Un viaggio indimenticabile di chiaretta78 (/viewuser.php?uid=51309)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La sera del concerto ***
Capitolo 2: *** Non è che vi va una birra insieme? ***
Capitolo 3: *** Temple Bar ***
Capitolo 4: *** Emozioni altalenanti ***
Capitolo 5: *** Confidenze e primi baci ***
Capitolo 6: *** Cenetta romantica ***
Capitolo 7: *** I sogni diventano realtà. ***
Capitolo 8: *** Una mattinata interessante ***
Capitolo 1 *** La sera del concerto ***
Giulia's dream
Ok, questa follia mi
è
venuta in mente sapendo che "qualcuno" il 23 andava a incontrare
Duffuccio bello a Londra e che la sottoscritta sarà a
Dublino
proprio mentre "loro" sono in città!!
E' senza pretese e senza capo né coda, ma che volete farci?!
Ultimamente sono particolarmente fuori di testa!!
Emma e Manuela erano fuori dal The Academy da
almeno quattro ore.
La prima si era fatta convincere dalla seconda a non demordere, ad
aspettare là fuori al freddo per tutto quel tempo nella
speranza
di beccare qualcuno che vendesse un biglietto last minute, anzi due.
In
fondo si sapeva che a questo tipo di eventi c'erano sempre dei bagarini
più che contenti di fare un sacco di soldi giocando coi
sogni
delle persone, no?
Emma aveva sempre sentito in TV parlare di questi
loschi tipi, perché
quel concerto doveva essere diverso?
E invece quella lunghissima attesa era stata totalmente vana. A quanto
pare quello spettacolo era l'eccezione alla regola e di bagarini non se
n'era visto manco uno.
Lo show iniziava alle 20.30 e ormai, alle 20.10, perfino la stessa
Manuela aveva perso ogni speranza.
L'ultimo ragazzo della fila entrò ed Emma lanciò
un'occhiata triste e rassegnata verso quella porta e il grosso
buttafuori che aveva controllato i biglietti di tutti, cacciando via
anche un paio di persone che avevano a quanto pare cercato di fare i
furbi.
Emma vide Manu scaldarsi le mani con il fiato caldo, seduta per terra
tutta intirizzita e dopo aver lanciato un'altra occhiata a
quell'energumeno decise di fare l'ultimo disperato tentativo.
Manuela la vide corrucciare la fronte in un'espressione decisa e
determinata e partire in quarta verso quell'omaccione calvo dall'aria
truce. Cosa aveva in mente?!
Emma si avvicinò al tipo e gli sorrise amabilmente, cercando
di rabbonirlo.
Quello era un tipo davvero tosto e pure un po' stronzo,
da quel poco che aveva visto in quelle quattro ore. Un po' ne era
intimorita, effettivamente, ma ehi, quante volte poteva capitarle di
essere a Dublino proprio quando Duff e i Loaded facevano qualche data?
"Ehi... ciao... posso chiederti un favore immenso?"
Il buttafuori la guardò malissimo.
"Che cazzo vuoi? Levati dalle palle, rompiscatole! Tanto non ti faccio
entrare a scrocco, hai capito?!"
Emma sentì l'impellente desiderio di cioccare un pugno in
faccia a quel bestione maleducato, ma cercò di ripetersi
tipo
mantra nella testa che lui poteva esserle utile e così si
sforzò di contare fino a dieci prima di parlare.
"Non voglio entrare a scrocco! Posso pagarti, sai? Facciamo che ti do
i soldi del biglietto e tu fai come se ce l'avessi avuto davvero, che
ne dici? Mi sembra una proposta più che ragionevole, no?"
L'omaccione diede un generoso sorso al drink che teneva in mano ed Emma
solo in quel momento si accorse dell'odore di alcool che emanava
da quell'uomo e si chiese quanto avesse già bevuto e quanto
questo potesse giocare a suo favore.
Gli si avvicinò un po' di più, sorridendo
allusiva.
"E dai... così siamo tutti contenti, no? Tu prendi i soldi,
io e
la mia amica entriamo dentro e ci godiamo lo spettacolo e nessuno si
accorge di certo che ci sono due persone in più
lì
dentro... Ci stai?"
Fu una frazione di secondo. Emma sentì improvvisamente una
presa di acciaio stringerle il polso, facendole un male cane, e non
riuscì a trattenere un grido di dolore.
"Ahia!"
Manuela si accorse che la situazione stava degenerando e si
alzò
di scatto, correndo verso la sua amica. Vide dei ragazzi
scendere da una macchina proprio a pochi metri da loro e si
sbracciò attirando la loro attenzione.
"Aiuto! Per favore, aiuto!"
Manuela sentì il buttafuori urlare in faccia a Emma qualcosa
che non riuscì capire bene, un po' per la paura e un po' per
la
sua scarsa conoscenza della lingua inglese e poi lo vide afferrarla per
i capelli e avvicinare così il viso della sua amica al suo.
"Lasciala stare!"
Manuela si lanciò contro quell'armadio d'uomo e si
attaccò al suo braccio enorme, cercando di staccarlo dal
polso
dell'amica.
Emma vide l'espressione di quel bastardo farsi se possibile ancora
più folle e si spaventò sul serio.
"Scappa Manu! Scappa! Vattene!"
Manuela, resasi conto che non sarebbe mai riuscita a separare quella
manona dal braccio di Emma, decise di staccarsi e andò
dietro al buttafuori, iniziando a colpirlo più forte che
poteva sulla schiena.
"Brutto bastardo, lasciala!"
Il buttafuori ringhiò come una bestia inferocita e con uno
scatto violento sbatté Emma per terra, facendole
violentemente
urtare il suolo con il gomito.
Emma sentì un lancinante dolore arrivarle dritto fino al
cuore
e lanciò un grido disperato. Il dolore era davvero
fortissimo e
improvvisamente la ragazza si sentì investire da un'ondata
di
nausea fortissima e si sentì venir meno.
Forse perse i sensi per qualche secondo, perché quando
riaprì gli occhi la scena era completamente cambiata.
C'erano
due ragazzi davanti a quel gran bastardo, in quel momento accasciato a
terra, e gli stavano urlando di
tutto, mentre un tipo mingherlino parlava con Manuela, apparentemente
rassicurandosi che tutto fosse a posto.
Emma sentì una mano sfiorarle appena una spalla e solo
allora
si accorse che accucciato vicino a lei vi era un ragazzo biondo che la
guardava preoccupatissimo.
Sbatté le palpebre un paio di volte, cercando di capire se
quello che stava vedendo fosse reale o il frutto della botta a terra o
peggio ancora dello svenimento.
Non poteva essere vero... non poteva essere lui!
"Ehi... come ti senti? Tutto ok?"
Duff la guardò da una parte in pensiero per lo sguardo
smarrito
della ragazza, dall'altra sollevato di vederle riaprire gli occhi.
Quando erano scesi dall'auto per entrare nel locale, avevano sentito
della grida e avevano notato una ragazza che si sbracciava verso di
loro chiedendo aiuto.
Erano corsi immediatamente a vedere cosa diavolo stesse succedendo ed
erano arrivati nel momento esatto in cui quella sottospecie di
scimmione aveva scaraventato un'altra ragazza per terra come fosse
spazzatura, facendole dare un colpo tremendo a terra e perdere
i
sensi.
Lui non ci aveva più visto. Non sopportava chi se la
prendeva
con persone indifese e più deboli, figuriamoci poi se con
una
ragazza!
In pochi attimi si era ritrovato davanti a quel bestione e con
un paio di colpi ben dati l'aveva messo a terra, lasciandolo poi ai
suoi amici onde evitare di esagerare.
In pochi passi aveva raggiunto la ragazza a terra per accertarsi che
stesse bene. In fondo aveva preso davvero una gran botta!
"Ce la fai a tirarti su a sedere?"
Emma cercò di rimettere in funzione il cervello e
annuì
silenziosamente. Sollevò il busto, appoggiandosi con la mano
sana al pavimento, e si mise seduta.
Nello spostarsi mosse
involontariamente anche il braccio destro e una smorfia di dolore le si
dipinse sul volto.
"Ti fa tanto male?"
Duff le sfiorò il braccio dolorante e guardò con
disgusto
il segno che quel gran figlio di puttana le aveva lasciato sul polso.
"Quel figlio di una buona donna... Guarda qui che roba!"
Emma spostò lo sguardo sul suo polso. Un segno bluastro era
già comparso tutto intorno al suo polso, proprio dove il
buttafuori l'aveva afferrata nel suo scatto di rabbia.
Si sfiorò proprio lì con la mano sinistra, come
se fosse ancora incredula che tutto quello fosse successo.
"Hai colpito con il braccio per terra?"
Emma fino a quel momento non aveva spiccicato parola. Alzò
lo
sguardo verso di lui e rimase per qualche istante incatenata a quegli
occhi così particolari che la facevano impazzire da
più o
meno venticinque anni. Non poteva fare la parte della muta davanti al
suo sogno erotico di sempre!
Vide Manuela correre verso di lei, preoccupatissima.
"*Emma, come stai? Santo
Dio, mi
sono presa uno spavento allucinante! Credevo che quello ti avrebbe
ammazzata di botte! Meno male che sono arrivati sti ragazzi, se no non
so come andava a finire! Come ti senti?*"
"*Non male, considerando
cos'è appena successo... Mi fa malissimo il braccio
però, spero
di non essermelo rotto cadendo!*"
Duff guardò quelle due senza capire una parola di quanto
stessero dicendo. Ma da dove venivano?
Sentì dei passi avvicinarsi e si girò. Era Jeff.
"Ehi Duff, come sta?"
Duff si tirò su in piedi e vide che un tizio,
presumibilmente un
responsabile della sicurezza, stava parlando con Mike e Isaac e
ascoltava scioccato il resoconto di quanto appena successo.
"Direi meglio del previsto. Si dev'essere fatta male al braccio, ma non
so di più perché credo non mi capisca, non
è
irlandese."
"Infatti sono italiane. Isaac ha parlato con l'altra ragazza ed
è venuto fuori che vengono dall'Italia e che erano qui nella
speranza di trovare un biglietto per il concerto. Hanno proposto a quel
coglione di pagargli un biglietto fittizio e quello, essendo ormai
bello ubriaco, si è incazzato come una iena per qualche sua
scimmia particolare e ha malmenato la ragazza. Pare che non sia la
prima volta, il tipo laggiù gli sta facendo un gran culo."
"Bene, mi sembra il minimo."
Duff tornò ad accucciarsi vicino alla ragazza, la quale
stava parlando animatamente con la sua amica.
"*Dico, ma ti rendi
conto Manu? Me lo sono trovato a pochi centimetri
da me, che mi fissava con quegli occhi verdi meravigliosi... tra un po'
mi sento male di nuovo!*"
Manuela scoppiò a ridere, felice di vedere che Emma aveva
già ripreso a sparare cretinate.
"*Vedi di non saltargli
addosso, va'... ricordati che ti fa male il braccio!*"
"*Me lo ricordo, me lo
ricordo, tranquilla... fa un male porco...*"
Emma si girò, sentendo una presenza vicina a lei, e si
trovò di nuovo a pochi millimetri da Duff. Involontariamente
arrossì di colpo.
"Non so se mi capisci... ma ce la fai ad alzarti?"
Emma annuì di nuovo. Ma perché non riusciva ad
articolare
nemmeno un suono vagamente umano?? Chissà cosa stava
pensando di
lei Duff! Come minimo che era scema!
Con l'aiuto di Manuela, Emma si alzò con non poca fatica,
perché ogni movimento del corpo le faceva muovere il braccio.
Si portò la mano al braccio, come a cercare di proteggerlo.
Duff guardò Jeff.
"Sarà meglio entrare e farle mettere del ghiaccio... "
Lanciò un'occhiata al suo orologio. "Tra l'altro dobbiamo
sbrigarci, finisce che facciamo tardi."
"Ok. Andiamo allora."
Duff si girò verso le ragazze, sorridendo e cercò
di parlare il più lentamente possibile.
"Venite, andiamo dentro così vi facciamo portare del
ghiaccio
per il braccio e noi... beh, noi iniziamo lo spettacolo!"
Emma sbatté le palpebre quasi in trance. Stava
scherzando, vero? Le portavano nel backstage?
Duff la guardò un attimo perplesso. Forse non avevano capito?
"Che c'è? Non venite?"
Emma finalmente si risvegliò da quello stato
catatonico.
"No no, certo che veniamo! E' che non mi sembra vero! Insomma... nel
backstage? Wow!"
Duff sorrise. Ah, ma allora parlava eccome la sua lingua!
"Dai, sbrigatevi che stiamo facendo tardi."
E fece cenno con la mano per cedere loro il passo. Emma e Manuela a
quel punto si avviarono verso l'edificio, guardandosi continuamente
come a rassicurarsi di essere sveglie e non in un sogno.
Si infilarono dentro, seguendo Jeff e Mike, Duff sempre alle loro
spalle.
I ragazzi salutarono un po' di persone lì dentro e poi si
videro
raggiungere da un ragazzo tutto trafelato, in piena crisi di nervi.
"Ma dove cazzo eravate finiti? Tra pochi minuti dovete essere sul
palco!"
Mike gli sorrise sornione.
"Ehi ehi Tim, calmati! Siamo qui, no? Abbiamo avuto un piccolo
problemino all'entrata, tutto qui."
"Un piccolo problemino? Stai scherzando? Datevi una mossa, su!"
Jeff alzò gli occhi al cielo.
"Tim stai tranquillo! Il tempo di andare sul palco e prendere le
chitarre, cosa vuoi che sia?"
Il bassista indicò con il pollice
le due ragazze dietro di lui.
"Puoi dare un pass a queste nostre
amiche?"
Tim le squadrò scettico.
"Sono loro il vostro problemino?
Rock stars..."
Scosse il capo, sconsolato.
"Ok, faccio avere il pass alle ragazze, ma voi andate sul palco!"
E si allontanò alla svelta.
Jeff si girò verso Emma e Manuela.
"Venite, potete stare qui." Indicò un tavolo dietro di loro.
"Appoggiate pure tutto qui senza problemi. Noi dobbiamo andare o a Tim
prenderà un colpo! Godetevi lo show, ok?"
E facendo loro l'occhiolino si allontanò con Mike e Isaac.
"Porca miseria Manu, ti giuro che non riesco ancora a capacitarmi di
essere qui!"
"Contenta? Visto che avevo ragione a dirti di insistere e aspettare?
Oddio, hai dovuto buscarle per entrare, ma forse ne è valsa
la
pena!"
Le due ragazze scoppiarono a ridere e Manuela iniziò a
togliersi il cappotto.
"Bisogna che mi aiuti, non ce la faccio con sto braccio a fare da sola."
Emma si slacciò il cappottino e poi
aspettò che
l'amica le desse una mano a tirar via il braccio destro dalla manica.
Per quanto Manu cercasse di essere delicata, un dolore fortissimo
arrivò fino al cervello di Emma.
Duff da lontano si accorse dell'espressione dolorante della ragazza.
"Possibile che non ci sia nessuno che può portare del
ghiaccio a
quella ragazza?"
Guardò Jeff, già con la chitarra in
braccio.
"L'hai detto a Tim?"
"No, mi sono dimenticato..."
Duff alzò gli occhi al cielo.
"No comment!"
Duff si guardò in giro alla ricerca di Tim e ad un certo
punto sentì Jeff lasciarsi scappare un'esclamazione.
"Ah però... niente male..."
Duff si girò e vide che l'amico guardava verso le ragazze.
Un sorrisetto compiaciuto gli si dipinse sul volto.
Manuela stava infatti aiutando Emma a togliersi il maglione e nel
sollevarlo aveva involontariamente alzato anche la maglietta, lasciando
scoperta la pancia dell'amica. Il commento di Jeff però era
dovuto a quel ben di Dio che si intravedeva dalla scollatura della
maglietta di Emma, decisamente ben equipaggiata sul davanti.
Jeff gli si avvicinò all'orecchio.
"Bella mossa salvare quella fanciulla in difficoltà... sento
che ne potremmo avere delle grandi
gratificazioni!"
Jeff scoppiò a ridere e Duff gli diede uno spintone, ridendo
a sua volta.
"Sei proprio un idiota! Vado a cercare Tim."
Dopo di che, si avvicinò alle ragazze.
Emma quando lo vide arrivare si sentì andare il cuore in
gola. Dio quant'era bello quella sera!
"Ciao... ehi, non vi ho nemmeno chiesto come vi chiamate!"
Fu Manuela a rispondere per prima.
"Io sono Manuela e lei è Emma."
Duff le strinse la mano e ovviamente si guardò bene dal
farlo con Emma. Guardò la ragazza con dolcezza.
"Adesso ti faccio portare del ghiaccio Emma, ok? Se ti sembra che si
sia rotto però sarà il caso di andare al pronto
soccorso.
Ti fai chiamare un taxi da Tim, in quel caso, chiaro?"
Emma sorrise. Era proprio dolce come se l'era sempre
immaginato.
"Promesso. E grazie mille per tutto."
Duff la guardò un po' stranito.
"E per cosa, scusa?"
"Come per cosa? Per avermi aiutata con quell'energumeno, per averci
fatte entrare qui e per il ghiaccio! Non ti basta?"
Duff le sorrise.
"E cosa potevo fare secondo te? Lasciare che quello ti picchiasse? Per
il resto, mi sembrava il minimo, considerando che ti sei cacciata in
sto casino per venire a sentire il concerto. Non preoccuparti. Ci
vediamo dopo, ok?"
Manuela e Emma gli sorrisero e Duff si allontanò
alla ricerca di Tim.
Lo videro parlare con quel ragazzo così agitato e poi
avvicinarsi all'ingresso del palco.
Una voce annunciò al pubblico l'arrivo della band e un boato
esplose nel momento esatto in cui i ragazzi misero piede sul palco.
Emma si sentì percorrere da dei brividi per l'emozione di
essere
lì, in quel momento, in quella posizione privilegiata.
Capiva
benissimo l'eccitazione del pubblico e allo stesso tempo aveva la
possibilità di toccare con mano anche quella del gruppo.
Chi
l'avrebbe mai detto che uno come Duff, che aveva suonato davanti a
platee oceaniche e faceva quel mestiere da una vita, potesse ancora
emozionarsi in quel modo?
Partirono le note di Dead
Skin e la folla andò in delirio.
Time to rock Dublino!!
Ehm... come dicevo, senza
pretese,
ok?? Perciò non tiratemi niente, per favore!! ^^ Non credo
sarà molto lunga come FF, qualche capitolo e stop,
promesso!! XD
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Capitolo 2 *** Non è che vi va una birra insieme? ***
Ditemi che non è un sogno o uno scherzo!
Ecco il
secondo capitolo. Scusate se
ci ho messo un po' ma sono stata a Padova al concerto del mio amoruccio
bello e quindi ho avuto un po' di giorni intensi!! ^^
Come vedete il delirio continua... anche se penso per ancora solo un
paio di capitoli, non di più. Ma chi può dirlo??
Piccola nota: siccome sono una 'brava ragazza' XD e soprattutto sono
sposata anch'io, non mi sono sentita di far eventualmente tradire Susan
a Duffuccio bello, così ho preferito distorcere enormemente
la
realtà e rendere Duff un uomo single che ha appena
divorziato.
Sorry!!
Buona lettura! ^^
Il concerto di apertura dei Loaded volgeva al termine. Era stata solo
mezz'ora, ma i ragazzi avevano dato l'anima come sempre e il pubblico
era più che caldo e
pronto a ricevere gli Ugly Kid Joe.
Emma e Manuela videro Duff avvicinarsi al microfono e salutare la
folla, ringraziandoli per essere andati e per la straordinaria
accoglienza che gli avevano riservato in quell'ultima data del loro
mini-tour in UK. Le due amiche si spostarono dal lato del palco e si
avvicinarono
alla loro roba. Era ora di andare, ma prima volevano ringraziare di
nuovo tutti per quello che avevano fatto per loro.
"Sai Emma, devo ammettere che avevi ragione... non sono niente male!
Quando torno a Galway mi vado ad ascoltare un po' di loro roba."
"Visto?! Tu non mi dai mai retta e dai sempre per scontato che quello
che ascolto io sia solo frastuono e rumore, invece non è
così!" Il viso di Emma si aprì in un mega sorriso
un po'
da ebete. "Non sono stati bravissimi?!? Peccato sto maledetto braccio,
se no mi sarei scatenata molto di più!"
"Di più di così?!? E cosa facevi scusa?? Le
capriole in aria??"
Manuela scoppiò a ridere, mentre Emma le dava una
spintarella e le faceva una boccaccia.
"Sei proprio spiritosa, sai??"
Le due ragazze controllarono i loro cellulari e poi presero i loro
maglioni per rivestirsi, prima di uscire.
"Mi sa che mi devi dare ancora una mano per vestirmi... Il braccio va
meglio, ma non credo di riuscire a piegarlo così tanto."
"Non c'è problema Emma, dammi un minuto però che
rispondo alla Ale, che vuol sapere com'è andata."
Il vociare lì vicino fece capire immediatamente a Emma che
Duff
e gli altri erano tornati nel backstage. Si girò subito in
direzione loro e rimase estasiata alla vista di un Duff decisamente
sudato e stanco, ma altrettanto soddisfatto. Era talmente sexy da
sentirsi male!!
Duff probabilmente si sentì osservato, perché si
girò di colpo verso di lei, facendola arrossire.
Maledizione,
beccata in pieno!! Bella figura Emma, complimenti...
Il cantante rimase un attimo a guardarla. Aveva le guance colorite,
forse per l'emozione del concerto o forse per il caldo assurdo che
c'era in quel locale, e questa cosa le donava particolarmente. Scosse
il capo, scacciando quei pensieri cretini. Cosa diavolo stava
pensando?!
Adesso che l'aveva fissata come un fesso per un tempo imprecisato
doveva dar loro l'impressione di avere un motivo ben valido per non
averle tolto gli occhi di dosso... Il braccio! Quella era una buona
scusa.
Si avvicinò alle due ragazze e
notò immediatamente che stavano raccogliendo le loro cose.
La
cosa gli diede un po' fastidio... perché tutta quella fretta?
"Ehi... come va il braccio??"
"Meglio, grazie... il ghiaccio ha fatto miracoli! Siete stati
fantastici sul palco, davvero!! Un'energia pazzesca."
"Grazie... mi fa piacere sentirtelo dire."
Jeff li raggiunse proprio in quel momento.
"Ehi bro
sei stato fenomenale
stasera!" Gli diede una pacca sulla schiena e sorrise felicissimo alle
due ragazze. "Ehi, dove scappate di bello?"
Emma gli sorrise di cuore. Era evidente che quei ragazzi adorassero
quello che facevano e che suonare dal vivo fosse la loro droga. Erano
eccitatissimi!
"Leviamo le tende... andiamo a berci qualcosa al Temple Bar o alla
Porterhouse... ma prima di scappare vi volevamo ancora ringraziare per
prima, per stasera, per tutto!! E' stata una serata pazzesca,
nonostante l'inizio non sia stato dei migliori. Non avrei mai sperato
di riuscire a sentirvi dal vivo, tanto meno di conoscervi! Grazie di
cuore."
"Wow, il Temple Bar! Quant'è che non ci andiamo?? Non mi
spiacerebbe farci un salto Duff, che ne dici?"
Jeff guardò il cantante cercando di capire cosa volesse
davvero
fare. Si meritava un po' di svago, visto il periodaccio che stava
passando, ma non voleva forzargli la mano proprio per lo stesso motivo.
In quel preciso istante Mike arrivò da dietro ai due e
stampò a entrambi una bella manata sulla spalla, facendogli
fare
un salto per lo spavento.
"Ehi ehi ehi!! Che succede qui?? Cosa bolle in pentola?"
Duff scostò con uno strattone la mano del suo chitarrista.
"Fallo un'altra volta e ti uccido Mike!! Mi hai tolto dieci anni di
vita!!"
"E non è che ne restino tanti altri allora, non è
vero?? Scusa capo, hai ragione, non lo faccio più!!"
Scoppiarono tutti a ridere e Duff lo minacciò bonariamente
con il dito.
"Occhio Squires che sarò più vecchio di te ma
picchio forte..."
Mike alzò le mani in segno di resa.
"Ah, su questo non ho dubbi. Se n'è accorto anche il
buttafuori, prima..."
"Già... non mi ci far pensare." Duff si rabbuiò
un attimo
all'idea di quel cretino. "Comunque Jeff stava proponendo di seguire le
nostre due fanciulle qui che vanno a bere qualcosa al Temple Bar. Che
ne dite?"
Mike guardò Isaac per avere conferma, ma il batterista era
decisamente imbambolato a guardare Manuela. Mike gli diede una
gomitata, ridacchiando e poi si girò verso Duff.
"Direi che quello era un sì!!"
Il biondo scosse capo, fingendo disperazione.
"Ma a cosa stavo pensando quando vi ho chiesto di entrare nella band??"
Poi si girò verso le ragazze. "Vi scoccia se ci uniamo a
voi?"
Emma si ritrovò di nuovo improvvisamente incapace di
parlare,
come quando si era trovata Duff davanti per la prima volta un'oretta
prima.
Ci fu un momento di silenzio imbarazzante. Duff pensò che
forse
le due ragazze ne avevano per le palle di averceli dietro tutta la sera
e che quel silenzio fosse dovuto a quello. Tutti gli altri invece si
resero perfettamente conto di cosa stesse passando per la testa della
ragazza e scoppiarono a ridere come dei matti. Beh, tutti tranne Isaac
che era imbambolato tanto quanto Emma!
Duff si distolse dai suoi pensieri.
"Beh? Che succede?? Fate ridere anche noi??"
Jeff scosse il capo.
"Lascia stare capo... lascia stare. Il solo fatto che tu non sappia
cos'è successo la dice lunga."
Manuela si intromise nel discorso, cercando di salvare in corner la sua
amica.
"Ci fa piacere avervi con noi, ovvio. Beh, magari dopo che vi siete
fatti una doccia!!"
Mike si scostò la maglia, bagnata fradicia, dalla pelle.
"Giusta osservazione..."
Jeff tirò su col naso.
"Effettivamente gli odori che sento qui attorno a me non sono dei
migliori... Dateci dieci minuti, ok?"
Emma riuscì solo a sorridere e annuire. Non poteva
crederci!!
Come i ragazzi si furono allontanati, Manuela le diede un pizzicotto
sul fianco, svegliando decisamente Emma.
"Ahia!! Ma sei scema?! Che ti prende??"
"Come che mi prende?! Sei rimasta lì imbambolata come un
pesce
lesso, non te ne sei accorta?? Basta che Duff ti parli e ti si spegne
il cervello cara mia! Eri buffissima!"
Emma spalancò gli occhi.
"Allora è per questo che siete scoppiati tutti a ridere?? Oh
mio
Dio che figura!!! Chissà cos'avrà pensato Duff!!"
"Niente ha pensato, non s'è accorto di niente! Il che mi fa
pensare che fosse un po' incantato pure lui... "
Le fece l'occhiolino ed Emma arrossì.
"Ma che cavolo vai dicendo?! Figurati te se Duff... ma piantala!!"
"E perché scusa?? Cos'è, non è un uomo
come gli
altri? E poi io un paio di volte l'ho beccato a sbirciarti le tette...
ti metti ste magliette, ovvio che gli uomini si rincoglioniscono!!"
Manuela si mise a ridere per la faccia di Emma. Sapeva benissimo quanto
l'amica si vergognasse delle sue forme più che generose e se
aveva messo quella maglia così scollata era solo
perché
proprio lei l'aveva costretta a farlo! Emma di solito girava con delle
semplici polo, niente di provocante o sexy, anche se con quella quarta
abbondante avrebbe potuto mettersi anche un sacco di patate che gli
occhi di ogni uomo sarebbero comunque caduti lì.
"Non ti spacco la faccia perché mi fa male il braccio!!
Smettila
di dire cretinate. E poi Duff è sposato con una super mega
gnocca che non hai idea, ti puoi immaginare se nota una come me. E per
la cronaca sua moglie ha un paio di tette enormi! Quindi c'è
abituato, chiaro??"
"Sì sì... sarà..."
Emma le lanciò un'occhiataccia che non aveva bisogno di
ulteriori parole. Decise di cambiare prontamente discorso.
"Tu piuttosto... hai visto come ti guarda Isaac??"
Questa volta fu il turno di Manuela di arrossire.
"Ma piantala..."
"Come ma piantala??
Dai,
è evidente che il poppante ti vede come una specie di dea!!
E ti
conosco bene, Isaac è esattamente il tuo tipo di uomo...
ragazzo... va beh, quello che è!"
Manuela le diede un altro pizzicotto, sta volta proprio per farle male.
"Porca miseria Manu, ora ti meno!!! Che ho detto?! E' la
verità!
Ti piacciono giovani e imberbi e possibilmente anoressici...
cioè il ritratto di Isaac!! Non mi dire che non ti piace,
perché non ci credo."
Manuela sbuffò, tra lo scocciato e il divertito.
"E va bene, va bene, mi piace... ma non vuol dire un accidenti! Vedi di
non fare la scema stasera, per favore!"
"Io?! E tu allora con Duff
era incantato??
Guarda che se mi fai smarronare sei una donna morta, giuro! Questa
serata è in pratica la realizzazione di un mio sogno, una
roba
che mi sogno di notte da circa un quarto di secolo, capisci??
Dev'essere tutto perfetto."
Manuela alzò gli occhi al cielo.
"Ok, prometto di fare la brava bambina, ok?? Croce sul cuore."
Nel frattempo i ragazzi facevano i turni per farsi la doccia. Mike e
Isaac erano già sotto da qualche minuto e Duff e Jeff
aspettavano impazienti.
"Ragazzi datevi una mossa!!"
Mike si fece una risata.
"Di' Jeff, datti una calmata eh?? Cos'è, hai puntato una
delle due?? Guarda che Isaac ti ammazza, sai?!"
La voce del batterista non tardò a farsi sentire.
"Stronzo!! La volete piantare di prendermi per il culo?? E guai a voi
se ci provate con Manuela, è off limits!"
"Ce n'eravamo accorti Isaac, la bava che hai perso prima è
stata abbastanza esemplificatrice, credimi!!"
Mike si mise a sghignazzare per le sue stesse parole e gli altri gli
andarono dietro.
"Non ti rispondo Squires perché non ne vale la pena... sei
solo
invidioso perché io stasera ho la possibilità di
concludere qualcosa e tu no..."
"E chi te lo dice, scusa?? Chissà chi incontro al Temple
Bar!!"
Duff si intromise tra i due.
"Se non vi sbrigate non ci andiamo al Temple Bar, fa in tempo a
chiudere!!"
Jeff lo guardò di soppiatto. Duff sembrava parecchio ansioso
di
andare in quel Pub e lui sperava davvero che tutto quell'entusiasmo
fosse dovuto alla brunetta tutta tette che avevano cavallerescamente
salvato un'oretta prima.
Da quando con Susan le cose erano andate
com'erano andate, l'amico si era chiuso in una specie di monachesimo
laico per cui le donne le evitava come la peste e nonostante molte
gliela tirassero letteralmente dietro, lui non ne approfittava mai.
Solo ultimamente l'aveva beccato a sbirciare di nuovo qualche ragazza e
sciogliersi un pochino, forse grazie alla firma ormai ufficiale sui
documenti del divorzio.
"Ehi bro..."
Jeff attirò l'attenzione di Duff, cercando però
di
parlare piano e non farsi sentire dagli altri due. Duff lo
guardò incuriosito. Perché Jeff tutt'a un tratto
gli
bisbigliava qualcosa?!
"Sinceramente... hai puntato la brunetta? Giusto per sapermi
regolare..."
Duff lo guardò, un po' spiazzato. Perché gli
chiedeva una
cosa simile? L'aveva puntata lui e voleva sapere se aveva campo libero??
"Io non ho puntato nessuno Jeff, lo sai che non sono nello stato
d'animo giusto... se ti piace è tutta tua, tranquillo."
Jeff ci rimase un po' male. Sperava di sentirsi dire il contrario,
sperava di vedere il suo amico darsi un po' una scrollata. Per quanto
ancora avrebbe tenuto il lutto per il suo matrimonio andato male??
Eppure... era convinto di aver percepito un certo interesse prima...
forse se lo stuzzicava per benino si sarebbe dato una svegliata...
Gli sorrise malizioso, deciso a giocare sporco.
"Fantastico... te lo chiedevo apposta, perché io la trovo
molto carina e decisamente sexy."
Vide Duff indurirsi leggermente e sorrise fra sé. C'era un
discreto margine di successo...
Un quarto d'ora dopo i ragazzi uscirono dai camerini e trovarono le due
ragazze a parlottare con dei tecnici del suono.
Jeff decise di iniziare subito i giochi e avvicinatosi a Emma, le mise
un braccio intorno alla spalla.
"Ma non vi si può lasciare sole dieci minuti che vi troviamo
con degli altri uomini!!"
I ragazzi che parlavano con Emma e Manuela si eclissarono nel giro di
pochi istanti e Jeff si mise a ridere.
"Wow, credo di averli spaventati!"
Emma si era trovata parecchio spiazzata quando Jeff l'aveva stretta a
sé con il braccio. Strano, decisamente strano... Decise di
far finta di niente e gli sorrise.
"Già, parrebbe di sì!"
Duff percorse con lo sguardo il braccio di Jeff e si
soffermò sulla sua mano posata sulla spalla della ragazza.
Lei sembrava contenta di quel contatto... che poi a lui cosa gliene
fregava??
Scosse il capo, scacciando via quei pensieri cretini.
"Andiamo??"
Le ragazze afferrarono i cappotti e Jeff aiutò Emma a
infilarsi il suo.
"Aspetta, ti do una mano..."
"Grazie."
Emma fece per infilare prima il braccio sano, ma Jeff la
fermò.
"No, è meglio il contrario, sai?"
"Dici?"
Jeff annuì convinto ed Emma seguì il suo
consiglio.
Una piccola smorfia di dolore si dipinse sul viso di Emma nel momento
in cui dovette per forza di cose piegare il braccio, ma effettivamente
tutta l'operazione fu molto meno dolorosa del previsto.
"Ehi, avevi ragione... grazie."
Duff si intromise.
"Riesci a muoverlo un po' adesso? Perché se no potrebbe
essere davvero il caso di andare a farlo vedere."
Emma, che era allergica
agli ospedali, fece cenno di no con la testa.
"No no, va molto meglio, davvero. Andiamo??"
I ragazzi uscirono fuori dal teatro, salutando un po' di gente e si
avviarono alla loro macchina.
"Ok... sorge spontanea una domanda... come facciamo a starci in sei??"
Mike, che aveva appena sollevato la questione, si grattava la testa con
fare meditabondo, fissando la macchina come se fosse in grado di dare
lei la risposta.
Jeff ebbe un'illuminazione che faceva proprio al caso suo.
"Non c'è problema bro,
Emma viene in braccio a me e se vediamo qualche poliziotto si accuccia
per benino, ok?"
Jeff guardò Emma, sorridendole in attesa di una conferma.
Era lei, o improvvisamente il ragazzo aveva un'attenzione particolare
nei suoi confronti?? Ma che stava pensando?? Era matta?! Jeff Rouse era
sicuramente abituato a spupazzarsi ragazze ben più carine di
lei! Quella botta pre concerto doveva averle fatto più male
del previsto. Gli sorrise, cortese.
"Certo, benissimo."
Mike e Duff si sedettero davanti, il primo dei due alla guida. Isaac,
Manuela e Jeff si sedettero dietro ed Emma si accomodò sulle
gambe di Jeff, cercando di non pesargli troppo addosso.
"Così spunti troppo, aspetta... accucciati un po'
più contro di me..."
Jeff la tirò a sé delicatamente, facendola
appoggiare con il fianco al suo petto, i due visi vicinissimi. Duff si
voltò per vedere come si fossero sistemati e l'occhio gli
cadde sulla mano di Jeff, placidamente appoggiata alla gamba della
ragazza. I due si stavano sorridendo alla distanza di pochi centimetri
l'uno dall'altra, Jeff con un'aria da seduttore da strapazzo che per
qualche strano motivo gli fece venire una botta di nervoso. Si
rigirò di scatto in avanti, le mani strette con forza
intorno ai suoi guanti.
"Allora Mike, ti dai una mossa??"
Mike lo guardò sorpreso. Che cavolo gli stava prendendo a
Duff quella sera?!
"Vado, vado... hai sete??"
"Sì, ho sete. Tanta sete."
Mike mise in moto la macchina, alzando gli occhi al cielo. Il capo era sotto
pressione per tutto quel casino del divorzio, lo sapeva, ma a volte
diventava acido come una zitella!
Guardò che la strada fosse sgombra e girò a
sinistra, direzione Temple Bar. Con un po' d'alcool sicuramente la
serata avrebbe preso una piega più rilassata!
Ooook, non succede niente
di niente in sto capitolo e sta storia è sempre
più assurda, ma va beh!! ^^
Un bacione a tutte le pazze che nonostante tutto continuano a leggerla!!
|
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Capitolo 3 *** Temple Bar ***
Temple Bar
Ok, innanzi
tutto scusate scusate
scusate se ci ho messo tutto sto maledettissimo tempo per postare il
proseguo di sta cretinata! E meno male che ho deciso di farla breve,
pochi capitoli e via, altrimenti con sti ritmi la finisco nel 2027!!
O.o
Sono sempre più convinta che sia una boiata, ma a volte ci
stanno anche queste, no? ;)
Se c'è ancora qualcuna che legge... buona lettura!! =)
I ragazzi arrivarono dopo non molto nei pressi del Temple
Bar e posteggiarono, con somma fortuna, abbastanza vicino al locale.
Il viaggio era stato animato dalle chiacchiere continue di Jeff, che
sembrava avere una quantità infinita di adrenalina in corpo
quella sera!
Aveva sciorinato episodi su episodi divertenti che avevano
visti protagonisti i membri della band, aveva colto ogni occasione
possibile per fare dei complimenti a Emma e non aveva perso occasione
anche per sfiorarla più di una volta, anche se sempre in
zone
"sicure".
Mike aveva notato subito che c'era qualcosa di strano, qualcosa che
bolliva in pentola, e non vedeva l'ora di avere due minuti faccia a
faccia con il bassista per chiedergli che diavolo gli stesse passando
per la testa.
Duff per la prima volta forse in tanti anni che lo conosceva, aveva
avuto più di una volta l'istinto di scaraventare Jeff
giù
dalla macchina e aveva praticamente distrutto i guanti che ancora
teneva in mano. Non vedeva l'ora di arrivare al bar e mettere un po' di
distanza fra lui e i due piccioncini,
come ormai si riferiva nella sua testa a Jeff e Emma.
Gli unici che non si erano accorti dello show di
Jeff erano stati Isaac e Manuela, troppo impegnati a parlottare fra di
loro sulle meraviglie dell'Irlanda, sui loro libri preferiti e i loro
gusti musicali.
Emma dal canto suo aveva trovato il comportamento di Jeff parecchio
strano, ma allo stesso tempo il ragazzo le era sembrato davvero
simpatico e alla mano e quindi si era divertita per tutto il viaggio,
nonostante la posizione un pochino compromettente e scomoda.
Mike tirò il freno a mano e Duff si sganciò la
cintura di
sicurezza e si lanciò fuori dall'auto a tempo di record.
Mike lo
guardò un po' sbigottito e poi scese anche lui.
Jeff aprì la portiera ed Emma uscì per prima,
trovandosi
a pochi centimetri proprio da Duff. Gli sorrise timida e il ragazzo le
rispose di cuore, ritrovando subito il buonumore. Stava per dirle
qualcosa quando Jeff si materializzò alle spalle di lei e le
mise un braccio intorno alle spalle, un sorriso a trentadue denti sul
volto.
"Andiamo capo?"
Duff sentì un insano desiderio di mandarlo a quel paese, ma
poi
scosse il capo e si avviò verso il locale. Era stranamente
nervoso quella sera e non capiva perché. Doveva darsi una
calmata o sarebbe stata una serata d'inferno!
La stradina che portava al Temple Bar brulicava di artisti di strada
che suonavano ogni genere di musica. Dio quanto gli piaceva quel posto!
Emma si guardava in giro con gli occhi sgranati. Era la prima volta che
andava a Dublino e si trovava immersa nella vita notturna della
città e le sembrava tutto meraviglioso! Manuela le aveva
parlato
tantissimo del locale dove stavano andando e adesso non vedeva davvero
l'ora di toccare con mano se era davvero così bello.
Jeff per fortuna aveva tolto il braccio dalle sue spalle ed Emma si era
un pochino avvicinata a Manuela, cercando però di non
disturbarla.
L'amica però come l'aveva vista aveva accelerato il passo
per
raggiungerla, costringendo Isaac a fare una corsetta per non rimanere
indietro.
"*Allora, ti piace?! Non
è fantastica l'atmosfera qui??*"
"*Sì Manu,
è davvero una figata pazzesca! Non vedo l'ora di vedere il
locale!*"
"*Già
già... e con il moretto lì come la metti?*"
"*Chi, Jeff?*"
"*Sì, quello
che non ti ha mollata praticamente un secondo e ci ha provato tutto il
santo tempo in macchina.*"
"*Ma va, figurati... E'
stato solo tanto gentile, tutto qua.*"
Manuela scoppiò a ridere.
"*Solo tanto gentile??
Ma per favore...*"
"*Manu per favore
piantala, ok?
Ricordati che hai promesso di non farmi smarronare o incasinarmi la
serata. Lo sai quanto ci tengo!*"
"*Croce sul cuore,
sarò bravissima.*"
"*Ecco, brava.*"
Poco più in là, Mike riuscì finalmente
ad avvicinarsi a Jeff.
"Psssss..."
Jeff guardò verso di lui con sguardo interrogativo.
"Che cavolo ti prende?? Perché bisbigli??"
Mike gli andò a pochi centimetri di distanza e con gli occhi
fece cenno verso Duff, cercando di fargli capire che non voleva che il
capo sentisse il loro discorso.
Jeff però non doveva essere molto perspicace in quel
momento,
perché la sua reazione fu di totale perplessità.
"Stai bene Mike? Hai preso qualcosa di tagliato male??"
Mike alzò gli occhi al cielo, scocciato.
"Non ho preso niente di niente, idiota! Stavo solo cercando... ah,
lascia perdere! Allora, cosa cavolo stai combinando? Cos'era quello
show in macchina, prima?"
"Quale show??"
"Avanti amico, è con me che stai parlando, ok? Stai facendo
sul
serio con quella ragazza? Ti piace? Perché anche al boss
piace,
sai? Ha praticamente distrutto i guanti che teneva in mano immaginando
che fossero te."
Jeff scoppiò a ridere come un matto.
"Lo so che gli piace, è questo il motivo del mio show, come
lo chiami tu. Prima con me ha negato che gli piacesse la brunetta,
nonostante fosse evidente, così ho deciso di dargli una
piccola
spintarella per aiutarlo, perché non può
continuare a
vivere come un monaco! Non è il primo essere umano a
divorziare,
santo cielo! Dovrebbe star pucciando il biscotto in ogni ragazza che
incontra e invece scappa a gambe levate ogni volta che ne vede una.
Basta!"
Mike si mise a ridere e scosse il capo.
"Pucciare il biscotto,
Jeff?? Sei un poeta nato, lasciatelo dire."
"Beh, rende l'idea, no?"
Duff si fermò proprio davanti alla porta del locale e si
girò per vedere dove fossero gli altri.
Con un certo piacere si accorse che Jeff stava parlando con Mike e
aveva smesso, almeno per qualche minuto, di fare il cascamorto con
Emma. Alleluia!
I due chitarristi lo raggiunsero dopo pochi passi.
"Allora capo, entriamo?"
"Sarebbe carino aspettare Isaac e le ragazze, non credi Mike?"
Mike si girò verso il trio, che era rimasto un po'
più indietro, ma stava comunque arrivando.
"Veramente sarebbe carino trovare il modo di lasciare Isaac da solo con
la fanciulla che ha puntato, ma questo è un altro discorso."
Anche gli altri tre arrivarono ed Emma rimase imbambolata per qualche
secondo a osservare Duff. Dio mio, se gliel'avessero raccontato il
giorno prima che l'avrebbe incontrato e avrebbe passato una serata con
lui! Beh, con lui e tutta la band... però valeva lo stesso
come
realizzazione di un sogno, no?
Duff le sorrise e le fece un cenno col capo.
"Entriamo?"
Mike fece da apri pista e si fiondò dentro, seguito da Jeff.
Duff invece si fece da parte per far passare Emma, tenendole la porta
aperta.
"Grazie..."
"Figurati. Stai attenta al tuo braccio qua dentro, se è come
l'ultima volta c'è talmente tanta gente che si fa fatica a
camminare."
Emma si infilò dentro ed effettivamente rimase sbigottita
dalla
quantità di gente presente in quel pub. L'atmosfera era
davvero
bella. C'erano tantissimi giovani, tutti rigorosamente con una birra in
mano, un gruppo che suonava musica dal vivo e un gran vociare di
persone allegre che metteva di buonumore immediatamente.
Emma cercò di tenere il passo e non perdere la schiena di
Jeff,
ma c'era davvero talmente tanta gente da perdersi lì dentro!
Mike, con un talento veramente notevole, riuscì a beccare un
angolino con qualche sgabello libero e ci si lanciò
praticamente
sopra, per tenere il posto.
Jeff si mise a ridere.
"Ottimo lavoro Mike, peccato che hai quasi ucciso quell'adorabile
fanciulla alla tua sinistra!!"
Mike si girò verso una ragazza dai capelli rossi, che lo
guardava ridacchiando.
"Ooops, scusami tanto."
"Figurati."
Pian pianino arrivarono tutti e Duff spostò leggermente uno
sgabello, facendo cenno a Emma di sedersi.
"Vieni, siediti qui, così non lasci il braccio a rischio di
colpi."
Emma si slacciò il cappotto, sorridendogli timida.
"Grazie, sei troppo gentile..."
"Ma scherzi?? Aspetta, ti do una mano a toglierlo."
Duff l'aiutò a sfilare prima il braccio malandato e come
ogni volta una smorfia di dolore le si dipinse sul volto.
"Senti, ma sei sicura che non sia il caso di farlo vedere quel braccio?
Mi sembra che ti faccia ancora tanto male."
Emma si accomodò sullo sgabello e scosse il capo.
"No, davvero, va tutto bene. Insomma... credo sia normale che mi faccia
male, vista la botta che ho preso."
Duff la guardò per qualche istante in silenzio, incerto su
se
insistere o lasciar perdere. Era evidente che quella ragazza avesse
paura di andare al pronto soccorso... chi era lui per romperle le
scatole?
Duff fu distolto dai suoi pensieri da Jeff.
"Allora ragazzi, cosa volete da bere? Io e Mike ci offriamo volontari
per il primo giro."
Mike lo guardò perplesso. Quand'è che lui si era offerto
volontario?!
Manuela spiazzò tutti ordinando per prima.
"Io una Guinness."
Isaac si accodò subito.
"Guinness anche per me."
Jeff guardò Emma.
"Ok... io non sono un'amante della birra... però se non
prendo
la Guinness la mia dolcissima amica mi ammazza, quindi anche per me
Guinness, ma piccola per favore."
"Ai suoi ordini!" Jeff le fece l'occhiolino e poi guardò
Duff. "Capo, ti cerco una birra analcolica, ok?"
"Sì, grazie. Se no qualunque cosa abbiano di analcolico va
bene."
Mike e Jeff si allontanarono verso il bancone ed Emma si
trovò
all'istante nel panico più totale. Isaac e Manuela erano
già ripartiti a parlare di... boh, non sapeva nemmeno bene
di
cosa! Quando le veniva comodo Manuela si scopriva ben più fluent del
solito in inglese... La prossima volta che la mandava avanti con la
scusa che non parlava inglese l'avrebbe mandata al diavolo.
E lei?! Come faceva ad attaccare bottone con Duff? Era in imbarazzo!
Insomma... non voleva dire cose stupide o sembrargli noiosa... Ma non
poteva nemmeno starsene lì tutta zitta come una deficiente!
Dio
che situazione!
Duff dal canto suo era un po' in imbarazzo anche lui. Sentiva che
avrebbe dovuto dire qualcosa, giusto per fare due chiacchiere... ma non
sapeva cosa dirle!
Era arrugginito con le donne, l'ultima volta che aveva dovuto fare il brillante
con una ragazza era stato con Susan, ben sedici anni prima! E la cosa
non gli era neanche riuscita molto, considerando che la sua esperienza
in quel frangente era davvero misera. Non perché non avesse
avuto molte donne, anzi, ne aveva avute moltissime, ma il numero di
quelle che aveva approcciato da sobrio, in pieno possesso delle sue
facoltà, si riducevano a... boh... 4? 5? Giusto se si
metteva a
contare anche le primissime esperienze, quand'era un ragazzino.
Il silenzio fra loro si fece quasi insopportabile, tanto che alla fine
Duff si lanciò, pur di non dover sentire il suo cervellino
girare a mille.
"Bello sto posto, eh?"
Emma gli sorrise.
"Sì, bellissimo. C'eri già stato?"
"Sì, un po' di volte. In realtà ogni volta che mi
capita
di venire a Dublino ci veniamo. Qui nessuno mi rompe le scatole,
possiamo starcene tranquilli a goderci la serata e poi questo posto mi
mette allegria."
"E' vero. C'è una bella atmosfera."
Silenzio. Di nuovo. E adesso?
"Immagino che debba essere dura effettivamente non poter andare in
molti posti con la paura di venire accerchiati dai fan... Insomma,
bellissimo da una parte, ma una bella seccatura dall'altra."
Duff la guardò sorridendole, grato che avesse trovato lei il
modo di continuare a parlare.
"Sì, è proprio come dici tu. Da una parte fa
parte del
pacchetto e fa anche piacere, ma a volte uno vorrebbe, che ne so,
passare una serata con degli amici oppure andare da qualche parte, ma
tra fotografi e fan diventa un delirio."
"Però tu e Susan siete bravi a tenere la vostra vita privata
protetta. Non vi ho mai visti paparazzati da qualche parte, con foto
rubate o cose simili."
Susan. Perché diavolo l'aveva nominata? Era ancora una
ferita
aperta, aperta e sanguinante... il suo ennesimo fallimento in campo
matrimoniale. Solo che questa volta aveva fatto le cose per bene, ci
aveva messo di mezzo anche delle figlie, così a soffrire non
era
stato solo lui come le altre volte, ma pure loro. Bravissimo McKagan!
Emma si accorse che Duff si era improvvisamente rabbuiato. Aveva forse
detto qualcosa di sbagliato?!
"Ehi, tutto ok?"
Duff la guardò per un istante in silenzio, ancora preso dai
suoi pensieri.
"Sì... scusa... è che parlare di Susan mi
dà ancora un po' di problemi..."
Emma lo guardò perplessa. Perché gli dava
fastidio parlare di sua moglie??
Duff aggrottò leggermente le sopracciglia, un sospetto nella
testa.
"Abbiamo divorziato, non lo sapevi?"
Emma spalancò gli occhi dallo stupore e arrossì
alla
velocità della luce. Porca miseria!! Non lo sapeva no!! E
come
una cretina era riuscita a dire l'unica cosa che non avrebbe dovuto
dire! Complimenti Emma, davvero complimenti!
La ragazza fece di no con la testa, rossissima in volto.
"No, mi... mi dispiace... io non volevo... insomma... scusami."
Duff le sorrise, cercando di rassicurarla.
"E di che? Mica è colpa tua se è successo."
Emma arrossì ancora di più.
"No, certo che no! Volevo dire... oh, lascia perdere."
Duff scoppiò a ridere.
"Tranquilla, colpa mia che ho dato per scontato che qui in Europa si
fosse saputo subito. Chissà perché poi... neanche
la mia
vita sentimentale fosse al centro dei pensieri del mondo."
"No, sono io che vivo in un mondo a parte. Probabilmente tutte le tue
fan sulla faccia del pianeta lo sanno, tranne me. Bella figura che ho
fatto."
Ci fu un attimo di silenzio. Poi Emma non seppe trattenersi.
"Mi dispiace davvero tanto Duff. Eravate una bella famiglia."
Duff non disse niente, fece solo un profondo respiro.
"Lo so. Ma evidentemente non è bastato."
Il silenzio fra loro a quel punto divenne assordante e venne spezzato
solo dall'arrivo provvidenziale di Mike e Jeff con le birre.
"Eccoci qua! Capo, non ci crederai, ma ho trovato una birra per te
anche qui!" Jeff diede la birra a Duff e poi passò il
bicchiere
a Emma. "La sua Guinness piccola, madame."
"Grazie Jeff."
Mike nel frattempo diede le birre a Isaac e Manuela.
"Ok, ragazzi, qui ci vuole un bel brindisi a quest'incontro decisamente
fortuito e nato male, ma che sembra portare ad una serata decisamente
piacevole!" Tutti guardarono Jeff, che aveva appena fatto il discorso. "Cheers!"
Tutti alzarono il bicchiere e buttarono giù una bella
sorsata di birra.
Jeff osservò qualche istante Duff ed Emma che sembravano
rigidi come due stoccafissi e guardavano dappertutto tranne che in
direzione dell'altro.
Scosse lievemente il capo, esasperato. Cosa diavolo doveva fare per far
dare una mossa a Duff?? Doveva prendere quella ragazza e lanciargliela
addosso??
Fece un piccolo sospiro frustrato e poi posò con
determinazione il suo bicchiere di birra sul tavolino davanti a Emma.
La ragazza lo guardò leggermente perplessa e rimase
decisamente spiazzata quando lo vide allungare il braccio verso di lei
e stendere la mano aperta, sorridendole complice.
"Andiamo a ballare?"
Emma non sapeva cosa dire. Cioè... non che le dispiacesse
ballare, ma allo stesso tempo non voleva andarsene da lì...
insomma, era bello stare accanto a Duff!
Duff percepì l'indecisione della ragazza e si
stupì di compiacersene, come se gli facesse piacere che lei
non volesse ballare con lui. Quella sera dava proprio i ciocchi! Non
riuscì a trattenersi, tra l'altro, dall'intromettersi.
"Forse non è il caso di portarla in mezzo alla gente, visto
che le fa male il braccio, non trovi?"
Jeff cercò in tutti i modi di trattenere una risata. Era
geloso! Fantastico, il suo piano iniziava decisamente a funzionare!
"Tranquillo, la proteggo io con il mio corpo..."
Jeff gli fece l'occhiolino allusivo e poi si sporse ad afferrare la
mano di Emma, stufo di aspettare.
"Forza ragazza, è partito un bel lento e io non me lo voglio
perdere."
Emma si trovò così senza quasi accorgersene in
mezzo ad altre persone che ballavano, a non molta distanza da Duff e
gli altri. Jeff la strinse delicatamente a sé, avvolgendo le
braccia intorno alla sua vita, facendola arrossire un pochino.
Il ragazzo avvicinò la bocca al suo orecchio e le
sussurrò qualcosa che davvero non si sarebbe mai aspettata.
"Dai piccola che facciamo ingelosire il capo per benino,
così si dà una mossa."
Il rossore sulle guance di Emma divenne improvvisamente intenso e un
senso di calore le pervase il volto.
Ok, o aveva bevuto troppo o decisamente le sue orecchie iniziavano a
giocarle strani scherzi quella sera... perché Jeff non
poteva assolutamente aver detto quello che aveva detto! La Guinness,
era evidente, non faceva proprio per lei.
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Capitolo 4 *** Emozioni altalenanti ***
Mi
è tornata l'ispirazione anche per sta cretinata,
così ecco qua! ^^ Non succede un cavolo, ma sta storia
è così, vi ho avvisate fin da subito che era una
boiata!!! XD
CIAO!!
Duff sorseggiava la sua birra da qualche minuto, senza togliere gli
occhi di dosso a Jeff e Emma che ballavano stretti stretti quel lento e
parlottavano in modo incredibilmente complice, come se si conoscessero
da una vita.
Invidiava Jeff per quella sua capacità di
avvicinarsi alle persone, di conquistarle alla velocità
della
luce grazie alla sua solarità e alla sua
semplicità. Le
loro fan lo adoravano letteralmente e non solo perché era
oggettivamente un bel ragazzo, ma perché era uno che
salutava
tutti con il sorriso e trattava tutti come se fossero amici di lunga
data e non persone appena incontrate.
"Che succede capo, mediti come far fuori Jeff e liberarti del suo corpo
senza testimoni?"
Duff si girò verso Mike, che lo guardava con un sorrisetto
divertito dipinto sul volto.
"Di che diavolo stai parlando Mike??"
"Sto parlando del fatto che da un'oretta a questa parte hai ucciso Jeff
con lo sguardo almeno quattro, cinque volte! E guarda un po', ogni
volta è successo perché era a distanza
ravvicinata con
Emma... Se ti piace tanto, perché non ti fai avanti?"
Duff quasi sputò il liquido che si era appena portato alla
bocca, facendo scoppiare a ridere Mike.
"Troppo diretto, capo?" Poi improvvisamente Mike si fece più
serio. "Davvero però... non capisco... se ti piace lanciati,
no?"
Duff gli rivolse un sorriso amaro.
"Beh, tanto per cominciare non mi sembra di essere il solo a trovarla
interessante... e direi che anche lei non disdegna la compagnia di
Jeff..." Mike fece per parlare, ma Duff lo bloccò col gesto
di
una mano. "E poi non sono in cerca di ulteriori complicazioni, la mia
vita è attualmente già abbastanza incasinata
così
com'è."
Mike lo guardò un po' perplesso. Non vedeva proprio come
quella
ragazza potesse complicargli la vita... anzi, a dirla tutta l'idea era
proprio che lo aiutasse a staccare un po' la spina e svagarsi un po'!
"Spero di non suonarti troppo brusco... ma sono tutte stronzate a parer
mio!" Mike ignorò lo sguardo sorpreso di Duff. "Guarda che
mica
te la devi sposare, sai? Sei a Dublino un paio di giorni e guarda caso
hai incontrato una ragazza carina, che ti piace e che, fortunello che
sei, ricambia più che palesemente l'interesse. A me suona
come
un'occasione imperdibile di svagarsi un po', rilassarsi e fare un po'
di sano sesso senza complicazioni... qual è il problema?"
Duff si lasciò scappare una risata ironica.
"Ricambia più
che palesemente l'interesse?!
Guarda che sono Duff, non Jeff! Forse hai sbagliato persona Mike. Io
sono quello biondo, lui è quello moro. Guarda meglio, va' e
dacci un taglio con la birra, ti sta già dando alla testa."
Mike alzò gli occhi al cielo, esasperato. Se davvero il capo
non
voleva vedere ciò che era più che evidente per
tutti, lui
non sapeva proprio cosa farci.
Voleva complicarsi la vita? Affari suoi.
Quando Jeff le aveva sussurrato nell'orecchio quella frase, Emma si era
praticamente irrigidita sul posto.
A Jeff era scappato un sorriso, sentendo la reazione più che
evidente del suo corpo. Era evidente che Emma fosse una fan di Duff e
avesse una bella cotta per lui, quindi immaginava il suo imbarazzo nel
sentirgli pronunciare quelle parole.
"Immagino che la cosa ti sembri assurda e impossibile, ma ti posso
assicurare che Duff è rimasto decisamente colpito da te... "
Il respiro di Emma a quel punto si era fatto più veloce e la
ragazza aveva impercettibilmente aumentato la pressione della mano
sulla spalla di Jeff, gli occhi spalancati dallo stupore.
Jeff aveva sorriso di nuovo e si era scostato leggermente da lei, per
poterla guardare negli occhi.
"Perché sei così sorpresa? Sei una ragazza
attraente, lui
è un uomo e per di più single, che c'è
di strano?"
Emma arrossì di nuovo e lo guardò perplessa,
incapace di
dire alcunché, come se Jeff stesse parlando una lingua
sconosciuta e lei non riuscisse a capire una parola.
Jeff non poté fare a meno di ridacchiare, vedendo la sua
faccia.
La strinse nuovamente a sé, avvicinando la bocca al suo
orecchio.
"Ok, ascolta... Duff è stato letteralmente travolto dal suo
divorzio con Susan e vive come una specie di monaco a mio avviso da
troppo tempo. Gli piaci, ma non farà mai la prima mossa se
non
gli diamo una spintarella. Mi sembra di capire che ti piace,
perciò mi sono chiesto se non ti andasse di aiutarmi a
riportarlo a una vita normale... Non devi fare nulla in
realtà,
solo reggermi un pochino il gioco, tutto qua."
Emma ascoltò attentamente ogni singola parola, il cuore che
batteva così velocemente da far quasi male.
Jeff si scostò nuovamente da lei e la guardò
negli occhi,
cercando di capire cosa le passasse per la testa in quel
momento. Le scostò una ciocca di capelli dal volto
e le
sorrise dolcemente, cercando di rassicurarla e spingerla a dire
qualcosa. Qualsiasi cosa.
"Ti ho scioccata davvero così tanto?"
Emma spalancò gli occhi dallo stupore e smise
improvvisamente di ballare, staccandosi leggermente da Jeff.
"Secondo te?! Ho una cotta virtuale per quell'uomo da più di
vent'anni e se già non fosse pazzesco averlo incontrato e
aver
avuto la possibilità di parlargli e conoscerlo meglio,
arrivi tu
a dirmi che gli piaccio e mi chiedi di... di... " Emma
cercò di proseguire, ma davvero non sapeva nemmeno lei come
definire quello che stava succedendo. "Insomma, è da pazzi
tutta
sta situazione, me ne dai atto??"
Jeff le sorrise e si passò una mano tra i capelli, un po' in
imbarazzo.
"Hai ragione, è una situazione abbastanza surreale... lo
ammetto. E non ti avrei detto nulla in proposito, ma non volevo
pensassi che ci stavo provando spudoratamente con te." Jeff si
lasciò scappare una risatina nervosa. "Non che ci sarebbe
niente
di strano, considerando questi occhi pazzeschi che ti ritrovi e...
beh... tutto il resto... " Jeff lanciò un'occhiata veloce,
ma
decisamente eloquente, al seno di Emma e la ragazza arrossì
violentemente, incrociando istintivamente le braccia sul petto, in modo
da nascondere il nascondibile. "Ma ho pensato che mi avresti preso per
pazzo se ti avessi palesemente corteggiata tutta la sera per poi non
provarci nemmeno o peggio ancora ho temuto che iniziassi a tenere le
distanze, per evitare situazioni imbarazzanti... Per questo mi sono
permesso di farti questo discorso un po' folle, perché
sapessi
cosa stava succedendo. Ho fatto male?"
Emma a quelle parole si rilassò un pochino. Lo sguardo di
Jeff
era sincero e quel ragazzo le faceva davvero simpatia... non poteva
certo tenergli il muso.
"No, non hai fatto male... Solo mi hai colta impreparata... e ancora
non riesco a credere a quello che mi hai detto... ma se davvero non
devo fare niente di strano, se posso continuare a passare la serata
esattamente come prima di questa assurda conversazione, allora va bene,
starò al tuo gioco."
Jeff le fece un tale sorriso da riempirle subito il cuore. Si vedeva
che il ragazzo voleva davvero bene a Duff ed era sinceramente
preoccupato per lui.
In fondo stava agendo per affetto nei confronti
del suo amico e in quello non c'era davvero niente di male.
"Fantastico!! Grazie mille..."
Duff aveva assistito a tutta la scena dal suo posto e quando Emma si
era improvvisamente fermata e si era scostata da Jeff parlando poi
animatamente con lui, beh... sarebbe stato un bugiardo se avesse detto
che non gli aveva fatto piacere.
Chissà cosa aveva detto Jeff per farla accalorare tanto...
Diede
un sorso alla sua birra, ridacchiando tra sé, ma il
sorrisetto
gli morì subito sulle labbra quando vide che Jeff
l'abbracciava
di nuovo, sorridendole, e i due ragazzi si avvicinavano di nuovo a loro.
Neanche il tempo dei due di arrivare al tavolo che Manuela aveva
afferrato per un braccio Emma e l'aveva trascinata via con la scusa di
dover andare in bagno.
"Ehi, ma che ti prende?? Sei impazzita, Manu?"
"Scusami!!! Ma è così carino!!! Dio mio,
è un amore Isaac!!"
Emma si aprì in un sorriso che le partiva dal cuore. Era
così felice di vedere la sua amica accendersi
così di
vita, di nuovo... Dopo quello che era successo ad Alessandro aveva
davvero temuto di non vederla sorridere mai più.
"Che ti avevo detto?? Lo sapevo che era il tuo tipo, poi dimmi che non
ti conosco. E quindi? Che succede stasera? Mi lasci sola?"
Manuela fece una faccia stranissima.
"Ma che ne so... Isaac è tanto tenero quanto imbranato... il
che
lo rende ovviamente ancora più tenero! Devi vedere come mi
corteggia... E' tutto parole carine, sguardi languidi e sorrisi da far
sciogliere chiunque. Però non mi ha ancora sfiorata con un
dito..."
"E va beh, ma mica può saltarti addosso qui dentro, davanti
a mezza Dublino!!"
"Che c'entra?! Ma un bacetto si può dare ovunque, no? Mi sa
che è proprio tanardo..."
Manuela fece un sospirone, come se pensasse che fosse una battaglia
persa.
"Comunque, giusto nell'eventualità che invece mi stupisse e
si
desse una svegliata... ecco... tu... come la prenderesti a tornare in
albergo da sola?"
Emma le sorrise.
"Tranquilla, non c'è nessun problema. Mi prendo un taxi e
via,
sono a posto. Goditi la serata, se il piccolo uomo si fa avanti."
Manuela l'abbracciò stretta.
"Grazie Emma, sei la migliore!! Dai, torniamo di là!"
"Aspetta, già che ci sono io vado in bagno. Ti raggiungo
subito, ok?"
"Va bene. Muoviti però."
E le due ragazze si divisero.
Nel frattempo i ragazzi avevano approfittato dell'assenza delle due
fanciulle per tartassare Isaac di domande e ovviamente per prenderlo in
giro.
Neanche a dirlo, Mike era il più scatenato di tutti.
"Allora?!? Stasera si tromba, eh?? E bravo il piccoletto!!"
Isaac divenne color porpora in dieci secondi netti.
"Ma cosa gridi, deficiente?!?! Se ti sente??"
Jeff non riuscì a trattenersi e rincarò la dose.
"Più che altro fa che non ti senta io stanotte, visto che
abbiamo le camere attaccate! Abbi pietà di me, ok? E occhio,
che
quella mi sembra una tigre..."
Scoppiarono tutti a ridere e Isaac si portò una mano al
volto, desideroso di sprofondare in quel momento esatto.
Decise però di passare al contrattacco.
"Taci tu, che finisce che stasera quello che farà
più
rumore di tutti sarai proprio tu! E sii delicato, che le fa male il
braccio."
Mike si mise a sghignazzare.
"Hai capito il pulcino qui? Un punto per Isaac!"
Duff si irrigidì improvvisamente, spegnendo il sorriso che
aveva avuto sul volto fino a quel momento.
Jeff gli lanciò un'occhiata di sfuggita, indeciso sul da
farsi.
Non sapeva a quel punto se fargli capire che in realtà lui
non
era in gara oppure continuare quella pantomima. Aveva paura, infatti,
che il capo si arrendesse in partenza e lasciasse perdere, e questo era
esattamente il contrario di quello che voleva.
Forse era arrivato il momento di forzare la mano.
"Guarda che ti sbagli, non ho nessuna speranza con Emma, se proprio
vuoi saperlo."
Duff drizzò immediatamente le antenne, mentre Isaac guardava
Jeff con occhi spalancati. Aveva capito bene??
"Ma che diavolo dici? Sei sicuro??"
"Sicurissimo. Diciamo che preferisce qualcun altro in questo momento."
I tre ragazzi si girarono contemporaneamente verso Duff.
"Beh?! Che cazzo avete da guardare??"
I tre lo guardarono con aria sorniona e un sorrisetto furbo in volto.
"La smettete di fare quelle facce da cazzo?? Si può sapere
che c'è?"
Mike a quel punto sbottò senza ritegno.
"Oh andiamo capo! Chi cavolo pensi che sia il qualcun altro in
questione?! Io ho già provato a dirtelo prima, ma tu non hai
voluto ascoltarmi. Adesso però non puoi proprio far finta di
niente!"
Duff si sentì messo all'angolo e la cosa davvero non gli
piaceva
per niente. Ok, quella ragazza gli piaceva, era innegabile.
Però
adesso lui non aveva la testa per certe cose, era troppo incasinato con
i suoi problemi personali! Perché quei tre non riuscivano a
capirlo??
"Sentite, mi avete rotto le palle con sta storia, ok? Vado a
pisciare e quando torno non voglio più affrontare
questo
discorso!"
E senza lasciare il tempo agli altri di ribattere, Duff si diresse a
passo spedito verso il bagno.
Ma guarda te che razza di cretini che si era scelto come membri della
band!! Aveva un fiuto, lui, per trovare gente bacata nella testa!!
Figurarsi un po' se alla sua età e con i casini che aveva
nella
sua vita, doveva riprendere a fare il rocker che ad ogni concerto si
porta in albergo una... Roba da matti! E la sua reputazione?! Dove la
mettevano la sua reputazione?? Ci aveva messo talmente tanto a
ricostruirsi un immagine, a far capire alla gente che era cambiato, che
ci mancava proprio di far girare di nuovo la voce che aveva ripreso
certe vecchie abitudini! No, grazie. Proprio no.
Che poi erano tutte cazzate, lo dicevano loro che Emma era
disponibile... ma a lui non sembrava affatto! E un po' di esperienza
l'aveva, lui, con le donne! Quei pischelli pensavano di potergli
insegnare a capire quando una tipa era interessata o meno?? Roba da
matti.
A pochi passi dalla toilette Duff vide due ragazzi correre via come se
fossero inseguiti dal diavolo in persona. Uno di loro quasi lo travolse
e lui lo mandò a quel paese.
"Ehi!! Guarda dove vai, idiota!!!"
Quella fuga folle era davvero un po' strana però... Duff si
incuriosì e invece di infilarsi in bagno, percorse con
circospezione il corridoio che andava a destra, passando oltre ai
bagni.
Ci mise qualche secondo prima di mettere a fuoco quello che si era
improvvisamente trovato davanti agli occhi. Qualche secondo in cui
rimase come imbambolato a fissare Emma accasciata a terra in un angolo.
Poi improvvisamente notò che la ragazza si teneva il
braccio,
che era pallida in volto e segnata da una smorfia di dolore e
soprattutto si rese conto che si stava lamentando per il male, anche se
lui non capiva niente di quello che stava dicendo.
Le fu accanto in pochi secondi, quasi spaventandola di nuovo.
"Che è successo?!? Che ti hanno fatto quei due??"
Emma cercò di riprendere il controllo di se stessa e mettere
a
tacere tutte le sensazioni che la stavano scombussolando in quel
momento. Era spaventata a morte e il braccio le faceva un male cane, ma
non voleva darlo a vedere, non voleva che Duff la portasse all'ospedale
come aveva detto più volte.
Cercò di sorridergli, ma con scarsi risultati.
"Non preoccuparti, non è niente... Loro... io... Lascia
stare,
adesso mi alzo e torno di là dagli altri, tranquillo."
"Non preoccuparti?!
Stai scherzando?? Voglio sapere esattamente cos'è successo
prima che arrivassi e voglio saperlo subito!"
Emma in un'altra circostanza e con un'altra persona avrebbe sicuramente
seguito quella parte di lei che in quel momento aveva un insano
desiderio di mandarlo a quel paese e dirgli che non era suo padre e non
aveva nessun diritto di parlarle in quel modo! Ma sentiva un dolore
pazzesco al braccio, tanto da dubitare di riuscire a mettersi in piedi
da sola per uscire da quel lurido corridoio e in più gli
occhi
di Duff le stavano dicendo quanto fosse veramente preoccupato per lei,
il che non poteva che ammorbidirle quel caratteraccio che si ritrovava.
"E va bene! Sono venuta in bagno e quei due mi devono aver seguita,
perché quando sono uscita me li sono trovata davanti e non
mi
lasciavano passare e così ho iniziato a indietreggiare,
sperando
che arrivasse qualcuno... solo che uno di loro mi ha afferrata per il
braccio e ha stretto così forte che mi sono sentita male e
boh,
devo aver perso i sensi per qualche istante, perché quando
mi
sono ripresa loro non c'erano più e io ero qui per terra
come mi
vedi. Tutto qua."
"Tutto qua??
Porca puttana, se li prendo gli faccio passare la voglia di bere per
tutta la vita a quei due figli di puttana!!"
Duff era davvero fuori di sé. Se pensava a quello che
sarebbe potuto succedere se non fosse svenuta...
Abbassò lo sguardo su di lei e vide che appoggiava il capo
al
muro, con una faccia da far spavento. Doveva avere un male assurdo
poverina e lui si perdeva nelle sue cazzate da paladino della
giustizia. Idiota!
"Ok, adesso ti aiuto ad alzarti e poi corriamo al primo pronto soccorso
che troviamo."
Emma fece per parlare, ma Duff la zittì subito.
"Non me ne frega niente, è chiaro?! Non ti do altre opzioni,
ci
andiamo e basta. Quindi risparmia fiato, che ti servirà
sicuramente sia per alzarti che dopo."
Emma rimase in silenzio, colpita dal tono secco e autoritario che
l'uomo aveva usato. Certo, quello e il fatto che sapesse che Duff aveva
ragione... altrimenti col cavolo che si sarebbe lasciata trattare
così!
Duff l'afferrò per il busto, all'altezza delle ascelle.
"Ok, sicuramente ti farà male quando ti metterò
in piedi,
perché il braccio si sposterà. Porta pazienza,
ok?"
Emma annuì impercettibilmente e Duff le sorrise, cercando di
rassicurarla. Gli faceva tenerezza, accasciata lì per terra,
con
quel faccino spaventato e sofferente allo stesso tempo. Senza neanche
accorgersene le sfiorò il viso in una carezza e i loro occhi
si incatenarono per qualche istante.
Dei passi e le voci di alcune ragazze che ridevano come matte qualche
metro più in là li riportarono bruscamente alla
realtà.
Duff riportò immediatamente la mano sul busto della ragazza,
distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.
"Ok, al mio tre ti alzo, va bene? Uno... due... tre!"
Duff la sollevò cercando di fare il più piano
possibile, ma nonostante ciò a Emma scappò un
grido di dolore, che la ragazza cercò però di
soffocare sul nascere.
Avendo paura che le gambe le potessero cedere, Duff mantenne la presa
su di lei, reggendola in piedi.
"Cerca di respirare a fondo, sembra una cosa cretina, ma aiuta a
diminuire il dolore." Osservò Emma provare a fare quello che
le aveva appena suggerito, gli occhi chiusi probabilmente per cercare
di concentrarsi meglio. "Probabilmente quei deficienti ti hanno dato il
colpo di grazia e hanno peggiorato la situazione. Appena ti senti di
camminare ci leviamo di qui e prendiamo la macchina."
Emma riaprì gli occhi.
"Ok, va meglio. Davvero."
"Cosa vuoi dire?"
"Voglio dire che sto meglio, che non è il caso di andare."
Duff le lanciò un'occhiataccia che avrebbe incenerito
chiunque.
"Mi sembrava avessimo già chiarito che è un
argomento chiuso, senza possibilità di discussione. Vieni."
Duff l'afferrò per la mano sinistra e la trascinò
dietro di sé, con calma ma con fermezza.
Come furono fuori dalla toilette Duff girò immediatamente a
destra, verso l'uscita.
Emma a quel punto fece un po' di resistenza tirando col braccio,
fermandolo.
"Non andiamo ad avvisare gli altri?? A Manuela verrà un
colpo se non mi vede tornare!"
"Già che siamo vicini all'uscita mi sembra meglio andare,
piuttosto che infilarsi in quel carnaio in cui come niente puoi
sbattere il braccio contro qualcuno. Adesso chiamo Jeff e gli spiego
tutto, poi ti faccio passare la tua amica, ok? Così le
spieghi. Tanto è in buone mani e dubito sarebbe tornata in
albergo con te comunque..."
E ripreso a camminare, Duff la portò fuori dal Temple Bar,
sempre mano nella mano, e insieme si diressero verso la macchina.
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Capitolo 5 *** Confidenze e primi baci ***
Emma e Duff fecero solo un paio di passi però,
perché la
ragazza iniziò a far resistenza e a tirare il ragazzo per
fermarlo.
"Aspetta Duff!! Fermati!" Il musicista non dava segno di fermarsi,
forse pensando che Emma stesse avendo un altro ripensamento. "Michael
fermati, per favore!"
Duff si bloccò di colpo. L'aveva chiamato Michael... poche
persone lo facevano e gli dava sempre un senso di
familiarità e
confidenza con loro.
"Che c'è?"
"C'è che innanzi tutto sto congelando e ho bisogno del mio
cappotto e poi se devo andare all'ospedale avrò sicuramente
bisogno della mia borsa e dei miei documenti, non credi?"
Duff rimase un attimo in silenzio, perplesso. Cavoli, aveva ragione!
Aveva seguito il suo istinto come al solito, senza ragionare...
"Ok, non ti muovere, torno subito."
Il ragazzo corse dentro al Temple Bar, senza nemmeno sentire le
lamentele di Emma.
"Ma io qui congelo!!"
In pochi minuti Duff arrivò dagli altri e non gli diede
nemmeno il tempo di parlare.
"Dammi il cappotto e la borsa di Emma per favore." Si guardò
in giro, cercando Manuela. "Dov'è la sua amica?"
Jeff gli passò la roba di Emma.
"E' da qualche parte con Isaac, hanno detto che andavano a ballare, ma
non mi stupirei se li trovassimo a pomiciare da qualche parte nel
locale."
Lui e Mike sghignazzarono all'idea, ma smisero immediatamente quando
videro l'espressione seria di Duff.
"Ok, devo portare Emma all'ospedale, il braccio le fa molto male. Vi
chiamo più tardi per aggiornarvi, ok? Dite alla sua amica
che
sta bene e la riporterò io all'hotel. Devo scappare ora."
E senza dargli nemmeno il tempo di rispondere, Duff sparì
nel giro di pochi secondi.
Jeff si girò verso Mike, allibito.
"A volte mi piacerebbe potergli dare un bel pugno in faccia per farlo
stare fermo dieci secondi e ascoltare anche gli altri."
"Già... ma non sarebbe una grande idea, perché
lui ti
prenderebbe a calci nel culo due secondi dopo con qualche mossa alla
Kung Fu Panda! UA-TA!"
E Mike si mise improvvisamente a fare delle mosse di kung fu, facendo
scoppiare a ridere Jeff e qualche gruppetto di amici lì
intorno.
Duff raggiunse Emma e le diede il cappotto, aiutandola a indossarlo.
"Grazie a Dio, pensavo che mi sarei presa una polmonite!"
"Mi spiace, a volte non penso e agisco, una delle mie debolezze.
Andiamo ora."
I due ripresero a camminare finché non arrivarono alla
macchina.
Duff l'aiutò a sedersi e poi salì in macchina.
Emma cercò di mettersi la cintura, ma usando solo la mano
sinistra era quasi impossibile.
"Aspetta, te la metto io."
Duff si avvicinò a lei e afferrò la cintura,
trovandosi
così a pochi millimetri dal suo viso. Emma si
girò
contemporaneamente verso di lui e i due rimasero qualche secondo
immobili a fissarsi negli occhi.
Duff poteva sentire chiaramente l'odore della sua pelle e dei suoi
capelli e percepiva il respiro di Emma, leggermente
accelerato, sul suo viso. Si avvicinò ancora di
qualche
millimetro, lo sguardo ora catturato dalla bocca leggermente socchiusa
della ragazza.
Ma a che diavolo stava pensando, porca miseria?!
Si scostò velocemente da lei e le allacciò
rapidamente la cintura, distogliendo lo sguardo dal suo.
Merda, Jeff e Mike avevano ragione, non stava con una donna decisamente
da troppo tempo se sentiva certi istinti in un momento come quello, con
Emma sofferente e bisognosa di cure ospedaliere!!
Mise subito in moto la macchina e afferrò il cellulare,
cercando
le indicazioni per arrivare all'ospedale più vicino.
Il cuore di Emma era a mille. Aveva pensato per un micro secondo che
l'avrebbe baciata!! Doveva essere pazza però, doveva essere
il
dolore che le oscurava la mente o le stupidate di Jeff che l'avevano
confusa, perché era assolutamente impensabile che Duff
McKagan, quel Duff
McKagan, potesse seriamente essere interessato a lei e baciarla!
Sì, doveva essere il dolore.
Guidarono fino all'ospedale in totale silenzio, entrambi troppo
imbarazzati dal momento di prima per parlare.
Duff parcheggiò e finalmente si decise a spezzare quel
silenzio assordante.
"Eccoci qua. Andiamo."
Scese dalla macchina e andò ad aprirle la portiera, per
aiutarla.
"Signorina..."
Emma gli sorrise e uscì dal veicolo, guardando l'edificio
davanti a lei con una certa apprensione.
La voce di Duff la distolse dalle sue preoccupazioni.
"Non preoccuparti, andrà tutto bene."
Emma lo guardò mentre le sorrideva, nel tentativo di
rassicurarla, e annuì cercando di convincere anche se stessa.
Nel frattempo Manuela e Isaac tornarono dai ragazzi tenendosi per mano
e sorridendosi complici.
Manuela si accorse subito dell'assenza di Emma e iniziò a
preoccuparsi.
"Dov'è Emma?"
Jeff le sorrise e cercò di parlare il più
lentamente e
chiaramente possibile, considerando che l'inglese della ragazza non era
decisamente lo stesso di Emma.
"Duff l'ha portata al pronto soccorso perché le faceva di
nuovo
male il braccio. Non so di più, ma ha detto che avrebbe
chiamato
al più presto per aggiornarci."
*"Oh cavoli!! Aspetta
che la chiamo io!!"*
I tre ragazzi si guardarono confusi, non capendo una parola di quello
che aveva appena detto. La videro afferrare il cellulare e Jeff le
impedì di fare il numero.
"Aspetta, potrebbe essere coi dottori ora. Chiamo io Duff, ok?"
Manu fece cenno di sì con la testa e Jeff fece il numero di
Duff.
"Ehi man che
succede?"
"L'amica di Emma è preoccupata e vorrebbe parlare con lei,
è ancora con te?"
"Sì, abbiamo appena lasciato i suoi dati e ora stiamo
aspettando che qualcuno la chiami. Le passo il mio telefono allora."
Emma e Manuela videro i due ragazzi passare loro i cellulari e capirono
immediatamente cosa stesse succedendo.
*"Pronto? Manu?"*
*"Emma!! Che cavolo
è successo?! Come stai?? Dove sei??"*
*"Calmati Manu! Va tutto
bene, ok?
C'è stato un piccolo incidente quando sono andata in bagno e
Duff per fortuna era da quelle parti e mi ha aiutata, solo che il
braccio mi stava uccidendo e così ha voluto a tutti i costi
portarmi qui. E' tutto ok però, va bene? Goditi la serata e
non
preoccuparti, appena mi hanno visitato ti mando un sms, così
ti
tranquillizzi. Poi mi faccio portare da lui in albergo, così
non
devo nemmeno prendere il taxi. Come procede lì? Si
è dato
una svegliata il piccoletto?"*
*"Diciamo che con una
piccola spintarella ce l'ha fatta!!"*
Le due ragazze scoppiarono a ridere.
*"Bene, sono contenta.
Goditi la
serata per benino allora, e non distruggerlo, ok? E' giovane e
fragilino, non vorrei lo uccidessi!!"*
*"Scema!! Si vede che
stai meglio se
dici ste cretinate. Tu piuttosto vedi di approfittare della situazione
e fatti fare un po' di coccole, visto che stai male... "*
*"Ok, adesso riattacco!!
Scema che non sei altro... Ci sentiamo dopo."*
*"Va bene, ciao."*
Attaccarono e restituirono i cellulari ai legittimi proprietari.
Duff prese il telefono e lo mise via.
"Si è tranquillizzata?"
"Sì... direi di sì."
Emma sorrise pensando che la sua amica era sicuramente più
calma
per quel che riguardava lei, ma allo stesso tempo era più
agitata all'idea di come avrebbe passato la notte.
Duff notò il suo sorriso, un po' malizioso, e non
riuscì a tacere.
"A cosa stai pensando?"
"Perché?"
"Perché stai sorridendo in un modo particolare... Cosa bolle
in pentola?"
Emma sorrise nuovamente.
"Sono solo felice per Manu perché passerà
sicuramente una
bellissima notte con il tuo amico e fidati, se lo merita davvero."
Emma rimase in silenzio per qualche secondo, persa nei suoi pensieri.
Poi riprese a parlare.
"Ha passato un'estate terribile... Il suo compagno è morto
in un
incidente e da allora cerca disperatamente di rimettere insieme i pezzi
della sua vita. Ecco perché sono qui. Aveva bisogno di me e
così ho preso il primo volo per Dublino che sono riuscita a
trovare. E' stata molto dura starle accanto in questi mesi... vederla
soffrire in quel modo... Ecco perché sono felicissima di
sapere
che in questo preciso momento sta sorridendo grazie a Isaac e almeno
per qualche ora non penserà ai suoi demoni e ai suoi
problemi."
Duff aveva ascoltato in religioso silenzio le parole di Emma.
"Mi spiace davvero per lei... ma è fortunata ad avere
un'amica
come te. Non so quante persone avrebbero preso un aereo per passare
qualche giorno con un'amica in difficoltà. Gli amici
così
sono preziosi, io ne so qualcosa."
Duff le sorrise con uno sguardo pieno di rispetto nei suoi confronti e
lei arrossì leggermente.
"Grazie, ma non credo di aver fatto niente di pazzesco. L'amicizia per
me è una cosa seria. E credimi, non è facile
essere mio
amico, perché se è vero che do il cento per
cento,
è vero anche che pretendo moltissimo. E in più
non ho
esitazioni nel cancellare le persone dalla mia vita se mi feriscono.
Insomma, non sono di certo una santa."
Duff stava per commentare, ma un'infermiera improvvisamente
chiamò il nome di Emma.
La vide impallidire immediatamente e non poté fare a meno di
sorridere, trovandola davvero tenera in quel momento.
Le mise una mano sulla sua e la strinse leggermente.
"Tranquilla, andrà tutto bene. Vuoi che venga con te?"
Emma lo guardò con uno sguardo spaventato.
"Lo faresti davvero?? Perché magari non capisco cosa mi
dicono o
faccio qualche casino e mi sentirei davvero più tranquilla
se ci
fossi tu."
"Certo che vengo, scherzi? Dai, andiamo prima che quel colosso di
infermiera si innervosisca perché la stiamo facendo
aspettare!"
E fattole l'occhiolino, la prese per mano e la accompagnò
dentro.
Non appena Manuela restituì il cellulare a Jeff, Isaac le si
avvicinò.
"Come sta?"
"Devono ancora controllarle il braccio, ma mi sembrava che stesse bene."
Gli sorrise e lui le prese subito la mano, rispondendo al sorriso.
"Bene, mi fa piacere sentirlo. Comunque è in buone mani con
Duff, non preoccuparti."
Manu annuì e seguì con lo sguardo la sua mano
raggiungere la bocca di Isaac per un dolce bacio.
Il ragazzo la guardò con uno sguardo diverso dal solito e si
avvicinò al suo orecchio, per farsi sentire solo da lei.
"Cosa ne pensi di andarcene da qualche parte solo noi due?"
"Direi che è un'idea magnifica."
Isaac si alzò con un mega sorriso sul volto e le diede il
cappotto prima di spostarsi vicino ai due amici.
"Scusate ragazzi, ma vi lasciamo soli. Sono certo capirete..."
Jeff gli diede una pacca sul braccio.
"Certo che capiamo, amico. Ricordati però quello che ti ho
detto sul fatto che le nostre stanze siano comunicanti, ok?"
I due chitarristi si misero a ridacchiare e Isaac scosse il capo,
cercando di sembrare seccato.
"Siete senza speranza ragazzi! Ci vediamo domani."
Jeff e Mike salutarono anche Manuela con un cenno della mano e la
coppietta sparì alla svelta dal locale.
Mike afferrò il suo boccale di birra.
"Beh amico mio, siamo rimasti noi due. Salute a noi!!"
"Salute!"
E fatti scontrare i bicchieri, i due ragazzi buttarono giù
una bella sorsata di birra.
Dopo mezz'oretta Emma e Duff uscirono finalmente dall'ospedale e si
diressero verso la macchina.
Emma ad un certo punto si sfiorò la fasciatura che le
avevano appena fatto. Era andata molto meglio del previsto, visto che
aveva solo una micro frattura all'ulna, niente di cui preoccuparsi e
soprattutto un qualcosa che sarebbe guarito da solo in un tempo
relativamente breve.
Duff si accorse del gesto della ragazza, mentre le apriva la portiera.
"Ti fa ancora tanto male?"
Emma alzò lo sguardo su di lui, che la guardava un po'
preoccupato.
Era stato un angelo prima, con lei. Le era stato vicino quando i
dottori le avevano ovviamente fatto male visitandola ed era stato
estremamente discreto quando alcune lacrime erano uscite, prepotenti,
dai suoi occhi.
Inoltre era stato effettivamente molto utile, perché aveva
ascoltato i dottori e l'aveva aiutata con qualche domanda che non aveva
capito alla perfezione.
Insomma, un vero sostegno e un vero gentleman.
Gli sorrise, per rassicurarlo.
"Un pochino, ma gli antidolorifici stanno decisamente funzionando. O
forse è la fasciatura, chi lo sa."
"Bene... perché stavo pensando... se non sei troppo stanca o
non hai troppo male... che potremmo andare a mettere qualcosa sotto i
denti, visto che nessuno di noi ha ancora mangiato, se non sbaglio."
Emma rimase a fissarlo senza sapere cosa dire. L'aveva appena invitata
a cena o se l'era immaginato??
Duff interpretò quel silenzio come un disperato tentativo di
trovare una scusa per dire di no.
"Se non vedi l'ora di tornare in albergo lo capisco, non preoccuparti,
davvero! A volte non penso prima di parlare, scusami. E' ovvio che tu
sia provata da quello che è successo oggi e in
più ti staranno anche scendendo i nervi, quindi ti sentirai
esausta e io cosa faccio?? Ti propongo di stare fuori ancora e fare
chissà che ora... "
"Duff, non preoccuparti, sto bene, mi fa piacere."
"A volte so proprio essere uno stupido, non so cosa dirti! Lascia
perdere, fa come se non avessi detto niente, ok?"
"Duff?!"
"Ora ti porto subito in albergo, roba di pochi minuti e ci siamo, va
bene?"
"Duff!!"
Il ragazzo rimase un attimo perplesso per la veemenza con cui lei lo
aveva chiamato.
"Ma hai sentito quello che ti ho detto?? Va bene, mi fa piacere, anzi,
sto letteralmente morendo di fame! Quindi andiamo."
"Oh... ok... scusa... mi sono lasciato prendere... ok, andiamo."
E con un mega sorriso, l'aiutò a salire in macchina e poi si
mise al suo posto, accendendo il veicolo.
"Fantastico... ma dove andiamo?"
Emma lo guardò sorridendo.
"Non ne ho la minima idea! Non conosco affatto Dublino, quindi non
posso aiutarti."
"Ok, vediamo... "
Duff prese il cellulare e si mise a cercare su internet qualche
posticino carino, ma semplice, dove andare. Non sapeva nemmeno lui
perché, ma voleva che la serata fosse perfetta e Emma si
trovasse a suo agio e si rilassasse come si deve.
Dopo qualche minuto di vane ricerche, il ragazzo ebbe come
un'illuminazione. Potevano andare in quel ristorantino carino
abbastanza vicino all'albergo che avevano visto la sera prima coi
ragazzi... Sembrava d'atmosfera e allo stesso tempo non eccessivamente
lussuoso. Sì, perché no? Era proprio l'ideale!
"Ok, ho trovato. Aspetta che ti aiuto con la cintura."
Duff si trovò per la seconda volta a pochi millimetri dal
viso di Emma, la quale arrossì immediatamente per quella
vicinanza.
Forse per il tempo che avevano passato insieme, forse per l'esperienza
che avevano appena condiviso, fatto sta che questa volta non
riuscì a resistere e le sfiorò lievemente il
viso, mentre con lo sguardo passava dai suoi occhi alla sua bocca.
Emma sentì il cuore accelerare improvvisamente. Non poteva
essere vero, non poteva star succedendo proprio a lei!
"Lo so che non dovrei, che è fuori luogo data la situazione
e che sto per combinare un casino di dimensioni allucinanti, ma cazzo
io non ce la faccio più a trattenermi! Perciò se
devi fermarmi, fallo adesso piccola, perché sappi che sto
per baciarti."
Il cervello di Emma a quel punto si azzerò completamente,
perdendo ogni facoltà di pensiero e ragionamento.
Fermarlo?! E perché diavolo avrebbe mai dovuto fermarlo??
Era una vita che sognava quel momento!!
Duff non attese un attimo di più e in pochi secondi
appoggiò le sue labbra a quelle della ragazza, con
delicatezza, come se temesse una sua reazione.
O forse paralizzato dalla paura, visto che era un numero impressionante
di anni che non baciava una ragazza che non fosse Susan!
Fu Emma a quel punto a prendere in mano la situazione. Portò
la mano sinistra dietro la nuca di Duff e lo spinse a sé,
assaporando le labbra del ragazzo con morbidi baci lenti e sensuali.
Duff perse ogni remora e con la lingua le chiese il permesso di
entrare, permesso che Emma ovviamente gli concesse al volo.
Le loro lingue iniziarono a incontrarsi e inseguirsi in un bacio sempre
più appassionato, finché Duff non si
staccò da lei in cerca di fiato.
"Oh cazzo... non ho più l'età per queste cose...
mi manca il fiato!!"
Emma si mise a ridacchiare, vedendo la sua faccia quasi imbarazzata.
"Io dico che te la cavi benissimo... lascia giudicare a me..."
E senza lasciarlo ribattere, catturò nuovamente le sue
labbra con le sue, facendolo perdere di nuovo in un bacio passionale
che avrebbe tolto il fiato a chiunque, a prescindere
dall'età.
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Capitolo 6 *** Cenetta romantica ***
Dopo quell'ultimo bacio interminabile, i due si staccarono e
Duff le
sorrise decisamente imbarazzato, ma anche molto più
sollevato.
Era tutta la sera che aveva voglia di farlo, ma anche che cercava mille
scuse per evitare che succedesse, troppo spaventato da una situazione
per lui nuova dopo tanti anni con sua moglie. Ex moglie, per la
precisione. E finalmente c'era riuscito e ora si sentiva decisamente
meglio!
"Ok... voglio che tu sappia che non è una cosa che faccio
tutte
le volte che sono in tour... tutt'altro... a essere precisi
è
più di un anno che non sfioro una donna con un dito e..."
Emma gli mise un dito sulle labbra, per farlo tacere, e gli sorrise.
"Lo so, non preoccuparti. Jeff mi ha accennato qualcosa prima... "
Sorrise nel vedere negli occhi di Duff un misto di curiosità
e
incredulità. "Quindi non devi spiegarmi niente.
Né devi
giustificarti con me, chiaro? Tu sei single, io sono single, questo
è quello che conta."
Emma vide il volto di Duff rilassarsi e sorrise istintivamente.
"Senti, ma non avevi fame?? Andiamo? Se non mangio qualcosa svengo."
"Agli ordini Madame!"
Duff mise subito in moto e si diresse verso il ristorante che aveva
scelto. Dopo gli ultimi avvenimenti era ancora più convinto
che
fosse il posto giusto!
Emma durante il tragitto in macchina non riusciva in nessun modo a
comandare al suo cuore di rallentare. Prima con lui aveva fatto la dura, quella che
aveva tutto sotto controllo, ma in realtà ci mancava poco
che si sentisse male! Santo Dio, Duff McKagan, il suo
Duff McKagan, l'aveva baciata!! E non una volta, ma due!! E vi erano
discrete possibilità che succedesse ancora e ancora e ancora
e...
Ok, se non la smetteva di pensare quelle cose il cuore le sarebbe
scoppiato nel petto di sicuro e lei sarebbe morta felice, per
carità.
Doveva darsi una calmata o non sarebbe stata in grado di godersi
appieno quella straordinaria avventura che le era capitata tra capo e
collo.
"Eccoci qui!"
Emma quasi trasalì a quelle parole, ancora presa dai suoi
pensieri.
Duff posteggiò la macchina davanti a un bell'hotel ed Emma
si chiese se il ristorante fosse quello dell'albergo.
Quando scesero però, Duff le fece strada e i due si
allontanarono da lì, il che le fece fare un sospiro di
sollievo.
Non le piacevano i ristoranti degli alberghi e sinceramente ci sarebbe
rimasta male se quella fosse stata la loro destinazione.
Duff mise via cellulare e chiavi della macchina e poi fece qualcosa che
decisamente spiazzò Emma e le rese difficile respirare per
qualche istante.
Come se fosse la cosa più naturale del mondo,
infatti, il bassista le prese la mano nella sua e la strinse
delicatamente, godendo di quel contatto così intimo e
affettuoso
allo stesso tempo. Gli mancavano da morire quelle piccole cose che
caratterizzavano le coppie, cose che spesso venivano date per scontate
da chi stava effettivamente insieme, soprattutto dopo un po' di anni.
Emma arrossì piuttosto evidentemente, ma riuscì a
tenere
nascosta la cosa lasciando scivolare leggermente i capelli in avanti e
abbassando lo sguardo sul marciapiede. Non voleva che Duff la vedesse
così emozionata per una cosa così stupida, che
figura
avrebbe fatto??
"Tutto ok?"
A quel punto la ragazza fu costretta a guardarlo, sperando con tutte le
sue forze che il rossore si fosse affievolito e l'oscurità
aiutasse a camuffarlo.
"Sì, certo."
Duff le sorrise e sempre tenendola per mano continuò a
passeggiare con lei in direzione del ristorante.
Pochi metri ancora ed arrivarono.
Emma guardò da fuori l'interno e ne rimase subito colpita.
Era
un posto davvero carino, ma soprattutto molto romantico! Anche solo
quel pensiero la fece leggermente arrossire e le fece accelerare
qualche battito. Doveva decisamente darsi una calmata o non sarebbe
sopravvissuta alla serata!
Duff aprì la porta del ristorante e la tirò
dietro con
sé, sempre mano nella mano. Un cameriere piuttosto giovane
si
avvicinò loro e Duff chiese se era ancora possibile
mangiare,
data l'ora. Il ragazzo gli fece cenno di aspettare e sparì
dietro ad una porta per qualche minuto.
I due si guardarono in giro e non poterono non notare che la maggior
parte dei tavoli ormai erano liberi e che chi era ancora seduto era
comunque al dolce.
Emma senza nemmeno accorgersene diede voce ai suoi pensieri.
"Mi sa che è troppo tardi... la cucina sarà
già chiusa."
Duff annuì. Non aveva pensato a
quell'eventualità... a
quell'ora i ristoranti difficilmente rimanevano aperti, sarebbe stato
meglio andare in un pub.
"Poco male. Troveremo sicuramente un posticino dove mangiare,
tranquilla."
Il ragazzo tornò dopo poco, stupendoli non poco con le sue
parole.
"Prego signori, da questa parte."
Duff e Emma si guardarono sorpresi e lo seguirono fino al tavolo.
"Grazie mille, non ci speravamo sinceramente... pensavamo che la cucina
fosse già chiusa."
"La cucina effettivamente è
già
chiusa, ma per lei, signore, facciamo volentieri un'eccezione." Il
ragazzo gli si avvicinò leggermente e abbassò la
voce,
forse per non farsi sentire dagli altri commensali. "Il cuoco e il
proprietario sono suoi grandi fan, signore. Lo siamo tutti in
realtà."
E detto questo si allontanò velocemente da loro.
Emma aveva un sorrisetto strano dipinto sul volto.
"Che c'è?! Perché fai quella faccia?"
Emma cercò di trattenere una risata.
"Niente, per carità... "
"Come niente,
la tua faccia dice tutt'altro che niente!"
Emma a quel punto si lasciò scappare una risatina.
"Diciamo che mi sono sempre chiesta se davvero voi personaggi famosi
aveste accesso a tutto quello che volete con un semplice schiocco di
dita e ho appena avuto la risposta..." Lo guardò di
sottecchi,
divertita da quella situazione. "Fossi stata da sola, col cavolo che
riaprivano la cucina, signore!!"
"Ha ha, spiritosa... Guarda che se la cosa ti sconvolge tanto possiamo
sempre andarcene, sai?"
"No, no, per carità... questo posto è adorabile e
il
profumino che si sente invitante... e poi chissà che mega
porzioni speciali faranno per te!!"
"Hai intenzione di menarmelo per tutta la sera, non è vero??"
"Può essere..."
Il cameriere fece ritorno poco dopo e i due ordinarono il minimo
indispensabile. Non volevano certo approfittare della cortesia che gli
avevano riservato!
Duff ringraziò nuovamente il cameriere e poi si
girò
verso Emma, guardandola dritta negli occhi e facendola arrossire di
nuovo.
Non c'era niente da fare, non riusciva ancora a credere di essere
lì, con lui, in quella situazione!
"A che pensi?"
Emma rimase interdetta per qualche istante. Cosa poteva dirgli??
"A niente..."
"E allora perché arrossisci?"
A quel punto la faccia di Emma divenne viola e la ragazza si
portò istintivamente le mani sulle guance, ormai roventi.
"Grazie, eh??"
Duff scoppiò a ridere, ma poi, vedendo la faccia imbarazzata
della ragazza, le sorrise dolcemente.
"Ok, scusami... non ho saputo trattenermi." Ci fu un attimo di silenzio
e poi Duff proseguì. "Allora, me lo dici o no a cosa stavi
pensando?"
"Ma niente... è che è tutto così... strano per me...
Insomma... devo davvero spiegartelo??"
Duff la guardò con un grosso punto interrogativo sul volto
ed
Emma allora alzò gli occhi al cielo, sconvolta dalla poca
perspicacia dell'uomo.
"Non so se ti è chiaro che io sono una tua fan da circa...
beh,
lasciamo perdere i conti, va', se no mi sento vecchia!! Avrò
all'incirca un migliaio di tue foto, poster e chi più ne ha
più ne metta. So tutto della tua vita, o meglio di quello
che tu
hai reso pubblico di essa, perché mi sono letta non so
quante
volte il tuo libro. Ho visto, credo, praticamente qualunque tua
intervista che si trovi su internet e leggo ogni sacrosanta settimana
il tuo blog, che per inciso mi piace da morire. E adesso mi trovo qui,
seduta ad un ristorante con te che mi guardi in quel modo...
secondo te
a cosa penso??"
Duff scoppiò a ridere, facendola quasi innervosire. Che
cavolo
c'era da ridere?? Lei gli aveva aperto il suo cuore, si era confessata a lui e
lui rideva??
"Scusa, è che la tua faccia è così
buffa in questo
momento... " Vedendo che la ragazza non rideva affatto, Duff si diede
un contegno. "Ok, scusa, sul serio. Immagino che debba essere per lo
meno una situazione paradossale. Ma se ti fa stare meglio, lo
è
anche per me, anche se per motivi diversi, ovvio. E poi se leggi il mio
blog e hai letto il mio libro, spero avrai capito che sono una persona
esattamente come tutte le altre e non una specie di extraterrestre."
"Certo, questo lo so, così come so che sei una persona
davvero interessante." Emma fece una piccola pausa, indecisa se
continuare o meno. "Spero di non
offenderti... ma leggere il tuoi articoli e poi il tuo libro
è
stata una sorpresa, anche se davvero piacevole. Diciamo che
è stato
difficile, in un certo senso, far collimare il Duff King of Beers McKagan
che ho conosciuto coi Guns, con il Michael Andrew McKagan che viene
fuori dalle righe che scrivi."
Questa volta fu il turno di Duff di arrossire ed Emma sorrise, nel
vederlo.
"Il tuo libro credo sia davvero intenso e in grado di ispirare molte
persone, a prescindere dai problemi di ciascuno. Ne esce fuori una
persona per cui provare sicuramente molto rispetto per quello che
è riuscito a fare e secondo me devi esserne fiero. Dai tuoi
post
invece esce fuori il tuo lato spiritoso, il Duff con la battuta sempre
pronta, ma anche quello impegnato, quello determinato e con le idee
chiare. Mi ha colpito in particolare, per esempio, il tuo ultimo post
sull'uso delle armi. Non è facile per un americano esprimere
le
proprie idee contro il possesso d'armi in modo così chiaro e
si
è visto anche dalle reazioni che il tuo articolo ha
sollevato.
Non hai paura di dire come la pensi e per questo ti ammiro molto."
Ci fu nuovamente un momento di silenzio, dovuto all'imbarazzo sia di
Duff per quello che aveva appena sentito, sia di Emma per quello che
aveva appena detto.
Per fortuna proprio in quel momento il cameriere arrivò con
i loro piatti e i due nascosero il loro imbarazzo nel cibo.
Mangiarono di gusto, entrambi affamati, e condirono la cena con
discorsi di vario genere su tantissimi argomenti, scoprendosi sulla
stessa lunghezza d'onda su tante cose.
Erano talmente presi dalla conversazione e dal godersi quella piacevole
compagnia, che nessuno dei due si accorse che ormai erano rimasti gli
unici avventori e si era fatta decisamente una certa ora.
Il cameriere si avvicinò con discrezione a loro, incerto se
disturbare o meno visto che i due stavano parlando in maniera
così complice.
"Scusate, gradite ancora qualcosa?"
Duff a quel punto si guardò in giro e si accorse della
situazione. Gli altri camerieri erano seduti ad un tavolo e stavano
mangiando, mentre nel locale non c'era più nessun cliente, a
parte loro ovviamente.
"No, grazie... Anzi, scusateci... non ci siamo proprio accorti di che
ora si fosse fatta!"
A quelle parole anche Emma si guardò in giro e si
stupì
di non vedere più nessuno attorno a loro, ma ancor di
più
di non essersi minimamente resa conto della gente che pian
pianino si era alzata e se n'era andata.
Duff chiese il conto e poi si girò verso di lei, un sorriso
complice e colpevole sul volto.
"Poveracci, non avevano il coraggio di cacciarci a pedate!"
"Già... non si può dire che non si siano meritati
la mancia."
Il cameriere ovviamente tornò subito dopo, perché
il
conto in realtà doveva essere pronto già da un
bel po', e
Duff pagò lasciando una lauta mancia.
Stavano per andarsene, quando un colpo di tosse li richiamò
indietro. Il proprietario del locale, imbarazzatissimo, chiese a Duff
di fare una foto da poter appendere al muro del ristorante, oltre ad un
bell'autografo. E lo stesso fecero il cuoco e tutti camerieri.
Emma non poté che sorridere nel vedere la gioia di quelle
persone nel poter avere lì con loro un loro idolo... per lei
era
esattamente lo stesso, no?? Beh, con qualche optional in
più,
s'intende.
Finite le foto di rito e gli scambi di battute, Duff la raggiunse, la
prese di nuovo per mano e la portò fuori.
Emma stava per commentare la scenetta appena vista, ma pochi passi
fuori dal locale Duff la spinse neanche troppo delicatamente contro il
muro e si attaccò alla sua bocca con foga. Le loro lingue
iniziarono ad inseguirsi e carezzarsi sempre più
velocemente,
mentre con le mani Duff lentamente, ma inesorabilmente, slacciava i
bottoni del cappotto di Emma. Nel giro di pochi secondi Emma
sentì le mani di Duff risalirle il busto e accarezzarle,
sebbene da sopra il maglione, entrambi i seni, provocandole un piccolo
mugolio di piacere. A Duff andò letteralmente il sangue al
cervello! Dio, quant'era che non sentiva una donna emettere certi suoni
così eccitanti?!
Fece scendere la mano verso il bordo del maglione, intenzionato a
lasciar scivolare sotto la mano, quando delle risate e delle voci
provenienti dal ristorante li fecero trasalire entrambi. I camerieri
stavano per uscire!
Duff riuscì in qualche modo ad afferrarle la mano e
iniziò a correre lungo il marciapiede, cercando di
allontanarsi il più velocemente possibile. Quando scorse in
lontananza il suo hotel, sicuro ormai di essere abbastanza lontano, si
fermò e si appoggiò ad una macchina, attirando
Emma a sé.
Entrambi avevano il fiatone, anche se per motivi diversi da pochi
minuti prima.
"Tutto ok? Scusa se ti ho trascinata via, ma ci mancava che ci
beccassero in quel frangente..."
Emma scosse il capo.
"Non preoccuparti, hai fatto benissimo. Sarei morta dall' imbarazzo!!"
Duff l'avvicinò ulteriormente a sé, portando il
corpo della ragazza a contatto con il suo, e le scostò i
capelli dal viso in una dolce carezza, mentre con il pollice dell'altra
mano sfiorava delicatamente le labbra invitanti e morbide di Emma.
Quella vicinanza con lei quasi lo stordiva e sentiva dentro di
sé che stava correndo decisamente troppo, ma un solo
pensiero gli frullava nella testa ormai da un po'... In fondo quant'era
che non si trovava così bene con una donna che lo attraeva
anche fisicamente?? Tra loro due c'era decisamente molto feeling e
forse Jeff e Mike non avevano tutti i torti a dirgli di smetterla di
fare il monaco di clausura.
"Ok... lo so che tutto questo è assolutamente folle e sto
decisamente affrettando i tempi, all'esatto contrario di quanto mi
fossi riproposto per tutta la sera, ma mi chiedevo se... insomma... per
dormire entrambi da soli... ecco... noi..."
Ad Emma venne da ridere nel vedere quella rock star, neanche
più giovanissima, essere così imbranato con una
donna.
Non poteva credere che uno come lui, che poteva avere qualunque donna
desiderasse e che in passato aveva fatto chissà quali
esperienze folli con le donne, non sapesse come proporle di passare la
notte insieme! A lei poi,
che ci sarebbe salita di corsa in camera sua!
Riuscì a trattenersi, accennando solo un lieve sorriso, e
gli posò un dito sulle labbra, per zittirlo.
"Devo andare a prendere le mie cose però... mi accompagni al
mio albergo?"
Il sorriso a trentadue denti di Duff le fece quasi tenerezza.
"Ai suoi ordini Madame...
ma prima c'è una cosa importantissima che devo fare. "
E detto questo, Duff portò una mano dietro la nuca di Emma e
la baciò così intensamente da toglierle quasi il
fiato.
Quando si staccò da lei, Duff rimase per qualche istante a
pochi millimetri dal suo viso, gli occhi puntati nei suoi, facendole
andare il cuore in gola.
"Ok, adesso possiamo andare."
E afferratala per la mano, la condusse alla macchina posteggiata poco
più in là e i due si avviarono verso l'albergo di
Emma, entrambi scombussolati da una miriade di emozioni contrastanti.
Eccomi qui con questo
capitoletto, giusto per augurarvi una bellissima Pasqua!! Resistete,
ancora un paio di capitoli e pongo fine alle vostre sofferenze,
promesso ;)
Alzi la mano chi ci sarebbe salita di corsa in camera con Duffuccio! XD
E pensare che lui si fa tante paranoie con Emma... AH, gli uomini!!
Bene, se vi va lasciate una riga o anche mezza ^^
Ancora tanti auguri!!!
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Capitolo 7 *** I sogni diventano realtà. ***
Questo lo
dedico a Giulia... e non dico altro!! XD
Duff lasciò Emma fuori dall'hotel e la ragazza
salì nella
sua stanza, dopo aver chiesto le chiavi al consierge.
Si chiese per
qualche istante se dovesse avvisare che non avrebbero passato la notte
lì, nessuna delle due, ma poi pensò che non erano
affari
suoi e andò dritta in camera sua.
Non le era passato minimamente per la testa che avrebbe passato la
notte con qualcuno, quindi urgeva un serio check up della presenza o
meno di peli superflui sulle gambe... e non solo! Non poteva certo
mandare all'aria la nottata della sua vita perché non si era
fatta la ceretta... o no??
Una volta pronta, afferrò il suo pigiama, non molto sexy a
dire
il vero, e qualunque altra cosa le potesse servire la mattina seguente
e cacciò tutto non proprio ordinatamente in quella borsa
super
capiente che si era portata come bagaglio a mano.
Un ultimo sguardo in giro per controllare di aver preso tutto ed Emma
lasciò la stanza.
Duff nel frattempo era sceso dalla macchina e la stava aspettando
appoggiato alla portiera.
Controllò l'orologio e vide che erano già
quindici minuti
che Emma era salita... che avesse cambiato idea e non sapesse come
dirglielo?!
Cazzo, in fondo come darle torto?? Era assurda tutta quella
situazione! Era un uomo di una certa età ormai, il padre di
due
figlie adolescenti, cazzo! Non poteva andarsene in giro per il mondo a
scoparsi ragazze come quando era uno sbarbatello!
E poi improvvisamente la vide che usciva dall'hotel, sorridente e
luminosa in viso, i capelli che ondeggiavano ribelli incorniciandole i
tratti delicati.
In pochi passi Emma gli fu davanti e si appoggiò al suo
corpo, facendogli sentire il soffice contatto delle sue curve.
"Scusa se ci ho messo tanto e ti ho fatto aspettare qua fuori al gelo,
spero di risucire a farmi perdonare..."
E senza aspettare una risposta, Emma intrecciò le dita della
mano sinistra tra i capelli di Duff e iniziò a baciarlo
sensualmente, spazzando via in un colpo solo tutti i dubbi e le paure
dell'uomo.
Giocarono con le loro lingue per un tempo indefinito e si godettero il
calore dei loro corpi così vicini, finché Duff
non si
staccò da quel contatto, rimanendo però a pochi
millimetri dal suo viso, accarezzandole una guancia.
"Andiamo al mio hotel."
Quella voce bassa e roca fece immediatamente percepire ad Emma uno
stuzzicante calore tra le gambe e per un istante la ragazza
pensò che forse era meglio andare nel suo di albergo,
già che erano lì.
Duff aprì però la portiera e la fece sedere,
portandosi
subito dopo al volante. Mise in moto e i due si allontanarono
velocemente da quell'area di Dublino.
Solo dieci minuti dopo arrivarono all'hotel di Duff.
Emma era emozionata e anche un po' nervosa. Aveva sognato un'avventura
come quella tantissime volte, ma una cosa erano i sogni e un'altra era
la realtà! Stava succedendo davvero e lei ancora non
riusciva a
crederci! E se non fosse stata all'altezza?? E se avesse fatto qualcosa
male o comunque non nel modo che piaceva a lui?? E se vedendola nuda
avesse cambiato idea, abituato decisamente a donne molto più
belle di lei??
Tutti questi dubbi la stavano mandando letteralmente in tilt, ma quando
Duff allungò la mano verso di lei e le afferrò la
sua,
conducendola dentro all'albergo, sorridendole in quel modo
così
sexy... si dimenticò improvvisamente di tutto e decise che
era
molto meglio spegnere il cervello da quel momento in avanti.
Fanculo le paranoie, un'occasione così si aveva una volta
sola nella vita, no?!
Arrivarono nella hall e Duff, sempre tenendole la mano, chiese la
chiave della sua stanza.
Emma approfittò del tempo impiegato dal ragazzo alla
reception
per dare un'occhiata veloce in giro e notare che quel posto era davvero
bello... decisamente diverso dall'hotel in cui lei e Manuela
alloggiavano!
Duff la tirò verso gli ascensori e stranamente mantenne una
certa distanza da lei nell'attesa, guardandosi circospetto in giro.
Emma si chiese per qualche istante se ci fosse qualcosa
che non andasse o se avesse detto o fatto qualcosa di male, ma poi
scrollò via quei pensieri paranoici. Andava tutto bene,
punto. Semplicemente lui non voleva dare spettacolo in giro e aveva
ragione.
Entrarono nell'ascensore e le porte si chiusero giusto in tempo per
lasciare tutti gli altri fuori.
Improvvisamente Emma sentì la parete dura dell'ascensore
contro
la schiena e le labbra di Duff sulle sue. L'uomo le aprì
frettolosamente il cappotto e iniziò ad accarezzarle il
corpo un
po' dappertutto, iniziando anche ad intrufolare le mani sotto il
maglione e la maglietta.
Quando Emma sentì le dita di Duff sfiorarle la pelle della
pancia, sentì lo stomaco andarle quasi sottosopra. Dio, non
poteva credere che tutto quello fosse davvero reale e non una delle sue
solite fantasie!
Duff si separò dalla sua bocca e iniziò a
baciarle e
morderle il collo, scendendo dall'orecchio fino alla spalla,
scostandole il più possibile il maglione e la maglietta. Lui
non
poteva saperlo, ma quello era uno dei punti più sensibili di
Emma e quei baci la mandarono subito in estasi. Chiuse gli occhi, per
godersi appieno i brividi che le percorrevano ormai la schiena, e
reclinò leggermente il capo all'indietro, appoggiandolo alla
parete.
Quando Duff sentì i suoi gemiti trattenuti a stento,
sentì il sangue andargli al cervello e non capì
più niente. Cazzo, si sentiva come un ragazzino arrapato in
quel
momento!! Forse per la lunghissima astinenza, forse per il corpo
morbido e sinuoso di Emma o forse per la sensualità della
voce
della ragazza in quel momento, Duff pensò che se l'ascensore
non
fosse arrivato alla svelta all'ultimo piano l'avrebbe presa
lì
dentro!!
La porta dell'ascensore si aprì di scatto, ma loro non se ne
accorsero nemmeno. Un leggero ed imbarazzato colpo di tosse
però
li riportò bruscamente alla realtà.
Duff si staccò velocemente dal corpo di Emma e afferratale
la
mano, la tirò via di lì il più
velocemente
possibile, un sorrisetto furbo sul volto.
"Scusate... è tutto vostro..."
Emma passò accanto a quella coppia di mezz'età
con il
volto in fiamme, imbarazzatissima per come li avevano appena beccati,
ma allo stesso tempo divertita dalla situazione e dalla faccia
scandalizzata di quei due.
Si avviarono piuttosto velocemente lungo il corridoio,
finché Duff non si fermò davanti alla porta di
camera sua
e inserì la chiave elettronica nella serratura.
Quel clic fece
andare lo stomaco di Emma sottosopra, conscia di quello che sarebbe
successo di lì a poco lì dentro.
Duff aprì la porta e poi la lasciò entrare per
prima.
Emma posò la borsa su una poltrona e rimase colpita dalla
stanza
intorno a lei. Non era chissà che albergo di lusso, per
carità, ma lei non era decisamente mai stata in una suite
all'ultimo piano.
Scorse tra le persiane un'incredibile vista della città e si
avvicinò alla finestra.
"Ti spiace se esco un attimo sul balcone?"
"Prego piccola, fai come se fossi a casa tua."
Emma gli sorrise e poi scostò le persiane, uscendo su un
balcone
grande abbastanza da ospitare un tavolino e quattro sedie.
Tutto era illuminato in modo molto soft da delle lampade a terra che
davano l'effetto soffuso di candele accese. Uno spettacolo
ridimensionato
solo dalla bellezza della vista sulla città illuminata
davanti a
loro.
Emma, assorta nei suoi pensieri, quasi trasalì quando
sentì le labbra di Duff lasciarle una scia di baci sul collo
che
le fecero subito chiudere gli occhi e sospirare.
"Sei nervosa?"
Emma annuì impercettibilmente.
"Un po'."
Duff sorrise sulla sua pelle e questo le provocò degli
ulteriori brividi.
"Ti confesso che anch'io lo sono..."
Emma spalancò gli occhi dalla sorpresa.
"Tu?! E perché?"
Duff tirò su la testa e si appoggiò alla nuca di
lei,
dandole un lieve bacio tra i capelli, le mani intrecciate sotto i seni
della ragazza.
"Perché è più di un anno che non sto
con una donna
e non so come reagirà il mio amico là sotto...
Perché tu hai sicuramente delle aspettative su di me e ho
paura
di non essere all'altezza delle tue fantasie."
Emma sorrise, intenerita da quella confessione inaspettata e dal fatto
che, in fondo, anche lui fosse un uomo come tutti gli altri.
Posò le mani su quelle di Duff, accarezzandole dolcemente.
"Non preoccuparti, sono sicura che andrà tutto bene... e
anche
fosse, abbiamo un sacco di tempo per riprovare e migliorare,
non
credi?"
Duff tornò ad appoggiare la bocca sul suo collo, senza
baciarla
però. Si sentiva molto più leggero dopo averle
detto cosa
gli passava per la testa ed era felice di averlo fatto. Non era
scappata via, non l'aveva preso in giro, anzi... aveva capito al volo
la situazione, dicendo subito le parole giuste al momento giusto.
Le lasciò un bacio nell'incavo del collo, seguito da un
morsetto, e nel momento esatto in cui Emma gli lasciò libere
le
mani, lui le posò immediatamente sui suoi seni, tastandoli
per
bene. Non vedeva l'ora di metter la faccia in mezzo a quel ben
di
Dio!!
Emma si lasciò scappare un piccolo mugolio e Duff allora
fece
scivolare le mani sotto gli indumenti della ragazza e risalì
velocemente il suo busto, prendendo tra le mani entrambi i seni e
tastandoli per bene.
A quel contatto così morbido e invitante, Duff
sospirò
soddisfatto e avvicinò la bocca all'orecchio di Emma.
"Dio mio... mi sono mancate così tanto queste sensazioni...
Perdona la franchezza, ma hai un paio di tette meravigliose, piccola...
Lasciamele sentire ancora meglio..."
Duff tirò giù la stoffa del reggiseno e strinse i
seni
ormai nudi con un mugolio di piacere, eccitandola da impazzire.
Sentì immediatamente i suoi capezzoli indurirsi al suo tocco
e
iniziò a stuzzicarli lentamente.
Emma sentì una scarica di piacere percorrerle la spina
dorsale e
arrivarle direttamente in mezzo alle gambe. Sospirò e
portò la mano sinistra dietro la nuca di Duff, carezzando i
suoi
capelli.
"Vacci piano, sono un po' ipersensibile da quelle parti..."
"Mmm... ipersensibile...
mi piace questa parola..."
Duff ovviamente fece tutto il contrario di quello che Emma gli aveva
detto e cominciò a stuzzicarla sempre di più e
con sempre
più maestria, facendola velocemente impazzire.
"Vuoi fare il cattivo?? Ok..."
Emma portò una mano dietro la schiena e abbassò
velocemente la zip dei pantaloni di Duff. Il solo rumore gli fece
venire caldo.
"Ehi ehi... cosa stai facendo??"
"Ti rendo pan per focaccia..."
Detto questo, Emma slacciò anche il bottone e
infilò la
mano dentro i suoi pantaloni, iniziando ad accarezzargli e
massaggiargli l'erezione dall'alto verso il basso. La ragazza si
compiacque di sentire che era esattamente come se l'era sempre
immaginato, ossia ben dotato e pronto all'azione.
"Ehi piccola, non dimenticarti che sono a secco da un sacco... se
continui così combiniamo un gran casino!"
Duff le bloccò quasi subito la mano e afferrandola per un
braccio la girò verso di sé, trovandosi
così
faccia a faccia. Non le diede tempo di dire niente e la
baciò
con veemenza, spingendola verso di sé il più
possibile.
Emma infilò le mani sotto gli indumenti dell'uomo e
iniziò a risalire verso i pettorali e le spalle, per poi
scendere nuovamente giù lungo gli addominali.
Duff si staccò dalla sua bocca e con estrema gentilezza le
sfilò la manica del maglione dal braccio ferito, in modo da
toglierglielo immediatamente dopo. Fu poi il turno della maglietta e
come l'ebbe levata, Duff piantò gli occhi su quelle tette
meravigliose che lo facevano impazzire e non riuscì a
trattenersi dal portarci subito le mani sopra.
"Dio mio... che spettacolo..."
Con un rapido gesto le slacciò il reggiseno e dopo aver
giocato
per qualche minuto con i suoi capezzoli si mise in ginocchio davanti a
lei e le lasciò una scia di baci fino al bordo dei suoi
jeans.
Ne slacciò il bottone e li tirò lentamente
giù,
aiutandola poi a liberarsene. Accarezzò gli stivali di pelle
della ragazza, un luccichio negli occhi.
"Ti spiace tenerli questi?"
Emma increspò le labbra in un sorriso malizioso.
"Come vuoi tu..."
Le mani di Duff risalirono sempre molto lentamente le cosce di Emma,
spostandosi ad ogni movimento sempre più all'interno della
gamba. Una volta raggiunta la zona più sensibile della
ragazza,
prese ad accarezzarla da sopra la stoffa delle mutandine.
Emma in quella posizione si sentiva completamente in balia di Duff,
incapace di fare qualunque cosa, se non godersi le sensazioni che lui
le stava dando in quel preciso istante.
Duff iniziò a tirarle giù anche le mutandine,
ultimo indumento che le era rimasto addosso, e le fece cadere a terra
senza prestare la minima attenzione ad esse.
Tutto il suo interesse infatti lo convogliò nel baciarle
delicatamente la sua zona più sensibile, facendole
accelerare immediatamente il respiro e il battito cardiaco.
L'ultimo tentativo disperato di Emma di mantenere in qualche modo il
controllo di sé e della situazione le uscì senza
troppa convinzione.
"Aspetta..."
"Shhhh..."
Duff la zittì a pochi millimetri dalla sua pelle
così sensibile, provocandole brividi di piacere ovunque.
Prese poi a leccarle lentamente e delicatamente il clitoride, con
lunghi movimenti circolari.
Emma sentì le gambe cederle e il piacere crescere
velocemente dentro di lei, ma in un ultimo sprazzo di
lucidità si disse che non voleva che andasse
così, lei voleva sentirlo dentro di sé,
completamente.
"Fermati per favore..."
Fece un passetto all'indietro e lo spinse giù con una mano
sul petto muscoloso, mentre con il resto del corpo lo seguiva in quella
discesa mettendosi a cavalcioni su di lui.
"Innanzi tutto non capisco perché io sia completamente nuda
e tu ancora vestito..."
Velocemente gli sollevò contemporaneamente maglietta e
maglione e lo aiutò a toglierli. Si prese una bella vista di
quel petto scolpito da anni di arti marziali e con le dita
tracciò delle linee immaginarie fino al bordo dei suoi
pantaloni, stuzzicandolo leggermente con le unghie in quella discesa.
Accarezzò un paio di volte quei solchi vicino all'inguine
che la facevano letteralmente impazzire e poi si scostò in
modo da sfilargli via i pantaloni, che Duff prontamente
scalciò via per avere libertà di movimento.
Emma tornò a cavalcioni di lui e afferrata la sua erezione,
la lasciò scivolare dentro di lei il più
lentamente possibile, in modo da godere di ogni centimetro che andava
sempre più in profondità.
Duff dal canto suo chiuse gli occhi e appoggiò il capo a
terra, assaporando le sensazioni che lo stavano stordendo in quel
preciso istante. Da quanto non si sentiva in quel modo??
Emma iniziò a muoversi su di lui avanti e indietro, in modo
quasi ipnotico, godendo delle sensazioni che le dava sentirlo quasi
uscire da lei per poi rientrare immediatamente. Si inclinò
verso di lui e Duff ne approfittò per afferrarle entrambi i
seni e riprendere a giocare con loro.
Ad un certo punto però, l'uomo la afferrò per
fianchi.
"Ora tocca a me condurre il gioco, piccola."
Si tirò su col busto provocandole un gemito che
soffocò subito baciandola come se volesse divorarle la bocca
e poi la tirò giù su un fianco con lui,
capovolgendo nel giro di pochi istanti le posizioni. Iniziò
a spingere dentro di lei aumentando man mano il ritmo e le
sollevò leggermente una gamba, in modo da entrare ancor
più in profondità, mentre con l'altra mano non
smetteva di stimolarle quel delizioso capezzolo così
invitante...
Emma sentì improvvisamente un'ondata di piacere crescere
prepotente dentro di sé e pochi istanti dopo Duff
sentì i muscoli della ragazza avvilupparlo completamente
nell'estasi dell'orgasmo, facendo venire anche lui in pochi secondi.
Si lasciò cadere su di lei, ancora ansimante, la testa
appoggiata nell'incavo del suo collo.
Si sentiva in paradiso, leggero come non mai e privo di pensieri e
preoccupazioni dopo così tanto tempo...
Percepì la mano di Emma che gli accarezzava i capelli
dolcemente e sorrise. Emma, che si stava godendo il suo viso rilassato
e soddisfatto, lo vide sorridere.
"Che c'è?"
Duff aprì gli occhi, trovandosi quelle iridi marroni che lo
fissavano divertita. Le sfiorò il viso con una carezza.
"Niente, è solo tutto così perfetto... le tue
carezze, il sesso di prima... Grazie."
Fu la volta di Emma di sorridere.
"Grazie per cosa?!"
Il volto di Duff si fece improvvisamente più serio.
"Per essere te... per essere qui con me... per avermi ricordato che
sono vivo e che posso andare avanti."
Emma gli sfiorò le labbra con un dito.
"Certo che puoi. Non so cosa sia successo... perché abbiate
divorziato... ma sono sicura che tu abbia fatto tutto il possibile e se
non è bastato, beh... forse significa che semplicemente non
era destino. Hai ancora le tue due bellissime ragazze e hai la tua
musica... e sono sicura che prima o poi troverai un'altra donna che ti
renderà di nuovo felice e tutto tornerà ad essere
perfetto. Devi solo darti tempo, tutto qui."
Duff la baciò, incapace di esprimere a parole quello che
sentiva dentro in quel momento, ma desideroso di trasmetterglielo
comunque.
Ed Emma effettivamente lo percepì. Percepì tutta
la gratitudine che lui provava in quel momento per lei e il sollievo di
sentirsi di nuovo vivo, il tutto mescolato all'incertezza, alla
solitudine e alla paura che lo attanagliavano da troppo tempo ormai.
Emma percepì ogni cosa e gli rispose baciandolo con
trasporto e stringendolo forte a sé, come a cercare di
proteggerlo e infondergli un po' di quel coraggio che forse,
ultimamente, gli era un po' venuto a mancare.
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Capitolo 8 *** Una mattinata interessante ***
Lo so, mi
credevate morta... e invece no! Super incasinata, ma viva!!
Vi lascio a questo capitolo, assolutamente inutile come i precedenti!!
;)
Buona lettura!!
Il mattino dopo Emma si svegliò per la luce che penetrava
prepotente tra le tende.
Ci mise qualche istante a racappezzarsi su dove fosse e poi
girò
la testa e lo vide, beatamente addormentato accanto a lei, un sorriso
rilassato e sereno dipinto sul volto. Dio quant'era bello in quel
momento!!
Ancora non le sembrava del tutto vero che avessero passato la notte
insieme... lei e Duff McKagan, l'idolo di una vita intera! Che poi
quello con cui aveva fatto sesso più volte quella notte in
realtà era Michael, non Duff... e l'aveva percepito
nettamente.
Inizialmente non erano nemmeno arrivati fino al letto, forse troppo
nervosi per la situazione e allo stesso tempo troppo desiderosi di
sfiorare il corpo dell'altro.
Il pavimento del salottino della suite aveva testimoniato quel primo
amplesso, decisamente soddisfacente per entrambi, nonostante le loro
reciproche paure di non essere all'altezza della situazione.
Ma il
meglio era decisamente venuto dopo, una volta raggiunto il letto su cui
inizialmente si erano appisolati insieme.
Duff l'aveva infatti svegliata nel cuore della notte infilando una mano
sotto la maglia del suo pigiama e iniziando a sfiorarla delicatamente
un po' dappertutto, tracciando con le dita delle linee immaginarie sul
suo ventre, sul suo fianco e poi più su, tra i suoi seni,
intorno ai capezzoli e oltre, sul collo e le spalle.
Di lì a poco le sue mani si erano fatte più
intraprendenti, i suoi tocchi più decisi e nel giro di
niente i
due si erano ritrovati a darsi piacere in vari modi, scoprendo
lentamente il corpo dell'altro, finendo per gemere e ansimare
all'unisono in un rapporto che non sapeva più solo di sesso
e
quindi si faceva sempre più appagante.
Emma sorrise ripensando alla notte appena passata e pensieri
decisamente poco casti le affiorarono alla mente solo al ricordo di
quello che si erano fatti più e più volte, tra un
pisolino e l'altro.
Guardò l'ora sulla sveglia sul comodino e fece un rapido
conto
di quante ore era riuscita a dormire. Non un gran che, decisamente...
ma ne era valsa senz'altro la pena!
Sentì il corpo di Duff muoversi nel letto e si
girò
nuovamente verso di lui, trovandolo già sveglio e sorridente.
"Buongiorno..."
"Buongiorno."
"E' tanto che sei sveglia?"
"Pochi minuti... anche se non so se posso davvero definirmi sveglia!
Sto morendo di sonno in realtà ed è tutta colpa
tua..."
Il viso di Duff si aprì in un sorriso divertito
e malizioso
e l'uomo l'avvicinò a sé posandole una mano sul
fianco e
baciandola morbidamente.
"Non mi sembra che stanotte tu ti sia lamentata del trattamento... o
sbaglio?"
Le fece una carezza sul viso, rimanendo poi con la mano sulla guancia e
sfiorandole le labbra con il pollice.
"Mmm... non ricordo molto di stanotte... lasciami pensare..."
Duff trattenne a stento una risata.
"Davvero? Vediamo se riesco a rinfrescarti la memoria..."
E detto questo, si infilò sotto le lenzuola e un attimo dopo
Emma sentì la sua lingua sfiorarla nel centro del suo
piacere,
strappandole un gridolino divertito.
"No, smettila!!"
Per tutta risposta Duff infilò un dito dentro di lei,
provocandole un piccolo gemito.
"*Oddio...*"
Duff, da sotto le lenzuola, si mise a ridere malizioso.
"Come dici? Hai detto che vuoi che smetta??"
Emma per tutta risposta gli mollò uno schiaffetto sulla
testa.
Ci mancava proprio che si mettesse a prenderla in giro in quel
frangente!!
"Ok, lo prendo come un no questo..."
E riprese a tormentarla anche più di prima. Quando Duff vide
che
Emma non riusciva più a tenere fermo il bacino e aumentava
il
ritmo a vista d'occhio, si staccò da lei, lasciandole per
qualche istante un senso di privazione e frustrazione immenso. Si
spostò più in su, spuntando da sotto le lenzuola
e
guardandola dritta negli occhi entrò dentro di lei con
decisione, ma anche con una certa lentezza.
Emma chiuse immediatamente gli occhi e assaporò ogni singolo
istante di quell'ingresso. Sentì poi le mani di Duff
portarle
entrambe le gambe sulle sue spalle, costringendola a sollevare
leggermente il bacino e spingendosi così incredibilmente in
profondità.
"Ehi... questa è nuova..."
Duff si fece scappare una risatina compiaciuta.
"Lieto di poterti far scoprire qualcosa di nuovo..."
E detto questo, iniziò a spingere dentro di lei con studiata
lentezza, in modo da far assaporare ad entrambi ogni singolo istante di
quelle spinte.
Emma afferrò il cuscino di Duff e se lo mise sotto il
sedere,
per aiutarla a stare in quella posizione sollevata. Non aveva mica
più vent'anni, la schiena poi si sarebbe fatta sentire se
no!!
Non fece in tempo a pensare che così era decisamente meglio,
che
Duff, spostandosi leggermente, toccò un punto decisamente
sensibile e lei non riuscì a trattenere un gemito.
Duff sorrise compiaciuto.
"Ah... eccolo qui... iniziavo a pensare che tu fossi diversa da
tutte le altre donne con cui ero stato..."
Duff a quel punto iniziò a spingere sempre più
forte e
sempre più velocemente, facendo attenzione a non spostarsi
da
quella zona così erogena che aveva appena scovato.
Emma perse ogni capacità di raziocinio e
istintivamente iniziò a stringere i muscoli
interni, amplificando così le sensazioni di
entrambi.
"Ehi ehi, ferma! Così non vale... io..."
La debole protesta di Duff gli morì in gola e pochi attimi
dopo
entrambi raggiunsero il culmine del piacere, perdendosi in quel limbo
meraviglioso che solo la pace dei sensi sa dare.
Duff si lasciò cadere su di lei, la testa sul suo petto, il
battito accelerato del cuore di Emma a cullarlo.
Emma prese ad accarezzargli lentamente i capelli, quasi con pigrizia,
un sorriso beato dipinto sul volto.
Quella giornata iniziata
così prometteva decisamente bene... Chissà se
avrebbero
passato tutta la giornata insieme? Sarebbe stato un sogno... un vero
sogno! Certo, doveva chiamare Manu e sentire com'era andata anche a lei
e quali fossero i loro piani... non poteva certo lasciarla da sola
tutto il giorno...
Duff percepì chiaramente che il cervello di Emma si era
messo in moto e si incuriosì.
"A cosa stai pensando?"
Emma sorrise di essere stata beccata.
"Stavo pensando che la giornata è iniziata nel migliore dei
modi..."
"Decisamente piccola..."
"E mi chiedevo..."
Emma si bloccò, il proseguo della frase in gola. E se lui
non
avesse avuto la minima intenzione di passare quella giornata con lei??
Ci avrebbe fatto la figura della ragazzina innamorata che si attaccava
subito come una cozza al suo idolo di sempre. Non poteva chiedergli
cos'avrebbero fatto, sarebbe sprofondata dalla vergogna se lui le
avesse risposto che aveva altri piani o non aveva voglia di perdere
tempo con lei.
"Ti chiedevi?"
Emma si sentì diventare paonazza. E adesso come se
l'aggiustava?? Cosa si chiedeva??
Quel silenzio improvviso insospettì Duff, il quale facendo
perno
su un avambraccio si sollevò su un fianco per guardarla in
faccia.
"Che succede? Perché sei rossa come un peperone?"
A quelle parole, ovviamente, Emma diventò praticamente
fucsia.
"Niente, io... niente!"
Duff corrugò leggermente le sopracciglia, sospettoso.
"Si può sapere che ti prende? C'è qualcosa che
non va?"
Emma fece di no con la testa, senza fiatare però.
Duff a quel punto si piazzò di nuovo in mezzo alle sue
gambe,
sovrastandola col suo corpo, e appoggiò prima le mani e poi
il
mento al suo sterno, guardandola fissa negli occhi da quella posizione.
"Ok, io non mi levo di qua e non smetto di fissarti finché
non
mi dici cosa ti sta passando per quell'adorabile testolina."
"Stai scherzando??"
"Mai stato così serio, fidati. Ho tutto il tempo di questo
mondo
oggi. Niente interviste, niente concerti, niente programmi. Possiamo
stare così tutto il giorno, fidati."
Emma nel sentire quelle parole tirò un piccolo sospiro di
sollievo. Almeno adesso sapeva che lui, di per sé, non aveva
impegni ed era libero tutto il giorno. Certo, questo non significava
che avesse piacere a passare la giornata con lei, ovvio...
"Ahi ahi, ci siamo di nuovo... stai di nuovo mandando in tilt le tue
celluline cerebrali. Si può sapere che c'è?"
Emma lo guardò quasi disperata, incerta su cosa dirgli e
come dirglielo.
Duff la incalzò.
"Allora? Ho detto o fatto qualcosa di male?"
"No! No, per carità... non è quello."
"E allora cos'è?"
Emma si chiuse di nuovo nel suo silenzio. Era davvero imbarazzata e
aveva paura di fare la figura della rompiscatole. Duff dal canto suo
non riusciva davvero a capire quel cambio repentino d'umore e di
atmosfera e non sapeva cosa fare.
"Guarda che non stavo scherzando, non ti faccio alzare di qua tutto il
santo giorno, sai? Non ti faccio nemmeno rispondere al telefono se ti
cerca la tua amica. Rimaniamo piantanti qui nel letto fino a domani..."
un sorriso malizioso affiorò sul suo volto "...tanto
più
o meno era questo il programma della giornata che avevo in mente!"
Emma a quel punto lo guardò sbalordita.
"Sul serio volevi passare tutto il giorno insieme??"
Fu il turno di Duff di lanciarle un'occhiata sorpresa.
"Perché? Avevi altri piani?"
"No, no... io
no!"
Duff rimase un attimo perplesso. Cosa diavolo voleva dire?
Poi ebbe una specie di illuminazione. Ma perché le donne
dovevano essere così complicate?!
"Aspetta un attimo... non sarà mica quello che ti stavi
chiedendo prima?!"
Emma arrossì nuovamente e cercò di spostarsi da
quella
specie di prigione in cui lui l'aveva rinchiusa per potersi nascondere
sotto le lenzuola, ma invano.
Duff rimase imperterrito in quella
posizione e la trattenne giù, costringendola a quel punto a
guardarlo in faccia, paonazza, e fare cenno di sì con la
testa.
"Ma porca miseria, ma me lo spieghi perché voi donne dovete
essere così contorte?? Cosa ti ha fatto pensare che io non
volessi stare con te tutto il tempo possibile finché siamo
tutti
e due a Dublino? Ma soprattutto perché non avrei dovuto
volerlo??"
Emma, sempre più rossa, abbassò lo sguardo
imbarazzatissima. Si sentiva quasi una bambina che viene ripresa da uno
dei genitori, in quel momento!
"Pensavo che chiedendoti cos'avremmo fatto oggi mi avresti presa per
una fan assillante di quelle che non si levano più di torno
e ti
rendono la vita impossibile..."
Duff appoggiò la fronte sullo sterno di Emma, in un gesto di
frustrazione, e rimase in silenzio qualche secondo. Poi alzò
di
nuovo lo sguardo su di lei.
"Ma santo cielo Emma, se avessi pensato che eri una fan assatanata e
un po' instabile credi davvero che sarei venuto al pub con voi e
soprattutto che adesso saremmo qua?? Ho capito subito che eri una tipa
a posto, una fan certo, ma razionale e tranquilla. Altrimenti ti sarei
stato alla larga, fidati!"
La guardò in silenzio per qualche istante e poi le sorrise
dolcemente.
"Sei proprio una sciocca, sai?" Le fece una lieve carezza sul viso e
finì con una specie di buffetto sul naso. "Una sciocca
tenerissima, ma pur sempre una sciocca."
Emma gli sorrise timidamente e Duff a quel punto si spostò e
rotolando su un fianco si mise a sedere sul bordo del letto.
"Senti, appurato che entrambi abbiamo intenzione di stare insieme
almeno fino a stasera, che ne dici di fare colazione? Perché
sinceramente con tutto sto movimento io sto morendo di fame!"
Emma gli sorrise raggiante.
"Certo che sì, sto morendo di fame anch'io!"
"Benissimo."
Duff si alzò e fece il numero della reception per ordinare
la colazione.
"Cosa vuoi? Una bella colazione tipica irlandese?"
Emma fece no con
la testa.
"No, per carità... solo del pane tostato col burro e del
tè."
"Niente caffè??"
Emma fece una faccia schifata.
"Per favore, sono italiana io,
non la bevo quella brodaglia!!"
Duff ridacchiò alzando gli occhi al cielo e come prese la
linea
ordinò il pane e il tè per lei e ogni ben di Dio
per
lui... al diavolo la dieta sana e equilibrata, doveva rimettersi in
forze se aveva intenzione di stare con lei tutto il giorno!
Nel frattempo Emma prese il suo cellulare e mandò un sms a
Manuela.
"Tutto ok?
Com'è andata
stanotte? Io sto ancora cercando di capire se è tutto vero o
se
sto sognando... appena ci vediamo ti racconto! Piani per la giornata?
Duff vorrebbe passare la giornata insieme, fammi sapere se tu stai con
Isaac, ok? Altrimenti ci vediamo io e te."
Messo giù il telefono, Duff si
stiracchiò per bene, guardandola intenta a mandare quel
messaggio.
"Tutto bene la tua amica?"
Emma mise il cellulare sul comodino.
"Non lo so ancora, ma penso di sì. O almeno lo spero!"
Duff le sorrise e salì di nuovo sul letto, avvicinandosi al
suo viso.
"Beh, se a loro è andata bene anche solo la metà
di com'è andata a noi, allora sarà alle
stelle..."
Non le diede il tempo di rispondere e la baciò con un bacio
morbido, sensuale, assaporando le sue labbra soffici, finché
non
sentì l'urgenza di approfondire quel contatto, trasformando
quel
bacio in qualcosa di più intenso e passionale.
Il suono del campanello li fece sobbalzare entrambi e staccarsi
immediatamente.
"Mmm... il servizio in camera è fin troppo rapido in questo
albergo..."
Duff si alzò dal letto e si infilò al volo i
pantaloni del pigiama, andando ad aprire al cameriere.
"Ah, mi sembrava strano che fosse già la colazione..."
Jeff e Mike si misero a sghignazzare davanti alla faccia decisamente
sconvolta di Duff.
Jeff riuscì a riprendersi per primo.
"Ehi capo, com'è che hai quest'aria stravolta??"
"Ti sei ordinato uno zabaione?? Perché mi sa che ne hai
proprio bisogno!!"
Duff gli fece un bel gestaccio.
"Non potevate dormire ancora un po' invece che venire a rompere i
coglioni?"
Mike entrò in camera senza tanti complimenti, seguito da
Jeff.
"Prenditela con Jeff, è lui che è venuto a
svegliarmi!"
Il bassista dei Loaded si lasciò cadere sulla poltroncina e
posò i piedi sul tavolino davanti a lui.
"E come facevo a dormire con quei due che facevano tutto quel casino
nella stanza accanto??"
Duff, rimasto sull'uscio con la porta aperta, li guardò con
fare minaccioso.
"Vi dispiace levarvi dai piedi??"
In quel preciso istante arrivò il cameriere con il carrello.
"Signore... posso entrare?"
Duff lo fece passare e il ragazzo lasciò il carrello in
mezzo alla stanza, salutando subito dopo e uscendo.
Mike alzò i coperchi per curiosare cosa c'era da mangiare e
rubò un pezzetto di pane tostato.
Duff chiuse la porta di scatto e arrivato vicino a Mike gli
mollò uno schiaffo sulla mano che stava per allungarsi di
nuovo
sulla colazione.
"La vuoi piantare??"
"Ehi, ma io ho fame!! Non vorrai mica lasciarmi a digiuno, vero?"
Jeff guardò verso la porta della camera.
"Emma ti conviene sbrigarti se vuoi fare colazione, Mike sta per
mangiarsi tutto!"
Emma, che aveva ascoltato divertita tutta la conversazione, a quelle
parole entrò velocemente nel salottino, noncurante di avere
addosso solo la maglia del pigiama di Duff.
"Eh no, eh?? Che io sto morendo di fame!"
La ragazza si avvicinò velocemente al carrello, esattamente
di
fronte a Mike, e si prese al volo un paio di fette di pane
tostato
per spalmarle di burro.
Jeff, dietro di lei, non riuscì a trattenersi dall'inclinare
la
testa leggermente e prendersi una bella vista delle gambe della ragazza.
Duff incrociò le braccia al petto, cercando di assumere
un'aria minacciosa.
"Jeff, guardala ancora così e ti spezzo le ossa,
è chiaro??"
Jeff, colto in castagna, si mise a ridere, mentre Emma cercava di
capire di cosa stessero parlando.
"Scusa capo, è stato più forte di me..."
Emma si mise a sedere sull'altra poltroncina, gustandosi la sua
colazione.
"E così i tuoi vicini hanno fatto rumore, eh? Bene, sono
contenta per loro!"
Jeff si mise a sedere meglio.
"Beh, grazie mille, eh?? Io ho dormito di merda con tutto quel casino e
tu sei contenta! Grazie davvero per la comprensione!"
Emma trattenne una risata, cercando di non sputazzare il toast
dappertutto.
"Scusami, ma sono contenta per la mia amica... e lei viene prima di te
sulla mia lista delle priorità."
Duff diede l'ennesima manata a Mike, che aveva appena attaccato le sue
uova e salsiccia con la forchetta.
"Non vorrei suonarvi maleducato, ma questa colazione me l'ero
immaginata un po' più intima di così... Non
potete
scendere al bar a fare colazione, invece di divorarvi la nostra??"
Emma scoppiò a ridere e spostò le gambe di lato
sulla
poltroncina, senza accorgersi che la maglia del pigiama di Duff le
lasciava ormai scoperte le gambe e non solo.
"Ma dai poveri, lasciali stare..."
Mike, la bocca piena di patate, quasi si strozzò per
commentare.
"Ecco, senti?? Lei sì che è di buon cuore... non
come te che sbatti fuori gli affamati!!"
Jeff, dalla poltroncina accanto a Emma, non riuscì a
trattenersi
dal seguire il contorno sinuoso delle sue gambe fino al bordo degli
slip che si intravedevano da sotto la maglietta.
"Jeff!!!!"
L'urlo di Duff gli fece fare un salto nella poltroncina e il bassista
si alzò di scatto, le mani avanti come per difendersi.
"Scusa capo... scusa!! Non l'ho fatto apposta, giuro! Adesso ce ne
andiamo, ok?? Non ti arrabbiare..." Il ragazzo passò dietro
a
Mike e lo afferrò per la giacca di pelle. "Muoviti Mike,
andiamo
a fare colazione!"
Mike guardò disorientato sia lui che Duff e preso un ultimo
pezzo di pane, scrollò le spalle e seguì l'amico
fuori.
"Ok, mi sono perso qualcosa, ma obbedisco... Ci vediamo dopo, eh?"
E varcata la soglia si tirò dietro la porta.
Emma guardò Duff con uno sguardo interrogativo.
"Perché ho anch'io l'impressione di essermi persa qualcosa??"
Duff prese il suo vassoio e si sedette sul divano.
"Lascia perdere, è meglio..."
Poi sbatté la mano sul divano, a pochi centimetri da lui.
"Vieni qui a mangiare?"
Emma gli sorrise e prese il suo vassoio, o meglio quello che ne era
rimasto dopo gli assalti di Mike, sedendosi accanto a Duff.
Lo guardò mentre mangiava di gusto e si soffermò
per qualche istante a pensare che stava facendo colazione con lui come
se niente fosse, come se si conoscessero da sempre e lui non fosse una
famosa rock star internazionale.
Duff si sentì forse osservato, perché
girò il viso verso di lei, curioso.
Emma gli sorrise arrossendo lievemente e poi distolse subito lo
sguardo, portandolo sul pane che prese a spalmare col burro, senza
lesinare.
Era meglio mantenersi in forze, perché aveva la sensazione
che la giornata sarebbe stata faticosa, anche se in modo decisamente
piacevole!
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