Un viaggio indimenticabile

di chiaretta78
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La sera del concerto ***
Capitolo 2: *** Non è che vi va una birra insieme? ***
Capitolo 3: *** Temple Bar ***
Capitolo 4: *** Emozioni altalenanti ***
Capitolo 5: *** Confidenze e primi baci ***
Capitolo 6: *** Cenetta romantica ***
Capitolo 7: *** I sogni diventano realtà. ***
Capitolo 8: *** Una mattinata interessante ***



Capitolo 1
*** La sera del concerto ***


Giulia's dream Ok, questa follia mi è venuta in mente sapendo che "qualcuno" il 23 andava a incontrare Duffuccio bello a Londra e che la sottoscritta sarà a Dublino proprio mentre "loro" sono in città!!
E' senza pretese e senza capo né coda, ma che volete farci?! Ultimamente sono particolarmente fuori di testa!!

Emma e Manuela erano fuori dal The Academy da almeno quattro ore.
La prima si era fatta convincere dalla seconda a non demordere, ad aspettare là fuori al freddo per tutto quel tempo nella speranza di beccare qualcuno che vendesse un biglietto last minute, anzi due.
In fondo si sapeva che a questo tipo di eventi c'erano sempre dei bagarini più che contenti di fare un sacco di soldi giocando coi sogni delle persone, no?
Emma aveva sempre sentito in TV parlare di questi loschi tipi, perché quel concerto doveva essere diverso?
E invece quella lunghissima attesa era stata totalmente vana. A quanto pare quello spettacolo era l'eccezione alla regola e di bagarini non se n'era visto manco uno.
Lo show iniziava alle 20.30 e ormai, alle 20.10, perfino la stessa Manuela aveva perso ogni speranza.
L'ultimo ragazzo della fila entrò ed Emma lanciò un'occhiata triste e rassegnata verso quella porta e il grosso buttafuori che aveva controllato i biglietti di tutti, cacciando via anche un paio di persone che avevano a quanto pare cercato di fare i furbi.
Emma vide Manu scaldarsi le mani con il fiato caldo, seduta per terra tutta intirizzita e dopo aver lanciato un'altra occhiata a quell'energumeno decise di fare l'ultimo disperato tentativo.
Manuela la vide corrucciare la fronte in un'espressione decisa e determinata e partire in quarta verso quell'omaccione calvo dall'aria truce. Cosa aveva in mente?!
Emma si avvicinò al tipo e gli sorrise amabilmente, cercando di rabbonirlo.
Quello era un tipo davvero tosto e pure un po' stronzo, da quel poco che aveva visto in quelle quattro ore. Un po' ne era intimorita, effettivamente, ma ehi, quante volte poteva capitarle di essere a Dublino proprio quando Duff e i Loaded facevano qualche data?
"Ehi... ciao... posso chiederti un favore immenso?"
Il buttafuori la guardò malissimo.
"Che cazzo vuoi? Levati dalle palle, rompiscatole! Tanto non ti faccio entrare a scrocco, hai capito?!"
Emma sentì l'impellente desiderio di cioccare un pugno in faccia a quel bestione maleducato, ma cercò di ripetersi tipo mantra nella testa che lui poteva esserle utile e così si sforzò di contare fino a dieci prima di parlare.
"Non voglio entrare a scrocco! Posso pagarti, sai? Facciamo che ti do i soldi del biglietto e tu fai come se ce l'avessi avuto davvero, che ne dici? Mi sembra una proposta più che ragionevole, no?"
L'omaccione diede un generoso sorso al drink che teneva in mano ed Emma solo in quel momento si accorse dell'odore di alcool che emanava da quell'uomo e si chiese quanto avesse già bevuto e quanto questo potesse giocare a suo favore.
Gli si avvicinò un po' di più, sorridendo allusiva.
"E dai... così siamo tutti contenti, no? Tu prendi i soldi, io e la mia amica entriamo dentro e ci godiamo lo spettacolo e nessuno si accorge di certo che ci sono due persone in più lì dentro... Ci stai?"
Fu una frazione di secondo. Emma sentì improvvisamente una presa di acciaio stringerle il polso, facendole un male cane, e non riuscì a trattenere un grido di dolore.
"Ahia!"
Manuela si accorse che la situazione stava degenerando e si alzò di scatto, correndo verso la sua amica. Vide dei ragazzi scendere da una macchina proprio a pochi metri da loro e si sbracciò attirando la loro attenzione.
"Aiuto! Per favore, aiuto!"
Manuela sentì il buttafuori urlare in faccia a Emma qualcosa che non riuscì capire bene, un po' per la paura e un po' per la sua scarsa conoscenza della lingua inglese e poi lo vide afferrarla per i capelli e avvicinare così il viso della sua amica al suo.
"Lasciala stare!"
Manuela si lanciò contro quell'armadio d'uomo e si attaccò al suo braccio enorme, cercando di staccarlo dal polso dell'amica.
Emma vide l'espressione di quel bastardo farsi se possibile ancora più folle e si spaventò sul serio.
"Scappa Manu! Scappa! Vattene!"
Manuela, resasi conto che non sarebbe mai riuscita a separare quella manona dal braccio di Emma, decise di staccarsi e andò dietro al buttafuori, iniziando a colpirlo più forte che poteva sulla schiena.
"Brutto bastardo, lasciala!"
Il buttafuori ringhiò come una bestia inferocita e con uno scatto violento sbatté Emma per terra, facendole violentemente urtare il suolo con il gomito.
Emma sentì un lancinante dolore arrivarle dritto fino al cuore e lanciò un grido disperato. Il dolore era davvero fortissimo e improvvisamente la ragazza si sentì investire da un'ondata di nausea fortissima e si sentì venir meno.
Forse perse i sensi per qualche secondo, perché quando riaprì gli occhi la scena era completamente cambiata.
C'erano due ragazzi davanti a quel gran bastardo, in quel momento accasciato a terra, e gli stavano urlando di tutto, mentre un tipo mingherlino parlava con Manuela, apparentemente rassicurandosi che tutto fosse a posto.
Emma sentì una mano sfiorarle appena una spalla e solo allora si accorse che accucciato vicino a lei vi era un ragazzo biondo che la guardava preoccupatissimo.
Sbatté le palpebre un paio di volte, cercando di capire se quello che stava vedendo fosse reale o il frutto della botta a terra o peggio ancora dello svenimento.
Non poteva essere vero... non poteva essere lui!
"Ehi... come ti senti? Tutto ok?"
Duff la guardò da una parte in pensiero per lo sguardo smarrito della ragazza, dall'altra sollevato di vederle riaprire gli occhi.
Quando erano scesi dall'auto per entrare nel locale, avevano sentito della grida e avevano notato una ragazza che si sbracciava verso di loro chiedendo aiuto.
Erano corsi immediatamente a vedere cosa diavolo stesse succedendo ed erano arrivati nel momento esatto in cui quella sottospecie di scimmione aveva scaraventato un'altra ragazza per terra come fosse spazzatura, facendole dare un colpo tremendo a terra e perdere i sensi.
Lui non ci aveva più visto. Non sopportava chi se la prendeva con persone indifese e più deboli, figuriamoci poi se con una ragazza!
In pochi attimi si era ritrovato davanti a quel bestione e con un paio di colpi ben dati l'aveva messo a terra, lasciandolo poi ai suoi amici onde evitare di esagerare.
In pochi passi aveva raggiunto la ragazza a terra per accertarsi che stesse bene. In fondo aveva preso davvero una gran botta!
"Ce la fai a tirarti su a sedere?"
Emma cercò di rimettere in funzione il cervello e annuì silenziosamente. Sollevò il busto, appoggiandosi con la mano sana al pavimento, e si mise seduta.
Nello spostarsi mosse involontariamente anche il braccio destro e una smorfia di dolore le si dipinse sul volto.
"Ti fa tanto male?"
Duff le sfiorò il braccio dolorante e guardò con disgusto il segno che quel gran figlio di puttana le aveva lasciato sul polso.
"Quel figlio di una buona donna... Guarda qui che roba!"
Emma spostò lo sguardo sul suo polso. Un segno bluastro era già comparso tutto intorno al suo polso, proprio dove il buttafuori l'aveva afferrata nel suo scatto di rabbia.
Si sfiorò proprio lì con la mano sinistra, come se fosse ancora incredula che tutto quello fosse successo.
"Hai colpito con il braccio per terra?"
Emma fino a quel momento non aveva spiccicato parola. Alzò lo sguardo verso di lui e rimase per qualche istante incatenata a quegli occhi così particolari che la facevano impazzire da più o meno venticinque anni. Non poteva fare la parte della muta davanti al suo sogno erotico di sempre!
Vide Manuela correre verso di lei, preoccupatissima.
"*Emma, come stai? Santo Dio, mi sono presa uno spavento allucinante! Credevo che quello ti avrebbe ammazzata di botte! Meno male che sono arrivati sti ragazzi, se no non so come andava a finire! Come ti senti?*"
"*Non male, considerando cos'è appena successo... Mi fa malissimo il braccio però, spero di non essermelo rotto cadendo!*"
Duff guardò quelle due senza capire una parola di quanto stessero dicendo. Ma da dove venivano?
Sentì dei passi avvicinarsi e si girò. Era Jeff.
"Ehi Duff, come sta?"
Duff si tirò su in piedi e vide che un tizio, presumibilmente un responsabile della sicurezza, stava parlando con Mike e Isaac e ascoltava scioccato il resoconto di quanto appena successo.
"Direi meglio del previsto. Si dev'essere fatta male al braccio, ma non so di più perché credo non mi capisca, non è irlandese."
"Infatti sono italiane. Isaac ha parlato con l'altra ragazza ed è venuto fuori che vengono dall'Italia e che erano qui nella speranza di trovare un biglietto per il concerto. Hanno proposto a quel coglione di pagargli un biglietto fittizio e quello, essendo ormai bello ubriaco, si è incazzato come una iena per qualche sua scimmia particolare e ha malmenato la ragazza. Pare che non sia la prima volta, il tipo laggiù gli sta facendo un gran culo."
"Bene, mi sembra il minimo."
Duff tornò ad accucciarsi vicino alla ragazza, la quale stava parlando animatamente con la sua amica.
"*Dico, ma ti rendi conto Manu? Me lo sono trovato a pochi centimetri da me, che mi fissava con quegli occhi verdi meravigliosi... tra un po' mi sento male di nuovo!*"
Manuela scoppiò a ridere, felice di vedere che Emma aveva già ripreso a sparare cretinate.
"*Vedi di non saltargli addosso, va'... ricordati che ti fa male il braccio!*"
"*Me lo ricordo, me lo ricordo, tranquilla... fa un male porco...*"
Emma si girò, sentendo una presenza vicina a lei, e si trovò di nuovo a pochi millimetri da Duff. Involontariamente arrossì di colpo.
"Non so se mi capisci... ma ce la fai ad alzarti?"
Emma annuì di nuovo. Ma perché non riusciva ad articolare nemmeno un suono vagamente umano?? Chissà cosa stava pensando di lei Duff! Come minimo che era scema!
Con l'aiuto di Manuela, Emma si alzò con non poca fatica, perché ogni movimento del corpo le faceva muovere il braccio.
Si portò la mano al braccio, come a cercare di proteggerlo.
Duff guardò Jeff.
"Sarà meglio entrare e farle mettere del ghiaccio... " Lanciò un'occhiata al suo orologio. "Tra l'altro dobbiamo sbrigarci, finisce che facciamo tardi."
"Ok. Andiamo allora."
Duff si girò verso le ragazze, sorridendo e cercò di parlare il più lentamente possibile.
"Venite, andiamo dentro così vi facciamo portare del ghiaccio per il braccio e noi... beh, noi  iniziamo lo spettacolo!"
Emma sbatté le palpebre quasi in trance. Stava scherzando, vero? Le portavano nel backstage?
Duff la guardò un attimo perplesso. Forse non avevano capito?
"Che c'è? Non venite?"
Emma finalmente si risvegliò da quello stato catatonico.
"No no, certo che veniamo! E' che non mi sembra vero! Insomma... nel backstage? Wow!"
Duff sorrise. Ah, ma allora parlava eccome la sua lingua!
"Dai, sbrigatevi che stiamo facendo tardi."
E fece cenno con la mano per cedere loro il passo. Emma e Manuela a quel punto si avviarono verso l'edificio, guardandosi continuamente come a rassicurarsi di essere sveglie e non in un sogno.
Si infilarono dentro, seguendo Jeff e Mike, Duff sempre alle loro spalle.
I ragazzi salutarono un po' di persone lì dentro e poi si videro raggiungere da un ragazzo tutto trafelato, in piena crisi di nervi.
"Ma dove cazzo eravate finiti? Tra pochi minuti dovete essere sul palco!"
Mike gli sorrise sornione.
"Ehi ehi Tim, calmati! Siamo qui, no? Abbiamo avuto un piccolo problemino all'entrata, tutto qui."
"Un piccolo problemino? Stai scherzando? Datevi una mossa, su!"
Jeff alzò gli occhi al cielo.
"Tim stai tranquillo! Il tempo di andare sul palco e prendere le chitarre, cosa vuoi che sia?"
Il bassista indicò con il pollice le due ragazze dietro di lui.
"Puoi dare un pass a queste nostre amiche?"
Tim le squadrò scettico.
"Sono loro il vostro problemino? Rock stars..."
Scosse il capo, sconsolato.
"Ok, faccio avere il pass alle ragazze, ma voi andate sul palco!"
E si allontanò alla svelta.
Jeff si girò verso Emma e Manuela.
"Venite, potete stare qui." Indicò un tavolo dietro di loro. "Appoggiate pure tutto qui senza problemi. Noi dobbiamo andare o a Tim prenderà un colpo! Godetevi lo show, ok?"
E facendo loro l'occhiolino si allontanò con Mike e Isaac.
"Porca miseria Manu, ti giuro che non riesco ancora a capacitarmi di essere qui!"
"Contenta? Visto che avevo ragione a dirti di insistere e aspettare? Oddio, hai dovuto buscarle per entrare, ma forse ne è valsa la pena!"
Le due ragazze scoppiarono a ridere e Manuela iniziò a togliersi il cappotto.
"Bisogna che mi aiuti, non ce la faccio con sto braccio a fare da sola."
Emma si slacciò il cappottino e poi aspettò che l'amica le desse una mano a tirar via il braccio destro dalla manica.
Per quanto Manu cercasse di essere delicata, un dolore fortissimo arrivò fino al cervello di Emma.
Duff da lontano si accorse dell'espressione dolorante della ragazza.
"Possibile che non ci sia nessuno che può portare del ghiaccio a quella ragazza?"
Guardò Jeff, già con la chitarra in braccio.
"L'hai detto a Tim?"
"No, mi sono dimenticato..."
Duff alzò gli occhi al cielo.
"No comment!"
Duff si guardò in giro alla ricerca di Tim e ad un certo punto sentì Jeff lasciarsi scappare un'esclamazione.
"Ah però... niente male..."
Duff si girò e vide che l'amico guardava verso le ragazze. Un sorrisetto compiaciuto gli si dipinse sul volto.
Manuela stava infatti aiutando Emma a togliersi il maglione e nel sollevarlo aveva involontariamente alzato anche la maglietta, lasciando scoperta la pancia dell'amica. Il commento di Jeff però era dovuto a quel ben di Dio che si intravedeva dalla scollatura della maglietta di Emma, decisamente ben equipaggiata sul davanti.
Jeff gli si avvicinò all'orecchio.
"Bella mossa salvare quella fanciulla in difficoltà... sento che ne potremmo avere delle grandi gratificazioni!"
Jeff scoppiò a ridere e Duff gli diede uno spintone, ridendo a sua volta.
"Sei proprio un idiota! Vado a cercare Tim."
Dopo di che, si avvicinò alle ragazze.
Emma quando lo vide arrivare si sentì andare il cuore in gola. Dio quant'era bello quella sera!
"Ciao... ehi, non vi ho nemmeno chiesto come vi chiamate!"
Fu Manuela a rispondere per prima.
"Io sono Manuela e lei è Emma."
Duff le strinse la mano e ovviamente si guardò bene dal farlo con Emma. Guardò la ragazza con dolcezza.
"Adesso ti faccio portare del ghiaccio Emma, ok? Se ti sembra che si sia rotto però sarà il caso di andare al pronto soccorso. Ti fai chiamare un taxi da Tim, in quel caso, chiaro?"
Emma sorrise. Era proprio dolce come se l'era sempre immaginato.
"Promesso. E grazie mille per tutto."
Duff la guardò un po' stranito.
"E per cosa, scusa?"
"Come per cosa? Per avermi aiutata con quell'energumeno, per averci fatte entrare qui e per il ghiaccio! Non ti basta?"
Duff le sorrise.
"E cosa potevo fare secondo te? Lasciare che quello ti picchiasse? Per il resto, mi sembrava il minimo, considerando che ti sei cacciata in sto casino per venire a sentire il concerto. Non preoccuparti. Ci vediamo dopo, ok?"
Manuela e Emma gli sorrisero  e Duff si allontanò alla ricerca di Tim.
Lo videro parlare con quel ragazzo così agitato e poi avvicinarsi all'ingresso del palco.
Una voce annunciò al pubblico l'arrivo della band e un boato esplose nel momento esatto in cui i ragazzi misero piede sul palco.
Emma si sentì percorrere da dei brividi per l'emozione di essere lì, in quel momento, in quella posizione privilegiata.
Capiva benissimo l'eccitazione del pubblico e allo stesso tempo aveva la possibilità di toccare con mano anche quella del gruppo.
Chi l'avrebbe mai detto che uno come Duff, che aveva suonato davanti a platee oceaniche e faceva quel mestiere da una vita, potesse ancora emozionarsi in quel modo?
Partirono le note di Dead Skin e la folla andò in delirio.
Time to rock Dublino!!

Ehm... come dicevo, senza pretese, ok?? Perciò non tiratemi niente, per favore!! ^^ Non credo sarà molto lunga come FF, qualche capitolo e stop, promesso!! XD





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Capitolo 2
*** Non è che vi va una birra insieme? ***


Ditemi che non è un sogno o uno scherzo! Ecco il secondo capitolo. Scusate se ci ho messo un po' ma sono stata a Padova al concerto del mio amoruccio bello e quindi ho avuto un po' di giorni intensi!! ^^
Come vedete il delirio continua... anche se penso per ancora solo un paio di capitoli, non di più. Ma chi può dirlo??
Piccola nota: siccome sono una 'brava ragazza' XD e soprattutto sono sposata anch'io, non mi sono sentita di far eventualmente tradire Susan a Duffuccio bello, così ho preferito distorcere enormemente la realtà e rendere Duff un uomo single che ha appena divorziato. Sorry!!
Buona lettura! ^^

Il concerto di apertura dei Loaded volgeva al termine. Era stata solo mezz'ora, ma i ragazzi avevano dato l'anima come sempre e il pubblico era più che caldo e pronto a ricevere gli Ugly Kid Joe.
Emma e Manuela videro Duff avvicinarsi al microfono e salutare la folla, ringraziandoli per essere andati e per la straordinaria accoglienza che gli avevano riservato in quell'ultima data del loro mini-tour in UK. Le due amiche si spostarono dal lato del palco e si avvicinarono alla loro roba. Era ora di andare, ma prima volevano ringraziare di nuovo tutti per quello che avevano fatto per loro.
"Sai Emma, devo ammettere che avevi ragione... non sono niente male! Quando torno a Galway mi vado ad ascoltare un po' di loro roba."
"Visto?! Tu non mi dai mai retta e dai sempre per scontato che quello che ascolto io sia solo frastuono e rumore, invece non è così!" Il viso di Emma si aprì in un mega sorriso un po' da ebete. "Non sono stati bravissimi?!? Peccato sto maledetto braccio, se no mi sarei scatenata molto di più!"
"Di più di così?!? E cosa facevi scusa?? Le capriole in aria??"
Manuela scoppiò a ridere, mentre Emma le dava una spintarella e le faceva una boccaccia.
"Sei proprio spiritosa, sai??"
Le due ragazze controllarono i loro cellulari e poi presero i loro maglioni per rivestirsi, prima di uscire.
"Mi sa che mi devi dare ancora una mano per vestirmi... Il braccio va meglio, ma non credo di riuscire a piegarlo così tanto."
"Non c'è problema Emma, dammi un minuto però che rispondo alla Ale, che vuol sapere com'è andata."
Il vociare lì vicino fece capire immediatamente a Emma che Duff e gli altri erano tornati nel backstage. Si girò subito in direzione loro e rimase estasiata alla vista di un Duff decisamente sudato e stanco, ma altrettanto soddisfatto. Era talmente sexy da sentirsi male!!
Duff probabilmente si sentì osservato, perché si girò di colpo verso di lei, facendola arrossire. Maledizione, beccata in pieno!! Bella figura Emma, complimenti...
Il cantante rimase un attimo a guardarla. Aveva le guance colorite, forse per l'emozione del concerto o forse per il caldo assurdo che c'era in quel locale, e questa cosa le donava particolarmente. Scosse il capo, scacciando quei pensieri cretini. Cosa diavolo stava pensando?!
Adesso che l'aveva fissata come un fesso per un tempo imprecisato doveva dar loro l'impressione di avere un motivo ben valido per non averle tolto gli occhi di dosso... Il braccio! Quella era una buona scusa.
Si avvicinò alle due ragazze e notò immediatamente che stavano raccogliendo le loro cose. La cosa gli diede un po' fastidio... perché tutta quella fretta?
"Ehi... come va il braccio??"
"Meglio, grazie... il ghiaccio ha fatto miracoli! Siete stati fantastici sul palco, davvero!! Un'energia pazzesca."
"Grazie... mi fa piacere sentirtelo dire."
Jeff li raggiunse proprio in quel momento.
"Ehi bro sei stato fenomenale stasera!" Gli diede una pacca sulla schiena e sorrise felicissimo alle due ragazze. "Ehi, dove scappate di bello?"
Emma gli sorrise di cuore. Era evidente che quei ragazzi adorassero quello che facevano e che suonare dal vivo fosse la loro droga. Erano eccitatissimi!
"Leviamo le tende... andiamo a berci qualcosa al Temple Bar o alla Porterhouse... ma prima di scappare vi volevamo ancora ringraziare per prima, per stasera, per tutto!! E' stata una serata pazzesca, nonostante l'inizio non sia stato dei migliori. Non avrei mai sperato di riuscire a sentirvi dal vivo, tanto meno di conoscervi! Grazie di cuore."
"Wow, il Temple Bar! Quant'è che non ci andiamo?? Non mi spiacerebbe farci un salto Duff, che ne dici?"
Jeff guardò il cantante cercando di capire cosa volesse davvero fare. Si meritava un po' di svago, visto il periodaccio che stava passando, ma non voleva forzargli la mano proprio per lo stesso motivo.
In quel preciso istante Mike arrivò da dietro ai due e stampò a entrambi una bella manata sulla spalla, facendogli fare un salto per lo spavento.
"Ehi ehi ehi!! Che succede qui?? Cosa bolle in pentola?"
Duff scostò con uno strattone la mano del suo chitarrista.
"Fallo un'altra volta e ti uccido Mike!! Mi hai tolto dieci anni di vita!!"
"E non è che ne restino tanti altri allora, non è vero?? Scusa capo, hai ragione, non lo faccio più!!"
Scoppiarono tutti a ridere e Duff lo minacciò bonariamente con il dito.
"Occhio Squires che sarò più vecchio di te ma picchio forte..."
Mike alzò le mani in segno di resa.
"Ah, su questo non ho dubbi. Se n'è accorto anche il buttafuori, prima..."
"Già... non mi ci far pensare." Duff si rabbuiò un attimo all'idea di quel cretino. "Comunque Jeff stava proponendo di seguire le nostre due fanciulle qui che vanno a bere qualcosa al Temple Bar. Che ne dite?"
Mike guardò Isaac per avere conferma, ma il batterista era decisamente imbambolato a guardare Manuela. Mike gli diede una gomitata, ridacchiando e poi si girò verso Duff.
"Direi che quello era un sì!!"
Il biondo scosse capo, fingendo disperazione.
"Ma a cosa stavo pensando quando vi ho chiesto di entrare nella band??" Poi si girò verso le ragazze. "Vi scoccia se ci uniamo a voi?"
Emma si ritrovò di nuovo improvvisamente incapace di parlare, come quando si era trovata Duff davanti per la prima volta un'oretta prima.
Ci fu un momento di silenzio imbarazzante. Duff pensò che forse le due ragazze ne avevano per le palle di averceli dietro tutta la sera e che quel silenzio fosse dovuto a quello. Tutti gli altri invece si resero perfettamente conto di cosa stesse passando per la testa della ragazza e scoppiarono a ridere come dei matti. Beh, tutti tranne Isaac che era imbambolato tanto quanto Emma!
Duff si distolse dai suoi pensieri.
"Beh? Che succede?? Fate ridere anche noi??"
Jeff scosse il capo.
"Lascia stare capo... lascia stare. Il solo fatto che tu non sappia cos'è successo la dice lunga."
Manuela si intromise nel discorso, cercando di salvare in corner la sua amica.
"Ci fa piacere avervi con noi, ovvio. Beh, magari dopo che vi siete fatti una doccia!!"
Mike si scostò la maglia, bagnata fradicia, dalla pelle.
"Giusta osservazione..."
Jeff tirò su col naso.
"Effettivamente gli odori che sento qui attorno a me non sono dei migliori... Dateci dieci minuti, ok?"
Emma riuscì solo a sorridere e annuire. Non poteva crederci!!
Come i ragazzi si furono allontanati, Manuela le diede un pizzicotto sul fianco, svegliando decisamente Emma.
"Ahia!! Ma sei scema?! Che ti prende??"
"Come che mi prende?! Sei rimasta lì imbambolata come un pesce lesso, non te ne sei accorta?? Basta che Duff ti parli e ti si spegne il cervello cara mia! Eri buffissima!"
Emma spalancò gli occhi.
"Allora è per questo che siete scoppiati tutti a ridere?? Oh mio Dio che figura!!! Chissà cos'avrà pensato Duff!!"
"Niente ha pensato, non s'è accorto di niente! Il che mi fa pensare che fosse un po' incantato pure lui... "
Le fece l'occhiolino ed Emma arrossì.
"Ma che cavolo vai dicendo?! Figurati te se Duff... ma piantala!!"
"E perché scusa?? Cos'è, non è un uomo come gli altri? E poi io un paio di volte l'ho beccato a sbirciarti le tette... ti metti ste magliette, ovvio che gli uomini si rincoglioniscono!!"
Manuela si mise a ridere per la faccia di Emma. Sapeva benissimo quanto l'amica si vergognasse delle sue forme più che generose e se aveva messo quella maglia così scollata era solo perché proprio lei l'aveva costretta a farlo! Emma di solito girava con delle semplici polo, niente di provocante o sexy, anche se con quella quarta abbondante avrebbe potuto mettersi anche un sacco di patate che gli occhi di ogni uomo sarebbero comunque caduti .
"Non ti spacco la faccia perché mi fa male il braccio!! Smettila di dire cretinate. E poi Duff è sposato con una super mega gnocca che non hai idea, ti puoi immaginare se nota una come me. E per la cronaca sua moglie ha un paio di tette enormi! Quindi c'è abituato, chiaro??"
"Sì sì... sarà..."
Emma le lanciò un'occhiataccia che non aveva bisogno di ulteriori parole. Decise di cambiare prontamente discorso.
"Tu piuttosto... hai visto come ti guarda Isaac??"
Questa volta fu il turno di Manuela di arrossire.
"Ma piantala..."
"Come ma piantala?? Dai, è evidente che il poppante ti vede come una specie di dea!! E ti conosco bene, Isaac è esattamente il tuo tipo di uomo... ragazzo... va beh, quello che è!"
Manuela le diede un altro pizzicotto, sta volta proprio per farle male.
"Porca miseria Manu, ora ti meno!!! Che ho detto?! E' la verità! Ti piacciono giovani e imberbi e possibilmente anoressici... cioè il ritratto di Isaac!! Non mi dire che non ti piace, perché non ci credo."
Manuela sbuffò, tra lo scocciato e il divertito.
"E va bene, va bene, mi piace... ma non vuol dire un accidenti! Vedi di non fare la scema stasera, per favore!"
"Io?! E tu allora con Duff era incantato?? Guarda che se mi fai smarronare sei una donna morta, giuro! Questa serata è in pratica la realizzazione di un mio sogno, una roba che mi sogno di notte da circa un quarto di secolo, capisci?? Dev'essere tutto perfetto."
Manuela alzò gli occhi al cielo.
"Ok, prometto di fare la brava bambina, ok?? Croce sul cuore."
Nel frattempo i ragazzi facevano i turni per farsi la doccia. Mike e Isaac erano già sotto da qualche minuto e Duff e Jeff aspettavano impazienti.
"Ragazzi datevi una mossa!!"
Mike si fece una risata.
"Di' Jeff, datti una calmata eh?? Cos'è, hai puntato una delle due?? Guarda che Isaac ti ammazza, sai?!"
La voce del batterista non tardò a farsi sentire.
"Stronzo!! La volete piantare di prendermi per il culo?? E guai a voi se ci provate con Manuela, è off limits!"
"Ce n'eravamo accorti Isaac, la bava che hai perso prima è stata abbastanza esemplificatrice, credimi!!"
Mike si mise a sghignazzare per le sue stesse parole e gli altri gli andarono dietro.
"Non ti rispondo Squires perché non ne vale la pena... sei solo invidioso perché io stasera ho la possibilità di concludere qualcosa e tu no..."
"E chi te lo dice, scusa?? Chissà chi incontro al Temple Bar!!"
Duff si intromise tra i due.
"Se non vi sbrigate non ci andiamo al Temple Bar, fa in tempo a chiudere!!"
Jeff lo guardò di soppiatto. Duff sembrava parecchio ansioso di andare in quel Pub e lui sperava davvero che tutto quell'entusiasmo fosse dovuto alla brunetta tutta tette che avevano cavallerescamente salvato un'oretta prima.
Da quando con Susan le cose erano andate com'erano andate, l'amico si era chiuso in una specie di monachesimo laico per cui le donne le evitava come la peste e nonostante molte gliela tirassero letteralmente dietro, lui non ne approfittava mai.
Solo ultimamente l'aveva beccato a sbirciare di nuovo qualche ragazza e sciogliersi un pochino, forse grazie alla firma ormai ufficiale sui documenti del divorzio.
"Ehi bro..."
Jeff attirò l'attenzione di Duff, cercando però di parlare piano e non farsi sentire dagli altri due. Duff lo guardò incuriosito. Perché Jeff tutt'a un tratto gli bisbigliava qualcosa?!
"Sinceramente... hai puntato la brunetta? Giusto per sapermi regolare..."
Duff lo guardò, un po' spiazzato. Perché gli chiedeva una cosa simile? L'aveva puntata lui e voleva sapere se aveva campo libero??
"Io non ho puntato nessuno Jeff, lo sai che non sono nello stato d'animo giusto... se ti piace è tutta tua, tranquillo."
Jeff ci rimase un po' male. Sperava di sentirsi dire il contrario, sperava di vedere il suo amico darsi un po' una scrollata. Per quanto ancora avrebbe tenuto il lutto per il suo matrimonio andato male??
Eppure... era convinto di aver percepito un certo interesse prima... forse se lo stuzzicava per benino si sarebbe dato una svegliata...
Gli sorrise malizioso, deciso a giocare sporco.
"Fantastico... te lo chiedevo apposta, perché io la trovo molto carina e decisamente sexy."
Vide Duff indurirsi leggermente e sorrise fra sé. C'era un discreto margine di successo...
Un quarto d'ora dopo i ragazzi uscirono dai camerini e trovarono le due ragazze a parlottare con dei tecnici del suono.
Jeff decise di iniziare subito i giochi e avvicinatosi a Emma, le mise un braccio intorno alla spalla.
"Ma non vi si può lasciare sole dieci minuti che vi troviamo con degli altri uomini!!"
I ragazzi che parlavano con Emma e Manuela si eclissarono nel giro di pochi istanti e Jeff si mise a ridere.
"Wow, credo di averli spaventati!"
Emma si era trovata parecchio spiazzata quando Jeff l'aveva stretta a sé con il braccio. Strano, decisamente strano... Decise di far finta di niente e gli sorrise.
"Già, parrebbe di sì!"
Duff percorse con lo sguardo il braccio di Jeff e si soffermò sulla sua mano posata sulla spalla della ragazza. Lei sembrava contenta di quel contatto... che poi a lui cosa gliene fregava??
Scosse il capo, scacciando via quei pensieri cretini.
"Andiamo??"
Le ragazze afferrarono i cappotti e Jeff aiutò Emma a infilarsi il suo.
"Aspetta, ti do una mano..."
"Grazie."
Emma fece per infilare prima il braccio sano, ma Jeff la fermò.
"No, è meglio il contrario, sai?"
"Dici?"
Jeff annuì convinto ed Emma seguì il suo consiglio.
Una piccola smorfia di dolore si dipinse sul viso di Emma nel momento in cui dovette per forza di cose piegare il braccio, ma effettivamente tutta l'operazione fu molto meno dolorosa del previsto.
"Ehi, avevi ragione... grazie."
Duff si intromise.
"Riesci a muoverlo un po' adesso? Perché se no potrebbe essere davvero il caso di andare a farlo vedere."
Emma, che era allergica agli ospedali, fece cenno di no con la testa.
"No no, va molto meglio, davvero. Andiamo??"
I ragazzi uscirono fuori dal teatro, salutando un po' di gente e si avviarono alla loro macchina.
"Ok... sorge spontanea una domanda... come facciamo a starci in sei??"
Mike, che aveva appena sollevato la questione, si grattava la testa con fare meditabondo, fissando la macchina come se fosse in grado di dare lei la risposta.
Jeff ebbe un'illuminazione che faceva proprio al caso suo.
"Non c'è problema bro, Emma viene in braccio a me e se vediamo qualche poliziotto si accuccia per benino, ok?"
Jeff guardò Emma, sorridendole in attesa di una conferma. Era lei, o improvvisamente il ragazzo aveva un'attenzione particolare nei suoi confronti?? Ma che stava pensando?? Era matta?! Jeff Rouse era sicuramente abituato a spupazzarsi ragazze ben più carine di lei! Quella botta pre concerto doveva averle fatto più male del previsto. Gli sorrise, cortese.
"Certo, benissimo."
Mike e Duff si sedettero davanti, il primo dei due alla guida. Isaac, Manuela e Jeff si sedettero dietro ed Emma si accomodò sulle gambe di Jeff, cercando di non pesargli troppo addosso.
"Così spunti troppo, aspetta... accucciati un po' più contro di me..."
Jeff la tirò a sé delicatamente, facendola appoggiare con il fianco al suo petto, i due visi vicinissimi. Duff si voltò per vedere come si fossero sistemati e l'occhio gli cadde sulla mano di Jeff, placidamente appoggiata alla gamba della ragazza. I due si stavano sorridendo alla distanza di pochi centimetri l'uno dall'altra, Jeff con un'aria da seduttore da strapazzo che per qualche strano motivo gli fece venire una botta di nervoso. Si rigirò di scatto in avanti, le mani strette con forza intorno ai suoi guanti.
"Allora Mike, ti dai una mossa??"
Mike lo guardò sorpreso. Che cavolo gli stava prendendo a Duff quella sera?!
"Vado, vado... hai sete??"
"Sì, ho sete. Tanta sete."
Mike mise in moto la macchina, alzando gli occhi al cielo. Il capo era sotto pressione per tutto quel casino del divorzio, lo sapeva, ma a volte diventava acido come una zitella!
Guardò che la strada fosse sgombra e girò a sinistra, direzione Temple Bar. Con un po' d'alcool sicuramente la serata avrebbe preso una piega più rilassata!

Ooook, non succede niente di niente in sto capitolo e sta storia è sempre più assurda, ma va beh!! ^^
Un bacione a tutte le pazze che nonostante tutto continuano a leggerla!!


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Capitolo 3
*** Temple Bar ***


Temple Bar Ok, innanzi tutto scusate scusate scusate se ci ho messo tutto sto maledettissimo tempo per postare il proseguo di sta cretinata! E meno male che ho deciso di farla breve, pochi capitoli e via, altrimenti con sti ritmi la finisco nel 2027!! O.o
Sono sempre più convinta che sia una boiata, ma a volte ci stanno anche queste, no? ;)
Se c'è ancora qualcuna che legge... buona lettura!! =)

I ragazzi arrivarono dopo non molto nei pressi del Temple Bar e posteggiarono, con somma fortuna, abbastanza vicino al locale.
Il viaggio era stato animato dalle chiacchiere continue di Jeff, che sembrava avere una quantità infinita di adrenalina in corpo quella sera!
Aveva sciorinato episodi su episodi divertenti che avevano visti protagonisti i membri della band, aveva colto ogni occasione possibile per fare dei complimenti a Emma e non aveva perso occasione anche per sfiorarla più di una volta, anche se sempre in zone "sicure".
Mike aveva notato subito che c'era qualcosa di strano, qualcosa che bolliva in pentola, e non vedeva l'ora di avere due minuti faccia a faccia con il bassista per chiedergli che diavolo gli stesse passando per la testa.
Duff per la prima volta forse in tanti anni che lo conosceva, aveva avuto più di una volta l'istinto di scaraventare Jeff giù dalla macchina e aveva praticamente distrutto i guanti che ancora teneva in mano. Non vedeva l'ora di arrivare al bar e mettere un po' di distanza fra lui e i due piccioncini, come ormai si riferiva nella sua testa a Jeff e Emma.
Gli unici che non si erano accorti dello show di Jeff erano stati Isaac e Manuela, troppo impegnati a parlottare fra di loro sulle meraviglie dell'Irlanda, sui loro libri preferiti e i loro gusti musicali.
Emma dal canto suo aveva trovato il comportamento di Jeff parecchio strano, ma allo stesso tempo il ragazzo le era sembrato davvero simpatico e alla mano e quindi si era divertita per tutto il viaggio, nonostante la posizione un pochino compromettente e scomoda.
Mike tirò il freno a mano e Duff si sganciò la cintura di sicurezza e si lanciò fuori dall'auto a tempo di record. Mike lo guardò un po' sbigottito e poi scese anche lui.
Jeff aprì la portiera ed Emma uscì per prima, trovandosi a pochi centimetri proprio da Duff. Gli sorrise timida e il ragazzo le rispose di cuore, ritrovando subito il buonumore. Stava per dirle qualcosa quando Jeff si materializzò alle spalle di lei e le mise un braccio intorno alle spalle, un sorriso a trentadue denti sul volto.
"Andiamo capo?"
Duff sentì un insano desiderio di mandarlo a quel paese, ma poi scosse il capo e si avviò verso il locale. Era stranamente nervoso quella sera e non capiva perché. Doveva darsi una calmata o sarebbe stata una serata d'inferno!
La stradina che portava al Temple Bar brulicava di artisti di strada che suonavano ogni genere di musica. Dio quanto gli piaceva quel posto!
Emma si guardava in giro con gli occhi sgranati. Era la prima volta che andava a Dublino e si trovava immersa nella vita notturna della città e le sembrava tutto meraviglioso! Manuela le aveva parlato tantissimo del locale dove stavano andando e adesso non vedeva davvero l'ora di toccare con mano se era davvero così bello.
Jeff per fortuna aveva tolto il braccio dalle sue spalle ed Emma si era un pochino avvicinata a Manuela, cercando però di non disturbarla.
L'amica però come l'aveva vista aveva accelerato il passo per raggiungerla, costringendo Isaac a fare una corsetta per non rimanere indietro.
"*Allora, ti piace?! Non è fantastica l'atmosfera qui??*"
"*Sì Manu, è davvero una figata pazzesca! Non vedo l'ora di vedere il locale!*"
"*Già già... e con il moretto lì come la metti?*"
"*Chi, Jeff?*"
"*Sì, quello che non ti ha mollata praticamente un secondo e ci ha provato tutto il santo tempo in macchina.*"
"*Ma va, figurati... E' stato solo tanto gentile, tutto qua.*"
Manuela scoppiò a ridere.
"*Solo tanto gentile?? Ma per favore...*"
"*Manu per favore piantala, ok? Ricordati che hai promesso di non farmi smarronare o incasinarmi la serata. Lo sai quanto ci tengo!*"
"*Croce sul cuore, sarò bravissima.*"
"*Ecco, brava.*"
Poco più in là, Mike riuscì finalmente ad avvicinarsi a Jeff.
"Psssss..."
Jeff guardò verso di lui con sguardo interrogativo.
"Che cavolo ti prende?? Perché bisbigli??"
Mike gli andò a pochi centimetri di distanza e con gli occhi fece cenno verso Duff, cercando di fargli capire che non voleva che il capo sentisse il loro discorso.
Jeff però non doveva essere molto perspicace in quel momento, perché la sua reazione fu di totale perplessità.
"Stai bene Mike? Hai preso qualcosa di tagliato male??"
Mike alzò gli occhi al cielo, scocciato.
"Non ho preso niente di niente, idiota! Stavo solo cercando... ah, lascia perdere! Allora, cosa cavolo stai combinando? Cos'era quello show in macchina, prima?"
"Quale show??"
"Avanti amico, è con me che stai parlando, ok? Stai facendo sul serio con quella ragazza? Ti piace? Perché anche al boss piace, sai? Ha praticamente distrutto i guanti che teneva in mano immaginando che fossero te."
Jeff scoppiò a ridere come un matto.
"Lo so che gli piace, è questo il motivo del mio show, come lo chiami tu. Prima con me ha negato che gli piacesse la brunetta, nonostante fosse evidente, così ho deciso di dargli una piccola spintarella per aiutarlo, perché non può continuare a vivere come un monaco! Non è il primo essere umano a divorziare, santo cielo! Dovrebbe star pucciando il biscotto in ogni ragazza che incontra e invece scappa a gambe levate ogni volta che ne vede una. Basta!"
Mike si mise a ridere e scosse il capo.
"Pucciare il biscotto, Jeff?? Sei un poeta nato, lasciatelo dire."
"Beh, rende l'idea, no?"
Duff si fermò proprio davanti alla porta del locale e si girò per vedere dove fossero gli altri.
Con un certo piacere si accorse che Jeff stava parlando con Mike e aveva smesso, almeno per qualche minuto, di fare il cascamorto con Emma. Alleluia!
I due chitarristi lo raggiunsero dopo pochi passi.
"Allora capo, entriamo?"
"Sarebbe carino aspettare Isaac e le ragazze, non credi Mike?"
Mike si girò verso il trio, che era rimasto un po' più indietro, ma stava comunque arrivando.
"Veramente sarebbe carino trovare il modo di lasciare Isaac da solo con la fanciulla che ha puntato, ma questo è un altro discorso."
Anche gli altri tre arrivarono ed Emma rimase imbambolata per qualche secondo a osservare Duff. Dio mio, se gliel'avessero raccontato il giorno prima che l'avrebbe incontrato e avrebbe passato una serata con lui! Beh, con lui e tutta la band... però valeva lo stesso come realizzazione di un sogno, no?
Duff le sorrise e le fece un cenno col capo.
"Entriamo?"
Mike fece da apri pista e si fiondò dentro, seguito da Jeff. Duff invece si fece da parte per far passare Emma, tenendole la porta aperta.
"Grazie..."
"Figurati. Stai attenta al tuo braccio qua dentro, se è come l'ultima volta c'è talmente tanta gente che si fa fatica a camminare."
Emma si infilò dentro ed effettivamente rimase sbigottita dalla quantità di gente presente in quel pub. L'atmosfera era davvero bella. C'erano tantissimi giovani, tutti rigorosamente con una birra in mano, un gruppo che suonava musica dal vivo e un gran vociare di persone allegre che metteva di buonumore immediatamente.
Emma cercò di tenere il passo e non perdere la schiena di Jeff, ma c'era davvero talmente tanta gente da perdersi lì dentro!
Mike, con un talento veramente notevole, riuscì a beccare un angolino con qualche sgabello libero e ci si lanciò praticamente sopra, per tenere il posto.
Jeff si mise a ridere.
"Ottimo lavoro Mike, peccato che hai quasi ucciso quell'adorabile fanciulla alla tua sinistra!!"
Mike si girò verso una ragazza dai capelli rossi, che lo guardava ridacchiando.
"Ooops, scusami tanto."
"Figurati."
Pian pianino arrivarono tutti e Duff spostò leggermente uno sgabello, facendo cenno a Emma di sedersi.
"Vieni, siediti qui, così non lasci il braccio a rischio di colpi."
Emma si slacciò il cappotto, sorridendogli timida.
"Grazie, sei troppo gentile..."
"Ma scherzi?? Aspetta, ti do una mano a toglierlo."
Duff l'aiutò a sfilare prima il braccio malandato e come ogni volta una smorfia di dolore le si dipinse sul volto.
"Senti, ma sei sicura che non sia il caso di farlo vedere quel braccio? Mi sembra che ti faccia ancora tanto male."
Emma si accomodò sullo sgabello e scosse il capo.
"No, davvero, va tutto bene. Insomma... credo sia normale che mi faccia male, vista la botta che ho preso."
Duff la guardò per qualche istante in silenzio, incerto su se insistere o lasciar perdere. Era evidente che quella ragazza avesse paura di andare al pronto soccorso... chi era lui per romperle le scatole?
Duff fu distolto dai suoi pensieri da Jeff.
"Allora ragazzi, cosa volete da bere? Io e Mike ci offriamo volontari per il primo giro."
Mike lo guardò perplesso. Quand'è che lui si era offerto volontario?!
Manuela spiazzò tutti ordinando per prima.
"Io una Guinness."
Isaac si accodò subito.
"Guinness anche per me."
Jeff guardò Emma.
"Ok... io non sono un'amante della birra... però se non prendo la Guinness la mia dolcissima amica mi ammazza, quindi anche per me Guinness, ma piccola per favore."
"Ai suoi ordini!" Jeff le fece l'occhiolino e poi guardò Duff. "Capo, ti cerco una birra analcolica, ok?"
"Sì, grazie. Se no qualunque cosa abbiano di analcolico va bene."
Mike e Jeff si allontanarono verso il bancone ed Emma si trovò all'istante nel panico più totale. Isaac e Manuela erano già ripartiti a parlare di... boh, non sapeva nemmeno bene di cosa! Quando le veniva comodo Manuela si scopriva ben più fluent del solito in inglese... La prossima volta che la mandava avanti con la scusa che non parlava inglese l'avrebbe mandata al diavolo.
E lei?! Come faceva ad attaccare bottone con Duff? Era in imbarazzo! Insomma... non voleva dire cose stupide o sembrargli noiosa... Ma non poteva nemmeno starsene lì tutta zitta come una deficiente! Dio che situazione!
Duff dal canto suo era un po' in imbarazzo anche lui. Sentiva che avrebbe dovuto dire qualcosa, giusto per fare due chiacchiere... ma non sapeva cosa dirle!
Era arrugginito con le donne, l'ultima volta che aveva dovuto fare il brillante con una ragazza era stato con Susan, ben sedici anni prima! E la cosa non gli era neanche riuscita molto, considerando che la sua esperienza in quel frangente era davvero misera. Non perché non avesse avuto molte donne, anzi, ne aveva avute moltissime, ma il numero di quelle che aveva approcciato da sobrio, in pieno possesso delle sue facoltà, si riducevano a... boh... 4? 5? Giusto se si metteva a contare anche le primissime esperienze, quand'era un ragazzino.
Il silenzio fra loro si fece quasi insopportabile, tanto che alla fine Duff si lanciò, pur di non dover sentire il suo cervellino girare a mille.
"Bello sto posto, eh?"
Emma gli sorrise.
"Sì, bellissimo. C'eri già stato?"
"Sì, un po' di volte. In realtà ogni volta che mi capita di venire a Dublino ci veniamo. Qui nessuno mi rompe le scatole, possiamo starcene tranquilli a goderci la serata e poi questo posto mi mette allegria."
"E' vero. C'è una bella atmosfera."
Silenzio. Di nuovo. E adesso?
"Immagino che debba essere dura effettivamente non poter andare in molti posti con la paura di venire accerchiati dai fan... Insomma, bellissimo da una parte, ma una bella seccatura dall'altra."
Duff la guardò sorridendole, grato che avesse trovato lei il modo di continuare a parlare.
"Sì, è proprio come dici tu. Da una parte fa parte del pacchetto e fa anche piacere, ma a volte uno vorrebbe, che ne so, passare una serata con degli amici oppure andare da qualche parte, ma tra fotografi e fan diventa un delirio."
"Però tu e Susan siete bravi a tenere la vostra vita privata protetta. Non vi ho mai visti paparazzati da qualche parte, con foto rubate o cose simili."
Susan. Perché diavolo l'aveva nominata? Era ancora una ferita aperta, aperta e sanguinante... il suo ennesimo fallimento in campo matrimoniale. Solo che questa volta aveva fatto le cose per bene, ci aveva messo di mezzo anche delle figlie, così a soffrire non era stato solo lui come le altre volte, ma pure loro. Bravissimo McKagan!
Emma si accorse che Duff si era improvvisamente rabbuiato. Aveva forse detto qualcosa di sbagliato?!
"Ehi, tutto ok?"
Duff la guardò per un istante in silenzio, ancora preso dai suoi pensieri.
"Sì... scusa... è che parlare di Susan mi dà ancora un po' di problemi..."
Emma lo guardò perplessa. Perché gli dava fastidio parlare di sua moglie??
Duff aggrottò leggermente le sopracciglia, un sospetto nella testa.
"Abbiamo divorziato, non lo sapevi?"
Emma spalancò gli occhi dallo stupore e arrossì alla velocità della luce. Porca miseria!! Non lo sapeva no!! E come una cretina era riuscita a dire l'unica cosa che non avrebbe dovuto dire! Complimenti Emma, davvero complimenti!
La ragazza fece di no con la testa, rossissima in volto.
"No, mi... mi dispiace... io non volevo... insomma... scusami."
Duff le sorrise, cercando di rassicurarla.
"E di che? Mica è colpa tua se è successo."
Emma arrossì ancora di più.
"No, certo che no! Volevo dire... oh, lascia perdere."
Duff scoppiò a ridere.
"Tranquilla, colpa mia che ho dato per scontato che qui in Europa si fosse saputo subito. Chissà perché poi... neanche la mia vita sentimentale fosse al centro dei pensieri del mondo."
"No, sono io che vivo in un mondo a parte. Probabilmente tutte le tue fan sulla faccia del pianeta lo sanno, tranne me. Bella figura che ho fatto."
Ci fu un attimo di silenzio. Poi Emma non seppe trattenersi.
"Mi dispiace davvero tanto Duff. Eravate una bella famiglia."
Duff non disse niente, fece solo un profondo respiro.
"Lo so. Ma evidentemente non è bastato."
Il silenzio fra loro a quel punto divenne assordante e venne spezzato solo dall'arrivo provvidenziale di Mike e Jeff con le birre.
"Eccoci qua! Capo, non ci crederai, ma ho trovato una birra per te anche qui!" Jeff diede la birra a Duff e poi passò il bicchiere a Emma. "La sua Guinness piccola, madame."
"Grazie Jeff."
Mike nel frattempo diede le birre a Isaac e Manuela.
"Ok, ragazzi, qui ci vuole un bel brindisi a quest'incontro decisamente fortuito e nato male, ma che sembra portare ad una serata decisamente piacevole!" Tutti guardarono Jeff, che aveva appena fatto il discorso. "Cheers!"
Tutti alzarono il bicchiere e buttarono giù una bella sorsata di birra.
Jeff osservò qualche istante Duff ed Emma che sembravano rigidi come due stoccafissi e guardavano dappertutto tranne che in direzione dell'altro.
Scosse lievemente il capo, esasperato. Cosa diavolo doveva fare per far dare una mossa a Duff?? Doveva prendere quella ragazza e lanciargliela addosso??
Fece un piccolo sospiro frustrato e poi posò con determinazione il suo bicchiere di birra sul tavolino davanti a Emma.
La ragazza lo guardò leggermente perplessa e rimase decisamente spiazzata quando lo vide allungare il braccio verso di lei e stendere la mano aperta, sorridendole complice.
"Andiamo a ballare?"
Emma non sapeva cosa dire. Cioè... non che le dispiacesse ballare, ma allo stesso tempo non voleva andarsene da lì... insomma, era bello stare accanto a Duff!
Duff percepì l'indecisione della ragazza e si stupì di compiacersene, come se gli facesse piacere che lei non volesse ballare con lui. Quella sera dava proprio i ciocchi! Non riuscì a trattenersi, tra l'altro, dall'intromettersi.
"Forse non è il caso di portarla in mezzo alla gente, visto che le fa male il braccio, non trovi?"
Jeff cercò in tutti i modi di trattenere una risata. Era geloso! Fantastico, il suo piano iniziava decisamente a funzionare!
"Tranquillo, la proteggo io con il mio corpo..."
Jeff gli fece l'occhiolino allusivo e poi si sporse ad afferrare la mano di Emma, stufo di aspettare.
"Forza ragazza, è partito un bel lento e io non me lo voglio perdere."
Emma si trovò così senza quasi accorgersene in mezzo ad altre persone che ballavano, a non molta distanza da Duff e gli altri. Jeff la strinse delicatamente a sé, avvolgendo le braccia intorno alla sua vita, facendola arrossire un pochino.
Il ragazzo avvicinò la bocca al suo orecchio e le sussurrò qualcosa che davvero non si sarebbe mai aspettata.
"Dai piccola che facciamo ingelosire il capo per benino, così si dà una mossa."
Il rossore sulle guance di Emma divenne improvvisamente intenso e un senso di calore le pervase il volto.
Ok, o aveva bevuto troppo o decisamente le sue orecchie iniziavano a giocarle strani scherzi quella sera... perché Jeff non poteva assolutamente aver detto quello che aveva detto! La Guinness, era evidente, non faceva proprio per lei.







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Capitolo 4
*** Emozioni altalenanti ***


Mi è tornata l'ispirazione anche per sta cretinata, così ecco qua! ^^ Non succede un cavolo, ma sta storia è così, vi ho avvisate fin da subito che era una boiata!!! XD
CIAO!!

Duff sorseggiava la sua birra da qualche minuto, senza togliere gli occhi di dosso a Jeff e Emma che ballavano stretti stretti quel lento e parlottavano in modo incredibilmente complice, come se si conoscessero da una vita.
Invidiava Jeff per quella sua capacità di avvicinarsi alle persone, di conquistarle alla velocità della luce grazie alla sua solarità e alla sua semplicità. Le loro fan lo adoravano letteralmente e non solo perché era oggettivamente un bel ragazzo, ma perché era uno che salutava tutti con il sorriso e trattava tutti come se fossero amici di lunga data e non persone appena incontrate.
"Che succede capo, mediti come far fuori Jeff e liberarti del suo corpo senza testimoni?"
Duff si girò verso Mike, che lo guardava con un sorrisetto divertito dipinto sul volto.
"Di che diavolo stai parlando Mike??"
"Sto parlando del fatto che da un'oretta a questa parte hai ucciso Jeff con lo sguardo almeno quattro, cinque volte! E guarda un po', ogni volta è successo perché era a distanza ravvicinata con Emma... Se ti piace tanto, perché non ti fai avanti?"
Duff quasi sputò il liquido che si era appena portato alla bocca, facendo scoppiare a ridere Mike.
"Troppo diretto, capo?" Poi improvvisamente Mike si fece più serio. "Davvero però... non capisco... se ti piace lanciati, no?"
Duff gli rivolse un sorriso amaro.
"Beh, tanto per cominciare non mi sembra di essere il solo a trovarla interessante... e direi che anche lei non disdegna la compagnia di Jeff..." Mike fece per parlare, ma Duff lo bloccò col gesto di una mano. "E poi non sono in cerca di ulteriori complicazioni, la mia vita è attualmente già abbastanza incasinata così com'è."
Mike lo guardò un po' perplesso. Non vedeva proprio come quella ragazza potesse complicargli la vita... anzi, a dirla tutta l'idea era proprio che lo aiutasse a staccare un po' la spina e svagarsi un po'!
"Spero di non suonarti troppo brusco... ma sono tutte stronzate a parer mio!" Mike ignorò lo sguardo sorpreso di Duff. "Guarda che mica te la devi sposare, sai? Sei a Dublino un paio di giorni e guarda caso hai incontrato una ragazza carina, che ti piace e che, fortunello che sei, ricambia più che palesemente l'interesse. A me suona come un'occasione imperdibile di svagarsi un po', rilassarsi e fare un po' di sano sesso senza complicazioni... qual è il problema?"
Duff si lasciò scappare una risata ironica.
"Ricambia più che palesemente l'interesse?! Guarda che sono Duff, non Jeff! Forse hai sbagliato persona Mike. Io sono quello biondo, lui è quello moro. Guarda meglio, va' e dacci un taglio con la birra, ti sta già dando alla testa."
Mike alzò gli occhi al cielo, esasperato. Se davvero il capo non voleva vedere ciò che era più che evidente per tutti, lui non sapeva proprio cosa farci.
Voleva complicarsi la vita? Affari suoi.

Quando Jeff le aveva sussurrato nell'orecchio quella frase, Emma si era praticamente irrigidita sul posto.
A Jeff era scappato un sorriso, sentendo la reazione più che evidente del suo corpo. Era evidente che Emma fosse una fan di Duff e avesse una bella cotta per lui, quindi immaginava il suo imbarazzo nel sentirgli pronunciare quelle parole.
"Immagino che la cosa ti sembri assurda e impossibile, ma ti posso assicurare che Duff è rimasto decisamente colpito da te... "
Il respiro di Emma a quel punto si era fatto più veloce e la ragazza aveva impercettibilmente aumentato la pressione della mano sulla spalla di Jeff, gli occhi spalancati dallo stupore.
Jeff aveva sorriso di nuovo e si era scostato leggermente da lei, per poterla guardare negli occhi.
"Perché sei così sorpresa? Sei una ragazza attraente, lui è un uomo e per di più single, che c'è di strano?"
Emma arrossì di nuovo e lo guardò perplessa, incapace di dire alcunché, come se Jeff stesse parlando una lingua sconosciuta e lei non riuscisse a capire una parola.
Jeff non poté fare a meno di ridacchiare, vedendo la sua faccia. La strinse nuovamente a sé, avvicinando la bocca al suo orecchio.
"Ok, ascolta... Duff è stato letteralmente travolto dal suo divorzio con Susan e vive come una specie di monaco a mio avviso da troppo tempo. Gli piaci, ma non farà mai la prima mossa se non gli diamo una spintarella. Mi sembra di capire che ti piace, perciò mi sono chiesto se non ti andasse di aiutarmi a riportarlo a una vita normale... Non devi fare nulla in realtà, solo reggermi un pochino il gioco, tutto qua."
Emma ascoltò attentamente ogni singola parola, il cuore che batteva così velocemente da far quasi male.
Jeff si scostò nuovamente da lei e la guardò negli occhi, cercando di capire cosa le passasse per la testa in quel momento. Le scostò una ciocca di capelli dal volto e le sorrise dolcemente, cercando di rassicurarla e spingerla a dire qualcosa. Qualsiasi cosa.
"Ti ho scioccata davvero così tanto?"
Emma spalancò gli occhi dallo stupore e smise improvvisamente di ballare, staccandosi leggermente da Jeff.
"Secondo te?! Ho una cotta virtuale per quell'uomo da più di vent'anni e se già non fosse pazzesco averlo incontrato e aver avuto la possibilità di parlargli e conoscerlo meglio, arrivi tu a dirmi che gli piaccio e mi chiedi di... di...  " Emma cercò di proseguire, ma davvero non sapeva nemmeno lei come definire quello che stava succedendo. "Insomma, è da pazzi tutta sta situazione, me ne dai atto??"
Jeff le sorrise e si passò una mano tra i capelli, un po' in imbarazzo.
"Hai ragione, è una situazione abbastanza surreale... lo ammetto. E non ti avrei detto nulla in proposito, ma non volevo pensassi che ci stavo provando spudoratamente con te." Jeff si lasciò scappare una risatina nervosa. "Non che ci sarebbe niente di strano, considerando questi occhi pazzeschi che ti ritrovi e... beh... tutto il resto... " Jeff lanciò un'occhiata veloce, ma decisamente eloquente, al seno di Emma e la ragazza arrossì violentemente, incrociando istintivamente le braccia sul petto, in modo da nascondere il nascondibile. "Ma ho pensato che mi avresti preso per pazzo se ti avessi palesemente corteggiata tutta la sera per poi non provarci nemmeno o peggio ancora ho temuto che iniziassi a tenere le distanze, per evitare situazioni imbarazzanti... Per questo mi sono permesso di farti questo discorso un po' folle, perché sapessi cosa stava succedendo. Ho fatto male?"
Emma a quelle parole si rilassò un pochino. Lo sguardo di Jeff era sincero e quel ragazzo le faceva davvero simpatia... non poteva certo tenergli il muso.
"No, non hai fatto male... Solo mi hai colta impreparata... e ancora non riesco a credere a quello che mi hai detto... ma se davvero non devo fare niente di strano, se posso continuare a passare la serata esattamente come prima di questa assurda conversazione, allora va bene, starò al tuo gioco."
Jeff le fece un tale sorriso da riempirle subito il cuore. Si vedeva che il ragazzo voleva davvero bene a Duff ed era sinceramente preoccupato per lui.
In fondo stava agendo per affetto nei confronti del suo amico e in quello non c'era davvero niente di male.
"Fantastico!! Grazie mille..."

Duff aveva assistito a tutta la scena dal suo posto e quando Emma si era improvvisamente fermata e si era scostata da Jeff parlando poi animatamente con lui, beh... sarebbe stato un bugiardo se avesse detto che non gli aveva fatto piacere.
Chissà cosa aveva detto Jeff per farla accalorare tanto... Diede un sorso alla sua birra, ridacchiando tra sé, ma il sorrisetto gli morì subito sulle labbra quando vide che Jeff l'abbracciava di nuovo, sorridendole, e i due ragazzi si avvicinavano di nuovo a loro.
Neanche il tempo dei due di arrivare al tavolo che Manuela aveva afferrato per un braccio Emma e l'aveva trascinata via con la scusa di dover andare in bagno.
"Ehi, ma che ti prende?? Sei impazzita, Manu?"
"Scusami!!! Ma è così carino!!! Dio mio, è un amore Isaac!!"
Emma si aprì in un sorriso che le partiva dal cuore. Era così felice di vedere la sua amica accendersi così di vita, di nuovo... Dopo quello che era successo ad Alessandro aveva davvero temuto di non vederla sorridere mai più.
"Che ti avevo detto?? Lo sapevo che era il tuo tipo, poi dimmi che non ti conosco. E quindi? Che succede stasera? Mi lasci sola?"
Manuela fece una faccia stranissima.
"Ma che ne so... Isaac è tanto tenero quanto imbranato... il che lo rende ovviamente ancora più tenero! Devi vedere come mi corteggia... E' tutto parole carine, sguardi languidi e sorrisi da far sciogliere chiunque. Però non mi ha ancora sfiorata con un dito..."
"E va beh, ma mica può saltarti addosso qui dentro, davanti a mezza Dublino!!"
"Che c'entra?! Ma un bacetto si può dare ovunque, no? Mi sa che è proprio tanardo..."
Manuela fece un sospirone, come se pensasse che fosse una battaglia persa.
"Comunque, giusto nell'eventualità che invece mi stupisse e si desse una svegliata... ecco... tu... come la prenderesti a tornare in albergo da sola?"
Emma le sorrise.
"Tranquilla, non c'è nessun problema. Mi prendo un taxi e via, sono a posto. Goditi la serata, se il piccolo uomo si fa avanti."
Manuela l'abbracciò stretta.
"Grazie Emma, sei la migliore!! Dai, torniamo di là!"
"Aspetta, già che ci sono io vado in bagno. Ti raggiungo subito, ok?"
"Va bene. Muoviti però."
E le due ragazze si divisero.

Nel frattempo i ragazzi avevano approfittato dell'assenza delle due fanciulle per tartassare Isaac di domande e ovviamente per prenderlo in giro.
Neanche a dirlo, Mike era il più scatenato di tutti.
"Allora?!? Stasera si tromba, eh?? E bravo il piccoletto!!"
Isaac divenne color porpora in dieci secondi netti.
"Ma cosa gridi, deficiente?!?! Se ti sente??"
Jeff non riuscì a trattenersi e rincarò la dose.
"Più che altro fa che non ti senta io stanotte, visto che abbiamo le camere attaccate! Abbi pietà di me, ok? E occhio, che quella mi sembra una tigre..."
Scoppiarono tutti a ridere e Isaac si portò una mano al volto, desideroso di sprofondare in quel momento esatto.
Decise però di passare al contrattacco.
"Taci tu, che finisce che stasera quello che farà più rumore di tutti sarai proprio tu! E sii delicato, che le fa male il braccio."
Mike si mise a sghignazzare.
"Hai capito il pulcino qui? Un punto per Isaac!"
Duff si irrigidì improvvisamente, spegnendo il sorriso che aveva avuto sul volto fino a quel momento.
Jeff gli lanciò un'occhiata di sfuggita, indeciso sul da farsi. Non sapeva a quel punto se fargli capire che in realtà lui non era in gara oppure continuare quella pantomima. Aveva paura, infatti, che il capo si arrendesse in partenza e lasciasse perdere, e questo era esattamente il contrario di quello che voleva.
Forse era arrivato il momento di forzare la mano.
"Guarda che ti sbagli, non ho nessuna speranza con Emma, se proprio vuoi saperlo."
Duff drizzò immediatamente le antenne, mentre Isaac guardava Jeff con occhi spalancati. Aveva capito bene??
"Ma che diavolo dici? Sei sicuro??"
"Sicurissimo. Diciamo che preferisce qualcun altro in questo momento."
I tre ragazzi si girarono contemporaneamente verso Duff.
"Beh?! Che cazzo avete da guardare??"
I tre lo guardarono con aria sorniona e un sorrisetto furbo in volto.
"La smettete di fare quelle facce da cazzo?? Si può sapere che c'è?"
Mike a quel punto sbottò senza ritegno.
"Oh andiamo capo! Chi cavolo pensi che sia il qualcun altro in questione?! Io ho già provato a dirtelo prima, ma tu non hai voluto ascoltarmi. Adesso però non puoi proprio far finta di niente!"
Duff si sentì messo all'angolo e la cosa davvero non gli piaceva per niente. Ok, quella ragazza gli piaceva, era innegabile. Però adesso lui non aveva la testa per certe cose, era troppo incasinato con i suoi problemi personali! Perché quei tre non riuscivano a capirlo??
"Sentite, mi avete rotto le palle con sta storia, ok? Vado a  pisciare e quando torno non voglio più affrontare questo discorso!"
E senza lasciare il tempo agli altri di ribattere, Duff si diresse a passo spedito verso il bagno.
Ma guarda te che razza di cretini che si era scelto come membri della band!! Aveva un fiuto, lui, per trovare gente bacata nella testa!! Figurarsi un po' se alla sua età e con i casini che aveva nella sua vita, doveva riprendere a fare il rocker che ad ogni concerto si porta in albergo una... Roba da matti! E la sua reputazione?! Dove la mettevano la sua reputazione?? Ci aveva messo talmente tanto a ricostruirsi un immagine, a far capire alla gente che era cambiato, che ci mancava proprio di far girare di nuovo la voce che aveva ripreso certe vecchie abitudini! No, grazie. Proprio no.
Che poi erano tutte cazzate, lo dicevano loro che Emma era disponibile... ma a lui non sembrava affatto! E un po' di esperienza l'aveva, lui, con le donne! Quei pischelli pensavano di potergli insegnare a capire quando una tipa era interessata o meno?? Roba da matti.
A pochi passi dalla toilette Duff vide due ragazzi correre via come se fossero inseguiti dal diavolo in persona. Uno di loro quasi lo travolse e lui lo mandò a quel paese.
"Ehi!! Guarda dove vai, idiota!!!"
Quella fuga folle era davvero un po' strana però... Duff si incuriosì e invece di infilarsi in bagno, percorse con circospezione il corridoio che andava a destra, passando oltre ai bagni. 
Ci mise qualche secondo prima di mettere a fuoco quello che si era improvvisamente trovato davanti agli occhi. Qualche secondo in cui rimase come imbambolato a fissare Emma accasciata a terra in un angolo.
Poi improvvisamente notò che la ragazza si teneva il braccio, che era pallida in volto e segnata da una smorfia di dolore e soprattutto si rese conto che si stava lamentando per il male, anche se lui non capiva niente di quello che stava dicendo.
Le fu accanto in pochi secondi, quasi spaventandola di nuovo.
"Che è successo?!? Che ti hanno fatto quei due??"
Emma cercò di riprendere il controllo di se stessa e mettere a tacere tutte le sensazioni che la stavano scombussolando in quel momento. Era spaventata a morte e il braccio le faceva un male cane, ma non voleva darlo a vedere, non voleva che Duff la portasse all'ospedale come aveva detto più volte.
Cercò di sorridergli, ma con scarsi risultati.
"Non preoccuparti, non è niente... Loro... io... Lascia stare, adesso mi alzo e torno di là dagli altri, tranquillo."
"Non preoccuparti?! Stai scherzando?? Voglio sapere esattamente cos'è successo prima che arrivassi e voglio saperlo subito!"
Emma in un'altra circostanza e con un'altra persona avrebbe sicuramente seguito quella parte di lei che in quel momento aveva un insano desiderio di mandarlo a quel paese e dirgli che non era suo padre e non aveva nessun diritto di parlarle in quel modo! Ma sentiva un dolore pazzesco al braccio, tanto da dubitare di riuscire a mettersi in piedi da sola per uscire da quel lurido corridoio e in più gli occhi di Duff le stavano dicendo quanto fosse veramente preoccupato per lei, il che non poteva che ammorbidirle quel caratteraccio che si ritrovava.
"E va bene! Sono venuta in bagno e quei due mi devono aver seguita, perché quando sono uscita me li sono trovata davanti e non mi lasciavano passare e così ho iniziato a indietreggiare, sperando che arrivasse qualcuno... solo che uno di loro mi ha afferrata per il braccio e ha stretto così forte che mi sono sentita male e boh, devo aver perso i sensi per qualche istante, perché quando mi sono ripresa loro non c'erano più e io ero qui per terra come mi vedi. Tutto qua."
"Tutto qua?? Porca puttana, se li prendo gli faccio passare la voglia di bere per tutta la vita a quei due figli di puttana!!"
Duff era davvero fuori di sé. Se pensava a quello che sarebbe potuto succedere se non fosse svenuta...
Abbassò lo sguardo su di lei e vide che appoggiava il capo al muro, con una faccia da far spavento. Doveva avere un male assurdo poverina e lui si perdeva nelle sue cazzate da paladino della giustizia. Idiota!
"Ok, adesso ti aiuto ad alzarti e poi corriamo al primo pronto soccorso che troviamo."
Emma fece per parlare, ma Duff la zittì subito.
"Non me ne frega niente, è chiaro?! Non ti do altre opzioni, ci andiamo e basta. Quindi risparmia fiato, che ti servirà sicuramente sia per alzarti che dopo."
Emma rimase in silenzio, colpita dal tono secco e autoritario che l'uomo aveva usato. Certo, quello e il fatto che sapesse che Duff aveva ragione... altrimenti col cavolo che si sarebbe lasciata trattare così!
Duff l'afferrò per il busto, all'altezza delle ascelle.
"Ok, sicuramente ti farà male quando ti metterò in piedi, perché il braccio si sposterà. Porta pazienza, ok?"
Emma annuì impercettibilmente e Duff le sorrise, cercando di rassicurarla. Gli faceva tenerezza, accasciata lì per terra, con quel faccino spaventato e sofferente allo stesso tempo. Senza neanche accorgersene le sfiorò il viso in una carezza e i loro occhi si incatenarono per qualche istante.
Dei passi e le voci di alcune ragazze che ridevano come matte qualche metro più in là li riportarono bruscamente alla realtà.
Duff riportò immediatamente la mano sul busto della ragazza, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.
"Ok, al mio tre ti alzo, va bene? Uno... due... tre!"
Duff la sollevò cercando di fare il più piano possibile, ma nonostante ciò a Emma scappò un grido di dolore, che la ragazza cercò però di soffocare sul nascere.
Avendo paura che le gambe le potessero cedere, Duff mantenne la presa su di lei, reggendola in piedi.
"Cerca di respirare a fondo, sembra una cosa cretina, ma aiuta a diminuire il dolore." Osservò Emma provare a fare quello che le aveva appena suggerito, gli occhi chiusi probabilmente per cercare di concentrarsi meglio. "Probabilmente quei deficienti ti hanno dato il colpo di grazia e hanno peggiorato la situazione. Appena ti senti di camminare ci leviamo di qui e prendiamo la macchina."
Emma riaprì gli occhi.
"Ok, va meglio. Davvero."
"Cosa vuoi dire?"
"Voglio dire che sto meglio, che non è il caso di andare."
Duff le lanciò un'occhiataccia che avrebbe incenerito chiunque.
"Mi sembrava avessimo già chiarito che è un argomento chiuso, senza possibilità di discussione. Vieni."
Duff l'afferrò per la mano sinistra e la trascinò dietro di sé, con calma ma con fermezza.
Come furono fuori dalla toilette Duff girò immediatamente a destra, verso l'uscita.
Emma a quel punto fece un po' di resistenza tirando col braccio, fermandolo.
"Non andiamo ad avvisare gli altri?? A Manuela verrà un colpo se non mi vede tornare!"
"Già che siamo vicini all'uscita mi sembra meglio andare, piuttosto che infilarsi in quel carnaio in cui come niente puoi sbattere il braccio contro qualcuno. Adesso chiamo Jeff e gli spiego tutto, poi ti faccio passare la tua amica, ok? Così le spieghi. Tanto è in buone mani e dubito sarebbe tornata in albergo con te comunque..."
E ripreso a camminare, Duff la portò fuori dal Temple Bar, sempre mano nella mano, e insieme si diressero verso la macchina.

 







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Capitolo 5
*** Confidenze e primi baci ***


Emma e Duff fecero solo un paio di passi però, perché la ragazza iniziò a far resistenza e a tirare il ragazzo per fermarlo.
"Aspetta Duff!! Fermati!" Il musicista non dava segno di fermarsi, forse pensando che Emma stesse avendo un altro ripensamento. "Michael fermati, per favore!"
Duff si bloccò di colpo. L'aveva chiamato Michael... poche persone lo facevano e gli dava sempre un senso di familiarità e confidenza con loro.
"Che c'è?"
"C'è che innanzi tutto sto congelando e ho bisogno del mio cappotto e poi se devo andare all'ospedale avrò sicuramente bisogno della mia borsa e dei miei documenti, non credi?"
Duff rimase un attimo in silenzio, perplesso. Cavoli, aveva ragione! Aveva seguito il suo istinto come al solito, senza ragionare...
"Ok, non ti muovere, torno subito."
Il ragazzo corse dentro al Temple Bar, senza nemmeno sentire le lamentele di Emma.
"Ma io qui congelo!!"
In pochi minuti Duff arrivò dagli altri e non gli diede nemmeno il tempo di parlare.
"Dammi il cappotto e la borsa di Emma per favore." Si guardò in giro, cercando Manuela. "Dov'è la sua amica?"
Jeff gli passò la roba di Emma.
"E' da qualche parte con Isaac, hanno detto che andavano a ballare, ma non mi stupirei se li trovassimo a pomiciare da qualche parte nel locale."
Lui e Mike sghignazzarono all'idea, ma smisero immediatamente quando videro l'espressione seria di Duff.
"Ok, devo portare Emma all'ospedale, il braccio le fa molto male. Vi chiamo più tardi per aggiornarvi, ok? Dite alla sua amica che sta bene e la riporterò io all'hotel. Devo scappare ora."
E senza dargli nemmeno il tempo di rispondere, Duff sparì nel giro di pochi secondi.
Jeff si girò verso Mike, allibito.
"A volte mi piacerebbe potergli dare un bel pugno in faccia per farlo stare fermo dieci secondi e ascoltare anche gli altri."
"Già... ma non sarebbe una grande idea, perché lui ti prenderebbe a calci nel culo due secondi dopo con qualche mossa alla Kung Fu Panda! UA-TA!"
E Mike si mise improvvisamente a fare delle mosse di kung fu, facendo scoppiare a ridere Jeff e qualche gruppetto di amici lì intorno.
Duff raggiunse Emma e le diede il cappotto, aiutandola a indossarlo.
"Grazie a Dio, pensavo che mi sarei presa una polmonite!"
"Mi spiace, a volte non penso e agisco, una delle mie debolezze. Andiamo ora."
I due ripresero a camminare finché non arrivarono alla macchina. Duff l'aiutò a sedersi e poi salì in macchina.
Emma cercò di mettersi la cintura, ma usando solo la mano sinistra era quasi impossibile.
"Aspetta, te la metto io."
Duff si avvicinò a lei e afferrò la cintura, trovandosi così a pochi millimetri dal suo viso. Emma si girò contemporaneamente verso di lui e i due rimasero qualche secondo immobili a fissarsi negli occhi.
Duff poteva sentire chiaramente l'odore della sua pelle e dei suoi capelli e percepiva il respiro di Emma, leggermente accelerato, sul suo viso. Si avvicinò ancora di qualche millimetro, lo sguardo ora catturato dalla bocca leggermente socchiusa della ragazza.
Ma a che diavolo stava pensando, porca miseria?!
Si scostò velocemente da lei e le allacciò rapidamente la cintura, distogliendo lo sguardo dal suo.
Merda, Jeff e Mike avevano ragione, non stava con una donna decisamente da troppo tempo se sentiva certi istinti in un momento come quello, con Emma sofferente e bisognosa di cure ospedaliere!!
Mise subito in moto la macchina e afferrò il cellulare, cercando le indicazioni per arrivare all'ospedale più vicino.
Il cuore di Emma era a mille. Aveva pensato per un micro secondo che l'avrebbe baciata!! Doveva essere pazza però, doveva essere il dolore che le oscurava la mente o le stupidate di Jeff che l'avevano confusa, perché era assolutamente impensabile che Duff McKagan, quel Duff McKagan, potesse seriamente essere interessato a lei e baciarla!
Sì, doveva essere il dolore.
Guidarono fino all'ospedale in totale silenzio, entrambi troppo imbarazzati dal momento di prima per parlare.
Duff parcheggiò e finalmente si decise a spezzare quel silenzio assordante.
"Eccoci qua. Andiamo."
Scese dalla macchina e andò ad aprirle la portiera, per aiutarla.
"Signorina..."
Emma gli sorrise e uscì dal veicolo, guardando l'edificio davanti a lei con una certa apprensione.
La voce di Duff la distolse dalle sue preoccupazioni.
"Non preoccuparti, andrà tutto bene."
Emma lo guardò mentre le sorrideva, nel tentativo di rassicurarla, e annuì cercando di convincere anche se stessa.

Nel frattempo Manuela e Isaac tornarono dai ragazzi tenendosi per mano e sorridendosi complici.
Manuela si accorse subito dell'assenza di Emma e iniziò a preoccuparsi.
"Dov'è Emma?"
Jeff le sorrise e cercò di parlare il più lentamente e chiaramente possibile, considerando che l'inglese della ragazza non era decisamente lo stesso di Emma.
"Duff l'ha portata al pronto soccorso perché le faceva di nuovo male il braccio. Non so di più, ma ha detto che avrebbe chiamato al più presto per aggiornarci."
*"Oh cavoli!! Aspetta che la chiamo io!!"*
I tre ragazzi si guardarono confusi, non capendo una parola di quello che aveva appena detto. La videro afferrare il cellulare e Jeff le impedì di fare il numero.
"Aspetta, potrebbe essere coi dottori ora. Chiamo io Duff, ok?"
Manu fece cenno di sì con la testa e Jeff fece il numero di Duff.
"Ehi man che succede?"
"L'amica di Emma è preoccupata e vorrebbe parlare con lei, è ancora con te?"
"Sì, abbiamo appena lasciato i suoi dati e ora stiamo aspettando che qualcuno la chiami. Le passo il mio telefono allora."
Emma e Manuela videro i due ragazzi passare loro i cellulari e capirono immediatamente cosa stesse succedendo.
*"Pronto? Manu?"*
*"Emma!! Che cavolo è successo?! Come stai?? Dove sei??"*
*"Calmati Manu! Va tutto bene, ok? C'è stato un piccolo incidente quando sono andata in bagno e Duff per fortuna era da quelle parti e mi ha aiutata, solo che il braccio mi stava uccidendo e così ha voluto a tutti i costi portarmi qui. E' tutto ok però, va bene? Goditi la serata e non preoccuparti, appena mi hanno visitato ti mando un sms, così ti tranquillizzi. Poi mi faccio portare da lui in albergo, così non devo nemmeno prendere il taxi. Come procede lì? Si è dato una svegliata il piccoletto?"*
*"Diciamo che con una piccola spintarella ce l'ha fatta!!"*
Le due ragazze scoppiarono a ridere.
*"Bene, sono contenta. Goditi la serata per benino allora, e non distruggerlo, ok? E' giovane e fragilino, non vorrei lo uccidessi!!"*
*"Scema!! Si vede che stai meglio se dici ste cretinate. Tu piuttosto vedi di approfittare della situazione e fatti fare un po' di coccole, visto che stai male... "*
*"Ok, adesso riattacco!! Scema che non sei altro... Ci sentiamo dopo."*
*"Va bene, ciao."*
Attaccarono e restituirono i cellulari ai legittimi proprietari.
Duff prese il telefono e lo mise via.
"Si è tranquillizzata?"
"Sì... direi di sì."
Emma sorrise pensando che la sua amica era sicuramente più calma per quel che riguardava lei, ma allo stesso tempo era più agitata all'idea di come avrebbe passato la notte.
Duff notò il suo sorriso, un po' malizioso, e non riuscì a tacere.
"A cosa stai pensando?"
"Perché?"
"Perché stai sorridendo in un modo particolare... Cosa bolle in pentola?"
Emma sorrise nuovamente.
"Sono solo felice per Manu perché passerà sicuramente una bellissima notte con il tuo amico e fidati, se lo merita davvero."
Emma rimase in silenzio per qualche secondo, persa nei suoi pensieri. Poi riprese a parlare.
"Ha passato un'estate terribile... Il suo compagno è morto in un incidente e da allora cerca disperatamente di rimettere insieme i pezzi della sua vita. Ecco perché sono qui. Aveva bisogno di me e così ho preso il primo volo per Dublino che sono riuscita a trovare. E' stata molto dura starle accanto in questi mesi... vederla soffrire in quel modo... Ecco perché sono felicissima di sapere che in questo preciso momento sta sorridendo grazie a Isaac e almeno per qualche ora non penserà ai suoi demoni e ai suoi problemi."
Duff aveva ascoltato in religioso silenzio le parole di Emma.
"Mi spiace davvero per lei... ma è fortunata ad avere un'amica come te. Non so quante persone avrebbero preso un aereo per passare qualche giorno con un'amica in difficoltà. Gli amici così sono preziosi, io ne so qualcosa."
Duff le sorrise con uno sguardo pieno di rispetto nei suoi confronti e lei arrossì leggermente.
"Grazie, ma non credo di aver fatto niente di pazzesco. L'amicizia per me è una cosa seria. E credimi, non è facile essere mio amico, perché se è vero che do il cento per cento, è vero anche che pretendo moltissimo. E in più non ho esitazioni nel cancellare le persone dalla mia vita se mi feriscono. Insomma, non sono di certo una santa."
Duff stava per commentare, ma un'infermiera improvvisamente chiamò il nome di Emma.
La vide impallidire immediatamente e non poté fare a meno di sorridere, trovandola davvero tenera in quel momento.
Le mise una mano sulla sua e la strinse leggermente.
"Tranquilla, andrà tutto bene. Vuoi che venga con te?"
Emma lo guardò con uno sguardo spaventato.
"Lo faresti davvero?? Perché magari non capisco cosa mi dicono o faccio qualche casino e mi sentirei davvero più tranquilla se ci fossi tu."
"Certo che vengo, scherzi? Dai, andiamo prima che quel colosso di infermiera si innervosisca perché la stiamo facendo aspettare!"
E fattole l'occhiolino, la prese per mano e la accompagnò dentro.

Non appena Manuela restituì il cellulare a Jeff, Isaac le si avvicinò.
"Come sta?"
"Devono ancora controllarle il braccio, ma mi sembrava che stesse bene."
Gli sorrise e lui le prese subito la mano, rispondendo al sorriso.
"Bene, mi fa piacere sentirlo. Comunque è in buone mani con Duff, non preoccuparti."
Manu annuì e seguì con lo sguardo la sua mano raggiungere la bocca di Isaac per un dolce bacio.
Il ragazzo la guardò con uno sguardo diverso dal solito e si avvicinò al suo orecchio, per farsi sentire solo da lei.
"Cosa ne pensi di andarcene da qualche parte solo noi due?"
"Direi che è un'idea magnifica."
Isaac si alzò con un mega sorriso sul volto e le diede il cappotto prima di spostarsi vicino ai due amici.
"Scusate ragazzi, ma vi lasciamo soli. Sono certo capirete..."
Jeff gli diede una pacca sul braccio.
"Certo che capiamo, amico. Ricordati però quello che ti ho detto sul fatto che le nostre stanze siano comunicanti, ok?"
I due chitarristi si misero a ridacchiare e Isaac scosse il capo, cercando di sembrare seccato.
"Siete senza speranza ragazzi! Ci vediamo domani."
Jeff e Mike salutarono anche Manuela con un cenno della mano e la coppietta sparì alla svelta dal locale.
Mike afferrò il suo boccale di birra.
"Beh amico mio, siamo rimasti noi due. Salute a noi!!"
"Salute!"
E fatti scontrare i bicchieri, i due ragazzi buttarono giù una bella sorsata di birra.

Dopo mezz'oretta Emma e Duff uscirono finalmente dall'ospedale e si diressero verso la macchina.
Emma ad un certo punto si sfiorò la fasciatura che le avevano appena fatto. Era andata molto meglio del previsto, visto che aveva solo una micro frattura all'ulna, niente di cui preoccuparsi e soprattutto un qualcosa che sarebbe guarito da solo in un tempo relativamente breve.
Duff si accorse del gesto della ragazza, mentre le apriva la portiera.
"Ti fa ancora tanto male?"
Emma alzò lo sguardo su di lui, che la guardava un po' preoccupato.
Era stato un angelo prima, con lei. Le era stato vicino quando i dottori le avevano ovviamente fatto male visitandola ed era stato estremamente discreto quando alcune lacrime erano uscite, prepotenti, dai suoi occhi.
Inoltre era stato effettivamente molto utile, perché aveva ascoltato i dottori e l'aveva aiutata con qualche domanda che non aveva capito alla perfezione.
Insomma, un vero sostegno e un vero gentleman.
Gli sorrise, per rassicurarlo.
"Un pochino, ma gli antidolorifici stanno decisamente funzionando. O forse è la fasciatura, chi lo sa."
"Bene... perché stavo pensando... se non sei troppo stanca o non hai troppo male... che potremmo andare a mettere qualcosa sotto i denti, visto che nessuno di noi ha ancora mangiato, se non sbaglio."
Emma rimase a fissarlo senza sapere cosa dire. L'aveva appena invitata a cena o se l'era immaginato??
Duff interpretò quel silenzio come un disperato tentativo di trovare una scusa per dire di no.
"Se non vedi l'ora di tornare in albergo lo capisco, non preoccuparti, davvero! A volte non penso prima di parlare, scusami. E' ovvio che tu sia provata da quello che è successo oggi e in più ti staranno anche scendendo i nervi, quindi ti sentirai esausta e io cosa faccio?? Ti propongo di stare fuori ancora e fare chissà che ora... "
"Duff, non preoccuparti, sto bene, mi fa piacere."
"A volte so proprio essere uno stupido, non so cosa dirti! Lascia perdere, fa come se non avessi detto niente, ok?"
"Duff?!"
"Ora ti porto subito in albergo, roba di pochi minuti e ci siamo, va bene?"
"Duff!!"
Il ragazzo rimase un attimo perplesso per la veemenza con cui lei lo aveva chiamato.
"Ma hai sentito quello che ti ho detto?? Va bene, mi fa piacere, anzi, sto letteralmente morendo di fame! Quindi andiamo."
"Oh... ok... scusa... mi sono lasciato prendere... ok, andiamo."
E con un mega sorriso, l'aiutò a salire in macchina e poi si mise al suo posto, accendendo il veicolo.
"Fantastico... ma dove andiamo?"
Emma lo guardò sorridendo.
"Non ne ho la minima idea! Non conosco affatto Dublino, quindi non posso aiutarti."
"Ok, vediamo... "
Duff prese il cellulare e si mise a cercare su internet qualche posticino carino, ma semplice, dove andare. Non sapeva nemmeno lui perché, ma voleva che la serata fosse perfetta e Emma si trovasse a suo agio e si rilassasse come si deve.
Dopo qualche minuto di vane ricerche, il ragazzo ebbe come un'illuminazione. Potevano andare in quel ristorantino carino abbastanza vicino all'albergo che avevano visto la sera prima coi ragazzi... Sembrava d'atmosfera e allo stesso tempo non eccessivamente lussuoso. Sì, perché no? Era proprio l'ideale!
"Ok, ho trovato. Aspetta che ti aiuto con la cintura."
Duff si trovò per la seconda volta a pochi millimetri dal viso di Emma, la quale arrossì immediatamente per quella vicinanza.
Forse per il tempo che avevano passato insieme, forse per l'esperienza che avevano appena condiviso, fatto sta che questa volta non riuscì a resistere e le sfiorò lievemente il viso, mentre con lo sguardo passava dai suoi occhi alla sua bocca.
Emma sentì il cuore accelerare improvvisamente. Non poteva essere vero, non poteva star succedendo proprio a lei!
"Lo so che non dovrei, che è fuori luogo data la situazione e che sto per combinare un casino di dimensioni allucinanti, ma cazzo io non ce la faccio più a trattenermi! Perciò se devi fermarmi, fallo adesso piccola, perché sappi che sto per baciarti."
Il cervello di Emma a quel punto si azzerò completamente, perdendo ogni facoltà di pensiero e ragionamento.
Fermarlo?! E perché diavolo avrebbe mai dovuto fermarlo?? Era una vita che sognava quel momento!!
Duff non attese un attimo di più e in pochi secondi appoggiò le sue labbra a quelle della ragazza, con delicatezza, come se temesse una sua reazione.
O forse paralizzato dalla paura, visto che era un numero impressionante di anni che non baciava una ragazza che non fosse Susan!
Fu Emma a quel punto a prendere in mano la situazione. Portò la mano sinistra dietro la nuca di Duff e lo spinse a sé, assaporando le labbra del ragazzo con morbidi baci lenti e sensuali.
Duff perse ogni remora e con la lingua le chiese il permesso di entrare, permesso che Emma ovviamente gli concesse al volo.
Le loro lingue iniziarono a incontrarsi e inseguirsi in un bacio sempre più appassionato, finché Duff non si staccò da lei in cerca di fiato.
"Oh cazzo... non ho più l'età per queste cose... mi manca il fiato!!"
Emma si mise a ridacchiare, vedendo la sua faccia quasi imbarazzata.
"Io dico che te la cavi benissimo... lascia giudicare a me..."
E senza lasciarlo ribattere, catturò nuovamente le sue labbra con le sue, facendolo perdere di nuovo in un bacio passionale che avrebbe tolto il fiato a chiunque, a prescindere dall'età.


 



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Capitolo 6
*** Cenetta romantica ***


Dopo quell'ultimo bacio interminabile, i due si staccarono e Duff le sorrise decisamente imbarazzato, ma anche molto più sollevato.
Era tutta la sera che aveva voglia di farlo, ma anche che cercava mille scuse per evitare che succedesse, troppo spaventato da una situazione per lui nuova dopo tanti anni con sua moglie. Ex moglie, per la precisione. E finalmente c'era riuscito e ora si sentiva decisamente meglio!
"Ok... voglio che tu sappia che non è una cosa che faccio tutte le volte che sono in tour... tutt'altro... a essere precisi è più di un anno che non sfioro una donna con un dito e..."
Emma gli mise un dito sulle labbra, per farlo tacere, e gli sorrise.
"Lo so, non preoccuparti. Jeff mi ha accennato qualcosa prima... " Sorrise nel vedere negli occhi di Duff un misto di curiosità e incredulità. "Quindi non devi spiegarmi niente. Né devi giustificarti con me, chiaro? Tu sei single, io sono single, questo è quello che conta."
Emma vide il volto di Duff rilassarsi e sorrise istintivamente.
"Senti, ma non avevi fame?? Andiamo? Se non mangio qualcosa svengo."
"Agli ordini Madame!"
Duff mise subito in moto e si diresse verso il ristorante che aveva scelto. Dopo gli ultimi avvenimenti era ancora più convinto che fosse il posto giusto!
Emma durante il tragitto in macchina non riusciva in nessun modo a comandare al suo cuore di rallentare. Prima con lui aveva fatto la dura, quella che aveva tutto sotto controllo, ma in realtà ci mancava poco che si sentisse male! Santo Dio, Duff McKagan, il suo Duff McKagan, l'aveva baciata!! E non una volta, ma due!! E vi erano discrete possibilità che succedesse ancora e ancora e ancora e...
Ok, se non la smetteva di pensare quelle cose il cuore le sarebbe scoppiato nel petto di sicuro e lei sarebbe morta felice, per carità.
Doveva darsi una calmata o non sarebbe stata in grado di godersi appieno quella straordinaria avventura che le era capitata tra capo e collo.
"Eccoci qui!"
Emma quasi trasalì a quelle parole, ancora presa dai suoi pensieri.
Duff posteggiò la macchina davanti a un bell'hotel ed Emma si chiese se il ristorante fosse quello dell'albergo.
Quando scesero però, Duff le fece strada e i due si allontanarono da lì, il che le fece fare un sospiro di sollievo. Non le piacevano i ristoranti degli alberghi e sinceramente ci sarebbe rimasta male se quella fosse stata la loro destinazione.
Duff mise via cellulare e chiavi della macchina e poi fece qualcosa che decisamente spiazzò Emma e le rese difficile respirare per qualche istante.
Come se fosse la cosa più naturale del mondo, infatti, il bassista le prese la mano nella sua e la strinse delicatamente, godendo di quel contatto così intimo e affettuoso allo stesso tempo. Gli mancavano da morire quelle piccole cose che caratterizzavano le coppie, cose che spesso venivano date per scontate da chi stava effettivamente insieme, soprattutto dopo un po' di anni.
Emma arrossì piuttosto evidentemente, ma riuscì a tenere nascosta la cosa lasciando scivolare leggermente i capelli in avanti e abbassando lo sguardo sul marciapiede. Non voleva che Duff la vedesse così emozionata per una cosa così stupida, che figura avrebbe fatto??
"Tutto ok?"
A quel punto la ragazza fu costretta a guardarlo, sperando con tutte le sue forze che il rossore si fosse affievolito e l'oscurità aiutasse a camuffarlo.
"Sì, certo."
Duff le sorrise e sempre tenendola per mano continuò a passeggiare con lei in direzione del ristorante.
Pochi metri ancora ed arrivarono.
Emma guardò da fuori l'interno e ne rimase subito colpita. Era un posto davvero carino, ma soprattutto molto romantico! Anche solo quel pensiero la fece leggermente arrossire e le fece accelerare qualche battito. Doveva decisamente darsi una calmata o non sarebbe sopravvissuta alla serata!
Duff aprì la porta del ristorante e la tirò dietro con sé, sempre mano nella mano. Un cameriere piuttosto giovane si avvicinò loro e Duff chiese se era ancora possibile mangiare, data l'ora. Il ragazzo gli fece cenno di aspettare e sparì dietro ad una porta per qualche minuto.
I due si guardarono in giro e non poterono non notare che la maggior parte dei tavoli ormai erano liberi e che chi era ancora seduto era comunque al dolce.
Emma senza nemmeno accorgersene diede voce ai suoi pensieri.
"Mi sa che è troppo tardi... la cucina sarà già chiusa."
Duff annuì. Non aveva pensato a quell'eventualità... a quell'ora i ristoranti difficilmente rimanevano aperti, sarebbe stato meglio andare in un pub.
"Poco male. Troveremo sicuramente un posticino dove mangiare, tranquilla."
Il ragazzo tornò dopo poco, stupendoli non poco con le sue parole.
"Prego signori, da questa parte."
Duff e Emma si guardarono sorpresi e lo seguirono fino al tavolo.
"Grazie mille, non ci speravamo sinceramente... pensavamo che la cucina fosse già chiusa."
"La cucina effettivamente è già chiusa, ma per lei, signore, facciamo volentieri un'eccezione." Il ragazzo gli si avvicinò leggermente e abbassò la voce, forse per non farsi sentire dagli altri commensali. "Il cuoco e il proprietario sono suoi grandi fan, signore. Lo siamo tutti in realtà."
E detto questo si allontanò velocemente da loro.
Emma aveva un sorrisetto strano dipinto sul volto.
"Che c'è?! Perché fai quella faccia?"
Emma cercò di trattenere una risata.
"Niente, per carità... "
"Come niente, la tua faccia dice tutt'altro che niente!"
Emma a quel punto si lasciò scappare una risatina.
"Diciamo che mi sono sempre chiesta se davvero voi personaggi famosi aveste accesso a tutto quello che volete con un semplice schiocco di dita e ho appena avuto la risposta..." Lo guardò di sottecchi, divertita da quella situazione. "Fossi stata da sola, col cavolo che riaprivano la cucina, signore!!"
"Ha ha, spiritosa... Guarda che se la cosa ti sconvolge tanto possiamo sempre andarcene, sai?"
"No, no, per carità... questo posto è adorabile e il profumino che si sente invitante... e poi chissà che mega porzioni speciali faranno per te!!"
"Hai intenzione di menarmelo per tutta la sera, non è vero??"
"Può essere..."
Il cameriere fece ritorno poco dopo e i due ordinarono il minimo indispensabile. Non volevano certo approfittare della cortesia che gli avevano riservato!
Duff ringraziò nuovamente il cameriere e poi si girò verso Emma, guardandola dritta negli occhi e facendola arrossire di nuovo.
Non c'era niente da fare, non riusciva ancora a credere di essere lì, con lui, in quella situazione!
"A che pensi?"
Emma rimase interdetta per qualche istante. Cosa poteva dirgli??
"A niente..."
"E allora perché arrossisci?"
A quel punto la faccia di Emma divenne viola e la ragazza si portò istintivamente le mani sulle guance, ormai roventi.
"Grazie, eh??"
Duff scoppiò a ridere, ma poi, vedendo la faccia imbarazzata della ragazza, le sorrise dolcemente.
"Ok, scusami... non ho saputo trattenermi." Ci fu un attimo di silenzio e poi Duff proseguì. "Allora, me lo dici o no a cosa stavi pensando?"
"Ma niente... è che è tutto così... strano per me... Insomma... devo davvero spiegartelo??"
Duff la guardò con un grosso punto interrogativo sul volto ed Emma allora alzò gli occhi al cielo, sconvolta dalla poca perspicacia dell'uomo.
"Non so se ti è chiaro che io sono una tua fan da circa... beh, lasciamo perdere i conti, va', se no mi sento vecchia!! Avrò all'incirca un migliaio di tue foto, poster e chi più ne ha più ne metta. So tutto della tua vita, o meglio di quello che tu hai reso pubblico di essa, perché mi sono letta non so quante volte il tuo libro. Ho visto, credo, praticamente qualunque tua intervista che si trovi su internet e leggo ogni sacrosanta settimana il tuo blog, che per inciso mi piace da morire. E adesso mi trovo qui, seduta ad un ristorante con te che mi guardi in quel modo... secondo te a cosa penso??"
Duff scoppiò a ridere, facendola quasi innervosire. Che cavolo c'era da ridere?? Lei gli aveva aperto il suo cuore, si era confessata a lui e lui rideva??
"Scusa, è che la tua faccia è così buffa in questo momento... " Vedendo che la ragazza non rideva affatto, Duff si diede un contegno. "Ok, scusa, sul serio. Immagino che debba essere per lo meno una situazione paradossale. Ma se ti fa stare meglio, lo è anche per me, anche se per motivi diversi, ovvio. E poi se leggi il mio blog e hai letto il mio libro, spero avrai capito che sono una persona esattamente come tutte le altre e non una specie di extraterrestre."
"Certo, questo lo so, così come so che sei una persona davvero interessante." Emma fece una piccola pausa, indecisa se continuare o meno. "Spero di non offenderti... ma leggere il tuoi articoli e poi il tuo libro è stata una sorpresa, anche se davvero piacevole. Diciamo che è stato difficile, in un certo senso, far collimare il Duff King of Beers McKagan che ho conosciuto coi Guns, con il Michael Andrew McKagan che viene fuori dalle righe che scrivi."
Questa volta fu il turno di Duff di arrossire ed Emma sorrise, nel vederlo.
"Il tuo libro credo sia davvero intenso e in grado di ispirare molte persone, a prescindere dai problemi di ciascuno. Ne esce fuori una persona per cui provare sicuramente molto rispetto per quello che è riuscito a fare e secondo me devi esserne fiero. Dai tuoi post invece esce fuori il tuo lato spiritoso, il Duff con la battuta sempre pronta, ma anche quello impegnato, quello determinato e con le idee chiare. Mi ha colpito in particolare, per esempio, il tuo ultimo post sull'uso delle armi. Non è facile per un americano esprimere le proprie idee contro il possesso d'armi in modo così chiaro e si è visto anche dalle reazioni che il tuo articolo ha sollevato. Non hai paura di dire come la pensi e per questo ti ammiro molto."
Ci fu nuovamente un momento di silenzio, dovuto all'imbarazzo sia di Duff per quello che aveva appena sentito, sia di Emma per quello che aveva appena detto.
Per fortuna proprio in quel momento il cameriere arrivò con i loro piatti e i due nascosero il loro imbarazzo nel cibo.
Mangiarono di gusto, entrambi affamati, e condirono la cena con discorsi di vario genere su tantissimi argomenti, scoprendosi sulla stessa lunghezza d'onda su tante cose.
Erano talmente presi dalla conversazione e dal godersi quella piacevole compagnia, che nessuno dei due si accorse che ormai erano rimasti gli unici avventori e si era fatta decisamente una certa ora.
Il cameriere si avvicinò con discrezione a loro, incerto se disturbare o meno visto che i due stavano parlando in maniera così complice.
"Scusate, gradite ancora qualcosa?"
Duff a quel punto si guardò in giro e si accorse della situazione. Gli altri camerieri erano seduti ad un tavolo e stavano mangiando, mentre nel locale non c'era più nessun cliente, a parte loro ovviamente.
"No, grazie... Anzi, scusateci... non ci siamo proprio accorti di che ora si fosse fatta!"
A quelle parole anche Emma si guardò in giro e si stupì di non vedere più nessuno attorno a loro, ma ancor di più di  non essersi minimamente resa conto della gente che pian pianino si era alzata e se n'era andata.
Duff chiese il conto e poi si girò verso di lei, un sorriso complice e colpevole sul volto.
"Poveracci, non avevano il coraggio di cacciarci a pedate!"
"Già... non si può dire che non si siano meritati la mancia."
Il cameriere ovviamente tornò subito dopo, perché il conto in realtà doveva essere pronto già da un bel po', e Duff pagò lasciando una lauta mancia.
Stavano per andarsene, quando un colpo di tosse li richiamò indietro. Il proprietario del locale, imbarazzatissimo, chiese a Duff di fare una foto da poter appendere al muro del ristorante, oltre ad un bell'autografo. E lo stesso fecero il cuoco e tutti camerieri.
Emma non poté che sorridere nel vedere la gioia di quelle persone nel poter avere lì con loro un loro idolo... per lei era esattamente lo stesso, no?? Beh, con qualche optional in più, s'intende.
Finite le foto di rito e gli scambi di battute, Duff la raggiunse, la prese di nuovo per mano e la portò fuori. 
Emma stava per commentare la scenetta appena vista, ma pochi passi fuori dal locale Duff la spinse neanche troppo delicatamente contro il muro e si attaccò alla sua bocca con foga. Le loro lingue iniziarono ad inseguirsi e carezzarsi sempre più velocemente, mentre con le mani Duff lentamente, ma inesorabilmente, slacciava i bottoni del cappotto di Emma. Nel giro di pochi secondi Emma sentì le mani di Duff risalirle il busto e accarezzarle, sebbene da sopra il maglione, entrambi i seni, provocandole un piccolo mugolio di piacere. A Duff andò letteralmente il sangue al cervello! Dio, quant'era che non sentiva una donna emettere certi suoni così eccitanti?!
Fece scendere la mano verso il bordo del maglione, intenzionato a lasciar scivolare sotto la mano, quando delle risate e delle voci provenienti dal ristorante li fecero trasalire entrambi. I camerieri stavano per uscire!
Duff riuscì in qualche modo ad afferrarle la mano e iniziò a correre lungo il marciapiede, cercando di allontanarsi il più velocemente possibile. Quando scorse in lontananza il suo hotel, sicuro ormai di essere abbastanza lontano, si fermò e si appoggiò ad una macchina, attirando Emma a sé.
Entrambi avevano il fiatone, anche se per motivi diversi da pochi minuti prima.
"Tutto ok? Scusa se ti ho trascinata via, ma ci mancava che ci beccassero in quel frangente..."
Emma scosse il capo.
"Non preoccuparti, hai fatto benissimo. Sarei morta dall' imbarazzo!!"
Duff l'avvicinò ulteriormente a sé, portando il corpo della ragazza a contatto con il suo, e le scostò i capelli dal viso in una dolce carezza, mentre con il pollice dell'altra mano sfiorava delicatamente le labbra invitanti e morbide di Emma. Quella vicinanza con lei quasi lo stordiva e sentiva dentro di sé che stava correndo decisamente troppo, ma un solo pensiero gli frullava nella testa ormai da un po'... In fondo quant'era che non si trovava così bene con una donna che lo attraeva anche fisicamente?? Tra loro due c'era decisamente molto feeling e forse Jeff e Mike non avevano tutti i torti a dirgli di smetterla di fare il monaco di clausura.
"Ok... lo so che tutto questo è assolutamente folle e sto decisamente affrettando i tempi, all'esatto contrario di quanto mi fossi riproposto per tutta la sera, ma mi chiedevo se... insomma... per dormire entrambi da soli... ecco... noi..."
Ad Emma venne da ridere nel vedere quella rock star, neanche più giovanissima, essere così imbranato con una donna.
Non poteva credere che uno come lui, che poteva avere qualunque donna desiderasse e che in passato aveva fatto chissà quali esperienze folli con le donne, non sapesse come proporle di passare la notte insieme! A lei poi, che ci sarebbe salita di corsa in camera sua!
Riuscì a trattenersi, accennando solo un lieve sorriso, e gli posò un dito sulle labbra, per zittirlo.
"Devo andare a prendere le mie cose però... mi accompagni al mio albergo?"
Il sorriso a trentadue denti di Duff le fece quasi tenerezza.
"Ai suoi ordini Madame... ma prima c'è una cosa importantissima che devo fare. "
E detto questo, Duff portò una mano dietro la nuca di Emma e la baciò così intensamente da toglierle quasi il fiato.
Quando si staccò da lei, Duff rimase per qualche istante a pochi millimetri dal suo viso, gli occhi puntati nei suoi, facendole andare il cuore in gola.
"Ok, adesso possiamo andare."
E afferratala per la mano, la condusse alla macchina posteggiata poco più in là e i due si avviarono verso l'albergo di Emma, entrambi scombussolati da una miriade di emozioni contrastanti.

Eccomi qui con questo capitoletto, giusto per augurarvi una bellissima Pasqua!! Resistete, ancora un paio di capitoli e pongo fine alle vostre sofferenze, promesso ;)
Alzi la mano chi ci sarebbe salita di corsa in camera con Duffuccio! XD E pensare che lui si fa tante paranoie con Emma... AH, gli uomini!!
Bene, se vi va lasciate una riga o anche mezza ^^
Ancora tanti auguri!!!







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Capitolo 7
*** I sogni diventano realtà. ***


Questo lo dedico a Giulia... e non dico altro!! XD

Duff lasciò Emma fuori dall'hotel e la ragazza salì nella sua stanza, dopo aver chiesto le chiavi al consierge.
Si chiese per qualche istante se dovesse avvisare che non avrebbero passato la notte lì, nessuna delle due, ma poi pensò che non erano affari suoi e andò dritta in camera sua.
Non le era passato minimamente per la testa che avrebbe passato la notte con qualcuno, quindi urgeva un serio check up della presenza o meno di peli superflui sulle gambe... e non solo! Non poteva certo mandare all'aria la nottata della sua vita perché non si era fatta la ceretta... o no??
Una volta pronta, afferrò il suo pigiama, non molto sexy a dire il vero, e qualunque altra cosa le potesse servire la mattina seguente e cacciò tutto non proprio ordinatamente in quella borsa super capiente che si era portata come bagaglio a mano.
Un ultimo sguardo in giro per controllare di aver preso tutto ed Emma lasciò la stanza.
Duff nel frattempo era sceso dalla macchina e la stava aspettando appoggiato alla portiera.
Controllò l'orologio e vide che erano già quindici minuti che Emma era salita... che avesse cambiato idea e non sapesse come dirglielo?!
Cazzo, in fondo come darle torto?? Era assurda tutta quella situazione! Era un uomo di una certa età ormai, il padre di due figlie adolescenti, cazzo! Non poteva andarsene in giro per il mondo a scoparsi ragazze come quando era uno sbarbatello!
E poi improvvisamente la vide che usciva dall'hotel, sorridente e luminosa in viso, i capelli che ondeggiavano ribelli incorniciandole i tratti delicati.
In pochi passi Emma gli fu davanti e si appoggiò al suo corpo, facendogli sentire il soffice contatto delle sue curve.
"Scusa se ci ho messo tanto e ti ho fatto aspettare qua fuori al gelo, spero di risucire a farmi perdonare..."
E senza aspettare una risposta, Emma intrecciò le dita della mano sinistra tra i capelli di Duff e iniziò a baciarlo sensualmente, spazzando via in un colpo solo tutti i dubbi e le paure dell'uomo.
Giocarono con le loro lingue per un tempo indefinito e si godettero il calore dei loro corpi così vicini, finché Duff non si staccò da quel contatto, rimanendo però a pochi millimetri dal suo viso, accarezzandole una guancia.
"Andiamo al mio hotel."
Quella voce bassa e roca fece immediatamente percepire ad Emma uno stuzzicante calore tra le gambe e per un istante la ragazza pensò che forse era meglio andare nel suo di albergo, già che erano lì.
Duff aprì però la portiera e la fece sedere, portandosi subito dopo al volante. Mise in moto e i due si allontanarono velocemente da quell'area di Dublino.
Solo dieci minuti dopo arrivarono all'hotel di Duff.
Emma era emozionata e anche un po' nervosa. Aveva sognato un'avventura come quella tantissime volte, ma una cosa erano i sogni e un'altra era la realtà! Stava succedendo davvero e lei ancora non riusciva a crederci! E se non fosse stata all'altezza?? E se avesse fatto qualcosa male o comunque non nel modo che piaceva a lui?? E se vedendola nuda avesse cambiato idea, abituato decisamente a donne molto più belle di lei??
Tutti questi dubbi la stavano mandando letteralmente in tilt, ma quando Duff allungò la mano verso di lei e le afferrò la sua, conducendola dentro all'albergo, sorridendole in quel modo così sexy... si dimenticò improvvisamente di tutto e decise che era molto meglio spegnere il cervello da quel momento in avanti.
Fanculo le paranoie, un'occasione così si aveva una volta sola nella vita, no?!
Arrivarono nella hall e Duff, sempre tenendole la mano, chiese la chiave della sua stanza.
Emma approfittò del tempo impiegato dal ragazzo alla reception per dare un'occhiata veloce in giro e notare che quel posto era davvero bello... decisamente diverso dall'hotel in cui lei e Manuela alloggiavano!
Duff la tirò verso gli ascensori e stranamente mantenne una certa distanza da lei nell'attesa, guardandosi circospetto in giro. Emma si chiese per qualche istante se ci fosse qualcosa che non andasse o se avesse detto o fatto qualcosa di male, ma poi scrollò via quei pensieri paranoici. Andava tutto bene, punto. Semplicemente lui non voleva dare spettacolo in giro e aveva ragione.
Entrarono nell'ascensore e le porte si chiusero giusto in tempo per lasciare tutti gli altri fuori.
Improvvisamente Emma sentì la parete dura dell'ascensore contro la schiena e le labbra di Duff sulle sue. L'uomo le aprì frettolosamente il cappotto e iniziò ad accarezzarle il corpo un po' dappertutto, iniziando anche ad intrufolare le mani sotto il maglione e la maglietta.
Quando Emma sentì le dita di Duff sfiorarle la pelle della pancia, sentì lo stomaco andarle quasi sottosopra. Dio, non poteva credere che tutto quello fosse davvero reale e non una delle sue solite fantasie!
Duff si separò dalla sua bocca e iniziò a baciarle e morderle il collo, scendendo dall'orecchio fino alla spalla, scostandole il più possibile il maglione e la maglietta. Lui non poteva saperlo, ma quello era uno dei punti più sensibili di Emma e quei baci la mandarono subito in estasi. Chiuse gli occhi, per godersi appieno i brividi che le percorrevano ormai la schiena, e reclinò leggermente il capo all'indietro, appoggiandolo alla parete.
Quando Duff sentì i suoi gemiti trattenuti a stento, sentì il sangue andargli al cervello e non capì più niente. Cazzo, si sentiva come un ragazzino arrapato in quel momento!! Forse per la lunghissima astinenza, forse per il corpo morbido e sinuoso di Emma o forse per la sensualità della voce della ragazza in quel momento, Duff pensò che se l'ascensore non fosse arrivato alla svelta all'ultimo piano l'avrebbe presa lì dentro!!
La porta dell'ascensore si aprì di scatto, ma loro non se ne accorsero nemmeno. Un leggero ed imbarazzato colpo di tosse però li riportò bruscamente alla realtà.
Duff si staccò velocemente dal corpo di Emma e afferratale la mano, la tirò via di lì il più velocemente possibile, un sorrisetto furbo sul volto.
"Scusate... è tutto vostro..."
Emma passò accanto a quella coppia di mezz'età con il volto in fiamme, imbarazzatissima per come li avevano appena beccati, ma allo stesso tempo divertita dalla situazione e dalla faccia scandalizzata di quei due.
Si avviarono piuttosto velocemente lungo il corridoio, finché Duff non si fermò davanti alla porta di camera sua e inserì la chiave elettronica nella serratura.
Quel clic fece andare lo stomaco di Emma sottosopra, conscia di quello che sarebbe successo di lì a poco lì dentro.
Duff aprì la porta e poi la lasciò entrare per prima.
Emma posò la borsa su una poltrona e rimase colpita dalla stanza intorno a lei. Non era chissà che albergo di lusso, per carità, ma lei non era decisamente mai stata in una suite all'ultimo piano.
Scorse tra le persiane un'incredibile vista della città e si avvicinò alla finestra.
"Ti spiace se esco un attimo sul balcone?"
"Prego piccola, fai come se fossi a casa tua."
Emma gli sorrise e poi scostò le persiane, uscendo su un balcone grande abbastanza da ospitare un tavolino e quattro sedie.
Tutto era illuminato in modo molto soft da delle lampade a terra che davano l'effetto soffuso di candele accese. Uno spettacolo ridimensionato solo dalla bellezza della vista sulla città illuminata davanti a loro.
Emma, assorta nei suoi pensieri, quasi trasalì quando sentì le labbra di Duff lasciarle una scia di baci sul collo che le fecero subito chiudere gli occhi e sospirare.
"Sei nervosa?"
Emma annuì impercettibilmente.
"Un po'."
Duff sorrise sulla sua pelle e questo le provocò degli ulteriori brividi.
"Ti confesso che anch'io lo sono..."
Emma spalancò gli occhi dalla sorpresa.
"Tu?! E perché?"
Duff tirò su la testa e si appoggiò alla nuca di lei, dandole un lieve bacio tra i capelli, le mani intrecciate sotto i seni della ragazza.
"Perché è più di un anno che non sto con una donna e non so come reagirà il mio amico là sotto... Perché tu hai sicuramente delle aspettative su di me e ho paura di non essere all'altezza delle tue fantasie."
Emma sorrise, intenerita da quella confessione inaspettata e dal fatto che, in fondo, anche lui fosse un uomo come tutti gli altri.
Posò le mani su quelle di Duff, accarezzandole dolcemente.
"Non preoccuparti, sono sicura che andrà tutto bene... e anche fosse, abbiamo un sacco di tempo per riprovare e migliorare, non credi?"
Duff tornò ad appoggiare la bocca sul suo collo, senza baciarla però. Si sentiva molto più leggero dopo averle detto cosa gli passava per la testa ed era felice di averlo fatto. Non era scappata via, non l'aveva preso in giro, anzi... aveva capito al volo la situazione, dicendo subito le parole giuste al momento giusto.
Le lasciò un bacio nell'incavo del collo, seguito da un morsetto, e nel momento esatto in cui Emma gli lasciò libere le mani, lui le posò immediatamente sui suoi seni, tastandoli per bene. Non vedeva l'ora di metter la faccia in mezzo a quel ben di Dio!!
Emma si lasciò scappare un piccolo mugolio e Duff allora fece scivolare le mani sotto gli indumenti della ragazza e risalì velocemente il suo busto, prendendo tra le mani entrambi i seni e tastandoli per bene.
A quel contatto così morbido e invitante, Duff sospirò soddisfatto e avvicinò la bocca all'orecchio di Emma.
"Dio mio... mi sono mancate così tanto queste sensazioni... Perdona la franchezza, ma hai un paio di tette meravigliose, piccola... Lasciamele sentire ancora meglio..."
Duff tirò giù la stoffa del reggiseno e strinse i seni ormai nudi con un mugolio di piacere, eccitandola da impazzire. Sentì immediatamente i suoi capezzoli indurirsi al suo tocco e iniziò a stuzzicarli lentamente.
Emma sentì una scarica di piacere percorrerle la spina dorsale e arrivarle direttamente in mezzo alle gambe. Sospirò e portò la mano sinistra dietro la nuca di Duff, carezzando i suoi capelli.
"Vacci piano, sono un po' ipersensibile da quelle parti..."
"Mmm... ipersensibile... mi piace questa parola..."
Duff ovviamente fece tutto il contrario di quello che Emma gli aveva detto e cominciò a stuzzicarla sempre di più e con sempre più maestria, facendola velocemente impazzire.
"Vuoi fare il cattivo?? Ok..."
Emma portò una mano dietro la schiena e abbassò velocemente la zip dei pantaloni di Duff. Il solo rumore gli fece venire caldo.
"Ehi ehi... cosa stai facendo??"
"Ti rendo pan per focaccia..."
Detto questo, Emma slacciò anche il bottone e infilò la mano dentro i suoi pantaloni, iniziando ad accarezzargli e  massaggiargli l'erezione dall'alto verso il basso. La ragazza si compiacque di sentire che era esattamente come se l'era sempre immaginato, ossia ben dotato e pronto all'azione.
"Ehi piccola, non dimenticarti che sono a secco da un sacco... se continui così combiniamo un gran casino!"
Duff le bloccò quasi subito la mano e afferrandola per un braccio la girò verso di sé, trovandosi così faccia a faccia. Non le diede tempo di dire niente e la baciò con veemenza, spingendola verso di sé il più possibile. Emma infilò le mani sotto gli indumenti dell'uomo e iniziò a risalire verso i pettorali e le spalle, per poi scendere nuovamente giù lungo gli addominali.
Duff si staccò dalla sua bocca e con estrema gentilezza le sfilò la manica del maglione dal braccio ferito, in modo da toglierglielo immediatamente dopo. Fu poi il turno della maglietta e come l'ebbe levata, Duff piantò gli occhi su quelle tette meravigliose che lo facevano impazzire e non riuscì a trattenersi dal portarci subito le mani sopra.
"Dio mio... che spettacolo..."
Con un rapido gesto le slacciò il reggiseno e dopo aver giocato per qualche minuto con i suoi capezzoli si mise in ginocchio davanti a lei e le lasciò una scia di baci fino al bordo dei suoi jeans. Ne slacciò il bottone e li tirò lentamente giù, aiutandola poi a liberarsene. Accarezzò gli stivali di pelle della ragazza, un luccichio negli occhi.
"Ti spiace tenerli questi?"
Emma increspò le labbra in un sorriso malizioso.
"Come vuoi tu..."
Le mani di Duff risalirono sempre molto lentamente le cosce di Emma, spostandosi ad ogni movimento sempre più all'interno della gamba. Una volta raggiunta la zona più sensibile della ragazza, prese ad accarezzarla da sopra la stoffa delle mutandine.
Emma in quella posizione si sentiva completamente in balia di Duff, incapace di fare qualunque cosa, se non godersi le sensazioni che lui le stava dando in quel preciso istante.
Duff iniziò a tirarle giù anche le mutandine, ultimo indumento che le era rimasto addosso, e le fece cadere a terra senza prestare la minima attenzione ad esse.
Tutto il suo interesse infatti lo convogliò nel baciarle delicatamente la sua zona più sensibile, facendole accelerare immediatamente il respiro e il battito cardiaco.
L'ultimo tentativo disperato di Emma di mantenere in qualche modo il controllo di sé e della situazione le uscì senza troppa convinzione.
"Aspetta..."
"Shhhh..."
Duff la zittì a pochi millimetri dalla sua pelle così sensibile, provocandole brividi di piacere ovunque. Prese poi a leccarle lentamente e delicatamente il clitoride, con lunghi movimenti circolari.
Emma sentì le gambe cederle e il piacere crescere velocemente dentro di lei, ma in un ultimo sprazzo di lucidità si disse che non voleva che andasse così, lei voleva sentirlo dentro di sé, completamente.
"Fermati per favore..."
Fece un passetto all'indietro e lo spinse giù con una mano sul petto muscoloso, mentre con il resto del corpo lo seguiva in quella discesa mettendosi a cavalcioni su di lui.
"Innanzi tutto non capisco perché io sia completamente nuda e tu ancora vestito..."
Velocemente gli sollevò contemporaneamente maglietta e maglione e lo aiutò a toglierli. Si prese una bella vista di quel petto scolpito da anni di arti marziali e con le dita tracciò delle linee immaginarie fino al bordo dei suoi pantaloni, stuzzicandolo leggermente con le unghie in quella discesa.
Accarezzò un paio di volte quei solchi vicino all'inguine che la facevano letteralmente impazzire e poi si scostò in modo da sfilargli via i pantaloni, che Duff prontamente scalciò via per avere libertà di movimento.
Emma tornò a cavalcioni di lui e afferrata la sua erezione, la lasciò scivolare dentro di lei il più lentamente possibile, in modo da godere di ogni centimetro che andava sempre più in profondità.
Duff dal canto suo chiuse gli occhi e appoggiò il capo a terra, assaporando le sensazioni che lo stavano stordendo in quel preciso istante. Da quanto non si sentiva in quel modo??
Emma iniziò a muoversi su di lui avanti e indietro, in modo quasi ipnotico, godendo delle sensazioni che le dava sentirlo quasi uscire da lei per poi rientrare immediatamente. Si inclinò verso di lui e Duff ne approfittò per afferrarle entrambi i seni e riprendere a giocare con loro.
Ad un certo punto però, l'uomo la afferrò per fianchi.
"Ora tocca a me condurre il gioco, piccola."
Si tirò su col busto provocandole un gemito che soffocò subito baciandola come se volesse divorarle la bocca e poi la tirò giù su un fianco con lui, capovolgendo nel giro di pochi istanti le posizioni. Iniziò a spingere dentro di lei aumentando man mano il ritmo e le sollevò leggermente una gamba, in modo da entrare ancor più in profondità, mentre con l'altra mano non smetteva di stimolarle quel delizioso capezzolo così invitante...
Emma sentì improvvisamente un'ondata di piacere crescere prepotente dentro di sé e pochi istanti dopo Duff sentì i muscoli della ragazza avvilupparlo completamente nell'estasi dell'orgasmo, facendo venire anche lui in pochi secondi.
Si lasciò cadere su di lei, ancora ansimante, la testa appoggiata nell'incavo del suo collo.
Si sentiva in paradiso, leggero come non mai e privo di pensieri e preoccupazioni dopo così tanto tempo...
Percepì la mano di Emma che gli accarezzava i capelli dolcemente e sorrise. Emma, che si stava godendo il suo viso rilassato e soddisfatto, lo vide sorridere.
"Che c'è?"
Duff aprì gli occhi, trovandosi quelle iridi marroni che lo fissavano divertita. Le sfiorò il viso con una carezza.
"Niente, è solo tutto così perfetto... le tue carezze, il sesso di prima... Grazie."
Fu la volta di Emma di sorridere.
"Grazie per cosa?!"
Il volto di Duff si fece improvvisamente più serio.
"Per essere te... per essere qui con me... per avermi ricordato che sono vivo e che posso andare avanti."
Emma gli sfiorò le labbra con un dito.
"Certo che puoi. Non so cosa sia successo... perché abbiate divorziato... ma sono sicura che tu abbia fatto tutto il possibile e se non è bastato, beh... forse significa che semplicemente non era destino. Hai ancora le tue due bellissime ragazze e hai la tua musica... e sono sicura che prima o poi troverai un'altra donna che ti renderà di nuovo felice e tutto tornerà ad essere perfetto. Devi solo darti tempo, tutto qui."
Duff la baciò, incapace di esprimere a parole quello che sentiva dentro in quel momento, ma desideroso di trasmetterglielo comunque.
Ed Emma effettivamente lo percepì. Percepì tutta la gratitudine che lui provava in quel momento per lei e il sollievo di sentirsi di nuovo vivo, il tutto mescolato all'incertezza, alla solitudine e alla paura che lo attanagliavano da troppo tempo ormai.
Emma percepì ogni cosa e gli rispose baciandolo con trasporto e stringendolo forte a sé, come a cercare di proteggerlo e infondergli un po' di quel coraggio che forse, ultimamente, gli era un po' venuto a mancare.
 







 





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Capitolo 8
*** Una mattinata interessante ***


Lo so, mi credevate morta... e invece no! Super incasinata, ma viva!!
Vi lascio a questo capitolo, assolutamente inutile come i precedenti!! ;)
Buona lettura!!

Il mattino dopo Emma si svegliò per la luce che penetrava prepotente tra le tende.
Ci mise qualche istante a racappezzarsi su dove fosse e poi girò la testa e lo vide, beatamente addormentato accanto a lei, un sorriso rilassato e sereno dipinto sul volto. Dio quant'era bello in quel momento!!
Ancora non le sembrava del tutto vero che avessero passato la notte insieme... lei e Duff McKagan, l'idolo di una vita intera! Che poi quello con cui aveva fatto sesso più volte quella notte in realtà era Michael, non Duff... e l'aveva percepito nettamente.
Inizialmente non erano nemmeno arrivati fino al letto, forse troppo nervosi per la situazione e allo stesso tempo troppo desiderosi di sfiorare il corpo dell'altro.
Il pavimento del salottino della suite aveva testimoniato quel primo amplesso, decisamente soddisfacente per entrambi, nonostante le loro reciproche paure di non essere all'altezza della situazione.
Ma il meglio era decisamente venuto dopo, una volta raggiunto il letto su cui inizialmente si erano appisolati insieme.
Duff l'aveva infatti svegliata nel cuore della notte infilando una mano sotto la maglia del suo pigiama e iniziando a sfiorarla delicatamente un po' dappertutto, tracciando con le dita delle linee immaginarie sul suo ventre, sul suo fianco e poi più su, tra i suoi seni, intorno ai capezzoli e oltre, sul collo e le spalle.
Di lì a poco le sue mani si erano fatte più intraprendenti, i suoi tocchi più decisi e nel giro di niente i due si erano ritrovati a darsi piacere in vari modi, scoprendo lentamente il corpo dell'altro, finendo per gemere e ansimare all'unisono in un rapporto che non sapeva più solo di sesso e quindi si faceva sempre più appagante.
Emma sorrise ripensando alla notte appena passata e pensieri decisamente poco casti le affiorarono alla mente solo al ricordo di quello che si erano fatti più e più volte, tra un pisolino e l'altro.
Guardò l'ora sulla sveglia sul comodino e fece un rapido conto di quante ore era riuscita a dormire. Non un gran che, decisamente... ma ne era valsa senz'altro la pena!
Sentì il corpo di Duff muoversi nel letto e si girò nuovamente verso di lui, trovandolo già sveglio e sorridente.
"Buongiorno..."
"Buongiorno."
"E' tanto che sei sveglia?"
"Pochi minuti... anche se non so se posso davvero definirmi sveglia! Sto morendo di sonno in realtà ed è tutta colpa tua..."
Il viso di Duff si aprì in un sorriso divertito e malizioso e l'uomo l'avvicinò a sé posandole una mano sul fianco e baciandola morbidamente.
"Non mi sembra che stanotte tu ti sia lamentata del trattamento... o sbaglio?"
Le fece una carezza sul viso, rimanendo poi con la mano sulla guancia e sfiorandole le labbra con il pollice.
"Mmm... non ricordo molto di stanotte... lasciami pensare..."
Duff trattenne a stento una risata.
"Davvero? Vediamo se riesco a rinfrescarti la memoria..."
E detto questo, si infilò sotto le lenzuola e un attimo dopo Emma sentì la sua lingua sfiorarla nel centro del suo piacere, strappandole un gridolino divertito.
"No, smettila!!"
Per tutta risposta Duff infilò un dito dentro di lei, provocandole un piccolo gemito.
"*Oddio...*"
Duff, da sotto le lenzuola, si mise a ridere malizioso.
"Come dici? Hai detto che vuoi che smetta??"
Emma per tutta risposta gli mollò uno schiaffetto sulla testa. Ci mancava proprio che si mettesse a prenderla in giro in quel frangente!!
"Ok, lo prendo come un no questo..."
E riprese a tormentarla anche più di prima. Quando Duff vide che Emma non riusciva più a tenere fermo il bacino e aumentava il ritmo a vista d'occhio, si staccò da lei, lasciandole per qualche istante un senso di privazione e frustrazione immenso. Si spostò più in su, spuntando da sotto le lenzuola e guardandola dritta negli occhi entrò dentro di lei con decisione, ma anche con una certa lentezza.
Emma chiuse immediatamente gli occhi e assaporò ogni singolo istante di quell'ingresso. Sentì poi le mani di Duff portarle entrambe le gambe sulle sue spalle, costringendola a sollevare leggermente il bacino e spingendosi così incredibilmente in profondità.
"Ehi... questa è nuova..."
Duff si fece scappare una risatina compiaciuta.
"Lieto di poterti far scoprire qualcosa di nuovo..."
E detto questo, iniziò a spingere dentro di lei con studiata lentezza, in modo da far assaporare ad entrambi ogni singolo istante di quelle spinte.
Emma afferrò il cuscino di Duff e se lo mise sotto il sedere, per aiutarla a stare in quella posizione sollevata. Non aveva mica più vent'anni, la schiena poi si sarebbe fatta sentire se no!!
Non fece in tempo a pensare che così era decisamente meglio, che Duff, spostandosi leggermente, toccò un punto decisamente sensibile e lei non riuscì a trattenere un gemito.
Duff sorrise compiaciuto.
"Ah... eccolo qui... iniziavo a pensare che tu fossi diversa da tutte le altre donne con cui ero stato..."
Duff a quel punto iniziò a spingere sempre più forte e sempre più velocemente, facendo attenzione a non spostarsi da quella zona così erogena che aveva appena scovato.
Emma perse ogni capacità di raziocinio e istintivamente iniziò a stringere i muscoli interni, amplificando così le sensazioni di entrambi.
"Ehi ehi, ferma! Così non vale... io..."
La debole protesta di Duff gli morì in gola e pochi attimi dopo entrambi raggiunsero il culmine del piacere, perdendosi in quel limbo meraviglioso che solo la pace dei sensi sa dare.
Duff si lasciò cadere su di lei, la testa sul suo petto, il battito accelerato del cuore di Emma a cullarlo.
Emma prese ad accarezzargli lentamente i capelli, quasi con pigrizia, un sorriso beato dipinto sul volto.
Quella giornata iniziata così prometteva decisamente bene... Chissà se avrebbero passato tutta la giornata insieme? Sarebbe stato un sogno... un vero sogno! Certo, doveva chiamare Manu e sentire com'era andata anche a lei e quali fossero i loro piani... non poteva certo lasciarla da sola tutto il giorno...
Duff percepì chiaramente che il cervello di Emma si era messo in moto e si incuriosì.
"A cosa stai pensando?"
Emma sorrise di essere stata beccata.
"Stavo pensando che la giornata è iniziata nel migliore dei modi..."
"Decisamente piccola..."
"E mi chiedevo..."
Emma si bloccò, il proseguo della frase in gola. E se lui non avesse avuto la minima intenzione di passare quella giornata con lei?? Ci avrebbe fatto la figura della ragazzina innamorata che si attaccava subito come una cozza al suo idolo di sempre. Non poteva chiedergli cos'avrebbero fatto, sarebbe sprofondata dalla vergogna se lui le avesse risposto che aveva altri piani o non aveva voglia di perdere tempo con lei.
"Ti chiedevi?"
Emma si sentì diventare paonazza. E adesso come se l'aggiustava?? Cosa si chiedeva??
Quel silenzio improvviso insospettì Duff, il quale facendo perno su un avambraccio si sollevò su un fianco per guardarla in faccia.
"Che succede? Perché sei rossa come un peperone?"
A quelle parole, ovviamente, Emma diventò praticamente fucsia.
"Niente, io... niente!"
Duff corrugò leggermente le sopracciglia, sospettoso.
"Si può sapere che ti prende? C'è qualcosa che non va?"
Emma fece di no con la testa, senza fiatare però.
Duff a quel punto si piazzò di nuovo in mezzo alle sue gambe, sovrastandola col suo corpo, e appoggiò prima le mani e poi il mento al suo sterno, guardandola fissa negli occhi da quella posizione.
"Ok, io non mi levo di qua e non smetto di fissarti finché non mi dici cosa ti sta passando per quell'adorabile testolina."
"Stai scherzando??"
"Mai stato così serio, fidati. Ho tutto il tempo di questo mondo oggi. Niente interviste, niente concerti, niente programmi. Possiamo stare così tutto il giorno, fidati."
Emma nel sentire quelle parole tirò un piccolo sospiro di sollievo. Almeno adesso sapeva che lui, di per sé, non aveva impegni ed era libero tutto il giorno. Certo, questo non significava che avesse piacere a passare la giornata con lei, ovvio...
"Ahi ahi, ci siamo di nuovo... stai di nuovo mandando in tilt le tue celluline cerebrali. Si può sapere che c'è?"
Emma lo guardò quasi disperata, incerta su cosa dirgli e come dirglielo.
Duff la incalzò.
"Allora? Ho detto o fatto qualcosa di male?"
"No! No, per carità... non è quello."
"E allora cos'è?"
Emma si chiuse di nuovo nel suo silenzio. Era davvero imbarazzata e aveva paura di fare la figura della rompiscatole. Duff dal canto suo non riusciva davvero a capire quel cambio repentino d'umore e di atmosfera e non sapeva cosa fare.
"Guarda che non stavo scherzando, non ti faccio alzare di qua tutto il santo giorno, sai? Non ti faccio nemmeno rispondere al telefono se ti cerca la tua amica. Rimaniamo piantanti qui nel letto fino a domani..." un sorriso malizioso affiorò sul suo volto "...tanto più o meno era questo il programma della giornata che avevo in mente!"
Emma a quel punto lo guardò sbalordita.
"Sul serio volevi passare tutto il giorno insieme??"
Fu il turno di Duff di lanciarle un'occhiata sorpresa.
"Perché? Avevi altri piani?"
"No, no... io no!"
Duff rimase un attimo perplesso. Cosa diavolo voleva dire?
Poi ebbe una specie di illuminazione. Ma perché le donne dovevano essere così complicate?!
"Aspetta un attimo... non sarà mica quello che ti stavi chiedendo prima?!"
Emma arrossì nuovamente e cercò di spostarsi da quella specie di prigione in cui lui l'aveva rinchiusa per potersi nascondere sotto le lenzuola, ma invano.
Duff rimase imperterrito in quella posizione e la trattenne giù, costringendola a quel punto a guardarlo in faccia, paonazza, e fare cenno di sì con la testa.
"Ma porca miseria, ma me lo spieghi perché voi donne dovete essere così contorte?? Cosa ti ha fatto pensare che io non volessi stare con te tutto il tempo possibile finché siamo tutti e due a Dublino? Ma soprattutto perché non avrei dovuto volerlo??"
Emma, sempre più rossa, abbassò lo sguardo imbarazzatissima. Si sentiva quasi una bambina che viene ripresa da uno dei genitori, in quel momento!
"Pensavo che chiedendoti cos'avremmo fatto oggi mi avresti presa per una fan assillante di quelle che non si levano più di torno e ti rendono la vita impossibile..."
Duff appoggiò la fronte sullo sterno di Emma, in un gesto di frustrazione, e rimase in silenzio qualche secondo. Poi alzò di nuovo lo sguardo su di lei.
"Ma santo cielo Emma, se avessi pensato che eri una fan assatanata e un po' instabile credi davvero che sarei venuto al pub con voi e soprattutto che adesso saremmo qua?? Ho capito subito che eri una tipa a posto, una fan certo, ma razionale e tranquilla. Altrimenti ti sarei stato alla larga, fidati!"
La guardò in silenzio per qualche istante e poi le sorrise dolcemente.
"Sei proprio una sciocca, sai?" Le fece una lieve carezza sul viso e finì con una specie di buffetto sul naso. "Una sciocca tenerissima, ma pur sempre una sciocca."
Emma gli sorrise timidamente e Duff a quel punto si spostò e rotolando su un fianco si mise a sedere sul bordo del letto.
"Senti, appurato che entrambi abbiamo intenzione di stare insieme almeno fino a stasera, che ne dici di fare colazione? Perché sinceramente con tutto sto movimento io sto morendo di fame!"
Emma gli sorrise raggiante.
"Certo che sì, sto morendo di fame anch'io!"
"Benissimo."
Duff si alzò e fece il numero della reception per ordinare la colazione.
"Cosa vuoi? Una bella colazione tipica irlandese?"
Emma fece no con la testa.
"No, per carità... solo del pane tostato col burro e del tè."
"Niente caffè??"
Emma fece una faccia schifata.
"Per favore, sono italiana io, non la bevo quella brodaglia!!"
Duff ridacchiò alzando gli occhi al cielo e come prese la linea ordinò il pane e il tè per lei e ogni ben di Dio per lui... al diavolo la dieta sana e equilibrata, doveva rimettersi in forze se aveva intenzione di stare con lei tutto il giorno!
Nel frattempo Emma prese il suo cellulare e mandò un sms a Manuela.
"Tutto ok? Com'è andata stanotte? Io sto ancora cercando di capire se è tutto vero o se sto sognando... appena ci vediamo ti racconto! Piani per la giornata? Duff vorrebbe passare la giornata insieme, fammi sapere se tu stai con Isaac, ok? Altrimenti ci vediamo io e te."
Messo giù il telefono, Duff si stiracchiò per bene, guardandola intenta a mandare quel messaggio.
"Tutto bene la tua amica?"
Emma mise il cellulare sul comodino.
"Non lo so ancora, ma penso di sì. O almeno lo spero!"
Duff le sorrise e salì di nuovo sul letto, avvicinandosi al suo viso.
"Beh, se a loro è andata bene anche solo la metà di com'è andata a noi, allora sarà alle stelle..."
Non le diede il tempo di rispondere e la baciò con un bacio morbido, sensuale, assaporando le sue labbra soffici, finché non sentì l'urgenza di approfondire quel contatto, trasformando quel bacio in qualcosa di più intenso e passionale.
Il suono del campanello li fece sobbalzare entrambi e staccarsi immediatamente.
"Mmm... il servizio in camera è fin troppo rapido in questo albergo..."
Duff si alzò dal letto e si infilò al volo i pantaloni del pigiama, andando ad aprire al cameriere.
"Ah, mi sembrava strano che fosse già la colazione..."
Jeff e Mike si misero a sghignazzare davanti alla faccia decisamente sconvolta di Duff.
Jeff riuscì a riprendersi per primo.
"Ehi capo, com'è che hai quest'aria stravolta??"
"Ti sei ordinato uno zabaione?? Perché mi sa che ne hai proprio bisogno!!"
Duff gli fece un bel gestaccio.
"Non potevate dormire ancora un po' invece che venire a rompere i coglioni?"
Mike entrò in camera senza tanti complimenti, seguito da Jeff.
"Prenditela con Jeff, è lui che è venuto a svegliarmi!"
Il bassista dei Loaded si lasciò cadere sulla poltroncina e posò i piedi sul tavolino davanti a lui.
"E come facevo a dormire con quei due che facevano tutto quel casino nella stanza accanto??"
Duff, rimasto sull'uscio con la porta aperta, li guardò con fare minaccioso.
"Vi dispiace levarvi dai piedi??"
In quel preciso istante arrivò il cameriere con il carrello.
"Signore... posso entrare?"
Duff lo fece passare e il ragazzo lasciò il carrello in mezzo alla stanza, salutando subito dopo e uscendo.
Mike alzò i coperchi per curiosare cosa c'era da mangiare e rubò un pezzetto di pane tostato.
Duff chiuse la porta di scatto e arrivato vicino a Mike gli mollò uno schiaffo sulla mano che stava per allungarsi di nuovo sulla colazione.
"La vuoi piantare??"
"Ehi, ma io ho fame!! Non vorrai mica lasciarmi a digiuno, vero?"
Jeff guardò verso la porta della camera.
"Emma ti conviene sbrigarti se vuoi fare colazione, Mike sta per mangiarsi tutto!"
Emma, che aveva ascoltato divertita tutta la conversazione, a quelle parole entrò velocemente nel salottino, noncurante di avere addosso solo la maglia del pigiama di Duff.
"Eh no, eh?? Che io sto morendo di fame!"
La ragazza si avvicinò velocemente al carrello, esattamente di fronte a Mike, e si prese al volo un paio di fette di pane tostato per spalmarle di burro.
Jeff, dietro di lei, non riuscì a trattenersi dall'inclinare la testa leggermente e prendersi una bella vista delle gambe della ragazza.
Duff incrociò le braccia al petto, cercando di assumere un'aria minacciosa.
"Jeff, guardala ancora così e ti spezzo le ossa, è chiaro??"
Jeff, colto in castagna, si mise a ridere, mentre Emma cercava di capire di cosa stessero parlando.
"Scusa capo, è stato più forte di me..."
Emma si mise a sedere sull'altra poltroncina, gustandosi la sua colazione.
"E così i tuoi vicini hanno fatto rumore, eh? Bene, sono contenta per loro!"
Jeff si mise a sedere meglio.
"Beh, grazie mille, eh?? Io ho dormito di merda con tutto quel casino e tu sei contenta! Grazie davvero per la comprensione!"
Emma trattenne una risata, cercando di non sputazzare il toast dappertutto.
"Scusami, ma sono contenta per la mia amica... e lei viene prima di te sulla mia lista delle priorità."
Duff diede l'ennesima manata a Mike, che aveva appena attaccato le sue uova e salsiccia con la forchetta.
"Non vorrei suonarvi maleducato, ma questa colazione me l'ero immaginata un po' più intima di così... Non potete scendere al bar a fare colazione, invece di divorarvi la nostra??"
Emma scoppiò a ridere e spostò le gambe di lato sulla poltroncina, senza accorgersi che la maglia del pigiama di Duff le lasciava ormai scoperte le gambe e non solo.
"Ma dai poveri, lasciali stare..."
Mike, la bocca piena di patate, quasi si strozzò per commentare.
"Ecco, senti?? Lei sì che è di buon cuore... non come te che sbatti fuori gli affamati!!"
Jeff, dalla poltroncina accanto a Emma, non riuscì a trattenersi dal seguire il contorno sinuoso delle sue gambe fino al bordo degli slip che si intravedevano da sotto la maglietta.
"Jeff!!!!"
L'urlo di Duff gli fece fare un salto nella poltroncina e il bassista si alzò di scatto, le mani avanti come per difendersi.
"Scusa capo... scusa!! Non l'ho fatto apposta, giuro! Adesso ce ne andiamo, ok?? Non ti arrabbiare..." Il ragazzo passò dietro a Mike e lo afferrò per la giacca di pelle. "Muoviti Mike, andiamo a fare colazione!"
Mike guardò disorientato sia lui che Duff e preso un ultimo pezzo di pane, scrollò le spalle e seguì l'amico fuori.
"Ok, mi sono perso qualcosa, ma obbedisco... Ci vediamo dopo, eh?"
E varcata la soglia si tirò dietro la porta.
Emma guardò Duff con uno sguardo interrogativo.
"Perché ho anch'io l'impressione di essermi persa qualcosa??"
Duff prese il suo vassoio e si sedette sul divano.
"Lascia perdere, è meglio..."
Poi sbatté la mano sul divano, a pochi centimetri da lui.
"Vieni qui a mangiare?"
Emma gli sorrise e prese il suo vassoio, o meglio quello che ne era rimasto dopo gli assalti di Mike, sedendosi accanto a Duff.
Lo guardò mentre mangiava di gusto e si soffermò per qualche istante a pensare che stava facendo colazione con lui come se niente fosse, come se si conoscessero da sempre e lui non fosse una famosa rock star internazionale.
Duff si sentì forse osservato, perché girò il viso verso di lei, curioso.
Emma gli sorrise arrossendo lievemente e poi distolse subito lo sguardo, portandolo sul pane che prese a spalmare col burro, senza lesinare.
Era meglio mantenersi in forze, perché aveva la sensazione che la giornata sarebbe stata faticosa, anche se in modo decisamente piacevole!























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