si alzarono (alcuni non avevano finito, quindi avevano ancora della schiuma di sopra oppure mezzi capelli fatti e mezzi no)e dissero in coro “Che comportamento oltwaggioso. Uccidewe un capello… non si è mai visto; meglio cambiawe awtista”, e l’ultimo chiuse la porta, portando al repentino attacco del Fisco su quel negozio, che in un attimo spogliò quella comunità di barbieri di tutti i loro averi mandandoli del lastrico. Nel giro di quaranta secondi, a che erano pieni di clienti, a che erano tutti lì a guardarsi in mutande dentro un enorme salone vuoto. Un solo errore.

All’improvviso però arrivò una bomba su quella moltitudine che aveva fatto fallire quella povera gente e morirono tutti, e dire che la signora aveva un’acconciatura fenomenale. Pip Ino rise selvaggio vedendo il cratere che aveva appena fatto “Aahahahaha! Così imparate!”

L’inseparabile Test Adik Az chiese umilmente “Chiedo umilmente che cosa avrebbero imparato”

Pip Ino gli fece il verso falsando la voce con un timbro più scuro “Mi chiedo che cosa avrebbero imparato. Ma è chiaro, no?”, e continuò a distruggere ogni cosa che si muoveva.

Nel frattempo, nel palazzo a forma di capelli di Marge Simpson (considerato il non plus ultra della parrucchieria) arrivò la notizia dell’invasione.

La regina lesse il post it strappato da lei stessa prima di leggerlo era importante “Ah sì. Sono quelli che hanno già distrutto il continente di Aquad e la Squadra Speciale, vero?”

L’ambasciatore si inchinò “Sì, maestosità maestosa”

La regina si seccò e gli buttò un faretto per lampade di sopra “Maestosità maestosamente maestosa! Coglionazzo!”

“Perdono, se quel fatto è fatto io però chiedo scusa”

La regina rispose “Ok, va benissimo. Scenderò io stessa in campo, e vedranno il vero terrore negli occhi”

Nel frattempo, Pip Ino chiese a un passante che stava torturando facendogli uscire organi a caso e facendoli tornare dalla bocca “Stai provando il terrore negli occhi, caro mio?”

Il povero passante era già morto da un pezzo, ma Pip Ino non aveva coscienza di quando uno moriva, e quindi poteva anche accanirsi sul cadavere per giorni prima di rendersi conto dell’avvenuto decesso. Se poi c’era un suo soldato dietro a fare da ventriloquo la situazione si complicava.

“Sì, signore, molto terrore negli occhi fuori dalle orbite”

“Oh molto bene. Adesso te le farò mangiare quelle orbite”

“Ma signore”, disse il suo suddito “Sono i bulbi che devono uscire, non le orbite!”, seccato per l’errore di Pip.

Pip rispose “Scusa tanto, sai!”, e con un raggio laser partente dalla mano distrusse un negozio a caso.

Nel frattempo, se Pip Ino litigava con quelli della sua stessa razza, Vag Ina era invece molto unita con i suoi sudditi modello verme.

“Bene signori! Attacchiamo tutti assieme quel salone che non fa lo sconto!”

E lo fecero tutti, massacrando uno per uno tutti i clienti dentro. Uno di loro disse al proprietario “Ma Monsieur Chiffon! Non ci aveva certo detto che il servizio comprendeva anche la truci dazione in diretta degli altri clienti!”, protestò prima di essere mangiato tutto intero dalle fauci di Scro To, uno dei figli di Vag Ina.

Monsieur Chiffon era intento a fare lo shampoo a una parrucca “Non owa cliente, sono molto impegnato al momonto”, ma una fiammata partita da chissà chi lo disintegrò. Rimasero solo i capelli, fatti a spirale in modo da lasciare intatta la pelata in mezzo.

La talpa gigante che uccise Chiffon si stupì “Maestà Vag Ina! Il mio obiettivo aveva dei capelli favolosi!”

Vag Ina si girò, lasciando perdere un tizio che non voleva morire senza la sua lacca e aveva consigliato a Vag Ina di infilargliela in bocca prima di morire: morire sì, ma con stile. “Cosa? Più dei miei?”e, mettendosi sotto il pavimento, si gonfiò oltremodo e fece scoppiare l’edificio a quattro piani uno dietro l’altro, uccidendo anche un uccello aereo tipico del luogo incaricato a provare a uccidere almeno un demone.

“Perfetto”, disse Vag Ina, “Ora non correte più alcun pericolo”

“Sicuro?”, la regina Frisur IV era appena arrivata sul posto armata di mazza da baseball.

Come si può vedere da una foto che non c’è, Frisur aveva qualche chilo in più della snella Vag Ina che invece aveva solo la gonna come abat-jour, e si scambiarono un sacco di complimenti.

“Ti ucciderò! Hai fatto chiudere quasi tutti i miei saloni preferiti, e il restante li ha chiusi tuo marito che sta distruggendo ogni cosa che non gli va a genio! Sembra che questa città gli faccia proprio schifo!”

“Questa città fa schifo! Neanche le pompe dell’acqua mi vanno a genio!”, disse Pip Ino distruggendo una suddetta con la sua gamba da cavallo.

“E dunque? Sei proprio sicura che mi ucciderai per bene?”, Vag Ina era sicurissima di sé ed era convinta di poterla uccidere da sola “Pulletta! Tr Oia! G. Lande! Venite ad aiutarmi!”

Due figli e una suddita. Per la precisazione la dama di compagnia di Vag Ina, accorsero.

“Eccoci madre! Non mi fate sudare troppo perché mi sono lavato poc’anzi col sangue di uno! Molto bono!”, esordì Pulletta.

“Madame! Mi sorprende abbiate chiamato me! Di solito servo da zerbino oppure da poggiapiedi! Oppure si vuole riposare e quindi gradisce che faccia da ventilatore abbronzante?”, chiese Tr Oia.

“Madre, ho ucciso molti abitanti”, disse G. Lande, con la sua voce profonda.

“Sei stato bravo, ma non del tutto”, disse Vag Ina.

“Allora mi abbatterò su la regina!”, e cominciò a sferrare i suoi colpi di spada a forma di spada.

Solo che i suoi fendenti tagliavano l’aere e gli consentivano di possedere più di una spada d’aria, che consegnò ai suoi due compagni.

“Andiamo, miei prodi! Per conquistare questo continente!”

“Non farmi ridere! Devi prima vedertela con questa”  disse la regina facendo swissh con la sua chioma folta e, sollevata la mazza da baseball gialla, cominciò un duello quasi impari, che stava vincendo. Frisur IV aveva anche dalla sua parte il fatto che ad ogni colpo, la mazza da baseball rilasciava polvere al peperoncino che accecava l’avversario.

“Aaaah! Che razza di stregoneria è mai questa, maramalda?”

“Stolto! Non nominare mia madre!”, disse Tr Oia, che si sfogò su di lui. Mara Malda era morta poco tempo prima a causa della sua voglia di spiare i sovrani che si accoppiavano e la sua voglia di gettare un vaso pieno di residui fuoriuscenti dal corpo liquido ogni colta che vedeva una di quelle scene. Era dunque Mara Malda e venne messa a morte, condannandola a guardare filmati sulla giustizia italiana per sempre. Non si seppe più niente di lei. 

Probabilmente si è suicidata perché sa che ci sono più maramaldi di lei.

In poco tempo, G. Lande (la G. puntata non è necessariamente un’abbreviazione nella grammatica della Dimensione Oscura) ebbe anche i suoi compagni contro, perché anche Pulletta si avventò sul fratello credendolo un nemico.

“G. Lande! Hai dunque tradito! Ti ucciderò senza spezzarmi le unghie!”

“Ben detto socio! Non siete tutti malaccio!”, si complimentò la regina!”

“Oh grazie! I suoi capelli sono deeeliziosi!”, la adulò Pulletta.

“Ooooh grazie! Come ti chiami?”

“Pulletta! E lo sa che nel nostro mondo vuol dire “uomo molto virile”?”

“Beh, ma adesso non distrarmi, sto combattendo contro tuo fratello!”, ed evitò un fendente a forma di spada vagante.

“Beh, ma io non volevo certo distrarti, anche no! Volevo solo dire che adesso il nuovo re di questa città è mio padre!”, come lesse nel suo Tablet  un messaggio di suo padre.

Aahahahaha! Quella brutta zitella non ha capito chi è comanda! Alla fine mi sono reso conto che basta volare anziché prendere l’ascensore sempre occupato! E adesso mi sono seduto nello steso posto del culo grosso della regina e me la sto spassando con le sue segretarie! Firmato Pip Ino, Re di Neverland!”

“EH? Ma come osa soffiarmi il posto? Ci ho messo quarantasei anni a modificare la forma di quella sediaccia dalla forma del culo di chi mi ha preceduto, e come osa chiamare Neverland il paradiso dei Coiffeur?”

Ma basta dare un’occhiata tutt’attorno che il paesaggio era magicamente cambiato: al posto dei saloni c’erano banche sanguisughe (era scritto nell’insegna, Sanguisughe Ltd. Concedi a noi di farti un prestito! Solo per questo mese c’è l’offerta promozionale del secolo! Se tardi a pagare una rata, ti chiediamo SOLO un dito, e non tutta la mano! Approfittane, e saprai ANCHE in quale stomaco dei venticinque figli dei sovrani è andato a finire il TUO dito!) e chi faceva il barbiere o il parrucchiere adesso era stato messo ai lavori forzati con tanto di palla al piede.

Tutto guardato a vista da Scro To, libero di frustare tutti quelli che vedeva, siano essi anziani o bambini.

La regina era dunque in trappola: Coiffeurpolis e il suo sogno di avere l’acconciatura perfetta era crollato miseramente alla prima invasione, e per la regina non rimaneva altro che abdicare oppure fare da vibratore personale a Pip Ino.

“NOOOOO! Non potete! E dire che mi fidavo di te!”, si rivolse a Pulletta, il quale stava limandosi le unghie.

“Beh, non puoi biasimare che te stessa! E, a proposito: i tuoi capelli NON HANNO SENSO!”

“AAAAAAAH”, ed esplose, come nessun fendente di G. Lande aveva saputo fare. Per quanto riguarda Tr Oia, ha trovato la pace dei sensi sfruttando la sua storia personale per scopare liberamente.

E così la regina Joanna si scoraggiò non appena seppe come morì la sua cugina di terzo grado scappellando a destra, come se fosse antani.

“Molto bene. Non hai risparmiato nessun particolare, nevvero?”, chiese sprezzante a Buffone, il buffone di corte.

Da non confondere con Cial Trone, figlio di Pip Ino e Vag Ina.

Buffone rispose “No signora, vedo che è in forma smagliante, signora”

“Che bastardo. Sveglialo tu, Sua Maestà, allora, e io mi divertirò facendo battute sarcastiche!”

Buffone sbiancò: non aveva idea di come il re si potesse svegliare, se nemmeno il bordello che aveva fatto per imitare il botto della Regina di Coiffeurpolis aveva funzionato.

“Beh, suggerisco di rispolverare i Cannoni”

Giaro Ktino rispose sprezzante “Quelli non si usano dall’ultima guerra intergalattica con la Galassia di Andromeda, avvenuta e persa 500 anni fa!”

“Lo so.”

“E allora perché lo dici, se sai che non funzionano più e abbiamo divieto tassativo di non usarle più? Eh?”

Joanna si incuriosì, perché Giaro Ktino aveva alzato un sopracciglio, e non era mai un buon segno “Ci nascondi qualcosa?”

“Chi, io? Nooooo”

“E allora preleva questi cannoni, questa stanza diventerà un esempio per gli architetti di corte nel vedere come NON si costruisce”

“Ah, pensavo che già questa stanza era un esempio per loro! Ahahahah!”, rise Buffone, da solo. Neanche Sèlene e Jaspar si misero a ridere, appartati e impauriti dall’imponenza della Regina.

“Bene allora! Smuoviti, e porta questi cannoni”

Giaro Ktino chiamò a sé le due belle statuine e in tre portarono tre cannoni.

Joanna si soddisfò “Esattamente come se li ricordava il mio trisnonno nelle sue memorie andate perdute. Orsù, falle scoppiare”

“Non credo sia una buona idea”, disse Giaro.

“MUOVITI! Oppure non sarai più il benvenuto a corte, e lo sai che tieni il posto solo per le bustarelle che dai a mio marito!”

Suo malgrado, il ciambellano mise la prima palla di cannone e la fece esplodere, solo che al posto suo uscirono molti uccelli morti.

Joanna inorridì e scappò in un’altra stanza.

Jaspar raccolse un Zagilbo morto e chiese “Tenevi un'allevamento di Zagilbi?”

“Esatto. So che crescevano bene nelle palle di cannone per poi diventare grandiosi uccelli da guerra per scatenarli su Andromeda e avere la mia vendetta, ma purtroppo non posso più. Joanna ne ha terrore invece. Preferirebbe stare seduta sopra un ciglio di un vulcano. Si brucerebbe, ma almeno non avrebbe niente a che fare con i Zagilbi”

Ecco com’è fatto un Zagilbo adulto: è simile al tucano, solo che è giallo, ha diverse piume colorate che possono garantire tre differenti attacchi, un’ala nera, il becco inferiore rossiccio, tre occhi con la pupilla verticale verde e al centro un cannone argenteo.

Ci vollero tre ore prima di convincere Joanna che quello che vide era solo frutto della sua immaginazione, poi, tornata in sé e preso il bambino fatto con Alì (che non aveva mosso un muscolo, né per prendere i cannoni, né per consolare la Regina, tanto ci avrebbe pensato in privato) chiese “Le palle di cannone hanno risvegliato mio marito, il sacro?”

Giaro Ktino rispose inchinandosi “No signora, col cazzo”

Joanna si disgustò “Come osi rivolgerti alla tua padrona in questo modo? Ricordati che sei Ciambellano solo perché mi è piaciuto come fai il sesso”

“In effetti due o tre trucchi me li hanno insegnati gli Zagilbi reali, Maestà”

“COSA?”, impallidì.

Entrò Jaspar, non avevo notato che fosse uscito.

“Signora Maestà! Ci sono due notizie cattive!”

“Spara, Jaspar”, ormai si sedette sul letto con la testa fra le mani e suo figlio le batteva felice.

“C’è uno sciopero dei mezzi e i dimostranti protestano giù a corte lanciando fumogeni!”

“E l’altra?”, Joanna non sopportava gli scioperi, ma tanto le corpulenti guardie reali avrebbero fatto il loro dovere. Nel frattempo, il capo guardia aveva un fischietto in bocce a megafonava :

“Mio padre era conducente di treni, e sono con voi!”, seguito da un boato, ormai minacciavano di entrare.

“E l’altra notizia, Jaspar?”

Jaspar guardò Selène che gli diede il coraggio di dirlo “Dadogàs è stata presa!”

Joanna guardò sconsolata il Re. Sicuramente avrebbe trovato una soluzione, che stava precipitando.

“D’accordo” deglutì con aria stanca “Chiamate i Sacerdoti Reali, voglio un consulto da loro”

Jaspar e Seléne si inchinarono e se ne occuparono loro, mentre Alì, dal suo angolino, diceva “Non vi crucciate, signora. Ci penserò IO a consolarla, aprendovi tre o quattro buchi della conoscenza ancora sconosciuti”

Joanna sorrise “Grazie, Alì, per il tuo conforto”

Jaspar bussò ad una porta con disegnato il disegno di Mago Merlino che con la sua bacchetta lanciava un incantesimo a chi osava bussare.

Jaspar evitò un raggio viola poco rassicurante e disse a Sélene “Non aprono. Non ci sono?”

Sèlene rispose “Ma nooo, sta’ a guardare”, visto che aveva uno zio sacerdote, sapeva come fare.

Il trucco stava nel tenersi a tre passi davanti al porta e dire in latino “Opus Vobis”

E la porta si aprì, facendo vedere un mago vecchio più di Merlino “Desiderate?”

Guardava con occhi da porco la porca Selene.

Jaspar chiese incerto “Potete svegliare il re?”

“Non ho capito”

Seléne si avvicinò e ordinò “Vigilaveris Rex!”

 

Fine Capitolo! Chissà se i Sacerdoti interpellati possono davvero svegliareb il sovrano dormiente! Nel frattempo gliesseri della Diomenzisione Oscura stanno diventando sempre più temibili! Mi chiedo come andrà a finire!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Così Jaspar imparò che se le cose si chiedono con garbo, in latino e con una quarta abbondante i Sacerdoti ti danno una mano più che volentieri.

Non ci è dato sapere cosa stavano combinando quattro sacerdoti e tre sacerdotesse in una stanza di venti metri quadrati e ornata di un tavolo nero con un pentacolo disegnato col sangue fuxia di un Lombopiccolo appena nato, però noi siamo benpensanti.

Vero?

Il Lombopiccolo è fatto così: simile a un serpente, con la differenza di avere le orecchie da coniglio, gli occhi rossi ed evidenti zebre stradali sulla pelle.

Si riproducono con le uova di un altro animale e questo qui è stato reso sterile grazie a una ferita alla base del collo. Se hai pensato di camminarci col tuo SUV (ha una strada come pelle) non stai bene. Non vedi com’è puccioso?

Il sacerdote che aveva aperto la porta chiese “Cosa succede, nipote del Gran Homoclux (sacerdote in una lingua arcaica) Selenìo?”

Seléne rispose “Il re si è addormentato” in tono di scusa.

Ci fu subito un brusìo tra i sacerdoti.

“È una pazzia!”

“È pazza! È una strega!”

“È tutto come predetto!”

“È scritto nelle pietre che nascerà un nuovo re!” (Freedom call- Out Of The ruins, ndr)

“BASTA!”, il Gran Homoclux sollevò la sua mano sinistra (era mancino) piena di anelli e sbatté due volte il suo bastone intagliato mal, in modo che doveva ricordare un drago, ma non avendone mai visto uno sembrava più un passerotto ubriaco “Nipote mia, datami in pasto…”

“Ehmehmehm”, si schiarì la voce una sacerdotessa dai molti orecchini.

“ImpOsta dalle sacre scritture”, e fece vedere un papiro per metà vuoto e l’ultima parola non era stata scritta bene, segno che via via i sacerdoti lo aggiornavano con la bic “Che cosa vuoi dalla casta di noi sacerdoti?”, e man mano che ne presentava uno, faceva cadere a terra una polverina di un diverso colore dell’arcobaleno:

“Kamil, il Sacerdote nero”, presentato col rosso.

“Rigiog, il sacerdote grigio”, ed era grigio di pelle, presentato con l’arancione colore del mare.

“Silvyo, il sacerdote comunista”, presentato con il giallo. Il comunismo c’era anche lì.

“Lilha, la sacerdotessa Lilla”, presentata col verde, che le andò in bocca e tossì. Deve sempre tenere la bocca aperta.

“Geerthrud, la sacerdotessa gialla”, presentata con l’azzurro. Aveva molti orecchini.

“Trisha, la nuova arrivata sacerdotessa marrone”, presentata con l’indaco.

“Ed infine Me: il Gran Homoclux: Selénio!”, presentato da solo con il violetto. Poi si lamentò “Cavolo, non volevo il bianco! Mi fa schifo il bianco! Voglio dire… (e prese il tono etereo per non fare brutta figura) NON È NELLE SACRE SCIRTTURE PREVISTO CHE MI SI PRESENTI CON IL BIANCO!”

“Eh ma scusatemi”, fece pratico Kamil, “Era violetto quello, come previsto”

“Taci, sacerdote rosso”

“Nero, sono NERO!”

“Taci comunque. Venite, voi, nipote gustosa e malandrino qualunque”

E tutti assieme risalirono dai bui sotterranei alla sala da letto dove stavano discutendo se c’era da fidarsi dei sacerdoti.

“Per quanto mi riguarda non ne azzeccano una!”, disse offeso Giaro Ktino, il Ciambellano di corte.

“Beh grazie, li consulti per vincere al lotto! E sappiamo tutti che il Lotto è truccato per fare vincere noi reali”, fece notare Joanna, che all’improvviso ebbe tutti gli occhi del mondo puntati addosso.

“Eehehem, stavo scherzando, no? INSOMMA, DOVEVAMO RIMPINGUARE O NO LE CASSE DELLO STATO?”, si difese la regina, con la mano sopra le tette e col fiatone di quando era imbarazzata.

Poi cambiò discorso e chiese a Buffone “Buffone di Corte, ne sa niente com’è caduta Dadogàs?”

Buffone controllò sul giornale di corte aggiornato dall’ala nerd dell’esercito “Uhm…”

Flashback.

Cial Trone stava comandando tutta la carovana di demoni che era uscita dal buco che ancora troneggiava nel cielo, per poter tornare.

“Bene, padre, madre. Siamo arrivati in un’altra città”

Pip Ino si meravigliò “Ogni isola, una città, eh? Bravo figliolo”

Mere Trice si aggiunse “Anch’io sono brava, eh”

Vag Ina le sorrise “Certo che lo sei. Orsù, vai con le tue sorelle e vediamo che siete capaci di fare. Io e tuo padre resteremo qui a giudicare come bravi stronzi”

E così, Mere Trice, In Capace, Falloppiana, Vag Ina junior e Ster Ile si infilarono in massa sotto terra e dunque sotto il mare, non capendo che rischiavano di annegare.

Pip Ino si mise le sue molte mani in faccia “Oh povero me. Le mie figlie sono così sceme”

Pulletta le difese “Ma no, padreeee! Sono solo insicure!”

“Come te, che ti vesti con i vestiti di tua madre alla tua età!”

Pulletta lo squadrò e si coprì con la giacca femminile “E allora? Sono di classe”

Ma i sudditi non imparentati ridacchiarono: erano anni che circolavano voci su Pulletta.

Voci che erano francese, e lo sapete cosa si dice sui francesi.

Nel frattempo, sotto l’acqua, una miriade di animali strani attentavano alle cinque ragazze.

“Non spingere, Mere Trice!”, urlò Falloppiana, sentendosi urtata.

Mere rispose “Ma stiamo annegando tutte! Non è stata una buona idea scendere sott’acqua!”

“No, evidentemente”, concluse saggiamente un Valocefalo.

Tornando agli occhi della mente, immaginatevi che quella senza occhi è Mere Trice, sembra senza occhi in quanto di profilo, ma un occhio ce l’ha, e anche l’altro, situato sotto di lei. Quella davanti è Falloppiana, la terza da sinistra è In Capace, con le tette nello stomaco, Vag Ina junior appena dietro di lei e a chiudere il corteo Ster Ile, senza gambe, ma ha l’abitudine di allargare le mani e quindi sembra che nuoti nel mare bianco (arancione).

Il Valocefalo si rese conto subito di cinque sprovvedute pronte per essere mangiate, ma purtroppo un Nitrorso a Vela accorse e si mangiò l’animale carnivoro, e con la sfiatata che consegue sempre il fine pasto di questo animale, le cinque figlie si ritrovarono nella spiaggia dell’isola.

Come vedete, la sua pelle è arancione per confondersi col mare. Astuto, vero? Interessante anche la vela rossa gigante piantata sulla sua pelle arancione.

In ogni caso, le magnifiche (o magni fiche: non sono la madre, però un colpo…) cinque cominciarono ad invadere la grande città del peccato, ove tutti parlando in una maniera assoluta e corretta.

Così, durante i primi bombardamenti, la gente scappava e dimenticava i loro figli in mezzo alla strada, in scene strazianti di dolore e voglia di kawaismo, mettendosi le mani nelle orecchie.

“Aaaaah! Ma preeche dobibimao sottostare alle nefandezze id codeste assoluyte mosdtricciattoel? Eh? melo volete spiegare?”, disse un dislessico.

“Ma che ne so? Piuttosot pensa a sdaòlvarti la pelel!”

“Ehi! ma come parlano questi? Ci hai fatto caso, sorella?”, chiese Mere Trice a Falloppiana.

Falloppiana rispose, uccidendone quindici con una sola zampata di talpa piena di elettricità “Non me ne riguarda, vero Vag Ina junior?”

Vag Ina junior era sdraiata su una sdraio fatta di gente del posto e fumava tabacco “No, direi di no!”

“Oh, ma insomma! Ster Ile! In Capace! Ditele qualcosa! Solo perché ha lo stesso nome di mamma non si può permettere di prendermi per il culo, che io sono la maggiore!”

Ster Ile stava decidendo quale delle due vie sventrare con un’esplosione “Ma parlaci tuuuu! È anche tua sorella, io sono vagamente impegnata”, ma non stava facendo niente e scrutava l’orizzonte.

Mentre In Capace si era persa nelle esplosioni e chiamava a gran voce le sue sorelle “Vag Ina junior! Mere Trice! Rispondetemi!”

“Ah! Ti ho trovata! Adesso moriario ttruciddat dalla ven detta di noi Dsilessici, la provincia dl magnifico regno di Baluzienti!”, le si avvicinò un minaccioso Dislessico armato di lanciafiamme, che lo mise in uso, ma In Capace lo guardò stupita e disse “Sei forse Falloppiana? Si veste da uomo, spesso”

Le altre la guardarono ammiccante (Vag Ina junior si abbassò pure gli occhiali da sole e abbandonò la lettura della rivista della Dimensione Oscura Dimensione Rosa, Come Essere Donne Al Buio), così la chiamata in causa dovette giustificarsi, calandosi nella tradizione dell’isola “M-ma… l-lo s-sapete c-com’è In Capace, n-no? V-voglio d-dire…” e si mise ad uccidere indiscriminatamente.

Tutta quella baraonda attirò l’attenzione della Capitale, Balbuziolandia.

Il re, Sillàba VII, che non era re, bensì Granduca Ereditario,ricevette le informazioni dalla moglie, che amava farsi i cazzi altrui “A aq-quan-nto p-pare i d-demoni che s-stannno metten-ndo a s-soqqqquadro il p-pianeta s-sono arrivati in here”

Sillàba annuì e disse “B-bisogna f-fare q-q-q-q-q-q-q…”

“O-O-O-Orsù, sire, ce la f-fate?”

Sillaba si mise a cantare “Andiam a salvaaaar… il popolooooo!” proruppendo in un acuto devastante che raggiunse la città assediata e colpì in pieno Vag Ina junior, la quale cadde dalla sua sdraio.

“Aahahaha! Ben ti sta!”, disse Falloppiana, ancora arrabbiata con la sorella.

“Zitta sgorbietta! E trovami In Capace, non vorrei che si facesse male!”

Ma quella, ormai convinta di essere figlia unica, raccontò a tutti i presenti la sua brutta storia “E così… snif… SONO MORTE TUTTE! POERSINO LA LESBICA VAG INA JUNIOR, CHE L’HO VISTA BACIARSI CON UNA FOTO DI MIA MADRE PRIMA DI CORICARSI!”

Uno che era con le gambe incrociate seduto davanti a lei disse agli altri “Wow. Noi n0nn abbimao ninte ad lamnetarsui”

“Ma evro”, annuì il compagno, e si commossero tutti, però facendolo si sciolsero, e man mano che In Capace piangeva e raccontava la sua storia vero finta, tutti quelli che la ascoltavano si scioglievano nei vestiti come se fossero stati assorbiti da Cell primo stadio.

Finito il lavoro, la ragazza trovò le altre quattro sorelle che stavano distruggendo la zona a suon di bombe.

“Oh! Ragazze! Siete qui!” e coirse ad abbaracciarle.

Ster Ile le disse “Non avrai poltrito come quella stronza!” riferendosi a Vag Ina junior, la quale stava nuotando indisturbata.

“No Stery, ho dato una bella lezione agli indigeni, sarai fiera di me!”

Ma ecco arrivare l’esercito reale balbuziente, col Re Sillàba a cavallo di un Mandirgongo gigante, riconoscibilissimo dal suo manto azzurro e le tre code.

I Mandirgonghi piccoli hanno una sola coda.

Sillàba IV cantò al suo cavallo “Vai, Peluso! Usa le tue code per dar soddifazion al sovraaaan!”

Sua moglie, Gramma Tìca, gli rise in faccia “N-n-n-n-n-non s-s-sarà cer-r-rto c-c-cantando c-c-che la g-g-gente penss-s-erà c-c-he n-n-n-non s-s-sai p-p-p-p-p-p-p-arlare”

Sillàba le fece una smorfia “E invece nou, mia caaara”

In ogni caso, il Mandirgorgo Peluso usò contemporaneamente le tre code contro le cinque ragazze, la coda di luce emanò un fascio accecante che serve a stordire la vittima, la coda in mezzo serve a scagliare spuntoni aguzzi e soprattutto velenosi, mentre l’ultima coda serve a lanciare fiamme.

In Capace ebbe paura “Oh no! Non serviranno le mie storie strappalacrime!”

Ster Ile scansò Falloppiana che aveva bisogno di manie di protagonismo “Scansati piuttosto, ci penso io!” e, rubato gli occhiali da sole a Vag Ina junior, scansò il fascio di luce, si creò uno scudo con la pelle durissima che le conferiva l’essere della specie terrestre ed infine sputò anche lei fuoco. I due fuochi si incontrarono a mezz’aria.

“Ehi, ciao! Sono fuoco 1!”

“Ehi, io voglio essere fuoco 1, bastardo!” si lamentò l'altro fuoco.

“Certo che questi ci usano come noccioline!” commentò il fuoco 1.

“Infatti, facciamo vedere a quel barbuto chi è che comanda!” propose l'altro.

E si unirono insieme per attaccare solo Sillàba, che dovette scappare con le ruote dell’animale. Ma siccome anche l’animale era balbuziente, scappava a scatti, e quindi fu preso in pieno e per il povero vecchio non ci fu niente da fare. Adesso toccava a Mere Trice fumarsi la cenere in modo da non potersi rigenerare.

“Ben fatto, figlie!”, si congratulò Vag Ina.

“Sono fiero di voi!”, disse Pip Ino, anche se era un’ora che diceva ai suoi sudditi (quelli che avevano voglia di ascoltarlo, gli altri presero un lettore mp3 e non lo cagavano) “Le mie figlie sono le migliori in assoluto! Test Adik Az!”

Il consigliere del re si inchinò “Sì, maestà?”

“Rendi ufficiale la mia presa di questo continente!”

“Voi siete ufficialmente Re di questo continente!”

“Bene, Test: per stasera non dovrai pulire la nostra baldoria del dopo guerra”

“Bene signore”

Fine Flashback.

“Ah, dunque è così! In ogni caso, non hanno la minima idea di dove siamo, voglio dire, ci sono ancora undici possibilità esclusi noi, no?”

Nessuno le rispose.

“NO?”

“Certo, maestà”, rispose Alì, che stava guardando il culo di Joanna, anche se era dietro.

In quel momento arrivarono i sacerdoti, capeggiati dal Gran Homoclux Selenìo.

“Bene, Vostra Maestà, vi vedo in ottima forma”

Dato che Joanna aveva i capelli arruffatissimi, i vestiti sdruciti, le maniche arrotolate e vistose occhiaie, non era un gran complimento, in ogni caso non aveva voglia di incazzarsi e vene subito al punto “Ti prego, Selenìo, dimmi perché mio marito, il gran Sovrano, non si sveglia manco se gli faccio vedere la passerina”

Selenìo annuì “Fatela vedere a me e vediamo cos’ha che non va la sua passerina”

Sylvio si intromise “Me la faccia vedere anche a me, che sono dottore”

Joanna si offese “Allora! Zitto, Silvyo! Non è il momento per il tuo Gabun Gabun!”

Selenìo si accarezzò la barba e guardò il re nel meglio sonno senza coperte di sopra in quanto sottrattigliele per poterlo massaggiare meglio, adesso era un uomo in canottiera peloso e malfatto che faceva puzza di feromoni “Uhm… secondo me, si sogna la vostra passerina nei sogni.”

“Ma non siamo qui per parlare della mia passerina, mi scusi!”

“Ma siete voi che l’avete nominata”, disse Kamil.

“Ma che c’eeentra! Diagnosticate cos’ha mio marito piuttosto!”

Selenìo chiese un colloquio privato col suo seguito.

“Bene ragazzi, qui perdiamo la faccia, che cosa suggerite?”

“Cosa perdete? La faccia?”, s’intromise un malevolo Giaro Ktino.

“Zitto Giaro! Ti credevo dei nostri!”, lo rimbeccò Selenìo.

“Ti ricordo che sei Ciambellano solo per i nostri sortilegi che hanno ipnotizzato il re e ti ha scelto in mezzo a 50.000 candidati più qualificati, fra i quali mio figlio, brutto stronzo!”, gli ricordò Lylha.

“E va bene, mi tiro fuori, ufff”, e si ritirò.

“Allora? Kamil?”

“Io credo che lo abbia punto un insetto Dormiente”

“Nooo, errore. C’è la maledizione Grigia qui, me lo sento!”, disse Rigiog.

“Aaaah, e piantala con questa cazzata del Grigio che tanto non ci crede nessuno!”, tagliò corto Silvyo “Secondo me, c’è l’ombra delle Toghe Rosse in tutto questo”

“Seee, e magari di Mark Work che nomini sempre e nessuno sa chi è! No, secondo me bisognerebbe tentare con l’incantesimo di Locomozione. Sarà sonnambulo, ma almeno utile” propose Lylha, convinta delle sue idee tanto da annuire.

“No, Joanna vuole svegliarlo veramente. Io proverei squarciando un Granogiro morto in una notte di luna piena e pregare che si svegli”. Questa era Geertrhud, la più cinica riguarda la zoologia del pianeta.

“Ma se ci sei nata da un Granogiro!”, si stupì Trisha, la nuova arrivata.

“Lo so, però…” e le vennero gli occhi blu di quando voleva uccidere, però toccava a Trisha mettere l’idea “Secondo me converrebbe dirgli solo “svegliati, por favor””

Selenìo non era convinto, però sciolse la seduta tutti assieme e si rivolse alla regina “Non sappiamo come svegliarlo.”

“COME NO? IL GRANOGIRO! DATEMI UN GRANOGIRO CHE MI TAGLIO LE VENE!”

Ecco com’è un Granogiro, in grado di partorire esseri umanoidi: aveva la forma di una Mandragola, solo che aveva la testa sormontata da una pettinatura afro, un occhio nero triangolare a decorare l’altrimenti rossa testa, un braccio sormontato da un’accetta, e due gambe verdi, separate solo dai piedi in giù.

 “Io ritengo che basta solo la casta dei sacerdoti per fermare i Mostri Caduti dal Cielo” disse ancora Selenìo.

Joanna si grattò la tempia “Guardate che mio marito è più che in grado, è in grado di sollevare macigni con la forza del pensiero”

“Starà SCHERZANDO!”, Jaspar aveva gli occhi fuori dalle orbite.

Joanna scosse la testa “L’ho visto io farlo”

Flashback.

Era un pomeriggio d’estate, e Ivarov e la sua futura moglie Joanna venivano da una giornata passata a sbizzarrirsi al paese sotto false identità.

Ne hanno combinate di tutte i colori: sparato alle vecchiette, morsicato cani, scambiati i destinatari delle poste, citofonato e scappato via, e hanno pure partecipato a uno scambio di droga internazionale, e adesso volevano sostare sul Precipizio Worcraft, che dava a strapiombo sul mare.

Peccato che il precipizio era già occupato dal Macigno Otrekalam. Messo lì apposta per sapere che ore erano dagli abitanti del villaggio vicino.

“Ooooh che palle! C’è il Macigno Otrekalàm! Uno manco si può sdraiare!”, si lamentò una giovane Joanna, con le bionde trecce, gli occhi azzurri e le calzette rosse.

Ivarov la guardò negli occhi come voleva essere guardata lei e chiese “Vuoi davvero sdraiarti e guardare il nostro mare arancione che diventa rosso al tramonto?”

Joanna andò in estasi e si strinse le tette aumentandole di due misure “Ooooh ti prego! Sarebbe una giornata favolosa! E poi….”

Ivarov era dunque ingrifato, si mise due dita sula tempia e spostò il macigno buttandolo a mare, incurante dello tsunami che ne conseguì, distruggendo un altro villaggio che si trovava sotto lo strapiombo.

Così si sdraiarono e Joanna disse ad Ivarov “Oooh Ivarov, sei un macho. Te la do subito”, ed ebbero un atto sessuale, come si faceva nel loro mondo.

Fine Flashback.

“Come li toglie lui i macigni, non li toglie nessuno”, concluse Joanna, persa nei suoi pensieri.

“Sì, ok, ok, però vi assicuro che noi Sacerdoti siamo perfettamente in grado di fermare quei mostri, e lo dimostreremo” detto questo, Selenìo uscì dall’edificio con tutti gli altri.

Joanna guardò chi era rimasto ed esortò “Svegliate il re, orsù!”

 

Fine Capitolo! Dopo di ciò, chiariamo che la discussione non è tanto svegliare il re, quando tutti gli altri se ne freghino di come il loro pianeta stia cadendo come pera cotta! Forse non si sarebbero mai aspettati di essere invasi, tuttavia ciò non togle i loro difetti!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Giaro Ktino propose “Si potrebbe chiedere al popolo. Ci sarà qualcheduno meno ciarlatano di quei sette!”

Joanna ci pensò su “E come pensi di pagarlo? Col vil danaro?”

Giaro ridacchiò nervoso “Sarà pure vile, però il fine giustifica i mezzi!”

Joanna si arrese “E va bene. Giaro, Buffone, espandetevi per tutta la capitale, dite che la Regina Joanna offre cento milioni di Plexigos a chi sveglierà il re!”

I due, stupiti dalla somma, si misero di buona lena e stamparono questo bando:

EHI TU!

Sì, proprio tu. sei stanco di sentirti dire “Ah, il tuo re dorme mentre il mio sta cambiando il mondo con un click?! Quando magari non è nemmeno vero?

Ebbene, AFFRETTATI, CAZZO!

La Regina Joanna Stephanie, consorte di Sua Maestà Ivarov XXII offre

150,000,000 DI PLEXIGOS

A chi riesce a svegliare Sua Maestà in persona, momentaneamente assopito.

Affrettati dunque, e non fare come quello che se ne frega e dorme sopra i problemi, perché un giorno o l’altro, faranno dormire anche TE!!

Non fare la fine di questo tizio (sotto vi era l’immagine di Homer Simpson), abbiamo messo anche una V di evidenziatore (sopra i piedi, per evidenziare l’odore), per evidenziare che a chi dorme, puzzano i piedi.

E tu non vuoi che ti puzzino i piedi, veroooOOOO?

Joanna fu la prima a vederlo “Fa schifo. Intanto io mi chiamo Lange Oberschenkel, secondo, avevo promesso 100 milioni, non 150”

Buffone le fece una smorfia di nascosto “Sarà bello il vostro, allora”

Joanna sgranò gli occhi “Non ho tempo di farlo! Appendetelo, tanto non credo che qualcuno sia tanto cretino da oltrepassare il picchetto dei conducenti qui di fronte!”

Si sbagliava. Non appena videro i volantini appesi, tutti i conducenti in sciopero si presentarono davanti la Regina e Alì, incaricato alla giuria. Jaspar e Selène invece avrebbero dovuto vegliare sul re affinché possano vedere se si svegliava.

“Bene, io pensavo di…”

“FUORI! Avanti un altro!”, ordinò Alì.

“Perché l’hai fatto?”, chiese Joanna, rimessa in sesto esteticamente.

“Così vediamo chi ha vere idee e smaltiamo un po’ la fila, io voglio trombare con voi”

“Mi fa piacere, ma adesso abbiamo un problema più grande”

“Ce l’abbiamo sotto il tavolo, il problema grande, e con la L al posto della R”

“Salve”, fece un conducente, interrompendo il discorso “Perché non gli fate un bell’elettroshok?”

Joanna prese appunti “Mmm. Interessante. JASPER! SELENE! FATE L’ELETTROSHOCK A MIO MARITO!”

I due si prodigarono staccando un filo di rame dall’abat-jour preziosissimo di Joanna (la quale non disse niente) e operarono in tal senso. Inutile dire che non successe niente.

“Cretino! Perché hai leccato i fili di rame prima di posarli sula pelle del sovrano?”, chiese Selène.

“Ma io volevo…”, si giustificò Jaspar, che aveva di nascosto una segreta passione per l’elettricità.

“Poche storie! Non funziona! Avanti un altro!”, ordinò Alì, ormai nel suo elemento nel dire agli altri cosa devono o non devono fare.

Nel frattempo, i sette sacerdoti fermarono il cammino di Pip Ino e Vag Ina, in un isolotto non inserito nella cartina che vi ho dato ma esiste.

“Ahahahha! Vi abbiamo trovato! Sapevo che ce l’avremmo fatta!”, disse Lylha, pronta a combattere.

“Eh? E voi chi siete?”, chiese incerto Pip Ino.

“Io non abbasserei la guardia”, consigliò Test Adik Az.

“Grazie per il consiglio, mi sarà molto utile”, quando voleva, Pip era molto sarcastico.

“Prego. Io vivo per servirvi”, si inchinò il sacerdote.

“Ma che cazzo, Test! Non vedi che ti ha preso per il culo?”, gli fece notare l’apocalittica Cly Toride, braccia destra di Vag Ina, ma non dama di compagnia. Quella era Tr Oia.

“Poche ciance! Abbiamo un compito da portare a termine in questa isola!”, urlò Selenìo, aprendo la mano piena di anelli in un gesto teatrale, come se fosse un fiore.

“E serviamo noi per questo compito?”, chiese Pip Ino, come sempre coinvolto nei giochi di ruolo.

“Certo! Voi morirete!”, disse Geerthrud, col sangue negli occhi, ormai li vedeva tutti mozzati e grondanti sangue come quello che aveva indosso Vag Ina.

Quest’ultima rispose “Mi dispiace, ma noi abbiamo pure un compito qui. Vi dispiace di rese questa è la capitale del pianeta?”

Selenìo bisbigliò a Rigiog “Senti Rigiog, ma qui siamo a Ynos?”

“Ma certo che no! Questa è Rainpolis, la Città della Pioggia!”

“Perfetto allora! Useremo i miei incantesimi della pioggia!”, festeggiò Silvyo, che quando non era impegnato in politica si poteva fare affidamento su di lui.

Trisha fu l’unica tra tutti quelli che si perdevano in chiacchiere a fare qualcosa, e per prima cosa raccolse su di sé l’energia elettrica che si creava in quell’isola per creare dei fulmini e li spinse verso l’accoppiata reale, ma essi si fecero scudo con dei sudditi anonimi e l’attacco non fece dunque effetto.

“Trisha, lodevole come tentativo, ma stavamo ragionando appunto di come fermarli! Lo vedi che non si fanno scrupoli nell’usare i loro sudditi per colpire la loro pellaccia?”, disse Selenìo, in quel momento nella versione ‘dispensatore di consigli’.

Nel frattempo, i due sudditi si stavano inchinando verso i loro sovrani.

“Vi ringraziamo…”

“… voistra maestà, per averci caricati con del prezioso combustibile!”

“Non c’è di che, figlioli”. Disse Test Adik Az, prima che Pip Ino potesse dire qualcosa di incoraggiante.

“Che c’entri tu, testa di cazzo?”

“Io? Ma nooo, non volevo fare certo il protagonista inutile!”, e scappò via, nelle ultime file. Bisognava capirlo: era sempre solo e il fatto di volersi immischiare nelle situazioni in cui lui certamente non c’entrava nulla era fisiologico. In ogni caso il suggerimento era sempre quello: ora che quei due sudditi usati come scudo si erano caricati di combustibile, erano perfettamente in grado di lanciare raggi ultra violenti verso i sacerdoti, che ancora litigavano su chi avrebbe dovuto fare la prima mossa.

“Io direi di testare i poteri di Trisha!”, suggerì Kamil.

“Ma già l’ho fatto!” se ne lamentò, volendo evitare di fare due brutte figure di seguito.

“ATTENTI!”, urlò Rigiog, salvando la vita a Sylvio da un raggio potentissimo da milioni di volt.

“Ooooh grazie, Rigiog! Avrai agevolazioni fiscali come non pagare la tassa sula  prima casa!”

“Ma non hai questa facoltà!”, gli ricordò Rigiog.

Pip Ino era molto deluso dai sette sacerdoti “Sai, Vag Ina: questo è lavoro per i nostri figli, noi andremo a fare casino a Rainpolis”

Vag Ina annuì, mentre controllava quanti figli non avevano avuto la luce della ribalta “Sono perfettamente d’accordo! Cial Trone!”

Cial trone avvenne “Eccomi, o madre”

“Chiama subito sei dei tuoi fratelli e colpisci duramente i sacerdoti!”

“Sarà fatto” e chiamò a sé sei fratelli che ancora non conosciamo. Spero di poterli presentare tutti entro la fine della storia.

“Eccomi! Sono O’vaja, la regina delle uova!”, ecco la principessa piuttosto famosa fra i sudditi.

“E io sono Gen Itale, il terzo genito!”, e si passò l’indice e il medio messi a forbice per l’occhio, e poi anche l’altro.

“Niente a che vedere con Pre P’Uzio, l’essere perfetto!”, un essere senza braccia si mise a braccia conserte con le gambe.

“Sfygato, il fortunato fra i fratelli!”, e un essere brutto particolarmente era strisciato in mezzo alle gambe della sorella O’vaja.

Cly Toride bisbigliò a un suddito che non c’entrava niente “Stanno coltivando una relazione incestuosa!”

Quello annuì “Beh, io che mi chiamo In Cesto non posso che approvare”, rispose quello.

Non avevamo finito con le presentazioni:

“Io sono Test I. Colo”

“E io sono Pro Stata”, di genere femminile.

“Uuuuh che bello! Il principe ha il mio stesso nome”, Test Adik Az non sapeva quando stare zitto e ora applaudiva, così venne rapito da Pip Ino e se lo portò con sé a distruggere la città piovosa, ove quella particolare specie di demoni scialava, e dunque erano state inutili tutte le precauzioni prese per usare la pioggia a vantaggio degli autoctoni, che morirono crudelmente.

Dunque possiamo anche affinare gli accoppiamenti improbabili che si vennero a creare tra sacerdoti del regno e i sette fratelli, eppure così diversi fra loro.

Cial Trone – Selenìo

Ed eccoci. Il match clou.

Cial Trone si pulì un po’ di moccio facendo passare velocemente uno dei suoi indici sotto le narici e disse al Gran Mogol (o qualcosa di simile) Selenìo “Tu non puoi passare”

Selenìo rispose “Aahahahah! Sei tu che presto morrai!” e attaccò il demone a forza di bastone che aveva sempre tenuto nella mano destra. Cial allora si trovò costretto a ricorrere alla sua vista sensibile per poterli evitare tutti, per concludere a sorpresa spiegando le ali.

“Cosa? Mi sembrava appartenessi alla specie terrestre”

“Uhm, sei molto informato, eh? E invece no! Io sono ermafrodito!”

“Cazzo! Vuol dire che sei entrambe le specie!”

“esatto, e ciò non ti piacerà!”, così, spiegate le ali, cominciò a vorticare come un ciclone che in questo momento si sta abbattendo a casa tua e colpì verosimilmente il Gran Sacerdote, che cadde in acqua.

Una volta in acqua, Selenìo prese un mostro marino che si trovava là, per inciso un Nitrorso a Vela e ammaestrandola uscì fuori dall’acqua e si viene a sdraiare vicino a me colpì con il possente muso il muso di Cial Trone, che dovette chiudere gli occhi un attimo per accusare il colpo, però prontamente rispose “Brutto balordo! Usare uno dei tuoi animali per colpirmi! Ciò fa di te un animale di basso rango, e dunque eliminato!”

Selenìo tirò su col naso, mentre faceva windsurf con l’animale “Non provarci sai! Io posso sfruttare appieno le capacità di questo animale col mio bastone!”, e, percossa bene la punta sulla testa del suddetto, il povero Nitrorso maltrattato si trasformò in uno yacht modernissimo extralusso con addirittura le ruote gommate per camminare sulla strada e non dover fare la fatica del rimorchio.

“Che accidenti di stregoneria è questa?”, chiese Cial Trone.

“Lo vedrai!”, e, sgommando, attaccò violentemente il povero principe, che fu costretto a lasciare la propria armatura. E così, nudo, mise i palmi delle mani in posizione orizzontale e disse “Spingiti!”, e lo yacht affondò inesorabilmente con Selenìo dentro, incapace di uscire.

O’Vaja – Kamil

O’Vaja non vedeva di buon occhio il mago nero, ma anche rosso.

Kamil disse “Ora ti farò assaggiare la black magic!”

O’Vaja respinse un nuovo attacco di Sfy Gato “Seee, the most beautiful music!”, e colpì facendo partire solo il suo pugno mentre il braccio restava fisso al tronco. Essendo che era la figlia di Vag Ina, ne aveva tre di pugni, di cui uno sicuramente infuocato.

Kamil non si aspettava codesta velocità e li prese tutti e tre in pieno, cadendo in mare.

“Kamil sbracciava facendo schiuma gialla “Coff, coff… aiuuto, glub… non so nuotare!”

E subito tre Calamagranchi Caritatevoli gli vennero subito incontro per salvarlo a quelle ispide acque. Adesso nuotare non è più un problema per lui. Ma neanche O’Vaja.

Gen Itale – Rigiog

Gen Itale disse a Rigiog “non crederai che serva un calcio nei mie genitali per farmi fuori!”

Rigiog ci aveva provato, ma era l’unico modo per liberarsi dalla Presa Intossicante, che ti avvelenava mentre ti stava abbracciando.

Rigiog disse “Ed ecco! Il sacerdote grigio in azione! Sfrutterò codeste nuvole grigie per farti cadere di sopra ciò che voglio! E non saranno semplici fulmini!” e, detto “Hopuc focus abracadabra!”, Gen Itale si chiuse in sé stesso e respinse le frecce avvelenate, mandandole al mittente, che le schivò una dopo l’altra, e mentre schivava, si avvicinava con la sua lancia presa dal nulla per stuzzicarlo con la punta, in modo che potesse uscire dal suo guscio.

“Suvvia, non essere timido! Dobbiamo combattere!”

“No, no e no! Non voglio! Piuttosto resto qui a letto a farmi di biscotti!”

“Non dire stronzate! Gen! Esci e affrontami da vero essere maschile!”

Gen Itale prese fuoco dalla vergogna e, roteando come un demone, colpì duramente allo stomaco già provato del sacerdote, che vomitò tutte le cozze impepate che aveva mangiato la sera prima e che gli erano rimaste sullo stomaco.

Il cibo terrestre era indigeribile per loro.

Pre P’Uzio – Silvyo

“Oh no! Che bastardo! Sta facendo un uso criminoso delle mie tecniche!”, disse Sylvio dai capelli finti guardando Prep Uzio usare il colpo Ad Personam che aveva usato poco fa; meno male che il sacerdote piccolo sapeva come usare il contro incantesimo.

“Ahahahaha!” rise PreP’Uzio “È la tua fine! Farò da opposizione al tuo Governo e non sarà piacevole!”

Sylvio digrignò i denti “Ma se sono il Sacerdote più grande degli ultimi 150 anni!”

“Seee, a chiacchere!”

“Aaaaah! Gabun Gabun a tutta forza!” che in pratica consisteva in una sorta di lap dance con l’obiettivo al posto del palo, e ad ogni sculettata corrispondeva un attacco.

Ma purtroppo per lui prep Uzio non si faceva sorprendere così facilmente, così aprì il suo organo centrale rosso (tutto suo padre) e disse “Mostro Red!”, e un cilindro di piombo rosso uscì da lì, per buttare il sacerdote in acqua, che nemmeno lui sapeva nuotare “AAAAH! SONO STATO FRAINTESOOOO!”, adieu Silvyo, ora ci sarà un Governo tecnico a prendere il tuo posto.

Sfygato – Lylha

Il terzultimo combattimento prevede Sfygato contro Lylha.

Quest’ultima lo prese in giro “Cos’è? Non sai combattere senza tua sorella per la quale provi dei sentimenti carnali?”

Sfygato si contorse tutto a mò di verme, tanto lo ricordava “Che dici? Io e mia sorella siamo molto speciali! E se non combatto vuol dire che non mi và!”

“Tzé! Potrei schiacciarti benissimo come un serpente!”, provocò Lylha.

“E PERCHÉ NON LO FAI ALLORA? AH GIÀ! NON PUOI! SEI SOLO IMPEDITA!”, e oad ogni parola al veleno ne usciva veramente u fumone viola che costrinse gli altri combattenti a tapparsi il naso, ed per quello che poi Lylha fece “A che ci sono, userò la mia Tecnica Nasale!”e strombazzò rumorosamente. Striombazzando, ne uscirono 5 o 6 mocci tutti viscidi color lilla, che dissero all’unisono “Cosa possiamo fare per voi, sacerdotessa Lylha?”

“Uccidete quel bastardo!”

“!Quale? Noi ne vediamo 13, esclusa voi!”

I suoi comp0agni la guardarono male.

“Ehm, ma non volevo considerarvi dei batrasi… COMUNQUE, FATE FUORI QUESTO SFIGATO!”

E attaccarono a spron battuto, ma fortunatamente per Sfygato accorse O’Vaja che li assorbì tutti per poi gonfiarsi e sputarli dalla bocca, completamente trasformati in demoni che morsicarono Lylha  fino a quando ella non si diede alla fuga.

“Oh grazie, sorella”

“Di nulla, Sfygato”, e si slinguazzarono.

Test I. Colo – Geerthrud

“Oh mio Padre! Questa qui è tutta matta! Ha mangiato tutte le mie Creature Sgorbiose senza alcuna difficoltà e ha goduto nel farlo! Non mi sono mai sentito tanto imbarazzato in vita mia!”

Geerthrud finì il suo pasto e disse con i suoi occhi a palla “E adesso tocca a te!” e si lanciò verso di lui, ma la paura di Test I. Colo era falsa, perché non appena Geerthrud posò una delle sue mani piene di unghie sulla spalla, Test fece spuntare un altro braccio da quest’ultima, che prese la mano della sacerdotessa in modo che non potesse più scappare.

“E adesso che fai, sgualdrinella?”

“Mi hai chiamato?”

“No, O’Vaja, torna pure a pomiciare con tuo fratello”

Così cominciò a farla roteare come fosse una bambola e, alla fine, quando Geerthrud ebbe la nausea, Test ordinò ai suoi pupazzi “Esplodete al suo interno!”, e lo fecero, riducendo la povera sacerdotessa in mille pezzi.

Pro Stata - Trisha

“E così sei l’ultima arrivata? Ma dai”, chiese garbato Pro Stata, posando il suo tè gentilmente offerto da Trisha.

Questa rispose “Sì, e non voglio fare due brutte figure di fila, almeno voglio fare una bella figura tra due brutte figure”

“Capisco. In effetti è molto inquietante”, sentenziò Pro Stata “ma purtroppo non sarà questo il caso in cui farai una bella figura, perché decederai in questo luogo e immantinente”

Trisha non diede il minimo pesa a quelle parola in quanto sprovvista di una bilancia e dunque lo colpì con una varia successione di pungi e calci, cosa che non fece il minimo effetto a Scro To, al quale ad ogni colpo usciva una testolina che diceva “Non mi hai fatto niente!” e una sì e una no rispondeva con un raggio di non si sa bene cosa.

“E questo è per tutti i miei amici! AAAAH!” concluse il suo attacco colpendo con la nocca destra, quella che aveva un pesante coso di ottone, sul naso.

“Non mi hai recato danno alcuno, e vedremo nei prossimi cinque secondi se invece anche tu sarai dello stesso mio avviso quando ti spedirò all’altro mondo”, nel doppiaggio Mediaset, gli risparmio il lavoro.

Scro To prese i suoi sei bulbi oculari e, mischiatoli, venne fuori un grande unico occhio rosso che sparò raggi rossi all’inverosimile.

“Cavolo, che attacco!, si complimentò Trisha, ma non era convinta, infatti usò il suo potere indaco per espandersi ed emanare fumi indaco dal corpo, prese una sciabola indaco e tagliuzzò convinta l’occhio, ma la sciabola si spezzò inesorabilmente, anzi quello che era l’obiettivo implose di luce accecando la sacerdotessa, ora in balìa di Scro To, che prese la sua nuca e le fece scavare con la faccia diversi metri nell’isola.

“Madre! Abbiamo sconfitto i sette sacerdoti!”, disse Cial Trone, consegnando un papiro arrotolato a Vag Ina, che stava costruendo nuove gonne di sangue per lei e le sue figlie.

“Bravissimo figliolo, tuo padre ne sarà contento, ma adesso non disturbarlo perché sta cercando di spingere il portone del Palazzo Ducale di Rainpolys, quando c’è scritto Tirare”

“Vuole ascoltarmi?”, chiese Test Adik Az, che si stava inzuppando di pioggia.

“Col cavolo, Test! Faccio ciò che voglio! Nnnnnngggh…”. Niente, non si poteva entrare.

Nel frattempo Jaspar e Selené provarono due volte in tutti i punti del corpo, ma Ivarov era assopito profondamente.

“È tutto inutile, Regina”

 “Uffa, non so più chi interpellare!”, Joanna era sconfortata e rifletteva cullando il suo unico figlio, l’unico allegro in quella stanza.

“E pare che stia piovendo!”, disse Giaro Ktino.

“E quindi?”, dissero tutti.

“Aaaah”, sospirò Joanna “Se ci fosse stato mio marito avrebbe saputo anche come dominare il tempo”

Flashback.

Era una giornata nevicosa, e per il palazzo c’erano ancora venti chilometri.

“Oh insomma, Ivarov!”, esclamò Joanna. “Non puoi fare qualcosa per questa neve che mi sta congelando i piedi?”

“No, mia cara”, rispose Ivarov, stoico “Ti ho promesso un pomeriggio di trekking e trekking sarà”

“Ma mi sembrava che lo dovessimo fare con la bella giornata, non con questa tempesta!”

“Ma camminare a piedi fa bene!”

“Fai tornare il sereno ORA, altrimenti ti lascio!”

“Ok, d’accordo. Ma come fai a sapere che sono in grado di cambiare il tempo a mio piacimento?”

“Cosa? Ma io l’ho detto per dire! Era uno dei miei sfoghi femminili per fare impazzire i maschi!”, Joanna si stupì oltremodo e un quintale di neve le arrivò in bocca caduto dall’albero.

“E invece lo sono davvero”. Ivarov guardò le nuvole che non sembrava fossero disponibili a cambiare, ma a lui bastò fare un flash con le pupille che le nuvole sparirono e tornò il sereno in quel di Ynos.

Fine Flashback.

“Maestà! Anche Rainpolys è caduta!” un servo spalancò la porta, facendo cadere acqua nei pavimenti reali.

“Ma porca Vag Ina!”

“E pare che i sette sacerdoti siano morti tutti!”

“Anche mio zio?”, fece Sèlene.

“Non saprei, Sélene”, rispose.

“Non me ne frega niente, ormai qualunque continente può cadere, l’importante adesso è risolvere questo problema!”, disse imperiosa Joanna.

“Ooooh com’è autoritaria! La adowo!”, adulò Giaro Ktino.

“Ma questo non ti basta, Giaro! Ti ricordo che sei Ciambellano solo perché eri di famiglia poverissima e ci faceva pena tenerti in orfanotrofio!”, disse Joanna, poi si rivolse al servo sconosciuto che veniva da Rainpolys “Tu! Da adesso farai parte della nostra squadra!”

“Davvero? E cosa devo fare?”

“Te lo dirò subito, il tempo di arrivare all’ultimo rigo…ecco! SVEGLIA IL RE!"

 

Ultimo rigo s'intende la pagina di Word, che tenevo a completare. Bene! capitolo piuttosto lungo ma pieno di spunti interessanti... o no? Beh, a voi la parola!

 


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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


“Uhm…”, tutti stavano osservando il nuovo arrivato bagnare le coperte reali, mentre questo stava osservando il re dormiente nei minimi particolari.

“Uhm…” erano tutti in tensione a causa di questo uhm, che preludeva a buone notizie.

Il servo stava studiando le pupille, la gola e fece un’ispezione accurata del pancreas.

“Ma si può sapere cosa sta facend…”, cominciò Buffone.

“Ssssh! Non vedi che sta lavorando?” lo interruppe Joanna, osservando il suo suddito provare i riflessi del re col martelletto e il ginocchio.

“Molto bene” stava auscultando il cuore.

“Perfetto”, aveva fatto la pedicure.

“Questo può andare”, aveva preso un coton fioc e pulì entrambe le orecchie al re.

“Bene, molto bene”, aveva scoperto una caccola da occhio all’angolino e l’aveva assaggiata.

“Non credo sia una buona idea fare ispezionare il re da qualcuno che non è medico”, osservò Jaspar, a braccia conserte.

“Ma nemmeno tu lo sei, quindi”, gli ricordò Selene.

“E con questo? Vorresti dire che ci staresti con me se fossi medico?”

”SSSSHHHH! Non vedete che sto lavorando?”, disse un sudaticcio servo, che però era anche pioggia.

“Come ti chiami , nel frattempo?”, chiese Joanna, impressionata dalla meticolosità nel quale il suo servo contava i peli del braccio sinistro del re.

“Io? Jennifer”, rispose. In quel pianeta non era raro trovare persone con nomi femminili e viceversa.

Jennifer controllò poi i peli della barba e disse “Non è fatta e sta crescendo vistosamente, eh? Io una tagliatina gliela farei”

Giaro Ktino, incaricato di farla, si difese “beh, ma sta dormendo”

Jennifer lo guardò male e proseguì nella sua ispezione, passando adesso a guardargli la pancia, sollevando più e più volte la canottiera, perché quando si posa si crea una bolla d’aria simpatica.

Dopo un quarto d’ora di quella pantomima, si mise ad osservare molto da vicino tutto il cerume che si stava formando nell’orecchio e diceva compiaciuto “Molto bene”

Poi controllò l’angolo di ampiezza massima tra un dito e l’altro, controllò la grandezza del pomo d’Adamo e disse “Non è molto grosso”

Joanna rispose “E quindi?”

“No, sto solo osservando”

Quindi capovolse il sovrano e cominciò ad esaminare il tallone in tutte le sue forme, aprì gli occhi artificialmente e  vide “Sono castano chiaro, con una protuberanza verde”

“Mi hanno fatto innamorare quegli occhi verdi” disse una nostalgica Joanna.

Giaro Ktino la interruppe “Ma ha detto che erano muschiati”

“Stai zitto! Ti ricordo che sei Ciambellano solo perché nel frattempo non si è presentato nessuno a contestarti!”

Mentre la Regina e il Ciambellano discutevano, Jennifer proseguiva alacremente nel trovare anche solo un piccolo difetto, ma continuava a dire “Bene, bene” anche osservando i molteplici punti neri che andavano formandosi sulla schiena. Successivamente si mise a lavorare sulle impronte digitali e ci disegnò di sopra come a volerne giudicare il grado di difficoltà del circuito se li cerchi delle impronte fossero state un circuito di Formula 1 (Massa sarebbe arrivato quindicesimo)

Poi chiese alla regina “maestà, ho bisogno di fare una RX a Sua Maestà”

Joanna chiese “E a che servirebbe?”

“Eh? Ah! Ehm…” si osservava intorno come a cercare un suggerimento, poi notò che Jaspar diceva a Seléne “Uhm, ho un dolore al gomito sinistro…”

Così rispose “Beh, per vedere com’è fatto dentro, no?”

“Certo. Beh, non ti autorizzo”

“Allora ho finito, Maestà.”

“DAVVERO? Hai la diagnosi?” finalmente una buona notizia quel giorno.

“Sì” disse Jennifer, contentissimo “Ho analizzato palmo per palmo l’aspetto esteriore di Sua Maestà Ivarov XXI”

“Ok, abbiamo capito, dicci il tuo parere!” incalzò Buffone.

“Bene. Secondo a quello che ho rilevato, Ivarov XXII è lo pseudonimo di Liam Arnold Kirk William Ermenegildo Busquets, nato la terza luna calante di 43 cicli stellari fa (dovrebbe essere marzo di 43 anni fa), presenta 108.548 capelli castani con le mèches nere su tutta la cute, ha un naso inclinato di 30° rispetto al profilo della testa con un evidente morso di zanzara sul lato sinistro, ha anche due occhi castani con parvenze verdi, situati sotto un arco sopraccigliare tagliato di recente, e sotto il naso ha una bocca ove al suo interno conta tutti e trentadue i denti, anche se il terzo molare è tagliato rispetto agli altri, poi…”

“Sì, non c’interessa la descrizione di Ivarov, la sappiamo benissimo! Vai al dunque! Perché non si sveglia?”

“Bene, allora vado al dunque” e salto 45 pagine di altre sottili descrizioni di ogni parte del corpo esteriore del re, fino ad arrivare all’ultima pagina che in controluce sembrava la meno scritta, ma nessuno voleva un parere contrario a quello che si aspettavano là dentro, quindi pendevano tutti dalle labbra di Jennifer.

Dal canto suo, Jennifer era nel panico assoluto: ha preso tutto il tempo che poteva esaminando il corpo del re, e gli era anche piaciuto un po’, soprattutto quando si è trattato di esaminare la parte intima del sovrano.

Però si schiarì la voce e sperò dentro di sé “speriamo non si incazzino troppo” “Relazione finale: ho esaminato l’intero corpo di Ivarov, e…”

“Sìììììììììììì?”, chiesero in coro Jaspar, Selène, Buffone, Giaro Ktino, Joanna e Alì.

“E posso concludere che Ivarov XXII, sovrano di questo pianeta, è in stato di sonno permanente”, e concluse, bianchissimo.

Ma mai bianco quanto tutti gli altri che lo avevano osservato e ascoltato tutto quel tempo”

“T-tutto qui?”, chiese Selène.

“Sì, tutto qui”, rispose Jennifer, ostentando una faccia tosta inopportuna.

“Ma non hai detto un cazzo di rilevante, eppure hai osservato il corpo di mio marito per due ore abbondanti. Perché dorme? Come lo dobbiamo svegliare? Queste sono le domande da fare! Altro che nascita della vita: quella sì sa che è stato un Big Bang colossale”

“Mi dispiace, ma non ho idea di cos’abbia, posso solo dire che sembra ipnotizzato” disse scusandosi Jennifer.

“E se fosse in coma?” gli puntò l’indice Alì da seduto e con gli occhi socchiusi.

“No, lo escludo categoricamente” girandosi per osservare il corpo ignaro del sovrano che runfuliava beato.

“Eh bè, se fosse ipnotizzato c’è una sola persona in grado di risvegliarlo in questo porco mondo”, disse Selene, nello stupore generale. Conosceva tutti, lei.

“E di chi si tratta?” chiese scettica Joanna. Visto il flop dei sette sacerdoti tutto quello che usciva fuori da lei era una buffonata, ma Selène non si scoraggiò e rispose “Alexander Fernandez”

In quel momento una donna uscì dal vetro tramite liana, crashandolo.

“Salve. Il mio nome è Alexander Fernandez, e faccio l’ipnotizzatrice. Ipnosi, paranormale, quarta dimensione: tutto a buon prezzo. Ah, e organizzo anche feste per bambini piccoli”, e in un secondo tutti i presenti ebbero un biglietto da visita colorato che pubblicizzava un locale forse abusivo che organizzava feste per bambini ove c’erano clown che in passato avevano scontato una pena per pluriomicidio.

Seléne si fece avanti “Sì, ti ho chiamata io. Ci serve una consulenza come ipnosi e tecniche di bloccaggio del cervello”

Alexander tolse così i pantaloni rossi larghi che stava indossando e rimase in minigonna, poi si sbottonò il bottone traditore (quello sopra le tette) e disse “Bene, mia cara. Chi è che deve essere ipnotizzato?” e uscì dalle tette un pendolino a disco d’ottone che già stava compiendo il suo lavoro su Jaspar, che stava cominciando a dire “Io … cazzo … lungo … ficcare … te” avventandosi a mò di zombie su Sèlene.

Questo è il pendolino in questione: era gigantesco e sembrava più che altro un gong.

Ma quest’ultima precisò “No, non ipnotizzare, ma disipnotizzare”

“Ah, ancora più facile” rispose Alexander, rimboccandosi le maniche in un modo simile a come le aveva messe Joanna.

La regina chiese “Sei sicura che riuscirai a sbloccare mio marito?”

“Ma certo, Maestà, altrimenti perché faccio le serate al piano b… voglio dire, perché sono riconosciuta come maga di fama mondiale?” e si rivolse al sovrano, l’unico dormiente, escludendo Jaspar, che ancora diceva “Io … volere … tette”

Alexander si schiarì la voce e la frase che ne conseguì sembrava detta da un tenore, non da una soprano “Ora svegliati, quando te lo dico io, e solo allora. Sei nel mondo dei sogni, vero? Sì che lo sei”

“Mondo dei sogni….” Rispose Ivarov, sotto lo stupore generale.

“Ha stabilito il contatto! Mai avrei pensato di assistere ad una ipnosi” disse Giaro Ktino, dimentico del fatto che anche lui è sotto l’effetto di ipnosi.

“Ben fatto, collega!” disse Jennifer.

“Porca miseria!” disse Buffone.

“Porca e basta!” fece Alì, rimasto al bottone traditore.

“Ce la sta facendo! Ma andiamo!”, si rallegrò Joanna, facendo ballonzolare le sue tette.

“Io l’avevo detto” incrociò le braccia Sèlene.

“Tetteeee….” Sbavò Jaspar.

Alexander sorrise e proseguì col sortilegio “Adesso tu stai guardando il mio pendolo, no?”

“Pendoloooo….” Rispose Ivarov.

“Sì che lo stai guardando. È nel mondo dei tuoi sogni: guarda, so pure che cosa stai sognando: una notte di sesso con me, tua moglie Joanna e la servetta Selène, che l’ha data a tutti tranne a quel coglione di Jaspar”

“Coglioneeeeee…” borbottò Ivarov da sopra il cuscino.

Joanna si stupì “Ah, dunque è così” concluse minacciosa verso Seléne, che rispose imbarazzata “Sì, però ad uno ad uno, mica faccio orgette”

“Orgetteeeeee….” Stavolta era Jaspar.

Alexander interruppe il litigio “Zitte ora. Adesso tu ti concentrerai solo sul pendolo, perché le mie tette sono off-limits, è chiaro?”

“Oooooh nooooo….” Rispose Ivarov, rigirandosi turbato.

“Non ha risposto l’ultima cosa che hai detto” fece notare Alì.

“Non preoccuparti, è tutto normale” rispose Alexander. “Ora, al mio TRE, ti sveglierai, fermo restando che non smetterai di guardare il mio pendolo, nevvero?”

“Nevverooooo….” Rispose Ivarov.

“Dai che stavolta ci siamo” Joanna era eccitatissima.

“Chissà se è silicone” pensò Alì.

“Mi spetta come minimo un premio… chissà, magari mi fanno Ciambellano al posto di quell’incompetente di Giaro Ktino” Sélene aveva la luce della Luna negli occhi.

Alexander disse “Molto bene … ¡UNO!”

“¡UNO!” rispose Ivarov.

“¡DOS!”

“¡DOS!”
“Eeeeeeeee....” tutti in coro.

“¡TRE!”

“Roooooonf”, Ivarov fece un bel russaggio e con la bocca aperta in maniera molto poco regale, rientrò in fase REM.

“Ma come? Cosa è andato storto?” chiese Joanna, che non voleva credere di aver fatto un buco nell’acqua.

“Mmmmm… secondo me, non è questione di ipnosi” disse Alexander. Poi si tolse completamente la camicetta stretta che aveva indosso e fece vedere gratuitamente le tette, in maniera scabrosa.

Ma Ivarov, che già le stava guardando in sogno, non ebbe bisogno di svegliarsi.

“Uffa, non va! Eppure ha sempre funzionato nei comizi politici ove gli ultra 65enni si addormentano” si scoraggiò Alexander.

“…. E non c’è mai stato un infarto?” chiese Selène.

“Uhm… sì, 315, per la precisione, di cui 190 simultanei. Ma tant’è, il mondo non va avanti a vecchi, no?”

“Hai ragione” disse Joanna, rimettendosi la corona “Ma mio marito è ancora allupìato”

“Non ho che farci, Maestà, va oltre le mie possibilità”

“E vedere quant’è profondo il Mar Rosso va oltre le tue possibilità?” chiese Alì. A onor del vero, a Londemom esisteva pure un Mar Rosso.

“Uhm.. . credo di no” rispose Alexander maliziosa.

“Va bene, basta, adesso abbiamo che fare!” intervenne Joanna, gelosissima del suo giocattolo sessuale. “Dobbiamo svegliare Ivarov (ho già dimenticato i suoi veri nomi), prima che qualche altra città venga presa!”

Alexander era ancora in reggiseno (so che vuoi saperlo) “Perché invece non lo ipnotizziamo e lo disipmìnotizziamo?”

Giaro Ktino (sempre nome e cognome) disse “E che vantaggio ne traiamo?”

Joanna lo bloccò “Tu smettila di parlare arcaico che lo sappiamo perché sei Ciambellano”

“Perché? Sentiamo” chiese curioso Jennifer.

“Beh, perché gli veniva bene la divisa da Ciambellano” rispose ovvia la regina.

Quel giorno sembrava davvero un ometto, in divisa blu e sguardo vacuo. Aveva persino tinto i capelli per sbaglio.

“Oooooh miseria, e dire che Ivarov avrebbe ipnotizzato chiunque coi suoi occhi” disse sfinita Joanna, dopo che anche il flop di Alexander fece i suoi effetti.

“Davvero? Sa anche ipnotizzare? Sentiamo” chiese curiosa l’ipnotizzatrice, da oggi anche ballerina di lap dance.

“Oh no, un’altra storia no” si lamentò Alì, stufo per il lento prosieguo della trama.

Ma ormai la regina si era lasciata trasportare dai ricordi, che se non altro hanno il benefico effetto di saperlo amare un po’ di più di quanto non aveva fatto negli ultimi 4 mesi e mezzo, tempo di gestazione totale della gente di quel pianeta.

Flashback.

Era il Gran Gala di Qualcosa, evento mondiale organizzato ogni tre anni dalla Famiglia Reale in cui loro (la Famiglia Reale) incontravano chi volesse partecipare fra la gente del popolo e ascoltare i loro problemi e ignorarli completamente procedere a risolverli.

Un contadino ad un certo punto si alzò fra il pubblico di 10 10.000 persone e puntò il dito contro Ivarov che stava ascoltando la musica sul suo Ipod era fino a quel momento molto attento alle cose che dicevano i suoi sudditi.

“È una vergogna! Perché avete aumentato le tasse del 150%, pur sapendo che avete trovato quel tesoro sotterraneo dal valore inestimabile?”

Ivarov stava per rispondere che quel tesoro l’aveva speso tutto per comprare le escort delle quali aveva bisogno per fare le opere di carità messo a fondo cassa e che lo spread tra il loro pianeta e il pianeta Bund non era ancora sceso, quindi urgeva un aumento delle tasse, quando all’improvviso il portone si spalancò ed entrarono in massa mascherati.

Giaro Ktino era stato legato e imbavagliato, non era molto utile come servizio d’ordine, era anche solo.

Joanna, che stava facendo una maglia ai ferri, si alzò e chiese turbata “Chi osa interrompere codesta importante riunione di governo?”

L’uomo davanti a tutti si tolse il passamontagna e disse “Siamo della Confraternita Repubblicana e abbiamo intenzione di catturare questi ostaggi fino a quando il sovrano non si decide ad abdicare e indire un referendum istituzionale”

Ivarov si incazzò oltremodo “Ma è inaudito! Lasciate almeno che nasca un principe legittimo fra me e la regina!”

Una donna a fianco a lui intervenne nervosa “Ne avete già quattro di figli. Cos’è, poi li mangiate?”

Un uomo grasso aggiunse “Sì, li inzuppano nel latte! O-oh, o-oh, o-oh”

Ma tutti lo guardarono indignati.

Era comunque vero: Ivarov aveva due figli illegittimi con delle servette poi messe al bando dalla corte, mentre Joanna ne aveva già uno fatto con un altro servo negro poi messo al bando, prima di avere il principe fatto con Alì, l’unico riconosciuto legittimo. Non è escluso comunque che questi quattro precedenti adesso vivano come fratellastri, ma fratelli di sangue.

Ivarov allora accese i suoi occhi facendoli diventare giallo senape e disse con voce disincarnata “Adesso voi ve ne andate subito, sparirete per sempre, non vi sopporto. E uno, e due, e ITIVINNI!”

E tutti sparirono per com’erano venuti. Di quello grasso era rimasto il tipico odore di bacon che faceva.

Fine Flashback.

Joanna disse “Era… è, un grand’uomo, saprebbe certamente come fermare quei mostri. Ma a proposito, com’è finita? A che punto sono?”

Ma stavolta nessuno seppe risponderle, dato che erano tutti attorno a lei per ascoltarla rievocare i bei tempi andati.

Giaro Ktino disse “Secondo me, sta dormendo perché è molto stanco. Vi ricordate di quando ha spalato tutta quella neve?”

Alì gli disse “Sì, ma ha spalato solo perché tu non hai potuto farlo”

Joanna li interruppe “Non litigate, e svegliate il re!”

 

Fine Capitolo! Il re non si è savegliato nemmeno questa volta. Riusciranno i nostri eroi a farcela? O verranno schiacciati?

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Nel frattempo che la regina Joanna accoglieva sempre più gente per svegliare il suo incredibile marito, l’Armata della Dimensione Oscura comandata da Pip Ino e Vag Ina era giunta in un altro continente.

“Uhm … è bello qui” disse Test Adik Az, facendosi trasportare dalla brezza fresca che stava ventolando.

Vag Ina era invece interessata alle colonne che si stagliavano al di sopra delle collinette: tutto, case, uffici, bar, e persino night club era ricoperto da colonne, capitelli e tetti spioventi che in arte non mi ricordo come si chiamano.

“Chissà come si chiama codesta città, eh Pip Ino?”

Pip Ino scosse la testa “Mah, io direi di sguinzagliare altri nostri figli mentre noi torturiamo il capo, o no?”

Vag Ina rispose “Hai ragione, sei arrapante quando hai ragione” ed ebbero un violento rapporto davanti a tutti, figli e sovrani.

Scro To li coprì alla vista, ma Pulletta si coprì lo stesso gli occhi e disse “Oh cielo nero, che vergogna! Si vedono le pudenda!”

G. Lande gli disse “E fai l’uomo una volta ogni tanto!”

Ma O’Vaja gli disse al fratello “Non può, ormai lo conosciamo tutti così”

E così Cial Trone guardò tre suoi fratelli e disse loro “Molto bene allora. Sesso! An. Ale! O’Rale! Venite fuori e distruggete questi obbrobri, mentre noi presidiamo le uscite e ammazzare coloro che hanno la voglia di lasciare la città”

In quel momento si presentò un indigeno vestito di sola tunica bianca e l’aria da filosofo “Io posso uscire, vero? Devi tenere una conferenza di lavoro”

Cial Trone lo scrutò attentamente “Che genere di conferenza?”

“S’intitola Cicuta: Letale o Effetti Vitaminici?”

“Non m’ispira, morirai” e con un gesto della mano lo disintegrò.

E adesso possiamo spostarci a Grecopolis, ove nell’Agorà si stava svolgendo una importante riunione della città stato, e la classe più povera stava ad ascoltare legata e imbavagliata.

“Bene. Come noi tutti sappiamo, negli ultimi giorni vi è una famiglia di demoni che sta sconvolgendo il pianeta. Come agiamo?” l’oratore fece la domanda che tutti temevano.

“Oh no. E adesso, che cosa dico? Vado nel panico, io!” disse un’aristocratica che va nel panico e tremava tutta.

“Ma no, calma! Ora parlo io” la rassicurò il marito toccandole il culo messo in mostra dalla tunica bianca, poi parlò alla gente che stava sopra la palco “Se volete distruggere i demoni che stanno arrivando, vorrei precisare che NON si sconfiggono con archi e frecce”

Tutti furono meravigliati da quelle parole, in particolare un essere nelle prime file stava convincendo i suoi vicini che era pazzo. Sia lui che il marito di quella nel panico.

Il capo banda sopra al palco così si sedette sullo sgabello e chiese col microfono anacronistico “E come pensi di fermare loro, EH?”

Quello rispose “È semplicissimo. Ne catturiamo uno e gli spieghiamo come si muore nella sua specie”

Ora i borbottii erano cambiati, e l’essere nelle prime file stava dicendo “L’ho sempre saputo, io, che aveva della stoffa!”

Un altro gli disse “Ma se fino a due secondi fa avevi detto che lo volevi impiccare per bene!” e gli saltò addosso per picchiarlo, imitato da molti altri. La cosa finì dunque in tragedia, e nulla poterono fare dunque per l’arrivo di Sesso, An. Ale e O’Rale, i tre figli mezzani dei capi banda.

“Ahahah! Non potete sfuggi,r,ci!” disse Sesso, facendo un evidente movimento pelvico.

“No che non potete! Adesso col mio raggio vi influenzerò tutti!”, disse An. Ale con la zeta di zanzara, poi mise i palmi sui suoi molti occhi e sperò da lì un raggio che influenzò tutti, e adesso erano tutti a terra in preda a starnuti violenti e consecutivi.

O’Rale invece se ne stava dietro ad amoreggiare con gli altri popolani legati e imbavagliati, accarezzando le corde e i punti in cui le corde facevano rossa la pelle di quei poveracci.

“Che poveracci che siete ………… mmm… vorrei leccarvi quel rosso che avete là” e lo fece davvero, lasciando bruciature sulla pelle. Lo sventurato prigioniero che subì questo trattamento avrebbe voluto urlare, ma era stato ammutolito tramite scotch anacronistico.

“Uhuhuhhu… non potete urlare… so io cosa ci vuole per voi” e, preso uno spago dalla bocca, cominciò a disegnare cose a caso sul corpo di ognuno dei popolani. Dopo un po’ si scoprì che quei disegni non erano tanto a caso, ma l’inchiostro assorbito sulla pelle faceva crescere arbusti e funghi sulla vittima, per poi mangiarne con gusto.

Tornando alla riunione, Sesso e An. Ale stavano discutendo animatamente con la nobiltà di Grecopolis, invece di combattere.

“Noi riteniamo che la via per ottenere una civiltà più giusta sia una totale democrazia!” stava dicendo quello. Ma An. Ale non era d’accordo “Ah sì? E quando poi si tratterà di prendere decisioni difficili, poi le fai prendere a quel mucchio di scalognati?”

Ci fu un tumulto là sotto, placato prontamente da Sesso, che grazie al suo movimento pelvico, aveva la particolarità di zittire everybody, ubriacandoli.

Così si poté proseguire sul dibattito politico. Il capo della città stato, di nome Leonyda, disse “E io allora dico che per prendere decisioni difficili, ci vuole un capo riconosciuto e stimato da tutti, quale io sono!” seguito da urla e sberleffi.

“Ignoranteee!”

“Caproneeee!”

“Raccomandatoooo!”

E così via.

An. Ale si alzò e gli disse “D’accordo, caro Leonyda, adesso ti farò vedere le tecniche delkla Dimensione Oscura” e, presa una delel sue mani, prese con le unghie il cranio di Leonyda, dal quale cominciò a uscire sangue azzurro, spinse più forte con le unghie e cominciò a uscire un po’ di cervello e alla fine quest’organo finì per spappolarsi dalla violenza.

“Ti è piaciuto, eh? Io la chiamo “Presa Vaginale”… nel caso mi ascoltassi” e finì per leccare il sangue azzurro rimasto in mano, che aveva sapore di pesca.

“Uhm, buono. Ehi, Sesso, guarda che buono questo sangue”

“Non avrà per caso il gusto di pesca?” chiese Sesso, senza smettere di fare quel movimento pelvico.

Nello stesso momento, Pip Ino e Vag Ina stavano dimostrando grande gioco di squadra contro il Re di Grecopolis, che da solo stava più o meno tenendo loro testa, o quanto meno ho fatto in tempo a vederlo vivo.

“Ormai per te è finita, Arystoteles!” disse Pip Ino, non vedendo l’ora di bruciacchiarlo. Come non detto.

Ma Arystoteles congiunse le mani e disse ad alta voce “Philosophy!” e subito una miriade di parola d’acciaio uscironod al suo corpo per attaccare il demone volante, che dovette usare tutti i suoi riflessi e anche Test Adik Az per schiavrli tutti.

“Ehi! Ma perché mi trattate come uno schiavo! Vi ricordo che è solo grazie a me che vi state divertendo! E poi come farete a tornare?”

Pip Ino lo guardò severamente “E chi ha detto che torneremo?”

Intanto, nel castello della Dimensione Oscura, Po Rca era alla finestra con la mano sotto il mento e sospirava.

“Oh, padre mio … oh, madre mia… quando tornate? Mi avete lasciato sola in here… perché?”

Ma il Re non si lasciò abbattere e disse a Vag Ina “Vag Ina! Catturalo da dietro!”

E Vag Ina lo fece: le sue lunghe zampacce da talpa si strinsero attorno al busto del capo.

Pip Ino sorrise “Molto bene, e adesso…” prese fuoco e si lanciò contro il suo obiettivo, trapassandolo da parte a parte.

All’inizio non sembrava che avesse fatto niente, ma a Pip Ino bastò “spegnersi” che il fuoco divampò tutto assieme sul corpo di Arystoteles, il quale da oggi è disponibile in versione stufato.

C’era sempre uno schiavetto che aveva visto tutto, e come sempre andò a riferire a Joanna, la quale aspettava solo lui.

“Oh no, ancora! Cosa c’è adesso?”

“Grecopolis è caduta, maestà”

“Grecopolis? Abbiamo davvero sotto i nostri domini un continente di questo nome?”

“Certo Maestà, ma ora non più”

“Maledizione! Qui il mondo mi sta scivolando sotto i piedi! Tu, dove credi di andare?”

Lo schiavetto greco si fermò sulla soglia.

“Ora tu mi aiuterai a svegliare Ivarov!”

Jennifer disse “E non sarà faaaacile” trasformandosi per un attimo in un serpente.

“No, per nulla. Anche le mie tette hanno falliiiitooooo” fece eco Alexander facendo vedere le tette a tutti. Non si era ancora rimessa la camicia e adesso era proprio ignuda.

Nudo artistico, eh?

Non credo, Alexander si spogliava facilmente.

Il servo cominciò a balbettare “Ah, ehm… sono Atriorc”

Joanna intervenne “Ma chi se ne frega del tuo nome! Suggerisci un qualcosa!”

Selène gli disse “Non ti confondere, che puoi farcela, vero Jaspar?”

Quello rispose “Certamente, ma quella donna è eccitante”

Appurato questo, Atriorc suggerì “Buttatelo giù dal letto, no?”

Giaro Ktino aveva come sempre delle remore “Non credo sia una buona idea. E se si infortunasse? Ad esempio, a me capita spesso che quando mi sveglio non muovo un muscolo”

Buffone gli diede un calcio “Ma certo! Perché invece non rimani bloccato a letto tutto il giorno, eh?”

Joanna rispose “Perché lui è Ciambellano solo perché piaceva alle donne anziane di fascia tra i 77 e i 140 anni”

Giaro Ktino non se la sentì “Sì, ma un giorno saprò riscattarmi ai suoi occhi”

Alì non era del tutto d’accordo, ma non disse nulla.

In ogni caso era giunto il momento di tirare già dal letto Ivarov, ed erano tutti in posizione, quando ad un certo punto arrivò un ragazzo che alzò il suo dito.

“Salve, Maestà, Sèlene. Il mio nome è Kiknos e rispondo al bando dei 150 milioni che voi avevate messo”

Joanna rispose “Adesso non abbiamo tempo, aiutaci a ribaltare codesto letto pesantissimo”

E così nove persone erano tutte attorno al baldacchino per rimuovere il Re e svegliarlo.

Il fatto era che il re era persino vestito di una canottiera da muratore antiestetica, e quindi faceva impressione vederlo in quel modo.

L’operazione riuscì in parte, ma a quanto pare il botto lo ha solo fatto svenire e quindi la fase REM era molto più profonda.

“Maledetto! Hai solo peggiorato le cose!” disse Buffone.

Tutti volevano picchiarlo, ma Kiknos si fece scudo con il Re stesso “Attenti o lo ammazzo!”

Joanna “No, non farlo! Altrimenti chi leggerà i documenti ufficiali?”

A quel punto Joanna si rese conto di averla detta grossa: tutti la stavano guardando. Doveva riparare a tutti i costi, perché altrimenti il linciaggio sarebbe toccato a lei.

“Ehm… ma che volete? Non tutti sanno leggere, no?”

Giaro Ktino festeggiava dentro di sé, e stava cercando un’affermazione piccante come rivincita, ma nel frattempo intervenne Jennifer “Ma è inammissibile che la moglie del re non sappia leggere!”

Giaro Ktino trovò cosa dire “Ahahahah! Ho vinto! Io so leggere, tu no! Chi è il perdente adesso, EH? CHI È?”

Tutto il guardarono disgustati e lo isolarono dal gruppo.

Joanna cominciò allora a raccontare:

Flashback.

Ivarov stava scrivendo la sua autobiografia per riscaldare il castello freddo durante l’inverno, quando la Regina Joanna si presentò in un completino intimo che lascio all’immaginazione mentre Re Ivarov scriveva minchiate e giocava con le pupille all’indietro rischiando la cecità; Joanna guardò tutto quell’insieme di lettere e gli chiese “Che cosa stai scrivendo, Ivarov? Perché perdi tempo a scrivere tutte queste cose?”

Ivarov rispose “Perché sono certo che valga la pena leggerle”

Joanna lasciò perdere “Aaaah, lascia perdere. Leggere è da perdenti” e firmò un importante editto che ordinava la scarcerazione di pericolosi criminali, perché non sapeva leggere.

Fine Flashback.

Joanna concluse “E questo è quanto”

Alì però non credette ad una parola dicendo “Ma voi sapete leggere benissimo i segreti del profondo sud”

Joanna rispose buttandoci voci “Ma è possibili che ogni volta che mi parli fai allusioni al sesso?”

Ad un certo punto, spuntarono fuori quattro dei sette sacerdoti che dissero insieme “Svegliate il re o no?”


Svegliate il re o no? Partecipate anche voi a questo emozionante gioco, e se avete qualche idea non verrete presi in considerazione!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Erano proprio loro: Selenìo, Kamil, Sylvio e Lylha entrarono dalla porta senza passepartout come se niente fosse successo.

Selené disse meravigliata “Ma zio! Come mai sei ancora vivo?” a bocca aperta facendo entrare vari insetti.

“Sei sorpresa, vero?” fece ironico Selenìo “In effetti anche noi siamo stupiti, ma da quando siamo diventati Sacerdoti non abbiamo mai fatto una magia e quindi era anche la prima volta che si è reso necessario, se infatti consideriamo l’ampiezza delle probabilità per le quali ci siamo salvati solo noi, è effettivamente stupendo che sia uscita proprio questa probabilità tra le 126.429 possibili, ed ecco spiegato il motivo per il quale Napoleone ha attaccato la Russia proprio nell’estate del 1812 e non prima”. Come faccia a sapere lui di Napoleone è ancora oggetto di studio.

Giaro Ktino annuì “È vero”

Buffone aggiunse “Non fa una piega”

Joanna era fissata “Svegliate subito il re, allora! Muovetevi!”

Selenìo la guardò “E basta con questo refrain, stai sfrangiando le palle! Noi siamo sopravvissuti alla morte e tu hai solo i cazzi per la testa?”

Kamil gli fece notare “Non ha detto questo”

“Taci, stronzo rosso”

“CAZZO, SONO NERO! LO VUOI CAPIRE? UN FOITTUTO NEGRO CRESCIUTO NEL GHETTO! MA TU COSA VEDI QUANDO LI GUARDI NELI UOCHI EH?”

“Chi, di grazia?” chiese Lylha curiosa.

“I bambini” rispose Kamil.

“Aaah, i giovani sono sicuramente una parte fondamentale del nostro governo” disse Sylvio. Tutto quello che diceva era senza senso, ma la gente lo votava.

All’improvviso intervenne un altro essere del popolo, basso e gobbo che emanava un profumo invitante alla mela.

“Maestà! È incredibile!”

Joanna lo guardò “Tu sei Mela di Profumopolis, vero?”

Mela rispose “Yes, la mia città è adesso in mano ai Mostri Neri. Quella Vag Ina è insopportabile”

Joanna rispose “Avevo un certo presentimento che si chiamasse così. Che puttana. Raccontami com’è andata, nel mentre voi svegliate il re”

Giaro Ktino chiamò a raccolta tutti quanti e disse “Pensiamo di bombardarlo con le bombe dei cannoni, se ce la facciamo, tutti noi saremo premiati”

Jennifer disse “Fantastico”

Alexander “Spero non ti riferisca alle mie bombe”

Alì “No, quelle sono solo mie”

Selene disse “Non scopate davanti a tutti, per favore”

Jaspar ci provò ancora “Perché quello possiamo farlo solo noi, eh?”

Buffone disse “Certo che no, e secondo me converrebbe metterci Giaro Ktino dentro i cannoni”

Flashback.

Come sempre, nella via principale di Profumopoli c’era sempre un gran via vai via iav aiv di gente profumata in modo diverso, ma ciononostante inscenava una gran bagarre per acquistare gli ultimi prodotti profumosi.

“Per me questo incrocio di kiwi e prugna, grazie!”

“Per me invece arancia e vaniglia, e io profumo di albicocca”

“Tre-quattrocento flaconi di questo shampoo all’amarena, che io faccio odore di silvestre”

Vag Ina, vedendo tutto questo, chiese al marito “Posso eliminarli tutti? Ho bisogno di collane e braccialetti di sangue”

Pip Ino la guardò “Ma hai già avuto le tue scarpe azzurre del sangue di Grecopolis… e vabbé, fa quello che vuoi, ma lascia che sia io ad eliminare il sindaco di questa città”

Scro To disse al padre “Padre, e se fosse questa la capitale?”

Pip Ino gli rispose “Forse che io non so riconoscere le capitali?”

Test Adik Az rispose “Certo che no, sire”

“Ecco. Orsù dunque, Pist Olin O e Ub Riack O vengono con me, mentre Scass A Kaz e Trom Bat A vanno con la mamma”

Detto questo, i gruppi si separarono.

E intanto ho il piacere di comunicare che ho dato nomi a tutti e venticinque i figli di Pip Ino e Vag Ina. Festeggiate con me.

Con Vag Ina vennero anche Cly Tor Ide e Tr Oia , e tutte assieme urlarono “QUI SI VENDONO BOMBOLETTE DI PROFUMO FRANCESEEEEEE!”

“AAAAAAH!” e tutte le galline vennero in massa per acquistarne.

“Ooooh madre, come siete spietata! Dire nomi a caso per attirare la gente!”, disse l’adulatrice Trom Bat A.

“Geniale, certo, ma che cos’è la Francia?” chiese Scass A Kaz.

Vag Ina rispose “Non saprei, l’ho letto da qualche parte”

“E dove?”

“In un libro su a casa”

“Quale libro?”

“Che ne soooo, lasciami uccidere”

“Uccidere chi?”

“Costoro”

“Costoro? È uno che conosco?”

“AAAAH! E BASTA! ZITTA! UCCIDI!” , e così la figlia ebbe il suo cinquecentesimo rimprovero e cominciò rassegnata ad uccidere, con le sue domande senza risposta.

Ma non era così facile, perché a quanto pareva quel popolo era molto forte e sapeva difendersi.

Una signora in prima fila disse “Ehi! Qui non vi sono bombolette!”

“Ci hanno tradite, signora Ananas?”

“Certo che ci hanno! E noi le distruggeremo coi nostri profumi!”

È curioso che in quel pianeta hanno i nostri stessi frutti ma non gli stessi animali.

E così, nell’ordine, Vag Ina e le sue figlie, tranne Tr Oia che era un qualcosa di corte, dovettero sorbirsi attacchi all’ananas, all’arancia, alla pera, eccetera.

“Colpo dell’Ananas” e dai pugni ne usciva uno vero che aveva come scopo nella vita pungere la vittima.

“Colpo all’Arancia” fortunatamente Trom Bat A l’ha evitato, ma in effetti questo tipo di attacco è adattissimo perché dal calcio partivano schizzi di suddetto agrume che penetravano sulla pelle e invece di dare forza, la facevano perdere.

“Tecnica della Pera” e qui si usano le tette. Grazie a loro, infatti, e alla loro somiglianza con le pere, come nel caso della Signora Pera, partivano due raggi luminosi a forma di pera, che avevano come scopo il colpire in faccia l’avversaria stordendola.

Vag ina era preoccupata “Maledizione! Ci conviene trasformarci nelle Essere Demoniache”

Tr Oia chiese approfondimenti “In cosa consiste?”

La regina rispose convinta “Siamo cinque, giusto? E siamo tutte e cinque della specie terrestre”

“Io sono anche angelica, guarda” contestò Scass A Kaz e fece vedere un’ala.

“Non preoccuparti. Allora. Ci sotterriamo e ci trasformiamo in talpe! Dopodiché ci uniamo e diventiamo un’Anguilla di Terra, pronta per distruggere e uccidere!”

E così fecero, però non avevano fatto i conti con i signori Pomodoro e Lattuga, che crescevano sottoterra.

Ebbene sì, gli uomini hanno nomi di ortaggi.

Sembra di stare combattendo in un fruttivendolo invece che in una città cosmetica, ma quello era, sia gli uomini che le donne usavano quel tipo di profumi e quindi prendevano il nome dal tipo di profumo, ciò vuol dire che gli uomini usavano quel tipo di profumi.

E fu così che cominciò un’accanita battaglia sottoterra, con tutte le tecniche che permettevano le lattughe e i pomodori.

“Foglioline rotanti! Ahaha”

“Lancio del Disgusto!” Notoriamente i pomodori servono a quello.

Ma da parte delle signore della Dimensione Oscura, c’era l’ampia gamma di tecniche sotterranee.

“Cunicolo della Morteee!” Vag Ina applicò la sua tecnica preferita.

“Graffio!” la fantasia di Scass A Kaz era notoria.

Trom Bat A invece fu la più intelligente “Terremoto oltre dieci gradi!”

La scossa che ne uscì fuori fece uscire fuori a sua volta tutti i signori, signor Broccolo compreso che se ne stava in disparte in attesa di entrare in scena facendo la parte dell’eroe.

“Oh nooo! E dire che avevo in mente una tecnica gagliarda!”

E invece niente.

Nel frattempo Pip Ino, Pist Olin O e Ub Riak O combattevano insieme contro la Maga dei Profumi, la signora Orpufom.

“Ahahahha! Non mi fermerete”! Assaggerete ogni profumo della mia riserva!” stava dicendo, mentre lanciava a mulinello un sacco di flaconi, tutti di colore diverso.

Pist Olin O era nauseato, Pip Ino invece, essendo senza naso poteva combattere perfettamente, e poi gli bastava spiegazzare le ali per far sì che l’odore nauseabondo se ne andasse via.

“Non te l’aspettavi eh? Pist Olin O, tipico amore mio, stai più che bene?”

Pist Olin O tossì “Coff, coff… sono stato meglio, me anche Ub Riak O non se la passa bene” guardando il fratello che stava dando la mano a una maniglia per presentarsi.

“Sì lo so, ma tuo fratello è sempre così particolare (“Salve, io mi chiamo Ub Riak O, te invece sei molto rigido, mi sa che ti chiamerà Rigido! Ahaha” stava dicendo)… in ogni casso, lascia che sia IO a finirla, perché tu subisci il fascino degli odori, io no”

Pist Olin O scosse la testa “Chiamalo fascino… mi stavo rovesciando (= vomitando nella sua lingua, ndr) vuol dire?”

Ma Orpufom rispose “E ancora non ho lanciato il mio profumo speciale! Una tecnica segreta che possiede solo il sindaco!”

In città, la signora Ananas disse a Trom Bat A “Allora scatenerò su di voi una tecnica arcana che non conosce nemmeno la signora Orpufom, si tramanda fra la gente del popolo da generazioni”

Ananas “ IL PROFUMO DEFINITIVO”

Orpufom “IL PROFUMO DEFINITIVO”

E si misero ad applicare questa tecnica, che consisteva nel miscelare tutti gli odori del pianeta e mescolarli in uno e uno solo flacone, che sicuramente o sarebbe esploso o avrebbe sputato fuoco, un refrain che va di moda.

E invece no!

Ho deciso di stupire il lettore che sta per buttare codesto file nel cestino Windows, perché dopo aver stappato la fiala dopo averla opportunamente miscelata, da essa scaturì un unico odore:

“L’odore della morte: respiratelo, orsù, e farete una fine migliore di quella che avevo in mente”

Dissero Ananas e Orpufom, entrambe ignare che la tecnica arcana delle quali erano custodi era la stessa uguale. Ciò è dovuto al fatto che all’origine dei tempi l’ideatore, il signor Lezzoo, era figlio di un mugnaio che poi ha fatto carriera.

“Aahahahaha! Marcite, piccoli esseri neri e deformi!” rise di gusto la diretta discendente di quel grand’uomo, Orpufom.

Ma Pip Ino scosse la testa “Ma allora non hai capito! IO POSSO USARE LE ALI! E sono sicuro che anche mia figlia Scass A Kaz le sa usare!”

Vag Ina fu dello stesso avviso “Vai, figlia! Usa la tua unica ala e salvaci tutte!”

E finalmente per lei fu il suo momento di gloria.

“Bene madre! Come le devo muovere?”

“Come sarebbe?”

“Velocemente o lentamente?”

“Ma che ne so, veloce però”

“Verso di loro o verso di me?”

“Che cosa cambia?”

“Cambia. Devo muoverla a tutta o solo metà?”

“ E BASTAAA! NON LO VEDI CHE… Stiamo… morendo… mi sento, coff, coff.. come quando ho partorito Pulletta… là sì che c’è stato una grossa perdita di sangue e feci”

Ma Scass A Kaz, vedendo che anche la nutrice Tr Oia stava crepando, si decise ad usare l’ala e le salvò tutte, per poi tutte assieme passare al contrattacco.

E lo fecero anche Pist Olin O e Pip Ino, ignorando Ub Riak O che adesso stava limonando con un’abat-jour.

Per quegli abitanti fu la fine, i Raggi Laser Ultra Violenti, specialità viola della Dimensione Oscura, non lasciano scampo a nessuno, nemmeno alle discepole di Lezzoo.

Fine Flashback.

“… E questo è quanto. Che cosa dobbiamo fare adesso? Quelli si stanno bevendo i profumi di frutta come se fossero acqua fresca! Fra poco berranno anche me! Sono ancora acerba!” facendo vedere loro l’addome ancora verdognolo.

Joanna digrignò i denti indignata “È inammissibile! Voi! Che cosa fate?”

Giaro Ktino assunse la sua tipica faccia da innocente che tanto non ci crede nessuno “Stiamo bombardando il re!”

Joanna annuì “E bombardate il re, allora!”

E cominciò un bombardamento al letto, del tutto ignorato da Ivarov, che era messo là per sera e per mattina, del tutto ignaro che la sua gente, il popolo che doveva amministrare, stava scomparendo continente dopo continente.

Joanna “Ma porca miseria! Non funziona! E sono anche diventata sorda!”

Lylha le suggerì “Le va questa crema anti sordità?”

“Aaaah, tu sì che sei una strega” la ringraziò la regina.

Ma Selenìo intervenne “Perché è gialla se dovrebbe essere del tuo colore lilla?”

Lylha sgranò gli occhi “Ma infatti è lilla”

“Ma che ne capisci tu di colori” e se ne andò sdegnato. Selenìo aveva questo difetto, ovvero quello di andarsene quando la discussione non gli conveniva, non oserai insinuare che sia daltonico, eh? EH?

Dopo essersi curata, Joanna ricontrollò il bando “Se potessi scrivere, ne scriverei uno migliore. Voglio dire, so riconoscere i numeri e il resto, ma come caratteri non li so proprio leggere”

Buffone chiese incredulo “Ma non mi direte che non sa nemmeno scrivere?”

Joanna rispose “Non bene come lo fa Ivarov, mi ricordo che una volta mi aveva scritto una poesia riguardante le sue sudate carte mentre io tessevo. Lui me l’ha letta, e io ne sono rimasta affascinata. Mi ricordo solo le prime parole. Oh Joanna, rimembri ancora… e qualcos’altro”

Seléne era affascinata “Fantastico… peccato che non ve la ricordate” essendo lei scrittrice di poesie se ne intendeva.

Alì disse “Oh Joanna, rimembri ancora il mio pene che si attorcigliava mente lo facevamo, e tu gridavi di dolore, e le mie sudate carte sudate non erano, perché erano ricoperte di un altro liquido

Tutti lo guardarono.

E farò in modo che lo guardi anche tu:

anzi no, mi vergogno, sono foto che preferisco tenere per me; in ogni caso vi basti sapere che la parte gialla sulla testa della regina non era la corona, sono i capelli di quando era innervosita.

Joanna piagnucolò “E dai, ora svegliate il re!”

 

Fine Capitolo 9! La citazione di Leopardi non ha nessun valore logico, perciò non me ne vogliate! Non che il resto ne abbia, però quello in maniera particolare!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10/Parte I ***


È più che altro quella sensazione di impotenza che ti lascia dentro e non va più via.

Di che cosa sto parlando?

Della non-riuscita del bombardamento a tappeto, l’idea di Giaro Ktino non sembrava andata a buon fine e quindi tutti ce l’avevano con lui, in particolare i nuovi arrivati che non volevano fare brutta figura.

Kiknos, il ragazzo di prima che aveva risposto al bando scritto male, disse “Bravo! Complimenti! Adesso abbiamo distrutto mezza sala e non abbiamo ottenuto nada! Applauso!” e gli fece un applauso ironico.

Atriorc, il tizio greco, aggiunse “Tanto lo sappiamo tutti che il Gran Ciambellano è un nullafacente che piace soltanto a un certo tipo di pubblico, e Sua Maestà lo tiene solo per non essere denunciati per discriminazione”

Giaro Ktino aveva bisogno di un episodio favorevole.

Ma l’idea del secolo venne alla signora Mela, quella acerba “Ehi gente, che ne dite se invece lo invogliamo a mangiare un po’ di frutta? Eh?”

Jennifer rispose “E come pensi di riuscirci? Io ho visitato tutto il suo corpo” anche Jaspar fu della stessa idea “Posso confermare”

Seléne era ferma alla poesia “Oh Jaspar, se anche tu potessi scrivermi qualcosa di romantico”

Quello le disse “Oh mia dolce Sélene, posso essere il tuo Endimion?” (My Sèlene-Sonata Arctica)

E fu così che Jaspar scopò per la prima volta.

Bene, fine del racconto.

Ahaha no, scherzavo.

Dobbiamo svegliare il re prima.

La signora Mela insisté “Allora? Che ne dite?”

Buffone disse “Beh, si può provare”

Alexander “L’importante è che riusciamo a svegliarlo, voglio vedere con i miei occhi dove ho sbagliato e vederlo fare tutte quelle cose”

E così la signora Mela, ben vista da Joanna, tolse un po’ della sua pelle, la spremette ricavandone succo di mela. Da questo succo, poi ci avrebbe ricavato il frutto vero e proprio attraverso un processo congenito spiegato perfettamente da Selenìo. Sua Maestà chiese “Selenìo, che processo alchemico è?”

Selenìo rispose assumendo il tono da tuttologo dei suoi tempi migliori “Beh, è una cerimonia abbastanza semplice: bisogna mettere il succo del frutto desiderato nel calderone, mescolarlo ben bene con del cucchiaio in acciaio inox, poi metterci asparagi a scelta e un po’ di dente di Cabroncavallo a quantità smisurata, lasciare bollire per settantasette minuti e versare in un catino da quindici litri, altrimenti l’aroma si disperde. Servire freddo. Solo così ho potuto vincere il Congresso Culinario, con la mia speciale ricetta del Sugo alla Marzibana”

Siccome a quanto pare Word non conosce il CabronCavallo, vi spiego com’è fatto: è un cavallo a quattro zampe colorate di verde, giallo, azzurro e rosso, con la testa di squalo e il mano grigio, senza criniera e con la coda a ciuffo bagnato.

Joanna gli ricordò “Sì, ma io avevo chiesto come si fa a ricavare dal succo il frutto della mela”

Selenìo rispose “Beh, d’altra parte si sa che l’unico frutto dell’amor è la banana”

Kamil, Lylha e la regina lo mandarono a cagare e si riconcentrarono sulla mistura “Allora, è pronto, dunque?”

Mela rispose “Certamente” e fece vedere loro una mela rossa luccicante.

Questa è una mela.

“Adesso la faremo vedere al Re e vedrete come si sveglierà”

Atriorc, il tizio greco, si oppose “Io mi oppongo, non so perché, ma mi oppongo”

Ma ormai Joanna aveva dato a Mela l’autorizzazione di infilare una mela in bocca ad Ivarov e vedere se si svegliava, ma invano. Anzi, oltre al danno, la beffa del sovrano che l’aveva smozzicata e mangiava di gusto mentre dormiva.

“Ci sta prendendo per il culo. Non sta dormendo” disse Jennifer, ormai frustrato.

Joanna allora provò ancora una volta a smuoverlo, e a chiamarlo “Stiamo morendo tutti, svegliati, imbecille!”

Ma stavolta Ivarov sembrava davvero in fase Rem.

All’improvviso spuntò da uno dei muri bombardati un fax.

“Cosa essere questo fax, adesso?” si incuriosì Giaro Ktino.

Joanna gli disse “Ma non eri tu quello che ne eri addetto? Ti abbiamo preso solo per quello”

Giaro Ktino prese il foglietto comparso dal fax con fare snob “Umpf, so usare un fax, e allora? Non vedo cosa ci sia da vergognarsi”

Poi lesse “Ah sì, sono i rendiconti trimestrali di questa nazione…”

La regina tornò in sé stessa e riprese la corona caduta da qualche parte “Eeeee?”

“Abbiamo un crollo del 326% nel bilancio”

“In pratica?”

“Abbiamo perso ogni contatto col pianeta Bund”

“E quindi?”

“Siamo in bancarotta. Abbiamo giusto i soldi per comprare un pezzo di rosticceria (che ne so, calzoni fritti, pizzette, rollò…) a questa gentaglia”

Quelle parole glaciarono il posto, Ivarov dormiva, ma il suo regno stava colando a picco da ogni parte: i mostri della Dimensione Oscura sembravano invincibili e il bilancio del regno per ripianare le perdite si era indebitato fino a sprofondare.

La regina si risedette “Che guaio. Io non capisco di queste cose di economia, di solito se ne occupa Ivarov”

Jennifer e Alexander la presero in giro “Ahahah! Adesso sappiamo tutti gli altarini della regina! E dire che avevamo letto che la sua bellezza era tale da fare svenire una guardia!”

Joanna rispose “Che c’eeentra, quello era perché aveva avuto un malore… però mi sto rendendo conto come il principe che ho fatto con Alì è stato un errore. Dovevo accoppiarmi con mio marito, e lui mi avrebbe passato i germi dell’intelligenza” in ogni caso, Alì ci stava provando platealmente con Alexander, ancora in topless.

Giaro Ktino cercò di riguadagnare punti in quello che sapeva fare meglio “Però avete anche un sacco di altre qualità…”

“Zitto Giaro, sei ridicolo e scontato”

“È l’autore che mi ha dipinto così”. Me ne dolgo.

“Sto cazzo, vedi di cambiare!”

Intanto, a Birdwatching, città ove si osservano gli uccelli, o comunque quella specie che vola, si stava preparando la strategia difensiva guidata dal capo sindaco, Falco.

Falco stava osservando tutti i mostri alati di cui disponeva:

un Arabronto, ovvero un uccello simile al picchio con una piuma bianca sulla testa, rosso con le ali verdi che parla correttamente l’inglese;

Un Destriero, simile al granchio, ma molto più grande e possessore di due ali e tre chele, un unico occhio presente sulla sua testa a tubo dalla quale cima usciva del pus giallo;

un Masterpìs; un uccello rosa con le ali azzurre piccolissimo con un occhio solo nero orizzontale, con una irrefrenabile voglia di accoppiarsi come i mammiferi;

un Cabruto; un drago cinese nell’aspetto, ma molto più colorato e possessore di un’ala di aquila e un’ala di drago, ma nonostante questo preferisce volare a propulsione atomica, come si evince dalla fiamma alla fine della coda;

naturalmente un Zagilbo (l’abbiamo visto prima) e infine il Re degli Uccelli: il Kamaleontorino, un essere umanoide provvisto di corona e scettro, con due ali di pipistrello nere che si ergevano maestose dietro di lui.

Falco ordinò a tutta questa marea di uccelli “Siete pronti a difenderci? Posso contare sul vostro aiuto?”

Ci fu un boato di risposta, fra i quali un “Beeeeh!” del Cabruto e un “Hi!” dell’Arabronto.

“Molto bene, andate dunque!”

E in massa uscirono dalla minuscola strettoia, in procinto di attaccare la specie alata dei demoni.

Pip Ino non poteva accettare questo affronto “Ne ho visti molti di uccelli (tenendo la bocca chiusa con la mano a Test Adik Az per evitare di fare quella battuta) ma questi che mi attaccano non li posso accettare! Caricaaaa!”

E si diede inizio ad uno spettacolare scontro aereo, mentre le signore si affossarono e come sempre confidavano negli attacchi sorpresa modello talpa.  


I combattimenti nel dettaglio nella seconda parte!

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Capitolo 11
*** Capitolo 10-Parte II ***


G.Lande – Arabronto

“Questa mia spada… con codeste mie mani… si abbatteranno su te! Perfido volatile che ha irritato mio padre, genitore di una stirpe!” e dopo aver fatto ballare la sua spada nel suo discorso, cominciò a mollare fendenti, tutti schivati dai diversi “Hi!” dell’Arabronto, che a sua volta attaccò con un calcio volate, prontamente evitato, rispose allora con un altro fendente lucente, ma l’uccello era troppo veloce e quindi ebbe persino il tempo di allargare la propria traiettoria e fare uscire un flash dalle ali piumate bianche.

“Aaaah! Sono temporaneamente accecato!” quindi non vide per niente il colpo di frusta del pennuto che si abbatté sula schiena. E a quel punto, per chi studia birdwatching, non c’è più niente da fare: l’Arabronto è pronto per colpirti ripetutamente con quella specie di frusta che ha in testa. Questo è quello che disse G.Lande in preda ai dolori:

“Ah! Mi sta dunque… Ahi! Frustando! È come se mio padre mi ricorda di parlare… ahi! In modo congeniale….ahi! Ai tempi! AAAH!” ma da par suo non demorse e, presa la sua spada inconfondibile, la maneggiò per bene e lasciò che la lama entrasse per bene dentro lo stomaco dell’uccello, poi con uno strattone lacerò gli organi interni.

“È dunque fatta.” Non provava nessuna emozione.

Pip Ino – Destriero

L’incontro tra il re e il destriero è sicuramente uno dei più interessanti sulla carta, perché so che tu lettore ti chiederai a che cosa serva mettere un pallino giallo sulla testa. Beh, è presto detto.

In pratica sono dei palloncini gialli ai quali veniva la voglia di scoppiarli. L’uccello lo sa e ne produce a quantità.

Pip Ino dunque non poteva esimersi dal scoppiarli, ma non perché li trovava kawai, ma perché li considerava attacchi in piena regola.

“Questi sono attacchi in piena regola! Devo dunque distruggerli!” così si riempì i polmoni d’aria e li spinse via, ma facendolo ne provocò l’esplosione, che lasciò dietro di sé una forte puzza di gas.

“oh miseria! Adesso non posso usare i miei attacchi di fuoco! Le ha pensate tutte!”

Così si ritrovò ad usare la gambe in mezzo, quella che assomigliava ad una zampa di cavallo, e a mettersi orizzontale sulla zampa, per poi girare e sfruttare il gas che aveva lasciato lui stesso, provocando la combustione su sé stesso e allo stesso tempo un magnifico ciclone di fuoco che avanzava spietato contro l’animale che imperterrito continuava a distribuire palloncini gialli a chi ne voleva. 

E fu così che uno di questi incrociò col fuoco per esplodere e liberare una grossa quantità d’acqua, sproporzionata alle dimensioni che in base alla foto non sono poi così grandi.

E invece, imitate dall’esempio di quella bolla, tutte le altre esplosero e rilasciarono l’acqua necessaria per spegnere il ciclone di morte di Pip Ino.

“Merda! Cliente tosto, eh? E va bene, non ho mica finito!” e in effetti gli bastò togliersi le corna dalla testa, mixarle un po’ come se fosse un barman e fare uscire potenti getti d’inchiostri nero sull’uccello, che non si spostò completamente, gli bastò far fuoriuscire altre bolle gialle contenenti panni assorbenti e anche l’ambiente era salvo.

“M- ma non è possibile” Pip Ino era sbalordito. Ora più che mai voleva quell’animale, che anche quando possedeva anche chele di granchio, quindi non era facile nemmeno perforare le difese più intime.

“Padre, serve soccorso?” chiese impetuoso G. Lande, pronta la spada.

“No grazie, faccio da me. Dopotutto, sono io tuo padre” e scagliò l’ultima carta. Accese il torace rosso per raccogliere l’energia circostante e confluirla lì, nel rosso, per far fuoriuscire il Raggio Demone Oscuro: un tipo di raggio rosso che distrugge qualunque forma di vita, o almeno così c’era scritto nella garanzia, e questo era quello che succede anche quella volta.

In Adeg Uato – Masterpìs

Come abbiamo avuto modo di vedere, il Masterpìs non cresce molto durante la sua vita, e ciò fa di lui un obiettivo difficile da prendere e dunque molto ambito in fase di caccia e birdwatching. Fotografare un Masterpìs in volo può fruttare anche 1 milione di Plexigos.

Che in euro ne fanno 10.

In Adeg Uato, non essendo abituato a questi bersagli, non riusciva a colpirlo bene, anzi direi proprio che lo mancava ogni volta.

Dal canto suo, l’uccello roso pungeva ogni volta che poteva, e adesso il demone alato aveva parecchie ferite anche profonde.

“maledizione! Nessuno mi ha mai messo in difficoltà! In questo pianeta ne sto passando di cotte e di crude! Ma vedranno!” e, preso il suo idrante, aspettò che l’uccello sia a portata di tiro e BANG! Riuscì in qualche modo a colpirlo, inumidendo le ali e dunque non facendolo volare, e così In Adeg Uato si preparava a cariare il suo Vulcano a Mano per distruggerlo, ma appena prima del colpo l’uccellino si trasformò e divenne alto ventisei metri, divenendo simile a Majin Bu quello secco.

In si cacò di sopra “Ma da dove viene questo uccello?”

Il Masterpìs non poteva rispondere non avendo parola, ma si limitò a prendere con una sola mano il suo avversario e cominciarlo a stritolare, e quella fu la sua sfortuna.

Perché, se ricordate, In Adeg Uato era molto resistente, a detta di Scro To, e Scro To conoscerà pure i suoi fratelli, no?

E così In Adeg Uato trova giovamento quando gli stritolano le ossa in quel modo, diventando più solido e più scattante, meno inadeguato del solito insomma.

Così gonfiò ancora il suo Vulcano a Mano e lo fece scoppiare in tutta la sua potenza nella mano dell’uccello, che cadde sopra l’isola affondandola. Poi morì anche lui dopo un altro colpo di vulcano.

Pre P’Uzio – Cabruto

Pre P’Uzio vide quanto fatto dal fratello e crepò d’invidia “Quanto vorrei avere quel Vulcano! Non mi ha mai spiegato come si fa!” ma aveva comunque il suo avversario da affrontare, il Cabruto era uno dei più tosti. E comunque non aveva le braccia, non poteva farlo a prescindere.

Lo abbiamo già visto all’opera contro Sylvio, quindi sappiamo che ha una tecnica come il piombo Rosso nel suo deck, ma non era l’unica. Infatti, non avendo gli arti superiori, poteva fare capoeira e svilupparla al meglio.

Così si mise sulla schiena e fece roteare le gambe provando ad intontire il Cabruto e farlo volare solo con le ali, inficiando la funzionalità della propulsione.

E in effetti ce la fece: il pennuto adesso stava in aria con le striminzite ali e non poteva più volare bene.

“Ok! E adesso: Attack Kick!”

Due attacchi calcio si abbatterono sul muso del Cabruto decapitandolo, ma alla sua sostituzione ne uscirono due.

“Ops! Non mi conviene! Allora, gli toglierò il cuore!” e glielo tolse con le gambe, ma al suo posto c’era un peacemaker.

“Cosa? E va bene” prese a due mani il corpo flessuoso dell’uccello, lo lavorò per bene e come un lazo lo fece sbattere a forza sul mare, che quando vuole sa essere più duro del cemento, e siccome per fortuna il Cabruto non resiste all’acqua, si sciolse come neve al sol.

Test I. Colo – Zagilbo

Come sempre, Test I. Colo generò i suoi pupazzi a forma di grilli per fare combattere loro al posto suo, ma Lo Zagilbo non si nutre di queste cose, come fece a suo tempo Geerthrud, piuttosto accese il suo piumaggio blu dal quale uscì un grosso idrante atto a mirare allo stomaco rosso dell’avversario, il piumaggio rosso serviva invece a creare un lanciafiamme che serviva ad attaccare la testa dell’avversario, ed infine il piumaggio arancione sarebbe servito a legare l’avversario, perché puoi essere forte quanto vuoi, ma se non fai effetto sull’avversario sei una mezza sega.

Per Test I. Colo sembrava finita, anche quando lo Zagilbo lo stava beccando in più punti e bombardando con la palla di cannone, ma proprio in quel momento intervennero i pupazzi di gomma esplosiva che aveva creato prima che spiumarono completamente l’animale, non accortosi di nulla, suo grande difetto.

Lo Zagilbo, spiumato, non era più offensivo e a Test non rimase che dire “Figli! Esplodete!”   che vinse.

Sfy Gato - Kamaleontorino

“Ti farò pentire di aver rubato il posto di re agli altri uccelli!” provocò Sfy Gato, al quale ci teneva a queste cose.

Per prima cosa occorreva stringersi attorno all’avversario per bene, poi scaricare su di esso una bomba da 18.000 Volt e vedere come stramazzava.

E Sfy Gato godette nel vedere il re abusivo contorcersi dal dolore mentre le scariche lo pervadevano nell’intimo e gli grattavano i coglioni come se fossero grattugie.

“Aahahhaha! Sei fiera di me, O’Vaja” ricordò Sfy Gato pensato alla sorella porca.

Sfy Gato era il fortunato della ciurma, non c’era dunque da stupirsi se il suo avversario morì senza combattere.

Nel frattempo la schiera di talpe femmine guidate da Vag Ina e Tr Oia arrivò a corte, da Falco.

“Che volete? Dobbiamo combattere?”

Vag Ina rise “Ahahaha no, sei troppo debole, lo giudico dalle gambe” infatti bastò sputacchiare che bloccò le gambe di Falco e poi disse alle figlie “Figlie, mangiatevelo”

“Io la testa!” si prenotò Falloppiana.

“Io la coda! Oh, non ha la coda! Mi mangerò il pisello!” Scass A Kaz non poteva esimersi dallo sbagliare.

“Io lo stomaco!” il cibo preferito di B’Itch.

“Io la coscia” disse Ster Ile, che voleva mangiare.

“Io il petto” ed infine la più piccola, Vag Ina jr, che non si sporcava le mani.

Joanna cominciò dunque a strepitare “Vedi piuttosto di svegliare il re, per cortesia!”


Fine Capitolo! Al prossimo, allora, col re che non si sveglierà mai!

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Sbrigata la pratica Birdwatchingpolis, i magnifici demoni della Dimensione Oscura, che contava venticinque figli, regina, re, Gran Sacerdote e altre quattro persone, fra le quali spunta Dick Minchion’E, che non sapeva scrivere.

Bisogna dire soprattutto che questa gente serviva da supporto ai ventisette della famiglia reale, e quindi buttavano bombe per distruggere, tenevano il conto dei morti, eccetera, quindi c’è poco da stupirsi se non hanno una storia tutta loro e mi sto concentrando sui reali.

Fortunatamente, la strada che fecero non era poi molta, quando Cial Trone scorse un’altra isola.

“Genitori reali, abbiamo scovato un’altra isola”

Vag Ina rispose “Benissimo. Attacchiamola, che sento che questa è la capitale!”

Ma Test Adik Az lesse il cartello davanti l’isola “No, questa è Vermipolis, mi dispiace”

Vag Ina s’incazzò contro di lui “Sei il solito scassapalle, non si può parlare con te, vero, Pip?”

Pip Ino, che osava dare un passaggio alla moglie (le specie terrestri non sanno volare e quindi devono farsi tutto il viaggio in groppa) rispose “Certo, ma purtroppo non posso ucciderlo in quanto è il nostro biglietto di ritorno, ove c’è ancora nostra figlia Po Rca che ci attende”

Nel frattempo, la figlia Po Rca che era rimasta a casa, stava dando ordini a tutti gli altri cortigiani

“Sì, questo va qui. No, tesoro, pulisci bene e poi potrai andare a suicidarti! Aaaah che goduria, senza genitori posso dare il via alla più grande orgia mai fatta!”

E così invasero tutti assieme Vermi polis, la città dei vermi. E quindi un lavoro sporco per Vag Ina e le sue figlie si profilava all’orizzonte.

Essendo che Vermi polis, come suggerisce il nome, è anche una città dove risiedono specie enormi di vermi giganti, per la combriccola femminea risultava complicato trovare vie libere per sbucare dalla strada e cominciare a friggere le casette radendole al suolo come nello standard comune.

In ogni caso Vag Ina disse “Non preoccupatevi se vi perdete, ci penserò io a prelevarvi una d una, anzi vi consiglio di perdervi!”

B’Itch chiese perplessa “Ma come? Siamo tue figlie e tu ci dici di perderci? Che madre snaturata sei? AAAAH!” e scappò via in preda al dolore, facendosi consolare da O’Vaja, la quale aveva sempre in mezzo alle gambe il fratello Sfy Gato.

Non era certo la prima volta che s’indisponeva con sua madre, il fatto era che da quando era nata era sempre stata sottoposta ad ascoltare Vag Ina nei suoi momenti nati madre, dovuto ad una depressione post parto dopo che lei-B’Itch- era nata.

Falloppiana invece seguì il consiglio della madre e se ne andò per un’altra via sotterranea con Trom Bat A e Ster Il E, ignorante del fatto che c’era un gruppetto di vermi tali e quali a loro che le aspettavano al varco.

Avevano anche acceso un fuoco per bivaccare, e come sempre uscì la domanda del più inesperto che porge al più esperto del gruppo. il quale suonava la chitarra arpeggiando con le zampacce da millepiedi “Ma tu sei sicuro che verranno? Qui?”

Quello fece sbrleng con la chitarra e disse declamando “Certo che vengono in here. E verranno, in here. Perché, come dice quello, i nemici si buttano a capofitto nei momenti più pericolosi” accompagnato da un altro sbrleng.

Una verma era affascinata da questo aforisma “Che frase stupenda”

“Vero? Ma niente è più stupendo che trovarsi a sguazzare nel letame con you” e fecero del sesso fra vermi, osservato dal resto del gruppo.

Ad interrompere questo idillio, arrivarono dunque Falloppiana e le altre due girls, Ster Ile e Trom Bat A.

“Grrrr! Sono arrivate!” disse un altro verme.

“Pensavo fossero di più! Cos’hanno fatto, si sono divise?” si chiese dubbioso un altro verme.

Falloppiana tenne la calma, era la prima volta che si trovava leader e stava a lei dirigere l’azione “Dunque, ascoltatemi, bene, siamo in inferiorità numerica, ma se giochiamo di squadra possiamo anche vincere, fortunatamente possiamo anche prenderne due ciascuno” e radunò le altre due sorelle per fare il Grido di Guerra famoso nella Dimensione Oscura e che ha anche raggiunto il terzo posto nelle chart tormentoni.

“Bene, ragazze! Chi sono le più forti?”

“Noi!” dissero quelle.

“E chi è un gay?”

“Pulletta!”

“Bene, andiamo!”

La formazione consisteva in questo: siccome erano sei contro tre, se ne presero due ciascuna, come già detto, ma Falloppiana stava dietro le altre due, cosicché se una delle due veniva respinta all’indietro, sarebbe stata opera di Falloppiana stessa riportarle nel campo di battaglia e curare loro le eventuali ferite, in quanto proprietaria delle arti curative di tutta la famiglia, opera di Test Adik Az.

Falloppiana ricordava Test quando le disse al momento del diploma “E ricordati, principessa Falloppiana: è meglio curare che prevenire, perché altrimenti perdiamo il lavoro”, poi divenuto refrain di tutta la sua vita, passata a curare Pulletta e le mazzate che eventualmente prendeva Cial Trone, altro suo fratello.

Si rivelò alla fine una saggia scelta, perché come ampiamente previsto Trom Bat A si faceva fottere facilmente dai combattimenti due contro uno e quindi ogni volta doveva farsi curare e combattere più stoicamente per poi prenderle ancora. Per quanto riguardava invece l’altra sorella Ster Ile, se la cavava piuttosto bene e non lem occorreva aiuto alcuno, sfoderando anche un paio di tecniche interessanti, come ad esempio lo spuntare da dietro e sparare raggi a casaccio senza badare chi colpiva. A chi colpiva.

Ma anche i loro avversari se la cavavano piuttosto bene, escludendo naturalmente il meno esperto che fu eliminato subito, il tizio con la chitarra combatteva anche con questo strumento e ad ogni nota un masso cadeva dal soffitto per poi prendere fuoco non appena toccava l’obiettivo, venendo dunque adulato dalla tizia femmina che sbavava per lui e voleva continuare il rapporto iniziato secondi prima. Peccato però che stava combattendo contro Falloppiana e dunque non era facile avere ragione di un’avversaria che si guardava le spalle e torcendo la testa creava vortici d’aria che facevano davvero male.

Ironia della sorte, fu il tizio con la chitarra che morì per primo, ucciso proprio da quella che se la cavava peggio, ovvero Ster Ile (Trom Bat A aveva applicato il suo speciale attacco Terremoto e ora si godeva lo spettacolo fumando le ceneri di quelli che erano i suoi avversari senza nome né volto) che disse”Ho capito! La sua forza proviene dalla chitarra! Ora gliela spacco in testa!” e lo fece, causandone la morte per trauma cranico.

La ragazza urlò e disse “Oh no! Amato mio! L’autore non si è degnato nemmeno di darci un nome, ma posso assicurarti che il mio amore uscirà fuori da queste pagine e vivrà in eterno, fosse anche perché…” e venne trapassata da un raggio dalla bocca di Falloppiana, concludendo i tre scontri in bellezza.

Nello stesso momento, Vag Ina stava pasteggiando contro il sindaco della città di vermi Polis, Poser.

“Ahahahah! Però… questa carne è molto più morbida dei nostri simili che muoiono condannati a morte, eh?”

Vag Ina junior rispose “Certo, madre. Ve lo stavo proprio facendo notare”

“Seee, tu vuoi solo guadagnare punti eredità” disse invidiosa Mere Trice.

“E se anche fosse?”

“Te la vedrai con me!” ma intervenne O’Vaja che la zittì con un colpo alla nuca. Il discorso dei punti eredità non esiste in alcun modo.

La notizia della caduta di Vermipolis non fece molta notizia, essendo quella parte di continente tra le più povere al mondo, quindi il gruppetto “Wake Up The King” come definito da Giaro Ktino visse anche senza saperlo.

E nel frattempo disquisivano su quale metodo adottare per svegliare il dormiente Ivarov.

Joanna stava osservando il re e il principe Ivarov XXII dormire entrambi nella culla “Guardateli… sembrano proprio padre e figlio”

Jennifer chiese, ormai entrato in confidenza “Ma perché avete fatto sesso con un incapace come Alì? Voglio dire, dopo tutto quello che ci avete raccontato, sembra un suicidio tradire Ivarov per fornicare con un negro che parla solo di sesso”

Alì s’indignò “Ma è inaudito! Non mi sono mai sentito così offeso in tutta la mia vita! Quasi quasi ora mi sbatto volentieri Alexander e punirla per il suo generoso topless” la quale non aspettava altro, per altro.

La regina rispose “Beh, vedi… ero frustrata, Ivarov negli ultimi tempi mi trascurava, con le sue manie di conquista degli altri pianeti, ed era dunque molto tempo che non si stabiliva un dialogo fra noi. Poi è arrivato Alì…”

Flashback.

Siamo nel cortile interno del castello, ove al centro c’era e c’è ancora una fontana, solo che oggi come oggi non ci sono due angeli che pisciano acqua nella fontana, bensì due draghi che vomitano acqua nella fontana. Acqua arancione, si parla sempre di acqua arancione, e non perché sia inquinata, ma questo era il colore standard dell’acqua, anzi più era arancione più era salutare.

Ed è qui che spesso si sedevano i reali per passeggiare o per limonare davanti agli schiavetti potatori che ormai sapevano tutto sull’arte del limonaggio a forza di spiarli. Solo che quel giorno successe che Joanna andò sola a piangere seduta sulla fontanella. Era interessante vedere come dietro di lei i putti ignudi nella fontana sembrava che le stessero pisciando ai lati.

“Sob… Ivarov non mi parla più… perché? Cosa ho fatto dunque di male? A scuola non ne posso più, i pomeriggi senza di te, studiare è inutile, tutte le idee si affollano su di te!”

In quel momento stava passando Alì col suo cavallo e chiacchierava con i suoi compagni stallieri dell’ultima corsa di ippica, quando si accorse della Regina che stava piangendo.

“Ehi, guardate: la Regina piange da sola”

Il suo amico Abdul lo spinse a provarci “Allora provaci, forza: sono mesi che ci frantumi le palle col volerci provare, e allora smuoviti”

E così Alì andò molto cautamente a sedersi alla destra di Joanna, per poi infilare un braccio attorno alla sua spalla.

“Che cosa non va, Maestà?”

Joanna lo vide e si scusò “Scusami, stalliere… sniff… una regina non può vedersi dai suoi sudditi in codesto stato… sob… BWAAAA!!!”

E lo abbracciò platealmente.

Poi Alì disse le cose giuste al momento giusto “Beh, è anche ora di rialzarsi. Fai vedere a questo bastardo che la forza ce l’hai nascosta ineteriore e reagisci. Perché nulla è perduto”

Joanna lo guardò intensamente: quei suoi occhi azzurri come il mare terrestre l’avevano incantata, e poi fra le sue gambe c’era un calippo pronto da gustare.

“Sì, schiavetto, hai proprio ragione, fammi tua”

“Sarò il tuo schiavo negro che ti fa godere: infatti mi chiamano Alì il goditore” rispose Alì al settimo cielo.

Dopo averlo fatto davanti ai potatori dei cespugli che si trovavano nel cortile, Alì fumava una sigaretta “Bello, no?”

Joanna era a occhi sgranati “Fantastico, sei un ottimo goditore”

“MA CHE STATE FACENDO?”

La voce di Ivarov imperava su tutto il cortile.

“Ma come ha fatto ad essere qua?” si chiesero all’unisono Alì e Joanna, sapendo che il re era all’estero in cerca di fortuna.

“DEGENERAAATAAA!!!” Ivarov prese a picchiare i due putti e li distrusse con un solo pugno, e sarebbe toccato anche a loro se non fosse che fortunatamente venne richiamato dall’estero per firmare un armistizio col regno di Grecopolis, e se ne andò fulmineamente.

Fine Flashback.

Selene e Jaspar erano stupefatti: come poteva un uomo apparentemente senza qualità essere così veloce da coprire migliaia di chilometri in pochi secondi?

Buffone disse “Non sarà velocissimo anche a letto?”

Tutti si avventarono su di lui.

In ogni caso, ad Atriorc venne un’idea “Ma scusate eh: perché non cantiamo?”

Tutti si voltarono verso di lui “COSAAAA?”

Joanna aggiunse “Ma ti pare il momentoi di cantare?”

Atriorc si difese in sua difesa “Mia madre lo fa sempre quando devo addormentarmi, e immagino che per Ivarov sia il contrario, o noi?”

Selenìo rifletté con i suoi scagnozzi:

Selenìo cominciò bisbigliando “È un’idea. Ma non sarà pericoloso?”

Kamil disse “Mah, le stiamo provando tutte, perché non fare anche questa? E poi modestamente sono un tenore abbastanza affermato”

Sylvio disse “Da piccolo cantavo sulle navi,. È un’occasione per rivivere i bei tempi andati, un attimo però che chiamo il mio musico Mary Ann Beecell ”

Lylha fu d’accordo “Vero. E poi basterà applicare una mezza magia al tuo stonatesimo e il gioco è fatto”

Selenìo s’indignò “Chi ha detto che sono stonato?”

Mentre i quattro discutevano sul da farsi, Giaro Ktino interrogò Alexander, che disse “È un’idea. Io da parte mia non ho mai cantato per ipnotizzare, ma sarà un piacevole diversivo NON cantare 44 Barulmi in fila per 6 col resto di 2 e il Marlupìo come fa?”

Il Barulme è a forma di coccodrillo ma col cappotto e sputa fuoco; e il Marlupìo è simile a una gatto, solo a strisce giallo blu e una lampadina baffuta sulla schiena.

Atriorc le precisò “No, sono queste le canzoni da cantare”

Kiknos gli chiese “Ma scusa, quanti anni hai?”

“Io? 42”

La signora Mela chiese “E your mother quanti anni ha?”

“42”

Jennifer chiese “Ma com’è possibile?”

“Beh, mia madre non ci tiene a fare sapere la sua età”

Giaro Ktino interruppe questo discorso “Va bene, basta frivolezze. Cantiamo per prima cosa il Marlupìo come fa?” aveva già la chitarra elettrica in mano:

il Marlupìo come fa?

Non vi è nessuno che lo sa;

si tiene in linea con la dieta,

i suoi denti abbagliano;

si incazza molto spesso;

ha ucciso molta gente;

è un guerrafondaio;

non ha mai pianto in vita sua;

è asessuato;

e quando è tranquillo preferiamo non provocarlo.

Il Marlupìo come fa?

E tutti batterono le mani a Giaro Ktino.

“Fantastico!” disse Jennifer.

Ma c’era anche a chi non piaceva, come ad esempio la regina Joanna “Ma non ha senso. Il Marlupìo fa Wonf, Wonf. Si sa benissimo come fa”

Giaro Ktino si giustificò “Beh, ma ci stava bene però”

Joanna s’incazzo “Aaaah, in ogni caso Ivarov dorme. Canta l’altra”

Giaro Ktino si schiarì la voce e ripeté il ritornello di 44 Barulmi in Fila per 6 col resto di 2

44 Barulmi in Fila per sei col resto di due;

la loro madre si è molto divertita,

infatti non hanno un padre in comune.

Ma molti altri padri.

Nel caso del secondo da destra della terza fila:

suo padre è un cane,

e per il quarto gatto della prima fila suo padre è un topo.

I due sparuti hanno storie marce di sesso e droga alle spalle

E sono dunque emarginati.

Sei per sette quarantadue, più due 44.

Andrebbe avanti ancora, perché quella canzone racconta della storia personale di ognuno dei gatti.

Disponibile anche in Musicassetta dai venditori polacchi che vendono cose naziste a Piazza Marina! Comperatelo.

Tutto questo per svegliare Ivarov, ma il Re dormiva beatamente con l’infanzia al sicuro.

Alexander disse “Beh, direi che abbiamo fatto cilecca”

Alì le disse “Con me, non faresti di sicuro cilecca”

Kamil era irritato dal comportamento del suo connazionale “ Ma scusa Alì, io pure la so lunga almeno quanto te”

Alì però decise di non rispondere e riprendere a farsi gli affari propri, però rispose Selenìo, che gli disse “Certo, con quel tuo cazzo giallo fai danni a destra e a sinistra”

“Ma che giallo? È Nero, come il resto del mio corpo”

“Certo, Kamil, da bravo” lo rassicurò premendogli la mano sulla spalla Selenìo. D’altra parte è fatto così, sa essere comprensivo quando ci vuole.

Ancora con questa storia! NON- È – AFFATTO – DALTONICO! E un giorno riuscirò a dimostrarlo.

Finalmente arrivò anche la notizia della caduta di Cornapolis.

“Maestà! È dunque terribile!” il solito servetto che non usa il passepartout per aprire la porta e crede di essere a casa propria.

Joanna riprese in pungo la situazione “Ma insomma! Che modi sono? Non si bussa più in questo castello?”

“Anf, anf… certo, ma devo informarla che Cornapolis è caduta, e hanno usato le nostre corna per inzupparle nella nostra specialità, il Latte Cornuto!”

Joanna impallidì “… quindi hanno preso anche Vermipolis, essendo quasi adiacenti i vostri regni”

Giaro Ktino aveva ancora la chitarra in mano e disse “Beh, tanto chi se ne frega, no? Vermi polis faceva schifo”

La signora Mela disapprovò con tutto il cuore “Che essere indegno. D’altra parte, è Ciambellano solo perché sa coprire bene i fondi neri del Regno, EH?”

Giaro Ktino sgranò gli occhi e pensò “Ma come trapelano queste storie?”

“Esattamente, quella stronza di O’Rale ci ha fatto vedere come mangiare un nostro simile col nostro latte! È terribile! Facciate qualcosa! Svegliate il re!”  


Fine Capitolo! Selenìo sarà davvero daltonico? O no? Ai posteri l'ardua sentenza!

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Siamo a Cornapolis, o meglio quello che ne rimane dopo la distruzione totale da parte degli esseri maligni della Dimensione Oscura.

Pip Ino stava dicendo mentre bivaccavano “Beh, credo che abbiamo fatto un buon lavoro, no? Voglio dire, siamo riusciti a salvare quello che lo va a dire alla capitale. A proposito, qualcuno di voi l’ha visto? Tr Oia?”

Tr Oia aveva alzato al mano “Sì, io l’ho visto”

Ma Dick Min Chion E intervenne “Io l’ho visto andare dalla parte opposta”

“Ma se ancora non ho detto niente”

“E chi se ne frega? Mi stai sul cazzo”

“Buoni voi due!” disse Test Adik Az. “Maestà, vorrei farvi un annuncio importante”

Pip Ino stava ingozzandosi di corna al latte “Parla, non ti ascolto”

Test inspirò e fece vedere la cartina del mondo aggiornata “Abbiamo sotto il nostro comando ben il 75% del Pianeta totale”

Vag Ina rispose per il marito che non stava ascoltando e discuteva della bontà delle corna al latte con i suoi figli Test I. Colo e Scro To “Ma è una notizia fantastica! Ciò vuol dire che manca comunque pochissimo! E guardate quanti oggetti mi sono procurata col sangue!” e fece vedere a Tr Oia, la sua dama di compagnia, una grande quantità di borse, scarpe, anelli e bracciali fatti al sangue e fabbricati da lei.

“Fantastico, mia signora”

Pip Ino riprese a parlare col sommo sacerdote”Allora qual è il nostro prossimo obiettivo? Quando posso parlare con il continente capitale?”

Test Adik Az rifletté per bene “Dunque… se i mie calcoli non mi ingannano, quell’indigeno è andato verso Est, è la dunque che dobbiamo incamminarci”

Pip Ino si alzò e rispose “Benissimo! Bene, truppa! Si va ad Est!”

“Yeeee” e volarono, per le donne invece bastava salire sui loro cavalieri.

Sgombrato il campo, non si curarono che rimasero vivi alcuni cornuti, cui bastava loro rompere le corna per ucciderli. Il messaggero che è andato a palazzo infatti è morto subito dopo.

Il tizio che si era alzato aveva ancora un corno in piedi e tossì “Coff, coff… wah, che disfatta. Sembra di stare a Cornapolis dopo la distruzione”

“E infatti lo siamo” rispose un altro, cercando di rialzarsi.

“Ma avete visto cos’hanno fatto ai nostri compagni?” disse il primo alzandosi del tutto.

Il secondo rispose ”Certo… non avrei mai pensato che potessero essere tanto crudeli. Dobbiamo vendicarci?”

“Certo, che domande sono?”

“Beh, ero retorico”

E così i due si strinsero la mano e andarono a cercare altri sopravvissuti, ma non ve n’erano.

“Siamo rimasti solo noi due”, non ha importanza chi lo disse.

“Già”

“E come facciamo a far proseguire la specie?”

“Non importa. Il nostro solo scopo è vendicare i nostri compagni, poi moriremo anche noi”

Con questi pensieri in testa, i due unici sopravvissuti di Cornapolis presero una barca e andarono ad affrontare il loro destino.

Li videro poco dopo, svolazzare verso il loro prossimo obiettivo, allora uno dei due (l’altro doveva continuare a remare e dare botte in testa ai Spalmacocci, pesci che si attaccano ai remi e li mangiano.

“Attenti, o voi! Noi due siamo ancora sopravvissuti e ci teniamo a vendicare i nostri amici! Vi conviene scendere e affrontarci da veri duri!”

Pip ino li sentì e disse alla moglie sopra di lui, sospirando “Uff… che palle. Vorrei scendere e dare loro una lezione, ma non mi va di sporcarmi le mani. Ci mando Test Adik Az”

Vag Ina annuì convinta “Esattamente. Anch’io avrei fatto la stessa cosa”

Test Adik Az era nel panico “Posso prendere almeno uno dei principi?”

Pip Ino lo chiese alla moglie “Moglie, può?”

“Ovvio che no, i nostri figli sdono troppo nobili per sporcarsi le mani”

“Quindi…” concluse Pip Ino e così il Gran Sacerdote era alla sua prima vera prova da solo.

Test disse ai suoi due nuovi nemici “Vi conviene arrendervi. Io sono molto più forte della famiglia reale”

Pip Ino e Vag Ina lo sentirono “Seeee, u critino!!”

G. Lande aggiunse “Sicuramente sta bluffando. Non lo facevo così avventato” grattandosi il culo con la sua spada.

Ma i due cornuti (beh, avevano le corna) si avventarono su di lui e cominciarono ad usare tutte le tecniche del caso, ovvero i raggi laser che spuntavano dal corno, oppure una rete imprigionante, ma Test la distrusse con gli occhi, allora i due nemici cominciarono a ruotare a vicenda per creare un  ciclone abbastanza grande da risucchiare la barchetta e lanciare le assi di legno dell’imbarcazione per lanciarli al gran sacerdote, ma quest’ultimo non lo era per niente, infatti congiunse le m,ani e disse “Per il grande potere nella Dimesnione Oscura… vieni a ME!” non c’entra niente Sailor Moon. 

E scese dal cielo dal buco nell’ozono (sapientemente tenuto aperto dalla figlia Po Rca) un missile termonucleare intelligente che va ad idrogeno, che ammarò sul pianeta e distrusse molti tipi di fauna, sconvolgendo la catena alimentare. Adesso sì che le alghe potevano vendicarsi e mangiare i mostri marini più grossi.

Test si asciugò il copioso sudore giallo che gli imperlava la fronte “Uff… e anche questa è fatta. Sono stato bravo, sire?”

Pip Ino rispose “Uhm… considerando il fatto che ti è servito l’aiuto di mia figlia Po Rca per risolvere la questione, direi di no”

Vag Ina aggiunse “E per questo niente sesso con le principesse fino a nuovo ordine”

Detto questo, ripresero il cammino, con Test Adik Az che si sarebbe dovuto accontentare di Tr Oia e Cly Toride (un’altra suddita non principessa, per inciso il braccio destro di Vag Ina) per molto tempo.

Nel frattempo, a palazzo, la situazione era veramente al limite del tragico, dico limite perché ancora la regina Joanna non si è messa a tirare i mobili di sopra ai suoi sudditi, cosa che una volta ha fatto, ed era anche una cerimonia pubblica.

Non lo faceva solo perché stavolta la stanza era piccola e c’erano già tredici persone, lei esclusa, e il principino, che dorme beatamente quanto il re Ivarov. E anche un morto, ovvero il messaggero senza corna che è riuscito a coprire tutta quella distanza e morire nel farlo.

Quindi, dopo averlo seppellito, la regina disse “Siamo qui riuniti per ricordare un nostro suddito, ma anche un nostro amico,.E noi non vogliamo che i nostri amici muoino”

Seléne s’interpose “Ma io voglio che Jaspar muoi”

“Ma come osi? E tutte le effusioni che abbiamo fatto?”

“ Cosa abbiamo fatto? Io preferisco Alì, il cazzone duro, o forse di Alì, ancora più duro”

Kamil si vantò con Alì “Visto? Anche Sèlene lo dice”

Sylvio disse “Io conosco uno che ce l’ha duro e verde”

Ma nessuno lo ascoltò.

Joanna allora si rese conto che era meglio riprendere il giochino di svegliare il consorte sfortunatamente assopito nel momento di maggiore crisi del pianeta, è come se Obama (o chi per lui) si addormentasse proprio nel girono in cui la Corea del Nord comincia a sparare le bombe nucleari. Così disse “Qualcun altro ha una bella idea su come svegliare il re?”

Ma tutti scossero la testa, persino chi era fervente di idee, nel caso di Giaro Ktino, doveva arrendersi a questo problema di difficile soluzione.

“Nemmeno tu, Jaspar?”, chiese la regina.

Quegli rispose “Beh, io ho sempre più paura di quello che potrebbe farmi se scoprisse che sono stato io a vegliarlo, perciò mi tengo in disparte ad accarezzare questa tenda” e la stava accarezzando.

Seléne chiese allo zio “E tu? Tu e i tuoi sacerdoti di ritorno dalla morte non avete nessuna idea? Perché siete tornati in vita allora?”

Selenìo la guardò “Beh, forse perché il pubblico voleva vedere un’altra volta Sylvio”

Sylvio “Certo, il popolo mi ama, è indubbio”

Lylha “Anche io però ti amo pazzamente”

Buffone si intromise “Beh, ma io pensavo amassi quel cialtrone di Selenìo”

“Sbagliavi allora”

Joanna riprese in mano la discussione “Allora? Chi è che ha un’idea?”

Ma ormai la situazione non venne più ripresa: ognuno parlava del più e del meno, quell’incontro di etnie era così stimolante che tutti ormai parlavano del più e del meno, fregandosene ormai del re dormiente, ormai uscito anche in quadro: il re dormiente.

Disponibile anche in DVD! Comperatelo, forza.

In particolare, Jennifer e Alexander si appartarono a scambiarsi effusioni, Seléne e Jaspar pure, nonostante tutto, e anche Buffone si faceva le pippe guardando il tutto, ma lui era il giullare di corte, poteva permetterselo. Durante le sue serate faceva battute di dubbio gusto, ed ecco che ve ne proponiamo qualcuna:

Un mandarino a un altro mandarino:
Oggi sono nervoso, vai via di qui altrimenti guarda che ti spicchio!

un tipo va da un benzinaio e dice:
ma qui fate anche benzina??

E via così.

Joanna perse allora del tutto la pazienza, dopo che si stava sfiorando la rissa tra Atriorc e Kiknos perché gli ha pestato il piede, e cominciò a urlare “OK, ADESSO BASTA! AVETE ROTTO! QUA NON STIAMO SCHERZANDO! IL MONDO VA A CATAFASCIO E QUELLO SI FA LE PIPPE! QUA STIAMO PER NON AVERE UNN LAVORO E QUELLO SI LAMENTA PER AVERE LA SUA SCARPETTA PRADA UN PO’ AMMACCATA! E BASTAAA! QUELLI FANNOI PURE SESSO CON LE TENDE! È ANCHE ORA DI FINRLA!” e cominciò a tirare i mobili contro tredici persone, in preda alla collera, compreso anche il vaso Ming ricordo di secoli, naturalmente un fake.

La Cina non esiste.

In ogni caso tutti capirono che non c’era da scherzare, e, osservando i lanci perfetti della regina, che andavano sulle teste di tutti, vuote o piene che siano, si resero conto che in fondo la regina ci teneva al suo regno, d’altra parte, la casa e le tasse gratis, sono ben gradite a tutti.

E dunque Giaro Ktino chiese alla regina “Maestà, per favore, chiedo clemenza!”

“CLEMENZA? CASOMAI TU CHIEDI “DEMENZA” E TE NE SEI PRESA FIN TROPPA!AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!” continuando a tirare soprammobili raffiguranti lei bene messa fisicamente, mentre ora appariva dimagrita e completamente folle.

Selenìo disse a Giaro “Mio caro Ciambellano, se ci fosse Ivarov sveglio…”

“Eh già… lui le saprebbe schivare anche con assoluta eleganza”

E infatti, a quell’incontro pubblico, anche importante, perché si doveva fare vedere al popolo che la famiglia reale c’era e quindi bisognava incontrare anche i poveri, ad un certo punto fu una bambina che fece la domanda più innocente del mondo “Perché siete ricchi e noi siamo poveri?”

La regina Joanna perse le staffe e cominciò a tirare ogni cosa: il palco sotto i piedi, i forconi, le balle di fieno, e anche tutti i suoi anelli. Ma non sul popolo, perché altrimenti l’avrebbero sparata in testa, ma su Ivarov, che tanto si sapeva difendere.

E infatti schivò tutti i colpi con magnifica eleganza nell’ordine dei millesimi. Uno dopo l’altro, a destra, a sinistra, giù, su, e diede spettacolo nell’umiliare la moglie con la sua prontezza di riflessi.

Ivarov poi concluse lo spettacolo inchinandosi al pubblico “Visto che sono bravo? E questo spettacolo solo perché sono al potere!”

Applausi a scrosci.

Come li prendeva lui, non li prendeva nessuno. Ivarov era un grandissimo uomo politico, e chissà che svegliandosi non riesca a risolvere in un attimo la questione.

Nel frattempo, gli esseri della Dimensione Oscura facevano il bello e il cattivo tempo bombardando a tappeto tutti i villaggi che avevano conquistato e guardando avanti al prossimo continente, ovvero Gola polis, capitale del continente del cibo, ovvero il posto preferito degli anoressici.

Pensate che il palazzo del sindaco era a forma di ciambella e il capo si chiamava Cassata. E la ciambella era riuscita perfettamente col buco.

“Aahahahaha!” si mise a ridere, dopo che le vedette, Sfincione e Cannolo, lo informarono dell’arrivo dell’Armata Nera guidata da Pip Ino e Vag Ina, annunciata da scoppi ed esplosioni. Avevano anche colpito un tizio che si chiamava Panella e adesso c’erano pezzetti di grano volanti per tutta la città.

“Non preoccupatevi, io, Cassata, il sindaco della città di Golapolis, userò tutte le mie tecniche per distruggere questi fanfaroni!”

Sfincione si preoccupò “Speriamo bene., L’ultima volta che si è messo in testa di fare qualcosa poi è stato mangiato”

“E ne abbiamo dovuto eleggere un altro. Non m,i ci fare pensare” disse Cannolo, poi, rivoltosi alla fedele consigliere Candita, consigliera dalle molte dita, disse “In che modo state organizzando la difesa?”

“E che ne so, Cassata parla parla ma non fa niente di concreto”

E quindi Pip Ino trovò terreno fertile anche in questo continente.

“Molto bene, ragazzi. Questa è Golapolis, come questa cartina mi suggerisce”

Vag Ina gli chiese “Come hai fatto ad averla?”

“Me l’ha prestata quel simpatico passante” indicando il signor Crepe, che ora è cre…pato! Ahahah.

Buffone, lasciami in pace! Stavo scrivendo.

Comunque.

“Non è la capitale… quindi credo che rimanderemo anche questa volta l’entrata epica che ho in mente. Molto bene, boys, fatemi vedere di che pasta siete fatti, e non mi riferisco allo spaghetto laggiù!” vedendo un tizio a forma di spaghetto camminare tranquillo per strada.

“YEEEEEEAAAAH! SZARAI FIERO DI NOI, PADRE!” lo disse anche Test Adik Az, e scesero tutti e tutte per strada per distruggere ogni cosa, anziché mangiarla come sarebbe giusto.

Ma loro se ne fregavano, e tutti i figli distrussero ogni cosa come se invece fossero affamati di morte e distruzioni in preda ad una cattiveria che fino a quel momento non avevamo mai riscontrato: i raggi laser di Scro To arrivavano sino a 300 metri e poi esplodevano senza lasciare traccia della famiglia Marzapane, Vag Ina junior abbandonò il nullafacentismo e si divertì a staccare la testa alla famiglia Lollipop, e persino Pulletta fece il bullo leccando con O’Rale la famiglia Ghiacciolo.

Ignorando entrambi la madre ghiacciolo, ma vabé.

In tutto questo ci si aspettava una minima reazione da parte del Re, un movimento, e dopo tutto il fracasso di Joanna (che adesso era stramazzata al suolo ansimante) era ovvio che si svegliasse, ma Ivarov si limitò solo a coprirsi col lenzuolo e tornò a dormire beatamente. E lo fece comunque addormentato.

Era pazzesca la capacità del re di non svegliarsi manco per idea.

La signora Mela tornò a parlare e disse alla regina “Maestà, ma perché con i vostri riflessi dovete per forza svegliare Ivarov? Appena vengono tirate loro gli oggetti come avete fatto a noi” parlava a ragion veduta visto che tutti gli oggetti li prese lei e adesso questa mela sembrava marcia.

Joanna non fu dello stesso avviso “Non capisci. Nessuno qua dentro capisce Ivarov meglio di me. Forse solo Alexander e Lylha”

Alexander si inchinò “Sempre a vostra disposizione”

Lylha “Ma io non ho certo giaciuto col sovrano”

Joanna “Giaciuto no, ma altro sì”

“Era solo una consulenza”

“E che consulenza” disse Jaspar, che fece cadere le braccia anche a Buffone, che disse a Giaro Ktino “Ehi, ti sta fottendo il titolo! Eri Ciambellano solo per essere sfottuto meglio dalla regina!”

Joanna li interruppe “Piantatela e svegliate il RE!”


Fine Capitolo! Tante cose interessanti, vero? Ditemi cosa ne pensate, e badate di essere costruttivi, che fors eil re si sveglia!

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Golapolis: la Mecca del mangereccio, tutti noi golosi andrebbero volentieri nello spazio per poterle visitare un giorno.

“La città più bella del mondo”, secondo la rivista Mangia Oggi e Pure domani.

“Lo schifo dell’universo” definita dalla rivista

Anoressia: Non Mangiate e Campate d’Acqua.

Ogni giorno c’era una parata di un tipo di cibo diverso, e quindi si avevano giorni e giorni di parate mangerecce con assaggi gratis. Alieni, residenti, clandestini, mostri della Dimensione Oscura, tutti convergono a Gola polis, la Mecca della gola.

Poi vennero Pip Ino e Vag Ina.

E adesso la città prospera e florida che avrebbe potuto sfidare i millenni e gli anni luce non esiste più, quindi puoi anche farti rimborsare per il viaggio NASA che hai prenotato.

Ah, ti hanno chiesto anche l’anima? Beh, fare l’astronauta cavia per entrare nei buchi neri non è una brutta esperienza.

Ma adesso quello che c’era una volta è stato sostituito dalle figure imponenti di Pip Ino e Vag Ina, che forse non l’ho detto, ma superano i tre metri di altezza entrambi.

Probabilmente volevano mangiare solo loro e quindi hanno distrutto tutto. Non una sola leccornia è rimasta, e Pip Ino disse a Vag Ina “Aaaah, che mangiata. Ma dov’è il sindaco Cassata?” chiese, leggendo un volantino vagante con scritto Vota Cassata: più Glassa Per Tutti.

Vag Ina si grattò lo stomaco oltremodo pieno “Beh, te lo sei mangiato involontariamente”

Pip Ino controllò nel suo stomaco; era vero: c’erano diversi alti funzionari di corte dentro il suo stomaco e vi era anche il signor Cassata, entrato in politica solo per mangiare nel magna magna e poi divenuto IL sindaco, quello coperto di glassa definito dai più buoni e quello con la ricotta scipita per i più critici.

Cassata vide la faccia di Pip Ino e gli urlò “Eeeehi, non mi hai nemmeno lasciato spiegare i motivi per cui non puoi mangiarmi! Ci vendicheremo facendo venire l’acido a te a tutti i tuoi figli maschi”

Ub Riak O lo sentì da dentro lo stomaco di suo padre e rispose “Ehi, ma io non sto troppo bene… sento parlare lo stomaco di my fatheeeer…   wooooo”  e vomitò sul cadavere di quello che era stato un cosciotto di pollo allo spiedo, prontamente mangiato da Mere Trice.

La principessa Pro Stata, di genere terrestre, chiese alla madre “Ehi, ma perché queste disparità? Anche io voglio essere colpita dall’acido!”

Cassata rispose “Sarai servita!” e un fumo verde denso colpì lei e anche Falloppiana.

“Eeeehi! Che acido! Perché anche io?”

“Perché sei la più antipatica fra di noi” disse Vag Ina junior, in coppia a braccetto con Trom Bat A che ballavano il can can, ubriache dai babà che avevano mangiato distruggendo il quartiere apposito.

Vag Ina si mise una delle mani in faccia “Aaaah, queste figlie…”

Pip Ino perse la pazienza “Ehi, non puoi fare questo ai miei figli. Voglio dire, G. Lande non ha mangiato nulla perché è troppo serio per potersi ingozzare, ma prendi ad esempio Sesso! Non può esimersi nel fare l’amore col sapore!”

Sesso gli rispose, in mezzo a cartine di pasticcini, tanto da potercisi sedere, di quanti erano “Ehi, ciao pà! BUUUUURP!”

“Visto?” chiuse il concetto il sovrano-.

Cassata non si lasciò impressionare “Non mi interessa, proprio platealmente, avete mangiato i nostri fratelli e adesso pagherete!”

“Eh no eh, il conto a Gola polis non si paga, non per niente è la Mecca dei golosi”. Pip Ino da quando aveva quella guida sapeva tutto sul pianeta.

Così diede ordine ai suoi tessuti digerenti di reagire, e loro reagirono generando diversi Pip Ino in miniatura fatti solo di tendini neri, con in mano mazze da baseball.

Cassata, che aveva paura delle m,azze da baseball, come tutte le cassate, perché poi schizzano e vanno in faccia alla gente, si chiuse dentro la signora Pizza “Lei, col suo arrostimento duro, mi protegga! Faccia il suo dovere per il popolo!”

Pizza rispose “Mi dispiace, mi sto scioglieeeendoooo…” e si sciolse. Gli acidi gastrici facevano il loro lavoro.

Anche il povero signor Cassata fece la stessa fine, appena prima che i bulletti gli diedero le prime boffe. E si sciolsero anche loro, divenendo proteine per il Re inaspettate. E anche tanta vitamina C.

Pip Ino sospirò “Uff. Certamente non è stato facile, una così’ buona cassata, mi sarebbe venuta voglia di vomitarlo e mangiarmelo di nuovo”

Vag Ina lo guardò “B’itch… sei sicura che non hai dato nulla a tuo padre?”

La principessa rispose “Certo che no, è tutta farina del suo sacco”

La regina poi chiese a Test Adik Az “Senti bello, qual è la prossima tappa?”

Il sacerdote guardò la cartina “Beh, ho capito dove si trova la Capitale”

I due sovrani lo guardarono come se lo avessero amato da sempre “COSA? DAVVERO? E PORTACI SUBITO IN THERE”

Tutti: re, regina, principi, principesse e mezze calzette erano attorniati davanti a Test Adik Az, che in due giorni provò l’ebbrezza di un combattimento vero e l’ebbrezza di avere tutti gli occhi puntati addosso, e non era come quando era stato nella Terra degli Occhi, nella Dimensione Oscura, per prendere l’Anello di Vag Ina junior che perse.

Lì gli occhi erano veri e volevano ucciderlo non appena si sbagliava. Però non era Sacerdote per niente, così si schiarì la voce (uno dalle retrovie disse “È inutile, imbecille!” era Dick Minchione, uno che non le manda a dire) e disse “La Capitale, detta anche Terra degli Ivarov, si trova a 1500 kilometri a sud ovest da qui. Se ci spicciamo possiamo arrivarci entro sera”

Pip Ino chiese “Però possiamo bombardare tutto quello che incontriamo, no?”

Test controllò la cartina “Certo”

Pip Ino disse “Perfetto. È il vostro Re che vi parla. Io, Pip Ino, mi autoproclamo Re di Londemom da questo momento! E appena prima di insediarmi a Palazzo, prenderemo una nave e sbarcheremo a terra come veri pirati!”

“YEEEEE! SEI UN GRANDE!”

Tutta la folla lo adorava, persino Cly Toride e In Cesto (un altro popolano rappresentante del popolo), che non avevano nulla a che fare con la famiglia reale, si inchinarono a lui.

E così ripresero la marcia, convinti che nessuno li avrebbe fermati, mettendo a ferro e fuoco tutto il pianeta, riducendolo a pochi abitanti.

La gente era stremata: i continui bombardamenti si ripercuotevano anche negli altri paesi provocando disastri e ulteriori morti, e poi l’odore di benzina che lasciavano appena se ne andavano impediva la crescita a molte piante.

La popolazione dunque decise di protestare sotto il palazzo Reale, ove si stava facendo di tutto per svegliare il sovrano.

Joanna fu anche costretta a uscire fuori nel balcone e dire alla gente “Calma. Stiamo operando per voi”

“NON CE NE FOTTE UN CAZZO”! FATE QUALCOSA!”

“Lo stiamo facendo. Se ce ne da la possibilità…”

“SEEE, STO CAZZO! IL RE DORME, E LA GENTE GLI MUORE SOTTPO IL NASO!”

“E SVEGLIATELO VOI, ALLORA! MALEDIZIONE!”

Questo fece svegliare il principe, molto sensibile alla parola ‘maledizione’.

Ecco, l’ho fatto piangere ancora.

“Oh no, povero piccolo! Vuoi del latte? Ecco del latte”, vi aspettavate che sia Joanna a dire questo, ma invece fu Alexander, in quanto aveva anche le tette pronte per allattare, e allattò.

Joanna pensò “Ma come osa quella sgualdrina a dare il suo latte al mio principe?” e disse “Maledizione!”

Puntualmente, Ivarov XXII si mise a piangere.

Buffone si intromise “Beh, penso che se il principe piange, ora che Ivarov l’ha riconosciuto, si dovrebbe svegliare!”

E invece no: Pip Ino là fuori stava disintegrando tutte le isole che non avevano un promontorio, mentre Ivarov era lingua penzoloni a runfuliare su un mondo pieno di tette allattanti.

Le continue esplosioni cominciavano a farsi sentire anche a palazzo, perché all’improvviso cominciarono a tremare tutte cose.

“Aiuto! Questo posto non è un luogo sicuro!” disse Jaspar in preda al panico.

“Niente paura, questo edificio non può crollare… mi chiedo che valletti abbiamo assunto” disse Joanna, con la voglia di ferire di un tempo.

Seléne però non era convinta “E come fate a saperlo? Eh?”

“Non può crollare”, disse Ivarov nel sonno.

Tutti lo guardarono.

Giaro Ktino sentenziò “Questo sa leggere nel pensiero, gente”

Joanna disse ”Beh, non mi stupisce. Non è certo la prima volta che lo fa”

Flashback.

Eccoci di nuovo alla storia d’amore più seguita su Londemom.

Si parlava di matrimonio a Palazzo, e Giaro Ktino era sicuramente la persona più indicata per organizzarlo, e per quello fu nominato Ciambellano di corte.

“Allora, la signora vuole dei teli di lino bianco vaniglia o bianco panna?”

Joanan stava per rispondere, ma Ivarov rispose per lei “Bianco panna”

“E la torta…”

“A due piani, con la glassa viola fatta a mò di tendine”

“Farcitura?”

“Cioccolato e nocciola per i non digerenti, poi fanne un’altra per i diabetici”

“Il gruppo?”

“Devono essere i Charleston, gruppo rockabilly”

“A chi devo rivolgermi per gli anelli?”

“Al Fabbro”

“Perfetto. A risentirci”

Minuto di silenzio, rotto solo dal Ciambellano che sbatté contro lo spigolo di un comò nel corridoio.

Joanna era stralunata, aveva indovinato tutto. Persino il fabbro.

“Ma come hai fatto?”

“Eeeeh tesoro, finché non vedrai le mie tecniche di sotto, ti stupirò con le mie tecniche di sopra”

Fine Flashback.

“… è come se lui ti entra in testa e ti fa dire le cose che vuole lui” descrisse la regina, ancora una volta davanti a un pubblico attonito.

Tutto ciò contribuì a fare piangere il principino, il quale aveva bisogno di cambiare il pannolino e anche di mangiare, di bere, di dormire e di crescere. Insomma, la regina Joanna era snaturata e non ha considerato suo figlio nel tentativo di svegliare il marito.

Il pianto ogni secondo che passava cresceva di volume, fino a penetrare nelle orecchie come se qualcuno stesse uccidendo la sua famiglia, il che costrinse la madre (almeno lei, non pensiamo il padre, per carità) a prenderlo in braccio e mostrare un altro lato umano ai suoi sudditi che ormai le davano del tu “Su, su, da bravo, smettila di piangere, che non vi è bisogno. Sveglieremo il Re, non preoccuparti”

Ma il principe non sapeva nemmeno che il suo padre adottivo stava dormendo, e quindi continuò a piangere beatamente fracassando i timpani di ciascuno, tanto che soprattutto quelli di Giaro Ktino uscirono fuori e dissero “Non ce la facciamo piùùùù! Uccideteci!”

Buffone rispose loro “Cosa devo dirvi, o timpani? Il Principe si è svegliato male oggi”

Joanna provò allora a cullarlo. Era strano: un adulto dormiva beatamente ignaro che il suo mondo stava affondando, e un bambino neonato era sveglissimo e urlava sputacchiando anche saliva che era capace di corrodere le piastrelle del pavimento.

Selenìo vide questo fenomeno e si meravigliò “Ma che cazz…”

Lylha lo sfottò per bene “Anche un bambino ti ha superato, eh?”

“Non dire così… mi fai piangere” e pianse pure lui, a oltre cinquant’anni.

L’ultima volta che aveva pianto era per la gioia di sapere che era diventato Gran Homoclux, e adesso questo. Comunque c’entrava sempre la sua vita a corte, il che vuol dire che la vita a corte fa piangere.

E fa piangere anche il principe, il quale, versando tutte le sue lacrime senza capire che abbia, cominciò a sputacchiare, oltre alla saliva, anche ranocchie, serpenti, lumache, che esplosero non appena toccavano terra, provocando il caos.

“Aaaah! Scappiamo!” certamente Jaspar non era un campione di coraggio, ma neanche Atriorc e Kiknos, i due nuovi arrivati che non hanno avuto molto spazio, non erano da meno. Sembrava che far i due fosse scoppiata la pacwe dopo che uno dei due ha pestato il piede all’altro, e aesso stavano fornicando nmella maniera omosessuale davanti ad una attonita Alexander, la quale nonostante il topless invitante nessuno se la lavorava.

“Uffa, ma qui nessuno mi considera! E dire che sono in topless!”

Jennifer le disse “Beh, ma hai avuto la tua possibilità di diventare come colei che ha svegliato il re dalla catalessi, e invece hai fatto cilecca”

“Il che vuol dire che potresti fare cilecca sempre” concluse Buffone, che non ha mai smesso di guardare là.

Alexander disse “E va bene” e si spogliò completamente. “Ora va bene? Sono invitante?”

Il suo brutto vizio di risolvere i problemi spogliandosi, però adesso ne aveva due di sopra.

Tanto ormai il principino tra le braccia della madre stava distruggendo la stanza che prese fuoco, quindi ormai rimaneva ben poco da vivere, perché, come disse Kamil che aveva cercato di scappare “La porta è chiusa! Siamo bloccati qui! Quanti metri ci sono da terra, Giaro?”

Giaro Ktino scosse la testa “Non ne ho idea, che sono architetto?”

Kamil rispose rassegnato “E certo, tanto tu sei Ciambellano solo perché eri amico di lunga data del padre di Ivarov, un uomo crudele che non pagava l’ICI sulla prima casa”

Sylvio si intromise “Mi consenta di dirle che io ho eliminato il brutto mostro dell’ICI”

Joanna tentò di rispondere “Credo ci siano almeno venti metri da qui a terra, se vuoi, puoi buttarti”

Kamil ci pensò “… no, altrimenti finisce che Lylha avrà solo Sylvio da amare”

Lylha si stupì “Ma io mica te l’ho promessa”

E finì in rissa, tra Kamil e Sylvio. Senza un motivo apparente.

Nel frattempo, l’Armata Nera di Pip Ino e Vag Ina si stava stancando di volare, così il sovrano chiese a Test Adik Az “Ehi, avevi detto che era molto vicino, o sbaglio?”

Cial Trone aggiunse “Non sbaglia, padre, vi ho sentito io”

Test Adik Az rispose “Beh, siamo molto vicini… ah, ecco! È quella costruzione che sta prendendo fuoco in questo momento!”

Pip Ino sgranò i sei occhi “Cosa? E senza di me? Tsk! Dunque, prenderemo comunque una nave ed entreremo alla maniera dei pirati!”

Ci pensò direttamente Vag Ina, con l’aiuto delle sue belle figliole, Pulletta compresa, che fece la Pulletta e i marinai che stavano salpando non seppero resistere al suo fascino, o forse era quello di Vag Ina, comunque sta di fatto che scapparono a gambe levate per non svenire davanti all’infinita bellezza della governante. Essendosi distratti, non si accorsero che l’incendio a corte era stato domato da un solerte gruppo di pompieri, e dopo aver pagato con Alexander, più che disposta a ringraziarli per averle salvato la vita, la regina Joanna mise il piccolo principe nella sua culla, miracolosamente intatta. Ma comunque piangeva, nessuno ha mai detto che è stato rassicurato.

Joanna disse “Uff, che fatica. Comunque mi aspettavo molto di più da voi, eh, soprattutto da lei, signora Mela”

La signora Mela rispose “È colpa di Atriorc e Kiknos, che l’hanno fatto davanti a me e mi hanno inibito”

Alì fece eco “È vero, li ho visti io”

Atriorc disse in sua difesa “Dovevo punirlo per avermi pestato il piede”

Kiknos lo accarezzò “E che punizione, se capisci cosa intendo”

Joanna buttò la sua corona a terra e spiegò incazzata “Adesso svegliate il RE!"

 

Fine Capitolo! La fine di Golapolis è stat un brutto colpo per tutti, me ne rendo conto. Ma la storia deve pure andare avanti, no? Alla prossima, con un capitolo ancora più lungo!

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Era una bella giornata, in quel di Seapolis.

Anche quel giorno, i marinai pescatori avrebbero affrontato le infide onde dell’Oceano Reale (chiamato così perché il castello cadeva a strapiombo su di esso, e poi chiaramente perché non è che me lo sono sognato) per pescare tanti pesci e  mangiarseli alla sera. Ad esempio il Tritassembio arrosto era una vera delizia. Si presentava come un pesce, ma aveva la consistenza di una foglia e si potevano mangiare anche le lische. Se come contorno ci mettevi anche la maionese fatta a cacchette, la morte sua.

Quindi era tutto pronto per salpare, il galeone mastodontico anche quel giorno avrebbe ospitato le solite quattro persone, delle quali tre erano mozzi e non avevano nessuna conoscenza di nautica.

“Avanti, ragazzi, che sta scurando!” disse il capitano, guardando i suoi schiavi riporre gli ormeggi.

“No, non sta scurando, sono gli esseri di cui tanto si parla che stanno planando verso di noi!” rispose un mozzo, vedendo Vag Ina, Trom Bat A, Vag Ina junior e Pulletta scendere tutte assieme verso di loro.

Prima di avvicinarsi ai pescatori, la regina ordinò “Ora fate parlare me, che sono brava a tratta tare,. Ad esempio vostro padre l’ho circuito priorpio con la mia abilità bnell’eloquio!”

Pulletta innocentemente la corresse “No, papaà dice che erri brava con la gola”

“ZITTO STOLTO!” rispose quella premendogli la bocca. “Ora ascoltami. Tu terrai a bada Trom Bat A e farai in modo che non faccia affondare la nave, perché vostro padre quando fa il pirata è molto sexy! Ok? Posso fidarmi?”

Pulletta fece il saluto militare “Sicuramente, mia signora!”

“Sono tua madre forse”

“D’accordo, madre”

“E smettila di rubarmi i vestiti!”

“E perché? Mi piacciono così tanto, sono di classe”

“Mmmm… d’accordo“ concluse la regina, così si sistemò il suo abito e andò a fare colpo con la figlia Vag Ina junior a quei marinai.

“Salve, signori. È dunque libera questa nave?” chiese educatamente la rwgina.

“Vogliamo rubarla per penetrare a forza nel castello” precisò la figlia.

“Sei una cretina! Hai rovinato tutto!”

“E che ci posso fare se sono malvagia di mio?”

“Ooooh tesoro, sei molto dolce”

E si abbracciarono.

Uno dei mozzi disse “Non è in vendita né in affitto, mi dispiace”

“Allora ce la prenderemo con la forza!” disse Trom Bat A, che dopo aver colpito a tradimento il fratello, scavalcò madre e sorella e uccise con un colpo solo i tre mozzi e il capitano, che fra l’altro sarebbe stato utile averlo per non finire con la nave dall’altra parte del pianeta, e il castello si vedeva anche all’orizzonte.

Pip Ino commentò soddisfatto mentre svolazzava “Che grandi, eh? Il gioco di squadra paga sempre”

Dick Minchion’E puntualizzò “Però l’altra sera in pizzeria ho pagato io”

Pip Ino gli rispose “Certo, facevano schifo quelle pizze, tutte nere!” e offeso andò direttamente al timone per affrontare quelle cinque miglia che li separavano dall’altra costa.

Comunque nella Dimensione Oscura le pizze sono a prescindere nere, solo che Pip Ino si lamentava dell’arrostimento andato male.

I Galeoni della Dimensione Oscura navigavano senza timone sott’acqua.

“Rotta su…?” chiese Pip prima di partire.

Aspettandosi il boato dei suoi sudditi che dicevano “La casa!”, invece ognuno diede una risposta diversa.

“Il paese dei balocchi!” disse Pulletta.

“Un negozio di Shopping!” chiesero Vag Ina e Vag Ina junior.

“Un’osteria!” disse Ub Riak O.

“Un negozio di spade” richiese Scro To.

“Ci porti a Gardaland?” chiese Ster Ile.

“Io e Sfygato vorremmo andare a sposarci, ci porti lì?” chiese O’Vaja, mentre si faceva penetrare con gusto da Sfy Gato.

“Sesso, An Ale e O’Rale invece vollero andare “A uccidere!”

E così via. Non è che posso rilevare ogni pensiero di ognuno, tanto anche quando non si sentirono tutti nella calca di persone che ho introdotto.

Pip Ino li interruppe. “Ok, basta! Si va dove dico io!”

“Bravo il Re! Lui è il nostro Re!” lo riconobbe In Cesto, della quale nessuno sentiva la mancanza, tranne Tr Oia, che provava interesse per lei. Lo stesso interesse che provavano Atriorc e Kiknos.

Pip Ino si inchinò “Grazie! E adesso andiaaaam… a rovesciaaar il maaaaar!” stupendo ancora una volta tutti con le sue doti canore.

Ma era così incompreso che non lo apprezzò nessuno, quindi Pip Ino, stizzito, prese la ruota del timone e cominciò a navigare prendendo il vento, seguendo alla lettera il manuale che per caso aveva trovato accanto alla postazione.

Nel frattempo, a Corte, dopo aver spento il fuoco tutto sembrava tornato alla normalità, anche se senza Alexander tutto era diventato un po’ monotono e piatto, perché Seléne “accento vagante” non aveva nemmeno la metà del sex appeal dell’Incantatrice.

Joanna attendeva invano che qualcuno di loro avanzasse un’idea, ma alla fine si arrese all’evidenza che solo lei poteva fare uscire i fiori dal letame, così, senza dire niente a nessuno, prese una caffettiera nella stanza da letto (cosa ci faceva lì? Probabilmente non lo sapremo mai… un po’ come chiedersi cosa fa Stan Lee in un programma come Mistero, appunto un mistero) e cominciò a fare il caffè.

“Oh buona idea! Mi stavo giusto addormentando” disse Giaro Ktino, e anche tu lettore sei d’accordo.

Ma Joanna gli mozzò le mani simbolicamente “Non azzardarti a prenderne nemmeno una stilla e stà a vedere”

Anche Selenìo era molto interessato, poi disse a Kamil “Il caffè sarà dolce o amaro?”

Kamil “Ma che domanda è? Casomai, c’è da chiedersi quale incantesimo usa”

Lylha “L’incantesimo dell’Acqua e del Caffè, naturalmente”

Tutti videro dunque un sacco di caffettiere fatte , Buffone disse “Si vede che ha molto sonno!” seguito da du-dum stch della battuta, ma nessuno rise.

Alla sesta caffettiera, ancora senza proferire parola, Joanna raccolse tutto il caffè fatto e lo mise dentro un thermos, dopo averlo fatto ci aggiunse un ago e uno stantuffo e centrò la vena del marito.

La signora Mela si coprì gli occhi “Aiuto! Sta drogando il marito!”

Giaro Ktino era entusiasta “No, secondo me è geniale”

Seléne fu d’accordo “Infatti. Solo una flebo di caffè può svegliare il re dal torpore, perché non ci abbiamo pensato subito?”

Jennifer prese a pungo Jaspar “Cavolo, li volevo io quei 150 milioni!”

Buffone gli disse “Ma perché, secondo te avevano 150 milioni tutti per te? Erano gettoni d’oro”

Finalmente Joanna riprese la parola “Perfetto. Ora dovrebbe svegliarsi”

Giaro Ktino era in fibrillazione “Però, hai centrato subito la vena, caspita che mira”

Joanna rispose lusingata “E non ha visto mio marito…”

Ennesimo Flashback.

Era la solita gara con l’arco, e quell’anno decise di partecipare pure il re, perché il premio era una notte di sesso con Alexander, detta la porca Incantatrice che faceva a tempo perso anche il clown per i compleanni dei bambini e soddisfare anche i fratelli maggiori.

Tutto con Joanna ignara, si capisce. Ormai era incinta di qualche mese di Alì, quindi toccava ad Ivarov mettere le corna.

E la prima occasione alla quale gli venne in mente di mettere le corna alla pur graziosa  Joanna era questo torneo di tiro con l’arco, dove avrebbero partecipato i migliori tiratori del mondo, scelti a suo tempo dal re stesso e adesso avversari.

“Molto bene signori” disse la conduttrice dello show “Abbiamo la finalissima! Sua Maestà Ivarov” condito anche da fischi e buuu, soprattutto dal pubblico repubblicano che in incognito si presentava ovunque “E l’altra candidata per la fantastica notte di sesso con l’ancora più fantastica Alexander! Matthew!”

Matthew fu salutata con applausi entusiasti, perché ogni volta che faceva centro si toglieva la maglietta lanciando vedere le sue tre tette.

Tanto anche Ivarov lo faceva, facendo vedere i suoi pettorali che tanto piacevano alle signore grasse e femministe.

Ecco il bersaglio in questione:

Come si evince dal bersaglio, che consiglio di guardare con gli occhi della mente, erano stati scritti dei giudizi in modo da rendersi subito conto di cosa si era capaci e di cosa non lo si era. Se ad esempio però la freccia usciva fuori bersaglio, dal centro spuntava una miniatura di Ivarov che ti prendeva beatamente per il culo per dieci minuti buoni, insultando anche i tuoi ascendenti.

La conduttrice disse “Bene, e adesso, un bell’applauso per la sfidante, Matthew! Tocca a te!”

Matthew scagliò la sua freccia e fece centro, come sempre.

“Bravissima! Ma adesso tocca a Sua Maestà, che ha sempre umiliato i suoi sfidanti, ma adesso dovrà fare molto meglio di così”

Ivarov ordinò “Si può spostare il bersaglio un po’ più lontano?”

La presentartrice, che dettava anche le regole, obiettò “Ma Maestà… questa è la distanza regolamentare… otto metri non vi basta?”

“No. Voglio che sia messo laggiù” e indicò la finestra della sua camera da letto, visibile solo col binocolo.

“Ma Maestà… sono più di quaranta metri… ed è pure messo in alto”

Ivarov sbuffò “Ah sì? Allora metteteci anche una mela”

La ragazza allora acconsentì al capriccio del Re e tutti lo videro concentrarsi, o forse scaccolarsi e intrattenere il pubblico meglio di Buffone, il quale era stato assunto come intermezzo comico, se comiche si potevano definire le solite battute sulle differenze tra uomo e donna.

Dopo aver visto Giaro Ktino mettere la mela sul davanzale, Ivarov tirò a caso.

La Freccia partì, e tempo tre secondi non solo spaccò la mela in due ma andò a conficcarsi sulla fronte del povero Ciambellano, sotto le risate di chi lo stava guardando. E naturalmente aveva sfondato il bersaglio.

“Aahahaahah! Tanto lo sappiamo perché è diventato Ciambellano!” disse Joanna.

“E perché, di grazia?” chiese Sèlene.

“Per fare questi siparietti comici!” rispose Joanna, in preda alle lacrime.

La conduttrice, un po’ delusa dalla sconfitta della sua beniamina, dovette ammettere “Signori, pare che abbiamo un vincitore! Ivarov!”

E venne portato in trionfo davanti ad una Alexander vestita da paralume, che tolse in un attimo e appartandosi diedero fuoco alle polveri, anche grazie alla mira fantastica di Ivarov, che fece centro più e più volte, all’insaputa di Joanna che nel mentre leggeva una guida su come essere un’ottima madre.

Fine Flashback.

Giaro Ktino annuì “Certo, mi ricordo di quella volta, ancor ami prude la fronte pur essendo la ferita passata”

Buffone insistette con le sue battute “Beh, si può dire che Sua Maestà è uno che centra sempre l’obiettivo, no?”

Du-dum tsch.

Nel mentre che attendiamo almeno un colpo di risata dai suoi compagni di sempre e Alì la finisca di pestarlo a sangue, vediamo la situazione sulla nave.

“Ahahahah! Mi sento di nuovo me stesso! Sento di poter procreare un nuovo figlio, Vag Ina!”

Vag Ina gli teneva il braccio “Certo caro, ma se ti ho pure castrato”

“Beh, e chi lo dice che nel mentre non mi è ricresciuto tutto l’ambaradan?”

“Lo dico io” disse Test Adik Az “I miei incantesimi funzionano sempre!”

“Zitto Test! Altrimenti i miei incantesimi non funzionano!” disse Ster Ile, che stava giocando con il sacerdote.

Nel mentre, Cial Tron E e Scro To osservavano l’orizzonte con aria epica, mentre le loro sorelle li guardavano chi stranite chi invece adoranti, e Ub Riak O ne approfittava per toccare loro il culo.

Improvvisamente, si levò da chissà dove un forte vento, e proprio appena prima di approdare nello scoglio sottostante il palazzo.

Pip Ino disse “Bene ragazzi! Reggetevi forte!” mentre lui cercava di domare le onde che via via si facevano sempre più alte, e alcune addirittura si trasformavano in bestie feroci pronte ad azzannare la povera nave che nulla c’0entrava con tutto quello che succedeva: così si ebbero grosse chimere arancioni spuntare dalle acque e con la bocca bavosa aperta, prontamente sconfitte dalla super squadra della Dimensione Oscura, la quale ha più volte in questi giorni dimostrato di avere una forza non comune ai comuni mortali di quel posto.

Ma non era finita, sembrava che il mare ce l’avesse proprio con loro, e allora Pip Ino cercò di penetrare dentro le onde e affrontarle dall’interno, ma quelle si schermavano contro di lui rendendosi in attraversabili, costringendo il capitano a virare e cambiare rotta.

“Che palle! Proprio ora!” esclamò con disappunto il Re.

Vag Ina gli disse “Perché invece non lo creiamo noi un bel vortice contro i loro vortici, e vediamo chi è il più scaltro?”

“Certo! Ma certo, fatelo dunque!” diede ordine il timoniere capitano Pip Ino, così Vag Ina chiamò a raccolta le sue figliole e crearono il più potente vortice mai visto nella Dimensione Oscura, capace di risucchiare tutte le onde strane che si creavano nel mare e sputarle fuori contro lo scoglio che minaccioso si profilava pronto a squarciare la nave per farla affondare.

Sembrava finita, ma non si aspettavano di certo che proprio mentre stavano attraccando nella spiaggia una corrente a martello bucò la chiglia e sfondò la nave creando una fontanella al centro del ponte, facendola affondare.

“Oh no! Che peccato! Vabé, vorrà dire che entreremo di straforo nella capitale, distruggendo ogni cosa!”

“Sììì! Ci vendicheremo! AAAAAAAh!” Dick Minchion’E non sapeva quando stare zitto e sputò un raggio laser del tutto gratuitamente che rase al suolo un piccolo e simpatico villaggio che si ergeva nella costa.

“Mio caro Dick, 10 per il raggio, 0 per il ragionamento!” sentenziò Tr Oia, dall’alto di essere lo sgabello ufficiale di Vag Ina.

“Zitta troia! Ti ammazzo!” e si ammazzarono a vicenda.

Nel frattempo la notizia giunse come un lampo anche nella stanza da letto del sovrano, anzi giunse proprio a sottoforma di lampo, un lampo scrittore che scrisse “Mia cara regina. La Dimensione Oscura è appena sbarcata nella Capitale e non ha intenzioni pacifiche. Con affetto, Lampo”

Ma Joanna era abbastanza tranquilla: ormai l’effetto del caffè doveva farsi sentire.

Dopo qualche secondo, una brutta inspirazione di Ivarov riportò la regina alla realtà.

Buffone disse per consolarla “Questo non si sveglia neanche con le cannonate”

Jaspar puntualizzò “Ci abbiamo già provato”

Giaro Ktino accarezzava il suo Zagilbo morto “Già, con tragiche conseguenze”

Lylha gli fece eco “Già, povero Zagilbo. Non maltrattiamo gli uccelli”

Sylvio le ricordò “Allora perché hai maltrattato il mio?”

“Che c’entra, il tuo deve essere maltrattato”

E scoparono davanti a Kamil e Selenìo, che li guardarono sperando di prendere appunti.

Ma ormai non c’era più tempo per l’amore, e a riportare tutti quanti nella realtà ci pensò il buon Jennifer, che , stando alla finestra a fumare una sigaretta, si fece bello agli occhi di Seléne, d’un tratto la più gnocca della stanza “Signori e signore, i Mostri della Dimensione Oscura”

Pip Ino e Vag Ina, più precisamente marito e moglie, dissero “Svegliate il re, dobbiamo parlargli.”

 

Ci siamo, è il momento clou della storia! Adesso ivarov deve svegliarsi! Chissà cosa succederà e se resisterò alla tensione così palpabile!

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Eccoli dunque.

Marito e moglie.

Sovrano e sovrana.

Alato e terrestre modello talpa porca.

Entrambi avevano lo stesso sguardo malevolo, la stessa voglia di uccidere, la stessa caparbietà nel raggiungere il loro obiettivi, la stessa capacità di pensare, la stessa supremazia nelle situazioni più districate, ed era dunque ovvio che poi fossero diventati marito e moglie e siano diventati genitori di venticinque figli.

Il loro legame era indissolubile, e insieme formavano una coppia spietata alla quale niente e nessuno, tantomeno Ivarov, avrebbe potuto qualcosa.

Infatti dormiva beatamente.

Figuriamoci poi Giaro Ktino, oppure Jennifer, o anche il Gran Homoclux Selenìo, o la stessa regina Joanna.

Loro e il resto del gruppo stavano guardando con odio eppure con interesse la coppia che si era presentata dalla finestra, non avendo mai visto in faccia chi stava minacciando il pianeta e lo aveva messo a ferro e fuoco e sangue e smog e Inter.

Pip Ino ripeté “Svegliate il re, dobbiamo affrontarlo e sconfiggerlo”

Vag Ina precisò “Più prosaicamente, vogliamo il suo sangue per farci dei bei vestiti e rivenderli al mercato nero della Dimensione Oscura”

Pip Ino fece uno sbuffò di impazienza “Scusatela, è malata di shopping. Voi ce l’avete pure una così?”

La signora Mela alzò la mano, ma nessuno al considerò.

Vedendo che nessuno stava parlando, Pip Ino disse per la terza volta “Orsù dunque, svegliate il re, che abbiamo che fare”

Vag Ina “Oppure non riuscite a svegliarlo? Ohohohohho”

Quelle ultime parole avevano l’effetto di dieci coltellate su ognuno di loro, dilaniavano dall’interno e l’umiliazione li teneva ammutoliti davanti alla grandezza dei due sovrani.

Joanna allora si rese conto che l’ultima cosa che le rimaneva di fare era sclerare del tutto e risultare pazza davanti agli occhi di tutti “AAAAAAH! È FINITA! È FINITAAAAAA!” cominciò a tirare gli oggetti non bruciati in ogni dove verso di loro, ricominciò di nuovo a massaggiare il sovrano urlando “SVEGLIATIIII! È FINITAAAA! LA CASA VA A FUOCOOOOO!”  altre cose strane, tipo cercare l’oro sotto i pavimenti e trovarlo, e tirare le pepite contro Pip Ino e  Vag Ina i quali impotenti si risìvolsero a  Giaro Ktino “Ma è sempre così o è solo perché ci ha visto bene in faccia?”

Giaro Ktino rispose “No, è sempre così”

Vag Ina capì “Aaaah, ora ho capito perché sei Caimbellano”

Giaro “Oh no, anche tu no”

Vag Ina “Fammi finire. Sei Ciambellano per riconoscere gli attacchi d’ira della tua padrona e riderci su”

Giaro Ktino le diede ragione “Ah, ecco perché. Tutti questi mi hanno dato un motivo sempre diverso e ho cominciato a dubitare di me stesso”

Pip Ino tagliò corto “Non è il momento di fare amicizia. Test! Dammi la situazione alla capitale!”

Test Adik az spuntò dal nulla e passò un bigliettino “Oh, molto bene, il 30% è sotto le nostre fulgide mani. Quindi non ci resta che calmare la regina e svegliare il can che dorme”

Ma non ce ne fu nessun bisogno.

Si è svegliato.

Ebbene sì, cari lettori: ad un certo punto, e sotto lo sguardo sbigottito di Sèlene, Jaspar, Giaro Ktino, la regina, la signora Mela, Alì, Selenìo, Lylha, Sylvo, Atriorc, Kiknos, Jennifer e Buffone il Re Ivarov XXII si mosse e si alzò dal letto con gli occhi impastati di sonno.

“Uhm… che mi sono perso?”

“Ben svegliato. Dormito bene?” chiese Buffone, ma essendo un buffone nessuno gli rispose.

“Certo che sì. Altrimenti non mi sarei svegliato manco per il cazzo, non ti pare?” rispose alla fine Ivarov, che si grattò la testa e si girò verso Pip Ino e Vag Ina, e in un lampo di genio capì tutto quello che era successo.

Poi si rivolse a Joanna “Hai fatto un ottimo lavoro. Adesso lascia che ci pensi io”

“Davvero?”

“Certamente” poi si alzò e nel suo regale pigiama si rivolse ai due nuovi arrivati “Per voi è finita, eh”

Pip Ino gli fece una pernacchia, Vag Ina si mise a ridere.

Allora Ivarov pensò bene di schioccare le dita e portarli in una landa deserta, e dopo averlo fatto scatenò un violento ciclone attorno a sé che devastò tutti quelli neri e che non avevano provata nascita in quel pianeta, tanto per salvare Kamil e Alì.

Gli bastò soltanto pensarci e tutti i venticinque figli di Pip Ino e Vag Ina, valletti vari compresi, esplosero dall’interno senza un perché preciso, e tutti davanti a Pulletta, il quale morì per ultimo.

“Oh no! Fratelli! Ho già avuto un sacco di traumi! Anche quest…” ed esplose dall’interno, lasciando i suoi organi un po’ ovunque.

Poi il Re si rivolse ai due colleghi sovrani con aria di sfida “Ho appena ucciso i vostri figli. Ce n’era uno gay o sbaglio?”

I due adesso non lo guardavano più con sufficienza, ma come un nemico da combattere e sconfiggere.

D’un tratto erano rimasti solo loro due.

Pip Ino, il grande sovrano della Dimensione Oscura, che non si è mai fermato davanti a niente, adesso tremava di paura davanti a un uomo quasi innocuo in pigiama. Ma forse era il pigiama che faceva paura, perché era con gli orsetti maniaci suicidi.

E Vag Ina, la grande consorte della Dimensione Oscura, colei che ha sempre sfornato figli di prim’ordine, adesso tremava di frustrazione e vendetta nei confronti di quell’omuncolo da strapazzo che si è permesso di fare esplodere dall’interno tutti i suoi figli, Vag Ina junior compresa.

“Grrrr… ce la pagherai, brutto mostro” disse.

“Che cosa stiamo aspettando? Attacchiamolo” propose Pip Ino.

“No, non ancora. Voglio sapere come ha fatto a fare esplodere i miei figli, cosicché userò la sua stessa tecnica contro di lui”

“È semplice: mi metto in testa chi voglio fare esplodere e… BUM!” esplose un tizio che passava di lì per caso.

I due lo guardarono e Pip Ino strinse il suo cuore che gli era finito per le mani “Sei un farabutto. Se non erro, noi non abbiamo toccato tuo figlio”

Ivarov rispose “Non è mio figlio, potete farne quello che volete”

Allora Pip Ino, spinto dall’ira, decise di prendere fuoco e dare vita alla sua versione Fire.

Ma Ivarov non era per nulla preoccupato, anzi godeva nel fare preoccupare i suoi avversari “Voglio chiedervi una cosa: anche quando riuscite a battermi…”

“Non anche quando, noi riusciremo a batterti!”

“… sì, sì, fammi finire: voi riuscirete a battermi, e come tornerete a casa? Il vostro gran sacerdote vi ha aperto il varco, ma ora si è… RICHIUSO” e chiudendo la mano destra come ad imitare uno che chiacchiera richiuse il buco nero che troneggiava nel cielo.

Vag Ina allora si rese conto che l’unica figlia rimasta in vita non l’avrebbe più rivista, e questo era molto demotivante per lei, così demotivante che ormai non sapeva più chi era né da dove proveniva. Ma che importava? L’importante era fare del male a quel bastardo, così si trasformò in una talpa gigante infuocata e, precedendo il marito, si avventò su Ivarov, il quale però schivò tutte le zannate, una dopo l’altra, e anche con la consueta eleganza, senza metterci troppo impegno. E il fatto che era anche in pigiama umiliava ancora di più gli sforzi della signora.

“Hop! Hop! Dai, avanti! Non mi sto impegnando!”

Allora Vag Ina aprì gli occhi da talpa e si aiutò anche con dei raggio vola distruttori, ma Ivarov rispose con una maggiore velocità.

Ma lui sapeva che non poteva scappare per sempre, così passò il suo tempo difensivo a studiare i punti morti dove la sua avversaria non era coperta, ad un certo punto lo trovò e piazzò un bel calcio all’addome che fece indietreggiare l’avversaria, che accusò il colpo e ricominciò con i suoi attacchi, stavolta spuntando più volte da sottoterra come nel gioco della talpa.

Purtroppo per lei Ivarov ha passato l’infanzia a giocare a quel tipo di gioco, e centrò tutte le sedici volte in cui Vag Ina uscì per sparare il suo getto di fuoco, rimanendole tutte e sedici le volte in bocca ed esplodendo.

Così Vag Ina ritornò normale e col fiatone disse “Adesso viene il bello”

Ivarov rispose “Meno male”

La regina fece spuntare altre sue copie, in modo da avere molte più braccia a disposizione per sparare un raggio gamma di luce verso Ivarov, in un colpo potente e veloce che avrebbe rincorso l’obiettivo per sempre.

Ma il re non era un idiota, e con la forza del pensiero lo fece esplodere, proprio come aveva fatto con i suoi principi, col solo risultato di umiliare la regina ulteriormente.

Vag Ina non si era mai sentita così, o meglio, si era sentita così solo nel momento in cui Pip Ino la umiliava, ma lì almeno era autorizzato, invece Ivarov la stava surclassando in tutti i modi possibili, e non l’aveva nemmeno toccato con un dito fino a quel momento.

Allora la regina pensò bene di passare al contrattacco, anche se fino a quel momento aveva attaccato solo lei, così mise la mani a terra e creò molte talpe minuscole che istantaneamente bloccarono le caviglie del re.

“Aahahahah! Potresti essere il più veloce dell’universo, ma mai quanto le mie Mini Talpe! Adesso preparati a fungere da punching ball!”

Ivarov non sembrava agitato.

Ma Vag Ina era assolutamente troppo nervosa per accorgersene e quindi cominciò a prenderlo a pugni violentemente, o meglio, a fare finta,m perché ogni qualvolta prese solo l’aria.

“Cavolo, cavolo, cavolo!! Non riesco a prenderlo nemmeno così”

Ivarov rispose ”Sì, perché io sono appena entrato nei tuoi pensieri, e riesco a manipolare le tue mani”

Vag Ina se le controllò e provò a muoverle di sua volontà, e vedendo che funzionavano, gli disse “Ma mi stai prendendo per il culoooo? Adesso vediamo se riesci a controllare anche le mie corna!” detto questo se le ingrandì in modo da diventare code aggiunte, che cominciarono a battere sulla terra in modo non solo da creare delle crepe sulla terra e tentare di fare cadere Ivarov, ma anche di creare altri esserini malvagi creati con la povere, e quindi impossibili da colpire.

Ivarov, che ancora aveva le caviglie bloccate, osservò interessato questa tecnica, ma purtroppo per la regina Ivarov era comunque un passo davanti a lei, anche letteralmente, perché gli bastò calarsi, scacciare le mini talpe con il solo movimento delle mani e saltare in modo da non cadere nelle crepe, le quali in fondo avevano un cuore di lava.

Non avevano un cuore vero, può essere mai?

In questo modo comunque il nostro re era in grado di eseguire ottime capriole e schivare gli attacchi degli esseri di sabbia in questo modo, poi prese una delle due corna che lo stava frustando avendo anche uscito degli spuntoni arrugginiti e si portò il corpo con tutta la regina a terra, facendola cadere e farsi male.

Vag Ina allora non demorse e prese fuoco, in modo da non risultare toccabile, cercando di colpirlo con le sei braccia, ma Ivarov le disse “questa tecnica l’ho già vista!” e le schivò ancor a

Alla la regina gli chiese “Fammi vedere una qualche tua tecnica che non sia quella di scappare come un coniglio”

Ivarov ammise “Non ho gli stessi tuoi poteri magici, posso solo sognar meloi. Io posso solo rispondere con la mia elevata velocità e i poteri psichici”

Vag Ina incalzò “Allora sei una neglia?”

“Sì, in pratica sì, ma dammi una freccia e ti solleverò il mondo”

Vag Ina allora la creò per lui dalla terra, e creò anche un arco “Tieni, fammi vedere quello che sai fare”

Ivarov testò un attimo quell’arco: era buono, solo che la corda tendeva a sciogliersi se stretta troppo. E faceva un rumore strano, come un boing.

Allora Ivarov incoccò la freccia e mirò alla fronte di Vag Ina “Allora, sei pronta a morire? Perché mi hai aiutato ad ammazzarti?”

Vag Ina rispose “Non ti ho aiutato ad ammazzarmi, questo è sicuro. Io non sono di quelli che si ammazzano perché hanno perso tutti i proprio figli, anzi cercano vendetta sull’uomo che li ha uccisi”

Ivarov fece spallucce e, guardando bene la fronte di Vag Ina, fece partire il suo unico colpo.

La freccia partì come di consueto, ma, sorpresa delle sorprese, si fermò a mezz’aria e cambiò direzione, scagliandosi contro il mittente, e non solo, si trasformò in un serpente gigante.

Vag Ina gli disse “Visto? Non ti ho aiutato ad ammazzarmi: questa è la MIA tecnica!”

Ivarov quindi dedusse che si chiamava proprio MIA tecnica, e attenzione alle maiuscole.

Adesso dunque Ivarov era solo, disarmato ed in pigiama contro un mostro orribile, un serpente gigantesco verde con la voglia di mangiare in un sol boccone un uomo adulto.

Pip Ino era divertito, ancora prendeva fuoco, però era divertito, era fiero di sua moglie, la quale non stava permettendo alla rabbia e alla frustrazione di prendere il sopravvento e ha giocato il re dormiente con una buona mossa.

Adesso infatti per Ivarov le cose si facevano critiche, d’altronde, la critica gli è sempre piovuta addosso da tutte le parti, e poi toccava sempre a lui spalare e spalare.

Ma adesso gli serviva una spada, e in fretta anche.

“Ma perché non mi sono portato nessuna spada? Sono troppo orgoglioso, io non ho mai vbisto questo tipo di animale, quindi non so che cervello abbia!”

Vag Ina rise “Aahahahha! Visto? Questo è il tuo punto debole. Le cose che non conosci non puoi controllarle! Stavi bluffando poco fa, quando dicevo che mi stavi controllando”

Ivarov dovette ammettere la perspicacia della regina, e il fatto di avere distrutto tutte le creature nere era dovuto al fatto che non le aveva possedute, le ha fatte solo esplodere.

Quindi tutto quadra, e ho anche zittito le contestazioni che già si levavano dalla folla.

Era come quando si era trattato di far fare al leone in tour su Londemom il tip tap forsennato di Giaro Ktino, e non vi riuscì, e lì sì che le critiche sono piovute, ma di color marrone e liquide.

In ogni caso, adesso stiamo parlando di quel giorno, e se non gli arrivava una spada era finita per lui, per giunta non poteva muoversi come voleva perché la regina gli aveva di nuovo bloccato le caviglia, quindi il serpente era pronto ad azzannare.

In mezz’ora ancora non aveva fatto niente.

Vag Ina ordinò “Avanti, muoviti! Azzanno questo re!”

Il serpente tirò indietro la testa e fece vedere tutti i suoi aculei velenosi, il quale veleno scendeva copioso dai denti quasi staccati.

E fu a quel punto che al re venne l’idea del secolo.

Lasciò dunque che la testa del serpente gli si avvicinava e con un gesto fulmineo staccò i due incisivi dalla bocca del rettile, e fu a quel punto che gli arrivarono le spade.

“Aaahahhaha!” rise divertito “La mi inventiva è fenomenale!”

Vag Ina lo schernì “Non illuderti, il mio serpente è letale anche così!”

E in effetti, dopo l’iniziale momento di smarrimento, il rettile si lanciò di nuovo verso Ivarov, il quale però adesso aveva le spade da parte sua, cominciando un duello di scherma dente contro dente, con la differenza però che il serpente da un momento all’altro poteva sparare raggi o dal palato o dagli altri denti, letali quanto gli incisivi, solo meno pronunciati.

Ivarov aveva anche due incisivi, ma non riusciva a dare l’affondo decisivo, se poi Vag Ina si metteva anche a fargli il solletico per fargli perdere la concentrazione (con delle adatte sanguisughe) le cose si mettevano male.

Fino a quel momento Vag Ina stava accarezzando il sogno della vittoria, vedendo anche che Ivarov si stava calando, ma purtroppo per lei il suo avversario si era calato apposta per lanciare un mucchio di sabbia negli occhi del rettile, il quale impazzì e cominciò a sparare raggi ovunque tranne che dalla sua parte, così Ivarov ebbe il tempo di levarsi le ganasce dalle caviglie  e tagliare in due con un colpo morbidoso il rettile, e poi squartarlo accanendosi sul cadavere, fino a ridurlo in minuscoli pezzettini.

“Ma com’è possibile? Te la cavi sempre e comunque” disse la regina della Dimensione Oscura.

“Diciamo che sei stata tu a darmi una mano, non dovevi farmi soffrire il solletico, perché poi cado a terra e mi è venuto in mente il vecchio trucco dell’accecamento tramite sabbia”

“Ah, è così dunque. Vediamo se ti do una mano anche così!” e gli scagliò una bomba di fuoco con tre mani, ma Ivarov la bloccò e se la mangiò.

“Mangi il fuoco?”

Ivarov stava masticando per bene e fece segno di aspettare.

“Hai intenzione di scagliarmelo addosso? Attento, perché io mi potenzio col fuoco, quindi sarò ben felice di prendere in pieno il mio colpo”

Ma Ivarov fece ancora segno di aspettare.

Al che Vag Ina si ruppe le scatole e disse “Vabbé, io attacco  allora!” e si lanciò con tutta sé stessa  per dare un colpo violento allo stomaco di Ivarov, il quale, ricevutolo in pieno, vomitò il fuoco che partì dalla sua bocca e percorse varie miglia, tanto da sfiorare le case lontanissime della capitale.

Di Vag Ina non era rimasta traccia.


Fuori una! Beh, io avevo continuato a dire che Ivarov era un uomo speciale, e sono contento che non abbia deluso le aspettative! Voi che ne pensate?

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


È la prima volta che non concludo il capitolo con Svegliate il Re, e mi sento un po’ a disagio.

Devo dire che questo ultimo scontro ha lasciato con il fiato sospeso tutti? Mai su Londemom si era visto un tale scontro così epocale, fra maschi contro femmine, e che femmine, risolto per una botta di culo da parte di Ivarov, il quale aveva imparato a mangiare il fuoco dall’artista di strada che aveva incontrato da bambino e lo aveva rapito per prendersi il riscatto. Non era stata una bella esperienza, ama almeno col senno di poi gli ha salvato la vita, che altrimenti sarebbe stata finita in quel modo.

Nel frattempo che questo primo scontro andava esaurendosi, a palazzo erano rimasti la regina Joanna e i suoi, che si scambiavano opinioni sull’andamento delle cose e sull’effettiva morte di tutti i demoni Caduti dal buco nero adesso richiuso. Era vagamente rassicurante sapere che adesso il cielo era di nuovo a tinta unita.

“Chissà cosa starà facendo Ivarov? Starà bene? Starà male? Starà così così?”  si chiese Joanna, vagamente preoccupata per la sorte del marito.

“Io comunque non credo che tutti i demoni siano morti, io mi aspetto sempre che qualcuno entri da quella porta” disse Kamil, indicando la porta che tutti istantaneamente guardarono.

“Mah, io dico che se venissero li fermo io col mio incantesimo!” disse orgoglioso il Gran Homoclux Selenìo, il quale ha dato prova più volte delle sue capacità di stregoneria, nelle righe che hai saltato.

Sua nipote Sélèné disse “Ah sì? Ma quando mai? Jaspar, tu ne sai qualcosa?”

Ma Jaspar alzò le mani “Nono, io mi arrendo”

Jennifer non era contento di lui “Mah, è irrecuperabile. Comunque sono contento che abbiamo svegliato il re tutti assieme”

La signora Mela precisò “Veramente è stata sua maestà con la flebo di caffè”

Anche Kiknos era dello stesso avviso “È vero, lode a Sua Maestà”

Atriorc però era geloso “E a me, lode niente?”

“Che c’entra, tu sesso”

Lylha tagliò corto “Ok, basta. Ci penserò io a controllare se sono rimaste impronte di demoni per il pianeta”

Joanna diede l’ordine ufficiale “va bene allora, vattene”

Così si sgombrava un po’ la stanza e la regina avrebbe allattato il principe (il quale adesso dormiva dopo aver finito la voce) in tutta serenità, perché ancora c’era gente arrapata che non aspettava altro che la regina allattava. In particolare Alì, il quale sperava di recuperare punti nei suoi confronti e fare un altro figlio illegittimo con lei.

Credo che conviene spostarci al campo di battaglia.

Le ceneri di Vag Ina adesso si stavano sparpagliando per tutto l’aere, mosse da un vento freddino che nulla c’entrava con l’atmosfera attorno a Pip Ino, adesso vedovo. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivato il momento in cui sarebbe diventato vedovo, ma quello era, e adesso toccava a lui vendicare tutti i figli e anche la preziosa e casta moglie.

Pip Ino prese uno dei tanti pezzi di cenere rossa che una volta era il vestito preferito della moglie e lo distrusse tra le mani, poi disse, senza piangere, perché le lacrime non esistevano per la sua razza “Hai ucciso tutti i miei simili. Compresa mia moglie. Non ti sembra di aver esagerato un po’?”

Ivarov si chiese “In che senso, scusa?”

Pip Ino rispose accusandolo “Io ho risparmiato un po’ di tuoi sudditi, se non sbaglio. Non ti sei comportato bene nei miei confronti”

Ma il suo interlocutore non la bevette, erano anni che non la beveva, non avrebbe ricominciato proprio quel giorno “È solo colpa tua. Se tu non avessi deciso di invadere il mio pianeta, avrei risparmiato tutti i tuoi simili”

Pip Ino sorrise amaro. Era vero: per colpa della sua noia era cominciato tutto, e adesso ne stava pagando le conseguenze. Come quel ragazzo col quaderno, alla fine le conseguenze le ha pagate anche lui. Ma non lui, Pip Ino, destinato a diventare l’Imperatore Intergalattico Da Fare Invidia Anche A Darth Vader (o Fener? Vabé, Anakin Skywalker), e non contro un re in pigiama che si atteggiava a divino, ma come poteri scarseggiava.

“Sai” riprese a parlare “ti ho visto mentre combattevi con mia moglie, e non hai molte qualità. Non capisco come i tuoi sudditi ti rispettino. Nel mio ambiente non saresti durato un’ora”

Ivarov rispose “Ma invece siamo nel Mio ambiente, dove duro da ventuno generazioni”

Pip Ino sbadigliò “E blablabla. Non raccontarmi fesserie, e para questo!” prese la terza gamba, quella a forma di cavallo, e la lanciò verso il suo avversario, che si schivò appena in tempo, ma non tenendo conto che poteva anche avere un effetto boomerang, infatti Ivarov avrebbe dovuto spostarsi ancora, e ancora, e ancora.

“Cosa stai cercando di provare?” chiese il re, ma il demone spiccò il volo e cominciò a bombardarlo all’impazzata, quasi prendendoci gusto a sbagliare l’obiettivo, perché tanto a lui interessava distruggere tutto.

Man mano che i minuti passavano, le bombe di fuoco, di ghiaccio, di fulmine, s’acqua semplice, di veleno e di chiodi aumentavano di frequenza e per Ivarov, che doveva anche stare attento alla terza gamba boomerang, le speranze di vittoria si assottigliavano. Fino a quel momento era stato salvato dai suoi ottimi riflessi, ma non poteva pretendere di vincere per sempre così, così rischiò il tutto per tutto e prese inaspettatamente la gamba, la afferrò con mucho gusto e la lanciò al mittente, che la prese in pieno e smise per un attimo di lanciare bombe.

“Maledetto bastardo! Non ti piace la mia Gamba Inseguitrice, eh? E va bene: vorrà dire che assaggerai l’Inferno!”

Assaggiare l’Inferno è una cosa difficile per tutti, Ivarov compreso, perché, oltre al sapore un po’ piccante, per un po’ lascia quella sensazione di bruciore allo stomaco che nemmeno sembra durare un’eternità. Quindi sarebbe meglio non scherzare con quella cucchiaiata.

Pip Ino ormai era pronto a scagliare dal suo stomaco rosso il suo colpo finale, una specie di mostro un po’ Drago un po’ Fenice rossa pronta a banchettare con tutto quello che trovava, ed è inutile che ti stai mettendo il cartello ‘non commestibile’ perché mangerebbe anche te. Soprattutto te. 

Ma per adesso è interessata ad Ivarov, il quale riprese le zanne del serpente e provò a scagliarle contro l’essere gigantesco, che le digerì ingrossandosi.

La fenice un po’ drago (sì, aveva un po’ di crisi di identità: dopotutto, chi non le ha? Prova a negarlo) fece per prendere Ivarov e mangiarselo, dopo che questo cadde per colpa di una trappola tesa da Pip Ino nel terreno a sua insaputa e anche a nostra insaputa.

“Ahahahah! Morirai mangiato da quelle fauci!”

Ma il re, ormai sveglio, non poteva finire i suoi giorni in quel modo, perché intanto voleva rintracciare i suoi figli naturali rimasti segregati per molto tempo, e poi voleva vedere crescere il figlio di Alì, detto Colui Che Si Immischia.

Alì in quel momento starnutì in modo da far tremare la già instabile camera da letto.

Joanna chiese “Cosa tiu succede? Non ti ho mai sentito starnutire prima d’ora”

Alì rispose “Mi stanno pensando”

Allora Buffone disse ”Allora può essere che Ivarov ti sta maledicendo! Ahahahah!”

Ma nessuno lo guardò. Addirittura Giaro Ktino prese una severa decisione “Buffone, non sarai più Buffone di corte da questo momento”

Buffone entrò nel panico, urlò e si buttò dalla finestra, dove c’era un contadino col suo orticello, finendo così sopra i broccoli che se lo mangiarono vivo, oltre ovviamente al contadino che gli dava vangate sul culo.

E questo sì che fece ridere la gente di sopra, scompisciandosi e ululando.

Come fece un po’ anche il drago un po’ fenice uscito dallo stomaco di Pip Ino, che ormai aveva in pugno Ivarov.

Il demone ordinò “Vai, mia stupenda creatura! Finiscilo!”

Ormai era finita: la vittoria di Pip Ino era assoluta e non so in che modo tirare fuori dai pasticci il Re dormiente questa volta.

A meno che non abbia ancora qualche carta sotto la manica.

Infatti, ormai allo stremo, Ivarov cercò disperatamente di rifugiarsi nel cervello dei suoi Zagilbi reali, non quelli di Giaro Ktino, che teneva nascosti nei cannoni, ma uno Zagilbo adulto e ben sviluppato, diversi da quelli che abbiamo visto a Birdwatchingpolis.

L’uccello reale prese il re e lo mise a terra, poi venne disintegrato da uno sguardo di Pip Ino, ma il danno era fatto.

“Molte grazie, Zagilbo mio” disse Ivarov, notato che il mostro si dissolse “Ora sono pronto per un’altra battaglia!”

Il demone gli ricordò “Ma se non hai nessuna arma, hai campato con le zanne del serpente fino ad ora”

Ma Ivarov gli fece notare che in realtà aveva tutte le armi del mondo, e consistevano nel suo corpo.

“Perciò scendi e combattiamo in un feroce corpo a corpo” concluse.

Pip Ino era molto interessato, così scese dolcemente per darsi la spinta e azzannare il suo obiettivo , che però bloccò un primo pugno e con un dito dell’altro braccio accecò un occhio del sovrano.

“Aaaah! Il mio occhio!”

“E non è finita!” infatti con un momento dal basso gli fece perdere l’equilibrio e con un altro calcio scalciò un’ala, che prese a vibrare portando il suo proprietario su una roccia.

“Eh! Cosa dicevi? Che ci volevano i poteri magici per forza?”

Pip Ino si rialzò e scagliò tutti i massi verso Ivarov, il quale però bastò dare calci a tutti per rispedirli al mittente, che rispose dando loro fuoco, e a sua volta Ivarov li scansò tutti e sfruttandoli come nascondiglio diede un forte pugno alla mandibola sinistra di Pip, che aveva anche una mola che gli faceva male. Ce l’aveva da quando era partito e non sapeva a cosa era dovuto, in ogni caso il dolore alla mola sparì, ma in compenso gli si distrusse la scatola cranica.

In virtù di questo, Ivarov scaricò una miriade di pugni sul suo avversario, e calci, perché non poteva fare altro, prese la sua coda, lo trasportò in alto e spiccando un salto degno di un acrobata lo finì con un pugno a due mani sul coso rosso che non solo fece perdere i sensi al demone, ma sentì proprio l’impatto violento col terreno duro di Londemom.

Ivarov sapeva che bisognava battere il ferro finché era caldo, quindi infierì sul corpo dando continui calci ai fianchi.

Da parte sua, per Pip Ino era la prima volta che veniva umiliato in questo modo da un essere senza particolari poteri magici, e non poteva accettarlo, ovviamente.

Altrimenti che malvagio era?

E poi in questi casi non si è mai sportivi.

Ma ho avuto bisogno lo stesso di rimarcare il fatto che non poteva accettarlo, perché Pip Ino era fatto così, altrimenti avrei detto solo “lo accettò sportivamente e si fece ammazzare come un cane”, anzi no, come un topo o una zanzara, perché oggi come oggi i cani non si possono ammazzare, perché altrimenti hai gli animalisti di sopra.

Non ridere perché è così.

Pip Ino riuscì a reagire rialzandosi fra un calcvo e l’altro e caricato il suo stomaco rosso cercò di colpire Ivarov col suo raggio Mega Distruttore Che Non Rimane Nemmeno l’Odore, ma, essendo un po’ rincoglionito, si era dimenticato che quel tipo di colpi Ivarov li parava tutti, allora caricò li suoi pugni di fuoco, ma il suo avversario restò sempre lì fermo e schivò ogni volta che partiva un suo pugno, anzi era Ivarov che colpiva dando alle volte ginocchiate, alle volte pugni.

E dire che Pip Ino era in grado di volare, quindi avrebbe potuto far partire i suoi pugni dal cielo, cosa che fece solo dopo e perché gli ho detto io di farlo, e stavolta fece centro: Ivarov non lo vide più e venne colpito.

Pip rise “Aahahah! Visto che anch’io so essere veloce?”

Ivarov si asciugò il suo sangue blu “Mah, niente di che. I miei pugni Tornado fanno più effetto”

Pip chiese “Li chiami Tornado perché li dai velocemente?”

“Sì, che ti aspettavi?”

“Un po’ di originalità in più non sarebbe guastata”

“Ah sì? Allora guarda cosa so fare” e si mise  andare pugni a vuoto, all’inizio piano piano, successivamente aumentando il ritmo e sollevando un gran polverone.,

Pip Ino capì cosa sarebbe successo poi e scappò dal ciclone che lo stava investendo, ma facendolo perse di vista Ivarov, che riuscì a colpirlo con un calcio volante facendolo schiantare su un’altra roccia.

Poi il re disse al demone “Ti sembra abbastanza originale?”

Il demone rispose “Mah, si può fare di meglio” e soffiò vortici velenosi a forma di tridenti, che alla fine risultò essere la sua stessa lingua, come si può vedere dalla figura 39. La lingua di Pip Ino, per chi non riuscisse a vederla, è completamente blu, come se avesse mangiato lamponi.

La lingua, per giunta, come sappiamo tutti, è un organo bavoso e molloso, quindi non c’è da stupirsi se oltre a pungere veleno, come in quel caso, cercava anche di stritolare Ivarov contorcendosi tutta, e al re non rimaneva altro che scalciare il più possibile, sperando che prima o poi il demone si faccia male.

In effetti Pip accusava i colpi, ma non abbastanza da fargli chiudere la bocca, così spiccò il volo e cercò di colpirlo anche con le bombe, per aumentare il livello di difficoltà. E fortuna per Ivarov che era capace di schivare così bene, era davvero velocissimo.

Non mi stancherò mai di sottolinearlo.

Ma ad un certo punto accadde che un piede del re si mise sopra la lingua e scivolò, ma il proprietario non si fece niente.

“Ma certo” si disse Ivarov “Solo le punte sono velenose! Perfetto!”

Così si mise a passeggiare sopra la lingua, pronto a scalare la suddetta per colpire Pip Ino così bene da non potersi più riprendere.

Pip Ino, non potendo parlare perché aveva la bocca aperta, creò dei suoi simili sopra la lingua, come dei guardiani che via via bloccavano la strada al re.

Nel frattempo, la regina Joanna stava pensando “Chissà… se uscirà vincitore, farò in modo che non si addormenti mai più”

 

Fine Capitolo! ringrazio tutti quelli che fino ad ora hanno seguito! Lasciate un parere, perché lo scontro finale si avvia alla conclusione!

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Ok, allora, primo scontro col mini demone bavoso.

Costui stava attorcigliandosi come esattamente faceva la lingua poco fa, e visto che Ivarov già sapeva contro chi aveva a che fare, gli bastò scivolare un attimo e dare un pugno che la prima creatura esplose.

O meglio, questo era quello che pensava lui, perché non esplose, ma si allargò in modo da non poter essere colpita, anzi poteva colpire lui col suo tri forcone per pungerlo attaccandogli il veleno nel corpo, tutti fortunatamente schivati dal nostro sovrano, ma gli serviva un’idea per sconfiggere il primo tizio.

L’idea gli venne dalla papilla gustativa, ne prese un mucchio e lo guardò esplodere, stavolta su serio.

Aveva anche lasciato una profonda scottatura sul palato.

Allora Pip Ino decise di sfruttare la stessa scottatura per creare un secondo mostro ancora più brutale, il quale si mise ad urlare e si gonfiò come un pachiderma, pronto a colpire con la sua spada tri forcuta in modo da pungere meglio il povero Ivarov, che nella sua scalata stava anche avendo difficoltà a stare in piedi, poiché Pip gli creava apposta dei gradini in modo da farlo scivolare e cadere a terra.

Ma Ivarov non era tipo da cadere in questo genere di trappole: aveva per anni fatto step nella palestra fitness, e là sì che te li toglievano apposta per divertirsi un po’ alle spalle di sua maestà.

Quindi approfittò della sua scivolata per disarmare l’essere bruto infernale e fargli ingoiare il suo stesso forcone, facendolo scoppiare alle stessa maniera di quello di prima, soltanto che adesso nella lingua di Pip gli era spuntato un foruncolo.

Allora il demone pensò bene di farlo gonfiare per fare crescere il terzo mostro, il mostro dei pus.

Una buona notizia: non aveva armi.

Nel frattempo, la regina Joanna aveva appena giurato di non fare addormentare mai più suo marito che aveva tutti quanti di sopra.

Ad esempio Giaro Ktino le chiese “E come farete? Se avrà ancora sonno, lo pungolerete perché non si addormenti mai più?”

Joanna gli rispose “Lo farai tu, questo. Tanto, sei diventato Ciambellano per questo motivo, o no?”

La signora Mela osservò “Beh, con tutti questi motivi allora Giaro è davvero meritevole di occupare il posto”

Selenìo le disse “No mia cara, è un inetto e un incapace”

Kiknos aggiunse “Nulla paragonabile ad Atriorc, così divino”  

Kamil era disgustato, comunque suggerì “Un modo per farlo tenere sveglio c’è, ed è quello di mantenerlo sempre sulle spine”

Tutti lo guardarono male.

“Beh, funziona spesso, funziona adesso”

La regina rifletté a lungo “Nooo, a lui serve un qualcosa che lo tenga molto sveglio. Tu, Jennifer, che hai esplorato il suoi corpo, come vedi la faccenda?”

Jennifer rispose “Beh, ho già detto che non sono medico”

“Vabbé, dicci la tua”

“Beh, ho già detto che non sono medico”

Allora tutti lo picchiarono lasciandolo svenuto.

Alì disse, sboccando una sigaretta “Beh, se fosse una donna, saprei io come tenerla sveglia” e guardò Joanna malizioso.

Ma ormai la regina non provava niente per lui. Più niente.

Nel mentre che si stava decidendo come tenere sveglio il re, Ivarov era alle prese col pus verde bianco del terzo mostro inviatogli da Pip.

“Merda! Non mi lascia altra scelta! Lo combatterò così” e benché limitato nei movimenti, parò entrambi i pugni del suo avversario.

Adesso entrambi pieni di pus, quindi entrambi avevano acquisito l’effetto incollante, ma Ivarov aveva dalla sua l’inventiva dell’essere vivente, così lanciò una testata che fece volare via lo scalpo al mostro che senza testa esplose, lasciando filini movimentati sulla lingua.

Pip Ino prese ispirazione da quelli per creare il quarto mostro, pieno di alghette che erano più violente del pus, e si strinsero nei quattro arti di Ivarov, il quale le tirò a sé e prese a pugni il qaurto mostro finché non dichiarò la sua resa ed esplose da solo.

Con grande scorno di Pip Ino, Ivarov se la stava cavando egregiamente nei suoi vari step, ma ancora la vittoria era lontana, così improvvisamente decise di chiudere la bocca e, sapendo che il suo avversario non avrebbe trovato alcun punto d’appoggio sotto di sé, spiccò il volo e lo spedì a terra con un calcio sullo stomaco.

L’effetto fu tale che il povero re di Londemom rimbalzò su sé stesso rovinandogli per sempre la colonna vertebrale.

Ma non bastava certo per metterlo fuori gioco, infatti si rialzò e stoicamente disse “Sono pronto per un altro giro”

Pip ino rise, e mise le braccia conserte. Poi si concentrò per diventare blu; poi, per completare la sua trasformazione, si tolse completamente la pelle e divenne blu e gigantesco.

Ancora più gigantesco di com’era prima, adesso si va sui cinque metri e mezzo.

Per prima cosa sistemò le sue zampe sul terreno in modo da provocare due scosse sotto i piedi di Ivarov, i quali evidentemente non erano antisismici e quindi caddero entrambe le volte, poi il mostro planò verso di lui e aprì la bocca per mangiarlo.

Ivarov lo vide appena in tempo, e prima di spiccare un balzo di forse quattro metri vide una profondità nera che preferì non osservare più da vicino, anche perché il suo alito sapeva di alghe andate a male.

Così il re si mise sul suo dorso.

“Adesso riesci a vedermi? Eh? Brutto stronzo”

E lo prese anche per le corna, in un modo che ricordava i cow boy con i loro manzi che cercavano di disarcionarlo.

E allo stesso modo Pip con Ivarov, si contorse tutto, ma niente.

Ma non era diventato blu per niente.

Infatti si accese tutto ad un tratto ed emanò una potente luce blu che stordì l’avversario che cadde a terra.

“ti è piaciuta la tecnica Blu Stordente? È un mio piccolo omaggio alla mia defunta moglie. Dopo averti ucciso, ti umilierò, lo sai? E farò anche sesso con tua moglie fino a sfondarla del tutto, così sarai umiliato e deriso per sempre!”

Ivarov stava pensando alla moglie, e la moglie stava pensando a lui. Non si erano mai trovati in contatto prima d’allora, ed ecco com’è andata:

“Ciao Joanna”

“Ivarov! Che ci fai nel mio cervello?”

“Volevo vedere se esisteva veramente. Ascoltami piuttosto, e vai nella mia stanza delle armi! Svelta! E non dire niente a nessuno!”

Joanna si toccò la testa e disse “Ivarov mi sta parlando, dice di andare nella stanza delle armi!”

E così tutti andarono nella stanza delle armi, ove si resero conto che Ivarov era più che preparato da un’invasione aliena: c’erano armature, bazooka laser per fare onde energetiche, cannoni abbaglianti, distorsori e fabbricanti di mondi paralleli, poi pistole, razzi, scudi e missili, oltre naturalmente ai lancia granate e l’artiglieria pesante contenuta in un solo carro armato.

C’è chi si accontenta di un cielo in una stanza, e c’è invece chi la riempie di mezzi difensivi.

Mentre Ivarov schivava i colpi di Pip Ino, parlava con la moglie.

“Non mi avevi mai detto che avevi tutta questa roba! A saperlo prima non ti avremmo mai svegliato, come sta dicendo giustamente Giaro!”

Ivarov rispose “Zitta e ascoltami. Tanto quelle robe le so usare solo io con i miei poteri mentali. Adesso voglio che tu mi prendi la Tri Spada Laser! La vedi? È in mezzo a quelle cianfrusaglie!”

“Se chiami cianfrusaglie bombe nucleari, non oso pensare cosa definisci armi”

“Tu prendila! L’hai presa?”

“Sì. Adesso che ne faccio?”

“Niente. Adesso la prendo. Adesso che sono nel tuo cervello posso comandare le tue braccia in modo da lanciarmi la Tri Spada”

E così fece: il fatto di non poter possedere i mostri era un conto, ma la moglie, che conosceva benissimo, poteva comandarla come voleva.

E così fu: adesso Joanna aveva un potere a lei sconosciuto, sentì improvvisamente l’impulso di correre nel balcone e di lanciare con tutta la forza la Tri Spada, che precisamente atterrò sulle mani di Ivarov.

“Sei stata fantastica! Grazie mille! Tornerò fra un minuto!”

“Stai attento però” le rispose, e chiuse il collegamento. Il re non si aspettava che lo facesse.

Poi si rivolse al suo avversario “Ti sconfiggerò fra un minuto”

Pip Ino rise ancora “Non farmi ridere. Sei in netto svantaggio, non hai fatto altro che scappare, e ora che hai un giocattolino così mi fai credere che morirò far un minuto?”

“Esatto”

Eccola! La Tri Spada Laser: una spada a tre lame, rosso, giallo e verde, che lascia presupporre di essere letale.

il Rosso, per tritare il sangue e spargerlo ovunque;

il Verde, per… boh… tagliare i nemici:

e infine il Giallo, per fare risplendere la Luce su questo mondo!”

Ivarov la accese e velocissimo trapassò verticalmente il povero Pip Ino, il quale nemmeno si rese conto di quello che stava facendo, allo stesso modo di Vag Ina.

Per sicurezza, Ivarov infierì sul cadavere come fece a suo tempo un ragazzo venuto dal futuro con i capelli biondi con un altro alieno bianco.

E infine distrusse i pezzettini, per ulteriore sicurezza. E poi un occhio lo stava guardando vendicativo.

Questa è la storia di Ivarov XXI, il re dormiente che da sveglio ha liberato l’Universo dalla Dimensione Oscura.

 

THE END! Ebbene sì, è proprio finita! Ditemi che cosa ne pensate, e intanto vi ringrazio per aver seguito anche questo capitolo!

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